Testo
Verbale n. 31
Seduta del 27 novembre 2008
Il giorno giovedì 27 novembre 2008 alle ore 10.00 si è riunita
presso la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro
n. 50, la Commissione Territorio Ambiente Mobilità, convocata con
nota Prot. n. 27020 del 21/11/2008. Dalle ore 12.00 la Commissione
ha proseguito i propri lavori in seduta congiunta con la Commissione
Bilancio, Affari generali ed istituzionali (per la quale il verbale
è il n. 28).
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
MUZZARELLI Gian Presidente Partito Democratico 6 presente
Carlo
FRANCESCONI Luigi Vice Forza Italia-Popolo 5 presente
Presidente della Libertà
PIVA Roberto Vice Partito Democratico 6 presente
Presidente
BARTOLINI Luca Componente Alleanza 4 assente
Nazionale-Popolo della
Libertà
BORGHI Gianluca Componente Partito Democratico 2 presente
BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 presente
Donatella Italiani
CORRADI Roberto Componente Lega Nord Padania E. e 3 assente
R.
DELCHIAPPO Renato Componente Gruppo Misto 1 assente
GUERRA Daniela Componente Verdi per la pace 1 presente
MASELLA Leonardo Componente Partito di Rifondaz. 2 assente
Comunista
MAZZA Ugo Componente Sin. Dem. Per il 2 presente
Socialismo Eu.
MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 3 presente
MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 presente
Di Pietro
NERVEGNA Antonio Componente Forza Italia-Popolo 2 assente
della Libertà
NOÈ Silvia Componente Unione Democratici 1 assente
Cristiani e di Centro
SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia-Popolo 2 presente
della Libertà
SALSI Laura Componente Partito Democratico 3 assente
ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo-SDI 1 presente
ZOFFOLI Damiano Componente Partito Democratico 3 presente
ERCOLINI in sostituzione SALSI, MANFREDINI in sostituzione di
CORRADI e MONARI in sostituzione parziale di BORGHI
Sono presenti: L. Gilli (Assessore alla Program. e Sviluppo
territoriale, Cooperaz. col sistema Autonomie, Organizz.); L.
Agrotti (Serv. Cultura, Formazione e Lavoro); G. Bortone ( Dir. Gen.
Ambiente e Difesa Suolo e Costa); M. Cremaschi (Serv. Programm.
territ. e Sviluppo Montagna); A. Di Stefano (Serv. Valutazione
Impatto e Promozione Sostenibilità ambientale); L. Draghetti
(Programm. terr. e negoziata, Intese, Relazioni europee e Relazioni
internazionali); C. Govoni (Resp. Serv. Affari generali, giuridici e
Programm. finanz. - Ambiente e Difesa Suolo); M. Innocenti (Serv.
Programm. territoriale e Sviluppo Montagna); G. Manieri (Serv.
Geologico, Sismico e dei Suoli); P. Mattiussi (Resp. Serv. Programm.
Terr. e Sviluppo Montagna).
Presiede la seduta: Gian Carlo Muzzarelli, dalle ore 12.00 con
Antonio Nervegna
Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini, dalle ore 12.00 con Claudia
Cattoli
Resocontista: Maddalena Marchesini, dalle ore 12.00 con Laura
Sanvitale
Il presidente MUZZARELLI dichiara aperta la seduta alle ore 10,25.
Sono presenti i consiglieri: Borghi, Bortolazzi, Francesconi,
Guerra, Mazza, Mazzotti, Piva, Nanni, Salomoni, Zanca.
Il presidente informa di avere invitato per una breve informativa,
data la situazione di allarme su tutto il territorio a seguito dei
fatti recentemente accaduti, i funzionari, architetto Agrotti del
settore scuola e ingegnere Manieri per il settore della sismica che
si occupano, a livello regionale, della sicurezza degli edifici
scolastici. Ricorda che nel mese di luglio, in Commissione referente
scuola e cultura, l'assessore competente aveva già presentato il
tema e assunto un atto deliberativo (3741). Spiega quindi di avere
ritenuto corretto raccogliere un parere tecnico da illustrare ai
consiglieri della Commissione dopo l'approvazione della nuova legge
regionale n. 19 del 2008 sulla riduzione del rischio sismico, in
particolare con un aggiornamento su ciò che la Regione sta facendo
per il monitoraggio di tutti gli edifici pubblici, in particolare
delle scuole presenti sul territorio regionale.
Escono i consiglieri Mazza e Nanni.
L'ing. MANIERI consegna una nota informativa predisposta per la
seduta che viene distribuita ai commissari.
Partendo dalla tragica vicenda avvenuta nel liceo Darwin a Rivoli,
ricorda che il capo della protezione civile nazionale ha richiamato
l'attenzione su uno stanziamento per un piano straordinario di messa
in sicurezza degli edifici scolastici, di circa 500 milioni di euro
avvenuto tra il 2002 e il 2003, e ricorda anche la farraginosità di
spesa di queste risorse. Spiega che tutte le regioni furono chiamate
a intervenire nell'ambito di tali finanziamenti. Per quanto riguarda
l'Emilia-Romagna, è stato stilato un primo e un secondo programma
stralcio con riferimento al tema del rischio sismico, in
particolare relativamente al concetto di messa in sicurezza. Precisa
che nel documento predisposto si è tenuto come riferimento la
vigente classificazione sismica che distingue tra aree di media e
bassa sismicità, essendo dal 2003 tutta la regione classificata come
territorio sismico: si sono evidenziati i numeri relativi al primo e
al secondo programma stralcio di attuazione del piano straordinario
di messa in sicurezza degli edifici scolastici per la regione
Emilia-Romagna.
Rientra il consigliere Mazza.
Riguardo al primo programma stralcio, osserva che la deliberazione
dell'Assemblea legislativa n. 182 del 2008, è andata ad integrare il
finanziamento statale con riferimento a 17 interventi dei
complessivi 46, in cui tutte le scuole erano state individuate
nell'ambito delle zone a media sismicità.
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Nel secondo programma stralcio invece, sempre su un ordine di
grandezza di una cinquantina di edifici, aggiuntivi ai precedenti,
oltre alle situazioni di media sismicità, si sono cominciate a
guardare anche le situazioni nelle zone a bassa sismicità.
Si è quindi determinato il complessivo impegno finanziario messo in
campo e sono state individuate le modalità procedurali seguite e le
istruzioni tecniche date. Va inoltre richiamata anche un'altra fonte
di riferimento, non solo per le scuole, ma anche per ospedali e per
municipi e cioè quella dei Programmi di verifiche tecniche e piani
di intervento finanziati e regolamentati da apposite Ordinanze della
Presidenza del Consiglio dei Ministri: la n. 3362 del 2004 e la n.
3505 del 2006. La quota parte per l'Emilia Romagna conduce ad uno
schema riassuntivo, riprodotto nel documento, dove si può vedere che
su una quota complessiva di circa 5 milioni e mezzo di euro, resi
disponibili dalla protezione civile, sono stati fatti appositi
programmi e piani. Ritiene opportuno sottolineare l'importanza di
procedere ad una attenta attuazione di questi programmi. Infatti, la
qualità con cui queste cose verranno fatte, avrà notevole importanza
rispetto all'esigenza generale di conoscenza di dettaglio necessaria
per fare programmazione per la prevenzione. Cita ad esempio l'ultimo
finanziamento di 5 milioni e mezzo di euro, di cui ben 4,67 milioni
destinati a verifiche tecniche, di cui alla DGR n. 936 del 2008,
dove oltre il 60%, su 675 edifici pubblici, sono scuole, individuate
sia nelle zone di media sismicità che in quelle a bassa sismicità.
Si è rappresentato il quadro riassuntivo che riguarda tutte le
province della regione con 216 comuni in cui sono localizzati questi
675 edifici: 100 sono asili nido, 383 sono scuole primarie, 33
scuole secondarie, 6 ospedali e 153 municipi. L'attività intrapresa
in riferimento al programma di verifiche tecniche, prevedeva che gli
enti interessati, proprietari e gestori, dovessero affidare gli
incarichi entro il 31 agosto di quest'anno, e questo è avvenuto.
Inoltre si è ritenuto come Direzione generale ambiente, di attivare
degli incontri seminariali sul territorio. Gli incontri, svolti a
Parma (per le province di PR, PC e RE), a Bologna (per le province
di Mo, FE e BO), a Cesena(per le province di RA, FC e RN), hanno
coinvolto complessivamente oltre 300 tecnici ed entro gennaio 2009
ne è prevista una seconda giornata.
Nel documento è contenuto il richiamo a tutta la normativa tecnica
di riferimento. Conclude facendo alcune osservazioni. Cita ad
esempio la presenza di controsoffitti, del tipo di quelli che sono
crollati nella scuola di Rivoli, che possono essere presenti anche
in alcune situazioni della regione Emilia-Romagna, e afferma che si
tratta di vulnerabilità non quantificabili che vanno viste e lette
dal tecnico incaricato, secondo le istruzioni tecniche date, in
stretto raccordo con il rilievo critico di ogni costruzione.
Ricorda poi la scadenza di legge prevista per il 31 dicembre 2010
per tutti gli edifici pubblici e opere di interesse strategico, data
entro la quale occorrerà avere eseguito, (a cura dei rispettivi Enti
proprietari o gestori) tutte le verifiche tecniche e/o valutazione
della sicurezza, considerando anche quanto stabilito dalla citata lr
n. 19/08. Valuta quindi importante valorizzare e svolgere al meglio
l'attività in atto quale riferimento per ulteriori sviluppi. Secondo
questa norma tutte le strutture pubbliche e non pubbliche che hanno
rilevanza dal punto di vista dell'affollamento, devono rientrare in
questo meccanismo di verifica e valutazione della sicurezza. Nel
meccanismo delle nuove norme tecniche applicate in questa
circostanza, la valutazione di sicurezza si accompagna con una
relazione che va consegnata all'ente proprietario o gestore
dell'immobile in quanto va a interagire con le modalità non solo
relative alla rimozione di pericoli, ma anche per come gestire lo
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stesso immobile dal punto di vista di sovraccarichi, delle
destinazioni d' uso dei locali. Ritiene infine, che questa base
conoscitiva permetta una corretta programmazione per gli interventi
di prevenzione. Informa inoltre che il Ministro dell'istruzione, di
intesa con il Capo del dipartimento della protezione civile, sta per
assumere delle misure governative urgenti, rispetto alle quali,
probabilmente, verrà facilitato un raccordo istituzionale ed
operativo con la Regione.
Entra il consigliere Zoffoli. Esce il consigliere Borghi. Rientra il
consigliere Nanni.
Il presidente MUZZARELLI ringrazia i funzionari e prende atto del
lavoro realizzato dagli Assessorati regionali per cercare di avere
edifici sicuri ed efficienti. Ritiene importante questo passaggio
informativo in Commissione e spiega che ulteriori passaggi verranno
fatti in corso d'opera, soprattutto in materia sismica, anche se poi
questi argomenti verranno comunque discussi nella commissione
competente.
La consigliera GUERRA desidera fare alcune considerazioni sui fatti
esposti. Afferma di aver sentito di recente un intervento del
sottosegretario alla protezione civile in cui lamentava
l'impossibilità di intervenire per la messa a norma delle scuole a
causa della storica carenza di fondi. Per questo si sente in dovere
di informare della presenza di una lettera a firma dello stesso
Sottosegretario, allora dirigente alla protezione civile, in cui si
devolvevano 10 milioni di euro dal fondo per gli interventi
straordinari per mettere a norma l'autodromo di Imola. In quella
occasione aveva sostenuto come questa cosa confliggesse con le
necessità di messa a norma delle scuole e si rammarica di non essere
intervenuta, esprimendo la propria critica, rispetto alla scelta
compiuta. Ritiene che sarebbe stato più proficuo utilizzare le molte
risorse di cui dispone la protezione civile, che può spendere in
maniera libera rispetto agli impedimenti burocratici dei comuni, per
effettivi interventi straordinari e non per ristrutturare un
autodromo non a rischio.
Il consigliere ZANCA afferma che quei soldi, di cui una parte di
provenienza regionale, dovevano servire per realizzare vie di fuga
nell'autodromo e ricorda di aver presentato un'interrogazione a tale
proposito.
Il consigliere SALOMONI ringrazia i tecnici per il lavoro svolto, ma
fa notare che in questi due primi stralci oltre il 60% delle risorse
vengono destinate al monitoraggio. Pur essendo consapevole di quanto
questo sia necessario prima di far partire delle azioni, tuttavia
non rileva vi siano investimenti spesi per le scuole, ma interventi
su ospedali e municipi.
L'ing. MANIERI assicura che le scuole sistemate sono circa cento.
Il presidente MUZZARELLI prima di procedere con l'ordine del giorno,
ricorda che è stato presentato e distribuito ai commissari un
emendamento dell'assessore PERI, sul tema del bilancio (pdl 4162),
che verrà discusso nella prossima commissione.
Procede poi con l'oggetto:
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3935 - Proposta recante: Piano di azione ambientale per un futuro
sostenibile della Regione Emilia-Romagna 2008-2010 (delibera di
Giunta n. 1328 del 28 07 08).
Il presidente informa che nella riunione dei Capigruppo del giorno
precedente, l'oggetto è stato dichiarato atto complesso e la
segreteria della Commissione si è attivata per predisporre il testo
conseguente, sulla base del Regolamento, per renderlo idoneo alla
discussione in Aula.
Sono stati presentati e distribuiti due emendamenti della Giunta,
per l'illustrazione dei quali dà la parola all'assessore Zanichelli.
L'assessore ZANICHELLI segnala che nei vari momenti della
discussione, sia interna che esterna alla Commissione, sono state
fatte osservazione con riguardo al tema delle integrazioni delle
politiche. Ha pensato quindi di proporre una premessa scritta al
documento, nella quale si faccia riferimento al ruolo del piano di
azione ambientale, in relazione ad altri strumenti approvati in
questo ultimo anno. Nel testo è richiamata, forse non con
sufficiente precisione, l'approvazione di un programma operativo
FESR 2007-2013, che prevede interventi di riqualificazione nelle
imprese e affronta il tema delle aree economicamente attrezzate.
Nell'ambito del Programma di sviluppo rurale, oltre agli incentivi
per l'attuazione di interventi volti alla produzione di energia con
biomasse, sono previste numerose misure agro ambientali, sulla
biodiversità degli ambienti, sul consumo di risorse idriche, sulla
tutela della risorsa suolo. Precisa poi che nell'ambito del piano
energetico regionale sono previsti una serie di interventi:
risparmio, uso efficiente dell'energia e il tema della
certificazione energetica.
Per quanto riguarda i programmi FAS, è stato previsto un intervento
sulla cosiddetta cura del ferro, utilizzando il 45% del totale delle
risorse per il sistema ferroviario e il trasporto pubblico locale.
Ancora, nel Piano di azione ambientale si individua come prioritaria
la riduzione e la gestione dei rifiuti e la conservazione della
biodiversità per integrare l'insieme di azioni e di iniziative con i
relativi strumenti finanziari. Fa notare che vi è una forte
sottolineatura di tutte le azioni di scala regionale volte a modelli
comportamentali e produttivi sostenibili. Questa nota deve
rafforzare il carattere trasversale che assume il Documento unico di
programmazione e le varie parti che lo compongono, compreso il Piano
di azione ambientale. Infine, dal punto di vista procedurale,
ricorda che con la seduta odierna si completa la parte operativa del
piano relativamente a pubblicazione, osservazioni e discussione
nella commissione, parere della autorità e documento di
accompagnamento per la discussione in Assemblea legislativa.
L'arch. DI STEFANO spiega che la Valutazione ambientale strategica
(VAS), introdotta con la direttiva UE n. 42 del 2001, recepita in
Italia dal decreto legislativo n. 152 del 2006 (Norme in materia
ambientale) come modificato dal decreto legislativo n. 4 del 2008,
serve per valutare l'integrazione degli obiettivi ambientali di
sviluppo nella formazione e approvazione di piani e programmi,
secondo un ambito di applicazione definito dalla direttiva stessa.
Ricorda che la legge regionale 13 giugno 2008, n. 9, ha previsto
delle disposizioni transitorie per dare indicazioni in materia di
VAS. I Piani e programmi devono avere allegato un rapporto
ambientale in cui vengono individuati la coerenza degli obiettivi
del piano rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile e i
possibili effetti del piano sull'ambiente.
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Ricorda che il rapporto ambientale e il piano devono essere messi a
disposizione delle Amministrazioni pubbliche, dei soggetti con
competenza in materia ambientale e dei cittadini per sessanta
giorni, durante i quali chiunque ha facoltà di prenderne visione e
presentare osservazioni. Allo scadere dei sessanta giorni,
l'autorità competente per la valutazione deve emettere un parere che
viene rimesso all'amministrazione che deve approvare il piano e il
programma. Precisa che in questo caso, scaduto il deposito, sono
state sintetizzate in un parere motivato le osservazioni pervenute e
l'autorità competente per la VAS, (individuata con delibera della
Giunta regionale nel responsabile del Servizio valutazione e impatto
ambientale), ha emesso un parere motivato che è stato rimesso alla
Commissione. Il parere motivato, che sarà contenuto nella
dichiarazione di sintesi da allegare al piano, indica come si sia
tenuto conto delle osservazioni pervenute e degli effetti
sull'ambiente nelle scelte concernenti il piano. Secondo tale
parere, le azioni individuate nel Piano di azione ambientale sono
coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dagli
strumenti europei e nazionali vigenti e pertanto ritiene ci sia da
attendersi una serie di effetti positivi sull'ambiente. Spiega che
il Piano di azione ambientale deve essere monitorato con
l'individuazione di alcuni indicatori che sono contenuti nel
rapporto ambientale allegato al piano, ritenuti adeguati per
mantenere sotto controllo gli effetti sull'ambiente dovuti alla
realizzazione delle azioni contenute nel piano. Aggiunge che gli
indicatori individuati sono sovrapponibili con gli quelli già
indicati per controllare gli effetti sull'ambiente dei piani per i
fondi strutturali europei, per il documento unitario di
programmazione e per l'utilizzazione dei fondi FAS. Precisa che, ove
sia necessario, gli effetti ambientali di dettaglio verranno
individuati nelle procedure di valutazione di impatto ambientale o
di screening previsti per la realizzazione dei singoli progetti.
Esce il consigliere Zanca.
Il presidente MUZZARELLI chiede venga distribuito ai consiglieri
l'atto citato. Afferma che dopo la discussione fatta nella
precedente seduta, che aveva già portato ad un grado avanzato nella
chiusura generale della delibera, oggi sono stati presentati due
emendamenti da parte della Giunta, di cui si dovrà discutere, oltre
alla dichiarazione di sintesi da allegare.
Esce il consigliere Francesconi.
Interviene la consigliera GUERRA dichiarando di non essere in grado
di esprimere alcuna posizione avendo ricevuto soltanto poco prima il
parere motivato. Ritiene poi che dalla relazione presentata dal
funzionario competente, appaia evidente anche all'esterno, quanto
poco chiari siano i meccanismi che portano a dare un giudizio
positivo di valutazione di impatto. Ricorda che si era già avuta una
precedente edizione con la VAS per il Piano energetico regionale,
che era strumentale ad avvalorare la competenza ambientale di quel
piano. Non evidenziava nessuna criticità e soprattutto non riusciva
a dire con parole chiare se quel piano avrebbe appesantito o
alleggerito l'ambiente. Giacchè il piano energetico regionale può
anche produrre dei danni, avrebbe avuto la necessità di ben altra
valutazione, a differenza di un piano, come quello in esame, che non
produce danni, in quanto, una volta individuati gli obiettivi,
dovrebbe essere in grado di dire se a fronte di certe azioni questi
obiettivi vengano raggiunti o meno. Crede sia arrivato il momento di
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attribuire delle responsabilità a chi attesta che un certo piano è
in grado di raggiungere determinati obiettivi. Afferma che negli
anni precedenti questo non è avvenuto. Fa riferimento ad esempio ai
piani sulla qualità dell'aria, che non potevano produrre danni, ma
che avrebbero dovuto operare sulla limitazione di produzioni nocive.
Ritiene che quei piani abbiano mancato tutti gli obiettivi, con
emissioni fortemente in aumento e fuori dai parametri europei. Ora,
si tratta di verificare se quanto detto oggi, a proposito di
sostenibilità e raggiungimento degli obiettivi di questo piano, si
realizzerà. Non crede che questo sia possibile in quanto nel piano
ci sono troppe priorità e non vengono individuate con chiarezza le
poche azioni che sono finanziabili per cercare di ottenere dei
risultati. In particolare, fra queste azioni, ritiene sia molto
debole quella relativa ai filtri antiparticolato, mentre ad esempio,
ritiene si debba lavorare affinché i mezzi pubblici siano
maggiormente utilizzati dai cittadini, facendoli circolare pieni e
non vuoti. Con riguardo ai filtri e al loro smaltimento, sottolinea
alcuni ritengono che la molecola venga solo sminuzzata, ma non
trattenuta. Tra l'altro, ricorda che questi strumenti, per i quali
la regione spende molte risorse, non sono stati internazionalmente
validati. D'altro canto si continua a consentire che le città
vengano invase dalle auto senza mettere corsie preferenziali. Si
aspettava comunque che le osservazioni, al di là dell'accoglimento o
meno dell'emendamento, avrebbero prodotto almeno un rimaneggiamento
del documento.
Ribadisce che nella parte del piano concernente la materia di
rifiuti e acqua, il quadro conoscitivo è mescolato con le azioni,
mentre solitamente, nei documenti le azioni non vengono mai messe
nel quadro conoscitivo. C'è un quadro conoscitivo, ci sono le
priorità e ci sono le azioni agganciate alle priorità.
Successivamente, si andrà a vedere se il consumo dell'acqua è
migliorato, se la biodiversità è migliorata, se sono migliorati i
consumi e la produzione sostenibile, se è migliorato l'ambiente e la
salute. Auspica che, in caso contrario, chi ha fatto certe
affermazioni, ne risponda personalmente.
Escono i consiglieri Bortolazzi e Mazzotti.
Il consigliere MAZZA valuta inconcepibile una situazione che
consente che il parere di compatibilità ambientale su un atto
regionale, sia dato dagli apparati regionali. Ritiene che
dovrebbero distinguersi le funzioni. La VAS, è un elemento di
terzietà, che serve a dare il senso, ai cittadini e alla società
civile, che c'è un'autorità che interviene sulle questioni, che dà
garanzie affinchè il percorso e i risultati attesi siano coerenti
con gli obiettivi strategici prefissati. Senza mettere in
discussione la capacità dei funzionari, ritiene non corretto e
motivo di imbarazzo che chi elabora il piano sia poi colui che lo
deve giudicare.
E' difficile correlare la valutazione con l'atto in sé, in quanto si
tratta di un atto senza obiettivi, ha delle strategie, ma non dice
qual è la riduzione degli impatti sull'ambiente e le qualità che ci
si prefigge con questo piano, rispetto alla realtà in cui si vive.
Tecnicamente lo ritiene un piano preciso e ben fatto, però non è
chiaro quale sia il piano d'azione e come vengano spesi i soldi
stanziati. Non si conoscono le priorità scelte, in quanto queste
vengono delegate alla Giunta. Vorrebbe appurare in quale direzione
vanno queste scelte, per poter poi verificare se e come, raggiungono
gli obiettivi di qualità prefissati. Ricorda poi che non esiste una
valutazione finale del piano triennale precedente. Per esempio
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scrivere che bisogna ridurre del 9% le emissioni di CO2 rispetto al
1990, non corrisponde a verità perché, in realtà, bisognerebbe
ridurre del 20% le attuali emissioni in quanto dal 1990 ad oggi sono
aumentate del 27%.
Si chiede quindi come si possa rientrare nei parametri previsti
entro il 2012. Ritiene sia grave che il nostro sistema economico e
sociale non sia in grado di rientrare nei parametri di Kyoto, e ciò
risulta comportare un danno economico. A suo parere sarebbe
importante avere una tabella che permetta di comprendere meglio
questo sistema triennale, riassumendo tutte le situazioni che
agiscono sull'ambiente per avere uno specchio realistico sia
dell'impegno finanziario che degli obiettivi. Pensa che la Regione
non sia ancora in grado di fare piani triennali coerenti e capaci di
dare indirizzi precisi verificabili alla fine del triennio. Non
capisce se questo sia un limite dei singoli assessorati che non
riescono a incidere sulla realtà, oppure della Giunta nel suo
complesso che vive in modo settoriale e separato per cui non c'è
dialogo fra i suoi componenti. Ritiene indispensabile invece che le
situazioni siano intrecciate.
Infine, afferma che l'atto così come presentato, non corrisponde a
ciò che avrebbe desiderato.
Entra la consigliera Ercolini. Rientrano i consiglieri Bortolazzi e
Mazzotti.
Il consigliere SALOMONI valuta positivamente la brevità del parere
scritto che conta sole otto pagine, riducendo così di molto la
burocrazia. Questo piano è di carattere generale e non può entrare
nel dettaglio. Osserva che nel settore della depurazione e dei
fanghi avrebbe voluto inserire due emendamenti che non è riuscito a
presentare ma che porterà in Aula. Pensa che, poiché si produce
molto nel territorio regionale per disinquinare fanghi di
depurazione biologici, si debba fare un'azione forte affinché
vengano riutilizzati in agricoltura tutti quelli che portano dei
benefici e non arrecano danno. Ritiene che questa indicazione a
carattere politico debba trovare inserimento in un documento come
quello in esame. Crede che debbano essere cambiate le leggi
nazionali che prevedono per un documento come quello all'ordine del
giorno la necessità di una valutazione di VAS e sarebbe opportuno
che l'assessore lo evidenziasse a livello nazionale.
Ritiene abbia senso dare una valutazione a carattere ambientale e
tecnico ad un progetto concreto, non ad un orientamento. Quello che
si può fare, se la norma lo impone, è cercare di semplificare il
sistema, investendo risorse, per quanto possibile, in azioni
concrete.
Rientra il consigliere Borghi.
L'assessore ZANICHELLI fa alcune osservazioni relative al Piano di
azione ambientale. Afferma che la politica regionale sta cercando di
affrontare questioni di compatibilità ambientale delle diverse
scelte. In questa direzione va l'emendamento che è stato proposto,
in quanto cerca di superare la settorialità. Nel primo piano di
azione ambientale c'era un investimento superiore ai 300 milioni di
euro, e nel frattempo ci sono stati tagli pesanti nell'ambito dei
trasferimenti del Governo, di conseguenza si può contare su una
cinquantina di milioni di euro, risorse con le quali si sono dovute
operare delle scelte. Rivolgendosi alla consigliera Guerra precisa
che le priorità che vengono descritte si richiamano al Piano di
azione dell'Unione europea. All'interno di quei suggerimenti, è
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evidente che la salute, tema di grande importanza che dovrebbe
essere sviluppato anche in un Piano di azione ambientale, di fatto
viene sviluppato nel Piano sanitario sociale della regione, così
come il tema dell'energia, tema prioritario, viene sviluppato
nell'ambito del settore di appartenenza. Informa che, nonostante le
difficoltà, si sta sviluppando e faticosamente si sta cercando di
applicare, una strumentazione di analisi e di verifica dei diversi
piani, compreso quello della qualità dell'aria per vedere, ad
esempio, quanto sia aumentata la dotazione di aree con limitazione
del traffico nei centri, quanto abbia inciso la strategia della
conversione delle auto a gas metano, GPL sulle emissioni inquinanti,
quanto hanno agito le diverse componenti. Ribadisce che con questo
piano dovevano essere compiute delle scelte e si dichiara
dispiaciuto che non venga colto un dato e cioè che, invece di
decidere di mettere le risorse su tante domande che il sistema
locale ha fatto e sta facendo, ad esempio per migliorare la qualità
degli edifici pubblici in chiave energetica, e per fare altre
attività che il sistema locale richiede, si siano scelti due temi di
fondo: la politica dei rifiuti in campo preventivo, recupero,
riciclaggio e strumenti per la raccolta differenziata, che siano in
grado di favorire il recupero e il riciclaggio, la prevenzione, come
la strategia per acquisti verdi, per il sostegno di azioni, ciclo
di vita dei prodotti e la politica delle aree protette del sistema
dei parchi e del verde come una delle risposte di qualità per il
futuro. Ritiene siano due temi cruciali.
Escono i consiglieri Ercolini e Salomoni.
Avrebbe preferito ci fosse stata una critica a proposito del fatto
che si sarebbero dovuti mettere più soldi per la depurazione. A
questo proposito vuole informare la commissione che recentemente,
una sentenza della Corte Costituzionale afferma che il tributo di
depurazione deve essere pagato solo in presenza di un effettivo
servizio di depurazione e ciò rischia di paralizzare tutta la
attività nel settore della depurazione delle acque, in quanto ci
sono realtà in Italia che non hanno depurato. A fronte di queste,
esistono realtà quali quelle della regione Emilia-Romagna che hanno
depurato e hanno fatto piani d'ambito, con una previsione di
finanziamenti nell'ordine dei 400 milioni di euro, per tre anni, di
cui un 70 % circa di depurazione. Sarebbero stato opportuno mettere
tutti gli investimenti in depurazione. Si è scelto invece di puntare
sui rifiuti e sul verde. Questa scelta ha, a suo avviso, un valore.
Per quanto riguarda poi il tema della terzietà e della VAS, si
approverà una legge. Vorrebbe che su questo ci fosse un
approfondimento. Pensa che prima di decidere sulla legge, si
debbano discutere i criteri. Invita poi la commissione ambiente a
considerare l'importanza di questo percorso dialettico all'interno
della pubblica amministrazione, in quanto la discussione non è su
una terzietà astratta. Infine, ricorda a chi ha parlato di arpa, che
questa è una agenzia della regione Emilia-Romagna e non un soggetto
autonomo esterno.
Entra il consigliere Monari.
Continua affermando che c'è una forte tendenza a considerare questo
tema banale da risolvere, dicendo che chi fa il piano, aggiunge la
valutazione strategica ambientale, e, se ne assume la
responsabilità. Precisa che si è cercato invece di fare un'
operazione in cui ci sia una dialettica ed un confronto. Ritiene
che quando si andranno ad affrontare il piano dei trasporti, quello
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legato alle attività produttive o all'energia, si avranno
sicuramente dialettiche più marcate e più forti tra esigenze dello
sviluppo e tutela dell'ambiente. Per quanto riguarda la
strumentazione, desidera ricordare che ci sono i cosiddetti piani
cogenti. Sottolinea che quando si affronta una impiantistica, sia
essa una centrale energetica o una strada o un' altra
infrastruttura, si analizza la compatibilità rispetto a piani già
approvati. Ad esempio quando si esaminano i piani qualità dell'aria,
ci sono delle zone e delle aree territoriali che sono
particolarmente critiche in quanto sono agglomerati nei quali c'è
una forte presenza di agenti inquinanti e, di conseguenza, si fanno
valutazioni per realizzare un tipo impianto piuttosto che un altro,
tenendo conto degli abbattimenti e delle tecnologie. Ricorda che
recentemente è stata approvata, sulla base di un ordine del giorno
dell'assemblea legislativa, una direttiva sull' idroelettrico che fa
sì che tanti impianti proposti non possano essere realizzati. Tra
l'altro, il settore idroelettrico non ha un impatto forte, ma, se si
pensa ad impianti centrali a turbo gas, sono tante le centrali in
questa regione a cui è stato detto no a partire da aspetti
energetici e aspetti legati all'ambiente. Per quanto riguarda poi le
affermazioni che sono state fatte in merito al peggioramento della
situazione ambientale, l'assessore afferma che c'è una complessità,
ma dalle valutazioni fatte sulle iniziative realizzate in campo
ambientale, si nota che ci sono aspetti positivi e negativi.
Naturalmente bisogna partire da quelli negativi per migliorare.
Ricorda che in questi anni su una serie di inquinanti c'è stato un
grande miglioramento, legato alle benzine e ad altre tecnologie che
sono state applicate. Ci sono però dei situazioni su cui ancora
persistono difficoltà, ad esempio sulle pm10, in cui si sta
migliorando sulla media, ma non si è ancora in grado di intervenire
sui cosiddetti picchi. Ci si sta attrezzando e le strategie ci sono
e si potranno anche misurare. Questo piano infatti contiene anche
una verifica al piano stesso: si sta lavorando per l'aggiornamento
della relazione sullo stato dell'ambiente prevista periodicamente
che prenderà in esame tutti i fattori e si potrà quindi valutare
dove si è migliorati e dove ci sono ancora delle difficoltà su cui
intervenire. Si è scelto di intervenire sulla mobilità, l'energia e
si sono scelti i rifiuti e i parchi e inoltre come strategia
regionale, i comportamenti e le azioni di sistema, come la cattura
della CO2. Chiede infine, di poter mettere in condizione il
sistema di compiere queste scelte. Ricorda che sui FAP c'è un
dialogo aperto con il sistema delle imprese, il tavolo
dell'imprenditoria, che è stato ascoltato nelle audizioni, che
insiste molto su alcune azioni rivolte alle imprese. È stata
accettata questa proposta, così come è stata accettato di riprendere
il fondo rotativo sull'amianto e su altri inquinati, fondo che
viene utilizzato dalle imprese che ha dato risultati negli anni
passati ed è alimentato soprattutto da risorse che arrivano da parte
delle imprese stesse.
Esce il consigliere Borghi. Rientra il consigliere Salomoni.
Il presidente MUZZARELLI a conclusione della discussione generale
procede con l'esame dei due emendamenti della Giunta:
Emendamento n. 1
Nell'indice dell'Allegato A, prima della premessa è inserita la
seguente rubrica:
IL PIANO DI AZIONE AMBIENTALE NEL CONTESTO DELLA POLITICA REGIONALE
UNITARIA di conseguenza la premessa è ridenominata Lo scenario
strategico
10
Emendamento n. 2
Nell'allegato A, dopo l'indice e prima del capitolo Lo scenario
strategico è inserito il capitolo seguente:
IL PIANO DI AZIONE AMBIENTALE NEL CONTESTO DELLA POLITICA REGIONALE
UNITARIA
Uno dei principali elementi fondanti il Piano di Azione Ambientale
(PAA) per un futuro sostenibile della Regione Emilia-Romagna
2008-2010 è quello di porsi quale strumento integrato nell'alveo
della più ampia programmazione unitaria della Regione Emilia-Romagna
che caratterizza il prossimo periodo di programmazione 2007-2013,
affrontando le dimensioni fondamentali ed inscindibili di ambiente,
economia e società in modo integrato e multisettoriale.
L'approccio alla programmazione unitaria degli interventi sia in
fase di pianificazione che di definizione degli strumenti finanziari
è stata prevista dalla Giunta regionale con deliberazione n. 1132
del 5 luglio 2007.
Ed è sulla base di questo presupposto che il Piano di Azione
Ambientale si pone come obiettivo quello di massimizzare gli effetti
attesi rafforzando l'integrazione tra diversi strumenti e programmi
di finanziamento, proponendo un modello di governance nuovo e molto
efficace sia sotto l'aspetto programmatorio, sia sotto l'aspetto
della spesa. Infatti il Piano si concentra su quelle matrici
ambientali, significative e critiche per il territorio regionale, a
completamento ed integrazione di quanto già previsto da altri
strumenti della programmazione regionale (come ad esempio il
Programma Operativo FESR 2007-2013, il Programma di Sviluppo Rurale,
il Piano Triennale delle Attività Produttive, il Piano Energetico
Regionale, il Programma Attuativo Regionale FAS, ecc.).
Pertanto, l'obiettivo attuativo per il prossimo periodo di
programmazione è quello di ottimizzare la funzionalità del sistema
regionale e locale attraverso l'individuazione di specifici e
polifunzionali ambiti territoriali, in grado di rafforzare
l'integrazione e la collaborazione tra istituzioni locali,
razionalizzare e semplificare gli ambiti gestionali, eliminando
sovrapposizioni e ridondanze, superare la frammentazione
istituzionale e associativa esistente, contenere i costi delle
funzioni amministrative e dei servizi locali senza pregiudicarne la
qualità, agevolare l'individuazione, da parte dei cittadini, dei
referenti delle politiche territoriali.
Il nuovo PAA individua dunque, a valle dell'analisi sulla qualità
dell'ambiente regionale nonché di quanto gli altri strumenti di
pianificazione e programmazione regionale di settore prevedono quale
contributo positivo per la prevenzione e/o la riduzione di
determinate matrici ambientali (inquinamento atmosferico, gestione
delle acque, risparmio energetico), due ambiti prioritari di
intervento:
- la riduzione e la gestione dei rifiuti
- la conservazione della biodiversità (anche in raccordo con
quanto previsto su questo punto dal Programma di Sviluppo Rurale)
Nell'ambito delle due priorità di intervento individuate in sede di
Piano d'Azione Ambientale 2008-2010:
- si intende dare una forte spinta al sistema regionale della
riduzione e ottimizzazione della gestione dei rifiuti, non solo
incentivando la raccolta differenziata effettivamente avviata al
recupero ma sperimentando metodiche e strumentazioni per la
tracciabilità dei flussi dei rifiuti. Quest'ultimo in particolare
anche nella nostra regione sembra essere un obiettivo essenziale;
- relativamente all'area di intervento sul sistema parchi e aree
protette regionali, va ribadito che i finanziamenti si intendono per
11
le aree esistenti e anche in questo caso si contribuisce ad adottare
politiche sul clima e sull'energia. La tutela delle aree protette è
un elemento di forza in una politica che deve arrivare agli
obiettivi 20-20-20 del post Kyoto.
Analizzando più puntualmente i sostegni previsti in termini di
tipologia di interventi nel prossimo periodo 2007-2013 negli altri
documenti di programmazione si può evidenziare quanto segue:
- nell'ambito del Programma Operativo FESR 2007-2013 (Asse III)
sono previsti interventi di riqualificazione industriale a livello
di impresa nonché a livello di area industriale (Aree Ecologicamente
Attrezzate) volti principalmente alla riduzione dei consumi
energetici e alla implementazione di fonti alternative di energia.
Si ritiene che tali interventi possano contribuire
significativamente alla riduzione delle emissioni in atmosfera
nonché dei GHG (Gas Climalteranti) per il raggiungimento degli
obiettivi di Kyoto;
- nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale, oltre agli
incentivi per l'attuazione di interventi volti alla produzione di
energie con biomasse, sono previste numerose misure agro ambientali
volte a migliorare la qualità dei prodotti e a tutelare la
biodiversità degli ambienti, a tutelare e ridurre il consumo della
risorsa idrica, a tutelare la risorsa suolo. Relativamente al tema
della riduzione dei GHG possono essere inserite anche le misure
volte al rimboschimento e quindi alla fissazione di carbonio
atmosferico;
- nell'ambito del Piano Energetico Regionale sono previsti
interventi per il risparmio energetico e l'uso efficiente
dell'energia nel settore civile per i sistemi urbani, nel sistema
industriale, la razionalizzazione energetica del settore dei
trasporti, lo sviluppo sostenibile delle fonti rinnovabili e la
valorizzazione del contributo del sistema agro-forestale per
l'energia e l'ambiente;
- con il Programma Attuativo FAS (Fondi per le aree
Sottoutilizzate) regionale, la nostra regione destina significativi
investimenti in tema di mobilità sostenibile - il cosiddetto piano
straordinario per la 'Cura del ferro' - utilizzando circa il 45% del
totale delle risorse a disposizione (1). Tali interventi,
sicuramente volti a migliorare il sistema del trasporto pubblico e
privato regionale avranno però anche significative ricadute in
termini di impatto positivo sulla riduzione di inquinanti in
particolare per quelle categorie cosiddette inquinanti
climalteranti. A questo si debbono aggiungere specifiche risorse del
bilancio regionale per completare gli interventi del piano
straordinario sulle ferrovie e 10 milioni di euro per il sostegno
del Trasporto Pubblico Locale.
(1) Totale FAS della Regione 286 milioni di euro. Risorse per la
mobilità sostenibile 130 milioni di euro.
- Con risorse FAS di competenza statale sono da richiamare due
importanti interventi, il Progetto Strategico Speciale Valle del
fiume Po , per migliorare la gestione delle acque e del territorio,
in particolare per completare il riassetto idrogeomorfologico e
ambientale dell'asta del fiume, migliorare le condizioni di
sicurezza idraulica, preservare l'integrità ecologica e la
biodiversità della fascia fluviale ed il Programma strategico
speciale per il recupero economico-produttivo dei siti industriali
inquinati , sempre finanziato dallo Stato con risorse FAS nazionali,
per la bonifica e la riqualificazione industriale di un'area
strategica in Comune di Fidenza.
12
In questo quadro, nell'ottica di integrazione delle politiche e
degli strumenti di attuazione a disposizione della Regione
Emilia-Romagna, con i Fondi FAS allocati dalla Delibera CIPE
166/2007 alla Regione, l'Assessorato Ambiente intende portare a
compimento progetti di area vasta relativamente ad altre due
criticità regionali:
- il tema della scarsità della risorsa idrica nei territori
della Romagna
- il tema della difesa della costa
Per progetti di area vasta si intende lo sviluppo di importati
'azioni cardine'(2) a forte valenza territoriale, che possano poi
rappresentare il nucleo attorno al quale aggregare ulteriori
interventi di sviluppo del sistema pubblico e del sistema privato
per una maggiore efficacia degli investimenti.
(2) Il termine 'azioni cardine' è presente nel Programma Attuativo
FAS
Il tema dei cambiamenti climatici e della qualità dell'aria
costituisce una ulteriore priorità, non solo della nostra regione,
ma per l'intero bacino padano. Data la rilevanza che riveste è
quindi affrontato dal sistema regionale nei suoi molteplici aspetti
(trasporti, sistema industriale, sistema civile) con una visione
unitaria declinata attraverso gli strumenti propri della
programmazione di settore.
Appare evidente che stante l'enormità del problema e la rilevanza
degli obiettivi posti, per altro recentemente confermati anche in
sede europea, il tema della qualità dell'aria resta uno, se non il
principale ambito di intervento del bacino padano e dunque della
nostra regione, e, purtroppo, ancora molto resta da fare.
L'Assessorato Ambiente con il Piano di Azione Ambientale 2008-2010
ad integrazione e completamento di quanto messo in campo dagli altri
settori regionali intende finanziare:
- 1 milione e 700mila euro che unitamente ad altri 6 milioni
dell'Assessorato Mobilità e Trasporti, supporterà il trasporto
commerciale nell'adeguamento ai D.M. n.39/2008 e D.M. 42/2008 per
l'abbattimento delle polveri sottili
- 15 milioni di euro del Ministero dell'Ambiente per interventi
di miglioramento dei piani di risanamento della qualità dell'aria e
per l'attuazione del monitoraggio di ulteriori particelle
inquinanti.
Per quanto riguarda il sistema imprenditoriale, anche su questo
versante sono previste misure a sostegno degli investimenti e dei
servizi, quali ad esempio i finanziamenti alle imprese (Programma
Operativo FESR 2007-2013 e Piano Triennale Attività Produttive),
volti ad una ottimizzazione delle risorse energetiche nonché alla
innovazione di processo e prodotto finalizzate anche alla riduzione
dei principali impatti ambientali.
Le risorse che saranno rese disponibili dall'Assessorato Ambiente
mediante il Fondo di Rotazione saranno per questa prima annualità
indirizzate a dare una risposta puntuale ai fabbisogni delle imprese
(rimozione e bonifica da amianto), successivamente fino al
raggiungimento dei 8,8 milioni di euro circa nei prossimi anni (1),
con la 'messa a regime' del meccanismo del fondo medesimo. Tali
ulteriori risorse potranno essere messe a disposizione del sistema
industriale, come per altro da sua stessa richiesta, per la
13
realizzazione di interventi da parte delle imprese per sviluppare
prodotti eco-compatibili.
(1) Ossia nel 2015, tra 10 anni dalla data di concessione.
Il quadro complessivo appena delineato rende esplicito il quadro in
cui si inserisce il Piano di Azione Ambientale ed il valore aggiunto
dato dalla Politica Regionale Unitaria. Infatti, anche a fronte di
una relativa diminuzione delle risorse disponibili da fonte
comunitaria, rispetto al periodo di programmazione 2000-2006, la
concentrazione delle risorse dei Fondi Strutturali, del FAS, delle
risorse nazionali e regionali sulla strategia e gli obiettivi del
DUP consente di prevedere importanti effetti positivi nel
raggiungimento dei risultati attesi.
Inoltre, va sottolineato l'importante apporto innovativo del sistema
di governo dell'attuazione della Politica Regionale Unitaria, che
vede gli strumenti di settore perfettamente integrati nel disegno
della strategia di sviluppo regionale, favorendo un reciproco
effetto virtuoso di leva .
A corredo di ciò, questa integrazione rende possibile la
identificazione di interventi/progetti di rilevanza per il sistema
regionale, a favore dei quali fare convergere i diversi strumenti
attuativi messi in campo, sia settoriali sia più tipicamente
trasversali.
In ultimo, la messa a punto di un sistema di valutazione trasversale
(previsto dal DUP nel Piano Unitario di Valutazione), consentirà di
misurare nel tempo gli effetti della Politica regionale unitaria in
particolare per quei temi che vedono intrecciati sviluppo e
sostenibilità ambientale. .
Il presidente dopo aver dato lettura degli emendamenti e non
essendoci osservazioni al riguardo procede ponendoli in votazione.
La Commissione con votazioni separate di identico risultato accoglie
gli emendamenti con 24 voti a favore (Partito Democratico, Partito
dei Comunisti Italiani, Italia dei Valori, Verdi per la Pace), 4
astenuti (Sinistra democratica, Forza Italia-PDL) nessun contrario.
Il presidente MUZZARELLI informa che ora si tratta di assumere la
dichiarazione di sintesi in merito alla valutazione che viene
allegata all' atto. Si tratta di un lavoro predisposto come allegato
e illustrato nella mattinata. Spiega che successivamente l'atto
verrà inviato agli uffici per il coordinamento del testo, al fine di
consentire il dibattito in aula. La relazione orale in aula verrà
fatta dall'assessore, e in questo modo si supera il problema del
relatore e si può fare la discussione dell'atto complesso.
Il consigliere MAZZA chiede se sia necessario approvare la VAS in
quanto atto tecnico e non politico.
Interviene per rispondere l'arch. DI STEFANO dicendo che la
direttiva europea e la normativa nazionale, impongono che all'atto
dell'approvazione del piano, venga contestualmente approvato da chi
approva il piano, una dichiarazione di sintesi che tenga conto del
rapporto ambientale, delle osservazioni pervenute, e di come si sono
risolti i problemi, rispetto agli effetti sull'ambiente, nelle
scelte contenute nel piano.
14
Per il presidente MUZZARELLI in questa sede si può esprimere un
parere intermedio, per un passaggio formale in Aula, dove, dopo una
riflessione più approfondita, l'atto verrà approvato formalmente. Il
testo arriverà in Aula, sistemato dal punto di vista formale, con
allegato anche questo provvedimento che verrà approvato.
L'assessore ZANICHELLI vista la questione assai delicata e la
procedura innovativa complessa, propone di predisporre un appunto e
una riflessione su tutti questi elementi per evitare analoghi
problemi procedurali laddove vi saranno altri piani da approvare.
Interviene la consigliera GUERRA per affermare che darà il suo
parere in Aula in quanto intende presentare altri emendamenti e la
sua valutazione sarà relativa anche all'atteggiamento nei confronti
di queste sue ulteriori richieste.
Il consigliere MAZZA pone una questione di metodo. Cita a titolo di
esempio il fatto che nel documento sia presente un lungo elenco di
persone che hanno partecipato all'audizione, e un altro elenco di
persone che hanno presentato proposte. Fa notare che il tutto viene
poi sintetizzato in poche righe in cui si dice che sostanzialmente
il giudizio che è stato dato da tutti i soggetti è positivo. A suo
parere invece, da una lettura delle osservazioni della
Confindustria, si può notare che le proposte che vengono fatte
modificano una serie di questioni. Vuole capire come, in sostanza,
gli atti e le osservazioni esterne vengano portati nella sede di
discussione. La prassi normale per l'altro atto è che se le proposte
non vengano poi formalizzate da qualche consigliere come emendamenti
non vengono prese in considerazione. Bisogna individuare un metodo
che tenga conto delle proposte esterne, altrimenti a suo avviso
l'atto può essere impugnato.
L'arch. DI STEFANO precisa che da una parte c'è il piano e,
dall'altra, il rapporto ambientale. Il rapporto ambientale e la
procedura di VAS si esprime sugli effetti, sulla coerenza con lo
sviluppo sostenibile del piano e delle azioni comprese nel piano e
sugli effetti sull' ambiente e sul piano. La dichiarazione di
sintesi si esprime su questa cosa, non sul fatto che ci siano delle
osservazioni alle scelte concrete del piano. Fa poi un esempio per
chiarire la cose. Il una procedura di VIA ci sono le osservazioni
che riguardano gli effetti sull'ambiente, ma ci sono anche
osservazioni che riguardano: perché passate dalla mia proprietà
... . Si tratta di una di osservazione giusta e legittima, ma non
ambientale e quindi non viene presa in considerazione nel
procedimento che riguarda la valutazione ambientale in quanto non è
una questione ambientale.
Dopo un breve scambio di opinioni l'arch. DI STEFANO chiarisce
ancora che la responsabilità di approvazione del piano e del
programma della valutazione ambientale è in capo, sia in base alla
direttiva europea sia in base alla norma oggi vigente, a chi approva
il piano. Pertanto, chi approva il piano si esprime sia sul piano
sia sulla VAS, avendo acquisito come elementi per formare questa
decisione, il parere motivato della autorità competente e le
eventuali osservazioni in materia ambientale.
In presidente MUZZARELLI propone di dare un parere e poi rimandare
il tutto in Aula. La cosa è complessa in quanto il documento non è
soltanto un allegato.
15
L'arch. DI STEFANO afferma che il compito della valutazione
ambientale serve a individuare se le azioni scelte vanno nella
direzione dello sviluppo sostenibile e se producono effetti
rilevanti sull'ambiente e impatti ambientali tali da dover
richiedere di modificare il piano. Sostiene che questo è il compito
che ci viene oggi assegnato.
Il consigliere MAZZA propone un emendamento e cioè togliere gli
ultimi due commi a pagina 4 del documento da approvare. La sua
opinione è che si debba solo registrare come sono state fatte le
cose, e le osservazioni arrivate, senza attribuire giudizi che
possono essere impugnati. Ci potrebbero essere dei ricorsi.
Il presidente MUZZARELLI legge i due periodi che il consigliere
Mazza propone di togliere a pagina 4 del Parere motivato sulla VAS
del PAA 2008 - 2010:
Le osservazioni rappresentate durante le consultazioni hanno
espresso un giudizio complessivamente positivo del PAA 2008 - 2010
poiché esso struttura una serie di attività rilevanti per la tutela
dell'ambiente e per lo sviluppo economico e sociale della regione.
Le osservazioni rappresentate durante le consultazioni hanno,
inoltre, espresso un giudizio positivo anche in merito alla scelta
degli indicatori per il monitoraggio degli effetti ambientali dell'
attuazione del PAA 2008- 2010.
Il presidente mette quindi in votazione la proposta con l' impegno
di fare una verifica per l'Aula.
La Commissione accoglie la proposta con 27 voti a favore (Partito
Democratico, Sinistra democratica, Partito dei Comunisti Italiani,
Italia dei Valori,), 2 contrari (Forza Italia-PDL) nessun astenuto.
La consigliera Guerra (Verdi per la Pace) non partecipa al voto.
Il presidente pone quindi in votazione l'Allegato dichiarazione di
sintesi come emendato .
La Commissione accoglie la proposta con 25 voti a favore (Partito
Democratico, Partito dei Comunisti Italiani, Italia dei Valori), 4
astenuti (Sinistra democratica, Forza Italia-PDL), nessun contrario.
La consigliera Guerra (Verdi per la Pace) non partecipa al voto.
La consigliera GUERRA chiede se sia stato distribuito un documento
di osservazioni al piano firmato da diversi assessori all'ambiente,
alcuni dei quali hanno partecipato all'incontro conoscitivo, senza
poter intervenire in quanto avevano ricevuto il documento dal
sindaco solo pochi giorni prima.
Il presidente MUZZARELLI risponde che è stato distribuito tutto il
materiale ricevuto ufficialmente.
Il presidente pone quindi in votazione l'intero oggetto come
emendato.
La Commissione esprime sulla proposta in oggetto parere favorevole
con 25 voti a favore (Partito Democratico, Partito dei Comunisti
Italiani e Italia dei Valori), 2 contrari (Forza Italia-PDL) e 2
astenuti (Sinistra Democratica), sul testo che si allega. La
consigliera Guerra non partecipa al voto.
Il presidente concluso l'esame del piano dà mandato agli uffici per
16
un coordinamento tecnico finale.
Escono i consiglieri Guerra, Mazzotti, Nanni, Zoffoli. Entra il
consigliere Manfredini.
.-.-.-.-.-
Terminata la prima parte della seduta di commissione, ha inizio alle
ore 12.00 la seconda parte in seduta congiunta con la Commissione
Bilancio, Affari Generali ed Istituzionali.
Il presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta congiunta delle
Commissioni I^ Bilancio Affari Generali ed Istituzionali e III^
Territorio Ambiente Mobilità.
Introduce quindi l'ordine del giorno, che prevede due argomenti: il
primo, il rapporto sull'attuazione della legge regionale per la
montagna (l.r. 2 del 2004), di cui è stata distribuita una sintesi
in inizio di seduta, quale ulteriore documentazione (Comunicazione
su attuazione e prospettive della l.r. 2 del 2004 legge per la
montagna v. atti). Il secondo, lo schema di deliberazione della
Giunta regionale relativo all'assegnazione dei finanziamenti 2008
alle Comunità montane che, ai sensi della deliberazione assembleare
n. 618 del 2004, prevede l'espressione del parere preventivo delle
Commissioni competenti per materia, quindi sia la Prima che la
Terza. Su proposta dell'assessore Gilli, concorda col presidente
Muzzarelli di unire l'illustrazione e la discussione di entrambi i
punti.
Rientra il consigliere Zoffoli.
- Presentazione dell'Assessore a Programmazione e sviluppo
territoriale. Cooperazione con il sistema delle autonomie.
Organizzazione Luigi Gilli del rapporto sull'attuazione della legge
regionale n. 2 del 2004 (Legge per la montagna)
C137 Parere, ai sensi della deliberazione assembleare n. 618 del
2004, sullo schema di deliberazione della Giunta regionale:
Approvazione del programma attuativo annuale ex previgente art. 9
della l.r. 2/2004 (Legge per la montagna) per l'anno 2008.
Assegnazione dei finanziamenti alle Comunità montane
Il dott. MATTIUSSI osserva che il programma attuativo 2008 per la
montagna ha chiuso il ciclo di sperimentazioni e interventi a favore
dei territori montani, nella versione introdotta dalla legge
regionale 2 del 2004, poi recentemente modificata dalla legge
regionale 10 del 2008.
La sperimentazione si è basata sul concetto della programmazione
negoziata che vedeva la partecipazione e la cooperazione fra più
soggetti istituzionali, sulla base di programmi di interventi, che
dovevano corrispondere al programma regionale per la montagna
approvato dall'Assemblea legislativa, il quale a sua volta poneva
gli indirizzi verso i vari filoni su cui allocare le risorse.
La programmazione, d'altro lato, cercava, sulla base degli obiettivi
indicati dal programma regionale per la montagna, di corrispondere
alle domande di intervento, di investimenti pubblici che nei
territori montani provenivano dagli specifici territori. Occorre
inoltre tener conto delle singole specificità dei territori montani,
caratterizzati da differenti problematiche. E infatti, se si fosse
predisposto un unico programma, non si sarebbe dato conto dei tratti
distintivi delle varie realtà, delle singole risorse allocate nei
territori montani.
17
Di qui l'esigenza di sperimentare il metodo della programmazione
negoziata, attraverso due strumenti: da un lato l'intesa
istituzionale di programma, con la quale si pongono, per un periodo
analogo a quello del programma regionale, nella specificità dei
territori, gli obiettivi prioritari da raggiungere, e dall'altro
l'accordo quadro, vero e proprio accordo di programma sottoscritto e
finanziato da tutti quei soggetti, pubblici e privati, che in
attuazione delle linee contenute nell'intesa, intendono collaborare
per la realizzazione di specifici progetti.
Si tratta di risorse private e di risorse pubbliche effettivamente
disponibili, sia sui capitoli direttamente attivati con la legge
regionale 2 del 2004, sia sugli altri capitoli di spesa del bilancio
regionale.
Sottolinea come positiva la sperimentazione avviata, perché a fronte
di finanziamenti pubblici impiegati nel triennio, la quantità di
risorse che si sono potute movimentare nei territori è stata
nettamente superiore. Gli accordi quadro hanno prodotto, infatti, un
effetto moltiplicatore in termini di risorse finanziarie mobilitate.
Dal documento Comunicazione su attuazione e prospettive della legge
regionale 2 del 2004 (Legge per la montagna) , in cui si analizza
non solo il periodo di vigenza della legge 2 dal 2005 al 2008, ma
anche il 2001, si evince, per quanto riguarda le risorse in capo
alla Regione e allo Stato a favore dei territori montani - non come
spesa corrente, ma come opere pubbliche -, un sensibile calo dei
finanziamenti provenienti dal riparto del fondo nazionale per la
montagna e una corrispondente e progressiva crescita delle risorse
regionali, sia in termini di competenza, che in termini di cassa.
Evidenzia tuttavia che la sperimentazione ha evidenziato alcune
criticità, soprattutto nelle procedure, che si sono rivelate
faticose, un po' ridondanti. Pertanto, attraverso la legge regionale
10 del 2008, si è colta l'occasione per migliorare questi aspetti,
al fine di rendere più efficace il processo, pur mantenendo il
metodo della programmazione negoziata, che meglio si adatta a
territori che hanno situazioni e specificità differenti. Preferibile
pertanto una programmazione bottom up, che nasce dal territorio
piuttosto che un programmazione top down, che nasce dall'alto e si
cala sui territori.
Nel periodo considerato, i mezzi regionali direttamente impegnati a
favore dei territori montani - somme consistenti -, hanno costituito
il volano per la promozione di tutte le altre risorse. In
particolare si evince che nel periodo 2004-2008 sono state allocate
direttamente attraverso la legge 2, circa 6 milioni di euro a
derivazione statale e circa 21 milioni e 800 mila di risorse
regionali.
Nello stesso periodo di riferimento, complessivamente, sono state
messe in campo, direttamente a favore dei territori montani, circa
27 milioni di euro, somma certamente insufficiente per la
risoluzione di tutti i problemi delle comunità montane, ma comunque
significativa.
La deliberazione peraltro persegue un obiettivo fortemente
sollecitato dall'UNCEM e dai sistemi locali: mentre sostanzialmente
i due programmi approvati in questo periodo distribuivano le risorse
disponibili sulla base di popolazione e superficie, senza criteri
premianti, ma con criteri che subordinavano la risorsa al
raggiungimento di determinati obiettivi, quest'anno si è introdotto
un criterio premiante sulla base di indirizzi concordati con l'UNCEM
e con le comunità montane. A fronte di un 70% delle risorse comunque
distribuito in base a popolazione e superficie, è stato destinato un
30% sulla base della qualità dei progetti e della maturità
18
progettuale, cioè sulla base del fatto che le risorse fossero
immediatamente impiegate.
Una delle critiche addotte, infatti, consisteva nel fatto che si
davano risorse solo a idee progettuali prima che fossero attivati
cantieri, intercorrendo tra una fase e l'altra molto tempo, mentre
l'obiettivo era intraprendere tutte le azioni per la realizzazione
delle opere che venivano indicate.
Precisa che i criteri premianti definiti dalla Giunta regionale
consistono nel livello di integrazione finanziaria fra i vari
settori, nel grado di integrazione tra programmi di spesa e
nell'integrazione e coerenza con le proposte di accordo quadro fra
più comunità montane. In base a tali criteri si è compiuta
l'istruttoria dei progetti presentati e distribuito il 70% delle
risorse.
Nella sostanza, si è distribuita, in base a popolazione e
territorio, la somma di 3 milioni e 500 mila euro, base di partenza
per ogni comunità montana, e il restante milione e mezzo di euro,
recati dal capitolo 5 milioni del fondo speciale, invece, è stato
ridistribuito sulla base dei criteri premianti precedentemente
concordati e comunicati alle comunità montane tramite una lettera a
firma dell'assessore, inviata in data 14 ottobre 2008.
Il risultato finale del programma attuativo 2008 evidenzia, a suo
avviso, la bontà del metodo, fermo restando lo snellimento delle
procedure avviato con le modifiche apportate dalla legge regionale
10 del 2008.
A fronte dei 5 milioni di euro messi in campo dalla Regione
attraverso il fondo speciale per la montagna, i progetti presentati
e sui quali il sistema territoriale locale si è impegnato a dare
copertura, si attestano sui 14 milioni di euro.
Non si tratta quindi di progetti che riguardano soltanto i 5
milioni, ma i 5 milioni movimentano 14 milioni di euro.
Anche per il 2008 i territori, sempre per spese di investimento,
hanno potuto godere sia dell'integrazione del fondo ordinario per le
comunità montane, che ammonta a circa 2 milioni 583 mila, sia
dell'integrazione dei trasferimenti statali - non quelli previsti
dalle finanziarie, ma quelli effettivamente erogati - per un volume
di 2 milioni e 100 mila euro. Con i mezzi regionali, in base alla
finanziaria 2004, è obbligo fare opere pubbliche e non intervenire a
favore di proprietà private, mentre per i mezzi statali non è
previsto tale impedimento.
Conclude che la Regione finanzia per l'80% interventi a favore dei
territori e per il 20% attività funzionali ai territori che sono
espletate dalle aziende agricole direttamente sulla base di bandi
indetti dalle comunità montane e quindi a favore di soggetti privati
che operano per la qualità del territorio: pulitura di fossi,
gestione di boschi.
Rientrano i consiglieri Mazzotti ed Ercolini.
Il consigliere SALOMONI chiede chiarimenti sui finanziamenti.
Il dott. MATTIUSSI precisa che i fondi si riferiscono al 2008 e sono
composti da risorse 2008 e da una parte di slittamento 2007 del
fondo speciale.
I due milioni stanziati in assestamento del fondo speciale, aggiunti
ai 3 milioni del 2008, portano il totale a 5 milioni di euro. Il
2005-2006 sono stati programmi che hanno utilizzato risorse 2005 e
2006.
Chiarisce che si tratta di tre capitoli specifici: i trasferimenti
statali che sono per legge statale affidati alle comunità montane
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per opere pubbliche sulla base di parametri certi; l'integrazione
regionale, ossia il fondo regionale ordinario per la montagna, fondi
assegnati sia per l'anno 2005 che nel 2007 e nel 2008. Relativamente
al fondo speciale, precisa che le somme ivi previste sono state
assegnate nel 2005, nel 2006 - anno nel quale ammontavano a circa
due milioni di euro -, mentre nel 2007 non sono state utilizzate,
perché si era già a fine anno.
Di qui lo slittamento al 2008, per cui i tre milioni di euro recati
dal bilancio 2008 aggiunti ai due milioni di euro oggetto dello
slittamento, danno come risultato i cinque milioni di euro in corso
di distribuzione nel 2008. Questa è la parte riferita al capitolo
3458 del bilancio 2008, quanto invece ai trasferimenti statali, essi
sono stati ripartiti e verranno assegnati alle comunità montane, non
sono presenti perché accertati nel mese di novembre. Infine, le
risorse integrative dell'altro capitolo sono state già assegnate
alle comunità montane, che hanno potuto attivare interventi nei loro
territori.
Il presidente MUZZARELLI ritiene corretto il metodo, perché
coinvolti oltre 180 soggetti. Il fatto che la programmazione sia
negoziata costituisce anche un senso di responsabilità per vedere se
i territori riescano ad esprimere forza innovativa.
Considera positivo lo stanziamento di circa 36 milioni di euro,
quale pacchetto riferito alle politiche regionali per la montagna.
I tre aspetti dell'integrazione funzionale, dei programmi, e della
comunità montana - a suo avviso - anche nell'ottica della legge
regionale 10 del 2008 e del riordino territoriale, sono importanti e
aiutano, a regime, ad arrivare ad un impianto serio e riorganizzato.
Il presidente NERVEGNA chiede chiarimenti sulle procedure che si
seguiranno per i programmi futuri, in particolare per le comunità
montane che hanno scelto di sciogliersi per costituire Unioni di
comuni.
Il consigliere SALOMONI ritiene che le comunità montane non abbiano
prodotto risultati conformi alle attese. Sostiene che non è mai
stata fatta un'analisi seria sugli effetti prodotti sul territorio
nè sull'interconnessione con altri enti, quali ad esempio i Consorzi
di bonifica. In questi anni, a suo avviso, le comunità montane,
salvo alcune eccezioni, non hanno operato nella direzione della
razionalizzazione degli interventi.
La legge 2 del 2004 ha burocratizzato ulteriormente tutto il
sistema, tanto che si fa fatica a impiegare le risorse messe a
disposizione. Se si considera infatti che nell'arco dei cinque anni
sono stati stanziati 27 milioni di euro, a fronte di 18 comunità
montane, si vede anche che alla fine ai comuni sono arrivati
finanziamenti esigui, a dimostrazione che questi enti non riescono a
fornire servizi efficaci sul territorio.
Il tentativo di riordino della legge regionale 10 del 2008 dovrebbe
andare verso una razionalizzazione delle spese dirette e indirette,
ma, a suo avviso, la strada intrapresa non va in questa direzione,
poiché, in molti casi, si tratta soltanto del cambiamento di
denominazione da comunità montane a Unioni di comuni. Inoltre, tutte
le azioni attive e passive, debiti e crediti, verranno trasferite ai
nuovi soggetti.
Per quanto riguarda poi, in particolare, la provincia di Bologna,
delle quattro comunità montane rimarranno tre soggetti di secondo
grado: una Comunità montana e due Unioni di Comuni, con la
diminuzione di un soggetto: l'ipotesi è quella di far confluire la
comunità montana del Santerno nel Nuovo circondario imolese. Ritiene
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che tale proposta di riordino costituisca un errore: delle quattro
comunità montane, l'unica comunità che per conformazione
territoriale ha funzionato, fornendo una serie di servizi associati,
è proprio la comunità montana del Santerno. Occorreva, invece, a suo
giudizio, eventualmente rafforzare la condivisione degli
amministratori e delle popolazioni di quel territorio, per cercare
di arrivare in un lasso di tempo ragionevole ad un Comune unico con
quattro piccoli municipi o consigli di frazione.
L'altro errore - a suo avviso - concerne l'ipotesi di riordino del
territorio delle Cinque Valli bolognesi: si tratta di otto Comuni,
dei quali quattro chiedono di fare un'Unione di comuni, tra i quali
anche Monghidoro. Aggiunge che comuni quali Pianoro, Sasso Marconi,
ha senso che vengano collegati al capoluogo in termini di viabilità,
di trasporto pubblico. Esprime forti perplessità sul fatto che gli
altri comuni, che hanno le caratteristiche di territori montani,
come Loiano, Monterenzio e Monghidoro, e sono territorialmente
abbastanza contigui ad essi, abbiano fatto la scelta di confluire
nella Comunità del Medio e Alto Reno, che era già ampia. In passato
tale territorio era stato diviso proprio per la sua ampiezza e di
fatto non costituiva bacino ottimale per la gestione dei servizi.
Auspica pertanto la possibilità di un approfondimento per la
provincia di Bologna. In conclusione, afferma che l'operazione di
riordino non produce alcun risparmio economico, in realtà si
mantengono gli enti attuali diversamente denominati,
riorganizzandone alcuni, come il circondario imolese, in modo ancora
più improprio.
Il presidente NERVEGNA cede quindi la parola all'assessore per
l'intervento conclusivo.
L'assessore GILLI dichiara che, oltre al rapporto sull'attuazione
della legge regionale n. 2, ha ritenuto opportuno fornire
un'ulteriore documentazione sintetica in ordine al processo avviato
con l'applicazione della legge regionale 10 sull'autoriforma
istituzionale per quanto riguarda Unioni di comuni e comunità
montane.
Se si guarda al rapporto propriamente detto, lo stanziamento di 27
milioni può apparire una spesa modesta, ma sui territori montani non
arrivano solo le risorse regionali e fra le regionali non solo
quelle della legge 2. Tuttavia, sottolinea che questi 27 milioni
nella fase di sperimentazione, che si conclude per una prima parte
con l'esercizio 2008, hanno prodotto interventi molto consistenti.
La legge 2 del 2004 è stata modificata con la legge 10 del 2008
nell'applicazione e nella gestione degli accordi, perché se ne é
riconosciuta la complessità, in particolare l'aspetto della scarsa
tempestività su alcuni interventi, non sufficientemente efficaci
rispetto ai benefici previsti.
Con il 2009-2010 si avvierà dunque una fase di adeguamento dei
meccanismi normativi e della loro applicazione sulla base di un
processo di riordino che è molto più ampio e più complesso. Rileva
che occorre prendere in considerazione l'impatto su questa materia
della legge 133 del 2008. In altri termini chiarisce che, rispetto
alla decurtazione dei fondi fatta dalle due finanziarie del Governo
Prodi, c'è un'ulteriore decurtazione dei fondi da parte dell'attuale
Governo, che porta ad un investimento sulle comunità montane pari
pressoché allo zero sul versante delle risorse statali.
Peraltro, l'incidenza di spese generali, di funzionamento della
macchina amministrativa nello specifico della realtà montana
regionale era ed è assai modesto. Un dato: i collaboratori delle
comunità montane della regione Emilia-Romagna sono 220 dipendenti.
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In tutto il Paese i dipendenti delle Comunità montane sono circa
5000. Seguendo il criterio del personale, sui 30 milioni di euro
residui del fondo nazionale per il funzionamento delle comunità
montane, 14 milioni sarebbero andati ad una sola regione. Riferisce
che si è svolta una riunione con il Ministero degli Interni e il
Ministero degli Affari regionali, ove non soltanto si è definito un
percorso di regionalizzazione del fondo residuo che sarà realizzato
attraverso una proposta del Governo, concordando su di un
accorpamento dei fondi e una revisione dei criteri, ma si è espressa
anche la volontà di rivedere i parametri di montanità, perché
abbastanza vetusti. Vi sono infatti comuni che vengono considerati
montani in base a criteri datati.
L'obiettivo è quello di codificare sempre meglio la funzione di
equilibrio economico sociale che svolge il territorio montano.
Sottolinea che il presidente della Regione riesce a governare bene
questo percorso di interlocuzione, in particolare cita il problema
dell'assorbimento dei fondi comunitari e anticipa in tal senso uno
schema di ipotesi di risorse sui fondi comunitari, in corso di
elaborazione.
Rileva altresì che la modifica apportata dalla legge 10 del 2008
consente di avviare un sistema più efficace nell'integrazione delle
risorse. Si tratta, in particolare, di una proposta di riordino che
entro il febbraio 2009 deve avere il concerto del territorio, dei
comuni per giungere all'adozione dei decreti alla fine dell'anno.
Precisa che non vi è alcuna rigidità da parte della Giunta regionale
di ripetere dei meccanismi tout court e assicura che vi è una
disponibilità a modificare assetti e a valutare ipotesi alternative
a quelle prospettate.
Sul caso imolese, ritiene (e corrisponde alla volontà di quegli
enti) che si arriverà ad una fusione di comuni, coerentemente alla
scelta dei territori di inglobarsi in un ambito più ampio, il
circondario. Il caso imolese, a suo avviso, risponde ad un'efficacia
di risultati istituzionali, anche in termini di semplificazione, di
maggiore risorse anche per i territori più deboli rispetto al comune
del capoluogo del circondario che è Imola.
Sull'ipotesi Cinque Valli Bolognesi, sottolinea che la decisione in
merito spetta ai comuni di Pianoro e di Sasso Marconi; ritiene
tuttavia più efficace ragionare verso Bologna piuttosto che rimanere
legati alla realtà di territori montani.
Sulla comunità Acquacheta nel forlivese, l'idea è quella di fondere
in un'unica Unione di comuni le due realtà delle comunità montane.
Rileva che l'idea della strumentalità della trasformazione della
comunità montana in Unione di comuni non appare corrispondente al
vero, le due vocazioni sono differenti: l'Unione gestisce servizi,
la comunità montana aveva ed ha una funzione istituzionale di natura
diversa.
La Regione Emilia-Romagna, all'avanguardia nell'organizzazione e
nella rappresentanza del territorio, si deve spingere a rafforzare
maggiormente le funzioni dell'Unione. L'esempio paradigmatico è
sulla pianificazione urbanistica, dove non si può insistere a
ragionare entro confini piccoli, nel momento in cui lo strumento del
comune è costituito da POR e RUE. La dimensione del disegno
strategico deve essere più vasto del comune singolo, deve essere
almeno per l'Unione di comuni e poi si deve intrecciare
sull'efficacia della dimensione provinciale. In termini di costi,
sottolinea che il Governo ha considerato positiva la legge regionale
dell'Emilia-Romagna, perché ha verificato un effettivo risparmio di
4 milioni di euro rispetto alla fase precedente. Vi è una
sostanziale riduzione dei costi derivanti dagli organi
istituzionali: il fatto stesso che sia le Unioni sia le comunità
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montane saranno composti da soli sindaci comporta una riduzione di
costi. Il costo della riduzione dell'indennità degli amministratori
si aggira intorno ai 2 milioni e mezzo di euro.
Rileva che il problema principale è rendere efficace l'attività
della Regione e la gestione orizzontale delle risorse. Se si
confronta il piano di quest'anno e il primo, c'è una sostituzione da
parte della legge 2 a svolgere funzioni incardinate altrove, quali
ad esempio la viabilità. Vi è la necessità di un intervento di
natura orizzontale sui territori montani, non più verticale settore
per settore.
Pone infine un altro tema: la necessità di trovare le modalità per
tutelare i dipendenti delle amministrazioni delle comunità montane.
Mentre infatti i dipendenti dell'Unione sono dipendenti dei comuni,
i dipendenti delle comunità montane sono dipendenti statali e si
tratta di 5000 persone. Se a livello nazionale si riduce il fondo a
30 milioni, nulla si dice né in ordine alla gestione del rapporto di
lavoro con i dipendenti, né relativamente ai rapporti successori e
agli impegni che ogni comunità montana ha assunto.
Il problema dei dipendenti non è semplice. Non possono essere
assunti dai comuni per questioni di rigidità di bilancio, perché i
comuni, dovendo rimanere con il personale dentro i parametri del
patto di stabilità, andrebbero fuori dai limiti stabiliti. Si sta
cercando di trovare un percorso di soluzione.
In conclusione, ribadisce che vi è la volontà del Presidente Errani,
ed è intenzione della Giunta, di trovare soluzioni aperte che
tuttavia corrispondano ad un criterio fondamentale: quello di
rendere efficaci le funzioni che le amministrazioni svolgono sul
territorio. In altri termini, se una gestione viene svolta da
un'Unione, il comune deve cessarne l'esercizio, altrimenti si
rischia di duplicarne i costi.
Il presidente MUZZARELLI ringrazia l'assessore e il suo staff e
invita la Commissione ad esprimere il parere sullo schema di
deliberazione C137.
La Commissione esprime parere favorevole con 24 voti a favore
(Partito Democratico e Partito dei Comunisti Italiani), 5 astenuti
(Forza Italia e Lega Nord) e nessun contrario.
La seduta termina alle ore 13,15.
Approvato nella seduta del 15 gennaio 2009.
La Segretaria Il Presidente
Samuela Fiorini Gian Carlo Muzzarelli
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