Testo
Verbale n. 12/2005
Seduta del 22 novembre 2005
Il giorno 22 novembre 2005 alle ore 14,30 si è riunita presso la
sede dell'Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali, convocata con
nota prot. n. 17400 del 17 novembre 2005 ed integrata con nota prot.
n. 17612 del 21 novembre 2005.
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
NERVEGNA ANTONIO Presidente FORZA ITALIA 5 presente
BERETTA NINO Vicepresidente UNITI NELL'ULIVO 7 presente
- DS
MANFREDINI MAURO Vicepresidente LEGA NORD 3 presente
PADANIA EMILIA E
ROMAGNA
AIMI ENRICO componente ALLEANZA 4 presente
NAZIONALE
BORTOLAZZI componente PARTITO DEI 1
DONATELLA COMUNISTI
ITALIANI
CARONNA SALVATORE componente UNITI NELL'ULIVO 5 presente
- DS
GALLETTI GIANLUCA componente UDC - UN. DEM. 1
CRIS. E DI
CENTRO
GUERRA DANIELA componente VERDI PER LA 2
PACE
MANCA DANIELE componente UNITI NELL'ULIVO 1 presente
- DS
MASELLA LEONARDO componente PARTITO DELLA 3
RIFONDAZIONE
COMUNISTA
MONACO CARLO componente PER L'EMILIA - 1
ROMAGNA
MONARI MARCO componente UNITI 3 presente
NELL'ULIVO-DL
MARGHERITA
MONTANARI ROBERTO componente UNITI NELL'ULIVO 2 presente
- DS
NANNI PAOLO componente ITALIA DEI 1 presente
VALORI con DI
PIETRO
RICHETTI MATTEO componente UNITI 4
NELL'ULIVO-DL
MARGHERITA
RIVI GIAN LUCA componente UNITI NELL'ULIVO 2 presente
- DS
VARANI GIANNI componente FORZA ITALIA 4 presente
ZANCA PAOLO componente UNITI NELL'ULIVO 1 presente
- SDI
Sono presenti: il Vicepresidente della Giunta Assessore a Finanze.
Europa Flavio Delbono e l'Assessore a Programmazione e sviluppo
territoriale. Cooperazione col sistema delle Autonomie.
Organizzazione Luigi Gilli.
Sono inoltre presenti: Pasquini (Dir. gen. Risorse finanziarie e
strumentali), Curti (Resp. Serv. Bilancio-risorse finanziarie),
Gaspari, Bellei e Gheduzzi (Serv. Bilancio-risorse finanziarie),
Garavini (Dir. gen. Organizzazione, Sistemi informativi e
Telematica), Mantini (Serv. Stampa Assemblea legislativa)
Presiede la seduta: Antonio Nervegna
Assiste la segretaria: Claudia Cattoli
Resocontista: Claudia Cattoli
Il presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta.
Approvazione dei verbali n. 9 e 10 del 2005.
La Commissione all'unanimità dei presenti approva i verbali n. 9 e
10 del 2005, relativi rispettivamente alle sedute del 18 ottobre e 8
novembre 2005.
- - - -
750 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L. R. 15
11 01, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del bilancio di
previsione per l'esercizio finanziario 2006 e del bilancio
pluriennale 2006 - 2008 (delibera di Giunta n. 1838 del 14 11 05)
751 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2006 e del bilancio pluriennale 2006 - 2008 (delibera di Giunta n.
1839 del 14 11 05)
Il presidente NERVEGNA richiama l'iter dei progetti di legge in
oggetto e gli adempimenti relativi alla nomina del relatore. Cede
quindi la parola all'assessore per la presentazione della manovra
finanziaria regionale di bilancio per il 2006.
Il vicepresidente DELBONO svolge la seguente illustrazione:
Vorrei preliminarmente aggiungere alcuni elementi di informazione
oltre all'illustrazione dei provvedimenti legislativi previsti
all'ordine del giorno, vale a dire la legge finanziaria regionale,
il bilancio di previsione 2006 e il pluriennale 2006-2008 e la
normativa sui tributi. Aggiungo poche parole, doverose nei confronti
di questa Commissione, circa il DPEF che viene distribuito in questi
giorni a tutti i consiglieri. Il documento di politica economica e
finanziaria regionale, che è ormai una consuetudine dall'inizio
della scorsa legislatura, non ha quella valenza legislativa propria
degli altri provvedimenti, è un documento fondamentalmente politico
che, se l'Assemblea legislativa riterrà opportuno, potrà recepire
come è accaduto negli anni scorsi sotto forma di ordine del giorno
in occasione della seduta dedicata al bilancio.
Questa volta lo abbiamo redatto su un orizzonte quinquennale e non
triennale per farlo coincidere al meglio con la durata dell'intera
legislatura. Abbiamo cercato, un po' innovando rispetto alle
edizioni precedenti, di incardinarlo il più possibile sulla
relazione programmatica del presidente Errani, quella con la quale
si è presentato all'Assemblea legislativa.
Oltre alla novità relativa al periodo interessato (non più tre, ma
cinque anni per farlo coincidere con la legislatura), il formato e
quindi il contenuto del DPEF per molti versi ricalca quello degli
anni precedenti, quindi ha una parte iniziale di descrizione
dell'andamento di alcune tendenze e alcuni dati strutturali in
materia economica, sociale, demografica della nostra regione; poi
abbiamo appunto cercato di tradurre al meglio il documento politico
del presidente Errani, tradotto in obiettivi, azioni e in alcuni
casi anche più dettagliatamente, con il linguaggio tipico della
Commissione europea, si parla quasi di misure, di singole azioni.
Devo anche dire per correttezza che si tratta di una bozza, quindi
di un documento ancora aperto a possibili correzioni. Aggiungo
inoltre due annotazioni: la prima è che correttamente è stato
scritto, per quanto riguarda il quadro istituzionale-costituzionale,
a legislazione vigente. I provvedimenti di devolution sono
assoggettati ad una conferma o comunque ad una votazione di rango
referendario e fino a quel momento i poteri della Regione sono
quelli definiti dall'attuale Costituzione.
L'altra annotazione riguarda un problema che abbiamo avuto anche nel
passato, ma che si è accentuato negli ultimi tempi e attiene alla
difficoltà di programmare i flussi finanziari: questa volta non solo
per quanto riguarda i rapporti tra il nostro bilancio e quello dello
Stato, ma anche con quello europeo.
Ribadisco, perché avevo preso l'impegno con il presidente Nervegna
di venire ad illustrare in Commissione lo stato dell'arte delle
politiche comunitarie, che non vi è stata negligenza od omissione,
ma che alcuni fatti attendevano e purtroppo ancora attendono delle
scadenze, ma immagino che nel giro di alcune settimane saremo pronti
a fornire un'informazione compiuta, o almeno a rappresentare il modo
con il quale la Regione Emilia-Romagna si presenta al tavolo
nazionale e in che modo contribuisce anche ad orientare o cercare di
dare un contributo alle questioni europee.
Un'ulteriore incertezza infatti deriva dalla difficoltà di
programmare la dimensione e l'allocazione dei fondi europei, nel
senso che a tutt'oggi l'Unione europea non è ancora riuscita a
trovare un accordo né sulla dimensione del bilancio comunitario, nè
sulla allocazione di questi fondi tra i nuovi obiettivi.
Sapete che anche il gergo è cambiato: quello che era il vecchio
obiettivo 1 si chiamerà convergenza ; quello che era il vecchio
obiettivo 2 - sostegno alle aree sotto industrializzate e
l'obiettivo 3 - formazione faranno parte del nuovo obiettivo 2 che
si chiamerà competitività .
Al di là del lessico, c'è una genuina questione di programmazione e
quindi è difficile in un programma quinquennale e per alcune materie
in particolare (penso alle strategie di Lisbona), poter esplicitare
con precisione su quali risorse finanziarie potremo fare affidamento
in assenza di un quadro ragionevole per la programmazione europea
2007-2013.
Questo lo dico non per completezza, ma perché ci è venuto meno uno
dei pochi elementi fissi. Quando predisponevamo i precedenti DPEF
potevamo avere delle incertezze sulla finanziaria statale od altro,
ma sul fatto che il bilancio europeo 1999-2006 fosse quello e quante
risorse ci arrivavano sull'obiettivo 2 o 3, era ragionevolmente
prevedibile, era un fatto. Mi auguro che nel prossimo DPEF questa
alea sarà scomparsa. Rimane tuttavia un elemento di cui tenere
conto, perché alcune precisazioni sulle dimensioni delle risorse a
nostra disposizione sono involontariamente vaghe per questo motivo.
Parlo subito della finanziaria e sarò molto rapido.
Credo che siamo riusciti a mantenere un impegno, che per conto
dell'amministrazione regionale avevo assunto in Commissione, e cioè
di limitare al minimo l'utilizzo della legge finanziaria per motivi
diversi da quelli per i quali la legge finanziaria stessa è
preposta. Se la scorrete, anche se potrà esservi in seguito qualche
emendamento, vedete che la natura degli articoli della legge
finanziaria è quasi tutta incardinata sul bilancio: o apertura di
nuovi capitoli, o integrazioni o altro. Non ci sono, se non in un
paio di casi, modifiche di altre leggi regionali per le quali la
legge finanziaria a volte svolge la funzione di traino come, per
varie ragioni di avvio legislatura, è un pò accaduto con la legge
finanziaria dell'assestamento. Abbiamo cercato di contenere il
fenomeno in questa fase, poi è chiaro che la valutazione complessiva
sarà inclusiva degli emendamenti. La legge finanziaria è molto
ancorata alle esigenze del provvedimento di bilancio.
Veniamo invece alla proposta che la Giunta regionale consegna
all'iter dell'Assemblea legislativa per quanto riguarda il bilancio.
Credo che sia utile, perché così abbiamo fatto anche in occasione
dell'assestamento, partire dal perimetro così come delimitato e
definito dai vincoli esistenti. Vincoli che non sono soltanto di
natura esterna, nel senso di legge finanziaria dello Stato. Alcuni
attengono proprio esplicitamente alla dinamica di alcune variabili
economiche. Partirei da queste ultime.
Prima ancora della approvazione da parte del Governo del disegno di
legge finanziaria noi ci stavamo misurando con una difficoltà che
attiene al calo, questa volta molto più significativo di quanto non
sia accaduto negli esercizi precedenti, della accisa sulla benzina.
I consiglieri della Commissione mi avranno già sentito ripetere
questa affermazione anche negli esercizi precedenti, ma stavolta la
dimensione è molto più importante.
Ricordo a tutti che l'accisa sulla benzina è una compartecipazione
tributaria della Regione che venne introdotta alcuni anni fa per
sostituire un trasferimento da parte dello Stato. È evidente che
all'inizio l'entrata tributaria era esattamente commisurata
all'entità del trasferimento. Si dal caso però che negli anni
successivi, le dinamiche economiche di comportamento (cioè
l'eliminazione del superbollo sui veicoli a diesel ha spostato le
preferenze degli utenti automobilisti su veicoli a gasolio) hanno
prodotto una discesa nell'entrata sull'accisa della benzina, dato
che non abbiamo una uguale o simile compartecipazione sull'altro
tipo di carburante.
Questo è stato motivo di ripetute richieste da parte delle Regioni
al Governo per compensazioni che sono avvenute solo in piccola parte
e tardivamente, quindi non c'è stato il recupero per intero del
minor gettito.
Se questo trend è una caratteristica degli ultimi anni, nel passare
dal 2005 al 2006 (ovviamente siamo in una fase di previsione)
dobbiamo invece credo prudentemente registrare un calo importante
nell'accisa sulla benzina. Rispetto alle previsioni del 2005, quelle
del 2006 registrano una riduzione nella previsione di 38 milioni di
euro, una cifra importante. Passiamo da poco più di 200 milioni di
euro a circa 170 milioni (sto arrotondando).
La spiegazione è relativamente semplice, non vorrei avventurarmi in
esercizi econometrici, però continua il fattore preferenze per il
gasolio. Ma c'è un altro fattore relativamente nuovo e più recente
ed è dovuto all'alto prezzo della benzina che ne produce un calo del
consumo da parte di coloro che hanno i veicoli a benzina.
La sintesi dei due fenomeni: passaggio al gasolio ed effetto del
prezzo, lo si vede dal numero dei litri della benzina che è passato
da circa 1,9 miliardi di litri all'anno venduti sul territorio
regionale a circa 1,7. Quindi stiamo parlano di un calo dell'ordine
del 15%.
Questo è un aspetto che solo indirettamente è legato alla
finanziaria, nel senso che attiene all'andamento di una nostra
entrata che storicamente era un trasferimento poi non è stata
indicizzata in qualche modo.
Poi è arrivata la finanziaria. Anche qui le osservazioni che
svolgerò sono soprattutto legate a quella che inizialmente è stata
la proposta di legge finanziaria del Governo, perché noi abbiamo
redatto questi documenti sulla base di quella proposta. Nel
frattempo sono intervenuti anche altri cambiamenti e non so quale
sarà l'esito finale alla luce del maxi emendamento, ne posso solo
delineare i contorni.
Premetto che per l'ennesimo anno consecutivo la Conferenza delle
Regioni ha espresso parere negativo sulla proposta del Governo e che
questo è un parere unanime i cui contenuti, cioè i contenuti del
parere delle Regioni, sono sinteticamente riportati nella mia
relazione di accompagnamento alla legge di bilancio.
Premesso questo, mi permetto di richiamare la vostra attenzione
sostanzialmente su tre aspetti che non sono qualitativamente diversi
da quelli sui quali ci eravamo soffermati in occasione
dell'assestamento. Ce ne sono degli altri, ma questi tre li
considero costitutivi.
Il primo attiene alla sanità, di cui immagino che non entreremo nel
dettaglio nella seduta odierna, essendo come sapete il fondo
sanitario nazionale un fondo specifico con un suo vincolo di
destinazione.
Sulla sanità si è registrato uno scarto tra quello che il Governo
aveva scritto nel DPEF (e con quel DPEF aveva ottenuto il via libera
dalla Commissione europea nel negoziare la discesa dello 0,8% nel
rapporto disavanzo-PIL) e ciò che invece contiene la finanziaria.
Nel primo documento il fondo sanitario nazionale era portato a 95
miliardi di euro, mentre nella proposta attuale parliamo invece di
un 90+1+2. Ho scomposto i 93 perché il + 1 e il + 2 hanno un riparto
che non è lo stesso dei 90. Cioè hanno un riparto che deve tenere
conto dell'andamento delle liste di attesa, dei disavanzi pregressi
ecc., quindi in realtà è bene fare affidamento solo sui 90 in questa
fase, perché la nostra quota di accesso sui 3 sarà sicuramente più
bassa della nostra quota di accesso sui 90. Questo apre e consegna
un problema a tutte le Regioni su come gestire il presumibile
disavanzo sul 2006, dato che è sul 2006 che si riversa una parte non
trascurabile degli oneri contrattuali del nuovo contratto alla
sanità.
Gli altri due aspetti su cui mi soffermo specificamente attengono da
una parte al patto di stabilità e dall'altro all'articolo 3 della
legge finanziaria 2004, la legge n. 350 del 2003.
Su quest'ultimo mi limito a segnalare che è confermato, e che quindi
la finanziaria non contiene alcuna novità al riguardo, nel senso che
quell'articolo era e rimane in vigore, non essendo stato né sospeso,
né cancellato, con tutti gli effetti conseguenti, su cui non mi
dilungo. Ricordo solo che quell'articolo vieta a Enti locali e
Regioni di ricorrere all'indebitamento per finanziare soggetti
esterni alla pubblica amministrazione e quindi di fatto limita
fortemente la possibilità di dare contributi in conto capitale, per
esempio per sostenere investimenti, a quell'amplissima gamma di
soggetti che non rientrano nella lista della P.A.: imprese, ma non
solo, famiglie, consorzi, S.p.A totalmente pubbliche, insomma
soggetti diciamo civilisticamente esterni alla P.A. che se non sono
nell'elenco non possono essere finanziati con ricorso
all'indebitamento.
Quindi non avendo la Regione significative entrate patrimoniali
proprie, come a volte accade per i Comuni, l'unico spazio possibile
per finanziarli sarebbe quello delle entrate correnti. Dico sarebbe,
perché questa soluzione deve fare i conti con le risorse
effettivamente a disposizione e con l'altro vincolo esistente,
quello del patto di stabilità.
Anche qui come promemoria vi ricordo che fino all'esercizio 2004 il
patto di stabilità per le Regioni, al di là dei numeri, escludeva,
oltre alla sanità e alle spese per il personale, gli investimenti.
Nel 2005 invece includeva gli investimenti in modo indistinto
rispetto alla spesa corrente, cioè c'era un tetto agli impegni e un
tetto alla cassa per un volume complessivo di uscite senza
distinzione tra investimenti e parte corrente.
Per il 2006 il vincolo è riformulato includendo gli investimenti, ma
separandoli dalla parte corrente. Quindi gli investimenti non
c'erano, poi c'erano ammassati con la spesa corrente e per il 2006
ci sono ma separati.
E sono separati prendendo come anno base il 2004. La spesa corrente
delle Regioni ad oggi, salvo ulteriori correzioni della legge
finanziaria, non può superare quella del 2004, diminuita del 3,8%.
Quindi si prendono gli impegni complessivi, si toglie ciò che deve
essere tolto, sanità, una parte di spese del personale e un pochino
di sociali (un pochino, quello del titolo X delle uscite) del 2004,
e lo si deve abbassare del 3,8%. Quindi in termini reali, siccome
sono stati anni ad inflazione non nulla, stiamo parlando di una
riduzione del 6-7%.
Per quanto riguarda invece gli investimenti, prendendo sempre come
base il 2004, le Regioni non possono impegnare più del 2004
aumentato questa volta del 6,9%.
Quindi: corrente -3,8%, investimenti +6,9%. Questi sono i due tetti
alle due tipologie di uscite per quanto riguarda le Regioni. Per gli
Enti locali è diverso.
Suggerisco anche, perché è naturale, leggere insieme l'effetto dei
due vincoli: quello posto dall'articolo 3 e quello posto dal patto
di stabilità sulla spesa corrente.
Ripeto: non potendo usare l'indebitamento per finanziare quei
soggetti e non avendo entrate patrimoniali proprie, l'unica
copertura potrebbe essere sulle entrate correnti e quindi poi sulla
spesa corrente, ma sulla spesa corrente ci imbattiamo in questo
vincolo e cioè che ci viene richiesto di ridurre la spesa corrente
stessa del 3,8% rispetto al 2004.
Ovviamente le osservazioni che andrò a formulare ora e le proposte e
il contenuto della manovra che abbiamo presentato, si riferiscono ai
mezzi regionali, perché su quello che saranno i mezzi statali anche
qui vedremo cosa succederà con la versione finale della legge
finanziaria e cioè vedremo alla fine se quei 3,1 miliardi di euro
che in finanziaria si legge essere la portata delle riduzioni di
trasferimenti dallo Stato alla pubblica amministrazione locale
(quindi comprensiva di Enti locali e Regioni), quanta parte sarà
alle Regioni e quanta parte sarà agli Enti locali. Noi possiamo dire
che le proporzioni oggi tra Regioni e Enti locali sono di circa 1,9
per gli Enti locali e 1,2 per le Regioni, ma non so se finirà così.
E poi bisogna vedere su quali capitoli si concentreranno queste
riduzioni: sarà fondo sociale? saranno le Bassanini? saranno
trasferimenti in conto capitale? sarà il fondo attività produttive?
lo vedremo, perché al momento la finanziaria non contiene ancora
tutti questi dettagli ed è ancora in discussione; quindi è inutile
concentrarsi su questo, anche se ovviamente non saremo indifferenti
rispetto alla dimensione e all'ubicazione delle riduzioni. Ma temo
che di questo dovremo tener conto soprattutto nella manovra di
assestamento.
Aggiungo per completezza e non per il gusto della polemica che
purtroppo sono intervenute in questa seconda parte del 2005 alcune
manovre governative sul 2005 che, se si ripetessero anche nel 2006,
avverrebbero dopo l'assestamento.
Quest'anno noi abbiamo fatto l'assestamento a giugno-luglio e ci
siamo ritrovati ad ottobre ad essere toccati - per usare un
eufemismo - da manovre correttive dei conti del 2005. Cito un
esempio per tutti (e spero che vi sia armonia informativa su questo,
dato che era ieri pubblicato sul Sole 24 ore che considererei una
fonte abbastanza affidabile in materia): il fondo sociale. Il fondo
è stato ridotto per quanto riguarda le risorse alle Regioni di circa
500 milioni di euro con la manovra di ottobre. Questo per noi
significa 36 milioni di euro. Sono risorse che poi le Regioni
gestiscono con gli Enti locali e che, essendo la riduzione
intervenuta in ottobre, mette in grave difficoltà gli Enti locali
che avevano programmato molte delle loro attività facendo
affidamento, essendo ottobre, sul trasferimento di queste risorse
statali dalle Regioni nei loro confronti.
Lo dico per completezza perché nel guardare al 2006 dobbiamo anche
tenere conto di alcune mancate risorse che abbiamo dovuto registrare
in questo ultimo scorcio del 2005.
Dentro questo perimetro, le strategie di fondo della Regione che
hanno comportato quella che potremmo dire nel gergo essere una
manovra, sono essenzialmente tre. Le tre strategie di fondo sono
state:
Primo: non inasprire la pressione tributaria. Quest'anno era
possibile.
Infatti al contrario degli altri anni, quest'anno la finanziaria non
contiene un divieto nei confronti delle Regioni di utilizzare per
esempio l'addizionale IRPEF o IRAP. Mi permetto però di segnalare a
questa Commissione che non c'è il divieto formale, ma il vincolo
sulla spesa corrente che viene dal patto di stabilità comporta che
in realtà se si volesse usare la leva tributaria, sarebbe consentito
di utilizzare il gettito aggiuntivo solo per la sanità. È come dire
che posso mettere l'addizionale IRPEF, posso inasprire l'IRAP, però
quel gettito aggiuntivo non lo posso spendere dove voglio, perché il
limite è sulle uscite correnti. Cioè o lo metto sulla sanità e un
po' sul personale o su quel po' di sociale che è fuori, altrimenti
avrei un vincolo all'uscita che in realtà diventa anche un vincolo
all'entrata.
Quindi prima opzione: nessun inasprimento fiscale o nessun ricorso
ad altre manovre di natura diciamo tariffaria, come potrebbe essere
classificata quella dei ticket sulla farmaceutica.
Seconda opzione: cercare di salvaguardare almeno ai livelli 2005 la
batteria degli interventi sul welfare. Parlo di batteria perché come
sappiamo le politiche regionali in materia di welfare hanno una
gamma piuttosto ampia. Per esemplificare: il fondo regionale della
non autosufficienza si assesta ai livelli del 2005 (vi ricordo che è
finanziato sia dalla sanità che dal fondo sociale), conferma del
fondo sociale per l'affitto.... quando dico rispetto al 2005 intendo
al previsionale del 2005, che sappiamo in alcuni casi essere poi
stato integrato ulteriormente in assestamento. Lo stesso dicasi per
il fondo sociale regionale, quei circa 7 milioni di euro che
mettiamo e che dovrebbero sommarsi a quelli statali; mi riferisco
anche al trasporto pubblico locale, anzi in questo caso abbiamo un
po' incrementato; abbiamo riconosciuto il tasso di inflazione
programmata a quella che è la più grande spesa tra quelle che noi
classifichiamo come spese correnti operative e con questo piccolo
incremento siamo sull'ordine dei 200 milioni di euro, quasi.
Terza opzione che sdoppierei perché riguarda per una parte la spesa
corrente e per una parte la spesa di investimenti. Comincerei da
questa ultima.
Sugli investimenti è stata confermata la grande attenzione per gli
investimenti sul territorio, con le politiche che riguardano la
casa, la viabilità, ambiente e difesa del suolo e della costa, messa
in sicurezza dei territori.
La dimensione complessiva del bilancio regionale è di quasi 13
miliardi di euro dei quali però 1,8 miliardi può essere considerato
come una regolarizzazione contabile: si tratta di risorse che
dobbiamo regolarizzare contabilmente con lo Stato e per questo
potete avere sentito parlare di un bilancio di poco superiore agli
11 miliardi di euro. La differenza tra le due cifre è appunto data
da questa partita aperta con il bilancio dello Stato.
Dicevo, del nostro bilancio circa l'80% è costituito da risorse di
parte corrente, quindi spesa corrente e circa il 20% da risorse in
conto capitale. Di questo 20%, stiamo parlando di circa 2,5 miliardi
di euro, circa poco meno della metà è classificato nelle nostre
terminologie di bilancio come interventi sul territorio. Quindi
quella lista di argomenti che vi elencavo prima.
Ovviamente sto parlando di investimenti complessivi, quindi
inclusivi di mezzi statali e regionali. In questo caso non sto
parlando solo di mezzi regionali.
Questo è un pezzo della terza osservazione, l'altro pezzo attiene al
sistema economico produttivo cioè come è la risposta della nostra
Regione ai vincoli, in particolare al vincolo dell'articolo 3 che ho
illustrato in precedenza.
La nostra risposta è basata su due strategie.
La prima - abbiamo cercato di farlo anche nel 2005 e mi pare in modo
positivo a vedere la risposta di molti interlocutori - consiste
nell'utilizzare i mezzi statali per alimentare quelle leggi che
prevedono contributi in conto capitale ai soggetti privati, dato che
sui mezzi statali non insiste il vincolo dell'articolo 3 (penso al
fondo unico attività produttive dal quale ci arrivano 70 milioni di
euro dallo Stato). Queste risorse noi le possiamo allocare sulle
nostre leggi, anche quelle che prevedono contributi alle imprese,
pensate alla legge regionale n. 7 del 2002 sull'innovazione.
Per quanto riguarda i mezzi regionali, su cui invece si applica
l'articolo 3, data l'impossibilità sia complessiva sia alla luce
delle limitazioni alla spesa corrente di finanziare sulle spese
correnti quelle che prima finanziavamo con ricorso
all'indebitamento, abbiamo cercato soprattutto con riferimento ad
alcuni comparti produttivi - mi riferisco al terziario nella duplice
accezione di commercio e turismo, ma anche in prospettiva
all'artigianato, quindi legge regionale n. 20 del 1994 - di aiutare
e sostenere le imprese rispetto al credito.
Anche qui con due strumenti: fondi di garanzia e di contro-garanzia.
Per contro-garanzia intendo quella che aiuta a migliorare i
coefficienti patrimoniali anche in vista di Basilea 2 che sarà
applicata dal 1 gennaio 2007. Quindi garanzia nel senso di facilità
e semplicità di accesso, questo per le piccole e medie imprese è una
richiesta importante.
Dall'altra invece anche abbattendo i tassi, quindi con contributi in
conto interessi che con riferimento, ripeto, sia a commercio e
turismo, sia alla legge 20 sull'artigianato, riduce l'onere, il
servizio del debito a carico delle imprese.
Vi faccio un esempio concreto anche per leggere correttamente i
dati: noi abbiamo stanziato 2 milioni di euro per l'abbattimento dei
tassi a favore di commercio e turismo sulle leggi regionali di
competenza, però quei due milioni di euro sono da intendersi come 20
milioni di euro, perché si tratta di un limite di impegno. Vuol dire
che noi per 10 anni ci impegniamo ad utilizzare fino a 2 milioni di
euro all'anno per abbattere il tasso di interesse che l'azienda
grazie a quella legge pagherà sui mutui decennali che andrà ad
accendere con il sistema bancario. Lo dico perché formalmente sul
bilancio del 2006 ci sono 2 milioni di euro, ma in realtà l'impegno
essendo sull'intera durata dei mutui che normalmente sono decennali
è di 20, quindi è tecnicamente un limite di impegno.
Dunque, mezzi statali su cui non si applica l'articolo 3 per le
nostre priorità, le priorità che sono nel DPEF, nel piano attività
produttive ecc. e cercare di alimentare la nostra presenza nel
sostegno allo sviluppo economico con le leggi regionali che abbiamo
a disposizione, agendo sulla duplice leva dei fondi di garanzia e
dell'abbattimento tassi.
Tanto per capirci, le nostre stime su quei 2 milioni di euro
all'anno per 10 anni, consentono come effetto l'abbattimento di 1
punto e mezzo del tasso passivo che andrebbero a pagare le imprese
sui mutui, quindi su tassi dell'ordine del 4%, tanto per stare sul
generico, vorrebbe dire quasi dimezzarlo, e la leva, cioè se
venissero utilizzati per intero questi 2 milioni di euro, sapendo
che si tratta di mutui decennali, noi potremmo attivare una cifra
dell'ordine di 200 milioni di euro, se venissero utilizzati per
intero sull'arco di tempo considerato.
Da ultimo, come abbiamo potuto svolgere questa operazione, la
manovra.
La manovra di parte corrente è sull'ordine di 50 milioni di euro.
Per potere da una parte trovare le risorse venute meno dal calo
dell'entrate dall'accise sulla benzina. Non per fare delle cose in
più, ma semplicemente per riportare le entrate tributarie a quel
livello, non avendo fatto ricorso ad inasprimento fiscale è evidente
che abbiamo dovuto ridurre delle spese e per fronteggiare alcune
spese obbligatorie, penso ai contratti, ad alcune spese economali
(l'inflazione la paghiamo anche noi), l'operazione è di circa 50
milioni di euro.
Articolati come: circa 20 ci vengono da operazioni di rinegoziazione
di parte del nostro debito. Rinegoziazione per tassi, non per
scadenze. Alcune delle quali le vedrete già nelle prossime settimane
perché per fortuna una parte dei benefici della rinegoziazione
finanziaria già è sul 2005, quindi ci consente di spostarle sul
2006.
Per la restante parte della manovra, quindi circa 30 milioni di
euro, invece, vi sono state riduzioni di spese correnti. Una parte
riguarda l'amministrazione regionale in senso stretto, chiamiamola
la capogruppo di questa holding, per una parte riguardano enti
partecipati (Arstud, Ervet ecc), dove in questa fase abbiamo
praticato un automatismo: - 10% rispetto all'anno scorso. Questo
vale circa 5 milioni di euro.
Quindi: 20 da rinegoziazione finanziaria; circa 5 di riduzione ai
trasferimenti ad altri enti e circa 25 invece spalmati sulle varie
direzioni, con criteri precisi, non certo casualmente (se si vuole
verificare dove sono appostate tutte queste riduzioni, si prende il
previsionale 2005 e quello 2006 e si confrontano).
È evidente che sappiamo che questa non è stata una riduzione da
poco, sappiamo che vi sono dei punti delicati di sensibilità:
speriamo nel corso del 2006 di poter intervenire con la manovra di
assestamento almeno per potere lenire l'effetto di questa riduzione.
Ultimissima osservazione (poi sono a disposizione se vi sono
domande), il problema della liquidità. Ne abbiamo già parlato e
continuiamo a parlarne, ma la situazione è davvero preoccupante. Lo
vedete ormai anche negli interlocutori, nei fornitori, mi riferisco
soprattutto ai problemi che vengono dalla carenza di liquidità nel
sistema sanitario.
Al momento la Regione Emilia-Romagna vanta un credito solo per la
sanità nei confronti del Ministero dell'economia dell'ordine di un
miliardo e mezzo di euro. È evidente che stiamo parlando di una
macchina, quella sanitaria, che ha costi sull'ordine dei 6,5
miliardi di euro ed ha un cash flow sulla base dei trasferimenti
dove mancano 1,5 miliardi di euro.
Siccome non è un dato di passaggio, ma sta diventando un dato
strutturale e crescente, le difficoltà sono evidenti. E' nostra
volontà politico-amministrativa di cercare di attutire con mezzi
regionali questo problema di liquidità del sistema sanitario nel
corso del 2006, eventualmente dotandoci anche di qualche
provvedimento legislativo che ce lo consenta. Ecco perché in
apertura dicevo che può essere che la Giunta presenti in Commissione
qualche emendamento per dare copertura legislativa a questo tipo di
intervento. Se riusciremo a fare così, sarà mio compito illustrare
un eventuale emendamento la prossima seduta. Grazie.
Esce il consigliere Zanca.
Il presidente NERVEGNA ringrazia il vicepresidente Delbono per
l'illustrazione svolta e per la chiarezza dell'esposizione.
Passando quindi al calendario delle sedute dedicate all'esame del
bilancio, propone l'udienza conoscitiva con la società civile per
martedì 6 dicembre 2005, alle ore 15,00, e l'esame degli articoli
per la seduta di martedì 13 dicembre 2005, alle ore 14,30.
La Commissione concorda.
La Commissione concorda inoltre, ai sensi dell'articolo 50 dello
Statuto, di nominare relatore il vicepresidente della Commissione
consigliere Nino BERETTA e relatore di minoranza il presidente della
Commissione consigliere Antonio NERVEGNA, ai sensi del comma 3 del
medesimo articolo, su proposta del consigliere Varani.
Entra il consigliere Monari.
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757 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante:
Disposizioni in materia tributaria (delibera di Giunta n. 1840 del
14 11 05)
Il vicepresidente DELBONO illustra i contenuti del progetto di
legge, che fondamentalmente dispone alcuni adeguamenti a normative
nazionali intervenute e fornisce interpretazione autentica di alcune
disposizioni per evitare ambiguità e contenziosi.
In particolare, per quanto riguarda l'estinzione del contenzioso,
afferma che l'articolo 1 fissa a 16,5 euro l'ammontare per così dire
sparti-acque , nel senso che affrontare contenziosi per riscuotere
o riscrivere a ruolo cifre minori comporterebbe un maggiore costo
amministrativo rispetto al valore del riscosso, con la differenza
che il costo amministrativo è certo, mentre la riscossione rimane
incerta.
Dichiara poi che l'articolo 2 offre l'interpretazione autentica di
una disposizione della legge regionale n. 8 del 1994
sull'autorizzazione di appostamento fisso di caccia che era stata
fonte di qualche ambiguità applicativa; l'articolo 3 propone, sempre
in materia di tributi regionali, un adeguamento della tabella
tariffaria che discende dall'interpretazione disposta nell'articolo
precedente; l'articolo 4 precisa le caratteristiche della titolarità
per l'esenzione del pagamento della tassa automobilistica per alcuni
tipi di veicoli e l'articolo 5 per i veicoli adibiti a scuola guida,
su cui insistevano ambiguità interpretative.
Nell'articolo 6 si recepisce la nuova nomenclatura per quanto
riguarda discariche e tributi speciali ivi conferiti, senza alcuna
modificazione per quanto attiene le aliquote o la materia fiscale
propriamente detta, ma con una definizione più puntuale
dell'imponibile. Infine, si chiarisce l'aspetto che riguarda la
prescrizione dell'attività amministrativa, per meglio precisare i
rapporti con il contribuente, disponendo che il credito si prescrive
in 5 anni, salvo che il comportamento omissivo si verifichi più di
una volta, vale a dire che in questo caso la prescrizione si
interrompe.
La Commissione concorda di rinviare l'esame degli articoli alla
seduta del 13 dicembre e nomina relatore, ai sensi dell'articolo 50
dello Statuto, il consigliere Paolo NANNI.
Esce il consigliere Varani.
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730 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Modifiche alla
L. R. 11/04 (Sviluppo regionale della società dell'informazione)
(delibera di Giunta n. 1783 del 07 11 05).
L'assessore GILLI illustra i contenuti del progetto di legge, che
segue il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge
regionale n. 11 del 2004 (Sviluppo regionale della società
dell'informazione) con la sentenza n. 271 del 2005. Chiarisce che la
Consulta non ha recepito completamente i motivi del ricorso proposto
dal Governo e si è limitata a censurare l'articolo 12 (Patrimonio
informativo pubblico) e una parte, in via interpretativa,
dell'articolo 13 (Il sistema informativo regionale SIR), mentre ha
confermato la piena legittimità dell'articolo 14 (Progetti
integrati).
In particolare, la Corte ha censurato all'articolo 12 l'espressione
del comma 1 che disponeva come mediante apposito regolamento
regionale fosse disciplinata la cessione dei dati costitutivi del
patrimonio informativo pubblico a privati ed enti pubblici
economici. Tale espressione infatti, secondo la Corte, era troppo
generica e di conseguenza ha ritenuto che la disposizione
contrastasse con la normativa statale. Inoltre la Consulta ha
censurato anche il comma 2 dello stesso articolo, nel punto in cui
disponeva che la Regione e gli enti regionali incontrassero il solo
limite dell'articolo 18 del Codice di protezione dei dati personali
(decreto legislativo n. 196 del 2003) nel rendere disponibili i dati
contenuti nei propri sistemi informativi, laddove, invece, il Codice
prevede molteplici altri limiti per i trattamenti effettuati da
soggetti pubblici, individuati nelle disposizioni dell'intero Capo
II del Titolo III.
Analogamente, per quanto riguarda poi la parte relativa all'articolo
13, la stessa sentenza ha censurato il comma 1 nella parte in cui
non richiamava il rispetto della legislazione statale in materia di
protezione dei dati personali.
Precisa quindi che in entrambi i casi si è trattato di inserire col
nuovo progetto di legge di modifica i richiami necessari al rispetto
della normativa statale e che la Giunta regionale ha predisposto il
nuovo testo recependo doverosamente le osservazioni della Corte
Costituzionale.
Il presidente NERVEGNA propone quindi di nominare il consigliere
relatore e svolge alcune considerazioni sulle novità introdotte
dall'articolo 50 dello Statuto, sottolineando l'importanza della
attività programmatoria della Commissione e dei tempi di esame dei
provvedimenti.
La Commissione concorda di nominare relatore il consigliere Matteo
RICHETTI (non presente alla seduta odierna per concomitanti ed
improrogabili impegni istituzionali) e di chiedere l'autorizzazione
alla relazione orale, ai sensi dell'articolo 73 del Regolamento
interno.
La Commissione procede quindi all'esame degli articoli.
Art. 1
La Commissione esprime parere favorevole, con 19 voti a favore
(Uniti nell'ulivo-ds, Uniti nell'ulivo-dl margherita,Italia dei
valori), 12 astenuti (fi, an, lega nord), nessun contrario.
Art. 2
La Commissione esprime parere favorevole, con 19 voti a favore
(Uniti nell'ulivo-ds, Uniti nell'ulivo-dl margherita,Italia dei
valori), 12 astenuti (fi, an, lega nord), nessun contrario.
Entra il consigliere Montanari.
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- Informazione sulla proposta recante:
Regolamento per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari di
titolarità della Giunta regionale e delle Agenzie, Istituti ed Enti
che fanno riferimento all'amministrazione regionale (delibera di
Giunta n.1843 del 14 11 05)
ogg. ass. 761
Il presidente NERVEGNA informa che analoga proposta di regolamento
sul trattamento dei dati sensibili concernente l'Assemblea
legislativa è stata approvata dall'Ufficio di Presidenza in data 18
novembre 2005 e che entrambi i provvedimenti verranno esaminata
nella seduta del 13 dicembre prossimo.
L'assessore GILLI svolge una breve introduzione, demandando
l'informazione al direttore generale per la prevalenza degli aspetti
tecnici.
La Commissione concorda.
GARAVINI illustra i contenuti della proposta, ricordando che
l'adozione del regolamento consiste in un adempimento legislativo
derivante dall'articolo 20 del decreto legislativo n. 196 del 2003
(Codice in materia di protezione dei dati personali). In base al
Codice infatti, nei casi in cui una disposizione di legge specifica
le finalità di rilevante interesse pubblico, ma non i tipi di dati
sensibili e di operazioni eseguibili, il trattamento dei dati stessi
deve essere fatto solo in base ad un regolamento. Le Regioni hanno
proceduto collaborando tra loro per la realizzazione delle
schede-tipo, in modo da evitare disomogeneità di trattamento, e
lavorando insieme agli uffici del Garante sulla privacy.
Chiarisce che gli schemi-tipo così predisposti devono essere
approvati dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle
Province autonome in data 24 novembre 2005 e che il Garante dovrà
poi esprimere un parere di conformità.
Sottolinea che il termine ultimo per l'approvazione del Regolamento
è fissato per il 31 dicembre 2005 e che quindi la Giunta regionale,
per rispettare la tempistica, ha ritenuto opportuno avviare l'iter
di adozione del regolamento stesso, seppur nelle more
dell'approvazione da parte della Conferenza dei Presidenti e del
parere del Garante. A questo proposito osserva che vi potrà quindi
essere successivamente la necessità di introdurre alcuni emendamenti
al testo, a seguito di eventuali variazioni intervenute.
Rammenta che il regolamento consta di pochi articoli, ma di un
numero elevato di allegati, con differenti tipologie di schede per
il trattamento dei dati sensibili e giudiziari: la complessità è
dovuta al fatto che il lavoro non riguarda solo la Regione, ma anche
tutti gli enti collegati (ai quali il Garante ha dato una
interpretazione molto estesa).
Elenca quindi gli enti cui le schede fanno riferimento,
sottolineando che le IPAB che si trovano in una fase di
trasformazione non rientrano nel regolamento, mentre quelle che
hanno mantenuto la natura pubblica originaria dovranno rientrarvi.
Quindi anticipa già che sarà presentato un emendamento in tal senso.
Infine osserva che, in caso di mancata coincidenza tra i tempi di
acquisizione del parere formale del Garante e programmazione dei
lavori della Commissione, si provvederà in Aula.
La Commissione prende atto dell'informazione svolta.
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742 - Proposta recante: Approvazione del piano operativo regionale
per l'attuazione di interventi finalizzati alla prevenzione ed al
sostegno del settore ovino colpito da encefalopatie spongiformi
trasmissibili - TSE - scrapie ovina (delibera di Giunta n. 1786 del
07 11 05)
(sede consultiva: parere alla Commissione referente Politiche
economiche )
La Commissione, su proposta del presidente Nervegna, concorda di
rimettersi alle decisioni della Commissione assembleare referente
Politiche economiche .
La seduta termina alle ore 15,45.
Verbale approvato nella seduta del 13 dicembre 2005.
La Segretaria Il Presidente
Claudia Cattoli Antonio Nervegna