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Legislatura IX - Commissione III - Verbale del 24/10/2013 antimeridiano

     

     

     

     

     

    Verbale n. 29

    Seduta del 24 ottobre 2013

     

    Il giorno giovedì 24 ottobre 2013 alle ore 10.30 si è riunita presso la sede dell’Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità convocata con nota prot. n. 41072 del 18/10/2013.

     

    Partecipano alla seduta i Consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    ZOFFOLI Damiano

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    BERNARDINI Manes

    Vicepresidente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    4

    presente

    MARANI Paola

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    3

    presente

    ALESSANDRINI Tiziano

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    BARTOLINI Luca

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    4

    assente

    BAZZONI Gianguido

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    1

    assente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    6

    presente

    CASADEI Thomas

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppe Grillo.it

    1

    assente

    DONINI Monica

    Componente

    Federazione della Sinistra

    2

    presente

    FAVIA Giovanni

    Componente

    Gruppo Misto

    3

    presente

    FERRARI Gabriele

    Componente

    Partito Democratico

    4

    presente

    MANDINI Sandro

    Componente

    Italia dei Valori

    2

    assente

    MAZZOTTI Mario

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MEO Gabriella

    Componente

    Sinistra Ecologia e Libertà – Idee Verdi

    2

    assente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    NOE’ Silvia

    Componente

    UDC - Unione di Centro

    1

    presente

    PARIANI Anna

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri Roberto GARBI in sostituzione di Pariani e Alberto VECCHI in sostituzione di Bartolini.

    È altresì presente Gian Carlo MUZZARELLI (Assessore alle Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, economia verde, edilizia, autorizzazione unica integrata).

    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: M. Zanelli (Resp. Serv. Qualità urbana e politiche abitative); R. Lumbrici e M. Fabbri (Serv. Qualità urbana e politiche abitative); J. Frenquellucci (Serv. Informazione e comunicazione istituzionale).

    Presiede la seduta: Damiano Zoffoli

    Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini

    Resocontista: Antonella Agostini

     


    Il presidente ZOFFOLI dichiara aperta la seduta alle ore 10.45.

     

    Sono presenti i consiglieri Bernardini, Bignami, Casadei, Donini, Garbi, Marani, Mazzotti, Noè, Paruolo, Vecchi Alberto.

     

    - Approvazione verbali nn. 24, 25, 26 e 27 del 2013.

    La Commissione li approva all’unanimità dei presenti.

    3683 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Bignami: "Norme per il recupero a fini abitativi dei sottotetti" (06 03 13).

    Nomina relatore

     

    Il presidente ZOFFOLI chiede se ci siano proposte in merito alla nomina del relatore e il consigliere BERNARDINI propone come relatore il consigliere Galeazzo Bignami.

     

    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci richieste d’intervento, pone in votazione la proposta.

     

    La Commissione nomina all’unanimità il consigliere Galeazzo Bignami relatore del progetto di legge "Norme per il recupero a fini abitativi dei sottotetti".

     

    Esame abbinato dei progetti di legge:

     

    4451 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche alla legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 (Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo)" (delibera di Giunta n. 1254 del 09 09 13).

    Testo base

     

    2099 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Bignami: "Modifiche alla L.R. Emilia-Romagna 8 agosto 2001, n. 24 recante - Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo" (05 12 11).

     

    208 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Lombardi e Bazzoni: "Nuove norme per la permanenza negli alloggi pubblici. Modifiche alla L.R. 8 agosto 2001, n. 24 recante: Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo" (30 06 10).

     

    207 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Lombardi e Bazzoni: "Nuove norme sull'assegnazione degli alloggi pubblici agli stranieri. Modifiche alla legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 recante "Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo"" (30 06 10).

     

    (Relatore consigliere Mario Mazzotti)

    (Discussione generale)

     

    Entrano i consiglieri Alessandrini e Ferrari.

     

    Il presidente ZOFFOLI ricorda che si è svolta un’udienza conoscitiva molto partecipata, che oggi si apre la discussione generale e che martedì 29, alle 14, 30, la Commissione è convocata per iniziare l’esame dell’articolato. Sono già pervenuti emendamenti a firma del relatore consigliere Mazzotti, che sono stati distribuiti ieri e un altro che viene distribuito ora.

     

    Il relatore consigliere MAZZOTTI dice di limitarsi semplicemente a richiamare i quattro punti principali che compongono il progetto di legge, già presentato dall’assessore in una seduta precedente. Come evidenziato si tratta di una manutenzione straordinaria della legge 24/2001 e il testo qui in discussione – come mostrato anche dall’udienza conoscitiva – è un testo che è stato ampiamente ragionato e discusso e non completamente definito. Ci si aspetta, anche nella discussione che si svilupperà, di dar luogo a modifiche, all’interno dell’impianto generale del progetto di legge. Il primo capitolo raggruppa tutti gli articoli che hanno a che fare con le finalità della legge. Si affronta in modo organico e omogeneo il tema della filiera dell’abitare e soprattutto si disciplina in maniera compiuta la funzione dell’edilizia residenziale sociale introducendo all’interno di questo concetto, a pieno titolo, l’edilizia residenziale pubblica. Su questo punto, nel corso dell’attuazione della legge e nel corso dell’evoluzione delle politiche abitative, sia per iniziative locali che regionali, si era verificata negli anni in alcuni punti, una divaricazione che con questo progetto di legge si cerca di ricomporre assumendo appunto il concetto dell’edilizia pubblica come parte integrante dell’edilizia sociale. Viene ampliato il campo delle politiche abitative rendendo più chiaro che l’obiettivo dell’edilizia sociale è quello di corrispondere alla domanda di abitazione per quelle fasce di cosiddetta “zona grigia”, oltre alle fasce sociali più bisognose, che non si possono più permettere – sia per la crisi che per le mutate condizioni economiche – la possibilità di accedere al diritto fondamentale dell’abitazione. L’edilizia sociale è composta da quell’insieme di alloggi che vengono realizzati per quelle finalità, con il contributo pubblico. Non solo un intervento diretto del pubblico, ma anche tutte le altre forme di agevolazione e intervento che il pubblico mette in campo (cessione di un diritto di superficie, sconto di oneri ecc.). Viene, poi, definito, il concetto di alloggio sociale.

     

    Esce il consigliere Paruolo.

     

    Un altro obiettivo del progetto di legge è quello di accrescere il patrimonio disponibile di edilizia residenziale pubblica, essendo a conoscenza di tutti lo scarto tra domanda e offerta. Si introduce un principio giusto, apprezzato anche nell’udienza conoscitiva, che è il rapporto pubblico/privato da realizzare in coerenza anche con altre normative regionali in materia di edilizia e urbanistica, sulla base del principio di sostenibilità. C’è una chiara preferenza verso il tema del recupero del costruito, dell’affiancamento dei programmi e progetti di edilizia residenziale sociale nei Piani di riqualificazione urbana, in un quadro complessivo di riqualificazione del tessuto urbano e di non “ghettizzazione”, di buon governo del patrimonio edilizio e di buona socialità. Vengono ribaditi, inoltre, i principi che riguardano il tema della sicurezza, della sostenibilità energetica, dell’uso dei materiali e l’innovazione nei processi edilizi. Altro punto è quello della governance. In questa fase di riassetto istituzionale già definito dalla L.R. 21/2012 e in attesa della determinazione del ruolo delle Province le funzioni di coordinamento vengono esercitate dal Tavolo territoriale di concertazione delle politiche abitative, resta in vigore quanto già previsto circa il ruolo dei Comuni – proprietari del patrimonio – e titolari delle funzioni che esercitano attraverso le conferenze degli enti. In questo contesto vengono ulteriormente precisati – anche a fronte dell’esperienza maturata in questi anni – ruolo e funzioni di ACER, che la legge chiaramente indica come strumento operativo dei Comuni, che i Comuni possono utilizzare per la gestione del patrimonio pubblico e per lo svolgimento delle funzioni tecnico-amministrative. Su questo punto, nel corso degli anni, ci sono state esperienze che hanno visto crescere società di scopo collegate alle ACER e altre attività non solo connesse alla missione istituzionale delle ACER e – fatte salve le iniziative in essere – per quello che riguarda la funzione specifica e il ruolo delle ACER il progetto di legge le riconduce unicamente al ruolo di strumento dei Comuni. Accenna all’approfondimento in corso sul problema - emerso anche nel corso della seduta della Commissione Sanità e Politiche sociali – delle ACER proprietarie anche di patrimonio di edilizia residenziale pubblica, in quanto c’è una norma che impedisce che possano essere beneficiarie del contributo pubblico, come per gli alloggi di cui non hanno la proprietà. Al riguardo informa che si sta cercando una formulazione giuridicamente adeguata per poter considerare questo patrimonio pubblico di edilizia residenziale pubblica di proprietà di ACER al pari degli stessi alloggi di proprietà dei Comuni per quanto riguarda la possibilità di accedere ai contributi regionali.

    Il quarto capitolo riguarda il tema delle disposizioni per una migliore gestione e utilizzazione del patrimonio dei circa 57 mila alloggi di edilizia residenziale pubblica che compongono il patrimonio complessivo dell’ Emilia-Romagna. Accenna brevemente alla responsabilizzazione e partecipazione degli assegnatari; al rafforzamento degli strumenti relativi alla mobilità da un alloggio all’altro per evitare sottoutilizzazione del patrimonio edilizio; alla disincentivazione e penalizzazione di comportamenti di danneggiamento; al tema del subentro nell’alloggio; alla previsione di agenti accertatori nel quadro di un consolidamento del profilo sanzionatorio.

     

    Rientra il consigliere Paruolo.

     

    C’è poi un rinvio per quanto riguarda il tema della regolamentazione comunale: si ribadisce che sono i Comuni che, con la loro regolamentazione, intervengono e, una volta approvata questa legge, ci sono degli atti che devono essere approvati dalla Giunta e verranno visti e discussi nelle Commissioni.

    Viene aggiunto un articolo che riguarda la tutela di chi ha subito violenza, su suggerimento dell’assessorato Servizi sociali e di alcuni Comuni.

    Informa, inoltre, che è in corso di approfondimento il tema dei limiti di accesso e di permanenza all’interno degli alloggi con alcune simulazioni per verificare l’impatto di questo tipo d’interventi e quali siano i margini di manovra.

    Si rende disponibile per eventuali ulteriori approfondimenti.   

     

    Il presidente ZOFFOLI ringrazia il relatore e apre la discussione generale.

     

    Il consigliere BERNARDINI evidenzia un aspetto che non è contenuto nelle nuove norme che vanno a modificare la legge vigente. Si riferisce alle molte situazioni critiche di tanti condomini ACER, situazioni e criticità legate alla gestione del condominio stesso. Ritiene che, in questo caso, potrebbe essere sperimentata da parte della normativa un nuovo orientamento della gestione delle realtà condominiali, che è quello di istituire un patto tra gli assegnatari per la gestione delle parti comuni, sulla base dell’esperienza di altre realtà che esistono sul territorio di collaborazione tra utenti e servizio offerto, riconoscendo un valore a quello che può essere un impegno che l’assegnatario mette in campo a favore della comunità condominiale, garantendo anche una responsabilizzazione e un nuovo rapporto tra assegnatari/ente pubblico/comunità stessa. Lo definisce un “nuovo patto sociale” che ha come riferimenti non solo la pubblica amministrazione, ma anche la collettività.

     

    Esce il consigliere Casadei.

     

    Si tratta di un impegno per responsabilizzare gli assegnatari di alloggi a compiere quell’ordinaria manutenzione e gestione delle parti comuni per migliorare il contesto ambientale, prevedendo anche un meccanismo di controllo sugli obiettivi raggiunti. Dice di aver espresso il concetto, ma di non sapere come possa essere tradotto nella normativa, credendo però che possa essere un modo nuovo di approcciare il sistema di assegnazione, riconoscendo anche un effetto sulla misura del canone.  

     

    Il consigliere VECCHI Alberto rimarca l’importanza di consentire al disabile di restare nell’alloggio ACER anche dopo la morte del genitore assegnatario, perché il contesto di relazioni e i punti di riferimento costruiti in quel luogo possono aiutarlo. Con riferimento agli emendamenti 7 e 8 - che gli sembra recepiscano il principio – chiede, però, se nel limite del 66% d’invalidità inserito nella norma siano compresi, per esempio, anche i ragazzi sordomuti. Ringrazia perché è stata recepita con l’emendamento la sua sollecitazione su un tema socialmente rilevante, ma domanda se l’aver sostituito il termine disabilità con una percentuale d’invalidità possa creare problemi per questa categoria specifica.

     

    Esce il consigliere Vecchi Alberto.

     

    La consigliera MARANI ringrazia il relatore perché, di fatto, il testo che viene presentato ha già raccolto diverse delle questioni che sono state poste in questo lungo periodo di confronto, con la consapevolezza di tutti che si tratta di una modifica alla legge che non esaurisce la problematica dell’edilizia sociale e che non affronta tutti i temi e le criticità legate al patrimonio ERP. La legge parte da una definizione di edilizia sociale che le sembra maggiormente corrispondente a quello che è oggi il bisogno abitativo: quando si parla di edilizia sociale occorre tenere conto del fatto che il patrimonio ERP è troppo esiguo per rispondere ai bisogni abitativi in questo momento in cui l’area grigia della nuova povertà si allarga. La definizione di alloggio sociale, le politiche di recupero e l’aver fatto in modo che l’edilizia residenziale pubblica diventasse una parte dell’edilizia residenziale sociale, con allargamento dell’offerta, è un punto molto significativo di questo progetto di legge. Alcuni temi, non affrontati direttamente nel testo, ma rimandati ad una successiva regolamentazione, ritiene necessitino di ulteriori approfondimenti. Si riferisce, in particolare, al problema della definizione dei canoni. Per quanto riguarda, invece, la gestione del patrimonio sottolinea l’importanza della definizione, contenuta nella legge, delle ACER come strumenti dei comuni, auspicando che nell’ambito del riordino degli enti strumentali dei comuni si ponga come prospettiva anche il tema della razionalizzazione delle ACER.

     

    Esce il consigliere Garbi.

     

    Importante anche la definizione di contributi pubblici che devono andare direttamente ai comuni i quali possono devolverli alle ACER, per interventi sia di edilizia residenziale sociale, che di edilizia residenziale pubblica che questi decidano debbano essere svolti dalle ACER stesse. La legge definisce bene come la decisione debba essere assunta dai comuni – titolari dei contributi – che, possono utilizzare queste risorse come ritengono opportuno – realizzazione di nuovi alloggi, recupero dell’esistente, interventi manutentivi -attraverso le ACER.

     

    Esce il consigliere Bernardini.

     

    Chiede al relatore di approfondire un aspetto toccato nella relazione, ma non ancora recepito in legge, che riguarda solo alcune ACER e non tutte. Si riferisce ad una questione delicata, che riguarda sicuramente l’ACER di Bologna, che ha un patrimonio di 1200 alloggi – presenti nelle graduatorie ERP - di proprietà dell’ACER stessa. In questo ed altri casi in cui sono proprietarie degli alloggi le ACER si trovano nella situazione di non potere ricevere contributi pubblici né diretti, né dai comuni. Crede che questo sia un problema molto importante che va affrontato, non essendo i canoni sufficienti a finanziare politiche manutentive.

     

    Entra il consigliere Favia.

     

    Ritiene che il consigliere Bernardini abbia posto una questione rilevante. Crede che sia auspicabile - anche se nella legge non si possono prevedere regole di gestioni condominiali degli alloggi ERP - porre il tema di come sia necessario mettere in campo politiche che richiedano la partecipazione e la responsabilizzazione degli assegnatari e come sia necessario, nell’ambito della partecipazione, prevedere un ruolo attivo nella manutenzione di questo patrimonio pubblico a loro disposizione. Accenna, al riguardo, ad esperienze molto interessanti già esistenti: per esempio alcune ACER hanno dei mediatori sociali che intervengono nei nuclei dove ci sono situazioni particolarmente delicate, facendo progetti per sensibilizzare a una convivenza positiva e al recupero di situazioni di degrado e abbandono. Le sembra opportuno raccogliere la sollecitazione del collega anche se non sa come possa essere recepita concretamente nel testo, ma si tratta di un tentativo importante affinché il patrimonio pubblico venga utilizzato bene da chi lo fruisce.

     

    Il consigliere BIGNAMI evidenzia i tre gli aspetti che chiede vengano considerati all’interno della modifica della L.R. 24/2001. Il primo è quello di dare in qualche modo ottemperanza alle previsioni di legge del 1992 e del 1994 con le quali si chiedeva venisse posto rimedio al drammatico tema delle morti per eternit, un materiale spesso usato per la copertura fisica degli immobili costruiti per l’edilizia popolare. Il legislatore ha, infatti, introdotto una serie di previsioni che comportano un’integrazione da parte del legislatore regionale in una serie di interventi che si vogliono andare a configurare con queste per rendere efficaci i provvedimenti di bonifica e la realizzazione di una mappatura da parte o della Regione o del comune (degli enti comunque gestori), proprio per individuare quali sono gli stabili dove ancora sussistono questo tipo di infrastrutture in cui, secondo i parametri ripresi dal legislatore nel ’92 e modificati nel ’94, sussiste la presenza di eternit. Un altro aspetto riguarda, invece, la gestione - in questo senso va l’indicazione anche di altri interventi - il fatto di individuare un Comitato di gestione composto dai condomini senza alcuna spesa né per ACER, né per i condomini stessi, in modo da far sentire parte di un progetto coloro che oggi sono in edilizia popolare e, al contempo, introducendo una forma di controllo incrociato per evitare situazioni anche spiacevoli in cui micro interventi di manutenzione ordinaria introducono interventi più corposi del tutto staccati, non soggetti al controllo degli inquilini stessi che, invece, vivendo negli stabili sono i primi fruitori ma anche i primi controllori. In questo senso vengono proposti una serie di articoli in cui si amplia la forma di partecipazione alla gestione del condominio anche a questi Comitati di gestione recuperando “la vecchia struttura del PCI quando il PCI era un partito serio, vale a dire con tutto un attento controllo dei pianerottoli e dei condomini“.

    E’ una battuta, ma la logica è che chi vive nell’immobile è nelle condizioni di conoscerne le condizioni. In questo senso vi è una maggior attenzione sulle norme per il mancato utilizzo, per il mancato adempimento delle disposizioni che gravano in capo ai soggetti assegnatari degli elementi minimi di gestione e conduzione. Si ritiene che più ancora che ACER – che è una struttura sovra gerarchica destinata ad un controllo generale - possa esserci dal basso un’integrazione delle informazioni e delle disposizioni finalizzate ad consentire che il condominio, agendo in sinergia con ACER, aiuti - tramite questo Comitato di gestione - la migliore individuazione di problemi, interventi manutentivi, carenze gestionali ecc.

    Il terzo aspetto riguarda, invece, la cessione del patrimonio edilizio e abitativo introducendo una norma, molto severa, mediante la quale gli immobili sfitti che entro 24 mesi non siano stati posti a reddito – e posti a reddito è una concezione vaga, si può anche introdurre con riguardo all’allocazione degli immobili sul piano poliennale degli investimenti, sul piano poliennale del bilancio, sulla legge Merloni, quindi è tutta una serie di aspetti - però posti a reddito in questa formula ampia, devono essere ceduti e questo perché con questo procedimento, che è di dismissione e di assegnazione del piano vendite, dovrebbero rimpinguarsi anche - sussistendo il vincolo di destinazione sulla gestione degli immobili - la disponibilità del soggetto gestore di intervenire in manutenzione degli immobili. La norma è evidentemente – diversamente sarebbe una norma imperfetta – provvista della sanzione, che è una sanzione in capo ai Comuni, mediante la quale si introduce l’assegnazione alla Regione delle somme destinate dalla vendita, qualora il comune rimanga inerte. Vi è, quindi, un provvedimento che colpisce il comune che non sia virtuoso e che anzi sia negligente, premiando invece la Regione. Questi i tre passaggi principali della proposta di legge che in parte si sovrappone, in parte si integra con quella della Giunta e in parte, soprattutto riguardo al tema dell’eternit, attiene ad una situazione completamente nuova su cui sollecita la maggioranza, qualora intenda arrivare ad una proposta condivisa ad intervenire perché  il problema si presenta come particolarmente drammatico.

     

    La consigliera NOE’ ripropone all’attenzione un tema che aveva già anticipato nelle Commissioni precedenti riguardo al fatto che con questa legge viene meno l’occasione di individuare gli ambiti ottimali di azione dell’ACER. Al punto 3 della relazione viene ribadita la competenza regionale nel definire i ruoli di tutti gli enti chiamati a disciplinare nel campo abitativo e quindi per certi aspetti si sottende anche l’intervento in ambito ACER, la definizione delle funzioni, del ruolo e dell’ambito territoriale delle stesse. Prende atto che in questa legge, e in parte anche negli emendamenti che sono stati presentati, viene eliminato l’ultimo comma dell’articolo 6 della legge regionale 24/2001, comma che definiva quegli aspetti che oggi chiede di ripristinare. Chiede chiarimenti sull’aspetto gestionale, stabilendo la legge che i Comuni “possono” avvalersi delle ACER e non “debbono. Si augurava che dopo le prime due sollecitazioni ci fosse stata una sorta di recepimento, però secondo lei la redazione dell’articolo 6, come è adesso, rivela un importante vulnus, una carenza di fronte al fatto in cui quel “possono” non diventi “debbono”. Non riesce a capire, inoltre, un altro aspetto: nel progetto di legge della Giunta viene previsto che l’ACER in convenzione con il Comune possa incassare direttamente i contributi concessi dalla Regione, sulla base di quanto stabilito nel programma regionale dell’articolo 8. Non capisce come ACER possa incassare dei contributi regionali per la realizzazione di interventi costruttivi, visto che comunque l’articolo 41, comma 2bis della legge 24, che consentiva ai Comuni di convenzionarsi con le ACER per la realizzazione di questi interventi, è stato abrogato e visto anche che le società di scopo delle ACER, che potevano direttamente eseguire questi lavori, in realtà oggi sono state abolite. Non capisce allora a quali contributi si faccia riferimento, dal momento che i passaggi che generavano l’incasso di determinati contributi sono venuti meno. In parte si sente, comunque, di condividere l’impostazione iniziale data da questa legge. Questi sono due aspetti di principio che le piacerebbe chiarire senza entrare nel dettaglio, come poi si farà nella discussione dell’articolato attraverso gli emendamenti. Ha bisogno di capire perché nella norma non vengano ben identificate le funzioni delle ACER, ma soprattutto il loro ambito e il coinvolgimento solo in caso ipotetico, non obbligatorio.

     

    Il presidente ZOFFOLI, constatato che non vi sono ulteriori richieste di intervento, dà la parola al relatore consigliere Mazzotti.

     

    Il relatore consigliere MAZZOTTI rispetto all’ultima questione posta dalla consigliera Noe’ in relazione all’utilizzo dei contributi fa presente che risponderà la dott.ssa Fabbri, che specificherà tecnicamente riguardo l’incasso che è possibile per le ACER, essendoci una funzione di incasso che è propria dell’ACER, diversa dalla concessione la cui titolarità è in capo ai Comuni. Dice, comunque, che se questo genera delle incomprensioni si può scrivere meglio.

    Sulla questione relativa alle ACER ripete quanto detto in Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali: il tema dell’obbligatorietà dei Comuni di avvalersi dell’ACER non esisteva e non esiste in questa legge. Gli pare che sia anche un atto di volontà da parte dei proponenti la legge. I Comuni sono i titolari del patrimonio e quindi sono i proprietari degli alloggi e le ACER sono uno strumento operativo al quale possono affidare gli alloggi per la gestione degli stessi e per la gestione di tutta la parte tecnico-amministrativa. Se si stabilisse un obbligo, si cambierebbe la natura del provvedimento e anche la natura delle ACER e si toglierebbe ai Comuni la possibilità di poter utilizzare il proprio patrimonio. Pur essendo di edilizia residenziale pubblica, pur avendo e mantenendo i requisiti per i quali è stato realizzato e costruito sulla base delle risorse pubbliche che ha avuto, si toglierebbe ai Comuni la possibilità di gestirlo nel modo più consono possibile. Questa è una discussione che fu fatta anche all’epoca dell’approvazione della legge 24 con gli enti locali proprio per questo tema. Se si facesse in altro modo, dopo si dovrebbe costituire un’ACER regionale. Si dovrebbe girare il meccanismo cioè dire che il patrimonio degli alloggi sarebbe della Regione che, a quel punto, si avvale di un’agenzia. Per quello che riguarda il ragionamento della consigliera Marani dice che si sta verificando, in sede giuridica, se sia possibile per gli alloggi di proprietà delle ACER che sono riconducibili all’edilizia residenziale pubblica e che svolgono la stessa funzione degli altri alloggi di edilizia residenziale pubblica che loro hanno in gestione, ma che sono di proprietà del comune, vedere se - attraverso una forma di convenzione con i Comuni - sia possibile considerarli alla stessa stregua degli altri. Non è ancora pronta la proposta di emendamento, perché la questione dal punto di vista giuridico è abbastanza complessa e per proporre un emendamento del genere si devono avere tutte le certezze del caso. E’ chiaro che dal punto di vista della volontà si sta cercando di renderla effettiva, di trasformarla in realtà per le ragioni che diceva la consigliera Marani e che sono state sollecitate anche in più occasioni dalle ACER, in particolare da quella di Bologna.

    Riguardo al tema delle barriere architettoniche che poi specificherà meglio quando illustrerà l’emendamento n. 13, informa dell’introduzione di un fondo regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che si propone di istituire a fronte del sostanziale blocco e della sostanziale disapplicazione della legge n. 13 del 1989 che continua a non essere finanziata, però obbliga i Comuni a raccogliere tutte le domande degli utenti - che sono tantissimi - per potersi vedere riconosciuti gli interventi e le spese che svolgono nelle loro abitazioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche, creando in questo caso un problema serio tra le aspettative che si determinano e l’impossibilità di farvi fronte. Con questo emendamento si introduce il principio di istituire un fondo regionale che sta in relazione con la legge n. 13 del 1989, poiché la materia è materia concorrente per quello che riguarda la competenza Stato-Regioni. Con riferimento sempre alla stessa normativa del 1989, facendo un fondo regionale si può introdurre, oltre il criterio previsto dalla legge nazionale semplicemente della disabilità nella costruzione della graduatoria, anche un criterio di maggiore equità relativo al reddito e relativo a una procedura che poi è una regolamentazione che successivamente verrà adottata. Questo è un aspetto che è oggetto anche di risoluzioni che sono all’attenzione dell’Aula, che non sono state ancora approvate e che, in ogni caso, andavano in questa direzione.

    Per quello che riguarda le questioni poste dal consigliere Bignami sull’aspetto della presenza dell’amianto e del tema delle bonifiche, crede si tratti di una questione più generale che non riguarda solamente il caso degli alloggi pubblici. Considerato che sono in corso approfondimenti, sarà poi la Giunta ad essere più precisa riguardo alla sede in cui affrontare il tema. Per il resto ripete che le questioni che sono state poste sia dal consigliere Bernardini, che dalla consigliera Marani in relazione alla migliore gestione possibile di situazioni complicate anche di penalizzazioni ulteriori o di incentivazioni alla partecipazione della gestione degli alloggi sono all’attenzione e si è aperti anche ad ulteriori proposte o approfondimenti che si potrebbero fare nel corso della discussione, poiché il tema esiste e si deve trovare la maniera per affrontarlo nel modo migliore.

     

    La dott.ssa FABBRI relativamente alla delega all’incasso delle somme spiega che si tratta di contributi che sono concessi ai Comuni. Solo i Comuni possono partecipare ai bandi regionali per l’assegnazione di contributi perché le ACER non possono essere destinatarie di contributi pubblici. C’è solo una delega all’incasso della somma che deve essere erogata dal comune. Si tratta quindi di somme che vengono iscritte a bilancio regionale perché è un contributo concesso, solamente una semplice operazione di accredito materiale della somma in quanto spesso il comune si avvale dell’ACER per la progettazione e la realizzazione dei lavori e quindi materialmente la somma viene incassata dall’ACER, ma concessa al Comune. Le ACER non possono partecipare ai bandi regionali ed essere destinatarie dei contributi, possono partecipare solo i Comuni per il loro patrimonio.

     

    Il presidente ZOFFOLI, conclusa la discussione generale, conferma che nella seduta di martedì prossimo alle ore 14.30 si inizierà l’esame dell’articolato. Il relatore ha già provveduto a consegnare 13 emendamenti che sono già stati distribuiti ai consiglieri. Invita, pertanto, i consiglieri che hanno eventuali emendamenti da presentare, di farlo in tempo utile, in modo da riuscire a predisporre un documento di lavoro utile per un’efficace discussione.

     

    La seduta termina alle ore 11.50.

     

     

    Approvato nella seduta del 6 novembre 2013.

     

     

    La Segretaria

    Il Presidente

    Samuela Fiorini

    Damiano Zoffoli

     

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