Testo
Verbale n. 22/2006
Seduta del 5 dicembre 2006
Il giorno 5 dicembre alle ore 10,00 si è riunita presso la sede
dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali, convocata in
UDIENZA CONOSCITIVA con nota prot. n. 19344 del 24 novembre 2006
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
NERVEGNA Antonio Presidente Forza italia 5 presente
BERETTA Nino Vice Uniti nell'Ulivo - DS 7 presente
Presidente
MANFREDINI Mauro Vice Lega Nord Padania 3 presente
Presidente Emilia e Romagna
AIMI Enrico Componente Alleanza Nazionale 4
BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1
Donatella Italiani
CARONNA Salvatore Componente Uniti nell'Ulivo - DS 5 presente
GUERRA Daniela Componente Verdi per la Pace 2
MANCA Daniele Componente Uniti nell'Ulivo - DS 1 presente
MASELLA Leonardo Componente Partito della 3
Rifondazione Comunista
MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1
MONARI Marco Componente Uniti nell'Ulivo-DL 3 presente
Margherita
NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 presente
Di Pietro
NOE' Silvia Componente Unione Democratici 1
Cristiani e di Centro
PIRONI Massimo Componente Uniti nell'Ulivo - DS 2 presente
RICHETTI Matteo Componente Uniti nell'Ulivo-DL 4
Margherita
RIVI Gian Luca Componente Uniti nell'Ulivo - DS 2 presente
VARANI Gianni Componente Forza Italia 4 presente
ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo - SDI 1
Il consigliere Marco LOMBARDI sostituisce per parte della seduta il
consigliere Varani; il consigliere Damiano ZOFFOLI sostituisce il
consigliere Richetti
E' presente il Vicepresidente della Giunta regionale, Assessore a
Finanze. Europa prof. Flavio Delbono
Presiede la seduta: Antonio Nervegna
Assiste la segretaria: Claudia Cattoli
Resocontista: Simonetta Mingazzini
UDIENZA CONOSCITIVA
5 Dicembre 2006 ore 10,00
1958 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Disposizioni in
materia tributaria (delibera di Giunta n. 1578 del 15 11 06)
1959 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della legge
regionale 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione
del Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2007 e del
Bilancio pluriennale 2007-2009 (delibera di Giunta n. 1579 del 15 11
06)
1960 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2007 e del Bilancio pluriennale 2007-2009 (delibera di Giunta n.
1580 del 15 11 06)
Partecipano:
Bagnoli Elena Regione Emilia-Romanga
Bardasi Paola Asl di Bologna
Battaglia Roberto CGIL Regionale
Baviera Massimo ANCST Lega Coop
Bentini Giovanni Formedil regionale (ex AR. SE)
Bologna
Campedelli Enrico Comune di Carpi
Cominardi Alessandro Coordinamento Forum Terzo
Settore
Costa Chira CGIL aziendale Regione
Emilia-Romagna
Cremonini Graziano Confservizi Emilia-Romagna
Di Bernardo Bruno Telesanterno Regione-in
Ducci Miriam Forum Terzo Settore E-R
Fantini Pietro Confcommercio Emilia-Romagna
Gandini Lucia Confartigianato Federimprese E-R
Girardi Ugo Unioncamere E-R
Hilbe Massimo Vicepresidente Confindustria E-R
Lombardi Carlo Confindustria E-R
Manicardi Enrico Direttore UPI
Marchi Adriano ALMA
Merloni Denis UIL regionale
Mingozzi Gianluca ConfCoop E-R
Morgagni Pino AGCI E-R
Negroni Anna Rita Formedil Emilia-Romagna
Orsillo Angelo CUS Bologna
Pasi Marco Confesercenti E-R
Pierige' Stefania Ausl Rimini
Piletti Anna Forum Regionale Terzo Settore
Polastri Roberto Assessore Comune di Ferrara
Presi Nadia CGIL E-R
Rossi Luca Confindustria E-R
Rusconi Gianluca Confindustria E-R
Ruzziconi Giuseppe Presidente Agenzia Mobilità di
Ferrara
Savigni Rita Confcommercio E-R
Succi Paolo CISL aziendale
Tebaldi Alessandro Comunità Montana del Frignano
Venturelli Marco Confcooperative E-R
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Il PRESIDENTE ANTONIO NERVEGNA dichiara aperta la seduta, ringrazia
i presenti per la loro partecipazione, comunica che sono presenti il
relatore consigliere Rivi e altri componenti della Commissione, il
vicepresidente della Giunta regionale Delbono che svolgerà la
relazione di chiusura e introduce l'udienza conoscitiva sui progetti
di legge:
1958 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale:
Disposizioni in materia tributaria (delibera di Giunta n. 1578 del
15 11 06)
1959 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: Legge
finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della l. r. 15
novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del Bilancio
di previsione per l'esercizio finanziario 2007 e del Bilancio
pluriennale 2007-2009 (delibera di Giunta n. 1579 del 15 11 06)
1960 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale:
Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio
finanziario 2007 e del Bilancio pluriennale 2007-2009 (delibera di
Giunta n. 1580 del 15 11 06)
DENIS MERLONI - SEGRETARIO GENERALE UIL EMILIA-ROMAGNA
Ringrazio il presidente e la Commissione per l'opportunità che ci
viene data di esprimere la nostra valutazione sulla legge di
bilancio regionale. Nel corso di questi giorni abbiamo avuto, come
CGIL, CISL e UIL, alcuni incontri con la Giunta regionale nel corso
dei quali sono state presentate le linee fondamentali dell'azione
del bilancio regionale. Il mio intervento cerca di rappresentare le
posizioni che abbiamo tenuto come organizzazioni sindacali. I
colleghi della CGIL e della CISL, rispetto ad eventuali mancanze o
lacune del mio intervento avranno la possibilità di intervenire.
Desidero richiamare, in estrema sintesi, tre punti sostanziali.
Il primo è quello di contesto e quindi il rapporto fra la legge
finanziaria regionale e il bilancio regionale e degli enti locali,
per l'ovvia e scontata ragione che le azioni delle amministrazioni
locali e regionali sono in gran parte condizionate dalle scelte
definite nella finanziaria nazionale.
La valutazione che abbiamo espresso come CGIL, CISL e UIL in questa
manovra è una valutazione, credo, in gran parte nota.
Abbiamo apprezzato alcuni elementi di discontinuità rispetto al
passato, presenti nell'attuale proposta di legge finanziaria in
discussione alle Camere, come abbiamo richiamato alcune ombre che
pure sono state presenti e che in qualche modo il Parlamento sta
cercando di modificare nel corso del dibattito in corso in questi
giorni.
Sta di fatto che l'obbligo assunto in ambito europeo del rientro del
deficit già nel 2007 al 3%, ha condizionato pesantemente la
possibilità di manovra da parte del Governo centrale.
Così come è altrettanto vero che nell'opinione pubblica si è sparsa
una convinzione piuttosto radicata di aspettative in parte disattese
rispetto a quelle che erano, appunto, i richiami fatti dal sistema
della politica.
Abbiamo apprezzato, infine, l'avvio di un riequilibrio sulla
ridistribuzione della ricchezza che, nel corso degli ultimi anni,
aveva subito degli andamenti inaccettabili per le organizzazioni
sindacali.
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Qui si pone alla politica un interrogativo che è quello di valutare
se davvero, nelle condizioni date, la leva fiscale è lo strumento
esclusivo e più efficace per realizzare questo fondamentale
obiettivo del riequilibrio della ridistribuzione della ricchezza.
Nell'ambito della legge finanziaria è rimasto disatteso un tema, che
probabilmente non poteva essere risolto in via definitiva con questo
strumento, ma che è rimasto a condizionare le azioni dei soggetti
che governano le realtà decentrate, cioè il tema di un federalismo
fiscale ancora incompiuto che condiziona pesantemente le possibilità
di azione di un sistema delle autonomie locali. Così come il vincolo
del rispetto del patto di stabilità, che costituisce un vincolo
fondamentale, ha disegnato il quadro all'interno del quale è stato
chiamato ad operare il sistema delle autonomie locali.
Rimane infine, rispetto a questo primo punto, un tema sullo sfondo
che non può che essere consegnato alla politica, rappresentato dal
fatto che l'attuale meccanismo di costruzione della legge
finanziaria risulta assolutamente inadeguato a governare i grandi
processi e la complessità dei processi finanziari di un Paese come
il nostro.
In questa sede intendo appellarmi, nei limiti delle condizioni date,
al sistema della politica, di maggioranza e di opposizione, affinché
si realizzi un accordo per rendere più snello e comprensibile
all'opinione pubblica questo fondamentale passaggio. Un Paese non
può rimanere bloccato di fatto, per tre mesi, per la discussione
della propria legge finanziaria.
Il secondo punto è relativo alle conseguenze, sulle finanze
regionali e locali, delle scelte in ambito nazionale. Per fare un
accenno agli enti locali, rispetto ai quali la riduzione dei
trasferimenti impone un supplemento di fantasia e di coraggio con
l'obiettivo di evitare un aumento delle addizionali locali.
Come CGIL, CISL e UIL abbiamo assunto nella nostra Regione una
posizione molto chiara di contrarietà rispetto a questo automatismo.
Come tutti sappiamo, nell'ambito delle manovre che gli enti locali
sono chiamati a svolgere, c'è una maggiore possibilità rispetto a
quanto previsto per le Regioni che devono fissare saldi di spesa.
Lo scenario è quello di un 2007, dal punto di vista finanziario,
come anno di transizione, una volta fissati i rapporti del deficit
nazionale al 3%.
Le principali azioni cha abbiamo verificato sui bilanci delle
Regioni, oltre alla fissazione del tetto di spesa, riguardano
principalmente due punti: il patto per la salute, siglato fra il
Governo centrale e la Conferenza Stato-Regioni, e lo sblocco delle
possibili addizionali IRPEF ed IRAP, per le manovre che, appunto, le
Regioni riterranno di dover affrontare.
Sul bilancio regionale i punti fondamentali sono i seguenti.
Abbiamo valutato positivamente la riduzione della spesa corrente
che si è realizzata su una linea di continuità rispetto al passato,
anche se ciò non ci esime dal continuare a sollecitare la necessità
di valorizzare sempre di più le professionalità e le ricchezze
interne al sistema della nostra Regione e di accelerare, se
possibile e ancora di più, la riduzione del ricorso a consulenze
esterne o a manovre di questo genere.
Il punto centrale è la proposta di addizionali sull'IRAP e
sull'IRPEF: si tratta di un'operazione che abbiamo giudicato molto
impegnativa sia per quanto riguarda le conseguenze sui cittadini sia
per gli obiettivi che essa si propone. Non possiamo non sottolineare
un punto che riteniamo assolutamente fondamentale: quella manovra si
pone degli obiettivi in assoluta coerenza con il patto per lo
sviluppo che abbiamo sottoscritto assieme alle rappresentanze delle
imprese ed alle rappresentanze regionali nel 2004.
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Ci stiamo sforzando per far vivere questo patto. In esso è contenuta
la visione di sviluppo che abbiamo condiviso come sistema regionale
e sarebbe un errore non rimediabile perdere i riferimenti che hanno
condotto alla sottoscrizione del patto. Vediamo nella manovra una
linea di continuità rispetto a quegli obiettivi.
L'intervento sull'addizionale IRPEF contiene un elemento che deve
essere necessariamente sottolineato e cioè quello della
progressività che, per quanto riguarda le organizzazioni sindacali,
rimane un elemento imprescindibile per qualsiasi manovra che abbia
al suo interno un elemento di equità sociale. Richiamo l'esigenza di
intensificare la lotta all'evasione fiscale che condiziona possibili
operazioni ancora più eque da questo punto di vista.
Per quanto riguarda l'intervento sull'IRAP, l'elemento che va
sottolineato è la selettività della manovra che coinvolge non il
sistema manifatturiero bensì quel sistema di imprese, molto spesso
sottratte alla concorrenza, che hanno realizzato utili non
indifferenti.
Il rapporto di 1 a 3 fra queste due manovre, di 180.000.000 di euro
sull'IRPEF e di circa 60.000.000 di euro sull'IRAP è un rapporto
tutto sommato equilibrato.
Sappiamo che la destinazione è quella di 100.000.000 di euro per la
sanità, 100.000.000 di euro per l'avvio del fondo della non
autosufficienza e 40.000.000 di euro per lo sviluppo e
l'innovazione. Su questo punto sottolineo la necessità di sostenere
la nuova programmazione comunitaria che, se per alcuni aspetti pone
dei vincoli ulteriori, rappresenta una grande opportunità per lo
sviluppo locale e per l'innovazione che abbiamo l'obbligo politico
di cogliere. L'obiettivo di fondo è quello che il sistema regionale
sia in grado di aggredire il punto di debolezza vero che ancora
scontiamo, cioè quello della produttività di sistema. Intravediamo
in quell'intervento finanziato con 40.000.000 di euro una
destinazione rispetto a questo punto.
La sanità è gran parte della manovra e della spesa regionale.
Finalmente siamo di fronte ad un quadro di novità, rappresentato dal
patto definito in ambito nazionale. C'è un elemento che va
sottolineato, la stabilizzazione della spesa nei prossimi tre anni,
che mette in condizione le Regioni di potere programmare le proprie
azioni con maggiore respiro. Questo è assolutamente fondamentale. La
nostra Regione è chiamata a coprire un disavanzo di 200.000.000 di
euro in due anni.
Ciò che è forse più interessante per tutta la manovra è il Fondo
per la non autosufficienza . Era uno degli elementi costitutivi del
patto sottoscritto nel 2004 ed è una grande opportunità per l'intero
sistema regionale.
Deve essere tuttavia evidente che occorre che la sua destinazione
sia assolutamente chiara. I punti che sottolineiamo sono
essenzialmente tre: assegni di cura,contenimento delle rette e
sviluppo dell'assistenza domiciliare e delle RSA. Questi sono i
punti che vanno ulteriormente qualificati con il fondo, affidandone
il governo ai Comitati di distretto. Dovremo vigilare con estrema
attenzione sul conseguimento di questi punti.
Il terzo ed ultimo punto del mio intervento è costituito da alcuni
impegni e richieste. Chiediamo all'Assemblea di vigilare
sull'utilizzo vincolato delle risorse che verranno messe a
disposizione con questa manovra finanziaria aggiuntiva. Sappiamo che
creiamo, nei pensionati che rappresentiamo, delle aspettative che
occorre onorare con atti visibili e azioni concrete. A questo deve
essere aggiunta la disponibilità a creare un rapporto diretto fra il
disavanzo della sanità ed il possibile aumento del Fondo per la non
autosufficienza. Noi riteniamo, in sostanza, sia giusto che di
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fronte ad un andamento virtuoso della spesa sanitaria già nel 2008,
le risorse che dovessero essere eventualmente liberate vadano ad
incrementare il fondo per la non autosufficienza.
Tre possibili aree di ulteriore attenzione sono il fondo sociale
per l'affitto, il diritto allo studio e le politiche
sull'immigrazione. Si tratta, a nostro avviso, di consolidare la
spesa che nel 2006 è stata realizzata in fase di assestamento di
bilancio, verificando possibili aggiustamenti rispetto ad esigenze
che, sappiamo, essere molto ampie e che rispondono a bisogni davvero
reali.
ANNA PILETTI - FORUM REGIONALE TERZO SETTORE
Abbiamo potuto vedere solo velocemente i dati della finanziaria
regionale, non c'è stata occasione per poter ascoltare una
presentazione maggiormente approfondita. Desidero porre due
osservazioni, fatte alla luce dell'esperienza vissuta dal Forum in
questi anni.
Da una lettura dei numeri abbiamo riscontrato che i capitoli a cui
siamo più affezionati , sono rimasti invariati rispetto all'anno
scorso. Siamo consapevoli che la coperta è corta e che bisogna
attenersi a tutti i principi di economia possibili, poniamo però
l'attenzione sul mantenimento del capitale sociale di questa
Regione, che non è il capitale economico ma che contribuisce
enormemente allo sviluppo economico di questa Regione. Tutte quelle
attività che sembrano apparentemente residuali e di poco conto, in
realtà mantengono una coesione sociale molto forte ed il rischio di
questa Regione è che la stiamo depauperando.
Invito quindi l'Assemblea regionale a valutare attentamente la
manovra in quanto le cifre in questo settore sono rimaste invariate
rispetto all'anno scorso.
Aggiungo inoltre che, riguardo alle politiche giovanili, andrebbe
rivolta una grande attenzione. Va bene il Fondo per la non
autosufficienza ma ricordiamo che in questa Regione ci sono anche i
giovani. Per quanto riguarda l'inserimento lavorativo dei giovani, i
dati richiedono la massima attenzione e, per quanto riguarda la
disabilità e la non autosufficienza, ricordiamo, che anche i giovani
ne sono spesso colpiti. Auspico quindi una maggiore attenzione su
questi temi. Grazie.
ADRIANO MARCHI - PRESIDENTE ALMA - AGENZIE LOCALI MOBILITA'
ASSOCIATE
Buongiorno e grazie per questa opportunità. Quali agenzie per la
mobilità nella Regione Emilia-Romagna abbiamo ritenuto opportuno
fare una sollecitazione e dare un nostro contributo per quanto
riguarda il bilancio futuro ed il settore del trasporto pubblico.
Per intervenire nel merito del disegno di legge all'esame
dell'Assemblea Legislativa, con riferimento ai temi che riguardano
il trasporto pubblico locale, occorre richiamare brevemente alcuni
elementi di contesto: l'inquinamento atmosferico e la congestione
del traffico che affliggono i nostri territori, gli impegni solenni
assunti dalla Regione insieme agli enti locali per contrastare tali
fenomeni altamente negativi, alcuni risultati della politica della
Regione e degli enti locali che ci hanno distinto positivamente a
livello nazionale e alcuni fenomeni preoccupanti che invece è
indispensabile contrastare.
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E' un fatto documentato che il territorio della nostra Regione sia,
a livello europeo, fra i più colpiti dall'inquinamento atmosferico e
dalla congestione del traffico privato, insieme al resto della Valle
del Po, del Reno, del fiume Mosella e di alcuni altri territori.
A fronte di tale situazione si può dire che questa Regione abbia
saputo reagire impostando una politica di trasporto pubblico
integrata con la più generale politica della mobilità urbana
sostenibile, ricercando la massima sinergia tra gli interventi
strutturali e le misure organizzative. Un approccio integrato,
alquanto raro nel panorama nazionale, ha guidato l'assunzione dei
provvedimenti sia emergenziali, sia strategici, ha saputo vedere in
prospettiva sinergica e non concorrenziale lo sviluppo del trasporto
collettivo con la riorganizzazione delle aree urbane e dei centri
storici e con la promozione della sicurezza stradale e della
mobilità ciclopedonale.
Su questi fronti si è misurato un decennio di concertazione fra la
Regione e gli enti locali, sviluppando una pratica altamente
qualificante la cui positività ha ottenuto riconoscimenti nazionali
ed europei.
In questa Regione è nata e si è sviluppata la pratica del governo
integrato del trasporto pubblico nei bacini provinciali, fino ad
arrivare alla conduzione unitaria del contratto di servizio
stipulato fra agenzie che operano con gli enti locali, committenti e
le imprese che gestiscono i servizi.
Non è stato dunque un caso che anche l'andamento quantitativo e
qualitativo dei servizi auto-filo-viari, nel nostro territorio
regionale, abbia evidenziato differenze anche sostanziali rispetto
agli andamenti nazionali, in controtendenza rispetto all'andamento
medio registrato a livello nazionale, la quantità di servizi erogati
nei bacini dell'Emilia-Romagna è costantemente cresciuta nel
quinquennio e parallelamente è cresciuta anche la quantità di
passeggeri trasportati. E' evidente che per mantenere questi
positivi andamenti non è bastata un'impostazione astratta delle
politiche, ma essi sono stati possibili dal concreto e congiunto
impegno nel finanziamento del settore, portato avanti sia da parte
della Regione che da parte degli enti locali.
Per ricordare solo i fatti più recenti: è dello scorso anno
l'impegno della Regione ad adeguare costantemente i trasferimenti
per i servizi minimi almeno al tasso dell'inflazione programmata.
E' addirittura dello scorso luglio, l'impegno solenne della Regione,
insieme agli enti locali, a proseguire e anzi accelerare nella
politica della mobilità urbana sostenibile, di cui il trasporto
pubblico è il cuore, è l'asse portante. Per il prossimo futuro era
stato anzi delineato un impegno in più rispetto al recente passato,
poiché insieme ad alcune tendenze positive si è dovuto rilevare,
purtroppo, in coerenza con l'andamento nazionale, la riduzione della
velocità commerciale dei servizi, il cui valore medio regionale è
sceso circa di un chilometro all'ora.
Da parte del settore si attende un rinnovato impegno ed una
rifocalizzazione precisa della Regione e degli enti locali per
investimenti urgenti sulla mobilità urbana, che consentano un
effettivo privilegio del trasporto pubblico rispetto al restante
traffico veicolare. Non basta infatti che il trasporto collettivo si
limiti a mantenere una certa attrattività per i cittadini, come ha
dimostrato il recente passato, ma deve accrescerla nella misura
realmente necessaria ed il punto essenziale è l'effettivo recupero
della velocità commerciale con l'incremento dei percorsi dedicati,
la loro protezione con dispositivi materiali o quantomeno
telematici, il potenziamento alle intersezioni, la protezione delle
fermate.
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Un'ultima annotazione di contesto ci riporta alla collocazione
europea della nostra Regione. Negli anni recenti la Regione, gli
enti locali e le loro agenzie hanno contribuito anche alla
discussione in ambito europeo sullo sviluppo del trasporto pubblico
e della mobilità urbana sostenibile. Lo hanno fatto condividendo
iniziative con altre regioni e città di vari Paesi dell'Unione, con
cui sono stati anche messi a punto progetti che hanno goduto di
finanziamenti comunitari.
Oggi si registra un primo superamento di una concezione restrittiva
del principio di sussidiarietà, che rischiava di lasciare sole le
realtà locali di fronte a questi problemi. Vari documenti, come
quello riguardanti la strategia tematica per l'ambiente urbano o la
revisione del libro bianco sui trasporti, contengono forti richiami
alla necessità strategica di intervenire concretamente a favore del
trasporto pubblico e della mobilità urbana sostenibile. Sul piano
immediato è quanto mai significativo che il regolamento generale
dell'11 luglio 2006 che definisce i principi, le regole, gli
standard comuni per l'attuazione di tre strumenti finanziari (il
Fondo europeo per lo sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo ed
il Fondo di coesione) per l'utilizzo di tali fondi ai fini della
promozione dei trasporti urbani puliti .
A fronte di questo complessivo quadro, la visione dei numeri della
finanziaria regionale e dei documenti collegati non è consolante. Il
capitolo dei servizi minimi è invariato rispetto allo scorso anno e
non riporta neanche l'adeguamento all'inflazione programmata,
impegno assunto solo un anno fa.
Gli incentivi per gli investimenti dei Comuni sulle corsie
preferenziali, le zone a traffico limitato e simili sono addirittura
azzerati.
Nei documenti riguardanti l'impiego dei fondi europei non c'è
traccia della mobilità urbana sostenibile. Se la situazione
rimanesse invariata, sarebbe un colpo mortale per il trasporto
pubblico di questa Regione che è stato sempre un esempio a livello
nazionale.
Quello che è per ora solo un riemergere di elementi di
preoccupazione nell'andamento dei conti economici delle imprese del
settore, causato più dalla trascuratezza e del cattivo indirizzo
dell'intervento statale negli ultimi anni, diventerebbe un andamento
catastrofico.
La riqualificazione della mobilità urbana, tanto a lungo perseguita,
verrebbe abbandonata. Pur essendo lecito attendersi un
raddrizzamento delle politiche nazionali, intanto non può anche la
Regione abbandonare la buona strada. Con riferimento all'indagine
compiuta da ALMA, con l'aiuto anche di Confeservizi, il fabbisogno
iniziale del settore, in tendenziale crescita, è stimato in
26.000.000 di euro.
Nella previsione che il sistema di trasporto pubblico locale,
Agenzie e aziende locali, facciano la loro parte, serve un maggiore
stanziamento di risorse da parte della Regione di almeno 14.000.000
di euro, a recupero inflativo per gli anni 2007, 2008, 2009.
Se anche si volessero comprendere certe difficoltà per il 2007, il
proseguimento del rapporto positivo e di concertazione attiva e
cooperazione richiede fin da subito che siano messi i numeri giusti
per gli anni successivi, nei quali i vincoli del patto di stabilità
si allentano e siano date garanzie per un impiego dei fondi
comunitari che veda la mobilità sostenibile ai primi posti nelle
priorità.
Come alternativa di minima, comunque, in attesa di trovare risorse
necessarie anche attraverso forme di fiscalità adeguate, scrivere da
subito il fondo per i servizi minimi o scrivere fin da ora i numeri
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del 2008 e 2009 che complessivamente diano il risultato di elevare
alla fine oltre i 210.000.000 di euro il fondo annuale per i servizi
minimi.
Sugli investimenti della mobilità urbana mantenere almeno il ritmo
di 10-20.000.000 di euro all'anno di incentivi regionali e, anche in
questo caso, scrivendo da subito i numeri precisi nell'apposito
capitolo dei diversi anni.
Ringrazio e lascio a disposizione della Commissione tutta la
documentazione non solo di questo comunicato ma anche la posizione
politica di ALMA in base alla situazione ed alla programmazione del
trasporto pubblico 2007-2009 in Emilia-Romagna.
MARCO VENTURELLI - DIRETTORE CONFCOOPERATIVE EMILIA-ROMAGNA
Buongiorno a tutti. Ringrazio il presidente della Commissione,
ringrazio il consigliere relatore e l'assessore Delbono e tutti i
consiglieri presenti.
Parto dal giudizio complessivo che diamo sul progetto di legge
finanziaria regionale, che non è un giudizio negativo. Questo
progetto di legge chiede maggiori sacrifici, tuttavia ne
condividiamo l'impostazione che, finalizzando il maggiore prelievo
richiesto, utilizza e si ispira a criteri di equità, introducendo in
via progressiva l'addizionale IRPEF e individuando, per l'aumento di
IRAP, i settori che in questi anni hanno prodotto maggiori risultati
economici.
All'interno di questo quadro, condividiamo un'impostazione di legge
che mira a mantenere i livelli dei servizi sanitari e sociali
adeguati e quindi per questo crediamo condivisibile la politica
proposta con questa finanziaria.
Chiediamo che lo stesso Fondo per la non autosufficienza sia una
dimostrazione di quello che deve essere il percorso di ridisegno del
nuovo welfare di questa Regione, ovvero un percorso che veda una
cooperazione sussidiaria tra pubblico e privato, che parta quindi da
una concertazione e da un approfondimento per approdare a forme
sussidiarie di gestione.
In questi ultimi mesi, il percorso attuato nel ridisegno del
welfare, la nuova legge sulle ASP e la discussione sul nuovo
accreditamento ha registrato una pubblicizzazione di servizi alla
persona che in precedenza erano gestiti dal privato sociale. Ciò fa
temere che si vada verso una deriva di pubblicizzazione marcata e
questo processo non è da noi condiviso. Ci aspettiamo anzi che
questo orientamento venga smentito dalla legge finanziaria.
Siamo soddisfatti della trattativa all'interno della Conferenza
Stato-Regioni, sulla ripartizione dei fondi strutturali e
soddisfatti che il livello delle risorse per il prossimo settennio
non sia sostanzialmente diminuito. Abbiamo infatti registrato un
calo generale dei finanziamenti inferiore al 10%.
All'interno di questo quadro ci sono per la Regione delle
opportunità per proseguire sul percorso dell'innovazione e nel
rafforzamento della competitività del sistema produttivo.
La frontiera della competitività è oggi per le imprese piccole e
medie, come sappiamo, l'innovazione tecnologica del processo di
internazionalizzazione. Su questi capitoli chiediamo uno sforzo
ulteriore, andando ad individuare una selettività che favorisca
progetti in rete di PMI, che possano avere supporti per operare
all'estero.
Quindi chiediamo maggiori finalizzazioni e maggiori risorse, come
pure la selettività per la formazione professionale.
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Sul Fondo sociale europeo è vero che le risorse sono diminuite, ma
è vero anche che siamo gravati da una pesantezza burocratica interna
agli enti formativi e all'interno degli stessi uffici regionali, per
come sono impostati i giusti e rigorosi controlli sulla spesa.
Crediamo che su questo versante si possa risparmiare molto così da
riservare maggiori risorse finali che giungono alle imprese.
Non deve accadere che l'efficienza della spesa, sul piano della
formazione, sia il paravento per non attribuire determinate risorse
sulla formazione professionale.
Per quanto riguarda lo sviluppo e la competitività, resta a nostro
avviso fondamentale lo strumento consortile dei consorzi fidi di
garanzia per aiutare investimenti delle imprese e la
patrimonializzazione e la crescita personale di cui le imprese hanno
bisogno. La Regione Emilia-Romagna si è sempre impegnata molto su
questo versante. Oggi siamo in una fase in cui i consorzi fidi di
garanzia, di fronte al nuovo testo unico, devono mostrare una
capacità di rafforzarsi per continuare a svolgere adeguatamente il
proprio compito. Devono rafforzare il proprio compito anche per
poter avere la possibilità di offrire consulenze, e indicazioni di
strumenti finanziari idonei.
Investendo sui consorzi di garanzia e accrescendo le risorse su
questi strumenti, davvero andremmo ad ottenere un effetto molto
positivo e diffuso sull'intero tessuto delle imprese. Su questo
invitiamo la Regione a cogliere il momento straordinario anche per
gli stessi strumenti di garanzia e all'interno di questo discorso
invitiamo anche altri assessorati regionali a non lasciare solo
l'assessorato alle attività produttive.
C'è infatti qualche settore che, anche se non di competenza
dell'assessorato alle attività produttive, che ha difficoltà di
accesso a questi strumenti e in qualche modo occorre sensibilizzare
sul loro utilizzo.
Infine mi soffermo sulle difficoltà della mobilità che conosciamo,
derivanti da alcuni nodi infrastrutturali ancora irrisolti nella
nostra regione.
Abbiamo assistito anche di recente ad un incontro della Regione con
il ministro Di Pietro: alla fine è chiaro a tutti quelle che sono le
priorità, dal Passante nord, all'E55, alla Cispadana, etc.
Non crediamo che il project financing possa da solo dare la
soluzione per la partenza delle opere infrastrutturali viarie più
importanti. Opportunamente studiata, crediamo che comunque sia
opportuno, come per il Fondo per la non autosufficienza, finalizzare
le imposte per il finanziamento di queste opere. Su questo versante
credo che le imprese capirebbero un percorso per sbloccare davvero
la partenza delle priorità per cui quotidianamente soffriamo.
GRAZIANO CREMONINI - PRESIDENTE CONFSERVIZI EMILIA-ROMAGNA
Grazie anche da parte nostra per questa opportunità.
Desidero incominciare da una valutazione generale sulla manovra,
nazionale e regionale, dicendo che per quanto riguarda la parte che
più direttamente, come Confservizi, ci compete, se ragionassimo da
un punto di vista corporativo, potremmo dire che non ci sta bene.
L'affermazione dei servizi pubblici locali è una condizione
fondamentale per lo sviluppo e su questo comparto non c'è
assolutamente niente, in particolare non vi sono risorse per la
casa, per i trasporti, per gli incentivi alla aggregazione delle
imprese, per il cuneo fiscale etc. Sul piano regionale poi la
vicenda dell'IRAP peserà sui servizi. Questo ragionando in termini
settoriali e corporativi.
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Tuttavia, da un punto di vista generale e avendo presente la
situazione dei conti pubblici, prendiamo atto che questa è la realtà
con cui occorre fare i conti, anche a livello regionale. Si tratta
di un'esigenza nazionale a cui anche noi dobbiamo partecipare e
contribuire.
Se questa è la valutazione di ordine generale, su un punto
chiediamo, come Confservizi, che da parte della Giunta regionale e
dell'Assemblea Legislativa, e prima ancora della Commissione, si
faccia attenzione alla questione dei trasporti e della mobilità.
Alla Confservizi aderiscono tutte le aziende che gestiscono servizi
pubblici e la questione che intendo porre con forza in questa sede è
che occorre affrontare la situazione con un intervento decisivo, per
non mandare a monte ciò che in questi anni Regione, enti locali e
imprese hanno costruito di positivo e che si differenzia da ciò che
è stato fatto in tutto il resto del Paese. Sono state affrontate
discussioni e organizzati convegni: è una situazione che non si
tiene più.
Le risorse a disposizione di questo settore sono le stesse dal
1996, cioè da quando è stata avviata la cosiddetta liberalizzazione,
i contributi sono aumentati del 6%, con una inflazione programmata i
cui costi sono sostenuti, per l'80% da carburante, personale e
assicurazioni.
I costi aziendali sono aumentati mediamente, in Italia, del 34%. Le
tariffe, sappiamo, sono rimaste quasi invariate e si sono
soprattutto verificati fattori esterni che hanno determinato una
diminuzione delle entrate. Faccio riferimento, ad esempio, alla
velocità commerciale che è stata prima richiamata. L'obiettivo era
quello di aumentarla almeno di un chilometro all'ora, mentre si è
perso un chilometro, con tutto quel che ne consegue.
Ancora, per quanto riguarda le aziende, ad eccezione di un caso,
abbiamo fatto le gare. Con le stesse risorse abbiamo dovuto
accettare contratti di servizio che prevedono chilometri in più (due
milioni di chilometri in più, circa, in Emilia-Romagna).
Si hanno quindi aziende, società per azioni, che si trovano in una
situazione deficitaria. Altre aziende non sono in grado di rinnovare
i contratti.
Se in questi anni è stato fatto tanto di buono, nonostante i limiti
anche esterni, dato che l'organizzazione della città non è compito
nostro, come invece è compito nostro la gestione di alcuni servizi,
occorre mettere mano al deficit.
La Regione Emilia-Romagna l'hanno scorso, per la prima volta, aveva
almeno riconosciuto positivamente il tasso di inflazione. Ci
chiediamo, visto che per il 2007 non è previsto, quale sbocco
positivo potremo avere.
Per quanto riguarda il blocco delle città riteniamo che aggravi
ulteriormente questa situazione, riducendo ulteriormente le
possibilità di entrata e quindi di dare servizi di qualità come
necessario. E' un cane che si morde la coda. Penso che ci sia
bisogno di questo: il contratto nazionale, che segnerà un ulteriore
blocco, le finanziarie aggiungono qualcosa che però è insufficiente:
siamo ben lontani dai 100 o 280 che ci vorrebbero. Di fronte a
questa situazione ci sarà un ulteriore aggravio. Quindi è sentita
l'esigenza di avere almeno l'inflazione programmata, come è accaduto
l'anno scorso. Si tratta di un'esigenza assoluta, senza la quale non
so come il settore potrà procedere. Ci saranno poi gli enti locali
che dovranno dire la propria, in quanto oltre ad essere i
proprietari sono anche i programmatori ed i titolari delle funzioni
di servizio pubblico.
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Si sente il bisogno che il Governo intervenga con forza insieme alle
Regioni ed agli enti locali per il contratto e, dall'altra parte,
che si riammetta il riconoscimento dell'inflazione.
C'è infine un problema di fondo: occorrono interventi strutturali e
una programmazione di interventi all'interno ed al di fuori delle
città, che consentano di proporre soluzioni organiche nel tempo e
che offrano una prospettiva.
Ritengo che l'atto di indirizzo che l'Assemblea legislativa sarà
chiamata a discutere e gli accordi di programma che dovranno
sottoscrivere gli enti locali con la Regione, dovranno prevedere una
serie di interventi strutturali a livello del territorio che
consentano di poter svolgere un servizio, com'è necessario fare a
livello regionale.
Fra questi occorre: una programmazione di bacino sempre più vasta;
un'omogeneizzazione dei ruoli di governo e non imprenditoriale delle
agenzie; una spinta alle alleanze e all'aggregazione delle aziende
perché diventino imprese reali sempre più efficientate; una spinta
all'aggregazione tra queste pubbliche e quelle private; avere gli
strumenti che ci consentono di fare una politica industriale nel
settore; interventi che riorganizzino il traffico della città dando
la precedenza al trasporto collettivo pubblico e privato e
disincentivi quello privato.
Se non ci sarà questo, dovremo poi aumentare i contributi a favore
del sociale e della sanità; nel frattempo l'inquinamento produrrà
nuovi mali alla salute e quindi dovremo spendere ancora più risorse.
La prevenzione in questo settore andrebbe fatta anche attraverso
l'incentivazione del trasporto pubblico collettivo.
CARLO LOMBARDI - CONFINDUSTRIA EMILIA - ROMAGNA
Buongiorno presidente, assessore Delbono e presenti.
Ringraziamo per questa opportunità e interveniamo volentieri al
dibattito sulla manovra finanziaria per il 2007, relativamente alla
quale faremo considerazioni puntuali, fornendo alla Giunta e
all'Assemblea regionali poche ma significative indicazioni precise,
in vista del dibattito che comincerà a breve nelle Commissioni
consiliari e in Assemblea.
Abbiamo letto con attenzione la proposta ed il documento finanziario
per il 2007. Abbiamo predisposto delle considerazioni che invieremo
alla Commissione entro domani, sulle quali vorremmo proseguire il
dibattito in sede di Assemblea.
La manovra interviene in un contesto particolare: sullo sfondo vi è
l'esigenza di risanare i conti del Paese, questo perché abbiamo la
necessità di restare al di sotto del tetto del 3 % che il patto di
stabilità europeo impone agli stati membri e dall'altro lato si
aprono prospettive nuove nell'ambito regionale, dovute alla
sottoscrizione del patto per la salute e all'entrata in vigore, a
partire dal gennaio prossimo, della nuova programmazione dei fondi
europei.
Questo è il quadro in cui è chiamata a muoversi la Regione, un
quadro non facile relativamente al quale sta impostando una vera e
propria manovra finanziaria, forse per la prima volta. In attesa di
un compiuto federalismo fiscale vi sono elementi di una vera e
propria manovra finanziaria: forse per la prima volta, a livello di
territori, anche le Regioni sono chiamate ad uno sforzo, ad una
condivisione di responsabilità verso il risanamento dei conti
pubblici. Molte delle scelte che sono presenti all'interno di questa
manovra sono da riferirsi quindi a situazioni nazionali ma anche
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interne alla regione. Ci riferiamo all'andamento della spesa
sanitaria ed alla spesa corrente.
L'impostazione che vediamo in questo bilancio appare, a nostro
giudizio anche in modo corretto, cautelativa e prudenziale. Magari
oggi, rispetto a qualche settimana fa, quando è stato redatto il
bilancio, c'erano ancora elementi in divenire, rispetto alla manovra
finanziaria del Governo. Il quadro complessivo di oggi, che potremmo
definire pre-definitivo , consentirebbe, ed è questa la prima
indicazione che vogliamo dare, degli elementi di recupero rispetto
agli ordini di grandezza che la manovra contiene.
L'elemento prudenziale è condivisibile e l'elemento di richiamo
agli obiettivi del patto per lo sviluppo regionale, sì importante ma
che riteniamo necessario approfondire con degli obiettivi più
analitici e più stringenti.
Proprio in ragione delle considerazioni svolte prima sullo sforzo
che a livello nazionale tutti siamo chiamati a fare, sulla
condivisione di scelte e di responsabilità, il patto per lo sviluppo
è un asse portante di questa Regione per migliorare sulla strada
della competitività. Riteniamo che si possa rifocalizzare e che la
Giunta e l'Assemblea possano dare un nuovo slancio al patto per lo
sviluppo in un modo più stringente e impegnativo.
Sul fronte della riduzione delle spese, c'è la scelta corretta di
operare una riduzione della spesa corrente di 48.000.000 di euro. Il
patto di stabilità interno ci chiede questo sforzo nella misura
minima dell'1,8%, rispetto alle spese finali, al netto della sanità
ovviamente, ed è una scelta che condividiamo, in riferimento alla
quale ci chiediamo se una riduzione ulteriore non potrebbe essere
presa in considerazione nel corso dell'esame in Assemblea.
C'è poi il capitolo della spesa sanitaria che condiziona in modo
importante l'intera impostazione del bilancio per il 2007.
Sappiamo che negli anni scorsi il deficit sanitario era consistente.
Ci sono stati degli importanti sforzi per il risanamento che pochi
anni fa avevano portato ad un pareggio sostanziale del bilancio
regionale in materia di sanità. La situazione negli ultimi due o tre
anni, anche per le vicende nazionali, ha comportato una crescita del
deficit della sanità, quantificabile all'incirca nell'ordine di
200.000.000 e oltre di euro.
Sul tema della sanità sappiamo che la Giunta e l'Assemblea sono
consapevoli del problema e che sono in corso degli sforzi su come
rendere più gestibile negli anni a venire il sistema sanitario di
una Regione che vanta un modello sanitario di assoluta eccellenza a
livello nazionale ed anche verso altri territori europei.
E' importante procedere verso una maggiore efficientizzazione di
questa spesa, nel senso di trovare un punto di equilibrio fra le
maggiori risorse che il patto per la salute assegna
all'Emilia-Romagna e interventi di maggiore efficienza
sull'organizzazione della spesa sanitaria. Ciò per consentire il
mantenimento delle prestazioni sanitarie attuali e consentano anche
di ripensare gli interventi di tipo fiscale che saranno avviati nel
2007.
Questo impegno non si riscontra nella proposta di bilancio per il
2007. Chiediamo che la riflessione prenda corpo nel 2007 e ci siano
interventi più incisivi su questo capitolo importante della spesa
sanitaria.
Un'altra nota dolente di questo capitolo sono i debiti delle ASL
nei confronti dei fornitori privati che hanno raggiunto entità
importanti, circa 800.000.000 di euro, con un pregresso, un tempo di
pagamento molto elevato. Anche su questo riteniamo che, a fronte di
un patto per la salute che dovrebbe stabilizzare e rendere gestibile
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per il futuro l'andamento della spesa sanitaria nelle Regioni, possa
essere fatto a partire dal 2007 uno sforzo concreto.
Dei 240.000.000 di euro che la manovra mette in campo ci sono circa
40.000.000 di euro per spese di investimento senza vincolo di
destinazione. Si tratta di spese che derivano dal prelievo fiscale
regionale e riteniamo che la destinazione preannunciata, pur essendo
importante, non appaia strettamente connessa a politiche di
investimento finalizzate allo sviluppo.
Secondo noi dovrebbero trovare una più corretta collocazione in aree
quali la tutela della salute, il trasporto e la mobilità. Dovrebbero
avere una diretta connessione con la competitività regionale,
l'infrastrutturazione materiale e investimenti in campo ambientale
da parte delle imprese.
Due considerazioni rapide su IRPEF e IRAP che per la prima volta la
Regione aumenta.
E' apprezzabile che, per quanto riguarda l'IRAP, non sia toccato il
comparto manifatturiero. Certo troviamo che su questo tema, a
differenza di altre Regioni che sono intervenute sui comparti
finanziari e assicurativi, qualche comparto in più sarà interessato
da questo intervento (mi riferisco a quello energetico, petrolifero,
delle poste e telecomunicazioni).
Per quanto riguarda l'IRPEF, troviamo apprezzabile la correlazione
fra contribuente/utente della sanità e la manovra fiscale.
Forse la manovra andrebbe meglio spiegata ai cittadini: gran parte
di questa manovra è fatta per intervenire sul deficit regionale
della sanità. Potrebbe essere questo un elemento di trasparenza e di
forte comunicazione nei confronti dei cittadini.
Auspichiamo che l'aumento dell'IRPEF e dell'IRAP abbia un carattere
temporaneo ed eccezionale. La manovra parla di carattere
strutturale e se il tema della sanità consentirà una gestione della
spesa sanitaria più tranquilla e meno legata all'emergenza ci sono
elementi per dare carattere temporaneo a questa manovra.
E' positivo che vi siano obiettivi finalizzati all'attuazione della
strategia di Lisbona, aggiuntivi rispetto alle risorse del Fondo
unico che arriveranno dallo Stato e che esprimono un'attenzione
positiva delle Regioni verso il tema dello sviluppo e della
competitività. Quindi la nostra raccomandazione è che questi
obiettivi vengano declinati nella manovra in modo preciso e
puntuale, finalizzati davvero a quelli che sono gli assi portanti
della strategia di Lisbona che ha, a sua volta, degli obiettivi
molto precisi e non così generici come lo slogan di Lisbona di
rendere il posto più competitivo del mondo entro il 2010 . Ci sono
obiettivi precisi legati al tema dell'energia, della ricerca,
dell'istruzione e della formazione relativamente ai quali vorremmo
vedere una maggiore finalizzazione.
Sui fondi comunitari, che rappresenteranno una parte importante di
intervento di questa Regione nei prossimi anni, siamo partiti da una
situazione relativamente difficile per l'Emilia-Romagna.
Nei mesi scorsi sappiamo che era prevista una riduzione complessiva
di risorse europee per questa Regione, di circa il 40%. Oggi ci
troviamo di fronte ad una situazione rassicurante: il calo di
risorse non è stato così vistoso e diamo atto alla Regione ed alla
Giunta degli sforzi con cui ha condotto un negoziato a livello
europeo non facile. Rispetto al 2000-2006 abbiamo risorse inferiori
di neanche il 10 % e questo potrebbe consentire nel prossimo
settennio una qualche continuità nelle azioni legate alla
competitività regionale, al sostegno agli sforzi delle imprese.
Sull'obiettivo competitività, e qui mi riferisco alla quota FESR,
chiediamo alla Giunta e all'Assemblea di affiancare la manovra di
bilancio con una nota di accompagnamento che specifichi in modo
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evidente la ricaduta diretta sul sistema produttivo e sulle singole
imprese delle risorse FESR, che saranno una parte importante, circa
350.000.000 di euro.
Abbiamo poi il superamento della zoonizzazione che consentirà
un'azione regionale meno locale e più capillare e orizzontale su
tutto il territorio.
Per quanto riguarda la componente occupazione dei nuovi fondi
europei, si è detto molto su questo tema. Sappiamo che al netto
degli interventi di cofinanziamento statale e degli interventi del
Fondo di cofinanziamento delle attività sottoutilizzate, i fondi
europei comunitari presentano un taglio importante che
inevitabilmente andrà a ripercuotersi sulle azioni che fino ad ora
la Regione Emilia-Romagna ha fatto nel campo della formazione.
Chiediamo alla Regione di valutare con attenzione le possibili
conseguenze sul sistema formativo e sulla sua capacità di dare
continuità e qualità alla propria attività.
Vi sono sicuramente esempi positivi ed importanti che hanno
contribuito al miglioramento del sistema della formazione regionale:
è importante che in futuro possano essere introdotti dei parametri
qualitativi con cui giudicare l'attività dei centri formativi e la
qualità della formazione che si fa in Emilia-Romagna. Magari
affiancando delle misure compensative del mancato finanziamento
attraverso dei progetti integrati che, se sono nell'ambito degli
obiettivi di Lisbona, possono sicuramente produrre risultati molto
positivi.
Quindi l'introduzione di parametri qualitativi per accompagnare lo
sforzo di razionalizzazione e di efficientizzazione che il sistema
di formazione di questa Regione inevitabilmente dovrà fare.
Un giudizio complessivo sulla manovra finanziaria regionale ci
spinge a dire che è capace di sostenere lo sforzo delle imprese,
tuttavia l'effetto sarà tanto maggiore quanto più la Giunta saprà
concentrare le risorse e saprà avviare interventi di efficienza
significativa in quelli che sono i comparti di spesa maggiormente
critici del bilancio regionale. Grazie Presidente.
MASSIMO HILBE - VICEPRESIDENTE CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA
Ringrazio la Giunta che ci ha invitati, anche come Presidenza
della Confindustria Emilia-Romagna, a presenziare a questa giornata
di riflessione sulla finanziaria regionale.
Il mondo delle imprese della Regione, quello che noi
rappresentiamo, ha sostanzialmente una idea positiva rispetto alle
modalità di amministrazione di questa Regione. Lo voglio dire perché
il quadro nel quale ci muoviamo è costituito in gran parte dalla
buona amministrazione della Regione. Anche questa proposta di legge
finanziaria evidenzia lo sforzo di avere cura della cosa pubblica e
di cercare di risolvere i problemi che alla Regione si pongono.
Le precedenti relazioni, alcune, evidenziano situazioni, come quella
dei trasporti pubblici, che sono veramente necessitate di interventi
o legislativi o finanziari ma comunque complessi.
Noi come imprese private non desideriamo chiedere aiuti oltre a
quelli che la Regione, di sua iniziativa, destina al mondo delle
imprese. Vogliamo però approfittare di questa occasione per
segnalare uno dei ragionamenti che stiamo sviluppando.
Le imprese della Regione, negli ultimi diciotto mesi, hanno avuto un
risultato positivo se confrontato con le altre Regioni del Paese:
abbiamo avuto maggiori capacità di ripresa e abbiamo una situazione
tutto sommato migliore rispetto agli anni precedenti. Siamo tuttavia
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molto preoccupati per quello che noi definiamo un deficit del
futuro e su questo richiamo l'attenzione degli amministratori.
La competizione in campo mondiale evidenzia, direi quotidianamente,
difficoltà dal punto di vista della competizione. Moltissime delle
nostre imprese in questo momento stanno reggendo, ma per molte vi
sono segnali che nel breve e medio termine potrebbero essere messe
in difficoltà con ripercussioni molto gravi sul sistema
dell'economia della Regione.
Per questo credo che il mondo delle imprese che aderiscono a
Confindustria non hanno bisogno di aiuti finanziari da parte della
Regione. E' qualcosa di più ciò che il sistema segnala: la grande
risorsa degli altri Paesi con cui noi abbiamo quotidianamente
competizione è rappresentata da un aumento della produttività, che
in altri Paesi si è manifestata, ma che da noi, per diverse ragioni,
e su questo abbiamo la nostra responsabilità, non trova ancora
alcuna risposta.
Questo è il grave deficit perché la produttività può creare grandi
ricchezze, senza bisogno di grandi investimenti. E' una questione,
ed è questo il punto, di crescita culturale e di aumentare la nostra
competenza. Le persone più brave e più capaci riescono ad incidere
sulla produttività, è questo il punto.
Quindi noi dobbiamo crescere culturalmente ed il ruolo che la
Regione può fare è quello di valutare con molta attenzione l'aspetto
della formazione, perché da lì le imprese possono avere le risorse
per competere.
Per la produttività invece, crediamo sia il momento di trovare
qualcosa di nuovo, di inventare qualcosa, così come nella nostra
Regione anche in decenni passati si è fatto. Credo che un lavoro
fatto insieme dalla Regione, dai sindacati, dalle imprese,
Unioncamere, possa mettere a fuoco progetti che siano liberi da
qualsiasi limitazione ideologica, che normalmente ha impedito certi
progressi nel nostro modo di lavorare, perché dobbiamo assolutamente
trovare la via di aumentare la produttività senza ricorrere alle
solite richieste di flessibilità o di sacrifici per i lavoratori.
Sono idee quelle che sono necessarie, qualcosa di nuovo.
Ho presente ad esempio la Volkswagen che ha affrontato il problema
della produttività in quanto non riusciva a competere con i
giapponesi. Il responsabile si è recato nei piani più bassi a
parlare, a discutere, a impostare il lavoro con gli operai che erano
addetti alle ultime operazioni, che nessuno considera. Da lì sono
nate le idee per aumentare la produttività.
Dovremmo inventare anche noi qualcosa del genere e lanciamo questa
proposta: siamo disposti a dare ovviamente il nostro contributo.
Crediamo che senza bisogno di risorse (e d'altra parte anche questa
proposta di legge finanziaria dimostra che non ci sono risorse
finanziarie e se ci fossero, altre cose avrebbero la precedenza) ci
si potrebbe incontrare per impostare un lavoro, un progetto, una
ricerca. Potrebbe essere che ne vengano soluzioni e proposte
interessanti e ne potremmo discutere in tutte le sedi.
Questo è lo scopo del mio intervento e vi ringrazio.
GIOVANNI BENTINI - FORMEDIL EMILIA-ROMAGNA
Grazie Presidente e buongiorno a tutti. Per me è una novità
parlare in quest'aula a nome di un appena nato consorzio, il
Formedil Emilia-Romagna che non tutti conoscono.
Non vogliamo dare alcun giudizio politico su questa manovra, anche
se era attesa in questo senso. Certamente anche i muratori non sono
insensibili alla evidente indicazione di come sarà utilizzato iL
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leggero aumento di IRPEF e di IRAP. Ben venga che l'indirizzo di
questo utilizzo sia per il Fondo della non autosufficienza o per la
sanità e quindi nessun commento politico su questo tema. Mi preme
piuttosto sottolineare l'attenzione che già i colleghi della
Confindustria hanno posto sul mondo della formazione.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un forte sviluppo del nostro
settore; tutte le associazioni di categoria hanno pensato bene di
costituire questo ente bilaterale di formazione che raccoglie tutte
le imprese edili dell'Emilia-Romagna, dalla Confindustria alla Lega
delle Cooperative, dagli artigiani all'API.
E' un forte messaggio che vogliamo inviare alla Regione in quanto
siamo perfettamente consapevoli del fatto che la nostra categoria
non è, con rispetto per tutte le altre, una categoria come le altre.
E' la categoria su cui si basa lo sviluppo della nostra Regione. E'
la categoria che fisicamente contribuisce alla realizzazione sia
delle opere produttive sia delle opere infrastrutturali di questa
Regione, che certamente non sono una novità. La nostra Regione è
attraversata da tutte le linee di comunicazione che vanno verso
l'Europa, compresi i porti, per cui crediamo che il settore edile
sia fondante di questa nuova stagione di sviluppo che stiamo per
affrontare con la nuova legislatura.
Crediamo che attenzione debba essere data alla formazione in
quanto, non lo neghiamo, si è verificato un forte sviluppo in questi
ultimi anni, sia in occupazione che il PIL: stiamo raggiungendo il
10% del PIL regionale. Abbiamo una consapevolezza che circa 250.000
unità di addetti in questa Regione sia una quantità rilevante che
merita una forte attenzione.
Il mondo della formazione in edilizia è innanzitutto finanziata
dalle imprese, e ciò va tenuto in dovuta considerazione. In momenti
di forte riduzione di fondi europei, di fondi nazionali e di fondi
regionali, come abbiamo appurato in questa manovra, non preoccupa
dal punto di vista assoluto.
Sulla scia di quanto detto dall'avvocato Lombardi, riteniamo giusta
la riduzione della spesa corrente ma occorre porre maggiore
attenzione a come va spesa.
Le scuole edili sul territorio, cofinanzia progetti vostri, quindi
là dove ci date qualcosa, noi aggiungiamo il resto per completare la
formazione.
Mi sembra un messaggio molto trasparente e onesto. Chiediamo quindi
una forte attenzione in questo campo poiché per formazione in
edilizia si intende: lavorare per la sicurezza (sappiamo che
costituisce una priorità per la Regione), per qualificare il nostro
settore, soprattutto relativamente alla manodopera immigrata. Il
forte turn over che si è verificato in questi ultimi anni è dato
dalla giovane manodopera extracomunitaria che poi abbandona il
settore per impieghi migliori. Le imprese si trovano spesso ad
utilizzare una flessibilità spesso confusa con la precarietà. Chi
vuole stare dalla parte delle regole e delle norme sente l'esigenza
di una formazione specifica nel settore dell'edilizia, per la
qualificazione del nostro sistema produttivo in generale.
FLAVIO DELBONO - VICEPRESIDENTE E ASSESSORE REGIONALE FINANZE
La mia non sarà una replica puntuale ma un gruppo di osservazioni
agli interventi. Ringrazio tutti i partecipanti che ci hanno onorato
delle loro osservazioni.
Credo che una serie di questioni, seppure molto pertinenti, non
possono che essere affrontate in altra sede. Il bilancio non è a
nessun effetto il luogo in cui vengono articolate le azioni sul
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cosiddetto Fondo sociale europeo. Mi limito a segnalare che, anche
dal punto di vista documentale, i riparti interni sono oggetto di
altri atti. Ciò è vero anche e soprattutto per quanto riguarda la
vicenda dei fondi europei. Già nel DPEF che circolerà nei prossimi
giorni vi saranno indicazioni in merito alle priorità ma non c'è
ancora un riparto in senso stretto. Ricordo a tutti che non abbiamo
potuto formalmente iscrivere queste risorse, perché al momento non
ci sono ancora state notificate con esattezza e non sappiamo come
rilevi nemmeno la composizione finale, tra FAS, Fondi europei, etc.
Credo che i documenti che fino ad oggi sono circolati, e che
attengono al quadro strategico regionale, si sono prestati anche a
qualche equivoco. Ho sfogliato il documento di ALMA, l'Agenzia
locale per la mobilità associate, e mi pareva lo dicesse anche
Marchi quando è intervenuto in modo molto perentorio, che nei
documenti riguardanti l'impiego dei fondi europei non c'è traccia
della mobilità urbana sostenibile.
Quei documenti parlavano genericamente di infrastrutture. Tuttavia
è intenzione della Giunta regionale, all'interno di un accordo di
programma siglato con il sindaco di Bologna Cofferati e la
presidente della Provincia Draghetti, finanziare il cosiddetto
people mover che si aggira su una spesa di circa 25.000.000 di
euro, si tratta quindi di un esempio di investimento nel settore
della mobilità urbana.
Sempre in materia di trasporto pubblico locale, la Giunta è ben
consapevole delle difficoltà e credo che la sede opportuna per
affrontare la materia sarà l'atto di indirizzo, che è competenza
dell'Assemblea legislativa e che l'assessore Peri comincerà presto
ad affrontare. Ma così come noi siamo ben consapevoli dei problemi,
anche chi si rivolge a noi deve esserlo, e deve sapere cosa
significa il bilancio, perché trovo un pò oltre le righe chiedere
alla Giunta cosa deve scrivere nel bilancio 2008/2009 sulla parte
corrente, indicando numeri e tassi. Chi scrive queste cose dovrebbe
ricordare che sulla parte corrente la Regione non fa bilanci
poliennali. Quindi non è questa la sede, che sarà invece l'atto di
indirizzo.
Quello che è sicuro è che oggi il bilancio regionale non è in grado
di assicurare gli stanziamenti indicati nella relazione presentata
da ALMA. Qui vedo alcuni numeri e può essere che la mia lettura sia
un po' frettolosa, però è scritto che serve un maggiore stanziamento
di risorse da parte della Regione di almeno 14 milioni di euro,
oltre al recupero inflattivo, e successivamente che bisogna arrivare
oltre i 210 milioni di euro nel 2009. Quindi nel 2009, se si parte
da 14 milioni e si mette l'inflazione, non è oltre 10, ma oltre 20
di parte corrente. E questo non credo sia alla portata del bilancio
regionale. Lo dico subito perché non credo che le audizioni siano le
occasioni in cui la Giunta debba sempre dire sì. Del problema ne
siamo consapevoli e lo affronteremo nell'ambito delle compatibilità
di bilancio. La ragione banale per la quale il bilancio di parte
corrente non può essere impegnato sul poliennale, è perché per
impegnare dal lato delle uscite, bisognerebbe fare altrettanto anche
da quello delle entrate ed è cosa che non possiamo fare. Quando si
va ad un tale livello di dettaglio, suggerisco che il dettaglio sia
anche sugli strumenti e non solo sulle richieste.
Ritengo sia pienamente condivisibile la proposta avanzata dal
vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna Hilbe, di
approfondire le questioni sulla produttività. Alcuni buoni lavori,
anche di confronto, sono stati recentemente svolti da Ervet, anche
su regioni europee comparabili, e mettono a fuoco la produttività
sia dal punto di vista della performance che dei fondamenti. Il vero
snodo attiene, quando si parla di competitività, alla produttività
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totale dei fattori che, come sappiamo, dipende da una varia serie di
circostanze e quindi nessuno, da solo, è in grado di spostarla ove
desiderato.
E' una buona idea che sia uno strumento di dialogo e di
concertazione, soprattutto perché abbiamo di fronte una stagione di
programmazione che, per quanto riguarda la Giunta non può che essere
di legislatura, ma che coinvolge risorse almeno in parte per un
orizzonte ancora più lungo, e mi riferisco qui ai sette anni della
programmazione europea. E' anche una circostanza che, nell'essere
fortuita è anche favorevole in quanto consente di guardare a lungo
termine.
Recepisco una serie di osservazioni e di suggerimenti a cui non dò
puntuale replica.
Per quanto riguarda la questione fiscale, ritengo sia sbrigativo
parlare di manovra sull'IRPEF per il deficit della sanità. La
Regione Emilia-Romagna ha dimostrato, in tutti questi anni e
soprattutto dopo la riforma costituzionale che ha costretto a
finanziare sul bilancio corrente gli eventuali disavanzi di parte
corrente, di governare la sanità. Nel senso che il bilancio
regionale è riuscito ad aiutare il bilancio sanitario che
evidentemente presentava scostamenti governabili. L'annus horribilis
è rappresentato dal 2006. La manovra, che peraltro dal punto di
vista quantitativo per la sanità è meno della metà del totale, su un
singolo anno. E' la risposta necessaria, come vedrete anche dai
provvedimenti di altre Regioni, che ancora non avevano affrontato le
manovre, ad un anno, quello del 2006, che presenta difficoltà per
tutti in quanto si era verificato un sottofinanziamento strutturale
del Fondo sanitario nazionale.
Vorrei riconfermare la massima trasparenza sull'impiego delle
risorse provenienti dalla manovra fiscale, in particolare sulla loro
destinazione al Fondo della non autosufficienza.
Ribadisco in questa sede l'esigenza tecnica di imputare quelle
risorse per una parte sul fondo regionale e per una parte sulla
sanità, non per sfuggire all'impegno ma semplicemente perché il
patto di stabilità sconsiglia di far ricadere l'intero ammontare
delle risorse nel volume totale a cui si applica il vincolo che il
patto di stabilità comporta per la spesa regionale.
Da ultimo voglio ricordare che l'occasione di impostazione di
legislatura in materia di welfare e quindi socio sanitario dovrebbe
consentire, a questo punto, di avere un quadro complessivo più
preciso su altre questioni separate ma collegate al bilancio: faccio
riferimento alla riforma delle IPAB ed alla istituzione delle
Aziende per i servizi pubblici alla persona, che evidentemente hanno
loro specificità territoriali e per cui cercheremo di avere sia
flessibilità sia valorizzazione delle numerose esperienze attuali e
potenziali che nel campo del sociale e del socio sanitario questi
territori hanno dimostrato.
Non è solo una questione di convinzione politico-culturale, è anche
il riconoscimento, oltre che in alcuni casi una necessità, di avere
un mix. I voleri in questo caso coincidono anche con i doveri.
Ringrazio tutte le organizzazioni sindacali che sono intervenute
oggi. Credo che nei prossimi mesi la sfida che coinvolgerà anche
l'Assemblea legislativa nelle proprie competenze, sarà quella di non
perdere tempo rispetto agli atti successivi della programmazione,
sapendo che siamo arrivati in alcuni casi un pò lunghi perché,
come ad esempio per quanto riguarda i fondi europei, era necessario
far così per evitare di programmare più risorse di quelle che
potranno essere disponibili.
Concordare e concertare l'allocazione finale delle risorse diventa
fondamentale per la loro ottimizzazione. Allocazione che deve
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diventare via via sempre più puntuale pur mantenendo una certa
flessibilità sia per la formazione che per il cosiddetto Obiettivo
2 . L'assenza di zoonizzazione infatti impone una capacità di
selezionare e di concludere accordi con gli enti locali che, per
alcuni aspetti è una stagione nuova anche per noi. Se quindi
manteniamo una certa flessibilità sul totale, una volta specificate
(e questo lo fa già in parte il DPEF) le destinazioni, ne trarremo
beneficio tutti.
Il presidente NERVEGNA ricorda le date delle prossime sedute della
Commissione e dell'Assemblea legislativa per l'approvazione dei
progetti di legge oggetto dell'odierna consultazione e ringrazia
tutti coloro che sono intervenuti.
La seduta termina alle ore 12,30.
Verbale approvato nella seduta del 23 gennaio 2007.
La Segretaria Il Presidente
Claudia Cattoli Antonio Nervegna
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