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Legislatura X - Commissione III - Resoconto del 22/06/2017 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 24

    Seduta del 22 giugno 2017

     

    Il giorno 22 giugno 2017 alle ore 14,30 è convocata in udienza conoscitiva, con nota prot. n. AL.2017.29387 del 14/06/2017, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Nord

    2

    assente

    IOTTI Massimo

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    4

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BAGNARI Mirco

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia

    2

    assente

    CAMPEDELLI Enrico

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    FABBRI Alan

    Componente

    Lega Nord

    1

    presente

    FOTI Tommaso

    Componente

    Fratelli d’Italia AN

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Nord

    1

    presente

    LORI Barbara

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

    PETTAZZONI Marco

    Componente

    Lega Nord

    2

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    3

    presente

    POLI Roberto

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Nord

    1

    presente

    PRODI Silvia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    PRUCCOLI Giorgio

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Nord

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord

    1

    assente

    RAVAIOLI Valentina

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    SASSI Gian Luca

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    TARASCONI Katia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Italiana

    1

    presente

    TORRI Yuri

    Componente

    Sinistra Italiana

    1

    presente

    ZAPPATERRA Marcella

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri: Paolo ZOFFOLI in sostituzione di Valentina RAVAIOLI, Alessandro CARDINALI e Giuseppe BOSCHINI.


    UDIENZA CONOSCITIVA

    4670 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: “Disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento regionale in materia ambientale e a favore dei territori colpiti da eventi sismici” (Delibera di Giunta n. 668 del 22 05 17).

    (Relatore consigliere Luca Sabattini – Relatore di minoranza consigliere Alan Fabbri)

     

     

    Claudia BelmonteIng. Comune di Bologna

    Natale BelosiComitato scientifico Ecoistituto Faenza

    Anna Rita BernardiCons. Ordine Geologi E.R.

    Alberta BertagnoniGeom. Comune di Bologna

    Denis BertoncelliAssessore All’ambiente del Comune di Castelfranco Emilia

    Luigi CastagnaPresidente Confservizi E-R

    Alberto ContiIng. Pres. sez. Forlì in rappresentanza Wwf E-R

    Sergio FiocchiAddetto econ. Confagricoltura E.R.

    Paolo GanassiDir. AIMAG S.P.A.

    Alessandro GaspariniTecnico Consorzio Bonifica di Burana

    Stefania GrataTecnico Consorzio Bonifica di Burana

    Mauro MalandriConfcommercio E-R

    Piero PeriC.I.A. E-R

    Stefano RispoliAddetto Uff. Aff. Legali e societari AIMAG S.P.A

    Claudio TorrenzieriRete Rifiuti Zero Emilia-Romagna

    Veronica VisaniArch. Ordine Architetti Bologna

    Giuseppe VischettiAvv. Confindustria E.R.

    Francesco ZanoniConfcooperative E.R.

    Oscar ZanasiCGIL

    Barbara Zanetti Resp. Area Ambiente Confcooperative E-R.

     


    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    La presidente RONTINI dichiara aperta la seduta alle ore 14,45.

     

    Presidente RONTINI.

    Possiamo dare inizio alla seduta della Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità di oggi che, come sapete – vi ringrazio per aver accolto il nostro invito – è convocata in udienza conoscitiva sul progetto di legge recante “Disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento regionale in materia ambientale e a favore dei territori colpiti da eventi sismici”.

    Il progetto di legge è d’iniziativa della Giunta ed è stato deliberato in data 22 maggio 2017. Qui a fianco a me ci sono il relatore, consigliere Luca Sabattini, e il relatore di minoranza, il consigliere Alan Fabbri, a cui, a strettissimo giro, passerò la parola.

    Qualche informazione solo di metodo e di percorso perché noi ci siamo impegnati con questo progetto di legge, in accordo con i relatori che rappresentano la maggioranza e la minoranza, ad andare in Aula nella seduta di Consiglio prevista tra l’11 e il 12 di luglio. Poi vedremo, quando i Capigruppo convocheranno, quale sarà l’ordine del giorno di quella seduta. Quindi, abbiamo i tempi un po’ stretti. Oggi vi ascoltiamo e la prossima settimana riuniremo nuovamente la Commissione per l’esame dell’articolato, con il voto articolo per articolo anche delle proposte emendative che arriveranno dai consiglieri. Quindi, l’invito è di lasciarci già oggi, se le avete, delle osservazioni o comunque di farcele avere, posto che poi avremo il resoconto integrale dei vostri interventi, in modo che tutti i consiglieri poi possano valutare se dalle vostre osservazioni far scaturire delle proposte migliorative al testo che è stato depositato.

    La mail della Commissione a cui far avere i documenti, perché poi siano inviati a tutti i commissari, è sempre la stessa, ma la ricordo: SegrCommIII@regione.emilia-romagna.it, che nient’altro è che quella da cui avete ricevuto l’invito all’udienza di oggi.

    Passo, quindi, la parola al consigliere Sabattini per l’illustrazione del provvedimento.

    Dico a lui, come chiederò a tutti voi, di stare nei termini. Ha dieci minuti di tempo. Non siamo tantissimi a dover intervenire, però vi chiederei di stare nei dieci minuti di tempo.

    Grazie.

     

    Consigliere SABATTINI.

    Buonasera a tutti.

    Farò una illustrazione sommaria del pdl. Eventualmente, a seguito degli interventi, nel caso in cui fossero necessari chiarimenti puntuali, sono presenti a questa udienza conoscitiva anche la dirigente Govoni e i funzionari dell’assessorato all’ambiente. Lo dico nel caso in cui fosse necessario fare chiarimenti più tecnici. Vengo all’esigenza di far nascere questo pdl. È un pdl, come avrete visto, composto da 33 articoli, che tocca diverse normative regionali in ambito di ambiente. La prima necessità è sicuramente quella di procedere all’aggiornamento di diverse norme ambientali della Regione a seguito di normative sopraggiunte, sia di livello nazionale che altre. Parliamo della legge n. 221 del 2015, della legge n. 118 del 2011 e soprattutto della legge n. 127 del 2016. Sfruttiamo questo provvedimento legislativo un po’ omnibus sul tema ambientale anche per fare un aggiornamento relativo al provvedimento legislativo riguardante il riordino istituzionale, che è appunto la legge regionale n. 13 del 2015, che immagino conosciate bene.

    Oltre a questo, questo pdl prova a fare modifiche per introdurre alcune semplificazioni. In aggiunta, negli ultimi due articoli del pdl, l’articolo 32 e l’articolo 33 dove dopo tornerò molto velocemente, vi sono due norme che riguardano i territori colpiti sia dal sisma dell’Emilia per una fattispecie sia per il sisma dell’Italia centrale.

    Nella prima parte del provvedimento, nei primi articoli, si parla del tema riguardante la forestazione e l’introduzione della modifica del Regolamento forestale. Punta a introdurre alcuni elementi di novità relativi alla gestione, quindi andando a individuare delle disposizioni specifiche riguardanti la tenuta dei territori interessati a vincolo idrogeologico, aree a rischio incendio e aree protette.

    Sempre nei primi articoli si va a riallineare anche tutta la parte che riguarda l’aspetto sanzionatorio fissando come termine per l’aggiornamento e per la verifica del Regolamento forestale in sei mesi dal momento di approvazione del progetto di legge. C’è poi una parte centrale dell’articolato che si occupa del tema della valutazione di impatto ambientale. Tanti articoli riguardano il recepimento della normativa nazionale e vanno a chiarire anche alcuni aspetti, oltre che l’aggiornamento della normativa nazionale anche all’esigenza di non andare con questo aggiornamento a disincentivare le pratiche di VIA volontaria. Trovate questo aspetto soprattutto andando a svincolare i provvedimenti di VIA volontaria dal vincolo relativo all’articolo 17, comma 10 della norma di riferimento che introduce appunto le VIA proprio per svincolare il vincolo dei tempi per la realizzazione del progetto e per non rischiare che il procedimento di VIA volontario, di richiesta di VIA volontaria possa essere disincentivato.

    Sono introdotte anche alcune modifiche che vanno nell’ottica di una semplificazione. Una tra tutte è il provvedimento centrato all’articolo 18, che elimina un passaggio ridondante a seguito della normativa nazionale ancora contenuta all’interno della legge regionale, andando appunto ad eliminare il passaggio di invito ad adempiere da parte dei Comuni risparmiando quindi, progressivamente, un po’ di tempo nell’iter burocratico.

    C’è poi un aspetto che riguarda l’adeguamento normativo rispetto alle competenze dell’Agenzia della Protezione civile riguardante il Piano per quello che riguarda la pianificazione degli incendi boschivi, andando a riallineare l’organo che deve andare ad approvare questa pianificazione inserendo questa pianificazione in una approvazione soltanto del CAL.

    Inoltre, sempre per quello che riguarda l’Agenzia della Protezione civile si specifica, all’articolo 21, come in capo all’Agenzia di Protezione civile e di sicurezza territoriale si provveda ad assegnare alla stessa anche la gestione per i beni del demanio conferito.

    All’articolo 22 si procede a un allineamento relativo all’articolo 25 della legge n. 1 del 2012, che va a chiarire il perimetro di gara per l’assegnazione delle gare per il servizio di gestione e raccolta dei rifiuti, andando a definire il perimetro in modo più dettagliato rispetto a quello che era previsto nella legge n. 16, tenendo conto della modifica del decreto legislativo n. 50 del 2016 sull’affidamento dei contratti in concessione.

    In più, il provvedimento, all’articolo 22, introduce un elemento specifico della normativa regionale, che vogliamo andare ad introdurre, che fissa una percentuale di almeno il 25 per cento per ogni singola frazione per ambito, che deve essere posta a gara da parte del gestore assegnatario a seguito delle gare che si svolgeranno sui singoli ambiti fissando, però, la responsabilità unica del soddisfacimento del servizio in capo al gestore assegnatario del servizio, frutto della procedura aperta.

    Poi, all’interno dello stesso articolo si affronta il tema dell’organico che ha una particolare specificità, perché, come sapete, rispetto alle altre frazioni, la frazione dell’organico non separa in modo dettagliato quella che può essere l’attività di preselezione rispetto all’attività di valorizzazione complessiva e quindi si fa un focus puntuale su questa particolare frazione.

    Per quello che riguarda il resto dell’articolato, negli articoli successivi si va a definire, con un provvedimento normativo, la possibilità della Regione di promuovere da una parte i contratti di fiume con il relativo monitoraggio e la possibilità anche, con l’articolo 27, per la Regione di fissare accordi con l’Autorità di bacino del Po e con le Agenzie del Centro di ricerche marine.

    Ovviamente questa è un’illustrazione complessiva di una serie di articoli. La volontà, ovviamente, è quella di iscrivere all’interno delle norme di riferimento la possibilità di accordi proprio in una logica, che ha caratterizzato anche questa legislatura, di mettere sempre di più a sistema tutte le Istituzioni che esistono sul territorio con la possibilità di siglare accordi che prevedono obbligazioni e obblighi da parte delle parti proprio nella volontà di provare a costruire una rete istituzionale per raggiungere gli obiettivi prefissati.

    Negli ultimi articoli vi è l’introduzione delle sanzioni per la mancata fornitura dei dati da parte dei gestori e qui torniamo al tema dei rifiuti, una sanzione che prevede da un minimo di 500 fino a 5.000 euro per chi non rispetta la fornitura dei dati sul sistema ORSo, che è il sistema che raccoglie i dati di raccolta in modo puntuale su tutta quanta la Regione.

    Vi è un’ulteriore parte che va a modificare un’altra normativa regionale, che riguarda l’introduzione anche delle sanzioni. Qui è legata alla pianificazione appena approvata riguardante il Piano Aria, le sanzioni relative a chi installa impianti di condizionamento in locali termici non previsti o viola le prescrizioni date dalla pianificazione del Piano Aria sull’apertura degli esercizi senza strumenti che prevedono il contenimento della dispersione termica.

    All’articolo 31 si prevede l’adesione della Regione alla rete Sprecozero. In conclusione, tornando da dove eravamo partiti, i due articoli che riguardano il sisma, il primo, l’articolo 32, riguarda la possibilità di delegare l’Agenzia della Protezione civile a poter utilizzare le risorse raccolte dai conti sulle donazioni per le attività urgenti nei territori del sisma e anche per la realizzazione di interventi in quelle strutture.

    Questo è uno degli articoli che richiede anche la maggiore urgenza di tutto quanto il pdl. Anche questo è il tema del cercare di andare estremamente spediti, proprio perché queste risorse la volontà della Regione è quella di destinarle alla costruzione di una scuola che deve essere pronta per l’inizio dell’anno scolastico, del prossimo anno scolastico.

    L’ultimo articolo riguarda l’ampliamento anche all’anno 2017 dei contributi in compensazione sulla tariffa dei rifiuti per quei territori colpiti dal nostro sisma del 2012. Sapete che dal 2012 fino al 2016 già con un provvedimento normativo avevamo coperto fino al 2016. Oggi andiamo ad ampliare anche al 2017 la copertura dei mancati introiti sulla tariffa dei rifiuti per le strutture inagibili.

    Ho cercato di fare una carrellata di tutto quanto l’articolato, giusto per introdurre la discussione e il dibattito.

     

    Presidente RONTINI.

    Grazie, consigliere Sabattini.

    La parola al relatore di minoranza, Alan Fabbri.

     

    Consigliere FABBRI.

    Grazie, presidente.

    Intervengo molto brevemente perché, come sempre, l’esposizione del consigliere Sabattini è stata precisa e puntuale. Volevo far notare soltanto due cose che abbiamo maturato nel vedere questo provvedimento. Ringrazio la presidente per aver voluto fare questa seduta come un’udienza conoscitiva. Mi riferisco al fatto che ci sono effettivamente molte cose all’interno di un unico provvedimento che dà una visione complessiva su tanti temi. Per la maggior parte, comunque, sono recepimenti di carattere ovviamente legislativo dovuti a enti superiori ovviamente al nostro. Credo, però, che aver unito tutta la parte ambientale con il tema del sisma, secondo me, è una cosa un po’…

    Secondo me, dovevano essere due provvedimenti distinti. Capisco l’urgenza di portare avanti quello che riguarda la ricostruzione del centro Italia, che è una cosa più che nobile dove la Regione si è distinta, però non vorrei che mettere dentro tante cose dentro un provvedimento e legarlo all’urgenza con il discorso del terremoto nasconda dietro qualcos’altro.

    Stiamo cercando, anche con i nostri uffici legislativi e con chi riesce a darci una mano effettivamente, di dare un approfondimento giusto da qui all’approvazione di questo progetto di legge per cercare di tirar via questi dubbi. Al netto di quella che è la parte ambientale, come diceva prima il collega Sabattini, e di tutti questi provvedimenti, volevo porre l’accento sull’ultimo articolo, che è l’articolo che effettivamente ci lega di più anche a un tema che è più squisitamente magari legato al bilancio. Credo che non basterà inserire soltanto questo tipo di risorse per il 2017, ma dovremo continuare a rimpinguare il fondo per quello che riguarda la copertura del buco sulle tariffe legate alla gestione dei rifiuti dei Comuni terremotati perché lì, ovviamente, l’emergenza continuerà quest’anno, continuerà l’anno prossimo e credo che continuerà ancora per molti anni.

    Questo provvedimento si unisce, finalmente, al provvedimento che ha fatto il Governo qualche mese fa sul tema dell’IMU, perché, come Comuni del cratere, ci siamo trovati ad affrontare un buco di IMU dovuto alle case inagibili veramente grande. Questo ha ingessato molto spesso anche il bilancio dei Comuni, quindi dei servizi, delle aziende e quindi ovviamente del bilancio delle famiglie e dei cittadini.

    Solo quest’anno, dopo il terremoto del centro Italia, il Governo ha dato i primi due anni dei buchi di IMU all’interno dei bilanci dei Comuni del cratere. Oggi, con questo provvedimento, una volta passato, si andrà a coprire, per il 2017, il buco legato alla gestione dei rifiuti. Credo sia, oltre che una cosa assolutamente giusta, anche doveroso prevedere, anche per i prossimi anni, queste risorse messe a bilancio.

    Come dicevo prima, siamo a disposizione. Ringrazio il consigliere Sabattini, che reputo persona seria e preparata. Ci sarà la nostra collaborazione, da qui all’approvazione del provvedimento, per qualche ipotesi di emendamento.

     

    Presidente RONTINI.

    Grazie ad entrambi. Io ho cinque richieste di interventi.

    La prima, che chiamerei qui, è Barbara Zanetti, responsabile Area Ambiente di Confcooperative Emilia-Romagna. 

     

    Barbara ZANETTI, Resp. Area Ambiente Confcooperative E-R.

    Buonasera a tutti.

    Grazie alla presidente della Commissione e grazie ai consiglieri per questa opportunità di esprimere il nostro parere su questo provvedimento.

    Oggi, in particolare, io parlerò a nome dell’ACI, ovvero di tutto il sistema cooperativo regionale, e quindi Confcooperative, Legacoop e Associazione generale Cooperative Italiane.

    In merito a questo provvedimento noi abbiamo puntato la nostra attenzione sul mondo delle imprese. Parto dalla cosa che è sicuramente più semplice, che è questo sistema che è stato implementato affinché le imprese dessero i loro dati anche per quanto riguarda il recupero dei rifiuti, quindi il sistema regionale ORSo.

    Per questo ringraziamo la Regione per aver accolto la nostra istanza relativamente alle sanzioni, perché erano molto elevate. È un sistema che è stato introdotto per la prima volta quest’anno. Le imprese si sono cimentate quest’anno per la prima volta entro il 31 maggio a fare queste dichiarazioni, che, per quanto facile, posso dire di persona è abbastanza complesso e quindi sono facili gli errori.

    La Regione, assieme all’ARPAE, ha fatto una ricognizione degli impianti. Speriamo che li abbia allertati tutti. Noi abbiamo dato il nostro contributo, però è facile ed è possibile che qualcuno non sia stato allertato e quindi è sicuramente importante non vessare, con delle sanzioni, soprattutto quando un sistema è stato fortemente voluto dalla Regione per avere dati freschi relativamente ai quantitativi di rifiuti recuperati, però è anche vero che questi rifiuti noi, come mondo imprenditoriale, già li comunichiamo attraverso altri sistemi.

    C’è anche stata una duplicazione di dati. Quindi, allo sforzo delle imprese sicuramente va riconosciuto anche questo occhio un po’ più di riguardo riferito alle sanzioni. L’altro argomento sul quale, invece, abbiamo puntato la nostra attenzione è la modifica all’articolo 3, comma 8, della legge sull’economia circolare. È un articolato abbastanza complesso sul quale abbiamo fatto diverse riflessioni. Quello che ci sentiamo di dire oggi qui ai consiglieri è sicuramente di cercare di visualizzare quello che sarà uno scenario: uno scenario politico, uno scenario economico, uno scenario sociale che deriverà dal fatto che colui che sarà il gestore per i prossimi 15 anni della concessione, della gestione integrata dei rifiuti non si occuperà solo di raccolta e spazzamento, ma si occuperà all’interno di quello che è il perimetro, di quella che una volta si chiamava esclusiva privativa, anche degli impianti di preselezione dei rifiuti.

    Questo che cosa significa? Significa che quando ci saranno le prossime gare, queste avranno ad oggetto non solo la raccolta e lo spazzamento, ma avranno ad oggetto anche tutti quegli impianti di preselezione, ad eccezione di quelli che, invece, riciclano i rifiuti, vuol dire ad eccezione di quegli impianti, e solo di quegli impianti che quindi rimangono fuori dagli oggetti della gara, che sono quegli impianti che, a partire da un rifiuto, generano materie prime e secondarie. Tutto quello che invece è prima sarà oggetto di gara. Questo sicuramente determinerà uno scenario. Pertanto, quello che verrà deciso oggi con questa legge sarà lo scenario dei prossimi 15 anni, quindi non uno scenario di pochi anni, ma uno scenario di una strutturazione per i prossimi 15 anni.

    Come mondo della cooperazione vogliamo ricordare dei numeri, perché nella raccolta e lo spazzamento la cooperazione impiega attualmente 4.500 persone, di cui 1.400 persone svantaggiate, che sono persone che vengono impiegate e trovano la loro occupazione all’interno di questo sistema, e all’incirca 3.000 mezzi. Questo per quanto riguarda la raccolta e lo spazzamento. Questo è stato un sistema che ha permesso a queste persone di lavorare. Anche dalle attività di recupero, dalla raccolta differenziata, dalla promozione dell’economia circolare dovranno derivare maggiori flussi di questi materiali differenziati, ma anche, a nostro avviso, nuove possibilità imprenditoriali, nuova imprenditoria per tutte quelle imprese che saranno capaci e avranno le capacità e le professionalità per affrontare questo tipo di lavoro, questo tipo di mestiere, anche di preselezione e di recupero dei rifiuti.

    Ecco perché, quando si parla di percentuali di sub-affidamento, a nostro avviso, per quanto riguarda i materiali di plastica, vetro, carta, metallo e legno, noi pensiamo che le percentuali di sub-affidamento possano anche essere più ampie rispetto al solo 25 per cento come qui è previsto, proprio per dare la possibilità anche a delle altre imprese di cimentarsi in questo mestiere.

    Per cimentarsi in un mestiere così difficile occorrono degli investimenti ed è per questo che sicuramente l’orizzonte dei sub-affidamenti, di questi sub-affidamenti che verranno fatti dal concessionario, da colui che vincerà la gara, a nostro avviso, dovranno essere di un tempo congruo per permettere che gli investimenti che sono stati fatti da un’impresa vengano in qualche maniera ammortizzati.

    Per quanto riguarda, invece, l’organico c’è un passaggio nella norma sulla frazione organica. Qui bisogna comprendere che per quanto riguarda il recupero della frazione organica a bando, a gara, ci saranno non solo gli impianti di preselezione, perché, come abbiamo detto, la preselezione di fatto non esiste, ma ci saranno dei veri e propri impianti di recupero. Di conseguenza, per questa frazione dell’organico non è previsto un sub-affidamento. Riteniamo, al di là della difficoltà di immaginare degli scenari, che anche per quanto riguarda la frazione organica sia opportuno prevedere che il concessionario non svolga solo attraverso collegate e controllate, in proprio o attraverso ATI, questo mestiere, ma che lo faccia eventualmente anche utilizzando il sub-affidamento. Questo perché in Regione, complessivamente, nel recupero dei rifiuti dovrebbero esserci circa 200 impianti e quindi la preoccupazione è che per i prossimi anni anche per questi impianti ci sia del lavoro per quanto riguarda le frazioni urbane differenziate.

    Per quanto riguarda, quindi, questi criteri che, a nostro avviso, la Regione dovrebbe dare per rendere probabilmente forse più giusta – anche se non è la parola opportuna – questa norma, oltre a prevedere dei criteri di efficienza per questi impianti, che ovviamente sono indispensabili, secondo me potrebbero essere introdotti dei principi quali la prossimità o comunque l’autosufficienza degli ambiti in modo tale che, a fronte di un ambito, ci sia la scelta di impianti di prossimità, di impianti che rendano autosufficiente quell’ambito e che, ad esempio, non si venga a condizionare la qualità dell’aria con dei trasporti magari da e per impianti che sono particolarmente distanti dal luogo in cui i rifiuti in realtà sono stati prodotti.

    Queste sono le nostre osservazioni. Lasceremo sicuramente nei prossimi giorni un testo scritto.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI.

    Grazie.

    Proseguiamo con Claudio Torrenzieri, Rete Rifiutizero Emilia-Romagna.

     

    Claudio TORRENZIERI, Rete Rifiuti Zero E-R.

    Buongiorno. Grazie.

    Il mio intervento sarà molto breve, conciso, ma critico. Al mio seguiranno gli interventi del WWF regionale e dell’Ecoistituto di Faenza, che entreranno magari più nel merito della questione che sto per affrontare o comunque anticipare.

    Come Rete Rifiuti Zero Emilia-Romagna, innanzitutto, ci dichiariamo profondamente dispiaciuti. Non possiamo negare che la Rete Rifiuti Zero in Emilia-Romagna, rispetto al percorso relativo all’articolo 22 di modifica della legge regionale n. 16 del 2015, sui rifiuti e l’economia circolare è stata, in questa occasione, noi diciamo esclusa.

    Al di là delle questioni di merito su cui verranno fatte precisazioni da Natale Belosi dell’Ecoistituto di Faenza e da Alberto Conti per conto del WWF Emilia-Romagna, come portavoce della Rete Rifiuti Zero vorrei soffermarmi sul problema del metodo con cui questa modifica è stata proposta, considerato il rapporto che, in precedenza, c’era stato di proficua collaborazione fra la nostra rappresentante delle associazioni ambientaliste, i Comuni, la società civile e la Regione che ha portato, negli anni precedenti, alla realizzazione tanto della legge e quindi anche all’approvazione della legge regionale n. 16/2015, ma anche di iniziative che si sono riuscite a costruire assieme. Diverso è stato il caso di questo articolo 22 compreso in questo pdl, che va a modificare sostanzialmente una parte fondamentale della legge n. 16.

    È un metodo che, dal nostro punto di vista, di fatto, non tiene minimamente in conto di questo percorso che ci ha visti coinvolti negli anni precedenti. Non abbiamo ricevuto inviti formali, non siamo stati coinvolti, contattati, ascoltati, ma un parere avemmo potuto darlo. Così non è stato. Quindi, per quello che ci riguarda, visto che il nostro lavoro dal basso, che è stato il segno di una capacità che ha contraddistinto la nostra Regione in questi anni, di saper ascoltare il mondo associativo, i cittadini, le Istituzioni di base attraverso il confronto e la concertazione, in questo caso direi che è mancato completamente, riteniamo che il metodo sia censurabile e quindi, come tale, proprio da parte di Rete Rifiuti Zero, in rappresentanza del mondo ambientalista, delle associazioni, dei comitati spontanei dei piccoli Comuni della Regione Emilia-Romagna questa esclusione, secondo noi, penalizza la relazione democratica e costruttiva proprio andando a modificare un passaggio fondamentale della legge n. 16/2015. Questo, secondo noi, è grave.

    Eravamo certi, invece, che questa iniziativa doveva essere oggetto di un confronto che ci avrebbe coinvolto in prima istanza, ma anche il territorio. È una modifica non sostanziale quella prevista nell’articolo 22, una modifica importante.

    Apprendere e scoprire che la Giunta regionale ha adottato questa modifica senza nemmeno dare informazione preventiva ci pare un atteggiamento completamente diverso e distante rispetto al percorso seguito finora. Ci appare questo atteggiamento come un cambio di rotta. A nostro avviso, oltre alle problematiche tecniche e giuridiche che poi, dopo di me, verranno illustrate, si rischia incredibilmente di andare ad annullare una storia di collaborazione virtuosa che ha, invece, caratterizzato il processo di costruzione della legge.

    Siamo, quindi, oggi come Rete Rifiuti Zero Emilia-Romagna ad esprimere il nostro sconcerto per quanto accaduto, ma anche a fare le necessarie osservazioni pensando di poter continuare ad esercitare un ruolo costruttivo e propositivo nell’interesse della collettività e dell’ambiente, che abbiamo sempre cercato, nel migliore dei modi, di rivestire. Con questo spirito partecipiamo, quindi, alla seduta di oggi, certi che il dialogo, che pare essersi unilateralmente interrotto, e teniamo a precisare assolutamente non per nostra volontà, possa riprendere con concretezza al fine di trovare, ancora una volta, una via comune che possa confermare il percorso finora tracciato.

    Seguiranno, ovviamente, gli interventi più specificatamente tecnici relativi alla questione sollevata dall’articolo 22 che va a modificare, in sostanza, la legge n. 16 del 2015 del WWF e dell’Ecoistituto di Faenza, che entrano nel merito della questione della collega che ci ha anticipato, proprio relativa agli impianti di pretrattamento.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI.

    Grazie. Faccio solo una specifica, nel senso che, come diceva, tra l’altro, il collega Alan Fabbri, pur conoscendo che i tempi erano stretti, la sottoscritta, in qualità di presidente, in accordo con i relatori, ha voluto questo momento di udienza conoscitiva proprio per dare la possibilità a tutti di esprimere i loro punti di vista, le loro osservazioni, che noi ascoltiamo sempre con grande attenzione e di cui sapremo, confrontandoci, eventualmente tenere conto qualora ravviseremo la bontà delle osservazioni.

    Proseguiamo, come anticipato, con Natale Belosi, dell’Ecoistituto di Faenza. Mi aveva detto di avere una slide da proiettare. Poi non so se ha parlato con i funzionari. Se poi ce la lascia la facciamo distribuire a tutti i commissari. Non è prassi, non l’abbiamo mai fatto. Mi pare che sia anche tutto spento. Però, la mettiamo agli atti e tutti i consiglieri la avranno. Immagino che questo sia il testo che poi lascerete agli atti. Insieme a questo mettiamo la slide.

     

    Natale BELOSI, Comitato scientifico Ecoistituto Faenza.

    A noi, come Rete Rifiuti Zero, l’avviso di questa giornata non è arrivato.

    Detto questo, entro nella parte…

     

    Presidente RONTINI.

    Faccio una specifica. Io non so, verifichiamo con la Segreteria. Gli inviti alle udienze conoscitive di tutte le Commissioni arrivano ai soggetti, alle associazioni che sono iscritte all’Albo della Commissione assembleare. Io non so dirvi se alla Rete Rifiuti Zero è arrivata. Al WWF non so se sia arrivata.

    Dopodiché, faremo una verifica perché le convocazioni arrivano sempre a tutti in maniera precisa, perché io sono convinta che la III Commissione si avvalga di professionalità. Quindi, tireremo fuori l’estratto. Se voi siete iscritti a quell’Albo, io questo non lo so…

     

    Natale BELOSI, Comitato scientifico Ecoistituto Faenza.

    Non siamo iscritti a quell’Albo.

     

    Presidente RONTINI.

    Ah, ecco. Noi, di solito, come Assemblea legislativa ci diamo un metodo e un Regolamento che cerchiamo di osservare. Dopodiché, eviterei le polemiche inutili, dato che siete qui, e indipendentemente dal fatto che siete iscritti o meno noi vi stiamo ascoltando, se inizia il suo intervento nel merito. Grazie.

     

    Natale BELOSI, Comitato scientifico Ecoistituto Faenza.

    Questo ha fatto sì che la referente regionale non abbia potuto partecipare oggi perché già impegnata in altre cose.

    Detto questo, entro nel merito. Quando noi facemmo la proposta di legge regionale all’interno di questa proposta di legge regionale c’erano alcuni punti specifici che erano la netta distinzione fra la fase della raccolta e la fase del trattamento e recupero smaltimento. Questo aspetto è entrato solo in parte all’interno della legge, proprio attraverso quell’articolo 3, comma 8, della legge n. 16 che diceva che le frazioni differenziate in toto, al cento per cento, dovevano essere messe a gara per il trattamento, il pretrattamento per quanto riguarda le frazioni secche e il trattamento e recupero per quanto riguarda le frazioni organiche. Non è che con l’articolo 22 si permette che il 25 per cento venga messo in gara. Il discorso è esattamente il contrario. Prima doveva essere messo in gara il 100 per cento sia delle frazioni secche sia della frazione organica; adesso, invece, i gestori possono trattare nei loro impianti o in impianti di loro controllate o impianti di altri soggetti nati con loro il 100 per cento dell’organico e il 75 per cento delle frazioni secche.

     

    (Interruzioni)

     

    Natale BELOSI, Comitato scientifico Ecoistituto Faenza.

    È così o non è così?

     

    (Interruzioni)

     

    Natale BELOSI, Comitato scientifico Ecoistituto Faenza.

    Volevo precisare che prima la legge n. 16, articolo 3, comma 8, diceva che il 100 per cento di tutte le frazioni raccolte in modo differenziato doveva essere messo a gara. Questo articolo 22 dice, invece, che il 75 per cento delle frazioni secche, sostanzialmente, può essere inviato ad impianti di selezione dei gestori (controllate, eccetera) e il 100 per cento per la trasformazione dell’organico può essere gestito all’interno degli impianti dei gestori. Questo è il discorso.

    Il problema, secondo me, nasce prima. Perché? Il problema è che nell’aprile 2016 è stato fatto un provvedimento o, meglio, una legge da parte dello Stato, ossia il Codice degli appalti, che dice cose diverse rispetto al passato. In particolare, noi abbiamo notato che l’impostazione che prevedevano le leggi regionali e che prevedeva ATERSIR, nel fare le gare, era in contrasto con il Codice degli appalti, in particolare su due punti: i bacini di assegnazione delle gare, i bacini di assegnazione del servizio e i tempi di gara. L’articolo 51 del Codice degli appalti diceva che i bacini debbono essere tali per cui possono partecipare alle gare le micro, piccole e medie aziende.

    Questo, collegato al Libro bianco del Garante della concorrenza, diventa abbastanza chiaro cosa significa. Il Garante della concorrenza dice una cosa ben precisa, ossia che i bacini ottimali, per la fase della raccolta, vanno dai 30 ai 100.000 abitanti – ripeto, dai 30 ai 100.000 abitanti – e che al di sopra dei 100.000 abitanti le economie di scala non esistono più, per cui debbono essere garantite altre cose, come la libera concorrenza fra le diverse imprese. L’articolo 168 del Codice degli appalti – questo ci interessa ancora di più dell’articolo 51 – diceva, nell’aprile 2016, che la durata degli appalti doveva essere riferita ai tempi di ammortamento degli investimenti. Questo articolo è stato, poi, corretto con una nuova legge nell’aprile 2017, specificando ancora meglio e in modo ancora più preciso che fino a cinque anni non c’era questo problema, ma che oltre i cinque anni qualsiasi appalto, qualsiasi concessione, qualsiasi altra cosa (se durava più di cinque anni) doveva essere strettamente legata alla durata degli ammortamenti.

    Quando si parla di gare (che siano di appalto o di concessione vale poco) per l’affidamento di spazzamento e raccolta, così com’è oggi nella legislazione nazionale e regionale, qual è il tempo di ammortamento? È quello dei mezzi. Cinque anni, come dice il Garante della concorrenza nel suo Libro bianco. Non quindici anni. Quindici anni può essere per il servizio integrato dei rifiuti che comprende lo spazzamento, la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. La legge regionale n. 23/2016 dice che la fase di smaltimento è scorporata. L’articolo 3, comma 8, della legge n. 16 dice che le frazioni differenziate – il loro trattamento – sono scorporate, il che vuol dire che rimangono semplicemente spazzamento e raccolta dei rifiuti. Quindi, il tempo deve essere di cinque anni. Questo è chiarissimo.

    Abbiamo scritto una lettera a ATERSIR, la quale ci ha risposto dicendo che l’articolo 51 non vale perché si riferisce agli appalti e non alle concessioni e che l’articolo 168 non vale perché c’è un altro articolo del 152 che parla di cinque anni per il servizio integrato dei rifiuti, e questo è un servizio integrato. Non è così. L’articolo 30 del Codice degli appalti dice che quello che dice l’articolo 61 vale anche per le concessioni. L’articolo 164 del Codice degli appalti dice esattamente la stessa cosa, vale a dire che i bacini debbono essere tali perché le micro, piccole e medie imprese possano partecipare. Secondo: la durata degli appalti. L’ultima specificazione è ancora più chiara. Qualsiasi cosa si dica prima, la legge generale sugli appalti la cancella, la elimina. Qualsiasi appalto, qualsiasi concessione deve essere commisurata ai tempi di ammortamento, fatti salvi i primi cinque anni.

    L’articolo 22 a che cosa serve? È chiaro che se noi eliminiamo quell’articolo lì, l’articolo 3, comma 8, della legge n. 16, e introduciamo all’interno dell’appalto non solo lo spazzamento e la raccolta, ma anche una fetta degli impianti di trattamento, ecco che allora si potrebbero giustificare i quindici anni di affidamento del servizio e anche i bacini più ampi. Gli impianti, ovviamente, hanno bisogno, invece della raccolta, di bacini più ampi.

    Quindi, la risposta che è stata data alle nostre domande è un tentativo di aggiramento del Codice degli appalti. Né più, né meno. Tra l’altro, senza nemmeno contattarci.

    I nostri legali – abbiamo un comitato tecnico-giuridico a livello nazionale, con esperti, avvocati di diritto amministrativo e di diritto costituzionale – ci dicono che quell’articolo lì, il 22, è fuori da qualsiasi norma. Semplicemente, è contro l’insieme del Codice degli appalti, al di là del singolo articolo, ed è contro l’articolo 117 della Costituzione, che dice una cosa molto semplice: per quanto riguarda il tema delle gare per l’affidamento degli appalti, c’è un unico ente che può decidere, ossia lo Stato. Quindi, le Regioni non possono decidere nel merito.

    Sia ben chiaro: noi avevamo cercato un dialogo. Questo dialogo è stato aggirato. Alla fine, dei bacini ci interessava un attimo di meno. L’aspetto che ci interessava molto di più riguardava i cinque anni di affidamento. Sappiamo tutti benissimo che la legge n. 23/2011 fa acqua da tutte le parti. Questi cinque anni di affidamento del servizio potevano servire per rivedere la normativa regionale per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, per quanto riguarda l’organizzazione politico-amministrativa. È chiaro: la legge n. 16/2011 è stata fatta per fare le gare. Siamo nel 2017. Dopo sei anni, le gare non sono ancora state fatte. È ovvio che non ha funzionato quella legge, tant’è che noi ci prendiamo i tre mesi di quest’estate per formulare una proposta di legge di iniziativa popolare di revisione della legge n. 23. A settembre-ottobre la presenteremo.

     

    Presidente RONTINI.

    La invito a concludere perché ha ampiamente superato il termine.

     

    Natale BELOSI, Comitato scientifico Ecoistituto Faenza.

    Dato che ci sono cinque interventi, ho l’impressione che...

     

    Presidente RONTINI.

    Guardi, Belosi, siete in tre. Ci sarà un’altra persona che parlerà. La invito a concludere. Non le sto togliendo il microfono, però concluda, per piacere. A presiedere non c’è lei, finché non si fa eleggere in Consiglio regionale, come abbiamo fatto noi e qualche collega, e le affidano la responsabilità.

     

    Natale BELOSI, Comitato scientifico Ecoistituto Faenza.

    Per quale ragione noi chiediamo cinque anni e chiediamo, comunque, di stralciare l’articolo 22 da questa legge? È una legge che ha sicuramente tutta una serie di altri articoli che debbono essere approvati, perché servono, ma in mezzo a questo calderone è stato messo qualcosa di inaccettabile. È chiaro? È una legge omnibus. Chiediamo di stralciare questo qui e di mandare tutta la documentazione a ANAC e al Garante per la concorrenza – tutta la documentazione – per un parere preventivo. Dopodiché, si potrà fare un’altra legge ad hoc, eventualmente, per decidere su questa questione specifica.

    Quindi, chiediamo al relatore della legge, da una parte, di stralciare questa parte e, dall’altra parte, di mandare tutta la documentazione (compresa, ovviamente, tutta la documentazione che noi abbiamo depositato in questo momento al tavolo) a ANAC e al Garante della concorrenza, per un parere specifico su questa partita.

     

    Presidente RONTINI.

    Grazie.

     

    Natale BELOSI, Comitato scientifico Ecoistituto Faenza.

    Oggi è veloce l’evoluzione dei sistemi di raccolta. Per cui, fare delle gare di affidamento del servizio di raccolta per quindici anni significa bloccare il sistema, perché per quindici anni chi ha vinto la gara avrà sempre il coltello dalla parte del manico. Se fra due, tre, quattro, cinque anni il sistema dovrà essere cambiato, nella posizione di debolezza si troveranno i Comuni.

    Non solo. Questa norma va vista anche in rapporto ai dati che ci sono finora. Se noi prendiamo i dati...

     

    Presidente RONTINI.

    Guardi, Belosi, le vengo a prendere il microfono. Non è mai successo. Le chiedo rispetto per delle regole condivise. Non è questo il modo di fare. Mi sta tenendo il microfono. Glielo faccio pagare. Non è questo il modo di fare.

    La parola ad Alberto Conti, in rappresentanza del WWF. Prego.

     

    Alberto CONTI, Presidente WWF Sez. Forlì e in rappresentanza WWF E-R.

    Grazie, presidente. Sarò molto breve, quindi bilancerò l’eventuale surplus di tempo fin qui utilizzato.

    Il WWF, in merito all’articolo 22 della proposta di legge regionale “Disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento regionale in materia ambientale”, evidenzia quanto segue. La norma proposta è in contrasto con il nuovo Codice degli appalti, ultima versione 2017, e con le disposizioni dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Infatti, il servizio di recupero delle frazioni differenziate, al pari del servizio raccolta rifiuti, non può essere affidato in concessione, bensì con regolare appalto. In caso contrario, la norma favorirebbe illegittimamente la posizione dominante del concessionario, nel nostro caso le multiutilities operanti in Emilia-Romagna. La conseguenza sarebbe un danno per l’utenza. Un servizio sottratto alla concorrenza presenterà tariffe più onerose, in quanto stabilite dal concessionario in regime di monopolio.

    Inoltre, cumulando nel concessionario tutti i servizi afferenti al cosiddetto “servizio integrato dei rifiuti”, sarebbe ribadita una modalità che ATERSIR nel tempo ha sempre seguito nell’assegnazione del servizio stesso, con oggettivo vantaggio per le multiutilities, in quanto nel concessionario sono state concentrate attività che, invece, nella logica di mercato avrebbero dovuto essere separate. Poiché quanto sopra è oltretutto aggravato dai lunghi tempi di assegnazione (quindici anni) e dalla delimitazione abnorme ed antieconomica per i cittadini dei bacini di affidamento fino a 900.000 abitanti, essendo i suddetti criteri in contrasto con le doverose flessibilità e competitività del servizio, con la necessaria separazione delle fasi del medesimo, onde prevenire conflitti d’interesse, nonché con l’inderogabile scissione di tali fasi dal pieno utilizzo dell’impiantistica, risulta evidente che tutto il sistema è congegnato su misura degli interessi delle multiutilities e degli inceneritori in particolare.

    In ragione di quanto esposto, il WWF si riserva di denunciare la modifica della legge regionale n. 16/2015, modifica che il WWF ritiene illegittima, e tutto il sistema ad essa collegato sia all’ANAC che all’AGCM, ricorrendo, eventualmente, anche alle autorità europee, nonché ad una richiesta di verifica di conformità costituzionale, essendo la regolamentazione di appalti e concessione competenza dello Stato e non delle Regioni, ai fini di una sostanziale revisione della legge regionale n. 23/2011.

    Vi ringrazio.

     

    Presidente RONTINI.

    Grazie. Ho visto che nella documentazione che ha lasciato il suo collega prima c’è anche il suo intervento.

     

    Alberto CONTI, Presidente WWF Sez. Forlì e in rappresentanza WWF E-R.

    C’era anche il mio intervento?

     

    Presidente RONTINI.

    Sì. Me lo ha dato. Sì, è lo stesso. Mi manca, se volete, la copia della slide. Benissimo. Grazie.

    Prima di dare la parola all’avvocato Vischetti di Confindustria Emilia-Romagna, che intanto invito ad accomodarsi, faccio presente a tutte le persone che sono qui in sala che in una delle pagine del sito dell’Assemblea legislativa, che si chiama “Albo generale delle associazioni”, ci sono dieci righe, molto semplici, di spiegazioni per come fare richiesta per iscriversi per materia alle diverse Commissioni assembleari in cui noi ci dividiamo per approfondire i nostri lavori. Tra l’altro, è possibile farlo due volte all’anno con una procedura molto semplice, che immagino anche il team di avvocati che supporta la rete dei Rifiuti Zero possa fare, in modo che così siamo sicuri che vi arrivino in futuro, visto che noi abbiamo sempre il piacere di ascoltare le opinioni e le osservazioni che ci arrivano da tutti i soggetti. Sappiamo che in materia di rifiuti si confrontano interessi spesso contrastanti, tutti legittimi, e spetta alla politica, poi, fare sintesi e trovare quelle che noi riteniamo le forme migliori. Quindi, vi invito ad andare a vedere. Comunque, la Segreteria della Commissione è disponibile per darvi ulteriori informazioni.

    Prego. Mi scuso se ho preceduto con queste...

     

    Giuseppe VISCHETTI, Confindustria E-R

    No, si figuri.

    Buongiorno a tutti. Grazie della disponibilità e della possibilità di confrontarci su questi importanti temi.

    Io intervengo a nome di Confindustria Emilia-Romagna, come detto. Il mio intervento non sarà incentrato solo sull’aspetto legato alle modalità di gestione dei rifiuti, perché questo provvedimento tratta anche di altri importanti temi che meritano, forse, pari attenzione.

    In generale, rispetto ai contenuti del PdL oggetto della presente udienza conoscitiva e anche alle finalità che sono perseguite attraverso questa disciplina normativa di nuova introduzione, di prossima introduzione, la premessa generale è quella legata al fatto che ogni intervento normativo regolamentare, di qualsivoglia tipologia, la Regione è disponibile a mettere in campo per perseguire l’obiettivo della riduzione degli oneri, siano essi economici che burocratico-amministrativi, per cittadini e imprese è certamente auspicabile, auspicato e ben accetto, soprattutto dal sistema produttivo, a patto, però, che a questi interventi di semplificazione e di alleggerimento si controbilanci una eguale attenzione al tema della qualità dei servizi.

    Senza voler entrare nel piccolo momento polemico che c’è stato pochi minuti fa, ritengo importante anche che questa Regione possa difendere un sistema di gestione dei rifiuti che negli anni quantomeno ha garantito la qualità di un servizio che, forse, in altre parti del Paese non abbiamo potuto testimoniare allo stesso modo.

    Il tema della concorrenza, per chi parla a nome del sistema produttivo delle imprese, ovviamente rappresenta una delle stelle polari dell’azione pratica che, come associazioni di impresa, possiamo portare avanti. Però non ci si può focalizzare su questo tema senza dare la medesima attenzione al tema della qualità dei servizi, che paradossalmente può essere anche più importante di alcuni princìpi comunque condivisi sull’apertura al mercato. Questa apertura al mercato, infatti, in questo primo provvedimento, anche sul tema che poco fa si trattava della gestione dei rifiuti e della quota di recupero di quelli urbani, c’è ed è un primo passo. Lo apprezziamo come sforzo della Regione e come primo momento di superamento, probabilmente, di quello che fino ad oggi è stato un mercato abbastanza chiuso, ma fatto di aziende, di imprese serie che hanno operato bene nella gestione concreta dei servizi.

    Detto questo, invito la Regione, quindi nello specifico l’Assessorato all’ambiente, a portare sicuramente avanti questa linea di indirizzo prestando uguale attenzione anche alla qualità dei servizi attraverso un monitoraggio costante della gestione del servizio stesso, chiunque sarà l’affidatario principale o secondario.

    Venendo, invece, anche al tema del sistema ORSo, di tracciabilità dei rifiuti, che si accompagna anch’esso al tema dell’economia circolare e ne è anche un punto di verifica importante, apprezziamo l’intervento a mitigazione delle sanzioni previste che, come detto dalla collega Zanetti, a volte impatta con meccanismi di gestione non necessariamente semplicissimi che possono, a volte, anche indurre all’errore. Aver ampliato la categoria dei soggetti destinatari di questo onere di comunicazione, ovviamente, ha portato con sé anche una giusta e quantomeno ragionevole diminuzione delle relative sanzioni nei casi in cui vi siano violazioni a questi oneri.

    Ovviamente, auspichiamo – come peraltro riportato letteralmente nel provvedimento – che le sanzioni siano adeguate e proporzionate alla tipologia di violazione commessa e che, quindi, non possano essere trattati in egual misura dei piccoli errori magari di gestione pratica di una comunicazione con la sua, per esempio, completa omissione, che ovviamente ha una gravità ben maggiore.

    Noi, come Confindustria Emilia-Romagna, abbiamo condiviso il percorso che ha portato alla definizione della legge sull’economia circolare e agli obiettivi che essa si prefigge. Sul fronte, però, della semplificazione degli adempimenti amministrativi e burocratici, riteniamo altrettanto che resti ancora abbastanza lavoro da portare avanti e da compiere. In particolare, quello che emerge e che ci viene spesso segnalato dalle nostre imprese è che, a fronte della molteplicità di comunicazioni che, sia in ambito dei rifiuti che, in generale, in ambito ambientale, le attività produttive sono obbligate a indirizzare alle Amministrazioni... Faccio riferimento al MUD, alla responsabilità estesa ai produttori, alle emissioni in atmosfera, a meccanismi di tracciabilità come il SISTRI, che, come sappiamo, ha vissuto di fortune alterne, non è entrato mai a pieno regime e, comunque, ha portato con sé delle attività burocratiche e amministrative in capo alle imprese non da poco. Così come il formulario, per esempio, per l’identificazione dei rifiuti.

    Tutti questi acronimi, che, però, hanno dietro un’attività a cui le imprese dedicano personale e giornate di lavoro, dovrebbero consentire alle Amministrazioni di avere già una buona base di raccolta dati da poter veicolare e far circolare fra di loro, senza necessariamente doverne sempre richiedere una nuova esibizione e produzione ai destinatari dei provvedimenti finali. Su questo fronte, auspichiamo che, così come i soggetti privati (siano essi cittadini o imprese) hanno l’onere, senza possibilità discrezionali, di ottemperare alle disposizioni normative, anche le disposizioni normative che obbligano le Pubbliche amministrazioni a non richiedere dati già in loro possesso possano finalmente trovare, a partire già da questo anno in corso o dal prossimo, un pieno rispetto al loro interno.

    Venendo, poi, al tema dei provvedimenti e delle norme legate alle valutazioni di impatto ambientale, si tratta principalmente – come già affermato – di recepimenti di normative di rango statale. In questo caso, la Regione ha fatto un corretto lavoro di adeguamento della sua normativa e disciplina regionale alle disposizioni del decreto Madia sia per quanto riguarda la Conferenza dei servizi che altri profili di interesse. Su questo aspetto, però, per riprendere il giusto metodo di confronto, auspichiamo che ci possa essere, a volte, minor fretta nel dover portare avanti alcuni provvedimenti e, magari, la possibilità di concertarne i contenuti con i destinatari o con i portatori di interesse, come lo siamo noi, qui presenti oggi in udienza conoscitiva, dando la possibilità, ovviamente, di un confronto di merito anche più agevole, avendo maggior tempo a disposizione, peraltro come auspicato e riconosciuto sia dalle parti private che dalla Regione stessa al momento della sottoscrizione del Patto per il lavoro.

    Una modalità di consultazione costante, quindi non solo a fasi alternate, anche in ragione delle urgenze che siamo costretti, a volte, ad affrontare, è certamente il miglior metodo, a nostro avviso, di confronto da seguire e da continuare anche a perseguire.

    Da ultimo, un breve inciso – e concludo – sull’attività di ARPAE. L’Agenzia in parte esula dai contenuti di questo provvedimento, ma, avendo un chiaro impatto sulla gestione delle attività ambientali della Regione sotto tutti i profili, stiamo registrando che quel percorso di piena autonomia di ARPAE, in termini sia di rilascio dei provvedimenti concessori o autorizzativi sia delle successive attività di controllo, rischia di subire un piccolo rallentamento. Abbiamo registrato sul territorio alcune istanze di questo tipo, non necessariamente solo di parti pubbliche.

    Noi auspichiamo che l’obiettivo di fondo, per il quale avevamo sollecitato, così come altri operatori, una riunione delle attività sia di rilascio dei provvedimenti che di verifica e controllo in capo ad un unico soggetto, prosegua. L’esigenza principale per il mondo produttivo è quella di poter avere una normativa chiara, di univoca interpretazione e di identica applicazione da Piacenza a Rimini, come si suol dire. Auspichiamo che queste eventuali resistenze, che a volte possono emergere dai territori, siano superate.

    Ultimissimo tema, una questione molto attuale legata all’emergenza idrica. C’è stato, in questi giorni, un provvedimento di alcune ARPA territoriali o, meglio, di alcune sedi territoriali di ARPAE Emilia-Romagna, scusate, che hanno disposto dei limiti, delle impossibilità o delle interruzioni agli emungimenti di acque superficiali, sostanzialmente adottando un’ordinanza da un giorno all’altro. Questo aspetto ha rischiato di causare non poche difficoltà ad alcune attività produttive che non possono prescindere dalla disponibilità di acqua e di risorsa idrica per le loro attività. Su questo, tornando al tema che sottolineavo all’inizio, non c’è stata una preventiva comunicazione al mondo produttivo.

    Ovviamente, apprezziamo che questa norma abbia avuto anche la lungimiranza di prevedere delle possibilità di deroga, ma, forse anche in questo caso per la ristrettezza dei tempi, avremmo maggiormente auspicato una possibilità di confronto preliminare maggiore. Indubbiamente, per un futuro è quello che ci auguriamo e siamo sicuri anche che la Regione seguirà.

    Questi sono temi sui quali faremo pervenire anche noi un breve documento scritto.

    Per ora vi ringraziamo dell’attenzione.

     

    Presidente RONTINI.

    Bene. Grazie.

    Abbiamo esaurito gli interventi. Ringrazio gli intervenuti. Sono stati depositati il testo dell’intervento del WWF e un documento della rete Rifiuti Zero. Sia la Cooperazione che Confindustria hanno annunciato di farceli avere. Noi chiederemo anche alla Segreteria della Commissione, visti i tempi stretti, per dare la possibilità anche a tutti i consiglieri che oggi, per altri impegni, non hanno potuto partecipare, di avere al più presto il testo del resoconto integrale (per le udienze conoscitive viene ancora fatto il resoconto integrale, parola per parola, degli interventi), così da metterlo a disposizione di tutti, in modo che la seduta di giovedì prossimo, che si occuperà dell’esame dell’articolato, della discussione generale, sia la più proficua possibile.

    Grazie e buon pomeriggio.

     

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