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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 09/09/2020 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 13

    Seduta del 9 settembre 2020

     

    Il giorno 9 settembre 2020 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. AL.2020.17226 del 03/09/2020, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede, del Presidente, dei Vicepresidenti e di un membro per Gruppo assembleare [Gianni Bessi (PD), Stefania Bondavalli (BP), Valentina Castaldini (FI), Maura Catellani (Lega), Palma Costi (PD), Simone Pelloni (Lega), Igor Taruffi (ERCEP)], nonché degli altri partecipanti ai sensi della deliberazione dell’Assemblea legislativa n.3 del 27 marzo.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    9

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    6

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    IOTTI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

     

    È altresì presente l’assessore al Bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale Paolo CALVANO.

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    sull’oggetto:

     

    1187 -Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Documento di Economia e Finanza Regionale - DEFR 2021-2023". (Delibera di Giunta n. 788 del 29 06 20)

     

    (Relatore consigliere Luca Sabattini)

    (Relatrice di minoranza consigliera Maura Catellani)

     

    partecipano

     

    Antonio

     

    Gianluca

     

    Gurrieri

     

    Rusconi

     

    Confcommercio Emilia-Romagna

     

    Vice Direttore Confindustria Emilia-Romagna

     

    Massimiliano POMPIGNOLI, Presidente della Commissione. Se ci accomodiamo, iniziamo la Commissione facendo l’appello. Oggi, come sapete, svolgeremo l’udienza conoscitiva per la proposta di iniziativa della Giunta sul DEFR 2021-2023.

    Facciamo l’appello. Bargi Stefano, presente. Sabattini Luca, presente in aula. Bessi Gianni. Bondavalli Stefania, presente in aula. Castaldini Valentina. Catellani Maura, presente in aula. Costi Palma, presente in aula. Daffadà Matteo, presente. Fabbri Marco: lo vedo, ma non lo sento; presente. Gibertoni Giulia. Iotti Massimo, presente. Lisei Marco. Marchetti Daniele. Marchetti Francesca.

     

    Consigliera Francesca MARCHETTI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno. Mastacchi Marco.

     

    Consigliere Marco MASTACCHI. Presidente, buongiorno.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Occhi Emiliano. Pelloni Simone, presente in aula. Piccinini Silvia. Pigoni Giulia. Rancan Matteo. Tagliaferri Giancarlo. Taruffi Igor, presente in aula. Zamboni Silvia.

    Come di consueto, chi volesse dare la propria presenza lo scriva in chat, anche chi non è componente della Commissione.

    Come vi anticipavo, oggi è prevista l’udienza conoscitiva per la proposta di legge d’iniziativa della Giunta recante il Documento di economia e finanza regionale.

    Vicino a me ci sono i due relatori: di maggioranza, il consigliere Luca Sabattini e di minoranza, la consigliera Maura Catellani. È presente anche l’assessore al bilancio, Paolo Calvano.

    Partirei con una breve introduzione da parte dei due relatori, quindi lascerei la parola al consigliere Luca Sabattini, facendovi presente che, allo stato attuale, sono presenti il vice direttore di Confindustria, Rusconi Gianluca, e Gurrieri Antonio di Confcommercio, che hanno chiesto di intervenire per l’udienza conoscitiva.

    Allo stato non ci sono altre richieste di intervento. Quindi, finita la relazione dei due relatori, darò la parola appunto a chi ha chiesto di parlare.

    Prego, consigliere Sabattini.

     

    Relatore Luca SABATTINI. Buon pomeriggio a tutti. Grazie al presidente di Commissione, ma soprattutto grazie a tutti gli interlocutori che vorranno dare il loro contributo a questo iter di discussione, che, a seguito della presentazione fatta la scorsa settimana, comincia il suo iter per arrivare poi all’approvazione del Documento di finanza regionale.

    In accordo con il relatore di minoranza, oggi lo spazio è dedicato, per quello che ci riguarda, all’ascolto e alla raccolta dei contributi.

    In merito alla nostra discussione politica avremo modo nelle prossime settimane di affrontare, anche nelle specifiche Commissioni, per competenza, gli aspetti più puntuali di un documento assolutamente ricco non soltanto di obiettivi politici strategici, ma anche, soprattutto nella prima parte, di un elemento assolutamente fondamentale, ancora di più quest’anno, nella fase che stiamo affrontando, che è il quadro conoscitivo di contesto che permette un elemento comparativo ai vari livelli di analisi fino ad arrivare al livello regionale di quello che è avvenuto negli anni passati, ma anche il fortissimo impatto che, come sappiamo tutti, tutto il sistema economico-finanziario e sociale della nostra regione, come per tutto il mondo, ha avuto da questa pandemia.

    È un documento che è anche utile, credo, nella fase del contesto, nella prima parte ricognitiva, proprio per fare quello che credo la politica debba fare sempre, ovvero prendere decisioni in funzione dell’analisi e dei dati, non soltanto di quelli che avvengono all’interno del dibattito pubblico, ma anche in una raccolta più sistemica di tutti gli aspetti.

    Credo che sia stato corretto l’elemento anche comparativo delle varie informazioni, delle varie previsioni di tutti gli enti internazionali, dal Fondo monetario internazionale all’OCSE.

    Sono elementi importanti di definizione del contesto. È un documento, ovviamente, che traccia la strategia complessiva del mandato. Ovviamente, non si poteva immaginare, a seguito delle elezioni di gennaio, di dover produrre un documento di questo tipo, soprattutto con gli effetti dei mesi che abbiamo vissuto, che, come avete visto, impattano in modo forte sia nella costruzione, quindi con un’analisi complessiva di tutte le azioni messe in campo dalla Regione in questi mesi, ma ovviamente porta anche a una ridefinizione, come abbiamo fatto nella discussione di qualche settimana fa, sulle linee di mandato che, ovviamente, sono assunte come elemento ordinatore soprattutto nella seconda parte del documento, con un’aggiunta credo assolutamente importante.

    Venendo anche dalla scorsa legislatura, credo che anche la qualità del documento che sottoponiamo alla votazione e all’analisi ogni anno cresca in qualità, proprio nella logica di non tracciare soltanto le strategie, ma fornire uno strumento importante per l’accountability complessiva delle scelte messe in campo. È un elemento ordinatore, che traccia poi anche le azioni da mettere in campo con una sottolineatura, ci tengo a farla, con un’integrazione puntuale sia sulle strategie che sulle azioni, con i Goal dell’Agenda 2030.

    Questa scelta, importante per un documento strategico di questa portata, traccia in modo indissolubile i binari che rappresenteranno, anche nelle azioni da mettere in campo, i binari di questo mandato, di questa Amministrazione.

    Una discussione come questa, anche frutto della storia della nostra Regione, che è anche tracciata dalla volontà di mettere in campo nei prossimi mesi il nuovo Patto per il lavoro e per il clima, vede nel confronto con le parti sociali e con tutti gli stakeholder elementi fondamentali.

    C’è sicuramente una particolarità, oltre alle novità comunque introdotte. Penso soprattutto all’inserimento degli obiettivi di cambiamento, con la definizione di accountability puntuali che ci permetteranno anche di vederne, con diagrammi di Gantt codificati, anche le attuazioni. Ovviamente, questo è un DEFR diverso rispetto a tutti quelli che abbiamo visto anche nella scorsa legislatura, perché si colloca all’interno di una straordinarietà, di una situazione attuale che cambia velocemente. Lo avrete visto dal punto di vista dell’attualità come alcuni elementi che sono presenti all’interno di questo documento, speriamo, anche con le previsioni del terzo trimestre, come ha indicato e ha dichiarato il ministro delle finanze, potrebbero anche vedere uno scenario che impatterà sul nostro territorio in una maniera diversa.

    Al contrario, probabilmente, degli scorsi anni, un elemento fondamentale della discussione nelle prossime settimane vedrà una centralità anche nella nota di aggiornamento al DEFR.

    Con l’impatto che a livello nazionale vi sarà, cambieranno anche in quota parte le previsioni.

    Noi tutti confidiamo che siano assolutamente migliorative rispetto a uno scenario molto preoccupante che comunque è previsto all’interno del DEFR che, come avete visto, prevediamo all’interno di questo documento, che, ricordo, è stato votato in Giunta, approvato e scritto alla fine di giugno, quindi dal punto di vista temporale non tanto tempo fa, ma dal punto di vista politico di come si stanno evolvendo le cose quasi un’era geologica.

    L’importanza della nostra discussione politica rispetto alle scorse volte l’avrà sicuramente la nota di aggiornamento al DEFR e le evoluzioni che vi saranno anche nella discussione nazionale in rapporto con l’Europa che, come ci siamo detti più volte, vorremmo che vedesse comunque una centralità anche degli enti regionali non soltanto negli elementi di consultazione, ma anche di applicazione pratica di quelle che saranno poi le strategie, come ci siamo detti, della ricostruzione o della rigenerazione a seguito della pandemia.

    Sono stato volutamente alto, non scendendo strettamente nelle azioni previste all’interno del DEFR proprio per non condizionare i contributi, ma anche perché, come dicevamo, nella nostra discussione delle prossime settimane, con il passaggio in tutte quante le Commissioni, avremo modo di affrontarle in una maniera più dettagliata.

    Su questo chiudo e ringrazio ancora i partecipanti che vorranno darci il loro contributo.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Sabattini. Prego, consigliera Catellani.

     

    Relatrice Maura CATELLANI. Grazie, presidente. Grazie ai colleghi e buon pomeriggio a tutti.

    Come diceva il collega Sabattini, oggi ci limitiamo giustamente ad ascoltare gli ospiti che sono presenti, facendo magari soltanto una disamina generale sul documento.

    È chiaro che la lettura di questo documento, una lunga lettura di questo documento, soffre e soccombe rispetto alle conseguenze della pandemia, che ha creato uno stop di tutto il sistema economico e sociale del quale portiamo e porteremo avanti ancora in futuro le conseguenze.

    La speranza è evidentemente che questo lockdown sia stato un castigo obbligatorio e necessario rispetto al quale possiamo rinascere in positivo.

    È chiaro, come diceva il dottor Sabattini, che il documento troverà tutte le modifiche e le mitigazioni rispetto alla nota di aggiornamento, ma già ci dà la possibilità di fare diverse valutazioni, soprattutto – e oggi mi limito anche io – in merito al quadro conoscitivo del contesto, quindi della prima parte del documento.

    La pandemia ha creato degli impatti sulle variabili macroeconomiche importanti, tanto che, purtroppo, anche in questo documento, soprattutto nella seconda parte (gli obiettivi strategici) e nell’ultima parte (partecipazioni) sono molte di più le valutazioni soggettive rispetto a quelle oggettive.

    Dico “purtroppo” perché in documenti di questa portata la valutazione oggettiva sarebbe fondamentale. I dati li leggo perché sono, purtroppo, brutti, ma interessanti. Della prima parte, quindi del contesto conoscitivo, raccontano un brutto quadro e un futuro incerto. Sono dati macroeconomici che evidenziano come sia prevista una forte flessione del PIL regionale del 10,6 per cento. Critici gli indicatori della domanda interna, meno 5,7 per cento, anche se la stima è relativa ad aprile, quindi qualcosa speriamo possa cambiare, investimenti, meno 13, e consumi meno 5.

    Va da sé che se noi poi decliniamo la posizione della Regione Emilia-Romagna rispetto all’Italia, rispetto all’Europa, rispetto ai mercati internazionali, nei quali evidentemente siamo e dove i dati sono pure critici, la situazione non è positiva.

    Il primo dato, sul quale si fa riflessione, che emerge, è il tema della occupazione o forse dovrei piuttosto dire della disoccupazione.

    Nel momento in cui ci sarà il no al blocco dei licenziamenti a livello nazionale è evidente che la problematica dell’occupazione sarà ridondante. Non possiamo, perché diventa quasi un ossimoro, pensare di limitare tutto quanto a potenziare l’azione dei centri per l’impiego che è ciò che si legge nel documento, anche perché semplicemente se andiamo indietro di un paio di mesi l’Agenzia regionale per il lavoro, facendo una valutazione dei dati 2019, dice che, rispetto a una platea di 15.000 soggetti profilati, il 99 per cento dichiara di avere una distanza medio-alta rispetto al mercato del lavoro.

    Che cosa possiamo potenziare se su dati come 125 persone beneficiarie di assegno di ricollocazione, 94 sono titolari di NASPI, 31 di CIGS e soltanto 21 posizioni sono arrivate alla soddisfazione occupazionale? Attenzione, la soddisfazione occupazionale sono contratti a tempo determinato, talvolta inferiori ai sei mesi.

    È chiaro che qualcosa deve cambiare. Quello che noi diciamo è che dobbiamo andare oltre probabilmente le intenzioni. Occorre forse anche rivalutare completamente il sistema, il sistema complessivamente. L’economia non può essere un rilancio dovuto a finanziamenti a pioggia.

    Occorre ripartire dal tessuto dell’impresa, che chiaramente crea occupazione e crea ricchezza. È una banalità detta così, ma forse, quando le situazioni sono così gravi, bisogna ripartire dall’abicì.

    Una lunga riflessione meriterebbe anche il tema dei bandi, dei quali correttamente si parla e si deve parlare, ma anche in questo caso l’aiuto alle imprese non può essere l’aiuto e il ricorso al credito.

    Dei bandi non si può parlare - permettetemi questa piccola polemica - del bando con il click day, perché il bando deve essere la valutazione di un progetto, deve essere innovazione, efficacia, eccellenza. Il click day non fa altro, invece, che annichilire e avvilire l’eccellenza che invece le nostre imprese hanno e che possono darci.

    Un ultimo passaggio, polemico, sulla semplificazione e la sburocratizzazione, che è stato peraltro un tema da tutte le parti percorso durante la campagna elettorale delle ultime regionali perché è necessaria, ma se è necessaria non possiamo pensare di rileggere all’interno di questo documento che bisogna iniziare dalla semplificazione, perché doveva già essere iniziata. La applico al tema poc’anzi detto dei bandi. Purtroppo, per le imprese oggi è più difficile cercare di capire come disporre la parte documentale del bando piuttosto che non il progetto. Siamo veramente quasi all’assurdo.

    Ho letto con attenzione, sempre chiaramente con difficoltà per i dati negativi a pagina 27, i settori con le contrazioni maggiori, variazioni dal 12 al 20 per cento in difetto. Rappresentano le fatiche di un intero sistema economico. Ho letto anche quello che si scrive a pagina 37, identificando i problemi delle imprese. Effettivamente sono stati identificati in maniera corretta. Che cosa preoccupa oggi le imprese? Mancanza di liquidità per fronteggiare le spese, rischi operativi di sostenibilità delle attività, riduzione della domanda locale o anche nazionale o internazionale di prodotti e servizi. Però, non ho trovato una risposta concreta a tutto questo. Non l’ho trovata chiaramente nel quadro conoscitivo al quale oggi mi limito, non l’ha trovata negli obiettivi strategici che sono la parte, invece, che dovrebbe darci delle risposte. Ecco per cui dissento rispetto al principio di accountability che diceva il collega. Su questi temi non mi soffermo oggi perché ne parleremo nelle sedi e nei momenti opportuni.

    Oggi siamo qua per ascoltare i nostri ospiti, che anche io ringrazio per la loro presenza e per il loro apporto, che per noi è indispensabile.

    Faccio un passaggio su tutte le leggi richiamate, che si intende modificare e rivedere. Anche io concordo. Mi riferisco a leggi come, per esempio, la legge n. 17/91 in materia di attività estrattive, la legge n. 24/2011, che disciplina le aree protette, la legge 41/97 sul commercio.

    Noi ci siamo e ci vogliamo essere. A noi preme anche oggi, oltre che ringraziare, dire che il nostro Gruppo cercherà di farsi portavoce di proposte migliorative, tese anche a dare risposte a tutte le istanze della società e degli attori economici. Ci siamo, ci vogliamo essere. Do personalmente, anche a nome chiaramente di tutto il Gruppo del quale faccio parte, disponibilità per collaborare, confrontarci, parlare ogni qualvolta, chiaramente, ci coinvolgerete. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Catellani. In ordine di richiesta di intervento, chiamerei a parlare qui al tavolo Gurrieri Antonio, funzionario di Confcommercio Emilia-Romagna. Prego.

    Potrete lasciare, ovviamente, alla Commissione degli spunti o dei documenti scritti. Ne prenderemo atto e li faremo girare a tutti i commissari.

     

    Antonio GURRIERI, Confcommercio Emilia-Romagna. Molto bene. La ringrazio, presidente. Buon pomeriggio a tutti i presenti, a coloro che ci seguono sfruttando i moderni mezzi digitali.

    Un ringraziamento ai relatori, un saluto all’assessore Calvano.

    Vorrei, con le brevi note che desideriamo fare oggi, ricollegarmi anche al taglio che i relatori hanno voluto dare, nel senso che ci troviamo di fronte a un documento estremamente corposo, però estremamente caratterizzato dalla situazione Covid e quant’altro. È, quindi, un programma in assoluto divenire. Credo che sia assolutamente importante ribadire l’assoluta necessità in questo divenire di garantire la cosa che davvero credo caratterizzi da sempre l’Emilia-Romagna e questo colloquio vero fra tutte le parti sociali che poi devono andare a declinare in atti concreti quello che è scritto in questi documenti. Questa è una cosa a cui noi teniamo moltissimo. Apprezziamo molto l’approccio che è stato dato al Patto per il lavoro e per il clima e quant’altro. Però, sono tutte situazioni che si declinano nella realtà attraverso il contributo di chi poi la società civile la anima davvero quotidianamente.

    In questo senso, quindi, non possiamo, e credo che non sia neanche opportuno, adesso andare a commentare azioni puntuali che sono riportate in questo corposo documento. Però, inizierei proprio da un’analisi di contesto; un’analisi di contesto che, vi anticipo, ci preoccupa molto, che è assolutamente allarmante. I nostri uffici studi tratteggiano, per quella che è sempre stata una delle locomotive dell’economia italiana, l’Emilia-Romagna, uno scenario di estrema preoccupazione.

    I dati più recenti fotografano un PIL che nel secondo trimestre del 2020 diminuisce del 12,8 per cento rispetto al trimestre precedente, del 17,7 per cento rispetto al secondo trimestre del 2019. C’è un calo dei consumi clamoroso, devastante.

    I nostri uffici studi hanno rilevato, a livello nazionale, un calo del 10,9 per cento. Stimiamo una perdita di 116 miliardi, che sono 1.900 euro pro capite. Nella nostra Regione il calo è pari a quello nazionale, il calo stimato dai nostri uffici studi, un calo del 10,9 per cento dei consumi. Sono dei valori senza precedenti.

    Conseguenza di quello che ho detto è un crollo delle vendite con perdite vicino al 13,1 per cento. Sono perdite medie. Ci sono settori che sono davvero in sofferenza gravissima. Per contrastare quella che, evidentemente, è la più grave crisi economica dal dopoguerra occorre un approccio straordinario, senza ombra di dubbio, che non può essere solamente della Regione, ma deve essere un intervento corale, di tutte le Istituzioni, ma, come dicevo anche prima, con una corresponsabilità forte di tutte le parti sociali.

    Serve un piano di interventi che, attraverso lo stanziamento delle risorse europee, dovrà garantire davvero una reale pari dignità per i diversi settori economici, una cosa a cui noi teniamo molto e le diverse specificità di impresa. Dovrà consentire a tutte le attività economiche, a partire dalle micro imprese che sono prevalenti nel nostro Paese, che costituiscono la vera ossatura della realtà emiliano-romagnola, di operare in un contesto leale all’interno di un ambiente normativo stabile e semplificato. Poi, mi dilungherò un attimo su cosa intendiamo per “semplificazione”.

    Sarà, dunque, fondamentale puntare su una reale fruibilità, reale, vera, concreta, dei finanziamenti comunitari da parte soprattutto delle micro, delle piccole e medie imprese, attraverso quindi una sostanziale semplificazione di regole e procedure, una vera semplificazione di regole e procedure, dalla stesura fino all’attività di rendicontazione – adesso ci sono delle attività di rendicontazione che davvero rendono estremamente problematico l’accesso a questi sostegni – con la creazione di strumenti su misura che facilitino, fra le altre cose, anche l’accesso al credito.

    Nell’ottica di voler fornire, quindi, un contributo, come dicevo prima, che sia sempre in sintonia con il lavoro bello e sinergico che c’è sempre stato fra le Istituzioni e fra tutte le forze sociali, le nostre riflessioni oggi si concentrano sui nostri temi principali, sul commercio, sul turismo naturalmente, perché non vogliamo invadere altri contesti che non ci vedono così forti nella rappresentanza sul territorio.

    Vorrei sottolineare che è davvero molto, molto importante intervenire con una riforma che possa davvero essere innovativa della normativa di settore – questo è fondamentale – e conseguentemente dei relativi strumenti di finanziamento, che devono rispondere ai processi di trasformazione in atto sul mercato e che davvero contribuiscano a rendere i poli urbani sempre più attrattivi per cittadini ed imprese generando nuove opportunità di sviluppo e di occupazione.

    Pensiamo ad una attrattività che passi anche attraverso lo sviluppo di processi di rigenerazione urbana che, però, intendiamo come un’opportunità da cogliere per portare avanti il cambiamento verde e digitale delle nostre città, ripensando l’organizzazione, il funzionamento e facendo anche tesoro proprio dell’esperienza Covid-19, che ha riaffermato con grandissima forza il valore economico e sociale del commercio e dei servizi di prossimità. Mai come in questo periodo questa affermazione è stata vera e tutti abbiamo toccato con mano il vero valore di questo settore.

    Sottolineiamo con forza che occorre puntare su un approccio integrato, condiviso, non calato dall’alto, che tenga conto del contributo di chi le città le vive e vi lavora; un approccio quindi pragmatico che, partendo dalla convinzione che le ragioni dell’ambiente non sono assolutamente contrapposte come tanti vogliono dire e come tanti sostengono alle esigenze del lavoro e più in generale alla corretta fruizione del territorio, e che tenga insieme gli interventi, sia edilizi che urbanistici, le scelte in materia di accessibilità e mobilità, le misure di rivitalizzazione del tessuto economico e sociale e la sostenibilità dei processi per le imprese.

    Torno sul concetto di semplificazione che ci attendiamo. Siamo molto contenti che uno degli obiettivi sia quello di semplificare. Però, attenzione, non confondiamo la semplificazione con la deregolamentazione, perché sono due cose diverse. Crediamo che occorra procedere con interventi che, nel garantire procedure più snelle, vadano comunque a salvaguardare gli interessi pubblici e il riconoscimento di motivi imperativi di interesse generale che rendano necessario il mantenimento di regimi autorizzatori.

    Occorre, dunque, adottare un approccio che sia molto orientato al piccolo. Secondo il principio recepito dallo Small Business Act, pensiamo per prima cosa al piccolo, alle esigenze delle micro, piccole e medie imprese, che consenta di elaborare dei provvedimenti che non introducano oneri eccessivi per le imprese meno strutturate e non aumentino la burocrazia e che vadano incontro alle reali necessità che sono caratteristiche delle imprese di minori dimensioni.

    Un passaggio sul turismo, che, come ci insegnate, è da sempre uno dei driver principali della crescita della nostra regione, però è uno dei settori più penalizzati da questa crisi pandemica.

    I dati più recenti confermano le ingenti perdite del comparto, le confermano. Si ipotizza – sempre i nostri uffici ce lo dicono con chiarezza – una perdita di valore della produzione pari a 100 miliardi di euro nel 2020, con una stagione che ha visto azzerati i fatturati delle imprese turistiche nel mese di giugno e un andamento altalenante nei mesi successivi, con numeri complessivamente ridotti, permanenze medie più brevi e spesa contratta.

    Ciò che voglio dire, cercando di essere anche molto chiaro, è che le presenze che abbiamo visto caratterizzare anche il mese d’agosto in alcune delle località turistiche – anche qui bisogna differenziare molto tra costa e città d’arte e quant’altro – sono comunque state presenze di una qualità molto diversa rispetto a quella degli anni scorsi, qualità anche in termini di permanenza, in termini di spesa. Quindi, quello che voglio dire è che la perdita complessiva rimane assolutamente significativa. Questo è molto importante per noi sottolinearlo.

    Per il rilancio di un turismo qualificato e sostenibile occorre, quindi, puntare su azioni che vadano davvero a stimolare la ripresa degli importanti flussi turistici dall’estero verso la nostra regione, implementando i rapporti con i mercati internazionali e investendo con continuità e adottando azioni innovative. Quindi, è inevitabile una profonda revisione del nostro sistema di offerta turistica che tenga conto dei cambiamenti imposti dalla pandemia e dalle conseguenti modifiche su tempi di fruizione, modalità di erogazione e caratteristiche intrinseche dell’offerta stessa.

    Un’ultima considerazione la vogliamo fare sulla formazione. Dappertutto leggiamo con grande piacere che il perno di un’uscita anche da questa pandemia e dello sviluppo economico debba passare attraverso la formazione. Il sistema formativo dell’Emilia-Romagna, che voi sapete essere virtuoso e un modello per tutta Italia, si basa proprio su questo positivo rapporto tra pubblico e privato. Allora, vi segnalo che tutto il mondo della formazione che fa riferimento al privato è in enorme sofferenza, ripeto, enorme sofferenza. Servono aiuti concreti e veloci al sistema formativo privato per continuare a poter erogare quel mix fantastico di proposta che ha sempre caratterizzato in maniera positiva la nostra regione. È fondamentale e necessario promuovere il sostegno agli enti di formazione attraverso il corretto e funzionale utilizzo degli strumenti finanziari messi in campo dall’Unione europea.

    Questo è un passaggio fondamentale, perché crediamo che la crescita a tutti i livelli e in tutti i momenti del percorso professionale delle persone sia fondamentale. Quindi, serve garantire il perdurare di un sistema assolutamente positivo che ha sempre caratterizzato l’azione della regione Emilia-Romagna.

    Vi ringrazio molto. Come ho anticipato, continueremo con grande piacere a interloquire con voi nello sviluppo del documento. Grazie ancora.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie mille a lei della presenza e del contributo.

    Chiama adesso Rusconi Gianluca, vicedirettore di Confindustria Emilia-Romagna. Credo che Luca Rossi non sia presente. Si era segnato, ma adesso non lo vedo.

     

    (interruzione)

     

    Presidente POMPIGNOLI. Perfetto. Prego, a lei la parola.

     

    Gianluca RUSCONI, Vice Direttore Confindustria Emilia-Romagna. Buongiorno e ben ritrovati.

    Innanzitutto, ringrazio per l’invito a partecipare a questa udienza conoscitiva, peraltro in presenza. Ritorniamo a fare anche noi il nostro mestiere e, quindi, a confrontarci direttamente con l’Aula e in questo caso con la Commissione.

    L’occasione del DEFR è per noi un’occasione molto importante, quindi con questa occasione consegneremo alla Commissione un nostro contributo, che è un contributo di idee, di proposte, per verificare se c’è condivisione rispetto a uno scenario, quello che tutti oggi abbiamo già conosciuto e analizzato, e rispetto soprattutto agli obiettivi per uscire da una situazione particolarmente critica.

    Nel nostro contributo anche noi ci sforziamo di fare delle analisi macroeconomiche, che si dovranno necessariamente rivedere a fine anno, perché gli scenari sono in continua evoluzione. Nel DEFR voi ipotizzate una caduta del PIL di un certo numero, noi ne scriviamo un’altra, Prometeia e altri centri studi fanno altre analisi, credo comunque che il dato oggettivo sia che siamo a un meno significativo. Poi potrà essere un meno dieci, un meno dodici o un meno sette. Il nostro presidente, nei giorni scorsi, ha dichiarato che auspichiamo di arrivare solo a un meno con una cifra e non a doppia cifra, però il dato di partenza è un dato assolutamente negativo per la nostra economia. Così come è negativo il tasso legato al lavoro, quindi alla componente occupazione-disoccupazione.

    Prima dell’emergenza Covid, l’Emilia-Romagna si caratterizzava per essere una delle regioni di eccellenza in termini di percentuale di disoccupati, con il 5,9 per cento rispetto al 6,9 per cento della media europea, ma i dati che stanno emergendo anche in queste settimane ci dicono che purtroppo questo dato è in peggioramento, anche significativo. Quindi, lo scenario purtroppo è molto critico.

    Prendo, ad esempio, i dati dello stesso DEFR: il 72 per cento delle aziende dichiara di aver avuto un calo del fatturato, ma soprattutto quasi il 15 per cento dichiara di aver avuto zero. Quindi, con zero le dinamiche sono assolutamente molto delicate.

    Noi abbiamo cercato, quindi, di fare uno sforzo partendo da quello che è stato il nostro studio “TRAIETTORIA 2030”, che abbiamo presentato in occasione delle elezioni regionali di gennaio e che abbiamo necessariamente dovuto aggiornare – in peius, dico – in relazione all’evento che stiamo vivendo. Però, abbiamo mantenuto quei punti di riferimento, quei quattro parametri, che fanno riferimento al benessere e alla qualità della vita, al capitale umano, alle imprese e alla internazionalizzazione e all’innovazione e ricerca. Sono i quattro fattori su cui noi puntiamo come politiche e, quindi, come azioni, che poi abbiamo declinato in sette position paper e in quattordici proposte, che abbiamo trasmesso, nelle scorse settimane, alla Giunta, per provare a uscire da questa situazione. Lo abbiamo fatto avendo, comunque, la consapevolezza che l’Emilia-Romagna si caratterizzava per essere tra le regioni più competitive d’Europa, insieme al Baden-Württemberg, alla Rodano-Alpi e alla Catalogna. Quindi, noi ci vogliamo ricollocare lì, vogliamo tornare a quel livello.

    Come fare per tornare a quel livello? Lo sforzo, in questo momento, è uno sforzo ancora più significativo perché il quadro economico non è ancora completo. Forse in queste ore il Governo sta presentando il programma per l’impegno di spesa delle risorse del Recovery Fund, certamente sarà fondamentale la chiusura della trattativa per quanto riguarda i prossimi fondi strutturali, quindi una componente significativa per il bilancio e per l’impegno di spesa della nostra Regione. Quindi, il quadro economico manca. Ma questo lo sapevamo e non potevamo chiedere diversamente. Dunque, al di là del quadro economico, ragioniamo e proviamo a mettere in campo delle idee.

    Dove vogliamo investire? Il primo tema che abbiamo pensato di sviluppare, che trova assolutamente coincidenza con quello che abbiamo letto nel DEFR, è il modello economico sostenibile. Nel DEFR è declinato facendo riferimento anche in maniera puntuale a un progetto di legge sul clima, a un programma regionale sul clima, sarà una componente significativa del Patto per il lavoro. Quindi, sicuramente lì ci sarà molto su cui ragionare e riflettere. Però, vorremmo provare a capire se condividiamo un paradigma, e il paradigma è necessariamente quello di provare a spostare il modello di produzione che ha caratterizzato l’industria manifatturiera anche emiliano-romagnola fino ad oggi verso un modello diverso, un modello che tenga conto di tutta quella serie di impatti ambientali, che vanno dalle emissioni in atmosfera alle matrici legate all’uso delle acque e ai rifiuti eccetera, eccetera.

    Per spostare questo modello occorrono investimenti e gli investimenti si fanno con un quadro normativo e regolamentare certo. Quindi, noi parliamo di smart regulation, non parliamo di soldi. Noi parliamo di avere norme chiare e certe che consentano agli operatori che vogliono investire in questo territorio, usando la leva del programma e del Patto per il lavoro, di avere regole certe. Quello che allontana ogni investimento è l’instabilità soprattutto normativa.

    Vi è poi la visione. Qual è la visione che vogliamo avere? È la visione che pone un’industria sempre più green? L’Emilia-Romagna è una delle regioni leader nelle produzioni green. I dati che ART-ER pubblica ogni anno ce lo dimostrano. Però, questa industria non può non fare i conti con la componente economica, ovverosia con il contesto economico e soprattutto con la rimuneratività e la redditività degli investimenti.

    Noi, quindi, dobbiamo sostanzialmente cercare di prendere a riferimento le buone pratiche che ci sono in Europa e in Italia e provare a calarle in questa trasformazione industriale. In diversi settori ci sono già esempi significativi e maturi che possono essere traslati in altri comparti che sono più indietro.

    Vi sono poi le filiere green. Noi abbiamo impostato una produzione manifatturiera per filiere. Siamo passati dai distretti alle filiere. Oggi dobbiamo ragionare di filiere green. Non dico necessariamente LCA su tutta la filiera, ma dobbiamo provare a impostare politiche che premino questo tipo di percorso.

    Il secondo fattore è il capitale umano – lo diceva prima il collega che mi ha preceduto – ma un capitale umano che abbia forti competenze sulla digitalizzazione, forti competenze nelle materie tecnico-scientifiche, per creare quell’incrocio fra le esigenze delle imprese e il mondo dell’università, della scuola e degli enti di formazione. Questo incrocio deve essere sempre più forte, perché solo con più competenze e con competenze più qualificate le nostre industrie potranno risultare più competitive e uscire quanto prima da questa situazione.

    Il terzo fattore, che è collegato – sono tutti un po’ intrecciati fra di loro –, è quello legato a innovazione e ricerca. Noi abbiamo fatto scuola a livello nazionale con le politiche industriali che abbiamo sviluppato in questi anni, ma bisogna fare qualcosa di più. Noi vogliamo provare a diventare un punto di riferimento a livello europeo per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, la cyber security, lo sviluppo delle reti abilitanti. Insomma, qui dobbiamo portare alta tecnologia e alte competenze. Questo, naturalmente, vuol dire investire le risorse che la Regione potrà avere a disposizione nell’ambito delle attività produttive in questo ambito. Noi ci dobbiamo posizionare su questo livello di capacità produttiva.

    Tema collegato a questo è quello dei mercati esteri e dell’internazionalizzazione. L’internazionalizzazione è il comparto – l’export, per farmi capire – che più ha sofferto nei mesi di lockdown, banalmente perché non si poteva girare e, quindi, non si poteva prendere un banale aereo per andare a vendere i propri prodotti all’estero.

    Questo, però, ci ha insegnato qualcosa: noi possiamo fare internazionalizzazione anche da “remoto”; noi dobbiamo imparare a fare internalizzazione da “remoto”. Dobbiamo imparare a sopperire a un gap, che in questo caso è stato oggettivo, per non rimanere fermi, ma continuare a produrre e a vendere le nostre merci in giro per il mondo e per i mercati sfruttando le nuove tecnologie. Abbiamo bisogno di un aiuto, abbiamo bisogno di capacità di visione in tal senso. Proponiamo un fondo regionale ad hoc su questa misura. Non le misure tradizionali, ma ragioniamo in questi termini, perché dobbiamo essere un po’ a fisarmonica: quando il mercato e le azioni ce lo consentono andiamo, quando siamo costretti a misure restrittive dobbiamo avere un piano B. E il piano B noi lo vediamo in questi termini.

    Vado alle ultime tre misure di azione. La sanità, che non è l’ultima; anzi, nei pilastri del programma del presidente Bonaccini è il primo. Qui noi abbiamo registrato una mancanza nel DEFR, ma – lo ripeto – è una nostra analisi e un nostro punto di vista.

    Durante l’emergenza, alcune componenti di forniture di medical device e di dispositivi sono state assicurate dall’industria emiliano-romagnola. Nella totale assenza di disponibilità nei reparti e negli ospedali, alcune imprese hanno velocemente riconvertito produzioni – i casi sono noti ai più – e le hanno messe a disposizione dell’apparato pubblico. Non ci si può dimenticare di questo. Questo ci serve come esempio perché noi dobbiamo essere il più possibile autonomi e autosufficienti nel prossimo futuro di fronte a un’eventuale altra emergenza per non trovarci scoperti relativamente a determinati beni strumentali, apparecchiature o quant’altro. Quindi, quell’industria biomedicale la dobbiamo salvaguardare, anzi la dobbiamo tutelare come se fosse un gioiello di famiglia. D’altronde, se perdiamo quella, in un’eventuale prossima crisi ci troveremo molto in difficoltà, più in difficoltà di quanto non lo siamo stati ora.

    Questo è un tema che si intreccia con le politiche industriali, ovviamente, però è un tema che non può non essere considerato in un documento di questa portata. Quell’industria, che vede, peraltro, in provincia di Modena uno dei fiori all’occhiello a livello nazionale, deve poter essere – uso un termine un po’ forte, ma per farmi capire – partner del servizio sanitario pubblico, nell’ottica non della semplice acquisizione dei beni su bandi di gara al massimo ribasso, bensì dell’individuazione di beni primari per il servizio sanitario che possono trovare nell’industria emiliano-romagnola una diretta fornitura. Questo va preservato, non va dimenticato.

    Analogamente – perdonate l’enfatizzazione – non troviamo alcun riferimento alla sanità privata. Per l’amor del cielo, sappiamo esattamente tutta la disquisizione che vi è stata, anche in campagna elettorale, su un modello e l’altro, e non è questo certamente il nostro spirito. Ma non possiamo dimenticare che, se il sistema ha retto, ha retto anche perché la componente privata accreditata, a supporto della componente pubblica, ha consentito ai pazienti con problematiche ordinarie – uso un termine forse non corretto, ma per farmi capire – di poter continuare ad avere le cure garantite, perché altri reparti erano dedicati al tema Covid. Questa componente non può essere trascurata. È una componente essenziale del sistema, è una parte integrante del sistema. Non la troviamo nei riferimenti.

    Troviamo, invece, in senso positivo l’idea della Regione di poter utilizzare i big data per rintracciare lo sviluppo del Covid. Questa è un’idea che va assolutamente sviluppata, perché abbiamo tutti gli strumenti e soprattutto abbiamo le capacità per capire la diffusione di questo virus utilizzando le nuove tecnologie. Quindi, dall’incrocio dei dati dei dipartimenti di sanità pubblica e dall’analisi si può anche capire come prevenire l’eventuale diffusione di un focolaio in una determinata area territoriale o in un comparto.

    Chiudo con le ultime due misure di azione, ultime non certo per importanza, che sono turismo e infrastrutture. Sulle infrastrutture non mi ripeto, perché lo diciamo da anni. Se la scorsa legislatura è stata la legislatura dello sblocco – uso questo termine – delle opere ferme, questa deve essere la legislatura dell’inaugurazione di quelle opere. Non stiamo a elencare quelle prioritarie perché lo sappiamo, è noto ai più. L’abbiamo anche condiviso nel Patto per il lavoro. Non so se ci sarà un capitolo nel prossimo patto su queste infrastrutture, ma le infrastrutture sono una componente sostanziale e fondamentale, e per infrastrutture intendo quelle materiali e quelle immateriali, per lo sviluppo e per perseguire nel percorso che prima abbiamo declinato.

    Chiudo con il turismo. Questo è certamente il settore che, anche nel nostro ambito, ha subìto le perdite maggiori. I dati che abbiamo letto in queste ore parlano di meno tre milioni di presenze sul nostro territorio, il principale hub aeroportuale di Bologna ha registrato meno quattro milioni di presenze, con un problema di bilancio significativo. Questo ci dice, però, che cosa? Che la Regione è intervenuta molto celermente con prime misure di emergenza, che hanno certamente rappresentato un segnale di attenzione, però non dobbiamo abbassare la guardia. Il turismo non è che è finito perché la stagione estiva è finita. Noi dobbiamo provare a cercare di continuare sul percorso di immaginare ogni più utile forma di sostegno al reddito per i lavoratori del comparto, che già non godono di tutti gli strumenti e degli ammortizzatori sociali come quelli del comparto privato ordinario. Dobbiamo provare a pensare sempre a strumenti di incentivazione alle aziende del comparto anche a fondo perduto, dobbiamo pensare al sistema del credito. Insomma, c’è tutta una gamma che va considerata.

    Del resto, se l’immagine di Riccione o della nostra riviera di luglio e agosto, come qualcuno prima ha ricordato, poteva far rappresentare l’idea “è andata”, ebbene sappiate che non è così. Non è così perché purtroppo molte attività non hanno riaperto e i numeri sono oggettivi.

    Lascio alla Commissione un nostro contributo, che vi possiamo mandare anche via e-mail. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Ringrazio il vice direttore di Confindustria Rusconi del contributo.

    Non abbiamo altre richieste di intervento, per cui chiedo all’assessore Calvano se vuole chiudere questa sessione di udienza conoscitiva, ricordandovi che sul DEFR andremo in Commissione probabilmente – ve lo anticipo già – nell’intermezzo dell’Aula del 23 settembre per la discussione.

    Prego, assessore Calvano.

     

    Paolo CALVANO, assessore al Bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale Grazie, presidente.

    Desidero esprimere solo poche considerazioni, anche perché quello che hanno detto i relatori, a partire dal relatore di maggioranza, ha già inquadrato bene ciò che abbiamo inserito all’interno del DEFR 2021 e anche il percorso. Non va dimenticato, infatti, che in realtà questo è l’inizio di un percorso, che avrà un momento di ulteriore passaggio con la nota di aggiornamento del DEFR, che in questo caso arriva più ravvicinata del solito, nel senso che siamo andati un po’ più avanti con i tempi del DEFR a causa del Covid, con i tempi di discussione intendo in Assemblea. Quindi, è l’inizio di una discussione, che poi potrà essere approfondita sia in fase di approvazione del DEFR sia soprattutto con la nota di aggiornamento.

    Sono state evidenziate diverse cose e io tengo a precisarne alcune. È ovvio che il DEFR è uno strumento di programmazione e di prospettiva. La sfida che noi abbiamo, soprattutto in un momento storico come questo, di fronte a una crisi economica e sociale di questa portata, è quella di far sì che alla programmazione e allo stanziamento faccia seguito la spesa. Spesso abbiamo programmato e magari stanziato, ma a volte si fa fatica poi a spendere. Questo è un problema enorme della pubblica amministrazione, che rischia di avere notevoli ricadute sul sistema economico e sociale, perché è evidente che programmare, stanziare e poi non spendere determina una scarsa efficacia di quella programmazione.

    Questo è un primo impegno che credo tutti ci dobbiamo prendere e che è fortemente correlato anche a quelli che saranno i nuovi strumenti di programmazione. Lo dico perché, guardando le modalità con cui la Regione Emilia-Romagna si è approcciata alla programmazione europea 2014-2020, c’è stata buona programmazione, buono stanziamento e, a mio avviso, anche ottima capacità di spesa. Ebbene, questo intendiamo replicarlo nella programmazione 2021-2027. Spero che avvenga altrettanto con il Recovery Fund, se si decide di tenerlo tutto al centro, perché obiettivamente questo potrebbe rappresentare un elemento di rallentamento o, perlomeno, un’incognita superiore a quella che ci sarebbe nel caso in cui, invece, uno dei soggetti di spesa diventasse la Regione, che è uno dei nostri auspici, nonché una delle questioni che abbiamo posto al tavolo con il Governo.

    Su quei fondi la sfida – mi ricollego ad alcune considerazioni espresse da alcuni degli intervenuti –, siccome dobbiamo cambiare il paradigma, è quella di resistere alla tentazione di usare fondi straordinari per fare l’ordinario. L’ordinario lo facciamo con i fondi ordinari. Con i fondi straordinari cerchiamo di mettere in campo qualcosa di straordinario che cambi anche la spesa ordinaria, che cambi la struttura socioeconomica. È il paradigma stesso, come l’avete richiamato voi, che ci ha accompagnato in questi anni anche in una regione dove le imprese sono all’avanguardia, la pubblica amministrazione cerca di essere un alleato di quelle imprese. Però, il Covid ci ha detto che anche qui abbiamo la necessità di fare un salto di qualità, che si fa anche attraverso i processi di semplificazione, processi di semplificazione che dobbiamo necessariamente combinare con i processi di digitalizzazione.

    Durante il Covid abbiamo fatto delle cose delle quali abbiamo discusso per un sacco di tempo, poi è arrivato il Covid e improvvisamente siamo riusciti a farle. Ne cito una: la ricetta rossa che ti arriva sull’iPhone l’abbiamo fatta con il Covid. Forse potevamo farla prima, comunque il Covid ci ha obbligati a farla subito. Allora proviamo a evitare di ritrovarci di nuovo in situazioni come questa. Se c’è una cosa che si può fare, non aspettiamo l’emergenza per farlo, ma facciamola prima. Inoltre, quella semplificazione non deve trasformarsi in deregolamentazione, ma deve trasformarsi in digitalizzazione per velocizzare e ridurre il numero di “clic” per ottenere un risultato, una risposta dall’amministrazione e deve anche determinare una riduzione delle ridondanze.

    Mi permetto di anticipare una cosa che sarà oggetto di discussione in Aula: c’è un progettino di legge, che porteremo in Aula tra settembre e ottobre, che riguarda i finanziamenti alle edicole. Stiamo parlando di 500.000 euro, quindi non di grandi cifre. Però, quelle edicole otterranno un finanziamento dal Dipartimento nazionale. Ebbene, in quel progetto di legge andremo a dire che quelle che hanno ottenuto il finanziamento dal livello nazionale diventano immediatamente soggetti che possono percepire quel finanziamento anche dal livello regionale, senza bisogno che ripresentino completamente tutte le pratiche. L’hanno fatto una volta, quindi prendiamo quella roba che hanno fatto, in collegamento diretto con il dipartimento, che ce le girerà. Siccome c’è già stato un vaglio di un soggetto pubblico, non si capisce perché debba esserci un eventuale doppio vaglio o un’eventuale doppia ripresentazione della stessa istanza, a distanza magari di due settimane o di un mese al massimo dall’erogazione del contributo.

    Ho fatto questo esempio, che naturalmente non può essere usato in generale, per dare la misura delle cose che stiamo provando a fare in termini di semplificazione e sulle quali vorremmo provare a essere molto, molto pragmatici, ovverosia toccare con mano la semplificazione, toccarla nell’effetto che determina sulle procedure e sui tempi che le imprese si trovano di fronte. È una cosa molto più facile da dire che da fare, però ci proviamo.

    In tutto questo contesto, ovviamente, abbiamo la necessità di far partire quelle cose che sono già programmate e stanziate, lo dicevo prima. Il piano che nel DEFR indichiamo di opere pubbliche per 13,5 miliardi di euro è un piano che è già praticamente tutto finanziato da diversi soggetti finanziatori e la cui attuazione dipende da diversi altri soggetti. È ovvio che da qua vogliamo stimolare affinché ognuno faccia il suo pezzo, noi compresi, e il coordinamento degli interventi sia il più efficace possibile, proprio in relazione alla cosa che dicevo prima, vale a dire che la programmazione si trasformi in spesa e realizzazione degli interventi in tempi rapidi. In questo è fondamentale l’integrazione, ovviamente, tra ciò che può fare il pubblico e ciò che può fare il privato.

    C’è stata una sollecitazione, ad esempio sulla sanità, a tenere in considerazione ciò che è stato fatto anche da parte della sanità privata. Come sapete, qua non è mai stato negato il ruolo che questa sanità ha avuto. C’è un elemento caratterizzante dell’Emilia-Romagna: è il pubblico che decide la traiettoria della sanità e i princìpi che devono accompagnare l’erogazione dei servizi sanitari; il soggetto privato ha aiutato a far sì che questi obiettivi a forte guida pubblica fossero realizzati. Su questo, credo che l’accordo fatto già alla fine della precedente legislatura con l’AIOP sia il segnale dell’attenzione e del rapporto sinergico che si vuole avere, però lasciando a monte la cosa che si diceva prima, vale a dire che a guidare il processo è il pubblico. Abbiamo visto che questo elemento è stato di maggiore garanzia in una fase emergenziale difficile. Ciò, naturalmente, non significa negare il fatto che da soli probabilmente non ce la facciamo, il pubblico non ce la fa, quindi ha bisogno di quella sinergia, nella logica che dicevo in precedenza.

    Desidero, allora, concludere come ho cominciato. Con il DEFR inizia un percorso, poi la nota di aggiornamento del DEFR rappresenterà un ulteriore strumento, perché lì andiamo forse a capire anche se quella caduta del PIL è a cifra singola o a cifra doppia. È un po’ una questione quasi psicologica per certi versi. Tutti auspichiamo che possa essere a cifra singola, per due ragioni. La prima, perché rimango convinto, al pari del Ministro dell’economia, che possa esserci un rimbalzo dovuto a una riapertura dell’economia, che c’è stata, pur con tutte le difficoltà del caso. La seconda, quel 10,6 per cento, noi con i soggetti che l’hanno immaginato, Prometeia, l’abbiamo fatto senza considerare l’effetto delle politiche. Penso che, a seguito delle politiche che abbiamo messo in campo, qualche effetto ci dovrebbe essere stato sia delle politiche regionali che di quelle governative ed europee. Confidiamo di vederlo nel risultato del PIL di qui a fine anno, sapendo che sarebbe una magra consolazione, perché comunque stiamo parlando di un segno meno, però potrebbe essere un segnale psicologico importante in previsione del 2021.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, assessore Calvano. Ringrazio anche tutti coloro che sono intervenuti. Termino la Commissione facendo presente che il 23 settembre ci troveremo per affrontare la discussione del DEFR, nell’intermezzo dell’Aula.

    Consentitemi soltanto di darvi una nota di aggiornamento sul prosieguo dell’attività. Vi annuncio che mercoledì 16 settembre iniziamo la sessione europea, con l’udienza conoscitiva fissata per il 30 settembre, dove ci saranno anche i parlamentari europei. Questo giusto per annunciarvi il prosieguo della nostra Commissione. Grazie a tutti e buona giornata.

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