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229.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 12 FEBBRAIO 2019

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 7932

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da mettere in campo per sollecitare il Ministero dello Sviluppo Economico a convocare l'incontro semestrale di verifica dell'accordo di acquisizione di DEMM spa di Alto Reno Terme da parte di Certina Holding AG. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI (SI)

COSTI, assessore

TARUFFI (SI)

 

OGGETTO 7933

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per i veicoli di anzianità tra i venti e i ventinove anni. A firma del Consigliere: Tagliaferri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TAGLIAFERRI (FdI)

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

TAGLIAFERRI (FdI)

 

OGGETTO 7934

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa iniziative per tutelare gli spazi e le aree di pertinenza della Regione dal parcheggio abusivo che si verifica in occasione delle manifestazioni fieristiche. A firma del Consigliere: Facci

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FACCI (Gruppo Misto)

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

FACCI (Gruppo Misto)

 

OGGETTO 7935

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa il trasferimento presso altri ospedali delle attività chirurgiche e diagnostiche che non potranno essere garantite all'Ospedale Santa Maria di Borgo Val di Taro durante i lavori per la ristrutturazione del comparto operatorio. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

RAINIERI (LN)

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

RAINIERI (LN)

 

OGGETTO 7936

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa questioni e problematiche riguardanti la ricerca e la coltivazione di giacimenti di idrocarburi e la possibilità che tali attività abbiano effetti sui terremoti, con particolare riferimento al sisma che ha colpito la Regione nel 2012. A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

GAZZOLO, assessore

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 7817

Proposta recante: “L.R. n. 24/2001 e successive modifiche, integrazioni – Programma denominato “Housing Sociale 2019””.

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

 

OGGETTO 7927

Comunicazione della Giunta, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento dell’Assemblea, relativamente agli eventi calamitosi dovuti al maltempo nelle province di Bologna e Modena nei giorni 2 e 3 febbraio 2019

(Discussione)

(Risoluzione oggetto 7525 - Discussione)

(Risoluzioni oggetti 7941 - 7943 - 7944 -Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

GAZZOLO, assessore

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Daniele (LN)

GALLI (FI)

TARUFFI (SI)

CALIANDRO (PD)

FACCI (Gruppo Misto)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

CALIANDRO (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

SASSI (Gruppo Misto)

GAZZOLO, assessore

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Daniele (LN)

PICCININI (M5S)

CALIANDRO (PD)

TARUFFI (SI)

SASSI (Gruppo Misto)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 10,04

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 229 del giorno 12 febbraio 2019.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 29 e 30 gennaio 2019, numero 225, 226, 227 e 228.

Se non vi sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Saliera): Ha comunicato di non poter partecipare, ai sensi dell’articolo 65 del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini.

Sono inoltre assenti i consiglieri Cardinali e Fabbri e gli assessori Gualmini, Petitti e Venturi.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e, pertanto, le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 7932

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da mettere in campo per sollecitare il Ministero dello sviluppo economico a convocare l’incontro semestrale di verifica dell’accordo di acquisizione di DEMM spa di Alto Reno Terme da parte di Certina Holding AG. A firma del Consigliere: Taruffi

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Oggetto 7932, a firma del consigliere Taruffi.

Interrogazione a risposta immediata in aula circa le azioni da mettere in campo per sollecitare il Ministero dello sviluppo economico a convocare l’incontro semestrale di verifica dell’accordo di acquisizione di DEMM spa di Alto Reno Terme da parte di Certina Holding AG.

Consigliere Taruffi, le do subito la parola. Risponderà l’assessore Costi.

Prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Torniamo su una vicenda che ci ha visto puntare l’attenzione in diverse altre occasioni, cioè la situazione sempre delicata e complessa della DEMM di Alto Reno Terme, azienda metalmeccanica che ha alle spalle un periodo particolarmente difficile. In particolar modo, da ottobre 2015 a luglio 2018 l’azienda è stata gestita dal commissario straordinario nominato dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi della legge Marzano, a tutela dei grandi gruppi industriali, perché allora, nel 2015, DEMM faceva parte del gruppo Paritel insieme ad altre realtà metalmeccaniche della provincia di Bologna e Ferrara; gestione commissariale che si è conclusa nel 2018 con la firma al Ministero dello sviluppo economico dell’accordo che ha trasferito la proprietà dell’azienda e al gruppo, alla Holding Certina, gruppo fondo pensione che gestisce diverse attività in diversi ambiti, acquisizione che è stata ultimata attraverso la controllata della Certina Holding, che è la SCV di Induno Olona, in provincia di Varese.

Questa società ha chiuso, in questi ultimi mesi, e soprattutto non ha assicurato nessuna svolta nella gestione dell’azienda. Anzi, ad oggi registriamo un calo nella produttività, un calo nelle commesse. Non sono state ancora nominate figure fondamentali come il direttore commerciale, il direttore di stabilimento, quindi si naviga a vista, in una situazione economica di incertezza. Soprattutto, il destino per i 186 lavoratori dello stabilimento, cinquanta dei quali sono fuoriusciti attraverso un accordo (che prevede ammortizzatori sociali, NASPI, cassa integrazione, eccetera) e per i 136 che sono rimasti, è una situazione di incertezza molto elevata. La cassa integrazione viene ancora utilizzata in modo molto significativo, e i lavoratori impiegati giornalmente non sono più di cinquanta-sessanta: è una situazione che ci preoccupa molto.

I sindacati hanno chiesto, a inizio di gennaio, un incontro al ministero, perché il ministero convocasse le parti per fare il punto su quanto avvenuto e su quanto sta avvenendo, convocazione che tarda ancora ad arrivare. Nessuno ha risposto.

All’assessore Costi, che sappiamo aver seguito sempre in questi mesi, in questi anni, con particolare attenzione quella vicenda, in prima fila, chiediamo quindi un ulteriore sforzo, un ulteriore intervento affinché il Governo assuma le responsabilità che fino ad oggi ha voluto declinare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola all’assessore Costi, prego.

 

COSTI, assessore: Grazie presidente.

In merito all’interrogazione del consigliere Taruffi, che so sempre molto attento rispetto a queste situazioni che ci sono nell’Appennino bolognese, voglio comunicare che contestualmente alla richiesta fatta dalle organizzazioni sindacali al ministero dello sviluppo economico, che è stata fatta il 17 gennaio, affinché fosse convocato un incontro di monitoraggio, a verifica dell’accordo che era stato siglato lo scorso luglio, riguardante il passaggio dell’azienda DEMM in amministrazione straordinaria al gruppo Certina, abbiamo comunicato allo stesso Ministero la nostra disponibilità a partecipare all’incontro sottolineando la necessità di avere questa verifica.

Colgo anche l’occasione per specificare che in questi mesi, proprio per l’importanza dell’accordo che abbiamo raggiunto e per gli impegni che erano contenuti, abbiamo, come Regione, mantenuto costantemente i contatti con le organizzazioni sindacali e le RSU aziendali per scambiarci informazioni rispetto alla modalità di attuazione degli impegni presi da parte di Certina in occasione del subentro. Noi, con la stessa proprietà aziendale, come era stato stabilito al tavolo dell’accordo, li abbiamo incontrati in merito alle possibilità di finanziamenti che la Regione Emilia-Romagna può mettere a disposizione esclusivamente a sostegno, chiaramente, di un piano di rilancio industriale che preveda l’occupazione e la incentivi e anche della formazione interna del personale, uno dei temi che era uscito.

A seguito della richiesta inviata sia da parte dei sindacati che nostra siamo stati telefonicamente contattati dai funzionari del Ministero, che ci hanno confermato l’intenzione di procedere alla convocazione, di cui siamo in attesa, sulla quale, però, sto continuando a sollecitare da settimane. Spero che il Ministero comprenda la necessità di convocare urgentemente il tavolo per il rispetto che si deve a quei lavoratori che da anni vivono una situazione di precarietà e di ansia e che necessitano di una certezza produttiva occupazionale definitiva e certa per loro, ma anche per tutte le comunità dell’area e, soprattutto, per l’indotto, tant’è che anche in tarda mattinata noi ritelefoneremo al MiSE proprio per chiedere e sollecitare – come stiamo facendo da parecchio tempo – la convocazione di questo tavolo dedicato e dove possiamo riprendere le fila con il gruppo Certina rispetto agli impegni che questo gruppo deve rispettare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.

La parola al consigliere Taruffi. Prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Voglio dire due parole chiare. Intanto ringrazio l’assessore Costi per l’attenzione, come ho detto in premessa, che ha sempre riservato e che riserva a questa vertenza, che si trascina da molti anni e che è centrale per quella parte dell’Appennino bolognese, un tessuto industriale storico che ha garantito e – vogliamo continuare a pensare – potrà garantire lavoro nella montagna bolognese ancora per tanti anni.

Certo è che quello che io oggi qui voglio rappresentare è un vero e proprio allarme, un grido di dolore che da quella parte del territorio bolognese sale e si rivolge direttamente, a questo punto, al ministro Di Maio, al viceministro Galli, ai sottosegretari Cioffi, Crippa e Geraci, che sono le persone che, per competenza istituzionale, oggi dovrebbero avere il tempo e forse l’interesse a convocare quanto prima un incontro al MiSE, perché quella è la sede in cui discutere della situazione e trovare soluzioni.

Badate, vi dico con chiarezza che, se le prospettive e la situazione che oggi abbiamo di fronte per quello stabilimento dovessero permanere, quello stabilimento rischia, nel giro di qualche mese, di chiudere, perché le commesse e in particolar modo la principale realtà che commissiona lavori per quello stabilimento, ovviamente, si stanno guardando attorno e rischiano di spostare sempre di più la propria produzione altrove. Quindi, quello stabilimento rischia la chiusura.

È compito del Ministero, insieme a tutte le altre Istituzioni, scongiurare questa ipotesi. In questi anni – qui ne siete tutti testimoni – ho più volte richiamato l’attenzione dei precedenti Governi, dei precedenti ministri e dei precedenti sottosegretari su questa vicenda e devo dire che non è mai capitato che non rispondessero a nessun tipo di sollecitazione e a nessun tipo di pressione anche dal punto di vista del sindacato. È oltre un mese che aspettiamo la convocazione, credo che, bontà sua, il ministro Di Maio, tra un selfie e un altro, tra una passeggiata elettorale da una parte o dall’altra, oltre che a scagliarsi un giorno contro la perfida Albione e un giorno contro i Galli francesi, se trovasse anche il tempo e la disponibilità di convocare al tavolo i sindacati e le Istituzioni per discutere del futuro di quello stabilimento, farebbe forse il suo lavoro.

Concludo dicendo una cosa chiara: serve forse anche mettere in campo la possibilità di cercare un’altra proprietà. D’altronde, così come stanno le cose quell’azienda rischia di chiudere. Non possiamo permettercelo ed è anche forse opportuno iniziare a guardarsi intorno, anche cercando nuovamente, attraverso l’imprenditoria locale e italiana, una soluzione diversa, perché oggi come oggi quello stabilimento rischia la chiusura.

Il Governo, nella sua composizione, non può continuare a girarsi dall’altra parte, non può far finta di niente, perché gli slogan e gli spot vanno bene, ma poi c’è la realtà, e alla realtà bisogna dare risposte, cosa che il Governo non sta facendo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 7933

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per i veicoli di anzianità tra i venti e i ventinove anni. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 7933, a firma del consigliere Tagliaferri: interrogazione a risposta immediata in aula circa l’esenzione del pagamento della tassa automobilistica per i veicoli di anzianità fra i venti e i ventinove anni.

La parola al consigliere Tagliaferri.

Risponde il sottosegretario Manghi. Prego.

 

TAGLIAFERRI: Presidente, assessore, come sicuramente avrete avuto modo di immaginare, questa interrogazione mi è stato richiesta da alcuni amici appassionati di auto d’epoca rimasti disorientati a seguito dell’approvazione della legge di bilancio dello Stato nella parte che va a modificare i requisiti che devono possedere i veicoli di anzianità compresa tra i 20 e i 29 anni per essere riconosciuti quali veicoli storici e le relative previsioni in ordine al pagamento della tassa automobilistica.

Precedentemente, la Regione, con legge regionale 21 dicembre 2012, n. 15, all’articolo 7, nel disciplinare l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per particolari categorie di veicoli, aveva previsto, cito, che “dal 1° gennaio 2013 gli autoveicoli e i motoveicoli, esclusi quelli adibiti ad uso professionale, di anzianità tra i 20 e i 30 anni, classificati di interesse storico o collezionistico, iscritti in uno dei registri ASI Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI, previsti dall’articolo 60 del decreto legislativo n. 285 del 1992 e dal relativo regolamento attuativo, sono esentati dal pagamento della tassa automobilistica regionale”. Oggi, ovvero a far data dal 1° gennaio 2019, a seguito dell’approvazione della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e in particolare l’articolo 1, comma 1048, che va a modificare l’articolo 63 della legge n. 342/2000 con la quale, introducendo un nuovo comma 1-bis, parrebbe che detti veicoli debbano essere sottoposti al pagamento della tassa automobilistica, sebbene con una riduzione pari al 50 per cento.

L’entrata in vigore della legge statale, infatti, è successiva a quella regionale e introduce una disposizione che regolamenta in maniera espressa i requisiti di storicità per avere diritto ad una riduzione della tassa relativamente ai veicoli di anzianità tra i 20 e i 29 anni, ricollegandosi alla medesima normativa del Codice della strada cui faceva rimando la legge regionale n. 15/2012 che, conseguentemente, risulterebbe implicitamente abrogata.

Nella pagina web della Regione Emilia-Romagna relativa ai tributi regionali, sezione esenzioni, il paragrafo “auto e moto storiche” risulta ormai quale sezione in aggiornamento da oltre un mese. Alla mattinata di ieri, momento in cui l’interrogazione è stata presentata, non mi risulta che nessuna comunicazione sia stata ufficialmente data dalla Regione Emilia-Romagna all’utenza circa la possibilità o meno di poter ancora godere dell’esenzione regionale.

Tra l’altro, le indicazioni date dalle associazioni che raggruppano gli appassionati del settore rispecchiano questo stato di mancanza di certezze, essendo tra loro contraddittorie. Da questa situazione di incertezza consegue il grave rischio, per il contribuente, di incorrere in errori e sanzioni causati dalla mancanza di solerzia da parte della Giunta regionale, nel voler affrontare la questione. Sicuramente non c’è una folla di collezionisti entusiasti di correre a pagare questo nuovo balzello, anzi, ma sarebbe peggio se al danno del pagamento si dovesse poi aggiungere la beffa della sanzione per il ritardato o mancato pagamento.

Sono quindi a chiedere ufficialmente, in questa sede, una risposta chiara alla Giunta, in merito al pagamento della tassa automobilistica, per questa particolare tipologia di veicoli, pregando, al contempo l’assessore, di provvedere a che le opportune notizie in merito vengano con solerzia aggiornate sul portale istituzionale dell’ente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Sottosegretario Manghi, prego.

 

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente.

In risposta al consigliere Tagliaferri, vado ad asserire quanto segue. La legge di bilancio statale per il 2019 ha introdotto una riduzione al 50 per cento della tassa automobilistica regionale, dovuta per gli autoveicoli di interesse storico e collezionistico con anzianità di immatricolazione compresa tra i 20 e i 29 anni.

I possessori degli autoveicoli storici devono avere il certificato di rilevanza storica e collezionistica, e l’annotazione del riconoscimento di storicità sulla carta di circolazione. Tale condizione è innovativa rispetto alla precedente normativa. La Regione Emilia-Romagna, invece, con propria legge, segnatamente la legge regionale n. 15 del 2012, ha esentato completamente gli autoveicoli di interesse storico. Tale legge regionale non risulta esattamente sovrapponibile a quella nazionale, in quanto in Emilia-Romagna sono esclusi dall’esenzione i veicoli adibiti ad uso professionale, che tuttora pagano per intero la tassa automobilistica, mentre lo sono per la legge nazionale. Inoltre, non è richiesta l’iscrizione di veicolo storico nella carta di circolazione, che invece è presupposto di esenzione per la norma nazionale.

Pertanto, allo stato attuale, è stata mantenuta l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per veicoli storici, e nel rapporto con il contribuente l’Amministrazione ha applicato il regime a lui più favorevole, in attesa di approfondimenti normativi, con la consapevolezza che in caso di integrazioni, il contribuente stesso non subirà l’aggravio di sanzioni ed interessi.

L’Amministrazione ha del resto mantenuto in queste settimane un comportamento prudenziale, in attesa dell’esito della discussione in sede parlamentare del DL n. 135 “Semplificazioni”, che contiene, tra le altre cose, la proposta emendativa di completa esenzione dal pagamento della tassa automobilistica, ma che è stata momentaneamente bloccata per mancanza di copertura finanziaria. Tale proposta emendativa non fa altro che comprovare la correttezza della linea mantenuta dalla Regione Emilia-Romagna sulla completa esenzione di tali veicoli, evitando, tra l’altro, un ondivago atteggiamento nel riconoscimento di una completa esenzione ante 2019, poi di un’agevolazione al 50 per cento del bollo nel 2019, per poi passare, forse nel 2020, di nuovo all’esenzione completa.

Si conclude, pertanto, che nulla è cambiato nei confronti dei contribuenti di auto storiche immatricolate tra i 20 e i 29 anni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Manghi.

La parola al consigliere Tagliaferri. Prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Mi dichiaro soddisfatto della risposta del sottosegretario. Sicuramente non volevo provocare un ulteriore aggravio a carico dei collezionisti. Anzi, ciò che chiedevo era semplicemente che la Regione si facesse carico della responsabilità di assumere una decisione per chiarire la situazione una volta per tutte ai contribuenti, sottraendoli dal rischio di incorrere in sanzioni. E l’ha fatto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.

 

OGGETTO 7934

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa iniziative per tutelare gli spazi e le aree di pertinenza della Regione dal parcheggio abusivo che si verifica in occasione delle manifestazioni fieristiche. A firma del Consigliere: Facci

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 7934: interrogazione a risposta immediata in aula circa iniziative per tutelare gli spazi e le aree di pertinenza della Regione dal parcheggio abusivo che si verifica in occasione delle manifestazioni fieristiche.

La parola al consigliere Facci.

Risponde il sottosegretario Manghi. Prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Io ho imparato proprio nei giorni scorsi il ripetersi di una situazione che ritengo paradossale, tanto che mi sono permesso di investire l’aula e questa Amministrazione con questo question time. Il fenomeno dei parcheggiatori abusivi in occasione della fiera è tristemente noto e con esso le forze di polizia si confrontano ciclicamente. Quindi, non scopro sicuramente nulla di nuovo. È un fenomeno che, evidentemente, fa fatica ad essere debellato, sul quale ci deve essere la massima attenzione, ma che investe autorità e realtà più grandi di noi, soprattutto le forze di polizia.

Quello che, però, trovo inaccettabile è che l’area di pertinenza della Regione, cioè l’area antistante l’ingresso della Regione, venga utilizzata per compiere queste autentiche truffe a danno degli automobilisti. Questo io lo trovo inaccettabile. È inaccettabile che la Regione non abbia ancora messo in campo misure di tutela della propria non tanto proprietà, ma è l’autorevolezza dell’Ente che viene meno, perché di fatto si permette a dei pregiudicati o, comunque, a persone che delinquono di utilizzare un’area istituzionale per compiere le proprie malefatte.

Io credo, allora, che l’Ente, rispetto a questo, non possa rimanere indifferente, debba trovare delle soluzioni per evitare quantomeno che sia permessa la perpetuazione di queste autentiche truffe a danno dell’ignara cittadinanza. Da qui la richiesta di conoscere il pensiero della Giunta e che cosa la Giunta intende fare al riguardo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Facci.

La parola al sottosegretario Manghi. Prego.

 

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente.

In risposta al consigliere Facci, la presenza di parcheggiatori abusivi nelle aree prossime alle sedi regionali durante i fine settimana, specialmente in occasione di manifestazioni fieristiche, è una questione nota, a cui si sta già lavorando per risolvere efficacemente il problema in tempi rapidi.

Infatti, a tale scopo il Servizio funzionamento e gestione dell’Assemblea legislativa e il Servizio approvvigionamenti, patrimonio, logistiche e sicurezza della Giunta stanno terminando l’elaborazione di un progetto congiunto di regolamentazione dell’uso dell’area, in accordo con gli altri soggetti coinvolti nella gestione condominiale, che prevede diverse iniziative sul versante della sicurezza e del corretto utilizzo degli spazi. Dettagli e approfondimenti del progetto saranno debitamente diffusi una volta completato l’iter formale.

In particolare, per quanto riguarda la problematica evidenziata dal consigliere, si anticipa che tra le azioni da mettere in campo è prevista l’apposizione, entro breve tempo, di barriere fisiche che impediscano l’ingresso all’area da parte di persone e/o veicoli non autorizzati.

Infine, si ricorda che l’area antistante ai civici 50 e 52 di viale Aldo Moro è di proprietà del Comune di Bologna e data in concessione alla Regione Emilia-Romagna, che, mediante personale di vigilanza, nelle giornate da lunedì a venerdì presidia fisicamente l’ingresso all’area, mentre nelle giornate di sabato e domenica l’accesso veicolare non è controllato.

In queste giornate, quando il personale che effettua il servizio di vigilanza all’interno delle portinerie riscontra la presenza di soggetti che svolgono attività abusiva di parcheggiatori, provvede ad allertare immediatamente le forze dell’ordine che, di norma, intervengono per allontanare e/o sanzionare gli abusivi.

Pur contando, in questa fase transitoria, sulla collaborazione delle forze dell’ordine, siamo certi che le contromisure in via di attuazione sapranno disincentivare ed eliminare la pratica del parcheggio abusivo in queste aree. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Manghi.

La parola al consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie. Prendo atto della risposta e prendo atto del fatto che da parte della Amministrazione regionale ci sia la volontà di intervenire con misure più drastiche di quelle evidentemente poco efficaci che finora sono state poste in essere.

Tengo a precisare che, nell’occasione in cui ho potuto personalmente verificare la situazione, il personale di vigilanza che ho prontamente richiamato, allertato e al quale ho comunicato il fatto si è immediatamente attivato e quindi sono stati assolutamente diligenti e assolutamente presenti. Va da sé che quello che serve, come lei ha richiamato, è un intervento di prevenzione, perché sappiamo perfettamente che nel momento in cui arrivano le forze di polizia in ogni caso vi sono state sicuramente decine di automobilisti che hanno comunque subito l’ingiusta truffa.

Il fatto che ci sia questa consapevolezza del problema mi conforta. Il fatto che ci sia la volontà di intervenire mi conforta ulteriormente. Il fatto che l’Amministrazione comunale di Bologna sia la proprietaria dell’area non esime certamente questa Regione che, appunto, come lei ha ricordato, ha la concessione, dal dover intervenire in prima persona perché comunque ne va, come dicevo, dell’autorevolezza e dell’onorabilità di questa Istituzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Facci.

 

OGGETTO 7935

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa il trasferimento presso altri ospedali delle attività chirurgiche e diagnostiche che non potranno essere garantite all’Ospedale Santa Maria di Borgo Val di Taro durante i lavori per la ristrutturazione del comparto operatorio. A firma del Consigliere: Rainieri

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 7935: interrogazione a risposta immediata in aula circa il trasferimento presso altri ospedali delle attività chirurgiche e diagnostiche che non potranno essere garantite all’Ospedale Santa Maria di Borgo Val di Taro durante i lavori per la ristrutturazione del comparto operatorio, a firma del consigliere Rainieri, a cui do la parola.

Risponderà il sottosegretario Manghi.

Prego, consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Nella mia interrogazione urgente, che riprende l’interrogazione a risposta scritta consegnata in data 28 gennaio, chiediamo quale sarà il futuro dell’ospedale di Borgo Val di Taro. Oltre alle situazioni che riguardano già i punti nascita – ci sarà poi ampia discussione pomeriggio, quando si parlerà delle risoluzioni che sono state interrotte la volta scorsa –, adesso c’è un’altra tegola su questo ospedale.

Ci sarà la ristrutturazione delle sale operatorie, per cui c’è la preoccupazione, da parte dei cittadini, degli operatori e dei medici dell’ospedale di Borgo Val di Taro, che si possano sospendere tutte le operazioni all’interno dell’ospedale e che queste vengano destinate agli altri ospedali della provincia, quindi a Fidenza o a Parma.

Ricordiamo che questo ospedale è un fiore all’occhiello dell’ortopedia chirurgica. Tra l’altro, all’interno dell’ospedale, si effettuano circa 2.500 interventi l’anno, suddivisi tra la chirurgia, l’oculistica, la ginecologia, con il 30 per cento di pazienti che arrivano da altre regioni, costituendo perciò un’importanza che va oltre la provincia e che va oltre la regione.

La preoccupazione è che nessuno sapeva nulla del fatto che queste sale operatorie venivano chiuse per la ristrutturazione, e nessuno sapeva che fine avrebbero fatto le operazioni all’interno dell’ospedale.

Mi fa molto piacere aver saputo, dopo la mia interrogazione del 28 gennaio – leggo sulla Gazzetta di Parma del 10 febbraio, quindi tredici, quattordici giorni dopo – di un incontro avvenuto a Borgo Val di Taro con tutto il Comitato di distretto delle Valli del Taro e del Ceno, dove si parlava appunto delle opzioni che noi avevamo chiesto all’interno dell’interrogazione.

Non è molto chiaro quali operazioni verranno tolte all’ospedale di Borgo Val di Taro, quindi chiedo al sottosegretario, in questo caso Manghi, di avere delucidazioni e rassicurazioni per quello che riguarda il mantenimento a Borgo Val di Taro all’interno dell’ospedale o, comunque, in strutture temporanee della parte operatoria. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

La parola al sottosegretario Manghi.

 

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente.

Rispondo al consigliere Rainieri. Il progetto per la realizzazione del nuovo comparto operatorio dell’ospedale Santa Maria di Borgo Val di Taro è articolato, in quanto prevede sia rilevanti interventi strutturali sia investimenti tecnologici di ultima generazione.

Si tratta di un progetto importante in quanto è propedeutico alla riorganizzazione e all’estensione dell’attività chirurgica mediante la realizzazione di due posti letto di terapia intensiva post operatoria a garanzia di un’ulteriore maggiore sicurezza del paziente nel decorso post operatorio.

Per la realizzazione di questo progetto la Regione ha già previsto le risorse necessarie, pari a 1.500.000 euro. Ad oggi, l’azienda USL di Parma, in condivisione con il Comitato di Distretto Val di Taro e Ceno, è impegnata nella definizione di modalità organizzative idonee ad assicurare la continuità delle attività chirurgiche all’interno della struttura e, fra queste, anche il possibile allestimento di una struttura modulare temporanea. L’azienda USL di Parma assicurerà la migliore soluzione organizzativa per evitare trasferimenti delle attività chirurgiche e per contenere i naturali disagi connessi alla realizzazione degli interventi necessari per completare il nuovo comparto operatorio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario.

La parola al consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Ringrazio per la risposta il sottosegretario. Vuol dire che quando un’opposizione lavora bene le cose, evidentemente, si possono anche fare e dare risposte non esattamente chiare alla gente, come ha fatto nell’intervista la dottoressa Saccenti, dove parla di attività chirurgiche e ortopediche programmate. Non si capisce fino a quando queste attività ortopediche vengono programmate e se continueranno durante i lavori.

Lei ha preso un impegno dicendo che la Regione ha finanziato l’operazione, e ne siamo tutti ben contenti. La preoccupazione rimane, perché ci sono tre possibilità: quella che io segnalavo all’interno dell’interrogazione, cioè una struttura temporanea al di fuori dell’ospedale; c’è un’altra soluzione, che potrebbe essere quella di utilizzare il terzo piano dell’ospedale, oppure c’è un’altra possibilità, di costruire una palazzina nuova dietro l’ospedale, con un problema di una strada che potrebbe franare, quindi con una sistemazione anche della strada dietro il comparto operatorio.

Detto questo, ci auguriamo che l’ospedale di Borgo Val di Taro venga rivalutato dopo averlo condannato alla chiusura del punto nascite da parte di questa Regione e vengano mantenuti se non altro quei servizi di eccellenza, come la chirurgia, un servizio che serve a una comunità sparsa su un territorio molto ampio, che riguarda tutti i comuni montani della zona circostante l’ospedale di Borgo Val di Taro, ma mi auguro che queste sue parole, sottosegretario, siano assolutamente corrispondenti al vero e che nessuno, ribadisco nessuno, dai pazienti agli infermieri, ai medici e a tutti gli operatori dell’ospedale, debba subire ripercussioni, se non quelle naturali dovute ai lavori che vengono fatti all’interno dell’ospedale, e che non vi sia da nessuna parte la volontà di trasferire in altri ospedali della provincia le operazioni rispetto, invece, a quelle che sono state le sue rassicurazioni.

La ringrazio, comunque, per aver accolto la mia richiesta di quindici giorni prima dell’articolo comparso sulla Gazzetta, perché vuol dire che in qualche modo il lavoro tra chi propone e chi deve fare viene rispettato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

 

OGGETTO 7936

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa questioni e problematiche riguardanti la ricerca e la coltivazione di giacimenti di idrocarburi e la possibilità che tali attività abbiano effetti sui terremoti, con particolare riferimento al sisma che ha colpito la Regione nel 2012. A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 7936: interrogazione a risposta immediata in aula circa questioni e problematiche riguardanti la ricerca e la coltivazione di giacimenti di idrocarburi e la possibilità che tali attività abbiano effetti sui terremoti, con particolare riferimento al sisma che ha colpito la Regione nel 2012. A firma dei consiglieri: Bertani, Piccinini.

Risponderà l’assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Circa cinque anni fa, il Dipartimento di Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri aveva incaricato una commissione internazionale di studio, la cosiddetta Commissione ICHESE (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity) in Emilia-Romagna, di analizzare se vi fossero state attività umane che potessero avere indotto e innescato il terremoto in Emilia nel 2012. La Commissione concluse che non poteva essere escluso né poteva essere confermato che la reiniezione di fluidi nel giacimento petrolifero del Cavone potesse aver innescato quella catastrofica sequenza, anche se oggi alcuni ritengono infondate le conclusioni di quella Commissione.

In questi giorni abbiamo letto un’intervista al professor Styles, che è stato presidente di questa Commissione. Questa intervista ci pone di fronte a tre importanti elementi di riflessione.

Conclusioni della Commissione: il professor Styles conferma che non si può escludere che le attività al Cavone di Mirandola abbiano avuto l’effetto del sisma del 2012. Mi sembra che abbia importanza che anche in quest’aula leggiamo e sentiamo parte dell’intervista: “In qualità di presidente, lei conferma che le conclusioni della relazione finale ICHESE, nella quale si afferma che ‘non si può escludere che le attività svolte nell’area di licenza di Mirandola abbiano avuto un effetto nel terremoto emiliano del 2012’”. “Sì, quelle furono le conclusioni raggiunte dalla Commissione e comunicate nella nostra relazione finale. Continuo a ritenerlo un rendiconto accurato delle nostre scoperte, frutto di un intenso lavoro di indagine, analisi e sintesi delle informazioni a noi fornite”.

Qui veniamo al secondo punto di riflessione. In questa intervista capiamo che, dalle affermazioni del professore, non tutte le informazioni furono probabilmente messe a disposizione.

Il professore afferma, infatti, che: “Con il senno di poi, non sono sicuro che tutte le informazioni che avrebbero potuto essere rilevanti per le nostre decisioni siano state messe a nostra disposizione e quindi potrebbe essere prudente, alla luce degli eventi devastanti del 2012 e con un occhio al futuro, dare un’ulteriore occhiata a queste attività, considerando l’enorme e accurato lavoro svolto in merito negli ultimi anni, specialmente negli Stati Uniti”.

La domanda alla risposta che vi ho appena letto ricorda che nelle analisi della Commissione ICHESE si presero in analisi anche e in particolare lo stoccaggio naturale di Minerbio, sul quale, appunto, il professore dice che probabilmente non ha avuto tutti i dati.

Terzo spunto di riflessione è il fatto che il professore afferma che ci furono interferenze sul lavoro della Commissione. Il professore dice: “Sono rimasto molto deluso da alcuni aspetti della conduzione dell’indagine, perché a dicembre 2013 ci fu un incontro dove ENI e Gas Plus portarono ad alcuni commissari della Commissione dei dati, elaborati da loro stessi, che in qualche modo smentivano o venivano elaborati in parallelo ai lavori della Commissione”. 

Tali relazioni furono presentate durante la riunione, e giungevano alla conclusione che secondo la comunità accademica la sismicità fosse indiscutibilmente dovuta all’attività tettonica naturale. Fu anche avanzata la richiesta, rifiutata dai commissari presenti, che la Commissione ICHESE non utilizzasse la terminologia “non si può escludere che” nella relazione finale.

Siccome non avevamo ancora ufficialmente pubblicato le nostre conclusioni, non si può concludere che queste fossero state comunicate in anticipo ai funzionari da qualcuno che aveva preso parte alla nostra discussione e aveva visionato i verbali. Lo considerai, e lo considero tuttora, uno sfacciato tentativo di interferire nel regolare processo d’indagine della Commissione internazionale. All’epoca protestai nei termini più perentori possibili, e ovviamente non fummo persuasi nell’esortazione a non esprimere certe raccomandazioni.

Chiedo allora all’assessore se non ritenga accettabile che ci siano state queste interferenze, che ad oggi le conclusioni della Commissione ICHESE in qualche modo vengano smentite. Chiedo se effettivamente conosciamo tutti i dati, compresi soprattutto quelli di Minerbio, visto che ci fu un test che durò tre mesi e che misurava a verificare la fattibilità dell’esercizio in sovrapressione del giacimento in quel periodo. Visto che Minerbio in questi giorni è oggetto di questa richiesta, chiedo all’assessore se non ritenga che dobbiamo riattivare la consulenza della Commissione ICHESE, fornendo, questa volta, tutti i dati disponibili. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente e consigliere.

In tre minuti devo necessariamente essere sintetica, però parto ricordandole, come lo ricordo a tutti noi, che l’istituzione della Commissione ICHESE fu una scelta nazionale, sollecitata dalla Regione Emilia-Romagna, che chiese al Governo e al Dipartimento nazionale di Protezione civile un approfondimento al massimo grado di autorevolezza scientifica e di trasparenza sulle possibili ragioni del sisma 2012.

A quel livello occorre interloquire per proporre riedizioni, come suggerisce il consigliere Bertani. La Regione acquisì gli esiti, di grande rilievo, contenuti nella relazione finale il 17 febbraio 2014. In secondo luogo, l’Emilia-Romagna ha riconosciuto da subito il valore del Rapporto ICHESE, e dalle risultanze di tale Rapporto abbiamo infatti derivato scelte importanti, note a tutti in quest’aula, ed abbiamo aderito puntualmente alla richiesta contenuta nelle considerazioni finali, di attivare un approfondimento specifico nel sito del giacimento di Cavone.

Regione, ministero dello sviluppo economico e concessionario effettuarono modellazioni e prove dirette al pozzo Mirandola, con il coordinamento dell’allora direttore dell’UNMIG, l’ufficio del ministero dello sviluppo economico di Bologna. I risultati dei monitoraggi hanno validato le modellazioni matematiche effettuate – sono disponibili nel sito, ancora on line, labcavone.it – e permettono di affermare che non vi sono evidenze scientifiche di attività che abbiano innescato la sequenza sismica del maggio 2012. Sono stati, a loro volta, validati dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, a cui è affidata la sorveglianza della sismicità dell’intero territorio nazionale.

Tema dei dati sui quali lavorò la Commissione. Ne parla diffusamente la prima parte della relazione, specificando la gran mole di dati e informazioni richieste, ricevute ed elaborate, senza che si indichino altre considerazioni che non siano la rilevanza e l’ampiezza dei riscontri ricevuti dalle diverse fonti. In particolare, in riferimento allo stoccaggio di Minerbio, il rapporto, a pagina 86, segnala di aver analizzato i dati di sismicità raccolti dalla rete di monitoraggio della società STOGIT per tutto il periodo gennaio 2010-dicembre 2012, che comprende ampiamente il periodo agosto-ottobre 2011, con le prove di sovra-pressione allora autorizzate dal ministero dello sviluppo economico.

Aggiungo una considerazione di carattere generale. Il dibattito scientifico è straordinariamente importante per un Paese come il nostro, che vuole crescere tutelando l’ambiente e la qualità della vita. Semmai, occorrerebbe più coraggio, più confronto, più investimenti. Peter Styles, nell’intervista citata dal consigliere Bertani, ribadisce il valore delle conclusioni della Commissione da lui presieduta come un intenso lavoro di indagine e un rendiconto accurato. Forzarne il pensiero per un obiettivo di parte è quantomeno una caduta di stile.

Infine, un punto che mi interessa particolarmente. Con l’Amministrazione di Minerbio, con l’associazione Pro ambiente e con la cittadinanza di quel territorio, la Regione Emilia-Romagna ed io personalmente abbiamo avviato un dialogo intenso e franco. Ci siamo visti più volte qui a Bologna ed altre volte a Minerbio, anche in sede pubblica, scambiandoci opinioni, dati, documentazioni e slide, con disponibilità reciproca. Penso di poterlo affermare.

Sono convinta che le diverse ragioni, i dubbi e i timori vadano sempre discussi e affrontati seriamente. I punti sono tanti, ma i dirimenti sono due: la faglia e la sovrapressione. La faglia non è attiva né capace per i geologi, e la stessa ISPRA conviene. Significa che nelle diverse cartografie, compresa quella ISPRA, sta sotto sedimenti fermi da almeno 800.000 anni. La sovrapressione ha superato la valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell’ambiente. Io confermo che l’intesa regionale è ferma e resta ferma perché, come abbiamo detto anche pubblicamente, la scelta è del Governo ed è dal Governo che occorre attendere risposte.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore.

La parola al consigliere Bertani. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Certamente non mi ritengo soddisfatto, perché la domanda che tutto questo ci pone di nuovo è la seguente: vale veramente la pena giocare con queste forze in campo, queste forze della natura per estrarre o stoccare gas per il famigerato hub europeo? Perché il tema è questo: le evidenze ci dicono che può esistere una correlazione. Anche Styles, nella sua intervista, cita fra l’altro nuovi studi pubblicati anche recentemente su Science che ci dicono che ci sono in alcuni casi delle correlazioni.

Allora, se la matrice di rischio ci dice che per un evento per quanto improbabile è possibile e se contestualmente la magnitudo di questo evento può essere potenzialmente catastrofica, per il principio di precauzione metto in atto tutte le attività preventive possibili, e le attività preventive possibili non possono limitarsi al monitoraggio, ma sono solo il non effettuare le attività di sovrapressione.

Del resto, la contrapposizione fra studio Cavone e studio della Commissione ICHESE è uno studio fra modellistico e statistico, entrambi hanno una dignità ed entrambi sono giunti a conclusioni diverse, e altri studi giungono a queste conclusioni. Per Minerbio stiamo seguendo attentamente e ci piacerebbe anche avere il verbale del parere negativo, che in questo momento non ci state fornendo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Abbiamo concluso le interrogazioni a risposta immediata.

Nomino scrutatori i consiglieri Tarasconi, Rontini e Delmonte.

 

OGGETTO 7817

Proposta recante: “L.R. n. 24/2001 e successive modifiche, integrazioni – Programma denominato “Housing Sociale 2019””.

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il sottosegretario Manghi mi ha chiesto la parola. Prego.

 

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente.

A nome della vicepresidente Gualmini, chiedo la possibilità di ritirare il punto all’ordine del giorno in oggetto 7817 “Proposta recante legge regionale n. 24 del 2001 e successive modifiche e integrazioni, Programma denominato housing sociale 2019”, in quanto la vicepresidente non può essere presente in aula, convocata presso l’incontro delle Regioni con il ministro del welfare.

Questa convocazione è giunta dopo l’incontro con i capigruppo, quindi non era prevedibile darne comunicazione in quell’occasione. Di conseguenza, rimetto all’attenzione dell’Assemblea questa richiesta, che perviene, appunto, dalla vicepresidente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Manghi.

Il procedimento prevede su queste questioni un intervento a favore e un intervento contro. C’è qualcuno che chiede di intervenire a favore? No. C’è qualcuno che chiede di intervenire contro? Sto parlando della proposta di rinvio dell’argomento 7817 alla prossima seduta. Non c’è nessuna richiesta.

Mettiamo in votazione, per alzata di mano, il rinvio dell’oggetto 7817 alla prossima seduta dell’Assemblea legislativa. Chi è a favore del rinvio? Chi è contrario? Chi si astiene?

 

È approvato il rinvio dell’argomento 7817.

 

OGGETTO 7927

Comunicazione della Giunta, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento dell’Assemblea, relativamente agli eventi calamitosi dovuti al maltempo nelle province di Bologna e Modena nei giorni 2 e 3 febbraio 2019

(Discussione)

(Risoluzione oggetto 7525 - Discussione)

(Risoluzioni oggetti 7941 - 7943 - 7944 - Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con la comunicazione della Giunta, ai sensi dell’articolo 76 del Regolamento dell’Assemblea, relativamente agli eventi calamitosi dovuti al maltempo nelle province di Bologna e Modena nei giorni 2 e 3 febbraio 2019.

La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi assembleari, riunitasi in data 7 febbraio 2019, ha convenuto che la discussione a seguito della comunicazione sia svolta riservando dieci minuti per ogni Gruppo assembleare e per ogni componente del Gruppo Misto.

Su tale oggetto è stata presentata la risoluzione 7941: risoluzione per impegnare la Giunta ad effettuare un’eventuale rivalutazione del rischio idrogeologico e sul rischio idraulico dei corsi d’acqua che hanno presentato criticità durante gli ultimi eventi alluvionali, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti e Stefano Bargi.

È stata poi presentata un’altra risoluzione, la 7943, per impegnare la Giunta a fare chiarezza su quanto accaduto a seguito degli eventi alluvionali, al fine di definire procedure organizzative ed amministrative, tali da evitare il ripresentarsi di rotture arginali quali quelle del 2 febbraio 2019, a firma della consigliera Piccinini.

Ora la parola alla Giunta, all’assessore Gazzolo, che ha venti minuti a disposizione. Seguirà la discussione generale, nei termini che ho appena detto.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente.

Consigliere e consiglieri, ancora una volta il maltempo ha colpito l’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, e ha messo alla prova la nostra comunità, in particolare i Comuni alluvionati del bolognese, Castel Maggiore, Argelato, San Giorgio di Piano, Castello d’Argile e Bologna, nel quartiere di Borgo Panigale.

Ho chiesto di intervenire in aula prima di tutto per rinnovare, a nome di tutta la Giunta regionale, la vicinanza sincera a chi tra il 1° e il 3 febbraio è stato chiamato a fare i conti con le conseguenze degli eventi meteo eccezionali. La mia è una relazione doverosa, visto l’ammontare dei danni che una prima stima quantifica in 22 milioni in tutta la regione, per le sole opere di somma urgenza e gli interventi di assistenza alla popolazione, di cui 5,8 milioni nel territorio bolognese.

Già il 6 febbraio il presidente Bonaccini ha richiesto al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale. È la condizione per ottenere le risorse necessarie a rispondere all’emergenza e a rimborsare i cittadini e le attività produttive coinvolte.

Ancora: la mia è una relazione doverosa, anche perché le dichiarazioni e le prese di posizione riportate sulla stampa spesso hanno divulgato notizie infondate, incomplete o addirittura fuorvianti. È capitato che il fango scorresse sulle pagine dei giornali, oltre che nelle campagne alluvionate, coprendo il lavoro di uomini e donne che erano già all’opera per migliorare i livelli di sicurezza proprio nel territorio colpito dall’alluvione. Serve quindi fare il punto, ricostruire i progetti in corso, che fanno parte di un’ampia e precisa strategia regionale sul nodo idraulico bolognese, uno dei quattro più critici dell’intera regione. Serve chiarire che si è fatto tutto il possibile per ridurre l’impatto dei danni e ristabilire la normalità al più presto.

Lo faccio riportando i contenuti della prima relazione che ho chiesto e ottenuto dai tecnici dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile. Primo punto: cosa è successo? Partiamo dai fatti, quindi dagli eventi meteo. È chiaro che l’Emilia-Romagna si è trovata a fare i conti con un evento straordinario. Si sono registrati picchi fino a 350 millimetri di pioggia nell’arco di ventiquattro ore. Si è aggiunto il rapido scioglimento della neve caduta nei giorni precedenti, complici le temperature che sul crinale si sono alzate fino a otto gradi, che ha contribuito ad accrescere l’afflusso di acqua e la rapida saturazione dei suoli.

Particolarmente rilevante il dato del Reno, con due massimi storici registrati il 2 febbraio: 5,48 metri a Vergato alle 6 di mattina e 12,81 metri alle 14 nella sezione di Buonconvento. Ben 81 centimetri in più rispetto al picco storico del 2014. È un dato senza precedenti, a partire dagli anni Ottanta, ossia dall’attivazione dell’attuale sistema di rilevazione sensoristica. Il volume transitato a Casalecchio è paragonabile a quello della piena del ’66. Si è trattato, inoltre, di una piena molto repentina. In sole dodici ore il livello delle acque è cresciuto di 4 metri e 75 centimetri.

Sgombro, inoltre, subito il campo da un dubbio: il ruolo della diga di Suviana. La gestione dell’invaso di Suviana ha ridotto l’apporto di acqua dal bacino montano, non il contrario, come alcuni hanno sostenuto nei giorni scorsi. I livelli di Suviana, come previsto dal protocollo siglato tra Regione, Prefettura ed Enel, si sono mantenuti sotto la quota convenuta di 466 metri sul livello del mare previsto per il periodo autunno-inverno. Anzi, già il 1° febbraio, a inizio evento, dopo l’emissione dell’allerta arancione, sono stati abbassati i livelli per garantire la massima capacità di invaso. Nessun rilascio ha, quindi, inciso sulla piena.

Sempre in funzione di prevenzione delle conseguenze di una piena importante, prima della rotta arginale, nella mattina del 2 febbraio, sono state attuate tutte le manovre per consentire la massima efficienza del sistema idraulico nel suo complesso. Alle 6 sono state aperte le paratoie di Opera Po per alleggerire il cavo napoleonico e garantirne la massima capacità di invaso. Con l’arrivo della prima ondata di piena è stata aperta anche Opera Reno per deviare le acque del Reno nel cavo napoleonico.

È, inoltre, entrata in funzione cassa Boschetto, che per la prima volta ha invasato al cento per cento delle sue capacità. È la prima delle cinque casse previste dalla strategia regionale sul Reno ad essere stata ultimata, determinante nel ridurre gli impatti per i territori di Cento e degli altri comuni a valle. Già alle 7,16 della stessa mattina, verificata la situazione meteo in aggravamento, indicata dai livelli del Reno nelle stazioni montane, il servizio di piena dell’area Reno e Po di Volano dell’agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile ha preallertato alcune ditte specializzate per l’eventuale attivazione con mezzi e materiali in caso di necessità.

La prima criticità è comunicata dal Comune di Castel Maggiore, alle ore 8,54, a livello del vecchio argine del Reno a via Passo Pioppe, che ha inviato il sorvegliante idraulico, che alle ore 9,16 segnala l’uscita di acqua da residui di vecchie tubazioni presenti nelle difese spondali a servizio dell’area militare, una situazione indicativa di un elevato livello in alveo, ma tale da non generare problemi alla stabilità dell’arginatura stessa.

Considerato il continuo incremento dei livelli idrometrici, viene intensificato il monitoraggio e sono date indicazioni ai diversi Comuni di effettuare azioni di tutela della pubblica incolumità, compresi gli sgomberi nella frazione di Malacappa di Argelato e l’allontanamento di privati dagli argini.

Nel punto specifico di via Passo Pioppe, alle ore 10,05 viene attivata l’impresa incaricata per attività di servizio di piena, già preallertata al mattino. I tempi di allestimento del materiale e le difficoltà alla circolazione causate dalle piene fluviali nelle province di Modena e Bologna hanno rallentato l’arrivo dei mezzi. Il primo escavatore è arrivato alle ore 13,15 e ha iniziato a posizionare i massi presenti in zona nei pressi dell’arginatura interessata dalla tracimazione. Alle ore 14 avviene la rotta, che lo isola, impedendogli di raggiungere in breve tempo l’area della rotta per la chiusura con i massi.

Già prima della rotta altre ditte erano state chiamate a intervenire. Inizialmente, tutti i camion disponibili e un escavatore sono inviati a caricare i massi ciclopici disponibili a Sala Bolognese, al deposito della Protezione civile regionale, che li aveva appositamente acquistati proprio per averli immediatamente a disposizione in situazioni simili, riducendo nettamente i tempi di reperimento.

Alle ore 17 si avvia la posa dei primi massi per la chiusura della rotta. Si lavora con l’impiego di tre escavatori e venti camion, che garantiscono l’afflusso continuo di materiale illuminati da tre torri faro. Il cantiere prosegue non stop e in circa dodici ore, alle ore 5 di mattina del 3 febbraio, la falla è chiusa.

L’intervento continua ininterrottamente nei giorni successivi, finché l’arginatura è portata alla quota dell’argine di progetto, quindi con l’aiuto dei volontari di protezione civile la struttura è telonata.

Nel corso dell’emergenza si intraprendono manovre idrauliche fondamentali per ridurre le conseguenze degli allagamenti, lavorando in stretta sinergia con il Consorzio della Bonifica Renana e il Consorzio del Canale Emiliano-Romagnolo. Attraverso i canali di bonifica e i loro affluenti, le acque fuoriuscite dal Reno sono in parte immesse nel Canale Emiliano-Romagnolo e in parte convogliate verso casse di espansione e impianti idrovori della Renana. Ciò ha evitato conseguenze alluvionali ancora più pesanti.

L’alluvione ha dapprima interessato i territori tra le vie Pioppe e Bondanello a Castel Maggiore, quindi intorno alle 22 ha raggiunto l’abitato e la zona artigianale di Argelato. Esondazioni meno estese hanno riguardato anche Castello d’Argile e San Giorgio di Piano. In tutto 3,5 milioni di metri cubi d’acqua hanno invaso una superficie di circa 2.750 ettari. Via Lame è stata gravemente danneggiata e alla fine della scorsa settimana sono iniziati i lavori di ricostruzione. Entro la settimana sarà riaperta al traffico.

A completare il quadro dell’emergenza si aggiungono il gelicidio in Appennino da Piacenza a Modena, diffusi fenomeni di erosione delle sponde di corsi d’acqua e dissesti su strade comunali e provinciali, tra i casi più critici la frana in Comune di Ferriere località Ciregna nel piacentino, cedimenti stradali in varie località del parmense, i gravi dissesti a Ventasso, lungo la provinciale 91, in località Vaie e a Villa Minozzo nella provincia di Reggio Emilia. Chiusa anche la strada ospitale e di appoggio a Fellicarolo e a Fanano nel modenese, con l’isolamento di abitazioni e attività produttive.

A Gaggio Montano, in provincia di Bologna, una frana ha interrotto la provinciale Marano-Canevaccia e ancora la costa è stata colpita da una mareggiata sostenuta da venti di scirocco che ha determinato forti erosioni al Lido di Volano, Lido Nazioni, Lido Spina Sud nel ferrarese, nel ravennate, a Marina Romea, Lido Adriano, Cervia, Milano Marittima e a Cesenatico in località Valverde.

Il sistema di protezione civile. Dal 31 gennaio al 4 febbraio sono state emesse in tutto cinque allerte di livello arancione. Sabato 2 l’allerta è cresciuta al codice rosso per la macroarea valliva del Reno. Tredici bollettini di monitoraggio e quattordici notifiche di superamento di soglia idrometrica hanno aggiornato costantemente sull’andamento delle portate del fiume e dei suoi affluenti Silla e Setta. In tutto sono circa 32.000 gli sms inviati a sindaci e operatori del sistema di protezione civile in tutta la Regione, dal portale Allerta meteo Emilia-Romagna.

Con l’intensificazione dei fenomeni, dal 1° febbraio si è attivato il Centro operativo regionale presso l’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile. Ha operato ininterrottamente h24 fino alle 20,35 del 3 febbraio per coordinare, gestire e fronteggiare le situazioni critiche.

La sala operativa regionale è stata rinforzata con funzionari dei vigili del fuoco ed il volontariato di protezione civile. A livello territoriale, le Prefetture delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara hanno attivato il Centro coordinamento soccorsi. I Comuni interessati dagli eventi hanno aperto il Centro operativo comunale.

Agli interventi per ristabilire condizioni di sicurezza la risposta all’emergenza ha affiancato l’assistenza alla popolazione. Nel corso dell’evento i vigili del fuoco hanno svolto un lavoro molto prezioso, garantendo 531 unità di personale che hanno svolto circa 270 interventi. Contributo importante anche quello delle forze dell’ordine, ed esprimo grande vicinanza a sei carabinieri travolti dall’onda di piena mentre stavano soccorrendo alcune persone, prontamente messe in salvo dall’elicottero dei vigili del fuoco. In tutto sono state evacuate 381 persone: 345 a Castel Maggiore, 25 ad Argelato, 6 a Bologna, 5 a Castello d’Argile. A tutte è stata fornita la necessaria assistenza.

Un ringraziamento va ai militari del Genio civile di Castel Maggiore, che hanno contribuito con mezzi e uomini sia alle attività di contenimento della rotta, che all’assistenza alla popolazione. Un ringraziamento particolare lo rivolgo al mondo del volontariato di Protezione civile, che ha assicurato oltre 300 interventi di pulizia di case, strade e aree pubbliche. Da ieri, a Castel Maggiore e Argelato squadre di geometri volontari operano a supporto dei Comuni, per il rilevamento dei danni. Fino a sabato 16 febbraio continuerà inoltre l’innovativo progetto che vede in campo ogni giorno un’équipe specializzata di due volontari, psicologi e operatori psicosociali, a disposizione dei cittadini per garantire sostegno e assistenza. Nel complesso hanno finora prestato servizio circa 1.400 uomini e donne, suddivisi in 350 squadre, con kit per il rischio idraulico e idropulitrici.

Anche ANCI è intervenuta a supporto dei Comuni di Castel Maggiore e Argelato, in particolare con 8 unità di personale tecnico dei municipi del bolognese che hanno affiancato i Centri operativi comunali dal 4 all’8 febbraio.

Questa è la ricostruzione dei fatti e dell’impegno messo in campo immediatamente per affrontare l’emergenza. Ora restano alcune domande a cui serve dare risposta. La prima: qual era la condizione dell’argine nel punto del crollo? Cosa ha causato il collasso? C’era un cantiere aperto e incontrollato, con una situazione di potenziale pericolo? Per rispondere è necessario fare un passo indietro, ricostruire la storia dell’area in cui è avvenuta la rotta e dei lavori in corso. Fra il 1999 e il 2003 erano già stati realizzati i rialzi degli argini del Reno in provincia di Bologna. Dall’intervento era rimasto escluso un tratto di 300 metri compresi in un’area militare denominata “Poligono Tenente Mirone”, interessato dall’evento del 2 febbraio, in Comune di Sala Bolognese, al confine con Castel Maggiore, a cui appartiene la viabilità ai piedi della difesa spondale (appunto, Via Lame). In quel tratto, la difesa spondale era rimasta più bassa di 70-90 centimetri proprio a causa dell’inaccessibilità e per la presenza di fabbricati militari a ridosso dell’argine. Uno di questi immobili, durante la piena del 2014, aveva dato gravi segni di cedimento, con pericolo per la viabilità di via Lame. Si era verificata, inoltre, una preoccupante fuoriuscita d’acqua dal muro di sostegno del corpo arginale.

Il 18 novembre 2014, il Servizio Tecnico di Bacino ha emesso una diffida al ministero della difesa per il ripristino delle condizioni di sicurezza dell’argine. Due giorni dopo, il 20 novembre, è seguita un’ordinanza del Comune di Sala Bolognese per la rimozione dei pericoli alla viabilità. A inizio 2015 l’esercito è intervenuto, ma con la sola demolizione delle strutture esistenti. Il Servizio Tecnico di Bacino decide, quindi, di procedere in autonomia alla demolizione e ricostruzione completa del tratto arginato in corrispondenza dell’ex fabbricato militare. L’opera è finanziata con 220.000 euro dal Piano stralcio aree metropolitane, operativo dal 16 febbraio 2016, con l’autorizzazione all’apertura della contabilità speciale da parte del ministero dell’economia.

L’11 aprile è validato il progetto esecutivo, ma pochi giorni dopo, il 20 aprile, entra in vigore il nuovo Codice degli appalti. È stato necessario, quindi, riesaminare il progetto alla luce delle nuove norme, un’attività conclusa il 3 novembre. La procedura aperta di aggiudicazione prevista dal codice è partita ad aprile 2017 ed è terminata con la firma del contratto il 19 dicembre, dopo la valutazione delle offerte di oltre un centinaio di ditte.

A prescindere dai tempi dell’appalto, sottolineo un dato fondamentale. Per svolgere i lavori era necessario l’attestato di bonifica bellica in ragione del precedente utilizzo militare della zona, un attestato pervenuto l’11 settembre 2018. Il 1° ottobre si è, quindi, avviato il cantiere. Pur trovandosi a ridosso della stagione avversa, si è ritenuto che mantenere il vecchio argine nel corso dell’inverno, viste le sue precarie condizioni, avrebbe comportato un rischio superiore a quello di far partire da subito la ricostruzione, accompagnandola, ovviamente, con le opportune misure di precauzione, vale a dire la realizzazione di un nuovo argine di protezione, dimensionato per contenere il massimo livello di piena sino ad allora verificato, quello della piena del 2014, pari a 12,01 metri, un argine di protezione più alto di quello di demolizione e anche più resistente, perché realizzato con terre idonee, mentre quello in smantellamento era stato costruito con macerie di vario genere che ne riducevano l’efficacia e ne accrescevano la permeabilità.

I lavori svolti assicuravano una protezione più alta di quella che c’era già. In assenza del nuovo argine, la tracimazione avrebbe interessato un tratto di 150 metri del vecchio argine, già di per sé debole. Ancora, dopo la conclusione della prima parte del cantiere, il 7 dicembre è stato emesso il primo stato di avanzamento lavori, liquidato il 21 gennaio scorso. Ecco spiegato il segreto di Pulcinella che la consigliera Piccinini, con uno stile che mi astengo dal giudicare, ha sbattuto sulle prime pagine dei giornali il giorno dopo l’alluvione. Si pagavano lavori svolti, consigliera.

La seconda domanda: perché “Cassa Trebbo” non è ancora stata realizzata? Se la cassa ancora non c’è, non dipende dalla volontà o dalle scelte della Regione. Lo dimostro ricostruendo i fatti, di cui sono parzialmente anche testimone diretta.

La storia dell’intervento è lunga e complessa. Parte nel 1998, quando l’opera è inserita nel Piano stralcio dell’Autorità di bacino del Reno, e nel 2010, quando la cassa è compresa nel Piano legato all’ordinanza di Protezione civile 3850. Sconta difficoltà nell’individuare il percorso amministrativo più adeguato: numerose interruzioni dell’iter a causa delle perplessità delle comunità locali, che ne hanno messo in discussione localizzazione e utilità; ripetuti ricorsi presentati da una società privata proprietaria di una parte dell’area, tutti con sentenza a favore della Regione.

Nel 2012 viene approvato un protocollo d’intesa tra la Regione Emilia-Romagna, l’Autorità di Bacino del Reno, la Provincia di Bologna e i Comuni interessati di Castel Maggiore e Calderara di Reno. È la base per dare il via a un percorso di progettazione partecipata e di condivisione delle scelte.

Fino a dicembre 2015 la Regione partecipa a numerosi incontri pubblici, nei quali ribadisce con decisione l’assoluta necessità della cassa e candida l’intervento a finanziamento nazionale, per un totale di 25 milioni, inserendolo in ReNDiS, e gli attribuisce una priorità elevata.

La terza domanda: come si iscrive la previsione della “Cassa Trebbo” nella strategia per la Bassa Bolognese? 

Con il Piano stralcio di assetto idrogeologico del Reno, il Piano stralcio di bacino per il Samoggia e il Piano di gestione del rischio di alluvioni si individuano le azioni integrate per la sicurezza del nodo idraulico bolognese: sopralzi e allargamenti arginali per aumentare le sezioni di deflusso delle acque, manutenzione della vegetazione in alveo per la piena efficienza idraulica, interventi di allargamento degli alvei e realizzazione di un sistema di otto casse di espansione di cui cinque sul Reno tra cui quella del Trebbo per ridurre i colmi di piena. Dalle casse in particolare è prevista una capacità di circa 33 milioni di metri cubi d’acqua, oltre 25 milioni sul Reno e i restanti 7 sul Samoggia. Tradotta in euro, la strategia significa un maxi investimento da 220 milioni di euro, compresi i 77 milioni destinati ad opere sul cavo napoleonico; tutti interventi inseriti nel Piano decennale contro il rischio idrogeologico e candidati al finanziamento nazionale.

Ad oggi sono già stati finanziati cantieri per 40 milioni di euro, 23 stanziati dallo Stato e 17 dalla Regione. Il Piano stralcio per le aree metropolitane, finanziato alla fine del 2015 con l’accordo fra la Regione e il Ministero dell’ambiente stanzia 43,4 milioni di euro per le aree urbane dell’Emilia-Romagna, dove si concentra una percentuale più elevata di popolazione esposta a rischio. Per il territorio bolognese contempla opere per 8,7 milioni.

A fronte di importanti finanziamenti, la Regione ha dimostrato una elevata capacità di spesa che si avvicina al 70 per cento, di gran lunga superiore a quella media in Italia che un autorevole dirigente del Ministero dell’economia, in una recente riunione a Roma, ha quantificato nel 7 per cento.

In questi anni il servizio Area Reno e Po di Volano si è fortemente concentrato nell’attuazione della cassa a Bagnetto, che avrà capacità di invaso di 17 milioni di metri cubi, a cui anche il Piano di gestione del rischio alluvioni, approvato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di distretto, attribuisce una priorità molto elevata.

Cassa Bagnetto sarà la più grande cassa di laminazione della regione, un investimento di circa 50 milioni di euro, di cui in opera circa il 50 per cento in stralci funzionali. La strategia è delineata. Cosa serve? Servono risorse certe, pluriennali e costanti nel tempo.

Se vogliamo garantire tempi certi e accelerare la capacità di spesa, serve attribuire la programmazione diretta delle risorse alla Regione come richiesto nell’ambito della proposta di regionalismo differenziato in attuazione dell’articolo 116 della Costituzione.

Primo punto: a inizio 2018, la Regione aveva inserito nel Programma Italia Sicura 2018 un pacchetto di interventi su corsi d’acqua, versanti e costa, da oltre 100 milioni di euro, disponibili grazie agli stanziamenti della legge di bilancio nazionale del 2018, che attraverso i fondi BEI avrebbe consentito di finanziare un piano centronord già pronto per essere operativo. Per la pianura bolognese comprendeva 5,8 milioni per le casse di Bagnetto.

Lo scorso giugno, però, il nuovo Governo ha abolito la Struttura di missione Italia Sicura, e degli stanziamenti della legge di bilancio non si è più saputo nulla, nonostante le richieste delle regioni del nord e dell’Emilia-Romagna, e nonostante le promesse del ministro dell’ambiente di attivare accordi operativi in tempi celeri con risorse ministeriali, per finanziare tutti gli interventi, non uno di meno. A nove mesi dall’insediamento, non è ancora stato fissato l’incontro, nonostante i numerosi solleciti, e i fondi BEI non sono stati attivati.

Ora comunque, e vado a chiudere, la massima priorità è il pieno ripristino della sicurezza e il ritorno alla normalità nelle zone alluvionate. Chiediamo al Governo di dichiarare al più presto lo stato di emergenza nazionale, con lo stanziamento delle relative risorse. Anche la Regione farà come sempre la sua parte, stanziando fondi per accompagnare i Comuni nelle opere più urgenti. Altra priorità è quella del risarcimento dei danni a privati e attività produttive, comprese quelle agricole, da finanziare con tutte le risorse necessarie, e da velocizzare il più possibile.

Anche sugli indennizzi confermo, come annunciato dal presidente Bonaccini, la massima disponibilità a mettere a disposizione fondi regionali per il risarcimento dei beni che dovessero rimanere esclusi dalle stesse norme nazionali, riproponendo quanto già attuato di recente in altri territori.

Siamo dunque al fianco degli amministratori locali – una parte dei quali è in sala e li saluto – e siamo al fianco delle persone colpite. Terremo alta l’attenzione, finché sarà completata la ricostruzione, per un territorio più sicuro di prima, e finché saranno conclusi i rimborsi. La Regione farà tutto ciò che serve, niente di meno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessora Paola Gazzolo.

Apriamo la discussione generale: dieci minuti per ogni Gruppo e dieci minuti per ogni componente del Gruppo Misto, così come è stato deciso nella Conferenza dei presidenti.

Ha chiesto la parola la consigliera Silvia Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Chiedo che ci sia dato lo stesso tempo concesso all’assessore Gazzolo, perché il tema è particolarmente importante.

Intanto, il riassunto dell’assessore è che questo è stato un evento straordinario, una condizione ineluttabile. Non è colpa di nessuno. Anzi, forse è colpa del Governo. Credo si debba smettere di dire che questi sono eventi straordinari. Gli eventi straordinari ormai sono diventati la norma, sono diventati la normalità. Io, invece, credo che, rispetto a quanto è accaduto, ci sia stata una grave e colpevole sottovalutazione del rischio, ci sia stata una superficialità nel non valutare la pericolosità di non intervenire in tempi rapidi e nell’immediato.

Rispetto alle problematiche dell’argine, tutti sapevano che c’erano criticità. Lo sapevano i cittadini, che l’hanno segnalato più e più volte; lo sapevano gli amministratori locali, i sindaci, che oggi si meravigliano; lo sapeva benissimo la Regione e non poteva non saperlo il presidente di questa Regione in qualità di commissario per il Governo contro il dissesto idrogeologico, che ha precise responsabilità, delineate anche in modo molto chiaro all’interno dell’accordo di programma del 2015, che prevedeva proprio l’intervento in Passo Pioppe.

Io trovo particolarmente grave intanto l’atteggiamento del presidente, che alle domande dei giornalisti, anziché rispondere, controbatte con un tono, che noi conosciamo molto bene qui dentro, maleducato ed arrogante. Trovo grave e irrispettoso il fatto che, viste le sue responsabilità, perché lui doveva garantire che gli interventi fossero conclusi nei tempi previsti, oggi non sia qui a metterci la faccia e a dare risposte ai cittadini. Lo trovo particolarmente grave e irrispettoso.

Rispetto all’intervento, è vero, era previsto dal Piano stralcio per le aree con alto livello di popolazione esposta a rischio alluvioni, quindi – cito – per interventi prioritari e urgenti valutati dalla Regione e immediatamente cantierabili. Ci avete messo tre anni per iniziare i lavori e neanche per concluderli.

L’accordo di programma è stato firmato da Galletti, da De Vincenti, da Merlo e – ripeto – da Bonaccini come commissario contro il dissesto idrogeologico. Il commissario doveva vigilare. Ha compiti specifici, altrimenti che cosa l’abbiamo nominato a fare? Vigilare sul completamento degli interventi. Tant’è che all’interno dell’accordo si dice, e quell’accordo è stato vergato di suo pugno, quindi non può non sapere, che il soggetto responsabile dell’attuazione degli interventi, quindi anche quello di argine Passo Pioppe, è proprio il presidente Bonaccini (articolo 5), che in qualità di commissario contro il dissesto idrogeologico doveva garantire la realizzazione, con i compiti, le modalità, la contabilità speciale e i poteri del decreto legge n. 94/2014. Se il presidente non è in grado di vigilare su questi interventi, può nominare un commissario ad acta e farsi sostituire.

Non solo, sappiamo benissimo che il commissario può avvalersi di strutture tecniche regionali e delle agenzie. Faccio presente che la relazione che le è stata fornita è stata fatta da coloro che hanno proprio seguito l’istruttoria tecnica, per dire la parzialità di questa… istruttoria che, tra l’altro, non risponde nemmeno alla domanda del perché quel cantiere fosse ancora aperto.

Nonostante questo, la responsabilità ultima è del commissario contro il dissesto, perché queste strutture operano per nome e per conto suo. Quindi, ripeto, è grave che oggi lui non sia qui a rendere conto del proprio operato. Tanto che all’articolo 11, comma d), dell’accordo si dice che il presidente della Regione, in qualità di commissario, garantisce l’esecuzione del programma di interventi dell’accordo, con le modalità, le tempistiche e le procedure indicate dallo stesso, e l’aggiornamento dei dati di monitoraggio. Quindi, in Regione si sapeva che i tempi si stavano allungando. Ci sono sei o sette cronoprogrammi che ogni volta spostavano sempre più in là la fine lavori, da un anno a un anno e due mesi, due anni, due anni e sei mesi.

Stupisce che dall’aprile 2016, da quando è stato fatto il progetto esecutivo, sia passato un anno – un anno, dodici mesi – per partire con il bando di gara. Non è possibile che ci si metta un anno per capire il Codice degli appalti, assessore. Non può essere una spiegazione.

Non solo, non rispondete alla domanda che tutti i cittadini si stavano facendo in quel momento in cui il presidente Bonaccini non era stato in grado di rispondere, ovverosia perché quel cantiere fosse ancora aperto. Perché c’è stata una seconda sospensione dei lavori, che voi non avete dichiarato da nessuna parte, perché a ottobre incredibilmente piove e i lavori non possono essere fatti, perché l’argine non può rimanere in piedi quando piove, mancano i criteri di compattezza. Ma questa cosa la sanno tutti, la sanno tutti. Allora non si poteva aspettare tre anni, ed è per quello che io parlo di sottovalutazione. Andava fatto prima. Tra l’altro, io mi chiedo perché non abbiate agito con le procedure di somma urgenza vista la pericolosità della situazione.

Trovo particolarmente inquietante sapere, assessore, che siamo la regione con la più vasta estensione di superficie a rischio medio-alto, per il reticolo idrografico e per i canali artificiali di bonifica. Che cosa significa? Che metà del nostro territorio è alluvionabile. Non ci sono altre regioni sul nostro territorio come la nostra. Significa che ci sono più di 3 milioni di emiliano-romagnoli esposti, che risiedono in aree a rischio idrogeologico.

Trovo particolarmente inquietante sapere che siamo una regione dove ponti e viadotti vengono chiusi in emergenza, dove ci sono abitati che si allagano ogni volta di più e ogni volta sempre peggio e dall’altra parte vediamo un presidente che, intanto, non viene a rendere conto del proprio operato, chiede più autonomia di gestione dei temi ambientali quando non è in grado di portare avanti un intervento di 200 metri di argine, di ricostruzione di 200 metri di argine, ma soprattutto un presidente che continua con la narrazione secondo cui cemento e grandi opere sono la priorità. È assurdo.

Tanto poi rispetto a questi disastri nessuno è responsabile. Gli alluvionati si rimboccano le maniche e si arrangiano, tanto chiederete lo stato di emergenza e pagherà la collettività.

Siccome a questo non ci stiamo, depositeremo (e l’abbiamo già pronto) un esposto perché chiediamo che anche la magistratura faccia la propria parte. Allo stesso tempo chiediamo che, però, venga fatta un’indagine interna. Io non ho sentito nulla rispetto alle responsabilità. Non ho sentito nessuna voglia di fare chiarezza, nessuna voglia di capire dove sono state le criticità nel gestire questa faccenda. Lo dico perché il nostro obiettivo è anche capire per evitare che quanto successo a Castel Maggiore si ripeta di nuovo. È stata una tragedia scampata quella. Ripeto, la nostra responsabilità è quella di capire ed evitare che succeda di nuovo. Credo che sia saggio da parte di questa Giunta controllare che cosa si sta facendo anche rispetto al resto dei fiumi, al resto degli interventi previsti, al resto degli interventi che dobbiamo prevedere.

Lo dobbiamo alle popolazioni esposte a rischio, lo dobbiamo a tutti i cittadini e alla popolazione che è esposta e che deve essere edotta rispetto ai rischi che corre da parte di questa Amministrazione affinché non si ripetano.

È stato detto dall’assessore che è stato fatto tutto il possibile. Sappiamo benissimo che la Protezione civile ha grandi capacità di agire in emergenza. Il problema è che qui non si prevengono mai questi episodi, non si agisce mai in prevenzione, e questa è proprio la dimostrazione.

Capisco che l’assessore Gazzolo si sia immolata per coprire il presidente Bonaccini, però chiedo lo stesso che venga fatta un’istruttoria, che venga aperta qui una Commissione d’indagine, perché vogliamo capire dove stanno le responsabilità, dove il procedimento si è bloccato e perché. Chiediamo che il presidente Bonaccini venga a metterci la faccia, ma che soprattutto venga a spiegare, in un italiano forse più coraggioso e più chiaro, il suo operato, soprattutto quello che non ha fatto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini. 

Colgo l’occasione per dire che sono state depositate altre due risoluzioni: la 7944, a firma dei consiglieri Caliandro, Boschini, Poli, Calvano, Francesca Marchetti, e la 7525, a firma dei consiglieri Montalti, Rontini, Boschini, Campedelli, Zappaterra, Calvano, Caliandro, Lori, Rossi, Sabattini, Zoffoli, Bagnari, Tarasconi, Molinari.

Anche queste fanno parte della discussione generale.

Il consigliere Marchetti ha la parola.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

È andato tutto secondo copione. La Giunta si è presentata con una sua relazione, esposta dall’assessore Gazzolo. Si è smarcata da qualsiasi responsabilità, ha dipinto la Regione Emilia-Romagna come la più efficiente del Paese, che non ha commesso alcun errore. Siamo quindi praticamente alle solite.

Vorrei fare una precisazione, però. In apertura del suo intervento, assessore, ha detto che lei e la Giunta ci tenevate a svolgere questa comunicazione. Ma la comunicazione l’abbiamo richiesta noi, e vi abbiamo chiamato noi qui in aula a riferire su quanto è successo. Questo perché è chiaro che l’alluvione del 2 febbraio ha provocato tantissimi danni, sul nostro territorio, specialmente per le aree che si trovano lungo il corso del fiume Reno, danni ai privati, come è stato ricordato, danni alle attività produttive, abitazioni evacuate, l’argine che ha ceduto, strade e linee elettriche completamente distrutte. Si è parlato, sì, di un evento atmosferico straordinario, però mi permetta di dire che su molti aspetti abbiamo parecchi dubbi, e li hanno anche i cittadini che sono stati colpiti da questo evento.

Noi non abbiamo ancora ricevuto il report e la relazione di cui lei ha parlato e a cui ha fatto riferimento anche il presidente Bonaccini nei giorni scorsi. L’abbiamo chiesto i giorni scorsi, tramite accesso agli atti. Purtroppo, devo dire che non l’abbiamo ancora ricevuto, nonostante sia un documento in possesso delle strutture. Non abbiamo chiesto dati da elaborare o chissà cosa. Abbiamo chiesto il report di cui parlate, per sviluppare oggi una discussione più attenta e precisa, ma soprattutto più costruttiva. Purtroppo, noi partiamo, di fatto, svantaggiati.

Sì, ad alcune domande che i cittadini si pongono avete cercato di dare una risposta oggi, come sulla gestione dei bacini, quello di Suviana, però, visto che nei report, che solitamente vengono fatti in seguito ad un evento alluvionale, vengono riportati anche i livelli e la gestione dei bacini, avremmo voluto vederli anche noi e paragonarli, magari, agli eventi alluvionali successi negli anni scorsi. Però oggi dobbiamo fare affidamento sulla sua relazione, che ha illustrato qui in aula, senza avere sottomano tutta la documentazione necessaria per svolgere una discussione puntuale.

Al di là della gestione a monte delle acque, ci sono diversi aspetti da analizzare, anche man mano che scendiamo giù a valle. Purtroppo, gli eventi alluvionali del 2 febbraio hanno interessato, ad esempio, anche aree urbane di Bologna, come veniva detto prima, zone e aree del quartiere Borgo Panigale, dove tantissime abitazioni sono rimaste, nel vero senso della parola, sott’acqua. Anche qui ci sono aspetti da chiarire per quanto riguarda questa situazione. Innanzitutto, quando ci siamo recati sul posto per fare un sopralluogo, tantissimi cittadini ci hanno detto che non avevano ricevuto alcuna comunicazione. Questa è già una questione da affrontare e da approfondire. Così come sono arrivati in ritardo i sacchi di sabbia per arginare l’acqua, che stava ormai invadendo le vie di quella zona. Anche su questo dobbiamo fare una riflessione e una valutazione, perché evidentemente c’è stato qualcosa nella macchina che doveva essere avviata che è andato storto.

C’è un’altra questione che i cittadini della zona ci segnalano e che segnalano da tempo alle Istituzioni: la presenza, proprio in quel punto, guarda caso, di un isolotto che si è creato nel bel mezzo del letto del fiume di ghiaia e di sabbia che riduce a due rigagnoli il letto del fiume Reno. Guarda caso, proprio in quel punto l’esondazione ha fatto i danni maggiori.

Ci sono, quindi, delle carenze nella manutenzione del corso del fiume? A questa domanda bisogna dare una risposta. Però, purtroppo oggi non abbiamo sentito nulla a tal proposito. Ma invito la Regione ad approfondire questo aspetto e a verificare se effettivamente c’è stato un problema in tal senso, se questo isolotto che si è creato nel bel mezzo del letto del fiume può aver favorito la fuoriuscita dell’acqua in quel punto. È una risposta che dobbiamo dare a quei cittadini che sono stati danneggiati dalla piena del 2 febbraio.

C’è poi la questione che magari a livello di stampa ha avuto più risalto, quella dell’argine che ha ceduto, a Castel Maggiore, a Sala Bolognese, perché comunque è un’area di confine. Anche qui, la Regione non c’entra assolutamente nulla, non ha alcuna responsabilità, secondo la sua relazione. Ma, guarda caso, l’argine ha ceduto proprio in quel punto.

Voi ci venite a dire che è vero che dal 2015 c’erano i fondi, ma per questioni burocratiche e varie procedure non si è riusciti a procedere speditamente, celermente, però è anche vero che i lavori erano partiti e, come veniva ricordato prima, sono stati sospesi. Sono stati sospesi perché sono stati avviati in una stagione dove solitamente piove, quindi sicuramente lavorare nel terreno questo non aiuta.

È inutile, quindi, che la Regione cerchi di smarcarsi dalle accuse che le vengono rivolte non solo da noi consiglieri, ma anche dai cittadini stessi e dalle imprese che sono state colpite da questi eventi.

La Regione deve fare verifiche, analizzare quel che è successo e verificare se ci sono delle responsabilità. È questo che un’Istituzione seria dovrebbe fare per dare delle risposte e togliere qualsiasi dubbio ai cittadini che chiedono dei chiarimenti.

Oggi abbiamo presentato anche una risoluzione che viene abbinata a questa comunicazione, e l’abbiamo scritta evitando di inserire nel documento qualsiasi nota polemica, perché altrimenti sarebbe diventato soltanto uno strumento per strumentalizzare il tema.

Chiediamo semplicemente di effettuare, con gli organi competenti, ovviamente, una ricognizione e una eventuale rivalutazione sul rischio idrogeologico e sul rischio idraulico dei corsi d’acqua che hanno presentato criticità durante l’ultimo evento alluvionale.

Per tutta risposta il Partito Democratico che cosa ci presenta oggi? Ci presenta delle risoluzioni, che anche qui seguono lo stesso copione che vediamo ultimamente, con cui si scarica tutto sul Governo nazionale. Si chiedono più fondi, come se la vita amministrativa di questa Regione fosse iniziata da quando si è insediato l’attuale Governo nazionale. Se ci chiedete dei fondi per realizzare delle opere necessarie vuol dire che fino ad oggi quelle opere necessarie non le avete realizzate. State ammettendo indirettamente che la manutenzione e le opere da realizzare sul territorio fino ad oggi non sono state fatte. Uscite allo scoperto dicendo chiaramente che sono necessarie altre opere. Fino ad oggi dove eravate? Fino ad oggi a chi le avete chieste? Sono queste le domande a cui dovete dare una risposta, senza nascondervi dietro un dito. Dico anch’io che sarebbe stato opportuno e di buonsenso che il presidente Bonaccini fosse stato qui presente oggi perché alcune dichiarazioni fatte a mezzo stampa ad alcuni giornalisti che gli ponevano delle domande hanno dimostrato un’arroganza irrispettosa nei confronti di quei cittadini che meritano risposte e chiarimenti. È questo l’atteggiamento che noi denunciamo, perché questa Giunta regionale non ha assolutamente preso in mano la situazione e fatto tutte le verifiche, ma si è nascosta dietro una maschera arrogante, senza dare alcuna risposta ai cittadini.

Noi, oggi, con questa comunicazione che abbiamo chiesto – perché ricordo che l’abbiamo chiesta noi, quindi non è la Giunta che è venuta qui in aula ad esporre la sua relazione –, intendevamo cercare di mantenere vivo il dibattito e intendevamo non far diminuire l’attenzione su quel che è accaduto.

Dobbiamo dare assolutamente delle risposte, e con la nostra risoluzione intendiamo dare un indirizzo alla Giunta regionale per rivedere il rischio idraulico del nostro territorio. Soltanto così si potrà arrivare ad una soluzione per far sì che tutto ciò non riaccada.

Vedo che è scaduto il tempo, per cui mi taccio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Marchetti.

La parola al consigliere Galli.

 

GALLI: Grazie, presidente.

L’intervento del collega Marchetti va rimarcato per due passaggi. Uno, per lo stupore del suo stupore per la mancanza del presidente Bonaccini. In realtà non c’è nessuno stupore, perché non è il singolo Governatore, o il singolo assessore che è responsabile di questo disastro che si assomma ad altri disastri del passato, ma l’intera amministrazione regionale che deve rispondere di queste mancanze, che ormai cominciano ad essere un pochino ripetitive.

Ho ascoltato con attenzione anche l’intervento dell’assessore Gazzolo, ma vorrei spiegare all’assessore la differenza fra un terremoto, che certamente non può essere previsto, e l’arrivo di una pioggia, seppure eccezionale, o di una nevicata, con uno scioglimento troppo precipitoso delle nevi. È evidente che sono fatti che possono essere previsti con assoluta certezza. Ed è con assoluta certezza che da troppi anni si ripete la disattenzione dell’amministrazione regionale su quelle sue competenze precise.

Io non posso non fare un parallelo netto con quello che è successo non tanto tempo fa nel modenese, quando nel 2014 abbiamo vissuto una piena disastrosa, addirittura con un morto, e con dei danni ancora maggiori di quei 22 milioni che oggi vengono segnalati per un’alluvione che poteva certamente essere evitata. Poteva essere evitata perché è evidente che quando tutti gli anni si ripete un’alluvione, o il rischio di un’alluvione – l’esempio che facevo poco fa di Modena e della frazione di San Matteo è molto semplice, molto pertinente… Tenete presente che a novembre scorso, non tanti anni fa, tutti gli abitanti di questa frazione e delle frazioni vicine, hanno passato non so quante notti pregando che non si ripetesse l’alluvione del 2014. Se loro, abitando di fianco agli argini in pericolo, hanno dovuto vivere quella situazione vuol dire che sapevano perfettamente che in quell’occasione non erano stati messi in atto i provvedimenti indispensabili. Come a San Matteo e a Modena, qui a Bologna è successa la stessa cosa. Siete stati preavvisati. Sapevate quello che stava succedendo. C’erano argini da mettere in sicurezza. Avete scritto al demanio. Vi siete scambiati, probabilmente, molta corrispondenza, ma pochissimi fatti.

Nel 2017, sedici mesi fa, lei ha ricevuto la lettera del sindaco di Argenta, Antonio Fiorentini, che chiedeva di procedere alla messa in sicurezza degli argini a rischio per un disboscamento che non veniva fatto. Ricordiamo che quando non vengono tenuti in ordine gli argini vuol dire che l’acqua viene rallentata. Rallentando si gonfia, aumenta il pericolo. Se si aggiunge uno scarso drenaggio dei terreni, se si aggiunge che magari si formano ingorghi sul percorso dell’acqua, sono tutti motivi che aumentano in misura esponenziale il rischio di alluvioni.

Lei ha fatto dei distinguo dicendo: “Noi abbiamo fatto, ma il Governo nazionale, che doveva darci aiuti, non ha provveduto a darci quelle provvidenze che si era impegnato a dare”. In realtà, il rischio idrogeologico della nostra regione la pone incredibilmente al primo o al secondo posto in Italia. Quando la nostra Regione, per bocca del presidente Bonaccini, si vanta di tutti i risultati positivi che ci mette ai primi posti sotto tantissime voci di primato, si dimentica di aggiungere fra le voci primato anche questa: il rischio idrogeologico. Più del 90 per cento del territorio regionale è a rischio idrogeologico. Quando questi avvenimenti si ripetono è evidente che non si sta parlando di un rischio, ma di una certezza.

Lei ha ricordato che c’erano dei lavori in corso con il demanio, che si rimbalzava nel tempo, da alcuni anni, la messa in sicurezza dei muri di impianti del demanio. Se sapevate questo, mi spieghi perché in un momento di pericolo – ci era già stato segnalato un bollettino – non avete messo sul punto critico un sistema di controllo e di rilevazione. Questa è una cosa che mi incuriosisce moltissimo. Sapevate che c’era un punto critico, sapevate che era in arrivo un’onda di piena, sapevate che c’erano le nevi sciolte per tempo e non avete fatto nulla. Mi può spiegare il motivo per cui in quel posto, dove c’erano argini critici, voi non avevate messo un sistema di controllo?

“Piangere sul latte versato” è un proverbio, ma in questo caso andrebbe scolpito a chiare lettere. È tardi. Voi dite: “Faremo tutto quello che ci compete per risarcire i cittadini”. Intanto, i 22 milioni che vengono sprecati, o di più, sono soldi buttati via senza nessun risultato positivo, ma hanno un danno ancora maggiore nel senso di inutilità che hanno le forze dell’ordine a correre sempre quando il disastro è stato fatto.

Ha fatto bene a ricordare il collega Marchetti che questa sua relazione è stata non voluta, ma richiesta dalle minoranze. Se voi aveste potuto, avreste ignorato questo passaggio, sperando di rimandare il più avanti possibile un’esposizione che per voi certamente non è positiva. Come non è positivo ammettere, a distanza di tanto tempo, che tutte le opere che potevano essere messe in azione per ridurre il rischio idrogeologico in tanti anni non sono state fatte. 300 persone sono state sfollate, alcune persone sono state ricoverate, per bisogno di cura, per esser stati presi dall’onda di piena, a quel cantiere a cui dovevate provvedere non avete provveduto: è tutta una serie di vicende che voi avreste dovuto seguire e non l’avete fatto.

Credo che sul banco degli imputati non ci debba essere lei, non ci debba essere il presidente Bonaccini, che oggi è assente, ma l’intera Amministrazione regionale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Galli.

La parola al consigliere Taruffi. Prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Innanzitutto vorrei partire esprimendo un sentito ringraziamento a quanti sono intervenuti, a quanti hanno prestato il loro lavoro e il loro intervento in quelle ore complicate e difficili e soprattutto ai primi cittadini, ai sindaci dei territori colpiti, in particolar modo alla sindaca di Castel Maggiore, Belinda Gottardi, e alla sindaca di Argelato, Claudia Muzic, che in quelle ore sono state in prima linea per cercare di risolvere i problemi, facendo quello che un amministratore locale (spesso ce lo dimentichiamo) fa quotidianamente, cioè cercare di risolvere problemi spesso complicati, spesso anche rispetto a problemi che non sono causati da loro e su cui non hanno particolari competenze. Lo dico perché spesso ci troviamo qua dentro a discutere di grandi temi, facciamo grandi discussioni, ma alle volte dimentichiamo o non valorizziamo a sufficienza il lavoro, che tra l’altro molti di noi hanno fatto – fortunatamente io dico –, a livello di amministrazione locale. Ci tenevo a dirlo in modo non retorico, ma sentito, perché chi ha fatto quell’esperienza sa che cosa vuol dire amministrare un Comune e contribuire giorno per giorno nel cercare di risolvere problemi anche così complicati.

Detto questo, credo che questa discussione – ho ascoltato, come sempre, con attenzione i colleghi che mi hanno preceduto – non abbia messo a punto un elemento fondamentale che, invece, io credo debba essere il centro della nostra discussione, cioè la fragilità del territorio, quella che dovrebbe essere la priorità numero uno, una delle principali priorità non solo di questa Amministrazione, ma del Governo, dei Governi, e su questo arriverò, ovvero il contrasto al dissesto idrogeologico.

Qualcuno l’ha detto, viviamo in un territorio fragile, che ha tante problematiche. Chi vive in montagna lo sa bene, ma anche chi non vive in montagna e vive in pianura conosce bene la delicatezza del nostro territorio. Io non credo che possiamo ritrovarci tutte le volte il giorno dopo a fare l’esame di quello che è successo, anche se in modo puntuale, anche se ricostruendo in modo preciso gli avvenimenti e gli interventi che sono stati messi in campo, se non partiamo da qui: quanto stanziamo noi, quanto stanzia il Governo attuale e i Governi precedenti su questo tema.

Sento molto spesso qua dentro e a livello nazionale discutere di infrastrutture, di grandi opere, di interventi complessivi generali sui quali si investono miliardi di euro. Non sento la stessa passione, la stessa determinazione e lo stesso coinvolgimento quando discutiamo delle risorse che, invece, dovremmo destinare agli elementi che ricordavo, cioè al contrasto al dissesto idrogeologico, alla messa in sicurezza del territorio. Non sento la stessa passione.

Siccome i numeri, specie quando si ricoprono ruoli istituzionali… Lo ricordo a tutti, un conto è fare comizi in piazza, altro conto è governare. Quando si governa bisogna indicare i numeri, le priorità e dire effettivamente quali sono gli elementi che caratterizzano la propria azione. Essi si traducono in numeri. Se guardiamo le risorse stanziate, che sono in assoluta continuità dal Governo attuale a quello precedente sul tema complessivo della lotta e del contrasto al dissesto idrogeologico, vediamo che, a livello nazionale, nella finanziaria del Governo del cambiamento, che doveva stravolgere e riscrivere la storia del popolo eccetera, eccetera, ci sono 717 milioni per il 2018. Esattamente in linea, ripeto, con quello che c’era nei precedenti esercizi.

Parto da qui non per scaricare responsabilità, ma perché io penso che sia intollerabile il gioco, soprattutto inutile di fronte ai cittadini, alle imprese, ai territori che subiscono danni, di cominciare a spiegare che è colpa di Tizio, Caio o Sempronio, perché il cittadino di fronte avrebbe quella cosa che si chiama Stato, che ha le proprie articolazioni. Si suddivide e si compone in varie articolazioni, ma per il cittadino è lo Stato.

Quindi, al cittadino, alle imprese e ai territori colpiti, che sia stata la Regione, la Protezione civile, l’amministrazione comunale, lo Stato, la Camera, il Governo, l’avvocato del popolo, il capitano, non interessa. Interessa il risultato finale. E da qui dobbiamo partire. Io lo dico con estrema franchezza: non tutte le discussioni si possono risolvere dicendo che serve maggiore autonomia, non è così. Non è questo, il punto. Il punto è cosa fa lo Stato nell’insieme delle sue articolazioni in questo ambito e in questo settore. Questa è la domanda. Se lo Stato, nelle sue articolazioni, discute molto ma produce poco, i risultati sono quelli che vediamo. Produce poco in termini di stanziamento, produce poco in termini di intervento, produce poco in termini di attenzione dell’opinione pubblica, di dibattito politico.

Io sono mesi, anni, che sento discutere in Italia di TAV, di Passante, di tutte le opere e le infrastrutture possibili e immaginabili, e non mi pare che un decimo, un centesimo dello stesso tempo, o delle stesse energie, si siano impiegati per discutere di quella che sarebbe la vera, grande e più importante opera pubblica di questo Paese: la lotta al dissesto idrogeologico. Non c’è la stessa passione.

Siccome al Governo qui ci siete stati tutti – ci siete stati o ci siete tutti –, non è che potete cominciare a dire tutti… Purtroppo, e dico “purtroppo”, intendendo che l’esiguità della forza politica che rappresento è tale da non poter ambire al Governo: tutti tranne quelli che stanno da questa parte e vi parlano. Quindi, evitiamo di fare lezioni su chi ha fatto cosa, perché al Governo ci siete stati e ci siete tutti, e le risorse stanziate e il livello del dibattito politico su questo tema è sempre pressoché pari a zero. Chiaro?

Quindi, lezioni di moralità, di stile, di quello che bisogna fare, lasciamole perdere. Potete utilizzarle, ovviamente, ma lasciano il tempo che trovano. Allo stesso tempo, e con altrettanta chiarezza, perché io penso che forse le cose vadano chiamate con il loro nome, se nella relazione iniziale si dice che nel novembre 2014 c’è stata una diffida al Ministero della difesa per il ripristino delle condizioni di sicurezza dell’argine. Quell’intervento è stato fatto in parte, anche per l’ordinanza del Comune di Sala Bolognese. C’è una responsabilità che va chiamata con il proprio nome, che spetta ed è in capo – io penso questo – al ministero della difesa, che in questi anni non ha, evidentemente, brillato per efficienza amministrativa.

Al Ministero della difesa, per la propria competenza, per consentire i tempi che sono stati ricordati e la lentezza con la quale si è intervenuti, con tutti i problemi, non c’era nessuno di questa attuale compagine amministrativa di Governo. Credo che quello riportato sia un elemento importante del dibattito, sul quale non bisogna sorvolare. I risultati sono che, siccome il ministero della difesa ci mette anni a rispondere, siccome quell’altro ci mette mesi, poi gli interventi, poi le opere, alla fine succede il problema. Evitiamo di stabilire se è maggiore la responsabilità di Tizio, di Caio o di Sempronio. Facciamo quello che di solito dovrebbe fare lo Stato, lo Stato di cui noi siamo parte, lo Stato nelle sue articolazioni. Tutte le volte facciamo una discussione in cui sembra che esista non l’autonomia della Regione Emilia-Romagna, ma il libero principato del Comune di Imola, il libero principato del Comune di Roma, che stanno dentro la Repubblica. Non funziona così.

Lo Stato è uno e si suddivide in articolazioni. Proviamo a ragionare in questi termini. Proviamo a ricostruire una filiera istituzionale che abbia un capo e una coda. Proviamo a rimettere insieme le cose, a prescindere dal fatto che al Governo ci siano oggi la Lega e il Movimento 5 Stelle, ieri il Partito Democratico insieme a Forza Italia e al PdL, ieri l’altro qualcun altro, domani non lo so. Oggettivamente, come dico tutte le volte, i partiti e le forze politiche cambiano, le Istituzioni restano. Quello che stiamo producendo complessivamente non è lo sfaldamento di un argine di un fiume, per quanto drammatico sia, ma lo sfaldamento del sistema istituzionale che si chiama “Stato”. Questo stiamo producendo. Vorrei che ogni tanto il livello della discussione fosse lì. Non “siccome il mio Governo era questo, allora è colpa tua; siccome io governo in Regione, allora è colpa tua”, perché è una discussione ridicola. I problemi che abbiamo di fronte meritano risposte e un dibattito un pochino superiore.

Siccome oggi noi abbiamo responsabilità di governo qua e altri hanno responsabilità di governo a Roma, facciamo che ognuno si prende le sue? Facciamo che in questo Paese incominciamo a discutere, anziché continuamente dire se facciamo o non facciamo una TAV da vent’anni, quelle opere che qualcuno diceva che in quindici giorni avrebbe fermato, poi vediamo che sono passati nove mesi e non è successo niente. Invece di fare solo discussioni propagandistiche, proviamo a discutere nel merito? Possiamo provare a fare che ognuno si prende le sue? Possiamo provare a dire che non c’è solo la TAV, non ci sono solo le grandi infrastrutture, ma ci sono le opere di contenimento al dissesto idrogeologico, che devono avere la priorità? Possiamo dirlo insieme, oppure no? Perché ai cittadini questo serve. Se siamo in grado di farlo, abbiamo fatto un pezzo del nostro dovere; se non l’abbiamo fatto, siamo inutili e produciamo un problema per la democrazia di questo Paese. D’altronde, l’inutilità delle Istituzioni non produce il fatto che qualcuno vince e qualcuno perde, produce il fatto che l’Istituzione in quanto tale perde credibilità. E la discussione di questa mattina purtroppo non va nella direzione che forse meriterebbe il livello del problema che abbiamo di fronte.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Nella piena consapevolezza che, quando si rappresentano le Istituzioni, si ha il dovere di assumersi la responsabilità di quello che si fa e non svolgere chiari e rappresentativi esempi di cabaret politico, penso che, di fronte al dramma di queste ore, occorra mettere a fuoco quello che è accaduto e soprattutto quello che ci auguriamo non riaccada. Per questo motivo, penso che sia di grande importanza la presenza oggi in questa Assemblea dei sindaci Gottardi, Muzic e Giovannini, come dei cittadini delle zone del quartiere Borgo Panigale che hanno subìto danni durante l’alluvione ora ricordata.

Per correttezza, perché la correttezza è l’anima con la quale bisogna muovere la critica e la proposta, ma un politico dovrebbe saper muovere la proposta e non soltanto la critica, diversamente potrebbe tranquillamente fare l’opinionista, senza farsi eleggere nelle aule di rappresentanza amministrativa, dico questo, con molta franchezza. Noi abbiamo avuto una grande fortuna: abbiamo avuto 250 volontari della Protezione civile di questa Regione, 73 a Castel Maggiore, 166 ad Argelato e 17 ad Argile, suddivisi in 68 squadre, i quali, mentre la più grande piena dal 1966 a oggi si svolgeva, ci hanno messo le loro braccia, il loro coraggio e il loro impegno per cercare di contenere danni ineguagliabili.

Dico questo perché occorre partire da quel momento per comprendere cosa è accaduto quella mattina. L’assessore Gazzolo ha ripercorso, nella sua relazione, punto per punto gli orari e le vicende di cui stiamo discutendo. Tuttavia, i cantori del disastro ci hanno voluto rappresentare un modo in cui la discussione odierna si è svolta dimenticando totalmente quello che è accaduto.

È accaduto – per banalizzare evidentemente il dibattito di questa mattina – che, sua sponte, il presidente della Regione e l’assessore Gazzolo hanno comunicato, mediante il sottosegretario Manghi, durante la Conferenza dei capigruppo, la volontà di venire in questa Assise a rappresentare lo stato di avanzamento delle indagini rispetto a quello che era accaduto. È stata una scelta amministrativa prima e politica dopo. Dovuta? Evidentemente, per il modo in cui sono state raccontate le cose a favore di telecamere e alla presenza di altre persone, no. Evidentemente si sentiva la necessità di dire che questa cosa era stata chiesta. Ha detto il collega Marchetti che è stata chiesta.

Consigliere Marchetti, si faccia dire, da chi la rappresenta nella Conferenza dei capigruppo, che è stato il sottosegretario Manghi a chiedere questo appuntamento. Si faccia dire, consigliere…

 

(interruzione)

 

Sono dispiaciuto perché la consigliera Piccinini quando la tocchi sugli errori che fa…

Tra un po’ arriviamo anche alla risoluzione del Movimento 5 Stelle. Mi dia il tempo, consigliera Piccinini.

Chiedo se si possono rappresentare i danni alle persone, i danni alle cose pensando sempre che bisogna trovare due righe su un giornale. Vi rendete conto che ci sono le persone che hanno visto le case invase dall’acqua e che questo Governo ha tagliato 800 milioni su un progetto di ristrutturazione del Piano idrogeologico di questo Paese? Vi rendete conto che nelle risoluzioni che avete presentato non avete scritto una riga di quello che chiedete al vostro Governo, al vostro ministro? Vi dovete vergognare. Vi dovete vergognare. Non lo avete scritto, non lo avete scritto.

In quello che discutete oggi non avete avuto il coraggio di chiedere a nessuno di intervenire. Sullo stato di calamità nazionale in questo territorio non vi siete esposti. Vergognatevi, vergognatevi! Non avete idea di quello che state combinando a questo Paese. Un conto è comportarsi come fate voi, un conto è assumersi la responsabilità.

Vengo agli atti, perché in politica parlano gli atti. Il 15 novembre 2018 il Gruppo del Partito Democratico, prima firmataria la consigliera Lia Montalti, ha presentato una risoluzione che si opponeva a quello che questo Governo, quello che voi chiamate il Governo del cambiamento, stava facendo sul taglio. Ed è la risoluzione che viene allegata, la seconda risoluzione che oggi io, come primo firmatario, ho depositato sui fatti del Reno.

Abbiamo detto e denunciato, prima che l’esondazione ci fosse, qual era il rischio per la vostra condotta scellerata rispetto a non intervenire sul finanziamento idrogeologico.

Ve ne dico un’altra: nella stessa risoluzione si parla anche del taglio che la finanziaria del cambiamento ha fatto sul Programma Casa previsto dal Governo Renzi, quello del 2016, che avete tagliato. Ad Amatrice avete tagliato le risorse. Questo state combinando in questo Paese. Chiedete, evidentemente di fronte ai cittadini, di potervi rappresentare, ma poi non stanziate un centesimo per risolvere i loro problemi.

Perdonatemi se mi sono accaldato, però, purtroppo, è passione politica la mia, è passione per i cittadini. Io mi chiedo se sia naturale che un consigliere, come il consigliere del Movimento 5 Stelle che in questo momento sta riprendendo la scena col suo videofonino, si senta un rappresentante del popolo, o se si senta un consigliere politico. Fai politica, vergognati! Ma come sei messo per riprendermi col telefonino? Vi rendete conto di quello che siete? Io vi sto parlando dei drammi delle persone, e voi pensate ai vostri telefonini?

Perdonatemi, ma sono veramente accaldato, perché quando succedono queste cose, l’unica cosa che bisognerebbe avere il coraggio di fare è dire che ci sono 200 milioni di danni, che vorremmo che si intervenisse su queste cose, e che vorremmo, allo stesso tempo, chiedere di stanziare e di intervenire.

Volete una Commissione d’inchiesta? Ci sono le Procure che si occupano di queste cose, che interagiscono con la Protezione civile sullo stato di avanzamento. L’assessore Gazzolo vi ha dato alcune risposte. Io penso che i nostri sindaci, i nostri cittadini abbiano bisogno di risposte su tempi e modalità di risoluzione dei problemi, non sullo scaricabarile.

Voglio dire con molta chiarezza, non so se mi vuole riprendere un’altra volta il consigliere del Movimento 5 Stelle, che mentre lei scrive Passo Pioppe di Sala Bolognese, nella sua risoluzione, si tratta invece di Castel Maggiore. Almeno la geografia, ci faccia questo piacere.

Infine, affermate – se dite di essere sul popolo, sul territorio e poi non sapete dove andate… – nella vostra risoluzione, che non è stata seguita una procedura negoziata. Anche qui, l’ignoranza regna regina. Il Codice degli appalti del 2016, infatti, impone che ci sia una procedura aperta: ahimè, dura lex, sed lex.

Infine, i consiglieri della Lega ci sono venuti a chiedere, nella loro risoluzione, una ricognizione, un’eventuale rivalutazione del rischio idrogeologico. Vi volevamo comunicare che ci avevamo già pensato e stiamo già provvedendo.

Ora, senza farla troppo lunga, assessore, io devo difendere la dignità e il decoro del modo in cui facciamo politica a tutti i livelli. Voglio stare dalla parte dei miei sindaci e dei miei cittadini. Chiedo a noi di vigilare su quello che è accaduto ed essere inflessibili rispetto agli eventuali errori umani, tecnici e politici. Chiedo, però, a noi stessi di ricordarci che esiste una sola grande legge morale quando si fa politica. Quella legge morale non si trova dietro alla telecamera.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

In lista ho il consigliere Facci, che ha chiesto la parola.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Io vorrei riportare il livello della discussione fuori dalla campagna elettorale che ho visto fare dal presidente Caliandro e dal consigliere Taruffi. Vorrei tornare sul tema della informativa dell’assessore Gazzolo.

Capisco l’imbarazzo di questa Amministrazione di fronte a un problema che si è verificato mettendo a nudo la falla che c’è nel sistema della Protezione civile regionale. Questo è il vero problema. Questo è il vero aspetto che oggi, a mio avviso, deve essere correttamente rimarcato. Abbiamo Consorzi di bonifica. Abbiamo le competenze in materia di dissesto e di tutela del territorio dal rischio idrogeologico, che una volta erano delle Comunità montane e sono passate alle Unioni dei Comuni. Abbiamo il sistema regionale. Abbiamo una serie di realtà, una serie di Istituzioni, autorità (chiamiamole come vogliamo) ampiamente pagate dai cittadini. Nonostante questi soggetti abbiano una indubbia competenza in materia, continuano a verificarsi problematiche come quelle che abbiamo visto nelle settimane scorse.

Credo che il giudizio più sereno e più oggettivo di quello che è successo non lo debba dare – assolutamente no – il sottoscritto. Rispetto agli interventi di oggi, il giudizio più oggettivo, che evidentemente non è stato preso in considerazione, è quello riportato dalla stampa nei giorni scorsi di una personalità in materia o, quantomeno, un tecnico per eccellenza, che è stato a capo della Protezione civile della Regione per lunghi anni. Cosa ha detto (non so se sia ingegnere o dottore) il tecnico Demetrio Egidi? Che dobbiamo smettere di parlare di eventi imprevedibili ed eccezionali e che quello che è mancato è un sistema di costante monitoraggio e presenza sul territorio. Lo dice in una nota, non critica, ma ovviamente come stimolo rispetto ad azioni future, ma è un grave atto d’accusa, a mio avviso, da una persona che conosce i meccanismi tecnici della Regione.

Allora io credo che sia questo il tema: c’è stata una grave sottovalutazione da parte della Regione di quella che è la materia della tutela del territorio dal rischio idrogeologico e dal rischio delle esondazioni. Anche perché, come è stato indicato, l’Emilia-Romagna è la prima regione per rischio idraulico, ripeto, prima regione per rischio idraulico. Quindi, vedere un’esondazione a causa di un cantiere, colpevolmente tollerato e trascurato, sull’argine del fiume in pieno inverno credo che dimostri che sicuramente ci sono delle responsabilità. Se poi le responsabilità dirette saranno dell’impresa che aveva avuto la commissione di eseguire quelle opere, la responsabilità comunque indiretta è in capo a chi quell’appalto lo ha commissionato.

Allora oggi fare la retorica, fare la morale sulle colpe, i soldi, chi è al Governo e chi non è lo trovo obiettivamente fuorviante. Dobbiamo dare delle risposte agli alluvionati e agli agricoltori che sono stati danneggiati. Capisco che possa essere un’occasione, da parte del governatore, per chiedere maggiori risorse a livello statale, però se c’è una trascuratezza a monte, se c’è una negligenza a monte credo che le colpe vadano giustamente ripartite. Noi dobbiamo pensare al futuro, fare in modo che queste situazioni non abbiano più a verificarsi. Mi aspetterei, e mi aspetto, assessore, che ci sia un cambio di passo, che quello che è successo possa essere effettivamente il monito per cambiare il sistema. Il sistema deve essere che questa protezione civile in questi termini non può funzionare. Devono essere meglio organizzate le persone, le risorse. Le risorse ci sono, ma vanno meglio gestite evidentemente, vanno meglio responsabilizzati i quadri intermedi.

Credo che occorra d’ora in avanti l’adozione di un piano serio sul territorio, che possa effettivamente coordinare le realtà che ho detto, i Consorzi di bonifica, la Protezione civile e le competenze demandate ai territori direttamente tramite le Unioni dei Comuni. Questo occorre. Mi aspetterei, me lo sarei aspettato oggi, mi aspetto comunque che arrivi a breve un piano in tal senso per rimettere in ordine i tasselli. Non è più possibile pensare che a fronte di una caratteristica, ahimè, negativa che abbiamo come Emilia-Romagna, siamo la prima regione per rischio idraulico, che ancora succedano queste cose che erano ampiamente prevedibili. Quello che è successo era purtroppo ampiamente prevedibile.

Oggi non biasimo più di tanto il governatore perché non è venuto in aula a riferire. Sicuramente, avrà avuto, immagino, compiti ben più importanti. Non vorrei, però, che questo argomento passasse in secondo piano. Mi appello alla sua sensibilità, alla sua professionalità in quanto titolare dell’assessorato di riferimento, però va da sé che o c’è un cambio di passo oppure noi ci troveremo fra qualche tempo a ridiscutere, purtroppo, delle stesse cose.

Non credo che questo sia un modo corretto, appunto, di affrontare le tematiche di assoluta urgenza, di assoluto interesse. E soprattutto, se siamo la prima regione a rischio idraulico, occorre che siamo anche la prima regione a mettere in campo un piano straordinario di gestione del rischio idraulico. Questo mi aspetto da parte del vostro assessorato, della vostra amministrazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Facci.

Ho visto che il consigliere Bertani ha chiesto la parola. Prego.

 

(interruzione)

 

Altrimenti non potrebbe parlare. Prego.

 

BERTANI: Era semplicemente per fatto personale, per dichiararmi colpevole.

Ero io il consigliere che stava fotografando il Capogruppo di maggioranza mentre parlava: non ho resistito alla tentazione. Quando ho sentito il consigliere affermare che questo evento è colpa delle politiche del Governo attuale, quando ho visto una tale faccia di bronzo, non ho resistito alla tentazione. Si può sicuramente criticare, essendo minoranza nel Paese, il Governo di questo Paese, ma non si può mentire e non si può resistere, quando si fa questo sfregio alla verità, non riconoscendo le responsabilità della maggioranza in questa regione, rovesciando e ribaltando il vero. Non si può dire che questo evento è colpa delle politiche di questo Governo. Questo evento è stato causato da un fatto…

 

PRESIDENTE (Saliera): Mi scusi, ma per fatto personale deve dire se è stato colpito dal punto di vista personale.

 

BERTANI: Sono stato colpito dal punto di vista personale…

 

PRESIDENTE (Saliera): Se fa un intervento politico…

 

BERTANI: … perché era un evento già finanziato.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie.

Il consigliere Caliandro, se vuole replicare, però stia all’oggetto, e per non più di tre minuti.

 

CALIANDRO: Certo, presidente.

Non avendo attribuito una responsabilità divina al Movimento 5 Stelle, né al ministro competente, non posso aver detto, evidentemente, quello che ha inteso invece il collega Bertani. Diversamente, invece, da quello che ho detto, io di faccia ne ho una, non una di bronzo e una di latta come quella che ci ha mostrato lui.

Io onestamente penso che lui mi abbia etichettato con volto di bronzo, senza aver riflettuto su cosa significa volto di bronzo. Gli regalerò comunque un manuale di studi classici, così si potrà anche documentare su quello che dice.

 

PRESIDENTE (Saliera): Bene. Abbiamo chiuso la questione sul fatto personale.

Ha chiesto la parola il consigliere Tagliaferri. Prego.

 

TAGLIAFERRI: Presidente, dopo tante lectio magistralis, vorrei tornare un attimino nel seminato.

 

(interruzione del consigliere Caliandro)

 

Grazie per la correzione, caro Caliandro.

Come ha ricordato il collega Facci, vorrei tornare un attimino sulle affermazioni di Egidi, dove sostanzialmente si è sottolineato che le piene non sono terremoti, ossia non sono eventi imprevedibili. Questo credo sia davvero un punto sul quale non possiamo non essere concordi.

Il problema, quindi, è che serve un adeguamento delle infrastrutture, altrimenti con il cambiamento climatico situazioni come quelle verificatesi saranno la quotidianità. Questo ce lo stiamo dicendo ed io, come sindaco, ricordo, l’ho sentito dire almeno da un paio d’anni.

Le piene sono situazioni conosciute, catalogate. Dai dati di ciò che accade a monte si può prevedere ciò che arriva a valle, anche se a volte questo assioma è soggetto ad interpretazioni. Occorre, comunque, un monitoraggio costante, una costante presenza sul territorio, che spesso manca. Egidi stesso ricorda che aveva inserito nel piano di Protezione civile una cassa di espansione del Reno e che con quella misura la piena non si sarebbe verificata, ma l’iter politico l’ha bloccata. È una sua affermazione.

Da sindaco ho vissuto in prima linea ben tre esondazioni. Per “in prima linea” intendo con gli stivaloni e ribaltandomi anche in un canale con un mezzo della Protezione civile, anche rischiando personalmente la pelle insieme al sindaco di Gropparello. Tutte queste esondazioni sono originate per una parte – come affermato – da presunte bombe d’acqua e per gran parte imputabili ad una attività di prevenzione assolutamente insufficiente. È una situazione che perdura a causa degli innalzamenti dei letti dei fiumi, che vedono la Regione ignorare le richieste di prelevamento inerti, che peraltro avverrebbero a costo zero oppure con possibilità di ricevere opere in cambio di consolidamento. Di questo, Caliandro, occorrerebbe vergognarsi.

Siamo in attesa di risposte ad una nostra interrogazione che, sostanzialmente, chiede quali siano i motivi per cui il cantiere nell’argine di Castel Maggiore sia fermo da mesi e non sia stato ultimato prima del periodo più a rischio per le precipitazioni e lo scioglimento delle nevi invernali.

Ribadisco che, piuttosto che intervenire sempre in emergenza per far fronte a simili calamità, operare di più e meglio in fase di prevenzione, con la pulizia degli alvei e la puntuale manutenzione e messa in sicurezza degli argini è indispensabile. Anche questo ce lo diciamo da tempo.

Tra questi rimpalli e balletti tra la Giunta regionale e il Governo centrale – io non faccio parte né il mio partito di nessuno dei due, per adesso – rimane la gente, rimangono i sindaci, che hanno la necessità di tutele e prevenzioni immediate, che prima di tutto la Regione ha il dovere di dare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Sarò breve, anche perché se ne sono dette fin troppe, credo un po’ anche a sproposito. Intanto la cosa più particolare che mi viene in mente è che, se ancora stiamo valutando questi eventi come eventi eccezionali, quel cambio di passo che auspica il collega Facci temo non avverrà a breve o non avverrà affatto.

Bisogna cambiare il paradigma e cominciare a pensare che questi eventi non sono più eccezionali e che, quindi, il dissesto idrogeologico va pianificato e che la manutenzione va fatta in maniera totalmente differente da quanto fatto fino ad oggi, ossia non basta fare una corretta pianificazione in una situazione normale perché tutto funzioni. Come ho ripetuto in più occasioni in quest’aula, l’atto efficiente non produce azioni efficaci, almeno non necessariamente. Questo è un po’ quello che almeno in parte è avvenuto.

Io credo che ogni proposta che può essere fatta in maniera concreta nel merito delle questioni debba necessariamente partire da un’analisi. Quando si fa l’analisi delle situazioni, è ovvio che si tirano fuori anche le criticità e le responsabilità. Questo è necessario perché le responsabilità sono a capo di chi ha le funzioni, funzioni che sono fondamentali per poter agire. Quindi, è una conseguenza, è quasi una questione matematico-logica che permette di tirar fuori questo tipo di identificazione. Dunque, non è una questione di essere solo critici, ma una questione che la critica va fatta, va fatta se parte da un’analisi.

Io, ovviamente, mi sono informato. Ammetto di non conoscere quel territorio, in quanto non vengo da lì. Ammetto di non conoscerlo, ma mi sono informato. Con l’umiltà dell’ignoranza sono andato a informarmi e ho notato che esistevano già delle relazioni che dicevano che lì bisognava intervenire, che esistevano delle documentazioni che dimostravano che c’è un argine più basso in quella posizione. Non sapevo dell’isolotto di cui parlava il collega Marchetti, ma certamente incide sui flussi delle acque.

Non credo che fare teatro, come ho visto fare qui oggi, possa portare concretamente qualcosa di positivo e di utile ai territori, un teatro che sinceramente è stato fatto accusando altri di volere l’onore dei giornali e delle telecamere, ma che credo denunci l’esatto contrario. Non mi interessa. Ognuno fa quello che crede, anche dall’alto della sua supponenza.

Credo, invece, che i territori abbiano bisogno di risposte concrete. Prima si dovrebbe sapere di chi è la responsabilità perché la rabbia c’è. È umano. La rabbia c’è. A quella rabbia bisogna dare una risposta, e questo per quanto riguarda i cittadini di ogni ordine e grado. Poi, ovviamente, bisogna dare risposte anche agli amministratori: subito, veloci.

Certo che ci vogliono le risorse, ma quando l’80 per cento del bilancio della Regione va in sanità, la Regione si muove con quel 20 che le rimane. Vado a grandi linee, non ho le cifre con le virgole.

È chiaro che se ci vogliono le risorse si chiedono, non per questo bisogna avviare una polemica. È facile fare una polemica con un Governo che non è del tuo colore. È più semplice, ma è inutile, totalmente inutile, pretestuoso, indegno di una attività che dovrebbe essere concentrata sulla soluzione di problemi concreti che in questo momento i territori hanno.

Per questo dico che i teatrini a me non interessano. Non mi interessano perché mi interessa più capire se la Regione potrà realmente svolgere il suo ruolo, ovvero monitorare.

Ho sentito molto spesso questa frase in quest’aula, legata a diverse situazioni. Ricordo la produzione del Matrix, la risoluzione del PD, i camion che dovevano essere controllati quando entravano e quando uscivano perché la polvere è altamente tossica che non possono andare in giro. “Monitoreremo”. Signori, scusatemi, ma qui proprio il monitoraggio non c’è stato. È carente. Se io non so monitorare, perché questo è quello che mi viene davanti agli occhi, mi chiedo come si faccia – e qui capisco l’imbarazzo del Partito Democratico – a chiedere più autonomia.  Se si vanno a chiedere più soldi, lo capisco. Mancano, bisogna intervenire, bene. Ma quando si è parlato di autonomia non si è mai parlato di soldi, di cifre non si è mai parlato. Sono state anche chieste: mai. Quindi, un conto è dire che abbiamo bisogno di intervenire, e io condivido l’intervento del collega Taruffi. Giustamente, si dovrebbe intervenire su argomenti di grandi opere: le grandi opere da noi, soprattutto nella nostra regione, dovrebbero essere un massiccio intervento prioritario sul dissesto idrogeologico. Allora si dovrebbe identificare quali sono gli interventi necessari da fare, quanti soldi servirebbero, e si cominciano a pianificare. Non si pianifica in funzione del bilancio regionale, si pianifica in funzione di quello che è necessario. Poi, se i soldi mancano andremo a chiederli a chi di dovere. Anche il nazionale, di qualunque Governo, di qualunque colore sia, non mi interessa. Mi interessa risolvere il problema.

Detto questo, e chiudo perché tanto la questione per me è ovviamente quella che in questo momento abbiamo un’urgenza da affrontare, non si pianifica nulla sull’urgenza. Si fa della buona polemica, ho visto, ma si pianifica poco. Bisogna intervenire e agire, per quello che si può fare, anche in somma urgenza, anche in accordo col Governo. Benissimo. Credo che dovremmo cominciare, e anche qui mi spiace, mi tocca essere ancora d’accordo col collega Taruffi, dall’alzare il livello: da “la palla è mia e ci gioco io” a “io sono Regione, tu sei lo Stato, collaboriamo per risolvere il problema”, in accordo e a braccetto con i Comuni, che troppo spesso sono lasciati un pochino allo sbando e da soli.

Comunque, faccio i complimenti alla pièce teatrale del collega Caliandro: molto bella, complimenti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Non ci sono altri consiglieri prenotati. Dichiaro quindi chiusa la discussione generale. Prima della dichiarazione di voto sulle risoluzioni, c’è la dichiarazione di voto, cinque minuti per Gruppo, ma prima ancora, una breve replica dell’assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore. Grazie, presidente.

Ho pochi minuti per il tempo che mi è concesso. Intanto volevo ringraziare tutti i consiglieri intervenuti, sia quelli che hanno ascoltato la relazione, sia quelli che forse hanno bisogno di leggerla con attenzione. Mi rendo conto che ho cercato di fornire dei fatti di una prima relazione, che fra l’altro ho chiesto al servizio e all’agenzia di produrre mentre stavano occupandosi della priorità assoluta, ossia dell’intervento di ritorno alla normalità dei comuni che sono stati colpiti e di tutta la regione.

Passatemi l’amarezza: ogni volta che parliamo di emergenza in quest’aula o parliamo di sicurezza del territorio, pochi sono coloro che hanno memoria storica di ciò che è stato fatto, di ciò di cui abbiamo discusso, pochi sono coloro che tengono presente che una relazione – andate a vedere le altre – ben dettagliata ha bisogno minimo di due settimane. In quel momento, le stesse persone che devono rilevare i dati stanno lavorando nei cantieri. Prima vi ho detto dei fatti nella mia relazione. È un fatto che si è chiusa la rotta in tempi record, è un fatto che si sta facendo il cantiere per la riapertura entro la settimana di via Lame. Sono tutti fatti che, però, presuppongono che ci siano persone dietro che ci stanno lavorando.

Io ho chiesto al presidente – il sottosegretario Manghi ne è testimone perché se ne è fatto interprete – di anticipare ad oggi la comunicazione. Il presidente ci sarebbe stato fra quindici giorni, ma ho chiesto al presidente di poterla anticipare per rispetto dell’aula e per fare in modo che l’aula avesse i primi elementi e una serie di fatti.

Penso che corrispondano ai fatti – permettetemelo – anche le annotazioni finali della relazione. È un fatto che da nove mesi sono ferme le risorse. È un fatto. Così com’era un fatto che, anche come Regioni del centro-nord, eravamo riusciti ad ottenere con il precedente Governo (perché per me la difesa del suolo non ha colori politici) risorse che erano state messe nella legge di bilancio 2018 e che rendevano immediatamente cantierabile un Piano centro-nord, di cui abbiamo discusso ampiamente anche in Commissione.

Io ho solo portato dei fatti, senza colori politici. Dico solo che se mi si dice – ci mancherebbe, mi fa piacere che anche questo sia un dato condiviso – che siamo la regione con il più alto rischio idrogeologico perché abbiamo 72.000 chilometri di vie d’acqua, fra naturali e artificiali, perché abbiamo 80.000 frane censite, di cui 30.000 potenzialmente attive, di cui oltre 400 perimetrate, e se abbiamo oltre ventuno chilometri di erosione costiera, è evidente che tutto questo lo sappiamo perché facciamo la cartografia del rischio. In questi anni fra il Piano di gestione del rischio alluvioni, la cartografia del rischio, il raddoppio delle risorse che abbiamo messo in disponibilità sulla manutenzione, i 340 milioni di cantieri che sono partiti o stanno partendo, certo anche questi sono fatti. Poi ci vogliamo dimenticare che abbiamo un piano decennale che abbiamo deliberato nel 2015, che si chiama decennale e che ha bisogno di risorse certe e costanti nel tempo? Va bene. Facciamo polemica anche su questo.

Vi dico, però, che penso che l’aula meriti in assoluto un’informativa, perché io ritengo che oggi la priorità assoluta, più delle polemiche, sia quella che tutti insieme dobbiamo stare esattamente al fianco dei sindaci e delle persone colpite. Io spero di non aver inteso male, consigliera Piccinini, quando dice che non si deve chiedere lo stato di emergenza. Io penso che, invece, lo stato di emergenza debba, nel gioco di squadra, essere approvato il più presto possibile. Penso che ognuno di noi, anche chi ha contatti costanti, diretti, quotidiani, il consigliere Bertani spesso mi legge delle cose in anteprima…

 

(interruzione della consigliera Piccinini)

 

Va bene. Mi fa piacere, consigliera Piccinini.

Quello che tengo a sottolineare è che oggi il gioco di squadra deve rivolgersi principalmente alle risposte alle nostre comunità, deve rivolgersi e stare al fianco dei Comuni. Non abbiamo ancora tutti gli elementi, e ci mancherebbe. Si produrrà una seconda relazione. Le domande che oggi sono state fatte e che qui non trovano puntuale risposta le troveranno in seguito, anche se i tecnici in diretta mi dicono che l’isolotto non prefigurava un rischio idraulico. Comunque, lo metteremo nero su bianco. Anche se, consigliere Marchetti, di cui ho apprezzato comunque la richiesta, le posso confermare che, come ad ogni emergenza, anche qui la cartografia del rischio verrà aggiornata con le azioni che ne seguiranno, come sempre avviene dopo una grande calamità come quella che è successa alle nostre comunità.

Io penso questo, e chiudo: se da una parte si dice che questi sono eventi non eccezionali, ma ordinari, che sono entrati nella nostra ordinarietà e dall’altra, però, si asserisce che noi siamo la Regione a più alto rischio idrogeologico. Se lo mettiamo insieme con il Piano decennale che abbiamo deliberato e che stiamo attuando e teniamo aggiornato, credo che qui si debba accompagnare non solo la necessità di dispiegare risorse in tempi celeri… Mi dispiace, ma parliamo di nove mesi. Ho chiamato la segreteria del ministro anche la scorsa settimana e mi ha detto di aspettare. Va bene? Questo è un dato. Mettiamo in disponibilità. Vuol dire che le risposte devono essere più celeri. Chiudo dicendo che non è un caso che ho citato il 116, perché con il 116 parliamo di programmazione diretta degli interventi, parliamo della possibilità di semplificare parte delle procedure, parliamo della possibilità di accelerare la capacità di spesa e quindi accelerare anche la realizzazione degli interventi.

Esprimo la mia massima disponibilità non solo a produrre, ma a far avere all’aula tutte le informazioni dovute che seguiranno, però, attenzione, perché di fronte al cambiamento climatico – questo è il presupposto anche del Piano di gestione del rischio alluvioni, che forse nessuno ha mai letto, e scusate l’amarezza, ma è evidente la preoccupazione – lo spirito del Piano di gestione del rischio alluvioni, la ratio che discende dall’Europa è che mentre tu innalzi i livelli di sicurezza del territorio, e stiamo parlando di un miliardo di interventi in dieci anni, dall’altra parte devi lavorare per mettere in atto meccanismi di resilienza e di rafforzamento della sicurezza territoriale.

Questo non toglie il rischio, è evidente, perché se abbiamo un piano da un miliardo di interventi è evidente che vuol dire che abbiamo dieci anni davanti di interventi che sono necessari, certo secondo uno schema di elevata urgenza, di elevata priorità, come si dice nella banca dati ReNDiS, sono necessari per arrivare a questo punto.

È vero che ci si concentra giustamente sull’emergenza, perché, come hanno detto i consiglieri in questo momento lì dobbiamo focalizzare la nostra attenzione, sulle comunità e sulle imprese ferite, ma è evidente… Ho provato nella mia relazione a dare qualche elemento dell’altra faccia della medaglia, che dice sempre che dove hai lavorato e dove hai fatto interventi importanti, ovviamente alcuni eventi non sono accaduti perché sono stati messi in atto e completati una serie di investimenti.

Mi dispiace solo un passaggio della relazione, che forse non è chiaro, e chiudo. Ho visto che è emerso nel dibattito, ma effettivamente non l’ho detto con la dovuta chiarezza: il 7 dicembre è vero che è stato sospeso il cantiere, ma non lo ha sospeso la ditta – scusate, l’ho dato per scontato e non dovevo – bensì è stato sospeso dal servizio perché il 7 dicembre era cominciata la stagione invernale, delle piogge.

Questo però è stato chiuso, e lo ribadisco, se leggete la relazione, nella chiarezza di aver messo in sicurezza e in protezione esattamente l’intervento, così come era previsto. Come vi ho detto, la scelta era per il servizio: è una scelta tecnica se lasciare l’arginatura com’era, o se intervenire e cominciare a fare un argine di protezione migliore. Questa è la scelta che è stata fatta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Io chiedo questo, come informazione generale: quando il rosso del microfono comincia a lampeggiare vuol dire che il tempo è finito. Passa un minuto; lo ridico.

Oggi è una giornata in cui i consiglieri hanno chiesto una comunicazione da parte della Giunta, quindi massima disponibilità a che si spieghino le cose. Però, chiedo ai consiglieri e lo chiedo anche agli assessori, di guardare il lampeggio e i tabelloni nuovissimi che abbiamo appena messo su. Non c’è bisogno che io richiami, spero.

Passiamo alle dichiarazioni di voto sulle risoluzioni: cinque minuti a Gruppo (lo vedete sui tabelloni).

Il consigliere Marchetti ha chiesto la parola. Prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Ho ascoltato anche la replica dell’assessore Gazzolo, la quale ci ha detto che ha riportato praticamente i fatti, ma ci ha anticipato che, in realtà, il report vero e proprio, quello che sarà più completo, ad oggi non è ancora stato preparato perché c’erano tempi tecnici più lunghi.

Prendiamo atto che il report di cui si è tanto parlato, in realtà, deve essere ancora preparato dagli uffici tecnici. Credo che a maggior ragione sia opportuno mantenere aperto questo confronto, questo dibattito, per capire effettivamente che cosa è successo. Su un semplice elenco di interventi che sono stati messi in campo è difficile capire, a mio avviso, le cause senza avere alla base un report più dettagliato preparato dagli uffici, che dovrebbero riportare tutti i dati del caso.

Vengo ai documenti che sono stati messi in votazione e abbinati alla comunicazione. Ribadisco la necessità, rimarcata con il nostro documento, di effettuare una ricognizione e, eventualmente, rivalutare il rischio idrogeologico e il rischio idraulico dei corsi d’acqua che hanno presentato maggiori criticità durante gli ultimi eventi alluvionali. Credo sia un atto dovuto. Se è accaduto il 2 febbraio, credo che tali eventi si possano riverificare.

Per quanto riguarda i documenti presentati dal Partito Democratico, come dicevo prima durante il mio intervento, credo sia soltanto un tentativo di scaricare per l’ennesima volta – non è la prima occasione in cui capita una cosa del genere – tutto sul Governo nazionale.

Credo che la Regione debba comunque prendere in mano la situazione, fare un’analisi attenta, valutare tutto ciò che è successo, ricostruire l’accaduto, capire se è stato fatto tutto il possibile per evitare ciò che tutti noi abbiamo avuto modo di vedere, una situazione che comunque ha creato tantissimi danni sul territorio (privati e attività produttive).

Credo sia un tentativo di distogliere l’attenzione dell’Assemblea un documento come quello che è stato distribuito, cioè “di sollecitare il Governo, sollecitare il Governo, sollecitare il Governo”. La Regione si tira sempre fuori da tutta questa situazione. Credo non sia l’atteggiamento idoneo di fronte a ciò che tutti noi abbiamo visto sul territorio, perché comunque i cittadini che sono stati colpiti da questi fenomeni alluvionali, da queste esondazioni, che ricordo hanno interessato maggiormente alcuni tratti urbani di Bologna e nella Bassa Bolognese Castel Maggiore in particolar modo e Sala Bolognese, meritano delle risposte e un approfondimento.

Credo che non sia sufficiente venire qui in aula con una ricostruzione dei fatti, di cui per carità prendiamo atto, ma sarebbe opportuno fare valutazioni più approfondite su quel benedetto report di cui sentiamo tanto parlare, che credevo che esistesse già e che, invece, oggi apprendiamo che in realtà non c’è ancora. Quindi, manteniamo aperto il confronto per non far scemare l’attenzione su tutto quello che è accaduto e invito la Regione a non nascondersi dietro a un dito, ma a guardare anche in casa propria per capire se effettivamente tutto quello che poteva essere fatto è stato effettivamente messo in campo, oppure no.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Marchetti.

La parola alla consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intanto alcune puntualizzazioni. Assessora Gazzolo, fango è quello che state rimescolando voi per autoassolvervi, non è quello che noi lanciamo nei vostri confronti. Noi chiediamo che venga fatta chiarezza, come è anche nostra responsabilità, come è nostro compito riportarvi alle vostre di responsabilità. Lo dico semplicemente per un fatto: questo è un episodio particolarmente circoscritto. Poi va bene che voi la buttiate in politica, ci sta tutto, per l’amor di Dio. Non fate sicuramente un servizio ai cittadini, però è nelle vostre facoltà. È un episodio circoscritto che, come è stato ribadito, era un intervento urgente che non siete riusciti a terminare in tre anni e che è stato concausa di quanto è avvenuto.

Io apprezzo la concitazione dell’assessore, che oggi si preoccupa e si dice particolarmente interessata al tema, però sono preoccupazioni postume, assessore. Bisogna che lo diciamo questo, perché bisogna sempre di più intervenire in prevenzione. La Protezione civile sicuramente ha fatto il suo dovere, nessuno lo mette in dubbio, ma già è problematico il fatto di venirne a parlare sempre dopo. E quello che nessuno qui ha capito è che i soldi su questo intervento c’erano. Quindi, non può essere colpa del Governo. C’erano i 220.000 euro su questo intervento, per cui è assurdo che si dica che è colpa del Governo. I soldi c’erano, erano stanziati e li avete anche liquidati, tra l’altro. Mi dispiace che chi dovrebbe pretendere chiarezza oggi sia qui a coprire le responsabilità del commissario contro il dissesto.

È un fatto – si parlava di fatti – che non avete agito in prevenzione. È un fatto che i soldi c’erano, ma non li avete saputi spendere, perché, ripeto, ci avete messo tre anni. Noi abbiamo depositato una risoluzione, l’ho già detto anche prima.

Credo che lei stessa, il presidente, tutta la Giunta, debba pretendere che venga fatta un’indagine interna per capire dove sono stati gli errori, possibilmente un’indagine indipendente, perché l’ex servizio STB Reno Protezione civile sono gli stessi che hanno seguito l’istruttoria tecnica. Forse bisognerebbe fare un’indagine un po’ più super partes.

Noto che c’è comunque un interesse di quest’aula a mantenere aperto il dialogo, il confronto. Credo che sia il caso di audire i soggetti interessati, i sindaci in primis che si sono trovati a dover affrontare questa emergenza e non hanno responsabilità. Credo che vada fatto un approfondimento ed è il motivo per cui ho chiesto una Commissione d’inchiesta. Mi meraviglio del fatto che il consigliere Caliandro l’abbia rigettata quando credo sia interesse di tutti capire dove sono stati gli errori per non ripeterli più, perché il tema è questo. Non possiamo continuare a dire che non è responsabilità nostra, è responsabilità di qualcun altro, e non andare mai a vedere nel dettaglio di chi è stata la responsabilità, di chi non è intervenuto, di chi ha dormito per un anno, di chi non ha vigilato, di chi aveva delle responsabilità precise all’interno dell’accordo di programma, ripeto, responsabilità scritte nero su bianco, e non ha vigilato, e non si è premurato che quell’intervento, che doveva addirittura terminare in un anno dal primo cronoprogramma, ce ne abbia messi tre e non è neanche stato finito.

Credo sia importante mantenere questo confronto. Credo sia importante fare delle audizioni. Credo sia importante aprire la Commissione d’inchiesta, che è nell’interesse di tutti ed è nell’interesse dei cittadini colpiti dall’alluvione incolpevolmente e che oggi si trovano a dover spalare il fango dalle proprie aziende e dalle proprie case, a rimboccarsi le maniche perché qualcuno qui non ha vigilato e non ha agito in prevenzione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

La parola al consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. È evidente che in dichiarazione di voto, così come prevede il nostro Regolamento, mi devo occupare delle risoluzioni e non della Commissione d’inchiesta, anche perché vorrei svelare un segreto, dopo quattro anni, alla consigliera Piccinini. Noi non abbiamo potere di inchiesta. Abbiamo una Commissione competente che se ne occupa, e le inchieste le fa la Procura. Comunque, se ha sbagliato sede, fa in tempo a cambiarla.

Detto questo, sulle risoluzioni mi piacerebbe precisare quanto segue. Avevo anticipato prima l’evidente difficoltà che il Gruppo del Partito Democratico ha ad accettare la risoluzione presentata dal Movimento 5 Stelle, anche a causa dell’ignoranza geografica della collocazione del Passo Pioppe, che mi risulta non sia in agro di Sala Bolognese, ma di Castel Maggiore. Il Movimento 5 Stelle non ha pensato neanche di emendare l’errore che ha commesso, seppure sia stato segnalato; non ha pensato neanche di emendare il riferimento inopportuno alla procedura negoziata, quando è contraria alla legge sul Codice sugli appalti; e non ha pensato neanche di modificare gli impegni alla Giunta rispetto alle risposte che ha ricevuto qui in aula.

Evidentemente hanno scopiazzato un documento che era di qualche giorno fa. Infatti si dice, nell’impegna alla Giunta, “a fare tempestiva e competente chiarezza sull’accaduto”. Mi pare che l’intervento dell’assessore Gazzolo fosse finalizzato a questo, oggi. Così come un’indagine amministrativa interna, che pure è stata già predisposta, e c’è già il primo report, così come è stato richiesto dall’assessore Gazzolo, che ci ha testé illustrato nuovamente. Ne arriverà anche un secondo con la disponibilità, avanzata in Conferenza dei Capigruppo, dove sedeva anche la consigliera Piccinini, in occasione della quale il sottosegretario Manghi ha specificato che ci sarebbe stata anche la disponibilità del presidente Bonaccini ad intervenire in qualità di commissario. Ma tutto questo, evidentemente, a favore di telecamere viene sempre negato. Per questo il nostro atteggiamento è negativo rispetto a questa risoluzione.

Come atteggiamento negativo non può che essere quello per la risoluzione presentata dal consigliere Marchetti, che nell’impegna alla Giunta riferisce di “cognizione, eventuale rivalutazione del rischio idrogeologico”: tutto già in essere e quindi superato dalla richiesta. Sul rischio idraulico non c’è dubbio, ogni anno viene fatto questo tipo di aggiornamento che è tuttora in corso.

La domanda era, consigliere Marchetti, se non fosse valsa la pena di scrivere, nella vostra risoluzione, “impegna il presidente della Giunta a fare quello che già sta facendo”. Forse lì avremmo potuto votare a favore, perché evidentemente sareste stati solidali con il provvedimento che già abbiamo in corso.

Concludo, invece, con i riferimenti alle nostre due risoluzioni, perché sono atti documentali depositati, e quindi tracciabili. Vi ricordate la campana di vetro nella quale la pubblica amministrazione e chi fa politica dovrebbe essere? Ebbene, il 15 novembre 2018, il Gruppo del Partito Democratico aveva presentato una risoluzione che prima ho citato, con cui si rappresentava un certo disagio rispetto al fatto che ci fossero stati dei tagli da parte del Governo sul Progetto Italia sicura, foriera, evidentemente, di quello che è accaduto il 2 febbraio. 

Noi non pensiamo che questi casi non avverranno più. Per questo motivo depositiamo due risoluzioni in cui chiediamo alla Giunta di impegnarsi a fare chiarezza, di continuare questa attività e in cui chiediamo risorse. Servono le risorse per mettere a posto le situazioni delle persone.

Allo stesso tempo, un monito lo vogliamo dare. Anche noi vigileremo, nel nostro ruolo di consiglieri, al fianco dei nostri sindaci, al fianco dei nostri cittadini rispetto all’effettiva ricostruzione di come la vicenda è nata, insorta e come potrebbe essere evitabile.

Una cosa la dobbiamo dire, e mi rivolgo all’assessore Gazzolo in quanto rappresentante della Protezione civile di questo territorio: se non interverremo, se il Governo non ci metterà nelle condizioni di intervenire unitamente a quello che noi, come Regione Emilia-Romagna, dobbiamo fare, è evidente che ci saranno altre piene e ci potrebbero essere altri disastri. Da qui, il superamento dell’avanspettacolo e il senso di responsabilità.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Non avevo molte speranze che il mio intervento sortisse l’effetto di stare su una discussione più legata al merito e non al rimpallo istituzionale, ma ho avuto la certezza che così non è stato.

Detto questo, poiché siamo in dichiarazione di voto, anch’io mi atterrò a questo passaggio. Noi ci asterremo sulla risoluzione a prima firma Piccinini, ci asteniamo sulla risoluzione a prima firma Marchetti e voteremo a favore della risoluzione a prima firma Montalti.

Chiediamo, invece, il voto per parti separate sulla risoluzione a prima firma Caliandro. Chiediamo di votare tutto il documento, tranne il terzo comma del dispositivo finale, laddove si dice “impegna la Giunta – il terzo comma – a proseguire con determinazione le azioni intraprese”, eccetera. Questo chiediamo di poterlo votare in modo separato rispetto al resto del documento.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Nel merito delle risoluzioni, ovviamente voterò a favore della risoluzione del Movimento 5 Stelle perché ritengo sia importante fare un’analisi delle situazioni sui territori, al di là degli impegni superati oggi, che ci sia una validità del documento che vada comunque riconosciuta. Inoltre, voterò a favore anche della risoluzione della Lega, perché va sostanzialmente verso una direzione simile.

Come ho già detto in precedenza, credo che la situazione sia notevolmente cambiata rispetto a quella che è la logica della gestione del dissesto idrogeologico, quindi è necessario rifare un’analisi con un’ottica differente, cioè quella che queste situazioni non sono più così eccezionali. Per questa ragione, per me è importante che si avvii una diversa valutazione. Gli strumenti e le analisi fatte in passato sono sostanzialmente superate, se non vengono rivalutate in un’ottica diversa.

Voterò contrario alle altre due risoluzioni, per il semplice fatto che io sono disponibilissimo, come ho detto prima, a dire che il Governo ci deve dare una mano economicamente, e credo che in caso negativo ci sarebbe un’effettiva responsabilità del Governo a quel punto, ma ancora non c’è da questo punto di vista, credo, quindi in questo momento io voterò contro.

Per il resto, rimanendo sul fatto, in quanto non voglio andare più di tanto oltre la dichiarazione di voto, ribadisco il concetto che il teatro non lo si fa alzando la voce, anzi è meglio non alzarla proprio anche nella passione politica, in quest’aula almeno (nelle piazze si fa quello che si vuole). Credo che a livello istituzionale vada mantenuto un modo costruttivo e non per fini di propaganda politica, da qualunque parte arrivino, perché questo non fa bene alla risoluzione dei problemi, in quanto non sarebbe quello l’obiettivo. Quindi, credo che sia il caso di rinfoderare l’anima polemica e concentrarci su quelle che sono, invece, le azioni concrete, fattive da fare tra organi istituzionali. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Faccio notare all’aula che sono le ore 13,03 e che ho un solo iscritto per dichiarazione di voto, che è il consigliere Galli, pertanto, se non ci sono altri iscritti per dichiarazione di voto, proporrei di concludere la mattinata con la dichiarazione del consigliere Galli, lasciando le votazioni al pomeriggio.

 

(interruzione)

 

Il consigliere Galli interverrà nel pomeriggio.

Chiudiamo e riprendiamo con le dichiarazioni di voto nel pomeriggio, con il consigliere Galli.

 

La seduta ha termine alle ore 13,05

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta ai sensi dell’art. 65, comma 2, del Regolamento interno il presidente della Giunta Stefano BONACCINI. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, gli assessori Patrizio BIANCHI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI e i consiglieri Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI e Valentina RAVAIOLI.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

7882 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere problematiche riguardanti la manutenzione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7883 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per facilitare il rifornimento di carburante per i mezzi sanitari utilizzati dal sistema sanitario regionale ed evitare le attuali criticità. A firma della Consigliera: Sensoli

7884 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti l’affidamento dell’appalto relativo alla redazione del Piano Urbanistico Generale dei Comuni delle Terre d’Argine. A firma del Consigliere: Galli

7885 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la visita di esponenti politici effettuata presso gli uffici destinati a prossima sede della Questura di Rimini. A firma dei Consiglieri: Rossi, Pruccoli, Zoffoli, Ravaioli, Bagnari

7886 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti il diritto all'assistenza delle persone disabili ed il pagamento per i servizi in situazioni di ISEE pari a zero o particolarmente basso. A firma del Consigliere: Galli

7887 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare lo sradicamento dell'azienda Parmalat dal territorio regionale. A firma del Consigliere: Rainieri

7891 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per fronteggiare la situazione di emergenza ed i danni causati dall'esondazione del fiume Reno, con particolare riferimento al cantiere nell'argine di Castel Maggiore. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7892 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino della Strada Provinciale 91 ed il consolidamento dell'abitato della frazione di Vaglie, nel Comune di Ventasso (RE). A firma del Consigliere: Torri

7894 - Interrogazione a risposta scritta circa l'innalzamento del limite delle serate utilizzabili per i locali che svolgono attività musicali all'aperto. A firma della Consigliera: Zappaterra

7895 - Interrogazione a risposta scritta circa le cause della grave situazione in cui versa, dopo un parto cesareo, una paziente ricoverata in terapia intensiva presso l'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7896 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per uniformare le distanze di sicurezza da installazioni in mare cui devono attenersi tutti i natanti, con particolare riferimento a quelli che effettuano gite in motonave. A firma della Consigliera: Montalti

7897 - Interrogazione a risposta scritta circa i soggetti competenti relativamente alla messa in sicurezza idraulica nella località Boschetto, a Castel Maggiore, con particolare riferimento all'esondazione del fiume Reno ed al risarcimento dei relativi danni. A firma del Consigliere: Facci

7898 - Interrogazione a risposta scritta circa i lavori, le responsabilità e le azioni da attuare a seguito dell'esondazione del fiume Reno e dei relativi danni causati alla popolazione. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7899 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte alla situazione di sovraffollamento dei Pronto Soccorso e per alleviare il carico di lavoro gravante sui relativi operatori. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7900 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di pagamento presso l'AUSL di Bologna delle ore di straordinario effettuare dai dipendenti. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7901 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere la grave situazione di carenza di organico dei Vigili del Fuoco di Ravenna. A firma del Consigliere: Bagnari

7902 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di ore di lezione sulle decisioni governative in tema di accoglienza di migranti, con particolare riferimento alla situazione relativa ad un liceo di Bologna. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7903 - Interrogazione a risposta scritta circa episodi di criticità riguardanti le casse di espansione del fiume Panaro e le azioni da attuare per evitare fenomeni alluvionali e risarcire i danni subiti dalla cittadinanza. A firma del Consigliere: Bargi

7904 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante i danni conseguenti all'esondazione di fiumi avvenuta nei giorni 2 e 3 febbraio 2019 e le procedure adottate, con particolare riferimento all'apertura delle dighe. A firma del Consigliere: Galli

7905 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure da attuare per ottenere lo stato di emergenza a seguito delle esondazioni avvenute nei giorni 2 e 3 febbraio 2019, per incrementare i fondi destinati alla protezione degli argini e per risarcire i danni verificatisi. A firma del Consigliere: Galli

7906 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti problematiche relative al ricordo dei Martiri delle foibe ed all'esodo giuliano-dalmata. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7907 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti un incontro col Presidente della Regione che si terrà, in data 8 febbraio 2019, a Pievelago (MO). A firma del Consigliere: Galli

7908 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare, anche tramite incentivi e ulteriori fondi, l’incremento degli infortuni sul lavoro, con particolare attenzione al settore agricolo. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7909 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche ed i disagi che affliggono l’utenza della linea ferroviaria pontremolese, con particolare riferimento alla tutela dei pendolari che la utilizzano. A firma del Consigliere: Rainieri

7910 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare gravi criticità riguardanti la funzionalità dei Pronto Soccorso, con particolare riferimento al ricovero di una paziente in gravi condizioni a Bologna, dopo un parto cesareo d’urgenza. A firma del Consigliere: Galli

7911 - Interrogazione a risposta scritta circa la presenza di persone, probabilmente senzatetto, che soggiornano negli spazi dell’Ospedale S. Maria della Scaletta di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7912 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare l’erosione, specie invernale, della costiera romagnola. A firma del Consigliere: Liverani

7913 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per attivare nuovi percorsi formativi ad indirizzo “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale”. A firma dei Consiglieri: Serri, Campedelli, Cardinali, Sabattini, Ravaioli, Zoffoli, Poli, Caliandro, Zappaterra, Tarasconi, Lori, Taruffi, Mori, Prodi, Soncini, Boschini, Calvano, Marchetti Francesca, Mumolo, Paruolo

7914 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare il depotenziamento dell’Ospedale di Mirandola, con particolare riferimento al reparto di Ortopedia. A firma del Consigliere: Galli

7915 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire l'approvvigionamento dell'acqua necessaria per l'irrigazione dei campi, con particolare riferimento al territorio ove sono situati il Fiume Ronco e la Strada Statale 67, che collega Ravenna a Forlì. A firma del Consigliere: Bagnari

7916 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti le procedure di selezione per il conferimento degli incarichi di direttore generale delle Aziende e degli Enti del Servizio Sanitario Regionale. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

7918 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti il taglio della vegetazione ripariale sul Santerno. A firma della Consigliera: Piccinini

7921 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per ripristinare condizioni di visita adeguate per i pazienti che devono effettuare una risonanza magnetica all’Ospedale di Baggiovara. A firma del Consigliere: Bargi

7922 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per dotare ogni provincia della regione di almeno un centro fornito di ergometro armonico e degli strumenti necessari ai disabili per essere autorizzati a svolgere attività sportiva agonistica. A firma del Consigliere: Fabbri

7923 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti la visita, ad infrastrutture del territorio romagnolo, effettuata da Sottosegretari di Stato. A firma del Consigliere: Pompignoli

7924 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per semplificare le procedure e le normative volte ad assicurare funzionalità e operatività ai centri ove si svolge l’attività di pilates. A firma dei Consiglieri: Prodi, Ravaioli, Taruffi, Torri

7925 - Interrogazione a risposta scritta circa l'assistenza non sanitaria nelle aree di degenza dell'AUSL di Imola e le indicazioni regionali sulla relativa regolamentazione. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7928 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti la diffusione dei cinghiali ed il risarcimento dei relativi danni. A firma dei Consiglieri: Rontini, Molinari

7929 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le criticità emergenziali presenti presso l’Ospedale di Cona, con particolare riferimento alla mancanza di posti letto ove ricoverare i pazienti ed alla funzionalità dei reparti di Chirurgia. A firma del Consigliere: Galli

7930 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per incrementare le modalità di assistenza (LEA) per i pazienti affetti da Sarcoidosi. A firma del Consigliere: Galli

7931 - Interrogazione a risposta scritta in merito all’evento Foibe e Fascismo organizzato a Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

7932 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da mettere in campo per sollecitare il Ministero dello Sviluppo Economico a convocare l'incontro semestrale di verifica dell'accordo di acquisizione di DEMM spa di Alto Reno Terme da parte di Certina Holding AG. A firma del Consigliere: Taruffi

7933 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per i veicoli di anzianità tra i venti e i ventinove anni. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7934 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa iniziative per tutelare gli spazi e le aree di pertinenza della Regione dal parcheggio abusivo che si verifica in occasione delle manifestazioni fieristiche. A firma del Consigliere: Facci

7935 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa il trasferimento presso altri ospedali delle attività chirurgiche e diagnostiche che non potranno essere garantite all'Ospedale Santa Maria di Borgo Val di Taro durante i lavori per la ristrutturazione del comparto operatorio. A firma del Consigliere: Rainieri

7936 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa questioni e problematiche riguardanti la ricerca e la coltivazione di giacimenti di idrocarburi e la possibilità che tali attività abbiano effetti sui terremoti, con particolare riferimento al sisma che ha colpito la Regione nel 2012. A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini

 

Interpellanza

 

7893 - Interpellanza circa questioni riguardanti la realizzazione di una pista ciclopedonale nell'alveo del torrente Parma. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Risoluzioni

 

7890 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale, con particolare riferimento alle strutture sanitarie dell'area metropolitana, ed alla riscossione del costo delle prestazioni sanitarie, a limitare i disagi di persone anziane che non abbiano dimestichezza con l'informatica o di persone con particolare disabilità, continuando a riservare loro servizi che permettano il pagamento anche attraverso casse con persone fisiche. A firma della Consigliera: Piccinini

7917 - Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere la possibilità di attivazione di nuovi percorsi formativi ad indirizzo “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale” nella prossima programmazione regionale per gli anni 2020/2021 e successivi, intervenendo sugli indirizzi regionali di programmazione vigenti per valorizzare pienamente il mutato quadro normativo nazionale in particolare in relazione al Decreto Legislativo 61/2017 e cogliere opportunità occupazionali offerte in questo ambito, a prevedere il relativo diploma di istruzione professionale tra i titoli previsti nell’accreditamento delle strutture socio-sanitarie, valorizzando inoltre questa nuova figura nell’ambito delle programmazioni di settore vigenti e future. (06 02 19) A firma dei Consiglieri: Serri, Campedelli, Cardinali, Sabattini, Ravaioli, Zoffoli, Poli, Caliandro, Zappaterra, Tarasconi, Lori, Taruffi, Mori, Prodi, Soncini, Boschini, Calvano, Marchetti Francesca, Mumolo, Paruolo

7919 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo, e tramite esso ANAS, affinché facciano tutto ciò che è possibile per poter mettere in sicurezza l'E45 e dunque procedere nel più breve tempo possibile ad una riapertura di tale infrastruttura, a sollecitare nuovamente il Governo, in particolare il Ministro Di Maio, affinché incontri i sindaci e i rappresentanti del territorio e metta in campo rapidamente tutte le misure necessarie a sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie del territorio colpito dalla crisi, sollecitando inoltre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ANAS, affinché si intervenga in tempi rapidi sulle infrastrutture secondarie, in particolare sul ripristino della strada Tiberina 3Bis, riconoscendo l'estrema urgenza di tale intervento per il ripristino della viabilità, da e verso la Toscana, mettendo in campo tutte le misure e le risorse necessarie. (07 02 19) A firma dei Consiglieri: Montalti, Rossi, Bessi, Calvano, Zoffoli, Rontini, Caliandro, Campedelli, Bagnari, Lori, Iotti, Poli, Zappaterra

7926 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad operare per il rafforzamento dell’attività dei servizi dei Centri per l’Impiego al fine di assicurare una leale collaborazione istituzionale per l’applicazione di una legge dello Stato diretta ad intervenire in modo strutturale a contrasto della povertà. (07 02 19) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

7463 - Interrogazione a risposta scritta circa il completamento degli interventi di infrastrutturazione della banda ultra larga nel territorio Alto Reno Terme. A firma del Consigliere: Taruffi

7498 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dello stabilimento Amazon di Castel San Giovanni (PC), con particolare riferimento al rispetto degli accordi siglati. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi

7499 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per abolire l'IMU sugli ombrelloni presenti negli stabilimenti balneari del Comune di Rimini. A firma del Consigliere: Galli

7503 - Interrogazione a risposta scritta circa lo stato di avanzamento dei lavori riguardanti la ciclovia denominata "VENTO". A firma della Consigliera: Zappaterra

7504 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per affrontare la tematica riguardante un nuovo collegamento stradale e ferroviario tra Ravenna e Forlì. A firma del Consigliere: Galli

7509 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare, anche nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e dei Ministeri competenti, per evitare l’applicazione dell’IMU agli ombrelloni degli stabilimenti balneari. A firma del Consigliere: Sassi

7512 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti i costi, la sostenibilità ambientale e la realizzazione della Idrovia Padano-Veneta. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7542 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da prevedere ed attuare al fine di evitare il ripetersi di disagi connessi alle condizioni meteo-climatiche della stagione invernale. A firma della Consigliera: Piccinini

7555 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per prevenire e contrastare le infezioni mortali da “batteri killer”, quali il microbatterio chimera, riguardanti gli ambienti ospedalieri ed in particolare i macchinari utilizzati nell’ambito della cardiochirurgia. A firma della Consigliera: Gibertoni

7556 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da attuare per scongiurare le infezioni ospedaliere causate dal “mycobacterium chimerae”, specie in relazione all’utilizzo di apparecchiature usate in ambito cardiochirurgico ed al verificarsi di numerosi decessi di pazienti. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Marchetti Daniele, Liverani, Rainieri, Rancan, Delmonte, Pompignoli, Bargi, Pettazzoni

7557 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare la diffusione delle infezioni ospedaliere, che hanno causato il decesso di numerosi pazienti cardiopatici, con particolare riferimento al “microbatterio chimera”. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7572 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare la diffusione del batterio “mycobacterium chimerae”, che ha causato il decesso di pazienti sottoposti ad interventi cardiologici. A firma del Consigliere: Galli

7600 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti i pazienti operati in cardiochirurgia con l’utilizzo della macchina cuore-polmoni, in relazione a possibilità di infezioni causate dal batterio chimera ed alla relativa informazione. A firma del Consigliere: Galli

7601 - Interrogazione a risposta scritta circa l'introduzione, in tutti gli atti della Regione Emilia-Romagna, della distinzione tra “rifugiati” e “richiedenti”. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Pettazzoni, Pompignoli, Rancan, Liverani, Delmonte, Rainieri, Bargi

7602 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi da attuare per garantire la sicurezza del viadotto della tangenziale che attraversa via Samoggia, nell’area di San Prospero, a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte

7647 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e verifiche riguardanti il progetto di valorizzazione e restauro del patrimonio storico ed architettonico denominato “Ducato Estense”. A firma del Consigliere: Facci

7666 - Interrogazione a risposta scritta circa incarichi e consulenze affidati ad avvocati e/o studi legali esterni. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

7728 - Interrogazione a risposta scritta circa gli oneri conseguenti all’obbligo di registrazione degli impianti termici presso il sistema informativo CRIPTER. A firma del Consigliere: Galli

7742 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti segnalazioni relative ad una mostra svoltasi nel Comune di San Polo. A firma del Consigliere: Delmonte

7830 - Interrogazione a risposta scritta circa i fondi destinati alla ricostruzione nelle aree colpite dal sisma del 2012 e in particolare sulla sistemazione degli immobili di culto e tra questi la chiesa di Buonacompra a Cento (FE). A firma della Consigliera: Zappaterra

7836 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure proposte dal Governo, entro il DL Semplificazione, finalizzate al blocco dell’estrazione di gas naturale. A firma dei Consiglieri: Bessi, Rontini, Bagnari

 

In data 5 febbraio 2019 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali”, alla interrogazione oggetto n. 7740:

7740 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa l’entità del disavanzo complessivo della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Facci

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. i)

 

La Giunta regionale ha comunicato, ai sensi dell’art. 46, lettera j), dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, di aver adottato la deliberazione n. 110 del 28 gennaio 2019, concernente il ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzioni in merito all'atto conclusivo dell'udienza del 30/11/2018 adottato dalla commissione disciplinare medica dell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Bologna e in merito al silenzio serbato dalle Amministrazioni statali vigilanti in seguito ad atto di significazione del 27/12/2018 - nomina Prof. Avv. Giuseppe Caia e Prof. Avv. Vittorio Manes.

 

La Giunta regionale, ai sensi dell’art. 118 comma 1 del Regolamento interno, non intende rispondere alla interrogazione sotto riportata ritenendone il contenuto estraneo ai propri compiti d’istituto:

7855 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa questioni e procedure riguardanti la gestione dei servizi pubblici cimiteriali a Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 25/01/2019 al 07/02/2019

DPGR n. 14 del 04/02/2019

Modifica della composizione della Consulta regionale degli studenti istituita con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 13/2008, ai sensi della l.r. n. 15/2007 e s.m.i.

DPGR n. 15 del 04/02/2019

Designazione di un componente effettivo e di un componente supplente nel Collegio dei revisori dei conti della Camera di Commercio di Bologna

(Comunicazioni n. 78 prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno - prot. NP/2019/390 del 11/02/2019)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Saliera

Rancan - Torri

 

 

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