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Legislatura IX - Commissione I - Verbale del 09/11/2011 pomeridiano

    Testo

                                Verbale n. 33
    Seduta del 9 novembre 2011
    Il giorno 9 novembre 2011 alle ore 14.30 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
    Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali, convocata con
    nota prot. n. 35498 del 3 novembre 2011.
    Partecipano alla seduta i Consiglieri:
    Cognome Qualifica Gruppo Voto
    e nome
    LOMBARDI Presidente PDL - Popolo 5 presente
    Marco della Libertà
    FILIPPI Vicepresidente PDL - Popolo 1 assente
    Fabio della Libertà
    VECCHI Vicepresidente Partito Democratico 4 presente
    Luciano
    BARBATI Componente Italia dei Valori - 3 assente
    Liana Lista Di Pietro
    BARBIERI Componente Partito Democratico 2 presente
    Marco
    BIGNAMI Componente PDL - Popolo della 3 assente
    Galeazzo Libertà
    BONACCINI Componente Partito Democratico 2 presente
    Stefano
    CAVALLI Componente Lega Nord Padania 1 presente
    Stefano Emilia e Romagna
    DEFRANCESCHI Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
    Andrea Beppegrillo.it
    FERRARI Componente Partito Democratico 2 presente
    Gabriele
    MANFREDINI Componente Lega Nord Padania 3 presente
    Mauro Emilia e Romagna
    MAZZOTTI Componente Partito Democratico 2 presente
    Mario
    MEO Componente Sinistra Ecologia 2 presente
    Gabriella Libertà - Idee Verdi
    MONARI Componente Partito Democratico 3 presente
    Marco
    MONTANARI Componente Partito Democratico 2 presente
    Roberto
    MORICONI Componente Partito Democratico 2 presente
    Rita
    MUMOLO Componente Partito Democratico 2 presente
    Antonio
    NOE' Componente UDC - Unione di 1 presente
    Silvia Centro
    PARIANI Componente Partito Democratico 3 presente
    Anna
    POLLASTRI Componente PDL - Popolo 2 presente
    Andrea della Libertà
    RIVA Componente Gruppo Misto 1 assente
    Matteo
    SCONCIAFORNI Componente Federazione 2 assente
    Roberto della Sinistra
    Sono presenti la Vicepresidente e Assessore a Finanze, Europa,
    cooperazione con il sistema delle autonomie, valorizzazione della
    montagna, regolazione dei servizi pubblici locali, semplificazione e
    trasparenza, politiche per la sicurezza Simonetta Saliera e il
    Sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale Alfredo
    Bertelli.
    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: Cocchi (Dir. gen.
    Programmazione territoriale e negoziata, intese. Relazioni europee e
    relazioni internazionali), Attili e Pulvino (Serv. Legislativo e
    qualità della legislazione AL), Celletti e Scandaletti (Serv.
    Informazione e comunicazione istituzionale AL).
    Presiede la seduta: Marco LOMBARDI
    Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
    Resocontista: Laura Sanvitale
    Il presidente LOMBARDI dichiara aperta la seduta.
    Sono presenti i consiglieri Barbieri, Ferrari, Manfredini, Mazzotti,
    Meo, Monari, Montanari, Moriconi, Mumolo, Noè, Pariani, Vecchi.
    Approvazione del verbale n. 29 del 2011
    La Commissione all'unanimità dei presenti approva il verbale n. 29
    del 2011, relativo alla seduta dell'11 ottobre 2011.
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    1675 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Misure per
    l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema
    amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di
    semplificazione (delibera di Giunta n. 1152 del 01 08 11)
    Relatore consigliera Anna Pariani
    Il presidente LOMBARDI richiama gli emendamenti presentati dalla
    Giunta regionale e già inviati ai consiglieri. Cede quindi la parola
    alla vicepresidente della Giunta per una loro illustrazione e
    successivamente alla consigliera relatrice per le proprie
    osservazioni.
    Entra il consigliere Pollastri.
    La vicepresidente SALIERA rammenta che nell'udienza conoscitiva il
    progetto di legge era stato presentato e illustrato ai presenti come
    testo aperto e suscettibile di miglioramento sulla scorta di
    sollecitazioni e suggerimenti provenienti dal mondo imprenditoriale,
    delle forze sociali e associativo.
    Afferma che sono stati, infatti, presentati diversi documenti di
    osservazioni; la Giunta ha incontrato i soggetti presentatori dei
    suggerimenti e ha accolto e condiviso in parte diverse modifiche del
    testo originario.
    Segnala che rispetto al testo iniziale si è prevista la suddivisione
    del progetto di legge in due parti: il titolo I e il titolo II. Nel
    primo sono specificati meglio i principi generali per il
    miglioramento e la qualità dell'attività normativa e dell'azione
    amministrativa locale.
    Il secondo titolo riguarda, invece, misure di semplificazione per
    cittadini e imprese e alcuni articoli definiscono azioni immediate.
    Nel titolo I all'articolo 1 viene specificato che si intende
    sviluppare la qualità degli atti normativi e conseguire concreti
    risultati di semplificazione dei procedimenti amministrativi. Si è
    disposto quale obiettivo primario dell'azione di governo della
    Regione e degli enti locali la realizzazione del principio di
    sussidiarietà, elemento richiesto sia in sede di udienza conoscitiva
    che nella successiva documentazione prodotta, oltre che
    l'applicazione dei criteri di appropriatezza, necessità e
    adeguatezza.
    Nel comma 3 dell'articolo 1, inoltre, si specifica il principio
    dell'armonizzazione e dell'uniformità delle procedure amministrative
    e della connessa modulistica, elementi che nel titolo II del nuovo
    testo si pongono nel novero delle azioni immediate.
    Si evidenzia meglio la piena applicazione dei principi di
    responsabilità e trasparenza dell'attività amministrativa, anche
    questi tradotti nel successivo titolo in azioni.
    L'articolo 2 riproduce sostanzialmente il testo iniziale, ma
    aggiunge l'impegno da parte del Nucleo tecnico a valutare
    l'applicazione di provvedimenti nazionali e comunitari che
    consentano di apportare ulteriori snellimenti alle procedure in
    atto.
    Nell'articolo 2 le misure per la semplificazione dei procedimenti
    interni al sistema delle regioni e degli enti locali vengono in
    parte riscritte, perché sia la Regione che gli enti locali assumono
    nella propria azione di governo l'obiettivo più forte della
    realizzazione dei principi enunciati nell'articolo 1.
    La Regione e gli enti locali sottoscrivono accordi volti a
    sviluppare le specifiche azioni di semplificazione coerenti con le
    finalità individuate, ma soprattutto con i principi descritti in
    precedenza.
    L'articolo 3 detta le norme in materia di analisi e valutazione
    permanente dei procedimenti; specifica che si utilizzano in primo
    luogo gli strumenti di valutazione e misurazione individuati. La
    valutazione permanente ha lo scopo di individuare le tipologie di
    procedimenti che determinano un carico ingiustificato di oneri
    amministrativi.
    L'articolo 4 è stato rivisto alla luce di emendamenti e documenti
    nella parte in cui si chiedeva che il Tavolo permanente per la
    semplificazione fosse un tavolo reale di garanzia. Il Nucleo tecnico
    è di supporto alle indicazioni e priorità che il Tavolo permanente
    traccia ed è espressione di tutte le forme associative e delle parti
    sociali. In tale sede la parte pubblica (Regioni, comuni, province)
    incontra e insieme condivide percorsi e priorità di lavoro. È
    possibile di volta in volta coinvolgere professionalità diverse
    all'interno della struttura regionale a seconda dei settori
    interessati. Le diverse Direzioni saranno più o meno coinvolte in
    relazione all'argomento trattato.
    L'articolo 5, rimasto invariato, istituisce la sessione di
    semplificazione.
    Il titolo II, invece, prevede articoli (dal 5 bis al 5 septies) che
    disciplinano azioni immediate che nel testo originario trovavano la
    propria declinazione esclusivamente all'interno del Tavolo
    permanente.
    Vengono normati: la certezza dei tempi di conclusione dei
    procedimenti, responsabilità e trasparenza amministrativa;
    l'uniformità delle procedure amministrative; il divieto di
    introduzione di oneri amministrativi non compensati, nel senso che
    ad ogni nuovo onere deve corrispondere l'eliminazione di un onere di
    valore equivalente; il divieto di richiesta di documenti già in
    possesso delle pubbliche amministrazioni; la semplificazione per le
    imprese certificate, con l'introduzione di agevolazioni di natura
    amministrativa; l'introduzione del principio di monitoraggio della
    Regione rispetto all'applicazione dei principi da parte degli enti
    locali.
    L'articolo 6 del testo originario sulle norme di prima applicazione
    è stato sostituito. Vengono definiti gli ambiti prioritari oggetto
    degli interventi di semplificazione, sulla scorta delle indicazioni
    che saranno fornite dal Tavolo permanente, quali l'applicazione
    degli istituti di semplificazione relativi alla disciplina statale
    della conferenza di servizi e del silenzio assenso e la misurazione
    e le misure di riduzione degli oneri amministrativi.
    In conclusione, l'assessore ringrazia la relatrice Pariani per il
    lavoro costante con il mondo economico e le forze sociali al fine
    dell'individuazione delle priorità e delle azioni immediate e ancor
    di più della condivisione di un metodo di lavoro.
    Afferma che il nuovo testo del progetto di legge si è
    contraddistinto per le modalità condivise del metodo che nel
    frattempo è stato ampiamente discusso e in sede di autonomie locali
    e in sede di tutte le forme organizzate del mondo imprenditoriale e
    delle forze sociali. Il progetto di legge non è quindi calato
    dall'alto, ma è stato il frutto di indicazioni, patrimonio di tutti
    i soggetti che dovranno operare per migliorare il sistema
    amministrativo e normativo.
    Entra il consigliere Defranceschi.
    La relatrice PARIANI ringrazia la vicepresidente e la Giunta per il
    lavoro importante di ascolto e condivisione che ha consentito di
    raccogliere e porre in modo sistematico tutta una serie di
    suggerimenti di percorso e di azioni concrete ricevute da parte dei
    sindacati e delle imprese, all'interno dell'idea originaria del
    progetto di un lavoro comune sulla semplificazione. Si tratta di
    materiale interessante su cui è stato possibile lavorare. Il nuovo
    testo raccoglie anche l'emendamento del consigliere Pollastri,
    poiché si è ritenuto utile uscire dall'equivoco che si volesse
    introdurre la possibilità di stipulare consulenze esterne al di
    fuori del Nucleo tecnico.
    Vi è, invece, una fondamentale necessità di valorizzare le
    competenze della pubblica amministrazione in un confronto aperto
    verso l'esterno.
    La nuova struttura dell'articolo dispone che il processo di
    confronto è in capo alla Giunta insieme al Tavolo permanente di
    semplificazione con le forze sociali e le rappresentanze dei
    cittadini, che si avvale di un Nucleo tecnico che avrà competenze
    diverse della pubblica amministrazione che di volta in volta si
    succedono per valutare i diversi provvedimenti.
    A suo avviso è importante sottolineare come l'ultimo articolo
    introduce gli ambiti prioritari di intervento nella prima sessione
    di semplificazione, di competenza dell'Assemblea, lavoro a valle di
    ciò che il Tavolo permanente della semplificazione concorderà.
    Occorre svolgere pertanto una valutazione immediata degli strumenti
    di semplificazione introdotti nel titolo II, a partire dalle
    innovazioni comunitarie e nazionali che sono stati introdotti su
    alcuni di essi. Aggiunge che si prevedono nel 2012 due sessioni di
    semplificazione: la prima, entro il primo semestre del 2012,
    consiste nell'attivazione del processo che già conterrà elementi su
    alcuni provvedimenti specifici; la seconda avverrà, come
    ordinariamente previsto dal progetto di legge, nel mese di ottobre
    di ogni anno.
    In conclusione, afferma che sarebbe utile a suo avviso procedere,
    così come annunciato, alla discussione all'interno di una seconda
    udienza conoscitiva per allargare il confronto sul testo emendato ai
    fini di una partecipazione vera prima di giungere ai lavori in
    Assemblea legislativa. Sottolinea inoltre il clima positivo
    raggiunto sulla proposta di legge che sarebbe utile mantenere fino
    all'approvazione del provvedimento.
    Il presidente LOMBARDI riassume le prossime tappe dell'iter
    procedurale. Rammenta che si era ipotizzato di fissare la seconda
    udienza conoscitiva il 14 novembre, ma a tal fine non vi sono i
    tempi necessari, pertanto propone come data lunedì 28 novembre alle
    ore 14,30. Aggiunge che in tal modo si ha la possibilità di svolgere
    un'altra seduta della Commissione per esaminare in maniera compiuta
    gli emendamenti, in modo da accedere alla udienza conoscitiva con il
    nuovo testo.
    La Commissione concorda.
    Escono i consiglieri Meo e Mazzotti.
    Il consigliere POLLASTRI rammenta di aver sostenuto già nella
    discussione generale l'importanza di poter intervenire sulle
    normative. Sottolinea per inciso che dalla lettura del Rapporto
    sulla qualità della legislazione regionale ha notato come vi sia
    stata una serie di abrogazioni di norme regionali superate e ricorda
    che sul punto aveva chiesto un quadro complessivo di tutti gli atti
    abrogati.
    Esprime soddisfazione per l'accoglimento dell'emendamento perché
    l'intento era quello di incidere positivamente sul testo.
    Chiede delucidazioni sull'articolo 5 bis, in particolare sul mancato
    accoglimento dell'istanza espressa dalla Confindustria di porre
    sanzioni in caso di inadempienze rispetto a scadenze certe. Chiede
    se vi siano norme ostative all'accoglimento di tale richiesta.
    Sull'articolo 5 quinquies rammenta che vi era stata un'annotazione
    sulle Camere di Commercio. Chiede se siano ricomprese nella
    qualifica di amministrazione in generale.
    Nota, inoltre, che non viene più citata la Commissione legislativa.
    Esprime un giudizio positivo sull'impianto del provvedimento.
    La consigliera NOÉ esprime apprezzamento per le modifiche apportate
    dalla Giunta perché la semplificazione è un obiettivo importante,
    rientrante anche nel programma di governo del Presidente Errani; vi
    è stata una grande azione di ascolto, che ha apprezzato.
    Occorre a suo avviso giungere a un testo partecipato e condiviso.
    Propone due integrazioni: la prima mira ad inserire una sorta di
    richiamo formale nel testo alle norme della legge regionale n. 30
    del 2006, in particolare al potere sostitutivo.
    La seconda ha l'obiettivo di rendere più espliciti i casi in cui si
    possa estendere l'istituto del silenzio assenso.
    Sottolinea un altro aspetto a suo avviso importante: l'inserimento
    della restituzione degli oneri amministrativi già versati dalle
    imprese per ottenere un provvedimento amministrativo nel caso in cui
    non venga ottenuto nei termini di legge. Afferma che pur sussistendo
    la possibilità di un'azione legale volta al risarcimento del danno è
    comunque una via che necessita di tempi lunghi e dagli esiti
    incerti; essa prevede inoltre l'accertamento di una serie di
    presupposti come la prova dell'esistenza di dolo o colpa.
    Ritiene che la proposta di inserire una responsabilità civile
    conseguente alla mancata emissione del provvedimento nei termini
    dovrebbe essere un atto dovuto, una tutela che andrebbe riconosciuta
    e potrebbe portare a suo avviso a un maggior rispetto dei propri
    doveri.
    Entrano i consiglieri Cavalli e Bonaccini.
    Il consigliere MONARI ringrazia ed esprime apprezzamento, anche a
    titolo del Gruppo del Partito democratico, per il metodo utilizzato
    nella redazione del progetto di legge e per il merito, consapevole
    della difficoltà dei temi trattati, oltre che delle ricadute e del
    conseguente interesse, già emerso nella precedente legislatura, che
    essi suscitano nel contesto sociale ed economico della Regione,
    soprattutto in un periodo critico come quello attuale.
    Rinnova pertanto il ringraziamento alla Vicepresidente, alla
    relatrice, alla segreteria della Commissione ed esprime
    apprezzamento per l'assunzione di responsabilità delle
    rappresentanze dei corpi sociali, delle parti sindacali che hanno
    fatto pervenire i propri contributi.
    In relazione alle osservazioni della consigliera Noé, solleva il
    problema del loro inserimento rispetto a un testo già condiviso.
    Sostiene che poiché si è giunti a una condivisione sostanziale di un
    ottimo testo, occorre valutare se vi è ancora la possibilità di un
    miglioramento, ma a suo avviso in tal modo si profilerebbe il
    rischio di peggiorare un esito ad oggi molto positivo.
    La vicepresidente SALIERA sostiene che nella prossima seduta si
    entrerà nel merito, con le delucidazioni e gli approfondimenti sui
    singoli articoli.
    Chiede di riflettere su alcuni aspetti evidenziati e presi in esame
    negli ultimi mesi, al momento della riflessione sul primo testo,
    come le questioni del potere sostitutivo e delle sanzioni. Tali
    elementi possono diventare, a suo avviso, momento di retrocessione
    degli obiettivi complessivi della legge. Un metodo di lavoro, il cui
    fondamento è l'effettiva sinergia, condivisione dei processi fra
    Regione enti locali, fra parte pubblica e forze sindacali,
    raggiungendo l'obiettivo di mettere in fila le priorità e
    condividere i problemi da risolvere, può essere la molla reale delle
    riforme non annunciate ma praticate.
    Ritiene che sia importante la condivisione delle strutture, del
    sindacato, senza avere barriere iniziali, ma condividendo i processi
    iniziali e definendo le azioni concrete, dato che occorre passare
    dalla norma alle azioni concrete. Eccedere significherebbe a suo
    avviso accettare il rischio di fare passi indietro.
    Afferma che questo testo, per il lavoro svolto, è un punto altissimo
    di mediazione, che ha consentito di attuare un confronto in modo
    equilibrato, senza barricate.
    A suo avviso tirare troppo la corda non significa sempre fare il
    bene dei processi. Occorre confrontarsi con i vari livelli, dal
    Comune capoluogo al sistema delle Unioni a quello delle Province. La
    definizione di alcune azioni concrete consiste in un obiettivo già
    molto forte per le loro strutture. Per raggiungerlo, occorrono
    condivisione, consapevolezza politica e capacità di coinvolgimento
    delle strutture.
    L'innovazione del testo risiede nel fare sistema e rendere concreti
    gli obiettivi, nel risolvere i problemi della semplificazione che
    sia reale e si concretizzi. Occorre che ciascuno metta la propria
    competenza per risolvere i problemi, per far sì che la burocrazia
    non sia impedimento, ma che sia invece utilizzata in modo virtuoso
    come tempi e come oneri.
    La relatrice PARIANI sottolinea, sulle questioni proposte dal
    consigliere Pollastri e dalla consigliera Noé, che il progetto di
    legge apre un processo. Sulla base dell'articolo conclusivo, nella
    prima sessione di semplificazione si concentrerà il lavoro su alcuni
    istituti di semplificazione, quali la conferenza di servizi e il
    silenzio-assenso, per verificare la concreta applicazione di questi
    istituti fin da subito. Vi è dunque piena condivisione dell'idea che
    si debba attuare un lavoro concreto e immediato su diversi
    provvedimenti.
    Sul tema della risarcibilità e del potere sostitutivo, ritiene che
    occorra pensare in futuro a modalità concrete che consentano di fare
    un lavoro concertativo con le altre pubbliche amministrazioni, come
    l'amministrazione decentrata dello Stato, in modo da attuare in
    tempi certi la previsione della norma.
    Afferma che a suo avviso la politica degli accordi deve proseguire
    per far sì che tutto il sistema lavori positivamente nella direzione
    del progetto di legge. Una cultura punitiva sarebbe meno efficace di
    una cultura di collaborazione e cooperazione fra le istituzioni.
    Il tema degli accordi può essere decisivo per far avanzare le
    questioni sottese dal progetto di legge.
    La consigliera NOÉ precisa che la propria proposta non mirava a
    favorire una cultura punitiva, ma piuttosto una cultura rispettosa.
    Ritiene giusto che ciò possa avvenire nel rispetto anche di accordi
    condivisi, però esprime l'auspicio e l'apprezzamento se si possano
    prevedere tutele prima di tutto rispettose di un principio di
    civiltà giuridica. Una cultura non risarcitoria, ma restitutiva,
    alla stregua delle caparre. Apprezza la disponibilità all'ascolto e
    a ragionare in tali termini.
    Su proposta del presidente LOMBARDI, la Commissione rinvia l'esame
    del progetto di legge alla prossima seduta.
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    1932 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Proroga della
    durata di validità di graduatorie concorsuali (delibera di Giunta
    n. 1569 del 02 11 11)
    Il presidente LOMBARDI invita la Commissione a procedere alla nomina
    del relatore, ricordando che l'esame del testo è previsto per la
    prossima seduta del 15 novembre p.v.
    Su proposta del consigliere Vecchi, la Commissione concorda di
    nominare relatore, ai sensi dell'articolo 50 dello Statuto, la
    consigliera Anna Pariani.
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    Il presidente LOMBARDI propone di anticipare l'esame delle proposte
    di regolamento UE relative alla Politica di coesione, che riguardano
    direttamente le competenze della I Commissione, rispetto a quelle
    sulla politica agricola comune (PAC) poste al punto seguente
    dell'ordine del giorno.
    La Commissione concorda.
    Esce la consigliera Noè.
    Esame ai sensi dell'art. 38, comma 4 del Regolamento interno delle
    proposte di regolamento Politica di coesione:
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale,
    sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo
    agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari
    marittimi e la pesca compresi nel quadro strategico comune e
    disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul
    Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, e che abroga il
    regolamento (CE) n.1083/2006. COM(2011) 615 del 10 ottobre 2011
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    relativo al Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n.
    1084/2006 del Consiglio. COM(2011) 612 definitivo del 10 ottobre
    2011
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    che modifica il regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo
    e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo a un gruppo europeo di
    cooperazione territoriale (GECT) per quanto concerne il chiarimento,
    la semplificazione e il miglioramento delle norme in tema di
    istituzione e di funzionamento di tali gruppi. COM(2011) 610
    definitivo dell'11 ottobre 2011
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di
    sviluppo regionale all'obiettivo di cooperazione territoriale
    europea. COM(2011) 611 definitivo del 10 ottobre 2011
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    relativo a disposizioni specifiche concernenti il Fondo europeo di
    sviluppo regionale e l'obiettivo Investimenti a favore della
    crescita e dell'occupazione e che abroga il regolamento (CE) n.
    1080/2006 COM (2011) 614 definitivo del 10 ottobre 2011
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE)
    n. 1081/2006. COM (2011) 607 definitivo del 10 ottobre 2011
    Il presidente LOMBARDI cede la parola al sottosegretario alla
    Presidenza e al direttore generale alle relazioni europee,
    richiamando la documentazione già inviata (v. atti) e l'informazione
    preliminare svolta nella seduta del 18 ottobre scorso.
    Il sottosegretario BERTELLI tratteggia il quadro generale e le
    novità intervenute rispetto alle procedure della precedente stagione
    dei fondi strutturali, che avevano coinvolto l'Assemblea legislativa
    solamente sotto il profilo dell'informazione da parte della Giunta
    sulle modalità con le quali si era operato.
    Ora, grazie alle disposizioni statutarie e regolamentari, nonché
    alla legge regionale di procedura n. 16 del 2008, arrivano all'esame
    della I Commissione dell'Assemblea le complesse proposte di
    regolamento sulla politica di coesione, rispetto alle quali vi è un
    dato aggiuntivo da tener presente, nel senso che se è utile, qualora
    la Commissione ritenga opportuno esprimere un giudizio, che vi sia
    un parere, una raccomandazione, tuttavia va colto e contestualizzato
    il momento procedurale in cui ci si inserisce.
    Attualmente ci si trova infatti all'inizio di un lungo percorso
    negoziale, nel quale questi provvedimenti sono sostanzialmente posti
    all'attenzione degli Stati membri in tutte le forme in cui potranno
    concorrere a ragionarne ed eventualmente a produrre delle
    innovazioni. Naturalmente sono poi messi all'attenzione della
    Commissione e del Parlamento Europeo che dovrà approvarli. Si è
    quindi all'inizio di un percorso, che si concluderà non prima del
    2012, o più avanti nel tempo, a seconda delle presidenze semestrali
    europee, che dovranno portare a termine tutto il lavoro. La materia
    richiede due complessi negoziati.
    Il primo riguarda i contenuti dei regolamenti, che sono quelli in
    esame nella seduta odierna e trattano le materie dei fondi
    strutturali, per la prima volta proposti in forma più aggregata che
    nel passato, tanto è vero che si chiede una forte integrazione di
    tutte le politiche, comprese quelle che riguardano l'agricoltura e
    la pesca, che invece in passato proseguivano autonomamente rispetto
    al percorso principale e richiedono una discussione specifica molto
    dettagliata e particolareggiata sulle finalità, sugli obiettivi, sui
    regolamenti.
    Questa discussione finirà per coinvolgere gli Stati membri che
    beneficeranno dei fondi, compresi quindi il Governo e le Regioni che
    entreranno nelle eleggibilità dei fondi stessi, compresa la Regione
    Emilia-Romagna a seconda della categoria in cui sarà inserita, ma di
    certo fra quelle più sviluppate.
    Un secondo negoziato che pure è in corso riguarda invece la quota
    finanziaria di cui si discuterà. Anche questa trattativa si presenta
    molto complicata, ovviamente complicata ulteriormente dalla fase
    pessima che sta attraversando l'Europa e il mondo intero.
    Anche questo è un negoziato in corso, rispetto al quale, per così
    dire, il peso della Regione è assolutamente ininfluente nella sua
    definizione, mentre sicuramente la conclusione di questo negoziato
    diventa invece assolutamente importante per quello che si troverà in
    cassa anche la Regione Emilia-Romagna ai fini della spendibilità nel
    periodo di validità dei fondi, dal 2014 in avanti, su tutti i
    settori: il nuovo Obiettivo 2, il Fondo sociale europeo, i fondi
    della pesca, della cooperazione e dell'agricoltura.
    Sottolinea questo punto, perché è bene che la Commissione sia
    consapevole della fase in cui si trova quando esamina le proposte
    dei regolamenti generali e dei regolamenti specifici. Ribadisce che
    in questa fase in particolare, nel periodo difficile che sta
    attraversando il Paese, si tratta di una funzione che sta svolgendo
    il Governo nazionale e che da parte di coloro che stanno svolgendo
    la negoziazione sia sui regolamenti sia sulla parte finanziaria,
    l'attenzione nei confronti delle Regioni è pari a zero.
    La Regione Emilia-Romagna fa parte del gruppo di contatto ed ha
    assegnate una parte delle materie che poi il direttore generale
    illustrerà; sostanzialmente cerca di promuovere e governare il
    processo per ottenere una condivisione a livello delle Regioni
    italiane da portare poi al Governo. Tuttavia, anche recentemente,
    chi sta svolgendo per conto del Governo le trattative con Bruxelles
    ha affermato che si aspetta che il parere delle Regioni sia di tipo
    culturale e niente più, perché non accetterà nessun'altra proposta.
    Pertanto la situazione è complicata.
    Inoltre dovrebbe essere il Ministero delle Finanze ad occuparsi
    della parte della mediazione sul livello economico della trattativa,
    dovrebbe esservi un Ministro che si occupa dei problemi dell'Europa
    e dei fondi, mentre invece se ne sta occupando in prima persona il
    Ministro dello Sviluppo economico, in parte il Ministro degli Esteri
    e, solo in terza istanza, il Ministro degli Affari europei, il che
    comporta una certa difficoltà di interlocuzione.
    Naturalmente questo indebolisce non solo il fatto che le Regioni
    possano essere parte della discussione (alla fine infatti i fondi
    finiscono sui livelli regionali e non su quelli statali, per cui
    sarebbe il caso che le Regioni fossero parte attiva in questa
    discussione, per i regolamenti ma anche per le risorse), ma finisce
    per indebolire anche il ruolo che l'Italia sta svolgendo a livello
    europeo.
    E in alcuni casi il Paese è anche poco presente in momenti decisivi,
    al di là dei fondi, ad esempio quando si discute di reti di
    collegamenti infrastrutturali, o quando si decide non solo per i
    grandi assi viari, ferroviari, corridoi, eccetera, ma anche per
    quelli telematici.
    Conclude sottolineando che a suo parere è utile che i consiglieri
    approfondiscano il tema e chiedano alla Giunta, in questa e nelle
    fasi successive, quando vi saranno dei passaggi evolutivi del
    negoziato, di essere tenuti al corrente ed anche di esprimere
    giudizi, considerazioni, rilievi che sia come esecutivo che come
    Assemblea, si cercherà di far pesare - se possibile - ai tavoli del
    negoziato, soprattutto a quelli nei quali la Regione Emilia-Romagna
    è presente.
    Ribadisce che è bene svolgere questo lavoro, anche perché si tratta
    di un lavoro che riguarderà i prossimi sette anni e, alla fine del
    negoziato, probabilmente questi saranno gli unici fondi spendibili a
    livello di crescita e di sviluppo complessivamente a disposizione
    come Paese. Quindi ognuno nel proprio ruolo istituzionale cercherà
    di fare fino in fondo la propria parte.
    Per l'Assemblea legislativa si tratta di svolgere un compito che è
    quello di prestare attenzione, essere informati, chiedere e
    orientare i lavori della Giunta per quello che la Giunta potrà far
    pesare sui tavoli del negoziato, perché si sta parlando di un
    pacchetto di risorse che potrà essere speso sul territorio
    dell'Emilia-Romagna in anni in cui probabilmente non vi saranno
    altre risorse.
    Il lavoro è dunque impegnativo e complesso, tuttavia estremamente
    utile, anche se probabilmente non si arriverà ad avere un'udienza di
    peso ai tavoli in cui invece occorrerebbe averla. Ma è bene
    continuare a farlo e c'è una disponibilità della Giunta e delle
    strutture della Giunta che continueranno a seguire in sede, nei
    tavoli romani e in quelli di Bruxelles tutta questa difficile
    materia, a tenere aggiornata la Commissione e l'Assemblea sui
    compiti svolti.
    Cede quindi la parola al direttore per illustrare anche gli elementi
    di criticità che la Giunta ha già rilevato nelle proposte di
    regolamento e sulle quali cercherà di avere una interlocuzione del
    gruppo di contatto con il Governo e con i parlamentari europei, i
    quali, per la prima volta, avranno voce in capitolo su queste
    decisioni, svolgendo un lavoro utile per il Paese e per la Regione
    Emilia-Romagna.
    COCCHI premette che il tema di fondo è la consapevolezza di avere
    proposte e condizioni valide per utilizzare qualsiasi varco si possa
    aprire nei prossimi mesi, per avere compiutezza di una proposta che,
    dal livello del sistema regionale, possa essere la più strutturata e
    la più utile possibile nella logica del contributo al negoziato.
    In questa prospettiva, la Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha
    attivato un coordinamento fra le Regioni stesse e sta analizzando
    puntualmente tutto l'impianto complessivo sia del regolamento
    generale, sia dei vari regolamenti specifici, perché la parte in cui
    le Regioni sono maggiormente coinvolte nel momento attuale è quella
    della definizione del regolamento di funzionamento, del gioco dei
    ruoli dei fondi.
    Attualmente vi è infatti da un lato un negoziato esclusivamente
    finanziario fra i vari Paesi, dall'altro la politica di coesione
    vede un processo di costruzione delle sue tematiche fondamentali,
    processo che si dovrà consolidare, alla conclusione del negoziato
    sui regolamenti, attraverso un atto di indirizzo della Commissione
    europea che andrà a definire non semplicemente una sommatoria di
    regole amministrative specializzate per le varie fonti finanziarie,
    ma anche un quadro strategico comune, che individuerà le priorità
    tematiche dell'Europa a 27 per il prossimo futuro.
    Le priorità tematiche, a loro volta, saranno diversamente articolate
    a seconda delle caratteristiche socio-economiche dei vari Paesi.
    Quindi, schematizzando, vi sono in questa prima proposta tre
    macro-categorie: quella dei Paesi in ritardo di sviluppo; quelli
    che, uscendo dal vecchio Obiettivo1 del ritardo di sviluppo, hanno
    una dimensione di reddito aumentata di oltre il 75% del PIL medio
    comunitario e sono in una zona di transizione tra il 75% e il 90%; e
    le Regioni dichiarate attualmente di competitività, delle quali fa
    parte anche la Regione Emilia-Romagna, dove le condizioni di PIL
    medio sono quelle più importanti in termini cumulativi all'interno
    della media comunitaria. A seconda delle caratteristiche della
    fascia in cui ci si troverà, vi saranno degli indirizzi su quelle
    che sono considerate le politiche prioritarie di ciascun contesto.
    Nella documentazione inviata ai consiglieri le schede sintetiche
    riassumono il meccanismo: per l'Italia quattro Regioni rientrano
    nell'attuale obiettivo convergenza e cioè Sicilia, Campania,
    Calabria e Puglia; quattro Regioni sono in transizione - Sardegna,
    Basilicata, Abruzzo e Molise -; e le altre Regioni sono nella fascia
    delle Regioni con competitività più ricche.
    La preoccupazione rispetto a questo punto è quella di avere un ruolo
    attuale, non solo futuro, all'interno del macronegoziato in corso,
    ma anche nella definizione futura del rapporto tra lo Stato italiano
    e la Commissione europea, per individuare la specificità italiana
    rispetto all'atto di indirizzo generale e quindi le priorità che
    verranno messe all'ordine del giorno dello Stato italiano. E ciò
    ovviamente perché la Regione Emilia-Romagna non vorrebbe ritrovarsi
    ad essere esclusivamente soggetto gestore di una programmazione già
    definita da altri e quindi di un contratto di partnership stipulato
    esclusivamente tra lo Stato italiano e la Commissione.
    Nello specifico, quello che la Giunta sta proponendo è di essere
    parte in causa nel rapporto di definizione delle priorità per lo
    Stato membro e nelle modalità con cui vengono utilizzate. Modalità
    significa regole, e dato che nel caso dell'ordinamento italiano le
    Regioni hanno potere legislativo e quindi hanno una dimensione
    rilevante non soltanto dal punto di vista amministrativo, esse sono
    i soggetti attuatori della politica di coesione - tanto quella in
    senso stretto relativa ai fondi strutturali (FSE, FESR), quanto
    quella relativa alla PAC, che non fa parte in senso stretto della
    politica di coesione ma è lo strumento strutturale della politica
    per l'agricoltura europea -, soggetti che definiscono ed hanno la
    responsabilità dell'utilizzo di quelle risorse per la dimensione
    regionale, attraverso specifici programmi operativi.
    Nella prospettiva dell'azione sui fondi la preoccupazione è dunque
    la seguente: se da una parte non si vedono meccanismi chiari o più
    snelli rispetto a quelli passati - ma anzi un'ulteriore
    stratificazione di regole -, dall'altra parte il meccanismo di
    indirizzo programmatico vede invece il ritorno ad una presenza più
    forte del livello di governo nazionale, in senso dirigista e
    gerarchico-verticale.
    Quindi già la Commissione dà indirizzi rispetto alla programmazione
    degli Stati membri, ma anche lo Stato membro a sua volta ribalta
    sulle Regioni le proprie priorità. Questo meccanismo per la Regione
    Emilia-Romagna deve essere visto in una logica di sussidiarietà
    reale e quindi di pari dignità dei vari livelli istituzionali che
    contribuiscono alla costruzione della politica di coesione, con una
    maggiore elasticità in modo da poter attivare, rispetto al proprio
    territorio, l'utilizzo ottimale delle risorse. Si tratta in poche
    parole di garantire una reale dimensione territoriale delle
    politiche, in particolare della politica di coesione.
    Una prima criticità dei macropunti riguarda questa prima parte e tra
    le macroregole, la più importante per quanto riguarda l'Italia è
    quella della cosiddetta condizionalità macro-economica. Cioè la
    possibilità (che dovrebbe essere consolidata nel contratto di
    partnership tra ciascun Paese e la Commissione, con eventuali
    meccanismi e sue specificazioni sul sistema nazionale) di un blocco
    del trasferimento delle risorse, o con modalità codecise, o con
    modalità più hard ma ancora da definire.
    In sostanza, nei Paesi che non rispettano le condizioni
    macroeconomiche generali di rispetto del cosiddetto semestre europeo
    e dalla governance economica europea, cioè pareggio di bilancio
    entro il 2014, anticipato nel caso italiano al 2013, e rientro al
    60% del rapporto deficit/PIL (e dunque non quelle previste dai fondi
    comunitari o relative all'efficienza della spesa o dell'utilizzo dei
    medesimi), l'inadempienza rispetto alle condizioni macroeconomiche
    da parte dei Governi nazionali ricade negativamente senza
    possibilità di intervenire anche sulle eventuali Regioni virtuose,
    che sono paradossalmente nelle condizioni di utilizzare al meglio
    queste risorse e che ne fanno strumento utile al proprio sistema
    socio-economico. E quindi esiste una forte necessità di non essere
    condizionati nell'operatività dei fondi alle condizioni macro,
    esterne, del rapporto tra Paesi.
    Vi è poi una considerazione ulteriore, secondo la quale se si vanno
    a penalizzare i Paesi e i contesti dove già esiste un elemento di
    criticità economico-finanziaria, decurtandogli i trasferimenti, da
    una parte viene chiesto a questi Paesi di alimentare il bilancio
    europeo, quindi viene loro chiesto di esporre il proprio bilancio a
    un esborso, per contro non gli verrebbe riconosciuto, anche in
    presenza di una politica positiva, il riscontro delle somme
    utilizzate.
    Entrando più nel merito del Fondo sociale (FSE) e del Fondo
    regionale di sviluppo (FESR), una seconda attenzione riguarda gli
    strumenti. Sono immaginate una serie di nuove iniziative e a scala
    territoriale e a scala settoriale: joint action plans, major project
    e infine quelli che - tradotti - sono i gruppi di azione locale,
    quindi la possibilità ulteriore su base territoriale di dar vita ad
    aggregati non per politiche settoriali, ma incentrati su ambiti
    territoriali, al fine di redigere specifici programmi di sviluppo
    (fino ai 10 milioni di euro i programmi settoriali, fino a 50
    milioni di euro le specifiche infrastrutture, da definirsi nei
    contenuti). Programmi che appaiono, per come sono descritti, molto
    simili all'esperienza già fatta dalla Regione Emilia-Romagna con le
    intese territoriali, ma per programmi all'interno di subaree
    nell'ambito dell'efficacia dei cosiddetti programmi operativi.
    In questo processo di definizione dell'operatività locale, diventano
    importanti non soltanto le cosiddette macrocondizionalità, ma anche
    le condizionalità puntuali, le cosiddette condizionalità esatte di
    programmazione.
    Allora sicuramente la Regione condivide tutto questo, come necessità
    di attenzione alla consapevolezza e alla capacità di poter produrre
    proposte programmatiche di utilizzo di risorse, a fronte di una base
    di consapevolezza forte del sistema. Tuttavia la Giunta non vorrebbe
    che l'obbligo di valutazione ex ante di queste condizionalità,
    diventasse eccessivamente rigido in termini di possibilità di
    accedere a nuove forme di intervento.
    Non si vorrebbe insomma che diventasse una sorta di irrigidimento e
    di consolidamento di quello che si è già fatto, che quindi si
    traducesse in sistemi territoriali del nord Europa avvantaggiati in
    modo indiscriminato su tutta una serie di politiche - in particolare
    ricerca, innovazione tecnologica, meccanismi di socialità - e invece
    altri sistemi territoriali, soprattutto quelli dell'area
    mediterranea, meno strutturati, che, invece di poter accedere al
    sostegno per aggredire alcune di queste situazioni, non avendo una
    struttura precedentemente forte, sono interpretati come limitati
    nella loro effettiva capacità di affrontare queste nuove tematiche
    con possibilità di successo e quindi tagliati fuori sin dall'inizio
    dei giochi.
    Quindi sì alla consapevolezza di dove partiamo, no a che diventi un
    elemento troppo rigido e ostativo ad esplorare nuove strategie di
    sviluppo.
    Altre preoccupazioni riguardano poi alcuni meccanismi di rigidità
    sui programmi regionali. Alcuni esempi per tutti: sul fondo
    regionale di sviluppo un 5% dell'accantonamento sulle aree urbane,
    sul fondo sociale europeo un 20% di accantonamento per le politiche
    a stretta correlazione sociale o almeno il 52% delle aree
    competitività. Quindi gli Stati dovrebbero garantire alle Regioni in
    competitività come l'Emilia-Romagna l'obbligo per almeno il 52% di
    utilizzo del Fondo sociale europeo in quei territori.
    Dovrebbe esserci quindi una maggior elasticità all'interno del
    sistema Paese per necessità conclamate e condivise nell'equilibrio
    complessivo e nei sistemi territoriali (sull'equilibrio
    sull'utilizzo dei fondi si aprirà anche un negoziato all'interno
    dell'Italia per ridefinire il peso complessivo di quanto possono
    incidere FESR, FSE e le varie forme di risorse correlate). E la
    raccomandazione diventa di non essere troppo rigidi nel secondo
    negoziato all'interno del sistema Paese e avere la possibilità di
    aggredire i problemi con maggiori condizioni di elasticità nella
    capacità di intervento.
    La Giunta condivide quindi l'impianto dal punto di vista della
    valutazione ex ante, del principio della valutazione, dell'obbligo
    di dover rispondere con risultati concreti, quindi con valutazioni
    di impatto e non semplicemente con un monitoraggio o con una
    reportistica su come sono state utilizzate le risorse, ma anche con
    l'indicazione di quali sono stati i benefici oggettivi e misurabili
    che questi hanno introdotto all'interno di ciascun sistema
    territoriale in termini di maggiore qualità della vita e di
    benessere delle popolazioni.
    Per quanto riguarda infine il tema dello sviluppo locale integrato,
    cioè una delle tre modalità che venivano ricordate come modalità di
    intervento, per la Regione Emilia-Romagna diventa importante - e di
    conseguenza il ruolo della Regione stessa nel contratto di
    partnership non solo verso lo Stato membro, ma anche verso la
    Commissione europea - essere consapevoli delle regole e apportare
    contributi, perché sulla programmazione negoziata in particolare
    l'Amministrazione regionale ha una vasta esperienza, la utilizza da
    anni, nei suo comportamenti, l'ha fatta nel 2006 con questo ciclo di
    programmazione. Pertanto diventa elemento caratterizzante e
    potenzialmente riproducibile per il futuro, avendo la RER già una
    macchina amministrativa attrezzata e rodata.
    Il presidente LOMBARDI, constatato che non vi sono richieste di
    intervento, propone alla Commissione, come da prassi già
    consolidata, di procedere alla votazione della risoluzione, dando
    mandato all'Ufficio di Presidenza della Commissione stessa di
    redigere formalmente il testo, sulla base sia della documentazione
    inviata ai consiglieri e illustrata in seduta, sia del dibattito
    svoltosi in data odierna nella seduta congiunta antimeridiana delle
    Commissioni assembleari IV e V e del relativo parere, di cui dà
    lettura.
    Osserva che la risoluzione sarà ancora a maglie larghe , perché si
    è all'inizio di una procedura che si concluderà nel corso del
    prossimo anno. Afferma che la Commissione è molto interessata da un
    lato a fornire delle indicazioni, dall'altro a seguire l'evolvere
    del negoziato.
    Sottolinea inoltre un altro elemento importante, l'esame di
    sussidiarietà, grazie al quale la risoluzione approvata verrà
    inoltrata, oltre che al Governo e agli europarlamentari eletti nella
    circoscrizione della Regione, anche al Parlamento, nell'ambito della
    procedura dell'early warning system prevista dal Protocollo n. 2
    allegato al Trattato di Lisbona.
    E a questo proposito segnala infine che la risoluzione approvata a
    luglio dalla I Commissione relativamente alla proposta di direttiva
    sull'efficienza energetica, insieme all'analogo atto approvato dalla
    Regione Marche, è stata citata negli atti della 14^ Commissione del
    Senato che saranno inviati ai competenti organi europei.
    La Commissione concorda all'unanimità dei presenti sul mandato e, ai
    sensi dell'articolo 38, comma 4 del Regolamento interno e degli
    articoli 6 e 7 della legge regionale n. 16 del 2008, approva la
    risoluzione con 33 voti a favore (PD, PDL, LN, M5S), nessun
    contrario o astenuto (v. allegato 1).
    - - - - - -
    Esame ai sensi dell'art. 38, comma 4 del Regolamento interno delle
    proposte di regolamento PAC:
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    recante modifica del regolamento (CE) n. 73/2009 in ordine
    all'applicazione dei pagamenti diretti agli agricoltori per il 2013.
    COM(2011) 630 definitivo del 18 ottobre 2011
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che
    modifica il regolamento (CE) n.1234/2007 in ordine al regime di
    pagamento unico e al sostegno ai viticoltori. COM(2011) 631
    definitivo del 18 ottobre 2011
    - Proposta di Regolamento del Consiglio recante misure per la
    fissazione di determinati aiuti e restituzioni connessi
    all'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli.
    COM(2011) 629 definitivo del 17 ottobre 2011
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo
    agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). COM(2011) 627 definitivo
    del 17 ottobre 2011
    - Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica
    agricola comune. COM(2011) 628 definitivo del 17 ottobre 2011
    - Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli
    (regolamento OCM unica) COM(2011) 626 definitivo del 17 ottobre 2011
    - Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell'ambito dei
    regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune COM(2011)
    625 definitivo del 17 ottobre 2011
    Il presidente LOMBARDI osserva che, diversamente dalle proposte di
    regolamento in precedenza affrontate, la competenza della materia
    per gli atti in esame non è della I Commissione, che si esprime solo
    sul profilo della sussidiarietà, bensì della Commissione Politiche
    economiche, che nel proprio parere consultivo ha formulato
    osservazioni specifiche.
    Propone pertanto alla Commissione di accogliere tali osservazioni,
    ribadendo altresì il giudizio positivo in merito al rispetto del
    principio di sussidiarietà, dando mandato, anche in questo caso,
    all'Ufficio di Presidenza della Commissione di redigere il testo
    della risoluzione.
    La Commissione concorda ed approva, ai sensi dell'articolo 38, comma
    4 del Regolamento interno e degli articoli 6 e 7 della legge
    regionale n. 16 del 2008, la risoluzione con 33 voti a favore (PD,
    PDL, LN, M5S), nessun contrario o astenuto (v. allegato 2).
    - - - - - -
    Determinazioni procedurali sull'esame dei seguenti progetti di
    legge:
    1887 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e
    Defranceschi: Norme in materia di incentivi all'occupazione (18 10
    11)
    1478 - Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè:
    Disposizioni tributarie in materia di IRAP (10 06 11) Relatore
    consigliera Silvia Noe'
    Il presidente LOMBARDI informa che l'ultimo argomento all'ordine del
    giorno è superato, in quanto avrebbe previsto l'abbinamento con il
    progetto di legge 1478 (di iniziativa della consigliera Noè) del
    progetto di legge 1887 (di iniziativa dei consiglieri Favia e
    Defranceschi), che nel frattempo è stato ritirato.
    In conclusione di seduta il presidente svolge poi due comunicazioni
    finali.
    La prima rivolta al consigliere Defranceschi, che insieme al
    presidente Favia aveva richiesto una audizione del Comitato per
    l'acqua pubblica sul tema della riforma ATO (agenzie d'ambito
    territoriale ottimale). Annuncia che è di imminente assegnazione
    alla I Commissione il progetto di legge della Giunta regionale, in
    materia di regolazione dei servizi, sull'organizzazione territoriale
    delle funzioni relative ai servizi pubblici locali dell'ambiente.
    Nell'iter di esame del testo, la Commissione indirà un'udienza
    conoscitiva per consultare la società regionale e propone quindi di
    estendere l'invito in quella occasione anche al Comitato.
    La seconda riguarda una audizione con alcuni esperti sul tema
    dell'analisi economica degli strumenti di revisione dell'ISEE,
    richiesta dalla consigliera Noè, con particolare riferimento alle
    esperienze sul campo dei vari modelli elaborati. L'argomento -
    sottolinea - ha una valenza prettamente economica (oggetto della
    discussione sono i redditi) e rientra nelle competenze della I
    Commissione, che può svolgere un approfondimento ai sensi
    dell'articolo 44 del Regolamento interno.
    La Commissione concorda.
    La seduta termina alle ore 16.10.
    Approvato nella seduta del 13 dicembre 2011.
    La Segretaria Il Presidente
    Claudia Cattoli Marco Lombardi
    Regione Emilia-Romagna
    IX Legislatura
    Assemblea Legislativa
    Oggetto: 2050
    I Commissione Permanente
    Bilancio Affari generali ed istituzionali
    Risoluzione sulle proposte di regolamento del Parlamento europeo e
    del Consiglio recanti il quadro legislativo relativo alla politica
    di coesione per il periodo 2014-2020 (COM (2011) 615, 612, 611, 614,
    607 e 610 def. del 6 ottobre 2011). Osservazioni dell'Assemblea
    legislativa della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell'articolo 5,
    comma 3 della legge n. 11 del 2005 e esame di sussidiarietà ai sensi
    del Protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona
    Approvata nella seduta del 9 novembre 2011
    OGGETTO: Risoluzione sulle proposte di regolamento del Parlamento
    europeo e del Consiglio recanti il quadro legislativo relativo alla
    politica di coesione per il periodo 2014-2020 (COM (2011) 615, 612,
    611, 614, 607 e 610 def. del 6 ottobre 2011). Osservazioni
    dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ai sensi
    dell'articolo 5, comma 3 della legge n. 11 del 2005 e esame di
    sussidiarietà ai sensi del Protocollo n. 2 allegato al Trattato di
    Lisbona
    RISOLUZIONE
    La I Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali
    dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia - Romagna
    Visto l'articolo 38, comma 4, del Regolamento interno dell'Assemblea
    legislativa e la legge regionale 28 luglio 2008, n. 16, in
    particolare gli articoli 3, 4 , 6 e 7;
    Visto l'articolo 5, comma 3, della legge n. 11/2005;
    Visto l'articolo 5 del Trattato sull'Unione europea e il Protocollo
    n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e
    proporzionalità allegato al Trattato al trattato sull'Unione europea
    e al trattato sul funzionamento dell'Unione europea;
    Vista la Risoluzione dell'Assemblea legislativa n. 1434 del 8 giugno
    2011 contenente Indirizzi relativi alla partecipazione della
    Regione Emilia - Romagna alla fase ascendente e discendente del
    diritto dell'Unione Europea - Sessione comunitaria 2011 , in
    particolare le lettere f), m), n), o), v);
    Viste le lettere del Presidente dell'Assemblea legislativa (prot. n.
    34034, prot. n. 34027 e prot. n. 34101 del 21 ottobre 2011);
    Viste:
    - la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE)
    n. 1081/2006. COM(2011) 607 definitivo del 6 ottobre 2011;
    - la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    che modifica il regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo
    e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo a un gruppo europeo di
    cooperazione territoriale (GECT) per quanto concerne il chiarimento,
    la semplificazione e il miglioramento delle norme in tema di
    istituzione e di funzionamento di tali gruppi. COM(2011) 610
    definitivo del 6 ottobre 2011;
    - la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di
    sviluppo regionale all'obiettivo di cooperazione territoriale
    europea. COM(2011) 611 definitivo del 6 ottobre 2011;
    - la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    relativo al Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n.
    1084/2006 del Consiglio. COM(2011) 612 definitivo del 6 ottobre
    2011;
    - la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
    relativo a disposizioni specifiche concernenti il Fondo europeo di
    sviluppo regionale e l'obiettivo Investimenti a favore della
    crescita e dell'occupazione e che abroga il regolamento (CE)
    n.1080/2006 COM (2011) 614 definitivo del 6 ottobre 2011;
    - e la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del
    Consiglio recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo
    regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul
    Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo
    per gli affari marittimi e la pesca compresi nel quadro strategico
    comune e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo
    regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, e che
    abroga il regolamento (CE) n.1083/2006. COM(2011) 615 definitivo del
    6 ottobre 2011;
    Visti gli articoli 164, 177 e 178 del Trattato sul funzionamento
    dell'Unione europea (TFUE);
    Visti i pareri resi dalla IV Commissione Politiche per la salute e
    Politiche sociali (prot. n. 36221 del 9 novembre 2011) e dalla V
    Commissione Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport (prot.
    n. 36223 del 9 novembre 2011) nella seduta congiunta del 9 novembre
    2011 sulla Proposta di Regolamento del Paramento europeo e del
    Consiglio relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il
    regolamento (CE) n. 1081/2006. COM(2011) 607 definitivo del 6
    ottobre 2011;
    Considerato che l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona il 1°
    dicembre 2009 ha rafforzato il ruolo regionale nel processo
    decisionale dell'Unione europea, introducendo, con il Protocollo n.
    2 ad esso allegato, il coinvolgimento delle Assemblee legislative
    regionali nel controllo della sussidiarietà in collaborazione con i
    rispettivi Parlamenti nazionali nell'ambito del cd. early warning
    system ;
    Considerato che le proposte di regolamento presentate dalla
    Commissione europea recanti il quadro legislativo relativo alla
    politica di coesione per il periodo 2014-2020 fanno parte degli atti
    segnalati nell'ambito della sessione comunitaria 2011, sui quali
    l'Assemblea e la Giunta regionale si sono impegnate a valutare, al
    momento della effettiva presentazione, l'opportunità di inviare
    osservazioni al Governo ai sensi della legge n. 11 del 2005,
    articolo 5, comma 3, per gli aspetti di competenza regionale, oltre
    all'eventuale esame della sussidiarietà delle proposte legislative
    da parte dell'Assemblea;
    Considerato che nella Risoluzione dell'Assemblea legislativa ogg. n.
    1434 dell'8 giugno 2011 relativa alla sessione comunitaria 2011, era
    stata già segnalata l'importanza del dibattito attualmente in corso
    sul futuro della politica di coesione e richiesto alla Giunta
    regionale di essere informata costantemente degli avanzamenti,
    anche in funzione dell'eventuale espressione di osservazioni al
    Governo in fase ascendente sulle singole iniziative legislative, ai
    sensi della legge 11/2005 (punto f) anche alla luce
    dell'introduzione, a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di
    Lisbona, dell'obiettivo di coesione territoriale a fianco della
    coesione economica e sociale ;
    Considerato che il negoziato sulle proposte di regolamenti, che
    costituiscono il pacchetto legislativo relativo alla politica di
    coesione e definiscono strumenti e procedure per la gestione e la
    spendita dei fondi strutturali per il ciclo di programmazione
    2014-2020, si affianca al dibattito sul MFF Quadro Finanziario
    Pluriennale dell'Unione Europea, destinato a fornire il necessario
    supporto finanziario a tutte le politiche europee fino al 2020, e
    si sta sviluppando parallelamente al negoziato relativo alla
    individuazione delle priorità tematiche di intervento che - ai sensi
    della strategia Europa 2020 - contribuiranno ad orientare la
    programmazione ai vari livelli delle risorse finanziarie da
    investire e degli interventi;
    Considerato che, data la grave situazione di crisi economica e
    politica in atto, i finanziamenti relativi alla politica di coesione
    potrebbero costituire nel prossimo futuro, per lo Stato italiano,
    gli unici finanziamenti indirizzati alla crescita, e per la Regione
    Emilia-Romagna l'unica opportunità di sostegno alle politiche di
    sviluppo territoriale integrato, sostenibile ed innovativo;
    Considerata l'importanza della partecipazione attiva della Regione,
    già in fase ascendente, alla definizione dei contenuti delle
    proposte di regolamento in esame, ai negoziati sulla individuazione
    delle priorità di intervento, per poter orientare al meglio la fase
    di programmazione, soprattutto in considerazione del fatto che i
    fondi strutturali sono gestiti a livello regionale e le regioni sono
    i soggetti responsabili dell'attuazione degli interventi e
    conseguentemente della spendita efficace e misurabile delle risorse
    a fronte di reali benefici in termini di qualità della vita e
    benessere della popolazione;
    Considerato, infine, che il pacchetto legislativo relativo alla
    politica di coesione per il periodo 2014-2020, è costituito da una
    serie di proposte di regolamento molto complesse e strettamente
    collegate tra di loro, sulle quali sono stati avviati solo di
    recente vari percorsi di approfondimento tecnico-politico, analisi e
    condivisione a tutti i livelli di governo, mentre al contempo sono
    allo stadio ancora iniziale i negoziati, si ritiene, almeno in
    questa fase, di formulare alcune considerazioni e osservazioni di
    ordine generale, basate soprattutto su alcune previsioni della
    proposta di regolamento recante disposizioni comuni sui fondi;
    Si esprime in senso favorevole con riferimento agli aspetti di cui
    ai successivi punti a) e b) rilevando quanto segue:
    a)la base giuridica appare correttamente individuata negli articoli
    164, 177 e 178 del TFUE;
    b) Ai fini dell'applicazione del Protocollo n. 2 allegato al
    Trattato di Lisbona, che prevede il coinvolgimento delle Assemblee
    legislative regionali nel controllo della sussidiarietà in
    collaborazione con i rispettivi Parlamenti nazionali nell'ambito del
    cd. early warning system , le proposte di regolamento appaiono
    conformi al principio di sussidiarietà e proporzionalità come
    definito dall'articolo 5, paragrafi 3 e 4 del TUE;
    c) Per quanto attiene il merito delle proposte, osserva che:
    - In linea generale, il negoziato sulla nuova politica di coesione
    per il periodo 2014-2020 si inserisce nella definizione del Quadro
    Finanziario Pluriennale dell'UE per definire la struttura di
    gestione e le regole per orientare la spesa pubblica verso
    l'armonizzazione dello sviluppo e della ripresa dell'economia a
    livello regionale, tramite l'introduzione di appositi Regolamenti
    che andranno a definire regole e procedure per la gestione dei fondi
    strutturali, e, come previsto dalla strategia Europa 2020,
    l'individuazione di un quadro strategico comune (Common Strategic
    Framework), all'interno del quale saranno individuate le priorità
    tematiche di intervento dei 27 Stati membri dell'Unione europea per
    il prossimo futuro. Di conseguenza sottolinea l'importanza, per le
    Regioni italiane, di un coinvolgimento attivo e dell'uso dei vari
    canali istituzionali per influire nei negoziati aperti in sede
    europea, che dovranno concordare, nell'ambito degli obiettivi del
    semestre europeo, della governance economica europea e della
    strategia Europa 2020, le priorità di intervento specifiche dello
    Stato italiano, così da evitare che le Regioni, soggetti
    fondamentali della politica di coesione con la responsabilità, in
    quanto beneficiari, dell'utilizzo e della spendita delle risorse
    assegnate, siano chiamate, successivamente, a dare attuazione ad una
    programmazione calata dall'alto già predefinita in altre sedi;
    - In linea con la precedente osservazione, con riferimento ai
    meccanismi e ai passaggi attraverso i quali si dovrà definire la
    programmazione dei fondi strutturali, rileva la mancanza, almeno
    allo stato attuale, di meccanismi chiari e semplificati rispetto a
    quelli passati, mentre, viceversa, emerge un'ulteriore
    stratificazione di regole e procedure ed un accentramento
    verticale della programmazione che contrasta con la necessità
    evidente di coinvolgere, anche nella fase di costruzione della
    nuova politica di coesione, tutti i soggetti che saranno poi
    chiamati a darvi attuazione, elemento chiave per l'efficacia dei
    risultati sul territorio;
    - Tra gli elementi di criticità che già allo stadio attuale è
    possibile riscontrare nelle proposte legislative della Commissione
    UE, vi è l'introduzione della condizionalità macroeconomica, ossia
    la possibilità per l'Unione europea di bloccare il trasferimento
    alle regioni beneficiarie delle risorse relative alla politica di
    coesione, a fronte del mancato rispetto da parte degli Stati membri
    di una serie di condizioni macroeconomiche, appunto, come il
    raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2013 (per lo Stato
    italiano) e il rientro del rapporto deficit/PIL entro il 60%.
    Considerato che, di per sé, tali condizioni non attengono alle
    regole di gestione e spendita efficiente delle risorse dei fondi, ma
    a questioni macro economiche e finanziarie che regolano i rapporti
    tra Stati membri, e non sono, quindi, variabili imputabili alle
    regioni, cui grava invece il controllo della qualità ed efficacia
    nell'utilizzo dei fondi, rileva che la condizionalità macroeconomica
    - già di per se discutibile - il cui funzionamento dovrebbe essere
    meglio specificato nell'ambito dei cd. contratti di partnership
    stipulati tra Stati membri e Commissione europea, rischia di
    penalizzare maggiormente proprio le Regioni più virtuose che, anche
    a fronte di politiche efficaci nell'ambito del proprio sistema
    socio-economico, potrebbero subire decurtazioni di risorse
    finanziarie per cause e fattori che attengono ai rapporti tra gli
    Stati membri dell'UE, e gli Stati con maggiori problematiche
    economico-finanziarie che, da un lato, sono chiamati ad alimentare
    il bilancio comunitario esponendosi ad un esborso finanziario, senza
    avere, dall'altro, la garanzia del successivo riconoscimento delle
    risorse impiegate anche a fronte di politiche positive e utili;
    - con riferimento più specifico al fondo sociale europeo (FSE) e al
    fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) le proposte di
    regolamento prevedono alcuni nuovi strumenti operativi e di gestione
    delle risorse a scala territoriale o settoriale (Joint action plans,
    Major progect e Integrate Territorial Investment). Nella definizione
    e regolamentazione di questi strumenti influiscono non solo le sopra
    richiamate condizionalità macroeconomiche, ma anche le cd.
    condizionalità ex ante di programmazione. Sul punto rileva che, se
    da un lato non si discute la necessità di verificare in anticipo la
    presenza di alcune condizioni di fondo che garantiscano la concreta
    fattibilità degli interventi e dei progetti che si intendono porre
    in essere, dall'altro lato, un approccio troppo rigido rischia di
    escludere dall'accesso a nuove forme di intervento e finanziamento
    proprio le realtà che ne trarrebbero maggiore beneficio in termini
    di opportunità di crescita sostenibile. In altri termini, inserire
    una serie di parametri vincolanti ai fini dell'accesso ai
    finanziamenti, basati per lo più sull'attuale status quo delle varie
    realtà territoriali, potrebbe precludere l'impiego di risorse
    proprio nei settori e in quei territori dove le strategie puntano a
    rafforzare questi tipi di intervento e politiche di sviluppo. In
    settori come la ricerca, l'innovazione e le politiche di tutela
    sociale, ad esempio, si rischierebbe di avvantaggiare realtà
    territoriali consolidate come quelle del nord europa a discapito
    delle regioni del mediterraneo che su questo tipo di politiche e
    interventi risultano più deboli e, proprio per questo, dovrebbero
    poter intervenire e investire maggiormente.
    - Le proposte di regolamenti prevedono altri criteri che riguardano
    la migliore distribuzione secondo il principio della concentrazione
    delle risorse (ad esempio, l'accantonamento di almeno il 5% delle
    Risorse FESR a livello nazionale per azioni volte a favorire lo
    sviluppo urbano sostenibile; per le regioni più sviluppate
    l'allocazione di almeno il 52% dei fondi strutturali sull'FSE;
    sempre con riferimento all'FSE l'attribuzione a livello nazionale
    del 20% delle risorse all'obiettivo Promuovere l'inclusione sociale
    e combattere la povertà), che, nell'ottica di una maggiore
    elasticità ed efficacia degli interventi da attuare, potrebbero
    trasformarsi in meccanismi di rigidità, in grado di influire
    negativamente nella successiva fase di negoziazione interna allo
    Stato italiano sull'allocazione delle risorse, determinando
    squilibri tra le varie regioni interessate;
    - Infine, nell'ambito dello sviluppo territoriale integrato, la
    Regione Emilia-Romagna, già a partire dal ciclo di programmazione
    2000-2006 ha sviluppato procedure e metodologie di intervento
    risultate efficaci. Di conseguenza, rileva l'opportunità di
    proporre, sia nella fase di negoziato tra il Governo e la
    Commissione europea finalizzata alla definizione del contratto di
    partnership che in quella successiva interna allo Stato italiano, la
    possibilità per la nostra regione di rafforzare, aggiornare e
    strutturare in modo permanente il ricorso, anche nel nuovo ciclo di
    programmazione 2014-2020, agli strumenti e procedure già
    sperimentati e risultati in grado di garantire un efficace uso
    integrato delle risorse.
    d)Sulla base di quanto precede rileva l'opportunità di trasmettere
    la presente Risoluzione al Governo, per il tramite della Conferenza
    dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
    Province autonome, quali osservazioni ai sensi dell'articolo 5,
    comma 3, della legge 11/2005, ai fini della formazione della
    posizione italiana;
    e) Dispone l'invio della presente Risoluzione, al Senato della
    Repubblica e alla Camera dei Deputati per l'inoltro alle competenti
    Commissioni parlamentari, anche ai fini dell'espressione del parere
    di cui al Protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di
    sussidiarietà e proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione
    europea e sul funzionamento dell'Unione europea;
    f)Dispone l'invio della presente Risoluzione alla Giunta della
    Regione Emilia - Romagna, per garantire il massimo raccordo tra gli
    organi della Regione nello svolgimento delle rispettive attività e
    competenze, assegnate dalla legge e dal regolamento;
    g) Impegna la Giunta ad assicurare un'adeguata informazione sulle
    proposte di regolamento recanti il quadro legislativo della Politica
    di coesione per il periodo 2014-2020, informando le competenti
    Commissioni assembleari circa le modalità e i contributi concreti
    della partecipazione della Regione Emilia-Romagna al processo
    decisionale e le iniziative assunte nelle opportune sedi nazionali
    ed europee;
    h) Dispone inoltre l'invio della presente Risoluzione ai
    parlamentari europei eletti in Emilia - Romagna e ai membri emiliano
    - romagnoli del Comitato delle Regioni, al Network sussidiarietà del
    Comitato delle Regioni, alle Assemblee legislative regionali
    italiane ed europee per favorire la massima circolazione delle
    informazioni sulle attività di partecipazione alla fase ascendente.
    Approvata all'unanimità nella seduta del 9 novembre 2011, ai sensi
    dell'articolo 38, comma 4 del Regolamento interno e della legge
    regionale n. 16 del 2008.
    Regione Emilia-Romagna
    IX Legislatura
    Oggetto: 2006
    Assemblea Legislativa
    I Commissione Permanente
    Bilancio Affari generali ed istituzionali
    Risoluzione sulle Proposte di Regolamento del Parlamento europeo e
    del Consiglio recanti il quadro legislativo della Politica agricola
    comune (PAC) per il periodo 2014-2020 (COM (2011) 630 e 631 def. 18
    ottobre 2011 e 629, 627, 628, 626, 625 def. 17 ottobre 2011).
    Osservazioni dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
    ai sensi dell'articolo 5, comma 3 della legge n. 11 del 2005 e
    controllo di sussidiarietà ai sensi del Protocollo n. 2 allegato al
    Trattato di Lisbona
    Approvata nella seduta del 9 novembre 2011
    OGGETTO: Risoluzione sulle proposte di Regolamento del Parlamento
    europeo e del Consiglio recanti il quadro legislativo della Politica
    agricola comune (PAC) per il periodo 2014-2020 (COM (2011) 630 e 631
    def. 18 ottobre 2011 e 629, 627, 628, 626 e 625 def. 17 ottobre
    2011). Osservazioni dell'Assemblea legislativa della Regione
    Emilia-Romagna ai sensi dell'articolo 5, comma 3 della legge n. 11
    del 2005 e esame di sussidiarietà ai sensi del Protocollo n. 2
    allegato al Trattato di Lisbona
    RISOLUZIONE
    La I Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali
    dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia - Romagna
    Visto l'articolo 38, comma 4, del Regolamento interno dell'Assemblea
    legislativa e la legge regionale 28 luglio 2008, n. 16, in
    particolare gli articoli 3, 4 , 6 e 7;
    Visto l'articolo 5, comma 3, della legge n. 11/2005;
    Visto l'articolo 5 del Trattato sull'Unione europea e il Protocollo
    n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e
    proporzionalità allegato al Trattato al trattato sull'Unione europea
    e al trattato sul funzionamento dell'Unione europea;
    Vista la Risoluzione dell'Assemblea legislativa n. 1434 del 8 giugno
    2011 contenente Indirizzi relativi alla partecipazione della
    Regione Emilia - Romagna alla fase ascendente e discendente del
    diritto dell'Unione Europea - Sessione comunitaria 2011 , in
    particolare le lettere m), n), o), v);
    Vista la Risoluzione della I Commissione Bilancio, Affari Generali
    e Istituzionali dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia -
    Romagna n. 854 del 14 dicembre 2010 contenente Osservazioni
    dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna sulla
    Comunicazione della commissione europea al Parlamento europeo, al
    Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato
    delle regioni La PAC verso il 2020: rispondere alle future sfide
    dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio - COM
    (2010) 672 del 18 novembre 2010 ;
    Viste le lettere del Presidente dell'Assemblea legislativa (prot. n.
    34105 del 21 ottobre 2011 e prot. n. 34858 del 27 ottobre 2011);
    Vista la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del
    Consiglio recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori
    nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola
    comune - COM(2011) 625 definitivo del 17 ottobre 2011; la Proposta
    di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante
    organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (regolamento
    OCM unica) - COM(2011) 626 definitivo del 17 ottobre 2011; la
    Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul
    sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo
    per lo sviluppo rurale (FEASR) - COM(2011) 627 definitivo del 17
    ottobre 2011; la Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e
    del Consiglio sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio
    della politica agricola comune - COM(2011) 628 definitivo del 17
    ottobre 2011; la Proposta di Regolamento del Consiglio recante
    misure per la fissazione di determinati aiuti e restituzioni
    connessi all'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli
    - COM(2011) 629 definitivo del 17 ottobre 2011; la Proposta di
    Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica
    del regolamento (CE) n. 73/2009 in ordine all'applicazione dei
    pagamenti diretti agli agricoltori per il 2013 - COM(2011) 630
    definitivo del 18 ottobre 2011; la Proposta di Regolamento del
    Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE)
    n.1234/2007 in ordine al regime di pagamento unico e al sostegno ai
    viticoltori - COM(2011) 631 definitivo del 18 ottobre 2011;
    Visti gli articoli 42 e 43 del Trattato sul funzionamento
    dell'Unione europea (TFUE);
    Visto il parere reso dalla II Commissione Politiche economiche
    nella seduta del 3 novembre 2011 (prot. n. 35679 del 4 novembre
    2011);
    Considerato che l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona il 1°
    dicembre 2009 ha rafforzato il ruolo regionale nel processo
    decisionale dell'Unione europea, introducendo, con il Protocollo n.
    2 ad esso allegato, il coinvolgimento delle Assemblee legislative
    regionali nel controllo della sussidiarietà in collaborazione con i
    rispettivi Parlamenti nazionali nell'ambito del cd. early warning
    system ;
    Considerato che le Proposte di Regolamento presentate dalla
    Commissione europea recanti il quadro legislativo della Politica
    agricola comune (PAC) fanno parte degli atti segnalati nell'ambito
    della sessione comunitaria 2011, sui quali l'Assemblea e la Giunta
    regionale si sono impegnate a valutare, al momento della effettiva
    presentazione, l'opportunità di inviare osservazioni al Governo ai
    sensi della legge n. 11 del 2005, articolo 5, comma 3, per gli
    aspetti di competenza regionale, oltre all'eventuale esame della
    sussidiarietà delle proposte legislative da parte dell'Assemblea;
    Considerato che già a seguito della segnalazione effettuata nel
    corso della sessione comunitaria 2010, la I Commissione aveva
    inviato osservazioni al Governo ai sensi della legge n. 11 del 2005,
    articolo 5, comma 3, sulla Comunicazione della Commissione al
    Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale
    Europeo e al Comitato delle Regioni - La PAC verso il 2020:
    rispondere alle future sfide dell'alimentazione, delle risorse
    naturali e del territorio COM(2010) 672 def., che delineava la
    strategia della Commissione europea sulla riforma della PAC e
    anticipava la successiva presentazione delle proposte recanti il
    nuovo quadro legislativo della Politica agricola comune (PAC);
    Considerata la portata della riforma in atto anche alla luce delle
    competenze delle regioni italiane in questa materia e del potenziale
    impatto su un settore come quello agricolo, di importanza strategica
    per la Regione Emilia - Romagna, e l'ampio dibattito, sulle proposte
    presentate dalla Commissione europea, attualmente in atto a livello
    europeo, nazionale e regionale;
    Considerata l'importanza delle proposte in esame e della
    partecipazione della Regione, già in fase ascendente, alla
    definizione dei contenuti delle proposte nonché ai successivi
    negoziati sulle stesse attraverso l'attivazione di tutti gli
    strumenti e le procedure di partecipazione al processo decisionale
    dell'Unione europea;
    Considerato infine, che il pacchetto di misure di riforma della PAC
    è costituto da sette proposte di regolamento molto complesse e
    strettamente collegate tra di loro, di conseguenza, ferma restando
    l'analisi della Riforma nel suo complesso, sono state evidenziate
    specifiche osservazioni di merito che attengono maggiormente ad
    alcune delle proposte esaminate;
    Si esprime in senso favorevole con riferimento agli aspetti
    giuridici di cui ai successivi punti a) e b) rilevando quanto
    segue:
    a) la base giuridica appare correttamente individuata negli articoli
    42 e 43 del TFUE;
    b) Ai fini dell'applicazione del Protocollo n. 2 allegato al
    Trattato di Lisbona, che prevede il coinvolgimento delle Assemblee
    legislative regionali nel controllo della sussidiarietà in
    collaborazione con i rispettivi Parlamenti nazionali nell'ambito del
    cd. early warning system , le proposte di regolamento appaiono
    conformi al principio di sussidiarietà e proporzionalità come
    definito dall'articolo 5, paragrafi 3 e 4 del TUE;
    Per quanto attiene il merito delle proposte, osserva che:
    c) con riferimento alle misure previste nella Proposta di
    regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sui
    pagamenti diretti agli agricoltori nell'ambito dei regimi di
    sostegno previsti dalla politica agricola comune COM(2011) 625
    definitivo del 17 ottobre 2011:
    - è fortemente criticabile la proposta di adottare quale criterio
    di riparto delle risorse tra gli Stati membri destinate ai pagamenti
    diretti, il solo parametro della superficie, peraltro riferito alla
    superficie ammissibile a premio nel 2009. Questo meccanismo,
    infatti, escluderebbe dal computo le superfici coltivate a
    ortofrutta e vite, colture che, nel periodo considerato, non erano
    ammissibili ai pagamenti PAC, e di conseguenza non potrebbero essere
    prese in considerazione in sede di riparto delle risorse. Si
    propone, pertanto, di integrare il criterio della superficie con
    altri parametri quali la PLV, l'occupazione, il valore aggiunto
    riparametrando l'entità dell'aiuto in considerazione del diverso
    potere di acquisto esistente negli Stati membri;
    - con riferimento al valore della componente di base dei pagamenti
    diretti, il passaggio dal regime attuale (legata alle produzioni
    storiche) al nuovo sistema che estende a tutte le superfici agricole
    (regionalizzazione) pagamenti degli aiuti entro il termine del 2019
    avrebbe come conseguenza una riduzione del valore unitario
    dell'aiuto significativa rispetto alle medie registrate nelle
    economie agricole di vitale importanza per la tenuta socio economica
    di ampie porzioni del territorio rurale nazionale caratterizzate da
    un apporto di lavoro per unità di superficie o bestiame molto
    elevato e, per questo, più esposto ai rischi del mercato. Per
    consentire l'adattamento dei sistemi agricoli al nuovo regime,
    propone, pertanto, di estendere il periodo di transizione sino al
    2026;
    - dalla proposta non emerge una politica specifica e adeguata a
    sostegno dei prodotti di qualità, di conseguenza si propone di dare
    in questa sede concreta attuazione alle strategie dell'Unione
    europea di incentivazione delle produzioni di qualità anche
    attraverso l'attivazione, a discrezione degli stati membri /
    regioni, di una componente volontaria per il sostegno alle
    produzioni di qualità certificate entro la quota massima del 2% del
    massimale nazionale;
    - con riferimento al cd. greening, ovvero le disposizioni che
    disciplinano i pagamenti per le pratiche agricole finalizzate a
    tutelare il clima e l'ambiente, si rileva che, così come attualmente
    strutturate nella proposta di regolamento, escludendo le colture
    arboree, penalizzano fortemente i paesi dell'area mediterranea e
    deprimono ulteriormente la competitività delle aziende collocate in
    queste aree e inoltre, risultano troppo rigide e di dubbia efficacia
    in termini di tutela dell'ambiente. Appare, inoltre, troppo alta la
    percentuale di incidenza, sia in termini finanziari che in termini
    di modalità e di superficie. Di conseguenza, si propone: di inserire
    fra gli agricoltori che hanno diritto al premio aggiuntivo per il
    greening anche i titolari di superfici a colture permanenti e chi ha
    aziende situate in tutto o in parte in zone contemplate dalla
    direttiva nitrati 91/676, in aggiunta a quanto già previsto per le
    direttive 92/43/CEE o 2009/147/CE; di ridurre al 20% la componente
    ambientale, attualmente stabilita nella proposta di regolamento al
    30%, e il chiarimento netto delle relazioni di tali impegni con gli
    interventi dello Sviluppo Rurale (Biologico, Indennità Natura 2000
    ecc.). Infine, sarebbe opportuno assicurare che nella componente
    ecologica possano rientrare gli elementi caratteristici del
    paesaggio, i terrazzamenti, le fasce tampone che sono tutelati anche
    dalla condizionalità in termini di mantenimento.
    - con riferimento alla mancanza di adeguati strumenti di
    stabilizzazione del reddito degli agricoltori e di gestione delle
    crisi, si propone di trasferire sul I pilastro gli strumenti di
    stabilizzazione del reddito (o income stabilization tool),
    attualmente inseriti nel II pilastro relativo allo sviluppo rurale,
    così da rendere questi interventi coerenti con gli obiettivi del I
    pilastro di garanzia ai redditi e da consentire una gestione
    semplice, dinamica, tempestiva. In quest'ottica si richiede
    l'attivazione a discrezione degli stati membri/regioni, di una
    componente volontaria per l'adozione di misure per la gestione dei
    rischi di mercato entro un massimo del 10% del massimale nazionale.
    - Con riferimento all'obiettivo di semplificazione si rileva che il
    regime forfetario per le piccole aziende non appare in grado di
    compensare le complicazioni e le difficoltà di attuazione
    determinate dall'introduzione delle misure di greening e dai
    problemi di demarcazione tra OCM unica e Sviluppo Rurale che, per
    come è strutturata la proposta di regolamento, continuano a
    sussistere.
    d)Con riferimento alle misure previste nella Proposta di regolamento
    del Parlamento europeo e del Consiglio recante organizzazione comune
    dei mercati dei prodotti agricoli (regolamento OCM unica) COM(2011)
    626 definitivo del 17 ottobre 2011:
    - Con riferimento alla soppressione delle quote zucchero a partire
    dalla data del 30 Settembre 2015, si rileva che essa è destinata a
    destabilizzare definitivamente il comparto bieticolo saccarifero
    italiano già oggetto di una profonda ristrutturazione, a vantaggio,
    invece, della bieticoltura nel nord Europa, di conseguenza
    andrebbero pensati e inseriti nella proposta dei sistemi più
    flessibili per orientare la produzione al mercato, collegati con gli
    stock mondiali di zucchero;
    - Con riferimento alla soppressione delle quote in generale, si
    rileva la necessità di prorogare oltre il 2015 tali regimi, in
    particolare, per le quote latte si ravvisa, inoltre, la non
    positività della cessazione dell'obbligo degli acquirenti di
    dichiarare mensilmente la produzione di latte ritirata e da parte
    dei produttori in vendite dirette di dichiarare annualmente la
    produzione prodotta/venduta. Tale informazione, infatti, è
    fondamentale per traghettare il settore verso il superamento della
    politica delle quote, mantenendo contemporaneamente monitorata la
    produzione, presupposto questo essenziale per la conoscenza del
    mercato e per supportare al meglio i rapporti contrattuali in questo
    settore.
    - Con riferimento alle Organizzazioni di Produttori e
    organizzazioni Interprofessionali, si sottolinea che l'obiettivo di
    prevenire la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli e di
    migliorare il buon funzionamento della catena alimentare è stato
    affrontato in maniera troppo blanda, anche in risposta all'abbandono
    del regime delle quote: l'OCM unica, infatti, rende sistematica la
    possibilità per tutti i settori di costituire Organizzazioni di
    Produttori e organizzazioni interprofessionali, quali strumenti per
    migliorare la programmazione dell'offerta e regolarizzare il
    mercato, tuttavia, a fronte di questo aspetto positivo, permangono
    delle disomogeneità tra settori con riferimento a due aspetti
    fondamentali: in primo luogo, le risorse per dotare le
    Organizzazioni di produttori di strumenti operativi - così come già
    avviene per l'ortofrutta dove sono risultate ampiamente più efficaci
    soprattutto perché inserite direttamente nel I pilastro (senza
    cofinanziamento da parte dello Stato membro)- dovrebbero essere
    interamente trasferite nell'OCM unica e rafforzate, mentre
    attualmente per le altre OP sono previsti piccoli incentivi
    unicamente nel II pilastro relativo allo Sviluppo rurale; in secondo
    luogo, la proposta di regolamento appare poco efficace e mantiene
    una discriminazione tra settori nell'ambito della contrattazione
    (attualmente possibile in maniera dettagliata per lo zucchero, il
    latte e i prodotti lattiero - caseari), che rappresenta un elemento
    fondamentale di prevenzione delle crisi e della volatilità dei
    prezzi. Senza un esplicito richiamo alla possibilità di introdurre
    regole di base omogenee sui modelli contrattuali (così come avviene
    nel caso del latte), infatti, si lasciano in buona parte irrisolti i
    problemi del riequilibrio del valore nella catena alimentare, con
    meccanismi e strumenti che, di fatto, intervengono quando le crisi
    sono in atto, senza essere in grado di prevenirle.
    e) Con riferimento alla Proposta di REGOLAMENTO del Parlamento
    europeo e del Consiglio sul finanziamento, sulla gestione e sul
    monitoraggio della politica agricola comune. COM(2011) 628
    definitivo del 17 ottobre 2011:
    - Sarebbe opportuno ripristinare l'entità dell'anticipazione del 7%
    che costituisce un indispensabile volano finanziario necessario
    all'avvio tempestivo delle iniziative programmate e consente di
    evitare i maggiori rischi di disimpegno delle risorse nei primi
    anni. Inoltre si richiede l' equiparazione delle procedure
    gestionali previste per lo Sviluppo rurale con quanto previsto per i
    fondi strutturali, e in particolare si dovrebbero applicare anche
    per il FEARS le procedure di controllo semplificate già contenute
    nelle proposte di regolamento per i fondi strutturali, a partire
    dalle regole per il disimpegno automatico.
    f) Con riferimento alla Proposta di REGOLAMENTO del Parlamento
    europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte
    del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). COM(2011)
    627 definitivo del 17 ottobre 2011:
    - Si rileva l'opportunità di rivedere complessivamente le linee
    d'intervento per le produzioni di qualità che, a fronte della grande
    enfasi data ai contenuti del Pacchetto Qualità, sono di fatto
    depotenziate, dalla riproposizione della disposizione sui costi di
    certificazione, senza le opportune modifiche necessarie a
    migliorarne l'attuale ridottissima portata, e la contemporanea
    eliminazione della disposizione sulla promozione nei mercati
    interni.
    - con riferimento agli strumenti per la gestione dei rischi di
    mercato, si ribadisce quanto affermato in precedenza, ossia che il
    mantenimento nel II pilastro (relativo allo sviluppo rurale)
    potrebbe comportare fenomeni distorsivi della concorrenza o almeno
    modalità di intervento non omogenee a livello comunitario, in quanto
    tali interventi sono gestiti a livello locale e influenzati dalla
    capacità di cofinanziamento degli Stati membri.
    g) Sulla base di quanto precede rileva l'opportunità di trasmettere
    la presente Risoluzione al Governo, per il tramite della Conferenza
    dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
    Province autonome, quali osservazioni ai sensi dell'articolo 5,
    comma 3, della legge 11/2005, ai fini della formazione della
    posizione italiana.
    h) Dispone l'invio della presente Risoluzione, al Senato della
    Repubblica e alla Camera dei Deputati per l'inoltro alle competenti
    Commissioni parlamentari, anche ai fini dell'espressione del parere
    di cui al Protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di
    sussidiarietà e proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione
    europea e sul funzionamento dell'Unione europea;
    i) Dispone l'invio della presente Risoluzione alla Giunta della
    Regione Emilia - Romagna, per garantire il massimo raccordo tra gli
    organi della Regione nello svolgimento delle rispettive attività e
    competenze, assegnate dalla legge e dal regolamento;
    j) Impegna la Giunta ad assicurare un'adeguata informazione sul
    pacchetto di proposte di regolamento presentate dalla Commissione
    europea recanti il quadro legislativo della Politica agricola comune
    (PAC) per il periodo 2014-2020, informando le competenti Commissioni
    assembleari circa le modalità e i contributi concreti della
    partecipazione della Regione Emilia-Romagna al processo decisionale
    e le iniziative assunte nelle opportune sedi nazionali ed europee;
    k) Dispone inoltre l'invio della presente Risoluzione ai
    parlamentari europei eletti in Emilia - Romagna e ai membri emiliano
    -romagnoli del Comitato delle Regioni, al Network sussidiarietà del
    Comitato delle Regioni, alle Assemblee legislative regionali
    italiane ed europee per favorire la massima circolazione delle
    informazioni sulle attività di partecipazione alla fase ascendente.
    Approvata all'unanimità nella seduta del 9 novembre 2011, ai sensi
    dell'articolo 38, comma 4 del Regolamento interno e dell'articolo 6,
    comma 2 della legge regionale n. 16 del 2008.
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