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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 20/04/2022 pomeridiano

     

    Resoconto integrale n. 13

    Seduta del 20 aprile 2022

     

    Il giorno 20 aprile 2022 alle ore 14.30 è convocata, con nota prot. n. PG/2022/10708 del 14/04/2022, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in seduta congiunta con la Commissione Politiche economiche.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    10

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FELICORI Mauro

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    Partecipano alla seduta: F.R. Frieri (Direttore Generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni); P. Magnatti (Gruppo centrale degli Esperti PNRR); M. Scafetta, P. Polverosi, D. Deveronico, F. Braglia, G. Calabretta, P. Saggini, S. Marino, S. Boràgini, A. Leoni (Esperti territoriali PNRR).

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste il segretario: Enzo Madonna


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    Coordinamento tra le Commissioni assembleari I e II, relativamente all'approfondimento delle azioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): governance e attuazione sul territorio dell'Emilia-Romagna

     

    -          Informativa del direttore generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni Francesco Raphael Frieri

     

    -          Audizione degli esperti regionali PNRR con focus sulle diverse province

     

     

    Presidente Massimiliano POMPIGNOLI. Buongiorno a tutti. Prendiamo posto, così iniziamo la Commissione. Vi ringrazio. È stato verificato il numero legale.

    Facciamo un po’ di silenzio, cortesemente, così riusciamo a organizzarci. Anche perché oggi sarà una giornata un po’ lunghina, vedendo anche gli interventi previsti in programma.

    Come sapete, oggi proseguiamo il lavoro di coordinamento sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, con l’informativa del direttore generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni, Francesco Frieri, che è presente, e con l’audizione degli esperti regionali del PNRR, che leggo, così vediamo se ci siamo tutti: Piera Magnatti, Gruppo centrale; Marco Scafetta, di Piacenza; Paolo Polverosi, di Parma; Dario Deveronico, di Reggio Emilia; Fausto Braglia, di Modena; Gianluca Calabretta, di Bologna; Patrizia Saggini, di Ferrara (presente); Simone Marino, di Ravenna (presente); Simona Borágini, di Forlì-Cesena (presente); Alberto Leoni, di Rimini (presente). Bene, ci siamo tutti. Interverranno successivamente all’informativa del dirigente Frieri.

    Siamo in seduta congiunta con la Commissione II, quindi qui accanto a me c’è la presidente Manuela Rontini.

    Prima di iniziare la Commissione, direi di dare la parola alla coordinatrice del Coordinamento delle Commissioni ‒ scusate il gioco di parole ‒ che esporrà un’introduzione generale prima di far parlare il dirigente Frieri.

    Chiamo la consigliera Castaldini Valentina. Parliamo tutti, ovviamente, dal pulpito. Prego.

     

    Consigliera Valentina CASTALDINI. Buongiorno a tutti.

    Grazie per questa opportunità grande, per quest’occasione. Ho chiesto di intervenire prima per capire lo scopo di questo incontro e anche il motivo di una chiamata, dopo un lavoro lungo che, so, avete fatto in tutti i territori. Ognuno di noi, consiglieri regionali qui eletti, ha rapporti con il territorio e sa bene il tipo di lavoro che fino ad oggi avete fatto. L’idea è proprio quella di provare a immaginare quale sarà il vostro percorso, di aiutarci anche a capire meglio come la politica può indirizzare perché, in realtà, a mio modesto parere, la Regione Emilia-Romagna può avere un ruolo fondamentale.

    Ringrazio innanzitutto i presidenti Pompignoli e Rontini per questa seconda opportunità, i Sindaci, gli stakeholders collegati in streaming, perché questa seduta è in collegamento, quindi si può guardare. Ringrazio il direttore Frieri, perché, in realtà, è stato il collante. Oggi ci fornirà ‒ spero, ma ne sono certa, perché ho visto in questo istante le slide ‒ anche una mappatura e ci descriverà la situazione del nostro territorio.

    Perché ho sentito e sentiamo tutti questa esigenza? Perché, da un lato, ci sono parti sociali e imprese che hanno la necessità di capire com’è la situazione ad oggi, la fotografia degli Enti pubblici e come si stanno muovendo, così da poter agire di conseguenza e agire in modo virtuoso; dall’altro lato, vi è un’esigenza politica emersa in Assemblea legislativa.

    I primi dati ‒ che ho guardato velocemente ‒ ci dicono che 3,83 miliardi di euro sono assegnati al nostro territorio regionale, fino ad oggi, e ci confermano che noi abbiamo domandato, maggioranza e opposizione, di cui faccio parte, un ruolo di coordinamento e programmazione regionale. Credo che i dati, in un certo senso, dimostrino che abbiamo ragione a continuare ad avere questa esigenza.

    Faccio un esempio su tutti. Il 63 per cento dei fondi assegnati è andato ai Comuni capoluogo e il 37 per cento alla Città Metropolitana di Bologna. L’85 per cento dei Comuni ha ottenuto un finanziamento, e questo è fondamentale, ma l’interesse che noi abbiamo oggi, in questa seduta, è capire la qualità di quei progetti e soprattutto se la sensazione è quella più di una rincorsa ai bandi e non di utilizzare la vostra capacità, che viene da un mondo non legato al pubblico, quindi la vostra competenza come rimarrà nel tempo. Questo è un altro punto che domanderò a voi.

    Vi faccio un esempio piccolo, un esempio virtuoso e uno meno virtuoso. Il primo esempio oggi è su tutti i giornali. Io sono di Bologna, quindi, scusate, sono di parte. È l’esempio di un nido comunale, il nido Roselle – è una sciocchezza, però in realtà dice della necessità di una programmazione – nido ristrutturato dal Comune, quindi soldi stanziati e finanziati. E un nido a 50 passi ha vinto un bando PNRR: di fianco a questo nido storico, che da cento anni aspetta una ristrutturazione, verrà fatto un nido ex novo. È chiaro che tiene banco. Non mi interessa il dato politico, ma mi interessa la struttura di una programmazione che rischia di esserci. Dall’altro, invece, dico un esempio virtuoso che a me è piaciuto molto, andando in giro per i territori, quello della Next Generation Unione Val di Savio, un’Unione romagnola che ha deciso di mettere insieme Enti locali, vari stakeholders, imprenditori, così da poter avere un confronto diretto. Soprattutto ha cambiato, secondo me, sia postura che paradigma, perché ogni Comune, all’interno dell’Unione, ha evidenziato quali sono i progetti su cui puntare.

    Pensando a Frieri, ma anche al vostro ruolo, penso all’importanza che dà la Regione Emilia-Romagna alle Unioni. Noi siamo l’unico caso in Italia ad avere 40 Unioni, che, per quanto mi riguarda, dal momento che ci sono e dal momento che hanno determinate competenze, credo debbano avere un ruolo di riferimento molto importante. All’interno delle Unioni noi troviamo uffici di progettazione europea che da altre parti non troviamo. Questo è un tema fondamentale.

    Il mio sogno, onestamente, lo dico, sarebbe che voi, che siete esperti, abbiate la possibilità di creare uffici di progettazione, partendo come punto di riferimento dalle Unioni, ma anche immaginando Unioni non di fatto, ma sovracomunali, per poter mettere per sempre concretamente a sistema uffici di progettazione europea, perché non c’è solo il PNRR, perché ci saranno i progetti europei 2021-2027 e perché i Comuni dovranno avere a che fare sempre di più innanzitutto con la richiesta di bandi di progettazione e poi con un tema fondamentale, e su questo vi chiedo quanto siete preoccupati, perché so già che siete preoccupati, che è il tema della rendicontazione. Quello sarà il vero collo di bottiglia. I Comuni, oggettivamente, non sono abituati a dover affrontare una rendicontazione così impegnativa.

    Non voglio portare via tempo, perché so benissimo che saranno relazioni corpose.

    Mi permetto di reintervenire facendo proposte politiche. Questo, secondo me, è l’ambito per cominciare a fare proposte politiche, rendere evidente il vostro lavoro e non sprecarlo. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Castaldini. Adesso chiamo il direttore Frieri per la sua informativa. So che ci sono anche delle slide, giusto? Prego, direttore.

     

    Dott. Francesco Raphael FRIERI, direttore generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni. Buongiorno. Grazie. Saluto i presidenti Pompignoli, Rontini e Castaldini, che ringrazio per questa opportunità, e tutti i consiglieri.

    Cercherò di tenerla corta e di dare spazio il più possibile ai nostri team leader, li chiamiamo così, territorio per territorio, a cui abbiamo chiesto, insieme al resto di ogni squadra, di macinare chilometri, di entrare nei Comuni, nelle Amministrazioni comunali, sentire e ascoltare l’humus, le diverse difficoltà che territori molto diversi hanno.

    Stanno partendo le slide. Provo a dare, intanto, alcune informazioni, anche se le slide non ci sono.

    Intanto, quanti sono i nostri esperti? Sono 62. È un progetto nazionale del PNRR, Missione 1. È un progetto a cui tutti siamo chiamati e – sfiga, scusate Il termine ‒ è stato sorteggiato per i controlli di secondo livello della Commissione europea. Vuol dire che tutto quello che noi vediamo qui poi verrà, Regione per Regione, anche esaminato nei controlli di secondo livello, che sono particolarmente severi.

    È uno dei pochi progetti del PNRR italiano che finanzia la parte corrente. Invece tutti gli altri progetti finanziano investimenti. Di questi 62, 48 sono dislocati sul territorio. Una piccola parte, quindi, è concentrata nella Regione. La maggior parte sono concentrati nella Direzione ambiente e territorio, perché, ovviamente, la focalizzazione di alcuni processi autorizzatòri in capo alla Regione è particolarmente complessa. Mi riferisco a VIA, VAS e AIA.

    La prima attività, quindi, che fanno i nostri esperti è quella ‒ questo prevede il progetto nazionale ‒ di verificare le capacità autorizzatorie da parte degli Enti territoriali del PNRR. Ci sono Regioni che hanno scelto di tenere tutti gli esperti in capo alla Regione stessa e di mappare tutti i processi. La Regione Emilia-Romagna ha inviato un progetto che, invece, ne individua 16; opera, cioè, un campionamento di questi processi autorizzatori. Li chiamo “processi” e non “procedimenti” perché ci sono più procedimenti all’interno dello stesso processo e degli endoprocedimenti, che peraltro possono riguardare, anche se colui che rilascia l’autorizzazione finale è il Comune, ARPAE, Sovrintendenza, Vigili del fuoco. Tutte cose che voi sapete benissimo, molto spesso molto problematiche.

    A livello centrale abbiamo un gruppo di monitoraggio, un gruppo digitale e un gruppo che si occupa di semplificazione dal punto di vista giuridico e drafting normativo, eventualmente, per sottoporre a questa Assemblea la possibilità di intervenire, laddove possibile.

    Vediamo le competenze. Abbiamo cercato delle competenze sul territorio ‒ ripeto, non a livello centrale ‒ che fossero il più possibile complementari ai bisogni delle Amministrazioni locali, cioè i punti su cui, data la struttura del PNRR, le Amministrazioni locali potevano avere più necessità. Anche perché abbiamo chiesto ai nostri esperti di avere una seconda funzione, non strettamente prevista dal progetto, che è una funzione di supporto, un’attività di supporto ai territori, sia per le candidature sia per la lettura e la comprensione dei bandi. Sappiamo che ci sono dei bandi... Per esempio, ne attendiamo per la prossima settimana sul digitale alcuni particolarmente complessi, che useranno un linguaggio, ovviamente, tecnico, perlopiù anglofono. Quindi, è molto probabile che un piccolo Comune da solo potrebbe non riuscire a farcela.

    Le competenze sono soprattutto di natura ambientale e digitale. Come vedete, c’è un esperto di edilizia per ogni Provincia, un esperto di energie rinnovabili e un esperto ambientale. Insistiamo molto su questa componente. Quasi tutti i team leader, cioè i coordinatori delle squadre, hanno una competenza gestionale e organizzativa. Dove non lo sono loro, ci sono comunque figure che hanno questo tipo di competenza, perché la seconda parte del progetto consisterà nel suggerire alle Amministrazioni locali dei modelli organizzativi e digitali nuovi con cui snellire la capacità autorizzatoria, quindi anche la capacità di progettazione, di cui parlava prima la presidente Rontini. Tranne per la Città Metropolitana di Bologna, dove abbiamo, ovviamente, una extra dotazione di altre due figure, sempre sul campo ambientale, visto che circa un terzo della dotazione complessiva... Questo è il time sheet dei nostri esperti. Vado molto velocemente. Andiamo ancora oltre.

    Dobbiamo consegnare entro giugno la prima...

    Ecco, iniziamo a vedere l’assegnazione. Già nel mese di aprile ‒ mancano ancora i bandi di fine mese, che ci aspettiamo, soprattutto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la parte digitale ‒ noi vediamo 4 miliardi e oltre di assegnazione. Prima considerazione di natura quantitativa: il doppio della programmazione dei fondi strutturali che sono stati qui presentati. Quindi, una mole, un carico di lavoro oggettivamente molto forte per le nostre Amministrazioni locali.

    La Regione ha, sostanzialmente, una competenza esclusiva attuativa soltanto nella Missione 6 (salute), di cui sicuramente parlerete con la Direzione sanità. Stiamo, però, attrezzando anche Intercent-ER nella capacità di acquisto di servizi e anche di facilitazione e supporto di opere pubbliche, anche per le altre missioni, quindi negli Enti locali.

    Vedete che la Missione 2, com’era prevedibile, la fa da padrona di gran lunga. Però manca ancora una componente forte sulla Missione 1, che dovrà rappresentare il 27 per cento di tutto questo PNRR.

    Viceversa, una considerazione va fatta per ciò che riguarda l’istruzione, in cui le allocazioni sono fatte ‒ magari torneremo in quest’aula e vi faremo vedere ‒ direttamente, in alcuni casi, dal Ministero dell’Istruzione, anche non passando per le Regioni, cioè direttamente sui Comuni e, in alcuni casi, vedendo come soggetto attuatore l’ex Provveditorato, quindi la struttura scolastica regionale. Per cui, in alcuni casi, noi apprendiamo ‒ andiamo avanti con le slide ‒ dell’allocazione di alcuni di questi interventi soltanto con una certa latenza di tempo.

    I progetti che noi riusciamo a localizzare oggi sono 1.093. Non tutti i progetti che noi vediamo e tutte le risorse sono parte di progetti che vengono localizzati. Abbiamo bisogno di un codice per poterlo fare. In alcuni casi, questo codice ancora non è definito a livello centrale. Anche qui vedete la proliferazione e la polverizzazione sulla Missione 2, oltre che sulla Missione 5. Ma magari poi rispondiamo a delle domande, se necessario.

    Andiamo avanti. Sulla Missione istruzione e ricerca, per esempio, c’è anche la parte universitaria, che non passa proprio dalla Regione e va direttamente sugli Atenei.

    Andiamo avanti ancora.

    Riusciamo a vedere la cartina? Qui vediamo che la parte localizzata (circa 2,5 miliardi su questi miliardi) si va a distribuire ‒ per il momento; siamo ancora molto indietro rispetto a quello che sarà il totale atterraggio ‒ sul territorio. Ovviamente, non ci dobbiamo far ingannare dal fatto che ci sono alcune Amministrazioni comunali (ad esempio, Ravenna) che hanno una superficie molto larga. Qui noi vediamo una grande macchia blu, e la vediamo a fondo scala, mentre ce n’è un’altra, che si chiama “Bologna”, che ha una superficie inferiore, ma, in realtà, come vedremo tra poco, pesa enormemente.

    Da un primo colpo d’occhio che possiamo avere su questa mappa, vediamo una riproduzione, tutto sommato, di una capacità operativa che, per esempio, è più o meno simile, in termini di colori, ed è solo una prima impressione, a quella del FESR, che è un fondo che batte soprattutto sugli investimenti. Quindi, è complementare al FEASR, è complementare a un fondo che, invece, si rivolge soprattutto alle aree rurali.

    Andiamo avanti ancora.

    Qui vediamo la distribuzione per Provincia, o ex Provincia, nel caso della Città Metropolitana, distribuita anche con i colori per missione. Vediamo ‒ quello che stavamo dicendo ‒ che un terzo di queste risorse si trova nel territorio della Città Metropolitana di Bologna. Più o meno, come si distribuisce tra città e resto del territorio: sembra metà e metà, ma è solo una prima impressione. Ripeto: siamo ancora indietro per poter trarre delle conclusioni.

    Andiamo ancora avanti.

    Stiamo sviluppando anche una piattaforma, come vedete. Queste sono delle infografiche che girano sulla nostra piattaforma, con tutti i dati che abbiamo, che ci permetteranno di leggere man mano che arrivano anche come si scompongono le missioni nelle varie componenti.

    Andiamo avanti.

    Ci interessava far vedere questo. Questa matrice, su cui i colleghi ‒ che ringrazio ‒ hanno lavorato e stanno lavorando, è una matrice dati che permette già ora, a colpo d’occhio, di capire quanti Comuni sono in grado di popolare, quindi hanno coscienza della loro capacità autorizzatoria. Dove vediamo il verde, tutto sommato, le cose vanno bene. Dove c’è il fucsia c’è un’anomalia. Dove, invece, c’è il giallo dobbiamo preoccuparci. Se poi vediamo una riga vuota ‒ come in questo caso; questa è l’estrazione di un primo screenshot ‒ vuol dire che non abbiamo ancora dei dati caricati. Abbiamo tempo fino a giugno per arrivare al risultato.

    Quello che vorrei trasmettervi è che stiamo lavorando in modo digitale all’origine, con delle piattaforme che, quindi, permetteranno una facile consultazione, anche da parte vostra, di come il PNRR va a svilupparsi e, successivamente, a evitare il più possibile i rischi di mancata rendicontazione, di cui parlava giustamente la presidente Castaldini poco fa. Contemporaneamente, cerchiamo anche di cogliere dove ci possono essere delle difficoltà organizzative, che apriranno la seconda fase del progetto “1.000 esperti”, cioè quali sono le soluzioni digitali ed organizzative, soprattutto nei territori, insieme a Comuni, Unioni di Comuni, Province, che stanno giocando un ruolo centrale. Gli esperti sono collocati nelle Province. Quello è lo spazio che è stato scelto. E, ovviamente, anche UNCEM (l’Unione delle Comunità montane), perché sulla montagna c’è un’attenzione maggiore.

    Più o meno siamo su un ordine di grandezza ‒ mi correggerà, nel caso, Piera Magnatti, a cui passerò la parola, del Gruppo centrale di coordinamento, che era qui ‒ sopra l’80-85 per cento di valori aggregati complessivi, ponderati, di monitoraggio. Non voglio dire che siamo tranquilli, ma siamo abbastanza ottimisti di riuscire a centrare la prima milestone entro il mese di giugno. Prego, Piera. Grazie.

     

    Piera MAGNATTI, Gruppo centrale degli Esperti PNRR. Buongiorno a tutti. Sarò rapidissima, anche perché il direttore ha già detto praticamente tutto.

    Possiamo passare alla slide successiva. Grazie.

    Oggi parliamo della parte core del nostro progetto, della parte più rilevante del piano che la Regione Emilia-Romagna ha presentato al Dipartimento, che ha visto approvato. È una parte dedicata all’attività che gli esperti stanno facendo sul territorio in questo momento e che tratta di semplificazione e velocizzazione delle procedure amministrative. Siamo a poco più di metà del percorso di questa fase di rilevazione di quello che in gergo si chiama “baseline”, ovvero i dati di riferimento su cui noi ragioneremo e su cui faremo un piano di intervento a partire da giugno in avanti.

    Qui vedete rappresentati ‒ non ve li leggo tutti per una questione di brevità ‒ i 14 processi, come diceva il direttore, che sono oggetto dell’attività dei team territoriali. Questo significa che per ognuno di questi processi sono stati rilevati i dati che adesso, in forma aggregata, vi presenteremo. Non ve li presentiamo tutti. Faremmo notte, probabilmente.

    L’altra cosa che volevo dirvi è che siamo, come diceva il direttore, in una fase intermedia. I dati che vi presentiamo, quindi, sono dati in progress. Questo lo dirò cinque volte nel corso della mia relazione. Testimonianza ne è che un esperto ‒ che vedo da queste parti ‒ pochi minuti fa mi ha detto: “Il mio dato è già vecchio, perché stamattina ho avuto riscontro del fatto che ci sono state ulteriori risposte da parte dei Comuni”. Quindi, la velocità di cambiamento di una parte dei dati che vi presenterò è sicuramente ancora elevata, proprio perché siamo in una fase di progresso.

    Come vi dicevo, siamo a poco più della metà del tempo. La nostra scadenza ineliminabile, immodificabile, essendo legata a una milestone del PNRR, è fine giugno. Abbiamo iniziato l’attività sul campo a inizio febbraio, dopo un mese di informazione e formazione. Molti esperti non sono emiliani, per cui c’era necessità di contestualizzare il lavoro all’interno di una cornice che fosse chiara a tutti i 62 esperti. Questa attività è iniziata sul campo a febbraio, quindi abbiamo ancora poco più di due mesi per terminarla. I risultati che vi presento io fanno da cornice a quello che ogni singolo esperto poi presenterà rispetto al proprio territorio. Possiamo passare all’altra.

    Il quadro sarà lo stesso. Io vi presenterò delle “medione” ‒ come le chiamiamo noi ‒ regionali, quindi medie di dati che vengono dalle varie Province, giusto per darvi l’idea complessiva: il progetto è un progetto regionale, quindi il dato regionale ha comunque rilevanza. È chiaro che, quando andremo ad agire sui territori, ci interesserà capire qual è il punto specifico, il problema specifico o l’elemento di forza specifico di ogni singolo territorio su ogni singola procedura delle 14 che avete visto.

    Questa slide, ripeto, che è la stessa che ogni esperto presenterà successivamente, vi dice...

     

    (interruzione: “Deve parlare al microfono”)

     

    Dott.ssa MAGNATTI. Chiedo scusa. Mi giro così ogni tanto. Non importa. Il fatto è che ci vedo poco. Quindi, mi allontanavo.

    Questa slide vi dice tre cose abbastanza diverse tra loro. La prima è il grado di gradimento di questo progetto sul territorio. “Gradimento” magari non è proprio perfetto tecnicamente, però dice quanto i nostri esperti, che hanno cominciato a girare nei vari territori dal 1° febbraio, sono stati accolti e come in termini di risposta alle numerose domande che sono state poste per popolare questa piattaforma, sostanzialmente. L’87 per cento è il dato di copertura, ad oggi ‒ come vi dicevo un minuto fa ‒ già obsoleto, rispetto alla risposta che gli Enti, quindi Unioni e Comuni territoriali, dei vari territori, hanno dato alle sollecitazioni che gli esperti hanno proposto loro.

    Se, invece, passiamo alla seconda tabella, entriamo proprio nel cuore della rilevazione. Come vi dicevo, non potevamo presentarvi i dati su tutti i 14 processi. Avremmo fatto veramente notte. Ne abbiamo selezionati due, che, come vedete, danno anche due reazioni diverse in termini di positività e negatività. Sono sicuramente dei processi che hanno una numerosità elevata a livello territoriale. Quindi, ragioniamo su numeri abbastanza alti. Quello che abbiamo fatto qui è rappresentare il dato medio, come vi dicevo prima, a livello regionale, in questo caso, comparato con il termine massimo di legge. Se il dato ‒ mi sembra abbastanza evidente ‒ è più basso del termine di legge, come nel caso degli accessi agli atti, significa che il dato medio, ripeto, è positivo. Quando siamo sopra vuol dire che ci sono dei tempi più lunghi rispetto a quello che la norma ci dice.

    Se andiamo al terzo punto, quindi al terzo indicatore, che non è per niente intuitivo... Ma non è colpa nostra. Abbiamo dovuto adottare per forza una definizione che Funzione pubblica ci ha dato. Quindi, abbiamo dovuto declinare il concetto di arretrato ‒ che, ripeto, sarebbe stato abbastanza intuitivo ‒ con le indicazioni che ci ha dato il Dipartimento. Quindi, arretrato è il numero, la percentuale di processi che nel semestre di riferimento, che ‒ non vi avevo detto ‒ è l’ultimo semestre del 2021, ha registrato un tempo di attuazione superiore ai termini di legge. Quindi, l’arretrato è un qualcosa con cui comunque noi avremo a che fare per il resto della nostra vita professionale in questa Regione, su questo progetto, ovviamente, perché sarà uno dei due obiettivi che ci accompagneranno, legati a delle milestone, per tutto il percorso, fino alla scadenza definitiva, che sarà a giugno 2025, quando, una volta visti i numeri della baseline, definiremo definitivamente quali sono gli obiettivi che questa Regione si pone, sia in termini di riduzione dei tempi di ogni singolo processo sia in termini di riduzione dell’arretrato. Ovviamente, questa non sarà una cosa che da qui al 2025 non avrà dei momenti di check intermedi. Chi si occupa di monitoraggio, ovviamente, questo dovrà fare.

    Con giugno 2026 noi avremo la fotografia di questa baseline consolidata e da lì partiremo sia per definire gli obiettivi per i mesi e gli anni successivi sia per definire anche quali sono ‒ come diceva il direttore ‒ le azioni da intraprendere affinché questi obiettivi di diminuzione siano realizzati.

    Io mi fermerei qui. La questione interessante, come diceva il direttore, sicuramente è quella territoriale. Questo schema viene, quindi, riprodotto Provincia per Provincia. Abbiamo scelto un ordine che segue la Via Emilia, quindi partiamo da Piacenza, scendiamo giù, facciamo un giro verso Ferrara e Ravenna e ritorniamo sulla Via Emilia.

    Darei la parola a Piacenza, a questo punto.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Diamo la parola a Piacenza. Vi chiederei, per tutti gli interventi successivi, di restare tra i 3 e i 4 minuti, di non andare tanto oltre. Grazie.

     

    Marco SCAFETTA, esperto territoriale gruppo PNRR Piacenza. Assolutamente.

    Possiamo partire con la slide successiva.

    Buongiorno a tutti. Sono Marco Scafetta, responsabile del team di Piacenza.

    Vi fornirò brevemente alcuni dati ‒ una chiave di lettura del territorio di Piacenza ‒ che possono essere interessanti.

    Possiamo fare riferimento alla slide successiva, quella relativa al territorio di Piacenza. Eccola qua.

    Vi fornisco delle brevi indicazioni. Prima di tutto, l’indice di copertura. Al di là del numero che vedete, noi abbiamo coinvolto 52 Enti, per cui 46 Comuni, le 5 Unioni e la Provincia. Tutti e 52 ci hanno risposto e sono impegnati nella compilazione. Da un lato, il nostro team ha voluto scegliere, come strategia, una forte presenza sul territorio. Per cui, è una risposta positiva che ci attendevamo. Dall’altro lato, però, segnalerei anche un grado di maturità amministrativa del territorio non scontato, nel senso che una risposta, un’adesione direi quasi totalitaria a questo questionario dimostra non solo di aver capito la straordinarietà e l’importanza del PNRR, ma anche di aver capito l’importanza, per la Regione, di capire questi dati. È un dato ottimo, molto positivo.

    Passando, invece, ai dati di durata media, come diceva la collega Magnatti, noi abbiamo qui dei dati in progress, per cui dovremo validarli e verificarli. Ad ogni modo, posso già indicare che la capacità amministrativa, da una prima analisi, è più che buona sul territorio. Questo sicuramente è un dato significativo, ma che va analizzato e approfondito. In ogni caso, è un dato molto positivo.

    Sul territorio abbiamo trovato uffici tecnici presso gli Enti presidiati da personale assolutamente competente e preparato, nella maggior parte dei casi team (sindaco più ufficio tecnico) assolutamente efficaci ed efficienti nel loro lavoro. Per cui, è un dato sicuramente positivo.

    Un terzo dato, che a noi non piace, è l’arretrato. Abbiamo questo 18 per cento, che non ci piace, non vorremmo vedere qui. Siamo allineati due punti sopra la media regionale. Da un lato, c’è stato sicuramente l’effetto del 110%, in particolare su alcuni procedimenti autorizzatori per l’edilizia; dall’altro lato, però, sicuramente segnalerei un basso livello di digitalizzazione che abbiamo trovato nel territorio. Questa sicuramente è un’area di miglioramento importante. Giusto per darvi un po’ il polso della situazione: nella stragrande maggioranza dei casi, nei Comuni dove siamo stati, praticamente la totalità, quasi mai abbiamo trovato un responsabile per la transizione digitale, quasi mai abbiamo trovato un archivio digitale strutturato che ci consentisse di avere dei tempi, ad esempio, di accesso agli atti molto più rapidi di quelli che sono. Sicuramente, quindi, la digitalizzazione è un’area su cui il nostro team lavorerà molto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

    Aggiungerei anche una breve nota sulla reazione del territorio ai bandi. Ad oggi, come territorio, abbiamo poco meno di 200 milioni (190 milioni; 140 a marzo più 50 recentemente assegnati al territorio). Il dato è buono, in linea con le aspettative del territorio. L’aspettativa minima, l’obiettivo minimo è di 240 milioni. Per cui siamo assolutamente in linea. Siamo contenti di questo dato. La partecipazione dei Comuni è molto alta. Quasi la totalità (44 Comuni su 46) ha beneficiato degli interventi. È un dato molto importante. Però per noi comunque rimane un’area molto importante di lavoro, perché sappiamo quanto è facile per il piccolo Comune scoraggiarsi nella partecipazione ai bandi. In particolare, vorremmo cercare di lavorare soprattutto sulla distribuzione degli importi per Comune. Come avviene a livello regionale, anche a livello provinciale viene replicato il fatto che le organizzazioni più mature o il capoluogo abbiano percentuali molto importanti. È bene che tutti i Comuni partecipino, però è bene che tutti i Comuni partecipino anche con delle quote più significative possibili.

    Più o meno questo è il quadro della situazione ad oggi. Sappiamo bene quali sono le aree di intervento dove intervenire, ma prima di applicare qualsiasi strategia, la vogliamo validare con l’analisi dei dati e con il confronto in Regione.

    Ringrazio e passo la parola al collega di Parma, Paolo Polverosi.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Passiamo la parola al collega di Parma, Paolo Polverosi.

     

    Paolo POLVEROSI, esperto territoriale gruppo PNRR Parma. Salve a tutti. Buon pomeriggio, presidenti, buon pomeriggio alla coordinatrice.

    Come coordinatore del gruppo di Parma, illustro alcuni dati che vedete in questa slide. Mostrano innanzitutto un indice di copertura molto valido, quindi di risposte date dagli enti locali della Provincia: l’83 per cento è già salito all’85 per cento ieri, quindi un dato in linea col dato regionale. Soprattutto, sottolineo questo dato dell’arretrato, che è molto basso, per quanto riguarda la Provincia di Parma, che andremo poi ad analizzare nello specifico, andando nelle singole amministrazioni a vedere come si è strutturato questo dato.

    Quello a cui tenevo, nel corso di questo incontro, è dare un nostro… Noi ci siamo messi in ascolto. Ci siamo messi in ascolto dei Sindaci, dei tecnici. Abbiamo cercato, in questi due mesi, come ho detto anche al gruppo di lavoro, di dare valore sul territorio.

    Valore per noi ha significato partecipare ogni settimana all’Assemblea dei Sindaci che è stata promossa dal presidente della Provincia, Andrea Massari, che ringraziamo per l’ottima accoglienza che ci ha dato e il supporto al progetto. Ha significato presentare a tutti gli enti locali i bandi che si sono attivati nel periodo, a dare supporto, attraverso delle FAQ, con tutto il gruppo di lavoro regionale, a delle domande specifiche su questi bandi.

    Inoltre, attraverso incontri su una superficie che è la più ampia della Regione, a livello provinciale (insieme a Bologna) abbiamo fatto, insieme ai colleghi, tanti viaggi sul territorio, anche in aree appenniniche abbastanza impervie, come quelle dell’Appennino parmense, incontrando i Sindaci, ascoltandoli.

    Da questo ascolto è emerso – e faccio riferimento anche alla domanda che poneva la coordinatrice sulle Unioni – un quadro abbastanza variegato di considerazioni rispetto alle Unioni e al piano di riordino territoriale dell’Emilia-Romagna. Abbiamo ascoltato alcune Unioni in cui era forte il sentimento che l’unione fa la forza; in altre, invece, era forte il sentimento che sostanzialmente chi fa da sé fa per tre. Abbiamo quindi questi due poli dall’ascolto di queste Unioni.

    C’è poi anche chi si è espresso su un modello leggero. Noi veniamo dal privato, io mi sono occupato di reti di impresa, un modello leggero che corrisponde nell’Amministrazione alle convenzioni di servizio. Hanno trovato, quindi, alcune Amministrazioni, una forma intermedia fra l’Unione e l’essere completamente da soli, perché purtroppo abbiamo anche situazioni con Sindaci da soli, a volte con un tecnico, a volte con zero tecnici, a volte un Comune commissariato. Una situazione quindi abbastanza variegata, che ci ripromettiamo di analizzare bene.

    Forse oggi non è il momento per esprimerci in termini di criticità e di suggerimenti per il miglioramento. Ma lo faremo a breve, già da maggio, analizzando ed entrando nel vivo dei processi di questi enti locali.

    Vi ringrazio.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Andiamo a Reggio Emilia, con Dario Deveronico.

     

    Dario DEVERONICO, esperto territoriale gruppo PNRR Reggio Emilia. Grazie.

    Buongiorno, anche da parte mia. Sono Dario Deveronico, coordinatore responsabile della squadra di Reggio Emilia. Partiamo subito a vedere i dati, che sono sicuramente molto positivi per quanto riguarda la Provincia di Reggio Emilia.

    Come vedete, l’indice di copertura, di qualche giorno fa, è del 91 per cento. Il territorio, la provincia, hanno risposto quindi in maniera egregia. Aggiungo che noi abbiamo base, come diceva il direttore, presso la Provincia. Abbiamo effettuato il giro di tutti e 42 i Comuni: prioritariamente abbiamo visitato le sette Unioni; giusto per dare un’idea in termini di chilometri, sono quasi 1.500 chilometri, considerando come base di partenza il capoluogo, la sede della Provincia di Reggio Emilia.

    Una Provincia che, pur non essendo estesa come quella di Parma, ha però una biodiversità e anche delle caratteristiche molto diverse, a partire dalla Bassa Reggiana, dalla Terramara Santa Rosa di Poviglio, fino all’Unione Montana, fino a Villa Minozzo e a Ventasso.

    Il grado di partecipazione è stato molto elevato, perché le sette Unioni che ci sono in buona misura sono partite già da tempo, ovviamente, con livelli di efficienza ed efficacia diversi, a seconda della singola situazione. Anche per Reggio Emilia quindi ci sarà tempo per validare il sistema unionale verso il sistema singolo.

    Di sicuro, la Provincia (anche con un coordinamento molto forte da parte della Provincia come regia per quanto riguarda la digitalizzazione) riesce a portare avanti le tematiche, a sfruttare, ci auguriamo al meglio, i bandi che stanno uscendo e che usciranno prossimamente, sulla missione digitale del PNRR. Questo è molto importante perché l’Unione Bassa Reggiana, giusto per citare quella più a nord, sta già svolgendo un processo di digitalizzazione importante, che coinvolge non solo la parte tecnica e responsabile dei sistemi informativi, ma anche tutta la parte politica e tutti quelli che lavorano con partecipazione a master digitali e all’ottenimento di badge digitali molto importanti per appoggiare poi gli investimenti che verranno fatti sul digitale.

    Un altro esempio per quanto riguarda le Unioni che tengo a sottolineare, al di là dei numeri che sostanzialmente vedete – sono posizionati in maniera leggermente positiva rispetto alla media regionale, però è importante leggere gli aspetti organizzativi e, come dicevo, digitali che sono dietro questi numeri – è che chi è partito con una certa lungimiranza, come l’Unione Montana dell’Appennino Reggiano, è stata scelta, come sanno molti di voi (e per chi non lo sa, lo sottolineo), come uno dei tre progetti per le aree interne, per definire la strategia delle green communities.

    La Provincia sta quindi beneficiando di una serie di progettualità, di azioni, di investimenti in persone, strutture e, se vogliamo, anche Unioni, anche se – non nascondiamoci dietro un dito – l’Unione funziona se viene implementata in maniera efficiente, con personale, sistemi e con voglia, perché conferire all’Unione una funzione e prendere il finanziamento può diventare addirittura un passaggio che va ad aumentare le tempistiche delle procedure autorizzative, e non a diminuirle. L’Unione quindi deve essere realizzata, come tutti i sistemi organizzativi, nella maniera più efficiente e positiva possibile.

    Concludendo (poi lascio la parola alla Provincia di Modena, che mi segue sulla via Emilia): grande risposta per quanto riguarda gli enti locali a livello di Unione, Provincia e Comuni; c’è molto da fare per quanto riguarda la digitalizzazione. Siamo però molto confidenti che i progetti già lanciati, soprattutto in passato, potranno essere messi a sistema e sviluppati anche grazie, ci auguriamo, al nostro aiuto.

    Grazie a tutti. Lascio la parola a Fausto Braglia, di Modena.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Prego.

     

    Fausto BRAGLIA, esperto territoriale gruppo PNRR Modena. Grazie, Presidente, grazie coordinatrice.

    Io dirò giusto due parole su Modena, soprattutto di carattere qualitativo rispetto ai numeri. Già dai primi incontri siamo stati accolti molto positivamente, e ringrazio di questo sia la Provincia, che ci ha dato uno spazio, sia tutti i 47 Comuni del territorio modenese, le sei Unioni che hanno avuto modo di illustrarci singolarmente. Li abbiamo visitati tutti, sia a livello di parte istituzionale, quindi i Sindaci e gli altri amministratori che hanno avuto la cortesia di accoglierci, sia gli Uffici tecnici singolarmente per quello che riguarda tutti gli aspetti del loro lavoro quotidiano.

    L’indice di copertura testimonia in buona parte il rapporto positivo che abbiamo instaurato con i territori. I territori ci hanno evidenziato alcuni aspetti importanti per la realtà modenese. Sicuramente, come ha evidenziato anche il presidente, uno di questi sarà il tema di sostenere le centrali uniche di committenza sia a livello provinciale, sia a livello di Unioni, per la realizzazione e la messa in campo di tutti quelli che saranno i progetti vinti dai singoli enti, realizzati, in modo particolare a livello di territorio, quindi di Unioni: i progetti digitali.

    Sicuramente una delle necessità, al di là degli aspetti legati alla durata media e al termine massimo, sarà, per quello che ci è già stato illustrato, sfruttare al meglio le opportunità dei bandi PNRR per facilitare il lavoro dei singoli enti e delle Unioni.

    Ci sono differenze sostanziali tra i territori della Bassa Modenese, i territori del centro, o della via Emilia e i territori dell’Appennino modenese. Tuttavia, abbiamo riscontrato un grande interesse nel costruire le Unioni, sia nel caso di alcune Unioni che sono già fortemente integrate, sia nei casi di Unioni che hanno invece alcune criticità maggiori.

    Sicuramente, per quello che riguarda i dati, come hanno espresso anche i miei colleghi, preferisco non dare dettagli particolari perché abbiamo raccolto i dati. Sono dati ancora da affinare, sono dati ancora da analizzare; ci sono anche dei Comuni che hanno interpretato i dati in un modo e altri in un altro, e ce lo stanno già facendo riscontrare.

    Una cosa che mi preme evidenziare è che la percentuale di arretrato (il 23 per cento) testimonia quindi anche la necessità di questi territori di utilizzare e sfruttare diverse opportunità che verranno date dal PNRR: in buona parte perché chiaramente l’arretrato è calcolato come numero di pratiche del territorio complessivo modenese sul totale delle pratiche, e questo implica anche che molte pratiche sono concentrate sul territorio modenese, per ovvi motivi appunto di numero di pratiche. Allo stesso tempo, però, questo testimonia anche il fatto che c’è necessità, soprattutto nei Comuni di dimensioni minori, come sottolineavano alcuni miei colleghi, in particolare Piacenza, di rafforzare la capacità amministrativa partendo da una situazione molto positiva, di grandissima professionalità e di grandissimo impegno sulla base di quello che abbiamo avuto modo di notare nelle interviste.

    Per quello che riguarda invece i rapporti con la Provincia, anche la Provincia ci ha dato grande slancio. Mi sento di ringraziarla fortemente non solo per averci ospitato, ma anche per aver avviato insieme a noi e insieme all’Ufficio Europe Direct assegnato al territorio modenese, un coordinamento che ci consentirà di inviare delle informative condivise con tutti quanti gli enti del territorio.

    Sarà fondamentale che questo sia accompagnato anche da un supporto, e di questo abbiamo parlato anche con la Regione, dal punto di vista del rafforzamento della partecipazione ai bandi, perché molti enti si trovano scoperti, dovendo partecipare a certi bandi, come si dice, last minute, e non hanno la forza e la capacità, in termini anche di personale, per poter partecipare in tempi così stretti a dei bandi che vengono pubblicati nel giro di due mesi, e che devono essere presentati, anche a livello di progettazione, a volte, non solo in termini di studio di fattibilità, ma anche di progettazioni preliminari.

    Io non voglio rubare altro spazio ai miei colleghi. Lascerei la parola alla Provincia di Bologna, in questo caso, se non ci sono delle domande.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Apriamo il dibattito alla fine degli interventi.

    Chiamiamo Gianluca Calabretta, Bologna.

     

    Gianluca CALABRETTA, esperto territoriale gruppo PNRR Bologna. Salve. Ringrazio il collega.

    Due parole prima di commentare i dati su quella che è stata l’attività del team di Bologna. Il team ha beneficiato di un’estrema partecipazione esperita da parte della Città Metropolitana, dove siamo fisicamente ospitati.

    Il team è composto, oltre che del coordinatore, che oggi supplisco, di un esperto ambientale, di due esperti per le rinnovabili, di due esperti edili e di un esperto digitale. La scelta di approcciare quindi la presenza sul territorio è partita, anche sulla base dell’analisi effettuata, dalle Unioni. Abbiamo incontrato quindi le sette Unioni, in maniera tale da portare avanti quelle che erano le principali azioni previste dal nostro progetto.

    In particolare, oltre a quelle scadenzate sulla base della tempistica prevista, quindi i dati su cui adesso faremo brevemente dei commenti, anche quell’attività di supporto per lo scouting, quindi la verifica delle possibilità di partecipazione ai bandi.

    Gli incontri sono stati particolarmente proficui, soprattutto per la possibilità di aggregazione offerta dall’incontro con le Unioni, pur con le loro peculiarità, e le loro caratteristiche variegate, tra Unioni che sono già in una situazione più avanzata, ed altre, in fase di assestamento.

    Per la missione principale a cui fa capo il nostro progetto, quindi la digitalizzazione, questo ha portato tutta una serie di elementi che risulteranno particolarmente utili in questa seconda fase, quindi quella in cui si andranno ad analizzare questi dati.

    Così come esposto già dai colleghi in precedenza, la parte della digitalizzazione impatta, è inutile negarlo, su tantissimi procedimenti. Quando l’Ente locale si trova a dover rispondere, soprattutto a rispettare tempistiche, o ipotizzare processi di miglioramento, la parte digitale entra in estrema necessità.

    Le caratteristiche peculiari in questo caso sono evidenziate da questi dati – adesso entriamo un po’ meglio nel dettaglio – da questa possibilità di digitalizzazione degli archivi, che in situazioni particolari, come ad esempio il 110, hanno fatto emergere una serie di criticità.

    La sensibilizzazione, quindi, con questi incontri sul territorio, ha dato dei risultati di cui siamo contenti: ringraziamo i Comuni, perché queste sono attività di rilevazione che alla fine si sommano alle loro attività quotidiane. Di fatto, non è mai scontato, perché si tratta comunque di andare a imporre anche delle tempistiche, che ci vengono a nostra volta imposte.

    L’indice di copertura, da un estremo di 55 Comuni che compongono l’oggetto della rilevazione oltre le sette Unioni e la Città Metropolitana hanno raggiunto in pochissimo tempo, alla fine, quelli che erano dei risultati minimi previsti.

    La parte che non è presente, prima di vedere quelli nel dettaglio, è che oltre a queste indicazioni, collegate a quelli che sono gli schemi previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono tutte le note che tornano particolarmente utili per andare a capire quali sono le azioni per intervenire sulla seconda fase, quindi sulla semplificazione.

    C’è un’interazione pressoché costante, c’è una fidelizzazione. Il team, oltre quella composizione standard, un’indicazione di operatività precisa sui singoli territori, è ad assetto variabile, per cui si compongono sulla base di esigenze che arrivano da parte dell’Unione o dei singoli Comuni, per rispondere prontamente a quelle che sono le esigenze richieste.

    C’è una casella dedicata, dove quotidianamente noi riceviamo l’interazione dei Comuni, oltre ad avere i nostri contatti diretti.

    L’indice di copertura rappresenta quindi una partecipazione del 95 per cento della popolazione rappresentata dai Comuni. Come durata media, chiaramente – leggermente sotto la media regionale, abbiamo visto prima le slide – ha beneficiato di un livello di digitalizzazione presente in molti dei Comuni, avanzata.

    Il capoluogo in questo caso incide circa per il 45 per cento, come numerosità di pratiche, però ci sono Comuni, per esempio, o anche Unioni, che hanno un livello di digitalizzazione molto avanzata, che hanno rimarcato questa estrema necessità di andare a intervenire con progetti di digitalizzazione sugli archivi e sui procedimenti alla base delle pratiche presenti in edilizia.

    Il dato in merito all’arretrato è un dato molto basso. Da quella che era la definizione del DPCM, i procedimenti che vanno oltre i termini di legge, anche qui il numero è contenuto. Tuttavia, questi sono dei rilevamenti che avvengono in un’istantanea semestrale, quindi sono ovviamente soggetti anche ad una variabilità, ma è un dato di partenza comunque importante: vuol dire che esistono delle buone pratiche che è possibile, anche beneficiando delle aggregazioni territoriali presenti, andare ad esportare.

    Da un punto di vista di esigenza generale, la composizione del territorio è molto variabile: si va dai Comuni sotto i 2.000 abitanti, quindi al capoluogo, e permette comunque di avere un’estrema fotografia dei punti di intervento, in particolare con le varie caratteristiche dei vari enti locali.

    Non c’è molto altro da dire. Lascio la parola al collega. Rimaniamo a disposizione per qualsiasi domanda.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Passiamo a Ferrara, con Patrizia Saggini.

    Buongiorno.

     

    Patrizia SAGGINI, esperta territoriale gruppo PNRR Ferrara. Buongiorno. Io sono Patrizia Saggini, responsabile del team di Ferrara.

    Partiamo da una premessa. Noi siamo stati accolti molto favorevolmente sia dai Comuni che dalla Provincia. Alcuni Comuni sono stati così sorpresi di avere degli esperti a loro disposizione che quasi non ci credevano.

    Li abbiamo già incontrati tutti quanti, stiamo già partendo con un secondo giro di analisi per i Comuni più grandi e per le Unioni, in modo da approfondire quali sono i processi, le best practices, o cose da vedere, da risistemare.

    La percentuale di copertura al momento è quella che avete visto, sull’82 per cento, perché abbiamo riscontrato, in particolare per i Comuni piccoli, che hanno abbastanza difficoltà a lavorare sui dati perché non sono stati abituati, perché comunque hanno molta carenza di personale.

    Come infatti vedete, il dato finale che misura l’arretrato è il valore più alto di tutta la Regione Emilia-Romagna, quindi 46 per cento. In realtà, il territorio di Ferrara è strutturato in due macrocategorie: ci sono il Comune capoluogo e le due Unioni, che sono molto strutturati, anche se possono avere qualche difficoltà amministrativa interna, portano avanti bene il lavoro che svolgono. Tutto il resto della provincia, purtroppo, che sono Unioni mai costituite, o Comuni comunque sparsi, è veramente molto in difficoltà, per carenze di tipo organizzativo, ma soprattutto per carenza di personale.

    Noi quindi ci troviamo a dover gestire questo scenario in cui è molto difficile lavorare su questo genere di temi. In realtà, sui progetti PNRR abbiamo riscontrato moltissimo impegno e moltissima soddisfazione, moltissima voglia di fare, proprio perché la vedono come una grandissima occasione da cogliere, una volta nella vita, e ci si sono buttati a capofitto. Avete visto prima nella slide del direttore che la Provincia di Ferrara è seconda, dopo la Città Metropolitana, quindi è un risultato.

    Se dobbiamo dire cosa ci dirà il futuro, il futuro ci indica due temi: uno è quello delle gare, quindi delle centrali uniche di committenza, in cui, a parte queste realtà strutturate di cui vi ho detto, le altre sono molto in difficoltà, con assunzioni da fare, quindi con scenari più o meno traballanti. Questo ci può portare ad eventuali difficoltà nei prossimi mesi, cosa di cui però sono tutti consapevoli.

    La Provincia sta cercando di costituire una centrale unica di committenza a livello provinciale per i Comuni che aderiscono. Questo processo in corso potrebbe rappresentare una chiave di svolta per arrivare all’obiettivo.

    L’altro punto da tenere sotto sorveglianza, come hanno detto anche tutti i miei colleghi che mi hanno preceduto, è ovviamente la digitalizzazione. Al riguardo, o non ci sono competenze all’interno degli enti, o ci sono soluzioni estemporanee, o comunque che vanno un po’ ricondotte in un disegno unico.

    Anche da questo punto di vista quindi confidiamo molto sia nelle soluzioni che approfondiremo nella seconda parte dell’anno per risolvere le criticità che i dati ci dicono; ma anche i bandi del PNRR sul digitale, che sono usciti proprio in questi giorni, potrebbero rappresentare un buon punto di svolta, proprio perché, come dicevamo prima, per la prima volta in tanti anni vengono dati soldi freschi ai Comuni in modo da fare qualche tipo di attività, perché di fatto, quando ci sono pochi soldi sul bilancio, l’informatica è sempre quella che viene tenuta per ultima, quindi è un problema che si trascina da tempo.

    C’è un’altra cosa positiva che abbiamo trovato sul territorio di Ferrara. In qualità di esperti PNRR abbiamo partecipato al tavolo Focus Ferrara, costituito da un po’ di tempo, che è stato focalizzato sui progetti PNRR nell’ambito del Patto per il clima e il lavoro, questo anche con la collaborazione di ARTER, quindi tutti i Comuni del territorio hanno presentato dei progetti che volevano che rientrassero nell’ambito del PNRR, anche comunque con finanziamenti regionali.

    Questo caso è stato utile proprio per avere un quadro di insieme di quello che vogliono fare le Amministrazioni con i fondi. A questo tavolo partecipano anche associazioni del territorio, tipo i sindacati, Confindustria e tutti gli altri interessati. È quindi un momento di ascolto del territorio abbastanza importante.

    Per i prossimi mesi stiamo procedendo alla verifica dei dati, in modo da avere una baseline quanto più approfondita e cercare di lavorare sul miglioramento organizzativo e amministrativo dei Comuni.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Scendiamo verso Ravenna, con Simone Marino.

     

    Simone MARINO, esperto territoriale gruppo PNRR Ravenna. Io sono Simone Marino, esperto gestionale di Ravenna. Guardando ai dati – parto dai dati –, abbiamo un indice di copertura del 91 per cento. Questo indica una risposta positiva da parte dei Comuni rispetto alle domande che gli abbiamo inviato riguardo al nostro web form. Questi dati sono ancora provvisori, potrebbero essere leggermente più alti per fare concorrenza a Modena, non appena verranno rielaborati.

    In particolare, riguardo all’accesso agli atti abbiamo una durata media di 35 giorni su 30, dato non drammatico, però abbastanza buono, che ci permette di fare delle rilevazioni, di lavorare sul tempo di attraversamento, in modo da ridurlo, almeno nel breve termine, e portarlo al di sotto del termine previsto dalla legge.

    Per quanto riguarda il permesso di costruire, abbiamo un tempo di attraversamento medio di 74 giorni su 75, dato abbastanza buono. Anche qui, però, se riusciamo, cerchiamo di ridurlo attraverso un approccio di lean management. Sull’arretrato abbiamo una percentuale di pratiche chiuse oltre i tempi previsti dalla legge del 22 per cento.

    Voglio precisare però che tale dato è inficiato da una variabile esterna che è l’istituzione del Bonus 110, che ha fatto sì che la curva di domanda di accesso agli atti si incrementasse verso l’alto. Su tale dato dovremo comunque lavorare col team per cercare di ridurlo e quindi di fornire delle soluzioni organizzative sia ai Comuni sia alle Unioni, in modo da efficientare i procedimenti amministrativi che prima abbiamo visto, e in modo tale anche da dare una risposta positiva ai cittadini che rappresentano i principali clienti della Pubblica amministrazione.

    Giusto un appunto di natura qualitativa: il nostro arrivo nella Provincia di Ravenna è stato accolto molto positivamente, in quanto sia i Comuni sia le Unioni hanno capito l’importanza del nostro lavoro. Sui bandi in generale essi stanno rispondendo in maniera molto cospicua, hanno risposto in maniera positiva sui bandi della rigenerazione urbana, dell’efficientamento energetico. Soprattutto Comuni come Cervia, come Russi, ma anche le due Unioni sono molto attive da questo punto di vista.

    In generale, quindi, la Provincia sta rispondendo in maniera molto assidua ai bandi che man mano stanno uscendo. In realtà, nei singoli Comuni che non fanno parte delle Unioni, abbiamo rilevato una macro criticità, la mancanza del personale. Hanno difficoltà a gestire queste pratiche amministrative, questi procedimenti amministrativi, proprio perché hanno una struttura organizzativa molto ridotta.

    Lì, di concerto con la cabina di regia e il direttore, cercheremo di trovare delle soluzioni organizzative dove possiamo rispingerli verso l’Unione in quanto stanno capendo l’importanza che entrare nell’Unione riesce ad efficientare i processi.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Andiamo a Forlì-Cesena, con Simona Boragini.

     

    Simona BORAGINI, esperta territoriale gruppo PNRR Forlì-Cesena. Buon pomeriggio a tutti. Io faccio parte del team di Forlì-Cesena e sono coordinatrice della TIM. Come potete vedere, la risposta è stata buona: il 74 per cento che vedete in realtà rappresenta praticamente la quasi totalità dei Comuni e delle Unioni. Considerate che in questo caso abbiamo tre Unioni. La commissario prima parlava dell’Unione Valle del Savio, che è particolarmente attiva. Abbiamo l’Unione Rubicone e Mare e l’Unione Romagna Forlivese, che, come sapete, versa in alterne vicissitudini. Cercavo di essere… No, perché vedo sempre una grande potenzialità in realtà. Almeno cerco di riprendere il filo.

    Da parte di tutti i Comuni c’è stata risposta, tutti i Comuni e tutte le Unioni. Quindi, la risposta è stata quasi totale. Il 74 per cento che vedete è perché anche i “no” sono importanti in questo rilevamento, perché danno la definizione di quelle che sono le attività svolte e quelle che sono state, comunque, delegate. Quindi, anche questo diventa un sistema di mappatura che servirà nell’analisi gestionale per l’intervento successivo. Da parte di tutti c’è stata, come vi dicevo, la totale disponibilità, chiaramente con differenti tempi di risposta, perché nei Comuni medio-piccoli, siccome c’è da parte di tutti un impegno encomiabile, mi sento di dire, da parte di tutte le strutture comunali, in particolare gli uffici tecnici, come venivano chiamati una volta, in realtà o sono lavori pubblici o è l’ufficio SUE e SUAP, che si declina ufficio di progettazione, per la partecipazione ai bandi. Quindi, posso riportarvi che ho trovato la resilienza in questi posti, cioè in ogni Comune c’è stato uno sforzo totale nel poter aderire al maggior numero di bandi possibili, quindi l’attività di tutti i tecnici era concentrata su questo. Ciononostante, ci hanno dedicato il loro tempo, abbiamo visto la quasi totalità dei Comuni, siamo andati fisicamente più o meno nella metà, quelli che ci hanno potuto accogliere, e – lo ribadisco – abbiamo trovato delle situazioni molto organizzate, come per esempio nell’Unione Valle del Savio e nel Comune di Cesena, che ovviamente sono molto organizzati. La dottoressa Mei si occupa dell’ufficio dei fondi europei. Così come adesso seguirà Forlì. Ha appena organizzato un apposito ufficio di coordinamento dei fondi europei. Anche in questo caso c’è la dottoressa Nesti che si occupa di questa funzione.

    Posso dire che la Provincia si sta attivando in questo senso come strumento catalizzatore per vedere come coordinare l’attività sul territorio e i fondi che possono ricadere sul territorio. Tutti i fondi, non solo quelli PNRR, ma i fondi europei in genere. Quindi, in questo momento ci sono strutture più virtuose, strutture magari più in difficoltà, però con la volontà di recuperare quella che era una capacità di risposta amministrativa che ancora esiste, ma manca a volte di personale o di forza lavoro, ma con la volontà di organizzazione, che magari in certi momenti non è riuscita a declinarsi, ma c’è la volontà di declinarsi in altro modo.

    Per passare ai dati, si può vedere che il livello di risposta, nonostante la carenza di personale soprattutto nei Comuni medio-piccoli, continuo a sottolineare, nei Comuni veramente piccoli c’è un unico tecnico comunale che si occupa di tutta l’attività edilizia che riguarda SUE e SUAP, lavori pubblici, patrimonio e anche partecipazione ai bandi in questo momento, è davvero encomiabile.

    Per quello che riguarda i permessi di costruire, come potete vedere, si può migliorare il dato. Come i colleghi hanno detto, occorre sicuramente un’attività che sia legata al miglioramento del Piano digitale collettivo, in modo che non ci siano delle formazioni sparse, ma delle formazioni coordinate a livello territoriale o di area vasta, in modo che si possano parlare tra di loro, con tutti gli strumenti che in questo momento il PNRR può dare.

    Per quello che riguarda la risposta ai bandi, posso dirvi che anche a livello provinciale ci siamo confrontati con la consigliera Garavini, che in questo momento si coordina con noi, per cercare di capire come vedere il prima possibile i bandi e come coordinarsi. Per esempio, adesso stiamo facendo un primo esperimento sui bandi digitali per vedere di coinvolgere le singole Unioni e i singoli Comuni.

    Questa è la nostra attività. In ultima analisi, l’arretrato del 7 per cento conferma quello che vi dicevo rispetto alla resilienza, alla capacità dell’Amministrazione di rispondere, comunque, nonostante la scarsità di mezzi, soprattutto per i Comuni medi e piccoli. Quindi, è una grande capacità e volontà di tutti quanti gli operatori.

    Grazie per l’attenzione.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei.

    Adesso parla il suo collega di Rimini, Alberto Leoni. È l’ultimo intervento. Poi apriamo la discussione. Prego.

     

    Alberto LEONI, esperto territoriale gruppo PNRR Rimini. Buongiorno a tutti.

    Io sono il team leader di Rimini, Leoni Alberto, e cercherò nel mio brevissimo intervento di andare a quello che si cela dietro una semplice percentuale, che in alcuni casi restituisce, sì, un risultato che considero molto buono, ma quello che mi preme farvi capire in prima battuta è che dietro c’è un risultato di gruppo, fatto non solo dal mio team, ma anche dagli Enti che compongono il territorio della provincia di Rimini.

    La Provincia si è data un obiettivo importante, ovvero quello di ritornare a essere un centro di aggregazione per i Comuni sul territorio, per fare in modo che vi sia uno sviluppo puntuale e programmato, al fine di riportare al centro del ruolo della Provincia il coordinamento che effettua su area vasta. Per questo, si sono posti degli obiettivi che, ovviamente, il progetto PNRR vede come peculiari, ovvero un discorso che è legato al nostro obiettivo core di questo momento, andare a raccogliere un dato e cercare di ottenerlo, manifestando, come in un doppio binario, non solo una disponibilità costante sul territorio a chi tutti i giorni lo vive, ma cercando di fare un qualcosa di più ambizioso, ossia non lasciare indietro nessun territorio, non lasciare indietro quelle che sono piccole realtà, che non sono strutturate e che, in alcuni casi, hanno una necessità maggiore, vuoi per un discorso legato alle risorse, come già hanno esplicitato al meglio i miei colleghi nei loro interventi precedenti, vuoi perché c’è anche una voglia di oltrepassare gli ostacoli e andare avanti. In tale ottica, la Provincia di Rimini si è posta come faro in mezzo alla nebbia. Io ringrazio moltissimo il presidente Riziero Santi per l’opportunità fornita e tutta la dirigenza.

    Questo ci ha portato a un buonissimo risultato: avere un indice di copertura dell’85 per cento, che ovviamente è in corso di cambiamento. Questo è stato costruito giorno per giorno, andando a stringere mani, intessendo rapporti, cercando di partecipare nella vita di tutti i giorni di tutti gli Enti, e ci ha portato, giustamente, a delle analisi che sono poi emerse per un discorso legato, ovviamente, alle tempistiche amministrative e a un’ottima sorpresa data da un arretrato, che ovviamente non è rilevante.

    Vi sono anche altre questioni, che riguardano i bandi. Abbiamo cercato di dare un supporto, ovviamente con delle domande che vengono poste dai territori per le possibilità legate agli stessi bandi, ma non solo, anche più su dei livelli tecnici, perché il problema non è arrivare alla possibilità di partecipare al bando, il discorso più significativo è quando il bando lo si vince e lo si deve mettere a terra. Quindi, occorre andare a partecipare alla realizzazione di una centrale unica di committenza per fornire supporto tecnico e amministrativo alle realtà che sono presenti sul territorio e che devono mettere gli investimenti per andare a creare un volano economico e sociale per i territori. Questo, ovviamente, ha bisogno di una guida e deve essere incanalato. Di qui il ruolo della Provincia, che è molto importante.

    Chiudo il mio intervento non solo ringraziandovi, ma ribadendo la disponibilità piena del territorio e della Provincia di Rimini a quello che è stato il nostro arrivo, all’accoglienza ricevuta e anche all’amore che ci hanno dimostrato tutti i giorni, accogliendoci nei loro territori, che sono come le loro case.

    Grazie mille.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei.

    Sono terminati gli interventi. Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti anche per essere stati puntuali nell’esposizione e precisi.

    Chiedo, adesso, se ci sono colleghi che vogliono intervenire. Prego, consigliera Castaldini. Intanto rompe il ghiaccio lei, poi chiediamo se ci sono altri interventi da parte dei commissari.

     

    Consigliera CASTALDINI. Questo è un intervento politico e si cambia un po’ il registro.

    La domanda che a me viene da farvi è questa: se il 10-15 per cento non è neanche in grado di fornirvi dei dati, sarà in grado di partecipare ai bandi PNRR? È una domanda che vi faccio da politica di opposizione. Ma non solo, è una domanda che vi faccio nella consapevolezza che questa, come giustamente voi avete detto, è l’ultima possibilità. Ma è l’ultima possibilità non appena perché il PNRR è importante per tutte le cose che abbiamo sentito nei convegni, alti e bassi, ma semplicemente è un’unica possibilità di fronte a un DEFR che sta arrivando e che sarà disastroso. Siamo in guerra. Per cui, mi affascina sicuramente l’esposizione dei dati, ma la mia domanda politica rimane quella, perché quella è preoccupante. Se un Comune è talmente in difficoltà dal punto di vista tecnico a offrire dei dati per costruire la partecipazione a dei bandi, la mia domanda successiva è questa. È chiaro che è difficile adesso dialogare con tutti e chiedere una risposta a tutti, però è la prima riflessione politica che faccio, perché adesso voi avete un compito storico.

    La vostra entrata in questa sala io l’ho vissuta come qualcuno che finalmente dal privato decide di dare un contributo significativo, definitivo al pubblico. La vostra descrizione, che è quella – mi spiace dirlo – che il presidente Bonaccini ci dà tutti i giorni, la conosciamo, perché noi abbiamo visto la capacità della nostra Regione a reagire a una situazione come quella della pandemia e soprattutto sappiamo benissimo che, nell’idea politica, l’unico politico degno di questo nome è il sindaco di una città, grande o piccola che sia, perché ha la contezza di quello che succede, perché i cittadini lo vanno a chiamare sotto casa, perché deve dire “sì” o “no” alle cose. Per cui, molte volte nella percezione politica è chiaro che il sindaco è pronto a rispondere subito ed è pronto ad accogliere soprattutto professionisti come voi.

    Il punto, comunque, che qui proverei a chiedere, a fare un passo in più, ma anche nel dibattito politico, è quello di immaginare come sarà il futuro. L’ho capito dalle prime slide che ci sono state, quindi che cosa avverrà a giugno, e sono fondamentali questi dati che voi oggi ci fate vedere, però io credo che l’apporto che voi portate o volete portare nel territorio debba rimanere nel tempo. Cioè, la vostra competenza deve essere data a chi per forza farà quel lavoro, e non chiaramente alla politica, ma a chi dal punto di vista tecnico poi farà quel lavoro, che dovrà capire che quelle risorse, il PNRR prima e i fondi europei dopo, dovranno rimanere.

    Questo è un primo aspetto. Per cui, la preoccupazione che ho è perché se c’è una cosa che non abbiamo dal punto di vista politico, a differenza di tutto il passato purtroppo, è il tempo. Mentre voi giustamente avete raccolto i dati, punto fondamentale per poter fare il vostro lavoro, c’erano i bandi. Perché faccio questa riflessione politica? Perché molte volte le cose che venivano dette a noi dai piccoli sindaci erano queste: certo, collaboriamo, ma abbiamo un problema enorme dal punto di vista del personale, di chi sostiene. È per quello che oggi la mia proposta politica è quella di rendere strutturale l’ufficio di progettazione europea, ma al di là della discussione politica “Unione sì, Unione no”, perché temo che anche nella maggioranza cominci ad esserci la perplessità che l’Unione debba essere per forza “sì”, capire qual è il ruolo delle Province o semplicemente fare dei patti di collaborazione fra Comuni. Questa deve essere, secondo me, una delle strade fondamentali per poter gestire in maniera logica e in maniera fattiva un ufficio di progettazione. Primo aspetto.

    Secondo aspetto. Io sento un’esigenza. Naturalmente farò la proposta alla presidente Rontini e al presidente Pompignoli. Certo, abbiamo avuto il quadro, lo avremo avanti, ma a me piacerebbe avere la possibilità di risentirvi una volta analizzati quei dati. Ebbene, io sento l’esigenza di capire che cosa sta succedendo nelle università e che cosa sta succedendo dal punto di vista ART-ER e privati, insieme. Scusate, ma personalmente vorrei evitare che ci siano più cabine di regia che bandi PNRR. Questo è un rischio che, dal punto di vista politico, io sento tutto. Allora, deve esserci, spero, il 100 per cento della risposta chiaramente, ma per me che non farò più politica, perché la faccio da vent’anni, magari spero in un altro mandato, ma poi mi auguro che la mia esperienza politica arrivi su qualcun altro, anche perché so che devo lasciare giustamente il posto a qualcun altro, una grande soddisfazione come politico sarebbe quella di guardare che la risposta sia stata al 100 per cento, che la capacità di rispondere ai bandi sia stata al 100 per cento e che i soldi poi siano arrivati sul territorio.

    Questa è la riflessione che faccio. Non so chi potrà rispondere alla mia domanda, forse il direttore Frieri, su quale sarà la road map in maniera un po’ più chiara e sulla tempistica… No, non politica. So che lei non può darmi una risposta politica, ci mancherebbe. Però, il punto è la tempistica e se possiamo fare un coordinamento su questo tema, cioè su che cosa accade dopo giugno e qual è l’aspettativa che avete. Ve ne sarei davvero grata.

     

    Presidente Manuela RONTINI. Grazie, consigliera Castaldini. Diciamo che ne ho conosciuti altri che fanno annunci sulla fine dell’impegno politico… Certo, ha corretto il tiro in corsa. Mi associo all’auspicio del collega Taruffi. Altri anche a livello nazionale, peraltro a cui io voglio molto bene pur facendo parte di un partito politico diverso.

    Penso che dobbiamo fare un po’ di chiarezza. Io voglio ringraziare gli esperti, quelli qui presenti, quelli che lavorano insieme a loro nei team. Penso che il quadro che ci hanno restituito dal punto di vista della ripartizione delle risorse, dal punto di vista del monitoraggio di quello che sta avvenendo provincia per provincia, a partire dai tempi dei permessi di costruire e da tutta una serie di altre informazioni su quello che è stato fatto, sia prezioso. È sicuramente prezioso per un’Istituzione come la Regione Emilia-Romagna, che sta cercando dal punto di vista della Giunta, delle strutture tecniche e dell’Assemblea legislativa, perché noi siamo nel piccolo la dimostrazione, siamo un piccolo tassello che completa tutto il resto, di fare tutto il possibile perché questa dote di risorse che – ce lo siamo detti più volte – abbiamo a disposizione da qui al 2026 è unica.

    Quindi, al netto delle speculazioni politiche e delle casacche che ogni tanto ciascuno di noi porta, perché è arrivato qui con quella casacca, l’unico obiettivo io penso sia quello di mettere a terra quelle risorse e metterle a terra con delle progettualità che facciano fare un salto di qualità ai nostri territori, alle nostre comunità, alle imprese, alle famiglie, ai cittadini di questa Regione, che – permettetemi di sottolinearlo anche in questa occasione – dal punto di vista dell’utilizzo delle risorse europee (poi il PNRR è un’altra cosa, forse, ma non del tutto) ha qualcosa da raccontare anche agli altri territori. Quindi, il nostro obiettivo è questo e mi pare di capire che ci si stia attrezzando per arrivarci, con la collaborazione degli Enti locali, con la collaborazione delle strutture amministrative. Poi, la Regione Emilia-Romagna va da Piacenza a Rimini, è un territorio molto diverso e articolato.

    Io vengo – faccio outing – dalla Provincia di Ravenna, quindi saluto Simone Marino e faccio un augurio di buon lavoro a loro. Una Provincia che è particolare rispetto alle altre, perché siamo diciotto Comuni, tre sono fuori dalle Unioni, negli altri ci sono due Unioni strutturate e corpose, e spesso si parla di quello che fanno le Unioni dei Comuni senza conoscerle troppo bene, Unioni capaci di andare a risultato, ad esempio, sui progetti di rigenerazione urbana, Unioni – ne potrà parlare anche il direttore, al quale poi lascerò la parola, a meno che non ci siano altri colleghi che vogliono interloquire – che penso possano dare e stiano cercando di dare un contributo anche ad uno sviluppo equilibrato della Regione Emilia-Romagna.

    D’altronde, una delle slide che mi fa più effetto è una delle prime, dove si vede che un terzo delle risorse va alla Città metropolitana di Bologna. Però, non chiediamo agli esperti cose che non devono fare loro. Ci sono alcune cose che deve fare la politica, alcune cose che devono fare i tecnici, alcune cose che devono fare i Comuni, alcune cose che devono fare le strutture amministrative.

    Se il PNRR fosse nato in Emilia-Romagna, forse sarebbe nato in maniera diversa. Qui c’è una modalità di lavoro, di approccio e di concertazione con le parti sociali, con i soggetti economici e con i referenti territoriali che ha lasciato un segno, una traccia, e che ha un chiaro obiettivo di marcia. Ma il PNRR è così, quindi noi dobbiamo lavorare insieme, come stiamo facendo anche per il tramite di questa piccola struttura che si è data l’Assemblea legislativa, perché diventi il più possibile opportunità di crescita dei territori.

    Con questo mio intervento ho voluto cercare di riposizionare alcune delle nostre riflessioni, e qui concludo. Naturalmente ringrazio, oltre agli esperti, anche il dottor Frieri. Io so che la sua struttura, così come la struttura della direttrice Diazzi, è quella che ha seguito anche le risorse strutturali europee, che invece è quel pezzo che più direttamente dipende da noi, che governeremo noi una volta che avremo finito la fase degli “okay” a livello di Bruxelles e nazionale, e che governeremo noi nei tempi, nelle scelte e nelle priorità, e che potremo utilizzare proficuamente per completare ed evitare sovrapposizioni rispetto anche a errori o scelte che, invece, non dipendono da noi.

    So – ho allargato la parentesi – che state facendo un lavoro, come è stato detto, anche di monitoraggio prezioso, puntuale e giorno per giorno di quelli che sono i bandi in uscita. So che queste sono informazioni che poi arrivano ai Comuni, che arrivano alle associazioni, perché alcuni bandi sono diretti alle imprese, altri ai Comuni. La coordinatrice, ad esempio, parlava del tema delle università. Magari anche questo materiale informativo, quando c’è, quando è aggiornato, forse lo si può veicolare anche ai consiglieri regionali, perché ciascuno di noi fa quel pezzo di lavoro che io dico sempre che da una parte è orecchio e da una parte megafono.

    Noi siamo i primi che raccolgono le criticità e le difficoltà dei territori. Abbiamo più volte parlato anche del tema del personale, che è venuto fuori in maniera evidente nella vostra rappresentazione, posto che i 340 Comuni sono tutti uno diverso dall’altro, dai più piccoli a quelli, invece, più strutturati e attrezzati. Ma dall’altro facciamo un po’ di megafono, e cioè cerchiamo anche noi di contribuire al fatto che le opportunità si conoscano e ci sia un terreno pronto e capace poi a metterle a risultato. Quindi, eventuale altro materiale che possa andare in questa direzione penso che possa essere utile al nostro lavoro, che, al di là delle parti e delle casacche, ha l’unico obiettivo che i territori, a seguito di questa opportunità, possano fare un passo avanti.

    Ci tenevo a ribadire anche qui le cose che in Commissione, quando siamo partiti con questo lavoro di coordinamento con il presidente Pompignoli, la consigliera Castaldini e le forze di maggioranza e quelle di minoranza, ci siamo prefissi in maniera, penso, unanime.

    Ci sono altri colleghi che vogliono intervenire? Non mi pare. Forse stanno assorbendo le tante informazioni e capiranno come utilizzarle nei diversi territori di provenienza per stimolare in quelli dove mancano delle risposte.

    A questo punto, allora, chiedo al direttore Francesco Frieri se vuole chiudere. Intanto lo ringrazio nuovamente, insieme alla struttura.

     

    Dott. FRIERI. No, non voglio chiudere assolutamente. C’è soltanto una domanda a cui non abbiamo risposto, quindi allegheremo un paio di slide perché tutti possano mantenere questo materiale. La domanda è la seguente: quali sono i 16 processi autorizzatori monitorati? In effetti, vi chiediamo scusa perché non c’era, mentre nel progetto ovviamente c’è. Sono il permesso di costruire, il permesso di costruire con autorizzazione allo scarico o in atmosfera o al suolo, il permesso di costruire in sanatoria, la SCIA condizionata, la CILA condizionata, l’accesso agli atti che riguarda questi stessi permessi, non un accesso agli atti generico, l’autorizzazione paesaggistica ordinaria, il certificato di destinazione urbanistica, l’installazione di tende, segnali e altri manufatti pubblicitari, l’AIA, la VAS e la VIA (queste tre sono tre processi autorizzatori regionali e giustificano la dotazione di nove esperti presso la Direzione Cura del territorio e dell’ambiente), la gara per affidamento lavori sopra soglia, l’autorizzazione paesaggistica abilitativa speciale, la procedura abilitativa speciale (in particolare, questa riguarda le fonti energetiche rinnovabili), l’approvazione di un PUA (difficilmente misurabile, per cui ovviamente ci sarà una sperequazione di valori molto elevata), infine questi due ultimi processi molto legati alle Province, che sono la progettazione e la realizzazione di una scuola e la progettazione e la realizzazione di una strada.

    Se noi mappassimo tutti i processi autorizzatori, ne troveremmo circa 139. Ne abbiamo scelti 16 in fase di progetto, approvato dalla Giunta alla fine dell’anno, perché è un campionamento che ci consente di intervenire. Verosimilmente chi migliorerà su questa baseline, poi migliorerà anche su quelli che qui non sono stati campionati. Volevo precisare questo. Aggiungiamo tre slide in modo che li possiate vedere. Quando vedevate quei valori aggregati, ce n’era solo uno in tutte le tabelle, ma in realtà ne sono mappati altri 15… Quell’elenco c’era?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Ce ne sono 14, in realtà, non 16.

     

    Presidente RONTINI. Esatto, 14.

     

    Dott. FRIERI, perfetto.

    Relativamente alla road map, il progetto prevede che entro giugno noi dobbiamo farci approvare dall’Autorità di gestione di questo progetto, che in questo caso è il Dipartimento della funzione pubblica, la nostra baseline, che quindi – perdonatemi se mi permetto – deve essere, se è possibile, ben determinata e non certo arrotondata per difetto, perché successivamente sono previsti dei tempi di miglioramento che vengono applicati a tutti i Comuni, anche a quelli che non avessero fornito dati. Per fortuna non abbiamo casi di questo tipo, però sarebbe estremamente pericoloso per noi assoggettarci a una baseline come Regione in una provincia dove la metà dei Comuni non avesse fornito dei dati, perché poi questi tempi di miglioramento e questi tempi di attraversamento, che sono del 15 per cento all’anno, per esempio, e devono arrivare a uno smaltimento completo dell’arretrato entro il 2026, devono avvenire sia con dei processi di trasformazione digitale che con dei processi di trasformazione organizzativa. Quindi, mi permetto di dire che laddove partiamo in modo molto avanzato il miglioramento sarà molto difficile, mentre laddove partiamo paradossalmente da condizioni estremamente più difficili magari il miglioramento sarà da un punto di vista quantitativo più facile. Quindi, di anno in anno, da qui alla metà del 2025, data di conclusione di questo progetto, si dovrà osservare un miglioramento in questi tempi di attraversamento e verosimilmente, come diceva qualcuno di voi negli interventi, questo miglioramento e, quindi, anche questi processi di semplificazione… Ecco, questa è un’altra domanda a cui voglio rispondere.

    Noi abbiamo anche due esperti giuridici, uno dedicato esplicitamente al Codice dei contratti e un altro, invece, dedicato al drafting normativo. Sono due avvocati (sono qui in fondo), che danno vita a quelle FAQ e a quelle risposte ai quesiti che vengono rivolti sia dalle Province che dai Comuni. Sarà possibile eventualmente anche intervenire sul drafting, sulla produzione normativa della Regione stessa, qualora se ne evidenzierà l’opportunità, ovviamente insieme al nostro Servizio Affari legislativi. Mi permetto, però, di osservare che, purtroppo, sulla maggior parte degli aspetti critici di questi processi autorizzatori la competenza è ovviamente, in una Regione a statuto ordinario, nazionale e alcuni elementi di semplificazione del DL n. 77 da noi sono già stati recepiti.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, direttore.

    Ci sono altre richieste? Se non ci sono, direi di chiudere la Commissione, ringraziando ovviamente tutti gli intervenuti.

    Grazie a tutti e buona giornata.

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