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Legislatura VIII - Commissione I - Verbale del 02/12/2009 antimeridiano

    Testo

    Verbale n. 21
    Seduta del 2 dicembre 2009
    Il giorno 2 dicembre 2009 si è riunita presso la sede dell'Assemblea
    Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, alle ore 10,00 in
    Udienza conoscitiva ed alle ore 12.00 in seduta ordinaria la
    Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali, convocata con
    nota prot. n. 33168 del 24 novembre 2009, integrata con nota prot.
    n. 33700 del 26 novembre 2009
    Partecipano alla seduta i Consiglieri:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    NERVEGNA Antonio Presidente Forza Italia - 5 presente
    Popolo della Libertà
    FOGLIAZZA Luigi Vice Lega Nord Padania 3 presente
    Presidente Emilia e Romagna
    MAZZOTTI Mario Vice Partito Democratico 3 presente
    Presidente
    AIMI Enrico Componente Alleanza Nazionale - 4 assente
    Popolo della Libertà
    ALBERTI Sergio Componente Uniti nell'Ulivo - 2 presente
    Partito Socialista
    BERETTA Nino Componente Partito Democratico 5 presente
    BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 assente
    Donatella Italiani
    DELCHIAPPO Componente Gruppo Misto 1 presente
    Renato
    GUERRA Daniela Componente Verdi per la Pace 1 presente
    MASELLA Leonardo Componente Partito della 2 assente
    Rifondazione Comunista
    MAZZA Ugo Componente Sinistra Democratica 2 assente
    per il Socialismo Europeo
    MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
    MONARI Marco Componente Partito Democratico 4 presente
    NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 assente
    Di Pietro
    NOE' Silvia Componente UDC - Unione dei 1 presente
    Democratici Cristiani
    e Democratici di Centro
    PEDULLI Giuliano Componente Partito Democratico 2 presente
    RICHETTI Matteo Componente Partito Democratico 3 presente
    RIVI Gian Luca Componente Partito Democratico 3 presente
    SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia - 4 presente
    Popolo della Libertà
    ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo - 2 assente
    Partito Socialista
    I consiglieri Mauro BOSI e Marco BARBIERI sostituiscono per parte
    della seduta il consigliere Monari, il consigliere Roberto PIVA
    sostituisce per parte della seduta il consigliere Richetti, il
    consigliere Gianni VARANI sostituisce per parte della seduta il
    consigliere Salomoni, il consigliere Damiano Zoffoli sostituisce per
    parte della seduta il consigliere Rivi.
    Sono presenti: l'Assessore a Programmazione e sviluppo
    territoriale, Cooperazione col sistema delle autonomie,
    Organizzazione Gian Carlo Muzzarelli il Sottosegretario alla
    Presidente Alfredo Bertelli
    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: Pasquini (Dir. gen.
    Risorse finanziarie e Patrimonio), Bellei e Soldati (Serv. Bilancio
    e Finanze), Cocchi (Dir. gen. Programmazione territoriale e
    negoziata, Intese. Relazioni europee e relazioni internazionali),
    Draghetti (Direzione gen. Programmazione territoriale e negoziata,
    Intese. Relazioni europee e relazioni internazionali), Mattiussi
    (Resp. Serv. Programmazione territoriale e sviluppo della montagna)
    Cremaschi (Serv. Programmazione territoriale e sviluppo della
    montagna), Celletti (Serv. Informazione A. L.)
    Presiede la seduta: Antonio Nervegna
    Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
    UDIENZA CONOSCITIVA
    2 dicembre 2009 - ore 10.00
    sui progetti di legge:
    5106 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
    finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R.
    15/11/2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del bilancio di
    previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
    2010 del bilancio pluriennale 2010 - 2012 (delibera di Giunta n.
    1780 del 11 11 09)
    5107 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Bilancio di
    previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
    2010 e Bilancio pluriennale 2010 - 2012 (delibera di Giunta n. 1781
    del 11 11 09)
    Relatore consigliere Nino Beretta
    Relatore di minoranza consigliere Antonio Nervegna
    Partecipano:
    Bortolotti Daniela Segreteria regionale CGIL
    Buzzoni Monica Direttore Cofiter
    Celli Davide Confcommercio Emilia-Romagna
    Donati Sergio Segretario Federalberghi
    Fantini Pietro Confcommercio Emilia-Romagna
    Ferrari Francesca ANCE Emilia-Romagna
    Gandini Lucia Confartigianato Emilia-Romagna
    Ghetti Silvestro Dirigente regionale CGIL
    Giorgetti Alessandro Presidente Federalberghi
    Lodi Nadia Componente CIF regionale
    Lombardi Carlo Resp. Relazioni istituzionali
    Confindustria Emilia-Romagna
    Mannini Davide Assessore Provincia di Ferrara
    Pareschi Rita Resp. Ambiente Territorio Legacoop
    Pasi Marco Confesercenti Emilia-Romagna
    Pasini Giovanni Battista Presidente UNCEM Emilia-Romagna
    Pellizzer Franco Università di Ferrara
    Previati Anna Provincia Ferrara
    Rossi Luca Vice direttore Confindustria
    Emilia-Romagna
    Urban Davide Direttore Confcommercio
    Emilia-Romagna
    Venturelli Marco Direttore Confcooperative per Tavolo
    regionale Imprenditoria
    Zannoni Roberto Assessore Provincia di Parma
    Zanoni Francesco Confcooperative Emilia-Romagna
    Il presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta e introduce
    l'udienza conoscitiva sul bilancio di previsione 2010, bilancio
    pluriennale 2010-2012 e relativa legge finanziaria regionale.
    L'udienza conoscitiva è convocata dalla Prima Commissione per
    consultare la società regionale ed ascoltare osservazioni, proposte,
    approfondimenti e idee da enti locali, istituzioni, associazioni
    iscritte all'albo generale. Dopo aver menzionato tra i presenti i
    consiglieri ed il Sottosegretario Alfredo Bertelli, cede la parola
    agli invitati che hanno chiesto di intervenire.
    VENTURELLI MARCO - Direttore Confcooperative per Tavolo regionale
    Imprenditoria
    Buongiorno a tutti, grazie Presidente.
    Il mio intervento, come è stato annunciato, è a nome del Tavolo
    regionale dell'imprenditoria che racchiude associazioni della
    cooperazione, del mondo agricolo, dell'artigianato, UNIONAPI e del
    commercio e terziario, e quindi non moltiplicherò per quindici il
    tempo a mia disposizione, tuttavia farò un intervento il più
    possibile comprensivo.
    Le associazioni riunite nel Tavolo regionale dell'imprenditoria,
    prima ancora di entrare nel merito del bilancio di previsione della
    Regione per l'anno 2010, esprimono la condivisione dello scenario
    economico e sociale di riferimento, nonché le preoccupazioni della
    manovra finanziaria dello Stato per il prossimo anno, la cui
    indeterminatezza graverà sulla discussione di quella regionale.
    Sull'impostazione data dalla Giunta regionale per la finanziaria
    2010, sono condivise le principali direttrici che contraddistinguono
    la manovra e la scelta di proseguire nel solco del patto per
    attraversare la crisi, intervenendo simultaneamente su due versanti,
    con misure anti crisi, tese a garantire la tenuta sociale del
    sistema: quello di sostegno alle famiglie e quello di sostegno alle
    imprese. Salvaguardare la coesione sociale è infatti per noi una
    precondizione essenziale affinché il sistema regionale possa
    affluire alla prossima ripresa economica quando, presto o tardi,
    essa arriverà. Naturalmente, speriamo presto.
    Dal lato del sostegno alle famiglie, è importante la scelta fatta
    di incrementare il Fondo per la non autosufficienza, di prevedere un
    trasferimento di risorse agli Enti locali per le fasce più bisognose
    della popolazione, che a causa della crisi sono maggiormente esposte
    al rischio di marginalità sociale, e di voler impiegare una se pur
    minima quota di risorse per alimentare il Fondo per l'affitto.
    Per quanto riguarda il versante delle imprese, si valuta
    positivamente la scelta di sostenerle tramite risorse assegnate in
    gestione ai consorzi fidi, sia per agevolare l'accesso al credito
    delle imprese, sia per l'effetto moltiplicativo che la garanzia
    produce.
    A questo proposito è coerente, con quanto previsto dal progetto di
    legge finanziaria, autorizzare l'ente Regione a concedere contributi
    ai Confidi ad incremento del patrimonio per l'iscrizione secondo
    l'articolo 107 e permettere agli stessi consorzi di rifinalizzare a
    quel medesimo scopo i fondi già ottenuti in gestione negli anni
    scorsi. Tali ipotesi erano già state avanzate dal Tavolo regionale
    dell'imprenditoria in occasione del bilancio di previsione 2009 e
    inoltre sottolineiamo che l'erogazione di risorse da impiegare per
    interventi in garanzia per il settore del commercio e del turismo,
    la costituzione di un Fondo straordinario di garanzia per
    l'industria e l'artigianato e gli interventi a favore delle imprese
    agricole, dovrebbero trovare, attraverso la forma della garanzia,
    un'articolazione di azioni da mettere in campo con provvedimenti
    normativi specifici, prestiti partecipativi, incentivi
    all'integrazione, progetti di internazionalizzazione per gruppi,
    ecc., ancora possibili per il 2010 sotto forma di aiuti alle
    imprese, senza contravvenire alle disposizioni dell'Unione europea.
    Su questo apprezziamo lo sforzo consistente dei consorzi fidi,
    poiché era la misura che prioritariamente e unicamente chiedevamo
    nell'intervento sulla legge finanziaria precedente e
    sull'assestamento di bilancio, per cui apprezziamo che in fine
    legislatura si sia arrivati davvero ad un segnale di sostegno molto
    importante.
    Ci pare inoltre doveroso riconoscere in questa sede che, durante
    l'anno 2009, la crisi è stata gestita in modo efficace da parte del
    governo regionale e con la convinta adesione delle parti sociali,
    attraverso un confronto costante e proficuo, al fine di contemplare
    gli interessi delle varie categorie e, soprattutto, di preservare il
    valore del capitale umano. In merito a questo, apprezziamo la fatica
    di riuscire ad accogliere tutte quelle che erano le posizioni e le
    sensibilità per arrivare ad un accordo, su questo versante. Qualche
    miglioramento nelle procedure, per rendere più fluido l'accesso alle
    risorse per gli ammortizzatori, è ulteriormente possibile, tuttavia
    riteniamo che sia stato fatto un buon lavoro.
    Positivi gli investimenti per le infrastrutture, i sistemi di
    mobilità, la rete stradale, il trasporto merci, ecc, nei limiti di
    investimento regionali.
    Restano preoccupanti i ritardi per l'approntamento di procedure di
    investimento per infrastrutture di interesse sovra regionale, che
    consentirebbero una mobilitazione di risorse ed un'accelerazione
    dei tempi di realizzazione, attraverso un'efficace partenariato
    pubblico-privato.
    Si ritiene inoltre che siano necessarie per il futuro attente
    verifiche delle potenzialità e conseguenti attribuzione di risorse,
    per altre grandi infrastrutture strategiche regionali, vedi il
    sistema fieristico ed aeroportuale. Verifiche attente e scelte
    coraggiose che superino le logiche campanilistiche controproducenti:
    su questo versante possiamo fare ancora molto.
    Si rileva con favore lo sforzo compiuto dalla Regione per contenere
    la spesa di funzionamento dell'Ente, di un ulteriore 1,5% rispetto
    al 2009, ulteriori contenimenti di spese oggi non previste,
    potrebbero liberare risorse da destinare, magari già dalla prossima
    manovra di assestamento del bilancio, allo sviluppo imprenditoriale
    e del capitale umano.
    Così come ci attendiamo, per il prossimo futuro, una riflessione
    sulla possibilità di mitigare il peso della quota di IRAP di
    competenza regionale, con un'attenzione particolare ad ONLUS e
    cooperative sociali. Da tale sgravio fiscale concesso alle imprese,
    su un'imposta da tanti giudicata iniqua, potranno trarne benefici
    indiretti anche le famiglie già sovraccaricate dall'addizionale
    IRPEF comunale.
    Infine, il tavolo dell'imprenditoria fornisce il proprio sostegno
    all'idea di proporre al Governo, Parlamento e Unione europea un
    patto di stabilità territoriale, consolidato tra Regione, Provincie
    e Comuni, che permetta di far scorrere la virtuosità con e tra gli
    Enti locali, rendendo con ciò flessibili i vincoli del patto di
    stabilità interno, alleggerendone di fatto il peso. Sarebbe una
    buona sperimentazione di principi di un federalismo fiscale e
    cooperativo su base regionale e che potrebbe avere, come conseguenza
    immediata per la pubblica amministrazione, la riduzione dei ritardi
    nei termini di pagamento alle imprese fornitrici di beni e servizi
    che resta tutt'ora un fattore di aggravio dei costi della crisi.
    Questa ipotesi, anticipataci dal Presidente Errani, in sede di
    illustrazione delle linee generali della legge finanziaria, davvero
    incontra, da parte delle forze del Tavolo regionale
    dell'imprenditoria, una grande condivisione.
    Sulle politiche di carattere trasversale, andiamo a fare alcuni
    commenti. Sulla sicurezza territoriale e difesa del suolo, è
    certamente condivisibile avere destinato ingenti risorse alla
    manutenzione del territorio, tuttavia le azioni di tutela e difesa
    del suolo andrebbero supportate da politiche di prevenzione più
    incisive e volte ad incrementare la presenza antropica e di
    ripopolamento delle zone rurali, con particolare riguardo a quelle
    montane. Il presidio dell'uomo sarebbe da incentivare attraverso la
    creazione di opportunità di lavoro e di sviluppo territoriale. A
    tale proposito segnaliamo come una criticità sia la mancata
    attuazione di una parte della Legge regionale per la montagna, la
    legge regionale n. 2 del 2004, laddove questa è stata finanziata
    fino ad oggi, prevalentemente per ciò che concerne le intese
    istituzionali di programma tra enti pubblici, e non già per
    interventi e progetti di sviluppo locale che dovrebbero coinvolgere
    soggetti privati e comunità locali, tramite gli strumenti della
    programmazione negoziata. Tutto ciò è aggravato dal fatto che la
    legge regionale n. 10 del 2008 ha modificato la legge regionale n. 2
    del 2004, abrogando il riferimento al 2% del totale degli
    investimenti annuali del bilancio regionale, da destinare al Fondo
    regionale per la montagna.
    Per quanto concerne le politiche della formazione del personale e
    di qualificazione del capitale umano, esprimiamo invece
    preoccupazioni in merito alla necessità di trovare una soluzione,
    allo scopo di colmare per il futuro il vuoto di risorse causato per
    gli ammortizzatori sociali in questa fase straordinaria. Sappiamo
    che la coperta è corta e sono stati utilmente utilizzate queste
    risorse per gli ammortizzatori sociali, esprimiamo comunque questo
    tipo di preoccupazione.
    Anche per questo, una delle azioni che si rende necessaria, non da
    ora, ma da qualche tempo, a prescindere dalla crisi economica, è
    l'avvio del processo di efficientamento dei centri per l'impiego. A
    tale proposito, la definizione degli standard di qualità dei servizi
    per l'impiego e la loro contemporanea apertura all'intervento di
    soggetti privati, tramite l'introduzione del sistema di
    accreditamento, non è più rinviabile. Su questo versante riteniamo
    che qualche risorsa possa essere recuperata e liberata.
    Va apprezzato l'impegno a mantenere gli stanziamenti a sostegno
    delle attività culturali che, normalmente e imprudentemente, sono le
    prime ad essere tagliate nei momenti di crisi. Il progetto di legge
    di bilancio mantiene gli impegni e li finalizza a scopi di
    produzione culturale, coinvolgendo in modo significativo il mondo
    giovanile, in coerenza con altre politiche di coesione sociale e di
    stimolo allo sviluppo di iniziative di valorizzazione dell'identità
    culturale del territorio, e noi di questo ne apprezziamo
    l'impostazione.
    Sulla sanità, welfare e politiche abitative, diciamo che il patto
    per la salute, con i relativi trasferimenti statali, pur mantenendo
    i livelli di finanziamento dello scorso anno, non permettono di
    riequilibrare l'andamento economico-finanziario del servizio
    sanitario regionale, riconoscendo solo in parte i fisiologici
    aumenti annuali. Per questo riteniamo decisioni opportune e
    necessarie allo stanziamento di cui all'articolo 26, di 205 milioni
    di euro, sottolineiamo solo come la cifra sia superiore alla
    percentuale inflattiva registrata nel 2009, e ben superiore a quella
    preventivata per il 2010.
    Dobbiamo rimarcale la positività che è presente, e cioè il
    rifinanziamento del Fondo regionale per la non autosufficienza,
    proprio nel momento in cui il Governo nazionale riduce
    progressivamente le disponibilità per la spesa sociale delle
    Regioni. Quindi questo è ancor più meritevole. Anche se occorre dire
    che per la Regione si tratta di tenere fede ad un impegno con i
    cittadini che hanno acconsentito ad un appesantimento fiscale, a
    patto che lo scopo fosse quello di finalizzare le risorse su questo
    capitolo. Per questo motivo, speravamo in uno sforzo maggiore sul
    Fondo sociale regionale che, per volontà governativa, rischia di
    estinguersi, mentre deve essere interesse della Regione sostenere
    fortemente un'area che se è abbandonata, o non sufficientemente
    accompagnata, rischia di creare danni notevoli all'intero sistema
    socio economico. Si pensi, per esempio, alla valenza preventiva che
    gli interventi sociali hanno nei confronti di degenerazioni
    sanitarie, si pensi ancora alla necessità di affermare, anche
    economicamente, i territori, e quindi anche la nostra regione, come
    sistemi fortemente integrati e produttivi in ogni loro ambito, anche
    quelli di carattere socio- sanitario.
    Si riconosce altresì alla Regione uno sforzo importante nell'ambito
    delle politiche abitative, anche a fronte di un sostanziale
    disimpegno, da parte del Governo nazionale, negli ultimi anni. I 12
    milioni di euro per l'acquisto della prima casa, destinati alle
    giovani coppie, sono un incentivo apprezzabile, ma certamente non
    esaustivo delle esigenze. Inoltre le stesse risorse, o parte di
    esse, se impegnate a sostenere l'acquisto attraverso garanzie,
    proposte dai consorzi fidi, potrebbero avere un effetto
    moltiplicativo rilevante. In questo senso l'Assessore preposto ha
    già alcune ipotesi studiate e sottoposte da associazioni del Tavolo
    per l'imprenditoria.
    Sulle attività produttive e sviluppo economico: da un punto di
    vista metodologico, nel merito delle politiche settoriali, ribadiamo
    l'esigenza di adottare prassi e modalità organizzative adeguate per
    implementare con maggiore armonia quelle politiche sempre più
    trasversali e fra loro interdipendenti, facendo capo ad alcuni
    assessorati, come l'assessorato all'Ambiente, quello
    all'Agricoltura, quello alle Attività produttive e al Commercio.
    Desideriamo anche esprimere il rammarico per la mancata
    concertazione, in alcuni casi, da parte di taluni assessorati, sulla
    modalità di impiego delle risorse.
    In secondo luogo, ho già detto che la contrazione delle spese di
    funzionamento della struttura regionale è un fatto positivo e
    contribuisce a ridurre le spese e quindi i costi diretti della
    burocrazia gravanti sui contribuenti. Vorremmo però invitare la
    Regione ad adottare anche provvedimenti orientati a snellire le
    procedure burocratiche. Questo ridurrebbe costi indiretti e
    figurativi che sostengono le imprese nella loro normale attività,
    senza che si determini variazione tra le voci di bilancio della
    Regione.
    Su industria, artigianato e cooperazione: entrando nel merito delle
    politiche industriali, apprezziamo e condividiamo l'impegno assunto
    dalla Regione per favorire i processi di internazionalizzazione
    delle imprese, privilegiando a tal fine gli strumenti di
    aggregazione, anche in forma consortile e cooperativa per l'export.
    Altrettanto importante la scelta strategica di connettere, con
    sempre maggiore intensità, in unica rete e con ulteriore impegno
    finanziario, i nodi del mondo produttivo e quelli del mondo
    scientifico mediante l'avvio della realizzazione dei tecnopoli per
    la ricerca industriale.
    Sull'agricoltura: i vincoli derivanti dalle scelte strutturali dei
    piani di sviluppo rurale, non consentono grandi spazi di manovra; si
    ritiene necessario individuare in futuro ulteriori risorse
    finalizzate ad attuare politiche di sviluppo territoriale,
    svincolate dal piano di sviluppo rurale, puntando più decisamente al
    sostegno di attività innovative. Un'eventuale fonte alla quale
    attingere, potrebbe scaturire da processi di semplificazione
    amministrativa, volti ad alleggerire, da un lato i compiti della
    macchina pubblica e dall'altro le imprese dalle proprie farraginose
    procedure burocratiche alle quali sono ancora sottoposte, anche
    nell'ambito dell'implementazione dello stesso piano di sviluppo
    rurale. Poi sappiamo che alcune di queste misure non appartengono
    alla libertà amministrativa della Regione tuttavia, nell'ambito
    delle possibilità della Regione, qualche miglioramento è pensabile.
    Esiste poi il nodo cruciale dei nuovi Comuni dell'Alta
    Valmarecchia, passati di recente dalla Regione Marche alla Regione
    Emilia-Romagna, che dovrà essere affrontato in sede di governo
    nazionale e comunitario, al fine di non compromettere lo sviluppo
    dei programmi europei e la perdita di finanziamenti per le imprese
    di quell'area.
    Per il commercio ed il turismo: per questo settore, rileviamo come
    criticità il sensibile decremento delle risorse destinate a due
    azioni che riteniamo particolarmente importanti per il
    consolidamento e lo sviluppo del settore, cioè la qualificazione e
    la valorizzazione del commercio nei centri urbani e il sostegno alla
    riqualificazione delle aziende alberghiere.
    Concludo con pochissime considerazioni finali.
    Il mondo dell'imprenditoria regionale, in conclusione, apprezza le
    azioni previste dalla manovra finanziaria, anche alla luce dei
    vincoli esterni, azioni attente alla coesione sociale ed alle
    imprese, che riconoscono di non essere state lasciate sole
    nell'affrontare la crisi. Nel contempo si sottolineano alcune
    carenze e se ne suggeriscono le modifiche, che potranno essere
    attuate sia in futuro che in corso d'anno.
    La quantificazione precisa delle risorse trasferite dallo Stato ed
    un attento monitoraggio degli impegni di spesa potrebbero mettere a
    disposizione risorse aggiuntive da destinare prioritariamente allo
    sviluppo del capitale umano delle imprese e della pubblica
    amministrazione, come leva per un aggancio della ripresa economica
    al più alto livello di qualità possibile.
    Con questo vi ringrazio.
    Gandini Lucia - Confartigianato Emilia-Romagna
    Buongiorno, grazie a tutti.
    Come effettivamente è stato detto, il mio intervento sarà solo una
    breve integrazione a quello precedente, svolto dal presidente
    Venturelli, a titolo del Tavolo regionale per l'imprenditoria.
    Purtroppo desideriamo far rilevare che i dati che ci giungono
    confermano che la crisi economica continua ad avere un impatto molto
    negativo nei settori produttivi regionali, in particolare
    sull'artigianato e sulle imprese minori di piccole e micro
    dimensioni.
    Si registra, di conseguenza, una forte contrazione della
    produzione, del fatturato, degli investimenti e, purtroppo, anche
    nel settore delle micro imprese, problemi sull'occupazione. Di
    fronte a questa situazione, condividiamo l'inserimento, nel bilancio
    per il 2010, di un pacchetto di misure anticrisi finalizzato in
    particolare al sostegno delle piccole e medie imprese nel settore
    dell'artigianato, incentrato prioritariamente sulla facilitazione
    dell'accesso al credito, su progetti di ricerca e innovazione e
    misure a sostegno dell'internazionalizzazione.
    In particolare, valutiamo positivamente il rafforzamento della
    sinergia con il sistema dei confidi, che ha come obiettivo quello di
    facilitare l'accesso al credito delle imprese, fattore di assoluta
    criticità in questo momento, specie per le piccole imprese che sono
    caratterizzate strutturalmente da una maggiore dipendenza dal
    sistema bancario.
    Ricordiamo che solo Unifidi, il consorzio regionale di garanzia per
    l'artigianato, dal mese di gennaio a metà di novembre, ha approvato
    oltre 11 mila domande ed ha deliberato garanzie per quasi 800
    milioni di euro. Riteniamo quindi utile la scelta della Regione di
    destinare 50 milioni di euro per la costituzione di un fondo
    straordinario di garanzia e 10 milioni di euro per l'incremento del
    patrimonio di vigilanza dei Confidi regionali e delle cooperative di
    garanzia, al fine di sostenerne l'iscrizione nell'elenco speciale di
    cui all'articolo 107 del decreto legislativo n. 385 del 1993, come
    soggetti vigilati.
    Questo infatti contribuirà ad aumentare fortemente il peso della
    garanzia da essi fornita agli istituti di credito e le imprese
    potranno far fronte alle richieste degli istituti che chiedono
    sempre maggiori garanzie sui finanziamenti che erogano.
    Il pacchetto anticrisi comporta purtroppo anche la sospensione
    temporanea delle misure per i contributi in conto interesse,
    previste dalla legge regionale n. 3 del 1999 per l'artigianato,
    della misura 1.1. per le piccole e medie industrie e servizi, i cui
    bandi si sarebbero dovuti aprire il 1 gennaio prossimo. Pur
    consapevoli degli obblighi che la Regione ha nel dover rispettare i
    vincoli imposti dal patto di stabilità interno, e condividendo la
    scelta regionale di dare priorità alle misure straordinarie
    sull'accesso al credito, auspichiamo che in sede di assestamento di
    bilancio si possano ricavare nuove risorse per finanziare e riaprire
    le misure di sostegno agli investimenti nel secondo semestre del
    2010.
    Grazie .
    Lodi Nadia - Componente CIF regionale
    Buongiorno a tutti.
    Grazie per questo breve intervento. La nostra è l'associazione
    Centro Italiano Femminile, un'associazione storica che si è
    costituita nel 1945. Ci teniamo a sottolineare in questo consesso
    alcuni aspetti che sono tipici dello statuto del CIF. In particolar
    modo la famiglia, la promozione culturale della donna e aspetti di
    prevenzione, soprattutto rivolti alle fasce giovanili.
    In particolare, la mia riflessione si rivolge soprattutto alle
    politiche sociali verso la famiglia, alle quali non spetta soltanto
    il compito di riportare indietro la lancetta dell'orologio della
    famiglia, ma di aiutare uomini e donne a controllare meglio tutta la
    complessità che è sottesa all'essere e fare famiglia in una società
    a rischio.
    Prevedendo le risorse per l'acquisto della prima casa significa, in
    un momento di crisi economica, soprattutto per chi molte volte, come
    la fascia giovanile, ha difficoltà ad accedere al lavoro, poter dare
    sostegno alla composizione della famiglia come cellula primaria
    della società.
    Inoltre volevo che si facesse, ma senz'altro voi lo farete nel
    momento dell'assestamento di bilancio, una particolare riflessione
    per quanto riguarda la definizione, oggi, di bisogno della
    cittadinanza . Si tratta di un bisogno che, come sapete, è sempre
    più complesso e sempre più modificato. Non bisogna dimenticare le
    profonde modificazioni che si sono generate nel quadro dei bisogni
    della nostra società, dei modi di esprimere sé stessi nella società
    moderna. Voglio fare un esempio: non basta soltanto fare, dal punto
    di vista del cittadino e delle associazioni, ma occorre anche quello
    dell'attore sociale, cioè il privato, il pubblico ed il privato
    sociale. Soprattutto in una società in cui l'incertezza e rischio
    sono enormi, in cui entrano in ballo aspetti che coinvolgono la
    tensione ossessiva verso il proprio corpo, questo per i giovani, che
    prendono forme diverse e nuove modalità, come anoressia, bulimia e
    tutte queste forme moderne di disagi. Anche l'attenzione a nuove
    forme esasperate di attenzione al proprio corpo, come
    l'esasperazione del fitness, assorbono una quantità crescente delle
    energie delle persone, soprattutto dei giovani. In questo frangente,
    poiché è molto labile il confine per colui che deve amministrare,
    tra il sociale e sanitario, tutto questo aspetto ha implicazioni per
    colui che ha un budget da amministrare. Per fare un esempio, i
    medici di famiglia spesso si trovano di fronte adolescenti che
    chiedono sostegno psicologico, però mascherato da preoccupazioni per
    il proprio aspetto fisico, quindi si tratta di domande più sociali
    che sanitarie, mentre invece gli anziani hanno spesso domande
    sanitarie che però sono più di carattere sociale, come il disagio,
    il disagio relazionale, la solitudine. Questo comporta anche per chi
    amministra dover considerare aspetti di ricerca e intervento, basati
    naturalmente sul concetto della sussidiarietà e della
    partecipazione, vedi legge n. 328 del 2000 e le leggi di recepimento
    regionale, che vanno a toccare confini tra i diversi budget del
    sociale e del sanitario.
    Tutto ciò implica quindi un'attenzione particolare. Oggi infatti la
    salute va coniugata al concetto di benessere sociale e su tale
    fronte è molto importante il ruolo della comunità, ed il ruolo della
    comunità è di colui che amministra e deve fare fronte a tante
    diversità sociali e quindi alla stabilità stessa del vivere sociale.
    L'implicazione della Regione e degli amministratori è quella di
    fare attenzione all'educazione, ai nuovi stili di vita; tutte queste
    fragilità possono quindi essere prevenute, con difficoltà,
    assegnando alla cultura e soprattutto all'educazione, in sintonia
    con le aziende sanitarie, vedi piani di zona e per la salute,
    implicazioni che comportano una convinta sfera educativa di
    modificazione degli stili di vita, soprattutto nelle nuove
    generazioni. Questo per l'amministrazione significa agire secondo
    concetti di etica attraverso azioni che mettono in campo la
    testimonianza non solo del cittadino ma anche dell'amministratore
    stesso che ha questo ruolo di incidere, attraverso aspetti
    educativi, di conciliazione, di modifiche educative scolastiche e
    sanitarie in sintonia. Questo incide sul futuro cittadino e sulla
    modifica degli stili di vita che a loro volta avranno delle
    compensazioni e delle modifiche rispetto all'ambiente e rispetto
    alla salute.
    Quindi in futuro potrebbero esserci minori spese rivolte
    naturalmente agli aspetti della salute, in quanto ruoli modificati
    dall'educazione e dagli stili di vita, e maggiore attenzione e
    maggiori risorse per gli aspetti dell'ambiente.
    Soprattutto, si deve considerare l'integrazione tra le diverse
    politiche che incidono maggiormente sulle condizioni di salute e di
    benessere, come quelle della casa, come avevo esemplificato prima,
    come quelle del lavoro, quindi attenzione all'educazione, al
    raccordo con l'università, a non disperdere energie educative,
    quindi economiche, alla formazione, all'educazione, al rispetto
    dell'ambiente. Ognuna di queste politiche deve produrre naturalmente
    degli effetti che sono moltiplicatori, se sono rese sinergiche e
    interdipendenti.
    Inoltre, naturalmente una forte attenzione, come anche è delineato
    nell'articolo 42 del progetto di legge, alla nozione di
    discriminazione rivolta alla parità di trattamento delle persone,
    tra uomo e donna, indipendentemente dalla razza e dalla regione
    etnica. Questo è molto importante perché naturalmente noi sappiamo
    che, come donne e come associazione femminile, abbiamo una
    particolare attenzione rivolta sia ad aspetti delle azioni positive,
    in sintonia con gli organismi a tale ruolo deputati, quindi
    consigliere di parità regionali e provinciali, al fine di fare sì
    che la donna, spesso deputata al maggior ruolo di cura nei confronti
    della famiglia, e che spesso deve rinunciare, quando ha due figli o
    tre, al posto di lavoro, è costretta tante volte a dimettersi.
    Questo non lo dico soltanto a nome dell'associazione ma lo dicono i
    dati e le consigliere di parità, che spesso si ritrovano a
    considerare le difficoltà che la donna vive nel conciliare i tempi
    ed i ritmi di lavoro. Quindi la costrizione a dimettersi spesso in
    azienda, proprio per far fronte al proprio lavoro di cura.
    Attenzione quindi a questo, per superare le condizioni di
    svantaggio che possono produrre notevoli pratiche discriminatorie
    che si rivolgono soprattutto alla società.
    Grazie
    URBAN DAVIDE - Confcommercio Emilia-Romgna
    Buongiorno a tutti.
    Nel condividere i passaggi espressi dal direttore Venturelli,
    rispetto al Tavolo dell'imprenditoria, mi preme sottolineare alcuni
    aspetti che sono previsti in questa manovra di bilancio che, per le
    nostre organizzazioni, destano non poche perplessità.
    Parto innanzitutto dal tema del commercio. E' evidente che dal
    provvedimento, così come è stato impostato, che ci sia una riduzione
    delle risorse a favore del settore del commercio. Crediamo che
    questo non sia accettabile, innanzitutto per la situazione economica
    che stiamo attraversando e che le nostre imprese stanno
    attraversando. Una situazione che ha visto un deficit, un ampia
    chiusura delle imprese all'interno dei centri storici, un calo
    evidente dei consumi e, unico elemento positivo, che possiamo
    riscontrare, è un incremento della fiducia dei consumatori nel mese
    di settembre.
    Le nostre imprese sono qui alla porta che stanno aspettando di
    vedere come andrà il Natale, stanno cercando di capire se questo
    periodo effettivamente potrà salvare i già difficili bilanci.
    Presentarsi con un bilancio regionale che prevede una riduzione
    drastica delle risorse per la valorizzazione dei centri storici e
    dei piani di valorizzazione commerciale, è del tutto inaccettabile
    da parte della nostra organizzazione.
    Passo al settore del turismo, rispetto al quale, anche in questo
    ambito, pur riconoscendo come è stato già fatto in più occasioni,
    che la manovra straordinaria di assestamento del bilancio 2009 ha
    assegnato risorse per 8 milioni di euro a favore della
    riqualificazione attraverso la legge regionale n. 40, tuttavia non
    possiamo non sottolineare la grande difficoltà che anche le nostre
    imprese turistiche stanno attraversando in questo momento, la grande
    disponibilità degli imprenditori e delle imprese ad investire nella
    riqualificazione per il miglioramento dell'offerta.
    Ricordo a tutti che sul P.O.R. FESR sono state presentate per il
    territorio regionale oltre 1000 domande e da qui è evidente come ci
    sia la volontà da parte delle nostre imprese, di investire per
    migliorare l'offerta. Non dare oggi, nel bilancio, un segnale
    positivo, con un'assegnazione di risorse sulla legge regionale n.
    40, che devono quanto meno essere pari a quanto assegnato in fase di
    assestamento, crediamo sia del tutto inaccettabile.
    Crediamo e chiediamo che la Giunta ed a chi segue il bilancio che
    sia necessario avere un'azione coraggiosa, in una situazione che
    capiamo difficile nella quadratura dei conti ma quanto mai
    necessaria per dare un segnale concreto, positivo, oggi, subito,
    alle nostre imprese, affinché queste possano, nei fatti, poter
    affrontare a spalle coperte, la crisi economiche che le sta
    attanagliando. Non dare questo segnale, crediamo sia negativo, grave
    e difficile.
    Altro passaggio, rispetto al tema dei consorzi fidi. Abbiamo visto
    nella manovra di bilancio una assegnazione di risorse che
    sostanzialmente permettono a quei consorzi che nei due bilanci
    precedenti non hanno effettuato la patrimonializzazione, cosa che
    noi abbiamo fatto due anni fa attraverso l'assestamento di bilancio
    di due esercizi scorsi. Vediamo che sono state assegnate risorse per
    circa 10 milioni di euro in più rispetto alla possibile
    capitalizzazione delle risorse delle vecchie leggi regionali, per
    quei consorzi che vanno ad iscriversi in base all'articolo 107. Se
    queste risorse ci sono e sono disponibili nelle modalità che ci
    sembra di capire, chiediamo che siano disponibili per tutti i
    consorzi, compresi i consorzi del terziario.
    Ultimo passaggio sul tema infrastrutturale. Le infrastrutture sono
    i gangli, sono i cardini della nostra economia, lo sono, a maggior
    ragione e ancor di più per l'economia turistica, poiché è attraverso
    le infrastrutture che possiamo incrementare l'efficacia dell'offerta
    turistica e possiamo portare turisti nella nostra regione;
    chiediamo, rispetto alla politica aeroportuale di questa regione,
    quali siano le risorse disponibili, con quali modalità si ritenga di
    intervenire a sostegno del sistema aeroportuale, perché diventi
    sempre più una concreta e reale opportunità di accesso all'interno
    dei nostri territori da parte del turismo.
    In conclusione, la proposta di bilancio porta in sé luci ed ombre;
    riconosciamo il lavoro fatto, perché è giusto che sia riconosciuto e
    riconosciamo l'impegno straordinario fatto nell'assestamento, ma non
    possiamo in questa sede non chiedere ancora più attenzione per i
    nostri settori, una manovra straordinaria che tenga conto della
    grave situazione economica che stanno vivendo le nostre imprese ed
    il bisogno chele nostre imprese hanno di incentivi, anche da un
    punto di vista della riqualificazione. Incentivi che, come è
    dimostrato dal bando P.O.R. FESR, le nostre imprese sono disponibili
    a fare.
    Pertanto si chiede alla Giunta ed alla commissione bilancio di
    tenere in considerazione tali nostre richieste in vista della
    prossima approvazione della manovra di bilancio regionale.
    Grazie.
    PASI MARCO - Confesercenti Emilia-Romagna
    Grazie Presidente, grazie alla commissione, che ci dà questa
    opportunità oggi di esprimere le nostre valutazioni su un atto così
    importante per la vita della regione.
    Naturalmente abbiamo espresso considerazioni di tipo generale
    all'interno del documento del tavolo. Venturelli le ha espresse
    molto bene nel suo intervento d'apertura.
    Come organizzazione devo dire che abbiamo condiviso, e lo abbiamo
    anche detto al Presidente Errani, alcune linee strategiche di questo
    bilancio preventivo, in particolare l'intervento sulle persone più
    deboli, che comunque tende a salvaguardare il loro potere
    d'acquisto, l'intervento sul lavoro, con il patto per attraversare
    la crisi, l'intervento sulle imprese attraverso il sistema dei
    confidi, e comunque gli sforzi compiuti da questa Regione per
    ridurre i costi della macchina e razionalizzare.
    Detto questo, però, nel merito delle singole voci, una volta
    avutane le conoscenze, effettivamente si avverte la necessità di
    procedere ad una sorta di riequilibrio. La crisi c'è, è in atto,
    pesa; le imprese, in particolare nei nostri settori, la vivono
    adesso, forse con un effetto più ritardato rispetto ad altri
    settori. Siamo consapevoli che i sacrifici vanno fatti, tuttavia è
    opportuno che da tavola ci si alzi tutti con la stessa fame. Non
    possiamo permetterci che qualcuno non stai in piedi perché non ha
    avuto il minimo nutrimento mentre altri abbiano bisogno di ricorrere
    a pastiglie digestive per digerire quello che hanno ingerito.
    Quindi in questa situazione di difficoltà, nella consapevolezza che
    la coperta è quella, tirandola da una parte, rischia di scoprirsi
    dall'altra, ci siamo permessi di concentrare la nostra attenzione su
    due aspetti, per altro bene richiamati nel documento del Tavolo, e
    anche ribaditi dal collega di Confcommercio, perché effettivamente i
    nostri settori di fatto hanno due unici strumenti di intervento.
    Considerando che il Fondo sociale europeo, lo richiamava alcuno, è
    stato sostanzialmente prosciugato per gli interventi straordinari
    sul lavoro, con una scelta consapevole, fatta assieme da tutti noi,
    ed il P.O.R. FESR ha prodotto più aspettative che non soddisfazioni.
    Ricordo che le risorse destinate a questi settori sono state
    destinate in gran parte agli enti pubblici, in piccola parte alle
    imprese, rischiano di finanziare, vedremo gli esiti delle
    graduatorie, pochissime delle domande presentate.
    Devo dire che c'è stata in questi anni un'attenzione quasi
    chirurgica, da parte di chi ha gestito il P.O.R. FESR,
    nell'escludere le imprese dei nostri settori da tutti i bandi
    realizzati (quello sull'energia, quello sull'internazionalizzazione
    e la lista è molto lunga), in virtù del fatto, appunto che c'era una
    quota di somme destinate a questi settori, in gran parte andate
    sugli enti locali.
    Allora, ripeto, sono due gli strumenti che operano per questi
    settori e sono abbastanza facili da ricordare perché hanno due
    numeri simili: la legge n. 40 per il turismo e la legge n. 41 per il
    commercio. Ci siamo permessi di sottolineare due interventi, in
    realtà modesti rispetto al contesto degli interventi che la Regione
    mette in campo per il mondo produttivo, ma che hanno un grandissimo
    valore.
    Il primo sul commercio, che riguarda la legge n. 41 ed il
    rifinanziamento di quel sistema di valorizzazione del commercio
    all'interno dei centri storici urbani che in questi anni ha
    rappresentato un modello in gran parte ammirato, ma anche esportato
    nel territorio nazionale. In questi dieci anni, effettivamente,
    siamo riusciti ad attivare con questo strumento degli interventi di
    sinergia fra pubblico e privato che hanno prodotto un effetto
    moltiplicatore degli investimenti.
    Dimezzando le già modeste risorse disponibili sul bilancio del
    2009, rischiamo di spegnere la luce su questo strumento che,
    ricordo, in gran parte finanzia interventi degli enti locali, ma che
    sono quelli che hanno naturalmente il compito più gravoso di
    riqualificazione di un contesto urbano, per renderlo competitivo,
    quello di mettere le mani sugli aspetti strutturali, che permettono
    la condizione delle imprese di essere competitive. E le imprese
    competitive all'interno dei centri urbani non sono solo quelle del
    commercio, ma anche dell'artigianato, dei servizi e tante altre.
    Questo tema, tra l'altro, ha un impatto sociale fortissimo. Con i
    tempi che corrono sarebbe un vero peccato lasciare che questa misura
    diventi inefficace.
    L'altro intervento, nella ristrettezza della situazione, che
    riteniamo indispensabile, è proprio quella a supporto della
    qualificazione delle imprese alberghiere.
    La legge regionale n. 40 è stata per anni priva di risorse,
    quest'anno è stata finanziata con una manovra di assestamento
    lodevole che, ripeto, abbiamo apprezzato molto; non si può tornare
    ad una situazione di assenza totale di risorse, non mettendo nemmeno
    un euro su questo strumento.
    Va benissimo la promozione per il turismo, che ricordo in questa
    regione rappresenta una delle principale industrie, fonte di
    attrattività incredibile e che permette di vendere il territorio a
    360°, insomma, bene la promozione ma rischiamo di promuovere un
    prodotto che pian piano si esaurisce e che ha bisogno di rinnovarsi
    in quanto ha un impatto competitivo elevatissimo e quindi va
    sostenuto.
    Riteniamo che su queste due misure sarebbe opportuno che la
    considerazione e l'attenzione della politica regionale si elevasse e
    si concentrasse, per riuscire a trovare le poche risorse che
    potrebbero però permettere alla macchina di non fermare la propria
    marcia ma di proseguire il proprio percorso.
    Grazie dell'attenzione.
    ROSSI LUCA - Vice direttore Confindustria Emilia-Romagna
    Grazie e buongiorno a tutti.
    Questa, come sempre, è per noi un'occasione importante, poiché ci
    consente di fare il punto con l'Assemblea legislativa, sulla
    situazione finanziaria della Regione e sulle politiche, in
    particolare quelle di sviluppo.
    In un momento come quello attuale, con grande pragmatismo e
    capacità di scelta occorre individuare poche priorità e solo su
    quelle concentrare ogni risorsa disponibile.
    Chi mi ha preceduto ha già ampiamente parlato della delicatezza,
    della pervasività della crisi e della ripresa che, francamente, non
    si concretizza. Ciò avrà due conseguenze rilevanti: per alcuni
    settori la necessità di profonde ristrutturazioni e purtroppo lo
    stiamo già vedendo e dall'altro la consapevolezza che, nel momento
    in cui si potrà finalmente verificare in modo tangibile una ripresa
    economica e produttiva, ci sarà un significativo ritardo tra i tempi
    della ripresa della produzione ed i tempi di ripresa
    dell'occupazione che, ovviamente, è in cima alle preoccupazioni di
    tutti.
    Per questo abbiamo già in più occasioni avuto modo di apprezzare le
    misure che sono state annunciate e avviate, dirette al sostegno al
    sistema produttivo ed allo sviluppo economico. Le misure sono
    evidentemente idonee ed adeguate ad affrontare i nodi principali che
    in questo momento le imprese hanno di fronte: il tema
    dell'internazionalizzazione, quindi la ricerca della domanda laddove
    essa è possibile trovarla, il tema del credito che, in questo
    momento è ancora l'emergenza delle emergenze e quindi l'intervento
    sui confidi, legato alla liquidità ed alla capacità di sostenere
    quelle imprese che hanno fortunatamente la possibilità e la capacità
    di continuare ad investire guardando al futuro. Infine il tema delle
    piccole imprese e della necessità di accompagnare i processi di
    aggregazione e di crescita di queste.
    Volevo in questa occasione segnalare alcuni elementi che possono
    essere importanti. Il primo tema riguarda i crediti della pubblica
    amministrazione. Per quanto riguarda l'ambito della sanità, per cui
    nei giorni scorsi è stato preannunciato anche un intervento del
    Presidente Errani nei prossimi mesi, e su cui anche nello scorso
    anno è già stato fatto un intervento importante per ridurre i tempi
    di pagamento fornitori di beni e servizi, tenendo però conto che non
    bisogna perdere il riferimento alle altre Regioni. Ci sono Regioni
    in Italia in cui i tempi di pagamento della pubblica
    amministrazione, ed in particolare della sanità, sono decisamente
    inferiori e sono stati ulteriormente ridotti in questi mesi. In
    molti casi, purtroppo, la differenza di tre o quattro mesi di tempi
    di pagamento può anche far la differenza molto tangibile sulla vita
    di un'impresa.
    Il secondo tema che vorrei evidenziare è quello del patto di
    stabilità, su cui pure il Presidente Errani ha annunciato un
    intervento sicuramente importante, che dovrà essere perseguito,
    crediamo, con la massima determinazione: ciò potrà anche consentire
    di accelerare tutte quelle opere e quegli interventi che trovano
    oggi copertura finanziaria ma che per ragioni burocratiche, poiché
    le risorse ci sono ed i Comuni ed enti locali avrebbero la
    possibilità teorica di utilizzarle ed è un peccato che non si possa
    cogliere questa possibilità.
    Tornando al tema più in generale delle risorse per lo sviluppo, in
    questi anni abbiamo potuto contare, come sistema produttivo, sulle
    risorse del Fondo unico, che come sapete deriva da uno stanziamento
    che già all'inizio dell'anno 2000 nasceva sottodimensionato, ma che
    negli anni poteva contare su una quota aggiuntiva di risorse
    proprie , anche se questa distinzione non è propriamente corretta,
    che derivavano dal bilancio regionale. Queste risorse sono
    progressivamente diminuite negli anni e quindi personalmente credo
    che sia opportuno porre in questa sede un problema più generale di
    adeguatezza dell'ammontare finanziario delle risorse destinate allo
    sviluppo, riferendomi specificamente alla competenza 2010, in una
    fase in cui, come dicevo in apertura, è assolutamente fondamentale
    concentrarsi su poche priorità e crediamo che una di queste debba
    essere il tema dello sviluppo ed in particolare il rafforzamento
    delle misure destinate alle imprese.
    Le risorse sono anche importanti in termini assoluti, ma sono le
    risorse ordinarie, ed è su questo che è importante soffermarsi.
    Dove si possono andare a prendere queste risorse? Il tema va
    affrontato con grande correttezza: nel bilancio e nella manovra
    finanziaria sono stati fatti interventi molto importanti, certamente
    da tutti molto apprezzati e condivisibili rispetto al tema del
    welfare. Mi riferisco, per esempio allo stanziamento straordinario
    per gli enti locali e per le famiglie, allo stanziamento
    straordinario di 70 milioni di euro per il Fondo della non
    autosufficienza.
    Con grande pragmatismo occorre però evidenziare come il sistema
    sanitario, di fatto, strutturalmente, continui a mostrare un deficit
    che non possiamo pensare di risolvere nell'assestamento di bilancio,
    14
    ma che dovrà essere oggetto di un ragionamento di lungo periodo, in
    grado di coinvolgere l'imprenditoria privata, tutto il sistema
    sociale del no profit, del volontariato, in una logica, come dire,
    di maggior sussidiarietà, finalizzata finalmente a cercare una
    soluzione che consenta un equilibrio strutturale delle risorse in
    modo che le eventuali risorse aggiuntive, che si deciderà di
    destinare a questo settore, siano effettivamente destinate al
    miglioramento della qualità delle prestazioni e degli interventi.
    Il bilancio ancora oggi, nella lettura che abbiamo avuto modo di
    dare in queste settimane consente, dal punto di vista della spesa
    corrente, la possibilità di verificare ogni possibile spazio di
    recupero di risorse che oggi sono ancora disperse in molti, forse
    troppi, piccoli o grandi rivoli di spesa, ciascuno dei quali ha
    evidentemente una sua validità ed una sua ragion d'essere. Non è su
    questa che vogliamo intervenire ma è evidente che in una fase come
    questa, in cui è assolutamente necessario ragionare in una logica di
    vere e proprie priorità, una razionalizzazione ed un'attenta e
    puntuale verifica di ogni singola voce di spesa, dovrebbe essere
    all'ordine del giorno dell'Assemblea, in questa fase specifica.
    Dove le eventuali risorse aggiuntive potrebbero poi poter andare a
    propria volta a sostenere investimenti delle imprese, che come ho
    già detto, stanno continuando a fare investimenti sul tema della
    ricerca e dell'innovazione e sul tema dell'ambiente.
    Di recente abbiamo avuto il caso del bando per lo smaltimento
    dell'amianto, in cui avete visto come si è potuto verificare un
    grandissimo impegno delle imprese con moltissimi progetti
    presentati.
    Siccome anche il PTR nelle linee generali, così come sono state
    preannunciate, individua il tema della green economy come uno dei
    temi fondamentali su cui costruire lo sviluppo di questa regione,
    questa potrebbe essere certamente una delle aree su cui concentrare
    ogni possibile risorsa che si potesse liberare da altre meno
    produttive voci di spesa del bilancio.
    Un ultimo aspetto che vorrei toccare, anche se non strettamente
    contingente rispetto al bilancio, riguarda il fatto che sullo sfondo
    abbiamo di fronte, soprattutto da fronteggiare nei prossimi due o
    tre anni, il problema dell'occupazione e le conseguenze negative che
    l'occupazione subirà dal perdurare della crisi economica.
    Non voglio ribadire qui il giudizio assolutamente positivo il fatto
    che, grazie all'impegno di tutti, le risorse della Regione, che
    hanno ben integrato quelle del Governo, è stato possibile
    intervenire costruendo un sistema di ammortizzatori sociali che sta
    funzionando. C'è l'impegno di tutti, del sindacato e nostro, a far
    sì che ogni situazione di crisi e di difficoltà siano gestiti con
    correttezza e con questa volontà comune di attraversare la crisi,
    però è evidente che nei prossimi mesi noi ci troveremo di fronte,
    dal punto di vista del mercato del lavoro a tre questioni
    fondamentali: quella dell'inserimento dei giovani nel mercato del
    lavoro, quella di una significativa necessità di riqualificazione
    professionale ed il tema dei lavoratori over 50, per dare
    un'indicazione generale, che sono a rischio di espulsione dal
    mercato del lavoro. Anche a livello nazionale la legge finanziaria
    sta ragionando su questi tipi di interventi ed è un tema su cui sarà
    molto importante che la Regione possa costruire e rafforzare
    iniziative in questa direzione anche se, come dicevo, non è in
    questa fase strettamente contingente rispetto ai temi del bilancio.
    Grazie.
    BORTOLOTTI DANIELA - Segreteria regionale CGIL
    Poche osservazioni, a partire proprio dalla crisi che è stata
    ripercorsa negli interventi precedenti.
    Penso che sia chiaro a tutti noi, dai diversi punti in cui
    lavoriamo in questa fase, che la crisi è molto lontana dall'essere
    risolta ed, anzi, molto probabilmente esplicherà i suoi effetti più
    pesanti, in particolare sul sistema delle imprese, ma anche sulle
    famiglie e sui lavoratori e le lavoratrici, proprio nei prossimi
    mesi.
    Quindi abbiamo davanti i mesi più difficili in cui, chi non è
    coperto da sistemi di ammortizzatori è in qualche modo già in grave
    difficoltà, ma anche chi è coperto dal sistema degli ammortizzatori,
    un accordo ottimo fatto con il contributo delle Regioni, ma che a
    volte fa fatica a veder arrivare le risorse in mano alle famiglie,
    rischia nei prossimi mesi rischia di trovarsi in una condizione in
    cui gli ammortizzatori finiscono e cominciano a nascere ed a
    crescere problemi per la tenuta dei redditi famigliari molto
    diversi.
    Penso quindi che se questo è il punto di partenza, è condiviso
    sostanzialmente, ma il punto per noi importante è condividere anche
    come gestire, da qui in avanti, il patto recentemente siglato,
    chiamato proprio, nel modo giusto Patto per attraversare la crisi .
    Credo che dentro questo patto ci siano tre cose che vanno condivise
    dai soggetti che qui sono riuniti. Il primo è che bisogna
    assolutamente salvaguardare tutti i posti di lavoro, il secondo è
    che è necessario sostenere i redditi delle famiglie di lavoratori e
    pensionati, il terzo è che bisogna continuare a lavorare con
    determinazione per rafforzare ed estendere, laddove possibile, i
    sistemi di welfare e di protezione sociale. Inoltre bisogna
    cominciare nel frattempo, intanto che si gestisce la fase
    difficilissima della crisi, a pensare alle vie d'uscita ed in
    qualche modo ad un nuovo modello di sviluppo anche regionale, e
    quindi ad un riorientamento dei temi che riguardano lo sviluppo
    della nostra regione.
    Su questi temi credo si possa dire che c'è stato un importante
    terreno di confronto fra la Regione e le parti sociali nel corso
    dell'anno 2009, terreno di confronto che ha prodotto il patto per
    attraversare la crisi, ma che si è esplicitato anche nella
    costruzione della proposta di legge finanziaria che oggi noi stiamo
    valutando. Ovviamente valutiamo con estrema attenzione, e con un
    giudizio positivo, il fatto di aver visto dentro un bilancio che
    certamente non è partito e non è stato costruito in condizioni
    facili, alcuni segnali importanti che si riferiscono alle priorità
    che prima dicevo.
    Credo che sia molto positivo oggi poter vedere che c'è una forte
    attenzione dentro questo bilancio sul tema della rete dei servizi di
    protezione sociale sulla non autosufficienza e, in particolare, sul
    tema delle politiche abitative, che è un punto di emergenza sul
    nostro territorio regionale consistente. Avere o no l'abitazione fa
    la differenza per una famigli, in particolare se ha problemi di
    reddito.
    E' molto importante vedere un fondo straordinario, nella dimensione
    di 22 milioni di euro, mi pare di ricordare, che riguarda tutte le
    famiglie che hanno problemi di tenuta dei loro redditi, con
    particolare attenzione al tema dei minori, che condividiamo: è una
    delle priorità che spesso rischia di rimanere forse un po' in ombra,
    così come è importante anche vedere il sostegno alle imprese
    naturalmente: per mantenere i posti di lavoro è evidente che bisogna
    avere un sistema delle imprese che regga, in particolare -io dico -
    alle imprese che innovano e che sono in grado di fare anche delle
    scelte legate al dopo.
    E' importante anche vedere l'attenzione che c'è sui temi della
    formazione, arma e strumento per tutelare e salvare, per
    qualificare, i temi del lavoro.
    Oltre a questo, su cui ovviamente il giudizio è positivo, poiché
    risponde alle criticità ed alle priorità che abbiamo individuato,
    credo che sia importante dentro questa proposta, vedere lo sforzo e
    l'impegno sui temi dell'equità nell'accesso generale universale ai
    servizi a domanda individuale e collettiva. Si tratta di uno sforzo
    importante che, soprattutto in questa fase in cui i temi dell'equità
    in termini di principio, sono particolarmente significativi, così
    come continuare anche a vedere l'idea che è necessario ragionare di
    un accesso che non discrimina rispetto alla rete dei servizi, bensì
    tiene conto di tutti i cittadini.
    Ci interessa molto questo tema. Lavorare sui temi dell'equità e
    naturalmente anche sui temi del contrasto all'evasione fiscale, che
    anche nella nostra regione, purtroppo, è presente, così come ci
    interessa molto il terreno di una politica di reale controllo dei
    prezzi delle tariffe: temi già iniziati nei precedenti confronti, ma
    che qui possono trovare ulteriore sviluppo.
    Penso che sia importante, e qui si vede lo sforzo, continuare a
    lavorare sui temi del riordino istituzionale - penso alla legge
    regionale n. 10 del 2008 ed a tutti i suoi terreni di lavoro - ed in
    particolare continuare a lavorare su questo terreno con un percorso
    partecipato, perché naturalmente, per avere un riordino efficace e
    per lavorare in modo efficace ed efficiente per rispondere ai
    bisogni dei cittadini, non è sufficiente decidere con una legge
    quello che bisogna ridurre, ma bisogna costruire un consenso e
    lavorare con tutte le articolazioni territoriali.
    Quindi mi preme dire, in modo abbastanza rapido, che per noi questo
    bilancio ha un'impostazione condivisibile, perché risponde, per
    quanto possibile, con i sistemi della finanza regionale, alle
    priorità ed alle emergenze che abbiamo di fronte ed è condivisibile
    e apprezzabile lo sforzo che fa la Regione soprattutto perché stiamo
    lavorando in un quadro di risorse calanti e di risorse che sono
    calanti in modo significativo.
    Non siamo infatti in un quadro in cui per via della crisi si possa
    rispondere ai bisogni nuovi che aumentano, potendo ragionare con
    risorse aggiunte; qui bisogna ragionare con risorse calanti. Da un
    lato c'è stata una soluzione importante nel confronto con il
    Governo, che ha riguardato la sanità e che in qualche modo, in parte
    almeno, ha risolto un problema che solo due mesi fa sembrava
    irrisolvibile, però non va dimenticato che siamo lo stesso,
    comunque, in presenza di una serie di tagli ai trasferimenti per gli
    Enti locali. Sia le Regioni che i Comuni, sul sociale, sui temi cioè
    che noi indichiamo come temi di maggiore criticità, operano con
    tagli molto pesanti, soprattutto con tagli effettuati dalla
    finanziaria dell'anno precedente. Sia per la Regione, in particolare
    sul versante della famiglia e dell'infanzia, sia per i Comuni dove
    c'è ancora tutta irrisolta la questione ICI e un ulteriore
    consistente taglio ai trasferimenti.
    E' evidente che da questo punto di vista, sapendo comunque che i
    cittadini si rivolgono ai Comuni ed alla Regione per avere risposte
    ai loro bisogni, per noi è molto importante vedere lo sforzo per
    costruire il Fondo straordinario, con le poche risorse che a livello
    regionale si possono tirar fuori, per in qualche modo tamponare la
    politica di tagli. Però, ripeto, credo che questa situazione debba
    preoccupare un po' tutti, perché con questo tipo di impostazione è
    molto difficile affrontare la crisi e le sue emergenze.
    E' quindi importante che anche nelle prossime settimane si continui
    a lavorare in termini determinati sul tema della revisione del patto
    di stabilità, per esempio, che riguarda sia la Regione che anche i
    Comuni perché, come sapete, l'allentamento del patto potrebbe essere
    una leva che può rispondere meglio anche alle esigenze delle imprese
    e dell'imprenditoria.
    Da questo punto di vista penso che le priorità che per noi sono più
    importanti e cioè le famiglie, il lavoro da salvaguardare, il
    sistema produttivo da salvaguardare e, in qualche modo da
    riorientare, qui sono assolutamente contenute e, soprattutto è
    contenuto un tema che io ritengo molto importante, che è il valore
    della coesione sociale che è uno dei sistemi e dei tratti distintivi
    e competitivi del nostro territorio. La coesione sociale tiene
    insieme, attraverso un sistema di diritti, tutti i cittadini della
    regione e quindi penso che da questo punto di vista il nostro
    giudizio non può che essere un giudizio di apprezzamento, con
    l'intenzione di continuare a lavorare per articolar ei temi cha
    abbiamo provato a delineare.
    Non essendoci richieste per altri interventi, a questo punto il
    presidente NERVEGNA cede la parola al Sottosegretario ALFREDO
    BERTELLI per le conclusioni.
    Intervengo semplicemente per brevissime precisazioni che credo
    siano utili e doverose, dopo gli interventi che ho sentito. Tre in
    particolare. Una riguarda il tema, che mi pare sia stato colto da
    tutti gli interventi, che è quello di questo bilancio, fortemente
    orientato a sostenere gli sforzi per attraversare la crisi su due
    versanti: quello delle imprese e del mondo del lavoro, l'altro è
    quello del sostegno alle famiglie ed alle persone in difficoltà.
    Le risorse sono state concentrate sostanzialmente su questi due
    fronti.
    L'altra cosa è che negli interventi sono state toccate questioni,
    in particolare dai rappresentanti delle associazioni del turismo e
    del commercio, legati al tema di non finanziamento o scarso
    finanziamento su due provvedimenti che riguardano la legge regionale
    n. 40 sulle imprese turistiche e la legge n. 41 sul commercio.
    Voglio ricordare che, non più tardi di 4 mesi fa, è stato fatto un
    intervento del tutto straordinario rispetto agli ultimi quattro o
    cinque anni di gestione finanziaria della Regione, in fase di
    assestamento, di 8 milioni di euro in spesa corrente per finanziare
    la legge regionale n. 40.
    Ora, siccome l'anno finanziario comincia con il bilancio di
    previsione ma, come sapete, c'è la manovra correttiva di luglio, in
    fase di assestamento, ed essendo stata proprio in fase di
    assestamento l'introduzione di questo finanziamento straordinario di
    8 milioni di euro sulla legge regionale n. 40 sul sostegno alle
    imprese turistiche, immaginiamo che anche nell'assestamento del 2010
    ci potrà essere un intervento, non so se di quelle dimensioni, come
    è ovvio dipenderà dalla situazione finanziaria che avremo, ma
    certamente un intervento che riguarderà le imprese turistiche ed i
    centri commerciali, ai sensi della legge regionale.
    Sarebbe inconsueto poter fare una manovra così pesante
    nell'assestamento e, subito dopo, ripeterla nella legge di
    previsione del bilancio, anche perché questo non ci sarebbe
    consentito se non sbalestrando l'equilibrio che comunque dobbiamo
    mantenere sul bilancio di previsione dell'anno precedente e quindi
    sul 2009.
    L'ultima questione, utile da ricordare, così come è stata
    richiamata da parte degli intervenuti è il patto di stabilità.
    Abbiamo fatto quello che era nelle nostre possibilità fare, e lo
    stiamo facendo anche in questi giorni, per il 2009, utilizzando
    tutta la capienza che era in nostra disponibilità per il rispetto
    del patto di stabilità regionale, quindi una sessantina di milioni
    di euro circa, per consentire ai Comuni ed alle Province che hanno
    fatto richiesta, sulla base del decreto legislativo di maggio 2009,
    e che quindi avevano le caratteristiche per poter fare una richiesta
    di essere contenuti dentro il patto di stabilità regionale (si
    tratta all'incirca di dodici Comuni e quattro Province). Tali Enti
    beneficeranno dello spazio che la Regione ha nella propria
    disponibilità, di circa una sessantina di milioni di euro, per poter
    rientrare nel rispetto del patto di stabilità. Si tratta di una cosa
    precisa che la Regione intende fare riguardo tutta la capienza che
    ha per quelle istituzioni che hanno fatto domanda in tempo utile, e
    avendo le condizioni, per poter stare dentro i parametri previsti.
    Per quanto riguarda l'anno prossimo, come sapete, abbiamo
    annunciato che stiamo lavorando ad una proposta che è già in fase di
    elaborazione e di primo confronto a livello tecnico, con il
    Ministero delle Finanze, che ci consentirà un utilizzo più
    flessibile, razionale e utile al sistema regionale, di applicazione
    del patto di stabilità che preveda la disponibilità e la messa a
    disposizione della capienza del rispetto del patto di stabilità non
    solo della Regione ma anche dei Comuni e Province di questa regione.
    Questo ci consentirebbe naturalmente di mettere in moto molte più
    risorse e naturalmente il tutto andrà regolato all'interno di un
    patto interistituzionale molto forte che consenta non solo di
    mettere a disposizione la capienza per chi ha difficoltà, ma anche
    di prevedere che queste disponibilità vengano impegnate nell'ambito
    di iniziative e scelte che siano preventivamente concordate dal
    sistema istituzionale. Così come del resto abbiamo fatto quando
    abbiamo costruito il documento unico di programmazione, individuando
    assieme, Regione, Comuni e Province, le opere strategiche da
    finanziare nell'ambito della disponibilità delle risorse.
    Questo è naturalmente indispensabile perché noi, per assurdo,
    potremmo avere persino difficoltà a rendere operativo quel patto che
    prevede la messa a disposizione di finanziamenti straordinari
    europei, nazionali FAS qualora vengano sbloccati da parte del
    Governo (ad ora non è ancora avvenuto).
    Nonostante la sottoscrizione di un impegno che ha stabilito
    l'utilizzo dei fondi europei regionali per gli ammortizzatori in
    deroga, e quindi anche quelli regionali, potremmo correre il rischio
    di non riuscire a realizzare nemmeno una parte di quella importante
    mole di investimenti perché il patto di stabilità potrebbe mettere
    in condizione Comuni che hanno opere cofinanziate nell'ambito di
    queste risorse, non in grado di farle partire, perché bloccate dal
    patto di stabilità.
    Un ragionamento serio e importante, federalista sul serio, dovrebbe
    consentirci appunto di ragionare tutti insieme mettendo insieme a
    disposizione gli spazi che ogni amministrazione regionale e locale
    hanno sul proprio patto di stabilità, per conseguire gli obiettivi
    che ho detto prima, e quindi mettere in moto tutto quello che è
    oggettivamente possibile mettere in moto, pur rispettando i
    meccanismi del patto di stabilità nazionale le risorse a livello
    regionale.
    Il presidente NERVEGNA ringrazia il Sottosegretario Bertelli e tutti
    quanti sono intervenuti e invita i consiglieri presenti a proseguire
    la seduta di commissione in sede ordinaria.
    - - - - - -
    - Approvazione dei verbali n. 19 e 20 del 2009
    La Commissione all'unanimità dei presenti approva i verbali n. 19 e
    20 del 2009, relativi rispettivamente alle sedute del 10 e 17
    novembre 2009.
    Il presidente NERVEGNA propone quindi di anticipare l'informazione
    prevista all'ultimo punto dell'ordine del giorno.
    La Commissione concorda.
    - - - - - -
    - Informazione ai sensi dell'articolo 46, comma 6 della legge
    regionale n. 43 del 2001 sul rinnovo del contratto di lavoro e
    conferimento dell'incarico di direttore generale dell'Assemblea
    legislativa
    Il consigliere RIVI illustra il provvedimento e spiega che, vista la
    scadenza del 31 dicembre per l'incarico al Direttore generale
    dell'Assemblea legislativa, è stato avviato il percorso per il
    rinnovo dello stesso, in modo tale da consentire l'operatività della
    struttura anche durante il periodo delle prossime elezioni
    regionali, al fine di garantire, durante la vacatio
    politico-istituzionale, la presenza del Direttore generale come
    punto di riferimento nel massimo delle proprie funzioni. Considerata
    dunque la scadenza, si è deciso di rinnovare l'incarico, mantenendo
    invariato l'importo della spesa rispetto all'incarico precedente e
    prevedendo una durata pari a quella degli altri direttori generali
    della Giunta, cioè 3 anni (2010, 2011, 2012).
    La proposta, all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza, è condivisa
    sia dalla maggioranza che dall'opposizione, così come è stato
    condiviso il giudizio sul lavoro svolto.
    Il consigliere SALOMONI interviene per rimarcare che, a tre mesi
    dalla scadenza del mandato, per questioni di rispetto e di
    responsabilità nei confronti della nuova Assemblea, sarebbe
    opportuno porre le condizioni per far sì che fosse il nuovo
    organismo a riconfermare la nomina.
    Salomoni ritiene che si tratti di uno stile che la pubblica
    amministrazione debba mettere in atto, un modo più consono di
    operare e creare le condizioni perché i dirigenti vengano incaricati
    da una maggioranza politica che deve poter assumersi le
    responsabilità della nomina.
    Il presidente NERVEGNA, pur comprendendo la scelta effettuata
    dall'Ufficio di Presidenza, che nella propria collegialità è
    composto da rappresentanti di tutta l'assemblea legislativa, non
    mette in discussione la bontà della scelta, tuttavia ritiene che dal
    punto di vista formale ed etico, sarebbe stato più opportuno
    rinnovare l'incarico per un periodo più breve, per un anno, ad
    esempio, in modo che la nuova Assemblea abbia tempo per insediarsi
    senza avere posti vacanti.
    Conferire un incarico ad un Direttore generale, vincolando la nuova
    Assemblea per tre anni, o due anni e mezzo, senza poter decidere,
    non gli sembra opportuno. Chiede se possano esserci margini per
    sensibilizzare l'Ufficio di Presidenza a poter rivedere questa
    scelta e limitarla ad un anno di rinnovo piuttosto che tre.
    Il consigliere RIVI sottolinea come le nomine effettuate
    dall'Ufficio di Presidenza per i Direttori generali, sia quello
    dell'Assemblea che quello dell'area stampa, sono sempre state fatte
    all'unanimità di tutti i componenti che sono sette (quattro di
    maggioranza, tre di minoranza) in rappresentanza di tutte le forze
    politiche più importanti presenti all'interno dell'Assemblea.
    Si è quindi sempre trattata di una gestione collegiale e condivisa,
    così come d'altra parte è stato per l'approvazione degli atti
    fondamentali della vita dell'Assemblea: il bilancio, il conto
    consuntivo, gli assestamenti, il piano delle assunzioni, il
    programma operativo, ecc. Da questo punto di vista, la nomina si
    inserisce in questo contesto.
    Aggiunge inoltre che si tratta della nomina di un alto dirigente che
    garantisce il funzionamento della struttura, e non di un ruolo
    politico, bensì tecnico.
    Non trattandosi di un dirigente come potrebbe essere quello di un
    assessorato, che deve godere della fiducia della maggioranza,
    ritiene un po' forzata la richiesta di ridurre la durata
    dell'incarico.
    Il consigliere Rivi prende comunque atto delle osservazioni
    presentate dal Presidente e dal collega Salomoni, dato che la
    delibera definitiva competerebbe alla Presidenza nella prossima
    seduta dell'Ufficio di Presidenza.
    Il consigliere FOGLIAZZA condivide le considerazioni poste dal
    presidente Nervegna e dal collega. Ritiene sarebbe stato più
    opportuno, se possibile, stabilire un termine diverso da quello del
    triennio poiché è sì vero che si tratta di una figura super partes e
    non politica, tuttavia è chiamata a svolgere un compito
    istituzionale importante e quindi sarebbe opportuno lasciarla al
    vaglio della nuova Assemblea, cioè quella che si andrà a costituire
    dopo le elezioni regionali della primavera del 2010.
    Il consigliere SALOMONI condivide pienamente la proposta fatta dal
    presidente Nervegna e chiede che la Commissione formuli un parere di
    rinnovo dell'incarico per un solo anno, includendo le motivazioni
    che sono state richiamate.
    Il consigliere BERETTA interviene per precisare che le valutazioni
    espresse non sono della Commissione, bensì sono sollecitazioni di
    alcuni interventi.
    Il consigliere RIVI, nel ribadire le decisioni dell'Ufficio di
    Presidenza, ricorda che sul punto non deve essere espresso alcun
    parere, trattandosi di un'informazione. Comprende le ragioni di
    voler far coincidere i mandati elettivi con i ruoli professionali,
    tuttavia si è in presenza di un caso in cui davvero si tratta di una
    figura che non esegue delle volontà politiche operative.
    Si tratta di una figura che attiene alla gestione dell'Assemblea
    legislativa e fino a questo momento l'Ufficio di Presidenza ha
    cercato di compiere valutazioni non su un piano di maggioranza e
    opposizione. Il consigliere Rivi ritiene che questo valore nel modo
    di procedere, così come c'è sempre stato, debba essere proseguito.
    Trattandosi di un'informazione se ne è discusso ed è bene segnalare
    che alcuni commissari ritengono più opportuno prevedere l'incarico
    per un solo anno e non tre. Resta invece ferma l'opinione del
    consigliere, di procedere al rinnovo dell'incarico per tre anni.
    21
    La consigliera GUERRA, sottolineando che il proprio gruppo non è
    rappresentato nell'Ufficio di Presidenza, si ritiene libera dalle
    posizioni assunte e, richiamando l'etica, ritiene che un organismo
    in scadenza dovrebbe completare il proprio ciclo, ma non vincolare
    chi subentra che invece ha diritto a compiere le proprie scelte.
    La Commissione prende atto dell'informazione svolta.
    Entra il consigliere Alberti.
    - - - - -
    5103 - Proposta recante: Approvazione del programma regionale per
    la montagna (L.R. 2/2004, art. 3bis) (delibera di Giunta n. 1775 del
    09 11 09)
    Il presidente NERVEGNA, per l'illustrazione del provvedimento, cede
    la parola all'Assessore a Programmazione e sviluppo territoriale,
    Cooperazione col sistema delle Autonomie, Organizzazione per
    l'illustrazione del provvedimento, GIAN CARLO MUZZARELLI, che svolge
    il seguente intervento.
    Parliamo del problema della montagna in una giornata molto
    particolare e difficile: come sapete, abbiamo deciso, sia per quanto
    attiene al bilancio sia per quanto attiene alle scelte del piano
    triennale, di agire per cercare di dare delle risposte pur sapendo
    che i Comuni montani sono aumentati, poiché si sono aggiunti i sette
    Comuni della Valmarecchia.
    Abbiamo l'esigenza di intervenire su obbiettivi di sviluppo nelle
    zone montane, mettendo a disposizione tutte le risorse possibili e
    individuando un percorso per portare l'atto in aula e per dare gambe
    ad un'azione operativa che vede una sorta di rallentamento, in
    quanto abbiamo voluto ascoltare i nuovi presidenti della Provincia,
    i sindaci e cercare con loro di concordare una strategia.
    Dicevo, è una giornata complicata perché il Governo ha presentato il
    maxi emendamento creando molti problemi sui temi della montagna. In
    particolare a causa di alcuni emendamenti, che se non ricordo male
    sono il 62 ed il 63, che io speravo questa mattina, leggendo il Sole
    24 ore, avessero fatto la fine di un'altra parte di emendamenti che
    ieri sono stati bocciati in Commissione, ma purtroppo invece questi
    non sono stati bocciati.
    Quelli che ci interessano sono quelli che intervengono sul tema
    delle comunità montane e sul tema ovviamente dei territori montani.
    La nostra programmazione era una programmazione che assicurava
    un'integrazione rispetto ai fondi nazionali: nel 2008 noi avevamo
    incassato dal Governo precedente circa cinque milioni e mezzo di
    risorse. Quest'anno circa due milioni e ottocento euro, ad oggi si
    attendevano 2.333.000 euro. Con il provvedimento che è stato fatto
    questi spariscono per cui abbiamo una necessità di verificare, di
    lavorare anche per accelerare il nostro piano perché diventa l'unico
    punto di riferimento per i territori montani. Abbiamo quindi la
    necessità di provare ad accelerare, di portare in Aula questo
    provvedimento per consentire che le risorse che la Regione ha
    garantito e continuerà a garantire per i territori montani possano
    essere impegnate in tempi rapidi. E' chiaro che abbiamo già avuto
    modo di rappresentare anche il quadro di riferimento che vede un
    impegno per il fondo per la montagna di competenza regionale. Noi
    avevamo già impegnato quest'anno il 74% delle risorse con
    finanziamenti regionali e nel quadriennio 2005-2009 è un dato che si
    conferma al 74% e la cosa che mi preoccupa è quella che vi ho
    evidenziato perché il fatto che oggi il livello nazionale non
    riconosca queste risorse, mette in grave difficoltà le comunità
    montane sia per quanto attiene la gestione non solo di personale, ma
    del pagamento degli oneri e della quota di investimenti che le
    comunità montane facevano con quel budget di riferimento, che veniva
    integrato col nostro.
    A questo punto penso che, oltre ad accelerare come dicevo sul punto
    di approvare questo piano e di dare una prima risposta alla
    montagna, dovremmo anche continuare una nostra azione per evitare
    che le zone montane vengano isolate da questo provvedimento. Tenete
    conto che il provvedimento del Governo dice sostanzialmente che le
    risorse sono azzerate e l'unica quota di risorse che il Governo
    vuole mantenere viene ridistribuita solo nei Comuni che hanno il 75%
    del territorio sopra i 600 mt. Nella nostra regione il totale dei
    Comuni montani sono 128 e i Comuni che avrebbero tale requisito solo
    il 30%, rimarrebbero 32, e quindi diciamo che è una decisione molto
    pesante perché non aiuta ad una integrazione dei territori e noi
    dovremmo ovviamente fare uno sforzo enorme.
    Questo è il quadro; molti di voi mi hanno già sentito in altre
    Commissioni, però penso che sia corretto ricordare che nel documento
    noi facciamo riferimento ad una parte di risorse perché le altre
    parti ovviamente sono all'interno del piano socio-sanitario, del
    PRIT, del piano-neve ecc. e quindi compiutamente noi abbiamo
    inserito solo quello che riguarda nel modo più specifico le azioni
    legate ai progetti montagna e quindi alla necessità di far
    progettare insieme ai territori montani per rafforzare la sicurezza,
    la qualità locale dello sviluppo, l'attrattività, il sostegno al
    sistema produttivo, cercando di fare promozione integrata di
    valorizzazione del territorio montano fino allo sviluppo delle
    azioni possibili nel piano energetico regionale per dare e costruire
    ruolo al tema delle potenzialità che esistono in montagna.
    Questo in sintesi è il quadro, poi sono a disposizione per tutte le
    integrazioni del caso.
    Il consigliere SALOMONI chiede se è possibile avere una sintesi
    delle risorse messe a disposizione dalla Regione, così come nella
    prima parte del documento che illustra la storia di quello che è
    successo dal 2005 al 2009, altrimenti diventa difficile esprimere un
    giudizio, senza avere cifre precise.
    Ritiene di averlo già chiesto anche nella precedente commissione.
    Sull'aspetto generale il consigliere era stato critico in merito
    alla legge regionale n. 10 del 2008, trasformando Comunità montane
    in Unioni di Comuni.
    Il vero problema è un altro e cioè chiedersi seriamente se quegli
    enti, a 35 anni dalla loro costituzione, avevano ed hanno avuto un
    senso e quale tipo di politica hanno svolto. A più riprese il
    consigliere aveva sostenuto che quelle comunità montane erano state
    costituite in funzione del sistema partitico che governa, senza
    produrre assolutamente nulla. Anzi, nella stragrande maggioranza dei
    casi e con il passare del tempo, si è continuato a fonderle e a
    scinderle creando debiti su debiti, e destinando tutte le risorse
    nazionali e regionali nella misura del 60 o 70% alle spese
    amministrative. Sono stati assunti numerosi dipendenti per cui ora
    ci sono problemi di collocamento e in parallelo è stata creata una
    burocrazia che ha prodotto balzelli e dei problemi operativi alle
    attività produttive sul territorio ed alle attività agricole.
    Bene che il Governo abbia chiuso in questo modo, è un segnale di
    chiarezza e che procede nella giusta direzione. Non è possibile che
    ci sia una stratificazione di livelli amministrativi, tra l'altro
    non previsti dalla Costituzione, e ci si lamenti delle poche risorse
    disponibili. Quei denari che vanno alle comunità montane sarebbe
    meglio destinarli ai Comuni perché li gestiscano a favore del
    territorio.
    Relativamente al fatto dell'individuazione del criterio dei 600
    metri sul livello del mare, il consigliere ritiene che se di zone
    montane si tratta, debbano essere montane e non in pianura. Nella
    Regione vi erano Comunità montane che raggiungevano il territorio di
    Bologna ed in questo modo si favorivano territori ed enti
    dispendiosi che non producono niente.
    Il provvedimento nazionale procede quindi nella giusta direzione e,
    a questo punto, la Regione dovrebbe rivedere la legge n. 10 del
    2008.
    Responsabilità amministrativa e gestionale significa fare i conti
    con quello che si ha e spendere laddove serve, senza cercare di
    accontentare tutti, poiché cambiando nome alle comunità montane sono
    state introdotte norme per cui anche chi è al di fuori della
    comunità montana ha gli stessi benefici previsti dalla legge per la
    montagna.
    Il consigliere DELCHIAPPO ritiene che affrontare il tema della
    montagna sia estremamente importante.
    E' sì vero che vengono considerate la zona montana
    dell'Emilia-Romagna e la bassa ferrarese come le zone critiche di
    questa regione, tuttavia, come risulta nel documento in esame, la
    montagna non è solo una zona critica ma una grande risorsa per
    questa regione e migliorare le aspettative della gente che vive in
    montagna vuol dire anche migliorare ulteriormente la qualità di
    questa regione.
    Si tratta di risorse molto importanti e con il programma per la
    montagna si cerca di valorizzarle. Vi è in queste zone tutto ciò che
    può produrre energia: sole, vento, acqua, boschi e si tratta di
    risorse utili a sviluppare il territorio, in solidarietà con le
    risorse della pianura. Infatti gli obiettivi individuati dalla
    Regione riguardano la difesa attiva del territorio. Si tratta di uno
    dei primi obiettivi posti almeno dieci anni fa, quando alluvioni,
    frane e dissesti causavano emergenze e richiedevano urgenti
    interventi di difesa attiva del territorio per preservare
    l'ambiente, i servizi, le persone che vivono in tali zone.
    E' fondamentale intervenire e far sì che la gente continui ad
    abitare in montagna, per questo occorre potenziare i servizi, le
    scuole e quanto occorre.
    Dal livello nazionale, in rapporto a questi servizi, si procede in
    senso contrario, come ad esempio la chiusura pomeridiana di uffici
    postali e cita un ordine del giorno presentato in merito alla
    chiusura pomeridiana delle poste del paese più grosso della montagna
    della Val Taro.
    Per quanto riguarda le scuole, esse vengono chiuse, obbligando ad
    inventarsi insoliti accorpamenti per poter preservare uno degli
    elementi fondamentali che è la scuola.
    Esprime ringraziamenti per la Regione Emilia-Romagna che sugli
    ospedali di montagna ha introdotto qualificazione e potenziamento,
    anziché chiusura.
    Infine richiama l'economia montana, che è fondamentale. Richiama la
    produzione di energia, importantissima e ripresa anche nell'ambito
    del PTR.
    In merito alla privatizzazione delle acque, ribadisce che
    programmazione, pianificazione e controllo sono azioni fondamentali,
    che permettono di riconquistare la fiducia dei cittadini.
    Cita la legge per la montagna, che non è stata finanziata e richiama
    alla concretezza, puntualizzando che se il Governo non vuole
    finanziare allora dovrebbe togliere le Comunità montane ed invita a
    riflettere in merito alle richieste presentate in Provincia per
    chiedere agevolazioni fiscali per le zone montane. Il consigliere
    ritiene che la montagna abbia risorse e debba avere la capacità di
    promuovere la propria economia.
    Il consigliere FOGLIAZZA aggiunge delle considerazioni sottolineando
    l'importanza di un programma regionale forte per lo sviluppo della
    montagna. Quindi il massimo sforzo per questo tipo di territorio. E'
    vero che, a differenza forse di qualche altro esponente del proprio
    partito, evidenzia l'importanza delle comunità montane, soprattutto
    per quanto riguarda i di servizi che possono essere messi in campo
    da organismi come quelli della comunità montana. Il territorio
    emiliano, come quello piacentino, ha più del 40% in territorio
    montano e se viene fissato il tetto dei 600 metri, magari ci sono
    Comuni che fanno parte delle comunità montane anche dopo il riordino
    che magari non raggiungono tale altitudine. Ci sono Comuni con forti
    disagi, come diceva il consigliere Delchiappo: mancanza di servizi
    soprattutto servizi pubblici ed un'economia disastrosa. E' d'accordo
    che anche lo Stato debba mettere in campo risorse per la montagna
    perché la situazione è nota a tutti. Auspica che il maxi emendamento
    di cui parlava prima l'Assessore, possa cambiare in sede di
    discussione in Parlamento.
    Il collega Salomoni criticava la destinazione di finanziamenti che
    poi non si sa come vengono utilizzati. La Regione ovviamente deve
    fare la sua parte, alla montagna deve essere riconosciuto il ruolo,
    l'importanza che ha, altrimenti ci sarebbero riscontri negativi per
    tutti, anche per i cittadini della pianura e delle città, se si
    pensa ai dissesti idrogeologici, alle spese che devono essere
    sostenute per far fronte a tali eventi.
    Non sono complessivamente precisate le risorse che verranno messe in
    campo in questo programma e sugli altri settori prima richiamati
    dall'Assessore, come ad esempio nel socio-sanitario, tuttavia
    ritiene che in questa fase debba esserci il massimo sforzo per
    sostenere questa realtà che è in fortissima crisi.
    Esce il consigliere Salomoni.
    La consigliera GUERRA interviene per fare riferimento ad un recente
    convegno promosso da una nuova associazione, Alleanza per
    l'agricoltura , nel corso del quale diversi agricoltori di montagna
    sono intervenuti proprio anche in merito alle attività di
    manutenzione ordinaria. Chiede a questo proposito all'Assessore di
    verificare se potrà esserci un utile e intelligente collegamento
    con altre risorse di altro tipo che non afferiscono al suo
    assessorato, in riferimento ad esempio o al FES o al piano di
    sviluppo rurale, in cui interventi che comunque insistono sulla
    montagna su altri soggetti ci sono e sono previsti.
    Nel corso del convegno alcuni agricoltori hanno riferito di
    conflittualità tra alcuni soggetti che intervengono sulla montagna
    per le opere di manutenzione ordinaria e agricoltori che avevano
    sempre fatto interventi di manutenzione.
    Occorrerebbe affidare alcune opere di manutenzione, anche
    straordinaria, agli agricoltori, che potrebbero integrare il reddito
    ed essendo nel territorio potrebbero dare migliori risultati.
    Per questo occorrerebbe un raccordo, che può essere difficile, che
    gli assessorati potrebbero avviare in un sistema complessivo.
    Il presidente NERVEGNA evidenzia che alla luce del contesto
    nazionale, ma anche regionale, debba essere rivista la
    programmazione degli investimenti, delle risorse che vengono messe a
    disposizione dei vari settori della nostra vita quotidiana. Per
    quanto riguarda la montagna dovranno farsi riflessioni su quanto
    avvenuto nel passato, su fondi che sono stati destinati alle
    comunità montane e non sempre son stati spesi nella maniera giusta.
    Senza voler fare generalizzazioni, ma ci sono stati alcuni esempi di
    interventi fatti da comunità montane per migliorare le proprie sedi.
    Ritiene che il problema sulla montagna debba essere più di carattere
    culturale e che si debba ricercare un'integrazione, di fare più
    sistema nel territorio.
    Oltre alle risorse inserite nel piano per la montagna ce ne sono
    altre sparse in altri settori e quindi occorre fare in modo che
    tutte siano integrate e siano parte di un sistema generale.
    Laddove si legge nel piano che bisogna migliorare le condizioni di
    vita in quei territori per consentire la permanenza sul territorio,
    occorre valutare: il piano telematico approvato, ha dato la
    copertura totale dei territori montani? Il presidente Nervegna
    ritiene di no e quindi in questo sistema ci devono entrare anche gli
    enti gestori poiché la Regione e lo Stato hanno creato le condizioni
    per realizzare le dorsali poi i gestori non intervengono. Chiede se
    tutti i territori montani sono coperti dalla rete telefonica.
    Ritiene di no perché ci sono alcuni territori che sono impermeabili
    alle linee telefoniche, privi di copertura, pertanto, al di là delle
    risorse occorrono riflessioni per poter fare sistema.
    Il vero problema è che non si fa più sistema, si continua a
    sostenere che c'è coesione sociale mentre una comunità montana
    impiega anni per redigere un progetto, per realizzare investimenti,
    così come è emerso in una scorsa commissione in cui si è discusso
    della proroga per la presentazione di progetti. Il programma degli
    investimenti del 2009 non è ancora arrivato in Commissione, a
    dimostrazione che non è un problema di risorse, bensì di
    organizzazione che non funziona.
    Non si tratta della chiusura degli uffici postali, che furono
    privatizzate da D'Alema e non conduce da nessuna parte discutere di
    queste cose.
    L'assessore MUZZARELLI risponde per chiarire alcuni aspetti e per
    dare informazioni corrette.
    Condivide che si tratti anche di un problema culturale, tuttavia, a
    differenza di quanto sostiene Nervegna, ritiene si tratti anche di
    un problema economico.
    Richiama a questo una parte politica, a cui sembra che la montagna
    non interessi.
    Riferendosi all'intervento del consigliere Salomoni sottolinea come
    lo Stato non abbia deciso di non di chiudere le comunità montane. Ha
    deciso di soffocarle con un cappio lento, togliendo le risorse, che
    è cosa diversa.
    Allora, se la montagna ha bisogno di progetti, di risorse, si fanno
    i salti mortali per assicurare la quota regionale. Si contava su una
    quota per il 2008, che con i fondi del governo Prodi era di
    5.164.000 euro. Per il 2009, 2.333.000 euro.
    Per l'anno 2010, con i criteri che sono stati definiti, se tutto va
    bene ci saranno 32 comuni che si divideranno 700.000 euro, mentre
    gli altri 90 e oltre non avranno risorse.
    Se Salomoni ha sostenuto che si tratta di un segnale chiaro, allora
    ci si chiede dove andranno collocati 150 dipendenti, gli oneri e i
    mutui che quei Comuni hanno contratto per realizzare opere pubbliche
    sul territorio montano.
    Non possono essere scaricati senza federalismo alle Regioni,
    lasciando saltare i servizi. E' questo il problema.
    La Regione ha concesso risorse per le unioni di Comuni, si è
    proceduto con una riorganizzazione, e per mantenere gli obiettivi
    sono stati stanziati circa otto milioni di euro per i diversi fondi
    per la montagna. E' stata prevista una strategia ed integrazione,
    così come il presidente Nervegna ha detto.
    L'Assessore Muzzarelli ritiene che gli amministratori di quei Comuni
    esclusi dovrebbero portare i libri in Prefettura, non in Regione,
    per andare a recuperare la quota di competenza nazionale perché per
    quanto riguarda la Regione, la Regione conferma e rafforza gli
    investimenti che si è presa come impegno di responsabilità.
    Occorre fare una riflessione perché se vengono approvati tali
    provvedimenti non ci saranno fondi per il prossimo anno. Non è una
    questione di fare progetti, poiché quegli enti non riusciranno a
    pagare gli oneri di ammortamento dei mutui che hanno fatto per fare
    gli interventi sulla montagna.
    Anche questa semplificazione diventa complicata da un punto di vista
    della gestione, e non possono essere reperite risorse dalla sera
    alla mattina .
    Si farà quanto possibile a livello nazionale per evitare che vengano
    approvati gli emendamenti ed a livello regionale occorre fare uno
    sforzo per andare in Aula rapidamente per l'approvazione del Piano,
    al fine di assegnare quote di risorse legate al completamento dei
    programmi precedenti, e costruire con gli amministratori, i
    Presidenti delle Province, i Sindaci, il percorso da seguire.
    Come ultima considerazione, ed in risposta alla Consigliera Guerra,
    riferisce che si sta lavorando per raccogliere da tutti gli
    Assessorati in quota, e in modo non dettagliato, perché sarebbe più
    complicato, un riferimento di risorse che la Regione Emilia-Romagna
    destina ai territori montani.
    Se si considerano Agricoltura, Forestazione, FAS, Telematica,
    Turismo, Viabilità e Sviluppo, ad eccezione quindi della Sanità ed
    altri capitoli, si raggiungono risorse di circa 70 milioni di euro
    per il 2010, tanto per avere un valore di riferimento all'impegno
    della Regione per quelle zone.
    Il consigliere FOGLIAZZA auspica che le risorse del Governo possano
    essere previste
    Ribadisce che i disagi della montagna non sono solo per quei Comuni
    che hanno il 75% del territorio sopra i 600 metri. Condivide il
    suggerimento della consigliera Guerra, ritenendo che la Regione, in
    tutti i settori, debba mettere in campo tutte le azioni possibili
    per sostenere col maggior numero di risorse possibile la montagna.
    Entra il consigliere Richetti.
    La Commissione esprime parere favorevole con 20 voti a favore
    (Partito Democratico, Uniti nell'Ulivo - Partito Socialista, Gruppo
    Misto, Verdi per la Pace), nessun contrario, 8 astenuti (Forza
    Italia - PdL, Lega Nord).
    Esce il consigliere Richetti. Entra il consigliere Monari.
    --------
    1019 - Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Guerra:
    Introduzione di criteri di sostenibilità ambientale negli acquisti
    della pubblica amministrazione (23 01 06) Relatore consigliera
    Guerra
    Il presidente NERVEGNA informa che in data odierna sono pervenuti
    dieci emendamenti del consigliere Mazzotti, così come sono stati
    distribuiti ai componenti della commissione.
    Considerando che il progetto di legge, prima dell'approvazione,
    dovrà essere sottoposto al CAL per un parere, e che il CAL si
    riunirà in data 17 dicembre, propone di illustrare il progetto di
    legge e gli emendamenti, di inviare al CAL un testo comprensivo
    degli emendamenti affinché possa esprimere parere e rinviare
    l'approvazione in Commissione.
    La commissione concorda.
    La consigliera GUERRA, relatrice del progetto di legge, è d'accordo
    per predisporre un testo completo di emendamenti, da sottoporre al
    CAL.
    Ritiene che gli emendamenti presentati dal consigliere Mazzotti
    siano di fatto una riscrittura, dovuta anche all'approvazione da
    parte del Governo di un piano di azione sugli acquisti verdi.
    Chiede che sia rispettata una tempistica breve, considerata l'attesa
    per il parere del CAL e il calendario delle sedute dell'Assemblea
    legislativa prima della fine dell'anno e del mandato.
    Il progetto di legge in oggetto ha trovato condivisione anche da
    parte della Giunta regionale tanto che, nel piano di azione
    ambientale, il richiamo alla necessità di procedere agli acquisti
    verdi è stato più volte fatto, così come sono state più volte
    realizzate delle iniziative pubbliche sul tema.
    Ritiene sia quindi coerente procedere anche con un atto che di fatto
    dà sostanza alle tante parole che sono state spese su questo tema.
    E' d'accordo con gli emendamenti presentati dal consigliere
    Mazzotti, in particolare all'art. 1 Finalità . Era doveroso
    modificare l'articolo, proprio per accogliere le modifiche normative
    che nel frattempo sono intervenute.
    Evidenzia che nel frattempo altre Regioni hanno legiferato sul tema,
    ad esempio Lombardia e Liguria, a dimostrazione che gli acquisti da
    parte delle pubbliche amministrazioni costituiscono un tema
    interessante ed una mole consistente di interventi.
    Trattandosi di forniture, si vogliono promuovere tali prodotti,
    perché apputno prodotti con un maggior risparmio di energia, di
    materia e di acqua.
    Personalmente avrebbe compiuto scelte più coraggiose, essendo però
    la maggioranza decisiva per l'approvazione di una legge, sono stati
    accettati alcuni adeguamenti. Così come il suggerimento del
    consigliere Mazzotti, di non apporre nessun limite percentuale sulla
    quantità di forniture che man mano i Comuni, le Province e le
    Regioni devono raggiungere per dare sostanza. La consigliera Guerra
    aveva invece posto il 30% nel primo triennio ed a seguire un aumento
    annuale del 10%. Non essendo stato condiviso il paramentro, si è, su
    questo punto, arresa.
    Illustra gli emendamenti ed i subemendamenti proposti, così come
    sono stati evidenziati nel documento di lavoro predisposto.
    Il consigliere MAZZOTTI interviene concordando con quanto detto
    dalla consigliera Guerra. Il senso degli emendamenti che lui stesso
    ha proposto risiede nelle modifiche normative che nel frattempo sono
    via via intervenute sia a livello nazionale che europeo. Inoltre si
    è ritenuto di introdurre un criterio di maggiore flessibilità,
    all'obbligo che invece il provvedimento di legge imponeva, per
    Regione, Province, Comuni in merito agli acquisti verdi con le
    percentuali da rispettare.
    La proposta della consigliera Guerra è condivisibile e reintroduce
    in parte il principio in maniera più attenuato, chiedendo alla
    Regione, alla Provincia e ai Comuni (si vedrà se comprendere Unione
    dei Comuni o forme associative perché ci sono delle unità d'acquisto
    che sono già definite in forma associata) di approvare il piano.
    Il piano degli acquisti verdi già per alcune materie deve essere
    previsto, deve essere cioè garantito che una certa percentuale di
    acquisti, ad esempio di carta riciclata e altro materiale, sia fatta
    dai Comuni rispettando certi parametri.
    Con questo provvedimento si intende diffondere una pratica positiva
    che è stata già individuata anche a livello nazionale e via via
    introdotta anche con leggi finanziarie dello Stato, compresa quella
    relativa all'anno 2007.
    Segnala inoltre che permane nel progetto di legge la disposizione
    riguardante la Giunta, che dovrà presentare all'Assemblea
    legislativa, con frequenza annuale, all'interno dei Piani di Azione
    Ambientale, una relazione con la quale renda il quadro degli
    andamenti degli acquisti verdi.
    Il Presidente NERVEGNA espone alcuni dubbi in merito al
    subemendamento, poiché ritiene che la Regione non possa imporre ai
    Comuni delle azioni obbligatorie. Potrà magari essere che la Regione
    crei condizioni per i Comuni, ma non imposizioni.
    Ricorda che le norme approvate dalla Regione in questo senso, sono
    sempre state proposte, indirizzi, incentivi per ottenere certe
    azioni, ecc.
    In questo caso invece si prevede che Regione, Province, Comuni con
    popolazione superiore ai 5000 abitanti promuovono entro un anno
    dalla data di entrata in vigore . Si tratta quindi di un obbligo,
    quando invece la Regione non può obbligare i Comuni. A parere di
    Nervegna, il subemendamento che prevede una simile disposizione è a
    rischio.
    Il presidente Nervegna propone, prima di procedere all'approvazione
    degli emendamenti e degli articoli, di inviare al CAL la proposta di
    legge, gli emendamenti ed i subemendamenti in un testo definito
    dalla Commissione ma non ancora approvato.
    La consigliera GUERRA suggerisce di procedere come la Giunta, ossia
    di inviare al CAL una proposta di legge votata. Ritiene che la
    Commissione possa fare la stessa cosa, poiché la votazione in
    Commissione di un progetto di legge non è legge, in quanto diventa
    legge solo se approvata dall'Assemblea.
    Il presidente NERVEGNA richiama le competenze della commissione che
    sono quelle di licenziare i testi di legge. Richiama a questo
    proposito anche l'articolo 56, comma 9 del Regolamento interno, in
    materia di Consiglio delle autonomie locali-Pareri. Per evitare il
    doppio passaggio in Commissione propone di proseguire l'esame degli
    articoli, lasciando in sospeso l'articolo 2.
    La consigliera GUERRA interviene evidenziando come a suo parere,
    negli ultimi anni la Regione sia diventata un Ente con un potere di
    orientamento e di indirizzo sminuito su vari aspetti. Cita ad
    esempio le GISC della costa, su cui la Regione non ha più potere di
    intervento. Si approvano linee guida, con i Comuni che regolarmente
    non le rispettano, e quindi non vi è alcuna possibilità di
    intervento.
    Ritiene che sia molto umiliante per la Giunta regionale e gli
    Assessori dover sempre rincorrere i Comuni per cercare di avere il
    rispetto delle leggi regionali che vengono approvate.
    E' sotto gli occhi di tutti quello che accade ed in questa proposta
    di legge non c'è nessuna imposizione ai Comuni. Ad essi si chiede di
    redigere un piano in cui predispongano i criteri per la
    sostenibilità negli acquisti, considerando anche che una parte di
    questo deve già essere fatto in base a disposizioni della Comunità
    europea, che prevedono addirittura delle percentuali (30%) di
    materiale riciclato che i Comuni devono acquistare. La consigliera è
    convinta che queste norme non vengano rispettate e che se un
    cittadino facesse obiezioni, otterrebbe risultati, perché sono norme
    di legge che vanno rispettate.
    A suo parere, l'obbligo per i Comuni di predisporre un piano
    triennale in cui cominciano ad indicare criteri per l'acquisto, con
    criteri di acquisti verdi, non sembra essere un onere pesante, a
    fronte anche del fatto che la Regione può concedere contributi per
    incentivarne l'attuazione.
    E' chiaro che sottoporre al CAL con un testo non definitivo, in
    materia di acquisti, quando i Comuni in genere non vogliono
    indicazioni, è a rischio. In genere i Comuni reagiscono di fronte a
    simili disposizioni, perché ciò che chiedono sono solo risorse.
    Poi, per quanto riguarda le attività di monitoraggio, per
    controllare i parametri, sappiamo che è cosa ardua se non
    impossibile, come per quanto riguarda il piano triennale Zanichelli
    sulla qualità dell'aria.
    Propone di sottoporre al CAL un testo definito.
    Terminata la discussione generale, la Commissione procede all'esame
    degli articoli.
    Emendamento n. 1 Mazzotti
    Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Emendamento n. 2 Mazzotti
    Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Articolo 1 - Finalità
    La Commissione esprime parere favorevole con 21 voti a favore
    (Partito Democratico, Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per
    la Pace, Gruppo Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia
    - Popolo della Libertà, Lega Nord) all'articolo così modificato
    Subemendamento n. 1 Guerra
    Subemendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Subemendamento n. 2 Guerra
    Subemendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Emendamento n. 3 Mazzotti
    Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Emendamento n. 4 Mazzotti
    Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Emendamento n. 5 Mazzotti
    Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Emendamento n. 6 Mazzotti
    Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Emendamento n. 7 Mazzotti
    Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Articolo 2 - Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei
    consumi pubblici
    La Commissione esprime parere favorevole con 21 voti a favore
    (Partito Democratico, Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per
    la Pace, Gruppo Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia
    - Popolo della Libertà, Lega Nord) all'articolo così modificato.
    Emendamento n. 8 Mazzotti
    Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Articolo 3 - Monitoraggio
    La Commissione esprime parere favorevole con 21 voti a favore
    (Partito Democratico, Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per
    la Pace, Gruppo Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia
    - Popolo della Libertà, Lega Nord) all'articolo così modificato.
    Emendamento n. 9 Mazzotti
    Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
    Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
    Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
    Libertà, Lega Nord).
    Il presidente NERVEGNA propone di sospendere la votazione
    dell'emendamento n. 10 presentato dal consigliere Mazzotti e quindi
    dell'articolo 4, in attesa di ricevere il parere del CAL.
    La Commissione concorda.
    La seduta termina alle ore 14,00.
    Verbale approvato nella seduta del 12 gennaio 2010.
    Il Segretario Il Presidente
    Claudia Cattoli Antonio Nervegna
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