Espandi Indice

170.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 11 MARZO 2014

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI

 

INDI DELLA PRESIDENTE COSTI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 5250

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'individuazione ed il ripristino di un orario consono alle potenzialità della linea ferroviaria Faenza-Firenze, sulla quale opera il cosiddetto "Treno di Dante". A firma dei Consiglieri: Casadei, Pariani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

CASADEI (PD)

PERI, assessore

CASADEI (PD)

 

OGGETTO 5226

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la sospensione dei lavori di messa in opera di un impianto di recupero di scorie di inceneritori a Conselice (RA). A firma del Consigliere: Mandini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

MANDINI (Italia dei Valori)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

MANDINI (Italia dei Valori)

 

OGGETTO 5255

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di sanzionare Trenitalia per i ritardi registrati il 27 febbraio e il 5 marzo sulla linea ferroviaria Porretta Terme - Bologna. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

VECCHI Alberto (Forza Italia - PDL)

PERI, assessore

VECCHI Alberto (Forza Italia - PDL)

 

OGGETTO 5260

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul contributo alla manutenzione dei loculi richiesto dal Comune di San Giovanni in Persiceto (BO). A firma della Consigliera: Noè

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

NOÈ (UDC)

LUSENTI, assessore

NOÈ (UDC)

 

OGGETTO 5264

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull'applicazione del principio di territorialità sulla gestione dei rifiuti speciali e sulla gestione delle attività delle multi utility, con particolare riferimento all'impianto di termovalorizzazione Tecnoborgo a Piacenza. A firma del Consigliere: Cavalli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

CAVALLI (Lega Nord)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

PRESIDENTE (Aimi)

CAVALLI (Lega Nord)

 

OGGETTO 5263

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle intenzioni della Regione in merito al rinnovo a ENI delle concessioni di estrazione di metano lungo la costa nelle province di Ravenna e Ferrara. A firma della Consigliera: Meo

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

MEO (SEL-Verdi)

GAZZOLO, assessore

MEO (SEL-Verdi)

 

OGGETTO 5265

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla consistenza delle spese per viaggi di servizio e missioni dei componenti della Giunta regionale. A firma del Consigliere: Favia

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

FAVIA (Misto)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

FAVIA (Misto)

PRESIDENTE (Aimi)

 

OGGETTO 5180

Delibera: «Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico 2014-2016 ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 4 luglio 2013, n. 5.» (Proposta della Giunta regionale in data 17 febbraio 2014, n. 183) (154)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Aimi)

POLLASTRI (Forza Italia - PDL)

ZOFFOLI (PD)

PRESIDENTE (Costi)

BARBATI (Italia dei Valori)

MONTANARI (PD)

NOÈ (UDC)

VECCHI Alberto (Forza Italia - PDL)

GRILLINI (Misto)

DONINI (Fed. della Sinistra)

PRESIDENTE (Costi)

MARANI (PD)

LOMBARDI (Forza Italia - PDL)

BARBATI (Italia dei Valori)

NOÈ (UDC)

 

OGGETTO 5107

Risoluzione per impegnare la Giunta e la Presidenza dell’Assemblea a promuovere un incontro tra l’Assemblea legislativa, la Giunta dell’Emilia-Romagna e gli organismi legislativi ed esecutivi delle altre Regioni gemellate, circa l’attività legislativa e la condivisione di best practices, anche al fine di reperire le risorse comunitarie disponibili. A firma dei Consiglieri: Ferrari, Pariani, Vecchi Luciano, Lombardi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

FERRARI (PD)

VECCHI Luciano (PD)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Costi)

BARTOLINI (Forza Italia - PDL)

 

OGGETTO 3820

Risoluzione per impegnare la Giunta a sottoscrivere un Protocollo d'intesa con le Autorità giudiziarie competenti, sul modello del "Codice Rosa", relativo ad uno specifico percorso di accesso al Pronto Soccorso riservato a tutte le persone vittime di violenze, a porre in essere in tali casi la collaborazione tra medici, magistrati e Forze dell'Ordine nelle strutture ospedaliere regionali, attivando inoltre una rete di contatti tra la Regione, gli Enti locali, le AUSL e le Prefetture per aiutare le donne che subiscono maltrattamenti. A firma dei Consiglieri: Bartolini, Villani, Filippi, Aimi, Bazzoni, Bignami, Lombardi, Alberto Vecchi

(Ritiro)

OGGETTO 3453

Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre un protocollo di intesa con le Autorità competenti, per favorire la collaborazione fra medici, magistrati e forze dell'ordine, a favore di azioni e iniziative di tutela delle persone vittime di atti di violenza, sul modello del progetto "codice rosa" attuato in Toscana. A firma dei Consiglieri: Leoni, Filippi

(Ritiro)

OGGETTO 5240

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a chiedere al Governo di sbloccare l'iter burocratico riguardante l'approvazione del "Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere", a sostenere i centri antiviolenza operanti sul territorio regionale, attivandosi inoltre al fine di prevenire e contrastare tale fenomeno. A firma dei Consiglieri: Mandini, Mori

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 4636

Risoluzione per impegnare la Giunta, in sede di elaborazione e adozione del "Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere" a porre in essere azioni volte ad informare e sensibilizzare i giovani circa la violenza di genere contro le donne prevedendo anche, in sede didattica, corsi specifici su tale tematica, a dare concreta attuazione e stanziare risorse relativamente alla rete integrata regionale preposta all'accoglienza ed al supporto delle vittime di episodi di femminicidio, valorizzando anche i centri antiviolenza, invitando inoltre il Governo a sostenere le azioni previste nel "Piano nazionale antiviolenza". A firma dei Consiglieri: Barbati, Grillini

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 5278

Risoluzione per impegnare il Presidente della Giunta a predisporre e sottoscrivere un protocollo d'intesa con le autorità giudiziarie, sul modello del "Codice Rosa", che consenta la collaborazione tra medici e forze dell'ordine in tema di violenza sulle donne. A firma dei Consiglieri: Leoni, Bartolini, Villani, Vecchi Alberto, Bignami, Filippi, Lombardi, Bazzoni, Pollastri

(Presentazione e ritiro)

OGGETTO 5280

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare gli indirizzi adottati per l'accoglienza delle vittime di violenza e a sviluppare il "Codice Rosa" per l'accesso al Pronto Soccorso a favore di donne e minori vittime di violenza. A firma dei Consiglieri: Bartolini, Pariani, Marani, Leoni, Mori, Aimi, Bazzoni, Noè, Casadei, Piva, Filippi, Serri, Vecchi Luciano, Bignami, Monari, Carini, Pollastri

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

MANDINI (Italia dei Valori)

BARBATI (Italia dei Valori)

BARTOLINI (Forza Italia - PDL)

MORI (PD)

MANDINI (Italia dei Valori)

LOMBARDI (Forza Italia - PDL)

LEONI (Forza Italia - PDL)

MALAGUTI (Misto)

FILIPPI (Forza Italia - PDL)

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti agli oggetti 5180 - 4636

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,39

 

PRESIDENTE (Aimi): Dichiaro aperta la centosettantesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sul processo verbale relativo alla seduta

 

-          antimeridiana del 25 febbraio 2014 (n. 169);

 

inviato ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni il processo verbale si intende approvato.

 

(È approvato)

 

PRESIDENTE (Aimi): Comunico l'assenza dell'assessore Patrizio Bianchi e del consigliere Mauro Manfredini, che hanno fatto pervenire documentazioni scritte.

Sono state inviate a tutti i consiglieri le comunicazioni previste dall'articolo 68.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Aimi): Iniziamo i nostri lavori con le interrogazioni a risposta immediata.

Chiamo l’oggetto:

 

5250 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'individuazione ed il ripristino di un orario consono alle potenzialità della linea ferroviaria Faenza-Firenze, sulla quale opera il cosiddetto "Treno di Dante". A firma dei Consiglieri: Casadei, Pariani.

 

All'interrogazione risponderà l'assessore Peri.

La parola al consigliere Casadei per l'illustrazione dell'interrogazione.

 

CASADEI: Grazie, presidente. La vicenda è nota ed è da tempo all'ordine del giorno di chi si muove attraverso una linea ferroviaria che ha registrato e registra un numero crescente di cittadini, sia utenti pendolari che utilizzano questo mezzo per ragioni di lavoro o di studio, sia turisti. Il tempo di percorrenza che unisce due città importanti come Ravenna e Firenze, due città che hanno, come è noto, un valore artistico, è di un’ora e quarantacinque minuti e il prezzo del biglietto è di circa 10 euro. Tutto questo ovviamente ha delle ricadute positive, può avere potenzialmente delle ricadute positive anche in termini di valorizzazione del territorio.

La cosa che sorprende è che questa possibilità di utilizzo di questa linea, che ormai si è consolidata come linea del "Treno di Dante", sembra in qualche modo non voler essere tenuta in considerazione da Trenitalia perché il nuovo orario ferroviario ha cancellato numerose coincidenze. Dai monitor collocati presso le stazioni sono comparsi avvisi circa i treni in partenza e in arrivo della tratta in questione e tutto questo a vantaggio di una modalità di connessione che prevede un'altra traiettoria e l'utilizzo di Freccia Rossa, quindi dell'Alta Velocità, con un percorso però che è quello che unisce il territorio della Bassa Romagna con Firenze attraverso il passaggio da Bologna.

Il punto è che questa situazione, che è stata posta all'ordine del giorno anche con altre interrogazioni anche in Parlamento, va in controtendenza rispetto a due possibilità che sono quelle che richiamavo prima: la possibilità di utilizzare una mobilità sostenibile con un collegamento piuttosto veloce e ad un costo assolutamente accessibile, e questo è un punto che sta molto a cuore ai cittadini pendolari, ma soprattutto la cosa che non si riesce a comprendere è perché non si voglia utilizzare questo asse e questa modalità di collegamento per valorizzare un percorso che ha indubbiamente un valore in termini naturalistici, culturali, ambientali. Perciò insieme alla collega Pariani abbiamo pensato di sottoporre nuovamente alla Giunta questa questione chiedendo un intervento, anche in coordinamento con il Governo, per riuscire a far capire quali sono le potenzialità della trattata in questione e cercando di far capire che le ragioni del business possono essere anche diverse. Questa è una tratta che ha un forte potenziale nelle due dimensioni che richiamavo prima, ma soprattutto ci sta a cuore sottolineare lo sviluppo di un potenziale turistico, quindi abbiamo ragionato anche con gli amministratori del territorio perché, soprattutto per quello che riguarda, cosa che ci sta molto a cuore, Ravenna candidata nel 2019 a Capitale europea della cultura, il collegamento tra città importanti di alto valore artistico come Ravenna e Firenze riteniamo che debba essere qualcosa che sta a cuore non soltanto a pochi, ma anche a chi si trova ad amministrare sia a livello di governo regionale, sia a livello di governo nazionale.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Casadei.

La parola all'assessore Peri per la risposta.

 

PERI, assessore: Grazie, presidente. Le ragioni e i problemi sollevati dall'interrogazione sono stati segnalati sia da amministratori locali che da tante parti. Io distinguerei la risposta in due. Da una parte c'è l'esigenza dei pendolari, in particolare per quanto riguarda Lavezzola-Faenza, su cui - lo dico sinteticamente, poi allego alla risposta anche la lettera che ci ha inviato Trenitalia - la Regione ha sollecitato ripetutamente sia a Trenitalia che a RFI la necessità di strutturare questa linea in modo più efficiente e continuativo, perché questo è il tema. Dalla situazione precedente, cioè quella del 2012, si è riusciti ad introdurre un ulteriore servizio ferroviario che si aggiunge ai due bus, ma questo dà, mi rendo conto, ancora una parziale risposta, almeno questo è quello che noi valutiamo. In particolare abbiamo in partenza da Lavezzola un bus alle 6.10, un treno alle 6.47 e un bus alle 7.10. Questa è la condizione attuale. Ovviamente c'è anche ancora un problema che riguarda il materiale rotabile perché il materiale che comunque viene utilizzato dal lato ferroviario a nostro avviso ancora non è sufficiente e non è adeguato alle esigenze, ma questo, ad onor del vero, riguarda molte tratte dell'Emilia-Romagna. Come sapete, la soluzione di questo tema è consegnata alla gara che è attualmente in corso e quindi altri sistemi così radicali, diciamo così, non li individuiamo, se non stare sul pezzo per evitare che ci sia un ulteriore degrado di quello che già esiste.

Lo stesso ragionamento lo abbiamo fatto per l'altra questione che riguarda più il traffico turistico, la vocazione turistica, con le sottolineature che anche il consigliere ci faceva. Questo ci ha portato ad interloquire con Trenitalia per studiare l'anticipo del treno più utile, il 6490, in modo tale da renderlo compatibile anche con le coincidenze nel periodo più interessante ai fini turistici, quindi da fine primavera a fine autunno, riuscendo a rendere compatibile quel treno con le necessità accompagnandolo - e questo è l'altro impegno che ci siamo presi - con la necessaria informazione in modo tale che non solo gli utenti in tempi reali, ma anche chi deve organizzare, preparare il proprio viaggio ne possa tenere conto e possa utilizzare anche la modalità ferroviaria per finalità di tipo turistico o di viaggio.

Questo è a tutt'oggi il quadro. Non ci siamo ritenuti soddisfatti con Trenitalia, continuiamo nel lavoro di pressione. Qualche piccolo risultato lo abbiamo portato a casa, ma ovviamente la soluzione definitiva è consegnata anch'essa, sia come orario che come materiale, alla gara in corso.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Peri.

Diamo la parola al consigliere Casadei per la replica, ricordandogli che ha due minuti. Prego.

 

CASADEI: Grazie, presidente. Le parole dell'assessore sono state molte chiare e auspichiamo che questa azione di pressione e questa sollecitazione costante non solo prosegua, ma possa consolidare le ipotesi e i percorsi che sono stati indicati e su questo ovviamente non mancherà da parte di noi consiglieri, attenti a queste tematiche, una vigilanza, direi, permanente perché questa è una partita importante e l'assessore credo che lo abbia bene sottolineato con il suo intervento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Casadei

Chiamo l’oggetto:

 

5226 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la sospensione dei lavori di messa in opera di un impianto di recupero di scorie di inceneritori a Conselice (RA). A firma del Consigliere: Mandini.

 

Risponderà all'interrogazione il sottosegretario Bertelli.

Al consigliere Mandini diamo immediatamente la parola oltre che un benvenuto da parte di tutta l'Aula, anzi, un bentornato. Prego.

 

MANDINI: Grazie, presidente e grazie del benvenuto. Mi consenta di ringraziare tutti quanti mi sono stati vicini e mi hanno supportato in questo lungo periodo di difficoltà per la mia salute. Fortunatamente tutto si è risolto bene, sono ancora qui a, spero, fare in modo decoroso il mio dovere. Non vedevo l'ora di ritornare, ovviamente. Rivolgo un sentito ringraziamento a tutti.

Venendo all'oggetto che riguarda l'impianto di recupero delle scorie dell'inceneritore sito in Conselice, argomento già trattato in precedenti interrogazioni da altri colleghi in quest'Aula, mi premeva segnalare una situazione che ritengo di rischio e che non è emersa in tutta la sua portata, situazione che riguarda la localizzazione di un impianto in una zona e in un sito che negli anni passati è stato oggetto più di una volta di allagamenti causati dalla fuoriuscita di acque dai torrenti e dai fiumi che circondano l'area. Cito fonti della bonifica della zona che dicono che negli ultimi vent'anni ci sono stati tre allagamenti derivati dalla fuoriuscita di acque dai torrenti limitrofi. È chiaro che se dovesse ricapitare una situazione di questo genere, considerato che le ceneri stanno più o meno a livello del terreno dentro l'impianto, se ci fosse una fuoriuscita di acqua, mista poi a queste ceneri, tutta la zona circostante - che, ricordo a quest'Aula, è caratterizzata da impianti di agricoltura di alta qualità, quasi tutti biologici, oltre ad avere nella zona insediamenti di strutture artigianali e commerciali importanti - sarebbe invasa da acqua e ceneri, quindi sicuramente comprendiamo benissimo che un'eventualità di questo genere provocherebbe danni importanti a tutta la zona.

Sono confortato in questo mio timore dal fatto che alcuni amministratori locali sia del comune, sia dei comuni limitrofi si sono sensibilizzati su questa tematica.

Ho notato che nei vari dispositivi collegati alla VIA non si fa cenno a questa situazione pregressa. Mi pare che sia abbastanza grave che la conferenza dei servizi non tenga conto anche di situazioni morfologiche e storiche, mi pare che sia abbastanza lacunosa. Alla luce di questo, la mia interrogazione è per sapere perché questa situazione del passato non è stata presa in considerazione, a mio avviso, in questa conferenza dei servizi visto che questo è un rischio che non possiamo oggi ritenere infondato, né che non si possa ripresentare, per cui la mia richiesta è di collocare questo impianto in un'altra localizzazione dove non ci siano questi rischi per l'ambiente e la collettività. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie a lei, consigliere Mandini.

Diamo la parola al sottosegretario Bertelli per la risposta. Prego.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Anch'io rinnovo naturalmente il benvenuto al consigliere Mandini nell'Aula.

Per rispondere alla sua interrogazione, credo utile citare una serie di dati che sono stati naturalmente raccolti e verificati nel procedimento di valutazione di impatto ambientale dell'impianto a cui si riferisce l'interrogazione. Come è premesso nell'intervento che mi ha appena preceduto, la procedura di valutazione di impatto ambientale relativa al progetto per la realizzazione di un impianto di recupero rifiuti speciali a matrice inerte (scorie di combustione) in SS 610 a Selice nel Comune di Conselice (Ravenna) proposto da Officine dell'Ambiente Spa, si è conclusa con delibera di Giunta protocollo 24/2014 del 13 gennaio scorso e l'estratto di tale delibera è stato pubblicato sul BURERT il 12 febbraio 2014.

L'iter è stato lungo e complesso. Sono stati pubblicati tre volte gli avvisi di deposito degli elaborati, che sono ripubblicazioni effettuate a seguito di modifiche progettuali sostanziali; sono state effettuate quattro Conferenze dei Servizi; è stato effettuato un sopralluogo in un impianto simile a Lomello di Pavia; sono stati effettuati vari incontri tra i tecnici delle amministrazioni per meglio esaminare il progetto congiuntamente.

Il progetto è stato modificato varie volte al fine di limitare al massimo l'impatto ambientale sia nella fase di esercizio dell'impianto, sia nell'utilizzo delle materie prime in uscita. Nella configurazione finale presentata dal proponente il progetto è risultato ambientalmente e cautelativamente molto migliore rispetto a quanto inizialmente progettato.

Durante l'istruttoria, la Conferenza dei Servizi ha preso in esame la localizzazione dell'impianto rispetto alla pianificazione territoriale vigente e rispetto all'ambiente circostante. In particolare, per quanto riguarda l'esondabilità della zona, è stato verificato che: 1) il PTCP di Ravenna (tavola B.1.1.1 del Quadro Conoscitivo) non individua alcuna zona esondabile nei pressi dell'area dell'impianto; 2) il PPGR di Ravenna non indica prescrizioni per l'area di interesse ritenuta idonea alla localizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti; 3) il Piano Stralcio dell'Assetto Idrogeologico Reno, (tavola A, B.5, 2.0.2) non individua alcuna zona esondabile nei pressi dell'area di impianto; 4) il Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico Idice-Savena,(tavola A/m1, 2) non individua alcuna zona esondabile nei pressi dell'area di impianto; 5) il Piano Stralcio dell'Assetto Idrogeologico Sillaro (tavola C, RI.0) non individua alcuna zona esondabile nei pressi dell'area dell'impianto; 6) il Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico Santerno (tavola C, RI.0) non individua alcuna zona esondabile nei pressi dell'impianto; 7) il PSC di Conselice (tavola 3 CS1, carta 17, del Quadro Conoscitivo) non individua alcuna zona esondabile nei pressi dell'area dell'impianto.

Inoltre la conformità alla pianificazione del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del fiume Reno (l'impianto, infatti, ricade nei territori disciplinati da tale pianificazione) è anche avvalorato da un parere istruttorio rilasciato al proponente da parte dell'Autorità di Bacino Reno (protocollo AR/2013/19 del 10 gennaio 2013) nella quale comunica al proponente che non sono stati rilevati motivi ostativi alla realizzazione per quanto riguarda la pianificazione di bacino.

Si specifica che non essendo prevista da tale pianificazione un parere formale dell'Autorità del Bacino Reno in quanto l'impianto non ricade in zona a rischio di esondazione, tale Autorità non è stata convocata nelle varie Conferenze dei Servizi, ma è invece sempre stato convocato il Servizio Tecnico del Bacino Reno della Regione Emilia-Romagna.

Visto che in base ai dati storici e agli studi effettuati dalle autorità competenti in materia non sussiste una pericolosità di esondazione per tale sito, non si ritiene che ci siano condizioni per il ritiro della delibera di Giunta regionale 24/2014 di approvazione della VIA del progetto in oggetto e quindi per la sospensione immediata e in maniera definitiva dei lavori di messa in opera dell'impianto.

Non si tratta comunque di una centrale, come erroneamente scritto nell'interrogazione, né sono presenti processi di combustione dei rifiuti.

Si informa, infine, che tutta la documentazione sul progetto in questione è reperibile nel sito web della Regione all'indirizzo che consegnerò all'interpellante.

Si precisa che durante il sopralluogo effettuato il 5 marzo di questo mese dal Servizio Tecnico di Bacino Reno presso l'impianto si è rilevato che il piazzale dello stabilimento risultava completamente asciutto nonostante il concomitante evento di piena che aveva interessato il bacino, sintomo, questo, di un buon funzionamento del sistema di drenaggio presente. Lo stabilimento ha anche una vasca di raccolta delle acque di prima pioggia che garantisce il drenaggio delle acque di scolo di tutta l'area dell'immobile.

Il piazzale, che si ripete era asciutto, risulta più alto di circa 1,20 metri rispetto ai campi agricoli limitrofi, i quali invece si presentavano completamente allagati in quanto lo scarico degli stessi nel canale consorziale Zaniolo era stato impedito per la chiusura delle ventole automatiche poste sul canale a protezione del territorio.

C'è anche una documentazione fotografica che possiamo naturalmente consegnare.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

Diamo la parola al consigliere Mandini per la replica, ricordandogli che ha tre minuti. Prego.

 

MANDINI: Grazie, presidente. Ringrazio il sottosegretario Bertelli per l'articolata e approfondita risposta e disamina della situazione e di tutto il percorso che ha portato all'autorizzazione. Prendo atto che sugli strumenti urbanistici pianificatori la zona non è classificata come esondabile. I fatti delle esondazioni di questi vent'anni, di queste tre esondazioni, sono comunque fatti storici, sottosegretario, perciò non so bene quali sono i criteri con i quali vengono classificate le zone a rischio esondabile o meno, se si fa riferimento a esondazioni costanti e frequenti, oppure se si fa riferimento ad esondazioni che nell'arco temporale sono occasionali e collegate ad eventi atmosferici importanti, questo non lo so, prendo atto comunque che gli strumenti urbanistici non classificano la zona come esondabile.

Di fatto lei ricorda che la settimana scorsa c'è stato un evento piovoso non sicuramente eccezionale rispetto ad eventi piovosi ed atmosferici a cui abbiamo assistito nella nostra regione in altri momenti e in altre zone - recentemente, citerei, il Modenese, tanto per avere dei punti di riferimento - però, come lei giustamente rileva e rileva la documentazione fotografica, il sito che circonda l'impianto e comunque il comparto risultava allagato e, ripeto, in presenza non di un evento eccezionale, ma abbastanza normale. Mi rimane comunque il dubbio se di fronte ad eventi eccezionali di intensità piovosa la situazione sarebbe stata quella che ha riscontrato la documentazione fotografica oppure se sarebbe potuta essere sicuramente molto più grave. Io ritengo che lo possa potenzialmente essere e i rischi che si corrono in un caso di dilavazione delle ceneri che stanno all'interno dell'impianto sono, ripeto, molto ma molto pericolosi. Poi l'azienda giustamente ha fatto una rimostranza anche nei miei confronti per queste dichiarazioni dicendo che l'azienda era allagata, ma io non ho mai dichiarato che l'impianto risultava allagato, ho dichiarato che la zona risultava allagata, come appunto sia la documentazione fotografica in mio possesso, sia quello che lei dice nella sua risposta confermano, perciò da questo punto di vista mi sento tranquillo di non aver fatto dichiarazioni allarmanti e inutili.

Mi auguro e auspico, visto che non c'è l'intenzione di ritirare la delibera - perciò i lavori andranno avanti e l'impianto diventerà operativo - mi auguro e auspico che non ci saranno mai condizioni atmosferiche così avverse da poter correre gli stessi rischi e creare le stesse condizioni che i tre precedenti allagamenti hanno comportato su tutta la zona. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mandini.

Chiamo l’oggetto:

 

5255 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di sanzionare Trenitalia per i ritardi registrati il 27 febbraio e il 5 marzo sulla linea ferroviaria Porretta Terme - Bologna. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto.

 

Risponderà all'interrogazione l'assessore Peri.

La parola al consigliere Vecchi Alberto.

 

VECCHI Alberto: Grazie, presidente. Ho posto questa interrogazione di attualità all'assessore Peri perché noi abbiamo un problema ormai irrisolto da molto tempo, è un problema che credo debba assolutamente trovare una soluzione. Al di là dei problemi già conosciuti, chiedo una risposta precisa su alcune cose, è questo che oggi vorrei. Il primo punto è se la Regione Emilia-Romagna ha intenzione di sanzionare Trenitalia per i disagi avuti il 27 febbraio e per i disagi avuti il 5 marzo. Il 27 febbraio ci sono stati ritardi quasi ciclici di due ore su ogni treno lungo la tratta; il 5 marzo addirittura si è arrivati alla soppressione di un treno nell'arco temporale che colpisce proprio i pendolari e ci sono stati ritardi continui per gli altri treni.

Ma il problema non è legato solo a queste due giornate, il problema è che queste due giornate si sommano a tante altre giornate dove, al di là delle dichiarazioni di Trenitalia, che forse è semplicemente sfortunata, i ritardi colpiscono sempre i pendolari. Siccome noi stiamo lavorando anche su un ragionamento di mobilità, sulla volontà di far sì che le persone utilizzino di più il ferro rispetto alla gomma, è chiaro che se dalla montagna diamo un servizio efficiente, a Bologna si utilizza il ferro e quindi si sa che i treni partono in orario, arrivano in orario e le persone che hanno degli appuntamenti o devono andare a lavorare hanno la certezza di riuscire a svolgere il loro lavoro. Se invece regolarmente questi treni non rispettano gli accordi presi, è chiaro che si incentiva la mobilità su ruota perché chi può o chi ne ha la disponibilità economica, a quel punto, essendo consapevole che il treno è regolarmente in ritardo, prende la macchina.

La seconda domanda specifica su cui chiedo una risposta è se è vero, come si legge anche da una nota di Trenitalia, che il problema è ascrivibile al materiale. Tutti sappiamo che ci sono carrozze obsolete, scadenti, ma siccome questa volta sembrerebbe che lo ha scritto proprio Trenitalia perché i giornali hanno ripreso una nota di Trenitalia, voglio anche andare a capire: primo, se è vero questo e se l'assessore me lo conferma che i ritardi sono ascrivibili anche a questo; secondo, quali interventi si intendono fare per far sì che nei treni ci sia anche un servizio adeguato alle necessità, quindi carrozze che evitino in futuro questi problemi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie a lei, consigliere Vecchi Alberto.

Diamo la parola all'assessore Peri per la risposta. Prego.

 

PERI, assessore: Grazie, presidente. Nel contratto di servizio che FER ha con il consorzio del quale fa parte anche Trenitalia è previsto il sanzionamento dei disservizi e siccome sono previsti tutti, anche i due episodi cui si riferisce l'interrogazione sono sanzionati applicando automaticamente il contratto in essere. Ricordo che si tratta di un contratto che abbiamo stabilito tramite gara e che attualmente è in proroga in attesa dell'esito della nuova gara che è stata avviata dalla Regione tramite FER. Anticipo subito che proprio l'obiettivo della gara è quello di impegnare, obbligare il futuro gestore ad acquistare materiale adeguato nella primissima parte del contratto. Siccome la gara si pensa di concluderla quest'anno perché è già avviata da qualche mese, è evidente che da qui in avanti, cioè dalla firma del nuovo contratto in avanti, partirà l'acquisto dei materiali nuovi a carico del gestore per due terzi delle necessità posto che un terzo lo mette a disposizione la Regione avendo fatto l'investimento sui treni nuovi negli anni recenti. Questo per dire - e anticipo la risposta alla seconda parte - che esiste un problema di materiale rotabile che riguarda tutta la Regione e quindi anche la linea porrettana essendo che l'età media del materiale che ha attualmente in esercizio Trenitalia è intorno ai venti, venticinque anni, quindi è del tutto evidente che una quota di disservizi, non unica, riguarda anche materiale che è sicuramente meno affidabile di materiale con un'età inferiore o addirittura nuovo.

Per quello che riguarda la parte sanzionatoria abbiamo delle tabelle previse dal contratto che vengono applicate e che riguardano due fattispecie: soppressioni per responsabilità diretta del gestore e scioperi, che sono sanzionati ovviamente con percentuali diverse. La sanzione si traduce in questo: i corrispettivi che la Regione deve dare al gestore acquistando servizi vengono decurtati dalla quota parte di quel servizio non prestato. In aggiunta c'è una sanzione su base percentuale e su singoli episodi che si aggiunge alla decurtazione del corrispettivo non versato. Ovviamente cambia la percentuale e cambia la sanzione a seconda della ragione per la quale si è prodotto il disservizio, che può andare dalla soppressione del treno alla composizione più corta, a carrozze che hanno servizi inferiori a quelli previsti da contratto (ad esempio le carrozze fredde piuttosto che non condizionate d'estate). In tutti questi casi sanzioniamo automaticamente. La dimostrazione di tutto questo è data dal fatto che basta andare a vedere la cronologia delle sanzioni comminate al gestore negli ultimi anni: hanno superato i 12 milioni di euro le sanzioni al gestore, quindi si tratta di una dimensione anche importante, che però, ci rendiamo conto noi per primi, non è ancora sufficiente a produrre un cambiamento radicale. Da qui la scelta di procedere ad una nuova gara che avrà come base di riferimento un nuovo contratto e soprattutto degli obblighi da parte del gestore più stringenti per quello che riguarda soprattutto il materiale rotabile.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Peri.

Per la replica, consigliere Vecchi Alberto, le residuano due minuti. Prego.

 

VECCHI Alberto: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore della risposta. Dalla risposta emerge per me un quadro molto chiaro, ma, devo dire francamente, un po' preoccupante per il territorio, perché, se ho ben capito la risposta, e cerco di dare dei tempi alla risposta, da un lato si definisce un percorso e mi rendo conto di questo, pertanto lei mi ha detto che c'è una gara che viene espletata in questi mesi, si augura che entro fine dell'anno sia conclusa e nella gara viene richiesto l'utilizzo e quindi l'acquisto di nuovi mezzi per ovviare alle problematiche sul materiale che lei stesso ha confermato essere parte importante di questi ritardi o di questi annulli di corse; ciò vuol dire che prima presumibilmente di due o tre anni su questa tratta noi non vedremo i nuovi treni, se non sono tre, sono due, ma comunque devono avere pazienza sul territorio. Quindi, da un lato, sono contento che lei mi definisca un percorso; dall'altro lato, secondo me si è arrivati molto lunghi nell'obbligare Trenitalia con questi bandi a creare delle condizioni corrette per i viaggiatori e quindi a modificare il proprio materiale. Anche perché lei mi ha parlato di una cifra sanzionatoria molto importante, lei ha appena detto che si tratta di 12 milioni di euro, però considerando che i ritardi e le situazioni di disagio permangono inalterate rispetto a prima oppure ci sono pochissime modificazioni, è evidente che questi 12 milioni, come lei stesso poi ha ammesso, probabilmente, facendo i conti tra quello che devono investire e quello che risparmiamo prendendo solo le multe, hanno prodotto che fino adesso gli è andata bene così. Quindi io credo che si debba arrivare alla fase successiva e spero e mi auguro che ci si riesca ad arrivare al più presto perché non basta certamente un abbonamento mensile gratuito, non bastano piccoli accorgimenti per venire incontro ai grandi disagi dei pendolari della montagna in questo caso, perché i cittadini, come lei avrà letto sul giornale, si stanno anche organizzando per creare delle azioni giudiziarie, come adesso avviene nella prassi comune, per poi ottenere dei risarcimenti.

Credo che oggi abbiamo definito in maniera chiarissima che una parte importante di responsabilità è ascrivibile al materiale, che questo materiale si spera di modificarlo da qua al nuovo bando e che comunque per almeno parecchi mesi, presumibilmente un anno e mezzo, due, i cittadini della montagna devono ancora fare i conti con questi disagi. Credo che questi siano i lati positivi e negativi di tutta la vicenda, fermo restando che mi auguro che il nuovo bando venga espletato al più presto e che soprattutto ci sia l'assunzione di responsabilità di chi vincerà il bando di acquistare nuovi mezzi in tempi rapidi per evitare le problematiche sopra esposte perché credo che i cittadini si siano anche un po' stancati di aspettare situazioni così difficili. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie a lei, consigliere Vecchi Alberto.

Passiamo all’oggetto:

 

5260 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul contributo alla manutenzione dei loculi richiesto dal Comune di San Giovanni in Persiceto (BO). A firma della Consigliera: Noè.

 

Risponderà l'assessore Lusenti.

Prego, consigliera.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Attendo direttamente la risposta dell'assessore.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.

Passiamo la parola, quindi, all'assessore Lusenti.

 

LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. Il Regolamento regionale 4/2004 denominato «Regolamento in materia di piani cimiteriali comunali e di inumazione e tumulazione» previsto dall'articolo 2, comma 2, della legge regionale 19/2004, all'articolo 4, comma 6, prevede che nel caso di concessioni perpetue o di manufatti di proprietà privata presenti nelle aree cimiteriali il Comune possa disciplinare le modalità di partecipazione da parte degli aventi diritto agli oneri di manutenzione delle parti comuni o i costi di gestione del complesso cimiteriale secondo criteri stabiliti con proprio regolamento, cioè del Comune. All'adeguata manutenzione, infatti, del proprio manufatto sepolcrale i titolari di concessione perpetua sono già tenuti per espressa previsione della legge nazionale, cioè il DPR 285/1990.

Il legislatore voleva, dunque, dare la possibilità al Comune di utilizzare una modalità diversa di contribuzione quale semplice corrispettivo per la cura di parti comuni, spesso in cattivo stato di manutenzione, un contributo strettamente vincolato al contesto correlato alla fruizione e all'utilizzo delle parti comuni (spazi, strutture) di cui beneficia il titolare...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Aimi): Scusate, colleghi, c'è un brusio di fondo che infastidisce, soprattutto chi parla e ovviamente anche chi ascolta.

 

LUSENTI: Il legislatore voleva, dunque, dare la possibilità al Comune di utilizzare una modalità diversa di contribuzione quale semplice corrispettivo per la cura di parti comuni, spesso in cattivo stato di manutenzione, un contributo strettamente vincolato al contesto correlato alla fruizione e all'utilizzo delle parti comuni (spazi, strutture) di cui beneficia il titolare di una concessione perpetua. Un onere contributivo introdotto per ragioni di equità volendo far partecipare i titolari di concessioni perpetue o di manufatti di proprietà privata presenti nelle aree cimiteriali alla manutenzione di efficienza delle parti comuni. Onere che, come peraltro è precisato nell'interrogazione, non può in alcun modo essere equiparato al canone dovuto dai titolari di concessioni temporanee, stante la sua diversa natura essendo destinato a concorrere alle spese di mantenimento straordinario delle opere pertinenziali cui il Comune è tenuto al fine di conservare il decoro delle parti comuni, così soddisfacendo il sentimento religioso di quanti si recano al cimitero.

In ogni caso, l'assessorato, alla luce degli elementi di criticità riscontrati, ritiene opportuno fornire ai Comuni le indicazioni e i chiarimenti necessari ad un corretto inquadramento della fattispecie in questione anche al fine di perseguire omogeneità applicativa sul territorio regionale della normativa fin qui richiamata.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Lusenti.

La parola alla consigliera Noè, alla quale residuano sei minuti. Prego.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Grazie, assessore, per la risposta che lei mi ha dato. Forse lei ricorderà che già più di un anno fa io le rivolsi questa domanda a seguito di una situazione anomala che si era creata proprio nelle richieste che in particolare il Comune di San Giovanni in Persiceto, tramite il suo gestore, rivolgeva ai propri cittadini titolari di una concessione permanente di loculi, ai quali, appunto, veniva richiesta una contribuzione che non era chiaro se in realtà fosse dovuta. Nella sua risposta di oltre un anno fa lei conveniva sul fatto che questa pretesa, scaturendo da una disposizione regolamentare, era effettivamente obbiettabile perché una richiesta di prestazione patrimoniale ai cittadini, come dice la Costituzione, deve scaturire da una norma di legge, purtroppo invece questa previsione è contenuta dentro una disposizione di un Regolamento regionale in applicazione di una legge regionale, rispetto a cui, però, come appunto lei diceva prima, il Comune può disciplinare la modalità di partecipazione secondo criteri stabiliti nel proprio regolamento, però questi criteri non sono nemmeno contenuti nel regolamento comunale dei vari Comuni. Per cui c'è veramente un vulnus che nasce, da un lato, rispetto ad alcune confusioni che si sono generate anche a livello legislativo, ma poi ci sono anche i sindaci dei Comuni di San Giovanni in Persiceto, di Anzola, di Sant'Agata, di Calderara che stanno sfuggendo al loro dovere non dando risposte seppure più volte sollecitati sia dai cittadini - e mi riferisco in particolare ai cittadini di San Giovanni in Persiceto che hanno richiesto al loro sindaco di avere delle spiegazioni sulle anomale che si stanno verificando - sia dai consiglieri comunali. E anch'io ho chiesto spiegazioni come consigliere regionale e lei ha risposto. È stato anche sollecitato il Difensore civico.

Lei stesso, assessore, anche nella persona della collega Anna Migliorini, precisò un passaggio che fu quello di dire che per quanto riguarda i titolari di concessioni permanenti di loculi, queste persone non potevano essere assoggettate ad una richiesta di un contributo di mantenimento del loculo se non per manutenzione ordinaria e comunque per una cifra che non fosse assolutamente superiore a quanto un Comune o l'ente gestore richiede per i loculi a durata temporanea. Consideri che i costi di manutenzione delle concessioni temporanee oscillano dai 9,82 agli 11,30 euro annuali, che sono comprensivi sia di manutenzione ordinaria che straordinaria. Qui invece per i loculi a tempo indeterminato il gestore chiede 35 euro. Non si spiega. Lei stesso, assessore, e la stessa Anna Migliorini chiariste più di un anno fa quali dovevano essere i criteri per rivendicare queste eventuali prestazioni patrimoniali, allora io vorrei dire una cosa: lei stesso un anno fa disse che effettivamente bisognava procedere ad una revisione della norma, lei stesso oggi mi conferma che da parte vostra ci sarà l'intenzione di fornire ai Comuni tutte le indicazioni perché su quanto deve essere richiesto ai titolari di tombe perpetue ci deve essere un atteggiamento che sia omogeneo su tutto il territorio, però è passato un anno da quando queste sollecitazioni io le ho rivolto e, bene o male, lei già allora ravvisava l'anomalia di questa situazione.

Soprattutto c'è anche un Difensore civico, il dottor Gardini, che esattamente alla fine di gennaio di quest'anno ha invitato i sindaci a procedere alle modifiche regolamentari e soprattutto a specificare i criteri utilizzati per differenziare l'entità dei canoni di concessione dicendo che se questo non fosse avvenuto, l'inosservanza e la ritardata risposta avrebbe comportato una responsabilità disciplinare che avrebbe inciso anche sulla responsabilità amministrativa ed erariale dei funzionari competenti.

È inaccettabile che ci siano dei sindaci che se ne fregano di quello che dice lei, di quello che dice il Difensore civico e continuano a pretendere sulle tombe di famiglia, sulle tombe che hanno una durata illimitata, delle quote... non so nemmeno più come devo chiamarlo, se contributo di mantenimento... perché non posso più dire "manutenzione", e sono cifre che non corrispondono a quello che lei aveva disposto perché stanno chiedendo tre volte tanto e soprattutto questo gestore, Virgilio, lo sta chiedendo per i quattro Comuni in maniera uguale, chiede 35 euro a tutti quando San Giovanni in Persiceto ha otto cimiteri, Anzola ne ha uno, Sant'Agata ne ha uno e Calderara ne ha due. Come è possibile che venga richiesta una quota indistinta quando il parco cimiteriale riconducibile ad ogni Comune ha un'utenza, ha dei costi, ha delle unità che sono completamente diverse?

Lei adesso mi dice che effettivamente verranno fornite ai Comuni delle indicazioni e io spero che vi ascoltino perché non ascoltano più neanche il Difensore civico. Mi appello magari alla collega Paola Marani, che è stata sindaco di San Giovanni in Persiceto, perché questo sindaco una volta per tutte si prenda la responsabilità di ascoltare le indicazioni regionali, le indicazioni del Difensore civico e non continui a far pagare sui loculi a tempo perpetuo delle cifre che non sono dovute.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.

Chiamo l’oggetto:

 

5264 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull'applicazione del principio di territorialità sulla gestione dei rifiuti speciali e sulla gestione delle attività delle multi utility, con particolare riferimento all'impianto di termovalorizzazione Tecnoborgo a Piacenza. A firma del Consigliere: Cavalli.

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Cavalli per l'illustrazione dell'interrogazione. Prego.

 

CAVALLI: Grazie, presidente. Ho presentato il question time ritenendo che sia una questione importante chiarire alcuni aspetti del Piano rifiuti così come ci è stato presentato il 27 febbraio scorso dal sottosegretario Bertelli. Pochi giorni dopo, il direttore di IREN in Piacenza, Eugenio Bertolini, in audizione in Consiglio comunale a Piacenza, ha annunciato che dopo il 2020 l'impianto di Piacenza smaltirà rifiuti speciali, che - oltre al danno, la beffa - non hanno nemmeno vincoli territoriali, perciò circolano liberamente su tutto il territorio nazionale. Il Piano così come lo ha illustrato il Sottosegretario Bertelli sembra un grande inganno dato che prevede la cessazione dell'attività dell'inceneritore di Ravenna alla fine del 2018 e di quello di Piacenza alla fine del 2020. Eugenio Bertolini ha anche dichiarato che la vita di Tecnoborgo durerà altri venti/trent'anni. Altro che cessazione di attività! L'impianto di Piacenza di Tecnoborgo dal 2020 avrà nuova vita e IREN, che vuole acquistare non a caso il cento per cento dell'impianto, si prepara un nuovo business sulle spalle dei cittadini, che pagano le bollette, incrementano la differenziata e poi si trovano un inceneritore dalla vita infinita e dall'attività sempre più fervente.

A proposito di rifiuti speciali, già oggi in Emilia-Romagna ne importiamo più di quanti ne esportiamo. Il saldo è negativo per i nostri polmoni. Le cifre sono importanti, ecco i dati dal Piano rifiuti: produzione rifiuti speciali in Emilia-Romagna: oltre 10.420.000 tonnellate nel 2010; rifiuti speciali in ingresso: 3.853.000 tonnellate; rifiuti speciali in uscita: 2.554.000 tonnellate. I rifiuti in ingresso arrivano per lo più dalla Lombardia e dal Veneto.

Per questi motivi chiediamo alla Giunta di far sì che in Conferenza Stato-Regioni si introducano rigide regolamentazioni sui rifiuti speciali nell'ottica del principio di territorialità e chiediamo quali siano le misure che intende adottare per tutelare le attività potenzialmente dannose per la salute dei cittadini. Dopo l'ultima notizia di ieri, la multa di circa 2 milioni di euro, ai danni anche dei portafogli dei cittadini, avuta da Hera, ci chiediamo se quello dei rifiuti non sia il vero business dell'Emilia-Romagna. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Cavalli.

Diamo la parola al sottosegretario Bertelli. Prego.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Cavalli, però chiedo alla Presidenza di regolare le interrogazioni a risposta immediata in modo più puntuale. È già complicato dare delle risposte un giorno per l'altro, se poi le domande cambiano la mattina per la mattina, diventa ancora più complicato essere nelle condizioni di dare delle risposte. Io cerco di rispondere ai quesiti che erano contenuti nell'interrogazione che la Giunta ha ricevuto e a quelle mi attengo. Naturalmente, se vogliamo allargare la discussione al Piano dei rifiuti, avremo modo di farlo, ma magari non nel contesto di una risposta immediata in Aula che chiede delle cose e poi, in verità, mi trovo di fronte ad una serie di considerazioni aggiunte questa mattina ex novo. In riferimento all'interrogazione che è arrivata alla Giunta, rispondo puntualmente.

Per quanto concerne il primo punto, si osserva che, anche al fine di evitare eccessiva circolazione di rifiuti speciali - per i quali, come è noto, vige il principio del libero mercato, norma nazionale ed europea - le norme tecniche del Piano, all'articolo 16, comma 1, prevedono che i rifiuti in uscita dal trattamento meccanico siano ancora classificati come rifiuti urbani. Tale orientamento è stato più volte comunicato anche al Ministero dell'ambiente con la precisa richiesta di introdurre detta precisazione in una legge nazionale - perché naturalmente, se vogliamo cambiare la regolazione di questa materia, come ha chiesto lo stesso consigliere e come noi abbiamo già fatto nei confronti del Governo anche in conferenza Stato-Regioni, bisogna modificare le norme nazionali.

Si segnala inoltre la richiesta di abrogazione dell'articolo 19 del disegno di legge Collegato alla Legge di stabilità 2014, di cui questa Assemblea ha già discusso con l'approvazione di una risoluzione che il Presidente Errani ha già consegnato al ministro, che condivide naturalmente quanto l'Assemblea ha approvato, l’abrogazione dell’articolo 19 del Collegato come norma non necessaria e non utile, addirittura pericolosa. Il Presidente Errani ha provveduto, come ho detto, ad informare direttamente il ministro, oltre che per lettera, anche attraverso un incontro e proprio oggi - è dichiarazione di ieri - a seguito di tale intervento, il ministro dell'ambiente ha confermato che su tale questione verrà trovato un equilibrio per non penalizzare le Regioni più virtuose, come l'Emilia-Romagna. Il ministro ha anche sottolineato che in materia di pianificazione della gestione dei rifiuti è chiaro che le competenze sono della Regione. L'Emilia-Romagna le sta esercitando come dimostra l'adozione del Piano regionale dei rifiuti che quest'Aula sarà chiamata ad approvare prossimamente.

Relativamente al secondo aspetto richiamato nell'interrogazione si conferma che gli impianti di termovalorizzazione della Regione sono rispettosi dei più alti livelli standard di sicurezza in termini di emissioni e ciò garantisce che non ci sia nessun effetto di carattere sanitario nei confronti della popolazione. La Regione ha comunque rafforzato le misure di monitoraggio, tra le quali si cita il progetto "Moniter".

Obiettivo del Piano regionale di gestione dei rifiuti, come abbiamo ricordato più volte, è garantire l'autosufficienza nella gestione dei soli rifiuti prodotti sul territorio regionale e quindi di avere un'impiantistica di riferimento commisurata a rispondere a tale esigenza per non consentire una sorta di mercato esterno dei rifiuti, impiantistica che sia funzionale a sostenere un'articolata strategia di riciclo e l'implementazione di ulteriori processi innovativi sia dal punto di vista tecnologico che occupazionale. Naturalmente chi volesse intraprendere altre iniziative che non riguardano il Piano dei rifiuti - perché per noi, come scritto nel Piano dei rifiuti, l'impianto di Piacenza uscirà dalla programmazione del Piano dei rifiuti regionale nel 2020 - chi volesse intraprendere altre iniziative, lo potrà fare, naturalmente se convincerà la popolazione di riferimento a farlo.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

Le volevo ricordare, per rispondere alla sua sollecitazione, che la Presidenza è sempre attenta a ciò che avviene in Aula, quindi do atto del fatto che i consiglieri, quando illustrano un'interrogazione, si devono attenere scrupolosamente all'oggetto della stessa. Il che non esime ovviamente colui che risponde, l'assessore, a dare comunque la risposta che aveva preparato anche senza naturalmente andare oltre.

Prego, consigliere Cavalli, le residuano tre minuti.

 

CAVALLI: Grazie, presidente. Mi dispiace che il sottosegretario abbia pensato che non erano inerenti le richieste che ho fatto questa mattina al question time presentato, ma credo che nelle premesse e nel considerato c'erano le domande che io ho fatto perché nella premessa chiedevo: Tecnoborgo è costituita da IREN-Ambiente al 51 per cento e da Veolia Servizi Ambientali al 49 per cento, chiediamo se è vero che verrà acquistata. Sono notizie che riguardano i cittadini, sottosegretario, non riguardano solo lei o il sottoscritto, riguardano i cittadini, riguardano i cittadini che sono ingannati dal vostro Piano dei rifiuti, quindi bisogna essere chiari, non bisogna prendere in giro i cittadini. Rifaremo il question time come meglio lei crede, glielo sottoporremo prima così lo concordiamo prima per vedere se effettivamente è di suo gradimento. Noi facciamo un question time che riguarda l'inceneritore di Piacenza, se lei vuole e crede che il question time non riguarda le domande che abbiamo fatto, va bene, gliene faremo un altro; anzi, invece di fare un question time, chiederemo una risposta scritta così avrà più tempo per risponderci. Però non dobbiamo raccontarci delle bugie. Lei in Commissione ha dichiarato che il termovalorizzatore Tecnoborgo di Piacenza veniva chiuso dal 2020 e invece scopriamo che chiudiamo una porta e apriamo un portone. Allora bisogna essere seri, doveva dirlo in Commissione, doveva dirlo che veniva modificato a smaltimento di rifiuti tossici o nocivi, perché questo è quello che avverrà nei prossimi anni. Noi non siamo contenti della sua risposta. Probabilmente è stata formulata male la nostra domanda e la rifaremo, la rifaremo per avere una risposta più chiara per i cittadini. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Cavalli.

Chiamo l’oggetto seguente:

 

5263 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle intenzioni della Regione in merito al rinnovo a ENI delle concessioni di estrazione di metano lungo la costa nelle province di Ravenna e Ferrara. A firma della Consigliera: Meo.

 

Risponderà l'assessore Gazzolo.

La parola alla consigliera Meo, prego.

 

MEO: Grazie, presidente. Il sindaco di Ravenna ha recentemente dichiarato che "appare ogni giorno più evidente l’allarme erosione che sta colpendo in questi ultimi anni il tratto di costa ricompreso tra la foce dei Fiumi Uniti e la foce del Bevano" dopo che l’ennesima mareggiata si è mangiata una consistente fetta di arenile a Lido di Dante minacciando non solo la pineta Ramazzotti, ma lo stesso centro abitato.

Già il Piano costa del 1996 aveva messo in correlazione l’abbassamento del suolo e l’estrazione di metano a poche centinaia di metri dalla costa, mentre nel rapporto Stato del litorale emiliano-romagnolo all’anno 2007 e piano decennale di gestione dell'ARPA Emilia-Romagna si descriveva "il contributo alla subsidenza dovuto all'estrazione del metano dai giacimenti Dosso degli Angeli nella valle di Comacchio e Angela Angelina di fronte alla foce Fiumi Uniti, oltre che il raggio di diffusione del fenomeno nelle aree circostanti".

Il 17 febbraio scorso l'Assessorato regionale alla Sicurezza territoriale ha inviato al Ministero dell’ambiente un progetto per la messa in sicurezza dei tratti litoranei interessati da erosione, subsidenza e rischio di ingressione marina negli abitati attraverso il rifacimento con sabbie sottomarine che prevede una serie di interventi prioritari in vari comuni costieri per complessivi 16,5 milioni di euro di cui 1,5 a carico della Regione.

Il tratto di costa di Lido di Dante registra una subsidenza di circa 1,9 centimetri all’anno - che è tantissimo - che rappresenta la velocità di abbassamento più elevata di tutto il litorale, e l’abbassamento di 1 centimetro all’anno equivale ad una perdita di 10.000 metri cubi di sabbia per chilometro lineare di costa.

Per questo chiediamo all'assessore e alla Regione se è stato valutato di chiedere al Governo di non rinnovare le citate concessioni di estrazione o, in alternativa, di chiedere ad ENI di farsi carico delle spese del progetto di messa in sicurezza almeno per i tratti che riguardano le province di Ferrara e Ravenna.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Meo.

La parola all'assessore Gazzolo, prego.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Il Servizio geologico, sismico e dei suoli della Regione Emilia-Romagna ha costruito una banca dati denominata "Sistema informativo del mare e della costa" che contiene numerosi dati e analisi utili alla comprensione del fenomeno dell'erosione costiera su scala regionale, che permettono approfondimenti sulle dinamiche locali del litorale. Il litorale antistante l'abitato del Lido di Dante rappresenta uno dei tratti più critici della costa emiliano-romagnola ed è attentamente monitorato e destinatario di diversi interventi di difesa realizzati dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Ravenna. L'erosione costiera, la subsidenza e l'ingressione marina di questo trattato di costa sono i fattori più preoccupanti. I fenomeni sono tra loro correlati e in buona parte dipendono da dinamiche geologiche solo parzialmente legate all'attività antropica. L'erosione dei litorali è un processo antico in atto dall'inizio del Novecento, quindi ampiamente prima anche dell'inizio delle attività di sfruttamento del gas da parte di ENI cominciato negli anni Settanta. È evidente che la protezione di questa parte di territorio va programmata tenendo conto di queste dinamiche secolari che saranno attive anche qualora si dovessero interrompere le estrazioni di gas dal sottosuolo.

Per quello che riguarda il fenomeno della subsidenza, il valore più affidabile è quello registrato dal sistema GPS permanente installato in corrispondenza della stazione di misura ENI di Fiumi Uniti (vecchia centrale) che ora registra un valore di abbassamento pari a 15,30 millimetri all'anno. I valori più elevati che lei citava, 19-20 millimetri all'anno, forniti dalle mappe elaborato dall'ARPA, si basano su immagini satellitari del sistema interferometrico SAR e questi dati sono meno precisi dal punto di vista quantitativo, mentre forniscono una buona immagine areale del fenomeno. Si rileva inoltre che il fenomeno della subsidenza è solo in parte attribuibile all'estrazione del gas del sottosuolo perché in queste zone è evidente il contributo di altri fattori quali l'urbanizzazione, nonché l'effetto della diminuzione del trasporto solido da parte dei corsi d'acqua.

Su queste basi, ENI contribuisce per la propria parte alla difesa di questo tratto di litorale, come di fatto già avviene attraverso l'accordo con il Comune di Ravenna che è attivo da oltre vent'anni. Attualmente è in corso il sesto accordo triennale, per un valore di 11,2 milioni di euro. Inoltre dal 2002 è stato stipulato un protocollo d'intesa tra la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Ravenna e la Provincia di Ravenna e l'ENI finalizzato allo sviluppo di tecnologie innovative per la tutela della costa e per la riduzione della subsidenza attraverso un progetto che prevede la reiniezione di acque nei livelli estrattivi. Nell'ultimo rinnovo relativo al periodo 2011-2013 sono stati destinati complessivi 4,5 milioni per la realizzazione di opere di difesa della costa ravennate. Il Comune di Ravenna ha proceduto alla consegna dei lavori di riassetto e ricalibratura dell'attuale sistema di scogliera a protezione dell'abitato di Lido di Dante per un importo progettuale complessivo di 2 milioni di euro e ha inoltre approvato ulteriori interventi di difesa, salvaguardia e fruibilità della zona sud di Lido di Dante per un importo di 5,8 milioni a carico dell'ENI nell'ambito degli accordi sottoscritti. Questi lavori saranno realizzati in stretto raccordo tra la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Ravenna. Il protocollo d'intesa prevede anche che l'ENI trasmetta alla Regione Emilia-Romagna tutti i dati di monitoraggio e proprio a tal fine la Regione Emilia-Romagna ha costruito un'apposita banca dati per il controllo del fenomeno a scala della costa regionale con approfondimenti sia a Lido di Dante che a Dosso degli Angeli e ha avviato progetti di studio atti ad analizzare i diversi contributi del fenomeno, a patire da quello geologico.

Per concludere, è in fase di discussione la definizione del nuovo protocollo d'intesa che avrà come obiettivo proprio la migliore integrazione, come chiede la consigliera, delle diverse attività in essere per la difesa costiera.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Gazzolo.

Consigliera Meo, le residuano tre minuti per la replica.

 

MEO: Grazie, presidente. Prendo atto del percorso in atto. Debbo dire che non mi sfuggivano gli eventi geologici che regolano le nostre coste e il nostro pianeta. Il tema è che molto spesso le attività antropiche comunque incidono in maniera determinante e accelerano nei fatti alcuni processi che oggettivamente possono avere anche delle durate millenarie e non si risolvono in tempi così rapidi. L'erosione delle coste è sicuramente uno di questi. Concorrono, sono, d'accordo, una serie di motivi anche a monte, ma sicuramente a mio parere questo fenomeno è notevolmente appesantito anche dalle estrazioni che sono in atto, per cui mi auguro veramente che man mano che si procede con nuovi protocolli, con nuovi accordi di questo tipo, si tenga conto sia del costo ambientale, ma anche del costo economico in senso stretto, perché poi ogni volta che ci troviamo ad intervenire per mettere mano ai disagi che vengono creati dalle mareggiate, dal cuneo salino, da tutte queste cose, oggettivamente paghiamo come collettività questi prezzi, per cui credo che un po' di prevenzione e anche un po' di coraggio da questo punto di vista non possano che essere i benvenuti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Meo.

Passiamo all’oggetto:

 

5265 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla consistenza delle spese per viaggi di servizio e missioni dei componenti della Giunta regionale. A firma del Consigliere: Favia.

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Favia.

 

FAVIA: Grazie, presidente. La situazione di crisi economica e il forte disagio che il nostro Paese sta vivendo impongono alla politica di non solo lavorare per migliorare la situazione materiale del Paese, ma anche di dare messaggi e di far sì che il cittadino possa ancora avere fiducia nelle istituzioni, una fiducia che oggi è altamente degradata. Per questo pensiamo che sia molto importante mettere la lente d'ingrandimento sui costi della politica. È stata messa un'enorme lente d'ingrandimento sui costi del Consiglio e noi ne siamo estremamente contenti. La Presidenza di questa Assemblea, in questi anni, ha fatto tagli enormi, ci interessa però capire nel dettaglio anche le spese della Giunta.

Abbiamo una delibera, la 33 del 2013, che dice che i costi sono pubblicati, ma con dati aggregati e non per singolo costo. Crediamo invece che in una società della trasparenza, sullo stile di quello che avviene nei Paesi nordici, i costi debbano essere disaggregati.

Devo dire che ho avuto un grande stupore nel leggere la risposta al mio precedente quesito perché ci sono enormi differenze tra assessore e assessore, ma anche gli assessori che io ritengo avere tenuto un atteggiamento estremamente morigerato, penso all'assessore Freda o all'assessore Mezzetti, avevano comunque cifre a mio avviso alte. Per quello che io ho conosciuto del loro lavoro, non riuscivo effettivamente a capire come potessero arrivare a determinate cifre. Anche per questo ho chiesto, senza alcun tipo di distribuzione, di compensazione tra Presidenza e i vari assessori, di avere lo scorporo delle cifre. Credo che sia un atto di trasparenza dovuto e credo che questo sia proprio a beneficio della Giunta.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.

Sottosegretario Bertelli, a lei la parola per la risposta, prego.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. I dati relativi ai compensi e alle spese per viaggi di servizio e missioni dei componenti della Giunta regionale sono pubblicati sul portale web della Regione Emilia-Romagna, ai sensi del decreto legislativo 33 del 2013. Nel merito è però doverosa una prima precisazione. Per le pubblicazioni di cui al decreto 33 del 2013 è richiesto, per legge, l'utilizzo di un criterio di cassa, ossia le spese sono imputate all'esercizio in cui si è avuto il relativo pagamento.

Ciò ha comportato che nel dato relativo al 2013 sono computate anche spese di competenza economica del 2012 ma pagate nel 2013.

Di contro, le fatture afferenti a servizi prestati nel 2013 ma pervenute e pagate nel 2014 saranno considerate nel dato relativo al 2014.

La richiesta dei costi cui il consigliere fa riferimento comporta l'utilizzo di un criterio basato sulla competenza economica dei costi, significa; cioè, che nelle analisi di controllo di gestione i costi sono imputati all'esercizio di cui sono effettivamente sostenuti a prescindere dal momento in cui si effettua il pagamento, che può avvenire anche con successivi esercizi.

La seconda precisazione riguarda il lavoro rigoroso nella massima trasparenza che stiamo portando avanti dal 2010 e che si è concretizzato nella pubblicazione dei nostri costi come indicato dalla norma.

In questa sede non mi dilungherò a confutare teorie, ma cercherò di stare ai fatti. E' dimostrato che in questa Regione di sprechi non ce ne sono e i risultati che ciascuno di noi ha contribuito a raggiungere sono importanti perché sono anche il frutto di un lavoro che ogni giorno coinvolge gli amministratori sul territorio regionale in connessione continua con una rete di relazioni a tutti i livelli. Credo infatti sia chiaro a tutti che per portare a casa risultati occorre essere presenti anche dove fisicamente si prendono le decisioni, sia quando siamo di fronte ad attività straordinarie, come, ad esempio, affrontare emergenze come il terremoto e l'alluvione, ma anche le problematiche connesse alla crisi economica, sia in riferimento alle attività istituzionali quotidiane, che non si svolgono sempre in questa Regione. Per raggiungere questi obiettivi è importante che gli amministratori possano svolgere il loro lavoro nella massima trasparenza, spostandosi laddove è richiesto dai compiti che debbono svolgere, rendendo conto delle spese, come è ovvio che sia e come da sempre facciamo.

Per ciò che riguarda le retribuzioni è noto che gli importi sono determinati da provvedimenti nazionali, ma credo sia giusto anche dire che noi li applichiamo da sempre nella misura minima. Come è giusto ricordare che ulteriori riduzioni risalgono al 2010, quando, unica Regione in Italia, appena insediata la Legislatura, per prima la Giunta, con delibera 757 del 2010, applicò una decurtazione del 10 per cento sull'indennità di Presidente e Assessori, che anticipò analogo provvedimento assunto dall'Assemblea, la quale, insieme alla Giunta, negli anni successivi ridusse ulteriormente, anche sulla base di norme nazionali, i propri compensi. Tant'è che l'Emilia-Romagna è stata indicata Regione benchmark, cioè riferimento nazionale virtuoso per tutte le Regioni e questa è la cifra della serietà del nostro e del vostro lavoro, che siamo determinati a portare avanti nell'interesse della comunità.

Devo riconoscere che l'interrogazione del consigliere Favia riguarda un'analisi di dettaglio dei dati che non è possibile esaudire nei minuti riservati a questa risposta e che pertanto rimando alla specifica risposta che sarà fornita ad un quesito formulato sulla base dell'articolo 30 dal medesimo consigliere.

Tuttavia, mi interessa, in questa sede portare all'attenzione alcuni elementi significativi. Parlando di missioni, desidero ricordare ancora una volta che con la delibera di Giunta regionale 876 del 2010 la Giunta si è data criteri e modalità di programmazione e svolgimento di trasferte in Italia e all'estero con l'obiettivo primario rivolto al contenimento della spesa.

I dati di competenza confermano il raggiungimento di tale obiettivo.

Se prendiamo, ad esempio, i dati delle missioni riferiti alle annualità 2011 e 2012, essendo il 2010 non significativo perché si è svolto a cavallo di due legislature, nel confronto emerge una diminuzione del 22,66 per cento delle spese.

A tutto ciò si aggiunge il lavoro dal 2010 operato sulla base della delibera di Giunta 875 del 2010 di razionalizzazione e contenimento dei costi relativi all'utilizzo dei mezzi utilizzati dalla Giunta per l'espletamento del proprio mandato.

Per quanto riguarda il servizio interno si è passati da una dotazione di cinque auto di rappresentanza e cinque autisti in servizio al 2011 a tre auto e tre autisti a fine del 2013.

Nel corso del 2012 è stato azzerato anche il numero di auto a guida libera a disposizione degli assessori.

Anche per quanto riguarda il servizio di noleggio con conducente, nonostante la riduzione del servizio interno, si è registrata nel corso dell'attuale legislatura una notevole contrazione della spesa, che è passata da 457.523 euro del 2010 a 424.176 del 2011 e a 252.986 euro nei primi nove mesi del 2013. Naturalmente i dati relativi al 2013 sono ancora in fase di elaborazione, è possibile comunque affermare già da ora che il trend si conferma in costante diminuzione, interrotto solo nel 2012 da una maggiore spesa legata ovviamente alle esigenze che ci ha portato il terremoto e quindi ad una maggiore presenza degli assessori in quei territori. In quell'anno si è raggiunta la cifra di 450.571 euro, comunque inferiore al tetto del 2010.

Se confermati, i dati dell'ultimo trimestre del 2013 permetterebbero di rispettare ampiamente l'obiettivo fissato dalla delibera di Giunta 875 del 2010 che prevedeva che nell'arco del triennio la spesa si dovesse attestare intorno ai 446.000 euro, cioè massimo l'80 per cento di quello che abbiamo speso nel 2009.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

Diamo la parola al consigliere Favia per la replica, ricordandogli che ha quattro minuti di tempo residuo. Prego, consigliere.

 

FAVIA: Presidente, io ritengo che non sia possibile, a fronte di un'interrogazione a risposta immediata, una risposta del genere, completamente fuori tema su ciò che ho richiesto. Non è la prima volta che accade perché anche la prima domanda che feci sui costi della Giunta fu completamente de facto inevasa facendo un elenco infinito di UPB, di previsioni di bilancio che non dicevano niente, tant'è che dovetti fare poi un'altra interrogazione per avere dei dati comprensibili. Cosa ci dice il sottosegretario? Che la complessità dei dati è troppa e che mi risponderà poi. Assolutamente no, sottosegretario, bastava che lei mi dicesse, invece di sciorinare tutte quelle voci, tutti quegli elenchi, che non servono a niente perché sono cose che sappiamo già (invece di rispondere, utilizzate questo momento per cercare di farvi un po' di pubblicità; sono cose che avete già detto, non perdiamo tempo con cose che sappiamo già) bastava che lei mi dicesse: auto propria, taxi, autonoleggio con conducente, parco macchine regionale. Quattro cose mi doveva dire per ogni assessore, quattro numeri. Non è difficile farlo, abbiamo i software di data entry, dovreste avere tutto informatizzato nella società dell'informazione, abbiamo una legge sulla società dell'informazione e non siete in grado, con tutti i funzionari che avete, di estrapolare i dati, non avete nemmeno i dati? Non mi faccio prendere in giro, bastava dare quattro numeri per ogni assessore.

Poi il gioco di cassa e di competenza, sottosegretario, posso capirlo, ma fino ad un certo punto, perché se dobbiamo dare dei dati... a parte che dovremmo scriverlo con un po' più di chiarezza, ci possono essere problemi sul mese di dicembre, però si può cercare di organizzare la contabilità in modo da far sì che la cassa corrisponda alla competenza nel miglior modo possibile o comunque si può anche specificare quella che è la previsione, perché con il gioco della cassa e della competenza si può fare poi una grande confusione a livello di bilancio e non dare dei dati reali.

Mi rivolgo alla Presidenza: credo che si debba chiedere alla Giunta maggiore rigore e maggiore attenzione nel dare ascolto e dare seguito alle richieste di un Consiglio che comunque rappresenta la democrazia in questa regione, che è stato eletto e che a qualcosa dovrebbe ancora servire.

 

PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Favia, le ricordo solo come dato istituzionale che la Presidenza di questa Assemblea non ha nessun potere né di vigilanza, né di controllo sull'attività della Giunta.

Proseguiamo i nostri lavori.

 

OGGETTO 5180

Delibera: «Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico 2014-2016 ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 4 luglio 2013, n. 5.» (Proposta della Giunta regionale in data 17 febbraio 2014, n. 183) (154)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Aimi): La Commissione "Politiche per la salute e Politiche sociali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 4 marzo 2014 con la seguente votazione: 29 voti a favore, nessun contrario, 1 astenuto.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Apriamo la discussione generale. Consiglieri, se volete intervenire su questo oggetto, potete prenotarvi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Io non ero presente alla Commissione per ragioni di salute, ma ho esaminato i verbali, soprattutto ho anche letto l'atto, la proposta che viene oggi all'Assemblea legislativa. Questo è un piano integrato, quindi è un atto della Giunta che passa al vaglio del Consiglio dopo la legge che abbiamo votato, che anche il nostro gruppo politico ha votato, esattamente la legge regionale 4 luglio 2013, n. 5. Questo dovrebbe essere un atto di approfondimento, che ha avuto anche, come detto in premessa, il giudizio positivo del Consiglio delle autonomie locali. È un atto che si inserisce in una tematica di bruciante attualità che vede coinvolte tutte le istituzioni, gli enti, le associazioni per tentare di arginare un fenomeno, per certi versi drammatico, che insiste non solo nella società emiliano-romagnola, ma nel Paese. Quindi, colleghi, conviene, per fare un ragionamento e analizzare questo documento, valutarne anche il carattere storico e numerico, che abbiamo già evidenziato nella legge che richiamavo precedentemente. In Emilia sono circa 10.000, dice il documento, i giocatori a rischio, di cui, come vediamo andando a valutare le pagine 4 e 5 di questo progetto di legge, abbiamo un trend di crescita di quella quota di persone interessate proprio già da un fenomeno patologico, che quindi si rivolgono ai Ser.T., tanto per capirci e per parlare chiaro. E allora mi viene da dire che gli utenti raggiunti dal servizio pubblico non sono neanche il 10 per cento di quel totale che il documento stesso riporta come cittadini, persone potenzialmente a rischio. Intendevo fare questa prima osservazione a beneficio anche del dibattito che poi dovrebbe svilupparsi su questo problema così importante, è questa: partendo dal dato di 10.000 mila potenziali, intercettati di fatto, quindi che vanno nell'anagrafe sanitaria, chiamiamola così tanto per capirci, non sono neanche il 10 per cento, quindi sfugge ad oggi un 90 per cento di queste persone, di questi concittadini che si dibattono drammaticamente in questo problema.

Poi c'è un altro tema nuovo ed importante. Quando parliamo di questo tema, ci viene in mente la macchinetta che è installata nel bar o nella tabaccheria, ma, attenzione, questo fenomeno si sta sviluppando moltissimo anche in casa tramite Internet. Ora ricordiamo che queste sono grosse fonti di entrata per lo Stato, al di là del Lotto, del Totocalcio, dei tradizionali giochi che vi sono, e potremmo allargare a questo punto anche ad un piano diverso, alla dipendenza anche dal tabacco, dall'alcool e quant'altro. Cosa porta tutto ciò? A fare un ragionamento di un problema di aggrovigliamento di diritti tra la privacy, il diritto alla libertà, e la patologia. Dov'è allora il punto in cui noi come amministratori dobbiamo incidere? La risposta pacata ad un tema di questo genere, che contrappone degli interessi anche costituzionalmente garantiti, dov'è, a mio sommesso parere? In un alto livello di informazione, sul piano dell'educazione e sul piano della prevenzione, sul piano culturale; è lì che dobbiamo porre questo problema per consentire a tutti i soggetti interessati di essere in grado di distinguere tra quello che comunque è un legittimo esercizio e un diritto di libertà e quello che può trasformarsi - per una nicchia non molto numerosa per fortuna, ma, ahimè, che crea un clamore, un timore e un allarme sociale piuttosto alto - in dipendenza dal gioco.

Dopodiché, detto questo, assessore, lei conosce bene il problema, glielo riconosco, ha attenzione, tramite le ASL, ai flussi, ai dati di persone che hanno questa problematica e quindi sostanzialmente noi diciamo che questo atto va bene, anche se teniamo sempre presente che è una realtà molto sensibile, che, ripeto, si va a collocare tra la tutela di un diritto fondamentale della Costituzione ad alto livello, che è il diritto alla salute dei cittadini, e anche altri valori tutelati dalla Costituzione stessa quali la famiglia e il risparmio (perché purtroppo in questa situazione tante famiglie vengono coinvolte e quindi vengono anche, nelle ipotesi peggiori, gettate sul lastrico da questa dipendenza) e il diritto all'iniziativa economica privata, perché c'è anche il tema - l'avevamo già detto in sede di dibattito in Aula - del diritto all'iniziativa economica privata. Quindi è una materia piuttosto delicata dove questi diritti che confliggono devono trovare da parte del pubblico una sintesi positiva. Ripeto, la sintesi positiva dov'è? Non si può proibire tutto indiscriminatamente, però la sintesi positiva è lavorare sull'alta informazione, sulla qualità di informazione che garantisca la consapevolezza e quindi la dignità di certe scelte e garantisca dei meccanismi certi di protezione per chi il gioco si trasforma in vera e propria malattia.

Bisogna però evidentemente spiegare, perché vedevo anche nel documento che i comuni possono agire certi meccanismi di filtro, di schermo, di deterrenza, ma certamente il problema non va affrontato con emotività e con ipocrisia ma guardando al fatto che abbiamo avuto da parte dello Stato delle leggi che incentivavano in generale il gioco, dove, sappiamo benissimo, lo Stato incassa come quando uno va al casinò: il banco, alla fine, vince sempre. È un piano integrato, ci sta l'attività del numero verde, ci sta il sostegno alle associazioni, ci stanno tutte queste forme per poter incidere che ho letto essere presenti in questo documento, ma poi c'è anche un tema concreto che dobbiamo porci, mi rivolgo soprattutto ai colleghi della sinistra che sono stati molto attivi su questo punto: a volte i comuni possono dire dei no, possono dare dei dinieghi, ma il timore è che se vi sono norme transitorie, i giocatori si possono spostare in un comune limitrofo dove ci sono meno proibizioni e quindi il problema si sposta.

Ripeto e concludo, presidente, avendo fatto una disanima del documento, che voterò, deve essere utile per dare un grande senso di informazione ai cittadini per contrastare queste forme di gioco d'azzardo patologico. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, a lei, consigliere Pollastri.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Zoffoli. Ne ha facoltà.

 

ZOFFOLI: Grazie, presidente. Riflettere su questo atto ci costringe a riflettere anche sulle ragioni, sulle distorsioni e sulle cause della crisi che la nostra società attraversa, che la nostra regione vive, perché dietro a questi numeri che sono i numeri della terza industria del Paese perché l'industria del gioco d'azzardo fattura oltre 80 miliardi di euro all'anno ed è la terza industria italiana dopo l'ENI e l'Enel e, guarda caso, negli anni della crisi questo fatturato è più che triplicato: siamo passati da 25 agli 80 miliardi di euro. Abbiamo un primato in Europa, siamo i primi in Europa, e gestiamo il 4,4 per cento del PIL mondiale nel settore.

Questi primati sono anche una metafora della crisi perché alla base di questa crisi c'è un'idea folle, sbagliata di scollegare la fatica, il lavoro e la produzione dal guadagno, l'idea folle che si possa guadagnare tanto in poco tempo e con ogni mezzo, senza faticare e senza lavorare. Questa è la ragione della crisi finanziaria che poi si è trasformata in crisi economica e sociale che tuttora vivono milioni di famiglie italiane. È una crisi politica, una politica incapace di dare speranza. Dietro queste storie che accompagnano molte famiglie, molti italiani, i 10.000 cittadini della nostra regione che venivano ricordati che sono entrati nella spirale del gioco d'azzardo patologico, c'è una forma di disperazione, di mancanza di speranza, per cui spetta alla politica restituire ragioni, motivazioni di prospettiva, di fiducia e di speranza.

Mentre questo fatturato triplicava - ecco un'altra contraddizione - le tasse si riducevano. Mentre le tasse sul lavoro e sulle imprese aumentano, siamo passati da una tassazione del 2004 sul gioco d'azzardo del 29 per cento al 9 per cento. Quando parliamo di videolotterie, parliamo del 3 per cento addirittura. Quindi anche in questo caso è necessario cambiare decisamente verso, è necessaria un'inversione ad U. Per chi lavora le tasse aumentano, sul gioco d'azzardo le tasse si sono ridotte del 70 per cento in questi anni di crisi. Quindi lo Stato non ci guadagna tanto, in realtà, sul gioco d'azzardo, perché dei 7 o 8 miliardi di incasso, 6 miliardi vanno al recupero delle persone già dipendenti. Qui c'è un tema che riguarda lo Stato. Noi abbiamo chiesto, quando abbiamo approvato la legge, di inserire nei livelli essenziali di assistenza anche questa forma di patologia. È una richiesta che va in questa occasione anche rilanciata.

Per non dire poi di quello che avviene nei piccoli esercizi, nei bar, dove, per sopravvivere di fronte ad una liberalizzazione del settore, installano le slot-machine perché una di quelle macchinette garantisce 500-600 euro al mese, spesso sono i soldi dell'affitto del bar o sono una parte rilevante dell'incasso. Abbiamo condannato la vita dei pubblici esercizi, delle piccole attività a questo tipo di incasso, sopravvivono grazie al gioco d'azzardo. In quei luoghi, che erano dei luoghi di incontro, di dialogo, di relazioni tra i cittadini, la gente entra, si isola in un angolo del negozio e nella solitudine più totale inizia a giocare. Quelli che erano i luoghi per eccellenza della relazione e del confronto sono diventati un segno di solitudine.

Questa è la sfida che abbiamo di fronte. Noi abbiamo dei poteri limitati e li abbiamo esercitati. Ringrazio ancora la relatrice Barbati e il consigliere presidente Pagani, che è stato primo firmatario della legge e che tanto si è adoperato su questo tema; ringrazio l'Assemblea che all'unanimità l'ha messo al centro del suo lavoro questo tema. Con questo regolamento, con questo piano attuativo facciamo un altro passo in avanti nella direzione giusta.

È in corso anche una mobilitazione nelle nostre città, c'è una legge di iniziativa popolare sostenuta da quattrocento sindaci, dalla Lega Autonomia, dalle associazioni del volontariato laico e religioso, dalle associazioni "Giocatori anonimi", con cui la nostra Regione ha un protocollo di collaborazione, che sono i familiari, coloro che hanno vissuto questo dramma della dipendenza dal gioco. In questa legge si chiede che lo Stato - è una richiesta che mi sento di ribadire - nel mentre dà attuazione alla delega fiscale, e quindi il Governo ora deve intervenire, dia un ruolo più incisivo, delle regole più chiare ai sindaci perché possano intervenire su questo tema nel definire con chiarezza le autorizzazioni per l'apertura di queste sale, così come è necessario dare strumenti più forti al contrasto alla criminalità, alle infiltrazioni mafiose che abbiamo visto anche in questa regione essere spesso dietro alla proliferazione di questo mercato, per non dire poi dell'usura di cui sono vittime molti cittadini che entrano in questa spirale perversa. Così come è indispensabile rivedere il regime di tassazione. Si parla adesso di ridurre le tasse sul lavoro. Dove andiamo a prendere le risorse? Credo che questa sia un'indicazione che deve venire anche da questa Assemblea. I numeri li ho portati prima, c'è ampio margine per tassare maggiormente questa che rischia di diventare una piaga. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Zoffoli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. In quest'Aula abbiamo recentemente approvato una legge per il contrasto del gioco d'azzardo di cui io sono stata relatrice. In quella sede ovviamente abbiamo riportato tutti i dati e una serie di elementi per arrivare alla fine della discussione a votarla, quindi non vorrei riprendere, anche per non annoiare, le cose che magari ci siamo già detti o che sono state dette dai consiglieri che mi hanno preceduto.

In linea generale vorrei rilevare come la proposta oggetto dell'odierna discussione abbia tradito le aspettative di coloro che, seppure nel contesto di un atto programmatico, si attendevano indicazioni maggiormente puntuali, precettive e preordinate per dare attuazione ai principi e agli obiettivi già contenuti nella legge regionale. Per larga parte il piano presentato rappresenta, da un lato, una mera ricognizione di quanto la Regione già svolge in materia di gioco d'azzardo e, dall'altro, una ripetizione degli obiettivi già cristallizzati e chiari nella legge regionale. In altri e più semplici termini, mi sarei aspettata davvero che il piano specificasse e declinasse quanto già previsto dalla legge senza rinviare per quanto possibile ad ulteriori atti attuativi allungando in tal modo la serie di atti a detrimento dell'effettività e della corretta interpretazione della legge e applicazione della normativa regionale da parte dei soggetti destinatari, in primis gli enti locali già citati dal consigliere che mi ha preceduto. Non a caso, infatti, sulla stampa sono emerse diverse posizioni di amministratori locali da cui traspare quasi un significato distorto o confuso della legge, immaginando applicazioni della stessa a volte un po' fantasiose, forse ingenerate anche da chi questa legge dovrebbe promuovere in modo più corretto e invece la sta promuovendo magari dando per già fatte cose che sono di sua interpretazione. Tali motivazioni sono sottese proprio ad uno degli emendamenti presentati.

Io vorrei qui, per recuperare tempo, anche accennare agli emendamenti che ho presentato in modo che così acceleriamo anche la discussione. Uno degli emendamenti presentati impegna la Regione, ove necessario, a emanare circolari esplicative e applicative della legge affinché quest'ultima sia colta e applicata nella giusta portata considerando anche lo stretto ambito in cui la Regione è tenuta a muoversi. Due esempi su tutti. Nella sezione del piano dedicata ai corsi per gli esercenti - una parte estremamente importante perché è l'esercente il front-line della persona che si fa male con il gioco d'azzardo - si dice che gli esercenti concorreranno a sostenere i costi dei corsi con modalità che saranno definite. Non si dice né quando o almeno entro quali termini tali modalità saranno definite, né da quali soggetti. In questi termini tale previsione rischia di rimanere lettera morta. Nella medesima sezione si precisa che i corsi saranno resi obbligatori anche per chi, con riferimento agli incassi, gestisce attività da gioco in via principale. Come era emerso già in sede di discussione della legge, il tema delle "attività principali" era stato abbandonato perché era risultato molto difficile ed era stata rilevata la difficoltà di elaborare criteri certi e di verificare l'effettivo carattere della parola "principale". Riproporre il tema in sede di piano pare che possa ingenerare quantomeno delle difficoltà operative.

Con specifico riferimento agli emendamenti presentati volevo precisare perché vertono sul tema anche delle funzioni di osservatorio. Come si ricorderà, in specie da parte dei promotori - nei quali comunque mi riconosco - già nella fase iniziale del progetto di legge si era pensato non di creare un nuovo e ulteriore organismo per evitare inutili duplicazioni e un ulteriore soggetto istituzionale, ma di cristallizzare in legge le funzioni di osservatorio devolvendole alle strutture regionali esistenti e che già prima della legge si occupavano del fenomeno sotto vari profili di competenza, in ciò uniformandosi alla precedente virtuosa esperienza delle funzioni di osservatorio sui fenomeni connessi al crimine organizzato, funzioni devolute dalla legge regionale 3 del 2011 alle strutture regionali esistenti senza creare un ulteriore organismo. Ciò non solo per evitare la già citata duplicazione di organismi, ma anche per contenere i costi, nonché considerando che a livello nozionale è già operativo un osservatorio, questo sì un organismo ad hoc, presso l'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Tra l'altro si consideri che nel progetto di legge originario il termine "osservatorio" era scritto con la lettera "o" in formato minuscolo, non è un particolare di poca importanza. Nonostante non sia stato presentato alcun emendamento, il testo uscito dalla Commissione competente e poi diventato legge reca la "O" in formato maiuscolo. Questa svista, che sembra banale, può però ingenerare difficoltà nell'interpretare la norma, dove però non si parla affatto di istituire nuovi organismi, mentre nel piano si parla di "istituendo Osservatorio". Il fatto che la Regione non si doti di un organismo ad hoc non implica di dover rimanere un passo indietro dato che ciò che rileva è lo svolgimento delle funzioni individuate dalla legge e dal piano senza la necessità di rinviare ad ulteriori atti, coordinate a livello interassessorile.

Gli emendamenti presentati, quindi, giustificano le predette osservazioni e credo di avere così svolto e accelerato anche il lavoro dell'Aula.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di parlare il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.

 

MONTANARI: Grazie, presidente. Presidente, colleghi; io cercherò di fare presto per tante ragioni, io condivido molto l'intervento di Zoffoli e poi perché ho parlato su questo punto altre due volte in Aula ed è per coerenza con quegli interventi e con quell'impostazione che faccio un paio di battute. Ovviamente io voterò a favore perché è sempre bene intervenire, tentare di fare tutto il possibile. Sono fra i sostenitori della legge di iniziativa popolare che ha le caratteristiche che sono state ricordate. Però, insomma, io voglio dire questa cosa: i numeri che conosciamo non fotografano la realtà del problema. Diecimila... non corrisponde, perché ciascuno di noi, in qualsiasi luogo pubblico, in particolare i bar, vada, a qualsiasi ora del giorno e della notte, trova gente di qualsiasi età e di qualsiasi estrazione sociale che utilizza le macchinette. C'è poco da girarci attorno, quei numeri non sono numeri reali. Non perché si vogliano nascondere, ma perché il fenomeno non è censito per tutta la sua realtà, né nei casi acuti e gravi - solo una parte si rivolge ai servizi eccetera, eccetera, eccetera -, né per tutto quello che sta producendo sotto questi casi più gravi, che è un mare, un mare di persone, uomini e donne, giovani e anziani, di qualsiasi ceto, qualsiasi portafoglio abbia a disposizione. Se è così - e avrei molto piacere che qualcuno si alzasse e mi dicesse: stai esagerando; mica solo dall'Aula, anche da fuori - se è così, qualsiasi regolamento o disposizione non sarà mai sufficiente. Tentiamo pure di tirarla per fare il meglio possibile, ma non c'è niente di sufficiente perché stiamo svuotando il mare con un mestolino da brodo e quel po' che tiriamo via lo mettiamo in una buca distante dieci metri dal mare, il che significa: il mare. Dice: ma con chi sei arrabbiato, con quelli che stanno facendo il loro dovere per metterci una pezza? Assolutamente, sono solidale, partecipe, ma io ritengo che le istituzioni, tutte le istituzioni, Comuni, le Province per il tempo che rimarranno, le Regioni, tutte insieme, i nostri parlamentari, dovrebbero proporre a se medesimi, cioè al Parlamento e al Governo, di toglierle le macchinette. Non esiste un cerotto che curi quella malattia lì, non c'è, mentre invece è un fattore di forte espansione di problematiche sociali, familiari e finanziarie complesse. E tutto il tema anche del guadagno che già citava il consigliere Zoffoli, stiamo attenti perché la misura di quanto lo Stato spende per curare è riferita al già noto, ma se si tiene conto che noi conosciamo un catino d'acqua rispetto al mare, allora la misura di quanto spende è un certo problema, per cui basterebbe quello che ho detto solo per la questione sociale che c'è, ma c'è anche una fortissima questione economica e finanziaria perché per arrivarci in fondo ce ne vuole, ce ne vuole di disponibilità e di liquido! Di fronte allo scandalo che veniva ricordato, più fatturato e meno tasse, qui non siamo di fronte ai guadagni, siamo di fronte al fatto che servirebbe un sussulto di dignità e di civicità di tutte le istituzioni. Per me è una vergogna che si possa lucrare sulla malattia, una vergogna, e quindi ritengo che i provvedimenti che si stanno facendo da più parti debbano essere sostenuti, perché nel frattempo bisogna lavorare, ma che non siano sufficienti rispetto al bisogno.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Montanari.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Credo che il provvedimento cui siamo chiamati oggi a votare sia un provvedimento importante perché comunque è quel provvedimento che dà attuazione ad una legge sulla quale quest'Aula e le Commissioni si sono impegnate moltissimo perché effettivamente trattasi di argomento che ha risvegliato le coscienze di molti cittadini, di molte città, di molti consiglieri comunali, di molte amministrazioni. L'unica cosa è che però lo strumento che noi abbiamo prodotto oggi è uno strumento che se dobbiamo pensare che dia effettiva attuazione con delle ricadute concrete rispetto agli obiettivi che ci siamo posti con questa legge, allora secondo me abbiamo sprecato l'occasione perché questo provvedimento non va in quella direzione, anzi, secondo me crea anche delle false aspettative su alcuni comportamenti a contrasto del gioco che non vanno nella direzione della legittimità. Come dicevo in Commissione, credo che, da un lato, questa Regione, con quell'osservatorio che diceva giustamente la mia collega Barbati... che non si capisce se è con la "o" minuscola o maiuscola, ma questo non è un dettaglio di poco conto perché effettivamente qui non si capisce se effettivamente vogliamo andare a costituire un altro degli ennesimi osservatori. Sono al corrente anche della dialettica e della discussione che c'è stata a questo riguardo. Sarà interessante vedere effettivamente se poi verrà costituito un nuovo osservatorio a questo riguardo. Però quello che vorrei dirvi è che quello di cui c'è bisogno prima di tutto è avere un'interpretazione autentica di che cosa stiamo parlando, fotografare il fenomeno, capire realmente chi si è rivolto agli ospedali, chi si è rivolto al Ser.T., chi si è rivolto alle associazioni, chi è malato e quindi si è rivolto alle strutture, ma chi è malato e non si rivolge. Allora, prima di tutto: avere uno strumento che sia sempre lo stesso, una fonte informativa sull'entità del fenomeno che ci dia un'idea chiara di quante sono le persone nei confronti delle quali questa Regione si vuole porre con un provvedimento attuativo e una legge per avere la dovuta attenzione.

Secondo: non possiamo prescindere da un presupposto, lo diceva bene il collega Montanari; questa legge, con tutti i buoni propositi condivisibili, non può prescindere dal fatto che sta facendo i conti con una legge, con un provvedimento nazionale che per finanziare il terremoto dell'Aquila, la ricostruzione dell'Aquila, ha deciso di emanare 56.000 nuove concessioni, a 15.000 euro cadauna, per finanziare la ricostruzione. All'epoca questo provvedimento nessuno lo contrastò, nessuno obiettò di fronte all'idea che sarebbero potute essere immesse sul mercato 56.000 nuove macchinette.

Però il problema è che al di là del gioco legale che questo Stato ha promosso, ne è seguito un ".com" che è infinito: quello che è riconducibile ai tablet, quello che è riconducibile ai nostri iPad, quello che è riconducibile alle slot taroccate, quello che è riconducibile anche alle slot provenienti da collegamenti internazionali. Quello da cui noi non possiamo prescindere è: vogliamo contrastare il gioco legale o il gioco illegale? Perché quella parte di gioco legale che è riconducibile alla presenza delle 56.000 macchinette emesse ai sensi di legge e dai Monopoli dello Stato.... attenzione a non contrastare un fenomeno che è di emanazione legale dello Stato, quindi dobbiamo essere prudenti nel saper scindere chi oggi nei bar, nei propri bar, nei propri locali effettivamente esercita questa attività a norma e chi invece la sta esercitando secondo delle modalità che non sono riconducibili alla legalità e quindi al giusto monitoraggio e quindi alla giusta tassazione. Vorrei ricordarvi che le dichiarazioni della Guardia di Finanza, recentissime, hanno ormai decretato che il giro d'affari del mercato illegale ha superato quello riconducibile alle macchinette derivanti da regolare concessione. Allora forse la prima cosa che una Regione con tutte le istituzioni deve porsi è prima di tutto contrastare tutto quel gioco che è riconducibile all'illegalità, quindi attenzione a non sbagliare bersaglio e soprattutto attenzione, colleghi, a non creare delle false illusioni, come io purtroppo ho letto in questo regolamento, nei confronti di quelle amministrazioni comunali che con questo provvedimento possono contare su eventuali provvedimenti premiali rispetto a chi deciderà di staccare le proprie macchinette. Ma che senso ha premiare chi sta facendo questa attività legalmente rispetto al fatto che invece una premialità non interviene per debilitare chi sta facendo gioco illegale? Attenzione a che effettivamente qui non si crei l'aspettativa rispetto ad alcuni consigli comunali di avere la garanzia di una defiscalizzazione quando oggi l'articolo 14 della legge delega dice chiaramente che deve essere rispettata la competenza fiscale, quindi, attenzione, il problema noi non dobbiamo scaricarlo sul singolo al quale riconosciamo una premialità se stacca la presa, perché il problema invece è riconducibile ad un sistema che si è generato, ad un sistema che prima ha immesso 56.000 macchinette e che poi si è tirato dietro tutto un sistema illegale che oggi supera il legale, e noi pensiamo di andare a creare degli incentivi, delle premialità a chi lo sta magari facendo legalmente con il rischio di coinvolgere anche l'amministrazione comunale che defiscalizza alcune imposte locali, che non può farlo, che non può farlo!

Io credo che ci sia più che altro solo un aspetto su cui io mi sarei aspettata tantissimo da questo provvedimento: lanciare un messaggio forte sulla prevenzione nel momento in cui abbiamo la consapevolezza che c'è del legale e dell'illegale e i nostri ragazzini, quando magari possono frequentare la sala da gioco, non sono in grado di capire qual è la quota parte di macchinette legali piuttosto che quelle illegali o magari aprendo semplicemente il tablet o i loro cellulari si ritrovano come l'altro giorno una delle mie collaboratrici: ha aperto il computer e aveva già l'opportunità di entrare in un sito e giocare avendo già a disposizione 330 euro di vincita, ovviamente era un ".com". È qui che noi dobbiamo lavorare, sulla prevenzione, è su questo ambito che un assessorato sociale, di concerto con tutti i soggetti che possono dare una mano, deve fornire gli strumenti atti a riconoscere qual è il giusto modo per porsi di fronte ad un fenomeno, ad un gioco, ad una sollecitazione. Ripeto, non sbagliamo il bersaglio e non dimentichiamo che questo è un fenomeno che nasce comunque da una volontà governativa e da una volontà legale che ha generato poi attorno a sé tutto un mondo illegale. Quindi: contrastare l'illegalità, distinguere bene chi sta facendo questo lavoro, favorendo magari, perché no, anche quella parte di emersione che in questo fenomeno c'è sempre stata e forse sempre ci sarà, però io non sono disposta a fare di tutta l'erba un fascio considerando tutti coloro che hanno due o tre macchinette in un bar comunque dei personaggi da discriminare, non ci sto, perché allora io sarei contraddittoria con me stessa e con il Governo, che in questa Regione comunque io rappresento, che anni fa, per ricostruire L'Aquila, ha provveduto in questa maniera...

 

DONINI: Il Governo Berlusconi.

 

NOÈ: Chiunque sia; chiunque sia, nessuno di noi ha urlato all'epoca. Ma al di là di questo aspetto, quello che io voglio dire è il contrasto all'illegalità. Se vogliamo fare una battaglia in campo fiscale, più che andare a creare delle false illusioni cerchiamo invece di ricondurre a maggiore equità il fatto che tutti questi giochi che emergono dai tablet sono tassati neanche all'uno virgola. Concludo dicendo che io in questo provvedimento attuativo non ravviso gli elementi che effettivamente riconducano all'attuazione di una legge, ma tutt'al più alla volontà di rinviare qualche provvedimento, non vedo ricadute concrete. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare il consigliere Vecchi Alberto. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Alberto: Grazie, presidente. Abbiamo trattato questo tema più volte in Commissione e credo che politicamente, quando si parla di contrasto al gioco o comunque alla patologia determinata dal gioco, politicamente non ci si debba dividere e si debba condividere il percorso. Poi se andiamo invece ad affrontare all'atto pratico quello che oggi andiamo ad approvare - credo che chi in Commissione ha lavorato a questo ne sia perfettamente consapevole - andiamo ad approvare una legge che è una dichiarazione di intenti, è uno spot, è una impostazione che va anche bene da un punto di vista di messaggio pubblico che dai all'esterno, cosa completamente diversa è l'efficacia di una legge di questo tipo, anche perché assolutamente per andare a contrastare questo fenomeno ci vogliono delle norme del Governo nazionale che vanno a modificare radicalmente ciò che fino ad oggi invece è stato impostato in maniera diversa e di questo noi non possiamo non essere consapevoli. Quindi, se ragioniamo come forte investimento sulla prevenzione, se ragioniamo come forte legge denuncia della pericolosità di questo tipo di patologia, allora ben venga questa legge; se invece a questa legge vogliamo dare un significato diverso - e sul territorio ognuno ha già provato a venderla in maniera diversa - che sia chiaro che questo non è perché questa legge è priva di qualsiasi tipo di efficacia concreta sul territorio.

Tra l'altro mi fa un po' sorridere quello che ho sentito dire prima, che le avrebbe introdotte Berlusconi queste norme, in quanto il sottosegretario che gestiva questo con Berlusconi è stato confermato integralmente da Letta quando ha governato Letta e quindi era sempre la stessa persona, io lo so bene perché lo conosco. Quindi il problema di fondo è che siccome adesso non è stato confermato, andiamo a vedere se l'attuale Governo elimina queste norme, ci rivediamo in quest'Aula tra sei mesi e andiamo a vedere cosa è stato fatto. Io lo dico oggi: non ho dubbi che tra sei mesi qua ci rivediamo e la situazione è uguale ad oggi. Non facciamo, quindi, piccole battute che non hanno senso qui, tra di noi. Noi dobbiamo cercare, se crediamo in questo provvedimento, ognuno per la sua parte, di andare a capire in che modo a livello governativo si può intervenire e allora a questo punto qualsiasi legge regionale potrà poi diventare efficace. Altrimenti ci teniamo questa legge che è una legge spot, è una legge di intenti, è una legge in cui noi moralmente siamo vicini alle amministrazioni - che più di noi hanno questo problema perché nei piccoli comuni poi sono problemi che si riverberano sui sindaci e sugli amministratori quando gli arrivano le persone disperate - però fermiamoci lì, non andiamo oltre perché questa legge si limita a questo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Vecchi Alberto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Io ho una perplessità di carattere metodologico perché fare una legge e poi fare il regolamento attuativo e poi magari sarà necessaria una delibera di Giunta e poi non so cos'altro è la tipica patologia del sistema legislativo italiano - lo accennava già la collega Barbati - per cui in Italia non si fanno leggi immediatamente applicabili. La mia opinione è che questo aggiunga complicazione a complicazione perché fare una norma in attuazione di un'altra norma significa che la prima norma come minimo non era fatta bene. Se si fa una norma applicativa, nella norma applicativa, volendo - magari non è questo il caso - si può stravolgere anche la norma precedente. Questo è particolarmente evidente nella legislazione nazionale. Prendiamo ad esempio l'Agenda digitale: c'erano trentatré decreti attuativi da fare, il Governo è riuscito a farne solo sei, motivo per cui l'Agenda digitale è ferma, e si tratta di un settore decisivo della vita economica e produttiva del Paese. Che senso ha non riflettere su questa cosa? Noi, almeno come Regione, potremmo dare un esempio, almeno per i prossimi testi normativi. Adesso sappiamo che occorre fare la famosa scheda finanziaria, che obbiettivamente rallenterà il procedimento legislativo, allora io suggerirei, per motivi di opportunità, di razionalità, di buonsenso, che i prossimi testi normativi non abbiano bisogno di un'altra norma attuativa perché il bizantinismo legislativo non fa chiarezza, complica le cose e via dicendo.

I colleghi che sono intervenuti prima di me hanno sottolineato l'aspetto della scarsa applicabilità di queste norme perché sono norme che soggiacciono alla norma nazionale cogente. Già c'è una scarsa applicabilità, già c'è una scarsa efficacia, poi spezzettiamo anche il procedimento legislativo. Io penso che questa patologia del procedimento legislativo debba essere definitivamente superata, facciamo norme immediatamente applicabili che non hanno bisogno né di altre norme attuative, né di delibere esplicative, né di decreti aggiuntivi, né di codicilli e via dicendo. Se poi, visto che abbiamo le clausole valutative, si renderà necessario rivedere la norma alla luce della sua applicazione concreta, bene, si fa una correzione della norma stessa successivamente, rendendola coerente con quelle che sono le esigenze che si sono manifestate nella sua pratica attuazione.

Su questo terreno ognuno ovviamente ha le sue idee, la mia opinione è che basterebbe l'applicazione rigorosa della normativa esistente unitamente ad una forte tassazione, una tassazione anche superiore a quella che di norma c'è già, per tenere sotto controllo il fenomeno. L'applicazione rigorosa significa che chi non è a norma, i locali che non sono a norma e che, ad esempio, hanno macchinette per il gioco, vengono chiusi. Quindi è un problema di controlli, di applicazione severa, perché è inutile fare leggi severe se poi nessuno le applica, questo è il punto.

Tra l'altro vorrei sottolineare un dubbio che ho su tutta questa materia: stiamo attenti perché l'invasione della norma, dello Stato e della Regione, che sempre organismo statale è perché fa parte dello Stato, sui comportamenti delle persone adulte, e quindi persone adulte e consenzienti, rischia di sconfinare nello Stato etico. Noi dovremmo avere un sistema statuale complessivo che consenta alle persone di decidere cosa fare nella propria vita e della propria vita. Se interveniamo per insegnargli in continuazione ciò che è bene e ciò che è male, trasformando magari l'essere un po' pirla in un reato, e non è un reato, rischiamo di sconfinare dello Stato etico, rischiamo di sconfinare nel proibizionismo e sappiamo benissimo che il proibizionismo rende più attraente la cosa che è proibita. Allora dobbiamo essere ragionevoli e sapere che applicando le norme esistenti si fa già molta strada ed indicare alcune norme che possono essere facilmente applicabili, evitando, come dicevo all'inizio, il bizantinismo legislativo, che serve solo a complicare la vita delle persone e a non risolvere i problemi.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

 

DONINI: Grazie, presidente. Non volevo intervenire dal momento che sia in Commissione, sia nelle precedenti occasioni dell'Aula abbiamo dibattuto abbondantemente il tema e pensavo, essendo stata la proposta di legge votata all'unanimità, che avessimo condiviso il taglio e la lettura. Mi sarei limitata a fare la dichiarazione di voto con la quale dichiaravo il mio sostegno alle proposte emendative illustrate dalla collega Barbati e invece le mie perplessità sulle proposte della collega Noè. Intervengo perché alcune considerazioni che ho sentito fare qui in Aula ritengo che siano state inedite. È intervenuto prima di me il collega Grillini, le cui considerazioni io condivido e quindi evito di ripetere cose da lui dette, che qui però ritengo vadano ribadite.

Noi abbiamo, dal punto di vista politico, sempre dichiarata sbagliata, non per ragioni etiche o morali, ma proprio per ragioni di progetto politico, l'idea di fare cassa attraverso il gioco. Questo vale per il Superenalotto, questo vale anche per la trasformazione nel giro di pochi giorni dell'Italia in Las Vegas ottenuta attraverso i provvedimenti che per affrontare l'emergenza dell'Aquila quel Governo adottò allora, proprio perché questa modalità di recuperare denaro è sbagliata rispetto a quello che noi riteniamo essere i doveri dello Stato: fare fronte alle emergenze, ma anche ad una legge nazionale sulle emergenze. Ne abbiamo discusso più volte quando abbiamo affrontato, ad esempio, il tema della ricostruzione post-sisma nel nostro territorio regionale. Così come il lavoro lobbistico di alcuni portatori di interesse non ha consentito di attivare un regime fiscale equo, ad esempio, per questo tipo di attività, che a me importa il giusto che sia legale o non legale, come diceva la collega Noè. È sbagliata, punto, e, ripeto, non per ragioni proibizionistiche, etiche o morali, ma è sbagliata proprio come modello politico culturale. Io non mi sento vincolata ad una legge dello Stato se la trovo ingiusta da questo punto di vista e non ritengo che l'attività lobbistica che ha portato ad emanare questo tipo di provvedimenti sia legittimo che ce la trasciniamo anche in questa Regione. Per cui alla proposta di aggiungere ai soggetti che coordinano il lavoro dell'osservatorio (con la "o" minuscola) i portatori di interesse, economico in primis, in questo tema, capisco i rilievi rispetto a quello istituito dai Monopoli cui faceva riferimento la consigliera Barbati.

Io credo che noi sul fronte della prevenzione, sul fronte dell'emersione dell'eventuale rischio derivante da alcune pratiche, che sono rischi non allarmistici ma oggettivi, determinati da inchieste, da approfondimenti, da elementi di carattere scientifico che non possiamo non considerare, sia dovere delle istituzioni pubbliche porre dei rimedi. Posso fare un rilievo: il piano è arrivato tardi rispetto alle indicazioni della legge, poteva forse contenere strumenti più efficaci, però sul fronte delle politiche sanitarie io lo trovo un piano buono, un piano denso anche dell'intervento del protagonismo dei nostri Ser.T. Ricordo che in Emilia-Romagna, prima ancora che trovasse attuazione il provvedimento Balduzzi decurtato e rivisto rispetto agli annunci iniziali, i nostri servizi sulle dipendenze, in questa regione, avevano già attivato i progetti per le prese in carica e noi abbiamo anticipato senza che ci fosse una legge dello Stato il provvedimento che inseriva, senza finanziamenti aggiuntivi, ahimè, ma contemporaneamente ai tagli, la ludopatia fra i LEA, fra i livelli essenziali di assistenza. È proprio in coerenza a questo percorso che abbiamo attivato che io trovo che il contenuto del piano attuativo sia onesto e non un modo per raccontare storie o balle o per attivare facili illusioni, e legato alle condizioni concrete di realizzabilità di quei progetti, perché, essendo un piano, deve essere misurato nella dimensione del possibile.

Sul fronte della prevenzione ci colleghiamo a quanto già abbiamo detto rispetto chiaramente anche al rischio di infiltrazione delle organizzazioni criminali, ma su questo abbiamo già una legge regionale che stabilisce gli strumenti di relazioni con il mondo della scuola, con il mondo dell'università, con il mondo della formazione ed è importante che ci sia un aggancio, scusatemi, passatemi il termine, ma non voglio farla molto lunga. Per quello che riguarda la formazione, l'ambito di formazione, è chiaro che in questo caso serve la collaborazione con la rete delle associazioni di categoria che si occupano, ad esempio, dell'attività dei pubblici esercizi. Io ricordo, perché qui non è stato detto o citato, che a livello regionale c'è un'iniziativa di Confesercenti che è un'iniziativa interessante e non credo che venga proposta in una dimensione di illegittimità. È la stessa Confesercenti che propone dei meccanismi di premialità per quello che riguarda i tributi locali, ad esempio la tassa sul suolo pubblico oppure altri strumenti tributari locali, per quegli esercizi che decidono di non utilizzare e di non mettere al loro interno videolottery. Un'iniziativa che sta avendo un certo successo, sono molte le realtà locali che firmano protocolli d'intesa proprio con le associazioni di categoria per disincentivare una pratica che, pure consentita dalla legge, in questo territorio, attraverso una serie di iniziative degli enti locali e non solo, si cerca di regolamentare o di ridurre come impatto. Il nostro piano sta dentro a questo tipo di misure e di iniziative, lo dicevano altri colleghi: noi non possiamo non ascoltare le richieste e le sollecitazioni che vengono da una rete vastissima di soggetti istituzionali e non dell'associazionismo, così come delle categorie commerciali, che ci chiedono di intervenire attraverso una regolamentazione, politiche di prevenzione, capacità di assunzione in carico. Poi io vorrei un'idea di politica diversa, io vorrei che il concetto di bene comune non fosse la sommatoria degli interessi particolari che in certi momenti o in certe situazioni si palesano e si manifestano perché è molto di più che tutto ciò e vorrei che prevalesse attraverso un lavoro di pratica e di relazione, ma anche di lettura della realtà, che qui cerchiamo, con fatica, con, a volte, tentennamenti, con non il massimo dell'efficacia, però che io credo cerchiamo di portare avanti. Ripeto, ho notato che rispetto alla discussione avuta quando abbiamo approvato la legge nel luglio dell'anno scorso all'unanimità, alcuni colleghi consiglieri si stanno riposizionando assumendo un atteggiamento che io francamente faccio fatica a comprendere, e mi riferisco, ad esempio, agli interventi della collega Noè.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.

Abbiamo terminato il dibattito generale, adesso apro il dibattito rispetto alle proposte di emendamento. Ricordo che ne sono arrivate dodici, otto a firma della consigliera Barbati e quattro a firma della consigliera Noè. L’emendamento 10, a firma della consigliera Noè, è stato ritirato. Gli emendamenti vi sono già stati distribuiti, pertanto apro il dibattito perché siamo in una procedura di questo tipo in quanto si tratta di un atto amministrativo su cui voi potevate presentare fino alla fine del dibattito generale le proposte di emendamento. Apro il dibattito.

Nessuno intende intervenire, a questo punto apro la dichiarazione di voto, chiaramente è una dichiarazione di voto congiunta sull'atto amministrativo e gli emendamenti presentati. Si hanno a disposizione cinque minuti per intervenire.

Ha chiesto di intervenire la collega Marani. Ne ha facoltà.

 

MARANI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarazione di voto su entrambi gli atti. Proprio perché è una dichiarazione di voto, non entro nel merito della discussione di questa mattinata così appassionata e che ha arricchito ulteriormente un lungo dibattito che già avevamo avuto in Commissione, se non per dire questo: veniva ricordato prima di me dalla consigliera Donini come questa legge, la legge che precede questo piano integrato, sia stata frutto di un lavoro di approfondimento e di lunga discussione in Commissione e anche di un punto di equilibrio delicatissimo tra quella che è la normativa nazionale e quelli che sono i poteri della Regione nel merito di una questione così delicata per la quale ovviamente occorreva andare a stabilire il perimetro delle azioni e anche quelle che possono essere le iniziative più efficaci per contrastare questo fenomeno.

Credo che l'atto integrato che abbiamo discusso in Commissione e che ci accingiamo ad approvare sia una fedele ricostruzione di quelli che sono i compiti che la legge affida a queste che potremmo chiamare linee attuative e che quindi devono essere rispettose di quei principi di equilibrio contenuti nell'ambito della legge. Per cui ritengo che ci siano, peraltro, soprattutto dal punto di vista di quelli che sono i poteri, i veri poteri che la Regione ha, alcuni principi nel piano integrato assolutamente importanti e credo anche estremamente efficaci per la funzione che questi debbono svolgere. Mi soffermo solo su alcuni punti: la definizione di tutte le azioni di prevenzione che stanno in capo ad una funzione di orientamento della Regione, ma a politiche locali molto forti ed integrate tra i soggetti che più vivono la realtà della comunità. Sono quindi in grado di mettere in campo azioni che possano cogliere quelli che non sono assolutamente rilevabili da nessun osservatorio o da nessun servizio, cioè i segnali di disagio delle persone che spesso si sottraggono all'accesso ai servizi e spesso sono quindi difficilmente censibili. L'avere valorizzato nell'ambito del piano integrato gli sportelli sociali, la rete dei servizi territoriali, in qualche modo la comunità che attraverso servizi formali e informali è in grado di cogliere le problematiche del disagio e di riuscire a dare anche risposte efficaci, credo che sia quello che realisticamente la Regione può promuovere se vuole incidere su quello che ci ricordava prima la consigliera Noè, la possibilità davvero di fare azioni concrete per contrastare questo fenomeno.

Pertanto, per concludere, noi ovviamente voteremo a favore dei contenuti del Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio. Ho voluto sottolineare solo alcuni degli aspetti che ritengo saranno quelli sui quali potremo monitorare anche l'efficacia dei nostri provvedimenti. Credo che rispetto agli emendamenti che sono stati presentati dalla consigliera Noè e dalla consigliera Barbati vi sia la possibilità di accoglierne un numero consistente. I tre della consigliera Noè sono accoglibili in quanto ha modificato con un'integrazione l'emendamento che riguarda la questione dei corsi obbligatori. Per quello che riguarda la collega Barbati, degli emendamenti che ha presentato solo due ci appaiono in contrasto con quelli che sono i principi di coerenza della legge e gli altri sono accoglibili.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Marani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Solo per ribadire che risulta evidente anche oggi come quando ci sono questioni di questo tipo diventa difficile per la politica intervenire senza correre il rischio di contraddirsi rispetto a determinate indicazioni. Abbiamo visto tutta la difficoltà di intervenire in un settore come questo dove, da un lato, lo Stato autorizza certi comportamenti e, dall'altro, poi cerca di porre rimedio a degenerazioni di questo tipo di attività. Anche qui non vale il richiamo a Governi di centrodestra o di centrosinistra perché tutti hanno cercato di approfittare, tra virgolette, di questa attività per fare cassa, ma sta di fatto che c'è un fenomeno che in qualche modo va arginato. Il provvedimento che ci accingiamo a votare oggi non è certamente la panacea di tutti i mali, ma va comunque nella direzione giusta e quindi da questo punto di vista ci vede favorevoli.

Cito solamente alcuni dati per rimarcare la necessità di intervenire in ogni caso in qualsiasi modo in questo argomento: dato 2001: si giocavano 350 euro a testa in Italia; dato 2012: la cifra è 1.800 euro a testa, con 1.870 euro per la provincia di Rimini, che è la quarta provincia in Italia per il gioco d'azzardo. Un altro studio attesta che per un malato patologico di gioco d'azzardo ci sono altre cinque persone che vivono patologie personali in qualche modo riconducibili ad effetti patologici, quindi questo dà la dimensione del fenomeno. È per questo motivo che, pur con le remore che in qualche modo i colleghi hanno già evidenziato, noi esprimiamo un voto favorevole a questo provvedimento.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi

Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Intervengo molto velocemente per dire che voterò l'emendamento 9 della consigliera Noè.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Ringrazio la maggioranza di aver recepito i tre emendamenti. Ho raggiunto il record, oggi, con voi: tre emendamenti su tre dopo nove anni; per me è un grande risultato e quindi vi ringrazio ancora di più. Credo che sia stato bene comprendere che in questa legge comunque ogni... non voglio usare la parola "concertazione" perché mi è stata cassata, però ogni provvedimento sia comunque condiviso soprattutto con le associazioni del gioco, credo, quindi, che sia anche opportuno, come dicevo, che ogni provvedimento sia tale da non creare delle false aspettative sotto il profilo fiscale perché l'articolo 14 della legge delega ci richiama a questa attenzione. Soprattutto dal punto di vista della prevenzione credo che sia apprezzabile, proprio in funzione anche delle associazioni del gioco, sapere che i produttori si stanno attrezzando per far sì che le apparecchiature possano essere utilizzate solo previo inserimento della tessera sanitaria personale del giocatore che ha compiuto la maggiore età, un po' come si fa attualmente, adesso, per acquistare le sigarette, quindi ringrazio di questo accoglimento.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Chiudo le dichiarazioni di voto.

Nomino scrutatori la consigliera Serri, la consigliera Moriconi e il consigliere Cavalli. Iniziamo subito con le votazioni per quanto riguarda gli emendamenti.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 9, a firma della consigliera Noè.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 9 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 2 è approvato.

L'emendamento 10 della consigliera Noè ricordo che è stato ritirato dalla presentatrice.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 12, a firma della consigliera Noè.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 12 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 3 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 11, a firma della consigliera Noè.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 11 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 4 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 5, a firma della consigliera Barbati.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 5 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 6, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 6 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 7, a firma della consigliera Barbati.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 7 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 8, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 8 è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5180, così come emendato.

 

(L'Assemblea, all'unanimità dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Costi): L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 5107

Risoluzione per impegnare la Giunta e la Presidenza dell’Assemblea a promuovere un incontro tra l’Assemblea legislativa, la Giunta dell’Emilia-Romagna e gli organismi legislativi ed esecutivi delle altre Regioni gemellate, circa l’attività legislativa e la condivisione di best practices, anche al fine di reperire le risorse comunitarie disponibili. A firma dei Consiglieri: Ferrari, Pariani, Vecchi Luciano, Lombardi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): È aperto il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.

 

FERRARI: Grazie, presidente. Questa risoluzione, che è condivisa, oltre che dal sottoscritto ovviamente, anche dal collega Vecchi Luciano e dal presidente della I Commissione Lombardi, ha per oggetto il tema della relazione tra la nostra regione e altre regioni d'Europa. L'Emilia-Romagna ha, negli ultimi trent'anni e anche più recentemente, consolidato e avviato relazioni con regioni importanti d'Europa come l'Assia, l'Aquitania, Pays de la Loire, la Västra Götaland, Gozo (Malta) e il Galles. Queste oltre dieci relazioni, che hanno consentito di dare vita a gemellaggi tra territori e di condividere progetti europei finanziati a volte anche in maniera molto significativa dalla Commissione europea, hanno permesso di far crescere e rafforzare quel sentimento, quel legame di cittadinanza europea di cui abbiamo tutti, anche in un momento così difficile, sempre più bisogno.

Questa risoluzione in particolare chiede poi di poter rafforzare questo legame anche fra le Assemblee, quindi fra la nostra Assemblea e l'Assemblea delle altre regioni europee, in particolare con quelle regioni dove più forte e più stretto è il legame, quindi l'Aquitana, l'Assia e la Bassa Slesia. La nostra volontà, il nostro desiderio sarebbe quello sia di poter tenere nella nostra regione, a Bologna o comunque in Emilia-Romagna, momenti di incontro e di confronto sul tema della qualità della relativa legislazione, quindi le modalità con le quali il tema Europa viene affrontato nelle nostre Assemblee legislative, sia di approfittare di questa occasione per far crescere ulteriormente e rafforzare i rapporti fra le Giunte e fra i territori, dai comuni alle province, alle associazioni, a tutto quello che consente, appunto, di far crescere e migliorare il sentimento di unione tra noi e le altre regioni d'Europa.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Vecchi Luciano. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Credo che, come ha spiegato il collega Ferrari, l'atto che stiamo discutendo, e che spero ci accingiamo ad adottare, sia un passaggio abbastanza significativo che vuole in qualche modo dare alcuni elementi in più di lavoro e di pratica per la nostra Assemblea, ma in generale per le istituzioni regionali del nostro territorio, al fine, da un lato, di arricchire e rendere più solido quel pacchetto di attività che abbiamo confermato rinnovandole negli anni passati relative alle attività di rilievo internazionale della nostra regione (di cooperazione decentrata, eccetera), dall'altro alto, di dare alcuni elementi in più di forza al lavoro assolutamente encomiabile che nel nostro territorio, a partire da questa istituzione, si svolge rispetto alle questioni che riguardano l'Unione europea, sia dal punto di vista di intervento sulla legislazione (faremo tra poche settimane la sessione comunitaria della nostra Assemblea, che è il coronamento, lo ricordo, di un lavoro che dura tutto l'anno e che coinvolge tutte le Commissioni e anche interlocutori esterni di analisi e, se del caso, proposte sulla legislazione dell'Unione europea in divenire), sia del lavoro che si fa rispetto alle risorse europee a disposizione per diverse attività all'interno dell'Unione europea, che sempre di più, soprattutto per quanto riguarda quelle risorse che non sono all'interno dei fondi strutturali di coesione, richiede la capacità di lavorare in rete, di sviluppare progetti di rete transnazionale e prevede sempre di più la necessità di non sostenere con fondi europei - anche perché questo diventa o è diventato già impossibile - attività ordinarie, ma sostenere attività con un forte carattere innovativo attraverso, appunto, reti transnazionali e lo scambio di buone pratiche.

Questo insieme di attività ricordo che per il primo capitolo, cioè le attività di tipo relazionale, costano alla nostra Regione molto poco e danno un impatto già oggi molto superiore a quello che è l'investimento. Si tratta evidentemente di proporre, come fa questa risoluzione, un salto di qualità che prova, ovviamente senza oneri aggiuntivi per le finanze regionali, ad utilizzare la potenzialità data dalla rete di gemellaggi e dai rapporti di partenariato di varia natura che sono stati confermati nel programma di attività internazionali della Regione, anche ai fini sempre di più di sviluppare buone pratiche, anche dal punto di vista dell'intervento sulla legislazione, che punta a sviluppare i rapporti di partenariato e di rete anche per l'attrazione di risorse, che cerca, quindi, di dare un contributo positivo al miglioramento della qualità del nostro sistema. Credo si tratti di un passaggio importante e di cui evidentemente tenere conto nelle attività future.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Vecchi Luciano.

Non ho nessun iscritto, pertanto chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pertanto passiamo alla votazione.

Sostituisco la consigliera Moriconi con il consigliere Ferrari nelle funzioni di scrutatore.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5107, a firma dei consiglieri Ferrari, Pariani, Luciano Vecchi e Lombardi.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Costi): Il consigliere Bartolini chiede di intervenire sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

 

BARTOLINI: La ringrazio, presidente. Alla luce della risoluzione unitaria sul "codice rosa", l'oggetto 5280, che sostituisce gli oggetti 3820, 3453 e 5240 che sono stati ritirati, sono a chiedere un'inversione dell'ordine dei lavori visto anche che l'argomento è di attualità in concomitanza, se vogliamo, con la festa della donna che si è svolta l'8 marzo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.

Mi pare che il consigliere Bartolini, oltre alla richiesta di inversione, abbia già dato anche le motivazioni, per cui chiedo se c'è un intervento a favore e uno contro.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione l'inversione dell’ordine dei lavori richiesta dal consigliere Bartolini.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La richiesta di inversione dell'ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 3820

Risoluzione per impegnare la Giunta a sottoscrivere un Protocollo d'intesa con le Autorità giudiziarie competenti, sul modello del "Codice Rosa", relativo ad uno specifico percorso di accesso al Pronto Soccorso riservato a tutte le persone vittime di violenze, a porre in essere in tali casi la collaborazione tra medici, magistrati e Forze dell'Ordine nelle strutture ospedaliere regionali, attivando inoltre una rete di contatti tra la Regione, gli Enti locali, le AUSL e le Prefetture per aiutare le donne che subiscono maltrattamenti. A firma dei Consiglieri: Bartolini, Villani, Filippi, Aimi, Bazzoni, Bignami, Lombardi, Alberto Vecchi

(Ritiro)

 

OGGETTO 3453

Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre un protocollo di intesa con le Autorità competenti, per favorire la collaborazione fra medici, magistrati e forze dell'ordine, a favore di azioni e iniziative di tutela delle persone vittime di atti di violenza, sul modello del progetto "codice rosa" attuato in Toscana. A firma dei Consiglieri: Leoni, Filippi

(Ritiro)

 

OGGETTO 5240

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a chiedere al Governo di sbloccare l'iter burocratico riguardante l'approvazione del "Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere", a sostenere i centri antiviolenza operanti sul territorio regionale, attivandosi inoltre al fine di prevenire e contrastare tale fenomeno. A firma dei Consiglieri: Mandini, Mori

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4636

Risoluzione per impegnare la Giunta, in sede di elaborazione e adozione del "Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere" a porre in essere azioni volte ad informare e sensibilizzare i giovani circa la violenza di genere contro le donne prevedendo anche, in sede didattica, corsi specifici su tale tematica, a dare concreta attuazione e stanziare risorse relativamente alla rete integrata regionale preposta all'accoglienza ed al supporto delle vittime di episodi di femminicidio, valorizzando anche i centri antiviolenza, invitando inoltre il Governo a sostenere le azioni previste nel "Piano nazionale antiviolenza". A firma dei Consiglieri: Barbati, Grillini

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 5278

Risoluzione per impegnare il Presidente della Giunta a predisporre e sottoscrivere un protocollo d'intesa con le autorità giudiziarie, sul modello del "Codice Rosa", che consenta la collaborazione tra medici e forze dell'ordine in tema di violenza sulle donne. A firma dei Consiglieri: Leoni, Bartolini, Villani, Vecchi Alberto, Bignami, Filippi, Lombardi, Bazzoni, Pollastri

(Presentazione e ritiro)

 

OGGETTO 5280

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare gli indirizzi adottati per l'accoglienza delle vittime di violenza e a sviluppare il "Codice Rosa" per l'accesso al Pronto Soccorso a favore di donne e minori vittime di violenza. A firma dei Consiglieri: Bartolini, Pariani, Marani, Leoni, Mori, Aimi, Bazzoni, Noè, Casadei, Piva, Filippi, Serri, Vecchi Luciano, Bignami, Monari, Carini, Pollastri

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Adesso mettiamo in discussione la risoluzione 5240. No, mi dicono che è stata ritirata anche la 5240, per cui rimangono solo la 5280 e la 4636, che quindi sono abbinate. Ricordo che sull'oggetto 4636, a firma dei consiglieri Barbati e Grillini, insistono quattro emendamenti che sono già stati distribuiti e sono tutti a firma della consigliera Barbati.

Apro il dibattito generale su entrambe le risoluzioni e gli emendamenti.

 

MANDINI: Scusi, presidente, ha detto che è stato ritirato l'oggetto 5240? Ho capito bene o ho capito male?

 

PRESIDENTE (Costi): A noi risulta così, però non vorrei avere equivocato.

 

MANDINI: Né io, né la collega Mori abbiamo ritirato l'oggetto 5240.

 

PRESIDENTE (Costi): Allora mi scuso. A questo punto, apriamo la discussione generale sulle risoluzioni abbinate, compresa la risoluzione oggetto 5240 a firma dei consiglieri Mandini e Mori.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Quando ho fatto il 21 ottobre del 2013 questa risoluzione ritenevo che fosse una risoluzione importante, impegnativa e che dovesse riportare anche dei dati, e, se ha visto, l'impegno è verificato dal fatto che la risoluzione è di otto pagine. Siccome penso che sia interessante anche la lettura della risoluzione perché la raccolta dei dati del fenomeno e le considerazioni ivi contenute sarebbero necessarie anche per altri interventi, io la considero letta perché sono sicura dell'interesse dei colleghi dell'Aula, la considero letta perché leggerla qui porterebbe via molto tempo. Ho però ritenuto, siccome la risoluzione risale al 21 ottobre del 2013, di dover emendare alcune cose perché con il tempo si erano modificate e quindi farei riferimento non tanto al fenomeno criminale, che in questi giorni è di nuovo continuamente sulle pagine dei giornali, anche perché è un continuo e quindi l'importanza di arrivare ad un cambiamento di cultura credo che ormai sia sotto gli occhi di tutti.

Credo che l'Italia sia non solo per questo fenomeno della violenza sulle donne, ma ieri sera abbiamo visto anche su altre tematiche, quella delle quote e della partecipazione delle donne alla vita politica, indietro di cinquant'anni. Noi riprendiamo vecchi discorsi che per me, nel Sessantotto, quando avevo vent'anni, erano la base delle nostre manifestazioni, quindi ritengo che l'Italia si sia fermata, si sia fermata dal punto di vista culturale, ma anche dal punto di vista legislativo. Allora facemmo grandi passi avanti, poi da quei passi però ci siamo bloccate, quindi come possiamo andare avanti?

Credo che la risoluzione chieda a quest'Aula e alla Giunta delle cose possibili che noi possiamo fare anche come ruolo di consiglieri.

Gli emendamenti, poi, sono stati imposti dalla necessità di aggiornare il testo anche per una sopravvenuta approvazione da parte della Giunta delle linee di indirizzo regionali per l'accoglienza delle donne vittime di violenza, e dall'altro lato, al lavoro fatto nel frattempo dalla Commissione Pari opportunità di questa Regione al fine di predisporre un progetto di legge regionale di iniziativa assembleare in materia di parità e discriminazione di genere. La risoluzione impegnava la Giunta ad approvare formalmente le linee di indirizzo regionali già predisposte e illustrate in sede di Commissione Sanità dal competente assessorato. Nelle more del tempo intercorso tra il deposito della risoluzione e la discussione di oggi, la Giunta ha approvato il citato documento con la delibera 1677 del 18 novembre 2013, di qui la necessità di aggiornare la risoluzione proprio alla sopravvenuta approvazione delle linee regionali. Questo per quanto riguarda i primi tre emendamenti.

Per quanto attiene invece il quarto emendamento, è suggerito dalla necessità di aggiornare la risoluzione al lavoro che nel frattempo è stato condotto dalla Commissione Pari opportunità anche con numerose audizioni di associazioni.

Quindi vorremmo integrare il dispositivo dell'atto impegnando la Giunta, oltre a quanto già previsto, a collaborare in modo attivo al perfezionamento del "Progetto di legge di iniziativa assembleare in materia di parità e discriminazioni di genere", che risulta già in fase di predisposizione e di consultazione presso gli Assessorati competenti. Si tratta, quindi, di un'ulteriore sollecitazione perché questa Assemblea, questa Giunta e l'Emilia-Romagna tutta si doti tempestivamente di un testo normativo in materia che ormai credo sia imprescindibile.

A parte questi necessari aggiornamenti, la risoluzione però mantiene il suo impianto originario - che si distingue per completezza e precisione anche dalle altre risoluzioni, di cui adesso vedo che qualcuna è stata ritirata - incentrato principalmente a sollecitare il Governo ad approvare un piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere sbloccando l'iter burocratico che attualmente pare precluderne l'adozione e a sollecitare la Giunta, nonostante l'inerzia del Governo, a continuare a sostenere le politiche di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza di genere anche sostenendo le Case e i Centri antiviolenza.

Questo è il testo che vorrei proporre all'Aula con i relativi emendamenti. Premetto già che ovviamente voterò la risoluzione che prevede un percorso privilegiato alle donne che subiscono violenza anche all'interno del pronto soccorso. Basta vedere come funzionano i nostri pronto soccorso, che funzionano bene per la ressa che c'è attualmente nei vari pronto soccorso, ma credo che una persona che subisce violenza abbia diritto, e per questo condivido l'atto presentato, ad un percorso privilegiato con personale preparato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.

 

BARTOLINI: Grazie, presidente. Chiedo scusa, forse ho fatto confusione io, prima, con i numeri, chiedo scusa alla consigliera Barbati, parlavo delle nostre risoluzioni, la 3820 e la 3453 che sono confluite nella risoluzione 5280.

È una risoluzione a firme congiunte con vari altri consiglieri, la consigliera Mori, Presidente della Commissione Pari opportunità ed altri colleghi, trasversalmente ai gruppi di quest'Aula. È una risoluzione, quella del "codice rosa", che si rende di attuale evidenza perché purtroppo è cronaca quotidiana la registrazione di tanti, troppi casi di violenza sulle donne, che spesso vengono nascosti dalle stesse una volta arrivate al pronto soccorso, a volte anche accompagnate da chi è artefice della violenza. Spesso non si denunciano queste violenze anche per evitare l'umiliazione di dichiararle, una volta al pronto soccorso, davanti ad un vetro, davanti ad un operatore, dove magari qualcun altro vicino ti sente, per cui si evita di denunciare il fatto di aver subito maltrattamenti e questo comporta che magari è lo stesso carnefice della vittima che la riaccompagna a casa poche ore dopo.

Proprio per questo in altre Regioni sono stati attivati dei percorsi speciali nei pronto soccorso dedicati alle donne che subiscono atti di violenza. In particolare la Toscana, ma non solo, anche il Lazio, il Veneto, la Puglia hanno messo in atto il cosiddetto "Progetto codice rosa" tramite un protocollo d'intesa che la Regione ha firmato con le Procure della Repubblica, con le Prefetture, cioè con le Forze dell'ordine. È un percorso specifico di accesso al pronto soccorso riservato a tutte le persone vittime di violenza. Viene dedicata un'apposita stanza nel pronto soccorso dove viene assegnato del personale addestrato a riconoscere i segni e i segnali, non sempre evidenti, di una violenza subita anche se non dichiarata. Quando una donna, ma chiunque, subisce dei maltrattamenti e arriva al pronto soccorso, sta nell'abilità di chi è al pronto soccorso capire, in particolare se c'è una task-force per ogni pronto soccorso abilitata a questo, la gravità e attivare un intervento coordinato e codificato tra le realtà mediche e psicologiche di sostegno alla vittima e le istituzioni di pubblica sicurezza, che in parte sono già nei pronto soccorso, negli ospedali. Quindi si tratta solo di coordinare meglio questo lavoro.

Noi da tempo portiamo avanti questa battaglia, la mia risoluzione è datata 4 aprile 2013. Io la feci su sollecitazione del Comune di Cesenatico, dove l'assessore Lina Amormino si era fatta promotrice di questa iniziativa votata all'unanimità dal proprio Consiglio. Poi ha preso piede in tanti altri Comuni, tant'è vero che anche nell'ultimo weekend abbiamo fatto tanti banchetti di raccolta firme. Io le ho qui, poi le consegnerò all'assessore Lusenti, ho duemila firme raccolte solo in questo weekend in vari banchetti della nostra Regione per far sì che, appunto, ci sia un'attenzione delle istituzioni.

Oggi non c'è qui l'assessore Lusenti, ma ricordo che sul tema era già intervenuto in passato in risposta, se non sbaglio, ad un'interrogazione del collega Andrea Leoni, il quale è depositario, ancora prima della mia, di una risoluzione proprio su questo argomento e l'assessore Lusenti diceva che c'era già una competenza del personale sanitario e che quindi, forse, non era necessario fare altro. Nessuno vuole sminuire la competenza del personale sanitario, però è evidente a tutti che serve un protocollo codificato di azioni che vanno concordate e non lasciate alla buona volontà di chi accoglie, degli addetti all'accoglienza nelle strutture sanitarie, ma servono modalità operative uniformi in tutte le strutture, quindi con un metodo di lavoro condiviso che metta nelle stesse condizioni di tutela e con "tutti" si intendono sia gli utenti, in primo piano le donne e i bambini, sia i sanitari che le forze dell'ordine.

Per concludere questa illustrazione, noi reputiamo che sono troppi i casi che purtroppo ancora si registrano nelle strutture sanitarie, nei pronto soccorso, di violenza alle donne. Non si può perdere altro tempo e credo e reputo importante questa risoluzione congiunta che ha trovato la condivisione trasversale di quest'Aula. È un bel segnale che si dà ai cittadini della nostra Regione. Come anche il fatto di impegnare la Commissione Pari opportunità, che è in procinto di depositare un progetto di legge quadro per le parità e contro la discriminazione di genere, a mettere a sistema in un'unica normativa gli interventi a favore del riequilibrio di genere prevedendo anche specifiche misure per la tutela della salute femminile e di prevenzione e contrasto della violenza di genere, nonché sviluppo di esperienze quali i "Codici rosa" già presi in carico da altre regioni. Ci ha fatto piacere aver trovato questa condivisione, aver trovato questo percorso che trasversalmente ha ottenuto l'apprezzamento di diversi consiglieri, ma immagino di tutta l'Aula, perché è un bel segnale che diamo verso un problema che purtroppo esiste ed esiste tuttora, troppe sono le vittime e, ripeto, non si può pendere altro tempo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Bartolini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Mori. Ne ha facoltà.

 

MORI: Grazie, presidente, e grazie molto ai colleghi che hanno consentito di rafforzare alcuni intendimenti, gli indirizzi e gli impegni che quest'Aula ha assunto in diverse altre risoluzioni, sia in termini di salute e benessere femminile, quindi di medicina di genere, ma anche e soprattutto nella prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne.

Riguardo al tema del "codice rosa", va sotto questo nome un approccio multidisciplinare integrato da parte di professionalità già esistenti in diversi punti dei pronto soccorso del nostro territorio. In legge quadro, come del resto ha anticipato il collega, intenderemmo affermare un impegno ancora più diffuso rispetto a questa prassi assolutamente di appropriatezza della prestazione e dell'accoglienza delle donne che hanno subito violenza. Questo è un approccio di cui andiamo fieri, perché l'integrazione e la multidisciplinarietà costituiscono una modalità faticosa ed impegnativa per l'organizzazione, per i servizi, ma crediamo che soprattutto per quanto riguarda i temi e le problematiche dei gap di genere questa sia l'unica modalità per affermare un avanzamento nel processo delle politiche di genere intese in modo strutturale.

Così come pure condividiamo fortemente il fatto che l'approccio di contrasto e di prevenzione alla violenza sulle donne sia un approccio e un contrasto per il quale la Regione può fare una parte, ma non può sostituirsi completamente a quelle che devono essere funzioni di orientamento generale dello Stato. Il tema, ulteriormente rafforzato con le altre risoluzioni, di sollecitare il Governo a ripristinare, aggiornare, rafforzare il piano nazionale contro la violenza, è indiscutibilmente importantissimo anche per le ricadute sulle politiche di genere che territorialmente devono essere portate avanti; quindi, per quanto ci riguarda, intendiamo e vediamo queste risoluzioni confermative di orientamenti che saranno riassunti e sintetizzati nella legge quadro per la parità, in una modalità che ovviamente legittimerà ancora di più e meglio l'azione non solo dell'esecutivo, ma anche dell'Assemblea tutta, ringraziando ovviamente fin d'ora per tutte quelle azioni che già sono in campo, che sono state promosse in sinergia e che ci permettono ora di fare ragionamenti così avanzati in quest'Aula così matura per assumerli, cosa che abbiamo visto non essere assolutamente un elemento scontato né di natura culturale, né di natura politica. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Mori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.

 

MANDINI: Grazie, presidente. Poche parole per illustrare la risoluzione 5240, con la premessa che ringrazio della condivisione la consigliera Mori su questo testo. Come è stato detto prima negli altri interventi, il giusto taglio che stiamo dando a questa problematica è quello di mettere in essere e proporre azioni concrete rispetto alla tragica situazione della violenza sulle donne, che non sta a me mettere all'attenzione dell'Aula perché i dati, purtroppo, e le notizie che quotidianamente ci arrivano dimostrano in tutta la propria tragicità questa situazione. Appunto nel tema del fare, dello stimolare a mettere in campo azioni concrete, nasce la volontà di questa risoluzione che vorrebbe impegnare la Giunta ad adottare misure tempestive perché il Governo dia immediatamente il via libera al piano straordinario contro la violenza alle donne perché attualmente è bloccato. Dopo la legge, è bloccato il piano e sono bloccati gli stanziamenti connessi all'attuazione di questo piano, che, voglio ricordare all'Aula, la legge prevede in 10 milioni di euro nel 2013, 7 milioni nel 2014 e ulteriori 10 milioni a decorrere dal 2015. Stiamo parlando nel 2014 e stiamo ancora ragionando di fondi che dovrebbero essere ripartiti su un'azione del 2013. Ricordo che la legge demandava ad una ricognizione della situazione nelle varie regioni sui centri antiviolenza e le attività messe in campo a sostegno delle azioni verso le vittime della violenza. Questa ricognizione è stata ultimata, almeno dalle parole che l'ex viceministro Cecilia Guerra diceva un mese fa, perciò le Regioni avrebbero svolto il proprio compito. Sta adesso alla Commissione elaborare questi dati e arrivare ad una proposta di ripartizione dei fondi. D'altronde anche le associazioni varie che sul territorio sono impegnate quotidianamente nel supporto e nell'assistenza alle donne che subiscono violenza hanno denunciato ripetutamente la necessità di avere risorse perché purtroppo il fenomeno, lo sappiamo bene, è in crescita. Non parliamo solo di quella violenza che arriva alle cronache perché è fisica, è estrema, arriva alla morte, parliamo ovviamente anche di tutta quella violenza che colpisce psicologicamente l'animo e intimamente le donne, che spesso, tra l'altro, si riscontra negli ambienti familiari, lo ricordavate voi prima.

Si tratta oggi di mettere in campo azioni rispetto al Governo perché si acceleri questa fase che possa sbloccare, con l'adozione del piano, le risorse che servono per portare avanti politiche di protezione e di contrasto a questo grave fenomeno. Non mi pare che ad oggi il Presidente del Consiglio dei ministri abbia assegnato alcuna delega con queste specifiche responsabilità alle pari opportunità e non vorremmo che questo fosse un ostacolo allo stimolo che dal Governo deve arrivare al Parlamento per poter procedere in tempi celeri, perciò chiediamo a quest'Aula e alla Giunta di farsi promotrice di un pressante sollecito rispetto al Governo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Avendo partecipato anch'io alla raccolta di firme, intendevo intervenire su questo argomento, non nel merito perché il collega Bartolini ha, credo, esaurientemente affrontato il tema e il problema; volevo intervenire solamente per segnalare a chi magari fosse distratto rispetto a questo argomento o pensasse che si tratti dell'ennesimo atto che in qualche modo rappresenta un manifesto ma non un intervento effettivo, che oggi, ed è sotto gli occhi di tutti, conta particolarmente l'immagine con cui l'istituzione si presenta. In un momento come questo - tra l'altro è capitato anche nel momento giusto, dopo la festa della donna - di fronte ad eventi che sentiamo tutti i giorni provenire dei mezzi di informazione di violenze veramente inaudite nei confronti delle donne, c'è bisogno di una presa di posizione chiara e netta come questa, unanime. E a questo punto faccio i complimenti sia ai colleghi del mio gruppo, ma anche a quelli della maggioranza che hanno trovato il modo di proporre un documento unitario perché questo è il messaggio che deve partire da quest'Aula, senza che nessuno metta delle bandierine, ma con la consapevolezza che tutti siamo sul pezzo presenti rispetto ad una problematica importante come questa. Il dato che emerge, quindi, è che la Regione Emilia-Romagna interviene con un atto formale in questo momento e questo spero che abbia la risonanza che deve avere. L'altro dato è che l'Emilia-Romagna interviene in maniera unanime rispetto ad un problema come questo senza stare a dividere il capello in quattro e appunto per questo partecipo con grande entusiasmo al voto di questo atto e mi sembrava opportuno sottolineare le cose che ho detto.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.

 

LEONI: Grazie, signor presidente. Anch'io devo dirmi soddisfatto oggi per l'esito cui stiamo andando incontro perché nell'agosto 2012, a seguito, peraltro, di segnalazioni di alcuni cittadini che si occupano di tale questione, presentai un'interrogazione all'assessore regionale per chiedere se era in animo da parte della Giunta regionale adottare il "codice rosa" anche nella nostra regione esattamente come già avveniva in altre parti del nostro Paese. Dalla risposta che mi fu poi data capii che c'era evidentemente qualche problema, e non voglio entrare nel merito per non rovinare il clima di concordia che si è creato oggi. Allora presentai nel mese di dicembre 2012 una risoluzione per chiedere che venisse adottato il "codice rosa" anche negli ospedali della nostra regione. Sono contento, devo essere sincero, del fatto che, anche se magari con un tempo un po' lungo, in qualche modo si arrivi ad una definizione di questo genere. Non mi sono voluto anch'io attaccare a bandierine, a primogeniture, tant'è che ho ritirato la mia risoluzione a favore di una risoluzione complessiva perché ci interessa il risultato, ci interessa che le donne, i minori che arrivano nei pronto soccorso della nostra regione possano trovare quell'assistenza, quell'aiuto e quella capacità di ascolto che sono necessari a chi è vittima di una violenza. Riteniamo poi che anche la data di oggi sia una data importante. Ecco perché ognuno di noi ha fatto un piccolo passo indietro per farne due in avanti, perché in una data come quella di oggi, che supera di qualche giorno la festa delle donne, era importante dare un segnale concreto, un segnale di fermezza contro un fenomeno che è davvero inaccettabile e che tocca la coscienza di tutti noi ogni volta che veniamo a conoscenza di episodi che sono gravissimi e che toccano direttamente il grado di civiltà che è presente nella nostra società. La violenza alle donne deve essere contrastata fermamente in maniera netta e dura in tutte le sue manifestazioni, ma si devono mettere anche in condizione i medici, i magistrati, le forze dell'ordine di operare al meglio affinché questa opportunità si possa dispiegare con tutti i propri effetti. Penso che oggi l'Assemblea di questa regione dia ancora una volta un segno importante e mi auguro che nella prossima legge, che è ormai pronta per la discussione nell'apposita Commissione, si riguardi questo tema con la dovuta importanza perché è un tema che fa la differenza tra la nostra società e altri tipi di società che ancora evidentemente non hanno compreso che la parità tra uomo e donna non solo è una conquista, ma deve essere mantenuta e certificata di giorno in giorno.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Leoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Solo per esprimere a mia volta la soddisfazione in qualità di componente dell'Ufficio di Presidenza della Commissione Parità per questi atti che oggi andiamo a votare praticamente all'unanimità e anche in quanto esponente di un movimento politico che ha un leader donna, quindi un leader che è particolarmente sensibile a queste questioni. L'unico dato negativo di ciò che stiamo affrontando è il dato di cronaca: purtroppo questi eventi delittuosi non tendono a diminuire ma continuano, si perpetrano nel tempo. D'altronde la politica non può che fare la sua parte e quest'oggi credo che l'abbia fatta cercando l'unanimità tra le varie forze politiche; poi sarà la giurisprudenza, saranno i magistrati a dover attivarsi per colpire più duramente le azioni indegne che vengono perpetrate verso persone che hanno minore possibilità di difendersi. Quindi, per il ruolo che ricopro, esprimo la mia soddisfazione per queste risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie mille, consigliere Malaguti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarare che anch'io insieme ad altri amici della provincia di Reggio Emilia mi sono impegnato per raccogliere firme a favore delle tutele previste nel "codice rosa". Le tutele che sono previste nella risoluzione 5280, che ho sottoscritto anch'io, prevedono qualcosa di più rispetto ai protocolli che le nostre USL hanno già portato avanti a favore dei cittadini e delle cittadine che hanno subito violenza, quindi sono contento che la nostra regione faccia un passo avanti. Devo anche sottolineare che questa volta non siamo i primi della classe perché di solito la Regione Emilia-Romagna si vanta di essere sempre la prima in ogni settore, ma questa volta seguiamo la Puglia, seguiamo la Toscana ed altre Regioni che hanno già approvato il "codice rosa", comunque sono contento che anche noi arriviamo a questo perché è una risoluzione importante e sottoscritta da tutta l'Aula. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Non ho più nessun iscritto, quindi chiudo il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, quindi passiamo alla votazione.

Sostituisco la consigliera Serri con il consigliere Barbieri nelle funzioni di scrutatore.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5240, a firma dei consiglieri Mandini e Mori.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Passiamo alla risoluzione 4636 proposta dai consiglieri Barbati e Grillini, a cui sono stati presentati degli emendamenti, quindi occorre prima votare gli emendamenti.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 3 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4, a firma della consigliera Barbati.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 4 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4636, a firma dei consiglieri Barbati e Grillini, così come emendata.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5280, a firma dei consiglieri Bartolini, Pariani, Marani, Leoni, Mori, Aimi, Bazzoni, Noè, Casadei, Piva, Filippi, Serri, Vecchi Luciano, Bignami, Monari, Carini, Pollastri.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Come Presidente donna ringrazio tutti i colleghi consiglieri e tutte le colleghe consigliere per questa dimostrazione di maturità che credo faccia bene alla nostra regione, grazie davvero di cuore.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno, inviate a tutti i consiglieri, sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50.

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;

il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;

gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Patrizio BIANCHI e il consigliere Mauro MANFREDINI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 5180 "Delibera: «Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico 2014-2016, ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 4 luglio 2013, n. 5.» (Proposta della Giunta regionale in data 17 febbraio 2014, n. 183)."

 

Emendamento 1 a firma della consigliera Barbati:

Nella sezione "Prevenire il rischio di dipendenza da gioco patologico - Impegni della Regione", nell'ultimo paragrafo, le parole "istituendo Osservatorio regionale" sono sostituite dalle seguenti: "l'esercizio delle funzioni di osservatorio".

(Approvato)

 

Emendamento 2 a firma della consigliera Barbati:

Nella sezione "Prevenire il rischio di dipendenza da gioco patologico - Impegni della Regione", dopo l'ultimo paragrafo, è aggiunto il seguente:

"La Regione si impegna ad emanare circolari esplicative, ove necessario al fine di garantire la corretta e uniforme interpretazione ed applicazione su tutto il territorio regionale della Legge Regionale 5/2013 e delle disposizioni di cui al presente Piano.".

(Approvato)

 

Emendamento 3 a firma della consigliera Barbati:

Nella sezione "Implementare il numero verde regionale - Impegni della Regione", le parole "mettere a disposizione dell'Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d'azzardo" sono sostituite dalle seguenti: "nell'esercizio delle funzioni di osservatorio, monitorare".

(Approvato)

 

Emendamento 4 a firma della consigliera Barbati:

Nella sezione "Esercitare le funzioni di Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d'azzardo - Impegni della Regione", nel secondo periodo, le parole "Tale Osservatorio" sono sostituite dalle seguenti: "Nell' esercizio di tale funzione, la Regione".

(Approvato)

 

Emendamento 5 a firma della consigliera Barbati:

Nella sezione "Esercitare le funzioni di Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d'azzardo - Impegni della Regione", il terzo periodo, dalle parole "Le funzioni" alle parole "con apposito atto.", è soppresso.

(Respinto)

 

Emendamento 6 a firma della consigliera Barbati:

Nella sezione "Esercitare le funzioni di Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d'azzardo - Impegni della Regione", al quarto periodo, le parole "Faranno parte dell'Osservatorio" sono sostituite dalle seguenti: "In particolare, le funzioni di osservatorio sono esercitate mediante il coordinamento tra i seguenti Servizi regionali:".

(Approvato)

 

Emendamento 7 a firma della consigliera Barbati:

Nella sezione "Esercitare le funzioni di Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d'azzardo - Impegni della Regione", l'ultimo periodo è sostituito dal seguente:

"La Regione esercita le funzioni di osservatorio in collaborazione con i soggetti pubblici e privati interessati, nonché in coordinamento con l'Osservatorio sui rischi da dipendenza da gioco istituito presso l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.".

(Respinto)

 

Emendamento 8 a firma della consigliera Barbati:

Nella sezione "Esercitare le funzioni di Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d'azzardo - Impegni della Regione", è aggiunto, in fine, il seguente periodo:

"In ogni caso, lo svolgimento delle funzioni di osservatorio previste dalla Legge Regionale 5/2013 e dal presente Piano non comportano costi aggiuntivi a carico del bilancio regionale.".

(Approvato)

 

Emendamento 9 a firma della consigliera Noè:

Dopo le parole: "In particolare verranno favorite le misure rivolte a prevenire il costituirsi di elementi di vulnerabilità rispetto ai rischi di coinvolgimento in fenomeni quali il gioco d'azzardo o patologico, con un’attenzione specifica dedicate alle giovani generazioni", vengono inserite le parole: "A tal fine la Regione valuta l'opportunità di richiedere ai gestori delle sale da gioco l'applicazione di appositi sistemi che consentano l'accesso alle apparecchiature soltanto previo inserimento della tessera sanitaria personale del giocatore maggiore di età".

(Approvato)

 

Emendamento 10 a firma della consigliera Noè:

Nel seguente paragrafo "Tali corsi obbligatori dovranno essere avviati secondo la rappresentanza territoriale ritenuta più efficace nel confronto con le associazioni, entro il 2014" le parole "nel confronto con le associazioni" sono sostituite dalle parole: "attraverso la concertazione del percorso con le associazioni, comprese quelle rappresentative del gioco".

(Ritirato)

 

Emendamento 11 a firma della consigliera Noè:

Dopo le parole: "II possesso del marchio costituisce prerequisito per l'ottenimento di forme di valorizzazione ed eventuali incentivazioni di carattere economico da parte del Comune sul cui territorio viene esercitata l'attività" viene aggiunto il seguente paragrafo:

"Ogni eventuale incentivazione è comunque sottoposta ai vincoli derivanti dalla normativa comunitaria, dalla vigente legislazione in materia di imposizione locale e dai principi previsti dalla delega fiscale 2014 (in particolare all'art. 14)".

(Approvato)

 

Emendamento 12 a firma della consigliera Noè:

Nel seguente paragrafo "Tali corsi obbligatori dovranno essere avviati secondo la rappresentanza territoriale ritenuta più efficace nel confronto con le associazioni, entro il 2014" dopo le parole "nel confronto con le associazioni" aggiungere "comprese quelle rappresentative del gioco".

(Approvato)

 

OGGETTO 4636 "Risoluzione per impegnare la Giunta, in sede di elaborazione e adozione del "Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere" a porre in essere azioni volte ad informare e sensibilizzare i giovani circa la violenza di genere contro le donne prevedendo anche, in sede didattica, corsi specifici su tale tematica, a dare concreta attuazione e stanziare risorse relativamente alla rete integrata regionale preposta all'accoglienza ed al supporto delle vittime di episodi di femminicidio, valorizzando anche i centri antiviolenza, invitando inoltre il Governo a sostenere le azioni previste nel "Piano nazionale antiviolenza". A firma dei Consiglieri: Barbati, Grillini"

 

Emendamento 1 a firma della consigliera Barbati:

Nella parte "considerato che", è aggiunto, in fine, il seguente alinea:

"- in attuazione del citato art. 5, comma 2, del D.L. 93/2013, con delibera n. 1677 del 18 novembre 2013, la Giunta ha approvato le "Linee di indirizzo regionali per l'accoglienza di donne vittime di violenza di genere e linee d'indirizzo regionali per l'accoglienza e la cura di bambini e adolescenti vittime di maltrattamento/abuso", atto regionale con cui - tra l'altro - sono state individuate le politiche attive da porre in essere al fine di assicurare l'accoglienza e la presa in carico delle donne vittime di reato nonché il monitoraggio del fenomeno e la formazione professionale degli operatori;".

(Approvato)

 

Emendamento 2 a firma della consigliera Barbati:

La parte "considerato, altresì, che" è soppressa.

(Approvato)

 

Emendamento 3 a firma della consigliera Barbati:

Nella parte "impegna la Giunta", al secondo alinea, le parole "ad adottare tempestivamente la delibera di approvazione delle "Linee di indirizzo regionali per l'accoglienza di donne vittime di violenza di genere" e a garantirne la completa attuazione" sono sostituite dalle seguenti: "a garantire la completa attuazione delle "Linee di indirizzo regionali" approvate con la delibera n. 1677 del 2013".

(Approvato)

 

Emendamento 4 a firma della consigliera Barbati:

Nella parte "impegna la Giunta", è aggiunto, in fine, il seguente alinea:

"- a collaborare attivamente all'elaborazione del progetto di legge regionale d'iniziativa assembleare sulla parità e contro le discriminazioni di genere, peraltro già in fase di predisposizione;".

(Approvato)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Petizione

 

5259 - Petizione popolare in merito al progetto di discarica nel sito della Serra dei Toni nel Comune di Poggio Torriana (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 23 del 05 03 14).

 

Risoluzioni

 

5236 - Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre un progetto di legge di riordino delle funzioni pubbliche in materia di bonifica, affidando i compiti attualmente svolti dai Consorzi alle Province o alle Unioni di Comuni. A firma del Consigliere: Bignami (04 03 14)

5240 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a chiedere al Governo di sbloccare l'iter burocratico riguardante l'approvazione del "Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere", a sostenere i centri antiviolenza operanti sul territorio regionale, attivandosi inoltre al fine di prevenire e contrastare tale fenomeno. A firma dei Consiglieri: Mandini, Mori (05 03 14)

5244 - Risoluzione per invitare la Giunta ad attuare la legislazione riguardante la redazione e la revisione dei Piani di eliminazione delle Barriere Architettoniche. A firma dei Consiglieri: Bernardini, Manfredini, Corradi, Cavalli (05 03 14)

5245 - Risoluzione per invitare la Giunta ad attivarsi presso il Governo per garantire una congrua e costante copertura del fondo per l'abbattimento delle barrriere architettoniche. A firma dei Consiglieri: Bernardini, Manfredini, Corradi, Cavalli (05 03 14)

5246 - Risoluzione per invitare la Giunta a porre in essere azioni volte alla costituzione di una specifica consulta al fine di attivare il monitoraggio ed il raccordo riguardanti l'attuazione dei principi e delle normative sul superamento delle barriere architettoniche. A firma dei Consiglieri: Bernardini, Manfredini, Corradi, Cavalli (05 03 14)

5252 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché il Parlamento modifichi il "Piano di razionalizzazione dei presidi presenti nel territorio nazionale" al fine di non pregiudicare, tramite la riduzione degli organici delle forze dell'ordine, il diritto alla sicurezza dei cittadini. A firma del Consigliere: Villani (05 03 14)

5253 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare provvedimenti a favore degli studenti fuori sede, garantendo la detrazione IRPEF pari al 19% a quelli che stipulino un contratto di locazione portando il requisito della distanza minima dal luogo di residenza da 100 a 50 chilometri. A firma del Consigliere: Bignami (06 03 14)

 

Interpellanza

 

5256 - Interpellanza circa i contributi concessi dalla Regione alla Fondazione "Meeting per l’amicizia dei popoli". A firma del Consigliere: Grillini

 

Interrogazioni

 

5224 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al piano di razionalizzazione delle Caserme dei Carabinieri presenti sul territorio regionale. A firma della Consigliera: Noè

5225 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure relative alla realizzazione delle casse di espansione del fiume Senio (RA). A firma della Consigliera: Meo

5226 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la sospensione dei lavori di messa in opera di un impianto di recupero di scorie di inceneritori a Conselice (RA). A firma del Consigliere: Mandini

5228 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti il reparto di ostetricia dell'Ospedale Maggiore di Bologna e le motivazioni della chiusura del punto nascite di Porretta Terme. A firma del Consigliere: Bignami

5229 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per sostenere, tramite appositi consorzi, lo smaltimento di rifiuti speciali o pericolosi, contrastando inoltre traffici illegali. A firma del Consigliere: Cavalli

5230 - Interrogazione a risposta scritta circa la soluzione delle problematiche causate dall'interruzione dei servizi telefonici e Internet a San Giovanni (MO). A firma del Consigliere: Leoni

5231 - Interrogazione a risposta scritta circa incarichi dirigenziali riguardanti l'AUSL della Romagna. A firma del Consigliere: Bartolini

5232 - Interrogazione a risposta scritta circa la costituzione di Commissioni tecniche di studio per la valutazione di cure mediche riguardanti casi specifici, con particolare riferimento ad un caso verificatosi a Piacenza. A firma del Consigliere: Pollastri

5233 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi, da parte dell'ANAS, di manutenzione relativi al tratto modenese della Strada Statale 12. A firma della Consigliera: Serri

5234 - Interrogazione a risposta scritta circa la costruzione della Centrale idroelettrica di Bertonico, lungo il fiume Adda. A firma del Consigliere: Pollastri

5235 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare allagamenti causati dal fiume Secchia, con particolare riferimento al Comune di Bomporto. A firma del Consigliere: Leoni

5237 - Interrogazione a risposta scritta circa contratti assicurativi stipulati da AUSL operanti in ambito regionale, con particolare riferimento al territorio romagnolo. A firma del Consigliere: Bazzoni

5238 - Interrogazione a risposta scritta circa richieste di contributi avanzate, nei confronti delle famiglie degli studenti, da parte di Istituti superiori di istruzione. A firma del Consigliere: Leoni

5239 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a sostegno delle aziende e dei lavoratori delle zone colpite dall'esondazione del fiume Secchia, con particolare riferimento all'indennità di cassa integrazione in deroga. A firma della Consigliera: Noè

5241 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa ai medici specializzandi in Emilia-Romagna, con particolare riferimento ai fabbisogni riguardanti tali professionalità ed alle relative risorse. A firma del Consigliere: Zoffoli

5242 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare la chiusura dei centri di raccolta sangue di Loiano e di Monghidoro (BO). A firma del Consigliere: Bernardini

5243 - Interrogazione a risposta scritta circa l'abbassamento della temperatura del riscaldamento presso reparti dell'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

5247 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di celebrazione della "Giornata degli Stati Vegetativi" nella Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Pollastri

5248 - Interrogazione a risposta scritta circa le frane e le situazioni di dissesto idrogeologico riguardanti i Comuni di Polinago, Zocca e Prignano sul Secchia (MO). A firma del Consigliere: Leoni

5249 - Interrogazione a risposta scritta circa l'erogazione della cure palliative/fine vita ed il relativo modello assistenziale nella Provincia di Modena. A firma della Consigliera: Noè

5250 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'individuazione ed il ripristino di un orario consono alle potenzialità della linea ferroviaria Faenza-Firenze, sulla quale opera il cosiddetto "Treno di Dante". A firma dei Consiglieri: Casadei, Pariani

5254 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per mettere in sicurezza, a fronte delle esondazioni del fiume Secchia, il territorio del Comune di Campogalliano. A firma del Consigliere: Leoni

5255 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di sanzionare Trenitalia per i ritardi registrati il 27 febbraio e il 5 marzo sulla linea ferroviaria Porretta Terme - Bologna. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto

5257 - Interrogazione a risposta scritta circa la modifica delle forme di gestione dei Centri diurni "Busetti" e "Damiel" di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Favia

5258 - Interrogazione a risposta scritta circa i movimenti franosi che interessano il Comune di Pavullo nel Frignano. A firma del Consigliere: Leoni

5260 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul contributo alla manutenzione dei loculi richiesto dal Comune di San Giovanni in Persiceto (BO). A firma della Consigliera: Noè

5261 - Interrogazione a risposta scritta sulla prevista chiusura della sezione della polizia postale a Piacenza. A firma della Consigliera: Noè

5262 - Interrogazione a risposta scritta sullo spettacolo organizzato dalla Regione Emilia-Romagna per i propri dipendenti in occasione della Festa della Donna 2014. A firma dei Consiglieri: Bazzoni, Filippi, Villani

5263 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle intenzioni della Regione in merito al rinnovo a ENI delle concessioni di estrazione di metano lungo la costa nelle province di Ravenna e Ferrara. A firma della Consigliera: Meo

5264 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull'applicazione del principio di territorialità sulla gestione dei rifiuti speciali e sulla gestione delle attività delle multiutility, con particolare riferimento all'impianto di termovalorizzazione Tecnoborgo a Piacenza. A firma del Consigliere: Cavalli

5265 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla consistenza delle spese per viaggi di servizio e missioni dei componenti della Giunta regionale. A firma del Consigliere: Favia

5266 - Interrogazione a risposta scritta riguardo al procedimento sull'inagibilità degli edifici pubblici del Comune di Finale Emilia (MO) e sulla procedura aperta per la progettazione e i lavori di realizzazione di edifici pubblici temporanei nello stesso comune. A firma del Consigliere: Manfredini

5267 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa relativa alle sanzioni riguardanti i pescatori in merito al "piccolo pescato". A firma del Consigliere: Zoffoli

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn. :

4935 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, sui dati relativi alla natalità nel primo semestre 2013.

4939 - Interrogazione del consigliere  Bignami, a risposta scritta, sulla Società Patrimoniale Municipale (SPM) del Comune di Monghidoro e in  particolare sull’affidamento dell'incarico per la verifica dei bilanci di SPM.

4945 - Interrogazione del consigliere  Mazzotti, a risposta scritta, in  merito alla preparazione e abilitazione di figure predisposte per l’infusione dei farmaci, nelle patologie genetiche e/o generiche.

4982 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa le cause relative alla mancata realizzazione per l'anno in corso del Carnevale d'Europa di Cento (FE).

4989 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa l'Ospedale di Fiorenzuola Valdarda.

4995 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa il mantenimento del centro prelievi dell'Ospedale di Porretta.

4996 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'applicazione della normativa riguardante il monte ore annuo relativo ai vari ordini di scuole operanti nella Regione.

5002 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa il ritrovamento di un daino nell'abitato di Santa Sofia (FC).

5005 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da attuare per sostenere il turismo nella montagna modenese.

5006 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le azioni volte a tutelare la filiera produttiva regionale e la relativa etichettatura.

5010 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa questioni riguardanti l'Ambito territoriale di caccia ATC RE 3 Collina.

5012 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la realizzazione della nuova strada di collegamento tra Sparvo e Castiglione dei Pepoli (BO).

5019 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la richiesta di stato di calamità naturale per i territori della Provincia di Modena colpiti dall'esondazione del fiume Secchia.

5031 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa la tutela delle farmacie rurali e dei servizi dalle stesse svolti, specie in zone scarsamente abitate.

5039 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere, a seguito dell'esondazione del fiume Secchia, a favore del settore agricolo.

5042 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per gli anni 2013 e 2014 in Emilia-Romagna, con particolare riferimento ai lavoratori occupati nelle aziende colpite dall'esondazione del fiume Secchia.

5044 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa il progetto di recupero dell'area denominata "La Contrada" nel Comune di Bedonia.

5045 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa i lavori di manutenzione del ponte Bailey del Castelletto di Anzola.

5046 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il Mercato ittico all'ingrosso di Cesenatico.

5058 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito allo studio di Confartigianato Emilia-Romagna e alle azioni che si intendono intraprendere per agevolare l'accesso al credito, soprattutto alle piccole imprese.

5112 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa problematiche relative alla permanenza nella proprietà della Provincia di Pesaro del lago di Andreuccio, in località Soanne, a seguito del passaggio dei Comuni dell'Alta Valmarecchia nel territorio emiliano-romagnolo.

5133 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa finanziamenti regionali riguardanti l'acquisto di filobus a propulsione elettrica.

5151 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, per chiedere alla Giunta se reputa opportuno approntare una campagna di formazione e informazione rivolta alle P.A. presenti sul territorio della Regione per spiegare le condizioni di acquisto attraverso il Mercato Elettronico delle P.A. (MePA).

5201 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per reintrodurre la possibilità di usufruire, nella tratta ferroviaria Lugo-Faenza, della coincidenza con il treno per Firenze. A firma del Consigliere: Bazzoni

(Comunicazione n. 75 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP.2014.0000447 del 10/03/2014)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso della seduta sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

5268 - Interrogazione a risposta scritta circa il mantenimento della sede di Bentivoglio (BO) dell'Azienda Limoni e la tutela dei relativi lavoratori. A firma del Consigliere: Sconciaforni

5269 - Interrogazione a risposta scritta circa il rispetto della L. 194/78, con particolare riferimento alla presenza dei medici non obiettori di coscienza presso ogni presidio ospedaliero. A firma del Consigliere: Defranceschi

5270 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela delle piccole e medie imprese, con particolare riferimento al territorio modenese. A firma del Consigliere: Leoni

5271 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione delle agevolazioni dei pedaggi autostradali, con particolare riferimento alla tratta Piacenza-Milano Sud. A firma del Consigliere: Pollastri

5274 - Interrogazione a risposta scritta circa gli effetti dell'attività del rigassificatore sito al largo di Porto Viro, con particolare riferimento alla tutela dei pescatori e dell'ambiente. A firma del Consigliere: Zoffoli

5275 - Interrogazione a risposta scritta circa l'iter di unificazione del Registro Tumori entro l'Area Vasta Emilia Nord. A firma dei Consiglieri: Serri, Vecchi Luciano

5276 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attività dell'Agenzia Intercenter. A firma dei Consiglieri: Manfredini, Bernardini, Corradi, Cavalli

5279 - Interrogazione a risposta scritta circa gli eventi calamitosi che si sono verificati nel Comune di Corniglio (PR). A firma del Consigliere: Corradi

 

Interpellanze

 

5272 - Interpellanza circa problematiche riguardanti il ripristino dei servizi sanitari ospedalieri di Fiorenzuola, con particolare riferimento alla demolizione ed alla ricostruzione di parte del relativo Ospedale. A firma del Consigliere: Pollastri

5273 - Interpellanza circa la distribuzione gratuita, da parte di volontari appartenenti ad associazioni, di copie del Nuovo Testamento presso scuole, carceri, ospedali, caserme, con particolare riferimento ad un caso verificatosi a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Filippi

 

Risoluzioni

 

5278 - Risoluzione per impegnare il Presidente della Giunta a predisporre e sottoscrivere un protocollo d'intesa con le autorità giudiziarie, sul modello del "Codice Rosa", che consenta la collaborazione tra medici e forze dell'ordine in tema di violenza sulla donne. A firma dei Consiglieri: Leoni, Bartolini, Villani, Vecchi Alberto, Bignami, Filippi, Lombardi, Bazzoni, Pollastri (11 03 14)

5280 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare gli indirizzi adottati per l'accoglienza delle vittime di violenza e a sviluppare il "Codice Rosa" per l'accesso al Pronto Soccorso a favore di donne e minori vittime di violenza. A firma dei Consiglieri: Bartolini, Pariani, Marani, Leoni, Mori, Aimi, Bazzoni, Noè, Casadei, Piva, Filippi, Serri, Vecchi Luciano, Bignami, Monari, Carini, Pollastri (11 03 14)

(Comunicazione n. 71 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP.2014.0000457 del 11/03/2014)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Aimi - Costi

Corradi - Meo

 

Espandi Indice