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Legislatura XI - Commissione I - Processo Verbale del 23/06/2021 pomeridiano

Processo verbale n. 16

Seduta del 23 giugno 2021

 

Il giorno 23 giugno 2021 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. PG/2021/14861 del 17/6/2021, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del Presidente, dei Vicepresidenti e di un membro per Gruppo assembleare [Bessi (PD), Marchetti D. (Lega), Rancan (Lega), Rossi (PD), Taruffi (ERCEP), Zamboni (EV)] a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti dei Gruppi del 18 marzo 2021 e della successiva decisione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa.

 

Partecipano alla seduta i consiglieri:

 

Cognome e nome

Qualifica

Gruppo

Voto

 

POMPIGNOLI Massimiliano

Presidente

Lega Salvini Emilia-Romagna

5

presente

BARGI Stefano

Vicepresidente

Lega Salvini Emilia-Romagna

4

presente

SABATTINI Luca

Vicepresidente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

9

presente

BESSI Gianni

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

7

presente

BONDAVALLI Stefania

Componente

Bonaccini Presidente

1

presente

CASTALDINI Valentina

Componente

Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

1

presente

CATELLANI Maura

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

presente

COSTI Palma

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

2

assente

FABBRI Marco

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

2

presente

GERACE Pasquale

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

presente

GIBERTONI Giulia

Componente

Gruppo Misto

1

presente

LISEI Marco

Componente

Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

1

presente

MARCHETTI Daniele

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

presente

MARCHETTI Francesca

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

presente

MASTACCHI Marco

Componente

RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

1

presente

OCCHI Emiliano

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

presente

PELLONI Simone

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

presente

PICCININI Silvia

Componente

Movimento 5 Stelle

1

presente

PIGONI Giulia

Componente

Bonaccini Presidente

2

presente

RANCAN Matteo

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

presente

RONTINI Manuela

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

presente

TAGLIAFERRI Giancarlo

Componente

Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

2

assente

TARUFFI Igor

Componente

Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

2

presente

ZAMBONI Silvia

Componente

Europa Verde

1

presente

 

È presente la consigliera Francesca MALETTI in sostituzione di Palma COSTI.

 

Sono altresì presenti la consigliera Nadia ROSSI (PD), l’assessore al Bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale Paolo CALVANO e il sottosegretario alla Presidenza della Giunta Davide BARUFFI.

 

Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

Assiste la segretaria: Vanessa Francescon

Funzionario estensore: Silvia Fanti


Il presidente POMPIGNOLI dichiara aperta la seduta in modalità telematica alle ore 14,40 e procede preliminarmente all’appello, ai sensi della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 3 del 27 marzo 2020, ai fini dell’identificazione certa dei partecipanti.

 

-     Approvazione del processo verbale n. 15 del 2021

 

La Commissione approva all’unanimità.

 

 

3586 -Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2021-2023". (Delibera di Giunta n. 892 del 14 06 21)

 

3587 -Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2021-2023". (Delibera di Giunta n. 893 del 14 06 21)

 

Il presidente POMPIGNOLI informa i commissari che il primo adempimento cui è tenuta la Commissione è la nomina del relatore ai sensi dell’articolo 50 dello Statuto. Seguirà l’illustrazione dei progetti di legge da parte dell’assessore Calvano.

 

Il presidente POMPIGNOLI, dietro indicazione del consigliere SABATTINI, propone di nominare relatrice la consigliera Manuela RONTINI.

 

La Commissione nomina relatrice la consigliera Manuela RONTINI con 22 voti a favore (PD, BP, ERCEP, EV), nessun contrario, 13 astenuti (Lega). Il gruppo assembleare RCPER non partecipa al voto.

La Commissione, inoltre, su proposta del consigliere Daniele MARCHETTI nomina relatore di minoranza il consigliere Stefano BARGI.

 

Il consigliere TARUFFI suggerisce di scindere, per il futuro, la nomina del relatore dall’illustrazione dei progetti di legge nelle sedute delle Commissioni.

 

La consigliera ZAMBONI concorda con la richiesta, che riporterà in ufficio di presidenza.

 

L’assessore CALVANO illustra per linee generali l’assestamento di bilancio e i contenuti del collegato all’assestamento di bilancio.

 

Interviene la consigliera ZAMBONI in merito al trasporto ferroviario.

 

Risponde l’assessore CALVANO.

 

La Commissione concorda.

 

 

3588 -Proposta d'iniziativa Giunta recante: “Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2022-2024”. (Delibera di Giunta n. 891 del 14 06 2021)

 

Il presidente POMPIGNOLI invita la Commissione a procedere alla nomina del relatore ai sensi dell’articolo 50 dello Statuto. Su indicazione del consigliere BESSI, propone quindi di nominare relatore il consigliere SABATTINI.

 

La Commissione nomina relatore il consigliere Luca SABATTINI con 22 voti a favore (PD, BP, ERCEP, EV), nessun contrario, 14 astenuti (Lega, M5S). Il gruppo assembleare RCPER non partecipa al voto.

La Commissione, inoltre, su proposta del consigliere Daniele MARCHETTI, nomina relatore di minoranza il consigliere Stefano BARGI.

 

In assenza di richieste di intervento, il presidente POMPIGNOLI ringrazia l’assessore e illustra brevemente le tempistiche relative all’iter dei progetti di legge: giovedì 1 luglio ore 14,30: udienza conoscitiva; venerdì 9 e lunedì 12, ore 13: termini per la presentazione di eventuali emendamenti da parte, rispettivamente, della Giunta e dei Consiglieri; mercoledì 15 seduta di esame del testo dell’articolato.

 

Il presidente sospende brevemente la seduta per consentire il passaggio dalla trasmissione in streaming pubblico allo streaming privato.

 

 

2547 -Petizione popolare per chiedere il pieno coinvolgimento delle Assemblee elettive nell'attribuzione di "forme e condizioni particolari di autonomia", (in applicazione del terzo comma dell'articolo 116, della Costituzione). (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 5 del 28 01 21)

 

Il presidente POMPIGNOLI introduce l’esame della petizione e ricorda che la Commissione è chiamata a formulare la relazione di risposta, sulla base della nota già trasmessa ai consiglieri unitamente alla convocazione.

 

Il sottosegretario alla Presidenza BARUFFI illustra i contenuti della nota.

 

In assenza di richieste di intervento, il presidente POMPIGNOLI pone in votazione la nota stessa come relazione di risposta alla petizione (v. allegato).

 

La Commissione approva la relazione ai sensi dell’articolo 121, comma 2, del Regolamento interno con 41 voti a favore (PD, BP, Lega, RCPER), nessun contrario, 3 astenuti (ERCEP, EV).

 

Il presidente POMPIGNOLI ringrazia il sottosegretario e procede con l’ultimo punto all’ordine del giorno.

 

1035 -Risoluzione per impegnare la Giunta alla prosecuzione nel negoziato con il Governo ai fini dell’intesa prevista dall'art. 116, comma terzo, della Costituzione, alla ricostituzione di una nuova delegazione trattante con la presenza di un rappresentante dell’Assemblea legislativa, alla trasmissione all’ Assemblea dello schema di Intesa con il Governo. (03 07 20)

A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Bargi, Occhi, Pelloni, Bergamini, Facci, Catellani, Stragliati, Marchetti Daniele, Liverani, Delmonte, Pompignoli, Montevecchi

 

Il presidente POMPIGNOLI introduce l’esame dell’atto di indirizzo e ricorda che sull’oggetto 1035 sono pervenuti 3 emendamenti (v. allegato) a firma del consigliere SABATTINI.

 

Il primo firmatario consigliere RANCAN illustra la risoluzione.

 

Il consigliere TARUFFI ripercorre l’iter della richiesta di condizioni particolari di autonomia e ricorda che alla fine del 2020 sono stati inviati alla Commissione parlamentare competente, al fine di contribuire ai lavori della Commissione stessa, i pareri espressi dai due guppi assembleari numericamente più consistenti: PD e Lega. Evidenzia la mancata opportunità di confronto prima di inviare al tavolo di trattativa i pareri dei soli due maggiori partiti di opposizione e di maggioranza, mentre il parere del solo PD non era pienamente rappresentativo dell’intera maggioranza. La risoluzione è datata e le condizioni politiche, economiche e sociali sono mutate.

 

Il consigliere SABATTINI svolge alcune considerazioni e illustra gli emendamenti a propria firma, preannunciando, in caso di loro accoglimento, il voto favorevole del proprio gruppo alla risoluzione.

 

La consigliera ZAMBONI riconosce la diversità dell’iter di richiesta di ulteriori forme di autonomia proposto dalla Regione Emilia-Romagna rispetto a quelli delle Regioni Lombardia e Veneto e svolge ulteriori considerazioni.

 

Interviene il sottosegretario BARUFFI.

 

Replica il consigliere TARUFFI, che preannuncia voto contrario alla risoluzione.

 

Interviene brevemente il consigliere SABATTINI.

 

Il primo firmatario consigliere RANCAN accetta formalmente tutti gli emendamenti presentati e aggiunge alcune considerazioni.

 

Il presidente POMPIGNOLI pone in votazione dapprima gli emendamenti, quindi la risoluzione.

 

Emendamento 1

 

Intervengono in dichiarazione di voto i consiglieri MASTACCHI e ZAMBONI.

 

La Commissione accoglie con 42 voti a favore (PD, BP, Lega, FDI, RCPER), nessun contrario, 3 astenuti (ERCEP, EV) l’emendamento suddetto.

 

Emendamenti 2 e 3

 

La Commissione accoglie con 41 voti a favore (PD, BP, Lega, RCPER), nessun contrario, 3 astenuti (ERCEP, EV) gli emendamenti suddetti.

 

La Commissione esprime parere favorevole con 41 voti a favore (PD, BP, Lega, RCPER), 3 contrari (ERCEP, EV), nessun astenuto alla risoluzione oggetto 1035 così come emendata.

 

La seduta termina alle ore 17,20.

 

Approvato nella seduta del 7 luglio 2021

 

La segretaria

Il Presidente

Vanessa Francescon

Massimiliano Pompignoli


ALLEGATI al processo verbale 16

Seduta del 23 giugno 2021

 

ALLEGATO 1

 

Relazione all’Assemblea legislativa sulla petizione oggetto n. 2547

ai sensi dell’articolo 121, comma 2, del Regolamento interno

 

2547 -Petizione popolare per chiedere il pieno coinvolgimento delle Assemblee elettive nell'attribuzione di "forme e condizioni particolari di autonomia", (in applicazione del terzo comma dell'articolo 116, della Costituzione). (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 5 del 28 01 21)

 

A norma dell’art. 16 dello Statuto e dell’articolo 121 del Regolamento Interno dell’Assemblea legislativa, l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa ha dichiarato la sussistenza delle condizioni di ammissibilità della richiesta, assegnando – ratione materiaealla Prima Commissione la trattazione nel merito.

Giova ricordare che, in base al citato articolo 121 del Regolamento Interno, l’esame in Commissione si deve concludere entro sei mesi dalla assegnazione, mediante comunicazione di una Relazione all’Assemblea, ovvero di una decisione di abbinamento con un eventuale provvedimento legislativo, regolamentare o amministrativo all’ordine del giorno della Commissione stessa riguardante analogo oggetto. Successivamente, il Presidente dell’Assemblea comunica l’esito dell’esame al primo firmatario della petizione-appello.

La petizione in oggetto riguarda la realizzazione dei progetti di “regionalismo differenziato” preordinati al riconoscimento, in attuazione dell’articolo 116, comma terzo, Cost., di competenze legislative ed amministrative ulteriori a quelle già costituzionalmente devolute alle regioni ordinarie, concernenti alcune materie di competenza “esclusiva” statale (ex art. 117, comma secondo, Cost.) e “concorrenti” tra Stato e Regioni (ex art. 117, comma terzo, Cost.). In particolare, rivolge l’attenzione ai progetti avviati nel 2017 dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna.

Si ravvisa l’opportunità di svolgere alcune precisazioni preliminari.

In prima battuta, va rilevato come l’iniziativa in discussione sia stata intrapresa diversi mesi fa, in un contesto politico-istituzionale per certi aspetti diverso da quello attuale, non solo in ragione della grave crisi pandemica che le istituzioni nazionali e territoriali hanno dovuto e tuttora sono chiamate a gestire, ma soprattutto per la circostanza che la petizione in esame concentra l’attenzione prevalentemente sui contenuti di un disegno di legge di iniziativa di un Governo non più in carica.

Tuttavia, ancorché si sia assistito ad un cambio nella guida del Governo nazionale, e conseguentemente della maggioranza parlamentare, il nuovo Esecutivo ha confermato, all’interno del Documento di Economia e Finanza 2021, tra i disegni di legge collegati alla Legge di Bilancio 2022-2024, il d.d.l. recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, 3° comma, Cost.”.

Giova altresì ricordare come le associazioni firmatarie della petizione rappresentino una parte della società civile organizzata a livello nazionale che ha assunto – sin da principio – posizioni fortemente critiche verso le iniziative di autonomia differenziata avviate a partire dal 2017 dalle Regioni sopra citate, sottolineando con forza il rischio che la realizzazione dei progetti di autonomia possa compromettere valori fondamentali del nostro ordinamento giuridico, in particolare l’unità della Repubblica e, con essa, l’uguaglianza dei suoi cittadini e la coesione fra territori.

Non sfugge ai più come su questo tema si sia svolto, e si continui ancora a svolgere, un ampio e articolato dibattito scientifico oltre che politico e culturale, complice, senza dubbio, del momentaneo arresto dell’iter per il riconoscimento dell’autonomia differenziata.

A questo riguardo appare opportuno soffermarsi sui contenuti della disposizione costituzionale contenuta nell’articolo 116, comma terzo, a norma del quale, giova ricordarlo, le “forme e condizioni particolari di autonomia” possono essere riconosciute alle Regioni “ordinarie” che ne facciano richiesta, su iniziativa della Regione interessata, mediante una legge approvata con procedura aggravata dalle Camere sulla base di un’Intesa sottoscritta dallo Stato e la Regione medesima.

Occorre sottolineare come la materia de qua, secondo una lettura prevalente della norma costituzionale che pone l’accento sull’intesa quale atto conseguente alla negoziazione tra Esecutivo nazionale ed esecutivo regionale, rientri coerentemente nelle deleghe attribuite al Presidente della Giunta regionale quale “portavoce” dell’iniziativa rivolta dalla Regione Emilia-Romagna al Governo per l’avvio del procedimento finalizzato alla sottoscrizione della prevista Intesa.

In conseguenza di ciò, l’istruttoria tecnico-politica concernente l’iniziativa per l’attuazione in Emilia-Romagna del “regionalismo differenziato” è stata condotta dalla Giunta regionale, sotto il coordinamento della Presidenza, su mandato espresso dell’Assemblea Legislativa che, a partire dall’avvio del percorso nel 2017 (si veda il primo Documento di indirizzi approvato dalla Giunta 28 agosto 2017), ha approvato ben sei Risoluzioni (n. 5321/2017, n. 5600/2017; n. 6124 e n. 6129 del 2018; n. 7158/2018; n. 7499/2019).

Stante la complessità di un iter che mai era stato intrapreso sino ad ora, prima di esaminare il merito delle questioni affrontate nella petizione, si ritiene opportuno riassumere, seppur in poche battute, le principali tappe del percorso che ha riguardato l’iniziativa della Regione Emilia-Romagna.

Con la formalizzazione dell’iniziativa da parte della Regione successiva alla Risoluzione assembleare del 3 ottobre 2017, cui è seguito il confronto con il Governo in carica, e l’approvazione delle ulteriori Risoluzioni assembleari nn. 6124 e 6129 del 12 febbraio 2018, la prima fase del percorso si è conclusa con la sottoscrizione, il 28 febbraio 2018, di un Accordo preliminare tra Governo (nella persona del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, on. G.C. Bressa) e il Presidente Bonaccini.

A seguito delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 e del cambio di Governo, ravvisata la comune volontà delle parti di riaprire il confronto, la Giunta regionale ha approvato formalmente, nella seduta del 23 luglio 2018, un nuovo Documento riassuntivo delle richieste dell’Emilia-Romagna, portato alla consueta valutazione dell’Assemblea legislativa nel settembre dello stesso anno.

Per effetto della conseguente Risoluzione assembleare n. 7158 del 18 settembre 2018, il contenuto del progetto è stato ulteriormente emendato ed ampliato, arricchendosi di nuove richieste, e fatto oggetto del successivo confronto con l’allora Governo in carica (cd. Conte I) e, su queste basi, il 21 dicembre 2018, il Presidente Bonaccini, in conformità al mandato assembleare ricevuto, ha trasmesso alla Min. degli Affari regionali allora in carica, la bozza di intesa, quale nuova proposta dell’Emilia-Romagna.

Di lì in avanti, l’interlocuzione con il Governo si è atteggiata nei termini di un negoziato bilaterale fra la delegazione trattante dell’Emilia-Romagna e le delegazioni tecniche dei singoli Ministeri interessati.

Il protrarsi del negoziato, e il succedersi di diverse bozze e ipotesi di riscritture, pur facendo registrare sviluppi significativi nel merito delle singole materie oggetto di richiesta di “differenziazione”, ha fatto emergere la centralità di ineludibili questioni di ordine generale, quali l’impatto sul coordinamento della finanza pubblica e sui meccanismi di perequazione, da una parte; l’importanza di una preliminare definizione dei cc.dd. L.E.P. (livelli essenziali delle prestazioni) a garanzia dell’uguaglianza fra territori e dell’unità giuridica ed economica dell’ordinamento, dall’altra; infine, la caratterizzazione del ruolo da affidare al Parlamento – attesa l’assenza di una disciplina compiutamente definita a livello costituzionale – finalizzata a garantire un adeguato dibattito rispettoso delle regole del confronto democratico su un tema di tale rilevanza per l’ordinamento.

Tematiche, queste, su cui, a ben vedere, si sono registrate le più marcate divergenze fra i progetti di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Si tratta, peraltro, di aspetti che, con l’ulteriore avvicendamento alla guida del Governo nazionale (Conte II) nell’estate del 2019, proprio il disegno di legge quadro promosso dall’allora Ministro Boccia (argomento principale della petizione in esame) intendeva fornire una prima risposta. Il d.d.l. avrebbe dovuto tramutarsi in un cd. collegato alla manovra finanziaria per l’anno 2020, ma, sia per la perdurante contrapposizione fra le forze di governo in relazione ai contenuti della proposta, che per la coeva diffusione dell’epidemia da Covid-19, il processo, salvo il proseguire delle attività di indagine condotte in seno ad alcune commissioni parlamentari, non ha avuto ulteriori sviluppi.

 

Fatte queste necessarie premesse, nel merito, la petizione pone l’attenzione su tre principali questioni:

1. sui contenuti del disegno di legge cd. Boccia, giudicato sostanzialmente inadeguato a fornire le risposte sollecitate in ordine ai profili sopra sinteticamente descritti;

2. sulla parallela inadeguatezza del ruolo riservato al Parlamento nel procedimento di approvazione delle Intese ex art. 116, comma terzo, Cost., nonché sull’esigenza di assicurare il pieno coinvolgimento delle assemblee elettive nelle decisioni di merito;

3. sul meccanismo approntato dal d.d.l. per la preliminare definizione dei cc.dd. L.E.P. e delle modalità di finanziamento delle competenze oggetto di “autonomia”.

 

Al riguardo, si deve osservare quanto di seguito riportato.

 

Sul primo punto, contrariamente a quanto sostenuto nella petizione, si ritiene che il disegno di legge abbia rappresentato una prima significativa affermazione dell’esigenza di premettere alla valutazione delle singole iniziative regionali una cornice unitaria volta ad assicurare equilibrio nella differenziazione e nella valorizzazione dell’autonomia regionale in una logica di garanzia unitaria e coesione fra territori.

Il disegno di legge statale perseguiva meritoriamente un duplice obiettivo: quello di definire, da un lato, i principi per l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, così da orientare il processo di stipula delle intese verso una cornice comune; dall’altro, il procedimento per la determinazione, valida sull’intero territorio nazionale, dei livelli essenziali delle prestazioni, degli obiettivi di servizio e dei fabbisogni standard.

 

In ordine al secondo aspetto, l’impostazione del d.d.l. Boccia marcava una netta discontinuità rispetto all’impostazione osservata dal cd. Governo Conte I, quando, anche sull’onda mediatica dei due referendum consultivi in Lombardia e Veneto, era prevalso un approccio incentrato sulle priorità espresse dalle singole Regioni e, quindi, sulla tendenziale inemendabilità del contenuto delle Intese ad opera del Parlamento, relegato a svolgere un ruolo di mera ratifica o secco respingimento.

Il tema dell’intensità del coinvolgimento del Parlamento e l’esigenza di colmare un vuoto legislativo, ancorché – come rilevato anche dagli osservatori scientifici – l’assenza di una disciplina attuativa della disposizione costituzionale renda il percorso ostile, si sono di fatto saldati con la parallela necessità di addivenire ad una definizione dei fabbisogni e dei L.E.P., proponendo una cornice legislativa entro la quale agire.

Di fatto, come precisato dallo stesso Ministro Boccia in risposta alle osservazioni mosse dai firmatari della petizione in esame, proprio al fine di assicurare il più ampio confronto parlamentare, la proposta definiva un percorso finalizzato ad acquisire le valutazioni delle Camere prima della stipula delle intese, disponendo che, dopo la sottoscrizione dello schema di intesa preliminare con il Presidente della Regione, lo schema andasse trasmesso alla Camere per le conseguenti deliberazioni da trasmettere successivamente al Governo e alla Regione interessata per le rispettive valutazioni ai fini della definizione del contenuto dell’Intesa.

Con riferimento al correlato profilo del coinvolgimento delle assemblee elettive, va rimarcato come l’Emilia-Romagna abbia perseguito un metodo fondato sul costante dialogo tra esecutivo regionale e organo elettivo. Questo nella convinzione che le Assemblee legislative siano chiamate a svolgere un ruolo centrale sia nella fase di ideazione del percorso verso l’autonomia sia nell’esercizio dei poteri legislativi in attuazione della futura Intesa.

Giova ricordare al riguardo come, in Emilia-Romagna, oltre alle già ricordate Risoluzioni assembleari approvate tra il 2017 e il 2019, l’iter procedurale abbia investito – ratione materiae – anche le commissioni consiliari, chiamate ad esprimere parere formale sul merito dei singoli contenuti della proposta su cui il Presidente Bonaccini, più volte intervenuto con proprie comunicazioni in Assemblea, ha condotto il negoziato. Peraltro, la stessa delegazione trattante (di cui al D.P.G.R. del 1° agosto 2018, n. 123), chiamata a rappresentare la Regione nel confronto con lo Stato, integra nella propria composizione un rappresentante designato dall’Assemblea legislativa tra i suoi componenti, anche a garanzia del coinvolgimento nel percorso delle opposizioni. Scelte, queste, pensate per consentire all’Assemblea e alle sue articolazioni di contribuire in maniera determinante ad accrescere, come effettivamente avvenuto, con modifiche anche rilevanti, i contenuti della proposta di autonomia della Regione Emilia-Romagna.

Parallelamente al coinvolgimento di tutte le forze politiche presenti in Assemblea, il Presidente della Giunta ha ricercato, in via preventiva, l’interlocuzione sistematica con tutte le componenti economiche e sociali del territorio regionale.

Rileva al riguardo, in particolare, il lungo confronto svoltosi con i firmatari del cd. Patto per il Lavoro dell’Emilia-Romagna e con le istituzioni territoriali, anche al di là dell’adempimento formale che si rinviene nella disposizione costituzionale, nella parte in cui si limita a prescrivere un generico onere di “sentire gli enti locali”.

Appare significativo che la proposta di autonomia avanzata dalla Regione Emilia-Romagna abbia raccolto il consenso, dopo ampio dibattito che ha comportato anche in questo caso rilevanti modifiche, di tutte le rappresentanze istituzionali, economiche e sociali del sistema territoriale regionale.-

 

Infine, quanto al terzo profilo, il d.d.l. tracciava un meccanismo di presidio sia rispetto alla necessità di definire preventivamente i LEP, gli obiettivi di servizio e i fabbisogni standard e, al contempo, di non bloccare il percorso verso l’autonomia nel caso in cui non si addivenisse alla predetta definizione nei tempi prescritti. A tale scopo era stata, opportunamente, prevista la nomina di un Commissario ad acta, in relazione alla quale venivano ipotizzate incisive funzioni di impulso e coordinamento delle complesse attività necessarie per la definizione dei LEP, degli obiettivi di servizio e dei fabbisogni standard (e delle metodologie cui fare ricorso per assolvere tale funzione) nel ristretto arco temporale di dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge rinforzata di approvazione dell’Intesa.

Rilevava, inoltre, in positivo, la previsione di un meccanismo destinato ad operare in via suppletiva nell’ipotesi in cui, nel previsto termine di dodici mesi, non si pervenga alla determinazione di LEP, fabbisogni standard e obiettivi di servizio. In questa ipotesi, le funzioni riconducibili alle materie oggetto delle Intese venivano comunque attribuite, a far data dal primo gennaio dell’esercizio immediatamente successivo, sulla base del riparto delle risorse iscritte a carattere permanente nel bilancio dello Stato.

Proprio in relazione al cruciale profilo della quantificazione del costo di esercizio delle singole materie oggetto di differenziazione, occorre riflettere, tuttavia, sull’opportunità di determinare i fabbisogni per ognuna delle funzioni afferenti alle suddette materie determinandosi, con ciò, l’esigenza di una loro ulteriore scomposizione in voci di spesa, in modo tale da ancorarle in maniera ancor più aderente e razionale ai contenuti specifici delle richieste regionali.

In questa prospettiva dovrebbero essere affinati i riferimenti alle nozioni più volte richiamate nel medesimo contesto di “LEP”, “obiettivi di servizio” e “fabbisogni standard”, a partire dalla stessa definizione che se ne rinviene nell’ordinamento ed è già alla base dell’attività che, da diversi anni, svolge il SOSE (Soluzioni per il Sistema Economico).

 

 

ALLEGATO 2

 

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’OGG. 1035

 

1035 -Risoluzione per impegnare la Giunta alla prosecuzione nel negoziato con il Governo ai fini dell’intesa prevista dall'art. 116, comma terzo, della Costituzione, alla ricostituzione di una nuova delegazione trattante con la presenza di un rappresentante dell’Assemblea legislativa, alla trasmissione all’ Assemblea dello schema di Intesa con il Governo. (03 07 20)

A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Bargi, Occhi, Pelloni, Bergamini, Facci, Catellani, Stragliati, Marchetti Daniele, Liverani, Delmonte, Pompignoli, Montevecchi

 

 

EMENDAMENTO 1 PD cons. Sabattini

 

Nel Premesso che, il secondo e terzo punto sono sostituiti dal seguente:

La pandemia ha messo in luce come la cosiddetta “autonomia differenziata”, in un quadro chiaro delle relazioni Stato-Regioni e all’interno di una cornice preventivamente definita dei fabbisogni standard, degli obiettivi di servizio e dei Livelli Essenziali nelle Prestazioni (LEP) potrebbe configurarsi come un elemento chiave per una migliore prestazione dell’erogazione del servizio pubblico, configurando la Regione come dimensione ottimale per l’espletamento del servizio.”

 

 

EMENDAMENTO 2 PD cons. Sabattini

 

Nel Considerato che, nel quinto punto elenco, è soppresso il seguente periodo:

“quando nel corso del 2017 l’articolo 116 è stato invocato dai governi di Lombardia e Veneto che avevano organizzato un referendum consultivo, e in entrambe le regioni il “sì” aveva ricevuto la maggioranza dei voti. Essendo consultivi, i referendum non avevano avuto esiti vincolanti né per le regioni né per il governo: quelle votazioni non erano necessarie per poter presentare la richiesta di maggiore autonomia, ma servivano a dare maggiore forza politica alla richiesta. L’Emilia- Romagna si è aggiunta attivando le procedure, senza referendum, a seguito di un voto espresso dell’Assemblea legislativa;”

 

 

EMENDAMENTO 3 PD cons. Sabattini

 

Nell’Impegna il Presidente della Regione Emilia-Romagna, il periodo: “così che l’Assemblea possa avviare quella fase di consultazione dei Comuni, costituzionalmente prevista, che non può considerarsi esaurita nella semplice acquisizione del parere del Consiglio delle autonomie locali o tramite la consultazione di ANCI e UPI.” è sostituito dal seguente:

“e a concordare con l’Assemblea legislativa le modalità più idonee ad assicurare il coinvolgimento degli enti locali richiesto dalla disposizione costituzionale.”.

 

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