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Legislatura IX - Commissione I - Verbale del 21/01/2014 pomeridiano

     

     

     

    Verbale n. 2

    Seduta del 21 gennaio 2014

     

    Il giorno 21 gennaio 2014 alle ore 14.30 si è riunita presso la sede dell’Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali, convocata con nota prot. n. 1585 del 16 gennaio 2014.

     

    Partecipano alla seduta i Consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    LOMBARDI Marco

    Presidente

    Forza Italia – PDL

    4

    presente

    FILIPPI Fabio

    Vicepresidente

    Forza Italia – PDL

    1

    presente

    VECCHI Luciano

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    4

    presente

    BARBATI Liana

    Componente

    Italia dei Valori – Lista Di Pietro

    2

    assente

    BARBIERI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia – PDL

    3

    presente

    BONACCINI Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    CAVALLI Stefano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it

    1

    presente

    FERRARI Gabriele

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    GRILLINI Franco

    Componente

    Gruppo Misto

    3

    presente

    MALAGUTI Mauro

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    MANFREDINI Mauro

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    3

    presente

    MAZZOTTI Mario

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MONARI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    MONTANARI Roberto

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MORICONI Rita

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    NALDI Gian Guido

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà – Idee Verdi

    2

    presente

    NOE’ Silvia

    Componente

    UDC - Unione di Centro

    1

    presente

    PARIANI Anna

    Componente

    Partito Democratico

    3

    assente

    POLLASTRI Andrea

    Componente

    Forza Italia – PDL

    2

    presente

    SCONCIAFORNI Roberto

    Componente

    Federazione della Sinistra

    2

    assente

    Il consigliere Tiziano ALESSANDRINI sostituisce la consigliera Moriconi, il consigliere Giuseppe PARUOLO sostituisce la consigliera Pariani, il consigliere Andrea LEONI sostituisce per parte della seduta il consigliere Bignami.

    E’ presente la Vicepresidente e Assessore a “Finanze, Europa, Cooperazione con il sistema delle autonomie, Valorizzazione della montagna, Regolazione dei servizi pubblici locali, Semplificazione e trasparenza, Politiche per la sicurezza” Simonetta SALIERA.

    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: Soldati (Resp. Serv. Bilancio e finanze), Simoni (Resp. Serv. Patrimonio), Gualandi (Serv. Patrimonio), Gigante (Serv. Affari legislativi e qualita' dei processi normativi), Veronese (Resp. Serv. Coordinamento commissioni assembleari), Scandaletti (Servizio informazione e comunicazione istituzionale A.L.).

    Presiede la seduta: Marco LOMBARDI

    Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli

    Resocontista: Maria Giovanna Mengozzi

     


    Il presidente LOMBARDI dichiara aperta la seduta.

     

    Sono presenti i consiglieri Alessandrini, Barbieri, Cavalli, Defranceschi, Filippi, Grillini, Leoni, Manfredini, Mazzotti, Monari, Montanari, Mumolo, Naldi, Noè, Paruolo, Pollastri, Vecchi.

     

    - Informazione del Presidente della Commissione sulla relazione della Corte dei Conti relativa al primo semestre 2013 riguardante la legislazione di spesa della Regione (ex art. 1 d.l. 174/12)

     

    Il presidente LOMBARDI informa che l’articolo 1 del decreto-legge n. 174 del 2012 ha introdotto un controllo della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria delle Regioni, prevedendo una relazione semestrale della magistratura contabile sulla tipologia delle coperture finanziarie adottate nelle leggi regionali e sulle tecniche di quantificazione degli oneri. In attuazione di tale norma, la Sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna della Corte dei Conti ha già trasmesso la relazione relativa al primo semestre del 2013, nella quale si avanzano suggerimenti per il controllo della spesa. La stessa Sezione regionale della Corte è in procinto di trasmettere anche la relazione del secondo semestre 2013, in cui sono state approvate ben 25 leggi regionali.

    Ricorda che già lo Statuto e il Regolamento interno dell’Assemblea prevedono che i progetti di legge regionale possano essere accompagnati da schede, una tecnico-normativa e una tecnico-finanziaria, ma mentre la scheda tecnico-normativa viene redatta per diversi progetti di iniziativa assembleare, lo stesso non può dirsi in relazione alla scheda tecnico-finanziaria. Pertanto, al fine di non limitare le prerogative dei consiglieri regionali, si sta predisponendo un nucleo operativo di supporto per la sua redazione. Chiaramente la necessità che i progetti di legge, anche quelli in corso d’iter, vengano accompagnati da una scheda tecnico finanziaria richiede un’attività istruttoria preventiva che potrebbe allungare i tempi del procedimento legislativo. Alla valutazione preventiva sulla congruità finanziaria soggiacciono, peraltro, anche gli emendamenti.

    Annuncia che, in qualità di presidente della Commissione I, è stato invitato domani in audizione dalla Corte dei Conti sulla relazione del secondo semestre 2013, mentre nella giornata odierna è stata audita la vicepresidente Saliera.

     

    Esce il consigliere Monari.

     

    Il consigliere MONTANARI chiede chiarimenti sulla necessità di prevedere l’intera copertura finanziaria per deliberare l’esecuzione di nuove opere. Se così fosse, evidenzia, non si potrebbero più realizzare grandi opere. Chiede se, rispetto alle nuove norme, le Regioni abbiano assunto iniziative per manifestare il loro disaccordo agli organi nazionali.

     

    Il consigliere MANFREDINI, sul presupposto che anche gli emendamenti dovranno essere accompagnati dalla relazione tecnico-finanziaria, chiede se, in prospettiva, i consiglieri potranno ancora presentarli direttamente in Aula.

     

    Il presidente LOMBARDI risponde che sarà presumibilmente necessaria la presenza in Aula di una struttura tecnica che supporti i consiglieri nella quantificazione degli oneri conseguenti agli emendamenti presentati.

     

    Il consigliere NALDI immagina si debba distinguere tra progetti di legge, in quanto non tutti comportano nuovi oneri a carico del bilancio regionale. Stesso discorso vale per gli emendamenti. Osserva, in ogni caso, che i costi connessi a determinate iniziative legislative risultano difficilmente quantificabili e che in questi casi una soluzione potrebbe essere quella di prevedere un limite massimo di spesa.

     

    Entra il consigliere Ferrari.

     

    Il consigliere GRILLINI lamenta che già ora esiste un problema nei tempi dell’iter legislativo regionale, problema che i nuovi incombenti rischiano di aggravare ulteriormente. Domanda a chi competa la redazione della scheda tecnico-finanziaria nel caso di disegni di legge di iniziativa regionale rivolti alle Camere, in particolare se siano gli uffici del Parlamento a doversene far carico. Osserva che i progetti di legge di iniziativa assembleare già sono pochi, se poi il relativo iter viene ulteriormente rallentato si rischia di vanificare lo stesso potere legislativo dell’Assemblea. Sollecita, in conclusione, che venga garantita la celerità del procedimento legislativo.

     

    Entra il consigliere Bignami, esce il consigliere Leoni.

     

    Il consigliere VECCHI ritiene necessario un approfondimento, sia sulle nuove disposizioni nazionali, sia sotto il profilo delle metodologie. Personalmente non lo preoccupa il fatto che i progetti di legge vengano accompagnati da una scheda finanziaria che ne quantifichi gli oneri; occorrerà piuttosto definire la struttura di supporto alla quale rivolgersi per la redazione di tale documento. Esprime perplessità sul fatto che si possa redigere una scheda tecnico-finanziaria anche in relazione agli emendamenti, tenuto conto della necessità di salvaguardare il diritto di ciascun consigliere di intervenire attivamente nel procedimento legislativo. Tra gli aspetti da chiarire, occorre inoltre capire cosa succeda se il testo licenziato in via definitiva sia diverso da quello presentato. Ricorda un disegno di legge del Parlamento rispetto al quale c’era una differenza di vedute tra il vertice politico e la struttura amministrativa del Ministero, tant’è che erano state redatte due distinte schede tecnico-finanziarie con conclusioni diametralmente opposte. In sostanza, si tratta di capire quali siano gli obblighi, sotto il profilo formale, che la Regione è chiamata a rispettare e quali siano i contenuti sostanziali capaci di qualificare l’attività legislativa regionale, in modo da adempiere alle nuove prescrizioni senza ostacolare l’esercizio della funzione legislativa da parte dell’Assemblea.

     

    Il consigliere DEFRANCESCHI domanda se anche un emendamento che non comporti nuovi oneri, perché, ad esempio, dimezza le spese previste dal testo originariamente presentato, debba essere accompagnato dalla scheda tecnica-finanziaria.

     

    Entra il consigliere Bonaccini.

     

    Il presidente LOMBARDI risponde affermativamente, rilevando che la scheda dovrà dare atto del fatto che l’emendamento non ha impatti sotto il profilo finanziario. Segnala che a livello parlamentare sono diverse le leggi di iniziativa governativa per le quali non è prevista alcuna copertura finanziaria e che rispetto a queste non è prevista alcuna sanzione. Diversamente, in ambito regionale, un’eventuale rilievo della Corte dei Conti sulla mancata previsione della modalità di copertura finanziaria comporta una specifica responsabilità a carico della Regione. Ricorda che nella propria relazione la Corte dei Conti ha segnalato la mancata previsione di una clausola di neutralità finanziaria in merito al comitato dei Sindaci previsto dalla legge sulla fusione dei Comuni della Valsamoggia, clausola invece inserita in merito all’osservatorio istituito dalla medesima legge regionale.

     

    La vicepresidente SALIERA afferma che il gruppo di lavoro misto Giunta-Assemblea attivato in proposito fornirà nei prossimi giorni indicazioni su una scheda tecnico-finanziaria che ottemperi alle prescrizioni della legge n. 196 del 2009 e del decreto-legge n. 174 del 2012, nonché alle indicazioni formulate dalla Corte dei Conti nella sua relazione. L’obiettivo è infatti quello di concordare modalità e criteri di redazione della scheda condivise tra esecutivo e legislativo.

    Nella mattinata odierna si è tenuto un incontro interlocutorio con la Sezione regionale della Corte dei Conti proprio su questo tema. La Corte sollecita, in particolare, la redazione di una scheda tecnica, che, con riguardo ai progetti di legge di iniziativa della Giunta, vedrà coinvolte le direzioni di volta in volta competenti e la direzione centrale risorse finanziarie e patrimonio. Stando al dettato legislativo e alle indicazioni della Corte, gli elementi da prendere in considerazione nella redazione della scheda tecnico-finanziaria sono: la quantificazione degli oneri derivanti dall’iniziativa legislativa, non sempre agevole; la tipologia di onere, nello specifico se si tratti o meno di spese continuative e ricorrenti; le modalità di copertura, in particolare se gli oneri verranno coperti da maggiori entrate, minori spese o mediante fondi accantonati.

    Nel corso della riunione odierna la Regione si è impegnata a tenere conto delle due relazioni semestrali della Corte relative al 2013 (la seconda è infatti in procinto di essere trasmessa), al fine di elaborare un documento che lasci meno ambiguità alla lettura da parte del giudice contabile. Ora si tratterà di definire, attraverso il lavoro del gruppo misto Giunta-Assemblea, il percorso che dovrà seguire la scheda, sia in relazione ai progetti di legge, sia in relazione agli emendamenti. Sul percorso della scheda relativa ai progetti di legge è necessario ragionare piuttosto velocemente, su quello della scheda relativa agli emendamenti ritiene che la Regione possa prendersi un po’ più di tempo.

     

    4921 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Disposizioni in ordine al contenimento e razionalizzazione della spesa regionale per locazioni passive" (delibera di Giunta n. 2059 del 23 12 13)

    (Relatore consigliere Luciano Vecchi)

     

    Il presidente LOMBARDI informa che sul progetto di legge sono stati presentati cinque emendamenti: il primo della Giunta regionale, già illustrato nel corso della seduta del 13 gennaio scorso, del seguente tenore:

    Emendamento della Giunta regionale:

    Dopo il comma 4 dell’articolo 2 è aggiunto il seguente:

    “4 bis. E’ comunque fatto salvo quanto disposto dai commi 388 e 389 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)”

    Gli altri quattro emendamenti (in corso di distribuzione), presentati dai consiglieri Manfredini e Cavalli, sono così formulati:

    Emendamento n. 1 cons. Manfredini e Cavalli

    All’art. 1 (Finalità e ambito di applicazione), comma 1, dalle parole “la Regione Emilia-Romagna” fino alla fine del comma, il testo è così modificato.

    “la Regione Emilia-Romagna:

    a) persegue l’ottimizzazione degli spazi per lo svolgimento delle proprie attività, sulla base di specifici piani di razionalizzazione;

    b) provvede alla graduale dismissione delle locazioni passive;

    c) utilizza prioritariamente sedi di proprietà;

    d) non sostiene spese di manutenzione straordinaria per immobili non di proprietà;

    e) detta disposizioni per i contratti di locazione passiva aventi ad oggetto immobili ad uso istituzionale stipulati dall’amministrazione regionale.”

    Emendamento n. 2 cons. Manfredini e Cavalli

    Dopo l’articolo 1 è inserito l’articolo 1 bis.

    “1bis (Modalità di riduzione dei costi)

    1. Per il perseguimento delle finalità di cui all’articolo 1 della presente legge, e con le modalità di cui all’articolo 3, saranno predisposti piani di razionalizzazione. Un piano generale di razionalizzazione sarà presentato con cadenza annuale all’Assemblea legislativa, tramite la competente commissione. Da tale piano dovrà desumersi la situazione generale delle locazioni passive, l’andamento delle spese ed i risultati ottenuti in termini di riduzione dei costi.

    2. I risultati conseguiti tramite le azioni di cui al comma 1 saranno oggetto di valutazione ai fini della corresponsione delle indennità di risultato al personale dirigenziale.

    3. E’ vietato procedere alla stipulazione di nuovi contratti di locazione passiva qualora risultino inutilizzati o parzialmente utilizzati immobili di proprietà regionale.

    4. E’ vietato disporre ed utilizzare somme per l’esecuzione di lavori si straordinaria manutenzione su immobili non di proprietà regionale.”

    Emendamento n. 3 cons. Manfredini e Cavalli

    All’articolo 2 (Riduzione dei costi per le locazioni passive) le parole “1 gennaio 2015” sono sostituite dalle parole “1 luglio 2014”.

    Emendamento n. 4 cons. Manfredini e Cavalli

    All’articolo 2, comma 3, dopo la lettera b) è inserita:

    “c) assenza di immobili di proprietà della Regione Emilia-Romagna non utilizzati”

    Cede quindi la parola al consigliere Manfredini per l’illustrazione degli emendamenti.

     

    Il consigliere MANFREDINI afferma che i primi due emendamenti mirano, in primo luogo, ad evitare che la Regione si faccia carico di interventi di manutenzione straordinaria per immobili non di proprietà, così come avvenuto in relazione a un immobile locato dalla stessa in cui sono stati spesi 900 mila euro per la bonifica dalla lana di vetro.

    Le proposte di modifica al testo muovono inoltre dalla considerazione che le Regioni Toscana e Veneto hanno dato attuazione alle nuove disposizioni nazionali già nel 2012, riducendo a 3 milioni e 500 mila euro il costo complessivo per le locazioni passive. La Regione Emilia-Romagna, invece, nel 2013 corrisponderà a titolo di canoni per locazioni passive 15 milioni e 300 mila euro, ai quali si aggiungono 2 milioni e 300 mila euro per gli immobili locati dall’Assemblea legislativa. Nel 2014 il costo delle locazioni a carico dell’amministrazione regionale ammonterà a 15 milioni e 200 mila euro, da sommare ai 2 milioni e 300 mila euro di canoni riconducibili all’Assemblea.

    Il terzo emendamento è diretto ad anticipare la decorrenza della riduzione dei canoni dal 1° luglio 2014, mentre il quarto si spiega alla luce del fatto che la Regione risulta essere proprietaria di un immobile di cinque piani in via dei Mille a Bologna interamente inutilizzato. Ratio di tutti e quattro gli emendamenti, in sostanza, è quella di contribuire al risparmio in tema di locazioni passive.

     

    Il consigliere relatore VECCHI è dell’opinione che le finalità dell’iniziativa legislativa, che gli emendamenti della Lega Nord vorrebbero riscrivere, siano meglio formulate nel testo presentato dalla Giunta. Quanto all’anticipazione della decorrenza della riduzione dei canoni, esprime alcune perplessità, sul presupposto che il termine del 1° gennaio 2015 è previsto dalla normativa nazionale, già suscettibile di determinare contenziosi in ordine ai contratti in essere. Il fatto poi che i risultati conseguiti attraverso i piani di razionalizzazione vengano valutati ai fini della corresponsione delle indennità di risultato al personale dirigenziale, come statuito dal secondo emendamento, interferisce su una normativa specifica, che è inopportuno modificare mediante emendamenti a leggi settoriali. Sempre con riferimento ai piani di razionalizzazione, rileva l’esistenza di un problema non soltanto della quantità degli spazi, ma anche della loro adeguatezza, nonché di appropriatezza e di ubicazione delle sedi. La prevalenza all’utilizzo di sedi di proprietà dell’amministrazione è oltretutto già prevista dalla normativa nazionale cui si intende dare attuazione.

     

    Escono i consiglieri Bignami, Defranceschi, Grillini e Noè.

     

    La vicepresidente SALIERA ritiene che le finalità espresse in alcuni degli emendamenti presentati siano già contenute nel progetto di legge; semmai, ove l’Assemblea lo ritenga opportuno, possono essere meglio specificate.

    Sul tema della manutenzione straordinaria degli immobili locati, precisa che l’esempio citato dal consigliere Manfredini riguarda la sostituzione di pannelli divisori a suo tempo installati dalla stessa Regione e non dal proprietario dell’immobile, il quale ne ha chiesto di conseguenza la sostituzione perché non più rispondenti alla normativa vigente. Invita pertanto alla dovuta attenzione nel disciplinare in legge fattispecie del tutto peculiari, in quanto le norme così introdotte potrebbero in futuro determinare problemi seri, in termini di sistema, all’amministrazione regionale.

    Ricorda che la Regione ha già adottato un piano di dismissione, oggetto peraltro di aggiornamenti annuali, al fine di valutare quali immobili possano essere venduti in quanto non più rispondenti alle sue esigenze istituzionali. Già dalla scorsa legislatura si è previsto, ad esempio, che l’immobile di proprietà di cinque piani in via dei Mille sarà oggetto di una permuta, giacché è intenzione della Regione trasferire nell’ex Manifattura Tabacchi il servizio di protezione civile e diversi uffici di ARPA, dismettendo al contempo le locazioni di viale Silvani. Concludendo, evidenzia che gli obiettivi di un piano dismissione richiedono anni per essere realizzati.

     

    Escono i consiglieri Filippi e Naldi.

     

    Il consigliere POLLASTRI richiama le riserve espresse, sotto il profilo giuridico, al progetto di legge nel corso della precedente seduta, con specifico riguardo alla riduzione dei canoni dei contratti di locazione già in essere. Condivide lo spirito degli emendamenti presentati dalla Lega Nord e ricorda che il proprio gruppo politico ha sollecitato la Giunta sin dall’inizio della legislatura ad adottare un piano di razionalizzazione e dismissione degli immobili. Osserva che gli immobili di proprietà dell’amministrazione regionale hanno le più varie destinazioni d’uso, poiché figurano alberghi, pensioni, opifici, magazzini, fabbricati rurali, abitazioni popolari, case di cura, autorimesse, alloggi per uso di culto, stazioni di trasporto e negozi. Chiede, in primo luogo, per quale motivo vi sia tanta differenza tra una Provincia e l’altra nella dislocazione del patrimonio immobiliare; a quanto risulta, infatti, un numero considerevole di immobili è ubicato in Romagna. Domanda poi quanti immobili di proprietà regionale risultino attualmente inutilizzati, in particolare, se esistano altri immobili oltre quello in via dei Mille citato dal collega Manfredini. Sul tema della manutenzione dei fabbricati, chiede se sia stato siglato o vi sia l’intenzione di siglare un contratto di global service, che consentirebbe un maggiore risparmio, ovvero se la manutenzione venga gestita singolarmente per ciascun immobile. Rileva, infine, una discrepanza tra alcuni canoni di locazione pattuiti e la metratura degli immobili cui gli stessi si riferiscono, citando in particolare i quasi 200 mila euro corrisposti per l’ufficio della Regione a Roma e i circa 100 mila euro per l’ufficio di Bruxelles.

     

    Il consigliere CAVALLI domanda se è vero che la Regione spende oltre 15 milioni di euro annui a titolo di locazioni passive. Ove questo dato venisse confermato, ritiene che in un’epoca di Spending review sia questa la voce di spesa su occorre incidere per dare un segnale forte ai cittadini. Richiama i dati di due Regioni paragonabili all’Emilia-Romagna, ossia il Veneto e la Toscana, che risultano spendere per locazioni passive 3,5 milioni di euro annui.

     

    Esce il consigliere Paruolo.

     

    La vicepresidente SALIERA afferma che la decorrenza della riduzione dei canoni di locazione dal 1° gennaio 2015 è prevista dalla normativa nazionale, già suscettibile di determinare il rischio di contenziosi in relazione ai contratti in essere. Anticipare il predetto termine pone oltretutto problemi anche dal punto di vista operativo, tenuto conto dei tempi necessari a verificare tutti i contratti in essere e a rinegoziare i rispettivi canoni. Il piano di dismissione, come già evidenziato, viene aggiornato annualmente, ma occorre tenere presente che non è un periodo ottimale per vendere; molte delle gare indette sono, infatti, andate deserte. Rileva che il patrimonio immobiliare della Regione è costituito per la gran parte da beni demaniali trasferiti dallo Stato. A differenza di altre Regioni che hanno investito sull’acquisto delle proprie sedi istituzionali (cita la costruzione del Pirellone da parte della Regione Lombardia o l’acquisto di una villetta di rappresentanza a Bruxelles da parte della Regione Veneto), l’Emilia-Romagna ha operato scelte diverse. Rispetto al passato, è peraltro la stessa normativa nazionale vigente a limitare la capacità di investimento delle Regioni. Sul tema delle manutenzioni risponde che diversi beni di proprietà regionale, in particolare agricoli e boschivi, sono stati ceduti in convenzione alle Province.

     

    SIMONI osserva che buona parte dei principi espressi negli emendamenti della Lega Nord sono già contenuti nel progetto di legge. Tra questi, ad esempio, il fatto che si debba adottare un piano di razionalizzazione, sulla base del quale valutare l’opportunità di procedere a nuove acquisizioni, in proprietà o in locazione, ovvero a dismissioni. Sebbene un provvedimento formale di questo tipo non sia ancora stato adottato, nel corso degli ultimi anni l’istruttoria interna condotta al riguardo ha consentito di raccogliere una mole considerevole di documentazione, che permetterà di formalizzare il piano di razionalizzazione nel termine di 90 giorni previsto dalla legge.

    Sulla manutenzione straordinaria del patrimonio immobiliare locato, precisa che gli edifici di via Aldo Moro sono stati originariamente strutturati senza partizioni interne, l’idea era infatti di realizzare uffici open space. Stessa conformazione caratterizza il civico 38, locato dalla Regione da ormai quasi trenta anni. Poiché fu una scelta di allora della Regione quella di ripartire i locali introducendo pareti attrezzate, è chiaro che la sostituzione di queste, perché non più rispondenti alla normativa vigente, compete alla Regione medesima. Sottolinea, inoltre, che venticinque anni fa certi materiali erano conformi alla legge e estremamente diffusi.

     

    Il consigliere POLLASTRI domanda se, prima che la Regione le acquisisse, le torri di via Aldo Moro avessero una destinazione alberghiera.

     

    SIMONI risponde che la destinazione alberghiera era prevista per il civico 50, mentre le altre torri erano inizialmente destinate ad uso residenziale e commerciale, nonché ad uso uffici. Laddove era inizialmente previsto l’uso commerciale sono stati costruiti mezzanini, che con il cambio di destinazione d’uso hanno determinato uno spreco di spazio.

    In merito ai costi sostenuti dall’ente per le locazioni passive, precisa che nel 2011 la Regione spendeva 16 milioni e 400 mila euro, di cui 15 milioni 410 mila euro per immobili ubicati a Bologna e 992 mila euro per le altre sedi provinciali. Questo valore è in diminuzione, tant’è che nel 2016, grazie ad una serie di dismissioni e riorganizzazioni che verranno puntualizzate nel piano di razionalizzazione, si prevede un costo complessivo di 11 milioni 793 mila euro, pari al 30% in meno rispetto alla spesa del 2011.

    Occorre tenere altresì presente che nel perseguire il piano di razionalizzazione la Regione dovrà rispettare le norme in materia di sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro, nonché di accesso da parte dei disabili, norme che in Italia sono molto più stringenti rispetto a quelle vigenti in altri Paesi. Pertanto è possibile che certe sedi, seppur di proprietà regionale, non risultino conformi e richiedano interventi eccessivamente onerosi per l’adeguamento agli standard a tal fine previsti. A fronte di immobili di questo tipo il piano di razionalizzazione ne potrà prevedere la vendita, ove risulti che tale scelta sia la più conveniente.

    Rileva, infine, che la composizione del patrimonio immobiliare della Regione deriva dal passato, quando la Regione venne istituita negli anni ‘70. Nel corso degli anni, infatti, l’Emilia-Romagna ha acquisito ben poco; nello specifico ha acquistato le tre sedi in viale Aldo Moro ed espropriato alcuni immobili per la realizzazione di opere pubbliche. Buona parte del patrimonio è ubicato nel forlivese, perché gran parte delle competenze trasferite dallo Stato veniva esercitata in quella zona.

     

    GUALANDI precisa ulteriormente che il patrimonio immobiliare regionale nasce insieme alla Regione con la devoluzione di tutti i beni da parte degli enti disciolti, dapprima in attuazione del D.P.R. 616/1977 e successivamente in virtù delle leggi Bassanini. Essendo il patrimonio trasferito di varia derivazione e notevolmente diffuso sul territorio, come dimostra l’inventario, è molto articolato. A differenza di altre Regioni, poi, all’Emilia-Romagna non sono stati trasferiti molti immobili di pregio situati in un contesto urbano, quanto piuttosto beni, come le colonie, difficilmente utilizzabili come sedi istituzionali o uffici. Le differenze riscontrabili tra le varie Regioni in tema di costi per locazioni passive sono in sostanza dovute alla tipologia del patrimonio di ciascun ente: le Regioni che hanno a disposizione un maggior numero di immobili utilizzabili a fini istituzionali hanno minori costi per le locazioni passive.

    In seguito alla riforma del titolo V della Costituzione, la Regione Emilia-Romagna ha avviato un’analisi puntuale dell’intero patrimonio disponibile al fine di redigere un inventario maggiormente consultabile. L’inventario così redatto ripartisce gli immobili in quattro categorie: nella categoria A sono elencati gli immobili ad uso diretto della Regione; nella categoria B sono riportati gli immobili concessi agli enti territoriali per finalità istituzionali e pubbliche; nella categoria C sono riportati gli immobili inutilizzati; nella categoria E sono infine inclusi i beni residuali, ovvero gli immobili da reddito, non molto cospicui.

    Grazie all’inventario de quo la Regione sin dal 2003, ovvero prima dell’entrata in vigore della normativa nazionale sui piani di razionalizzazione, ha adottato un piano di dismissione ove sono stati inseriti i beni ritenuti non strategici. Sulla base di tale piano sono state effettuate le prime vendite, inizialmente facilitate dal trend del mercato immobiliare, che hanno portato ad una riduzione degli immobili di categoria C e fatto introitare nelle casse regionali una somma ragguardevole. Col passare del tempo questa complessa attività di dismissione ha però avuto minore successo, in parte a causa dell’andamento del mercato immobiliare, in parte alla luce del fatto che non residuavano più immobili inutilizzati di pregio. In questo contesto si è privilegiata la valorizzazione del patrimonio da parte degli enti locali, ai quali sono stati dati in gestione diversi immobili per finalità istituzionali, di conseguenza il numero dei beni classificati in categoria B è cresciuto.

    A fronte del rilievo secondo cui altre Regioni hanno dato attuazione alle norme della Spending review sulla riduzione dei cannoni già nel 2013, spiega che l’Emilia-Romagna nello stesso anno non era nelle condizioni di fare ugualmente, in quanto non aveva contratti da rinnovare. La scelta adottata dall’amministrazione regionale nel 2013 è stata, pertanto, di rinegoziare il canone di locazione dei contratti soggetti a tacito rinnovo sulla base di trattative con i rispettivi locatori, trattative che hanno consentito di ridurre il canone di locazione per tre contratti nella misura del 15% e di un ulteriore contratto per il 10%.

     

    Il consigliere MANFREDINI, dopo aver precisato che la rinegoziazione dei canoni posta in essere da Toscana e Veneto nel 2012 ha riguardato contratti non in scadenza, osserva che il risparmio di due milioni di euro conseguito dall’Emilia-Romagna dal 2011 al 2014 è limitato, se confrontato con i 10 milioni risparmiati dalle anzidette Regioni. Ritenendo necessari ulteriori approfondimenti, ritira gli emendamenti e si riserva di presentarli direttamente in Aula.

     

    Il consigliere VECCHI domanda se la riduzione del 15% si applichi anche ai canoni già rinegoziati nel corso del 2013.

     

    GUALANDI precisa che l’articolo 4 del progetto di legge contiene in proposito una specifica norma di salvaguardia.

     

    Terminata la discussione generale, il presidente LOMBARDI pone quindi in votazione i singoli articoli e l’emendamento della Giunta.

     

    Con distinte votazioni di identico contenuto la Commissione esprime parere favorevole con 18 voti a favore (PD), 10 contrari (FI-PDL, LN) e nessun astenuto all’articolo 1, all’emendamento della Giunta regionale e all’articolo 2 così modificato, agli articoli 3, 4 e 5.

     

    La seduta termina alle ore 16.10.

    Approvato nella seduta del 6 febbraio 2014

     

    La Segretaria

    Il Presidente

    Claudia Cattoli

    Marco Lombardi

     

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