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Legislatura VIII - Commissione III - Verbale del 27/11/2008 antimeridiano

    Testo

    Verbale n. 31
    Seduta del 27 novembre 2008
    Il giorno giovedì 27 novembre 2008 alle ore 10.00 si è riunita
    presso la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro
    n. 50, la Commissione Territorio Ambiente Mobilità, convocata con
    nota Prot. n. 27020 del 21/11/2008. Dalle ore 12.00 la Commissione
    ha proseguito i propri lavori in seduta congiunta con la Commissione
    Bilancio, Affari generali ed istituzionali (per la quale il verbale
    è il n. 28).
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    MUZZARELLI Gian Presidente Partito Democratico 6 presente
    Carlo
    FRANCESCONI Luigi Vice Forza Italia-Popolo 5 presente
    Presidente della Libertà
    PIVA Roberto Vice Partito Democratico 6 presente
    Presidente
    BARTOLINI Luca Componente Alleanza 4 assente
    Nazionale-Popolo della
    Libertà
    BORGHI Gianluca Componente Partito Democratico 2 presente
    BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 presente
    Donatella Italiani
    CORRADI Roberto Componente Lega Nord Padania E. e 3 assente
    R.
    DELCHIAPPO Renato Componente Gruppo Misto 1 assente
    GUERRA Daniela Componente Verdi per la pace 1 presente
    MASELLA Leonardo Componente Partito di Rifondaz. 2 assente
    Comunista
    MAZZA Ugo Componente Sin. Dem. Per il 2 presente
    Socialismo Eu.
    MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 3 presente
    MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
    NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 presente
    Di Pietro
    NERVEGNA Antonio Componente Forza Italia-Popolo 2 assente
    della Libertà
    NOÈ Silvia Componente Unione Democratici 1 assente
    Cristiani e di Centro
    SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia-Popolo 2 presente
    della Libertà
    SALSI Laura Componente Partito Democratico 3 assente
    ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo-SDI 1 presente
    ZOFFOLI Damiano Componente Partito Democratico 3 presente
    ERCOLINI in sostituzione SALSI, MANFREDINI in sostituzione di
    CORRADI e MONARI in sostituzione parziale di BORGHI
    Sono presenti: L. Gilli (Assessore alla Program. e Sviluppo
    territoriale, Cooperaz. col sistema Autonomie, Organizz.); L.
    Agrotti (Serv. Cultura, Formazione e Lavoro); G. Bortone ( Dir. Gen.
    Ambiente e Difesa Suolo e Costa); M. Cremaschi (Serv. Programm.
    territ. e Sviluppo Montagna); A. Di Stefano (Serv. Valutazione
    Impatto e Promozione Sostenibilità ambientale); L. Draghetti
    (Programm. terr. e negoziata, Intese, Relazioni europee e Relazioni
    internazionali); C. Govoni (Resp. Serv. Affari generali, giuridici e
    Programm. finanz. - Ambiente e Difesa Suolo); M. Innocenti (Serv.
    Programm. territoriale e Sviluppo Montagna); G. Manieri (Serv.
    Geologico, Sismico e dei Suoli); P. Mattiussi (Resp. Serv. Programm.
    Terr. e Sviluppo Montagna).
    Presiede la seduta: Gian Carlo Muzzarelli, dalle ore 12.00 con
    Antonio Nervegna
    Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini, dalle ore 12.00 con Claudia
    Cattoli
    Resocontista: Maddalena Marchesini, dalle ore 12.00 con Laura
    Sanvitale
    Il presidente MUZZARELLI dichiara aperta la seduta alle ore 10,25.
    Sono presenti i consiglieri: Borghi, Bortolazzi, Francesconi,
    Guerra, Mazza, Mazzotti, Piva, Nanni, Salomoni, Zanca.
    Il presidente informa di avere invitato per una breve informativa,
    data la situazione di allarme su tutto il territorio a seguito dei
    fatti recentemente accaduti, i funzionari, architetto Agrotti del
    settore scuola e ingegnere Manieri per il settore della sismica che
    si occupano, a livello regionale, della sicurezza degli edifici
    scolastici. Ricorda che nel mese di luglio, in Commissione referente
    scuola e cultura, l'assessore competente aveva già presentato il
    tema e assunto un atto deliberativo (3741). Spiega quindi di avere
    ritenuto corretto raccogliere un parere tecnico da illustrare ai
    consiglieri della Commissione dopo l'approvazione della nuova legge
    regionale n. 19 del 2008 sulla riduzione del rischio sismico, in
    particolare con un aggiornamento su ciò che la Regione sta facendo
    per il monitoraggio di tutti gli edifici pubblici, in particolare
    delle scuole presenti sul territorio regionale.
    Escono i consiglieri Mazza e Nanni.
    L'ing. MANIERI consegna una nota informativa predisposta per la
    seduta che viene distribuita ai commissari.
    Partendo dalla tragica vicenda avvenuta nel liceo Darwin a Rivoli,
    ricorda che il capo della protezione civile nazionale ha richiamato
    l'attenzione su uno stanziamento per un piano straordinario di messa
    in sicurezza degli edifici scolastici, di circa 500 milioni di euro
    avvenuto tra il 2002 e il 2003, e ricorda anche la farraginosità di
    spesa di queste risorse. Spiega che tutte le regioni furono chiamate
    a intervenire nell'ambito di tali finanziamenti. Per quanto riguarda
    l'Emilia-Romagna, è stato stilato un primo e un secondo programma
    stralcio con riferimento al tema del rischio sismico, in
    particolare relativamente al concetto di messa in sicurezza. Precisa
    che nel documento predisposto si è tenuto come riferimento la
    vigente classificazione sismica che distingue tra aree di media e
    bassa sismicità, essendo dal 2003 tutta la regione classificata come
    territorio sismico: si sono evidenziati i numeri relativi al primo e
    al secondo programma stralcio di attuazione del piano straordinario
    di messa in sicurezza degli edifici scolastici per la regione
    Emilia-Romagna.
    Rientra il consigliere Mazza.
    Riguardo al primo programma stralcio, osserva che la deliberazione
    dell'Assemblea legislativa n. 182 del 2008, è andata ad integrare il
    finanziamento statale con riferimento a 17 interventi dei
    complessivi 46, in cui tutte le scuole erano state individuate
    nell'ambito delle zone a media sismicità.
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    Nel secondo programma stralcio invece, sempre su un ordine di
    grandezza di una cinquantina di edifici, aggiuntivi ai precedenti,
    oltre alle situazioni di media sismicità, si sono cominciate a
    guardare anche le situazioni nelle zone a bassa sismicità.
    Si è quindi determinato il complessivo impegno finanziario messo in
    campo e sono state individuate le modalità procedurali seguite e le
    istruzioni tecniche date. Va inoltre richiamata anche un'altra fonte
    di riferimento, non solo per le scuole, ma anche per ospedali e per
    municipi e cioè quella dei Programmi di verifiche tecniche e piani
    di intervento finanziati e regolamentati da apposite Ordinanze della
    Presidenza del Consiglio dei Ministri: la n. 3362 del 2004 e la n.
    3505 del 2006. La quota parte per l'Emilia Romagna conduce ad uno
    schema riassuntivo, riprodotto nel documento, dove si può vedere che
    su una quota complessiva di circa 5 milioni e mezzo di euro, resi
    disponibili dalla protezione civile, sono stati fatti appositi
    programmi e piani. Ritiene opportuno sottolineare l'importanza di
    procedere ad una attenta attuazione di questi programmi. Infatti, la
    qualità con cui queste cose verranno fatte, avrà notevole importanza
    rispetto all'esigenza generale di conoscenza di dettaglio necessaria
    per fare programmazione per la prevenzione. Cita ad esempio l'ultimo
    finanziamento di 5 milioni e mezzo di euro, di cui ben 4,67 milioni
    destinati a verifiche tecniche, di cui alla DGR n. 936 del 2008,
    dove oltre il 60%, su 675 edifici pubblici, sono scuole, individuate
    sia nelle zone di media sismicità che in quelle a bassa sismicità.
    Si è rappresentato il quadro riassuntivo che riguarda tutte le
    province della regione con 216 comuni in cui sono localizzati questi
    675 edifici: 100 sono asili nido, 383 sono scuole primarie, 33
    scuole secondarie, 6 ospedali e 153 municipi. L'attività intrapresa
    in riferimento al programma di verifiche tecniche, prevedeva che gli
    enti interessati, proprietari e gestori, dovessero affidare gli
    incarichi entro il 31 agosto di quest'anno, e questo è avvenuto.
    Inoltre si è ritenuto come Direzione generale ambiente, di attivare
    degli incontri seminariali sul territorio. Gli incontri, svolti a
    Parma (per le province di PR, PC e RE), a Bologna (per le province
    di Mo, FE e BO), a Cesena(per le province di RA, FC e RN), hanno
    coinvolto complessivamente oltre 300 tecnici ed entro gennaio 2009
    ne è prevista una seconda giornata.
    Nel documento è contenuto il richiamo a tutta la normativa tecnica
    di riferimento. Conclude facendo alcune osservazioni. Cita ad
    esempio la presenza di controsoffitti, del tipo di quelli che sono
    crollati nella scuola di Rivoli, che possono essere presenti anche
    in alcune situazioni della regione Emilia-Romagna, e afferma che si
    tratta di vulnerabilità non quantificabili che vanno viste e lette
    dal tecnico incaricato, secondo le istruzioni tecniche date, in
    stretto raccordo con il rilievo critico di ogni costruzione.
    Ricorda poi la scadenza di legge prevista per il 31 dicembre 2010
    per tutti gli edifici pubblici e opere di interesse strategico, data
    entro la quale occorrerà avere eseguito, (a cura dei rispettivi Enti
    proprietari o gestori) tutte le verifiche tecniche e/o valutazione
    della sicurezza, considerando anche quanto stabilito dalla citata lr
    n. 19/08. Valuta quindi importante valorizzare e svolgere al meglio
    l'attività in atto quale riferimento per ulteriori sviluppi. Secondo
    questa norma tutte le strutture pubbliche e non pubbliche che hanno
    rilevanza dal punto di vista dell'affollamento, devono rientrare in
    questo meccanismo di verifica e valutazione della sicurezza. Nel
    meccanismo delle nuove norme tecniche applicate in questa
    circostanza, la valutazione di sicurezza si accompagna con una
    relazione che va consegnata all'ente proprietario o gestore
    dell'immobile in quanto va a interagire con le modalità non solo
    relative alla rimozione di pericoli, ma anche per come gestire lo
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    stesso immobile dal punto di vista di sovraccarichi, delle
    destinazioni d' uso dei locali. Ritiene infine, che questa base
    conoscitiva permetta una corretta programmazione per gli interventi
    di prevenzione. Informa inoltre che il Ministro dell'istruzione, di
    intesa con il Capo del dipartimento della protezione civile, sta per
    assumere delle misure governative urgenti, rispetto alle quali,
    probabilmente, verrà facilitato un raccordo istituzionale ed
    operativo con la Regione.
    Entra il consigliere Zoffoli. Esce il consigliere Borghi. Rientra il
    consigliere Nanni.
    Il presidente MUZZARELLI ringrazia i funzionari e prende atto del
    lavoro realizzato dagli Assessorati regionali per cercare di avere
    edifici sicuri ed efficienti. Ritiene importante questo passaggio
    informativo in Commissione e spiega che ulteriori passaggi verranno
    fatti in corso d'opera, soprattutto in materia sismica, anche se poi
    questi argomenti verranno comunque discussi nella commissione
    competente.
    La consigliera GUERRA desidera fare alcune considerazioni sui fatti
    esposti. Afferma di aver sentito di recente un intervento del
    sottosegretario alla protezione civile in cui lamentava
    l'impossibilità di intervenire per la messa a norma delle scuole a
    causa della storica carenza di fondi. Per questo si sente in dovere
    di informare della presenza di una lettera a firma dello stesso
    Sottosegretario, allora dirigente alla protezione civile, in cui si
    devolvevano 10 milioni di euro dal fondo per gli interventi
    straordinari per mettere a norma l'autodromo di Imola. In quella
    occasione aveva sostenuto come questa cosa confliggesse con le
    necessità di messa a norma delle scuole e si rammarica di non essere
    intervenuta, esprimendo la propria critica, rispetto alla scelta
    compiuta. Ritiene che sarebbe stato più proficuo utilizzare le molte
    risorse di cui dispone la protezione civile, che può spendere in
    maniera libera rispetto agli impedimenti burocratici dei comuni, per
    effettivi interventi straordinari e non per ristrutturare un
    autodromo non a rischio.
    Il consigliere ZANCA afferma che quei soldi, di cui una parte di
    provenienza regionale, dovevano servire per realizzare vie di fuga
    nell'autodromo e ricorda di aver presentato un'interrogazione a tale
    proposito.
    Il consigliere SALOMONI ringrazia i tecnici per il lavoro svolto, ma
    fa notare che in questi due primi stralci oltre il 60% delle risorse
    vengono destinate al monitoraggio. Pur essendo consapevole di quanto
    questo sia necessario prima di far partire delle azioni, tuttavia
    non rileva vi siano investimenti spesi per le scuole, ma interventi
    su ospedali e municipi.
    L'ing. MANIERI assicura che le scuole sistemate sono circa cento.
    Il presidente MUZZARELLI prima di procedere con l'ordine del giorno,
    ricorda che è stato presentato e distribuito ai commissari un
    emendamento dell'assessore PERI, sul tema del bilancio (pdl 4162),
    che verrà discusso nella prossima commissione.
    Procede poi con l'oggetto:
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    3935 - Proposta recante: Piano di azione ambientale per un futuro
    sostenibile della Regione Emilia-Romagna 2008-2010 (delibera di
    Giunta n. 1328 del 28 07 08).
    Il presidente informa che nella riunione dei Capigruppo del giorno
    precedente, l'oggetto è stato dichiarato atto complesso e la
    segreteria della Commissione si è attivata per predisporre il testo
    conseguente, sulla base del Regolamento, per renderlo idoneo alla
    discussione in Aula.
    Sono stati presentati e distribuiti due emendamenti della Giunta,
    per l'illustrazione dei quali dà la parola all'assessore Zanichelli.
    L'assessore ZANICHELLI segnala che nei vari momenti della
    discussione, sia interna che esterna alla Commissione, sono state
    fatte osservazione con riguardo al tema delle integrazioni delle
    politiche. Ha pensato quindi di proporre una premessa scritta al
    documento, nella quale si faccia riferimento al ruolo del piano di
    azione ambientale, in relazione ad altri strumenti approvati in
    questo ultimo anno. Nel testo è richiamata, forse non con
    sufficiente precisione, l'approvazione di un programma operativo
    FESR 2007-2013, che prevede interventi di riqualificazione nelle
    imprese e affronta il tema delle aree economicamente attrezzate.
    Nell'ambito del Programma di sviluppo rurale, oltre agli incentivi
    per l'attuazione di interventi volti alla produzione di energia con
    biomasse, sono previste numerose misure agro ambientali, sulla
    biodiversità degli ambienti, sul consumo di risorse idriche, sulla
    tutela della risorsa suolo. Precisa poi che nell'ambito del piano
    energetico regionale sono previsti una serie di interventi:
    risparmio, uso efficiente dell'energia e il tema della
    certificazione energetica.
    Per quanto riguarda i programmi FAS, è stato previsto un intervento
    sulla cosiddetta cura del ferro, utilizzando il 45% del totale delle
    risorse per il sistema ferroviario e il trasporto pubblico locale.
    Ancora, nel Piano di azione ambientale si individua come prioritaria
    la riduzione e la gestione dei rifiuti e la conservazione della
    biodiversità per integrare l'insieme di azioni e di iniziative con i
    relativi strumenti finanziari. Fa notare che vi è una forte
    sottolineatura di tutte le azioni di scala regionale volte a modelli
    comportamentali e produttivi sostenibili. Questa nota deve
    rafforzare il carattere trasversale che assume il Documento unico di
    programmazione e le varie parti che lo compongono, compreso il Piano
    di azione ambientale. Infine, dal punto di vista procedurale,
    ricorda che con la seduta odierna si completa la parte operativa del
    piano relativamente a pubblicazione, osservazioni e discussione
    nella commissione, parere della autorità e documento di
    accompagnamento per la discussione in Assemblea legislativa.
    L'arch. DI STEFANO spiega che la Valutazione ambientale strategica
    (VAS), introdotta con la direttiva UE n. 42 del 2001, recepita in
    Italia dal decreto legislativo n. 152 del 2006 (Norme in materia
    ambientale) come modificato dal decreto legislativo n. 4 del 2008,
    serve per valutare l'integrazione degli obiettivi ambientali di
    sviluppo nella formazione e approvazione di piani e programmi,
    secondo un ambito di applicazione definito dalla direttiva stessa.
    Ricorda che la legge regionale 13 giugno 2008, n. 9, ha previsto
    delle disposizioni transitorie per dare indicazioni in materia di
    VAS. I Piani e programmi devono avere allegato un rapporto
    ambientale in cui vengono individuati la coerenza degli obiettivi
    del piano rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile e i
    possibili effetti del piano sull'ambiente.
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    Ricorda che il rapporto ambientale e il piano devono essere messi a
    disposizione delle Amministrazioni pubbliche, dei soggetti con
    competenza in materia ambientale e dei cittadini per sessanta
    giorni, durante i quali chiunque ha facoltà di prenderne visione e
    presentare osservazioni. Allo scadere dei sessanta giorni,
    l'autorità competente per la valutazione deve emettere un parere che
    viene rimesso all'amministrazione che deve approvare il piano e il
    programma. Precisa che in questo caso, scaduto il deposito, sono
    state sintetizzate in un parere motivato le osservazioni pervenute e
    l'autorità competente per la VAS, (individuata con delibera della
    Giunta regionale nel responsabile del Servizio valutazione e impatto
    ambientale), ha emesso un parere motivato che è stato rimesso alla
    Commissione. Il parere motivato, che sarà contenuto nella
    dichiarazione di sintesi da allegare al piano, indica come si sia
    tenuto conto delle osservazioni pervenute e degli effetti
    sull'ambiente nelle scelte concernenti il piano. Secondo tale
    parere, le azioni individuate nel Piano di azione ambientale sono
    coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dagli
    strumenti europei e nazionali vigenti e pertanto ritiene ci sia da
    attendersi una serie di effetti positivi sull'ambiente. Spiega che
    il Piano di azione ambientale deve essere monitorato con
    l'individuazione di alcuni indicatori che sono contenuti nel
    rapporto ambientale allegato al piano, ritenuti adeguati per
    mantenere sotto controllo gli effetti sull'ambiente dovuti alla
    realizzazione delle azioni contenute nel piano. Aggiunge che gli
    indicatori individuati sono sovrapponibili con gli quelli già
    indicati per controllare gli effetti sull'ambiente dei piani per i
    fondi strutturali europei, per il documento unitario di
    programmazione e per l'utilizzazione dei fondi FAS. Precisa che, ove
    sia necessario, gli effetti ambientali di dettaglio verranno
    individuati nelle procedure di valutazione di impatto ambientale o
    di screening previsti per la realizzazione dei singoli progetti.
    Esce il consigliere Zanca.
    Il presidente MUZZARELLI chiede venga distribuito ai consiglieri
    l'atto citato. Afferma che dopo la discussione fatta nella
    precedente seduta, che aveva già portato ad un grado avanzato nella
    chiusura generale della delibera, oggi sono stati presentati due
    emendamenti da parte della Giunta, di cui si dovrà discutere, oltre
    alla dichiarazione di sintesi da allegare.
    Esce il consigliere Francesconi.
    Interviene la consigliera GUERRA dichiarando di non essere in grado
    di esprimere alcuna posizione avendo ricevuto soltanto poco prima il
    parere motivato. Ritiene poi che dalla relazione presentata dal
    funzionario competente, appaia evidente anche all'esterno, quanto
    poco chiari siano i meccanismi che portano a dare un giudizio
    positivo di valutazione di impatto. Ricorda che si era già avuta una
    precedente edizione con la VAS per il Piano energetico regionale,
    che era strumentale ad avvalorare la competenza ambientale di quel
    piano. Non evidenziava nessuna criticità e soprattutto non riusciva
    a dire con parole chiare se quel piano avrebbe appesantito o
    alleggerito l'ambiente. Giacchè il piano energetico regionale può
    anche produrre dei danni, avrebbe avuto la necessità di ben altra
    valutazione, a differenza di un piano, come quello in esame, che non
    produce danni, in quanto, una volta individuati gli obiettivi,
    dovrebbe essere in grado di dire se a fronte di certe azioni questi
    obiettivi vengano raggiunti o meno. Crede sia arrivato il momento di
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    attribuire delle responsabilità a chi attesta che un certo piano è
    in grado di raggiungere determinati obiettivi. Afferma che negli
    anni precedenti questo non è avvenuto. Fa riferimento ad esempio ai
    piani sulla qualità dell'aria, che non potevano produrre danni, ma
    che avrebbero dovuto operare sulla limitazione di produzioni nocive.
    Ritiene che quei piani abbiano mancato tutti gli obiettivi, con
    emissioni fortemente in aumento e fuori dai parametri europei. Ora,
    si tratta di verificare se quanto detto oggi, a proposito di
    sostenibilità e raggiungimento degli obiettivi di questo piano, si
    realizzerà. Non crede che questo sia possibile in quanto nel piano
    ci sono troppe priorità e non vengono individuate con chiarezza le
    poche azioni che sono finanziabili per cercare di ottenere dei
    risultati. In particolare, fra queste azioni, ritiene sia molto
    debole quella relativa ai filtri antiparticolato, mentre ad esempio,
    ritiene si debba lavorare affinché i mezzi pubblici siano
    maggiormente utilizzati dai cittadini, facendoli circolare pieni e
    non vuoti. Con riguardo ai filtri e al loro smaltimento, sottolinea
    alcuni ritengono che la molecola venga solo sminuzzata, ma non
    trattenuta. Tra l'altro, ricorda che questi strumenti, per i quali
    la regione spende molte risorse, non sono stati internazionalmente
    validati. D'altro canto si continua a consentire che le città
    vengano invase dalle auto senza mettere corsie preferenziali. Si
    aspettava comunque che le osservazioni, al di là dell'accoglimento o
    meno dell'emendamento, avrebbero prodotto almeno un rimaneggiamento
    del documento.
    Ribadisce che nella parte del piano concernente la materia di
    rifiuti e acqua, il quadro conoscitivo è mescolato con le azioni,
    mentre solitamente, nei documenti le azioni non vengono mai messe
    nel quadro conoscitivo. C'è un quadro conoscitivo, ci sono le
    priorità e ci sono le azioni agganciate alle priorità.
    Successivamente, si andrà a vedere se il consumo dell'acqua è
    migliorato, se la biodiversità è migliorata, se sono migliorati i
    consumi e la produzione sostenibile, se è migliorato l'ambiente e la
    salute. Auspica che, in caso contrario, chi ha fatto certe
    affermazioni, ne risponda personalmente.
    Escono i consiglieri Bortolazzi e Mazzotti.
    Il consigliere MAZZA valuta inconcepibile una situazione che
    consente che il parere di compatibilità ambientale su un atto
    regionale, sia dato dagli apparati regionali. Ritiene che
    dovrebbero distinguersi le funzioni. La VAS, è un elemento di
    terzietà, che serve a dare il senso, ai cittadini e alla società
    civile, che c'è un'autorità che interviene sulle questioni, che dà
    garanzie affinchè il percorso e i risultati attesi siano coerenti
    con gli obiettivi strategici prefissati. Senza mettere in
    discussione la capacità dei funzionari, ritiene non corretto e
    motivo di imbarazzo che chi elabora il piano sia poi colui che lo
    deve giudicare.
    E' difficile correlare la valutazione con l'atto in sé, in quanto si
    tratta di un atto senza obiettivi, ha delle strategie, ma non dice
    qual è la riduzione degli impatti sull'ambiente e le qualità che ci
    si prefigge con questo piano, rispetto alla realtà in cui si vive.
    Tecnicamente lo ritiene un piano preciso e ben fatto, però non è
    chiaro quale sia il piano d'azione e come vengano spesi i soldi
    stanziati. Non si conoscono le priorità scelte, in quanto queste
    vengono delegate alla Giunta. Vorrebbe appurare in quale direzione
    vanno queste scelte, per poter poi verificare se e come, raggiungono
    gli obiettivi di qualità prefissati. Ricorda poi che non esiste una
    valutazione finale del piano triennale precedente. Per esempio
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    scrivere che bisogna ridurre del 9% le emissioni di CO2 rispetto al
    1990, non corrisponde a verità perché, in realtà, bisognerebbe
    ridurre del 20% le attuali emissioni in quanto dal 1990 ad oggi sono
    aumentate del 27%.
    Si chiede quindi come si possa rientrare nei parametri previsti
    entro il 2012. Ritiene sia grave che il nostro sistema economico e
    sociale non sia in grado di rientrare nei parametri di Kyoto, e ciò
    risulta comportare un danno economico. A suo parere sarebbe
    importante avere una tabella che permetta di comprendere meglio
    questo sistema triennale, riassumendo tutte le situazioni che
    agiscono sull'ambiente per avere uno specchio realistico sia
    dell'impegno finanziario che degli obiettivi. Pensa che la Regione
    non sia ancora in grado di fare piani triennali coerenti e capaci di
    dare indirizzi precisi verificabili alla fine del triennio. Non
    capisce se questo sia un limite dei singoli assessorati che non
    riescono a incidere sulla realtà, oppure della Giunta nel suo
    complesso che vive in modo settoriale e separato per cui non c'è
    dialogo fra i suoi componenti. Ritiene indispensabile invece che le
    situazioni siano intrecciate.
    Infine, afferma che l'atto così come presentato, non corrisponde a
    ciò che avrebbe desiderato.
    Entra la consigliera Ercolini. Rientrano i consiglieri Bortolazzi e
    Mazzotti.
    Il consigliere SALOMONI valuta positivamente la brevità del parere
    scritto che conta sole otto pagine, riducendo così di molto la
    burocrazia. Questo piano è di carattere generale e non può entrare
    nel dettaglio. Osserva che nel settore della depurazione e dei
    fanghi avrebbe voluto inserire due emendamenti che non è riuscito a
    presentare ma che porterà in Aula. Pensa che, poiché si produce
    molto nel territorio regionale per disinquinare fanghi di
    depurazione biologici, si debba fare un'azione forte affinché
    vengano riutilizzati in agricoltura tutti quelli che portano dei
    benefici e non arrecano danno. Ritiene che questa indicazione a
    carattere politico debba trovare inserimento in un documento come
    quello in esame. Crede che debbano essere cambiate le leggi
    nazionali che prevedono per un documento come quello all'ordine del
    giorno la necessità di una valutazione di VAS e sarebbe opportuno
    che l'assessore lo evidenziasse a livello nazionale.
    Ritiene abbia senso dare una valutazione a carattere ambientale e
    tecnico ad un progetto concreto, non ad un orientamento. Quello che
    si può fare, se la norma lo impone, è cercare di semplificare il
    sistema, investendo risorse, per quanto possibile, in azioni
    concrete.
    Rientra il consigliere Borghi.
    L'assessore ZANICHELLI fa alcune osservazioni relative al Piano di
    azione ambientale. Afferma che la politica regionale sta cercando di
    affrontare questioni di compatibilità ambientale delle diverse
    scelte. In questa direzione va l'emendamento che è stato proposto,
    in quanto cerca di superare la settorialità. Nel primo piano di
    azione ambientale c'era un investimento superiore ai 300 milioni di
    euro, e nel frattempo ci sono stati tagli pesanti nell'ambito dei
    trasferimenti del Governo, di conseguenza si può contare su una
    cinquantina di milioni di euro, risorse con le quali si sono dovute
    operare delle scelte. Rivolgendosi alla consigliera Guerra precisa
    che le priorità che vengono descritte si richiamano al Piano di
    azione dell'Unione europea. All'interno di quei suggerimenti, è
    8
    evidente che la salute, tema di grande importanza che dovrebbe
    essere sviluppato anche in un Piano di azione ambientale, di fatto
    viene sviluppato nel Piano sanitario sociale della regione, così
    come il tema dell'energia, tema prioritario, viene sviluppato
    nell'ambito del settore di appartenenza. Informa che, nonostante le
    difficoltà, si sta sviluppando e faticosamente si sta cercando di
    applicare, una strumentazione di analisi e di verifica dei diversi
    piani, compreso quello della qualità dell'aria per vedere, ad
    esempio, quanto sia aumentata la dotazione di aree con limitazione
    del traffico nei centri, quanto abbia inciso la strategia della
    conversione delle auto a gas metano, GPL sulle emissioni inquinanti,
    quanto hanno agito le diverse componenti. Ribadisce che con questo
    piano dovevano essere compiute delle scelte e si dichiara
    dispiaciuto che non venga colto un dato e cioè che, invece di
    decidere di mettere le risorse su tante domande che il sistema
    locale ha fatto e sta facendo, ad esempio per migliorare la qualità
    degli edifici pubblici in chiave energetica, e per fare altre
    attività che il sistema locale richiede, si siano scelti due temi di
    fondo: la politica dei rifiuti in campo preventivo, recupero,
    riciclaggio e strumenti per la raccolta differenziata, che siano in
    grado di favorire il recupero e il riciclaggio, la prevenzione, come
    la strategia per acquisti verdi, per il sostegno di azioni, ciclo
    di vita dei prodotti e la politica delle aree protette del sistema
    dei parchi e del verde come una delle risposte di qualità per il
    futuro. Ritiene siano due temi cruciali.
    Escono i consiglieri Ercolini e Salomoni.
    Avrebbe preferito ci fosse stata una critica a proposito del fatto
    che si sarebbero dovuti mettere più soldi per la depurazione. A
    questo proposito vuole informare la commissione che recentemente,
    una sentenza della Corte Costituzionale afferma che il tributo di
    depurazione deve essere pagato solo in presenza di un effettivo
    servizio di depurazione e ciò rischia di paralizzare tutta la
    attività nel settore della depurazione delle acque, in quanto ci
    sono realtà in Italia che non hanno depurato. A fronte di queste,
    esistono realtà quali quelle della regione Emilia-Romagna che hanno
    depurato e hanno fatto piani d'ambito, con una previsione di
    finanziamenti nell'ordine dei 400 milioni di euro, per tre anni, di
    cui un 70 % circa di depurazione. Sarebbero stato opportuno mettere
    tutti gli investimenti in depurazione. Si è scelto invece di puntare
    sui rifiuti e sul verde. Questa scelta ha, a suo avviso, un valore.
    Per quanto riguarda poi il tema della terzietà e della VAS, si
    approverà una legge. Vorrebbe che su questo ci fosse un
    approfondimento. Pensa che prima di decidere sulla legge, si
    debbano discutere i criteri. Invita poi la commissione ambiente a
    considerare l'importanza di questo percorso dialettico all'interno
    della pubblica amministrazione, in quanto la discussione non è su
    una terzietà astratta. Infine, ricorda a chi ha parlato di arpa, che
    questa è una agenzia della regione Emilia-Romagna e non un soggetto
    autonomo esterno.
    Entra il consigliere Monari.
    Continua affermando che c'è una forte tendenza a considerare questo
    tema banale da risolvere, dicendo che chi fa il piano, aggiunge la
    valutazione strategica ambientale, e, se ne assume la
    responsabilità. Precisa che si è cercato invece di fare un'
    operazione in cui ci sia una dialettica ed un confronto. Ritiene
    che quando si andranno ad affrontare il piano dei trasporti, quello
    9
    legato alle attività produttive o all'energia, si avranno
    sicuramente dialettiche più marcate e più forti tra esigenze dello
    sviluppo e tutela dell'ambiente. Per quanto riguarda la
    strumentazione, desidera ricordare che ci sono i cosiddetti piani
    cogenti. Sottolinea che quando si affronta una impiantistica, sia
    essa una centrale energetica o una strada o un' altra
    infrastruttura, si analizza la compatibilità rispetto a piani già
    approvati. Ad esempio quando si esaminano i piani qualità dell'aria,
    ci sono delle zone e delle aree territoriali che sono
    particolarmente critiche in quanto sono agglomerati nei quali c'è
    una forte presenza di agenti inquinanti e, di conseguenza, si fanno
    valutazioni per realizzare un tipo impianto piuttosto che un altro,
    tenendo conto degli abbattimenti e delle tecnologie. Ricorda che
    recentemente è stata approvata, sulla base di un ordine del giorno
    dell'assemblea legislativa, una direttiva sull' idroelettrico che fa
    sì che tanti impianti proposti non possano essere realizzati. Tra
    l'altro, il settore idroelettrico non ha un impatto forte, ma, se si
    pensa ad impianti centrali a turbo gas, sono tante le centrali in
    questa regione a cui è stato detto no a partire da aspetti
    energetici e aspetti legati all'ambiente. Per quanto riguarda poi le
    affermazioni che sono state fatte in merito al peggioramento della
    situazione ambientale, l'assessore afferma che c'è una complessità,
    ma dalle valutazioni fatte sulle iniziative realizzate in campo
    ambientale, si nota che ci sono aspetti positivi e negativi.
    Naturalmente bisogna partire da quelli negativi per migliorare.
    Ricorda che in questi anni su una serie di inquinanti c'è stato un
    grande miglioramento, legato alle benzine e ad altre tecnologie che
    sono state applicate. Ci sono però dei situazioni su cui ancora
    persistono difficoltà, ad esempio sulle pm10, in cui si sta
    migliorando sulla media, ma non si è ancora in grado di intervenire
    sui cosiddetti picchi. Ci si sta attrezzando e le strategie ci sono
    e si potranno anche misurare. Questo piano infatti contiene anche
    una verifica al piano stesso: si sta lavorando per l'aggiornamento
    della relazione sullo stato dell'ambiente prevista periodicamente
    che prenderà in esame tutti i fattori e si potrà quindi valutare
    dove si è migliorati e dove ci sono ancora delle difficoltà su cui
    intervenire. Si è scelto di intervenire sulla mobilità, l'energia e
    si sono scelti i rifiuti e i parchi e inoltre come strategia
    regionale, i comportamenti e le azioni di sistema, come la cattura
    della CO2. Chiede infine, di poter mettere in condizione il
    sistema di compiere queste scelte. Ricorda che sui FAP c'è un
    dialogo aperto con il sistema delle imprese, il tavolo
    dell'imprenditoria, che è stato ascoltato nelle audizioni, che
    insiste molto su alcune azioni rivolte alle imprese. È stata
    accettata questa proposta, così come è stata accettato di riprendere
    il fondo rotativo sull'amianto e su altri inquinati, fondo che
    viene utilizzato dalle imprese che ha dato risultati negli anni
    passati ed è alimentato soprattutto da risorse che arrivano da parte
    delle imprese stesse.
    Esce il consigliere Borghi. Rientra il consigliere Salomoni.
    Il presidente MUZZARELLI a conclusione della discussione generale
    procede con l'esame dei due emendamenti della Giunta:
    Emendamento n. 1
    Nell'indice dell'Allegato A, prima della premessa è inserita la
    seguente rubrica:
    IL PIANO DI AZIONE AMBIENTALE NEL CONTESTO DELLA POLITICA REGIONALE
    UNITARIA di conseguenza la premessa è ridenominata Lo scenario
    strategico
    10
    Emendamento n. 2
    Nell'allegato A, dopo l'indice e prima del capitolo Lo scenario
    strategico è inserito il capitolo seguente:
    IL PIANO DI AZIONE AMBIENTALE NEL CONTESTO DELLA POLITICA REGIONALE
    UNITARIA
    Uno dei principali elementi fondanti il Piano di Azione Ambientale
    (PAA) per un futuro sostenibile della Regione Emilia-Romagna
    2008-2010 è quello di porsi quale strumento integrato nell'alveo
    della più ampia programmazione unitaria della Regione Emilia-Romagna
    che caratterizza il prossimo periodo di programmazione 2007-2013,
    affrontando le dimensioni fondamentali ed inscindibili di ambiente,
    economia e società in modo integrato e multisettoriale.
    L'approccio alla programmazione unitaria degli interventi sia in
    fase di pianificazione che di definizione degli strumenti finanziari
    è stata prevista dalla Giunta regionale con deliberazione n. 1132
    del 5 luglio 2007.
    Ed è sulla base di questo presupposto che il Piano di Azione
    Ambientale si pone come obiettivo quello di massimizzare gli effetti
    attesi rafforzando l'integrazione tra diversi strumenti e programmi
    di finanziamento, proponendo un modello di governance nuovo e molto
    efficace sia sotto l'aspetto programmatorio, sia sotto l'aspetto
    della spesa. Infatti il Piano si concentra su quelle matrici
    ambientali, significative e critiche per il territorio regionale, a
    completamento ed integrazione di quanto già previsto da altri
    strumenti della programmazione regionale (come ad esempio il
    Programma Operativo FESR 2007-2013, il Programma di Sviluppo Rurale,
    il Piano Triennale delle Attività Produttive, il Piano Energetico
    Regionale, il Programma Attuativo Regionale FAS, ecc.).
    Pertanto, l'obiettivo attuativo per il prossimo periodo di
    programmazione è quello di ottimizzare la funzionalità del sistema
    regionale e locale attraverso l'individuazione di specifici e
    polifunzionali ambiti territoriali, in grado di rafforzare
    l'integrazione e la collaborazione tra istituzioni locali,
    razionalizzare e semplificare gli ambiti gestionali, eliminando
    sovrapposizioni e ridondanze, superare la frammentazione
    istituzionale e associativa esistente, contenere i costi delle
    funzioni amministrative e dei servizi locali senza pregiudicarne la
    qualità, agevolare l'individuazione, da parte dei cittadini, dei
    referenti delle politiche territoriali.
    Il nuovo PAA individua dunque, a valle dell'analisi sulla qualità
    dell'ambiente regionale nonché di quanto gli altri strumenti di
    pianificazione e programmazione regionale di settore prevedono quale
    contributo positivo per la prevenzione e/o la riduzione di
    determinate matrici ambientali (inquinamento atmosferico, gestione
    delle acque, risparmio energetico), due ambiti prioritari di
    intervento:
    - la riduzione e la gestione dei rifiuti
    - la conservazione della biodiversità (anche in raccordo con
    quanto previsto su questo punto dal Programma di Sviluppo Rurale)
    Nell'ambito delle due priorità di intervento individuate in sede di
    Piano d'Azione Ambientale 2008-2010:
    - si intende dare una forte spinta al sistema regionale della
    riduzione e ottimizzazione della gestione dei rifiuti, non solo
    incentivando la raccolta differenziata effettivamente avviata al
    recupero ma sperimentando metodiche e strumentazioni per la
    tracciabilità dei flussi dei rifiuti. Quest'ultimo in particolare
    anche nella nostra regione sembra essere un obiettivo essenziale;
    - relativamente all'area di intervento sul sistema parchi e aree
    protette regionali, va ribadito che i finanziamenti si intendono per
    11
    le aree esistenti e anche in questo caso si contribuisce ad adottare
    politiche sul clima e sull'energia. La tutela delle aree protette è
    un elemento di forza in una politica che deve arrivare agli
    obiettivi 20-20-20 del post Kyoto.
    Analizzando più puntualmente i sostegni previsti in termini di
    tipologia di interventi nel prossimo periodo 2007-2013 negli altri
    documenti di programmazione si può evidenziare quanto segue:
    - nell'ambito del Programma Operativo FESR 2007-2013 (Asse III)
    sono previsti interventi di riqualificazione industriale a livello
    di impresa nonché a livello di area industriale (Aree Ecologicamente
    Attrezzate) volti principalmente alla riduzione dei consumi
    energetici e alla implementazione di fonti alternative di energia.
    Si ritiene che tali interventi possano contribuire
    significativamente alla riduzione delle emissioni in atmosfera
    nonché dei GHG (Gas Climalteranti) per il raggiungimento degli
    obiettivi di Kyoto;
    - nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale, oltre agli
    incentivi per l'attuazione di interventi volti alla produzione di
    energie con biomasse, sono previste numerose misure agro ambientali
    volte a migliorare la qualità dei prodotti e a tutelare la
    biodiversità degli ambienti, a tutelare e ridurre il consumo della
    risorsa idrica, a tutelare la risorsa suolo. Relativamente al tema
    della riduzione dei GHG possono essere inserite anche le misure
    volte al rimboschimento e quindi alla fissazione di carbonio
    atmosferico;
    - nell'ambito del Piano Energetico Regionale sono previsti
    interventi per il risparmio energetico e l'uso efficiente
    dell'energia nel settore civile per i sistemi urbani, nel sistema
    industriale, la razionalizzazione energetica del settore dei
    trasporti, lo sviluppo sostenibile delle fonti rinnovabili e la
    valorizzazione del contributo del sistema agro-forestale per
    l'energia e l'ambiente;
    - con il Programma Attuativo FAS (Fondi per le aree
    Sottoutilizzate) regionale, la nostra regione destina significativi
    investimenti in tema di mobilità sostenibile - il cosiddetto piano
    straordinario per la 'Cura del ferro' - utilizzando circa il 45% del
    totale delle risorse a disposizione (1). Tali interventi,
    sicuramente volti a migliorare il sistema del trasporto pubblico e
    privato regionale avranno però anche significative ricadute in
    termini di impatto positivo sulla riduzione di inquinanti in
    particolare per quelle categorie cosiddette inquinanti
    climalteranti. A questo si debbono aggiungere specifiche risorse del
    bilancio regionale per completare gli interventi del piano
    straordinario sulle ferrovie e 10 milioni di euro per il sostegno
    del Trasporto Pubblico Locale.
    (1) Totale FAS della Regione 286 milioni di euro. Risorse per la
    mobilità sostenibile 130 milioni di euro.
    - Con risorse FAS di competenza statale sono da richiamare due
    importanti interventi, il Progetto Strategico Speciale Valle del
    fiume Po , per migliorare la gestione delle acque e del territorio,
    in particolare per completare il riassetto idrogeomorfologico e
    ambientale dell'asta del fiume, migliorare le condizioni di
    sicurezza idraulica, preservare l'integrità ecologica e la
    biodiversità della fascia fluviale ed il Programma strategico
    speciale per il recupero economico-produttivo dei siti industriali
    inquinati , sempre finanziato dallo Stato con risorse FAS nazionali,
    per la bonifica e la riqualificazione industriale di un'area
    strategica in Comune di Fidenza.
    12
    In questo quadro, nell'ottica di integrazione delle politiche e
    degli strumenti di attuazione a disposizione della Regione
    Emilia-Romagna, con i Fondi FAS allocati dalla Delibera CIPE
    166/2007 alla Regione, l'Assessorato Ambiente intende portare a
    compimento progetti di area vasta relativamente ad altre due
    criticità regionali:
    - il tema della scarsità della risorsa idrica nei territori
    della Romagna
    - il tema della difesa della costa
    Per progetti di area vasta si intende lo sviluppo di importati
    'azioni cardine'(2) a forte valenza territoriale, che possano poi
    rappresentare il nucleo attorno al quale aggregare ulteriori
    interventi di sviluppo del sistema pubblico e del sistema privato
    per una maggiore efficacia degli investimenti.
    (2) Il termine 'azioni cardine' è presente nel Programma Attuativo
    FAS
    Il tema dei cambiamenti climatici e della qualità dell'aria
    costituisce una ulteriore priorità, non solo della nostra regione,
    ma per l'intero bacino padano. Data la rilevanza che riveste è
    quindi affrontato dal sistema regionale nei suoi molteplici aspetti
    (trasporti, sistema industriale, sistema civile) con una visione
    unitaria declinata attraverso gli strumenti propri della
    programmazione di settore.
    Appare evidente che stante l'enormità del problema e la rilevanza
    degli obiettivi posti, per altro recentemente confermati anche in
    sede europea, il tema della qualità dell'aria resta uno, se non il
    principale ambito di intervento del bacino padano e dunque della
    nostra regione, e, purtroppo, ancora molto resta da fare.
    L'Assessorato Ambiente con il Piano di Azione Ambientale 2008-2010
    ad integrazione e completamento di quanto messo in campo dagli altri
    settori regionali intende finanziare:
    - 1 milione e 700mila euro che unitamente ad altri 6 milioni
    dell'Assessorato Mobilità e Trasporti, supporterà il trasporto
    commerciale nell'adeguamento ai D.M. n.39/2008 e D.M. 42/2008 per
    l'abbattimento delle polveri sottili
    - 15 milioni di euro del Ministero dell'Ambiente per interventi
    di miglioramento dei piani di risanamento della qualità dell'aria e
    per l'attuazione del monitoraggio di ulteriori particelle
    inquinanti.
    Per quanto riguarda il sistema imprenditoriale, anche su questo
    versante sono previste misure a sostegno degli investimenti e dei
    servizi, quali ad esempio i finanziamenti alle imprese (Programma
    Operativo FESR 2007-2013 e Piano Triennale Attività Produttive),
    volti ad una ottimizzazione delle risorse energetiche nonché alla
    innovazione di processo e prodotto finalizzate anche alla riduzione
    dei principali impatti ambientali.
    Le risorse che saranno rese disponibili dall'Assessorato Ambiente
    mediante il Fondo di Rotazione saranno per questa prima annualità
    indirizzate a dare una risposta puntuale ai fabbisogni delle imprese
    (rimozione e bonifica da amianto), successivamente fino al
    raggiungimento dei 8,8 milioni di euro circa nei prossimi anni (1),
    con la 'messa a regime' del meccanismo del fondo medesimo. Tali
    ulteriori risorse potranno essere messe a disposizione del sistema
    industriale, come per altro da sua stessa richiesta, per la
    13
    realizzazione di interventi da parte delle imprese per sviluppare
    prodotti eco-compatibili.
    (1) Ossia nel 2015, tra 10 anni dalla data di concessione.
    Il quadro complessivo appena delineato rende esplicito il quadro in
    cui si inserisce il Piano di Azione Ambientale ed il valore aggiunto
    dato dalla Politica Regionale Unitaria. Infatti, anche a fronte di
    una relativa diminuzione delle risorse disponibili da fonte
    comunitaria, rispetto al periodo di programmazione 2000-2006, la
    concentrazione delle risorse dei Fondi Strutturali, del FAS, delle
    risorse nazionali e regionali sulla strategia e gli obiettivi del
    DUP consente di prevedere importanti effetti positivi nel
    raggiungimento dei risultati attesi.
    Inoltre, va sottolineato l'importante apporto innovativo del sistema
    di governo dell'attuazione della Politica Regionale Unitaria, che
    vede gli strumenti di settore perfettamente integrati nel disegno
    della strategia di sviluppo regionale, favorendo un reciproco
    effetto virtuoso di leva .
    A corredo di ciò, questa integrazione rende possibile la
    identificazione di interventi/progetti di rilevanza per il sistema
    regionale, a favore dei quali fare convergere i diversi strumenti
    attuativi messi in campo, sia settoriali sia più tipicamente
    trasversali.
    In ultimo, la messa a punto di un sistema di valutazione trasversale
    (previsto dal DUP nel Piano Unitario di Valutazione), consentirà di
    misurare nel tempo gli effetti della Politica regionale unitaria in
    particolare per quei temi che vedono intrecciati sviluppo e
    sostenibilità ambientale. .
    Il presidente dopo aver dato lettura degli emendamenti e non
    essendoci osservazioni al riguardo procede ponendoli in votazione.
    La Commissione con votazioni separate di identico risultato accoglie
    gli emendamenti con 24 voti a favore (Partito Democratico, Partito
    dei Comunisti Italiani, Italia dei Valori, Verdi per la Pace), 4
    astenuti (Sinistra democratica, Forza Italia-PDL) nessun contrario.
    Il presidente MUZZARELLI informa che ora si tratta di assumere la
    dichiarazione di sintesi in merito alla valutazione che viene
    allegata all' atto. Si tratta di un lavoro predisposto come allegato
    e illustrato nella mattinata. Spiega che successivamente l'atto
    verrà inviato agli uffici per il coordinamento del testo, al fine di
    consentire il dibattito in aula. La relazione orale in aula verrà
    fatta dall'assessore, e in questo modo si supera il problema del
    relatore e si può fare la discussione dell'atto complesso.
    Il consigliere MAZZA chiede se sia necessario approvare la VAS in
    quanto atto tecnico e non politico.
    Interviene per rispondere l'arch. DI STEFANO dicendo che la
    direttiva europea e la normativa nazionale, impongono che all'atto
    dell'approvazione del piano, venga contestualmente approvato da chi
    approva il piano, una dichiarazione di sintesi che tenga conto del
    rapporto ambientale, delle osservazioni pervenute, e di come si sono
    risolti i problemi, rispetto agli effetti sull'ambiente, nelle
    scelte contenute nel piano.
    14
    Per il presidente MUZZARELLI in questa sede si può esprimere un
    parere intermedio, per un passaggio formale in Aula, dove, dopo una
    riflessione più approfondita, l'atto verrà approvato formalmente. Il
    testo arriverà in Aula, sistemato dal punto di vista formale, con
    allegato anche questo provvedimento che verrà approvato.
    L'assessore ZANICHELLI vista la questione assai delicata e la
    procedura innovativa complessa, propone di predisporre un appunto e
    una riflessione su tutti questi elementi per evitare analoghi
    problemi procedurali laddove vi saranno altri piani da approvare.
    Interviene la consigliera GUERRA per affermare che darà il suo
    parere in Aula in quanto intende presentare altri emendamenti e la
    sua valutazione sarà relativa anche all'atteggiamento nei confronti
    di queste sue ulteriori richieste.
    Il consigliere MAZZA pone una questione di metodo. Cita a titolo di
    esempio il fatto che nel documento sia presente un lungo elenco di
    persone che hanno partecipato all'audizione, e un altro elenco di
    persone che hanno presentato proposte. Fa notare che il tutto viene
    poi sintetizzato in poche righe in cui si dice che sostanzialmente
    il giudizio che è stato dato da tutti i soggetti è positivo. A suo
    parere invece, da una lettura delle osservazioni della
    Confindustria, si può notare che le proposte che vengono fatte
    modificano una serie di questioni. Vuole capire come, in sostanza,
    gli atti e le osservazioni esterne vengano portati nella sede di
    discussione. La prassi normale per l'altro atto è che se le proposte
    non vengano poi formalizzate da qualche consigliere come emendamenti
    non vengono prese in considerazione. Bisogna individuare un metodo
    che tenga conto delle proposte esterne, altrimenti a suo avviso
    l'atto può essere impugnato.
    L'arch. DI STEFANO precisa che da una parte c'è il piano e,
    dall'altra, il rapporto ambientale. Il rapporto ambientale e la
    procedura di VAS si esprime sugli effetti, sulla coerenza con lo
    sviluppo sostenibile del piano e delle azioni comprese nel piano e
    sugli effetti sull' ambiente e sul piano. La dichiarazione di
    sintesi si esprime su questa cosa, non sul fatto che ci siano delle
    osservazioni alle scelte concrete del piano. Fa poi un esempio per
    chiarire la cose. Il una procedura di VIA ci sono le osservazioni
    che riguardano gli effetti sull'ambiente, ma ci sono anche
    osservazioni che riguardano: perché passate dalla mia proprietà
    ... . Si tratta di una di osservazione giusta e legittima, ma non
    ambientale e quindi non viene presa in considerazione nel
    procedimento che riguarda la valutazione ambientale in quanto non è
    una questione ambientale.
    Dopo un breve scambio di opinioni l'arch. DI STEFANO chiarisce
    ancora che la responsabilità di approvazione del piano e del
    programma della valutazione ambientale è in capo, sia in base alla
    direttiva europea sia in base alla norma oggi vigente, a chi approva
    il piano. Pertanto, chi approva il piano si esprime sia sul piano
    sia sulla VAS, avendo acquisito come elementi per formare questa
    decisione, il parere motivato della autorità competente e le
    eventuali osservazioni in materia ambientale.
    In presidente MUZZARELLI propone di dare un parere e poi rimandare
    il tutto in Aula. La cosa è complessa in quanto il documento non è
    soltanto un allegato.
    15
    L'arch. DI STEFANO afferma che il compito della valutazione
    ambientale serve a individuare se le azioni scelte vanno nella
    direzione dello sviluppo sostenibile e se producono effetti
    rilevanti sull'ambiente e impatti ambientali tali da dover
    richiedere di modificare il piano. Sostiene che questo è il compito
    che ci viene oggi assegnato.
    Il consigliere MAZZA propone un emendamento e cioè togliere gli
    ultimi due commi a pagina 4 del documento da approvare. La sua
    opinione è che si debba solo registrare come sono state fatte le
    cose, e le osservazioni arrivate, senza attribuire giudizi che
    possono essere impugnati. Ci potrebbero essere dei ricorsi.
    Il presidente MUZZARELLI legge i due periodi che il consigliere
    Mazza propone di togliere a pagina 4 del Parere motivato sulla VAS
    del PAA 2008 - 2010:
    Le osservazioni rappresentate durante le consultazioni hanno
    espresso un giudizio complessivamente positivo del PAA 2008 - 2010
    poiché esso struttura una serie di attività rilevanti per la tutela
    dell'ambiente e per lo sviluppo economico e sociale della regione.
    Le osservazioni rappresentate durante le consultazioni hanno,
    inoltre, espresso un giudizio positivo anche in merito alla scelta
    degli indicatori per il monitoraggio degli effetti ambientali dell'
    attuazione del PAA 2008- 2010.
    Il presidente mette quindi in votazione la proposta con l' impegno
    di fare una verifica per l'Aula.
    La Commissione accoglie la proposta con 27 voti a favore (Partito
    Democratico, Sinistra democratica, Partito dei Comunisti Italiani,
    Italia dei Valori,), 2 contrari (Forza Italia-PDL) nessun astenuto.
    La consigliera Guerra (Verdi per la Pace) non partecipa al voto.
    Il presidente pone quindi in votazione l'Allegato dichiarazione di
    sintesi come emendato .
    La Commissione accoglie la proposta con 25 voti a favore (Partito
    Democratico, Partito dei Comunisti Italiani, Italia dei Valori), 4
    astenuti (Sinistra democratica, Forza Italia-PDL), nessun contrario.
    La consigliera Guerra (Verdi per la Pace) non partecipa al voto.
    La consigliera GUERRA chiede se sia stato distribuito un documento
    di osservazioni al piano firmato da diversi assessori all'ambiente,
    alcuni dei quali hanno partecipato all'incontro conoscitivo, senza
    poter intervenire in quanto avevano ricevuto il documento dal
    sindaco solo pochi giorni prima.
    Il presidente MUZZARELLI risponde che è stato distribuito tutto il
    materiale ricevuto ufficialmente.
    Il presidente pone quindi in votazione l'intero oggetto come
    emendato.
    La Commissione esprime sulla proposta in oggetto parere favorevole
    con 25 voti a favore (Partito Democratico, Partito dei Comunisti
    Italiani e Italia dei Valori), 2 contrari (Forza Italia-PDL) e 2
    astenuti (Sinistra Democratica), sul testo che si allega. La
    consigliera Guerra non partecipa al voto.
    Il presidente concluso l'esame del piano dà mandato agli uffici per
    16
    un coordinamento tecnico finale.
    Escono i consiglieri Guerra, Mazzotti, Nanni, Zoffoli. Entra il
    consigliere Manfredini.
    .-.-.-.-.-
    Terminata la prima parte della seduta di commissione, ha inizio alle
    ore 12.00 la seconda parte in seduta congiunta con la Commissione
    Bilancio, Affari Generali ed Istituzionali.
    Il presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta congiunta delle
    Commissioni I^ Bilancio Affari Generali ed Istituzionali e III^
    Territorio Ambiente Mobilità.
    Introduce quindi l'ordine del giorno, che prevede due argomenti: il
    primo, il rapporto sull'attuazione della legge regionale per la
    montagna (l.r. 2 del 2004), di cui è stata distribuita una sintesi
    in inizio di seduta, quale ulteriore documentazione (Comunicazione
    su attuazione e prospettive della l.r. 2 del 2004 legge per la
    montagna v. atti). Il secondo, lo schema di deliberazione della
    Giunta regionale relativo all'assegnazione dei finanziamenti 2008
    alle Comunità montane che, ai sensi della deliberazione assembleare
    n. 618 del 2004, prevede l'espressione del parere preventivo delle
    Commissioni competenti per materia, quindi sia la Prima che la
    Terza. Su proposta dell'assessore Gilli, concorda col presidente
    Muzzarelli di unire l'illustrazione e la discussione di entrambi i
    punti.
    Rientra il consigliere Zoffoli.
    - Presentazione dell'Assessore a Programmazione e sviluppo
    territoriale. Cooperazione con il sistema delle autonomie.
    Organizzazione Luigi Gilli del rapporto sull'attuazione della legge
    regionale n. 2 del 2004 (Legge per la montagna)
    C137 Parere, ai sensi della deliberazione assembleare n. 618 del
    2004, sullo schema di deliberazione della Giunta regionale:
    Approvazione del programma attuativo annuale ex previgente art. 9
    della l.r. 2/2004 (Legge per la montagna) per l'anno 2008.
    Assegnazione dei finanziamenti alle Comunità montane
    Il dott. MATTIUSSI osserva che il programma attuativo 2008 per la
    montagna ha chiuso il ciclo di sperimentazioni e interventi a favore
    dei territori montani, nella versione introdotta dalla legge
    regionale 2 del 2004, poi recentemente modificata dalla legge
    regionale 10 del 2008.
    La sperimentazione si è basata sul concetto della programmazione
    negoziata che vedeva la partecipazione e la cooperazione fra più
    soggetti istituzionali, sulla base di programmi di interventi, che
    dovevano corrispondere al programma regionale per la montagna
    approvato dall'Assemblea legislativa, il quale a sua volta poneva
    gli indirizzi verso i vari filoni su cui allocare le risorse.
    La programmazione, d'altro lato, cercava, sulla base degli obiettivi
    indicati dal programma regionale per la montagna, di corrispondere
    alle domande di intervento, di investimenti pubblici che nei
    territori montani provenivano dagli specifici territori. Occorre
    inoltre tener conto delle singole specificità dei territori montani,
    caratterizzati da differenti problematiche. E infatti, se si fosse
    predisposto un unico programma, non si sarebbe dato conto dei tratti
    distintivi delle varie realtà, delle singole risorse allocate nei
    territori montani.
    17
    Di qui l'esigenza di sperimentare il metodo della programmazione
    negoziata, attraverso due strumenti: da un lato l'intesa
    istituzionale di programma, con la quale si pongono, per un periodo
    analogo a quello del programma regionale, nella specificità dei
    territori, gli obiettivi prioritari da raggiungere, e dall'altro
    l'accordo quadro, vero e proprio accordo di programma sottoscritto e
    finanziato da tutti quei soggetti, pubblici e privati, che in
    attuazione delle linee contenute nell'intesa, intendono collaborare
    per la realizzazione di specifici progetti.
    Si tratta di risorse private e di risorse pubbliche effettivamente
    disponibili, sia sui capitoli direttamente attivati con la legge
    regionale 2 del 2004, sia sugli altri capitoli di spesa del bilancio
    regionale.
    Sottolinea come positiva la sperimentazione avviata, perché a fronte
    di finanziamenti pubblici impiegati nel triennio, la quantità di
    risorse che si sono potute movimentare nei territori è stata
    nettamente superiore. Gli accordi quadro hanno prodotto, infatti, un
    effetto moltiplicatore in termini di risorse finanziarie mobilitate.
    Dal documento Comunicazione su attuazione e prospettive della legge
    regionale 2 del 2004 (Legge per la montagna) , in cui si analizza
    non solo il periodo di vigenza della legge 2 dal 2005 al 2008, ma
    anche il 2001, si evince, per quanto riguarda le risorse in capo
    alla Regione e allo Stato a favore dei territori montani - non come
    spesa corrente, ma come opere pubbliche -, un sensibile calo dei
    finanziamenti provenienti dal riparto del fondo nazionale per la
    montagna e una corrispondente e progressiva crescita delle risorse
    regionali, sia in termini di competenza, che in termini di cassa.
    Evidenzia tuttavia che la sperimentazione ha evidenziato alcune
    criticità, soprattutto nelle procedure, che si sono rivelate
    faticose, un po' ridondanti. Pertanto, attraverso la legge regionale
    10 del 2008, si è colta l'occasione per migliorare questi aspetti,
    al fine di rendere più efficace il processo, pur mantenendo il
    metodo della programmazione negoziata, che meglio si adatta a
    territori che hanno situazioni e specificità differenti. Preferibile
    pertanto una programmazione bottom up, che nasce dal territorio
    piuttosto che un programmazione top down, che nasce dall'alto e si
    cala sui territori.
    Nel periodo considerato, i mezzi regionali direttamente impegnati a
    favore dei territori montani - somme consistenti -, hanno costituito
    il volano per la promozione di tutte le altre risorse. In
    particolare si evince che nel periodo 2004-2008 sono state allocate
    direttamente attraverso la legge 2, circa 6 milioni di euro a
    derivazione statale e circa 21 milioni e 800 mila di risorse
    regionali.
    Nello stesso periodo di riferimento, complessivamente, sono state
    messe in campo, direttamente a favore dei territori montani, circa
    27 milioni di euro, somma certamente insufficiente per la
    risoluzione di tutti i problemi delle comunità montane, ma comunque
    significativa.
    La deliberazione peraltro persegue un obiettivo fortemente
    sollecitato dall'UNCEM e dai sistemi locali: mentre sostanzialmente
    i due programmi approvati in questo periodo distribuivano le risorse
    disponibili sulla base di popolazione e superficie, senza criteri
    premianti, ma con criteri che subordinavano la risorsa al
    raggiungimento di determinati obiettivi, quest'anno si è introdotto
    un criterio premiante sulla base di indirizzi concordati con l'UNCEM
    e con le comunità montane. A fronte di un 70% delle risorse comunque
    distribuito in base a popolazione e superficie, è stato destinato un
    30% sulla base della qualità dei progetti e della maturità
    18
    progettuale, cioè sulla base del fatto che le risorse fossero
    immediatamente impiegate.
    Una delle critiche addotte, infatti, consisteva nel fatto che si
    davano risorse solo a idee progettuali prima che fossero attivati
    cantieri, intercorrendo tra una fase e l'altra molto tempo, mentre
    l'obiettivo era intraprendere tutte le azioni per la realizzazione
    delle opere che venivano indicate.
    Precisa che i criteri premianti definiti dalla Giunta regionale
    consistono nel livello di integrazione finanziaria fra i vari
    settori, nel grado di integrazione tra programmi di spesa e
    nell'integrazione e coerenza con le proposte di accordo quadro fra
    più comunità montane. In base a tali criteri si è compiuta
    l'istruttoria dei progetti presentati e distribuito il 70% delle
    risorse.
    Nella sostanza, si è distribuita, in base a popolazione e
    territorio, la somma di 3 milioni e 500 mila euro, base di partenza
    per ogni comunità montana, e il restante milione e mezzo di euro,
    recati dal capitolo 5 milioni del fondo speciale, invece, è stato
    ridistribuito sulla base dei criteri premianti precedentemente
    concordati e comunicati alle comunità montane tramite una lettera a
    firma dell'assessore, inviata in data 14 ottobre 2008.
    Il risultato finale del programma attuativo 2008 evidenzia, a suo
    avviso, la bontà del metodo, fermo restando lo snellimento delle
    procedure avviato con le modifiche apportate dalla legge regionale
    10 del 2008.
    A fronte dei 5 milioni di euro messi in campo dalla Regione
    attraverso il fondo speciale per la montagna, i progetti presentati
    e sui quali il sistema territoriale locale si è impegnato a dare
    copertura, si attestano sui 14 milioni di euro.
    Non si tratta quindi di progetti che riguardano soltanto i 5
    milioni, ma i 5 milioni movimentano 14 milioni di euro.
    Anche per il 2008 i territori, sempre per spese di investimento,
    hanno potuto godere sia dell'integrazione del fondo ordinario per le
    comunità montane, che ammonta a circa 2 milioni 583 mila, sia
    dell'integrazione dei trasferimenti statali - non quelli previsti
    dalle finanziarie, ma quelli effettivamente erogati - per un volume
    di 2 milioni e 100 mila euro. Con i mezzi regionali, in base alla
    finanziaria 2004, è obbligo fare opere pubbliche e non intervenire a
    favore di proprietà private, mentre per i mezzi statali non è
    previsto tale impedimento.
    Conclude che la Regione finanzia per l'80% interventi a favore dei
    territori e per il 20% attività funzionali ai territori che sono
    espletate dalle aziende agricole direttamente sulla base di bandi
    indetti dalle comunità montane e quindi a favore di soggetti privati
    che operano per la qualità del territorio: pulitura di fossi,
    gestione di boschi.
    Rientrano i consiglieri Mazzotti ed Ercolini.
    Il consigliere SALOMONI chiede chiarimenti sui finanziamenti.
    Il dott. MATTIUSSI precisa che i fondi si riferiscono al 2008 e sono
    composti da risorse 2008 e da una parte di slittamento 2007 del
    fondo speciale.
    I due milioni stanziati in assestamento del fondo speciale, aggiunti
    ai 3 milioni del 2008, portano il totale a 5 milioni di euro. Il
    2005-2006 sono stati programmi che hanno utilizzato risorse 2005 e
    2006.
    Chiarisce che si tratta di tre capitoli specifici: i trasferimenti
    statali che sono per legge statale affidati alle comunità montane
    19
    per opere pubbliche sulla base di parametri certi; l'integrazione
    regionale, ossia il fondo regionale ordinario per la montagna, fondi
    assegnati sia per l'anno 2005 che nel 2007 e nel 2008. Relativamente
    al fondo speciale, precisa che le somme ivi previste sono state
    assegnate nel 2005, nel 2006 - anno nel quale ammontavano a circa
    due milioni di euro -, mentre nel 2007 non sono state utilizzate,
    perché si era già a fine anno.
    Di qui lo slittamento al 2008, per cui i tre milioni di euro recati
    dal bilancio 2008 aggiunti ai due milioni di euro oggetto dello
    slittamento, danno come risultato i cinque milioni di euro in corso
    di distribuzione nel 2008. Questa è la parte riferita al capitolo
    3458 del bilancio 2008, quanto invece ai trasferimenti statali, essi
    sono stati ripartiti e verranno assegnati alle comunità montane, non
    sono presenti perché accertati nel mese di novembre. Infine, le
    risorse integrative dell'altro capitolo sono state già assegnate
    alle comunità montane, che hanno potuto attivare interventi nei loro
    territori.
    Il presidente MUZZARELLI ritiene corretto il metodo, perché
    coinvolti oltre 180 soggetti. Il fatto che la programmazione sia
    negoziata costituisce anche un senso di responsabilità per vedere se
    i territori riescano ad esprimere forza innovativa.
    Considera positivo lo stanziamento di circa 36 milioni di euro,
    quale pacchetto riferito alle politiche regionali per la montagna.
    I tre aspetti dell'integrazione funzionale, dei programmi, e della
    comunità montana - a suo avviso - anche nell'ottica della legge
    regionale 10 del 2008 e del riordino territoriale, sono importanti e
    aiutano, a regime, ad arrivare ad un impianto serio e riorganizzato.
    Il presidente NERVEGNA chiede chiarimenti sulle procedure che si
    seguiranno per i programmi futuri, in particolare per le comunità
    montane che hanno scelto di sciogliersi per costituire Unioni di
    comuni.
    Il consigliere SALOMONI ritiene che le comunità montane non abbiano
    prodotto risultati conformi alle attese. Sostiene che non è mai
    stata fatta un'analisi seria sugli effetti prodotti sul territorio
    nè sull'interconnessione con altri enti, quali ad esempio i Consorzi
    di bonifica. In questi anni, a suo avviso, le comunità montane,
    salvo alcune eccezioni, non hanno operato nella direzione della
    razionalizzazione degli interventi.
    La legge 2 del 2004 ha burocratizzato ulteriormente tutto il
    sistema, tanto che si fa fatica a impiegare le risorse messe a
    disposizione. Se si considera infatti che nell'arco dei cinque anni
    sono stati stanziati 27 milioni di euro, a fronte di 18 comunità
    montane, si vede anche che alla fine ai comuni sono arrivati
    finanziamenti esigui, a dimostrazione che questi enti non riescono a
    fornire servizi efficaci sul territorio.
    Il tentativo di riordino della legge regionale 10 del 2008 dovrebbe
    andare verso una razionalizzazione delle spese dirette e indirette,
    ma, a suo avviso, la strada intrapresa non va in questa direzione,
    poiché, in molti casi, si tratta soltanto del cambiamento di
    denominazione da comunità montane a Unioni di comuni. Inoltre, tutte
    le azioni attive e passive, debiti e crediti, verranno trasferite ai
    nuovi soggetti.
    Per quanto riguarda poi, in particolare, la provincia di Bologna,
    delle quattro comunità montane rimarranno tre soggetti di secondo
    grado: una Comunità montana e due Unioni di Comuni, con la
    diminuzione di un soggetto: l'ipotesi è quella di far confluire la
    comunità montana del Santerno nel Nuovo circondario imolese. Ritiene
    20
    che tale proposta di riordino costituisca un errore: delle quattro
    comunità montane, l'unica comunità che per conformazione
    territoriale ha funzionato, fornendo una serie di servizi associati,
    è proprio la comunità montana del Santerno. Occorreva, invece, a suo
    giudizio, eventualmente rafforzare la condivisione degli
    amministratori e delle popolazioni di quel territorio, per cercare
    di arrivare in un lasso di tempo ragionevole ad un Comune unico con
    quattro piccoli municipi o consigli di frazione.
    L'altro errore - a suo avviso - concerne l'ipotesi di riordino del
    territorio delle Cinque Valli bolognesi: si tratta di otto Comuni,
    dei quali quattro chiedono di fare un'Unione di comuni, tra i quali
    anche Monghidoro. Aggiunge che comuni quali Pianoro, Sasso Marconi,
    ha senso che vengano collegati al capoluogo in termini di viabilità,
    di trasporto pubblico. Esprime forti perplessità sul fatto che gli
    altri comuni, che hanno le caratteristiche di territori montani,
    come Loiano, Monterenzio e Monghidoro, e sono territorialmente
    abbastanza contigui ad essi, abbiano fatto la scelta di confluire
    nella Comunità del Medio e Alto Reno, che era già ampia. In passato
    tale territorio era stato diviso proprio per la sua ampiezza e di
    fatto non costituiva bacino ottimale per la gestione dei servizi.
    Auspica pertanto la possibilità di un approfondimento per la
    provincia di Bologna. In conclusione, afferma che l'operazione di
    riordino non produce alcun risparmio economico, in realtà si
    mantengono gli enti attuali diversamente denominati,
    riorganizzandone alcuni, come il circondario imolese, in modo ancora
    più improprio.
    Il presidente NERVEGNA cede quindi la parola all'assessore per
    l'intervento conclusivo.
    L'assessore GILLI dichiara che, oltre al rapporto sull'attuazione
    della legge regionale n. 2, ha ritenuto opportuno fornire
    un'ulteriore documentazione sintetica in ordine al processo avviato
    con l'applicazione della legge regionale 10 sull'autoriforma
    istituzionale per quanto riguarda Unioni di comuni e comunità
    montane.
    Se si guarda al rapporto propriamente detto, lo stanziamento di 27
    milioni può apparire una spesa modesta, ma sui territori montani non
    arrivano solo le risorse regionali e fra le regionali non solo
    quelle della legge 2. Tuttavia, sottolinea che questi 27 milioni
    nella fase di sperimentazione, che si conclude per una prima parte
    con l'esercizio 2008, hanno prodotto interventi molto consistenti.
    La legge 2 del 2004 è stata modificata con la legge 10 del 2008
    nell'applicazione e nella gestione degli accordi, perché se ne é
    riconosciuta la complessità, in particolare l'aspetto della scarsa
    tempestività su alcuni interventi, non sufficientemente efficaci
    rispetto ai benefici previsti.
    Con il 2009-2010 si avvierà dunque una fase di adeguamento dei
    meccanismi normativi e della loro applicazione sulla base di un
    processo di riordino che è molto più ampio e più complesso. Rileva
    che occorre prendere in considerazione l'impatto su questa materia
    della legge 133 del 2008. In altri termini chiarisce che, rispetto
    alla decurtazione dei fondi fatta dalle due finanziarie del Governo
    Prodi, c'è un'ulteriore decurtazione dei fondi da parte dell'attuale
    Governo, che porta ad un investimento sulle comunità montane pari
    pressoché allo zero sul versante delle risorse statali.
    Peraltro, l'incidenza di spese generali, di funzionamento della
    macchina amministrativa nello specifico della realtà montana
    regionale era ed è assai modesto. Un dato: i collaboratori delle
    comunità montane della regione Emilia-Romagna sono 220 dipendenti.
    21
    In tutto il Paese i dipendenti delle Comunità montane sono circa
    5000. Seguendo il criterio del personale, sui 30 milioni di euro
    residui del fondo nazionale per il funzionamento delle comunità
    montane, 14 milioni sarebbero andati ad una sola regione. Riferisce
    che si è svolta una riunione con il Ministero degli Interni e il
    Ministero degli Affari regionali, ove non soltanto si è definito un
    percorso di regionalizzazione del fondo residuo che sarà realizzato
    attraverso una proposta del Governo, concordando su di un
    accorpamento dei fondi e una revisione dei criteri, ma si è espressa
    anche la volontà di rivedere i parametri di montanità, perché
    abbastanza vetusti. Vi sono infatti comuni che vengono considerati
    montani in base a criteri datati.
    L'obiettivo è quello di codificare sempre meglio la funzione di
    equilibrio economico sociale che svolge il territorio montano.
    Sottolinea che il presidente della Regione riesce a governare bene
    questo percorso di interlocuzione, in particolare cita il problema
    dell'assorbimento dei fondi comunitari e anticipa in tal senso uno
    schema di ipotesi di risorse sui fondi comunitari, in corso di
    elaborazione.
    Rileva altresì che la modifica apportata dalla legge 10 del 2008
    consente di avviare un sistema più efficace nell'integrazione delle
    risorse. Si tratta, in particolare, di una proposta di riordino che
    entro il febbraio 2009 deve avere il concerto del territorio, dei
    comuni per giungere all'adozione dei decreti alla fine dell'anno.
    Precisa che non vi è alcuna rigidità da parte della Giunta regionale
    di ripetere dei meccanismi tout court e assicura che vi è una
    disponibilità a modificare assetti e a valutare ipotesi alternative
    a quelle prospettate.
    Sul caso imolese, ritiene (e corrisponde alla volontà di quegli
    enti) che si arriverà ad una fusione di comuni, coerentemente alla
    scelta dei territori di inglobarsi in un ambito più ampio, il
    circondario. Il caso imolese, a suo avviso, risponde ad un'efficacia
    di risultati istituzionali, anche in termini di semplificazione, di
    maggiore risorse anche per i territori più deboli rispetto al comune
    del capoluogo del circondario che è Imola.
    Sull'ipotesi Cinque Valli Bolognesi, sottolinea che la decisione in
    merito spetta ai comuni di Pianoro e di Sasso Marconi; ritiene
    tuttavia più efficace ragionare verso Bologna piuttosto che rimanere
    legati alla realtà di territori montani.
    Sulla comunità Acquacheta nel forlivese, l'idea è quella di fondere
    in un'unica Unione di comuni le due realtà delle comunità montane.
    Rileva che l'idea della strumentalità della trasformazione della
    comunità montana in Unione di comuni non appare corrispondente al
    vero, le due vocazioni sono differenti: l'Unione gestisce servizi,
    la comunità montana aveva ed ha una funzione istituzionale di natura
    diversa.
    La Regione Emilia-Romagna, all'avanguardia nell'organizzazione e
    nella rappresentanza del territorio, si deve spingere a rafforzare
    maggiormente le funzioni dell'Unione. L'esempio paradigmatico è
    sulla pianificazione urbanistica, dove non si può insistere a
    ragionare entro confini piccoli, nel momento in cui lo strumento del
    comune è costituito da POR e RUE. La dimensione del disegno
    strategico deve essere più vasto del comune singolo, deve essere
    almeno per l'Unione di comuni e poi si deve intrecciare
    sull'efficacia della dimensione provinciale. In termini di costi,
    sottolinea che il Governo ha considerato positiva la legge regionale
    dell'Emilia-Romagna, perché ha verificato un effettivo risparmio di
    4 milioni di euro rispetto alla fase precedente. Vi è una
    sostanziale riduzione dei costi derivanti dagli organi
    istituzionali: il fatto stesso che sia le Unioni sia le comunità
    22
    montane saranno composti da soli sindaci comporta una riduzione di
    costi. Il costo della riduzione dell'indennità degli amministratori
    si aggira intorno ai 2 milioni e mezzo di euro.
    Rileva che il problema principale è rendere efficace l'attività
    della Regione e la gestione orizzontale delle risorse. Se si
    confronta il piano di quest'anno e il primo, c'è una sostituzione da
    parte della legge 2 a svolgere funzioni incardinate altrove, quali
    ad esempio la viabilità. Vi è la necessità di un intervento di
    natura orizzontale sui territori montani, non più verticale settore
    per settore.
    Pone infine un altro tema: la necessità di trovare le modalità per
    tutelare i dipendenti delle amministrazioni delle comunità montane.
    Mentre infatti i dipendenti dell'Unione sono dipendenti dei comuni,
    i dipendenti delle comunità montane sono dipendenti statali e si
    tratta di 5000 persone. Se a livello nazionale si riduce il fondo a
    30 milioni, nulla si dice né in ordine alla gestione del rapporto di
    lavoro con i dipendenti, né relativamente ai rapporti successori e
    agli impegni che ogni comunità montana ha assunto.
    Il problema dei dipendenti non è semplice. Non possono essere
    assunti dai comuni per questioni di rigidità di bilancio, perché i
    comuni, dovendo rimanere con il personale dentro i parametri del
    patto di stabilità, andrebbero fuori dai limiti stabiliti. Si sta
    cercando di trovare un percorso di soluzione.
    In conclusione, ribadisce che vi è la volontà del Presidente Errani,
    ed è intenzione della Giunta, di trovare soluzioni aperte che
    tuttavia corrispondano ad un criterio fondamentale: quello di
    rendere efficaci le funzioni che le amministrazioni svolgono sul
    territorio. In altri termini, se una gestione viene svolta da
    un'Unione, il comune deve cessarne l'esercizio, altrimenti si
    rischia di duplicarne i costi.
    Il presidente MUZZARELLI ringrazia l'assessore e il suo staff e
    invita la Commissione ad esprimere il parere sullo schema di
    deliberazione C137.
    La Commissione esprime parere favorevole con 24 voti a favore
    (Partito Democratico e Partito dei Comunisti Italiani), 5 astenuti
    (Forza Italia e Lega Nord) e nessun contrario.
    La seduta termina alle ore 13,15.
    Approvato nella seduta del 15 gennaio 2009.
    La Segretaria Il Presidente
    Samuela Fiorini Gian Carlo Muzzarelli
    23
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