Testo
Verbale n. 20
Seduta del 21 giugno 2011
Il giorno 21 giugno 2011 alle ore 10.00 si è riunita presso la sede
dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali, convocata con
nota prot. n. 19887 del 16 giugno 2011.
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
LOMBARDI Marco Presidente PDL - Popolo 5 presente
della Libertà
FILIPPI Fabio Vicepresidente PDL - Popolo 1 presente
della Libertà
VECCHI Luciano Vicepresidente Partito 4 presente
Democratico
BARBATI Liana Componente Italia dei Valori 4 presente
- Lista Di Pietro
BARBIERI Marco Componente Partito 2 presente
Democratico
BIGNAMI Galeazzo Componente PDL - Popolo 3 presente
della Libertà
BONACCINI Stefano Componente Partito 2 assente
Democratico
DEFRANCESCHI Andrea Componente Movimento 5 2 presente
Stelle Beppegrillo.it
FERRARI Gabriele Componente Partito 2 presente
Democratico
MANFREDINI Mauro Componente Lega Nord Padania 4 presente
Emilia e Romagna
MAZZOTTI Mario Componente Partito 2 presente
Democratico
MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia 2 presente
Libertà - Idee
Verdi
MONARI Marco Componente Partito 3 presente
Democratico
MONTANARI Roberto Componente Partito 2 presente
Democratico
MORICONI Rita Componente Partito 2 assente
Democratico
MUMOLO Antonio Componente Partito 2 presente
Democratico
NOE' Silvia Componente UDC - Unione di 1 presente
Centro
PARIANI Anna Componente Partito 3 assente
Democratico
POLLASTRI Andrea Componente PDL - Popolo 2 presente
della Libertà
SCONCIAFORNI Componente Federazione 2 presente
Roberto della Sinistra
Hanno partecipato ai lavori della Commissione: Bertelli
(Sottosegretario alla Presidenza), Pignatti (Dir. Gen. Risorse
finanziarie e patrimonio), Soldati (Resp. Serv. Bilancio e finanze),
Bellei (Serv. Bilancio e finanze), Cocchi (Dir. gen. Programmazione
territoriale e negoziata, intese. Relazioni europee e relazioni
internazionali), Capodaglio (Resp. Serv. Politiche europee e
relazioni internazionali), Lungarella (Resp. Serv. Politiche
abitative), Zucchini (Dir. Gen. Istituto per I Beni Artistici,
Culturali e Naturali), Cristofori (IBACN), Veronese (Resp. Serv.
Coordinamento Commissioni assembleari) e Scandaletti (Serv.
Informazione A.L.).
Presiede la seduta: Marco LOMBARDI
Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
Resocontista: Laura Sanvitale
Il presidente LOMBARDI dichiara aperta la seduta.
Sono presenti i consiglieri Barbieri, Bignami, Defranceschi,
Ferrari, Filippi, Manfredini, Mazzotti, Meo, Monari, Montanari,
Moriconi, Noè, Pollastri e Vecchi.
- Approvazione del verbale n. 18 del 2011
La Commissione approva all'unanimità dei presenti il verbale n. 18
relativo alla seduta del 7 giugno 2011.
- - - - - -
1482 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della l.r. 15
novembre n. 40 in coincidenza con l'approvazione della legge dl
assestamento del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario
2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013. Primo provvedimento
generale di variazione (delibera di Giunta n. 823 del 13 06 11)
1483 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Assestamento
del bilancio di previsione della regione Emilia-Romagna per
l'esercizio finanziario 2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013 a
norma dell'art. 30 della l.r. 15 novembre 2001, n. 40. Primo
provvedimento generale dl variazione (delibera di Giunta n. 824 del
13 06 11)
Il presidente LOMBARDI richiama gli adempimenti procedurali
preliminari dell'avvio dell'iter in Commissione e cede la parola al
sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale per
l'illustrazione.
Il sottosegretario BERTELLI dichiara che già in fase di approvazione
del previsionale 2011 si era dato conto delle difficoltà riscontrate
nella stesura del bilancio. Rammenta, infatti, le norme della legge
di stabilità nazionale che hanno sostanzialmente imposto misure
piuttosto severe e complesse per la redazione dei bilanci regionali,
in ragione della previsione di un taglio di circa 4 miliardi e mezzo
per il 2011 e il 2012, che per la Regione Emilia-Romagna hanno
comportato una riduzione di risorse pari a 350 milioni per il
bilancio 2011 e 380 milioni circa per il bilancio 2012.
Nella redazione del bilancio, con grande difficoltà, la Regione si é
impegnata a non praticare tagli lineari, ma a scegliere alcune
politiche da tutelare, che sono quelle che hanno caratterizzato la
manovra regionale: il mantenimento del pareggio in sanità, il
finanziamento del fondo per la non autosufficienza, a fronte
dell'eliminazione di risorse statali pari a 400 milioni di euro,
l'intervento sui trasporti, compreso tutto quello che si è potuto
inserire a sostegno delle attività economiche per le imprese e il
lavoro, tagliando ovviamente in altri comparti ed in altre attività.
Nel corso dell'illustrazione dello scorso bilancio, la Giunta aveva
già anticipato che l'assestamento 2011, per la prima volta, in
dipendenza di queste particolari misure, sarebbe stato un
assestamento tecnico o poco più. Sottolinea che si tratta di una
novità, dato che negli anni passati la Regione ha potuto utilizzare
risorse importanti anche in sede di assestamento per rilanciare ed
equilibrare misure e politiche. Aggiunge che a livello nazionale si
preannuncia una necessitata misura di riduzione imponente di spesa
pubblica, a partire da luglio 2011 con la definizione della manovra,
che sarà piuttosto pesante, visti gli impegni che il Governo sta per
assumere, di ulteriori 40 - 45 miliardi di tagli alla spesa pubblica
e non inciderà soltanto e ulteriormente sugli anni 2012, 2013 e
2014, ma probabilmente potrebbe incidere anche sul 2011.
Dopo l'approvazione da parte regionale, le misure in corso di esame
potrebbero pertanto essere considerate inapplicabili, a seguito del
varo della prossima manovra finanziaria nazionale nella quale vi
sarebbero, secondo anticipazioni, riduzioni di spesa ulteriori pari
a circa 3 miliardi di euro già a valere sul 2011. E' bene dunque
tenere presente questo quadro di insieme, verificabile del resto dal
dibattito economico in corso a livello nazionale ed europeo, che
coinvolge direttamente il bilancio dello Stato e conseguentemente
anche della Regione.
A maggior ragione, una manovra di assestamento del bilancio in
queste condizioni deve essere particolarmente mirata e calcolata ad
evitare cose non governabili in una situazione in così rapida
evoluzione e che presenta aspetti piuttosto pesanti e preoccupanti
per la spesa pubblica.
Se vi sarà la volontà reale di riduzione della spesa pubblica
nazionale di 40 - 45 miliardi fino al 2014, è inevitabile immaginare
che il taglio riguarderà i principali macrosettori che compongono la
voce della spesa pubblica stessa: previdenza, spesa per il pubblico
impiego e sanità. La riduzione di fondi comporterà ricadute dirette
sul bilancio della Regione, sia per la sanità innanzitutto e sia per
il contenimento della spesa per il pubblico impiego. Ritiene che una
decisione politica in questo senso avrà un impatto piuttosto pesante
e recessivo su un'economia già particolarmente stagnante e ferma a
livello nazionale.
Osserva che sarebbe auspicabile che tutti i comparti pubblici
facessero un'ulteriore riflessione, al fine di individuare gli
strumenti per evitare tale situazione e dirottare una quota di
risorse - cosa che peraltro è chiesta a gran voce sia dalle
organizzazioni professionali e produttive, sia dai sindacati - al
sostegno di una ripresa economica indispensabile. Osserva che se
alla stagnazione si aggiunge una manovra fortemente recessiva, si
fatica ad immaginare che il Paese possa prendere la strada della
ripresa.
Un assestamento regionale così contenuto appare doveroso anche per
evitare di aprire una discussione su di un provvedimento legislativo
che è poca cosa rispetto alla legge di bilancio 2012, sulla quale
occorrerà lavorare dopo le ferie estive. Nella situazione economica
attuale, infatti, sarebbe fuori luogo, a suo avviso, ragionare di
una manovra praticamente tecnica di assestamento, senza essere nelle
condizioni di svolgere un ragionamento complessivo e più fondato,
dopo aver valutato l'impatto della manovra di Governo.
Dopo aver ribadito che si tratta di assestamento tecnico, annuncia
le cifre più significative. La Regione ha una disponibilità di
risorse da impegnare in assestamento pari a circa 72 milioni di euro
nella parte corrente della spesa, circa 28 milioni di euro nella
parte degli investimenti.
La maggior parte di queste risorse, sia nella parte corrente che
nella parte investimento, sono destinate al comparto sanità e dei 72
milioni ben 60 nella spesa corrente sono impegnate sulla sanità per
coprire le cosiddette prestazioni aggiuntive dei livelli essenziali
di assistenza. L'Emilia-Romagna ha uno standard dei livelli di
assistenza superiore a quelli della media nazionale, i relativi
oneri vanno coperti e questi 60 milioni servono appunto per il
differenziale ai fini del mantenimento del pareggio nel settore
della sanità.
Così pure nella parte investimenti, 8 milioni e mezzo circa del
totale dei 28 milioni di investimenti sono destinati a opere
infrastrutturali nel settore della sanità, per completare interventi
in corso e sistemare alcuni investimenti ai fini del funzionamento
nel breve periodo di alcuni interventi in corso di realizzazione.
Sempre relativamente alla parte investimenti, vi é poi un'altra
posta importante di circa 7 milioni e 800 mila euro che riguarda
risorse impegnate con l'assestamento di bilancio, ma che
successivamente ritorneranno nella disponibilità regionale.
L'impegno di spesa è volto a consentire l'avvio immediato dei bandi
di gara necessari per risolvere una parte importante del cosiddetto
digital divide nelle aree rurali. Si tratta di risorse che occorre
impegnare fin da ora per il meccanismo di utilizzo dei fondi di
sviluppo rurale, che sono appunto fondi strutturali europei. La
Regione attua pertanto solamente un'anticipazione, che serve ad
avviare immediatamente i bandi, ma trascorso un anno e mezzo circa
queste risorse verranno rimborsate dai fondi europei del piano di
sviluppo rurale. Quindi dei 28 milioni di parte investimenti, circa
7 milioni e mezzo sono destinati al digital divide, mentre 8 milioni
e mezzo riguardano risorse su programmi di investimento in edilizia
ospedaliera.
Le ulteriori risorse che rimangono disponibili, sia nella parte
corrente, che nella parte degli investimenti, sono così collocate: 2
milioni di euro di parte corrente, oltre i 60, sono risorse
destinate a progetti di green economy a sostegno e ad integrazione
di quelli già previsti in bilancio per sostenere programmi di
sviluppo energetico da fonti rinnovabili. A tal fine rammenta che è
in fase di completamento l'iter del programma di aggiornamento del
piano energetico e sarà prossimamente all'esame dell'Assemblea un
ulteriore provvedimento per gli interventi necessari a renderlo
operativo.
La somma di un milione di euro, sempre in spesa corrente, è
destinata alle attività di sostegno all'economia turistica.
In agricoltura circa 550 mila euro in spesa corrente sono stanziati
a favore degli operatori che dovranno eradicare le colture di kiwi
colpite da una malattia che non è debellabile altrimenti.
Naturalmente per realizzare questa misura bisogna trovare il modo di
risarcire una quota di risorse agli agricoltori che si trovano di
fronte alla perdita totale di reddito. E la Regione si sta
impegnando affinché a livello nazionale vi sia la previsione di un
finanziamento ulteriore a quello regionale, non essendo
l'Emilia-Romagna l'unica regione colpita da questo evento
calamitoso. Sempre in agricoltura, per la parte investimenti sono
previsti 1 milione e 67 mila euro destinati a interventi di
manutenzione straordinaria a completamento di interventi di opere di
bonifica.
Vi sono inoltre investimenti pari a 4 milioni di euro destinati ad
interventi di manutenzione straordinaria della viabilità minore,
soprattutto in montagna, ma non solo. Si tratta di risorse che non
coprono l'intero fabbisogno, ma questa è la cifra che il bilancio
riesce ad impegnare.
Nella parte corrente vi è ancora un milione di euro destinato a
varie attività, tra cui anche quella del miglioramento dei contratti
in essere per il trasporto ferroviario.
Sono previsti sia un milione di euro in investimento, sia un milione
di euro in spesa corrente per la parte del sostegno al diritto allo
studio universitario. Il primo milione in spesa corrente costituisce
un ulteriore impegno della Regione in questo campo, in particolare
ai fini del finanziamento di borse di studio universitario per
studenti meritevoli e bisognosi. Nel 2010 la Regione è riuscita a
soddisfare il 100% delle richieste di borse di studio da parte degli
aventi diritto, mentre quest'anno, con i tagli nazionali alle
risorse, e nonostante il finanziamento regionale summenzionato, la
copertura sarà pari a circa il 75%. Il milione di euro previsto
nella parte investimenti è destinato al progetto di realizzazione di
uno studentato nel Lazzaretto di Bologna. Con questo intervento, la
Regione sostiene l'Università di Bologna, affinché possa concorrere
agli oltre 20 milioni di euro per realizzare questo importante
investimento, sia per gli studenti sia per la città di Bologna, in
vista delle prossime Universiadi previste tra qualche anno.
E' stanziata altresì la somma di 1 milione e 100 mila euro per il
piano di azione ambientale: 810 mila euro sono destinati inoltre ad
interventi di manutenzione sul territorio per le opere
idrogeologiche, quindi complessivamente circa 2 milioni di euro per
questa parte di investimenti.
Lo stanziamento di un 1 milione e 500 mila euro è volto al sostegno
alle nuove Comunità montane e Unioni dei Comuni derivanti dalla
trasformazione delle Comunità montane soppresse. La Regione non
aveva previsto risorse nel bilancio regionale, ma successivamente si
è assistito a un sostanziale azzeramento delle risorse statali.
Chiarisce che i fondi previsti in assestamento sono necessari ai
fini della chiusura dei bilanci di tali enti, tenuto conto anche
delle spese relative al personale.
E' stanziata anche la somma di 500 mila euro per i bandi per la
sicurezza ed il potenziamento della polizia locale.
Sono poi destinati ulteriori 9 milioni e mezzo per garantire
l'accesso alla rete veloce Internet e per l'adeguamento del sistema
informatico regionale.
Vi sono inoltre 2 milioni e mezzo in parte corrente e 1 milione e
mezzo in parte investimenti per le attività connesse al sostegno
alle attività e alle strutture culturali della Regione. Nel bilancio
di parte corrente della Regione si era ridotto moltissimo l'impegno
in questo senso e vi sono strutture che avrebbero rischiato di
chiudere se non sostenute con questa parte di risorse.
Aggiunge infine che la Regione sta compiendo un'operazione di messa
in disponibilità di una parte delle risorse impegnate nei bilanci
precedenti per gli investimenti che non stanno dando i frutti
richiesti. Vi sono, infatti, diversi impegni di bilancio bloccati da
molti anni e nell'ultimo periodo ciò è dovuto soprattutto a causa
della necessità del rispetto del patto di stabilità. Gli
investimenti sono in cofinanziamento poiché la Regione finanzia il
50% delle opere. Il cofinanziamento delle Regioni non parte perché i
Comuni non riescono a destinare la loro quota.
Chiarisce che, accanto a tale situazione contingente dettata dal
patto di stabilità, vi sono altre realtà piu' datate in termini di
finanziamento, che sono bloccate - non a causa del patto di
stabilità - o per opere che non partono perché mancano le
autorizzazioni, come ad esempio quella della Sovrintendenza, o
perché vi è stato un ripensamento. Vi sono pertanto opere
impegnative in sofferenza da troppo tempo. La Regione sta compiendo
un'opera di verifica su tali progetti. Ad esempio, una parte delle
risorse pari a 1 milione e 100 mila euro per le opere destinate al
piano ambientale proviene da recuperi sui territori. A seguito di
incontri con Comuni e Province si è provveduto allo sblocco delle
risorse ferme da troppo tempo.
Si intende così recuperare risorse destinate a investimenti
precedenti e rimetterle a disposizione per nuove opere che abbiano
la possibilità di partire in tempi rapidi. Altrimenti una quota di
finanziamenti non si traduce in effetti rilevanti, né in termini di
nuove opere realizzate, né in termini economici. Finché le risorse
restano bloccate non vi è nessun impiego utile. Tale operazione
verrà svolta da ora al prossimo bilancio, settore per settore. Vi
potranno essere, a suo avviso, alcune proteste, ma è l'unica strada
percorribile per ridare fiato agli investimenti. Poiché la capacità
di indebitamento della Regione è pari a 2 miliardi 942 milioni di
euro, è già impegnata per 2 miliardi 815 milioni di euro e il
residuo pertanto è molto basso - pari a 127 milioni di euro -, vi
sarebbero due sole opzioni percorribili, se si vuole aumentare la
quota: l'azzeramento degli impegni di spesa piu' datati mediante il
meccanismo illustrato in precedenza, oppure l'imposizione di aumenti
di entrata mediante l'inserimento di nuove tasse, soluzione a suo
avviso proibitiva. Ritiene pertanto che la via percorribile sia
obbligata, altrimenti si rischia di non riuscire a trovare un
meccanismo positivo per la stimolazione dell'economia, in una fase
in cui ve ne è estremo bisogno.
Il nuovo patto di stabilità previsto nella legge di stabilità è
molto piu' pesante anche per la Regione Emilia-Romagna: infatti il
tetto libero di spesa è stato ulteriormente compresso anche per le
Regioni. Resta complicato, ripete in conclusione, tenere
l'equilibrio tra risorse disponibili e patto di stabilità. Si
rischia di inserire voci nel bilancio non spendibili a causa di tale
vincolo.
Esce il consigliere Bignami.
Il presidente LOMBARDI domanda se vi sono richieste di chiarimenti.
Il consigliere MANFREDINI rileva che uno dei dieci punti discussi a
Pontida riguarda lo svincolo dei fondi bloccati dal patto di
stabilità per i Comuni virtuosi. Chiede, nell'ipotesi che vengano
sbloccati, come verrà affrontato.
Entrano il consigliere Sconciaforni e la consigliera Barbati.
Il consigliere FILIPPI chiede maggiori delucidazioni in relazione ai
7 - 8 milioni anticipati dalla Regione per il digital divide,
risorse che verranno rimborsate da fondi europei per il piano
rurale. Chiede quale connessione vi sia tra il digital divide e il
piano rurale. Domanda altresì la destinazione effettiva del milione
di euro per il turismo, in particolare se è a vantaggio esclusivo o
meno della riviera.
Il consigliere POLLASTRI ringrazia l'assessore per la relazione, ma
critica la modalità di diffusione dei dati relativi
all'assestamento, facendone una questione di metodo. Ritiene che sia
maggiormente corretto non trovarsi la relazione prima sulla stampa e
poi in sede di Commissione competente.
La consigliera NOE' chiede chiarimenti sul milione e mezzo destinato
alle Comunità montane, stanziato per risorse da pagare al personale
ai fini della chiusura dei bilanci. Domanda se la somma verrà
successivamente destinata a Unioni di Comuni per avviare le
procedure finalizzate alle fusioni.
Il consigliere DEFRANCESCHI chiede, rispetto al recupero dei fondi
bloccati, quale sia la tipologia dei programmi esistenti e la
collocazione temporale nei rispettivi ritardi nell'esecuzione.
Entra il consigliere Mumolo.
Il sottosegretario BERTELLI risponde alle osservazioni formulate.
Rispetto al patto di stabilità, si augura lo sblocco per i Comuni
virtuosi. Chiarisce che l'approvazione del documento unico di
programmazione regionale (DUP) prevede interventi complessivi nella
regione, compresi i cofinanziamenti, per 3 miliardi di euro. Il DUP
è stato approvato con una serie di Conferenze territoriali e ha
impegnato Regione, Province e Comuni e le forze economiche e
sociali, che hanno contribuito a decidere gli interventi da
realizzare con queste risorse.
ll 50% è composto di risorse locali, provengono da Comuni e
Province, la restante parte è costituita da risorse dei fondi
strutturali europei, compresi quelli dello sviluppo rurale,
Obiettivo 2 , FESR, risorse regionali e fondi FAS di derivazione
nazionale che spettano alle Regioni. Questi ultimi sono fondi
bloccati e alla Regione Emilia-Romagna competono a tale titolo 280
milioni di euro.
Vi sono opere che in alcuni casi una parte degli interlocutori
locali rischia di non far decollare a causa del patto di stabilità.
Se si dovesse sbloccare il patto di stabilità per i Comuni virtuosi,
una parte di queste opere potrebbe essere avviata. Alcuni Comuni poi
hanno anche opere già realizzate, che non riescono a pagare, perché
il patto di stabilità impedisce anche di trasferire risorse su opere
già realizzate. Rammenta lo stato attuale della legge regionale sul
patto di stabilità territoriale: non è stata impugnata dal Governo,
ma il ministro dell'Economia ha chiesto alcune modifiche che la
Regione si é impegnata a fare. Il Ministro agli Affari regionali ha
concordato le modifiche, ma la struttura operativa del Ministero
delle Finanze ritiene ancora non soddisfacenti le modifiche.
Il patto di stabilità territoriale è ancora inapplicato e prevede
che le disponibilità regionali del patto di stabilità, finora messe
a disposizione delle necessità di Comuni e Province rispettivamente
per 60 e 90 milioni negli ultimi due anni, per allargare la
disponibilità di bilancio vengano cumulati tra Regione e Comuni e
Province, in modo da concordare quali infrastrutture far decollare.
Si tratterebbe di una misura che allevia il peso: mettere in moto
degli interventi sarebbe indispensabile per l'economia, così come
altrettanto importante sarebbe pagare le imprese che hanno già
lavorato. I debiti acquisiti devono essere pagati.
Relativamente al tema del digital divide, sottolinea che il piano
telematico ha previsto infrastrutture che nel frattempo sono state
già realizzate, ma vi sono aree del territorio regionale, in
particolare una parte della montagna e del territorio rurale non
coperte dalla rete. Questi interventi servono dunque a coprire
l'infrastrutturazione su tali aree. I fondi sono previsti nel piano
di sviluppo rurale, sono fondi strutturali europei, ma per attivarli
è necessaria l'anticipazione della misura economica che
successivamente all'indizione dei bandi ritornerà nella
disponibilità regionale.
Relativamente al tema dell'Unione dei Comuni montani, rammenta che
la Regione è intervenuta con una legge due anni fa, che prevedeva la
riduzione del 50% dei Comuni montani e soprattutto un'operazione di
trasformazione delle Comunità montane in Unione di Comuni montani.
Oltre alla riduzione del numero, dunque le Unioni di Comuni montani
sono fuoriuscite dalla disciplina nazionale e sono disciplinate
nello stesso modo delle Unioni di Comuni generali
dell'Emilia-Romagna, senza costi amministrativi aggiuntivi. Infatti
l'Unione dei Comuni montani è fatta dai Sindaci di quei Comuni,
ognuno di loro percepisce un'unica indennità, quella di Sindaco,
senza emolumenti aggiuntivi.
La Regione è intervenuta in una situazione di taglio dei
trasferimenti statali alle Comunità montane, che ha comportato
inevitabilmente criticità nella gestione del personale. Le Comunità
non riescono a far fronte all'impegno di spesa degli organici,
trattandosi di personale a tempo indeterminato. La riorganizzazione
dovrà comportare anche una definizione di tale tema: il personale
dovrà essere riallocato nelle Unioni comunali o a livello
provinciale. Anche queste possibili soluzioni presentano alcune
criticità, in quanto vi sono Comunità montane che hanno organici
incompatibili con i singoli Comuni e si scontrano con il blocco
delle assunzioni di personale e con la necessità di riduzione dei
costi da parte dei Comuni, in aderenza alle disposizioni del patto
di stabilità.
Relativamente al tema del recupero delle disponibilità di risorse,
chiarisce che si tratta di settori variegati, dall'impiantistica
sportiva, agli interventi infrastrutturali viari, alle opere di
bonifica. Quanto alla tempistica, aggiunge che si adotteranno misure
concordate con le Autonomie locali.
In relazione alla questione della diffusione sulla stampa delle
notizie sull'assestamento di bilancio, sottolinea che quando la
Giunta adotta una delibera difficilmente si evita che sia resa
pubblica, perché è ripresa dalla stampa regionale o dalle agenzie
locali.
Il presidente LOMBARDI propone quindi di procedere alla nomina del
relatore, ai sensi dell'articolo 50, comma 3 dello Statuto.
La Commissione concorda, su proposta del consigliere Montanari, di
nominare relatore il consigliere Luciano Vecchi e, su proposta del
consigliere Pollastri, di nominare il consigliere Marco Lombardi
relatore di minoranza.
Il presidente LOMBARDI propone di indire un'udienza conoscitiva per
consultare la società regionale.
La Commissione concorda e su proposta del consigliere Filippi fissa
la data per lunedì 4 luglio ore 14,30.
- - - - -
1348 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Disciplina
della partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai fondi
immobiliari chiusi per il sostegno all'edilizia residenziale sociale
(delibera di Giunta n. 574 del 27 04 11) Relatore consigliere
Gabriele Ferrari
Il presidente LOMBARDI ricorda che gli emendamenti presentati erano
stati già inviati ai consiglieri e cede la parola al relatore.
Il consigliere FERRARI richiama l'udienza conoscitiva svolta, che ha
visto una partecipazione qualificata e gli interventi della
Fondazione del Monte e di Confcooperative, favorevoli al testo del
progetto di legge. Il primo oratore, in particolare, ha sottolineato
la necessità di non irrigidire troppo le procedure perché si tratta
di un'esperienza nuova, in corso di costruzione.
Segnala inoltre che sono pervenuti tre emendamenti a firma del
consigliere Pollastri e due della consigliera Noe'. In via
preliminare dichiara che i primi sono accoglibili, mentre non lo
sono quelli della consigliera Noè, proprio alla luce delle
osservazioni emerse nel corso della consultazione.
L'articolo 5 del progetto di legge demanda infatti ad un
provvedimento di programmazione dell'Assemblea legislativa, ed a
successivi atti della Giunta, la realizzazione delle azioni
disciplinate dalla legge sia per la partecipazione ai fondi
(articolo 3) che per l'assistenza tecnica agli enti locali.
Chiede alla consigliera Noè l'eventuale disponibilità a ritirare gli
emendamenti, non perché non siano di rilievo e interesse, ma perché
non vi è la necessità di porre vincoli ulteriori all'interno dello
strumento normativo. Il progetto di legge dettaglia già i parametri.
La Regione Lombardia ad esempio ha approvato una normativa analoga
composta di un solo articolo, estremamente scarno, dove viene
assegnata a Finlombarda la gestione della Società di Gestione del
Risparmio, la Giunta è autorizzata a sottoscrivere i fondi,
l'ammontare delle quote è determinato dalla Giunta.
Il testo del progetto di legge proposto dalla Giunta oggi all'esame
della Commissione è invece già sufficientemente strutturato.
Il presidente LOMBARDI invita quindi la Commissione a procedere
all'esame degli articoli e degli emendamenti, sulla base del
documento di lavoro predisposto dalla segreteria della Commissione
(v. allegato).
Art. 1 Oggetto - Emendamento n. 1 del consigliere Pollastri
Con distinte votazioni di identico contenuto, la Commissione esprime
parere favorevole con 40 voti a favore (PD, PDL, IDV, LN, FDS,
SEL-V, UDC), 2 contrari (M5S), nessun astenuto all'emendamento
suddetto e all'articolo così modificato.
Art. 2 Finalità
La Commissione esprime parere favorevole con 28 voti a favore (PD,
IDV, FDS, SEL-V, UDC), 2 contrari (M5S), 12 astenuti (PDL, LN).
Esce la consigliera Meo
Art. 3 Partecipazione ai fondi - Emendamenti n. 1 e 2 della
consigliera Noè - Emendamenti n. 2 e 3 del consigliere Pollastri
La consigliera NOE' dichiara di ritirare l'emendamento n. 2, mentre
intende mantenere il primo. Chiarisce quindi la ratio della propria
proposta di modifica alla lettera a) del comma 2, in quanto la
scelta dell'advisor tecnico costituisce uno dei punti piu' rilevanti
dell'intero impianto, poiché l'advisor non deve essere in conflitto
di interesse palese o occulto con l'attività svolta dalla Regione:
ad esempio, non deve essere partecipato in maggioranza da banche, o
da SGR, o comunque da soggetti che operanti nel mercato finanziario.
Se ciò avvenisse, le scelte del fondo sarebbero influenzate dalla
presenza di un advisor sicuramente non pienamente soggetto terzo. Il
contributo dell'emendamento è garantire il monitoraggio
dell'autonomia dell'advisor che ha un ruolo importante. Ritiene
essenziale specificare in legge le modalità con cui garantirne
l'autonomia, proprio per un principio di garanzia e di terzietà.
Ribadisce la necessità della previsione anche in ragione
dell'esperienza passata in cui spesso il controllore era nominato
dal controllato. Non ritira pertanto il primo emendamento, pur
condividendo l'impianto della legge.
Il consigliere DEFRANCESCHI dichiara di essere favorevole
all'emendamento della consigliera Noè.
Il consigliere FERRARI chiarisce che il tema del non ingenerare
conflitti di interesse sta a cuore alla Regione, e a questo
proposito i criteri di valutazione dell'advisor tecnico saranno
contenuti all'interno di un apposito regolamento che la Regione
stessa emanerà successivamente.
Quanto all'interpretazione del suo ruolo, precisa che di norma i
regolamenti dei fondi immobiliari chiusi assegnano all'advisor
tecnico un ruolo di scouting dei progetti territoriali, cioè un
compito di verifica della rilevanza urbanistica, della fattibilità
operativa, ecc., per vagliare quanto i progetti siano in relazione e
in rete con i bisogni dei territori.
Al fine di garantire che non si configurino conflitti di interesse
palesi od occulti, ribadisce che l'articolo 5 del progetto di legge
consente all'Assemblea legislativa di proporre criteri di
valutazione del fondo anche a processo avviato. La fase in corso è
ancora di costruzione del percorso e attualmente vi sono solo tre o
quattro fondi immobiliari in tutta Italia. Ritiene pertanto che
dettagliare in modo eccessivamente puntuale nel testo di legge sia
anticipatorio rispetto a ciò che si potrà fare in una fase
successiva, quando le procedure di attivazione hanno trovato
applicazione e un avvio concreto.
La consigliera NOE' precisa che l'articolo 5 dispone la possibilità
di contribuire in termini di programmazione. E' opportuno invece a
suo parere che il criterio sia specificato nell'impianto normativo,
ai fini della tutela del ruolo dell'advisor. La delega ad atti
amministrativi successivi non è utile, quando può discendere
direttamente da un principio contenuto nella norma. Si tratta di un
atto di responsabilità rispetto all'adozione di un regolamento
futuro. L'esperienza del precedente mandato, oltre che l'esperienza
degli operatori del settore, ha confermato che sia necessario avere
tutele di controllo incrociato.
Il consigliere FERRARI rileva la legittimità di tutte le opinioni,
ma ritiene non accoglibile l'emendamento n. 1 della consigliera
Noe'.
Il consigliere BARBIERI osserva che l'emendamento ha un approccio
eccessivamente burocratico e ridondante, ma pone una questione
seria. Invita il relatore e la proponente a trovare una modalità
diversa per tutelare il tema della terzietà, che potrebbe essere
riaffrontato in Aula.
Il presidente LOMBARDI pone in votazione l'emendamento n. 1 della
consigliera Noe'.
La Commissione esprime parere contrario con 25 voti contrari (PD,
IDV, FDS), 3 a favore (M5S, UDC), 12 astenuti (PDL, LN)
all'emendamento suddetto.
Il presidente LOMBARDI pone in votazione gli emendamenti n. 2 e 3
del consigliere Pollastri.
Con distinte votazioni di identico contenuto, la Commissione esprime
parere favorevole con 38 voti a favore (PD, PDL, IDV, LN, FDS, UDC),
2 contrari (M5S), nessun astenuto agli emendamenti suddetti.
Il presidente LOMBARDI pone quindi in votazione l'articolo 3.
La Commissione esprime parere favorevole con 37 voti a favore (PD,
PDL, IDV, LN, FDS), 2 contrari (M5S), 1 astenuto (UDC) all'articolo
3 così modificato.
Art. 4 Assistenza tecnica agli enti locali
Art. 5 Programmazione e attuazione
Art. 6 Abrogazioni
Con distinte votazioni di identico contenuto la Commissione esprime
parere favorevole con 26 voti a favore (PD, IDV, FDS, UDC), 2
contrari (M5S) e 12 astenuti (PDL, LN) a ciascun articolo.
Art. 7 Norma finanziaria
Il consigliere POLLASTRI, sottolineata l'importanza dei contenuti
del progetto di legge esaminato, dichiara che l'astensione del
proprio gruppo assembleare è dettata dall'attesa di una prossima
riunione dove verrà decisa la posizione in Aula.
La Commissione esprime parere favorevole con 26 voti a favore (PD,
IDV, FDS, UDC), 2 contrari (M5S) e 12 astenuti (PDL, LN).
Entra la consigliera Meo
- - - - - -
1456 - Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, del
Protocollo di intesa tra la Regione Emilia-Romagna e le Regioni
Europee: Aquitaine (F), Dolnoslaskie (PL), Ghawdex (Malta), Hessen
(D), Pays de la Loire (F), Generalitat Valenciana (E), Vastra
Gotaland (SW), Wales (UK), Wielkopolska (PL) circa la Rete Regioni
Europee per i Giovani - European Regions for Youth (Rete ERY) in
materia di cooperazione internazionale per le politiche giovanili
(Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 03 06 11)
CAPODAGLIO illustra l'atto, chiarendo che si tratta del rinnovo,
concordato nel 2010, di un'intesa siglata nel 2007. Il protocollo
ripercorre pertanto lo schema precedente. Aderiscono dieci Regioni
europee, la differenza rispetto al passato consiste nella
fuoriuscita della Regione spagnola dell'Aragona e nell'entrata della
municipalità di Gozo della Repubblica maltese. Rammenta che il
protocollo ha come finalità la cooperazione nel settore delle
politiche giovanili delle Regioni firmatarie, oltre che la
facilitazione della partecipazione a progetti europei.
Si tratta di un accordo di coordinamento teso a favorire i contatti
tra i vari territori che non dà seguito ad un'associazione
strutturata. Un esempio dell'applicazione delle politiche giovanili
è costituito dall'esperienza condotta di recente da una cooperativa
ravennate il cui scopo sociale consiste nel favorire scambi di
tirocini con alcune Regioni appartenenti alla rete, mediante
finanziamenti esterni al bilancio regionale.
Aggiunge che il Dipartimento Affari regionali della Presidenza del
Consiglio ha chiesto di aggiungere all'articolo 7 una formula
lessicale che chiarisca come il protocollo non comporti obblighi
giuridici. La Regione ha inserito l'addendum, specificando che il
protocollo di intesa non intende creare obblighi legalmente
vincolanti fra le parti. Pertanto si tratta di una dichiarazione
d'intenti e non di un'intesa.
Il consigliere POLLASTRI chiede chiarimenti sull'articolo 5, in
particolare sulla motivazione della cadenza annuale della riunione e
sui costi da sostenere. Esprime inoltre l'auspicio che i progetti si
tramutino in azioni concrete e abbiano effetti positivi sulla vita
reale dei giovani. Chiede che si possa avere un riferimento nel
tempo sulla validità dei progetti stessi.
CAPODAGLIO chiarisce che non sono previsti costi aggiuntivi, come
richiesto dal Dipartimento Affari regionali della Presidenza del
Consiglio. Si tratta di un orientamento all'ordinaria programmazione
dei vari settori della Regione, con indicazioni di priorità, senza
stanziamenti ad hoc. La riunione annuale è il minimo previsto, anche
se si cerca di utilizzare mezzi informatici ai fini dello scambio di
informazioni. Vi è anche un sito, implementato senza spese
aggiuntive dai funzionari delle Regioni, ove vi sono notizie di
associazioni giovanili e centri di formazione che possono
interessare la rete e favorire gli scambi. La concretezza consiste
nel costituire un quadro dove i singoli soggetti pubblici e privati
possono trovare partnership e proseguire le attività autonomamente.
Le attività fanno parte dell'informazione data dalla Giunta
triennalmente con il rinnovo del piano delle azioni dell'attività
internazionale. La stessa presenza di un sito dove sono inserite le
attività è un'ulteriore modalità di diffusione dei dati.
Escono i consiglieri Defranceschi e Manfredini.
Il consigliere VECCHI esprime apprezzamento per il protocollo
firmato che fornisce il quadro di attività multilaterali e
bilaterali tra soggetti e territori coinvolti. Ritiene che la
costituzione di una rete di questo tipo sia di fondamentale
importanza per agevolare l'accesso ai programmi dell'Unione europea
che richiedono la compresenza di soggetti diversi. Vi è anche una
valutazione di merito: ripercorrendo la storia delle politiche
giovanili dalla metà degli anni 70, si evince che tutte le
esperienze piu' fondate hanno potuto beneficiare delle esperienze di
altri soggetti, dando origine a progetti piu' avanzati per il fatto
di essere messi in rete. Per definizione le politiche giovanili sono
in costante cambiamento, perché nel tempo mutano linguaggi e
strumenti di comunicazione. Chiede un aggiornamento successivo sulle
attività della rete.
La Commissione esprime parere favorevole con 36 voti a favore (PD,
PDL, IDV, FDS, SEL-V, UDC), nessun contrario o astenuto.
- - - - - -
1465 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Modifiche alla
legge regionale 13 novembre 2001, n. 35 Partecipazione della
Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di
Pace di Monte Sole (delibera di Giunta n. 756 del 30 05 11)
Relatore consigliera Gabriella Meo
Il presidente LOMBARDI rammenta che la I Commissione esamina il
progetto di legge in sede consultiva per quanto di competenza e deve
rendere il parere alla Commissione referente V.
Entra il consigliere Manfredini.
CAPODAGLIO illustra i contenuti, sottolineando che la necessità di
modificare la legge istitutiva della Scuola di Pace di Monte Sole
deriva dalla natura dell'atto costitutivo. All'atto della fondazione
era previsto come unico organo un Consiglio di amministrazione molto
ampio in cui erano presenti un rappresentante della Giunta e uno
dell'Assemblea legislativa. Nella legge regionale n. 35 del 2001 si
chiedeva infatti come condizione di partecipazione della Regione
alla Scuola l'uguale partecipazione di Giunta e Assemblea.
Al dibattito intervenuto successivamente a livello regionale circa
la riduzione dei componenti del consiglio di amministrazione si è
aggiunta la disposizione statale contenuta nel decreto-legge n. 78
del 2010 convertito nella legge 122, che impone per qualsiasi ente
partecipato da altro ente pubblico un massimo di cinque membri per
il consiglio di amministrazione.
Il progetto di legge dispone che un membro del Consiglio di
amministrazione sia nominato dalla Giunta, mentre prevede per il
Consiglio di indirizzo che due membri, con voto limitato
all'espressione di un solo nominativo per ciascun consigliere, siano
nominati dall'Assemblea legislativa tra i propri componenti. E'
infine previsto l'obbligo della Fondazione di fornire una relazione
sulle attività svolte nel loro complesso.
Esce la consigliera Barbati
La consigliera MEO, relatrice del progetto di legge, chiarisce che
gli incarichi sono a costo zero.
La Commissione, per quanto di competenza, esprime parere favorevole
con 36 voti a favore (PD, PDL, LN, FDS, SEL-V, UDC), nessun
contrario o astenuto.
- - - - -
Entra il consigliere Defranceschi ed esce il consigliere Mazzotti
1427 - Proposta recante: Approvazione del rendiconto consuntivo
dell'esercizio finanziario 2010 e del bilancio di previsione per
l'esercizio finanziario 2011 - Assestamento e primo provvedimento di
variazione dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali
della Regione Emilia-Romagna (delibera di Giunta n. 729 del 30 05
11)
Il presidente LOMBARDI informa del parere favorevole espresso dalla
Commissione consultiva V Turismo, cultura, scuola, formazione,
lavoro, sport.
CRISTOFORI illustra il provvedimento, dando conto delle principali
voci del rendiconto consuntivo e sottolineando quale dato rilevante
la variazione rispetto al bilancio del 2010 dovuta all'incremento
complessivo delle competenze del 40% per l'avvio del Polo
archivistico regionale, progetto che ha previsto un finanziamento
specifico pari a 1 milione 950 mila euro per le attività.
La Commissione esprime parere favorevole con 22 voti a favore (PD,
FDS, SEL-V, UDC), nessun contrario, 14 astenuti (PDL, LN, M5S).
La seduta termina alle ore 11,40
Verbale approvato nella seduta del 13 luglio 2011.
La Segretaria Il Presidente
Claudia Cattoli Marco Lombardi
ALLEGATO AL VERBALE N. 20 DEL 2011
DOCUMENTO DI LAVORO
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale ogg. 1348:
Disciplina della partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai
fondi immobiliari chiusi per il sostegno all'edilizia residenziale
sociale
con l'indicazione degli emendamenti presentati al 20 giugno 2011
DISCIPLINA DELLA PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA AI
FONDI IMMOBILIARI CHIUSI PER IL SOSTEGNO ALL'EDILIZIA RESIDENZIALE
SOCIALE
Art. 1
Oggetto
1. Nell'ambito della politiche Emendamento n. 1 cons.Pollastri
della Regione Emilia-Romagna
per la casa, All'art. 1 all'inizio del
la presente legge disciplina primo periodo aggiungere:
la partecipazione della In attuazione di quanto
Regione ai immobiliari previsto dal Piano
chiusi il cui oggetto social Nazionale di Edilizia
e comprenda prioritariamente abitativa, e
l'incremento dell'offerta di
alloggi di edilizia
residenziale sociale e
di ogni altra tipologia di
alloggi accessibili dagli utenti
a condizioni più favorevoli di
quelle di mercato.
Art. 2
Finalità
1. La presente legge ha lo
scopo di:
a) ampliare la gamma degli
strumenti per l'attuazione delle
politiche per la casa attraverso
il ricorso a strumenti
finanziari innovativi;
b) concorrere a creare le
condizioni per incrementare
i flussi finanziari destinati ad
investimenti finalizzati
ad accrescere l'offerta di
alloggi di edilizia residenziale
sociale;
c) favorire lo sviluppo di
forme di collaborazione e di
partenariato pubblico-privato
massimizzando gli effetti
sociali della partecipazione di
soggetti pubblici ai fondi
immobiliari chiusi;
d) fornire agli enti locali
misure di sostegno per la
verifica tecnica delle ipotesi
di programmi di edilizia
residenziale sociale di cui alla
presente legge.
Art. 3
Partecipazione ai fondi
1. La Regione è autorizzata a
sottoscrivere quote di fondi
immobiliari chiusi attraverso:
a) conferimento in danaro;
b) apporti di beni immobili.
2. I fondi immobiliari chiusi ai
quali partecipa la Regione
devono:
a) disporre del regolamento Emendamento n. 1 cons.
approvato dalla Banca Noè
d'Italia ed aver incaricato Aggiungere all'art. 3,
la Società di Gestione del comma 2, lettera a):
Risparmio e l'Advisor tecnico; La scelta dell'advisor
tecnico effettuata dalle
SGR o dai fondi deve essere
tale da non ingenerare
conflitti di interesse
palesi o
occulti che portino nel
medio termine al
deterioramento della
posizione patrimoniale del
fondo. I criteri per le
caratteristiche degli
advisor sono emanati
da un apposito
regolamento emesso dalla
Regione a compimento
della presente legge
b) assicurare l'impiego di
somme almeno pari alle risorse
da essa conferite esclusivamente
per la realizzazione di
interventi
nel territorio regionale;
c) prevedere forme di
partecipazione della Regione
stessa alla definizione delle
strategie di investimento;
d) contemplare nel proprio
oggetto sociale la realizzazione
di alloggi di edilizia
residenziale sociale.
3. La selezione dei fondi
immobiliari chiusi ai quali
la Regione partecipa avviene
mediante procedura ad evidenza
pubblica considerando, in
particolare, i seguenti elementi
di valutazione:
a) la quota del valore
complessivo del fondo
investita in attività
immobiliare;
b) la quota dell'investimento
immobiliare destinata
all'edilizia residenziale
sociale e ad altre tipologie
di alloggi accessibili agli
utenti a condizioni più
favorevoli di quelle di mercato;
c) il rendimento atteso sul
valore complessivo del fondo;
d) il rendimento atteso e il
profilo di rischio delle diverse
classi di quote del fondo,
qualora il suo capitale sia
suddiviso in tali classi;
e) i canoni di locazione
applicati agli alloggi di
edilizia residenziale sociale
e alle altre tipologie di
alloggi accessibili dagli utenti
a condizioni più favorevoli di
quelle di mercato;
f) i canoni di locazione
applicati ai restanti alloggi di
edilizia residenziale;
g) la durata del fondo;
h) le regole di liquidazione
del fondo;
i) le regole di governo e di
gestione del fondo.
Emendamento n. 2 cons.
Noè
Aggiungere all'art. 3,
comma 3, dopo la lettera i)
un'ulteriore lettera che
recita:
l) una presenza di presidi
interni adeguatamente
preparati alla manutenzione
del
risk management atti a
prevenire crisi di
liquidità e di fluttuazioni
di prezzo.
In assenza di questi, sarà
dirimente la scelta di un
advisor tecnico specifico
per il risk management,
diverso da quello scelto
per le
altre finalità gestionali
del fondo.
4. I fondi immobiliari chiusi
cui la Regione partecipa
devono impegnarsi a indirizzare
la propria attività nel
territorio regionale tenendo
conto delle esigenze connesse:
a) al contenimento del consumo Emendamento n. 2 cons.
di territorio, privilegiando Pollastri
interventi di recupero e di Al termine dell'art. 3,
riqualificazione urbana; comma 4, lettera a)
aggiungere:
oltre all'utilizzo del
patrimonio immobiliare
invenduto
b) all'applicazione,
migliorativa rispetto a
quanto prescritto dalla
normativa vigente, di tecnologie
e di tecniche costruttive a
basso consumo
di energia e a basso impatto
ambientale, nonché al ricorso
a fonti energetiche rinnovabili;
c) all'ampia diffusione sul
territorio regionale degli
interventi.
5. I fondi immobiliari chiusi Emendamento n. 3 cons.
cui la Regione partecipa Pollastri
devono altresì trasmettere Al termine dell'art. 3,
alla Giunta regionale una comma 5 aggiungere:
relazione annuale sulle nella regione. La
attività relazione viene poi
svolte relativamente trasmessa dalla Giunta alla
all'edilizia residenziale Commissione Assembleare
sociale. competente.
Art. 4
Assistenza tecnica agli enti
locali
1. La Regione fornisce, a
richiesta degli enti locali,
assistenza tecnica in ordine
agli aspetti normativi,
legali, urbanistici, ambientali,
contrattuali ed
economico-finanziari attinenti
ai programmi di investimento
oggetto delle attività dei fondi
immobiliari chiusi partecipati
dalla Regione stessa.
2. A tal fine la Regione può:
a) avvalersi delle proprie
strutture
tecnico-amministrative;
b) avvalersi di competenze
professionali esterne, anche con
la sottoscrizione di apposite
convenzioni con Università ed
enti ed istituti di ricerca;
c) erogare contributi per
l'acquisizione di assistenza
tecnica da parte degli enti
locali.
Art. 5
Programmazione e attuazione
1. L'Assemblea legislativa,
su proposta della Giunta
regionale, approva un atto di
programmazione per
l'attuazione della presente
legge.
2. La Giunta regionale con
proprio atto definisce le
modalità di attuazione del
programma di cui al comma 1,
approva i relativi bandi di
selezione dei fondi
immobiliari chiusi ai quali
partecipare e definisce i
criteri per l'applicazione
dell'articolo 4.
Art. 6
Abrogazioni
1. La legge regionale 6 aprile
1998, n. 12, (Interventi della
Regione Emilia-Romagna in
materia di fondi immobiliari
chiusi e mercati mobiliari
regolamentati) è abrogata.
Art. 7
Norma finanziaria
1. Agli oneri derivanti
dall'attuazione della presente
legge la Regione fa fronte
mediante l'istituzione di
apposite unità previsionali di
base e relativi capitoli nella
parte spesa del bilancio
regionale, a norma di quanto
disposto dall'articolo 10
della legge regionale 23
dicembre 2010, n. 15 (Bilancio
di previsione della Regione
Emilia-Romagna per l'esercizio
finanziario 2011 e bilancio
pluriennale 2011-2013), la cui
copertura è garantita dai fondi
a tale scopo specifico
accantonati, nell'ambito del
Fondo speciale di cui alla
U.P.B. 1.7.2.2.29100, al
capitolo 86350, Fondo
speciale per far fronte agli
oneri derivanti da provvedimenti
legislativi regionali in corso
di approvazione - spese
correnti , voce n. 13,
dell'elenco n. 2 allegato al
bilancio regionale per
l'esercizio 2011.
2. Per gli esercizi successivi
al 2011, la Regione fa fronte
con i fondi annualmente
stanziati nelle unità
previsionali di base e
relativi capitoli del bilancio
regionale che verranno dotati
della necessaria disponibilità
ai sensi di quanto disposto
dall'articolo 37 dalla legge
regionale 15 novembre 2001,
n. 40 (Ordinamento contabile
della Regione Emilia-Romagna,
abrogazione della L.R. 6
luglio 1977, n. 31 e della
L.R. 27 marzo 1972, n. 4).