Testo
Verbale n. 23
Seduta del 7 luglio 2009
Il giorno martedì 7 luglio 2009 alle ore 10.30 si è riunita presso
la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50,
la Commissione Territorio Ambiente Mobilità, convocata con nota
Prot. n. 18628 del 26/06/2009.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
BARBIERI Marco Presidente Partito Democratico 6 presente
FRANCESCONI Luigi Vice Forza Italia-Popolo 5 assente
Presidente della Libertà
GUERRA Daniela Vice Verdi per la pace 1 assente
Presidente
ALBERTI Sergio Componente Uniti nell'Ulivo - SDI 1 presente
BARTOLINI Luca Componente Alleanza 4 presente
Nazionale-Popolo della
Libertà
BORGHI Gianluca Componente Partito Democratico 2 presente
BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 assente
Donatella Italiani
BOSI Mauro Componente Partito Democratico 2 presente
CORRADI Roberto Componente Lega Nord Padania E. e 3 assente
R.
DELCHIAPPO Renato Componente Gruppo Misto 1 assente
MASELLA Leonardo Componente Partito di Rifondaz. 2 assente
Comunista
MAZZA Ugo Componente Sin. Dem. Per il 2 presente
Socialismo Eu.
MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 5 presente
MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
MONTANARI Roberto Componente Partito Democratico 2 assente
NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 assente
Di Pietro
NERVEGNA Antonio Componente Forza Italia-Popolo 2 assente
della Libertà
NOÈ Silvia Componente Unione Democratici 1 assente
Cristiani e di Centro
SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia-Popolo 2 presente
della Libertà
SALSI Laura Componente Partito Democratico 2 presente
ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo-SDI 2 presente
ZOFFOLI Damiano Componente Partito Democratico 2 presente
Sono presenti i consiglieri: PERDULLI in sostituzione di MONTANARI;
CASADEI in sostituzione di ZANCA, FILIPPI in sostituzione di
FRANCESCONI; MONARI.
Sono altresì presenti: Lino Zanichelli (Assessore all'Ambiente e
sviluppo sostenibile) e Alfredo Peri (Assessore alla Mobilità e
Trasporti).
Hanno partecipato ai lavori della Commissione: G. Bortone (Dir. Gen.
Ambiente e difesa del suolo e della costa), E. Valbonesi (Resp.
Serv. Parchi e risorse forestali), C. Bianchi (Serv. Viabilità,
navigazione interna e portualità commerciale), A. Celletti (Serv.
Informazione Ass. Leg.).
Presiede la seduta: Marco Barbieri
Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
Il presidente BARBIERI dichiara aperta la seduta alle ore 10.45.
Sono presenti i consiglieri: Alberti, Bartolini, Borghi, Bosi,
Casadei, Filippi, Mazza, Mazzotti, Pedulli, Salomoni, Salsi,
Zoffoli.
4660 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L. R. 15
novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione della legge
di assestamento del bilancio di previsione per l'esercizio
finanziario 2009 e del bilancio pluriennale 2009-2011. Primo
provvedimento generale di variazione (delibera di Giunta n. 844 del
15 06 09).
4661 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Assestamento
del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per
l'esercizio finanziario 2009 e del bilancio pluriennale 2009-2011 a
norma dell'art. 30 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40. Primo
provvedimento generale di variazione. (delibera di Giunta n. 845 del
15 06 09).
Il presidente BARBIERI porge il benvenuto ai nuovi consiglieri
subentrati, nell'ultima seduta dell'Assemblea legislativa, agli
eletti sindaci e ricorda che la Commissione si esprime sui progetti
di legge di assestamento del bilancio 2009 e relativa legge
finanziaria regionale, in sede consultiva, per le materie di
competenza. Ricorda inoltre che l'illustrazione era già stata svolta
nella seduta precedente del 23 giugno.
Il consigliere MAZZA precisa che era stato disposto il rinvio
dell'esame degli oggetti per consentire la presenza dell'assessore
alla mobilità. Gli assessori competenti infatti, a norma del
regolamento interno dell'Assemblea, devono partecipare alla
discussione e approfondimento dei provvedimenti di bilancio.
Passando quindi al merito della manovra, chiede chiarimenti sul
sistema ferroviario regionale e sulle risorse previste nella
variazione di bilancio per l'aumento di capitale della Società FER.
C'è un aumento di capitale di 16 milioni di euro che riguarda la
strategia complessiva sull'acquisto di treni, già più volte posta
all'attenzione della Commissione e che comincia lentamente a fare
qualche passo. A suo parere tuttavia dell'acquisizione si è parlato
da molto tempo, ma ora non è chiara la tipologia dei treni comprati.
In particolare, in più occasioni si è parlato della funzione
principale di questi treni. E il servizio ferroviario metropolitano
bolognese, che ha sostanzialmente funzioni di metropolitana, ha
bisogno di treni a rapido carico e ad accelerazione veloce.
Secondo punto: una volta conclusa l'elettrificazione delle linee e
investite risorse in tal senso, i treni elettrici non sono ancora in
funzione. Gli risulta infatti che i treni elettrici, pur comprati,
sono stati spostati altrove e ad esempio su tutta la linea
Bologna-Vignola si va ancora a nafta. La notizia è apparsa anche
sulla stampa e i cittadini sono infuriati.
Infine, un accenno alla quota di risorse destinate alle strade, che
ritiene esorbitante rispetto ai reali fabbisogni.
Escono i consiglieri Bosi e Zoffoli.
Il consigliere PEDULLI chiede i motivi che hanno portato ad una
riduzione della voce trasporti pari a euro 2.664.000 a fronte di una
situazione di difficoltà lamentata dalle aziende.
Il presidente BARBIERI cede quindi la parola all'Assessore alla
mobilità per i chiarimenti richiesti.
Escono i consiglieri Filippi e Bartolini.
L'assessore PERI, prima di fornire le precisazione in ordine ai temi
posti dai consiglieri, propone al presidente e alla Commissione di
cogliere l'occasione della seduta odierna per illustrare anche un
emendamento della Giunta regionale alla legge finanziaria
riguardante l'ARNI, emendamento che sarà presentato formalmente alla
Commissione referente Bilancio.
La Commissione concorda.
L'assessore PERI chiarisce che per quello che riguarda i treni, la
Regione ha fatto e farà un corposo investimento sull'acquisto di
materiale rotabile, che in parte si riscontra attraverso l'aumento
di capitale destinato alla Società FER, ma che non esaurisce tutta
la disponibilità, perché in realtà buona parte dei fondi europei -
in particolare i FAS - sono programmati essenzialmente per questo.
Fornisce l'ammontare complessivo che riguarda sia l'operazione
dell'assestamento di bilancio, sia la programmazione dei fondi
europei, sia la riprogrammazione dei fondi nazionali, pari ad un
totale di circa 200 milioni di investimenti sulla rete, per
elettrificazione, interramento, riqualificazione. Ulteriori 200
milioni circa riguardano l'acquisto di treni. Pertanto la manovra in
corso ammonta a 400 milioni di euro.
Una prima parte che riguarda l'acquisto di materiale rotabile è già
avviata, nel senso che la Regione ha partecipato alla gara per
l'acquisto di materiale rotabile espressamente dedicato ai servizi
di tipo metropolitano e si è collegata ad una gara della regione
Veneto, che era già in corso, ovviamente con le stesse specifiche.
Pertanto ogni Regione acquista i propri treni, ma, essendo una gara
già aperta, si è conseguita una maggiore massa critica, e in tal
modo l'Emilia-Romagna arriverà all'acquisto di dodici treni
nell'immediato, vale a dire entro due anni, e all'opzione di altri
dieci, per un totale di ventidue treni. I diciotto mesi di tempo
sono previsti a decorrere dalla gara (i fornitori infatti si
confrontano anche sui tempi) e la gara è in via di conclusione. C'è
un ricorso pendente sulla gara stessa, ma formalmente i bandi sono
scaduti in questi giorni e l'iter prosegue secondo le procedure
proprie di qualsiasi gara di livello europeo. Si prevede che
l'assegnazione e quindi la scelta del fornitore possa avvenire
appena dopo l'estate. In autunno la Regione dovrebbe quindi chiudere
questa prima parte, che rappresenta il nucleo dell'operazione e
funge da svolta per ciò che riguarda l'investimento effettuato.
Chiarisce poi che, sulla tipologia, i riferimenti sono i treni
simili agli Stadler, vale a dire i treni svizzeri espressamente
costruiti per un tipo di utenza metropolitana. Ovviamente la gara
dirà sugli esiti. Contemporaneamente, la Regione ha fatto una
procedura di somma urgenza, perché, pur essendo completata
l'elettrificazione della Bologna-Portomaggiore e in corso di
conclusione l'elettrificazione della Bologna-Vignola, tuttavia su
quelle linee occorrono ancora investimenti intensi dal punto di
vista della rete. Si riferisce nello specifico all'interramento
della Bologna-Portomaggiore in città, al materiale attuale
assolutamente inutilizzabile, ecc. Ribadisce che non è più possibile
trasportare gli utenti nelle condizioni lamentate. Infatti per
questi motivi si è utilizzata una quota di risorse, in parte in
autofinanziamento da FER, per fare un acquisto urgente di materiale,
seppure a trazione diesel e non elettrica , ma con motorizzazione
nuova, che sia immediatamente disponibile sulle linee dove non è
ancora possibile far correre il materiale elettrico.
Assicura che ha incontrato i pendolari della linea
Bologna-Portomaggiore e che ha condiviso anche con loro la
soluzione. Un treno è già arrivato e gli altri due arriveranno entro
la fine di luglio. In totale sono cinque i treni acquistati con
questa procedura per migliorare le condizioni delle persone che
devono viaggiare. Ribadisce che l'obiettivo è fornire una risposta
immediata senza pregiudicare le soluzioni future. Il materiale messo
immediatamente in esercizio, man mano che si arriverà
all'elettrificazione e all'utilizzo di materiale elettrico, verrà o
spostato su altre linee non ancora elettrificate o di volta in volta
venduto in cambio di materiale elettrico. Sostanzialmente funge da
volano e consente di dare una risposta immediata agli utenti che
entro l'autunno non devono più girare sul materiale attuale perché
obsoleto.
Rientrano i consiglieri Bosi e Zoffoli. Entrano i consiglieri Monari
e Zanca.
L'assessore aggiunge poi che FER è impegnata anche nell'acquisto di
doppi-piano , ultima parte delle commesse che continuano ad
arrivare. Inoltre la Regione sta contrattando con Trenitalia - a
tal proposito ricorda che vi è già un contratto con esito di gara di
tre anni più tre, i tre anni scadono alla fine del 2010 e il più
tre è vincolato agli investimenti - la mole degli investimenti che
questa farà in Emilia-Romagna per motivare il prolungamento del
contratto ai successivi tre anni. L'ordine di grandezza si aggira
sugli 80 milioni di euro. E su quella cifra si può continuare a
partecipare alla commessa che Trenitalia sta portando avanti con
altre Regioni e sempre riferita ai doppi-piano. Quindi una quota di
materiale rotabile della percorrenza da servizio ferroviario
regionale è risolta nel combinato disposto di investimento
Trenitalia, cofinanziamento della Regione su restyling e
ammodernamento di materiale già circolante, risposta di tipo
metropolitano, e il grosso fa parte della gara che è a
conclusione. Nell'arco di pochi mesi sarà ben delineato quanto
materiale arriva, quando arriva e di che tipologia si tratta.
Sul trasporto pubblico locale non vi è infine alcuna riduzione: si
tratta di uno spostamento da un capitolo all'altro, perché il
vincolo cogente, costruito lo scorso anno, prevede un accordo
triennale e 2008, 2009 e 2010 sono già coperti dalle risorse
sottoscritte da tutti i soggetti coinvolti. Tutti i bacini hanno
firmato e in realtà la Regione, rispetto ai servizi minimi e avendo
come base il 2008, nel triennio mette risorse per 62 milioni e mezzo
di euro in più.
Conclude osservando che il punto di sofferenza che si registra
attualmente è l'esito della trattativa sindacale e il nuovo
contratto siglato dalle controparti, cioè dalle rappresentanze
aziendali e dalle organizzazioni sindacali, non più tardi di tre
mesi orsono. Quel contratto, particolarmente impegnativo dal punto
di vista economico e che troverà la sua piena attuazione nel corso
del 2010, mette in effetti sotto stress l'impianto complessivo,
perché a livello regionale sono circa 10 milioni di euro in più, e
10 milioni per tutti i bacini significa grossomodo un milione per
ogni bacino, sapendo che Bologna è fuori quota. Su questo la Regione
sta discutendo perché ritiene che all'interno di quei 62 milioni di
risorse disponibili si possano trovare tutte le condizioni per
chiudere il cerchio, però si discuterà con tutti i vari soggetti,
tenuto conto dell'importante ruolo degli enti locali, intendendo per
ruolo quello finanziario perché non vorrebbe che i maggiori
finanziamenti che mette la Regione consentano un risparmio di
qualcun altro, cosa che sarebbe un po' discutibile. Quindi si
riserva di verificare il capitolo nello specifico per dare la
risposta puntuale.
Il consigliere SALOMONI chiede a quanto ammonta l'investimento per
acquistare i cinque treni diesel. Ritiene strano che in una
situazione del genere si comprino cinque treni diesel, quando di
fatto manca poco alla completa elettrificazione delle linee, e non
si acquistino ad esempio treni misti, che in caso di emergenza
possano andare anche a diesel, ma possano essere funzionali su
tratte parzialmente elettrificate.
L'assessore PERI precisa che l'investimento è di 30 milioni di euro
e che si tratta di treni nuovi. Quattro possono arrivare
praticamente entro l'estate e altri 4 potrebbero arrivare entro
dicembre, tutti diesel. Ribadisce che questo è un investimento che
funge da volano, vale a dire che la Regione ha formulato degli
accordi in base ai quali i mezzi sono utilizzati finché servono per
l'emergenza - nella consapevolezza che questo materiale servirà
anche su altre linee regionali non elettrificate, come ad esempio
quelle reggiane recentemente acquisite alla dimensione regionale -,
ma con la possibilità di riconvertirli in elettrico, ugualmente
nuovo, appena sia necessario. D'altra parte la Regione ha bandito
una gara e bisogna aspettarne gli esiti.
Esce il consigliere Zoffoli.
Il consigliere BOSI svolge alcune osservazioni sulla volontà di
elettrificare tutta la infrastruttura ferroviaria. Ritiene sia una
cosa molto importante, vuol dire che si guarda avanti, ma avverte
che se si investe tanto sull'elettrificazione e poi non si è in
grado di avere materiale idoneo fin da subito per un suo utilizzo,
ci si ritrova nella stessa situazione della Bologna - Verona, dove
la linea è perfetta, compreso il nuovo ponte sul fiume Po, ma
continuano a circolare i vecchi treni. Quindi un piano di
elettrificazione va bene, ma occorrono più corse, occorre avere il
servizio, che può essere garantito anche da treni diesel funzionanti
e comodi, accettabili in una situazione di emergenza. Ribadisce di
chiedere una diversa qualità del servizio, perché, fatta la grande
infrastruttura come la Bologna - Crevalcore - Verona, continuano a
girare pochi treni, e allora in emergenza si possono usare anche i
diesel per integrare le corse e dare un livello di servizio
migliore. Auspica infine che la stazione sotterranea non subisca
ritardi in conseguenza dello slittamento dei tempi nei lavori della
stazione superiore.
L'assessore PERI sull'ultimo punto sollevato chiarisce che
nell'alternativa se interrompere la linea e fare i lavori, oppure
fare i lavori con la linea in parziale esercizio, la Regione ha
scelto di interrompere la linea per un periodo più breve.
La consigliera SALSI sottolinea positivamente l'utilizzo di treni
diesel, considerato il servizio attualmente in essere che in alcuni
percorsi, alcune tratte, alcuni orari si presenta estremamente
carente. Bene quindi l'elettrificazione, ma bene anche le vetture
diesel che comunque consentono di rimuovere i vecchi mezzi obsoleti.
Concorda con la scelta della Regione e ritiene opportuna un'adeguata
informazione agli utenti. Conviene anche sulla gara per i dodici
treni nell'arco dei due anni e ritiene che in seguito, il parco
treni e la qualità dei servizi, potranno assicurare un notevole
miglioramento e una maggiore puntualità.
Esce il consigliere Alberti. Rientra il consigliere Zoffoli.
Il consigliere MAZZA osserva che il volume di risorse sulla
questione ferroviaria, complessivamente, si aggira attorno ai 400
milioni di euro e che sarebbe interessante avere un quadro completo
e complessivo. Ribadisce quindi la richiesta, già avanzata in varie
sedi, compresa la Commissione, di avere a disposizione un esperto di
bilancio per mettere insieme i dati e le tabelle e fornire un quadro
sempre aggiornato della situazione: investimenti, risorse,
destinazione, attuazione.
Quanto al merito, esprime alcune perplessità innanzitutto sulla
scelta dell'interramento del treno, che ha sempre criticato ma che
ormai è una decisione presa, poi sull'elettrificazione, dove porta
come esempio i treni della Val Venosta funzionali e non inquinanti.
Aggiunge quindi che, siccome si sta procedendo nella realizzazione
del sistema ferroviario regionale metropolitano, si pone il problema
dell'equilibrio della spesa nel trasporto pubblico tra gomma e ferro
e nella riorganizzazione dei servizi. Bisogna cominciare a pensare a
riorganizzare il servizio, per avere una spesa, per persona
trasportata, adeguata ai bilanci e in pari tempo dare un servizio
maggiore nell'integrazione tra ferro e gomma, tra sistema pubblico e
sistema privato. Si chiede se non sia il caso che la Regione, che
finanzia larga parte di questi provvedimenti, assuma un ruolo di
terzietà e cominci a pensare a questa riorganizzazione. E' infatti
del tutto evidente che non la si può affidare alle singole aziende
in quanto tali, perché sono tutte tese a conservare lo status quo
attuale. Potrebbe essere fatta in sinergia da Regione e Comuni per
il ruolo che rivestono nella programmazione. Sottolinea che, se si
vuole affrontare il tema dei costi del trasporto pubblico, bisogna
affiancarlo al problema della riorganizzazione dei servizi nel
rapporto treno-gomma, perché altrimenti si rischia davvero di
trovarsi con impennate di costi difficilmente gestibili.
Ricorda inoltre che uno dei nodi fondamentali è costituito dalle
tariffe. Vi sono ancora molte aziende in Emilia-Romagna che con le
tariffe non coprono il 35% dei costi del servizio e sono fuorilegge.
Quindi anche questo aspetto va regolato al più presto: se si vuole
un sistema sano, nei costi elevati che comporta, occorre togliere
questa regola fissa. E sarebbe anche il modo per garantire che le
zone con meno persone e quindi con meno introiti possano essere
coperte dal servizio. Se si impedisce questa possibilità, via via si
dovranno poi tagliare i sistemi di bus o di collegamento con le zone
più lontane, e questo sarebbe un errore gravissimo. D'altra parte,
c'è la necessità di riequilibrare i costi. Ritiene dunque che
bisognerebbe cominciare a pensare ad una riorganizzazione che, per
quanto complicata, difficile e foriera di molte discussioni, è
inevitabile, se si vuole mantenere un alto servizio di qualità e
soprattutto implementarlo verso nuovi insediamenti, verso nuove
dimensioni urbane e verso lo spostamento di servizi.
Ribadisce che a suo parere bisognerebbe cominciare a discutere delle
regole di riorganizzazione, a definire gli obiettivi, a delineare le
fasce minime, ad introdurre un elemento di terzietà nel definire i
rapporti. Ritiene che una discussione sui costi vada fatta
congiuntamente ad un discorso sulla riorganizzazione, altrimenti
teme che i costi per le risorse pubbliche diventino insopportabili.
Rientra il consigliere Alberti.
Il consigliere SALOMONI, pur dando atto che la materia è complessa,
che il riordino del tema ferroviario metropolitano - di
significativa valenza nel complesso regionale - è iniziato ormai
diciassette anni fa, non comprende come la Regione, con le proprie
professionalità significative e con un certo tipo di
amministrazione, sia arrivata a pianificare un riordino complessivo,
a mettere in campo attività di riqualificazione, passando dalle
vecchie linee ferroviarie inadeguate e prevedendo
l'elettrificazione, senza prevedere anche in modo organico
l'acquisto in tempo utile del materiale rotabile necessario.
Ritiene un paradosso che in questi diciotto-vent'anni anni si siano
acquistati treni mai usati (si riferisce a quei cinque o sei treni
Casalecchio - Vignola non compatibili) o si siano elettrificati
pezzi di linea poi smantellati perché da interrare. Questo a suo
modo di vedere rappresenta la negazione della pianificazione.
Qualsiasi persona con una responsabilità imprenditoriale o
amministrativa - per certi aspetti ancora più delicata perché tratta
il denaro di tutti - deve fare una pianificazione il più possibile
aderente, che poi va aggiornata su degli step temporali. E'
un'operazione necessaria, per evitare le rincorse che oggi
l'assessore di turno deve compiere. Comprende l'esigenza di dare
risposte immediate, ma afferma che non ha senso andare ad acquistare
treni diesel quando si sta insistendo e investendo - e da molti anni
- sulla necessità di avere solo treni elettrici. Si tratta di
cattiva amministrazione. Formula la propria considerazione senza
spirito di polemica e si augura che almeno questo modo di procedere,
che ha una serie di limiti enormi, serva affinché la classe
amministrativa e politica della Regione ne prenda atto e non
commetta più simili errori. Alla fin fine sono risorse pubbliche e
nel corso del tempo i vari direttori di turno hanno promesso, di sei
mesi in sei mesi, che sarebbero arrivati sulla Casalecchio - Vignola
i treni elettrici, addirittura in più occasioni sono state fornite
tempistiche precise, mentre si sono tutte rivelate promesse fatte al
vento. E infatti si continua a comprare materiale diesel.
Il presidente BARBIERI invita l'assessore a formulare le proprie
considerazioni conclusive e ad illustrare l'emendamento
preannunciato in modifica alla legge finanziaria regionale.
L'assessore PERI risponde al consigliere Salomoni, precisando
innanzitutto alcune questioni oggettive, che non attengono a
valutazioni di parte. La Regione ha la responsabilità di quelle
linee, di quei treni e di quelle infrastrutture a partire dal 2001,
anno in cui i 350 km di rete, fino ad allora gestiti dallo Stato,
sono passati al demanio regionale. In questa occasione le aziende
ereditate sono state accorpate e da sette sono passate a quattro. E'
quindi evidente che diciotto anni diventano molti di meno, parlando
di responsabilità della amministrazione regionale. Su quel passaggio
di proprietà e di titolarità la Regione ha iniziato ad avere risorse
normali solo a partire da un anno fa, il che significa che in tutto
questo tempo ha lavorato a sbalzo sia sui conti di gestione, sia
sui conti di investimento, perché lo Stato negli anni di riferimento
non ha nemmeno riconosciuto l'inflazione programmata.
Questo, sottolinea, è lo scenario non polemico, ma oggettivo su cui
fare tutti i vari conti. Che cosa ha fatto la Regione? Ha aperto 22
stazioni, ha cominciato l'elettrificazione, qualcuno aveva
cominciato ad acquistare dei treni, facendo parte ancora delle
vecchie società, linea per linea. Cita ad esempio il lavoro svolto a
Reggio Emilia o a Modena, sulla Modena-Sassuolo. Si tratta di
investimenti tutti in itinere. E' allora evidente che occorre fare
un salto di qualità, ma occorre altresì considerare che tutte le
linee erano fuori dagli schemi di sicurezza. La sicurezza è un
pre-requisito indispensabile e chiunque debba fare un investimento
con soldi propri al posto dello Stato che non li eroga, la prima
cosa che deve affrontare è l'investimento sulla sicurezza con
sistemi innovativi. Vi sono numerosi esempi che dimostrano quanto
vale quel tipo di investimento. Ancora, per andare verso
l'elettrificazione, occorre risolvere i problemi di interferenza con
la viabilità e quindi svolgere tutte le trattative necessarie per
raggiungere quello scopo.
In conclusione: se si vuol fare una disamina su come è stata fatta
la programmazione, in base alle competenze previste dalla legge e al
trasferimento di funzioni fra Stato e Regioni, vi è un'ampia
documentazione per dimostrare che le affermazioni formulate dal
consigliere Salomoni sono come minimo parziali, in alcuni casi anche
destituite di fondamento.
Sulla questione che riguarda l'acquisto del materiale diesel,
precisa che occorre considerarla in relazione alle risposte da
fornire in questa fase alle esigenze degli utenti. Pertanto dichiara
che, se l'obiettivo è riuscire a dare una risposta concreta di
innalzamento della qualità delle prestazioni (indipendentemente
dalla motorizzazione, perché si parla di materiale nuovo appena
costruito in base alle normative europee), questo è un investimento
molto utile perché offre una flessibilità sulla rete complessiva -
350 km regionali - che in parte è elettrificata e in parte no. E
prima che sia completata del tutto l'elettrificazione, occorrono
risorse, mentre la Regione continua a lavorare impropriamente,
impegnando risorse che dovevano essere stanziate dallo Stato e che
continuano a non esserlo. Di conseguenza, farà più fatica a
completare l'elettrificazione e dovrà in ogni caso garantire un
livello di servizio più alto rispetto all'attuale. Tuttavia non si
tratta di un investimento a perdere perché, come ha già accennato,
una volta completata l'elettrificazione, grazie anche alle relazioni
intessute con altre aziende, è possibile riconvertire materiale
diesel con materiale elettrico.
Ribadisce la bontà dell'operazione per la quota parte di 30 milioni
di investimento complessivi, dove la Regione impiega solo una minima
quota, mentre il resto è in autofinanziamento da parte dell'azienda
che compie le proprie normali attività industriali. E', in
particolare, una risposta nell'immediato futuro alla linea Bologna -
Portomaggiore e Bologna - Vignola. A partire dai prossimi mesi
nell'arco dei due anni che separano dalla completa elettrificazione,
quel materiale potrà essere riconvertito con materiale elettrico da
usare sulla stessa linea.
Nel frattempo, giunge a conclusione la gara svolta insieme con la
regione Veneto, che porterà dodici treni in una prima fase, più
l'opzione per altri dieci, per un totale di ventidue. In questo modo
la Regione completa in misura rilevante il fabbisogno del sistema
ferroviario metropolitano, avendo ancora inevaso un accordo siglato
con due Governi orsono, quando l'allora Ministro Lunardi diceva che
avrebbe finanziato il completamento delle stazioni e la quota parte
dei costi gestionali, recuperando in minima parte il mancato
riconoscimento dell'inflazione precedente. E finora su questo
versante si è ancora a zero euro. Per le ragioni illustrate la
Giunta ha deciso di destinare quote del bilancio regionale e quote
di finanziamenti previsti originariamente per altre opere al
completamento di questi progetti, perché se si aspettava una
concretizzazione col Governo non se ne usciva più. Si tratta quindi
della normale conduzione della programmazione che la Regione è
costretta a fare nelle condizioni date.
L'assessore passa quindi all'illustrazione dell'emendamento che la
Giunta regionale propone alla finanziaria e che riguarda l'Azienda
regionale di navigazione interna (ARNI). Ricorda come una
riflessione sull'Azienda sia stata svolta in numerose occasioni, sia
in Commissione che in Assemblea legislativa. E uno degli elementi
del dibattito era la possibilità di far confluire o conferire le
funzioni di ARNI all'interno dell'accordo e della nuova
strutturazione dell' Agenzia interregionale del fiume Po (AIPO).
AIPO è costituita fra le quattro Regioni del bacino del Po,
Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e ha attualmente espanso
le proprie responsabilità e le proprie funzioni, tanto è vero che
uno dei primi atti conclusi recentemente è stato il conferimento da
parte della Regione Lombardia della propria struttura tecnica che in
precedenza svolgeva funzioni analoghe a quelle di ARNI. Si è
arrivati di comune accordo con le altre Regioni a questa soluzione.
La Giunta regionale intende cogliere l'occasione per il cambio di
gestione nell'attività dell'ARNI. Ritiene che ARNI sia stata e sia
un'azienda con grandi professionalità, ma sottostimata nella
percezione collettiva. Quelle professionalità e quelle funzioni
possono essere giustamente valorizzate all'interno della gestione
complessiva del bacino del Po. La proposta non ha ricadute in
termini finanziari e contabili, ma è la presa d'atto della volontà
che la Giunta propone all'Assemblea legislativa, cogliendo
l'occasione della conclusione anticipata del mandato del presidente
di ARNI, di conferire il mandato ad un commissario straordinario per
una durata non superiore all'anno (quindi un anno di tempo per
riepilogare i conti, fare la valutazione di consistenza,
patrimoniale, personale, contabile, finanziaria) e successivamente
arrivare alla formalizzazione di un atto dell'Assemblea per la
confluenza all'interno della struttura di AIPO. Nel frattempo rimane
in carica il collegio dei revisori dei conti che avrà la scadenza
connessa alla funzione del commissario.
Esce il consigliere Zoffoli.
Il consigliere ZANCA esprime l'esigenza di capire esattamente come
AIPO, che è stata costituita a suo tempo finalizzandola soprattutto
alle questioni più di protezione del fiume, quasi di protezione
civile per certi aspetti, idrografia, protezione del suolo, ecc.,
possa far fronte alle nuove funzioni. E' dunque necessario fare il
punto su AIPO, capire esattamente compiti, funzioni, risorse, come
si amministra e si governa l'Azienda.
Sostanzialmente la proposta si concretizza nella nomina di un
commissario per un anno, praticamente un commissario ad acta; chiede
quindi chiarimenti, perché se è un commissario ad acta le sue
funzioni sono riferite agli atti specificati nell'emendamento, se
invece è un commissario dell'azienda, si tratta di un commissario
che governa l'azienda con tutti i poteri del consiglio
d'amministrazione che a questo punto scompare.
Il consigliere MAZZA conviene con i chiarimenti richiesti, pur
ritenendo che la scelta finale sia già scontata nel senso del
processo di confluenza nell'altro organismo. ARNI infatti è un'
azienda di gestione del trasporto merci, di uso del fiume più che di
gestione del fiume in quanto tale. Chiede quindi cosa diventerà
AIPO: una società pubblica, privata, mista? Qual è il passaggio,
l'obiettivo, il destino dell'operazione?
Rientra il consigliere Zoffoli.
Il consigliere ALBERTI osserva che AIPO è frutto dell'intesa tra
quattro Regioni, quindi si tratta di un soggetto pubblico a tutti
gli effetti, ma con non pochi problemi manifestatisi negli ultimi
tempi e che potrebbero in qualche misura, per quanto riguarda le
competenze importanti presenti all'interno di ARNI, non trovare
delle risposte particolarmente efficaci. Chiede quindi, in parte
riprendendo le considerazioni del consigliere Zanca, fin dove
arrivano le competenze del commissario. Sono attualmente in corso
alcune operazioni di ARNI di straordinaria importanza, come ad
esempio la conca di isola Serafini, con tempi strettissimi per le
procedure di gara. Inoltre vi sono i destini dal punto di vista
dell'assetto giuridico del personale. Il conferimento delle risorse
è semplicemente lo spostamento del bilancio attuale di ARNI dalla
Regione ad AIPO? Oppure vi è, anche dal punto di vista della
riconfigurazione del personale, uno spostamento dalle sostanziali
dipendenze della Regione a quelle della nuova struttura? Dal punto
di vista delle relazioni sindacali, questi aspetti sono stati presi
in considerazione, c'è già un rapporto avviato col sindacato o è
un'operazione che parte da zero ed è affidata al commissario?
Rientra il consigliere Bartolini.
L'assessore PERI risponde che la Giunta affida al commissario il
compito di provvedere all'amministrazione ordinaria e straordinaria,
alla ricognizione del personale, dei beni patrimoniali e demaniali,
nonché dei rapporti attivi e passivi dell'ente come certificati
dalle documentazioni contabili, curando la predisposizione del
relativo rendiconto finale e trasmettendo le risultanze alla Giunta.
Vi è quindi un profilo, per così dire, di commissariamento, ma non
per gestire in modo commissariale la normale gestione attuale, bensì
per ottenere l'obiettivo di conferire la struttura di ARNI alle
dipendenze non di una società di tipo privatistico, ma di una
agenzia pubblica, AIPO. AIPO infatti è un'agenzia assolutamente
pubblica, che rimarrà pubblica, perché svolge competenze di
carattere istituzionale e programmatorio, pur arrivando fino alla
gestione pratica di situazioni materiali, come ad esempio interventi
di regimazione o stazione appaltante per lavori. E' un'agenzia
pubblica composta dalle quattro Regioni, dai quattro rappresentanti
regionali che fino a questo momento sono identificati negli
assessori competenti nei rispettivi settori, regimazione idraulica,
difesa del suolo, che entrano solo per commistione con la protezione
civile, perché per le deleghe dell'Emilia-Romagna l'assessore
regionale è lo stesso della protezione civile, ma non ha funzioni di
protezione civile in quel caso come rappresentante all'interno di
AIPO.
La proposta è dunque quella di estendere e di allargare la
composizione di AIPO anche ai quattro assessori che si occupano di
navigazione interna, perché già attualmente AIPO ha anche le
competenze che attengono alla regolazione della navigazione interna.
In realtà ARNI ha una competenza molto più tecnica. La sua è una
funzione eminentemente tecnica, cioè è un'azienda che deve garantire
le condizioni materiali per la navigazione interna. Questa è la
funzione statutaria di ARNI, quindi adottare tutte le misure, opere,
lavori e attività funzionali a garantire la sicurezza della
navigazione, etc. Quelle funzioni in modo specifico passano nella
direzione e organizzazione di AIPO.
E' chiaro che si aprirà un ragionamento coi sindacati. E' in corso
in questi giorni un incontro con le organizzazioni sindacali ed è
uno dei lavori che dovrà svolgere il commissario, cioè riuscire a
portare a sintesi non solo la valutazione, l'analisi, la consistenza
di tipo contabile, ma anche di tipo sindacale per le grandi
opportunità presenti all'interno dell'azienda.
E' un processo che avrà il termine massimo di un anno e dovrà
approdare ad AIPO, che ha già dichiarato (vale a dire tutte le
componenti di AIPO), una disponibilità e una condivisione
all'operazione, senza alcuna forzatura. La regione Lombardia (che è
il soggetto più interessato in quanto Piemonte e Veneto hanno
competenze più sfumate) e l'interlocutore principale condividono
l'impianto.
AIPO ha già assunto in pieno tutte le funzioni dell'ex magistrato
del Po e bisognerebbe fare il punto in un contesto anche di ambito
nazionale, essendo il Po una risorsa con quel profilo. Esiste
infatti un doppio livello: l'authority che ha una competenza in
termini di programmazione larga e AIPO che invece deve governare il
bacino del Po in tutte le sue diramazioni e componenti. Vi è poi
un'intesa sulla navigazione, che ha a sua volta ulteriori
competenze, è un luogo di concertazioni e di relazioni
internazionali. La discussione in proposito si svolgerà in Assemblea
legislativa. Questo è l'avvio del processo e vi sarà tempo per
ragionare, sia in sede di Commissione che in sede di Assemblea
legislativa per precisare i contorni più strutturali che riguardano
l'intero governo del bacino.
Coglie quindi l'occasione per informare che, come è stato riportato
anche dalla stampa, in questi giorni sono state avanzate alcune
ipotesi di fonte governativa in termini di forte bacinizzazione del
Po. Si può essere d'accordo nell'agevolare una funzione moderna di
quest'asta naturale, ma la Regione deve valutare le conseguenze a
monte e a valle, perché gli effetti di una spinta forte verso la
bacinizzazione per una regione come l'Emilia-Romagna, pensando al
ferrarese e alla costa, possono avere ripercussioni di un certo
rilievo. Sicuramente all'interno di AIPO vi sono molte opportunità a
condizione che anche il suo impianto diventi strategicamente più
limpido, più chiaro nelle proprie funzioni, non solo in quelle
istituzionali, ma anche in quelle di carattere tecnico operativo,
che possono essere rafforzate dal doppio ingresso: l'azienda della
regione Lombardia e l'azienda della regione Emilia-Romagna che, pur
avendo storie diverse, possono essere ugualmente valorizzate.
Escono i consiglieri Borghi e Casadei.
Il consigliere ZANCA osserva che in seguito ai chiarimenti forniti
dall'assessore, risulta che non si tratta di un commissario ad acta
perché l'emendamento tratteggia un commissariamento dell'azienda. I
poteri esplicitati poi al comma 2 dell'articolo sono gli stessi
poteri che ha il consiglio d'amministrazione e quindi non a caso si
parla di amministrazione ordinaria e straordinaria. Osserva che è da
moltissimi anni che si è in attesa della definizione di un nuovo
assetto organizzativo e gestionale delle funzioni concernenti il
sistema di aree della navigazione interna, per cui, non ha
preconcetti, ma ha motivi reali di dubitare che nell'arco di 1 anno
si arrivi a fare ciò e che la durata dell'attività del commissario
non sia prorogata. Il tema è prendere l'azienda ARNI e conferirla in
AIPO, e vedere poi gli sviluppi successivi della contrattazione tra
le quattro regioni su come gestire le risorse e gli interventi sul
Po. A suo parere limiterebbe i poteri del commissario
all'amministrazione ordinaria, in quanto operazione transitoria per
traghettare ARNI dentro AIPO. Ritiene sia bene che in quest'anno non
si faccia amministrazione straordinaria altrimenti si rischia che il
commissario come agente unico assuma iniziative straordinarie di cui
non si hanno elementi di conoscenza. Si dovrebbe capire bene poi che
influenza hanno, se valorizzano l'azienda, se la depauperano, se
mettono in campo dei debiti dell'azienda, come farvi fronte, ecc.
Ringrazia l'assessore per avere informato i commissari di una
proposta di emendamento che poi la Giunta presenterà in sede di
commissione referente, dove si svolgerà l'ulteriore discussione sul
tema.
L'assessore PERI risponde di essere d'accordo di togliere il
riferimento a poteri straordinari del commissario, salvo ulteriori
verifiche tecniche.
Il consigliere ALBERTI ritiene anche superato il proprio intervento
ed aggiunge che nella determinazione del compenso del commissario,
che la Giunta regionale si riserva di fare, si tenga presente di non
andare oltre l'attuale compenso previsto dalla legge per il
presidente dell'ARNI.
Il Presidente BARBIERI chiede se vi sono richieste all'assessore
Zanichelli.
Escono i consiglieri Alberti e Zanca.
Il consigliere MAZZA, in merito ad ARPA, rileva che
nell'assestamento di bilancio sono previsti 3 milioni di euro per
garantire la prosecuzione di interventi di razionalizzazione e
riqualificazione del patrimonio dell'agenzia. Chiede se questo sia
costituito da patrimonio edilizio e se comprenda anche le
centraline. Visti i gravi livelli di inquinamento del territorio
(100 giorni all'anno di superamento di PM10, rispetto al limite di
35 previsti dalla Direttiva europea) si deve affrontare il problema
con strumentazioni adeguate in modo da poter agire, dal trentesimo
giorno in poi, in pre inquinamento , ad esempio bloccando il
traffico, per limitare le emissioni prima di superare i livelli di
rischio ed evitare che i cittadini vivano in aree urbane inquinate,
al di sotto della soglia minima di sicurezza per la salute. A tale
proposito cita un modello previsionale, in dotazione al CNR, basato
su calcoli di dati noti e chiede se nella previsione di spesa
dell'ARPA sia previsto l'acquisto di uno strumento di questo genere.
Esce il consigliere Salomoni e rientrano i consiglieri Borghi e
Alberti
Il Presidente BARBIERI, non essendoci altre richieste, dà la parola
all'assessore Zanichelli.
L'assessore ZANICHELLI propone si svolgere in Commissione, secondo
una prassi già consolidata, un incontro con il direttore di ARPA per
rappresentare l'insieme delle questioni relative all'agenzia, anche
in relazione al sistema delle Arpa nazionali. Informa i Commissari
che ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca
ambientale) ha convocato a Bologna, per la settimana prossima, un
incontro riconoscendo ad ARPA Emilia-Romagna un ruolo centrale nel
sistema delle agenzie italiane.
In merito a quanto chiesto dal consigliere Mazza, precisa che i 3
milioni di euro per garantire la prosecuzione di interventi di
razionalizzazione e riqualificazione del patrimonio non riguardano
le centraline, ma gli investimenti per le nuove sedi realizzate o in
via di realizzazione in località nelle quali per motivi di varia
natura (sicurezza, agibilità ecc.) sono state dismesse quelle
vecchie. In particolare ricorda Ferrara, Ravenna e Parma. C'è un
piano finanziario con cadenza pluriennale che richiede interventi da
parte di ARPA che appunto rientrano in questa voce.
Per quanto riguarda il tema delle centraline e dell'adozione di
modelli previsionali - così come le questioni delle sedi e delle
altre azioni proposte nel piano di riposizionamento
economico-finanziario e progettuale di ARPA in corso di attuazione,
in relazione al ruolo di controllo e di indirizzo della Regione - è
disponibile a svolgere gli approfondimenti necessari in occasione
dell'incontro in Commissione con ARPA. Anticipa tuttavia che
l'assessorato ha progettato la ristrutturazione del sistema di
rilevamento sulla base delle direttive dell'Unione Europea e degli
indirizzi-guida formulati dallo Stato italiano, finalizzati a creare
un sistema di centraline omogeneo su tutto il territorio europeo
capace di misurare sia le PM10 che le polveri ultrafini in una
struttura codificata.
Il presidente BARBIERI invita la Commissione ad esprimere il parere
consultivo sui progetti di legge 4660 e 4661.
La Commissione esprime, per quanto di competenza, con votazioni
separate di identico risultato, parere favorevole con 24 voti a
favore (Partito Democratico, Sinistra democratica per il Socialismo
europeo, Uniti nell'Ulivo-SDI), nessun contrario e 4 astenuti
(Alleanza Nazionale).
Il Presidente BARBIERI pensa che stamattina non ci sarà sicuramente
più il tempo per concludere l'esame degli oggetti iscritti
all'ordine del giorno, ma ritiene che intanto si possa proseguire
con l'illustrazione del programma da parte dell'assessore
Zanichelli.
Rientra il consigliere Salomoni
4631 - Proposta recante: Programma per il sistema regionale delle
Aree protette e dei siti di rete natura 2000. (delibera di Giunta n.
614 del 04 05 09).
L'assessore ZANICHELLI ricorda di aver avuto già modo di illustrare
il programma nell'informativa svolta nella seduta del 16 aprile
u.s., di conseguenza ne evidenzia gli elementi fondamentali. Il
primo è che con questo programma, avendo messo in campo una serie di
linee finanziarie attraverso il programma d'azione ambientale, il
bilancio della regione, altre risorse, fondi FAS e quant'altro, si è
in grado di mettere in campo 21 milioni di euro di interventi per i
parchi, le aree protette e politiche per la biodiversità. Appare
necessario, pertanto, chiedere all'Assemblea, viste le richieste
provenienti dall'esterno, di accelerare i tempi e le procedure per
agevolare forme di economia soprattutto nelle zone più deboli, con
minori possibilità di sviluppo nei settori tradizionali, che possono
trarre beneficio da iniziative per valorizzare le risorse
ambientali. Chiede pertanto di riscrivere il programma all'ordine
dei lavori della prossima seduta di Commissione in modo da riuscire
a licenziarlo a luglio, proprio per poterlo attivare in tempi rapidi
secondo l'evidenziata necessità della comunità regionale. Sottolinea
che i temi di questo programma sono legati ad un'idea di sviluppo
sostenibile e che il tema dei vincoli è già sviluppato e contenuto
in altri strumenti a partire dal piano paesistico e in altre linee
della azione politico-amministrativa regionale. Qui invece si
investe sul fatto che ci sono aree importanti della regione che
possono fare di questi settori un elemento di spinta propulsiva e di
crescita. Come esempio concreto ricorda che anche nell'assestamento
di bilancio c'è una voce dedicata al parco del Delta del Po, legato
al sistema turistico della riviera, che è un sistema maturo, come il
parco delle foreste Casentinesi o quello dei Gessi romagnoli che
possono rappresentare un momento di integrazione con un turismo di
qualità, sempre più ricercato, e che motiva anche la continuità di
una presenza turistica in questa regione. Dall'altra parte della
regione il sistema tirreno ligure e il sistema appenninico del Parco
nazionale dell'Appennino e degli altri parchi regionali che vivono
attorno a quella realtà, possono costituire un unicum che può dare
prospettiva alle attività turistico-ambientali ad esempio
all'Appennino piacentino-parmense, reggiano-modenese. Parteciperà
volentieri alla discussione sulla governance del sistema padano, di
cui si diceva prima, perché il tema può costituire un elemento che
in passato non è stato così valorizzato sotto il profilo
dell'interesse turistico-ambientale. Il programma vuole essere la
sintesi di tutte queste cose e ragionare anche in termini di
integrazione territoriale e di settore. Ad esempio il tema dello
sviluppo degli accordi agro-ambientali e della valorizzazione delle
produzioni e del ruolo delle attività agricole, all'interno delle
aree protette, costituisce un punto importante che può rappresentare
una fonte aggiuntiva di reddito per gli agricoltori. Ci sono stati
dei ritardi al riguardo e ci si è impegnati con le categorie
agricole ad accelerare i patti agro-ambientali in tutti i parchi
della regione, con il coinvolgimento dei privati. Riguardo al
dibattito sulla privatizzazione dei parchi, pensa che la soluzione
migliore sia trovare un punto di incontro e non la privatizzazione.
Le aree protette vivono bene se non vengono né burocratizzate dalle
istituzioni che le amministrano, ma neanche sfruttate intensivamente
da chi ha interessi economici. Quindi trovare un punto di incontro,
fondato sulla qualità, può essere un altro tema di lavoro. Le scelte
concrete si svilupperanno attraverso singoli programmi e progetti.
Per quanto riguarda l'istituzione del Parco fluviale del Trebbia,
uno degli habitat fluviali dell'Emilia-Romagna meglio conservati,
ampiamente condiviso nella partecipazione locale, informa che il
percorso si è aperto nei mesi scorsi ed ora c'è il progetto di legge
ed è già stato nominato il relatore. Si procederà con il confronto
per verificare, dopo le elezioni, l'impegno delle Amministrazioni
della provincia di Piacenza.
E' stata aggiornata anche la discussione per continuare il confronto
sulla riorganizzazione e ridelimitazione del Parco dei cento laghi
alta Val Cedra, su cui si ritornerà in Commissione. E' aperto un
discorso anche sul parco del Secchia, proposto come evoluzione
dell'attuale riserva esistente in quell'area. Sono state presentate
osservazioni, rilievi in relazione alle dimensioni e alla normativa
che potrebbe derivarne e sono stati istituiti gruppi di lavoro.
Presenterà le risultanze nel momento in cui ci sarà un accordo
condiviso coi territori e con gli interlocutori. Più in generale si
tratta di intervenire per un'azione di sintesi. La legge di
riferimento è la legge 6 del 2005. Per il programma per lo sviluppo
di quella legge, sono stati impegnati diversi mesi e qualche anno di
istruttoria per delimitare tutto lo stato della biodiversità
dell'Emilia-Romagna. Le proposte che ne sono scaturite sembrano
molto realistiche e fondate su un approccio, non ideologico, ma
pragmatico. Pensa che, con le risorse che si potranno mettere in
campo, si possa dare un contributo importante. E' noto che i piani
sono soggetti a valutazione ambientale strategica ed informa che,
essendo il piano dei parchi già espressione del piano di azione
ambientale, è in corso la verifica di assoggettibilità a VAS. Chiede
infine di chiudere l'esame dell'atto, già portato più volte
all'attenzione della Commissione, nella prossima seduta in modo da
poterlo approvare in Assemblea a fine luglio.
Il Presidente BARBIERI rinvia alla prossima seduta anche la
relazione del consigliere Borghi sull'oggetto 4636 ed informa che si
tornerà a convocare la Commissione in seduta ordinaria il giovedì
mattina. Quindi la prossima seduta è prevista per giovedì 16 luglio
alle ore 10.00.
La seduta termina alle ore 12.25
Approvato nella seduta del 10 settembre 2009.
La Segretaria Il Presidente
Samuela Fiorini Marco Barbieri