Testo
Verbale n. 27
Seduta del 23 settembre 2011
Il giorno 23 settembre 2011 alle ore 10.30 si è riunita presso la
sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali, convocata con
nota prot. n. 29588 del 16 settembre 2011
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome Qualifica Gruppo Voto
e nome
LOMBARDI Presidente PDL - Popolo 5 presente
Marco della Libertà
FILIPPI Vicepresidente PDL - Popolo 1 assente
Fabio della Libertà
VECCHI Vicepresidente Partito Democratico 4 assente
Luciano
BARBATI Componente Italia dei Valori - 3 assente
Liana Lista Di Pietro
BARBIERI Componente Partito Democratico 2 assente
Marco
BIGNAMI Componente PDL - Popolo 3 presente
Galeazzo della Libertà
BONACCINI Componente Partito Democratico 2 presente
Stefano
CAVALLI Componente Lega Nord Padania 1 presente
Stefano Emilia e Romagna
DEFRANCESCHI Componente Movimento 5 Stelle 2 assente
Andrea Beppegrillo.it
FERRARI Componente Partito Democratico 2 presente
Gabriele
MANFREDINI Componente Lega Nord Padania 3 presente
Mauro Emilia e Romagna
MAZZOTTI Componente Partito Democratico 2 assente
Mario
MEO Componente Sinistra Ecologia 2 assente
Gabriella Libertà - Idee Verdi
MONARI Componente Partito Democratico 3 presente
Marco
MONTANARI Componente Partito Democratico 2 assente
Roberto
MORICONI Componente Partito Democratico 2 presente
Rita
MUMOLO Componente Partito Democratico 2 assente
Antonio
NOE' Componente UDC - Unione di 1 assente
Silvia Centro
PARIANI Componente Partito 3 presente
Anna Democratico
POLLASTRI Componente PDL - Popolo 2 presente
Andrea della Libertà
RIVA Componente Gruppo Misto 1 assente
Matteo
SCONCIAFORNI Componente Federazione 2 assente
Roberto della Sinistra
La consigliera Palma COSTI sostituisce il consigliere Vecchi
E' presente la Vicepresidente della Giunta Assessore Simonetta
SALIERA
Presiede la seduta: Marco LOMBARDI
Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
Resocontista: Laura Sanvitale
UDIENZA CONOSCITIVA
1675 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Misure per
l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema
amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di
semplificazione (delibera di Giunta n. 1152 del 01 08 11) Relatore
consigliera Anna PARIANI
Partecipano:
Mario Agnoli Direttore generale
Confindustria E-R
Vincenzo Amadori Direttore CIA E-R
Mario Bernardi Segretario Associazione
Bancaria Italiana
Tullia Bevilacqua Segretario regionale
Confederazione UGL
Paolo Marco Bianco Asso Ingegneri e Architetti
Riccardo Breviglieri Forum III Settore
Elmina Castiglioni Segretario regionale CISL E-R
Maria Bernadetta Chiusoli Assessore Bilancio e Lavori
pubblici Provincia di Bologna
Francesca Ferrari ANCE E-R
Anna Rita Gallicchi Confagricoltura E-R
Lalla Golfarelli Resp. Divisione CNA E.R.
Gianluca Grieco Segretario Asso Ingegneri e
Architetti
Manuela Furini Confservizi E.R.
Carlo Lombardi Resp. Relazioni istituzionali
Confindustria E.R.
Stefano Lenzi UNIONCAMERE E.R.
Cesare Melloni Segretario regionale CGIL
Ivo Michelin Confartigianato E.R.
Emanuele Monaci AGCI E.R.
Gianluca Rusconi Confindustria E.R.
Marco Pasi Tavolo regionale Imprenditoria
Domenico Tramonti CISL E.R.
Tino Vaccari Confartigianato
Marco Venturelli Direttore Confcooperative E.R.
Daniela Zanon Confapi E.R.
Francesco Zanoni Confcooperative E.R.
Presidente MARCO LOMBARDI - Presidente della Commissione Bilancio
Affari generali ed istituzionali
Buongiorno, benvenuti a tutti. Siamo nella seduta dedicata
all'udienza conoscitiva sul progetto di legge che possiamo
individuare sinteticamente come il progetto sulla semplificazione.
Come di consueto i lavori si svolgeranno in questo modo: vi sarà
l'introduzione all'argomento da parte della relatrice consigliera
Pariani, poi diamo spazio agli interventi ed in conclusione
l'intervento della vicepresidente della Giunta se riterrà di fare
alcune precisazioni.
Solo per segnalare l'importanza che la Commissione dà a questo
provvedimento legislativo, vorrei fare un brevissimo cenno
introduttivo per ricordare, come sicuramente tutti i presenti
sapranno, che il costo della burocrazia nel nostro Paese (a seconda
di varie stime provenienti da diversi organismi che danno
valutazioni diverse) è valutato da una stima sicuramente plausibile
in 23 miliardi di euro. Stiamo parlando per la quota corrispondente
alla Regione di un costo importante per le imprese e attraverso
questa legge si cerca di porre qualche rimedio.
Iniziamo oggi un percorso che non ha particolari urgenze se non
quelle solite dovute ad un progetto di legge, quindi c'è uno spazio
per intervenire anche in maniera costruttiva nell'iter di questo
progetto di legge. C'è una disponibilità, proprio perché ci rendiamo
conto dell'importanza dell'argomento, in un atteggiamento
assolutamente positivo, di tutta la commissione, maggioranza ed
opposizione.
Il progetto di legge allo stato attuale, al di là delle valutazione
che ognuno può dare, è certamente un provvedimento aperto, magari
anche troppo, ma comunque molto aperto ai vari contributi, per cui
credo che possa essere valorizzato a pieno il lavoro dell'Assemblea
e della sua articolazione attraverso la Prima Commissione, nel
costruire assieme o migliorare questo testo.
Credo sia un momento importante per offrire un buon contributo alla
società emiliano-romagnola, ma anche per valorizzare la funzione
della Commissione assembleare, perché veramente può essere costruito
assieme questo provvedimento legislativo e mi pare che anche
l'indicazione che abbia dato la Giunta attraverso l'assessore
Saliera sia di questo tipo. Fatta questa premessa semplicemente per
enfatizzare ancor di più la valenza del provvedimento, dò la parola
alla relatrice collega Pariani.
Consigliera ANNA PARIANI - Relatore della Commissione
Ringrazio tutti voi per la presenza oggi. Abbiamo in discussione,
come diceva già il presidente Lombardi, uno dei provvedimenti
legislativi che riteniamo prioritario dell'azione amministrativa di
questa legislatura. Un provvedimento non episodico ma di sistema,
procedimentale, che vuole introdurre un percorso continuativo
nell'azione amministrativa della Regione, ed a caduta anche degli
Enti locali e verso l'alto nei confronti dello Stato e degli uffici
decentrati della pubblica amministrazione statale, per costruire un
percorso appunto di semplificazione nell'azione amministrativa e
legislativa, che abbia degli obiettivi chiari e certi, che si
conformi a principi di semplicità e di capacità di intervento anche
dal punto di vista della semplificazione verticale dei processi tra
le pubbliche amministrazioni, che abbia una ricaduta sulla
legislazione e i procedimenti amministrativi già in essere e
soprattutto che informi i processi legislativi ed amministrativi per
il futuro. Quindi una doppia azione.
Ed è proprio per questo che il provvedimento non può essere altro
che un provvedimento procedimentale, di sistema, che guarda anche ai
cambiamenti al momento in atto e in discussione - forse più in
discussione che in atto - nel sistema della pubblica amministrazione
e degli Enti locali e delle istituzioni. Infatti la discussione
attorno ai percorsi di semplificazione legislativa e amministrativa
non può essere disgiunta dal ruolo e dalle funzioni delle singole
istituzioni, dello Stato, degli Enti locali e della Regione. Proprio
per questo, occorre costruire un provvedimento che definisca o che
dia principi e strumenti di questo processo e sia in grado di
intervenire, sia a valle che a monte, nel procedimento legislativo
ed amministrativo.
Gli obiettivi dell'amministrazione regionale che sono prioritari e
condivisi in larga parte della società, anzi più condivisi di quanto
siamo riusciti fin qui a fare con tutte le azioni che si sono
succedute negli anni (lo dico anche da parte di Governi di segno
politico diverso nel nostro Paese), mirano a ridurre gli atti
legislativi e normativi, semplificare i procedimenti, rendere certi
i tempi e i costi dei procedimenti della pubblica amministrazione e
ridurre i costi dei procedimenti amministrativi.
Ovviamente per fare questo occorre non solo condividere principi ed
obiettivi, ma anche condividere gli strumenti con cui la pubblica
amministrazione, assieme e con un percorso partecipato con i
soggetti sociali e le rappresentanze delle imprese e dei cittadini,
possono mettere in atto questo processo.
Il progetto di legge, che comprende 6 articoli, introduce il
seguente schema.
Nell'articolo 1 finalità e principi generali, quindi obiettivi nel
processo semplificativo e obiettivi della nuova cultura che si vuole
introdurre all'interno della pubblica amministrazione dal punto di
vista della valutazione dei nuovi atti legislativi ed
amministrativi. Si tratta quindi del tema della qualità dell'azione
amministrativa, dei processi decisionali, la semplificazione che ne
deriva, anche per ciò che riguarda gli assetti organizzativi della
pubblica amministrazione. Inoltre, informare il processo di
revisione delle leggi e la definizione di nuovi atti normativi dal
punto di vista della capacità da parte della Regione di intervenire
in processi che non sono normati, perché il titolo V della
Costituzione consegna materie concorrenti e materie che sono
pienamente nell'autonomia della Regione, ma i processi
amministrativi, anche nelle materie di piena autonomia legislativa
della Regione, non sempre sono pienamente nelle mani della Regione
stessa e degli Enti locali a cui la Regione ha deciso di delegare
parte delle funzioni.
Quindi abbiamo l'esigenza di utilizzare al massimo l'autonomia
legislativa ed amministrativa della Regione, cercare di superare la
frammentarietà dei luoghi di responsabilità dei processi, ricondurre
a principi di unicità, appropriatezza, semplicità, efficacia e anche
valutare la necessità dei processi legislativi e amministrativi.
Purtroppo questo non è così diffuso nella cultura legislativa
italiana, ma non è detto che per tutte le azioni che la pubblica
amministrazione deve compiere sia necessario emanare delle leggi. A
volte i programmi di azioni condivise, attraverso una programmazione
adeguata, sono sufficienti a costruire le condizioni per attuare
delle politiche con la stessa efficacia.
Per questa ragione, sia per ciò che riguarda il processo
legislativo, sia per ciò che riguarda il processo regolativo degli
atti amministrativi, occorre introdurre degli elementi di
valutazione: in primo luogo l'analisi di impatto della regolazione,
(cioè strumenti già noti dal punto di vista dell'introduzione
nell'ordinamento della regolazione da parte dell'Europa ma anche da
parte dello Stato italiano, che ha recepito le direttive comunitarie
in materia) e la misurazione degli oneri amministrativi, anche con
l'introduzione di appositi piani annuali di riduzione degli oneri
amministrativi.
E' poi necessario costruire degli strumenti che possiamo definire
patti con le amministrazioni per l'esigenza, anche su procedimenti
dove la potestà legislativa è pienamente nelle mani della Regione
nelle materie concorrenti, di definire patti di azioni concrete di
semplificazione, come dice l'articolo 2, con gli enti locali e
accordi specifici con le pubbliche amministrazioni su azioni singole
e specifiche di semplificazione.
L'articolo 3 introduce uno strumento che è l'analisi di valutazione
permanente dei procedimenti, cioè ciò che diciamo oltre ai principi
obiettivi e strumenti con questo provvedimento di legge è che la
semplificazione deve essere un processo permanente nella pubblica
amministrazione e la Regione intende appunto darsi uno strumento di
analisi e di valutazione permanente dei procedimenti che interessano
l'amministrazione regionale ma anche le amministrazioni locali e le
amministrazioni dello Stato di volta in volta. L'analisi di
valutazione permanente prevista dall'articolo 3 definisce quali sono
i punti su cui intervenire dal punto degli oneri gestionali
valutando le tipologie dei provvedimenti che hanno un impatto
regolativo più forte verso i cittadini ed imprese ecc
E' decisivo che questo processo avvenga con un'ampia partecipazione
dei soggetti interessati e che incidono da un lato nell'impatto
della regolazione, dall'altro che sono i soggetti a cui la P.A.
rivolge gli atti amministrativi e la richiesta di atti
amministrativi, così come è decisivo che si avvii all'interno della
P.A. un processo che coinvolge pienamente tutte le strutture della
P.A. perché la politica può dare degli obiettivi ma la forte
responsabilità dei dirigenti pubblici e dei lavoratori del pubblico
impiego nel costruire questa nuova cultura e queste nuove modalità è
per noi chiarissima. E' qui che c'è un nucleo forte di
responsabilità che va agita e che può vantare l'attuabilità e la
messa in campo di questi obiettivi e strumenti. A tal fine
l'articolo 4 definisce questo nucleo tecnico che è in capo al
comitato di direzione che compie un lavoro che comprende anche la
valutazione permanente sulla semplificazione e mette a disposizione
per il tavolo permanente per la semplificazione dove sono presenti
tutti i soggetti interessati a produrre attraverso la loro
partecipazione uno stato di avanzamento a fronte di questi
obiettivi.
E' importantissimo che il nucleo tecnico abbia nel cuore della
macchina regionale la sua responsabilità, ma anche che possa essere
aperto a contributi tecnici anche esterni e che sia integrato con le
competenze che sono presenti anche negli Enti locali perché questo
avanzamento culturale che si può produrre all'interno P.A. interessa
non solo la Regione, anzi deve essere fortemente integrato con gli
Enti locali.
L'articolo 5 introduce un altro strumento fondamentale che deve
garantire il carattere permanente del lavoro sulla semplificazione
ed è la sessione per la semplificazione che riporta in capo
all'Assemblea legislativa il lavoro del Tavolo per la
semplificazione e del nucleo tecnico e dà nelle mani delle
Commissioni e dell'Assemblea il lavoro tecnico per produrre gli atti
che effettivamente portano ad una semplificazione sul piano
legislativo e restituire alla Giunta le azioni che invece sul piano
amministrativa sono di sua competenza statutaria.
Questa sessione, che ha carattere annuale e viene definita con una
data precisa entro ottobre di ogni anno, rappresenta il cuore
dell'efficacia di questo lavoro permanente ed è chiaro che c'è la
partecipazione dei soggetti sociali che si esplica in maniera
permanente all'interno del tavolo per la semplificazione, ma
ovviamente, come avviene anche qui, nel processo legislativo che
riguarderà la Sessione per la semplificazione in Assemblea ci sarà
la possibilità ancora di intervenire, così come il funzionamento
assembleare prevede con le udienze conoscitive con la possibilità di
intervenire anche su singole questioni che sono poste all'attenzione
della modifica legislativa nella Sessione per la semplificazione.
Naturalmente la Sessione per la semplificazione non toglie come dice
il comma 3 dell'articolo 5 che singole misure di semplificazioni poi
non possano essere, nel percorso dell'azione dell'Assemblea, portate
all'attenzione del legislatore anche al di fuori della Sessione per
la semplificazioni attraverso singoli strumenti che possono essere
portati anche con caratteri di urgenza a valle per esempio di
modifiche legislative nazionali o con un processo che riguarda
singole questioni.
Il procedimento legislativo ordinario dell'Assemblea sarà informato
ai caratteri ed ai principi che questa legge prevede nelle finalità
e nei metodi dell'articolo 1 e dell'articolo 2, cioè l'analisi di
impatto regolativo riguarderà tutti i nuovi provvedimenti
legislativi e non solo quelli che esamineremo nella Sessione per la
semplificazione.
In ultimo, l'articolo 6 intitolato norme di prima applicazione
riguarda l'attivazione immediata degli strumenti che questa legge
prevede nella prima Sessione di semplificazione e definisce che
entro 60 giorni da parte della Giunta regionale l'istituzione degli
organismi previsti nella legge, la definizione degli strumenti da
introdurre e la definizione del piano per la riduzione degli oneri
amministrativi, introducendo altresì la proposta di avvio nella
prima Sessione di semplificazione di alcuni temi da cui partire
immediatamente nell'azione, temi su cui si è già più pronti a
svolgere una valutazione, o quelli che si ritengono di maggiore
impatto per estensione delle tipologie di procedimenti
amministrativi che riguardano i soggetti a cui la Regione si
rivolge, mi riferisco ad esempio al tema dei controlli in
agricoltura (sapete che tutti gli agricoltori che partecipano alle
azioni del piano di sviluppo rurale sono soggetti ai controlli in
agricoltura e quindi questo tema si rivolge ad una platea molto
ampia di aziende); il tema che riguarda la semplificazione dei
procedimenti di spesa inerenti la P.A. regionale, questione
rilevantissima in tema dei pagamenti alle imprese oggi anche in
virtù del fatto che viviamo una crisi complessa e che gli enti
locali sono soggetti al patto di stabilità molto pressante; la
semplificazioni in materia di erogazione di sanzioni amministrative,
tema che riguarda anche un'azione di impatto molto forte con gli
enti locali; l'analisi della popolazione di proposte per la
valutazione di impatto ambientale tema rilevantissimo poiché i
procedimenti di VIA, dal punto di vista dei tempi, sono procedimenti
molto impegnativi per le imprese e i cittadini ed infine l'altra
questione che riguarda la revisione delle procedure interne
all'amministrazione regionale in raccordo con i procedimenti di
competenze delle amministrazioni locali e quindi partire con un
patto con le amministrazione locali prevedendo che la prima
sessione di semplificazione sia svolta entro il 2011 e noi vorremmo
poter lavorare su questo provvedimento legislativo senza l'ansia
di chiudere in fretta, perché dobbiamo fare un buon lavoro, ma
comunque con l'obiettivo di tener fede anche al fatto che già nel
2011 si possano svolgere alcune azioni concrete di semplificazione
nei confronti dei cittadini e delle imprese.
E' chiaro che dobbiamo conciliare la giusta valutazione, come diceva
il presidente Lombardi, di lavorare in maniera aperta su questo
provvedimento anche con l'obiettivo di efficacia che con questa
legge noi vogliamo introdurre il principio per ciò che riguarda la
semplificazione.
Presidente MARCO LOMBARDI
Prima di dare la parola al primo oratore, comunico ai partecipanti
che non avessero intenzione di intervenire, la possibilità di far
pervenire successivamente all'udienza conoscitiva osservazioni
scritte alla Commissione, che ne terrà conto durante il corso dei
suoi lavori .
Dott. RICCARDO BREVIGLIERI - Forum Terzo Settore
Grazie presidente. Intervengo in rappresentanza del Forum del
Terzo Settore che essendo una realtà articolata di soggetti molto
variegati, probabilmente farà pervenire qualche nota scritta anche
in seguito.
Vista l'impostazione generale di riferimento, segnalo da una parte
la condivisione dell'impostazione della legge, anche se può sembrare
un po' generica, perché noi siamo il Paese che ha fatto una quantità
consistente di leggi sulla semplificazione e siamo ancora lì che
discutiamo con le amministrazioni pubbliche sull'applicazione
dell'autocertificazione, quindi - voglio dire - sono trascorsi
alcune decine di anni dal giorno in cui è stata introdotta
l'autocertificazione. Esiste quindi un percorso di consapevolezza.
L'altro elemento che segnalo è il dato sui costi della burocrazia,
che soprattutto in questo momento di crisi leggiamo su tutti i
giornali. Siccome tuttavia in Francia, in Danimarca e in Germania il
costo della burocrazia è molto più elevato che in Italia, la
questione che porrei al centro è di avere un'efficacia dei risultati
che mettiamo in campo. Quindi, se dovessi fare una graduatoria fra
le parole d'ordine direi fare meglio con meno risorse e non fare
con meno risorse e poi vediamo se funziona meglio . Occorre dunque
trovare un modo per cui i riferimenti importanti sono anche quelli
dell'efficacia.
Lo dico perché in molte delle cose sulle quali operano le
organizzazioni che operano nel terzo settore, nel sociale, nelle
attività culturali e altro, l'impatto con le amministrazioni è vita
quotidiana e la questione della razionalizzazione dei poteri
decisionali, dei punti di riferimento, la frantumazione non solo fra
i livelli istituzionali, ma anche la frantumazione tra i soggetti
sul territorio, è cruciale.
Se prendete il sociale, questo dibattito su ciò che decide il
singolo Comune o il singolo distretto in termini di possibilità, non
tanto per le organizzazioni, ma per i singoli cittadini, di accesso
ai servizi, sta diventando un tema rilevante, tra chi ha ritirato le
deleghe e chi non le ha ritirate. Quindi c'è bisogno di una
omogeneità di organizzazione e di gestione, che secondo noi produce
non solo una maggiore efficacia dei risultati, ma sicuramente anche
minori costi, in particolare in settori che stanno risentendo
pesantemente di questa esigenza.
Su questo fronte credo vada fatto uno sforzo nel progetto di legge,
volto a recepire un ragionamento che riguarda un po' di più anche i
cittadini. Capisco che questa iniziativa sia partita molto sul
fronte della semplificazione nei rapporti con le imprese e capisco
che lì c'è un nodo significativo ed economicamente rilevante per le
strutture produttive (così come lo è, seppure in misura meno
significativa, anche per le strutture del terzo settore).
Tuttavia, che nella legge si parli più di consumatori che di
cittadini, mi pare un limite significativo. Non può essere che il
livello di consultazione del risultato passi tra Enti locali,
imprese, consumatori. Il rapporto tra pubblica amministrazione e
cittadini è un punto rilevante della semplificazione, meno
misurabile in termini di costo, ma mi pare sia un argomento su cui
tornare abbastanza spesso, almeno dal punto di vista dell'efficacia
e dell'efficienza se non di quello dei costi.
Lo dico perché è un tema di questi giorni, ho fatto una battuta
sulla questione dei ticket: razionalizzare, semplificare, modificare
per produrre benefici consistenti sulla burocrazia, se uno potesse
discutere su come vengono fatti i ticket, quali sono le aree di
evasione, come viene applicata la normativa sulla semplificazione,
sui livelli di ricchezza, piuttosto che su quelli di reddito, non
voglio introdurre altri temi, però produce in termini di chiarezza
più difficoltà a trovare linee di fuga su questo che su altre
strade.
Ultime due annotazioni. Una riguarda il campo della partecipazione
nell'attuazione delle scelte, dove ritengo vada fatto uno sforzo
perché la Regione è abbastanza piena di normative sui sistemi di
partecipazione e l'impressione è che ne abbiamo scritte più di prima
e ne abbiamo fatte di meno. Cito ad esempio la legge sulla
partecipazione, ferma, nonostante fosse stata approvata alla fine
della scorsa legislatura, entrata in vigore ma mai diventata
operativa, ha già i suoi problemi di attuazione. E' uno degli esempi
sui quali lavorare, oltre alla frantumazione di tanti meccanismi di
partecipazione che rendono anche le competenze poco fruibili.
Segnalo anche, non perché sia obbligatorio, ma pensare che il nucleo
tecnico debba essere fatto solo e unicamente di competenze
pubbliche, aperto anche eventualmente a competenze esterne, mi pare
limitarsi un'opportunità. Così come è scritto infatti il nucleo
tecnico lo si interpreta come fatto da rappresentanti espressione
della Regione, rappresentanti degli Enti locali ed aperto anche a Io
su questo non mi precluderei la possibilità di utilizzare altri
apporti, non dico di fare una commissione come in Francia, ma anche
la vecchia commissione Bassanini prevedeva competenze esterne.
Ugualmente, non penserei che le consultazioni passino solo sulle
associazioni di categoria e parti sociali tradizionali, poiché su
questo fronte pensare che il dato della triplice come riferimento
sia un unicum si risolve in un'autolimitazione delle opportunità.
Finisco con un'ultima osservazione sulle norme di prima
applicazione: vista la fase, viste le risorse, quello che succederà
nei prossimi mesi rispetto ai servizi alla persona, non mettere tra
le priorità di intervento (non dico andare a fine anno, l'argomento
sarà importante) tutta la parte dei servizi ai cittadini e del
diritto di accesso, dei meccanismi di accesso alle prestazioni,
credo che invece, rispetto all'urgenza, tutto questo ci debba
essere: Non si vedrà forse direttamente il risultato come potrà
essere per gli sportelli per i servizi alle imprese, ma sicuramente
è un argomento che la legislazione regionale dovrà affrontare non
solo sul terreno dei costi, ma anche su quello dei meccanismi di
accesso, con una spinta in più in questo senso. Grazie
Ing. PAOLO MARCO BIANCO - ASSO Ingegneri e Architetti
Buongiorno a tutti, ringraziamo per l'invito ricevuto. Vorrei
fare alcune brevi considerazioni per capire quale contributo
possiamo portare. La nostra Associazione è formata solo da liberi
professionisti, ingegneri e architetti, anche se la prevalenza al
momento è più spostata sugli ingegneri. Parliamo di una categoria
che rappresenta sia il cittadino, sia talvolta anche l'impresa,
perché fondamentalmente il nostro committente è soprattutto il
cittadino, il privato, talvolta la piccola impresa, l'artigiano, che
hanno bisogno di contributi tecnici. Pertanto viviamo
l'amministrazione, le difficoltà che sono in capo a questi soggetti
dal punto di vista degli oneri amministrativi, essendo noi di fatto
il loro front office. Quindi siamo lieti dell'invito e siamo sicuri
di poter fornire un contributo importante perché in una maniera
locale e puntuale, agendo per questo o quel Comune, di volta in
volta con questa o quella amministrazione, abbiamo già cercato di
suggerire percorsi che avevano obiettivi di semplificazione. Mi
riallaccio al precedente intervento, dicendo che la semplificazione
va vista in un'ottica di un aumento di efficienza, nel senso che la
semplificazione deve comunque produrre un effetto migliorativo.
E' evidente che la nostra categoria può dare un contributo
delimitato per argomento, anche se ovviamente si tratta di un
argomento non piccolo, che riguarda l'edilizia e comporta costi
importanti per l'amministrazione, procedure complesse e farraginose.
Ci permette inoltre di portare alla Regione argomenti e proposte che
informalmente, forse in tempi non maturi, avevamo già portato.
Faccio un esempio, ma è estemporaneo e mi riservo di produrre
successivamente un documento specifico come Associazione.
Qualche anno fa avevamo proposto di uniformare la modulistica a
livello regionale sull'iter procedurale per ottenere un titolo
edilizio o pratiche correlate. E non solo per un vantaggio nostro di
liberi professionisti che, a questo punto, potrebbero operare da
Piacenza a Rimini con la stessa modalità, ma per la stessa
amministrazione che oggi vede frazioni di lavoro di un tecnico
comunale dedicate a star dietro a una modulistica locale, che non ha
alcun senso. Un tecnico o un paio di tecnici a livello regionale
potrebbero seguire solo ed esclusivamente questo tema e fornire a
tutte le amministrazioni locali la modulistica da seguire, così che
i propri dipendenti possono essere rivolti ad altre attività.
Noi viviamo quotidianamente difficoltà dovute a questi problemi, a
queste elevate personalizzazioni introdotte nell'amministrazione
locale, fino ad arrivare a provvedimenti goffi: qualche Comune
emiliano-romagnolo ha emanato delibere integrative della legge 241
per l'accesso agli atti. A parte l'aspetto dell'illegittimità,
poiché i Comuni non possono legiferare in materia, poi queste
delibere non sono stati aggiornate, mano a mano che la 241 veniva
modificata. E quindi si assiste a vessazioni continue del cittadino,
che per avere un atto pubblico deve assoggettarsi a richieste
strampalate e non legittime dell'amministrazione. E così via,
potremmo fare tanti esempi che non è opportuno citare in questa
sede.
Accogliamo con piacere questa iniziativa legislativa della Regione,
così come accogliemmo molto positivamente la deliberazione del 2010
n. 279, che introdusse un lessico comune nel settore edilizio sulle
terminologie ricorrenti, per dire come si misura una distanza, che
cos'è una superficie, perché effettivamente, dopo tanti anni di
abbandono e di deriva, si è arrivati a delle situazioni dove anche
l'uomo della strada, il cittadino di media cultura rimane sbigottito
perché nella propria memoria la distanza è una cosa semplice da
misurare, mentre i Comuni sono riusciti a complicarla in maniera
kafkiana, cambiando da paese a paese, con risultati assolutamente
dannosi e in termini di immagine per l'amministrazione e in termini
di disagio per il cittadino.
Quindi sono ben lieto di questa iniziativa legislativa, spero di
contribuire significativamente a nome dell'Associazione, porto i
saluti del presidente Andrea Gandini che quest'oggi non ha potuto
partecipare all'udienza conoscitiva e, come diceva il relatore che
mi ha preceduto, concordo con lui sul fatto che il nucleo tecnico
dovrebbe dare spazio a contributi esterni, perché in prima linea si
possono vedere cose che l'amministrazione, nella fase finale,
potrebbe non vedere. Spero vi possa essere una partecipazione anche
per noi. Grazie
Dott. Mario AGNOLI - Direttore generale Confindustria Emilia-Romagna
Presidente buon giorno, grazie a lei, alla consigliera Pariani
per la relazione introduttiva e alla vicepresidente della Giunta per
la sua presenza.
Si tratta di un tema che per l'industria è di estrema importanza e
quindi mi si consentirà di svolgere un intervento che cerca di
esprimere alcuni ragionamenti, più che un approccio in logica
emendativa spicciola. Ci troviamo di fronte ad un provvedimento
legislativo che non è di ordinaria amministrazione, ma di quelli che
consideriamo ceppi miliari nell'evoluzione della normativa
regionale. E' un provvedimento che ha una valenza politica
chiaramente dichiarata nel programma di questa legislatura e dunque
ha un peso significativo e particolare, perché tocca un settore dove
le imprese ed i cittadini misurano la credibilità delle istituzioni.
In un momento in cui questo rapporto è un po' in discussione, tutti
noi sentiamo l'esigenza di rafforzare questo rapporto di
credibilità, altrimenti andiamo verso uno sfaldamento che non ci
porta da nessuna parte.
Ho particolarmente apprezzato, quindi noi incoraggiamo, la Giunta e
l'Assemblea. Anche qui il tema è uno di quelli che potrebbero più
propriamente riguardare le competenze generali dell'Assemblea, ma
giustamente la Giunta regionale ha sentito la responsabilità,
essendo nel programma del presidente, di proporre un testo di
riferimento. Sia il presidente della Commissione che la relatrice
hanno evidenziato che si tratta di un provvedimento aperto e quindi
noi ci sentiamo assolutamente responsabilizzati ad intervenire oggi,
ad intervenire successivamente nelle relazioni e nelle modalità
formali ed informali, anche in ulteriori udienze conoscitive - mi
auguro -, soprattutto perché vediamo in questo provvedimento
un'occasione di scelte bipartisan, che abbiano a riferimento la
solidità, la validità e l'efficienza della pubblica amministrazione
in tutti i suoi aspetti e funzionamenti.
Crediamo - e questo è un primo punto che vorremmo mettere in
evidenza - che occorra un provvedimento di svolta, un provvedimento
che esprima una discontinuità rispetto al passato. Dirò perché
chiediamo un provvedimento di svolta e di discontinuità, perché un
qualche elenco di delusioni ce l'abbiamo, lo abbiamo messo in fila,
siamo andati a riguardare tutte le proposte fatte (generali,
specifiche, settoriali, nel '99, nel 2000, nel 2003, nel 2008 - vi
faremo avere i riferimenti, a futura memoria) e proposte che, debbo
dire la verità, hanno portato a poco: tutto si è arenato, veti,
incrostazioni, difficoltà.
Anche per queste delusioni che abbiamo patito (perché abbiamo messo
molto impegno nella costruzione di queste proposte e siamo ben lieti
di metterle a disposizione di tutti, consiglieri, assessori,
tecnici, altre organizzazioni), secondo noi è necessario in questo
momento, in questa fase, provare a ragionare sull'impianto del
provvedimento. C'è stato uno sforzo intellettuale forte, lo
riconosciamo, lo apprezziamo, sappiamo che occorre molto coraggio,
molta determinazione, perché sappiamo che vi sono - le abbiamo
patite noi - incrostazioni, resistenze, autoreferenzialità nelle
varie sfaccettature della pubblica amministrazione. Tutto questo non
ci è più permesso.
Le vicende che viviamo, così difficili e drammatiche, di questi
giorni mettono ed hanno messo in evidenza le debolezze strutturali
del nostro Paese. Tra queste debolezze strutturali vi sono anche i
funzionamenti della pubblica amministrazione, il suo modo di essere,
il suo modo di funzionare e così via. C'è un aspetto anche di
interesse nazionale, di interesse complessivo. Naturalmente parlo
per le imprese. Ho apprezzato il richiamo anche ai cittadini, da
cittadino capisco questa esigenza e talvolta mi inquieto, vedo le
differenze e le possibilità, a seconda dei territori ecc., di
reagire e di rispondere in modo diverso e più efficace. Quindi non è
vero che non è possibile. E' possibile, ma occorrono delle volontà.
Cerchiamo oggi, dal nostro punto di vista, di non entrare in una
logica emendativa. Non è questo, secondo noi, il momento di farlo.
Il tentativo nostro è quello di provare a proporvi qualche
ragionamento e proposta sull'approccio, sull'impianto.
Abbiamo una forte spinta delle imprese. Il presidente ha richiamato
una cifra, 23 miliardi. C'è uno studio del Dipartimento nazionale
per la semplificazione che stima, solo per difetto e per alcune
aree, i costi amministrativi annui pari a 21,5 miliardi. Parliamo di
cifre gigantesche. Ma quello che voglio mettere in evidenza è che
queste cifre rappresentano il costo per la pubblica amministrazione.
Ma noi dobbiamo poi considerare gli ulteriori effetti a valle di
adempimenti e procedure complesse. Sono i tempi che patiscono le
imprese, il costo che questo determina su di loro dal punto di vista
degli adempimenti e il costo che questo determina in ordine al
rinvio e all'efficacia degli investimenti e della loro
realizzazione.
Allora, da questo punto di vista noi pensiamo che occorra
considerare che un intervento di questo tipo incide sulla
competitività di un sistema economico territoriale come quello
regionale, incide ed è in grado di determinare o non determinare
attrattività di investimenti e di insediamenti, è in grado di dare o
non dare credibilità ad una pubblica amministrazione o ad un sistema
istituzionale di un determinato riferimento territoriale.
Oggi le politiche di sviluppo, per scelta dell'Unione europea, per
logica, per economie di scala, hanno un loro svolgimento a livelli
macroterritoriali cioè regionali (anche se poi la benzina viene
tolta per la loro realizzazione, ma questo è un altro aspetto). E'
evidente che dobbiamo presentare come credibile a chi vuole fare
impresa in un determinato territorio anche gli aspetti che attengono
le relazioni con la pubblica amministrazione.
Da questo punto di vista il provvedimento, come è stato detto e come
è ben ribadito dalla relazione, è un provvedimento di metodo. Dirò
tra un momento perché è corretto che vi sia un forte richiamo al
metodo, perché condividiamo questo. Ma dico fin d'ora che questo per
le imprese, in questo momento, non è sufficiente.
Quello che dobbiamo evitare è di dare la sensazione di una promessa
a fare, cioè che vi sia un provvedimento in cui le imprese non
ricevano in termini immediati e possibilmente automatici dei
vantaggi diretti di semplificazione.
E siccome pensiamo che questo sia possibile, faremo un ragionamento
e una proposta che valorizzi il testo di legge anche da questo punto
di vista. E lo facciamo (ma l'ho già detto prima e non voglio
tornare su questo punto), perché abbiamo patito molte delusioni,
quando in questi lunghi anni, partendo dalle logiche della Bassanini
(ma la Bassanini è di molti anni fa e la ricordo come una stagione
di grande innovazione, forse una delle poche nel nostro Paese) i
risultati poi sono stati deludenti.
Partiamo dal punto chiave.
Parlare di semplificazione vuol dire far riferimento a una realtà
che è molto complessa. E' inutile banalizzare il tema, come la
consigliera Pariani giustamente ha richiamato. E il progetto di
legge cerca di cogliere la complessità di questa materia, cerca di
mettere assieme. E' molto difficile farlo, ma è ancor più difficile
intervenire avendo a riferimento un unicum, mentre probabilmente - e
noi siamo convinti di questo - è praticabile ed è possibile in un
unico provvedimento prevedere due binari paralleli che parlano tra
di loro, ma che, avendo complessità, tipologie, protagonisti,
tematiche di tipo diverso, farli partire insieme, vedere tutte le
volte in cui è possibile l'interscambio, ma non dimenticare che, se
un vagone può andare, o un binario può far andare più velocemente un
vagone, non è detto che questo debba rimanere fermo perché l'altra
parte resta ferma.
Quali sono le due macroaree che noi vediamo nel provvedimento?
La prima è quella che potremmo definire più interiore, più intima
della pubblica amministrazione, quella dell'organizzazione, del
funzionamento, della pluralità dei livelli istituzionali.
Indubbiamente sono convinto che sto aggregando molto. Se pensiamo a
quello che attiene agli inquadramenti, alle responsabilità di
servizio, ai costi di esercizio, se pensiamo a tutto quello che è la
pluralità dei livelli istituzionali - Stato Regioni Enti locali -,
agli incroci, al tema delle deleghe, delle subdeleghe, all'assenza o
agli atti di indirizzo e coordinamento che non ci sono e se ci sono
non vengono rispettati, ai Comuni che - come ci ricordava il
rappresentante dell'Assoingegneri - si mettono a fare interventi
integrativi della legge 241, abbiamo una letteratura vastissima a
questo riguardo.
Noi pensiamo che la prima macroarea da evidenziare autonomamente nel
provvedimento sia quella degli interventi che riguardano gli aspetti
già accennati, perché probabilmente qui è più difficile intervenire,
sono richiesti tempi più lunghi, vi sono rapporti, livelli, funzioni
istituzionali che ci vincolano, sono da forzare o da rispettare, a
seconda dei casi, vi sono sovrapposizioni normative, dove spesso ci
siamo trovati di fronte all'impossibilità oggettiva di intervenire,
e vi sono protagonisti diversi. Non vi è dubbio che qui la materia è
più della Regione, o dello Stato e della Regione, degli enti
periferici dello Stato, è più del rapporto tra la Regione ed Enti
locali, Province e Comuni, e così via.
Quindi riteniamo che si debba dare una dignità autonoma a quest'area
di problemi, che indubbiamente vanno affrontati (del metodo dirò in
seguito) con i protagonisti e magari anche con le testimonianze
obbligatorie dei fruitori, poiché talvolta sentire cosa ne dice il
fruitore, il cittadino che va allo sportello, o chi pratica la
pubblica amministrazione tutti i giorni perché magari per mestiere è
obbligato a farlo, forse può essere opportuno.
Come dire, secondo una nostra lettura il provvedimento è in qualche
modo sbilanciato su quest'area di problemi. E lo capisco, perché chi
deve gestire la pubblica amministrazione in primo luogo guarda a
come funziona il suo apparato, consapevole delle difficoltà enormi
che incontra tutti i giorni. Avendo per mestiere il piacere di
interloquire spesso e volentieri con esponenti della pubblica
amministrazione, conosco lo spessore e le difficoltà da questo punto
di vista. Ma se noi andiamo a fare una lettura veloce del progetto
di legge, effettivamente vediamo che i temi prevalentemente
richiamati, sia all'articolo 1 che all'articolo 2, sia alle lettere
finali dell'articolo 3, se andiamo a vedere lo stesso elenco delle
priorità dell'articolo 6 - elenco aperto come qualcuno ha detto, una
sollecitazione - vediamo come prevalgano proprio questi temi. Ora
questi temi interessano alle imprese, sicuramente, ma interessano
come dire da fruitori. E consapevoli della complessità, della
durata, delle lunghezze e delle difficoltà, noi diciamo: diamo una
dignità autonoma all'interno della legge a questi problemi.
L'altra macroarea è invece quella degli istituti e degli strumenti
che servono per semplificare, che essi stessi determinano effetto di
semplificazione.
Noi crediamo che qui ci sia uno spazio. Intanzitutto crediamo che
debbano essere oggetto di un'area specifica, cioè che vi sia una
seconda parte, un secondo titolo della legge. Riteniamo che alla
previsione già presente nel progetto di legge di introdurre istituti
che ci consentano di fare una rivisitazione delle normative e dei
procedimenti in essere, o che impongano di essere seguite nelle
nuove produzioni normative (lo ha ben detto in apertura la
consigliera Pariani), si debba aggiungere una cosa che attualmente a
nostro avviso non c'è, ed è bene che vi sia, perché è quella che può
dare una credibilità immediata al provvedimento, cioè gli istituti e
gli strumenti di semplificazione di immediata applicabilità.
Essi sono già in vigore nell'ordinamento e, per motivi vari, o non
sono stati applicati, o non si sono voluti applicare, o non è stato
possibile applicarli. Essi possono e debbono essere applicati,
prescindendo quindi nel loro recepimento formale da valutazioni di
provenienza politica - come qualche volta abbiamo visto - e
valutando la loro efficacia oggettiva e l'aspettativa che la loro
applicazione determina nelle imprese e il valore che essa può
determinare: conferenza di servizi, silenzio-assenso, poteri
sostitutivi, comunicazione sostitutiva di permessi,
autocertificazioni, indennizzi in caso di ritardo nella conclusione
dei procedimenti, termini obbligatori, sono tutte cose che ci sono
già, ci sono leggi, DPCM, ecc. che le prevedono.
La relazione, che ho letto con attenzione perché di grande spessore
culturale, un pezzetto di contraddizione la contiene, perché da un
lato dice che vengono dati per acquisiti ed impliciti gli strumenti
di semplificazione vigenti nell'ordinamento. Bene. Un recepimento
esplicito non sarebbe male, anche perché da un'altra parte nella
relazione ci si impegna in una riflessione critica in ordine alle
competenze di chi può semplificare, assumendo il principio che vi
sia una perdita di egemonia da parte dello Stato sulla regolazione
amministrativa di una serie di ambiti, e questo può essere in parte
giustificato in relazione alle competenze relative alle singole
materie e ai singoli procedimenti.
Ma questo non vale - ed è la nostra lettura e la nostra posizione -
per quanto riguarda gli istituti e gli strumenti di semplificazione
generale relativi al procedimento, perché questa è materia di
principi dell'ordinamento, non della legislazione. Questi strumenti
e istituti che ispirano l'ordinamento generale vanno applicati, e
applicati subito. Viceversa, ci sarà poi la rivisitazione successiva
delle singole aree di materie e dei relativi procedimenti, dove lì
sì che andrà verificata la loro compatibilità, il loro adattamento
laddove necessario. E lì sì che ci sarà un'autonomia normativa
relativa al procedimento in relazione all'intensità della competenza
della Regione in questa materia. Questo è in sostanza il punto
centrale del nostro ragionamento relativamente al testo.
Un'altra osservazione attiene al tema delle metodologie procedurali,
della partecipazione, ecc. Il metodo è elencato in due articoli, il
3 e il 4.
L'articolo 4 ci dice quali sono le sedi in cui ciò avviene e
qualcuno ci ha fatto osservare con qualche ironia - sono
imprenditori, qualche volta vanno al sodo, forse banalizzano essi
stessi - che il sistema previsto sia lievemente barocco, fatto un
po' a scatole cinesi, il dubbio viene. Così come viene un dubbio tra
il tavolo politico, il tavolo tecnico, il nucleo, la direzione, il
fatto che occorra una delibera per dire come funziona il nucleo
Insomma, credo che uno sforzo per semplificare questi meccanismi e
uno sforzo per capire quali sono di volta in volta, perché uno può
essere il metodo applicabile alla prima macroarea, altro il metodo
applicabile alla seconda macroarea, anche in ordine alla
partecipazione dei soggetti che possono dare un impulso, un
suggerimento, una condivisione (se non condividiamo, successivamente
ci troveremmo di fronte a problemi considerevoli). Da questo punto
di vista, noi pensiamo che vada modificato significativamente questo
approccio.
Così come pensiamo che la norma dell'articolo 6 debba essere, nella
stessa logica della condivisione, una norma in bianco , che
individui un metodo, che lo imponga ai soggetti istituzionali, e non
di decidere in tempi ristretti alcune priorità su cui lavorare, in
modo che questa sessione di semplificazione prevista entro il 2011
possa avere già nomi, cognomi e temi da affrontare, magari
suddividendoli in modo più equo tra quelli che possono impattare
sulle imprese e quelli che attengono all'organizzazione della
pubblica amministrazione. L'articolo 3 invece ci sembra che contenga
un buon metodo, perché viene adattato ai singoli procedimenti.
Quello che noi pensiamo corrisponde al seguente tipo di disegno:
l'organizzazione e il funzionamento da un lato, gli istituti e gli
strumenti di semplificazione immediati dall'altro. E' evidente che
nella seconda parte l'aver correlato gli strumenti con i singoli
procedimenti non significa che è finito il lavoro, significa che poi
abbiamo n procedimenti da andare a rivisitare, a guardare, a
modificare, ad aggiornare. E abbiamo un metodo che va di volta in
volta adattato per ciascuno di questi due titoli, adeguando la
condivisione di Enti locali, Regione, amministrazioni decentrate,
organizzazioni economiche di volta in volta in relazione
all'intensità di interesse che ciascuno di essi rappresenta per ogni
singolo procedimento.
Mi consenta presidente un'osservazione conclusiva.
Nell'ultimo periodo, di fronte a questi problemi, alla difficoltà
dell'interlocuzione e agli adempimenti a carico delle imprese,
abbiamo assistito a degli sforzi, a dei tentativi di supplenza da
parte delle organizzazioni economiche: tentativi, impegni - forse
talvolta suggeriti dalle stesse imprese - con un costo ulteriore per
le imprese. E' noto anche il recente tentativo, è una sorta di
autodichiarazione di fallimento della pubblica amministrazione,
quando essa ha previsto la costituzione di agenzie per le imprese in
capo alle organizzazioni economiche. Ma pensiamo che il problema
debba invece essere affrontato alla radice, perché ognuno deve fare
il suo mestiere. La pubblica amministrazione deve fare il suo, deve
poterlo fare bene, deve farlo bene e in maniera efficace e le
imprese devono fare il loro, non devono sostituirsi al mestiere
degli altri, comprese le organizzazioni economiche. Grazie.
Dott. MARCO PASI - Tavolo regionale dell'imprenditoria
Buongiorno a tutti. Grazie presidente, grazie alla consigliera
Pariani, alla vicepresidente della Giunta, per l'occasione che ci
viene data oggi di poter interloquire formalmente su di un progetto
di legge sicuramente molto importante, ma anche per l'approccio
manifestato al tema della semplificazione, sia rispetto ai tempi sia
alla metodologia. Quello che lei diceva in apertura, presidente, lo
cogliamo come un dato positivo, la necessità di non stringere tutto
in tempi troppo ristretti, di avere il tempo necessario per fare un
buon provvedimento legislativo, anche se da qualche parte bisogna
arrivare e cominciare, perché non possiamo permetterci di prolungare
troppo i lavori.
Questo progetto di legge effettivamente coglie un'esigenza reale. Ho
qui l'onore di rappresentare il Tavolo regionale dell'imprenditoria,
parlo delle esigenze reali delle nostre imprese, con un approccio
dal basso , che nasce dall'esperienza quotidiana e dai bisogni
quotidiani, anche da un approccio culturale, ma si tratta di un
approccio culturale stimolato dalle esigenze e dai comportamenti.
Dal mio punto di vista è bene chiarire subito che quando si parla di
semplificazione all'interno del mondo delle imprese (ed è un dato
che emerge dai monitoraggi che le associazioni fanno costantemente)
si parla di uno dei problemi più rilevanti, si contende il primo
posto con la pressione fiscale. Ma dobbiamo essere consapevoli che
quando il mondo delle imprese pensa alla semplificazione, pensa a
due cose.
Da una parte la semplificazione degli adempimenti, che vuol dire
spesso omogeneità dell'applicazione delle norme; dall'altra, una
semplificazione degli interlocutori, quindi il tema della
semplificazione istituzionale è un tema rilevante.
E' chiaro ed è ben detto nella relazione, che si è ipotizzato un
provvedimento che affronta un altro aspetto della semplificazione.
Ciò non significa naturalmente che sia meno degno di attenzione o
meno nobile, tuttavia credo sia opportuno tener presente che, se
dobbiamo cogliere un'esigenza, quell'esigenza ha delle
caratteristiche. Le aspettative vanno in una direzione ben precisa.
Lo sforzo che abbiamo fatto in questo senso, quando è stato
presentato il progetto di legge della Giunta dall'estate ad oggi,
come organizzazioni del Tavolo regionale, è stato quello di cercare
di coniugare queste esigenze che le imprese ci sollecitano con il
testo proposto. Quindi abbiamo fatto un lavoro che si è
concretizzato in proposte di modifica puntuali al testo stesso, che
oggi vi consegno ma non illustro, rimandandole alla vostra lettura e
tratteggiandone invece i contenuti principali: proposte di modifica
che interpretiamo nel processo in fieri che ci sembra proponiate
come metodo di lavoro e che noi condividiamo. Quindi non escludiamo
che a questa udienza conoscitiva se ne aggiungano altre, nei
prossimi giorni provvederemo ad affinare le proposte sulla base
degli aggiornamenti, nelle sedi formali e informali, tutto quello
che serve per arrivare a raggiungere un buon obiettivo.
I ragionamenti che abbiamo fatto - ed è il punto dove vorrei dare il
senso strategico - si potrebbero dividere in due parti: la prima,
ragionamenti sviluppati sulla base della relazione, dall'altra
quelli concretizzati sulla base della stesura degli articoli, perché
effettivamente abbiamo riscontrato che una certa disomogeneità tra
le due parti esiste.
Ma nella relazione, quasi in apertura, è individuato un concetto che
a noi piace molto, che le nostre associazioni riconoscono e fanno
proprio come elemento positivo, cioè quello dell'adozione della
semplificazione continuativa, vorrei dire come scelta di vita, come
ordinario metodo di azione. E' un principio che assumiamo come un
principio faro del nostro agire e che voi ci proponete di declinare
- e noi siamo d'accordo - attraverso la realizzazione e la
concretizzazione di alcuni principi forti, principi cardine che
devono guidare questa attività di semplificazione: il principio di
partecipazione, di responsabilità, di trasparenza, di certezza dei
tempi, di omogeneizzazione, di compensazione degli oneri e di
informatizzazione delle procedure. Principi che desumo dalla
relazione, ma che permettono, o possono permettere, di attivare un
circuito virtuoso fra le istituzioni e la società civile.
A questi, noi ne aggiungeremmo un paio, a cui siamo molto legati.
Il primo è quello di tener conto delle esperienze in atto, per lo
meno di quelle che funzionano, di quelle formalizzate all'interno di
altri provvedimenti normativi della Regione, ad esempio, per citarne
uno, tutto il sistema degli sportelli unici delle attività
produttive. L'altro invece è il tema della sussidiarietà, da
declinare in rapporto positivo tra soggetto pubblico e privati, per
riuscire a fornire servizi più efficaci agli utenti, sia ai
cittadini sia alle imprese. Cito solo questo recentissimo esempio
dell'autocertificazione in materia sanitaria per il pagamento dei
ticket. Credo che effettivamente la sussidiarietà abbia permesso ai
vari soggetti pubblici di non naufragare completamente rispetto alla
massa critica dei soggetti coinvolti dall'adempimento, peraltro con
costi veramente modesti. Un'altra cosa che ci piace Quindi questi
due oggetti che aggiungeremmo a quelli enunciati nella relazione
sono concetti a cui teniamo particolarmente.
Un'altra cosa che ci piace è l'individuazione dell'impianto. Ci pare
che l'impianto possa funzionare, con un concetto forte incardinato
nel rapporto che deve esistere tra quello che si fa e il soggetto
principe della competenza normativa dell'Assemblea legislativa.
Quindi il fatto che il lavoro di semplificazione che si produce alla
fine vada a confrontarsi con l'Assemblea legislativa per noi è molto
importante. Tuttavia deve essere altrettanto chiaro che questo
confronto deve produrre modifica dei comportamenti, non può essere
un momento puramente celebrativo di un lavoro ben fatto, ma deve
incidere sulla realtà praticata e quindi produrre degli effetti di
modifica dei comportamenti dei vari soggetti interessati. Questa
sessione per la semplificazione tra l'altro era contenuta in un
nostro documento del Tavolo regionale dell'imprenditoria che abbiamo
presentato al presidente della Regione all'inizio della sua
legislatura. Nel documento, che per noi era strategico e che
qualcuno aveva definito di taglio basso, era contenuta questa
richiesta e quindi ci fa piacere che la Giunta l'abbia fatta propria
- magari non è tutto merito nostro -, che abbia colto positivamente
questa sollecitazione e l'abbia formalizzata. Ci pare insomma
positivo introdurre il concetto della necessità di un metodo di
valutazione degli oneri, la definizione di un impianto valutativo.
Detto questo, tuttavia, abbiamo bisogno che questi principi
all'interno del testo degli articoli trovino una pregnanza adeguata,
o comunque si trasformino in una declinazione puntuale che dia
effettivamente risposta di efficacia e di piena attuazione di questi
principi.
Allora partendo dall'articolo 1, che per noi è l'articolo
fondamentale perché è quello che dice dove vogliamo arrivare, che
cosa vogliamo fare, finalità ed obiettivi, ci siamo permessi di
suggerire delle modifiche all'elenco, specificando bene rispetto ai
due ambiti, quello normativo e quello dei procedimenti,
l'inserimento di questi principi all'interno degli articoli stessi,
inserendo sempre nell'articolo 1 la necessità di sviluppare e di
stimolare quel principio dell'informatizzazione e della
telematizzazione dei vari soggetti pubblici, che è la conditio sine
qua non. Infatti se non c'è informatizzazione di banche dati non si
potrà mai arrivare ad una situazione in cui si evita la duplicazione
della presentazione di documentazione. Favorire questo processo è un
dato essenziale, diventa prioritario.
Sull'articolo 2 mi pare vada rafforzato il concetto per alcuni
soggetti dell'obbligatorietà dell'azione. Mentre nella
sottoscrizione dei patti va benissimo che i patti siano fatti con
chi è interessato, per contro gli accordi devono avere un valore
pregnante. Forse la lettura di come è formulato quel comma è un po'
fuorviante, o non abbiamo compreso a fondo la portata, ma ci
piacerebbe che il termine interessate fosse trasformato in
obbligate , altrimenti se facciamo la semplificazione solo con chi
è interessato a farla, ancora una volta rischiamo di complicare, di
avere solo alcuni soggetti che semplificano, altri invece che
continuano con le loro procedure abituali. Quindi l'articolo 2 va un
po' come dire irrobustito (nel documento che vi lascio trovate la
stesura puntuale).
Sull'articolo 3 ci pare vadano inseriti due concetti che non abbiamo
trovato nel testo. Il primo è quello della responsabilità, perché
altrimenti non lo troviamo da nessuna parte e invece questo è
importante. Naturalmente non si può essere vessatori, abbiamo
proposto una formulazione ragionevole. Se diciamo che assumiamo il
concetto di responsabilità come elemento importante del processo,
bisogna che questo trovi ospitalità nell'articolato, e secondo noi
troverebbe una collocazione all'articolo 3. Ugualmente anche l'altro
concetto, il monitoraggio permanente dei procedimenti e
dell'attività di semplificazione, proprio perché assumiamo questo
come una filosofia di vita, non come un provvedimento estemporaneo,
del tutto contingente.
Quanto all'articolo 4, che dal punto di vista dell'applicazione del
meccanismo è un articolo di gran lunga decisivo e determinante,
secondo noi è opportuno intervenire in maniera rilevante. Dicevo
prima che tutto sommato l'impianto complessivo definito dal progetto
di legge ci convince, per lo meno ci convince nell'individuazione
dei soggetti, tuttavia ruoli e competenze vanno affinati meglio,
forse anche cambiati. Secondo noi il protagonista nei ruoli
dell'interlocuzione delle competenze dell'Assemblea legislativa e
della Giunta deve essere il Tavolo permanente per la
semplificazione. Dico protagonista, accentuando il concetto, perché
se è vero - come d'altronde si afferma anche nella relazione - che
punti di forza dei modelli positivi realizzati attraverso tutte le
esperienze della Bassanini, è stata anche la formalizzazione della
rappresentanza degli interessi di tutti di tipo economico
all'interno dei processi decisionali, voi capite che questo tavolo
può produrre semplificazione vera se si rapporta in modo vero con il
mondo della rappresentanza e che ogni giorno ha a che fare con le
esigenze reali del mondo delle imprese. Allora quello è il Tavolo
della semplificazione, dove si deve realmente concertare su che cosa
intervenire e con quali modalità. Al Tavolo non si potrà intervenire
senza un supporto tecnico adeguato, bene dunque il nucleo tecnico,
ma si tratta di un momento di supporto ai lavori del Tavolo, il
supporto di tecnici esterni deve entrare in una logica di apertura,
non può, deve.
Ripeto, o è un luogo veramente concertativo, dove i soggetti hanno
pari dignità rispetto all'elaborazione ed individuazione delle
proposte (poi naturalmente rimangono e devono rimanere di chi per
competenza le norme deve emanarle), altrimenti se non c'è questa
possibilità di parità di contributi, temiamo di costruire un modello
che non potrà funzionare come a noi piacerebbe. Quindi l'articolo 4
è l'articolo di snodo del progetto di legge. Noi vi proporremo le
modifiche che ho detto in una scrittura più adeguata.
Sull'articolo 5 mi sono già soffermato, perché la sessione di
semplificazione ci piace, ma deve avere una valenza in termini
operativi forte e pregnante.
Sull'articolo 6 preferiremmo che nelle norme di prima applicazione
si lavorasse assieme per definire l'agenda dei lavori, quindi dando
un termine preciso, ma prevedendo che la prima riunione del Tavolo
di semplificazione definisse una lista precisa delle cose da fare e
da sottoporre alla Giunta e all'Assemblea legislativa. Noi quindi
nell'articolo 6 lasceremmo solo le parti che delineano l'impianto,
l'adozione del metodo di misurazione, ci potrebbe stare l'avvio
della revisione delle procedure interne all'amministrazione
regionale e di raccordo con i procedimenti di competenza delle
amministrazioni locali. Ci pare che si crei una discrasia tra cose
enunciate e quelle da fare, forse anche più urgenti che però non
sono citate. Di conseguenza ci troveremmo a fare per prime cose che
ci interessano meno. Nell'articolo 6 si potrebbe definire meglio
tutto questo.
Se c'è la possibilità di fornire altri contributi noi siamo a
disposizione. Grazie per l'attenzione.
Dott.ssa TULLIA BEVILACQUA -Segretaria regionale UGL
Come UGL condividiamo questo progetto di legge e sosteniamo
l'importanza di introdurre delle norme di semplificazione
burocratica tra l'amministrazione pubblica, il cittadino e le
imprese.
Con questa legge la Regione si dovrebbe dotare dello strumento
necessario per affrontare il tema in oggetto anche nell'ottica
dell'attuazione federalismo fiscale che, alla luce dei tagli
contenuti nelle manovre finanziarie degli ultimi anni che hanno
ridotto le disponibilità economiche e finanziari degli enti locali,
in qualche modo costringono a rivedere tutte le spese riducendole
ove possibile, auspichiamo con il minor danno per i cittadini e le
imprese.
Nello specifico, riteniamo valido il progetto di legge, ma abbiamo
focalizzato la nostra attenzione sull'articolo 4 (chi mi ha
preceduto l'ha ampiamente dibattuto).
All'articolo 4, comma 2, in un'ottica di riduzione della spesa, il
possibile ricorso alle consulenze esterne di esperti, dovrebbe
assumere valore assolutamente residuale rispetto all'impiego e alla
valorizzazione delle risorse umane interne alla regione. Inoltre,
l'eventuale utilizzo di consulenze dovrebbe avvenire in apposite
sessioni collegiali dedicate a temi specifici e su questo chiediamo
un impegno forte da parte della regione.
Sempre all'articolo 4 punto 4 noi proponiamo che il tavolo
permanente per la semplificazione delle norme delle procedure
amministrative sia aperto in modo più specifico alle confederazioni
sindacali, ai lavoratori, ai datori di lavoro, al forum del terzo
settore e quant'altro, ma che il parere sia obbligatorio e non
vincolante su tutti i provvedimenti che riguardano il lavoro, le
politiche sociali, i servizi al cittadino e alle imprese.
Vorrei fare un ultimo passaggio sui pubblici dipendenti, i quali
attraverso l'ultima finanziaria, oltre a tutte le altre categorie,
pagano un pesante contributo, quindi non vorremmo che la
semplificazione amministrativa poi passasse attraverso un riduzione
dei posti di lavoro. Auspichiamo invece che si proceda con una
razionalizzazione delle procedure, le quali non sempre sono inutili,
se pensiamo per es. al ciclo dei controlli documentali necessari
alla corretta gestione dei rifiuti e alla realizzazione di opere
edili, che certamente necessitano di uno stringente controllo per
evitare la deresponsabilizzazione della macchina amministrativa e
che favorirebbero altrimenti l'elusione delle norme, generando anche
forme culturali e sostanziali di illegalità.
Riteniamo questo progetto di legge estremamente valido, però ci sono
quei due punti relativi all'articolo 4, per i quali vorremmo sentire
la vostra opinione. Grazie
Dott. DOMENICO TRAMONTI - CISL regionale
Siamo in una fase di riflessione sui contenuti di questo progetto
di legge che consideriamo molto interessante, con obiettivi che ci
sembrano fortemente ambiziosi, ma allo stesso tempo necessari,
perché pensiamo che questo possa essere un contributo significativo
da parte della pubblica amministrazione della nostra regione per
aiutare il sistema ad uscire anche dalla crisi, un contributo in
questo senso. Consideriamo allo stesso modo significativo il
progetto perché va nella direzione che la Cisl da tempo sostiene,
che è quello della riorganizzazione delle spesa pubblica, diminuendo
la burocrazia a vantaggio dei cittadini, delle imprese, dei Comuni,
dei lavoratori anche del pubblico impiego.
Lo consideriamo un po' ambizioso per due motivi: uno perché esprime
sì principi giusti ma forse un pò troppo generici, forse c'è bisogno
di essere un po' più precisi, mi sembra che già altri interventi in
questa sede l'abbiano specificato. E comunque riteniamo che
sicuramente saranno gli atti attuativi che dimostreranno la reale
volontà di raggiungere gli obiettivi indicati.
L'altro aspetto ambizioso, perché speriamo, contiamo - in questo
senso mi sembra che la relazione di presentazione e l'assessore
Saliera ci abbia assicurato in questo senso - non può essere
imposto, ma deve essere un intervento condiviso e quindi condiviso
in particolare da parte di tutti i soggetti che sono coinvolti in un
processo di questo genere.
Lo consideriamo necessario perché la situazione è molto complessa,
delicata, ed è un passo importante a sostegno del sistema produttivo
e del sistema delle autonomie locali della nostra regione. Ci sembra
che, richiamo soltanto alcune questioni che riguardano un po' la
complessità la crisi economica con tutte le ricadute che ha, le
forti difficoltà dei Comuni a far quadrare i propri bilanci comunali
e soprattutto nei prossimi anni a mantenere lo stato sociale
costruito fino ad oggi, ma complesso anche perché siamo in una
situazione di transizione per certi versi dal punto di vista
istituzionale. Manca la definizione un nuovo codice delle autonomie
locali che indichi quali sono le competenze, titolarità o le riforme
che si intende mettere in campo. Ed in questo senso noi ad es. siamo
per, sosteniamo l'abolizione per il superamento delle provincie,
l'accorpamento dei piccolissimi comuni, allora la nostra regione
sicuramente è più avanti rispetto ad altri ad esempio sull'unione
dei comuni, che secondo noi è un primo passo importante e
significativo e che va accelerato nel processo di raggiungimento
degli obiettivi dati da questa nuova forma di aggregazione sul
territorio, per la progettazione, per l'elaborazione, per la
gestione dei servizi, per l'interlocuzione sul territorio.
Perché riteniamo che questo sia importante, perché in un processo di
semplificazione sicuramente la messa in campo di un processo di
maggiore collaborazione tra il sistema delle autonomie locali sul
territorio può meglio realizzare quella volontà politica di metodo
che indica il progetto in essere.
Pensiamo anche che questo, ho sentito una questione da parte di
Confindustria che non ho capito bene, ma sicuramente questo è un
processo che indubbiamente se vogliamo che vada avanti coinvolge la
macchina della struttura pubblica, quindi degli enti locali, della
Regione o degli altri enti coinvolti. Li coinvolge in un
ragionamento in rete alla riorganizzazione funzionale e
organizzativa e quindi in questo senso bisognerebbe che il testo
fosse un po' più preciso e forse anche maggiormente incisivo
nell'indicare il percorso per raggiungere questo obiettivo.
Non vorremmo che una buona legge un buon sistema, poi si parte senza
capire quali sono gli obiettivi e le finalità indicate, scelte, nel
senso che non vorremmo i comuni riducessero il personale o facessero
cose di questo genere senza prima aver fatto quell'altra operazione
di individuazione e messa in campo degli aspetti operativi della
nuova normativa. Quindi in questo senso serve una contestualità,
invece indicazione prima degli obiettivi, dei progetti, dei tempi di
realizzazione, e poi naturalmente la fase operativa di
coinvolgimento.
Lo dice il testo, uno degli obiettivi è quello dei risparmi della
pubblica amministrazione perché significa razionalizzare superare
sovrapposizione di competenze, delle stesse competenze ma di diversi
livelli istituzionali, quindi questi risparmi dovrebbero essere un
incentivo affinché ci sia una forte adesione da parte dei comuni,
visto che sono in una difficoltà economico finanziaria, e allo
stesso tempo incentivi che possano valorizzare meglio anche le
professionalità dei lavoratori all'interno dei Comuni stessi.
Sappiamo che da parte dei Comuni ci sono, l'abbiamo visto con altre
leggi (e faccio sempre riferimento alla legge regionale n. 8 del
2010), titubanze nell'accettare imposizioni o scelte che siano
centralizzate in questo caso a livello regionale. Si tratta di far
capire ai Comuni che ci sono delle convenienze nell'adesione, nel
lavorare in questo sistema di rete: convenienze che sono quelle dei
risparmi, che sono anche quelle di mettere in campo una rete
informatica uniforme, mi sembra che sia uno degli obiettivi del
progetto, e allo stesso tempo in questo senso, secondo me, la
Regione potrebbe mettere in campo dei supporti economico-finanziari,
e anche di competenze professionali per favorire l'uniformità del
sistema informatico.
L'altra questione mi sembra importante, già lo diceva il sistema
dell'imprenditoria, per snellire, per semplificare c'è bisogno di
superare quella frammentazione o quella frammentarietà che oggi è
presente nelle interpretazione delle norme nei procedimenti,o
quant'altro, lo diceva anche la presidente della commissione, e se
uno degli obiettivi è questo ed importantissimo per l'appunto per
raggiungere quell'obiettivo di snellezza che noi sosteniamo.
Un'altra questione riguarda un po' il Tavolo tecnico, l'ultima
questione, noi riteniamo che le Organizzazioni sindacali così come
ce l'ha spiegato anche l'assessore, in questo un tavolo flessibile a
seconda delle tematiche che vengono affrontate, condividiamo questa
scelta e pensiamo che le organizzazioni sindacali debbano essere
dentro questo tavolo questo però senza, come dire, che comporti il
superamento del possibile, dell'eventuale, del necessario confronto,
a secondo delle materie, delle questioni che si trattano o con le
organizzazioni sindacali confederali o quelle di categorie.
Quindi un giudizio sostanzialmente positivo, ma abbiamo bisogno che
ci sia maggiore determinazione affinché si capisca bene o meglio che
questa legge non faccia la fine di altre, ma che si capisca bene che
la volontà politica si concretizzi in qualcosa di operativo. Grazie
Vicepresidente SIMONETTA SALIERA - Vicepresidente della Giunta
regionale
Anche stamattina, da questa buona e bella discussione si evidenzia
la complessità della semplificazione, che va dalla definizione di
una modulistica assolutamente necessaria e omogenea sino alla
riforma dello Stato e alle sue diverse articolazioni e funzioni.
Da molto tempo, stiamo affrontando questo tema e non solo a livello
regionale ma anche a livello statale. Come Regione siamo all'interno
delle sedi di discussione fra Regioni, Stato e Governo sia per le
riforme dello Stato che delle sue articolazioni. Perché questo
avvenga, e per fornire il nostro contributo - siamo favorevoli nel
pensare e nel volere una forte riforma, che metta in discussione ed
esamini i diversi livelli di responsabilità e di rapporto con i
cittadini e le imprese -, dobbiamo partire anche noi come Regioni.
Lo abbiamo piu' volte sostenuto e stiamo lavorando su questo tema
con proposte vere, che diano risultati certi e stabili, non
improvvisati. Non vogliamo correre il rischio di capire, dopo
qualche tempo, che siamo al punto di partenza, sia in termini di
responsabilità e di funzioni, sia in termini di costi e di tempi,
sia dal punto vista normativo, sia dal punto di vista
amministrativo, sia dal punto di vista delle prassi. E' pur vero che
i livelli di discussione sono diversi, ma è altrettanto vero che si
tengono insieme, sono strettamente collegati.
Questo progetto di legge che la Giunta ha consegnato nelle mani
dell'Assemblea legislativa ha voluto fin da subito essere una
proposta aperta, su cui lavorare per migliorarla con il contributo
innanzitutto dell'Assemblea legislativa e di tutti i soggetti
interessati. Mi fa molto piacere che tutti gli interventi siano
rimasti sui contenuti, perché vuol dire che vi è stato oltre che
l'interesse anche la volontà di capire se questo può essere un
valido metodo per affrontare un tema così complesso e per poter
ottenere dei risultati.
Il progetto di legge è stato descritto dalla relatrice, introdotto
dal presidente di Commissione, dai vostri interventi. Vorrei solo
sottolineare un aspetto: lo strumento del Tavolo tecnico è lo
strumento di condivisione sia degli aspetti negativi o impattanti,
sia delle possibili e praticabili soluzioni.
E' in quel luogo che si deve definire di volta in volta e rinnovare
il patto a monte delle azioni concrete. Dobbiamo condividere le
negatività, le problematiche e le azioni seguenti. I sindacati
intervenuti hanno espresso la loro preoccupazione per i lavoratori,
ma preciso che non si superano né le leggi nè i contratti, quella
sede è il modo di condividere i processi e di capire fin
dall'origine cosa si vuole perseguire.
E' in quella sede che si mettono all'attenzione di tutti i diversi
problemi, non come ostativi a un processo, ma per tenerli tutti in
considerazione e trovare una soluzione per raggiungere l'obiettivo.
Ognuno di noi, da parte pubblica come sistema Regioni Province
Comuni, il sistema degli Enti locali in un unico confronto, e i
cittadini (le loro rappresentanze), le imprese (le loro
rappresentanze) e forze sociali, definiamo un percorso.
Rispettivamente ogni soggetto, a casa propria, deve far capire al
resto del mondo qual è l'obiettivo condiviso e da perseguire, perché
il lavoro non si esaurisce all'interno di un Tavolo solo con la
discussione e l'evidenziazione dei problemi. Ognuno di noi sa cosa
ci sta dietro, quale complessità di organizzazione, di
regolamentazione, molte volte anche di prassi: quindi, gli obiettivi
che ci siamo dati in termini di valutazione permanente e di
controllo (perché l'Assemblea legislativa nella sua sessione di
semplificazione, oltre che essere propositiva, esercita anche una
forma di controllo sui risultati), gli strumenti che individuiamo.
Con i vostri contributi, ritengo opportuno chiedere alla Commissione
15 - 20 giorni per valutare i vostri interventi e arrivare ad una
sintesi.
Ritengo che gli strumenti previsti dal progetto di legge abbiano una
forma molto potente se noi vorremo attuarli, al di là del vedere
ciascuno il proprio mondo, attuando una politica lungimirante che
sappia valutare sia le ricadute delle norme sia i procedimenti come
unici e non in modo settoriale, in termini di effetti del'azione
rispetto ai cittadini e alle imprese.
Per quanto mi riguarda sono a disposizione del Relatore e vostra
ancora, non pensavo di aver esaurito il lavoro anche di Giunta. Vi è
massima collaborazione per capire i vostri contributi. Grazie a
tutti .
Presidente LOMBARDI
Grazie. Dopo una breve consultazione anche con la Relatrice,
recepiamo l'esigenza di verificare la possibilità di valutare
emendamenti precisi e quindi vi invitiamo a farceli avere in tempi
ragionevoli. Anche se non vi sono scadenze abbiamo piacere di
arrivare alla definizione nei tempi che ci eravamo dati. Abbiamo
anche raccolto l'indicazione di un'ulteriore udienza conoscitiva,
però vorremmo che non fosse una mera ripetizione di questa, ma che
vi fosse un testo magari già rivisto sulla base delle indicazioni
avute sul quale confrontarsi, prima di esaminarlo in Aula. Grazie a
tutti, buongiorno.
La seduta termina alle ore 12.40.
Approvato nella seduta dell'11ottobre 2011.
La Segretaria Il Presidente
Claudia Cattoli Marco Lombardi