Espandi Indice
Legislatura IX - Commissione VI - Verbale del 22/06/2011 pomeridiano

    Testo

                                Verbale n. 12
    Seduta del 22 giugno 2011
    Il giorno 22 giugno 2011 alle ore 14,30 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea Legislativa in Bologna, Viale A. Moro 50, la
    Commissione Statuto e Regolamento convocata con nota prot. n. 19802
    del 16 giugno 2011.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e Nome Qualifica Gruppo Vot
    o
    FAVIA Giovanni Presidente Movimento 5 Stelle
    2 presente
    Beppegrillo.it
    MUMOLO Antonio Vicepresid Partito Democratic
    o 6 presente
    ente
    POLLASTRI Vicepresid PDL - Popolo della
    Libertà 6 presente
    Andrea ente
    BARBATI Liana Componente Italia dei Valori
    - Lista 4 assente
    Di Pietro
    BERNARDINI Componente Lega Nord Padania
    Emilia e 4 presente
    Manes Romagna
    BONACCINI Componente Partito Democratic
    o 4 presente
    Stefano
    CEVENINI Componente Partito Democratic
    o 4 presente
    Maurizio
    DONINI Monica Componente Federazione della
    Sinistra 2 presente
    MONARI Marco Componente Partito Democratic
    o 4 presente
    MONTANARI Componente Partito Democratic
    o 4 presente
    Roberto
    MORI Roberta Componente Partito Democratic
    o 2 presente
    NALDI Gian Componente Sinistra Ecologia
    Libertà - 2 presente
    Guido Idee Verdi
    NOE' Silvia Componente UDC - Unione di Ce
    ntro 1 presente
    VECCHI Alberto Componente PDL - Popolo della
    Libertà 4 presente
    VILLANI Luigi Componente PDL - Popolo della
    Libertà 1 assente
    Giuseppe
    È presente il consigliere Matteo RIVA.
    Hanno partecipato alla seduta: R. Ghedini (Servizio Informazione);
    M. Veronese (Resp. Serv. Coordinamento Commissioni assembleari).
    Presiede la seduta: Giovanni FAVIA
    Assiste il segretario: Nicoletta Tartari
    Resocontista: Nicoletta Tartari
    Il presidente FAVIA dichiara aperta la seduta alle ore 14,50.
    Sono presenti i consiglieri Cevenini, Donini, Monari, Montanari,
    Mori, Mumolo, Naldi, Pollastri e Riva.
    Il presidente FAVIA, in mancanza di obiezioni dei commissari
    presenti, mette in approvazione il verbale n. 9 della seduta del 25
    maggio 2011, resosi disponibile dopo l'invio della convocazione.
    La commissione approva il verbale n. 9 del 2011 all'unanimità dei
    presenti.
    597 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari,
    Barbati, Defranceschi, Manfredini, Naldi, Noè, Sconciaforni,
    Villani, Costi, Donini, Marani, Meo, Montani, Mori, Moriconi e
    Pariani: Istituzione della Commissione regionale per la promozione
    di condizioni di piena parità tra donne e uomini (12 10 10).
    Il presidente FAVIA, in apertura della discussione generale, dà la
    parola alla relatrice Mori.
    Entra il consigliere Bernardini.
    La consigliera MORI ricorda brevemente l'esito dell'udienza
    conoscitiva di lunedì scorso, che è stata, grazie a tutte le
    rappresentanze presenti, ricca di interventi e di spunti di
    riflessione. Diversi dei suggerimenti emersi attenevano al registro
    linguistico del progetto di legge, tendendo a migliorarlo: per
    questo motivo, ha ritenuto di tradurli nelle proposte di emendamento
    che ha presentato.
    È inoltre emerso il tema del coinvolgimento di tutti i livelli
    istituzionali, delle rappresentanze associative, delle esperienze
    delle realtà femminili del territorio al fine di poter costituire
    uno strumento di supporto e di sostegno alle politiche di genere e
    antidiscriminatorie della Regione e dell'Assemblea legislativa.
    La relatrice chiarisce che comunque l'impianto della legge non è
    assolutamente stato messo in discussione: alcuni interventi, che
    proponevano una Commissione di natura diversa, non potevano trovare
    accoglimento in quanto avrebbero stravolto la natura stessa della
    Commissione, pensata come una Commissione permanente uguale alle
    altre e con pari dignità. Queste riflessioni potranno comunque
    essere utili per declinare al meglio l'obiettivo della costituenda
    Commissione, sollecitando il più ampio coinvolgimento delle realtà
    territoriali, istituzionali, associative e non.
    Nell'udienza è stato manifestato un grande apprezzamento anche per
    il percorso seguito perché, la Commissione pari opportunità viene
    vista dai territori, e soprattutto dalle istituzioni, come un
    tassello importantissimo per coordinare, sostenere e in qualche modo
    rafforzare la filiera di tutte le istituzioni che, a partire
    dall'Europa, si occupano delle politiche mainstreaming di genere.
    Entra il consigliere Vecchi.
    La consigliera DONINI chiede se nella seduta odierna la Commissione
    intenda limitarsi alla discussione generale o concludere anche
    l'esame dell'articolato: nel secondo caso il suo intervento sarà
    necessariamente più ampio.
    Il presidente FAVIA risponde che si potrebbe arrivare a licenziare
    il progetto di legge già nella seduta odierna, ma sarà la
    Commissione stessa a valutarlo, anche in base al tempo richiesto
    dalla discussione generale.
    Il presidente ricorda che sul testo insistono, oltre agli
    emendamenti della consigliera Mori (nn. da 1 a 10) anche due
    emendamenti che egli stesso ha presentato (nn. 11 e 12). Tutti gli
    emendamenti sono in corso di distribuzione.
    Entra la consigliera Noè.
    La consigliera DONINI, pur non volendo condizionare i lavori della
    Commissione, segnala che, a causa di un impegno personale, dovrà
    andare via tra breve. Esprime il rammarico di non poter seguire il
    dibattito, riservandosi di svolgere le proprie ulteriori
    considerazioni in Aula.
    La consigliera ricorda che la proposta dovrebbe essere ampiamente
    condivisa, come dimostra il fatto che tutti i gruppi assembleari
    l'hanno sottoscritta. Nel momento della presentazione si è fatta una
    scelta tra le tante possibili: si è ritenuto che il modo più
    efficace di attuare lo statuto fosse quello di istituire la
    Commissione come commissione permanente. Attribuendole il rango di
    commissione permanente si voleva darle un'efficacia e un potere
    analoghi a quelli delle altre Commissioni. Questo implica
    necessariamente che essa venga inserita all'interno di un sistema
    che è regolamentato, non dalla legge, ma dal Regolamento interno
    dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna. Conseguentemente la
    Commissione dovrebbe funzionare in modo uguale a tutte le altre.
    Alla luce di questa considerazione, appare discutibile l'emendamento
    n. 12 presentato dal Movimento 5 Stelle che vorrebbe rendere
    pubbliche le sedute di questa Commissione: bisognerebbe riflettere
    sul fatto che si porrebbe in tal caso un problema di disparità di
    trattamento tra le varie Commissioni.
    Ricorda che nella precedente legislatura era stata prospettata
    un'ipotesi diversa sul modo di dare attuazione alla norma
    statutaria, che forse aveva ingenerato talune aspettative nella
    comunità regionale. Alla luce della scelta fatta si potrebbe
    discutere, magari in sede di emendamenti, di attribuire a questa
    Commissione qualche prerogativa in più in tema di partecipazione e
    di produzione partecipata.
    Si dovrebbe in tal caso verificare se la Commissione potrebbe
    attivare o favorire la nascita di consulte nei territori. Il tema,
    prospettato nel corso dell'udienza conoscitiva è interessante e
    merita senz'altro un approfondimento, anche per quanto riguarda gli
    strumenti e le forme.
    La consigliera ricorda l'importanza dell'Albo delle associazioni,
    che tutte le Commissioni utilizzano per individuare i soggetti che
    di volta in volta partecipano all'iter legislativo attraverso le
    audizioni e le udienze conoscitive. Si tratta tuttavia di uno
    strumento che probabilmente a molti è sconosciuto, e quindi di uno
    strumento parziale. La nascita di questa nuova Commissione potrebbe
    rappresentare l'occasione per rendere noto che esistono forme
    importanti di partecipazione nei percorsi normativi della Regione
    Emilia-Romagna.
    Così come si devono rendere efficaci gli strumenti partecipativi,
    bisogna anche riflettere sull'eventualità di prevedere in questa
    legge strumenti che abbiano la finalità di ampliare le forme di
    condivisione e di relazione con l'esterno.
    Quanto al tema delle disuguaglianze tra donne e uomini, la
    consigliera ritiene che il problema sia ancora attuale e meritevole
    di attenzione, come è emerso anche dalle varie istanze sollevate
    durante l'udienza conoscitiva.
    Sebbene esistano già altri organi in questa Regione che si occupano
    del medesimo argomento - le Consigliere di parità, l'Ufficio
    regionale contro le discriminazioni nell'ambito razziale -
    l'istituenda Commissione appare utile, per mantenere al centro
    dell'attenzione il tema della parità tra donne e uomini, oltre che
    doverosa alla luce della previsione statutaria.
    La consigliera ribadisce l'auspicio che il progetto di legge possa
    essere approfondito anche dopo la seduta odierna, considerando che
    probabilmente non ci sono le condizioni per portarlo alla prossima
    seduta dell'Assemblea prevista per il 28 giugno. Essendo prevista
    una seconda tornata assembleare nel mese di luglio, si potrebbe
    pensare di approvare il progetto di legge in quell'occasione.
    Il presidente FAVIA segnala alla relatrice e all'intera Commissione
    la propria perplessità sull'esaurire oggi la discussione di un
    progetto di legge che ha avuto un così lungo percorso. Tuttavia,
    ripete, sarà la Commissione stessa a valutare se iniziare già oggi
    l'esame dell'articolato; gli preme, in ogni caso, che il progetto
    sia approvato in Aula prima della pausa estiva. Chiede ai commissari
    che fanno parte dell'Ufficio di presidenza dell'Assemblea se possono
    fornire chiarimenti in ordine alle prossime sedute assembleari.
    Il consigliere CEVENINI comunica che l'Ufficio di presidenza intende
    proporre alla conferenza dei capigruppo un'altra tornata assembleare
    nel mese di luglio prima di quella conclusiva.
    Esce la consigliera Donini.
    Il consigliere MONARI aggiunge che il presidente Richetti ha
    segnalato alla conferenza dei capigruppo l'esigenza avanzata dalle
    Commissioni di aggiungere una tornata assembleare a luglio. Per
    questo si ipotizza, ma non è ancora stata definita, una convocazione
    dell'Assemblea intorno a metà luglio - oltre a quella intorno al 20
    luglio per l'assestamento del bilancio - anche in considerazione
    delle richieste pervenute dai gruppi assembleari per discutere gli
    atti di indirizzo politico.
    In merito al progetto di legge in discussione, in segno di rispetto
    per le tematiche affrontate, si dichiara disponibile a posporre
    l'esame dell'articolato, trattandolo comunque in Aula entro luglio.
    Circa le aspettative ingenerate nella comunità regionale, osserva
    che qualche volta tali aspettative sono tradite dai tempi delle
    istituzioni. La Commissione per le pari opportunità (oggi delineata
    di rango paritetico alle altre Commissioni che sono ritenute
    Commissioni di garanzia) doveva essere già istituita nella
    precedente legislatura e si dispiace che la consigliera Donini non
    sia ora presente per discutere di questo. Considerato il percorso
    che è stato fatto per il presente progetto di legge - per il quale
    ringrazia la relatrice ed il presidente - considera non utile
    riflettere oggi su aspettative e richieste di partecipazione
    ingenerate in passato e valuta che non si possa assolutamente
    sostenere che di questo progetto di legge, che ha sentito apprezzato
    da associazioni e tecnici, non se ne sia parlato diffusamente e da
    tempo.
    In merito agli emendamenti, ritiene che occorre tenere conto, nei
    limiti della legittimità degli atti, delle segnalazioni che
    provengono dai soggetti che vengono sentiti attraverso strumenti
    quali le udienze conoscitive. Esiste oggi un problema di
    rappresentanza, a tutti i livelli territoriali e in tutti gli ambiti
    (politico, sindacale, delle associazioni di categoria). Questo
    comporta che, da un lato, nei tavoli dove si prendono le decisioni
    si tengano a volte riunioni autoreferenziali e, dall'altro, che
    frequentemente, per qualsiasi azione, a qualsiasi livello, si formi
    un comitato anche piccolo che mette in discussione un appropriato
    coinvolgimento dei cittadini in quella decisione.
    Occorre dunque ampliare i meccanismi di partecipazione, ma questo
    non significa non poter inquadrare questa Commissione come le altre.
    Circa i due emendamenti presentati dal presidente Favia, teme che il
    primo (n. 11), eliminando il riferimento alle pari opportunità tra
    donne e uomini dal nome stesso della Commissione, vada contro le
    sensibilità che sono state sentite anche durante l'udienza
    conoscitiva. Non si può chiedere un parere a soggetti esterni e poi
    non tenere conto delle loro valutazioni.
    Quanto all'altro emendamento (n. 12), che prevede la pubblicità
    delle sedute della Commissione, non lo considera congruo al progetto
    di legge, dato che si tratta di una questione già affrontata con il
    presidente Favia e il suo gruppo in altre occasioni e in altre sedi,
    come la conferenza dei capigruppo, e ritiene che debba rientrare in
    quella discussione.
    Chiede pertanto al presidente Favia di valutare l'opportunità di
    ritirare entrambi gli emendamenti.
    Entra il consigliere Bonaccini, esce il consigliere Montanari.
    Il consigliere POLLASTRI ringrazia preliminarmente il consigliere
    Monari per aver dato un quadro delle prossime sedute assembleari,
    condividendo che si convochino più sedute assembleari, anche per
    affrontare gli atti di indirizzo politico. Concorda quindi che si
    svolga oggi la discussione generale e in una prossima seduta l'esame
    dell'articolato, arrivando comunque ad approvare il progetto di
    legge entro la pausa estiva.
    Non approfondisce la genesi del progetto di legge, anche perché non
    era consigliere regionale nella precedente legislatura, ma
    sottolinea che il progetto di legge oggi in discussione è stato
    presentato da tutti i gruppi assembleari, compreso il proprio, e
    pertanto lo condivide.
    Considera che le sollecitazioni provenienti dai soggetti esterni
    siano state ben colte dalla consigliera Mori - verso la quale
    esprime apprezzamento per l'impegno profuso - nelle proprie proposte
    di emendamento, sulle quali si dichiara favorevole.
    Auspica che la Commissione possa raccogliere le aspettative che si
    sono dimostrate anche durante l'udienza conoscitiva e il lavoro
    svolto possa portare a risultati concreti.
    Circa gli emendamenti del presidente Favia manifesta alcune
    perplessità; in particolare, ritiene che il n. 12 sulla pubblicità
    delle sedute contrasti con il Regolamento interno, differenziando
    questa Commissione dalle altre solo per questo aspetto.
    Chiede poi alla relatrice delucidazioni in merito ai costi,
    considerato che, ai sensi dell'articolo 3 del Regolamento interno,
    anche per il presidente ed i vicepresidenti di questa Commissione si
    dovrà prevedere, oltre che le relative indennità, la dotazione di
    strumenti e personale.
    Ribadisce infine il voto favorevole del proprio gruppo.
    Escono i consiglieri Vecchi e Bernardini, entra il consigliere
    Montanari.
    Il presidente FAVIA illustra gli emendamenti che ha presentato.
    In merito all'emendamento n. 12, ritiene che se, come è stato
    osservato, l'istituenda Commissione può variare nell'organizzazione
    per quanto attiene alla partecipazione, allora non vede alcuna
    difficoltà a prevedere per essa anche diverse forme di
    pubblicizzazione delle sedute. Si tratta di una Commissione che
    viene istituita in un momento successivo alle altre e anche per
    questo potrebbe dare un segnale che anticipi dei cambiamenti più
    complessivi.
    Per quanto riguarda l'emendamento n. 11, riferisce che il progetto
    di legge fu sottoscritto dal proprio gruppo assembleare in quanto
    era stato richiesto un segnale politico, ricevendo rassicurazioni
    che il testo avrebbe comunque potuto essere emendato, dato che su
    alcuni punti ha fin dall'inizio manifestato il proprio disaccordo.
    In particolare, rileva una discrepanza tra il richiamo alla Carta di
    Nizza dell'articolo 3 - dunque ad una visione ampia delle pari
    opportunità - ed il resto del progetto di legge, che invece si
    concentra unicamente sulla differenza di genere. Non condivide
    affatto questa visione e quindi auspica che si trovi un accordo che
    consenta anche al proprio gruppo di approvare il progetto di legge,
    scongiurando la creazione di una Commissione vetrina , la quale non
    può riunirsi ogni settimana per discutere di differenze di genere
    mentre tutte le altre, in ragione delle più pesanti competenze
    attribuite, sono chiamante ad occuparsi di questioni ben maggiori,
    considerando il contesto odierno.
    Circa i soggetti intervenuti all'udienza conoscitiva - pur avendo
    condiviso il percorso con la consigliera relatrice Mori, che
    ringrazia per l'impegno - ritiene che lo stesso titolo del progetto
    di legge, richiamandosi alla parità tra donne e uomini, abbia
    indotto a partecipare solo i soggetti interessati a questo ambito e
    non altri. Questo non esonera la Commissione dall'assumere la
    responsabilità e la consapevolezza che il tema delle pari
    opportunità è molto più ampio.
    Preannuncia quindi la presentazione di ulteriori emendamenti in tal
    senso.
    Esce il consigliere Pollastri.
    Il consigliere NALDI sottolinea preliminarmente che si sta oggi
    ultimando un lungo percorso. Ricorda che fin dalla presentazione del
    progetto di legge era presente il vincolo statutario sulla
    definizione di pari opportunità concentrata su donne e uomini.
    Condivide comunque il richiamo alla Carta di Nizza, che consentirà
    alla Commissione di occuparsi anche di altre diseguaglianze, sebbene
    non ritiene che l'occuparsi della differenza di genere sia questione
    limitata e di poco conto e giudica positivamente che anche i
    consiglieri uomini, per come è stata disegnata la Commissione (nella
    quale non rinviene il profilo di una Commissione di garanzia), siano
    chiamati a farsene carico. Se tutti sono d'accordo sulla lotta alle
    discriminazioni, le opinioni divergono sulle politiche per
    realizzarla, dunque vi sarà materia di discussione.
    In merito alla pubblicità delle sedute, rammenta che il presidente
    dell'Assemblea aveva segnalato in conferenza dei capigruppo che già
    oggi le Commissioni, se lo ritengono e a determinate condizioni,
    possono decidere di rendere pubbliche le proprie sedute. In
    quell'occasione aveva colto un'opinione comune affinché si operasse
    con gli stessi criteri, evitando di procedere in modo difforme tra
    le diverse Commissioni. Benché egli non abbia alcuna remora a tenere
    sedute pubbliche, occorre che questa decisione sia assunta insieme.
    Infine, in relazione ai costi, ricorda che era stato detto che
    l'istituzione di questa Commissione non avrebbe comportato
    variazione dei costi complessivi delle Commissioni, che pertanto
    dovrebbero essere ridistribuiti.
    Escono i consiglieri Cevenini e Riva, entra il consigliere
    Pollastri.
    Il consigliere MONTANARI, cogliendo dei sottintesi in altri
    interventi, afferma che il dibattito odierno è utile se si
    confrontano le differenti opinioni su valori e programma, non
    pensando a chi dovrà presiedere l'istituenda Commissione, ciò di cui
    si discuterà in un altro momento.
    Ha apprezzato la relazione svolta all'udienza conoscitiva così come
    le conclusioni - temporanee - che hanno saputo tener conto del
    dibattito ivi svolto ed hanno sottolineato il rango della
    Commissione: al pari delle altre, spetterà ad essa la responsabilità
    di assumere le decisioni. Riferendosi alla partecipazione (o
    codecisione, come ha sentito dire durante l'udienza conoscitiva),
    ritiene che occorra sottolineare che ci sono sedi deputate ad
    assumere le decisioni, senza illudere in modo non corretto gli
    interlocutori. Questa non è la strada più facile, ma è quella della
    responsabilità e delle regole. I processi di ascolto e
    partecipazione sono tanto più forti quanto più è chiaro che un
    eventuale indirizzo emerso in sede di confronto dovrà essere
    sostenuto in una sede deliberativa. A suo parere, questo valorizza
    gli interlocutori oltre che il diverso tipo di interlocuzione che le
    diverse Commissioni possono decidere.
    Ammette che la proposta del presidente di eliminare il riferimento a
    donne e uomini nel nome della Commissione, anche se lo sconcerta,
    mette in luce un elemento di modernità che ha piena legittimità e
    deve essere colto. Anche se parlare di parità tra donne e uomini già
    supera i vecchi termini di emancipazione femminile , oggi il
    ragionamento sulle pari opportunità e sulle discriminazioni va
    condotto a 360 gradi, e lo dicono le stesse donne, come è avvenuto
    anche in udienza conoscitiva. Ma questa ampiezza del dibattito non
    può essere raggiunta eliminando il riferimento alla parità di genere
    nel nome della Commissione, perché questo potrebbe precludere il
    confronto con le parti più avanzate della società che si interrogano
    su questo punto. Proprio perché anch'egli sente la stessa esigenza
    del presidente Favia, lo invita a riflettere a questo proposito.
    Per la stessa esigenza di modernità, si dichiara culturalmente
    irritato da un atteggiamento come quello della consigliera Donini,
    in base al quale gli uomini e il potere che essi incarnano sono da
    considerare comunque negativamente, non accettando nessun
    miglioramento se è parziale. Riferisce della sua esperienza di
    segretario di partito in merito alla composizione delle liste
    elettorali, al fine di garantire una rappresentanza di donne nelle
    istituzioni, affermando che occorre affrontare questioni complesse
    come la struttura dei sistemi di potere, la loro trasparenza, le
    garanzie dei diritti. Anche se, grazie alle lotte dei decenni
    scorsi, si sono fatti molti passi avanti, oggi una contrapposizione
    continua delle donne agli uomini non consente di affrontare
    utilmente partite così complicate.
    Esce il consigliere Naldi.
    La consigliera NOÉ apprezza il lungo e approfondito dibattito, che
    denota rispetto per i temi trattati; si dispiace che non possa
    essere presente, almeno in questa parte, la consigliera Donini, che
    si era impegnata su questo versante in particolare nella precedente
    legislatura. Ringrazia inoltre la relatrice Mori, che ha dedicato
    molto tempo a questo progetto di legge, forse maggiore rispetto a
    quello che ci si immaginava, consentendo così di approfondire la
    discussione.
    Richiama le previsioni statutarie dell'articolo 38, sull'istituzione
    delle Commissioni da parte dell'Assemblea, e dell'articolo 41, che
    prevede sia la legge regionale ad istituire una Commissione per le
    pari opportunità fra donne e uomini. Questo, a suo avviso, denota la
    particolare attenzione che la Regione intende dedicare al tema;
    dunque, non si può denotare questa Commissione come una Commissione
    con competenze minori , come invece fa il presidente Favia.
    Non accetta pertanto le riserve che egli ha dichiarato di avere fin
    dall'avvio del progetto di legge, dato che il titolo del progetto di
    legge era coerente sia con l'articolato del progetto stesso, sia - e
    soprattutto - con lo Statuto. Sono molti gli strumenti disponibili,
    comprese le Commissioni speciali, se si vuole ampliare la
    discussione sulle discriminazioni, ma questo non può avvenire a
    discapito e strumentalizzando una Commissione a cui lo Statuto ha
    dedicato una norma a sé.
    Per quanto riguarda la partecipazione, poiché condivide, come molti,
    che questa Commissione sia paritetica alle altre, ritiene che possa
    utilizzare gli stessi strumenti di dialogo.
    Il consigliere BONACCINI, ringraziando la relatrice per il lavoro
    svolto, intende sottolineare un aspetto politico del dibattito
    svolto. Auspica che l'istituzione della Commissione solleciti anche
    i partiti a passare dalle parole ai fatti. Non basta scrivere le
    regole, occorre anche applicarle.
    In merito alla questione delle cosiddette quote rosa, accennata nel
    corso della discussione, ha condiviso la posizione del consigliere
    Montanari: se è vero che in un certo senso limitano la libera scelta
    degli elettori, sono però un grimaldello necessario in un paese come
    il nostro, in coda a tutta Europa in termini di presenza delle
    donne, cioè di oltre metà della popolazione, nelle istituzioni.
    Ritiene che tutti i partiti dovrebbero riflettere a questo proposito
    e considera che la mancanza di consigliere donne nei gruppi
    assembleari del Popolo della Libertà e della Lega Nord sia un
    problema per tutti; così come riguarda tutti anche l'individuazione,
    certamente legittima, del secondo eletto del Movimento 5 Stelle.
    Anche se il Partito democratico ha fatto molto, tanto che nelle
    Giunte di centrosinistra dei Comuni emiliano-romagnoli sopra i
    15.000 abitanti siede il 43% di donne, il problema non viene
    comunque considerato risolto nel modo in cui si vorrebbe. Crede che
    la Commissione possa fornire l'opportunità, per esempio, di inserire
    negli Statuti delle diverse istituzioni l'obbligo di prevedere una
    quota di genere non solo nella composizione delle Giunte, ma anche
    per le nomine che riguardano i cosiddetti enti di secondo livello.
    Il presidente FAVIA obietta che la questione della rappresentanza
    femminile non è oggi argomento in discussione, ma è sua opinione che
    debba prevalere sempre il merito personale.
    In relazione alle proprie proposte di emendamento, ribatte che la
    modifica della denominazione della Commissione non è una questione
    puramente formale: il titolo del progetto di legge è soprattutto un
    simbolo, al limite può anche rimanere uguale. Ma la propria critica
    attiene alle competenze previste per la Commissione, che egli
    giudica restrittive se intese solo a perseguire la parità di genere.
    Trova che il riferimento alla Carta di Nizza nella norma delle
    finalità non sia congruente al resto del testo, virato pressoché
    esclusivamente alla discriminazione di genere: se resta di questo
    tenore, non esprimerà voto favorevole
    Ribadisce infine di aver espresso fin da subito le proprie
    perplessità innanzitutto al presidente dell'Assemblea, che
    inizialmente lo aveva contattato, poi alla stampa e alla
    Commissione, appena si è aperto l'iter. Proprio perché contava che
    il percorso in Commissione, cioè nella sede deputata, avrebbe potuto
    essere costruttivo, portando anche a delle migliorie del testo, tali
    perplessità non gli hanno comunque impedito di aderire ad un
    progetto di legge sul quale gli era stato richiesto un segnale
    politico.
    Si augura che si raggiunga un accordo, per il quale è anche disposto
    a ritirare l'emendamento riferito al nome della Commissione.
    Il consigliere MONARI, riaffermando il rammarico per alcune assenze,
    considera che quello in corso sia un dibattito di politica alta e
    per questo ringrazia tutti coloro che sono intervenuti.
    Ricorda che nella precedente legislatura ci si interrogò a lungo
    sull'istituzione della Commissione per diversi motivi, tra i quali
    il fatto che tutte le leggi regionali contengono norme
    antidiscriminatorie e per la parità di accesso, e sull'opportunità
    di istituire una nuova Commissione in tempi di riduzione dei costi
    della politica.
    In questa legislatura si è approdati ad un progetto di legge,
    sottoscritto da tutte le forze politiche, che istituisce la
    Commissione prevista dallo Statuto per riempire un vuoto
    istituzionale e non per adeguarsi alle esigenze del momento. Non si
    tratta di una questione discussa al di fuori delle sedi ufficiali;
    per questo non dubita che il presidente dell'Assemblea, sollecitando
    un'adesione ad un progetto di legge di livello istituzionale come
    questo, abbia fatto presente che si sarebbe potuto discuterne
    ampiamente nel corso dell'iter legislativo. Indubbiamente non può
    essere oggetto di revisione il nome della Commissione, proprio
    perché si tratta di un simbolo, come ha giustamente osservato il
    presidente Favia, e dunque comporta un processo di identificazione.
    Non si tratta di un elemento che sia mai stato nella disponibilità
    dei sottoscrittori del progetto di legge; cambiare il nome significa
    riaprire il dibattito, come con molta precisione ha considerato la
    consigliera Noé.
    Ha apprezzato l'apertura del presidente Favia nel suo ultimo
    intervento e ritiene che su un progetto di legge come questo, che
    dovrebbe raccogliere una sensibilità molto larga, anche gli
    emendamenti dovrebbero essere condivisi il più possibile.
    All'osservazione del consigliere Naldi in merito alla qualificazione
    della Commissione per le pari opportunità come Commissione di
    garanzia, precisa che intendeva con tale termine assimilarla alle
    altre che, a suo parere, sono da considerare, anche alla stregua
    delle norme statutarie e regolamentari, come Commissioni di garanzia
    e tutela, cioè la prima e la sesta.
    La consigliera relatrice MORI, ringraziati i collaboratori della
    Commissione per l'impegno di questi mesi, considera che la
    discussione odierna abbia stimolato molte riflessioni, che
    arricchiranno anche il dibattito in Assemblea.
    Anticipa fin da ora che si riserva di richiedere la relazione alla
    relazione orale in Aula.
    Relativamente al percorso di approfondimento condotto, segnala che
    fin dall'inizio è stato chiesto ai riferimenti istituzionali di
    coinvolgere i soggetti interessati sul territorio. Questo ha portato
    ad un notevole incremento dei contatti avuti, i quali sono anche
    stati tenuti aggiornati sullo svolgimento dell'iter e delle
    discussioni svolte. Si è dunque evitato un atteggiamento attendista,
    al contrario si è continuativamente e per molto tempo sollecitata la
    partecipazione, che è stata consistente. D'altro canto, non era
    possibile né corretto da parte di questa Commissione contattare
    discrezionalmente ulteriori soggetti, al di fuori di quelli
    istituzionali o accreditati. Perciò, prosegue, anche se è sempre
    possibile fare meglio, molto è stato fatto per favorire la
    discussione anche all'esterno.
    Riferendosi all'ottica con cui leggere il tema delle pari
    opportunità, sostiene che le donne non possono essere considerate
    una categoria . Dalla Conferenza di Pechino del 1995 si è affermato
    e via via consolidato il cosiddetto mainstreaming e cioè che il
    principio della dualità di genere è il presupposto dell'umanità e
    ogni altra differenza tra le persone (condizione fisica,
    orientamento sessuale e via dicendo) interviene successivamente
    nella regolazione delle relazioni umane; quindi il principio della
    dualità deve essere trasversalmente applicato nella considerazione
    di ogni aspetto della vita, in ogni contesto. Dunque la proposta di
    modificare la denominazione della Commissione (anche a prescindere
    dalle già evidenziate necessità di coerenza con il dettato
    statutario), pur se fatta con l'intenzione di aumentare l'ambito di
    cui ci si dovrà occupare, in realtà non serve a questo scopo e va a
    forzare una concezione consolidata e condivisa a livello mondiale.
    Ritiene che la questione della disparità di genere sia ancora
    presente anche in Emilia-Romagna, che pure è una delle regioni più
    avanzate d'Europa, e che si tratti di un dato culturale, oltre che
    politico. Dunque la Commissione avrà di che occuparsi.
    Concludendo, sottolinea che il progetto di legge è un unicum nel
    panorama nazionale, dato che gli organismi per le pari opportunità
    presenti anche nelle altre Regioni hanno solo funzione consultiva,
    mentre la Commissione che si sta istituendo avrà anche tutte le
    altre funzioni attribuite alle altre Commissioni assembleari
    permanenti.
    La seduta termina alle ore 16,55.
    Approvato nella seduta del 19 luglio 2011.
    Il Segretario Il Presidente
    Nicoletta Tartari Giovanni Favia
    Espandi Indice