Testo
Verbale n. 15
Seduta del 18 settembre 2007
Il giorno 18 settembre 2007 alle ore 10 si è riunita presso la sede
dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro 50, la
Commissione Attuazione dello Statuto convocata con nota Prot. n.
16999 del 12 settembre 2007.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e Nome Qualifica Gruppo Voto
BORGHI Gianluca Presidente Misto 1 Presente
MAZZA Ugo Vice Sin. Dem. per il 2 Presente
Presidente Socialismo Eu.
VARANI Gianni Vice FI 3 Presente
Presidente
BARBIERI Marco Componente Uniti nell'Ulivo - 3 Assente
DL Margherita
BORTOLAZZI Componente PdCI 1 Assente
Donatella
DELCHIAPPO Renato Componente PRC 3 Presente
ERCOLINI Gabriella Componente Uniti nell'Ulivo - 6 Presente
DS
GARBI Roberto Componente Uniti nell'Ulivo - 3 Presente
DS
GUERRA Daniela Componente Verdi per la pace 1 Assente
LOMBARDI Marco Componente FI 3 Presente
MANCA Daniele Componente Uniti nell'Ulivo - 3 Presente
DS
MONACO Carlo Componente Per 1 Assente
L'Emilia-Romagna
MONARI Marco Componente Uniti nell'Ulivo - 1 Presente
DL Margherita
NANNI Paolo Componente Italia dei Valori 1 Presente
con Di Pietro
NERVEGNA Antonio Componente FI 3 Presente
NOE' Silvia Componente UDC - Unione dei 1 Assente
Dem. Crist.
PARMA Maurizio Componente Lega Nord Padania 3 Assente
E. e R.
SALSI Laura Componente Uniti nell'Ulivo - 3 Presente
DS
TAGLIANI Tiziano Componente Uniti nell'Ulivo - 3 Presente
DL Margherita
VECCHI Alberto Componente AN 4 Assente
ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo 1 Presente
-SDI
Sono presenti: M. Veronese (Responsabile Servizio Coordinamento
Commissioni assembleari), A. Voltan (Resp. Servizio Legislativo e
qualità della legislazione), R. Ghedini (Servizio Informazioni per
la stampa).
Presiede la seduta: Gianluca BORGHI
Assiste il segretario: Nicoletta TARTARI
Resocontista: Nicoletta TARTARI
Il presidente BORGHI dichiara aperta la seduta alle ore 10.
Sono altresì presenti i consiglieri Zanca, Lombardi, Nanni,
Mazza, Salsi, Ercolini, Tagliani, Garbi, Varani e Manca.
Il presidente BORGHI mette in approvazione i verbali nn. 10, 11, 12,
13 e 14 del 2007.
La Commissione, all'unanimità dei presenti,
approva i verbali nn. 10, 11, 12, 13 e 14 del 2007.
Prosecuzione esame abbinato degli oggetti:
112 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Mazza: Norme
per la parità di rappresentazione dei vari interessi e modalità di
partecipazione delle associazioni alle scelte legislative della
Regione (15 06 05). (testo base)
26 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Ridolfi:
Riconoscimento delle rappresentanze organizzate di interessi
presenti nella società regionale e valorizzazione del loro ruolo
presso l'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna (25 05
05).
Il presidente BORGHI ricorda che nell'ultima seduta prima della
pausa estiva il consigliere Manca aveva richiesto di procedere ad un
approfondimento sull'adempimento dei temi oggetto dello statuto ed
ai quali anche i progetti di legge oggetti 112 e 26 attengono. Come
contributo alla discussione, consegna ai commissari una prima bozza
di lavoro - non alternativa ai progetti di legge in esame - sul
protocollo di consultazione delle associazioni, previsto dall'art.
19 dello statuto quale parte integrante del regolamento, il quale
sarà prossimamente all'ordine del giorno dei lavori dell'Aula. La
bozza è stata predisposta dalla struttura tecnica su richiesta del
Presidente, in conseguenza di quanto emerso nel dibattito svolto.
(Allegato: Prima bozza di lavoro sul protocollo di consultazione
delle associazioni).
Il consigliere MAZZA ritiene che per esaminare la bozza distribuita
occorrerebbe modificare l'ordine del giorno, che non la prevede. In
ogni caso, tale documento è integrativo di quanto si sta trattando.
Ricorda che lo statuto prevede: l'albo generale delle associazioni,
che l'Assemblea legislativa deve definire con proprio atto (che egli
ritiene debba essere una legge); l'atto che stabilisce i criteri e
le modalità per l'iscrizione all'albo; il protocollo, che, essendo
parte integrante del regolamento interno dell'Assemblea (in quanto
fissa le sue modalità di lavoro e di rapporto con quanti si
iscrivono all'albo), non deve essere concordato con soggetti
esterni, va solo chiarito se chi richiede l'iscrizione all'albo
debba aderirvi. Questi due strumenti si integrano, non valuta
determinante stabilire se debba prima procedersi a definire uno o
l'altro. Ricorda che sui progetti di legge in esame è stata svolta
un'udienza conoscitiva molto partecipata; che è stata svolta la
discussione generale, nella quale non ci sono stati altri interventi
oltre al suo; che non sono stati presentati altri emendamenti oltre
ai propri, nei quali ha recepito diverse norme del progetto di legge
Ridolfi e alcune osservazioni emerse anche in Commissione. Non vede
perché non si debba procedere all'esame dell'articolato; è
disponibile a far trascorrere un'altra settimana per l'eventuale
presentazione di altri emendamenti, e nel frattempo esaminare la
bozza del protocollo di consultazione, ma non vede alcuna ragione
per ritirare il proprio progetto di legge, che è altra cosa rispetto
al protocollo.
Il consigliere ZANCA condivide le considerazioni del consigliere
Mazza e, rileggendo l'art. 19 dello statuto, riepiloga i passaggi
che ritiene siano previsti molto chiaramente nella norma: in primo
luogo, l'Assemblea disciplina criteri, modalità di iscrizione e di
tenuta dell'albo generale delle associazioni, articolato per
Commissioni; quindi, l'Assemblea definisce il protocollo di
consultazione, che fa parte del regolamento interno; infine, ogni
Commissione, sulla base del protocollo, decide sulle modalità di
contatto con le associazioni, comprese le udienze conoscitive.
Considera non sempre comprensibili i criteri con cui sono formati
gli elenchi, più o meno formali, per invitare le associazioni alle
udienze: proprio per meglio regolare queste procedure era stato
pensato il comma 2 dell'art. 19, rivolto alle sole associazioni con
interessi generali, che va attuato con norme dell'Assemblea
legislativa o, su delega dell'Assemblea, dell'Ufficio di presidenza.
Dunque la disciplina dell'albo è il primo atto da compiere, e
ritiene debba consistere in una legge, mentre il protocollo di
consultazione - che è pattizio - è il secondo atto, e potrebbe
essere una delibera dell'Assemblea su proposta dell'Ufficio di
presidenza. Sulla base del protocollo, le Commissioni agiscono come
previsto dal comma 3. In conclusione, considera la bozza distribuita
un interessante contributo di lavoro, che può essere discussa mentre
si esaminano i progetti di legge e si procede a realizzare tutto
quanto è previsto nell'art. 19 dello statuto.
Il consigliere MANCA, attribuendo ai progetti di legge il merito di
aver attirato l'attenzione sull'argomento, ribadisce quanto ha già
sostenuto in precedenti occasioni: la questione della partecipazione
e dei rapporti tra istituzioni e cittadini è un tema ampio e di
rilievo strategico, che merita di essere anche uno dei punti
qualificanti dell'intera legislatura, così come lo è dello statuto.
Per questo valuta opportuno trattarlo in un provvedimento organico,
non limitando la riflessione all'albo generale delle associazioni,
ma allargandola all'intera materia della partecipazione, che va
valutata attentamente e complessivamente. Ciò non significa che i
progetti di legge non presentino anche elementi condivisi:
anch'egli, come il consigliere Mazza, sente l'esigenza di conoscere
il modo con cui la Regione identifica i propri interlocutori tra le
categorie sociali ed economiche, individuando le modalità per
rendere maggiormente efficaci le udienze conoscitive, così come si
propone di fare fin da ora la bozza di protocollo. Ribadisce che,
sul piano politico, l'intera materia della partecipazione debba
essere un impegno complessivo che qualifica la legislatura: è una
sfida per l'istituzione cercare un nuovo modo di rapportarsi con la
società regionale, anche per evitare contrapposizioni che spesso
sono il frutto di una mancanza di dialogo preventivo, che le udienze
conoscitive o gli albi regionali di per sé non risolvono. Sollecita
un lavoro congiunto tra la Commissione e la Giunta, anche alla luce
delle dichiarazioni preliminari al PTR in tema di partecipazione.
Per quanto ha potuto vedere, la bozza di protocollo distribuita si
propone di intervenire fin da ora per migliorare le modalità di
contatto tra l'Assemblea e le associazioni che intendono partecipare
all'attività regionale. È utile un approfondimento per entrare nel
merito, ma chiede se c'è la disponibilità della Commissione a
considerare le proposte di legge in esame come un primo contributo
per stimolare una riflessione organica sul tema complessivo della
partecipazione.
Il consigliere LOMBARDI concorda che la partecipazione è uno dei
temi fondamentali dello statuto e pertanto deve trovare attuazione
entro tempi celeri. Dal punto di vista tecnico, condivide il
percorso individuato dal consigliere Zanca: deve prima esserci una
legge regionale e poi altri atti o protocolli per la disciplina
delle fasi successive. Il progetto di legge Ridolfi è più
circoscritto, non esaurisce l'intero tema della partecipazione,
mentre il progetto di legge Mazza è più organico (tra l'altro
preannuncia che condivide, con alcune riserve, la prima parte, ma
non la seconda). Comunque, poiché è da tempo che si discute, ora
occorre decidere se considerare i due progetti in sé o come
contributo sul più ampio tema della partecipazione: in ogni caso
occorre arrivare ad una decisione.
Esce il consigliere Tagliani.
Il consigliere ZANCA valuta che i due progetti di legge non sono
contrastanti, potrebbero essere integrati in un testo unificato e
propone ai consiglieri Mazza e Lombardi di predisporlo. Dopo
l'osservazione del consigliere Lombardi che, di fatto, gli
emendamenti presentati dal consigliere Mazza fungono a questo scopo,
propone di lavorare sul testo del consigliere Mazza.
Entra il consigliere Monari.
Il consigliere MANCA ribadisce che egli propone di andare oltre alla
prospettiva aperta dai due progetti di legge, procedendo a formulare
gli indirizzi generali sul tema della partecipazione in senso ampio,
da rivolgere anche al governo regionale. Con questo non intende non
affrontare nel merito i progetti di legge (in proposito, ha già
detto che ritiene necessario verificarne le previsioni che prevedono
un intervento economico dell'Assemblea per sostenere determinate
associazioni), ma propone che si affronti il tema della
partecipazione nel suo complesso - come alcune Regioni hanno fatto,
con esperienze avanzate - in attuazione dello statuto. La previsione
dell'albo e la bozza di protocollo possono servire a irrobustire fin
da subito le udienze conoscitive, ma ci sono le possibilità per
costruire strumenti più ampi ed utili.
Il consigliere ZANCA osserva che gli strumenti di partecipazione
sono molteplici e con diversa gradualità: vi è innanzitutto una
parte istituzionale e cioè il referendum, consultivo e abrogativo
(su questa materia ricorda che occorre approvare una legge che attui
le innovazioni introdotte con lo statuto: se oggi si dovesse
procedere ad un referendum abrogativo, sarebbe particolarmente
complesso integrare la disciplina vigente e lo statuto), le leggi di
iniziativa popolare e le petizioni. Un'altra parte di strumenti di
partecipazione sono poi quelli di cui si occupano i progetti di
legge in esame, che si possono iniziare ad esaminare. Nel merito,
premettendo che forse il suo rilievo è già risolto dagli emendamenti
presentati (che non ha presente), osserva che le associazioni prese
in considerazione dal progetto di legge Mazza non sono quelle che
perseguono interessi generali meritevoli di tutela secondo
l'ordinamento giuridico, come invece contempla il progetto di legge
Ridolfi. Valuta che una tale previsione sia delicata ma necessaria,
per evitare di comprendere anche forme associative volte a
perseguire interessi di singoli o piccoli gruppi.
Entra il consigliere Nervegna.
Il consigliere MAZZA esprime compiacimento per la proposta di
iniziare a lavorare su un progetto di legge generale sulla
partecipazione, che è uno degli obiettivi che persegue da sempre. Ha
presentato due progetti di legge di settore su questo tema: quello
in esame che riguarda la trasparenza e le lobby e uno sulla
partecipazione nei processi di trasformazione urbana, che non viene
per ora discusso in attesa della proposta di modifica della legge
regionale 19 del 1998 che la Giunta sta elaborando. Anche in quel
caso è stato disponibile ad attendere prima di esaminare il proprio
progetto. Non è tuttavia disponibile ad attendere ulteriormente per
esaminare il progetto oggi in discussione in vista di una legge
generale sulla partecipazione, perché si tratta di un progetto a
costruzione particolarmente complessa, sia per i soggetti da
coinvolgere nell'elaborazione, sia per i destinatari di una tale
legge, cioè tutti i livelli degli enti territoriali, sia per gli
atti della Regione su cui dovrebbe applicarsi, quali bilanci e piani
pluriennali. Valuta che la mole di lavoro compiuta dalla Regione
Toscana nella costruzione della propria legge si sia poi tradotta
nell'indicazione di alcuni principi generali e nell'erogazione di
fondi agli enti locali che attivano procedure di consultazione. Si
tratta di una buona base di partenza, ma sono occorsi circa due anni
per formularla: se si inizia ora, si rischia di non chiudere entro
la legislatura. Il progetto di legge ora in esame non impedisce di
iniziare questo percorso, dato che si occupa solo di una parte
dell'argomento e potrebbe quindi essere sussunta in una successiva
legge generale. Finché non verrà adottata una tale legge, è comunque
necessaria una regolamentazione dei gruppi d'interesse per rendere
possibile anche la partecipazione di associazioni che oggi sono in
difficoltà ad intervenire, come dimostra anche la recente
discussione in Aula della legge sulla caccia: il relatore ha citato
un accordo raggiunto in un tavolo estraneo all'Assemblea, in
incontri da lui tenuti senza rapportarsi con la competente
Commissione. Riguardo ai rilievi del consigliere Lombardi, osserva
che gli emendamenti presentati mirano ad inserire nella prima parte
molte delle previsioni del progetto di legge Ridolfi. La seconda
parte è finalizzata a creare maggiore parità tra le associazioni:
non trova che la questione dei costi (per rimborsi di oneri e per
fornire servizi) sia problematica, dato che la Regione finanzia
diverse attività e le attività di partecipazione meritano di trovare
riscontro anche in questo senso. Se le attività di lobbying
venissero rese esplicite, questo andrebbe a favore dei consiglieri,
che potrebbero esprimersi con piena conoscenza dei contributi
contenuti nelle proposte, anche della Giunta. Ribadisce la
disponibilità a rinviare alla prossima settimana l'esame
dell'articolato e discutere oggi la proposta di protocollo, ma nella
prossima seduta si deve iniziare l'esame degli emendamenti e
dell'articolato, dato che egli non intende ritirare il proprio
progetto di legge.
Esce il consigliere Varani, entra il consigliere Delchiappo.
Il consigliere MANCA esplicita le proprie perplessità di fondo sul
progetto di legge: se si introducono previsioni di natura economica
e di copertura di costi per partecipare all'attività legislativa
della Regione, si apre un tema generale, di forte rilevanza
politica, che non può essere limitato alla collocazione parziale
oggetto del progetto in esame, al quale è pertanto contrario. È
convinto che non si possa escludere la necessità di risorse per
favorire una maggiore partecipazione dei cittadini all'attività
legislativa, ma a questo proposito deve essere aperta una
riflessione generale, non si può introdurre un vulnus come fa il
progetto di legge che, per come è strutturato, può creare situazioni
di difficile valutazione, rischiando anche di minare la credibilità
dell'istituzione regionale. Ribadisce che il progetto presenta
contenuti realmente importanti ed ha il merito di consentire
l'apertura di una riflessione seria, riflessione che potrebbe essere
condotta da un gruppo di lavoro della Commissione (in modo
particolarmente utile, viste le funzioni e le competenze di alcuni
commissari) che, con il supporto delle strutture tecniche, potrebbe
analizzare complessivamente l'argomento, considerando anche le
esperienze a livello europeo ed in altre realtà italiane. Questa
proposta non mira a rinviare la discussione, ma ad affrontare con
coerenza e completezza l'argomento (ciò che non fa il progetto in
esame, limitato ad una sola parte dell'attività istituzionale e per
questo non accoglibile), attuando così un contenuto innovativo dello
Statuto.
Esce il consigliere Monari.
Il consigliere LOMBARDI ipotizza che, iniziando oggi l'esame
dell'articolato, alcune delle proposte contenute nel progetto di
legge - di cui condivide l'intenzione, ma che trova di difficile
attuazione pratica - sarebbero respinte, mentre potrebbero essere
meglio approfondite nel merito, procedendo oggi all'illustrazione
del protocollo. A proposito di quanto osservato dal consigliere
Mazza, non valuta negativamente che vi siano associazioni che
presentano proposte non articolate ai consiglieri: è compito dei
consiglieri stessi elaborare tali idee e formularle come atti, anche
avvalendosi delle strutture dell'Assemblea. Osserva che se
un'associazione che non trova, tra cinquanta consiglieri, nessuno
disposto ad accoglierne le proposte, probabilmente non è
particolarmente rappresentativa e non trova corretto che le si
debbano fornire i servizi indicati nel progetto di legge. Inoltre,
considera che le proposte fatte si prestano ad abusi, perché
potrebbe verificarsi che associazioni che non possiedano i requisiti
per accedere ai servizi facciano presentare le proprie proposte ad
associazioni deboli .
Il consigliere ZANCA ritiene che la materia delle assenze dal lavoro
(di cui quelle per incarichi elettivi o sindacali sono disciplinati
da norme nazionali e contrattuali) non rientri tra quelle su cui
possa intervenire la legislazione regionale. Trova utile e non
particolarmente dispendioso prevedere presso l'Assemblea legislativa
un punto a cui le associazioni possano rivolgersi per chiedere
approfondimenti in merito alle proprie proposte di competenza
regionale.
Il consigliere MAZZA ribadisce la richiesta di esaminare nella
prossima seduta il progetto di legge, che è improcrastinabile, dato
che si tratta di un progetto presentato alla fine della precedente
legislatura, prima ancora che iniziasse la discussione sul
regolamento, e non ha ricevuto alcuna proposta di emendamento. La
discussione deve andare a fondo e si devono esprimere chiaramente le
posizioni, anche per approfondire il concetto di partecipazione e i
rapporti tra istituzioni e società civile. A proposito dell'assenza
dal lavoro, osserva che il progetto la prevede come atto volontario
e con il rimborso solo dei costi previdenziali.
Esce il consigliere Nervegna.
Il presidente BORGHI valuta utile la discussione odierna anche per
definire in quale direzione orientare i lavori della Commissione.
Come ricordato anche dal consigliere Zanca, in tema di
partecipazione la Commissione deve affrontare anche la riforma degli
istituti di democrazia diretta (petizioni, referendum e iniziativa
legislativa popolare), come stabilito anche da un ordine del giorno
approvato dall'Aula: a questo proposito, entro alcune settimane
proporrà alla discussione un progetto di legge. Considera che per
l'istituzione dell'albo delle associazioni ex art. 19 dello statuto
non sia necessario procedere con una legge. Chiede alla Commissione
e in particolare al consigliere Mazza di valutare l'opportunità di
sottoporre all'Aula una risoluzione della Commissione per arrivare
al progetto di legge generale sulla partecipazione entro 3-4 mesi,
anche con il coinvolgimento della Giunta ma la chiara precisazione
che sarà la Commissione la sede in cui il progetto verrà deciso. Se
non si valutasse opportuna tale proposta, vanno soddisfatte le
legittime richieste del consigliere Mazza per procedere ad esaminare
l'articolato.
Il consigliere MAZZA crede che la Commissione condivida la proposta
di lavorare sul progetto di legge generale sulla partecipazione, ma
chiede che siano chiari l'impostazione del lavoro e la provenienza
della proposta, anche dietro mandato della Commissione. Obietta che
se si vuole costruire un percorso partecipato per elaborare questo
atto non è pensabile compierlo in pochi mesi: già definire quali
sono gli interlocutori da considerare è tema da indagare con
attenzione. Ribadisce che tale legge non è comunque in
contraddizione con il progetto di legge oggi in esame.
Il presidente BORGHI invita la dott.ssa Tartari, della Segreteria
della Commissione, ad illustrare la bozza di lavoro sul protocollo
di consultazione predisposta sulla base del dibattito svolto.
La dott.ssa Tartari illustra la bozza distribuita, redatta sulla
base del dibattito svolto, che ha come punto di partenza l'art. 19
dello statuto e si ispira ai principi elaborati dell'Unione europea
a partire dal Libro bianco sulla governance: massima partecipazione,
trasparenza, efficacia, chiarezza, limiti di tempo per partecipare,
pubblicazione e feedback. La bozza è pensata come un documento che
sia condiviso dalle associazioni che intendano partecipare alle
attività dell'Assemblea. Le proposte contenute dovranno essere
valutate in rapporto alle previsioni della proposta di regolamento
interno licenziata; otre agli strumenti previsti nel regolamento,
sono contemplate le consultazioni telematiche, sulla scia
dell'esperienza europea che ne ha messo in luce l'utilità. Per
attuarle in Emilia-Romagna potrebbe essere istituzionalizzato il
canale di Partecipanet, realizzato da Assemblea legislativa e Giunta
nell'ambito del progetto Cantieri della Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
Il consigliere DELCHIAPPO osserva che il documento presentato non
può che ampliare le modalità di consultazione già in essere, che già
sono sottoposte a vincoli come quelli enunciati nella bozza: le
regole ci sono sempre state, vanno però rispettate.
Il consigliere MAZZA, apprezzando l'impostazione del documento come
base di partenza per la discussione, chiede di chiarire come la
Commissione lo intenda: si tratta di un patto che deve essere
sottoscritto (nel qual caso l'elaborazione va condivisa con i
possibili destinatari tramite un'udienza conoscitiva) o è un atto
determinato dall'Assemblea e implicitamente accettato da chi chiede
di iscriversi all'albo generale o è un atto che deve essere
concordato di volta in volta con le diverse associazioni che
chiedono di iscriversi? Ritiene che il protocollo debba indicare i
tempi e le modalità per consentire la partecipazione e che il canale
telematico si debba aggiungere alle altre modalità (udienze
conoscitive e incontri), non sostituirle. Va chiarito anche cosa si
intende con grado di rappresentatività.
Il consigliere ZANCA ricorda che l'art. 19 dello statuto prevede, in
modo logico e razionale, una successione ed una gerarchia di atti:
innanzitutto l'Assemblea legislativa definisce (con legge o
delibera) l'albo generale delle associazioni ed i criteri per
l'iscrizione, poi si definisce il protocollo di consultazione, che
può essere diverso anche in funzione di quanti e quali associazioni
si sono iscritte all'albo. Sulla base di questi atti, ciascuna
Commissione decide le proprie modalità di consultazione. Se non si
rispetta questo ordine è prevedibile che si crei molta confusione
nelle procedure seguite per la consultazione. Segnala che
l'istruttoria pubblica prevista dall'art. 17 dello statuto in modo
definito corrisponde agli incontri specifici indicati nella bozza di
protocollo.
Il presidente BORGHI considera che il protocollo sarà utile per
consentire alle associazioni di valutare il proprio interesse ad
iscriversi all'albo e che pertanto possano essere contestuali
l'elaborazione del protocollo e dell'albo cui si procederà nelle
prossime settimane.
Il presidente BORGHI dichiara chiusa la seduta alle ore 12,10.
Approvato nella seduta del 6 novembre 2007.
Il Segretario Il Presidente
Nicoletta Tartari Gianluca Borghi
Allegato al verbale n. 15 del 18 settembre 2007
PRIMA BOZZA DI LAVORO
PROTOCOLLO DI CONSULTAZIONE
DELLE ASSOCIAZIONI ISCRITTE ALL'ALBO GENERALE
DI CUI ALL'ART. 19 COMMA 2 DELLO STATUTO
L'Assemblea legislativa ritiene necessario assicurare la massima
trasparenza e circolazione delle informazioni e garantire ai
cittadini e residenti l'effettiva partecipazione all'elaborazione
delle politiche regionali.
L'Assemblea legislativa e le associazioni iscritte all'Albo generale
di cui all'art. 19, comma 2, dello statuto individuano appropriati
meccanismi di consultazione così da assicurare alle organizzazioni
che esprimono interessi diffusi o collettivi il diritto di fare
conoscere e di scambiare pubblicamente le loro opinioni e
valutazioni sulle materie di competenza regionale.
Al fine di garantire il dialogo permanente tra le associazioni e
l'Assemblea nell'ambito del procedimento legislativo e della
definizione degli indirizzi politico-programmatici più generali,
presso le Commissioni assembleari si attivano le procedure di
consultazione individuate nel regolamento interno dell'Assemblea e
nel presente protocollo:
a)
pubbliche udienze conoscitive (art. 43 regolamento interno)
b)
audizioni (art. 44)
c)
incontri specifici (art. 42, comma 6)
d)
consultazioni telematiche: non necessariamente attivate su atti già
esistenti, mirano a consentire alle Commissioni assembleari di
acquisire il parere della generalità della comunità regionale [in
alternativa: delle associazioni iscritte all'albo] in ordine a
determinate politiche, prima della redazione di proposte di atti.
Dopo trenta mesi dall'inizio del mandato, l'Ufficio di Presidenza
dell'Assemblea e le associazioni iscritte all'Albo generale
verificano i meccanismi e le procedure di consultazione attuate e
concordano eventuali revisioni del presente protocollo.
Il relatore dei progetti di legge e, ove nominato, degli atti
amministrativi è il riferimento istituzionale del procedimento di
consultazione e garantisce l'osservanza dei principi indicati dal
presente protocollo, relazionandosi stabilmente con il Presidente
della Commissione.
I. Principi della consultazione
1. Massima partecipazione
Le consultazioni si svolgono sulla base più ampia possibile al fine
di garantire la massima partecipazione delle associazioni
interessate iscritte all'albo.
L'Assemblea accerta che tutte le associazioni interessate possano
esprimere le loro valutazioni in ordine all'oggetto della
consultazione.
Al fine di assicurare la massima partecipazione le associazioni
interessate comunicano i propri contributi di preferenza per via
telematica.
Gli incontri di consultazione si svolgono presso la sede
dell'assemblea legislativa salvo che un diverso luogo di riunione
risulti più consono a consentire un'ampia partecipazione.
Gli incontri si svolgono in tempi atti a facilitare la
partecipazione dei rappresentanti delle associazioni.
2. Trasparenza
Le consultazioni devono svolgersi in modo trasparente sia nei
confronti delle parti coinvolte che della comunità regionale in
generale.
Deve risultare chiaro:
-
quali sono le problematiche esaminate;
-
quali sono i soggetti consultati e le ragioni della loro
partecipazione;
-
quali sono i fattori che hanno influenzato le scelte dell'Assemblea
in ordine all'oggetto della consultazione.
Le associazioni iscritte all'albo che partecipano alle scelte
dell'Assemblea devono operare in modo trasparente e responsabile.
Deve, pertanto, essere chiaro:
-
quali interessi esse rappresentino;
-
quale sia il loro grado di rappresentatività.
3. Efficacia
Le associazioni sono consultate in una fase nella quale abbiano la
possibilità di incidere sulla formulazione degli obiettivi e sulle
modalità per conseguirli. Ove opportuno la consultazione può
avvenire in più fasi su un medesimo oggetto.
Le modalità e l'ampiezza della consultazione devono risultare
proporzionati all'impatto dell'oggetto della consultazione.
4. Chiarezza
Ogni comunicazione relativa ad una consultazione deve essere chiara
e concisa e contenere tutte le informazioni atte ad agevolare le
prese di posizione degli interlocutori. In particolare le
comunicazioni debbono contenere:
-
indicazione del contesto di intervento del provvedimento oggetto di
consultazione;
-
indicazione degli obiettivi della consultazione e dei soggetti in
essa coinvolti;
-
dettagli relativi agli eventuali incontri e audizioni avvenuti
sull'oggetto della consultazione;
-
indicazione delle strutture dell'Assemblea e relativi recapiti;
-
indicazione dei tempi e luoghi degli incontri di consultazione
ovvero della scadenza in caso di consultazioni per via telematica.
Al fine di rendere chiari e utilizzabili per le decisioni
dell'Assemblea i contributi delle associazioni interessate, queste
si impegnano:
-
a porre in particolare rilievo le modifiche puntuali proposte
sull'oggetto della consultazione;
-
a sintetizzare le proprie principali proposte e raccomandazioni.
5. Limiti di tempo per partecipare
L'Assemblea articola le consultazioni in modo da lasciare alle
associazioni interessate un tempo sufficiente per rispondere agli
inviti e inviare contributi scritti.
Le comunicazioni di invito alla consultazione, al fine di garantire
agli invitati la possibilità di esaminare l'argomento e di elaborare
contributi sufficientemente completi, sono inviate almeno 7 giorni
prima di quello fissato per l'incontro di consultazione . Nelle
consultazioni telematiche i contributi delle associazioni
interessate pervengono entro il trentesimo giorno successivo alla
comunicazione di avvio della consultazione.
La durata delle consultazioni è tale da garantire un ragionevole
equilibrio tra la necessità di permettere l'elaborazione di
contributi esaurienti e quella di concludere il processo decisionale
in tempi certi.
6. Pubblicazione
L'Assemblea, in ottemperanza al principio di massima trasparenza e
circolazione delle informazioni di cui all'art. 14 dello Statuto
regionale, assicura attraverso appropriati canali di comunicazione
l'informazione dell'opinione pubblica circa i contributi delle
associazioni e gli esiti delle consultazioni. Per raggiungere le
diverse tipologie di destinatari l'Assemblea si avvale sia di
strumenti telematici che di più tradizionali strumenti di
comunicazione (comunicati stampa, trasmissioni televisive).
7. Feedback
L'Assemblea riconosce l'interesse e la necessità di garantire un
esito ai contributi ricevuti.
A tale scopo nella relazione per l'aula sull'oggetto della
consultazione sono indicati i soggetti coinvolti ed illustrati gli
esiti, dando conto delle ragioni per cui si è tenuto conto o meno
delle proposte e delle raccomandazioni formulate dagli intervenuti
alla consultazione.