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Legislatura IX - Commissione I - Verbale del 21/06/2011 antimeridiano

    Testo

                                Verbale n. 20
    Seduta del 21 giugno 2011
    Il giorno 21 giugno 2011 alle ore 10.00 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
    Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali, convocata con
    nota prot. n. 19887 del 16 giugno 2011.
    Partecipano alla seduta i Consiglieri:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    LOMBARDI Marco Presidente PDL - Popolo 5 presente
    della Libertà
    FILIPPI Fabio Vicepresidente PDL - Popolo 1 presente
    della Libertà
    VECCHI Luciano Vicepresidente Partito 4 presente
    Democratico
    BARBATI Liana Componente Italia dei Valori 4 presente
    - Lista Di Pietro
    BARBIERI Marco Componente Partito 2 presente
    Democratico
    BIGNAMI Galeazzo Componente PDL - Popolo 3 presente
    della Libertà
    BONACCINI Stefano Componente Partito 2 assente
    Democratico
    DEFRANCESCHI Andrea Componente Movimento 5 2 presente
    Stelle Beppegrillo.it
    FERRARI Gabriele Componente Partito 2 presente
    Democratico
    MANFREDINI Mauro Componente Lega Nord Padania 4 presente
    Emilia e Romagna
    MAZZOTTI Mario Componente Partito 2 presente
    Democratico
    MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia 2 presente
    Libertà - Idee
    Verdi
    MONARI Marco Componente Partito 3 presente
    Democratico
    MONTANARI Roberto Componente Partito 2 presente
    Democratico
    MORICONI Rita Componente Partito 2 assente
    Democratico
    MUMOLO Antonio Componente Partito 2 presente
    Democratico
    NOE' Silvia Componente UDC - Unione di 1 presente
    Centro
    PARIANI Anna Componente Partito 3 assente
    Democratico
    POLLASTRI Andrea Componente PDL - Popolo 2 presente
    della Libertà
    SCONCIAFORNI Componente Federazione 2 presente
    Roberto della Sinistra
    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: Bertelli
    (Sottosegretario alla Presidenza), Pignatti (Dir. Gen. Risorse
    finanziarie e patrimonio), Soldati (Resp. Serv. Bilancio e finanze),
    Bellei (Serv. Bilancio e finanze), Cocchi (Dir. gen. Programmazione
    territoriale e negoziata, intese. Relazioni europee e relazioni
    internazionali), Capodaglio (Resp. Serv. Politiche europee e
    relazioni internazionali), Lungarella (Resp. Serv. Politiche
    abitative), Zucchini (Dir. Gen. Istituto per I Beni Artistici,
    Culturali e Naturali), Cristofori (IBACN), Veronese (Resp. Serv.
    Coordinamento Commissioni assembleari) e Scandaletti (Serv.
    Informazione A.L.).
    Presiede la seduta: Marco LOMBARDI
    Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
    Resocontista: Laura Sanvitale
    Il presidente LOMBARDI dichiara aperta la seduta.
    Sono presenti i consiglieri Barbieri, Bignami, Defranceschi,
    Ferrari, Filippi, Manfredini, Mazzotti, Meo, Monari, Montanari,
    Moriconi, Noè, Pollastri e Vecchi.
    - Approvazione del verbale n. 18 del 2011
    La Commissione approva all'unanimità dei presenti il verbale n. 18
    relativo alla seduta del 7 giugno 2011.
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    1482 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
    finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della l.r. 15
    novembre n. 40 in coincidenza con l'approvazione della legge dl
    assestamento del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario
    2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013. Primo provvedimento
    generale di variazione (delibera di Giunta n. 823 del 13 06 11)
    1483 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Assestamento
    del bilancio di previsione della regione Emilia-Romagna per
    l'esercizio finanziario 2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013 a
    norma dell'art. 30 della l.r. 15 novembre 2001, n. 40. Primo
    provvedimento generale dl variazione (delibera di Giunta n. 824 del
    13 06 11)
    Il presidente LOMBARDI richiama gli adempimenti procedurali
    preliminari dell'avvio dell'iter in Commissione e cede la parola al
    sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale per
    l'illustrazione.
    Il sottosegretario BERTELLI dichiara che già in fase di approvazione
    del previsionale 2011 si era dato conto delle difficoltà riscontrate
    nella stesura del bilancio. Rammenta, infatti, le norme della legge
    di stabilità nazionale che hanno sostanzialmente imposto misure
    piuttosto severe e complesse per la redazione dei bilanci regionali,
    in ragione della previsione di un taglio di circa 4 miliardi e mezzo
    per il 2011 e il 2012, che per la Regione Emilia-Romagna hanno
    comportato una riduzione di risorse pari a 350 milioni per il
    bilancio 2011 e 380 milioni circa per il bilancio 2012.
    Nella redazione del bilancio, con grande difficoltà, la Regione si é
    impegnata a non praticare tagli lineari, ma a scegliere alcune
    politiche da tutelare, che sono quelle che hanno caratterizzato la
    manovra regionale: il mantenimento del pareggio in sanità, il
    finanziamento del fondo per la non autosufficienza, a fronte
    dell'eliminazione di risorse statali pari a 400 milioni di euro,
    l'intervento sui trasporti, compreso tutto quello che si è potuto
    inserire a sostegno delle attività economiche per le imprese e il
    lavoro, tagliando ovviamente in altri comparti ed in altre attività.
    Nel corso dell'illustrazione dello scorso bilancio, la Giunta aveva
    già anticipato che l'assestamento 2011, per la prima volta, in
    dipendenza di queste particolari misure, sarebbe stato un
    assestamento tecnico o poco più. Sottolinea che si tratta di una
    novità, dato che negli anni passati la Regione ha potuto utilizzare
    risorse importanti anche in sede di assestamento per rilanciare ed
    equilibrare misure e politiche. Aggiunge che a livello nazionale si
    preannuncia una necessitata misura di riduzione imponente di spesa
    pubblica, a partire da luglio 2011 con la definizione della manovra,
    che sarà piuttosto pesante, visti gli impegni che il Governo sta per
    assumere, di ulteriori 40 - 45 miliardi di tagli alla spesa pubblica
    e non inciderà soltanto e ulteriormente sugli anni 2012, 2013 e
    2014, ma probabilmente potrebbe incidere anche sul 2011.
    Dopo l'approvazione da parte regionale, le misure in corso di esame
    potrebbero pertanto essere considerate inapplicabili, a seguito del
    varo della prossima manovra finanziaria nazionale nella quale vi
    sarebbero, secondo anticipazioni, riduzioni di spesa ulteriori pari
    a circa 3 miliardi di euro già a valere sul 2011. E' bene dunque
    tenere presente questo quadro di insieme, verificabile del resto dal
    dibattito economico in corso a livello nazionale ed europeo, che
    coinvolge direttamente il bilancio dello Stato e conseguentemente
    anche della Regione.
    A maggior ragione, una manovra di assestamento del bilancio in
    queste condizioni deve essere particolarmente mirata e calcolata ad
    evitare cose non governabili in una situazione in così rapida
    evoluzione e che presenta aspetti piuttosto pesanti e preoccupanti
    per la spesa pubblica.
    Se vi sarà la volontà reale di riduzione della spesa pubblica
    nazionale di 40 - 45 miliardi fino al 2014, è inevitabile immaginare
    che il taglio riguarderà i principali macrosettori che compongono la
    voce della spesa pubblica stessa: previdenza, spesa per il pubblico
    impiego e sanità. La riduzione di fondi comporterà ricadute dirette
    sul bilancio della Regione, sia per la sanità innanzitutto e sia per
    il contenimento della spesa per il pubblico impiego. Ritiene che una
    decisione politica in questo senso avrà un impatto piuttosto pesante
    e recessivo su un'economia già particolarmente stagnante e ferma a
    livello nazionale.
    Osserva che sarebbe auspicabile che tutti i comparti pubblici
    facessero un'ulteriore riflessione, al fine di individuare gli
    strumenti per evitare tale situazione e dirottare una quota di
    risorse - cosa che peraltro è chiesta a gran voce sia dalle
    organizzazioni professionali e produttive, sia dai sindacati - al
    sostegno di una ripresa economica indispensabile. Osserva che se
    alla stagnazione si aggiunge una manovra fortemente recessiva, si
    fatica ad immaginare che il Paese possa prendere la strada della
    ripresa.
    Un assestamento regionale così contenuto appare doveroso anche per
    evitare di aprire una discussione su di un provvedimento legislativo
    che è poca cosa rispetto alla legge di bilancio 2012, sulla quale
    occorrerà lavorare dopo le ferie estive. Nella situazione economica
    attuale, infatti, sarebbe fuori luogo, a suo avviso, ragionare di
    una manovra praticamente tecnica di assestamento, senza essere nelle
    condizioni di svolgere un ragionamento complessivo e più fondato,
    dopo aver valutato l'impatto della manovra di Governo.
    Dopo aver ribadito che si tratta di assestamento tecnico, annuncia
    le cifre più significative. La Regione ha una disponibilità di
    risorse da impegnare in assestamento pari a circa 72 milioni di euro
    nella parte corrente della spesa, circa 28 milioni di euro nella
    parte degli investimenti.
    La maggior parte di queste risorse, sia nella parte corrente che
    nella parte investimento, sono destinate al comparto sanità e dei 72
    milioni ben 60 nella spesa corrente sono impegnate sulla sanità per
    coprire le cosiddette prestazioni aggiuntive dei livelli essenziali
    di assistenza. L'Emilia-Romagna ha uno standard dei livelli di
    assistenza superiore a quelli della media nazionale, i relativi
    oneri vanno coperti e questi 60 milioni servono appunto per il
    differenziale ai fini del mantenimento del pareggio nel settore
    della sanità.
    Così pure nella parte investimenti, 8 milioni e mezzo circa del
    totale dei 28 milioni di investimenti sono destinati a opere
    infrastrutturali nel settore della sanità, per completare interventi
    in corso e sistemare alcuni investimenti ai fini del funzionamento
    nel breve periodo di alcuni interventi in corso di realizzazione.
    Sempre relativamente alla parte investimenti, vi é poi un'altra
    posta importante di circa 7 milioni e 800 mila euro che riguarda
    risorse impegnate con l'assestamento di bilancio, ma che
    successivamente ritorneranno nella disponibilità regionale.
    L'impegno di spesa è volto a consentire l'avvio immediato dei bandi
    di gara necessari per risolvere una parte importante del cosiddetto
    digital divide nelle aree rurali. Si tratta di risorse che occorre
    impegnare fin da ora per il meccanismo di utilizzo dei fondi di
    sviluppo rurale, che sono appunto fondi strutturali europei. La
    Regione attua pertanto solamente un'anticipazione, che serve ad
    avviare immediatamente i bandi, ma trascorso un anno e mezzo circa
    queste risorse verranno rimborsate dai fondi europei del piano di
    sviluppo rurale. Quindi dei 28 milioni di parte investimenti, circa
    7 milioni e mezzo sono destinati al digital divide, mentre 8 milioni
    e mezzo riguardano risorse su programmi di investimento in edilizia
    ospedaliera.
    Le ulteriori risorse che rimangono disponibili, sia nella parte
    corrente, che nella parte degli investimenti, sono così collocate: 2
    milioni di euro di parte corrente, oltre i 60, sono risorse
    destinate a progetti di green economy a sostegno e ad integrazione
    di quelli già previsti in bilancio per sostenere programmi di
    sviluppo energetico da fonti rinnovabili. A tal fine rammenta che è
    in fase di completamento l'iter del programma di aggiornamento del
    piano energetico e sarà prossimamente all'esame dell'Assemblea un
    ulteriore provvedimento per gli interventi necessari a renderlo
    operativo.
    La somma di un milione di euro, sempre in spesa corrente, è
    destinata alle attività di sostegno all'economia turistica.
    In agricoltura circa 550 mila euro in spesa corrente sono stanziati
    a favore degli operatori che dovranno eradicare le colture di kiwi
    colpite da una malattia che non è debellabile altrimenti.
    Naturalmente per realizzare questa misura bisogna trovare il modo di
    risarcire una quota di risorse agli agricoltori che si trovano di
    fronte alla perdita totale di reddito. E la Regione si sta
    impegnando affinché a livello nazionale vi sia la previsione di un
    finanziamento ulteriore a quello regionale, non essendo
    l'Emilia-Romagna l'unica regione colpita da questo evento
    calamitoso. Sempre in agricoltura, per la parte investimenti sono
    previsti 1 milione e 67 mila euro destinati a interventi di
    manutenzione straordinaria a completamento di interventi di opere di
    bonifica.
    Vi sono inoltre investimenti pari a 4 milioni di euro destinati ad
    interventi di manutenzione straordinaria della viabilità minore,
    soprattutto in montagna, ma non solo. Si tratta di risorse che non
    coprono l'intero fabbisogno, ma questa è la cifra che il bilancio
    riesce ad impegnare.
    Nella parte corrente vi è ancora un milione di euro destinato a
    varie attività, tra cui anche quella del miglioramento dei contratti
    in essere per il trasporto ferroviario.
    Sono previsti sia un milione di euro in investimento, sia un milione
    di euro in spesa corrente per la parte del sostegno al diritto allo
    studio universitario. Il primo milione in spesa corrente costituisce
    un ulteriore impegno della Regione in questo campo, in particolare
    ai fini del finanziamento di borse di studio universitario per
    studenti meritevoli e bisognosi. Nel 2010 la Regione è riuscita a
    soddisfare il 100% delle richieste di borse di studio da parte degli
    aventi diritto, mentre quest'anno, con i tagli nazionali alle
    risorse, e nonostante il finanziamento regionale summenzionato, la
    copertura sarà pari a circa il 75%. Il milione di euro previsto
    nella parte investimenti è destinato al progetto di realizzazione di
    uno studentato nel Lazzaretto di Bologna. Con questo intervento, la
    Regione sostiene l'Università di Bologna, affinché possa concorrere
    agli oltre 20 milioni di euro per realizzare questo importante
    investimento, sia per gli studenti sia per la città di Bologna, in
    vista delle prossime Universiadi previste tra qualche anno.
    E' stanziata altresì la somma di 1 milione e 100 mila euro per il
    piano di azione ambientale: 810 mila euro sono destinati inoltre ad
    interventi di manutenzione sul territorio per le opere
    idrogeologiche, quindi complessivamente circa 2 milioni di euro per
    questa parte di investimenti.
    Lo stanziamento di un 1 milione e 500 mila euro è volto al sostegno
    alle nuove Comunità montane e Unioni dei Comuni derivanti dalla
    trasformazione delle Comunità montane soppresse. La Regione non
    aveva previsto risorse nel bilancio regionale, ma successivamente si
    è assistito a un sostanziale azzeramento delle risorse statali.
    Chiarisce che i fondi previsti in assestamento sono necessari ai
    fini della chiusura dei bilanci di tali enti, tenuto conto anche
    delle spese relative al personale.
    E' stanziata anche la somma di 500 mila euro per i bandi per la
    sicurezza ed il potenziamento della polizia locale.
    Sono poi destinati ulteriori 9 milioni e mezzo per garantire
    l'accesso alla rete veloce Internet e per l'adeguamento del sistema
    informatico regionale.
    Vi sono inoltre 2 milioni e mezzo in parte corrente e 1 milione e
    mezzo in parte investimenti per le attività connesse al sostegno
    alle attività e alle strutture culturali della Regione. Nel bilancio
    di parte corrente della Regione si era ridotto moltissimo l'impegno
    in questo senso e vi sono strutture che avrebbero rischiato di
    chiudere se non sostenute con questa parte di risorse.
    Aggiunge infine che la Regione sta compiendo un'operazione di messa
    in disponibilità di una parte delle risorse impegnate nei bilanci
    precedenti per gli investimenti che non stanno dando i frutti
    richiesti. Vi sono, infatti, diversi impegni di bilancio bloccati da
    molti anni e nell'ultimo periodo ciò è dovuto soprattutto a causa
    della necessità del rispetto del patto di stabilità. Gli
    investimenti sono in cofinanziamento poiché la Regione finanzia il
    50% delle opere. Il cofinanziamento delle Regioni non parte perché i
    Comuni non riescono a destinare la loro quota.
    Chiarisce che, accanto a tale situazione contingente dettata dal
    patto di stabilità, vi sono altre realtà piu' datate in termini di
    finanziamento, che sono bloccate - non a causa del patto di
    stabilità - o per opere che non partono perché mancano le
    autorizzazioni, come ad esempio quella della Sovrintendenza, o
    perché vi è stato un ripensamento. Vi sono pertanto opere
    impegnative in sofferenza da troppo tempo. La Regione sta compiendo
    un'opera di verifica su tali progetti. Ad esempio, una parte delle
    risorse pari a 1 milione e 100 mila euro per le opere destinate al
    piano ambientale proviene da recuperi sui territori. A seguito di
    incontri con Comuni e Province si è provveduto allo sblocco delle
    risorse ferme da troppo tempo.
    Si intende così recuperare risorse destinate a investimenti
    precedenti e rimetterle a disposizione per nuove opere che abbiano
    la possibilità di partire in tempi rapidi. Altrimenti una quota di
    finanziamenti non si traduce in effetti rilevanti, né in termini di
    nuove opere realizzate, né in termini economici. Finché le risorse
    restano bloccate non vi è nessun impiego utile. Tale operazione
    verrà svolta da ora al prossimo bilancio, settore per settore. Vi
    potranno essere, a suo avviso, alcune proteste, ma è l'unica strada
    percorribile per ridare fiato agli investimenti. Poiché la capacità
    di indebitamento della Regione è pari a 2 miliardi 942 milioni di
    euro, è già impegnata per 2 miliardi 815 milioni di euro e il
    residuo pertanto è molto basso - pari a 127 milioni di euro -, vi
    sarebbero due sole opzioni percorribili, se si vuole aumentare la
    quota: l'azzeramento degli impegni di spesa piu' datati mediante il
    meccanismo illustrato in precedenza, oppure l'imposizione di aumenti
    di entrata mediante l'inserimento di nuove tasse, soluzione a suo
    avviso proibitiva. Ritiene pertanto che la via percorribile sia
    obbligata, altrimenti si rischia di non riuscire a trovare un
    meccanismo positivo per la stimolazione dell'economia, in una fase
    in cui ve ne è estremo bisogno.
    Il nuovo patto di stabilità previsto nella legge di stabilità è
    molto piu' pesante anche per la Regione Emilia-Romagna: infatti il
    tetto libero di spesa è stato ulteriormente compresso anche per le
    Regioni. Resta complicato, ripete in conclusione, tenere
    l'equilibrio tra risorse disponibili e patto di stabilità. Si
    rischia di inserire voci nel bilancio non spendibili a causa di tale
    vincolo.
    Esce il consigliere Bignami.
    Il presidente LOMBARDI domanda se vi sono richieste di chiarimenti.
    Il consigliere MANFREDINI rileva che uno dei dieci punti discussi a
    Pontida riguarda lo svincolo dei fondi bloccati dal patto di
    stabilità per i Comuni virtuosi. Chiede, nell'ipotesi che vengano
    sbloccati, come verrà affrontato.
    Entrano il consigliere Sconciaforni e la consigliera Barbati.
    Il consigliere FILIPPI chiede maggiori delucidazioni in relazione ai
    7 - 8 milioni anticipati dalla Regione per il digital divide,
    risorse che verranno rimborsate da fondi europei per il piano
    rurale. Chiede quale connessione vi sia tra il digital divide e il
    piano rurale. Domanda altresì la destinazione effettiva del milione
    di euro per il turismo, in particolare se è a vantaggio esclusivo o
    meno della riviera.
    Il consigliere POLLASTRI ringrazia l'assessore per la relazione, ma
    critica la modalità di diffusione dei dati relativi
    all'assestamento, facendone una questione di metodo. Ritiene che sia
    maggiormente corretto non trovarsi la relazione prima sulla stampa e
    poi in sede di Commissione competente.
    La consigliera NOE' chiede chiarimenti sul milione e mezzo destinato
    alle Comunità montane, stanziato per risorse da pagare al personale
    ai fini della chiusura dei bilanci. Domanda se la somma verrà
    successivamente destinata a Unioni di Comuni per avviare le
    procedure finalizzate alle fusioni.
    Il consigliere DEFRANCESCHI chiede, rispetto al recupero dei fondi
    bloccati, quale sia la tipologia dei programmi esistenti e la
    collocazione temporale nei rispettivi ritardi nell'esecuzione.
    Entra il consigliere Mumolo.
    Il sottosegretario BERTELLI risponde alle osservazioni formulate.
    Rispetto al patto di stabilità, si augura lo sblocco per i Comuni
    virtuosi. Chiarisce che l'approvazione del documento unico di
    programmazione regionale (DUP) prevede interventi complessivi nella
    regione, compresi i cofinanziamenti, per 3 miliardi di euro. Il DUP
    è stato approvato con una serie di Conferenze territoriali e ha
    impegnato Regione, Province e Comuni e le forze economiche e
    sociali, che hanno contribuito a decidere gli interventi da
    realizzare con queste risorse.
    ll 50% è composto di risorse locali, provengono da Comuni e
    Province, la restante parte è costituita da risorse dei fondi
    strutturali europei, compresi quelli dello sviluppo rurale,
    Obiettivo 2 , FESR, risorse regionali e fondi FAS di derivazione
    nazionale che spettano alle Regioni. Questi ultimi sono fondi
    bloccati e alla Regione Emilia-Romagna competono a tale titolo 280
    milioni di euro.
    Vi sono opere che in alcuni casi una parte degli interlocutori
    locali rischia di non far decollare a causa del patto di stabilità.
    Se si dovesse sbloccare il patto di stabilità per i Comuni virtuosi,
    una parte di queste opere potrebbe essere avviata. Alcuni Comuni poi
    hanno anche opere già realizzate, che non riescono a pagare, perché
    il patto di stabilità impedisce anche di trasferire risorse su opere
    già realizzate. Rammenta lo stato attuale della legge regionale sul
    patto di stabilità territoriale: non è stata impugnata dal Governo,
    ma il ministro dell'Economia ha chiesto alcune modifiche che la
    Regione si é impegnata a fare. Il Ministro agli Affari regionali ha
    concordato le modifiche, ma la struttura operativa del Ministero
    delle Finanze ritiene ancora non soddisfacenti le modifiche.
    Il patto di stabilità territoriale è ancora inapplicato e prevede
    che le disponibilità regionali del patto di stabilità, finora messe
    a disposizione delle necessità di Comuni e Province rispettivamente
    per 60 e 90 milioni negli ultimi due anni, per allargare la
    disponibilità di bilancio vengano cumulati tra Regione e Comuni e
    Province, in modo da concordare quali infrastrutture far decollare.
    Si tratterebbe di una misura che allevia il peso: mettere in moto
    degli interventi sarebbe indispensabile per l'economia, così come
    altrettanto importante sarebbe pagare le imprese che hanno già
    lavorato. I debiti acquisiti devono essere pagati.
    Relativamente al tema del digital divide, sottolinea che il piano
    telematico ha previsto infrastrutture che nel frattempo sono state
    già realizzate, ma vi sono aree del territorio regionale, in
    particolare una parte della montagna e del territorio rurale non
    coperte dalla rete. Questi interventi servono dunque a coprire
    l'infrastrutturazione su tali aree. I fondi sono previsti nel piano
    di sviluppo rurale, sono fondi strutturali europei, ma per attivarli
    è necessaria l'anticipazione della misura economica che
    successivamente all'indizione dei bandi ritornerà nella
    disponibilità regionale.
    Relativamente al tema dell'Unione dei Comuni montani, rammenta che
    la Regione è intervenuta con una legge due anni fa, che prevedeva la
    riduzione del 50% dei Comuni montani e soprattutto un'operazione di
    trasformazione delle Comunità montane in Unione di Comuni montani.
    Oltre alla riduzione del numero, dunque le Unioni di Comuni montani
    sono fuoriuscite dalla disciplina nazionale e sono disciplinate
    nello stesso modo delle Unioni di Comuni generali
    dell'Emilia-Romagna, senza costi amministrativi aggiuntivi. Infatti
    l'Unione dei Comuni montani è fatta dai Sindaci di quei Comuni,
    ognuno di loro percepisce un'unica indennità, quella di Sindaco,
    senza emolumenti aggiuntivi.
    La Regione è intervenuta in una situazione di taglio dei
    trasferimenti statali alle Comunità montane, che ha comportato
    inevitabilmente criticità nella gestione del personale. Le Comunità
    non riescono a far fronte all'impegno di spesa degli organici,
    trattandosi di personale a tempo indeterminato. La riorganizzazione
    dovrà comportare anche una definizione di tale tema: il personale
    dovrà essere riallocato nelle Unioni comunali o a livello
    provinciale. Anche queste possibili soluzioni presentano alcune
    criticità, in quanto vi sono Comunità montane che hanno organici
    incompatibili con i singoli Comuni e si scontrano con il blocco
    delle assunzioni di personale e con la necessità di riduzione dei
    costi da parte dei Comuni, in aderenza alle disposizioni del patto
    di stabilità.
    Relativamente al tema del recupero delle disponibilità di risorse,
    chiarisce che si tratta di settori variegati, dall'impiantistica
    sportiva, agli interventi infrastrutturali viari, alle opere di
    bonifica. Quanto alla tempistica, aggiunge che si adotteranno misure
    concordate con le Autonomie locali.
    In relazione alla questione della diffusione sulla stampa delle
    notizie sull'assestamento di bilancio, sottolinea che quando la
    Giunta adotta una delibera difficilmente si evita che sia resa
    pubblica, perché è ripresa dalla stampa regionale o dalle agenzie
    locali.
    Il presidente LOMBARDI propone quindi di procedere alla nomina del
    relatore, ai sensi dell'articolo 50, comma 3 dello Statuto.
    La Commissione concorda, su proposta del consigliere Montanari, di
    nominare relatore il consigliere Luciano Vecchi e, su proposta del
    consigliere Pollastri, di nominare il consigliere Marco Lombardi
    relatore di minoranza.
    Il presidente LOMBARDI propone di indire un'udienza conoscitiva per
    consultare la società regionale.
    La Commissione concorda e su proposta del consigliere Filippi fissa
    la data per lunedì 4 luglio ore 14,30.
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    1348 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Disciplina
    della partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai fondi
    immobiliari chiusi per il sostegno all'edilizia residenziale sociale
    (delibera di Giunta n. 574 del 27 04 11) Relatore consigliere
    Gabriele Ferrari
    Il presidente LOMBARDI ricorda che gli emendamenti presentati erano
    stati già inviati ai consiglieri e cede la parola al relatore.
    Il consigliere FERRARI richiama l'udienza conoscitiva svolta, che ha
    visto una partecipazione qualificata e gli interventi della
    Fondazione del Monte e di Confcooperative, favorevoli al testo del
    progetto di legge. Il primo oratore, in particolare, ha sottolineato
    la necessità di non irrigidire troppo le procedure perché si tratta
    di un'esperienza nuova, in corso di costruzione.
    Segnala inoltre che sono pervenuti tre emendamenti a firma del
    consigliere Pollastri e due della consigliera Noe'. In via
    preliminare dichiara che i primi sono accoglibili, mentre non lo
    sono quelli della consigliera Noè, proprio alla luce delle
    osservazioni emerse nel corso della consultazione.
    L'articolo 5 del progetto di legge demanda infatti ad un
    provvedimento di programmazione dell'Assemblea legislativa, ed a
    successivi atti della Giunta, la realizzazione delle azioni
    disciplinate dalla legge sia per la partecipazione ai fondi
    (articolo 3) che per l'assistenza tecnica agli enti locali.
    Chiede alla consigliera Noè l'eventuale disponibilità a ritirare gli
    emendamenti, non perché non siano di rilievo e interesse, ma perché
    non vi è la necessità di porre vincoli ulteriori all'interno dello
    strumento normativo. Il progetto di legge dettaglia già i parametri.
    La Regione Lombardia ad esempio ha approvato una normativa analoga
    composta di un solo articolo, estremamente scarno, dove viene
    assegnata a Finlombarda la gestione della Società di Gestione del
    Risparmio, la Giunta è autorizzata a sottoscrivere i fondi,
    l'ammontare delle quote è determinato dalla Giunta.
    Il testo del progetto di legge proposto dalla Giunta oggi all'esame
    della Commissione è invece già sufficientemente strutturato.
    Il presidente LOMBARDI invita quindi la Commissione a procedere
    all'esame degli articoli e degli emendamenti, sulla base del
    documento di lavoro predisposto dalla segreteria della Commissione
    (v. allegato).
    Art. 1 Oggetto - Emendamento n. 1 del consigliere Pollastri
    Con distinte votazioni di identico contenuto, la Commissione esprime
    parere favorevole con 40 voti a favore (PD, PDL, IDV, LN, FDS,
    SEL-V, UDC), 2 contrari (M5S), nessun astenuto all'emendamento
    suddetto e all'articolo così modificato.
    Art. 2 Finalità
    La Commissione esprime parere favorevole con 28 voti a favore (PD,
    IDV, FDS, SEL-V, UDC), 2 contrari (M5S), 12 astenuti (PDL, LN).
    Esce la consigliera Meo
    Art. 3 Partecipazione ai fondi - Emendamenti n. 1 e 2 della
    consigliera Noè - Emendamenti n. 2 e 3 del consigliere Pollastri
    La consigliera NOE' dichiara di ritirare l'emendamento n. 2, mentre
    intende mantenere il primo. Chiarisce quindi la ratio della propria
    proposta di modifica alla lettera a) del comma 2, in quanto la
    scelta dell'advisor tecnico costituisce uno dei punti piu' rilevanti
    dell'intero impianto, poiché l'advisor non deve essere in conflitto
    di interesse palese o occulto con l'attività svolta dalla Regione:
    ad esempio, non deve essere partecipato in maggioranza da banche, o
    da SGR, o comunque da soggetti che operanti nel mercato finanziario.
    Se ciò avvenisse, le scelte del fondo sarebbero influenzate dalla
    presenza di un advisor sicuramente non pienamente soggetto terzo. Il
    contributo dell'emendamento è garantire il monitoraggio
    dell'autonomia dell'advisor che ha un ruolo importante. Ritiene
    essenziale specificare in legge le modalità con cui garantirne
    l'autonomia, proprio per un principio di garanzia e di terzietà.
    Ribadisce la necessità della previsione anche in ragione
    dell'esperienza passata in cui spesso il controllore era nominato
    dal controllato. Non ritira pertanto il primo emendamento, pur
    condividendo l'impianto della legge.
    Il consigliere DEFRANCESCHI dichiara di essere favorevole
    all'emendamento della consigliera Noè.
    Il consigliere FERRARI chiarisce che il tema del non ingenerare
    conflitti di interesse sta a cuore alla Regione, e a questo
    proposito i criteri di valutazione dell'advisor tecnico saranno
    contenuti all'interno di un apposito regolamento che la Regione
    stessa emanerà successivamente.
    Quanto all'interpretazione del suo ruolo, precisa che di norma i
    regolamenti dei fondi immobiliari chiusi assegnano all'advisor
    tecnico un ruolo di scouting dei progetti territoriali, cioè un
    compito di verifica della rilevanza urbanistica, della fattibilità
    operativa, ecc., per vagliare quanto i progetti siano in relazione e
    in rete con i bisogni dei territori.
    Al fine di garantire che non si configurino conflitti di interesse
    palesi od occulti, ribadisce che l'articolo 5 del progetto di legge
    consente all'Assemblea legislativa di proporre criteri di
    valutazione del fondo anche a processo avviato. La fase in corso è
    ancora di costruzione del percorso e attualmente vi sono solo tre o
    quattro fondi immobiliari in tutta Italia. Ritiene pertanto che
    dettagliare in modo eccessivamente puntuale nel testo di legge sia
    anticipatorio rispetto a ciò che si potrà fare in una fase
    successiva, quando le procedure di attivazione hanno trovato
    applicazione e un avvio concreto.
    La consigliera NOE' precisa che l'articolo 5 dispone la possibilità
    di contribuire in termini di programmazione. E' opportuno invece a
    suo parere che il criterio sia specificato nell'impianto normativo,
    ai fini della tutela del ruolo dell'advisor. La delega ad atti
    amministrativi successivi non è utile, quando può discendere
    direttamente da un principio contenuto nella norma. Si tratta di un
    atto di responsabilità rispetto all'adozione di un regolamento
    futuro. L'esperienza del precedente mandato, oltre che l'esperienza
    degli operatori del settore, ha confermato che sia necessario avere
    tutele di controllo incrociato.
    Il consigliere FERRARI rileva la legittimità di tutte le opinioni,
    ma ritiene non accoglibile l'emendamento n. 1 della consigliera
    Noe'.
    Il consigliere BARBIERI osserva che l'emendamento ha un approccio
    eccessivamente burocratico e ridondante, ma pone una questione
    seria. Invita il relatore e la proponente a trovare una modalità
    diversa per tutelare il tema della terzietà, che potrebbe essere
    riaffrontato in Aula.
    Il presidente LOMBARDI pone in votazione l'emendamento n. 1 della
    consigliera Noe'.
    La Commissione esprime parere contrario con 25 voti contrari (PD,
    IDV, FDS), 3 a favore (M5S, UDC), 12 astenuti (PDL, LN)
    all'emendamento suddetto.
    Il presidente LOMBARDI pone in votazione gli emendamenti n. 2 e 3
    del consigliere Pollastri.
    Con distinte votazioni di identico contenuto, la Commissione esprime
    parere favorevole con 38 voti a favore (PD, PDL, IDV, LN, FDS, UDC),
    2 contrari (M5S), nessun astenuto agli emendamenti suddetti.
    Il presidente LOMBARDI pone quindi in votazione l'articolo 3.
    La Commissione esprime parere favorevole con 37 voti a favore (PD,
    PDL, IDV, LN, FDS), 2 contrari (M5S), 1 astenuto (UDC) all'articolo
    3 così modificato.
    Art. 4 Assistenza tecnica agli enti locali
    Art. 5 Programmazione e attuazione
    Art. 6 Abrogazioni
    Con distinte votazioni di identico contenuto la Commissione esprime
    parere favorevole con 26 voti a favore (PD, IDV, FDS, UDC), 2
    contrari (M5S) e 12 astenuti (PDL, LN) a ciascun articolo.
    Art. 7 Norma finanziaria
    Il consigliere POLLASTRI, sottolineata l'importanza dei contenuti
    del progetto di legge esaminato, dichiara che l'astensione del
    proprio gruppo assembleare è dettata dall'attesa di una prossima
    riunione dove verrà decisa la posizione in Aula.
    La Commissione esprime parere favorevole con 26 voti a favore (PD,
    IDV, FDS, UDC), 2 contrari (M5S) e 12 astenuti (PDL, LN).
    Entra la consigliera Meo
    - - - - - -
    1456 - Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, del
    Protocollo di intesa tra la Regione Emilia-Romagna e le Regioni
    Europee: Aquitaine (F), Dolnoslaskie (PL), Ghawdex (Malta), Hessen
    (D), Pays de la Loire (F), Generalitat Valenciana (E), Vastra
    Gotaland (SW), Wales (UK), Wielkopolska (PL) circa la Rete Regioni
    Europee per i Giovani - European Regions for Youth (Rete ERY) in
    materia di cooperazione internazionale per le politiche giovanili
    (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 03 06 11)
    CAPODAGLIO illustra l'atto, chiarendo che si tratta del rinnovo,
    concordato nel 2010, di un'intesa siglata nel 2007. Il protocollo
    ripercorre pertanto lo schema precedente. Aderiscono dieci Regioni
    europee, la differenza rispetto al passato consiste nella
    fuoriuscita della Regione spagnola dell'Aragona e nell'entrata della
    municipalità di Gozo della Repubblica maltese. Rammenta che il
    protocollo ha come finalità la cooperazione nel settore delle
    politiche giovanili delle Regioni firmatarie, oltre che la
    facilitazione della partecipazione a progetti europei.
    Si tratta di un accordo di coordinamento teso a favorire i contatti
    tra i vari territori che non dà seguito ad un'associazione
    strutturata. Un esempio dell'applicazione delle politiche giovanili
    è costituito dall'esperienza condotta di recente da una cooperativa
    ravennate il cui scopo sociale consiste nel favorire scambi di
    tirocini con alcune Regioni appartenenti alla rete, mediante
    finanziamenti esterni al bilancio regionale.
    Aggiunge che il Dipartimento Affari regionali della Presidenza del
    Consiglio ha chiesto di aggiungere all'articolo 7 una formula
    lessicale che chiarisca come il protocollo non comporti obblighi
    giuridici. La Regione ha inserito l'addendum, specificando che il
    protocollo di intesa non intende creare obblighi legalmente
    vincolanti fra le parti. Pertanto si tratta di una dichiarazione
    d'intenti e non di un'intesa.
    Il consigliere POLLASTRI chiede chiarimenti sull'articolo 5, in
    particolare sulla motivazione della cadenza annuale della riunione e
    sui costi da sostenere. Esprime inoltre l'auspicio che i progetti si
    tramutino in azioni concrete e abbiano effetti positivi sulla vita
    reale dei giovani. Chiede che si possa avere un riferimento nel
    tempo sulla validità dei progetti stessi.
    CAPODAGLIO chiarisce che non sono previsti costi aggiuntivi, come
    richiesto dal Dipartimento Affari regionali della Presidenza del
    Consiglio. Si tratta di un orientamento all'ordinaria programmazione
    dei vari settori della Regione, con indicazioni di priorità, senza
    stanziamenti ad hoc. La riunione annuale è il minimo previsto, anche
    se si cerca di utilizzare mezzi informatici ai fini dello scambio di
    informazioni. Vi è anche un sito, implementato senza spese
    aggiuntive dai funzionari delle Regioni, ove vi sono notizie di
    associazioni giovanili e centri di formazione che possono
    interessare la rete e favorire gli scambi. La concretezza consiste
    nel costituire un quadro dove i singoli soggetti pubblici e privati
    possono trovare partnership e proseguire le attività autonomamente.
    Le attività fanno parte dell'informazione data dalla Giunta
    triennalmente con il rinnovo del piano delle azioni dell'attività
    internazionale. La stessa presenza di un sito dove sono inserite le
    attività è un'ulteriore modalità di diffusione dei dati.
    Escono i consiglieri Defranceschi e Manfredini.
    Il consigliere VECCHI esprime apprezzamento per il protocollo
    firmato che fornisce il quadro di attività multilaterali e
    bilaterali tra soggetti e territori coinvolti. Ritiene che la
    costituzione di una rete di questo tipo sia di fondamentale
    importanza per agevolare l'accesso ai programmi dell'Unione europea
    che richiedono la compresenza di soggetti diversi. Vi è anche una
    valutazione di merito: ripercorrendo la storia delle politiche
    giovanili dalla metà degli anni 70, si evince che tutte le
    esperienze piu' fondate hanno potuto beneficiare delle esperienze di
    altri soggetti, dando origine a progetti piu' avanzati per il fatto
    di essere messi in rete. Per definizione le politiche giovanili sono
    in costante cambiamento, perché nel tempo mutano linguaggi e
    strumenti di comunicazione. Chiede un aggiornamento successivo sulle
    attività della rete.
    La Commissione esprime parere favorevole con 36 voti a favore (PD,
    PDL, IDV, FDS, SEL-V, UDC), nessun contrario o astenuto.
    - - - - - -
    1465 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Modifiche alla
    legge regionale 13 novembre 2001, n. 35 Partecipazione della
    Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di
    Pace di Monte Sole (delibera di Giunta n. 756 del 30 05 11)
    Relatore consigliera Gabriella Meo
    Il presidente LOMBARDI rammenta che la I Commissione esamina il
    progetto di legge in sede consultiva per quanto di competenza e deve
    rendere il parere alla Commissione referente V.
    Entra il consigliere Manfredini.
    CAPODAGLIO illustra i contenuti, sottolineando che la necessità di
    modificare la legge istitutiva della Scuola di Pace di Monte Sole
    deriva dalla natura dell'atto costitutivo. All'atto della fondazione
    era previsto come unico organo un Consiglio di amministrazione molto
    ampio in cui erano presenti un rappresentante della Giunta e uno
    dell'Assemblea legislativa. Nella legge regionale n. 35 del 2001 si
    chiedeva infatti come condizione di partecipazione della Regione
    alla Scuola l'uguale partecipazione di Giunta e Assemblea.
    Al dibattito intervenuto successivamente a livello regionale circa
    la riduzione dei componenti del consiglio di amministrazione si è
    aggiunta la disposizione statale contenuta nel decreto-legge n. 78
    del 2010 convertito nella legge 122, che impone per qualsiasi ente
    partecipato da altro ente pubblico un massimo di cinque membri per
    il consiglio di amministrazione.
    Il progetto di legge dispone che un membro del Consiglio di
    amministrazione sia nominato dalla Giunta, mentre prevede per il
    Consiglio di indirizzo che due membri, con voto limitato
    all'espressione di un solo nominativo per ciascun consigliere, siano
    nominati dall'Assemblea legislativa tra i propri componenti. E'
    infine previsto l'obbligo della Fondazione di fornire una relazione
    sulle attività svolte nel loro complesso.
    Esce la consigliera Barbati
    La consigliera MEO, relatrice del progetto di legge, chiarisce che
    gli incarichi sono a costo zero.
    La Commissione, per quanto di competenza, esprime parere favorevole
    con 36 voti a favore (PD, PDL, LN, FDS, SEL-V, UDC), nessun
    contrario o astenuto.
    - - - - -
    Entra il consigliere Defranceschi ed esce il consigliere Mazzotti
    1427 - Proposta recante: Approvazione del rendiconto consuntivo
    dell'esercizio finanziario 2010 e del bilancio di previsione per
    l'esercizio finanziario 2011 - Assestamento e primo provvedimento di
    variazione dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali
    della Regione Emilia-Romagna (delibera di Giunta n. 729 del 30 05
    11)
    Il presidente LOMBARDI informa del parere favorevole espresso dalla
    Commissione consultiva V Turismo, cultura, scuola, formazione,
    lavoro, sport.
    CRISTOFORI illustra il provvedimento, dando conto delle principali
    voci del rendiconto consuntivo e sottolineando quale dato rilevante
    la variazione rispetto al bilancio del 2010 dovuta all'incremento
    complessivo delle competenze del 40% per l'avvio del Polo
    archivistico regionale, progetto che ha previsto un finanziamento
    specifico pari a 1 milione 950 mila euro per le attività.
    La Commissione esprime parere favorevole con 22 voti a favore (PD,
    FDS, SEL-V, UDC), nessun contrario, 14 astenuti (PDL, LN, M5S).
    La seduta termina alle ore 11,40
    Verbale approvato nella seduta del 13 luglio 2011.
    La Segretaria Il Presidente
    Claudia Cattoli Marco Lombardi
    ALLEGATO AL VERBALE N. 20 DEL 2011
    DOCUMENTO DI LAVORO
    Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale ogg. 1348:
    Disciplina della partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai
    fondi immobiliari chiusi per il sostegno all'edilizia residenziale
    sociale
    con l'indicazione degli emendamenti presentati al 20 giugno 2011
    DISCIPLINA DELLA PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA AI
    FONDI IMMOBILIARI CHIUSI PER IL SOSTEGNO ALL'EDILIZIA RESIDENZIALE
    SOCIALE
    Art. 1
    Oggetto
    1. Nell'ambito della politiche Emendamento n. 1 cons.Pollastri
    della Regione Emilia-Romagna
    per la casa, All'art. 1 all'inizio del
    la presente legge disciplina primo periodo aggiungere:
    la partecipazione della In attuazione di quanto
    Regione ai immobiliari previsto dal Piano
    chiusi il cui oggetto social Nazionale di Edilizia
    e comprenda prioritariamente abitativa, e
    l'incremento dell'offerta di
    alloggi di edilizia
    residenziale sociale e
    di ogni altra tipologia di
    alloggi accessibili dagli utenti
    a condizioni più favorevoli di
    quelle di mercato.
    Art. 2
    Finalità
    1. La presente legge ha lo
    scopo di:
    a) ampliare la gamma degli
    strumenti per l'attuazione delle
    politiche per la casa attraverso
    il ricorso a strumenti
    finanziari innovativi;
    b) concorrere a creare le
    condizioni per incrementare
    i flussi finanziari destinati ad
    investimenti finalizzati
    ad accrescere l'offerta di
    alloggi di edilizia residenziale
    sociale;
    c) favorire lo sviluppo di
    forme di collaborazione e di
    partenariato pubblico-privato
    massimizzando gli effetti
    sociali della partecipazione di
    soggetti pubblici ai fondi
    immobiliari chiusi;
    d) fornire agli enti locali
    misure di sostegno per la
    verifica tecnica delle ipotesi
    di programmi di edilizia
    residenziale sociale di cui alla
    presente legge.
    Art. 3
    Partecipazione ai fondi
    1. La Regione è autorizzata a
    sottoscrivere quote di fondi
    immobiliari chiusi attraverso:
    a) conferimento in danaro;
    b) apporti di beni immobili.
    2. I fondi immobiliari chiusi ai
    quali partecipa la Regione
    devono:
    a) disporre del regolamento Emendamento n. 1 cons.
    approvato dalla Banca Noè
    d'Italia ed aver incaricato Aggiungere all'art. 3,
    la Società di Gestione del comma 2, lettera a):
    Risparmio e l'Advisor tecnico; La scelta dell'advisor
    tecnico effettuata dalle
    SGR o dai fondi deve essere
    tale da non ingenerare
    conflitti di interesse
    palesi o
    occulti che portino nel
    medio termine al
    deterioramento della
    posizione patrimoniale del
    fondo. I criteri per le
    caratteristiche degli
    advisor sono emanati
    da un apposito
    regolamento emesso dalla
    Regione a compimento
    della presente legge
    b) assicurare l'impiego di
    somme almeno pari alle risorse
    da essa conferite esclusivamente
    per la realizzazione di
    interventi
    nel territorio regionale;
    c) prevedere forme di
    partecipazione della Regione
    stessa alla definizione delle
    strategie di investimento;
    d) contemplare nel proprio
    oggetto sociale la realizzazione
    di alloggi di edilizia
    residenziale sociale.
    3. La selezione dei fondi
    immobiliari chiusi ai quali
    la Regione partecipa avviene
    mediante procedura ad evidenza
    pubblica considerando, in
    particolare, i seguenti elementi
    di valutazione:
    a) la quota del valore
    complessivo del fondo
    investita in attività
    immobiliare;
    b) la quota dell'investimento
    immobiliare destinata
    all'edilizia residenziale
    sociale e ad altre tipologie
    di alloggi accessibili agli
    utenti a condizioni più
    favorevoli di quelle di mercato;
    c) il rendimento atteso sul
    valore complessivo del fondo;
    d) il rendimento atteso e il
    profilo di rischio delle diverse
    classi di quote del fondo,
    qualora il suo capitale sia
    suddiviso in tali classi;
    e) i canoni di locazione
    applicati agli alloggi di
    edilizia residenziale sociale
    e alle altre tipologie di
    alloggi accessibili dagli utenti
    a condizioni più favorevoli di
    quelle di mercato;
    f) i canoni di locazione
    applicati ai restanti alloggi di
    edilizia residenziale;
    g) la durata del fondo;
    h) le regole di liquidazione
    del fondo;
    i) le regole di governo e di
    gestione del fondo.
    Emendamento n. 2 cons.
    Noè
    Aggiungere all'art. 3,
    comma 3, dopo la lettera i)
    un'ulteriore lettera che
    recita:
    l) una presenza di presidi
    interni adeguatamente
    preparati alla manutenzione
    del
    risk management atti a
    prevenire crisi di
    liquidità e di fluttuazioni
    di prezzo.
    In assenza di questi, sarà
    dirimente la scelta di un
    advisor tecnico specifico
    per il risk management,
    diverso da quello scelto
    per le
    altre finalità gestionali
    del fondo.
    4. I fondi immobiliari chiusi
    cui la Regione partecipa
    devono impegnarsi a indirizzare
    la propria attività nel
    territorio regionale tenendo
    conto delle esigenze connesse:
    a) al contenimento del consumo Emendamento n. 2 cons.
    di territorio, privilegiando Pollastri
    interventi di recupero e di Al termine dell'art. 3,
    riqualificazione urbana; comma 4, lettera a)
    aggiungere:
    oltre all'utilizzo del
    patrimonio immobiliare
    invenduto
    b) all'applicazione,
    migliorativa rispetto a
    quanto prescritto dalla
    normativa vigente, di tecnologie
    e di tecniche costruttive a
    basso consumo
    di energia e a basso impatto
    ambientale, nonché al ricorso
    a fonti energetiche rinnovabili;
    c) all'ampia diffusione sul
    territorio regionale degli
    interventi.
    5. I fondi immobiliari chiusi Emendamento n. 3 cons.
    cui la Regione partecipa Pollastri
    devono altresì trasmettere Al termine dell'art. 3,
    alla Giunta regionale una comma 5 aggiungere:
    relazione annuale sulle nella regione. La
    attività relazione viene poi
    svolte relativamente trasmessa dalla Giunta alla
    all'edilizia residenziale Commissione Assembleare
    sociale. competente.
    Art. 4
    Assistenza tecnica agli enti
    locali
    1. La Regione fornisce, a
    richiesta degli enti locali,
    assistenza tecnica in ordine
    agli aspetti normativi,
    legali, urbanistici, ambientali,
    contrattuali ed
    economico-finanziari attinenti
    ai programmi di investimento
    oggetto delle attività dei fondi
    immobiliari chiusi partecipati
    dalla Regione stessa.
    2. A tal fine la Regione può:
    a) avvalersi delle proprie
    strutture
    tecnico-amministrative;
    b) avvalersi di competenze
    professionali esterne, anche con
    la sottoscrizione di apposite
    convenzioni con Università ed
    enti ed istituti di ricerca;
    c) erogare contributi per
    l'acquisizione di assistenza
    tecnica da parte degli enti
    locali.
    Art. 5
    Programmazione e attuazione
    1. L'Assemblea legislativa,
    su proposta della Giunta
    regionale, approva un atto di
    programmazione per
    l'attuazione della presente
    legge.
    2. La Giunta regionale con
    proprio atto definisce le
    modalità di attuazione del
    programma di cui al comma 1,
    approva i relativi bandi di
    selezione dei fondi
    immobiliari chiusi ai quali
    partecipare e definisce i
    criteri per l'applicazione
    dell'articolo 4.
    Art. 6
    Abrogazioni
    1. La legge regionale 6 aprile
    1998, n. 12, (Interventi della
    Regione Emilia-Romagna in
    materia di fondi immobiliari
    chiusi e mercati mobiliari
    regolamentati) è abrogata.
    Art. 7
    Norma finanziaria
    1. Agli oneri derivanti
    dall'attuazione della presente
    legge la Regione fa fronte
    mediante l'istituzione di
    apposite unità previsionali di
    base e relativi capitoli nella
    parte spesa del bilancio
    regionale, a norma di quanto
    disposto dall'articolo 10
    della legge regionale 23
    dicembre 2010, n. 15 (Bilancio
    di previsione della Regione
    Emilia-Romagna per l'esercizio
    finanziario 2011 e bilancio
    pluriennale 2011-2013), la cui
    copertura è garantita dai fondi
    a tale scopo specifico
    accantonati, nell'ambito del
    Fondo speciale di cui alla
    U.P.B. 1.7.2.2.29100, al
    capitolo 86350, Fondo
    speciale per far fronte agli
    oneri derivanti da provvedimenti
    legislativi regionali in corso
    di approvazione - spese
    correnti , voce n. 13,
    dell'elenco n. 2 allegato al
    bilancio regionale per
    l'esercizio 2011.
    2. Per gli esercizi successivi
    al 2011, la Regione fa fronte
    con i fondi annualmente
    stanziati nelle unità
    previsionali di base e
    relativi capitoli del bilancio
    regionale che verranno dotati
    della necessaria disponibilità
    ai sensi di quanto disposto
    dall'articolo 37 dalla legge
    regionale 15 novembre 2001,
    n. 40 (Ordinamento contabile
    della Regione Emilia-Romagna,
    abrogazione della L.R. 6
    luglio 1977, n. 31 e della
    L.R. 27 marzo 1972, n. 4).
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