Testo
Verbale n. 26
Seduta del 14 ottobre 2008
Il giorno martedì 14 ottobre 2008 alle ore 10.00 si è riunita presso
la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50,
la Commissione Territorio Ambiente Mobilità, convocata con nota
Prot. n. 22603 del 08/10/2008.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
MUZZARELLI Gian Presidente Partito Democratico 6 presente
Carlo
FRANCESCONI Luigi Vice Forza Italia-Popolo 5 assente
Presidente della Libertà
PIVA Roberto Vice Partito Democratico 6 assente
Presidente
BARTOLINI Luca Componente Alleanza 4 presente
Nazionale-Popolo della
Libertà
BORGHI Gianluca Componente Partito Democratico 2 presente
BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 assente
Donatella Italiani
CORRADI Roberto Componente Lega Nord Padania E. e 3 assente
R.
DELCHIAPPO Renato Componente Partito di Rifondaz. 3 assente
Comunista
GUERRA Daniela Componente Verdi per la pace 1 presente
MAZZA Ugo Componente Sin. Dem. Per il 2 presente
Socialismo Eu.
MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 3 presente
MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 presente
NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 presente
Di Pietro
NERVEGNA Antonio Componente Forza Italia-Popolo 2 assente
della Libertà
NOÈ Silvia Componente Unione Democratici 1 assente
Cristiani e di Centro
SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia-Popolo 2 assente
della Libertà
SALSI Laura Componente Partito Democratico 3 presente
ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo-SDI 1 assente
ZOFFOLI Damiano Componente Partito Democratico 3 presente
BERETTA in sostituzione di PIVA e BOSI in sostituzione parziale di
MAZZOTTI.
Sono presenti: L. Zanichellli (Assessore all'Ambiente e Sviluppo
sostenibile); F. Casamassima (Serv. Infrastrutture viarie e
Intermodalità); A. Greco (Serv. Affari generali, giuridici e
Programmazione finanziaria - Ambiente e Difesa del Suolo); M.
Palazzini Cerquetella (Serv. Parchi e Risorse forestali).
Presiede la seduta: Gian Carlo Muzzarelli
Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
Resocontista: Maddalena Marchesini
Il presidente MUZZARELLI dichiara aperta la seduta alle ore 10,30.
Sono presenti i consiglieri Bartolini, Beretta, Borghi, Bosi,
Guerra, Monaco, Muzzarelli, Nanni, Salsi, Zoffoli.
Il presidente propone di invertire i due punti all'ordine del
giorno.
La Commissione concorda.
4032 - Proposta recante: Approvazione del rendiconto consuntivo
per l'esercizio finanziario 2007 dell'ARNI (delibera di Giunta n.
1538 del 29 09 08).
(Sede consultiva - Parere alla Commissione referente Bilancio,
Affari generali ed istituzionali)
Il presidente, prima di dare la parola al tecnico, chiede se vi
siano osservazioni.
Esce la consigliera Guerra.
Il consigliere BORGHI esprime la propria intenzione a svolgere un
intervento in Aula su questo oggetto. Ritiene che l'annuale
discussione sui finanziamenti che la Regione eroga ad un ente così
importante, siano un tema importante e non ordinario. Non si può
correre il rischio di mettere ARNI in una condizione di sostanziale
inagibilità rispetto allo svolgimento della missione che le compete.
L'oggetto all'ordine del giorno è il rendiconto consuntivo, ma in
riferimento al fatto che entro breve si sarà chiamati a decidere sul
bilancio di previsione 2009, ritiene importante che la Giunta e
l'Assemblea abbiamo la consapevolezza che si deve riuscire ad
assicurare all'ARNI le risorse sufficienti per consentirle di
svolgere il ruolo istituzionale che le è stato assegnato. Cita come
esempio il problema del costo dei carburanti: si esce meno per
dragare perché il gasolio costa troppo. Da 15 anni a questa parte
i finanziamenti ad ARNI sono sostanzialmente stabili: in lire il suo
bilancio era di circa 7 miliardi ed ora è di circa 3,8 milioni di
euro; è evidente che se non si provvede adeguatamente altri dovranno
svolgere il ruolo di governo idraulico dell'asta fluviale e lo
faranno in condizioni diverse rispetto a quelle di ARNI. Ribadisce
l'importanza che questa riflessione venga fatta e condivisa anche
nella discussione sul prossimo bilancio di previsione.
Entra il consigliere Mazzotti.
Il presidente MUZZARELLI prende atto della riflessione, soprattutto
di carattere politico, svolta dal consigliere Borghi, anche in
funzione dei futuri appuntamenti legati allo sviluppo delle azioni
di ARNI e al suo bilancio. Non essendoci altre richieste di
intervento, mette in votazione l'oggetto.
La Commissione esprime sull'oggetto per quanto di competenza parere
favorevole con 24 voti a favore (Partito Democratico, Italia dei
valori), 5 contrari (Alleanza Nazionale e Per l'Emilia-Romagna,) e
nessun astenuto.
3935 - Proposta recante: Piano di azione ambientale per un
futuro sostenibile della Regione Emilia-Romagna 2008-2010 (delibera
di Giunta n. 1328 del 28 07 08).
Il presidente MUZZARELLI ricorda che nella seduta del 25 settembre
si è svolta la presentazione dell'assessore Zanichelli e sono state
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raccolte le prime riflessioni di merito. Nella mattinata odierna
propone di proseguire la discussione generale e di svolgere una
riflessione sui tempi e sulle modalità per sviluppare un calendario
dei lavori che permetta di gestire al meglio gli spazi concessi
dalle procedure per questo atto.
Entra il consigliere Mazza.
Il presidente ritiene che, dopo aver valutato i tempi, sarebbe
opportuno, oltre a proseguire i lavori in commissione, prevedere un
momento di ascolto esterno per favorire il confronto democratico su
un tema così importante e ipotizza la mattina del 23 o il pomeriggio
del 27 ottobre affinché sia possibile licenziare l'atto in
commissione in novembre.
L'assessore ZANICHELLI, sui tempi di discussione dell'atto, ricorda
che nei mesi scorsi è stata approvata una legge sulla valutazione
ambientale strategica che stabilisce che ai principali programmi e
piani sia applicata una procedura di trasparenza. Tale procedura
prevede prima di tutto la pubblicazione sul bollettino ufficiale,
poi 60 giorni di audizione e di ascolto, il parere dell'autorità
ambientale rispetto a questo documento e l'approvazione finale, in
questo caso dell'Assemblea legislativa. Quindi l'atto in oggetto non
può essere approvato se non dopo 60 giorni dall'avvio della
consultazione pubblica che è stata fissata il 24 settembre. Di
conseguenza il tempo per un confronto è abbastanza ampio.
L'assessore segnala anche l'importanza di poter approvare l'atto in
Assemblea legislativa i primi di dicembre, in quanto a questo Piano
sono collegati altri piani e programmi di un certo rilievo, in
particolare cita il programma triennale delle aree protette,
previsto dalla legge 6 del 2005, che definisce le strategie, la
realizzazione di nuove aree protette, riserve o paesaggi.
Escono i consiglieri Bartolini e Beretta.
L'assessore continua informando su altri atti da assumere in altri
settori che sono legati al programma di azione ambientale.
Sui contenuti della proposta, dato atto che la relazione è già stata
svolta nella seduta precedente, aggiunge e sottolinea che il
programma d'azione ambientale ha nel suo corpo centrale
prevalentemente tre temi: le aree protette, i rifiuti (in
particolare il sostegno ad azioni preventive) e l'educazione
ambientale (e tutta la filiera degli acquisti verdi e
dell'organizzazione della pubblica amministrazione in funzione della
sostenibilità). Altri temi non sono contenuti nel corpo centrale
delle risorse e del piano in quanto per questi sono a disposizione i
fondi FAS, con la speranza che non ci sia nessuna incursione ,
soprattutto sulla parte già distribuita alle Regioni. Ad esempio
ricorda che di recente è stato raggiunto un accordo sulla sanità che
sarà finanziato dai fondi FAS e cita anche i 180 milioni di euro
destinati al progetto Po: allo stato attuale le risorse risultano
confermate, tuttavia ancora non ha ricevuto la certezza assoluta da
parte dei Ministeri interessati. Questo fatto determina
conseguentemente elementi di incertezza.
Rientra il consigliere Beretta.
L'assessore afferma che per altri settori si punta su accordi già
raggiunti: ad esempio l'accordo con il Governo sulla qualità
dell'aria di quest'anno, firmato in aprile. Ci sono anche altri
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fondi già destinati: ad esempio quelli FAS per il trasporto pubblico
di cui si è discusso con l'Assessore ai trasporti, ma che rientrano
in questa strategia; oppure fondi e iniziative legate ai fondi
strutturali europei, nel campo dell'energia con il sostegno
all'innovazione e al risparmio energetico.
Invita ad avere una visione articolata e di insieme delle azioni per
la sostenibilità - tra l'altro nell'atto si parla anche di
programmi legati alla salute sulla base di strumenti come il piano
della salute. Alla fine la sintesi sarà il documento unico di
programmazione regionale che può essere definito il cappello che
sta al di sopra di tutte le azioni.
Rientra il consigliere Bartolini.
Il presidente MUZZARELLI apre la discussione generale per quanto
attiene sia alla proposta sulla partecipazione esterna sia alle
valutazioni sul provvedimento.
La consigliera SALSI ritiene che questo piano sia un documento
estremamente importante. La regione Emilia-Romagna ha un alto
livello di inquinamento atmosferico e un alto livello di
produttività. Ci sono quindi molte fonti di inquinamento che creano
situazioni per le quali la Regione deve avere la massima attenzione,
anche sui temi dei rifiuti e dell'energia, e il Piano di azione
ambientale permette di avere una visione d'insieme per creare le
condizioni di un futuro sostenibile. In particolare sottolinea
l'importanza delle azioni per il miglioramento della governance
regionale nell'ottica di un maggior raccordo e della migliore
qualità dei dati ambientali. Nella gestione complessiva del
territorio, queste azioni devono coinvolgere anche i vari enti
locali - i comuni e le province- e a tal fine ritiene che potrebbe
essere utile e importante mettere in campo incentivi anche per
arrivare ad introdurre un sistema di contabilità ambientale. Alcuni
comuni e province lo stanno già adottando e cita il caso del comune
di Reggio Emilia che è già al suo terzo consuntivo. I risultati sono
positivi perché si hanno a disposizione strumenti che aiutano a
governare meglio, tenendo sotto la lente di ingrandimento l'aspetto
ambientale; la Regione potrebbe istituire un sistema di contabilità
ambientale da attuare in tutto il contesto regionale. A questo
proposito ricorda di essere la prima firmataria di un progetto di
legge già da tempo presentato e afferma che nel momento in cui si
vanno ad attuare e ad individuare le varie azioni relative a questi
interventi regionali occorrerebbe tenere conto anche di questo
progetto già depositato. Afferma di essere disponibile anche ad
introdurre le modifiche necessarie per aggiornarlo all'azione
ambientale nazionale e regionale per trovare lo strumento più
efficace da mettere in campo.
In riferimento alla proposta di incontro con Enti ed Associazioni,
ritiene che i momenti di condivisione siano importanti anche per
recepire le posizioni e le opinioni dei vari soggetti coinvolti.
Concorda anche sull'ipotesi di approvarlo prima della fine
dell'anno, perché l'ambiente e la qualità della vita sono elementi
che riguardano la quotidianità delle persone.
Rientra la consigliera Guerra.
La consigliera GUERRA chiede informazioni sui tempi di approvazione
dell'atto.
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Il presidente MUZZARELLI riassume quanto già detto negli interventi
precedenti sui tempi di approvazione, le procedure e sulla proposta
di svolgere un momento di ascolto esterno.
La consigliera GUERRA ringrazia il presidente per le informazioni.
Osserva che i consiglieri spesso purtroppo non sono coinvolti nelle
cabine di regia dell'assessorato e hanno pochi spazi per fare
proposte di integrazione. In questo caso invece, nonostante l'atto a
suo parere sia già fortemente strutturato, si deduce da quanto detto
dal presidente, che ci siano ancora molti spazi non solo per
l'ascolto esterno ma anche per formulare proposte di modifica.
Esce il consigliere Beretta.
La consigliera ritiene che l'assessorato di Zanichelli dovrebbe
essere quello più importante in quanto ha competenza su questioni
assolutamente trasversali. Ricorda che il primo piano di azione
ambientale aveva una connotazione culturale e metodologica
innovativa molto forte: una sorta di filo verde che avrebbe dovuto
attraversare tanti assessorati ma che però non ha prodotto un cambio
di passo e di metodologia. A suo parere all'interno della Giunta
dovrebbe esserci una sorta di cabina di regia ambientale che
affronti, anche dal punto di vista economico, temi di grandissima
pregnanza - ad esempio quello del trasporto - traendo risorse da
tutti gli assessorati. A partire dal primo piano di azione
ambientale si sarebbe dovuto strutturare un metodo di lavoro al fine
di riconoscere, nei vari assessorati, le ricadute ambientali con la
messa a disposizione delle relative risorse. Ritiene invece che
attualmente all'assessorato Ambiente continui ad essere assegnata
la scatola dei cerotti e avvenga l'esatto contrario:
l'assessorato Ambiente con le sue piccole risorse e scarso potere
politico deve andare ad aggiustare i danni prodotti da attività che
derivano da altri assessorati. Forse l'unico tema di sua stretta
competenza, molto oneroso, è quello dei rifiuti, sul quale però, non
essendoci un piano regionale, si trova alla mercé delle scelte, a
volte sbagliate, fatte dalle province e cita il caso di Rimini in
cui, ammette, è stato egregio il lavoro di critica svolto
dall'assessorato. Sull'ambiente tuttavia ci sono altri assessorati
che hanno molto da dire: l'assessorato Attività produttive, con la
competenza sull'energia; l'assessorato alla Cultura con l'educazione
ambientale e l'assessorato alla Formazione per l'educazione
alimentare - ricorda che tempo fa le risorse del fondo sociale
europeo erano molto consistenti ma questi due assessorati, in
particolare la Formazione, li ha destinati ad attività che nulla
avevano a che fare con l'ambiente; l'assessorato alla Sanità, che fa
azioni di educazione alimentare in campo prettamente sanitario molto
spesso non collegate con quelle dell'assessorato all'Agricoltura sul
tema dell'implementazione del biologico anche delle mense
scolastiche; l'assessorato al Turismo, dal quale dovrebbero arrivare
le risorse per i parchi e per il turismo sostenibile.
Afferma che nel corposo testo della proposta le pagine veramente
interessanti sono poche: quelle che individuano le cosiddette
priorità e spiegano come si spenderanno i soldi. Ritiene che le
priorità indicate invece siano troppe, in quanto c'è di tutto un
po' , anche richieste dei desiderata delle province. L'azione numero
uno della biodiversità invece sono i piani regolatori e non creare
qua e là qualche stagno o qualche rete ecologica (con il passante
nord di cui si parla nel testo si distruggerebbero anche le reti
ecologiche che ci sono ancora). Non si può dire una cosa da una
parte e dall'altra fare il contrario. Ad esempio non ha senso
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distribuire i filtrini per l'acqua da mettere a casa delle
famiglie e contemporaneamente dare ogni settimana il via libera per
una certa quantità di concessioni per gli emungimenti da falda o da
corpo idrico. La Regione ha dato tre nuove concessioni di acqua
minerale, cioè tre privati possono impossessarsi di notevoli
quantità di acqua della regione, imbottigliarla e venderla.
Escono i consiglieri Borghi e Monaco.
La consigliera ricorda che tutti i fiumi sono in secca e alla luce
di tali comportamenti, i convegni organizzati sul tema
dell'ambiente, come quello a Ravenna, risultano incoerenti, ipocriti
e soprattutto inutili. Ci sono proposte di legge che chiedono
addirittura di dare soldi a quella raccolta differenziata dei
rifiuti che non è orientata al recupero di materie, ma a separare
meglio per bruciare meglio: quei soldi li deve mettere Hera e non la
Regione. Inoltre non si può continuare a spendere soldi per mettere
i filtri attivi antiparticolato (FAP) la cui utilità non è nemmeno
certa, quando nelle città, come a Bologna, si cancellano le corsie
preferenziali e gli autobus finiscono in coda. E' inutile fare un
convegno sugli acquisti verdi, quando in Regione giace una legge che
non si vuole approvare o dire che si deve essere virtuosi
acquistando prodotti che abbiano un'impronta ecologica bassa, quando
non si è voluto fare un programma di acquisti verdi per i comuni o
c'è Intercenter che fa bandi di appalto con tutt'altri meccanismi.
Ritiene che sia importante che quelle poche risorse che sono di
stretta competenza dell'assessorato Ambiente, vengano spese in
un'altra maniera, senza correre dietro ai desiderata delle province.
Nel primo anno del piano ambientale, le province chiesero di
intervenire sulla depurazione delle acque, che è di loro competenza.
Col piano di azione ambientale si dovrebbe imprimere una svolta che
però non può essere data solo dall'assessorato all'Ambente. La
Giunta regionale tutta insieme dovrebbe perseguire un unico
obiettivo: quello di modificare progressivamente il sistema di
produzione, di consumo e di acquisto.
Afferma che le analisi contenute nell'atto sono ben fatte. Tuttavia
ritiene che ci siano interventi e incentivi economici dati su
attività che dovrebbero essere di competenza di altri assessorati i
quali quindi dovrebbero anche mettere a disposizione le risorse. Ha
l'impressione che sia ancora applicato il vecchio metodo
ambientalista di girare con la scatola dei cerotti e conclude
ribadendo che non ha riscontrato nel piano la nuova impronta che si
aspettava.
Rientra il consigliere Borghi.
Il consigliere MAZZA informa la Commissione sulla sua intenzione di
chiedere formalmente nella conferenza dei Capigruppo che l'atto in
oggetto venga considerato complesso.
In merito all'incontro con gli Enti e le Associazioni, propone di
organizzare l'evento per le ore 18.00 al fine di garantire la
partecipazione di tutti, anche di coloro che non possono
distaccarsi dal lavoro, con particolare riferimento al mondo del
volontariato e agli ambientalisti.
Sul progetto di legge citato dalla consigliera Salsi afferma che,
non essendo stato ancora approvato, l'unico modo per tenerne conto
sarebbe quello di proporre degli emendamenti per migliorare il
testo.
Escono i consiglieri Bartolini e Mazzotti.
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Ricorda poi che nella discussione affrontata tre anni prima furono
approvati alcuni emendamenti che contenevano alcuni impegni. Uno di
questi prevedeva che il Presidente della Giunta facesse una
conferenza annuale per esplicitare i dati sull'inquinamento
dell'aria e rendesse note le azioni da fare. Un altro impegno
riguardava invece una serie di interventi per migliorare la qualità
dei prodotti, in base a una direttiva dell'Unione europea, e
favorire quelli ambientalmente più sostenibili e con recupero di
materia più adeguata. Non gli risulta che questi impegni siano stati
rispettati e tale considerazione consente una riflessione sul fatto
che non ha senso procedere ad approvare il piano triennale 2008-2010
senza aver avuto la possibilità di verificare l'efficacia di quello
precedente 2004-2006.
Escono i consiglieri Bosi e Borghi.
Il consigliere afferma che il piano 2004-2006 era essenzialmente un
testo di letteratura , con impegni di spesa generici e il piano
2008-2010 è, grosso modo, fatto con lo stesso metodo. Sul Piano dà
un giudizio molto positivo in quanto emerge con chiarezza che è
stato redatto da tecnici e dirigenti competenti. Ciò che intende
discutere invece è l'orientamento politico e chiede che vengano
esplicitate nel testo quali verifiche sarà possibile fare tra tre
anni. Ad esempio se si stabilisce che l'inquinamento ambientale
verrà ridotto dell'1%, si dovrebbe poter verificare con certezza se
questo è avvenuto.
In questo modo si potrà anche dare un giudizio positivo o negativo
sulle singole azioni messe in atto.
Afferma che nel testo della delibera di Giunta ci sono espressioni
che non condivide. Nel primo alinea: per sostenibilità si intende
non solo quella ambientale, ma anche quella sociale ed economica; .
Questo ribalta il concetto di sostenibilità introdotto come elemento
di riequilibrio di un sistema che guarda solo all'aspetto economico
e sociale. Parlare di sostenibilità sociale ed economica significa
sottintendere che c'è un'eccessiva sostenibilità ambientale da
riequilibrare. Nel terzo alinea: l'Emilia-Romagna ha promosso lo
sviluppo sostenibile , concetto diventato ormai un ossimoro,
presente in ogni premessa anche in contesti dove poi la
sostenibilità non viene neanche verificata.
Un'altra questione riguarda la ripartizione dei finanziamenti:
nell'atto del 2004-2006 si diceva che il 60% dei soldi andava alla
province ed il 40% alla Regione, nell'atto del 2008-2010 alla
province va il 75% e alla Regione il 25%. Chiede per quale motivo si
è scelto di dare più soldi alle province e meno alla Regione.
Inoltre ritiene che ci siano molte dichiarazioni di carattere
generale che hanno un senso ed esprimono principi condivisibili, ma
hanno poi scarso riscontro negli atti concreti che vengono assunti.
Andrebbe invece a suo parere ribaltata la situazione: prima si fa un
piano triennale con obiettivi ambientali e di tutela e poi, sulla
base di quello, si definiscono le scelte strutturali, economiche,
sociali, infrastrutturali. Invece di fatto, sulle questioni stradali
ad esempio, c'è un PRIT non aggiornato in base alla nuova situazione
ambientale e sono state fatte molte più strade di quante erano
previste. Sicuramente anche nei prossimi programmi elettorali,
saranno previste nuove strade e nuovi interventi infrastrutturali,
in quanto rappresentano un'idea di sviluppo predefinita e non
funzionale al reale bisogno di mobilità delle persone, che invece
determinerebbe una migliore ripartizione delle risorse.
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Rientrano i consiglieri Nanni e Mazzotti.
Il consigliere cita poi il quarto capoverso a pag. 5 dell'Allegato
A, dove ravvisa il problema che in Aula si approva il tema generale
e poi l'attuazione viene fatta con Intese di programma.
Sostanzialmente si definisce un contenitore con fondi ripartiti in
modo omogeneo e successivamente il prelievo viene fatto sulla base
delle intese. A suo parere le logiche andrebbero ribaltate e le
intese, non essendo atti di Giunta, ma atti di intesa con altre
istituzioni, dovrebbero essere discusse in Assemblea legislativa. Ci
dovrebbe essere una sede nella quale decidere sulla ripartizione
delle risorse, mentre con questo atto la Giunta chiede ai
consiglieri una delega eccessiva: accettare una ripartizione di
massima senza verificare il rapporto tra i soldi usati e gli effetti
determinati.
Afferma che non essendoci una dimostrazione di quello che è avvenuto
nel 2004-2006 e quindi non essendo il piano 2008-2010 costruito
sull'esito di quello, restano due piani separati con finanziamenti
separati senza collegamenti.
In riferimento al principio di sostenibilità citato nel testo,
afferma di condividerlo pienamente ma ritiene che abbia senso se è
preventivo rispetto alle scelte che vengono fatte. Ad esempio per le
infrastrutture, prima si decide di farle e poi si procede alle
verifiche di impatto ambientale, senza considerare progetti
alternativi o l'opzione zero che consentirebbe anche di dire no .
In questo modo viene meno il principio di sostenibilità. Fa
l'esempio dell'installazione di un impianto di biomassa per la
produzione di energia rinnovabile : oggi in pratica è il
proprietario del terreno che decide dove farlo e non la pubblica
amministrazione, anche se si tratta di una necessità pienamente
riconosciuta da tutti. Il consigliere invece ritiene che dovrebbe
essere la comunità, tramite i propri organi elettivi, a decidere se
e quale tipo di impianto occorre e poi individuare, mettendo a
confronto i siti, quali sono i più idonei avviando le procedure con
i proprietari per realizzare quanto deciso, fino al punto
dell'esproprio, se questi non fossero d'accordo. Se l'esproprio,
viene pagato a prezzo di mercato probabilmente non crea nessun
problema. Diversamente il principio di sostenibilità è completamente
cancellato, perchè si fa fatica a valutare successivamente l'impatto
dell'impianto; inoltre il Comune, chiamato a dare la valutazione
paesistica, è condizionato dal fatto che percepisce una roialty.
Invertire il procedimento consente di fare l'impianto di biomassa
collocandolo nel posto più indicato dal punto di vista di impatto
ambientale, dopo aver messo a confronto siti e soluzioni diverse.
Ribadisce di condividere il principio di sostenibilità qui
richiamato, ma crede che spesso non sia applicato nella procedura
con gli effetti che ne conseguono.
Cita poi il quinto punto a pag. 11 dove si parla dell''efficienza
della produzione e del consumo, intesa come internalizzazione e
riduzione dei costi ambientali e valorizzazione nel medio termine di
opportunità. Afferma di non condividere questo concetto che confonde
l'efficienza della produzione con l' internalizzazione dei costi, in
quanto è una valutazione dell'impatto che quel prodotto determina
sull'esterno. Pur raggiungendo la massima efficienza, utilizzando
energia, l'internalizzazione non potrà mai essere zero. Quindi
internalizzare i costi significa mettere nel procedimento produttivo
i costi dell'impatto e quindi avere costi sociali e prezzi più
elevati dei prodotti. Le imprese non ragionano sull'efficienza in
termini di costi ambientali, ma di opportunità di prodotto; per
includere nell'internalizzazione i costi ambientali, è necessario
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che ci sia un carico di costi effettivo che la collettività esige e
che può essere ridotto con l'efficienza di produzione e di
prodotto.
Nelle Aree di azione prioritaria e macrobiettivi, relativamente ai
Cambiamenti climatici ed energia pulita, il consigliere osserva che
nella proposta in oggetto si parla di ridurre le emissioni dell' 8%,
ma non è chiaro da dove sia stato ricavato questo dato. Il
protocollo di Kyoto prevedeva per l'Emilia-Romagna la riduzione del
6% al 1990, ma rispetto al 1990 a tuttoggi si è fuori del 20%,
quindi la riduzione da fare è ben oltre quella indicata e andrebbe
precisata con chiarezza. Si chiede come si possa ridurre il gap del
20% di emissioni precedenti, per arrivare a quanto stabilito dalla
Commissione europea che ha previsto ulteriori quote di abbattimento
dal 20% al 40% al 2020.
I maggiori settori di inquinamento sono noti: il trasporto, il
civile e l'industriale, tuttavia nell'atto manca un'analisi delle
fonti di emissione che potrebbe essere utile anche per capire quali
interventi adottare. Secondo un recente documento dell'APAT
nazionale il trasporto su strada si conferma come la principale
fonte di inquinamento atmosferico. Ricorda poi il provvedimento
assunto dalla Regione sull'efficienza energetica degli edifici che
però non ha ancora prodotto significative modifiche della
situazione, in quanto agisce su edifici che entreranno in funzione
tra 2-3 anni riguardando le concessioni edilizie successive al 1°
luglio 2008. Nell'atto non vede una proposta di finanziare ricerche
ed interventi sugli edifici già costruiti. Nel piano ambientale deve
essere stroncata radicalmente una cosa che, ad esempio, fa l'ACER,
cioè quella di mettere pannelli fotovoltaici su case colabrodo che
buttano in atmosfera inquinanti eccessivi e consumano oltre la
classe D, definendole ambienti ecologicamente sostenibili. La prima
battaglia deve essere allo spreco nel rispetto della coerenza tra
quanto si afferma e quanto si realizza.
Afferma inoltre che è inaccettabile il quadro conoscitivo dove si
vuol dimostrare che non c'è niente da fare sull'inquinamento del
PM10. La direttiva della Comunità europea sull'inquinamento
atmosferico è fatta di due parametri: la media annuale della qualità
dell'aria e i picchi di sforamento dei vari inquinanti. Sulla
questione delle polveri bisognerebbe concentrare l'attenzione sulla
qualità media annuale dell'aria per vedere cosa si può fare per
rientrare nella qualità dell'aria annuale in quanto si è lievemente
al di sopra.
Esce il consigliere Zoffoli.
Il consigliere MAZZA afferma che il PM10 invece è un problema
sanitario. Non esiste una soglia di sicurezza e si è convenuto sui
35 giorni come elemento statistico: fino a 35 giorni si anticipa la
morte di meno persone. Si dovrebbe dire con molta nettezza che
quando si superano, devono essere chiuse le fonti di immissione per
tornare a norma ed è un provvedimento di natura sanitaria che devono
assumere i sindaci.
Riguardo all'inquinamento di Bologna i dati risultano bassi , cioè
70: il doppio di quello che è la tutela sanitaria prevista dall'UE,
ma non i 104 dell'anno precedente. Ha poi saputo che è stato tolto
il rilevamento del PM10 dalla centralina della Fiera. Non vorrebbe
che la qualità dell'aria risultasse migliore a seguito della
modifica dei sistemi di rilievo. Ricorda anche i dati in
controtendenza di Ravenna, rispetto alle altre realtà della Regione,
probabilmente derivanti da centraline sbagliate: in quanto non è
possibile che a Rimini vi siano 40 superamenti e a Ravenna solo 12.
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Afferma infine che preparerà emendamenti al testo, particolarmente
sui rifiuti, perché pensa che se si vuole arrivare ad alti livelli
nella raccolta differenziata occorre scrivere con chiarezza che non
c'è più bisogno di nuovi inceneritori e si devono scegliere altre
tecnologie di completamento del ciclo.
Il presidente MUZZARELLI ricorda che per il 27 si cercherà di
organizzare i lavori dell'incontro pomeridiano a partire dall'orario
consueto, consentendo un informazione ed un invito posticipato per
coloro che non possono venire prima.
Per il consigliere MAZZA la Regione deve dare a tutti la possibilità
di partecipare contemporaneamente e di essere ascoltati in un
confronto reciproco. Propone quindi di fare una verifica in merito
all'orario dell'incontro per raccogliere il contributo di tutti.
La seduta termina alle ore 11.45
Approvato nella seduta del 30 ottobre 2008.
La Segretaria Il Presidente
Samuela Fiorini Gian Carlo Muzzarelli
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