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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 29/03/2022 pomeridiano

    Resoconto integrale n 10

    Seduta del 29 marzo 2022

     

    Il giorno 29 marzo 2022 alle ore 15.30 è convocata, con nota prot. n. PG/2022/8811 del 24/03/2022, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in seduta congiunta con la Commissione Politiche economiche in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del Presidente, dei Vicepresidenti e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Bondavalli, Pigoni (BP); Castaldini (FI); Catellani, Marchetti D., Occhi (Lega); Costi, Marchetti F. (PD); Lisei (FDI); Mastacchi (RCPER); Piccinini (M5S); Taruffi (ERCEP); Zamboni (EV) a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti dei Gruppi del 18 marzo 2021 e della successiva decisione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    10

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

     

    Sono altresì presenti: il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano BONACCINI e il sottosegretario alla Presidenza della Giunta Davide BARUFFI.

     

    Partecipa alla seduta il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella GELMINI.

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    -     Seduta congiunta della Commissione Politiche economiche e della Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali con il seguente odg:

     

    -     Coordinamento tra le Commissioni assembleari I e II, relativamente all'approfondimento delle azioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): governance e attuazione sul territorio dell'Emilia-Romagna

     

    -     Informativa del sottosegretario alla Presidenza della Giunta Davide Baruffi: monitoraggio degli interventi PNRR nel territorio regionale

     

    -     Audizione della Ministra per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini

     

    -     Comunicazione del Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini

     

    PRESIDENTE POMPIGNOLI. Oggi partiamo con questa Commissione congiunta I e II rispetto a quelle che sono state le richieste e le esigenze sorte tra molti consiglieri, anche in relazione al fatto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un argomento assolutamente centrale da un punto di vista sia della Regione Emilia-Romagna, ma soprattutto anche di informazione rispetto alle tante richieste per le quali i bandi che usciranno dal Piano nazionale verranno messi a terra.

    Questa Commissione è nata proprio, da una parte, per informare gli Enti locali e i cittadini. So che molti Enti locali sono anche collegati oggi in streaming – ne approfitto, per dovere di cittadinanza, per salutare il Comune di Forlì, che so che è collegato – per capire e comprendere qual è lo stato dell’arte del Piano nazionale di ripresa e resilienza e capire qual è il ruolo che la Regione Emilia-Romagna può avere rispetto al PNRR. Da qui abbiamo costruito questa Commissione congiunta con le Politiche economiche e con la presidente Rontini per affrontare questa tematica.

    Oggi abbiamo una serie di audizioni. Il primo sarà il sottosegretario Baruffi. Poi interverranno, come sapete e avrete visto anche dalle convocazioni, sia la ministra Mariastella Gelmini degli Affari regionali e autonomie sia il presidente Bonaccini.

    Io lascerei la parola alla presidente Rontini per una sua introduzione. Poi iniziamo la Commissione. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, presidente Pompignoli. Saluto la confinante Faenza, che confina anche geograficamente con Forlì e che è collegata ai nostri lavori. Saluto in realtà i presidenti delle Province dell’Emilia-Romagna che abbiamo invitato a seguire i lavori di oggi.

    Saluto e ringrazio il sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi, che è qui con noi, perché recuperiamo oggi, prima di lasciare la parola alla ministra e al presidente, quel lavoro di fotografia sullo stato attuale del PNRR e sullo stato attuale delle risorse già assegnate ai territori, sia per provincia che per missione, quel lavoro che ci dirà a che punto siamo con i bandi e quali sono i bandi aperti. Lo faremo per il tramite del sottosegretario.

    Voglio ringraziare anche la struttura e la Direzione generale del dottor Francesco Frieri, che ci ha aiutato dal punto di vista tecnico a elaborare il documento che poi verrà messo nella disponibilità dei consiglieri.

    Diceva il presidente che oggi è il primo momento ufficiale del coordinamento tra le Commissioni I e II sui temi del PNRR, proprio per approfondire le azioni previste, per approfondire quella che è la sua governance e soprattutto per far sì che la sua attuazione sia la migliore possibile nel territorio dell’Emilia-Romagna.

    Passerò a breve la parola alla consigliera e collega Valentina Castaldini, che, come sapete, è stata votata dalle Commissioni come coordinatrice di questo gruppo di lavoro. Insieme a lei nei giorni scorsi abbiamo costruito e ci siamo confrontati sulla costruzione di un programma di lavoro che ci possa traghettare da qui a prima della pausa estiva, affiancando e accompagnando il lavoro che la cabina di regia istituita dalla Giunta sta portando avanti insieme anche ai rappresentanti delle autonomie locali.

    Al di là delle differenze politiche che ci sono, e che non vogliamo negare, tra le forze che siedono in Assemblea legislativa, le voglio ringraziare per la possibilità di dare il via a questo coordinamento, a partire dalla maggioranza perché se questo è stato possibile è stato in primis per volontà della maggioranza, senza dimenticare tutti i colleghi delle minoranze e senza dimenticare, per quanto mi riguarda, i vice presidenti della Commissione II, il consigliere Gabriele Delmonte e la consigliera Palma Costi.

    Vogliamo che questo sia uno strumento utile ai nostri territori perché, e ho finito, sappiamo che l’Italia è il maggior beneficiario delle risorse del PNRR e solo con la più ampia collaborazione di tutti coloro che portano delle responsabilità a diverso titolo nella messa a terra delle azioni e delle politiche di cui è fatto il PNRR penso che potremmo dire, nel 2026, di aver fatto fare un passo avanti a questa regione e a questo Paese grazie a quelle risorse che l’Europa ci ha riconosciuto.

    La parola alla coordinatrice, Valentina Castaldini.

     

    CONSIGLIERA CASTALDINI. Grazie per la presentazione per niente scontata.

    Ho scelto di iniziare e dare il via, insieme ai miei colleghi, al coordinamento in apertura perché ritengo, dopo il dibattito di tutta l’Assemblea, che sia fondamentale lasciare il giusto spazio sia al ministro Gelmini che al presidente.

    Con grande onore e soddisfazione oggi apriamo i lavori di questo coordinamento PNRR da me fortemente voluto. Ringrazio i presidenti Rontini e Pompignoli per la collaborazione che c’è stata fin da ora. Sono sicura che non mancherà nel corso del lavoro impegnativo e sfidante che ci attende, un lavoro che cambia di giorno in giorno. Lo raccontano le varie categorie e i tavoli che ci sono.

    La cabina di regia, il Patto per il lavoro e il clima, tutti stanno cominciando a immaginare come il PNRR, come la sfida che abbiamo di fronte dovrà in un certo senso modificarsi e anche guardare a quello che sta accadendo oggi nella realtà che stiamo vivendo.

    Ringrazio chiaramente il presidente Bonaccini, il Ministro Gelmini e il sottosegretario Baruffi perché tutto questo è nato per un lavoro impegnativo di molti e non è per niente scontata la nascita di questo coordinamento. La loro presenza per me è importante perché segna veramente il tono che desidero per questo luogo, un luogo istituzionale, aperto, di confronto e dialogo, dove tutti, maggioranza e opposizione, possano offrire un contributo operativo ai territori della nostra regione.

    Ringrazio, ed è giusto farlo, tutti i sindaci che oggi ci stanno seguendo in questo collegamento streaming. È a loro, per come immagino io questo coordinamento, che questo luogo è destinato. La Regione non può esimersi da una funzione di programmazione e di mappatura dei bisogni dei territori. Può e deve indirizzare e sostenere il lavoro dei Comuni nella partecipazione ai bandi e nel momento più difficile che questo coordinamento si troverà ad affrontare, che sarà quello dell’attuazione, che rischia di essere un vero e proprio collo di imbuto. Qui la Regione può dare una mano importantissima.

    Non siamo di fronte a una competizione fra Comuni, ma anzi la regione progredisce se nessun Comune viene lasciato indietro e soprattutto se questa competizione si trasforma, creando un valore per il territorio. Spero che i sindaci possano trovare in questo coordinamento e nel lavoro che ci sarà, che sarà di cadenza mensile, un punto fondamentale dove porre richieste, contributi, sollecitazioni.

    Io credo che tutti noi, per quello che rappresentiamo per i nostri territori, ci faremo intermediari perché le risposte arrivino al Governo centrale, agli enti parastatali chiamati a dare pareri e agli esperti PNRR nominati, che ritengo che in questo momento abbiano un ruolo fondamentale nella mappatura. Come voi sapete, andando nelle varie città e nelle varie realtà, c’è bisogno di consulenza e credo che questo possa essere il luogo di incontro con questi esperti che conoscono molto bene la realtà. Ci auguriamo tutti, sindaci in primis, che da parte loro ci sia un fattivo sostegno nella vera e propria progettazione, più che sui passi di espletamento burocratico delle pratiche.

    Io vorrei, se abbiamo tempo, ma credo di sì perché c’è spazio per il collegamento, già in questa prima seduta porre alcune questioni che dopo chiaramente darò sia al presidente Bonaccini che al ministro Gelmini. Per prepararci a questo coordinamento abbiamo voluto incontrare i sindaci e capire lo stato di attuazione e le difficoltà. Io ne porrei alcune e spero che in questa seduta ci possa essere risposta, anche perché Baruffi, dal punto di vista tecnico, conosce molto bene le varie criticità.

    Cerco di scandire in punti e cerco di essere più semplice e chiara possibile. Quello che ci viene detto è che si sconta una cronica assenza di personale negli uffici tecnici, soprattutto per i Comuni più piccoli, a cui si sommano le attività ordinarie legata al bonus 110 e quelle straordinarie. Nella nostra Regione ci sono poco meno di venti Comuni ancora alle prese con il sisma del 2012 e con le ultime alluvioni. A queste criticità si potrebbe presto aggiungere, ad esempio, tutto quello che riguarda i bandi per gli stabilimenti balneari, che ingolferanno gli uffici tecnici di tutti i Comuni costieri. Questo è un problema che viene evidenziato da tutti, soprattutto da quei Comuni che non hanno la forza di avere uffici tecnici all’altezza.

    Il secondo punto riguarda i costi di partecipazione ai bandi, che sono molto alti. I Comuni che non hanno nel cassetto progetti sono costretti ad anticipare importanti spese senza ovviamente avere la certezza di un ritorno economico.

    Poi i bandi vengono presentati senza anticipo congruo, ma già in due occasioni si è andati a una proroga della scadenza. Questo ingenera dubbi e aspettative di rinvio di altri bandi, alimentando ulteriormente le incertezze che già ci sono.

    In alcuni casi, ad esempio sulla terza età, tema fondamentale perché sugli anziani si gioca una partita veramente importante e imponente, la cabina di regia ha dato indicazioni di presentare più progetti per Provincia e poi ha chiesto alle amministrazioni di accorparli in un unico progetto. Queste incomprensioni comportano un danno evidente in termini di tempo e di aspettative dei territori. Invece, per i progetti sulla disabilità si sono registrati molti apprezzamenti per la cabina di regia ed è giusto dirlo.

    Sempre sul versante socio-sanitario, si registra la levata di scudi dei sindaci, che apprezzano i contenitori, le case della salute, ma, come noi abbiamo già più volte espresso, sono preoccupati di quello che ci sarà dentro, delle forze che riempiranno le case della salute, cioè i medici che non si trovano e l’assenza di finanziamenti per i servizi. Dove non arriva il PNRR bisogna che la Regione investa. Stessa cosa è emersa nel bando sugli asili nido, che non ha raggiunto, come tutti noi sappiamo, il numero minimo di progetti, in quanto le strutture ci sono già, mentre scarseggiano i fondi per la gestione, che è una gestione molto onerosa per i Comuni.

    Ancora, sui bandi scuola e non solo si registra una stortura legata al dogma del consumo zero del suolo. Questo è uno dei gridi d’allarme più forte. Ci sono molteplici casi in cui gli ampliamenti potrebbero portare a migliorie ben più significative, ad esempio unire due scuole e accorparle, della demolizione e ricostruzione, come prevede il PNRR. Inoltre, soprattutto nei Comuni medio-piccoli, c’è fame di locali e quindi anche una struttura obsoleta potrebbe essere riconvertita in un’altra attività utilissima per paesi piccoli, ad esempio, o comunque sotto i 15.000 abitanti.

    C’è grande attenzione al tema della partecipazione ai bandi, ma è prioritario a iniziare fin da subito a definire una strategia per aiutare i Comuni nella rendicontazione. Su questo tema dobbiamo partire subito per non rimanere indietro.

    Ultimo punto, concludo con una proposta che secondo me potrebbe essere operativa già per la prossima riunione di questo coordinamento: allargare le maglie dei bandi Turismo e cultura 4.0 del MIT per inserire, oltre all’adeguamento sismico, alla digitalizzazione e all’accessibilità, anche opere di restauro di tanti edifici storici, in particolare le chiese. È un dibattito che sta venendo fuori, sta emergendo. Ricordo che, soprattutto per quanto riguarda le chiese, un esempio è Bologna ma ci sono molte altre città, esse gravano spesso in ampia parte sui bilanci dei Comuni e quindi questo potrebbe sgravare una parte del bilancio fondamentale per i Comuni e per i servizi che dovranno dare.

    Concludo infine con una proposta, poi prometto – forse – di non parlare più. Mi piacerebbe portare qui in audizione enti e organi periferici statali, cioè tutti quelli chiamati a esprimere pareri in tempi congrui e che non lo fanno, come ad esempio le sovraintendenze. Questo è un punto fondamentale. Se un Comune deve partecipare a un bando, deve avere la risposta entro la scadenza, non il giorno prima. Deve essere agevolato il più possibile a partecipare a bandi senza lacci e lacciuoli.

    Insieme ad associazioni di categoria e parti sociali, perché ci sarà una fase di attuazione che richiede l’impegno di tutti, da qui potrebbe partire la stesura di patti di collaborazione fondamentali in merito a tutte le azioni previste dai bandi PNRR.

    Io credo che sia interessante questo tipo di lavoro, cioè quello di ascoltare le criticità per fare in modo che non si perda nemmeno un’occasione in una regione bella come quella dell’Emilia-Romagna. Oggi credo che partiamo con un lavoro che possa coinvolgere tutti. Moltissimi sindaci evidentemente non fanno parte dei nostri partiti, non sono dei partiti di minoranza, ma anzi appartengono alla maggioranza di questa Regione Emilia-Romagna. Questo credo che sia un gesto doveroso per accompagnarli, aiutarli e sostenerli rispetto a risorse così importanti che non possiamo perdere e mettere da parte. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliera Castaldini.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Darei adesso la parola, come avevamo anticipato, al sottosegretario alla Presidenza della Giunta Davide Baruffi, per capire a che punto è l’attuazione del PNRR in Emilia-Romagna.

    So che ha preparato – colgo l’occasione per salutare anche il dottor Savino Dalmonte – delle slide sul monitoraggio degli interventi nel territorio regionale, che poi metteremo a disposizione anche dei consiglieri proprio per facilitare quel lavoro di informazione e facilitazione che diceva la coordinatrice. Prego, sottosegretario, a lei la parola.

     

    PRESIDENTE POMPIGNOLI. Prendo un attimo la parola io, sottosegretario, per segnalare la presenza del consigliere Taruffi, che è presente in aula. Prego.

     

    SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA BARUFFI. Ringrazio entrambi i presidenti, Pompignoli e Rontini, e ringrazio anche la coordinatrice di questi lavori, la consigliera Castaldini.

    Abbiamo convenuto di approfittare della presenza della ministra e di una comunicazione che svolgerà il presidente, per aprire questa tornata di approfondimenti attraverso una prima ricognizione dello stato dell’arte del PNRR rispetto al nostro territorio. Credo che questo sia l’elemento su cui focalizzare la nostra attenzione, al netto di ogni valutazione di carattere più generale, politica e istituzionale.

    Noi potremmo ripartire, se andiamo avanti, da una slide che conoscete, che ha a che fare con l’integrazione delle politiche. Ve l’ho proposta quando abbiamo discusso di DSR. Ve l’ho proposta quando abbiamo discusso dei programmi regionali che abbiamo approvato e ve la ripropongo oggi per tenere un filo di ragionamento su come abbiamo provato ad approcciare questa stagione straordinaria di programmazione, che, a fianco di quella ordinaria relativa ai Fondi strutturali e al Fondo di sviluppo e coesione, ha visto in questa circostanza, in questo tornante un’occasione inedita, qual è quella del PNRR.

    Sapete che abbiamo dato vita all’inizio di questa legislatura, nel dicembre del 2020, al Patto per il lavoro e per il clima sottoscritto con tutto il partenariato della Regione Emilia-Romagna. Abbiamo provato ad indicare sfide, obiettivi, processi trasversali che fossero in linea con le agende di riferimento. Penso in particolare a quella delle Nazioni Unite 2030 e penso naturalmente al Green Deal europeo. Da qui è scaturito un po’ il piano regolatore della nostra programmazione, il Documento strategico regionale, che aveva e ha l’ambizione di provare a orientare tutta la programmazione dei fondi europei, in parte e non solo, rispetto a questi obiettivi condivisi.

    Non mi attardo su questo e provo a venire più vicino al tema della giornata di oggi. Mi piace sottolineare come, andando al cuore della questione, alla luce di questo lavoro sia possibile rinvenire tre consonanze molto forti ed evidenti nel lavoro che insieme abbiamo svolto – lo richiamo all’attenzione, ma lo conoscete quanto me – rispetto al tema della doppia transizione, quella ecologica e quella digitale, e al tema del contrasto alle diseguaglianze. Questo naturalmente ha un contenuto prima di tutto economico e sociale, che è sempre nel nostro paradigma, ma questa volta abbiamo provato a declinarlo anche con un’attenzione specifica ad altre polarità, in particolare a quelle di genere, a quelle generazionali e a quelle territoriali.

    Non mi soffermo ma, sulla parte di genere, avete svolto anche voi un lavoro di stimolo e di impulso significativo nell’ambito di quello che abbiamo definito Women New Deal. Dal punto di vista generazionale il Next Generation EU assume questa traiettoria essenziale e noi abbiamo provato, se ricordate, su tutti e due i programmi e in particolare su quello del FSE Plus, a mettere un’attenzione specifica sul tema delle giovani generazioni, in particolare dal punto di vista dell’occupabilità e dell’occupazione.

    Naturalmente, sul fronte delle politiche territoriali il portato è quello che ci sta impegnando anche in questi giorni e ancora in queste ore nella definizione, con la ministra Carfagna, delle nostre strategie, che sono uno degli elementi abilitanti per l’approvazione del nostro programma in sede europea.

    Qui finisce il déjà-vu. Quest’ultima slide è solo per ricordare un metodo di lavoro. Abbiamo provato a interpolare i nostri obiettivi, i quattro obiettivi di fondo contenuti nel programma di mandato e nel Patto per il lavoro e per il clima – li ricorderete –, con tutte le fonti di finanziamento rinvenibili. Le più significative sono i fondi europei a programmazione regionale, il Fondo di sviluppo e coesione, i programmi a gestione diretta del PNRR, oltre che naturalmente le risorse ordinarie.

    Lo ricordo perché su questo abbiamo fatto un lavoro di interpolazione tra i quattro obiettivi strategici e le 112 linee di intervento in cui abbiamo provato a spacchettare gli obiettivi del Patto per il lavoro e per il clima.

    Alcune considerazioni di contesto e poi alcuni elementi di contenuto e di numeri. Intanto il tema della governance. Io lo ricordo per l’ennesima volta. Sarà qui anche la ministra e lo dirà il presidente. Uno degli elementi che le Regioni hanno segnalato con più forza e con scarso successo con il precedente Governo e anche con questo, in una buona continuità istituzionale, è lo scarso coinvolgimento delle Regioni, non tanto nella definizione degli obiettivi, perché rispetto al tema dei contenuti, delle missioni e delle azioni previste dal PNRR la Regione Emilia-Romagna non può che dirsi soddisfatta e c’è una consonanza piena rispetto ai nostri obiettivi e alle 112 linee d’azione che prima indicavo; quanto rispetto alla possibilità di svolgere fino in fondo il nostro mestiere, che qui in Emilia-Romagna – lo ricordo a beneficio di tutti e con parole povere – è più quello di programmare che non quello di gestire, è quello di favorire investimenti piuttosto che realizzarli direttamente, è quello di sostenere l’attivazione di servizi piuttosto che gestirli direttamente.

    Lo sforzo che abbiamo in ogni caso inteso fare è stato quello di formalizzare delle sedi istituzionali nelle quali poter svolgere un confronto con gli attori istituzionali e gli attori sociali che ci permettesse di leggere la modalità di attuazione e cogliere le opportunità straordinarie che il PNRR offre, avendo non di rado scarso ruolo nella programmazione diretta. Faccio salve, naturalmente, alcune questioni che abbiamo affrontato in altra sede e che magari vorremmo riprendere in successivi approfondimenti.

    Laddove si è trattato di fare la programmazione delle risorse per la salute, siamo stati naturalmente un soggetto programmatore, questo sì; ma su altri ambiti significativi che citava anche la consigliera Castaldini, uno su tutti il tema della scuola, è stato più complicato assolvere anche solo alla funzione che ordinariamente la Regione assolve, laddove svolge una funzione di programmazione dentro a una cerniera istituzionale che riconosce un ruolo di soggetti attuatori in parte alle Province per gli istituti superiori e in larga parte ai Comuni per tutto il resto dell’edilizia.

    Ho citato questi due esempi per dire che il PNRR è fatto al 90 per cento della seconda tipologia di interventi, anche laddove si investe pubblico su pubblico, e non sulla prima. Io credo che questo sia un problema per le Regioni. Lo è certamente, più di altre, per l’Emilia-Romagna, che ha definito un suo ruolo, una sua funzione storicamente, in cinquant’anni, in questo profilo.

    Ciò detto, vengo ai contenuti e alle scelte assunte. Abbiamo ritenuto indispensabile – eravamo sollecitati anche in questo, naturalmente – istituire una cabina di regia con gli Enti locali. Quindi, la chiamo cabina di regia istituzionale, che mettesse noi, intesi come Giunta, in un rapporto proficuo di collaborazione con le rappresentanze dei Comuni, delle Province e financo della rappresentanza degli Enti locali della montagna, l’UNCEM, in un lavoro di merito.

    Abbiamo inteso naturalmente estendere anche a una rappresentanza diretta della Città metropolitana, non solo perché, come vedremo, ha un rilievo di primario livello nel PNRR, ma lo ha anche, ad esempio, nell’attuazione del cosiddetto PON, il programma nazionale che è stato concepito direttamente per le Città metropolitane.

    Con me c’è l’assessore regionale al Bilancio non tanto perché assessore al Bilancio, quanto perché si occupa di Enti locali e di riordino istituzionale. In questo senso la presenza di Calvano non è accessoria in questo lavoro, ma stiamo provando a svolgere un lavoro che sia il più coerente possibile con il Piano territoriale regionale.

    Che funzioni abbiamo riconosciuto a questa cabina? Naturalmente il coordinamento e la possibilità di svolgere una funzione di integrazione anche con quanto stiamo programmando sul fronte dei fondi strutturali; il monitoraggio dei bandi nazionali che vengono via via aperti; una sorveglianza sull’attuazione del Piano territoriale dei 1.000 esperti, che è un vero e proprio progetto del PNRR – ha fatto un riferimento a questo prima anche la consigliera Castaldini –; un aggiornamento delle liste e delle procedure che abbiamo selezionato, insieme agli Enti locali, come pratica di rafforzamento amministrativo e miglioramento delle performance – anche in questo caso rileva il riferimento che è stato fatto agli organi decentrati dello Stato, laddove incrociano naturalmente funzioni autorizzatorie e comunque propedeutiche alla realizzazione di investimenti –; poi il coordinamento del processo di riorganizzazione funzionale e rafforzamento istituzionale del sistema territoriale, in raccordo col riordino. Su questo poi avremo modo, credo, di fare uno zoom specifico.

    Vado avanti. A fianco di questa cabina di regia istituzionale, ne abbiamo individuata un’altra, che è la cabina di regia col partenariato. L’abbiamo individuata nel Patto per il lavoro e per il clima naturalmente, perché ci pare il luogo più consono dove condividere le scelte, per la parte che ci compete, rispetto al sistema territoriale regionale con tutti i firmatari. Noi riuniremo le due cabine di regia anche la prossima settimana.

    Ho voluto indicare sotto – lo vedete – due tavoli specifici di confronto. Quel “contributo” leggetelo come “confronto”, perché non sempre le correzioni vengono colte.

    La Conferenza con le università, con gli atenei dell’Emilia-Romagna è particolarmente utile perché ci sono le risorse della ricerca che stanno dentro al PNRR, che stanno dentro alla nostra gestione dei fondi strutturali e stanno anche nelle iniziative a programmazione diretta della Commissione europea. Riuscire a ordinare questo lavoro e a mettere in cooperazione, non in competizione, i nostri atenei è un elemento significativo. Lo dico adesso nella misura in cui è stata individuata una serie di categorie di progetti per la ricerca, sulla quale abbiamo provato, come si dice nel gergo, a fare sistema, a partire naturalmente dai quattro atenei che hanno la propria sede in Emilia-Romagna.

    Poi c’è la Commissione regionale tripartita. Ci sono questioni più operative e funzionali che vengono gestite in questa dimensione. Penso al fatto che al Patto per il lavoro porteremo anche il programma GOL, ma naturalmente questo è stato un lavoro che, in sede ascendente, è stato condiviso prima nella Commissione, che mette insieme anche le associazioni economiche e le organizzazioni sindacali.

    Ho fatto uno zoom molto rapido, un promemoria, chiamiamolo così, rispetto al Piano 1000 esperti perché questo è un lavoro in progress. È un progetto vero e proprio di PNRR e riguarderà attivamente tutte le attività che saranno svolte dagli Enti locali dal punto di vista dei propri processi. Come ripeto, abbiamo selezionato, come si dice in questi casi, un basket di provvedimenti, ma gli Enti possono svolgere una funzione anche di attivazione e di animazione sul territorio, per la parte Enti locali, per la partecipazione ai bandi del PNRR.

    È la ragione per la quale in Emilia-Romagna la configurazione è fortemente territoriale, a proposito di quanto dicevo in premessa. Non abbiamo inteso portare qui 62 esperti al servizio dell’Ente Regione, ma, come vedete, la più parte di queste risorse sono state assegnate ai territori in ambito provinciale per essere messe a disposizione, oltre che della Provincia, soprattutto degli Enti locali, cioè dei Comuni.

    Questa è l’attenzione, avendo selezionato alcuni profili molto funzionali agli obiettivi che ci siamo dati, sia rispetto al tema dell’ammodernamento e efficientamento della macchina pubblica e soprattutto dei processi, sia rispetto ad alcuni temi e contenuti abilitanti il PNRR e la capacità amministrativa sui progetti di investimento legati al PNRR. Penso al tema dell’ambiente. Penso al tema delle rinnovabili, al tema dell’edilizia, al tema del digitale, e sono proprio i profili che più siamo andati a scaricare sulla parte territoriale, che deve essere investita essendo gli Enti locali i titolari principali di queste funzioni, cioè del rilascio di questi titoli abilitativi o di processi amministrativi abilitanti.

    Su questo, lo dico ai presidenti e alla consigliera Castaldini, credo che potremmo fare anche degli approfondimenti, oltre che dei confronti, più specifici.

    L’altra parte ho provato a tenerla sul cosiddetto monitoraggio, che è un lavoro utile, di ultima istanza, se volete, perché registra gli effetti più che orientare le intenzioni, però ci permette di avere una lettura in corso molto utile per capire come stanno andando le cose nel nostro territorio e anche per tenerne conto in sede naturalmente di programmazione dei fondi strutturali, in termini di complementarità, come è esplicitamente previsto.

    Ci sono pochi numeri chiave, per non uccidervi. Ce ne saranno un po’ di più, però adesso, per stare al grosso, siamo ormai a quasi 4 miliardi di euro di risorse assegnate. Noi stiamo monitorando i bandi per come escono, quando le risorse vengono assegnate. Si possono trovare mille modi per leggere, come sempre, l’andamento. Noi abbiamo ragionato, naturalmente, di fissare ciò che è fermo, ciò che può essere cristallizzato in una fotografia. Su altri progetti di cui sappiamo, per omogeneità, non abbiamo nessuna registrazione. Questo è l’ordine di grandezza generale.

    È coinvolta la maggior parte, al momento, delle amministrazioni locali, ma non tutte, quindi 230 amministrazioni su 330 che sono in Emilia-Romagna: stiamo parlando dell’85 per cento dei Comuni.

    Segnalo, fra gli elementi da attenzionare, il fatto che ad oggi, il 63 per cento delle risorse è stata assegnata ai Comuni capoluogo e il 37 per cento al resto dei Comuni e di questo 37 per cento, il 15 ai Comuni montani.

    Avete capito perché lo sto segnalando: per chi, come noi, si è dato l’obiettivo anche di colmare i divari territoriali e di verificare una equa distribuzione sul territorio, un elemento di attenzione si deve accendere e deve essere presente. È presto naturalmente per fare dei bilanci, lo dico perché sono state attivate alcune linee e altre no. Ce ne sono alcune specifiche, concepite per i piccoli Comuni, per i Comuni montani, eccetera, però segnala un primo elemento di attenzione.

    Abbiamo provato anche ad individuare il riparto tra le diverse missioni. Voi sapete che le missioni sono sei, sta diventando un alfabeto noto: sono quelle che vengono individuate. Abbiamo riportato anche le risorse per come sono state distribuite. Vi ho segnalato alcuni progetti-faro – chiamiamoli così – per loro natura, se penso alla prima, guardo il tema del delta, 55 milioni, metà per noi, metà per il Veneto più 5 per Comacchio, piuttosto che il tema dei borghi. Noi abbiamo selezionato il borgo della linea A; è in corso in questo momento il bando per la linea B, per gli interventi che sono invece selezionati dal Ministero.

    Se penso al secondo, tiene molto posto, naturalmente, quello della rivoluzione verde della transizione ecologica, l’asset principale del PNRR. Vi ho segnalato alcuni progetti-faro, anche in questo caso per la portata che hanno: penso alle linee di tram della città di Bologna, penso al Metromare di Rimini, naturalmente, così come al porto di Ravenna rispetto al tema delle infrastrutture; i bandi, tutti i bandi che sono stati fatti sul tema dell’edilizia scolastica. A programmazione più diretta della Regione ce n’era solo uno, quello per la parte relativa alla sismica; tutti gli altri sono stati a cosiddetto bando nazionale; il tema dei PinQua, il piano integrato metropolitano, su questo sono intervenute alcune linee di finanziamento, mentre noi abbiamo fatto la nostra operazione sul tema della rigenerazione.

    Per quanto riguarda la salute, sapete qual è il taglio che in questo caso è stato inserito sulla prima parte su cui ci siamo concentrati: penso al tema dell’ammodernamento ospedaliero e al tema dei servizi di prossimità, in particolare case della salute, OSCO e quant’altro.

    Questi dati, naturalmente, li distribuiamo dopo a tutti i commissari, di modo che abbiate una traccia dello stato dell’arte. Abbiamo provato anche a esplodere le missioni, potete quindi guardare con qualche elemento in più di dettaglio come si vanno articolando questi interventi, non sto a fare l’elencazione. Vi faccio vedere come proviamo anche a leggere – accelero perché so che si è collegata la Ministra – come si vanno articolando le risorse nella ripartizione per province. Anche questa, naturalmente, è una media “del pollo”, provvisoria, quindi naturalmente andrà letta l’evoluzione.

    Se però prima vi accennavo alla capacità dei capoluoghi rispetto agli altri Comuni di catturare le risorse, in questo caso un’accentuazione forte la potremmo leggere, se proprio non fossimo ciechi, sulla Città metropolitana. Credo che questo quadro lo si riscontri anche nelle altre Regioni, per quel che sento dai colleghi in Conferenza.

    È un dato da leggere, da monitorare anche rispetto ad altre iniziative che saranno assunte: facevo l’esempio, prima, del PON Metro.

    Come altro elemento di lettura che potrà essere utile per l’attività del gruppo di lavoro, delle Commissioni, è questo tema di quali sono le amministrazioni titolari dei progetti, perché noi abbiamo parlato molto, naturalmente, degli enti locali, ma non è assolutamente vero che ciò che viene investito su questo territorio vede nell’ente locale il soggetto attuatore. Ci sono naturalmente molto gli enti locali (circa il 60 per cento del volume che vi ho indicato), però ci sono anche gli enti di gestione dei servizi, quindi penso al tema dei trasporti, dei porti, delle ferrovie, degli enti di bonifica, che hanno una dotazione significativa di risorse; naturalmente le Amministrazioni provinciali con Città metropolitana, e poi le ACER, i Consorzi pubblici, le Autorità di bacino, e via di seguito.

    Chiudo con tre considerazioni, per raccogliere anche le sollecitazioni della consigliera e per dare anche un elemento alla ministra e al Presidente della Regione, quando interverranno. Certo che ci sono preoccupazioni, e io credo che la Commissione debba raccoglierle, provare a esaminare e capire anche in che termini è possibile intervenire per corrispondere, non solo per indicare problemi, ma per tentare di risolverli.

    Il tema dei costi di partecipazione e progettazione da parte degli enti, in particolare dei Comuni più piccoli, è un tema rilevante. Abbiamo trovato una disponibilità positiva da parte delle fondazioni Casse di risparmio – chiamiamole così, fondazioni ex bancarie, per non dargli una connotazione univoca di provenienza – del territorio, e c’è quindi una disponibilità a sostenere la progettualità, così come noi siamo positivamente disposti anche a riattivare un fondo rotativo di coprogettazione da sostenere noi, o da sostenere insieme a loro proprio per ovviare a questo tipo di problema.

    Questo non risponde necessariamente al secondo problema che è stato posto, penso al tema del personale: è assolutamente vero che oggi molti Comuni sono in sofferenza rispetto anche a funzioni essenziali. In questo senso, solo parzialmente il PNRR riesce in qualche modo a corrispondere a questa necessità, necessità che c’è a tutti i livelli, quando hai una grande mole di risorse, a risorse di personale dato è complicato, ma per chi già prima era in sofferenza questo diventa un elemento molto complicato.

    Noi terremo conto di questo, ad esempio rispetto al tema delle strategie territoriali, laddove possiamo andare a supporto in termini di capacità amministrativa e istituzionale. Ne cito uno che non è stato indicato prima, che però in questo momento è cruciale: il tema dei prezzi. So che la Regione Emilia-Romagna sta completando un lavoro di concerto con le associazioni economiche, di rinnovo del prezziario, dopo averlo fatto pochi mesi fa. Questo risolverà, spero, confido, almeno parzialmente, un grande problema. Segnalo che per cantiere in corso, o penso alla ricostruzione nella bassa modenese, questo non è sufficiente perché ci sono dei contratti sottoscritti, delle concessioni rilasciate. Noi quindi stiamo chiedendo anche al Governo, lo stanno facendo ancora in modo più pressante le associazioni, di adottare provvedimenti che ci consentano di riconoscere le anomale impennate dei prezzi che rischiano di bloccare il cantiere nel momento in cui abbiamo invece a disposizione risorse straordinarie.

    L’ho sintetizzata così, l’altro giorno: preferisco tornare a confrontarmi con i Sindaci, a litigare, per dire, su dieci progetti, quali sono i due che saltano rispetto alle risorse da rideterminare, che avere dieci progetti che restano fermi, bandi che vanno deserti, bandi che non vengono messi fuori perché non riescono a resistere il mese dopo alla prova dei prezzi che il mercato suggerisce.

    Certamente, avremo un’attenzione rispetto alle sollecitazioni della consigliera Castaldini. È stato un tema che ha tenuto banco per tutti i mesi, dalla discussione del PNRR; sì, investimenti, ma poi c’è un tema di attivazione dei servizi, che siano le case della salute piuttosto che i nidi, e noi su questo lavoreremo.

    Come ho detto ai Sindaci e ribadisco qui, sapete che è un obiettivo che ci siamo dati: l’impiego, laddove è possibile, del FSE Plus sarà funzionale anche al potenziamento dei servizi, penso ad esempio proprio alla prima infanzia, oltre che agli appoggi educativi all’interno delle scuole, per citare gli ambiti per noi cruciali.

    Da ultimo, naturalmente, dovremo misurare anche la tenuta del nostro quadro normativo rispetto alle previsioni che sono date. Mi sento su questo di tranquillizzare: laddove le opere hanno una pubblica utilità, e sono opere pubbliche come le scuole, per quanto ci riguarda, lo abbiamo chiarito ai Comuni e anche al sistema territoriale, non concorrono al consumo del suolo ai fini dei vincoli che abbiamo messo all’interno della legge n. 24.

    Io termino qui perché credo che sia più interessante ascoltare naturalmente la ministra e poi il presidente. Grazie ai due presidenti di Commissione.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, sottosegretario.

    Grazie per il quadro, lo dico rivolgendomi e salutandola, alla Ministra per gli affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, a cui do il benvenuto a questa seduta congiunta delle Commissioni assembleari II, Politiche economiche e I, Bilancio e Affari generali ed istituzionali, a nome mio, del presidente Pompignoli e della coordinatrice di questo gruppo di lavoro, consigliera Valentina Castaldini, che prima ha avuto modo di fare il quadro di quello che è l’iter dell’approfondimento che ci siamo incaricati, all’unanimità delle forze politiche, di fare per accompagnare il percorso del PNRR.

    Saluto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che è qui seduto in sala polivalente, a cui passeremo poi la parola.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Ministra, come immaginerà, non è usuale per noi consiglieri regionali avere la possibilità di confrontarci con un ministro in Commissione, quindi la ringraziamo per aver accolto il nostro invito.

    Come dicevamo poco fa, e le passo la parola, l’unico obiettivo che penso abbiamo, indipendentemente dal colore della forza politica che ci ha portati qui in Assemblea legislativa, è quello dell’attuazione del PNRR, questa grande opportunità che ha il Paese. L’Emilia-Romagna ha sempre saputo utilizzare al meglio, in tempi utili, le risorse strutturali europee: che possa essere motivo perché il nostro territorio, questo Paese, possa fare un passo in avanti ulteriore. E per questo abbiamo bisogno della piena collaborazione di tutti coloro che portano delle responsabilità.

    Dopo aver fatto un primo approfondimento dello stato dell’arte per quanto riguarda la messa a terra dei provvedimenti in Emilia-Romagna, le passo la parola perché ci possa raccontare a che punto siamo e poi perché possa raccogliere e ascoltare alcune delle nostre sollecitazioni.

    Finisco dicendo, per motivi di redazione del verbale della seduta, che sono presenti in aula anche la consigliera Zamboni Silvia, che ci ha raggiunto, e che è collegato il consigliere Pasquale Gerace.

    Prego, ministra. Grazie per aver accolto il nostro invito. A lei la parola.

     

    MARIASTELLA GELMINI, MINISTRA PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE. Buon pomeriggio a tutti.

    Un saluto al presidente Stefano Bonaccini, un saluto al presidente della Commissione bilancio, Massimiliano Pompignoli, alla presidente della Commissione politiche economiche, Manuela Rontini, a Valentina Castaldini e a tutti i consiglieri regionali.

    In realtà, sono io che ringrazio l’Emilia-Romagna, innanzitutto per il grande lavoro e per la grande generosità che questa Regione sta dimostrando sul fronte dei profughi. Ne ho parlato in questi giorni con il presidente Bonaccini, e mi sento di ringraziare la Conferenza delle Regioni, in particolare l’Emilia-Romagna, che con la Lombardia, il Lazio e il Piemonte si sta sobbarcando un grande lavoro. Devo dire che allo spontaneismo, che è un tratto d’orgoglio del nostro Paese, della generosità nell’accogliere questo esodo, un esodo diverso, che è fatto prevalentemente di donne e bambini, il sistema delle Regioni prova a dare una sistematicità, un ordine, un metodo.

    Mi pare che pur tra le difficoltà inevitabili, ci stiamo riuscendo. Ma vi ringrazio anche per questo incontro che cade in una stagione complicata e anche di grande intensità operativa per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

    Come sapete, il 2022 e il 2023 sono anni assolutamente decisivi per l’attuazione del Piano, dal momento che in questi 24 mesi dobbiamo impegnare tutte le risorse previste per poter immaginare poi di chiudere la messa a terra del Piano entro il 2026.

    Un obiettivo certamente sfidante, reso sicuramente più complesso dall’esplosione della guerra in Europa. Sappiamo che una parte rilevante del Piano, circa 80 miliardi, sono di competenza del sistema degli enti locali, dalle Regioni, alle Province, ai Comuni, quindi parliamo di una cifra sicuramente importante, una somma consistente che non esaurisce le disponibilità esistenti, perché sappiamo che a queste risorse vanno aggiunti i fondi ordinari del nuovo settennato europeo. Complessivamente, di questi 80 miliardi, circa 40, secondo i calcoli della stessa ANCI nazionale, sono appannaggio dei Comuni e delle Città metropolitane.

    La fase che stiamo attraversando è sicuramente una fase cruciale, lo è dal punto di vista dello sforzo che state facendo come enti locali, proprio perché in questo primo trimestre dell’anno sono stati pubblicati, o sono in dirittura d’arrivo molti bandi per quasi 11 miliardi di euro. Complessivamente, con i bandi in via di predisposizione si arriverà a 30 miliardi, oltre un terzo, dunque, di ciò che il PNRR rappresenta per gli enti locali.

    Cosa riguardano questi bandi? Si va dall’edilizia scolastica al potenziamento del tempo pieno, con la realizzazione delle mense, all’impiantistica sportiva per le scuole, agli asili nido, ai borghi storici, alla transizione ecologica, e quindi all’economia circolare, passando poi per l’efficientamento energetico di cinema, teatri, agli interventi per il sociale, per disabili e anziani, per famiglie in difficoltà, ai bandi per la tutela del patrimonio rurale, per le comunità energetiche, per le Green community. E poi, ovviamente, ci sono le procedure di riparto, che già sono state definite: gli uffici della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza Unificata si stanno adoperando per favorire la celerità dell’iter di adozione dei relativi provvedimenti.

    Sappiamo dunque che in queste settimane ci giochiamo molto. Comprendo che sicuramente le amministrazioni locali sono soggette ad uno stress, ad una intensa attività operativa dove ovviamente le difficoltà non mancano. Però ci rincuora il fatto che nel 2021 l’Italia sia riuscita a mantenere gli impegni e quindi a conseguire gli obiettivi che ci eravamo prefissi da cronoprogramma: 49 milestone e due target.

    Nel 2022 però si raddoppia il numero degli obiettivi che dobbiamo raggiungere, perché le milestone sono 83 e i target diventano 17. Al momento sono stati emanati bandi per complessivi 60 miliardi di euro; di questi ne sono già stati chiusi per 16 miliardi, mentre i restanti sono in itinere. Ovviamente, la parte più rilevante riguarda il ministero di Giovannini, per la mobilità sostenibile e anche il ministero dell’interno e della salute, con un grande impegno da parte delle Regioni, sul fronte della transizione digitale, dal fascicolo elettronico alla medicina di territorio, passando per le Case della salute, è stato fatto e si sta facendo un grandissimo lavoro.

    È chiaro che la messa a terra di queste risorse necessita di una collaborazione molto forte tra i diversi livelli di Governo. È l’Unione europea che ha fortemente raccomandato il coinvolgimento delle Regioni e degli enti locali, ma direi anche che sia molto utile, e lo si sta provando anche a livello nazionale, il confronto tra il Parlamento e il Governo nazionale, quindi i Consigli regionali e le Giunte. Trovo infatti che entrambi i livelli, sia quello legislativo che quello più esecutivo, debbano essere coinvolti allo stesso modo.

    Mi fa piacere che il primo aprile a Torino, la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, con il Presidente Ciambetti abbia proprio organizzato di fare un punto della situazione per capire come i Consigli regionali, attraverso le riforme che sono chiamati a varare, possono dare un contributo.

    Per quanto riguarda il dibattito che si è sviluppato dopo la guerra in Ucraina, cioè l’opportunità di rivedere i contenuti del PNRR, io vorrei affrontare questa riflessione con voi. Certamente il Governo non vive su Marte e si rende conto che lo scenario è profondamente cambiato. Oggi, i cascami di questa folle guerra determinano delle ricadute economiche ingenti, in particolare per quanto riguarda il rincaro delle materie prime e il rincaro dell’energia.

    Con voi quindi voglio affrontare due questioni che mi stanno particolarmente a cuore: innanzitutto la necessità e l’urgenza di condividere non solo provvedimenti emergenziali, e penso a quei 20 miliardi che come Governo abbiamo già investito per provare a calmierare il prezzo del carburante per ridurre l’impatto dell’aumento degli oneri di sistema sulle famiglie più in difficoltà e sulle imprese. Penso al credito d’imposta per le imprese energivore, gasivore, per il settore dell’autotrasporto. Ma la vera sfida che noi dobbiamo condividere tra Stato centrale e Regioni è quella di una strutturale, progressiva, non semplice autosufficienza sul piano energetico.

    Noi ci siamo scoperti vulnerabili, essendo dipendenti per il 40 per cento nella produzione di gas dalla Federazione Russa, perché io credo che non abbiamo investigato tutti gli spazi per poter produrre energia da fonte rinnovabile e per poter estrarre gas nei limiti del possibile, ovviamente, nel nostro Paese.

    Tutto questo ci ha reso più vulnerabili. È chiaro che noi l’autosufficienza la raggiungeremo nel tempo, ma chi prima comincia è a metà dell’opera. Quello che quindi a me fa piacere è che questo Governo si sia posto quantomeno la necessità e l’urgenza di mettere in campo una serie di azioni per rendere l’Italia progressivamente autosufficiente nella produzione di energia.

    Cosa possiamo fare al tavolo che Bonaccini ha presieduto per tanto tempo e che conosce meglio di me, ovvero il tavolo della Conferenza? Io credo che sia indispensabile fare delle selvagge semplificazioni – uso questa espressione – delle autorizzazioni per produrre energia da fonti rinnovabili. È chiaro che le fonti rinnovabili non basteranno a soddisfare il nostro fabbisogno di energia, ma ci sono margini di miglioramento, e noi questi margini li dobbiamo utilizzare fino in fondo.

    Così come dobbiamo renderci conto che abbiamo la possibilità di aumentare, ancorché in maniera limitata, l’estrazione di gas e abbiamo la necessità di puntare sulle comunità energetiche, su tutte quelle misure che appartengono alla missione della transizione ecologica per rendere il nostro Paese più autonomo e quindi più forte.

    Questo percorso necessita evidentemente di tempo, ma è l’elemento sul quale un aggiornamento del PNRR ha un senso, senza che ci allontani dall’obiettivo del rispetto dei patti e degli accordi che abbiamo fatto, cioè di mettere a terra le risorse del PNRR entro il 2026.

    Io, sono sincera, guardo con un po’ di preoccupazione quando si parla di uno stravolgimento del PNRR legato alla guerra in Ucraina, alla pandemia. Noi abbiamo preso degli impegni, in Europa, quindi, qualunque cambiamento di quel Piano è soggetto a un negoziato con l’Unione europea, noi dobbiamo essere consapevoli di questo. Non è che non si possa fare, ma non si può fare unilateralmente.

    Poiché noi siamo “sotto esame”, ogni allungamento dei tempi di messa a terra e di realizzazione del Piano non ci metterebbe in una buona luce nei confronti dell’Unione europea. Se quindi occorrono delle modifiche, queste modifiche devono essere improntate alla necessità, all’urgenza e alla consapevolezza che rispettare i tempi è un elemento del negoziato indispensabile, anche perché voi sapete che il Presidente Draghi ha chiesto all’Europa e sta facendo in Europa una battaglia per ottenere un prezzo europeo del gas, quindi una soluzione del problema anche a livello europeo per quanto riguarda la proposta di un recovery plan sull’energia.

    È chiaro che questa richiesta è avvertita con intensità differente da Paese a Paese, perché ovviamente chi come la Francia dispone nel nucleare, evidentemente, avendo un’autonomia per il 70 per cento del fabbisogno energetico, è in una condizione diversa dalla nostra. La Germania, per nostra fortuna, dipendendo dalla Federazione Russa anch’essa per il 40 per cento della produzione di gas, è più propensa a sostenere le richieste italiane. Ma ricordiamoci che ci sono i Paesi del nord che invece sono abbastanza refrattari ad accogliere queste proposte.

    Il mantenimento degli impegni assunti quindi per quanto riguarda il PNRR è un biglietto da visita che noi esponiamo ogni volta che il Presidente del Consiglio va a richiedere o a portare altre istanze legate all’economia italiana.

    Noi siamo anche consapevoli del fatto che stiamo sottoponendo gli enti locali ad uno stress-test importante. Veniamo da una stagione di blocco del turnover, per cui le risorse umane dentro le amministrazioni, centrali e periferiche, nel tempo si sono assottigliate. Non a caso abbiamo provato a dare un riscontro non solo con i mille esperti, non solo con le task-force che abbiamo istituito all’interno dei diversi ministeri, anche del ministero degli affari regionali, dove abbiamo costituito, e ho piacere che voi lo sappiate, un nucleo, una task-force per il PNRR, con la finalità di affiancare non tanto e non solo le Regioni strutturate come l’Emilia-Romagna, ma in particolare i piccoli Comuni, i Comuni di montagna, i Comuni delle aree svantaggiate, piuttosto che Comuni delle aree interne, nella logica di affiancarli nella programmazione e nella stesura dei progetti.

    Di questo parleremo anche domani, durante la Conferenza Unificata. Vi parteciperà il direttore Bocchieri, la Capo Dipartimento Siniscalchi e, insieme al ministro Brunetta andremo a rappresentare le opportunità che abbiamo dato agli enti locali, consapevoli che la mole di lavoro è ingente.

    Siamo passati infatti da una stagione emergenziale a causa del Covid e della pandemia all’emergenza profughi, quindi il carico di lavoro ci rendiamo conto che è particolarmente intenso. A tal fine è stato anche istituito un fondo per l’assunzione a tempo determinato, nei piccoli Comuni, con una dotazione di 30 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.

    Come dicevo, presso i singoli ministeri sono state comunque attivate delle task-force. Abbiamo anche provato a rendere più flessibili le regole per quanto riguarda le assunzioni a tempo determinato e a tempo indeterminato. Credo quindi che questo sia un elemento di sostegno.

    Dopodiché, non ci sfuggono le difficoltà, non ci sfugge il fatto che comunque il mantenimento dei tempi è molto oneroso per ogni Amministrazione. Ma io sono convinta che l’attualità e l’urgenza di realizzare gli obiettivi del PNRR non vengano meno neppure con la guerra in Ucraina e con la nuova emergenza che stiamo affrontando, che porta con sé difficoltà anche sul piano economico. Anzi, queste difficoltà ci devono rendere ancora più consapevoli della grande responsabilità che abbiamo, di cogliere questa opportunità, non solo approvando le riforme, che sono prevalentemente di competenza parlamentare, ma non solo. Ho citato prima il tema dell’energia e sull’energia i Consigli regionali possono fare molto e possono sicuramente essere un sostegno e un apporto formidabile; dall’altro lato abbiamo la necessità di dare peso ai progetti-bandiera. Ancora una volta, ne ho parlato recentemente con il presidente Bonaccini, è una scelta che ho fatto come ministro degli affari regionali, e che il Governo ha appoggiato, quella di fare in modo che la stagione della pandemia lasci almeno un’eredità positiva, in ogni Regione.

    Io quindi vorrei che in tutte le Regioni italiane ci fosse almeno un progetto-bandiera, non so se per la vostra Regione sarà il progetto sul supercalcolo, piuttosto che qualcosa che riguardi la transizione digitale, quella ecologica, la sanità decidetelo voi; però è importante lasciare un progetto di peso, simbolico, ma che rimandi anche alla capacità di rialzarsi del nostro Paese, di declinare in una logica locale e regionale gli indirizzi del PNRR.

    Io credo che anche questo, e rispetto a ciò farò un’informativa proprio giovedì, in Consiglio dei ministri, sarà un elemento di grande rilievo. Poi è chiaro, ripeto, che occorrerà una leale collaborazione anche con i Comuni, con le Comunità montane, con le aree metropolitane. Ma l’apporto delle Regioni nella costruzione, nell’individuazione dei progetti-bandiera io credo che sia un elemento qualificante del Piano e un elemento destinato a rappresentare anche visivamente e simbolicamente il senso del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

    D’altronde, se, come io mi auguro, l’Italia darà buona prova di sé con questo Piano, quello che io spero e che tutti ci auguriamo è che diventi qualcosa di strutturale. Il PNRR non deve rappresentare l’eccezione, ma la regola nell’affrontare su base europea le sfide che abbiamo davanti.

    Confidiamo molto quindi sul vostro apporto, sul vostro contributo, e siamo grati, come Governo, per il grande impegno che state dimostrando e anche per questo incontro che dà il segno di un’attenzione e di una sensibilità che proprio apprezziamo. Grazie davvero e buon lavoro a tutti. Resto in ascolto.

     

    PRESIDENTE POMPIGNOLI. Grazie, ministra, del prezioso contributo.

    Condivido le sue preoccupazioni, anche dal punto di vista, ovviamente, della guerra e dell’aumento dei prezzi. Questo è il punto di vista del Governo.

     

    PRESIDENTE POMPIGNOLI. Sentiamo ora il presidente Bonaccini, che è qui presente, il punto di vista della Regione rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

    Prego, presidente.

     

    STEFANO BONACCINI, PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Grazie, presidente Pompignoli, grazie a te, alla presidente Rontini e grazie alla coordinatrice Castaldini per questo lavoro che ci accompagnerà nei prossimi mesi, e grazie alla ministra Gelmini.

    Voglio dirlo molto chiaramente ai consiglieri regionali e alle Commissioni. Abbiamo qui con noi, oggi, una voce amica delle Regioni. Io ho detto più volte che il PNRR – entrerò nel merito tra un attimo – è una straordinaria occasione, verrebbe da dire irripetibile, anzi, certamente sarà irripetibile dal punto di vista delle opportunità che offre all’Italia per quantità di risorse messe a disposizione che potrebbero non solo dare una crescita stabile e duratura ad un Paese che lo scorso anno ha conosciuto la crescita più alta in Europa, una crescita che l’Italia non conosceva da decenni. Risorse vote anche a recuperare, se sapremo spenderle bene – a ognuno di noi il compito di farlo, e su questo, peraltro, saremo giudicati – anche ritardi storici che il Paese, o parte di esso, ha accumulato per colpe proprie nel passato.

    Io a volte ho evidenziato, lo faccio anche oggi, tra poco, un approccio su alcuni fronti, un po’ troppo centralistico del Governo nella gestione del PNRR. Qui invece c’è una voce, quella della ministra Gelmini, che ha cercato di costruire equilibri più avanzati nel confronto con le autonomie locali. L’ho potuto toccare con mano da presidente della Conferenza delle Regioni, nei mesi in cui ancora avevo quella responsabilità; e lo sta facendo oggi con il mio successore, che sta svolgendo al meglio, Massimiliano Fedriga, questo lavoro, peraltro attraversato e incrociato da due emergenze drammatiche, una certamente molto di più, ma che si porta dietro la prima, che si acuirà certamente. Era già iniziata la cosiddetta pandemia energetica, che trasversalmente tocca tutti quanti i settori della società, esattamente come quella sanitaria, aggravata dalla tragedia di questa guerra ingiustificata e ingiustificabile che si è scatenata nel cuore dell’Europa, e che mai avremmo immaginato di vedere.

    Anche la disponibilità di oggi, lo voglio dire a Mariastella e ai consiglieri, non era né banale né scontata, perché stiamo parlando di una singola Regione. E il tempo di ogni ministro, in un momento come questo, mai come oggi è prezioso. Quindi, grazie, grazie davvero, non è rituale. Mariastella mi conosce, sa che non sono tenero, solitamente, che non mi piace l’approccio di ringraziamento a pioggia, ma davvero oggi ho colto e apprezzato moltissimo questa diponibilità, ma anche le cose che ha detto, ed entro adesso nel merito.

    Voglio ringraziarti anche per le parole che hai speso nei nostri confronti come sistema regionale sul tema dell’accoglienza. È vero, l’Emilia-Romagna da sola sta cogliendo un quarto del totale degli arrivi. Ho detto anche in questi giorni che spero che la redistribuzione sia un po’ più equa; ma noi non ci domandiamo, la mattina, il pomeriggio, la sera, la notte, quando arrivano, come e se distribuirli. Noi accogliamo, perché siamo una Regione abituata a tendere la mano verso chi ha bisogno, peraltro così hanno fatto verso di noi tante realtà di questo Paese, non solo dieci anni fa, quando fummo colpiti dai due drammatici terremoti del 20 e del 29 maggio, perché da soli non ce la saremmo cavata.

    Dopodomani, la ministra Lamorgese, il Capo della Protezione civile Curcio, la Prefetto Ferrandino, che svolge lavori di coordinamento per il Governo sull’accoglienza, saranno qui in presenza a Bologna. Li abbiamo invitati per fare il Coordinamento, qui siamo abituati così, con tutti i Prefetti, i Sindaci dei Comuni capoluogo e i presidenti delle Province. Convochiamo mediamente una, due volte alla settimana questo Coordinamento, e io voglio ringraziare i Prefetti e tutti gli amministratori locali, nessuno escluso, per il grande sforzo unitario che stanno e stiamo facendo. Dicevo che il PNRR è una grande occasione per l’Italia, lo è per l’Europa, peraltro. È la prima volta che si fa ricorso al debito comune europeo per finanziare un grande piano di riforme e investimenti. Questo è un grande merito del Governo Draghi, perché obiettivamente riuscire a concretizzare ciò che il Governo Conte II aveva fatto, ma che per ragioni che conosciamo tutti aveva dovuto abbandonare, da un punto di vista di crisi politica (i numeri che mancavano in Parlamento). Settimane si sono succedute, con il rischio di perdere, se non inviate entro aprile, l’okay della Commissione europea ad un Piano costruito e definito nella sua ultima parte in fretta, ma che è riuscito a ottenere un terzo del totale delle risorse che l’Europa ha messo a disposizione dei Paesi.

    Io lo ritengo giusto, perché l’Italia dopo Wuhan fu il primo paese colpito. E in quel Paese colpito per primo, e per alcune settimane l’unico al mondo, noi siamo parte, con Lombardia e Veneto, delle uniche tre Regioni che per diverse settimane hanno conosciuto quella tragedia, mi permetto di dire, affrontata senza strumenti, esperienze, precedenti, Quell’esperienza, quei precedenti e quegli strumenti attivati hanno permesso anche a tante altre parti del mondo, d’Europa e del nostro Paese di farsi carico, come abbiamo provato a fare noi, di quella sfida.

    Questa grande disponibilità economica è merito dell’Europa, l’ho criticata tante volte, come si può fare oggi. Sarebbe impossibile, ed è merito anche del Governo. È un grande piano di riforme e investimenti. Nelle pieghe delle parole della ministra ho colto – o meglio, la voglio cogliere io – questa prospettiva: probabilmente adesso servirebbe un recovery plan europeo sul tema dell’energia, perché credo davvero che al netto e al di là di alcuni interventi immediati che ci approntiamo ad attivare, che vi approntate ad attivare, serva un piano per renderci, come giustamente dicevi, meno dipendenti dal punto di vista energetico, da una sola parte del mondo.

    In questo l’Italia ha delle colpe. Non è questa la sede in cui affrontare il dibattito, lo faremo in altre sedi, ma noi abbiamo delle responsabilità, come Paese: quella di non aver voluto ciò che altri Paesi hanno fatto e che oggi ci rende molto più fragili e deboli.

    Dobbiamo recuperare, dobbiamo intervenire. Già nel PNRR però ci sono delle opportunità, per il Paese e anche per l’Emilia-Romagna. Baruffi ha presentato questo monitoraggio costante che facciamo, e che ci ha invitato, ministra, a fare in Conferenza delle Regioni già mesi fa. È giusto, per quanto noi ogni giorno chiediamo – è uno sport nazionale che colpisce anche me, non sono immune da quel difetto – a chi è sopra di noi di fare di più e meglio; ma è giusto che ognuno di noi non solo faccia bene i compiti a casa propria, ma dimostri, nel monitoraggio, cosa sta facendo e come sta eventualmente spendendo.

    Abbiamo già ottenuto più di 4 miliardi di euro e altri ne arriveranno. È una grande responsabilità, ma è anche una grande opportunità. Nel Patto per il lavoro e per il clima che abbiamo sottoscritto con 55 parti sociali, noi abbiamo indicato gli obiettivi coerenti con l’agenda della Commissione europea e con il Piano di ripresa e resilienza del Governo: transizione ecologica e lotta al cambiamento climatico, modernizzazione e digitalizzazione dell’economia e della società, contrasto alle disuguaglianze economiche e sociali, ma anche di genere e generazionali territoriali.

    Aver condiviso, da parte della Regione, con 55 parti sociali, cioè tutte, dell’Emilia-Romagna il documento di strategia regionale intersecato a cosa il Next Generation EU, o il PNRR per noi comporta dal punto di vista delle priorità, e averlo persino incrociato con la programmazione dei fondi settennali europei per evitare che vengano finanziate, o correre quel rischio (due volte le stesse misure, per poi venire a mancare risorse, per altre che rimarrebbero indietro) io credo che ci metta cento metri in vantaggio rispetto a tanti altri.

    Come spesso ci siamo detti in Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, quando guardavamo – e io me le ricordo a memoria – quante risorse venivano rispedite a Roma, o a Bruxelles, perché non spese nella programmazione settennale, da parte, ancora oggi, di troppi territori, il motivo è che manca una programmazione efficace, inutile che ci giriamo intorno.

    Attraverso, quindi, la programmazione integrata dei fondi europei e nazionali che abbiamo discusso anche con l’Assemblea legislativa, noi siamo pronti a perseguire una strategia che è coerente e condivisa con quella che il Governo italiano ha messo in campo rispetto agli obiettivi europei. La cosa più importante è riuscire a realizzare le riforme che servono a questo Paese e a questo territorio.

    Da questo punto di vista, come anche la ministra sa, io spero che un processo di maggiore semplificazione possa essere introdotto. Si sta facendo un lavoro ad hoc anche nel confronto tra Governo, Conferenza ed enti locali, perché altrimenti anche chi abbia ottimi e buoni progetti, rischi, nelle pieghe di una burocrazia abbastanza asfissiante, solita di questo Paese, di non fare in tempo a realizzare ciò che merita di veder realizzato.

    La programmazione dei fondi europei è urgente soprattutto per chi, come l’Emilia-Romagna ha già impegnato tutte le risorse del settennato precedente. I consiglieri ricorderanno che a fine 2019, poche settimane prima delle elezioni del 2020, la Regione Emilia-Romagna, con un anno d’anticipo, pur partita un anno dopo per le ragioni che ci portarono alle elezioni anticipate del 2014, aveva già impegnato il 98 per cento dell’intera programmazione settennale da 2,4 miliardi di euro. Siamo stati la prima Regione ad aver approvato, nell’autunno scorso, il biennio della programmazione agricola in corso. I bandi sono già fuori: segnalo che dei 408,8 milioni di euro del biennio 21-22, l’80 per cento è già programmato. I bandi sono fuori. I programmi FSE Plus e FESR sono stati già approvati circa un mese fa, mi pare, dall’Assemblea legislativa, già trasferiti a Roma; per una parte di essi si è già avuto l’okay del Governo italiano, in attesa di ricevere quello di Bruxelles.

    Stiamo incalzando quindi il Governo e le altre Regioni per chiudere su un altro fronte di finanziamenti che arriveranno tutti insieme nello stesso momento dall’Europa, i cosiddetti fondi sviluppo e coesione. Essenziale perseguire grandi obiettivi e non piccoli progetti che trasformino in profondità il nostro Paese. Ce l’avete detto più volte, in questi mesi, ce l’hai detto, ministra, più volte: evitate di fare progetti, lo dico sempre, per vincere le elezioni domattina. Pensiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti, così come io al Governo dico sempre: non pensate di fare da soli, perché senza Regioni e Comuni una parte di quei fondi non verrebbero mai spesi.

    Proprio per quello, quando hai citato i progetti-bandiera, e anche qui ti diamo atto che hai voluto una misura per provare a incrociare Regione per Regione nessuna esclusa, alcuni progetti che diano l’idea di quella prospettiva, cioè progetti che guardino ai prossimi decenni: noi candideremo, ovviamente, Tecnopolo, Centro Meteo Europeo, supercomputer di calcolo, primo in Europa, tra i primi cinque al mondo, perché dentro la transizione ecologica e digitale lo studio dei cambiamenti climatici, l’utilizzo dei Big Data nel super computer, per chi crea lavoro, le imprese e il mondo della ricerca, sono qualcosa che, come ci disse Draghi quando venne la scorsa, estate in visita qui, e venisti anche tu, e dopo di te altri ministri, la mettiamo al servizio dell’Italia e dell’Europa. D’altra parte, siamo stati finanziati dall’Unione Europea e dal Governo italiano.

    Faccio però riferimento a progetti che al di là del Tecnopolo e Big Data Baruffi, scorgevo, ha scritto, per fare alcuni esempi che se vogliamo trasferire una quota di persone dal mezzo privato che inquina al mezzo collettivo che non inquina, progetti come il tram di Bologna, o il Metromare della costa adriatica sono indispensabili e strategici.

    Le grandi ciclovie nazionali, o la rinaturazione del Po e la valorizzazione del Parco del Delta: sai che insieme al mio collega, Luca Zaia, abbiamo sottoscritto un accordo che complessivamente cuba quasi mezzo miliardo, anzi, più di mezzo miliardo di euro su diverse politiche, molte delle quali dai fondi del PNRR, che arriveranno e che saranno condivisi dalle nostre due Regioni: Po e Parco del Delta, in primo luogo, ma anche grandi ciclovie nazionali, che intersecano i nostri territori.

    Io credo davvero che abbiamo una grande occasione, e sono fiducioso che riusciremo a cogliere questa straordinaria opportunità.

    Certo, c’è da correre e da lavorare. Adesso elenco alcune note problematiche, cerco di farlo con estrema sintesi e educazione. Sto attivandomi per chiedere la convocazione di un incontro, insieme ai miei colleghi presidenti delle altre tre Regioni del bacino padano, Piemonte, Lombardia, Veneto, perché sono circa 24 milioni di abitanti nel luogo dove si produce circa la metà del PIL italiano e dove vi è il massimo di concentrazione delle infrastrutture, ma anche dell’aria più inquinata d’Europa.

    Io credo non si stia ancora cogliendo l’opportunità di aggredire il tema della qualità dell’aria, che è una priorità nazionale ed europea e che non può ricadere sulle spalle delle sole quattro Regioni e delle loro comunità. Ci sono importantissimi progetti finanziati attorno al Po, come non si vedeva da tantissimo tempo, però c’è bisogno di una strategia anche finanziata, che oggi non vediamo nella misura che serve, per il Piano dell’aria del bacino padano, per il quale è già scattata la condanna europea.

    Secondo. C’è un po’ di lentezza (eufemismo) da parte di chi non ha ancora speso o da alcuni di coloro che non hanno ancora speso i soldi della programmazione precedente di fondi strutturali ed FSC, che però oggi è inondato di risorse dal PNRR. Se non si chiude in fretta la programmazione che doveva partire un anno fa, non va bene, non serve al Paese e non serve certo alla nostra Regione, che, avendo già impegnato tutti i fondi precedenti, è in standby quando potrebbe cominciare a calciare qualche calcio di rigore.

    Io sono anche preoccupato per il riparto delle risorse del PNRR nel territorio per l’effettiva capacità di spesa. Si badi bene, la Ministralo sa, mi sono battuto da Presidente della Conferenza perché il sud avesse più risorse del centro nord, perché è giusto così per un Paese che magari andasse a due velocità, ma va a due, a tre, a quattro, a cinque velocità, e sappiamo che la Germania è diventata la Germania forte e rispettata quando, dopo la caduta del muro di Berlino e la fine della tragedia del regime comunista, l’ovest ha teso la mano all’est, non ha colmato ancora tutti i ritardi, ma buona parte di essi sì.

    Il problema non è nord contro sud, perché davvero sarebbe ridicolo metterla in questo modo, però c’è un problema che riguarda l’effettiva capacità di assorbimento delle risorse dei sistemi territoriali, per evitare e monitorare che da qualche parte, non spendendole, quelle risorse non vengano spese da nessuno e altre realtà (noi certamente tra queste) possano candidarsi a spenderne di più, perché in grado di farlo, come noi, altre Regioni.

    C’è poi un problema anche degli altri territori, se il riparto delle risorse premia i grandi agglomerati urbani, perché così si rischierebbe l’accentuazione della divaricazione tra aree più forti e aree più deboli anche in Emilia-Romagna.

    Infine ‒ l’hai toccato anche tu ‒, c’è un crescente problema di capacità istituzionale e amministrativa.  Molti Comuni piccoli, non parlo di quelli piccolissimi perché in Emilia-Romagna sono davvero pochi rispetto ad altre Regioni, quindi non mi piace paragonare ciò che non va paragonato. Noi abbiamo soltanto una ventina di Comuni con meno di 1.000 abitanti sui 330 complessivi che abbiamo, però penso ai Comuni fino a 5.000 abitanti, comunque piccoli, che spesso non hanno la struttura tecnica minima per affrontare questa stagione, perché manca il Segretario generale, manca un RUP, manca un ragioniere.

    Noi intanto ringraziamo il Governo, perché 62 unità in più assunte le metteremo quasi totalmente a disposizione dei Comuni. Qui abbiamo scelto cinque profili: ambiente, energia, edilizia, digitale, gestionale, perché vanno proprio dentro ai pilastri del PNRR e alla necessità di una capacità di gestione comune collettiva. Questa è una riflessione che in parte ‒ e dobbiamo ringraziare ‒ abbiamo attivato con risorse vostre, ma che credo debba essere ulteriormente rafforzata.

    Ho elencato una serie di problemi dentro tantissime opportunità a cui non possiamo rispondere solo parzialmente. Dobbiamo innanzitutto rafforzare le strategie territoriali rivolte ai territori più periferici. Non mi riferisco solo alle aree interne in senso stretto, ma anche, ad esempio, alle aree montane, perché vive nelle aree montane dell’Emilia-Romagna il 15 per cento della popolazione, ma i Comuni montani sono un terzo del totale, e lì sono più forti gli indici di fragilità.

    Stiamo discutendo proprio in queste settimane con la tua collega Mara Carfagna, che ringrazio anche per la grande disponibilità che sta mettendo in campo, per vederci riconosciuta la possibilità di inserire tutta la montagna o buona parte di essa in questa strategia, e salutiamo positivamente l’iniziativa che hai assunto per la montagna su tua iniziativa, perché va esattamente in questa direzione e ne avevamo e ne abbiamo bisogno.

    Così come ti ringrazio, perché dopodomani sarò insieme a te e ai miei colleghi, se non ricordo male, Curcio e Marsilio per fare una conferenza stampa, primi tra tutti, sulla misura delle Green community.

    Concludo. Abbiamo chiesto una mano anche alle fondazioni bancarie per sostenere la progettualità dei Comuni, così come agli Enti più fragili destineremo una parte delle risorse per spese di assistenza tecnica dei fondi strutturali che arriveranno e sono competenza della Regione Emilia-Romagna.  Insomma, tante luci, un po’ di ombre, dobbiamo parlare poco delle prime e far diventare luci anche le seconde.

    Credo che quella di oggi sia un'ottima occasione, lavoreremo in questa Regione in questo senso, ringrazio l’Assemblea legislativa e le Commissioni.  Possiamo anche scornarci, come è tipico di una democrazia, però, Ministra, qui c’è una qualità del dibattito e un rispetto del confronto tra le diverse parti politiche che credo abbia pochi eguali in giro anche per il Paese. Lo vogliamo difendere e tutelare, non mancherà anche la franchezza nello scontro, ma sempre con l’obiettivo di fare più grande e più forte l’Emilia-Romagna. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, presidente. Grazie davvero a lei e grazie davvero alla ministra Mariastella Gelmini per il quadro completo e per la sinergia di intenti, che avete dimostrato sulle cose da fare a vantaggio della crescita sostenibile e inclusiva dei nostri territori, nel solco del bene comune che vogliamo tutti a questo territorio, a questa Regione, a questo Paese.

    Adesso avevamo immaginato così i lavori della Commissione, anche se dopo questi interventi corposi, anticipati, come dicevo prima, dal quadro che ci ha restituito il sottosegretario Baruffi e dal racconto che la coordinatrice Castaldini ha fatto sull’iter dei nostri lavori futuri, su quel lavoro che, come diceva adesso il presidente, vogliamo fare assieme, sia forse un po’ complicato anche per i colleghi Consiglieri, che nuovamente voglio ringraziare tutti, quelli di maggioranza e quelli delle minoranze, per la collaborazione prestata.

    Apriamo quindi il dibattito, c’è spazio per qualche intervento. Naturalmente, per altri impegni la ministra, che ringrazio anch’io in maniera non formale per il tempo e per l’attenzione che ci ha voluto dedicare, dovrà salutarci, non esiti a comunicarcelo e le ridaremo la parola.

    Chiedo quindi ai colleghi, a partire da quelli che sono qui in polivalente, se vogliano intervenire.

    Consigliera Zamboni, Capogruppo di Europa Verde in Regione Emilia-Romagna (lo dico perché tra di noi ci conosciamo, ma perché sia utile anche alla ministra).

    Prego, consigliera Zamboni.

     

    CONSIGLIERA ZAMBONI. Grazie, presidenti. Grazie anche alla ministra che ci sta ascoltando.

    Andrò per punti per essere sintetica e quindi non sottrarre tempo...

     

    PRESIDENTE RONTINI. Scusate, non lo abbiamo fatto in apertura, ma chiediamo ai consiglieri di intervenire dal podio, in modo che anche chi è collegato da remoto possa seguire in maniera più agevole i nostri lavori.

     

    CONSIGLIERA ZAMBONI. Comincio dai ringraziamenti ai tre presidenti, alla ministra che ci sta ascoltando, alla consigliera Castaldini che ha dato l’avvio a questa iniziativa, e al sottosegretario Baruffi per la ricca illustrazione che ha fatto di questa panoramica, che immagino sarà poi messa a disposizione dei consiglieri magari anche sul sito della Regione.

    Ho detto che andrò per punti sintetici, per non portare via spazio al dibattito, agli interventi dei colleghi.

    La prima osservazione di partenza non può che essere di accordo con chi ha già detto che, dopo la stagione dell’austerity, oggi avere un’Unione europea che con il debito pubblico rilancia l’Europa dopo la crisi pandemica e adesso deve anche affrontare la crisi energetica apre sicuramente una fase inedita.

    In questa fase inedita, però, come diceva il presidente Bonaccini, ci sono luci ed ombre, quindi io vorrei parlare delle ombre.  La prima ombra, per cui non posso che essere d’accordo con il presidente, è questo perdere l’occasione dei fondi del PNRR (i colleghi lo sanno perché è un mio leitmotiv ogni volta che si parla di PNRR) per finanziare un piano di disinquinamento del bacino padano, che è un’opera che ha a che fare con la salute e anche con la produzione energetica da fonti non fossili. Su questo penso che sia chiaro cosa intendo, quindi vado avanti.

    Se vogliamo parlare di autonomia energetica, benissimo, mi fa piacere che la Ministra Gelmini abbia sottolineato la necessità di arrivare a questa autosufficienza, quindi spero che le stagioni come quelle del Decreto Romani del 2011, che affossarono le rinnovabili, siano ormai alle spalle e che veramente prevalga la consapevolezza che oggi l’autosufficienza energetica l’abbiamo con le rinnovabili, precedute da interventi di efficienza energetica che diminuiscano i consumi di energia.

    Tra le luci, giustissimo quello che ci ha illustrato il sottosegretario Baruffi, cioè l’importante ruolo che deve avere il monitoraggio dei lavori.

    Infine, se vogliamo davvero condurre in porto questa operazione di rilancio del Paese in chiave di transizione ecologica e quindi anche di tutela della salute, oltre che di autonomia energetica, bisogna davvero che tra parole e fatti ci sia sempre la massima coerenza.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliera Zamboni.

    Consigliera Palma Costi, vicepresidente della Commissione, fa parte del Gruppo del Partito Democratico. Prego.

     

    CONSIGLIERA COSTI. Grazie davvero per questa occasione sia alla nostra coordinatrice che ai presidenti delle Commissioni, ma grazie soprattutto alla Ministra Gelmini, al presidente e al sottosegretario.

    Credo che il nostro presidente (lo citava anche adesso la collega Zamboni) abbia sollevato un tema su cui ha già iniziato a lavorare, cosa veramente molto importante, che è quello dell’inquinamento del bacino padano. Questa è una delle grandi emergenze che ha il nostro Paese, che riguarda chiaramente le quattro Regioni più sviluppate d’Italia non solo perché siamo in infrazione, ma perché abbiamo la necessità di avere in questo territorio un’aria il più possibile pulita e soprattutto di riuscire a vincere quella sfida sul tema della sostenibilità delle attività umane.

    Credo che questa porzione di territorio necessiti davvero - e ringrazio la Ministra Gelmini per le cose che ci ha detto - di un surplus di attenzione da parte del Governo. Sappiamo benissimo che il PNRR deve recuperare anche delle diseguaglianze soprattutto territoriali, c’è molta attenzione rispetto al sud, non può essere una guerra tra territori perché sarebbe sbagliato, però considero fondamentale porsi alcuni obiettivi rispetto anche alle risorse, comprese quelle che non sono state spese da fondi europei e da altre parti del territorio, per procedere con un programma che riguardi tutti i settori, dalla parte industriale alla parte agricola, al tema della mobilità e ad altri temi che riguardano le attività umane del nostro territorio. Credo che questa sarebbe una grande operazione che guarda al futuro, e potrebbe essere un modo per procedere con delle innovazioni profonde.

    Noi oggi abbiamo bisogno di profondi cambiamenti, abbiamo bisogno di cambiare il modo di produrre, il modo di muoverci, il modo di consumare e di abitare, quindi cambiamenti profondi che potrebbero davvero dare una spinta enorme al nostro Paese sul tema proprio della modernizzazione e soprattutto dello sviluppo economico, oltre che dello sviluppo sociale, per cui credo che questa parte potrebbe avere un supplemento di riflessione assieme alle Regioni.

    Ricordo anche che questa Assemblea ha votato più di un anno fa una risoluzione in questo senso, proprio per sostenere alcune azioni precise. programmatiche rispetto al bacino padano.

    Ringrazio il nostro presidente per il lavoro che ha fatto e che sta facendo, e chiedo anche questa attenzione da parte del Governo. Grazie mille.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliera Palma Costi.

    Ha chiesto di intervenire Marco Lisei, Capogruppo di Fratelli d’Italia.

     

    CONSIGLIERE LISEI. Innanzitutto, un ringraziamento ovviamente al ministro, che ci ha onorato della sua presenza, al nostro presidente, che mostra attenzione al lavoro delle Commissioni, ai presidenti e alla coordinatrice del gruppo di lavoro Castaldini.

    Noi abbiamo espresso ovviamente parere favorevole come Fratelli d’Italia a questo momento di approfondimento, proprio perché siamo consapevoli che è un momento della collettività e rappresenterà un momento particolarmente importante per tutta la collettività, in particolare sulle ricadute che avrà l’utilizzo di fondi che - ricordiamo - di fatto verranno pagati dai cittadini, quindi non sono donati dall’alto.

    Anche se fossero donati dall’alto, però, è evidente che una quantità di fondi così rilevante come quella che ci apprestiamo ad utilizzare diventa importante e strategica per i prossimi 30 o 40 anni.

    Siamo quindi qui oggi e abbiamo ascoltato con attenzione quello che ci è stato rappresentato, visti i tempi degli interventi, visto che comunque ci saranno altri momenti e altre occasioni di approfondimento, in questa sede mi preme rilevare le preoccupazioni che, come Fratelli d’Italia, abbiamo manifestato nei giorni passati all’attenzione dell’Assemblea e dello stesso presidente.

    La prima, grande preoccupazione, che però purtroppo oggi non è confortata dalle slide che ci sono state illustrate, è che i capoluoghi, le grandi città assorbano in maniera sproporzionata le risorse rispetto ai piccoli territori, quindi che nell’utilizzo dei fondi del PNRR ci sia un’ampia azione delle disuguaglianze territoriali.

    I dati presentati sono abbastanza evidenti, c’è una grande attrazione di risorse da parte dei Comuni capoluogo, e ‒ lo dico tra il contento e lo scontento perché sono di Bologna ‒ anche tra il capoluogo di Regione e gli altri Comuni. Da un certo punto di vista, essendo bolognese, sono contento che Bologna assorba tante risorse, però oggettivamente la fotografia attuale purtroppo vede una grande disomogeneità di utilizzo di questi fondi.

    Come ci è stato rappresentato dal sottosegretario Baruffi, terremo monitorato questo aspetto, come sta facendo la Giunta, con grande attenzione, però è evidente che, se la finalità è quella di cercare maggiore omogeneità sui territori, servirà una grande attenzione soprattutto per i piccoli centri e soprattutto per quei Comuni montani che tanto spesso vengono citati, ma non sempre con altrettanta attenzione vengono curati (non da parte di questa Regione, però bisogna poi guardare i risultati effettivi).

    La seconda, grande preoccupazione è che ad oggi c’è un’indicazione di macro tematiche, sulle quali può insistere non dico tipo di progetto, ma poco ci manca. È chiaro che era necessario individuare delle macro tematiche, però è altrettanto necessario che all’interno di queste macro tematiche di cerchi di ripartire e capire esattamente in che direzione vadano i fondi. L’esempio più concreto è quello della transizione ecologica, all’interno della quale c’è di tutto, noi abbiamo individuato come priorità l’autonomia energetica, priorità peraltro oggi diventata ancora più attuale a causa del dramma che tanti Paesi stanno vivendo e che è stata rilevata anche dal ministro e dal presidente.

    Sull’autonomia energetica speriamo che si faccia qualcosa in più rispetto a quello che vediamo e che è stato messo in campo sino ad oggi.

    Il terzo dato che ci preoccupa è la condivisione dei progetti. La gestione delle risorse del PNRR richiederà anche un grande sforzo di condivisione con i cittadini. Sappiamo che il tempo di attuazione dei progetti sarà molto più ristretto e che le amministrazioni dovranno accelerare le procedure sia di progettazione, sia di cantierizzazione di queste opere, perché i tempi, che sono stati dettati da organismi sovraordinati, sono particolarmente ristretti.

    Credo che ci debba essere anche un grande sforzo di condivisione delle opere assieme ai cittadini, perché non si trovino opere fatte di cui non sapevano nulla. Lo dico in termini molto brutali, molto pratici, come di solito faccio nell'intervenire per essere chiaro.

    L’ultima, che è stata una delle prime preoccupazioni che abbiamo sollevato, attiene alla progettazione. Il presidente sa bene, perché è intervenuto anche in Aula, che la progettazione richiede risorse, in particolare risorse umane, che oggi però buona parte degli Enti locali non ha in dotazione. Bene, quindi, che la Regione Emilia-Romagna si stia sforzando per un supporto fattivo alle Amministrazioni comunali, molte delle quali purtroppo non hanno all’interno personale in grado di sviluppare progetti per accedere a questi fondi, cosa che potrebbe comportare una prevalenza dei Comuni più grandi, perché è evidente che, più il Comune è grande, più ha personale, più ha risorse umane in grado di accedere alle risorse.

    Credo che dal punto di vista della progettazione anche qua bisognerà fare un importante lavoro di recupero.

    Ho focalizzato quattro punti, che sono le preoccupazioni di Fratelli d’Italia, sui quali sarà focalizzata la nostra attenzione. Ringrazio ancora chi è intervenuto prima di me e ringrazio per aver organizzato un’occasione di approfondimento come questa.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Chiedo ai consiglieri di evidenziare chi vuole intervenire, così da poter organizzare i nostri lavori e ridare la parola alla ministra in tempo utile per gli altri impegni istituzionali che ha.

    Ho la richiesta della consigliera Silvia Piccinini, capogruppo del Movimento 5 Stelle, e della consigliera Zappaterra, capogruppo del PD, e del consigliere Mastacchi.

     

    CONSIGLIERA PICCININI. Ringrazio il presidente, ringrazio la ministra Gelmini per essere qui con noi oggi, il presidente Bonaccini e il sottosegretario Baruffi per l’illustrazione che è stata fatta.

    Io parto dal tema più attuale, quello del caro energia, e su questo so che il Governo, anche in tema di semplificazione, qualcosa ha fatto, però credo che serva fare di più.

    Come Movimento 5 Stelle abbiamo fatto delle proposte. Penso al bonus energetico alle PMI con un credito di imposta all’80 per cento sui progetti di autoproduzione da energia rinnovabile, all’aumentare al 65 per cento le detrazioni sul fotovoltaico e sugli impianti di accumulo. Questo anche in relazione a chi non si può permettere oggi di accedere a questi strumenti e versa in povertà energetica, che invece avrebbe bisogno di poter accedere, al pari di tutti gli altri, alla produzione di energia ad un costo minore.

    È stato affrontato giustamente dalla ministra il tema delle comunità energetiche rinnovabili, un argomento che stiamo trattando anche in questa Regione e in questa Commissione. Serve però che la politica ci creda veramente. Lo dico perché in qualità di relatrice ho avuto la sensazione che la spinta sulle fossili ci sia ancora, quando invece il nostro obiettivo dovrebbe essere quello dell’autosufficienza energetica.

    Dobbiamo crederci e puntarci con forza, che non significa diversificare gli acquisti, capisco che c’è un’urgenza e la necessità oggi di andare a cercare gas altrove, quindi di evitare di dipendere dalla Russia, però dobbiamo porci degli obiettivi oggettivamente molto più alti.

    Rispetto a questo segnalo che sono previsti fondi dal PNRR per la costituzione delle comunità energetiche per i Comuni sotto i 5.000 abitanti. Segnalo però che si sta facendo molta fatica rispetto a questo segmento, perché la popolazione che abita questi territori è una popolazione anziana. i Comuni sono piccoli e non hanno il personale e la forza per affrontare questi processi. Mi auguro che, qualora ci dovesse essere un ragionamento rispetto alla rivisitazione del PNRR, si tenga conto anche di questi elementi.

    Auspico, come ho già avuto modo anche di dire a diversi di noi, che si possa tenere un’audizione analoga di approfondimento rispetto a questo tema, perché è un tema cruciale. Ci sono dei casi virtuosi che vanno conosciuti da tutti, e la politica ha il dovere di sollecitare tutti gli attori che possono giocare un ruolo in questa partita e di sostenere questi processi, anche facendo degli approfondimenti e condividendo le esperienze virtuose già presenti nel nostro territorio.

    Se è vero, infatti, che le comunità energetiche sono partite in sordina, perché sono partite quando c’era la pandemia, è anche vero che oggi siamo nelle condizioni di credere in questa misura e mettere a sistema le esperienze che stanno nascendo sul nostro territorio. Mi auguro quindi che questa possibilità possa essere prevista anche all’interno di questa Assemblea, perché darebbe il segno del fatto che la Regione in questi strumenti ci crede,

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliera Piccinini.

    Ringraziandola nuovamente anche per la disponibilità all’ascolto degli interventi di diversi di noi colleghi, ridò la parola alla ministra Mariastella Gelmini, a cui auguro, come a noi tutti, buon lavoro per il buon esito del PNRR, di queste risorse e del futuro dei nostri territori.

     

    MINISTRA PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE GELMINI. Grazie davvero.

    Mi soffermo solo su un paio di punti.

    Il presidente Bonaccini prima faceva riferimento alla conferenza stampa che abbiamo domani sulle Green community, che rappresentano un obiettivo del PNRR, quindi mi dà la possibilità di ricordarvi brevemente la recentissima approvazione in Consiglio dei Ministri di una legge quadro sulla montagna.

    Era dal 1994 che non si provava a trattare questo tema non come un emendamento a piè di lista della finanziaria, ma come delle aree importanti del nostro Paese, perché rappresentano il 40 per cento del territorio nazionale, per le quali è doveroso elaborare una strategia nazionale della montagna.

    All’interno di questo testo voi troverete da un lato l’obiettivo di contrastare lo spopolamento dei territori di montagna, dall’altro la volontà di definire dei livelli di servizio (penso alla scuola, alla sanità), perché, se vogliamo ripopolare le montagne, dobbiamo dare i servizi.

    All’interno di questa ambizione di costruire una strategia nazionale per la montagna ci sono anche alcune misure che riguardano gli Enti locali. In particolare, all’articolo 17 si fa riferimento ai certificati forestali. Cosa sono i certificati forestali? Oggi i sindaci, i presidenti delle Comunità montane spesso hanno l’onere anche finanziario di manutenere boschi e zone verdi che non producono un utile, ma rappresentano un patrimonio ambientalista di grande valore, come tale, però, oneroso e non redditizio.

    Il senso è, anche attraverso una collaborazione con il Ministero di Patuanelli, l’agricoltura, attraverso il CREA, di dare agli Enti locali la possibilità di autofinanziarsi attraverso dei certificati verdi, che possono essere acquistati da aziende che inquinano (pensiamo alle compagnie aeree, ma ce ne sono tante altre), che, attraverso l’acquisto di questi certificati verdi, da un lato finanziano gli Enti locali, dall’altro riducono la quantità di CO2, il tutto dentro una logica di economia circolare e di sostenibilità ambientale.

    All’interno di questa legge quadro ci sono anche misure per le giovani coppie che decidono di abitare in montagna, quindi agevolazioni per accendere un mutuo per l’acquisto di una casa, ci sono misure per le professioni di montagna, perché insieme agli Enti locali e alle Regioni vogliamo costruire una strategia nazionale.

    È stato toccato anche il tema delle energie, e comprendo la preoccupazione della consigliera regionale, che diceva di vedere ancora una grande attenzione all’energia fossile. Questo è purtroppo un portato della guerra in Ucraina, perché noi dobbiamo anche salvaguardare il sistema delle imprese e, per fare questo, in qualche caso ci troviamo costretti, nostro malgrado, a riaprire qualche centrale a carbone, ma questo non significa allontanare la transizione ecologica, che è la priorità per l’Europa, ma anche per il Governo Draghi.

    Si tratta semplicemente di consentire alle aziende di continuare a produrre, alle filiere di non interrompere la loro attività, ma l’aumento di produzione di energia da fonte rinnovabile, l’aumento dell’attenzione a tutte le energie da fonte rinnovabile è assolutamente nelle corde del Governo, come anche le comunità energetiche. Non so se la vostra Regione abbia già approvato una legge in tal senso, ci sono Regioni che l’hanno fatto, ed è vero, all’inizio si procede con un po’ di fatica, ma è un meccanismo che tende poi a prendere velocità ed è una modalità semplice, ma molto utile per gli obiettivi che ci siamo dati.

    Anche questo è un tema importante e continuiamo a lavorare insieme, utilizzate al meglio tutte le risorse umane che con il Ministro Brunetta abbiamo messo a disposizione, teniamoci in contatto, ringrazio ancora la coordinatrice Valentina Castaldini per questo utile momento di confronto per fare il punto.

    Da parte del Governo c’è la consapevolezza che non solo 80 miliardi si mettono a terra attraverso la collaborazione con gli Enti locali, ma che la leale collaborazione con Regioni, Province e Comuni è l’elemento strategico per far andare in buca questo grande obiettivo di messa a terra del PNRR, quindi davvero grazie per questo incontro, grazie per quello che state facendo e a disposizione per un approfondimento sui temi di vostro interesse. Grazie ancora e saluti a tutti voi e al presidente Bonaccini.

     

    PRESIDENTE POMPIGNOLI. Grazie, ministra, del suo intervento e delle sue preziose osservazioni.

    Ringrazio anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ci deve lasciare.

    Ha chiesto la parola la consigliera Zappaterra. Poi il consigliere Mastacchi. Dopo non ho altri interventi.

     

    CONSIGLIERA ZAPPATERRA. Grazie, presidente. Grazie per l’organizzazione dei lavori di questa giornata, che rappresentano la partenza di un percorso che ‒ temo ‒ non sarà brevissimo, dovrà essere veloce, ma non brevissimo, perché il lavoro da fare è tanto e i tempi sono stretti.

    Vorrei fare una battuta sul tema che ci preoccupa di più rispetto a come è partito il PNRR. Il presidente l’ha già accennato nel suo intervento, però ci tengo a dire a tutti i colleghi che una parte del mio impegno, come quello di altri, si concentrerà su questo aspetto. Lo dico al sottosegretario, che sa perfettamente come sia un tema molto sentito quello del superamento dei divari territoriali. Abbiamo visto che è uno degli obiettivi principali del PNRR, però ci siamo già detti che la partenza del lavoro non va in una direzione che ci tranquillizza per l’inadeguatezza della macchina amministrativa dei Comuni piccoli e l’aumento dei costi.

    I numeri sono stati molto chiari, per cui vediamo la Città Metropolitana di Bologna destinataria di cifre consistenti, e va benissimo, anche le altre città capoluogo beneficiano di molti fondi, non posso non segnalare in questa sede la preoccupazione per l’equilibrio rispetto a quelle che abbiamo definito periferie piuttosto che aree interne, individuate in senso più ampio come aree svantaggiate nelle nostre strategie territoriali.

    È importante che questa diventi una sede nella quale ci confrontiamo davvero sul monitoraggio del PNRR, ma soprattutto sull’integrazione tra PNRR e strategie territoriali della Regione, perché permane da parte mia, e forse non solo da parte mia, la fortissima preoccupazione che continuiamo a concentrare risorse e investimenti sulle aree che sono capaci di andarle a prendere, perché hanno il personale, sono in grado di fare la progettazione, rischiando di lasciare indietro invece quelle che hanno più bisogno di investimenti, ma che hanno anche più difficoltà ad affrontarli in base a questi percorsi.

    Il mio impegno si concentrerà su questo, so che la Giunta e la cabina di regia su questo tema sono attente, però lo dico perché vorrei che questo gruppo di coordinamento ragionasse del PNRR, ma anche di come il PNRR si integra con le altre risorse, gli altri fondi europei della strategia territoriale regionale, perché è un’occasione è talmente straordinaria che non so se ne avremo altre e dobbiamo riuscire a recuperare le aree svantaggiate, altrimenti avremo sempre meno strumenti e sempre più difficoltà.

    Siccome non possiamo permetterci  una Regione a due velocità proprio per la competitività complessiva di questo sistema regionale in Italia e in Europa, ho apprezzato la partecipazione oggi della Ministra Gelmini, ho apprezzato l’impostazione del presidente che mette sul tavolo opportunità e problemi, penso che adesso dovremmo fare il lavoro vero come sistema istituzionale, quindi spero che anche il Governo metta in atto la disponibilità di cercare equilibri più avanzati verso il sistema degli Enti locali rispetto al centralismo sul quale è stato impostato il PNRR fino ad oggi. Grazie.

     

    PRESIDENTE POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Zappaterra.

    Ne approfitto per dire che nel gruppo di coordinamento i due presidenti e la consigliera Castaldini si incontreranno per fare il piano delle successive audizioni.

    Prego, consigliere Mastacchi.

     

    CONSIGLIERE MASTACCHI. Grazie, presidenti. Grazie al presidente della Regione, Bonaccini, e alla ministra Gelmini per questa importante giornata di lavoro.

    Desidero innanzitutto ringraziare la consigliera Castaldini, che è stata l’artefice di tutto questo e che nella lunga discussione che abbiamo avuto vari livelli ha portato a costituire questo gruppo di lavoro, che ci dà la possibilità di parlare di questo tema, che abbiamo sempre toccato per temi in modo molto lontano da noi, per cui grazie ancora.

    Molto rapidamente, perché gran parte delle cose è stata già elencata sia dagli interventi dei colleghi, ma in particolare dalle tre relazioni del sottosegretario Baruffi, del presidente Bonaccini e della ministra Gelmini.

    Tengo però a fare alcune sottolineature, per cercare di dare ancora più forza a quanto già detto, cercando di avere un approccio costruttivo, di sottolineatura e di rafforzamento dell’impegno che tutti noi dobbiamo avere. Le due cose principali dette dal sottosegretario Baruffi riguardano il tema degli investimenti, quindi il tema dei cosiddetti "contenuti degli investimenti". Abbiamo detto come le Case della salute, se costruite e lasciate vuote, rischino di essere delle cattedrali nel deserto, per cui, in parallelo, devono essere previste le programmazioni per il personale e per i servizi che sono indispensabili.

    Questo si innesta, per quanto riguarda la parte territoriale, sull’ultima parte di intervento che ha fatto il ministro, quando ha parlato di aree più disagiate, in particolare quelle montane, che poi riprenderò dopo.

    Come credo sia importante, anzi importantissimo tenere in buona considerazione la tematica dei Comuni già in difficoltà, perché dobbiamo partire dal presupposto che noi partiamo con questa programmazione da una situazione dove molti Comuni sono già in grande difficoltà, quindi farli uscire da difficoltà finanziarie e organizzative calando dentro alle loro strutture ulteriore attività da sviluppare rischia paradossalmente di farli collassare.

    La cosa è stata ripresa sia dal ministro che dal presidente, e in particolare la sottolineatura di impegno verso i Comuni più piccoli, i Comuni fino a 5.000 abitanti, credo che sia indispensabile e che su questo dovremmo fare molta attenzione per dare loro le strutture necessarie ad essere attivi e pronti a recepire le progettualità sul territorio.

    Un’altra sottolineatura che volevo fare è una preoccupazione più che una sottolineatura, cioè il tema dell’equilibrio su sburocratizzazione e semplificazione. Occorre trovare un punto di equilibrio, che è necessario, ma è anche difficilissimo da raggiungere, perché sappiamo bene che le norme troppo stringenti penalizzano i tempi e la realizzazione degli interventi, come l’eccessiva semplificazione rischia di aprire fronti ad utilizzi scorretti di fondi, che nel nostro Paese sappiamo bene che sono sempre dietro l’angolo.

    Sarà importante quindi tenere alta l’attenzione e lavorare per creare questo equilibrio, che sarà sicuramente difficile da realizzare.

    Una sottolineatura anche in campo energetico, che si sposa con quanto ho detto prima, perché anche il campo delle energie alternative è fondamentale in questo periodo, ma è uno degli ambiti in cui la malavita si è sempre infiltrata con grande facilità, per cui dobbiamo fare molta attenzione da questo punto di vista.

    Riprendo un altro tema citato da più parti, il tema delle comunità energetiche, che è importante siano realizzate in una dimensione territoriale controllabile, quindi che siano gestite dalle comunità, in modo che le stesse, oltre ad essere le beneficiarie e le realizzatrici di questa tecnologia, diventino in qualche misura anche i controllori del territorio, affinché non ci siano infiltrazioni da parte di entità che possono fare speculazioni o addirittura commettere reati economici.

    È importante anche riprendere il tema dell’allungamento dei tempi che ha citato il Ministro, che non metterebbe in buona luce il nostro Paese, però credo che l'equilibrio sia difficile da raggiungere.

    È stata invece musica per le mie orecchie la parte finale dell’intervento del ministro, quando ha citato una serie di punti che sono sicuramente da sviluppare, da implementare, però come titoli mi trova assolutamente d’accordo, perché tocca tutte quelle tematiche che da anni citiamo anche in questa sede, in assemblea, ma anche nelle varie attività di Commissione che abbiamo fatto, quindi la ripopolazione delle montagne, i certificati forestali, quindi la manutenzione del territorio. Proprio la settimana scorsa sono state inaugurate delle strutture in montagna, che sono piccoli esempi di quello che si potrebbe fare, quindi credo che sia importante tornare ad un’attività di manutenzione dei territori.

    È stato detto anche sabato scorso dalla nostra assessora Priolo che è importante la piantumazione di alberi, ma è altrettanto importante manutenere gli alberi che già esistono in montagna, quindi la manutenzione del territorio per contrastarne il dissesto è una delle frasi chiave che utilizzo costantemente a costo di diventare quasi antipatico, e il fatto che sia stato citato anche dal ministro è importante.

    Da parte mia un plauso anche all’approccio delle modalità di lavoro e massima disponibilità da parte di tutti per affrontare questi temi in una chiave collaborativa. Grazie.

     

    PRESIDENTE POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Mastacchi.

    Non ho altre richieste di intervento, quindi, nel ringraziare tutti voi per la collaborazione e per gli interventi, il ministro e il presidente della Regione Emilia-Romagna, ci incontreremo (parlo più che altro con la coordinatrice Castaldini) per pianificare, anche sulla base di quanto emerso oggi in Commissione, gli ulteriori incontri.

    La Commissione è terminata, passo la parola alla presidente Rontini.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Anch’io ne approfitto per ringraziare tutti i colleghi per il pomeriggio di confronto di oggi. Abbiamo chiesto di poter avere il resoconto integrale della seduta, perché penso siano emersi fatti su cui riflettere, dati, informazioni, e il resoconto nei prossimi giorni verrà messo a disposizione di tutti i membri delle Commissioni 1 e 2.

    Ringrazio nuovamente la consigliera Castaldini e ne approfitto per ringraziare, come spesso faccio perché lo meritano, Agata, Vanessa e tutti i dipendenti delle Commissioni, che hanno collaborato al buon esito, e anche i tecnici nel cabinotto, perché oggi non era banale e mi ha fatto piacere che tutti i collegamenti abbiano funzionato al meglio.

    Per quanto riguarda la II Commissione, proseguiremo il nostro lavoro di indagine e approfondimento sul tema delle comunità energetiche, con l’obiettivo, come ci siamo detti più volte, di portarlo in Aula per la fine del mese di aprile, mentre domani, sempre in congiunta, la Commissione I e la Commissione II esamineranno la clausola valutativa sulla società dell’informazione.

    Grazie e buon pomeriggio.

     

    La seduta termina alle ore 17,25.

     

     

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