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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 10/03/2021 pomeridiano

Resoconto n. 5

Seduta del 10 marzo 2021

 

Il giorno 10 marzo 2021 alle ore 14,00 è convocata, con nota prot. n. AL.2021.5617 del 4/3/2021, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in seduta congiunta con la Commissione Politiche economiche in modalità telematica con la presenza fisica del solo Presidente a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti dei Gruppi del 4 marzo 2021 e della successiva decisione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa.

 

Partecipano alla seduta i consiglieri:

 

Cognome e nome

Qualifica

Gruppo

Voto

 

POMPIGNOLI Massimiliano

Presidente

Lega Salvini Emilia-Romagna

5

presente

BARGI Stefano

Vicepresidente

Lega Salvini Emilia-Romagna

4

presente

SABATTINI Luca

Vicepresidente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

9

presente

BESSI Gianni

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

6

presente

BONDAVALLI Stefania

Componente

Bonaccini Presidente

1

presente

CASTALDINI Valentina

Componente

Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

1

presente

CATELLANI Maura

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

presente

COSTI Palma

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

2

presente

DAFFADA’ Matteo

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

presente

FABBRI Marco

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

2

presente

GIBERTONI Giulia

Componente

Gruppo Misto

1

assente

IOTTI Massimo

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

2

presente

LISEI Marco

Componente

Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

1

assente

MARCHETTI Daniele

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

presente

MARCHETTI Francesca

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

presente

MASTACCHI Marco

Componente

RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

1

presente

OCCHI Emiliano

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

presente

PELLONI Simone

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

presente

PICCININI Silvia

Componente

Movimento 5 Stelle

1

presente

PIGONI Giulia

Componente

Bonaccini Presidente

2

presente

RANCAN Matteo

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

assente

TAGLIAFERRI Giancarlo

Componente

Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

2

assente

TARUFFI Igor

Componente

Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

2

presente

ZAMBONI Silvia

Componente

Europa Verde

1

assente

 

Partecipano alla seduta: Gianfranco Torriero (Vice direttore generale ABI), Mario Bernardi (Segretario Commissione regionale ABI Emilia-Romagna), Sergio Gatti (Direttore generale Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo), Mauro Fabbretti (Presidente Federazione Banche di Credito Cooperativo Emilia e Romagna).

 

Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

Assiste la segretaria: Vanessa Francescon


DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

 

 

-     Audizione sul tema “Nuova disciplina bancaria in materia di classificazione dei debitori in default: impatto, effetti e criticità”: Associazione Bancaria Italiana, Federcasse

 

 

Massimiliano POMPIGNOLI, presidente della Commissione I. Buongiorno a tutti. Iniziamo questa Commissione congiunta con la II.

Iniziamo dall’appello. È di fianco a me anche la presidente Rontini, a cui poi passerò la parola per l’appello anche per i componenti della II Commissione.

Bargi Stefano.

 

Consigliere Stefano BARGI. Presente.

 

Presidente POMPIGNOLI. Presente.

Sabattini Luca.

 

Consigliere Luca SABATTINI. Buongiorno, presidente.

 

Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

Bessi Gianni.

 

Consigliere Gianni BESSI. Buongiorno.

 

Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo.

Bondavalli Stefania.

Castaldini Valentina.

Catellani Maura. Buongiorno.

Costi Palma. Buongiorno.

Daffadà Matteo.

 

Consigliere Matteo DAFFADÀ. Presente. Buongiorno, presidente.

 

Presidente POMPIGNOLI. Fabbri Marco.

 

Consigliere Marco FABBRI. Buongiorno. Presente.

 

Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

Gibertoni Giulia.

Iotti Massimo.

 

Consigliere Massimo IOTTI. Presente.

 

Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

Lisei Marco.

Marchetti Daniele. Buongiorno.

Marchetti Francesca. Presente.

Mastacchi Marco.

 

Consigliere Marco MASTACCHI. Presente.

 

Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

Occhi Emiliano.

Pelloni Simone.

Piccinini Silvia.

Pigoni Giulia.

Rancan Matteo.

Tagliaferri Giancarlo.

Taruffi Igor.

Zamboni Silvia.

Passo la parola alla presidente Rontini per l’appello della Commissione II.

 

Manuela RONTINI, presidente della Commissione II. Grazie, buon pomeriggio.

Con un po’ di pragmatismo femminile, di cui – mi permetto – questo Paese avrebbe tanto bisogno, mi sono appuntata coloro che hanno già risposto all’appello, così eviterò di richiamarli, procedendo solo con i membri della II Commissione che non fanno parte anche della I o coloro che, magari anche per problemi di collegamento, non sono riusciti a rispondere alla prima chiama.

Delmonte Gabriele.

Amico Federico.

 

Consigliere Federico Alessandro AMICO. Buongiorno.

 

Presidente RONTINI. Buon pomeriggio, consigliere.

Barcaiuolo Michele.

Bondavalli Stefania.

Bulbi Massimo. Buon pomeriggio.

Castaldini Valentina.

Facci Michele.

Gibertoni Giulia.

Lisei Marco.

Liverani Andrea.

 

Consigliere Andrea LIVERANI. Buongiorno.

 

Presidente RONTINI. Buon pomeriggio.

Montevecchi Matteo. Buon pomeriggio, consigliere.

Mori Roberta. Buon pomeriggio.

Piccinini Silvia.

Pigoni Giulia.

Rainieri Fabio.

Rancan Matteo.

Rossi Nadia. Buon pomeriggio, consigliera.

Chiamo la consigliera Montalti, che dovrebbe sostituire la consigliera Soncini, come da comunicazione della Segreteria.

Tarasconi Katia. Presente, grazie. Prima sapevo che aveva avuto problemi di collegamento.

Riproviamo a chiamare anche Zamboni Silvia.

Bene, ripasso la parola al presidente Pompignoli. Ne approfitto, visto che poi sarà lui a presiedere la seduta, per salutare gli ospiti che hanno accettato l’invito delle nostre Commissioni, ringraziare il presidente Pompignoli, il vicepresidente Sabattini e soprattutto il collega Gianni Bessi, che sono coloro che hanno, diciamo così, imbastito e immaginato questo percorso di audizioni congiunte. Li ringrazio per aver voluto coinvolgere anche la Commissione Politiche economiche che presiedo, perché, come del resto si diceva nelle ultime righe di quella risoluzione che è stata approvata in I Commissione, l’oggetto dei nostri approfondimenti ha effetti potenziali sull’economia regionale, che è la materia di cui ci occupiamo in II. Quindi, grazie ancora e buon lavoro proficuo a tutti noi in queste sedute.

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie, la consigliera Soncini ha chiesto di prendere la parola.

Consigliera Soncini, prego. Immagino per la presenza.

 

Consigliera Ottavia SONCINI. Sono presente. Grazie.

 

Presidente RONTINI. Grazie, perché la sua segreteria aveva dato una comunicazione diversa, ma la mettiamo presente.

 

Presidente POMPIGNOLI. Perfetto. Bene, grazie. Ringrazio anche la presidente Rontini di aver accettato questo invito di fare questa Commissione congiunta.

 

Presidente POMPIGNOLI. Come tutti sapete, il 10 febbraio del 2021 abbiamo approvato una risoluzione in Commissione I, da me presieduta, che vedeva come oggetto appunto le nuove regole europee in materia di classificazione dei debitori in default. Abbiamo pensato, quindi, come Ufficio di Presidenza, coinvolgendo anche la presidente Rontini, di predisporre questo percorso di audizioni, che si svilupperà in tre Commissioni, di cui questa è la prima, nelle quali verranno sentiti il vicedirettore generale dell’ABI, Gianfranco Torriero; è presente anche Mario Bernardi, segretario Commissione regionale ABI Emilia-Romagna; il presidente Federazione Banche di Credito cooperativo Emilia-Romagna, Mauro Fabbretti; Sergio Gatti, direttore generale Federazione italiana delle Banche di Credito cooperativo.

Abbiamo pensato a questo percorso perché riteniamo che questa normativa, che è entrata in vigore il primo gennaio del 2021, sia particolarmente stringente e importante per quelle che sono le attività di imprenditori e anche di privati, sui quali c’è stata una grande discussione e grande dibattito. Vi abbiamo allegato, come voi avete visto, anche il contributo del Governatore di Banca d’Italia, Visco (che ovviamente non è presente), nel quale ha spiegato alla Commissione parlamentare quelle che sono le nuove regole.

Ritenevamo opportuno che questa discussione si ampliasse proprio per dare quell’informativa secondo noi corretta, tanto da capire e comprendere meglio cosa succederà – ovviamente dal primo gennaio 2021 è già entrata in vigore – e quello che si potrà verificare all’interno di quelle che sono le nuove norme entrate in vigore. Ovviamente c’è anche il contributo di Federcasse che è stato inviato a tutti i commissari.

Io direi, prima di tutto, di passare la parola al consigliere Bessi per una breve e sintetica relazione in ordine alla risoluzione che abbiamo approvato il 10 febbraio del 2021 in Commissione e poi partirei con l’audizione delle persone che ho citato in precedenza.

Consigliere Bessi, ha chiesto la parola.

 

Consigliere BESSI. Buongiorno, presidente.

 

Presidente POMPIGNOLI. Si sente poco. Speriamo di non avere gli stessi problemi che abbiamo avuto questa mattina nella Commissione presieduta da Caliandro.

 

Consigliere BESSI. Meglio?

 

Presidente POMPIGNOLI. Un po’ a scatti. Ci vorrebbe la cuffia con il microfono. Provi a parlare, consigliere Bessi.

 

Consigliere BESSI. Mi sposto.

Mi sentite?

 

Presidente POMPIGNOLI. La sentiamo bene. Prego.

 

Consigliere BESSI. Grazie. Ho preso in prestito le cuffie del consigliere Sabattini, però le ho disinfettate.

Intanto grazie ai due presidenti e grazie ai graditissimi ospiti che ci daranno la possibilità di approfondire un tema che hanno messo in calendario, come avete ricordato nella vostra introduzione, sia il presidente Rontini sia il presidente Pompignoli.

Il mio compito è molto facile. Penso che la risoluzione sia stata inviata ai nostri ospiti. L’oggetto loro lo conoscono molto meglio di noi, quindi il tema della regolamentazione che a partire dal primo gennaio ha applicato nel nostro Paese le nuove regole europee in materia di classificazione delle controparti inadempienti, meglio conosciuto come default, e i vari criteri e modalità in materia di classificazione del default rispetto chiaramente a quelli finora adottati.

La risoluzione la darei per conosciuta, però, chiaramente, in una Regione che ha migliaia di imprese registrate, oltre 400.000 – almeno i dati che abbiamo presentato – di cui oltre il 50 per cento opera col sistema di liquidità a breve col sistema bancario, è una circostanza che, con la nuova disciplina e alla luce del lockdown, pone queste imprese in un nuovo scenario economico, produttivo, che è chiaramente a rischio degli effetti del lockdown e della pandemia. Questo riguarda anche i privati cittadini, che entrano anche loro nelle nuove regole dal primo di gennaio.

Il dibattito di questi mesi si è articolato anche con prese di posizione importanti, da quelle del presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, agli appelli del mondo delle banche cooperative e associazioni datoriali e sindacali. Ecco, con la risoluzione noi abbiamo preso in carico il tema anche per mandare, attraverso la risoluzione, una proposta a livello di Governo centrale, ma anche di Comitato delle Regioni a livello europeo, Conferenza Stato-Regioni.

Però ci è risultato, anche da parte di tutte le forze politiche della Commissione I e della Commissione II, di approfondire questo tema, di dare audizione appunto ai soggetti più coinvolti, anche perché si parla di migliaia di imprese, di cittadini, soprattutto in un tessuto economico come quello dell’Emilia-Romagna, fatto appunto di migliaia di piccole e medie imprese che si collegano anche a grandi gruppi e a tutta la parte che direttamente o indirettamente viene considerata asset strategico del sistema Paese, che viene protetto in quel senso da norme come la golden power o altro. Possono sembrare discorsi lontani, ma anche tutta la filiera della subfornitura e della capacità della nostra Regione e del nostro territorio di essere presente in filiere così importanti credo che sia un argomento che, sotto l’aspetto bancario e finanziario, di avere quegli elementi

 

[interruzione audio dovuta a problemi tecnici]

 

Presidente RONTINI. Il consigliere Bessi immaginiamo abbia avuto un disguido, perché si è scollegato d’emblée.

Ne approfitto per dire che si sono collegate, ai fini del verbale, e lo hanno scritto in chat, le consigliere Pigoni e Bondavalli, la consigliera Piccinini e anche il consigliere Occhi, che fa parte della I Commissione.

 

Presidente POMPIGNOLI. Esatto. Anche il consigliere Occhi.

Proviamo a vedere se ripristiniamo il collegamento da remoto del consigliere Bessi. Diversamente, inizierei con le audizioni. Avremo modo di sentire il consigliere Bessi anche dopo le audizioni.

Inizierei con il vicedirettore generale dell’ABI, vediamo se è collegato, Gianfranco Torriero. È collegato. Buon pomeriggio. Le chiedo di alzare l’audio, perché la sentiamo poco. Se può.

 

Gianfranco TORRIERO, vicedirettore generale dell’ABI. Così va bene?

 

Presidente POMPIGNOLI. Così va bene.

Segnalo anche la presenza del consigliere Taruffi, nel frattempo.

Le passo la parola, vicedirettore.

 

Dott. TORRIERO. Grazie dell’invito. Vi ringrazio anche a nome dell’Associazione bancaria, del presidente Antonio Patuelli e del direttore generale Sabatini per averci permesso di partecipare a questa audizione e di fornire un contributo di riflessione sul tema molto importante della classificazione dei debitori in default.

Come primo aspetto, vorrei riprendere un tema importante relativo al contesto sia economico che ambientale di questo periodo, nel quale si inseriscono anche le norme che riguardano in prima battuta le banche, ma indirettamente anche i clienti delle banche.

Il nostro è un contesto incerto, un contesto difficile, fortemente influenzato dalla pandemia, che ha degli effetti economici molto significativi e rilevanti. Nella prima fase della pandemia c’è stata una risposta da parte sia degli organismi italiani sia degli organismi europei per contrastare questa pandemia con una serie di interventi di politica economica, di politica fiscale e anche di politica regolamentare, che hanno cercato di contrastare un’evoluzione negativa che poteva influenzare anche la disponibilità del credito nei confronti di famiglie e imprese.

Noi siamo arrivati, come settore bancario italiano, nell’ambito della pandemia, a una situazione di netto miglioramento della qualità degli attivi. Sappiamo che, quando si è verificata la grande crisi finanziaria, intorno al 2008-2009, che poi è diventata per l’Italia anche crisi dello Stato sovrano, con una difficoltà nel collocare il debito pubblico, che ha determinato una forte riduzione del PIL tra il 2012 e il 2016, c’è stato un forte incremento della rischiosità degli attivi bancari, sia in Italia che negli altri Paesi. Ma soprattutto nel nostro Paese. Dal 2016 stavamo uscendo da questa crisi lato crediti deteriorati, lato sofferenze. Proprio questa mattina Banca d’Italia ha annunciato che a gennaio 2021 le sofferenze nette del settore bancario sono scese sotto i 20 miliardi, tornando ai valori del 2008-2009, quindi pre-crisi.

Nel periodo precedente alla pandemia vi sono state, oltretutto, alcune normative bancarie che hanno teso a influenzare, a spostare l’attenzione del settore bancario proprio sulla gestione del rischio creditizio, del rischio di credito. Tra queste norme introdotte, una norma importante è quella della definizione di default. È una norma che ‒ primo punto su cui dobbiamo focalizzare la nostra attenzione ‒ non nasce con l’applicazione del 1° gennaio 2021, ma nasce nel momento in cui c’è una proposta normativa da parte della Commissione europea, in particolare nel 2015, quindi in un contesto storico totalmente diverso da quello attuale. La normativa viene definita tra il 2015 e il 2019. Come Associazione bancaria abbiamo segnalato tutti i punti di attenzione che derivavano da questa nuova normativa, che crea automatismi superiori rispetto a quelli preesistenti.

In particolare, la normativa stabilisce la nuova definizione di default, con un punto d’attenzione anche di tipo terminologico. Ovviamente in Italia diamo un valore particolarmente negativo al default. Il concetto di default sembra qualcosa di definitivo. In questo caso, invece, si tratta soprattutto di una normativa che tende a identificare i debitori inadempienti. Quindi, forse, potrebbe essere utile dal punto di vista proprio linguistico parlare di nuova definizione di inadempienza piuttosto che di default. Il default è più connesso a una situazione di sofferenza.

Primo aspetto, quindi: normativa definita in un arco temporale molto distante da quello attuale. Inoltre, parliamo di inadempienza, cioè di un ritardo di pagamento. Trascorso un certo numero di giorni, in particolare 90 giorni, e assumendo la cosiddetta “soglia di materialità”, che deve essere significativa, in particolare deve essere pari almeno all’1 per cento dell’esposizione complessiva e superiore a 500 euro per quanto riguarda le imprese e 100 euro per quanto riguarda le famiglie e le microimprese, la banca è obbligata a segnalare la posizione inadempiente.

Questa normativa è stata determinata dal combinato disposto di più normative: una normativa primaria, proposta dalla Commissione europea, che fa riferimento ai Regolamenti, quindi immediatamente operativi; e poi una normativa secondaria, emanata dall’Autorità bancaria europea, che ha definito in modo puntuale tutta una serie di aspetti precisi.

Faccio questo riferimento specifico all’elemento della combinazione di più normative che hanno determinato, poi, la nuova definizione di default perché è importante, anche in prospettiva, per capire dove poter intervenire nel momento in cui si fa una proposta di modifica: se deve essere una modifica di norma primaria (il Regolamento) o una modifica nelle modalità applicative, cioè nelle linee che vengono definite a livello di autorità bancaria europea, quindi anche gli sforzi che bisogna fare per poter effettuare eventuali modifiche.

Quali sono gli elementi che abbiamo segnalato, di particolare attenzione, che sono diversi da quelli presenti nella vecchia definizione di default? Innanzitutto, la nuova definizione di default determina che se un soggetto va in default, ad esempio un’impresa, per 600 euro e se questi 600 euro rappresentano più dell’1 per cento della sua esposizione complessiva, la banca deve mettere in default, quindi deve segnalare come “inadempienza” tutte le posizioni che quel cliente ha nei confronti della banca. Quindi, c’è un impatto pervasivo non solo su quella linea di credito, ma su tutte le linee di credito che ha con la stessa banca; addirittura non solo con la stessa banca, ma, se la banca appartiene a un gruppo bancario, anche le posizioni nei confronti dell’intero gruppo bancario.

Altro elemento di differenza peggiorativo rispetto alla precedente definizione è che in precedenza se il cliente aveva con quella stessa banca due posizioni, una posizione sconfinante e una posizione in cui, invece, aveva delle riserve liquide, queste potevano andare in qualche maniera a compensarsi. Anche questo crea maggiore rigidità della norma.

Altro tema particolarmente importante è la nuova definizione di “ristrutturazione onerosa”. C’è una presunzione che il credito diventa deteriorato nel momento in cui la banca concede una ristrutturazione. Una ristrutturazione può essere, ad esempio, l’allungamento della durata del finanziamento o la sospensione per un certo arco temporale. In questo caso, c’è una regola matematica per cui, se il valore attuale e futuro della posizione ristrutturata è inferiore all’1 per cento rispetto alla posizione originaria, implicitamente questo sta a significare che la banca deve riclassificare come credito deteriorato questa posizione. Questo, come vedete, è un ulteriore elemento di irrigidimento. La banca ha tutto l’interesse a ristrutturare le posizioni per creare le condizioni, ad esempio, per ridurre la rata mensile attraverso l’allungamento del finanziamento. Oggi c’è questo vincolo: questo allungamento non deve essere troppo lungo per non rischiare, poi, di riclassificare automaticamente la posizione.

L’altro tema è che, nel momento in cui il cliente passa in uno stato di default, in uno stato di deterioramento, questo determina anche un coinvolgimento dei cointestatari, se la posizione è cointestata oppure se ci sono clienti connessi dal punto di vista economico. Un ulteriore aspetto di irrigidimento è che la normativa precedente sulla definizione di default non coinvolgeva direttamente o in modo pervasivo anche le posizioni nei confronti dello Stato, mentre oggi abbiamo una situazione in cui si può andare più facilmente in default anche dal punto di vista dello Stato. Lo dico perché, parlando all’interno di un organismo statale, come l’articolazione regionale, diventa molto importante anche la puntualità del rispetto delle tempistiche delle Regioni, dei Comuni e delle ASL per poter adempiere ai loro vincoli. Questo sta a significare che nel momento in cui, ad esempio, la Regione non rispetta le tempistiche, sia in termini di crediti finanziari sia in termini di crediti commerciali, c’è una riclassificazione automatica in credito deteriorato. Quindi, è un tema di particolare attenzione.

Come Associazione noi siamo intervenuti nel 2015, anche in situazioni di impatto, per segnalare i potenziali impatti negativi di questa normativa. In questo periodo, nel corso degli ultimi mesi, abbiamo accentuato la nostra comunicazione proprio perché questa nuova normativa, nata in un tempo distante da quello attuale, ci sembra totalmente incoerente con, invece, un approccio che dovrebbe essere molto più flessibile. In una situazione di eccezionalità ‒ lo abbiamo visto anche con alcune restrizioni di tipo personale ‒ le risposte devono essere eccezionali. Se si ragiona con un approccio appartenente ai tempi normali, probabilmente non creiamo quelle condizioni per agevolare, supportare, traghettare sia le imprese che le famiglie verso una nuova normalità.

Dobbiamo fare di tutto per evitare gli effetti restrittivi sull’offerta del credito. In questo momento tutte le politiche economiche che sono state messe in campo anche dal Governo italiano, con il Cura Italia nel marzo del 2020, con il Decreto Liquidità nell’aprile 2020, sono misure che hanno accentuato la disponibilità del credito nei confronti di famiglie e imprese.

Anche questa mattina, dai dati di Banca d’Italia, abbiamo visto la dinamica particolarmente positiva dei finanziamenti erogati all’economia, sia alle imprese, addirittura con un tasso di crescita superiore al 7 per cento, sia al comparto dei [...], proprio perché si stanno creando le condizioni per mettere a disposizione liquidità, liquidità che in parte è anche trasformata in deposito da parte delle imprese, per far fronte ai momenti di difficoltà.

Le richieste che abbiamo fatto in questo periodo sono state soprattutto richieste di maggiore flessibilità nell’applicazione di queste norme. Non lo abbiamo chiesto solamente come Associazioni bancarie, [...] generale, ma lo abbiamo chiesto insieme al mondo delle imprese e insieme al mondo delle associazioni dei consumatori, rivolgendoci anche nei confronti delle Istituzioni europee, proprio perché il tema non è solamente italiano. Tenete conto che, per esempio, sul tema della riclassificazione automatica di un credito ristrutturato c’è massima attenzione anche da parte delle altre Associazioni bancarie europee, quindi degli altri mercati bancari europei. Non è un tema solo italiano, ma è un tema più generalizzato.

Che cosa dobbiamo fare e che cosa stiamo facendo in questo momento. Ovviamente, il primo tema è quello dell’informazione e della consapevolezza da parte dei debitori nel momento in cui sottoscrivono un finanziamento, quindi assumono un debito, perché c’è bisogno della massima chiarezza rispetto alle implicazioni in caso di difficoltà. Nel caso in cui si dovesse verificare una difficoltà, il primo suggerimento che diamo è che bisogna rivolgersi immediatamente alla banca, perché la banca ha un interesse a creare le condizioni per traghettare il soggetto “famiglia”, il soggetto “imprese” verso una maggiore rapidità.

C’è la necessità sicuramente di una piena consapevolezza dei flussi di entrata per pagare i debiti, sicuramente di fare molta attenzione a contrarre un numero eccessivo di posizioni debitorie e, nello stesso tempo, anche quella di fare una corretta pianificazione.

Chiudo con un punto. Attenzione, non è solamente la nuova definizione di default che influenza il rapporto banca-imprese e banca-famiglie, ma anche altre normative europee, che cercano tutte di imporre alle banche una valutazione sempre più di tipo prospettico nei confronti dell’evoluzione futura del debitore. Quindi, ci deve essere una piena consapevolezza da parte del debitore della capacità di poter adempiere ai propri obblighi contrattuali. Sotto questo profilo, un dialogo continuo, costante con il mondo bancario è sicuramente un passaggio fondamentale. Anche questa stessa audizione, che permette di ampliare la conoscenza sull’argomento, svolge un ruolo fondamentale proprio sotto il profilo della conoscenza.

Io mi fermerei qui. Eventualmente sono disponibile per eventuali domande.

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie, vicedirettore. Sì, se può aspettare la fine delle audizioni, per rispondere a qualche eventuale domanda da parte dei commissari, mi fa una cortesia.

Do la parola a Mauro Fabbretti, presidente della Federazione Banche di Credito cooperativo Emilia-Romagna. Vediamo se è collegato. Eccolo. Vediamo se lo sentiamo.

 

Mauro FABBRETTI, presidente della Federazione delle BCC dell’Emilia-Romagna. Mi sentite?

 

Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo. Prego.

 

Ing. FABBRETTI. Signora presidente Rontini, signor presidente Pompignoli, signori consiglieri, a nome della Federazione delle Banche di credito cooperativo dell’Emilia-Romagna, che presiedo, e della Federazione italiana delle Banche di credito cooperativo, Federcasse, qui rappresentata dal direttore generale dottor Sergio Gatti, desidero ringraziarvi per l’opportunità di poter offrire un contributo allo sviluppo conoscitivo dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna impegnata in questo ciclo di audizioni sul tema della nuova disciplina bancaria in materia di classificazione dei debitori in default: impatto, effetti e criticità.

Le banche cooperative a mutualità prevalente, le Banche di credito cooperativo, sono parte integrante del tessuto economico, sociale e culturale dei territori e delle comunità. Nella nostra Regione sono dieci le BCC e contano 402 agenzie; gli sportelli sono presenti in 162 Comuni e in dieci di essi c’è soltanto la nostra realtà cooperativa a rappresentare l’unica presenza bancaria.

A livello regionale, gli impieghi lordi delle nostre BCC superano i 13,7 miliardi di euro, a fronte di una raccolta da clientela complessiva di 17 miliardi di euro. Il rapporto sofferenze-impieghi è del 2,7 per cento, inferiore alla media dell’industria bancaria regionale.

Desidero ricordare che le nostre banche sono nate dal basso, esclusivamente per iniziativa delle comunità, e sono disciplinate da una normativa speciale, una sorta di mosaico regolamentare ad hoc che origina dall’articolo 45 della Costituzione formato da norme del Codice civile, Testo unico bancario, Testo unico della finanza, legge sulla cooperazione, decreto legislativo in materia di finanza e di vigilanza cooperativa, normativa fiscale e disposizioni di vigilanza prudenziale.

Oggi più che mai il rilancio e lo sviluppo del Paese e delle singole Regioni devono considerare con attenzione la ricchezza e la diversità dei punti di forza e di debolezza dei territori e delle economie locali. Occorre, pertanto, irrobustire le condizioni che consentono a queste banche di poter continuare a sostenere la forza e la loro missione. In particolare, la crisi di origine sanitaria che stiamo affrontando ha dopo tanti anni nuovamente evidenziato la centralità del credito.

È necessario assicurare il miglior quadro regolamentare possibile, affinché le misure straordinarie assunte dai Governi e dalle Regioni non vengano in parte ‒ se non in gran parte ‒ vanificate da regole concepite e scritte prima della pandemia, con una filosofia regolamentare che rischia di non essere in sintonia con i grandi obiettivi di policy, sviluppo inclusivo durevole e partecipato, anche contribuendo a migliorare le regole bancarie europee, caratterizzate ormai da molti anni da un approccio micro-regolamentare non proporzionale e che determina, sostanzialmente, un irrigidimento dei processi di erogazione del credito, fino a ridurre progressivamente i margini di valutazione del rischio propri dell’impresa e dell’imprenditoria bancaria.

Lascio la parola al dottor Sergio Gatti, della nostra Federazione, che ci fornirà qualche dato in più sul ruolo essenziale delle nostre banche per l’economia e la coesione sociale dell’Emilia-Romagna e qualche proposta per superare i vincoli regolamentari attuali in materia di credito performing e non performing.

Grazie ancora per l’invito.

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie, presidente.

Passiamo la parola al dottor Gatti, direttore generale Federazione italiana delle Banche di credito cooperativo. Vediamo se è collegato. Eccolo.

La vediamo, ma non la sentiamo.

 

(Interruzione audio dovuta al sistema informatico) (Vengono illustrate le slide allegate)

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei, dottor Gatti.

A questo punto, direi di lasciare spazio ai consiglieri per eventuali domande o richieste di intervento, al fine di poter completare questa prima audizione, visto che sono ancora collegate le persone che abbiamo appena ascoltato.

Chi vuole intervenire?

 

Presidente RONTINI. Sempre ai fini del verbale, comunichiamo che si sono collegati i consiglieri Barcaiuolo Michele e Pelloni Simone, che hanno scritto in chat.

 

Presidente POMPIGNOLI. Consigliere Bargi, prego.

 

Consigliere BARGI. Grazie, presidenti.

Intendo svolgere un brevissimo intervento, sicuramente di ringraziamento agli ospiti, che nelle esposizioni credo siano stati chiari ed esaustivi su quelle che possono essere criticità e osservazioni rispetto alla nuova regolamentazione europea in oggetto

Noi ci eravamo dichiarati d’accordo con l’intenzione di questo percorso. Riteniamo, vista la complessità dell’argomento e l’impatto che può avere sullo stato economico di una Regione produttiva, il cui dinamismo imprenditoriale è stato sottolineato dal regolamento.

Questo è un percorso, a nostro avviso, che è ‒ lo dissi anche in apertura ‒ viziato dal fatto che si sia votata la risoluzione prima di iniziare il percorso. Credo sia importante, invece, ascoltare i soggetti coinvolti, magari organizzando altre sedute con le parti sociali, per poter fare un ragionamento complessivo sul tema in oggetto e formulare anche una proposta.

In questa fase discuteremo anche la Sessione Europea. Ci sarà il momento di fase ascendente della Regione Emilia-Romagna, in cui, tra l’altro, proprio la sessione europea di quest’anno ‒ come, del resto, negli anni passati ‒ prevede interventi per avviarsi a una sempre più inclusiva normativa sul sistema bancario. In realtà, quindi, il tema in oggetto fa comunque parte della discussione a livello europeo. Le Regioni hanno la possibilità, nella fase ascendente, di fare delle considerazioni per poter andare a meglio effettuare la regolamentazione.

In realtà, questo percorso diventerà, a nostro avviso, molto interessante, perché si concluderà sicuramente prima della votazione della risoluzione sulla Sessione Europea, quindi ci darà la possibilità, grazie anche al vostro contributo, di formulare una considerazione come Regione. A tal proposito, vorrei dire una cosa, facendo una super sintesi. I punti che avete espresso li ho segnati, ma non credo sia utile fare un dibattito oggi. Il nostro dibattito politico arriverà al termine dell’ascolto di tutte le parti coinvolte. Il tema preponderante riguarda la limitazione, in un periodo storico come questo, della possibilità di erogare credito a realtà che ne hanno attualmente un bisogno straordinario.

Questo è il punto centrale, un super riassunto di quello che posso aver percepito oggi, con tutta una serie di criticità specifiche che ci avete gentilmente comunicato all’interno di questa seduta, che sicuramente farà, secondo me, da perno alla proposta della Regione Emilia-Romagna.

Grazie.

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Bargi.

Proverei a passare la parola anche al consigliere Bessi, per cercare quantomeno di finire l’intervento che aveva iniziato. Ho visto che si è ricollegato. Ne potrebbe approfittare anche per fare eventuali domande.

Non la sentiamo.

Provi a parlare, consigliere Bessi.

 

Consigliere BESSI. Mi sente adesso?

 

Presidente POMPIGNOLI. Sì, così va meglio.

 

Consigliere BESSI. La relazione, per problemi tecnici, non si è sentita. Ringrazio tutti i soggetti, a partire dall’ABI, per gli appelli che il mondo bancario cooperativo ha fatto, fino ad arrivare alle associazioni di imprese, datoriali e sindacali. Era questo il finale della mia breve relazione.

La relazione si collegava ad alcuni aspetti che hanno toccato gli ospiti, che ringrazio per l’esposizione. Chiedo che il loro contributo, non solo in termini formali, ma anche sostanziali, sia preso in carico nel nostro lavoro. Facevo una brevissima, e non esaustiva, analisi in particolare del mondo delle imprese, delle piccole-medie imprese dell’Emilia-Romagna e delle loro caratteristiche, soprattutto di tutta quella parte collegata alle filiere di subfornitura, per esempio, delle grandi aziende che sono considerate come asset strategici. La messa in difficoltà di questa parte di piccole-medie imprese di fornitura e subfornitura indebolisce non solo il sistema economico generale regionale, ma anche quello ‒ credo di poterlo dire con qualche certezza ‒ nazionale.

Recentemente ho letto la relazione politica degli apparati di sicurezza e di informazione che viene presentata annualmente al Parlamento. Anche lì si sottolinea e si evidenzia la criticità non solo nel preservare e nel vedere possibili criticità nel mondo degli asset strategici nel sistema Paese, ma anche ciò che è collegato ai sistemi di subfornitura o fornitura, cui fanno parte tantissime piccole-medie imprese del nostro Paese.

Faccio un esempio. Io sono di Ravenna. Le filiere nel campo dell’energia o della chimica, per esempio, hanno decine di subfornitori nei vari distretti dell’Emilia-Romagna, e non solo. Penso anche al tema infrastrutturale delle aree [...]. Anche se può sembrare lontano dal discorso del default bancario o [...], chiedo un parere per capire se questa riflessione ha qualche supporto, chiaramente non in questo momento, o se può avere anche delle criticità.

Inoltre, sarebbe interessante ‒ visto che è entrato in vigore dal 1° gennaio ‒ sapere se ci sono momenti per fare un’analisi oppure per vedere l’impatto reale di questa regolamentazione sui numeri non solo post pandemia, ma in generale sul sistema bancario. Non so se siano previste entro tre mesi, sei mesi o un anno delle verifiche sull’impatto reale.

Grazie.

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Bessi.

Ha chiesto la parola anche il consigliere Sabattini.

 

Consigliere SABATTINI. Mi sentite? Tutto a posto con l’audio?

 

Presidente POMPIGNOLI. Sì, tutto a posto.

 

Consigliere SABATTINI. Anch’io ci tengo a ringraziare i nostri ospiti, sia per il contributo e le sottolineature sia per aver voluto partecipare a questa iniziativa, che è un’iniziativa prettamente politica, per cercare di approfondire una normativa che ‒ come ricordava prima il vicedirettore dell’ABI ‒ ha subìto un’accelerata

 

[interrotto intervento a causa di problematiche informatiche]

 

Presidente POMPIGNOLI. È sparito anche il consigliere Sabattini. Mi dispiace. Purtroppo, oggi non è un gran giorno...

 

Presidente RONTINI. Neanche ieri, a dire il vero. Come avranno capito i nostri graditi ospiti, questa sala ha qualche problema di funzionalità.

Io ne approfitto per comunicare anche la presenza ai lavori della Commissione della consigliera Castaldini, nell’attesa che altri colleghi si colleghino per intervenire o fare domande.

 

Presidente POMPIGNOLI. Vediamo se riprende un secondo il collega Sabattini, che vedo collegato. Vediamo un attimo. Eccolo.

 

Consigliere SABATTINI. Spero che i vostri sistemi di home banking funzionino un po’ meglio del nostro sistema di... Scusate per la battuta.

Riprendiamo la riflessione. Oltre ai ringraziamenti per il contributo che ci avete dato oggi e che ci potrete dare in futuro, vorremmo provare a giocare, come Regione Emilia-Romagna e come Assemblea, un ruolo, oltre che informativo, anche di messa a terra di qualche proposta che possa fare in modo che il rimbalzo che tutti ci aspettavamo per le famiglie e per le imprese post pandemia non possa avere elementi di difficoltà che oggi, magari, non consideriamo con la giusta attenzione. Parlo, ovviamente, di un dibattito pubblico che ha fatto venir fuori questo tema, in discussione da anni a livello europeo, ma che ancora non sta dispiegando i suoi effetti nella vita reale.

Vorrei approfittare dell’occasione per fare qualche domanda specifica in merito al contributo che avete portato. Anche nei vostri interventi ci si è concentrati, correttamente, sul tema micro-imprese e imprenditoria, quella parte ‒ come ricordava prima il dottor Gatti ‒ di versatilità molto dinamica del nostro territorio. Questa normativa impatta fortemente anche sul sistema privato. Vorrei capire, in merito agli scenari che forse voi avete fatto nelle vostre organizzazioni, qual è potenzialmente l’impatto sulle famiglie e sulle esposizioni delle famiglie.

Questa pandemia ha sicuramente fatto aumentare i depositi delle famiglie, ma è una media del pollo. Questa pandemia ha accelerato degli elementi di disuguaglianza e di fragilità molto forti, anche dal punto di vista di garanzie che riguardano il mondo del lavoro e la prospettiva ‒ aggiungo ‒ dal punto di vista generazionale, con disuguaglianze molto più forti.

Nella costruzione di un’autonomia, in prospettiva, di una generazione che sicuramente sta pagando anche un prezzo molto alto, e parlo soprattutto dei giovani, che magari non hanno entrate costanti o hanno anche piccoli elementi di esposizione, volevo capire se avevate creato uno scenario da questo punto di vista, ovviamente con un interesse più specifico sulla situazione [...]. [Interruzione audio] effetti.

Passo all’ultima domanda. Nella relazione che Banca d’Italia ha presentato in occasione dell’audizione del governatore Visco c’è una frase che riguarda il rischio di segnalazione alle Centrali rischi; dicono che questa normativa non dovrebbe modificare troppo, o sostanzialmente, le segnalazioni in Centrali rischi, il che significa che non cambia per gli istituti di credito, ma può cambiare ‒ da come la interpreto ‒ dal punto di vista numerico, considerato che fondamentalmente ci stiamo spostando da un elemento un po’ più di discrezionalità, come ricordava prima il dottor Gatti, a un elemento che rappresenta quasi l’applicazione di un algoritmo.

Considerando che audiremo nelle prossime sedute associazioni di imprese, ma anche sindacati e associazioni dei consumatori, questa informazione ‒ anche a tappeto ‒ che dobbiamo dare a famiglie e imprese del nostro territorio deve avere anche, ovviamente, una sottolineatura rispetto a cosa significa essere segnalati in Centrale rischi e come può impattare per la vita futura della propria impresa o della propria famiglia questo evento.

Ancora grazie per la disponibilità.

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Sabattini.

Io non ho altre richieste di intervento. Anche la presidente Rontini non ne ha.

Aggiungerei un’ultima domanda a quelle formulate. Visto che questa normativa è entrata in vigore il 1° gennaio 2021, vorrei sapere se avete già dei dati in ordine all’applicazione di queste misure, relativamente ai conti correnti, a chi effettivamente può aver già subito queste misure restrittive e se avete un panorama di qui al 1° gennaio. Sono passati due mesi e mezzo, quindi, di fatto, forse qualcosa già l’avete in cantiere.

Darei la parola, sulla base degli interventi che abbiamo fatto in precedenza, a Gianfranco Torriero, vicedirettore generale dell’ABI.

 

Dott. TORRIERO. Io darò una risposta complessiva con riferimento a queste quattro domande, in particolare del presidente e dei consiglieri Bargi, Bessi e Sabattini.

Parto dall’ultima. Attualmente non sono disponibili i dati perché non sono ancora scattati i novanta giorni da quando è entrata in vigore e quindi non abbiamo ancora informazioni.

Tenete conto che in questo momento sono ancora attive le varie moratorie, per cui non ci sono degli elementi specifici da segnalare. Però, parto proprio da questa osservazione fondamentale, che poi è quella di avere informazioni quantitative, perché tutti e tre gli altri interventi hanno colto l’essenza del messaggio che abbiamo potuto dare con questa audizione. Abbiamo parlato in modo specifico e puntuale di un’unica normativa, quella della nuova definizione del debitore in default. Con i punti di attenzione che ho elencato, che hanno elencato anche i colleghi del Fondo del Credito cooperativo, quindi la ristrutturazione onerosa, la riclassificazione, il tema di riconnettere i clienti connessi e quindi una segnalazione individuale, la non compensazione, sono tutti elementi che rendono molto più complessa la gestione del credito da parte della banca, soprattutto del credito che ha qualche problema. Quindi, la domanda che ci dobbiamo porre, ma è una domanda retorica, è questa: noi da questa crisi usciremo in un certo giorno immediatamente e quindi ritorneremo alla normalità o sarà un’uscita graduale e purtroppo ci vogliono ancora diversi mesi? Se la risposta è questa, cioè una uscita graduale fra qualche mese (sperando che sia qualche mese), le misure di politica economica, ma anche le misure di politica regolamentare, devono essere coerenti. Se noi abbiamo messo in campo o sono state messe in campo le moratorie, le moratorie non possono venir meno prima che non si concluda questa fase di crisi, perché è come se togliessimo uno strumento che è servito in questo momento per traghettare, ma poi nell’ultimo miglio non c’è.

Se io metto in piedi delle norme regolamentari che mi creano difficoltà nella gestione dei crediti e, per esempio, una gestione che può fare la banca è quella di allungare il finanziamento e invece di mantenerlo a cinque anni farlo diventare a dieci anni, ma se questo allungamento a dieci anni determina un impatto come ristrutturazione onerosa è vero che non va in segnalazione centrale rischi, ma per la banca determina un maggiore assorbimento patrimoniale, una potenziale riclassificazione all’interno del bilancio.

Dobbiamo immaginare che le misure che sono oggi necessarie, ineludibili, che sono quelle di traghettare imprese e famiglie – corretto anche il riferimento alle famiglie, che poi formalizzerò – sono fondamentali per avere degli strumenti che devono rimanere in campo.

La richiesta che in questo momento abbiamo fatto anche al nuovo Governo, attraverso il rappresentante alle Istituzioni europee, è quella di avere degli strumenti che possano gestire questa situazione eccezionale e non creare delle difficoltà. Sul lato delle famiglie anche in questo caso stiamo domandando di rafforzare quegli strumenti che finora hanno funzionato particolarmente bene, come, per esempio, il cosiddetto Fondo Gasparrini che permette la sospensione per un certo arco temporale del rimborso dei mutui proprio perché può creare quelle condizioni di comprare del tempo e quindi poter avere delle condizioni di normalità.

Quando si parlava in precedenza di fase ascendente della normativa il ruolo delle Regioni è fondamentale, perché se si condivide un approccio, un’analisi, una diagnosi di politica economica poi gli strumenti di politica economica sia a livello nazionale sia a livello europeo – quando parlo di politica economica mi riferisco non solo alla politica economica come politica fiscale e di bilancio, ma parlo anche di politica regolamentare – rappresentano un fattore cruciale su cui tutti quanti gli attori economici del nostro Paese si devono muovere per rappresentarli nelle diverse sedi istituzionali. Grazie.

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie, dottore. Chiedo chi vuole intervenire. Il dottor Fabbretti o il dottor Gatti? Dottor Fabbretti, deve attivare il microfono, perché non la sentiamo.

 

Ing. FABBRETTI Grazie. Poi lascerò la parola al dottor Gatti per la sua disamina.

Abbiamo visto quanto a livello significativo impatti questa normativa che, ovviamente, risale al 2015, ma avrà effetto dal 1° gennaio. Come si diceva, purtroppo nel 2015 non si prevedeva una pandemia di queste dimensioni. La presa di coscienza delle misure che vanno prese per quanto riguarda una revisione della tempistica di questa norma penso sia fondamentale anche perché il nostro territorio emiliano-romagnolo, se prendiamo tutta la costa, vive di turismo. Avete visto quanto il credito cooperativo impatta, sul 25-26 per cento.

Questi sono tutti nostri clienti, sono piccole imprese, sono imprese del territorio che hanno sofferto e stanno soffrendo. Se di fronte a questa situazione con gli aiuti che ci sono stati, con le moratorie, con la liquidità riescono comunque, in parte, a sopravvivere, perché qualcuno sicuramente, anzi, diversi non ce la faranno, ma se aggiungiamo a queste difficoltà questa ulteriore situazione, ovviamente, il territorio lo mettiamo in grande difficoltà.

 

[interruzione audio]

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie mille a tutti gli interlocutori.

Ringrazio i nostri ospiti per la disponibilità che ci hanno mostrato. Vi saluto.

Noi proseguiremo poi, successivamente, con la nostra Commissione I. Adesso passo la parola anche alla consigliera Rontini per i ringraziamenti. Vi ringrazio ancora di cuore perché avete risposto puntualmente alle domande, avete illustrato in poco tempo un tema molto difficile e complesso, ma in maniera molto sintetica e comprensibile a tutti.

Grazie.

 

Presidente RONTINI. Anche io saluto il dottor Torriero, l’ingegner Fabbretti e il dottor Gatti. Li ringrazio per l’opportunità di confronto di questo pomeriggio.

In accordo con il presidente Pompignoli, ringraziando anche la Segreteria della I Commissione, faremo poi avere il resoconto integrale della seduta a tutti i colleghi in modo che ci sia l’opportunità di ritornare sul tema e capire come cogliere alcune delle proposte che sono state avanzate.

La Commissione II in congiunta con la I termina qui.

Auguro buon pomeriggio e buon proseguimento al presidente Pompignoli. Ne approfitto per dare una piccola comunicazione ai commissari della II Commissione: ci riaggiorniamo alla prossima settimana, oltre che per la seduta congiunta con la I il 17 pomeriggio, anche per la nostra seduta del martedì pomeriggio, alle 14,30.

Grazie.

 

Presidente POMPIGNOLI. Grazie. Di nuovo buongiorno a tutti.

Aspettiamo due minuti che venga attivato il percorso della sola I Commissione e poi riprendiamo con i due adempimenti.

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