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Legislatura X - Commissione I - Resoconto del 11/12/2017 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 40

    Seduta dell’11 dicembre 2017

     

    Il giorno 11 dicembre 2017 alle ore 10,30 è convocata in udienza conoscitiva, con nota prot. n. AL.2017.63439 del 4/12/2017, presso l’Aula magna della Regione Emilia-Romagna in Bologna Viale A. Moro n. 30, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    presente

    BERTANI Andrea

    Vicepresidente

    Movimento 5 Stelle

    3

    presente

    POLI Roberto

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    6

    assente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia

    2

    presente

    BOSCHINI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    CALVANO Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CARDINALI Alessandro

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    DELMONTE Gabriele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    1

    assente

    FOTI Tommaso

    Componente

    Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    MOLINARI Gian Luigi

    Componente

    Partito Democratico

    6

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    PRODI Silvia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    PRUCCOLI Giorgio

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    presente

    ZOFFOLI Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri: Stefano CALIANDRO in sostituzione di Roberto POLI e Marcella ZAPPATERRA in sostituzione di Alessandro CARDINALI.

     

    È altresì presente l’assessore al Bilancio, riordino istituzionale, risorse umane, pari opportunità Emma PETITTI.

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Claudia Cattoli

     


    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    sugli oggetti:

     

    5613 - Proposta recante: “Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza regionale - DEFR 2018 e rendicontazione degli obiettivi strategici del DEFR 2016”. (Delibera di Giunta n. 1631 del 23 10 17)

     

    5720 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2018". (Delibera di Giunta n. 1913 del 29 11 17)

     

    5721 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2018-2020 (Legge di stabilità regionale 2018)". (Delibera di Giunta n. 1914 del 29 11 17)

     

    5722 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020". (Delibera di Giunta n.1915 del 29 11 17)

     

    (Relatore consigliere Giuseppe Boschini)

    (Relatore di minoranza consigliere Stefano Bargi)

     

     

    partecipano

     

    Mario

    Bernardi

     

    Segretario Associazione Bancaria Italiana

    Pasquale

    Casadio

     

    C.G.I.L. Emilia-Romagna

    Luigi

    Castagna

     

    Presidente Confservizi Emilia-Romagna

    Fabrizia

    Forni

     

    Resp. relazioni istituzionali CNA Emilia-Romagna

    Alessandro

    Ghetti

     

    Resp. uff. legislativo Coldiretti Emilia-Romagna

    Gianluca

    Giordani

     

    Delegato regionale FIAIP

    Fabrizio

    Matteucci

     

    Direttore ANCI Emilia-Romagna

    Massimo

    Melega

     

    Consigliere Federmanager Bologna-Ravenna

    Rita

    Pareschi

     

    Responsabile ambiente territorio Legacoop E-R

    Marco

    Pasi

     

    Confesercenti Emilia-Romagna

    Giovanni Battista

    Pasini

     

    Presidente UNCEM Emilia-Romagna

    Peri

    Piero

     

    Funzionario C.I.A. E-R per il Tavolo Regionale Imprenditoria

    Massimo

    Roma

     

    Vice presidente nazionale SAPAR

    Luca

    Rossi

     

    Confindustria Emilia-Romagna

    Tino

    Vaccari

     

    Segreteria Confartigianato Emilia-Romagna

    Francesco

    Zanoni

     

    Responsabile aa. pp. Confcooperative Emilia-Romagna

     

     

    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO.

     

     

    Presidente Massimiliano POMPIGNOLI – Presidente della Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali

    Iniziamo questa udienza conoscitiva che, come tutti sapete e come facciamo tutti gli anni, riguarda il bilancio della Regione Emilia-Romagna, con gli oggetti di cui alla convocazione che è stata comunicata. E’ presente l’assessore al bilancio Emma Petitti, alla quale passerò poi la parola per una breve introduzione sull’argomento. Sono presenti i due relatori: il relatore di maggioranza Giuseppe Boschini e il relatore di minoranza Stefano Bargi. Ho visto che si sono iscritte, per poi prendere la parola, alcune associazioni. Ovviamente chi vuole prenotarsi potrà farlo e parlare al microfono. Dopodiché si inizieranno gli interventi propri dell’udienza conoscitiva. Prima di tutto, passerei la parola all’assessore Petitti per l’introduzione sul bilancio e ai due relatori successivamente. Poi si prepari già Luca Rossi per Confindustria, come primo intervento.

     

    Assessore Emma PETITTI – Assessore a Bilancio, riordino istituzionale, risorse umane e pari opportunità

    Grazie, presidente. Come veniva ricordato dal presidente Pompignoli, siamo qui per l’audizione canonica che ci permetterà di confrontarci con tutti voi, con le associazioni, con coloro che hanno accolto il nostro invito su quello che è un bilancio sicuramente importante, che si colloca – lasciatemelo dire; sarò molto rapida, però per flash alcune cose è giusto condividerle con voi – in una fase sicuramente non semplice, per almeno due motivi che riguardano nello specifico anche la nostra Regione. Mi riferisco a tutto il processo di riforma istituzionale che stiamo vivendo, a partire dal lavoro enorme che stiamo facendo rispetto ai temi dell’autonomia, e al contesto, ancora una volta, di finanza pubblica complessiva non semplice. La nota di aggiornamento del DEF nazionale la conoscete. Conferma una serie di indicatori socioeconomici positivi, un significativo incremento del PIL all’1,5% e anche buoni effetti sull’occupazione, ma che sono ancora limitati rispetto alle aspettative. Il quadro complessivo appare positivo. Il quadro dell’Emilia-Romagna in questo contesto nazionale è sicuramente un quadro che eccelle per quanto riguarda i dati della crescita.

    Parlavamo di una finanza pubblica nazionale non semplice, che ha manifestato una serie di difficoltà e che ha portato a chiedere alle Regioni negli anni che abbiamo appena trascorso, nei bilanci che abbiamo condiviso dal 2015 al 2017 un contributo rilevante: oltre 9 miliardi. Dico questo perché anche per il 2018 le Regioni a statuto ordinario sono chiamate ancora a concorrere con circa 2,7 miliardi di euro, anche se poi – e lo vedremo – il DDL bilancio 2018 ha previsto una notevole riduzione del contributo iniziale.

    Il DDL bilancio 2018 prevede che le Regioni realizzino un avanzo nel 2018 di 2,2 miliardi di euro rispetto al 2017. Questo cosa significa? Per noi Emilia-Romagna significa un incremento delle risorse che dovremo accantonare nel 2018. Parliamo di una percentuale del 10% in più. Nel 2017 avevamo 168 milioni. La cifra rispetto all’accantonamento di risorse aumenterà nel 2018 arrivando a 187 milioni. Nel complesso, il taglio è stato, dopo una lunga trattativa... speriamo di poter dare l’intesa come Regione: come sapete non c’è ancora stata l’intesa Stato-Regioni rispetto alla stabilità, contiamo di poterlo fare prima di Natale. Questa trattativa ha portato nel complesso ad un taglio che è stato ridotto da 2,694 miliardi che erano previsti a 300 miliardi.

    La nostra manovra. Quella dell’Emilia-Romagna sappiamo che è una manovra complessiva di circa 12 miliardi, per la precisione 11,865 miliardi. Prevalentemente parliamo di spesa corrente. Avrete visto il nostro bilancio: quando consideriamo tutte le partite di giro, abbiamo un bilancio che ammonta a circa 17 miliardi. Quali sono i pilastri fondamentali, gli asset su cui poggia questa nostra manovra?

    Innanzitutto, anche nel 2018 la Regione Emilia-Romagna manterrà invariata la propria leva fiscale. Un’invarianza della pressione fiscale sicuramente è stato il punto di partenza di questa proposta di bilancio. Le nostre entrate di competenza regionale, entrate libere da vincoli, sono per il 2018 circa 1,75 miliardi. Questa composizione, distribuita tra entrate tributarie, extratributarie e in conto capitale, sostanzialmente è identica a quella del 2017, che era di 1,69 miliardi. Possiamo parlare, quindi, di entrate sostanzialmente stazionarie. Quali sono state, poi, le scelte che hanno caratterizzato in maniera rilevante questa proposta di bilancio? Abbiamo voluto, per il bilancio del 2018, accelerare in maniera importante gli stanziamenti per le quote di cofinanziamento regionale che riguardano i fondi strutturali, quindi tutta la programmazione settennale rispetto alla media di questa programmazione; abbiamo aumentato nel bilancio del 2018 di circa 20 milioni le risorse per il Fondo Sociale Europeo, per il FESR, il PSR, il FEAMP, quote nostre che vengono messe a disposizione. Parliamo di un aumento di 20 milioni. Passiamo dalla media di 59 milioni a 80 milioni nel bilancio del 2018, suddivisi in questo modo: 21 milioni per le attività produttive, quindi per i fondi FESR; Fondo Sociale Europeo, oltre 23 milioni; agricoltura e PSR 29 milioni. Confermiamo i 3 milioni aggiuntivi e i 3 milioni al Fondo per la pesca (FEAMP).

    Come sapete già, uno degli impegni principali di questa Amministrazione riguarda le politiche legate alla realizzazione del Patto per il lavoro sottoscritto più di due anni fa in questa Regione, che ha avuto e sta avendo un forte impatto in termini di riduzione della disoccupazione regionale. Voi sapete anche che dal monitoraggio che abbiamo fatto nel luglio di quest’anno è emerso che sono stati attivati interventi per 15 miliardi di investimenti complessivi. Parliamo di un 11% in più rispetto all’anno precedente. Possiamo anche dire che ad oggi il 70% di quelli attivati e oltre il 90% delle risorse (parliamo di 14,5 miliardi) sono stati concentrati, sono stati destinati tutti alle aree del territorio del lavoro. Per noi, quindi, confermare politiche in linea, coerenti con gli impegni del Patto per il lavoro è sicuramente una delle scelte fondamentali anche di questo bilancio.

    Tra gli altri punti essenziali che caratterizzano questa manovra, sicuramente c’è, anche per questa proposta di bilancio, il contenimento delle spese di funzionamento. Voi sapete che su queste politiche di riduzione della spesa di funzionamento dell’ente abbiamo già, nei bilanci precedenti, individuato risorse importanti. Quest’anno, per quanto riguarda la spesa di funzionamento della macchina regionale, che poi ha a che fare anche con la razionalizzazione di alcuni servizi, un innalzamento di quella che riteniamo essere l’efficienza degli stessi e, comunque, un processo legato alla semplificazione amministrativa, noi riusciamo a mettere a bilancio circa 33 milioni, che in parte derivano dagli oneri finanziari, che comunque riguardano tutto l’ambito del contenimento delle spese di funzionamento. È giusto sottolineare che anche l’Assemblea legislativa riduce i propri costi, rispetto al 2017, di 1,6 milioni aggiuntivi.

    Vi sono, poi, le politiche di investimento. Sapete quanto sono importanti in questa Regione. Per il bilancio pluriennale sono previste spese di investimento in completo autofinanziamento. Parliamo di 208 milioni per il triennio dal 2018 al 2020, di 96 milioni per il 2018, di 69 milioni per il 2019 e di oltre 42 per il 2020. A queste si aggiungeranno nel corso dell’anno anche 42,5 milioni di investimento tramite l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione, ovviamente quando avremo chiuso il conto consuntivo 2017, quindi nella primavera del 2018.

    Se l’economia, se il lavoro, se tutte le misure che permettono di realizzare crescita in questa Regione sono al centro di questo bilancio, sicuramente una voce che continua ad essere rilevante è quella che riguarda le politiche sociali. Continuiamo con un consolidamento, un potenziamento degli interventi sullo stato sociale e sulle politiche di contenimento tariffario attraverso il Fondo per la non autosufficienza. Voglio ricordare che siamo l’unica Regione che mette proprie risorse regionali sul Fondo per la non autosufficienza. Complessivamente, ogni anno le risorse regionali sono pari a 116 milioni, che si aggiungono alle risorse nazionali, per arrivare a 420 milioni all’anno per il Fondo per la non autosufficienza. Anche nel bilancio che presentiamo, l’intervento a sostegno del reddito e del contrasto alla povertà rimane una misura centrale: 35 milioni all’anno che mettiamo anche per il triennio 2018, 2019 e 2020.

    Politiche per l’economia significa sostenere il nostro sistema di piccole e medie imprese e tutto il sistema che ha a che fare con le misure per la competitività del sistema produttivo, il che significa sostenere le nostre leggi regionali sull’attrattività, l’internazionalizzazione e tutti i bandi legati agli incubatori d’impresa. Penso alle start-up che crescono a livello regionale. Per fare questo, abbiamo aumentato nel bilancio del 2018 di 16 milioni le risorse messe a disposizione di queste voci. Passiamo da 4,5 a 16 milioni per la voce legata all’attrattività di impresa, da 1 a 4,1 per la voce legata all’internazionalizzazione, quindi ovviamente tutte le politiche di sviluppo dei prodotti all’estero nei vari settori. I bandi legati agli incubatori d’impresa passano da 0,5 a 2 milioni.

    Sicuramente importanti, come sapete, anche per il numero in crescita legato alle presenze nella nostra Regione, sono tutte le politiche legate al turismo. La nuova legge regionale, la possibilità di declinare anche i fondi nuovi attraverso le destinazioni turistiche ha visto un aumento, un incremento importante rispetto al 2017. Infatti, per queste politiche sono aumentate di oltre 8 milioni le risorse. Parliamo di promo-commercializzazione per più di 2,5 milioni; Destinazioni turistiche, oltre 1 milione; contributi alle imprese per co-marketing, 3 milioni; Piano per la montagna, con risorse destinate proprio al sostegno delle attività di promozione turistica per la montagna, 3 milioni nel triennio. Inoltre, i Confidi per il turismo e per il commercio vedono una crescita rilevante: passiamo da 0,9 a 2,2 e per il commercio da 0,5 a 2 milioni.

    Le politiche per l’agricoltura. Come dicevo prima, si conferma lo stanziamento aggiuntivo che avevamo già previsto nel 2017, legato alle risorse per i bandi che hanno a che fare con le politiche per l’agricoltura. A quello stanziamento aggiuntivo, finalizzato a valorizzare gli ecosistemi dipendenti dell’agricoltura e della selvicoltura, abbiamo interventi aggiuntivi nel bilancio del 2018 legati a voci ben precise, dettate da esigenze dei territori, che riguardano le bonifiche, quindi tutto il sistema delle irrigazioni e il sostegno alla barbabietola da zucchero: 1,250 milioni.

    Vi sono, poi, le politiche per il trasporto. Ovviamente, garantire alle politiche per il territorio i servizi e la qualità dell’offerta dei servizi che abbiamo in questa regione significa poter anche lavorare per migliorare questa qualità rispetto al trasporto pubblico locale sia nel settore autofiloviario che ferroviario. Vengono confermati, per garantire l’attuazione della gara nel 2018, 56 milioni e aumentano nel 2019 di oltre 8 milioni. Sono risorse che riescono ad attivare anche il supporto rispetto a tutti i temi della viabilità. Penso al supporto alle Province. Come sapete, in questi anni abbiamo anche avuto un ruolo di sostegno dei temi legati alla viabilità, alle strade, anche se non erano di nostra competenza. Sostenendo le Province e i Comuni, vengono garantite le risorse che avevamo lo scorso anno, i 3 milioni per le strade e i 4 milioni per la montagna, che sono rivolti proprio alle esigenze particolari della viabilità sul nostro territorio.

    Le politiche per l’ambiente vedono un incremento importante. Le politiche sono inerenti alla messa in sicurezza del territorio, la protezione civile, la prevenzione, la tutela dell’ambiente e della montagna, complessivamente per oltre 62 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2017 di 15 milioni. Gran parte di questo incremento è destinato proprio alla difesa del suolo, della costa e al sostegno al sistema della protezione civile. Parliamo di oltre 9 milioni. Inoltre, è confermato – lo dicevo anche prima – l’impegno rispetto al fondo per la montagna per tutto il triennio, quindi 4 milioni ogni anno per il triennio 2018-2020.

    Le politiche per il diritto allo studio vengono confermate, cioè tutti i fondi regionali di cofinanziamento dei Fondi europei, per oltre 23 milioni di euro. Sono interventi che riguardano voci molto sentite anche dai nostri territori. Parliamo del Fondo disabili, del diritto allo studio, degli interventi per l’edilizia scolastica anche attraverso – questa è stata la scelta che abbiamo fatto – i Fondi nazionali. E poi continua l’aumento rispetto alle politiche della cultura e dello sport che avevamo garantito nel momento in cui ci siamo insediati, di triplicare i Fondi per la cultura. Continuano ad aumentare i contributi per le politiche culturali. Nel bilancio del 2018 sono oltre 4 milioni. Per quali settori? Per alcuni settori particolari che hanno visto anche la nascita di provvedimenti nuovi in questa Regione. Penso al settore musicale, al Fondo regionale per lo spettacolo e ai contributi per la cultura cinematografica. Cresce anche la promozione sportiva, con 1,2 milioni in più rispetto agli incentivi alle istituzioni scolastiche in materia di sport e ai grandi e piccoli eventi che vengono realizzati.

    Le voci principali, quelle che ho voluto sottolineare, hanno in qualche modo un’incidenza e rappresentano delle risposte alle esigenze dei nostri territori. Insieme all’Assemblea legislativa, che ringrazio, abbiamo concordato questo piano di lavoro, iniziato la scorsa settimana, che ci permetterà di approvare un bilancio sicuramente importante – sappiamo che il bilancio del 2018 è sicuramente importante per questa Regione – e di approvarlo entro la fine dell’anno. Ovviamente, ringrazio per il lavoro che stiamo facendo con la Prima Commissione e con le varie Commissioni.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie, assessore. Sì, il bilancio verrà approvato nella seduta dell’Assemblea del 21 dicembre. Questo è il termine per l’approvazione del bilancio in Assemblea. Chiedo al relatore Boschini se vuole intervenire. Prego.

     

    Consigliere Giuseppe BOSCHINI – Relatore della Commissione

    Grazie, presidente. Buongiorno a tutti. Vi ringrazio per la presenza e per il contributo che, come sempre, darete alla messa a punto più di dettaglio di questa manovra. L’assessore è già stato molto analitico nella presentazione. Per cui, rubo soltanto un minuto per fare alcune sottolineature. Naturalmente, i tempi con cui stiamo lavorando sul bilancio – lo avete visto – sono particolarmente compressi, anche più del solito, lo richiamava adesso il presidente, ma risentono anche dell’incertezza del quadro degli accordi non ancora siglati con il Governo centrale. Siamo ancora nella fiducia che possa essere recepita la riduzione a 300 milioni, in particolare con il meccanismo, già concordato in passato, di scambiare una quota di avanzo di amministrazione, che ci viene sempre richiesto di accantonare, con spese in conto capitale che lo Stato ha già programmato e che possono essere messe utilmente a disposizione delle Regioni. È chiaro che le Regioni sono ancora chiamate a fare un overshooting, a fare un sovraccarico particolarmente importante, questo ormai da parecchi anni.

    Dobbiamo rappresentarci, quindi, un bilancio regionale che tradizionalmente ha una parte di spesa discrezionale molto limitata per la forte componente legata alla sanità e all’integrazione sociosanitaria, ma è chiaro che l’accumularsi anno dopo anno di queste manovre e anche delle dinamiche di accantonamento sta rendendo particolarmente difficile la gestione della parte discrezionale, particolarmente limitata la parte discrezionale del nostro bilancio. Nonostante questo, riuscire a fare le manovre che ci ha illustrato l’assessore, quindi riuscire ad incrementare in maniera specifica alcune voci credo sia un risultato da non sottovalutare e che non sia scontato essere riusciti a trovare ancora 33 milioni, sostanzialmente, dentro le dinamiche di razionalizzazione del bilancio per consentire questo margine di manovra e per non finire completamente ingessati.

    Nella sostanza, è un bilancio che va a confermare le grandezze del bilancio iniziale della scorsa annualità, particolarmente per quanto riguarda la sanità, il welfare, eccetera, però riesce, appunto, a delineare alcuni segni, segni che secondo me sono scelti in maniera appropriata rispetto ai dati dell’andamento dell’economia della nostra Regione, per far sì che l’ente Regione sia effettivamente un ente che contribuisce alle dinamiche proprie dell’economia e della società regionale.

    Io ne vedo tre o quattro che forse vale la pena sottolineare. Prometeia ci dice che, probabilmente, chiuderemo il PIL del 2017 a +1,7, quindi qualcosa di più della media nazionale. Quindi, saremo la Regione che, insieme alla Lombardia, cresce di più. Allora ha senso, probabilmente, cercare di spendere qualche risorsa perché il maggior numero di imprese possa agganciarsi a questa dinamica positiva dell’economia. Sappiamo che è più facile per alcune tipologie di imprese e meno facile per altre. In particolare, se leggiamo il secondo dato, che è quello dell’export, che nei primi sei mesi è stato ancora molto positivo (sappiamo tutti che viaggiamo attorno a un +6, forse qualche elemento più di frenata nella seconda parte dell’anno, ma aspettiamo i dati definitivi), anche qui diventa fondamentale supportare le dinamiche di internazionalizzazione e sapere ancora una volta che non per tutte le imprese è facile godere dei vantaggi che vengono dalla globalizzazione dei mercati. Anzi, per molte imprese la globalizzazione, invece di essere un’opportunità, è ancora un rischio. Le risorse che richiamava l’assessore Petitti, sostanzialmente, sono +16 milioni complessivamente sulle attività produttive e sono circa 20 fra attrattività e internazionalizzazione. Credo siano risorse aggiuntive molto importanti per cercare di sostenere queste politiche.

    Abbiamo ancora problemi sul credito, che ha qualche elemento di ripresa, ma ci sono dati ancora critici, in particolare per le piccole e medie imprese, le imprese di dimensioni minori. Credo che, anche qui, fare uno sforzo per potenziare i Confidi sia un elemento utile, leggibile nel nostro bilancio.

    Fra i dati economici su cui puntare c’è, evidentemente, l’espansione del turismo. Il fatto di avere registrato un +6% di presenza italiana quest’estate e un +9% di presenze straniere ci induce non a disinvestire, perché tanto le cose vanno bene, ma a investire ulteriormente. In particolare, la legge sul turismo dell’anno scorso, individuando le destinazioni turistiche come nuovo strumento di promozione, ha bisogno probabilmente di essere sostenuta per agganciarci a questa dinamica positiva. Anche in questo caso, un bilancio che riesce a trovare ulteriori 8 milioni per le destinazioni turistiche è, a mio avviso, un bilancio che fa un’operazione interessante – lo ribadisco – per potenziare i segnali in parte positivi già presenti nella dinamica socioeconomica.

    Interpreto in questo modo anche le risorse che aggiungiamo per la tutela del territorio. Fare sviluppo significa anche prendersi cura del territorio, sia perché, se vogliamo valorizzarlo turisticamente, ci serve un territorio di qualità, ma anche perché è evidente che non possiamo fare soltanto sviluppo economico, senza preoccuparci della sostenibilità. Anche in questo caso, trovare risorse aggiuntive – stiamo parlando, anche qui, più o meno di 9 milioni – per la difesa idrogeologica del suolo, per la valorizzazione della montagna, per le comunicazioni, le strade, senza le quali le imprese che lavorano in quei territori non possono operare, evidentemente, è un elemento importante. Anche i circa 3 milioni aggiuntivi per l’agricoltura sono da leggere in questo quadro perché, oltre a sostenere le imprese, rappresentano una forma di tutela del territorio.

    Queste sono, sostanzialmente, le tre direttrici: sostegno ad un’economia che affronta la globalizzazione, sostegno alla riorganizzazione del nostro sistema turistico e difesa del territorio, qualità del suolo e sostenibilità dello sviluppo. Su queste tre direttrici spero ci possa essere consenso, fermo restando che non andiamo a sguarnire le altre politiche che riguardano la sanità, il welfare, il sostegno alle povertà, che conoscete. Questo sarà più o meno il bilancio che presenteremo. Qualche emendamento è ancora possibile, probabilmente, nella fase di Commissione, ma senza andare a snaturare le direttrici fondamentali.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie, consigliere Boschini. Consigliere Bargi, prego.

     

    Consigliere Stefano BARGI – Relatore di minoranza

    Grazie, presidente. Buongiorno a tutti. Anch’io intervengo veramente due minuti, solo perché è importante ricordare che in queste udienze conoscitive noi abbiamo la possibilità, che a volte magari passa un pò in secondo piano rispetto all’attività politica, di confrontarci con le realtà della nostra società, in particolare dei vari settori che oggi qui voi rappresentate. Sono momenti importanti di confronto, soprattutto per noi che siamo i rappresentanti della società. Non siamo l’organo esecutivo, ma siamo quelli che, all’interno dell’ente Regione, rappresentano gli spaccati di società di cui oggi voi vi fate portavoce.

    Mi riaggancio al punto conclusivo del consigliere Boschini. Siamo al record dell’approvazione dei bilanci: due settimane. La settimana scorsa abbiamo potuto finalmente iniziare l’iter e già oggi ci troviamo in udienza conoscitiva. Abbiamo due giorni davanti a noi in cui verrà esaminato e approvato l’articolato. Capite bene che le difficoltà, anche oggettive, oggi di ascoltare quello che ci proponete e poi di presentarlo sono abbastanza elevate. Il relatore di maggioranza ci dice che non potremo vagliare più di tanto il bilancio. Capite bene che si rischia di rendere meno efficace un’iniziativa che oggi, invece, e mi riaggancio a quello che dicevo all’inizio, secondo me dovrebbe essere molto importante per capire gli spaccati reali.

    Faccio una considerazione più generica. Siamo in una Regione che comincia a presentare qualche indicatore positivo. Abbiamo detto che il PIL cresce più delle altre, anche se parliamo di punti veramente ancora molto piccoli. Cresce un po’ l’occupazione, ma rispetto a tutta una serie di altri dati, che magari non stiamo a snocciolare nei dettagli oggi, ma che bene o male raccogliamo da quelle che sono associazioni di categoria anche rappresentate qui oggi, vediamo che cresce l’occupazione, ma cresce soprattutto il contratto a tempo determinato. Abbiamo una riduzione, una contrazione ancora dei contratti a tempo indeterminato e un aumento nella nostra regione della soglia di povertà. Sempre più famiglie emiliano-romagnole rientrano nella fascia di povertà. Probabilmente qualcosa comincia a muoversi, ma non possiamo né gioire, né dire che siamo fuori da una situazione che è ancora molto complicata, a nostro avviso derivante soprattutto da dieci anni di politiche di austerità imposte – se vogliamo – dall’Unione europea, ma accettate in maniera supina dal nostro Governo centrale e in parte perseguite anche dalla nostra Regione.

    Riteniamo si possa lavorare. Tutte le nostre proposte che, poi, si traducono nei numeri del bilancio portano la Regione ad affrontare una strada piuttosto che un’altra. A nostro avviso, quello che si sta facendo, anche con la misura del reddito di solidarietà, che porta via 33 milioni dal nostro bilancio regionale, anche per il prossimo anno, è una misura che va nella direzione di dire “lavoriamo a valle”, mentre a nostro avviso dovremmo concentrarci a lavorare a monte, cioè sul sistema di imprese, sulla necessità dell’artigianato, sul sistema produttivo regionale che può portare a maggiore occupazione. Piuttosto che mettere una pezza su una situazione di povertà, perché tale è il reddito di solidarietà, credo che le risorse andrebbero impiegate per cercare di sbloccare al meglio quella parte della nostra società che può creare posti di lavoro e consentire alla persona indigente di poter emergere con il proprio lavoro dalla situazione di difficoltà che sta passando. A nostro avviso, quello che si è fatto negli ultimi anni è sempre stato agire a valle. Cerchiamo di tenere un po’ in equilibrio la situazione senza avere la volontà di dire: “Facciamo decollare il Paese”. Basti pensare agli Stati Uniti, che la crisi l’hanno subita per primi, e vedere come stanno viaggiando loro e come, invece, viaggiamo noi, che l’abbiamo subita di riflesso.

    Vorrei citare il dato sull’internazionalizzazione che veniva richiamato prima. Anche qui, è positivo quello che sta avvenendo sul mercato estero. Mi riferisco agli indicatori sul mercato estero della nostra regione. Produciamo prodotti di qualità che hanno saputo, negli anni, far breccia anche nei mercati stranieri, però sarebbe bello ogni tanto parlare anche di mercato interno, cosa che, purtroppo, è assente dalle discussioni della politica - questa, però, è una mia parentesi. Per quanto riguarda l’internazionalizzazione, quest’anno – lo leggo dal documento di bilancio – si parla di 5 milioni sul 2018 per quanto riguarda la commercializzazione delle piccole e medie imprese all’estero e i processi di internazionalizzazione del sistema fieristico. Ricordo che nel 2015 eravamo su cifre almeno doppie rispetto a queste. Cerchiamo di investire sull’internazionalizzazione, ce lo siamo detti sia in questa udienza che nelle Commissioni che in Assemblea. Da quando sono stato eletto, dal bilancio 2015 previsionale, che è il primo che ho potuto vedere fino ad oggi, vi è stato costantemente un calo di risorse. In realtà, o questi progetti non funzionavano bene o, se funzionavano bene, c’è stata la tendenza a portare via risorse da questa voce, a nostro avviso, importante.

    Un ultimo punto, lasciatemelo dire, riguarda il tema della leva fiscale. Un leitmotiv che sentiamo spesso riguarda la leva fiscale invariata. Non credo che oggi sia un merito, nel senso che più alta di così facciamo fatica a immaginarla. È vero che non c’è limite al peggio a questo mondo, però credo che sarebbe un obiettivo poter dire... È ovvio che sto tirando in ballo questioni che impattano soprattutto sulle politiche nazionali. La Regione, purtroppo, da questo punto di vista, può intervenire, ma non può ribaltare le direttive della Comunità europea e la politica nazionale. Sicuramente può prendere una direzione. Ho fatto l’esempio del RES, del reddito di solidarietà. Faccio l’esempio della leva fiscale. Potremmo cominciare a ragionare. L’anno scorso avevamo fatto una proposta, che purtroppo non passò: ragioniamo e prendiamoci un anno. Quando approveremo il bilancio previsionale 2018 ragioneremo, magari, sulla riduzione della leva fiscale. Penso anche solo all’IRAP, potremmo pensare di dare una boccata d’ossigeno in più alle nostre imprese, al nostro sistema produttivo. Sicuramente, è un tipo di misura che va più nella direzione di incentivare il nostro sistema regionale economico piuttosto che mettere la solita pezzolina a valle.

    Queste sono un paio di considerazioni che ho voluto fare in generale sul bilancio. Ascolteremo molto volentieri quello che ci proporrete oggi. Qualora ci siano proposte concrete e particolarmente condivisibili, speriamo di riuscire a introdurle anche nella discussione in Commissione già da domani. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie, consigliere Bargi. La parola al dottor Luca Rossi, di Confindustria Emilia-Romagna, niente di meno che dal pulpito.

     

    Dott. Luca ROSSI – Confindustria Emilia-Romagna

    Grazie mille. Buongiorno a tutti. Come sapete, questa è sempre un’occasione molto importante per fare il punto della situazione sia degli andamenti economici, sia del quadro delle politiche regionali. Come è già stato ricordato, questo bilancio arriva in un momento positivo di ripresa. Nei giorni scorsi il nostro presidente ha, peraltro, dichiarato come forse sia anche raggiungibile un’ipotesi di crescita del PIL regionale al 2% a fine anno, o molto vicino. Si tratta, però, di una cifra e di una crescita assolutamente non consolidata e, soprattutto, non ancora diffusa su tutti i territori e in tutte le tipologie di imprese, in tutte le tipologie di “fasce” di persone e di famiglie. È anche la conferma, però, che politiche positive e importanti, tanto a livello nazionale quanto a livello regionale, sono in grado di mettere in atto dinamiche positive e di accelerare gli investimenti, l’occupazione e la crescita dell’economia. Occorre, però, tenere particolarmente alta la guardia in questo momento e, laddove possibile, rafforzare in misura strutturale questo tipo di interventi. Se è vero che anche le prospettive per il 2018 restano in terreno positivo, è da tutti atteso un rallentamento non solo dell’economia nazionale, ma anche di quella europea e, in generale, del commercio mondiale. Sappiamo, per gli effetti che ha l’export sulla nostra crescita, che un rallentamento del commercio mondiale può, purtroppo, tradursi in termini di effetti negativi sulle aziende dell’Emilia-Romagna e sull’intera filiera.

    È un bilancio importante anche per altre ragioni. Intanto perché arriva a metà della legislatura, quindi è anche un’occasione per fare un po’ il punto delle politiche per il Patto per il lavoro, le cui direttrici principali l’assessore ha peraltro richiamato nel suo intervento di apertura. È anche un bilancio – se mi consentite l’annotazione politica – preelettorale dal punto di vista nazionale, quindi la necessità di confermare, tenere ben dritta la barra rispetto agli obiettivi, alle traiettorie, alla direzione delle politiche che questa Regione ha identificato – in particolare penso a quelle che ci riguardano più direttamente – per lo sviluppo, la crescita e l’occupazione in un periodo in cui, ovviamente, le tentazioni e la ricerca del consenso potrebbero talvolta spingerci, anche a livello territoriale e locale, in direzioni opposte o diverse dalle traiettorie di medio-lungo periodo che sono state condivise.

    Soprattutto, è anche il bilancio – magari l’ultimo – che precede un’ipotesi di autonomia rafforzata in attuazione dell’articolo 116 della Costituzione. Questo passaggio è particolarmente importante. Veniva ricordata prima, anche dal consigliere Bargi, la brevità del tempo che è stato dedicato, in buona parte anche per ragioni “esogene” alla Regione, alla messa a punto e al confronto su questo bilancio. Credo che il tema dell’autonomia rafforzata potrebbe essere in grado di creare le condizioni per un bilancio con meno vincoli, maggiore flessibilità e con più spazi per la politica e per le politiche della Regione, in qualche modo immaginando un bilancio che possa essere preceduto da un confronto, da un dibattito approfondito e dettagliato rispetto all’allocazione delle risorse, come fosse un vero e proprio budget della Regione, includendo anche quelle voci di spesa che oggi non sono oggetto di concertazione e di confronto con le forze sociali (penso alla sanità, ai trasporti o a altre voci, spesso oggi, peraltro, in gran parte vincolate). Questo potrebbe anche avvenire, finalmente, una volta tanto, in un quadro finanziario nazionale con numeri certi e stabili. Questo anche perché, purtroppo, ormai da anni, ci portiamo dietro una serie di assurdità su cui abbiamo tentato più volte, d’intesa sia con la maggioranza sia con l’opposizione, con la Giunta, con Confindustria a livello nazionale, di intervenire, ma senza fortuna rispetto – dicevo – alle assurdità connesse alle norme sul pareggio di bilancio, sulla gestione degli avanzi, cui taluni aspetti applicativi sono totalmente incomprensibili oltre che privi di effetti concreti. Ci troviamo, ad esempio, lo abbiamo visto qualche tempo fa, con un Fondo rotativo dedicato a un tema importante, come gli investimenti ambientali, bloccato, giacente da anni nel bilancio regionale, che non può essere riutilizzato proprio in relazione al fatto che questi soldi non possono essere spesi.

    L’assessore ha richiamato alcuni punti positivi e molto importanti, dal nostro punto di vista. Li ricordo molto rapidamente, senza entrare nel dettaglio. Uno è certamente l’aumento del cofinanziamento dei fondi strutturali per cogliere l’opportunità di accelerare la spesa, anche rispetto alla possibilità del raggiungimento degli obiettivi di spesa previsti, che danno accesso alle successive eventuali premialità, ma più in generale per accelerare l’attuazione delle politiche in questa fase. Altri punti riguardano un aumento complessivo delle risorse per le attività produttive, uno stanziamento importante sulla legge n. 14, su cui – come è avvenuto fino ad ora – credo sia opportuno segnalare alla politica e alla Giunta, cogliendo questa occasione (lo abbiamo già fatto, ovviamente, anche direttamente), la necessità di considerare questo uno strumento molto flessibile, in grado di essere utilizzato anche dal punto di vista finanziario per cogliere opportunità importanti che dovessero presentarsi anche all’improvviso, come talvolta capita, rispetto alle scelte di investimento di alcune imprese che, però, come è avvenuto in questi anni, hanno portato sul nostro territorio investimenti importanti, occupazione di qualità e un impatto rilevante sui territori e sull’intera filiera in cui sono state coinvolte.

    Ci sono risorse aggiuntive per l’internazionalizzazione. Certo, gli obiettivi sono quelli che venivano ricordati prima, quindi la possibilità di poter contare strutturalmente su almeno 10, 12, 15 milioni di euro tra fondi strutturali e risorse proprie annualmente da destinare alle imprese, perché, se da un lato abbiamo la necessità di sostenere quelle imprese che già all’estero continuano ad operare, dall’altro uno degli obiettivi del Patto era chiaramente identificato come quello della necessità di aumentare il numero di imprese che esportano, tema assolutamente delicato su cui peraltro è molto difficile avere impatto rilevante se non con risorse particolarmente elevate.

    Infine, una sollecitazione e un’annotazione puntuale. La sollecitazione riguarda il tema dell’economia circolare, degli investimenti e dello sviluppo sostenibile nell’ambiente. C’è una legge regionale approvata non più tardi di un anno e mezzo, due anni fa. Il tema è particolarmente importante. Rileviamo un clima particolarmente favorevole dal punto di vista delle imprese rispetto alla possibilità di investire su questo tema e quindi richiamiamo ancora una volta l’urgenza di poter prevedere risorse ad hoc per sostenere gli investimenti delle imprese in questo campo. In questo ambito può essere avviata un’operazione importante, magari anche d’intesa con il Governo e con le politiche nazionali, in linea o simile a quella che è avvenuta per Industria 4.0 o che sta avvenendo per Industria 4.0. C’è una grande stagione di investimenti collegata al tema della sostenibilità.

    Infine, ho una sollecitazione e un’osservazione di carattere molto puntuale e molto tecnico, ma per noi importante, che riguarda una disposizione, in particolare l’articolo 22 collegato alla legge finanziaria, anzi contenuto nella legge finanziaria collegata alle norme di bilancio che, di fatto, delega alla Giunta la revisione del sistema delle concessioni delle acque minerali e del loro ammontare. È in corso attualmente un confronto con l’assessorato competente e con le imprese dal quale sta emergendo, purtroppo, un settore imprenditoriale e un sistema di imprese che ha margini contentissimi e quindi il tema del canone in questione, che peraltro incide in misura assolutamente marginale nelle entrate della Regione, rischierebbe, se incrementato, in modo non attento rispetto alle dinamiche di quel settore, semplicemente di mettere fuori mercato alcune imprese che in quell’ambito operano. La norma è in questo caso assolutamente generica rispetto a quale criterio applicare. Vorremmo cogliere questa occasione per sottolineare come sia probabilmente opportuno, come peraltro avviene nella gran parte delle altre Regioni, anche per non introdurre eventuali distorsioni dal punto di vista competitivo, utilizzare il criterio del metro cubo di acqua imbottigliata, che è quello, secondo noi, più rilevante e significativo per le imprese del settore. Con questa piccola annotazione, puntuale e precisa, ma rilevante, visto che è contenuta nella legge finanziaria, vi ringrazio.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Ringrazio il dottor Luca Rossi. La parola a Tino Vaccari, Confartigianato Emilia-Romagna. Prego. Si prepari Marco Pasi, Confesercenti. Buongiorno e benvenuto.

     

    Dott. Tino VACCARI – Segreteria Confartigianato Emilia-Romagna

    Grazie. Farò rapidamente alcune considerazioni intanto sul contesto dove avviene questo bilancio di previsione 2018 e una valutazione sulla ripresa economica che anche noi condividiamo e che c’è sicuramente, lo dimostrano i dati sul PIL, sul manifatturiero, sull’export, sul turismo e sull’occupazione.

    Sono molte luci, però, attenzione, ci sono anche delle ombre. Lo ricordava opportunamente prima il consigliere Boschini. Tra le ombre, ad esempio, c’è un discorso settoriale. Io rappresento un settore, quello dell’artigianato e della piccola e micro impresa, che ha pagato un prezzo elevatissimo agli otto anni di crisi. In questa Regione noi abbiamo perso 18.600 imprese, 34.000 addetti. Questo non va mai dimenticato. Questo calo si è ridotto, ormai si è quasi fermato, fortunatamente il settore ha ancora più di 130.000 imprese in Emilia-Romagna, però questa è stata una batosta enorme e questo, ripeto, non va dimenticato, anche perché noi rappresentiamo questo settore di imprese, le piccole e le micro, cioè quelle con meno di dieci dipendenti, che sono il 96% delle imprese in Emilia-Romagna. Questo non va mai dimenticato. I motivi che hanno accentuato questa crisi di questo settore sono anche, tra gli altri, soprattutto una lenta ripresa degli investimenti, perché è ancora negativo l’accesso al credito e si rileva ancora una debole ripresa del mercato interno. Sono due fattori che pesano molto sulla piccola e sulla micro, che pur partecipa alla componente export. Gli artigiani, per esempio, partecipano per il 20% all’export. È una quota secondaria, però è chiaro che sono molto legati anche al mercato interno gli investimenti.

    Gli investimenti sono molto condizionati dalla difficoltà di accesso al credito. Voglio solo dare un dato. È bene avere consapevolezza anche in che acqua si nuota. In Emilia-Romagna gli ultimi dati di Bankitalia (settembre di quest’anno) ci dicono che in Emilia-Romagna al sistema delle imprese sono stati concessi 92,6 miliardi del totale. Sono oltre 400.000 le imprese in Emilia-Romagna. All’artigianato, che è il 31%, un terzo di tutte le imprese, sono andati 42 miliardi, cioè il 4,9 che è bene ricordare in quest’aula, pur rappresentando il 31% delle imprese, il 20% dell’export e il 14% del PIL. Lì ci sono i motivi per cui si è investito poco, perché, ripeto, l’accesso al credito è stato drasticamente… quello agevolato non ne parliamo. Anche nella nostra Regione è passato dal 17%, percentuale di anni pre-crisi, al 3% attuale. Qui incidono molto anche scelte di carattere legislativo. Ad esempio, per stare nella nostra Regione spesso i bandi dei fondi comunitari, i bandi POR, che sono molto burocratici, spesso non per colpa della Regione (ma perché ce lo dimentichiamo, ma la burocrazia di Bruxelles non è da meno di quella italiana o di quella di Bologna, stiamo attenti). Di fatto, queste burocrazie rendono più difficile per le piccole e per le micro l’accesso a queste agevolazioni, perché sono tagliate più per imprese di media e grande dimensione.

    Per quanto riguarda, in particolare, le scelte del bilancio 2018, noi come Confartigianato condividiamo molte delle scelte strategiche contenute in questo bilancio. Già l’hanno detto altri. Anzitutto la pressione fiscale immutata. È vero, uno spera sempre che possa anche calare, per l’amor di Dio, magari, anche noi faremo il tifo per questo. Però, con l’aria che tira è già importante non aumentarla. Lo dico anche perché le nostre associazioni a livello nazionale non solo Confartigianato, vista anche la stessa CNA che fa anche tutti i giorni pubblicità sui giornali, sono molto mobilitati proprio sulla questione fiscale. Pensiamo, ad esempio, all’IMU per i capannoni, ai macchinari. La categoria sente molto questo tema della pressione fiscale, per cui almeno qui, a livello regionale, non abbiamo degli aumenti.

    Così come conveniamo sul contenimento della spesa corrente e la spesa di funzionamento. Naturalmente da parte nostra c’è sempre una sollecitazione per accompagnare questo contenimento della spesa corrente anche a procedure sempre meno burocratiche. Cerchiamo sempre di alleggerire il più possibile la burocrazia che grava anche sulle imprese, specialmente quelle più piccole. Ancora, condividiamo le politiche di investimento, che sono contenute in questo bilancio. Riteniamo alcune qualificati. È già stata detta, e anche noi la sottolineiamo, quella per le spese per il dissesto idrogeologico che è molto importante in alcune realtà. Noi, ad esempio, abbiamo notato che non solo la categoria è penalizzata, ma dentro la categoria, l’hanno già detto altri, anche a seconda dei territori dove opera, ad esempio, i territori di montagna, c’è una maggiore penalizzazione delle piccole e delle micro imprese che operano in queste situazioni territoriali, quindi anche le attività, le spese, gli investimenti per il dissesto idrogeologico sono importanti come quelle per il trasporto pubblico.

    Siamo d’accordo nel campo sociale e cito, in particolare, il Fondo per la non autosufficienza. Siamo in sostanza d’accordo nel continuare politiche in cui ci siamo riconosciuti firmando questo Patto, il Patto per il lavoro, che, come Confartigianato, riteniamo una scelta strategica valida che va sostenuta anche con risorse adeguate nel bilancio per ridurre ancora la disoccupazione. Abbiamo questo obiettivo mitico di andare sotto il 6%, magari. Questo sarebbe un ottimo obiettivo anche per fare investimenti, ma soprattutto per rendere più diffusa questa crescita soprattutto per i piccoli e per i micro. Da questo punto di vista anche noi abbiamo sostenuto l’iniziativa dell’autonomia rafforzata, il riordino istituzionale, l’utilizzo dell’articolo 116 della Costituzione. Ricordo, tra l’altro – l’assessore Petitti è molto esperta in questo – che ci sono anche due fondi dentro questa trattativa che interessano molto. Uno è il Fondo sull’innovazione e la ricerca e l’altro è il Fondo di garanzia per le PMI. A noi interesserebbe molto se in questa trattativa di autonomia rafforzata portassimo a casa anche questi interventi.

    Per quanto riguarda, e finisco, in sintesi, gli interventi specifici sulle strutture e sulle attività produttive, soprattutto per le piccole e per le micro imprese, sono importanti gli impegni preannunciati dalla Giunta regionale. Sono affermazioni che condividiamo. Si tratta, poi, di metterle in pratica e cioè dal 1° gennaio rapidamente partire all’attuazione di questi impegni che, ripeto, noi condividiamo molto.

    Il primo è l’attivazione della Misura 3.1.1 del POR FESR sugli investimenti per le piccole e per le micro imprese, sugli investimenti con contributo a fondo perduto più garanzia per l’accesso al credito da parte sia dei Confidi che della Cassa depositi e prestiti. Questa sarebbe una novità a livello nazionale che si farebbe in Emilia-Romagna coinvolgendo questa importante istituzione. Io partirei subito da calcoli fatti anche dalle associazioni assieme all’assessorato competente: si potrebbe arrivare a circa 150 milioni di investimenti attivabili con questa Misura, una sorta di Industria 4.0 per i piccoli e per i micro, perché a quella dello Stato fanno un po’ fatica ad accedere le piccole e le micro.

    Condividiamo e auspichiamo questo rilancio della capitalizzazione dei Confidi, il rifinanziamento anche delle misure per il microcredito anche qui tenendo presente che alcune riforme preannunciate a livello nazionale tardano a concretizzarsi. Quella più importante, che è la riforma del Fondo centrale di garanzia, sulla quale il ministro Calenda ogni volta dice che la legge c’è, non è ancora entrata in vigore perché manca sempre il solito decreto attuativo, la circolare ministeriale, eccetera. Invece, noi ne abbiamo molto bisogno. Nell’attesa è molto opportuno l’intervento della Regione per rilanciare l’attività di questi importanti strumenti per l’accesso al credito.

    È importante il rifinanziamento del Fondo Starter per le neo imprese e anche i 4 milioni in più, se ho capito bene sono in più, come diceva l’assessore Petitti, per l’internazionalizzazione, ricordandosi anche dei consorzi export e delle loro attività promozionali perché ha ragione, diceva prima mi sembra il consigliere Boschini, che le piccole e le micro non è che hanno la possibilità di andare sui mercati internazionali come le medie o le grandi, hanno bisogno di reti, di consorzi, eccetera e quindi occorrono interventi su misura per questo target di imprese.

    Finisco con una richiesta, se volete, piccola nella sua dimensione di numeri. È un rifinanziamento della legge che abbiamo noi. Abbiamo una buona legge regionale, la legge regionale n. 1 del 2010, che è la legge sull’artigianato, che, ripeto, molte Regioni ci invidiano, ma c’è un piccolo particolare: non viene rifinanziata. Anche quest’anno nel bilancio troviamo i soliti 250.000 euro. Non siamo neanche al milione. Magari avere i milioni! Per noi sono un’utopia. In passato, qualche consigliere regionale – vedo Boschini e Sabattini – si è attivato per fare qualche emendamento in Aula per cercare di… Ecco, lo chiedo prima. Noi, come Confartigianato, lo chiediamo prima. Chiediamo se fosse possibile il raddoppio di questa cifra. Ripeto, non sconvolgono il bilancio altri 250.000 euro per progetti promozionali a favore di un target dell’artigianato importante. Cito, ad esempio, l’artigianato artistico tradizionale che rischia di scomparire, con anche tutto un aspetto culturale che sta dietro a queste piccole e micro imprese artigiane. Sarebbe importante poter avere più risorse. Quindi, confido in qualche emendamento nella discussione in Aula da parte di qualche consigliere regionale. La cifra è irrisoria, ma è un segnale di attenzione, un segnale anche di sensibilità verso le 130.000 imprese dell’artigianato di questa Regione.

    Infine, auspichiamo un intervento sulla formazione e l’apprendistato, non solo per le competenze necessarie, le competenze digitali, Industria 4.0, ma anche per il sostegno alla formazione professionalizzante nell’apprendistato. Tenete conto che il nostro settore utilizza… L’Emilia-Romagna è prima in Italia per la creazione di posti di lavoro attraverso l’apprendistato nel settore delle imprese artigiane. Auspichiamo anche qui un intervento adeguato.

    Il 2018 – lo sottolineiamo – deve aprire un momento di svolta nelle politiche regionali di sostegno al sistema delle imprese, con una particolare attenzione alle piccole e alle micro, utilizzando sia risorse comunitarie che risorse proprie della Regione. Per noi è importante questo passaggio che diceva l’assessore Petitti, da 50 a 80 milioni nel cofinanziamento. Faccio solo presente, e finisco davvero, che qui stiamo spendendo risorse importanti con il rischio, però, che gli ultimi anni di programmazione 2019-2020 ci troviamo molto scoperti anche in prospettiva della nuova programmazione comunitaria. Proprio qui a Bologna è stato fatto un convegno poche settimane fa a livello nazionale con gli esperti di Bruxelles, che ci hanno già anticipato che nella nuova programmazione ci saranno meno risorse, se non altro perché con la Brexit non avremo i soldi della Gran Bretagna. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie. La parola al dottor Marco Pasi, Confesercenti.

     

    Dott. Marco PASI – Confesercenti Emilia-Romagna

    Buongiorno a tutti. Grazie, presidente. Ringrazio i consiglieri e la Commissione per questo momento di confronto che è uno dei più importanti dell’anno. Quest’anno rischia di esserlo particolarmente per almeno tre ordini di fattori. Il primo è già stato ricordato, è di natura politica. Effettivamente è l’ultimo bilancio che riusciamo probabilmente a fare prima di entrare nella stagione delle elezioni, quelle politiche e a seguire quelle regionali, eccetera. Da un punto di vista amministrativo, idem, perché il percorso sull’art. 116 della Costituzione, se avrà l’esito che auspichiamo, cambierà radicalmente il metodo di concertazione e di confronto, credo, fra la politica e il mondo della rappresentanza in senso ampio. Ma anche da un punto di vista delle risorse, lo ha ricordato molto bene chi mi ha preceduto, noi abbiamo fatto una scelta politica tutti assieme, quella di impegnare molte risorse dei fondi strutturali nei primi anni di programmazione per dare un impulso a quello che inizialmente sembrava un auspicio di ripresa e che poi pian piano si sta consolidando. Rischiamo effettivamente, già dagli ultimi anni, di avere qualche problema di disponibilità e quindi questo effettivamente, anche da questo punto di vista, è un bilancio particolarmente rilevante.

    Sui principi abbiamo già avuto modo di esprimerci con l’assessore Petitti. Per quello che riguarda la mia associazione c’è condivisione. Il no all’aumento dell’imposizione regionale è chiaro che non ci può trovare che concordi, anche se avremmo bisogno di capire la rimodulazione dell’aliquota IRPEF regionale che è stata introdotta un paio d’anni fa, l’impatto che ha avuto sulle diverse categorie di cittadini. Era una richiesta che era stata fatta anche come Tavolo regionale dell’imprenditoria, quella di avere un momento di analisi e di approfondimento su questo tema una volta che fosse stato introdotto e forse sarebbero dati che sarebbe utile fossero messi a disposizione: l’applicazione del Patto per il lavoro, anche se, permettetemi, non lo consideriamo alla stregua dei Vangeli o del Corano, si può anche ammettere alle volte che qualche cosa va adeguato. Però, è chiaro che rimane comunque una barra a cui facciamo riferimento. C’è il contenimento della spesa e quindi il recupero di risorse poi da rimettere in circolo. Sui principi non si può che essere d’accordo, per quel che ci riguarda.

    Nello specifico è chiaro che la lettura è anche complessa. La mole delle cose che ci avete dato da studiare è considerevole. Noi ci limitiamo a esprimere alcuni principi che poi è compito dei consiglieri, naturalmente, se li condividono, andare ad applicarli in modo uguale. Anche qui abbiamo nei confronti dell’assessorato già espresso una sostanziale condivisione, sia per quel che riguarda il settore del turismo, sia, in parte, per quello che riguarda il commercio e le attività del terziario. La dotazione di risorse messe a disposizione di un turismo, che finalmente, da un paio di anni, viene considerato un settore strategico per la ripresa economica, alla stregua di un vero e proprio settore industriale, è soddisfacente ed è anche importante sostenere il tema delle destinazioni turistiche, la nuova legge che adesso vede molto entusiasmo, ma è nella fase iniziale. Questo entusiasmo va coltivato. Bisogna anche evitare che – lo dico abbastanza chiaramente – le risorse a disposizione vadano ad alimentare esclusivamente delle macchine per il loro funzionamento. Abbiamo bisogno che queste risorse si trasformino realmente in attivatori di opportunità. Però, ci siamo.

    È anche importante sostenere l’investimento rilevante per l’Appennino, che deriva dall’accordo siglato recentemente sia con la Regione Toscana che con il Ministero, che mette a disposizione risorse importanti in gran parte da destinare alla realizzazione del nuovo collegamento con il settore toscano, con Le Scale, perché è un’opportunità che credo non debba essere persa. È un’opera che può essere al servizio non solo del turismo e non tanto del turismo invernale, ma bisogna vederla e leggerla come un’opera a sostegno complessivamente del turismo per tutto l’arco dell’anno che può permettere a una tipologia di utenza oggi esclusa dalla fruizione della montagna di fruire, invece, di quei territori, ma sicuramente è in grado di dare impulso alle attività di quel territorio e quindi permettere la permanenza delle persone sul territorio montano e da lì in poi produrre quegli effetti benefici che ben conosciamo sulla salvaguardia del territorio, eccetera, eccetera. Non mi dilungo perché è un tema abbastanza noto.

    Per quel che riguarda il commercio nello specifico, è importante dare gambe alla recente legge che ha modificato la legge sul commercio, quindi ha rispolverato il tema degli esercizi polifunzionali che hanno bisogno per oggi di gambe e di sostegno economico per funzionare. Tuttavia, è un tema su cui noi crediamo, siamo anche disposti a investire delle nostre risorse per cercare di dare effettivamente una prospettiva a questa tipologia d’impresa. È importante la disponibilità per i Confidi del commercio. Anche se è vero che aumentano, nel 2016 sono stati potati in modo abbastanza consistente. Quindi, sarebbe auspicabile, anche magari con la manovra di assestamento, che si tornasse ai valori del 2016.

    Così come è importante, non solo per il commercio, ma anche per il turismo e in particolare per tutto il mondo della micro impresa, il tema che veniva sollevato sull’apprendistato, che è una misura apparentemente che tocca di sponda il sistema delle imprese, ma che, invece, è molto importante soprattutto per le micro imprese, perché è in grado di dare reali opportunità non solo alla creazione di competenze nelle persone, ma di far sì che queste competenze poi diventino immediatamente spendibili nel mondo del lavoro e all’interno dell’impresa. È chiaro che questa è una battaglia molto solitaria, perché l’Emilia-Romagna ha formato 33.000 apprendisti nel professionalizzante nel 2016. La Lombardia, che è di gran lunga la Regione che occupa più apprendisti all’anno, perché nel 2016 ne ha contrattualizzati quasi 90.000, ne ha formati 19.000. Quindi, è chiaro che non vi parlo delle altre Regioni che hanno numeri molto lontani. È chiaro che nella formazione per gli apprendisti rischiamo di essere l’unica Regione che in qualche modo crede in questo valore e si capisce bene perché il Ministero ogni anno abbassi e diminuisca le risorse a disposizione. Però, proprio per questo e proprio perché abbiamo messo in piedi un sistema formativo in questo settore, che ha rappresentato un valore importantissimo per il sistema delle imprese, sarebbe un peccato non alimentarlo. Assessore Petitti, magari l’avrà sentito dire già tante volte, e probabilmente sorride per non sbuffare, però è veramente un peccato che nelle pieghe del bilancio della Regione non si trovino risorse proprie per sostenere questo sistema. Le uniche risorse sono poche e derivano dal Fondo sociale europeo che, peraltro, non può, proprio per motivi normativi, finanziare interamente questo tipo di formazione. Noi auspichiamo che il tema venga ripreso in sede di discussione e su questo si decida nuovamente di investire.

    C’è, poi, il collegato alla finanziaria che per noi apparentemente contiene piccoli aggiustamenti. Però, in realtà, sono cose che per i nostri settori hanno un grandissimo valore. Molto bene tutto il tema della semplificazione che viene introdotto nel turismo, perché anche nella semplificazione spesso si annida il sostegno allo sviluppo dell’impresa. Togliere oneri che spesso raddoppiano gli adempimenti libera delle risorse, del tempo agli imprenditori da dedicare poi allo sviluppo dell’impresa. Molto bene l’introduzione della quinta stella per i campeggi. Adesso vado al di là del compito dell’Assemblea legislativa. Una volta, però, introdotta la quinta stella bisogna che la Giunta, in fretta, dia gambe al provvedimento e quindi emani la delibera con l’individuazione dei criteri perché questo permette a questo tipo di impresa di agganciarsi a tutto il tema della promozione turistica per la stagione 2018. È una cosa tecnica, che però viene predisposta in queste settimane. Per cui, dare la possibilità a questa tipologia di imprese – ne abbiamo parecchie in Regione – di dotarsi della quinta stella naturalmente permette a loro di proporsi nei mercati internazionali, nei loro materiali promozionali già con questa classificazione che nei mercati, soprattutto del nord Europa, è molto apprezzata.

    Molto bene la regolamentazione delle vendite promozionali. Scusate se entro anche in piccoli dettagli, però è un po’ una cosa che abbiamo chiesto assieme alle altre associazioni, anche dei nostri settori. Era stata introdotta con una delibera di Giunta che però abbiamo visto tiene fino a un certo punto, anche perché mancava tutto l’apparato sanzionatorio. Introdurlo con un provvedimento di legge, invece, è una cosa che abbiamo chiesto e condividiamo molto. Sarebbe auspicabile approvarla così com’è stata proposta, perché uno dei problemi che l’anno scorso abbiamo avuto e probabilmente avremo anche quest’anno è il tema delle deroghe. Abbiamo chiesto di non prevederle, abbiamo visto che il testo viene proposto così, ci terremmo che non venisse modificato. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie a lei. La parola a Piero Peri, CIA Emilia-Romagna. Si prepari Giovanni Pasini di UNCEM.

     

    Dott. Piero PERI – Funzionario CIA Emilia-Romagna per il Tavolo regionale dell’imprenditoria

    Buongiorno e grazie a tutti per la possibilità che ci date di intervenire. Intervengo a nome del TRI (Tavolo regionale per l’imprenditoria). Già alcuni interventi mi hanno proceduto e quindi sarò molto breve per non ripetere cose già dette da alcuni colleghi che, ovviamente, condividiamo e sulle quali c’è condivisione generale.

    Noi, sostanzialmente, come Tavolo regionale per l’imprenditoria condividiamo le scelte fondamentali che caratterizzano questa proposta di bilancio 2018, a cominciare dalle invarianze della pressione fiscale, pur con tutti i distinguo che sono stati evidenziati. Reitero la richiesta già fatta anche dal collega che mi ha preceduto, di avere l’occasione e la possibilità di valutare gli impatti della manovra fatta due anni fa di rimodulazione delle aliquote. Condividiamo la proposta di contenimento delle spese di funzionamento da destinare alle spese per investimenti, così come riteniamo importante il finanziamento rilevante di 116 milioni del Fondo per la non autosufficienza e i 35 milioni per le persone in difficoltà, perché queste sono scelte di politica sociale che anche il mondo delle imprese condivide ritenendola una condizione imprescindibile per lo sviluppo equilibrato dell’economia della società. Tutti i soggetti possono avere i sostegni necessari e possono avere uguali condizioni per poter accedere all’occupazione e avere un reddito minimo a disposizione. In ultimo, condividiamo l’aumento delle risorse ai fondi strutturali, così come al trasporto pubblico locale e al dissesto idrogeologico per evidenti ragioni che sono sotto gli occhi di tutti noi quando intervengono fenomeni atmosferici oltre il normale, cose che oggi di frequente sovvengono.

    Per quanto riguarda i fondi strutturali legati al turismo, all’attrattività, all’internazionalizzazione, le informazioni date dall’assessore e da altri intervenuti rispetto alla distribuzione e assegnazione dei fondi, in particolare l’incremento al fondo della internazionalizzazione dai milioni e rotti dell’anno precedente ai 4 milioni che sono stati pronunciati ci rincuora, perché ovviamente per il mondo delle imprese (piccole, medie e micro imprese che rappresentiamo) è questa la parte che noi riteniamo più rilevante, con l’auspicio che possa essere ulteriormente incrementata già con questa previsione di bilancio e nel successivo assestamento, ma auspicabilmente nei bilanci che potranno venire, perché è da qui che parte buona parte dello sviluppo della crescita e quindi anche di un tessuto portante territoriale della nostra Regione.

    La situazione economica che stiamo attraversando è stata già ben illustrata da altri. Gli incrementi del PIL dell’oltre 1,7% dell’occupazione conseguente sicuramente migliorano le prospettive. Però, ovviamente, ce ne sono ancora. Il lungo periodo della crisi economica – gli otto anni che prima si richiamavano – ha lasciato dei segni profondi e pesanti anche nel nostro tessuto economico e sociale. Permanere l’elevata precarietà del lavoro, fenomeno questo estremamente preoccupante per le aspettative, la prospettiva, la certezza anche che deve avere ogni persona e ogni famiglia. Il settore commerciale stenta ad agganciare la ripresa. Il settore delle costruzioni è ancora in profonda crisi.

    Apro una piccola parentesi per dire che il mondo delle associazioni, che si riconosce nel TRI, che segue questo particolare settore economico importante per la nostra Regione, ha delle aspettative rispetto a questo argomento che esula dalla discussione di oggi rispetto all’approvazione della nuova legge urbanistica. C’è stata al riguardo una lunga fase di confronto, che ha interessato tutto l’anno e anche buona parte dello scorso anno. L’auspicio che noi facciamo – e qui chiudo – è che il testo che approverà l’Assemblea legislativa la settimana prossima, ci pare, confermi per buona parte il testo che si era convenuto e che si era concordato. Ognuno fa le proprie valutazioni e considerazioni. Questo è un inciso che faccio qui fuori sacco.

    Per quanto riguarda i settori economici, lo stesso settore agricolo, che io rappresento in maniera forzata, sta attraversando da anni un lungo periodo di crisi, di difficoltà. Buona parte dei settori produttivi della nostra agricoltura, che hanno anche un peso rilevante nella nostra economia agricola regionale, da anni, troppi anni, sono in profonda difficoltà. Sono in difficoltà a ricevere dal mercato prezzi che coprono un minimo di costi di produzione. I problemi sono complessi, esulano dalla responsabilità delle competenze della Regione. C’è un problema normativo, un problema di regole o meglio di mancanza di regole che interessa tutti perché, perdurando ancora queste situazioni – valga per tutti l’esempio dell’ortofrutta, perché nella nostra economia regionale l’ortofrutta ricopre un aspetto importante –, di crisi, si mette a rischio in maniera definitiva il recuperare di un settore importante della nostra agricoltura. È un problema molto vasto che, però, tarda ad essere affrontato e i danni poi non tarderanno a manifestarsi.

    Tutto questo per dire che il Tavolo regionale per l’imprenditoria ritiene necessarie alcune politiche di sostegno alle imprese, in particolare le imprese piccole, micro e medie, imprese che per dimensione e organizzazione non possono accedere ai fondi strutturali. È fondamentale per noi, come altri dicevano, il finanziamento alla formazione e all’apprendistato sul quale non mi soffermo a lungo, così come destinare risorse libere, quindi non vincolate da fondi europei, per politiche proprie della Regione che può andare a beneficio del mondo delle piccole e medie imprese. Questa è una richiesta che abbiamo già fatto e la reiteriamo. Vedere nelle manovre gli spazi che può riservare ancora la discussione di questo bilancio, pur nelle ristrettezze di tempi che prima si richiamavano, che anche noi abbiamo evidenziato, dovute anche a fattori contingenti che non dipendono dalla volontà dell’Amministrazione. Però, chiediamo di fare il possibile per andare incontro a questa nostra richiesta, il finanziamento alle piccole e medie imprese che non possono autorizzare fondi strutturali. Il finanziamento ai Confidi è già un segnale positivo che si diceva in questo bilancio. Anche qui bisogna vedere se ci sono margini per ulteriormente rafforzarli perché adesso sono strumenti che vanno a beneficio di tutte le imprese e in particolare delle piccole e medie.

    Nel breve e medio periodo, quindi, occorre mettere in atto tutte le misure possibili per cercare continuità di finanziamenti nella fase di passaggio tra questa programmazione comunitaria ai Fondi sociali di investimento, Fondi strutturali di investimento e l’avvio della nuova programmazione. Per scelte condivise e giuste che questa Amministrazione regionale ha fatto, quindi di anticipare, per quanto possibile, gli investimenti ai Fondi strutturali, corriamo il rischio di arrivare alla fine della programmazione 2019-2020 con scarsità di risorse per agganciarci poi all’avvio della prossima programmazione, al di là delle difficoltà che ci potranno essere a livello comunitario legate alla Brexit, anche se pare che l’accordo fatto i giorni scorsi al riguardo possa dare qualche rassicurazione, ma lo vedremo poi nel prosieguo della discussione, l’esigenza è di avere nel bilancio dei prossimi anni risorse libere disponibili per dare continuità ed evitare quindi un crollo dei finanziamenti, evitare di appesantire questo processo difficoltoso e di agganciarsi e rafforzare la crescita utilizzando risorse o economie che il bilancio regionale al proprio interno può andare a ricercare.

    In ultimo, non per importanza, c’è tutto il discorso della riforma di attuazione dell’art. 116 della Costituzione, le autonomie rafforzate che altri richiamavano. Noi abbiamo convintamente partecipato al confronto e alla discussione. Auspichiamo che l’anno prossimo possa essere l’anno che porti definitivamente all’approvazione di questa riforma costituzionale. Per una Regione come la nostra è di fondamentale importanza, in modo che ci possa permettere poi anche di aumentare quella flessibilità e quella riduzione di vincoli nell’utilizzo delle risorse regionali per andare incontro, nello specifico, alle esigenze dell’economia regionale che manifesta con un po’ più forza e più potenza. Ringrazio per la disponibilità. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie a lei. La parola al dottor Giovanni Pasini, presidente UNCEM. Si prepari il presidente Confservizi Emilia-Romagna.

     

    Dott. Giovanni Battista PASINI – Presidente UNCEM

    Buongiorno. È evidente che per i tempi stretti, strettissimi, che quest’anno, per le ragioni che l’assessore ci ricordava, siamo stati costretti ad attuare, non ci hanno consentito di fare, come eravamo abituati a fare, quella ricognizione per la raccolta di opinioni rispetto alla proposta di bilancio per fornire anche, in modo più compiuto, delle proposte. Spero, rispetto a quello che ha detto prima il relatore Boschini, che ci sia il tempo per formulare degli emendamenti affinché questi sia possibile che siano valutati, perché altrimenti l’udienza di oggi avrebbe ben poco senso. Dico questo perché siamo interessati, nella giornata di oggi pomeriggio o al massimo domani mattina, a far pervenire per iscritto delle proposte compiute rispetto a delle proposte emendative.

    È evidente che pur nella ristrettezza delle cose che dicevo prima, per i tempi, il bilancio complessivamente, se visto nella sua complessità, nella sua organicità e quindi su quelli che sono gli asset strategici, il giudizio sicuramente, per quanto riguarda l’UNCEM, è un giudizio positivo: l’invarianza fiscale, il contenimento dei costi. Anche su questo c’è da lavorare credo ancora al processo di semplificazione riprendendo quella legge sulla semplificazione che era stata fatta. Rilevo tre punti di particolare interesse per quanto riguarda le aree montane.

    Il primo: mantenimento e garanzia di servizi sanitari sul territorio. Per un territorio fortemente disagiato mantenere delle prestazioni sanitarie e dei presidi sanitari, fra l’altro in una fase dove i diversi territori della nostra regione hanno polemizzato su una chiusura dei centri nascita particolarmente forte, mantenere sul territorio, come mi pare sia enunciato e previsto, è particolarmente importante. Come l’altro capitolo sulla non autosufficienza: per un territorio come quello montano, dove la percentuale di popolazione anziana da assistere è particolarmente alta, è evidente che mantenere invariato questo capitolo è un fatto sicuramente molto, ma molto importante, come lo è quello per il trasporto pubblico, anche qui, per le aree montane.

    Come sempre, però, le insidie si annidano anche nei particolari. Se mi sento di dare questo giudizio complessivo positivo sul bilancio, non altrettanto soddisfacente mi sento di esprimerlo relativamente alla parte che riguarda più direttamente la montagna.

    Intanto una considerazione politica. Sono passati ormai quasi due anni dalla Conferenza regionale sulla montagna, fatta a Castelnovo ne’ Monti, del 22 gennaio 2016 e non si vede ancora la data fissata per quanto riguarda il nuovo programma regionale per la montagna, che dovrebbe essere il quadro cardine al quale fanno riferimento le politiche per la montagna, quindi le declinazioni delle stesse, quindi le scelte compiute in questa materia. Spero che si avvii in tempi brevi questa conferenza, anche se ormai volge al fine della legislatura, per i Comuni e per gli Enti locali arriva in ritardo, perché credo che sia un aspetto da mettere in cantiere dal punto di vista delle scelte politiche di questa Regione.

    Entrando più nel merito, vengo alle politiche di interventi di messa in sicurezza del territorio, prevenzione e tutela ambientale. Innanzitutto, vengono annunciati 63 milioni di euro complessivi, io però in realtà ne vedo solo… Avendo – e questo è positivo – previsto un capitolo specifico che tende a spostare parte degli interventi, come si è fatto fino adesso quasi sempre di fronte a interventi di emergenza e di messa in sicurezza a seguito di eventi calamitosi, occorre cominciare a prevedere un fondo programmato che consenta di programmare e prevenire gli interventi di messa in sicurezza e, quindi, le attività della prevenzione. Vedo, però, che su questo capitolo, che ritengo particolarmente importante perché dovrebbe essere la norma quella di prevedere risorse per la manutenzione costante e continuativa nel tempo, fare prevenzione rispetto a quelli che sono gli interventi di emergenza, per tutto quello che ne consegue, le risorse destinate sono pari a 9,5 milioni di euro in tre anni, di cui fra l’altro in fase calante, 4,5 milioni di euro al 2018, che diventano 2,5 milioni più 2,5 milioni negli anni successivi. Questo mi pare che sia un segnale che non va nella direzione che auspicavo prima.

    Sempre in sede di Conferenza regionale sulla montagna, come UNCEM proponemmo un patto con la Regione per quanto riguarda questo tipo di intervento verso la montagna, quindi manutenzione, contrasto al dissesto, eccetera, di 20 milioni di euro all’anno, di cui avevamo chiesto 10 milioni alla Regione in modo sistematico e gli altri 10 milioni da utilizzare in modo efficace, che sono quelli che i cittadini della montagna, proprietari di terreni e immobili in montagna, versano già alla contribuenza e ai Consorzi di bonifica. Ecco, credo che sarebbe assolutamente realistico per mettere insieme una dotazione di 20 milioni all’anno, che possa consentire in modo sistematico di fare della programmazione e, quindi, farlo in modo continuativo. Questa è la condizione se vogliamo ridurre, non eliminare, quelli che sono gli effetti che, ahimè, spesso avvengono, che sono eventi calamitosi, fra l’altro sempre più frequenti. Quindi questa era la nostra richiesta, che noi assolutamente confermiamo. Chiediamo, pertanto, che dei 62-63 milioni previsti ne siano spostati e destinati almeno 10, nei tre anni 2018, 2019 e 2020, per interventi programmati in questa direzione.

    Con riferimento al Fondo regionale per la montagna, quel fondo che viene destinato alle Unioni montane e alle Unioni di Comuni che hanno nel proprio ambito Comuni montani, per fare interventi, quasi sempre progetti, di promozione a favore del territorio di ambito a cui fanno riferimento, credo che sia un fondo particolarmente importante, che c’era già prima per le Comunità montane, quando, ahimè, era anche fortemente sostenuto da un fondo nazionale, ma riteniamo che questi 4 milioni siano del tutto insufficienti, anche perché anche in questa direzione si va verso una fase calante. Erano 6 milioni nel 2015, poi 5 milioni nel 2016, sono arrivati a 4 milioni. Chiediamo, dunque, che questi siano aumentati e portati a 6 milioni, come erano nel 2015. Anche perché se le Unioni hanno a disposizione queste risorse, intanto diventa un elemento di connettività e di rafforzamento del ruolo delle Unioni, insieme ai rispettivi Comuni, ma diventa anche uno strumento per fungere da leva locale per utilizzare in modo più efficace quelle che sono le opportunità che derivano dai fondi strutturali del PSR e, all’interno del PSR, quelli dei GAL, la cui operatività partirà nei prossimi mesi, nonché dai fondi del POR-FESR. Quindi, può essere una leva di moltiplicazione delle risorse. Quindi, chiediamo che su questa sia riportata ai 6 milioni.

    Non abbiamo trovato cenno, nemmeno in modo dettagliato, rispetto a quello che è l’esercizio delle funzioni delegate delle Unioni montane, funzioni delegate dalla Regione, circa la copertura di questo. So che ci sono diversi problemi anche di aggiustamenti, di sistemazione, di razionalizzazione di talune leggi, e mi riferisco anche alla legge n. 5 del 2001: su questo chiediamo semplicemente che siano confermate le risorse che servono alle Unioni montane per esercitare le funzioni che sono attribuite dalla Regione.

    Nel merito più specifico, per quanto riguarda in particolare il progetto di legge 5220, collegato alla legge di bilancio, sulla quale ci riserviamo di far arrivare anche emendamenti puntuali, la prima questione riguarda la disciplina delle acque minerali e termali. Non voglio intervenire nel merito dell’opportunità o meno, ma visto che è una proposta che c’è e circola da diverso tempo, chiediamo semplicemente, stante il fatto che queste sorgenti, le aree di alimentazione di queste sorgenti e le aree di salvaguardia delle stesse sono collocate, se non esclusivamente, prevalentemente in montagna, che l’introito che la Regione andrà a incamerare da queste risorse ritorni alle Unioni montane o agli Enti parco dove queste sorgenti e queste aree di salvaguardia sono collocate. Questo per un principio molto semplice: se sono acque pregiate di carattere naturale, attorno alle quali ci sono delle aree di salvaguardia, con dei rispettivi vincoli, che ne vanno a limitare anche l’utilizzo di quei suoli, è uno di quegli aspetti che ritorna anche nel quadro nazionale del collegato ambientale dei cosiddetti servizi ecosistemici. Quindi, anziché essere incamerati nel bilancio complessivo della Regione, possano ritornare al territorio, dove fra l’altro sono posti i vincoli.

    Per quanto riguarda l’articolato, c’è un aspetto che riteniamo positivo, anche perché nel tempo abbiamo comunque collaborato a redigerlo ed è quello che riguarda la modifica e l’aggiornamento della legge regionale n. 2 del 2004, legge fondamentale per la montagna, nel senso della semplificazione dei procedimenti. Quindi, questo è positivo. Dopodiché, ci sono ancora alcune cose che riteniamo possano essere precisate e limate, sulle quali comunque faremo pervenire proposte puntuali.

    Proponiamo poi questo – è una cosa che mi viene posta da tempo, già dall’estate scorsa, in piena crisi di incendi boschivi – di aggiungere un comma alla proposta di modifica della legge che vada sostanzialmente a togliere la responsabilità in materia di spegnimento degli incendi boschivi presso le Unioni dei Comuni montani, perché questi non hanno nessuna competenza e si ritrovano per legge attribuita la responsabilità, senza avere gli strumenti per intervenire. Non so quante telefonate mi sono arrivate durante il periodo estivo perché, di fronte a situazioni emergenziali, sappiamo bene che quando succedono delle vicende, a volte anche estremamente complicate, la responsabilità ricade su chi formalmente si vede attribuita per legge quella responsabilità.

    Un’ultima osservazione, che accenno per sommi capi, anche se riteniamo abbracci una questione piuttosto significativa. Si prevede che l’autorizzazione al rilascio dei tesserini per la raccolta dei funghi sia fatta dalla Regione. Ebbene, a me sinceramente pare un po’ improprio che la Regione si metta a distribuire i tesserini per la raccolta dei funghi. Credo che sia molto più opportuno confermare quello che è già previsto dalla legge n. 13, per cui le Unioni di pianura, che si trovano, certo, adesso a esercitare una funzione che prima era svolta dalle Province, perché prima erano le Province a rilasciare i tesserini per la raccolta dei funghi di pianura, dovrebbero provvedere al rilascio di questi tesserini. Poi esse, se non lo vogliono fare direttamente, possono associarsi in convenzione con altre Unioni contigue o anche con Unioni di montagna, sapendo che l’interesse di chi è cercatore di funghi è quello sostanzialmente di ottenere il tesserino di ambito provinciale per andare a raccogliere magari i funghi non tanto a Finale Emilia quanto in montagna. Quindi, credo che sia più opportuno aggiungere eventualmente la possibilità per le Unioni anche di pianura di convenzionarsi fra di loro o con quelli di montagna o con gli Enti parco, dopodiché, solo qualora ci sia un’inerzia assoluta da parte di queste, prevedere che possa intervenire la Regione. Questo è già in essere da alcune parti, mi pare con risultati assolutamente positivi, quindi credo che possa essere confermato. Ad ogni modo, nella giornata di oggi pomeriggio o di domani faremo pervenire anche per iscritto le proposte puntuali, auspicando, consigliere Boschini, che ci sia la possibilità che vengano prese in considerazione.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie. Ricordo che la scadenza per la presentazione degli emendamenti è stata fissata dalla Commissione per questa giornata. Pertanto, vi invito a inviare tutte le osservazioni alla Prima Commissione, che poi provvederà di conseguenza a girarle ai relatori per prendere visione delle osservazioni stesse ed eventualmente fare anche degli emendamenti. La parola al dottor Luigi Castagna, presidente Confservizi Emilia-Romagna. Poi interverrà il dottor Massimo Roma.

     

    Dott. Luigi CASTAGNA – Presidente Confservizi Emilia-Romagna

    Buongiorno. Alcune brevi considerazioni sul tema del bilancio. Nel 2017 due eventi importanti hanno caratterizzato il territorio emiliano-romagnolo: uno, l’assegnazione a Bologna del Centro meteoclimatico europeo; l’altro, la scelta contenuta in finanziaria, nella legge di bilancio, di individuare la sede dell’Agenzia meteorologica italiana a Bologna. Quindi, due fatti particolarmente importanti e significativi che rendono il territorio regionale sede di due importanti istituzioni, che avranno il compito di affrontare i temi del mutamento climatico e mettere il sistema istituzionale nelle condizioni di reagire ai cambiamenti climatici che sono in atto. Tra l’altro, proprio questa mattina sentivo che in Galles si è registrata una temperatura di -16 gradi, che è un evento straordinario, tale da spingere qualcuno a collegare l’eccezionalità di questo evento o la nevicata di ieri a Londra con una riduzione degli effetti della Corrente del Golfo. Questo per dire quanto possano essere grandi gli eventi climatici.

    È una scelta particolarmente importante, questa, perché innanzitutto comporta una ricaduta economica significativa, dato che in tre anni saranno investiti oltre 100 milioni di euro sul Tecnopolo. Fra i due interventi, l’Agenzia nazionale e il Centro meteo europeo, quindi, ci saranno conseguenze dirette in senso di investimento, occupazione, indotto, e quindi importanti. Tuttavia, credo che la conseguenza più importante debba essere una conseguenza indiretta, e mi spiego. Quale ricaduta ha per le politiche regionali la presenza di due centri così importanti nella nostra regione? Io non credo che un avvenimento come questo non possa avere delle ricadute sulle politiche di un intero territorio regionale, nella direzione di una maggiore resilienza ai temi dei cambiamenti climatici. È questo il punto di riflessione che volevo portare, perché il 2018, anno di inizio delle attività concrete per questo Centro meteo, dovrebbe essere anche l’anno di avvio di una intensificazione dei ragionamenti per la qualificazione delle politiche in termini ambientali.

    Come mai questa osservazione da parte di un’associazione come Confservizi? La ragione è semplicissima. I 12.000 dipendenti che lavorano nelle aziende dei servizi pubblici hanno come riferimento il territorio. Cioè, la fabbrica delle nostre aziende è il territorio, perché lì stanno i tubi del gas, lì stanno le reti idriche, lì sta la raccolta quotidiana dei rifiuti. Quindi, il territorio è il luogo di lavoro. Ebbene, c’è un rapporto diretto fra cambiamento climatico e tenuta della struttura fisica del territorio. Basti pensare, per esempio, alle conseguenze della siccità quest’estate. Non le richiamo, ma a parte quelle economiche, che sono dirette, e penso ai danni all’agricoltura, che in Emilia-Romagna si attestano intorno a 200 milioni di euro, 2 miliardi a livello nazionale, ma penso anche ai danni cagionati dalle alluvioni, quali le frane, richiamate nell’intervento precedente, o gli smottamenti. Insomma, tutte le volte che si verifica un fenomeno di questa natura, esso comporta degli effetti concreti sui servizi, perché una frana interrompe quasi sempre una condotta d’acqua o una fogna, oppure un’alluvione impedisce la viabilità, che non permette di erogare servizi, come la raccolta dei rifiuti, eccetera, eccetera. Quindi, la tenuta del territorio, la sua manutenzione e la sua cura sono decisive per la qualità della vita dei cittadini e delle imprese, ma anche per la capacità e la possibilità di erogare servizi efficienti al territorio.

    Da qui sorge l’esigenza di alzare il tiro rispetto al tema della cura e della manutenzione del territorio, soprattutto di fronte a un evento come quello che si è verificato quest’anno, e parlo della siccità. Ricordo che sono stati spesi parecchi milioni di euro per trasportare con botti l’acqua nei Comuni assetati, determinando anche un danno di natura economica diretta. Ecco, allora, che strumenti, come il Piano di tutela delle acque, che la Regione sta elaborando e che nel 2018 dovrà vedere una forte iniziativa per individuare le azioni concrete da mettere in campo per garantire una maggiore tenuta del territorio emiliano-romagnolo, devono vedere una nuova attenzione o una rinnovata attenzione ai temi dell’ambiente e dei cambiamenti climatici per assicurare una prospettiva di maggiore tutela delle risorse.

    Si pensi, ad esempio, al tema delle acque: l’acqua va governata quando ce n’è poca, ma anche quando ce n’è molta. E uno dei temi che dobbiamo assicurare a un territorio regionale è quello di aumentare la capacità di stoccaggio delle acque. Noi abbiamo delle potenzialità inespresse che possono essere messe in campo per assicurare alla nostra regione una maggiore resistenza ai cambiamenti, una maggiore resilienza ai mutamenti climatici. Ma in tutti i settori i cambiamenti climatici devono portarci a fare considerazioni anche innovative, e penso al tema energetico. La nostra regione è stata interessata, proprio per effetto dei cambiamenti climatici, anche da una consistenza diversa delle modalità con le quali nevica, il che ha determinato, per esempio, danni alla rete elettrica, questione di cui si è occupato il Consiglio regionale anche recentemente, nelle province di Modena e Bologna, gli altri anni a Reggio e Parma. Ebbene, anche da questo punto di vista dobbiamo ragionare sulle modalità attraverso cui rendere più reattivo il sistema dei servizi anche a questi mutamenti climatici. Sono riflessioni che credo valga la pena fare e che deve fare una Regione che avrà sul proprio territorio due importanti strumenti di verifica dei dati relativi ai cambiamenti climatici. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie. La parola al dottor Massimo Roma, vicepresidente nazionale del SAPAR. Poi, come ultimo intervento, si prepari il dottor Massimo Melega.

     

    Dott. Massimo ROMA – Vicepresidente nazionale SAPAR

    Buongiorno a tutti. Grazie dell’invito e della possibilità che mi date di evidenziare nuovamente un problema che avevo sollevato durante l’udienza conoscitiva del luglio ultimo scorso, cioè l’impatto che la legge regionale dell’Emilia-Romagna, legge sugli apparecchi da intrattenimento, nobile nel suo fine, ma assolutamente sbagliata nelle modalità applicative, va ad avere su quelli che sono i numeri dell’Emilia Romagna. E, allora, parliamo di numeri.

    In Emilia-Romagna esistono 7.044 esercizi pubblici che hanno apparecchi da intrattenimento, 384 aziende di gestione e 12 aziende di produzione e commercio di apparecchi da intrattenimento, che sono fiore all’occhiello nazionale e internazionale in tema di produzione di apparecchi di gioco. Ebbene, queste aziende saranno costrette a chiudere o, comunque, a revisionare drasticamente i loro addetti, in quanto questa legge, lo ripeto, giusta nel fine ma sbagliata nell’applicazione, va a colpire unicamente una forma di gioco, che secondo il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, è all’ottavo posto nella classifica della pericolosità, classifica stilata andando a intervistare direttamente le persone che sono in cura presso i SerT e le ASL. Quindi, questa legge va a colpire unicamente questa fascia di gioco, in quanto – diciamocelo chiaramente – è la più semplice da colpire, perché fa capo all’imprenditoria pubblica, non all’imprenditoria di Stato, cioè alle grandi lobby, tipo Lottomatica, SISAL, SNAI e altre aziende del tipo, che in Italia spadroneggiano, insieme ovviamente a uno Stato che della dipendenza d’azzardo o, meglio, del gioco fa una bandiera.

    Bisogna capire, signori, che la società è cambiata. Io ormai ho quasi sessant’anni e ai miei tempi c’era Rischiatutto, un gioco a premi, che all’epoca spopolava, nel quale si capiva e si vedeva che per vincere importanti importi bisognava avere una preparazione di cultura generale e una preparazione specifica. Oggi, in prima serata su Rai1 si vedono trasmissioni tipo quella dei pacchi, trasmissioni basate unicamente sull’azzardo. Ebbene, questo sta a significare che è la società che è cambiata, e noi stiamo a fare proibizionismo, noi espelliamo un’unica forma di gioco, badate bene assolutamente licenziata dallo Stato e obbligata a seguire delle regole rigorose per operare, che vedrà messi a grave rischio di occupazione 25.372 addetti. Questo naturalmente accadeva a luglio, mentre oggi devo dire che sono già molto meno, perché in Romagna stanno già procedendo a massivi licenziamenti. Quindi, dato di luglio, 25.372 addetti del settore sono a rischio, il che significa, se prendiamo a riferimento un articolo de IlSole24Ore che ci dice che una famiglia media è composta da 2,3 elementi, circa 60.000 soggetti il cui reddito sarà messo in grave crisi da questa legge.

    Vi ringrazio della possibilità che mi avete dato di esprimere questo grosso turbamento. Francamente, mi sarebbe molto piaciuto sentire dai miei esimi predecessori di Confesercenti e CNA qualche accenno al riguardo. Nessuno ne ha parlato. Bene, sono qui io, quindi sono qui a ricordare che avremo in ultimo anche un impatto sul PIL regionale perché, secondo la fonte Monopoli di Stato – i dati sono pubblici –, in Emilia-Romagna abbiamo un PIL da apparecchi da intrattenimento pari a circa 400 milioni di euro. Benissimo, questo PIL tenderà a zero. Nell’augurarmi il meglio per me stesso, dico anche alla Regione che, procedendo lungo questa strada miope, si determineranno gravissime conseguenze. Capisco che il problema sia solo politico, però forse sarebbe bene cominciare ad affrontarlo seriamente, davanti a un tavolo. Ricordo che la nostra associazione non è che si sveglia oggi, ma è dal febbraio 2017 che chiede un incontro al presidente della Regione Stefano Bonaccini senza mai ricevere la possibilità di avere una convocazione. Nonostante abbia dato di mano propria tutti i numeri e tutti i dati a luglio, ad oggi non ha avuto nessun tipo di contatto. Quindi, io sono qui, ancora una volta, a ringraziarvi della possibilità che mi avete dato di sollevare questo, a mio modo di vedere, grandissimo problema. Grazie a tutti.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie a lei dell’intervento. Ultimo intervento, dottor Massimo Melega, consigliere Federmanager Bologna e Ravenna.

     

    Dott. Massimo MELEGA – Consigliere Federmanager Bologna e Ravenna

    Grazie. Sarò molto veloce, anche perché quasi tutto quello che volevo dire l’ha già detto l’avvocato Rossi, con il quale condivido tutti i punti che ha trattato. Aggiungo solo una cosa in seguito all’intervento del dottor Pasini, il quale giustamente ricordava la situazione delle nostre montagne, per rammentarvi che proprio le nostre montagne, dal punto di vista dei presidi sanitari e degli ospedali in generale, sono messe molto male, la situazione è molto critica. Purtroppo vengono considerati, sulla base di una normativa nazionale, soltanto alcuni elementi, che sono le distanze rispetto agli ospedali più vicini, per cui se da San Giovanni voglio raggiungere l’Ospedale Maggiore impiego poco tempo, una ventina di minuti, mentre da Loiano posso impiegarci anche tre ore in certe situazioni, così come da Pavullo raggiungere il punto nascita può essere proibitivo, perché non si possono utilizzare gli elicotteri e così via.

    Sono in atto anche dei progetti, dei piani che teoricamente vorrebbero essere, almeno nelle parole, migliorativi, purtuttavia sono reduce dalla recente presentazione del piano per l’ospedale di Loiano e francamente trovo che se non è una presa in giro poco ci manca, nel senso che è un ospedale che è stato depotenziato e che viene ancor più depotenziato nei fatti, non prevedendovi reali servizi aggiuntivi, per esempio quelli ambulatoriali. Teniamo presente che nell’ospedale di Loiano ci sono stati casi in cui i degenti non hanno potuto accedere ai servizi, per esempio, di otorino e oculistica e sono stati mandati all’ospedale Sant’Orsola, pur essendo presenti i medici otorino e oculista, che stavano facendo ambulatorio.

    Vi cito un altro caso. Dopo la nevicata del 13 novembre, la zia di mia moglie è caduta – vi porto un caso personale –, ci sono volute ben nove ore perché venisse assistita. Inizialmente è stata prelevata da un’ambulanza che veniva da Monterenzio, poi è stata portata all’ospedale Sant’Orsola, e sapete le condizioni in cui si opera in quella struttura, come anche nell’ospedale Maggiore, ovverosia nei pronto soccorso, e ha dovuto aspettare ben sette ore. Questo significa, per una persona anziana, alto rischio, ma anche alto rischio per i soccorritori che devono muoversi in condizioni di disagio estremo (strade innevate e via dicendo). Morale della favola: potenziamo i servizi ospedalieri della montagna. Questo è il messaggio, grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie. Sono finiti gli interventi, per cui darei la parola, per le conclusioni, all’assessore Petitti e ai relatori. Prego, assessore.

     

    Assessore PETITTI

    Vorrei innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno partecipato e rimarcare che le richieste, le sollecitazioni e le puntualizzazioni che sono arrivate questa mattina, nonché quelle che eventualmente arriveranno anche per iscritto, verranno prese in considerazione anche per capire, insieme ai relatori, i margini che abbiamo – e li abbiamo – per poter accoglierle e dare risposte.

    Visto che il tema della montagna è stato al centro di diversi interventi, cito tra tutti quelli di Pasini e Melega, mi sento di fare subito alcune precisazioni al riguardo. In bilancio noi abbiamo confermato i 4 milioni all’anno per i tre anni, come lo scorso anno, allorquando - è vero - c’era stato un aumento grazie a un intervento dell’Assemblea. Però è anche importante ricordare che ci sono una serie di altre voci che rimandano agli interventi legati ai temi della montagna, come quella che riguarda il piano di investimenti per 12 milioni di euro, i cui lavori sono articolati nei tre anni, più 3,2 milioni di euro destinati alla viabilità stradale che sono quasi tutti per la montagna, che si vanno ad aggiungere ai 4 milioni a cui facevo riferimento prima. Inoltre abbiamo messo a bilancio quasi 2 milioni per gli impianti di risalita, oltre 6 milioni per i parchi, patrimonio forestale incendi boschivi, 3 milioni sul triennio per l’accordo con lo Stato sul Piano della montagna, oltre 7 milioni legati agli FSC Strade montagne e infine oltre 1,2 milioni, ai sensi della ex legge n. 5, sono stati caricati sui PRT a favore delle Comunità montane. Peraltro, sapete bene che stiamo lavorando al nuovo Programma di riordino territoriale per gennaio. Per quanto riguarda, invece, il tema legato alle funzioni e alla gestione dei servizi che hanno una ricaduta specifica sui Comuni montani, rimanderei questa discussione al confronto che avremo a gennaio rispetto al nuovo programma di riordino territoriale. Mi sembrava giusto sottolineare queste specifiche, ma ciò non toglie che valuteremo i margini per raccogliere alcune istanze, come Giunta e come Assemblea, per vagliare alcune di queste richieste perché, laddove ci saranno le possibilità, sarà nostra cura e nostra attenzione dare risposta a questi che sono temi reali, di cui siamo perfettamente consapevoli, soprattutto in una fase in cui la Regione è diventata, come peraltro è stato ribadito da molti di voi, un riferimento anche per le comunità e per i Comuni proprio rispetto agli interventi strutturali del territorio.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie. La parola al consigliere Boschini, prego.

     

    Consigliere BOSCHINI

    Grazie, presidente. Anch’io desidero confermare che, pur nella ristrettezza dei tempi e delle risorse, l’attenzione – non voglio essere equivocato – a raccogliere tutte le sollecitazioni naturalmente c’è, alcune delle quali credo siano già state in qualche modo individuate, quindi penso di poter già dare anche qualche conferma positiva. Purtroppo alcuni interlocutori si sono allontanati, ma ricordo che c’è in contemporanea la firma del Patto per il TPL, più altri interventi che intendo richiamare per flash, dimodoché rimangano agli atti.

    È vero che non riusciamo a ridurre la pressione fiscale, però è altrettanto vero che alcuni segnali importanti ci sono, e ne cito uno: aumentiamo di 2 milioni, portandolo a un totale di 5 milioni, il Fondo incentivante per i Comuni nell’economia circolare, per cui i territori dove le famiglie e le imprese contribuiscono a produrre meno rifiuti vedranno una maggiore riduzione del loro contributo per la gestione dei rifiuti. È un piccolo segno, ma credo che intanto sia un segno importante della direzione verso cui ci si muove.

    Inoltre, per il finanziamento della legge n. 1 sull’artigianato, c’è già una piccola risorsa al bilancio. È un tema che condividiamo e su cui è costante la nostra attenzione, che naturalmente verificheremo valutando l’effettiva possibilità, con poche centinaia di migliaia di euro, di fare cose importanti, perché purtroppo non abbiamo margini per fare forse cose superiori. L’anno scorso quell’emendamento non ha forse prodotto tutti i risultati attesi, quindi c’è attenzione, ma a condizione di poter fare qualcosa di veramente visibile.

    Ancora, il tema del passaggio dalle risorse comunitarie di questa programmazione alle prossime, anche per il forte overbooking che si è fatto nei primi anni ci è chiarissimo, tant’è che uno dei motivi per cui si cerca in questo bilancio, come spiegava l’assessore, di incrementare le risorse per il cofinanziamento è proprio quello di cercare di andare a centrare la premialità, che nel corso del 2018 verrà messa in campo anche perché, come sapete, ci sono dei meccanismi, quando ci si avvicina verso la fine della programmazione, di sganciamento automatico per le Regioni che, invece, non sono così avanti nella programmazione. Quindi per noi è importante essere molto avanti, in modo da poter cogliere questa premialità nel modo migliore e avere, quindi, le risorse sul 2019 e sul 2020 per continuare i quadri di sostegno dei vari POR.

    Sugli esercizi polifunzionali, come sollecitava il dottor Pasi, dovremmo riuscire a predisporre un emendamento utile ad avviare già la legge. Anche in questo caso forse le dimensioni non saranno quelle pienamente indispensabili, comunque credo che rappresenti un segno leggibile su questo come impegno da parte del Consiglio.

    Per quanto riguarda le sollecitazioni sulla montagna formulate dal dottor Pasini, già l’assessore ha specificamente risposto. Condivido che l’esigenza, più che aumentare le risorse, è quella di andare a una certa unitarietà di centrale di programmazione, perché chiaramente le risorse, le leggi e anche gli assessorati che intervengono sono diversi, ma su questo abbiamo già in atto un confronto con l’assessore Gazzolo per fare anche sui territori, a breve, incontri specifici per restituire una programmazione e interventi sul territorio. Quindi, speriamo nei prossimi mesi di poter fare anche questo. Sicuramente cercheremo di incrementare, a livello di Consiglio, le risorse per il Fondo regionale della montagna, se possibile di quel +50%, passandolo da 4 a 6 milioni di euro, così come veniva richiesto. Ribadisco, comunque, quanto già detto dall’assessore: grazie alla modifica che faremo con il collegato, sarà possibile fare una programmazione pluriennale. Quindi, se qui, per esempio, ci sono esigenze più a breve periodo, possiamo utilizzare anche alcune delle risorse i prossimi anni per avviare la programmazione e soddisfarle, sapendo comunque che i bandi e gli appalti hanno i loro tempi. Quindi, in questo modo assicuriamo di poter usare tutti i 12 milioni sul triennio in maniera piena e di non avere residui.

    Altri temi, come quello delle acque minerali, degli incendi boschivi e della raccolta funghi in pianura, sono già attenzionati. Attendiamo con interesse e urgenza il testo per poter leggere quali sono le indicazioni. A volte abbiamo indicazioni un po’ diverse dai diversi soggetti, comunque cercheremo di trovare, se sarà possibile, delle soluzioni il più possibile condivise, pur nei tempi ristretti.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie. La parola al consigliere Bargi, prego.

     

    Consigliere BARGI

    Credo che il consigliere Boschini abbia toccato un po’ tutti i temi e ritengo che oggi siano emerse tantissime questioni che meriterebbero un approfondimento maggiore. Tuttavia, vista purtroppo la scarsa disponibilità di tempo, spero vi sia, se non altro, la disponibilità della Giunta e del relatore di maggioranza in Commissione di poterci soffermare di più, perché sicuramente ci sono tematiche che ci premono particolarmente, e cito per titoli la piccola impresa, il microcredito e l’artigianato, che hanno visto vari emendamenti anche da parte nostra durante gli anni, poi più o meno accolti.

    Ricordo anche il tema del tesserino per la raccolta dei funghi, che ho più volte sollecitato in quanto l’interesse di chiunque vada a raccogliere i funghi è quello di estendere maggiormente l’area in cui svolgere questa attività, e penso a chi vive tra due province, a Comuni come Zocca, in montagna. In effetti, avere la barriera della provincia è un limite a volte abbastanza grossolano, quindi sicuramente occorre fare un ragionamento su che direzione prendere per poter garantire anche un più agevole utilizzo dello strumento del tesserino per chi intende dedicarsi alla raccolta dei funghi.

    Ritengo che siano interessanti i temi sulla montagna, ma sarebbe bene poter leggere le proposte puntuali che sono state indicate dai relatori. Speriamo soltanto che possano arrivare in tempo, perché veramente abbiamo questo pomeriggio per lavorare sugli emendamenti. Magari prenderemo un po’ di spazio anche durante i prossimi giorni, in occasione delle Commissioni, perché ovviamente le tempistiche sono troppo strette per poterci lavorare prima. Quindi, cerchiamo di lavorarci anche in corso.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie. Nel ringraziarvi tutti, sia per gli interventi che per la presenza, vi ricordo, riallacciandomi a quanto detto poc’anzi dal consigliere Bargi, che noi provvederemo nella giornata di domani pomeriggio e di mercoledì pomeriggio in Commissione a esaminare gli articoli e gli emendamenti, ragion per cui dovrebbe uscire prudenzialmente mercoledì pomeriggio il testo votato dalla Commissione, per andare poi in Assemblea - come dicevo all’inizio - il 21 dicembre per l’approvazione del bilancio in Aula. Questi sono i tempi. Vi ringrazio ancora per la presenza e auguro buona giornata a tutti.

     

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