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Legislatura VIII - Commissione VI - Verbale del 13/10/2009 antimeridiano

    Testo

    Verbale n. 7
    Seduta del 13 ottobre 2009
    Il giorno 13 ottobre 2009 alle ore 10,30 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro 50, la
    Commissione Attuazione dello Statuto convocata con nota Prot. n.
    27907 dell'8 ottobre 2009.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e Nome Qualifica Gruppo Voto
    LOMBARDI Marco Presidente Forza Italia - Popolo 2 presente
    della Libertà
    BORGHI Vice Partito Democratico 4 presente
    Gianluca Presidente
    VARANI Gianni Vice Forza Italia - Popolo 5 presente
    Presidente della Libertà
    BARBIERI Marco Componente Partito Democratico 3 presente
    BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 presente
    Donatella Italiani
    BOSI Mauro Componente Partito Democratico 3 presente
    DELCHIAPPO Componente Misto 1 assente
    Renato
    DONINI Monica Componente Partito della 2 assente
    Rifondazione Comunista
    ERCOLINI Componente Partito Democratico 4 presente
    Gabriella
    GUERRA Daniela Componente Verdi per la pace 1 assente
    LEONI Andrea Componente Forza Italia - Popolo 1 presente
    della Libertà
    MAJANI Anna Componente Partito Democratico 1 presente
    MANFREDINI Componente Lega Nord Padania 3 presente
    Mauro Emilia e Romagna
    MAZZA Ugo Componente Sinistra Democratica per 2 presente
    il Socialismo Europeo
    MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
    NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 assente
    Di Pietro
    NERVEGNA Componente Forza Italia - Popolo 1 assente
    Antonio della Libertà
    NOE' Silvia Componente Unione dei Democratici 1 presente
    Cristiani e
    Democratici di Centro
    SALSI Laura Componente Partito Democratico 5 presente
    VECCHI Alberto Componente Alleanza nazionale - 4 presente
    Popolo della Libertà
    ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo - 4 presente
    Partito Socialista
    Ha partecipato alla seduta: R. Ghedini (Serv. Informazione).
    Presiede la seduta: Marco Lombardi
    Assiste il segretario: Nicoletta Tartari
    Resocontista: Enzo Madonna
    Il Presidente dichiara aperta la seduta alle ore 10,45.
    Sono presenti i consiglieri Barbieri, Borghi, Bortolazzi, Bosi,
    Ercolini, Majani, Manfredini, Mazza, Salsi e Varani.
    Approvazione verbali n. 4 dell'8 settembre 2009 e 6 del 22 settembre
    2009.
    Il presidente LOMBARDI, in mancanza di obiezioni, mette in
    approvazione anche il verbale n. 5 del 2009, relativo all'udienza
    conoscitiva svolta il 21 settembre, non iscritto all'ordine del
    giorno della seduta odierna ma già inviato ai commissari.
    La commissione approva all'unanimità dei presenti i verbali nn. 4, 5
    e 6 del 2009.
    Entra il consigliere Zanca.
    4624 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Mazza e
    Mezzetti: Norme per la definizione, riordino e promozione delle
    procedure di consultazione e partecipazione alla elaborazione delle
    politiche regionali e locali (12 05 09)
    Il presidente LOMBARDI propone di organizzare i lavori odierni nel
    seguente modo: innanzitutto il relatore Mazza potrebbe effettuare
    l'illustrazione del progetto di legge, dando anche conto dei
    risultati dell'udienza conoscitiva, in seguito alla quale sono
    pervenute anche due osservazioni scritte (rispettivamente da parte
    del Difensore civico e di WWF Emilia-Romagna), che su richiesta del
    relatore vengono distribuite ai commissari presenti. Quindi la
    Commissione potrebbe interrompere i lavori per riprenderli la
    prossima settimana con la partecipazione dell'assessore Muzzarelli:
    infatti, comunica di aver avuto notizia dall'assessore
    dell'interesse da parte della Giunta per il progetto di legge e
    della disponibilità a partecipare ad una seduta della Commissione
    per riferire sulla posizione della Giunta e prendere parte alla
    discussione.
    Entra il consigliere Leoni.
    Il consigliere relatore MAZZA, dichiarando di condividere l'iter
    proposto dal presidente Lombardi, inizia l'illustrazione del
    progetto di legge, il quale mira a definire un possibile percorso di
    partecipazione, basato su un diritto riconosciuto a tutti i
    cittadini della regione e che si esercita nell'ambito degli statuti
    comunali o provinciali, a seconda dell'ambito territoriale cui il
    problema si riferisce. Tale percorso si avvarrebbe di un contributo
    finanziario della Regione per rendere il procedimento più appetibile
    e per affrontare il problema dei costi legati alla procedura di
    partecipazione. Il progetto di legge cerca di creare un sistema di
    relazioni tra Regione, Province e Comuni, fondato su una legge di
    riferimento e su un percorso di partecipazione ben strutturato; in
    effetti non inventa nulla: di percorsi partecipativi se ne sono già
    fatti molti, ad esempio nel Comune di Bologna nel settore
    dell'urbanistica, oppure nel Comune di Modena, o con l'esperienza di
    Agenda 21 fatta in molti Comuni. Senza voler troppo approfondire il
    tema del rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia
    partecipata, il consigliere sostiene che la modificazione che è
    avvenuta nelle società e nei sistemi politici istituzionali
    evidenzia sempre di più che una forma tradizionale di rappresentanza
    e di partecipazione intorno ai partiti storici si è venuta riducendo
    fortemente, mentre è cresciuta la domanda di partecipazione dei
    cittadini soprattutto su temi specifici o su questioni che
    riguardano il proprio territorio, a prescindere dall'appartenenza a
    partiti politici, con ciò portando allo sviluppo di canali di
    comunicazione tra istituzioni e cittadini molto più complessi e per
    certi versi positivi. Questo determina una forma di democrazia più
    ampia e più aperta che non è in contrasto con i sistemi elettivi:
    l'elezione avviene pur sempre su dei programmi generali, poi, in
    sede di attuazione di quei programmi e di adozione di scelte
    concrete, l'impatto con la realtà sociale e con il tessuto civile
    può far sorgere dei conflitti, che non sono necessariamente negativi
    e che possono essere affrontati attraverso alcuni percorsi che
    permettano una coesione ed una condivisione delle possibili
    conclusioni. Bisogna cercare di trovare le condizioni per un
    confronto fra cittadini e istituzioni, basato su un dialogo, sul
    riconoscimento reciproco e sul fatto che questo percorso alla fine
    si concluderà con un atto preciso, con un documento che verrà
    elaborato dal tavolo creato per misurarsi sul tema proposto.
    Il consigliere riferisce che è stato segnalato che il punto di
    tensione in questa procedura può essere rappresentato da due
    elementi: l'autonomia delle istituzioni e i tempi di durata della
    procedura. Sul secondo aspetto considera che la legge sia molto
    chiara: la durata del processo di partecipazione è prefissata
    all'inizio del percorso e può durare al massimo 12 mesi, prorogabili
    al massimo di altri 60 giorni, previa valutazione della complessità
    della procedura da parte dei protagonisti della procedura stessa,
    anche sulla base delle esperienze precedenti.
    Quanto all'autonomia delle istituzioni, il consigliere precisa che
    spetta comunque agli enti coinvolti - Province, Comuni, Regione -
    decidere, nella massima autonomia, se attivare il procedimento
    partecipativo, sulla base dell'istanza promossa o di una loro
    autonoma scelta. Inoltre, al termine dello svolgimento del percorso,
    il documento elaborato verrà presentato all'ente responsabile, il
    quale sarà libero di decidere se, nel suo atto conclusivo, fare
    proprio il documento, apportarvi modifiche oppure ignorarlo,
    assumendosene la responsabilità innanzi agli elettori; in tal modo
    si avvalora il ruolo di rappresentanza e di responsabilità collegata
    alla rappresentanza stessa.
    Il consigliere prosegue segnalando che un altro punto che pare aver
    suscitato molta sorpresa, secondo quanto emerso nell'udienza
    conoscitiva, è la clausola di cedevolezza: si tratta di un percorso
    di matrice europea, secondo cui l'ente potrebbe decidere all'inizio
    del percorso di recepire il risultato del procedimento. Alcuni
    ritengono che in questo caso l'ente finirebbe per lasciare ai
    cittadini il compito di adottare determinate scelte che interessano
    fortemente il proprio territorio, ma secondo il consigliere in
    realtà questa legge non impone la partecipazione, la rende solo
    possibile; non viene messa in discussione la piena autonomia degli
    enti locali, semmai la loro disponibilità. I cittadini possono fare
    richiesta per l'attivazione di un processo partecipativo, l'ente
    sceglie liberamente se accettare o meno. In caso di diniego, ai
    cittadini resta una possibilità, quella di attivare una figura terza
    che, tuttavia, non deciderà al posto dell'ente responsabile, ma
    tenterà di esercitare un'opera di mediazione.
    Il consigliere considera che il garante costituisce uno dei nodi più
    delicati del progetto di legge: si tratta non di un giudice, ma di
    una figura terza che deve controllare che il percorso si svolga nel
    rispetto della legge e, una volta raggiunto l'accordo, può
    intervenire sia sui cittadini che sull'istituzione, se gli uni o
    l'altra non rispettano l'accordo; deve anche verificare che siano
    state convocate tutte le figure legittimate e che i partecipanti al
    confronto siano in una posizione di parità, almeno durante la fase
    delle trattative. Il garante ha anche poteri sanzionatori: una parte
    del contributo che la Regione dà agli enti locali per aver attivato
    i percorsi partecipativi viene congelata e consegnata solo al
    termine del procedimento, se viene certificato che il procedimento
    si è svolto in maniera corretta. Il garante si avvale di una
    struttura, denominata Ufficio di partecipazione, quindi saranno
    necessarie alcune risorse; tuttavia, il ruolo del garante potrebbe
    essere ricoperto dal difensore civico, come proposto nel progetto di
    legge, con finalità di efficienza e di riduzione dei costi.
    Il consigliere relatore evidenzia che l'ultimo articolo del progetto
    di legge contiene una data di scadenza: in questo modo si prevede la
    possibilità che dopo cinque anni l'Assemblea compia una verifica per
    decidere se reiterare la legge oppure sospenderla o effettuare
    soltanto dei correttivi.
    Secondo il consigliere, nell'udienza conoscitiva è stato rilevato
    che il progetto di legge riguarda solo problemi urbanistici e di
    natura territoriale, ma questo non è vero, nonostante una lettura
    iniziale del testo potrebbe indurre a credere che ci sia questa
    limitazione; sicuramente il novero dei settori può essere ampliato.
    Inoltre ricorda che, con l'approvazione della legge regionale
    6/2009, sono già state introdotte procedure partecipative in materia
    urbanistica. Questa legge, d'altra parte, non vuole sostituire gli
    strumenti che esistono già in tema di partecipazione dei cittadini,
    ma affiancarsi alle altre prerogative.
    Quanto al timore di ulteriori spese, che il consigliere riporta
    essere stato espresso da Confindustria durante l'udienza
    conoscitiva, sostiene che la democrazia costa e chiarisce che, ad
    ogni modo, le spese saranno necessarie solo laddove saranno
    effettivamente attuati percorsi partecipativi.
    Infine, ricorda che durante l'udienza conoscitiva molte questioni
    erano state poste da Gioiellieri, direttore dell'ANCI
    Emilia-Romagna, che ha manifestato perplessità e dubbi innanzitutto
    sull'effettiva imparzialità del garante. Si dichiara disponibile ad
    organizzare un incontro con il direttore Gioiellieri, di cui
    informerà la Commissione per consentire la partecipazione dei
    commissari che vi abbiano interesse, per chiarire i dubbi e
    rimuovere i timori manifestati.
    Concludendo, il consigliere relatore esprime la propria volontà di
    evitare che questo progetto venga considerato un feticcio esclusivo
    di alcuni; sarebbe perciò disponibile anche a rinunciare al proprio
    ruolo di relatore, se questo potesse essere utile ad allargare il
    più possibile la condivisione sul progetto di legge.
    Entra il consigliere Vecchi, esce il consigliere Varani.
    Il consigliere MANFREDINI ha trovato interessante l'illustrazione ma
    ritiene che il tema affrontato sia poco vicino alla realtà. A Modena
    si seguono già percorsi di questo tipo ma si tratta di una
    partecipazione solo apparente. Nella sua esperienza di consigliere
    comunale ha partecipato ad alcuni progetti, ma non ha mai visto che
    siano state effettuate delle modifiche a seguito delle osservazioni
    o delle proposte venute dai troppo numerosi comitati durante queste
    procedure. Le richieste restano sempre inascoltate. Bisognerebbe
    cambiare la mentalità di chi amministra. Se il progetto di legge
    sarà approvato non sarà con i voti della Lega, dato che rischia solo
    di creare costi maggiori senza cambiare niente.
    Entra la consigliera Noé.
    La consigliera BORTOLAZZI sostiene che la politica deve assumersi le
    responsabilità di scegliere: i comitati possono essere una cosa
    positiva, ma qualche volta si corre il rischio che l'azione di
    troppi comitati crei inefficacia.
    Avendo avuto l'opportunità di esaminare il progetto di legge, lo ha
    messo a confronto con la legge della Regione Toscana e intende
    sottoporre al relatore alcune osservazioni nate da tale esame. Trova
    che nella legge toscana i criteri di ineleggibilità e
    incompatibilità sono specificati meglio; circa la valutazione del
    progetto di partecipazione, nella legge della Toscana si punta più
    sul contenuto, mentre nel progetto presentato dal consigliere Mazza
    le priorità sono determinate con riferimento al soggetto che propone
    o accoglie il processo partecipativo; occorre inoltre chiarire
    ulteriormente che l'ente locale deve avere sempre l'ultima parola;
    infine, non è specificata bene la parte relativa alle procedure di
    finanziamento. Conclude ribadendo l'apprezzamento per i processi di
    partecipazione purché siano governati, altrimenti non hanno alcuna
    utilità, né per chi li propone né per gli enti a cui spetta attuare
    le decisioni che sono state oggetto di partecipazione.
    Esce il consigliere Manfredini, entra il consigliere Varani.
    Il consigliere BORGHI considera che il tema sia sicuramente
    importante, in quanto si basa sulla necessità di costruire un
    rapporto sempre maggiore di partecipazione tra amministrazione e
    cittadini. Merito di questo progetto di legge è anche di indurre a
    riflettere per verificare quanto in questa direzione è stato fatto
    finora, in particolare nelle varie leggi di settore approvate
    dall'Assemblea legislativa, e se è possibile migliorare il rapporto
    tra cittadini e pubbliche amministrazioni, senza che, ovviamente,
    venga pregiudicato il ruolo delle rappresentanze istituzionalmente
    elette. È rimasto colpito da alcuni dei temi emersi nell'udienza
    conoscitiva, che è stata particolarmente partecipata, da cui affiora
    la necessità di rendere i percorsi partecipativi più efficaci.
    Condivide pertanto la proposta del presidente di sentire qual'è il
    giudizio della Giunta sul progetto di legge, da cui auspica possano
    scaturire esiti positivi.
    Esce il consigliere Zanca.
    Il consigliere LEONI si rammarica di non essere stato presente
    all'udienza conoscitiva, a causa di altri impegni istituzionali. Nel
    merito del tema della partecipazione, ha potuto sperimentare, nella
    sua veste di consigliere comunale di Modena, alcune esperienze di
    percorsi partecipativi, verso il quale si nutrivano particolari
    aspettative; invece, a suo parere, il percorso non ha avuto il
    risultato sperato, forse anche a causa di un atteggiamento non
    paritario, come auspica il consigliere Mazza, dell'Amministrazione
    comunale. Non è detto che da un esempio negativo si possa trarre la
    conclusione che non si può procedere, ma nella realtà spesso
    emergono le difficoltà concrete intorno ad un progetto. Rimane in
    attesa del giudizio della Giunta previsto per la prossima settimana
    e di un accordo di tutto il centrosinistra che, per il momento, non
    gli sembra ancora raggiunto.
    Entra il consigliere Barbieri.
    Il consigliere MAZZA apprezza che vi sia interesse da parte di tutte
    le forze politiche sul tema della partecipazione dei cittadini nella
    fase di adozione delle politiche pubbliche; ribadisce che nel
    progetto di legge è prevista la possibilità che, una volta terminato
    il percorso partecipativo, l'amministrazione possa ignorarne il
    risultato, salvo assumersene la responsabilità innanzi ai cittadini.
    La peculiarità della procedura contemplata nel progetto di legge è
    che si introduce un metodo di partecipazione democratica nuovo, che
    al momento non esiste: attualmente ci sono altre procedure di
    confronto, come quella di Agenda 21, ma manca la formalizzazione di
    un procedimento, così come manca la figura di un garante terzo che
    eserciti un controllo sullo svolgimento di tutta la procedura e non
    c'è un documento finale assunto autonomamente e presentato alle
    assemblee elettive. Con questa proposta di legge si cerca di fare un
    passo avanti; ricorda quanto accadde al Comune di Bologna che, senza
    nessuna regola, bocciò il progetto dell'Alta velocità.
    Successivamente si è realizzato un altro progetto che oggi è
    condiviso e i comitati, che erano contrari al progetto iniziale,
    oggi controllano che venga rispettato il protocollo di intesa
    raggiunto. In quel caso dunque fu possibile cambiare un progetto
    anche in assenza di regole e sicuramente la disponibilità di
    Ferrovie dello Stato a modificare il progetto fu determinante, ma se
    non ci fosse stata non ci sarebbe stato il potere di imporre un
    dialogo. Con questa proposta di legge si vuole definire un percorso
    chiaro e regolamentato, con un'autorità terza che vigili e la
    previsione di tempi certi per la conclusione dell'iter. Si dichiara
    disponibile ad attendere il parere della Giunta, anche nella
    prospettiva di predisporre eventuali emendamenti, nell'auspicio che
    si arrivi a una proposta condivisa. Ribadisce infine l'impegno a
    sentire Gioiellieri, coinvolgendo i commissari interessati, per
    conoscere meglio le opinioni e le proposte dei comuni e delle
    province.
    La seduta termina alle ore 11,30.
    Approvato nella seduta del 10 novembre 2009.
    Il Segretario Il Presidente
    Nicoletta Tartari Marco Lombardi
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