Espandi Indice

 

 

 

201.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 25 SETTEMBRE 2018

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 7202

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione aziendale della ex BredaMenariniBus. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

TARUFFI (SI)

COSTI, assessore

TARUFFI (SI)

 

OGGETTO 7194

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le dichiarazioni espresse dal Direttore Generale dell’AUSL di Modena in merito al virus West Nile. A firma del Consigliere: Bargi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

BARGI (LN)

VENTURI, assessore

BARGI (LN)

 

OGGETTO 7201

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi per modificare il sistema elettorale degli organi consortili dei Consorzi di bonifica Emilia centrale. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

BERTANI (M5S)

CASELLI, assessore

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 7199

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi per far fronte agli eventi calamitosi in comune di Tizzano (PR) e in particolare per la frana di Capriglio. A firma della Consigliera: Lori

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

LORI (PD)

COSTI, assessore

LORI (PD)

 

OGGETTO 7200

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi da mettere in campo per far fronte al sequestro da parte della magistratura di alcuni edifici scolastici a Serramazzoni (MO). A firma del Consigliere: Galli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

GALLI (FI)

COSTI, assessore

GALLI (FI)

 

OGGETTO 7203

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l’applicazione delle disposizioni del Piano Aria integrato regionale (PAIR) e una campagna di informazione per la gestione del riscaldamento domestico. A firma della Consigliera: Rontini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

RONTINI (PD)

COSTI, assessore

RONTINI (PD)

 

OGGETTO 6945

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale recante «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara»

(Relazione della Commissione)

 

OGGETTO 7167

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara”.» (Proposta del relatore consigliere Paolo Calvano su mandato della Commissione I) (175)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

CALVANO, relatore della Commissione

FABBRI (LN)

TAGLIAFERRI (FdI)

TARUFFI (SI)

CALVANO (PD)

 

OGGETTO 6946

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale recante «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Goro e Mesola nella provincia di Ferrara»

(Relazione della Commissione e discussione)

 

OGGETTO 7168

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Goro e Mesola nella provincia di Ferrara”» (Proposta della relatrice consigliera Marcella Zappaterra su mandato della Commissione I) (176)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione

FABBRI (LN)

TAGLIAFERRI (FdI)

POMPIGNOLI (LN)

ZAPPATERRA (PD)

PETITTI, assessore

FABBRI (LN)

ZAPPATERRA (PD)

POMPIGNOLI (LN)

POMPIGNOLI (LN)

ZAPPATERRA (PD)

 

OGGETTO 6781

Delibera: «Documento di economia e finanza regionale DEFR 2019 con riferimento alla programmazione 2019-2021». (Proposta della Giunta regionale in data 25 giugno 2018, n. 990) (177)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 6781/1/2 oggetti 7219 e 7220 - Presentazione)

(Risoluzione oggetto 6656 - Abbinata)

PRESIDENTE (Soncini)

BESSI, relatore della Commissione

MARCHETTI Daniele, relatore di minoranza

TAGLIAFERRI (FdI)

GALLI (FI)

PRESIDENTE (Soncini)

 

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetto 7168 e coordinamento formale

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

La seduta ha inizio alle ore 10,02

 

PRESIDENTE (Soncini): Dichiaro aperta la duecentounesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, secondo comma del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano Bonaccini. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Alleva, Cardinali, Sensoli e gli assessori Bianchi, Donini e Gazzolo.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 7202

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione aziendale della ex BredaMenariniBus. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Partiamo dall’oggetto 7202, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione aziendale della ex BredaMenariniBus, a firma del consigliere Taruffi, al quale do la parola per l’illustrazione.

Risponderà per la Giunta l’assessore Palma Costi.

Prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Abbiamo ritenuto necessario sottoporre alla Giunta, all’assessore Costi che sappiamo essere stata insieme al presidente impegnata in questi mesi sulla vertenza della BredaMenarini, nuovamente il tema di questa vertenza che ci preoccupa e che stiamo seguendo purtroppo ormai da troppo tempo per capire un pochino gli ultimi sviluppi, visto che la situazione appare preoccupante, al netto delle informazioni arrivate giusto ieri pomeriggio, quando avevamo depositato il question time e su cui sono uscite le agenzie.

Io però volevo ripercorrere il percorso a partire dal 2015, quando nello stabilimento di Bologna che impiega 161 dipendenti, l’ex Bredamenarinibus è stata ceduta da Leonardo Finmeccanica e si è costituita Industria Italiana Autobus S.p.A. Da quel momento, con le intese sottoscritte al ministero, erano stati assunti alcuni impegni precisi rispetto agli sviluppi dello stabilimento e soprattutto dei livelli occupazionali, impegni e livelli occupazionali che sono stati sin da subito oggetto di problemi e di mancato mantenimento degli impegni assunti a partire dal 6 maggio 2016, quando l’azienda comunicò l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per quarantasei lavoratori dello stabilimento bolognese. Nel luglio del 2016 in un confronto Regione, Città metropolitana, Governo, l’amministratore delegato dell’Industria Italiana Autobus e le organizzazioni sindacali arrivano ad un accordo secondo il quale la riduzione del personale sarebbe avvenuta esclusivamente su base volontaria. Ora non mi dilungherò sugli investimenti fatti dalla Regione sul trasporto pubblico e sulla necessità di rinnovare la flotta degli autobus, che lasciava sperare che almeno una parte di questi investimenti potessero essere da volano per il rilancio del piano industriale e dello sviluppo dell’azienda che ha nella partnership con Avellino (l’altro stabilimento) un altro elemento di difficoltà e di crisi.

Tuttavia dal 2016 ad oggi si sono susseguiti vari periodi di preoccupazione più o meno intensi in un quadro altalenante, nel quale annunci roboanti da parte del nuovo Governo, in particolare del ministro dello sviluppo economico che si è assunto in prima persona la responsabilità di risolvere il caso venendo anche davanti ai cancelli della fabbrica e promettendo interventi diretti e precisi del ministero che, almeno fino ad oggi, dai dati che abbiamo (ad eccezione di quello che è arrivato ieri nel tardo pomeriggio), la situazione non si è ancora sbloccata e addirittura registriamo con preoccupazione il mancato pagamento da parte dell’azienda di numerose mensilità ai lavoratori e lavoratrici in un quadro di indeterminatezza a cui il Governo ha fatto seguire diversi annunci, diversi proclami, ma nei fatti attendiamo ancora risposte concrete. Quindi l’interrogazione muoveva dalla preoccupazione e dalla necessità di avere chiarezza e, per quanto possibile, dare ai lavoratori e alle lavoratrici un quadro il più possibile chiaro di quello che sta succedendo e di quello che succederà, anche a fronte delle numerose prese di posizione da parte del sindacato, della FIOM in particolare che non possono lasciare tranquilli, anche perché la situazione si protrae da molto tempo e la cui soluzione non pare essere ancora delineata.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola all’assessore Costi per la risposta.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Taruffi. Confermo che, grazie all’intervento proprio della Regione Emilia-Romagna, ieri è stato sbloccato il pagamento degli stipendi dei lavoratori sia di Bologna che di Avellino, quindi abbiamo avuto un ruolo non solamente per i lavoratori della nostra regione, visto che i lavoratori sono tutti uguali.

Vorrei però cogliere questa occasione per informare della situazione ad oggi. Noi stiamo seguendo con i rappresentanti dei lavoratori questa vicenda (ci sentiamo quotidianamente), vorrei però ricordare che agli ultimi incontri svolti al MISE il 6 e il 10 settembre le istituzioni non erano invitate, quindi noi non eravamo presenti e l’ultimo incontro a cui abbiamo partecipato risale allo scorso 2 agosto. Nonostante la difficoltà della situazione in cui versa l’azienda (perché c’è certamente il mancato pagamento degli stipendi risolto, ma abbiamo anche un problema di ritardi nei confronti dei fornitori e soprattutto un tema di commesse che rischiano di essere inevase) richieda a nostro avviso la necessità di un nuovo, urgente, Tavolo ministeriale che stiamo chiedendo, in accordo anche con i sindacati, a cui la Regione possa essere presente, nonostante questo abbiamo agito in questi mesi nei confronti del Governo, in particolare del ministero e del ministro, per aiutare a sbloccare una situazione emergenziale che rischia di pregiudicare ogni tentativo di rilancio di questa impresa.

Circa la situazione relativa agli stipendi (situazione delicata) come Regione abbiamo messo in campo, con l’intervento del presidente Bonaccini, uno sblocco dei pagamenti da parte delle aziende pubbliche dei trasporti, chiaramente quelle che avevano terminate le commesse, proprio al fine di mettere liquidità da destinare al pagamento della retribuzione dei lavoratori. Abbiamo fatto quanto c’eravamo impegnati a fare nell’incontro con i lavoratori riuniti in assemblea assieme alle associazioni sindacali nel mese di agosto. Questo lavoro concreto ha portato nella giornata di ieri al pagamento del 30 per cento degli stipendi di luglio e al pagamento degli stipendi del mese di agosto, come è stato comunicato ieri dall’azienda. Nello stesso comunicato viene specificato però che nessun versamento è pervenuto a fronte di quanto annunciato in sede di verbale del MISE dello scorso 10 settembre rispetto all’impresa.

Come più volte abbiamo ribadito, in accordo con le organizzazioni sindacali, che ringrazio per quanto hanno fatto e per quanto stanno facendo, è assolutamente urgente (i tempi ormai sono scaduti) trovare una soluzione industriale definitiva che veda, come era stato prospettato dallo stesso ministro negli incontri di luglio e i primi di agosto a cui eravamo presenti, l’ingresso di soci pubblici e privati nel capitale sociale perché, se questo non avviene in tempi brevi, rischiamo davvero di perdere una delle ultime aziende italiane di autobus. Da parte nostra ribadisco quanto noi abbiamo già detto in altre occasioni: a fronte di una ricapitalizzazione e di un piano industriale che rilanci l’industria dell’autobus siamo pronti a sostenere con i nostri strumenti progetti di ricerca, di progettazione e di prototipazione di autobus di ultima generazione che, a nostro avviso – come del resto era scritto anche nell’accordo del 2014 – dovrebbero essere collocati nella sede di Bologna. Non solo, vista la strategicità della ricerca nel settore del trasporto pubblico (questo è un tema che vede impegnati noi, ma che ha avuto anche un impegno da parte del ministero), crediamo che la nuova azienda potrebbe accedere anche agli accordi di sviluppo del MISE, però ci vuole l’azienda, ci vuole un piano industriale, ci vuole chiaramente la presentazione di un progetto preciso, strategico. E poi semmai poter accedere agli accordi di sviluppo del MISE in stretta collaborazione con la Regione. Ricordo che l’operazione Lamborghini è stata costruita in questo modo con grande successo, come la vicenda Yoox. Noi siamo pronti a fare tutto quanto in nostro potere, ma occorre risolvere in primo luogo la ricapitalizzazione dell’Industria Italiana Autobus, metterla nelle condizioni di soddisfare le commesse già in essere ed essere così rilanciata con un nuovo piano industriale di largo respiro per mantenere e aumentare l’occupazione sia a Bologna che ad Avellino. È per questo che noi stiamo continuando a chiedere, perché credo sia davvero nell’interesse di tutti, con uno spirito collaborativo, che sia convocato quanto prima il Tavolo al MISE con la presenza delle istituzioni e quindi la presenza anche della Regione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Costi.

La parola al consigliere Taruffi per la replica.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore Costi per l’impegno con il quale ha seguito costantemente questa, come altre vertenze. Diciamo che la risposta ovviamente non poteva essere rassicurante, ma lo sapevamo, non per volontà dell’assessore ma per la situazione oggettiva in cui siamo e io credo che dovremmo dire due parole chiare anche nei confronti del Governo e del ministro dello sviluppo economico, perché la convocazione del Tavolo ministeriale, a cui non possono non partecipare gli enti locali, quindi la Regione e la Città metropolitana in questo caso, mi sembra il minimo indispensabile per mettere tutte le istituzioni in grado di poter dare il loro contributo fattivo. Il fatto che questo Tavolo non sia ancora stato convocato mi pare una responsabilità abbastanza precisa e chiara, come pure è evidente che la situazione e il problema non è stato creato da questo Governo ovviamente, è stato ereditato dal Governo precedente, ma questo esecutivo ha la responsabilità di indicare una soluzione chiara, cosa che, al di là degli annunci, non sta purtroppo avvenendo. Pertanto, visto che le istituzioni lavorano per atti e non per annunci su Twitter, su Facebook o con dirette d’altro tipo, è necessario che il Governo si assuma la responsabilità di individuare una soluzione chiara, precisa e percorribile soprattutto, e che lo faccia in accordo con le istituzioni locali.

Non possiamo continuare a rincorrere di giorno in giorno notizie che appaiono frammentarie in un quadro il cui problema vero è quello di trovare un rilancio serio, con una ricapitalizzazione seria di quell’azienda. Il Governo deve fare la sua parte fino in fondo e non ci si può limitare ad annunci e a presenze davanti ai cancelli, perché i problemi non si risolvono così, ma si risolvono indicando soluzioni e praticandole.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 7194

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le dichiarazioni espresse dal direttore generale dell’AUSL di Modena in merito al virus West Nile. A firma del Consigliere: Bargi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo ora all’oggetto 7194, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le dichiarazioni espresse dal direttore generale dell’AUSL di Modena in merito al virus West Nile, a firma del consigliere Bargi.

Risponderà per la Giunta l’assessore Venturi.

La parola al consigliere Bargi per l’illustrazione.

 

BARGI: Grazie, presidente. Per ragioni di sinteticità dello strumento ispettivo odierno non sto ad elencare la questione, che do per assodata, riguardo il virus West Nile nella nostra regione, mi preme però fare una rapidissima premessa di quanto è avvenuto nella provincia di Modena, quindi si rifà alla ASL modenese, ovvero a quello che è stato l’iniziale silenzio dopo i due decessi (confermati) per questo virus. Iniziale silenzio interrotto dalla stampa, quando le famiglie delle vittime hanno reso noto il caso che ha creato un po’ di imbarazzo nella nostra provincia e nella gestione della ASL. Tra l’altro etichettato, sempre a mezzo stampa, da parte della ASL come un silenzio voluto, perché non si voleva creare allarmismo. Mi sia concessa una piccola considerazione su questa scelta strategica che noi non abbiamo apprezzato, perché ritenevamo che, a fronte di una diffusione del virus tramite le zanzare, sarebbe stato più corretto intervenire in maniera preventiva con un piano di disinfestazione, ma sarebbe stato importante informare il cittadino, perché nel momento in cui uno è consapevole della situazione, magari anche solo dei luoghi limitrofi a dove sono avvenuti i casi di contagio, avrebbe potuto intervenire lo stesso cittadino con mezzi propri per cautelare se stesso e i propri familiari disinfettando, provvedendo ad utilizzare tutti gli strumenti opportuni per contenere il diffondersi della zanzara e, di conseguenza, al rischio di contagio.

Nessuno qui è arrivato chiedendo teste a destra e a manca per la scelta strategica, ma abbiamo cercato di sollecitare un intervento su questo fronte che fosse di natura preventiva, però poi si è appreso a mezzo stampa di questo commento da parte del direttore generale della AUSL modenese, dottor Massimo Annicchiarico, che sui social, in maniera un po’ canzonatoria e con una certa dose di ilarità, affrontava il problema nei confronti di chi ha voluto sollevare la questione (persone che ancora oggi sono ricoverate o familiari delle vittime), indicandole anche “quel tale là”, “quella persona qua”, “quel non si sa chi che si permette di dire certe cose”. Il tono sicuramente non è stato gradito. Il direttore generale ha rimosso immediatamente questo commento, però ciò è risultato a livello di cronaca locale.

Chiediamo quindi di sapere se la Regione si riconosce o eventualmente prende le distanze da questi toni e se eventualmente sono stati presi o si intendano prendere provvedimenti nei confronti del direttore generale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

La parola all’assessore Venturi per la risposta.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere. Non condivido i contenuti del post che il direttore generale dell’azienda AUSL di Modena, il dottor Massimo Annicchiarico ha pubblicato e poco dopo rimosso dal proprio profilo personale Facebook. Considero inopportuna la pubblicazione sui social di considerazioni che potevano dare (e infatti hanno dato) adito a molti fraintendimenti, proprio mentre siamo fortemente impegnati per attuare adeguate misure di prevenzione al West Nile per assicurare le migliori cure ai pazienti colpiti da virus e una puntuale informazione e dopo che, nonostante l’impegno, purtroppo abbiamo registrato, come altre regioni del Nord Italia, alcuni esiti infausti.

Ciò premesso ho preso atto delle successive dichiarazioni, pubblicate dal direttore, che provano a chiarire i contenuti che il messaggio rimosso voleva trasmettere: del rammarico sul fatto che, nonostante tutto quello che era stato messo in campo, nonostante l’impegno di tante persone sulla prevenzione, ci siano stati contagi e purtroppo anche vittime. Ma soprattutto di autocritica in quanto un direttore deve sempre essere consapevole del proprio ruolo istituzionale, perché – come lui scrive – l’uniforme non si sveste mai e quindi anche di scusa. Di tali chiarimenti ci sentiamo di dare atto a tutta l’Assemblea legislativa della Regione e al consigliere Stefano Bargi che ce lo chiede.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Venturi.

La parola al consigliere Bargi per la replica.

 

BARGI: Grazie, presidente. Io prendo per buone le sue parole, assessore, perché è evidente che, quando si leggono certe affermazioni, la prima cosa che uno pensa è ad una certa disinvoltura nell’affrontare argomenti e temi che richiederebbero maggiore attenzione e quindi è questo che poi sottostava al commento e dava qualche perplessità. Se un direttore generale si permette di rispondere con tono canzonatorio a chi solleva delle perplessità sulla gestione di un’emergenza, si può permettere anche di essere molto disinvolto nei suoi atteggiamenti e nelle sue scelte strategiche, perché tanto lui ha fatto quello che doveva e, se poi è andata male, pazienza. Mentre invece ci si aspetta un tipo di atteggiamento molto diverso per chi deve dirigere un servizio come quello sanitario. Come giustamente diceva lei, sarebbe forse preferibile ogni tanto ammettere che la strategia non è stata delle migliori e chiedere scusa. Atteggiamento che sicuramente è più apprezzato rispetto ad un commento ironico in questi casi. Grazie comunque per la risposta.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie consigliere Bargi.

 

OGGETTO 7201

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi per modificare il sistema elettorale degli organi consortili dei Consorzi di bonifica Emilia centrale. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora all’oggetto 7201, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi per modificare il sistema elettorale degli organi consortili dei Consorzi di bonifica Emilia centrale, a firma del consigliere Bertani.

Risponderà per la Giunta l’assessore Caselli.

La parola al consigliere Bertani per l’illustrazione.

 

BERTANI: Grazie, presidente. In questi giorni si stanno svolgendo le elezioni per gli organi consortili del Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale, che va al voto dopo un lungo commissariamento conseguente alle irregolarità che sarebbero state riscontrate nelle elezioni del dicembre 2015, quando sono andati ad elezione gli otto Consorzi di bonifica. Non è la prima volta che in Aula si parla di elezioni dei Consorzi di bonifica, perché il tema è critico, perché il sistema di governo dei Consorzi di bonifica purtroppo non è equilibrato e quindi non permette agli stessi di raggiungere il loro scopo. Le sezioni, in questo caso, sono quattro: la prima sezione è costituita da più di 176 mila elettori che pagano un contributo di bonifica fino a circa 40 euro e potranno eleggere quattro consiglieri. Invece cinque consiglieri saranno eletti da poco più di settecento elettori contribuenti, che sono quelli che pagano una contribuzione superiore ai 2 mila euro. Quindi già da qui si capisce che la sproporzione del numero di cittadini che pagano un contributo, perché ricevono effettivamente dal Consorzio un servizio, che è quello del controllo contro il dissesto idrogeologico, che è quello della sicurezza idraulica, ma all’interno del Consorzio, quando questo è alla fine del suo mandato, le associazioni legate al mondo agricolo fanno man bassa di tutti i seggi, per cui l’indirizzo che viene dato è sempre quello a favore delle grandi associazioni agricole, che è una parte dell’obiettivo del Consorzio di bonifica ma non l’unico. Fra l’altro, per presentare una lista per poter partecipare alle elezioni, i contribuenti della prima categoria devono raccogliere trecento firme, mentre quelli dove ci sono pochi elettori basta che raccolgano venti firme. Anche qui l’apporto e il contributo dei cittadini all’interno di questi Consorzi è ulteriormente ostacolato, quindi noi riteniamo – e di questo voglio chiedere all’assessore cosa ne pensa – se non sia il caso di rivedere questo metodo, perché in questo modo buona parte di chi deve dare un indirizzo ai Consorzi di bonifica rimane escluso e rimane tutto nelle mani delle associazioni agricole.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Caselli per la risposta.

 

CASELLI, assessore: Grazie, presidente. Dato che il testo dell’interpellanza fa anche una domanda sul voto elettronico, di cui adesso non ha parlato il consigliere Bertani, inizio proprio su questo, per poi rispondere al quesito sulla norma.

Sul piano generale occorre considerare che il voto elettronico, al pari di quello tradizionale, si distingue in “voto presidiato” e “voto non presidiato”. Il primo è reso presso postazioni di voto pubbliche videosorvegliate e non richiede la connessione in rete o eventualmente utilizza una rete dedicata, ad esempio il voto su apparati touchscreen presso l’usuale seggio elettorale (sistema utilizzato recentemente in Lombardia in occasione del referendum sull’autonomia). Il voto non presidiato, di contro, può essere espresso a distanza in qualsiasi luogo, da qualsiasi terminale come voto on line senza alcuna forma di supervisione al momento della sua espressione. In questo caso è il voto via SMS o Internet espresso da qualsiasi terminale elettronico connesso in rete. Nell’ordinamento italiano i requisiti del voto (eguaglianza, personalità, libertà e segretezza), come chiaramente individuati dall’articolo 48 della Costituzione, si riflettono nella necessità di ricorrere a forme di voto presidiato, mentre il voto elettronico a distanza potrà costituire eventualmente un’alternativa al voto per corrispondenza degli italiani residenti all’estero. Rimane fermo che il voto elettronico deve essere tanto sicuro e affidabile quanto i sistemi di votazione tradizionali e pertanto sul piano tecnico deve rispondere ad alcune garanzie minime, la cui assenza, anche solo parziale, ne precluderebbe l’utilizzo. Queste argomentazioni sono state dettagliatamente sviluppate nell’ambito della risposta all’interrogazione oggetto 4001 del 2017 della consigliera Giulia Gibertoni, alla quale si rimanda per ulteriori approfondimenti.

Gli aspetti problematici, anche sotto il profilo organizzativo insiti nel sistema di voto non presidiato o evoting, Lepida ha infatti rilevato che, nel caso del voto non presidiato, vista la natura del voto on line, non è possibile garantire la non presenza di terzi o di qualsivoglia perturbazione durante le operazioni di voto e quindi hanno fatto propendere, almeno in questa fase, per modalità di voto presidiato da sperimentare in occasione del rinnovo degli organi del Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale. Nell’autunno del 2017 Lepida ha presentato al committente un ulteriore step del progetto in esito al quale si è convenuto di effettuare, con congruo anticipo rispetto alla consultazione elettorale, una approfondita attività di sperimentazione e testaggio del nuovo metodo di consultazione. La fase di sperimentazione non è stata comunque avviata anche in relazione ad una serie di problematiche legate alla riorganizzazione interna di Lepida S.p.A. entro una data utile per garantire i tempi necessari alla predisposizione del sistema e per effettuare i test di voto elettronico presso la sede di consorzio e i seggi itineranti previsti dall’articolo 19, comma 2, del regolamento consortile per la disciplina delle operazioni di voto.

A fronte di questa situazione non prevedibile nei primi mesi del corrente anno il commissario straordinario ha verificato l’insussistenza delle condizioni necessarie all’utilizzo del voto telematico nelle operazioni di voto previste da ieri al 30 settembre e disposto con proprio atto di non inserire questa modalità in nessuno dei seggi insediati per la tornata elettorale. È comunque intenzione della Giunta, una volta chiarito, sulla base di evidenze concrete inoppugnabili (i testaggi), la fattibilità del voto elettronico, mantenere ferma la previsione della sua introduzione e di richiedere ai restanti Consorzi di bonifica emiliano-romagnoli di rendere operativo quanto previsto dalla legge regionale n. 5/2010 per l’utilizzo di tale metodo di consultazione nel rinnovo degli organi elettivi previsti per il 2020.

Infine circa la possibilità di modificare il sistema elettorale dei Consorzi di bonifica, prevista dalla legge regionale n. 5/2010, si precisa che la norma è stata adottata dopo una lunghissima fase di discussione, durata circa due anni, al fine di rendere più rispondente il numero dei componenti del consiglio d’amministrazione all’effettivo peso delle diverse classi di contribuenza secondo il principio che chi contribuisce maggiormente alle spese di esercizio e manutenzione delle opere di bonifica pesa di più nell’amministrazione del Consorzio. Questo quindi è il criterio che guida tutto il testo della norma. La riforma del 2010 ha peraltro eliminato la disposizione previgente in base alla quale la sezione costituita dai consorziati contribuenti per i soli immobili iscritti al catasto urbano non poteva eleggere un numero di consiglieri superiori al 10 per cento del totale.

È inoltre opportuno segnalare che il riordino dei Consorzi di bonifica effettuato nel 2009 e la successiva riforma della loro governance del 2010 hanno in verità sensibilmente migliorato l’efficienza e la capacità operativa dei Consorzi, compreso quello di Reggio Emilia che, anche durante il commissariamento, si è mantenuto un Consorzio di assoluta efficienza, per rispondere sia alle esigenze di sicurezza idraulica che di approvvigionamento d’acqua a scopi irrigui, resa sempre più urgente e stringente dal mutamento climatico in atto. Non si ritiene pertanto necessario dover intervenire a breve con modifiche delle disposizioni vigenti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Caselli.

La parola al consigliere Bertani per la replica.

 

BERTANI: Grazie, presidente. La risposta non mi trova soddisfatto, perché già sapevo quali erano le criticità che l’assessore portava rispetto al voto elettronico e secondo noi è assurdo che oggi come oggi abbiamo lo SPID, abbiamo tanti altri esempi e in Unione europea non si riesca a fare il voto elettronico. Lo riteniamo assurdo, perché riteniamo che comunque Lepida fra l’altro abbia le capacità di farlo.

L’assessore poi parlava di segretezza, ma anche di uguaglianza del voto: questo sistema di voto non garantisce uguaglianza, perché all’interno dei Consorzi di bonifica non esistono cittadini. C’è il Consorzio di Burana dove abbiamo un consigliere eletto con la lista cittadini del Consorzio che è l’unico che, dentro un Consorzio, sta cercando di fare un po’ di trasparenza ed è riuscito a farci vedere come, ad esempio visto che lei dice che più paga più deve decidere, nelle zone di montagna arrivano investimenti per 450 mila euro, mentre i contributi dei consorziati sono 1,5 milioni, perché poi la governance del Consorzio pensa soprattutto ad accontentare le esigenze reali che ci sono degli agricoltori. Quindi cosa deve fare un Consorzio? Nel caso del Consorzio dell’Emilia centrale si è riusciti a presentare un’unica lista formata dai cittadini che è la lista “Progetto ambiente nuova bonifica” ed è riuscita a presentarsi solo in una lista, perché nelle altre ovviamente non possono raccogliere le firme. Quindi le rappresentanze dei cittadini lì dentro non ci sono.

Ma non è perché i cittadini devono contare di più, è perché rendono anche più efficiente il Consorzio, perché, se c’è qualcuno che guarda anche con un occhio critico rispetto ad alcune decisioni, aiuta a migliorare quel lavoro e questo purtroppo non succede. Quindi noi riteniamo che dei correttivi, riguardo ad esempio alla raccolta delle firme e al discorso di queste categorie chiuse, vadano sicuramente rivisti, anche perché lo scopo dei Consorzi è garantire la sicurezza idraulica, prevenire il dissesto idrogeologico e garantire anche il servizio irriguo. Però qui partiamo alla rovescia purtroppo, quel reticolo di canali serve ad entrambe le cose, però, se guardiamo solo l’aspetto irriguo, investiamo solo su quell’aspetto, tanto che in alcuni Consorzi le spese maggiori sono per prelevare l’acqua dal Po per poter irrigare, poi però non investiamo per il dissesto idrogeologico e rischiamo di trovarci in situazioni di pericolo. Quindi secondo noi il sistema va assolutamente ripensato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

 

OGGETTO 7199

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi per far fronte agli eventi calamitosi in comune di Tizzano (PR) e in particolare per la frana di Capriglio. A firma della Consigliera: Lori

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo all’oggetto 7199, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi per far fronte agli eventi calamitosi in comune di Tizzano (PR) e in particolare per la frana di Capriglio, a firma della consigliera Lori.

Risponderà per la Giunta l’assessore Palma Costi.

La parola alla consigliera Lori per l’illustrazione.

 

LORI: Grazie, presidente. Purtroppo il territorio in comune di Tizzano e altri limitrofi sono stati gravemente colpiti nel 2013/14 da eventi calamitosi che hanno devastato in particolare l’abitato di Capriglio, dove si sono avuti pesantissimi movimenti franosi. La Regione è intervenuta, ha fatto diversi sopralluoghi e monitoraggi, ripresi lo scorso anno proprio perché questi movimenti franosi continuavano a progredire. Sono stati previsti interventi in somma urgenza per contrastare quel che si poteva in tempi brevi, ma si è reso necessario un intervento più importante e significativo che ancora gli abitanti, come testimoniato da un articolo recente del sindaco di Tizzano, stanno ancora attendendo. Una posizione così netta assunta di recente che addirittura prefigura la possibilità che il sindaco possa dichiarare inagibili le case a ridosso della nicchia del distacco della frana e quindi prevedere un allontanamento delle persone dalle proprie case.

A proposito di questo c’è un altro problema che riguarda lo stesso contesto, che insiste sulla viabilità che ormai da cinque anni è interrotta, ovvero la possibilità di raggiungere la frazione di Schia che è prossima a quest’altra di Capriglio, dove tra l’altro c’è un’importante stazione sciistica che naturalmente rischia, così come negli scorsi anni, di avere gravi danni. Io so bene che la Giunta e la Regione si è spesa per mettere in campo una serie di interventi, tuttavia credo sia particolarmente importante, per dare risposte alle amministrazioni locali ma soprattutto ai cittadini, capire quali siano gli interventi svolti e quali sono quelli ancora da svolgere per fare fronte a questa grave situazione in comune di Tizzano. Quindi l’abitato di Capriglio e la viabilità per Schia. Ma soprattutto capire quali sono i tempi per la realizzazione di questi interventi attesi dalla scorsa estate. Naturalmente c’è un clima di preoccupazione e paura che si sta protraendo nel tempo e quindi è importante riuscire a dare queste risposte.

Ancora, importante, in un quadro che vede le problematiche che fanno riferimento al tema del dissesto idrogeologico anche in contesti ben più ampi, in particolare sull’Appennino parmense, quindi l’altra richiesta che faccio alla Giunta riguarda la situazione attuale relativamente agli altri interventi programmati per la messa in sicurezza, in particolare nell’ambito del programma “Italia sicura”. In provincia di Parma sappiamo esserci diversi interventi programmati e molto attesi e quindi diventa molto importante anche su questo riuscire a fare un focus, perché avvicinandosi al periodo invernale, dopo le tante alluvioni che purtroppo abbiamo vissuto in questi anni, l’aspettativa è davvero molto rilevante.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Lori.

La parola all’assessore Costi per la risposta.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente. Il nuovo cantiere per il consolidamento della frana di Capriglio in comune di Tizzano (PR) parte in questi ultimi giorni di settembre secondo gli impegni che sono stati presi con il Comune e la cittadinanza. Come ha sottolineato la consigliera Lori, si tratta di un movimento franoso particolarmente rilevante che è già stato oggetto di interventi di somma urgenza che si avvalgono anche dei dati ricavati dal sistema di monitoraggio installato dalla Regione già nel 2013. Sono opere di consolidamento del valore di 1,2 milioni di euro: riguardano il posizionamento di pali in profondità con tiranti in testa per la stabilità del dissesto. A finanziarle sono i fondi statali diventati operativi nell’aprile del 2017.

Su questa base la Regione ha dunque proceduto allo svolgimento delle indagini geognostiche indispensabili alla progettazione esecutiva, quindi all’appalto del cantiere con l’aggiudicazione provvisoria lo scorso 29 giugno e, a seguire, ha svolto i necessari controlli di legalità e amministrativi. Cura l’intervento l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile con il Servizio affluenti del Po. Con questo intervento possiamo dire che dall’inizio del presente mandato la Regione ha investito quasi 4,5 milioni di euro per la sicurezza del territorio di Tizzano e delle popolazioni che lo vivono.

Relativamente al secondo quesito sugli altri interventi segnalati dalla Regione al Governo nell’ambito del cosiddetto programma “Italia sicura”, finanziato con la legge di Stabilità del 2018, che vale per la sola regione Emilia-Romagna 140 milioni di euro, di cui circa 20 per la provincia di Parma, ad oggi non sono state comunicate a questa Amministrazione le modalità con le quali il Ministero dell’ambiente intenda proseguire nel percorso avviato dopo la soppressione della struttura di missione. La Regione Emilia-Romagna, insieme alle altre Regioni del Centronord destinatarie di quelle risorse, ha chiesto con forza che il programma “Italia sicura” venga portato avanti per garantire la sicurezza attraverso le necessarie opere di prevenzione che, come sa benissimo la consigliera, questa Regione segue con particolare attenzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Costi.

La parola alla consigliera Lori per la replica.

 

LORI: Grazie, presidente. Grazie, assessore Costi. Naturalmente positiva la notizia dell’imminente avvio di questo cantiere, questa è un’informazione che farà molto piacere a chi si sta preoccupando tantissimo per il futuro delle proprie case, delle proprie famiglie e delle proprie attività.

Molto meno positiva naturalmente questa informazione che in parte già avevamo sentito ventilare sul superamento della struttura di missione “Italia sicura”. 20 milioni di euro solo per il dissesto che riguarda la provincia di Parma la dice lunga sulla necessità che questi interventi, attraverso questa struttura o attraverso qualche altro possibile canale di finanziamento, debbano essere recuperati. Sappiamo bene quanto la nostra collina, il nostro Appennino sia vulnerabile: in provincia di Parma sono purtroppo moltissime le situazioni su cui la Regione in questi anni è intervenuta, ma sappiamo anche quanto ci sia bisogno ancora di monitorare e intervenire per superare alcune situazioni che purtroppo, con interventi non sempre di tipo strutturale, sono stati risolti. Quindi la vulnerabilità è altissima, le informazioni, anche dal punto di vista tecnico, credo ci siano tutte; non è immaginabile mettere nel cassetto una serie di interventi che sono stati richiesti, ma che sono anche supportati da una serie di dati scientifici che vanno nella direzione di evidenziare un assoluto e tempestivo bisogno di intervenire in questi siti. Diversamente la nostra montagna credo che, come purtroppo in alcuni casi abbiamo potuto verificare, non potrà che dover fare fronte a gravissime difficoltà senza i mezzi e gli interventi adeguati.

Grazie ancora per la questione di Capriglio. Auspichiamo naturalmente che il Governo riveda la propria posizione rispetto ai finanziamenti sul dissesto idrogeologico, già previsti sul programma “Italia sicura”.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Lori.

 

OGGETTO 7200

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi da mettere in campo per far fronte al sequestro da parte della magistratura di alcuni edifici scolastici a Serramazzoni (MO). A firma del Consigliere: Galli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo all’oggetto 7200, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi da mettere in campo per far fronte al sequestro da parte della magistratura di alcuni edifici scolastici a Serramazzoni (MO), a firma del consigliere Galli.

Risponderà per la Giunta l’assessore Palma Costi.

La parola al consigliere Galli per l’illustrazione.

 

GALLI: Grazie, presidente. Sono contento che risponda l’assessore Palma Costi perché, essendo di Modena, anche se della Bassa Modenese, conosce bene questa vicenda.

È una vicenda incresciosa che ha colpito questa importante comunità del Frignano. Ricordiamo che Serramazzoni è la seconda città del Frignano, una città importante che si è trovata incredibilmente in una situazione kafkiana: a cinque giorni dall’apertura della scuola si è trovata sequestrata la scuola media Cavani e, dopo pochissimi giorni, ancor più a ridosso dell’anno scolastico, sequestrata anche la scuola materna di largo delle More.

Ricordo, per i colleghi che non conoscono la situazione di Serramazzoni, che anni fa, per motivi che non sono ancora chiari, dall’autorità giudiziaria è stato posto un cantiere di scuola in container provvisori su una faglia attiva di frana: è evidente la situazione incresciosa. Ancora più grave è che questa situazione si è trascinata nel tempo. Da molti mesi l’Amministrazione che era subentrata il 10 giugno aveva organizzato tutto un sistema di certificazione e di controllo sulla pericolosità di questa frana, arrivando ad una chiarezza della frana che risultava di meno di mezzo millimetro a ventisette metri di profondità, quindi tutto sommato una situazione certificata che diceva che si potevano mantenere le scuole in quella posizione fino al completamento del nuovo plesso scolastico. Così non è stato, perché la magistratura ha ritenuto che la sicurezza dei bambini ospitati in queste scuole materne e dei ragazzi delle scuole medie fosse superiore a qualunque altra esigenza; alle valutazioni di questa faglia attiva è subentrato un criterio di rispondenza ai criteri sismici che contemplava queste scuole e quindi si è arrivati a questo sequestro.

La cosa incredibile è che i criteri seguiti per questo sequestro rendono problematica anche la situazione di molti plessi scolastici dell’Emilia e forse dell’intero Paese, perché la rispondenza dei criteri di sismicità fino al grado “1” (criterio raggiunto progressivamente per le scuole costruite dopo il 2005) rende probabilmente dubbia la rispondenza ai criteri antisismici per molte scuole.

Chiediamo all’Amministrazione regionale, anche alla luce delle nuove competenze che la Regione chiede, cosa intende fare per aiutare la comunità di Serramazzoni. Sappiamo che questo non rientra ad oggi nelle competenze della Regione, abbiamo apprezzato la solerzia con cui, pur al ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, il governatore Bonaccini ha ricevuto l’Amministrazione di Serramazzoni. Chiediamo in ultima analisi uno sforzo da parte dell’Amministrazione regionale per aiutare questa comunità. Siamo certi che quello che si potrà fare, la Regione cercherà di metterlo in campo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Galli.

La parola all’assessore Costi per la risposta.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente. Credo che sia un tema davvero importante. Come ha riconosciuto anche il consigliere Galli, la Regione si è attivata immediatamente, anche perché eravamo vicinissimi all’avvio dell’anno scolastico e, fin dalle prime ore successive al dispositivo di sequestro, abbiamo cercato di supportare l’Amministrazione comunale nella definizione delle possibili soluzioni al fine di garantire il regolare svolgimento dell’attività didattica. Già nel pomeriggio di sabato 15 settembre, presenti anche il consigliere interrogante Galli e la consigliera Serri, il presidente della Giunta Bonaccini ha incontrato il sindaco Bartolo Celli, insieme ad altri rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Serramazzoni, per una prima disamina dei problemi emersi, perché è chiaro che c’è un tema di funzioni che sono a carico dell’Amministrazione. Nel successivo incontro in prefettura, svolto il 18 settembre alla presenza del prefetto, con il sindaco e i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, l’assessore Bianchi e i rappresentanti dell’Agenzia regionale di protezione civile si sono meglio potute analizzare tutte le possibili azioni e gli interventi per dare continuità e garanzia alla sistemazione provvisoria degli studenti per il tempo occorrente alla realizzazione degli interventi definitivi, perché siamo nel provvisorio del provvisorio in attesa dei definitivi.

La situazione della gestione del transitorio: per la soluzione nell’immediato della criticità esistente, durante l’incontro in prefettura la Regione in primo luogo ha offerto la propria collaborazione per valutare soluzioni alternative più veloci, quali la disponibilità di edifici pubblici adeguati esistenti sul territorio o nelle immediate vicinanze, al fine di garantire una prima e provvisoria sistemazione finalizzata ad iniziare l’anno scolastico. È stato programmato per il 26 settembre presso la Regione un ulteriore incontro con il Comune di Serramazzoni per valutare compiutamente le diverse soluzioni che quest’ultimo avrà vagliato, i mezzi e le risorse necessarie per dare concreta attuazione agli interventi che potranno essere messi in campo. Una volta definita la soluzione provvisoria più congrua, la Regione si è impegnata a valutare anche il ricorso a nostre risorse proprie proprio per dare una risposta, oltre a fornire il supporto tecnico necessario per valutare, dal punto di vista amministrativo e normativo, le motivazioni del sequestro (altro aspetto che abbiamo bisogno di guardare) e anche per fornire all’Amministrazione comunale elementi per l’eventuale richiesta del dissequestro, che è l’altro tema sul quale si sta operando. Dopo di che sono previsti anche gli interventi definitivi e quello del 26 credo che sarà un incontro particolarmente importante.

Per quanto riguarda invece i definitivi, la scuola secondaria di primo grado Cavani è beneficiaria di un contributo regionale di 896 mila euro, in più ha un cofinanziamento per la realizzazione di un intervento di adeguamento strutturale e sismico dell’edificio per 1,135 milioni di euro, quindi è coperta. Va detto che gli interventi non sono mai stati iniziati, perché l’attuale Giunta comunale ha chiesto una congrua proroga della data di inizio lavori al fine di predisporre un nuovo progetto per la demolizione e ricostruzione dell’edificio all’interno di un polo scolastico che comprenderà la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria su un’area di proprietà comunale ancora da individuare. La richiesta di proroga è stata accolta dalla Regione nell’agosto del 2018. Appena definita l’area e il progetto, quantificate e reperite le risorse occorrenti, potranno essere autorizzati gli interventi per dare corso alle procedure di gara.

Per quanto riguarda invece la scuola dell’infanzia del capoluogo ricordo che nel programma triennale 2018/20 per l’adeguamento e la riqualificazione degli edifici scolastici con mutui BEI, questa scuola è collocata al dodicesimo posto nella graduatoria per l’annualità 2019, per un importo complessivo di 1,07 milioni di euro. Anche qui con una quota del mutuo BEI e una quota di cofinanziamento. Per quanto riguarda la scuola primaria Casolari, sempre nella programmazione triennale per la riqualificazione degli edifici scolastici con i mutui BEI annualità 2018, si segnala che l’intervento di adeguamento sismico è situato in posizione utile (al secondo posto in graduatoria) per un importo complessivo di 1,458 milioni di euro. Quindi è chiaro che ora le risorse ci sono per la parte nuova e anche per la parte transitoria, il tema adesso è supportare l’Amministrazione comunale, perché nelle proprie competenze possa nel più breve tempo possibile risolvere, con il nostro aiuto, sia la situazione transitoria che la situazione definitiva.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Costi.

La parola al consigliere Galli per la replica.

 

GALLI: Grazie, presidente. Raramente chi fa parte dell’opposizione, e io ne faccio parte senza sconti, riconosce all’Amministrazione regionale di aver fatto più di altre Amministrazioni, ma questo va riconosciuto. Però è la scansione temporale che non è del tutto coerente, perché nell’agosto 2018 l’Amministrazione di Serramazzoni aveva ancora le scuole in sede provvisoria; da agosto 2018 sono passati venti giorni, gli hanno sequestrato le scuole provvisorie, che lei giustamente ha richiamato “provvisorio del provvisorio”, adesso dobbiamo trovare una situazione provvisoria del provvisorio del provvisorio. Sembrano quelle situazioni di scatole cinesi l’una dentro l’altra dove non si trova una soluzione. Era stato evidenziato un passaggio che sembrava positivo: le scuole provvisorie venivano allestite nel frattempo che si cercava una soluzione definitiva. Il sequestro ha stravolto la scansione temporale. Oggi c’è necessità di trovare una situazione provvisoria nell’attesa che uno dei passaggi venga eliminato: che venga costruito definitivamente il plesso scolastico.

È chiaro che la tempistica diventa media, medio-lunga ed è per questo che l’azione della Regione è importantissima, perché serve sia da collante che da facilitatore delle situazioni, perché purtroppo in Italia c’è questa simpatica usanza di non capire che le amministrazioni devono essere collaborative fra di loro. E parlo di amministrazioni a più livelli: non solo le amministrazioni politiche, ma le amministrazioni emanazione diretta dello Stato: Prefettura, Provveditorato agli studi, Protezione civile. Tutte istituzioni che, se la Regione non mette un cappello su questa vicenda cercando di coadiuvare, nell’attesa di trovare una soluzione comune, si corre il rischio che oltre trecento ragazzi si trovino ad affrontare problematiche di un certo impegno.

Vi ricordo che Serramazzoni non è in pianura, non è in una posizione particolarmente comoda, i paesi più vicini distanti molti chilometri sono chilometri di montagna. Quindi, quando si sente un rappresentante dello Stato che propone di mandare i bambini in corriera giù a Modena, vuol dire che non conoscono l’orografia o parlano così per parlare. Quindi io chiedo un impegno personale dei rappresentanti di questa Amministrazione regionale perché venga seguita questa situazione, altrimenti rischiamo non di arrivare a Natale, come si era ipotizzato in un primo momento, ma di arrivare molto in avanti con dei disagi familiari notevolissimi, come lei può immaginare. La riunione del 26 è importante, chiedo all’Amministrazione regionale di dare una attenzione a questo appuntamento e ai successivi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Galli.

 

OGGETTO 7203

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l’applicazione delle disposizioni del Piano Aria integrato regionale (PAIR) e una campagna di informazione per la gestione del riscaldamento domestico. A firma della Consigliera: Rontini

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo all’oggetto 7203, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l’applicazione delle disposizioni del Piano Aria integrato regionale (PAIR) e una campagna di informazione per la gestione del riscaldamento domestico, a firma della consigliera Rontini.

Risponderà per la Giunta l’assessore Palma Costi.

La parola alla consigliera Rontini per l’illustrazione.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Dopo aver letto il testo dell’interrogazione che abbiamo presentato come Partito Democratico, immaginando sia noto. Voglio piuttosto utilizzare questi pochi minuti per spiegare il motivo che ci ha spinti a presentare questa mattina un question time in Aula perché, se è vero che le preoccupazioni che riguardano la qualità della nostra aria, che è sinonimo di salute e benessere, ci riguardano tutti ed è il motivo per cui, senza voti contrari, abbiamo approvato il nuovo PAIR 2020 (Piano aria integrato regionale) con l’obiettivo di ridurre entro il 2020 la percentuale di popolazione esposta ai superamenti del valore limite di PM10 dall’attuale 64 per cento all’1 per cento e per farlo mette in campo tutta una serie di azioni comuni all’intero bacino padano, se è vero che l’attuazione della delibera ha suscitato legittime preoccupazioni tra alcuni degli amministratori locali di questa regione, preoccupazioni anche legate alla tempistica del provvedimento, è anche vero che non tutti hanno usato la stessa doverosa responsabilità nel raccontare il contenuto di quelle misure.

Io capisco che la campagna elettorale si avvicini, ma diffondere false informazioni sul fatto che la Regione Emilia-Romagna sarebbe contraria all’utilizzo delle biomasse legnose, quella stessa Regione che nei mesi scorsi ha adottato il piano forestale proprio per sostenere la produzione di legno e dei suoi derivati come motore di crescita economica verde e come leva contro lo spopolamento del nostro Appennino; diffondere false informazioni sul fatto che la Regione Emilia-Romagna avrebbe addirittura vietato la possibilità di accendere il barbecue e fare le classiche grigliate domenicali in campagna o accendere i forni nelle pizzerie, negli agriturismi e in tutte le attività commerciali per cuocere il pane o le pizze penso non sia utile a nessuno.

Chiedo quindi all’assessore di chiarire definitivamente, una volta per tutte, cosa prevede in questo senso il PAIR e invito la Giunta regionale a proseguire nel confronto con i sindaci per superare eventuali preoccupazioni, magari realizzando una campagna di informazione rivolta ai cittadini che evidenzi come una migliore gestione del riscaldamento domestico possa meglio tutelare la salute di tutti noi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rontini.

La parola all’assessore Costi per la risposta.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente. Come Regione abbiamo sempre costruito le politiche per la qualità dell’aria attraverso il confronto e il coordinamento con gli amministratori locali, sin dai tempi degli accordi di programma dei primi anni Duemila, al fine di ridurre al minimo la difficoltà sia di tipo interpretativo che applicativo derivanti dalle misure previste dal Piano aria integrato regionale (PAIR) 2020 e dal nuovo accordo del bacino padano del 2017. Lo scorso 4 settembre la Regione ha invitato tutti i Comuni ad un incontro per garantire la necessaria informazione sulla misura della stagione 2018/19. Inoltre la Regione si è attivata, così come avviene da molti anni, per promuovere un’ampia comunicazione e informazione sulle misure relative alla qualità dell’aria rendendo disponibili una serie di materiali informativi anche inerenti all’utilizzo delle biomasse per uso domestico (esiste un sito proprio su questo gestito da ARPAE per conto della Regione).

Nell’ultimo anno, nell’ambito del piano della comunicazione istituzionale è stata finanziata la produzione di infografiche e opuscoli informativi, materiali soprattutto per i social network, quali banner sulle misure antismog, sulle biomasse e sulle misure emergenziali e anche piccoli video esplicativi sul PAIR 2020 e sull’inquinamento atmosferico. La campagna di comunicazione social 2017/18 ha registrato più di 8,5 milioni di visualizzazioni e 1,1 milioni di utenti tecnici.

È prevista l’attivazione, proprio anche a seguito delle riflessioni che faceva la consigliera Rontini, di una nuova campagna informativa su tutte le misure del PAIR 2020 che prevede azioni di informazione su tutte le piattaforme social e anche l’attivazione di altri canali digitali, la produzione di ulteriore infografica e video e infine inserzioni anche sulle testate cartacee dei Comuni, delle aziende di trasporto, delle Aziende sanitarie locali, delle scuole, delle associazioni sportive e religiose. Il lavoro che stiamo cercando di fare è quello di arrivare il più possibile proprio ai cittadini.

A completamento degli strumenti di informazione istituzionale sulla biomassa per uso domestico partirà a breve anche una campagna di comunicazione nell’ambito del progetto “Life” integrato pre-PAIR, di cui la Regione Emilia-Romagna è capofila, che troverà attuazione nei prossimi quattro anni nel territorio del bacino padano. Questo in raccordo con le altre Regioni che hanno firmato questo importante accordo. La campagna di comunicazione prevede la realizzazione di materiali informativi a larga diffusione territoriale e saranno organizzati anche dei convegni, incontri pubblici sul territorio del bacino sempre accompagnati da campagne social.

Tutti gli strumenti della campagna si basano sul messaggio comunicativo che è necessario bruciare la legna, le biomasse legnose utilizzando apparecchi efficienti e a bassa emissione. Si porrà rimedio in questo modo anche alle false notizie circolate a proposito dell’ipotetica messa al bando del barbecue e dei camini in abitazioni montane. Lo ribadiamo, non è stata vietata la possibilità di fare grigliate e di accendere i forni per la cottura del pane, della pizza e altri temi che chiaramente sono usciti sui social. Le azioni di comunicazione, proprio perché vogliamo che arrivino ai diretti interessati non solo per smentire delle false comunicazioni, ma anche per sensibilizzare i cittadini rispetto all’uso responsabile delle energie, vedranno il coinvolgimento dei Comuni, delle Comunità montane, delle associazioni di categoria e ambientaliste, Aziende sanitarie, presidi ospedalieri, rivenditori di impianti a biomasse e vendite di pellet al fine proprio di sensibilizzare la cittadinanza al corretto uso della biomassa.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Costi.

La parola alla consigliera Rontini per la replica.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Mi ritengo soddisfatta della risposta dell’assessore Palma Costi. Penso e spero che si sia chiarito una volta per tutte che non è mai stata intenzione di questa Regione, come lei stessa ha detto, mettere al bando la possibilità di utilizzare i barbecue, di fare grigliate, di utilizzare i camini nelle abitazioni montane. Visto che le temperature stanno calando, penso fosse importante metterlo nero su bianco questa mattina in quest’Aula.

Il buonsenso, fatevene una ragione, è ancora il tratto caratteristico con cui cerchiamo di innervare le nostre azioni e le nostre politiche. Auspico che tutte le azioni di comunicazione di cui ci ha parlato l’assessore Costi siano capaci di coinvolgere gli amministratori, le Comunità montane, le associazioni di categoria, gli ambientalisti, le Aziende sanitarie, ma in generale tutti i nostri concittadini, così da evitare almeno in questa regione la diffusione di fake news, sensibilizzando invece la cittadinanza al corretto utilizzo delle biomasse a vantaggio della qualità dell’aria e della nostra salute.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Rontini.

Abbiamo trattato tutte le interrogazioni a risposta immediata, continuiamo il nostro lavoro ora con le fusioni dei Comuni.

 

OGGETTO 6945

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale recante «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara»

(Relazione della Commissione)

 

OGGETTO 7167

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara”». (Proposta del relatore consigliere Paolo Calvano su mandato della Commissione I) (175)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Partiamo dall’oggetto 6945, progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara» e l’oggetto 7167, «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara”».

Il testo n. 17/2018 è stato licenziato dalla Commissione “Bilancio, Affari generali e istituzionali” nella seduta del 18 settembre 2018.

Il progetto di legge ha sei articoli.

Il relatore della Commissione è il consigliere Paolo Calvano che ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Iniziamo con la relazione del relatore di maggioranza, consigliere Paolo Calvano che ha venti minuti.

La parola al consigliere Calvano.

 

CALVANO, relatore della Commissione: Grazie, presidente. I Consigli comunali di Ostellato e Fiscaglia ci hanno chiesto di avviare l’iter per un’eventuale fusione fra i due Comuni. Un iter che prevede anche un passaggio referendario rispetto al quale sia quest’Aula che gli stessi sindaci si sono espressi affermando che solo l’eventuale vittoria del sì in entrambi i comuni nella tornata referendaria determinerà l’avanzata del percorso di fusione.

Sono due realtà fortemente contermini, non solo territorialmente, ma anche storicamente. Faccio un esempio su tutti: quello relativo ai servizi per l’infanzia che da sempre questi due Comuni hanno gestito assieme e continuano a gestire assieme. Così come sono due comuni che condividono fisicamente anche alcune priorità di quel territorio, alcuni elementi caratterizzanti di quel territorio come gli investimenti produttivi. In particolare mi riferisco allo stabilimento storico Fox Bompani, inserito proprio a metà tra i due comuni, così come ad un insediamento che è formalmente in territorio di Ostellato (l’area industriale Sipro di San Giovanni di Ostellato), ma che in realtà è un punto di attrazione per tutto quel comparto territoriale, in particolare per gli abitanti di Ostellato e Fiscaglia.

Sono anche due Comuni sani, così come evidenziano i dati di bilancio emersi nei diversi bilanci consuntivi, in particolare in quello degli ultimi anni. È innegabile, a proposito di questo, che la situazione economico-finanziaria del Comune di Fiscaglia è ulteriormente migliorata dopo che quel Comune è diventato un Comune unico, mettendo insieme i comuni di Migliarino, Migliaro e Massa Fiscaglia. Questo processo di fusione è avvenuto all’incirca cinque anni fa, determinando la nascita del Comune di Fiscaglia. Insisto sul fatto che ci troviamo in presenza di due Comuni sani, perché un’eventuale fusione non è finalizzata a mettere insieme due debolezze, ma a creare una municipalità ancora più forte soprattutto per evitare anche che, nel giro di pochissimi anni, queste due comunità rischino un pericoloso arretramento. Lo dico perché sono due comunità che subiscono un pesante calo demografico ormai da anni, a fronte del quale diminuiranno ovviamente le risorse a disposizione sia di Fiscaglia che di Ostellato, ma non diminuiranno assolutamente, anzi rischiano di aumentare, i servizi da erogare. Serve per questo un intervento strutturale sulle due municipalità e la fusione potrebbe essere uno di quegli interventi. Ovviamente se i cittadini daranno un parere favorevole a tale processo e a tale percorso.

Su questo mi sia consentita una digressione più di carattere generale. Sulle fusioni il tema non è se è meglio un comune più piccolo o se è meglio un comune più grande, il tema è andare alla ricerca, attraverso i processi di fusione, della dimensione ottimale a seconda dei servizi e delle peculiarità che un territorio ha. È questa una considerazione di carattere generale, ma che ha una valenza particolare per quei due comuni. Nello specifico prendo ad esempio il comune di Ostellato, che conosco molto bene e che ha alcuni elementi che sono tipici di un comune che dovrebbe avere dimensioni molto più grandi. Torno a citare l’area industriale di San Giovanni di Ostellato, all’interno della quale sono insediate importanti multinazionali, che assorbe quasi duemila dipendenti e che è un’area industriale che tipicamente sarebbe gestita da un Comune ben più grande, perché è un’area industriale che si ritrova nelle città. Così come, sempre in quel comune, ad esempio c’è un’oasi turistico-naturalistica con dimensioni che tipicamente appartengono a comuni più grandi, mentre il comune di Ostellato oggi conta poco più di 5.900 abitanti. Ho fatto questo esempio per spiegare come il tema non è ideologicamente, se è meglio fare comuni grandi o comuni piccoli, ma il tema va affrontato nella logica di cercare la dimensione ottimale per la gestione dei servizi che ogni singolo Comune si trova a dover gestire. Per queste ragioni abbiamo ritenuto opportuno, dopo il pronunciamento dei Consigli comunali, portare avanti il procedimento di legge che oggi valuteremo, dopo i passaggi fatti in Commissione, per offrire ai cittadini di Fiscaglia e Ostellato questa opportunità che saranno ovviamente loro a valutare e alla quale noi daremo corso, se entrambe le comunità daranno parere favorevole a questo percorso.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Calvano.

Apro la discussione generale congiunta su progetto di legge e indizione del referendum.

Non ho richieste di intervento, chiudo pertanto la discussione generale e apro la fase delle dichiarazioni di voto sull’oggetto 7167. Cinque minuti per gruppo.

La parola al consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Grazie, presidente. La Lega voterà a favore dell’indizione del referendum, così come abbiamo fatto la maggior parte delle volte, quando arrivano in Aula queste richieste. Il nostro è un voto favorevole all’indizione del referendum, ma ci riserviamo un po’ di tempo su che indicazione dare ai cittadini di queste terre circa il voto referendario.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Fabbri.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Sulle fusioni dei comuni di Ostellato e Massa Fiscaglia in provincia di Ferrara effettivamente esistono una serie di fattori affini di cultura, storia, economia del territorio e logistica emersi anche negli studi di fattibilità che potrebbero indurre ad agevolare l’unione delle due Amministrazioni. In considerazione di ciò, ritengo che la possibilità delle elezioni comunali potesse anche consigliare, come anticipato in Commissione, di rinviare le scelte delle nuove Amministrazioni che con il futuro consenso dei cittadini si guadagneranno il governo dei prossimi anni.

Il voto di Fratelli d’Italia sarà dunque un voto di astensione per lasciare ai cittadini dei due campanili in fase referendaria ogni scelta in merito.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Come per altri processi di uguale natura, noi come sempre sosteniamo la possibilità per i cittadini di esprimersi, la necessità che si esprimano su processi di questo tipo. Ricordiamo il lavoro fatto non solo su questo processo di fusione, laddove riteniamo che un percorso di semplificazione, di riduzione del numero di enti locali e soprattutto la costituzione di soggetti con caratteristiche migliori per dare servizi più efficaci e più efficienti ai cittadini sia un processo che vediamo di buono e quindi voteremo a favore di questo progetto di legge dell’indizione del referendum.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi

La parola al consigliere Calvano.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Per le ragioni espresse nella relazione di presentazione del progetto di legge, anche il Partito Democratico voterà favorevolmente a questo percorso, nella consapevolezza che poi l’iter andrà avanti e si trasformerà in una vera e propria fusione dei due Comuni solo nel momento in cui ci sarà un’espressione favorevole nel referendum da parte delle due comunità.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Calvano.

Non avendo altri scritti in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione.

Prima nomino gli scrutatori i consiglieri Bagnari, Benati e Facci.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 7167.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’oggetto 7167 è approvato.

 

OGGETTO 6946

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale recante «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Goro e Mesola nella provincia di Ferrara»

(Relazione della Commissione e discussione)

 

OGGETTO 7168

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Goro e Mesola nella provincia di Ferrara”». (Proposta della relatrice consigliera Marcella Zappaterra su mandato della Commissione I) (176)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 6946, «Progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale recante «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Goro e Mesola nella provincia di Ferrara» e all’oggetto 7168, «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Goro e Mesola nella provincia di Ferrara”».

Il testo n. 18/2018 è stato licenziato dalla Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali” nella seduta del 18 settembre 2018.

Il progetto di legge contiene sei articoli.

La relatrice della Commissione, la consigliera Marcella Zappaterra, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

La parola alla consigliera Zappaterra per la relazione, che ha venti minuti di tempo.

 

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione: Grazie, presidente. Sappiamo che il tema delle fusioni è quanto mai di attualità in questa Regione per le scelte fatte di sostenerle e agevolarle, ma sappiamo perfettamente che certamente uno dei temi riguarda le scelte che spesso vengono dal Parlamento di discussione a livello nazionale sul riordino istituzionale. Più volte il Parlamento ha tentato di ridurre il numero dei comuni italiani, la discussione sull’abolizione dei comuni con popolazione inferiore a cinquemila abitanti ricorre periodicamente e non è neanche escluso che prima o poi i comuni sotto i cinquemila vengano obbligati dall’alto a fare fusioni, senza peraltro ricevere un contributo e senza nemmeno chiedere ai cittadini se siano o meno d’accordo.

Per favorire i processi aggregativi, in questi anni la legislazione, sia statale che regionale, come è noto, ha avviato le incentivazioni per la cogestione delle funzioni tra enti locali sia che esse avvengano attraverso le Unioni sia che si scelga la strada strutturale della fusione di un nuovo comune. In passato questi processi non hanno avuto grande successo: i comuni erano poco più di ottomila dopo l’unità d’Italia e non si sono ridotti di molto. Non ci sono stati grandi risultati su queste scelte, ma io credo che la ragione stia soprattutto nel fatto che la legislazione nazionale non ha mai previsto un’adeguata condivisione con i territori e le comunità coinvolte. Come Regione Emilia-Romagna su questo abbiamo fatto ampie discussioni su questo delicato tema, abbiamo scelto di non imporre, ma abbiamo sempre cercato di favorire e sostenere percorsi condivisi con le comunità interessate e soprattutto abbiamo cercato di sostenere processi che rappresentino un’opportunità strategica per i territori che procedono sulle fusioni e non solo un modo per avere delle entrate.

La legge regionale non obbliga i comuni più piccoli alla fusione, bensì consente ai Consigli comunali di deliberare l’istanza affinché essa promuova l’attivazione della procedura per la fusione, consistente nella presentazione del progetto di legge di indizione del referendum dei comuni interessati e sono sempre i cittadini a decidere il loro futuro con l’espressione del voto referendario. Sin dall’inizio della legislatura presidente e Giunta hanno investito nei processi di semplificazione amministrativa e sostenuto unioni e fusioni di comuni e abbiamo come maggioranza un obiettivo ambizioso che prevede di ridurre a trecento il numero dei comuni della nostra regione.

Dalla legge n. 1 di istituzione del comune di Valsamoggia si è avviato nella nostra regione un percorso significativo di fusioni e credo sia davvero ormai diffusa la consapevolezza che le piccole dimensioni non siano più adeguate a risolvere i problemi di governo locale e alle contingenze dovute alle minori risorse economiche disponibili per la gestione della macchina organizzativa. I risparmi di spesa ottenuti dalla comune organizzazione, viceversa, consentono di garantire ai cittadini servizi di qualità e aumentano la capacità progettuale degli enti locali. Ecco perché ogni fusione deve essere vista in primo luogo come occasione per nuove opportunità di sviluppo e non solo come il modo di ridurre spese o avere nuove entrate, che certamente in una fase di difficoltà come questa non si disdegnano, ma certamente non possono essere nemmeno la motivazione esclusiva per sostenere una fusione.

Anche nel caso specifico della fusione di Goro-Mesola ci troviamo esattamente di fronte a questa situazione: il procedimento di fusione dei comuni di Goro e Mesola della provincia di Ferrara è partito su istanza dei Comuni, che sono parte di una Unione di comuni, insieme a Codigoro, Lagosanto e Fiscaglia (Unione del Delta del Po), costituita nel 2013, ma certamente ancora non ben consolidata e da parte dei Comuni di Goro e Mesola c’è la convinzione che la fusione per il nuovo Comune possa certamente rafforzare la posizione di parte di quel territorio dando un contributo all’interno dell’Unione.

I Comuni l’hanno scritto bene nelle loro delibere, che peraltro sono state approvate in un caso all’unanimità e in un altro caso a maggioranza, ritengono che la fusione possa essere l’unica soluzione per ovviare agli insostenibili vincoli di finanza pubblica, oltre che alla riduzione di finanziamenti statali. Questo scrivono le delibere dei Consigli. Pensano davvero che la fusione sia l’unica speranza per assicurare anche in futuro ai cittadini servizi qualitativamente e quantitativamente adeguati e magari anche l’unica speranza per realizzare opere e infrastrutture necessarie, oltre che a contribuire a ridurre le spese, a consentire una complessiva semplificazione dell’organizzazione politica e burocratica. Cosa che emerge chiaramente dallo studio di fattibilità che i Consigli comunali hanno avviato, che nelle risultanze è molto chiaro: una riduzione delle spese è innegabile. Io sono pochissimo appassionata, a differenza di altri, alla riduzione dei costi della politica in Comuni di piccole dimensioni, avendo piena consapevolezza che i gettoni di presenza dei consiglieri comunali sono assolutamente esigui, come lo sono le indennità degli assessori, a fronte di una responsabilità importante.

È di fatto un lavoro di volontariato, quindi la riduzione dei costi della politica non mi pare un capitolo da enfatizzare particolarmente. Ma, quando parliamo di riduzione di spese, parliamo anche di riduzione di spese di strutture intendendo segretario generale, collegi dei revisori dei conti, progettisti incaricati. Questo intendiamo, quando parliamo di riduzione di spesa, che adesso sono duplicate su due Comuni che faticano a vedere delle possibilità. Due comuni che dal 1804 al 1962 erano territorio unico: il territorio di Goro era compreso nel comune di Mesola e faceva parte dell’antico tenimento della Mesola, quindi il tema della contiguità non è certo da mettere in dubbio, ma hanno in questi anni costruito relazioni, convenzioni e politiche in comune che hanno di fatto rappresentato la molla per presentare istanza di fusione. Mesola ha una popolazione al primo gennaio 2018 di 6.860 abitanti e ha un’estensione di più di ottanta chilometri quadrati; Goro ha una popolazione di 3.758 abitanti e un’estensione di trenta chilometri quadrati, il nuovo comune avrebbe un’area significativa e una popolazione di più di diecimila abitanti all’interno della provincia di Ferrara. È una delle fusioni che, volendo entrare nel merito delle risorse, ha la possibilità di ottenere entrate dai contributi regionali e statali a livello pro capite più alto rispetto a tante che abbiamo fatto fino ad ora e che sono andate a buon fine.

Cosa hanno in comune? Hanno in comune un rapporto sinergico: fanno parte dell’Unione del Delta; gestiscono a livello sovracomunale i servizi sociali attraverso l’ASP; in convenzione Mesola gestisce la polizia municipale con Codigoro e Fiscaglia. Lo studio sottolinea tutti gli aspetti positivi delle esperienze delle gestioni sovracomunali fatte finora, soprattutto quelle tra Goro e Mesola e le sinergie economiche ed organizzative derivanti dalla fusione possono anche in altri ambiti consentire di superare le criticità dovute alle risorse ridotte. Questa fusione consente maggiori opportunità e una programmazione di più ampio respiro a livello di promozione e sviluppo del territorio e, grazie alle risorse derivanti dalla fusione, potranno investire, oltre che per l’adeguamento infrastrutturale, anche per la progettazione e l’attuazione di azioni di marketing territoriale.

Il contributo regionale di cui potrebbe beneficiare il nuovo Comune è un contributo significativo che va aggiunto alla possibilità di avere degli spazi sul patto di stabilità e di non essere assoggettati ai vincoli che limitano di molto l’azione amministrativa; potranno assumere con l’opportunità del nuovo Comune qualche figura professionale che adesso non hanno e potranno finalmente partecipare a bandi che al momento sono loro di fatto preclusi, perché non sono in condizioni di mettere la loro quota di finanziamento e che potranno certamente rappresentare un ulteriore volano di risorse da investire sul territorio.

Io credo che le motivazioni per consentire, anche in questo caso, ai cittadini di poter scegliere il loro futuro ci siano e davvero l’auspicio è che nessuno neghi questa possibilità ai cittadini di Goro e di Mesola.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Zappaterra.

Ricordo che ci sono due proposte di emendamento a firma della consigliera Zappaterra sull’oggetto 7168 e una proposta di coordinamento formale sul progetto di legge.

Apro la discussione generale congiunta sui due oggetti.

La parola al consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Ho già avuto modo di esprimermi in Prima commissione su quello che è a mio avviso un errore: il portare avanti in questo momento l’indizione di un referendum di questo tipo – ovviamente non sono stato ascoltato –, perché credo che non ci siano le condizioni di carattere istituzionale e politico ora per fare una richiesta di questo tipo. Mi riferisco essenzialmente a quello che sta capitando nel Comune di Mesola, dove il sindaco e l’attuale Amministrazione non hanno più una maggioranza politica ben delineata, perché due consiglieri di maggioranza si sono spostati nei banchi dell’opposizione. Quindi si correrà il rischio di svolgere probabilmente il referendum a dicembre senza avere un’Amministrazione in carica oppure si svolgerà il referendum e poi, nel caso in cui non ci sarà la maggioranza, si svolgeranno tutti gli atti essenziali per la costituzione del nuovo Comune, nel caso in cui vinca il sì (ma dubito fortemente), con un commissario.

Credo che questo atteggiamento da parte anche del Partito Democratico ferrarese sia un atteggiamento abbastanza arrogante, perché a mio avviso si dovrebbe ammettere “abbiamo sbagliato a portare avanti questo processo di fusione”, abbiamo un Comune che tra poco verrà molto probabilmente commissariato a meno che si trovino delle soluzioni “politiche” per riacquistare la maggioranza e vedremo se il sindaco di Mesola sarà in grado di fare questo, oppure si vuole andare avanti a prescindere.

Io credo che questo referendum sarà un grande fallimento, proprio perché la popolazione residente in questi comuni non accetterà una fusione di questo tipo. Credo che il Partito Democratico ferrarese continui ad autoflagellarsi con delle azioni di questo tipo, che sono lontane dai desideri e dalle convinzioni dei cittadini del nostro territorio, della nostra provincia e di questi comuni. Trovo anche singolare la proposta dei nomi per il nuovo comune perché, avendo due peculiarità molto importanti come il tema della sacca e delle vongole a Goro e il tema del castello a Mesola, proporre Castel del Delta, Castel del Mare, Porto dell’Abate credo che anche un bambino capisca che non sono i nomi più indicati per portare avanti un progetto di fusione. Però, al netto di questo, noi mettiamo dei nomi che non sono stati votati dal Consiglio comunale di Mesola e io fino ad oggi credevo che i Consigli comunali avrebbero proposto – mi corregga magari anche il presidente della Prima commissione e i suoi membri – dei nomi che sarebbero stati poi votati dal Consiglio comunale per poi entrare in delibera e andare sulla scheda che verrà poi presentata il giorno del referendum.

Invece ieri all’improvviso è arrivata una lettera dei sindaci di Goro e di Mesola con cui hanno proposto, senza il voto in Consiglio comunale a Mesola perché non c’era il numero legale, questa parvenza di nomi. Tra l’altro neanche passati in Prima commissione, perché oggi andiamo ad emendare il testo che viene proposto dalla consigliera Zappaterra. Quindi la trovo sinceramente una questione abbastanza singolare che non è mai capitata sul tema delle fusioni. Noi voteremo contro l’indizione di questo referendum per i motivi che dicevo prima. Se passerà il sì, e credo di sì, perché ovviamente voi andate avanti sempre a spron battuto, ma qualche volta credo che sarebbe opportuno anche ascoltare il buonsenso dei cittadini e il buonsenso anche dell’opposizione in questo caso su un tema che può essere riportato anche il prossimo anno, quando ci saranno le condizioni in questi due Comuni di avere una nuova maggioranza (mi riferisco al Comune di Mesola), invece bisogna andare avanti, votare perché abbiamo deciso così. Probabilmente gli amministratori anche di Goro (parlo del sindaco) non hanno ben presente di avere un po’ mancato di condivisione con un mondo comunque importante dal punto di vista economico e vogliono andare avanti. Io chiedo però effettivamente se è possibile a questo punto votare un emendamento.

Lo chiedo dal punto di vista tecnico, perché qua tanto non vengono mai valutati gli emendamenti prima dal punto di vista legale e legislativo, ma basta votarli: si va avanti. La maggioranza probabilmente ce l’avete ancora. Ma andiamo a proporre dei nomi che non sono stati votati, a differenza di quello che diceva la consigliera Zappaterra – e mi dispiace che non l’abbia ammesso durante il suo intervento – dal Consiglio comunale di Mesola, ma attraverso una lettera che hanno mandato il sindaco di Goro e il sindaco di Mesola, che decidono cosa fare da questo punto di vista.

Mi aspetto dal relatore di maggioranza dei chiarimenti da questo punto di vista perché, se così è, e spero che ci venga spiegato effettivamente il motivo, la riteniamo una presa di posizione, oltre che arrogante, anche un po’ contraria ai principi che hanno sempre mosso i progetti di fusione. Ricordo anche che già nelle ultime tornate i referendum non sono andati poi così tanto bene, tant’è che non abbiamo portato avanti quasi nessun processo di fusione. Quindi prima di andare avanti, spendere dei soldi, fare tutto quello che c’è da fare, ragioniamo un attimo, fermiamo questa follia e cerchiamo tutti insieme di fare del bene effettivamente a questi territori e a questi comuni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Fabbri.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Nel merito delle fusioni dei comuni di Goro e Mesola in provincia di Ferrara, come sottolineato già in Commissione, ritengo che la prossimità delle elezioni amministrative consigli di rinviare le scelte alle Amministrazioni che con il futuro consenso dei cittadini si guadagneranno il governo dei prossimi anni. Tanto più – come ha già ricordato il collega Fabbri – che è giunta la notizia dei due consiglieri di Mesola che sarebbero passati dalla maggioranza all’opposizione, incrinando la governabilità dell’Amministrazione attuale che quindi potrebbe essere addirittura a rischio commissariamento. In tale situazione appare evidente che lo stesso referendum non è opportuno e quindi è consigliabile rinviarlo all’Amministrazione futura che con pieni poteri indica la consultazione dei cittadini. Oltretutto, mentre Ostellato e Massa Fiscaglia sono comuni che hanno oggettiva affinità, dove l’economia agricola è predominante nelle risorse del territorio e la vicinanza dei campanili spinge verso una facile unione, per Goro e Mesola la situazione è molto diversa. Goro dista da Mesola oltre tredici chilometri con la via più breve, che però attraversa la Romea, una delle strade più trafficate e pericolose d’Italia con un’altissima percentuale di incidenti, anche mortali, e con mezzi pubblici si supera l’ora di tempo. Goro è un comune dalle caratteristiche uniche, differenti da tutti gli altri della provincia estense: insiste sul mare e sulla sacca di Goro da cui trae le principali fonti di reddito, mentre Mesola, come tanti altri in provincia di Ferrara, è comune agricolo. Goro ha una superficie totale di 33,2 chilometri quadrati, con una densità di popolazione per chilometro quadrato di 112,7, mentre Mesola ha una densità di 80,4 in una superficie di 80,3 chilometri quadrati.

Un addensamento di popolazione per Goro concentrato su un’area nettamente inferiore, poiché caratterizzata proprio dall’economia ittica del territorio. Goro infatti da sempre vive di pesca e storicamente è stato uno dei primi comuni in Europa a specializzarsi nella coltivazione dei mitili. La sua ricchezza deriva quindi dalla commercializzazione delle vongole, prodotto di eccellenza venduto in tutto il mondo. Le priorità dunque dei cittadini di Goro sono profondamente diverse da quelle dei cittadini di Mesola e la loro stessa vita quotidiana (perlopiù di pescatori) è scandita da orari e giornate molto differenti da quelle con cui si vive nel mondo agricolo. I servizi pubblici dei due comuni devono quindi necessariamente essere coordinati su esigenze diverse e gli investimenti di denaro pubblico messi a punto dall’Amministrazione su necessità specifiche che spesso potrebbero non essere univocamente condivise.

Queste brevi riflessioni che si potrebbero rielaborare in analisi socialmente più articolate sulle differenze di natura demografica e culturale, storica e finanziaria tra i due comuni sono comunque sufficienti a mio avviso per consigliare di non forzare una fusione come quella tra Goro e Mesola, che richiede certamente tempi più lunghi per serene valutazioni da parte delle stesse Amministrazioni interessate. Amministrazioni soprattutto che certamente partono dal pieno consenso interno per poter poi arrivare serenamente alla consultazione referendaria.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Visto che il capogruppo Alan Fabbri mi ha chiamato in causa su questo progetto di fusione, per specificare quello che è successo in Prima commissione, con una sorta di discussione che abbiamo avuto io e la consigliera Zappaterra.

Non entro nel merito del procedimento di fusione, ha già ampiamente illustrato i motivi per i quali questo movimento propenderà per il no a questa fusione, ma dal punto di vista procedurale in Commissione era sorto il problema collegato proprio al nome. Ovvero nel progetto di legge licenziato dalla Commissione che presiedo non era stato indicato e non è indicato il nominativo per cui si andrà poi a referendum con la domanda sulla base della scelta del nome. Ricordo che nei precedenti progetti di legge di fusione e nel procedimento che deve intercorrere all’esito della presentazione del progetto di legge in Commissione deve essere già indicato il nominativo. Ovvero nella domanda del progetto della legge che approverà l’indizione del referendum è già indicata la scelta dei nominativi che i cittadini hanno scelto durante la prima fase, per arrivare poi al progetto di legge. Questo non è il caso, tanto che a mia domanda specifica alla relatrice di maggioranza, nella quale chiedevo i motivi per i quali non è indicato il nome, lei stessa mi rispose dicendo che il nome nel progetto di fattibilità c’è già, anche perché è partito con la denominazione Goro-Mesola.

Oggi ci troviamo con l’indicazione di tre nominativi. Il procedimento per cui sono stati scelti questi tre nominativi li ha indicati il consigliere Fabbri, credo che sia opportuno verificare tecnicamente se questo emendamento è accoglibile o meno. Io ritengo di no, perché nella procedura che è la norma di riferimento per i progetti di fusione della Regione Emilia-Romagna si dice chiaramente che il progetto di legge deve indicare i nominativi per i quali si va a votare nell’indizione del referendum. Quindi deve già partire con il nome, licenziato poi dalla Commissione e dall’Assemblea legislativa con l’indicazione dei nomi. Questo è intervenuto in epoca successiva. Io non so se il procedimento di oggi è corretto. Chiaro è che questo emendamento, dal punto di vista procedurale, secondo me è inammissibile. O si ritorna in Commissione e si va ad indicare i nominativi, viene licenziato un progetto di legge diverso rispetto a quello attuale o, viceversa, qualcosa non funziona dal punto di vista proprio tecnico-procedurale. Chiedo agli uffici di verificare questa circostanza ed eventualmente, qualora non fosse tecnicamente ammissibile, indicare – come diceva la stessa relatrice in Commissione – che già dal progetto di fattibilità c’era un’identificazione di un nominativo che era Goro-Mesola. Questo è quanto mi ha riferito la relatrice in Commissione. Quindi verificate se questa procedura che stiamo facendo è corretta oppure no, anche perché si creerebbe poi un precedente che potremmo andare a verificare e ad inserire negli altri progetti di legge di fusione che poi si andranno a votare nei prossimi mesi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Non ho altri iscritti in discussione generale, quindi lascio la parola alla consigliera Zappaterra per la replica.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Non ho toccato il tema dell’emendamento nella fase iniziale della relazione, perché ero certa che ci sarebbe stata una parte di dibattito, quindi ho preferito approfondire.

Vado con ordine nelle risposte alle sollecitazioni dei colleghi della minoranza, perché credo che la discussione su questa fusione è la dimostrazione vera di quanto, quando mettiamo in mezzo la politica più del merito, si possa sentir dire tutto e il contrario di tutto tra le due fusioni che vengono discusse oggi. Ne abbiamo parlato anche in Commissione con il consigliere Facci, questa cosa che Goro e Mesola sarebbero molto diverse, su economie diverse, non avessero nulla in comune, io nella relazione iniziale ho citato alcuni elementi di continuità non solo territoriale, ma anche di sinergia nelle politiche, ma, se vogliamo entrare nel merito, poi io capisco che chi non abita sul territorio non abbia la fotografia chiara di quello che succede e devo dire che, se le informazioni che arrivano, arrivano da rappresentanti locali di quelle forze politiche che tutti conosciamo, sono anche un po’ stupita che arrivino così fuorviate. Ma per essere chiari, a Mesola ci sono 190 imprese attive nel settore della pesca, giusto perché fino adesso si è detto che la pesca, la sacca e la molluschicoltura sono solo a Goro, e sono il 22,3 per cento del totale delle imprese e sono attive a Mesola 247 imprese agricole, solo cinquanta in più. Quindi non c’è questa differenza così significativa di attività tra Goro e Mesola.

In particolare a Mesola si fa agricoltura un po’ di più di quanto non ci siano imprese impegnate nella pesca e nell’acquacoltura. Negli ultimi vent’anni le comunità si sono completamente integrate: forse non lo sapete, ma molti originari di Goro si sono stabiliti in comune di Mesola, moltissime famiglie sono legate da rapporti familiari ed affettivi tra i due comuni. Nel territorio di Mesola, sulla statale Romea sono insediate almeno sei/sette importanti imprese di trasformazione dei prodotti dell’acquacoltura e dei servizi dell’economia del mare; molti operatori rappresentanti del mondo della pesca vivono proprio a Mesola, giusto per ribadire che non è vero che Mesola non c’entra niente con il settore della pesca. E a Mesola il 67 per cento del valore aggiunto viene prodotto dai servizi, il 18 per cento dalle industrie e solo il 10 per cento dall’agricoltura. Giusto, consigliere Facci, per dare la reale dimensione dei dati che lei ci ha portato in discussione in Commissione.

Speravo che oggi non venissero ripresi, visto che un accenno l’avevo dato, ma è giusto che in Assemblea si puntualizzi. Le comunità condividono già le politiche scolastiche, l’Istituto comprensivo, una società di calcio giovanile, l’AVIS, la Protezione civile, un Moto club, gestiscono in convenzione servizi sociali, ASP, Polizia locale e tutti i servizi industriali principali. Stanno integrando le politiche turistiche che ora, da separati, fanno fatica a governare e a mettere a sistema con la dovuta sinergia.

Non ho difficoltà a dire, a proposito di nomi, che il turismo è una delle ragioni per andare verso la fusione, oltre che la migliore gestione dei servizi e delle risorse umane. Questo per dire che, quando la politica decide di prendere una posizione che non sia legata al merito, si può davvero dire tutto e il contrario di tutto e ho la percezione che la Lega Nord decida sulle fusioni più in base alla sensibilità politica dei sindaci che le portano avanti, come nel caso di Tresigallo, piuttosto che invece su altri elementi.

Vengo al tema del nome. Premesso che sono un po’ stupita che non abbiate pensato che sia stato fatto un approfondimento giuridico prima di presentare l’emendamento: non sono un kamikaze. L’emendamento è stato presentato perché, al di là delle previsioni normative e della prassi che si è consolidata, non c’è alcun elemento che ci impedisce di procedere con la modalità di emendamento, essendo noi competenti come legislatori sull’indizione del referendum. È vero che la prassi è sempre stata quella che abbiamo utilizzato fino adesso per le altre fusioni; non si capisce per quale motivo, avendo la richiesta dei Comuni che hanno fatto il percorso esattamente come per le altre fusioni: nelle delibere di giugno hanno avviato lo studio di fattibilità, poi nelle delibere di Consiglio per presentare alla Regione l’istanza approvando le risultanze dello studio, allegando la documentazione cartografica con i perimetri e lì hanno individuato la prima denominazione del nuovo comune Goro-Mesola, in attesa di procedere ad percorso partecipativo per le scelte da mettere sulla scheda. Se avete letto gli atti di tutte le fusioni fin qui fatte, il procedimento è sempre stato quello: nell’approvazione dell’istanza veniva messo un nome perlopiù provvisorio e poi con le comunità lanciando i concorsi di idee, ognuno a modo proprio, si definiva il paniere che poteva essere messo come scelta nella scheda. Adesso il percorso partecipativo è stato fatto, sono stati individuati i tre nomi in aggiunta a Goro-Mesola che è stato messo nell’istanza, però la procedura non si è completata, come siamo abituati, con l’ulteriore deliberazione per la difficoltà a convocare i Consigli.

Dal punto di vista giuridico poi chiaramente si esprimerà chi di dovere per competenza, ma vi faccio una domanda, visto che sempre più spesso in quest’Aula sento lezioni sul fatto che siamo una Regione troppo burocratica, troppo appesantita, che dobbiamo snellire e in alcuni casi è certamente vero: in questo caso, fatta salva la legittimità che certamente verrà confermata che ci consente di andare avanti, come legislatori ci facciamo carico di modificare l’istanza per il referendum ampliando le possibilità di scelta dei cittadini o ci limitiamo al rispetto della forma e dell’iter, ferma restando la legittimità? E ribadisco che non stiamo facendo una cosa giuridicamente scorretta. Io continuo a prediligere la sostanza alla forma, tenuto conto che è arrivata la richiesta dei sindaci e non ci sono problemi di legittimità ad accoglierla. Io sono per dare ai cittadini la più ampia possibilità di scelta e il Partito Democratico non si arroga, come state facendo voi, la scelta di impedire il referendum solo per un mero risultato politico. Forse sarebbe stato più facile non aver avviato la fusione, la differenza è che noi siamo per dare la parola ai cittadini sempre e comunque, qualunque sarà il risultato. Non viviamo i procedimenti di fusione come un elemento sul quale misurarci politicamente. Voi invece siete su questa linea. Un po’ mi dispiace, perché credo che l’interesse di quelle comunità e anche della politica sia quello davvero di dare vita ad un Comune che possa avere gli strumenti per risolvere i problemi dei cittadini, chiunque vincerà le elezioni comunali.

Il Comune fuso sarà un Comune contendibile, adesso il problema della maggioranza ce l’ha il sindaco Padovani che peraltro non è nel PD, ma diciamo pure di centrosinistra, domani lo stesso problema di maggioranza lo può avere un sindaco leghista o di centrodestra, perché costruire classe dirigente in comuni di quelle dimensioni è sempre più difficile. Forzare le persone a dare la disponibilità a fare i consiglieri in Comuni che non sono più in grado di lavorare sarà sempre più difficile sia per noi che per voi. Non possiamo una volta tanto lavorare tutti per una causa che non sia di interesse di parte, ma che sia di interesse per quella comunità che deciderà autonomamente come determinare il suo futuro? Possiamo per una volta evitare di togliere la parola ai cittadini? Possiamo per una volta evitare di mettere il bavaglio ai cittadini, precludendo loro una opportunità? Con il no all’indizione del referendum state facendo esattamente questo. È certo che il PD andrà avanti! Ma non per arroganza o per convinzione rispetto ad una fusione piuttosto che ad un’altra, perché noi siamo davvero a servizio delle comunità. Lo siamo ancora per i comuni che governate voi, convinti di fare la fusione, come nel caso di Tresigallo; lo siamo nel caso dei comuni civici e lo siamo giustamente nel caso dei comuni che governiamo noi.

Quando l’istanza parte dal basso noi riteniamo di dover aprire questa opportunità e credo che l’arroganza stia nel fatto di voler stoppare il percorso adducendo la motivazione del problema della maggioranza a Mesola. È vero, è stato sui giornali, c’è stato un dibattito in Consiglio che nessuno si nasconde, però che Mesola sia già oggi senza una maggioranza nessuno lo può sapere. A maggior ragione, se verrà commissariato, io credo che sia opportuno chiedere ai cittadini se sono d’accordo di continuare così per i prossimi trent’anni con un Comune con quei problemi o se forse non valga la pena riflettere meglio sulla fusione, perché potrebbe invertire le sorti di quel territorio. Ma se alla fine fra due giorni salta fuori che la maggioranza è ancora ben salda al governo del Comune, che in ogni caso finirà il mandato fra sei mesi, con quale giustificazione noi andiamo di fronte a quelle comunità dicendo che, in base a tre articoli di giornale e al dibattito in Consiglio comunale, noi fermiamo un iter? Io credo che l’arroganza stia nel prendere una decisione e di basare tutto su questo e non invece di andare avanti come ci è stato chiesto.

Il Partito Democratico è convinto che, qualunque sarà il risultato, è giusto sui temi locali non politicizzare la competizione, ma dare la possibilità ai cittadini di esprimersi. È lo stesso principio sull’emendamento sui nomi. Non stiamo cambiando i nomi aggiungendone di inventati, abbiamo semplicemente confermato il nome indicato nell’istanza Goro-Mesola, aggiungendo i tre che sono usciti dal percorso partecipativo, nella logica di ampliare la scelta al cittadino coerente con la logica di dargli la possibilità di decidere sul referendum.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Zappaterra.

La parola all’assessore Petitti per le conclusioni.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Alcune rapidissime considerazioni sul dibattito di questa mattina per ricordare anche che questi due progetti di legge si vanno ad associare alle altre sette fusioni che abbiamo provato in Aula poche settimane fa e quindi anche per esprimere una certa soddisfazione su un processo di aggregazione tra i comuni che sta proseguendo e che, come ricordava adesso la consigliera Zappaterra, è una scelta che viene alimentata dalle comunità, perché le istanze arrivano dai territori e quindi non sono mai calate dall’alto e non hanno colore politico. Gli amministratori appartengono a vari schieramenti politici ed è proprio per questo che la Regione Emilia-Romagna ha deciso in maniera convinta in questi anni di mettere in campo tutti gli strumenti possibili, non soltanto quelli finanziari ma penso anche agli strumenti che abbiamo incentivato rispetto ai temi della partecipazione, per dare una reale opportunità alle nostre comunità, ai nostri territori per ripensarsi, quindi per poter crescere, per potersi anche sviluppare attraverso un progetto strategico negli anni a venire. Ed è evidente che la scelta ultima appartiene solo ai cittadini, perché il referendum (e nei prossimi dieci giorni ci sarà il decreto del presidente con l’indizione del referendum) sarà il momento in cui si deciderà se deliberare definitivamente la nascita del nuovo Comune e quindi se proseguire con questo percorso e con questo progetto.

È evidente che comunque la storia di questi anni ci ha anche consegnato alcuni elementi che sono quelli rispetto al fatto che i Comuni, soprattutto i piccoli e medi, oltre alla possibilità di mettere insieme delle funzioni in forma associata attraverso le Unioni, hanno soprattutto, laddove le Unioni hanno funzionato meglio in questi anni, anche colto l’opportunità delle fusioni: noi abbiamo dieci fusioni che sono state concluse, sette che andranno a referendum il 7 ottobre e le due di cui discutiamo oggi. E l’obiettivo è sempre e solo lo stesso: poter garantire un’efficienza maggiore al sistema amministrativo nel suo complesso e anche andare, attraverso questa nuova opportunità, ad individuare una dimensione più efficiente proprio per la governance delle nostre Amministrazioni.

Quindi io credo che l’opportunità messa in campo oggi attraverso queste due progetti di legge debba essere consegnata alla volontà dei cittadini per valutare se nasceranno nel 2019 altre due fusioni. Credo che il lavoro fatto dalle Amministrazioni del Ferrarese ci consegna la volontà di andare avanti attraverso questo percorso. Quindi da parte della Regione Emilia-Romagna il sostegno nel lavoro che è stato fatto è ovviamente totale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Petitti.

Apro la discussione generale sugli emendamenti.

La parola al consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Ho già espresso il mio parere sulla poca correttezza ed eleganza istituzionale che portano avanti questi emendamenti. Mi dispiace che si passi nella discussione da un contenuto che è importante a fare delle insinuazioni di basso profilo su temi di questo tipo. Noi siamo convinti che non si faccia così, ho capito anche che la burocrazia per il PD di questa Regione è relativa nel senso che, quando c’è da applicare su un certo tipo di provvedimenti, viene applicata; quando la burocrazia o le istituzioni servono per andare incontro ad aiutare sindaci e amici, ci si dimentica delle buone prassi e anche delle istituzioni. Mi sembra anche poco elegante portare avanti un processo di fusione. Non ho detto di stopparlo, ma di fermarsi un attimo. Vediamo se il sindaco Padovani riuscirà a trovare una nuova maggioranza, a ricompattare il Consiglio comunale sulla sua figura, in quel momento potremmo ridiscuterne. Però portare avanti questa fusione, anche dopo le parole che ho sentito del presidente della Prima commissione, che secondo me è un parere autorevole che merita rispetto, quel rispetto che non vedo da parte della maggioranza nei confronti di alcune questioni che abbiamo sollevato. Quindi, se funziona così per questo, funzionerà così anche d’ora in avanti perché, se non c’è collaborazione e comprensione tra il PD e chi amministra questa Commissione e che è minoranza, non ci sarà neanche più su altri casi.

Noi chiediamo soltanto di fermarci un attimo, di ragionare e di farci capire se effettivamente quello che state votando è corretto dal punto di vista legislativo, perché adesso abbiamo sentito la collega Zappaterra dire che è tutto a posto, però sinceramente io non ne sono così convinto.

Al netto della questione legislativa c’è anche una questione di rispetto che dovrebbe comportare il fatto di fermarsi un attimo e di farci capire meglio, perché effettivamente mettere dei nomi che sono stati decisi da nessuno, se non dal sindaco di Mesola che ha scritto una lettera insieme al sindaco di Goro dicendo che per loro i nomi sono questi, quando il Consiglio comunale di Mesola non ha avuto il numero legale per votare questi nomi, non mi sembra un grande atto di democrazia sinceramente. Però evidentemente, oltre che la burocrazia, per il PD anche la democrazia è relativa.

 

PRESIDENTE (Soncini): Intende quindi formalizzare la richiesta di rinvio in Commissione?

 

FABBRI: Formalizzo la mia richiesta di rinvio in Commissione di questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Fabbri.

Quindi un intervento a favore e uno contro la richiesta di rinvio in Commissione.

La parola alla consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Per l’intervento contro. Io rispetto le opinioni di tutti, comprese quelle del presidente della Prima commissione, dal quale però non ho sentito venire dubbi e motivazioni legate alla legittimità dell’emendamento o riferimenti legislativi.

Consigliere Fabbri, sta drammatizzando i toni: non è venuto meno né il rispetto né la collaborazione. Mi pare che sia abbastanza fisiologico, quando approviamo dei provvedimenti in Aula, che arrivino emendamenti. Voi vi siete sempre espressi fin dalla Commissione in modo fortemente negativo su questo referendum, ed è legittimo; mai è venuta meno la collaborazione quando mi è stata chiesta, però non prendiamoci in giro: la richiesta di fermarsi per riflettere comporta automaticamente lo stop della fusione. Se è vero che la lettera dei sindaci non può essere equiparabile ad una delibera di Consiglio comunale, perché i sindaci hanno la loro competenza e i consiglieri ne hanno altre; è anche vero che come consiglieri regionali non possiamo arrogarci il diritto di decidere contrariamente ai sindaci, contrariamente forse ai Consigli. Io credo che rimettere la decisione sui nomi, così come sulla scelta della fusione, ai cittadini sia la cosa più giusta, non certo la più facile. Però credo che ogni tanto sia necessario avere il coraggio di fare anche le cose più giuste e non sempre le più facili.

Credo che, avendo noi la competenza come legislatori, se possiamo andare oltre la prassi, andare oltre le consuetudini senza forzare sulla legittimità, ma andando verso i cittadini, credo che abbiamo il dovere di farlo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Zappaterra.

La parola al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Intervento a favore del rinvio in Commissione. Ho ascoltato le parole della consigliera Zappaterra che ci ha dato una lezione di diritto su quello che è il procedimento di fusione. È anche vero che il diritto voi ve lo arrogate in quanto siete maggioranza e quindi, una volta che alzate la mano, siete trenta contro diciotto, è ovvio che il diritto ve lo arrogate. Quindi, se la scelta è di non rispettare le procedure... Le leggo, consigliera Zappaterra, un passaggio della Regione Emilia-Romagna che viene descritto proprio nei procedimenti di fusione dove si dice che «la denominazione del Comune deve essere indicata già all’atto della presentazione dell’iniziativa legislativa di fusione». All’atto di presentazione. Quindi è passato il percorso in Commissione dove questi nomi non erano indicati. La lettera è del 22 settembre 2018, successiva alla Commissione nella quale io le dicevo che non c’erano i nomi e che quindi occorreva togliere dal progetto di legge di fusione il quesito legato ai nomi che devono essere scelti dai cittadini. Lei mi ha detto che sarebbe andato avanti con il nome Goro-Mesola. Ci troviamo oggi a discutere di una lettera inviata tre giorni fa dai sindaci (lettera depositata il 22 settembre 2018 e arrivata ieri), dove ci troviamo a discutere su nomi imposti da due sindaci in un procedimento di fusione errato proceduralmente.

Se voi ritenete che questo percorso sia corretto, l’ha già detto lei che dal punto di vista legislativo è già stata verificata l’ammissibilità di questo emendamento, perché non ci sono interpretazioni diverse, però c’è un sito della Regione Emilia-Romagna dove si vedono le procedure e le procedure che vengono indicate per tutti i comuni e i progetti di fusione sono questi. Per cui, se oggi voi dite “no, non essendo normato, io interpreto perché sono la maggioranza a modo mio, perché voglio andare avanti con questo progetto di legge di fusione” siamo a posto, è inutile che discutiamo. Voi avete la maggioranza, noi siamo opposizione. Voi avete i numeri, noi non li abbiamo. È chiaro, questo è un concetto basilare. Per cui, se la norma la interpretate a vostro piacimento, prendiamo atto di questo orientamento e ovviamente nei procedimenti di fusione successivi che verranno le interpretiamo anche noi a nostro piacimento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di rinvio in Commissione.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La richiesta di rinvio è respinta.

Tecnicamente, sulla base del Regolamento interno, a questa Presidenza non risultano impedimenti procedurali rispetto al mettere al voto gli emendamenti, quindi formalmente gli emendamenti sono ammissibili.

Vi leggo l’articolo 95, comma 6:

Il presidente ha la facoltà di negare l’accettazione e lo svolgimento di emendamenti, subemendamenti di articoli aggiuntivi qualora:

a) siano formulati con frasi sconvenienti;

b) abbiano contenuto del tutto estraneo all’oggetto della discussione;

c) siano privi di ogni reale portata modificativa;

d) presentati dallo stesso consigliere, abbiano tra loro contenuto alternativo e collegati in un rapporto di subordinazione;

e) siano preclusi da precedenti votazioni;

f) non corrispondano ai requisiti previsti dall’articolo 93, comma 2 (“Chi presenta emendamenti ai testi e agli articoli oggetto di discussione è tenuto a presentarli in modo leggibile, con chiara indicazione delle parti di testo che si intendono abrogare, integrare, sostituire o modificare e con la segnalazione del primo firmatario”).

La parola al consigliere Pompignoli sull’ordine dei lavori.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Prendo atto di quello che lei ha appena detto, che non c’entra assolutamente nulla rispetto all’ammissibilità tecnica di questo emendamento. Lei può esprimersi ovviamente negativamente o positivamente alla presentazione di emendamenti e conosciamo bene l’articolo che lei ha citato, qui si parla di Regolamento. O mi cambiate quello che indicate nel sito della Regione Emilia-Romagna sui procedimenti di legge sulle fusioni o, viceversa, non accogliete questo emendamento proposto dalla consigliera Zappaterra. Delle due l’una: o va ad interpretazione o non andiamo a interpretazione. Il Regolamento è chiaro, è sul sito visibile a tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna, a tutti i sindaci che vi fanno riferimento quando devono iniziare un procedimento di fusione. Quindi chiedo la modifica nel sito di questo Regolamento sulla base dell’interpretazione che viene data dalla consigliera Zappaterra e da lei, presidente.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Andiamo avanti. Abbiamo chiusa la discussione generale sugli emendamenti, siamo in dichiarazioni di voto congiunte sull’oggetto 7168 e sugli emendamenti.

La parola alla consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Semplicemente per ribadire il nostro sostegno al referendum per dare la possibilità ai cittadini di esprimersi con un sì o un no e per ribadire ulteriormente che con l’emendamento non vengono modificati i nomi già inseriti nell’istanza, semplicemente ne vengono aggiunti altri. Quindi non si stravolge la volontà che è già stata condivisa dai Consigli comunali. Certo, non ci siamo fermati esclusivamente alla prassi, ma crediamo che a volte dare una mano ai cittadini, quando è consentito, sia necessario farlo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Zappaterra.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma della consigliera Zappaterra.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma della consigliera Zappaterra.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il coordinamento formale, a firma della consigliera Zappaterra.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): Il coordinamento formale è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 7168, come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’oggetto 7168 è approvato.

 

OGGETTO 6781

Delibera: «Documento di economia e finanza regionale DEFR 2019 con riferimento alla programmazione 2019-2021». (Proposta della Giunta regionale in data 25 giugno 2018, n. 990) (177)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 6781/1/2 oggetti 7219 e 7220 - Presentazione)

(Risoluzione oggetto 6656 - Abbinata)

 

PRESIDENTE (Soncini): Procediamo con l’oggetto 6781, proposta recante: «Documento di economia e finanza regionale DEFR 2019 con riferimento alla programmazione 2019.2021».

La Commissione “Bilancio, Affari generali e istituzionali” ha espresso parere favorevole nella seduta del 18 settembre 2018 con la seguente votazione: 26 voti a favore, 9 contrari, nessuno astenuto, apportando modifiche al testo.

Il relatore della Commissione, consigliere Bessi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Daniele Marchetti, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Su questo oggetto insistono ventuno proposte di emendamento: undici a firma del consigliere Daniele Marchetti, due a firma dei consiglieri Mumolo e Bessi, sei a firma della consigliera Piccinini, due a firma del consigliere Bertani.

Su tale oggetto è stata abbinata la risoluzione oggetto 6656, a firma dei consiglieri Mori e Bessi. Sono stati presentati anche due ordini del giorno: il 6781/1, a firma dei consiglieri Bessi, Rossi, Mori, Pruccoli, Lori, Campedelli, Calvano, Prodi, Rontini, Francesca Marchetti, Poli, Benati, Torri, Taruffi, Mumolo, Montalti e Tarasconi; il 6781/2, a firma dei consiglieri Paruolo, Bessi, Rossi, Mori, Pruccoli, Lori, Campedelli, Calvano, Francesca Marchetti, Prodi, Rontini, Benati, Taruffi, Torri, Poli, Mumolo, Montalti e Tarasconi.

La parola al consigliere Bessi per la relazione di Commissione.

 

BESSI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. L’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna oggi è chiamata ad approvare il DEFR 2019. Lo fa in un contesto di riferimento economico e finanziario particolarmente complesso ed è anche per questo che il documento acquista un’importanza peculiare.

Quello che illustro oggi è il risultato di un percorso iniziato con l’approvazione della Giunta il 25 giugno e passato attraverso il lavoro della Commissione bilancio (Commissione referente) e i pareri delle varie Commissioni in queste settimane di settembre. Un percorso che ha visto lo svolgimento di un’udienza conoscitiva e l’audizione della società in house e dei sindacati per l’approfondimento della terza parte del documento. La sua stesura ha coinvolto tutti i livelli dell’organizzazione e ringrazio dirigenti e funzionari per la professionalità dimostrata. Come ringrazio tutti i colleghi consiglieri per il contributo che hanno dato alla costruzione del documento. Ogni apporto è stato utile, al di là che sia stato accolto o respinto, per la professionalità con cui è stato pensato e presentato. Il confronto personalmente mi ha arricchito e quindi vi ringrazio ulteriormente.

Questo è il quinto e ultimo documento economico e finanziario regionale di legislatura e si pone in continuità con il disegno che la Giunta regionale aveva tracciato nel momento in cui si è insediata, cominciando a lavorare sulle priorità contenute nel programma di mandato. Penso al Patto per il lavoro, il cui percorso è stato fatto insieme alle parti sociali, alle università e ai centri di ricerca e a tanti altri soggetti, che ha definito le politiche attive per rilanciare l’occupazione. Penso alle politiche per la ricerca l’innovazione o, ancora, agli sforzi per realizzare un sistema sociosanitario inclusivo, di qualità e sostenibile economicamente. Quello che voglio esprimere è come, insieme al presidente Bonaccini, abbiamo condiviso e perfezionato un metodo di lavoro che ha permesso al governo emiliano-romagnolo di compiere scelte e azioni inclusive giuste per rilanciare l’economia, per sostenere il lavoro, per supportare la coesione sociale. Il DEFR in tal senso è uno strumento potente, perché declina gli obiettivi strategici regionali ancorandoli strettamente al bilancio, così da rendere sostenibile, trasparente e misurabile l’azione di governo e, a sua volta, costituendo riferimento per la programmazione delle autonomie locali. A tale scopo a breve rendiconteremo l’anno 2017 per la terza volta, dopo le esperienze maturate sulle annualità 2015 e 2016.

È quello il momento in cui presentiamo alla collettività i risultati raggiunti sul territorio, sulle comunità: i risultati dell’azione di governo della Giunta. Ricordo inoltre che in ottobre dovremo anche ritornare sul DEFR 2019, in base alle indicazioni che verranno definite dal DEF nazionale e quello potrà essere il momento per portare a frutto ulteriori riflessioni. Alcuni emendamenti sono già stati discussi e accolti in Commissione, altri suggerimenti che riguardano tematiche trasversali, come la questione delle politiche attive per la rappresentanza di genere o l’impostazione della struttura stessa del documento – che soprattutto per la terza parte merita di essere arricchita – sono affidate a ordini del giorno che sottoporremo al voto di quest’Aula come indicazioni per le future redazioni. Se vogliamo, un’eredità di esperienza maturata in questi anni che vogliamo lasciare alla prossima legislatura.

Quanto al panorama di riferimento di cui dà conto la prima parte, il quadro che emerge vede crescere sia il ritmo dell’economia mondiale che dovrebbe attestarsi ad un più 3,9 per cento anche nel corso del 2018, sia il tasso di occupazione, generando una svolta positiva anche sul fronte degli investimenti. Il commercio mondiale si è mostrato particolarmente in ripresa (+ 4,9 per cento) sia nei Paesi avanzati che in quelli emergenti. La crescita ha riguardato anche l’area Euro, dove nel 2017 il PIL ha segnato più 2,3 per cento, in accelerazione rispetto all’1,8 del 2016 principalmente grazie al buon andamento delle esportazioni verso il resto del mondo e ad un moderato aumento dei consumi privati. Grazie alla crescita più sostenuta la disoccupazione è diminuita al 9,1 per cento, il livello più basso dal 2009. Il nostro Paese nel 2017 è cresciuto dell’1,5 per cento in termini reali, con effetti positivi anche sulle condizioni del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è sceso all’11,2 rispetto all’11,7 dell’anno precedente. Sistematicamente migliori le performance dell’economia emiliano-romagnola che, con il più 1,7 per cento del PIL, nel 2017 è la prima regione italiana per crescita insieme alla Lombardia. Questa tendenza sembra confermarsi anche per il prossimo futuro. L’export resta il punto di forza dell’economia regionale con un valore delle vendite estere che nel 2017 ha sfiorato i 60 miliardi di euro, facendo della nostra regione la seconda in Italia (dopo la Lombardia) per contributo alla crescita delle esportazioni nazionali e la terza (dopo Lombardia e Veneto) per dimensione delle esportazioni.

Non mi dilungherò nella descrizione dei novantuno obiettivi del documento di economia e finanza regionale, divisi in cinque aree strategiche, che compongono la seconda parte del documento, perché quello che ritengo importante evidenziare è come questo lavoro sia il frutto di un’intensa collaborazione con tutti gli stakeholder di riferimento, come evidenzia la tavola di raccordo che apre il documento: Aziende sanitarie, università, enti locali, associazionismo, imprese agricole, sistemi imprenditoriali, cittadini, collettività ed altri. Particolare rilevanza è data agli impatti attesi sul sistema degli enti locali, proprio perché il legislatore nazionale richiede che il loro DUP sia coerente con le linee di indirizzo della programmazione regionale, oltre che con gli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale. Ancora mi pare importante evidenziare come il passaggio dai novantotto ai novantuno obiettivi strategici indichi la maturazione di un modo di lavorare sempre più sinergico, in grado di definire le proprie azioni in un’ottica di sistema. Infine, la novità apportata alla terza parte dalla legge regionale n. 1/2018, con il focus dedicato alle società in house. Questa parte descrive gli indirizzi che la Giunta assegna ai propri enti strumentali e alle società controllate e partecipate, evidenziando il contributo atteso di tale sistema per lo sviluppo dei diversi obiettivi strategici e tenendo conto delle indicazioni date dall’Aula.

Come anticipato, non ritengo utile in questa sede un’analisi di tutti i novantuno obiettivi strategici che do per noti, visto anche il lavoro nelle Commissioni, limitandomi ad una veloce carrellata. Gli obiettivi infatti sono stati definiti utilizzando gli indicatori di benessere ecosostenibile che offrono informazione sulla multidimensionalità del benessere e sull’insieme degli aspetti che concorrono alla qualità della vita dei cittadini e introducendo gli indicatori di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Nell’Area istituzionale si trovano quattordici obiettivi che comprendono, fra gli altri, il rafforzamento di un sistema di governance delle partecipazioni regionali e l’impegno a continuare nell’azione di coordinamento della finanza regionale e locale che si è vista assegnare: senza ulteriori aggravi sulla finanza pubblica, oltre 1 miliardo di euro negli ultimi sei anni semplicemente raccordando fabbisogni e disponibilità espresse da Comuni e Province e assegnando disponibilità finanziarie laddove i processi di investimenti erano attuabili.

Venticinque obiettivi riguardano l’Area economica per i settori del turismo, del commercio, ricerca, innovazione e investimenti, lavoro, formazione, competitività, agricoltura ed energia.

Per l’Area sanità e sociale sono previsti ventidue obiettivi strategici con politiche a favore delle famiglie, dell’infanzia, dei giovani, per il contrasto alla povertà, all’esclusione sociale, per l’integrazione e per il contrasto alle differenze di genere a pro delle pari opportunità; e ancora per il governo del Servizio sanitario regionale e delle sue eccellenze, per le politiche di prevenzione e promozione della salute, per il sostegno alla non autosufficienza, ma anche per la continua ricerca di ottimizzazione della gestione finanziaria e della rete ospedaliera e per la riduzione dei tempi di attesa.

Otto sono gli obiettivi previsti nell’Area culturale: per il diritto allo studio, per la valorizzazione del sistema bibliotecario, dei musei, dello spettacolo, della cultura cinematografica e per la promozione dello sport e dell’aggregazione giovanile.

Infine ventidue obiettivi sono sviluppati per l’Area territoriale: per la sicurezza delle città e la promozione della legalità, per la tutela delle foreste, della qualità dell’aria e delle acque, per la sicurezza del territorio, per il miglioramento della mobilità regionale, per l’Agenda digitale.

In conclusione desidero mettere l’accento sulla costanza e sull’efficacia del metodo di lavoro seguito in questi quattro anni dal presidente Stefano Bonaccini, dalla Maggioranza e dalla Giunta e sottolineare quali importanti obiettivi ci aspettano per il prossimo anno, a completamento dei diversi impegni già in atto, per continuare a favorire il raccordo tra le politiche attive regionali e quelle locali del territorio. Ovviamente anche per recepire e tradurre in obiettivi strategici i bisogni espressi dalle organizzazioni sociali ed economiche della regione, ed ho iniziato proprio sottolineando il ruolo del Patto del lavoro, anche alla luce dei risultati ottenuti fino ad ora e anche vista l’auspicata definizione dell’autonomia differenziata per la quale oggi siamo in corso di trattativa con il Governo. Senza trionfalismi, credo che qualche risultato ci sta dando ragione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bessi.

La parola al consigliere Daniele Marchetti per la relazione di minoranza.

 

MARCHETTI Daniele, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Il documento di economia e finanza regionale in discussione, salvo proroghe dell’ultimo minuto a sorpresa, dovrebbe essere quello che ci accompagnerà fino alla fine di questa legislatura. Un DEFR che sostanzialmente ricalca quasi perfettamente quelli approvati negli anni passati (errori compresi), segno di un disinteresse totale nei confronti di un documento che dovrebbe godere della massima attenzione, visto che dovrebbe racchiudere tutti gli indirizzi del governo regionale.

Sono poche le novità che troviamo all’interno del documento di economia e finanza regionale 2019 e tra queste risalta il tema – come è stato ricordato poco fa dal relatore di maggioranza – dell’autonomia che fino ad un anno fa rappresentava un po’ un tabù per questa Giunta. Infatti, nonostante le nostre continue e numerose sollecitazioni fatte nel corso degli anni, la Giunta emiliano-romagnola si è riscoperta autonomista all’improvviso. Un processo quindi partito a nostro avviso in ritardo, senza un’idea, una strategia ben precisa, magari avviato soltanto per non rimanere indietro rispetto ad altre realtà regionali – a guida leghista dico io –, perché probabilmente si è capito che l’autonomia, se ottenuta, porterebbe dei benefici al nostro territorio. Ora con l’attuale Governo nazionale che ha a cuore il processo autonomista, potremmo essere in dirittura d’arrivo, ma non posso fare a meno di sottolineare che fino a pochi giorni fa, fino allo scorso Consiglio, non avevamo ancora la certezza di quali competenze andavamo a richiedere allo Stato centrale. A questo punto vedremo e ovviamente, come Lega, continueremo a porre una particolare attenzione su questo tema, perché l’autonomia è un po’ nel nostro DNA politico: una battaglia storica che noi portiamo avanti da decenni in maniera lungimirante.

Ma, come dicevo in apertura, al di là del tema dell’autonomia, le novità contenute nel DEFR 2019 sono davvero poche. Restano sostanzialmente i copia/incolla che ci trasciniamo dietro dall’inizio della legislatura ad oggi, e questo accade per tutti gli ambiti: dalla sanità alle attività produttive, al turismo, al sociale e così via. Una rigidità a mio avviso impressionante, unita all’assenza di linee guida strategiche e di indirizzo precise, un mix che porta la Giunta regionale ad affrontare temi strategici con un pressapochismo allarmante. Sulla sanità infatti, se non era per una nostra osservazione fatta in Commissione, davate per abolite le Province. Ma anche dopo la correzione di quell’errore gravissimo il quadro resta comunque assolutamente confuso. Si parla infatti di riduzione delle Aziende ASL seguendo – si dice nel testo – la via indicata dalla Romagna, ma non viene detto in che modo, con quali tempi e quali dovrebbero essere le realtà coinvolte in questo processo. Anche perché a livello territoriale questa tesi viene continuamente smentita. Ma ci domandiamo: è davvero questo l’indirizzo della Giunta regionale oppure ci troviamo di fronte a parole buttate lì nero su bianco un po’ per caso? A questa domanda purtroppo non so darmi una risposta perché, nonostante sia stata comunque posta più volte alla Giunta e ai tecnici presenti nelle Commissioni, non abbiamo mai ricevuto alcuna spiegazione.

Un atteggiamento e una modalità di affrontare un tema importante come quello della sanità a nostro avviso gravissimo: non si gestisce in questo modo un ambito che assorbe l’80 per cento del bilancio regionale. La sanità, già messa fortemente in crisi da una riorganizzazione della rete ospedaliera che noi giudichiamo scellerata, che oltretutto procede a singhiozzo, ha bisogno di direttive chiare e non fumose. Anche sul sociale c’è molto da dire perché, se si continua a sbandierare il Fondo regionale per la non autosufficienza, senza ascoltare il territorio per capire come calibrarlo al meglio, vuol dire restare distanti anni luce dai reali bisogni dei nostri cittadini. Poi devo ammettere che nel documento di economia e finanza regionale in esame è stato inserito il sistema di ascolto, fortemente voluto dal nostro gruppo e introdotto con un nostro emendamento, strumento che potrebbe e dovrebbe raccogliere le osservazioni delle associazioni, dei sindacati, dei caregiver o degli stessi assistiti, ma oggi purtroppo è ancora troppo poco conosciuto. Lo dico perché ho parlato in prima persona con delle associazioni del territorio e non lo conoscono. Tenere uno strumento di questo tipo nel cassetto non serve assolutamente a nulla: promuoviamolo e ascoltiamo realmente il territorio per utilizzare al meglio i fondi per la non autosufficienza.

Vogliamo poi parlare delle risorse destinate all’integrazione o, meglio, delle indicazioni che diamo per questo ambito? È inconcepibile il fatto di voler integrare e utilizzare delle risorse per integrare i richiedenti asilo che, fino a prova contraria, potrebbero dover tornare nel loro Paese di origine, se la domanda venisse respinta. Che senso ha quindi investire risorse economiche su persone, magari a discapito di una vera e propria integrazione di quei cittadini stranieri che vivono e lavorano regolarmente qui nel nostro Paese? Anche su questo abbiamo presentato un emendamento in Commissione e, dopo la bocciatura che c’è stata in quella sede, lo riproponiamo oggi in Aula.

Per quanto riguarda invece gli acquisti effettuati in sanità, l’indirizzo che noi vorremmo dare è quello di lavorare sugli accordi che si potrebbero siglare tra diversi soggetti aggregatori regionali. Ricordo che in seguito ad un nostro atto di indirizzo approvato nel 2015 è stata lanciata un’operazione sperimentale tra quattro Regioni per l’acquisto di farmaci emoderivati, operato che ha portato ad un risparmio di diversi milioni di euro. Continuiamo dunque su questa strada, ma purtroppo devo dire che non leggiamo nulla di tutto questo sul DEFR in discussione. Proprio a tal proposito avevamo portato avanti una nostra proposta in Commissione, che puntualmente è stata bocciata e che ripresenteremo oggi in Aula.

Poi potremmo parlare della disostruzione pediatrica nelle scuole, delle linee guida per l’addestramento dei cani destinati ai disabili: tutti aspetti che a nostro avviso andrebbero inseriti nel documento di economia e finanza regionale per arrivare ad una conclusione almeno entro la fine di questa legislatura, perché purtroppo vediamo che ci stiamo girando attorno da troppo tempo e da troppi anni. Anche queste sono proposte che però sono state respinte dalla maggioranza che guida questa Regione.

Per quanto riguarda il territorio e la sua tutela, invece, mi sarei aspettato qualcosa sul dialogo intavolato grazie ad un nostro atto di indirizzo tra Regione ed Esercito, operazione che, se andrà a buon fine, potrebbe contribuire ad un miglioramento del sistema di addestramento e di interventi in fase di prevenzione e quindi non solo durante le fasi emergenziali. Ma nemmeno una riga anche su questo.

Poi sulla promozione di nuove politiche per le aree montane. Come al solito la Regione fa molta demagogia, si usano sempre paroloni altisonanti come la «deframmentazione degli ecosistemi» o «comunità e territori resilienti»; ecco perché questa Giunta a nostro avviso fallirà proprio sulla montagna, perché va bene lo sviluppo delle aree montane, ma ciò deve essere direttamente proporzionale alle azioni messe in campo contro lo spopolamento dei territori appenninici. Come si può parlare infatti di futuro dei territori della montagna, quando questa Regione ha chiuso per una mera scelta politica tutti i punti nascita della montagna? Come si può pensare ad un futuro roseo per le nostre montagne, quando i servizi essenziali vengono tagliati nel nome del centralismo? Così come per la sanità potremmo parlare anche dell’istruzione. Ovvio che la montagna a lungo andare (ed è un processo già in atto) va verso lo spopolamento. Anche le località turistiche montane inoltre potrebbero rappresentare un’ottima opportunità, soprattutto per quei giovani che risiedono in quelle zone, ma anche su questo fronte vediamo ancora poco e niente. E ad aggravare ancor di più la situazione della montagna dobbiamo parlare anche della rete stradale, degna degli anni del dopoguerra. Mancano progetti, idee, investimenti per infrastrutture che riguardano proprio quei territori. A lungo andare le aree montane diventeranno una zona per chi possiede una seconda casa in quei territori per rilassarsi l’estate e niente di più.

Sul ciclo dei rifiuti si è parlato tanto della riduzione del numero delle discariche, ma basta rimanere qui in provincia di Bologna, a pochi chilometri dalla città capoluogo, per vedere che proprio la Regione ha concesso delle proroghe a HERA Ambiente per portare avanti un progetto autorizzato anni fa per l’ampliamento della discarica di Baricella. Impianto non presente nel Piano rifiuti. Oggi quindi si rimette in discussione tutto quanto, portando alla luce anche in questo caso la mancanza di un vero piano.

Potrei dire tanto altro, ma ci siamo resi conto che da parte della maggioranza non c’è tutta questa volontà di aprire un dialogo serio e costruttivo. Come Lega abbiamo comunque cercato di dare il nostro contributo per migliorare il testo del DEFR 2019, lo abbiamo fatto in Commissione e lo rifaremo anche oggi ripresentando gli stessi emendamenti e aggiungendone altri per quanto riguarda le società in house e partecipate.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

A questo punto apro la discussione generale su DEFR, risoluzione e i due ordini del giorno.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Mi limiterò a formulare alcune considerazioni di carattere generale per poi soffermarmi particolarmente sull’ultima parte del DEFR, perché indiscutibilmente la parte terza relativa agli indirizzi agli enti dovrebbe costituire la vera novità dell’edizione 2019 del documento di economia e finanza regionale, a seguito dell’approvazione della legge regionale 16 marzo 2018, n. 1. Dico dovrebbe perché, come vedremo in seguito, il parto è stato ben misero.

Innanzitutto sono rimasto quanto mai stupito delle tempistiche con le quali il DEFR è proposto e approvato dall’Assemblea legislativa. In sede di Commissione il collega Paruolo mi aveva apostrofato chiedendo se avessi passato le ferie a leggere il DEFR. Come ben sapete, il DEFR è stato approvato con delibera di Giunta del 25 giugno 2018, n. 990; il 6 luglio è stato incardinato in Commissione ed oggi (25 settembre) verrà probabilmente approvato. Perché tutte queste date? Perché basta sfogliare le prime pagine del corposo documento per trovare letteralmente «a ottobre prossimo sarà rendicontato il DEFR 2017, pubblicato in concomitanza con la nota di aggiornamento al DEFR 2019», quindi oggi ci troviamo praticamente ad approvare un documento che verrà poi aggiornato nell’arco di pochi giorni. Preso dalla curiosità ho controllato quanto avvenuto in passato, pronto ad attaccare la maggioranza per il ritardo con il quale questo documento veniva affrontato e invece ho constatato che anche lo scorso anno è accaduto lo stesso.

Ho messo a confronto il DEFR 2019 con quello 2018 e ovviamente si individuano tutta una serie interminabile di indicatori che vanno dall’aumento di una unità nella dirigenza esterna rispetto al quadro tracciato lo scorso anno agli indici BES che evidenziano dati non certo esaltanti sul fronte dell’ambiente e che vedono quale criticità la sicurezza, confermata da un rosso pieno per quanto riguarda i reati predatori (nulla che già non fosse evidente a tutti cittadini della regione, tranne forse a questa maggioranza), all’originale sezione dedicata alla sitografia nella quale scopriamo che le sezioni dedicate al lavoro, diritto allo studio, formazione, spending review e pari opportunità (questa volta con sorpresa) sono lasciate in bianco, quasi a far presagire l’assenza di siti dedicati. Ovviamente un’analisi puntuale non è fattibile in pochi minuti, quindi rimanderò alla sede di aggiornamento del DEFR 2019 ulteriori riflessioni, concentrandomi oggi sugli indirizzi degli enti, ovvero su quelle pagine della parte terza attraverso le quali la Giunta ha cercato un luogo dove dare risposta al dettato della legge regionale 16 marzo 2018, n. 1, a quello del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 (TUSP, testo unico in materia di società a partecipazione pubblica) e dalle sollecitazioni ricevute dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti in ordine al coinvolgimento dell’Assemblea legislativa nella definizione e aggiornamento degli indirizzi alle partecipate.

Come anticipato in sede di Commissione ritengo fortemente carente la parte dedicata alla definizione degli indirizzi generali dati dall’Assemblea legislativa. Non ci si può infatti limitare ad esprimere linee minimali sulla disciplina di missioni e trasferte, scordando ad esempio i recenti richiami della Sezione di controllo della Corte dei Conti in ordine agli incarichi legali. Ma di questo parlerò in dettaglio tra poco. Altrettanto non si può rimandare a successivi ed indefiniti atti di Giunta l’applicazione delle linee tracciate dal TUSP. Questo è il luogo dove i paletti andrebbero posti ed altrettanto è il posto nel quale dovrebbero essere tracciati i limiti temporali entro il quale le azioni andrebbero completate.

Quanto agli incarichi legali, alla luce dei rilievi formulati dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti che ha definito come le determine esaminate relative agli incarichi di patrocinio legale affidati dall’Intercenter e dall’AGREA non possono essere considerati conformi a legge, ritengo sia imprescindibile inserire nella parte relativa agli indirizzi generali un chiaro indirizzo per quanto concerne la disciplina dell’assegnazione degli incarichi legali da parte degli enti strumentali e delle società in house della Regione. Inutile ricordare come nel corso del 2017 l’Intercenter abbia provveduto ad affidare venti incarichi di patrocinio, diciannove dei quali al medesimo legale e AGREA abbia seguito l’esempio utilizzando in sedici casi su sedici lo stesso legale. Per risolvere la questione vedo due strade: la prima (che personalmente prediligo) è quella che consente all’Ufficio legale della Regione, così come previsto all’articolo 11, comma 8-bis, del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 64, convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n. 64, di assumere gratuitamente il patrocinio degli enti dipendenti delle agenzie regionali e degli organismi istituiti con legge regionale per l’esercizio di funzioni amministrative delle Regioni medesime.

La seconda è quella di prevedere che l’ente strumentale o la società in house si dotino di apposito albo e disciplinare per l’attribuzione degli incarichi di patrocinio legale. In questo caso però non si potrà prescindere dal prevedere obbligatoriamente la presenza di un meccanismo di rotazione nell’attribuzione di patrocini ai diversi professionisti. In sede di Commissione avevo già lanciato una provocazione in questo senso, ma, vedendo che è caduta platealmente nel vuoto, ho presentato due emendamenti in tal senso.

Quanto al sistema di vigilanza sulle partecipate, altrettanto rispondendo alla sollecitazione formulata nella relazione a consuntivo 2017 dal Collegio dei revisori dei conti dell’ente, dovremo prevedere l’introduzione di una struttura adeguata allo svolgimento del monitoraggio periodico sull’andamento della gestione dei propri enti e società partecipate, così da poter intervenire nel caso in cui si dovesse rilevare la necessità di porre in essere azioni correttive che riportino l’azione degli organismi di cui sopra in linea con gli obiettivi assegnati dalla Regione stessa e prevenire situazioni, come verificatesi nel passato, a titolo esemplificativo, relative alle due società partecipate Terme di Salsomaggiore, Tabiano spa e Castrocaro Terme spa. Evidentemente il sistema di controlli introdotto con le delibere di Giunta n. 1015 del 28 giugno 2016 e la n. 480 dell’1 giugno 2018 non è considerato adeguato e con il DEFR andrebbero quindi ridefiniti in tal senso gli indirizzi relativi al controllo con l’istituzione di una unità di controllo delle partecipazioni e/o degli organismi partecipati, preposta a creare e mantenere un collegamento stabile tra l’ente e gli organismi stessi. Ciò permetterebbe la verifica del rispetto delle norme contenute nel decreto legislativo n. 175/2016 e delle norme di finanza pubblica e l’acquisizione periodica dei dati, annuale, semestrale o trimestrale a seconda della struttura e complessità dell’organismo partecipato, ovvero: mensile in caso di urgenza o in casi specifici che richiedono una maggiore frequenza di bilanci infrannuali, situazione economica infrannuale e/o report economico-finanziari indispensabili per valutare l’andamento degli stessi e i possibili riflessi sul bilancio della Regione.

Considerata la vicinanza della scadenza relativa all’aggiornamento degli obiettivi del DEFR 2019 ho voluto semplicemente sollevare la questione per porla all’attenzione della Giunta in modo da offrirle il tempo per proporre una soluzione che vada nella direzione appena esposta. Chiaramente, se il documento di aggiornamento non interverrà in questo senso, sarà premura del gruppo di Fratelli d’Italia formalizzare una proposta emendativa in quella sede.

Quanto alle aggregazioni societarie duole constatare il protrarsi quasi all’infinito delle fusioni societarie, il cui completamento è ormai rimandato di anno in anno, tanto che per ERVET è ipotizzato il prolungamento del piano triennale, dato che la fusione con ASTER e FMB si sarebbe già dovuta concretare. Dato il tema che abbiamo precedente trattato – perdonatemi la battuta – mi verrebbe quasi da dire che questa Regione è più rapida a fondere i comuni che le proprie società in house.

Venendo alle società che devono essere dismesse, il 25 settembre 2017 la Regione ha approvato il piano per la revisione straordinaria delle partecipazioni societarie, nel quale sono indicate le fondamentali azioni di intervento che definiscono le direttrici, sia strategiche che operative, per la gestione delle partecipazioni detenute dall’ente, compresa la dismissione di quelle partecipazioni considerate non più strategiche per l’ente. In conseguenza di tale piano fra maggio e giugno sono state approvate le delibere inerenti i bandi d’asta pubblica per la dismissione delle quote in Reggio Children, Infrastrutture Fluviali S.r.l. e Piacenza Expo S.p.A. Per quanto attiene ai Centri agroalimentari, nessuna procedura di dismissione pare essere stata avviata, ma comunque le relative schede danno atto dell’intenzione di dismettere le partecipazioni. La scheda relativa a Banca Etica invece non fa menzione alcuna in ordine alla dismissione della partecipazione. Il TUSP all’articolo 24 prevede che l’alienazione debba avvenire entro un anno dalla conclusione della ricognizione compiuta tramite il piano per la revisione straordinaria delle partecipazioni societarie.

Le conseguenze per chi non rispetterà la scadenza sono molto rilevanti sia dal punto di vista amministrativo che patrimoniale. Il primo infatti prevede il congelamento dei diritti sociali e quindi l’impossibilità di intervenire nei processi decisionali dei soci, di esercitare i poteri di indirizzo e controllo e di essere informati dalla società sullo sviluppo delle sue attività, compreso quello di avere comunicazioni sul bilancio. Altro effetto pesante è quello che vieta la possibilità di promulgazione nei confronti degli amministratori: dal punto di vista dei diritti patrimoniali la mancata alienazione delle partecipazioni comporta l’impossibilità di percepire gli eventuali dividendi. Come previsto dallo stesso articolo 24, comma 5, del TUSP, salvo in ogni caso il potere di alienare la partecipazione, la medesima dovrà essere liquidata in denaro, in base ai criteri stabiliti dal Codice civile. Sostanzialmente l’articolo 2437-quater del Codice civile prevede che gli amministratori offrano in opzione le azioni del socio recedente agli altri soci in proporzione al numero delle azioni possedute. Qualora i soci non acquistino in tutto o in parte le azioni del recedente, gli amministratori possono collocarle presso terzi. In caso di mancato collocamento, entro centottanta giorni dalla comunicazione del recesso, le azioni del recedente vengono rimborsate mediante acquisto da parte della società utilizzando riserve disponibili.

Quanto agli indirizzi alle società, per quanto concerne indirizzi che l’Assemblea dovrebbe fornire ai sensi dell’articolo 2, della legge regionale n. 1 del 16 marzo 2018, quelle riportate nel DEFR sono schedine di sintesi che dicono poco o nulla, corredate da alcune indicazioni generiche che sfido chiunque a non condividere almeno al 90 per cento. Non voglio spingermi a dire 100 per cento, perché anche in questo caso, nonostante la genericità degli indirizzi contenuti nel documento, qualche assurdità siete riusciti ad inserirla comunque. Vedo con piacere che dopo il mio intervento in Commissione dove attaccavo le cinque righe di descrizione e dieci righe di indicazioni generiche, riferite ad una società partecipata come TPER che poco meno di un anno fa ha emesso 95 milioni di euro di obbligazioni a scadenza settennale a un tasso dell’1,85 sul mercato di Dublino, qualcosa, seppur minimo, si è smosso con l’ampliamento della sezione descrittiva introdotto dalla Giunta e l’apprezzabile emendamento introdotto dal collega Paruolo in ordine all’attivazione di un procedimento di valutazione.

Resta comunque la critica formulata. Probabilmente sbaglierò e forse questa non è la sede per discuterne, ma ritengo che l’indirizzo dato dall’Assemblea non dovrebbe concretarsi in generiche affermazioni quali perseguire un consolidamento anche dimensionale per acquisire un livello crescente di competitività. Chi non sarebbe d’accordo con enunciazioni come questa? Il problema semmai è, se per farlo, si ritenga o meno di stipulare 95 milioni di euro di obbligazioni sul mercato estero, a fronte di un capitale sociale costituito da poco più di 68 milioni di euro, probabilmente equivalente al valore del parco mezzi conferito alla costituzione della società.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Galli.

 

GALLI: Grazie, presidente. Il documento che portiamo in discussione è importante perché propedeutico alla redazione della programmazione economica e finanziaria dell’ente Regione Emilia-Romagna. Sono tre parti: il primo è uno scenario economico generale, poi il libro dei sogni (gli obiettivi che la Regione nell’anno che deve arrivare), la terza parte – richiamata in chiusura dal collega Tagliaferri – sulle società in house e sulle partecipate. È un documento che contiene molti punti critici, come richiamati dai colleghi che mi hanno preceduto del centrodestra. Alcuni sono un punto fermo del programma del centrodestra dell’anno prossimo: quello della sanità con una riorganizzazione che ha colpito pesantemente le infrastrutture presenti sul territorio, soprattutto quelle con più problemi. Penso in particolare alla zona della montagna o comunque alle zone maggiormente disagiate.

La trasformazione degli ospedali in Case della salute è certamente un depotenziamento. Quando noi ci presentiamo ai cittadini dicendo proponendo loro una Casa della salute, dovremmo avere anche l’onestà intellettuale di spiegare che una Casa della salute non è mai un ospedale, ma è un pronto soccorso con maggiori funzioni e maggiori risorse, ma certamente non può essere considerato una rete ospedaliera. Il depotenziamento degli ospedali in città ha portato ad un maggiore uso dei pronto soccorso con tutte le emergenze che questo comporta, soprattutto in termini di tempi di attesa. Nelle zone disagiate invece il depotenziamento è puro e semplice.

Abbiamo assistito in questi ultimi due anni ad un depotenziamento di queste zone per quanto riguarda i punti nascita di alcune zone, penso a Pavullo o Castelnuovo Monti o comunque i comuni della fascia appenninica. Sappiamo che la zona maggiormente disagiata della nostra regione, la fascia appenninica, non è una zona indifferente anche come estensione, la chiusura di questi reparti aggrava ancora di più il depotenziamento e la sensazione di disagio e di arretratezza che queste zone hanno. Pensiamo alle altre infrastrutture che sono venute a mancare, perché non più tardi di un paio di mesi fa presentavamo un’interrogazione sulla negatività della rete di collegamento wifi in certe zone, dove la mancanza di questi servizi certamente è un aggravamento delle distanze.

Le risorse idriche sempre connesse a questi territori sono sempre legate a due emergenze di grande rilievo per la salvaguardia della risorsa acqua, che sono: la dispersione delle reti idriche, dove potremmo fare un’analogia con delle reti che sono quelle autostradali con le conseguenze che abbiamo visto recentemente. Quando noi affidiamo a dei privati la gestione di queste reti, quasi mai le reti stradali, infrastrutturali, le reti idriche vengono mantenute nel senso dell’efficienza che per uno Stato, per una Regione è investimento, invece per il privato è una spesa tout court. Quindi l’autonomia idrica che viene in questo modo danneggiata è una delle emergenze della nostra regione. Il cambiamento climatico degli ultimi anni ci ha fatto conoscere mesi di siccità che hanno trovato un aggravamento nella dispersione delle reti idriche.

La montagna che dovrebbe essere maggiormente tutelata non solo per i suoi cittadini, ma perché ha bisogno di maggiori assistenze, di maggiore attenzione e di maggiori risorse, così non succede. Le scuole. Non più tardi di due ore fa parlavamo di quello che è successo a Serramazzoni nel Modenese, dove abbiamo trovato le scuole che, per la presenza di una zona franosa e di una insufficiente rispondenza ai criteri antisismici, sono state sequestrate. Quindi trovarsi in queste zone con questi problemi certamente non è un aiuto. La messa in sicurezza del territorio è un’altra delle priorità, causata sempre dal mutamento climatico. Non è più possibile parlare di eventi eccezionali. Tutti gli anni abbiamo delle zone, come è successo nel Bolognese l’anno scorso e nel Modenese due anni fa, dove una nevicata leggermente maggiore di quelle normali, o perché la neve è più pesante o perché la precipitazione è maggiore, crea dei crolli della rete elettrica che bloccano intere zone con i cittadini e le aziende che si trovano senza energia elettrica, e questo non è possibile! Io posso immaginare che il prossimo gennaio, quando probabilmente capiterà di nuovo, diremo che si è trattato di un evento climatico eccezionale. E non è mai così.

L’occupazione è un altro dei fiori all’occhiello di questa Giunta con la creazione dell’Agenzia per il lavoro che ancora dobbiamo vedere effettivamente al lavoro. Forse il primo punto che dovrebbe seguire è proprio la stessa Agenzia del lavoro, che ha fra i suoi compiti quello di gestire i Centri per l’impiego, centri che devono essere pensati e riformati. Non è molto spesso a questi centri che le aziende si rivolgono per trovare il proprio personale, soprattutto se qualificato. Il ricorso ai privati per trovare dei dipendenti molto spesso è prioritario o comunque è la strada che viene seguita maggiormente dalle imprese private e questo dovrebbe essere per noi un richiamo e un punto d’allarme. La messa in sicurezza che si lega a quei problemi legati alla poca manutenzione del territorio è un’altra delle priorità della nostra regione.

Siamo ancora in attesa di vedere realizzate alcune opere infrastrutturali strategiche per l’intero territorio regionale. Gli esempi sono numerosi: la Cispadana, la bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo, il nodo di Bologna. Pensiamo che questi ultimi due punti sono stati sui giornali in questi mesi per diversi richiami. Il nodo di Bologna è quello che ha causato in agosto quell’incidente terribile, che poteva avere maggiori conseguenze ed è legato ad un sovraccarico del nodo di Bologna che deve essere affrontato e risolto. E non è mai stato affrontato né risolto. Le analogie con la gronda di Genova certamente possono essere richiamati. Abbiamo perso degli anni dicendo Passante nord, Passante sud, Passante al centro, ma nulla è stato fatto: il nodo di Bologna continua ad essere una delle emergenze. Ieri il governatore Bonaccini all’apertura del CERSAIE ha dichiarato in pompa magna ufficialmente che il cantiere della Campogalliano-Sassuolo verrà aperto quest’anno (anno elettorale) ed è una bretella che aspettiamo nel Modenese da oltre trent’anni. Dire “finalmente la faremo” dovrebbe essere, in condizioni normali, un riconoscimento dei propri limiti, oggi invece viene presentato come un successo. Trasporto pubblico locale. Anche su questo abbiamo presentato interrogazioni nei giorni scorsi sul sistema che a Forlì fa acqua come a Modena, dove abbiamo un parco autobus obsoleto, tant’è vero che – richiamo sempre l’esempio modenese – oltre nove autobus hanno preso fuoco in meno di un anno. Nove autobus che si fermano prendendo fuoco durante il percorso, non dovrebbe essere una cosa da poco, invece viene tralasciato e trascurato.

È necessario provvedere alla sostituzione dei mezzi nel più breve tempo possibile. Quando poi vediamo che le aziende di trasporto locale presentano bilanci in attivo e questo viene presentato come un aspetto positivo, qualche domanda viene spontanea: è più importante il bilancio in attivo o la sicurezza dei cittadini? È più importante il bilancio in attivo o i ragazzi che devono prendere un autobus scolastico, lo devono trovare pieno e aspettare l’autobus successivo oppure trovare dei mezzi di trasporto alternativi? Sono tutte domande che secondo noi hanno una risposta, ma non hanno da voi delle soluzioni.

I processi di fusione, di cui anche oggi abbiamo parlato, sono molto spesso fusioni fatte in modo arbitrario, sono fatte sulla base di una valutazione ad inizio legislatura di portare i comuni a trecento, ma sono fatte senza valutare se queste fusioni sono reali o invece costruite a tavolino.

Sono passaggi tutti che ci lasciano estremamente perplessi, che non ci possono permettere un voto positivo, quindi noi voteremo contro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Galli.

Ci sono altri iscritti in discussione generale, ma sono le 13,04, quindi riprendiamo il nostro lavoro alle ore 14.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,04

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI. Hanno comunicato inoltre di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA, Alessandro CARDINALI e Raffaella SENSOLI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 7168 “Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Goro e Mesola nella provincia di Ferrara”.» (Proposta della relatrice consigliera Marcella Zappaterra su mandato della Commissione I)” (176)

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Zappaterra:

«Come ultimo punto del “Dato atto che” è aggiunto il seguente: “con comunicazione del 24 settembre 2018 (prot. 11814 del Comune di Mesola) i Sindaci dei Comuni di Goro e Mesola hanno rivolto istanza per aggiungere nel quesito referendario anche le seguenti opzioni: a) Castel del Delta, b) Castel del Mare, c) Porto dell’Abate;”»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma della consigliera Zappaterra:

«Nel dispositivo di delibera le parole relative al quesito referendario “di definire nei seguenti termini il quesito da sottoporre alla consultazione popolare con riferimento al progetto di legge esaminato: “Volete voi l’istituzione del nuovo Comune denominato Goro Mesola mediante la fusione dei Comuni di Goro e Mesola nella Provincia di Ferrara”” sono così sostituite “di definire nei seguenti termini i due quesiti da sottoporre alla consultazione popolare con riferimento al progetto di legge esaminato:

“1) Volete voi che i Comuni di Goro e Mesola nella Provincia di Ferrara siano unificati in un unico Comune mediante fusione?

2) Con quale dei seguenti nomi volete sia denominato il nuovo Comune?

a) Castel del Delta

b) Castel del Mare

c) Porto dell’Abate

d) Goro Mesola””.»

(Approvato)

 

Coordinamento formale - Emendamenti 1 e 2 all’oggetto 7168, a firma della consigliera Zappaterra:

«L’art. 1 al pdl oggetto n. 6946 risulta così riformulato:

Art. 1

Istituzione di nuovo Comune mediante fusione

1. Ai sensi dell’articolo 15 del Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) e della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 (Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di comuni), è istituito, nella Provincia di Ferrara, un unico Comune mediante fusione dei contigui Comuni di Goro e Mesola, a decorrere dal 1° febbraio 2019.

2. Tenendo conto degli esiti del referendum consultivo regionale indetto ai sensi degli articoli 11 e 12 della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 (Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di comuni), il nuovo Comune è denominato…

3. Il territorio del nuovo Comune è costituito dai territori già appartenenti ai Comuni di Goro e Mesola come risultante dall’allegata cartografia.»

(Approvato)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

É stato presentato il seguente progetto di legge:

7159 - Progetto di legge d'iniziativa del Consiglio comunale di Bologna "contro l'omotransnegatività e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere". (Deliberazione della Consulta di garanzia statutaria di ammissibilità n. 2 del 19 luglio 2018 pubblicata sul BURERT n. 230 del 25/07/2018)

 

É stato presentato il seguente progetto di regolamento:

7182 - Progetto di Regolamento: "Modifiche agli artt. 14, 28 e 64 del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna (deliberazione dell'Assemblea legislativa 28 novembre 2007, n. 143) - Introduzione della partecipazione dei Consiglieri regionali ai lavori assembleari in modalità telematica". (20 09 18) A firma della Consigliera: Sensoli

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Petizioni

 

7169 - Petizione popolare sulle concessioni per la ricerca e lo stoccaggio di idrocarburi. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 91 del 18 09 18)

7170 - Petizione popolare in ordine alla tematica concernente la donazione di sangue. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 92 del 18 09 18)

 

Interrogazioni

 

7163 - Interrogazione a risposta scritta circa la comunicazione del Direttore generale AUSL di Modena sul tema della zanzara West Nile. A firma della Consigliera: Gibertoni

7164 - Interrogazione a risposta scritta circa l'aumento tariffario dell'abbonamento di Start Romagna riservato agli under 26. A firma del Consigliere: Pompignoli

7165 - Interrogazione a risposta scritta in ordine a una verifica con l'ufficio scolastico regionale del rispetto dei programmi educativi nelle varie classi. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7166 - Interrogazione a risposta scritta circa i dati regionali riguardanti le denunce di discriminazioni di genere sul posto di lavoro e sulle dimissioni volontarie entro tre anni dalla nascita dei figli. A firma del Consigliere: Torri

7174 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche riguardanti il contratto per la fornitura e la manutenzione di pneumatici intercorso tra Seta Modena e Pneucentro. A firma del Consigliere: Bargi

7176 - Interrogazione a risposta scritta circa l’aggiornamento del sito openricostruzione, contenente l’elencazione e il monitoraggio di tutti gli interventi di ricostruzione post sisma 2012. A firma del Consigliere: Pettazzoni

7177 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di costituire a Imola una società in house per la gestione della raccolta e trasporto dei rifiuti. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7178 - Interrogazione a risposta scritta circa l’assenza di integrazione tariffaria tra i due soggetti, Trenitalia e Tper, costituenti il Consorzio Integrato Trasporti, assegnatario del servizio ferroviario su tutte le linee ferroviarie in Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Bertani

7179 - Interrogazione a risposta scritta circa il finanziamento del lungometraggio “Gli anni amari” incentrato sulla vita di Mario Mieli. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Rancan, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani

7180 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della dignità dei lavoratori che vivevano in un casolare dalle condizioni igieniche così precarie da dover essere sgomberato dal Comune di Castello d’Argile a metà dello scorso giugno. A firma del Consigliere: Taruffi

7181 - Interrogazione a risposta scritta circa il finanziamento a L’Altra Società Cooperativa ONLUS di Bologna per la realizzazione del lungometraggio sulla vita di Mario Mieli. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7183 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche collegate allo stato dell'edilizia scolastica del territorio, specie per la situazione relativa al Comune di Serramazzoni (MO). A firma del Consigliere: Facci

7185 - Interrogazione a risposta scritta circa la carenza di medici prevista per i prossimi anni. A firma del Consigliere: Galli

7186 - Interrogazione a risposta scritta circa i disservizi che si continuano a verificare sulla tratta ferroviaria Modena-Sassuolo. A firma del Consigliere: Bargi

7187 - Interrogazione a risposta scritta circa l’acquisizione di immagini fotografiche nel momento in cui viene elevata una multa sui mezzi di trasporto pubblico di Piacenza, Reggio Emilia e Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

7188 - Interrogazione a risposta scritta circa il parcheggio a pagamento in funzione dell’Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7189 - Interrogazione a risposta scritta circa i lavori di ristrutturazione del cimitero di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7190 - Interrogazione a risposta scritta circa attività sul gay pride realizzate presso un centro estivo di Casalecchio di Reno (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7191 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di pagamento, da parte dell’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), dei contributi spettanti agli agricoltori a sostegno del mercato del grano duro. A firma del Consigliere: Galli

7193 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da intraprendere per accelerare il processo di dismissione degli inceneritori esistenti e di bloccare la costruzione di nuovi impianti. A firma della Consigliera: Gibertoni

7194 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le dichiarazioni espresse dal Direttore Generale dell’AUSL di Modena in merito al virus West Nile. A firma del Consigliere: Bargi

7195 - Interrogazione a risposta scritta circa il diario personalizzato destinato alle classi della scuola primaria e secondaria di I grado di Bagno di Romagna. A firma del Consigliere: Pompignoli

7196 - Interrogazione a risposta scritta circa i disservizi e l’aumento dell’abbonamento riguardante l’Azienda Start Romagna. A firma del Consigliere: Galli

7197 - Interrogazione a risposta scritta circa lavori per l’eliminazione delle barriere architettoniche e per l’installazione di un sistema di videosorveglianza presso la stazione di Colorno (Parma). A firma del Consigliere: Tagliaferri

7198 - Interrogazione a risposta scritta circa i problemi sulla linea ferroviaria Cremona - Fidenza. A firma dei Consiglieri: Molinari, Tarasconi

7199 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi per far fronte agli eventi calamitosi in comune di Tizzano (PR) e in particolare per la frana di Capriglio. A firma della Consigliera: Lori

7200 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi da mettere in campo per far fronte al sequestro da parte della magistratura di alcuni edifici scolastici a Serramazzoni (MO). A firma del Consigliere: Galli

7201 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa interventi per modificare il sistema elettorale degli organi consortili dei Consorzi di bonifica Emilia centrale. A firma del Consigliere: Bertani

7202 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione aziendale della ex BredaMenariniBus. A firma del Consigliere: Taruffi

7203 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l’applicazione delle disposizioni del Piano Aria integrato regionale (PAIR) e una campagna di informazione per la gestione del riscaldamento domestico. A firma della Consigliera: Rontini

 

Risoluzioni

 

7171 - Risoluzione circa la situazione di incertezza in cui versa il settore delle imprese balneari in relazione all’applicazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi sul mercato UE, denominata Direttiva Bolkestein o Direttiva Servizi. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Zappaterra, Bessi, Rossi, Calvano, Zoffoli, Iotti, Ravaioli, Rontini, Montalti

7172 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a presentare la proposta di deliberazione, di cui all’art. 16 bis, comma 2, della lr 32/1988, in materia di acque minerali naturali e di sorgente. A firma del Consigliere: Sassi

7173 - Risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante prescrizioni minime per il riutilizzo dell’acqua COM (2018) 337 final del 28 maggio 2018. Osservazioni della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell’articolo 24, comma 3, della legge n. 234 del 2012 ed esame di sussidiarietà ai sensi del Protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona. (Approvata dalla I Commissione assembleare Bilancio, Affari generali ed istituzionali in data 18 settembre 2018)

7175 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale affinché le aziende che gestiscono il trasporto pubblico installino sui propri mezzi strumenti di accesso e sicurezza necessari per rendere le vetture fruibili anche dalle persone diversamente abili. (20 09 18) A firma dei Consiglieri: Rancan, Bargi, Fabbri, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Rainieri, Liverani, Delmonte, Pompignoli

7184 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi presso l'Ufficio scolastico regionale, al fine di rendere obbligatori i controlli preventivi sui mezzi impiegati nelle gite scolastiche per garantire la sicurezza stradale e degli studenti. (20 09 18) A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi

7192 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi nelle sedi istituzionali europee e nazionali affinché nei negoziati in corso sulla Brexit sia posta come questione prioritaria il riconoscimento e la tutela dei prodotti agroalimentari a denominazione d'origine. (21 09 18) A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Liverani, Pettazzoni, Pompignoli, Bargi

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

6819 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la sanità pubblica e quella privata, con particolare riferimento alla situazione esistente in Romagna. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

6821 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dell'impianto energetico a biomasse di Finale Emilia (MO). A firma del Consigliere: Alleva

6823 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti gli investimenti relativi alla realizzazione del nuovo Ospedale di Cesena, con particolare riferimento alla riduzione dei posti letto. A firma del Consigliere: Pompignoli

6828 - Interrogazione a risposta scritta circa la revisione del "Piano di riorganizzazione e sviluppo della sanità di Piacenza". A firma della Consigliera: Gibertoni

6831 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte alle criticità ed alle problematiche relative alla sanità romagnola, con particolare riferimento alla situazione esistente a Ravenna. A firma del Consigliere: Bagnari

6832 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevedere l'inserimento, nei bandi di accesso alle scuole di specializzazione medica, alcune restrizioni. A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

6837 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il Festival di Sant'Arcangelo, i suoi contenuti ed i relativi finanziamenti. A firma del Consigliere: Galli

6838 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e problematiche riguardanti l'attività libero-professionale intramoenia dei medici appartenenti al Servizio Sanitario Regionale. A firma della Consigliera: Piccinini

6842 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e problematiche riguardanti la costruzione di una centrale a biomasse nel Comune di Villa Minozzo (RE). A firma della Consigliera: Gibertoni

6844 - Interrogazione a risposta scritta circa notizie riguardanti la chiusura, dal mese di giugno, dell’Ambulatorio di Chirurgia Oculistica presso l’Ospedale di Vergato. A firma del Consigliere: Galli

6846 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare la diffusione della zanzara tigre, con particolare riferimento al territorio imolese ed alla relativa AUSL. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6849 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare problematiche riguardanti protesi installate nell'anca, con particolare riferimento alla situazione esistente nella provincia di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte

6852 - Interrogazione a risposta scritta circa notizie riguardanti la presenza di insediamenti abusivi nell’area ex Manifattura Tabacchi, ove verrà posta la sede del Tecnopolo di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6853 - Interrogazione a risposta scritta circa le tempistiche e le modalità di conclusione del processo di integrazione metropolitana di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6854 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere la situazione di degrado riguardante un parco di Cesena, posto in prossimità di uffici ed ambulatori della AUSL della Romagna. A firma del Consigliere: Pompignoli

6856 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto regionale “Viva l’Amore”, i relativi costi e le preoccupazioni manifestate dalle famiglie in merito a tale iniziativa. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

6861 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di ricezione della terapia anticoagulante attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico, con particolare riferimento alla situazione esistente a Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

6864 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la normativa regionale sul concorso alla copertura del costo dei servizi sociali, socio-educativi e socio-sanitari. A firma della Consigliera: Gibertoni

6866 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per iniziare, nelle strutture del Servizio Sanitario Regionale, la sperimentazione relativa a modalità di trattamento e sterilizzazione on-site dei rifiuti sanitari. A firma del Consigliere: Bertani

6868 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare relativamente alla Partecipanza Agraria di Cento. A firma del Consigliere: Pettazzoni

6874 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere le carenze di organico presenti nell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’Appennino Bolognese. A firma del Consigliere: Galli

6876 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare le aziende agricole, a seguito della tropicalizzazione del clima, tramite la sottoscrizione di polizze volte alla gestione dei relativi rischi. A firma del Consigliere: Tagliaferri

6884 - Interrogazione a risposta scritta circa l’accorpamento di istituti scolastici nel Comune di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

6893 - Interrogazione a risposta scritta circa i contenuti dei siti dei Comuni di Baricella e di Malalbergo, con particolare riferimento al procedimento di fusione degli stessi ed al rispetto della relativa normativa. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Comunicazioni n. 72 prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno - prot. NP/2018/2136 del 24/09/2018)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Soncini

Rancan - Torri

 

 

Espandi Indice