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Legislatura IX - Commissione III - Verbale del 07/11/2013 antimeridiano

     

     

     

     

     

    Verbale n. 32

    Seduta del 7 novembre 2013

     

    Il giorno giovedì 7 novembre 2013 alle ore 10.00 si è riunita presso la sede dell’Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità convocata con nota prot. n. 42984 del 30/10/2013.

     

    Partecipano alla seduta i Consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    ZOFFOLI Damiano

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    BERNARDINI Manes

    Vicepresidente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    4

    assente

    MARANI Paola

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    3

    presente

    ALESSANDRINI Tiziano

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    BARTOLINI Luca

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    4

    presente

    BAZZONI Gianguido

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    1

    assente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    6

    presente

    CASADEI Thomas

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppe Grillo.it

    1

    assente

    DONINI Monica

    Componente

    Federazione della Sinistra

    2

    presente

    FAVIA Giovanni

    Componente

    Gruppo Misto

    3

    assente

    FERRARI Gabriele

    Componente

    Partito Democratico

    4

    presente

    MANDINI Sandro

    Componente

    Italia dei Valori

    2

    assente

    MAZZOTTI Mario

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MEO Gabriella

    Componente

    Sinistra Ecologia e Libertà – Idee Verdi

    2

    assente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    NOE’ Silvia

    Componente

    UDC - Unione di Centro

    1

    presente

    PARIANI Anna

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri: Cinzia CAMORALI in sostituzione parziale di Bartolini; Stefano CAVALLI in sostituzione di Bernardini; Fabio FILIPPI in sostituzione di Bazzoni; Andrea LEONI in sostituzione parziale di Bignami; Roberto PIVA in sostituzione di Pariani.

    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: M. Zanelli (Resp. Serv. Qualità urbana e politiche abitative); R. Lumbrici e M. Fabbri (Serv. Qualità urbana e politiche abitative); J. Frenquellucci (Serv. Informazione e comunicazione istituzionale).

    Presiede la seduta: Damiano Zoffoli

    Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini

    Resocontista: Antonella Agostini

     


    Il presidente ZOFFOLI dichiara aperta la seduta alle ore 10.40.

     

    Sono presenti i consiglieri: Alessandrini, Bignami, Casadei, Camorali, Cavalli, Donini, Ferrari, Filippi, Leoni, Marani, Mazzotti, Mori e Noè.

     

    Esame abbinato dei progetti di legge:

     

    4451 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche alla legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 (Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo)" (delibera di Giunta n. 1254 del 09 09 13).

    Testo base

     

    2099 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Bignami: "Modifiche alla L.R. Emilia-Romagna 8 agosto 2001, n. 24 recante - Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo" (05 12 11).

     

    208 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Lombardi e Bazzoni: "Nuove norme per la permanenza negli alloggi pubblici. Modifiche alla L.R. 8 agosto 2001, n. 24 recante: Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo" (30 06 10).

     

    207 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Lombardi e Bazzoni: "Nuove norme sull'assegnazione degli alloggi pubblici agli stranieri. Modifiche alla legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 recante "Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo"" (30 06 10).

     

    (Relatore consigliere Mario Mazzotti)

    (Esame articolato)

     

    Il presidente ZOFFOLI spiega che si continua l’esame dell’articolato del progetto di legge che modifica la disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo, riprendendo dall’articolo 13. Vengono fotocopiati e distribuiti ai commissari altri emendamenti presentati sull’art. 13 dal relatore e dalla Lega Nord. Precisa che l’emendamento n. 26 del relatore consigliere Mazzotti sostituisce il precedente emendamento n. 16 sulla discussione del quale si era interrotta la precedente seduta.

     

    Esce il consigliere Ferrari.

     

    EMENDAMENTO N. 26 RELATORE CONSIGLIERE MAZZOTTI

    Sostitutivo emendamento Relatore n 16

    All’articolo 13 (Modifiche all’articolo 15 della legge regionale n. 24 del 2001) la lettera a) del comma 1 è sostituita dalla seguente:

    <a) il comma 2 è sostituito dal seguente:

    “2. L’Assemblea Legislativa, con apposita delibera, specifica i requisiti del nucleo avente diritto per conseguire l'assegnazione degli alloggi di erp e per la permanenza negli stessi. I limiti di reddito definiti in tale ambito sono aggiornati periodicamente dalla Giunta regionale, sulla base dell'andamento dei prezzi al consumo, quale risulta dalle determinazioni ISTAT. I limiti di reddito per la permanenza sono determinati incrementando di un valore non superiore al 20% i limiti di reddito previsti per conseguire l’assegnazione degli alloggi stessi.”.>

     

    EMENDAMENTO N. 23 LEGA NORD

    sub emendamento lega n 23 all’ emendamento relatore n. 16

    Alla fine dell’emendamento che modifica l’articolo 13, sostituendo la lett. a) del comma 1, si aggiunge il seguente periodo: “In ogni caso dovrà essere valutato il requisito della residenza da almeno 10 anni nella regione Emilia-Romagna”.

     

    EMENDAMENTO N. 24 LEGA NORD

    All’art. 13 è aggiunto il comma 2:

    “2. All’articolo 15, comma 1, dopo la lettera b) è aggiunta la lettera b) bis:

    “b)bis condizioni soggettive di genitori separati o divorziati che versino in situazioni di difficoltà economica a seguito di pronuncia giudiziale di assegnazione all’altro coniuge della casa famigliare  e di obbligo di corresponsione dell’assegno di mantenimento;”.

     

    EMENDAMENTO N. 25 LEGA NORD

    All’art. 13 è aggiunto il comma 3:

    “3. All’articolo 15, comma 1, dopo la lettera b) è aggiunto il comma 1) bis:

    “1.bis Tra i requisiti per conseguire l’assegnazione ed il mantenimento di alloggi erp e delle abitazioni in locazione , dovrà essere accertata in capo all’intero nucleo famigliare , l’assenza di movimenti  e trasferimenti finanziari all’estero.” 

     

    Il relatore consigliere MAZZOTTI illustra l’emendamento 26 che recepisce le osservazioni espresse dal consigliere Favia e altri nella precedente seduta. Si tratta della riformulazione delle ultime tre righe per meglio specificare il concetto già discusso: “i limiti di reddito per la permanenza sono determinati incrementando di un valore non superiore al 20% i limiti di reddito previsti per conseguire l’assegnazione degli alloggi stessi”.

     

    Esce il consigliere Bignami.

     

    La consigliera MARANI rimarca l’importanza di questa modifica, ricordando che nel progetto di legge del PDL si affrontava il tema molto sentito della difficoltà di molte famiglie e delle condizioni di permanenza negli alloggi di edilizia residenziale pubblica - che facevano riferimento ad un parametro d’ingresso di 31 mila euro e di uscita di 52 mila euro – per una revisione dello stesso, in considerazione della diminuzione del reddito delle famiglie. La questione dei canoni verrà affrontata dalla Giunta in un successivo atto, ma l’indicazione in legge di come, nel caso di modifica reddituale superiore al 20% degli assegnatari di alloggi si possa mettere in atto un meccanismo per cui – in un tempo di cinque anni, come si evince dall’art. 36 – si possa consentire una soluzione alternativa, determinandosi una decadenza dall’alloggio, è la risposta necessaria per dare mobilità in favore di chi ha redditi più bassi. Sottolinea questo, perché l’emendamento raccoglie l’istanza su cui fondava il progetto di legge del PDL. Aggiunge, inoltre, che da una simulazione sull’applicazione di questo emendamento su ACER Bologna per quanto riguarda il reddito di permanenza è emerso che ci sono 834 nuclei familiari – a fronte dei 97 sulla base della norma attuale - che non hanno più le condizioni per rimanere negli alloggi. Informa che il sindacato è molto preoccupato per questo, ma è anche vero che va considerato il tempo dato per l’uscita dall’alloggio e la valutazione sul reddito che, oggi, non corrisponde più alla media reddituale delle persone/nuclei in difficoltà.

    Rimarca che si tratta di una modifica sostanziale alle condizioni di reddito per stare in una casa pubblica, anche se non è una risposta esaustiva al tema “canoni”.

     

    Entrano i consiglieri Paruolo e Bartolini. Esce la consigliera Camorali.

     

    La consigliera DONINI ritiene preoccupanti i dati forniti dalla consigliera Marani per quanto riguarda Bologna e chiede se esistano altri dati su base regionale, per avere una maggior consapevolezza degli effetti provocati da questa modifica. Effetti che, comunque, non possono essere considerati avulsi da una serie di contesti che tengano conto delle riforme complessive introdotte con questa riforma che connota l’edilizia residenziale pubblica all’interno di un sistema – creando una relazione tra edilizia residenziale sociale ed edilizia residenziale pubblica – che serve a fare una sorta di “operazione verità”. L’accesso e la permanenza nell’edilizia residenziale pubblica non possono essere considerate una condizione permanente garantita, essendo l’edilizia residenziale pubblica a disposizione – spera a rotazione – per affrontare situazioni di temporanea difficoltà. 

    Occorre, a suo avviso, rivendicare una diversa politica nazionale – ma si riserva in Aula di approfondire questo ragionamento – per poter sviluppare la filiera dell’abitare. Un nucleo famigliare che esce dall’edilizia residenziale pubblica non può essere messo in mezzo a una strada, deve esserci un percorso garantito graduale, passando a forme diverse di tutela e di sostegno che accompagnino l’affrancamento dall’assistenza pubblica richiamando, al riguardo, la norma transitoria che prevede i cinque anni dalla decadenza.    

    Accenna, poi, alle nuove povertà che sono valutate sulla base delle condizioni di accesso, al raccordo con la vita reale e con la possibilità di modifica delle condizioni materiali delle persone per dire che voterà a favore dell’emendamento. E’ consapevole della tensione rappresentata da alcuni sindacati – che hanno legittimamente il diritto di difendere alcuni aspetti che rischiano, però, di diventare dei privilegi – trattandosi di una questione delicata. Crede, quindi, che su dati oggettivi - che riguardano non solo le persone sulle quali ricadrà questa modifica, ma anche la condizione dei percorsi per la messa a disposizione dell’edilizia residenziale sociale da parte dei Comuni – si possa verificare, quando si prenderà in esame la norma transitoria, se cinque anni siano sufficienti o sia necessario un allungamento dei tempi. Dice che si potrà valutare, ma che ritiene l’impianto giusto.

     

    Rientra il consigliere Ferrari. Esce il consigliere Filippi.

     

    Il relatore consigliere MAZZOTTI afferma che la discussione si è già svolta ampiamente anche nella scorsa seduta e ora le colleghe hanno sottolineato l’importanza di questo emendamento che segna un cambiamento consistente rispetto all’impianto originario della legge. Ritiene opportuno l’inserimento di questo principio che, da un lato rende più fluido il sistema che in più occasioni è stato definito come troppo bloccato in relazione al tema della decadenza e, dall’altro – lungi dall’instaurare una guerra tra poveri all’interno di un sistema già problematico – letto insieme all’emendamento n. 18 all’art. 36 inserisce una tutela dei canoni degli attuali assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Questa norma va collocata all’interno di un ragionamento generale che è quello dell’inserimento dell’edilizia residenziale pubblica all’interno dell’edilizia residenziale sociale, un percorso che tende a lavorare per incentivare investimenti e l’incremento della dotazione di abitazioni disponibili, perché il vero problema è quello di avere una dotazione insufficiente di alloggi rispetto al fabbisogno. Sarebbe necessario utilizzare tutte le risorse possibili, sia pubbliche che private, all’interno di un programma unitario, per affrontare al meglio questo problema.

    Informa che i dati esistenti confermano che non si vanno a creare particolari situazioni di difficoltà, in quanto le simulazioni fatte con le ACER evidenziano che sono coinvolti non più del 3-4% degli attuali assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica, percentuale del tutto sostenibile dal punto di vista della gestione e dell’impatto sociale che determina. Conferma che si tratta di una norma di snellimento e pulizia, sulla base della quale nessuno perderà la casa e non ci saranno aumenti di canone e che corrisponde al pezzo di articolato proposto dai consiglieri Lombardi e Bazzoni.

     

    Non essendoci altre richieste d’intervento il presidente ZOFFOLI mette in votazione l’emendamento n. 26 all’art. 13.

     

    La Commissione approva l’emendamento n. 26 all’art. 13 con 24 voti a favore (Pd, FdS), 15 astenuti (UdC, L.N, PdL) e nessun contrario.

     

    Entra il consigliere Piva.

     

    Il consigliere CAVALLI illustra gli emendamenti nn. 23, 24 e 25 che riguardano aspetti che dovranno essere presi in considerazione dai Comuni, ma che ritiene debbano essere specificati nella legge. In particolare, il caso dei genitori separati e divorziati in situazioni di difficoltà economica, a volte costretti a vivere in auto o in condizioni di grave precarietà; il caso di assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica che operano movimenti e trasferimenti di denaro all’estero e che venga valutato il requisito della residenza da almeno dieci anni in Emilia-Romagna. Afferma che queste non sono proposte per portare avanti conflitti politici, ma per tutelare gli interessi dei cittadini e in particolare di chi ha veri problemi, soprattutto in un momento di crisi quale quello attuale.

     

    Esce il consigliere Leoni.

     

    La consigliera DONINI dice di avere conoscenza di questi temi a livello locale anche quando si discutono i contenuti dei regolamenti dei bandi per entrare nelle graduatorie che danno accesso all’edilizia residenziale pubblica. Le risulta che le sperimentazioni di una categoria di punteggio basata sull’anzianità di residenza non abbiano prodotto grandi risultati penalizzando, in alcuni contesti, soprattutto i cittadini italiani, in un momento caratterizzato da una grande mobilità – da una regione all’altra – per la ricerca di un lavoro. Il tema vero – non da legge – su cui si concentrerà la discussione è quello di prevedere un meccanismo “di riconoscimento” per l’anzianità di permanenza in graduatoria, perché quello che infastidisce le persone è essere scavalcati. Crede, quindi, occorra trovare un meccanismo, ma porre dei vincoli, oltre ad essere discutibile da un punto di vista costituzionale, non avrebbe comunque gli effetti auspicati dai proponenti, cioè escludere i migranti, tenuto conto che la maggior parte dei migranti che chiede l’accesso all’edilizia residenziale pubblica è anziana come residenza. Afferma che occorre mantenere la barra ferma sul tema di principio: si valutano i bisogni delle persone e le loro condizioni soggettive, nelle quali ci sono anche quelle dei genitori separati. Le risulta, infatti, che le condizioni dei genitori separati siano già considerate, con punteggi, all’interno della valutazione delle condizioni soggettive, per cui non ritiene necessario evidenziarle nella norma. Per quanto riguarda le rimesse dei migranti ricorda, invece, che la Consulta degli emiliano - romagnoli nel mondo ha prodotto molti elaborati, tra i quali una pubblicazione di qualche anno fa che dimostra come l’economia di alcuni territori  - nel primo Novecento e nel Dopoguerra – sia potuta risorgere grazie alle rimesse dei migranti emiliano – romagnoli. Queste rimesse hanno consentito, anche nell’Appennino emiliano – romagnolo di recuperare un buon livello economico. Invita, quindi, a fare attenzione su queste cose. Si valuta il reddito oggettivo, le rimesse all’estero si fanno tramite banca – con enormi costi di commissione bancaria – e sono lineari e trasparenti. Il tema del reddito accertabile e della possibilità di nascondere parte dello stesso riguarda gli italiani e i migranti allo stesso modo, è un tema generale di elusione e lavoro nero che riguarda tutti. Ritiene non possa essere colpita una possibile categoria sociale – tra l’altro i migranti non sono una categoria sociale – esistono i bisogni delle persone. Un requisito fondamentale per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica è quello di non essere proprietari di prima casa e se l’80% dei cittadini di questa regione è proprietario di casa, mentre il 90% dei migranti regolarmente residenti no, è chiaro che con l’attuale presenza dei migranti in graduatoria non c’è una relazione proporzionale su questo dato. La riflessione va fatta, quindi, all’interno di questa valutazione di carattere aritmetico, non prendendo l’intera popolazione emiliano – romagnola, inserendo anche chi – alla base – non ha i requisiti per accedere. Afferma che, in questo senso, le informazioni che vengono trasmesse sono scorrette e non consentono di cogliere il fenomeno invitando i colleghi di Lega Nord ad interrogarsi su questo, non mistificando i dati, in quanto è necessario essere in grado di fornire informazioni che definiscano con chiarezza il fenomeno.  

     

    La consigliera NOE’ pensa che gli emendamenti presentati dal consigliere Cavalli siano proposte di buon senso che riflettono esigenze reali. Con riferimento alle riflessioni della consigliera Donini invita a considerare che c’è, comunque, una gran parte di popolazione che si sente lesa nei propri diritti, perché la legislazione regionale, nei fatti, dimostra di agevolare i cittadini stranieri. Crede che non ci si possa sottrarre dal realizzare una legge che sia sensibile in questa direzione recependo alcuni criteri che devono essere tenuti presenti dai Comuni. Accenna al progetto di legge da lei proposto nel 2008 nel quale chiedeva l’introduzione di un criterio di permanenza nella graduatoria per dire che il requisito dell’anzianità di permanenza nella graduatoria è un dato dal quale non si può prescindere anche nell’ambito di una valutazione ponderata delle situazioni di emergenza.

     

    La consigliera DONINI ribatte che questo criterio dovrebbe essere eventualmente nella regolamentazione comunale.

     

    La consigliera NOE’ insiste, ritenendo ingiusto prescindere completamente dalla sollecitazione della Lega Nord che rispecchia, nei fatti, una modalità di assegnazione che tende ad escludere la popolazione locale. Afferma che in molti Comuni il requisito dell’anzianità di permanenza nella graduatoria non è considerato e che, quindi, sarebbe opportuno introdurlo come criterio nella norma.

    Nonostante esista la consapevolezza, ormai da anni, che l’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) vada modificato, ciò non avviene e questo comporta la persistenza di un criterio che misura la condizione economica dei soggetti, nelle varie occasioni, in modo inesatto e, quindi, occorre tutelarsi. L’emendamento n. 24 fa riferimento a situazioni di difficoltà economica riconducibili alle condizioni soggettive di genitori separati: oggi la corresponsione o la ricezione di un assegno di mantenimento non concorre nella formazione dell’ISEE. Chiede, pertanto, di tenere in considerazione questo passaggio. Anche con riferimento all’emendamento 25 invita a considerare che il reddito del nucleo assegnatario viene determinato su base ISEE, la cui base è determinata mettendo a numeratore anche il saldo del conto corrente al 31.12 – tenendo conto che è escamotage adottato e diffuso quello di azzerare il più possibile il conto a quella data – e per persone che hanno parte della famiglia nel paese d’origine è normale trasferire somme di denaro all’estero.

    Riguardo al requisito fondamentale per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica di non essere proprietari di prima casa sostiene che i Comuni non sono nella situazione di andare a verificare il catasto dei luoghi di provenienza  degli stranieri che lavorano qua.

    Con questi emendamenti, stante la situazione deficitaria dell’ISEE, si mira ad ottenere una maggiore corrispondenza della reale situazione reddituale, altrimenti la popolazione si arrabbia sempre di più.

     

    Il consigliere BARTOLINI condivide gli emendamenti del collega Cavalli portando l’esempio degli immigrati che si sono stabiliti nel suo territorio di provenienza, che hanno imparato un mestiere e, successivamente, hanno aperto un’attività autonoma. Dice che si è di fronte ad una guerra fra poveri che però penalizza sempre il povero italiano, perché non sono rari i casi di stranieri che lavorano in nero e oltre a fare concorrenza sleale alle imprese italiane riescono ad ottenere le case popolari grazie al reddito minimo. Crede, quindi, che a tutela degli italiani bisognosi, vadano inseriti questi correttivi nella norma.

     

    Esce il consigliere Piva.

     

    Il consigliere CAVALLI rimarca che Lega Nord non mistifica ma si occupa dei problemi della gente, problemi veri non propaganda politica. In questo senso chiede che venga individuato un percorso per tutelare i genitori separati. Sugli immigrati afferma che chi viene in Italia in modo serio e per lavorare è ben accetto, chi viene per delinquere e per truffare lo Stato deve essere trattato come tale.

    Si tratta di semplici proposte di buon senso, come sottolineato anche dalla collega Noè, che arrivano direttamente dai cittadini, perché occorre stare in mezzo alla gente e capirne i bisogni, non fare solo della filosofia. Se in sede di modifica di questa legge s’inseriscono i principi proposti, i Comuni saranno meno portati ad agire in modo autonomo e i cittadini saranno contenti sul territorio.

     

    La consigliera NOE’ chiede di introdurre alla lett. b), comma 1, dell’art. 15 della legge i concetti di “effettività” della residenza e “stabilità” dell’attività lavorativa per aver diritto all’assegnazione dell’alloggio. Afferma che spesso la residenza è un concetto meramente fittizio. Presenta un emendamento in questo senso: “ la lett. b), comma 1, dell’art. 15 della L. R. 24/2001 è sostituita dalla seguente: la residenza effettiva o la sede stabile dell’attività lavorativa nel comune cui si riferisce il bando di concorso o la graduatoria di cui all’art. 25 commi 1 e 4”.

     

    Il relatore consigliere MAZZOTTI spiega, con riferimento all’emendamento n. 23 che è illegittimo e forse anche incostituzionale. La discussione va fatta, piuttosto, sull’attribuzione dei punteggi che è di competenza dei Comuni che, in quanto proprietari degli alloggi, hanno la facoltà di regolamentare. Esistono regolamenti comunali che hanno attribuito punteggi in base al requisito della residenza, per esempio: Piacenza, Forlì, Cesena, Reggio Emilia. Questo tema non può essere relativo alla modifica della legge 24 del 2001, ma più propriamente all’atto successivo nel quale si potrà discutere su una raccomandazione in questo senso da dare ai Comuni.  

    Per quanto riguarda le graduatorie fornisce dei dati: a fronte di 52.928 assegnatari di alloggi pubblici i cittadini italiani sono 45.427. Esiste una differenza tra chi fa domanda di alloggio pubblico – e in questo senso è vero che per quanto riguarda le nuove domande c’è un incremento di quelle di cittadini extracomunitari – e l’assegnazione degli alloggi esistenti. Si tratta di dati che possono essere resi disponibili e possono essere utili in una discussione che non finisce qui.

    Anche l’emendamento n. 24 è un tema che non riguarda i requisiti ma i punteggi, la cui definizione però è di competenza comunale e quindi vale quanto detto per l’emendamento precedente. Per quanto riguarda, invece, l’emendamento n. 25 dice che la questione del reddito prodotto in Italia dovrebbe riguardare non solo l’accesso all’edilizia residenziale pubblica, ma tutti i casi in cui c’è un riferimento alle prestazioni di reddito. 

    Aggiunge, poi, che il lavoro per la modifica dell’utilizzo dell’ISEE per le prestazioni sociali è un cantiere aperto e dovrebbe essere in fase avanzata.

    Propone, quindi, di ritirare i primi due emendamenti e di rimandare la discussione all’atto amministrativo successivo, diversamente dà parere contrario. Esprime parere contrario sul terzo emendamento.

     

    Esce il consigliere Ferrari.

     

    La consigliera DONINI chiede, con riferimento all’emendamento n. 32 della collega Noè, se sia giuridicamente sostenibile inserire nella legge concetti come “effettiva” e “stabile” e quali siano i criteri per valutare oggettivamente la stabilità di un’impresa lavorativa. La residenza è normata, non è una pratica automatica, ma già stabilita, con una serie di verifiche già fissate dalla legge.  

     

    La consigliera NOE’ vorrebbe trovare una soluzione perché è semplice eleggere una residenza, ma essere domiciliati altrove. Chiede di trovare una formula adeguata per evitare che il requisito della residenza sia fittizio, in quanto si tratta di un concetto che si presta a escamotage.  

     

    Il relatore consigliere MAZZOTTI comprende lo spirito dell’emendamento che tende a rendere più esplicito un concetto a tutela delle situazioni reali, però qualsiasi residenza è effettiva perché verificata e accertata secondo le leggi dello stato civile. La residenza è, altresì, un diritto costituzionalmente garantito, mentre il domicilio è una situazione giuridicamente diversa. Nella relazione a questo progetto di legge – e potrebbe essere inserito nell’atto amministrativo successivo - si parla di attività lavorativa esclusiva o principale, mentre la residenza non è qualificata da aggettivi. Propone di sospendere l’emendamento di qui all’Aula, per fare una verifica in questo senso.

     

    La consigliera NOE’ ritiene che quello della residenza effettiva sia un problema fondamentale.

     

    L’arch. ZANELLI interviene per precisare che il certificato di residenza viene rilasciato dall’anagrafe del Comune e, a prova di legge, determina un requisito. Non crede sia possibile, attraverso una legge che modifica la disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo modificare le condizioni dell’accertamento della residenza. La legge sta facendo riferimento alle Unioni dei comuni e quindi a un territorio che rappresenti aspetti da città effettiva per cui la mobilità, all’interno di questi territori, va tenuta presente ed è un elemento che serve a disporre meglio del patrimonio e del suo utilizzo.

    Il presidente ZOFFOLI, raccogliendo la proposta del relatore, invita la consigliera Noè ad esprimere la sua decisione in merito.

     

    La consigliera NOE’ dice che deve riflettere.

     

    Il consigliere CAVALLI vorrebbe proporre di sostituire il punto in cui si parla di “assegnazione di contributi per l’abitazione principale” con “contributi per l’abitazione unica” e, in seguito al parere contrario del relatore consigliere MAZZOTTI non formalizza la presentazione dell’emendamento.

     

    La consigliera NOE’ dice di non voler ritirare l’emendamento.

     

    Non essendoci altre richieste d’intervento il presidente ZOFFOLI mette in votazione gli emendamenti nn.32, 23, 24 e 25 all’art. 13.

     

    La Commissione respinge l’emendamento n. 32 all’art. 13 con 20 voti contrari (Pd, FdS), 9 a favore (UdC, L.N, PdL) e nessun astenuto.

     

    La Commissione respinge l’emendamento n. 23 all’art. 13 con 20 voti contrari (Pd, FdS), 9 a favore (UdC, L.N, PdL) e nessun astenuto.

     

    La Commissione respinge l’emendamento n. 24 all’art. 13 con 20 voti contrari (Pd, FdS), 9 a favore (UdC, L.N, PdL) e nessun astenuto.

     

    La Commissione respinge l’emendamento n. 25 all’art. 13 con 20 voti contrari (Pd, FdS), 9 a favore (UdC, L.N, PdL) e nessun astenuto.

     

    Il presidente ZOFFOLI mette in votazione l’art. 13 come emendato.

     

    La Commissione approva l’art. 13, come emendato, con 20 voti a favore (Pd, FdS), 9 astenuti (UdC, L.N, PdL) e nessun contrario, nel seguente testo:

     

    “Art. 13

    Modifiche all’articolo 15 della legge regionale n. 24 del 2001

     

    1. Il comma 2 dell’articolo 15 della legge regionale n. 24 del 2001 è sostituito dal seguente:

     

    “2. L’Assemblea legislativa, con apposita delibera, specifica i requisiti del nucleo avente diritto per conseguire l'assegnazione degli alloggi di erp e per la permanenza negli stessi. I limiti di reddito definiti in tale ambito sono aggiornati periodicamente dalla Giunta regionale, sulla base dell'andamento dei prezzi al consumo, quale risulta dalle determinazioni ISTAT. I limiti di reddito per la permanenza sono determinati incrementando di un valore non superiore al 20 per cento i limiti di reddito previsti per conseguire l’assegnazione degli alloggi stessi.”.

     

    2. Alla fine del comma 3 dell’articolo 15 della legge regionale n. 24 del 2001 sono aggiunte le seguenti parole: “e criteri omogenei di formazione della graduatoria.”.”

     

    Rientra il consigliere Ferrari.

     

    Si passa all’esame dell’art. 14 (Modifiche all’art. 16 della legge regionale n. 24 del 2001) sul quale non insistono emendamenti.

     

    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci richieste d’intervento, pone in votazione l’art. 14.

     

    La Commissione approva l’art. 14 con 24 voti a favore (Pd, FdS), 1 astenuto (UdC) e 8 contrari ( L.N, PdL) nel testo base.

     

    Escono i consiglieri Bartolini e Cavalli. Rientra il consigliere Piva.

     

    Si passa all’esame dell’art. 15 (Sostituzione dell’art. 17 della legge regionale n. 24 del 2001) sul quale non insistono emendamenti.

     

    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci richieste d’intervento, pone in votazione l’art. 15.

     

    La Commissione approva l’art. 15 con 26 voti a favore (Pd, FdS), 1 astenuto (UdC) e nessun contrario, nel testo base.

     

    Si passa all’esame dell’art. 16 (Modifiche all’art. 19 della legge regionale n. 24 del 2001) sul quale non insistono emendamenti.

     

    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci richieste d’intervento, pone in votazione l’art. 16.

     

    La Commissione approva l’art. 16 con 26 voti a favore (Pd, FdS), 1 astenuto (UdC) e nessun contrario, nel testo base.

     

    Si passa all’esame dell’art. 17 (Modifiche all’art. 20 della legge regionale n. 24 del 2001) sul quale non insistono emendamenti.

     

    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci richieste d’intervento, pone in votazione l’art. 17.

     

    La Commissione approva l’art. 17 con 26 voti a favore (Pd, FdS), 1 astenuto (UdC) e nessun contrario, nel testo base.

     

    Si passa all’esame dell’art. 18 (Modifiche all’art. 22 della legge regionale n. 24 del 2001) sul quale non insistono emendamenti.

     

    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci richieste d’intervento, pone in votazione l’art. 18.

     

    La Commissione approva l’art. 18 con 26 voti a favore (Pd, FdS), 1 astenuto (UdC) e nessun contrario, nel testo base.

     

    Si passa all’esame dell’art. 19 (Modifiche all’art. 23 della legge regionale n. 24 del 2001) sul quale non insistono emendamenti.

     

    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci richieste d’intervento, pone in votazione l’art. 19.

     

    La Commissione approva l’art. 19 con 26 voti a favore (Pd, FdS), 1 astenuto (UdC) e nessun contrario, nel testo base.

     

    Si passa all’esame dell’art. 20 (Modifiche all’art. 24 della legge regionale n. 24 del 2001) sul quale non insistono emendamenti.

     

    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci richieste d’intervento, pone in votazione l’art. 20.

     

    La Commissione approva l’art. 20 con 26 voti a favore (Pd, FdS), 1 astenuto (UdC) e nessun contrario, nel testo base.

     

    Si passa all’esame dell’art. 21 (Sostituzione dell’art. 25 della legge regionale n. 24 del 2001) sul quale insiste i seguenti emendamenti: nn. 3, 4, 27, 27 bis, 5 e 33.

     

    Si procede con:

     

    EMENDAMENTO N. 3 RELATORE CONSIGLIERE MAZZOTTI

    Il comma 2 dell’articolo 25 è sostituito dal seguente:

    “2. Non possono essere assegnatari di un alloggio di erp:

    a) gli occupanti abusivi di un alloggio di erp, nonché coloro che hanno rilasciato l’alloggio occupato abusivamente, per un periodo di 10 anni dalla data del rilascio;

    b) i componenti del nucleo assegnatario di un alloggio di erp.”

     

    Il relatore consigliere MAZZOTTI illustra l’emendamento che riguarda la disciplina dell’assegnazione e gestione. Si tratta di un emendamento emerso dal confronto con ANCI e le ACER. 

     

    La consigliera DONINI rappresenta perplessità sul  punto b) perché è un po’ netto e posto in questi termini non può cogliere alcuni aspetti. Fa riferimento, per esempio, a questioni che riguardano la psichiatria perché può accadere che in un percorso individualizzato di una persona seguita dai Servizi psichiatrici emerga la necessità di un affrancamento di questa persona dal nucleo familiare di riferimento. In questa maniera netta verrebbero escluse anche particolari situazioni per le quali sarebbe, invece, necessario avere un atteggiamento più flessibile. Per quanto riguarda, poi, le occupazioni ricorda che in Emilia-Romagna sono nate diverse mobilitazioni. Premesso che ha sempre considerato sbagliato non seguire le regole e scavalcare le graduatorie per auto aggiudicarsi le case popolari, ricorda, però, che in molti territori della Regione alloggi che potevano essere resi disponibili, sono risultati vuoti per lungo tempo, per varie ragioni: tempi della manutenzione e incertezze sul patrimonio alienabile. Alcune iniziative di mobilitazione, che hanno prodotto anche iniziative simboliche di occupazione d’alloggi, avevano lo scopo non tanto di scavalcare una graduatoria, ma erano finalizzate a denunciare situazioni difficilmente spiegabili e comprensibili all’esterno. La norma sugli occupanti peggiora ulteriormente la situazione con una sorta di elemento punitivo che esclude per dieci anni, in modo netto, la possibilità di inserimento in una graduatoria di edilizia residenziale pubblica. Annuncia, pertanto, il suo voto di astensione sull’emendamento che, a suo parere, manca di flessibilità non tenendo conto delle diverse situazioni rappresentate.

    Esce la consigliera Mori.

     

    Il consigliere PARUOLO si riserva una riflessione sull’esempio della psichiatria portato dalla collega Donini dicendo, però, che occorre fare una scelta precisa di campo, che non può che essere a favore della legalità. Crede che chi fa occupazioni simboliche come forma di protesta possa trovare altre forme di sensibilizzazione nei confronti dell’amministrazione. Ritiene che le occupazioni siano illegali sempre, e che si debba promuovere una cultura della protesta con metodi che stiano nell’ambito della legalità: Si tratta di un segnale di linearità, non punitivo.

     

    Rientra la consigliera Mori.

     

    La consigliera MARANI condivide le osservazioni del collega Paruolo sul tema della legalità. Il limite dei dieci anni, rispetto all’esclusione a vita iniziale, le sembra un buon compromesso. Sulla lett. b) del comma 2 invita a riflettere, per esempio, sulle situazioni di famiglie assegnatarie di alloggi di edilizia residenziale pubblica, con situazioni di abuso di minori o maltrattamenti e violenze dove l’intervento dei Servizi sociali talvolta suggerisce che ci sia una separazione del nucleo familiare. Andando a definire che nessuno che fa parte di quel nucleo familiare può fare domanda per un altro alloggio di edilizia residenziale pubblica si escludono anche interventi di questo genere. Suggerisce, pertanto, al relatore di trovare una formulazione nella quale si rimarchi il principio, ma venga inclusa una particolare possibilità di deroga per particolari situazioni di disagio sociale segnalate dagli organismi competenti.

     

    La consigliera NOE’ aderisce a quanto detto dalla collega Marani, ma invita a fare attenzione all’individuazione dei casi che deve essere molto chiara. Devono essere casi fondati e riscontrabili. Al riguardo porta anche l’esempio, da lei sottoposto all’amministrazione comunale di Bologna, di un figlio, temporaneamente disoccupato, che entra temporaneamente nel nucleo familiare della madre anziana assegnataria di alloggio di edilizia residenziale pubblica e che, nel momento in cui trova un nuovo lavoro e può rendersi autonomo, non può fare domanda per un altro alloggio di edilizia residenziale pubblica.

     

    Il relatore consigliere MAZZOTTI risponde che sul punto a) il termine dei dieci anni è stato aggiunto per rendere applicabile la norma dando un’indicazione precisa. Comprende le argomentazioni della consigliera Donini, ma esiste anche il tema non solo di disincentivare, ma proprio di rendere chiaro che gli alloggi di edilizia residenziale pubblica non sono “a vita”, ma una condizione per la reintegrazione sociale, per evitare che lo diventino, crede vada messa questa penalizzazione, peraltro suggerita dall’associazione dei Comuni. Per quanto riguarda la lett. b) la ratio della norma è evitare che ci siano famiglie i cui componenti sono tutti assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica.

     

    La consigliera DONINI ritorna sull’esempio portato dalla consigliera Noè chiedendo come si ponga la norma in questo caso.

     

    Il relatore consigliere MAZZOTTI, prendendo atto delle osservazioni sul punto b), ne propone il ritiro.

     

    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci altre richieste d’intervento, pone in votazione l’emendamento n. 3, come sub emendato, mediante l’eliminazione della lett. b).

     

    La Commissione approva l’emendamento n. 3, come sub emendato, con 25 voti a favore (Pd, UdC), 1 astenuto (FdS) e nessun contrario:

     

    Il presidente ZOFFOLI, accogliendo la richiesta di molti commissari, dichiara terminata la seduta alle 12.35.

     

     

    Approvato nella seduta del 14 novembre 2013.

     

     

     

    La Segretaria

    Il Presidente

    Samuela Fiorini

    Damiano Zoffoli

     

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