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206.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 16 OTTOBRE 2018

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6426

Interpellanza circa l’attuazione delle disposizioni riguardanti il Piano amianto regionale, con particolare riferimento all’eliminazione di tale materiale dalle coperture ed ai relativi finanziamenti. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

VENTURI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 6534

Interpellanza in merito all'applicazione del Piano nazionale amianto, approvato nella Conferenza Stato-Regioni del 5 maggio 2016. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

VENTURI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 6557

Interpellanza per sapere quali azioni la Giunta intende mettere in atto per rispondere alle istanze avanzate dall’Ordine dei medici al fine di rimuovere le discriminazioni a danno dei medici di genere femminile. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

VENTURI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 6718

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Attuazione della sessione europea regionale 2018 - Abrogazioni e modifiche di leggi, regolamenti e singole disposizioni normative regionali» (93)

(Continuazione discussione)

(Risoluzioni oggetti 7083 - 7105 - 7212 - 7217 - 7283 - Continuazione discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

GALLI (FI)

SASSI (Gruppo Misto)

PRODI (Gruppo Misto)

POMPIGNOLI (LN)

PICCININI (M5S)

SABATTINI (PD)

POLI (PD)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

CALVANO (PD)

FACCI (Gruppo Misto)

BERTANI (M5S)

PETTAZZONI (LN)

PRUCCOLI (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,19

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la duecentoseiesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, secondo comma del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano Bonaccini: Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Cardinali, Montalti e Serri e gli assessori Bianchi, Corsini, Donini e Petitti.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 6426

Interpellanza circa l’attuazione delle disposizioni riguardanti il Piano amianto regionale, con particolare riferimento all’eliminazione di tale materiale dalle coperture ed ai relativi finanziamenti. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze con l’oggetto 6426, interpellanza circa l’attuazione delle disposizioni riguardanti il Piano amianto regionale, con particolare riferimento all’eliminazione di tale materiale dalle coperture ed ai relativi finanziamenti, a firma della consigliera Gibertoni.

Risponderà l’assessore Venturi.

La parola alla consigliera Gibertoni per l’illustrazione.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Il tema dell’amianto è un tema che abbiamo a cuore da tanto tempo, su cui riceviamo segnalazioni, come succederà anche alla maggioranza, da parte di cittadini, di associazioni e comitati che lamentano una scarsa disponibilità di fondi per la rimozione dei manufatti in amianto ed è quell’attenzione che molto spesso dimostra quanto i cittadini possono essere e siano molto spesso più avanti rispetto alle istituzioni e questa grande attenzione e questo grande allarme che non si placa e che fa sì che nella cittadinanza servano non soltanto rassicurazioni ma rimozione tempestiva dei manufatti in amianto sia negli edifici pubblici, in quelli privati e soprattutto una rimozione che, quando non può essere immediata, almeno si diano tempi certi: quanti mesi, quanti anni, quanti fondi arriveranno, serviranno e saranno nella disponibilità dei Comuni e dei cittadini per poter fare in modo di arrivare ad avere un’Emilia-Romagna libera dall’amianto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Venturi per la risposta.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliera Gibertoni. Con il precedente Piano regionale amianto, approvato nel 1996, sono state adottate linee di indirizzo per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa tuttora vigente. È stato attuato e mantenuto aggiornato il censimento delle imprese che utilizzavano amianto delle ditte di smaltimento e bonifica degli edifici con presenza di materiali contenenti amianto in matrice friabile, nella maggior parte dei quali sono seguiti gli opportuni interventi di bonifica. È stata inoltre realizzata la ricognizione degli impianti di smaltimento e sono state emanate linee di indirizzo e pianificazione per lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto.

Successivamente con il progetto di mappatura delle zone interessate alla presenza di amianto del 2014 che ha riguardato principalmente edifici pubblici o di pubblico accesso è stato integrato in questo modo il precedente censimento. Allo stato attuale è stato bonificato il 76 per cento dei siti censiti con rimozione totale del minerale. I rimanenti siti ancora presenti in elenco comprendono quelli in cui sono stati effettuati interventi di parziale rimozione o incapsulamento o confinamento. Il recente piano regionale amianto approvato lo scorso anno si pone in continuità con la normativa vigente, con i precedenti provvedimenti regionali, con la proposta di Piano nazionale amianto presentato nel 2012 che peraltro non è stato ancora approvato, nonché con la risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2013.

Il piano si colloca nell’ambito del Patto per il lavoro del luglio 2015, che si pone l’obiettivo di integrare occupazione e salvaguardia dell’ambiente, sicurezza e manutenzione del territorio. I contenuti sono stati definiti attraverso un percorso partecipato che ha coinvolto le organizzazioni sindacali dei lavoratori, l’Associazione familiari e vittime dell’amianto e l’ANCI Emilia-Romagna nell’ottica di sviluppare azioni condivise di miglioramento dell’integrazione tra Comuni e ASL.

Il piano regionale è strutturato sui principi della prevenzione basata sulle migliori evidenze di efficacia degli interventi, sulla loro sostenibilità, nonché sulla trasversalità e integrazione tra le diverse istituzioni; tiene conto degli studi più aggiornati, compreso il rapporto finale del gruppo di studio del Ministero della salute del 20 gennaio 2012, che ha costituito il riferimento per la proposta di piano nazionale e alla cui redazione hanno collaborato anche esperti della nostra Regione. La Regione infatti ha costantemente collaborato con le strutture nazionali nell’elaborazione di normative disciplinari tecniche finalizzate ad innalzare il livello di prevenzione nel territorio e ad attuare i provvedimenti nazionali, inclusa l’adozione delle azioni indicate nel Libro bianco del Ministero della salute 2012.

Allo stato attuale il sistema normativo a cui occorre fare riferimento è il DM 6 settembre 1994, che fornisce gli indirizzi di metodo e i criteri generali in materia di valutazione dello stato di conservazione di materiali contenenti amianto ubicati in prevalenza all’interno degli edifici. Il decreto non è corredato di metodiche standardizzate di valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento-amianto e prevede sostanzialmente la bonifica soltanto in presenza di un’area estesa di materiali danneggiati.

In questo contesto normativo alcune Regioni, tra cui la nostra, hanno elaborato proprie linee di guida di valutazione dello stato di conservazione delle coperture al fine di fornire un supporto ai proprietari e ai gestori di immobili per l’effettuazione della valutazione dello stato di conservazione del manufatto e per l’adozione dei conseguenti interventi di bonifica o di manutenzione. Negli anni queste linee guida hanno portato alla bonifica di significativi quantitativi di materiali contenenti il minerale. Si ritiene che l’elaborazione di uno strumento tecnico nazionale per la valutazione del rischio amianto non sia realizzabile dalle Regioni in quanto presuppone la modifica e l’integrazione del vigente sistema normativo attraverso un provvedimento che assicuri chiarezza procedurale e che supporti, con l’obbligo ad adempiere ai provvedimenti scaturenti dalle valutazioni, dello stato di conservazione del materiale contenente amianto. Risulta che il tavolo di coordinamento interistituzionale concernente la gestione delle problematiche relative all’amianto, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, abbia tra i propri obiettivi l’aggiornamento della proposta di piano nazionale. Il finanziamento previsto con risorse INAIL a titolo di incentivi di sostegno alle imprese (ISI) 2017 per la nostra Regione è pari a complessivi 19 milioni di euro, di cui 4,7 destinati a progetti di bonifica da materiali contenenti amianto. Tali risorse sono in linea con gli anni precedenti: 5,3 nel 2016 e 6,1 nel 2015. I soggetti destinatari del finanziamento sono esclusivamente le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio regionale con l’esclusione di micro e piccole imprese, comprese quelle individuali, operanti nel settore della produzione agricola primaria.

L’Assessorato alla difesa del suolo e della costa, la protezione civile e politiche ambientali della montagna negli ultimi dieci anni ha destinato oltre 18 milioni di euro per contributi ad enti pubblici e aziende per la bonifica, con una attenzione particolare alle scuole e un intervento straordinario in relazione al sisma del 2012. Con lo strumento del fondo di rotazione verrà promosso un bando regionale dedicato alla rimozione del cemento-amianto, tenendo in considerazione la possibilità di privilegiare le micro e le piccole imprese, in particolare quelle in prossimità di insediamenti urbani, come richiesto nella risoluzione dell’Assemblea legislativa n. 1635/2015. Mentre con le risorse relative all’addendum al Piano operativo ambiente, deliberato lo scorso 28 febbraio dal CIPE, sarà possibile intervenire sugli edifici di proprietà pubblica.

Infine preciso che la cabina di regia prevista dal Piano amianto della Regione Emilia-Romagna ha funzione di indirizzo e monitoraggio dell’applicazione del piano che ne permetta la realizzazione e lo sviluppo nel tempo, anche in relazione alle mutate condizioni di contesto e alle esigenze della popolazione, mentre il gruppo tecnico regionale ha funzione di coordinamento della realizzazione del Piano amianto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. I temi essenzialmente di questa interpellanza erano due: 1. (a cui l’assessore ha risposto) i criteri di valutazione dello stato dell’amianto, quindi le linee guida che consentono di dire se l’amianto sta esercitando effetti nefasti sulla salute dei cittadini, a che punto è l’ammaloramento di un manufatto contenente amianto, di un manufatto in cemento-amianto; 2. (su cui non c’è stata nessuna risposta) l’esistenza di contributi che la Regione possa erogare, bandi di finanziamento volti all’eliminazione dell’amianto dalle coperture rivolti non soltanto a imprese e consorzi, ma anche a privati cittadini, specificandone, in caso positivo, i dettagli indicando quelli ad oggi aperti e, in caso negativo, indicare se la Giunta intenderà procedere in questo senso. Gli incentivi erogati tramite il bando ISI-INAIL 2017 e confermati nel 2018 sono inerenti al bando INAIL quindi, che ha lo scopo di migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro includendo anche la bonifica ambientale, la bonifica dall’amianto di quegli stessi luoghi di lavoro, però – come ricordava lo stesso assessore – proprio per sua natura escludono edifici in disuso e quindi restano scoperte anche una serie di aziende su cui ci segnalano strutture in forte stato di ammaloramento e su cui il privato cittadino, a causa della crisi economica, a causa di impossibilità, non ha i fondi per poter procedere ad una bonifica. In apertura di presentazione dell’interpellanza ho detto che parliamo di cittadini che hanno una forte consapevolezza, su questo sono state fatte le giuste campagne informative da parte della Regione e delle ASL, dell’incidenza sanitaria negativa dei manufatti in cemento-amianto, ma non sono in grado di rimuoverli per questioni economiche, per problemi economici. Questo riteniamo che non sia tollerabile, quindi un’azione necessaria deve andare nella direzione di poter aiutare i privati cittadini a difendere la propria salute dagli effetti dell’amianto.

Sulla questione della mappatura regionale degli edifici pubblici a fine 2016 resta la presenza di amianto in dieci ospedali per il censimento aggiornato al 31 dicembre 2016, quattro sono della provincia di Modena, quattro asili nido e trentaquattro scuole. Su questo l’assessore ha ricordato i tempi di intervento, l’intenzione di intervento, ma chiediamo che ci sia maggiore tempestività e maggiore sottolineatura dell’importanza della bonifica, in particolare quando i luoghi li possiamo considerare sensibili: i luoghi dove si fa scuola, dove ci si cura, dove si vanno a risolvere problemi di salute che però paradossalmente sono quegli stessi luoghi, ad esempio quattro ospedali nella provincia di Modena, che continuano a contenere strutture in cemento-amianto.

In chiusura sulle due domande: delle linee guida ne parliamo nella prossima interpellanza; i fondi ai privati, assessore, è una ammissione di mancanza questa, fondi ai privati non ce ne sono, i cittadini in questo sono stati lasciati soli, sta a voi rimediare nel modo più veloce e tempestivo possibile.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 6534

Interpellanza in merito all'applicazione del Piano nazionale amianto, approvato nella Conferenza Stato-Regioni del 5 maggio 2016. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Ora procediamo con l’oggetto 6534, interpellanza in merito all'applicazione del Piano nazionale amianto, approvato nella Conferenza Stato-Regioni del 5 maggio 2016. A firma della consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Venturi.

La parola alla consigliera Gibertoni per l’illustrazione.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Parliamo ancora delle linee guida, quindi era la prima tematica affrontata nell’interpellanza precedente, abbiamo quindi una serie di cittadini, una vasta maggioranza della popolazione, proprio coloro che non hanno l’accesso ai fondi per bonificare, che sono lasciati soli dall’istituzione, però si aggiunge a questo il fatto che anche nella valutazione rispetto allo stato di conservazione delle coperture in cemento-amianto, quindi del rischio sanitario, ci piacerebbe che la Regione Emilia-Romagna facesse scuola, fosse una Regione coraggiosa in grado di adottare delle linee stringenti o perlomeno di seguire degli esempi virtuosi già adottati in altre Regioni che prevedano linee guida più stringenti al fine di alzare il livello di protezione della popolazione e quindi che non consentono nessun lassismo, che siano linee guida che, ad amianto ammalorato, facciano immediatamente la diagnosi corrispondente, reale, basata sui fatti e non quello che poi consente soltanto di mettere ancora del tempo tra la costatazione, la rilevazione del manufatto in amianto e la sua bonifica. Non c’è questo adesso in Emilia-Romagna, per fortuna però ci sono tutte le competenze nei tecnici e nelle strutture che di questo si occupano per poterci arrivare in tempi brevi. Quindi manca la volontà politica evidentemente, perché le competenze ci sono ed è possibile trovare le risorse.

Noi qui proponiamo le linee guida della Regione Piemonte. Non c’è bisogno che l’Emilia-Romagna copi un’altra Regione, libera di fare anche meglio della Regione Piemonte, ma sono certa che almeno vedere che altri territori si muovono, non aspettano, danno risposte tempestive, credo che sia importante, credo che sia molto coerente con l’idea per cui nell’amianto dobbiamo vedere un rischio, non dobbiamo quindi dare ai cittadini rassicurazioni, ma conoscenze, competenze, fondi, personale, risorse alle strutture private e pubbliche per potersene liberare il più velocemente possibile.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Venturi per la risposta.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Prima di iniziare la lettura segnalo, e non lo faccio perché è cambiato il Governo, che il documento propedeutico alle linee guida nazionali, che ormai data sei anni, è un documento che andrebbe rivisto e probabilmente anche rielaborato, perché anche nell’interpellanza precedente ho segnalato che davvero un documento di rilievo nazionale darebbe più garanzie di muoversi in una maniera omogenea. Apprezzo le parole della consigliera che dice “abbiamo dei buoni tecnici, ce le facciamo da noi”, verissimo! Però credo che per questo Paese dagli anni Novanta trovare uno strumento che, dopo venticinque anni, possa mettere in relazione e dare le stesse garanzie e le stesse sicurezze a tutti i cittadini forse sarebbe una cosa che andrebbe sottolineata. Per il resto, se ci sarà necessità, come la consigliera valuta, di modificare le nostre linee guida, ben volentieri: stiamo esaminando quelle del Piemonte e naturalmente siamo anche pronti a rinnovare le nostre. Però ci faceva piacere che a livello nazionale questo documento venisse preso in mano e poi messo a disposizione di tutte le Regioni. Noi non l’abbiamo fatto per anni, adesso ci auguriamo che venga fatto da questo Governo.

La Regione Emilia-Romagna per supplire alle difficoltà di applicazione della normativa nazionale risalente ai primi anni Novanta e tuttora vigente, nel 2002 ha elaborato linee guida di valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento-amianto; l’obiettivo era quello di fornire ai proprietari e ai gestori degli immobili un valido supporto tecnico per l’effettuazione della valutazione dello stato di conservazione del manufatto e per l’adozione degli interventi di manutenzione e bonifica.

Il DM 6 settembre 1994 fornisce gli indirizzi di metodo e i criteri generali in materia di valutazione dello stato di conservazione dei materiali contenenti amianto ubicati in prevalenza all’interno degli edifici, ma non è corredato di metodiche standardizzate di valutazione dello stato di conservazione delle coperture e prevede sostanzialmente la bonifica soltanto in presenza di un’area estesa di materiali danneggiati. Lo strumento elaborato in Emilia-Romagna ha rappresentato, e rappresenta tuttora, un riferimento tecnico, il cui utilizzo ha portato alla bonifica di significativi quantitativi di materiale contenente amianto nonostante i limiti tecnico-normativi sopra evidenziati, che privano i provvedimenti da esso discendenti di qualsiasi carattere di obbligatorietà. Condizione che potrebbe essere modificata, quanto alla qualità degli interventi e alla cogenza degli atti, in seguito ad una sostanziale modifica del quadro normativo nazionale. L’accordo Stato-Regioni del 5 maggio 2016 assegna questo compito al Tavolo interistituzionale concernente la gestione delle problematiche relative all’amianto istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Tra gli adempimenti è prevista l’integrazione e l’aggiornamento dei disciplinari già prodotti dalla Commissione nazionale per la valutazione dei problemi ambientali e dei rischi sanitari connessi all’impiego dell’amianto. In questo contesto si ritiene necessaria l’elaborazione di uno strumento tecnico nazionale per la valutazione del rischio, strumento non realizzabile dalle singole Regioni in quanto presuppone la modifica e l’integrazione del vigente sistema normativo nazionale attraverso un provvedimento che assicuri chiarezza procedurale e che supporti, con l’obbligatorietà ad adempiere, i provvedimenti scaturenti dalle valutazioni dello stato di conservazione del materiale contenente amianto.

Il recente Piano amianto regionale approvato lo scorso anno si pone in continuità con la normativa vigente, con i precedenti provvedimenti regionali, con la proposta di piano nazionale del 2012, non ancora approvato, nonché con la risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2013. Il piano si colloca nell’ambito del Patto per il lavoro luglio 2015 che si pone l’obiettivo di integrare occupazione e salvaguardia dell’ambiente, sicurezza e manutenzione del territorio. I contenuti sono stati definiti attraverso un confronto partecipato che ha coinvolto le organizzazioni sindacali dei lavoratori, l’Associazione familiari e vittime dell’amianto e l’ANCI.

Il Piano amianto regionale, in ragione delle difficoltà operative sopra richiamate, interviene in materia di bonifiche e dei relativi controlli di definizione dei criteri di selezione dei casi prioritari in cui realizzare la mappatura dei siti con materiali contenenti amianto e l’individuazione di procedure semplificate per la gestione di segnalazioni conseguenti alla presenza di materiali contenenti il minerale. Prevede inoltre l’attivazione di una stabile collaborazione tra Regione e ANCI per la definizione e l’adozione di azioni integrate fra Comuni e Aziende sanitarie per la tutela della popolazione dal rischio amianto.

In assenza di indicazioni nazionali l’Emilia-Romagna, sulla base delle progressive risultanze delle azioni realizzate in attuazione del nostro piano regionale, provvederà, qualora fosse necessario, alla modifica e integrazione delle citate linee guida regionali anche, se necessario, con una norma primaria. Al tempo stesso la nostra Regione modificherà le proprie linee guida non appena saranno fornite a livello nazionale le opportune indicazioni tecniche e normative, eventualmente integrandole con le competenze maturate in attuazione del nostro piano regionale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Per questa seconda risposta grazie, assessore, perché mi pare che l’intenzione ci sia e quindi ci sta rispondendo che queste linee guida verranno aggiornate.

Io credo che il tema sollevato dall’assessore sia di sostanza, quello per cui un’azione può partire dal livello centrale; è vero altresì però che le due azioni non si escludono né che la Regione Emilia-Romagna stimoli e solleciti in tutti quei luoghi dove sia possibile nei rapporti Stato-Regioni, se possibile, anche con orgoglio la possibilità di farsi capofila. L’essere pionieri è più faticoso, ma concede anche soddisfazioni nel momento in cui si aprono dei temi, si affrontano con coraggio e soprattutto si portano fino alla fine.

Fare scuola su questo, anche rispetto ad altre Regioni, io ho citato il Piemonte ma sarei ben felice che fosse il Piemonte a citare noi, tiene insieme le risposte che dobbiamo dare di salute ai cittadini, all’ambiente e la legislazione di alto livello che la Regione si può permettere.

Assessore, sulle linee guida ci sono dei casi che purtroppo consentono ad amministratori che a volte si distraggono per la difficoltà, per la mancanza di fondi, perché la bonifica da fare è molto estesa sia in ambito pubblico che in ambito privato; delle linee guida lasche, delle linee guida troppo superficiali rispetto all’emergenza, rispetto alla fondatezza del rischio, consentono magari a qualche amministratore o a qualche proprietario privato di dire che un amianto sbriciolato, una struttura che ad occhio è in grave stato di ammaloramento, sicuramente da verificare ad un occhio tecnico, di fatto può stare così. E può stare così senza dare una data certa. Si capisce, nessuno pretende che si bonifichi dalla sera alla mattina in una notte, nel momento in cui si vede che esiste, ma almeno che ci si dica se sarà da qui a sei mesi o da qui a un anno. Le cito un caso emblematico di pochi mesi fa: nel comune di Soliera (MO) dove, su segnalazioni che mi erano arrivate da familiari di bambini di una scuola per l’infanzia, da cittadini e dai rappresentanti locali dell’Osservatorio nazionale amianto, un capannone ad uso agricolo con coperture in amianto divelte e frantumate da un temporale, anzi, ce n’erano due di capannoni (uno da una parte e uno dall’altra della scuola dell’infanzia), persisteva senza nessun intervento di alcun tipo dopo sette mesi dalla segnalazione fatta all’Amministrazione comunale a cento metri da una scuola dell’infanzia.

Ad una mia prima interrogazione mi venne risposto dall’amministrazione locale che andava tutto bene, che l’amianto non era in uno stato preoccupante, però i cittadini e i genitori continuano a contattarmi. Da poco mi risulta che sia stato bonificato quel manufatto, che siano state eliminate quindi le strutture in cemento-amianto, però questo è un caso importante perché ci riporta a quello che dicevamo nella prima interpellanza: è vero, è virtuoso ed è bello poter dire che i cittadini a volte sono più avanti delle istituzioni, ancora più bello se poi riuscissero ad andare di pari passo e io devo ringraziare pubblicamente per questa bonifica soltanto l’Osservatorio nazionale amianto e la segnalazione che è stata fatta. In nessun modo l’Amministrazione che non si è mossa con solerzia e ha cercato invece di calmare, di dire che il problema non esisteva, di non dare mai date certe. Lì però la scuola dell’infanzia è un luogo sensibile, i genitori erano preoccupati, hanno attenzionato il problema, in fin dei conti si è deciso di risolvere, ma quante altre storie così esistono, quanti altri casi così esistono in cui ci si può permettere di andare in lungo perché nessuno segnala, perché nessuno sa, perché non si guarda, perché l’amministratore comunale locale, il sindaco del Comune magari se ne disinteressa. Preferisce non vedere, preferisce dire, rispetto alle linee guida regionali, “non vi preoccupate, è in uno stato accettabile ancora”, quando magari alla prima folata di vento, ad un temporale con grandine si staccano dei pezzi che volano nell’ambiente e che si depositano a terra.

Quindi due temi. Su uno, assessore, colgo in modo positivo la risposta: un aggiornamento tempestivo delle linee guida, un’azione che speriamo di fare in modo che possa partire anche dal livello centrale in appoggio, ma che non escluda un’azione della Regione Emilia-Romagna che a buon titolo può permettersi su questo di avere la normativa più aggiornata e più stringente. Il secondo, su cui ancora bisogna lavorare molto, è l’aiuto da dare a tutti quei proprietari, a tutti quei cittadini che non arrivano ad affrontare economicamente in pieno la spesa, che hanno magari una parte delle disponibilità, ma non hanno la disponibilità economica per poter bonificare completamente, che si possa quindi cominciare a fare dei bandi che aiutino l’eliminazione dell’amianto dalle coperture. Benissimo le imprese, benissimo i consorzi, benissimo i luoghi pubblici, ci mancherebbe altro che siano sicuramente prioritari, non dimentichiamoci però i privati cittadini che al momento non hanno nulla per poter procedere a bonificare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 6557

Interpellanza per sapere quali azioni la Giunta intende mettere in atto per rispondere alle istanze avanzate dall’Ordine dei medici al fine di rimuovere le discriminazioni a danno dei medici di genere femminile. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Passiamo ora all’oggetto 6557, interpellanza per sapere quali azioni la Giunta intende mettere in atto per rispondere alle istanze avanzate dall’Ordine dei medici al fine di rimuovere le discriminazioni a danno dei medici di genere femminile.

Risponde l’assessore Venturi.

La parola alla consigliera Gibertoni per l’illustrazione.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Assessore, su questa che riguarda un tema di parità di genere all’interno delle strutture ospedaliere e alle professioni sanitarie mi limito per sintesi, perché credo sia emblematico senza che io debba entrare nel merito del problema, peraltro credo molto chiaro nell’interpellanza, a citare le dichiarazioni del presidente dell’Ordine dei medici di Bologna che diceva: «Visto che la Regione spende l’85 per cento in sanità, suggeriamo una riorganizzazione della spesa a favore delle donne che svolgono professioni sanitarie». Poi queste ulteriori dichiarazioni prese da un’agenzia di stampa che riporto e cito: «Non ci sono solo le difficoltà legate a ritmi di lavoro durissimi e alle aggressioni ai sanitari, un altro aspetto toccato dall’incontro colpisce in particolare le donne: la discriminazione è anche negli atteggiamenti di tutti i giorni, alle consuetudini apparentemente innocue che emergono dai racconti delle dottoresse, come i pazienti che esigono a tutti i costi un medico uomo e quelli che chiamano “signora” le dottoresse. Situazioni che conoscono bene le professioniste che lavorano al 118, chiamate a lavorare a stretto contatto con ambienti a dominanza maschile. Capita molto frequentemente, quando c’è un intervento con i vigili del fuoco. Racconta che il loro capo si relazioni con il mio infermiere maschio invece che con me, ma io non mi sento scavalcata».

Al di là di questa testimonianza specifica, ci sono effettivamente dei temi importanti: turni lunghissimi in corsia, disparità di salario rispetto agli uomini, chiediamo quali azioni la Regione valuti di mettere in atto per rispondere positivamente alle istanze che vengono in generale dalle professioniste del settore sanitario, avallate dall’Ordine dei medici, per rimuovere le discriminazioni in essere nel sistema sanitario pubblico e in quello privato a danno dei medici di genere femminile e se non si ritenga opportuno, magari anche in collaborazione con l’Ordine dei medici, istituire un osservatorio di pari opportunità in ambito sanitario dove le donne medico potranno eventualmente denunciare eventuali prevaricazioni o eventuali abusi con la tutela della propria identità, senza che questo possa essere utilizzato contro di loro. Su questo chiedo all’assessore se ci siano azioni che si possono mettere in campo, se la Regione abbia la possibilità di fare le necessarie campagne informative e avanzare le necessarie tutele.

L’assessore conosce meglio di me anche un tema che non è accennato qui, o solo di passaggio, che riguarda in particolare i professionisti dei pronto soccorso: quello delle aggressioni (ovviamente quelle riguardano tutti coloro che stanno nei pronto soccorso a svolgere il proprio lavoro), e se vuole dirci qualcosa su azioni che possano limitare il rischio e il pericolo di lavorare nei pronto soccorso per professionisti, tecnici e chi si trovi in ogni caso ad essere lì e a fare attività di supporto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Venturi per la risposta.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Cito due elementi prima di leggere la risposta. Uno riguarda un progetto di legge nazionale, al quale noi abbiamo dato come Regione il nostro assenso e riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro soprattutto per i medici, ma in particolare ovviamente per le dottoresse che, come sapete, e come accade non soltanto nel settore della salute, sono le più minacciate dalla violenza, cito anche un presidente di Ordine dei medici – che non è quello che ha citato lei – che dice: «Se odi un medico o una dottoressa odi te stesso», perché è evidente che non c’è niente di più raccapricciante di andare da una guardia medica e poi di picchiare una dottoressa che è lì a fare il suo lavoro, per qualsiasi motivo, spesso largamente futile. Rispetto a questo progetto di legge promosso dal ministro noi abbiamo detto che il progetto di legge ci piace, abbiamo dato anche un nostro parere che è favorevole, abbiamo fatto delle osservazioni cercando di migliorarlo.

La seconda osservazione che faccio sui pronto soccorso è il tema del potenziamento della vigilanza. Nelle linee guida, che noi abbiamo già in parte diramato e in parte andremo ad emanare, c’è un’indicazione per tutti i direttori generali che abbiamo già dato verbalmente, ma che scriveremo e che non è tanto il tema, poi se arrivano più poliziotti siamo tutti contenti, ma chi ha la mia età ricorda che, quando ci siamo formati noi come medici, negli ospedali i posti di polizia funzionavano h24, oggi, se va bene, funzionano h6, h8, h12 in casi eccezionali. Tutto il resto della vigilanza è vigilanza di tipo privato che funge da deterrente per moltissime situazioni, a cominciare dalla violenza al pronto soccorso, ma anche rispetto alla sicurezza all’interno dei reparti, all’interno degli ospedali che spesso sono abitati da persone che vanno lì a bivaccare, stanno lì anche a dormire, problema di cui si dovrebbe far carico certamente non il Servizio sanitario nazionale, ma piuttosto gli enti locali. Abbiamo dato indicazioni forti alle Aziende sanitarie perché potenzino in maniera importante la vigilanza all’interno dei presidi ospedalieri con gli scopi e gli obiettivi che ho citato.

Adesso vengo alla risposta. La promozione della parità tra donne e uomini è un obiettivo strategico che la Regione sviluppa, coerentemente con quanto previsto dalla legge regionale n. 6/2014 (ci sono anche in quest’Aula persone che l’hanno promossa allora), legge-quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere. Nella legge-quadro viene ribadita l’importanza di promuovere un’occupazione femminile di qualità rimuovendo gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione delle pari opportunità tra donne e uomini nel lavoro, contrastando le differenze retributive, le difficoltà di accesso alle posizioni di responsabilità e favorendo la conciliazione tra tempi di vita e tempi di cura. Tali obiettivi si perseguono a partire dalla promozione della cultura della parità che favorisca la condivisione degli impegni di cura tra donne e uomini, il rispetto delle differenze, contrastando gli stereotipi sessisti, ambito a cui la Regione ha dedicato il proprio impegno in questi anni.

L’impegno della Regione per il perseguimento di questi obiettivi si è in particolare orientato verso la promozione di una cultura della parità che contrasti gli stereotipi e verso l’implementazione di politiche di welfare volte ad incentivare l’occupazione femminile.

Con specifico riferimento alla situazione personale dipendente, medico e non medico, in servizio nelle Aziende ed enti del Servizio sanitario regionale, va osservato che la competente Direzione generale cura della persona, salute e welfare ha assunto diverse iniziative, anche a seguito di approfondito confronto con le organizzazioni sindacali, dirette a favorire la rimozione delle forme di discriminazione a favore dei dipendenti di genere femminile, anche attraverso la promozione di adeguate forme di conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.

In occasione dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 80/2015, che ha operato una revisione e un aggiornamento delle misure intese a tutelare la maternità e a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, allo scopo di garantire adeguato sostegno alle cure parentali la citata Direzione generale ha richiamato l’attenzione delle Aziende sanitarie sulle principali innovazioni introdotte anche al fine di favorire la definizione di prassi applicative omogenee all’interno del Servizio sanitario regionale. Più di recente sono state formalizzate ulteriori indicazioni dirette a favorire la promozione di iniziative e azioni positive, in linea con il raggiungimento degli obiettivi posti dalla vigente normativa, a sostegno della maternità e delle cure parentali, in particolare nei seguenti ambiti di intervento: lo sviluppo di strumenti di informazione a favore del personale dipendente per favorire il corretto orientamento in merito a istituti giuridici utilizzabili al fine di favorire l’armonizzazione delle esigenze di vita e di lavoro; la previsione a favore dei dipendenti in particolari condizioni di svantaggio personale, familiare e sociale, anche con riferimento alle esigenze di accudimento educativo dei figli, di particolari forme di flessibilità nell’articolazione dell’orario di lavoro anche per periodi determinati, ove compatibili con le esigenze organizzative della struttura di assegnazione; per il personale dirigente la promozione dell’utilizzo dell’istituto dell’impegno orario ridotto, ove compatibile con le esigenze organizzative, per la tutela delle situazioni soggettive previste dalla disciplina di fonte contrattuale, tra le quali figura l’assistenza ai figli fino agli otto anni di età; l’utilizzo degli strumenti per favorire la sostituzione del personale a fronte di lunghe assenze per maternità e paternità, anche attraverso l’utilizzo di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato; la promozione di iniziative dirette a favorire il reinserimento del personale assente per maternità o per lunghe assenze.

Questo Assessorato ritiene opportuno valorizzare il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, istituito nelle Aziende sanitarie in attuazione della legge n. 183/2010, il quale può svolgere un importante contributo nella promozione di iniziative dirette alla garanzia di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo e infine dal contrasto di qualsiasi forma di discriminazione, di violenza morale o psichica sui lavoratori.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. In questo caso sono concorde con quanto l’assessore ha risposto, quindi non ho molto da integrare, se non magari valutare le ricadute concrete di intenzioni che non ci possono che trovare concordi e soprattutto una cosa importante che l’assessore ha sollevato: l’ospedale come luogo più pubblico possibile, anche sul lato però del rischio. Le grandi stazioni, assessore, hanno risolto la problematica, facciamo in modo che gli ospedali non diventino le nuove stazioni o le nuove grandi stazioni che in qualche modo hanno dovuto porre dei limiti, hanno dovuto aumentare la sicurezza, perché le situazioni non erano più controllabili. Sto parlando di grandi città. Da noi il rischio invece è anche nei comuni in cui i presìdi sanitari non sono necessariamente grandi, con tanto personale. Non apriamo la discussione anche su quello che sappiamo bene: il rischio di furti che leggiamo sulle cronache regolarmente, oltre a quello delle aggressioni, ma tutto quanto fa parte di una visione che probabilmente è tramontata e che non ci possiamo più permettere. Magari ce la potevamo permettere un tempo e, anzi, era indice di civiltà, adesso vanno messi limiti e vincoli contenitivi in modo che non si arrivi a dirci che quello che si sta facendo rispetto alla sicurezza in una stazione dei treni non riusciamo a farla dove curiamo la salute, dove curiamo la privacy e dove le persone devono sentirsi al sicuro al massimo grado. Su questo posso dire di aver sentito che l’intenzione dell’Assessorato è consapevole e vuole andare avanti, su questo non facciamo cadere l’attenzione, cerchiamo di muoverci dai vari livelli perché i presidi siano sicuri e siano quindi giudicati sempre più affidabili.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 6718

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Attuazione della sessione europea regionale 2018 - Abrogazioni e modifiche di leggi, regolamenti e singole disposizioni normative regionali». (93)

(Continuazione discussione)

(Risoluzioni oggetti 7083 - 7105 - 7212 - 7217 - 7283 - Continuazione discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Ora riprendiamo i lavori sull’oggetto 6718. Prima della conclusione della seduta antimeridiana avevano chiesto la parola i consiglieri Galli, Sassi, Prodi, Pompignoli e Piccinini.

La parola al consigliere Galli.

 

GALLI: Grazie, presidente. Questa mattina il collega Alan Fabbri diceva che questa Amministrazione non ascolta gli interessi dei cittadini, in realtà ascolta benissimo i suoi interessi. Quello su cui stiamo dibattendo, i piani di intervento sono due: la discussione della legge vera e propria, il piano dell’aria 2020, le regole e l’altro piano che è quello che è successo nei giorni scorsi di retromarcia sul blocco degli Euro4. Oggi abbiamo assistito ad un gioco di illusionismo di alcuni colleghi che hanno cercato di confondere i piani accusando una minoranza che non può non essere a favore di un miglioramento della qualità dell’aria, perché nessuno qui dentro o nessuno normalmente dotato di raziocinio può sostenere che il miglioramento della qualità dell’aria non può trovarci che concordi: è l’aria che respiriamo tutti. Chi diceva che fuori di qui troveremo gli stessi problemi, può cambiare il Governo, può esserci un Governo pentastellato, un Governo di sinistra o qualunque tipo di Governo ma l’aria fuori ci aspetta, dice il vero. Quindi su questo tema sgombriamo il campo dagli equivoci: senza dubbio siamo tutti a favore del miglioramento della qualità dell’aria.

Ma quello che è successo, il gioco dell’illusionismo che avete tentato di fare e che i cittadini emiliano-romagnoli certamente hanno avuto modo di capire in queste ultime settimane è molto grossolano: avete cercato di fare una retromarcia su un tema che era stato esposto affrettatamente e in malo modo. Come sempre, come su tantissime materie la sinistra cerca di fare, avete cercato di fare i primi della classe, avete cercato di raggiungere gli obiettivi prima degli altri. Sappiamo tutti che la Pianura Padana è una conca dove gli inquinanti tendono a restare bloccati dalle correnti d’aria e dalle cinte delle montagne, è un catino dove o tutti portano via la loro quantità di inquinanti o altrimenti, se una sola Regione, una sola Provincia, una sola città prende provvedimenti tampone, non solo non serve a nulla, ma danneggia gravemente i propri cittadini, ed è quello che avete fatto. Qualcuno, mi sembra il collega Calvano, riconosceva correttamente che il sindaco di Bologna che a tre giorni dal blocco avvisa dell’impossibilità di utilizzare la propria auto, certamente è uno dei motivi per cui i cittadini sono ricorsi ad una sollevazione da voi inaspettata. Il governatore Bonaccini si è trovato nella condizione probabilmente di Nanni Moretti quando, non andando ad una festa, diceva “mi si nota di più se ci vado o mi si nota di più, se non ci vado?”: Bonaccini probabilmente ha pensato “ho un danno politico maggiore, se continuo cocciuto su questa strada o ho un danno politico minore, se accuso il colpo e faccio una retromarcia?”. Ha fatto una scelta diversa da quella del collega Taruffi, il quale sarebbe rimasto sulla trincea e avrebbe continuato a dire non un passo indietro! Ma non siamo a Stalingrado. “Non un passo indietro” avrebbe voluto dire danneggiare i cittadini emiliani in un momento in cui di tutto c’è bisogno tranne che di danni economici. Non un passo indietro, quando il Piemonte, la Lombardia e il Veneto (gli altri pezzi di questo catino della Pianura Padana) non facevano questo piano che ha un senso, non serviva assolutamente a nulla, quindi abbiamo ottenuto un risultato negativo. Avete stomacato i nostri cittadini, dall’altra avete dimostrato che tutto sommato i provvedimenti che voi prendete non sono meditati, non sono pensati, non c’è un ragionamento sulla causa e sull’effetto, costi/benefici, voi fate le cose per portare a casa una bandierina e questo è estremamente negativo.

Perché siete tornati indietro? Non in base ad un ragionamento, ma siete tornati indietro perché avete avuto molte lamentele dei cittadini che magari vi hanno votato, avete letto le lettere sui giornali di gente inferocita, avete visto i banchetti che raccoglievano le firme, soprattutto l’ultimo passaggio, quello che vi ha fatto crollare: il provvedimento di alcuni vostri sindaci (vostri magari) che stabilivano che le loro città erano zone franche, che non riconoscevano questo provvedimento assurdo e malfatto. Ma chi è che può essere contro al togliere delle macchine inquinanti? Qui potremmo aprire un piccolo inciso. Gli Euro4 non sono auto del medioevo, sono auto dotate quasi sempre di filtri antiparticolato, producono forse meno inquinamento di macchine elettriche, la cui energia da qualche parte dovrà essere prodotta. Se noi crediamo che l’elettricità venga da un altro pianeta e che vengono qui delle batterie già cariche e già pronte, diciamo una cosa falsa. Molto spesso l’elettricità viene prodotta da materiali inquinanti, come le centrali a carbone. La Germania è piena di centrali a carbone che bruciano addirittura la lignite che è il carbone più inquinante in assoluto. L’aria dell’Europa è piena di anidride solforosa, piove acido solforico per la lavorazione del carbone che è servito a produrre energia elettrica. Quindi, quando noi esaminiamo un problema, andrebbe esaminato nella sua completezza.

Avete sbagliato, avete fatto una retromarcia affrettata, fatta male. Chi oggi diceva di aspettarsi le dimissioni dell’assessore Gazzolo onestamente non diceva una cosa assurda, perché aver imposto in pochi giorni il cambio della propria auto sapete cosa avrebbe comportato per una famiglia che lavora? 10, 15 o 20 mila euro da dover spendere improvvisamente non preventivati. Quando voi in tre giorni avete fatto realizzare ai cittadini che non potevano più usare la propria auto, certamente si sono trovati di fronte ad una situazione che non era preventivata. Quando viene messo un divieto di circolazione in una via, perché devono rifare la segnaletica, perché devono fare un carico/scarico, un trasloco, sapete che gli avvisi vengono messi dieci giorni prima per una cosa banale come un trasloco? Voi invece nel giro di tre giorni volevate imporre a delle famiglie il cambio di un’auto che magari qualcuno non era nelle condizioni di fare. Quindi avete messo nelle condizioni di decidere deliberatamente di violare la legge, con tutto quel che poteva comportare, pur di poter andare a lavorare, di poter seguire la propria famiglia, i propri interessi. Con il collega Tagliaferri stiamo preparando un’interrogazione per chiedere se l’Amministrazione abbia ricevuto richieste di danno o se prevede di riceverne di qualcuno che all’improvviso ha dovuto cambiare l’auto. Io immagino che uno sia andato dal concessionario due giorni prima della scadenza dicendo “devo cambiare l’auto” e il concessionario la sua auto l’avrà valutata zero, perché era un’auto che in Emilia-Romagna valeva zero. Ma se questi signori si mettono nell’ordine di idee che voi gli avete fatto un danno, siete sicuri che non ci verranno a chiedere i rimborsi di questa spesa, visto che abbiamo spostato loro correttamente la scadenza al 2020? Quando avete fatto questo provvedimento con questa smania di essere i primi della classe, qualche domanda non ve la siete fatta? Questo problema si lega alla storia dei camini, alla storia delle fusioni dei comuni affrettate: sempre questa smania di voler essere i primi della classe!

Il collega Taruffi rilevava correttamente che noi non abbiamo fatto delle proposte su cosa fare, che cosa avremmo fatto per migliorare la qualità dell’aria: intanto qualche differenza fra essere al governo e all’opposizione c’è, almeno nelle colpe. Ma poi si doveva organizzare in modo migliore. La prima cosa da fare era organizzare l’informazione. Fare un countdown e dire “fra due anni cambierete la macchina, fra sei mesi cambierete la macchina”. in modo che la gente abbia il tempo di organizzarsi. Pensare ad esempio a dare degli esempi positivi per risolvere i problemi dell’inquinamento atmosferico. Sapete quante centinaia di edifici pubblici sono altamente inquinanti, quanti sono gli edifici energivori, quanta energia viene consumata e sprecata con conseguente inquinamento prodotto per i nostri edifici che non vanno bene? Che esempio abbiamo dato ad un cittadino che si è trovato in una settimana dal “non faremo un passo indietro” a tre passi indietro? Credete davvero che fra un anno la gente si sarà dimenticata questo pasticcio che avete fatto? Noi cercheremo di ricordarglielo, ma la gente se lo ricorderà da sola. Questo piano dell’aria nel 2017, io non ero presente qua in Aula, era un piano che doveva essere studiato e accompagnato in questi due anni, non dimenticato in un cassetto e tirato fuori con un gioco di prestigio. Questa è stata la vostra colpa. Quando il centrodestra votò a favore di quel piano non poteva sapere che voi l’avreste dimenticato e riattivato due anni dopo. Voi avete le colpe e le responsabilità, credo che i cittadini emiliano-romagnoli fra un anno, fra le tante cose, si ricorderanno anche questo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Galli.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente. Discussione interessante. Io ho pensato di essere tornato in Aula a discutere il piano aria stamattina. Di quello si è parlato molto, ho sentito molte cose e io proprio su quello intervengo. Innanzitutto una piccola premessa: vedo molte energie spese nel fare sia maggioranza che opposizione a seconda che si parli di Regione o di Governo da parte del PD. Credo che siano energie spese che lasciano un po’ il tempo che trovano, perché credo che, per quante cose ci siano da fare in Regione, almeno in quest’Aula di queste dovremmo occuparci, ma è una scelta personale che ognuno è libero di fare. A questo proposito ricordo, ma so che è un po’ come parlare al vento, perché, visto che i soldi delle periferie arriveranno – è già stato detto – ma siccome anche in commissione è stato detto che non ci si fida delle dichiarazioni di questo Governo, è perfettamente inutile ribadirlo.

Io non so perché i colleghi della Lega si sorprendano nel dichiarare che Bonaccini sia in campagna elettorale costante, perché è uno degli obiettivi dichiarati pubblicamente in quest’Aula dallo stesso presidente. Due cose non lo fanno dormire la notte: una è il lavoro e l’altra è l’astensionismo. Chiaro che, se deve ridurre l’astensionismo, non lo riduce mica a favore di altri, lo riduce a favore di se stesso. Quindi che questa legislatura sia improntata in una campagna elettorale continua per me non è una sorpresa. Come non è una sorpresa il fatto che si copino gli atti per mettere la prima firma. È una costante di questa maggioranza dall’inizio legislatura per molte situazioni.

Detto questo, tornerei a bomba su questioni che riguardano il più concreto discorso emerso stamattina riguardo ai passi indietro, perché un passo indietro per me è chiarissimo e non sto qua a ribadirlo nuovamente, visto che diversi colleghi l’hanno già fatto in modo molto esaustivo questa mattina. Ho sentito dire che bisogna mettere le cose in fila, quali soluzioni vanno proposte per fare in modo che ci siano delle alternative alle attuali pianificazioni. Io dico che le proposte vanno declinate nei piani regionali e, parlando di piano aria, ho dichiarato più volte, lo ribadisco ancora oggi ma so di dire una banalità, ma bisogna dirlo perché nessuno sembra ricordarselo, che il piano aria non è autoconsistente, non sta in piedi da solo: può avere mille obiettivi giusti, ma non li raggiungerà mai, se i piani che lo sostengono non vanno nella stessa direzione. Mi riferisco al PRIT, al piano forestale, al piano energetico, al PSR: tutti piani che sostengono il piano aria, senza i quali quest’ultimo crolla. Questo lo sappiamo.

Che dire del taglio indiscriminato di piante in giro per la Regione? Quando sono andato a chiedere ai vari Comuni le schede fitosanitarie delle piante che erano state dichiarate malate, alcuni nemmeno sapevano di cosa stessi parlando. Questo significa che, se non ci fossero iniziative di persone terze, di strutture, di organizzazioni terze che vanno a piantare alberi, come l’iniziativa “Alberi per il futuro” che – spiace dirlo – è un’iniziativa nata a Reggio Emilia dal Movimento 5 Stelle, ma che oggi è promossa a livello nazionale, la situazione per quanto riguarda l’obiettivo del piano forestale che sostiene il piano aria sarebbe da semaforo rosso, se già non lo è. Non ho notizia di iniziative dei vari Comuni che stiano facendo piantumazione per la forestazione di pianura, per esempio. Io non ho notizie di quel tipo di interventi che sono gli obiettivi del piano forestale che sostengono il piano aria. Poi parliamo di opere compensative parlando di cosa? Gli stop alla domenica? Mi viene da ridere! Scusate, non lo faccio.

Questo taglio indiscriminato avviene in una Regione che non è come le altre perché, come detto anche stamattina dallo stesso consigliere Campedelli, presentando il piano aria, che ha fatto vedere quella famosa foto che ormai gira ovunque e stiamo parlando di aria cancerogena praticamente, dichiarato da diversi enti legati alla ricerca e alla sanità; siccome su questo argomento stamattina sono stati tirati in ballo alcuni assessori, ma nessuno ha chiamato in causa l’assessore Venturi alla sanità, lo faccio io con una semplice proposta: perché non chiedere l’emergenza sanitaria, vista la qualità dell’aria in regione e visto che questo è dichiarato e certificato che provoca morti anzitempo? Chiedo se sia plausibile una cosa del genere. Io ci penserei seriamente, perché non è da ieri che abbiamo questo problema e non è con le domeniche ecologiche che lo risolviamo.

Altro piano interessante che agisce su uno dei principali inquinanti che, dopo il riscaldamento sono i trasporti, è il PRIT (Piano regionale integrato dei trasporti) questo sconosciuto. Se uno deve proporre delle soluzioni per contrastare la pessima qualità dell’aria che abbiamo in regione, deve poterlo fare laddove si può. Il piano integrato dei trasporti regionale non è al momento in discussione, eppure proposte ce ne sarebbero, concrete, nel merito. Ma è inutile proporle depositando atti che poi non verranno discussi. Quindi il piano aria, per quanto abbia degli ottimi e lodevoli obiettivi, non li raggiungerà mai, perché, anche se i Comuni pianificano, la Regione non sostiene quelle pianificazioni. Non le sostiene perché nemmeno lei le fa. Il PRIT non c’è.

Stamattina ho sentito parlare di opere compensative per raggiungere l’equilibrio del saldo zero, ma stiamo parlando di un saldo zero in una situazione di un’aria che è considerata cancerogena. L’obiettivo non deve essere il saldo zero, l’obiettivo deve essere saldo negativo rispetto all’inquinamento. Se l’obiettivo che si sta perseguendo è il saldo zero, secondo me abbiamo una visione molto ridotta di quella che dovrebbe essere la pianificazione delle azioni concrete per la salvaguardia della salute dei cittadini. Ricordo che la Regione Emilia-Romagna è sempre stata molto energica nel sostenere, lo dico in modo più marcato perché stamattina ho sentito dire che a qualcuno non interessa la salute dei cittadini: io credo che la prima a non interessarsi della salute dei cittadini sia proprio la Regione Emilia-Romagna in questo senso e per questo argomento. L’obiettivo quindi dovrebbe essere arrivare ad avere il saldo negativo rispetto all’inquinamento della qualità e alla migliore qualità dell’aria, argomento sul quale questa Regione non la vedo così agguerrita, come lo è stata per la questione vaccini. Non un passo indietro finché non c’è stata o non ci sarà una norma nazionale che vada a regolamentarli. Molto rigidi, molto legati a dati ufficiali, è stata fatta una scelta precisa per tutelare la salute dei bambini che noi abbiamo criticato nel metodo e non nel merito, ma non c’è altrettanta determinazione per la salute di tutti i cittadini riguardo alla qualità dell’aria. Questo è un fatto, io la prendo come una presa d’atto: non c’è questa determinazione. Non mi riferisco al passo indietro sul diesel 3 e diesel 4, perché ricordo che la Regione Emilia-Romagna, più precisamente l’Assessorato all’ambiente, quando scoppiò il “Dieselgate” e le persone che avevano comprato i famosi diesel Euro4, Euro5, erano convinti di aver comprato quella classe diesel lì e scoprirono che non era così, la Regione Emilia-Romagna se ne lavò le mani perché, non avendo quei dati riguardo al tipo di veicolo, doveva accedere ad una banca dati a titolo oneroso. Costava troppo avere quei dati. A parte che costava, troppo o poco non lo so perché il dato non ce l’ho, non mi è stato fornito, ma nella risposta sostanzialmente la Regione ha alzato le mani. Quindi nessuna sorpresa, se poi si fanno dei passi indietro. Per me non è stato sorprendente, perché il fatto che non si sia voluto affrontare un problema così chiaro, lampante, sotto agli occhi di tutti non mi fa alcuna sorpresa del perché poi si faccia un passo indietro sulla classe del diesel. Ammesso che anche quelle classi siano reali a questo punto, perché è tutto in forse.

Detto questo, chiudo perché tanto credo che non ci saranno risvolti rivoluzionari da questo punto di vista, la qualità dell’aria tale è e tale rimarrà, visto che si punta al saldo zero, quindi si punta a mantenerla cancerogena. Ne prendo atto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

La parola alla consigliera Prodi.

 

PRODI: Grazie, presidente. Vorrei fare un punto su questo tema, perché la questione ambientale non è procrastinabile e oggi in Aula abbiamo avuto la prova che la Lega è una forza politica reazionaria anche rispetto a queste questioni, non ha nessuna cultura della tutela ambientale, che è materia che deve essere finalmente considerata una urgenza sanitaria.

Personalmente, rispetto a quello che è stato sollevato da parte dei colleghi delle destre, avrei eventualmente scelto delle politiche opposte, in particolare avrei rafforzato il trasporto pubblico rendendolo anche gratuito per le categorie magari impattate, avrei fatto un’informazione più puntuale sulle deroghe. Nessuno chiede a nessuno di cambiare auto, si chiede di usare l’auto in modo più intelligente, più ecocompatibile. Questo è il punto. È un punto di coscienza, un punto di civiltà. Poi possiamo fare finta che tutto sia economico, però alla fine la questione sanitaria si imporrà a tutti.

Più nello specifico, riferendomi al testo dell’emendamento che viene proposto dall’Assessorato, non lo ritengo accettabile, perché sono fermamente contraria a dei ripensamenti in materia di inquinamento ambientale; in più la misura dei tre giorni di sforamento si potrebbe rivelare per alcuni Comuni impraticabile. Io vengo da una città, Reggio Emilia, che è stata fortemente contraria a questa scelta, ma con delle condizioni oggettive perché Reggio Emilia nel 2017 fra ottobre e dicembre ha avuto trentotto giorni di sforamento e fra gennaio e marzo ventiquattro giorni di sforamento, perciò la misura dei tre giorni rischia di creare una maggiore confusione nell’attuazione e anche il computo che alla fine risulta lievemente negativo non soddisfa.

Il PAIR era un documento coraggioso che noi abbiamo sostenuto con convinzione e spiace, come anche rilevavano i colleghi stamattina, che non tutti i sindaci abbiano colto l’innovazione e la necessità portati dal PAIR. È un tema serio questo su cui i dati oggettivi e scientifici devono imporsi. Io vorrei anche ricordare che il tema ambientale, fortunatamente anche all’estero, sta riguadagnando terreno. Questo politicamente ce lo dobbiamo mettere in testa. Se esiste una cultura reazionaria politica che si basa sempre sul piccolo, sulla misura immediata che conforta forse l’individuo, esiste una visione collettiva, ecocompatibile che non può non essere sposata dalle forze chiamiamole progressiste, per cui questo è un provvedimento su cui purtroppo dovremmo pronunciarci in modo contrario.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Prodi.

La parola al consigliere Pompignoli, che ha a disposizione sei minuti.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Parlare dopo la collega Prodi è sempre difficile, perché ha effettivamente colto nel segno, ma le critiche a mio avviso dovevano essere rivolte alla maggioranza e non a noi: è la maggioranza che ha proposto l’abolizione del divieto Euro4 e molto spesso si dimentica anche questo. Noi abbiamo sempre sostenuto, anche quando abbiamo trattato il piano aria, di arrivare al 2020 con la limitazione degli Euro4 attraverso politiche incentivanti. Lo ha ribadito anche il consigliere Calvano, quando ha letto parte del mio intervento, cosa che in realtà la Regione Emilia-Romagna non ha fatto. Imponeva un divieto senza alcun tipo di incentivo, almeno per quanto riguarda i privati. È stato preannunciato, oggi ovviamente non è ancora scritto questo incentivo, lo ha preannunciato il presidente Bonaccini.

A prescindere da questi ragionamenti, visto che ho anche pochi minuti per poter replicare a quelle che sono le critiche del consigliere Calvano e anche del consigliere Taruffi, cerco di limitare l’intervento solo ad alcuni principi che riguardano il metodo con cui si è arrivati a questo provvedimento, assolutamente sbagliato e fatto in ragione della preannunciata non retromarcia poco prima che poi il presidente invece decidesse di dare seguito alla voce di tutti i cittadini e dei sindaci sulla base del fatto che effettivamente questo avrebbe creato problemi, e dico al segretario del PD che il suo intervento è stato in difesa di un provvedimento che lui stesso ha negato tre giorni prima. Oggi dice che non hanno accolto il mio emendamento in commissione perché in quell’emendamento, dimenticandosi di dire che gli stessi tecnici mi avevano detto che era impossibile inserirlo in questo progetto di legge, non ci sono incentivi compensativi alla diminuzione della qualità dell’aria, dopo tre giorni avete fatto delle ricerche scientifiche, dove si è evinto che limitare per qualche domenica in più la circolazione dei veicoli può comportare uno stesso equilibrio rispetto a farli circolare. Io questi studi scientifici francamente non li ho visti, in tre giorni hanno messo a lavorare tutti gli uffici per cercare di capire questo equilibrio, ma in realtà oggi io non ho dati certi che vanno a dire e a riferire e a sostenere la tesi del consigliere Calvano. L’unico dato certo è quello evidente che la retromarcia è stata fatta sulla base di una sollevazione popolare. Questo è quello che si deve dire. Mi dispiace che i consiglieri del PD non l’abbiamo fatto, ma, anzi, hanno difeso strenuamente il provvedimento dicendo che: a) lo inseriamo in questo progetto di legge perché risulta compatibile (tre giorni prima non lo era ma oggi lo è); b)abbiamo dato delle misure compensative, delle misure che dicono che effettivamente le qualità dell’aria possono essere sostenibili anche in ragione del fatto che le PM10 e le NOx saranno equilibrate con i provvedimenti e le contromisure che prenderanno dopo l’abolizione del divieto Euro4.

Altro ragionamento. Forse dimentica il consigliere Calvano che non solo i sindaci del centrodestra hanno lamentato questa cosa e hanno discusso sul discorso di emanare un’ordinanza contraria a quella della Regione, ma molti sindaci del PD hanno fatto lo stesso. Anzi, sono stati i primi dissidenti. Questo è il dato essenziale. Quindi avete dato comunque in mano uno strumento ai sindaci per poterli contrastare, questo è l’elemento emblematico di questa discussione.

Nessuno ha parlato, del discorso legato ai camini aperti, degli emendamenti che sono stati presentati, perché non ritengono che su questi debba essere fatto alcun tipo di discussione, dopo che è stato approvato l’unico emendamento che esenta le Comunità montane, ma sul discorso legato alla possibilità di utilizzare i camini aperti anche per momenti ludico ricreativi nessuna discussione è stata affrontata. Evidentemente chi tace acconsente. Poi lo dirà l’assessore Gazzolo, quando interverrà, se effettivamente questa misura può essere adottata oppure no.

Per cui oggi ci troviamo di fronte ad una situazione emblematica secondo la quale: da un lato il PD fa retromarcia e va incontro alle esigenze dei cittadini, dall’altro preannuncia incentivi che non mette ovviamente nell’emendamento perché, consigliere Calvano, io le dico che il Governo vi aiuterà con 1 milione di euro ma, se dalle promesse poi non si passa ai fatti, è evidente che io posso promettere anche 10 miliardi di euro per gli incentivi... voi li state promettendo, ma ad oggi non c’è nessun documento ufficiale che ce lo dimostra. Dall’altro lato, come è sempre stato rilevato dal consigliere Calvano (“mettete i soldi anche sul bando delle periferie”), forse dimentica che poche settimane fa è stato sbloccato più di 1 miliardo di euro per i Comuni virtuosi che può essere speso ovviamente anche per le periferie. Questo è quello che dicevo tempo fa quando sostenevo che il Governo arriverà a finanziare anche questo.

Il problema è semplicemente uno: noi al Governo dalle parole possiamo ai fatti, voi al governo della Regione dalle parole non passate ai fatti. Millantate ovviamente incentivi a destra e a sinistra, ma di fatto oggi non c’è nulla, salvo quell’incentivo per i veicoli commerciali che abbiamo già detto. Però sul privato nessun tipo di incentivo è stato fatto.

Sottolineo quello che diceva anche il consigliere Galli, perché in più occasioni molte famiglie hanno sostituito l’autovettura Euro4 a settembre proprio in virtù del fatto che il primo ottobre c’era il divieto, quando a ridosso di quella scadenza si è arrivati a che la Giunta evitasse questo divieto. Questo è un problema che deve essere affrontato. Molti hanno cambiato l’autovettura proprio sulla base dell’entrata in vigore di quel provvedimento. Quindi la mancata informazione, la rivolta popolare, la rivolta dei vostri amministratori all’interno delle città vi hanno fatto ben riflettere, e ovviamente non in ragione di una tutela della salute avete fatto questo provvedimento, quindi non ribaltate la palla a noi sul discorso legato al fatto che noi non siamo per questi tipi di provvedimenti e a tutela dell’ambiente e della salute, ma l’avete fatto voi. Su questo ragionamento qualche riflessione deve essere fatta e qualche riflessione al vostro interno sarà fatta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Pompignoli ha esaurito il tempo a sua disposizione. La invito a concludere.

 

POMPIGNOLI: Ultima cosa. Penso sia emblematico come il presidente Bonaccini oggi non sia presente in Aula, quando lui stesso ha emesso questo provvedimento, dopo aver ascoltato i sindaci. Lui stesso avrebbe dovuto riferirci in Aula qual è stato l’incontro con i sindaci e non vederlo mi dà da pensare che effettivamente questo provvedimento sia stato dettato non tanto dalla bontà e dal fatto che si voleva risanare e si voleva portare avanti un provvedimento per l’ambiente e la salute, ma è stato dettato esclusivamente da motivi elettorali.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

La parola alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Io non userò epiteti più o meno colorati o coloriti utilizzati dai colleghi che mi hanno preceduto, dirò semplicemente che con questo emendamento il Partito Democratico mostra la sua vera faccia. Non che noi avessimo qualche dubbio, però devo dire che vi abbiamo visti impegnati in un’operazione di trasformismo, soprattutto mediatico. Stamattina ne è stata la dimostrazione: siete passati dal trivellare qualsiasi zona di questa regione al quasi dire “siamo per le trivelle zero”, salvo poi dimenticarvi di emanare un documento fondamentale per fermare l’iter dei permessi di ricerca. Sulle limitazioni degli Euro4 abbiamo il sindaco di Bologna che si è spinto fino al dire che questo provvedimento è stato un errore dei sindaci che addirittura si sarebbero permessi di privilegiare la salute, quando Bologna nel 2017 doveva essere la capitale mondiale dell’ecologia.

Io mi sento in questo momento di voler in qualche modo rassicurare gli elettori del Partito Democratico, che immagino in questo momento siano confusi e vorrei dire loro di stare tranquilli, perché il presidente di questa Regione è sempre quello che si straccia le vesti per la bretella Sassuolo-Campogalliano, l’autostrada Cispadana dove mancano i soldi (nemmeno il coraggio di assumersi la responsabilità dei propri fallimenti) e il Passante di mezzo con i soliti dieci milioni di veicoli in più all’anno. Tangenziale che peraltro non è nemmeno coinvolta nelle misure restrittive e passa a pochi metri dalla città. Tra l’altro di queste opere si parla da quarant’anni e il problema dell’inquinamento avete avuto tutto il tempo per risolverlo. Dovremmo essere una regione all’avanguardia, vista la situazione climatica sicuramente, colpa anche dell’orografia del territorio, però voi avete avuto quarant’anni di tempo per trovare delle soluzioni e dovremmo essere all’avanguardia sul trasporto sostenibile e siamo ancora qua a dire Euro4 sì, Euro4 no, boh, forse. Bologna, capoluogo di questa regione ancora non ha un servizio ferroviario metropolitano che può dirsi degno di questo nome, per fare un esempio. Siete sempre quelli che mettete in campo e pagate dei mezzi ibridi, degli autobus ibridi doppi, li fate viaggiare dalla stazione a FICO vuoti. Siete sempre voi. E siete sempre quelli che ancora non hanno attuato questo benedetto Registro dei tumori regionale. Siete sempre voi che oggi venite a fare gli ambientalisti. E siete sempre quelli che a Bologna ci parlano di ambiente e di tutela della salute e che per il servizio di car sharing comprano delle auto a benzina. Siete sempre quelli che promuovono l’incenerimento dei rifiuti e delle biomasse e siete sempre quelli che promuovono i mega impianti a biometano. A Sant’Agata ricordo che i mezzi che circolano porteranno i rifiuti da tre province.

Dire PD e ambientalismo è francamente pura fantascienza. Oggi state cercando di rigirare la frittata, ma è chiaro a tutti che ambientalisti proprio non siete. Siete sempre voi. A dimostrazione di questo c’è anche un segnale di Sinistra Italiana, che su questo emendamento voterà in dissenso dalla maggioranza. A dimostrazione del fatto che l’ambientalismo del PD non è semplicemente ambientalismo, è una presa in giro che ha ripercussioni sui cittadini e sulla tutela della loro salute. Qui è mancata la volontà politica di mettere in campo misure serie a fronte di un provvedimento inserito nel piano, avete scritto le limitazioni degli Euro4, poi probabilmente ve ne siete dimenticati, non vi interessava più di tanto e oggi venite qui a fare gli ambientalisti.

Credo che ci voglia un po’ più di serietà nel gestire questo tipo di problematiche. Ripeto, la tutela della salute dei cittadini e la qualità dell’aria non è un tema che ci si può inventare di gestire dalla sera alla mattina. Servono dei provvedimenti seri, ma soprattutto complessivi perché la misura delle domeniche ecologiche, dell’Euro4 sì/Euro4 no non basta, bisogna che la qualità dell’aria e la questione dei trasporti sostenibili che devono sostituire la mobilità privata sono discorsi che vanno presi seriamente con misure strutturali. Non si può venire dalla sera alla mattina a dire inseriamo nel piano gli Euro4 e poi dalla sera alla mattina, perché qualcuno si lamenta, per convenienze elettorali torniamo indietro... bisogna essere seri e voi seri non lo siete stati!

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

La parola al consigliere Sabattini.

 

SABATTINI: Grazie, presidente. Stavolta provo a fare non un intervento, come normalmente faccio, più prettamente tecnico, provo a tenerlo un pochettino più in politica.

Una cosa che non ho sentito negli interventi di oggi è la cronologia delle cose che sono avvenute, non tanto e solo della discussione all’interno della commissione o di chi ha ritirato prima cosa o di chi ha proposto prima qualcos’altro, però secondo me sarebbe opportuno collocare anche il piano dell’aria e l’accordo padano. Se tu fai prima un piano dell’aria e poi dopo, su iniziativa della Regione Emilia-Romagna, riesci a costruire con altre quattro Regioni un accordo padano che prevede delle cose diverse, non è tanto il voler fare i primi della classe: probabilmente sei finito in fuorigioco. Ma durante quest’anno passato in fuorigioco non ho sentito un’iniziativa pressante della Lega Nord, del centrodestra per dire “Dovete cambiare immediatamente il piano dell’aria! Dovete cambiare quella parte degli Euro4, siete finiti in fuorigioco, dovete tornare immediatamente dentro per uniformarvi agli altri”. Io magicamente ho scoperto che c’era una contrarietà fortissima, quando sono cominciati ad uscire gli articoli sui giornali. È chiaro che accetto fino ad un certo punto le osservazioni del tipo “non avete ascoltato i cittadini o non ci avete pensato a sufficienza”. Qualche problema ce l’abbiamo sicuramente avuto come Regione, lo dico per primo, perché io non sono d’accordo con quello che dice il collega Fabbri che i cittadini sono talmente attenti a tutto quello che facciamo qua dentro, che leggono tutte le dichiarazioni, che leggono tutte le delibere, perché altrimenti un problema importante di informazione non ci sarebbe stato: non possiamo dire che da una parte tutti ci guardano e dall’altra parte però purtroppo non abbiamo fatto sufficiente informazione. Io sono d’accordo su questa osservazione, sul fatto che un’informazione più capillare su questo blocco probabilmente ci avrebbe aiutato nella discussione. Ma sapete cosa ci avrebbe aiutato anche in più? A capire veramente cosa c’era scritto nel provvedimento.

Il collega Fabbri prima ricordava la grande campagna della Lega, vi faccio questo esempio del mio territorio. La Lega sul mio territorio, io sto su un comune di trentaduemila abitanti (Castelfranco) che ha contornato la propria area all’interno del centro storico, dove materialmente non ci sono parcheggi, quindi uno parcheggia all’esterno di questo perimetro ed entra in centro; c’erano le raccolte di firme della Lega su questo importante blocco che avrebbe cambiato tutto l’esito dei comportamenti individuali dei cittadini, con tanto del trasferimento del “guarda che la tua macchina da oggi la devi lasciare in garage perché non ti puoi più muovere”. Non era così! Io ritengo che, come maggioranza e come opposizione, dobbiamo lasciare da parte alcuni schematismi che funzionano nei social, perché questi messaggi probabilmente hanno bisogno di un pochettino più di sostanza anche nella spiegazione. Parlavamo sicuramente di un’azione importante, qua la parola più nominata oggi ho sentito è “cittadini”, “l’interesse”: certamente! Però non stiamo facendo una cosa rivoluzionaria, non stiamo cambiando le sorti del mondo. Dall’altra parte i provvedimenti che introduciamo con questa cosa, soprattutto nella parte emiliana dove i problemi degli sforamenti sono sicuramente più elevati, portando da quattro a tre qualche problema di utilizzo degli Euro4 non è che scompaiono. Anche il messaggio del “fatto bene, si è chiusa questa partita, grande vittoria, ormai ci pensiamo fra due anni” è un messaggio sbagliato che stiamo dando fuori, perché comunque la questione delle domeniche ecologiche e la questione di passare da quattro a tre sforamenti è una cosa che inciderà anche quella sui comportamenti e sulle abitudini dei nostri concittadini. Attenzione perché mettere tutto quanto insieme non stiamo facendo, secondo me, un servizio corretto.

Poi permettetemi una punta di polemica. Appena un po’. Io mi ricordo la discussione che abbiamo fatto su una cosa di cui mi sono occupato personalmente, che è il piano dei rifiuti: io me la ricordo la discussione su dove sono gli impianti e mi ricordo da dove veniva la grande osservazione del “non pensate all’inquinamento e alla salute dei cittadini”. Un termovalorizzatore inquina circa come venti autovetture! Uno può pensarla come ritiene, però almeno proviamo a dare un minimo di coerenza alle cose che diciamo. Io non mi sento un non ambientalista ma neanche un ambientalista, cerco con la coscienza di comportarmi come ritengo e provo ad esprimere le posizioni come ritengo sia più opportuno, senza schematismi, però un minimo di coerenza credo che sarebbe utile.

Oggi qui ho sentito dare alla maggioranza da una parte degli ostaggi alle associazioni ambientaliste, dall’altra parte a quelli che dell’ambiente non gliene frega assolutamente nulla, ho paura che questo stia a significare che forse abbiamo assunto una posizione di buonsenso. Poi, se la Regione Emilia-Romagna fosse, speriamo di no, governata da una coalizione Movimento 5 Stelle/Lega riuscirebbero ad abolire l’inquinamento, insieme alla povertà, però fino a quando non arriviamo lì – e speriamo di non doverci arrivare – bisogna prendere coscienza del fatto che anche questi tipi di provvedimenti che oggi ci classificano o come quelli che vogliono far ammalare i cittadini da una parte o quelli che, grazie a questo provvedimento, li hanno salvati, cerchiamo di darci un po’ anche una misura. Poi, secondo me, ci sta che associazioni di categoria, ma anche cittadini singoli che esprimono dal loro punto di vista individuale o di categoria delle posizioni che possono essere a favore o contrarie a questo provvedimento, perché incide anche sui comportamenti individuali o sui bilanci delle famiglie; ricordo che all’interno delle deroghe previste dal piano dell’aria era introdotta anche una deroga che limitava questi blocchi ai livelli diesel più alti rispetto ad una soglia: forse si poteva lavorare ulteriormente sulle deroghe? Forse avremmo potuto fare un altro provvedimento, però mi sembra dagli interventi di stamattina che qualunque cosa avessimo fatto, partendo dal presupposto che forse si poteva fare anche un’informazione più capillare, perché non sono convinto che tutti ci seguano dalla mattina alla sera su tutti i provvedimenti che facciamo, la scelta di un provvedimento che provi anche ad ascoltare in una maniera forse con una voce che è arrivata anche lì forse un po’ più tardi, perché ricordo che il piano dell’aria è passato anche dall’approvazione dell’ANCI, che ha avuto passaggi successivi, forse la scelta vera è stata anche quella di tenere insieme un sistema istituzionale perché la Regione può fare un atto che dà delle prescrizioni, ma poi è necessario che tutto il sistema istituzionale provi a reggere questo posizionamento. Sono d’accordo con la collega Prodi quando dice che anche il blocco a tre giorni provocherà delle difficoltà, ma è chiaro che è stato un punto di equilibrio. Io credo che il presidente Bonaccini e l’assessore Gazzolo abbiano fatto bene a trovare una sintesi per tenere insieme il sistema istituzionale nel suo complesso.

Chiudo con un’osservazione che qualche collega mi ha sentito fare anche più volte. Anche da quelli che oggi dicono “non pensate che, togliendo questo blocco, sarete null’altro che i soliti inquinatori dell’aria”, io non ho sentito e non ho letto, nel momento della discussione più forte, delle grandi prese di posizione per il fatto che questo vincolo non dovesse essere cancellato, perché è un po’ troppo semplice collocarci sempre contro qualcosa ma mai a favore di qualche cos’altro, perché qui abbiamo tutte le parti in commedia: da una parte si dice no al blocco e gli altri, che magari non sono d’accordo, stanno zitti, c’è un cambio di scelta insieme al sistema istituzionale e poi c’è un’altra parte, che in teoria dovrebbero essere alleati, che dice “però dovevate rimanere in una situazione diversa”. Fare tutte le parti in commedia alla fine io mi auguro che qualcuno si accorga che soltanto il pragmatismo emiliano con questo tipo di atteggiamento può garantire una luna di miele nei primi sei mesi, però credo che alla lunga questo tipo di atteggiamento presenti il conto e almeno rappresentarlo con onestà intellettuale in quest’Aula credo che fosse doveroso.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sabattini.

La parola al consigliere Poli, che ha ancora undici minuti a sua disposizione.

Prego, consigliere Poli.

 

POLI: Grazie, presidente. Non riprendo alcune considerazioni che ho fatto nell’intervento questa mattina, però ho seguito con molta attenzione tutti gli interventi, quindi qualche elemento per un’ulteriore riflessione mi è venuto. Ora non vedo il collega Sassi in aula, però gli chiedo comunque se lui sa quanti sono gli ettari di bosco in Emilia-Romagna. Se non lo sa, glielo dico io. Lo dico al consigliere Bertani e alla collega Piccinini che glielo riferiscono: sono seicentomila ettari di bosco, la cui superficie è aumentata negli ultimi trent’anni del 20 per cento. Quindi adesso affermare che c’è un taglio indiscriminato di boschi mi pare davvero una forzatura.

Poi volevo chiedere sempre al collega Sassi se lui ha mai avuto la fortuna – non credo – di fare il sindaco, perché tutti quanti siamo capaci di insorgere quando viene tagliato un albero lungo una strada di una città e tutti quanti, allo stesso modo, siamo capaci di sparare addosso al sindaco, di qualunque schieramento sia, quando per condizioni meteorologiche avverse quell’albero si spacca e casca su un’auto o, peggio ancora, produce delle vittime, come è successo. Quindi, se il consigliere Sassi sostiene che c’è un taglio indiscriminato, non controllato e non autorizzato di piante nelle città, credo che sappia che ogni Comune, almeno che io ricordi, ha un proprio regolamento e proprio i meccanismi autorizzativi non solo per l’abbattimento ma anche per le potature delle piante, in particolare quelle di anzianità e di pregio. Per cui non so le affermazioni fatte dal collega Sassi quanto fondamento possano avere. Anzi, lo so, ma mi risparmio di dirlo.

Al collega Alan Fabbri, che non è in Aula neanche lui, perdono tutto, perché è un purosangue e un purosangue a volte nelle articolazioni verbali passa un po’ il traguardo, ma penso che stamattina Alan Fabbri abbia passato un po’ il traguardo nella definizione delle posizioni e nelle espressioni verso alcuni colleghi. Ma glielo perdono perché, essendo, al contrario del collega Pompignoli che è un riflessivo, un argomentatore, Alan è un uomo di spot, gli lascio fare gli spot, anche se lo inviterei nelle future occasioni a considerare i colleghi persone serie e non ridicole, perché la ruota gira e alla prima occasione che mette un piede fuori dal cerchio qualcuno potrebbe dirlo di lui.

Sono sereno, sono rasserenato, sono contento: ho sentito che la consigliera Piccinini si fa carico di tranquillizzare gli elettori del PD. Cominci a preoccuparsi di rassicurare i suoi di elettori, perché secondo me qualche problemino cominciate ad averlo, perché ha infilato una serie di “voi siete sempre quelli”, rivolgendosi al Partito Democratico che, consigliera Piccinini, ho solo undici minuti ma mi ci vorrebbero undici ore per dire a lei e al Movimento 5 Stelle: siete sempre voi quelli che volevate aprire il Parlamento come una scatoletta e adesso siete seduti lì a fare i compromessi più vergognosi per difendere la vostra posizione; siete sempre voi quelli disposti ad accettare le discriminazioni verso i bambini di Lodi; siete sempre voi che, per rimanere al governo con la Lega Nord, state zitti e siete sempre voi che stringete l’occhio agli stregoni sul tema dei vaccini, contro le opinioni della scienza; siete sempre voi a minacciare la libertà di stampa e siete sempre voi che chiudete l’Ilva per lasciarla aperta, fortunatamente; siete sempre voi che siete per un ambiente di assoluta qualità e avete Roma che governate ormai da tre anni seppellita dai rifiuti, dove la raccolta differenziata la fate con i cinghiali! Noi siamo sempre noi, riflettiamo sulle decisioni che prendiamo, le discutiamo, siamo disposti a correggerle, siamo disposti ad ascoltare i sindaci, anche quelli che non ci sono, quindi, collega Piccinini e colleghi del Movimento 5 Stelle, io sono orgoglioso di dire che noi siamo sempre noi, il problema è che voi non siete più voi!

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Poli.

La parola al consigliere Bertani, che ha quindici minuti a sua disposizione.

Prego, consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Con il sorriso poi rispondo anche al collega Poli, intanto però prima invito tutti i colleghi, e anche la Presidenza, a fare una riflessione sulla situazione surreale nella quale ci troviamo oggi. Noi oggi siamo qui a discutere del REFIT: come applicare il principio di miglioramento della qualità della legislazione, invece da questa mattina stiamo discutendo informalmente della revisione del piano aria. Informalmente perché lo stiamo facendo al di fuori di ogni procedura, informalmente perché nessuno ci ha dato un dato che sia uno su cosa succede al piano aria non applicando il blocco degli Euro4, ma dicendo riduciamo di un giorno i giorni di sforamento dell’emergenza. Un dato che sia uno! E neanche siamo andati in Terza commissione, perché giovedì la Terza commissione ha fatto ferie, mentre invece si poteva probabilmente già discutere di qualcuno di questi dati, così oggi saremmo arrivati qui e avremmo discusso un po’ più sul concreto, invece di insultare i colleghi.

Poi un pensiero affettuoso al consigliere Poli che, come l’ultimo giapponese in trincea, ancora non riesce a digerire di aver perso Imola e quindi nel suo dolore forse non si accorge che qui non siamo nel Consiglio comunale di Imola, non siamo neanche nel Consiglio del nuovo Circondario imolese, dove peraltro i suoi compagni giapponesi pensano di stare anche loro ancora in trincea e mettere i bastoni fra le ruote e di avvelenare i pozzi, ma non si accorgono che avvelenano i pozzi dei loro cittadini. Ma io ho fiducia in quella nuova sindaca che ha capacità di mediazione e vi convincerà ad uscire dalla trincea e a collaborare.

Ma torniamo a noi. Dispiace a volte dire “l’avevamo detto”, però, quando io intervenni sull’approvazione del piano aria, una delle cose che sottolineavo era che noi avevamo tante azioni e speravo che venissero attuate perché, quando imponiamo i blocchi agli Euro3 e agli Euro4, avremo sempre chi in qualche modo protesterà e questi problemi vanno affrontati per tempo e dobbiamo rispondere con i vari strumenti e quindi potenziare il trasporto pubblico, prevedere eventualmente i biglietti ridotti o gratuiti nei giorni di blocco, prevedere per chi non ha possibilità di cambiare l’auto abbonamenti gratuiti, prevedere finanziamenti per la sostituzione dell’auto. Questi erano problemi che già all’epoca avevamo sollevato. Quindi rispetto alla legittimità della procedura ancora, a parte mandarla in vacca, nessuno mi ha risposto.

Poi sentivo parlare di vittorie, di responsabili e di responsabilità. Io non sono d’accordo: oggi è una sconfitta per tutti. È una sconfitta per la salute dei cittadini, è una sconfitta per i regolamenti e gli iter della nostra Assemblea legislativa, perché tanto, da quello che ho capito, voi tirerete diritto, anche se questa non è la procedura per modificare il PAIR. È una sconfitta per le istituzioni, perché prima decidono, però decidono senza informare e senza comunicare bene, quindi appaiono e apparite come quelli che impongono senza una ragione e poi tornate clamorosamente indietro. Queste sono le istituzioni che poi perdono credibilità di fronte ai cittadini. Comunque qui la pensiate sugli Euro4, oggi perde la credibilità anche delle istituzioni e io penso che di questa sconfitta il PD e l’assessore debbano assumersi la responsabilità, perché oggi buona parte di questa marcia indietro dipende dall’incapacità che avete dimostrato di applicare queste norme perché, quando si applicano delle norme così complesse e impattanti, perché è vero, bloccare gli Euro4 è impattante, queste misure così restrittive vanno accompagnate, altrimenti non reggono perché la gente protesta e non funzionano. L’accompagnamento doveva avvenire già due anni fa, già l’anno scorso. Quando l’anno scorso c’era l’emergenza che abbiamo avuto settimane di sforamenti, lì bisognava dire “non vi preoccupate, quest’altr’anno ci sarà il blocco degli Euro4, questi sforamenti caleranno”. Qualcuno l’ha detto? No, i sindaci hanno tenuto quel provvedimento e anche la Regione. Dopo quindici giorni di sforamenti bisognava dire “non vi preoccupate, gli Euro4 vi aiuteremo a sostituirli perché ci metteremo dei soldi”. Invece avete messo quel milioncino per andare a toccare i bolli delle ibride. Fra l’altro gli incentivi che abbiamo chiesto già in diversi bilanci o assestamenti che quel milione, se lo avessimo finanziato insieme ai Comuni, avremmo già cominciato a fare qualcosa per la sostituzione delle auto.

Oggi si citava la Germania, citiamo anche il Trentino che già dall’anno scorso dà 4 mila euro di incentivi, più 2 mila dati dalle case automobilistiche. Noi questa cosa non ci abbiamo neanche pensato lontanamente di farla e siamo andati a chiedere i soldi a questo Governo. Però l’anno scorso al Governo non li avete chiesti. Fate bene a chiederli anche a questo Governo, però vi dico che alla pagina 88 del DEF di quest’anno c’è scritto: «È stato predisposto un disegno sulla mobilità sostenibile che punta a sostenere gli automezzi alimentati con motori endotermici, con attrezzature a trazione elettrica. Si valuterà la possibilità di introdurre contributi pubblici all’acquisto di veicoli ibridi ed elettrici, oltre che per gli interventi di retrofit per veicoli a combustione interna. In ogni caso il contributo sarà commisurato». Nelle note al DEF degli anni precedenti questa roba non c’era.

Misure informative. Qui rispondo di nuovo a Poli. Oltre agli Euro4 su cui le informazioni non sono state date, anche per le caldaiette: provate oggi ad andare da Leroy Merlin a dire “voglio acquistare una caldaia a pellet”, secondo voi vi dicono “da quest’anno quella che costa 300 euro non la può comprare perché le dobbiamo vendere solo a tre stellette e a quattro stellette”. Provateci. Se la Regione fosse stata seria avrebbe fatto un lavoro con tutti i rivenditori e con tutti i produttori, in cui prevedere da quest’anno l’obbligo di informazione ai consumatori e avremmo attaccato i manifesti della Regione. Ma non avete fatto niente di questo.

Infine abbiamo detto l’informazione, abbiamo detto gli incentivi, abbiamo detto le misure informative: i controlli. Se delle misure così restrittive non hanno dei controlli, sono inutili e sulle caldaiette chi fa i controlli? L’avete detto? Sugli Euro4 o sugli Euro3 duecento controlli all’anno per ogni città secondo voi la gente cosa dice? “Io giro, se poi mi beccano pazienza. Ma non mi beccano”. Quindi, mancando questo percorso serio, vi siete infilati oggi in un vicolo cieco con la non accettazione di queste misure e con la non applicazione del piano, con le conseguenze che avremo sull’aria, e non ci dite che conseguenze avremo, e anche sulle eventuali sanzioni. Intanto vi informo che ieri, senza che i riscaldamenti siano ancora accesi, a Piacenza abbiamo avuto tre sforamenti, a Parma ne abbiamo avuti cinque, a Reggio ne abbiamo avuti cinque, a Modena ne abbiamo avuti quattro, quindi siamo praticamente già in situazione emergenziale e ancora non è cominciato l’inverno. Buon lavoro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Visto che il consigliere Bertani mi ha sollecitato una risposta, aspettavo di darla alla fine della discussione generale, ho chiesto ovviamente rispetto alla sua domanda sugli emendamenti presentati il parere del Legislativo della Giunta e del Legislativo dell’Assemblea legislativa. Quindi, a chiarimento, la Giunta ha presentato all’Assemblea legislativa l’oggetto che stiamo discutendo (6718) cosiddetto REFIT dopo essere stato licenziato dalla Prima commissione; il progetto negli anni precedenti era denominato collegato alla legge comunitaria, quest’anno non è stato presentato in quella forma, ma in una forma sostanzialmente diversa: recepisce le indicazioni contenute nel rapporto conoscitivo della Giunta per il 2018 e nella risoluzione dell’Assemblea legislativa che aveva come oggetto il n. 6440 del 21 maggio 2018 e attua a livello regionale il principio di revisione periodica della normativa previsto a livello europeo dal programma REFIT. Quindi il progetto in esame, da un lato, attua l’operazione annuale di sfoltimento e revisione periodica della normativa finora attuata, come il progetto collegato alla comunitaria, ma dall’altro contiene ulteriori disposizioni finalizzate alla revisione, in termini di adeguamento normativo, di alcune leggi regionali che non rappresentano il recepimento e l’attuazione della normativa europea.

Sull’attuazione dell’ordine del giorno, oggetto 5855, approvato dall’Assemblea legislativa l’8 maggio 2018 l’assessore Bianchi chiarisce con la sua affermazione che con tale progetto la Giunta conferma l’impegno ad utilizzare lo strumento legislativo del REFIT in chiave evolutiva, complementare agli strumenti legislativi oggi esistenti allo scopo di armonizzare, aggiornare e rendere coerente la legislazione regionale, anche in relazione a normative di carattere nazionale. Tale relazione è reperibile nell’applicativo già in uso per i consiglieri. Quindi si può concludere che gli emendamenti presentati siano tutti ammissibili, perché si tratta di una norma cosiddetta REFIT che può prendere in considerazione tutta la normativa regionale, in confronto a quella nazionale ed europea.

La parola al consigliere Calvano, che ha cinque minuti a sua disposizione.

Prego, consigliere Calvano.

 

CALVANO: Grazie, presidente. C’è stato un atteggiamento sostanzialmente diverso tra noi e voi, mi riferisco al collega Pompignoli. Siamo partiti in realtà tutti dallo stesso punto: che quel piano dell’aria andava bene così. Voi vi siete però differenziati su una cosa nel senso che chiedevate, nel momento in cui vi siete astenuti, non di modificare l’Euro4, non di modificare la norma sui camini, non di modificare una delle novantaquattro azioni previste, ma chiedevate più risorse a Regione e Governo affinché si potessero sostituire i mezzi più inquinanti e con quella motivazione vi siete astenuti. Voi vi siete astenuti, noi l’abbiamo approvato, poi sono cominciate ovviamente le proteste e la manifestazione da parte dei cittadini e delle categorie di una serie di disagi. E qui subentra una differenza enorme tra noi e voi. Voi avete detto “ci sono dei disagi, ci sono delle proteste, togliamo i vincoli”. Noi abbiamo detto un’altra cosa: ci sono delle proteste, ci sono dei disagi, mettiamoci in ascolto, cerchiamo di capire come dare una risposta a quelle proteste e a quei disagi, mantenendo comunque come stella polare l’obiettivo di salvaguardare la salute pubblica. Questa è la differenza ed è una differenza purtroppo sostanziale e lo ribadisco! È la differenza che ha portato a dire no al vostro emendamento, perché non era costruito nella logica di tutelare il bilancio ambientale di questa regione, quindi la salute dei cittadini, era finalizzato a dare una risposta di carattere demagogico e senza riscontri di efficacia nei confronti dei cittadini. È una differenza sostanziale. Possiamo stare qui ore a parlarne, però è questo, perché è scritto nelle carte. Ci sono i resoconti che nessuno ha mai messo in discussione. Questa è la differenza tra noi e voi.

Anche qui faccio io l’opposizione, visto che non la fate voi, perché a voi dell’ambiente non interessa niente, quindi su questo punto non ci andate. C’è un obiettivo? È quello di ridurre di duecento tonnellate le emissioni di NOx e di 31,5 tonnellate le emissioni di PM10? Ma chiedete come le misuriamo, chiedete come fare a verificare l’andamento di questo! È chiaro che probabilmente le prime misurazioni riusciremo a farle fra un anno, fra un anno e mezzo, perché così funziona il sistema, ma se fossi in voi, su questo cercherei di avere risposte e su questo incalzerei la Giunta. Ma siccome a voi non interessa nulla, lo faremo noi, perché questo è l’obiettivo con il quale abbiamo messo in campo l’emendamento e con il quale abbiamo chiuso un accordo tra la Regione e i Comuni tutti, compresi quelli governati dalla destra e quelli governati dal Movimento 5 Stelle, perché è inutile che adesso si attribuisca la colpa sempre a quel partito: abbiamo tutti responsabilità di governo, a tutti i livelli e quindi abbiamo tutti delle responsabilità e scaricare su questo o su quel partito rischia di tornare poi indietro con gli interessi.

Ho ascoltato con attenzione le parole della collega Piccinini e le parole del collega Bertani e anche la lettura attenta che Bertani ha fatto del DEF, quindi Bertani, nel momento in cui non vedrà risorse stanziate su quei punti, farà da gennaio la battaglia insieme a noi. Nel caso invece gli stanziamenti fossero a bilancio, noi come Regione non potremmo che ringraziare il governo Conte di aver fatto quello che abbiamo chiesto: di mettere 5 milioni di euro e speriamo che siano anche di più. Dalla lettura che ha fatto Bertani del DEF credo che ci sarà una sorta di rivoluzione ambientale ed ecologista nella manovra di bilancio (lo spero). Il primo passaggio della tappa purtroppo non è andato a buon fine da questo punto di vista, però aspettiamo i successivi con fiducia e con speranza.

Dico un’altra cosa alla collega Piccinini. Lei ha concluso il suo intervento, richiamando il PD a serietà, ma dopo che in Parlamento alzerete la mano per dare l’okay ad un condono che non si vedeva dall’epoca berlusconiana dovrete stare un po’ più attenti a utilizzare la parola serietà o andare nelle piazze a gridare onestà, perché condono con serietà e onestà non sta insieme. Non serve il PD a dirvelo, perché non siamo noi che dobbiamo fare lezioni ad altri, saranno i cittadini a dirvelo, saranno coloro che avete portato in quella piazza a gridare onestà.

Rispetto all’attenzione posta dalla Giunta e dal presidente Bonaccini su questo tema credo che il presidente, tra l’essere qui oggi e lo scegliere di rimanere insieme all’assessore Gazzolo sette ore al tavolo con i sindaci per decidere cosa fare, abbia fatto bene a scegliere di stare in quel tavolo e a starci con l’obiettivo di cercare un accordo tra tutti i sindaci. Come ringrazio l’assessore Gazzolo e il sottosegretario Manghi e il resto della Giunta per essere stati qua ad ascoltare questo dibattito. Ascolteremo probabilmente anche le parole dell’assessore in particolare, a dimostrazione del fatto che noi le istituzioni le rispettiamo e il ruolo istituzionale che ci è stato conferito dai cittadini proviamo ad espletarlo nel modo migliore possibile, dal presidente Bonaccini alla sua Giunta fino a questa Assemblea.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

La parola al consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente. Cercherò di fare un po’ di chiarezza in un dibattito che effettivamente ha visto interventi molto differenti e che hanno coinvolto molti livelli istituzionali. Io capisco le difficoltà di questa maggioranza nel giustificare un clamoroso dietrofront rispetto ad una serie di misure che dovevano in qualche modo essere scolpite nella roccia secondo quelle che erano le originarie intenzioni, però divagare dalla questione dell’Amministrazione comunale di Imola fino ad arrivare al Parlamento e all’alleanza di governo lo trovo un tentativo molto debole sinceramente di allontanare il discorso e di allontanare il vero oggetto a mio avviso di questa discussione. Il vero oggetto della discussione è che la maggioranza, questa maggioranza si è resa conto di avere legiferato in evidente stato di confusione. Ha voluto accelerare una serie di provvedimenti, salvo poi andarli a sconfessare nell’immediatezza, perché il PAIR è stato adottato in sostanziale coincidenza con l’accordo a livello ministeriale e a livello di bacino padano, con date differenti. Quindi questo già evidenziava una non chiarezza in quelle che sarebbero state poi le ricadute pratiche. E la ricaduta pratica è stata l’enorme confusione sul territorio. Il fatto che le Amministrazioni comunali, i sindaci, così come anche le categorie professionali, le categorie produttive solo la scorsa settimana abbiano chiesto lumi significa che di provvedimenti oramai datati di dodici/quattordici mesi non avevano avuto alcun tipo di informazione, perché la buona Amministrazione non è solo quella che fa buone norme, è anche quella che le comunica, le sa comunicare in tempi adeguati in modo che tutti possano uniformarsi alle varie disposizioni.

La questione sull’auto, per esempio, visto che è l’argomento più attuale, forse uno dei più sentiti, imporre ovviamente una limitazione ad un uso significa necessariamente suggerire o costringere un cambiamento di quel mezzo e quel mezzo, per essere cambiato, in una logica di economia familiare, di qualsiasi economia anche aziendale, deve avere una programmazione. Se la norma che nessuno disconosce, nessuno qui vuole dire quelle norme che vogliono combattere l’inquinamento sono norme ingiuste, qui ho sentito “siete contro”, “siete a favore dell’inquinamento”: nulla di tutto ciò, quantomeno in questi banchi, ma credo da parte di tutti. Non ci sono difese di situazioni o di comportamenti inquinanti, ma siamo a difendere quantomeno il buonsenso, quantomeno la buona Amministrazione che è quella che dice che le norme devono, anche se severe, anche se devono guardare al benessere superiore e quindi non essere legate a singole situazioni, essere in grado di mettere tutti in condizioni di adeguarsi. Pertanto c’è stata una grande confusione. Il solo fatto che ci sia tuttora un disallineamento fra la delibera di Giunta del settembre 2017 e il PAIR in materia per esempio di camini e comunque strumenti di generatori di calore evidenzia la confusione. Nel PAIR si dicono certe cose, la delibera di Giunta ne dice altre. Questa non è sanata.

Non avete voluto parlarne in commissione, l’avete tenuta sospesa; nella proposta di emendamento della Giunta non se ne parla, quindi è chiaro che l’emendamento che è stato presentato si rende assolutamente necessario, a meno che non vogliate continuare a mantenere nei confronti degli amministrati, dei cittadini la confusione e l’estrema contraddittorietà fra due norme. E non è banale la questione dei camini, perché mette in difficoltà non solo i privati, ma mette in difficoltà anche le attività imprenditoriali, le attività di ristorazione, le attività di impresa, ma ne parleremo eventualmente quando dovremo andare ad illustrare singolarmente gli emendamenti o le risoluzioni. Ma il disallineamento c’è tuttora, a dimostrazione che la confusione non è sanata. Della differenza tra l’accordo firmato a livello di bacino padano e il PAIR ho già detto prima, perché si parla di date differenti, tanto che l’emendamento oggi presentato dall’assessore riporta le date all’accordo di bacino padano e quindi una modifica di fatto al PAIR riallineandolo a quell’accordo.

Quando questo è il sistema di legiferare o comunque di dettare norme, si fa fatica poi in qualche modo a condividere o a trovarsi d’accordo su questi continui “stop and go” che vengono fatti, e secondo me tutta la discussione che c’è stata oggi dimostra che non è stato capito quello che è avvenuto, l’estrema confusione che è stata generata da questo sistema di normazione e anche di comunicazione.

Una parentesi la voglio spendere volentieri, e ringrazio la collega Piccinini che me lo ha ricordato, sul car sharing perché, se noi dobbiamo stare a guardare le norme di attuazione del PAIR o comunque le norme del PAIR, queste prevedono che deve essere incentivato il car sharing, così come deve essere incentivato il trasporto pubblico, ma il car sharing da incentivare è quello che prevede l’utilizzo di motori ad energia alternativa. Abbiamo visto in pompa magna promosso, inaugurato a Bologna un car sharing sicuramente interessante, ma con motori al 100 per cento a benzina. Si fa fatica poi a seguire nel comune cittadino una serie di imposizioni che vanno nella logica giusta di abbattere l’inquinamento, se poi la declinazione sui territori è che ognuno fa quello che gli pare, sostanzialmente.

A proposito di comportamenti poco virtuosi che hanno le pubbliche amministrazioni, io vorrei anche ricordare, a fronte di chi dice che sicuramente il trasporto pubblico ha già previsto investimenti importanti sia in materia di trasporto su gomma sia in materia di trasporto su rotaia per rendere sempre più ecosostenibili i mezzi, che attualmente la flotta di TPER su circa mille e rotti mezzi ne ha 730 che vanno a gasolio a tutt’oggi e di questi 730 ne ha 503 che sono fuorilegge nel senso lato del termine. Sappiamo perfettamente che i mezzi pubblici possono sforare le norme del PAIR, ma è per dare un’indicazione, perché, se ovviamente dobbiamo andare a guardare chi inquina, dobbiamo considerare che la flotta pubblica è quella fra le più inquinanti, perché ha ancora dei mezzi che inquinano. Dicevo, su 730 a gasolio, ne ha 503 che sono fino all’Euro3, ne ha 103 che sono borderline perché rientrano nella categoria Euro4, naturalmente gli Euro4 verranno sanati, quindi questi 103 diventeranno miracolosamente di nuovo normali, e altri 124 che sono invece Euro5 e Euro6. Tutto questo per dire che, se noi vogliamo giustamente pretendere comportamenti virtuosi dai privati, secondo me il pubblico dovrebbe essere il primo a dare l’esempio. E non mi è sufficiente sapere che nei programmi futuri vi è uno svecchiamento progressivo della flotta, perché naturalmente sono contento di questo ma io credo che le azioni immediate che il trasporto pubblico dovrebbe fare dovrebbero essere nel senso di rendere molto più celeri questo tipo di sostituzioni, altrimenti qui siamo a puntare l’indice sul camino dell’agriturismo quando poi per la strada passano continuamente mezzi pubblici del 1999.

Io credo quindi che vi sia stato un grande pasticcio da parte di questa Giunta su questa materia. Se vogliamo, siete stati pure fortunati, assessore, perché a fronte di una disposizione che chiaramente stava scontentando tutti i cittadini, ma anche la maggior parte delle Amministrazioni comunali, ha trovato il pertugio di questa sessione europea in cui infilare la modifica normativa. Io non voglio stare ad indagare se effettivamente in questa sessione europea il meccanismo di modifica sia in qualche modo corretto, ma mi fido degli Uffici legislativi che hanno confermato che questo percorso può tranquillamente rientrare. Ma dico per fortuna c’era questa sessione europea pronta per permettere una modifica in corso d’opera, altrimenti si sarebbe dovuto operare con una modifica precisa alla norma di legge del PAIR, e tutti i collegati, che avrebbe comportato verosimilmente un’attività molto più complessa e forse anche discussioni ben più lunghe di quelle che si sono succedute oggi e verosimilmente si succederanno nella giornata di domani. Quindi dico che siete stati anche fortunati. Certo che non fa onore ad un’Amministrazione che pretende, a volte forse anche giustamente, di voler in un qualche modo essere di esempio a livello generale, avere creato una confusione del genere, disallineandosi dalle altre Regioni cofirmatarie dell’accordo sul bacino padano anticipando di due anni addirittura l’entrata in vigore di questa normativa, per poi andare a fare macchine indietro. Si fa facile ironia su questa espressione di fronte alle giuste proteste intervenute.

Se volete introdurre provvedimenti impattanti come quelli dei divieti in materia di circolazione, che vuol dire mettere in difficoltà comunque chiunque, perché le abitudini ovviamente della quotidianità hanno una loro logica e hanno anche un loro costo, se si vuole mettere in discussione, se si vogliono comunque introdurre limitazioni a questo occorre dare il tempo di adeguamento e, per dare il tempo, occorre a monte una corretta informazione. Voi non avete dato né il tempo, non avete fatto corretta informazione e avete fatto un’attività legislativa quasi isterica, perché avete fatto una cosa e poi l’avete immediatamente contraddetta, poi avete dato attuazione alla prima e adesso si torna indietro di nuovo al punto di partenza. Io non credo che sia questo un buon esempio di tecnica legislativa, ma soprattutto non credo che sia un buon esempio di buona amministrazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Facci.

La parola al consigliere Bertani sull’ordine dei lavori.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Per ringraziare la Presidenza della risposta che mi è stata data riguardo al quesito sollevato circa la correttezza di quegli emendamenti. Puntualizzo che io sommessamente non concordo con questa decisione perché creiamo un precedente pericoloso, perché questo tipo di norma è dedicato all’abrogazione di norme e regolamenti regionali ed eventualmente, come prevede l’articolo 1, alla modifica connessa a specifiche esigenze di adeguamento normativo di leggi regionali. Quegli emendamenti che istituiscono gli ultimi articoli di questo progetto di legge non fanno riferimento ad alcuna legge regionale, tanto che io ho presentato un emendamento riguardo all’articolo 37, perché quell’articolo che era stato approvato in commissione può essere benissimo riportato all’interno della legge della montagna, quindi tale e quale, fa parte delle norme che riguardano i comuni montani, gli altri emendamenti sono un pericoloso precedente perché non si riferiscono ad alcuna legge della Regione Emilia-Romagna e inoltre, andando a toccare il piano aria che è un piano che ha un suo iter modificativo, modifica anche un piano senza seguire l’iter. Quindi due precedenti pericolosi. Io lo segnalo, tanto che a quegli emendamenti non parteciperò al voto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Eventualmente, se vuole, le posso far avere la nota degli uffici.

La parola al consigliere Pettazzoni.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. A me personalmente hanno particolarmente infastidito alcune frasi pronunciate dai colleghi, ci siamo sentiti dire: “voi parlate a vanvera”, “voi non avete una cultura ambientale”, “voi siete contro l’ecologia”... tutte cose che sono assolutamente denigratorie e non ci rappresentano nemmeno lontanamente. Ricordo, e qui apro una parentesi, che il sottoscritto insieme alla consigliera Montalti, tanto per citare un caso di specie, abbiamo fatto in passato una risoluzione, che è stata approvata mi pare all’unanimità, per modificare i sistemi energetici di questa regione: ad esempio la semplice installazione di alcuni termostati, l’installazione di pannelli solari, giusto per far sì che anche questi fabbricati consumassero meno e inquinassero di meno. Lo dico questo per una questione di mera mentalità, perché a casa mia quando si vuole influenzare o far sì che qualcuno si adegui ad un comportamento, dovresti essere il primo a dare il buon esempio. Qui il Partito Democratico ha usato la logica dell’“armiamoci e partite”: ha emesso una restrizione agli Euro4 e poi ha tirato indietro la mano quando non era più in grado di gestire la situazione, perché è nata una rivolta partita dagli stessi territori, i quali erano amministrati proprio dai sindaci del Partito Democratico. E non mi è parso, visto che mi è parso fosse un lunedì l’incontro-fiume tra Bonaccini e i sindaci, che qualcuno da quella sala avesse riportato che ai sindaci era stato dato degli “incivili”, delle “persone a cui non importa nulla dell’ecologia”. Quindi mi sembra che i toni che sono stati riservati a questa parte dell’Aula da parte vostra siano stati ben diversi da quelli utilizzati nel confronto con i sindaci che hanno portato le voci dei territori e dei cittadini che rappresentavano. Quindi su questo io farei un po’ un esame di coscienza, perché arrivare in un’istituzione e utilizzare certe parole e certe affermazioni credo sia proprio una questione assolutamente inopportuna.

Lo hanno detto diversi colleghi, il percorso è quello che fa la differenza, quando si vogliono influenzare o cambiare le abitudini delle persone; noi ci siamo permessi, noi Regione Emilia-Romagna, di andare a dire a diversi cittadini di questa regione che in pratica dovevano cambiare l’auto, qualora non rispettasse i nuovi requisiti istituiti da un giorno all’altro, senza tenere conto delle difficoltà in cui si possono trovare alcune famiglie o alcune persone. Pertanto la programmazione sarebbe stata fondamentale, un piano di incentivi, ancor prima una campagna informativa giusta e capillare avrebbe sicuramente agevolato e reso un po’ più comprensibile la direzione che la Regione Emilia-Romagna voleva intraprendere.

Tra gli argomenti citati ce ne sono alcuni che personalmente condivido, come il car sharing, il ricorrere maggiormente al trasporto pubblico, ai treni, ma ricordiamoci anche una cosa, al di là del car sharing che è una questione più facoltativa: autobus e treni cosa sono in questa regione, in parti di questa regione? Ci vogliamo chiedere su che cosa salgono i nostri cittadini? Su autobus dove non c’è spesso un briciolo di controllo, su autobus dove chiunque può venire e infastidirti, su treni che in certe zone di questa regione sono delle vere e proprie camionette, delle vere e proprie bagnarole che girano su queste rotaie, che hanno poca sicurezza dentro e fuori dai convogli. Quindi anche andare a dire alle persone di prendere più treni o più autobus, se a monte non c’è una struttura che possa agevolare, che possa far venire voglia alla gente di utilizzare questi mezzi credo che sia un provvedimento inutile, perché poi la gente non vi salirà. Io vengo dal comune di Cento, come ben sapete: c’è un autobus che va a Bologna e non c’è una linea ferroviaria, e parlo di un distretto industriale importantissimo. Come potete pensare che, in mancanza di infrastrutture e, laddove ci sono, in mancanza di infrastrutture sicure dal punto di vista infrastrutturale e di sicurezza percepita, la gente possa rivolgersi al trasporto pubblico? Queste sono domande che dovrebbero trovare risposta non tanto nelle chiacchiere che sono state fatte qui dentro e a più riprese anche spiacevoli, ma dovrebbero trovare risposta in fatti, in investimenti e azioni concrete da parte di questa Regione che sicuramente predica bene, ma, all’atto pratico, razzola particolarmente male.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pettazzoni.

Abbiamo concluso gli interventi di discussione generale, ora ci sarebbe la replica del relatore di maggioranza che ha a disposizione venti minuti, quindi gli chiedo se vuole intervenire adesso che mancano dieci minuti alla conclusione o se preferisce domani mattina. Dopo di che è previsto l’intervento dell’assessore Gazzolo, a nome della Giunta.

La parola al consigliere Pruccoli.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Visto che mancano dieci minuti alla prevista conclusione di questa seduta d’Aula e avendo venti minuti a disposizione che temo mi servano tutti, viste le tante cose che ho ascoltato e alle quali avrei piacere di replicare, sulle quali avrei piacere di intervenire, se è d’accordo, io sarei per aggiornare il mio intervento a domani mattina.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pruccoli.

Accolgo la sua proposta, quindi domani mattina si inizierà con il suo intervento e poi l’intervento dell’assessore.

Buona serata a tutti.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 16,48

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori: Simona CASELLI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Emma PETITTI e le consigliere Lia MONTALTI e Marcella ZAPPATERRA.

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Saliera

Rancan - Torri

 

 

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