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Legislatura X - Commissione II - Processo Verbale del 20/09/2017 pomeridiano

Processo verbale n. 29

Seduta del 20 settembre 2017

 

Il giorno 20 settembre 2017 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. AL.2017.45207 del 14/09/2017, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche.

 

Partecipano alla seduta i consiglieri:

 

Cognome e nome

Qualifica

Gruppo

Voto

 

SERRI Luciana

Presidente

Partito Democratico

5

presente

BAGNARI Mirco

Vicepresidente

Partito Democratico

5

assente

DELMONTE Gabriele

Vicepresidente

Lega Nord Padania Emilia e Romagna

4

presente

ALLEVA Piergiovanni

Componente

L’altra Emilia Romagna

1

assente

BARGI Stefano

Componente

Lega Nord Padania Emilia e Romagna

1

presente

BERTANI Andrea

Componente

Movimento 5 Stelle

3

presente

BESSI Gianni

Componente

Partito Democratico

2

presente

BIGNAMI Galeazzo

Componente

Forza Italia

2

assente

CALIANDRO Stefano

Componente

Partito Democratico

1

assente

FOTI Tommaso

Componente

Fratelli d’Italia

1

assente

IOTTI Massimo

Componente

Partito Democratico

1

presente

LIVERANI Andrea

Componente

Lega Nord Padania Emilia e Romagna

1

presente

LORI Barbara

Componente

Partito Democratico

5

presente

MARCHETTI Francesca

Componente

Partito Democratico

2

presente

MOLINARI Gian Luigi

Componente

Partito Democratico

2

presente

MONTALTI Lia

Componente

Partito Democratico

1

presente

MUMOLO Antonio

Componente

Partito Democratico

2

presente

POMPIGNOLI Massimiliano

Componente

Lega Nord Padania Emilia e Romagna

1

presente

PRODI SILVIA

Componente

Gruppo Misto

1

presente

RAINIERI Fabio

Componente

Lega Nord Padania Emilia e Romagna

1

assente

RANCAN Matteo

Componente

Lega Nord Padania Emilia e Romagna

1

assente

ROSSI Nadia

Componente

Partito Democratico

1

presente

SABATTINI Luca

Componente

Partito Democratico

2

presente

SENSOLI Raffaella

Componente

Movimento 5 Stelle

2

presente

TORRI Yuri

Componente

Sinistra Italiana

2

presente

Sono presenti i consiglieri: Enrico CAMPEDELLI in sostituzione di BAGNARI; Katia TARASCONI.

 

E’ altresì presente Palma COSTI Assessore alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma.

Presiede la seduta: Luciana SERRI

Assiste il segretario: Giovanni Fantozzi

Funzionario estensore: Andrea Bertoli


UDIENZA CONOSCITIVA

 

4805 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione". (15 06 17). A firma dei Consiglieri: Lori, Rontini, Caliandro, Bagnari, Mumolo, Poli, Molinari, Tarasconi, Cardinali, Marchetti Francesca, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Sabattini, Campedelli, Serri, Pruccoli, Zoffoli

(Relatrice consigliera Barbara Lori)

 

partecipano

 

Luca AssiraniAssociazione PanificatoriFederconsumatori E-R

Lorenzo De BenedictisLegacoop Romagna

Giancarlo CeccoliniPresidente Unione Regionale Panificatori.

Norma Fabiola GomezCooperativa sociale Centofiori

Stefania GamberiniCNA E-R.

Thomas GiardiniPresidente Associazione Panificatori Bologna.

Alessandro GhettiColdiretti E-R, Responsabile Ufficio Legislativo

Antonio GurrieriConfcommercio E-R

Gabriele MaggioliCooperativa Cento Fiori Rimini

Augusto MazzocchiVicepresidente Associazione Panificatori (PC)

Giorgio MicheliSegretario Associazione Panificatori Piacenza.

Alessandro OrsattiFigsa – Confesercenti Regionale.

Andrea Patelli Associazione Panificatori (PC)

Marco PasiConfesercenti E-R

Venier RossiConfartigianato Regionale

Alberto RicciVicepresidente Deco Industrie SPA

Alberto SalaPresidente Associazione Panificatori (PC)

Raffaele VicidominiFlai CGIL E-R.

 

La presidente SERRI dichiara aperta la seduta alle ore 14,45.

 

La Presidente saluta i presenti e cede la parola alla relatrice LORI.

 

Intervengono:

Alessandro Orsatti, Figsa – Confesercenti Regionale.

Raffaele Vicidomini, Flai CGIL E-R.

Stefania Gamberini, CNA E-R.

Thomas Giardini, Presidente Associazione Panificatori Bologna.

Alessandro Ghetti, Coldiretti E-R.

Giancarlo Ceccolini, Presidente Unione Regionale Panificatori.

Giorgio Micheli, Segretario Associazione Panificatori Piacenza.

 

Interviene l’assessore COSTI.

 

La presidente SERRI fissa il termine di dieci giorni per la presentazione di eventuali osservazioni.

 

Interviene la relatrice LORI.

 

La presidente SERRI ringrazia gli intervenuti e dichiara chiusa l’udienza conoscitiva.

 

La seduta, sospesa alle ore 15,40, è ripresa alle ore 15,50.

 

Approvazione dei processi verbali nn. 27 e 28 del 2017.

 

La Commissione approva all’unanimità.

 

5166 - Comunicazione del Presidente della Giunta sul "Documento di indirizzi della Giunta regionale per l'avvio del percorso finalizzato all'acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116, comma terzo, della Costituzione".

(Sede consultiva – parere alla Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali)

 

La presidente SERRI introduce l’argomento ed informa la Commissione d’aver presentato una proposta di parere differente da quella distribuita in occasione della seduta precedente nonchè della presentazione d’una proposta di parere sottoscritta dai consiglieri DELMONTE, LIVERANI, BARGI e POMPIGNOLI.

 

Il consigliere DELMONTE illustra la proposta di parere.

 

L’assessore COSTI approfondisce.

 

Intervengono la presidente SERRI ed i consiglieri DELMONTE, LORI, SABATTINI e BERTANI che dichiara, anche, la non partecipazione al voto del gruppo M5S.

 

L’assessore COSTI replica.

 

La presidente SERRI pone in votazione la proposta di parere presentata dal gruppo Lega Nord (Allegato 2).

 

La Commissione respinge con 4 voti a favore (LN), 25 voti contrari (PD) e nessun astenuto.

 

La presidente SERRI pone in votazione la propria proposta di parere (Allegato 1).

 

Il consigliere DELMONTE dichiara la non partecipazione al voto del gruppo Lega Nord.

 

La Commissione approva con 26 voti a favore (PD), nessun contrario e nessun astenuto.

 

3339 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni, di supporto e promozione del sistema moda, sostenendo la formazione, la ricerca ed il trasferimento tecnologico finalizzato alla qualità del prodotto ed alla competitività del territorio regionale. (07 10 16). A firma dei Consiglieri: Campedelli, Bagnari, Rontini, Montalti, Zoffoli, Ravaioli, Prodi, Rossi Nadia, Mumolo, Zappaterra, Caliandro, Serri, Mori

 

DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

 

Presidente SERRI. L’oggetto successivo è una risoluzione. Avevamo già portato questo oggetto alcune Commissioni fa. Poi, a causa del prolungarsi dei lavori, avevamo rinviato la discussione.

Oggetto 3339: risoluzione che impegna la Giunta a porre in essere azioni, anche presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni, di supporto e promozione del sistema moda, sostenendo la formazione, la ricerca ed il trasferimento tecnologico finalizzato alla qualità del prodotto ed alla competitività del territorio regionale. Primo firmatario, consigliere Campedelli.

Consigliere Campedelli, prego.

 

Consigliere CAMPEDELLI. Grazie, presidente.

Si tratta di una risoluzione un po’ datata, nel senso che ha quasi un anno. Quindi, alcune cose potranno intrecciarsi o potrà sembrare che si intreccino anche con il percorso previsto, di cui si discuteva prima, di autonomia rispetto al tema dell’innovazione, dell’internazionalizzazione nel commercio.

È una risoluzione che tratta di comparti importanti per il nostro territorio, principalmente comparti manifatturieri, del tessile, del calzaturiero, per i quali la nostra Regione ha sviluppato politiche industriali molto interessanti e molto presenti.

Uno dei motivi per cui abbiamo presentato questa risoluzione è che abbiamo trovato difficoltà a vedere politiche a livello nazionale simili, con un’impronta simile e, soprattutto, il fatto che volevamo cercare di fare il punto – io e gli altri sottoscrittori della risoluzione – su un settore così importante, su cui si è investito tanto, in un contesto, fra l’altro, ad oggi, molto importante, nel senso che gli ordinativi rispetto allo scorso anno sono in crescita. I dati ISTAT ci danno dei fatturati dell’industria, per i mesi passati, abbastanza significativi, con un prodotto interno lordo della nostra Regione importante. Siamo la prima Regione italiana per prodotto interno lordo.

Soprattutto, noi parliamo di un settore centrale per l’economia emiliano-romagnola, che è trasversale a tutta la regione, ma che si posiziona principalmente nel distretto da cui provengo, il distretto carpigiano, e nella Romagna; Rimini e il distretto forlivese di San Mauro Pascoli per quanto riguarda il calzaturiero...

 

(Interruzione)

 

Consigliere CAMPEDELLI. Cesenate. Mi sono sbagliato. Studierò la geografia meglio.

Che vede sull’intero territorio regionale più di 7.000 imprese per la parte manifatturiera e circa 52.000 addetti, con un export molto significativo che rappresenta più del 12 per cento delle esportazioni nazionali. Quindi, parliamo di circa 30.000 imprese e 142.000 addetti, se consideriamo anche la componente terziaria legata alla filiera della moda. Fra l’altro, ci sono dati anche significativi, nel senso che il monitoraggio dei distretti industriali dell’Emilia-Romagna promosso dalla Direzione studi e ricerche dell’Istituto Intesa Sanpaolo, che è uscito prima del mese di agosto e che è stato pubblicato dalla stampa nazionale, con riferimento alle esportazioni, disegna una regione in cui l’export dei distretti cresce più del 6 per cento nel primo trimestre del 2017 e il dato manifatturiero cresce di oltre il 9, con il sistema moda che ha buone performance: nel distretto di Carpi quasi il 9 per cento, nel distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli il 7 e nel distretto abbigliamento di Rimini più del 12. Questo grazie alle esportazioni con la Spagna, la Germania, la Francia, la Polonia, il mercato russo, che è in forte ripresa, e le vendite sul mercato, anche mediorientale.

Da questi dati si comprende anche quanto questo settore sia importante dal punto di vista occupazionale, sia per la quantità degli addetti sia per la qualità dell’occupazione, occupazione prevalentemente di tipo femminile. Allo stesso tempo, è un settore in cui è molto alta l’imprenditoria femminile. In questo contesto, il tessile, per quanto riguarda il distretto da cui provengo, però credo che le riflessioni possano valere anche sul contesto regionale, è un settore che ha subìto profonde trasformazioni nel tempo. Già alla fine degli anni Ottanta, una forte concorrenza dei Paesi in via di sviluppo giocato sui bassi costi delle merci e del costo del lavoro. Da quel momento, abbiamo visto molte esperienze di delocalizzazione delle produzioni in altri Paesi. In altri casi, invece, si è puntato sull’alta qualità dell’offerta made in Italy, investendo sui marchi e sull’alta qualità dei prodotti.

Fra il 2003 e il 2015 il settore in regione ha registrato una fase di rallentamento importante dovuta in parte alla crisi economica, anche settoriale inizialmente e poi globale, alla contrazione molto forte della domanda interna, con una parentesi positiva intorno al 2010-2011 e con un calo delle produzioni in quel periodo, un calo di addetti, un calo di imprese molto significativo. Da questi anni il settore è uscito molto ridimensionato e ci ha consegnato una situazione per certi versi preoccupante, dal punto di vista quantitativo, ma dal punto di vista qualitativo molto interessante, che va letta molto attentamente e richiede una lettura puntuale.

A fronte di questo, la nostra Regione si è mossa investendo in formazione tecnica, alta formazione degli operatori, innovazione, ricerca e trasferimento tecnologico per la qualità dell’offerta, marketing del made in Italy, tutte cose che costituiscono, oggi come in passato, un volano per la ripresa e hanno costituito lo sviluppo del settore. Si è guardato molto ai mercati esteri. Ci siamo mossi concretamente investendo su incubatori, acceleratori e FabLab, in cui sperimentare, creare e mettere in circolo nuove idee, nuovi prodotti, investendo fondi europei su azioni che le imprese hanno richiesto e continuano a richiedere, attivando anche ingenti investimenti di privati.

L’ultimo provvedimento in ordine temporale, non certo per importanza, è il lancio del progetto Fashion Valley, che si propone di fare del comparto moda il quarto pilastro del sistema economico regionale, insieme al food, ai motori e al wellness, creando le giuste sinergie di comparto sull’intero territorio regionale, quindi da Rimini a Piacenza, per questo settore, il settore del fashion, apprezzato in tutto il mondo per la capacità di coniugare la storia, il design, la qualità e l’innovazione.

La ripresa del settore non può prescindere, tuttavia, da un’azione congiunta di tutti i livelli istituzionali che sappia dare una risposta anche ai problemi legati all’incentivazione del commercio internazionale, continuare con la difesa del made in Italy, il tema della fiscalità delle imprese, il tema della detassazione dei brevetti, a supporto della ricerca e dell’innovazione. È vero che questo non compete alla Regione, compete allo Stato centrale, ma è vero che noi possiamo continuare ad insistere su questo, visto che viene fatto per altri settori e su altri comparti. Su queste basi, nel distretto da cui provengo, quindi quello di Carpi, ha preso il via un progetto molto ambizioso, il polo della creatività. Cultura e creatività, fra l’altro, sono nei cinque ambiti di specializzazione produttiva su cui si concentrano le politiche regionali rivolte al rafforzamento competitivo e alla crescita occupazionale. È un progetto che tiene insieme proprio tutti questi aspetti: innovazione e sviluppo di start-up, formazione professionale, centro di documentazione sul sistema moda del distretto, ricerca, sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, aree di co-working, FabLab per la realizzazione di prototipi attraverso la realizzazione di una sorta di tecnopolo. Su questo l’Amministrazione comunale di Carpi ha già messo a disposizione uno spazio di oltre 2.000 metri quadrati collocato in una zona importante di Carpi. La parte, invece, documentale e archivistica, che noi chiamiamo il labirinto della moda, troverà sede nel Palazzo centrale a Carpi, di proprietà comunale, e ospiterà in un unico spazio tutta la documentazione relativa alla nascita e alla crescita del distretto, a partire dagli anni Cinquanta, che oggi è di proprietà dell’Amministrazione comunale. Un’operazione da circa 1,5 milioni di euro che coinvolge il Comune, la Fondazione Democenter, la Camera di Commercio, l’istituto di formazione ForModena, Carpi Fashion System e la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, che contribuirà a questo.

Non voglio andare oltre sul mio distretto. Voglio arrivare a concludere questo breve intervento di presentazione. Noi con questa risoluzione vogliamo, da un lato, sostenere l’ottimo lavoro che la Giunta regionale sta facendo anche per questo comparto, anche grazie alle politiche messe in campo con il Patto per il lavoro, e, dall’altro, sollecitare l’attenzione a livello nazionale sul tema della moda, del tessile e dell’abbigliamento all’interno del progetto di sviluppo del Paese. Il manifatturiero per noi è molto importante.

Per concludere, vorrei solamente leggere i punti finali della risoluzione, che nascono da valutazioni e considerazioni raccolte sui territori nei mesi passati dal sottoscritto e dai diversi colleghi che hanno sottoscritto la risoluzione.

Rimangono, quindi, fondamentali le azioni di supporto e promozione del sistema moda, continuando a sostenere la formazione e la ricerca di trasferimento tecnologico finalizzati alla qualità del prodotto e, dunque, alla competitività del territorio regionale, le attenzioni tese allo sviluppo della creatività, l’innovazione, come dicevo, supportando anche i fondi archivistici e le emeroteche pubblico-private, le azioni di marketing, soprattutto verso l’estero, e il supporto all’internazionalizzazione del sistema basati sulla provenienza territoriale quale garanzia di qualità e stile. In tale contesto, favorire la partecipazione anche delle piccole e medie imprese e microimprese ai bandi per la creazione di reti di imprese per l’internazionalizzazione; supportare, anche economicamente, attraverso la predisposizione di bandi e l’erogazione di finanziamenti a fondo perduto, la partecipazione di imprenditori ed artigiani, in particolar modo delle piccole imprese, a fiere internazionali, europee ed extraeuropee, a partire da quelle che si svolgono in Paesi che rappresentano attuali nuovi mercati strategici, al fine di consolidare e incrementare i rapporti commerciali con partner internazionali e, in ultimo, cooperare con il Governo, anche all’interno della Conferenza Stato-Regioni, per trovare soluzioni condivise e possibili legate all’incentivazione del commercio internazionale, difesa del made in Italy, fiscalità delle imprese e detassazione dei brevetti, con regole chiare a tutela del made in Italy e durature nel tempo.

Ad oggi, le misure esistenti sui campionari sono insufficienti. Ci sono, ma sono insufficienti. Pensate che solo nell’ultima edizione di Moda Makers a Carpi, su 44 espositori, vi erano più di 8.000 campionari. Incentivazione delle imprese del settore moda, tessile e calzaturiero per l’ideazione, la progettazione e l’implementazione dei campionari, come avviene per altri settori nei quali sono previste incentivazioni per investimenti importanti per nuovi modelli; incentivazioni di azioni volte al rispetto delle leggi sul lavoro e sul contrasto alla contraffazione, dato importante per le griffe e, soprattutto, per il made in Italy, sollecitando presso le autorità competenti controlli in merito più pressanti.

Io mi fermo qui e mi riservo di intervenire successivamente.

Grazie.

 

Presidente SERRI. Grazie, consigliere Campedelli.

Altri interventi? Consigliera Montalti, prego.

 

Consigliere MONTALTI. Solo per aggiungere qualche considerazione all’intervento, che ha fornito un quadro completo, del collega Campedelli. Parto dall’esperienza del distretto calzaturiero del Rubicone, che è quello collocato nel territorio del cesenate. Vorrei mettere l’accento sul tema della filiera. Molto spesso, dietro le grandi marche e dietro il grande made in Italy ci sono moltissime aziende artigianali che svolgono interventi in conto terzo e che devono avere la capacità, con grande flessibilità, grandi competenze e grande professionalità, di poter intervenire e contribuire ad un prodotto di grande eccellenza.

In questa discussione e nella proposta che stiamo portando avanti in Commissione dobbiamo mettere l’accento, credo, anche sull’attenzione che ci vuole non solo per le grandi realtà, ma anche per tutte le piccole e medie realtà artigianali, che danno un grandissimo contributo. Ho avuto modo e anche la fortuna di poter visitare molti dei laboratori artigianali presenti nel nostro territorio. Devo dire che la qualità del lavoro e la professionalità che si riscontrano sono veramente incredibili, danno proprio il segno di quanto quei prodotti, prodotti che poi vengono venduti in tutto il mondo, abbiano al loro interno anche il grandissimo valore dell’artigianalità emiliano-romagnola. Sono, però, realtà che, essendo più piccole, realtà che dipendono anche dalle Commissioni e dalla flessibilità sempre più rapida del mercato, vanno sostenute, e vanno sostenute in diverse maniere. Da un lato, cercando di avere un’attenzione e una flessibilità negli strumenti che la Regione mette in campo. So che il nostro assessore Palma Costi conosce benissimo la realtà del territorio. È venuta anche molte volte, ha ascoltato e cercato di dare risposte puntuali, per esempio per quello che riguarda il tipo di innovazione, il tipo di sostegno all’innovazione che serve a quella tipologia di aziende oppure il tipo di sostegno che serve a quelle aziende per fare export e integrare la loro attività contoterzista con attività anche in proprio di altro tipo, rivolte ai mercati esteri.

Così come un accento importante va messo sul tema della legalità. Le nostre imprese artigianali riescono a vivere e a fare il loro lavoro quando è anche garantito un sistema di legalità e competizione sul mercato che si basa sulle medesime condizioni, quindi sul rispetto dei diritti e sul rispetto di una condizione di legalità diffusa.

Un altro elemento – che è un elemento importante – è l’accompagnamento e il sostegno alla formazione per le professionalità che servono al nostro artigianato. Sono professionalità che spesso, pur lavorando in piccoli laboratori, hanno competenze altissime. Sempre di più sentiamo i nostri imprenditori, i nostri artigiani evidenziare come ci sia bisogno di far maturare giovani che abbiano quel tipo di competenze, che possano essere assunti all’interno delle nostre imprese. Anche questo credo sia un elemento da segnalare. La Regione ha a disposizione tanti strumenti. C’è, anche qui, un lavoro costante in atto, ma l’attenzione va mantenuta alta, perché proprio per dare quella qualità e per arrivare a quei prodotti che, dal punto di vista qualitativo e innovativo, sono prodotti altissimi, si passa attraverso competenze che non si improvvisano, ma che vanno maturate e fatte crescere.

Il meccanismo di modalità territoriale (patti per il lavoro locali e territoriali) può essere un meccanismo che aiuta proprio il sistema sano delle imprese del territorio a crescere e a cooperare, nel senso di una attività di filiera capace di mettere a sistema le proprie competenze, capace di collaborare su tutti quei temi che dicevo prima (innovazione, export, attenzione alla legalità e ai diritti). Credo che su questo un’attività di supporto e aiuto da parte della Regione vada mantenuta in maniera costante, perché più riusciamo a far crescere e ad aiutare il sistema territoriale più riusciamo anche a tutelare le tante realtà artigianali, che sono un elemento fondamentale del nostro made in Italy, senza il quale i prodotti che si esportano in tutto il mondo non sarebbero tali, non avrebbero la qualità e quell’elemento in più che li fa essere unici.

 

Presidente SERRI. Altri? Non ho nessun altro. Assessore, vuole aggiungere?

 

Assessore COSTI. Io vorrei aggiungere soprattutto alcune informazioni che credo sia giusto che abbiano i consiglieri. Come hanno detto i consiglieri che sono intervenuti, il tema del fashion – adesso lo chiamiamo tessile, moda, ma ricomprendiamo il fashion perché siamo molto più creativi di quello che noi stessi pensiamo – è diventato, come si diceva, uno dei nostri pilastri nelle politiche regionali, tant’è che un anno fa abbiamo lanciato il progetto proprio della Fashion Valley, che significa riprendere e riconsiderare nella sua interezza questo settore facendo alcune azioni. La prima azione è stata quella, chiaramente, di costruire un gruppo di lavoro dove siano rappresentate le associazioni, soprattutto di categoria, ma anche istituzioni nazionali, istituzioni regionali e internazionali, proprio per ripuntualizzare questo nostro grande sistema.

Abbiamo creato anche una pagina web, che è diventata un punto di riferimento, devo dire, non solo per le associazioni regionali, ma anche per quelle nazionali. Sulla base di questo lavoro abbiamo iniziato a concretizzare alcune operazioni. In primo luogo, abbiamo iniziato a lavorare sul tema della ricerca e dell’innovazione in un settore che, forse, per troppo tempo è stato considerato un settore maturo, quindi considerato un settore dove c’era poco da inventare. Noi la pensiamo in modo diverso e abbiamo avuto perfettamente ragione, perché questo è un settore che ha avuto tantissime modifiche e, soprattutto, tantissima capacità di adeguarsi alle trasformazioni. Quando si parla di ricerca e innovazione si parla dei processi, ma si parla dei tessuti, si parla di come vengono composti, si parla delle tecnologie che vengono utilizzate. I prototipi dei tacchi di San Mauro Pascoli ormai vengono fatti in 3D. Quindi, non stiamo parlando di settori avulsi. La stessa maglieria oggi utilizza macchine altamente tecnologiche e anche profondamente complicate da gestire.

Abbiamo iniziato a fare un lavoro anche molto di dettaglio. Oltre all’analisi di quello che c’è, abbiamo anche cercato di capire quali sono i luoghi e le competenze di ricerca o di innovazione che in questo territorio supportano il fashion. Abbiamo realizzato questa ricerca e abbiamo mappato 30 soggetti in tutta la regione Emilia-Romagna che operano su questo settore con 42 progetti di interesse per il sistema del fashion, che hanno evidenziato competenze importanti da mettere in rete. Il tema vero è quello di far conoscere che cosa c’è sul territorio, sul tema della digitalizzazione, della sostenibilità, della cultura della moda, dei materiali, delle nuove tendenze. Quindi, c’è moltissimo in questa regione.

Abbiamo, poi, aderito alla rete europea di Regio Tex. Abbiamo aderito perché questa è una rete fatta da istituzioni e anche da soggetti privati. Come Regioni ci siamo noi, la Lombardia, la Toscana e il Piemonte. Stiamo ragionando proprio in questo periodo perché il presidente di questa rete diventi il mio collega della Lombardia. Questo è un network inserito già all’interno della Commissione europea, sul quale stiamo lavorando per intercettare risorse, quindi fondi europei disponibili a sostenere proprio questo comparto. È un lavoro che noi stiamo svolgendo anche assieme alle imprese, tant’è che abbiamo già fatto, durante Research to Business, un evento specifico dove abbiamo incontrato e messo sia Regio Tex che Wi-Fi, che è un’iniziativa della Commissione europea. Abbiamo fatto una parte seminariale. Abbiamo fatto anche una parte di confronto tra imprese, organismi di ricerca e organismi europei, proprio perché abbiamo bisogno di inserire questa nostra quarta gamba del nostro sistema produttivo all’interno di una rete, che oggi c’è e che a volte, singolarmente, gli imprenditori intercettano. Abbiamo bisogno, però, di costruire un sistema.

L’altro tema sul quale abbiamo lavorato moltissimo in merito alla ricerca è quello degli archivi. Forse pochi sanno che noi abbiamo gli archivi privati più importanti a livello, permettetemi di dirlo, per certi aspetti, anche mondiali. In questi archivi vengono gli stilisti delle grandi case di moda e riprogettano rispetto a questa quantità di capi, tessuti... C’è di tutto. Sono meravigliosi. Per cui, uno dei progetti che stiamo portando avanti è proprio la creazione della rete degli archivi della moda.

Abbiamo, inoltre, e dovrebbe aprire in ottobre, credo, e sarà anche un elemento di archivio, ma soprattutto un tema di alta formazione manageriale, il dottor Masotti, che era quello di La Perla, che aprirà a Bologna la fondazione Fashion Research Italy. Su questo si è già in contatto con l’università di Rimini, che – come sapete – è una delle università che ha corsi proprio di formazione. Questa fondazione mira proprio ad unire il recupero della nostra conoscenza stilistica con l’alta formazione.

Poi abbiamo, chiaramente, questo archivio straordinario (se non l’avete visto, io vi prego di andare a visitarlo), la Certosa di Parma, uno degli archivi più belli e più straordinari dell’università di Parma proprio sul tema della moda. È veramente qualcosa di unico. Se non l’avete visto, visitatelo. A parte che è bellissima la Certosa. Con loro stiamo cercando, proprio con l’università di Parma, quindi con questo archivio, anche di costruire una modalità per rendere fruibili questi archivi, anche in forma digitalizzata. Ci vorrà molto tempo, penso, però è un tema che stiamo affrontando. Poi abbiamo l’archivio Mazzini, un altro archivio straordinario di un privato nella Romagna. Abbiamo Vintage, un altro conosciuto nel mondo. Abbiamo bisogno di mettere in rete e di valorizzare. Abbiamo la Modateca, abbiamo il labirinto della moda di Carpi, abbiamo i musei che stanno cercando di costruire nel settore di San Mauro Pascoli. Quindi, abbiamo una quantità di storia che è giusto rimettere in circolo, perché già oggi è fonte di ispirazione di tutte le case.

Questo è un altro grande lavoro che stiamo facendo.

L’altro lavoro che abbiamo fatto e che stiamo promuovendo riguarda il tema della formazione, come diceva prima anche la consigliera di Cesena, la Montalti. Noi stiamo mettendo in rete le strutture formative, anche quelle di alto livello, presenti nel nostro territorio. Noi abbiamo bisogno che le nostre strutture formative servano tutto il sistema. Rimini deve servire Piacenza, deve servire Parma, Carpi deve servire San Mauro Pascoli, deve servire tutti. Quindi, questo è il primo elemento che stiamo facendo.

L’altra cosa che abbiamo fatto e che sta incontrando, invece, anche qui, un grande apprezzamento, soprattutto dai ragazzi, è la mappatura delle qualifiche degli enti di formazione che si occupano del comparto e che noi pubblichiamo sulla nostra pagina del progetto. Vi ho detto che abbiamo una pagina web. C’è questo perché c’è un risveglio molto forte da parte dei giovani rispetto al tema del comparto del fashion. Quindi, diamo questa opportunità – il caso di Cesena è un esempio, quello di San Mauro Pascoli, ma vi sono anche altre occasioni – perché i ragazzi, quelli che hanno idee, hanno intraprendenza, possano (da soli o accompagnati) costruire delle start-up. A San Mauro Pascoli c’è un esempio bellissimo di iniziative che fanno anche con imprenditori già affermati. Questo è l’altro elemento sul quale noi stiamo lavorando.

Vi è un altro tema che voi citavate. Noi stiamo supportando l’internazionalizzazione delle imprese. Stiamo facendo alcune azioni accogliendo l’invito che era stato fatto anche dalle associazioni e dagli imprenditori. Noi aiutiamo sia la partecipazione all’estero, perché alle nostre imprese interessa molto la partecipazione alle fiere, sia alle fiere internazionali in Italia, cosa che prima non era permessa. Abbiamo fatto un’azione di rafforzamento rispetto alle imprese artigiane del settore moda proprio sul tema della internazionalizzazione, quindi con delle risorse, proprio perché tutto il tema della subfornitura ha bisogno di essere sempre più variegato. Dipendere da un marchio, come sapete, per un subfornitore può essere molto, molto pericoloso. Per cui, stiamo sostenendo, aiutando con le nostre azioni proprio questa uscita, anche, in parte, con prodotti propri.

Stiamo, poi, facendo alcune iniziative territoriali, le avete già ricordate, quella con il Cercal a San Mauro Pascoli e Moda Makers, questa grande operazione che si fa a Carpi, quindi con un’attenzione molto specifica rispetto a quello che avviene nei singoli territori, anche qua costruendo molti legami.

Ricordo che una delle azioni che uscirà entro l’anno sarà una nuova versione del bando, che noi chiamiamo Distretti 2, che è quello per le filiere. Quindi, saranno bandi, risorse che, per esempio, sul tema della moda stiamo già promuovendo, del fashion, perché sono quelle che cercano di valorizzare proprio i contratti di rete che queste piccole imprese possono costruire proprio per aumentare la competitività rispetto ai prodotti e a quello che loro producono.

Abbiamo fatto due azioni, invece, sul piano nazionale. In accordo su tutto il tema della contraffazione del made in, siamo riusciti ad ottenere l’inserimento delle associazioni del comparto moda nel tavolo nazionale delle dogane. L’iniziativa è partita da noi. Poi, assieme alle associazioni, abbiamo condiviso, hanno condiviso loro, chi partecipa a livello nazionale. Però noi siamo presenti perché lì si detta una serie di indirizzi e dritte per questo tema. Proprio la settimana scorsa, assieme alle associazioni e ai rappresentanti delle categorie, regionali e nazionali, abbiamo fatto un incontro al MISE per cercare di sciogliere questo tema dell’accesso al credito di imposta per la ricerca stilistica. Uno dei grandi temi è quello dei campionari, quello che ponevano prima i consiglieri. Anche su questo, c’è una interpretazione che deve essere sciolta rispetto all’Agenzia delle entrate, ma stiamo lavorando. Questa, chiaramente, sarebbe una grande risposta, forse la risposta più importante che stanno attendendo, perché sarebbe una risposta molto larga per tutta la platea dei nostri piccoli e medi imprenditori rispetto al tema delle spese che questi hanno rispetto ai campionari, che ormai sono di alta qualità.

Il gruppo di lavoro sta continuando. Noi continueremo con queste nostre azioni, perché – lo dico e lo ripeto – riteniamo che il fashion sia un altro elemento che per noi si inserisce, come diceva prima anche il consigliere Campedelli, all’interno della strategia di specializzazione delle industrie culturali e creative. Noi lì abbiamo costruito anche una value chain per tutto il settore del fashion proprio per mettere insieme sempre di più il nostro sistema delle imprese con i centri di ricerca e anche con i centri di formazione.

Per cui, stiamo seguendo tutto con molto interesse. È chiaro che sono sempre a disposizione anche per situazioni che possono presentarsi rispetto ai territori. Anche in questo, il valore è stato quello di intercettare la capacità dei territori di costruire delle progettazioni che, messe in rete e messe a sistema, hanno moltiplicato il loro valore rispetto alla semplice chiusura all’interno di un territorio.

Quindi, sono a disposizione e ringrazio tutti i consiglieri che stanno lavorando su questo settore nei territori, perché è un settore che, per alcuni mercati, rappresenta un investimento molto importante.

 

Presidente SERRI. Grazie, assessore.

Passiamo alla votazione. Ci sono altri interventi? Prego, consigliere Campedelli.

 

Consigliere CAMPEDELLI. Voglio semplicemente ringraziare l’assessore per l’intervento molto dettagliato e puntuale rispetto alle tematiche che sono state sollevate nella risoluzione.

Il lavoro della Regione è un lavoro visibile, e lo è anche da parte delle imprese. In questi anni si è vista una sorta di cambio di rotta. Un po’ di tempo fa – tema che veniva sottolineato anche dall’assessore – il fashion era considerato un settore maturo. C’era il tema della meccanica e tutti gli altri temi. Non mi riferisco solo alla politica. Mi sono trovato, molti anni fa, a intervenire a un convegno in cui un docente universitario diceva: “Sui distretti del tessile ormai è inutile investire, perché sono settori maturi. Bisogna cambiare”. Questo all’inizio degli anni Duemila. Dopodiché, sono cambiate valutazioni e analisi. Io ricordo, in quel convegno, di aver sostenuto: “Non è un settore maturo. È un settore in trasformazione, in completa trasformazione”. Se andiamo ad analizzare, impresa per impresa, le politiche fatte dagli imprenditori sul territorio e ciò che stanno facendo anche gli enti locali, la situazione è un po’ diversa rispetto alla percezione che c’era allora.

Devo dire che si è partiti, e si è partiti anche molto bene, con tutte le attenzioni che venivano sollecitate prima. Facciamo bene a continuare così, facciamo bene a mettere in rete tutte le esperienze, facciamo bene a costruire, perché, comunque, il tema del manifatturiero, il tema del fashion è un tema trasversale a tutta la regione, ma è un tema importante per fatturato, per competenze, per ricerca, per innovazione. Solo per citare il mio distretto, penso al tema dei tessuti sportivi fatti in un certo modo. Leggevo su una rivista, a maggio, il tema del midlle east fashion per i Paesi arabi, che ha fatto crescere anche una rivista, collaborazioni e partnership con la Bocconi di Milano rispetto alla vendita. Insomma, ci sono situazioni che vengono costantemente, di momento in momento, scoperte o, quantomeno, intraprese.

Credo che il lavoro che si sta facendo possa aiutare ulteriormente le nostre imprese, le nostre piccole e medie imprese, le imprese medio-grandi, comunque il sistema moda, il sistema fashion della nostra regione.

Ribadisco il ringraziamento. Continuiamo così.

 

Presidente SERRI. Consigliera Rossi, prego.

 

Consigliere Nadia ROSSI. Grazie, presidente.

Io volevo ringraziare l’assessore Costi per l’illustrazione del lavoro che sta facendo in Regione su questo tema. La ringrazio anche perché si rende sempre disponibile ed è anche molto curiosa nel voler incontrare le varie realtà del territorio e captare o, diciamo così, portare con sé anche quei buoni esempi e quelle buone pratiche che visita, che incontra e che conosce in tutto il territorio regionale.

Lo dico perché, ad esempio, in un incontro organizzato da Uni.Rimini ci si è confrontati con il tavolo della moda, un tavolo che racchiude sia le associazioni che le imprese, così come l’università, che prima pure l’assessore Costi, ha citato. È un tavolo ed è anche un esempio veramente molto importante che, a mio avviso, sarebbe da replicare in tutta la regione. Molti ragazzi si apprestano e si affacciano a questo settore, che comunque è un settore difficile, è un settore che ha sofferto tantissimo, forse più di tanti altri, durante il periodo di crisi. Molte aziende hanno dimezzato il fatturato, hanno dimezzato il personale, si sono disperse professionalità, hanno interrotto la loro vendita nel nostro Paese e hanno dovuto organizzarsi e strutturarsi per poter offrire il loro prodotto in un mercato estero al quale, magari, non erano neanche pronti. Altri non hanno avuto il coraggio. Quindi, c’è stato un periodo di cambiamento veloce per chi voleva rimanere in vita, ma non tutti sono riusciti a farlo.

Essere organizzati, essere strutturati, individuare esattamente che tipo di necessità ci possa essere, incrociare la domanda e l’offerta tra il lavoro e lo studio e dare la possibilità effettiva a questi ragazzi di essere immediatamente indirizzati in un settore ben specifico e ben preciso perché vi è la necessità è sicuramente importante ed è un esempio – come dicevo – da estendere.

Detto ciò, come ricordava anche la collega Montalti, queste grandi aziende, che ovviamente sono quelle maggiormente strutturate anche per poter partecipare a percorsi di questo tipo, sono supportate, nella loro attività quotidiana, da tante, tantissime micro, piccole e medie imprese, che hanno difficoltà quotidiane dalle quali si devono difendere, ma che spesso e volentieri non riescono a farlo senza un’organizzazione, senza un supporto. Questo sarà il quarto pilastro importante insieme agli altri – come si diceva, il tema del fashion – sul quale la Regione punterà.

Io, però, sollecito ulteriormente quello che noi abbiamo indicato in questa risoluzione, ovvero la possibilità, sempre più e sempre meglio, di sostenere le aziende che vogliono presentare il loro prodotto all’estero, quindi il sostegno a questo tipo di attività, anche per le più piccole. Se è vero che fanno, spesso e volentieri, il lavoro per conto terzi, è vero che cercano anche nel loro piccolo di poter avere una produzione propria, ma che non riescono, nonostante la qualità, nonostante la ricerca e la difficoltà nell’affrontare tutti quei passaggi che per le aziende più grandi sono sempre più facili, spesso non riescono – dicevo – ad affrontare. Quindi, non sbocciano. Se potessero sbocciare, potrebbero dare anche ulteriore possibilità a tante altre persone, a tante altre figure.

All’interno di queste realtà ci sono difficoltà anche a sostituire le persone che hanno sempre avuto una certa manodopera e che oggi, però, magari, hanno raggiunto un’età per la quale, ovviamente, devono abbandonare il mondo del lavoro, ma non se ne trovano altre. Anche sostenere i progetti di subentro generazionale, a nostro avviso, a mio avviso, sarebbe opportuno, così come, vista la maggioranza delle persone che lavorano in questo settore, anche puntare sulla valorizzazione e sulle agevolazioni per l’occupazione femminile.

Ci sono tutti questi piccoli accorgimenti che, magari, non riguardano le grandi imprese, ma riguardano tutte le imprese che satellitano attorno a quelle di grandi dimensioni, che comunque necessitano, per stare in piedi, oggi, di tutte le attenzioni possibili. Se, spesso e volentieri, queste aziende, che non sono comunque sostenute perché, come diceva anche il collega Campedelli, che ringrazio per aver portato all’attenzione di questa Commissione e di tutti i colleghi un tema caro a tutti... Se queste realtà – dicevo – non vengono sostenute e, come capita sempre più spesso, anche se solo dovesse saltare una partita per quanto riguarda i pagamenti... Negli ultimi anni è avvenuto più volte, per diverse problematiche, soprattutto legate, come scusa, anche alla crisi economica, visto che tutte le situazioni sono diventate più complicate. Spesso e volentieri, alcune partite possono essere criticate, seppure qualche anno fa potevano anche andare bene, quindi ritornare al destinatario, al produttore, quindi non essere più pagate nonostante la produzione. Sostenerle diventa assolutamente importante.

 

Presidente SERRI. Grazie.

Io non ho altri iscritti a parlare.

Quindi, mettiamo in votazione il parere sulla risoluzione. Chi è favorevole? Contrari? Astenuti?

 

La Commissione approva con 24 voti a favore (PD), 9 astenuti (M5S, LN) e nessun contrario.

 

La seduta termina alle ore 17,15.

 

Approvato nella seduta del 11 ottobre 2017.

 

Il segretario

La Presidente

Giovanni Fantozzi

Luciana Serri


Allegato 1

Bozza di parere per i lavori della Commissione Politiche economiche a cura della presidente Serri

 

La Commissione assembleare Politiche economiche ha preso in esame, per quanto di competenza, la Comunicazione del Presidente della Giunta sul "Documento di indirizzi della Giunta regionale per l'avvio del percorso finalizzato all'acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116, comma terzo, della Costituzione", esprimendo le seguenti considerazioni.

 

La possibilità per le Regioni di ottenere maggiori spazi d’azione rispetto alle competenze ordinarie è sancita dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione, che riconosce alle Regioni a statuto ordinario la possibilità di accedere a condizioni differenziate di autonomia attraverso una procedura articolata e complessa. Secondo la Costituzione, le Regioni possono assumere forme e condizioni particolari di autonomia in tutte le materie attribuite alla potestà legislativa concorrente Stato-Regioni (art. 117, comma 3) e in alcune delle specifiche materie attribuite alla potestà legislativa esclusiva dello Stato (art. 117, comma 2).

 

La Regione Emilia-Romagna intende avviare il percorso per il potenziamento dell’autogoverno del proprio sistema territoriale attraverso l’attivazione di questo strumento ed addivenire, anche in tempi rapidi, alla sottoscrizione dell’Intesa, passaggio procedurale fondamentale richiesto dalla Costituzione.

 

La Giunta ha focalizzato quattro aree di intervento strategiche, in modo particolare l’internazionalizzazione delle imprese la ricerca scientifica e tecnologica, ed anche il sostegno all’innovazione e il Territorio, la rigenerazione urbana, ambiente e infrastrutture.

 

Occorre in questa sede ricordare che la Regione ha avviato dal 2015 un'azione di programmazione economica ed istituzionale partecipata e condivisa dalle parti sociali, dalle città, dalle università, dalla intera società regionale che si è concretizzata nella sottoscrizione del Patto per il Lavoro.

Tale percorso ha favorito una consistente riduzione della disoccupazione e una accelerazione della crescita del PIL regionale, da leggere come un contributo allo sviluppo dell'intero Paese, essendo la nostra regione una delle regioni a alta fedeltà fiscale.

 

La richiesta del riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, prevista dal comma dell'art. 116, risponde quindi alla volontà di partecipare ancor più efficacemente allo sviluppo del Paese, sostenendo un processo di crescita ancor più partecipato ed inclusivo.

Del resto tutto ciò è già sancito già dalla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fiscalità generale del Paese che comporta un differenziale positivo di contribuzione assoluta e pro capite seconda solo alla Lombardia.

 

La potenzialità di crescita occupazionale e di ricchezza necessita, in perfetta sintonia con il dettato costituzionale, una “autonomia differenziata”, con conseguente richiesta di cessione – sulla base di quote concordate con lo Stato - di sovranità fiscale. La compartecipazione alle entrate fiscali permette la quantificazione di risorse certe ed eventuali risorse aggiuntive programmabili in maniera sinergica con le risorse della Regione e in modo pluriennale, così da rafforzare ed aumentare l’impatto delle politiche regionali già in corso da tempo e incentrate sull’incremento della competitività, dell’innovazione e all’internazionalizzazione, con l’obiettivo di sostenere la crescita quantitativa e qualitativa dell’occupazione, segnatamente quella giovanile. Ciò comporterà ricadute positive nelle dinamiche di crescita, sia per la maggiore autonomia relativamente alle materie oggetto di accordo con lo Stato, sia per l’effetto moltiplicatore di un budget certo di investimenti pubblici. Questo può comportare previsioni di crescita significativa del PIL nei prossimi anni, con ricadute positive su tutto il Paese per effetto di maggiori entrate fiscali.

 

Si ritiene in particolare che ulteriori forme e condizioni di autonomia possano riguardare:

 

La ricerca scientifica e tecnologica, il sostegno all’innovazione per sistemi produttivi e allo start up di impresa, con riferimento a strumenti, anche normativi, per lo sviluppo della ricerca scientifica e della ricerca applicata a supporto dell’innovazione di tutti i sistemi produttivi, dello sviluppo sostenibile e dell’innovazione sociale. In tale ambito è necessario garantire lo sviluppo di un sistema unitario, interconnesso con l’Università, centri di ricerca e imprese, che permetta di sostenere la domanda e l’offerta di ricerca e accelerare la crescita del rapporto Ricerca e Sviluppo sul PIL regionale. Le risorse saranno destinate sia al sostegno continuativo delle imprese, sia al sistema regionale della ricerca.

 

L’internazionalizzazione delle imprese”, in particolare in relazione ad interventi e strumenti normativi per promuovere e sostenere le imprese nei loro percorsi di internazionalizzazione commerciale e produttiva, ma anche del sistema educativo e formativo, universitario, della ricerca e dell’’innovazione. Le risorse finanziarie consentiranno di integrare le attività di promozione con le attività di sistema e di promozione per favorire l’attrattività degli investimenti sul territorio regionale;

 

Si ritiene di rilevante importanza anche il tema della rigenerazione urbana e della programmazione degli investimenti rispetto a Scuola e Infrastrutture: in particolare si tratta di acquisire competenze legislative per qualificare il sistema delle infrastrutture a supporto del sistema produttivo per garantire una elevata qualità dello sviluppo, anche al fine di incrementare l’attrattività del sistema territoriale e superare la frammentazione amministrativa per la realizzazione di infrastrutture e impianti produttivi. Inoltre, occorre consentire la qualificazione dei luoghi della formazione e dell’istruzione dal punto di vista strutturale e tecnologico per favorire, nel rispetto e valorizzazione dell’autonomia delle istituzioni educative, un’azione formativa/educativa qualificata e integrata con il sistema produttivo e garantire una elevata qualità dello sviluppo.

 

La richiesta di autonomia differenziata, nel pieno rispetto dell’art. 119 della Costituzione, può prevedere una compartecipazione mirata e responsabile alle diverse forme di tassazione per rendere più coerente il loro utilizzo sul territorio regionale.

 

 


Allegato 1

Bozza di parere per i lavori della Commissione Politiche economiche a cura della LN

 

La II Commissione, ha preso in esame, per quanto di competenza, la Comunicazione del Presidente della Giunta sul "Documento di indirizzi della Giunta regionale per l'avvio del percorso finalizzato all'acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116, comma terzo, della Costituzione".

La comunicazione in oggetto, mira ad avanzare la richiesta del riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, secondo quanto previsto dal comma terzo dell’articolo 116 della Costituzione. Le Regioni infatti, possono assumere forme e condizioni particolari di autonomia in tutte le materie attribuite alla potestà legislativa concorrente Stato-Regioni (articolo 117, comma terzo) e in alcune delle specifiche materie attribuite alla potestà legislativa esclusiva dello Stato (articolo 117, comma secondo). 

La II commissione, tenendo conto delle sue competenze, tra le richieste contenute nella comunicazione del Presidente della Giunta, ritiene opportuno esaminare esclusivamente la parte riguardante la sezione “Internazionalizzazione delle imprese, ricerca scientifica e tecnologica, sostegno all'innovazione.

Si ritiene che, le proposte inserite nel documento in esame, siano assolutamente insufficienti per gestire ed affrontare il tema, a noi caro, dell’internazionalizzazione delle imprese e del sostegno all’innovazione. Non si capisce, inoltre, quali siano i fondi a cui si fa riferimento per intervenire su tali settori ne’ tantomeno in quanto consistano.

Entrando nello specifico, per quanto riguarda l’internazionalizzazione e il commercio con l’estero, la Commissione ritiene ipocrita la proposta di parlare di internazionalizzazione commerciale e produttiva a fronte di una presa di posizione forte come quella decisa dalla giunta emiliano-romagnola di sostenere le sanzioni commerciali alla Russia, tra le quali ritroviamo una limitazione forte alle esportazioni agro-alimentari. Ma non si parla solo di agricoltura. Come ha fatto notare circa un anno fa il presidente di Confimi Emilia (l’Associazione delle Imprese Manifatturiere del Territorio Emiliano), circa mille imprese del settore, ad oggi, hanno chiuso i battenti per effetto di tale decisione. Prima delle sanzioni l’8,5% delle aziende associate esportava in Russia, dopo le sanzioni solo l’1,25%. Non si tratta di un semplice calo, ma di un’uscita tout-court e spesso totale delle aziende dal mercato russo.

Per quanto riguarda invece la ricerca scientifica e tecnologica, il sostegno all'innovazione per i sistemi produttivi e allo start up di impresa, pur condividendone le intenzioni, troviamo paradossale la suddivisione percentuale dei fondi, semplicemente ripartiti per un 50% al sostegno continuativo delle imprese e per un altro 50% al sistema regionale della ricerca, prima ancora che essi siano definiti.

 

Infine, pur condividendo la volontà di ottenere con l’incremento dell’autonomia regionale, una disponibilità di risorse maggiori a garantire il sostegno alle start up innovative nonché alle imprese in genere, la Commissione esprime preoccupazione per la non chiarezza dei fondi a cui attingere e sulle modalità di ripartizione.

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