Testo
Verbale n. 21
Seduta del 2 dicembre 2009
Il giorno 2 dicembre 2009 si è riunita presso la sede dell'Assemblea
Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, alle ore 10,00 in
Udienza conoscitiva ed alle ore 12.00 in seduta ordinaria la
Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali, convocata con
nota prot. n. 33168 del 24 novembre 2009, integrata con nota prot.
n. 33700 del 26 novembre 2009
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
NERVEGNA Antonio Presidente Forza Italia - 5 presente
Popolo della Libertà
FOGLIAZZA Luigi Vice Lega Nord Padania 3 presente
Presidente Emilia e Romagna
MAZZOTTI Mario Vice Partito Democratico 3 presente
Presidente
AIMI Enrico Componente Alleanza Nazionale - 4 assente
Popolo della Libertà
ALBERTI Sergio Componente Uniti nell'Ulivo - 2 presente
Partito Socialista
BERETTA Nino Componente Partito Democratico 5 presente
BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 assente
Donatella Italiani
DELCHIAPPO Componente Gruppo Misto 1 presente
Renato
GUERRA Daniela Componente Verdi per la Pace 1 presente
MASELLA Leonardo Componente Partito della 2 assente
Rifondazione Comunista
MAZZA Ugo Componente Sinistra Democratica 2 assente
per il Socialismo Europeo
MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
MONARI Marco Componente Partito Democratico 4 presente
NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 assente
Di Pietro
NOE' Silvia Componente UDC - Unione dei 1 presente
Democratici Cristiani
e Democratici di Centro
PEDULLI Giuliano Componente Partito Democratico 2 presente
RICHETTI Matteo Componente Partito Democratico 3 presente
RIVI Gian Luca Componente Partito Democratico 3 presente
SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia - 4 presente
Popolo della Libertà
ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo - 2 assente
Partito Socialista
I consiglieri Mauro BOSI e Marco BARBIERI sostituiscono per parte
della seduta il consigliere Monari, il consigliere Roberto PIVA
sostituisce per parte della seduta il consigliere Richetti, il
consigliere Gianni VARANI sostituisce per parte della seduta il
consigliere Salomoni, il consigliere Damiano Zoffoli sostituisce per
parte della seduta il consigliere Rivi.
Sono presenti: l'Assessore a Programmazione e sviluppo
territoriale, Cooperazione col sistema delle autonomie,
Organizzazione Gian Carlo Muzzarelli il Sottosegretario alla
Presidente Alfredo Bertelli
Hanno partecipato ai lavori della Commissione: Pasquini (Dir. gen.
Risorse finanziarie e Patrimonio), Bellei e Soldati (Serv. Bilancio
e Finanze), Cocchi (Dir. gen. Programmazione territoriale e
negoziata, Intese. Relazioni europee e relazioni internazionali),
Draghetti (Direzione gen. Programmazione territoriale e negoziata,
Intese. Relazioni europee e relazioni internazionali), Mattiussi
(Resp. Serv. Programmazione territoriale e sviluppo della montagna)
Cremaschi (Serv. Programmazione territoriale e sviluppo della
montagna), Celletti (Serv. Informazione A. L.)
Presiede la seduta: Antonio Nervegna
Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
UDIENZA CONOSCITIVA
2 dicembre 2009 - ore 10.00
sui progetti di legge:
5106 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R.
15/11/2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2010 del bilancio pluriennale 2010 - 2012 (delibera di Giunta n.
1780 del 11 11 09)
5107 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2010 e Bilancio pluriennale 2010 - 2012 (delibera di Giunta n. 1781
del 11 11 09)
Relatore consigliere Nino Beretta
Relatore di minoranza consigliere Antonio Nervegna
Partecipano:
Bortolotti Daniela Segreteria regionale CGIL
Buzzoni Monica Direttore Cofiter
Celli Davide Confcommercio Emilia-Romagna
Donati Sergio Segretario Federalberghi
Fantini Pietro Confcommercio Emilia-Romagna
Ferrari Francesca ANCE Emilia-Romagna
Gandini Lucia Confartigianato Emilia-Romagna
Ghetti Silvestro Dirigente regionale CGIL
Giorgetti Alessandro Presidente Federalberghi
Lodi Nadia Componente CIF regionale
Lombardi Carlo Resp. Relazioni istituzionali
Confindustria Emilia-Romagna
Mannini Davide Assessore Provincia di Ferrara
Pareschi Rita Resp. Ambiente Territorio Legacoop
Pasi Marco Confesercenti Emilia-Romagna
Pasini Giovanni Battista Presidente UNCEM Emilia-Romagna
Pellizzer Franco Università di Ferrara
Previati Anna Provincia Ferrara
Rossi Luca Vice direttore Confindustria
Emilia-Romagna
Urban Davide Direttore Confcommercio
Emilia-Romagna
Venturelli Marco Direttore Confcooperative per Tavolo
regionale Imprenditoria
Zannoni Roberto Assessore Provincia di Parma
Zanoni Francesco Confcooperative Emilia-Romagna
Il presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta e introduce
l'udienza conoscitiva sul bilancio di previsione 2010, bilancio
pluriennale 2010-2012 e relativa legge finanziaria regionale.
L'udienza conoscitiva è convocata dalla Prima Commissione per
consultare la società regionale ed ascoltare osservazioni, proposte,
approfondimenti e idee da enti locali, istituzioni, associazioni
iscritte all'albo generale. Dopo aver menzionato tra i presenti i
consiglieri ed il Sottosegretario Alfredo Bertelli, cede la parola
agli invitati che hanno chiesto di intervenire.
VENTURELLI MARCO - Direttore Confcooperative per Tavolo regionale
Imprenditoria
Buongiorno a tutti, grazie Presidente.
Il mio intervento, come è stato annunciato, è a nome del Tavolo
regionale dell'imprenditoria che racchiude associazioni della
cooperazione, del mondo agricolo, dell'artigianato, UNIONAPI e del
commercio e terziario, e quindi non moltiplicherò per quindici il
tempo a mia disposizione, tuttavia farò un intervento il più
possibile comprensivo.
Le associazioni riunite nel Tavolo regionale dell'imprenditoria,
prima ancora di entrare nel merito del bilancio di previsione della
Regione per l'anno 2010, esprimono la condivisione dello scenario
economico e sociale di riferimento, nonché le preoccupazioni della
manovra finanziaria dello Stato per il prossimo anno, la cui
indeterminatezza graverà sulla discussione di quella regionale.
Sull'impostazione data dalla Giunta regionale per la finanziaria
2010, sono condivise le principali direttrici che contraddistinguono
la manovra e la scelta di proseguire nel solco del patto per
attraversare la crisi, intervenendo simultaneamente su due versanti,
con misure anti crisi, tese a garantire la tenuta sociale del
sistema: quello di sostegno alle famiglie e quello di sostegno alle
imprese. Salvaguardare la coesione sociale è infatti per noi una
precondizione essenziale affinché il sistema regionale possa
affluire alla prossima ripresa economica quando, presto o tardi,
essa arriverà. Naturalmente, speriamo presto.
Dal lato del sostegno alle famiglie, è importante la scelta fatta
di incrementare il Fondo per la non autosufficienza, di prevedere un
trasferimento di risorse agli Enti locali per le fasce più bisognose
della popolazione, che a causa della crisi sono maggiormente esposte
al rischio di marginalità sociale, e di voler impiegare una se pur
minima quota di risorse per alimentare il Fondo per l'affitto.
Per quanto riguarda il versante delle imprese, si valuta
positivamente la scelta di sostenerle tramite risorse assegnate in
gestione ai consorzi fidi, sia per agevolare l'accesso al credito
delle imprese, sia per l'effetto moltiplicativo che la garanzia
produce.
A questo proposito è coerente, con quanto previsto dal progetto di
legge finanziaria, autorizzare l'ente Regione a concedere contributi
ai Confidi ad incremento del patrimonio per l'iscrizione secondo
l'articolo 107 e permettere agli stessi consorzi di rifinalizzare a
quel medesimo scopo i fondi già ottenuti in gestione negli anni
scorsi. Tali ipotesi erano già state avanzate dal Tavolo regionale
dell'imprenditoria in occasione del bilancio di previsione 2009 e
inoltre sottolineiamo che l'erogazione di risorse da impiegare per
interventi in garanzia per il settore del commercio e del turismo,
la costituzione di un Fondo straordinario di garanzia per
l'industria e l'artigianato e gli interventi a favore delle imprese
agricole, dovrebbero trovare, attraverso la forma della garanzia,
un'articolazione di azioni da mettere in campo con provvedimenti
normativi specifici, prestiti partecipativi, incentivi
all'integrazione, progetti di internazionalizzazione per gruppi,
ecc., ancora possibili per il 2010 sotto forma di aiuti alle
imprese, senza contravvenire alle disposizioni dell'Unione europea.
Su questo apprezziamo lo sforzo consistente dei consorzi fidi,
poiché era la misura che prioritariamente e unicamente chiedevamo
nell'intervento sulla legge finanziaria precedente e
sull'assestamento di bilancio, per cui apprezziamo che in fine
legislatura si sia arrivati davvero ad un segnale di sostegno molto
importante.
Ci pare inoltre doveroso riconoscere in questa sede che, durante
l'anno 2009, la crisi è stata gestita in modo efficace da parte del
governo regionale e con la convinta adesione delle parti sociali,
attraverso un confronto costante e proficuo, al fine di contemplare
gli interessi delle varie categorie e, soprattutto, di preservare il
valore del capitale umano. In merito a questo, apprezziamo la fatica
di riuscire ad accogliere tutte quelle che erano le posizioni e le
sensibilità per arrivare ad un accordo, su questo versante. Qualche
miglioramento nelle procedure, per rendere più fluido l'accesso alle
risorse per gli ammortizzatori, è ulteriormente possibile, tuttavia
riteniamo che sia stato fatto un buon lavoro.
Positivi gli investimenti per le infrastrutture, i sistemi di
mobilità, la rete stradale, il trasporto merci, ecc, nei limiti di
investimento regionali.
Restano preoccupanti i ritardi per l'approntamento di procedure di
investimento per infrastrutture di interesse sovra regionale, che
consentirebbero una mobilitazione di risorse ed un'accelerazione
dei tempi di realizzazione, attraverso un'efficace partenariato
pubblico-privato.
Si ritiene inoltre che siano necessarie per il futuro attente
verifiche delle potenzialità e conseguenti attribuzione di risorse,
per altre grandi infrastrutture strategiche regionali, vedi il
sistema fieristico ed aeroportuale. Verifiche attente e scelte
coraggiose che superino le logiche campanilistiche controproducenti:
su questo versante possiamo fare ancora molto.
Si rileva con favore lo sforzo compiuto dalla Regione per contenere
la spesa di funzionamento dell'Ente, di un ulteriore 1,5% rispetto
al 2009, ulteriori contenimenti di spese oggi non previste,
potrebbero liberare risorse da destinare, magari già dalla prossima
manovra di assestamento del bilancio, allo sviluppo imprenditoriale
e del capitale umano.
Così come ci attendiamo, per il prossimo futuro, una riflessione
sulla possibilità di mitigare il peso della quota di IRAP di
competenza regionale, con un'attenzione particolare ad ONLUS e
cooperative sociali. Da tale sgravio fiscale concesso alle imprese,
su un'imposta da tanti giudicata iniqua, potranno trarne benefici
indiretti anche le famiglie già sovraccaricate dall'addizionale
IRPEF comunale.
Infine, il tavolo dell'imprenditoria fornisce il proprio sostegno
all'idea di proporre al Governo, Parlamento e Unione europea un
patto di stabilità territoriale, consolidato tra Regione, Provincie
e Comuni, che permetta di far scorrere la virtuosità con e tra gli
Enti locali, rendendo con ciò flessibili i vincoli del patto di
stabilità interno, alleggerendone di fatto il peso. Sarebbe una
buona sperimentazione di principi di un federalismo fiscale e
cooperativo su base regionale e che potrebbe avere, come conseguenza
immediata per la pubblica amministrazione, la riduzione dei ritardi
nei termini di pagamento alle imprese fornitrici di beni e servizi
che resta tutt'ora un fattore di aggravio dei costi della crisi.
Questa ipotesi, anticipataci dal Presidente Errani, in sede di
illustrazione delle linee generali della legge finanziaria, davvero
incontra, da parte delle forze del Tavolo regionale
dell'imprenditoria, una grande condivisione.
Sulle politiche di carattere trasversale, andiamo a fare alcuni
commenti. Sulla sicurezza territoriale e difesa del suolo, è
certamente condivisibile avere destinato ingenti risorse alla
manutenzione del territorio, tuttavia le azioni di tutela e difesa
del suolo andrebbero supportate da politiche di prevenzione più
incisive e volte ad incrementare la presenza antropica e di
ripopolamento delle zone rurali, con particolare riguardo a quelle
montane. Il presidio dell'uomo sarebbe da incentivare attraverso la
creazione di opportunità di lavoro e di sviluppo territoriale. A
tale proposito segnaliamo come una criticità sia la mancata
attuazione di una parte della Legge regionale per la montagna, la
legge regionale n. 2 del 2004, laddove questa è stata finanziata
fino ad oggi, prevalentemente per ciò che concerne le intese
istituzionali di programma tra enti pubblici, e non già per
interventi e progetti di sviluppo locale che dovrebbero coinvolgere
soggetti privati e comunità locali, tramite gli strumenti della
programmazione negoziata. Tutto ciò è aggravato dal fatto che la
legge regionale n. 10 del 2008 ha modificato la legge regionale n. 2
del 2004, abrogando il riferimento al 2% del totale degli
investimenti annuali del bilancio regionale, da destinare al Fondo
regionale per la montagna.
Per quanto concerne le politiche della formazione del personale e
di qualificazione del capitale umano, esprimiamo invece
preoccupazioni in merito alla necessità di trovare una soluzione,
allo scopo di colmare per il futuro il vuoto di risorse causato per
gli ammortizzatori sociali in questa fase straordinaria. Sappiamo
che la coperta è corta e sono stati utilmente utilizzate queste
risorse per gli ammortizzatori sociali, esprimiamo comunque questo
tipo di preoccupazione.
Anche per questo, una delle azioni che si rende necessaria, non da
ora, ma da qualche tempo, a prescindere dalla crisi economica, è
l'avvio del processo di efficientamento dei centri per l'impiego. A
tale proposito, la definizione degli standard di qualità dei servizi
per l'impiego e la loro contemporanea apertura all'intervento di
soggetti privati, tramite l'introduzione del sistema di
accreditamento, non è più rinviabile. Su questo versante riteniamo
che qualche risorsa possa essere recuperata e liberata.
Va apprezzato l'impegno a mantenere gli stanziamenti a sostegno
delle attività culturali che, normalmente e imprudentemente, sono le
prime ad essere tagliate nei momenti di crisi. Il progetto di legge
di bilancio mantiene gli impegni e li finalizza a scopi di
produzione culturale, coinvolgendo in modo significativo il mondo
giovanile, in coerenza con altre politiche di coesione sociale e di
stimolo allo sviluppo di iniziative di valorizzazione dell'identità
culturale del territorio, e noi di questo ne apprezziamo
l'impostazione.
Sulla sanità, welfare e politiche abitative, diciamo che il patto
per la salute, con i relativi trasferimenti statali, pur mantenendo
i livelli di finanziamento dello scorso anno, non permettono di
riequilibrare l'andamento economico-finanziario del servizio
sanitario regionale, riconoscendo solo in parte i fisiologici
aumenti annuali. Per questo riteniamo decisioni opportune e
necessarie allo stanziamento di cui all'articolo 26, di 205 milioni
di euro, sottolineiamo solo come la cifra sia superiore alla
percentuale inflattiva registrata nel 2009, e ben superiore a quella
preventivata per il 2010.
Dobbiamo rimarcale la positività che è presente, e cioè il
rifinanziamento del Fondo regionale per la non autosufficienza,
proprio nel momento in cui il Governo nazionale riduce
progressivamente le disponibilità per la spesa sociale delle
Regioni. Quindi questo è ancor più meritevole. Anche se occorre dire
che per la Regione si tratta di tenere fede ad un impegno con i
cittadini che hanno acconsentito ad un appesantimento fiscale, a
patto che lo scopo fosse quello di finalizzare le risorse su questo
capitolo. Per questo motivo, speravamo in uno sforzo maggiore sul
Fondo sociale regionale che, per volontà governativa, rischia di
estinguersi, mentre deve essere interesse della Regione sostenere
fortemente un'area che se è abbandonata, o non sufficientemente
accompagnata, rischia di creare danni notevoli all'intero sistema
socio economico. Si pensi, per esempio, alla valenza preventiva che
gli interventi sociali hanno nei confronti di degenerazioni
sanitarie, si pensi ancora alla necessità di affermare, anche
economicamente, i territori, e quindi anche la nostra regione, come
sistemi fortemente integrati e produttivi in ogni loro ambito, anche
quelli di carattere socio- sanitario.
Si riconosce altresì alla Regione uno sforzo importante nell'ambito
delle politiche abitative, anche a fronte di un sostanziale
disimpegno, da parte del Governo nazionale, negli ultimi anni. I 12
milioni di euro per l'acquisto della prima casa, destinati alle
giovani coppie, sono un incentivo apprezzabile, ma certamente non
esaustivo delle esigenze. Inoltre le stesse risorse, o parte di
esse, se impegnate a sostenere l'acquisto attraverso garanzie,
proposte dai consorzi fidi, potrebbero avere un effetto
moltiplicativo rilevante. In questo senso l'Assessore preposto ha
già alcune ipotesi studiate e sottoposte da associazioni del Tavolo
per l'imprenditoria.
Sulle attività produttive e sviluppo economico: da un punto di
vista metodologico, nel merito delle politiche settoriali, ribadiamo
l'esigenza di adottare prassi e modalità organizzative adeguate per
implementare con maggiore armonia quelle politiche sempre più
trasversali e fra loro interdipendenti, facendo capo ad alcuni
assessorati, come l'assessorato all'Ambiente, quello
all'Agricoltura, quello alle Attività produttive e al Commercio.
Desideriamo anche esprimere il rammarico per la mancata
concertazione, in alcuni casi, da parte di taluni assessorati, sulla
modalità di impiego delle risorse.
In secondo luogo, ho già detto che la contrazione delle spese di
funzionamento della struttura regionale è un fatto positivo e
contribuisce a ridurre le spese e quindi i costi diretti della
burocrazia gravanti sui contribuenti. Vorremmo però invitare la
Regione ad adottare anche provvedimenti orientati a snellire le
procedure burocratiche. Questo ridurrebbe costi indiretti e
figurativi che sostengono le imprese nella loro normale attività,
senza che si determini variazione tra le voci di bilancio della
Regione.
Su industria, artigianato e cooperazione: entrando nel merito delle
politiche industriali, apprezziamo e condividiamo l'impegno assunto
dalla Regione per favorire i processi di internazionalizzazione
delle imprese, privilegiando a tal fine gli strumenti di
aggregazione, anche in forma consortile e cooperativa per l'export.
Altrettanto importante la scelta strategica di connettere, con
sempre maggiore intensità, in unica rete e con ulteriore impegno
finanziario, i nodi del mondo produttivo e quelli del mondo
scientifico mediante l'avvio della realizzazione dei tecnopoli per
la ricerca industriale.
Sull'agricoltura: i vincoli derivanti dalle scelte strutturali dei
piani di sviluppo rurale, non consentono grandi spazi di manovra; si
ritiene necessario individuare in futuro ulteriori risorse
finalizzate ad attuare politiche di sviluppo territoriale,
svincolate dal piano di sviluppo rurale, puntando più decisamente al
sostegno di attività innovative. Un'eventuale fonte alla quale
attingere, potrebbe scaturire da processi di semplificazione
amministrativa, volti ad alleggerire, da un lato i compiti della
macchina pubblica e dall'altro le imprese dalle proprie farraginose
procedure burocratiche alle quali sono ancora sottoposte, anche
nell'ambito dell'implementazione dello stesso piano di sviluppo
rurale. Poi sappiamo che alcune di queste misure non appartengono
alla libertà amministrativa della Regione tuttavia, nell'ambito
delle possibilità della Regione, qualche miglioramento è pensabile.
Esiste poi il nodo cruciale dei nuovi Comuni dell'Alta
Valmarecchia, passati di recente dalla Regione Marche alla Regione
Emilia-Romagna, che dovrà essere affrontato in sede di governo
nazionale e comunitario, al fine di non compromettere lo sviluppo
dei programmi europei e la perdita di finanziamenti per le imprese
di quell'area.
Per il commercio ed il turismo: per questo settore, rileviamo come
criticità il sensibile decremento delle risorse destinate a due
azioni che riteniamo particolarmente importanti per il
consolidamento e lo sviluppo del settore, cioè la qualificazione e
la valorizzazione del commercio nei centri urbani e il sostegno alla
riqualificazione delle aziende alberghiere.
Concludo con pochissime considerazioni finali.
Il mondo dell'imprenditoria regionale, in conclusione, apprezza le
azioni previste dalla manovra finanziaria, anche alla luce dei
vincoli esterni, azioni attente alla coesione sociale ed alle
imprese, che riconoscono di non essere state lasciate sole
nell'affrontare la crisi. Nel contempo si sottolineano alcune
carenze e se ne suggeriscono le modifiche, che potranno essere
attuate sia in futuro che in corso d'anno.
La quantificazione precisa delle risorse trasferite dallo Stato ed
un attento monitoraggio degli impegni di spesa potrebbero mettere a
disposizione risorse aggiuntive da destinare prioritariamente allo
sviluppo del capitale umano delle imprese e della pubblica
amministrazione, come leva per un aggancio della ripresa economica
al più alto livello di qualità possibile.
Con questo vi ringrazio.
Gandini Lucia - Confartigianato Emilia-Romagna
Buongiorno, grazie a tutti.
Come effettivamente è stato detto, il mio intervento sarà solo una
breve integrazione a quello precedente, svolto dal presidente
Venturelli, a titolo del Tavolo regionale per l'imprenditoria.
Purtroppo desideriamo far rilevare che i dati che ci giungono
confermano che la crisi economica continua ad avere un impatto molto
negativo nei settori produttivi regionali, in particolare
sull'artigianato e sulle imprese minori di piccole e micro
dimensioni.
Si registra, di conseguenza, una forte contrazione della
produzione, del fatturato, degli investimenti e, purtroppo, anche
nel settore delle micro imprese, problemi sull'occupazione. Di
fronte a questa situazione, condividiamo l'inserimento, nel bilancio
per il 2010, di un pacchetto di misure anticrisi finalizzato in
particolare al sostegno delle piccole e medie imprese nel settore
dell'artigianato, incentrato prioritariamente sulla facilitazione
dell'accesso al credito, su progetti di ricerca e innovazione e
misure a sostegno dell'internazionalizzazione.
In particolare, valutiamo positivamente il rafforzamento della
sinergia con il sistema dei confidi, che ha come obiettivo quello di
facilitare l'accesso al credito delle imprese, fattore di assoluta
criticità in questo momento, specie per le piccole imprese che sono
caratterizzate strutturalmente da una maggiore dipendenza dal
sistema bancario.
Ricordiamo che solo Unifidi, il consorzio regionale di garanzia per
l'artigianato, dal mese di gennaio a metà di novembre, ha approvato
oltre 11 mila domande ed ha deliberato garanzie per quasi 800
milioni di euro. Riteniamo quindi utile la scelta della Regione di
destinare 50 milioni di euro per la costituzione di un fondo
straordinario di garanzia e 10 milioni di euro per l'incremento del
patrimonio di vigilanza dei Confidi regionali e delle cooperative di
garanzia, al fine di sostenerne l'iscrizione nell'elenco speciale di
cui all'articolo 107 del decreto legislativo n. 385 del 1993, come
soggetti vigilati.
Questo infatti contribuirà ad aumentare fortemente il peso della
garanzia da essi fornita agli istituti di credito e le imprese
potranno far fronte alle richieste degli istituti che chiedono
sempre maggiori garanzie sui finanziamenti che erogano.
Il pacchetto anticrisi comporta purtroppo anche la sospensione
temporanea delle misure per i contributi in conto interesse,
previste dalla legge regionale n. 3 del 1999 per l'artigianato,
della misura 1.1. per le piccole e medie industrie e servizi, i cui
bandi si sarebbero dovuti aprire il 1 gennaio prossimo. Pur
consapevoli degli obblighi che la Regione ha nel dover rispettare i
vincoli imposti dal patto di stabilità interno, e condividendo la
scelta regionale di dare priorità alle misure straordinarie
sull'accesso al credito, auspichiamo che in sede di assestamento di
bilancio si possano ricavare nuove risorse per finanziare e riaprire
le misure di sostegno agli investimenti nel secondo semestre del
2010.
Grazie .
Lodi Nadia - Componente CIF regionale
Buongiorno a tutti.
Grazie per questo breve intervento. La nostra è l'associazione
Centro Italiano Femminile, un'associazione storica che si è
costituita nel 1945. Ci teniamo a sottolineare in questo consesso
alcuni aspetti che sono tipici dello statuto del CIF. In particolar
modo la famiglia, la promozione culturale della donna e aspetti di
prevenzione, soprattutto rivolti alle fasce giovanili.
In particolare, la mia riflessione si rivolge soprattutto alle
politiche sociali verso la famiglia, alle quali non spetta soltanto
il compito di riportare indietro la lancetta dell'orologio della
famiglia, ma di aiutare uomini e donne a controllare meglio tutta la
complessità che è sottesa all'essere e fare famiglia in una società
a rischio.
Prevedendo le risorse per l'acquisto della prima casa significa, in
un momento di crisi economica, soprattutto per chi molte volte, come
la fascia giovanile, ha difficoltà ad accedere al lavoro, poter dare
sostegno alla composizione della famiglia come cellula primaria
della società.
Inoltre volevo che si facesse, ma senz'altro voi lo farete nel
momento dell'assestamento di bilancio, una particolare riflessione
per quanto riguarda la definizione, oggi, di bisogno della
cittadinanza . Si tratta di un bisogno che, come sapete, è sempre
più complesso e sempre più modificato. Non bisogna dimenticare le
profonde modificazioni che si sono generate nel quadro dei bisogni
della nostra società, dei modi di esprimere sé stessi nella società
moderna. Voglio fare un esempio: non basta soltanto fare, dal punto
di vista del cittadino e delle associazioni, ma occorre anche quello
dell'attore sociale, cioè il privato, il pubblico ed il privato
sociale. Soprattutto in una società in cui l'incertezza e rischio
sono enormi, in cui entrano in ballo aspetti che coinvolgono la
tensione ossessiva verso il proprio corpo, questo per i giovani, che
prendono forme diverse e nuove modalità, come anoressia, bulimia e
tutte queste forme moderne di disagi. Anche l'attenzione a nuove
forme esasperate di attenzione al proprio corpo, come
l'esasperazione del fitness, assorbono una quantità crescente delle
energie delle persone, soprattutto dei giovani. In questo frangente,
poiché è molto labile il confine per colui che deve amministrare,
tra il sociale e sanitario, tutto questo aspetto ha implicazioni per
colui che ha un budget da amministrare. Per fare un esempio, i
medici di famiglia spesso si trovano di fronte adolescenti che
chiedono sostegno psicologico, però mascherato da preoccupazioni per
il proprio aspetto fisico, quindi si tratta di domande più sociali
che sanitarie, mentre invece gli anziani hanno spesso domande
sanitarie che però sono più di carattere sociale, come il disagio,
il disagio relazionale, la solitudine. Questo comporta anche per chi
amministra dover considerare aspetti di ricerca e intervento, basati
naturalmente sul concetto della sussidiarietà e della
partecipazione, vedi legge n. 328 del 2000 e le leggi di recepimento
regionale, che vanno a toccare confini tra i diversi budget del
sociale e del sanitario.
Tutto ciò implica quindi un'attenzione particolare. Oggi infatti la
salute va coniugata al concetto di benessere sociale e su tale
fronte è molto importante il ruolo della comunità, ed il ruolo della
comunità è di colui che amministra e deve fare fronte a tante
diversità sociali e quindi alla stabilità stessa del vivere sociale.
L'implicazione della Regione e degli amministratori è quella di
fare attenzione all'educazione, ai nuovi stili di vita; tutte queste
fragilità possono quindi essere prevenute, con difficoltà,
assegnando alla cultura e soprattutto all'educazione, in sintonia
con le aziende sanitarie, vedi piani di zona e per la salute,
implicazioni che comportano una convinta sfera educativa di
modificazione degli stili di vita, soprattutto nelle nuove
generazioni. Questo per l'amministrazione significa agire secondo
concetti di etica attraverso azioni che mettono in campo la
testimonianza non solo del cittadino ma anche dell'amministratore
stesso che ha questo ruolo di incidere, attraverso aspetti
educativi, di conciliazione, di modifiche educative scolastiche e
sanitarie in sintonia. Questo incide sul futuro cittadino e sulla
modifica degli stili di vita che a loro volta avranno delle
compensazioni e delle modifiche rispetto all'ambiente e rispetto
alla salute.
Quindi in futuro potrebbero esserci minori spese rivolte
naturalmente agli aspetti della salute, in quanto ruoli modificati
dall'educazione e dagli stili di vita, e maggiore attenzione e
maggiori risorse per gli aspetti dell'ambiente.
Soprattutto, si deve considerare l'integrazione tra le diverse
politiche che incidono maggiormente sulle condizioni di salute e di
benessere, come quelle della casa, come avevo esemplificato prima,
come quelle del lavoro, quindi attenzione all'educazione, al
raccordo con l'università, a non disperdere energie educative,
quindi economiche, alla formazione, all'educazione, al rispetto
dell'ambiente. Ognuna di queste politiche deve produrre naturalmente
degli effetti che sono moltiplicatori, se sono rese sinergiche e
interdipendenti.
Inoltre, naturalmente una forte attenzione, come anche è delineato
nell'articolo 42 del progetto di legge, alla nozione di
discriminazione rivolta alla parità di trattamento delle persone,
tra uomo e donna, indipendentemente dalla razza e dalla regione
etnica. Questo è molto importante perché naturalmente noi sappiamo
che, come donne e come associazione femminile, abbiamo una
particolare attenzione rivolta sia ad aspetti delle azioni positive,
in sintonia con gli organismi a tale ruolo deputati, quindi
consigliere di parità regionali e provinciali, al fine di fare sì
che la donna, spesso deputata al maggior ruolo di cura nei confronti
della famiglia, e che spesso deve rinunciare, quando ha due figli o
tre, al posto di lavoro, è costretta tante volte a dimettersi.
Questo non lo dico soltanto a nome dell'associazione ma lo dicono i
dati e le consigliere di parità, che spesso si ritrovano a
considerare le difficoltà che la donna vive nel conciliare i tempi
ed i ritmi di lavoro. Quindi la costrizione a dimettersi spesso in
azienda, proprio per far fronte al proprio lavoro di cura.
Attenzione quindi a questo, per superare le condizioni di
svantaggio che possono produrre notevoli pratiche discriminatorie
che si rivolgono soprattutto alla società.
Grazie
URBAN DAVIDE - Confcommercio Emilia-Romgna
Buongiorno a tutti.
Nel condividere i passaggi espressi dal direttore Venturelli,
rispetto al Tavolo dell'imprenditoria, mi preme sottolineare alcuni
aspetti che sono previsti in questa manovra di bilancio che, per le
nostre organizzazioni, destano non poche perplessità.
Parto innanzitutto dal tema del commercio. E' evidente che dal
provvedimento, così come è stato impostato, che ci sia una riduzione
delle risorse a favore del settore del commercio. Crediamo che
questo non sia accettabile, innanzitutto per la situazione economica
che stiamo attraversando e che le nostre imprese stanno
attraversando. Una situazione che ha visto un deficit, un ampia
chiusura delle imprese all'interno dei centri storici, un calo
evidente dei consumi e, unico elemento positivo, che possiamo
riscontrare, è un incremento della fiducia dei consumatori nel mese
di settembre.
Le nostre imprese sono qui alla porta che stanno aspettando di
vedere come andrà il Natale, stanno cercando di capire se questo
periodo effettivamente potrà salvare i già difficili bilanci.
Presentarsi con un bilancio regionale che prevede una riduzione
drastica delle risorse per la valorizzazione dei centri storici e
dei piani di valorizzazione commerciale, è del tutto inaccettabile
da parte della nostra organizzazione.
Passo al settore del turismo, rispetto al quale, anche in questo
ambito, pur riconoscendo come è stato già fatto in più occasioni,
che la manovra straordinaria di assestamento del bilancio 2009 ha
assegnato risorse per 8 milioni di euro a favore della
riqualificazione attraverso la legge regionale n. 40, tuttavia non
possiamo non sottolineare la grande difficoltà che anche le nostre
imprese turistiche stanno attraversando in questo momento, la grande
disponibilità degli imprenditori e delle imprese ad investire nella
riqualificazione per il miglioramento dell'offerta.
Ricordo a tutti che sul P.O.R. FESR sono state presentate per il
territorio regionale oltre 1000 domande e da qui è evidente come ci
sia la volontà da parte delle nostre imprese, di investire per
migliorare l'offerta. Non dare oggi, nel bilancio, un segnale
positivo, con un'assegnazione di risorse sulla legge regionale n.
40, che devono quanto meno essere pari a quanto assegnato in fase di
assestamento, crediamo sia del tutto inaccettabile.
Crediamo e chiediamo che la Giunta ed a chi segue il bilancio che
sia necessario avere un'azione coraggiosa, in una situazione che
capiamo difficile nella quadratura dei conti ma quanto mai
necessaria per dare un segnale concreto, positivo, oggi, subito,
alle nostre imprese, affinché queste possano, nei fatti, poter
affrontare a spalle coperte, la crisi economiche che le sta
attanagliando. Non dare questo segnale, crediamo sia negativo, grave
e difficile.
Altro passaggio, rispetto al tema dei consorzi fidi. Abbiamo visto
nella manovra di bilancio una assegnazione di risorse che
sostanzialmente permettono a quei consorzi che nei due bilanci
precedenti non hanno effettuato la patrimonializzazione, cosa che
noi abbiamo fatto due anni fa attraverso l'assestamento di bilancio
di due esercizi scorsi. Vediamo che sono state assegnate risorse per
circa 10 milioni di euro in più rispetto alla possibile
capitalizzazione delle risorse delle vecchie leggi regionali, per
quei consorzi che vanno ad iscriversi in base all'articolo 107. Se
queste risorse ci sono e sono disponibili nelle modalità che ci
sembra di capire, chiediamo che siano disponibili per tutti i
consorzi, compresi i consorzi del terziario.
Ultimo passaggio sul tema infrastrutturale. Le infrastrutture sono
i gangli, sono i cardini della nostra economia, lo sono, a maggior
ragione e ancor di più per l'economia turistica, poiché è attraverso
le infrastrutture che possiamo incrementare l'efficacia dell'offerta
turistica e possiamo portare turisti nella nostra regione;
chiediamo, rispetto alla politica aeroportuale di questa regione,
quali siano le risorse disponibili, con quali modalità si ritenga di
intervenire a sostegno del sistema aeroportuale, perché diventi
sempre più una concreta e reale opportunità di accesso all'interno
dei nostri territori da parte del turismo.
In conclusione, la proposta di bilancio porta in sé luci ed ombre;
riconosciamo il lavoro fatto, perché è giusto che sia riconosciuto e
riconosciamo l'impegno straordinario fatto nell'assestamento, ma non
possiamo in questa sede non chiedere ancora più attenzione per i
nostri settori, una manovra straordinaria che tenga conto della
grave situazione economica che stanno vivendo le nostre imprese ed
il bisogno chele nostre imprese hanno di incentivi, anche da un
punto di vista della riqualificazione. Incentivi che, come è
dimostrato dal bando P.O.R. FESR, le nostre imprese sono disponibili
a fare.
Pertanto si chiede alla Giunta ed alla commissione bilancio di
tenere in considerazione tali nostre richieste in vista della
prossima approvazione della manovra di bilancio regionale.
Grazie.
PASI MARCO - Confesercenti Emilia-Romagna
Grazie Presidente, grazie alla commissione, che ci dà questa
opportunità oggi di esprimere le nostre valutazioni su un atto così
importante per la vita della regione.
Naturalmente abbiamo espresso considerazioni di tipo generale
all'interno del documento del tavolo. Venturelli le ha espresse
molto bene nel suo intervento d'apertura.
Come organizzazione devo dire che abbiamo condiviso, e lo abbiamo
anche detto al Presidente Errani, alcune linee strategiche di questo
bilancio preventivo, in particolare l'intervento sulle persone più
deboli, che comunque tende a salvaguardare il loro potere
d'acquisto, l'intervento sul lavoro, con il patto per attraversare
la crisi, l'intervento sulle imprese attraverso il sistema dei
confidi, e comunque gli sforzi compiuti da questa Regione per
ridurre i costi della macchina e razionalizzare.
Detto questo, però, nel merito delle singole voci, una volta
avutane le conoscenze, effettivamente si avverte la necessità di
procedere ad una sorta di riequilibrio. La crisi c'è, è in atto,
pesa; le imprese, in particolare nei nostri settori, la vivono
adesso, forse con un effetto più ritardato rispetto ad altri
settori. Siamo consapevoli che i sacrifici vanno fatti, tuttavia è
opportuno che da tavola ci si alzi tutti con la stessa fame. Non
possiamo permetterci che qualcuno non stai in piedi perché non ha
avuto il minimo nutrimento mentre altri abbiano bisogno di ricorrere
a pastiglie digestive per digerire quello che hanno ingerito.
Quindi in questa situazione di difficoltà, nella consapevolezza che
la coperta è quella, tirandola da una parte, rischia di scoprirsi
dall'altra, ci siamo permessi di concentrare la nostra attenzione su
due aspetti, per altro bene richiamati nel documento del Tavolo, e
anche ribaditi dal collega di Confcommercio, perché effettivamente i
nostri settori di fatto hanno due unici strumenti di intervento.
Considerando che il Fondo sociale europeo, lo richiamava alcuno, è
stato sostanzialmente prosciugato per gli interventi straordinari
sul lavoro, con una scelta consapevole, fatta assieme da tutti noi,
ed il P.O.R. FESR ha prodotto più aspettative che non soddisfazioni.
Ricordo che le risorse destinate a questi settori sono state
destinate in gran parte agli enti pubblici, in piccola parte alle
imprese, rischiano di finanziare, vedremo gli esiti delle
graduatorie, pochissime delle domande presentate.
Devo dire che c'è stata in questi anni un'attenzione quasi
chirurgica, da parte di chi ha gestito il P.O.R. FESR,
nell'escludere le imprese dei nostri settori da tutti i bandi
realizzati (quello sull'energia, quello sull'internazionalizzazione
e la lista è molto lunga), in virtù del fatto, appunto che c'era una
quota di somme destinate a questi settori, in gran parte andate
sugli enti locali.
Allora, ripeto, sono due gli strumenti che operano per questi
settori e sono abbastanza facili da ricordare perché hanno due
numeri simili: la legge n. 40 per il turismo e la legge n. 41 per il
commercio. Ci siamo permessi di sottolineare due interventi, in
realtà modesti rispetto al contesto degli interventi che la Regione
mette in campo per il mondo produttivo, ma che hanno un grandissimo
valore.
Il primo sul commercio, che riguarda la legge n. 41 ed il
rifinanziamento di quel sistema di valorizzazione del commercio
all'interno dei centri storici urbani che in questi anni ha
rappresentato un modello in gran parte ammirato, ma anche esportato
nel territorio nazionale. In questi dieci anni, effettivamente,
siamo riusciti ad attivare con questo strumento degli interventi di
sinergia fra pubblico e privato che hanno prodotto un effetto
moltiplicatore degli investimenti.
Dimezzando le già modeste risorse disponibili sul bilancio del
2009, rischiamo di spegnere la luce su questo strumento che,
ricordo, in gran parte finanzia interventi degli enti locali, ma che
sono quelli che hanno naturalmente il compito più gravoso di
riqualificazione di un contesto urbano, per renderlo competitivo,
quello di mettere le mani sugli aspetti strutturali, che permettono
la condizione delle imprese di essere competitive. E le imprese
competitive all'interno dei centri urbani non sono solo quelle del
commercio, ma anche dell'artigianato, dei servizi e tante altre.
Questo tema, tra l'altro, ha un impatto sociale fortissimo. Con i
tempi che corrono sarebbe un vero peccato lasciare che questa misura
diventi inefficace.
L'altro intervento, nella ristrettezza della situazione, che
riteniamo indispensabile, è proprio quella a supporto della
qualificazione delle imprese alberghiere.
La legge regionale n. 40 è stata per anni priva di risorse,
quest'anno è stata finanziata con una manovra di assestamento
lodevole che, ripeto, abbiamo apprezzato molto; non si può tornare
ad una situazione di assenza totale di risorse, non mettendo nemmeno
un euro su questo strumento.
Va benissimo la promozione per il turismo, che ricordo in questa
regione rappresenta una delle principale industrie, fonte di
attrattività incredibile e che permette di vendere il territorio a
360°, insomma, bene la promozione ma rischiamo di promuovere un
prodotto che pian piano si esaurisce e che ha bisogno di rinnovarsi
in quanto ha un impatto competitivo elevatissimo e quindi va
sostenuto.
Riteniamo che su queste due misure sarebbe opportuno che la
considerazione e l'attenzione della politica regionale si elevasse e
si concentrasse, per riuscire a trovare le poche risorse che
potrebbero però permettere alla macchina di non fermare la propria
marcia ma di proseguire il proprio percorso.
Grazie dell'attenzione.
ROSSI LUCA - Vice direttore Confindustria Emilia-Romagna
Grazie e buongiorno a tutti.
Questa, come sempre, è per noi un'occasione importante, poiché ci
consente di fare il punto con l'Assemblea legislativa, sulla
situazione finanziaria della Regione e sulle politiche, in
particolare quelle di sviluppo.
In un momento come quello attuale, con grande pragmatismo e
capacità di scelta occorre individuare poche priorità e solo su
quelle concentrare ogni risorsa disponibile.
Chi mi ha preceduto ha già ampiamente parlato della delicatezza,
della pervasività della crisi e della ripresa che, francamente, non
si concretizza. Ciò avrà due conseguenze rilevanti: per alcuni
settori la necessità di profonde ristrutturazioni e purtroppo lo
stiamo già vedendo e dall'altro la consapevolezza che, nel momento
in cui si potrà finalmente verificare in modo tangibile una ripresa
economica e produttiva, ci sarà un significativo ritardo tra i tempi
della ripresa della produzione ed i tempi di ripresa
dell'occupazione che, ovviamente, è in cima alle preoccupazioni di
tutti.
Per questo abbiamo già in più occasioni avuto modo di apprezzare le
misure che sono state annunciate e avviate, dirette al sostegno al
sistema produttivo ed allo sviluppo economico. Le misure sono
evidentemente idonee ed adeguate ad affrontare i nodi principali che
in questo momento le imprese hanno di fronte: il tema
dell'internazionalizzazione, quindi la ricerca della domanda laddove
essa è possibile trovarla, il tema del credito che, in questo
momento è ancora l'emergenza delle emergenze e quindi l'intervento
sui confidi, legato alla liquidità ed alla capacità di sostenere
quelle imprese che hanno fortunatamente la possibilità e la capacità
di continuare ad investire guardando al futuro. Infine il tema delle
piccole imprese e della necessità di accompagnare i processi di
aggregazione e di crescita di queste.
Volevo in questa occasione segnalare alcuni elementi che possono
essere importanti. Il primo tema riguarda i crediti della pubblica
amministrazione. Per quanto riguarda l'ambito della sanità, per cui
nei giorni scorsi è stato preannunciato anche un intervento del
Presidente Errani nei prossimi mesi, e su cui anche nello scorso
anno è già stato fatto un intervento importante per ridurre i tempi
di pagamento fornitori di beni e servizi, tenendo però conto che non
bisogna perdere il riferimento alle altre Regioni. Ci sono Regioni
in Italia in cui i tempi di pagamento della pubblica
amministrazione, ed in particolare della sanità, sono decisamente
inferiori e sono stati ulteriormente ridotti in questi mesi. In
molti casi, purtroppo, la differenza di tre o quattro mesi di tempi
di pagamento può anche far la differenza molto tangibile sulla vita
di un'impresa.
Il secondo tema che vorrei evidenziare è quello del patto di
stabilità, su cui pure il Presidente Errani ha annunciato un
intervento sicuramente importante, che dovrà essere perseguito,
crediamo, con la massima determinazione: ciò potrà anche consentire
di accelerare tutte quelle opere e quegli interventi che trovano
oggi copertura finanziaria ma che per ragioni burocratiche, poiché
le risorse ci sono ed i Comuni ed enti locali avrebbero la
possibilità teorica di utilizzarle ed è un peccato che non si possa
cogliere questa possibilità.
Tornando al tema più in generale delle risorse per lo sviluppo, in
questi anni abbiamo potuto contare, come sistema produttivo, sulle
risorse del Fondo unico, che come sapete deriva da uno stanziamento
che già all'inizio dell'anno 2000 nasceva sottodimensionato, ma che
negli anni poteva contare su una quota aggiuntiva di risorse
proprie , anche se questa distinzione non è propriamente corretta,
che derivavano dal bilancio regionale. Queste risorse sono
progressivamente diminuite negli anni e quindi personalmente credo
che sia opportuno porre in questa sede un problema più generale di
adeguatezza dell'ammontare finanziario delle risorse destinate allo
sviluppo, riferendomi specificamente alla competenza 2010, in una
fase in cui, come dicevo in apertura, è assolutamente fondamentale
concentrarsi su poche priorità e crediamo che una di queste debba
essere il tema dello sviluppo ed in particolare il rafforzamento
delle misure destinate alle imprese.
Le risorse sono anche importanti in termini assoluti, ma sono le
risorse ordinarie, ed è su questo che è importante soffermarsi.
Dove si possono andare a prendere queste risorse? Il tema va
affrontato con grande correttezza: nel bilancio e nella manovra
finanziaria sono stati fatti interventi molto importanti, certamente
da tutti molto apprezzati e condivisibili rispetto al tema del
welfare. Mi riferisco, per esempio allo stanziamento straordinario
per gli enti locali e per le famiglie, allo stanziamento
straordinario di 70 milioni di euro per il Fondo della non
autosufficienza.
Con grande pragmatismo occorre però evidenziare come il sistema
sanitario, di fatto, strutturalmente, continui a mostrare un deficit
che non possiamo pensare di risolvere nell'assestamento di bilancio,
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ma che dovrà essere oggetto di un ragionamento di lungo periodo, in
grado di coinvolgere l'imprenditoria privata, tutto il sistema
sociale del no profit, del volontariato, in una logica, come dire,
di maggior sussidiarietà, finalizzata finalmente a cercare una
soluzione che consenta un equilibrio strutturale delle risorse in
modo che le eventuali risorse aggiuntive, che si deciderà di
destinare a questo settore, siano effettivamente destinate al
miglioramento della qualità delle prestazioni e degli interventi.
Il bilancio ancora oggi, nella lettura che abbiamo avuto modo di
dare in queste settimane consente, dal punto di vista della spesa
corrente, la possibilità di verificare ogni possibile spazio di
recupero di risorse che oggi sono ancora disperse in molti, forse
troppi, piccoli o grandi rivoli di spesa, ciascuno dei quali ha
evidentemente una sua validità ed una sua ragion d'essere. Non è su
questa che vogliamo intervenire ma è evidente che in una fase come
questa, in cui è assolutamente necessario ragionare in una logica di
vere e proprie priorità, una razionalizzazione ed un'attenta e
puntuale verifica di ogni singola voce di spesa, dovrebbe essere
all'ordine del giorno dell'Assemblea, in questa fase specifica.
Dove le eventuali risorse aggiuntive potrebbero poi poter andare a
propria volta a sostenere investimenti delle imprese, che come ho
già detto, stanno continuando a fare investimenti sul tema della
ricerca e dell'innovazione e sul tema dell'ambiente.
Di recente abbiamo avuto il caso del bando per lo smaltimento
dell'amianto, in cui avete visto come si è potuto verificare un
grandissimo impegno delle imprese con moltissimi progetti
presentati.
Siccome anche il PTR nelle linee generali, così come sono state
preannunciate, individua il tema della green economy come uno dei
temi fondamentali su cui costruire lo sviluppo di questa regione,
questa potrebbe essere certamente una delle aree su cui concentrare
ogni possibile risorsa che si potesse liberare da altre meno
produttive voci di spesa del bilancio.
Un ultimo aspetto che vorrei toccare, anche se non strettamente
contingente rispetto al bilancio, riguarda il fatto che sullo sfondo
abbiamo di fronte, soprattutto da fronteggiare nei prossimi due o
tre anni, il problema dell'occupazione e le conseguenze negative che
l'occupazione subirà dal perdurare della crisi economica.
Non voglio ribadire qui il giudizio assolutamente positivo il fatto
che, grazie all'impegno di tutti, le risorse della Regione, che
hanno ben integrato quelle del Governo, è stato possibile
intervenire costruendo un sistema di ammortizzatori sociali che sta
funzionando. C'è l'impegno di tutti, del sindacato e nostro, a far
sì che ogni situazione di crisi e di difficoltà siano gestiti con
correttezza e con questa volontà comune di attraversare la crisi,
però è evidente che nei prossimi mesi noi ci troveremo di fronte,
dal punto di vista del mercato del lavoro a tre questioni
fondamentali: quella dell'inserimento dei giovani nel mercato del
lavoro, quella di una significativa necessità di riqualificazione
professionale ed il tema dei lavoratori over 50, per dare
un'indicazione generale, che sono a rischio di espulsione dal
mercato del lavoro. Anche a livello nazionale la legge finanziaria
sta ragionando su questi tipi di interventi ed è un tema su cui sarà
molto importante che la Regione possa costruire e rafforzare
iniziative in questa direzione anche se, come dicevo, non è in
questa fase strettamente contingente rispetto ai temi del bilancio.
Grazie.
BORTOLOTTI DANIELA - Segreteria regionale CGIL
Poche osservazioni, a partire proprio dalla crisi che è stata
ripercorsa negli interventi precedenti.
Penso che sia chiaro a tutti noi, dai diversi punti in cui
lavoriamo in questa fase, che la crisi è molto lontana dall'essere
risolta ed, anzi, molto probabilmente esplicherà i suoi effetti più
pesanti, in particolare sul sistema delle imprese, ma anche sulle
famiglie e sui lavoratori e le lavoratrici, proprio nei prossimi
mesi.
Quindi abbiamo davanti i mesi più difficili in cui, chi non è
coperto da sistemi di ammortizzatori è in qualche modo già in grave
difficoltà, ma anche chi è coperto dal sistema degli ammortizzatori,
un accordo ottimo fatto con il contributo delle Regioni, ma che a
volte fa fatica a veder arrivare le risorse in mano alle famiglie,
rischia nei prossimi mesi rischia di trovarsi in una condizione in
cui gli ammortizzatori finiscono e cominciano a nascere ed a
crescere problemi per la tenuta dei redditi famigliari molto
diversi.
Penso quindi che se questo è il punto di partenza, è condiviso
sostanzialmente, ma il punto per noi importante è condividere anche
come gestire, da qui in avanti, il patto recentemente siglato,
chiamato proprio, nel modo giusto Patto per attraversare la crisi .
Credo che dentro questo patto ci siano tre cose che vanno condivise
dai soggetti che qui sono riuniti. Il primo è che bisogna
assolutamente salvaguardare tutti i posti di lavoro, il secondo è
che è necessario sostenere i redditi delle famiglie di lavoratori e
pensionati, il terzo è che bisogna continuare a lavorare con
determinazione per rafforzare ed estendere, laddove possibile, i
sistemi di welfare e di protezione sociale. Inoltre bisogna
cominciare nel frattempo, intanto che si gestisce la fase
difficilissima della crisi, a pensare alle vie d'uscita ed in
qualche modo ad un nuovo modello di sviluppo anche regionale, e
quindi ad un riorientamento dei temi che riguardano lo sviluppo
della nostra regione.
Su questi temi credo si possa dire che c'è stato un importante
terreno di confronto fra la Regione e le parti sociali nel corso
dell'anno 2009, terreno di confronto che ha prodotto il patto per
attraversare la crisi, ma che si è esplicitato anche nella
costruzione della proposta di legge finanziaria che oggi noi stiamo
valutando. Ovviamente valutiamo con estrema attenzione, e con un
giudizio positivo, il fatto di aver visto dentro un bilancio che
certamente non è partito e non è stato costruito in condizioni
facili, alcuni segnali importanti che si riferiscono alle priorità
che prima dicevo.
Credo che sia molto positivo oggi poter vedere che c'è una forte
attenzione dentro questo bilancio sul tema della rete dei servizi di
protezione sociale sulla non autosufficienza e, in particolare, sul
tema delle politiche abitative, che è un punto di emergenza sul
nostro territorio regionale consistente. Avere o no l'abitazione fa
la differenza per una famigli, in particolare se ha problemi di
reddito.
E' molto importante vedere un fondo straordinario, nella dimensione
di 22 milioni di euro, mi pare di ricordare, che riguarda tutte le
famiglie che hanno problemi di tenuta dei loro redditi, con
particolare attenzione al tema dei minori, che condividiamo: è una
delle priorità che spesso rischia di rimanere forse un po' in ombra,
così come è importante anche vedere il sostegno alle imprese
naturalmente: per mantenere i posti di lavoro è evidente che bisogna
avere un sistema delle imprese che regga, in particolare -io dico -
alle imprese che innovano e che sono in grado di fare anche delle
scelte legate al dopo.
E' importante anche vedere l'attenzione che c'è sui temi della
formazione, arma e strumento per tutelare e salvare, per
qualificare, i temi del lavoro.
Oltre a questo, su cui ovviamente il giudizio è positivo, poiché
risponde alle criticità ed alle priorità che abbiamo individuato,
credo che sia importante dentro questa proposta, vedere lo sforzo e
l'impegno sui temi dell'equità nell'accesso generale universale ai
servizi a domanda individuale e collettiva. Si tratta di uno sforzo
importante che, soprattutto in questa fase in cui i temi dell'equità
in termini di principio, sono particolarmente significativi, così
come continuare anche a vedere l'idea che è necessario ragionare di
un accesso che non discrimina rispetto alla rete dei servizi, bensì
tiene conto di tutti i cittadini.
Ci interessa molto questo tema. Lavorare sui temi dell'equità e
naturalmente anche sui temi del contrasto all'evasione fiscale, che
anche nella nostra regione, purtroppo, è presente, così come ci
interessa molto il terreno di una politica di reale controllo dei
prezzi delle tariffe: temi già iniziati nei precedenti confronti, ma
che qui possono trovare ulteriore sviluppo.
Penso che sia importante, e qui si vede lo sforzo, continuare a
lavorare sui temi del riordino istituzionale - penso alla legge
regionale n. 10 del 2008 ed a tutti i suoi terreni di lavoro - ed in
particolare continuare a lavorare su questo terreno con un percorso
partecipato, perché naturalmente, per avere un riordino efficace e
per lavorare in modo efficace ed efficiente per rispondere ai
bisogni dei cittadini, non è sufficiente decidere con una legge
quello che bisogna ridurre, ma bisogna costruire un consenso e
lavorare con tutte le articolazioni territoriali.
Quindi mi preme dire, in modo abbastanza rapido, che per noi questo
bilancio ha un'impostazione condivisibile, perché risponde, per
quanto possibile, con i sistemi della finanza regionale, alle
priorità ed alle emergenze che abbiamo di fronte ed è condivisibile
e apprezzabile lo sforzo che fa la Regione soprattutto perché stiamo
lavorando in un quadro di risorse calanti e di risorse che sono
calanti in modo significativo.
Non siamo infatti in un quadro in cui per via della crisi si possa
rispondere ai bisogni nuovi che aumentano, potendo ragionare con
risorse aggiunte; qui bisogna ragionare con risorse calanti. Da un
lato c'è stata una soluzione importante nel confronto con il
Governo, che ha riguardato la sanità e che in qualche modo, in parte
almeno, ha risolto un problema che solo due mesi fa sembrava
irrisolvibile, però non va dimenticato che siamo lo stesso,
comunque, in presenza di una serie di tagli ai trasferimenti per gli
Enti locali. Sia le Regioni che i Comuni, sul sociale, sui temi cioè
che noi indichiamo come temi di maggiore criticità, operano con
tagli molto pesanti, soprattutto con tagli effettuati dalla
finanziaria dell'anno precedente. Sia per la Regione, in particolare
sul versante della famiglia e dell'infanzia, sia per i Comuni dove
c'è ancora tutta irrisolta la questione ICI e un ulteriore
consistente taglio ai trasferimenti.
E' evidente che da questo punto di vista, sapendo comunque che i
cittadini si rivolgono ai Comuni ed alla Regione per avere risposte
ai loro bisogni, per noi è molto importante vedere lo sforzo per
costruire il Fondo straordinario, con le poche risorse che a livello
regionale si possono tirar fuori, per in qualche modo tamponare la
politica di tagli. Però, ripeto, credo che questa situazione debba
preoccupare un po' tutti, perché con questo tipo di impostazione è
molto difficile affrontare la crisi e le sue emergenze.
E' quindi importante che anche nelle prossime settimane si continui
a lavorare in termini determinati sul tema della revisione del patto
di stabilità, per esempio, che riguarda sia la Regione che anche i
Comuni perché, come sapete, l'allentamento del patto potrebbe essere
una leva che può rispondere meglio anche alle esigenze delle imprese
e dell'imprenditoria.
Da questo punto di vista penso che le priorità che per noi sono più
importanti e cioè le famiglie, il lavoro da salvaguardare, il
sistema produttivo da salvaguardare e, in qualche modo da
riorientare, qui sono assolutamente contenute e, soprattutto è
contenuto un tema che io ritengo molto importante, che è il valore
della coesione sociale che è uno dei sistemi e dei tratti distintivi
e competitivi del nostro territorio. La coesione sociale tiene
insieme, attraverso un sistema di diritti, tutti i cittadini della
regione e quindi penso che da questo punto di vista il nostro
giudizio non può che essere un giudizio di apprezzamento, con
l'intenzione di continuare a lavorare per articolar ei temi cha
abbiamo provato a delineare.
Non essendoci richieste per altri interventi, a questo punto il
presidente NERVEGNA cede la parola al Sottosegretario ALFREDO
BERTELLI per le conclusioni.
Intervengo semplicemente per brevissime precisazioni che credo
siano utili e doverose, dopo gli interventi che ho sentito. Tre in
particolare. Una riguarda il tema, che mi pare sia stato colto da
tutti gli interventi, che è quello di questo bilancio, fortemente
orientato a sostenere gli sforzi per attraversare la crisi su due
versanti: quello delle imprese e del mondo del lavoro, l'altro è
quello del sostegno alle famiglie ed alle persone in difficoltà.
Le risorse sono state concentrate sostanzialmente su questi due
fronti.
L'altra cosa è che negli interventi sono state toccate questioni,
in particolare dai rappresentanti delle associazioni del turismo e
del commercio, legati al tema di non finanziamento o scarso
finanziamento su due provvedimenti che riguardano la legge regionale
n. 40 sulle imprese turistiche e la legge n. 41 sul commercio.
Voglio ricordare che, non più tardi di 4 mesi fa, è stato fatto un
intervento del tutto straordinario rispetto agli ultimi quattro o
cinque anni di gestione finanziaria della Regione, in fase di
assestamento, di 8 milioni di euro in spesa corrente per finanziare
la legge regionale n. 40.
Ora, siccome l'anno finanziario comincia con il bilancio di
previsione ma, come sapete, c'è la manovra correttiva di luglio, in
fase di assestamento, ed essendo stata proprio in fase di
assestamento l'introduzione di questo finanziamento straordinario di
8 milioni di euro sulla legge regionale n. 40 sul sostegno alle
imprese turistiche, immaginiamo che anche nell'assestamento del 2010
ci potrà essere un intervento, non so se di quelle dimensioni, come
è ovvio dipenderà dalla situazione finanziaria che avremo, ma
certamente un intervento che riguarderà le imprese turistiche ed i
centri commerciali, ai sensi della legge regionale.
Sarebbe inconsueto poter fare una manovra così pesante
nell'assestamento e, subito dopo, ripeterla nella legge di
previsione del bilancio, anche perché questo non ci sarebbe
consentito se non sbalestrando l'equilibrio che comunque dobbiamo
mantenere sul bilancio di previsione dell'anno precedente e quindi
sul 2009.
L'ultima questione, utile da ricordare, così come è stata
richiamata da parte degli intervenuti è il patto di stabilità.
Abbiamo fatto quello che era nelle nostre possibilità fare, e lo
stiamo facendo anche in questi giorni, per il 2009, utilizzando
tutta la capienza che era in nostra disponibilità per il rispetto
del patto di stabilità regionale, quindi una sessantina di milioni
di euro circa, per consentire ai Comuni ed alle Province che hanno
fatto richiesta, sulla base del decreto legislativo di maggio 2009,
e che quindi avevano le caratteristiche per poter fare una richiesta
di essere contenuti dentro il patto di stabilità regionale (si
tratta all'incirca di dodici Comuni e quattro Province). Tali Enti
beneficeranno dello spazio che la Regione ha nella propria
disponibilità, di circa una sessantina di milioni di euro, per poter
rientrare nel rispetto del patto di stabilità. Si tratta di una cosa
precisa che la Regione intende fare riguardo tutta la capienza che
ha per quelle istituzioni che hanno fatto domanda in tempo utile, e
avendo le condizioni, per poter stare dentro i parametri previsti.
Per quanto riguarda l'anno prossimo, come sapete, abbiamo
annunciato che stiamo lavorando ad una proposta che è già in fase di
elaborazione e di primo confronto a livello tecnico, con il
Ministero delle Finanze, che ci consentirà un utilizzo più
flessibile, razionale e utile al sistema regionale, di applicazione
del patto di stabilità che preveda la disponibilità e la messa a
disposizione della capienza del rispetto del patto di stabilità non
solo della Regione ma anche dei Comuni e Province di questa regione.
Questo ci consentirebbe naturalmente di mettere in moto molte più
risorse e naturalmente il tutto andrà regolato all'interno di un
patto interistituzionale molto forte che consenta non solo di
mettere a disposizione la capienza per chi ha difficoltà, ma anche
di prevedere che queste disponibilità vengano impegnate nell'ambito
di iniziative e scelte che siano preventivamente concordate dal
sistema istituzionale. Così come del resto abbiamo fatto quando
abbiamo costruito il documento unico di programmazione, individuando
assieme, Regione, Comuni e Province, le opere strategiche da
finanziare nell'ambito della disponibilità delle risorse.
Questo è naturalmente indispensabile perché noi, per assurdo,
potremmo avere persino difficoltà a rendere operativo quel patto che
prevede la messa a disposizione di finanziamenti straordinari
europei, nazionali FAS qualora vengano sbloccati da parte del
Governo (ad ora non è ancora avvenuto).
Nonostante la sottoscrizione di un impegno che ha stabilito
l'utilizzo dei fondi europei regionali per gli ammortizzatori in
deroga, e quindi anche quelli regionali, potremmo correre il rischio
di non riuscire a realizzare nemmeno una parte di quella importante
mole di investimenti perché il patto di stabilità potrebbe mettere
in condizione Comuni che hanno opere cofinanziate nell'ambito di
queste risorse, non in grado di farle partire, perché bloccate dal
patto di stabilità.
Un ragionamento serio e importante, federalista sul serio, dovrebbe
consentirci appunto di ragionare tutti insieme mettendo insieme a
disposizione gli spazi che ogni amministrazione regionale e locale
hanno sul proprio patto di stabilità, per conseguire gli obiettivi
che ho detto prima, e quindi mettere in moto tutto quello che è
oggettivamente possibile mettere in moto, pur rispettando i
meccanismi del patto di stabilità nazionale le risorse a livello
regionale.
Il presidente NERVEGNA ringrazia il Sottosegretario Bertelli e tutti
quanti sono intervenuti e invita i consiglieri presenti a proseguire
la seduta di commissione in sede ordinaria.
- - - - - -
- Approvazione dei verbali n. 19 e 20 del 2009
La Commissione all'unanimità dei presenti approva i verbali n. 19 e
20 del 2009, relativi rispettivamente alle sedute del 10 e 17
novembre 2009.
Il presidente NERVEGNA propone quindi di anticipare l'informazione
prevista all'ultimo punto dell'ordine del giorno.
La Commissione concorda.
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- Informazione ai sensi dell'articolo 46, comma 6 della legge
regionale n. 43 del 2001 sul rinnovo del contratto di lavoro e
conferimento dell'incarico di direttore generale dell'Assemblea
legislativa
Il consigliere RIVI illustra il provvedimento e spiega che, vista la
scadenza del 31 dicembre per l'incarico al Direttore generale
dell'Assemblea legislativa, è stato avviato il percorso per il
rinnovo dello stesso, in modo tale da consentire l'operatività della
struttura anche durante il periodo delle prossime elezioni
regionali, al fine di garantire, durante la vacatio
politico-istituzionale, la presenza del Direttore generale come
punto di riferimento nel massimo delle proprie funzioni. Considerata
dunque la scadenza, si è deciso di rinnovare l'incarico, mantenendo
invariato l'importo della spesa rispetto all'incarico precedente e
prevedendo una durata pari a quella degli altri direttori generali
della Giunta, cioè 3 anni (2010, 2011, 2012).
La proposta, all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza, è condivisa
sia dalla maggioranza che dall'opposizione, così come è stato
condiviso il giudizio sul lavoro svolto.
Il consigliere SALOMONI interviene per rimarcare che, a tre mesi
dalla scadenza del mandato, per questioni di rispetto e di
responsabilità nei confronti della nuova Assemblea, sarebbe
opportuno porre le condizioni per far sì che fosse il nuovo
organismo a riconfermare la nomina.
Salomoni ritiene che si tratti di uno stile che la pubblica
amministrazione debba mettere in atto, un modo più consono di
operare e creare le condizioni perché i dirigenti vengano incaricati
da una maggioranza politica che deve poter assumersi le
responsabilità della nomina.
Il presidente NERVEGNA, pur comprendendo la scelta effettuata
dall'Ufficio di Presidenza, che nella propria collegialità è
composto da rappresentanti di tutta l'assemblea legislativa, non
mette in discussione la bontà della scelta, tuttavia ritiene che dal
punto di vista formale ed etico, sarebbe stato più opportuno
rinnovare l'incarico per un periodo più breve, per un anno, ad
esempio, in modo che la nuova Assemblea abbia tempo per insediarsi
senza avere posti vacanti.
Conferire un incarico ad un Direttore generale, vincolando la nuova
Assemblea per tre anni, o due anni e mezzo, senza poter decidere,
non gli sembra opportuno. Chiede se possano esserci margini per
sensibilizzare l'Ufficio di Presidenza a poter rivedere questa
scelta e limitarla ad un anno di rinnovo piuttosto che tre.
Il consigliere RIVI sottolinea come le nomine effettuate
dall'Ufficio di Presidenza per i Direttori generali, sia quello
dell'Assemblea che quello dell'area stampa, sono sempre state fatte
all'unanimità di tutti i componenti che sono sette (quattro di
maggioranza, tre di minoranza) in rappresentanza di tutte le forze
politiche più importanti presenti all'interno dell'Assemblea.
Si è quindi sempre trattata di una gestione collegiale e condivisa,
così come d'altra parte è stato per l'approvazione degli atti
fondamentali della vita dell'Assemblea: il bilancio, il conto
consuntivo, gli assestamenti, il piano delle assunzioni, il
programma operativo, ecc. Da questo punto di vista, la nomina si
inserisce in questo contesto.
Aggiunge inoltre che si tratta della nomina di un alto dirigente che
garantisce il funzionamento della struttura, e non di un ruolo
politico, bensì tecnico.
Non trattandosi di un dirigente come potrebbe essere quello di un
assessorato, che deve godere della fiducia della maggioranza,
ritiene un po' forzata la richiesta di ridurre la durata
dell'incarico.
Il consigliere Rivi prende comunque atto delle osservazioni
presentate dal Presidente e dal collega Salomoni, dato che la
delibera definitiva competerebbe alla Presidenza nella prossima
seduta dell'Ufficio di Presidenza.
Il consigliere FOGLIAZZA condivide le considerazioni poste dal
presidente Nervegna e dal collega. Ritiene sarebbe stato più
opportuno, se possibile, stabilire un termine diverso da quello del
triennio poiché è sì vero che si tratta di una figura super partes e
non politica, tuttavia è chiamata a svolgere un compito
istituzionale importante e quindi sarebbe opportuno lasciarla al
vaglio della nuova Assemblea, cioè quella che si andrà a costituire
dopo le elezioni regionali della primavera del 2010.
Il consigliere SALOMONI condivide pienamente la proposta fatta dal
presidente Nervegna e chiede che la Commissione formuli un parere di
rinnovo dell'incarico per un solo anno, includendo le motivazioni
che sono state richiamate.
Il consigliere BERETTA interviene per precisare che le valutazioni
espresse non sono della Commissione, bensì sono sollecitazioni di
alcuni interventi.
Il consigliere RIVI, nel ribadire le decisioni dell'Ufficio di
Presidenza, ricorda che sul punto non deve essere espresso alcun
parere, trattandosi di un'informazione. Comprende le ragioni di
voler far coincidere i mandati elettivi con i ruoli professionali,
tuttavia si è in presenza di un caso in cui davvero si tratta di una
figura che non esegue delle volontà politiche operative.
Si tratta di una figura che attiene alla gestione dell'Assemblea
legislativa e fino a questo momento l'Ufficio di Presidenza ha
cercato di compiere valutazioni non su un piano di maggioranza e
opposizione. Il consigliere Rivi ritiene che questo valore nel modo
di procedere, così come c'è sempre stato, debba essere proseguito.
Trattandosi di un'informazione se ne è discusso ed è bene segnalare
che alcuni commissari ritengono più opportuno prevedere l'incarico
per un solo anno e non tre. Resta invece ferma l'opinione del
consigliere, di procedere al rinnovo dell'incarico per tre anni.
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La consigliera GUERRA, sottolineando che il proprio gruppo non è
rappresentato nell'Ufficio di Presidenza, si ritiene libera dalle
posizioni assunte e, richiamando l'etica, ritiene che un organismo
in scadenza dovrebbe completare il proprio ciclo, ma non vincolare
chi subentra che invece ha diritto a compiere le proprie scelte.
La Commissione prende atto dell'informazione svolta.
Entra il consigliere Alberti.
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5103 - Proposta recante: Approvazione del programma regionale per
la montagna (L.R. 2/2004, art. 3bis) (delibera di Giunta n. 1775 del
09 11 09)
Il presidente NERVEGNA, per l'illustrazione del provvedimento, cede
la parola all'Assessore a Programmazione e sviluppo territoriale,
Cooperazione col sistema delle Autonomie, Organizzazione per
l'illustrazione del provvedimento, GIAN CARLO MUZZARELLI, che svolge
il seguente intervento.
Parliamo del problema della montagna in una giornata molto
particolare e difficile: come sapete, abbiamo deciso, sia per quanto
attiene al bilancio sia per quanto attiene alle scelte del piano
triennale, di agire per cercare di dare delle risposte pur sapendo
che i Comuni montani sono aumentati, poiché si sono aggiunti i sette
Comuni della Valmarecchia.
Abbiamo l'esigenza di intervenire su obbiettivi di sviluppo nelle
zone montane, mettendo a disposizione tutte le risorse possibili e
individuando un percorso per portare l'atto in aula e per dare gambe
ad un'azione operativa che vede una sorta di rallentamento, in
quanto abbiamo voluto ascoltare i nuovi presidenti della Provincia,
i sindaci e cercare con loro di concordare una strategia.
Dicevo, è una giornata complicata perché il Governo ha presentato il
maxi emendamento creando molti problemi sui temi della montagna. In
particolare a causa di alcuni emendamenti, che se non ricordo male
sono il 62 ed il 63, che io speravo questa mattina, leggendo il Sole
24 ore, avessero fatto la fine di un'altra parte di emendamenti che
ieri sono stati bocciati in Commissione, ma purtroppo invece questi
non sono stati bocciati.
Quelli che ci interessano sono quelli che intervengono sul tema
delle comunità montane e sul tema ovviamente dei territori montani.
La nostra programmazione era una programmazione che assicurava
un'integrazione rispetto ai fondi nazionali: nel 2008 noi avevamo
incassato dal Governo precedente circa cinque milioni e mezzo di
risorse. Quest'anno circa due milioni e ottocento euro, ad oggi si
attendevano 2.333.000 euro. Con il provvedimento che è stato fatto
questi spariscono per cui abbiamo una necessità di verificare, di
lavorare anche per accelerare il nostro piano perché diventa l'unico
punto di riferimento per i territori montani. Abbiamo quindi la
necessità di provare ad accelerare, di portare in Aula questo
provvedimento per consentire che le risorse che la Regione ha
garantito e continuerà a garantire per i territori montani possano
essere impegnate in tempi rapidi. E' chiaro che abbiamo già avuto
modo di rappresentare anche il quadro di riferimento che vede un
impegno per il fondo per la montagna di competenza regionale. Noi
avevamo già impegnato quest'anno il 74% delle risorse con
finanziamenti regionali e nel quadriennio 2005-2009 è un dato che si
conferma al 74% e la cosa che mi preoccupa è quella che vi ho
evidenziato perché il fatto che oggi il livello nazionale non
riconosca queste risorse, mette in grave difficoltà le comunità
montane sia per quanto attiene la gestione non solo di personale, ma
del pagamento degli oneri e della quota di investimenti che le
comunità montane facevano con quel budget di riferimento, che veniva
integrato col nostro.
A questo punto penso che, oltre ad accelerare come dicevo sul punto
di approvare questo piano e di dare una prima risposta alla
montagna, dovremmo anche continuare una nostra azione per evitare
che le zone montane vengano isolate da questo provvedimento. Tenete
conto che il provvedimento del Governo dice sostanzialmente che le
risorse sono azzerate e l'unica quota di risorse che il Governo
vuole mantenere viene ridistribuita solo nei Comuni che hanno il 75%
del territorio sopra i 600 mt. Nella nostra regione il totale dei
Comuni montani sono 128 e i Comuni che avrebbero tale requisito solo
il 30%, rimarrebbero 32, e quindi diciamo che è una decisione molto
pesante perché non aiuta ad una integrazione dei territori e noi
dovremmo ovviamente fare uno sforzo enorme.
Questo è il quadro; molti di voi mi hanno già sentito in altre
Commissioni, però penso che sia corretto ricordare che nel documento
noi facciamo riferimento ad una parte di risorse perché le altre
parti ovviamente sono all'interno del piano socio-sanitario, del
PRIT, del piano-neve ecc. e quindi compiutamente noi abbiamo
inserito solo quello che riguarda nel modo più specifico le azioni
legate ai progetti montagna e quindi alla necessità di far
progettare insieme ai territori montani per rafforzare la sicurezza,
la qualità locale dello sviluppo, l'attrattività, il sostegno al
sistema produttivo, cercando di fare promozione integrata di
valorizzazione del territorio montano fino allo sviluppo delle
azioni possibili nel piano energetico regionale per dare e costruire
ruolo al tema delle potenzialità che esistono in montagna.
Questo in sintesi è il quadro, poi sono a disposizione per tutte le
integrazioni del caso.
Il consigliere SALOMONI chiede se è possibile avere una sintesi
delle risorse messe a disposizione dalla Regione, così come nella
prima parte del documento che illustra la storia di quello che è
successo dal 2005 al 2009, altrimenti diventa difficile esprimere un
giudizio, senza avere cifre precise.
Ritiene di averlo già chiesto anche nella precedente commissione.
Sull'aspetto generale il consigliere era stato critico in merito
alla legge regionale n. 10 del 2008, trasformando Comunità montane
in Unioni di Comuni.
Il vero problema è un altro e cioè chiedersi seriamente se quegli
enti, a 35 anni dalla loro costituzione, avevano ed hanno avuto un
senso e quale tipo di politica hanno svolto. A più riprese il
consigliere aveva sostenuto che quelle comunità montane erano state
costituite in funzione del sistema partitico che governa, senza
produrre assolutamente nulla. Anzi, nella stragrande maggioranza dei
casi e con il passare del tempo, si è continuato a fonderle e a
scinderle creando debiti su debiti, e destinando tutte le risorse
nazionali e regionali nella misura del 60 o 70% alle spese
amministrative. Sono stati assunti numerosi dipendenti per cui ora
ci sono problemi di collocamento e in parallelo è stata creata una
burocrazia che ha prodotto balzelli e dei problemi operativi alle
attività produttive sul territorio ed alle attività agricole.
Bene che il Governo abbia chiuso in questo modo, è un segnale di
chiarezza e che procede nella giusta direzione. Non è possibile che
ci sia una stratificazione di livelli amministrativi, tra l'altro
non previsti dalla Costituzione, e ci si lamenti delle poche risorse
disponibili. Quei denari che vanno alle comunità montane sarebbe
meglio destinarli ai Comuni perché li gestiscano a favore del
territorio.
Relativamente al fatto dell'individuazione del criterio dei 600
metri sul livello del mare, il consigliere ritiene che se di zone
montane si tratta, debbano essere montane e non in pianura. Nella
Regione vi erano Comunità montane che raggiungevano il territorio di
Bologna ed in questo modo si favorivano territori ed enti
dispendiosi che non producono niente.
Il provvedimento nazionale procede quindi nella giusta direzione e,
a questo punto, la Regione dovrebbe rivedere la legge n. 10 del
2008.
Responsabilità amministrativa e gestionale significa fare i conti
con quello che si ha e spendere laddove serve, senza cercare di
accontentare tutti, poiché cambiando nome alle comunità montane sono
state introdotte norme per cui anche chi è al di fuori della
comunità montana ha gli stessi benefici previsti dalla legge per la
montagna.
Il consigliere DELCHIAPPO ritiene che affrontare il tema della
montagna sia estremamente importante.
E' sì vero che vengono considerate la zona montana
dell'Emilia-Romagna e la bassa ferrarese come le zone critiche di
questa regione, tuttavia, come risulta nel documento in esame, la
montagna non è solo una zona critica ma una grande risorsa per
questa regione e migliorare le aspettative della gente che vive in
montagna vuol dire anche migliorare ulteriormente la qualità di
questa regione.
Si tratta di risorse molto importanti e con il programma per la
montagna si cerca di valorizzarle. Vi è in queste zone tutto ciò che
può produrre energia: sole, vento, acqua, boschi e si tratta di
risorse utili a sviluppare il territorio, in solidarietà con le
risorse della pianura. Infatti gli obiettivi individuati dalla
Regione riguardano la difesa attiva del territorio. Si tratta di uno
dei primi obiettivi posti almeno dieci anni fa, quando alluvioni,
frane e dissesti causavano emergenze e richiedevano urgenti
interventi di difesa attiva del territorio per preservare
l'ambiente, i servizi, le persone che vivono in tali zone.
E' fondamentale intervenire e far sì che la gente continui ad
abitare in montagna, per questo occorre potenziare i servizi, le
scuole e quanto occorre.
Dal livello nazionale, in rapporto a questi servizi, si procede in
senso contrario, come ad esempio la chiusura pomeridiana di uffici
postali e cita un ordine del giorno presentato in merito alla
chiusura pomeridiana delle poste del paese più grosso della montagna
della Val Taro.
Per quanto riguarda le scuole, esse vengono chiuse, obbligando ad
inventarsi insoliti accorpamenti per poter preservare uno degli
elementi fondamentali che è la scuola.
Esprime ringraziamenti per la Regione Emilia-Romagna che sugli
ospedali di montagna ha introdotto qualificazione e potenziamento,
anziché chiusura.
Infine richiama l'economia montana, che è fondamentale. Richiama la
produzione di energia, importantissima e ripresa anche nell'ambito
del PTR.
In merito alla privatizzazione delle acque, ribadisce che
programmazione, pianificazione e controllo sono azioni fondamentali,
che permettono di riconquistare la fiducia dei cittadini.
Cita la legge per la montagna, che non è stata finanziata e richiama
alla concretezza, puntualizzando che se il Governo non vuole
finanziare allora dovrebbe togliere le Comunità montane ed invita a
riflettere in merito alle richieste presentate in Provincia per
chiedere agevolazioni fiscali per le zone montane. Il consigliere
ritiene che la montagna abbia risorse e debba avere la capacità di
promuovere la propria economia.
Il consigliere FOGLIAZZA aggiunge delle considerazioni sottolineando
l'importanza di un programma regionale forte per lo sviluppo della
montagna. Quindi il massimo sforzo per questo tipo di territorio. E'
vero che, a differenza forse di qualche altro esponente del proprio
partito, evidenzia l'importanza delle comunità montane, soprattutto
per quanto riguarda i di servizi che possono essere messi in campo
da organismi come quelli della comunità montana. Il territorio
emiliano, come quello piacentino, ha più del 40% in territorio
montano e se viene fissato il tetto dei 600 metri, magari ci sono
Comuni che fanno parte delle comunità montane anche dopo il riordino
che magari non raggiungono tale altitudine. Ci sono Comuni con forti
disagi, come diceva il consigliere Delchiappo: mancanza di servizi
soprattutto servizi pubblici ed un'economia disastrosa. E' d'accordo
che anche lo Stato debba mettere in campo risorse per la montagna
perché la situazione è nota a tutti. Auspica che il maxi emendamento
di cui parlava prima l'Assessore, possa cambiare in sede di
discussione in Parlamento.
Il collega Salomoni criticava la destinazione di finanziamenti che
poi non si sa come vengono utilizzati. La Regione ovviamente deve
fare la sua parte, alla montagna deve essere riconosciuto il ruolo,
l'importanza che ha, altrimenti ci sarebbero riscontri negativi per
tutti, anche per i cittadini della pianura e delle città, se si
pensa ai dissesti idrogeologici, alle spese che devono essere
sostenute per far fronte a tali eventi.
Non sono complessivamente precisate le risorse che verranno messe in
campo in questo programma e sugli altri settori prima richiamati
dall'Assessore, come ad esempio nel socio-sanitario, tuttavia
ritiene che in questa fase debba esserci il massimo sforzo per
sostenere questa realtà che è in fortissima crisi.
Esce il consigliere Salomoni.
La consigliera GUERRA interviene per fare riferimento ad un recente
convegno promosso da una nuova associazione, Alleanza per
l'agricoltura , nel corso del quale diversi agricoltori di montagna
sono intervenuti proprio anche in merito alle attività di
manutenzione ordinaria. Chiede a questo proposito all'Assessore di
verificare se potrà esserci un utile e intelligente collegamento
con altre risorse di altro tipo che non afferiscono al suo
assessorato, in riferimento ad esempio o al FES o al piano di
sviluppo rurale, in cui interventi che comunque insistono sulla
montagna su altri soggetti ci sono e sono previsti.
Nel corso del convegno alcuni agricoltori hanno riferito di
conflittualità tra alcuni soggetti che intervengono sulla montagna
per le opere di manutenzione ordinaria e agricoltori che avevano
sempre fatto interventi di manutenzione.
Occorrerebbe affidare alcune opere di manutenzione, anche
straordinaria, agli agricoltori, che potrebbero integrare il reddito
ed essendo nel territorio potrebbero dare migliori risultati.
Per questo occorrerebbe un raccordo, che può essere difficile, che
gli assessorati potrebbero avviare in un sistema complessivo.
Il presidente NERVEGNA evidenzia che alla luce del contesto
nazionale, ma anche regionale, debba essere rivista la
programmazione degli investimenti, delle risorse che vengono messe a
disposizione dei vari settori della nostra vita quotidiana. Per
quanto riguarda la montagna dovranno farsi riflessioni su quanto
avvenuto nel passato, su fondi che sono stati destinati alle
comunità montane e non sempre son stati spesi nella maniera giusta.
Senza voler fare generalizzazioni, ma ci sono stati alcuni esempi di
interventi fatti da comunità montane per migliorare le proprie sedi.
Ritiene che il problema sulla montagna debba essere più di carattere
culturale e che si debba ricercare un'integrazione, di fare più
sistema nel territorio.
Oltre alle risorse inserite nel piano per la montagna ce ne sono
altre sparse in altri settori e quindi occorre fare in modo che
tutte siano integrate e siano parte di un sistema generale.
Laddove si legge nel piano che bisogna migliorare le condizioni di
vita in quei territori per consentire la permanenza sul territorio,
occorre valutare: il piano telematico approvato, ha dato la
copertura totale dei territori montani? Il presidente Nervegna
ritiene di no e quindi in questo sistema ci devono entrare anche gli
enti gestori poiché la Regione e lo Stato hanno creato le condizioni
per realizzare le dorsali poi i gestori non intervengono. Chiede se
tutti i territori montani sono coperti dalla rete telefonica.
Ritiene di no perché ci sono alcuni territori che sono impermeabili
alle linee telefoniche, privi di copertura, pertanto, al di là delle
risorse occorrono riflessioni per poter fare sistema.
Il vero problema è che non si fa più sistema, si continua a
sostenere che c'è coesione sociale mentre una comunità montana
impiega anni per redigere un progetto, per realizzare investimenti,
così come è emerso in una scorsa commissione in cui si è discusso
della proroga per la presentazione di progetti. Il programma degli
investimenti del 2009 non è ancora arrivato in Commissione, a
dimostrazione che non è un problema di risorse, bensì di
organizzazione che non funziona.
Non si tratta della chiusura degli uffici postali, che furono
privatizzate da D'Alema e non conduce da nessuna parte discutere di
queste cose.
L'assessore MUZZARELLI risponde per chiarire alcuni aspetti e per
dare informazioni corrette.
Condivide che si tratti anche di un problema culturale, tuttavia, a
differenza di quanto sostiene Nervegna, ritiene si tratti anche di
un problema economico.
Richiama a questo una parte politica, a cui sembra che la montagna
non interessi.
Riferendosi all'intervento del consigliere Salomoni sottolinea come
lo Stato non abbia deciso di non di chiudere le comunità montane. Ha
deciso di soffocarle con un cappio lento, togliendo le risorse, che
è cosa diversa.
Allora, se la montagna ha bisogno di progetti, di risorse, si fanno
i salti mortali per assicurare la quota regionale. Si contava su una
quota per il 2008, che con i fondi del governo Prodi era di
5.164.000 euro. Per il 2009, 2.333.000 euro.
Per l'anno 2010, con i criteri che sono stati definiti, se tutto va
bene ci saranno 32 comuni che si divideranno 700.000 euro, mentre
gli altri 90 e oltre non avranno risorse.
Se Salomoni ha sostenuto che si tratta di un segnale chiaro, allora
ci si chiede dove andranno collocati 150 dipendenti, gli oneri e i
mutui che quei Comuni hanno contratto per realizzare opere pubbliche
sul territorio montano.
Non possono essere scaricati senza federalismo alle Regioni,
lasciando saltare i servizi. E' questo il problema.
La Regione ha concesso risorse per le unioni di Comuni, si è
proceduto con una riorganizzazione, e per mantenere gli obiettivi
sono stati stanziati circa otto milioni di euro per i diversi fondi
per la montagna. E' stata prevista una strategia ed integrazione,
così come il presidente Nervegna ha detto.
L'Assessore Muzzarelli ritiene che gli amministratori di quei Comuni
esclusi dovrebbero portare i libri in Prefettura, non in Regione,
per andare a recuperare la quota di competenza nazionale perché per
quanto riguarda la Regione, la Regione conferma e rafforza gli
investimenti che si è presa come impegno di responsabilità.
Occorre fare una riflessione perché se vengono approvati tali
provvedimenti non ci saranno fondi per il prossimo anno. Non è una
questione di fare progetti, poiché quegli enti non riusciranno a
pagare gli oneri di ammortamento dei mutui che hanno fatto per fare
gli interventi sulla montagna.
Anche questa semplificazione diventa complicata da un punto di vista
della gestione, e non possono essere reperite risorse dalla sera
alla mattina .
Si farà quanto possibile a livello nazionale per evitare che vengano
approvati gli emendamenti ed a livello regionale occorre fare uno
sforzo per andare in Aula rapidamente per l'approvazione del Piano,
al fine di assegnare quote di risorse legate al completamento dei
programmi precedenti, e costruire con gli amministratori, i
Presidenti delle Province, i Sindaci, il percorso da seguire.
Come ultima considerazione, ed in risposta alla Consigliera Guerra,
riferisce che si sta lavorando per raccogliere da tutti gli
Assessorati in quota, e in modo non dettagliato, perché sarebbe più
complicato, un riferimento di risorse che la Regione Emilia-Romagna
destina ai territori montani.
Se si considerano Agricoltura, Forestazione, FAS, Telematica,
Turismo, Viabilità e Sviluppo, ad eccezione quindi della Sanità ed
altri capitoli, si raggiungono risorse di circa 70 milioni di euro
per il 2010, tanto per avere un valore di riferimento all'impegno
della Regione per quelle zone.
Il consigliere FOGLIAZZA auspica che le risorse del Governo possano
essere previste
Ribadisce che i disagi della montagna non sono solo per quei Comuni
che hanno il 75% del territorio sopra i 600 metri. Condivide il
suggerimento della consigliera Guerra, ritenendo che la Regione, in
tutti i settori, debba mettere in campo tutte le azioni possibili
per sostenere col maggior numero di risorse possibile la montagna.
Entra il consigliere Richetti.
La Commissione esprime parere favorevole con 20 voti a favore
(Partito Democratico, Uniti nell'Ulivo - Partito Socialista, Gruppo
Misto, Verdi per la Pace), nessun contrario, 8 astenuti (Forza
Italia - PdL, Lega Nord).
Esce il consigliere Richetti. Entra il consigliere Monari.
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1019 - Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Guerra:
Introduzione di criteri di sostenibilità ambientale negli acquisti
della pubblica amministrazione (23 01 06) Relatore consigliera
Guerra
Il presidente NERVEGNA informa che in data odierna sono pervenuti
dieci emendamenti del consigliere Mazzotti, così come sono stati
distribuiti ai componenti della commissione.
Considerando che il progetto di legge, prima dell'approvazione,
dovrà essere sottoposto al CAL per un parere, e che il CAL si
riunirà in data 17 dicembre, propone di illustrare il progetto di
legge e gli emendamenti, di inviare al CAL un testo comprensivo
degli emendamenti affinché possa esprimere parere e rinviare
l'approvazione in Commissione.
La commissione concorda.
La consigliera GUERRA, relatrice del progetto di legge, è d'accordo
per predisporre un testo completo di emendamenti, da sottoporre al
CAL.
Ritiene che gli emendamenti presentati dal consigliere Mazzotti
siano di fatto una riscrittura, dovuta anche all'approvazione da
parte del Governo di un piano di azione sugli acquisti verdi.
Chiede che sia rispettata una tempistica breve, considerata l'attesa
per il parere del CAL e il calendario delle sedute dell'Assemblea
legislativa prima della fine dell'anno e del mandato.
Il progetto di legge in oggetto ha trovato condivisione anche da
parte della Giunta regionale tanto che, nel piano di azione
ambientale, il richiamo alla necessità di procedere agli acquisti
verdi è stato più volte fatto, così come sono state più volte
realizzate delle iniziative pubbliche sul tema.
Ritiene sia quindi coerente procedere anche con un atto che di fatto
dà sostanza alle tante parole che sono state spese su questo tema.
E' d'accordo con gli emendamenti presentati dal consigliere
Mazzotti, in particolare all'art. 1 Finalità . Era doveroso
modificare l'articolo, proprio per accogliere le modifiche normative
che nel frattempo sono intervenute.
Evidenzia che nel frattempo altre Regioni hanno legiferato sul tema,
ad esempio Lombardia e Liguria, a dimostrazione che gli acquisti da
parte delle pubbliche amministrazioni costituiscono un tema
interessante ed una mole consistente di interventi.
Trattandosi di forniture, si vogliono promuovere tali prodotti,
perché apputno prodotti con un maggior risparmio di energia, di
materia e di acqua.
Personalmente avrebbe compiuto scelte più coraggiose, essendo però
la maggioranza decisiva per l'approvazione di una legge, sono stati
accettati alcuni adeguamenti. Così come il suggerimento del
consigliere Mazzotti, di non apporre nessun limite percentuale sulla
quantità di forniture che man mano i Comuni, le Province e le
Regioni devono raggiungere per dare sostanza. La consigliera Guerra
aveva invece posto il 30% nel primo triennio ed a seguire un aumento
annuale del 10%. Non essendo stato condiviso il paramentro, si è, su
questo punto, arresa.
Illustra gli emendamenti ed i subemendamenti proposti, così come
sono stati evidenziati nel documento di lavoro predisposto.
Il consigliere MAZZOTTI interviene concordando con quanto detto
dalla consigliera Guerra. Il senso degli emendamenti che lui stesso
ha proposto risiede nelle modifiche normative che nel frattempo sono
via via intervenute sia a livello nazionale che europeo. Inoltre si
è ritenuto di introdurre un criterio di maggiore flessibilità,
all'obbligo che invece il provvedimento di legge imponeva, per
Regione, Province, Comuni in merito agli acquisti verdi con le
percentuali da rispettare.
La proposta della consigliera Guerra è condivisibile e reintroduce
in parte il principio in maniera più attenuato, chiedendo alla
Regione, alla Provincia e ai Comuni (si vedrà se comprendere Unione
dei Comuni o forme associative perché ci sono delle unità d'acquisto
che sono già definite in forma associata) di approvare il piano.
Il piano degli acquisti verdi già per alcune materie deve essere
previsto, deve essere cioè garantito che una certa percentuale di
acquisti, ad esempio di carta riciclata e altro materiale, sia fatta
dai Comuni rispettando certi parametri.
Con questo provvedimento si intende diffondere una pratica positiva
che è stata già individuata anche a livello nazionale e via via
introdotta anche con leggi finanziarie dello Stato, compresa quella
relativa all'anno 2007.
Segnala inoltre che permane nel progetto di legge la disposizione
riguardante la Giunta, che dovrà presentare all'Assemblea
legislativa, con frequenza annuale, all'interno dei Piani di Azione
Ambientale, una relazione con la quale renda il quadro degli
andamenti degli acquisti verdi.
Il Presidente NERVEGNA espone alcuni dubbi in merito al
subemendamento, poiché ritiene che la Regione non possa imporre ai
Comuni delle azioni obbligatorie. Potrà magari essere che la Regione
crei condizioni per i Comuni, ma non imposizioni.
Ricorda che le norme approvate dalla Regione in questo senso, sono
sempre state proposte, indirizzi, incentivi per ottenere certe
azioni, ecc.
In questo caso invece si prevede che Regione, Province, Comuni con
popolazione superiore ai 5000 abitanti promuovono entro un anno
dalla data di entrata in vigore . Si tratta quindi di un obbligo,
quando invece la Regione non può obbligare i Comuni. A parere di
Nervegna, il subemendamento che prevede una simile disposizione è a
rischio.
Il presidente Nervegna propone, prima di procedere all'approvazione
degli emendamenti e degli articoli, di inviare al CAL la proposta di
legge, gli emendamenti ed i subemendamenti in un testo definito
dalla Commissione ma non ancora approvato.
La consigliera GUERRA suggerisce di procedere come la Giunta, ossia
di inviare al CAL una proposta di legge votata. Ritiene che la
Commissione possa fare la stessa cosa, poiché la votazione in
Commissione di un progetto di legge non è legge, in quanto diventa
legge solo se approvata dall'Assemblea.
Il presidente NERVEGNA richiama le competenze della commissione che
sono quelle di licenziare i testi di legge. Richiama a questo
proposito anche l'articolo 56, comma 9 del Regolamento interno, in
materia di Consiglio delle autonomie locali-Pareri. Per evitare il
doppio passaggio in Commissione propone di proseguire l'esame degli
articoli, lasciando in sospeso l'articolo 2.
La consigliera GUERRA interviene evidenziando come a suo parere,
negli ultimi anni la Regione sia diventata un Ente con un potere di
orientamento e di indirizzo sminuito su vari aspetti. Cita ad
esempio le GISC della costa, su cui la Regione non ha più potere di
intervento. Si approvano linee guida, con i Comuni che regolarmente
non le rispettano, e quindi non vi è alcuna possibilità di
intervento.
Ritiene che sia molto umiliante per la Giunta regionale e gli
Assessori dover sempre rincorrere i Comuni per cercare di avere il
rispetto delle leggi regionali che vengono approvate.
E' sotto gli occhi di tutti quello che accade ed in questa proposta
di legge non c'è nessuna imposizione ai Comuni. Ad essi si chiede di
redigere un piano in cui predispongano i criteri per la
sostenibilità negli acquisti, considerando anche che una parte di
questo deve già essere fatto in base a disposizioni della Comunità
europea, che prevedono addirittura delle percentuali (30%) di
materiale riciclato che i Comuni devono acquistare. La consigliera è
convinta che queste norme non vengano rispettate e che se un
cittadino facesse obiezioni, otterrebbe risultati, perché sono norme
di legge che vanno rispettate.
A suo parere, l'obbligo per i Comuni di predisporre un piano
triennale in cui cominciano ad indicare criteri per l'acquisto, con
criteri di acquisti verdi, non sembra essere un onere pesante, a
fronte anche del fatto che la Regione può concedere contributi per
incentivarne l'attuazione.
E' chiaro che sottoporre al CAL con un testo non definitivo, in
materia di acquisti, quando i Comuni in genere non vogliono
indicazioni, è a rischio. In genere i Comuni reagiscono di fronte a
simili disposizioni, perché ciò che chiedono sono solo risorse.
Poi, per quanto riguarda le attività di monitoraggio, per
controllare i parametri, sappiamo che è cosa ardua se non
impossibile, come per quanto riguarda il piano triennale Zanichelli
sulla qualità dell'aria.
Propone di sottoporre al CAL un testo definito.
Terminata la discussione generale, la Commissione procede all'esame
degli articoli.
Emendamento n. 1 Mazzotti
Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Emendamento n. 2 Mazzotti
Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Articolo 1 - Finalità
La Commissione esprime parere favorevole con 21 voti a favore
(Partito Democratico, Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per
la Pace, Gruppo Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia
- Popolo della Libertà, Lega Nord) all'articolo così modificato
Subemendamento n. 1 Guerra
Subemendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Subemendamento n. 2 Guerra
Subemendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Emendamento n. 3 Mazzotti
Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Emendamento n. 4 Mazzotti
Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Emendamento n. 5 Mazzotti
Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Emendamento n. 6 Mazzotti
Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Emendamento n. 7 Mazzotti
Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Articolo 2 - Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei
consumi pubblici
La Commissione esprime parere favorevole con 21 voti a favore
(Partito Democratico, Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per
la Pace, Gruppo Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia
- Popolo della Libertà, Lega Nord) all'articolo così modificato.
Emendamento n. 8 Mazzotti
Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Articolo 3 - Monitoraggio
La Commissione esprime parere favorevole con 21 voti a favore
(Partito Democratico, Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per
la Pace, Gruppo Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia
- Popolo della Libertà, Lega Nord) all'articolo così modificato.
Emendamento n. 9 Mazzotti
Emendamento approvato con 21 voti a favore (Partito Democratico,
Uniti nell'Ulivo-Partito Socialista, Verdi per la Pace, Gruppo
Misto), nessun contrario, 12 astenuti( Forza Italia - Popolo della
Libertà, Lega Nord).
Il presidente NERVEGNA propone di sospendere la votazione
dell'emendamento n. 10 presentato dal consigliere Mazzotti e quindi
dell'articolo 4, in attesa di ricevere il parere del CAL.
La Commissione concorda.
La seduta termina alle ore 14,00.
Verbale approvato nella seduta del 12 gennaio 2010.
Il Segretario Il Presidente
Claudia Cattoli Antonio Nervegna