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Legislatura X - Commissione I - Resoconto del 29/06/2015 pomeridiano

     

    Resoconto integrale n. 23

    Seduta del 29 giugno 2015

     

    Il giorno 29 giugno 2015 alle ore 14,30 è convocata in udienza conoscitiva, con nota prot. n. AL.2015.26194 del 22 06 2015, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    5

    presente

    BERTANI Andrea

    Vicepresidente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    POLI Roberto

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    6

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    1

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia

    2

    presente

    BOSCHINI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    CALVANO Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CARDINALI Alessandro

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    FOTI Tommaso

    Componente

    Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    MOLINARI Gian Luigi

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    3

    assente

    PRUCCOLI Giorgio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    1

    assente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    SONCINI Ottavia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà

    2

    assente

    ZAPPATERRA Marcella

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    ZOFFOLI Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri: Gabriele DELMONTE in sostituzione di Daniele MARCHETTI e Raffaella SENSOLI in sostituzione di Silvia PICCININI.

     

    E’ altresì presente l’assessore all'Agricoltura, caccia e pesca Simona CASELLI.

     

    Partecipa alla seduta: Roberta CHIARINI (Resp. serv. Percorsi di qualità, relazioni di mercato e integrazione di filiera).

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Claudia Cattoli

    Trascrizione integrale a cura della segreteria.


    UDIENZA CONOSCITIVA

    oggetti assembleari:

     

    749 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Legge comunitaria regionale per il 2015" (delibera di Giunta n. 684 del 08 06 15).

     

    750 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Collegato alla legge comunitaria regionale 2015 - Abrogazioni di leggi, regolamenti e singole disposizioni normative regionali" (delibera di Giunta n. 685 del 08 06 15).

     

    Relatore consigliere Luca Sabattini

    Relatore di minoranza consigliere Stefano Bargi

     

    partecipano

     

    Gian

     

     

    Antonio

     

    Pierlorenzo

     

     

    Gianluca

     

    Enrico

     

    Giuseppe

     

    Battista

     

     

     

     

     

     

     

    Baccarini

     

     

    Gurrieri

     

    Rossi

     

     

    Rusconi

     

    Sama

     

    Vischetti

     

     

    Presidente FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) Emilia-Romagna

     

    Funzionario Confcommercio Emilia-Romagna

     

    Direttore Confcooperative Emilia-Romagna/Tavolo regionale dell’imprenditoria

     

    Confindustria Emilia-Romagna

     

    Assessore Comune di Bagnacavallo (RA)

     

    Confindustria Emilia-Romagna

     

     

     

     

     

    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    Presidente POMPIGNOLI: Io direi di iniziare questa udienza conoscitiva sui due oggetti all’ordine del giorno, gli oggetti 749 e 750 che sono oggetti collegati e sono il progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante appunto la legge comunitaria regionale per il 2015 e il collegato alla legge comunitaria regionale. Io darò la parola al relatore di maggioranza, che è il consigliere Sabattini, per illustrare brevemente la legge comunitaria, poi lascerei la parola agli invitati per capire e ascoltare quelle che sono le loro rimostranze sulla base di questa legge. Quindi, lascio la parola al consigliere Sabattini per introdurre brevemente la questione.

     

    Consigliere relatore SABATTINI: Grazie, Presidente. Io, se siete d’accordo, farei un’illustrazione per punti, anche perché poi noi ci vedremo nella giornata di domani con i Commissari per l’illustrazione più tecnica. Oggi scopo dell’udienza conoscitiva è soprattutto quello di ascoltare. La legge comunitaria regionale, cioè l’oggetto 749, collegata all’oggetto 750, che è il collegato, fa parte del percorso comunitario della fase discendente, quindi è una legge che va a recepire le direttive e le norme europee che incidono sulla legislazione regionale, prendendo ovviamente come punto di riferimento, di direttiva, oltre che le norme europee, anche la risoluzione collegata alla sessione comunitaria del 2014, che dava appunto gli indirizzi. Gli atti appunto sono due, la legge comunitaria e il collegato, che verranno trattati insieme. In più vi è un altro progetto di legge, sempre legato alla sessione comunitaria, che riguarda la riforma per la tutela dei Sinti e dei Rom, che ha un percorso che è già cominciato in Commissione, come sapete. Di che cosa tratta la legge comunitaria? Assorbe all’interno di sé diverse tematiche, vado come dicevo per titoli perché poi affronteremo il merito nelle specifiche Commissioni. Va a modificare in modo abbastanza importante la tematica che riguarda l’autorizzazione integrala ambientale (AIA). Questo recepimento ha diversi obiettivi, il primo è quello di cercare di andare a integrare all’interno di un’unica autorizzazione quelle che oggi sono autorizzazioni richieste da vari soggetti, diciamo sempre nell’ottica di una semplificazione. In secondo luogo, vengono definite in maniera univoca le migliori tecniche disponibili sul mercato come parametri di ancoraggio anche per le fissazioni dei limiti. Viene recepita, come obbligo, la produzione da parte del soggetto richiedente l’autorizzazione di impatto ambientale di una relazione di riferimento rispetto alla qualità del suolo e delle acque e in più la madre, il filo conduttore è quello della semplificazione del procedimento, che si associa però al fatto che viene ribadita la scelta di garantire la non pubblicità dei processi produttivi del richiedente, se questi è portatore di un segreto industriale o commerciale. Tutto questo, ovviamente, per sintesi e per punti. Altro tema affrontato, assolutamente importante, è quello che riguarda l’assistenza sanitaria transfrontaliera. Va a recepire la direttiva n. 24 del 2011, che fondamentalmente va a stabilire le linee guida e le applicazioni alle linee guida nazionali per facilitare l’accesso all’assistenza sanitaria per persone che si trovano a richiedere l’assistenza sanitaria in un paese della Comunità europea e come questo si relaziona con il sistema locale e con il nostro sistema regionale. Un’altra parte importante della legge comunitaria va a modificare la legge regionale n. 24 del 2000, che riguarda le organizzazioni dei produttori e le organizzazioni interprofessionali per i prodotti agroalimentari. Questa è una parte che abbiamo già affrontato stamattina nella Commissione “Attività produttive”. Come sapete, la legge regionale n. 24 del 2000 è stata la legge cardine che ha aiutato, anche nello sviluppo del settore agroalimentare, la costruzione e lo sviluppo delle organizzazioni dei produttori e delle organizzazioni interprofessionali – le organizzazioni interprofessionali sono quelle organizzazioni che mettono insieme tutta quanta la filiera del prodotto. Sapete bene quanto sono importanti nel settore agroalimentare, che vede una grande parcellizzazione dei soggetti produttori, le aggregazioni di prodotto e quanto è importante l’organizzazione della commercializzazione per riuscire poi a distribuire in modo più corretto il valore. Gli articoli della legge comunitaria che riguardano questo settore vanno a recepire principalmente i regolamenti comunitari e vanno a ribadire alcune scelte già compiute anche in passato. Vi sottolineo soltanto un paio di cose che contengono alcune scelte di modificazione rispetto alla legislazione precedente e che riguardano la riconoscibilità all’interno appunto della legge anche delle associazioni delle organizzazioni di prodotto e quindi non soltanto le associazioni interprofessionali, ma anche le associazioni di organizzazioni di produttori. Viene modificato il limite minimo di conferimento del soggetto produttore all’interno delle organizzazioni di prodotto. Cioè precedentemente c’era un limite che andava al 75% di prodotto che doveva essere conferito all’interno dell’organizzazione di prodotto e questo limite viene abbassato al 50%. Per il resto è una sistemazione, una semplificazione della normativa già in essere, che appunto va a recepire anche le semplificazioni date dalle normative europee. Altri temi che sono contenuti all’interno della legge comunitaria riguardano le norme in materia di edilizia su due temi principali. Uno che riguarda l’installazione dei pannelli fotovoltaici sugli edifici. Sapete che per queste installazioni oggi non è più richiesto nessun titolo autorizzativo, quindi sono completamente liberalizzate. Mentre viene introdotta - qui più per una necessità anche di mappatura degli stessi - una comunicazione che viene fatta direttamente al GSE, quindi è una modifica assolutamente puntuale. Questo non significa che ci sia una restrizione delle potenzialità, è semplicemente una comunicazione degli impianti. L’altra parte riguarda, invece, un tema che credo che dal punto di vista della semplificazione anche per le attività imprenditoriali è un tema assolutamente importante, che è il mutamento delle classificazioni delle destinazioni d’uso in materia di edilizia. Viene prevista una semplificazione importante da questo punto di vista, che riduce le caratteristiche per la definizione del cambio di destinazione d’uso, che ovviamente comporta anche una diversa quantificazione degli oneri per i carichi urbanistici e appunto le definizioni per i cambi di destinazione d’uso. Un altro articolo riguarda la semplificazione a livello di certificazioni sanitarie in ambito scolastico, che non fa altro che ribadire un obbligo che non è più in essere della presentazione del certificato dopo cinque giorni di assenza all’interno dell’ambito scolastico, se non per malattie dove è prevista una profilassi importante. Altro argomento trattato in un altro articolo della legge comunitaria riguarda il tema della pesca e va a inasprire le sanzioni in termini di pesca non corretta, però introduce un altro elemento, che è appunto quello che riguarda il bracconaggio, introducendo anche la possibilità del sequestro, oltre che del pescato, anche del mezzo con tutto quello che ne consegue. Altro elemento – e ho finito – negli ultimi articoli vengono definite anche delle modifiche per quello che riguarda l’Istituto del beni culturali, che vanno a integrarne le funzioni e vanno a semplificare un po’ i percorsi autorizzatori di gestione dello stesso. Ultima cosa, l’oggetto n. 750, che è il collegato, è una legge estremamente semplice composta da due articoli, che è un altro elemento di innovazione della legislazione regionale che vede oggi come primo appuntamento e che lo vedrà poi collegato a tutte le leggi comunitarie anno dopo anno che prende corpo seguendo un po’ l’impostazione europea del programma REFIT di rivisitazione del corpo legislativo della legislazione regionale, che dopo quarant’anni di attività ha ovviamente stratificato un’attività legislativa molto importante e va a eliminare una quantità di trentotto leggi regionali e regolamenti collegati, che sono superati o che hanno compiuto il loro iter. E’ un percorso di chiarificazione da una parte e di semplificazione dall’altra, che è un provvedimento prettamente tecnico e formale, ma che sicuramente aiuterà nella manutenzione costante negli anni a rendere il nostro sistema di legislazione regionale più chiaro e più intellegibile anche per la comunità.

     

    Presidente POMPIGNOLI: Grazie, consigliere Sabattini. Io darei subito la parola agli ospiti. Ha chiesto di intervenire il direttore di Confcooperative Emilia-Romagna, Pierlorenzo Rossi, che invito qui al tavolo.

     

    Pier Lorenzo ROSSI: Grazie. Intervengo a nome del Tavolo regionale dell’Imprenditoria (così, in questa maniera, riusciamo a fare anche un po’ di economia di interventi).

    Intanto, come Tavolo dell’Imprenditoria, interveniamo sul Titolo II, il IV e il V, mentre per il resto non abbiamo nulla da eccepire.

    Sul Titolo II, cioè quello che attiene all’attuazione delle direttive europee in materia di autorizzazione integrata ambientale, chiaramente questi sono temi che per il sistema produttivo emiliano- romagnolo sono di straordinaria importanza, che determinano anche quella che è la competitività, sicuramente, del nostro sistema. Quindi oggi, a maggior ragione, nel momento in cui si affronta questo progetto di legge, che tiene conto di quelle che sono le indicazioni anche della legge comunitaria, è evidente che occorre che teniamo conto anche del quadro legislativo che poi man mano stiamo modificando, perché mi pare che, non più tardi di due settimane fa, la Giunta abbia presentato la proposta di legge di riordino ed è evidente che anche in questo occorre interconnettere quelle che sono tutte le dinamiche che riguardano, ad esempio, tutto l’iter autorizzativo.

    Sicuramente la legge regionale n. 21 del 2004 è una legge che andava in qualche misura aggiornata ed è una legge che noi giudichiamo sostanzialmente, oggi, da riaggiornare, ma che allora è stata una legge innovatrice, nel senso che ha saputo interpretare allora quelle che erano le direttive comunitarie e per alcune fattispecie addirittura anticipare quello che era tutta la normativa che, invece, a livello nazionale si andava ancora a definire. E’ evidente che un tema così delicato, come quello ambientale, determina anche quello che è un meccanismo di competitività del nostro sistema rispetto anche agli altri sistemi territoriali e quindi sicuramente l’aver anticipato per certi versi è stato un qualcosa che ha messo le nostre imprese in una condizione di essere sollecitate ad intervenire. Ma al tempo stesso in alcuni casi è successo anche che qualcuno ci ha paragonato ad altri sistemi che sono arrivati dopo e che per un certo periodo, in alcuni casi, qualcuno sollecitava la Regione a fermarsi, per non essere sostanzialmente nelle condizioni di mettere fuori mercato il nostro sistema. Credo che nel tempo però questo abbia dimostrato che, obiettivamente, il lavoro di anticipo ha comunque messo nelle condizioni il nostro sistema di essere complessivamente più competitivo. Però quest’occasione credo che ci possa dare sicuramente lo stimolo per andare a verificare, se fosse possibile, che quello che noi stiamo facendo, sia, in qualche misura, sollecitato anche nella Conferenza Stato-Regioni, anche nei confronti delle altre Regioni, in modo che veramente non si crei, a volte, un gap normativo che mette in condizioni di disagio, almeno nella prima fase, queste nostre aziende.

    Uno degli aspetti rilevanti che aveva introdotto, appunto, la legge n. 21 del 2004 era quello di una collaborazione anche tra momento politico, momento ispettivo e autorizzativo e coloro che erano chiamati a fare investimenti. Sostanzialmente mi pare che, sperimentalmente, si era individuato un percorso che prevedeva che il soggetto gestore prima di avere il provvedimento finale poteva comunque confrontarsi su quella che era l’autorizzazione finale che andava in quel momento costruendosi. Questo, credo, sia stato uno degli elementi di innovazione più elevati, perché ci ha consentito (tutti quanti) di crescere assieme; cioè, a chi faceva l’istruttoria di capire quali erano i provvedimenti da prendere e al tempo stesso alle aziende di fare in maniera tale che questo venisse costruito capendo quella che era la logica anche di coloro che poi domani devono controllare. Questo, nel progetto di legge non lo ritroviamo come momento collaborativo. Quindi, dal nostro punto di vista, nell’art. 5 - comunque dopo su queste indicazioni vi lascio un testo scritto –chiederemmo che, con riguardo all’autorità competente, all’Arpa e alle categorie economiche e quindi alle associazioni di categoria, venga istituzionalizzato questo tavolo di confronto perché in realtà questo dal 2004 ad oggi è quello che è sempre avvenuto. Rispetto all’altro elemento dell’utilizzo degli strumenti informatici - anche in questo la Regione Emilia-Romagna fu sicuramente anticipatrice -, crediamo che (così come è stato riconfermato) sia giusto mantenere limitato a livello di verifica, o meglio, di chi deve controllare i dati delle nostre imprese, perché di questo ne va - lo ricordava anche il relatore - quella che è la capacità competitiva del nostro sistema industriale emiliano-romagnolo. Tante aziende a suo tempo infatti ci segnalavano il fatto che nel momento in cui mettevano così in pubblico sostanzialmente i loro segreti industriali in realtà erano nelle condizioni di essere sostanzialmente invece tagliate fuori da quello che era il sistema produttivo. Quindi su questo apprezziamo il fatto che la pubblicazione dei segreti industriali sia ritenuta così in maniera ristretta. E questo anche per quel che riguarda le domande di conferma di autorizzazione successiva, se fosse possibile questo sicuramente va mantenuto.

    Sul fatto che ci siano sostanzialmente in questa modifica di organizzazione, diciamo, territoriale- istituzionale ancora oggi elementi di poca chiarezza, rispetto a quello che potrà essere lo scenario finale. Un domani chi farà l’istruttoria? E’ l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia? Bene. C’è naturalmente un fatto amministrativo-politico che viene dopo, che è quello dell’autorizzazione. A chi è in capo questo? Ancora alle Province? E’ la Regione per tutto? E’ il discorso dell’Area vasta? E’ il discorso dell’Unione dei Comuni? Cioè, credo che oggi sicuramente, magari uno se fa lavorare la fantasia, un po’ di confusione si crea. Quindi su quest’aspetto chiediamo che in qualche misura ci sia una riflessione un pochettino più attenta, perché obiettivamente questo può creare qualcosa anche a livello competitivo sul nostro sistema.

    L’altra questione è quella di una norma che non è più contenuta ma che crediamo possa essere ricompresa. Oggi c’è una modalità per cui, nel momento in cui un’azienda fa il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale, la prassi consolidata in questa Regione è che quest’azienda informi anche di quelle che sono le attività connesse. Ma per attività connesse non s’intende solo l’attività connessa nella stessa ragione giuridica. Paradossalmente, il vicino che magari ha un depuratore in comune oppure non ha nessun legame di carattere commerciale ma ha una contiguità proprio ambientale dovrebbe essere informato. Ecco, su questo sono emerse delle problematiche perché anche qui si parla, sostanzialmente, di concorrenza. Possiamo vedere in positivo e in negativo. Potrebbe essere che uno che fa il rinnovo dell’autorizzazione non comunica all’altro perché dice: “ti metto in buca” o viceversa. Questa è cosa che non è prevista qua, ma che se fosse possibile ricomprendere sarebbe sostanzialmente per chiarire rispetto a quella che è una connessione funzionale che riteniamo non debba essere in capo all’azienda, ma dovrebbe essere in capo al soggetto sostanzialmente controllore, quindi all’ente pubblico. Quindi su questa vicenda, su questa questione del Titolo IV sull’AIA, noi non abbiamo altre osservazioni rispetto a quante appena fatte.

    Andiamo su quella che è la disciplina delle organizzazioni di produttori. Condividiamo, naturalmente, la necessità. Anzi, credo sia diventato un obbligo procedere all’adeguamento della legge regionale n. 7 del 2000 sull’organizzazione dei produttori, anche a fronte dell’entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario. Qui abbiamo solo due questioni. La prima. Non condividiamo la deroga che va dal 25% al 50%. Cioè, prima era consentito che un’associazione di produttori avesse almeno il 75% del prodotto, oggi si dice abbia almeno il 50%.

    Ecco. Il motivo di questa posizione - insomma di tutto il mondo agricolo, agro-alimentare, anche del sistema cooperativo - è quello di dire: “noi tendiamo a cercare, come è credo tradizione soprattutto nella nostra Regione, di fare delle cose che veramente abbiano l’obiettivo di aggregare i produttori”. Quindi nel momento in cui oggi abbiamo avuto una situazione di questa natura e non è stato facile - parlo per la dott.ssa Chiarini che ci ha lavorato per tanti anni - comunque fare questo tipo di percorso, tuttavia laddove è stato fatto abbiamo avuto delle organizzazioni che avevano il controllo del prodotto, avevano comunque le condizioni, anche di carattere economico, per poter essere veramente un’associazione di produttori. Ecco, non vorremmo che questa deroga, che è comprensibile da un certo punto di vista, cioè tende a cercare di allargare il più possibile quello che è un condivisione di allargamenti, in realtà produca l’effetto opposto che è quello di fare delle organizzazioni sulla carta e non economicamente sostenibili. Quindi per questo noi saremmo per mantenere quello che era prima.

    L’altro elemento è riconoscere le cooperative agricole che rispondono ai requisiti di associazioni di produttori - mi pare oggi siano, non so, un certo numero di produttori e un certo numero di fatturato - riconoscere di fatto associazioni di produttori, perché di fatto lo sono. Su questa questione della riforma della legge regionale sulle associazioni di produttori queste sono le osservazioni del Tavolo imprenditoriale.

    In ultimo, sul titolo V, quello dell’adeguamento alla normativa dell’Unione europea per la semplificazione di specifici provvedimenti, noi concordiamo, sia sull’art 33, che di fatto introduce il modello unico che ci consente, anche quando non è un discorso edilizio, di avere una normativa uguale - mi pare - in tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna. Quindi questo è un aspetto positivo, di aver una comunicazione unica ad inizio lavori.

    Sull’art. 34-35, anche qui noi crediamo che, oltre ad aver recepito quelle che sono le normative nazionali, si vada nella direzione che sia proprio quella di avere una semplificazione amministrativa delle procedure. Pertanto null’altro abbiamo da sollevare. E adesso lascio il documento al tavolo della Presidenza. Grazie dell’attenzione.

     

    Presidente POMPIGNOLI: Grazie a lei. Sono presenti in sala anche l’assessore Caselli, la dott.ssa Chiarini, quindi, qualora volessero intervenire, me ne faranno cenno. Prossimo intervento Confindustria Emilia-Romagna dott. Vischetti, che chiamo. Grazie.

     

    Giuseppe VISCHETTI (Confindustria Emilia-Romagna): Grazie, Presidente, buona sera a tutti. Come si dice, repetita iuvant, perché molte delle considerazioni appena svolte sono anche delle riflessioni che abbiamo svolto al nostro interno e che vogliamo portare alla vostra attenzione. Siamo partiti da un’analisi del documento e abbiamo potuto già apprezzare quelle che prima anticipava il consigliere come delle forme di semplificazione che danno seguito, peraltro, anche a un lavoro già svolto con il dott. Santangelo, anche lui qui presente, per la legge di edilizia del 2013, la n. 15. Abbiamo apprezzato lo sforzo di semplificazione e di completamento di quel percorso che ha consentito sul fronte delle classificazioni e delle destinazioni d’uso di semplificare le sei categorie fondamentali all’interno delle quali non possono più coesistere delle sottocategorie che prima, invece, configuravano un mutamento di destinazione d’uso. Quindi questi sono sforzi che apprezziamo e che sicuramente vanno nella giusta direzione. Tuttavia, partendo dalla riflessione sullo scopo di questo provvedimento che analizziamo oggi, vale a dire quello del recepimento delle direttive e delle disposizioni di rango sovraordinato, ci siamo posti il problema delle finalità ulteriori che si potrebbero perseguire e cercare di raggiungere in questa sede, che peraltro rappresenterà e già rappresenta un appuntamento annuale. Oltre a rappresentare, quindi, un’attività, che peraltro viene già svolta a livello statale da Governo e Parlamento di recepimento delle disposizioni comunitarie, ci sembrerebbe opportuno cercare di portare a compimento uno sforzo di semplificazione che abbiamo già riconosciuto, ma che può essere senz’altro ulteriore, per passare da un’attività che sostanzialmente era quella di mero recepimento delle direttive comunitarie alla quale però a volte, in passato, si affiancava quel fenomeno cosiddetto del gold plating, cioè l’aggravamento del mantenimento di quelle condizioni che invece le disposizioni comunitarie ponevano come livelli minimi di regolamentazione. In passato abbiamo visto che le occasioni di recepimento di normative comunitarie portavano principalmente le Regioni, senza voler porre l’attenzione solo sulla nostra, a cercare di aggravare alcuni limiti oppure ad innalzarli con delle storture che, però, portavano ad uno squilibrio competitivo, sia rispetto ad altri Paesi dell’Unione europea, sia alle imprese di altre Regioni. Questo tipo di approccio sicuramente è stato poi anche limitato da una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2013, vigente il governo Monti, che ha posto l’obbligo di fare una valutazione di impatto della regolamentazione al fine di evitare che si cadesse in queste storture. Ad oggi, quindi, lo scopo del recepimento delle discipline comunitarie può anche essere implementato in uno sforzo di semplificazione al quale è giusto tendere. In quest’ottica anche noi, come tavolo regionale dell’imprenditoria, abbiamo fatto una prima riflessione sull’articolo 5, che va a disciplinare le attività di coordinamento delle autorità competenti in ambito ambientale, quindi ARPA e assessorati regionali competenti, pensando di voler assicurare questo scambio di informazioni e la verifica circa l’omogeneità applicativa delle norme regionali su tutto il nostro territorio attraverso il richiamo e l’introduzione anche delle associazioni regionali di rappresentanza delle imprese all’interno di questa sede in parte di istruttoria e in parte di verifica delle attività sui territori della nostra regione; anche nell’ottica del futuro riassetto della disciplina dell’organizzazione a livello di procedimenti amministrativi e di funzioni e competenze verso i quali ci stiamo indirizzando con il progetto di riordino istituzionale. Quindi in quest’ottica potrebbe essere senz’altro opportuno estendere la partecipazione in questa sede di confronto anche alle associazioni di impresa. Anche noi ci siamo concentrati sull’articolo 8 in relazione alle tutele, alle cure che si devono avere nella pubblicazione degli esiti delle verifiche ambientali, soprattutto a tutela dei segreti commerciali e industriali e in funzione altresì della necessaria pubblicità che la legge impone alle attività di controllo con la pubblicazione dei loro esiti nei siti internet delle amministrazioni competenti e quindi attraverso una possibilità di verifica, di acquisizione di queste informazioni che sostanzialmente, con una connessione internet e con l’accesso attraverso un personal computer può avvenire da qualsiasi parte del mondo rispetto, peraltro, alla tipicità di attività di impresa della nostra Regione spesso caratterizzata da alti livelli di qualità e da processi industriali che altri soggetti potrebbero avere interesse a conoscere e a studiare. In quest’ottica, facciamo riferimento anche alla circolare emanata dall’Assessorato alla difesa del suolo e della costa, che già richiamava le amministrazioni competenti ad una certa cura sia nella pubblicazione delle domande, delle istanze di rilascio delle autorizzazioni integrate ambientali, alle quali, secondo noi, basterebbe aggiungere un’altra piccola frase con la quale si richiama la stessa attenzione, la possibilità di limitare l’accesso a queste informazioni anche alla fase di verifica ispettiva e a quella di predisposizione dei piani di monitoraggio. Non è una distinzione da poco, perché soprattutto anche in queste due fasi ulteriori, oltre a quella di presentazione dell’istanza originaria, vi può essere un accesso a dati sensibili sia dal punto di vista del segreto industriale che commerciale. Questo dal punto di vista degli emendamenti strettamente intesi al testo.

    Abbiamo provato a fare anche un altro sforzo, cioè quello di verificare quale potesse essere una parte della disciplina che si va a recepire nel nostro ordinamento regionale, ulteriore rispetto a quella già svolta a livello statale e di derivazione comunitaria. Quindi in quest’ottica abbiamo provato ad immaginare quale incentivo dare, per esempio, alla fase di certificazioni ambientali ISO ed EMAS, perché abbiamo visto che in passato molto spesso, quando si implementa il ricorso a questo tipo di certificazioni, a cascata si hanno effetti positivi, sia sul rispetto delle discipline ambientali che sull’attività delle imprese. Però, a volte, questo tipo di approccio ha portato ad attenzionare le imprese certificate, perché spesso potevano essere quelle più facilmente ispezionabili e quindi con le quali l’amministrazione aveva una maggiore facilità di confronto. Tuttavia, in quest’ottica, pur fissando il decreto legislativo 152 del 2006 dei livelli minimi di regolamentazione aggiornato nel tempo con le direttive comunitarie poi sopravvenute, è vero che si pongono dei limiti invalicabili rispetto ai tempi massimi di rilascio delle autorizzazioni. Non se ne pongono, ovviamente, in melius, cioè potendo diminuire i tempi previsti dalle norme nazionali e comunitarie, quindi andando incontro alle imprese con una disciplina di favore. In questo caso, non tanto per la prima fase di rilascio delle autorizzazioni, quanto piuttosto per quelle successive di rinnovo, riesame o di modifica sostanziale, vorremmo proporre alla Regione di adottare un provvedimento che favorisca le imprese certificate, abbassando i termini di rilascio degli aggiornamenti, dei rinnovi o dei riesami delle autorizzazioni dai 150 giorni previsti come limite massimo dal decreto legislativo 152 del 2006 a 90 giorni per le imprese certificate EMAS e fino al massimo di 120 giorni per quelle ISO. Proprio perché in questo modo si farebbe un incentivo alla certificazione delle imprese, che troverebbero dei vantaggi, non solo degli oneri, nella scelta volontaria di certificarsi. Peraltro questa proposta andrebbe anche nell’ottica di seguire, anticipare in parte alcune disposizioni che per esempio erano contenute nel programma di governo di questa amministrazione, del Presidente Bonaccini, che aveva parlato di una task force per la semplificazione. Di fatto potremmo iniziare ad introdurne alcune ipotesi o comunque alcune proposte in attesa, poi, che questa task force inizi ad avere una sua attività costante e di piena efficacia. Allo stesso modo questo limite di maggior favore per le imprese non avrebbe ostacoli rispetto alla disciplina sovraordinata e, da ultimo, potrebbero rappresentare un incentivo alla certificazione, come vi accennavo prima; anche perché abbiamo visto che, laddove ci sono stati provvedimenti di favore per le imprese, anche che imponessero dei maggiori oneri, però che a fronte di questi maggiori oneri portassero ad un confronto più leale, trasparente e collaborativo con le pubbliche amministrazioni, i benefici sono stati da entrambe le parti. Quindi questa vorremmo che fosse una modalità di confronto capace di guidare e di spiegare i provvedimenti della Regione da qui in avanti nell’ottica comunque di poter sfruttare questa nuova legislatura portando a termine il percorso che si è già avviato nella precedente, però dandogli un’impronta, una spinta più decisa. Vi auguriamo e ci auguriamo che questo procedimento e questa modalità possa trovare piena applicazione e vi ringraziamo per l’attenzione in attesa poi di dare concretizzazione a queste nostre proposte, che vi lascio, con la vostra disponibilità.

     

    Presidente POMPIGNOLI: Grazie. Io non ho altre richieste di intervento, non so se… Prego, dottoressa, venga pure.

     

    Dott.ssa Roberta CHIARINI: Buongiorno. Volevo cercare di dare alcune spiegazioni rispetto alle osservazioni che il dott. Rossi ha formulato sul titolo IV, sulla modifica della legge 24. Innanzitutto, la questione del 50%, cioè l’ampliamento della deroga che viene consentita alle organizzazioni di produttori (OP). La questione ha alcune premesse necessarie. In primo luogo, quando abbiamo avviato la modifica e quindi la redazione di questo testo era in elaborazione un provvedimento nazionale - che al momento è fermo, ma che presumiamo avrà un iter che si concluderà prossimamente - in cui lo stesso regolamento 1308, che viene utilizzato per le modifiche di cui stiamo parlando, viene applicato a livello nazionale e dà questo tipo di indicazione. Cioè non viene ridotta la percentuale di prodotto che viene conferito alle organizzazioni di produttori, perché anche il testo di legge prevede che tutta la produzione debba essere conferita dai soci, viene piuttosto consentita una maggiore elasticità nelle deroghe che sono comunque in capo alle OP. Cioè non è il socio che decide di dare meno prodotto all’OP, è l’OP che autonomamente e in base alle diverse condizioni che i settori produttivi impongono - perché parlare di latte o di cereali o di patate ha sicuramente delle condizioni di mercato e di gestione organizzativa molto diverse – ha un’elasticità maggiore di deroga. Quindi è un po’ diverso rispetto al dire riduciamo la quota di conferimento. L’altra questione, rispetto alla possibilità che le cooperative siano di fatto riconosciute come OP, è evidente che c’è una vicinanza molto ampia sulle caratteristiche e anche sulle finalità che le organizzazioni dei produttori, secondo la normativa comunitaria, hanno rispetto alla forma societaria della cooperativa agricola. E’ evidente che avevamo anche valutato, in funzione delle osservazioni che la Consulta agricola ci aveva fatto in questo senso, la possibilità di farlo. Purtroppo il regolamento comunitario prevede obbligatoriamente una richiesta, cioè non posso fare un provvedimento che parte direttamente dall’ente pubblico e che per legge riconosce tutte le cooperative come OP. Deve esserci una richiesta puntuale della singola ragione sociale, che, verificati i requisiti - che sono chiaramente nel caso di una cooperativa molto vicini a quello che prevede la normativa comunitaria – consente poi la concessione del riconoscimento. Quindi, in questo secondo caso non abbiamo margini di manovra.

     

    Presidente POMPIGNOLI: Grazie. Se non ci sono altri interventi, io chiuderei questa udienza conoscitiva. Vi ricordo che la legge comunitaria avrà questo iter: andremo in Commissione domani mattina, quindi il 30 giugno, ed è prevista un’ulteriore Commissione il 6 luglio, per andare poi ad approvare il testo in Aula il 14 luglio. Quindi è abbastanza breve come tempo, quindici giorni per fare tutto l’iter per l’approvazione della legge. Quindi questo è il percorso che andiamo ad affrontare. Se non ci sono altre domande, a questo punto dichiaro chiusa questa udienza conoscitiva. Grazie a tutti.

     

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