Testo
Verbale n. 21/2006
Seduta del 28 novembre 2006
Il giorno 28 novembre 2006 alle ore 14,30 si è riunita presso la
sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali, convocata con
nota prot. n. 19211 del 23 novembre 2006
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
NERVEGNA Antonio Presidente Forza italia 5 presente
BERETTA Nino Vice Uniti nell'Ulivo - DS 7 presente
Presidente
MANFREDINI Mauro Vice Lega Nord Padania 3
Presidente Emilia e Romagna
AIMI Enrico Componente Alleanza Nazionale 4
BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1
Donatella Italiani
CARONNA Salvatore Componente Uniti nell'Ulivo - DS 5 presente
GUERRA Daniela Componente Verdi per la Pace 2
MANCA Daniele Componente Uniti nell'Ulivo - DS 1 presente
MASELLA Leonardo Componente Partito della 3
Rifondazione Comunista
MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1
MONARI Marco Componente Uniti nell'Ulivo-DL 3 presente
Margherita
NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 presente
Di Pietro
NOE' Silvia Componente Unione Democratici 1
Cristiani e di Centro
PIRONI Massimo Componente Uniti nell'Ulivo - DS 2
RICHETTI Matteo Componente Uniti nell'Ulivo-DL 4 presente
Margherita
RIVI Gian Luca Componente Uniti nell'Ulivo - DS 2 presente
VARANI Gianni Componente Forza Italia 4 presente
ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo - SDI 1
Sono presenti il Vicepresidente della Giunta, Assessore a Finanze.
Europa prof. Flavio Delbono e l'Assessore a Programmazione e
sviluppo territoriale. Cooperazione col sistema delle Autonomie.
Organizzazione Luigi Gilli.
Sono presenti: Pasquini (Direttore Generale Risorse Finanziarie e
Strumentali), Curti (Resp. Serv Bilancio - Finanze), Gaspari,
Bellei, Giovannini (Serv. Bilancio Finanze), Garavini (Direttore
Generale Organizzazione Sistemi Informativi e Telematica), Celletti
(Servizio Comunicazione e Stampa Assemblea Legislativa)
Presiede la seduta: Antonio Nervegna
Assiste la segretaria: Claudia Cattoli
Resocontista: Simonetta Mingazzini
Il presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta e introduce la
trattazione dei progetti di legge all'ordine del giorno.
Il vicepresidente DELBONO chiede di procedere ad un'unica
illustrazione relativamente alle tre proposte legislative, per una
maggiore chiarezza e funzionalità.
La Commissione concorda.
1958 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
Disposizioni in materia tributaria (delibera di Giunta n. 1578 del
15 11 06)
1959 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della
legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con
l'approvazione del bilancio di previsione per l'esercizio
finanziario 2007 e del bilancio pluriennale 2007-2009 (delibera di
Giunta n. 1579 del 15 11 06)
1960 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio
finanziario 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009 (delibera di
Giunta n. 1580 del 15 11 06)
Il vicepresidente della Giunta regionale DELBONO svolge il seguente
intervento:
Preliminarmente vorrei informare la Commissione che nei prossimi
giorni sarà distribuita la bozza di DPEF (documento di politica
economia e finanziaria regionale) che è leggermente in ritardo
soprattutto per ragioni legate alla quantificazione di risorse
esterne, mi riferisco soprattutto a risorse europee o altro che,
essendo parte integrante della programmazione economico-finanziaria
dei prossimi tre anni, non erano ancora in nostro possesso, ma
saremo in grado di essere più precisi e come d'abitudine lo
invieremo a tutti i consiglieri.
Quest'anno abbiamo tre provvedimenti legislativi all'esame della
Commissione nei tempi congruenti per arrivare in Aula, come negli
ultimi anni peraltro, prima della pausa natalizia e proprio per
queste caratteristiche di novità e straordinarietà, nel senso che
abbiamo anche un provvedimento fiscale, credo sia opportuno motivare
e spiegare il quadro di riferimento.
Abbiamo cercato di guardare al 2007 come parte di una strategia di
legislatura e questo per varie ragioni.
La prima è legata al contenuto della legge finanziaria nazionale,
del disegno di legge finanziaria nazionale, così com'è almeno nella
sua versione attuale e anche per la concomitante conclusione di due
importanti negoziati che attengono all'obiettivo europeo
competitività, dove in quanto Regioni del Centro-Nord siamo
coinvolti - obiettivo competitività che assorbe i vecchi obiettivi 2
e 3 della programmazione europea 1999-2006 - e la conclusione coeva
del negoziato sul fondo di sviluppo rurale, dove invece siamo come
tutte le altre Regioni italiane - qui non vi è distinzione - che si
è concluso in questi giorni e diventerà parte integrante della
programmazione dei prossimi anni. Ricordo a tutti appunto che stiamo
parlando di fondi o di insieme di fondi su un arco di sette anni,
sia nel caso della competitività che nel caso del fondo di sviluppo
rurale.
Relativamente al contenuto della legge finanziaria, per quanto
riguarda le Regioni mi pare che la Conferenza delle Regioni stia
dando una valutazione complessivamente positiva, poi con alcuni
distinguo, anche se formalmente non ha ancora formulato un parere.
Le ricadute per le Regioni sono riassumibili in alcuni punti
essenziali.
Il primo attiene al patto per la salute. Dato il peso che ha la
sanità nei bilanci regionali, evidentemente aver siglato e quindi
condiviso su un arco triennale 2006-2009 quel patto significa dare
certezze almeno sul terreno della competenza, nel senso finanziario
del termine, sulle risorse dei prossimi tre anni. Poi ben sappiamo
che anche nel passato, perchè anche nel passato vi fu un accordo
triennale, le difficoltà vennero soprattutto dalla cassa. Questo è
un buon patto, ripeto, la Conferenza delle Regioni lo ha licenziato,
un buon patto che tuttavia ha lasciato parzialmente irrisolto,
ovvero a carico delle Regioni, il 2006. 2006 sul quale le Regioni
all'unanimità avevano da tempo segnalato l'inadeguatezza dello
stanziamento del fondo sanitario nazionale, ripeto con riferimento
al 2006. Comunque, patto per la salute triennale, questo è un primo
derivato del disegno di legge finanziaria.
Secondo, la restituzione della seppur limitata autonomia fiscale,
che era stata sospesa negli ultimi quattro anni con riferimento ai
due principali tributi regionali, e cioè addizionale IRPEF e IRAP.
Terzo, che non ha immediatamente impatti di tipo quantitativo sul
bilancio 2007, ma che auspichiamo possa preludere a sviluppi
interessanti, l'impegno a considerare il 2007 un anno di
transizione, in vista del 2008, anno di avvio del federalismo
fiscale.
In parallelo, altre questioni interessanti anche per le
amministrazioni regionali, ma che non avendo immediato impatto
finanziario lascerei sullo sfondo, anche se è opportuno segnalare
due o tre novità, ripeto quantitativamente minuscole ma che vale la
pena segnalare.
- il primo è quella parte di provvedimento della legge finanziaria
che riconosce una compartecipazione regionale anche se molto
minuscola all'accisa sul gasolio come da tempo chiesto;
- secondo, la istituzione, anche se di dimensione ancora non nota o
perlomeno mutevole, del fondo nazionale per la non autosufficienza.
Stiamo parlando ripeto di due capitoli che una volta ripartiti tra
Regioni non hanno un impatto significativo, ma sicuramente vanno
nella direzione di accogliere alcune richieste che da tempo le
Regioni avevano formulato. Questo per concentrarci su alcune cose
importanti.
Seconda concomitanza - quindi esco dalle conseguenze della legge
finanziaria per le Regioni - i fondi europei, di cui dirò
quantitativamente qualcosa di più preciso in seguito, quando
parleremo di investimenti e di programmazione anche degli interventi
regionali, fondi europei nel duplice senso di risorse per la
competitività e risorse per il piano di sviluppo rurale.
Questa la situazione che ci viene non dico dall'esterno, ma dagli
elementi di contorno rilevanti ai fini della nostra decisione.
Poi ovviamente la strategia economico-finanziaria di legislatura che
la Giunta regionale sottopone all'Assemblea legislativa non poteva
che partire dal programma con il quale il presidente Errani si è
presentato prima agli elettori e poi al Consiglio e quindi ha avuto
l'approvazione per il programma di legislatura. Ricordo, un
impianto, quello del programma del presidente Errani, che mutuava
ampiamente ovvero recepiva il contenuto di quel patto per la qualità
dello sviluppo siglato con le principali organizzazioni
socio-economiche e gli enti locali nel febbraio del 2004, patto che
prevedeva il perseguimento di finalità e il raggiungimento di
obiettivi che sicuramente avevano trovato in questi anni anche
alcune difficoltà per vincoli che provenivano dall'esterno: il
blocco della leva tributaria è sicuramente da annoverare tra questi
vincoli.
Detto ciò, quello che abbiamo fatto è stato intanto di fare un
accurato esame dell'andamento della spesa corrente della Regione e
di verificare se ancora non c'erano margini per ulteriori risparmi,
per ulteriori contenimenti di spesa. Dico se non vi erano margini,
per ulteriori margini di riduzione, perchè questo è un esercizio che
abbiamo svolto credo con qualche efficacia in questi anni.
Ricordo a tutti che questa Regione ha utilizzato leve tributarie
proprie l'ultima volta nel 1998. A partire dal 2001 la pressione
tributaria dovuta ad azioni regionali è stata intaccata solo al
ribasso, sia sul fronte addizionale bollo auto, sia sul fronte IRAP.
E se nel frattempo siamo riusciti - credo si tratti di un
riconoscimento abbastanza oggettivo - sia ad espandere i servizi sia
a non ridurre gli investimenti senza aumentare ma riducendo il
debito, è del tutto evidente che da qualche parte contenimenti di
altri tipi di spesa dovevano essersi verificati.
Questo esercizio ci ha portato a una riduzione di spesa corrente di
circa 48 milioni di euro rispetto all'anno scorso e così facendo
peraltro onoriamo anche il rispetto di quel patto di stabilità
contenuto nella legge finanziaria che ci richiede per spese
rilevanti ai fini del patto, quindi la sanità è fuori come sempre,
una riduzione dell'1,8% rispetto al 2005. Noi così facendo, siccome
stiamo parlando di un ammontare di spesa complessiva su cui
applicare questa percentuale di circa 2,2 miliardi di euro, come
vedete se si applica un meno 1,8 anche se il riferimento sarebbe il
2005 in quel caso, avete una cifra che è abbondantemente rispettata
con i 48 milioni di euro di riduzione.
A proposito del patto, al contrario di quanto avevamo chiesto negli
anni scorsi, le Regioni tutte hanno convenuto con il Governo di
mantenere il rispetto del patto di stabilità considerando tetti alla
spesa, al contrario di quanto è successo agli enti locali che dal
2007 passeranno a una gestione per saldi.
Il motivo per il quale si è convenuto di rinviare il passaggio dalla
gestione per livelli di spesa alla gestione per saldi risiede nella
difficoltà di stimare con precisione le entrate regionali, anche e
soprattutto per effetto di alcune manovre straordinarie che alcune
Regioni sono state chiamate a svolgere per esempio quest'anno per
ripianare disavanzi sanitari. Avete avuto notizia in estate di
automatismi, peraltro previsti dalla finanziaria, coi quali tutte le
sei Regioni che avevano da ripianare disavanzi sanitari del 2005
hanno dovuto incrementare le aliquote di alcuni loro tributi e la
previsione esatta di quanto valgono questi gettiti aggiuntivi è
molto difficile. Chiaramente, non potendo stimare uno dei due
termini necessari a calcolare il saldo, cioè le entrate, si è
preferito continuare anche per il 2007 con obiettivi di patto
indicati rispetto al totale delle spese e non ai saldi tra entrate e
uscite.
Detto questo e svolta questa ricognizione e questo contenimento di
spese che è poi circostanziato soprattutto in minori oneri
finanziari, minori spese di personale, minori spese economali, solo
per citarne alcune, abbiamo messo a punto la strategia anche dal
lato delle entrate, nel senso che abbiamo ritenuto di dover
alimentare con risorse aggiuntive il bilancio regionale anche e
soprattutto per poter perseguire più efficacemente e più
credibilmente alcune di quelle priorità. In particolare due grandi
priorità:
-
una, sostanzialmente welfare, con particolare riferimento alla non
autosufficienza;
-
l'altro sviluppo economico e infrastrutture, quindi versante
investimenti.
La manovra fiscale che abbiamo messo a punto ovviamente ha cercato
di essere massimamente selettiva all'interno degli strumenti a
disposizione. Questo è il contenuto del primo dei tre progetti di
legge che ci ha ricordato il presidente Nervegna all'inizio della
seduta. Sostanzialmente quello che facciamo è di intervenire sia
sull'addizionale IRPEF, che fino ad oggi noi non avevamo mai
utilizzato, sia sull'IRAP.
Per quanto riguarda l'addizionale IRPEF - ricordo a tutti che il
massimo utilizzabile è lo 0,5 - l'abbiamo graduata con una
percentuale di 0,2 fino a 15.000 euro, ovviamente al netto della no
tax area, di 0,3 tra i 15 e i 20.000 euro, di 0,4 tra i 20 e i
25.000 euro, di 0,5 sopra i 25.000 euro. Il gettito aggiuntivo che
stimiamo è di circa 180 milioni di euro.
Un'altra parte della manovra tributaria riguarda invece l'IRAP,
sulla quale proponiamo di passare dall'attuale aliquota all'aliquota
del 5,25% per sei divisioni (come vengono chiamati nel gergo i
soggetti passivi di IRAP) che sono (li trovati elencati nel testo
all'articolo 1):
-
settore petrolifero e trattamento dei combustibili nucleari;
-
energia elettrica, gas e calore;
-
posta e telecomunicazioni;
-
e poi tre raggruppamenti, il 65, 66 e 67, che sono sostanzialmente
il settore finanziario e assicurativo, quindi finanziario inclusivo
di quello bancario. Articolo 1 del progetto di legge.
Gettito presunto da questa manovra sull'IRAP, 60 milioni di euro.
Quindi come vedete il complesso della manovra dal lato tributario
dovrebbe assicurare circa 240 milioni di euro, scomposti per i tre
quarti sull'IRPEF e per un quarto sull'IRAP. La scelta di questi
settori invece che altri ovviamente non è casuale, riflette l'idea
che questi sono settori comparativamente meno esposti alla
concorrenza complessiva, sia nazionale che internazionale, settori
che in questi anni sicuramente hanno avuto una performance migliore
della media e probabilmente credo si possa anche argomentare settori
che dall'introduzione dell'IRAP rispetto ai tributi soppressi nel
1998 non hanno tratto svantaggio. Sono consapevole del fatto che a
questi argomenti si possa obiettare che quasi tutti questi settori
non beneficeranno - penso al settore bancario - della manovra dal
lato del cuneo fiscale. Pertanto, mentre in alcuni casi vi sarà una
qualche compensazione, per una parte importante delle aziende
interessate in quei settori, questo non avverrà.
La destinazione di queste risorse aggiuntive ovviamente si
incardina complessivamente nelle politiche della Regione anche come
impegni cogenti. Noi riteniamo che la destinazione di queste risorse
debba essere di 100 milioni di euro per la non autosufficienza, di
100 milioni di euro per mettere in equilibrio la sanità (e questo
sarà necessario anche probabilmente nel 2008, prudenzialmente, data
la sottostima del fondo sanitario nazionale sul 2006) e 40 milioni
di euro invece a favore degli investimenti, per sostenere l'ampia
dimensione del nostro intervento sugli investimenti e quindi
introdurre anche elementi di flessibilità nella politica degli
investimenti stessi, nel senso che alcune risorse per gli
investimenti arrivano con vincoli di destinazione, mentre queste
evidentemente sono entrate di natura tributaria totalmente libere.
Una precisazione importante per evitare equivoci: i 100 milioni di
euro in più per la non autosufficienza nella legge finanziaria
regionale sono imputati per 50 al fondo per la non autosufficienza e
per 50 sono dati insieme agli altri 100 alla sanità. Il motivo è
molto semplice: mentre la sanità è fuori dal patto di stabilità, la
non autosufficienza è dentro, essendo materia sociale e quindi,
proprio per essere sicuri di poterli utilizzare, ne abbiamo tenuti
una parte fuori dal volume complessivo di risorse su cui insiste il
vincolo del patto. Questo è molto importante, altrimenti qualcuno
potrebbe non trovare riscontro tra ciò che sto dicendo e ciò che
materialmente legge nel testo del progetto di legge finanziaria.
Ovviamente questo è il pezzo grosso delle politiche di welfare:
per capirci, 100 milioni di euro in più sulla non autosufficienza
significa un incremento di quasi il 50%. Oggi nei bilanci delle ASL
- lo si può riscontrare perchè c'è anche una sorta di contabilità
separata (se non c'è la stanno ultimando) - gli interventi con mezzi
regionali via aziende sanitarie sulla non autosufficienza dovrebbe
essere sull'ordine dei 180 milioni di euro, quindi 100 in più ha
quel valore di incremento.
Abbiamo anche ritoccato al rialzo altri pezzi del welfare; penso,
facendo sempre confronti previsionale su previsionale, al fondo
sociale per l'affitto che abbiamo aumentato rispetto al previsionale
dell'anno scorso da 2 a 3 milioni di euro, penso al diritto allo
studio che abbiamo aumentato di 2 milioni di euro rispetto all'anno
scorso, abbiamo confermato il fondo sociale rispetto al previsionale
dell'anno scorso, comunque non vi è stata nessuna riduzione, anzi in
alcuni casi, i due che citavo, anche degli incrementi non
trascurabili.
Per quanto riguarda gli investimenti.
Il bilancio complessivo, la dimensione complessiva del bilancio - la
potete trovare facilmente nella relazione di accompagnamento - è di
15 miliardi e mezzo di euro. Di questi tuttavia, come abbiamo
indicato anche in alcune tabelle, circa 4 miliardi andrebbero
considerati a sè stante, essendo regolarizzazioni contabili, che
quindi ci amplificano sia il lato delle entrate che il lato delle
uscite, ma tecnicamente è meglio concentrarsi sugli 11 e mezzo,
questo soprattutto quando si vanno ad operare dei confronti rispetto
agli altri anni, per armonizzazione comparativa.
Le proporzioni tra parte corrente e parte di investimenti non sono
cambiate significativamente, nel senso che grosso modo il nostro
bilancio è sempre 80% parte corrente e 20% parte capitale.
Il piano investimenti che trovate oggi nei documenti contabili
licenziati dalla Giunta regionale prevede per il 2007 autorizzazioni
pari a 2,1 miliardi di euro. Però già nel DPEF vedrete che il 2007
in realtà può contare su risorse per investimento per circa 2,5
miliardi. Dove sta la differenza? Sta nella parte capitale delle
Bassanini , sta nella parte capitale dei fondi per l'obiettivo
competitività, sta nella parte capitale del fondo di sviluppo
rurale. Questi tre oggetti, nella loro parte capitale, valgono
circa, su base annua, 380 milioni di euro. Se li aggiungete ai 2,100
già analiticamente elencati, siete a circa 2 miliardi e mezzo di
euro sul 2007. Se svolgiamo il ragionamento sull'arco del triennio e
includiamo anche investimenti già autorizzati o di prossima
autorizzazione da parte dei bilanci delle ASL e delle aziende
ospedaliere, abbiamo una mole, una dimensione di investimenti sul
triennio di circa 4 miliardi di euro. Ve ne sono 2,1 già
contabilizzati, diventano 2,5 con Bassanini e fondi europei, se si
fa lo stesso ragionamento sul triennio si arriva a 4 miliardi di
euro.
E' utile dire qualcosa in più sull'esito del riparto dell'obiettivo
competitività e sul fondo di sviluppo rurale (molto sinteticamente,
poi se vi saranno domande ulteriori approfondirò, e comunque vi
saranno atti e provvedimenti anche nei prossimi mesi).
Si è concluso il faticoso negoziato sull'obiettivo competitività. E'
stato molto difficile, perchè le Regioni del Centro Nord partivano
con una dotazione di fondi europei del 30% inferiore al periodo
precedente. L'obiettivo competitività ricordo assorbe i vecchi
obiettivi 2 e 3 (rispettivamente il fondo sullo sviluppo regionale e
il fondo sociale europeo). Qui si partiva ripeto da meno 30%, ma non
solo, anche e soprattutto da una proposta inopinata e sicuramente
non richiesta della direzione europea regionale DG Regio, un'ipotesi
di riparto particolarmente penalizzante per la Regione
Emilia-Romagna e per la Regione Lombardia. Per capirci, se fosse
stato applicato l'effetto composto di meno 30% di risorse per il
Centro Nord e dimezzamento della quota di accesso della Regione
Emilia-Romagna, che aveva una quota di accesso di circa il 10 e si
proponeva di andare a 5, noi avremmo avuto due terzi di risorse in
meno, da 10 su 100 a 5 su 70.
Per fortuna non è andata così, per fortuna e forse non solo fortuna,
perchè da una parte il cofinanziamento nazionale invece non è stato
ridotto rispetto ai sette anni precedenti, cofinanziamento nazionale
per il Centro Nord, e soprattutto è stato incrementato in modo
importante il FAS, il fondo aree sottoutilizzate. Per concludere,
dalla sommatoria dei tre addendi, fondi europei, cofinanzamento
nazionale e FAS, la Regione Emilia-Romagna avrà nei sette anni 1,35
miliardi di euro, cioè circa il 10% in meno di quanto aveva nel
periodo 1999-2006.
Orientamenti della Giunta regionale su queste risorse.
Se tenete da parte il FAS che da solo vale circa 200 milioni di
euro, sul restante 1,15 vorremmo cambiare le proporzione tra i due
capitoli FESR e FSE, che nel passato avevano 82% il fondo sociale e
18% il FESR e passare ad un rapporto un pò più equilibrato, cioè 70
FSE e 30 FESR. Questo perchè ripeto il rapporto era già un pò
sbilanciato e secondo motivo non c'è più quell'obbligo di
zonizzazione. Cioè nei sette anni precedenti erano eleggibili Comuni
che corrispondevano a circa il 10% della popolazione regionale,
quindi le risorse non erano tantissime, ma erano sicuramente
concentrate (montagna e una parte orientale della regione). Non
essendoci più quest'obbligo, in teoria e in pratica tutti i
territori sono eleggibili e quindi anche per questo motivo abbiamo
ritenuto di riproporzionare le quote. Pertanto quell'1,15 miliardi
di euro andrà per il 70% al fondo sociale europeo, cioè circa 800
milioni di euro e per la restante parte, circa 350 milioni di euro,
andrà su altri interventi.
Riassumendo, abbiamo 1.350 milioni di euro: 800 andranno al fondo
sociale europeo, che è spesa corrente e 550 andranno ad
investimenti. Questi 550 sono alimentati da fondi diversi. 550
diviso 7 fa circa 80 milioni di euro all'anno di investimenti, che
vorremmo utilizzare per le seguenti priorità:
-
innovazione, ricerca e sviluppo, dato che uno degli obiettivi è
quello di approssimare il più possibile gli obiettivi dell'agenda di
Lisbona
-
piano energetico
-
concorrere al piano telematico
-
riqualificazione anche commerciale e turistica dei territori
-
riequilibrio territoriale, nel senso di politiche per la montagna,
politiche per territori più deboli,
sapendo che non c'è la zonizzazione, quindi gli strumenti di
intervento non potranno che essere bandi per quanto riguarda le
imprese e accordi di programma per quanto riguarda gli enti locali,
accordi di programma con i quali condividere anche interventi sulle
infrastrutture, dato che il FAS è specificamente votato e vocato a
interventi infrastrutturali, come dice lo stesso acronimo, fondo
aree sottoutilizzate che in molti casi abbisognano anche di
interventi infrastrutturali.
Quindi questo è un pezzo di investimenti che vale circa 80 milioni
di euro all'anno e che ho tenuto in conto per arrivare ai 2 miliardi
nel 2006.
Poi c'è il piano di sviluppo rurale che ha una parte corrente e una
parte capitale. Il riparto del piano di sviluppo rurale si è
concluso molto brillantemente, perchè qui addirittura abbiamo un pò
di risorse in più rispetto ai sette anni precedenti e infatti
parliamo di circa 940 milioni di euro sui sette anni, dei quali 90
di cofinanziamento regionale e il resto più o meno equamente diviso
tra fondi europei e cofinanziamento nazionale, di cui una parte
ripeto è interventi in conto capitale e ne ho tenuto conto per
arrivare a quella somma.
In sintesi, abbiamo oltre a mezzi statali e mezzi regionali, circa
80 milioni di euro all'anno per sette anni di investimenti
finanziati con parte FESR dei fondi europei o nazionali più il FAS e
una quota parte del fondo di sviluppo rurale che è sia corrente che
capitale, la parte capitale di quel ragionamento complessivo.
Un'informazione che dovevo fornire prima e torno indietro nel
discorso, per quanto riguarda l'addizionale IRPEF: questa si applica
per quasi tutti i contribuenti a partire da gennaio 2008. Quasi
tutti i contribuenti vuol dire tutti i pensionati, tutti i
lavoratori dipendenti, tutti quelli che hanno rapporti di lavoro
continuativo; gli unici chiamati a pagare nel 2007 saranno quelli
che hanno rapporti di lavoro che terminano nel 2007, o perchè in
uscita come lavoratori dipendenti o perchè con contratti variamente
precari; ma per la stragrande maggioranza dei contribuenti
l'addizionale regionale nelle proporzioni che ho detto sarà pagata
dal 2008, sulla competenza ovviamente sul reddito 2007, ma
materialmente pagata nel 2008, avendo riferimento al reddito
percepito nel 2007. Nel 2007 non succederà niente per quanto
riguarda l'addizionale regionale, se non per quella minoranza e
stiamo parlando di una platea di contribuenti di 2 milioni e mezzo
di persone; per capirci, 1 milione e 200.000 sono dipendenti,
700.000 sono pensionati e per tutti questi sarà 2008; poi ci sarà
una quota parte piccola di contribuenti, autonomi o atipici per
i quali invece potrebbe scattare nel 2006 (sono precari anche dal
punto di vista fiscale).
Questa è un'informazione importante, ripeto, si applica con
riferimento alla competenza 2007, ma con riscossione a partire dal
2008. Mi fermerei qui, ovviamente sono a disposizione per ulteriori
chiarimenti.
Il presidente NERVEGNA ringrazia il vicepresidente Delbono per
l'illustrazione svolta e chiede se vi sono domande di
approfondimento.
Il consigliere VARANI chiede precisazioni sulle risorse per il
diritto allo studio, in particolare per sapere se gli accennati
incrementi attengono all'obbligo scolastico. Lo scorso anno la
Giunta regionale ha eliminato una fascia di reddito in
considerazione delle difficoltà della finanza regionale; significa
che ora viene ripristinata una fascia di reddito prima esclusa
perchè vi sono più risorse?
Il consigliere NANNI ringrazia il vicepresidente per la chiarezza
dell'esposizione ed esprime una valutazione positiva perchè è la
prima volta che, laddove si interviene sulla fiscalità, si indicano
anche i motivi e le destinazioni delle risorse aggiuntive, volte
alla non autosufficienza, alla sanità e agli investimenti. Chiede
quindi chiarimenti sulla ripartizione 50 e 50 del fondo per la non
autosufficienza.
Il presidente NERVEGNA formula due quesiti. A quanto ammonta la
stima dei minori trasferimenti da parte dello Stato. E quali sono le
minori entrate relativamente alla accisa sulla benzina e se quelle
cifre sono state ricomposte calcolando l'accisa sul gasolio: nel
testo appaiono infatti al plurale (accise sulle benzine) e quindi la
domanda è se è riferita alla sola benzina, o è già calcolata con
l'entrata derivante dall'accisa sul gasolio.
Il vicepresidente DELBONO risponde con i seguenti chiarimenti.
Al consigliere Varani precisa che nel previsionale 2007 rispetto al
previsionale 2006 la Giunta regionale ha stanziato 2 milioni di euro
in più per il diritto allo studio; se poi questo consenta o meno il
ripristino di una determinata fascia, non è in grado di pronunciarsi
sul punto, perchè dipende dalle scelte specifiche del settore
interessato.
Al consigliere Nanni chiarisce che due anni fa la Giunta istituì
con legge finanziaria il fondo regionale per la non autosufficienza
che ovviamente non poteva alimentare, perchè mancava la leva
fiscale. L'esecutivo ha dunque istituito il fondo per essere già
pronto dal punto di vista legislativo; l'articolo di riferimento
infatti prevede che il fondo sia gestito dai comitati di distretto,
che sono un'unità organizzativa del sistema socio-sanitario
dell'Emilia-Romagna, composta da rappresentanti degli enti locali e
rappresentanti delle ASL. Si tratta di un fondo esterno al fondo
sanitario e aggiuntivo, che finora era vuoto (vi erano 1 milione e
mezzo di risorse due anni fa, ma mancavano le modalità di utilizzo).
Finora dunque gli interventi sulla non autosufficienza sono stati
finanziati con il fondo sanitario, pur non essendo LEA, con
interventi di tre tipi: assegni di cura, assistenza domiciliare e
sostegno finanziario alle famiglie in modo da aiutarle nel pagamento
delle rette in presenza di congiunti degenti in strutture
residenziali, centri diurni, strutture protette, RSA.
Ora, le nuove risorse come tipologia di spesa rientrano nel volume
complessivo su cui insiste il patto di stabilità e quindi la Regione
nella seconda parte dell'anno si potrebbe trovare nell'impossibilità
di utilizzarle, per rispettare il patto, poichè quella tipologia di
spesa entra in competizione con spese del personale, oneri
finanziari, spese altrettanto rigide. Pertanto 50 milioni vanno
direttamente nel fondo, 50 sono assegnati alle ASL, ma la
destinazione finale anche attraverso le ASL sono sempre i comitati
di distretto, con apposita contabilità separata.
Quanto alle domande del presidente Nervegna, risponde che in
realtà, più che di minori trasferimenti da parte dello Stato, il
modo con cui la finanza statale impatta su quella regionale passa
attraverso due forme:
-
la prima è stata la correzione del tendenziale. Pensando alla
sanità, nel DPEF il Governo aveva scritto sulla sanità una certa
spesa tendenziale, rispetto alla quale il patto per la salute
prevede nel 2007 3 miliardi in meno. Quando si dice tagliata di tre
miliardi la sanità non si dice tagliata rispetto al passato, si
dice correzione rispetto al tendenziale;
-
la seconda forma con cui lo Stato interviene nei bilanci regionali è
il patto di stabilità. Chiedendo la versione di competenza e la
versione di cassa, che peraltro sono state allineate sia per quanto
riguarda gli investimenti che per quanto riguarda la spesa corrente
(in precedenza erano sfasate), lo Stato chiede alle Regioni di
impegnare l'1,8% in meno rispetto al 2005. Pertanto non si tratta di
un problema di trasferimenti, ma di un problema di contenimento
della spesa.
Sul tema dell'accisa: attualmente non è possibile contabilizzare -
vale a dire iscrivere in entrata - i frutti di un provvedimento in
itinere quale la legge finanziaria, dove è prevista la
compartecipazione al tributo. Si tratta comunque di cifre piccole:
per il 2007 la compartecipazione regionale al gasolio è di 75
milioni di euro per tutto il Paese, quindi anche considerando una
quota di accesso del 10%, si tratta sempre di 7 milioni e mezzo di
euro, ben inferiore agli scalini decrescenti negli ultimi anni
nell'andamento dell'entrata dell'accisa sulla benzina.
Lo stesso discorso vale per il fondo nazionale per la non
autosufficienza, che inizialmente è partito con 50 milioni di euro
ed è stato leggermente aumentato con qualche emendamento; la quota
di compartecipazione regionale al 7 o 8% vale 10 o 15 milioni di
euro. In bilancio non appare nè l'uno nè l'altro perchè
evidentemente non è ancora legge finanziaria, ma solo disegno di
legge parlamentare.
Il presidente NERVEGNA chiede ulteriori chiarimenti sulla voce delle
assegnazioni statali correnti indicata nel primo grafico della
relazione di accompagnamento.
Il vicepresidente DELBONO chiarisce che, poichè le notizie arrivano
mano a mano, sul punto vi saranno alcuni ritocchi in sede di
emendamento per elementi ulteriori acquisiti in questi giorni.
La Commissione infine procede alla nomina dei relatori ai sensi
dell'articolo 50, comma 3 dello Statuto, e concorda all'unanimità
dei presenti di nominare sia per il progetto di legge 1958 che per i
progetti di legge 1959 e 1960 relatore il consigliere Gian Luca Rivi
e relatore di minoranza il consigliere Antonio Nervegna.
Il consigliere RIVI ritiene opportuna una verifica sulla possibilità
di accorpare in un'unica seduta anche la discussione in Aula dei tre
progetti di legge, compreso quello in materia tributaria, per le
evidenti connessioni con la manovra di bilancio 2007.
Il presidente NERVEGNA ricorda l'udienza conoscitiva con la società
civile, fissata per la prossima seduta di martedì 5 dicembre ore 10.
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Approvazione dei verbali n. 18 e 19 del 2006
La Commissione all'unanimità dei presenti approva i verbali n. 18 e
n. 19 del 2006, relativi rispettivamente alle sedute del 7 e 14
novembre 2006.
C057- Parere ai sensi dell'articolo 21, comma 6, lettera a) della
legge regionale n. 1 del 2005 (Norme in materia di protezione civile
e volontariato. Istituzione dell'Agenzia regionale di protezione
civile) sullo schema di Regolamento di organizzazione e contabilità
dell'Agenzia regionale di protezione civile (determinazione n.
16732 del 21 novembre 2006)
Il presidente NERVEGNA propone di rinviare l'esame dell'oggetto alla
prossima seduta, per consentire la necessaria integrazione della
documentazione pervenuta, con lo schema di deliberazione della
Giunta regionale di approvazione del regolamento.
La Commissione concorda.
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Informazione ai sensi dell'articolo 43, comma 6 della legge
regionale n. 43 del 2001 sullo schema di deliberazione dell'Ufficio
di Presidenza n. 232 del 23 novembre 2006 Contratto di lavoro e
conferimento dell'incarico di Direttore generale dell'Assemblea
legislativa
Il consigliere RIVI riferisce sul contenuto del provvedimento,
illustrando il curriculum del direttore prescelto e le principali
clausole contrattuali.
La Commissione prende atto dell'informazione svolta.
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- Informazione ai sensi dell'articolo 43, comma 6 della legge
regionale n. 43 del 2001 sullo schema di deliberazione della Giunta
regionale Affidamento incarichi a Direttori generali della Giunta
regionale
- Informazione ai sensi dell'articolo 18 della legge regionale n.
43 del 2001 sullo schema di deliberazione della Giunta regionale
Assunzioni di dirigenti ai sensi dell'articolo 18 della legge
regionale n. 43 del 2001 e affidamento degli incarichi di Direttore
dell'Agenzia regionale per lo sviluppo dei mercati telematici -
INTERCENT-ER e dell'incarico di Direttore dell'Agenzia regionale per
le erogazioni in agricoltura (AGREA)
L'assessore GILLI introduce ambedue le informazioni e cede la parola
al direttore Garavini per l'illustrazione.
GARAVINI illustra i contenuti dei provvedimenti. Riassume i tratti
principali della seconda fase di riorganizzazione delle strutture
regionali: una direzione generale nuova Reti infrastrutturali,
logistica e sistemi di mobilità , l'accorpamento delle precedenti
Programmi e intese, relazioni europee e cooperazione
internazionale e Programmazione territoriale e sistemi di
mobilità in Programmazione territoriale e negoziata, intese.
Relazioni europee e relazioni internazionali , mentre il numero
complessivo non varia e viene soppressa l'Agenzia Trasporti
pubblici, il tutto a partire dal 1° gennaio 2007. Riferisce sul
curriculum dei direttori e dirigenti prescelti, informando sulle
clausole contrattuali relative a scadenza e compensi.
Il presidente NERVEGNA chiede chiarimenti sui motivi della
soppressione dell'Agenzia regionale trasporti.
L'assessore GILLI precisa che la scelta dipende dalla valutazione di
implementare la direzione piuttosto che l'agenzia sull'aspetto delle
reti e della logistica; l'esigenza di attivare e rafforzare
politiche sul settore della mobilità delle persone e delle cose,
tema di estrema rilevanza, ha dunque portato al potenziamento della
struttura e alla conseguente soppressione dell'agenzia, realizzando
un risparmio di risorse.
La Commissione prende atto dell'informazione svolta.
In conclusione di seduta, l'assessore GILLI svolge un breve
aggiornamento sulla vicenda della risoluzione consensuale del
rapporto di lavoro dei dirigenti regionali.
GARAVINI informa che tra Assemblea legislativa e Giunta regionale il
totale dei dirigenti che hanno aderito alla risoluzione consensuale
anticipata prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro
sono 34, di cui 16 al 30 12 2006, i rimanenti tra la fine del 2007
ed i primi mesi del 2008, secondo le rispettive finestre .
La dimensione complessiva del fenomeno per l'Amministrazione
regionale, che ha conosciuto tre fasi successive, nel periodo
2000-2008 è la seguente:
- nel 2000 43 dirigenti
- nel 2004-2005 37 dirigenti
- nel 2006-2008 34 dirigenti
per un risparmio, considerato l'arco di tempo, pari a 18 milioni di
euro, e comprensivo anche dei dirigenti che saranno assunti con
l'avvio nel prossimo anno dei concorsi dirigenziali, nei limiti
previsti dalle due ultime deliberazioni di risoluzione consensuale,
vale a dire rispettivamente l'abbattimento del 50% dei posti e del
70%.
Ribadisce che al lordo delle sostituzioni indicate, il risparmio
ammonta a 18 milioni di euro.
Aggiunge infine che con il provvedimento del 2006 l'opportunità è
stata resa possibile anche per quei direttori generali assunti a
tempo indeterminato nell'ente e ne hanno usufruito in 3, di cui 2 a
fine 2006, il terzo a fine 2007, percependo il compenso in qualità
di dirigenti e non di direttori.
L'assessore GILLI conclude affermando che una parte di risorse
risparmiate dall'Amministrazione regionale con l'operazione
illustrata è destinata all'aumento della stabilizzazione di alcuni
precari. Ricorda gli impegni assunti per trovare soluzioni in tal
senso e l'allargamento della assunzione dalla graduatoria del
concorso di due anni fa. Annuncia inoltre entro la fine dell'anno la
presentazione di un apposito progetto di legge in materia.
Il presidente Nervegna ringrazia l'assessore e il direttore
generale.
La seduta termina alle ore 16,00.
Verbale approvato nella seduta del 23 gennaio 2007.
La Segretaria Il Presidente
Claudia Cattoli Antonio Nervegna