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Legislatura VIII - Commissione III - Verbale del 07/07/2009 antimeridiano

    Testo

    Verbale n. 23
    Seduta del 7 luglio 2009
    Il giorno martedì 7 luglio 2009 alle ore 10.30 si è riunita presso
    la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50,
    la Commissione Territorio Ambiente Mobilità, convocata con nota
    Prot. n. 18628 del 26/06/2009.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    BARBIERI Marco Presidente Partito Democratico 6 presente
    FRANCESCONI Luigi Vice Forza Italia-Popolo 5 assente
    Presidente della Libertà
    GUERRA Daniela Vice Verdi per la pace 1 assente
    Presidente
    ALBERTI Sergio Componente Uniti nell'Ulivo - SDI 1 presente
    BARTOLINI Luca Componente Alleanza 4 presente
    Nazionale-Popolo della
    Libertà
    BORGHI Gianluca Componente Partito Democratico 2 presente
    BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 assente
    Donatella Italiani
    BOSI Mauro Componente Partito Democratico 2 presente
    CORRADI Roberto Componente Lega Nord Padania E. e 3 assente
    R.
    DELCHIAPPO Renato Componente Gruppo Misto 1 assente
    MASELLA Leonardo Componente Partito di Rifondaz. 2 assente
    Comunista
    MAZZA Ugo Componente Sin. Dem. Per il 2 presente
    Socialismo Eu.
    MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 5 presente
    MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
    MONTANARI Roberto Componente Partito Democratico 2 assente
    NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 assente
    Di Pietro
    NERVEGNA Antonio Componente Forza Italia-Popolo 2 assente
    della Libertà
    NOÈ Silvia Componente Unione Democratici 1 assente
    Cristiani e di Centro
    SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia-Popolo 2 presente
    della Libertà
    SALSI Laura Componente Partito Democratico 2 presente
    ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo-SDI 2 presente
    ZOFFOLI Damiano Componente Partito Democratico 2 presente
    Sono presenti i consiglieri: PERDULLI in sostituzione di MONTANARI;
    CASADEI in sostituzione di ZANCA, FILIPPI in sostituzione di
    FRANCESCONI; MONARI.
    Sono altresì presenti: Lino Zanichelli (Assessore all'Ambiente e
    sviluppo sostenibile) e Alfredo Peri (Assessore alla Mobilità e
    Trasporti).
    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: G. Bortone (Dir. Gen.
    Ambiente e difesa del suolo e della costa), E. Valbonesi (Resp.
    Serv. Parchi e risorse forestali), C. Bianchi (Serv. Viabilità,
    navigazione interna e portualità commerciale), A. Celletti (Serv.
    Informazione Ass. Leg.).
    Presiede la seduta: Marco Barbieri
    Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
    Il presidente BARBIERI dichiara aperta la seduta alle ore 10.45.
    Sono presenti i consiglieri: Alberti, Bartolini, Borghi, Bosi,
    Casadei, Filippi, Mazza, Mazzotti, Pedulli, Salomoni, Salsi,
    Zoffoli.
    4660 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
    finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L. R. 15
    novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione della legge
    di assestamento del bilancio di previsione per l'esercizio
    finanziario 2009 e del bilancio pluriennale 2009-2011. Primo
    provvedimento generale di variazione (delibera di Giunta n. 844 del
    15 06 09).
    4661 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Assestamento
    del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per
    l'esercizio finanziario 2009 e del bilancio pluriennale 2009-2011 a
    norma dell'art. 30 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40. Primo
    provvedimento generale di variazione. (delibera di Giunta n. 845 del
    15 06 09).
    Il presidente BARBIERI porge il benvenuto ai nuovi consiglieri
    subentrati, nell'ultima seduta dell'Assemblea legislativa, agli
    eletti sindaci e ricorda che la Commissione si esprime sui progetti
    di legge di assestamento del bilancio 2009 e relativa legge
    finanziaria regionale, in sede consultiva, per le materie di
    competenza. Ricorda inoltre che l'illustrazione era già stata svolta
    nella seduta precedente del 23 giugno.
    Il consigliere MAZZA precisa che era stato disposto il rinvio
    dell'esame degli oggetti per consentire la presenza dell'assessore
    alla mobilità. Gli assessori competenti infatti, a norma del
    regolamento interno dell'Assemblea, devono partecipare alla
    discussione e approfondimento dei provvedimenti di bilancio.
    Passando quindi al merito della manovra, chiede chiarimenti sul
    sistema ferroviario regionale e sulle risorse previste nella
    variazione di bilancio per l'aumento di capitale della Società FER.
    C'è un aumento di capitale di 16 milioni di euro che riguarda la
    strategia complessiva sull'acquisto di treni, già più volte posta
    all'attenzione della Commissione e che comincia lentamente a fare
    qualche passo. A suo parere tuttavia dell'acquisizione si è parlato
    da molto tempo, ma ora non è chiara la tipologia dei treni comprati.
    In particolare, in più occasioni si è parlato della funzione
    principale di questi treni. E il servizio ferroviario metropolitano
    bolognese, che ha sostanzialmente funzioni di metropolitana, ha
    bisogno di treni a rapido carico e ad accelerazione veloce.
    Secondo punto: una volta conclusa l'elettrificazione delle linee e
    investite risorse in tal senso, i treni elettrici non sono ancora in
    funzione. Gli risulta infatti che i treni elettrici, pur comprati,
    sono stati spostati altrove e ad esempio su tutta la linea
    Bologna-Vignola si va ancora a nafta. La notizia è apparsa anche
    sulla stampa e i cittadini sono infuriati.
    Infine, un accenno alla quota di risorse destinate alle strade, che
    ritiene esorbitante rispetto ai reali fabbisogni.
    Escono i consiglieri Bosi e Zoffoli.
    Il consigliere PEDULLI chiede i motivi che hanno portato ad una
    riduzione della voce trasporti pari a euro 2.664.000 a fronte di una
    situazione di difficoltà lamentata dalle aziende.
    Il presidente BARBIERI cede quindi la parola all'Assessore alla
    mobilità per i chiarimenti richiesti.
    Escono i consiglieri Filippi e Bartolini.
    L'assessore PERI, prima di fornire le precisazione in ordine ai temi
    posti dai consiglieri, propone al presidente e alla Commissione di
    cogliere l'occasione della seduta odierna per illustrare anche un
    emendamento della Giunta regionale alla legge finanziaria
    riguardante l'ARNI, emendamento che sarà presentato formalmente alla
    Commissione referente Bilancio.
    La Commissione concorda.
    L'assessore PERI chiarisce che per quello che riguarda i treni, la
    Regione ha fatto e farà un corposo investimento sull'acquisto di
    materiale rotabile, che in parte si riscontra attraverso l'aumento
    di capitale destinato alla Società FER, ma che non esaurisce tutta
    la disponibilità, perché in realtà buona parte dei fondi europei -
    in particolare i FAS - sono programmati essenzialmente per questo.
    Fornisce l'ammontare complessivo che riguarda sia l'operazione
    dell'assestamento di bilancio, sia la programmazione dei fondi
    europei, sia la riprogrammazione dei fondi nazionali, pari ad un
    totale di circa 200 milioni di investimenti sulla rete, per
    elettrificazione, interramento, riqualificazione. Ulteriori 200
    milioni circa riguardano l'acquisto di treni. Pertanto la manovra in
    corso ammonta a 400 milioni di euro.
    Una prima parte che riguarda l'acquisto di materiale rotabile è già
    avviata, nel senso che la Regione ha partecipato alla gara per
    l'acquisto di materiale rotabile espressamente dedicato ai servizi
    di tipo metropolitano e si è collegata ad una gara della regione
    Veneto, che era già in corso, ovviamente con le stesse specifiche.
    Pertanto ogni Regione acquista i propri treni, ma, essendo una gara
    già aperta, si è conseguita una maggiore massa critica, e in tal
    modo l'Emilia-Romagna arriverà all'acquisto di dodici treni
    nell'immediato, vale a dire entro due anni, e all'opzione di altri
    dieci, per un totale di ventidue treni. I diciotto mesi di tempo
    sono previsti a decorrere dalla gara (i fornitori infatti si
    confrontano anche sui tempi) e la gara è in via di conclusione. C'è
    un ricorso pendente sulla gara stessa, ma formalmente i bandi sono
    scaduti in questi giorni e l'iter prosegue secondo le procedure
    proprie di qualsiasi gara di livello europeo. Si prevede che
    l'assegnazione e quindi la scelta del fornitore possa avvenire
    appena dopo l'estate. In autunno la Regione dovrebbe quindi chiudere
    questa prima parte, che rappresenta il nucleo dell'operazione e
    funge da svolta per ciò che riguarda l'investimento effettuato.
    Chiarisce poi che, sulla tipologia, i riferimenti sono i treni
    simili agli Stadler, vale a dire i treni svizzeri espressamente
    costruiti per un tipo di utenza metropolitana. Ovviamente la gara
    dirà sugli esiti. Contemporaneamente, la Regione ha fatto una
    procedura di somma urgenza, perché, pur essendo completata
    l'elettrificazione della Bologna-Portomaggiore e in corso di
    conclusione l'elettrificazione della Bologna-Vignola, tuttavia su
    quelle linee occorrono ancora investimenti intensi dal punto di
    vista della rete. Si riferisce nello specifico all'interramento
    della Bologna-Portomaggiore in città, al materiale attuale
    assolutamente inutilizzabile, ecc. Ribadisce che non è più possibile
    trasportare gli utenti nelle condizioni lamentate. Infatti per
    questi motivi si è utilizzata una quota di risorse, in parte in
    autofinanziamento da FER, per fare un acquisto urgente di materiale,
    seppure a trazione diesel e non elettrica , ma con motorizzazione
    nuova, che sia immediatamente disponibile sulle linee dove non è
    ancora possibile far correre il materiale elettrico.
    Assicura che ha incontrato i pendolari della linea
    Bologna-Portomaggiore e che ha condiviso anche con loro la
    soluzione. Un treno è già arrivato e gli altri due arriveranno entro
    la fine di luglio. In totale sono cinque i treni acquistati con
    questa procedura per migliorare le condizioni delle persone che
    devono viaggiare. Ribadisce che l'obiettivo è fornire una risposta
    immediata senza pregiudicare le soluzioni future. Il materiale messo
    immediatamente in esercizio, man mano che si arriverà
    all'elettrificazione e all'utilizzo di materiale elettrico, verrà o
    spostato su altre linee non ancora elettrificate o di volta in volta
    venduto in cambio di materiale elettrico. Sostanzialmente funge da
    volano e consente di dare una risposta immediata agli utenti che
    entro l'autunno non devono più girare sul materiale attuale perché
    obsoleto.
    Rientrano i consiglieri Bosi e Zoffoli. Entrano i consiglieri Monari
    e Zanca.
    L'assessore aggiunge poi che FER è impegnata anche nell'acquisto di
    doppi-piano , ultima parte delle commesse che continuano ad
    arrivare. Inoltre la Regione sta contrattando con Trenitalia - a
    tal proposito ricorda che vi è già un contratto con esito di gara di
    tre anni più tre, i tre anni scadono alla fine del 2010 e il più
    tre è vincolato agli investimenti - la mole degli investimenti che
    questa farà in Emilia-Romagna per motivare il prolungamento del
    contratto ai successivi tre anni. L'ordine di grandezza si aggira
    sugli 80 milioni di euro. E su quella cifra si può continuare a
    partecipare alla commessa che Trenitalia sta portando avanti con
    altre Regioni e sempre riferita ai doppi-piano. Quindi una quota di
    materiale rotabile della percorrenza da servizio ferroviario
    regionale è risolta nel combinato disposto di investimento
    Trenitalia, cofinanziamento della Regione su restyling e
    ammodernamento di materiale già circolante, risposta di tipo
    metropolitano, e il grosso fa parte della gara che è a
    conclusione. Nell'arco di pochi mesi sarà ben delineato quanto
    materiale arriva, quando arriva e di che tipologia si tratta.
    Sul trasporto pubblico locale non vi è infine alcuna riduzione: si
    tratta di uno spostamento da un capitolo all'altro, perché il
    vincolo cogente, costruito lo scorso anno, prevede un accordo
    triennale e 2008, 2009 e 2010 sono già coperti dalle risorse
    sottoscritte da tutti i soggetti coinvolti. Tutti i bacini hanno
    firmato e in realtà la Regione, rispetto ai servizi minimi e avendo
    come base il 2008, nel triennio mette risorse per 62 milioni e mezzo
    di euro in più.
    Conclude osservando che il punto di sofferenza che si registra
    attualmente è l'esito della trattativa sindacale e il nuovo
    contratto siglato dalle controparti, cioè dalle rappresentanze
    aziendali e dalle organizzazioni sindacali, non più tardi di tre
    mesi orsono. Quel contratto, particolarmente impegnativo dal punto
    di vista economico e che troverà la sua piena attuazione nel corso
    del 2010, mette in effetti sotto stress l'impianto complessivo,
    perché a livello regionale sono circa 10 milioni di euro in più, e
    10 milioni per tutti i bacini significa grossomodo un milione per
    ogni bacino, sapendo che Bologna è fuori quota. Su questo la Regione
    sta discutendo perché ritiene che all'interno di quei 62 milioni di
    risorse disponibili si possano trovare tutte le condizioni per
    chiudere il cerchio, però si discuterà con tutti i vari soggetti,
    tenuto conto dell'importante ruolo degli enti locali, intendendo per
    ruolo quello finanziario perché non vorrebbe che i maggiori
    finanziamenti che mette la Regione consentano un risparmio di
    qualcun altro, cosa che sarebbe un po' discutibile. Quindi si
    riserva di verificare il capitolo nello specifico per dare la
    risposta puntuale.
    Il consigliere SALOMONI chiede a quanto ammonta l'investimento per
    acquistare i cinque treni diesel. Ritiene strano che in una
    situazione del genere si comprino cinque treni diesel, quando di
    fatto manca poco alla completa elettrificazione delle linee, e non
    si acquistino ad esempio treni misti, che in caso di emergenza
    possano andare anche a diesel, ma possano essere funzionali su
    tratte parzialmente elettrificate.
    L'assessore PERI precisa che l'investimento è di 30 milioni di euro
    e che si tratta di treni nuovi. Quattro possono arrivare
    praticamente entro l'estate e altri 4 potrebbero arrivare entro
    dicembre, tutti diesel. Ribadisce che questo è un investimento che
    funge da volano, vale a dire che la Regione ha formulato degli
    accordi in base ai quali i mezzi sono utilizzati finché servono per
    l'emergenza - nella consapevolezza che questo materiale servirà
    anche su altre linee regionali non elettrificate, come ad esempio
    quelle reggiane recentemente acquisite alla dimensione regionale -,
    ma con la possibilità di riconvertirli in elettrico, ugualmente
    nuovo, appena sia necessario. D'altra parte la Regione ha bandito
    una gara e bisogna aspettarne gli esiti.
    Esce il consigliere Zoffoli.
    Il consigliere BOSI svolge alcune osservazioni sulla volontà di
    elettrificare tutta la infrastruttura ferroviaria. Ritiene sia una
    cosa molto importante, vuol dire che si guarda avanti, ma avverte
    che se si investe tanto sull'elettrificazione e poi non si è in
    grado di avere materiale idoneo fin da subito per un suo utilizzo,
    ci si ritrova nella stessa situazione della Bologna - Verona, dove
    la linea è perfetta, compreso il nuovo ponte sul fiume Po, ma
    continuano a circolare i vecchi treni. Quindi un piano di
    elettrificazione va bene, ma occorrono più corse, occorre avere il
    servizio, che può essere garantito anche da treni diesel funzionanti
    e comodi, accettabili in una situazione di emergenza. Ribadisce di
    chiedere una diversa qualità del servizio, perché, fatta la grande
    infrastruttura come la Bologna - Crevalcore - Verona, continuano a
    girare pochi treni, e allora in emergenza si possono usare anche i
    diesel per integrare le corse e dare un livello di servizio
    migliore. Auspica infine che la stazione sotterranea non subisca
    ritardi in conseguenza dello slittamento dei tempi nei lavori della
    stazione superiore.
    L'assessore PERI sull'ultimo punto sollevato chiarisce che
    nell'alternativa se interrompere la linea e fare i lavori, oppure
    fare i lavori con la linea in parziale esercizio, la Regione ha
    scelto di interrompere la linea per un periodo più breve.
    La consigliera SALSI sottolinea positivamente l'utilizzo di treni
    diesel, considerato il servizio attualmente in essere che in alcuni
    percorsi, alcune tratte, alcuni orari si presenta estremamente
    carente. Bene quindi l'elettrificazione, ma bene anche le vetture
    diesel che comunque consentono di rimuovere i vecchi mezzi obsoleti.
    Concorda con la scelta della Regione e ritiene opportuna un'adeguata
    informazione agli utenti. Conviene anche sulla gara per i dodici
    treni nell'arco dei due anni e ritiene che in seguito, il parco
    treni e la qualità dei servizi, potranno assicurare un notevole
    miglioramento e una maggiore puntualità.
    Esce il consigliere Alberti. Rientra il consigliere Zoffoli.
    Il consigliere MAZZA osserva che il volume di risorse sulla
    questione ferroviaria, complessivamente, si aggira attorno ai 400
    milioni di euro e che sarebbe interessante avere un quadro completo
    e complessivo. Ribadisce quindi la richiesta, già avanzata in varie
    sedi, compresa la Commissione, di avere a disposizione un esperto di
    bilancio per mettere insieme i dati e le tabelle e fornire un quadro
    sempre aggiornato della situazione: investimenti, risorse,
    destinazione, attuazione.
    Quanto al merito, esprime alcune perplessità innanzitutto sulla
    scelta dell'interramento del treno, che ha sempre criticato ma che
    ormai è una decisione presa, poi sull'elettrificazione, dove porta
    come esempio i treni della Val Venosta funzionali e non inquinanti.
    Aggiunge quindi che, siccome si sta procedendo nella realizzazione
    del sistema ferroviario regionale metropolitano, si pone il problema
    dell'equilibrio della spesa nel trasporto pubblico tra gomma e ferro
    e nella riorganizzazione dei servizi. Bisogna cominciare a pensare a
    riorganizzare il servizio, per avere una spesa, per persona
    trasportata, adeguata ai bilanci e in pari tempo dare un servizio
    maggiore nell'integrazione tra ferro e gomma, tra sistema pubblico e
    sistema privato. Si chiede se non sia il caso che la Regione, che
    finanzia larga parte di questi provvedimenti, assuma un ruolo di
    terzietà e cominci a pensare a questa riorganizzazione. E' infatti
    del tutto evidente che non la si può affidare alle singole aziende
    in quanto tali, perché sono tutte tese a conservare lo status quo
    attuale. Potrebbe essere fatta in sinergia da Regione e Comuni per
    il ruolo che rivestono nella programmazione. Sottolinea che, se si
    vuole affrontare il tema dei costi del trasporto pubblico, bisogna
    affiancarlo al problema della riorganizzazione dei servizi nel
    rapporto treno-gomma, perché altrimenti si rischia davvero di
    trovarsi con impennate di costi difficilmente gestibili.
    Ricorda inoltre che uno dei nodi fondamentali è costituito dalle
    tariffe. Vi sono ancora molte aziende in Emilia-Romagna che con le
    tariffe non coprono il 35% dei costi del servizio e sono fuorilegge.
    Quindi anche questo aspetto va regolato al più presto: se si vuole
    un sistema sano, nei costi elevati che comporta, occorre togliere
    questa regola fissa. E sarebbe anche il modo per garantire che le
    zone con meno persone e quindi con meno introiti possano essere
    coperte dal servizio. Se si impedisce questa possibilità, via via si
    dovranno poi tagliare i sistemi di bus o di collegamento con le zone
    più lontane, e questo sarebbe un errore gravissimo. D'altra parte,
    c'è la necessità di riequilibrare i costi. Ritiene dunque che
    bisognerebbe cominciare a pensare ad una riorganizzazione che, per
    quanto complicata, difficile e foriera di molte discussioni, è
    inevitabile, se si vuole mantenere un alto servizio di qualità e
    soprattutto implementarlo verso nuovi insediamenti, verso nuove
    dimensioni urbane e verso lo spostamento di servizi.
    Ribadisce che a suo parere bisognerebbe cominciare a discutere delle
    regole di riorganizzazione, a definire gli obiettivi, a delineare le
    fasce minime, ad introdurre un elemento di terzietà nel definire i
    rapporti. Ritiene che una discussione sui costi vada fatta
    congiuntamente ad un discorso sulla riorganizzazione, altrimenti
    teme che i costi per le risorse pubbliche diventino insopportabili.
    Rientra il consigliere Alberti.
    Il consigliere SALOMONI, pur dando atto che la materia è complessa,
    che il riordino del tema ferroviario metropolitano - di
    significativa valenza nel complesso regionale - è iniziato ormai
    diciassette anni fa, non comprende come la Regione, con le proprie
    professionalità significative e con un certo tipo di
    amministrazione, sia arrivata a pianificare un riordino complessivo,
    a mettere in campo attività di riqualificazione, passando dalle
    vecchie linee ferroviarie inadeguate e prevedendo
    l'elettrificazione, senza prevedere anche in modo organico
    l'acquisto in tempo utile del materiale rotabile necessario.
    Ritiene un paradosso che in questi diciotto-vent'anni anni si siano
    acquistati treni mai usati (si riferisce a quei cinque o sei treni
    Casalecchio - Vignola non compatibili) o si siano elettrificati
    pezzi di linea poi smantellati perché da interrare. Questo a suo
    modo di vedere rappresenta la negazione della pianificazione.
    Qualsiasi persona con una responsabilità imprenditoriale o
    amministrativa - per certi aspetti ancora più delicata perché tratta
    il denaro di tutti - deve fare una pianificazione il più possibile
    aderente, che poi va aggiornata su degli step temporali. E'
    un'operazione necessaria, per evitare le rincorse che oggi
    l'assessore di turno deve compiere. Comprende l'esigenza di dare
    risposte immediate, ma afferma che non ha senso andare ad acquistare
    treni diesel quando si sta insistendo e investendo - e da molti anni
    - sulla necessità di avere solo treni elettrici. Si tratta di
    cattiva amministrazione. Formula la propria considerazione senza
    spirito di polemica e si augura che almeno questo modo di procedere,
    che ha una serie di limiti enormi, serva affinché la classe
    amministrativa e politica della Regione ne prenda atto e non
    commetta più simili errori. Alla fin fine sono risorse pubbliche e
    nel corso del tempo i vari direttori di turno hanno promesso, di sei
    mesi in sei mesi, che sarebbero arrivati sulla Casalecchio - Vignola
    i treni elettrici, addirittura in più occasioni sono state fornite
    tempistiche precise, mentre si sono tutte rivelate promesse fatte al
    vento. E infatti si continua a comprare materiale diesel.
    Il presidente BARBIERI invita l'assessore a formulare le proprie
    considerazioni conclusive e ad illustrare l'emendamento
    preannunciato in modifica alla legge finanziaria regionale.
    L'assessore PERI risponde al consigliere Salomoni, precisando
    innanzitutto alcune questioni oggettive, che non attengono a
    valutazioni di parte. La Regione ha la responsabilità di quelle
    linee, di quei treni e di quelle infrastrutture a partire dal 2001,
    anno in cui i 350 km di rete, fino ad allora gestiti dallo Stato,
    sono passati al demanio regionale. In questa occasione le aziende
    ereditate sono state accorpate e da sette sono passate a quattro. E'
    quindi evidente che diciotto anni diventano molti di meno, parlando
    di responsabilità della amministrazione regionale. Su quel passaggio
    di proprietà e di titolarità la Regione ha iniziato ad avere risorse
    normali solo a partire da un anno fa, il che significa che in tutto
    questo tempo ha lavorato a sbalzo sia sui conti di gestione, sia
    sui conti di investimento, perché lo Stato negli anni di riferimento
    non ha nemmeno riconosciuto l'inflazione programmata.
    Questo, sottolinea, è lo scenario non polemico, ma oggettivo su cui
    fare tutti i vari conti. Che cosa ha fatto la Regione? Ha aperto 22
    stazioni, ha cominciato l'elettrificazione, qualcuno aveva
    cominciato ad acquistare dei treni, facendo parte ancora delle
    vecchie società, linea per linea. Cita ad esempio il lavoro svolto a
    Reggio Emilia o a Modena, sulla Modena-Sassuolo. Si tratta di
    investimenti tutti in itinere. E' allora evidente che occorre fare
    un salto di qualità, ma occorre altresì considerare che tutte le
    linee erano fuori dagli schemi di sicurezza. La sicurezza è un
    pre-requisito indispensabile e chiunque debba fare un investimento
    con soldi propri al posto dello Stato che non li eroga, la prima
    cosa che deve affrontare è l'investimento sulla sicurezza con
    sistemi innovativi. Vi sono numerosi esempi che dimostrano quanto
    vale quel tipo di investimento. Ancora, per andare verso
    l'elettrificazione, occorre risolvere i problemi di interferenza con
    la viabilità e quindi svolgere tutte le trattative necessarie per
    raggiungere quello scopo.
    In conclusione: se si vuol fare una disamina su come è stata fatta
    la programmazione, in base alle competenze previste dalla legge e al
    trasferimento di funzioni fra Stato e Regioni, vi è un'ampia
    documentazione per dimostrare che le affermazioni formulate dal
    consigliere Salomoni sono come minimo parziali, in alcuni casi anche
    destituite di fondamento.
    Sulla questione che riguarda l'acquisto del materiale diesel,
    precisa che occorre considerarla in relazione alle risposte da
    fornire in questa fase alle esigenze degli utenti. Pertanto dichiara
    che, se l'obiettivo è riuscire a dare una risposta concreta di
    innalzamento della qualità delle prestazioni (indipendentemente
    dalla motorizzazione, perché si parla di materiale nuovo appena
    costruito in base alle normative europee), questo è un investimento
    molto utile perché offre una flessibilità sulla rete complessiva -
    350 km regionali - che in parte è elettrificata e in parte no. E
    prima che sia completata del tutto l'elettrificazione, occorrono
    risorse, mentre la Regione continua a lavorare impropriamente,
    impegnando risorse che dovevano essere stanziate dallo Stato e che
    continuano a non esserlo. Di conseguenza, farà più fatica a
    completare l'elettrificazione e dovrà in ogni caso garantire un
    livello di servizio più alto rispetto all'attuale. Tuttavia non si
    tratta di un investimento a perdere perché, come ha già accennato,
    una volta completata l'elettrificazione, grazie anche alle relazioni
    intessute con altre aziende, è possibile riconvertire materiale
    diesel con materiale elettrico.
    Ribadisce la bontà dell'operazione per la quota parte di 30 milioni
    di investimento complessivi, dove la Regione impiega solo una minima
    quota, mentre il resto è in autofinanziamento da parte dell'azienda
    che compie le proprie normali attività industriali. E', in
    particolare, una risposta nell'immediato futuro alla linea Bologna -
    Portomaggiore e Bologna - Vignola. A partire dai prossimi mesi
    nell'arco dei due anni che separano dalla completa elettrificazione,
    quel materiale potrà essere riconvertito con materiale elettrico da
    usare sulla stessa linea.
    Nel frattempo, giunge a conclusione la gara svolta insieme con la
    regione Veneto, che porterà dodici treni in una prima fase, più
    l'opzione per altri dieci, per un totale di ventidue. In questo modo
    la Regione completa in misura rilevante il fabbisogno del sistema
    ferroviario metropolitano, avendo ancora inevaso un accordo siglato
    con due Governi orsono, quando l'allora Ministro Lunardi diceva che
    avrebbe finanziato il completamento delle stazioni e la quota parte
    dei costi gestionali, recuperando in minima parte il mancato
    riconoscimento dell'inflazione precedente. E finora su questo
    versante si è ancora a zero euro. Per le ragioni illustrate la
    Giunta ha deciso di destinare quote del bilancio regionale e quote
    di finanziamenti previsti originariamente per altre opere al
    completamento di questi progetti, perché se si aspettava una
    concretizzazione col Governo non se ne usciva più. Si tratta quindi
    della normale conduzione della programmazione che la Regione è
    costretta a fare nelle condizioni date.
    L'assessore passa quindi all'illustrazione dell'emendamento che la
    Giunta regionale propone alla finanziaria e che riguarda l'Azienda
    regionale di navigazione interna (ARNI). Ricorda come una
    riflessione sull'Azienda sia stata svolta in numerose occasioni, sia
    in Commissione che in Assemblea legislativa. E uno degli elementi
    del dibattito era la possibilità di far confluire o conferire le
    funzioni di ARNI all'interno dell'accordo e della nuova
    strutturazione dell' Agenzia interregionale del fiume Po (AIPO).
    AIPO è costituita fra le quattro Regioni del bacino del Po,
    Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e ha attualmente espanso
    le proprie responsabilità e le proprie funzioni, tanto è vero che
    uno dei primi atti conclusi recentemente è stato il conferimento da
    parte della Regione Lombardia della propria struttura tecnica che in
    precedenza svolgeva funzioni analoghe a quelle di ARNI. Si è
    arrivati di comune accordo con le altre Regioni a questa soluzione.
    La Giunta regionale intende cogliere l'occasione per il cambio di
    gestione nell'attività dell'ARNI. Ritiene che ARNI sia stata e sia
    un'azienda con grandi professionalità, ma sottostimata nella
    percezione collettiva. Quelle professionalità e quelle funzioni
    possono essere giustamente valorizzate all'interno della gestione
    complessiva del bacino del Po. La proposta non ha ricadute in
    termini finanziari e contabili, ma è la presa d'atto della volontà
    che la Giunta propone all'Assemblea legislativa, cogliendo
    l'occasione della conclusione anticipata del mandato del presidente
    di ARNI, di conferire il mandato ad un commissario straordinario per
    una durata non superiore all'anno (quindi un anno di tempo per
    riepilogare i conti, fare la valutazione di consistenza,
    patrimoniale, personale, contabile, finanziaria) e successivamente
    arrivare alla formalizzazione di un atto dell'Assemblea per la
    confluenza all'interno della struttura di AIPO. Nel frattempo rimane
    in carica il collegio dei revisori dei conti che avrà la scadenza
    connessa alla funzione del commissario.
    Esce il consigliere Zoffoli.
    Il consigliere ZANCA esprime l'esigenza di capire esattamente come
    AIPO, che è stata costituita a suo tempo finalizzandola soprattutto
    alle questioni più di protezione del fiume, quasi di protezione
    civile per certi aspetti, idrografia, protezione del suolo, ecc.,
    possa far fronte alle nuove funzioni. E' dunque necessario fare il
    punto su AIPO, capire esattamente compiti, funzioni, risorse, come
    si amministra e si governa l'Azienda.
    Sostanzialmente la proposta si concretizza nella nomina di un
    commissario per un anno, praticamente un commissario ad acta; chiede
    quindi chiarimenti, perché se è un commissario ad acta le sue
    funzioni sono riferite agli atti specificati nell'emendamento, se
    invece è un commissario dell'azienda, si tratta di un commissario
    che governa l'azienda con tutti i poteri del consiglio
    d'amministrazione che a questo punto scompare.
    Il consigliere MAZZA conviene con i chiarimenti richiesti, pur
    ritenendo che la scelta finale sia già scontata nel senso del
    processo di confluenza nell'altro organismo. ARNI infatti è un'
    azienda di gestione del trasporto merci, di uso del fiume più che di
    gestione del fiume in quanto tale. Chiede quindi cosa diventerà
    AIPO: una società pubblica, privata, mista? Qual è il passaggio,
    l'obiettivo, il destino dell'operazione?
    Rientra il consigliere Zoffoli.
    Il consigliere ALBERTI osserva che AIPO è frutto dell'intesa tra
    quattro Regioni, quindi si tratta di un soggetto pubblico a tutti
    gli effetti, ma con non pochi problemi manifestatisi negli ultimi
    tempi e che potrebbero in qualche misura, per quanto riguarda le
    competenze importanti presenti all'interno di ARNI, non trovare
    delle risposte particolarmente efficaci. Chiede quindi, in parte
    riprendendo le considerazioni del consigliere Zanca, fin dove
    arrivano le competenze del commissario. Sono attualmente in corso
    alcune operazioni di ARNI di straordinaria importanza, come ad
    esempio la conca di isola Serafini, con tempi strettissimi per le
    procedure di gara. Inoltre vi sono i destini dal punto di vista
    dell'assetto giuridico del personale. Il conferimento delle risorse
    è semplicemente lo spostamento del bilancio attuale di ARNI dalla
    Regione ad AIPO? Oppure vi è, anche dal punto di vista della
    riconfigurazione del personale, uno spostamento dalle sostanziali
    dipendenze della Regione a quelle della nuova struttura? Dal punto
    di vista delle relazioni sindacali, questi aspetti sono stati presi
    in considerazione, c'è già un rapporto avviato col sindacato o è
    un'operazione che parte da zero ed è affidata al commissario?
    Rientra il consigliere Bartolini.
    L'assessore PERI risponde che la Giunta affida al commissario il
    compito di provvedere all'amministrazione ordinaria e straordinaria,
    alla ricognizione del personale, dei beni patrimoniali e demaniali,
    nonché dei rapporti attivi e passivi dell'ente come certificati
    dalle documentazioni contabili, curando la predisposizione del
    relativo rendiconto finale e trasmettendo le risultanze alla Giunta.
    Vi è quindi un profilo, per così dire, di commissariamento, ma non
    per gestire in modo commissariale la normale gestione attuale, bensì
    per ottenere l'obiettivo di conferire la struttura di ARNI alle
    dipendenze non di una società di tipo privatistico, ma di una
    agenzia pubblica, AIPO. AIPO infatti è un'agenzia assolutamente
    pubblica, che rimarrà pubblica, perché svolge competenze di
    carattere istituzionale e programmatorio, pur arrivando fino alla
    gestione pratica di situazioni materiali, come ad esempio interventi
    di regimazione o stazione appaltante per lavori. E' un'agenzia
    pubblica composta dalle quattro Regioni, dai quattro rappresentanti
    regionali che fino a questo momento sono identificati negli
    assessori competenti nei rispettivi settori, regimazione idraulica,
    difesa del suolo, che entrano solo per commistione con la protezione
    civile, perché per le deleghe dell'Emilia-Romagna l'assessore
    regionale è lo stesso della protezione civile, ma non ha funzioni di
    protezione civile in quel caso come rappresentante all'interno di
    AIPO.
    La proposta è dunque quella di estendere e di allargare la
    composizione di AIPO anche ai quattro assessori che si occupano di
    navigazione interna, perché già attualmente AIPO ha anche le
    competenze che attengono alla regolazione della navigazione interna.
    In realtà ARNI ha una competenza molto più tecnica. La sua è una
    funzione eminentemente tecnica, cioè è un'azienda che deve garantire
    le condizioni materiali per la navigazione interna. Questa è la
    funzione statutaria di ARNI, quindi adottare tutte le misure, opere,
    lavori e attività funzionali a garantire la sicurezza della
    navigazione, etc. Quelle funzioni in modo specifico passano nella
    direzione e organizzazione di AIPO.
    E' chiaro che si aprirà un ragionamento coi sindacati. E' in corso
    in questi giorni un incontro con le organizzazioni sindacali ed è
    uno dei lavori che dovrà svolgere il commissario, cioè riuscire a
    portare a sintesi non solo la valutazione, l'analisi, la consistenza
    di tipo contabile, ma anche di tipo sindacale per le grandi
    opportunità presenti all'interno dell'azienda.
    E' un processo che avrà il termine massimo di un anno e dovrà
    approdare ad AIPO, che ha già dichiarato (vale a dire tutte le
    componenti di AIPO), una disponibilità e una condivisione
    all'operazione, senza alcuna forzatura. La regione Lombardia (che è
    il soggetto più interessato in quanto Piemonte e Veneto hanno
    competenze più sfumate) e l'interlocutore principale condividono
    l'impianto.
    AIPO ha già assunto in pieno tutte le funzioni dell'ex magistrato
    del Po e bisognerebbe fare il punto in un contesto anche di ambito
    nazionale, essendo il Po una risorsa con quel profilo. Esiste
    infatti un doppio livello: l'authority che ha una competenza in
    termini di programmazione larga e AIPO che invece deve governare il
    bacino del Po in tutte le sue diramazioni e componenti. Vi è poi
    un'intesa sulla navigazione, che ha a sua volta ulteriori
    competenze, è un luogo di concertazioni e di relazioni
    internazionali. La discussione in proposito si svolgerà in Assemblea
    legislativa. Questo è l'avvio del processo e vi sarà tempo per
    ragionare, sia in sede di Commissione che in sede di Assemblea
    legislativa per precisare i contorni più strutturali che riguardano
    l'intero governo del bacino.
    Coglie quindi l'occasione per informare che, come è stato riportato
    anche dalla stampa, in questi giorni sono state avanzate alcune
    ipotesi di fonte governativa in termini di forte bacinizzazione del
    Po. Si può essere d'accordo nell'agevolare una funzione moderna di
    quest'asta naturale, ma la Regione deve valutare le conseguenze a
    monte e a valle, perché gli effetti di una spinta forte verso la
    bacinizzazione per una regione come l'Emilia-Romagna, pensando al
    ferrarese e alla costa, possono avere ripercussioni di un certo
    rilievo. Sicuramente all'interno di AIPO vi sono molte opportunità a
    condizione che anche il suo impianto diventi strategicamente più
    limpido, più chiaro nelle proprie funzioni, non solo in quelle
    istituzionali, ma anche in quelle di carattere tecnico operativo,
    che possono essere rafforzate dal doppio ingresso: l'azienda della
    regione Lombardia e l'azienda della regione Emilia-Romagna che, pur
    avendo storie diverse, possono essere ugualmente valorizzate.
    Escono i consiglieri Borghi e Casadei.
    Il consigliere ZANCA osserva che in seguito ai chiarimenti forniti
    dall'assessore, risulta che non si tratta di un commissario ad acta
    perché l'emendamento tratteggia un commissariamento dell'azienda. I
    poteri esplicitati poi al comma 2 dell'articolo sono gli stessi
    poteri che ha il consiglio d'amministrazione e quindi non a caso si
    parla di amministrazione ordinaria e straordinaria. Osserva che è da
    moltissimi anni che si è in attesa della definizione di un nuovo
    assetto organizzativo e gestionale delle funzioni concernenti il
    sistema di aree della navigazione interna, per cui, non ha
    preconcetti, ma ha motivi reali di dubitare che nell'arco di 1 anno
    si arrivi a fare ciò e che la durata dell'attività del commissario
    non sia prorogata. Il tema è prendere l'azienda ARNI e conferirla in
    AIPO, e vedere poi gli sviluppi successivi della contrattazione tra
    le quattro regioni su come gestire le risorse e gli interventi sul
    Po. A suo parere limiterebbe i poteri del commissario
    all'amministrazione ordinaria, in quanto operazione transitoria per
    traghettare ARNI dentro AIPO. Ritiene sia bene che in quest'anno non
    si faccia amministrazione straordinaria altrimenti si rischia che il
    commissario come agente unico assuma iniziative straordinarie di cui
    non si hanno elementi di conoscenza. Si dovrebbe capire bene poi che
    influenza hanno, se valorizzano l'azienda, se la depauperano, se
    mettono in campo dei debiti dell'azienda, come farvi fronte, ecc.
    Ringrazia l'assessore per avere informato i commissari di una
    proposta di emendamento che poi la Giunta presenterà in sede di
    commissione referente, dove si svolgerà l'ulteriore discussione sul
    tema.
    L'assessore PERI risponde di essere d'accordo di togliere il
    riferimento a poteri straordinari del commissario, salvo ulteriori
    verifiche tecniche.
    Il consigliere ALBERTI ritiene anche superato il proprio intervento
    ed aggiunge che nella determinazione del compenso del commissario,
    che la Giunta regionale si riserva di fare, si tenga presente di non
    andare oltre l'attuale compenso previsto dalla legge per il
    presidente dell'ARNI.
    Il Presidente BARBIERI chiede se vi sono richieste all'assessore
    Zanichelli.
    Escono i consiglieri Alberti e Zanca.
    Il consigliere MAZZA, in merito ad ARPA, rileva che
    nell'assestamento di bilancio sono previsti 3 milioni di euro per
    garantire la prosecuzione di interventi di razionalizzazione e
    riqualificazione del patrimonio dell'agenzia. Chiede se questo sia
    costituito da patrimonio edilizio e se comprenda anche le
    centraline. Visti i gravi livelli di inquinamento del territorio
    (100 giorni all'anno di superamento di PM10, rispetto al limite di
    35 previsti dalla Direttiva europea) si deve affrontare il problema
    con strumentazioni adeguate in modo da poter agire, dal trentesimo
    giorno in poi, in pre inquinamento , ad esempio bloccando il
    traffico, per limitare le emissioni prima di superare i livelli di
    rischio ed evitare che i cittadini vivano in aree urbane inquinate,
    al di sotto della soglia minima di sicurezza per la salute. A tale
    proposito cita un modello previsionale, in dotazione al CNR, basato
    su calcoli di dati noti e chiede se nella previsione di spesa
    dell'ARPA sia previsto l'acquisto di uno strumento di questo genere.
    Esce il consigliere Salomoni e rientrano i consiglieri Borghi e
    Alberti
    Il Presidente BARBIERI, non essendoci altre richieste, dà la parola
    all'assessore Zanichelli.
    L'assessore ZANICHELLI propone si svolgere in Commissione, secondo
    una prassi già consolidata, un incontro con il direttore di ARPA per
    rappresentare l'insieme delle questioni relative all'agenzia, anche
    in relazione al sistema delle Arpa nazionali. Informa i Commissari
    che ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca
    ambientale) ha convocato a Bologna, per la settimana prossima, un
    incontro riconoscendo ad ARPA Emilia-Romagna un ruolo centrale nel
    sistema delle agenzie italiane.
    In merito a quanto chiesto dal consigliere Mazza, precisa che i 3
    milioni di euro per garantire la prosecuzione di interventi di
    razionalizzazione e riqualificazione del patrimonio non riguardano
    le centraline, ma gli investimenti per le nuove sedi realizzate o in
    via di realizzazione in località nelle quali per motivi di varia
    natura (sicurezza, agibilità ecc.) sono state dismesse quelle
    vecchie. In particolare ricorda Ferrara, Ravenna e Parma. C'è un
    piano finanziario con cadenza pluriennale che richiede interventi da
    parte di ARPA che appunto rientrano in questa voce.
    Per quanto riguarda il tema delle centraline e dell'adozione di
    modelli previsionali - così come le questioni delle sedi e delle
    altre azioni proposte nel piano di riposizionamento
    economico-finanziario e progettuale di ARPA in corso di attuazione,
    in relazione al ruolo di controllo e di indirizzo della Regione - è
    disponibile a svolgere gli approfondimenti necessari in occasione
    dell'incontro in Commissione con ARPA. Anticipa tuttavia che
    l'assessorato ha progettato la ristrutturazione del sistema di
    rilevamento sulla base delle direttive dell'Unione Europea e degli
    indirizzi-guida formulati dallo Stato italiano, finalizzati a creare
    un sistema di centraline omogeneo su tutto il territorio europeo
    capace di misurare sia le PM10 che le polveri ultrafini in una
    struttura codificata.
    Il presidente BARBIERI invita la Commissione ad esprimere il parere
    consultivo sui progetti di legge 4660 e 4661.
    La Commissione esprime, per quanto di competenza, con votazioni
    separate di identico risultato, parere favorevole con 24 voti a
    favore (Partito Democratico, Sinistra democratica per il Socialismo
    europeo, Uniti nell'Ulivo-SDI), nessun contrario e 4 astenuti
    (Alleanza Nazionale).
    Il Presidente BARBIERI pensa che stamattina non ci sarà sicuramente
    più il tempo per concludere l'esame degli oggetti iscritti
    all'ordine del giorno, ma ritiene che intanto si possa proseguire
    con l'illustrazione del programma da parte dell'assessore
    Zanichelli.
    Rientra il consigliere Salomoni
    4631 - Proposta recante: Programma per il sistema regionale delle
    Aree protette e dei siti di rete natura 2000. (delibera di Giunta n.
    614 del 04 05 09).
    L'assessore ZANICHELLI ricorda di aver avuto già modo di illustrare
    il programma nell'informativa svolta nella seduta del 16 aprile
    u.s., di conseguenza ne evidenzia gli elementi fondamentali. Il
    primo è che con questo programma, avendo messo in campo una serie di
    linee finanziarie attraverso il programma d'azione ambientale, il
    bilancio della regione, altre risorse, fondi FAS e quant'altro, si è
    in grado di mettere in campo 21 milioni di euro di interventi per i
    parchi, le aree protette e politiche per la biodiversità. Appare
    necessario, pertanto, chiedere all'Assemblea, viste le richieste
    provenienti dall'esterno, di accelerare i tempi e le procedure per
    agevolare forme di economia soprattutto nelle zone più deboli, con
    minori possibilità di sviluppo nei settori tradizionali, che possono
    trarre beneficio da iniziative per valorizzare le risorse
    ambientali. Chiede pertanto di riscrivere il programma all'ordine
    dei lavori della prossima seduta di Commissione in modo da riuscire
    a licenziarlo a luglio, proprio per poterlo attivare in tempi rapidi
    secondo l'evidenziata necessità della comunità regionale. Sottolinea
    che i temi di questo programma sono legati ad un'idea di sviluppo
    sostenibile e che il tema dei vincoli è già sviluppato e contenuto
    in altri strumenti a partire dal piano paesistico e in altre linee
    della azione politico-amministrativa regionale. Qui invece si
    investe sul fatto che ci sono aree importanti della regione che
    possono fare di questi settori un elemento di spinta propulsiva e di
    crescita. Come esempio concreto ricorda che anche nell'assestamento
    di bilancio c'è una voce dedicata al parco del Delta del Po, legato
    al sistema turistico della riviera, che è un sistema maturo, come il
    parco delle foreste Casentinesi o quello dei Gessi romagnoli che
    possono rappresentare un momento di integrazione con un turismo di
    qualità, sempre più ricercato, e che motiva anche la continuità di
    una presenza turistica in questa regione. Dall'altra parte della
    regione il sistema tirreno ligure e il sistema appenninico del Parco
    nazionale dell'Appennino e degli altri parchi regionali che vivono
    attorno a quella realtà, possono costituire un unicum che può dare
    prospettiva alle attività turistico-ambientali ad esempio
    all'Appennino piacentino-parmense, reggiano-modenese. Parteciperà
    volentieri alla discussione sulla governance del sistema padano, di
    cui si diceva prima, perché il tema può costituire un elemento che
    in passato non è stato così valorizzato sotto il profilo
    dell'interesse turistico-ambientale. Il programma vuole essere la
    sintesi di tutte queste cose e ragionare anche in termini di
    integrazione territoriale e di settore. Ad esempio il tema dello
    sviluppo degli accordi agro-ambientali e della valorizzazione delle
    produzioni e del ruolo delle attività agricole, all'interno delle
    aree protette, costituisce un punto importante che può rappresentare
    una fonte aggiuntiva di reddito per gli agricoltori. Ci sono stati
    dei ritardi al riguardo e ci si è impegnati con le categorie
    agricole ad accelerare i patti agro-ambientali in tutti i parchi
    della regione, con il coinvolgimento dei privati. Riguardo al
    dibattito sulla privatizzazione dei parchi, pensa che la soluzione
    migliore sia trovare un punto di incontro e non la privatizzazione.
    Le aree protette vivono bene se non vengono né burocratizzate dalle
    istituzioni che le amministrano, ma neanche sfruttate intensivamente
    da chi ha interessi economici. Quindi trovare un punto di incontro,
    fondato sulla qualità, può essere un altro tema di lavoro. Le scelte
    concrete si svilupperanno attraverso singoli programmi e progetti.
    Per quanto riguarda l'istituzione del Parco fluviale del Trebbia,
    uno degli habitat fluviali dell'Emilia-Romagna meglio conservati,
    ampiamente condiviso nella partecipazione locale, informa che il
    percorso si è aperto nei mesi scorsi ed ora c'è il progetto di legge
    ed è già stato nominato il relatore. Si procederà con il confronto
    per verificare, dopo le elezioni, l'impegno delle Amministrazioni
    della provincia di Piacenza.
    E' stata aggiornata anche la discussione per continuare il confronto
    sulla riorganizzazione e ridelimitazione del Parco dei cento laghi
    alta Val Cedra, su cui si ritornerà in Commissione. E' aperto un
    discorso anche sul parco del Secchia, proposto come evoluzione
    dell'attuale riserva esistente in quell'area. Sono state presentate
    osservazioni, rilievi in relazione alle dimensioni e alla normativa
    che potrebbe derivarne e sono stati istituiti gruppi di lavoro.
    Presenterà le risultanze nel momento in cui ci sarà un accordo
    condiviso coi territori e con gli interlocutori. Più in generale si
    tratta di intervenire per un'azione di sintesi. La legge di
    riferimento è la legge 6 del 2005. Per il programma per lo sviluppo
    di quella legge, sono stati impegnati diversi mesi e qualche anno di
    istruttoria per delimitare tutto lo stato della biodiversità
    dell'Emilia-Romagna. Le proposte che ne sono scaturite sembrano
    molto realistiche e fondate su un approccio, non ideologico, ma
    pragmatico. Pensa che, con le risorse che si potranno mettere in
    campo, si possa dare un contributo importante. E' noto che i piani
    sono soggetti a valutazione ambientale strategica ed informa che,
    essendo il piano dei parchi già espressione del piano di azione
    ambientale, è in corso la verifica di assoggettibilità a VAS. Chiede
    infine di chiudere l'esame dell'atto, già portato più volte
    all'attenzione della Commissione, nella prossima seduta in modo da
    poterlo approvare in Assemblea a fine luglio.
    Il Presidente BARBIERI rinvia alla prossima seduta anche la
    relazione del consigliere Borghi sull'oggetto 4636 ed informa che si
    tornerà a convocare la Commissione in seduta ordinaria il giovedì
    mattina. Quindi la prossima seduta è prevista per giovedì 16 luglio
    alle ore 10.00.
    La seduta termina alle ore 12.25
    Approvato nella seduta del 10 settembre 2009.
    La Segretaria Il Presidente
    Samuela Fiorini Marco Barbieri
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