Espandi Indice
Legislatura VIII - Commissione I - Verbale del 28/11/2006 pomeridiano

    Testo

                                                      Verbale n. 21/2006
    Seduta del 28 novembre 2006
    Il giorno 28 novembre 2006 alle ore 14,30 si è riunita presso la
    sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
    Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali, convocata con
    nota prot. n. 19211 del 23 novembre 2006
    Partecipano alla seduta i Consiglieri:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    NERVEGNA Antonio Presidente Forza italia 5 presente
    BERETTA Nino Vice Uniti nell'Ulivo - DS 7 presente
    Presidente
    MANFREDINI Mauro Vice Lega Nord Padania 3
    Presidente Emilia e Romagna
    AIMI Enrico Componente Alleanza Nazionale 4
    BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1
    Donatella Italiani
    CARONNA Salvatore Componente Uniti nell'Ulivo - DS 5 presente
    GUERRA Daniela Componente Verdi per la Pace 2
    MANCA Daniele Componente Uniti nell'Ulivo - DS 1 presente
    MASELLA Leonardo Componente Partito della 3
    Rifondazione Comunista
    MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1
    MONARI Marco Componente Uniti nell'Ulivo-DL 3 presente
    Margherita
    NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 presente
    Di Pietro
    NOE' Silvia Componente Unione Democratici 1
    Cristiani e di Centro
    PIRONI Massimo Componente Uniti nell'Ulivo - DS 2
    RICHETTI Matteo Componente Uniti nell'Ulivo-DL 4 presente
    Margherita
    RIVI Gian Luca Componente Uniti nell'Ulivo - DS 2 presente
    VARANI Gianni Componente Forza Italia 4 presente
    ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo - SDI 1
    Sono presenti il Vicepresidente della Giunta, Assessore a Finanze.
    Europa prof. Flavio Delbono e l'Assessore a Programmazione e
    sviluppo territoriale. Cooperazione col sistema delle Autonomie.
    Organizzazione Luigi Gilli.
    Sono presenti: Pasquini (Direttore Generale Risorse Finanziarie e
    Strumentali), Curti (Resp. Serv Bilancio - Finanze), Gaspari,
    Bellei, Giovannini (Serv. Bilancio Finanze), Garavini (Direttore
    Generale Organizzazione Sistemi Informativi e Telematica), Celletti
    (Servizio Comunicazione e Stampa Assemblea Legislativa)
    Presiede la seduta: Antonio Nervegna
    Assiste la segretaria: Claudia Cattoli
    Resocontista: Simonetta Mingazzini
    Il presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta e introduce la
    trattazione dei progetti di legge all'ordine del giorno.
    Il vicepresidente DELBONO chiede di procedere ad un'unica
    illustrazione relativamente alle tre proposte legislative, per una
    maggiore chiarezza e funzionalità.
    La Commissione concorda.
    1958 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
    Disposizioni in materia tributaria (delibera di Giunta n. 1578 del
    15 11 06)
    1959 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
    Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della
    legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con
    l'approvazione del bilancio di previsione per l'esercizio
    finanziario 2007 e del bilancio pluriennale 2007-2009 (delibera di
    Giunta n. 1579 del 15 11 06)
    1960 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
    Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio
    finanziario 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009 (delibera di
    Giunta n. 1580 del 15 11 06)
    Il vicepresidente della Giunta regionale DELBONO svolge il seguente
    intervento:
    Preliminarmente vorrei informare la Commissione che nei prossimi
    giorni sarà distribuita la bozza di DPEF (documento di politica
    economia e finanziaria regionale) che è leggermente in ritardo
    soprattutto per ragioni legate alla quantificazione di risorse
    esterne, mi riferisco soprattutto a risorse europee o altro che,
    essendo parte integrante della programmazione economico-finanziaria
    dei prossimi tre anni, non erano ancora in nostro possesso, ma
    saremo in grado di essere più precisi e come d'abitudine lo
    invieremo a tutti i consiglieri.
    Quest'anno abbiamo tre provvedimenti legislativi all'esame della
    Commissione nei tempi congruenti per arrivare in Aula, come negli
    ultimi anni peraltro, prima della pausa natalizia e proprio per
    queste caratteristiche di novità e straordinarietà, nel senso che
    abbiamo anche un provvedimento fiscale, credo sia opportuno motivare
    e spiegare il quadro di riferimento.
    Abbiamo cercato di guardare al 2007 come parte di una strategia di
    legislatura e questo per varie ragioni.
    La prima è legata al contenuto della legge finanziaria nazionale,
    del disegno di legge finanziaria nazionale, così com'è almeno nella
    sua versione attuale e anche per la concomitante conclusione di due
    importanti negoziati che attengono all'obiettivo europeo
    competitività, dove in quanto Regioni del Centro-Nord siamo
    coinvolti - obiettivo competitività che assorbe i vecchi obiettivi 2
    e 3 della programmazione europea 1999-2006 - e la conclusione coeva
    del negoziato sul fondo di sviluppo rurale, dove invece siamo come
    tutte le altre Regioni italiane - qui non vi è distinzione - che si
    è concluso in questi giorni e diventerà parte integrante della
    programmazione dei prossimi anni. Ricordo a tutti appunto che stiamo
    parlando di fondi o di insieme di fondi su un arco di sette anni,
    sia nel caso della competitività che nel caso del fondo di sviluppo
    rurale.
    Relativamente al contenuto della legge finanziaria, per quanto
    riguarda le Regioni mi pare che la Conferenza delle Regioni stia
    dando una valutazione complessivamente positiva, poi con alcuni
    distinguo, anche se formalmente non ha ancora formulato un parere.
    Le ricadute per le Regioni sono riassumibili in alcuni punti
    essenziali.
    Il primo attiene al patto per la salute. Dato il peso che ha la
    sanità nei bilanci regionali, evidentemente aver siglato e quindi
    condiviso su un arco triennale 2006-2009 quel patto significa dare
    certezze almeno sul terreno della competenza, nel senso finanziario
    del termine, sulle risorse dei prossimi tre anni. Poi ben sappiamo
    che anche nel passato, perchè anche nel passato vi fu un accordo
    triennale, le difficoltà vennero soprattutto dalla cassa. Questo è
    un buon patto, ripeto, la Conferenza delle Regioni lo ha licenziato,
    un buon patto che tuttavia ha lasciato parzialmente irrisolto,
    ovvero a carico delle Regioni, il 2006. 2006 sul quale le Regioni
    all'unanimità avevano da tempo segnalato l'inadeguatezza dello
    stanziamento del fondo sanitario nazionale, ripeto con riferimento
    al 2006. Comunque, patto per la salute triennale, questo è un primo
    derivato del disegno di legge finanziaria.
    Secondo, la restituzione della seppur limitata autonomia fiscale,
    che era stata sospesa negli ultimi quattro anni con riferimento ai
    due principali tributi regionali, e cioè addizionale IRPEF e IRAP.
    Terzo, che non ha immediatamente impatti di tipo quantitativo sul
    bilancio 2007, ma che auspichiamo possa preludere a sviluppi
    interessanti, l'impegno a considerare il 2007 un anno di
    transizione, in vista del 2008, anno di avvio del federalismo
    fiscale.
    In parallelo, altre questioni interessanti anche per le
    amministrazioni regionali, ma che non avendo immediato impatto
    finanziario lascerei sullo sfondo, anche se è opportuno segnalare
    due o tre novità, ripeto quantitativamente minuscole ma che vale la
    pena segnalare.
    - il primo è quella parte di provvedimento della legge finanziaria
    che riconosce una compartecipazione regionale anche se molto
    minuscola all'accisa sul gasolio come da tempo chiesto;
    - secondo, la istituzione, anche se di dimensione ancora non nota o
    perlomeno mutevole, del fondo nazionale per la non autosufficienza.
    Stiamo parlando ripeto di due capitoli che una volta ripartiti tra
    Regioni non hanno un impatto significativo, ma sicuramente vanno
    nella direzione di accogliere alcune richieste che da tempo le
    Regioni avevano formulato. Questo per concentrarci su alcune cose
    importanti.
    Seconda concomitanza - quindi esco dalle conseguenze della legge
    finanziaria per le Regioni - i fondi europei, di cui dirò
    quantitativamente qualcosa di più preciso in seguito, quando
    parleremo di investimenti e di programmazione anche degli interventi
    regionali, fondi europei nel duplice senso di risorse per la
    competitività e risorse per il piano di sviluppo rurale.
    Questa la situazione che ci viene non dico dall'esterno, ma dagli
    elementi di contorno rilevanti ai fini della nostra decisione.
    Poi ovviamente la strategia economico-finanziaria di legislatura che
    la Giunta regionale sottopone all'Assemblea legislativa non poteva
    che partire dal programma con il quale il presidente Errani si è
    presentato prima agli elettori e poi al Consiglio e quindi ha avuto
    l'approvazione per il programma di legislatura. Ricordo, un
    impianto, quello del programma del presidente Errani, che mutuava
    ampiamente ovvero recepiva il contenuto di quel patto per la qualità
    dello sviluppo siglato con le principali organizzazioni
    socio-economiche e gli enti locali nel febbraio del 2004, patto che
    prevedeva il perseguimento di finalità e il raggiungimento di
    obiettivi che sicuramente avevano trovato in questi anni anche
    alcune difficoltà per vincoli che provenivano dall'esterno: il
    blocco della leva tributaria è sicuramente da annoverare tra questi
    vincoli.
    Detto ciò, quello che abbiamo fatto è stato intanto di fare un
    accurato esame dell'andamento della spesa corrente della Regione e
    di verificare se ancora non c'erano margini per ulteriori risparmi,
    per ulteriori contenimenti di spesa. Dico se non vi erano margini,
    per ulteriori margini di riduzione, perchè questo è un esercizio che
    abbiamo svolto credo con qualche efficacia in questi anni.
    Ricordo a tutti che questa Regione ha utilizzato leve tributarie
    proprie l'ultima volta nel 1998. A partire dal 2001 la pressione
    tributaria dovuta ad azioni regionali è stata intaccata solo al
    ribasso, sia sul fronte addizionale bollo auto, sia sul fronte IRAP.
    E se nel frattempo siamo riusciti - credo si tratti di un
    riconoscimento abbastanza oggettivo - sia ad espandere i servizi sia
    a non ridurre gli investimenti senza aumentare ma riducendo il
    debito, è del tutto evidente che da qualche parte contenimenti di
    altri tipi di spesa dovevano essersi verificati.
    Questo esercizio ci ha portato a una riduzione di spesa corrente di
    circa 48 milioni di euro rispetto all'anno scorso e così facendo
    peraltro onoriamo anche il rispetto di quel patto di stabilità
    contenuto nella legge finanziaria che ci richiede per spese
    rilevanti ai fini del patto, quindi la sanità è fuori come sempre,
    una riduzione dell'1,8% rispetto al 2005. Noi così facendo, siccome
    stiamo parlando di un ammontare di spesa complessiva su cui
    applicare questa percentuale di circa 2,2 miliardi di euro, come
    vedete se si applica un meno 1,8 anche se il riferimento sarebbe il
    2005 in quel caso, avete una cifra che è abbondantemente rispettata
    con i 48 milioni di euro di riduzione.
    A proposito del patto, al contrario di quanto avevamo chiesto negli
    anni scorsi, le Regioni tutte hanno convenuto con il Governo di
    mantenere il rispetto del patto di stabilità considerando tetti alla
    spesa, al contrario di quanto è successo agli enti locali che dal
    2007 passeranno a una gestione per saldi.
    Il motivo per il quale si è convenuto di rinviare il passaggio dalla
    gestione per livelli di spesa alla gestione per saldi risiede nella
    difficoltà di stimare con precisione le entrate regionali, anche e
    soprattutto per effetto di alcune manovre straordinarie che alcune
    Regioni sono state chiamate a svolgere per esempio quest'anno per
    ripianare disavanzi sanitari. Avete avuto notizia in estate di
    automatismi, peraltro previsti dalla finanziaria, coi quali tutte le
    sei Regioni che avevano da ripianare disavanzi sanitari del 2005
    hanno dovuto incrementare le aliquote di alcuni loro tributi e la
    previsione esatta di quanto valgono questi gettiti aggiuntivi è
    molto difficile. Chiaramente, non potendo stimare uno dei due
    termini necessari a calcolare il saldo, cioè le entrate, si è
    preferito continuare anche per il 2007 con obiettivi di patto
    indicati rispetto al totale delle spese e non ai saldi tra entrate e
    uscite.
    Detto questo e svolta questa ricognizione e questo contenimento di
    spese che è poi circostanziato soprattutto in minori oneri
    finanziari, minori spese di personale, minori spese economali, solo
    per citarne alcune, abbiamo messo a punto la strategia anche dal
    lato delle entrate, nel senso che abbiamo ritenuto di dover
    alimentare con risorse aggiuntive il bilancio regionale anche e
    soprattutto per poter perseguire più efficacemente e più
    credibilmente alcune di quelle priorità. In particolare due grandi
    priorità:
    -
    una, sostanzialmente welfare, con particolare riferimento alla non
    autosufficienza;
    -
    l'altro sviluppo economico e infrastrutture, quindi versante
    investimenti.
    La manovra fiscale che abbiamo messo a punto ovviamente ha cercato
    di essere massimamente selettiva all'interno degli strumenti a
    disposizione. Questo è il contenuto del primo dei tre progetti di
    legge che ci ha ricordato il presidente Nervegna all'inizio della
    seduta. Sostanzialmente quello che facciamo è di intervenire sia
    sull'addizionale IRPEF, che fino ad oggi noi non avevamo mai
    utilizzato, sia sull'IRAP.
    Per quanto riguarda l'addizionale IRPEF - ricordo a tutti che il
    massimo utilizzabile è lo 0,5 - l'abbiamo graduata con una
    percentuale di 0,2 fino a 15.000 euro, ovviamente al netto della no
    tax area, di 0,3 tra i 15 e i 20.000 euro, di 0,4 tra i 20 e i
    25.000 euro, di 0,5 sopra i 25.000 euro. Il gettito aggiuntivo che
    stimiamo è di circa 180 milioni di euro.
    Un'altra parte della manovra tributaria riguarda invece l'IRAP,
    sulla quale proponiamo di passare dall'attuale aliquota all'aliquota
    del 5,25% per sei divisioni (come vengono chiamati nel gergo i
    soggetti passivi di IRAP) che sono (li trovati elencati nel testo
    all'articolo 1):
    -
    settore petrolifero e trattamento dei combustibili nucleari;
    -
    energia elettrica, gas e calore;
    -
    posta e telecomunicazioni;
    -
    e poi tre raggruppamenti, il 65, 66 e 67, che sono sostanzialmente
    il settore finanziario e assicurativo, quindi finanziario inclusivo
    di quello bancario. Articolo 1 del progetto di legge.
    Gettito presunto da questa manovra sull'IRAP, 60 milioni di euro.
    Quindi come vedete il complesso della manovra dal lato tributario
    dovrebbe assicurare circa 240 milioni di euro, scomposti per i tre
    quarti sull'IRPEF e per un quarto sull'IRAP. La scelta di questi
    settori invece che altri ovviamente non è casuale, riflette l'idea
    che questi sono settori comparativamente meno esposti alla
    concorrenza complessiva, sia nazionale che internazionale, settori
    che in questi anni sicuramente hanno avuto una performance migliore
    della media e probabilmente credo si possa anche argomentare settori
    che dall'introduzione dell'IRAP rispetto ai tributi soppressi nel
    1998 non hanno tratto svantaggio. Sono consapevole del fatto che a
    questi argomenti si possa obiettare che quasi tutti questi settori
    non beneficeranno - penso al settore bancario - della manovra dal
    lato del cuneo fiscale. Pertanto, mentre in alcuni casi vi sarà una
    qualche compensazione, per una parte importante delle aziende
    interessate in quei settori, questo non avverrà.
    La destinazione di queste risorse aggiuntive ovviamente si
    incardina complessivamente nelle politiche della Regione anche come
    impegni cogenti. Noi riteniamo che la destinazione di queste risorse
    debba essere di 100 milioni di euro per la non autosufficienza, di
    100 milioni di euro per mettere in equilibrio la sanità (e questo
    sarà necessario anche probabilmente nel 2008, prudenzialmente, data
    la sottostima del fondo sanitario nazionale sul 2006) e 40 milioni
    di euro invece a favore degli investimenti, per sostenere l'ampia
    dimensione del nostro intervento sugli investimenti e quindi
    introdurre anche elementi di flessibilità nella politica degli
    investimenti stessi, nel senso che alcune risorse per gli
    investimenti arrivano con vincoli di destinazione, mentre queste
    evidentemente sono entrate di natura tributaria totalmente libere.
    Una precisazione importante per evitare equivoci: i 100 milioni di
    euro in più per la non autosufficienza nella legge finanziaria
    regionale sono imputati per 50 al fondo per la non autosufficienza e
    per 50 sono dati insieme agli altri 100 alla sanità. Il motivo è
    molto semplice: mentre la sanità è fuori dal patto di stabilità, la
    non autosufficienza è dentro, essendo materia sociale e quindi,
    proprio per essere sicuri di poterli utilizzare, ne abbiamo tenuti
    una parte fuori dal volume complessivo di risorse su cui insiste il
    vincolo del patto. Questo è molto importante, altrimenti qualcuno
    potrebbe non trovare riscontro tra ciò che sto dicendo e ciò che
    materialmente legge nel testo del progetto di legge finanziaria.
    Ovviamente questo è il pezzo grosso delle politiche di welfare:
    per capirci, 100 milioni di euro in più sulla non autosufficienza
    significa un incremento di quasi il 50%. Oggi nei bilanci delle ASL
    - lo si può riscontrare perchè c'è anche una sorta di contabilità
    separata (se non c'è la stanno ultimando) - gli interventi con mezzi
    regionali via aziende sanitarie sulla non autosufficienza dovrebbe
    essere sull'ordine dei 180 milioni di euro, quindi 100 in più ha
    quel valore di incremento.
    Abbiamo anche ritoccato al rialzo altri pezzi del welfare; penso,
    facendo sempre confronti previsionale su previsionale, al fondo
    sociale per l'affitto che abbiamo aumentato rispetto al previsionale
    dell'anno scorso da 2 a 3 milioni di euro, penso al diritto allo
    studio che abbiamo aumentato di 2 milioni di euro rispetto all'anno
    scorso, abbiamo confermato il fondo sociale rispetto al previsionale
    dell'anno scorso, comunque non vi è stata nessuna riduzione, anzi in
    alcuni casi, i due che citavo, anche degli incrementi non
    trascurabili.
    Per quanto riguarda gli investimenti.
    Il bilancio complessivo, la dimensione complessiva del bilancio - la
    potete trovare facilmente nella relazione di accompagnamento - è di
    15 miliardi e mezzo di euro. Di questi tuttavia, come abbiamo
    indicato anche in alcune tabelle, circa 4 miliardi andrebbero
    considerati a sè stante, essendo regolarizzazioni contabili, che
    quindi ci amplificano sia il lato delle entrate che il lato delle
    uscite, ma tecnicamente è meglio concentrarsi sugli 11 e mezzo,
    questo soprattutto quando si vanno ad operare dei confronti rispetto
    agli altri anni, per armonizzazione comparativa.
    Le proporzioni tra parte corrente e parte di investimenti non sono
    cambiate significativamente, nel senso che grosso modo il nostro
    bilancio è sempre 80% parte corrente e 20% parte capitale.
    Il piano investimenti che trovate oggi nei documenti contabili
    licenziati dalla Giunta regionale prevede per il 2007 autorizzazioni
    pari a 2,1 miliardi di euro. Però già nel DPEF vedrete che il 2007
    in realtà può contare su risorse per investimento per circa 2,5
    miliardi. Dove sta la differenza? Sta nella parte capitale delle
    Bassanini , sta nella parte capitale dei fondi per l'obiettivo
    competitività, sta nella parte capitale del fondo di sviluppo
    rurale. Questi tre oggetti, nella loro parte capitale, valgono
    circa, su base annua, 380 milioni di euro. Se li aggiungete ai 2,100
    già analiticamente elencati, siete a circa 2 miliardi e mezzo di
    euro sul 2007. Se svolgiamo il ragionamento sull'arco del triennio e
    includiamo anche investimenti già autorizzati o di prossima
    autorizzazione da parte dei bilanci delle ASL e delle aziende
    ospedaliere, abbiamo una mole, una dimensione di investimenti sul
    triennio di circa 4 miliardi di euro. Ve ne sono 2,1 già
    contabilizzati, diventano 2,5 con Bassanini e fondi europei, se si
    fa lo stesso ragionamento sul triennio si arriva a 4 miliardi di
    euro.
    E' utile dire qualcosa in più sull'esito del riparto dell'obiettivo
    competitività e sul fondo di sviluppo rurale (molto sinteticamente,
    poi se vi saranno domande ulteriori approfondirò, e comunque vi
    saranno atti e provvedimenti anche nei prossimi mesi).
    Si è concluso il faticoso negoziato sull'obiettivo competitività. E'
    stato molto difficile, perchè le Regioni del Centro Nord partivano
    con una dotazione di fondi europei del 30% inferiore al periodo
    precedente. L'obiettivo competitività ricordo assorbe i vecchi
    obiettivi 2 e 3 (rispettivamente il fondo sullo sviluppo regionale e
    il fondo sociale europeo). Qui si partiva ripeto da meno 30%, ma non
    solo, anche e soprattutto da una proposta inopinata e sicuramente
    non richiesta della direzione europea regionale DG Regio, un'ipotesi
    di riparto particolarmente penalizzante per la Regione
    Emilia-Romagna e per la Regione Lombardia. Per capirci, se fosse
    stato applicato l'effetto composto di meno 30% di risorse per il
    Centro Nord e dimezzamento della quota di accesso della Regione
    Emilia-Romagna, che aveva una quota di accesso di circa il 10 e si
    proponeva di andare a 5, noi avremmo avuto due terzi di risorse in
    meno, da 10 su 100 a 5 su 70.
    Per fortuna non è andata così, per fortuna e forse non solo fortuna,
    perchè da una parte il cofinanziamento nazionale invece non è stato
    ridotto rispetto ai sette anni precedenti, cofinanziamento nazionale
    per il Centro Nord, e soprattutto è stato incrementato in modo
    importante il FAS, il fondo aree sottoutilizzate. Per concludere,
    dalla sommatoria dei tre addendi, fondi europei, cofinanzamento
    nazionale e FAS, la Regione Emilia-Romagna avrà nei sette anni 1,35
    miliardi di euro, cioè circa il 10% in meno di quanto aveva nel
    periodo 1999-2006.
    Orientamenti della Giunta regionale su queste risorse.
    Se tenete da parte il FAS che da solo vale circa 200 milioni di
    euro, sul restante 1,15 vorremmo cambiare le proporzione tra i due
    capitoli FESR e FSE, che nel passato avevano 82% il fondo sociale e
    18% il FESR e passare ad un rapporto un pò più equilibrato, cioè 70
    FSE e 30 FESR. Questo perchè ripeto il rapporto era già un pò
    sbilanciato e secondo motivo non c'è più quell'obbligo di
    zonizzazione. Cioè nei sette anni precedenti erano eleggibili Comuni
    che corrispondevano a circa il 10% della popolazione regionale,
    quindi le risorse non erano tantissime, ma erano sicuramente
    concentrate (montagna e una parte orientale della regione). Non
    essendoci più quest'obbligo, in teoria e in pratica tutti i
    territori sono eleggibili e quindi anche per questo motivo abbiamo
    ritenuto di riproporzionare le quote. Pertanto quell'1,15 miliardi
    di euro andrà per il 70% al fondo sociale europeo, cioè circa 800
    milioni di euro e per la restante parte, circa 350 milioni di euro,
    andrà su altri interventi.
    Riassumendo, abbiamo 1.350 milioni di euro: 800 andranno al fondo
    sociale europeo, che è spesa corrente e 550 andranno ad
    investimenti. Questi 550 sono alimentati da fondi diversi. 550
    diviso 7 fa circa 80 milioni di euro all'anno di investimenti, che
    vorremmo utilizzare per le seguenti priorità:
    -
    innovazione, ricerca e sviluppo, dato che uno degli obiettivi è
    quello di approssimare il più possibile gli obiettivi dell'agenda di
    Lisbona
    -
    piano energetico
    -
    concorrere al piano telematico
    -
    riqualificazione anche commerciale e turistica dei territori
    -
    riequilibrio territoriale, nel senso di politiche per la montagna,
    politiche per territori più deboli,
    sapendo che non c'è la zonizzazione, quindi gli strumenti di
    intervento non potranno che essere bandi per quanto riguarda le
    imprese e accordi di programma per quanto riguarda gli enti locali,
    accordi di programma con i quali condividere anche interventi sulle
    infrastrutture, dato che il FAS è specificamente votato e vocato a
    interventi infrastrutturali, come dice lo stesso acronimo, fondo
    aree sottoutilizzate che in molti casi abbisognano anche di
    interventi infrastrutturali.
    Quindi questo è un pezzo di investimenti che vale circa 80 milioni
    di euro all'anno e che ho tenuto in conto per arrivare ai 2 miliardi
    nel 2006.
    Poi c'è il piano di sviluppo rurale che ha una parte corrente e una
    parte capitale. Il riparto del piano di sviluppo rurale si è
    concluso molto brillantemente, perchè qui addirittura abbiamo un pò
    di risorse in più rispetto ai sette anni precedenti e infatti
    parliamo di circa 940 milioni di euro sui sette anni, dei quali 90
    di cofinanziamento regionale e il resto più o meno equamente diviso
    tra fondi europei e cofinanziamento nazionale, di cui una parte
    ripeto è interventi in conto capitale e ne ho tenuto conto per
    arrivare a quella somma.
    In sintesi, abbiamo oltre a mezzi statali e mezzi regionali, circa
    80 milioni di euro all'anno per sette anni di investimenti
    finanziati con parte FESR dei fondi europei o nazionali più il FAS e
    una quota parte del fondo di sviluppo rurale che è sia corrente che
    capitale, la parte capitale di quel ragionamento complessivo.
    Un'informazione che dovevo fornire prima e torno indietro nel
    discorso, per quanto riguarda l'addizionale IRPEF: questa si applica
    per quasi tutti i contribuenti a partire da gennaio 2008. Quasi
    tutti i contribuenti vuol dire tutti i pensionati, tutti i
    lavoratori dipendenti, tutti quelli che hanno rapporti di lavoro
    continuativo; gli unici chiamati a pagare nel 2007 saranno quelli
    che hanno rapporti di lavoro che terminano nel 2007, o perchè in
    uscita come lavoratori dipendenti o perchè con contratti variamente
    precari; ma per la stragrande maggioranza dei contribuenti
    l'addizionale regionale nelle proporzioni che ho detto sarà pagata
    dal 2008, sulla competenza ovviamente sul reddito 2007, ma
    materialmente pagata nel 2008, avendo riferimento al reddito
    percepito nel 2007. Nel 2007 non succederà niente per quanto
    riguarda l'addizionale regionale, se non per quella minoranza e
    stiamo parlando di una platea di contribuenti di 2 milioni e mezzo
    di persone; per capirci, 1 milione e 200.000 sono dipendenti,
    700.000 sono pensionati e per tutti questi sarà 2008; poi ci sarà
    una quota parte piccola di contribuenti, autonomi o atipici per
    i quali invece potrebbe scattare nel 2006 (sono precari anche dal
    punto di vista fiscale).
    Questa è un'informazione importante, ripeto, si applica con
    riferimento alla competenza 2007, ma con riscossione a partire dal
    2008. Mi fermerei qui, ovviamente sono a disposizione per ulteriori
    chiarimenti.
    Il presidente NERVEGNA ringrazia il vicepresidente Delbono per
    l'illustrazione svolta e chiede se vi sono domande di
    approfondimento.
    Il consigliere VARANI chiede precisazioni sulle risorse per il
    diritto allo studio, in particolare per sapere se gli accennati
    incrementi attengono all'obbligo scolastico. Lo scorso anno la
    Giunta regionale ha eliminato una fascia di reddito in
    considerazione delle difficoltà della finanza regionale; significa
    che ora viene ripristinata una fascia di reddito prima esclusa
    perchè vi sono più risorse?
    Il consigliere NANNI ringrazia il vicepresidente per la chiarezza
    dell'esposizione ed esprime una valutazione positiva perchè è la
    prima volta che, laddove si interviene sulla fiscalità, si indicano
    anche i motivi e le destinazioni delle risorse aggiuntive, volte
    alla non autosufficienza, alla sanità e agli investimenti. Chiede
    quindi chiarimenti sulla ripartizione 50 e 50 del fondo per la non
    autosufficienza.
    Il presidente NERVEGNA formula due quesiti. A quanto ammonta la
    stima dei minori trasferimenti da parte dello Stato. E quali sono le
    minori entrate relativamente alla accisa sulla benzina e se quelle
    cifre sono state ricomposte calcolando l'accisa sul gasolio: nel
    testo appaiono infatti al plurale (accise sulle benzine) e quindi la
    domanda è se è riferita alla sola benzina, o è già calcolata con
    l'entrata derivante dall'accisa sul gasolio.
    Il vicepresidente DELBONO risponde con i seguenti chiarimenti.
    Al consigliere Varani precisa che nel previsionale 2007 rispetto al
    previsionale 2006 la Giunta regionale ha stanziato 2 milioni di euro
    in più per il diritto allo studio; se poi questo consenta o meno il
    ripristino di una determinata fascia, non è in grado di pronunciarsi
    sul punto, perchè dipende dalle scelte specifiche del settore
    interessato.
    Al consigliere Nanni chiarisce che due anni fa la Giunta istituì
    con legge finanziaria il fondo regionale per la non autosufficienza
    che ovviamente non poteva alimentare, perchè mancava la leva
    fiscale. L'esecutivo ha dunque istituito il fondo per essere già
    pronto dal punto di vista legislativo; l'articolo di riferimento
    infatti prevede che il fondo sia gestito dai comitati di distretto,
    che sono un'unità organizzativa del sistema socio-sanitario
    dell'Emilia-Romagna, composta da rappresentanti degli enti locali e
    rappresentanti delle ASL. Si tratta di un fondo esterno al fondo
    sanitario e aggiuntivo, che finora era vuoto (vi erano 1 milione e
    mezzo di risorse due anni fa, ma mancavano le modalità di utilizzo).
    Finora dunque gli interventi sulla non autosufficienza sono stati
    finanziati con il fondo sanitario, pur non essendo LEA, con
    interventi di tre tipi: assegni di cura, assistenza domiciliare e
    sostegno finanziario alle famiglie in modo da aiutarle nel pagamento
    delle rette in presenza di congiunti degenti in strutture
    residenziali, centri diurni, strutture protette, RSA.
    Ora, le nuove risorse come tipologia di spesa rientrano nel volume
    complessivo su cui insiste il patto di stabilità e quindi la Regione
    nella seconda parte dell'anno si potrebbe trovare nell'impossibilità
    di utilizzarle, per rispettare il patto, poichè quella tipologia di
    spesa entra in competizione con spese del personale, oneri
    finanziari, spese altrettanto rigide. Pertanto 50 milioni vanno
    direttamente nel fondo, 50 sono assegnati alle ASL, ma la
    destinazione finale anche attraverso le ASL sono sempre i comitati
    di distretto, con apposita contabilità separata.
    Quanto alle domande del presidente Nervegna, risponde che in
    realtà, più che di minori trasferimenti da parte dello Stato, il
    modo con cui la finanza statale impatta su quella regionale passa
    attraverso due forme:
    -
    la prima è stata la correzione del tendenziale. Pensando alla
    sanità, nel DPEF il Governo aveva scritto sulla sanità una certa
    spesa tendenziale, rispetto alla quale il patto per la salute
    prevede nel 2007 3 miliardi in meno. Quando si dice tagliata di tre
    miliardi la sanità non si dice tagliata rispetto al passato, si
    dice correzione rispetto al tendenziale;
    -
    la seconda forma con cui lo Stato interviene nei bilanci regionali è
    il patto di stabilità. Chiedendo la versione di competenza e la
    versione di cassa, che peraltro sono state allineate sia per quanto
    riguarda gli investimenti che per quanto riguarda la spesa corrente
    (in precedenza erano sfasate), lo Stato chiede alle Regioni di
    impegnare l'1,8% in meno rispetto al 2005. Pertanto non si tratta di
    un problema di trasferimenti, ma di un problema di contenimento
    della spesa.
    Sul tema dell'accisa: attualmente non è possibile contabilizzare -
    vale a dire iscrivere in entrata - i frutti di un provvedimento in
    itinere quale la legge finanziaria, dove è prevista la
    compartecipazione al tributo. Si tratta comunque di cifre piccole:
    per il 2007 la compartecipazione regionale al gasolio è di 75
    milioni di euro per tutto il Paese, quindi anche considerando una
    quota di accesso del 10%, si tratta sempre di 7 milioni e mezzo di
    euro, ben inferiore agli scalini decrescenti negli ultimi anni
    nell'andamento dell'entrata dell'accisa sulla benzina.
    Lo stesso discorso vale per il fondo nazionale per la non
    autosufficienza, che inizialmente è partito con 50 milioni di euro
    ed è stato leggermente aumentato con qualche emendamento; la quota
    di compartecipazione regionale al 7 o 8% vale 10 o 15 milioni di
    euro. In bilancio non appare nè l'uno nè l'altro perchè
    evidentemente non è ancora legge finanziaria, ma solo disegno di
    legge parlamentare.
    Il presidente NERVEGNA chiede ulteriori chiarimenti sulla voce delle
    assegnazioni statali correnti indicata nel primo grafico della
    relazione di accompagnamento.
    Il vicepresidente DELBONO chiarisce che, poichè le notizie arrivano
    mano a mano, sul punto vi saranno alcuni ritocchi in sede di
    emendamento per elementi ulteriori acquisiti in questi giorni.
    La Commissione infine procede alla nomina dei relatori ai sensi
    dell'articolo 50, comma 3 dello Statuto, e concorda all'unanimità
    dei presenti di nominare sia per il progetto di legge 1958 che per i
    progetti di legge 1959 e 1960 relatore il consigliere Gian Luca Rivi
    e relatore di minoranza il consigliere Antonio Nervegna.
    Il consigliere RIVI ritiene opportuna una verifica sulla possibilità
    di accorpare in un'unica seduta anche la discussione in Aula dei tre
    progetti di legge, compreso quello in materia tributaria, per le
    evidenti connessioni con la manovra di bilancio 2007.
    Il presidente NERVEGNA ricorda l'udienza conoscitiva con la società
    civile, fissata per la prossima seduta di martedì 5 dicembre ore 10.
    - - - - -
    -
    Approvazione dei verbali n. 18 e 19 del 2006
    La Commissione all'unanimità dei presenti approva i verbali n. 18 e
    n. 19 del 2006, relativi rispettivamente alle sedute del 7 e 14
    novembre 2006.
    C057- Parere ai sensi dell'articolo 21, comma 6, lettera a) della
    legge regionale n. 1 del 2005 (Norme in materia di protezione civile
    e volontariato. Istituzione dell'Agenzia regionale di protezione
    civile) sullo schema di Regolamento di organizzazione e contabilità
    dell'Agenzia regionale di protezione civile (determinazione n.
    16732 del 21 novembre 2006)
    Il presidente NERVEGNA propone di rinviare l'esame dell'oggetto alla
    prossima seduta, per consentire la necessaria integrazione della
    documentazione pervenuta, con lo schema di deliberazione della
    Giunta regionale di approvazione del regolamento.
    La Commissione concorda.
    - - - - - -
    -
    Informazione ai sensi dell'articolo 43, comma 6 della legge
    regionale n. 43 del 2001 sullo schema di deliberazione dell'Ufficio
    di Presidenza n. 232 del 23 novembre 2006 Contratto di lavoro e
    conferimento dell'incarico di Direttore generale dell'Assemblea
    legislativa
    Il consigliere RIVI riferisce sul contenuto del provvedimento,
    illustrando il curriculum del direttore prescelto e le principali
    clausole contrattuali.
    La Commissione prende atto dell'informazione svolta.
    - - - - -
    - Informazione ai sensi dell'articolo 43, comma 6 della legge
    regionale n. 43 del 2001 sullo schema di deliberazione della Giunta
    regionale Affidamento incarichi a Direttori generali della Giunta
    regionale
    - Informazione ai sensi dell'articolo 18 della legge regionale n.
    43 del 2001 sullo schema di deliberazione della Giunta regionale
    Assunzioni di dirigenti ai sensi dell'articolo 18 della legge
    regionale n. 43 del 2001 e affidamento degli incarichi di Direttore
    dell'Agenzia regionale per lo sviluppo dei mercati telematici -
    INTERCENT-ER e dell'incarico di Direttore dell'Agenzia regionale per
    le erogazioni in agricoltura (AGREA)
    L'assessore GILLI introduce ambedue le informazioni e cede la parola
    al direttore Garavini per l'illustrazione.
    GARAVINI illustra i contenuti dei provvedimenti. Riassume i tratti
    principali della seconda fase di riorganizzazione delle strutture
    regionali: una direzione generale nuova Reti infrastrutturali,
    logistica e sistemi di mobilità , l'accorpamento delle precedenti
    Programmi e intese, relazioni europee e cooperazione
    internazionale e Programmazione territoriale e sistemi di
    mobilità in Programmazione territoriale e negoziata, intese.
    Relazioni europee e relazioni internazionali , mentre il numero
    complessivo non varia e viene soppressa l'Agenzia Trasporti
    pubblici, il tutto a partire dal 1° gennaio 2007. Riferisce sul
    curriculum dei direttori e dirigenti prescelti, informando sulle
    clausole contrattuali relative a scadenza e compensi.
    Il presidente NERVEGNA chiede chiarimenti sui motivi della
    soppressione dell'Agenzia regionale trasporti.
    L'assessore GILLI precisa che la scelta dipende dalla valutazione di
    implementare la direzione piuttosto che l'agenzia sull'aspetto delle
    reti e della logistica; l'esigenza di attivare e rafforzare
    politiche sul settore della mobilità delle persone e delle cose,
    tema di estrema rilevanza, ha dunque portato al potenziamento della
    struttura e alla conseguente soppressione dell'agenzia, realizzando
    un risparmio di risorse.
    La Commissione prende atto dell'informazione svolta.
    In conclusione di seduta, l'assessore GILLI svolge un breve
    aggiornamento sulla vicenda della risoluzione consensuale del
    rapporto di lavoro dei dirigenti regionali.
    GARAVINI informa che tra Assemblea legislativa e Giunta regionale il
    totale dei dirigenti che hanno aderito alla risoluzione consensuale
    anticipata prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro
    sono 34, di cui 16 al 30 12 2006, i rimanenti tra la fine del 2007
    ed i primi mesi del 2008, secondo le rispettive finestre .
    La dimensione complessiva del fenomeno per l'Amministrazione
    regionale, che ha conosciuto tre fasi successive, nel periodo
    2000-2008 è la seguente:
    - nel 2000 43 dirigenti
    - nel 2004-2005 37 dirigenti
    - nel 2006-2008 34 dirigenti
    per un risparmio, considerato l'arco di tempo, pari a 18 milioni di
    euro, e comprensivo anche dei dirigenti che saranno assunti con
    l'avvio nel prossimo anno dei concorsi dirigenziali, nei limiti
    previsti dalle due ultime deliberazioni di risoluzione consensuale,
    vale a dire rispettivamente l'abbattimento del 50% dei posti e del
    70%.
    Ribadisce che al lordo delle sostituzioni indicate, il risparmio
    ammonta a 18 milioni di euro.
    Aggiunge infine che con il provvedimento del 2006 l'opportunità è
    stata resa possibile anche per quei direttori generali assunti a
    tempo indeterminato nell'ente e ne hanno usufruito in 3, di cui 2 a
    fine 2006, il terzo a fine 2007, percependo il compenso in qualità
    di dirigenti e non di direttori.
    L'assessore GILLI conclude affermando che una parte di risorse
    risparmiate dall'Amministrazione regionale con l'operazione
    illustrata è destinata all'aumento della stabilizzazione di alcuni
    precari. Ricorda gli impegni assunti per trovare soluzioni in tal
    senso e l'allargamento della assunzione dalla graduatoria del
    concorso di due anni fa. Annuncia inoltre entro la fine dell'anno la
    presentazione di un apposito progetto di legge in materia.
    Il presidente Nervegna ringrazia l'assessore e il direttore
    generale.
    La seduta termina alle ore 16,00.
    Verbale approvato nella seduta del 23 gennaio 2007.
    La Segretaria Il Presidente
    Claudia Cattoli Antonio Nervegna
    Espandi Indice