Espandi Indice
Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 17/03/2021 pomeridiano

    Resoconto n. 6

    Seduta del 17 marzo 2021

     

    Il giorno 17 marzo 2021 alle ore 14,00 è convocata, con nota prot. n. AL.2021.6412 dell’11/3/2021, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in seduta congiunta con la Commissione Politiche economiche in modalità telematica con la presenza fisica del solo Presidente a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti dei Gruppi del 4 marzo 2021 e della successiva decisione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    assente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    9

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    6

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    IOTTI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    È presente la consigliera Valentina STRAGLIATI in sostituzione di Maura CATELLANI.

     

    Sono altresì presenti la vicepresidente e assessore al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica: Patto per il clima, welfare, politiche abitative, politiche giovanili, cooperazione internazionale allo sviluppo, relazioni internazionali, rapporti con l’UE Elly SCHLEIN e l’assessore alla scuola, università, ricerca, agenda digitale Paola SALOMONI.

     

    Partecipano alla seduta: Marcella Contini (CNA Emilia-Romagna), Guido Zama (Confagricoltura Emilia-Romagna), Marco Amelio (Confcommercio Emilia-Romagna), Marco Pasi (Confesercenti Emilia-Romagna), Luca Rossi (Confindustria Emilia-Romagna), Maria Pungetti (Presidente Confprofessioni Emilia-Romagna), Federica Balestri (Direttore ANCE), Alessandro Bonazzi (Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna).

     

    Presiede la seduta: Stefano BARGI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    -          Audizione sul tema “Nuova disciplina bancaria in materia di classificazione dei debitori in default: impatto, effetti e criticità”: Associazioni di categoria

     

    Stefano BARGI, presidente della Commissione I. Iniziamo l’udienza conoscitiva. Comincerei con l’appello per quanto riguarda la Commissione I.

    Il presidente Pompignoli è assente, io ovviamente sono presente.

    Sabattini Luca, forse non c’è.

    Bessi Gianni, presente.

    Bondavalli Stefania.

    Castaldini Valentina.

     

    Consigliera Valentina CASTALDINI. Presente.

     

    Presidente BARGI. Castaldini presente.

    Bondavalli ancora non abbiamo conferma.

    Catellani Maura, dovrebbe essere assente.

    Costi Palma, presente.

     

    Consigliera Palma COSTI. Presente.

     

    Presidente BARGI. Daffadà Matteo.

     

    Consigliere Matteo DAFFADÀ. Presente, buongiorno.

     

    Presidente BARGI. Buongiorno, consigliere. Fabbri Marco.

     

    Consigliere Marco FABBRI. Buon pomeriggio, presente.

     

    Presidente BARGI. Presente.

    Gibertoni Giulia non c’è.

    Iotti Massimo al momento non c’è.

    Lisei Marco.

    Marchetti Daniele.

     

    Consigliere MARCHETTI Daniele. Presente.

     

    Presidente BARGI. Marchetti Francesca, presente.

    Mastacchi Marco.

    Occhi Emiliano.

    Pelloni Simone.

     

    Consigliere Simone PELLONI. Presente.

     

    Presidente BARGI. Pelloni presente.

    Piccinini Silvia.

    Pigoni Giulia.

     

    Consigliera Giulia PIGONI. Presente, presidente, buon pomeriggio.

     

    Presidente BARGI. Buon pomeriggio, consigliera.

    Rancan Matteo.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Taruffi Igor.

     

    Consigliere Igor TARUFFI. Presente.

     

    Presidente BARGI. Zamboni Silvia.

    Abbiamo la consigliera Stragliati che sostituisce Maura Catellani. A questo punto lascerei la parola alla collega Rontini per l’appello della II Commissione.

     

    Manuela RONTINI, presidente della Commissione II. Grazie, presidente. Parto dal vicepresidente Delmonte.

     

    Consigliere Gabriele DELMONTE. Presente.

     

    Presidente RONTINI. Buon pomeriggio.

    L’altro vicepresidente Massimo Iotti, che non aveva risposto all’appello nella I Commissione, vediamo se nel frattempo è riuscito a collegarsi.

    Amico Federico.

     

    Consigliere Federico AMICO. Presidente, buon pomeriggio.

     

    Presidente RONTINI. Barcaiuolo Michele.

     

    Consigliere Michele BARCAIUOLO. Presidente, buongiorno.

     

    Presidente RONTINI. Bargi Stefano è presente.

    Bessi Gianni, ha già risposto al precedente appello.

    Bondavalli Stefania.

    Bulbi Massimo.

     

    Consigliere Massimo BULBI. Presidente, buongiorno.

     

    Presidente RONTINI. Buon pomeriggio.

    Castaldini presente, perché ha risposto prima.

    Catellani è sostituita da Stragliati.

    Costi presente.

    Fabbri presente.

    Facci Michele.

     

    Consigliere Michele FACCI. Presente.

     

    Presidente RONTINI. Buon pomeriggio.

    Gibertoni Giulia.

    Lisei Marco.

    Liverani Andrea.

     

    Consigliere Andrea LIVERANI. Buon pomeriggio, presente.

     

    Presidente RONTINI. Marchetti presente.

    Mastacchi Marco.

    Montevecchi Matteo, presente.

    Mori Roberta.

     

    Consigliera Roberta MORI. Salve, presente.

     

    Presidente RONTINI. Buongiorno.

    Piccinini Silvia.

    Pigoni Giulia, presente, ha risposto prima.

    Pompignoli è sostituito da Bargi in Presidenza, non ai fini della presenza.

    Rainieri Fabio.

    Rancan Matteo.

    Rossi Nadia, ho visto che si è connessa. Buon pomeriggio.

    Sabattini Luca ha scritto in chat di essere presente.

    Soncini Ottavia.

     

    Consigliera Ottavia SONCINI. Buon pomeriggio, presidente.

     

    Presidente RONTINI. Tarasconi Katia, presente.

    Zamboni Silvia.

    Abbiamo svolto anche l’appello per i componenti della II Commissione, naturalmente, come sempre, daremo evidenza nel corso della seduta di eventuali altri consiglieri che si aggiungeranno ai nostri lavori e ce lo comunicheranno per il tramite della chat.

     

    Audizione sul tema “Nuova disciplina bancaria in materia di classificazione dei debitori in default: impatto, effetti e criticità”: Associazioni di categoria

     

    Presidente RONTINI. Io ne approfitto adesso, perché poi, come la volta scorsa, lascio presiedere la I Commissione, dal momento che la risoluzione che ha fatto partire questo lavoro di approfondimento è stata approvata in I; poi siamo stati invitati anche noi in sede congiunta per gli evidenti risvolti di natura economica che le tematiche relative al default bancario hanno. Quindi ringrazio nuovamente il presidente Pompignoli, il vicepresidente Sabattini e il consigliere Bessi, che è il primo firmatario di quell’atto che dà il via ai nostri lavori.

    Non me ne vorrà il vicepresidente Bargi se rubo 30 secondi per una comunicazione, perché la II Commissione si è riunita ieri, come sapete, per iniziare la trattazione del progetto di legge recante interventi urgenti per alcune attività economiche. Avevamo detto che ci saremmo riuniti alla fine della Commissione con i relatori per fare l’iter condiviso del progetto di legge su cui, come sapete, la Giunta ha chiesto l’urgenza.

    Abbiamo quindi concordato con la relatrice, Nadia Rossi, il relatore di minoranza, Michele Facci, e il vicepresidente Delmonte di fare l’udienza conoscitiva, che è già stata naturalmente convocata venerdì alle ore 10.30, alla fine della quale solo i consiglieri regionali proseguiranno i lavori della Commissione per fare una prima discussione generale sull’argomento, discussione generale che riprenderemo martedì 23 alle ore 14.30 e a cui seguirà poi l’esame dell’articolato e le votazioni degli articoli e degli emendamenti, che abbiamo concordato di far pervenire entro la giornata di lunedì alle ore 12, così che tutte le forze politiche possano esaminarli e la segreteria della Commissione abbia il tempo di predisporre il documento di lavoro.

    Da questa mattina ho comunque iniziato a fare le chiamate anche ai Capigruppo per dare queste comunicazioni, ma così hanno sentito tutti i consiglieri, così tutti potranno partecipare alla redazione del progetto di legge, che pure ha tempi accelerati, però nella maniera migliore possibile. Ne approfitto anche per salutare e ringraziare tutti gli ospiti che hanno accolto l’invito delle Commissioni, vi ascolteremo con attenzione, certi che, come sempre, fornirete materiali e riflessioni utili per il nostro lavoro.

    Prego, vicepresidente.

     

    Presidente BARGI. Grazie alla presidente Rontini, anche per aver accolto l’invito, insieme alla Commissione II, di confrontarci insieme su questo percorso relativo al default bancario, che costituisce il primo punto in formato congiunto delle due Commissioni all’ordine del giorno di oggi e che scaturisce appunto, come veniva ricordato poc’anzi, da una risoluzione votata in I Commissione, alla quale è stato aggiunto un emendamento sostenuto da varie parti politiche dell’Assemblea per iniziare questo percorso.

    Analogamente, intanto anch’io confermo la presenza del consigliere Sabattini che ha scritto in chat e invito anch’io tutti i consiglieri che eventualmente si connetteranno in seguito a scrivercelo, in modo tale che possiamo segnare la presenza, altrimenti risultano assenti.

    Questo è un percorso che arriva alla seconda tappa di ascolto delle parti sociali ed economiche della Regione su questa tematica importante, ovvero i nuovi regolamenti sul default bancario dell’Unione europea. Nelle logiche dell’Ufficio di Presidenza della I Commissione s'intende arrivare alla formulazione di un atto che potrebbe essere già un emendamento alla Sessione europea, quindi in questa fase ci rivolgiamo all’Unione europea per segnalare le criticità e le difficoltà di un territorio che si trova a recepire un regolamento sul quale sono già stati espressi, magari a mezzo stampa, che qui cerchiamo di istituzionalizzare, diversi pareri.

    Oggi tocca al mondo delle associazioni di categoria rappresentanti delle imprese. In particolare, noi abbiamo avuto una richiesta di intervento da parte del Tavolo regionale dell’imprenditoria, di CUP Emilia-Romagna, di Confapi, Confindustria, Confprofessioni e ANCE.

    Analogamente alla volta precedente inizierei prima di tutto dando la parola al consigliere Bessi, che è estensore della risoluzione, che magari introduce anche in questo caso l’argomento, poi terrei l'ordine che mi è stato presentato per chiamare gli interventi dei nostri ospiti, che ringrazio per aver deciso di partecipare a questa audizione, e magari, visto che abbiamo diverse richieste di intervento, se riuscissimo a tararci sui 7-8, massimo 10 minuti ad intervento, riusciamo ad essere un po’ più agevoli nei lavori, perché poi la I Commissione deve continuare con altri punti importanti.

    Lascerei quindi la parola al consigliere Bessi, se si vuole connettere.

     

    Consigliere Gianni BESSI. Grazie, presidente.

    Io sottoscrivo la presentazione che ha fatto il presidente Bargi, ringrazio il presidente Rontini della presenza e del riferimento. Visto anche la qualificata presenza dei nostri ospiti, darei per letta la risoluzione, ma soprattutto il tema di dare spazio per avere elementi, analisi e riscontri, come ha ricordato il presidente Bargi.

    Essendo tutte categorie e mondi che sono quotidianamente alle prese con le tematiche riportate da questa risoluzione, che ne dà una traccia chiaramente molto veloce, credo che sia importante non solo approfondire i vostri interventi, chiaramente nei 7-8 minuti, ma anche avere documentazione o comunque puntuali punti anche per un successivo nostro riscontro, per un lavoro che stiamo portando avanti con precisione, nello stesso tempo anche con la decisione di allargare questo tema. Per questo la risoluzione vuole coinvolgere la Conferenza Stato-Regioni, le Conferenze regionali a livello europeo, e poi, come ha detto il Presidente Bargi, si inserisce anche in un percorso per istituzionalizzare questo tipo di lavoro.

    Io intanto vi ringrazio in anticipo, poi se nascono anche domande, credo sia importante anche interloquire tra di noi in questo momento o anche successivamente. Grazie.

     

    Presidente BARGI. Grazie, consigliere Bessi.

    Seguendo l’ordine di arrivo delle richieste di intervento, abbiamo il Tavolo regionale dell’imprenditoria, che però ci fa giungere cinque persone iscritte (dopo ci direte se avete un portavoce o dovete intervenire tutti), ovvero Amilcare Renzi per Confartigianato, Marcella Contini per CNA, Guido Zama per Confagricoltura, Marco Amelio per Confcommercio e Marco Pasi per Confesercenti. Mi hanno detto che c’erano alcuni problemi con Amilcare Renzi. Non so se siano stati risolti, ma nel caso darei la parola a lui, se non altro per l’ordine in cui mi è stato inserito, per capire se fate un intervento unitario oppure se fate un intervento singolo per ogni invitato.

    Se non c’è o se non riusciamo a connetterci con lui, perché ci sono anche problematiche che mi venivano detto poco fa, Marcella Contini, se vuole, può prendere la parola.

     

    Marcella CONTINI, CNA Emilia-Romagna. Buonasera e grazie, presidente. Un saluto a lei e a tutti i consiglieri.

    È una grande opportunità essere qui. Io non sarò portavoce del Tavolo regionale dell’imprenditoria, perché credo che non sia stato concordato un intervento che rappresenti tutti, ma credo, come CNA Emilia-Romagna, di parlare di una quota delle nostre imprese estremamente significativa, che è quella delle piccole e medie imprese, senza dimenticare le microimprese e le imprese artigiane.

    Credo che l’argomento di oggi sia un argomento di cruciale importanza. Proprio per non dilungarmi non riprenderò i dati relativi allo stato di sofferenza in cui versano le nostre imprese, ma seguendo l’invito del consigliere Bessi possiamo inviarvi gli ultimi dati dell’ultimo trimestre del 2020 delle nostre imprese, secondo l’Osservatorio che conduciamo insieme ad Istat su oltre 13.000 piccole e medie imprese sotto i venti addetti della nostra Regione.

    Sono certamente tra i comparti in maggiore sofferenza, in questo momento. Noi crediamo che la normativa a cui stiamo guardando oggi, che si rifà sostanzialmente a un contesto completamente diverso rispetto a quello attuale nasce dal 2016, ma addirittura da prima, quindi ha una storia che si rifà, ne siamo tutti consapevoli, già alle prime versioni di Basilea, e da lì in avanti all’obiettivo di garantire la solidità del sistema finanziario.

    Siamo tutti consapevoli dell’importanza di garantire l’equilibrio anche per i risvolti sociali che ha. Tuttavia, in questo momento ci sembra quantomeno anacronistico applicare una normativa così stringente fuori tempo rispetto invece alla situazione in cui ci troviamo. Sappiamo che le maggiori associazioni di rappresentanza, insieme ad ABI hanno voluto e anche determinato un alleggerimento, e su questo esprimiamo la nostra soddisfazione. Riteniamo comunque che sia cruciale pensare a come presentarci quando sarà alleggerita la fase attuale di emergenza sanitaria e ci troveremo davanti alla grande responsabilità di riattivare la crescita e lo sviluppo del nostro contesto economico.

    Siamo quindi convinti che serva addirittura un rafforzamento di tutti gli strumenti che possano agevolare la liquidità delle imprese e che non faccia cadere in default e non classifichi una parte di esse in situazioni di rischio, quindi nell’incapacità di accedere a linee di credito e ad investimenti fondamentali per la ripresa nel prossimo futuro.

    Siamo addirittura per chiedere ulteriori misure di rafforzamento del sistema finanziario a favore delle PMI. Lo stiamo facendo attraverso le nostre declinazioni, ovviamente anche nazionali. Siamo ben lieti che la Regione si stia attivando anche per la forza negoziale che ha rispetto al Governo. Chiudo dicendo che crediamo che nel prossimo futuro sia necessaria una dotazione di strumenti che metta insieme banche, associazioni, imprese, ma anche, per esempio, i consorzi fidi nel rendere liquido il debito che le aziende stanno accumulando e nel dare loro la possibilità di distribuirlo negli anni, nel tempo e di renderlo sostenibile.

    Mi sento di esprimere quindi la nostra totale collaborazione, agendo su tutti i nostri livelli, per rafforzare il sostegno di cui le piccole e medie imprese, le microimprese e le imprese artigiane hanno bisogno ora, e da adesso in avanti. Grazie.

     

    Presidente BARGI. Grazie a lei, anche per la celerità e per la tempestività nell’intervento.

    Mi aggiungo anch’io alla richiesta del consigliere Bessi, come Ufficio di Presidenza, per quanto riguarda il materiale. Come abbiamo fatto anche per la prima seduta di questo percorso, l’eventuale materiale o documenti che volete fornirci, fornitelo pure all’Ufficio di Presidenza. Sarà nostra premura inoltrarlo a tutti i consiglieri. Sicuramente verrà considerato come un importante contributo nella formulazione di quello che sarà l’atto finale di questo percorso (mi dicono giustamente di inviare alla mail della segreteria della Commissione I).

    Dovrebbe essere connesso anche Amilcare Renzi: se può richiedere l’intervento, lo recuperiamo, visto che lo avevamo saltato, e a questo punto chiamiamo tutti i membri che si sono prenotati al Tavolo regionale dell’imprenditoria. Non so se riesce a prendere la parola, sennò provvediamo a recuperarlo dopo.

     

    Presidente RONTINI. Nel frattempo, comunico che sia il consigliere Mastacchi che la consigliera Bondavalli sono presenti: l’hanno comunicato in chat, ma hanno avuto, come spesso succede, qualche problema con le connessioni o con la rete dell’edificio.

     

    Presidente BARGI. Per il momento passerei avanti, con Guido Zama di Confagricoltura. Poi magari recuperiamo anche Amilcare Renzi in coda agli interventi del tavolo regionale.

     

    Guido ZAMA, Confagricoltura Emilia-Romagna. Buongiorno a tutti.

    Ringrazio le due Commissioni per aver organizzato questo incontro. Per favorire i lavori, visto che il Tavolo dell’imprenditoria ha un numero di rappresentanti importante, e visto che le esigenze che riguardano le piccole e medie imprese sono trasversali, non rubo tempo alla Commissione e lascio la parola ai miei colleghi, in modo tale che acceleriamo i lavori della Commissione, dando modo anche alle altre categorie di poter esprimere i loro pareri e le loro posizioni.

     

    Presidente BARGI. Grazie per questa super celerità. Eventualmente, se avete del materiale inviatecelo pure, in modo che possiamo approfondire.

    Io andrei avanti, poi magari teniamo l’intervento di Renzi in fondo. Si è connesso?

     

    Presidente RONTINI. Lo vediamo.

     

    Presidente BARGI. Forse sta tentando di connettersi coi nostri tecnici.

    Andiamo avanti con Marco Amelio, di Confcommercio.

     

    Marco AMELIO, Confcommercio. Buon pomeriggio a tutti.

     

    Presidente BARGI. La sentiamo, ma non la vediamo.

    È anche molto basso il volume dell’audio. Se ha una cuffia da usare…

     

    Dott. AMELIO. Provo, ma ho un po’ di problemi tecnici.

     

    Presidente BARGI. Li uniamo ai nostri.

     

    Dott. AMELIO. L’audio è al massimo. Mi sentite male? Piano?

     

    Presidente BARGI. La sentiamo piano. Le lascio la parola. Il video non è fondamentale, l’importante è che si sentano le parole. Se può magari provare ad alzare un po’ la voce, le lascio il tempo per l’intervento.

     

    Dott. AMELIO. Buon pomeriggio e grazie alle due Commissioni per l’invito a un confronto su un tema così spinoso, recente, perché questa normativa è in vigore da gennaio.

    È un tema che colpisce pesantemente il sistema produttivo degli esercizi commerciali delle piccole e medie imprese. Come Confcommercio abbiamo composto un documento, che poi sarà nostra premura inviarvi e che vorrei sintetizzare molto velocemente, per poi mandarvelo integralmente.

    La nuova normativa dà una nuova definizione della soglia di rilevanza per le esposizioni in arretrato, quindi per i pagamenti non effettuati entro 90 giorni, quindi una nuova definizione di credito deteriorato, con conseguente, relativo trattamento.

    È inutile negare che questi criteri sono fortemente penalizzanti. Le attività produttive tutte hanno subito nel 2020 un forte calo di fatturato, che solo in minima parte, si spera, sarà recuperato nel 2021 in corso. Faccio un esempio: dati Confcommercio regionale 2020, da considerare come sottostimati, vedono tra le principali voci in calo il commercio al dettaglio, che segna meno 1.602 attività, e i servizi di ristorazione, meno 1.076 attività.

    Per sopravvivere queste aziende (perché di questo stiamo parlando) hanno chiesto liquidità, quindi fatto debiti, che si sono aggiunti in molti casi a debiti pregressi, che con difficoltà riusciranno a saldare nei tempi previsti del rientro, tant’è che questo è il fronte su cui, come associazione, stiamo studiando percorsi.

    La strada intrapresa lo scorso anno dal Governo, ossia concedere liquidità a costo zero, è stata giusta, ma la ripresa ancora non c’è stata. Un anno fa del resto non immaginavamo che 365 giorni dopo la situazione sarebbe stata pressoché la stessa. Stabilire ora una nuova classificazione del debito significa mortificare le imprese, impossibilitate a sforare di un importo veramente basso, significa far diminuire il loro merito creditizio, quindi la possibilità anche di fare nuovi investimenti.

    Faccio alcuni esempi. La nuova definizione di deteriorato, ossia periodo di vigilanza, sancisce i suoi effetti a partire dalle segnalazioni di gennaio 2021. Dall’oggi al domani le imprese rischiano di ritrovarsi ad essere inadempienti.

    Prima della riforma, la definizione automatica di credito deteriorato, oggi definita come Past due, afferiva ad un credito non rientrato alla sua naturale scadenza da oltre 90 giorni. Gli intermediari potevano giudicare improbabile, attraverso criteri stabiliti dall’autorità competenti, che un’azienda riuscisse ad ottemperare alle proprie obbligazioni. Si parlava infatti di inadempienza probabile.

    Con la riforma, la definizione prevede che due componenti si verifichino contemporaneamente. Vediamo la prima, il superamento delle soglie minime da 100 a 500 euro, e il superamento dell’1 per cento rispetto all’importo complessivo di tutte le posizioni verso lo stesso debitore. Entrambe devono essere superate per un periodo di 90 giorni consecutivi.

    Il primo impatto è notevole, perché giunge nel momento in cui un’esposizione può essere considerata in Past due. Sintetizzando il raffronto, in passato occorrevano 91 giorni consecutivi di arretrato sul pagamento per arrivare a definire il Past due e procedere poi con le eventuali segnalazioni per inadempienza. Oggi, considerando che ci sono due valori assoluti minimi da raggiungere, 100 e 500 per le imprese, e uno relativo oltre la soglia temporale dei 90 giorni, occorre calcolare il rapporto tra la stessa soglia e il totale delle posizioni dello stesso creditore. Per raggiungere questa condizione potrebbe occorrere tanto tempo, un aspetto che potrebbe sembrare positivo per un’azienda che paga di prassi un mese in ritardo, qui invece ogni mese si somma. Si va infatti a comprare l’azione di sconfinamento nella parte sconfinata, e arriviamo al secondo impatto molto importante.

    Il secondo impatto riguarda il periodo obbligatorio di valutazione del comportamento creditizio, cioè i tre famosi mesi di quel periodo prima di potere essere riportato alla posizione in bonis. Questo potrebbe portare a rendere non bancabili per un lungo periodo le aziende.

    Arrivando alla conclusione e sintetizzando, in questo contesto potrebbe aumentare notevolmente il numero di aziende inadempienti, nelle quali rientrerebbero anche quelle con difficoltà gestibili. Se poi si andasse ad aggiungere la raccomandazione dell’EBA, che è l’Associazione Banche Europee, che per prudenza vorrebbe classificare come inadempienti tutte le aziende che hanno usufruito della moratoria, nel momento in cui essa finisce si avrebbe una crescita di segnalazioni senza distinzioni tra quelle in grande difficoltà e quelle in media difficoltà.

    Ecco perché per evitare tali criticità potrebbe essere utile ritardare l’entrata in vigore della normativa o aumentare la definizione temporale del credito scaduto da 90 a 180 giorni. Le esposizioni scadute da sei mesi meritano sempre certamente il trattamento descritto dalla normativa, mentre quelle scadute da tre mesi potrebbero avere una maggiore probabilità di rientro cosiddetto “morbido”. Al contempo, sarebbe auspicabile un allargamento per diventare debitori, arrivando alle condizioni introdotte in maniera progressiva.

    Voglio chiudere il mio intervento con una considerazione e la domanda è proprio come si è arrivati a questo cambiamento. Purtroppo il cambiamento è partito molto prima dello scorso gennaio 2021, come è stato detto anche precedentemente in un intervento, ci sono state consultazioni in questo periodo, ma non ci sono state grosse azioni corali per modificare, per rallentare questa normativa, purtroppo è una normativa che non tiene assolutamente conto della criticità, pur essendo una normativa pensata per un’armonizzazione di procedura da parte dell’Europa, non tiene conto della criticità e delle caratteristiche e dello status del nostro Paese.

    Io avrei finito e vi ringrazio per l’attenzione.

     

    Presidente BARGI. Grazie a lei per l’intervento. Chiamo Marco Pasi di Confesercenti.

     

    [interruzione audio]

     

    Presidente RONTINI. Non la sentiamo.

     

    Marco PASI, Confesercenti Emilia-Romagna. Adesso sentite?

     

    Presidente BARGI. Sentiamo molto basso.

     

    Dott. PASI. Provo a parlare più forte.

     

    Presidente BARGI. Così un po’ meglio.

     

    Dott PASI. Mi associo anch'io ai ringraziamenti ai componenti della Commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali e Politiche economiche per questo momento di riflessione sulla nuova disciplina bancaria in materia di classificazione dei debitori in default, che diventa anche un’occasione per qualche riflessione in più sulla situazione che le imprese del nostro Paese stanno attraversando assieme alle famiglie, che credo sia importante non limitare alla ristretta cerchia degli addetti ai lavori. È molto importante che questo ragionamento e questa riflessione, che solo in apparenza non coinvolgono la massa dei cittadini, siano invece di dominio comune, perché hanno delle implicazioni molto forti. Da questo punto di vista, mi permetto di portarvi via solo alcuni minuti per fare alcune riflessioni più generali.

    La prima riflessione riguarda il rinnovo del quadro temporale degli aiuti, che l’Unione europea ha rinnovato fino a fine anno, che le singole nazioni hanno recepito tra gennaio e febbraio (l’Italia a fine febbraio), ma che nelle varie procedure (sono alcune centinaia di pagine, quindi è una lettura anche molto faticosa) contengono un paio di passaggi che mi hanno particolarmente colpito e che ritengo molto importanti. Però la stessa BCE, ma anche l’EBA, l’Autorità bancaria europea, ha lasciato nell’ambito della discrezionalità dei singoli Governi di eventualmente attuarli o meno. Il primo è quello che consente agli Stati membri dell’Unione europea di erogare contributi alle micro e piccole e medie imprese una parte della somma dei costi fissi gestionali sostenuti da marzo 2020 al 30 giugno 2021. Contributi che possono essere compresi tra l’80 e il 90 per cento dei costi fissi gestionali delle imprese, imprese che però devono dimostrare un calo del fatturato del 30 per cento: percentuale che è il calcolo della media ponderata della marginalità lorda delle piccole imprese, il punto di equilibrio per garantire la sostenibilità della remunerazione. Quasi tutti gli Stati europei hanno applicato questo valore. In Italia, saprete voi meglio di me, che stiamo ancora lì a ragionare se sia più opportuno il 33 piuttosto che il 32, il 34 o il 30. Tutte discussioni che ci allontanano dalla tempestività dell’intervento e che creano ulteriori difficoltà alle imprese.

    Il secondo elemento contenuto in quelle disposizioni, molto interessante, ritengo, è la possibilità di trasformare in fondo perduto il finanziamento ottenuto dalle imprese fino al 31 dicembre 2021. Queste due linee, che sono scarsamente pubblicizzate, a partire dalla stampa economica specializzata, ma in tutti i contesti, su cui, ripeto, i singoli Governi potranno decidere sulla base delle loro manovre di bilancio, io credo che siano estremamente interessanti e meritano un dibattito molto ampio. Il primo dei due elementi garantisce un ristoro corretto alle imprese, e non agisce su presunti mancati incassi, sempre complicatissimi da dimostrare, ma su costi reali sostenuti.

    Secondo elemento, invece, è chiaro che è un’operazione di maggior respiro, di prospettiva finanziaria e bancaria, perché consentirebbe di fare pulizia di un problema aggiuntivo che si affaccerà entro la fine del corrente anno, o al più tardi, nella primavera del 2022, e ha un nome ben preciso: sovraindebitamento da parte delle imprese, che si accompagnerà alla bolla dei crediti deteriorati (noto come NPL) che rappresenterà una vera e propria mina vagante per il sistema economico italiano e una zeppa fondamentale insuperabile, credo, per la ripartenza dei nostri mercati e per molte delle nostre imprese.

    Per paradosso, l’iniezione di liquidità a medio o a lungo termine, che è stata in parte fatta e che viene ancora continuata a fare per sostituire il debito coi mancati incassi, già ora è superiore alla capacità di restituzione delle imprese, che non è adeguatamente coperta da redditi, da flussi di cassa che per molte categorie non esistono più, tantomeno dal patrimonio, che sappiamo essere una delle fragilità strutturali del sistema delle imprese italiane.

    Noi in questo anno abbiamo visto diversi interventi in questa direzione: Decreto Liquidità, il Cura Italia, le moratorie dell’ABI e della stessa EBA, finanziamenti regionali, quelli anche co-garantiti dai sistemi dei confidi.

    Ma adesso stanno entrando sul mercato pesantemente le corazzate delle […] che genereranno una crescita dell’erogato a doppia cifra. Stime autorevoli dicono che fino alla fine del 2021 queste rappresenteranno un quinto dello stock creditizio, fino a poche settimane fa quasi interamente gestite dal sistema bancario.

    Capite allora che la riconversione dei debiti in finanziamenti a fondo perduto, sarebbe una grande operazione di respiro strategico e potrebbe garantire, a partire dal 2023 in poi, una reale ripartenza di tutti i sistemi. Di equity, in Italia, ce n’è molta, ma non è affatto etica. Purtroppo, è quasi tutta di predominio e di terreno di caccia di queste […] che hanno nei loro capitali quasi tutti denari provenienti dal sistema bancario che trovano molto più conveniente, naturalmente, non prestare soldi alle imprese, ma investirle sulle piattaforme finanziarie e sui fondi tecnologici.

    Ribadisco: io credo che sia qui il tema rilevante da un punto di vista del credito per una condizione di sovraindebitamento delle imprese che in prospettiva sarà devastante. Oggi è un effetto delle politiche emergenziali; domani sarà probabilmente causa di conflitto. Non solo all’interno della […] del mondo delle imprese, ma anche all’interno dello stesso sistema sociale.

    Scusate se mi sono dilungato su questo tema più generale, ma è un tema che credo abbia una rilevanza incredibile ed è ampiamente sottovalutato. In questa nuova disciplina, che tra l’altro è a conoscenza di tutti già da alcuni anni, non è certo una novità l’entrata in vigore nel 2021, ma è a conoscenza già da diversi anni, ha sicuramente alcune criticità. Volendo essere particolarmente ottimisti, ha anche, in realtà, qualche aspetto positivo. Però è chiaro che essendo frutto di un compromesso tra le diverse realtà europee finisce per penalizzare tutti gli Stati, tra cui l’Italia, purtroppo, che avevano regimi e norme un pochino più flessibili.

    Ora, il merito principale, lo dico subito, io lo colgo anche dal campo, è che comunque è una normativa che costringe le imprese a incrementare il monitoraggio costante e la gestione dei propri flussi finanziari, sia in termini di governance, sia in termini di processo e di ordine.

    Questo è molto coerente, tra l’altro, con la normativa del Codice di crisi dell’impresa approvato e già in vigore in Italia da pochi anni, che comunque ha già definito il principio della necessità della gestione secondo il principio degli adeguati […].

    Da questo punto di vista questa è una normativa, in prospettiva, positiva. Il problema è che si inserisce in una situazione di guerra che stiamo vivendo, una vera e propria guerra che ha coinvolto il sistema sociale, il sistema economico, che probabilmente avrebbe più bisogno di politiche di sopravvivenza, in grado di garantire alle imprese di traguardare questo grande momento di difficoltà. Quindi, probabilmente, lo slittamento dell’entrata in vigore sarebbe stato un atto assolutamente opportuno, probabilmente non solo per il nostro Paese, ma per gran parte dei Paesi europei.

    Dopodiché ci sono alcune criticità che rimangono insite all’interno della norma di natura più tecnica, che rimarrebbero anche di fronte ad uno slittamento dell’entrata in vigore. Naturalmente, il primo di carattere generale, che è assolutamente importante per un sistema, quello italiano, e che toglie assolutamente elasticità alla relazione tra banca e impresa. Un’elasticità che nel nostro Paese è stata una prassi consolidata, alle volte anche esageratamente utilizzata, ma che ha prodotto sempre buoni frutti. Questa normativa toglie completamente questo tipo di elasticità, quindi al nostro sistema delle imprese offre (pone, anzi) una serie di problematiche. Con la criticità di natura tecnica sono scese […] e che naturalmente non sarà più possibile compensare tra diverse posizioni per la stessa impresa, per cui l’utilizzo di margine di liquidità di un conto corrente (per banalizzare) non potrà più essere utilizzato per coprire linee di credito accese su un altro conto corrente nello stesso istituto di credito. Questo porta automaticamente a una situazione di sofferenza […] oppure di gestione.

    Una terza criticità che ha questa normativa è che rischia di avere conseguenze negative per tutti i soggetti che sono connessi all’impresa nel caso di stato dichiarato di default, come i soci, le imprese collegate, gli eventuali cointestatari di mutui e conti correnti, ed è vero che questa norma non si applica alle PMI con un’esposizione complessiva di 1 milione di euro, ma è anche vero che questa facoltà di applicarla o meno è lasciata alla discrezionalità di istituti di credito, che solo in apparenza potranno esercitarla, perché gli stessi istituti da questa normativa sono assoggettati a una serie di vincoli che di fatto impedirà loro di usarla a beneficio delle imprese.

    Su questa discrezionalità la stessa […] Paesi europei c’è una difformità molto grossa in termini di applicazione, ma rimane un potenziale problema.

    L’altra cosa che registro in termini di criticità è il periodo: 90 giorni per uscire dallo stato di default è un tempo eccessivamente lungo; una volta saldate le eventuali sofferenze e pagate quindi le competenze, non si capisce perché l’impresa non debba automaticamente uscire dallo stato di default, ma debba aspettare 90 giorni. 90 giorni con la situazione attuale, con le dinamiche di mercato sono un'enormità. Ricordiamoci, come ha già detto qualcuno, che in questi 90 giorni all’impresa dichiarata in default sarà impedito l’accesso a qualunque tipo di credito, a qualunque forma di finanziamento.

    Su questi aspetti lunedì l'ABI, insieme a tutte le organizzazioni d’impresa, ha mandato una nota abbastanza puntuale sia al Governo che alle Istituzioni europee, dove fondamentalmente chiede una nuova moratoria per le imprese e le famiglie sui pagamenti dei finanziamenti e anche sui nuovi finanziamenti, senza l’obbligo di classificare il debitore in regime di tolleranza oppure di default; ha chiesto di portare il limite di 6 anni per aiuti concessi come garanzia di prestiti alle imprese a 15 anni, per diluire l’impegno finanziario su un periodo più sostenibile.

    Ha anche chiesto di favorire le operazioni di ridefinizione della durata dei finanziamenti in essere con garanzie fornite o dal Fondo centrale di garanzia o da ISMEA o da SACE SISMET o da altri soggetti autorizzati, con la copertura degli eventuali maggiori oneri da parte di contributi in conto capitale.

    A queste richieste avanzate da tutte le organizzazioni mi sento di aggiungere un’altra, che è contenuta già all’interno delle norme europee. La Banca d’Italia per gli istituti di credito da essa vigilati ha la facoltà di individuare una percentuale diversa rispetto alla soglia di rilevanza oggi fissata all’1 per cento; può individuare, in un intervallo compreso da 0 a 2,5 per cento, una soglia diversa. Credo che sarebbe molto utile se la Banca d’Italia decidesse di alzare la soglia dell’1 per cento portandola al 2,5 per cento.

    Scusate se sono stato prolisso, grazie ancora per l’attenzione.

     

    Presidente BARGI. Grazie a lei. Farei un’ultima chiamata per Amilcare Renzi, che però non mi risulta neanche tra i connessi. Non so se ci senta e possa prenotarsi, altrimenti passerei oltre e, se eventualmente riesce a scriverci in chat quando si connette, recuperiamo in coda l’intervento.

     

    Presidente RONTINI. Il vicepresidente Iotti mi ha segnalato che è da inizio seduta che non riesce a connettersi, quindi chiedo se qualcuno possa contattarlo dalla regia, così riesce anche lui a partecipare ai nostri lavori. Grazie.

     

    Presidente BARGI. Proseguiamo quindi con Alessandro Bonazzi, Presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Bologna. Chiedo anche di prepararsi a Stefano Bianchi, direttore di Confapi, per l’intervento subito dopo Bonazzi.

    Alessandro Bonazzi forse al momento non è presente davanti allo schermo, quindi passerei a Stefano Bianchi, direttore di Confapi, se è connesso.

    Passerei allora a Luca Rossi, chiedendo a Maria Pungetti di prepararsi per l’intervento successivo.

    La parola a Luca Rossi, direttore generale di Confindustria Emilia-Romagna.

     

    Luca ROSSI, Confindustria Emilia-Romagna. Buongiorno. Grazie per il desiderio di approfondire questo tema.

    Vorrei svolgere alcune brevi considerazioni, che separerei in due ambiti, alcuni precrisi e altri post-crisi, perché ovviamente ci dipingono uno scenario molto differente. Naturalmente le regole di cui oggi stiamo discutendo fanno riferimento allo scenario precrisi in termini di adozione e alcune di esse, come i 90 giorni per le insolvenze, sono in realtà addirittura ormai datate quasi un decennio fa.

    Occorre però tenere anche conto di un aspetto molto rilevante nella valutazione di questo tema, che mai come su questo punto in Europa è stata portata avanti nei mesi scorsi, negli anni scorsi, una vera e propria battaglia campale dal punto di vista tecnico e diplomatico, che ha visto su un fronte comune le imprese e le banche italiane, quindi è stato sostanzialmente un tema di confronto tra Paesi, tra sistemi economici e non nella contrapposizione tra banche e imprese, in particolare per quanto riguarda l’Italia.

    Credo che ci sia un tema fondamentale, in parte reso più urgente e in parte sminuito di importanza con la pandemia, ovvero la consapevolezza delle imprese delle nuove regole. Credo che ci sia una grandissima necessità di continuare, anzi di sviluppare delle azioni di informazione ulteriori su questo tema e sulle nuove regole, che in ogni caso sono entrate in vigore. devo dire che peraltro Confindustria ha fatto un roadshow molto ampio, ma credo che ancora molti siano gli spazi, da questo punto di vista.

    Post-crisi. Come è stato ricordato da qualcuno prima di me, molteplici sono state le iniziative congiunte a livello nazionale, delle associazioni di categoria insieme con ABI, per tentare di posticipare l’entrata in vigore delle norme. Evidentemente, nella combinazione tra durata temporale delle definizioni di default, e soprattutto soglie così vincolanti e stringenti e così ridotte in termini di valore assoluto, mettono evidentemente in forte difficoltà sistemi come il nostro, che sul ciclo dei pagamenti spesso vanno in sofferenza. Così come è avvenuto per la finalizzazione di Basilea 3, si poteva probabilmente posticipare anche l’entrata in vigore della definizione di default, come peraltro segnalato da Confindustria e da altre organizzazioni di impresa insieme con l’ABI, quantomeno al 2022.

    In questo momento, e qui entro un attimo sui temi invece post-crisi per gli effetti della pandemia, dal nostro punto di vista, i problemi non sono tanto le segnalazioni di default. I problemi sono i rischi di default vero. Quindi, tenendo ben distinto il fatto che esista una dimensione tecnica, che certamente talvolta rischia di mettere in difficoltà le imprese, e penso anche i professionisti che seguono le imprese, poi c’è una questione sostanziale, evidentemente legata al debito, alla sostenibilità del debito e alla sostenibilità dei flussi di cassa, in questo momento particolarmente critici.

    Non ci sono, dal nostro punto di vista, ma forse è anche presto, in questo momento, evidenze che ci siano difficoltà specifiche critiche per il sistema delle imprese industriali in Emilia-Romagna rispetto a questa definizione, cioè che comunque siano difficoltà diverse, differenti o maggiori di quanto accade nel resto del Paese. Ad oggi, di questo non abbiamo evidenze, ma non abbiamo evidenze anche perché la rete di protezione e di supporto che è stata costruita in questi mesi, fatta di moratorie (moratorie ancora in corso), di finanziamenti garantiti con garanzia dello Stato, di fatto, tutta questa rete di protezione ha certamente quantomeno spostato i termini temporali del problema all’estate di quest’anno, luglio-settembre 2021.

    Allora è evidente che in questo momento è più utile cercare di capire che cosa possiamo fare a livello di Governo nazionale, di pressione regionale verso il Governo nazionale, ed eventualmente poi anche in funzione di questa attività, di ciò che il nostro Governo potrà fare in termini di lobby verso le istituzioni europee per cercare di sviluppare ulteriormente azioni e misure in grado di sostenere finanziariamente le nostre imprese.

    L’elenco delle cose da fare è noto. In parte sono già state ricordate. Certamente c’è un tema dell’allungamento dei tempi di restituzione dei finanziamenti previsti con la pandemia. C’è un tema di prolungamento delle moratorie, di possibilità di concederne delle nuove in termini di imprese che dovessero evidentemente andare in difficoltà, e c’è certamente un tema più strutturale di riflessione da fare sul tema della patrimonializzazione delle imprese e delle imprese di tutte le dimensioni, che è certamente questione storica, prioritaria, che la combinazione di crisi economico-finanziaria e di nuove regole sulla gestione del rischio anticipate per la parte del default e che seguiranno rispetto alla completa finalizzazione di Basilea 3 rischiano ancora una volta di mettere in evidenza come una grande debolezza strutturale del nostro sistema industriale.

    Grazie.

     

    Presidente BARGI. Grazie a Luca Rossi.

    Come dicevamo, chiamiamo adesso Maria Pungetti, presidente Confprofessioni Emilia-Romagna. Chiamo per l’intervento subito successivo Federica Balestri, direttore di ANCE.

    La vediamo ma non la sentiamo. Non sentiamo l’audio. Non so se è un problema tecnico nostro o suo. La vediamo ma non riusciamo a sentire l’audio.

    Da remoto sentite?

     

    Presidente RONTINI. Accendiamo uno dei nostri microfoni…

     

    Presidente BARGI. C’è un problema: non viene registrato dal punto di vista tecnico la seduta, se non si sente l’audio qui in sala. Dopodiché, magari possiamo fare lo stesso…

    Faccio solo una prova, mi scusi Pungetti. Passerei a Federica Balestri, vediamo solo se il suo audio funziona, giusto per fare una prova e capire.

    Mi fate per favore il passaggio a Federica Balestri, così verifichiamo se il suo audio funziona?

     

    [interruzione audio dovuto a problemi informatici]

     

    Presidente RONTINI. Facciamo artigianalmente: accendiamo l’audio del nostro computer. Io la registro ai fini del verbale col cellulare.

    Penso, però, che dopo tutta l’infrastrutturazione e l’investimento di questa Assemblea legislativa, e lo ridico qui anche davanti ai nostri ospiti, rispetto ai quali mi scuso perché meritavano un approccio diverso, come hanno meritato i colleghi e le al tre persone con cui abbiamo interloquito in queste settimane difficili, penso che la questione andrebbe risolta ed efficientata una volta per tutte, sia che si tratti di un problema di rete, sia che si tratti di un problema di programma, sia che si tratti di un problema di interlocuzione tra tecnici di Assemblea, Giunta e delle aziende esterne che ci offrono i servizi, perché è davvero complicato con questa modalità poter svolgere il nostro lavoro.

     

    Presidente BARGI. Darei la parola a Maria Pungetti, che sentivamo con audio diverso. Vediamo se, registrandolo manualmente, si riesce a venirne a capo. Prego.

     

    Maria PUNGETTI, presidente Confprofessioni Emilia-Romagna. Buonasera a tutti. Mi sentite?

     

    BARGI. Adesso sì.

     

    Dott.ssa PUNGETTI, sarò velocissima. Ringrazio anch’io per questa possibilità di partecipazione. Io rappresento i liberi professionisti, i titolari di studi professionali, quindi siamo realtà di piccole e piccolissime aziende e naturalmente siamo molto interessati a questi temi, anche nella misura in cui siamo poi consulenti delle aziende, quindi degli imprenditori in generale, sul territorio.

    Non voglio riprendere temi che sono già stati detti. Ovviamente in quest’anno, già noi veniamo, come studi e come attività professionali, da anni di crisi e la pandemia ci ha portato ulteriormente in crisi, quindi è evidente che tutto quello che riguarda l’accesso al credito, le restituzioni eccetera, ha necessità di essere guardato con grande attenzione e di agevolare massimamente le aziende perché possano accedere in modo agevole al credito, perché naturalmente avendo una grande riduzione dei propri introiti, è importante questo tipo di discorso e anche, come hanno detto tanti, Confcommercio e Confartigianato prima, aver avuto degli allungamenti nei tempi di restituzione, delle moratorie eccetera.

    Quindi, non voglio aggiungere altre cose ma riteniamo importantissimo, sia come aziende noi che come professionisti che lavorano per le aziende, questo rapporto delle aziende con le banche e rendere il più possibile agevole ed essere di supporto alle aziende nei rapporti come la finanza e con il credito.

    Grazie. Se dovremo aggiungere altre valutazioni e altre osservazioni faremo poi pervenire dei documenti come avete indicato prima.

    Grazie mille e buon lavoro. Mi scuso se è anche un po’ il mio sistema che non ha consentito un discorso agevole di collegamento.

     

    Presidente RONTINI. Il problema non è suo, il problema è qui. Grazie.

     

    Presidente BARGI. Anzi, ci scusiamo noi come Assemblea però purtroppo abbiamo problematiche che si ripetono – lo diceva prima la presidente – in maniera un po’ troppo continuativa, nelle sedute di Commissione, soprattutto quando si fanno delle audizioni. D’altronde io stesso non sono mai stato un gran sostenitore dello smart working e continuo a esserne convinto ancora di più. Abbiamo allora Federica Balestri, direttore di ANCE, e poi magari recuperiamo Alessandro Bonazzi e Stefano Bianchi, se sono connessi. Quindi, si tengano pronti per il secondo giro.

     

    Federica BALESTRI, direttore ANCE Emilia-Romagna. Buonasera a tutti. Mi sentite?

     

    Presidente BARGI. Lei la sentiamo perfettamente.

     

    Dott.ssa BALESTRI. Bene, anche come volume, quindi?

     

    Presidente BARGI. Come tutto. Va benissimo. Prego.

     

    Dott.ssa BALESTRI. Ringrazio le due Commissioni, la I Commissione e la II Commissione, per aver dato agli operatori economici, alle nostre rappresentanze la possibilità di intervenire su un tema spinoso, il tema dei rapporti tra imprese e banche in questa situazione di pandemia.

    In realtà, il settore che rappresento, il settore delle costruzioni, ha subìto un credit crunch lunghissimo, perché il nostro settore negli anni della precedente crisi, che sembra così lontana, ha faticato ad uscirne. Ricordo che tra il 2007 e il 2017 i finanziamenti erogati per i nuovi investimenti in costruzioni sono diminuiti di circa il 70 per cento, in maniera più accentuata nel comparto residenziale. Ora è chiaro che questa crisi pandemica accentua ancora di più il problema della liquidità delle nostre imprese, che già in passato avevano subito un forte rallentamento su questo fronte.

    I numeri per quanto riguarda l’Emilia-Romagna nella precedente crisi: il settore ha perso circa 16.000 imprese dal 2009 in avanti, ha perso 65.000 posti di lavoro. Nelle precedenti crisi, l’Europa aveva incorporato ingenti aiuti, ma gli ingenti aiuti che erano stati messi in campo avevano aiutato esclusivamente il settore finanziario, per prevenire rischi sistemici. La BCE a partire dal 2014 ha infatti messo in atto delle politiche espansive che avrebbero potuto anche consentire alle banche di immettere liquidità, quella liquidità necessaria ad esempio al nostro settore per uscire dalla crisi, liquidità che è stata invece a maglie molto strette per il settore.

    Le misure assunte per contenere le conseguenze della pandemia hanno cercato di assicurare alle imprese in crisi la liquidità necessaria per non chiudere. Qui bisogna introdurre un tema rilevante per il nostro settore, che è dei crediti deteriorati, perché dal 2015 al 2020 sono stati ceduti più di 250 milioni di crediti inesigibili, ma la cessione, a nostro avviso, per il nostro sistema non vuol dire risolvere il problema, perché molti dei fondi che hanno acquistato gli NPL sono soggetti meramente finanziari, più adatti per una fase liquidatoria di un’azienda, non certo per gestire la crisi finanziaria di imprese che sono ancora economicamente sane.

    Molte imprese cedute sono vive e continuano a lavorare sul mercato, ma sono alle prese con richieste di piani di rientro insostenibili, che le stanno condannando a morte. Come dicevo, cedere questi crediti non vuol dire risolvere il problema, riteniamo che cedere i crediti deteriorati sia una scelta miope, che ha creato danni a tutti i soggetti coinvolti, in primis chiaramente alle imprese, perché non si risolve una crisi finanziaria di imprese economicamente sane con la loro cessione a fondi che si occupano di liquidazione.

    Poi abbiamo assistito ad un altro problema, che è la mancanza di trasparenza nella fase di cessione. Diverse imprese, infatti, ci hanno denunciato una mancanza completa di trasparenza nella comunicazione della cessione del credito, dal momento che sono venute a conoscenza dell’avvenuta cessione solo con il rifiuto del pagamento da parte della banca creditrice, e questa procedura ha causato, in alcuni casi l’impossibilità per il debitore di adempiere ai propri obblighi, determinando un grave danno perfino con la segnalazione a UTP presso la Centrale rischi.

    In base ai dati peraltro della Banca d’Italia, il tasso di recupero delle posizioni cedute è stato sempre inferiore rispetto a quello delle posizioni chiuse tramite procedure di ristrutturazioni interne alla banca.

    Di fronte a questa situazione il legislatore, invece di incentivare la ristrutturazione del credito deteriorato all’interno della banca, più redditizio per gli istituti, ha invece deciso di introdurre la Garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, la GACS, in altre parole lo Stato ha deciso di garantire il profitto dell’investitore (spesso fondi speculativi, molto spesso soggetti stranieri, che pagano peraltro le imposte all’estero) che acquista il pacchetto di crediti deteriorati, qualora il processo di valorizzazione dei crediti sottostanti non consentisse il raggiungimento del rendimento previsto, evento che si sta verificando.

    I dati che abbiamo forniti da Banca Ifis ci dicono che dal 2016 le GACS hanno sostenuto il mercato delle transizioni NPL con 35 operazioni per 85 miliardi. Nel 2020, delle 15 operazioni assistite da GACS analizzate, 13 mostrano performances di recupero in calo, iniziando a risentire degli effetti della pandemia, e questo comporterà un esborso per lo Stato di risorse ingenti che andranno a sostenere i fondi. Chiaramente voi potete pensare a quanto questo possa attirare la criminalità organizzata, e mi fermo qua.

    Lo stesso rapporto dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata all’interno del Ministero dell’Interno segnala come un particolare pericolo quello di non avere liquidità da parte delle imprese, o di trovarsi con crediti deteriorati.

    Qualcuno prima di me ha parlato di crediti deteriorati come mine vaganti. Il sistema ANCE parla di rischio di una tempesta perfetta. Una tempesta perfetta che è da qui a venire, perché alcune dinamiche dal 30 giugno 2021 avranno un impatto devastante sulla vita delle imprese. Quattro sono gli eventi che potrebbero determinare seri problemi di sopravvivenza per molte imprese del nostro settore, e per questo parliamo appunto di tempesta perfetta: la nuova definizione di default, come i colleghi che mi hanno preceduto, hanno indicato, molto più stringente del passato; l’entrata in vigore dell’obbligo di copertura delle perdite attese, che determineranno una nuova fame di capitale per le banche. A questo si aggiunge il secondo fattore, che è il termine della moratoria sui crediti. Terzo elemento, la fine dell’accesso libero al fondo PMI. E poi, il codice di crisi dell’impresa.

    Quattro eventi che metteranno in crisi non soltanto le imprese, ma anche le banche italiane.

    Da parte dell’EBA (Autorità Bancaria Europea) registriamo un tempismo che rischia di compromettere fortemente anche l’efficace utilizzo delle risorse – auspichiamo che sia così – del Recovery Plan, quindi la possibilità di assicurare all’Italia una crescita sostenuta e continua del PIL.

    Che cosa fare?

    Per l’ANCE l’esigenza è doppia: un duplice intervento da parte del legislatore, favorire innanzitutto la rinegoziazione del debito delle imprese in crisi finanziaria, direttamente con le banche. In Commissione finanze del Senato sono in discussione tre disegni di legge sul recupero dei crediti in sofferenza, che per la prima volta puntano l’attenzione sul debitore. Attenzione che non era stata “smarrita”, o perlomeno ignorata dal legislatore. Chiaramente, questa possibilità può rappresentare una soluzione più conveniente per tutti i soggetti coinvolti, imprese, banche, ma lo stesso Stato, proprio perché la norma, ad esempio, del disegno di legge 79 prevede il riconoscimento al debitore – stiamo parlando del disegno di legge del senatore De Petris – della possibilità di concordare con la banca, o l’intermediario finanziario, una transazione stragiudiziale per la restituzione a saldo e a stralcio di quanto dovuto per un importo non inferiore al valore di bilancio della propria esposizione al 31 dicembre 2019.

    Un beneficio per tutti, al contrario delle GACS. In questo modo l’impresa potrebbe restituire il proprio debito, continuare ad operare, tutelare il tessuto produttivo e la forza lavoro. La banca potrebbe usufruire di un regime fiscale agevolato, che contempli la deducibilità fiscale della perdita immediata e maggiorata. Lo Stato non correrebbe il rischio di pagare eventuali GACS nel caso di cessioni cartolarizzate dei crediti.

    A questo, poi, come sistema che rappresenta le imprese di costruzione, perché le imprese possano uscire dalla crisi con un indebitamento molto più elevato che potrebbe chiaramente succedere, riteniamo che si debba lavorare su uno strumento che preveda la possibilità per l’impresa di varare un aumento di capitale a rate, con delle agevolazioni dal punto di vista finanziario, insomma, uno strumento per la ricapitalizzazione delle imprese.

    Io mi fermo qui. Chiaramente, porterò il documento a conoscenza di entrambe le Commissioni. Ringrazio ancora i consiglieri che ci hanno dato la possibilità di intervenire. Grazie.

     

    Presidente BARGI. Grazie a lei per l’intervento.

    Vedo connesso Alessandro Bonazzi dei tre interventi che sono mancati prima. Gli darei pertanto la parola.

    Alessandro Bonazzi è presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Bologna. Prego.

     

    Alessandro BONAZZI, Presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Bologna. Buonasera. La mia presenza era soprattutto per ascoltare e poter valutare, anche nel contesto mio di professione e di categoria, quello che viene detto.

    Noi siamo e saremo molto coinvolti nel periodo che ci aspetta, quindi ascoltare la sensibilità, oggi, su questi problemi mi fa molto piacere. Ne trarrò notevoli spunti per poi ricambiare con un apporto, nel prosieguo, da parte della nostra categoria e anche del CUP Emilia-Romagna, perché riguarderà tutti questo tema, questa serie di temi delicatissimi.

    Ringrazio. Ho preso nota e ascoltato per poi tracciare futuri approfondimenti e contributi a favore delle vostre valutazioni e decisioni. Tutto qui.

    Per il momento mi fermerei a questo, ringraziando ancora.

     

    Presidente RONTINI. Grazie.

    Approfitto per segnalare, anche ai fini della redazione dei processi verbali, che il vicepresidente Iotti già da un po’ è presente ai nostri lavori, sono riusciti a superare i problemi tecnici ed è riuscito a connettersi. Gli rivolgo il buon pomeriggio.

     

    Presidente BARGI. Molto bene.

    Abbiamo esaurito quindi gli interventi dei nostri ospiti. Rimetterei la parola ai colleghi consiglieri. Per questione anche di economia dei lavori, ricordo che dobbiamo proseguire con altri importanti oggetti i lavori della Commissione I un po’ perché, come avete potuto vedere, abbiamo le solite difficoltà tecniche che affliggono i lavori di Commissione ed aula. Magari, eviterei oggi un dibattito. Abbiamo tanti ospiti che ci hanno fatto la gentilezza di darci una memoria sull’argomento che abbiamo voluto trattare, però se ci sono eventualmente interventi da parte dei colleghi, segnalateli che vi diamo la parola dalla Presidenza.

    Io al momento non ho nessun iscritto a parlare.

     

    Presidente RONTINI. Si è prenotato il consigliere Sabattini, prego.

     

    Consigliere Luca SABATTINI. Molto velocemente. Anch’io tengo a ringraziare tutti gli intervenuti per il contributo che hanno dato, molto importante.

    Tenevo semplicemente a sottolineare un aspetto che si inserisce in questo ciclo di attività che abbiamo provato a mettere in campo, come Commissione I insieme alla Commissione II, che ha una volontà principale: quella di provare ad affrontare questo tema della nuova normativa sul default bancario, da una parte; dall’altra, di cercare di rimettere all’interno del dibattito della Commissione, e quindi anche della Regione tutta, un problema centrale, forse molto attenzionato nella primissima fase della pandemia, oggi un po’ meno cogente rispetto ad altri aspetti: il tema del credito.

    Questa nostra volontà si inserisce all’interno della Sessione europea: vorremmo, anche a seguito di questa attività che stiamo facendo, sia di ricognizione che di ascolto da parte di tutti gli stakeholder, candidare anche l’Assemblea a occuparsi principalmente, all’interno del posizionamento della Sessione europea, appunto, del tema del default bancario e del sistema del credito.

    I contributi che si sommano anche a quelli che avevamo avuto la scorsa settimana da parte degli istituti bancari ne evidenziano anche aspetti di praticità, che possono riguardare fasi di breve e di medio periodo, l’introduzione anche di elementi che si inseriscono insieme alla normativa del default bancario, come qualcuno diceva, di una tempesta perfetta del credito.

    La volontà di questa iniziativa sta nel cercare, per quanto possibile, fermo restando che la competenza regionale su queste materie non è ovviamente diretta, di inquadrare l’impatto che queste normative possono avere sul sistema economico emiliano-romagnolo per capire quali possano eventualmente essere le iniziative che dal punto di vista regionale, come abbiamo fatto nelle prime settimane della pandemia con lo stanziamento delle risorse per l’accesso al credito attraverso i Confidi, possano essere degli elementi che, messi insieme anche attraverso la discussione all’interno del tavolo per il Patto per il lavoro, ci evitino di passare dalla pandemia sanitaria che stiamo vivendo alla contrazione del credito, che rischia di trasformarsi in un altro elemento pandemico sistemico, che sicuramente il Paese non si può permettere e neanche la vitalità che sempre ha caratterizzato la nostra Regione.

    Il sistema dei distretti della piccola e media impresa e delle filiere è un elemento che deve avere centralità nel dibattito pubblico e non essere relegato all’interno delle pagine economiche dei giornali specializzati.

    Questa era la finalità e anch’io ringrazio tutti gli intervenuti chiedendo loro di farci avere, per quanto possibile, anche eventuali contributi scritti, in modo da aggiungerli al fascicolo dei ragionamenti che faremo da qui alle prossime settimane.

     

    Presidente BARGI. Grazie. Prego, consigliere Facci.

     

    Consigliere Michele FACCI. Volevo dire due parole veloci, condividendo l’analisi fatta dal consigliere che mi ha preceduto, il collega Sabattini, perché credo che tutti gli interventi che si sono succeduti in queste due ore abbiano rappresentato una criticità, un comune denominatore, che naturalmente è negativo, ossia che tra le potenziali problematiche del sistema bancario con una serie di restrizioni, l’introduzione di queste limitazioni e misure particolarmente severe di verifica o di classificazione della credibilità e dell'affidabilità delle varie attività d’impresa o comunque dei vari soggetti possa compromettere una situazione già compromessa dall'emergenza sanitaria.

    Questa emergenza sanitaria è già diventata un’emergenza economica, noi dovremmo scongiurare e da un’emergenza sanitaria ed economica si passi all’emergenza sociale, ma già oggi abbiamo un’emergenza economica.

    Questa è una materia che per certi aspetti sfugge alla nostra competenza o quantomeno non è e pienamente nella nostra competenza, però il problema va affrontato, quindi io credo che sia compito nostro, di questa Commissione e di tutta l’Assemblea legislativa, individuare la formula di supporto a un settore, quello dell’economia, che necessariamente ha a che fare con il credito bancario, un settore che è in crisi.

    Per compiere efficacemente il nostro compito, il nostro ruolo di legislatori regionali, laddove è possibile, è necessario provare a contemperare gli effetti negativi di queste nuove misure. Considero quindi doveroso da parte nostra provare a individuare delle formule di contemperamento di questa nuova situazione.

    Va da sé che qualcosa rientra nelle nostre competenze, la legge 1 che è stata approvata l’anno scorso ha messo in mano al sistema dei Confidi una serie di misure di garanzia, quindi qualcosa è nelle nostre possibilità. La proposta che quindi metto sul tavolo di questa discussione della Commissione è quella di provare ad elaborare delle misure ulteriori rispetto a quelle che ci sono oggi, perché lo chiede il mondo non solo dell’impresa, ma dei liberi professionisti e di tutti coloro che devono necessariamente avere a che fare con il settore bancario, il sistema della finanza in senso lato. Ritengo quindi che questo sia un nostro compito preciso.

     

    Presidente BARGI. Grazie, consigliere, non abbiamo al momento altri iscritti. Ricordo ovviamente quello che dicevo in premessa, che può essere anche una sorta di intervento, svestendo per un attimo le vesti della presidenza: scopo della Commissione è arrivare a un atto di indirizzo chiaro da parte dell’Assemblea (vedremo poi in quale forma, abbiamo parlato dell’emendamento alla sessione piuttosto che di una risoluzione).

    È già stata votata, anche se non all’unanimità, all’interno della I Commissione una risoluzione che andava ad evidenziare le criticità emerse tanto oggi, sentendo le parti sociali e i rappresentanti degli attori economici del nostro tessuto produttivo, quanto la volta scorsa, quando abbiamo audito il lato banche. Questa è la linea che ci siamo dati sia votando la risoluzione, sia come Commissione come termine di questo percorso di confronto, ma è importante per noi avere contezza di quello che è lo spaccato del territorio. Per questo ringraziamo anche in questa sede gli ospiti intervenuti.

    In chiusura lascio la parola alla presidente Rontini.

     

    Presidente RONTINI. Solo per ringraziare nuovamente gli ospiti. Avremo un’ulteriore seduta congiunta per approfondire ulteriormente il tema, poi cercheremo, raccogliendo le sollecitazioni, di procedere nella direzione che indicava il consigliere Sabattini, con le sollecitazioni che faceva anche il collega Facci.

    I lavori della seduta della II Commissione Politiche economiche terminano qui. Ci aggiorniamo a venerdì mattina, alle ore 10.30, per l'udienza conoscitiva sul PdL Ristori.

    Grazie e buon proseguimento ai colleghi della I Commissione.

     

    Presidente BARGI. Grazie alla presidente e ai membri della Commissione II. Noi intanto prendiamo un paio di minuti per i cambi di regia prima di proseguire i lavori della Commissione I.

    C’è anche Rainieri che aggiungiamo tra i presenti, anche nella Commissione II, presieduta dalla presidente Rontini, che ringraziamo per aver partecipato ai lavori con noi.

    Due minuti e ripartiamo con l’ordine dei lavori della Commissione I.

     

    Espandi Indice