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190.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 19 GIUGNO 2018

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6429

Interpellanza circa le azioni da porre in essere, anche tramite protocolli d’intesa tra gli organismi competenti, al fine di garantire la tutela dei minori sul territorio. A firma della consigliera Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

VENTURI, assessore

GIBERTONI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 6446

Interpellanza circa i parametri ambientali e sanitari riguardanti la popolazione ed il territorio di Finale Emilia, con particolare riferimento alla realizzazione di una nuova discarica. A firma della consigliera Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

GAZZOLO, assessore

PRESIDENTE (Rainieri)

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 6423

Interpellanza circa problematiche e procedure riguardanti, a Modena, la realizzazione di un nuovo stabilimento in località Navicello. A firma della consigliera Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

GIBERTONI (M5S)

DONINI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 6638

Progetto di legge d'iniziativa consiglieri recante: «Modifiche alla Legge regionale n. 5/2013». A firma del consigliere Zoffoli. (87)

(Relazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

ZOFFOLI, relatore

TAGLIAFERRI (FdI)

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

GALLI (FI)

FACCI (Gruppo Misto)

ZOFFOLI (PD)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 6666

Risoluzione per impegnare la Giunta ad esprimere pieno sostegno alla volontà del Governo italiano di esercitare la propria sovranità e di invitare ufficialmente il Governo francese ad esimersi da inopportuni, offensivi e ipocriti attacchi alla libertà dello Stato italiano. A firma dei consiglieri Galli, Tagliaferri, Delmonte

(Discussione e rinvio in Commissione)

 

OGGETTO 6688

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo affinché si adoperi per favorire l’approvazione delle modifiche al regolamento di Dublino nel testo approvato dal Parlamento europeo, lavorando per portare sulle posizioni ivi contenute anche i Paesi che si oppongono a una gestione solidale e condivisa in ambito europeo del fenomeno migratorio. A firma dei consiglieri: Calvano, Caliandro, Prodi, Montalti, Rossi, Taruffi, Torri, Iotti, Zappaterra, Marchetti Francesca, Campedelli, Tarasconi, Poli, Mori, Molinari, Rontini, Soncini, Boschini, Bagnari, Serri, Sabattini, Zoffoli

(Discussione e rinvio in Commissione)

PRESIDENTE (Rainieri)

GALLI (FI)

RANCAN (LN)

PRESIDENTE (Rainieri)

GALLI (FI)

CALVANO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALVANO (PD)

GALLI (FI)

TARUFFI (SI)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALVANO (PD)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 6657

Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare azioni in grado di evitare il ripetersi di disservizi e la predisposizione di trasporti sostitutivi in grado di sopperire tempestivamente ad eventuali cancellazioni, a procedere con la sostituzione dei treni più obsoleti con convogli efficienti e di dimensioni proporzionate al traffico di pendolari, completare il raddoppio della linea ferroviaria Modena-Carpi-Mantova, estendere la linea Sassuolo-Modena ("Gigetto") fino a Carpi, rendere la convenzione treno+bus una misura strutturale, superando il sistema delle proroghe, istituendo inoltre una fermata ferroviaria a Fossoli. A firma dei consiglieri: Torri, Prodi, Taruffi

(Ritiro)

 

OGGETTO 6683

Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare, sulla linea ferroviaria Mantova-Carpi-Modena, azioni volte a evitare i disservizi e la predisposizione di trasporti sostitutivi per sopperire a eventuali cancellazioni, a procedere con la sostituzione dei treni più obsoleti rinnovando l’intera dotazione entro novembre 2019, a estendere la linea Sassuolo-Modena ("Gigetto") fino a Carpi, nonché a continuare a investire sull’integrazione del trasporto pubblico su gomma e su ferro. A firma dei consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi, Campedelli, Sabattini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

TORRI (SI)

TORRI (SI)

CAMPEDELLI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 6638

Emendamenti oggetto 6638

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,12

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centonovantesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, secondo comma, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano Bonaccini. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Alleva, Cardinali, Lori, Mumolo, Ravaioli, Sensoli e le assessore Gualmini e Petitti.

 

OGGETTO 6429

Interpellanza circa le azioni da porre in essere, anche tramite protocolli d’intesa tra gli organismi competenti, al fine di garantire la tutela dei minori sul territorio. A firma della consigliera Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

Le interpellanze di questo pomeriggio sono tutte firmate dalla consigliera Gibertoni, la quale ci ha comunicato che per l’oggetto 6426 “Piano dell’amianto regionale”, a cui avrebbe risposto l’assessore Venturi, chiede il rinvio alla prossima tornata.

Sull’oggetto 6438, interpellanza circa l’integrazione a livello regionale del protocollo d’intesa per la creazione di un Osservatorio della legalità, chiederà all’assessore Mezzetti di avere risposta scritta, quindi al momento è sospesa fino a che, se l’assessore Mezzetti acconsente, non viene discussa in Aula.

Per cui iniziamo con l’oggetto 6429, interpellanza circa le azioni da porre in essere, anche tramite protocolli d’intesa tra gli organismi competenti, al fine di garantire la tutela dei minori sul territorio. La parola alla consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Venturi.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Mi sembra che i termini dell’interpellanza siano chiari, quindi lascerei la parola all’assessore Venturi per poi replicare alla sua risposta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Assessore Venturi, prego.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliera. L’area del bacino del Po, come del resto tutto il territorio dell’Emilia-Romagna, rappresenta un’area di criticità per la qualità dell’aria (polveri fini, ossidi di azoto e ozono); si tratta di una zona densamente popolata e intensamente industrializzata nella quale le condizioni meteo-climatiche e le caratteristiche morfologiche del bacino fanno sì che le concentrazioni di fondo degli inquinanti in questo territorio siano spesso alte. Al fine di ridurre i livelli di inquinamento atmosferico le Regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna hanno istituito il tavolo di bacino padano con l’obiettivo di sviluppare e coordinare azioni di breve e lungo periodo per migliorare la qualità dell’aria nel bacino. Le quattro Regioni hanno sottoscritto un accordo per definire misure integrate e strutturali in tutti i settori più impattanti a livello ambientale. La nostra Regione nel 2017 ha adottato un proprio piano di qualità dell’aria (Piano aria integrato regionale integrato 2020).

L’impatto sulla salute dell’esposizione all’inquinamento atmosferico non è un fenomeno circoscrivibile a sottogruppi specifici di popolazione, ma purtroppo riguarda tutte le fasce di età. Si ritiene che il sistema di azioni coordinate individuate nel Piano aria integrato regionale, pur non essendo declinate sulla fascia di popolazione di età pediatrica, possa contribuire a migliorare la qualità dell’aria per tutti e quindi anche a limitare le criticità sui minori determinate dall’inquinamento atmosferico. In ogni caso, qualora si manifestasse l’esigenza di attuare degli interventi sanitari all’interno delle strutture scolastiche, il sistema integrato dei servizi e delle opportunità per l’infanzia e l’adolescenza potrà garantire un’adeguata tutela dell’interesse dei minori. Si ricorda che la legge regionale n. 14/2008 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni) ha indicato con chiarezza tra i compiti del sistema regionale l’attuazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza già affermati dalla Convenzione ONU per i diritti del fanciullo del 1989. È stata volontà del legislatore regionale perseguire l’integrazione delle politiche per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani per poter approcciare nell’insieme tutti quei processi educativi, culturali, economici e sociali che in qualche modo hanno impatto sulla condizione dei ragazzi e dei giovani permettendo così l’ideazione di migliori e più efficaci strategie. Ciò consente di favorire la valorizzazione sul territorio di una cultura dell’infanzia dialogata e concertata in grado di confrontarsi sotto il profilo progettuale e programmatorio con i restanti soggetti ed ambiti istituzionali con i quali realizzare politiche integrate rivolte all’infanzia e alle famiglie. Si ribadisce quindi che alle necessità di promozione del benessere di prevenzione del disagio e di protezione e di tutela possano concorrere le istituzioni, le famiglie, la scuola e i servizi territoriali mediante un insieme di azioni che garantiscano lo sviluppo e la crescita armonica del bambino e l’incremento di una cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola alla consigliera Gibertoni che ha otto minuti.

 

GIBERTONI: Grazie, assessore. Mi pare che, a livello teorico, il problema sia a posto e che sia qualcosa di sentito, credo però che sia il caso di sollecitare ulteriori misure che mettano l’attenzione sul fatto che restiamo purtroppo nell’area più inquinata a livello internazionale per quanto riguarda la qualità della nostra aria e quindi con questa interpellanza diamo un segnale perché quelle che sono le fasce più deboli, più fragili della popolazione che va tutelata nella sua interezza, ma tenendo conto anche che ci sono fasce più esposte e per questo chiedevamo che, anche d’intesa con gli organismi regionali come il Garante per l’infanzia e con altri organismi che citiamo come UNICEF ed altre normative e regolamenti che pongono una particolare attenzione a misura dell’infanzia e delle condizioni a cui fasce di età come bambini, adolescenti sono esposti in particolare all’inquinamento nella nostra regione potrebbero trovare un posto prioritario nell’agenda politica per affrontare in sinergia disagio e criticità che si riversano in particolar modo sul nostro territorio e quindi facendo partire protocolli di natura sanitaria già all’interno delle strutture scolastiche.

Noi riteniamo che i tavoli ci siano, chiediamo magari che ci sia un aggiornamento puntuale sul funzionamento di questi tavoli interregionali, perché sappiamo che sono partiti già da diverso tempo ma, poiché il problema è complesso e va affrontato con una rete, un’integrazione di fattori che è facile sfugga al controllo anche degli organismi più attenti, un aggiornamento regolare in Aula sul funzionamento, sulle risultanze, anche in fieri (risultanze che adesso potrebbero scoraggiarci ma potrebbero anche motivarci a portare avanti protocolli sempre più all’avanguardia) potrebbe essere importante proprio perché la Regione non soltanto ha l’onere di farsi carico di un problema prioritario, così come quando si parla in generale del bene, della salute e della tutela della nostra acqua e della nostra aria, i beni primari che la stessa politica dovrebbe in prima linea difendere, ma ha anche la possibilità di mettere in campo strumenti all’avanguardia e, se possibile, anche di fare da apripista rispetto a territori più distratti. Importante è il lavoro, fondamentale è il lavoro, fondamentale è creare occupazione, risollevare un trend che, per certi versi, è stato negativo, ma non a patto di compromettere la salute dei cittadini, non a patto di perdersi l’altro lato della medaglia che resta quello fondamentale. Tenere insieme tutto non è facile, ma è l’onere di cui ci si fa carico quando si affrontano questioni fondamentali per la vita quotidiana a livello integrato parlandosi tra i vari Assessorati e vari organismi. Quindi oggi noi abbiamo posto questa interpellanza per sollecitare una attenzione (che già c’è) e un ulteriore aggiornamento rispetto a tavoli e lavori che la Giunta fa assieme anche ad altre Regioni ma anche per non perdere l’attenzione su ricadute che sarebbero particolarmente devastanti, particolarmente difficili da accettare proprio quando ne fanno le spese le fasce più fragili della popolazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Siamo in attesa dell’arrivo degli altri assessori, perché Venturi credo abbia esaurito, Donini e Gazzolo, quindi sospendo l’Aula in attesa che arrivino per poterle rispondere. Quando raggiungiamo il numero legale per poter procedere con l’ordine del giorno eventualmente rinviamo le interpellanze, se non ci sono ancora i componenti della Giunta.

 

(La seduta, sospesa alle ore 14,23, è ripresa alle ore 14,25)

 

OGGETTO 6446

Interpellanza circa i parametri ambientali e sanitari riguardanti la popolazione ed il territorio di Finale Emilia, con particolare riferimento alla realizzazione di una nuova discarica. A firma della consigliera Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Possiamo procedere, è presente l’assessore Gazzolo, con l’oggetto 6446, interpellanza circa i parametri ambientali e sanitari riguardanti la popolazione ed il territorio di Finale Emilia, con particolare riferimento alla realizzazione di una nuova discarica. A firma della consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Gazzolo.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Anche qui i termini della questione sono piuttosto chiari, parliamo di un territorio già decisamente martoriato dagli impatti ambientali negativi, su cui non si è levata una voce sufficiente da parte della Regione e chiediamo quindi all’assessore Gazzolo come mai questo sia possibile.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Gazzolo, prego.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Vista l’articolata interpellanza a risposta orale, cercherò di rispondere per punti cercando di essere chiara innanzitutto confermando che sul primo punto (lo stato dei parametri ambientali e sanitari per la popolazione ed il territorio di Finale Emilia) il dettaglio di tutti i dati di monitoraggio e anche i vari aspetti relativi alle acque e all’aria dell’intera provincia di Modena sono tutti disponibili sul sito di ARPAE. Questo perché mi sembra importante segnare anche un dato di trasparenza riconducibile, ritrovabile per tutti i nostri cittadini tracciato. Nel tempo a mia disposizione fornirò, quindi, una sintesi del quadro generale sulla base di quanto è stato trasmesso da parte dell’Azienda sanitaria locale di Modena e dalla stessa ARPAE.

Cominciamo dal dato sull’intero territorio comunale. Le acque superficiali del fiume Panaro mostrano una qualità ecologico ambientale complessivamente sufficiente, mentre nei restanti corsi d’acqua costituiti principalmente da canali irrigui la qualità ecologica ambientale risulta più scadente in ragione delle caratteristiche morfologiche intrinseche che non ne favoriscono la riossigenazione e l’autodepurazione. Relativamente alla vulnerabilità dell’acquifero principale di Finale Emilia, questa risulta sostanzialmente bassa, ma sono presenti anche areali a vulnerabilità media in corrispondenza di Massa Finalese ed areali a vulnerabilità medio-alta in prossimità del fiume Panaro. In merito invece alla qualità dell’aria nel comune di Finale Emilia sono stati eseguiti diversi monitoraggi con il laboratorio mobile a disposizione di ARPAE e l’ultima campagna di misura, eseguita a Massa Finalese negli anni 2017 e 2018 (l’ultima campagna di misura), ha evidenziato per le PM10 concentrazioni simili a quelle delle stazioni di monitoraggio collocate in zone analoghe. I livelli medi di NOx sono risultati sensibilmente inferiori a quelli misurati in altre stazioni senza alcun superamento del valore limite orario. Relativamente ad altri importanti inquinanti (monossido di carbonio, ozono) si evidenzia che i valori limite e i valori obiettivo non sono mai stati superati. Poi ovviamente fornirò copia anche del testo.

Per quanto invece concerne gli aspetti sanitari, il servizio epidemiologico della USL di Modena monitora costantemente i parametri sanitari, la mortalità generale e l’incidenza dei tumori generali e per causa del territorio provinciale e dei singoli distretti e valuta anche la situazione per tutti i comuni delle province, Finale Emilia compreso. Sulla base di questi monitoraggi non si rilevano elementi tali da suggerire l’effettuazione di indagini specifiche, considerando che è stato recentemente svolto lo studio ideale che ha ricompreso anche questo territorio, realizzato dall’Azienda USL di Modena e da ARPAE in collaborazione con i medici di medicina generale indagando l’incidenza del tumore al polmone nella popolazione nella Bassa Modenese, studio dal quale non sono emersi dati statisticamente rilevanti. A dimostrazione della continua attenzione epidemiologica che l’Azienda sanitaria riserva nei confronti della popolazione della zona (intendo sempre la bassa pianura modenese) il servizio di epidemiologia valuta costantemente i fattori di rischio comportamentali anche per le aree distrettuali.

Andiamo al secondo punto: la scelta del sito per la discarica (pianificata all’interno del Piano dei rifiuti regionale votato in quest’Aula) e lo stato delle procedure. Relativamente alla scelta sul sito di Finale Emilia si precisa che, come evidenziato nella stessa interrogazione, la procedura di ampliamento della discarica è attualmente in corso e si è in attesa del provvedimento del Consiglio dei ministri in merito al dissenso che era emerso in sede di Conferenza dei servizi in particolare dal sindaco del Comune di Finale Emilia. Nelle more di questo atteso pronunciamento evidenziamo che si tratta di una delle sole quattro discariche previste dal piano regionale, per un conferimento complessivo (delle quattro discariche) del 4,8 per cento – cito il 4,8 perché sapete che l’Italia oggi è al 47 per cento – ossia meno della metà dell’obiettivo che fra l’altro la stessa Europa ha appena inserito, il Parlamento europeo il 18 aprile scorso ha votato il pacchetto sull’economia circolare che pone al 10 per cento l’obbligo per i Paesi membri al 2030. Lo dico perché noi stiamo raggiungendo l’obiettivo 5 per cento previsto dal piano regionale al 2020. Ovviamente secondo i principi dati dal piano regionale che diceva no a nuovi siti, ampliamento di siti esistenti sulla base di una programmazione che le ventisei ore che abbiamo dedicato alla discussione in Commissione sul piano regionale dei rifiuti dovrebbero avere trattato articolatamente, anche rispetto alle osservazioni che erano pervenute.

Monitoraggio. Entrando nello specifico sul piano di monitoraggio e controllo della discarica di Finale Emilia contenuto nella sua autorizzazione integrata ambientale preciso quanto segue. Per quanto attiene le acque sotterranee occorre innanzitutto considerare che, al fine di migliorare il presidio dell’area e ottenere una ottimizzazione delle informazioni fornite, la rete di monitoraggio, in considerazione della complessa struttura geologica e della non omogeneità stratigrafica, ha subito nel tempo modifiche rispetto al suo assetto iniziale. Dall’analisi dello stato qualitativo delle acque sotterranee, sulla base dei dati disponibili, si confermano alcune anomalie in parte correlabili con le caratteristiche ossidoriduttive delle falde. In particolare permangono valori elevati di conducibilità di sodio e di cloruri in particolare nelle acque di saturazione rispetto alla falda. Per quanto riguarda i cloruri si rileva una discreta variabilità di concentrazione, in particolare dei piezometri superficiali e in due piezometri profondi, dove non si può escludere una potenziale interferenza della discarica esaurita. In merito all’andamento dei solfati si confermano concentrazioni tendenzialmente basse nei piezometri profondi e superamenti dei limiti normativi in alcuni piezometri superficiali.

Sulla base della collocazione della discarica che ricade nella piana alluvionale padana, in cui gli acquiferi sono confinati e presentano caratteristiche ossidoriduttive spiccatamente negative, è possibile in parte ricondurre la presenza oltre i limiti di ferro e manganese alle condizioni naturali dell’area sede della discarica. Le analisi dei COD mostrano un andamento abbastanza omogeneo nella falda profonda, decisamente più elevate sono le concentrazioni dei COD rilevate nei piezometri superficiali, le sostanze azotate si rilevano quasi esclusivamente nella forma ridotta di ammoniaca; il trend dei valori medi riferiti ai piezometri profondi di controllo risulta in crescita, in lieve flessione nei piezometri superficiali di controllo, mentre è più marcato il calo di concentrazione nei piezometri sia profondi che superficiali di gestione. Anche in questo caso tali valori sono riconducibili alle caratteristiche intrinseche della falda captata. Se vado troppo nel dettaglio me lo dica, consigliera, ma è importante secondo me entrare nel merito, altrimenti sembra uno slogan parlare di naturalità delle condizioni.

I nitriti si rilevano in concentrazioni spesso inferiori al limite di rilevabilità strumentale nei piezometri profondi. Per quanto riguarda le concentrazioni di nichel non si registrano superamenti del limite normativo nell’acquifero confinario, alcuni superamenti si riscontrano invece nei piezometri captanti i livelli saturi. L’arsenico non ha mai fatto registrare superamenti né del limite normativo né del livello di guardia sulla falda profonda. Si è rilevato il superamento dei limiti normativi nei campioni in un solo piezometro. In considerazione delle caratteristiche intrinseche della falda e della presenza di strati di argille torbose risulta plausibile ricondurre tali valori ad una origine naturale. Le concentrazioni medie risultano in calo nel periodo esaminato. Per quanto riguarda cromo totale e cromo sesto se ne rileva la presenza in concentrazioni basse e inferiori al limite di rilevabilità strumentale. Nel 2016 per le acque superficiali e di ruscellamento non si rilevano anomalie, così come per le acque di drenaggio dello strato soffice captate al di sotto dell’impermeabilizzazione del fondo della discarica. Le analisi del percolato, sia della discarica in coltivazione sia della discarica esaurita, non evidenziano anomalie degne di nota. Il piano di monitoraggio delle emissioni diffuse della qualità dell’aria prevede due punti di campionamento collocati lungo la direzione prevalente dei venti e posti ai margini dell’ampliamento e un terzo punto posizionato sul corpo della discarica esaurita. In relazione ai monitoraggi delle emissioni diffuse di qualità dell’aria effettuati nel 2016 non si sono verificati superamenti del livello di guardia per i parametri marker.

Sulla base di quanto esposto in dettaglio si ritiene, quindi, che la rete di monitoraggio – e questo era il motivo del quesito dell’interrogazione – ad oggi presente sull’area risulti completa ed efficiente.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Gazzolo.

Consigliera Gibertoni ha sette minuti, prego.

 

GIBERTONI: Assessore, la domanda, oltre a quella sui monitoraggi, era una soltanto e chiedeva quale fosse l’opinione politica della Giunta che di fatto, con il suo silenzio, ha reso il territorio di Finale Emilia e della zona circostante alla stessa un vero polo pattumiera per tutto il territorio regionale e chiedevamo quindi se non fosse il caso di invertire la tendenza.

La prima cosa che non si può non far rilevare è come in generale nel territorio dell’Emilia-Romagna, ma oggi parliamo di Finale Emilia che è un caso specifico ed è un caso di grandissimo accanimento, ad una comunità a cui sia toccato il destino amaro di ospitare una discarica si cerchi, con una perseveranza degna di miglior causa, di far sì che questo destino sia per sempre, ma non c’è un destino, assessore, che sia per sempre, se la politica fa il suo dovere. È vero in particolare in questa discarica di Finale Emilia, in cui siamo addirittura alla terza se contiamo i progetti, oppure possiamo dire che siamo alla sesta se contiamo i lotti, ma questo è vero anche per la discarica Tremonti di Imola (trent’anni di esercizio), per la discarica di Castelmaggiore (circa trent’anni anche lì), per Ginestreto a Sogliano al Rubicone (nel 2020 arriviamo al primo trentennio), per la discarica di Baricella in cui la volontà di costruire una nuova discarica accanto alla vecchia è fallita per la compattezza dei cittadini e soltanto per questo motivo. Ma a Finale Emilia in più c’è la questione della concentrazione di impianti inquinanti che avevamo ricordato alla Giunta nell’interpellanza e ci è sembrato giusto elencarli, perché insistiamo sulla mancanza di una valutazione del cumulo degli impatti ambientali sui cittadini finalesi: l’impianto ENEL Green Power, inceneritore di biomassa vegetale; l’impianto ecobiox a biomassa legnosa per produzione di energia elettrica che ha già lasciato molte criticità in particolare per incendi e, in tantissime occasioni, segnalazioni di emissioni di pulviscolo e polveri con disagi alla popolazione residente; l’impianto di compostaggio AIMAG in cui si processa la frazione organica dei rifiuti urbani ed altri materiali e si ipotizza, da parte di alcuni, anche fanghi di tipo industriale con un processo di fermentazione e degradazione che genera compost utilizzato poi in agricoltura come ammendante per quarantamila tonnellate, recentemente aumentate di altre diecimila su richiesta di AIMAG, con un continuo e violento impatto odorigeno molto forte e persistente che grava da molti anni negli ambiti di Massa Finalese e di Finale Emilia; presenza di quattro impianti a biogas il cui impatto è legato principalmente al fatto che il biogas, bruciato per produrre energia, genera emissioni di sostanze pericolose originate dalla parte incombusta del biogas (tra queste la formaldeide), per la popolazione l’effetto immediatamente percepito è quello olfattivo anche in questo caso, causato dallo spargimento del digestato e anche questo, quindi, causa ulteriori disagi nella popolazione e malesseri. Si aggiungono a questo diversi allevamenti intensivi di tipo industriale con la presenza sul territorio di due allevamenti intensivi di suini, a cui tra poco se ne aggiungerà (pare) un altro di circa tremila capi, che si trova a sua volta a due/tre chilometri di distanza da un altro mega allevamento industriale di ventimila suini posto a Bondeno; impianti del Piano cave anche finalizzati alla Cispadana, autorizzati per oltre duecento ettari con escavazioni già oggi per decine e decine di ettari anche a profondità di sei/nove metri per estrarre argille, con ulteriori peggioramenti in caso di partenza dei cantieri della Cispadana con terreni tendenzialmente argillosi; impianti di ritiro e lavorazione del materiale plastico con due impianti già autorizzati (a poche decine di metri l’uno dall’altro) in fase di partenza per il ritiro e la lavorazione dei materiali plastici con possibilità di incendi, probabilità molto frequente se si pensa ai tanti casi che si verificano ogni anno sul territorio nazionale; impianti del Polo ceramico con la presenza di vari insediamenti industriali ceramici che presentano fortissime criticità ambientali. È del tutto assente una valutazione cumulativa di questi impatti sopraelencati, alcuni autorizzati singolarmente senza procedure di valutazione di impatto ambientale o comunque senza quella famosa valutazione di impatto sanitario che chiediamo ogni volta ed è, e resta, un tema imprescindibile in questo contesto, soprattutto quando un territorio è martoriato, svantaggiato e reso un polo pattumiera e dovrebbe essere il primo pensiero nell’agenda politica dell’Assessorato all’ambiente regionale.

Dispiace notare anche come i cittadini siano ben più avanti di chi li amministra e questo lo dimostrano i dati della differenziata, se consideriamo che li scoraggiamo in tutti i modi e li ricompensiamo sempre con un sistema basato su inceneritori e discariche. Qui lo abbiamo specificato: nel caso di Finale Emilia l’utilizzo che ne possono fare i cittadini finalesi per la loro autosufficienza rispetto allo smaltimento dei loro rifiuti è soltanto residuale ed eventuale ed è previsto l’utilizzo della discarica a servizio del territorio in cui essa è ospitata solo in forma residuale ed eventuale, con l’ovvia conseguenza che i comportamenti virtuosi dei cittadini finalesi in termini di diminuzione dei rifiuti prodotti, quindi aumento della percentuale di rifiuto differenziato, non avranno nessun impatto immediatamente positivo sul loro territorio.

La quarta cosa è che qui abbiamo una comunità locale che ha ormai assunto consapevolezza di cosa voglia dire continuare ad avere una discarica sul proprio territorio comunale, però è una discarica posta a servizio della Multiutility e delle sue esigenze finanziarie e questo lo dimostra le già oltre duemila firme raccolte per la petizione che è già stata protocollata presso gli uffici della Giunta e mi auguro l’assessore Gazzolo ne prenda conoscenza presto, in modo che si possa prendere atto del fatto che i cittadini non dormono, per fortuna, come invece a volte si tende a sperare che sia.

«Discariche praticamente azzerate», così esordivate il 4 maggio 2016 nel presentare urbi et orbi l’approvazione del vostro Piano rifiuti; discariche praticamente azzerate non lo sono o in questo «praticamente» si cela il polo pattumiera di Finale Emilia. O siamo dentro un sogno adesso o lo eravamo allora. Quel che è certo è che per i cittadini di Finale Emilia questo sogno è diventato un incubo che avvelena la loro vita.

Alla sua risposta, assessore, di cui poi le chiederemo la forma scritta per valutare i vari monitoraggi, manca la parte più importante: per quale motivo la Regione non dice nulla? Abbiamo elencato una serie di parametri e di dati che fanno capire quanto su Finale Emilia ci si accanisca senza ritegno e senza che le istituzioni alzino la voce per evitare che si continui a fregarsene totalmente dell’impatto sulla salute e sull’ambiente dei cittadini di quella zona e delle loro frazioni. Lei su questo, assessore, non ci ha detto nulla, quindi la risposta è una non-risposta, è come dire che continuiamo a dire che, se ci sono dei dati tecnici che, letti in qualche modo, ci consentono di non presentare valutazioni cumulative di impatto sanitario e di non fare valutazioni di impatto sanitario predittive e serie, si lascia fare. Lo slogan è questo, non è entrare nel dettaglio o meno, è averci detto nel 2016 «discariche praticamente azzerate» oppure continuare a dirci effettivamente che noi siamo attenti alla salute dei cittadini e siamo attenti ai comportamenti virtuosi. Non è così, ora la risposta passa alla Presidenza del Consiglio, i cittadini continueranno a far sentire molto forte la loro voce, starà alla Giunta valutare anche la petizione a cui si aggiungeranno molte altre firme e, per una volta, dire la loro, dire che Finale Emilia ha già dato e non è giusto che ci si continui ad accanire su una zona che sta facendo sentire finalmente la propria voce. Finale Emilia ha già dato. Questo è qualcosa su cui ci aspettiamo una risposta anche dal Consiglio dei ministri, ma ci attendiamo anche un momento di responsabilità e coerenza finalmente dall’Assessorato all’ambiente che faccia coincidere per una volta le parole ai fatti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 6423

Interpellanza circa problematiche e procedure riguardanti, a Modena, la realizzazione di un nuovo stabilimento in località Navicello. A firma della consigliera Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza oggetto 6423 circa problematiche e procedure riguardanti, a Modena, la realizzazione di un nuovo stabilimento in località Navicello, a firma della consigliera Gibertoni.

Risponderà l’assessore Donni.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Ascolto volentieri la risposta dell’assessore Donini.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Prego, assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. In merito al quesito posto dall’interrogante sul procedimento per la delocalizzazione dello stabilimento delle Fonderie cooperative di Modena, con riferimento all’attuazione degli accordi per l’insediamento e lo sviluppo, di cui alla legge regionale n. 14/2014, si precisa che per la delocalizzazione in oggetto non sono in essere accordi, di cui agli articoli 6 e 8 della citata legge regionale n. 14/2014, che vanno attivati tramite specifica istanza nell’ambito di un bando regionale rispetto alla quale la Regione verifica la sussistenza dei requisiti specifici previsti dalla norma.

Le questioni avanzate nell’interrogazione fanno unicamente capo a competenze attribuibili a livello comunale, è stato quindi chiesto al Comune di Modena di fornire chiarimenti e il Comune di Modena ha dichiarato che ad oggi è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra lo stesso Comune e le Fonderie cooperative di Modena relativo alla definizione e all’assunzione di impegni reciproci finalizzati al compimento dell’iter di delocalizzazione in altro sito dello stabilimento. Accordo che prevede la chiusura dell’attuale impianto, la totale bonifica ambientale dell’area attualmente sede degli impianti produttivi, la riqualificazione e la rigenerazione urbanistica dell’area stessa, la realizzazione di una nuova azienda in un altro sito. Con delibera della Giunta comunale n. 130 del 30 marzo 2018 è stato successivamente approvato lo studio dal titolo «Valutazioni ambientali e territoriali preliminari» relativo alla rilocazione delle Fonderie cooperative di Modena, predisposto dagli uffici del Settore pianificazione territoriale e rigenerazione urbana, dal quale non emerge la disponibilità di ambiti specializzati per attività produttive dismesse e/o già disciplinati dalla pianificazione urbanistica e territoriale vigente idonei ad ospitare il trasferimento dell’azienda e quindi viene individuato come ambito preferenziale per la delocalizzazione dell’azienda l’area denominata nello studio “Navicello”. Per confermare tale scelta, il Comune dovrà quindi avviare un procedimento di variante urbanistica per conseguire la conformità dell’area, previa valutazione di sostenibilità territoriale e ambientale e acquisire le necessarie autorizzazioni di natura ambientale. A tal fine il Comune di Modena ha dichiarato di volersi avvalere dello strumento dell’accordo di programma, di cui all’articolo 59 della legge regionale n. 24/2017, quindi lo stesso strumento indicato dalla legge n. 14/2014 con le medesime modalità di valutazione e forme di pubblicizzazione, trasparenza e partecipazione dei cittadini. Il progetto del nuovo stabilimento dovrà inoltre ottenere tutte le autorizzazioni di natura ambientale, nel rispetto dei contenuti e delle procedure previste dalla normativa nazionale. Nella nota inviata dal Comune si dichiara infine che, visti i procedimenti che si dovranno avviare per arrivare alla definizione della scelta definitiva, sono previste numerose fasi, in cui sia le amministrazioni comunali sia i cittadini potranno esprimere i loro pareri e le loro osservazioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Donini.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Assessore, io sono convinta del fatto che lei abbia approfondito la questione (non dubito), ma quando si parla di tante successive fasi mi preoccupo e mi sarebbe piaciuto, visto che la legge per la partecipazione nasce in Regione, che la stessa Regione avesse fatto sentire la sua voce, anche dove le competenze non erano strettamente regionali, perché poi il problema è che si ripresentano le questioni più avanti e, quando si aprono queste fasi in cui la partecipazione di fatto è ratifica o è un ascolto che non si fa presa in carico, ma si limita a far parlare qualche cittadino e poi tanto proseguire nella direzione che si è già presa, prima ancora di aprirsi a queste ulteriori fasi, siamo daccapo. Dato che la questione delle Fonderie modenesi preoccupa una grande porzione di cittadini, non soltanto residenti lì, che in generale vorrebbero maggiore attenzione rispetto alla salute, all’impatto sanitario degli insediamenti industriali nelle nostre città, se il problema tra poco si ripresenta a Navicello non è un bene per nessuno, men che meno per chi allestirà fasi di partecipazione di fatto per ratificare decisioni già prese. In questo la Regione potrebbe avere un atteggiamento illuminato e prendere una strada che invece consenta di non fare il male di un comune più piccolo confinante con quello più grande, perché, nella normale lealtà istituzionale tra comuni (non importa quale sia il più grande o il più piccolo), non si può scaricare sul comune vicino. Lo dico riflettendo a voce alta, non lo dico a lei, assessore, che sono convinta che, se avesse la stretta competenza, mai manderebbe una fonderia a Navicello, immagino, ma c’è chi lo farebbe e sentirebbe i cittadini soltanto formalmente. Queste cose succedono. È incredibile da dirsi, ma succedono.

Per prevenire che tra qualche mese siamo qui a parlare delle fonderie di Navicello che i cittadini fanno le petizioni per spostarle magari in centro a Nonantola oppure a Pavullo e quindi per evitare che parta anche la petizione dei cittadini di Navicello e poi quella di Pavullo per chiedere di non spostare le fonderie sui loro territori, fonderie che magari potrebbero essere trasferite in Valsamoggia e noi non le vorremmo mai vedere a Bazzano, a Monteveglio; per evitare di arrivare ad un punto che nessuno di noi vuole vedere, adesso i tempi sono maturi, assessore, per dire la nostra e provare a dire come Assemblea, ma anche come Giunta, che si faccia partecipe quel piccolo Comune, quella frazione di Navicello, frazione del comune di Nonantola, che non gli si scarichi addosso il fatto finalmente di non sentir più parlare i cittadini residenti alla Madonnina che giustamente vogliono che quelle fonderie e lo vogliono le stesse fonderie, lo vuole lo stesso insediamento industriale che ha espresso interessi e disponibilità verso una diversa collocazione dell’azienda, perché è nell’interesse di tutti: l’azienda che può continuare a lavorare con serenità senza essere rimproverata ogni giorno di ammorbare l’aria intorno con emissioni odorigene fastidiose per i residenti; la Regione che allo stesso modo può serenamente continuare a lavorare, come ha promesso che farà, sulla prima normativa regionale che prevenga queste emissioni odorigene in modo che non siamo sempre in Aula a parlare di disagi per la popolazione, quindi la Regione potrebbe continuare a lavorare; i cittadini di Navicello dormirebbero già da stanotte sonni tranquilli perché nessuno li minaccia di una spada di Damocle che si chiama fonderie che arrivano presso una frazione, con il timore anche che ci siano correnti e venti che portino un impatto ambientale che la collocazione in località Navicello porrebbe comunque il nuovo sito produttivo sottovento rispetto al termovalorizzatore già esistente e alle ricadute dei suoi fumi, quindi con ulteriore incremento di fattori inquinanti per le località di Campazzo e di Nonantola, che già sono sottovento rispetto al termovalorizzatore modenese.

Tutto questo lo possiamo ottenere adesso, assessore, basterebbe che, in modo illuminato, la Regione cominci in modo lungimirante a capire che tra poco la ricaduta sarà peggiore di quella che è scritta in questa interpellanza e si agisce ora per tempo, invece, nella più totale coesione sociale e nella soddisfazione dei cittadini e potremmo tutti prendere la strada più virtuosa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Si conclude così lo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 6638

Progetto di legge d'iniziativa consiglieri recante: «Modifiche alla legge regionale n. 5/2013». A firma del consigliere Zoffoli (87)

(Relazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo al progetto di legge oggetto 6638 d’iniziativa consiglieri recante: «Modifiche alla legge regionale n. 5/2013», a firma del consigliere Zoffoli.

Il testo n. 3/2018 è stato licenziato dalla Commissione “Politiche per la salute e Politiche sociali” nella seduta del 12 giugno 2018, con il seguente titolo «Ulteriori modifiche alla legge regionale 4 luglio 2013, n. 5 (Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate)».

Il progetto di legge è composto di due articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Zoffoli, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Su tale oggetto sono state presentate otto proposte di emendamento: due a firma dei consiglieri Zoffoli e Bertani, una a firma dei consiglieri Bertani e Zoffoli, due a firma dei consiglieri Zoffoli e Pompignoli, una a firma del consigliere Tagliaferri e due a firma del consigliere Zoffoli.

Prego, consigliere Zoffoli, a lei la parola.

 

ZOFFOLI, relatore: Grazie, presidente. Il presente progetto di legge interviene nuovamente sulla legge regionale n. 5 del 4 luglio 2013 “Norme per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate” per introdurre alcune previsioni relative alle modalità applicative del divieto di esercizio di attività legate al gioco d’azzardo entro cinquecento metri dai cosiddetti “luoghi sensibili”. Come noto, tale divieto è previsto nei locali che si trovino ad una distanza inferiore ai cinquecento metri dai seguenti luoghi: istituti scolastici di ogni ordine e grado, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori. Questo divieto è stato introdotto dalla legge regionale n. 18 del 28 ottobre 2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili”, che ne ha altresì demandato l’applicazione all’adozione di un atto di Giunta regionale. Con delibera di Giunta regionale n. 831 del 12 luglio 2017 sono state approvate le modalità applicative del divieto alle sale da gioco e sale scommesse e alla nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito. La delibera, oltre ad individuare i destinatari del divieto, definisce un percorso volto alla progressiva applicazione dello stesso, scandito da una tempistica condivisa con le amministrazioni locali. Entro sei mesi dalla pubblicazione della delibera regionale (il 16 dicembre u.s.) i Comuni dovevano procedere alla mappatura dei luoghi sensibili ed entro i successivi sei mesi (16 giugno 2018) devono adottare i provvedimenti di chiusura dei locali situati nella zona vietata. Al fine di consentire la progressiva delocalizzazione delle sale da gioco e delle sale scommesse, la delibera regionale concede agli esercenti che intendono proseguire la propria attività in zone non soggette al divieto una proroga di ulteriori sei mesi rispetto al termine per l’adozione del provvedimento di chiusura. Per favorire l’osservanza del divieto, la delibera richiama la possibilità che i Comuni nei rispettivi regolamenti prevedano, in caso di accertamento della violazione del divieto di prosecuzione dell’attività, l’applicazione di sanzioni amministrative e pecuniarie ai sensi dell’articolo 7-bis del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Per quanto riguarda la violazione di nuova istituzione degli apparecchi vietati la delibera dispone la chiusura dell’apparecchio mediante sigilli, oltre che l’applicazione di sanzioni amministrative e pecuniarie ai sensi dell’articolo 7-bis del TUEL per ogni singolo apparecchio, qualora ciò sia previsto dai rispettivi regolamenti comunali.

Va infine evidenziato come dell’approvazione della delibera e dei suoi contenuti sia stata data ampia diffusione: frequenti sono state le occasioni di approfondimento su specifici temi attraverso incontri e momenti formativi rivolti ai rappresentanti e ai membri delle associazioni di categoria e agli operatori dei comandi di Polizia locale e dei SUA, così come rilevante è stata l’attività di informazione e di sensibilizzazione, nonché di coordinamento nell’applicazione della nuova normativa nei confronti degli enti locali da parte dei rappresentanti di ANCI e di tutti i componenti dell’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo. Tutto ciò ha senz’altro contribuito ad assicurare nella maggior parte delle amministrazioni locali una puntuale e corretta attuazione di quanto previsto nella normativa regionale.

Per completezza d’informazione, va segnalato che sono stati presentati numerosi ricorsi avverso i provvedimenti comunali attuativi della delibera e contro la stessa delibera. Su questi ricorsi il TAR Emilia-Romagna si è pronunciato lo scorso 18 aprile con un’ordinanza che ha respinto la domanda di sospensione cautelare della delibera regionale.

Questa rapida panoramica della normativa vigente e del suo stato di attuazione consente di illustrare le ragioni e i contenuti della proposta di questa modifica contenuta nel presente progetto. Il Pdl presentato è molto chiaro, si compone di due articoli: uno è relativo al contenuto e uno sui tempi di entrata in vigore. L’articolo 1, nella stesura licenziata dalla Commissione, si compone di due commi: il comma 1 recita «in considerazione del particolare valore turistico, sportivo, culturale e ricreativo degli ippodromi le disposizioni di cui al comma 2-bis non si applicano agli sportelli e ai picchetti degli allibratori all’interno degli ippodromi, limitatamente alle scommesse relative alle corse dei cavalli nelle giornate che ivi si svolgono». La disposizione ha l’obiettivo di escludere dall’applicazione del divieto gli sportelli ed i picchetti degli allibratori, mediante i quali vengono raccolte le scommesse sulle corse dei cavalli che si svolgono all’interno degli ippodromi. La previsione è necessaria in quanto individua l’ambito di applicazione rispetto alla definizione data dei punti di vendita con attività di gioco individuato al comma 1, dell’articolo 3 del decreto del direttore generale dell’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato del 27 luglio 2011, individuando alcune particolari attività specifiche che si svolgono all’interno degli ippodromi e che si intendono salvaguardare. Da un lato infatti non si può non riconoscere il valore storico-culturale di questi luoghi, la cui realizzazione risale al secolo scorso, dall’altra va anche considerata la forte attrattiva turistica che questi luoghi di aggregazione rappresentano, certamente legato allo svolgimento delle corse di cavalli che ivi si svolgono e che rendono gli ippodromi anche i luoghi di svolgimento di manifestazioni e di attività sportive. Va infine considerata l’adozione a livello statale di provvedimenti di finanziamento a favore delle società di corse con l’obiettivo di rilancio del settore ippico in termini di sviluppo economico, sociale ed occupazionale al fine di renderlo competitivo a livello nazionale e internazionale. Queste dunque le ragioni che inducono ad escludere queste importanti realtà, presenti anche nel nostro territorio regionale, dal divieto. Va precisato che l’esclusione riguarda soltanto gli sportelli e i picchetti degli allibratori, mediante i quali vengono raccolte le scommesse sulle corse dei cavalli che si svolgono nell’ippodromo, mentre restano escluse le attività che si svolgono in sale scommesse e sale giochi collocate all’interno degli ippodromi, ma la cui attività di scommesse e di gioco non sono collegate alle corse dei cavalli, nonché le attività delle agenzie ippiche di cui al comma 1, dell’articolo 3 del decreto del direttore generale dell’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato del 27 luglio 2011, che rimangono soggette al divieto.

Il comma 2 dell’articolo 1 definisce l’entità delle sanzioni amministrative e pecuniarie che i Comuni possono irrogare nei casi di inosservanza del divieto di prosecuzione delle attività e nei casi di inosservanza del divieto di nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito. La previsione dell’entità della sanzione non era contenuta nel testo originario ed è stata richiesta nel corso di questi mesi di applicazione del divieto dalla generalità dei Comuni in risposta ad evidenti ragioni di omogeneità e di certezza del diritto. Essa consentirà ai Comuni di sanzionare, in applicazione diretta della previsione normativa regionale, le specifiche fattispecie come sopra individuate. Oltre alla sanzione amministrativa e pecuniaria, la disposizione prevede, nel caso di inosservanza del divieto di prosecuzione delle attività, la chiusura dell’esercizio; nei casi di inosservanza del divieto di nuova istituzione di apparecchi, la disposizione prevede la chiusura dei medesimi mediante sigilli e, qualora la violazione venga reiterata, l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria della sospensione temporanea dell’esercizio dell’attività da dieci a sessanta giorni. La disposizione precisa infine che le predette sanzioni amministrative e pecuniarie sono applicate dal Comune sul cui territorio viene accertata l’infrazione secondo la procedura definita dalla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 “Disciplina dell’applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale”. Questa precisazione non esclude ovviamente le attività di accertamento di altri organi accertatori istituzionalmente competenti.

L’articolo 2, come anticipato, dispone l’entrata in vigore della legge il giorno successivo la sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna.

Dopo la votazione in quarta commissione c’è stato un confronto serrato con i vari gruppi consiliari, che è continuato fino a poco fa e che ha portato alla presentazione di emendamenti e subemendamenti. L’emendamento 1 propone di sostituire le parole «sono vietati l’esercizio delle sale da gioco e delle sale scommesse di cui all’articolo 1, comma 2 e 6, comma 3-ter della presente legge, nonché la nuova installazione di apparecchi per il gioco di azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 “Approvazione del testo unico nella sicurezza delle leggi di pubblica sicurezza”», con le seguenti parole «sono vietate l’esercizio delle sale da gioco e delle sale scommesse di cui agli articoli 1, comma 2 e 6, comma 3-ter della presente legge e i punti di raccolta delle scommesse, cosiddetti “corner”, di cui all’articolo 38, comma 2 e 4 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 “Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrata e di contrasto all’evasione fiscale”, nonché la nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6 del regio decreto 18 giugno 1931». L’emendamento 4 propone l’istituzione di un nuovo articolo “1-bis” che norma l’applicazione dell’emendamento 1. L’emendamento 2 chiarisce meglio le possibilità di fare scommesse all’interno degli ippodromi. Per l’emendamento 5, proposto dal consigliere Tagliaferri, si propone, se il consigliere lo permette, un subemendamento, il n. 7, che propone di accogliere il primo comma e di eliminare il secondo, anche se di questo secondo comma se ne condividono le volontà, perché si ritiene non accoglibile da un punto di vista normativo. Si potrà eventualmente rinviarne ad altro atto la riproposta. L’emendamento 3 è stato ritirato e sostituito dagli emendamenti 7 e 8 che introducono ulteriori specifiche rispetto alla definizione di sanzioni amministrative, che non erano state determinate nel testo licenziato dalla Commissione. Si evidenzia infine che le modifiche proposte richiederanno un successivo intervento di adeguamento della delibera n. 831.

Io ritengo che i contenuti del presente progetto di legge non modifichino in alcun modo lo spirito delle politiche regionali tendenti a combattere in maniera determinata le ludopatie, ma ne rafforza e specifica meglio i contenuti e l’applicabilità. Al termine della mia relazione ringrazio i responsabili della Giunta e dell’Assemblea per la competenza professionale dimostrata e il supporto per la stesura del Pdl in tempi così ristretti e i gruppi consiliari per la disponibilità al confronto costruttivo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Zoffoli.

Passiamo alla discussione generale.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Colleghi, la ludopatia, ovvero il gioco d’azzardo patologico, ha assunto una rilevanza tale nella nostra nazione da indurre il Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri a dedicare oltre venti pagine all’indagine del fenomeno all’interno della propria relazione annuale al Parlamento 2016 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Nell’annualità 2016 risultava complessivamente giocata in Emilia-Romagna una somma pari a 4,5 miliardi di euro con una spesa pro capite di circa mille euro a persona, neonati compresi. Questi dati sono sufficienti per giustificare il binario preferenziale che a questo progetto di legge si è riservato. Al di là delle appartenenze politiche, infatti, non si può che condividere l’urgenza di introdurre norme che, colmando lacune presenti nella legge n. 5/2013, vanno a rendere effettivo il tema della lotta contro le ludopatie. Questo progetto di legge infatti va in primo luogo a sanare la carenza di una previsione all’interno della legge n. 5/2013 relativa alle sanzioni da erogare nei confronti dei trasgressori dei divieti imposti dalla legge stessa. Se fino a oggi era infatti previsto che i Comuni censissero i locali dotati di slot machine e videolottery, mancava la norma di legge con la quale venivano stabilite le sanzioni pecuniarie per punire chi disattendeva l’applicazione dei divieti in essa contenuti. In secondo luogo (sicuramente di minor impatto) il progetto di legge interviene in un settore di nicchia, proponendosi di scongiurare che venga pregiudicato il regolare svolgimento della stagione ippica negli ippodromi storici della regione, con inevitabili influssi negativi sul turismo. Gli emendamenti proposti dal relatore non fanno che riprendere e definire ulteriormente questi due punti.

Ritornando alle lacune presenti nella legge di contrasto al tema della ludopatia, abbiamo deciso di presentare un emendamento a questo progetto di legge per introdurre il divieto alla nuova installazione di slot machine, videolottery ed altri giochi elettronici simili, nonché la rimozione di quelli presenti entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge in quegli immobili concessi per finalità sociale o aggregativa rivolta a soggetti fragili, da enti pubblici a terzi in locazione, in comodato, in uso o a qualunque altro titolo anche gratuito. È vero, vi sono vari pronunciamenti della Corte costituzionale che rimettono la materia della regolamentazione del gioco d’azzardo all’esclusiva competenza del legislatore nazionale, ma le stesse sentenze riconoscono la legittimità dell’introduzione di norme regionali a tutela della salute. Questo è il binario sul quale intende muoversi il nostro emendamento. Se l’Assemblea legislativa non avesse voluto affrontare questo controverso tema, la legge regionale n. 5/2013 oggi non ci sarebbe. Ma la legge c’è e noi non possiamo chiudere gli occhi. Se abbiamo messo un divieto di installare nuovi apparecchi per il gioco d’azzardo entro i cinquecento metri da quei luoghi che abbiamo ritenuto sensibili come scuole, ospedali, chiese, luoghi di cure, impianti sportivi, strutture sociosanitarie (e via dicendo) e abbiamo vietato il rinnovo dei contratti alla scadenza con i gestori delle macchinette in detta zona di rispetto, altrettanto dobbiamo prevedere che all’interno di locali concessi da enti pubblici a terzi a qualunque titolo, per fini sociali ed aggregativi rivolti ad anziani, a soggetti minori dei diciotto anni o a soggetti appartenenti a categorie protette, trovi posto il divieto categorico alla presenza di queste macchinette mangiasoldi e rovinafamiglie. Un centro sociale per anziani non è certamente una realtà meno sensibile di un impianto sportivo.

Nonostante molti Comuni abbiano inserito chiari limiti nelle convenzioni tramite le quali cedono locali alle associazioni per realizzare spazi aggregativi destinati a giovani e anziani, proprio quelle categorie che questa legge principalmente si propone di tutelare, all’interno dei bar e di quei circoli sono presenti ancora oggi le famigerate macchinette. Vi faccio due esempi soltanto perché finiti agli onori delle cronache locali nell’ultimo periodo: quello del centro sociale Tricolore e quello del centro sociale Insieme, entrambi riferiti al Comune di Reggio Emilia, Comune che da fine 2013 prevede nelle proprie convenzioni che slot machine, videolottery ed altri giochi elettronici simili andassero disinstallati e rimossi entro il termine del 2015. A tre anni di distanza in quei locali nulla è cambiato: le macchinette sono ancora lì, con buona pace di questa legge, dei proclami della politica e della volontà di questa Giunta.

Se si vuole normare la questione, anche in questo caso la strada c’è ed è quella di inserire esplicitamente questa previsione nella legge. Da ormai ex sindaco posso dire che per un amministratore, soprattutto se di un piccolo Comune, non è semplice affrontare questa materia: i ricorsi sono sempre in agguato e un Comune medio-piccolo non ha risorse per sostenere un contenzioso fino al Consiglio di Stato. Per questo proponevo l’inserimento di un secondo comma teso a fornire una base giuridica che consenta di fornire un appiglio a tutti quei sindaci che vorrebbero rimuovere le slot dai locali concessi in uso a circoli e ad associazioni, ma che ad oggi si esimono dal farlo per evitare di incorrere in interminabili ed onerosi contenziosi. La norma proposta prevederebbe l’obbligo di rimuovere slot e videolottery dai locali entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, quindi dal dicembre di quest’anno. Pur condividendo sostanzialmente la proposta contenuta nel progetto di legge e l’urgenza di una sua applicazione, orienteremo il nostro voto in relazione all’accoglimento o meno dell’emendamento da noi proposto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Intervengo anch’io su questo tema, anche come gruppo, in relazione al fatto che abbiamo partecipato alla stesura degli emendamenti proposti dal relatore di maggioranza Paolo Zoffoli, il quale ha giustamente spiegato qual è stato il fine per il quale sono stati proposti questi emendamenti, che sono andati a perfezionare quel progetto di legge iniziale e presentato in fretta anche in ragione dell’oggetto specifico di questo progetto di legge, che va a salvaguardare l’attività ippica e degli ippodromi.

Non entro nel merito del discorso legato al contrasto al fenomeno della ludopatia, ne abbiamo parlato abbondantemente in questo Consiglio regionale, credo che tutti siamo stati orientati nel decidere di tenere una linea dura sulle attività legate alle videolottery e alle slot machine, tanto che questa Assemblea si è espressa all’unanimità. Ritengo però che da questo punto di vista la legge n. 5/2013 presenti delle lacune, una di queste è quella modifica che oggi faremo alla legge n. 5/2013, che è collegata proprio agli ippodromi in relazione al tipo di interpretazioni che vengono date alle norme regionali. Pongo però una riflessione e chiedo alla Giunta e alla maggioranza di aprire una discussione anche in relazione ai principi applicativi di questa legge, che ultimamente stanno arrecando, ed è notizia di cronaca su tutti i giornali, notevoli disagi – come diceva anche il consigliere Tagliaferri – in ordine all’applicazione e alle ordinanze che i Comuni dovranno fare per sanzionare gli esercenti che hanno queste slot. L’accento e la preoccupazione che riguarda non soltanto il discorso legato a controbattere ai ricorsi presentati è anche il fatto che rischiamo di avere in regione Emilia-Romagna una disomogeneità di applicazione tra Comune e Comune, anche in ragione al tipo di mappatura che i Comuni stessi hanno fatto e ai ritardi che molti Comuni oggi affrontano proprio nell’applicare questo tipo di mappatura. È altresì vero che l’ulteriore problema che potrebbe sorgere, in ragione di questa mappatura e di questa esclusione delle attività degli esercizi commerciali che dovranno comunque cessare la propria attività, se non intendono trasferirsi altrove, è quello di riuscire a capire dove poterli trasferire, perché la norma regionale su questo punto non menziona nulla.

È ovvio che, nel momento in cui è vero che dobbiamo togliere queste attività dai centri vicini a luoghi sensibili, è altrettanto vero che dovremo consentire a chi vuole esercitare un’attività di poterla comunque esercitare, al di fuori ovviamente delle regolamentazioni, che però oggi la norma regionale non ci dà. Tutti interrogativi che potranno sicuramente essere oggetto di una discussione che potremo affrontare in Consiglio regionale, anche in ragione proprio del fatto che ricorsi ne sono stati presentati, non sapremo l’esito di questi ricorsi al TAR; è evidente che però, se l’esito fosse di soccombenza, per i Comuni graverebbero una serie di ripercussioni sanzionatorie che non so se riusciranno poi ad affrontare. È chiaro che, secondo me, l’ultimo tema da affrontare in ragione dell’applicazione omogenea su tutto il territorio regionale di questa normativa è ritenere che le ordinanze di applicazione e di chiusura degli esercizi commerciali non siano così restrittive – si parla addirittura, mi riferisco al Comune di Forlì, di ordinanze che impongono la chiusura in venti giorni – di consentire quantomeno non dico una proroga, ma dare uno spazio sufficiente a queste attività commerciali di poter trovare ulteriore collocazione e allocazione all’interno del territorio comunale.

Quindi, condividendo lo spirito della legge sulla quale non entro nel merito, avendo già parlato precedentemente su quello che è il contrasto e il fenomeno della ludopatia che noi ovviamente contrastiamo, ritengo che questo progetto di legge, sperando e auspicando che gli emendamenti vengano approvati, emendato trovi applicazione con il nostro voto favorevole in virtù del fatto che riteniamo che salvaguardare un indotto tipico legato agli ippodromi sia necessario. Forse è stato troppo portato avanti questo percorso del Pdl, anche in ragione del fatto che la norma non era chiara, ma è altresì vero che il percorso legato agli ippodromi è un percorso che, a mio avviso, esulava dal discorso legato alla legge n. 5/2013, perché è normato da leggi statali che vanno al di là di quella che è l’applicazione della normativa regionale del 2013. Per cui forse è meglio esplicitarlo, qualcosa in più è sicuramente più chiaro, però si poteva evitare dando per scontato che l’attività legata agli ippodromi sia regolamentata da leggi diverse rispetto alla natura e allo spirito della legge n. 5/2013.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intanto una premessa, un invito benevolo che faccio ai miei colleghi, quando parliamo di azzardo, è di utilizzare il termine “azzardopatia”, perché ludopatia è un termine che ha come radice “ludo” (gioco) e il gioco è un’accezione diversa dall’azzardo, dal gambling. In inglese infatti non per nulla il gioco d’azzardo si chiama “gambling” e il gioco si chiama “gaming”. È questa una sottolineatura importante, perché le attività ludiche sono importanti durante tutta la vita fin da bambino, l’azzardo invece è un problema, tanto che il legislatore, fin dai regi decreti, definiva l’azzardo come “proibito”, perché riconosce che l’azzardo è un problema per la società. Dopo di che, affrontando il tema che l’azzardo aveva delle ricadute anche di illegalità, ha ritenuto che alcuni tipi di azzardo fossero normati dallo Stato. Poi nel corso degli anni Governi, purtroppo irresponsabili, hanno ritenuto che le norme sull’azzardo andassero allargate, per non dire “sbracate”, perché c’era un utile per alcuni lobbisti e per il bilancio dello Stato e di qui sono nati veramente i problemi che stiamo affrontando. Infatti l’obiettivo della legge che abbiamo approvato e abbiamo aggiornato in questi anni è quello della tutela della salute del cittadino, perché ormai i dati e gli studi ci dicono che un’offerta così pervasiva, un’offerta così sovrabbondante ha innalzato la soglia di rischio per molti cittadini e molti sono diventati dipendenti dall’azzardo e quindi sofferenti dell’azzardopatia. Le Regioni e i Comuni che sono quelli più vicini al territorio, infatti molte iniziative partivano proprio dai Comuni, si sono accorti di questo problema e hanno cominciato a cercare di normare, di mettere un argine a questo fenomeno. L’argine doveva essere per forza messo a livello regionale, perché i Comuni spesso hanno una potestà limitata e molti Comuni, anche i più coraggiosi che inizialmente avevano fatto delle norme sugli orari e sulle distanze, hanno dovuto soccombere nei ricorsi. Finalmente la nostra Regione, anche su nostra sollecitazione, ha introdotto il discorso delle distanze dai luoghi sensibili che ovviamente non è la soluzione all’azzardopatia, ma è quello che è nella nostra potestà: cercare di ridurre e di allontanare l’offerta almeno dai luoghi più frequentati da un pubblico particolarmente sensibile (i giovani, gli anziani, chi va nelle strutture sociosanitarie, eccetera). Quindi questo era l’obiettivo di quella legge: ridurre il danno, ridurre l’offerta. Ci sono altri strumenti importanti che spero presto verranno adottati anche a livello nazionale, ad esempio quello della proibizione della pubblicità; come per il fumo, come per l’alcol, che sono dei problemi importanti, sono state introdotte delle pesanti limitazioni sulla pubblicità, secondo noi e secondo anche il programma e il contratto di governo la pubblicità del gioco d’azzardo deve essere eliminata e penso su questo presto a livello nazionale agiremo.

Su questo progetto di legge – lo ammetto – inizialmente eravamo molto critici, perché mettere mano ad una legge che già è sotto attacco per i ricorsi, per diverse critiche anche del mondo imprenditoriale, secondo noi era rischioso perché il problema nasceva dalla delibera fatta dalla Giunta che interpretava il nostro testo di legge sulle sale gioco e sulle sale scommesse in maniera estensiva, collegandosi ad un decreto direttoriale e includendo anche gli ippodromi. Su questo effettivamente una precisazione andava fatta, secondo noi la strada maestra era quella di correggere la delibera e quando ci è stato proposto di modificare la legge, effettivamente noi ci siamo un po’ preoccupati. Però come sempre – ribadisco – sui temi e sulle idee il Movimento 5 Stelle è sempre disponibile alla discussione e discute nel merito e nei termini e, se c’è da portare a casa una crescita e una difesa degli interessi del cittadino, noi ci siamo, tanto che secondo me ad oggi con gli emendamenti che vengono presentati e che anche noi abbiamo spinto perché fossero inseriti riusciamo a potenziare la nostra legge e, in particolare, su due termini: sull’introduzione del concetto dei “corner”. Ad oggi nei bar e nelle tabaccherie è possibile fare scommesse, quindi avere delle micro sale scommesse che in realtà però non erano contemplate né nella delibera né nella legge, quindi oggi con l’emendamento che introduciamo, dando anche qui i termini alla Giunta per normare i tempi in cui questo verrà applicato, introduciamo anche il divieto di avere i corner delle scommesse entro una distanza di cinquecento metri dai luoghi sensibili, come abbiamo fatto già per le slot e per le sale gioco e scommesse.

L’altro aspetto importante che viene introdotto è quello delle sanzioni. Ad oggi i Comuni, quando hanno regolamentato i regolamenti sul gioco d’azzardo sulle distanze, avevano a disposizione delle sanzioni amministrative che potevano non avere un effetto, quindi anche questo aspetto di introdurre delle sanzioni che hanno un peso e che avranno una loro funzione dissuasiva secondo noi è un aspetto positivo.

Cosa manca ancora però nella nostra Regione per la lotta all’azzardo, quali sono ancora oggi i punti critici? La mappatura. Diversi Comuni hanno mappato in ritardo e diversi ancora non hanno mappato, su questo ovviamente la Regione non ha poteri sanzionatori, però ha poteri di persuasione e io credo che la nostra Regione e i cittadini di quei comuni debbano persuadere gli enti ad ottemperare ai tempi che ci eravamo dati. Sicuramente potremmo pensare, anche quando dovremo erogare i fondi per la lotta al gioco d’azzardo, visto che ci sono dei bandi regionali, io direi che nei prossimi atti dovremmo dire che quei Comuni che non ottemperano, sicuramente a quei fondi non possono accedere. Mancano ancora le ordinanze. I tempi scadono in questi giorni, vedo ancora pochi Comuni che hanno emanato le ordinanze, su questo sicuramente un oggetto di consulenza da parte della Regione per come debbono e come possono essere fatte queste ordinanze ci vuole, anche per poi non incappare nel rischio di ricorsi. Cosa manca ancora? Manca sicuramente un dettaglio di casistiche e di domande (le famose FAQ) che ad esempio la Regione Lombardia ha reso molto esplicite e ha pubblicato su un sito apposito spiegando bene ai Comuni alcuni aspetti. Questi aspetti ancora la nostra Regione bene non li ha esplicitati e su questo noi ci torneremo, perché ad esempio su che cos’è un concessionario, sulla data che va applicata alle macchinette, su questo la cosa è ancora troppo nebulosa e a rischio di fare, come hanno fatto altre Regioni, di dilazionare troppo nel tempo alcuni interventi e su questo sicuramente bisognerà tornare.

Sosteniamo con piacere l’emendamento del consigliere Tagliaferri, perché anche noi riteniamo che nei circoli sia uno scandalo che siano presenti le macchinette: nei circoli per anziani, nei circoli ARCI. Anche qui noi avevamo proposto negli anni scorsi alcuni emendamenti che ci erano stati respinti. Questo mi sembra che porti avanti parte di quell’intento e quindi noi lo sosteniamo e siamo sicuramente d’accordo. Riguardo agli ippodromi non concordiamo in toto sul fatto che l’ippodromo debba sostenersi sulle scommesse, è una norma nazionale ed è una storicità che c’è, ma se noi vogliamo tutelare l’ippica e vogliamo tutelare gli ippodromi, penso che un’ulteriore strada non sia quella di difendere solo il passato (in questo caso correttamente mi sembra alla fine si sia trovato un equilibrio accettabile), ma sia quello di incentivare l’ippica e di aiutare gli ippodromi a rinnovarsi sia dal punto di vista ad esempio energetico (hanno grandi superfici sulle quali si potrebbero ad esempio istallare accumuli e stazioni di produzione di energia rinnovabile) e soprattutto facendoli diventare luoghi dove si esercita l’attività ippica. Storicamente la Federazione italiana sport equestri è separata dall’ippica degli ippodromi, però probabilmente, anche qui mettendo un aiuto della Regione, si potrebbe aiutare gli ippodromi a renderli luoghi di aggregazione non legati alle scommesse ma legati allo sport vero e proprio e alla loro vocazione turistica e di luogo di divertimento. Questo sì sarebbe un vero sviluppo degli ippodromi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Consigliere Galli, prego.

 

GALLI: Non possiamo non essere d’accordo su qualunque limitazione alle sale da gioco sia nelle zone sensibili sia nelle zone non necessariamente finora regolamentate. La ludopatia è una tossicodipendenza non diversamente dalla dipendenza da altre sostanze o da altri comportamenti che portino a dipendenze. Intere famiglie, individui sono stati azzerati da questa dipendenza. Il gioco sappiamo che è in continua espansione, sono arrivati a 95 miliardi di fatturato nel 2017 (l’ultimo anno registrato), in continuo aumento (si parla di un aumento nel 2017 del 7 per cento), quindi qualunque regolamentazione che venga a porre dei limiti a questa dipendenza non ci può che trovare d’accordo.

Legare la lotta alla ludopatia con la regolamentazione per gli ippodromi lo troviamo non del tutto corretto, perché gli ippodromi, malgrado abbiano all’interno uno spazio dedicato al gioco che fino a non molti anni fa era uno spazio importante, preponderante, oggi sono completamente avulsi dalle dipendenze dal gioco vero e proprio. Solo con una mentalità vetusta si può ancora credere che chi gioca abbia bisogno di andare negli ippodromi. Molti degli ippodromi storici italiani hanno chiuso o sono in gravissima difficoltà. È corretto il pensare che l’ippodromo vada reimpostato e pensato in maniera diversa perché, se negli anni Settanta, Ottanta, fino forse agli albori dei collegamenti telematici giocare all’ippodromo rappresentava una attrazione per migliaia di persone, oggi gli ippodromi sono assolutamente residuali, anche per quanto riguarda il gioco. Crediamo pertanto che l’appaiare la lotta alle ludopatie limitando le sale gioco, la raccolta delle scommesse soprattutto dentro ai locali pubblici e ha fatto bene il collega Tagliaferri ad indicare una volta di più e a sottolineare le necessità che dentro agli immobili pubblici non ci possano essere raccolte di scommesse né con le macchinette mangiasoldi, ma neppure con i corner che ogni tanto tuttora si vedono. Venendo da Modena, ho presente dei casi (parecchi) in cui associazioni, polisportive che dovrebbero avere una funzione educativa, un’educazione sociale e che per questo godono di una legislazione di favore, all’interno di queste strutture per anni (anche oggi) sono presenti sale giochi che certamente sono controindicate per le finalità che una polisportiva dovrebbe perseguire. Qualunque limitazione non può che trovarci d’accordo. Non abbiamo capito del tutto questo abbinamento fra ippodromi e sale giochi, sale scommesse.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Galli.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente. Ci tengo ad intervenire su questa materia, perché chiunque abbia avuto a che fare con pubbliche amministrazioni nei territori di provenienza ha certamente avuto a che fare con i problemi legati al gioco d’azzardo e quindi ben venga una modifica a questa legge regionale, che contribuisce a mettere un po’ di chiarezza, ad essere un po’ più trasparenti, a dare delle linee guida più forti rispetto a questa problematica. Io vorrei ricordare che la Regione Emilia-Romagna spende 3,7 milioni all’anno per il contrasto dal punto di vista sanitario alla ludopatia: 3,712 milioni di euro, per l’esattezza. Questi sono i dati indicati nel piano d’azione regionale contro la ludopatia che la Giunta ha approvato cinque mesi fa (nel gennaio), quindi non possiamo non partire da questi dati prima di affrontare questa materia, perché, là dove andiamo a parlare di interventi (anche severi) nella limitazione e nelle prescrizioni, dobbiamo tenere presente quanto costa al Servizio sanitario questa malattia, questa dipendenza (come è stata definita) e soprattutto dal punto di vista personale gli effetti drammatici sui bilanci, su famiglie in crisi che spesso leggiamo che, a causa di questi problemi, arrivano anche a soluzioni estreme.

Nel 2010 il Servizio sanitario regionale prendeva in carico 512 pazienti, giocatori dichiarati quantomeno, nel 2016 erano quasi triplicati: 1382. Stiamo parlando di una vera e propria patologia. Quindi questa legge, questo progetto di legge che va a rendere più severa la normativa, a dare un indirizzo di fondo valoriale di principi ci trova certamente d’accordo, però io credo che bisogna essere coerenti e consequenziali. Parto da uno degli ultimi interventi fatti dai colleghi in merito agli immobili pubblici, perché andare a prevedere limitazioni, andare a prevedere le sanzioni che mancavano nella legge regionale giustamente, quindi si è andati a colmare un vuoto, si è andati a fare la deroga per le attività quali quelle fatte all’interno di particolari contesti sportivi quali gli ippodromi, ma se noi dimentichiamo che moltissimi immobili pubblici sono dati a terzi o subaffittati ulteriormente dai legittimi conduttori, comunque vi sono attività di questo tipo, noi non faremmo un ragionamento completo, non faremmo un ragionamento onesto e faremmo male quest’opera correttiva, della quale ho evidenziato la bontà e la positività.

Mi permetto di evidenziare che il Comune di Bologna due mesi fa ha approvato un regolamento ad hoc, indicando come condizione ostativa alla concessione o alla locazione degli immobili dei quali è proprietario la presenza di questi apparecchi che favoriscono queste patologie. Quindi è una condizione ostativa. Il fatto che si ritenga di non indicarla fin da subito nella legge a monte, che è la legge regionale, lo ritengo quantomeno incompleto, per usare un termine neutro. Lo ritengo obiettivamente illogico. Ritengo anche che occorra che una legge regionale sia il più possibile completa, che non lasci spazio ad interpretazioni, perché poi c’è il rischio ricorsi. Ma al di là dei ricorsi, che sono sempre una soluzione estrema, io credo che la Regione debba dare delle indicazioni di fondo nell’ottica della chiarezza e in un’ottica di trasparenza, in modo tale che i soggetti interessati sappiano cosa possono fare e cosa non possono fare. Per questo mi sono permesso di presentare un emendamento. Chiedo scusa ai relatori se non l’ho depositato prima, ma è stata una rilettura degli ultimi minuti e, proprio nella logica della chiarezza e della coerenza che, a mio avviso, deve avere il legislatore regionale, ritengo che la norma, l’articolo della legge, esattamente il comma 2-quater dell’articolo 6 che lascia ai Comuni la possibilità di individuare altri luoghi sensibili ai quali applicare le disposizioni del comma 2-bis che noi andiamo oggi a sanzionare severamente, perché le sanzioni che introduciamo non sono di poco conto: se qualcuno ha voglia di guardare quelle sanzioni che ha due mesi fa introdotto il Comune di Bologna, stiamo parlando di un rapporto di 1:10, ma giustamente il legislatore regionale è fonte di rango superiore, quindi naturalmente prevarrà su qualsiasi norma inferiore. Il punto è che, introducendo normative di particolare severità –ribadisco, giustamente – non possiamo però contemporaneamente lasciare ai regolamenti comunali, alla discrezione delle singole amministrazioni comunali il fatto di andare ad ampliare la sfera di quello che è illecito. Questo nell’ottica di essere chiari e trasparenti a livello generale. Per cui questo comma, dal mio punto di vista, crea ulteriori problematiche e quindi va abrogato. Nel momento in cui diciamo esattamente cosa non può essere fatto e lo diciamo a livello di ente Regione, diciamo quali sono le sanzioni severe, ritengo che le amministrazioni comunali debbono muoversi entro questi binari. Non possono andare loro autonomamente ad individuare ulteriori situazioni: questo determinerebbe ulteriore confusione e ulteriore caos in un contesto che finora non ha brillato per coerenza, per linearità, per univocità di comportamenti, tant’è che abbiamo assistito in questi anni, dall’introduzione della legge regionale del 2013, ad una serie di interventi differenziati.

In conclusione ritengo che l’impostazione di fondo sia corretta che va nella direzione di combattere una piaga sociale, ma ritengo che occorra un ulteriore sforzo di cercare di uniformare il più possibile le situazioni sul territorio regionale e soprattutto di non lasciare fuori dalla sfera della punibilità situazioni che comunque devono essere punite. Se c’è un immobile pubblico che è a 520 metri da un luogo sensibile, lì dentro le macchinette possono essere tenute, perché è fuori dal perimetro? In un immobile pubblico, a chiunque dato, io ritengo che il pubblico debba avere una funzione di indicazione valoriale di principi e dovrà essere il primo a vietare all’interno dei propri immobili questo tipo di attività, se no è un cortocircuito. Quindi è buono il passo, ma io credo (e lo vedremo dallo svolgimento della scelta sugli emendamenti proposti) che occorra in un qualche modo completare l’opera rispetto ad una impostazione di fondo che è corretta, ma che occorre completare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Facci.

Non avendo più nessuno iscritto in discussione generale, chiedo al relatore Zoffoli se vuole replicare.

Prego, consigliere Zoffoli.

 

ZOFFOLI: Grazie, presidente. Ringrazio i colleghi di questo importante dibattito. Mi preme fare, prima di dare un po’ di risposte, alcune puntualizzazioni doverose.

Abbiamo pensato di fare questo Pdl poco tempo fa, perché fino ad allora e qui concordo con il consigliere Pompignoli e anche in parte con le affermazioni di Bertani, quando dice che la partita dell’ippodromo poteva essere normata, probabilmente, anche con circolari o delibere della Giunta, ma si è ritenuto tutti che questa via probabilmente sarebbe stata molto più attaccabile e quindi con possibilità di potere, da parte di chi voleva, fare ricorsi con molte più possibilità di vincere rispetto a quello che è un Pdl approvato. Per cui abbiamo ritenuto che lo strumento più appropriato fosse il Pdl ma, per poterlo realizzare, abbiamo dovuto correre velocemente, tant’è vero che alla fine abbiamo dovuto fare l’articolo 2 che propone l’immediata esecutività dell’atto perché, diversamente, rischiavamo di mettere in pericolo la stagione ippica di Cesena. Per cui abbiamo fatto tutto in maniera molto veloce.

La seconda puntualizzazione. È una norma molto complessa che ha molti interessi da una parte e dall’altra e che abbiamo la certezza che, in ogni caso, saranno tanti quelli che la impugneranno, per cui abbiamo la necessità di scriverla nella maniera migliore possibile, più inattaccabile possibile per evitare che poi i ricorsi si traducano in successi di chi vuole affossare la legge. Fino adesso i ricorsi al TAR sono stati respinti e speriamo che continui questo trend, però è altrettanto evidente che abbiamo la necessità su questa partita di andare con i piedi di piombo e con la certezza di fare una legge inattaccabile. Questo per rispondere in parte anche al consigliere Tagliaferri, perché, rispetto alla presentazione, anche se aveva anticipato la volontà di presentare un emendamento che nei contenuti poteva già prefigurare quello che poi ha presentato, nella realtà è stato presentato solo ieri e, quando io l’ho visto mi è parso fosse molto condivisibile e quindi ci fossero le condizioni di poterlo accogliere, nella realtà abbiamo visto che la prima parte era accoglibile con ragionevole certezza di essere inattaccabile dal punto di vista legale, la seconda parte un po’ meno. Almeno a detta degli uffici. Per cui rimane un impegno di cercare di affrontare il problema dove sarà possibile, sapendo che oggi non è possibile accettarlo, perché io non mi assumo la responsabilità di non avere un supporto legislativo che mi dica che è inattaccabile. Per cui, per poter accogliere quella parte dell’emendamento che si riteneva accoglibile, abbiamo addirittura ritirato il nostro terzo emendamento e ne abbiamo presentati altri due, oltre al subemendamento, per poter accogliere quello che era accoglibile. Per rispondere anche a qualche considerazione che è stata fatta, ricordiamo che questo emendamento riguarda locali pubblici fuori dalla mappatura comunale o che non sono in luoghi sensibili, perché gli impianti sportivi sono luoghi sensibili, quindi quelli che nella polisportiva hanno le macchinette le dovranno togliere rispetto alla mappatura comunale. Non è che le potranno tenere lì. Fino adesso le hanno potute tenere lì perché i tempi non sono ancora maturi o non erano maturi (ormai cominciano ad esserlo) e quindi dovranno toglierli. Parliamo di situazioni molto residuali, anche se a volte significative ed importanti che meritano di essere affrontate.

Rispetto al ritardo delle mappature sono d’accordo con Bertani: secondo me dobbiamo fare qualcosa di più per fare in modo che tutti i Comuni rispondano nei tempi agli impegni della legge, perché solo con la mappatura si può poi arrivare al passaggio successivo. Senza quello non si riesce a fare.

Rispetto alle risposte (le FAQ) si può fare sicuramente di meglio, sicuramente dobbiamo cercare, soprattutto su questi temi molto complessi e molto difficili, nei quali i Comuni o chi deve metterli in pratica ha bisogno di risposte sempre puntuali e veloci e, siccome la norma è molto complicata e le richieste erano tante, io spero che si completino le risposte che già ci sono e sono importanti all’interno del sito della Regione.

L’ultima partita è legata all’emendamento proposto dal consigliere Facci. Consigliere Facci, lei è qui da non tanto, per cui non ha seguito il percorso della legge; quella norma, quel comma non è casuale, è un comma discusso lungamente ed è stato messo appositamente proprio perché nella discussione fatta all’interno di questa Assemblea si è ritenuto di poter dare la facoltà ai Comuni, rispetto a situazioni che non erano previste nell’elenco che noi avevamo fatto, se ritenevano che fossero veramente luoghi sensibili, di poterli inserire nella mappatura dei luoghi sensibili. Per cui è una discussione che abbiamo fatto, la scelta era stata questa, per cui io credo che oggi ritornare su una scelta politica fatta – perché qui non era una particolarità tecnica, è una scelta politica – non sia giusto in questo momento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Zoffoli.

Non avendo più interventi, nemmeno della Giunta, passiamo all’esame dell’articolato.

Nomino scrutatori i consiglieri Benati, Bertani e Molinari.

Leggo gli emendamenti che sono stati presentati: due emendamenti a firma dei consiglieri Zoffoli e Bertani, di cui uno ritirato; uno a firma dei consiglieri Bertani e Zoffoli; due a firma dei consiglieri Zoffoli e Pompignoli; uno a firma del consigliere Tagliaferri; uno a firma del consigliere Zoffoli e uno a firma del consigliere Facci.

Articolo 1, ci sono otto emendamenti: il 9, a firma del consigliere Facci; l’1, a firma dei consiglieri Bertani e Zoffoli; il 2, a firma dei consiglieri Zoffoli e Pompignoli; il 3, ritirato, a firma dei consiglieri Zoffoli e Bertani; il 7, a firma dei consiglieri Zoffoli e Bertani; il 6, a firma del consigliere Zoffoli, che è un subemendamento all’emendamento 5 a firma del consigliere Tagliaferri e l’8, a firma del consigliere Zoffoli.

Passiamo alla discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma del consigliere Facci.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 9 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Bertani e Zoffoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Zoffoli e Pompignoli.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma dei consiglieri Zoffoli e Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 7 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 6, a firma del consigliere Zoffoli, all’emendamento 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il subemendamento 6 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma del consigliere Tagliaferri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 5 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma del consigliere Zoffoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 8 è approvato.

Consigliere Zoffoli, prego.

 

ZOFFOLI: Volevo cercare di capire perché all’emendamento 5, se emendato, dovevamo votare favorevolmente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non voto mica io.

 

ZOFFOLI: Così come emendato, non avevamo capito. Se si può rivedere…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Io ho detto “subemendamento 6 all’emendamento 5”, vuol dire che è quello subemendato.

Comunque ripetiamo la votazione. Il subemendamento 6 è stato accolto. Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, come emendato con il subemendamento 6, a firma del consigliere Tagliaferri.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 5 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’articolo 1 è approvato.

Prima dell’articolo 2 abbiamo l’emendamento 4 che istituisce un nuovo articolo, a firma dei consiglieri Zoffoli e Pompignoli.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma dei consiglieri Zoffoli e Pompignoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 4 è approvato.

Articolo 2.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’articolo 2 è approvato.

Passiamo quindi alle dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento, cinque minuti per ogni gruppo.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 6638, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

37

Assenti

 

13

Votanti

 

36

Favorevoli

 

35

Contrari

 

--

Astenuti

 

1

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante «Ulteriori modifiche alla legge regionale 4 luglio 2013, n. 5 (Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate).»

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo quindi agli atti di indirizzo.

È stata presentata una richiesta di inversione all’ordine del giorno per trattare in via prioritaria il seguente oggetto: 6666, risoluzione che impegna la Giunta ad esprimere pieno sostegno alla volontà del Governo italiano di esercitare la propria sovranità e di invitare ufficialmente il Governo francese ad esimersi da inopportuni, offensivi e ipocriti attacchi alla libertà dello Stato italiano. A firma dei consiglieri Galli, Tagliaferri e Delmonte, a cui è stata abbinata in Aula la risoluzione oggetto 6688 che impegna la Giunta a sollecitare il Governo affinché si adoperi per favorire l’approvazione delle modifiche al regolamento di Dublino nel testo approvato dal Parlamento Europeo, lavorando per portare sulle posizioni ivi contenute anche i Paesi che si oppongono a una gestione solidale e condivisa in ambito europeo del fenomeno migratorio. A firma dei consiglieri: Calvano, Caliandro, Prodi, Montalti, Rossi, Taruffi, Torri, Iotti, Zappaterra, Marchetti Francesca, Campedelli, Tarasconi, Poli, Mori, Molinari, Rontini, Soncini, Boschini, Bagnari, Serri, Sabattini, Zoffoli.

Un intervento a favore e uno contro per l’inversione.

Non ci sono interventi, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di inversione è accolta.

 

OGGETTO 6666

Risoluzione per impegnare la Giunta ad esprimere pieno sostegno alla volontà del Governo italiano di esercitare la propria sovranità e di invitare ufficialmente il Governo francese ad esimersi da inopportuni, offensivi e ipocriti attacchi alla libertà dello Stato italiano. A firma del consigliere Galli, Tagliaferri, Delmonte

(Discussione e rinvio in Commissione)

 

OGGETTO 6688

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo affinché si adoperi per favorire l’approvazione delle modifiche al regolamento di Dublino nel testo approvato dal Parlamento Europeo, lavorando per portare sulle posizioni ivi contenute anche i Paesi che si oppongono a una gestione solidale e condivisa in ambito europeo del fenomeno migratorio. A firma dei consiglieri: Calvano, Caliandro, Prodi, Montalti, Rossi, Taruffi, Torri, Iotti, Zappaterra, Marchetti Francesca, Campedelli, Tarasconi, Poli, Mori, Molinari, Rontini, Soncini, Boschini, Bagnari, Serri, Sabattini, Zoffoli

(Discussione e rinvio in Commissione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo quindi al procedimento di discussione dei due atti di indirizzo.

Discussione generale.

Consigliere Galli, prego.

 

GALLI: Ho accettato, presidente, questa novità da parte dei colleghi della maggioranza abbinando un atto che con il mio non c’entra assolutamente nulla. Per chi ha avuto occasione di leggere questa risoluzione, presentata pochi giorni fa, potrà capire che con l’analoga risoluzione (analoga nelle intenzioni dei proponenti) c’entra come i cavoli a merenda.

Non ho nessuna particolare simpatia verso questo Governo, anzi, Forza Italia ha negato la fiducia a questo Governo, ma certamente non possiamo passare sotto tono quello che negli scorsi giorni, a pochi giorni dall’insediamento, è successo: una serie di dichiarazioni pesantissime nei confronti del Governo italiano.

Lo scopo di questa mia risoluzione, al di là del colore politico del Governo che regge le sorti dell’Italia, è quello di dire che un Governo italiano non può accettare intromissioni così pesanti da parte di un Governo straniero. Ricordiamo cosa è successo. Alcuni Governi stranieri (il Governo tedesco e segnatamente quello francese) per bocca di alcuni esponenti autorevoli, in particolare il portavoce del presidente della Repubblica Macron, hanno avuto parole estremamente irriguardose nei confronti dell’Amministrazione centrale italiana; quella che ha colpito un po’ più di tutti l’immaginazione è il termine “vomitevole”. In occasione della vicenda della nave Aquarius che tutti abbiamo ben presente, il Governo italiano ha deciso (legittimamente, non legittimamente, non è questo l’argomento della mia risoluzione) di chiudere i porti, questa chiusura che era già stata eseguita in passato da altri Governi, compreso quello francese, ha autorizzato il portavoce di Macron di definire “vomitevole” il comportamento del Governo italiano. Io credo che nessun Governo straniero possa usare questi termini, in particolare quello francese che sappiamo su questo tema ha già avuto in diverse occasioni, negli ultimi anni, un comportamento molto peggiore di quello tenuto dall’Italia pochi giorni fa: ha chiuso il valico di Ventimiglia, ha respinto migranti in mezzo alle nevi delle montagne, ha tirato giù dai treni donne (anche incinte) in maniera irriguardosa, ha inseguito in territorio italiano (a Bardonecchia) alcuni extracomunitari che intendeva identificare, tutta una serie di comportamenti che fanno passare fra le gentilezze quella usata dal Governo italiano nei confronti della nave Aquarius.

Senza nessuna intenzione di entrare nella specifica dell’episodio, credo che questo fatto debba essere condannato a prescindere. Se avessero presentato un analogo documento i colleghi della maggioranza, io senza dubbio l’avrei votato. Io chiedo semplicemente con questa risoluzione il rispetto del diritto italiano di essere riconosciuto in un Governo libero e legittimo e credo che le parole del portavoce francese debbano essere condannate senza se e senza ma. Se qualcuno della maggioranza alzerà la mano dicendo che il Governo francese ha chiesto scusa, sappiamo perfettamente che non è vero. Non è stata chiesta nessuna scusa per queste parole inqualificabili, si sono limitati a far finta di chiedere scusa. È un comportamento da marionette che noi non possiamo né gradire, né accettare. Nessuno ha chiesto scusa. Credo che avrebbe meglio bene il presidente del Consiglio italiano Conte a non presentarsi a Parigi, cosa che invece ha fatto dimostrando certamente poco carattere sia lui che il suo Governo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Galli.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Presidente, scusi, non entro nel merito della discussione, magari lo faremo dopo, ma vorrei sapere dalla Presidenza in base a quale criterio è stato fatto l’abbinamento di questa risoluzione con quella del consigliere Galli, perché teoricamente gli abbinamenti vengono fatti sui dispositivi. Uno parla del Trattato di Dublino, l’altro di tutt’altra cosa. Quindi vorrei capire su che base è stato fatto l’abbinamento, perché, se vanno bene le premesse, basta una parola nella premessa di una risoluzione e possiamo attaccarci il mondo. Quindi vorrei intervenire, anche per il ruolo che ricopro all’interno dell’Ufficio di Presidenza come segretario, per capire chi ha fatto questo abbinamento, quali sono i motivi di questo abbinamento, se possibile anche con una sospensione di cinque minuti perché almeno possiamo confrontarci un attimo, perché secondo me questo abbinamento non ha assolutamente senso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan

Consigliere Rancan, lei sa che di solito gli abbinamenti non vengono mai negati, tanto più che nel momento in cui è stata chiesta l’inversione dell’ordine dei lavori, poteva essere contestato nel momento in cui ho chiesto uno a favore e uno contro. Però, se eventualmente lei ritiene doveroso un chiarimento con i primi firmatari Galli e Calvano sulle due risoluzioni, sospendiamo.

 

VOCE: Ha ragione lui.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Che ha ragione lui, questo lo decidiamo noi, non lo decide lei ancora. Sospendiamo cinque minuti l’Aula e i due primi firmatari delle risoluzioni si mettono a discutere ed eventualmente trovano una soluzione.

Sospendo per cinque minuti.

 

(La seduta, sospesa alle ore 16,11, è ripresa alle ore 16,21)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo i lavori.

Chiedo al consigliere Galli se i primi presentatori hanno trovato una soluzione.

Prego, consigliere Galli.

 

GALLI: Grazie, presidente. Chiedo il ritiro della risoluzione per rimandarla in Commissione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Galli.

Quindi non il ritiro ma il rinvio in Commissione. Di entrambe perché sono abbinate.

Uno a favore e uno contro il rinvio in Commissione.

Consigliere Calvano, prego.

 

CALVANO: Chiedo ancora tre minuti per confrontarmi con l’opposizione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Consigliere, tre minuti non da barbiere. Tre minuti.

 

(La seduta, sospesa alle ore 16,22, è ripresa alle ore 16,35)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Vedo che l’Aula si è tranquillizzata e sono state prese tutte le decisioni importanti del caso. Consigliere Calvano, presumo lei voglia parlare a favore del rinvio in Commissione. Prego, consigliere Calvano.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Voteremo a favore del rinvio in Commissione e spiego perché. Uno perché non abbiamo nessuna intenzione di creare dei precedenti che mettano a repentaglio i lavori dell’Aula, perché devono andare oltre le differenze che ci accompagnano e vengono prima, quindi, di un interesse meramente di parte. Affermo di essere un po’ stupito da questo tipo di scelta, di contestazione fatta da parte delle opposizioni, perché non vorrei che dietro si nascondesse una difficoltà tra coloro che oggi sono al Governo, quindi Movimento 5 Stelle e Lega, su che tipo di atteggiamento tenere rispetto al tema, che noi ritenevamo assolutamente coerente con la risoluzione di Galli, che è il tema relativo alla modifica del Regolamento di Dublino. Quindi prendo atto che le opposizioni non sono nelle condizioni di poter discutere questo argomento, rispetto quindi la loro impossibilità o il loro non desiderio di discuterlo, ci saranno spero altre occasioni in cui ci potremo confrontare su questo e quindi non ci opponiamo alla decisione del collega Galli di ritirare e portare in Commissione l’oggetto, anche perché mi permetto di dire che l’oggetto posto dal collega, con tutto il rispetto per il lavoro da lui svolto su questo punto, è superato dai fatti, in quanto il presidente del Consiglio Conte ritiene chiarite le questioni con la Francia, tant’è che si sono incontrati e hanno iniziato anche a discutere sulle cose da fare e, guarda caso, una delle cose che cui hanno discusso è come rivedere il Regolamento di Dublino.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Consigliere Galli, prego.

 

GALLI: Io credo che il collega abbia bevuto, perché evidentemente ha confuso pere e mele, fischi e fiaschi. Le due risoluzioni sono totalmente diverse. Non è certamente in ritardo la mia, perché i fatti sono di quattro giorni fa e quindi più rapidi di così non era possibile. Fra l’altro capisco che ha una visione sua del mondo: se pensa che oggi sia domenica per lui è domenica; se pensa di portare la gonna e non i pantaloni, lui pensa di portare la gonna e non i pantaloni, ma non è così. Ci sono dei fatti e delle interpretazioni. I fatti sono che il Governo italiano è stato pesantemente offeso e, con il Governo, il popolo italiano, credevo che questa risoluzione potesse essere condivisa da chiunque, evidentemente il collega Calvano vede meglio la sua impostazione politica rispetto alla dignità nazionale.

Credo che non ci sia nessuna controversia fra Lega e Cinquestelle su questo tema, credevo che questo tema non c’entrasse assolutamente nulla con la proposta dei colleghi della maggioranza. Chiedo di mandarlo in Commissione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Galli.

Consigliere Taruffi, sull’ordine dei lavori.

 

TARUFFI: Presidente, per chiedere alla Presidenza, visto che mi pare che il collega Galli abbia una modalità espressiva un po’ particolare, di tenere sottomano il Regolamento e, quando qualcuno interviene in modo improprio, utilizzando espressioni improprie, a redarguirlo e a rilevarlo. Siamo in un Consiglio regionale, non siamo in un bar del Modenese.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Io chiedo scusa se non ho sentito ma, se il consigliere Calvano si è sentito offeso, prendo io le sue difese e mi metto dalla sua parte e mi prendo tutte le responsabilità di questo, non mi è sembrato ci fosse qualcosa di offensivo nella persona del consigliere Calvano, per cui prima di Bertani do la parola al collega in modo che riusciamo a chiarire questa situazione.

Consigliere Calvano, prego.

 

CALVANO: Presidente, non c’è alcun caso da sollevare, però, siccome vedo che il collega Galli è molto interessato alle relazioni fra gli Stati e al desiderio di scuse di uno Stato nei confronti dell’Italia, magari la prossima risoluzione, alla luce dell’intervento che ha fatto, spero che la presenti per obbligare se stesso alle scuse nei confronti dei colleghi, non tanto del sottoscritto. Lo dico perché in quest’Aula ce ne diciamo molte, però credo che il rispetto delle persone venga prima di ogni cosa, l’abbiamo sempre fatto, sono certo che le cose dette dal collega Galli siano il frutto della contingenza che si è creata nel corso della seduta, spero che non si ripeta. La mia non è assolutamente una velata minaccia, è assolutamente la voglia di un dibattito sicuramente forte tra di noi, ma nel rispetto reciproco, così come abbiamo sempre fatto.

Credo che nessuno abbia allungato l’acqua che ci danno in Assemblea e quindi credo di avere la giusta lucidità nel poter affermare le idee che abbiamo e che cerchiamo di portare avanti, nel rispetto ovviamente di tutti, anche delle idee degli altri.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Consigliere Bertani, sull’ordine dei lavori.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Il consigliere Calvano ha riconosciuto che forse era stata fatta una forzatura, perché vorrei ricordare che la richiesta di inversione solitamente si fa concordandola o avvertendo almeno i capigruppo, che in questo caso non erano stati avvertiti, e perlomeno consultando l’estensore, il primo firmatario della risoluzione e quindi in questo modo il PD aveva spostato una risoluzione di minoranza. Questa mi è sembrata una forzatura della maggioranza nei confronti dell’opposizione, che mi sembra sia stata sanata riconoscendo il diritto delle minoranze di portare la discussione in Commissione. Tutto qui, grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Chiedo scusa al consigliere Calvano e all’Aula, ma mi sono distratto un attimo, non ho sentito le dichiarazioni del consigliere Galli che, se sono state offensive nei confronti del consigliere Calvano, mi prendo la responsabilità, ma ogni tanto si può distrarre anche il presidente. Credo che in più occasioni sia stato ben pronto ad intervenire su questo tipo di espressioni usate dai vari consiglieri.

Riprendiamo i lavori con la votazione della richiesta del consigliere Galli sul rinvio in Commissione.

Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di rinvio in Commissione degli oggetti 6666 e 6688.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di rinvio in Commissione è approvata.

 

OGGETTO 6657

Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare azioni in grado di evitare il ripetersi di disservizi e la predisposizione di trasporti sostitutivi in grado di sopperire tempestivamente ad eventuali cancellazioni, a procedere con la sostituzione dei treni più obsoleti con convogli efficienti e di dimensioni proporzionate al traffico di pendolari, completare il raddoppio della linea ferroviaria Modena-Carpi-Mantova, estendere la linea Sassuolo-Modena ("Gigetto") fino a Carpi, rendere la convenzione treno+bus una misura strutturale, superando il sistema delle proroghe, istituendo  inoltre una fermata ferroviaria a Fossoli. A firma dei consiglieri: Torri, Prodi, Taruffi

(Ritiro)

 

OGGETTO 6683

Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare, sulla linea ferroviaria Mantova-Carpi-Modena, azioni volte a evitare i disservizi e la predisposizione di trasporti sostitutivi per sopperire a eventuali cancellazioni, a procedere con la sostituzione dei treni più obsoleti rinnovando l’intera dotazione entro novembre 2019, a estendere la linea Sassuolo-Modena ("Gigetto") fino a Carpi, nonché a continuare a investire sull’integrazione del trasporto pubblico su gomma e su ferro. A firma dei consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi, Campedelli, Sabattini

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo quindi alla risoluzione oggetto 6657 che impegna la Giunta ad individuare azioni in grado di evitare il ripetersi di disservizi e la predisposizione di trasporti sostitutivi in grado di sopperire tempestivamente ad eventuali cancellazioni, a procedere con la sostituzione dei treni più obsoleti con convogli efficienti e di dimensioni proporzionate al traffico di pendolari, completare il raddoppio della linea ferroviaria Modena-Carpi-Mantova, estendere la linea Sassuolo-Modena (“Gigetto”) fino a Carpi, rendere la convenzione treno+bus una misura strutturale, superando il sistema delle proroghe, istituendo  inoltre una fermata ferroviaria a Fossoli. A firma dei consiglieri: Torri, Prodi e Taruffi. A tale oggetto è stata abbinata in Aula la risoluzione oggetto 6683 per impegnare la Giunta ad individuare, sulla linea ferroviaria Mantova-Carpi-Modena, azioni volte a evitare i disservizi e la predisposizione di trasporti sostitutivi per sopperire a eventuali cancellazioni, a procedere con la sostituzione dei treni più obsoleti rinnovando l’intera dotazione entro novembre 2019, a estendere la linea Sassuolo-Modena (“Gigetto”) fino a Carpi, nonché a continuare a investire sull’integrazione del trasporto pubblico su gomma e su ferro. A firma dei consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi e Campedelli.

Discussione generale sui documenti.

Consigliere Torri, prego.

 

TORRI: Grazie, presidente. In apertura vorrei chiedere di ritirare l’oggetto 6657 e sostituirlo con l’oggetto 6683 ad esso abbinato che mantiene gli stessi impegni, ma in alcune parti lo supera.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

Quindi è stato ritirato l’oggetto 6657 e ne prende il posto l’oggetto 6683. Quindi è aperta la discussione generale sul documento oggetto 6683.

Consigliere Torri, prego.

 

TORRI: Grazie, presidente. I firmatari della risoluzione in oggetto sono gli stessi della precedente a cui si è aggiunto il contributo del consigliere Campedelli, per questo motivo abbiamo ritenuto di proporre un testo più completo e sostituirlo al precedente. I temi sono quelli descritti dal titolo. Abbiamo ritenuto di portare all’attenzione dell’Assemblea una questione che riguarda il trasporto pubblico locale, in particolare quello di una zona precisa della nostra regione (la zona di Carpi e dintorni) e abbiamo ritenuto in questo modo di sollevare alcuni temi concreti e di proporre alla Giunta alcuni impegni che consentono di migliorare la situazione del trasporto ferroviario in quest’area. L’abbiamo fatto dopo avere incontrato i pendolari della zona e avere intrapreso un lavoro con la collega Prodi e il collega Taruffi, proprio seguendo questo incontro scaturito dalla denuncia, ripetutasi nel tempo, di disservizi in particolare localizzati sulla fermata di Carpi e, più in generale, sulla linea Modena-Mantova. Partendo da questi disservizi denunciati dai comitati pendolari e da Federconsumatori, abbiamo ritenuto di proporre e discutere questo documento affrontando la questione in maniera positiva, prendendo atto anche del lavoro che si sta facendo da parte delle amministrazioni locali, da parte della Giunta regionale e da parte dei consiglieri (io stesso ero già intervenuto su questo tema), ma cercando di proporre degli impegni più vincolanti e delle misure che consentano di ovviare in maniera definitiva alle cause di questi disagi.

In particolare i temi che solleviamo riguardano la sostituzione del materiale rotabile, impegno che l’assessore ha già annunciato rispondendo anche ad atti di altri consiglieri, ma che noi riteniamo di fissare in un impegno di fronte all’attenzione dell’Assemblea; la possibilità di ragionare in un’ottica di metropolitana di superficie per collegare i diversi centri di una zona densamente abitata e anche con una densa presenza di attività produttive, di conseguenza con un traffico di pendolari di tutto rilievo. In quest’ottica il tema è non soltanto quello di ragionare della metropolitana di superficie ma, di conseguenza, ragionare sullo scaglionamento degli orari, su un eventuale raddoppio dei binari in maniera da migliorare le infrastrutture a disposizione e ragionare sull’istituzione a quel punto di nuove fermate. Nel precedente documento veniva citata esplicitamente la fermata di Fossoli che riteniamo necessaria, insieme però ad un ripensamento complessivo del sistema di fermate, motivo per cui abbiamo, nel testo rimasto all’ordine del giorno, deciso di soffermarci più in generale sul sistema, senza perdere di vista l’esigenza iniziale.

Altro tema riguarda la necessità di integrare il trasporto pubblico su gomma e ferro, quindi rendere la convenzione treno-bus una misura strutturale. In questo caso si tratta di investire maggiormente su una misura già presa, che sembra avere dato buoni frutti. L’idea che ci viene richiesta dai pendolari della zona e che riteniamo condivisibile e, anzi, che necessita di essere portata all’attenzione di questa Assemblea è quella di rendere questa, come altre misure simili che agevolano il trasporto pubblico, in particolare su ferro, strutturale, quindi aumentare gli investimenti e darsi un metodo che chiaramente può riguardare questa linea come, in generale, gli interventi che riguardano il trasporto pubblico e il tentativo, dove possibile, di superare il trasporto su gomma e il trasporto singolo per favorire il trasporto pubblico, in particolare su ferro.

È chiaro che questa, partendo da un tema specifico, diventa una questione politica generale che abbiamo sostenuto anche in altri atti nelle Assemblee precedenti e storicamente nella nostra attività come consiglieri, per quanto riguarda in particolare i gruppi di sinistra; il tema oggi, insieme a questo, era quello di portare all’attenzione di un’Assemblea come quella regionale anche questioni molto concrete legate a singoli territori, anche in questo caso non è la prima volta che lo facciamo e riteniamo sia importante proprio per il ruolo che abbiamo e proprio per la necessità di trattare, insieme a temi politici importanti, anche temi concreti per lo sviluppo del territorio, sempre in un’ottica (lo abbiamo fatto per le province di Reggio Emilia e per altre, penso in particolare alla mia esperienza) di vincolare le azioni della Giunta ad un ruolo sempre maggiore del pubblico e ad un sostegno che questo ruolo può dare ai nostri concittadini. Di conseguenza, riteniamo importante votare questa risoluzione oggi, che questa risoluzione abbia un voto positivo proprio nell’ottica di sostenere i cittadini della zona di Carpi, della zona interessata e di prevenire soprattutto i disservizi che sono stati diverse volte denunciati e che, per quanto ci riguarda, non hanno motivo di continuare. È urgente intervenire in questo senso e soprattutto è urgente un intervento risolutivo per stoppare questi disservizi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

Consigliere Campedelli, prego.

 

CAMPEDELLI: Grazie, presidente. Colgo l’occasione per ringraziare il collega Torri per aver portato in Aula la questione della Modena-Mantova e, più precisamente, della Modena-Carpi. Da anni stiamo dibattendo su queste problematiche in quel pezzo di Emilia e ci siamo sempre trovati di fronte a ritardi, cancellazione di treni e disagi dei pendolari.

Questa tratta della ferrovia ha una storia molto travagliata: considerata in tempi recenti un ramo secco, poi utilizzata per le sperimentazioni dei treni veloci e successivamente sopportata, almeno nella percezione dei cittadini, perché comunque garantiva un servizio svolto da Trenitalia allora Ferrovie dello Stato. Più volte abbiamo sollecitato Trenitalia, di fronte a vari disservizi che si sono susseguiti nel tempo, a cercare una soluzione, temporaneamente si notavano dei miglioramenti e subito dopo, nel momento in cui calava l’attenzione, comunque si ritornava alla situazione preesistente. Nel frattempo il distretto di per sé è cresciuto sia in termini di opportunità che di abitanti, si è costituita l’Unione dei comuni delle Terre d’Argine, ma la mobilità è rimasta quella che era, se escludiamo l’Autostrada del Brennero che negli anni Settanta è stata costruita nel territorio.

Al di là della storia che si può citare, veniamo ai giorni nostri. Oggi vi è un impegno diverso da parte dell’Assessorato regionale, c’è stato un primo segnale importante: la fermata del Freccia Bianca Mantova-Roma che anticipando l’orario del passaggio ha migliorato la situazione del convoglio maggiormente frequentato dai pendolari e con la fermata a Carpi ha garantito un servizio molto utilizzato dagli utenti del territorio, tant’è che notizie che arrivano dal Mantovano dicono che probabilmente se la tratta Mantova-Roma verrà mantenuta, è per gli utenti che salgono a Carpi che sono maggiori di quelli che salgono a Mantova. Quindi c’è stato anche un elemento di soddisfazione per il territorio, ma per la stessa Trenitalia rispetto all’utilizzo e alla fruizione del servizio.

Un altro impegno importante garantito dall’assessore Donini è stato quello di un monitoraggio costante della linea da parte dell’Assessorato. Vi è stato un incontro convocato dall’assessore Donini il 6 aprile scorso, alla luce di cancellazioni che c’erano state abbastanza frequenti appena prima del 6 aprile procurando disservizi, incontro con gli enti locali della tratta in cui è stato annunciato che, a partire da giugno 2019 fino a novembre 2019, sulla linea Modena-Mantova ci sarà la sostituzione di tutti i convogli. Questo è un dato importante. Da RFI fra l’altro è stato indicato proprio in quella sede l’investimento di circa 4 milioni di euro sulla rete (investimenti già iniziati) per vedere di superare il tema dell’obsolescenza della tratta. Queste notizie poi sono state confermate anche nero su bianco in un’interrogazione a risposta scritta che ho presentato nel mese di maggio, perché volevo evidenziare la certezza di questi impegni, ma soprattutto perché volevo dare certezze al comitato degli utenti sempre molto presente rispetto alle problematiche che riguardano il trasporto su ferro in questo territorio. Questi sono fatti concreti. Un altro fatto concreto è quello della tessera “Mi muovo” che da settembre garantirà ai comuni sopra i cinquantamila abitanti (i capoluoghi più Carpi, Imola e Faenza) la possibilità per i pendolari di fruire del trasporto pubblico gratuito fino ai luoghi di lavoro. Queste sono fatti concreti.

Un ultimo appunto riguarda ciò che veniva detto dal collega Torri. Da anni stiamo discutendo come valorizzare ulteriormente questo passaggio ferroviario che attraversa la città: che non sia solamente un disagio, ma come valorizzarlo completamente e pienamente. È dall’inizio degli anni Duemila che si sta parlando di metropolitana di superficie, tenendo presente che questo percorso potrebbe essere altamente competitivo con il trasporto su gomma. Fra l’altro la risposta che mi diede l’allora assessore regionale, quando indossavo un’altra giacca, fu “già oggi con i binari che ci sono potrebbe esserci il passaggio di un treno (lo verificheremo) ogni quindici minuti”. Quindi già oggi si potrebbe fare. Sulla base di questo, oggi l’Unione dei comuni delle Terre d’Argine ha predisposto, nel percorso di definizione dei piani per la mobilità sostenibile, un ragionamento ampio che coinvolge tutti e quattro i Comuni dell’Unione, visto che tre (Novi di Modena, Carpi e Soliera) sono attraversati proprio dalla ferrovia. In questo studio mi diceva il sindaco di Carpi che stanno ragionando su una progettazione che possa tenere conto di questo, così come del collegamento con Sassuolo. Già oggi è avviata la discussione con il sindaco di Modena e stanno lavorando su questo progetto, che il Sindaco di Carpi ha definito una “suggestione” e le suggestioni sono idee che potrebbero nel tempo diventare situazioni concrete. Per cui credo che anche di questo progetto si debba tenere conto e bene abbiamo fatto a rivedere la risoluzione, aggiungendo questi passaggi concreti e importanti rispetto ad un futuro sviluppo della linea Modena-Mantova nel tratto che va da Novi di Modena fino a Modena, comprendendo anche Sassuolo. Per questo sarebbe opportuno per quel territorio che la risoluzione venisse votata in modo unanime e, soprattutto, continuare questo percorso di collaborazione e di discussione con la Regione. So che il sindaco di Carpi ha convocato a Carpi un tavolo con l’Assessore regionale, i tecnici di Trenitalia e di RFI, i tecnici regionali e i responsabili dei comitati degli utenti per discutere insieme di queste opportunità e di queste proposte e valutare quali possono essere le condizioni migliori per rendere il servizio sempre più efficace e sempre più efficiente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Campedelli.

Non avendo più nessuno iscritto in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 6683, a firma dei consiglieri Torri, Taruffi, Prodi, Campedelli e Sabattini.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 6683 è approvata.

Sono giunte le 17 e quindi, come da accordi nella Capigruppo, sospendiamo i lavori.

Buona serata.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta gli assessori:

Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Sergio VENTURI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta ai sensi dell’articolo 65, secondo comma del Regolamento interno il presidente della Giunta Stefano BONACCINI. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, l’assessore Emma PETITTI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Antonio MUMOLO, Valentina RAVAIOLI e Raffaella SENSOLI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 6638 «Ulteriori modifiche alla legge regionale 4 luglio 2013, n. 5 (Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate).» A firma del Consigliere: Zoffoli”

 

Presenti: 37

 

Favorevoli: 35

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 1

Michele FACCI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 13

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Antonio MUMOLO, Marco PETTAZZONI, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 6638 «Ulteriori modifiche alla legge regionale 4 luglio 2013, n. 5 (Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate)» A firma del Consigliere: Zoffoli”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Bertani e Zoffoli:

«Prima del comma 1 dell’articolo 1 del pdl è aggiunto il seguente comma:

“01. Nel comma 2 bis dell’articolo 6 della legge 4 luglio 2013, n. 5 (Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate) le parole “Sono vietati l’esercizio delle sale da gioco e delle sale scommesse, di cui agli articoli 1, comma 2, e 6, comma 3-ter, della presente legge, nonché la nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza)” sono sostituite dalle parole: “Sono vietati l’esercizio delle sale da gioco e delle sale scommesse, di cui agli articoli 1, comma 2, e 6, comma 3-ter, della presente legge, i punti di raccolta delle scommesse (cd. Corner) di cui all’articolo 38, commi 2 e 4, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 (Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale.), nonché la nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza)”.»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Zoffoli e Pompignoli:

«Il comma 2 quinques della l.r. 5/2013, introdotto dal comma 1 dell’articolo 1 del pdl, è così sostituito:

“2 quinquies. In considerazione del particolare valore turistico, sportivo, culturale e ricreativo degli ippodromi, le disposizioni di cui al comma 2 bis non si applicano agli sportelli e ai picchetti degli allibratori all’interno degli ippodromi, limitatamente alle scommesse relative alle corse dei cavalli nelle giornate in cui si svolge il programma di corse dell’ippodromo”.»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Zoffoli e Bertani:

«Il comma 2 sexies della l.r. 5/2013, introdotto dal comma 2 dell’articolo 1 del pdl, è sostituito dal seguente:

“2 sexies. Per le violazioni alle disposizioni finalizzate all’osservanza del divieto di cui al comma 2 bis, contenute nella presente legge e nelle relative norme d’attuazione, si applicano le seguenti sanzioni:

a) L’inosservanza del divieto di prosecuzione delle attività ai sensi del comma 2 bis è punita, oltre che con la chiusura dell’esercizio, con l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000,00 a 9.000,00 euro.

b) L’inosservanza del divieto di nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) ai sensi del comma 2 bis e delle ipotesi ad essa equiparate ai sensi del comma 2 ter comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria di 9.000.00 euro per ogni apparecchio e la chiusura del medesimo mediante sigilli; nel caso di reiterazione della violazione, si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della sospensione temporanea dell’esercizio dell’attività dal 10 a 60 giorni.

c) L’inosservanza delle limitazioni di cui al comma 2 quinquies è punita con l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000,00 a 3.000,00 euro.

d) La violazione di ogni altra prescrizione finalizzata all’osservanza del divieto di cui al comma 2 bis contenuta nella normativa attuativa e nei regolamenti comunali è punita con l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 200,00 a 600,00 euro.

Le sanzioni amministrative pecuniarie di cui al presente comma sono applicate dal Comune sul cui territorio viene accertata l’infrazione, secondo le procedure definite dalla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell’applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale).”.»

(Ritirato)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Zoffoli e Pompignoli:

«Dopo l’articolo 1 del pdl 6638 è aggiunto il seguente:

Articolo 1 bis

1. L’applicazione del comma 2 bis dell’articolo 6 della legge regionale n. 5 del 2013 ai c.d. corner è subordinata all’approvazione da parte della Giunta regionale, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, di uno specifico atto che ne definisce le modalità attuative.”.»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Tagliaferri:

«Dopo il comma 2 dell’art. 1 del progetto di legge “Ulteriori modifiche alla legge regionale 4 luglio 2013, n. 5 (Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate) è inserito il seguente comma:

“3. Dopo il comma 2 quinquies dell’articolo 6 della legge n. 5 del 2013 sono inseriti i seguenti commi:

“2 septies. È vietata la nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, in immobili concessi da Enti pubblici a terzi in locazione, in comodato, in uso, o a qualunque diverso titolo, anche gratuito, per fini sociali ed aggregativi rivolti ad anziani, a soggetti minori dei 18 anni o a soggetti appartenenti a categorie protette.

2 octies. Gli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 presenti negli immobili di cui al comma 2 septies devono essere rimossi entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge.”.»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Zoffoli:

«All’emendamento 5 il comma 2 septies è rinominato comma 2 sexies e il comma 2 octies è eliminato.»

(Approvato)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Zoffoli e Bertani:

«Il comma 2 sexies della l.r. 5/2013, introdotto dal comma 2 del pdl, è sostituito dal seguente:

“2 septies. Per le violazioni alle disposizioni finalizzate all’osservanza del divieto di cui ai commi 2 bis e 2 sexies, contenute nella presente legge e nelle relative norme d’attuazione, si applicano le seguenti sanzioni:

a) l’inosservanza del divieto di prosecuzione delle attività ai sensi del comma 2 bis è punita, oltre che con la chiusura dell’esercizio, con l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000,00 a 9.000,00 euro;

b) l’inosservanza del divieto di nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) ai sensi dei commi 2 bis e 2 sexies, nonché delle ipotesi ad esse equiparate ai sensi del comma 2 ter, comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria di 9.000,00 euro per ogni apparecchio e la chiusura del medesimo mediante sigilli; nel caso di reiterazione della violazione, si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della sospensione temporanea dell’esercizio dell’attività da 10 a 60 giorni;

c) l’inosservanza delle limitazioni di cui al comma 2 quinquies è punita con l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000,00 a 3.000,00 euro;

d) la violazione di ogni altra prescrizione finalizzata all’osservanza del divieto di cui ai commi 2 bis e 2 sexies contenuta nella normativa attuativa e nei regolamenti comunali è punita con l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 200,00 a 600,00 euro.»

(Approvato)

 

Emendamento 8, a firma del consigliere Zoffoli:

«Emendamento che inserisce il nuovo comma 2 octies

“2 octies. Le sanzioni amministrative pecuniarie di cui al comma 2 septies sono applicate dal Comune sul cui territorio viene accertata l’infrazione, secondo le procedure definite dalla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell’applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale).”.»

(Approvato)

 

Emendamento 9, a firma del consigliere Facci:

«Il comma 2 quater dell’articolo 6 della l.r. 5/2013 è abrogato.»

(Respinto)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

6438 - Interpellanza trasformata in interrogazione a risposta scritta circa l’integrazione, a livello regionale, del Protocollo di Intesa per la creazione di un osservatorio della legalità, anche in relazione al fenomeno delle cooperative spurie. A firma della Consigliera: Gibertoni

6679 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e problematiche riguardanti, nel settore del trasporto pubblico, la società AMR operante in Romagna, con particolare riferimento alla situazione relativa al personale della stessa. A firma del Consigliere: Galli

6681 - Interrogazione a risposta scritta circa le prospettive per il futuro dell’ospedale di Montecchio (RE), causa la carenza di personale medico. A firma del Consigliere: Torri

6685 - Interrogazione a risposta scritta circa i fabbisogni di personale infermieristico necessari nell’Istituto di Riabilitazione di Montecatone. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6686 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche inerenti la popolazione nomade residente nel territorio della Regione Emilia-Romagna, e i tempi di espletamento della relazione di cui all’articolo 7 comma 1, della Legge regionale n. 11 del 2015. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Liverani, Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Rancan, Pettazzoni

6687 - Interrogazione a risposta scritta circa i disagi espressi dai pendolari della tratta ferroviaria Fiorenzuola-Milano per i ritardi frequenti su tale linea. A firma del Consigliere: Rancan

 

Interpellanza

 

6680 - Interpellanza circa questioni e problematiche, riguardanti, nell’ambito del trasporto pubblico, l’utilizzazione della card “MI MUOVO–TPER”. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Risoluzioni

 

6682 - Risoluzione per impegnare la Giunta a completare la redazione dei documenti definitivi del PRIT, avviando l’iter per l’approvazione assembleare subito dopo l’estate 2018, nonché a sollecitare il Governo a non venir meno agli impegni assunti in relazione alle opere strategiche da realizzare in Emilia-Romagna. (19 06 18) A firma dei Consiglieri: Montalti, Campedelli, Caliandro, Soncini, Rontini, Poli, Serri, Tarasconi, Pruccoli, Molinari, Sabattini, Boschini, Paruolo, Iotti, Zoffoli, Calvano, Bessi, Bagnari, Zappaterra

6683 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare, sulla linea ferroviaria Mantova-Carpi-Modena, azioni volte a evitare i disservizi e la predisposizione di trasporti sostitutivi per sopperire a eventuali cancellazioni, a procedere con la sostituzione dei treni più obsoleti rinnovando l’intera dotazione entro novembre 2019, a estendere la linea Sassuolo-Modena ("Gigetto") fino a Carpi, nonché a continuare a investire sull’integrazione del trasporto pubblici su gomma e su ferro. (19 06 18) A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi, Campedelli, Sabattini

6688 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo affinché si adoperi per favorire l’approvazione delle modifiche al regolamento di Dublino nel testo approvato dal Parlamento Europeo, lavorando per portare sulle posizioni ivi contenute anche i Paesi che si oppongono a una gestione solidale e condivisa in ambito europeo del fenomeno migratorio. A firma dei Consiglieri: Calvano, Caliandro, Prodi, Montalti, Rossi, Taruffi, Torri, Iotti, Zappaterra, Marchetti Francesca, Campedelli, Tarasconi, Poli, Mori, Molinari, Rontini, Soncini, Boschini, Bagnari, Serri, Sabattini, Zoffoli

(Comunicazione n. 68 prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno - prot. NP/2018/1469 del 20/06/2018)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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