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Legislatura IX - Commissione I - Verbale del 23/09/2011 antimeridiano

    Testo

                                Verbale n. 27
    Seduta del 23 settembre 2011
    Il giorno 23 settembre 2011 alle ore 10.30 si è riunita presso la
    sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
    Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali, convocata con
    nota prot. n. 29588 del 16 settembre 2011
    Partecipano alla seduta i Consiglieri:
    Cognome Qualifica Gruppo Voto
    e nome
    LOMBARDI Presidente PDL - Popolo 5 presente
    Marco della Libertà
    FILIPPI Vicepresidente PDL - Popolo 1 assente
    Fabio della Libertà
    VECCHI Vicepresidente Partito Democratico 4 assente
    Luciano
    BARBATI Componente Italia dei Valori - 3 assente
    Liana Lista Di Pietro
    BARBIERI Componente Partito Democratico 2 assente
    Marco
    BIGNAMI Componente PDL - Popolo 3 presente
    Galeazzo della Libertà
    BONACCINI Componente Partito Democratico 2 presente
    Stefano
    CAVALLI Componente Lega Nord Padania 1 presente
    Stefano Emilia e Romagna
    DEFRANCESCHI Componente Movimento 5 Stelle 2 assente
    Andrea Beppegrillo.it
    FERRARI Componente Partito Democratico 2 presente
    Gabriele
    MANFREDINI Componente Lega Nord Padania 3 presente
    Mauro Emilia e Romagna
    MAZZOTTI Componente Partito Democratico 2 assente
    Mario
    MEO Componente Sinistra Ecologia 2 assente
    Gabriella Libertà - Idee Verdi
    MONARI Componente Partito Democratico 3 presente
    Marco
    MONTANARI Componente Partito Democratico 2 assente
    Roberto
    MORICONI Componente Partito Democratico 2 presente
    Rita
    MUMOLO Componente Partito Democratico 2 assente
    Antonio
    NOE' Componente UDC - Unione di 1 assente
    Silvia Centro
    PARIANI Componente Partito 3 presente
    Anna Democratico
    POLLASTRI Componente PDL - Popolo 2 presente
    Andrea della Libertà
    RIVA Componente Gruppo Misto 1 assente
    Matteo
    SCONCIAFORNI Componente Federazione 2 assente
    Roberto della Sinistra
    La consigliera Palma COSTI sostituisce il consigliere Vecchi
    E' presente la Vicepresidente della Giunta Assessore Simonetta
    SALIERA
    Presiede la seduta: Marco LOMBARDI
    Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
    Resocontista: Laura Sanvitale
    UDIENZA CONOSCITIVA
    1675 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Misure per
    l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema
    amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di
    semplificazione (delibera di Giunta n. 1152 del 01 08 11) Relatore
    consigliera Anna PARIANI
    Partecipano:
    Mario Agnoli Direttore generale
    Confindustria E-R
    Vincenzo Amadori Direttore CIA E-R
    Mario Bernardi Segretario Associazione
    Bancaria Italiana
    Tullia Bevilacqua Segretario regionale
    Confederazione UGL
    Paolo Marco Bianco Asso Ingegneri e Architetti
    Riccardo Breviglieri Forum III Settore
    Elmina Castiglioni Segretario regionale CISL E-R
    Maria Bernadetta Chiusoli Assessore Bilancio e Lavori
    pubblici Provincia di Bologna
    Francesca Ferrari ANCE E-R
    Anna Rita Gallicchi Confagricoltura E-R
    Lalla Golfarelli Resp. Divisione CNA E.R.
    Gianluca Grieco Segretario Asso Ingegneri e
    Architetti
    Manuela Furini Confservizi E.R.
    Carlo Lombardi Resp. Relazioni istituzionali
    Confindustria E.R.
    Stefano Lenzi UNIONCAMERE E.R.
    Cesare Melloni Segretario regionale CGIL
    Ivo Michelin Confartigianato E.R.
    Emanuele Monaci AGCI E.R.
    Gianluca Rusconi Confindustria E.R.
    Marco Pasi Tavolo regionale Imprenditoria
    Domenico Tramonti CISL E.R.
    Tino Vaccari Confartigianato
    Marco Venturelli Direttore Confcooperative E.R.
    Daniela Zanon Confapi E.R.
    Francesco Zanoni Confcooperative E.R.
    Presidente MARCO LOMBARDI - Presidente della Commissione Bilancio
    Affari generali ed istituzionali
    Buongiorno, benvenuti a tutti. Siamo nella seduta dedicata
    all'udienza conoscitiva sul progetto di legge che possiamo
    individuare sinteticamente come il progetto sulla semplificazione.
    Come di consueto i lavori si svolgeranno in questo modo: vi sarà
    l'introduzione all'argomento da parte della relatrice consigliera
    Pariani, poi diamo spazio agli interventi ed in conclusione
    l'intervento della vicepresidente della Giunta se riterrà di fare
    alcune precisazioni.
    Solo per segnalare l'importanza che la Commissione dà a questo
    provvedimento legislativo, vorrei fare un brevissimo cenno
    introduttivo per ricordare, come sicuramente tutti i presenti
    sapranno, che il costo della burocrazia nel nostro Paese (a seconda
    di varie stime provenienti da diversi organismi che danno
    valutazioni diverse) è valutato da una stima sicuramente plausibile
    in 23 miliardi di euro. Stiamo parlando per la quota corrispondente
    alla Regione di un costo importante per le imprese e attraverso
    questa legge si cerca di porre qualche rimedio.
    Iniziamo oggi un percorso che non ha particolari urgenze se non
    quelle solite dovute ad un progetto di legge, quindi c'è uno spazio
    per intervenire anche in maniera costruttiva nell'iter di questo
    progetto di legge. C'è una disponibilità, proprio perché ci rendiamo
    conto dell'importanza dell'argomento, in un atteggiamento
    assolutamente positivo, di tutta la commissione, maggioranza ed
    opposizione.
    Il progetto di legge allo stato attuale, al di là delle valutazione
    che ognuno può dare, è certamente un provvedimento aperto, magari
    anche troppo, ma comunque molto aperto ai vari contributi, per cui
    credo che possa essere valorizzato a pieno il lavoro dell'Assemblea
    e della sua articolazione attraverso la Prima Commissione, nel
    costruire assieme o migliorare questo testo.
    Credo sia un momento importante per offrire un buon contributo alla
    società emiliano-romagnola, ma anche per valorizzare la funzione
    della Commissione assembleare, perché veramente può essere costruito
    assieme questo provvedimento legislativo e mi pare che anche
    l'indicazione che abbia dato la Giunta attraverso l'assessore
    Saliera sia di questo tipo. Fatta questa premessa semplicemente per
    enfatizzare ancor di più la valenza del provvedimento, dò la parola
    alla relatrice collega Pariani.
    Consigliera ANNA PARIANI - Relatore della Commissione
    Ringrazio tutti voi per la presenza oggi. Abbiamo in discussione,
    come diceva già il presidente Lombardi, uno dei provvedimenti
    legislativi che riteniamo prioritario dell'azione amministrativa di
    questa legislatura. Un provvedimento non episodico ma di sistema,
    procedimentale, che vuole introdurre un percorso continuativo
    nell'azione amministrativa della Regione, ed a caduta anche degli
    Enti locali e verso l'alto nei confronti dello Stato e degli uffici
    decentrati della pubblica amministrazione statale, per costruire un
    percorso appunto di semplificazione nell'azione amministrativa e
    legislativa, che abbia degli obiettivi chiari e certi, che si
    conformi a principi di semplicità e di capacità di intervento anche
    dal punto di vista della semplificazione verticale dei processi tra
    le pubbliche amministrazioni, che abbia una ricaduta sulla
    legislazione e i procedimenti amministrativi già in essere e
    soprattutto che informi i processi legislativi ed amministrativi per
    il futuro. Quindi una doppia azione.
    Ed è proprio per questo che il provvedimento non può essere altro
    che un provvedimento procedimentale, di sistema, che guarda anche ai
    cambiamenti al momento in atto e in discussione - forse più in
    discussione che in atto - nel sistema della pubblica amministrazione
    e degli Enti locali e delle istituzioni. Infatti la discussione
    attorno ai percorsi di semplificazione legislativa e amministrativa
    non può essere disgiunta dal ruolo e dalle funzioni delle singole
    istituzioni, dello Stato, degli Enti locali e della Regione. Proprio
    per questo, occorre costruire un provvedimento che definisca o che
    dia principi e strumenti di questo processo e sia in grado di
    intervenire, sia a valle che a monte, nel procedimento legislativo
    ed amministrativo.
    Gli obiettivi dell'amministrazione regionale che sono prioritari e
    condivisi in larga parte della società, anzi più condivisi di quanto
    siamo riusciti fin qui a fare con tutte le azioni che si sono
    succedute negli anni (lo dico anche da parte di Governi di segno
    politico diverso nel nostro Paese), mirano a ridurre gli atti
    legislativi e normativi, semplificare i procedimenti, rendere certi
    i tempi e i costi dei procedimenti della pubblica amministrazione e
    ridurre i costi dei procedimenti amministrativi.
    Ovviamente per fare questo occorre non solo condividere principi ed
    obiettivi, ma anche condividere gli strumenti con cui la pubblica
    amministrazione, assieme e con un percorso partecipato con i
    soggetti sociali e le rappresentanze delle imprese e dei cittadini,
    possono mettere in atto questo processo.
    Il progetto di legge, che comprende 6 articoli, introduce il
    seguente schema.
    Nell'articolo 1 finalità e principi generali, quindi obiettivi nel
    processo semplificativo e obiettivi della nuova cultura che si vuole
    introdurre all'interno della pubblica amministrazione dal punto di
    vista della valutazione dei nuovi atti legislativi ed
    amministrativi. Si tratta quindi del tema della qualità dell'azione
    amministrativa, dei processi decisionali, la semplificazione che ne
    deriva, anche per ciò che riguarda gli assetti organizzativi della
    pubblica amministrazione. Inoltre, informare il processo di
    revisione delle leggi e la definizione di nuovi atti normativi dal
    punto di vista della capacità da parte della Regione di intervenire
    in processi che non sono normati, perché il titolo V della
    Costituzione consegna materie concorrenti e materie che sono
    pienamente nell'autonomia della Regione, ma i processi
    amministrativi, anche nelle materie di piena autonomia legislativa
    della Regione, non sempre sono pienamente nelle mani della Regione
    stessa e degli Enti locali a cui la Regione ha deciso di delegare
    parte delle funzioni.
    Quindi abbiamo l'esigenza di utilizzare al massimo l'autonomia
    legislativa ed amministrativa della Regione, cercare di superare la
    frammentarietà dei luoghi di responsabilità dei processi, ricondurre
    a principi di unicità, appropriatezza, semplicità, efficacia e anche
    valutare la necessità dei processi legislativi e amministrativi.
    Purtroppo questo non è così diffuso nella cultura legislativa
    italiana, ma non è detto che per tutte le azioni che la pubblica
    amministrazione deve compiere sia necessario emanare delle leggi. A
    volte i programmi di azioni condivise, attraverso una programmazione
    adeguata, sono sufficienti a costruire le condizioni per attuare
    delle politiche con la stessa efficacia.
    Per questa ragione, sia per ciò che riguarda il processo
    legislativo, sia per ciò che riguarda il processo regolativo degli
    atti amministrativi, occorre introdurre degli elementi di
    valutazione: in primo luogo l'analisi di impatto della regolazione,
    (cioè strumenti già noti dal punto di vista dell'introduzione
    nell'ordinamento della regolazione da parte dell'Europa ma anche da
    parte dello Stato italiano, che ha recepito le direttive comunitarie
    in materia) e la misurazione degli oneri amministrativi, anche con
    l'introduzione di appositi piani annuali di riduzione degli oneri
    amministrativi.
    E' poi necessario costruire degli strumenti che possiamo definire
    patti con le amministrazioni per l'esigenza, anche su procedimenti
    dove la potestà legislativa è pienamente nelle mani della Regione
    nelle materie concorrenti, di definire patti di azioni concrete di
    semplificazione, come dice l'articolo 2, con gli enti locali e
    accordi specifici con le pubbliche amministrazioni su azioni singole
    e specifiche di semplificazione.
    L'articolo 3 introduce uno strumento che è l'analisi di valutazione
    permanente dei procedimenti, cioè ciò che diciamo oltre ai principi
    obiettivi e strumenti con questo provvedimento di legge è che la
    semplificazione deve essere un processo permanente nella pubblica
    amministrazione e la Regione intende appunto darsi uno strumento di
    analisi e di valutazione permanente dei procedimenti che interessano
    l'amministrazione regionale ma anche le amministrazioni locali e le
    amministrazioni dello Stato di volta in volta. L'analisi di
    valutazione permanente prevista dall'articolo 3 definisce quali sono
    i punti su cui intervenire dal punto degli oneri gestionali
    valutando le tipologie dei provvedimenti che hanno un impatto
    regolativo più forte verso i cittadini ed imprese ecc
    E' decisivo che questo processo avvenga con un'ampia partecipazione
    dei soggetti interessati e che incidono da un lato nell'impatto
    della regolazione, dall'altro che sono i soggetti a cui la P.A.
    rivolge gli atti amministrativi e la richiesta di atti
    amministrativi, così come è decisivo che si avvii all'interno della
    P.A. un processo che coinvolge pienamente tutte le strutture della
    P.A. perché la politica può dare degli obiettivi ma la forte
    responsabilità dei dirigenti pubblici e dei lavoratori del pubblico
    impiego nel costruire questa nuova cultura e queste nuove modalità è
    per noi chiarissima. E' qui che c'è un nucleo forte di
    responsabilità che va agita e che può vantare l'attuabilità e la
    messa in campo di questi obiettivi e strumenti. A tal fine
    l'articolo 4 definisce questo nucleo tecnico che è in capo al
    comitato di direzione che compie un lavoro che comprende anche la
    valutazione permanente sulla semplificazione e mette a disposizione
    per il tavolo permanente per la semplificazione dove sono presenti
    tutti i soggetti interessati a produrre attraverso la loro
    partecipazione uno stato di avanzamento a fronte di questi
    obiettivi.
    E' importantissimo che il nucleo tecnico abbia nel cuore della
    macchina regionale la sua responsabilità, ma anche che possa essere
    aperto a contributi tecnici anche esterni e che sia integrato con le
    competenze che sono presenti anche negli Enti locali perché questo
    avanzamento culturale che si può produrre all'interno P.A. interessa
    non solo la Regione, anzi deve essere fortemente integrato con gli
    Enti locali.
    L'articolo 5 introduce un altro strumento fondamentale che deve
    garantire il carattere permanente del lavoro sulla semplificazione
    ed è la sessione per la semplificazione che riporta in capo
    all'Assemblea legislativa il lavoro del Tavolo per la
    semplificazione e del nucleo tecnico e dà nelle mani delle
    Commissioni e dell'Assemblea il lavoro tecnico per produrre gli atti
    che effettivamente portano ad una semplificazione sul piano
    legislativo e restituire alla Giunta le azioni che invece sul piano
    amministrativa sono di sua competenza statutaria.
    Questa sessione, che ha carattere annuale e viene definita con una
    data precisa entro ottobre di ogni anno, rappresenta il cuore
    dell'efficacia di questo lavoro permanente ed è chiaro che c'è la
    partecipazione dei soggetti sociali che si esplica in maniera
    permanente all'interno del tavolo per la semplificazione, ma
    ovviamente, come avviene anche qui, nel processo legislativo che
    riguarderà la Sessione per la semplificazione in Assemblea ci sarà
    la possibilità ancora di intervenire, così come il funzionamento
    assembleare prevede con le udienze conoscitive con la possibilità di
    intervenire anche su singole questioni che sono poste all'attenzione
    della modifica legislativa nella Sessione per la semplificazione.
    Naturalmente la Sessione per la semplificazione non toglie come dice
    il comma 3 dell'articolo 5 che singole misure di semplificazioni poi
    non possano essere, nel percorso dell'azione dell'Assemblea, portate
    all'attenzione del legislatore anche al di fuori della Sessione per
    la semplificazioni attraverso singoli strumenti che possono essere
    portati anche con caratteri di urgenza a valle per esempio di
    modifiche legislative nazionali o con un processo che riguarda
    singole questioni.
    Il procedimento legislativo ordinario dell'Assemblea sarà informato
    ai caratteri ed ai principi che questa legge prevede nelle finalità
    e nei metodi dell'articolo 1 e dell'articolo 2, cioè l'analisi di
    impatto regolativo riguarderà tutti i nuovi provvedimenti
    legislativi e non solo quelli che esamineremo nella Sessione per la
    semplificazione.
    In ultimo, l'articolo 6 intitolato norme di prima applicazione
    riguarda l'attivazione immediata degli strumenti che questa legge
    prevede nella prima Sessione di semplificazione e definisce che
    entro 60 giorni da parte della Giunta regionale l'istituzione degli
    organismi previsti nella legge, la definizione degli strumenti da
    introdurre e la definizione del piano per la riduzione degli oneri
    amministrativi, introducendo altresì la proposta di avvio nella
    prima Sessione di semplificazione di alcuni temi da cui partire
    immediatamente nell'azione, temi su cui si è già più pronti a
    svolgere una valutazione, o quelli che si ritengono di maggiore
    impatto per estensione delle tipologie di procedimenti
    amministrativi che riguardano i soggetti a cui la Regione si
    rivolge, mi riferisco ad esempio al tema dei controlli in
    agricoltura (sapete che tutti gli agricoltori che partecipano alle
    azioni del piano di sviluppo rurale sono soggetti ai controlli in
    agricoltura e quindi questo tema si rivolge ad una platea molto
    ampia di aziende); il tema che riguarda la semplificazione dei
    procedimenti di spesa inerenti la P.A. regionale, questione
    rilevantissima in tema dei pagamenti alle imprese oggi anche in
    virtù del fatto che viviamo una crisi complessa e che gli enti
    locali sono soggetti al patto di stabilità molto pressante; la
    semplificazioni in materia di erogazione di sanzioni amministrative,
    tema che riguarda anche un'azione di impatto molto forte con gli
    enti locali; l'analisi della popolazione di proposte per la
    valutazione di impatto ambientale tema rilevantissimo poiché i
    procedimenti di VIA, dal punto di vista dei tempi, sono procedimenti
    molto impegnativi per le imprese e i cittadini ed infine l'altra
    questione che riguarda la revisione delle procedure interne
    all'amministrazione regionale in raccordo con i procedimenti di
    competenze delle amministrazioni locali e quindi partire con un
    patto con le amministrazione locali prevedendo che la prima
    sessione di semplificazione sia svolta entro il 2011 e noi vorremmo
    poter lavorare su questo provvedimento legislativo senza l'ansia
    di chiudere in fretta, perché dobbiamo fare un buon lavoro, ma
    comunque con l'obiettivo di tener fede anche al fatto che già nel
    2011 si possano svolgere alcune azioni concrete di semplificazione
    nei confronti dei cittadini e delle imprese.
    E' chiaro che dobbiamo conciliare la giusta valutazione, come diceva
    il presidente Lombardi, di lavorare in maniera aperta su questo
    provvedimento anche con l'obiettivo di efficacia che con questa
    legge noi vogliamo introdurre il principio per ciò che riguarda la
    semplificazione.
    Presidente MARCO LOMBARDI
    Prima di dare la parola al primo oratore, comunico ai partecipanti
    che non avessero intenzione di intervenire, la possibilità di far
    pervenire successivamente all'udienza conoscitiva osservazioni
    scritte alla Commissione, che ne terrà conto durante il corso dei
    suoi lavori .
    Dott. RICCARDO BREVIGLIERI - Forum Terzo Settore
    Grazie presidente. Intervengo in rappresentanza del Forum del
    Terzo Settore che essendo una realtà articolata di soggetti molto
    variegati, probabilmente farà pervenire qualche nota scritta anche
    in seguito.
    Vista l'impostazione generale di riferimento, segnalo da una parte
    la condivisione dell'impostazione della legge, anche se può sembrare
    un po' generica, perché noi siamo il Paese che ha fatto una quantità
    consistente di leggi sulla semplificazione e siamo ancora lì che
    discutiamo con le amministrazioni pubbliche sull'applicazione
    dell'autocertificazione, quindi - voglio dire - sono trascorsi
    alcune decine di anni dal giorno in cui è stata introdotta
    l'autocertificazione. Esiste quindi un percorso di consapevolezza.
    L'altro elemento che segnalo è il dato sui costi della burocrazia,
    che soprattutto in questo momento di crisi leggiamo su tutti i
    giornali. Siccome tuttavia in Francia, in Danimarca e in Germania il
    costo della burocrazia è molto più elevato che in Italia, la
    questione che porrei al centro è di avere un'efficacia dei risultati
    che mettiamo in campo. Quindi, se dovessi fare una graduatoria fra
    le parole d'ordine direi fare meglio con meno risorse e non fare
    con meno risorse e poi vediamo se funziona meglio . Occorre dunque
    trovare un modo per cui i riferimenti importanti sono anche quelli
    dell'efficacia.
    Lo dico perché in molte delle cose sulle quali operano le
    organizzazioni che operano nel terzo settore, nel sociale, nelle
    attività culturali e altro, l'impatto con le amministrazioni è vita
    quotidiana e la questione della razionalizzazione dei poteri
    decisionali, dei punti di riferimento, la frantumazione non solo fra
    i livelli istituzionali, ma anche la frantumazione tra i soggetti
    sul territorio, è cruciale.
    Se prendete il sociale, questo dibattito su ciò che decide il
    singolo Comune o il singolo distretto in termini di possibilità, non
    tanto per le organizzazioni, ma per i singoli cittadini, di accesso
    ai servizi, sta diventando un tema rilevante, tra chi ha ritirato le
    deleghe e chi non le ha ritirate. Quindi c'è bisogno di una
    omogeneità di organizzazione e di gestione, che secondo noi produce
    non solo una maggiore efficacia dei risultati, ma sicuramente anche
    minori costi, in particolare in settori che stanno risentendo
    pesantemente di questa esigenza.
    Su questo fronte credo vada fatto uno sforzo nel progetto di legge,
    volto a recepire un ragionamento che riguarda un po' di più anche i
    cittadini. Capisco che questa iniziativa sia partita molto sul
    fronte della semplificazione nei rapporti con le imprese e capisco
    che lì c'è un nodo significativo ed economicamente rilevante per le
    strutture produttive (così come lo è, seppure in misura meno
    significativa, anche per le strutture del terzo settore).
    Tuttavia, che nella legge si parli più di consumatori che di
    cittadini, mi pare un limite significativo. Non può essere che il
    livello di consultazione del risultato passi tra Enti locali,
    imprese, consumatori. Il rapporto tra pubblica amministrazione e
    cittadini è un punto rilevante della semplificazione, meno
    misurabile in termini di costo, ma mi pare sia un argomento su cui
    tornare abbastanza spesso, almeno dal punto di vista dell'efficacia
    e dell'efficienza se non di quello dei costi.
    Lo dico perché è un tema di questi giorni, ho fatto una battuta
    sulla questione dei ticket: razionalizzare, semplificare, modificare
    per produrre benefici consistenti sulla burocrazia, se uno potesse
    discutere su come vengono fatti i ticket, quali sono le aree di
    evasione, come viene applicata la normativa sulla semplificazione,
    sui livelli di ricchezza, piuttosto che su quelli di reddito, non
    voglio introdurre altri temi, però produce in termini di chiarezza
    più difficoltà a trovare linee di fuga su questo che su altre
    strade.
    Ultime due annotazioni. Una riguarda il campo della partecipazione
    nell'attuazione delle scelte, dove ritengo vada fatto uno sforzo
    perché la Regione è abbastanza piena di normative sui sistemi di
    partecipazione e l'impressione è che ne abbiamo scritte più di prima
    e ne abbiamo fatte di meno. Cito ad esempio la legge sulla
    partecipazione, ferma, nonostante fosse stata approvata alla fine
    della scorsa legislatura, entrata in vigore ma mai diventata
    operativa, ha già i suoi problemi di attuazione. E' uno degli esempi
    sui quali lavorare, oltre alla frantumazione di tanti meccanismi di
    partecipazione che rendono anche le competenze poco fruibili.
    Segnalo anche, non perché sia obbligatorio, ma pensare che il nucleo
    tecnico debba essere fatto solo e unicamente di competenze
    pubbliche, aperto anche eventualmente a competenze esterne, mi pare
    limitarsi un'opportunità. Così come è scritto infatti il nucleo
    tecnico lo si interpreta come fatto da rappresentanti espressione
    della Regione, rappresentanti degli Enti locali ed aperto anche a Io
    su questo non mi precluderei la possibilità di utilizzare altri
    apporti, non dico di fare una commissione come in Francia, ma anche
    la vecchia commissione Bassanini prevedeva competenze esterne.
    Ugualmente, non penserei che le consultazioni passino solo sulle
    associazioni di categoria e parti sociali tradizionali, poiché su
    questo fronte pensare che il dato della triplice come riferimento
    sia un unicum si risolve in un'autolimitazione delle opportunità.
    Finisco con un'ultima osservazione sulle norme di prima
    applicazione: vista la fase, viste le risorse, quello che succederà
    nei prossimi mesi rispetto ai servizi alla persona, non mettere tra
    le priorità di intervento (non dico andare a fine anno, l'argomento
    sarà importante) tutta la parte dei servizi ai cittadini e del
    diritto di accesso, dei meccanismi di accesso alle prestazioni,
    credo che invece, rispetto all'urgenza, tutto questo ci debba
    essere: Non si vedrà forse direttamente il risultato come potrà
    essere per gli sportelli per i servizi alle imprese, ma sicuramente
    è un argomento che la legislazione regionale dovrà affrontare non
    solo sul terreno dei costi, ma anche su quello dei meccanismi di
    accesso, con una spinta in più in questo senso. Grazie
    Ing. PAOLO MARCO BIANCO - ASSO Ingegneri e Architetti
    Buongiorno a tutti, ringraziamo per l'invito ricevuto. Vorrei
    fare alcune brevi considerazioni per capire quale contributo
    possiamo portare. La nostra Associazione è formata solo da liberi
    professionisti, ingegneri e architetti, anche se la prevalenza al
    momento è più spostata sugli ingegneri. Parliamo di una categoria
    che rappresenta sia il cittadino, sia talvolta anche l'impresa,
    perché fondamentalmente il nostro committente è soprattutto il
    cittadino, il privato, talvolta la piccola impresa, l'artigiano, che
    hanno bisogno di contributi tecnici. Pertanto viviamo
    l'amministrazione, le difficoltà che sono in capo a questi soggetti
    dal punto di vista degli oneri amministrativi, essendo noi di fatto
    il loro front office. Quindi siamo lieti dell'invito e siamo sicuri
    di poter fornire un contributo importante perché in una maniera
    locale e puntuale, agendo per questo o quel Comune, di volta in
    volta con questa o quella amministrazione, abbiamo già cercato di
    suggerire percorsi che avevano obiettivi di semplificazione. Mi
    riallaccio al precedente intervento, dicendo che la semplificazione
    va vista in un'ottica di un aumento di efficienza, nel senso che la
    semplificazione deve comunque produrre un effetto migliorativo.
    E' evidente che la nostra categoria può dare un contributo
    delimitato per argomento, anche se ovviamente si tratta di un
    argomento non piccolo, che riguarda l'edilizia e comporta costi
    importanti per l'amministrazione, procedure complesse e farraginose.
    Ci permette inoltre di portare alla Regione argomenti e proposte che
    informalmente, forse in tempi non maturi, avevamo già portato.
    Faccio un esempio, ma è estemporaneo e mi riservo di produrre
    successivamente un documento specifico come Associazione.
    Qualche anno fa avevamo proposto di uniformare la modulistica a
    livello regionale sull'iter procedurale per ottenere un titolo
    edilizio o pratiche correlate. E non solo per un vantaggio nostro di
    liberi professionisti che, a questo punto, potrebbero operare da
    Piacenza a Rimini con la stessa modalità, ma per la stessa
    amministrazione che oggi vede frazioni di lavoro di un tecnico
    comunale dedicate a star dietro a una modulistica locale, che non ha
    alcun senso. Un tecnico o un paio di tecnici a livello regionale
    potrebbero seguire solo ed esclusivamente questo tema e fornire a
    tutte le amministrazioni locali la modulistica da seguire, così che
    i propri dipendenti possono essere rivolti ad altre attività.
    Noi viviamo quotidianamente difficoltà dovute a questi problemi, a
    queste elevate personalizzazioni introdotte nell'amministrazione
    locale, fino ad arrivare a provvedimenti goffi: qualche Comune
    emiliano-romagnolo ha emanato delibere integrative della legge 241
    per l'accesso agli atti. A parte l'aspetto dell'illegittimità,
    poiché i Comuni non possono legiferare in materia, poi queste
    delibere non sono stati aggiornate, mano a mano che la 241 veniva
    modificata. E quindi si assiste a vessazioni continue del cittadino,
    che per avere un atto pubblico deve assoggettarsi a richieste
    strampalate e non legittime dell'amministrazione. E così via,
    potremmo fare tanti esempi che non è opportuno citare in questa
    sede.
    Accogliamo con piacere questa iniziativa legislativa della Regione,
    così come accogliemmo molto positivamente la deliberazione del 2010
    n. 279, che introdusse un lessico comune nel settore edilizio sulle
    terminologie ricorrenti, per dire come si misura una distanza, che
    cos'è una superficie, perché effettivamente, dopo tanti anni di
    abbandono e di deriva, si è arrivati a delle situazioni dove anche
    l'uomo della strada, il cittadino di media cultura rimane sbigottito
    perché nella propria memoria la distanza è una cosa semplice da
    misurare, mentre i Comuni sono riusciti a complicarla in maniera
    kafkiana, cambiando da paese a paese, con risultati assolutamente
    dannosi e in termini di immagine per l'amministrazione e in termini
    di disagio per il cittadino.
    Quindi sono ben lieto di questa iniziativa legislativa, spero di
    contribuire significativamente a nome dell'Associazione, porto i
    saluti del presidente Andrea Gandini che quest'oggi non ha potuto
    partecipare all'udienza conoscitiva e, come diceva il relatore che
    mi ha preceduto, concordo con lui sul fatto che il nucleo tecnico
    dovrebbe dare spazio a contributi esterni, perché in prima linea si
    possono vedere cose che l'amministrazione, nella fase finale,
    potrebbe non vedere. Spero vi possa essere una partecipazione anche
    per noi. Grazie
    Dott. Mario AGNOLI - Direttore generale Confindustria Emilia-Romagna
    Presidente buon giorno, grazie a lei, alla consigliera Pariani
    per la relazione introduttiva e alla vicepresidente della Giunta per
    la sua presenza.
    Si tratta di un tema che per l'industria è di estrema importanza e
    quindi mi si consentirà di svolgere un intervento che cerca di
    esprimere alcuni ragionamenti, più che un approccio in logica
    emendativa spicciola. Ci troviamo di fronte ad un provvedimento
    legislativo che non è di ordinaria amministrazione, ma di quelli che
    consideriamo ceppi miliari nell'evoluzione della normativa
    regionale. E' un provvedimento che ha una valenza politica
    chiaramente dichiarata nel programma di questa legislatura e dunque
    ha un peso significativo e particolare, perché tocca un settore dove
    le imprese ed i cittadini misurano la credibilità delle istituzioni.
    In un momento in cui questo rapporto è un po' in discussione, tutti
    noi sentiamo l'esigenza di rafforzare questo rapporto di
    credibilità, altrimenti andiamo verso uno sfaldamento che non ci
    porta da nessuna parte.
    Ho particolarmente apprezzato, quindi noi incoraggiamo, la Giunta e
    l'Assemblea. Anche qui il tema è uno di quelli che potrebbero più
    propriamente riguardare le competenze generali dell'Assemblea, ma
    giustamente la Giunta regionale ha sentito la responsabilità,
    essendo nel programma del presidente, di proporre un testo di
    riferimento. Sia il presidente della Commissione che la relatrice
    hanno evidenziato che si tratta di un provvedimento aperto e quindi
    noi ci sentiamo assolutamente responsabilizzati ad intervenire oggi,
    ad intervenire successivamente nelle relazioni e nelle modalità
    formali ed informali, anche in ulteriori udienze conoscitive - mi
    auguro -, soprattutto perché vediamo in questo provvedimento
    un'occasione di scelte bipartisan, che abbiano a riferimento la
    solidità, la validità e l'efficienza della pubblica amministrazione
    in tutti i suoi aspetti e funzionamenti.
    Crediamo - e questo è un primo punto che vorremmo mettere in
    evidenza - che occorra un provvedimento di svolta, un provvedimento
    che esprima una discontinuità rispetto al passato. Dirò perché
    chiediamo un provvedimento di svolta e di discontinuità, perché un
    qualche elenco di delusioni ce l'abbiamo, lo abbiamo messo in fila,
    siamo andati a riguardare tutte le proposte fatte (generali,
    specifiche, settoriali, nel '99, nel 2000, nel 2003, nel 2008 - vi
    faremo avere i riferimenti, a futura memoria) e proposte che, debbo
    dire la verità, hanno portato a poco: tutto si è arenato, veti,
    incrostazioni, difficoltà.
    Anche per queste delusioni che abbiamo patito (perché abbiamo messo
    molto impegno nella costruzione di queste proposte e siamo ben lieti
    di metterle a disposizione di tutti, consiglieri, assessori,
    tecnici, altre organizzazioni), secondo noi è necessario in questo
    momento, in questa fase, provare a ragionare sull'impianto del
    provvedimento. C'è stato uno sforzo intellettuale forte, lo
    riconosciamo, lo apprezziamo, sappiamo che occorre molto coraggio,
    molta determinazione, perché sappiamo che vi sono - le abbiamo
    patite noi - incrostazioni, resistenze, autoreferenzialità nelle
    varie sfaccettature della pubblica amministrazione. Tutto questo non
    ci è più permesso.
    Le vicende che viviamo, così difficili e drammatiche, di questi
    giorni mettono ed hanno messo in evidenza le debolezze strutturali
    del nostro Paese. Tra queste debolezze strutturali vi sono anche i
    funzionamenti della pubblica amministrazione, il suo modo di essere,
    il suo modo di funzionare e così via. C'è un aspetto anche di
    interesse nazionale, di interesse complessivo. Naturalmente parlo
    per le imprese. Ho apprezzato il richiamo anche ai cittadini, da
    cittadino capisco questa esigenza e talvolta mi inquieto, vedo le
    differenze e le possibilità, a seconda dei territori ecc., di
    reagire e di rispondere in modo diverso e più efficace. Quindi non è
    vero che non è possibile. E' possibile, ma occorrono delle volontà.
    Cerchiamo oggi, dal nostro punto di vista, di non entrare in una
    logica emendativa. Non è questo, secondo noi, il momento di farlo.
    Il tentativo nostro è quello di provare a proporvi qualche
    ragionamento e proposta sull'approccio, sull'impianto.
    Abbiamo una forte spinta delle imprese. Il presidente ha richiamato
    una cifra, 23 miliardi. C'è uno studio del Dipartimento nazionale
    per la semplificazione che stima, solo per difetto e per alcune
    aree, i costi amministrativi annui pari a 21,5 miliardi. Parliamo di
    cifre gigantesche. Ma quello che voglio mettere in evidenza è che
    queste cifre rappresentano il costo per la pubblica amministrazione.
    Ma noi dobbiamo poi considerare gli ulteriori effetti a valle di
    adempimenti e procedure complesse. Sono i tempi che patiscono le
    imprese, il costo che questo determina su di loro dal punto di vista
    degli adempimenti e il costo che questo determina in ordine al
    rinvio e all'efficacia degli investimenti e della loro
    realizzazione.
    Allora, da questo punto di vista noi pensiamo che occorra
    considerare che un intervento di questo tipo incide sulla
    competitività di un sistema economico territoriale come quello
    regionale, incide ed è in grado di determinare o non determinare
    attrattività di investimenti e di insediamenti, è in grado di dare o
    non dare credibilità ad una pubblica amministrazione o ad un sistema
    istituzionale di un determinato riferimento territoriale.
    Oggi le politiche di sviluppo, per scelta dell'Unione europea, per
    logica, per economie di scala, hanno un loro svolgimento a livelli
    macroterritoriali cioè regionali (anche se poi la benzina viene
    tolta per la loro realizzazione, ma questo è un altro aspetto). E'
    evidente che dobbiamo presentare come credibile a chi vuole fare
    impresa in un determinato territorio anche gli aspetti che attengono
    le relazioni con la pubblica amministrazione.
    Da questo punto di vista il provvedimento, come è stato detto e come
    è ben ribadito dalla relazione, è un provvedimento di metodo. Dirò
    tra un momento perché è corretto che vi sia un forte richiamo al
    metodo, perché condividiamo questo. Ma dico fin d'ora che questo per
    le imprese, in questo momento, non è sufficiente.
    Quello che dobbiamo evitare è di dare la sensazione di una promessa
    a fare, cioè che vi sia un provvedimento in cui le imprese non
    ricevano in termini immediati e possibilmente automatici dei
    vantaggi diretti di semplificazione.
    E siccome pensiamo che questo sia possibile, faremo un ragionamento
    e una proposta che valorizzi il testo di legge anche da questo punto
    di vista. E lo facciamo (ma l'ho già detto prima e non voglio
    tornare su questo punto), perché abbiamo patito molte delusioni,
    quando in questi lunghi anni, partendo dalle logiche della Bassanini
    (ma la Bassanini è di molti anni fa e la ricordo come una stagione
    di grande innovazione, forse una delle poche nel nostro Paese) i
    risultati poi sono stati deludenti.
    Partiamo dal punto chiave.
    Parlare di semplificazione vuol dire far riferimento a una realtà
    che è molto complessa. E' inutile banalizzare il tema, come la
    consigliera Pariani giustamente ha richiamato. E il progetto di
    legge cerca di cogliere la complessità di questa materia, cerca di
    mettere assieme. E' molto difficile farlo, ma è ancor più difficile
    intervenire avendo a riferimento un unicum, mentre probabilmente - e
    noi siamo convinti di questo - è praticabile ed è possibile in un
    unico provvedimento prevedere due binari paralleli che parlano tra
    di loro, ma che, avendo complessità, tipologie, protagonisti,
    tematiche di tipo diverso, farli partire insieme, vedere tutte le
    volte in cui è possibile l'interscambio, ma non dimenticare che, se
    un vagone può andare, o un binario può far andare più velocemente un
    vagone, non è detto che questo debba rimanere fermo perché l'altra
    parte resta ferma.
    Quali sono le due macroaree che noi vediamo nel provvedimento?
    La prima è quella che potremmo definire più interiore, più intima
    della pubblica amministrazione, quella dell'organizzazione, del
    funzionamento, della pluralità dei livelli istituzionali.
    Indubbiamente sono convinto che sto aggregando molto. Se pensiamo a
    quello che attiene agli inquadramenti, alle responsabilità di
    servizio, ai costi di esercizio, se pensiamo a tutto quello che è la
    pluralità dei livelli istituzionali - Stato Regioni Enti locali -,
    agli incroci, al tema delle deleghe, delle subdeleghe, all'assenza o
    agli atti di indirizzo e coordinamento che non ci sono e se ci sono
    non vengono rispettati, ai Comuni che - come ci ricordava il
    rappresentante dell'Assoingegneri - si mettono a fare interventi
    integrativi della legge 241, abbiamo una letteratura vastissima a
    questo riguardo.
    Noi pensiamo che la prima macroarea da evidenziare autonomamente nel
    provvedimento sia quella degli interventi che riguardano gli aspetti
    già accennati, perché probabilmente qui è più difficile intervenire,
    sono richiesti tempi più lunghi, vi sono rapporti, livelli, funzioni
    istituzionali che ci vincolano, sono da forzare o da rispettare, a
    seconda dei casi, vi sono sovrapposizioni normative, dove spesso ci
    siamo trovati di fronte all'impossibilità oggettiva di intervenire,
    e vi sono protagonisti diversi. Non vi è dubbio che qui la materia è
    più della Regione, o dello Stato e della Regione, degli enti
    periferici dello Stato, è più del rapporto tra la Regione ed Enti
    locali, Province e Comuni, e così via.
    Quindi riteniamo che si debba dare una dignità autonoma a quest'area
    di problemi, che indubbiamente vanno affrontati (del metodo dirò in
    seguito) con i protagonisti e magari anche con le testimonianze
    obbligatorie dei fruitori, poiché talvolta sentire cosa ne dice il
    fruitore, il cittadino che va allo sportello, o chi pratica la
    pubblica amministrazione tutti i giorni perché magari per mestiere è
    obbligato a farlo, forse può essere opportuno.
    Come dire, secondo una nostra lettura il provvedimento è in qualche
    modo sbilanciato su quest'area di problemi. E lo capisco, perché chi
    deve gestire la pubblica amministrazione in primo luogo guarda a
    come funziona il suo apparato, consapevole delle difficoltà enormi
    che incontra tutti i giorni. Avendo per mestiere il piacere di
    interloquire spesso e volentieri con esponenti della pubblica
    amministrazione, conosco lo spessore e le difficoltà da questo punto
    di vista. Ma se noi andiamo a fare una lettura veloce del progetto
    di legge, effettivamente vediamo che i temi prevalentemente
    richiamati, sia all'articolo 1 che all'articolo 2, sia alle lettere
    finali dell'articolo 3, se andiamo a vedere lo stesso elenco delle
    priorità dell'articolo 6 - elenco aperto come qualcuno ha detto, una
    sollecitazione - vediamo come prevalgano proprio questi temi. Ora
    questi temi interessano alle imprese, sicuramente, ma interessano
    come dire da fruitori. E consapevoli della complessità, della
    durata, delle lunghezze e delle difficoltà, noi diciamo: diamo una
    dignità autonoma all'interno della legge a questi problemi.
    L'altra macroarea è invece quella degli istituti e degli strumenti
    che servono per semplificare, che essi stessi determinano effetto di
    semplificazione.
    Noi crediamo che qui ci sia uno spazio. Intanzitutto crediamo che
    debbano essere oggetto di un'area specifica, cioè che vi sia una
    seconda parte, un secondo titolo della legge. Riteniamo che alla
    previsione già presente nel progetto di legge di introdurre istituti
    che ci consentano di fare una rivisitazione delle normative e dei
    procedimenti in essere, o che impongano di essere seguite nelle
    nuove produzioni normative (lo ha ben detto in apertura la
    consigliera Pariani), si debba aggiungere una cosa che attualmente a
    nostro avviso non c'è, ed è bene che vi sia, perché è quella che può
    dare una credibilità immediata al provvedimento, cioè gli istituti e
    gli strumenti di semplificazione di immediata applicabilità.
    Essi sono già in vigore nell'ordinamento e, per motivi vari, o non
    sono stati applicati, o non si sono voluti applicare, o non è stato
    possibile applicarli. Essi possono e debbono essere applicati,
    prescindendo quindi nel loro recepimento formale da valutazioni di
    provenienza politica - come qualche volta abbiamo visto - e
    valutando la loro efficacia oggettiva e l'aspettativa che la loro
    applicazione determina nelle imprese e il valore che essa può
    determinare: conferenza di servizi, silenzio-assenso, poteri
    sostitutivi, comunicazione sostitutiva di permessi,
    autocertificazioni, indennizzi in caso di ritardo nella conclusione
    dei procedimenti, termini obbligatori, sono tutte cose che ci sono
    già, ci sono leggi, DPCM, ecc. che le prevedono.
    La relazione, che ho letto con attenzione perché di grande spessore
    culturale, un pezzetto di contraddizione la contiene, perché da un
    lato dice che vengono dati per acquisiti ed impliciti gli strumenti
    di semplificazione vigenti nell'ordinamento. Bene. Un recepimento
    esplicito non sarebbe male, anche perché da un'altra parte nella
    relazione ci si impegna in una riflessione critica in ordine alle
    competenze di chi può semplificare, assumendo il principio che vi
    sia una perdita di egemonia da parte dello Stato sulla regolazione
    amministrativa di una serie di ambiti, e questo può essere in parte
    giustificato in relazione alle competenze relative alle singole
    materie e ai singoli procedimenti.
    Ma questo non vale - ed è la nostra lettura e la nostra posizione -
    per quanto riguarda gli istituti e gli strumenti di semplificazione
    generale relativi al procedimento, perché questa è materia di
    principi dell'ordinamento, non della legislazione. Questi strumenti
    e istituti che ispirano l'ordinamento generale vanno applicati, e
    applicati subito. Viceversa, ci sarà poi la rivisitazione successiva
    delle singole aree di materie e dei relativi procedimenti, dove lì
    sì che andrà verificata la loro compatibilità, il loro adattamento
    laddove necessario. E lì sì che ci sarà un'autonomia normativa
    relativa al procedimento in relazione all'intensità della competenza
    della Regione in questa materia. Questo è in sostanza il punto
    centrale del nostro ragionamento relativamente al testo.
    Un'altra osservazione attiene al tema delle metodologie procedurali,
    della partecipazione, ecc. Il metodo è elencato in due articoli, il
    3 e il 4.
    L'articolo 4 ci dice quali sono le sedi in cui ciò avviene e
    qualcuno ci ha fatto osservare con qualche ironia - sono
    imprenditori, qualche volta vanno al sodo, forse banalizzano essi
    stessi - che il sistema previsto sia lievemente barocco, fatto un
    po' a scatole cinesi, il dubbio viene. Così come viene un dubbio tra
    il tavolo politico, il tavolo tecnico, il nucleo, la direzione, il
    fatto che occorra una delibera per dire come funziona il nucleo
    Insomma, credo che uno sforzo per semplificare questi meccanismi e
    uno sforzo per capire quali sono di volta in volta, perché uno può
    essere il metodo applicabile alla prima macroarea, altro il metodo
    applicabile alla seconda macroarea, anche in ordine alla
    partecipazione dei soggetti che possono dare un impulso, un
    suggerimento, una condivisione (se non condividiamo, successivamente
    ci troveremmo di fronte a problemi considerevoli). Da questo punto
    di vista, noi pensiamo che vada modificato significativamente questo
    approccio.
    Così come pensiamo che la norma dell'articolo 6 debba essere, nella
    stessa logica della condivisione, una norma in bianco , che
    individui un metodo, che lo imponga ai soggetti istituzionali, e non
    di decidere in tempi ristretti alcune priorità su cui lavorare, in
    modo che questa sessione di semplificazione prevista entro il 2011
    possa avere già nomi, cognomi e temi da affrontare, magari
    suddividendoli in modo più equo tra quelli che possono impattare
    sulle imprese e quelli che attengono all'organizzazione della
    pubblica amministrazione. L'articolo 3 invece ci sembra che contenga
    un buon metodo, perché viene adattato ai singoli procedimenti.
    Quello che noi pensiamo corrisponde al seguente tipo di disegno:
    l'organizzazione e il funzionamento da un lato, gli istituti e gli
    strumenti di semplificazione immediati dall'altro. E' evidente che
    nella seconda parte l'aver correlato gli strumenti con i singoli
    procedimenti non significa che è finito il lavoro, significa che poi
    abbiamo n procedimenti da andare a rivisitare, a guardare, a
    modificare, ad aggiornare. E abbiamo un metodo che va di volta in
    volta adattato per ciascuno di questi due titoli, adeguando la
    condivisione di Enti locali, Regione, amministrazioni decentrate,
    organizzazioni economiche di volta in volta in relazione
    all'intensità di interesse che ciascuno di essi rappresenta per ogni
    singolo procedimento.
    Mi consenta presidente un'osservazione conclusiva.
    Nell'ultimo periodo, di fronte a questi problemi, alla difficoltà
    dell'interlocuzione e agli adempimenti a carico delle imprese,
    abbiamo assistito a degli sforzi, a dei tentativi di supplenza da
    parte delle organizzazioni economiche: tentativi, impegni - forse
    talvolta suggeriti dalle stesse imprese - con un costo ulteriore per
    le imprese. E' noto anche il recente tentativo, è una sorta di
    autodichiarazione di fallimento della pubblica amministrazione,
    quando essa ha previsto la costituzione di agenzie per le imprese in
    capo alle organizzazioni economiche. Ma pensiamo che il problema
    debba invece essere affrontato alla radice, perché ognuno deve fare
    il suo mestiere. La pubblica amministrazione deve fare il suo, deve
    poterlo fare bene, deve farlo bene e in maniera efficace e le
    imprese devono fare il loro, non devono sostituirsi al mestiere
    degli altri, comprese le organizzazioni economiche. Grazie.
    Dott. MARCO PASI - Tavolo regionale dell'imprenditoria
    Buongiorno a tutti. Grazie presidente, grazie alla consigliera
    Pariani, alla vicepresidente della Giunta, per l'occasione che ci
    viene data oggi di poter interloquire formalmente su di un progetto
    di legge sicuramente molto importante, ma anche per l'approccio
    manifestato al tema della semplificazione, sia rispetto ai tempi sia
    alla metodologia. Quello che lei diceva in apertura, presidente, lo
    cogliamo come un dato positivo, la necessità di non stringere tutto
    in tempi troppo ristretti, di avere il tempo necessario per fare un
    buon provvedimento legislativo, anche se da qualche parte bisogna
    arrivare e cominciare, perché non possiamo permetterci di prolungare
    troppo i lavori.
    Questo progetto di legge effettivamente coglie un'esigenza reale. Ho
    qui l'onore di rappresentare il Tavolo regionale dell'imprenditoria,
    parlo delle esigenze reali delle nostre imprese, con un approccio
    dal basso , che nasce dall'esperienza quotidiana e dai bisogni
    quotidiani, anche da un approccio culturale, ma si tratta di un
    approccio culturale stimolato dalle esigenze e dai comportamenti.
    Dal mio punto di vista è bene chiarire subito che quando si parla di
    semplificazione all'interno del mondo delle imprese (ed è un dato
    che emerge dai monitoraggi che le associazioni fanno costantemente)
    si parla di uno dei problemi più rilevanti, si contende il primo
    posto con la pressione fiscale. Ma dobbiamo essere consapevoli che
    quando il mondo delle imprese pensa alla semplificazione, pensa a
    due cose.
    Da una parte la semplificazione degli adempimenti, che vuol dire
    spesso omogeneità dell'applicazione delle norme; dall'altra, una
    semplificazione degli interlocutori, quindi il tema della
    semplificazione istituzionale è un tema rilevante.
    E' chiaro ed è ben detto nella relazione, che si è ipotizzato un
    provvedimento che affronta un altro aspetto della semplificazione.
    Ciò non significa naturalmente che sia meno degno di attenzione o
    meno nobile, tuttavia credo sia opportuno tener presente che, se
    dobbiamo cogliere un'esigenza, quell'esigenza ha delle
    caratteristiche. Le aspettative vanno in una direzione ben precisa.
    Lo sforzo che abbiamo fatto in questo senso, quando è stato
    presentato il progetto di legge della Giunta dall'estate ad oggi,
    come organizzazioni del Tavolo regionale, è stato quello di cercare
    di coniugare queste esigenze che le imprese ci sollecitano con il
    testo proposto. Quindi abbiamo fatto un lavoro che si è
    concretizzato in proposte di modifica puntuali al testo stesso, che
    oggi vi consegno ma non illustro, rimandandole alla vostra lettura e
    tratteggiandone invece i contenuti principali: proposte di modifica
    che interpretiamo nel processo in fieri che ci sembra proponiate
    come metodo di lavoro e che noi condividiamo. Quindi non escludiamo
    che a questa udienza conoscitiva se ne aggiungano altre, nei
    prossimi giorni provvederemo ad affinare le proposte sulla base
    degli aggiornamenti, nelle sedi formali e informali, tutto quello
    che serve per arrivare a raggiungere un buon obiettivo.
    I ragionamenti che abbiamo fatto - ed è il punto dove vorrei dare il
    senso strategico - si potrebbero dividere in due parti: la prima,
    ragionamenti sviluppati sulla base della relazione, dall'altra
    quelli concretizzati sulla base della stesura degli articoli, perché
    effettivamente abbiamo riscontrato che una certa disomogeneità tra
    le due parti esiste.
    Ma nella relazione, quasi in apertura, è individuato un concetto che
    a noi piace molto, che le nostre associazioni riconoscono e fanno
    proprio come elemento positivo, cioè quello dell'adozione della
    semplificazione continuativa, vorrei dire come scelta di vita, come
    ordinario metodo di azione. E' un principio che assumiamo come un
    principio faro del nostro agire e che voi ci proponete di declinare
    - e noi siamo d'accordo - attraverso la realizzazione e la
    concretizzazione di alcuni principi forti, principi cardine che
    devono guidare questa attività di semplificazione: il principio di
    partecipazione, di responsabilità, di trasparenza, di certezza dei
    tempi, di omogeneizzazione, di compensazione degli oneri e di
    informatizzazione delle procedure. Principi che desumo dalla
    relazione, ma che permettono, o possono permettere, di attivare un
    circuito virtuoso fra le istituzioni e la società civile.
    A questi, noi ne aggiungeremmo un paio, a cui siamo molto legati.
    Il primo è quello di tener conto delle esperienze in atto, per lo
    meno di quelle che funzionano, di quelle formalizzate all'interno di
    altri provvedimenti normativi della Regione, ad esempio, per citarne
    uno, tutto il sistema degli sportelli unici delle attività
    produttive. L'altro invece è il tema della sussidiarietà, da
    declinare in rapporto positivo tra soggetto pubblico e privati, per
    riuscire a fornire servizi più efficaci agli utenti, sia ai
    cittadini sia alle imprese. Cito solo questo recentissimo esempio
    dell'autocertificazione in materia sanitaria per il pagamento dei
    ticket. Credo che effettivamente la sussidiarietà abbia permesso ai
    vari soggetti pubblici di non naufragare completamente rispetto alla
    massa critica dei soggetti coinvolti dall'adempimento, peraltro con
    costi veramente modesti. Un'altra cosa che ci piace Quindi questi
    due oggetti che aggiungeremmo a quelli enunciati nella relazione
    sono concetti a cui teniamo particolarmente.
    Un'altra cosa che ci piace è l'individuazione dell'impianto. Ci pare
    che l'impianto possa funzionare, con un concetto forte incardinato
    nel rapporto che deve esistere tra quello che si fa e il soggetto
    principe della competenza normativa dell'Assemblea legislativa.
    Quindi il fatto che il lavoro di semplificazione che si produce alla
    fine vada a confrontarsi con l'Assemblea legislativa per noi è molto
    importante. Tuttavia deve essere altrettanto chiaro che questo
    confronto deve produrre modifica dei comportamenti, non può essere
    un momento puramente celebrativo di un lavoro ben fatto, ma deve
    incidere sulla realtà praticata e quindi produrre degli effetti di
    modifica dei comportamenti dei vari soggetti interessati. Questa
    sessione per la semplificazione tra l'altro era contenuta in un
    nostro documento del Tavolo regionale dell'imprenditoria che abbiamo
    presentato al presidente della Regione all'inizio della sua
    legislatura. Nel documento, che per noi era strategico e che
    qualcuno aveva definito di taglio basso, era contenuta questa
    richiesta e quindi ci fa piacere che la Giunta l'abbia fatta propria
    - magari non è tutto merito nostro -, che abbia colto positivamente
    questa sollecitazione e l'abbia formalizzata. Ci pare insomma
    positivo introdurre il concetto della necessità di un metodo di
    valutazione degli oneri, la definizione di un impianto valutativo.
    Detto questo, tuttavia, abbiamo bisogno che questi principi
    all'interno del testo degli articoli trovino una pregnanza adeguata,
    o comunque si trasformino in una declinazione puntuale che dia
    effettivamente risposta di efficacia e di piena attuazione di questi
    principi.
    Allora partendo dall'articolo 1, che per noi è l'articolo
    fondamentale perché è quello che dice dove vogliamo arrivare, che
    cosa vogliamo fare, finalità ed obiettivi, ci siamo permessi di
    suggerire delle modifiche all'elenco, specificando bene rispetto ai
    due ambiti, quello normativo e quello dei procedimenti,
    l'inserimento di questi principi all'interno degli articoli stessi,
    inserendo sempre nell'articolo 1 la necessità di sviluppare e di
    stimolare quel principio dell'informatizzazione e della
    telematizzazione dei vari soggetti pubblici, che è la conditio sine
    qua non. Infatti se non c'è informatizzazione di banche dati non si
    potrà mai arrivare ad una situazione in cui si evita la duplicazione
    della presentazione di documentazione. Favorire questo processo è un
    dato essenziale, diventa prioritario.
    Sull'articolo 2 mi pare vada rafforzato il concetto per alcuni
    soggetti dell'obbligatorietà dell'azione. Mentre nella
    sottoscrizione dei patti va benissimo che i patti siano fatti con
    chi è interessato, per contro gli accordi devono avere un valore
    pregnante. Forse la lettura di come è formulato quel comma è un po'
    fuorviante, o non abbiamo compreso a fondo la portata, ma ci
    piacerebbe che il termine interessate fosse trasformato in
    obbligate , altrimenti se facciamo la semplificazione solo con chi
    è interessato a farla, ancora una volta rischiamo di complicare, di
    avere solo alcuni soggetti che semplificano, altri invece che
    continuano con le loro procedure abituali. Quindi l'articolo 2 va un
    po' come dire irrobustito (nel documento che vi lascio trovate la
    stesura puntuale).
    Sull'articolo 3 ci pare vadano inseriti due concetti che non abbiamo
    trovato nel testo. Il primo è quello della responsabilità, perché
    altrimenti non lo troviamo da nessuna parte e invece questo è
    importante. Naturalmente non si può essere vessatori, abbiamo
    proposto una formulazione ragionevole. Se diciamo che assumiamo il
    concetto di responsabilità come elemento importante del processo,
    bisogna che questo trovi ospitalità nell'articolato, e secondo noi
    troverebbe una collocazione all'articolo 3. Ugualmente anche l'altro
    concetto, il monitoraggio permanente dei procedimenti e
    dell'attività di semplificazione, proprio perché assumiamo questo
    come una filosofia di vita, non come un provvedimento estemporaneo,
    del tutto contingente.
    Quanto all'articolo 4, che dal punto di vista dell'applicazione del
    meccanismo è un articolo di gran lunga decisivo e determinante,
    secondo noi è opportuno intervenire in maniera rilevante. Dicevo
    prima che tutto sommato l'impianto complessivo definito dal progetto
    di legge ci convince, per lo meno ci convince nell'individuazione
    dei soggetti, tuttavia ruoli e competenze vanno affinati meglio,
    forse anche cambiati. Secondo noi il protagonista nei ruoli
    dell'interlocuzione delle competenze dell'Assemblea legislativa e
    della Giunta deve essere il Tavolo permanente per la
    semplificazione. Dico protagonista, accentuando il concetto, perché
    se è vero - come d'altronde si afferma anche nella relazione - che
    punti di forza dei modelli positivi realizzati attraverso tutte le
    esperienze della Bassanini, è stata anche la formalizzazione della
    rappresentanza degli interessi di tutti di tipo economico
    all'interno dei processi decisionali, voi capite che questo tavolo
    può produrre semplificazione vera se si rapporta in modo vero con il
    mondo della rappresentanza e che ogni giorno ha a che fare con le
    esigenze reali del mondo delle imprese. Allora quello è il Tavolo
    della semplificazione, dove si deve realmente concertare su che cosa
    intervenire e con quali modalità. Al Tavolo non si potrà intervenire
    senza un supporto tecnico adeguato, bene dunque il nucleo tecnico,
    ma si tratta di un momento di supporto ai lavori del Tavolo, il
    supporto di tecnici esterni deve entrare in una logica di apertura,
    non può, deve.
    Ripeto, o è un luogo veramente concertativo, dove i soggetti hanno
    pari dignità rispetto all'elaborazione ed individuazione delle
    proposte (poi naturalmente rimangono e devono rimanere di chi per
    competenza le norme deve emanarle), altrimenti se non c'è questa
    possibilità di parità di contributi, temiamo di costruire un modello
    che non potrà funzionare come a noi piacerebbe. Quindi l'articolo 4
    è l'articolo di snodo del progetto di legge. Noi vi proporremo le
    modifiche che ho detto in una scrittura più adeguata.
    Sull'articolo 5 mi sono già soffermato, perché la sessione di
    semplificazione ci piace, ma deve avere una valenza in termini
    operativi forte e pregnante.
    Sull'articolo 6 preferiremmo che nelle norme di prima applicazione
    si lavorasse assieme per definire l'agenda dei lavori, quindi dando
    un termine preciso, ma prevedendo che la prima riunione del Tavolo
    di semplificazione definisse una lista precisa delle cose da fare e
    da sottoporre alla Giunta e all'Assemblea legislativa. Noi quindi
    nell'articolo 6 lasceremmo solo le parti che delineano l'impianto,
    l'adozione del metodo di misurazione, ci potrebbe stare l'avvio
    della revisione delle procedure interne all'amministrazione
    regionale e di raccordo con i procedimenti di competenza delle
    amministrazioni locali. Ci pare che si crei una discrasia tra cose
    enunciate e quelle da fare, forse anche più urgenti che però non
    sono citate. Di conseguenza ci troveremmo a fare per prime cose che
    ci interessano meno. Nell'articolo 6 si potrebbe definire meglio
    tutto questo.
    Se c'è la possibilità di fornire altri contributi noi siamo a
    disposizione. Grazie per l'attenzione.
    Dott.ssa TULLIA BEVILACQUA -Segretaria regionale UGL
    Come UGL condividiamo questo progetto di legge e sosteniamo
    l'importanza di introdurre delle norme di semplificazione
    burocratica tra l'amministrazione pubblica, il cittadino e le
    imprese.
    Con questa legge la Regione si dovrebbe dotare dello strumento
    necessario per affrontare il tema in oggetto anche nell'ottica
    dell'attuazione federalismo fiscale che, alla luce dei tagli
    contenuti nelle manovre finanziarie degli ultimi anni che hanno
    ridotto le disponibilità economiche e finanziari degli enti locali,
    in qualche modo costringono a rivedere tutte le spese riducendole
    ove possibile, auspichiamo con il minor danno per i cittadini e le
    imprese.
    Nello specifico, riteniamo valido il progetto di legge, ma abbiamo
    focalizzato la nostra attenzione sull'articolo 4 (chi mi ha
    preceduto l'ha ampiamente dibattuto).
    All'articolo 4, comma 2, in un'ottica di riduzione della spesa, il
    possibile ricorso alle consulenze esterne di esperti, dovrebbe
    assumere valore assolutamente residuale rispetto all'impiego e alla
    valorizzazione delle risorse umane interne alla regione. Inoltre,
    l'eventuale utilizzo di consulenze dovrebbe avvenire in apposite
    sessioni collegiali dedicate a temi specifici e su questo chiediamo
    un impegno forte da parte della regione.
    Sempre all'articolo 4 punto 4 noi proponiamo che il tavolo
    permanente per la semplificazione delle norme delle procedure
    amministrative sia aperto in modo più specifico alle confederazioni
    sindacali, ai lavoratori, ai datori di lavoro, al forum del terzo
    settore e quant'altro, ma che il parere sia obbligatorio e non
    vincolante su tutti i provvedimenti che riguardano il lavoro, le
    politiche sociali, i servizi al cittadino e alle imprese.
    Vorrei fare un ultimo passaggio sui pubblici dipendenti, i quali
    attraverso l'ultima finanziaria, oltre a tutte le altre categorie,
    pagano un pesante contributo, quindi non vorremmo che la
    semplificazione amministrativa poi passasse attraverso un riduzione
    dei posti di lavoro. Auspichiamo invece che si proceda con una
    razionalizzazione delle procedure, le quali non sempre sono inutili,
    se pensiamo per es. al ciclo dei controlli documentali necessari
    alla corretta gestione dei rifiuti e alla realizzazione di opere
    edili, che certamente necessitano di uno stringente controllo per
    evitare la deresponsabilizzazione della macchina amministrativa e
    che favorirebbero altrimenti l'elusione delle norme, generando anche
    forme culturali e sostanziali di illegalità.
    Riteniamo questo progetto di legge estremamente valido, però ci sono
    quei due punti relativi all'articolo 4, per i quali vorremmo sentire
    la vostra opinione. Grazie
    Dott. DOMENICO TRAMONTI - CISL regionale
    Siamo in una fase di riflessione sui contenuti di questo progetto
    di legge che consideriamo molto interessante, con obiettivi che ci
    sembrano fortemente ambiziosi, ma allo stesso tempo necessari,
    perché pensiamo che questo possa essere un contributo significativo
    da parte della pubblica amministrazione della nostra regione per
    aiutare il sistema ad uscire anche dalla crisi, un contributo in
    questo senso. Consideriamo allo stesso modo significativo il
    progetto perché va nella direzione che la Cisl da tempo sostiene,
    che è quello della riorganizzazione delle spesa pubblica, diminuendo
    la burocrazia a vantaggio dei cittadini, delle imprese, dei Comuni,
    dei lavoratori anche del pubblico impiego.
    Lo consideriamo un po' ambizioso per due motivi: uno perché esprime
    sì principi giusti ma forse un pò troppo generici, forse c'è bisogno
    di essere un po' più precisi, mi sembra che già altri interventi in
    questa sede l'abbiano specificato. E comunque riteniamo che
    sicuramente saranno gli atti attuativi che dimostreranno la reale
    volontà di raggiungere gli obiettivi indicati.
    L'altro aspetto ambizioso, perché speriamo, contiamo - in questo
    senso mi sembra che la relazione di presentazione e l'assessore
    Saliera ci abbia assicurato in questo senso - non può essere
    imposto, ma deve essere un intervento condiviso e quindi condiviso
    in particolare da parte di tutti i soggetti che sono coinvolti in un
    processo di questo genere.
    Lo consideriamo necessario perché la situazione è molto complessa,
    delicata, ed è un passo importante a sostegno del sistema produttivo
    e del sistema delle autonomie locali della nostra regione. Ci sembra
    che, richiamo soltanto alcune questioni che riguardano un po' la
    complessità la crisi economica con tutte le ricadute che ha, le
    forti difficoltà dei Comuni a far quadrare i propri bilanci comunali
    e soprattutto nei prossimi anni a mantenere lo stato sociale
    costruito fino ad oggi, ma complesso anche perché siamo in una
    situazione di transizione per certi versi dal punto di vista
    istituzionale. Manca la definizione un nuovo codice delle autonomie
    locali che indichi quali sono le competenze, titolarità o le riforme
    che si intende mettere in campo. Ed in questo senso noi ad es. siamo
    per, sosteniamo l'abolizione per il superamento delle provincie,
    l'accorpamento dei piccolissimi comuni, allora la nostra regione
    sicuramente è più avanti rispetto ad altri ad esempio sull'unione
    dei comuni, che secondo noi è un primo passo importante e
    significativo e che va accelerato nel processo di raggiungimento
    degli obiettivi dati da questa nuova forma di aggregazione sul
    territorio, per la progettazione, per l'elaborazione, per la
    gestione dei servizi, per l'interlocuzione sul territorio.
    Perché riteniamo che questo sia importante, perché in un processo di
    semplificazione sicuramente la messa in campo di un processo di
    maggiore collaborazione tra il sistema delle autonomie locali sul
    territorio può meglio realizzare quella volontà politica di metodo
    che indica il progetto in essere.
    Pensiamo anche che questo, ho sentito una questione da parte di
    Confindustria che non ho capito bene, ma sicuramente questo è un
    processo che indubbiamente se vogliamo che vada avanti coinvolge la
    macchina della struttura pubblica, quindi degli enti locali, della
    Regione o degli altri enti coinvolti. Li coinvolge in un
    ragionamento in rete alla riorganizzazione funzionale e
    organizzativa e quindi in questo senso bisognerebbe che il testo
    fosse un po' più preciso e forse anche maggiormente incisivo
    nell'indicare il percorso per raggiungere questo obiettivo.
    Non vorremmo che una buona legge un buon sistema, poi si parte senza
    capire quali sono gli obiettivi e le finalità indicate, scelte, nel
    senso che non vorremmo i comuni riducessero il personale o facessero
    cose di questo genere senza prima aver fatto quell'altra operazione
    di individuazione e messa in campo degli aspetti operativi della
    nuova normativa. Quindi in questo senso serve una contestualità,
    invece indicazione prima degli obiettivi, dei progetti, dei tempi di
    realizzazione, e poi naturalmente la fase operativa di
    coinvolgimento.
    Lo dice il testo, uno degli obiettivi è quello dei risparmi della
    pubblica amministrazione perché significa razionalizzare superare
    sovrapposizione di competenze, delle stesse competenze ma di diversi
    livelli istituzionali, quindi questi risparmi dovrebbero essere un
    incentivo affinché ci sia una forte adesione da parte dei comuni,
    visto che sono in una difficoltà economico finanziaria, e allo
    stesso tempo incentivi che possano valorizzare meglio anche le
    professionalità dei lavoratori all'interno dei Comuni stessi.
    Sappiamo che da parte dei Comuni ci sono, l'abbiamo visto con altre
    leggi (e faccio sempre riferimento alla legge regionale n. 8 del
    2010), titubanze nell'accettare imposizioni o scelte che siano
    centralizzate in questo caso a livello regionale. Si tratta di far
    capire ai Comuni che ci sono delle convenienze nell'adesione, nel
    lavorare in questo sistema di rete: convenienze che sono quelle dei
    risparmi, che sono anche quelle di mettere in campo una rete
    informatica uniforme, mi sembra che sia uno degli obiettivi del
    progetto, e allo stesso tempo in questo senso, secondo me, la
    Regione potrebbe mettere in campo dei supporti economico-finanziari,
    e anche di competenze professionali per favorire l'uniformità del
    sistema informatico.
    L'altra questione mi sembra importante, già lo diceva il sistema
    dell'imprenditoria, per snellire, per semplificare c'è bisogno di
    superare quella frammentazione o quella frammentarietà che oggi è
    presente nelle interpretazione delle norme nei procedimenti,o
    quant'altro, lo diceva anche la presidente della commissione, e se
    uno degli obiettivi è questo ed importantissimo per l'appunto per
    raggiungere quell'obiettivo di snellezza che noi sosteniamo.
    Un'altra questione riguarda un po' il Tavolo tecnico, l'ultima
    questione, noi riteniamo che le Organizzazioni sindacali così come
    ce l'ha spiegato anche l'assessore, in questo un tavolo flessibile a
    seconda delle tematiche che vengono affrontate, condividiamo questa
    scelta e pensiamo che le organizzazioni sindacali debbano essere
    dentro questo tavolo questo però senza, come dire, che comporti il
    superamento del possibile, dell'eventuale, del necessario confronto,
    a secondo delle materie, delle questioni che si trattano o con le
    organizzazioni sindacali confederali o quelle di categorie.
    Quindi un giudizio sostanzialmente positivo, ma abbiamo bisogno che
    ci sia maggiore determinazione affinché si capisca bene o meglio che
    questa legge non faccia la fine di altre, ma che si capisca bene che
    la volontà politica si concretizzi in qualcosa di operativo. Grazie
    Vicepresidente SIMONETTA SALIERA - Vicepresidente della Giunta
    regionale
    Anche stamattina, da questa buona e bella discussione si evidenzia
    la complessità della semplificazione, che va dalla definizione di
    una modulistica assolutamente necessaria e omogenea sino alla
    riforma dello Stato e alle sue diverse articolazioni e funzioni.
    Da molto tempo, stiamo affrontando questo tema e non solo a livello
    regionale ma anche a livello statale. Come Regione siamo all'interno
    delle sedi di discussione fra Regioni, Stato e Governo sia per le
    riforme dello Stato che delle sue articolazioni. Perché questo
    avvenga, e per fornire il nostro contributo - siamo favorevoli nel
    pensare e nel volere una forte riforma, che metta in discussione ed
    esamini i diversi livelli di responsabilità e di rapporto con i
    cittadini e le imprese -, dobbiamo partire anche noi come Regioni.
    Lo abbiamo piu' volte sostenuto e stiamo lavorando su questo tema
    con proposte vere, che diano risultati certi e stabili, non
    improvvisati. Non vogliamo correre il rischio di capire, dopo
    qualche tempo, che siamo al punto di partenza, sia in termini di
    responsabilità e di funzioni, sia in termini di costi e di tempi,
    sia dal punto vista normativo, sia dal punto di vista
    amministrativo, sia dal punto di vista delle prassi. E' pur vero che
    i livelli di discussione sono diversi, ma è altrettanto vero che si
    tengono insieme, sono strettamente collegati.
    Questo progetto di legge che la Giunta ha consegnato nelle mani
    dell'Assemblea legislativa ha voluto fin da subito essere una
    proposta aperta, su cui lavorare per migliorarla con il contributo
    innanzitutto dell'Assemblea legislativa e di tutti i soggetti
    interessati. Mi fa molto piacere che tutti gli interventi siano
    rimasti sui contenuti, perché vuol dire che vi è stato oltre che
    l'interesse anche la volontà di capire se questo può essere un
    valido metodo per affrontare un tema così complesso e per poter
    ottenere dei risultati.
    Il progetto di legge è stato descritto dalla relatrice, introdotto
    dal presidente di Commissione, dai vostri interventi. Vorrei solo
    sottolineare un aspetto: lo strumento del Tavolo tecnico è lo
    strumento di condivisione sia degli aspetti negativi o impattanti,
    sia delle possibili e praticabili soluzioni.
    E' in quel luogo che si deve definire di volta in volta e rinnovare
    il patto a monte delle azioni concrete. Dobbiamo condividere le
    negatività, le problematiche e le azioni seguenti. I sindacati
    intervenuti hanno espresso la loro preoccupazione per i lavoratori,
    ma preciso che non si superano né le leggi nè i contratti, quella
    sede è il modo di condividere i processi e di capire fin
    dall'origine cosa si vuole perseguire.
    E' in quella sede che si mettono all'attenzione di tutti i diversi
    problemi, non come ostativi a un processo, ma per tenerli tutti in
    considerazione e trovare una soluzione per raggiungere l'obiettivo.
    Ognuno di noi, da parte pubblica come sistema Regioni Province
    Comuni, il sistema degli Enti locali in un unico confronto, e i
    cittadini (le loro rappresentanze), le imprese (le loro
    rappresentanze) e forze sociali, definiamo un percorso.
    Rispettivamente ogni soggetto, a casa propria, deve far capire al
    resto del mondo qual è l'obiettivo condiviso e da perseguire, perché
    il lavoro non si esaurisce all'interno di un Tavolo solo con la
    discussione e l'evidenziazione dei problemi. Ognuno di noi sa cosa
    ci sta dietro, quale complessità di organizzazione, di
    regolamentazione, molte volte anche di prassi: quindi, gli obiettivi
    che ci siamo dati in termini di valutazione permanente e di
    controllo (perché l'Assemblea legislativa nella sua sessione di
    semplificazione, oltre che essere propositiva, esercita anche una
    forma di controllo sui risultati), gli strumenti che individuiamo.
    Con i vostri contributi, ritengo opportuno chiedere alla Commissione
    15 - 20 giorni per valutare i vostri interventi e arrivare ad una
    sintesi.
    Ritengo che gli strumenti previsti dal progetto di legge abbiano una
    forma molto potente se noi vorremo attuarli, al di là del vedere
    ciascuno il proprio mondo, attuando una politica lungimirante che
    sappia valutare sia le ricadute delle norme sia i procedimenti come
    unici e non in modo settoriale, in termini di effetti del'azione
    rispetto ai cittadini e alle imprese.
    Per quanto mi riguarda sono a disposizione del Relatore e vostra
    ancora, non pensavo di aver esaurito il lavoro anche di Giunta. Vi è
    massima collaborazione per capire i vostri contributi. Grazie a
    tutti .
    Presidente LOMBARDI
    Grazie. Dopo una breve consultazione anche con la Relatrice,
    recepiamo l'esigenza di verificare la possibilità di valutare
    emendamenti precisi e quindi vi invitiamo a farceli avere in tempi
    ragionevoli. Anche se non vi sono scadenze abbiamo piacere di
    arrivare alla definizione nei tempi che ci eravamo dati. Abbiamo
    anche raccolto l'indicazione di un'ulteriore udienza conoscitiva,
    però vorremmo che non fosse una mera ripetizione di questa, ma che
    vi fosse un testo magari già rivisto sulla base delle indicazioni
    avute sul quale confrontarsi, prima di esaminarlo in Aula. Grazie a
    tutti, buongiorno.
    La seduta termina alle ore 12.40.
    Approvato nella seduta dell'11ottobre 2011.
    La Segretaria Il Presidente
    Claudia Cattoli Marco Lombardi
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