Espandi Indice
Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 05/07/2022 pomeridiano

    Resoconto integrale verbale n. 22

    Seduta del 5 luglio 2022

     

    Il giorno 5 luglio 2022 alle ore 15.45 è convocata, con nota prot. n. PG.2022.17639 dell’1/07/2022, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in seduta congiunta con la Commissione Politiche economiche in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del Presidente, dei Vicepresidenti Sabattini e Bargi e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Bessi, Costi, Fabbri, Marchetti F., Pillati (PD); Bondavalli (BP); Castaldini (FI); Lisei (Fdi); Mastacchi (RCPER), nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26 (Disposizioni per lo svolgimento in modalità telematica o mista delle sedute delle Commissioni assembleari).

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    10

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    assente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    assente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    Sono presenti i consiglieri: Soncini Ottavia

     

    Sono presenti gli assessori: Elly Schlein, Vicepresidente e Assessore al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica, Patto per il clima, welfare, politiche abitative, politiche giovanili, cooperazione internazionale allo sviluppo, relazioni internazionali, rapporti con l’UE.

     

    Partecipano alla seduta: Francesco Raphael Frieri, Direttore generale - Direzione generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni;

    Caterina Brancaleoni, Responsabile Settore coordinamento delle politiche europee, programmazione, riordino istituzionale e sviluppo territoriale, partecipazione, cooperazione e valutazione.

    Federica Amorotti - 1000 esperti PNRR Cabina di regia; Ugo Carlo Bronzoni - 1000 esperti PNRR Coordinamento Gruppo BO Città Metropolitana; Antonio Mancuso - 1000 esperti PNRR Digitale / Cabina di regia; Gino Baldi - 1000 esperti PNRR Team Leader Provincia di Ravenna; Omar Hagi Kassim - 1000 esperti PNRR / Esperto giuridico Team centrale; Alberto Leoni - 1000 esperti PNRR / Team Leader Provincia di Rimini; Simone Tani - 1000 esperti PNRR / Esperto coordinamento Team centrale; Simona Boragini - 1000 esperti PNRR / Team Leader Provincia di Forlì-Cesena; Marco Scafetta - 1000 esperti PNRR / Team Leader Provincia di Piacenza

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    -          Coordinamento tra le Commissioni assembleari I e II, relativamente all'approfondimento delle azioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): governance e attuazione sul territorio dell'Emilia-Romagna.

     

    -     Informativa di Elly Schlein, Vicepresidente e Assessore al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica, Patto per il clima, welfare, politiche abitative, politiche giovanili, cooperazione internazionale allo sviluppo, relazioni internazionali, rapporti con l'UE su "Aggiornamento in merito allo stato di attuazione del PNRR - Missione 5 "Inclusione e Coesione", Sottocomponente 1 "Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale"";

     

    -     Intervento di Caterina Brancaleoni, Responsabile Settore coordinamento delle politiche europee, programmazione, riordino istituzionale e sviluppo territoriale, partecipazione, cooperazione e valutazione su "Investimenti in Emilia-Romagna sostenuti dal PNRR - Missione 5";

     

    -     Informativa del Direttore generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni Francesco Raphael Frieri su: "Stato dell'arte sull'attuazione del PNRR, alla luce delle rilevazioni della baseline consegnata al Ministero della Funzione Pubblica".

     

    Presidente Massimiliano POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Mettiamoci a sedere, che iniziamo la Commissione congiunta con la II.

    Io intanto faccio l’appello per quanto riguarda la I Commissione.

     

    Presidente Manuela RONTINI. Per quanto riguarda la Commissione II abbiamo già fatto l’appello prima, quindi teniamo valido quello. Come sempre, daremo conto di eventuali altri colleghi che sia in I che in II dovessero raggiungerci durante il corso della seduta.

    Riprendiamo oggi il lavoro congiunto delle due Commissioni, quello che abbiamo chiamato coordinamento tra le Commissioni assembleari I e II, relativamente all’approfondimento delle azioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, il PNRR, per quanto riguarda governance e soprattutto l’attuazione sul territorio dell’Emilia-Romagna.

    Come avete visto, all’ordine del giorno ci sono tre interventi su due temi, diciamo così, uno è la Missione 5 e l’altro, che sarà poi illustrato dal direttore generale Francesco Frieri, sullo stato dell’arte, anche alla luce delle rilevazioni della baseline che è stata consegnata nei giorni scorsi al Ministero della funzione pubblica, ed è stata oggetto anche di un incontro specifico della cabina di regia della Giunta che svolge un lavoro in parallelo a questo.

    Prima di passare la parola alla vicepresidente Elly Schlein per la sua relazione, che saluto e ringrazio, ci tengo, permettetelo, a salutare Lorenza Badiello, che è qui con noi, che è la responsabile della delegazione della Regione Emilia-Romagna presso l’Unione europea. Ci fa piacere che sia qui con noi in Assemblea legislativa. Speriamo di andare prossimamente noi da lei a Bruxelles. Così come saluto gli esperti, non i mille, qui ce ne sono alcuni, con alcuni di voi ci siamo incontrati in una delle scorse sedute. So che state accompagnando a livello provinciale a livello di coordinamento più centrale della Regione Emilia-Romagna il lavoro di monitoraggio sull’attuazione del PNRR. Quindi, grazie per essere qua con noi. Vi ringraziamo per il lavoro che state facendo.

    La parola alla vicepresidente per la sua illustrazione.

     

    Elly SCHLEIN, vicepresidente della Giunta. Grazie, presidenti.

    Vengo subito all’illustrazione delle slide che abbiamo preparato per questa informativa. Io mi concentrerò naturalmente sulla parte di Missione 5 che, come sapete, è più larga, sulla parte che riguarda l’inclusione.

    Aspetto che si carichino le slide, intanto. Io parto, poi sarò confortata, a un certo punto, dalle slide.

    Tre sono le priorità trasversali, vado veloce sulla parte generale generica, naturalmente è uno strumento che abbiamo imparato a conoscere bene, anche attraverso il qualificato lavoro di queste Commissioni; tre priorità fondamentali che guidano questi investimenti, le riforme, i progetti. Si tratta di riduzione del divario di cittadinanza, giovani, parità di genere. Il Piano ha le sue sei Missioni, in particolare, con diversi pilastri, ciascuna delle quali si articola in 16 componenti di intervento, che naturalmente sono composte da investimenti e da riforme.

    Noi stiamo parlando oggi della Missione 5 “Inclusione e coesione”, che complessivamente cuba circa l’11 per cento delle risorse complessive che, come ricorderete, sono i famosi 191,5 miliardi con una percentuale vincolata a favore delle regioni del sud di circa il 40 per cento.

    Naturalmente, la Missione “Inclusione e coesione” è composta, a sua volta, da diversi filoni di intervento: le politiche per il lavoro, con circa 6,66 miliardi, gli interventi speciali per la coesione territoriale, 1,98 miliardi, e in mezzo a questi due c’è infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore con 11,22 miliardi.

    Per affrontare alcune criticità che il PNRR mette naturalmente in rilievo, le disparità territoriali, gli scarsi investimenti nelle competenze, l’alto tasso di disoccupazione giovanile purtroppo del nostro Paese, la scarsa partecipazione delle donne al mondo del lavoro, la mancanza di organicità delle politiche sociali e di sostegno alle famiglie.

    Queste sono le criticità che queste risorse devono andare naturalmente a ridurre e ad affrontare. Gli obiettivi sono favorire l’occupazione, in particolare dei giovani e delle donne, accompagnare lo sviluppo economico delle aree interne, ma anche ridurre i divari territoriali, a partire da quelli che riguardano l’asse nord-sud del Paese, sostenere le famiglie, i minori, gli anziani non autosufficienti e le persone con disabilità.

    Ora, chiaramente, per quanto riguarda il piano operativo della Missione 5, che ho seguito da vicino con il mio assessorato, occorre fare alcune specifiche.

    Noi abbiamo lavorato molto, naturalmente, per affinare questo Piano operativo, affinché, in qualche modo, queste importanti risorse potessero rafforzare ed integrare la programmazione territoriale già esistente, consolidata, importante e sempre rinnovata della nostra Regione e dei nostri ambiti, cioè dei nostri distretti, che, come sapete, sono 38 in Emilia-Romagna.

    Rispetto ad altre Missioni non è stata una discussione sempre facile, quella sulla Missione 5. Abbiamo lavorato in modo assolutamente coordinato e compatto insieme alle altre Regioni per far valere alcuni punti di vista, alcune richieste verso il Governo, alcune delle quali hanno trovato fortunatamente spazio e riconoscimento all’interno proprio di questo Piano operativo.

    Quali sono i tre investimenti sociali? Sono raggruppati come tre investimenti sociali. Prego, avanti con le slide. Vedete qui i tre investimenti sociali a titolarità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali: sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti. Questa è la prima. La seconda riguarda i percorsi di autonomia per persone con disabilità. La terza riguarda housing temporaneo e stazioni di posta, che vuol dire centri di servizi per le persone senza dimora e per le persone che versano in condizioni di grave emarginazione, di grave povertà.

    Le riforme riguardano anzitutto uno sforzo che il Governo sta facendo, su cui si sta confrontando anche con le Regioni, su una legge quadro sulla disabilità, che abbia un approccio trasversale il più possibile e che possa anche garantire un salto di qualità in avanti verso le politiche nazionali di questo Paese sul tema della disabilità.

    La seconda è la riforma di sistema dei servizi per gli anziani non autosufficienti. Noi siamo stati tra coloro che, avendo una legge regionale già da tempo dedicata alla non autosufficienza, chiaramente abbiamo appoggiato molto questa richiesta, che veniva da più parti, di inserire nel PNRR, veniva anche da parte sindacale, ricordo che c’è stato un incontro anche in Conferenza delle Regioni, una riforma nazionale sulle non autosufficienze.

    La accogliamo con grande favore, augurandoci che, accanto alla riforma, vi sia anche un aumento delle risorse che servono, visto che siamo una popolazione che sta invecchiando, quindi bene, ma deve essere messa in condizione di invecchiare bene, per l’appunto, cioè di riuscire ad aumentare la qualità dei servizi rivolti alle persone non autosufficienti, alle persone anziane con disabilità.

    Andiamo alle tipologie specifiche di investimento, perché sono interessanti e credo d’interesse di queste Commissioni.

    Per quanto riguarda il primo degli obiettivi che vi ho citato sulle persone vulnerabili e la prevenzione e l’istituzionalizzazione, sono essenzialmente quattro linee di finanziamento che vedete: il sostegno alle capacità genitoriali e alla prevenzione della vulnerabilità delle famiglie e dei bambini. Cosa vuol dire? Voi conoscete il progetto Pippi, ad esempio? Ecco, si tratta di progettualità di questo tipo, di questo respiro, anche più larga, cioè il sostegno alla capacità genitoriale, da un lato, ma anche prevenzione dell’allontanamento dei minori, dall’altro. È un tipo di progettualità che, fortunatamente, noi avevamo già avviato in buona parte del nostro territorio. Grazie a questo salto di qualità dell’investimento riusciremo ad estenderla notevolmente. Qui vedete anche i costi complessivi unitari di questi progetti, che vengono presentati dai vari distretti. Ce ne sono alcuni che hanno solo spese di gestione, altri che hanno anche una parte di investimento e quindi lo vedrete perché nella tabella vedete l’autonomia degli anziani non autosufficienti è proprio un esempio di quelle politiche che hanno una spesa di investimenti, perché - e lo guardiamo dopo – si tratta di investimenti che vanno anche da un punto di vista strutturale ad intervenire. Diverso è il caso, invece, del rafforzamento dei servizi sociali e domiciliari per garantire le dimissioni protette, le dimissioni anticipate e assistite. Questa è un’altra finalità importante, che fa coppia peraltro con l’analogo rafforzamento della domiciliarità previsto nella Missione 6, parte sanitaria. Lo dico sempre, l’ho detto spesso per chi ha frequentato il percorso di riscrittura del Piano sociosanitario, per noi è fondamentale che questo aumento delle risorse si accompagni ad una visione che possa integrare meglio la parte di assistenza domiciliare sanitaria, l’ADI per chi usa i termini tecnici, con il SAD, cioè la parte di assistenza domiciliare sociale. Non si tratta solo di fare uno scale-up delle risorse a disposizione, ma anche di come abbracciare meglio questi modelli e far sì che si integrino meglio nel servizio reso poi alle persone a livello di domiciliarità.

    Sono progetti dal costo unitario di 330.000 euro, mentre rafforzamento dei servizi sociali, prevenzione del fenomeno del burnout tra gli operatori è una linea di investimento particolarmente attenta al rafforzamento, anche in funzione di contrasto e prevenzione dello stress lavorativo per operatrici e operatori del settore sociale. Quindi, è una linea particolarmente benvenuta anche questa, nel senso del rafforzamento dei nostri servizi sociali territoriali.

    Andiamo alla prossima pagina, dove vedete gli investimenti sui percorsi di autonomia per persone con disabilità. Anche qui vedete uno di quegli esempi dove c’è una parte di spesa per investimento e una parte, invece, di spese per la gestione: 400.000 sugli investimenti e 315.000 sulle gestioni.

    Una cosa importante su questa linea vi voglio segnalare, e poi vediamo nella tabella complessiva: in ogni distretto dell’Emilia-Romagna ci sarà almeno un progetto, se non di più, di questo tipo, che investe sulla autonomia delle persone con disabilità. Questa è una cosa che vi volevo segnalare.

    Andiamo alla terza linea, che è quella sull’housing temporaneo e stazioni di posta delle persone senza dimora: povertà estrema housing first, costo unitario 710.000 euro, di cui 500.000 per le spese di investimento e 210.000 per le spese correnti. La povertà estrema e stazioni di posta, questi centri servizi noi li chiamiamo più così, 1.090.000 euro, di cui 910.000 di investimento e 180.000 di spesa corrente.

    Andiamo velocemente al cronoprogramma indicativo. Noi abbiamo seguito da vicino, abbiamo coinvolto diverse volte la cabina di regia sociale e sanitaria, dove sono rappresentati amministratrici e amministratori di tutti i 38 distretti. Abbiamo voluto esercitare il ruolo che prevedeva il Piano operativo per le Regioni, che era un ruolo di coordinamento del lavoro degli ambiti a cui si rivolgevano direttamente i bandi. Abbiamo provato a espletare al meglio questa funzione di raccordo e coordinamento, incontrandoci diverse volte con loro, raccogliendo le criticità, accompagnandoli nella preparazione prima delle manifestazioni di interesse entro la fine di gennaio. Quindi, abbiamo lavorato e ringrazio i nostri servizi qui presenti. Vedo che c’è la dottoressa Raciti, vedo che c’è non in presenza, ma ha lavorato tanto anche la dottoressa Franchi, così come la dottoressa Paltrinieri, il dottor Passarini. È stato un lavoro di squadra anche nelle settimane più concitate, a cavallo tra la fine dell’anno 2021 e l’inizio dell’anno 2022. Siamo riusciti a far rispettare per parte nostra il cronoprogramma che qui vedete rappresentato, tant’è che prima c’è stata la manifestazione di interesse da parte dei distretti. Il nostro territorio è stato particolarmente attivo. Questo gli va riconosciuto, perché hanno presentato molte manifestazioni di interesse in più dei progetti che il PNRR finanzia su queste sette diverse linee di intervento che vi ho appena descritto.

    La buona notizia è che noi abbiamo insistito e ottenuto di far scrivere nero su bianco nel Piano operativo che, oltre alle risorse PNRR già previste, il Governo si impegnava a non lasciare a terra gli ulteriori progetti presentati faticosamente dai territori in questo periodo, ma che provava a individuare altre risorse, a valere, in particolare, ad esempio, dal PON Inclusione, per poter tentare di andare ulteriormente a scorrimento delle graduatorie, che si sono chiuse ‒ come sapete ‒ il 9 maggio di quest’anno.

    Andiamo avanti, intanto, così vediamo più o meno il numero delle varie progettualità.

    Questo è il numero di manifestazioni di interesse degli ambiti. Come è possibile vedere, le manifestazioni di interesse sono state numerose, molte di più dei progetti poi effettivamente finanziabili con le risorse PNRR soltanto. Per questo era importante ottenere questo impegno da parte del Governo.

    Andiamo avanti. Naturalmente, le slide sono a vostra disposizione.

    Voglio farvi vedere quali tipi di interventi finanziano queste risorse, andando un po’ più nel dettaglio. Qui c’è l’esempio della parte anziani. Se dovessi dire una delle criticità che più abbiamo sollevato, compattamente con tutte le altre Regioni, rispetto alla missione è che ci sembrava, soprattutto ad esito della pandemia e di quanto la pandemia ha inciso sulla fascia di popolazione anziana, necessitasse di maggiori risorse proprio questa linea. Non a caso su questa linea abbiamo 9 progetti finanziati, ma ne sono stati presentati, se non erro, 38. Cioè, si son presentati tutti i distretti, chiaramente. C’è molto bisogno. È una di quelle linee dove sarà necessario, a nostro avviso, integrare anche con ulteriori risorse successive, per andare a scorrimento. Qui vedete i tipi di finanziamenti previsti.

    Segnalo un’altra criticità che noi, come Regione, avevamo segnalato, ma che purtroppo non ha trovato riscontro nel testo finale. Noi crediamo sia importante, ad esito della pandemia, investire in tre direzioni fondamentali. Una è quella della qualificazione della residenzialità, che ha mostrato alcune criticità non solo nel nostro territorio, ma in tutta Italia e in tutta Europa. Lo sappiamo. Questo PNRR, da questo punto di vista, non consente di investire sulla riqualificazione delle residenze esistenti. Questo, a nostro avviso, è un punto di debolezza di questo Piano. Per cui siamo interessati a trovare noi altri modi e altre risorse per poter comunque intervenire sul versante della residenzialità nel sociosanitario, che pensiamo ‒ e lo raccogliamo anche dai territori ‒ abbia una forte esigenza di riqualificazione e anche di innovazione, ad esempio adottando nuove tecnologie domotiche, che potrebbero aiutare anche ad avere maggiore cura delle persone anziane, delle persone non autosufficienti.

    Questo per dirvi quali erano alcuni dei punti che, insieme alle altre Regioni, abbiamo sollevato su queste singole linee. Sono stati aperti i bandi, nel termine che vi dicevo prima, entro la fine di marzo, e si sono conclusi entro la fine di maggio. Credo che la cosa di maggiore interesse per voi sia la tabella ‒ che troviamo ancora avanti ‒ di riepilogo complessivo. Sono risorse molto rilevanti quelle che arriveranno alla Regione Emilia-Romagna. Si tratta di 105 milioni di euro, che naturalmente andranno a integrarsi, come dicevo prima, con i fondi già esistenti che la Regione finanzia. Il corposo Fondo per le non autosufficienze, ad esempio, ma anche il Fondo sociale regionale, che ‒ come sapete ‒ è cresciuto in questi anni di lavoro in mezzo alla pandemia e che abbiamo anche recentemente rinnovato con i circa 51 milioni di euro per questa annualità 2022, che tenderemo e proveremo insieme a voi, spero, anche a rafforzare nel corso dell’anno, come abbiamo sempre fatto negli anni passati. Queste progettualità (105 milioni) non sono tutte su quest’anno. Sono sui Piani di attuazione del PNRR. Quindi, si guarda da qui ai prossimi tre anni.

    Queste linee di investimento le vedete rappresentate nella tabella, per aiutarvi nella lettura. Come prima linea vedete i progetti previsti dall’avviso, le manifestazioni di interesse che sono state presentate e poi i progetti effettivamente presentati dagli ambiti. Lì in mezzo c’è stato un sacco di lavoro con i territori, anche perché i criteri scelti dal Ministero ‒ anche lì c’è stata una discussione importante ‒ potevano rischiare di penalizzare alcuni nostri territori. Questo ci ha richiesto di fare davvero un lavoro di squadra e di rete, per il quale mi sento di ringraziare tutti i territori. Non parlo solo del lato amministrativo, ma anche del lato tecnico, del lato degli uffici di Piano, che si sono industriati per ottimizzare l’arrivo di queste risorse sul nostro territorio, lavorando in rete, mettendosi insieme, presentando progettualità molto valide. Tant’è che i risultati del bando lo dimostrano.

    Quanti sono, quindi, i progetti che abbiamo visto arrivare sul territorio con quei finanziamenti? Sulla linea “Sostegno alle capacità genitoriali e prevenzione della vulnerabilità delle famiglie e dei bambini” si tratta di 24 progetti, quindi 24 distretti, per un ammontare complessivo di 5.076.000 euro. Per la seconda linea che vi ho rappresentato prima, quella sull’autonomia delle persone anziane non autosufficienti, vedremo quei 9 progetti con il finanziamento di circa 22.140.000 euro. Per il rafforzamento dei servizi sociali e delle dimissioni protette vedremo 15 progetti finanziati, come previsto, con circa 4.950.000 euro. Per il rafforzamento dei servizi sociali e la prevenzione del fenomeno del burnout tra gli operatori e le operatrici, anche lì avremo 15 progetti ‒ naturalmente non sono tutti gli stessi distretti; dipende da quali distretti hanno presentato la progettualità ritenuta idonea ‒ per 3.150.000 euro. Il successivo “Percorsi di autonomia per le persone con disabilità”, come vi dicevo, ha questa particolarità: 52 erano i progetti proposti dal Governo con le risorse PNRR alla Regione. Questo ha permesso di coprire tutti i distretti dell’Emilia-Romagna. Qualche distretto avrà anche più di un progetto. Quelli sono essenzialmente progetti per la costruzione di appartamenti che mirino all’autonomia e alla vita indipendente delle persone con disabilità. Questa è la sostanza di quell’investimento importante, che vede 36.190.000 euro arrivare su questa finalità in Regione Emilia-Romagna tramite la Missione 5. Quindi, molto bene. Housing temporaneo, 21 progettualità, con 14.475.000 euro. Per le stazioni di posta ‒ questi centri di servizi per persone senza dimora ‒ 19.145.000 euro.

    Per darvi il quadro complessivo, sono 105.126.000 euro di totale. Lì in fondo vedete anche il numero dei distretti coinvolti nei progetti finanziati. Perché questa specifica è importante? Per quello che vi dicevo prima. Il lavoro che noi abbiamo fatto, di coordinamento, ha permesso in qualche caso, per non rischiare di avere un territorio, un distretto che rimanesse fuori, di lavorare anche tra di loro per presentare insieme una progettualità. Questo è un bello sforzo di progettazione condivisa e anche solidale tra i territori. Come vedete, anche se i progetti sono 24, quelli sulla prima linea, copriranno 30 distretti su 38, perché alcuni progetti sono pluri-distrettuali. Questa era una specifica che ci tenevo a fare. Come vedete, anche per gli altri vale la stessa cosa: 9 progetti sugli anziani, ma 19 distretti coinvolti; 15 progetti sul rafforzamento dei servizi sociali, ma 29 distretti coinvolti; 32 sulla prevenzione del burnout; 38 su 38 sulla disabilità; 26 su 38 sull’housing temporaneo; 25 su 38 sulle stazioni di posta

    Andiamo avanti solo con un’altra slide, che vi può essere utile per l’analisi complessiva. Come vi dicevo, il PNRR ci diceva già quante risorse sarebbero arrivate e quanti erano i progetti su ciascuna di queste 7 linee che l’Emilia-Romagna avrebbe visto finanziati. Siccome il nostro territorio è stato particolarmente attivo e reattivo, hanno presentato molte altre progettualità, che rimangono comunque in quella graduatoria e su cui sollecitiamo il Governo a mantenere fede all’impegno che si è preso con le Regioni, scrivendo che avrebbe cercato anche altre risorse. Con altri 44 milioni si potrebbero finanziare altre 39 progettualità, come le vedete divise nelle varie linee di intervento. Quindi, il nostro lavoro è anche sperare che questi territori vedano riconosciuti anche i loro sforzi, quindi finanziati i loro progetti.

    L’ultima slide ‒ e concludo ‒ è proprio quella che sottolinea questo aspetto.

    A che punto siamo? Siamo al punto in cui stiamo attendendo dal Governo i moduli, sostanzialmente, per la presentazione effettiva del progetto che era stato prima presentato, già al bando, con un certo livello di dettaglio. Adesso serve la progettazione completa. Ci devono mandare, anzi devono mandare ai territori... Ripeto: noi svolgiamo solo un ruolo per coadiuvarli e coordinarli. Per poter, poi, siglare le convenzioni previste con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e partire con l’attuazione.

    Il nostro pezzo di lavoro lo abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in squadra e lo abbiamo fatto in tempo. Adesso stiamo aspettando, la palla è nelle mani del Governo, per darci quello che ci serve per partire subito con le convenzioni e con l’attuazione distretto per distretto. È una buona notizia. Continueremo ad affiancare, naturalmente, i territori in questo importante sforzo, tant’è che proprio per domani, 6 luglio, è convocata la cabina di regia per la condivisione di queste schede di progetto e fare le attività consequenziali. Per cui, avremo sicuramente anche domani un passo avanti nella direzione di investire queste risorse e renderle benefici preziosi per le fasce più fragili della nostra comunità.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Ringrazio la vicepresidente. Poi metteremo a disposizione di tutti i commissari queste slide e eventualmente anche quelle che utilizzerà la dottoressa Brancaleoni, a cui passerei la parola.

    Dal momento che la prima parte è stata lunga, perché sul progetto di legge in materia di cooperative di comunità c’è stata molta discussione tra i consiglieri, sentito anche il collega presidente Pompignoli, direi di ascoltare l’intervento della dottoressa Brancaleoni sulla Missione 5. La coordinatrice Castaldini, se lo vorrà, potrà intervenire. Dopodiché, chiederemo se ci sono domande, così diamo la possibilità alla vicepresidente di replicare, dal momento che alle ore 17,30 ha un altro appuntamento. Dopodiché, andremo avanti con il direttore generale Francesco Frieri, riaprendo di nuovo il dibattito.

     

    Dott.ssa Caterina BRANCALEONI, responsabile Settore coordinamento delle politiche europee. Buon pomeriggio, presidente e consiglieri.

    Cercherò di essere sintetica e, nei limiti del possibile, di dare un quadro che possa in una certa misura anche integrare, con un obiettivo più ampio, lo spettro delle informazioni che riguardano la Missione 5 del PNRR, ma anche andare a vedere, poi, cosa accade sul territorio per quanto riguarda la distribuzione dei progetti.

    Prenderei solo qualche minuto ‒ possiamo passare alla slide successiva ‒ per fare un primissimo inquadramento del tema anche della governance, che è rilevante in generale per tutto il PNRR, per capire e inquadrare in maniera più chiara quanto ci ha illustrato la vicepresidente poc’anzi. E poi, ovviamente, alcuni dati che riguardano ciò che accade nella nostra Amministrazione.

    La slide successiva è una copertina, quindi la possiamo saltare.

    Passiamo alla successiva. Del modello organizzativo nazionale si è più volte discusso. È stato anche fonte di confronto acceso tra il livello nazionale e le Regioni. Sono previsti due livelli: un livello di presidio e coordinamento dato dalla cabina di regia nazionale e una serie di funzioni che nel tempo si sono definite, dal servizio di audit, quindi audit delle procedure, fino all’Unità di valutazione. Per cui, ci sarà un percorso non solo di monitoraggio, ma anche di valutazione delle progettualità che verranno finanziate. Nell’altra colonna ci sono tutti i soggetti attuatori, quindi le Amministrazioni titolari, che sono in primis i soggetti attuatori, e i soggetti beneficiari delle misure che sono state descritte prima, tra cui Enti locali e soggetti privati.

    In questo quadro, l’Amministrazione regionale si è data una sua governance, che poggia su due pilastri. Il primo pilastro è una cabina di regia istituzionale che vede l’Amministrazione regionale coinvolta insieme ad ANCI, UPI, UNCEM e la Città Metropolitana di Bologna, con una serie di funzioni di raccordo e di costruzione della filiera attuativa, dei progetti finanziati con il PNRR. E poi il Piano territoriale regionale ‒ possiamo passare alla slide successiva ‒ che rappresenta l’altro pilastro, sul quale l’Amministrazione regionale svolge un coordinamento, quindi una funzione di cerniera, avvalendosi di 62 esperti che operano sul territorio, quindi riesce a raccordare, con tutta una serie di azioni che verranno meglio illustrate dal direttore Frieri, sia un’analisi non solo delle procedure, ma azioni di accompagnamento e di miglioramento dei nostri Enti locali per consentire la migliore attuazione di questi investimenti, ma anche una funzione di raccordo interno, quindi di collegamento con le varie direzioni generali. Per questo abbiamo una deliberazione di Giunta del 31 gennaio 2022 che vede ‒ passiamo alla slide successiva ‒ la Direzione generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni come la direzione generale di riferimento per questa azione di monitoraggio e di raccordo.

    Passo velocemente al focus sulla Missione 5. La prima slide che vedete, in realtà, è già stata vista con la presentazione della vicepresidente per avere un quadro. Aggiungiamo che la Missione 5 ha una funzione importantissima per concorrere a tre priorità trasversali a tutto il PNRR. La prima è la parità di genere, che viene giocata non solo con finanziamenti e investimenti, ma proprio con le riforme. Anche questo è un tema: come riusciamo a monitorare l’avanzamento di pari passo anche delle riforme previste nel PNRR, che è un elemento che non dobbiamo dimenticare. Se non ci sono queste riforme è più difficile, poi, l’attuazione degli investimenti. Vi è, poi, il tema dei giovani, uno dei motivi per cui abbiamo fatto anche il PNRR, ossia garantire alle generazioni future un futuro, quindi lavorare adesso per rimuovere ostacoli importanti per il futuro. E poi la riduzione del divario di cittadinanza. Questa missione, oltre avere suoi obiettivi precisi, quindi, ha una funzione importantissima per concorrere al pacchetto di riforme che si accompagna a queste priorità trasversali.

    Passiamo alla slide successiva. In questa filiera, che vede anche una dotazione molto importante, ci sono elementi molto importanti per quanto riguarda tutto il tema del lavoro, dal programma di Garanzia di occupabilità dei lavoratori alle politiche attive per il lavoro a sostegno dell’empowerment femminile.

    Qui vedete ‒ quando avrete le slide ‒ anche il riparto per le varie componenti della Missione.

    La slide successiva, che poi è stata anche oggetto del focus, riguarda infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore. Qui al centro, come è stato detto, ci sono i servizi territoriali, il sistema di protezione e azioni di inclusione per le persone in condizioni di estrema emarginazione (anche deprivazione abitativa), l’integrazione di politiche e investimenti per un approccio multi-obiettivo, quindi non solo sulle abitazioni, ma anche sul tema della rigenerazione urbana e territoriale. Poi vedremo l’impatto di questa linea sul territorio regionale. Vi è, poi, il tema dello sport, anche come occasione di inclusione.

    Nella slide successiva vediamo l’altra componente “Interventi speciali per la coesione territoriale”, le politiche territoriali previste dal PNRR, in primis la Strategia nazionale aree interne. Quindi, un occhio alle realtà territoriali più marginali e a come poter ridurre i divari territoriali agendo sui temi della coesione sociale.

    Se passiamo alla slide successiva possiamo vedere una visione dall’alto, con un piccolo drone, del riparto per quanto riguarda i finanziamenti a attuatori pubblici, quindi prevalentemente Enti locali, ma comprendiamo anche società in house piuttosto che Autorità portuale, quindi tutti i soggetti del perimetro ampio della Pubblica amministrazione, declinati nelle sei missioni. Qui possiamo vedere quanto pesano nelle diverse missioni. La Missione 5 (coesione e inclusione), che ha il suo cuore prevalentemente ‒ lo vedremo dopo ‒ nelle politiche abitative, ma anche negli interventi della SNAI e nel Piano integrato metropolitano, è la seconda missione per importanza, dopo la rivoluzione verde e la transizione ecologica. Nel fumetto in giallo vedete quali sono le progettualità più importanti finanziate all’interno di questa missione, dalla parte della digitalizzazione, ma anche competitività, cultura e turismo, quelle che sono state le misure già aggiudicate prevalentemente oggi. Quindi, tutto il tema dei borghi, per la rivoluzione verde, trasporti integrati, come la tranvia di Bologna, la Metromare di Rimini, il Porto di Ravenna nelle infrastrutture per la mobilità sostenibile. Sono i progetti più grossi e più rilevanti.

    Se andiamo alla slide successiva vediamo la quota che le varie componenti a titolo di Missione 5 hanno visto aggiudicata a livello di interventi con i soggetti attuatori pubblici della nostra Regione. Su questo punto vorrei attirare l’attenzione sulla componente 1201 (investimenti in progetti di rigenerazione urbana). Come vedete, è la quota più significativa: più di 326 milioni di euro.

    Qui ci sono i programmi di riqualificazione urbana. La lettura che viene data a livello nazionale è che la cucitura a livello urbano di forme di degrado passa in maniera importante attraverso programmi di riqualificazione urbana, ai quali, però, si devono poi accoppiare azioni di supporto all’integrazione sociale. Quindi, poi, con altri fondi e ‒ perché no? ‒ anche con i Fondi europei della programmazione 2021-2027 riuscire a fare interventi integrati che vadano in questa direzione.

    Un altro elemento è rappresentato dai Piani urbani integrati. Qui vedete 157 milioni, che è il valore del Piano integrato che è stato riconosciuto alla Città Metropolitana di Bologna in base a una chiave di riparto che ha visto le varie Città Metropolitane italiane (che sono 14) suddividere, in base a una serie di indicatori, le somme destinate.

    Passiamo alla slide successiva. Mi soffermo solo su un paio di elementi. Qui vedete il valore di quasi un miliardo, raggiungiamo quasi un miliardo se aggiungiamo 84 milioni di euro che sono fondi nazionali che sono stati impegnati in accompagnamento alle risorse pure del PNRR.

    Dal nostro sistema di monitoraggio quindi noi vediamo che per quanto riguarda questa missione, più del 50 per cento di questi fondi sono stati destinati ai Comuni capoluogo di Provincia; poco più del 12, quasi il 13 per cento, ai Comuni che rientrano nel perimetro delle aree montane, cosiddette fragili, quindi, ai sensi della nostra legge della montagna, ma anche nel perimetro delle aree interne. Altre aree, quindi, sono aree che non rientrano in queste due categorie.

    Così come ci sono una quota di interventi che hanno una visione regionale, quindi, non ancora, oggi, una specifica localizzazione territoriale.

    L’altro elemento che credo interessante è che più del 64 per cento dei Comuni della nostra Regione ha almeno un intervento finanziato ai sensi di questa missione. Se poi consideriamo solo le aree fragili, questa quota aumenta. Questo quindi va nella direzione di una attenzione ad un’equità territoriale.

    Con la penultima slide vi mostrerei, invece, come stiamo iniziando a vedere la distribuzione territoriale di questi fondi. Se vediamo il dato assoluto, vediamo la gradazione più scura (vuol dire che ci sono tanti fondi); l’area della Città metropolitana di Bologna, anche solo per il motivo che vi dicevo prima, del Piano integrato, pesa in maniera significativa. Ma se noi parametriamo le risorse pro-capite, quindi, rapportandoci alla popolazione, vediamo che la distribuzione diventa molto più equilibrata, sia nelle tonalità del colore, sia anche nella distribuzione territoriale.

    Chiaramente, queste sono delle prime elaborazioni che stiamo facendo, ripeto, sono dati che noi stiamo man mano raccogliendo. Siamo in una fase in cui il Ministero fa numerose assegnazioni, quindi possono essere dati ovviamente oggetto di cambiamento ulteriore.

    In chiusura, volevo solo fare due esempi di bandi: abbiamo un bando, che si è concluso da poco, il 15 giugno, che riguarda interventi speciali per la coesione territoriale, che vede come prioritari i Comuni delle aree interne, i cosiddetti Comuni intermedi, periferici ed ultraperiferici: questo proprio per dirvi che la politica territoriale del PNRR è importante, viene giocata in maniera prioritaria, quindi sulla parte urbana, ma anche sulle aree interne. In questa direzione, ricordo, ad esempio, che c’era una misura molto interessante sulle farmacie rurali, che è stata prorogata, quindi è ancora aperta perché non è andata secondo le aspettative. Sono state ricevute domande che saturano solo la metà dei fondi disponibili: parliamo di una misura che darebbe circa 40.000 euro a farmacia rurale, che si mette nelle condizioni di garantire un servizio di servizi (scusate il gioco di parole) di prossimità, a chi abita in quella frazione, in quel territorio, che purtroppo non è andata nella direzione sperata. Sono quindi prorogati i termini; ci sarà la possibilità, facendo un po’ di promozione sul territorio, di poter cogliere questa occasione. L’altro esempio che avevo fatto era quello del bando sport, ma andiamo molto velocemente anche su questo.

    Mi fermo per lasciare spazio al dibattito, sperando di aver dato un contributo conoscitivo aggiuntivo, per poi passare alla parte legata alla cabina di regia regionale e alle attività che vengono realizzate attraverso il contributo dei nostri esperti.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie alla dottoressa Brancaleoni che, non l’ho detto prima, è responsabile del Settore coordinamento delle politiche europee, programmazione, riordino istituzionale e sviluppo territoriale, partecipazione, cooperazione e valutazione su “Investimenti in Emilia-Romagna sostenuti dal PNRR-Missione 5”.

    Chiedo adesso alla consigliera Castaldini, che come sapete è l’organizzatrice di questo coordinamento, di questo lavoro che stiamo facendo a livello di Assemblea legislativa, tenendo insieme la competenza della Commissione I e quella della Commissione II, per il suo intervento.

     

    Consigliera Valentina CASTALDINI. Mi scuso dall’inizio, faccio fatica a restringere i contenuti di questo intervento, perché in realtà sono il frutto di un lavoro bello e complesso.

    Provo a delineare una piccola parte introduttiva, presidente, giuro, prometto; in realtà, vorrei che emergessero le criticità. Siamo in un momento storico fondamentale, e le sollecitazioni che arrivano dai Comuni, ho avuto modo di conoscere la situazione più o meno di 40 Comuni, e anche le sollecitazioni che sono arrivate da più parti, portano a far emergere alcune questioni fondamentali per la Missione 5.

    Andiamo per ordine, però. Sappiamo che verranno allocati quasi 30 miliardi di euro divisi su varie aree. Si è scelto di destinare importanti risorse alle infrastrutture sociali, funzionali alla realizzazione di politiche a sostegno delle famiglie. Su questa parte vorrei ci fosse molta attenzione perché ci troviamo in un momento in cui la domanda è sempre crescente e bisogna saper rispondere a questi bisogni in modo molto intelligente e mirato.

    Delle domande sui bandi usciti fino ad ora, però, e degli alert da tenere presenti ci sono: il bando PINQuA. Questo bando ha lo scopo di promuovere i processi di rigenerazione urbana finalizzati alla riduzione del disagio. In Emilia-Romagna arriveranno, come ha detto l’assessore Schlein, 161 milioni di euro per 34 progetti di cui ben 11 nella provincia di Bologna.

    Primo “nota bene”: io credo ancora una volta e sempre di più che la Regione debba avere un ruolo fortemente politico, di incentivare certamente quella che io definisco una gloriosa gara per avere più risorse possibili; però, quanto alla voracità sicuramente positiva di Bologna, comincio a temere profondamente che incida molto nella dimensione complessiva regionale. Su questo chiederei un’attenzione specifica alla politica e quindi all’assessore Schlein.

    A questo bando erano ammesse Regioni, Città metropolitane, Comuni con più di 60.000 abitanti. La Regione ha partecipato come ente aggregatore per nove progetti che non avrebbero potuto partecipare in maniera autonoma.

    Faccio presente che i progetti delle Regioni Abruzzo, Sicilia, Liguria, Campania, Marche, Puglia, Molise, Veneto, Toscana, Lazio e Lombardia (in ordine di graduatoria) sono stati finanziati già con la prima graduatoria. L’Emilia-Romagna ha dovuto attendere il rifinanziamento del 20 gennaio 2022, e possiamo dire di essere stati veramente molto fortunati; altrimenti, saremmo qui a raccontare tutta un’altra storia.

    Vi porto l’esempio di due progetti che secondo me sono molto significativi, quello di Modena e quello di Carpi. Ovvero, assessore, il progetto di riqualificazione ha radici molto antiche. Quest’area era già finita sulle cronache per una famosa querelle che non sto qui a ripetere (Esselunga e Coop che si contendevano l’area). Ha lasciato il quartiere al palo per oltre trent’anni, e oggi usiamo parte dei fondi europei per mettere in ordine quella zona abbandonata.

    Questo finanziamento su Modena riguarda un complesso di interventi che in parte era però già stato finanziato. Il dubbio che ho è questo, e in realtà è un dubbio che è molto frequente più vado avanti nello studio del PNRR: i 14,3 milioni di euro chiesti per la realizzazione del progetto PINQuA vanno in realtà a supplire ad investimenti più programmati con altre risorse, o progetti creati ad hoc? Questa domanda accompagnerà sempre, di fatto, i nostri coordinamenti.

    In sintesi, dei milioni previsti inizialmente, di fatto, quanti andranno a coprire con i finanziamenti PINQuA, e le risorse già stanziate come saranno distribuite?

    Come ho detto, ho avuto modo di interloquire con più di 40 enti territoriali fra Unioni e Comuni. Per quanto riguarda questo ambito, di fatto io vorrei elencare qua alcune grandi questioni che, temo, ci faranno, anche queste, compagnia lungo il cammino. I problemi di organico: lei lo sa, anche a lei è arrivata chiaramente questa voce, ce lo siamo già ripetuti troppe volte, che la gestione delle linee di finanziamento è molto complessa perché richiede un impegno del Distretto anche nel campo degli investimenti, cosa del tutto nuova, e richiede una relazione costante tra uffici di piano e uffici tecnici del Comune coinvolti, che andrebbero meglio integrati.

    Servirebbe un potenziamento della struttura amministrativa dell’Ufficio di piano, un supporto e un accompagnamento giuridico-amministrativo specialistico, stante la complessità derivante da progettualità sovradistrettuali, tipologie di spesa e di interventi, sia di gestione che di investimento, dalla necessità di accordi e convenzioni tra enti e soggetti diversi che possono definire con esattezza obblighi e adempimenti.

    Manca chiarezza nella gestione della governance, degli accordi tra enti, della gestione delle risorse. Sarebbe molto importante ricevere più risorse da spendere in parte corrente per la gestione ordinaria, e non in conto capitale, con ulteriori risorse sia per spese di investimento, per completare processi di rigenerazione urbana già avviati, sia per spesa corrente di gestione

    Occorrerebbe sapere se nelle ristrutturazioni rientrano la demolizione e la ricostruzione, i corsi formativi sugli aspetti legati d’investimento e su ESG. In particolare c’è necessità di capire quali siano le spese ammissibili, le modalità di convenzionamento fra enti, i responsabili dell’ambito e del soggetto attuatore, e c’è anche necessità di avere linee-guida comprensibili, sempre più comprensibili.

    Destano particolare preoccupazione le incombenze amministrativo-gestionali, con riferimento anche alle spese di investimento e alle operazioni di adeguamento e ristrutturazione di immobili. Mi dispiace dilungarmi, però di fatto questo è uno spazio fondamentale, e credo sia la direzione giusta che deve esserci nella gestione del PNRR. Riguardo ai temi, mi faccio portavoce, anche qui, di esigenze emerse. Alcuni Comuni hanno finanziato con bandi PNRR progetti sul trasporto scolastico, che dovrebbero già essere previsti dal Fondo sociale regionale. Manca il supporto educativo per minori e disabili, sia per attività scolastiche che per i centri estivi; mancano centri educativi pomeridiani per i disabili, il personale per l’assistenza domiciliare dei non autosufficienti; mancano, oltre agli educatori, anche altre figure fondamentali, come terapisti occupazionali; mancano alloggi di transizione abitativa per i titolari di protezione internazionale, di uscita dai SAI.

    Qui avrei anche avuto la necessità di elencare nei vari bandi, nelle varie linee di intervento chi di fatto è rimasto escluso, con la preoccupazione di avere sacche di territorio che non rientrano in questi progetti, e la preoccupazione politica che permane di avere persone capaci di partecipare al bando perché hanno uffici tecnici adeguati, perché hanno competenze adeguate, ma ritorna ancora questa vulnerabilità segnalata da più parti.

    So che il tempo è breve e non voglio obbligare i miei colleghi a star qua per lungo tempo. Credo tuttavia che il Coordinamento PNRR serva assolutamente a fare emergere queste criticità. Di fronte al dato limpido di quanto siamo riusciti ad ottenere, oggi più che mai, quando arriveranno colli evidentemente sempre più stretti per la realizzazione del PNRR, noi dobbiamo essere pronti ad affrontare questo tipo di problemi, che sembrano banali, ma che rischiano poi di non mettere in pratica la nostra capacità di aver preso una prima parte fondamentale della missione 5.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, consigliera Castaldini.

    Altri interventi dei colleghi? Chiedo alla Vicepresidente se vuole dare un ulteriore contributo. È chiaro che l’intervento della consigliera Castaldini ha spaziato al netto della missione 5 rispetto a quella che è una fotografia su cui non apriamo in questo momento un dibattito: il sociosanitario in Emilia-Romagna, su cui tra l’altro c’è un percorso di costruzione partecipata, larga del nuovo Piano sociosanitario e di quelle che sono le risposte che dovremmo mettere a disposizione del nostro territorio per implementare, migliorare, allargare la qualità dei servizi e il tipo di risposte. Penso però che un primo feedback lo possa dare in questa sede la Vicepresidente.

     

    SCHLEIN, vicepresidente della Giunta. Grazie, presidente. Grazie anche alla coordinatrice Castaldini per queste osservazioni.

    Chiaramente, la mia informativa ha riguardato una parte della missione 5, quella relativa all’inclusione sociale, alle infrastrutture, ai servizi e alle famiglie, in cui non rientra direttamente l’investimento a cui lei faceva riferimento, che pure è un investimento PNRR per cui il Governo ha fatto una scelta: quella di avvalersi di una graduatoria già esistente, e naturalmente caricarvi sopra ulteriori risorse.

    Quella quindi non era oggetto strettamente della parte di cui ho parlato io, ma sicuramente rimango a disposizione per ulteriori approfondimenti anche su quella parte. Noi avevamo fatto già prima del PINQuA un bel bando che aveva le stesse finalità: si chiamava PIERS, lo ricorderete, ci ha permesso – adesso non ricordo a memoria perché mi ero preparata su un altro pezzo – di sostenere, mi sembra, quattro belle progettualità, se non erro, con un cofinanziamento di 5 milioni – poi magari le faccio avere dei dati più precisi – per riqualificare delle strutture con la precisa finalità dell’utilizzo per l’edilizia residenziale pubblica e sociale. In qualche modo quindi possiamo dire che PINQuA prende in parte ispirazione da quel tipo di bando PIERS che era stato fatto.

    Dopodiché, noi, nel bando PIERS, con i finanziamenti che allora avevamo a disposizione, non eravamo riusciti a sostenere tutti i territori, per cui ci eravamo anche impegnati, ricordo, a cofinanziare alcune delle progettualità con un milione; a memoria mi sembra che una riguardasse il territorio di Parma, l’altra Modena, l’altra Forlì.

    Dopo è arrivata, come lei diceva, questa decisione del Governo di fare il PINQuA. Naturalmente, molti territori hanno partecipato e poi è stato anche finanziato con le risorse PNRR. Ben volentieri però chiedo ai miei servizi anche di farci un quadro di quella parte di PNRR, in modo da poter condividere queste informazioni.

    Rispetto all’intervento della coordinatrice, sottolineo due aspetti in particolare. È chiaro, ma questo è stato detto da più parti, che non è che il PNRR da solo risolva tutto, anzi. Noi siamo tra coloro, come ben ricordava prima la consigliera Castaldini, che hanno sempre evidenziato la necessità di accompagnare agli investimenti infrastrutturali che sono la maggior parte del PNRR, un aggiornamento dei bilanci ordinari sulla parte che riguarda i costi di gestione. Questo perché per noi è importante avere nuove risorse per costruire, ad esempio, nuovi servizi; ma senza un aiuto forte alle Regioni e ai Comuni sulla parte di gestione, rischiamo altrimenti di costruire dei muri entro i quali è difficile rispondere ai bisogni delle persone.

    Questo non vale solo per la parte di missione 5 o per altre finalità, ma vale, faccio un esempio molto concreto, per le case della comunità: per le case della comunità il PNRR ci finanzia le strutture, i muri, le riqualificazioni necessario nelle strutture già esistenti. Ma è un lavoro che poi dobbiamo fare noi, di visione per come indirizzare il lavoro dei professionisti all’interno di queste strutture. È chiaro quindi che lo sforzo, e in questo ha ragione la consigliera, vada ben dosato tra la parte investimenti e la parte costi di gestione.

    Vedo che il Governo su alcune di queste poste sta facendo un lavoro. Faccio l’esempio dei nidi, perché lo seguo da vicino: accanto al bando importante sui nuovi nidi, poli per l’infanzia, scuole per l’infanzia, un bando che quando è partito, ancora prima del PNRR, cubava circa 800 milioni, se i miei servizi qui presenti non mi correggono. Accanto a quello sono arrivate nuove risorse che passano dal MEF anziché dai Ministeri che si occupano più strettamente di questi servizi, che andranno però a quei Comuni che abbiano una percentuale più bassa di partecipazione ai nidi della popolazione residente in età. Naturalmente, come vi dicevo l’ultima volta che ci siamo visti qua, è nostro interesse intervenire per rafforzare il supporto alle politiche che facciamo sui nidi anche tramite le risorse FSE.

    Questo anche perché meritoriamente tanti nostri Comuni vedono la partecipazione maggiore, quindi non vedranno le risorse del MEF, quindi noi vogliamo stare al loro fianco, perché non può essere che gli investimenti fatti penalizzino chi ha già investito negli anni precedenti. Dobbiamo naturalmente assicurare che chi ha già i servizi possa essere messo in condizione di garantire un’importante continuità nella loro gestione.

    La questione ulteriore che toccava nel finale la consigliera Castaldini è ugualmente importante. Sulla parte che vi ho descritto – anche su questo abbiamo interloquito con successo con il Governo – va precisato che non sono esclusivamente investimenti che varranno sulla parte pubblica, ma c’è stato un ambito di coprogettazione con il terzo settore che ha assicurato diversi territori, a seconda anche di come sono abituati a gestire questi servizi, di poter lavorare con loro anche nella progettazione e nella presentazione della progettazione esecutiva, che proprio si sta ultimando in queste settimane. Quindi, diciamo che la possibilità di fare investimenti di quel tipo c’erano. Noi l’abbiamo chiesto, ad esempio, anche sugli investimenti infrastrutturali. Può capitare che ci sia un centro, ad esempio, residenziale e semiresidenziale che veda una forma mista di gestione, magari la proprietà pubblica è gestita da una cooperativa sociale, non ha senso che venissero tagliati fuori questi tipi di investimenti. Quindi, naturalmente questa parte di Missione 5 lo consente. Per cui, noi abbiamo anche incontrato non solo i Comuni nella cabina di regia, ma anche la Conferenza regionale del terzo settore, mi sembra che a un certo punto abbiamo fatto un confronto anche con i sindacati, dicendo a tutti “mi raccomando, sui territori poi lavorate insieme”, in modo da poter assicurare un buon utilizzo di queste risorse.

    Vi ringrazio, quindi, di questa opportunità di approfondimento su una parte importante di investimenti PNRR. Naturalmente se serviranno ulteriori specifiche anche sull’altra parte, che può riguardare anche le politiche abitative, ci riaggiorniamo volentieri, dopo che avrò raccolto un po’ di dati dai miei servizi.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie a lei, vicepresidente, per la disponibilità.

    Riprenderei adesso la parte illustrativa, la parte informativa, e darei, quindi, la parola al direttore generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni, dottor Francesco Raphael Frieri, per la comunicazione sul tema “Stato dell’arte sull’attuazione del PNRR, alla luce delle rilevazioni della baseline consegnata al Ministero della Funzione Pubblica”.

    Prego, direttore.

     

    Dott. Francesco Raphael FRIERI, direttore generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni. Grazie. Buongiorno.

    Se rimettiamo le slide dove eravamo arrivati. Questa prima slide ci fa vedere di nuovo l’ordine di grandezza, giusto per inquadrarlo. Siamo quasi a 4 miliardi. Come vedete, i Comuni capoluogo hanno un peso del 40 per cento. Però, siccome il Comune capoluogo di regione segna un 27 per cento, questo vuol dire che c’è una sottodotazione dei Comuni capoluogo in questa fase di assegnazione, sottodotazione che probabilmente conoscerà nel corso dei prossimi mesi un riequilibrio, soprattutto a partire dai bandi che riguardano il PINQuA, cioè la riqualificazione urbana, quindi la Missione 5, che abbiamo visto poco fa, e per la parte che non sono ancora stati localizzati anche la realizzazione dell’edilizia sanitaria.

    Andiamo avanti. Vedete da quest’altra slide una evidente sottodotazione in questa fase della Missione 1. Abbiamo visto dei bandi pubblicati nel mese di aprile, ma è evidente che non si tratta del 27 per cento. Quindi, è molto probabile che conosceremo nuovi bandi su questa missione nel corso dei prossimi mesi, mettendo quindi a dura prova anche le competenze degli Enti territoriali, perché la Missione 1 ha anche una barriera conoscitiva.

    Della Missione 6 siete già a conoscenza, perché abbiamo una gestione diretta come Regione, quindi è più facile rapportarvisi. La Missione 4 ha visto recentemente il bando mense, che ha attratto l’attenzione anche delle Amministrazioni comunali da dove vi hanno partecipato, in quanto era un bando che era accessibile anche alle Amministrazioni comunali.

    Andiamo avanti. Possiamo esplodere queste missioni per componenti e successivamente in termini di contabilità per investimento. Anche qui facciamo notare sempre Missione 5, Componente 2, di cui parlava poco fa la dottoressa Brancaleoni. Invece, è abbastanza evidente che con il nuovo programma annunciato dalla Commissione europea la Missione 2, Componente 3 conoscerà un’impennata nel corso dei prossimi mesi. Relativamente all’affermazione della presidente della Commissione sui pannelli solari soprattutto sugli edifici pubblici, è evidente che su quella missione, con l’aggiunta di 20 miliardi complessivi europei, con riposizionamento dell’intero PNRR, dovrà vedere un’azione decisa che incrementerà e posizionerà questa missione. Quindi, le conseguenti competenze anche negli Enti territoriali – faccio una battuta, anche in Regione ci stiamo già preparando, ci stiamo già attrezzando – dovranno vedere una maggiore attenzione e una maggiore impennata.

    Andiamo avanti. Vado molto velocemente, mi scuserete. Qui vediamo i contributi per ogni Provincia. Vedete che c’è un ridimensionamento rispetto alla precedente valutazione del Capoluogo di regione. C’è ancora una parte – è la fetta giallo pulcino – di risorse che non sono collocabili, però vedete che c’è un riposizionamento. Tanto vale che Ferrara inizi ad avere, grazie soprattutto ad infrastrutture sul Delta del Po, una proporzione che si avvicini al 12 per cento. Quindi, c’è un movimento e c’è un riequilibrio progressivo che sta avvenendo anche tra le Province. Ricorderete la precedente rilevazione dove, invece, avevamo visto su Bologna un 30 per cento.

    Andiamo ancora avanti. Le Amministrazioni comunali rappresentano il 43 per cento degli Enti coinvolti, ma puntiamo l’attenzione, oltre che alle aree del servizio sanitario, ma queste le governiamo noi e hanno una dimensione ottimale e sufficientemente forte, sui Consorzi di bonifica, che, come vedete, hanno un peso superiore al 10 per cento in termini di enti beneficiari e, come sappiamo, non sempre hanno le risorse umane e le competenze e sono riusciti nell’attuazione di opere pubbliche negli ultimi anni. Quindi, gli Enti locali, i Comuni – sono soprattutto Amministrazioni comunali quando parliamo di Enti locali – ma grande attenzione anche ad altri Enti che, comunque, saranno messi sotto stress, tra cui le Amministrazioni provinciali. Le avete viste prima. Era un 7 per cento se non sbaglio. E si trattava di strade e scuole.

    Andiamo avanti. Qui li vediamo per mesi. Abbiamo visto che il Ministero della transizione ecologica ha visto nei target delle milestone di fine gennaio la principale attività, quindi è evidente che noi troveremo nella seconda metà dell’anno, sempre entro il 31.12, da parte di questo Ministero, la vocazione a partorire bandi in prossimità dell’ultimo cenone dell’anno. Alcuni – lo ricorderete – sono usciti anche il 31 dicembre, per cui la gente mandava gli auguri insieme ai link dei bandi. Invece, quelli di cui parlava poco fa la dottoressa Brancaleoni, ad aprile e maggio, gli ultimi, a giugno, sulla transizione digitale, in particolare il bando cloud e il bando servizi digitali. Però, dovremmo conoscere per i Comuni sicuramente un’impennata. La Missione 1 è troppo dimensionata.

    Andiamo avanti. Arriviamo al nostro diagramma di gara, al nostro cronoprogramma su quello che stiamo facendo nella rilevazione dei progetti di semplificazione. Abbiamo spedito, entro il 30 giugno, come era previsto, la nostra baseline. Ci apprestiamo, quindi, a dislocare sul territorio i piani di miglioramento, come era previsto. Successivamente, nei prossimi mesi ci apprestiamo a vederne una dislocazione, magari prevedendo anche un intervento più preciso anche nelle prossime audizioni che voi vorrete accordarci come Commissione, perché qui inizia la parte critica, ovverosia inizia la parte in cui poi bisogna riuscire a migliorare.

    Andiamo avanti. La nostra piattaforma, come sapete, ha monitorato diciassette procedimenti, di cui due erano appannaggio delle Province, e sono stati scelti tipo perché la popolosità non era elevata in tempi precedenti alla pandemia, undici comunali e tre regionali. È andata bene, perché oltre il 98 per cento degli Enti ha risposto alla rilevazione. Quindi, tutto sommato ciò dimostra un senso civico e una coesione territoriale abbastanza forte nel nostro territorio.

    Io qui faccio una battuta. Quali sono le leve a disposizione soprattutto per quelli che non hanno risposto? Il Ministero della funzione pubblica ci ha detto che per chi non attua i piani di miglioramento, nel nostro caso piani di miglioramento, qualche altra Regione li chiamerà azioni organizzative, vi saranno purtroppo delle sanzioni molto pesanti, le peggiori che possono immaginarsi gli Enti locali, ad esempio tagli ai trasferimenti erariali o taglio alle assunzioni, ma anche delle premialità per chi li attua, ad esempio bonus alla contrattazione decentrata sui fondi sia del comparto che della dirigenza. Quindi, quest’ultima è una leccornia per le relazioni industriali. È evidente che non sono da sottovalutare e questo 98 per cento ci rassicura sul fatto che, salvo qualche irriducibile, le cose dovrebbero andare bene.

    Andiamo avanti. Dalla nostra piattaforma si dovrebbe vedere che ci sono delle gaussiane, cioè c’è una media per tutti e ci sono delle distribuzioni. Andiamo ancora avanti. Queste sono delle estrazioni dalla nostra piattaforma, processo per processo. La nostra baseline è fatta tenendo conto di medie ponderate. È chiaro che i Comuni capoluogo e i Comuni con una maggiore vivacità economica pesano molto di più in termini di miglioramento. Quindi, i primi indiziati sono i Comuni capoluogo delle nostre azioni, ma non lasceremo indietro nessuno. I nostri esperti si stanno recando e stanno bruciando carburante, ancora fossile, poi passeranno, anche loro, alle auto elettriche, in tutti i territori, anche nei Comuni più… Ma da un punto di vista strettamente matematico le medie ponderate dicono che chi ha più vivacità pesa molto di più.

    I piani di miglioramento verteranno su aspetti organizzativi, finanziari e tecnologici e partiranno dalla rilevazione che è stata fatta per la baseline. Ovviamente ci sono degli esperti che supportano gli Enti anche a livello giuridico e a livello centrale. Qui li vediamo e li ringraziamo. In particolare, Codice degli appalti e attività di produzione regolamentare, o per quanto riguarda la Regione il legislativo. Ma noi dobbiamo rispettare anche dei target intermedi e abbiamo dovuto immaginare una metodologia che ci permettesse di paragonare quello che succedeva in un Comune o in un’Unione dei Comuni della montagna con quello che succedeva nel Comune capoluogo di maggiori dimensioni.

    Andiamo avanti. Vado molto velocemente, anche perché queste slide ve le lasciamo. Anzi, vi alleghiamo – ho già girato la cosa ai presidenti di Commissione – anche la baseline spedita il 30 giugno. Quindi, è a vostra disposizione. Noi abbiamo cercato il più possibile, con i nostri esperti, di affievolire dei giudizi serafici sulle condizioni organizzative però – perdonate, lo diciamo subito – un’analisi organizzativa non può non contenere giudizi. Cioè, non è che può dire: alcuni valori non tornano, ma non ci sono valutazioni qualitative.

    La nostra baseline e la nostra piattaforma permettono anche di contrapporre due variabili, che sono le percentuali di arretrati e le durate. Vediamo che c’è una correlazione tra queste due grandezze. Si legge chiaramente una correlazione: c’è una retta inclinata a 30 gradi. Quindi, qualcosa vuol dire che queste rilevazioni hanno di vero e hanno di significato. Ci sono i multi-virtuosi, che sono a sinistra, ci sono quelli su cui bisognerà migliorare, che sono a destra.

    Andiamo avanti. Per ogni piano di miglioramento vi sarà una ricostruzione. Questo è un esempio di un flusso tipo dal punto di vista organizzativo e digitale. Lo vedete, è diviso sia per la parte dell’utente che interagisce fuori, sia per l’organizzazione dell’Amministrazione. Per poterlo fare, ecco qual è la metodologia che, insieme ai direttori generali fornitici da ANCI, UPI e UNCEM di più o meno tutto il territorio regionale e alle maggiori organizzazioni, anche differenziate per tipo, quindi ci sono anche le organizzazioni montane, verrà usata. È una metodologia spinta, in cui ci sono anche i colori, che servirà, da una parte, per condividere queste valutazioni. È un’analisi SWOT, che è un po’ più complicata, per cui non mi dilungo. Dall’altra parte, questa stessa verrà corredata da domande che, di volta in volta, guidano la sua compilazione. A mano a mano che gli Enti la compileranno verranno caricati sulla nostra piattaforma, dimodoché gli Enti vedano anche quello che fanno i loro vicini e gli altri Enti. Quindi, speriamo che produca un apprendimento organizzativo e un’omogeneità anche nelle valutazioni. Ognuno dei titoli che vedete sarà un paragrafo del piano di miglioramento. In realtà, questi nomi non sono definitivi, perché ieri li hanno ancora modificati l’ANCI e l’UPI. Sembra un po’ un gioco di società, ma vogliamo questo effetto.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie.

    Ringrazio la vicepresidente Schlein, il direttore generale Frieri e la dottoressa Brancaleoni per queste tre informative.

    Chiedo se ci sono interventi da parte dei colleghi, sia quelli in aula che quelli collegati da remoto. La volta scorsa avevamo ripreso a fare le sedute in presenza, adesso siamo ritornati alla forma mista, quindi alcuni colleghi non sono qui in aula, ma ci stanno seguendo collegati dai loro uffici o, comunque, per il tramite della piattaforma che utilizziamo per le sedute di Commissione. Consigliere Lisei, prego.

     

    Consigliere Marco LISEI. Innanzitutto, chiedo, poiché non so se sono stati inviati, io non li ho visti, se è possibile avere, oltre al documento riassuntivo, che è quello di presentazione di oggi, anche i documenti più specifici rispetto ai risultati dell’analisi, anche perché non sono particolarmente convinto dell’efficacia del monitoraggio sulla scelta di diciassette casi. È chiaro che sono un campione statistico rispetto a tutta una serie di procedimenti che ci sono all’interno della pubblica amministrazione, quindi in realtà c’è già una scelta a priori rispetto a che cosa seguire nella scelta di questi diciassette casi da monitorare, quindi magari sono in realtà non monitorati tutta una serie di altri procedimenti amministrativi sui quali, invece, ci potrebbe essere un interesse o sui quali sarebbe necessario implementare l’azione per renderli più efficienti in termini di tempi e di qualità. Quindi, ovviamente lascia un margine importante anche rispetto alla valutazione che si può fare su questo e rispetto al fatto che, comunque, c’è una scelta “soggettiva” nel cosa monitorare.

    Altro tema importante è come si intende raggiungere il miglioramento delle performance. Ho sentito parlare genericamente di un obiettivo, che può essere il miglioramento del 30 per cento fra qualche anno, nel 2023, se non sbaglio – adesso non ricordo in quanto è andato tutto abbastanza velocemente –, però l’obiettivo del 30 per cento è abbastanza generalizzato sulla casistica, sui diciassette casi. Quindi, non è che ogni caso ha obiettivi specifici e singoli. È chiaro che è un obiettivo generalizzato, non è calibrato sul singolo processo amministrativo. Diversamente mi verrebbe da pensare che per i processi migliorabili venivano individuate delle percentuali magari più alte perché c’erano più margini di manovra, per altri magari c’è un margine di manovra inferiore perché magari sono processi nei quali le performance sono già buone e, quindi, è più difficile ottenere un 30 per cento di miglioramento. La scelta a priori e l’obiettivo a priori di migliorare del 30 per cento tutti i diciassette casi, anche se in realtà non parliamo di 17 casi, perché sappiamo che due casi non sono, di fatto, monitorabili, per quello che è stato riferito già in Commissione, ovvero le tempistiche di realizzazione delle opere pubbliche relativamente alle scuole e al rifacimento di opere pubbliche stradali, due casi che, di fatto, sono usciti da queste tempistiche per ‒ credo ‒ evidente incapacità e impossibilità di realizzarle nei tempi congrui.

    Mi sarei aspettato, rispetto all’individuazione degli obiettivi, un lavoro più specifico.

    Dopodiché, c’è l’altro tema, ossia come si intende raggiungere questi obiettivi, e anche quello delle differenze che adesso sono state mostrate molto velocemente. Tra l’altro, non avendo un binocolo, non sono riuscito neanche a vedere quali Comuni hanno performance migliori, anche se il grafico era sicuramente molto bello, come tutti i grafici che produce la Regione. Ci sono sicuramente Comuni che, rispetto a determinati processi amministrativi, sono più in difficoltà e Comuni che, evidentemente, sono meno in difficoltà, perché hanno performance amministrative migliori. Su questo tema, secondo me, bisogna fare un’ulteriore analisi e un ulteriore approfondimento. Lo stesso metodo non può valere per tutti i Comuni. Non è che alcuni Comuni ‒ immagino, per la poca esperienza che ho sul territorio ‒ hanno performance amministrative più scarse perché hanno personale più scarso, perché hanno computer più vecchi. Ci possono essere mille ragioni per performance non adeguate da parte di alcuni Comuni. Ci può essere, ad esempio, come capita in molti Comuni, un’assenza di personale, un numero di personale inferiore rispetto a quello necessario per affrontare le pratiche. Ci possono essere Comuni che hanno sistemi informatici non adeguati. Ci possono essere Comuni in cui, magari, l’ufficio tecnico ha altri tipi di difficoltà, ha personale non qualificato perché preso altrove. Dietro a dei dati ci sono sempre delle ragioni.

    Proprio per andare incontro all’obiettivo ‒ immagino che l’obiettivo di tutti sia quello di migliorare le performance amministrative ‒ dietro a tutto questo, rispetto ai Comuni con più difficoltà rispetto alle performance amministrative, ci doveva essere un lavoro specifico. Non la semplice individuazione di un target, ma capire perché il Comune di... Non so quale, perché ‒ ripeto ‒ era impossibile vedere quali erano i Comuni con performance, purtroppo, non adeguate. Quali sono le ragioni e come intervenire per aiutare questi Comuni. Credo sia una delle funzioni principali della Regione. Quindi, cosa si farà, eventualmente, per aiutare questi Comuni e come si farà.

    Rimango perplesso ‒ questo l’ho anticipato prima ‒ rispetto alla volontà di sfilare, fondamentalmente, dai 17 casi i due che riguardano le strade e le scuole. È stato preso un campione. Non ricordo quali erano le scuole campione, sono state citate l’altra volta. Credo sia un campione poco rappresentativo. Secondo me, sarebbe stato più opportuno fare una stima rispetto ai tempi massimi e rispetto ai tempi minimi. Se il tempo minimo di realizzazione di una strada è stato un anno e il tempo massimo è sessant’anni, della Cispadana, il tempo medio è trent’anni di realizzazione di una strada, a casa mia. D’altro canto, dovremmo fare, evidentemente, una valutazione non su un singolo caso. Di solito si prende il tempo minimo e il tempo massimo per poi, dopo, migliorare eventualmente la performance. Sulle strade e sulle scuole, visto che i tempi massimi, purtroppo, non sono molto generosi sul territorio… Questo ci dovrebbe già indurre, di fatto, ad alcune riflessioni. La scelta di sfilarli, anche se mi rendo conto che è oggettivamente utile... Anche perché poi l’Europa deve riscontrare dei numeri. Al nostro interno, però, dovremmo anche porci degli interrogativi sul perché ci sono lentezze rispetto a determinate opere. Forse bisognerebbe anche provare a superare le problematiche che ci sono.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, consigliere Lisei.

    Altri? Non ci sono altre richieste d’intervento. Sull’individuazione degli indicatori, do la parola al direttore generale.

     

    FRIERI, direttore generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni. Sul piano tecnico, volevo rassicurare che la Cispadana non è nel campione nè il Passante di Mezzo. Ne potrei citare altre, perché ne conosco altre.

    A parte le battute, tutto il progetto che abbiamo fatto ormai è fatto, la dico così. Il progetto è stato presentato a dicembre, è stato presentato insieme a Funzione pubblica e alla Commissione europea. Ormai è quello. I target sono quelli. I processi autorizzatori che noi conosciamo nei Comuni, dove c’era un controllo di gestione sulle attività autorizzatorie, ed è su quello il progetto, non sui procedimenti amministrativi in generale, sono 139. La Regione Emilia-Romagna ha scelto ‒ ormai ha già fatto questa scelta a dicembre, giusta o sbagliata che sia ‒ di estrarre un campione che permettesse di cogliere anche tutte le competenze che ci sono all’interno di un’Amministrazione territoriale e di dislocare la maggior parte degli esperti sul territorio. Altre Regioni hanno fatto la scelta esattamente opposta, cioè hanno costruito gruppi di studio, soprattutto di carattere amministrativo e ingegneristico a livello centrale.

    Ormai il nostro target è quello. Alla fine del periodo dovremmo raggiungere l’annullamento dell’arretrato, l’azzeramento dell’arretrato e la riduzione su quei tempi, quand’anche questi tempi fossero già nei livelli di legge del 30 per cento. È il nostro obiettivo. Siamo soggetti a una procedura di audit. Voglio, però, rassicurare il consigliere Lisei che questo obiettivo è differenziato nelle fasi intermedie, a seconda dei procedimenti. È evidente che alcuni sono più facilmente comprimibili e altri meno.

    Abbiamo lavorato molto anche sul fatto che i “processi tipo” non fossero capestro, non fossero stimati con arrotondamenti per difetto, perché questo avrebbe reso impossibile i piani di miglioramento. Però siamo soggetti anche a una procedura di audit. La Commissione europea, purtroppo, è molto severa verso certe performance di natura autorizzatoria della Pubblica amministrazione italiana. Quindi, proveremo, semmai, ad accomodarci se le cose non funzionassero, ma ‒ guardate ‒ in alcuni casi è molto difficile ragionare con loro.

    L’ultima domanda è come supporteremo le realtà più deboli, più piccole, più fragili. Abbiamo previsto, come ricorderete, nel DSR (Documento strategico regionale che riguarda i fondi) un […], cioè un laboratorio sviluppato da ART-ER. Abbiamo già messo a disposizione un help desk di Lepida sui bandi della Missione 1, che riceve, ovviamente, ed è in grado di fornire domande di primo livello. Non può fare, ovviamente, la trasformazione digitale di un Ente. Questo è impossibile farlo per telefono. C’è un laboratorio che, insieme ad ART-ER, con l’assistenza tecnica dei Fondi europei (visto che qui l’assistenza tecnica, come veniva detto dalla consigliera Castaldini, non c’è), potrebbe supportare, a richiesta, anche gli Enti con maggiori difficoltà. Mi permetto una considerazione: per alcuni salti quantici, l’adozione, cioè, di piattaforme complesse, la dimensione ottimale minima, dal punto di vista organizzativo, è necessaria. È impossibile che un Comune di 4-5 dipendenti possa giocare, anche nella partecipazione ai bandi, se rimane da solo, se lavora da solo. Sto dicendo qualcosa di lapalissiano. Da un punto di vista organizzativo, però, questa cosa è molto chiara.

    Chiudo con una battuta, ma ovviamente lo dico con simpatia. Nella mia lunga esperienza professionale non ho mai sentito dire che c’è qualcuno sopra-organico. Sono tutti sotto-organico. Perché? Perché le dotazioni organiche sono state stimate in anni in cui i dipendenti pubblici erano molti di più. Dovunque noi andiamo, ci dicono di essere sotto-organico. Siccome c’è stata un’espansione delle assunzioni, è difficile che ce ne siano altre. Soprattutto, mi permetto, se si preannuncia una crisi finanziaria, credo che il MEF la prima cosa che farà sarà bloccare di nuovo le assunzioni. Spero di essere smentito, ma è la prima cosa che generalmente viene fatta. La domanda è: con i dipendenti che abbiamo, come facciamo a raggiungere quegli obiettivi? Perché quelli sono i nostri obiettivi, credo. Per noi.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, direttore.

    Non ci sono altre richieste di intervento. Direi, quindi, di chiudere qui questa seduta del coordinamento tra le Commissioni I e II sul PNRR.

    A me pare che sulla Missione 5 vada rilevato che i 105 milioni che arriveranno per finanziare 157 progetti, se non ho memorizzato male i numeri, e soprattutto anche il lavoro politico che ai tavoli ha fatto la Regione Emilia-Romagna per far sì che quei 39 progetti in più depositati dai diversi distretti trovino la possibilità di essere finanziati con ulteriori risorse, dal momento che, pur con le criticità che il lavoro di monitoraggio ha giustamente evidenziato anche in Emilia-Romagna, e io non penso che in tutte le altre Regioni si sia così pronti e che, quindi, ci sia la possibilità, almeno sul PNRR, quelle risorse che eventualmente dovessero avanzare sui vari capitoli, di poterle mettere a disposizione di quei territori che hanno, invece, presentato un surplus di progettualità... Questo penso sia un primo buon risultato, le 157 progettualità finanziate, e il lavoro politico per far sì che lo siano anche le altre.

    Dall’altra parte, voglio ringraziare gli esperti qui presenti per il lavoro che stanno facendo, di monitoraggio, restituendoci un quadro anche oggettivo e, forse, più obiettivo dei nostri occhi su come funzionano le cose nei diversi territori dell’Emilia-Romagna. Quel lavoro, non solo le slide, ma, come diceva anche il consigliere Lisei, anche il documento integrale, lo possiamo mettere a disposizione dei consiglieri delle due Commissioni. Sicuramente ci saranno spunti utili per il nostro lavoro qui in Assemblea legislativa e nella relazione con i territori, per poter far sì che da questi anni arrivino, sì, risorse per finanziare progettualità, ma si riesca anche a migliorare dal punto di vista dei procedimenti e delle performance, per dare risposte più adeguate, anche nei tempi, ai nostri territori. Grazie per il lavoro che state facendo.

    Noi, insieme alla coordinatrice Castaldini, al presidente Pompignoli e al vicepresidente Sabattini, ci riaggiorneremo per decidere quando aggiornare ulteriormente il nostro lavoro, che ‒ come dicevo in apertura ‒ va in parallelo con quello della Giunta, e dare anche all’Assemblea legislativa un po’ di informazioni su come procede la messa a terra del PNRR in Emilia-Romagna.

    Grazie. Buona serata.

    Espandi Indice