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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 06/07/2022 pomeridiano

     

    Resoconto integrale verbale n. 23

    Seduta del 6 luglio 2022

     

    Il giorno 6 luglio 2022 alle ore 14.30 è convocata, con nota prot. n. PG.2022.17640 dell’1/07/2022, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del Presidente, dei Vicepresidenti Sabattini e Bargi e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Bessi, Marchetti F., Pillati (PD); Bondavalli (BP); Mastacchi (RCPER), Occhi (Lega); Piccinini (M5S); Taruffi (ERCEP) nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26 (Disposizioni per lo svolgimento in modalità telematica o mista delle sedute delle Commissioni assembleari).

     

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    9

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    assente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    assente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PILLATI Marilena

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

     

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

    È presente la consigliera Manuela RONTINI (Partito Democratico Bonaccini Presidente)

     

    È presente l’assessore al Bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale Paolo CALVANO.

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    Udienza conoscitiva

     

    sugli oggetti

     

     

    5315 -Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2023-2025". (Delibera di Giunta n. 968 del 13 06 2022)

    (Relatrice Consigliere Pillati Marilena)

    (Relatrice di minoranza Consigliera Catellani Maura)

    5316 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2022-2024". (Delibera di Giunta n. 967 del 13 06 22)

    (Relatore Consigliere Sabattini Luca)

    (Relatore di minoranza Consigliere Bargi Stefano)

     

    5317 -Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2022-2024". (Delibera di Giunta n. 970 del 13 06 2022)

    (Relatore Consigliere Sabattini Luca)

    (Relatore di minoranza Consigliere Bargi Stefano)

     

     

    partecipano

     

     

    AMOROSO Antonio, Segretario regionale CISL Emilia-Romagna

    RUSCONI Gianluca, Vicedirettore Confindustria Emilia-Romagna

    PASI Marco Direttore Confesercenti Emilia Romagna

    BERTACCINI Michele funzionario UIL Emilia Romagna

    MELEGA Massimo segretario GSMP Federmanager Bologna Ferrara Ravenna (non sa se interverrà

     

     

    POMPIGNOLI Massimiliano presidente Commissione I. Buongiorno a tutti. Iniziamo questa Commissione con l’appello.

    I consiglieri Bargi e Sabattini, i due vicepresidenti della Commissione, sono presenti in sala, così come il consigliere Bessi e la consigliera Bondavalli.

    Castaldini Valentina.

    Catellani Maura.

     

    Consigliere Maura CATELLANI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Costi Palma, presente.

    Fabbri Marco, presente.

    Gerace Pasquale, presente.

    Gibertoni Giulia.

    Lisei Marco.

    Marchetti Daniele.

    Marchetti Francesca.

    Mastacchi Marco.

    Occhi Emiliano.

    Pelloni Simone.

    Piccinini Silvia.

    Pillati Marilena, presente.

    Rancan Matteo.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Taruffi Igor.

    Zamboni Silvia è collegata.

    Rontini Manuela, presente.

    Proviamo a chiamare Occhi Emiliano, che non risponde.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Oggi, come sapete, è fissata come Commissione l’udienza conoscitiva rispetto al pacchetto bilancio e Documento di economia e finanza regionale (DEFR), assestamento e collegato.

    Hanno chiesto di intervenire il vicedirettore di Confindustria Emilia-Romagna, avvocato Rusconi, insieme, collegati da remoto, il dottor Marco Pasi, direttore di Confesercenti Emilia-Romagna, e il dottor Antonio Amoroso, segretario della Cisl Emilia-Romagna, presenti in sala, il dottor Michele Bertaccini, funzionario della Uil Emilia-Romagna, e il dottor Massimo Melega, Federmanager Bologna, Ferrara e Ravenna, che è collegato da remoto.

    Prima di dare la parola a chi ha chiesto di intervenire, io direi di fare un piccolo riepilogo del pacchetto sia bilancio che DEFR. Inizierei col DEFR dando la parola all’assessore Calvano, che è presente e che ringrazio, per una breve illustrazione. Poi, darò la parola ai due relatori di maggioranza e minoranza per il DEFR, consigliera Pillati e consigliera Catellani, a seguire il consigliere Sabattini e il consigliere Bargi come relatori di maggioranza e minoranza per quanto riguarda il pacchetto bilancio. Dopodiché, daremo avvio agli interventi. Chiedo brevità per consentire a chi poi deve intervenire di poter intervenire con tranquillità.

    Prego, assessore.

     

    CALVANO Paolo, assessore. bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale

    Grazie, presidente. Grazie a tutti gli intervenuti, ai commissari e, ovviamente, ai partecipanti all’audizione.

    Faccio una breve introduzione rispetto a cos’è il DEFR e cosa contiene il DEFR 2023-2025 della Regione Emilia-Romagna. Come sapete, è un documento obbligatorio che le Regioni devono mettere in atto e che fa parte del processo di programmazione nazionale delle politiche economiche e finanziarie che vengono messe in campo dal livello nazionale fino ai livelli locali.

    Stiamo facendo il tentativo, in questi anni, di rendere il DEFR sempre più uno strumento di programmazione e di definizione degli obiettivi strategici della nostra Regione, cercando anche di individuare modalità con le quali poter, attraverso il DEFR, dare anche un’immagine del valore pubblico che viene creato attraverso le azioni che la pubblica amministrazione, in questo caso la Regione Emilia-Romagna, mette in campo.

    Il DEFR anche quest’anno ha avuto un’evoluzione rispetto a quelli precedenti: è diviso in due volumi fondamentali, quello che fa un’analisi di contesto e quello che mette in evidenza gli obiettivi strategici che la Regione si dà per il triennio a venire.

    Per quanto riguarda il contesto, non dico nulla di nuovo, se non nel momento in cui si fa riferimento al fatto che nel 2021 c’è stata una crescita importante delle economie mondiali, in risposta anche alla crisi del Covid che aveva fortemente condizionato l’economia nel corso del 2020. Nel 2022 le prospettive di crescita erano già immaginate più ridotte rispetto a quelle del 2021 in assenza di fattori esogeni, poi sono arrivati anche una serie di fattori esogeni, ultimo il conflitto in Ucraina e ad oggi anche un po’ di ripresa della pandemia, purtroppo la inseriamo dentro come uno di quegli elementi che possono condizionare, ma, detto questo, le stime sul 2022 fatte a inizio anno sono stime che sono state poi rettificate e sono ancora in corso di rettifica da parte delle economie mondiali. Tant’è vero che, prendendo l’impostazione del Fondo monetario internazionale, il tasso di crescita del PIL mondiale era immaginato al 4,9 per cento per il 2022, ad oggi si immagina si possa attestare al 3,6 per cento. A cascata, questo ha effetti sulle proiezioni un po’ in tutti i Paesi. Agisce su questo – cito due dati su tutti – l’andamento del prezzo del gas e delle materie prime più in generale, comprese anche sul versante del food, che stanno obiettivamente condizionando moltissimo l’attività economica e anche i redditi delle famiglie, nonché la produttività delle imprese.

    In Italia, se prendiamo a riferimento il DEF, la crescita, che è stata del 6,6 per cento nel 2021, si immagina al 3,1 per cento nel 2022. Questo è il dato DEF, dato che, considerando l’andamento delle entrate, e anche i dati delle ultime settimane lo confermano, potrebbe anche essere un dato che viene confermato. Nella proiezione che è stata fatta da Prometeia che abbiamo tenuto in considerazione anche nel nostro DEFR, si immagina una crescita per il Paese non al 3,1 per cento, ma al 2,2 per cento, e per la Regione al 2,4 per cento. Come lo interpreto questo dato? Lo interpreto nella logica che, se sarà più elevata la crescita a livello nazionale rispetto al 2,2 per cento immaginato da Prometeia, probabilmente sarà più elevata anche la crescita dell’Emilia-Romagna, perché da questo punto di vista anche nel 2021 abbiamo registrato un dato, che ormai si va via via consolidando, di crescita dell’economia emiliano-romagnola che è stato superiore al dato nazionale in maniera anche importante, perché al 6,6 per cento registrato al livello italiano ha corrisposto in Emilia-Romagna una crescita del PIL del 7,3 per cento. Se tanto ci dà tanto, rispetto a quella che sarà la crescita del Paese, in Emilia-Romagna ci dovrebbe essere una crescita un po’ più sostenuta, anche se, ripeto, le variabili che sono intervenute stanno mettendo in difficoltà tutti i sistemi economici, compreso un sistema economico certamente ben strutturato come quello dell’Emilia-Romagna.

    A fronte di un contesto di questo genere, ovviamente nel DEFR andiamo a confermare il fatto che la nostra Regione, il sistema degli Enti locali e il sistema degli enti che agisce sulla nostra Regione e sul nostro territorio regionale, vuole provare a rafforzare il contesto attraverso un corposo piano di investimenti, che nel corso di questi anni è andato in crescendo. Era un piano di investimenti tutto compreso, cioè se prendiamo anche i diversi soggetti terzi che agiscono sull’Emilia-Romagna, dalle grandi società partecipate nazionali ad altri, si era partiti dai 13,5 miliardi di euro, e un pezzo di questi investimenti è partito, e siamo arrivati a un’ipotesi di investimento complessivo in Emilia-Romagna da inizio legislatura fino alla fine della legislatura che potrebbe essere di 18 miliardi di euro, investimenti alcuni dei quali dipendono direttamente dalla nostra Regione, altri dipendono dagli Enti locali, altri ancora dipendono da grandi player nazionali, Ferrovie, Autostrade e altri soggetti. È ovvio che, se ci fosse questo ammontare così rilevante di risorse, il dato del PIL di cui stiamo parlando oggi potrebbe essere un dato ritoccato in rialzo, sia il dato del PIL che il dato eventualmente di crescita dell’occupazione.

    A questi investimenti che ho appena citato si aggiunge, ovviamente, l’impatto del PNRR nella nostra Regione, che è un impatto ad oggi pari a circa 4 miliardi di euro di finanziamenti che cadranno sull’Emilia-Romagna, anche questi realizzati da diversi soggetti, con una preminenza delle Amministrazioni locali. Di questi 4 miliardi il grosso, più del 40 per cento, è sulla rivoluzione verde e la transizione ecologica, a cui si aggiungono gli investimenti sulla coesione e l’inclusione, sulla salute, sull’istruzione e la ricerca, sulle infrastrutture per la mobilità sostenibile e, infine, sulla digitalizzazione, l’innovazione e la competitività. Siamo a un dato intermedio, perché ci saranno altri bandi, ci saranno altre risorse che verranno assegnate, e certamente l’Emilia-Romagna cercherà di fare, anche su queste risorse, la propria parte.

    Per dare un dato che è contenuto anche all’interno del DEFR, c’è un aumento della spesa di investimento da parte degli Enti locali del 71 per cento nazionalmente parlando rispetto a quelli che sono i livelli di investimento degli Enti locali. Perché ci tengo a sottolineare questo dato? Perché questo implicherà uno sforzo in termini di capacità di messa a terra dei diversi investimenti notevole da parte degli Enti locali e non sempre le strutture sono nelle condizioni di poter rispondere a questa esigenza. Il dato medio sui tempi di percorrenza per la realizzazione di un’opera pubblica in Italia riporta tempi che non sono esattamente coerenti con quelli del PNRR, motivo per cui dobbiamo cercare non solo di investire sulle competenze degli Enti locali, ma il più possibile di fare squadra tra i diversi Enti locali. La scelta, ad esempio, che abbiamo fatto come Regione Emilia-Romagna di rafforzare la struttura di Intercent-ER, non solo per accompagnare i Comuni come centrale di committenza su beni e servizi, ma anche sui lavori, va in questa direzione.

    La scelta che abbiamo condiviso con le fondazioni bancarie di andare in supporto della progettazione degli Enti locali, soprattutto dei più piccoli, va in questa direzione. Gli accordi fatti con Cassa depositi e prestiti e con Invitalia, sia da parte dei Ministeri che da parte della Regione Emilia-Romagna, vanno in questa direzione. Speriamo possano essere anche sufficienti, tenendo conto che un pezzo della capacità di realizzazione di questi progetti è legato certamente alla capacità degli Enti locali, ma anche al contesto esterno, che è un contesto, come vediamo, purtroppo in continuo mutamento. Basta vedere i drammi di carattere climatico che stiamo vivendo, a cui si sommano i conflitti geopolitici a livello internazionale.

    Il dato di contesto è quello che vi dicevo. Nel DEFR c’è una prospettiva di risposta a questo dato di contesto attraverso importanti politiche di investimento, a cui si aggiunge l’intervento da parte della Regione per cercare di far sì che quella crescita che noi vorremmo registrare e che vorremmo che si realizzasse in Emilia-Romagna sia una crescita equamente e giustamente distribuita. Per questo nel DEFR vengono indicate delle priorità nelle attività di sostegno alle famiglie, nelle politiche per la competitività delle imprese, nelle politiche per la crescita sostenibile coerenti con il Patto per il lavoro e per il clima e con l’Agenda 2030, nelle politiche di bilancio e semplificazione.

    A titolo meramente esemplificativo ed estremamente sintetico, nelle politiche a sostegno per la famiglia immaginiamo di proseguire, come obiettivo strategico, il sostegno sulla frequenza degli asili nido, sul trasporto pubblico gratuito agli studenti, nel fondo affitti nelle politiche per la casa, nel sostegno alle borse di studio e, ovviamente, nel rafforzamento del carattere pubblico e universalistico della nostra sanità.

    Sulle politiche di competitività alle imprese, per noi al centro rimane l’attuazione piena dei fondi e l’utilizzo pieno dei fondi europei, FESR ed FSE, così come l’investimento che abbiamo fatto con risorse nostre sulla legge n. 14 per l’attrattività, così come l’attuazione dei fondi previsti dal PSR per quanto riguarda lo sviluppo agricolo, a cui si aggiungono le politiche che mettiamo in campo di attrattività del territorio e tutti gli investimenti messi in campo su turismo e servizi qualificati e sostenibili.

    A questo si aggiunge, ovviamente, la grande attenzione che diamo agli obiettivi strategici inerenti all’economia circolare, inerenti al tema della qualità e della disponibilità delle acque, tema assolutamente attuale, gli investimenti che mettiamo in campo sulla qualità dell’aria e tutto il processo della decarbonizzazione, indicato al 2035 nel Patto per il lavoro e per il clima.

    Tutto ciò cerchiamo di farlo con politiche di bilancio che ci consentano di attuare appieno il PNRR e i fondi europei, con una pressione fiscale che immaginiamo all’interno del DEFR continui a rimanere invariata, con un basso ricorso all’indebitamento, accompagnando tutto questo con azioni di semplificazione amministrativa, su cui vogliamo continuare a lavorare, sapendo che alcune cose siamo riusciti a metterle in campo, altre necessitano ovviamente di ulteriori sforzi da parte della macchina pubblica e della Regione in primis, sforzi che intendiamo fare perché credo che possano essere utili a raggiungere gli obiettivi che nel DEFR abbiamo indicato.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, assessore Calvano.

    Passerei la parola alla relatrice di maggioranza, consigliera Pillati. Prego.

     

    PILLATI Marilena consigliere Grazie, presidente. Buon pomeriggio a tutte e a tutti.

    Vorrei cominciare questo mio breve intervento con alcuni ringraziamenti, innanzitutto all’assessore Calvano e all’intera Giunta regionale per il grande lavoro che sta dietro la predisposizione di questo documento così importante. Ringrazio anche i colleghi per la fiducia che mi hanno accordato. Voglio esprimere alla collega Maura Catellani, relatrice di minoranza, e a tutti i commissari la piena disponibilità all’ascolto e al confronto, perché vorrei davvero contribuire a fare in modo che queste settimane di lavoro siano accompagnate da una proficua collaborazione. Un doveroso e non formale ringraziamento alla Presidenza della Commissione e a tutto lo staff per il prezioso supporto al nostro lavoro. Da ultimo, ma non meno importante, voglio rivolgere un ringraziamento a tutti coloro che interverranno oggi nel corso dell’udienza conoscitiva per il contributo che vorranno mettere a nostra disposizione oggi o che, comunque, decideranno di far pervenire anche successivamente alla Presidenza della Commissione.

    Quello di oggi per noi è un appuntamento davvero importante all’interno di un percorso di lavoro e di approfondimento che ci vedrà impegnati nelle prossime settimane. Ascolteremo davvero con attenzione le valutazioni, i suggerimenti e i contributi che sceglierete di condividere con noi, perché lo spirito dell’istituto, ormai ben collaudato, dell’udienza conoscitiva è quello di favorire la concreta e attiva partecipazione della comunità regionale e dei suoi protagonisti al processo di formazione delle leggi regionali.

    Il nostro ruolo, quindi, soprattutto nella fase di avvio dell’iter legislativo, ma non solo, è quello dell’ascolto, della raccolta dei contributi che, insieme a quelli che emergeranno dai commissari nel corso di quegli approfondimenti più puntuali sui singoli temi, che sono previsti nelle rispettive Commissioni, ci consentiranno di comprendere se e in che modo il documento, così ricco e ampio può essere ulteriormente migliorato prima che la Commissione I licenzi il testo per i lavori dell’aula.

    Ringrazio l’assessore Calvano per la presentazione, che credo abbia chiarito davvero in modo estremamente efficace qual è il contesto economico e sociale in cui si inserisce il DEFR, e la discussione che in queste settimane porteremo avanti.

    Se i due precedenti documenti che questa legislatura ha approvato, seppure in modo diverso, hanno dovuto tener conto delle sfide di questi anni, facendo i conti con un’emergenza non prevedibile sia durante la fase elettorale, che in quella della pandemia, questo documento verrà alla luce dovendosi confrontare con un ulteriore elemento di difficoltà che l’assessore Calvano nella sua introduzione ha molto ben evidenziato. È quindi un contesto che purtroppo ci porta a dover rivedere quelle previsioni di crescita che solo alcuni mesi fa erano state fatte. Sappiamo che i fattori che più contribuiscono a ridurre le aspettative di crescita, come l’aumento dei prezzi dell’energia, ma anche dei prodotti alimentari e di molte altre materie prime, e così sarà anche per il futuro, stanno colpendo duramente non solo le imprese ma anche le famiglie.

    Nonostante questo scenario, probabilmente non così positivo come avremmo voluto, le stime, ce lo ha ricordato l’assessore Calvano indicano che la ripresa economica nella nostra Regione è più sostenuta rispetto al livello nazionale, anche se davvero noi ci auguriamo che le stime attuali possano essere considerate delle sottostime, quindi riviste al rialzo.

    Ovviamente, in questo quadro sono davvero importanti le azioni e gli strumenti che la Regione metterà in campo, proprio per rafforzare il percorso di crescita, ed è estremamente positivo che la crescita sia immaginata come una crescita equa, giusta. Accanto alla conferma di un piano di investimenti particolarmente rilevante, quindi, rafforzato anche dagli ingenti finanziamenti legati al PNRR, Piano potenzialmente in grado davvero di aumentare la crescita, oltre che l’occupazione, sarà molto importante affiancare questo alle misure redistributive. Davvero, se questa Regione ambisce a continuare ad essere la locomotiva del Paese, deve riuscire a non lasciare indietro nessuno.

    Proprio perché questo momento credo che sia particolarmente importante per il contributo che gli ospiti ci metteranno a disposizione, davvero concludo il mio intervento ribadendo la piena e totale disponibilità a raccogliere le valutazioni e i contributi che da oggi in avanti emergeranno.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Pillati.

    Vediamo anche la consigliera Catellani, che mi scrive in chat che forse il video non va.

    Verifichiamo se in audio si sente.

     

    CATELLANI. Mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, un po’ male, però provi a parlare.

     

    CATELLANI. Buon pomeriggio a tutti, grazie presidente, grazie all’assessore Calvano per la sua relazione, grazie anche alla collega Pillati.

    Accetto di buon grado l’invito a collaborare, anche perché il documento è copioso e sicuramente ci saranno ordini del giorno ed emendamenti che discuteremo insieme, nell’ottica chiaramente di migliorare il documento. Ringrazio anche per quelli che saranno i contributi dei nostri ospiti da qui a venire.

    Vi invito a discutere il contesto, oggi, del documento, delle tre parti del DEFR, perché già da domani, in Commissione V parità e statuto affronteremo le missioni dei vari assessorati. Il DEFR viene descritto come il quadro più attuale delle politiche che la Giunta intende implementare per raggiungere gli obiettivi del programma di mandato.

    Purtroppo, il quadro non è mai puntuale; quantomeno, forse il contesto ci dà sempre più dati rispetto a quanto avvenga per le missioni degli assessori che continuo a leggere, ma che purtroppo, dal punto di vista della strategia sono sempre molto difficili da declinare nella concretezza.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Consigliera Catellani, mi perdoni: se riesce ad abbassare un po’ il suo volume forse riusciamo a sentirla meglio.

    Si sente molto disturbato.

     

    CATELLANI. Meglio così?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, così va meglio.

     

    CATELLANI. Il contesto fa un passaggio sul momento storico. Il PIL nell’area euro ha una previsione di crescita ridotta dal 5,3 al 2,8 nel 2022, al 2,3 nel 2023. L’inflazione indurrà le banche ad adottare delle politiche monetarie restrittive e i tassi di interesse si alzeranno. Questa è una circostanza che ci porta chiaramente in un contesto di prospettiva economica davvero molto faticoso e molto affaticato.

    Il DEFR ci annuncia un piano di investimenti molto vivace, promanante dalla Giunta, che si affiancherà anche ai fondi del PNRR. È proprio sul piano degli investimenti che andremo ad analizzare la seconda parte del DEFR.

    La tabella di pagina 68 illustra il piano di investimenti con le variazioni più generose: sanità 30 [...] per cento, edilizia scolastica 57, cultura 93, ambiente 95, rigenerazione urbana 117. Il DEFR fa un passaggio costante anche sul Patto per il lavoro e per il clima e sul Patto per la semplificazione.

    Io purtroppo sono molto critica su questi due documenti perché sono stati annunciati, ma a mio avviso ancora non declinati concretamente. Per quanto riguarda il territorio, viene precisato che sono stati concretizzati al momento soltanto sui Comuni di Bologna, Ferrara e Rimini.

    È interessante nel contesto quanto emerso a pagina 38-39 circa il REPowerEU, sintesi della Commissione europea, del 18 maggio scorso sulla situazione energetica, altra situazione molto critica nella quale viviamo. Ma interessante è anche il passaggio sul PNRR: da pagina 40 a 43 si legge che chiaramente la governance del PNRR è centralizzata nella maggior parte delle risorse assegnate tramite bandi nazionali, e la Regione oggi è soggetto attuatore soltanto di due interventi: uno sulla digitalizzazione, uno sul potenziamento dell’attrattività turistica del Po. Però sul PNRR la Regione sta monitorando, si dice con grande dovizia, quello che è l’andamento dei fondi. Ci aspettiamo, anche grazie alla Commissione che abbiamo chiesto di istituire, di essere informati costantemente, non foss’altro perché in tutto il DEFR e anche in tutte le relazioni dei singoli assessori, il PNRR la fa chiaramente da soggetto principe.

    La tabella di pagina 51, sullo scenario nazionale, spalmato dal 2021 al 2025, fa emergere dei dati preoccupanti sul PIL, sulle esportazioni, sui consumi, sulla spesa, dati veramente molto preoccupanti. Nel quadro regionale le esportazioni hanno una previsione di crescita dimezzata, l’industria [...] arresto, il servizio in ripresa stabile, le costruzioni continuano ad avere un’espansione anche se più contenuta, l’agricoltura è stabile, la manifattura è in crisi.

    Per quanto riguarda ancora le imprese attive, c’è stato un nuovo aumento del 2,7 per cento, e questo è positivo, ancorché in agricoltura e industria ci siano delle [...]. Il turismo ha migliorato rispetto alla pandemia, ma è ancora molto lontano dalle percentuali pre-pandemia. Le esportazioni sono in aumento soltanto in alcuni settori.

    Si sofferma anche sulle condizioni economiche delle famiglie. Un dato sintomatico: si dice che c’è stato un aumento dell’1 per cento dei contribuenti che hanno redditi sotto i 10.000 euro, e sono [...] del 2,4 per cento i contribuenti con reddito dai 20 ai 50.000 euro. Questo fa il paio con la situazione economica su quello che è il futuro economico che ci aspetta.

    In realtà, la lettura del DEFR credo che la farò, la faremo principalmente su una frase, invece, dall’assessore Calvano. L’assessore Calvano a pagina 230, nella parte del bilancio per la ripresa economica. a mio avviso ben riassume la situazione odierna, che va ben oltre tutte le parole poco concrete, tante volte difficilmente concretizzabili degli assessori. Calvano dice: le politiche del bilancio regionale devono essere definite avendo come obiettivo nel breve periodo il mantenimento e l’implementazione di servizi pur in assenza di entrate aggiuntive, mentre [...] nel lungo periodo [...] contenere il debito senza aumentare la pressione fiscale, questo anche di concerto con quanto emerge a pagina 250 rispetto alla pressione fiscale…

     

    Presidente POMPIGNOLI. Consigliera Catellani?

     

    CATELLANI. Sì?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Bisogna che la interrompa perché veramente non riusciamo a sentire quasi nulla. Stiamo cercando di interpretare, ma non si sente molto.

     

    CATELLANI. Non so come fare.

     

    Presidente POMPIGNOLI. È un po’ difficile.

     

    CATELLANI. Comunque ho finito, ho soltanto una domanda.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, però bisogna sentirla. Proviamo.

    Faccia una cosa: mi scriva in chat e poi la faccio io la domanda a Calvano.

     

    CATELLANI. Bene, okay.

     

    Presidente POMPIGNOLI. D’accordo. Grazie.

    Qua dentro non si sente niente.

    Consigliere Sabattini, intanto iniziamo con lei, dopo faccio la domanda che scriverà la consigliera Catellani. Adesso Sabattini e Bargi, invece, per l’assestamento e il collegato.

    Anche a voi chiedo di ridurre un po’ gli interventi e di fare sintesi.

     

    SABATTINI Luca consigliere Grazie, presidente, buon pomeriggio, grazie a tutti gli intervenuti.

    Quanto all’inquadramento di contesto, proprio per economia del tempo di tutti, ha già parlato diffusamente l’assessore Calvano. Faccio solo un piccolo inciso di dove si colloca ovviamente l’assestamento, che è il percorso classico dei provvedimenti di bilancio, che si inserisce ovviamente in un quadro normativo che ha visto la produzione di sei decreti, dall’approvazione del bilancio fino ad ora, con uno ancora in conversione, sul quale come Regione abbiamo presentato alcuni emendamenti anche molto importanti, che riguardano temi fondamentali per le politiche regionali: penso al tema del trasporto pubblico locale e a quello della sanità. C’è un elemento di incertezza importante: quello, come sapete, che non è ancora stato firmato il riparto del Fondo sociale sanitario nazionale.

    Gli elementi della pandemia, come ricordava l’assessore, ancora in corso, lasciano alla nostra discussione un elemento oggettivo di indeterminatezza, dato da questa impossibilità, oggi, di poter avere chiaro e tracciare chiaro tutti quanti gli impatti sul bilancio del 2022, a causa di decreti, norme e trattative ancora non chiuse a livello nazionale. È chiaro che quando si parla di sanità e di bilancio regionale, l’importanza del tema, anche percentuale sulle risorse regionali, è un elemento certamente rilevante.

    Ad oggi, tanto di più non possiamo portare. Da questo punto di vista quindi dobbiamo discutere di quello che è nelle nostre possibilità. È un assestamento, questo, che cuba circa 50 milioni, registrando una non variazione pressoché totale delle entrate a disposizione, che hanno visto sicuramente un elemento di contrazione per quello che riguarda il potenziale di crescita rispetto alle previsioni, ma dall’altra parte, una compensazione tra le stesse all’interno del bilancio regionale ci portano ad avere una provvista di entrate pressoché invariata rispetto all’approvazione del bilancio, fatte salve ovviamente le entrate vincolate, ma questo non dipende direttamente da noi.

    È un assestamento che cuba circa 50 milioni di euro, e ha come priorità sanità, welfare, ambiente agricoltura, attrattività turistica e culturale. Ovviamente, conferma tutti gli elementi di una delle linee principali del bilancio 2022 relative a tutti i finanziamenti dei fondi e all’accelerazione sui fondi della programmazione 21-27. Come sapete, abbiamo avuto l’approvazione dei nostri POR. Immagino che nel tavolo per il Patto per il lavoro e per il clima la programmazione delle prossime uscite dei bandi sia già stata condivisa. Da questo punto di vista, confermiamo, anche con l’assestamento, oltre che le opportunità del PNRR, la volontà di dispiegare tutta la potenzialità della programmazione del settennato nel più breve tempo possibile.

    Sottolineo soltanto le voci principali, che ovviamente riguardano una delle voci che trovate normalmente nell’assestamento, che riguarda il finanziamento per gli emotrasfusi, che è una delle voci che trovate in tutti gli assestamenti e che, per quanto ci riguarda, riterremmo che dovrebbe pagare il Governo, ma oggi dobbiamo anticiparle con risorse regionali.

    Ci sono finanziamenti per il rafforzamento del welfare e del Terzo settore, che tanto importante è stato anche durante la pandemia; l’implementazione delle azioni del Piano aria e di quelle azioni centrate in questo caso per un ulteriore finanziamento per gli investimenti, per le coperture delle vasche degli allevamenti, tanto impattanti anche dal punto di vista del clima. Sapete che la discussione del prossimo Piano aria è cominciata con un’informativa, stamattina, in Commissione 3 da parte dell’assessore. Poi, tanti investimenti che riguardano un pezzo la promozione turistica, anche in una fase che, a seguito di due anni di pandemia, vede il 2022 come anno vero della ripartenza, come il sostegno alle imprese per il trasporto fino al finanziamento aggiuntivo per quello che riguarda i programmi, come ricordava l’assessore Calvano, di sostegno al trasporto pubblico locale.

    Per quello che riguarda invece la legge collegata, sono aggiustamenti non particolarmente rilevanti. Ne segnalo soltanto uno: il recepimento complessivo all’interno della legge sulle destinazioni turistiche, della destinazione turistica Bologna-Modena, quella che era stata formata in una seconda fase, che oggi, con queste modifiche normative, viene recepita interamente all’interno della norma delle destinazioni turistiche.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Molto telegrafico, grazie, consigliere Sabattini.

    Consigliere Bargi. Poi diamo spazio agli interventi.

     

    BARGI Luca consigliere Sto addirittura qui, così facciamo ancora prima.

    Molto velocemente. Un veloce commento lo farei anche sul dato macroeconomico, perché giustamente, quando c’era chi si esaltava per la crescita dell’anno scorso, c’era anche chi da questa parte, per fortuna ci sono le registrazioni, diceva: attenzione perché di fronte a un rimbalzo tipico di un’economia che viene stoppata da una scelta politica poi fatta ripartire, non si può pensare ad una vera e propria crescita, ma bisognerebbe riuscire a riagganciare il trend di crescita pre-pandemico. Allora sì che potremmo dire: siamo bravi, abbiamo riportato il nostro sistema produttivo a crescere laddove eravamo rimasti per colpa della pandemia. Purtroppo,non è andata così. Già allora parlavamo di un rimbalzo a “V” sbilenca, perché se ci metti un anno a scendere nove gradini e ce ne metti due a salirne sei, evidentemente non è stata proprio una crescita, una ripresa così lampo. Poi c’era il tema dell’inclinazione che stava già calando e questi dati, tendenzialmente, non ci sorprendono, anche perché molti di quelli che vengono imputati come fattori esogeni, in realtà, già l’anno scorso, in particolare per quanto riguarda i costi dell’energia, erano ben chiari. Conflitto o non conflitto, la tendenza che stava prendendo il prezzo del gas in particolare, e che, a ricaduta, stava avendo in generale sulle materie prime, anche per il fatto che ci sono realtà che fondamentalmente ne dispongono in grandi quantità, e c’è stata la grande richiesta dovuta alla ripartenza che ha portato a dei rimbalzi, poi aggiungiamo anche la speculazione, che non manca mai, ovviamente dava già dei segnali chiari di dove stavamo andando.

    Sicuramente poi il conflitto è arrivato a peggiorare una situazione che, però, era già abbastanza evidente. Infatti, vedevamo poco da festeggiare per quello che doveva essere invece un rilancio eccezionale che, in realtà, è stato un mero rimbalzo.

    Venendo al documento in sé, i temi centrali credo li abbia toccati il collega Sabattini. In assestamento abbiamo anche poco da dire, nel senso che arriva in un momento di difficoltà e di incertezza, quindi, chiaramente, in maniera prudente, al di là del compito contabile di mettere a terra gli accertamenti, rimangono solo alcune tematiche sulle quali ci preme soffermarci. In particolare, c’è il tema della sanità. Ancora il riparto non è stato concluso. Sono di un mese fa circa le polemiche che la Regione Campania sta facendo, e quindi bisogna capire la trattativa come si chiuderà, però questo ci lascia un’incertezza pesante a metà anno, dopo che veniamo da un anno in cui vi ricordo, anzi solo qualche mese fa, che discutevamo di buchi da mezzo miliardo, 800 milioni. Abbiamo dovuto fare sedute a posta per capire esattamente che cosa stava succedendo alla sanità emiliano-romagnola, perché ci siamo svegliati una mattina nella sanità pubblica migliore al mondo con dichiarazioni molto pesanti. C’era stato spiegato che si era riusciti a chiudere l’anno passato, grazie all’accordo con lo Stato, ma grazie anche al famoso raschiamento del fondo del barile in questo caso delle ASL.

    Oggi trovarci in questa incertezza con la situazione pandemica ancora non risolta, e addirittura già si mettono le mani avanti dicendo che qua potremmo dover tornare a concentrarci parecchio. Anche oggi c’è chi, giustamente, a mio avviso, diceva di far attenzione a non sopravvalutare in maniera eccessiva la crisi pandemica, per poi sottovalutare quella economica, aggiungo io, perché il rischio è quello chiaramente di rimanere in grossa difficoltà, ma ce ne accorgeremo nei primi mesi dell’autunno.

    In una situazione di questo tipo, rimanere con questa incertezza non è un dato da poco e credo vada sottolineato, perché, oltre a questo, si aggiungono altre criticità che stanno emergendo rispetto alla sanità.

    C’è il tema della compartecipazione dei fondi strutturali europei. La Regione ci crede molto. Sul FESR e FSE parliamo di quasi 300 milioni da mettere a terra in bandi nel settennato. È chiaro che si parla di politiche derivate da altri luoghi, da altri contesti, perché quando si vanno a mettere a terra risorse così fortemente condizionate, tu non fai altro che mettere a terra delle politiche che non decidi tu.

    La voglia di partecipare è così forte che la Regione vuole compartecipare a questi fondi. Chiaramente, la Lega ha quel tipo di politiche che non è detto siano fatte nell’interesse del contesto socioeconomico del nostro territorio, soprattutto in un momento storico dove si sono lanciate determinate scelte strategiche, penso alla transizione green, e già un anno dopo diventano obsolete. Penso anche al PNRR. Già tutti lo vogliono cambiare. Per forza, è stato pensato in un contesto mutevole. È uno strumento rigido, a forte condizionalità, tra l’altro con una pesante capacità di riscossione rispetto a quanto viene concesso che, in un contesto mutevole, dove oggi ci sono altri problemi, la crisi energetica, il problema del dividere il mondo in due con una nuova cortina di ferro, quindi l’effetto del reshoring che vi ricordo sul DSR già anticipavo, e quindi il problema di un’inflazione che diventerà strutturale. Se non parliamo mai di domanda interna, capite bene che… Prima veniva detto che bisogna fare la crescita e ridistribuirla. Possiamo dire che abbiamo fallito, visto che siamo l’unico Paese OCSE dove i salari e gli stipendi sono calati. Quindi, bisogna che noi ci diciamo che il modello adottato fino a oggi ha delle grosse difficoltà e va rivisto. Quindi, anche sul punto di vista di questa forte attenzione rispetto ai fondi strutturali, forse anche usare un po’ di risorse per politiche ideate da noi nell’interesse del nostro territorio, in particolare del tessuto micro e piccole imprese che spesso e volentieri fanno fatica ad agganciarli, forse andrebbe posta. C’è il tema del collegato. Anche qui c’è poco da aggiunge, alcune modifiche normative, tra l’altro non particolarmente impattanti. C’è il tema degli articoli dal 2 al 6 che incidono sulla destinazione turistica oggi territorio turistico Modena-Bologna. In ogni occasione ormai in cui trattiamo questo tema continuo a dire che si è persa l’opportunità di spingere anche su un altro elemento, che era quello dell’identità storico-culturale, andando a mettere insieme Modena e Bologna. Fondamentalmente, noi andiamo a restare sugli assi che già fondamentalmente facevano parte del nostro comparto turistico.

    Si parla della Fiera, si parla dell’enogastronomia, si parla dei pilastri che già conosciamo del nostro comparto turistico che, tra l’altro, vedono una schiacciante potenza anche a livello economico di Bologna Welcome rispetto a Modena in Tour e quindi sembra quasi più una fusione per acquisizione dell’attrazione turistica modenese che, invece, se si fosse puntato… Addirittura hanno fatto passare anche una risoluzione nel mandato precedente, ma vedo che è stata ignorata, si diceva dare un carattere storico ricostituendo di fatto il territorio del Ducato Estense e introducendo l’asse storico-culturale si poteva fare un qualcosa di più, provare a giocare su un qualcosa di diverso. Se vai a Parigi ti portano a vedere la Torre Eiffel, non fanno un grande sforzo. Venire in Emilia-Romagna e mangiare bene non richiede un grande sforzo. È giustissimo e sacrosanto investire e continuare a crederci, ma si sa: puntare su un qualcosa che è lasciato un po’ nel dimenticatoio, spesso poco considerato anche dai nostri concittadini stessi, sui quali si poteva lavorare, penso ad esempio alle scuole, io la giudico un’occasione persa.

    Se mi è concessa una battuta finale, ma ci ritorneremo nelle Commissioni, se poi a capo del progetto ci mettiamo il capo delle sardine, che immagino abbia un curriculum di tutto rispetto sull’attrazione, sulla capacità di fare turismo e sia stato scelto per questo, qualche perplessità in più, da modenese, ce l’ho.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Bargi.

    Iniziamo con le richieste di intervento.

    Avvocato Rusconi, per Confindustria, prego.

     

    Avv. RUSCONI Gianluca, Confindustria. Buon pomeriggio a tutti. Grazie, Presidente, per questa audizione.

    Io sarò molto sintetico. Premetto che non abbiamo osservazioni puntuali sulla manovra di assestamento oggi in discussione, perché è una manovra sostanzialmente corretta e coerente rispetto alle scelte che sono già state fatte nell’ambito della manovra della fine dello scorso anno e si inserisce nel quadro delle politiche di investimento e di sostegno negli assi che sono stati prima tracciati dal consigliere Sabattini. Non mi soffermo sul DEFR, perché sostanzialmente è l’insieme di tutte le varie scelte politiche strategiche della Regione, salvo la battuta che mi verrà magari consentita dall’assessore, che è un DEFR molto corposo. Quindi, se vogliamo partire di semplificazione, partiamo da una riduzione delle 550 pagine del documento, che è certamente non di agevole lettura.

    Vorrei, però, richiamare la vostra attenzione su un tema che sta assumendo una connotazione molto preoccupante e che in qualche modo l’ha anticipata il consigliere Bargi nella sua relazione. Il tema è quello della sanità. Noi – lo avrete notato dai nostri interventi – non ci siamo fino ad ora occupati del tema sanità in un’audizione pubblica, specie in occasione delle manovre di bilancio e di assestamento, perché fino ad oggi il quadro era sostanzialmente sotto controllo. Quando parlo di “quadro” parlo di un quadro duplice, economico-finanziario e di gestione del servizio anche in regime di pandemia.

    Ci siamo preoccupati, anche alla luce sia del dibattito che c’è stato in Aula qualche settimana fa su questo tema, sia soprattutto alla luce del fatto che le diverse istanze formulate dalla Regione verso il Governo per un aiuto alla copertura del disavanzo, che non è ben chiaro a quanto ammonti in termini di milioni di euro, siano tutte fino ad ora almeno cadute nel vuoto.

    Il tema sanità è un tema importante, non soltanto per la cura delle persone, ma perché dentro il mondo della sanità ci sta un sistema, ed è un sistema molto complesso. È un sistema che non può permettersi di non rimanere in equilibrio.

    Noi vorremmo cogliere questa occasione per lanciare un invito affinché si possa aprire un tavolo, un momento di confronto o con gli attori del Patto o con chi la Regione riterrà affinché si possa capire esattamente l’entità del disavanzo e si possa cercare di capire qual è l’azione, oltre a quella che la Regione ha già intrapreso rispetto al Governo, che si pensa di mettere in campo per coprire questo disavanzo e forse anche per dare delle risposte rispetto a una pandemia che non è certamente finita. Lo dico perché sappiamo perfettamente che la leva che la Regione può usare è anche quella della compartecipazione al gettito erariale, quindi alla possibilità di mettere mano alle imposte. Ovviamente, potete immaginare quale può essere la preoccupazione del mondo delle imprese se si dovesse arrivare a quel tipo di scelta.

    Ecco che il nostro intervento è quello di poter rivolgere un invito ai Consiglieri affinché si possa approcciare questo tema nell’ottica di cominciare a capire, visto che la seconda metà dell’anno ci attende, quali sono le misure che si pensa di mettere in campo nel caso in cui il Governo continui a non dare una risposta in termini di aiuto.

    Grazie per l’attenzione.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, avvocato Rusconi.

    Passo la parola al dottor Marco Pasi, direttore Confesercenti Emilia-Romagna. È collegato. Speriamo che il collegamento funzioni. Accenda il microfono e provi a parlare. Con l’audio non ci siamo. La vediamo, ma non la sentiamo. Anzi, la vedo. La sento piano, piano.

    Si sente molto, molto piano. Non so se dalla regia mi dicono qualcosa, se possono alzare.

     

    Dott. PASI Marco, direttore Confesercenti Emilia-Romagna. Più di così non riesco ad alzare.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Provi a parlare.

     

    PASI, direttore Confesercenti Emilia-Romagna. Io ho alzato al massimo. Si sente qualcosa o nulla?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Un po’ si sente. Non un’esagerazione. Bisogna avere un buon udito.

     

    PASI, Provo a parlare più forte che posso.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Provi a parlare così forte. Prego, le lascio la parola.

     

    PASI, Ringrazio tutti i componenti della Commissione per questa opportunità, anche per la possibilità del collegamento da remoto che delle volte presenta anche qualche inconveniente. Mi auguro che possiate sentire quello che vorrei trasferirvi. Cerco di essere molto sintetico per evitare di prolungare l’agonia.

    Per quel che riguarda l’assestamento di bilancio, ne prendiamo atto. Credo che difficilmente si potesse fare diversamente o di meglio. Mi piace, però, sottolineare un dato che è molto rilevante da un punto di vista politico, perché c’è la messa a disposizione di 500.000 euro per il settore del turismo, per gli interventi di sviluppo delle imprese sulla legge n. 40 del 2002. La somma è modesta, ma è molto significativa da un punto di vista politico, perché rappresenta un po’ un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni in cui quella legge, progressivamente, aveva visto diminuire le disponibilità finanziarie. È una legge molto importante per il settore perché è, di fatto, la principale, che permette alle imprese di ristrutturare e migliorare la propria offerta turistica.

    Per quel che riguarda il provvedimento collegato alla legge di assestamento, per gli aspetti del turismo direi che ci siano. C’è la presa d’atto e la coerente applicazione di quella che è stata la nascita della nuova destinazione turistica di Bologna e Modena, che prima vedeva solo Bologna con una partnership di Modena. È coerente con il percorso che hanno fatto i territori, un percorso condiviso. Mi pare che recepire, di fatto, quello che i territori nella loro autonomia hanno comunque deciso di fare sia assolutamente opportuno. Completa il quadro delle destinazioni turistiche regionali, dando pari dignità a tutte in un modo coerente con l’impianto della normativa.

    È anche interessante, di fatto, l’adeguamento per quel che riguarda le funzioni o meglio il trasferimento delle funzioni dalle Province che ancora mantenevano un pezzo di delega per gli aspetti turistici alle destinazioni. Perché anche qui, ancora una volta, il provvedimento è assolutamente coerente con l’impianto normativo.

    Per quel che riguarda il commercio, va benissimo, di fatto la soppressione del Comitato tecnico dell’Osservatorio. Rimane, però, invariata la finalità che ha portato alla costituzione, 23 anni fa, di questo Osservatorio, quindi anche la validità auspicabile di una sua ripresa dell’attività, che è ferma già da alcuni anni.

    Noi speriamo che queste nuove funzioni, che verranno assolte nello specifico da Arter, portino di nuovo a riprendere quelle attività di analisi, di approfondimento sulle dinamiche del settore, che comunque erano utili sia alle imprese che al sistema della rappresentanza.

    Confesso di capire molto poco la modifica introdotta dall’articolo 9 sulla formazione professionale, perché si inserisce all’interno di un provvedimento che aveva una logica ben precisa, cioè quella di mettere a disposizione risorse per un sistema che aveva e ha bisogno di rafforzarsi, di adeguarsi e di accorparsi. Si è inserita la possibilità di erogare contributi per le attività di internazionalizzazione. Non ci pare ci sia fare nulla all’interno di quel contesto. Mi pare che l’attività di internazionalizzazione casomai rientri nell’attività ordinaria di un ente. Crediamo non abbia bisogno di interventi che abbiano il senso o diano il senso della straordinarietà del processo. Vi consegno questa riflessione che voi avrete sicuramente modo di approfondire.

    Per quel che riguarda, invece, il DEFR, è una lettura molto impegnativa, ma anche molto interessante. È un documento complesso, molto articolato, che suggerisce diversi spunti su tutte le tematiche e delinea comunque una strategia mi sembra abbastanza chiara di intervento da parte della Giunta.

    Su digitalizzazione, montagna, welfare, mi pare che l’impianto sostanzialmente sia buono, sia adeguato alle esigenze.

    Sugli aspetti che riguardano l’ambiente, in particolare l’aria, si è appena avviato il percorso che porterà [...]. Quindi, lì si avrà modo di approfondire meglio le tematiche che sono esposte in modo giustamente sintetico all’interno del DEFR. Su questo, naturalmente, ci sarà possibilità e anche volontà di dire parecchie cose.

    Sull’urbanistica, di fatto, si prende un po’ atto che questa fase transitoria arriverà fino a fine 2023. Sarebbe anche interessante che il DEFR, in questo caso, fosse accompagnato da quello che è successo in questa Regione a partire dal 2017, quando è stata approvata questa legge, che stava sotto lo slogan “Consumo zero di suolo”, per capire in questi cinque anni ‒ ripeto ‒ cos’è successo dal punto di vista degli insediamenti, delle realizzazioni e cosa potrebbe ancora succedere da qui a fine 2023, per avere nel contesto elementi di valutazione maggiori.

    Per quanto riguarda gli aspetti del turismo, il DEFR ci pare che colga nel segno. Orienta il proprio intervento sui due aspetti più rilevanti: da una parte, il rafforzamento della promozione e, dall’altra, il rafforzamento del sistema di sostegno alle imprese. Anche le linee guida che riguardano l’APT Servizi sono coerenti con questa impostazione.

    Io non mi avventurerei, lo dico in modo spassionato, e avrò modo di dirlo anche all’assessore, in un programma di lavoro che contenga il tema della riclassificazione delle strutture ricettive. È un tema che costa pochissimo. Tutti i ministri, in genere, al loro insediamento, lo mettono nel piano di lavoro, sempre fonte di grandi tensioni e anche di perdite di tempo. Siccome non ci pare che sia un’esigenza avvertita dal sistema turistico e non ci sono all’orizzonte modifiche nell’impianto nazionale, eviterei di inserirlo in un piano di lavoro all’interno del DEFR.

    Per quanto riguarda il commercio, anche qui l’impostazione è convincente: sostegno alle imprese e riforma del settore. Abbiamo la legge n. 41/97 che è stata ‒ credo ‒ un riferimento per tutte le Regioni a livello nazionale, che ha bisogno un po’ di essere adeguata attraverso un processo di confronto puntuale. È una sfida. Non sarà affatto semplice, perché comunque la tematica è complessa, ma credo valga la pena di affrontarla.

    Così come è interessante l’impostazione contenuta nel DEFR, per quanto riguarda il commercio, dell’inserimento della tematica della valorizzazione e dell’adeguamento del sistema delle imprese all’interno del tema più ampio della qualificazione urbana. Credo sia corretto inserirlo lì. Bene ha fatto il DEFR a prendere questa strada.

    [...] la previsione confermata della creazione [...] sul turismo, sul commercio e sull’economia urbana, anche in questo caso è assolutamente condivisibile questa impostazione.

    Chiudo con una annotazione di ordine generale, che poco ha a che fare con i documenti che sono oggi all’ordine del giorno. Scusatemi se sconfino un po’. Considerato che, comunque, il tema delle risorse sarà rilevante nei prossimi anni, in considerazione proprio dell’avvio della nuova Programmazione europea FESR, FSE e del PNRR, credo sia opportuna una riflessione all’interno anche di questo contesto di quello che è il ruolo attualmente del sistema dei Confidi regionali, di quelle che potrebbero essere le opportunità che questo sistema potrebbe offrire al sistema delle imprese e delle autonomie locali, una riflessione accompagnata anche da un meccanismo che abbiamo concretizzato, realizzato nel corso della precedente programmazione dei fondi europei, che probabilmente ‒ anticipo, quindi, una riflessione che poi avremo nel merito, se questa riflessione, questo confronto si avvierà ‒ ha bisogno di qualche aggiustamento.

    Grazie per l’attenzione. Mi auguro che siate riusciti a sentire [...].

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei. Sì, abbiamo sentito tutto il suo intervento.

    Al termine, ovviamente, darò la parola all’assessore Calvano per le eventuali risposte alle domande.

    Ora chiamo Antonio Amoroso, sempre collegato da remoto, segretario CISL Emilia-Romagna. Vediamo se è collegato. Eccolo.

     

    AMOROSO Antonio, segretario CISL Emilia-Romagna. Mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo. Prego.

     

    AMOROSO. Ringrazio il presidente, tutta la Commissione, i consiglieri e l’assessore Calvano per l’opportunità.

    Preciso che, come è nostra abitudine ormai da diverso tempo, il mio intervento è anche a nome di CGIL e UIL.

    Inizio dicendo che l’argomento che più ci sta preoccupando in questo momento, in questa fase di programmazione, sia del DEFR che dell’assestamento di bilancio, riguarda il tema della sanità. Abbiamo registrato in questi mesi che le azioni straordinarie che sono state messe in campo dalla Regione hanno faticosamente consentito di chiudere il bilancio in equilibrio ‒ parlo della parte sanità ‒ per il 2021. Però è forte la preoccupazione ‒ tra l’altro, lo diceva anche il dottor Rusconi ‒ riguardo al 2022. La pandemia non è finita. Non si è riusciti ad avere dal Governo il ripianamento, le garanzie che venga coperto lo sforzo straordinario riguardo al tema della pandemia. A questo punto, la nostra preoccupazione sta nel fatto che, se così restano le cose, a nostro giudizio, il modello e l’organizzazione del Sistema sanitario regionale, così come lo conosciamo, rischia certamente di essere messo in forte discussione.

    Le ripercussioni negative saranno sulla qualità dei servizi e conseguenze sfavorevoli sui professionisti della sanità, che dovranno far fronte alle attività, ai servizi necessari con incrementi che noi riteniamo insostenibili dei carichi di lavoro, dopo la grande e difficile fase che hanno vissuto tutti quanti.

    Anche le azioni e gli obiettivi previsti dal PNRR, in termini soprattutto di investimenti, come ad esempio la costituzione o la trasformazione delle Case della salute in Case della comunità, progetti nuovi, come il rafforzamento degli OSS, con gli ospedali di comunità, piuttosto che le centrali operative territoriali, se non sono accompagnati, per rafforzare la medicina territoriale, da indispensabili incrementi di personale sanitario, corrono il rischio di non dare quelle risposte previste e auspicate dal PNRR. Come voi sapete, il PNRR dà risorse per gli investimenti, ma al momento non ci si è preoccupati del fatto che, poi, una volta fatti gli immobili, una volta acquisite le attrezzature, le tecnologie, ci vogliono i professionisti, tra l’altro formati per far fronte a un nuovo modello, per farli funzionare. Quindi, vanno animati con le professioni.

    Per l’insieme di queste ragioni, come organizzazioni sindacali noi non possiamo accettare che la spesa sanitaria prevista con il DEFR sia in calo sul PIL rispetto al 2019, perché questo rappresenterebbe l’esatto contrario di ciò che le Istituzioni tutte, la comunità nella sua generalità, le organizzazioni sindacali hanno affermato si dovesse fare in questi anni di pandemia.

    Pensiamo che tutti debbano sentirsi impegnati, da questo punto di vista, a rappresentare questa situazione nei confronti del Governo. Noi, per quanto ci riguarda, lo faremo, lo stiamo facendo attraverso le nostre segreterie nazionali. È necessario che la spesa sanitaria in rapporto al PIL mantenga e aumenti in linea con i Paesi europei che maggiormente investono in sanità pubblica.

    Riteniamo anche, però, che la Regione debba profondere ogni impegno necessario attraverso i propri atti di programmazione, in particolare a partire dal DEFR, di cui stiamo parlando adesso, poi ci sarà il bilancio preventivo, il futuro Piano sociosanitario, in discussione in questi mesi, e gli atti di indirizzo alle aziende sanitarie, affinché il modello che ci stiamo prefiggendo, di sanità pubblica integrata con le politiche sociali e di welfare dell’Emilia-Romagna, continui ad essere un sistema evoluto e coerente ai bisogni della cittadinanza e faccia leva su processi di negoziazione e confronto con le organizzazioni sindacali, confederali e di categoria, anche al fine di garantire la valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità regionale ed evitare a loro carico ripercussioni economiche negative, così come si stanno verificando in maniera paradossale.

    Nel far evolvere il sistema di questi servizi sanitari e sociali integrati, secondo gli obiettivi prefigurati dagli investimenti, dalla riforma del PNRR, si dovrà tenere conto, secondo noi, delle risorse finanziarie che saranno ciclicamente disponibili. Come dicevo prima, non sono attualmente disponibili quelle per reclutare il personale secondo le necessità. Quindi, bisognerà comunque guardare in faccia la realtà man mano che le risorse si renderanno disponibili, speriamo in maniera adeguata e il prima possibile, per pianificare tempi e step di realizzazione e definire coerenti Piani di fabbisogni del personale, che sarà necessario per garantire l’effettiva esigibilità ed equità di accesso ai servizi da parte dei cittadini.

    Per quanto attiene alle risorse stanziate dalla Regione ‒ cambio argomento ‒ a sostegno delle attività turistiche, della cultura e altri settori che necessitano di sostegno, è necessario che queste risorse vengano erogate a quelle imprese o servizi che rispettano condizioni di lavoro dignitose, di qualità e siano condizionate all’impegno assunto all’interno del Patto per il lavoro e per il clima.

    Condividiamo, come organizzazioni sindacali, la scelta per la quale viene rafforzato, con la manovra di assestamento, l’investimento sui percorsi di formazione terziaria degli Istituti tecnici superiori e degli Istituti di formazione tecnica superiore, in modo particolare per specifici progetti volti all’inclusione e alla transizione ecologica e digitale, che sono, poi, gli argomenti più oggetto di attenzione sia per quanto riguarda il Patto per il lavoro e per il clima sia per quanto riguarda i fondi europei in senso generale, nonché il PNRR. Quindi, riteniamo questa manovra opportuna, in quanto ottima azione di politiche attive per il lavoro.

    Un analogo apprezzamento le organizzazioni sindacali lo esprimono riguardo al sostegno che viene destinato al sistema degli Enti locali tramite l’Intercent-ER per la gestione dei bandi di loro competenza, che sono necessari alla realizzazione degli investimenti del PNRR. Voi sapete quanto sia in difficoltà, dopo anni e anni di tagli lineari e di blocco delle assunzioni, il tema della carenza di personale per portare avanti tutti questi progetti. Oltre ai problemi di contesto più generale delle imprese, che non sono più nelle condizioni, spesso, di poter far fronte a una mole di lavoro o di richiesta di lavoro così importante e anche agli aumenti dei prezzi delle materie prime. Insomma, tutte le conseguenze negative che si stanno verificando in questo momento.

    Comunque, va bene. Apprezziamo questo intervento della Regione a sostegno degli Enti locali. Così come il rafforzamento della digitalizzazione tramite la società Lepida. Per noi sarà molto importante che venga monitorata la situazione in relazione alle risorse destinate alla sanità e confrontarsi dopo il periodo estivo per l’impostazione del bilancio di previsione 2023. Così come sarà importante monitorare il livello di applicazione del Protocollo d’intesa sulla legalità e gli appalti, che abbiamo stipulato con l’assessore Calvano e Intercent-ER, promuoverne contenuti e princìpi, a garanzia di un dignitoso lavoro e di correttezza delle gare di appalto, presso tutte le Amministrazioni pubbliche e regionali.

    Un apprezzamento, comunque, va rivolto agli interventi di mantenimento, soprattutto, a sostegno del welfare. Mi riferisco alle politiche abitative, sostegno al pagamento degli affitti per le famiglie e i nuclei familiari più a disagio, venire incontro alle famiglie che hanno studenti per l’accesso al TPL, interventi per il contenimento delle tariffe di asili nido, eccetera. Tutto ciò che ci [...]

     

    Presidente POMPIGNOLI. Aspetti, si è bloccato l’audio. Provi un attimo a parlare, per vedere se la risentiamo. Niente. Non c’è collegamento. Oggi facciamo fatica con i collegamenti.

     

    (interruzione)

     

    Presidente POMPIGNOLI. Oggi. Di solito siamo sempre abbastanza fortunati, come Commissione, ma oggi non ne prendiamo una

    Vediamo se si ricollega Antonio Amoroso. Proviamo a ridargli la parola. Niente. Lo mettiamo un attimo in coda.

    Passerei la parola a Michele Bertaccini, funzionario UIL, che è in presenza.

    Dopo lo riprendiamo.

    Dopodiché, parlerà Massimo Melega, che ha chiesto la parola.

     

    BERTACCINI Michele, funzionario UIL. Capita in questo periodo. Abbiamo imparato tutti a fare i conti anche con questo

    Buonasera a tutti. Ringrazio il presidente, la Commissione e l’assessore per questo momento di interlocuzione e di audizione. Il mio intervento, a nome della Confederazione UIL dell’Emilia-Romagna, chiaramente nulla toglie o aggiunge a quello che diceva prima il collega rispetto a una nota più complessiva, come già unitariamente presentata dalle organizzazioni sindacali. Il nostro intervento era mirato a sottolineare una preoccupazione molto ampia, che mi pare stia emergendo da diversi interventi e che ci preme fare presente in diversi contesti. Pensavamo che oggi fosse uno di quelli più adeguati.

    Il tema è, chiaramente, quello della sanità. I documenti di cui stiamo discutendo, come avete anche voi in diversi passaggi ricordato, sul tema della sanità e soprattutto dei futuri assetti della sanità, rispetto ai dubbi e alle incertezze che al momento ancora ci sono, non possono che destare fortissime preoccupazioni, che, tradotte, per quello che riguarda la nostra realtà, molto spesso stanno a significare difficoltà nell’erogazione di un servizio e evidenti criticità per quello che riguarda il personale che questi servizi li deve garantire. Questo giusto per ricordare che, come UIL, al momento abbiamo proclamato lo stato d’agitazione in tutte le aziende sanitarie della Regione e riteniamo sia importante anche che la politica e, per quello che riguarda la nostra Regione, l’assise regionale, che è chiaramente il contesto di maggiore rilievo, di questi temi parli e si assumano anche delle posizioni, delle decisioni.

    Ecco perché, come UIL, abbiamo inviato a tutti i Consigli comunali e all’assise regionale un ordine del giorno dove chiediamo che si parli quanto prima di questo argomento. Se da un lato ci sono incertezze date da decisioni governative, sulle quali bisogna capire come agire in maniera tempestiva e quantomai efficace, perché da quel punto di vista occorre capire come agire nel modo migliore ed efficace possibile, perché prenderne atto per il secondo anno di fila sarebbe molto complicato, dall’altro lato, però, noi chiediamo alla Regione di tenere fermi alcuni punti. Il primo è quello di dare un’indicazione chiara di quelli che sono i futuri progetti. Quindi, per quello che riguarda il tema del sociosanitario e delle linee della futura sanità, va presentato quanto prima un progetto da parte della Regione. Su questo noi chiediamo che ci sia un impegno. Che il quadro della sanità regionale resti improntato su un perno, che è quello della cosa pubblica, che ci preme rimarcare in questa fase complicata, e che quanto prima siano dotate le Aziende sanitarie di quegli strumenti che sono necessari per poter garantire i servizi, servizi che purtroppo la pandemia non ci molla, perché tutti i giorni siamo con numeri importanti, quindi chiaramente, se ci sono stati costi straordinari l’anno scorso, è difficile pensare che nel 2022 non ci saranno. Da questo punto di vista come Uil lanciamo, anche qui, un allarme e un invito alla politica a discutere nelle sedi opportune di quanto stiamo dicendo.

    Giungono notizie di ieri secondo cui il Consiglio comunale di Bologna è stato il primo Consiglio che ha trattato l’ordine del giorno che noi abbiamo, su nostro sollecito, girato a tutti i Consigli. Quindi, è una discussione che è partita. Naturalmente ci auguriamo che anche la Regione dia il suo contributo in questo passaggio, perché sul tema della sanità io penso che ci giochiamo tutti un pezzo della nostra comunità, che ha delle radici e delle prospettive importanti, ma che ha dei capisaldi fermi, e il tema della sanità, come diceva qualcuno prima, è un meccanismo attorno al quale ruotano tante dinamiche, sociali, economiche, famiglie, lavoratori. Su questo noi ci giochiamo tantissimo e su questo ci tenevamo a ribadire ancora una volta la nostra posizione e a invitare anche la Regione e l’Assise regionale, si è possibile, ad affrontare questo argomento, partendo anche dallo stimolo che noi abbiamo dato dell’ordine del giorno.

    Grazie per l’attenzione.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Vediamo se è stato ripristinato il collegamento con Antonio Amoroso. Pare di no. Proviamo con Massimo Melega, segretario GSMP. Vediamo un po’. Provi ad attivare l’audio.

     

    MELEGA Massimo, segretario GSMP. Mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo. Prego.

     

    MELEGA. Okay. Grazie.

    Innanzitutto, a nome di Federmanager ringraziamo l’assessore Calvano e la consigliera Catellani per il confronto che è stato richiesto.

    Desidero innanzitutto soffermarmi sul discorso del problema demografico, che sta nella premessa. Il problema demografico sta esplodendo nella sua drammaticità, che è appena appena mitigata dall’immigrazione di forza lavoro dall’estero. Però, dobbiamo prestare attenzione quando si fanno in proposito delle affermazioni che potrebbero generare equivoci e anche risentimenti. A pagina 130 leggiamo: “L’indice di dipendenza totale misura uno squilibrio particolarmente rilevante, fornendo indirettamente una misura della sostenibilità economica e sociale della struttura di una popolazione. Pur essendo puramente demografico, offre un’idea del rapporto tra la quota di popolazione inattiva 0-14 anni e 65 anni e oltre e quella attiva 15-64 anni, che dovrebbe farsene carico. Inoltre, scomposto nelle due componenti della dipendenza giovanile e senile, fornisce ulteriori indicazioni, poiché l’aumento dell’indice di dipendenza, per effetto della popolazione giovanile, ha rilevanza diversa rispetto all’aumento dovuto alla componente senile. Attualmente in Regione tale indicatore ha raggiunto il valore di 58,3 e negli anni ultimi ha fatto registrare variazioni contenute per compensazione tra diminuzione della componente di dipendenza giovanile e l’aumento di quella senile”. Ebbene, questo indice ci appare quantomeno inadatto a rappresentare in dettaglio la realtà, perché la popolazione senile andrebbe suddivisa almeno in tre categorie: i pensionati che riscuotono i propri versamenti fatti negli anni; gli assistiti da pensione sociale o da invalidità; i pensionati in attività lavorativa. Quindi, è improprio, è fuorviante parlare di popolazione attiva che dovrebbe farsi carico della popolazione senile e alimenta quella diffusa e sbagliata percezione per la quale le pensioni della contribuzione, che sono tuttora in equilibrio contabile, sarebbero pagate dalle persone in attività. Se questo, infatti, è vero per un principio di cassa, di denaro versato e, infatti, già uscito per pagare precedenti assegni, non lo è in termini assoluti. Spesso il pensionato non esaurisce i contributi versati, morendo molto prima di averli riscossi tutti. Anche la popolazione cosiddetta “attiva” andrebbe suddivisa in attivi effettivi ed assistiti. Vedi il discorso del reddito di cittadinanza, di invalidità e via elencando.

    Si ricorda che Federmanager ha promosso, tramite la Confederazione CIDAS, la confederazione che raggruppa non solo i dirigenti in ambito privato, industriale e servizi, ma anche i dirigenti pubblici, anche i dirigenti medici, anche i dirigenti assicurativi, Banca d’Italia e così via, una mozione nei Comitati consultivi Inps per la separazione tra previdenza e assistenza. La seconda dovrebbe andare a carico della fiscalità generale e non essere pagata con la retribuzione differita versata dai pensionati, peraltro anche se tassato.

    Riguardo alla sanità, un ringraziamento particolare all’assessore Donini da parte di Federmanager per l’impegno profuso in questi anni e che sta continuando a profondere. Va molto bene l’intento di rafforzare gli ospedali nel territorio anche attraverso la diffusione di dispositivi e strumenti di diagnosi e monitoraggio, specie in montagna, ma occorre anche una revisione dell’assetto attuale dei pronto soccorso. Occorre riattivare i pronto soccorso soprattutto in aree montane, sia per sgravare, nel caso dell’area metropolitana di Bologna, Maggiore e Sant’Orsola da un enorme quantitativo di accessi gestibili tranquillamente negli ospedali del territorio, sia per venire incontro al diritto all’assistenza sanitaria di tutti gli abitanti della regione.

    Ancora, sulla Regione dei diritti e dei doveri. Come si è detto in precedenti occasioni, si ricorda che il numero di infortuni mortali sul lavoro negli ultimi anni è in larga parte fatto di cosiddetti “infortuni in itinere”. Quindi, ben vengano la formazione e l’applicazione del controllo sistematico del Testo unico sui luoghi di lavoro, ma è altresì importante impostare una campagna capillare che educhi la popolazione alla guida responsabile e al rispetto dei ritmi sonno-veglia. Quindi, i diritti certo, ma anche il dovere di non nuocere. Da qui, la Regione dei diritti e dei doveri.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei dell’intervento.

    Ovviamente, se volete far pervenire anche richieste scritte, lo potete fare attraverso la mail della Segreteria della Commissione I.

    A questo punto lascerei la parola all’assessore Calavano, anche se forse sarebbe stato meglio avere qui l’assessore Donini a rispondere, visto che le critiche sono perlopiù sulla sanità. Però, lascio a lei le conclusioni.

    Mi permetto soltanto di ricordare ai membri della Commissione, perché a volte non è molto chiaro questo concetto, che tutti i documenti li potete recuperare cliccando il link della Commissione, che è stato mandato con la convocazione. Quindi, se volete vedere questi documenti, dovete cliccare, appunto, su questo link o andare sulla pagina della Commissione. Questo giusto per avere chiaro dove trovare la documentazione.

    Prego, assessore Calavano.

     

    CALVANO. Grazie, presidente.

    Vado rapido, pur cercando di dare alcune risposte. Innanzitutto, credo che nel corso di questi 2-3 anni abbiamo maturato tutti insieme un risultato e una consapevolezza: il DEFR non è solo un obbligo di legge, ma è uno strumento, un documento che ci dice molto su dove vuole andare la Regione Emilia-Romagna. Ringrazio anche coloro che abbiamo audito, tutti coloro che sono intervenuti, mi concentro, ad esempio, sull’attenzione che ha posto il direttore di Confesercenti, Marco Pasi, su alcune questioni che sono poste all’interno del DEFR, perché danno l’idea di come il DEFR inizi ad essere vissuto come uno strumento nel quale indichiamo la prospettiva, la strada che vogliamo percorrere come Emilia-Romagna.

    Sempre in questo percorso evolutivo che stiamo facendo su come impostare il DEFR, raccolgo l’invito che faceva il vicedirettore di Confindustria, Gianluca Rusconi, in termini di semplificazione dello strumento dal punto di vista della lettura. È nostra intenzione infatti – non ricordo se l’ho anticipato nella Commissione di presentazione – arrivare, a partire dalla NADEFR, a definire tra i 97 obiettivi strategici alcuni obiettivi che sono più strategici di altri, in modo tale da andare a fare un’ulteriore selezione di quelli che sono gli obiettivi e le finalità che vuole raggiungere la Regione Emilia-Romagna. Spero che questo possa essere un ulteriore elemento che renda più facile la lettura e la comprensione del documento stesso sia da parte dei portatori di interesse che dei cittadini nel loro insieme.

    In questa sede è emersa la preoccupazione di tutti gli interlocutori sulla questione della sanità. I primi ad esserne preoccupati siamo, ovviamente, noi amministratori, lo è la Giunta nel suo insieme, perché il quadro che le Regioni insieme hanno fatto ai ministri competenti, ministro della salute, da un lato, e ministro dell’economia, dall’altro, è un quadro nel quale le spese Covid rischiano di incidere rispetto agli stanziamenti del Fondo sanitario nazionale per circa 4,5 miliardi di euro come spesa aggiuntiva. A questo si aggiunge il peso che stanno assumendo anche i consumi di carattere energetico, che, come sapete, sugli ospedali e sulle strutture sanitarie hanno un peso notevole e rilevante, che è stato quantificato in oltre 800 milioni di euro, il maggior costo. Parlo del sistema nel suo insieme, il sistema Italia. 4,5-4,6 miliardi di euro di spese Covid, 800 e passa milioni di euro di maggiori spese per utenze. Su questo tutte le Regioni stanno chiedendo al Governo uno sforzo, perché non vogliamo – questa è una posizione molto forte da parte della Regione Emilia-Romagna – mettere in discussione il ruolo della sanità pubblica e l’universalità del servizio sanitario.

    Ci sono le condizioni per poter, attraverso il bilancio dello Stato, intervenire su questo problema? A nostro avviso, le condizioni ci sono. Lo stesso andamento delle entrate registrato nei primi due trimestri da parte del Governo ci evidenzia un buon andamento delle entrate a livello nazionale, anche dovuto, purtroppo, ad un aumento dei costi a carico di famiglie ed imprese, quindi maggiori entrate IVA e tutto ciò che questo sta determinando, e in quell’aumento delle entrate per il bilancio dello Stato ci sono, a nostro avviso, gli spazi per un nuovo accordo tra Stato e Regioni proprio sulla sanità. Totalmente esaustivo rispetto alle esigenze delle Regioni? Lo andremo a verificare. Così come andremo a verificare se i costi per il Covid saranno alla fine davvero 4,5 miliardi di euro di qui alla fine del 2022, o saranno meno, o addirittura di più. Però, a nostro avviso, ci sono le condizioni sia in termini di dati a nostra disposizione che di andamento delle entrate perché in un tavolo di confronto tra Stato e Regioni possa esserci una soluzione che consenta ai bilanci regionali di poter respirare da questo punto di vista. Lo dico perché il bilancio della Regione Emilia-Romagna è un bilancio dove, nella parte libera, noi già circa 120, 130, a volte anche 140 milioni di euro della parte libera, che sapete essere poco meno del 20 per cento complessivo del bilancio, incide molto già il costo della sanità, che nel suo insieme, come sapete, è molto più elevato. Però, vorremmo cercare di mantenere un equilibrio all’interno del nostro bilancio, parte libera intendo, su quello che investiamo in tutti gli altri settori e su quello che investiamo nella sanità, cercando di utilizzare al meglio, ovviamente, nel modo più efficiente ed efficace possibile il Fondo sanitario nazionale di nostra competenza, che, come ha ben detto il relatore Sabattini, siamo in attesa di capire come verrà distribuito tra le Regioni.

    Esistono anche altre strade che abbiamo evidenziato al Governo per andare a reperire risorse utili per la tenuta del sistema sanitario e confido che insieme le si possa andare a perlustrare, proprio perché penso che sia un obiettivo, anzi sono certo che è un obiettivo condiviso la tenuta del sistema sanitario nel suo insieme e, al contempo, poterci continuare a dedicare come Regione Emilia-Romagna, così come abbiamo fatto negli anni addietro, mentre c’è la tenuta sanitaria e sociale, anche a tutte quelle politiche di rafforzamento della competitività delle nostre imprese, finalizzate alla creazione di lavoro e di nuova occupazione. Riteniamo che questi due obiettivi siano assolutamente perseguibili e che lo siano mantenendo, come dicevo prima, inalterata la pressione fiscale e senza indebitare il nostro Ente, che gode, fortunatamente, così come andiamo a vedere nel rendiconto, di ottima salute sul versante dell’indebitamento per le scelte che in questi anni abbiamo fatto e che ci hanno consentito di avere una certa flessibilità nel bilancio, che a sua volta ci ha consentito di poter affrontare anche le fasi più difficili, come quelle che abbiamo dovuto affrontare in questi anni.

    Un’ultima considerazione sempre sulla sanità. C’è stato un grande sforzo nell’ultimo biennio da parte del Governo nell’aumentare le risorse in valore assoluto per la sanità. È chiaro che noi, al pari di diversi che sono intervenuti oggi e anche delle forze sindacali, siamo preoccupati del fatto che gli importanti sforzi fatti in questi anni rischiano di tramutarsi, comunque, tra il 2023, il 2024 e il 2025 in una riduzione in termini relativi della spesa sanitaria sul PIL. Quindi, nel 2023, 2024 e 2025 abbiamo un importo della spesa sanitaria sul PIL inferiore in termini relativi a quella che era la spesa sanitaria nel 2019 sul PIL. Perché ne siamo preoccupati? Ne saremmo preoccupati comunque. Ne siamo preoccupati a maggior ragione perché il 2024 e il 2025 dovrebbero essere quegli anni in cui abbiamo realizzato o sono in corso di completamento tutti quegli interventi di carattere territoriale che abbiamo messo in cantiere con il PNRR, interventi che, dopo aver tirato sui muri, dopo averli – lo spero – riempiti di tecnologie, servirà qualcuno che li faccia funzionare. Quindi, immaginare di fare questo con un peso della spesa sanitaria sul PIL uguale o addirittura inferiore a quello che era il peso della spesa sanitaria sul PIL nel 2019 credo che sia alquanto complicato, per quanto si possano fare operazioni di efficientamento della macchina pubblica. Questo ci preoccupa molto.

    Riteniamo che su questo ci debba essere anche una politica di bilancio nazionale che tenga conto del fatto che ci sono alcune poste di bilancio, a partire dal peso della spesa sanitaria pubblica sul PIL, che vanno monitorate con grande attenzione e devono essere immaginate in espansione. Ci sono alcuni Paesi che, indubbiamente, hanno un peso della spesa pubblica sanitaria sul PIL che raggiunge quasi la doppia cifra. In Italia, ad oggi, durante il Covid siamo arrivati a circa il 7 per cento, nel post-Covid si immagina un dato che nel 2025 è al 6,2 per cento, quando nel 2019 era al 6,5 per cento. Parlo di spesa sanitaria sul PIL. Quindi, capite bene che questo è un dato di prospettiva, oltre che di situazione contingente, che ci preoccupa alquanto e che come Regioni stiamo continuando a evidenziare al Governo come dato su cui lavorare.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, assessore Calvano.

    Terminiamo questa audizione. Ringrazio tutti i partecipanti e tutti gli intervenuti.

    Ci vediamo la prossima settimana per la discussione generale sul pacchetto bilancio.

    Grazie a tutti e buona giornata.

     

     

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