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Legislatura X - Commissione II - Resoconto del 14/11/2018 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 30

    Seduta del 14 novembre 2018

    Il giorno 14 novembre 2018 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. AL/2018/59006 del 08/11/2018, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche in udienza conoscitiva.

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    SERRI Luciana

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    BAGNARI Mirco

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    4

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    presente

    BERTANI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    FACCI Michele

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    GALLI Andrea

    Componente

    Forza Italia

    1

    assente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    presente

    LORI Barbara

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MOLINARI Gian Luigi

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    presente

    PRODI SILVIA

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    SASSI Gian Luca

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    SENSOLI Raffaella

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    assente

    TORRI Yuri

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    presente

    Sono presenti i consiglieri: Marcella ZAPPATERRA in sostituzione di MONTALTI, Roberto POLI in sostituzione di BESSI, Manuela RONTINI in sostituzione di MOLINARI. I consiglieri Marco PETTAZZONI, Enrico CAMPEDELLI, Paolo ZOFFOLI.

    E’ presente l’assessore al Turismo e Commercio Andrea CORSINI.

    Partecipano alla seduta: Paola Bissi, Serv. Turismo, commercio e sport.

    Presiede la seduta: Luciana SERRI

    Assiste il segretario: Giovanni Fantozzi

    Funzionario estensore: Andrea Bertoli


    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    7300 -Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: “Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999, n. 12 e alla legge regionale 24 maggio 2013, n. 4”. (Delibera di Giunta n. 1636 dell’11 10 18)

    (Relatrice consigliera Francesca Marchetti)

    (Relatore di minoranza consigliere Gabriele Delmonte)

     

    partecipano

     

    Lorena BelliComune di Reggio nell’Emilia

    Riccardo BenziComune di Cesenatico

    Doriella BoniniUnione Terre di Pianura

    Camilla BroccoliComune di Bologna

    Stefania CasconeComune di Spilamberto

    Andrea ChiesaFunzionario del comune di Parma

    Umberto CostantiniSindaco del comune di Spilamberto

    Rosalia CuriglianoCNA Emilia-Romagna

    Dario DomenichiniConfesercenti Emilia-Romagna

    Enrico FerrariCoordinatore regionale ANVA

    Cristina FerraroniAssessore del comune di Poviglio

    Giulia GervasioConfesercenti Emilia-Romagna

    Alessandro GhettiColdiretti Emilia-Romagna

    Antonio GurrieriConfcommercio Reggio Emilia

    Sergio MaccagnaniSindaco del comune di Pieve di Cento

    Roberto MasiCNA Emilia-Romagna

    Matteo MontanariVicesindaco del comune di Medicina

    Marco PasiConfesercenti Emilia-Romagna

    Claudio RodighieroANVA Confesercenti

    Roberta TagliatiComune di Parma

    Angelo ZanettiComune di Valsamoggia

     

    SERRI, presidente: Cominciamo i lavori della commissione, un’udienza conoscitiva per ascoltare l’opinione delle persone invitate che oggi sono presenti qui a questa audizione sul progetto di legge, oggetto 7300. Abbiamo l’assessore Andrea Corsini, l’assessore al turismo e alle attività del commercio e i due relatori: il relatore di maggioranza Marchetti Francesca e il relatore di minoranza il consigliere Gabriele Delmonte.

    Passerei subito la parola all’assessore che ci illustra brevemente il contenuto della normativa che è stata inviata a tutti, quindi credo che ognuno di voi avrà avuto modo di approfondire e di leggerne il contenuto.

     

    CORSINI, assessore: Grazie, presidente. Il testo che la Giunta ha licenziato e che è stato presentato in una prima seduta di commissione che oggi rimettiamo alla valutazione delle associazioni di categoria e della stessa commissione è il frutto di un lungo lavoro di confronto con l’Associazione nazionale dei Comuni, con l’ANCI dell’Emilia-Romagna e con le stesse associazioni di categoria, sia quelle maggiormente rappresentative che anche altre associazioni che nel corso di questi anni abbiamo ascoltato rispetto al tema apparentemente semplice e banale, ma in realtà piuttosto complesso, della regolamentazione del mercato degli hobbisti e più complessivamente di questo fenomeno che in questi anni si è sviluppato in maniera tumultuosa dei mercatini di varia natura, di varia origine e varia tipologia.

    Noi abbiamo ravvisato la necessità di mettere mano alla legge del 2013, la legge sugli hobbisti, la legge che ha introdotto per la prima volta in questa regione la figura dell’hobbista, regolamentando una materia che non era regolamentata prima del 2013, perché dopo un po’ di anni di applicazione (sono trascorsi quasi cinque anni) abbiamo riscontrato che l’applicazione di questa legge ha incontrato sostanzialmente delle difficoltà o, meglio, gli effetti positivi che il legislatore si era prefissato nel momento in cui ha deciso di regolamentare giustamente la forma dell’hobbismo, è stata sostanzialmente vanificata dal proliferare dei cosiddetti “mercati del riuso” che dal 2014 in poi hanno sostanzialmente soppiantato l’hobbista, perché successivamente alla legge del 2013 la Giunta regionale, con una delibera, ha definito che cos’è il mercato del riuso, con una interpretazione corretta, cioè che i mercati del riuso non sono ascrivibili ad attività di carattere commerciale ma rientrano in un’altra tipologia di attività che afferisce al tema dell’ambiente, quindi dell’economia circolare, perché il riuso è una tipologia di attività finalizzata a recuperare prodotti usati che altrimenti sarebbero destinati alla discarica e reimmetterli nella cosiddetta economia circolare. Quindi aveva chiarito con la delibera che il riuso non era commercio. Dopo questa delibera c’è stata una interpretazione e un’applicazione sbagliata, distorta da parte degli stessi riusatori, in parte anche dei Comuni: si è inteso che quella delibera desse in poche parole il via libera a qualsiasi tipo di attività di riuso e questo ha generato il proliferare abnorme di mercatini del riuso, quindi non di mercatini degli hobbisti, con un fenomeno di questo tipo, l’aumento consistente dei mercati del riuso e la diminuzione dei tesserini degli hobbisti, perché l’interpretazione distorta e sbagliata della delibera regionale del 2014 ha fatto sì che gli hobbisti si sono trasformati in riusatori o, meglio, era più conveniente assumere lo status di riusatore piuttosto che prendere il cartellino dell’hobbista ed esercitare l’attività di hobbismo. Questo ha generato una situazione, che giustamente le associazioni di categoria hanno più volte denunciato, di illegalità diffusa o perlomeno di situazioni che si avvicinavano molto all’illegalità, quindi con il proliferare di queste attività sviluppate da operatori non professionali, ledendo anche i principi della concorrenza e della sana competizione a parità di condizioni iniziali di accesso.

    Questa è la premessa che ci ha portato a proporre una modifica della legge sugli hobbisti, che però va di pari passo, perché io vi invito sempre a considerare questo provvedimento insieme all’altro provvedimento, perché le due cose vanno avanti in maniera parallela: la modifica della legge sugli hobbisti da una parte e la sospensione/abolizione di quella delibera che ha dato origine alle distorsioni che vi ho detto prima del riuso. Naturalmente l’obiettivo è quello di provare non dico ad annullare, ma comunque a diminuire fortemente quei fenomeni di concorrenza sleale che si sono manifestati in questi anni, per le ragioni che vi dicevo prima, e questo obiettivo a nostro modo di vedere, attraverso le modifiche di questa legge, si può raggiungere abolendo da una parte la delibera sul riuso e, dall’altra, aumentando il numero di attività e di manifestazioni a cui gli hobbisti possono partecipare. Non in maniera indifferenziata ma, come c’è scritto nell’articolato, considerando un numero base uguale per tutti di dieci mercati all’anno, che è lo stesso numero della legge attuale, quindi rimane invariato, consentendo un supplemento di mercati, di attività che noi abbiamo quantificato in venti solamente per quei Comuni al di sotto dei trentamila abitanti che dimostrano, attraverso delibere di Giunta o di Consiglio comunale, di avere all’interno del proprio territorio mercati degli hobbisti storici, dove per storici intendiamo mercati che si svolgono in quel territorio, in quel comune da almeno dieci anni. Questo è il cuore della modifica legislativa, poi ci sono naturalmente tutta un’altra serie di questioni più di carattere tecnico, però questa è sostanzialmente il cuore, l’elemento centrale della modifica della riforma che proponiamo alla legge regionale che a nostro modo di vedere ci può consentire di raggiungere il risultato che dicevo prima: eliminare una parte di concorrenza sleale, di proliferazione di mercati di varia natura e di varie tipologie che in questi anni sono aumentate in maniera rilevante in molti comuni della nostra regione, dall’altra consentire di attivare uno strumento che, soprattutto per piccoli comuni, comuni dell’entroterra, delle aree interne o anche dell’Appennino, rappresentano elemento di animazione nei centri storici molto importante, tant’è vero che gli stessi sindacati che rappresentano commercio in sede fissa, piuttosto che i pubblici esercizi chiedono che i Comuni organizzino, nell’ambito dei propri confini amministrativi, attività di questo tipo per rivitalizzare i centri storici, perché non c’è dubbio che, soprattutto nei fine settimana, questi mercati degli hobbisti generano un flusso di escursionisti, di persone che porta ovviamente un beneficio economico a tutte le attività commerciali e pubblici esercizi del territorio.

    Dopo un confronto lungo e approfondito, per usare un eufemismo, siamo arrivati a questa proposta che naturalmente è passibile di miglioramento, integrazioni, chiarimenti rispetto anche ad alcuni punti che noi riteniamo sia equilibrata rispetto alle motivazioni che ci hanno spinto a proporre questa modifica, tenendo conto sia delle necessità e delle esigenze dei comuni, naturalmente tenendo conto del vissuto, dell’esperienza precedente e tenendo conto ovviamente anche delle altrettanto legittime richieste delle associazioni di categoria che in questi anni hanno visto, in questa proliferazione di mercati e mercatini, un elemento di concorrenza sleale rispetto a chi esercita questo tipo di attività con partita IVA, iscrizione alla Camera di Commercio, eccetera.

    Noi abbiamo inserito nella legge una sorta di chiamiamola clausola valutativa, comunque un momento di riflessione, di aggiornamento dopo due anni di applicazione, perché stiamo parlando di una modifica ad una norma che non ha funzionato per le ragioni che vi dicevo prima, non perché la norma in sé fosse scritta male, ma per le conseguenze della delibera successiva; riteniamo che questa volta quegli obiettivi che ci si era posti prima possono essere raggiunti, ovviamente l’efficacia di una norma la si può conoscere solo dopo che per un certo periodo di tempo è stata applicata, per cui ci siamo riservati nella legge di fare dopo due anni uno step, un approfondimento per valutare se quegli obiettivi che vi dicevo prima sono stati raggiunti oppure se è necessario rimettere mano alla norma e modificarla ulteriormente, sulla base dell’andamento che verificheremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

    Questa è in estrema sintesi la sostanza della proposta che facciamo e che oggi è un’occasione molto importante di confronto con i portatori di interesse per capire le loro valutazioni e la loro opinione su questa proposta.

     

    SERRI, presidente: Come dicevo poc’anzi, abbiamo i relatori presenti, chiedo loro se vogliono intervenire. Mi dicono che preferiscono ascoltare gli interventi e poi intervenire in una fase successiva.

    Abbiamo già diverse persone che hanno chiesto di intervenire, a cui chiedo di stare all’interno dei sette minuti.

     

    DOMINICHINI, presidente Confesercenti Emilia-Romagna: Buongiorno a tutti. Prima di entrare nel merito del provvedimento solo una breve premessa, che fra l’altro ha già ripreso l’assessore. Io personalmente sono alla terza o alla quarta udienza conoscitiva su questo tema, in realtà ormai è più di vent’anni che si cerca di trovare una modalità per regolarizzare chi ha scelto di fare come hobby il commerciante, capisco che sia una cosa difficile ma in questi anni c’è stata un’espansione incredibile di questi mercatini. Dal 2013 in avanti poi la legge che faticosamente eravamo riusciti a condividere con l’ANCI, con la Regione è stata di fatto resa inefficace da quella delibera sul riuso che aveva approvato la Giunta regionale scorsa, ma che avevamo fortemente contestato, perché avevamo previsto gli effetti, ma alla fine non ci si è voluti ascoltare. La situazione di adesso è quella che abbiamo tutti sotto gli occhi, per cui abbiamo un numero spropositato di mercatini del riuso, i tesserini previsti dalla legge non vengono praticamente rilasciati se non in minima parte, perché è evidente che il riuso la fa da padrone. Da questa situazione di Far West senza regole siamo partiti insieme all’assessore Corsini, che si è reso disponibile a trovare una soluzione condivisa, tra l’altro impresa non semplice perché le distanze tra le parti in causa erano veramente tante; le interlocuzioni sono state parecchie, anche per un clima positivo che si è instaurato nei rapporti, legati anche al fatto della legge Bolkestein sugli ambulanti che ha visto la nostra Regione fare scelte che hanno permesso agli operatori del settore di vedere rinnovate le loro concessioni (caso unico ormai in Italia); alla fine, dopo una nuova e lunghissima trattativa, pur con qualche mal di pancia e qualche frizione anche al nostro interno, perché andiamo a raddoppiare gli anni in cui uno può fare l’hobbista (da due a quattro) e andiamo addirittura triplicare quelli che sono gli spazi di vidimazione sul tesserino, alla fine abbiamo, con una buona dose di realismo, cercato di preferire un percorso che avesse una legge con delle regole a maglie larghe piuttosto che nessuna regola, come stiamo vivendo adesso. Quindi alla fine abbiamo condiviso il progetto di legge, anche perché ci sono alcuni punti che per noi erano imprescindibili e questi vengono confermati: che non si possa fare l’hobbista a vita e quindi che ci sia un percorso, seppur dilatato nel tempo, ma che comunque preveda un inizio e una fine di questo tipo di attività; che nella legge ci fosse una clausola valutativa, perché lo spirito della legge dovrebbe essere quello di far emergere le irregolarità e il sommerso, non vorremmo che non si controllasse il fatto che gradatamente i tesserini debbano calare e, dall’altra parte, aumentare le partita IVA. Oltretutto, con gli ultimi provvedimenti fiscali adottati recentemente, dal regime dei minimi mettersi in regola è abbastanza economico e alla portata di tutti. Da ultimo, ma non sicuramente da ultimo perché è la cosa più importante, che ci sia il contestuale ritiro della delibera sul riuso, perché quella rende inefficace la norma. Non l’abbiamo visto nell’abrogazione, ma l’impegno dell’assessore è stato più volte ribadito, quindi penso che possa bastare.

    Noi non vogliamo la fine dei mercatini, perché ci rendiamo conto della loro utilità per rivitalizzare i centri storici, ma è difficile per noi tollerare che, in nome di questo, si sia di fatto incentivato il passaggio all’illegalità di diverse categorie degli operatori (dagli antiquari agli artigiani), categorie dove le imprese regolari ormai sono ridotte al lumicino e le poche che ci sono andrebbero premiate con una medaglia per resistere ancora a questa situazione.

    Concludo velocemente, perché abbiamo due richieste di modifica che proponiamo all’attenzione della commissione. La prima sull’articolo 3, comma 3, che prevede il rilascio del tesserino identificativo con trenta presenze, venti per i mercati storici degli hobbisti e dieci per i mercati degli hobbisti non storici. Ora al comma 3 si prevede che, una volta esaurite le presenze dei mercati degli hobbisti non storici vengano ricompresi in quelli storici. Per noi questa norma andrebbe tolta, perché in realtà a pagarne il prezzo sarebbero le zone con i mercati più svantaggiati, perché ovviamente l’hobbista, che dovrebbe farlo per hobby, in realtà sceglierà i mercati dove ci sono maggiori ricavi e i mercati storici degli hobbisti sono quelli più strutturati. L’altra modifica che chiediamo è all’articolo 2, comma 2-quater, che prevede una norma che non riguarda i mercati degli hobbisti ma i mercati tradizionali, riguarda quei mercati definiti “mercati straordinari di qualità”: quei mercati che vanno sotto il nome di Forte dei Marmi o loro emuli. È vero, c’è una situazione in cui la norma nello spirito è assolutamente condivisibile: cercare di normale questo fenomeno che è diventato oramai dilagante, è una cosa a cui teniamo; riteniamo però che aggiungere una nuova norma in questo modo alla fine non risolve il problema in quanto troppo spesso i Comuni cercano strade per eludere, con qualche acrobazia autorizzatoria, le normative attuali. Abbiamo visto mercati di Forte dei Marmi autorizzati attraverso il testo unico di pubblica sicurezza come fossero manifestazioni di piazza, con gli stessi amministratori dire pubblicamente che non si trattava di un mercato. Capite che siamo in una situazione in cui ormai vale tutto e quindi riteniamo che non sarebbe certo questa norma che impedirebbe lo svolgimento di questi mercati. Riteniamo quindi che vada abrogata, ma riteniamo anche che da qui si debba partire per cominciare ad incontrarci Regione e associazioni di categoria per proporre delle modifiche alla legge regionale sull’ambulantato, perché i mercati hanno assolutamente bisogno di essere riqualificati, hanno bisogno di inserire qualità e, così com’è l’attuale situazione – basta frequentare un mercato per rendersene conto – la situazione sta degenerando anche in quel senso e abbiamo proprio bisogno di recuperare la storicità e la tradizione dei nostri mercati.

     

    FERRARI, coordinatore regionale Confesercenti ANVA: Come ANVA Emilia-Romagna ribadiamo e condividiamo quanto espresso poco fa dal presidente Dominichini nella sua esposizione, vorremmo in questi cinque minuti evidenziare e approfondire maggiormente tre aspetti che come associazione riteniamo importanti.

    Il primo attiene all’introduzione che viene fatta nel testo di cui all’oggetto oggi di una nuova fattispecie di mercato, che è il mercato straordinario di qualità, a cui faceva cenno il presidente. Ricordiamo come la tipologia dei mercati straordinari sia una tipologia già prevista e definita in maniera puntuale della normativa regionale attuale, anche se continuamente disapplicata o applicata in maniera difforme da parte delle Amministrazioni dei Comuni. In questo caso si aggiunge un elemento oggettivo aggettivante e qualificante, cioè la qualità che, in quanto tale, noi riteniamo debba prevedere il rispetto di alcuni parametri oggettivi minimi che dovrebbero essere definiti dalla norma e che non possono essere, come invece è nel nostro caso, racchiusi in un generico «volti a garantire un elevato livello qualitativo dell’offerta commerciale», come attualmente viene definita la normativa di cui si discute. Gli interrogativi e le domande che saltano subito all’occhio sono legate al fatto che chi è il soggetto che stabilisce se un mercato è semplicemente straordinario o straordinario di qualità e in base a che cosa lo si definisce tale. Si potrebbe pensare che lo si possa definire in base al fatto che si svolge nella stessa area mercatale, come descrive in parte la norma, ma questo è un elemento che già caratterizzava la definizione già in vigore del mercato straordinario e non aggiunge e non toglie nulla rispetto al quadro normativo attuale. È da ritenersi invece di qualità ogni qualvolta abbiamo la compresenza di operatori del mercato, cioè quel 30 per cento che la norma richiama e di operatori aderenti ad un consorzio? Secondo noi questa sarebbe una presunzione teorica senza alcun fondamento oggettivo rispetto alla qualità dell’offerta commerciale, che dovrebbe essere il vero dato e il vero elemento sul quale basare l’elemento della qualità. Appare quindi evidente come il testo normativo non sia secondo noi sufficientemente chiaro rispetto alla diversificata realtà che si vuole normale, soprattutto non sia sufficientemente dettagliato nel delineare la fattispecie a cui far ricadere i fatti concreti. A questo aggiungiamo poi il fatto che la quotidianità ci ha consegnato esempi di autorizzazioni di mercati e di concessioni di aree per il commercio su aree pubbliche da parte dei Comuni, utilizzando le più svariati fonti normative giuridiche: si è passati dal TULPS alla concessione di spazi e aree pubbliche per l’intrattenimento e svago, la normativa regionale n. 12/2000, solo per citarne alcune, senza che esse avessero attinenza con la realtà, eludendo così la corretta applicazione della normativa regionale di riferimento (la legge regionale n. 12/99 e la legge regionale n. 4/2013). Per questi motivi anche noi riteniamo e chiediamo che si provveda a stralciare il comma c-quater) dell’articolo 2 del progetto di legge e si chiede di approfondire maggiormente la questione, tenendo conto delle reali ricadute del testo normativo alla realtà che si è venuta a creare, nella condivisione comune che il fenomeno dei mercati straordinari organizzati da consorzi ha assunto proporzioni tali che meritano una regolamentazione puntuale al fine di limitarne gli effetti negativi per la categoria e per uno sviluppo equilibrato della distribuzione commerciale su area pubblica.

    Il secondo aspetto si riallaccia con quanto appena detto, da un punto di vista meno tecnico se vogliamo, e vuole mettere in risalto un tema che riteniamo importante per la programmazione degli eventi commerciali per la sopravvivenza delle imprese del commercio su aree pubbliche per un corretto rapporto con il consumatore. Siamo dell’idea che la categoria riuscirà a sopravvivere, se riusciremo a rilanciare i mercati settimanali prima ancora che quelli straordinari, cioè i mercati ordinari, e non, come viceversa e come sta purtroppo già avvenendo, concentrare forze ed energie a tutti i livelli da parte di più operatori su mercati domenicali, festivi o straordinari. E su questo appello mi rivolgo a tutti i Comuni, associazioni comprese. Il commercio in generale, la globalizzazione, Internet, la liberalizzazione delle aperture domenicali e festive hanno progressivamente impigrito il consumatore che ormai per gli acquisti si affida quasi ed esclusivamente al wifi di casa propria alla domenica come unica ed esclusiva giornata dedicata agli acquisti e agli eventi straordinari che animano i centri dei paesi. Il consumatore, disabituato progressivamente all’ordinarietà dell’acquisto in ragione della straordinarietà dell’acquisto, non frequenterà più i mercati settimanali, ma attenderà la domenica, aspetterà l’evento in piazza, magari il Black Friday americano o il Single del cinese dal divano di casa propria. Ma se i mercati settimanali saranno deserti, noi dobbiamo sapere, dobbiamo avere la consapevolezza tutti quanti che si dequalificherà l’offerta commerciale e saremo portati alla ricerca di un mercato straordinario di qualità in un circolo vizioso senza uscita. Inoltre la dequalificazione dei mercati settimanali comporta svilimento della funzione sociale che svolgono all’interno dei paesi e delle comunità e ancor più contribuiscono ad inaridire il tessuto di vivibilità, di sicurezza e di attrattività, anche turistica, nei centri storici. Per queste ragioni riteniamo utile un confronto che possa tenere insieme sì una nuova normativa di limitazione e regolamentazione dei mercati straordinari e dei mercati straordinari di qualità, ma anche nuovi strumenti normativi per il miglioramento della rete dei mercati settimanali ordinari, con l’introduzione di elementi innovativi che favoriscano per esempio il ricambio e la nascita di nuove imprese a conduzione giovanile e femminile, nuove forme di progettazione, di gestione dei mercati di qualità settimanali con investimenti privati e pubblici, nuove modalità di servizi alla clientela. Per questo questi obiettivi la nostra associazione è aperta e disponibile alla discussione e all’impegno.

    L’ultimo aspetto è quello che fa riferimento al riuso e, più in generale, alla vendita di roba usata. Si è detto il proliferare dei mercati al riuso e della vendita di roba usata è sotto gli occhi di tutti e ha raggiunto numeri impressionanti: 2 miliardi di fatturato, centomila operatori del riuso sul territorio nazionale, cinquecentomila tonnellate di beni ogni anno reimmessi nel circuito commerciale sono solo alcuni dei numeri che accompagnano la relazione alla proposta di legge depositata alla Camera dei deputati due mesi fa e che ha come titolo «Disposizioni per la disciplina dell’economia dei beni usati e la promozione del settore del riutilizzo nonché istituzione del tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo». A questi numeri, che secondo noi sono anche sottostimati, ne vanno poi aggiunti altri legati a fenomeni di sommerso e attività illegali. Siamo pertanto molto favorevoli e chiediamo ancora oggi l’abrogazione della delibera regionale del riuso, che ha legittimato ogni sorta di commercio di roba usata, contribuendo ad ingrossare fenomeni di dubbia provenienza della merce anche nella nostra regione. Chiediamo comunque che, in attesa di una legge nazionale che definisca la filiera dell’utilizzo e chi ne può far parte e con quali caratteristiche, a tutela del consumatore per evitare infiltrazioni poco trasparenti di operatori dell’usato di prodotti non provenienti dai centri di raccolta, ci sia massima attenzione da parte della nostra Regione al fenomeno, in ragione del fatto che chiunque venda o baratta prodotti nuovi e usati da domani sia considerato commerciante o hobbista, con le caratteristiche che vengono definite dalla norma di cui stiamo discutendo e parimenti chi organizza e dispone di questi operatori siano o gli enti locali con le proprie competenze amministrative di controllo o le associazioni, nel rispetto puntuale degli obblighi previsti, senza che ci siano zone grigie o zone d’ombra nell’assunzione delle responsabilità e dei doveri previsti dalla normativa di cui oggi si tratta.

     

    MACCAGNANI, sindaco Comune di Pieve di Cento: Io ringrazio l’assessore per aver proposto alcune modifiche ad una legge, quella in particolare del ’99, e anche l’abolizione di quella delibera famosa della Giunta che oggettivamente aveva comportato il fatto che probabilmente in questa regione i mercatini degli hobbisti e quindi coloro che non sono in regola proliferassero sul territorio regionale in questi anni senza una regolamentazione di riferimento più chiara. Questo obiettivo, quindi, di regolamentare fortemente la presenza degli hobbisti sul territorio è un obiettivo che riteniamo di valore, che però è importante si coniughi anche con alcune esperienze che da decenni sul nostro territorio regionale sono presenti e ci sono. Ci sono decine di Comuni, lo citava prima l’assessore regionale, che hanno promosso mercati dell’antiquariato con la presenza anche di una componente importante di hobbisti, che rappresentano non per quei Comuni, per le attività, anche commerciali, di quel Comune una parte importante del sostentamento e del mantenimento in vita di quelle attività commerciali in quei centri storici, in quei comuni. Sono comuni che hanno caratteristiche molto simili fra di loro, sono comuni di piccola dimensione, sono comuni ubicati o nell’area dell’Appennino o nell’area della pianura, sono comuni che hanno storicamente puntato sulla valorizzazione dei propri centri storici e anche di alcuni contenitori importanti quali elementi per lo sviluppo di quei comuni, di quei territori e sono però comuni che sono al di fuori dei grandi circuiti turistici regionali, quindi sono comuni che, nella maggior parte dei casi, non sono le città più importanti, non rappresentano le città più importanti di questa regione né sono comuni interessati, per esempio nel periodo primaverile, estivo e autunnale, dall’afflusso turistico lungo la costa emiliano-romagnola. Quindi sono comuni per cui questi mercati dell’antiquariato, con la presenza di una parte della componente degli hobbisti, rappresentano un elemento molto importante per garantire un minimo di afflusso di presenza in quei comuni e anche un indotto economico importante per le attività economico-commerciali presenti all’interno di quelle comunità. Quindi l’introduzione in questa norma della categoria dei mercatini storici credo sia un risultato molto importante e un’indicazione anche qui molto significativa, perché consente di tenere rigida la barra sul fatto che non possono proliferare all’infinito questi mercatini e gli hobbisti sul territorio regionale, ma che allo stesso tempo ci sono delle realtà specifiche che devono essere salvaguardate, perché rappresentano quei territori che hanno un po’ più di svantaggio rispetto ad altri contesti presenti nel panorama regionale e che hanno maturato dell’esperienza decennale. Quindi non sono comuni che si sono inventati il mercatino del riuso, ma sono comuni in cui questi mercati ci sono già da decenni e che, qualora non ci fossero più, rappresenterebbero un forte danno per le attività economico-commerciali presenti in quelle realtà. Quindi l’introduzione della categoria dei mercatini storici è assolutamente preziosa, perché consente di regolamentare il fenomeno, ma anche di salvaguardare l’esperienza decennale che alcuni hanno maturato all’interno di questa regione.

    Rispetto ai provvedimenti è chiaro che noi come comuni, parlo come Comune di Pieve, ma anche a nome anche di altri Comuni sul territorio, sarà fortissimo l’impegno a controllare tutto quello che la modifica di questa legge comporta in capo ai Comuni e ai soggetti gestori di questi mercatini in termini di controlli e di verifiche. Ovviamente è un obiettivo sacrosanto anche per noi quello di controllare e di verificare che le cose che qui sono scritte vengano mantenute.

    Io rispetto alla legge avrei due o tre osservazioni abbastanza semplici da fare. All’articolo 3, al comma 5 si cita che «tale tesserino è soggetto al pagamento di una somma a titolo di diritti istruttori pari a 200 euro», io chiederei se fosse possibile il pagamento dei diritti di istruttoria pari a 50 euro, perché 200 euro di diritti di istruttoria per il rilascio di un tesserino ci pare una cifra abbastanza elevata e alta da questo punto di vista, quindi ci sta il riconoscimento di una cifra da corrispondere al Comune di residenza, dice la legge, o al Comune capoluogo, qualora vengano da fuori regione, ma chiediamo l’abbassamento di questa cifra. Chiediamo poi che mantenendo a mille euro il valore dei beni che possono essere oggetto di vendita o di baratto all’interno per quell’hobbista, il prezzo massimo di un oggetto non sia superiore a 100 euro ma a 250 euro. Quindi chiediamo di aumentare leggermente il valore dell’oggetto singolo vendibile da 100 euro a 250 euro, mantenendo però in mille euro il valore complessivo dei beni che quell’hobbista può mettere in vendita per quelle giornate.

    Io chiudo dicendo che anche da parte nostra come Comuni c’è la volontà di andare nella direzione di avere un compito e di svolgere appieno il ruolo, che anche questa legge ci riconosce rispetto a questo, e deve esprimere la massima soddisfazione nei confronti del lavoro fatto dall’assessore e da tutti coloro che hanno dato una mano, un contributo a questa legge per regolamentare un fenomeno importante per superare la delibera sugli hobbisti, ma anche per consentire di salvaguardare alcune realtà nel panorama emiliano-romagnolo che sono Comuni che fanno di questi mercatini anche uno degli elementi di sopravvivenza e di vitalità di quelle comunità anche del tessuto economico e produttivo in esso presenti.

     

    CHIESA, funzionario Comune di Parma: Volevo portare il caso del Comune di Parma, dove noi abbiamo da parecchio tempo un numero rilevante di iniziative straordinarie autorizzate dai nostri uffici, in alcuni casi organizzate direttamente, organizzate dall’Amministrazione comunale per i motivi che poi dirò e in altri casi richieste da operatori economici, da associazioni di categoria. Questo lo dico perché non vorrei che passasse l’idea che abbiamo da un lato della barricata i Comuni che autorizzano all’infinito iniziative che sono i cattivi, dall’altro le associazioni di categoria che sono i poverini che sono in un angolo e che risentono negativamente di questo profluvio di iniziative. Buone o balorde che siano queste iniziative.

    Il Comune di Parma da tanti anni cerca con lo strumento delle manifestazioni temporanee, che sono ormai una sessantina nell’arco dell’anno sull’intero territorio comunale, di aggiungere ai mercati su area pubblica classicamente intesi, che da noi si contano sulle dita di tre mani, per darvi un’idea, per cercare di rivitalizzare alcune aree del territorio, del centro e non solo, di contribuire a fronteggiare fenomeni di degrado in alcune aree del centro, e non solo, ha promosso, organizzato anche con le cinque associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato una serie di iniziative ormai ripetute. Sono iniziative di vario successo, molte delle quali si ripetono sulle stesse strade da anni, rispetto alle quali – lo dico molto apertamente – credo sia difficile che si possa pensare di tornare indietro. Lo dico sia per iniziative richieste direttamente dalle cinque associazioni di categoria sia per quelle promosse e regolamentate da altri soggetti.

    Il fenomeno degli hobbisti da noi c’è stato, c’è, ma io non mi straccio le vesti, francamente mi appassiona poco il dibattito su hobbisti, riuso, eccetera: non abbiamo formalizzato nessun mercatino del riuso; abbiamo alcune iniziative in un’area particolare del centro cittadino che è piazza Ghiaia, che è l’area che ospita due mercati su area pubblica alla settimana (il mercoledì e il sabato), i due mercati storici di piazza Ghiaia, i due mercati di maggior successo. Quell’area è stata oggetto di un intervento di trasformazione pubblico/privata che ha portato come uno dei risultati alla pubblicizzazione dell’area soltanto nei giorni di mercato (mercoledì e sabato), negli altri giorni l’area non è nostra, è di una società privata che la gestisce che è impegnata, insieme all’Amministrazione comunale, ad evitare anche in quell’area fenomeni di abbandono del tessuto commerciale anche in sede fissa che ci chiede una serie di iniziative come quelle che andiamo autorizzando in quell’area, che è centralissima rispetto alla quale la nostra Amministrazione, ma penso sarebbe un ragionamento comune anche di molte altre Amministrazioni, intende evitare che sia isolata e lasciata andare a fenomeni di degrado di vario genere. Porto questo caso perché sono d’accordissimo sull’esigenza di portare complessivamente ordine nella materia, come cerca di fare questa proposta di intervento legislativo all’attenzione nelle prossime settimane del Consiglio regionale; vorrei però spezzare una lancia a favore di quelle Amministrazioni, non credo solo la nostra, che si trovano a gestire, con strumenti se vogliamo non perfetti, non ideali anche in punta di diritto, situazioni non facili. Ma in questa partita non c’è soltanto il ruolo dell’Amministrazione, c’è il ruolo di tutti a gestire questa partita che non è facile.

     

    COSTANTINI, sindaco Comune di Spilamberto: Spilamberto è un comune di circa 12.800 abitanti in provincia di Modena, ci fregiamo, oltre che essere i primi della classe per quanto riguarda la produzione dell’aceto balsamico tradizionale, anche i primi della classe per quanto riguarda il pieno rispetto della normativa attualmente vigente, perché noi ogni anno abbiamo fatto la richiesta per quanto riguarda gli espositori, abbiamo preteso che avessero tutti quanti il tesserino, abbiamo vidimato a tutti quanti i tesserini ogni volta che abbiamo fatto il mercatino, ogni anno abbiamo atteso con loro qualche certezza sul futuro e ogni anno abbiamo tirato un sospiro di sollievo, quando è arrivata la proroga alla legge. Anche i nostri hobbisti ci hanno seguito in questo, ci hanno seguito nel fare ogni volta il tesserino. Questo però non perché i nostri hobbisti siano meglio di altri nel rispetto dei regolamenti, ma perché ce lo siamo potuti permettere, con mille traversie e mille difficoltà anche da parte dei nostri uffici nel far rispettare questo tipo di normativa, in termini di risposta delle presenze sul territorio perché abbiamo contenuto una sorta di emorragia. All’inizio del mio mandato, quindi si parla del 2014, poco prima, eravamo a circa 250 presenze sul territorio per il nostro mercatino della terza domenica del mese, siamo arrivati a 150 presenze. I cali si sono verificati nella parte degli hobbisti. Questo è stato possibile: non arrivare soltanto ad avere i commercianti che poi, una volta magari visto il mercatino deserto dagli hobbisti, se ne sarebbero andati pure loro, perché altri mercatini non chiedevano la vidimazione del tesserino oppure altre regioni semplicemente non hanno regole come la nostra, di conseguenza potevano tranquillamente andare a scavalco e andare al confine. Questo per dire che noi siamo parte di quelli che apprezzano il fatto che ci sia una valorizzazione dei mercatini storici, perché lo si è detto più volte, l’assessore Corsini in particolare, per noi sono realtà fondamentali per quanto riguarda non tanto l’altruismo legato a coloro che vengono e fanno il mercatino, ma l’egoismo del sindaco che cerca di promuovere e far sì che i propri commercianti possano ogni terza domenica del mese avere maggiori corrispettivi rispetto a quello che ci sarebbe nel loro cassetto, se non avessero questa possibilità. Quindi è per quello che con tanta tenacia andiamo a difendere questo genere di mercatini, non perché secondo noi siano forieri di legalità, ma perché secondo noi sono invece delle possibilità per i nostri territori che a volte sono anche tesserati alle diverse associazioni di categoria i nostri commercianti.

    Per noi questo è fondamentale ed è un equilibrio raggiunto che è da difendere. Abbiamo apprezzato lo sforzo di tutti quanti nell’andare a comprenderci sia come enti locali che come associazioni di categoria e ovviamente anche come regolatore; quello che mi aspetto come previsione, però, sarà una sorta di concorrenza fra i nostri mercatini. Ormai siamo ad un punto in cui dobbiamo stare a vedere. Abbiamo ormai uno storico di come è andata la situazione in questi anni, possiamo andare a vedere quella che sarà l’evoluzione e sempre da questa parte ci troverete: per noi mantenere gli interessi dei nostri commercianti è la priorità.

    Una nota sempre legata alla legge, questo perché gli enti locali, i Comuni sono fatti anche dalle persone che li fanno funzionare, quali i nostri tecnici, anche noi – e in questo concordo con quanto sollecitato prima da Confesercenti – capire meglio cosa si intende con il discorso mercato di qualità. Effettivamente andare all’oggettivazione di questo potrebbe aiutarci anche nell’andare a far valere la legge stessa, perché altrimenti ci troviamo ulteriormente in difficoltà.

    Quindi, ringraziando tutti quanti per il lavoro svolto in questi anni, mi viene da dire, ce la mettiamo tutta perché il buono di questa esperienza si possa da una parte all’altra comunque continuare a mantenere.

     

    MONTANARI, vicesindaco Comune di Medicina: Grazie della disponibilità che è stata data da tutte le parti per cercare di migliorare questa legge, quindi da parte dell’assessore in primis e da parte di ANCI e del suo direttore, delle associazioni.

    Voglio ricordare che i Comuni si sono impegnati su questo tema, sulla sollecitazione dei propri commercianti in sede fissa e per cercare di valorizzare il ruolo dei centri storici che stanno vivendo un momento di difficoltà. Quindi è questo l’obiettivo delle Amministrazioni, soprattutto di quei Comuni che sono fuori dai principali giri turistici. Queste manifestazioni comunque sono ormai, dal punto di vista promozionale, turistico ed economico qualcosa di rilevante e quindi penso sia giusto andare a normare in maniera più precisa, fare poi le verifiche negli anni. Bene aver inserito dei controlli e degli obblighi in questa legge, su cui i Comuni si devono impegnare, questo è un punto assolutamente importante sul quale anche l’ANCI deve impegnarsi per richiamare i propri Comuni proprio per dare credibilità alla legge e all’equilibrio che si sta cercando. Troviamo un po’ limitante ad esempio l’obbligo di mettere su ogni pezzo i prezzi, però capiamo la logica che è stata usata dall’Assessorato che richiama la legge del commercio, quindi su questo accettiamo le valutazioni che sono state fatte, per quanto riteniamo possa essere un po’ limitante per la manifestazione e per chi la svolge. Infine un sollecito alla Regione in qualche modo ad evidenziare come tali manifestazioni, se cerchiamo di avere un’attenzione in più, siano manifestazioni promosse principalmente nei centri storici o comunque laddove, come è stato detto anche prima, c’è la necessità di riqualificare delle zone per un contesto sociale. Questa è una cosa importante, perché non possiamo accettare invece manifestazioni di questo tipo nei parcheggi o in contesti assolutamente alieni da un contesto turistico, promozionale dove ci sono altri negozi e commercianti che possono trarre beneficio da queste manifestazioni.

     

    FERRARONI, assessore Comune di Poviglio (RE): Mi ha fatto molto piacere l’invito a questa giornata, perché io sono assessore alle attività produttive e alla promozione del territorio; sono al mio primo mandato, perciò dovete magari scusarmi nella mia semplicità di esposizione. Molto spesso quello che ci troviamo a vivere un po’ tutti i sindaci che mi hanno preceduto e gli assessori che hanno ruoli paritetici al mio è la difficoltà operativa con la legiferazione in uso oggi, perciò il discorso della Regione volto al cambiamento in questo senso io lo colgo con molto entusiasmo.

    La mia era semplicemente una domanda su un punto, una domanda chiarificatrice, perché ero venuta qualche tempo fa in Regione proprio a chiedere spiegazioni. In riferimento all’articolo 2, il comma c-quater) sui mercati straordinari di qualità che sono quelli che alle volte fanno venire un po’ di mal di pancia, rispetto al numero degli espositori dell’intera area mercatale, il 30 per cento che si menziona di rivolgersi ai normali espositori dei nostri mercati si parla di quelli operativi, quelli in essere, cioè titolari di concessione pluriennale o si parla in linea di massima di quelli che occupano l’area mercatale per essere coinvolti? Questa è la prima domanda tecnica. Il modus operandi da approntare qualora ci fosse una non partecipazione di questi aderenti al mercato.

    L’altra cosa è che si è fatto riferimento a consorzi. Si parla solo di consorzi o anche di altri gruppi? Perché molto spesso sono anche associazioni quelle che realizzano i vari mercati che sono stati menzionati prima. Questa era la mia curiosità in questo senso.

     

    GURRIERI, Confcommercio: La ringrazio, presidente Serri, per aver convocato questa udienza che ci dà un’opportunità, altrimenti rara, di confronto anche con i Comuni. Ovviamente grazie all’assessore Corsini, alla relatrice di maggioranza e di minoranza.

    Io oggi vorrei fare un intervento, nonostante sia un tecnico ma quest’oggi mi ritrovo a rappresentare tutte le componenti soprattutto di FIVA (Federazione italiana venditori ambulanti) Emilia-Romagna, ma anche di Confcommercio: qui c’è un tema fondamentale che si chiama concorrenza sleale. La concorrenza sleale è il cavallo di battaglia della nostra organizzazione a livello sindacale. Noi, laddove ravvisiamo dei contesti che possano coltivare, alimentare questo fattore, non potremo che essere sempre decisamente assolutamente dall’altra parte, contrari. Noi da sempre chiediamo parità di regole per l’esercizio di attività identiche. Il vero tema è che dietro il termine “hobbista” contro il quale non abbiamo assolutamente nulla, anzi, il vero hobbista riteniamo possa essere una risorsa, riteniamo che spesse volte ci siano attività strutturate in maniera molto più articolata rispetto alle stesse attività con partita IVA. Il vero tema è questo. Quindi senza fraintendimenti. Il grande merito dell’Assessorato regionale è stato quello di comporre una soluzione che ci vede su temi a volte distanti e contrapposti, però è una soluzione che migliora uno stato di cose.

    Quindi io anticipo la conclusione. Il nostro giudizio è positivo, apprezziamo la difficilissima opera di mediazione che ha visto protagonista l’assessore Corsini, che ha davvero cercato di porre nello stesso ambito situazioni che rimangono contrapposte, perché laddove noi riteniamo ci siano germi di concorrenza sleale non possiamo che essere assolutamente contrari. Comprendiamo, lo dico ai sindaci, io sono anche responsabile dei sindacati del commercio dell’Emilia-Romagna per Confcommercio, perfettamente le ragioni che voi avete posto, però l’essere uomo di amministrazione antepone a tutte queste considerazioni il rispetto delle regole e l’equità delle stesse. Questo lo dico senza timore di smentita. Questo è fondamentale. Quindi non siamo contro ma siamo per. Questo è fondamentale. Nessuno ce l’ha con l’hobbista. Il timore è che l’hobbista sia più facile da trovare in un libro di fiabe dei fratelli Grimm piuttosto che nei mercati.

    Se mi è permesso entrare solo nello specifico, non entro nel dettaglio tecnico della norma, perché ho già sottolineato con questa premessa tutta politica l’apprezzamento per l’immane lavoro svolto di mediazione: un approfondimento sul concetto di qualità. La qualità è la chiave di volta per il futuro della nostra categoria. Sto parlando degli ambulanti. È l’investimento che tutti insieme ci deve vedere lavorare per far sì che il livello complessivo si possa elevare e quindi il rischio di vedere relegato un percorso di fondamentale importanza che noi vogliamo fare insieme a questa Amministrazione, non dico iniziare perché l’abbiamo già iniziato, però continuare approfondendolo, allora io dico che è un rischio avere questo mercato straordinario di qualità, dai connotati un po’ confusi, non molto chiaro e quindi, in una logica che vede la qualità come faro conduttore, un approfondimento è necessario. Quindi chiedo l’abrogazione dell’articolo che parla di questo tema per rilanciare. Non sta a me commentare quello che chi mi ha preceduto ha detto questo pomeriggio, però esprimo assoluta e ferma contrarietà a proposte che vadano, da parte dell’associazione che oggi rappresento, a modificare il valore massimo della singola vendita e la diminuzione del costo del primo rilascio del tesserino.

     

    SERRI, presidente: Abbiamo concluso gli interventi, do ora la parola ai relatori.

     

    MARCHETTI F.: Grazie a tutti per essere intervenuti e per i contributi, perché credo che si sia colto lo spirito che ha portato a questa proposta che oggi è stata illustrata dall’assessore, che va proprio nella direzione di dare un perimetro, un contorno e una regolamentazione ad un processo che ha dei vuoti e delle lacune che, per le vicende legislative che erano già state introdotte e già esplicitate, mirava. Questa è la prima questione.

    È evidente che tutti i contributi e quelli che verranno, perché anche questo volevamo aggiungere come relatori, altri contributi che vogliono pervenire diamo tempo fino a mercoledì prossimo di far avere anche osservazioni, eventuali proposte alla Segreteria della commissione.

    Sul tema dei controlli mi permetto di aggiungere questo, visto che sono delle valutazioni che andranno fatte, e parto dall’ultimo intervento che dovremmo trovare un equilibrio in base anche a quello che abbiamo sentito questa pomeriggio rispetto alla merce, il tesserino, quindi faremo le valutazioni e ci confronteremo ancora su questi punti, credo però che ai Comuni dobbiamo chiedere uno sforzo in più, una collaborazione più sul tema dei controlli, perché, proprio perché questa proposta parte da un bagno di realismo che tutti noi abbiamo fatto nelle diverse situazioni dei diversi mercatini, voglio cogliere il positivo e mi piacerebbe anche potenziare, lavorarci, aprire una riflessione maggiore su questo, perché è fondamentale, alla luce di tutto quello che abbiamo detto e alla collaborazione che le diverse associazioni di categoria hanno mostrato rispetto a questa proposta, rilanciare anche un patto di collaborazione nuovo su questi temi.

    Per ora mi fermo, entro mercoledì prossimo, perché l’iter della commissione ha una calendarizzazione precisa, siamo disposti ad avere ulteriori richieste. Per le domande tecniche che faceva l’assessore del Comune cederemo la parola alla dirigente del servizio.

     

    DELMONTE: Grazie per i contributi. Ho cercato di appuntarmi tutto, perché sarà nostro compito, oltre che mio da relatore, di prenderci carico delle vostre osservazioni e unirle, cercare di capire anche rispetto a quelle che già noi avevamo in mente come migliorie al testo di legge che oggi stiamo analizzando per cercare di arrivare ad un voto in Aula più chiaro ed esaustivo possibile per tutte le categorie.

    Mi sono segnato alcuni passaggi dei vostri interventi, oltre ad alcune idee che già avevo che vorrei molto velocemente esporre. Il primo punto che secondo me è importante ed è una possibile miglioria a questo testo, che è stato evidenziato anche da Dominichini, se non ricordo male, è quella della possibilità di utilizzare le quote, il tesserino dei mercati non storici sui mercati storici. Credo che questo, visto il numero già abbastanza elevato di partecipazioni ai mercatini, possa essere una parte stralciabile dal testo. Questo è un mio parere. Ovviamente deve essere calmierato sulla quantità di mercatini attualmente esistenti sul territorio, di cui vorremmo avere una mappatura complessiva, perché effettivamente ancora sott’occhio non ce l’abbiamo. Mi preme ricordare come il numero di permessi in Veneto sia di sei, in Piemonte sia diciotto, qui siamo a trenta: almeno limitare l’intercambiabilità credo possa essere un limite in più legittimo.

    I controlli. Sul tema dei controlli credo si giochi la partita più grande, perché è ovvio che possiamo parlare di numeri finché vogliamo: possono essere due o cinquanta i permessi ma, se non ci sono i controlli, il numero diventa di fatto illimitato e quindi la parte dei controlli deve essere facilitata e soprattutto bisogna chiarire un principio; nel testo di legge è riportato che il controllo spetta al Comune in cui si svolge la manifestazione, ma è ovvio che di fatto il controllo spetta alla polizia locale che fa l’intervento, perché la maggior parte delle manifestazioni avviene durante il fine settimana e il Comune come forza di controllo non può avere altro che la polizia locale. È chiaro che occorre, visto che la polizia locale svolge molti altri compiti, occorre forse facilitarne le operazioni e qua stiamo anche pensando con la maggioranza di andare nella direzione di una digitalizzazione il più possibile di queste procedure e di questi controlli. Ancora non sappiamo bene come, ma cerchiamo di migliorare questo aspetto.

    Sull’abrogazione della delibera io pongo un paletto forse politico. A me piacerebbe che l’abrogazione della delibera avvenisse anche solo un minuto prima del voto in Assemblea, perché è chiaro che vorremmo procedere ad un voto in Assemblea di una legge che ha già una sua contropartita nell’abrogazione della delibera sul riuso, in modo che sia immediatamente equilibrato quel principio che andiamo a difendere.

    Un’altra possibile idea che avevamo era quella di un obbligo dal punto di vista degli hobbisti di predisporre un elenco del materiale in vendita, come in altre regioni, presentarlo insieme al cartellino. Attualmente da noi non è previsto questo obbligo e quindi credo che possa essere una opzione valutabile. Se mi è sfuggito, chiedo scusa. Verificheremo. È un’idea che mi è venuta in questo momento, quindi nei testi mi è sfuggita.

    Sul quesito invece che vorrei porre ad alcuni sindaci, le risposte me le daranno in privato dopo, perché non è possibile reintervenire. A volte si parla di come queste iniziative vanno ad aiutare i commercianti, in sede fissa in particolare, mi trova particolarmente d’accordo perché soprattutto nei centri storici vi è questa difficoltà nel mantenere un’attività e sappiamo tutti quanto l’utilizzo del wifi di casa dal divano a volte sia un vantaggio, con cui sia difficile competere, però mi chiedo anche in quante manifestazioni nel weekend, questa è una curiosità che ho e che vorrei capire seriamente, quali tipologie di attività in sede fissa mantengono aperte durante i mercatini. Tutte le tipologie o forse per la maggior parte dei comuni, soprattutto dove non vi sono le manifestazioni più grosse, sono in realtà quelle di ristorazione più che tutte le altre. Questo è un dubbio che ho e, se si può migliorare qualcosa in questa legge per cercare di incentivare un’apertura più complessiva, credo sia importante.

    Mi piace essere chiaro solo su due dubbi che sono stati sollevati dal sindaco Maccagnani di Pieve di Cento su due proposte numeriche con l’innalzamento della quota del valore da 100 a 250 euro a singolo pezzo, pur mantenendo il limite dei mille. Su questo io non ho particolari riserve, nel senso che quello che mi preme è un tetto massimo del valore complessivo, invece dichiaro già di essere assolutamente contrario all’abbassamento del tesserino da 200 a 50 euro, perché credo che sia una cifra del tutto rispettosa, soprattutto perché non svolge l’attività di commerciante in forma professionale. Credo che sia un segno di riconoscimento verso quella categoria.

     

    SERRI, presidente: La parola alla dottoressa Paola Bissi, dirigente dell’Assessorato, per alcune precisazioni tecniche uscite dai vari interventi.

     

    BISSI: Parto dall’ultimo intervento e poi recupero quelli precedenti. Per quanto concerne il tema dell’abrogazione o comunque della sospensione dell’efficacia degli effetti della DGR sul riuso non è stata prevista nel testo normativo per un problema formale: non si può abrogare con una norma di legge un atto che ha valenza amministrativa, che è un atto della Giunta. Detto questo, diciamo che non solo ci si fida della parole dell’assessore, ma nella relazione al disegno di legge è stato esplicitamente scritto, quindi è vero che non è in un articolato di legge, ma la relazione ne fa parte integrante e viene anch’essa approvata dall’Assemblea e si dice proprio esplicitamente che, attraverso questo progetto di modifica normativa, si prevede contestualmente la sospensione degli effetti della deliberazione della Giunta regionale n. 151/2014. Quindi credo che questo possa essere già considerato un impegno formale rispetto a procedere un minuto dopo all’approvazione della norma.

    Per quanto concerne invece il tema sul mercato straordinario di qualità, giusto per chiarire, ma penso che lo sappiano quasi tutti quelli che sono in platea, qui non stiamo ovviamente più parlando di un ragionamento di hobbisti, qui stiamo parlando di operatori assolutamente professionali del commercio; questa introduzione era sostanzialmente volta a dare risposta ad una problematica cogliendo l’opportunità anche di andare verso un ragionamento qualitativo. La problematica che ci era stata posta era quella di i consorzi di operatori professionali che andavano sui territori, tendenzialmente da fuori regione, ma questo non vuol dire, nel senso che il diritto comunitario non fa ovviamente distinzione di provenienza, ma la distinzione in verità era sulla modalità di intervento. A differenza di quelli che erano gli operatori che partecipano ai mercati istituiti, le modalità con cui sui territori questa cosa veniva consentita erano molto più soft concessioni di occupazione di suolo pubblico al titolare del consorzio e nessun’altra tipologia di regolamentazione. Da parte di alcuni Comuni ci è stato fatto notare che questa modalità è un po’ borderline, non voglio usare altre terminologie. Sempre per andare dietro a questa esigenza anche di parità di concorrenza tra operatori e fra sistemi, il ragionamento è diventato quello di prevederlo in modo di dare sia certezza a chi lo fa sia tranquillizzazione a chi ritiene che non si possa fare, dando esplicita normazione e prevedendo questi come mercati straordinari di qualità, destinati ai consorzi di operatori, ma in cui si ragionava, proprio per consentire anche una partecipazione degli operatori locali, di riservare comunque una presenza del 30 per cento agli operatori locali. Questi, per come l’abbiamo pensato, sono mercati straordinari e, come le altre tipologie di mercati straordinari, si svolgono nella medesima area mercatale già istituita dal Comune e comunque dal Comune vanno istituiti e regolamentati. Questo per venire alla domanda dell’assessore, ovvero tendenzialmente il Comune dovrà, nell’istituzione del mercato straordinario, definire la modalità come forma le graduatorie per il 30 per cento degli operatori locali: può autorizzare la graduatoria rispetto agli operatori che sono nella medesima area mercatale e formare una nuova graduatoria. Questo ovviamente sta nella disciplina dei Comuni.

    L’aspetto qualitativo era più un obiettivo. È vero, come è stato detto, che non è declinato, così come non è facile trovare una declinazione del concetto di qualità; per come l’avevamo pensata noi, si lasciava l’individuazione di questi aspetti ai Comuni, abbiamo raccolto qui la sollecitazione, ma questo non è un tema tecnico, per cui interverrà poi la politica, una sollecitazione a fare un ragionamento non solo limitato a questa tematica, ma più estesa sulla questione della qualificazione, fermo restando che sappiamo tutti che la difficoltà sulla qualificazione anche dei mercati deriva dal fatto che, dal punto di vista del diritto comunitario, l’identificazione o distinzione tra tipologie di merce, tranne quella dei settori, trova un po’ contrarietà nel rispetto del diritto europeo.

     

    SERRI, presidente: La parola all’assessore.

     

    CORSINI, assessore: Ringrazio per i contributi di merito e anche per un giudizio complessivamente positivo dato sulla proposta della Giunta e anche sul metodo, e vorrei anche vedere, dopo due anni di confronto. Questa volta c’è stato.

    Sulla contestualità dell’abolizione della delibera sul riuso ha già detto la dottoressa Bissi, manteniamo il principio della contestualità per non alterare il quadro prima di avere operativa la nuova norma. Vi riconfermo tuttavia non solo l’impegno politico, perché è scritto in maniera molto chiara nella relazione di accompagnamento alla legge.

    Rispetto alle proposte di modifica che sono state avanzate sia da alcuni Comuni che dalle due associazioni di categoria maggiormente rappresentative del commercio ambulante, naturalmente le osservazioni vanno formalizzate. Non è la Giunta ad approvarle, naturalmente ci si rimette alla volontà politica dell’Assemblea legislativa. Per quanto mi riguarda su una di queste richieste di modifica posso già anticipare che noi, come Giunta, proporremo un’osservazione per togliere l’articolo relativo ai due mercati straordinari di qualità, che verranno quindi tolti dall’impianto normativo, se naturalmente l’Assemblea approverà, non perché ci sia una contrarietà da parte delle associazioni, tutt’altro: perché si ritiene che questo tema non possa essere affrontato in maniera non dico superficiale, ma attraverso un articolo che forse poco c’entra con i mercati degli hobbisti, ma venga affrontato in un contesto invece in cui si ragiona a trecentosessanta gradi per contestualizzarli in un ragionamento più complessivo sul tema della qualificazione dei mercati settimanali, come ci avete giustamente sottolineato. Quindi già vi posso anticipare che questo tema sarà oggetto di una proposta di osservazione da parte della Giunta.

    Sulle altre cose ci rimettiamo intanto alla formalizzazione degli emendamenti e poi alla valutazione che deve essere fatta dall’Assemblea e con un parere da parte del Giunta rispetto non solo alla fattibilità tecnica, ma anche all’opportunità politica. Fermo restando che stiamo parlando di una legge che dovrà essere discussa e approvata dall’Assemblea e quindi l’Assemblea da questo punto di vista farà le proprie valutazioni di carattere politico rispetto alle osservazioni che verranno presentate formalmente. Quindi vi ringrazio della vostra presenza e soprattutto del vostro contributo.

     

    SERRI, presidente: Chiudiamo qua questa udienza conoscitiva. Anche io vi ringrazio, i contributi sono stati importanti che ci permetteranno di concludere nel migliore dei modi l’approvazione della legge.

    Ricordo anch’io che le osservazioni e gli emendamenti devono arrivare entro il 21 novembre, mercoledì prossimo, alle ore 12,00 all’indirizzo della Segreteria della commissione che è lo stesso indirizzo da cui vi è arrivata la convocazione. Questo è molto importante per evitare che le osservazioni poi non vengano distribuite in modo corretto e uniforme a tutti i consiglieri, che dovranno poi lavorare sulla legge. Grazie ancora e buon rientro.

     

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