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182.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 25 GIUGNO 2014

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI

 

INDI DELLA PRESIDENTE COSTI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

Sullo svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE (Aimi)

 

OGGETTO 5534

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere» A firma dei Consiglieri: Mori, Pariani, Moriconi, Meo, Donini, Casadei, Serri, Manfredini, Malaguti, Mandini (Testo Base) (91)

(Continuazione discussione e approvazione)

OGGETTO 4469

Progetto di legge d'iniziativa popolare recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell’inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 11 del 12 marzo 2013 pubblicata sul BURERT n. 70 del 21 marzo 2013 e di validità n. 16 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013)

(Abbinato)

OGGETTO 4470

Progetto di legge d'iniziativa di Consigli comunali di Cattolica, Ravenna, San Felice sul Panaro e Traversetolo recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 12 del 17 luglio 2013 e n. 14 del 28 agosto 2013 pubblicate sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013 e di regolarità n. 15 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013)

(Abbinato)

OGGETTO 4795

Progetto di legge d'iniziativa del Consiglio Comunale di Modena recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 18 del 5 novembre 2013 e di regolarità n. 19 del 5 novembre 2013 pubblicate sul BURERT n. 347 del 25 novembre 2013)

(Abbinato)

PRESIDENTE (Aimi)

DONINI (Fed. della Sinistra)

BARBATI (Italia dei Valori)

MARANI (PD)

PRESIDENTE (Costi)

NOÈ (UDC)

DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)

BORTOLAZZI, assessore

MARZOCCHI, assessore

MORI (PD)

LEONI (Forza Italia - PDL)

LEONI (Forza Italia - PDL)

PRESIDENTE (Costi)

PARIANI (PD)

MANFREDINI (Lega Nord)

BAZZONI (Forza Italia - PDL)

PRESIDENTE (Costi)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5528

Delibera: «Programma Operativo della Regione Emilia-Romagna. Fondo Sociale Europeo 2014/2020.» (Proposta della Giunta regionale in data 28 aprile 2014, n. 559) (163)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

PAGANI (PD)

BIANCHI, assessore

POLLASTRI (Forza Italia - PDL)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5608

Delibera: «Approvazione del documento "Strategia regionale di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente".» (Proposta della Giunta regionale in data 14 aprile 2014, n. 515) (164)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5591

Delibera: «Approvazione del rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2013. Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014-2016, assestamento e primo provvedimento di variazione dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 26 maggio 2014, n. 756) (165)

(Approvazione)

OGGETTO 5592

Relazione, per l'anno 2013, sull'attività dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell'art. 12, comma 4 bis, della L.R. 29/95

(Abbinata)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5584

Delibera: «Modifica al Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 4 luglio 2013, n. 5, approvato con delibera dell’Assemblea legislativa n. 154 dell'11 marzo 2014.» (Proposta della Giunta regionale in data 26 maggio 2014, n. 744) (166)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5470

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Legge di semplificazione della disciplina regionale in materia di volontariato, associazionismo di promozione sociale, servizio civile. Istituzione della giornata del cittadino solidale» (92)

(Relazione)

PRESIDENTE (Costi)

FIAMMENGHI, relatore

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 5534

Emendamenti agli oggetti 5534 - 5608

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI

 

La seduta ha inizio alle ore 15,05

 

PRESIDENTE (Aimi): Dichiaro aperta la centottantaduesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta il Presidente della Giunta Vasco Errani, ai sensi dell’art. 65, comma 2, del Regolamento interno. Inoltre hanno comunicato l’assenza dalla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta Saliera, gli assessori Carlo Lusenti e Alfredo Peri. Ha comunicato inoltre di non potere partecipare alla seduta il consigliere Filippi.

 

Sullo svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Aimi): Data l’assenza di alcuni Assessori e anche di alcuni Consiglieri, purtroppo non siamo in grado di poter affrontare la parte relativa alle interpellanze, quindi rinviamo i nostri lavori alle ore 15:30.

 

(La seduta, sospesa alle ore 15,06 è ripresa alle ore 15,39)

 

OGGETTO 5534

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere» A firma dei Consiglieri: Mori, Pariani, Moriconi, Meo, Donini, Casadei, Serri, Manfredini, Malaguti, Mandini (Testo Base) (91)

(Continuazione discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4469

Progetto di legge d'iniziativa popolare recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell’inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 11 del 12 marzo 2013 pubblicata sul BURERT n. 70 del 21 marzo 2013 e di validità n. 16 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013)

(Abbinato)

 

OGGETTO 4470

Progetto di legge d'iniziativa di Consigli comunali di Cattolica, Ravenna, San Felice sul Panaro e Traversetolo recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 12 del 17 luglio 2013 e n. 14 del 28 agosto 2013 pubblicate sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013 e di regolarità n. 15 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013)

(Abbinato)

 

OGGETTO 4795

Progetto di legge d'iniziativa del Consiglio Comunale di Modena recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 18 del 5 novembre 2013 e di regolarità n. 19 del 5 novembre 2013 pubblicate sul BURERT n. 347 del 25 novembre 2013)

(Abbinato)

 

PRESIDENTE (Aimi): Ricordo che siamo in discussione generale sui progetti di legge che sono stati accorpati nel testo 1/2014, licenziato dalla Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini nella seduta del 20 giugno 2014. Sono già intervenuti i colleghi Grillini, Manfredini, Meo, Malaguti, Mandini, Moriconi, Casadei, Leoni e Bonaccini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

 

DONINI: Grazie, presidente. Capisco che essendo una giornata intensa e piena di impegni e sollecitazioni il ritorno in Aula sia un po’ lento e rarefatto e mi dispiace non poter interloquire con qualche collega in particolare che è intervenuto durante la mattina. Evito di sottolineare alcune considerazioni che assolutamente condivido e che colleghi che mi hanno preceduto, a partire dai contenuti della relazione della relatrice, della collega Mori, hanno già svolto in quest’Aula. Mi limito a dichiarare il mio favore e il mio apprezzamento per questa iniziativa legislativa che finalmente qui discutiamo e il "finalmente" non sta a indicare una sorta di giudizio di rilievo all’attività che si è svolta durante i lavori per esempio della Commissione di Parità, sui quali mi fermerò in seguito facendo alcune considerazioni, ma "finalmente" lo dico in termini generali perché credo che in questa Regione approvando questa legge facciamo un salto di qualità nella civiltà giuridica se non altro, oltre che spero in quella culturale e concreta di questa regione perché è vero, e qui rispondo ad alcuni dei rilievi che per esempio il collega Leoni nel suo intervento ha mosso questa mattina ai contenuti di questa legge, che noi iniziamo finalmente non più a ragionare per materie ma per politiche pubbliche.

Mi spiego: vale per le donne ma se vogliamo vale per molti altri ambiti del pubblico e della sfera delle politiche pubbliche, ma per il tema delle pari opportunità e per il tema che riguarda la condizione di vita delle donne nella società si marca in maniera particolare e specifica, quello di ragionare sempre come se la condizione femminile fosse il risultato della sommatoria di determinati ambiti, per cui ragioniamo di donne e il lavoro, di donne e protagonismo sociale, di donne col grande tema della violenza e non abbiamo mai una visione di insieme, come se di volta in volta le donne rappresentassero una specifica categoria sociale, e chi ha avuto modo di confrontarsi con me su questi temi nel corso degli anni sa come respingo l’approccio per categorie dei temi in generale, così come nella specificità per quel che riguarda le donne. Ragionare per categoria vuol dire cercare di ricondurre la complessità ad alcune formule o soluzioni precostituite, non vuol dire cogliere la dimensione complessiva che riguarda la vita stessa delle persone, che è complicata e complessa, parliamo di oltre il 50 per cento della nostra società regionale e ognuna di loro è portatrice di una serie di specificità che non vanno ricondotte ad alcune definizioni o categorie preconcette ma vanno considerate nella loro globalità.

Ecco perché l’idea della legge quadro, che in alcune parti forse non scrive nulla di nuovo ma fa un’operazione di sistematizzazione dei contenuti contenuti in alcune norme, rappresenta già di per sé un fatto positivo, e questo è un lavoro pregevole anche dal punto di vista tecnico e giuridico fatto da chi, a partire dalla presentatrice, poi relatrice, della legge ha accompagnato la discussione su questa proposta di legge attraverso i lavori della Commissione, lavoro di una Commissione che non si è limitato a svolgere il proprio ruolo attraverso la discussione tra i componenti ma si è aperta moltissimo all’esterno attraverso un’attività di istruttoria forte, di ricerca, di inchiesta chiamando il coinvolgimento e cercando concretamente la relazione con i tanti soggetti che compongono il variegato mondo del protagonismo femminile e femminista di questa regione, e questo è un tratto importante.

È una legge che in qualche maniera diventa legge quadro e inizia a recuperare terreno rispetto a un approccio culturale, e qui che io non la trovo un’accusa quando qualcuno dice che è un’operazione prettamente culturale, perché anche fosse e avendo anche quell’obiettivo, che è quello che facciamo e infatti non ci limitiamo a essere degli applicatori di norme, avulsi da una riflessione più generale legata a precise visioni ideali o a precisi modelli sociali verso i quali si vuole tendere, ma anche se emergessero, che così non è, soprattutto negli aspetti di carattere culturale, sarebbe un’ottima operazione lo stesso, ma non è così. Mi dispiace che non ci sia il collega Leoni, ma è un po’ costume lanciare input e accuse pesanti e poi non rimanere ad accettare una dialettica nella relazione e sparire quando è il momento di interloquire, cosa che disturba e, qualcuno non me ne voglia, che è un comportamento più maschile che femminile - è una battuta che qualcuno potrebbe considerare grossolana ma è un dato di fatto - perché voglio rimarcare che questa non è una legge che favorisce qualche soggetto a discapito di altri, non è una legge che è stata fatta aprendo interlocuzioni soltanto con un certo tipo di mondo di associazionismo e di proposte ed elaborazione culturale e sfido chiunque a dichiarare con prove quello che ha dichiarato il collega Leoni e siamo in grado - parlo al plurale perché è una questione che mi riguarda - di dimostrare come attorno ai temi toccati dalla legge si siano aperti momenti di interlocuzione vastissima.

Io credo che l’attività di questa Commissione sia stata unica nell’esperienza delle attività delle Commissioni che abbiamo in questa Assemblea legislativa, se non altro perché questa è una Commissione istituita con legge speciale, con legge sua e ha avuto attraverso la legge la libertà di attivarsi con forme non convenzionali o non standardizzate di attività della Commissione, ed è dimostrabile oggettivamente che ogni attività, ogni momento di approfondimento e ogni apertura verso l’esterno è stata fatta nel modo più aperto, trasparente, inclusivo e comunicativo possibile, senza escludere quindi nessuno. La collega Mori organizzava audizioni, non faceva iniziative a invito e chiunque quindi informato dell’attività, delle proposte e degli spunti che di volta in volta si volevano approfondire poteva partecipare e dare il proprio punto di vista, così come una volta composta la legge in seguito all’udienza conoscitiva sono arrivate decine di sollecitazioni, di contributi, di osservazioni, anche di proposte emendative e chiunque aveva la possibilità di interloquire con l’Assemblea legislativa. Dico un’altra cosa, sempre rivolgendomi al collega Leoni, che ha agito in questi ultimi giorni durante le ultime battute in Commissione quando ormai eravamo arrivati alla sintesi conclusiva di questo lungo percorso, con considerazioni che mi hanno sconcertata, perché ricordo che per valorizzare un metodo originale ad alto valore politico e istituzionale - ha valore politico e istituzionale tutto ciò che produce consenso che dà la possibilità a chiunque, pur nella diversità e pur con sensibilità politiche diverse, di poter dare il proprio contributo, di poter mettere il pezzettino che ti aiuta ad avvicinarti all’obiettivo - abbiamo approvato, collega Mori, non mi ricordo se il 6, il 7 o il 10, per ogni materia titolo di questa legge un documento di indirizzo apportato attraverso il lavoro, il dibattito e l’approfondimento della Commissione che si occupa della parità in quest’Aula.

Credo che su dieci proposte di atto di indirizzo, atto di indirizzi impegnativi per noi, che eravamo tenuti dopo che si sono raccolte queste sollecitazioni a procedere coerentemente alle indicazioni degli atti di indirizzo, siano state approvate tutte all’unanimità dell’Aula. Si tratta del documento di indirizzo sulla salute delle donne e sulla sanità di genere, i documenti di indirizzo sul grande tema della violenza di genere - non voglio ripetere cose che ci siamo detti allora - abbiamo già avuto la possibilità di esprimerci sui diversi temi e di comporre quella che adesso è la discussione generale sulla legge, e potrei fare il lungo elenco e percorrere il tema del lavoro, ecc. Tutto questo lavoro ci ha permesso di arrivare insieme, tant’è vero che apprezzo la grande serietà dal mio punto di vista e onestà intellettuale di colleghi come Mauro Manfredini e Mauro Malaguti, che avendo avuto l’occasione di lavorare passo per passo in seno alla Commissione di Parità sono arrivati alla fine a convincersi della bontà di questa operazione e mi dispiace, senza volermi impicciare negli affari dei diversi gruppi consiliari perché ho molto rispetto della dialettica e delle discussioni interne alle singole famiglie politiche che compongono questa Assemblea legislativa, e trovo singolare che se un gruppo decide che c’è un proprio referente all’interno di una Commissione tendenzialmente l’opinione di chi ha lavorato dentro la Commissione, ha seguito le questioni...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Aimi): Scusate, colleghi, potete evitare di parlare tra di voi?

Credo che intervenire diventi un esercizio difficile per la consigliera Donini, nonostante l’esperienza.

Prego, consigliera, prosegua.

 

DONINI: Dicevo che stanno avvenendo cose che mi hanno abbastanza sconcertato. Non è un’operazione ideologica ma di buonsenso, che tiene conto delle tante mille esperienze che in questi anni si sono maturate, tant’è vero che per esempio, e qui metto in fila alcuni dei rilievi fatti, quando il collega Leoni nel suo intervento attribuisce alla legge il compito, ahimè per lui negativo, di aumentare il livello burocratico o di moltiplicare gli organismi, dice una cosa sbagliata. Per esempio il centro contro le discriminazioni razziali nel mondo del lavoro era previsto dalla legge che parlava dell’integrazione sociale dei migranti, che è una legge del 2004 di questa Regione, è stato istituito nel 2006 ed è già un ufficio con un carattere decentrato, con punti di accesso in tutte le province, che funziona da svariati anni e che ci permette di acquisire una serie di dati utili nell’ambito per esempio delle discriminazioni multiple, altro aspetto importante che nella legge è entrato.

Parlare di discriminazioni pure è complicato perché a volte si rischia di cogliere soltanto un aspetto rispetto ai mille altri che riguardano la condizione di vita delle donne. Gli esempi sono che essere donne in sé non è essere categoria fragile e debole ma a volte c’è un rischio di discriminazione multipla quando la donna ha un problema di carattere fisico, per esempio ha un handicap, oppure quando vive una certa condizione di carattere sociale, se per esempio è una donna migrante per cui vive in certe condizioni e non ha una rete attorno, per cui il tema della discriminazione multipla è un tema complesso e articolato che presuppone la capacità di cogliere, persona per persona, la dimensione del proprio bisogno ma anche di ampliare in noi l’ottica di osservazione di determinati fenomeni. Credo che considerare l’ufficio regionale contro le discriminazioni, che funziona bene dal 2006, come un’aggiunta di carattere burocratico sia oggettivamente sbagliato, così come - non so se i colleghi Consiglieri lo sanno - in maniera trasversale da molti anni un gruppo di diverse parlamentari hanno proposto e reiterato presso il Parlamento nazionale la proposta di istituire una statistica ufficiale di genere, perché nel nostro Paese quando viene posto il tema delle donne e della loro condizione di vita materiale nella società, viene posto a volte per spot, a volte per assolvere una sorta di obbligo del politicamente corretto ma non esiste, a differenza di altri Paesi europei, la possibilità di definire con chiarezza attraverso una serie di indicatori certificati quello che è il fenomeno perché manca una statistica di genere. Che in questa Regione, partendo dalla nostra comunità, per legge si assuma questo obiettivo non è un di più ma il necessario per recuperare efficacia, perché si avrà bisogno di conoscere, di indagare e di raccogliere i dati per valutare con chiarezza l’effetto che fa il varo di politiche specifiche come queste contemplate in questa legge. Anche questa la trovo un’accusa assurda.

Non è una novità il bilancio di genere, perché ci sono mille esperienze già verificate in moltissimi diversi ambiti che hanno prodotto dei risultati che permettono di dare degli indicatori. Sono molte le questioni ma non tocco il tema della violenza perché mi arrabbio moltissimo con chi in qualche maniera continua a considerarlo un tema a sé, uno dei possibili tanti aspetti e non uno dei temi attorno ai quali si ha la manifestazione più pesante e terribile del paradigma sul quale ancora è impostato il rapporto uomo e donna. Questo non è un tema da femminista ed è un tema che si affronta con una serie di politiche complesse e articolate che riguardano il tutto e non solo col necessario codice rosa nei pronto soccorso. C’entra tanto anche il tema delle politiche di genere che riguardano la sanità, e non è il tema dell’accesso. Nessuno dice che alle donne è impedito l’accesso alle prestazioni sanitarie, perché vuol dire non aver capito e non aver colto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni in questa Assemblea legislativa con i documenti di indirizzo approvati anche dal collega Leoni e da altri colleghi. L’ho detto in Commissione e lo dico qua per offrire un approccio che può aiutare a recuperare unanimità su questo tema perché sarebbe bello se questa legge la approvassimo insieme.

Sul tema della sanità e della sanità di genere io mi sono approcciata quando appena entrata in questa Assemblea legislativa con ruolo di Presidente dell’Assemblea mi chiese un incontro la senatrice Laura Bianconi, che ancora è senatrice di questa Repubblica, non del mio partito, allora di Forza Italia e adesso di Forza Italia, perché il gioco della politica porta a ritornare agli inizi. Detto questo, la senatrice Bianconi ha destinato quasi tutto il suo tempo e la sua attività da parlamentare a lavorare sulla sanità di genere, a istituire dentro la Commissione Sanità del Senato veri e propri gruppi di lavoro che affrontassero il tema da mille punti di vista. Con lei abbiamo condiviso il grande lavoro sull’endometriosi, per cui c’è il tema di alcune patologie che riguardano solo le donne e il corpo delle donne, ma anche tutto il tema della ricerca farmaceutica è un tema vero perché se parliamo di appropriatezza e di riduzione dei costi allora stabilire se un certo farmaco, se una donna è afflitta da una certa patologia, su una donna non ha efficacia mentre sull’uomo ce l’ha, che non è la stessa cosa curare una donna ipertesa con un betabloccante piuttosto che un uomo, tanto per fare un esempio, è un tema che riguarda tutti noi perché curare in maniera inefficace qualcuno vuol dire sprecare delle risorse e sicuramente esporre questo qualcuno al rischio del non diritto alla salute. Io non la vorrei fare lunga ma è una questione che ci riguarda e la dobbiamo assumere in legge perché nella nostra regione già l’agenzia sanitaria ha da anni dei progetti sperimentali in cui attiva in collaborazione con le aziende farmaceutiche, per esempio con le quali lavoro a volte in stretta relazione, dei percorsi sperimentali di ricerca che non testino, perché è più facile l’efficacia, un rimedio sul maschio bianco, perché normalmente è così e funziona in questo modo. Questa sperimentazione che ha prodotto del sapere, che ha permesso a dei nostri operatori del sistema sanitario di formarsi in un certo modo, di creare gruppi di lavoro, di lavorare con relazioni internazionali, la riconosciamo, sappiamo che c’è un pezzo del piano socio-sanitario che si occupa di questa cosa e la mettiamo in legge così come ce lo siamo indicati noi col documento di indirizzo. Questo è ciò che ha costruito questa legge.

Auspico, perché non vedo nulla di quello che è stato detto e dichiarato come accusa, che ci sia durante l’iter dell’articolato o dell’esame di questa legge alla fine una posizione che giudico di buonsenso e che giudico corretta nei confronti delle donne, nei confronti di coloro i quali in questo lavoro hanno creduto, e sono tanti, trasversali e dei diversi gruppi consiliari, nei confronti in generale di un dovere di progresso e di civiltà che noi nel nostro piccolo, per quanto possibile, dobbiamo sentire fortemente.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Donini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. È ovvio che a quest’ora sono molto interessata al fatto che si arrivi al voto di questa legge, quindi dirò poche cose. Devo dire con orgoglio che sono una femminista, anzi una vecchia femminista, visto che questo termine in quest’Aula stamattina non si capisce bene come venga usato, nel senso che io appartengo a quella categoria di persone che ha avuto la fortuna di vivere gli anni Settanta e di avere ancora in garage lo striscione con scritto "L’utero è mio e lo gestisco io", che rivendico come orgoglio. Da buona vecchia femminista, la legge quadro è molto importante e addirittura io la considero un primo passo verso un futuro che di sicuro penso che abbia bisogno di oltre quello che uscirà da questa legge. Faccio i miei complimenti alla Presidente e di sicuro lei sa, perché me lo diceva stamattina, che io, visto come interpreto il rapporto in questa Italia e il lavoro e il ruolo delle donne, non sono ancora soddisfatta e probabilmente morirò prima di esserlo completamente.

Voglio sfatare anche una frase che qui mi ha colpito molto di alcuni Consiglieri che dicono che siamo in un Paese molto civilizzato, tra i più civili al mondo, ma posso dire serenamente che non è vero. Non siamo un Paese molto civilizzato e non siamo un Paese ancora al passo con i tempi perché quello che succede giornalmente, a  partire dalle piccole cose fino al mondo del lavoro, all’interno della famiglia, nella società o nella politica è ancora molto scarso, quindi ritengo che in questo momento questo Paese non sia civilizzato, ed ecco perché è importante che questa Regione, che ha fatto molte cose sul ruolo della donna, le metta insieme in un discorso che per me è un punto di partenza verso altri obiettivi che come donne ci dobbiamo dare.

È ovvio che le tanto vituperate ma necessarie quote non piacciano alle donne. Piacciono poco agli uomini, che a volte però se la cavano mettendo un po’ di donne di qua e di là ma non piacciono di sicuro a nessuna donna perché vorremmo potere arrivare con le nostre capacità senza bisogno delle quote, ma mi rendo anche conto che siccome non siamo un Paese civilizzato ci deve essere un momento di passaggio e di garanzia e questo ce lo può dare solo la quota, sperando che questo sia un momento di passaggio e sperando che in questa regione e in Italia alla fine una donna possa arrivare anche senza le quote, cosa che adesso è molto difficile. Affrontiamo e abbiamo affrontato in modo solitario questi anni di rapporto con l’uomo, perché ognuno di noi ha affrontato situazioni sul lavoro, in famiglia, nella società o nella politica molto spesso in solitaria, quindi per questo siamo state molto spesso penalizzate, ma quando saremo un po’ di più può anche darsi che il nostro percorso sia più agevolato. Si dice che bisogna dare spazio soprattutto alle persone che valgono, probabilmente è un discorso giusto, ma perché lo fate solo per noi donne? Siete davvero convinti voi uomini che tutti quelli che sono al potere siano persone che valgono? Forse sarebbe necessaria per loro una quota per vedere quanto sono intelligenti e se possono ricoprire quel ruolo, però a noi lo chiedete e chiedete tutti i giorni di dimostrare che se siamo arrivate lì l’abbiamo fatto, lo dobbiamo fare o ce lo permettete solo se siamo in grado di farlo. Non c’è problema, perché sappiamo anche quello che vale la nostra scolarizzazione e i nostri risultati rispetto a quelli degli uomini. È anche vero che sentire oggi certe frasi è stato, dal mio punto di vista, anche abbastanza divertente.

Speriamo che questo progetto di legge faccia sì che almeno si prenda atto che esiste un mondo che è vivo, che si riunisce, che fa, che non è solo quello della sussidiarietà o quello del volontariato, dove ci relegate molto volentieri, quello del sostegno alla famiglia, del fatto che siamo noi a occuparci del lavoro, della casa e degli anziani, e torno a dire che noi siamo la razza migliore in questo caso, perché facciamo mille cose, voi ne fate una. Il collega Grillini questa mattina lo risolveva dicendo "imparate a stirare", mi sembra poco, io direi: imparate a convivere con noi, perché questo è importante, poi chi stira non è importante sinceramente. Spero che le nuove generazioni, che sono già più avanti... io parlo con i ragazzi, sono molto più avanti di noi, hanno meno problemi.

Io mi porto dietro un'esperienza che, devo dire, mi fa sentire più una partigiana, e lo dico convintamente, di un ruolo della donna rispetto ad una situazione in cui sono ancora molto speranzosa che il nostro ruolo venga veramente riconfermato. Vedo che fa sì con la testa, non so se per dirmi: "chiudi, che tanto sono d'accordo", quindi, concludo, presidente.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di parlare la consigliera Marani. Ne ha facoltà.

 

MARANI: Grazie, presidente. Anch'io voglio rubare pochissimo tempo, anche perché la discussione è stata ampia, approfondita, e mi rendo conto che l'obiettivo principale, oggi, è arrivare a votare questa legge. Spero che si arrivi ad una conclusione di quello che ci vede uniti in quest'Aula rispetto ad un grandissimo lavoro che la Commissione Pari opportunità, senza distinzione di appartenenze partitiche, ha fatto nel tentare di produrre una legge che non è una legge che gioverà solo alle donne, è una legge che è in grado davvero di poter portare alle politiche di questa Regione un contributo che sarà utile alla qualità della vita delle donne e degli uomini assumendo questo tema, il tema della diversità di genere, come uno dei temi attraverso i quali si possono davvero interpretare i fondamenti della qualità della vita di tutte le persone e quindi quelli che sono i presupposti di una condizione di sviluppo e di benessere che interessa l'intero genere umano.

Io ho apprezzato particolarmente, non essendo componente della Commissione, il lavoro fatto dalla Commissione stessa. Pur nell'ambito di una legge, che, per motivi, appunto, legati alla struttura della legge stessa, non può approfondire aspetti, diciamo così, operativi, la legge è però una legge che è in grado sulle varie tematiche (l'educazione, la scuola, il lavoro, la lotta alle discriminazioni) di entrare in quelli che sono i compiti che ha questa Assemblea di orientamento delle politiche di questa Regione. Allora io chiedo anche ai colleghi che si sono espressi con note di rammarico e perplessità sull'impostazione della legge di riflettere su alcune delle questioni. Molte sono già state toccate. Io volevo toccarne qualcuna per poter dare gli elementi anche che supportano la necessità di far sì che a questa legge seguano provvedimenti ed azioni che siano conseguenti ad alcuni principi, che non sono principi di carattere esclusivamente ideologico, ma sono principi che poggiano, come molti degli articoli della legge, su approfondimenti di carattere culturale, scientifico, antropologico, che hanno un grande fondamento e sul quale credo possano poi prendere spazio e voce politiche precise nei vari settori.

Molti hanno toccato, anche l'intervento che mi ha preceduto della consigliera Donini, alcuni temi delicatissimi, per i quali, peraltro, questa Regione ha già iniziato delle politiche concrete e delle azioni concrete. Pensiamo a quello della salute, che è quello che è stato più evocato oggi, evocato anche dal collega Leoni, il quale esprimeva una preoccupazione: che il tratteggiare politiche della salute specifiche rivolte alle donne fosse una questione che pone il tema delle risorse, di una riorganizzazione del sistema che non ci possiamo permettere. È esattamente il contrario. Il parlare di politiche per la salute rivolte alle donne vuol dire parlare di quello che è uno dei concetti più innovativi del nostro sistema sanitario regionale, parlare di appropriatezza delle prestazioni, e l'appropriatezza vuol dire anche fare in modo che si faccia quello che è necessario in termini di qualità, in termini di risposte, che non vogliono dire sprechi, uso sbagliato o non utile di farmaci, un uso della diagnostica che sia appropriato e non abusato come in tali momenti è.

Pensiamo anche agli esempi concreti sui quali questa Regione ha cominciato a lavorare su queste politiche, non solo ad esempi innovativi che venivano già citati come il codice di prevenzione, ma pensiamo, ad esempio, alle nuove professioni sanitarie e a cosa ha voluto dire anche in termini esattamente contrari, cioè di risparmio, il fatto che nei consultori familiari la nostra Regione abbia adottato il provvedimento della presa in carico della donna gravida da parte dell'ostetrica per un discorso di continuità assistenziale, di risposta personalizzata e di conduzione di tutto il percorso della gravidanza con un professionista che consente di personalizzare le cure.

Faccio un altro esempio: le breast unit. Sono una realtà che ha permesso davvero di tenere insieme i concetti che dicevamo oggi, che valgono per tutte le prestazioni rivolte sia a uomini che donne. Qui stiamo parlando di patologie oncologiche, parliamo di tumore al seno, ma pensiamo a cosa vuol dire la possibilità che ci sia una presa in carico e un percorso diagnostico, terapeutico, assistenziale che abbia una sua continuità e che consenta, quindi, di risparmiare inutili percorsi, anche costosi, che consenta alla donna di avere la possibilità di fruire di trattamenti multidisciplinari che affrontano tutti gli aspetti della patologia, quindi non solo quelli legati allo specifico della patologia, ma anche gli aspetti psicologici, insomma, tutte le necessità che incombono quando esiste un problema di questo genere. E pensiamo come questi esempi, che sono esempi di modelli di cura che nascono sulla specificità di patologie femminili, debbono essere in qualche modo quelli che ispirano quella che è l'innovazione del nostro sistema sanitario, quindi non solo genericamente l'umanizzazione dell'assistenza, ma in qualche modo la cura mirata sulla persona, sulle problematiche della persona e sulle specificità.

Diceva bene Donini, purtroppo la ricerca è una ricerca che non è stata mai organizzata su quelle che sono le specificità fisiologiche, fisiopatologiche dei generi, è una ricerca che, quindi, molto spesso non ha dato le possibilità di essere mirata in modo efficace a quelle che sono le specificità, e, collega Leoni, andare ad assumere queste specificità come un criterio è uno degli elementi che ci permettono di mirare davvero le risorse in modo corretto anche dal punto di vista scientifico; vuol dire, quindi, fare in modo che la sperimentazione, la ricerca, l'uso anche di nuove modalità (penso al recente provvedimento adottato in quest'Aula sulle cure palliative e la terapia del dolore con l'agopuntura) vadano nella direzione di orientare il nostro modello. Le politiche di genere, quindi, ci consentono di orientarlo in una direzione che non è la direzione dello spreco di risorse aggiuntive, ma è la direzione del rispetto delle differenze come elemento per poter qualificare tutte le nostre politiche.

Chiudo dicendo che mi auguro davvero che questa legge sia uno strumento di lavoro per le politiche regionali e ci consenta davvero di mettere in fila e di misurare queste politiche partendo dal genere femminile per dare risposte più qualificate all'intero genere umano.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Marani.

Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Nell'ambito di questa discussione generale vorrei dire che sicuramente questo è un progetto che ho seguito con attenzione perché ritengo che comunque si basi su dei principi condivisibili e soprattutto perché, per quanto mi riguarda, pone l'accento su alcuni temi, in particolare su due temi che mi stanno particolarmente a cuore. Lo dico come donna, lo dico in funzione dell'accento che viene posto sul tema della violenza alle donne e sul tema della discriminazione delle donne in vari ambiti.

Quello che però a me preme, e ci tengo a dirlo soprattutto dopo aver ascoltato vari interventi di colleghe e con piacere dico anche di colleghi, è evitare che la bontà di questo progetto possa cadere nell'ideologia. Vorrei veramente evitare che l'ideologia possa prevalere sul buonsenso e anche su un approccio concreto e anche pragmatico rispetto al tema che ci proponiamo di salvaguardare. Siamo nel 2014, siamo quindi nel terzo millennio; siamo, ahimè, purtroppo a ridosso di ormai cinque o sei anni non voglio nemmeno dire di crisi, ma di un cambiamento strutturale della nostra società tale per cui purtroppo oggi tante politiche le stiamo affrontando con poche risorse, quindi quello che io raccomando, e raccomando prima di tutto a me stessa, è un appello che vorrei condividere con tutte voi: oggi non ci possiamo più permettere il lusso di disperderci o quantomeno di creare degli strumenti normativi che siano indubbiamente dei validi strumenti culturali, cosa che ogni tanto anche questa è necessaria, però è fondamentale che i nostri strumenti abbiano almeno delle ricadute concrete nell'immediato.

Personalmente, cara collega Mori, non voglio dirti espressamente quali sono i passaggi su cui faccio fatica ad immaginare una ricaduta concreta e quindi per certi aspetti mi fa anche piacere che in questa sede ci sia un momento di riflessione, mi auguro il più condiviso possibile, su tematiche che veramente richiedono anche un'evoluzione culturale, però, come dicevo prima, su alcuni passaggi avrei veramente piacere di poter dire che da domani posso contare almeno su questo e su questo; non ho neanche la pretesa di arrivare al terzo punto, però su due aspetti sì.

Da un lato vorrei capire rispetto al fenomeno della violenza alle donne, che, come abbiamo già avuto modo di verificare, rappresenta ogni tanto, attraverso l'epilogo, anche una delle maggiori cause di morte anche nel nostro paese, con una percentuale che è in crescita anche nella nostra Regione. Sui famosi "codici rosa", dal momento che questa è materia di competenza nostra, regionale (sicuramente nella nostra Regione, io ho già avuto modo di verificarlo anche all'interno del Sant'Orsola, c'è già una sensibilità che va in questa direzione), a livello culturale noi dobbiamo, dando proprio forse un esempio noi come Regione Emilia-Romagna, dare un messaggio chiaro anche negli atti che seguiranno per le Regioni che interverranno successivamente, e penso, lasciatemi dire, anche e soprattutto a certe Regioni del Sud.

In secondo luogo - e questo tema lo pongo al secondo punto perché giustamente prima voglio avere il rispetto dell'incolumità fisica e della dignità delle donne - tengo molto a che da domani questa Regione si possa fregiare, se approveremo questo progetto, del fatto che abbia apprezzato il coraggio che c'è stato nella Regione Campania per favorire una maggiore presenza di donne nel mondo politico, perché io credo, colleghi, che in politica, nella politica, ci sia bisogno di un'espressione normativa che sia frutto di una cultura non solo maschile, come oggi prevalentemente è, ma anche di una cultura femminile, perché di per sé, e lo dico da donna, credo che siamo per natura portatrici di certi messaggi che per natura probabilmente sentiamo più noi, e se oggi lamentiamo una scarsa presenza di determinate politiche (penso a politiche a sostegno della natalità, a sostegno della famiglia, ma, lasciatemi dire, anche a sostegno della conciliazione, quindi ne sto parlando in modo del tutto laico), questo forse potrebbe essere riconducibile anche ad una scarsa presenza femminile all'interno dei massimi organi legislativi. Ecco perché io dico che ogni tanto non capisco se, oltre, mi auguro, a certi meriti, sono stata anche una donna privilegiata a vivere questa esperienza a livello regionale al secondo mandato, con la preferenza, l'ultima volta anche in una coalizione dove non rappresentavo sicuramente la coalizione vincente, o perdente, ma non so comunque quali speranze potessi dare a chi mi sosteneva, quindi mi sento fortemente responsabilizzata. Insomma, io mi rendo conto che c'è bisogno di questo contributo... io non voglio mai usare la parola "di genere" perché secondo me in questa terra esistono uomini e donne, faccio fatica a parlare in termini di genere perché sennò non so quanti generi dovrei elencare.

Detto questo, quello che io auspico è veramente che ci sia una declinazione dal punto di vista sanitario attenta rispetto al fenomeno che più mi preme, ma soprattutto che diventiamo anche la Regione che con coraggio per seconda si fa carico responsabilmente di prendere in considerazione in futuro, ma mi auguro che quel futuro valga a partire dalle prossime elezioni, un sistema elettorale che, mutuando quello campano, possa considerare la doppia preferenza di genere uno strumento che già da organi costituzionali è stato dichiarato come una metodologia che favorisce l'accesso in modo paritetico a uomini e donne. Mi auguro questo. Poi, ripeto, ci sono alcuni passaggi su cui io avrei veramente sorvolato (penso alla questione del linguaggio monosessuato ad esempio), che, ripeto, riflettono secondo me un'impostazione ideologica e che non hanno assolutamente ricadute sulla condizione femminile. Io sono per dare a questa legge non solo un valore culturale, ma, per le ragioni che ho appena esposto, anche un valore pratico, perché forse, proprio per essere credibili, abbiamo in questo momento bisogno di pronunciare il minor numero di proclami generici anche se siamo in un'epoca populistica, perciò ci dobbiamo, secondo me, concentrare realmente sulle cose che noi siamo in grado di fare. Per queste ragioni ritengo - ma voglio anche valutare come avverrà la discussione sull'articolato - che mi porrò con un intervento favorevole al progetto.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.

 

DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Non volevo intervenire per mia antica abitudine di non ripetere quanto detto, vista anche l'ampia concordanza che c'è su questo progetto di legge. Però, visto l'intervento del collega Bonaccini, mi corre l'obbligo di lasciare a verbale una precisazione. Sulla Presidente della Camera Boldrini ognuno può avere la sua opinione. Io personalmente ritengo che il problema è che se la signora Boldrini ritiene che nel momento in cui si offende lei si offendono tutte le donne, il problema sia il suo. Io quando qualcuno mi offende non penso mai che offenda tutti gli uomini, non ho evidentemente questa presunzione che ha lei. Quando è stata offesa eventualmente la Presidente Boldrini o è stata criticata, è stata criticata la signora Boldrini.

Riguardo agli insulti alla Boschi di cui anche parlava il collega Bonaccini, pur capendo le sue difficoltà con il mondo di Internet, non si tratta del più visitato blog d'Italia, cioè www.beppegrillo.it, ma di un post su Facebook. A titolo di precisazione e per vincere un po' l'ignoranza anche del collega Bonaccini, leggo testualmente quanto è riportato oggi sul blog: "Gli insulti al ministro Boschi comparsi su Facebook sono stati ricondotti dai giornali di regime a Beppe Grillo, al Movimento 5 Stelle, ai suoi attivisti. La realtà delle cose ci dice che questi insulti sono stati scritti da alcuni utenti Facebook la cui identità non è certificata. Per quello che si sa, possono essere stati scritti dagli stessi giornalisti che hanno fatto gli articoli o da esponenti del PD, come si ricorda essere già successo in passato" - quando degli esponenti del PD insultavano altri esponenti del PD per far finire sui giornali il Movimento 5 Stelle" - "I nominativi degli iscritti Facebook autori degli insulti, in gran parte cancellati, sono a disposizione del ministro Boschi qualora volesse attivare la Polizia postale per giungere alla loro identità ed agire per vie legali in tutela della sua reputazione". Credo che sia evidente la distanza tra gli insulti che ci sono stati e la pagina Facebook del signor Beppe Grillo.

Detto questo, procediamo al voto della legge.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.

Non ho più nessuno in dibattito generale. Sia l'assessore Marzocchi che l'assessore Bortolazzi hanno chiesto di poter concludere il dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire l'assessore Bortolazzi. Ne ha facoltà.

 

 

BORTOLAZZI, assessore: Grazie, presidente. Anch'io non voglio rubare molto tempo, ma credo che vada sottolineato un fatto: che questo è un progetto di legge corposo, consistente, che ha l'ambizione, ma non la presunzione - credo che sia importante questa piccola distinzione - di sistematizzare, di integrare, di valorizzare, di innovare e anche di responsabilizzare quello che c'è all'interno della Regione, e sappiamo che ci sono politiche in più Assessorati molto meritorie e anche molto attente alle politiche di genere, al rivolgersi anche al mondo esterno, che è il più variegato e anche il più sensibile, il più attento e anche il più arrabbiato tante volte.

È un progetto di legge che ha goduto di ampia discussione e di ampi spazi in cui era possibile il confronto e anche lo scontro; la presidente Mori lo sa, ci siamo confrontate, anche animatamente su alcuni punti, ma credo che proprio questa sia la forza della legge. Una legge che sicuramente andrà misurata sul campo perché nessuna legge è perfetta, bisogna poi verificarla, capire se ci sono cose, come ho detto anche in Commissione, da integrare, da smussare, quello lo vedremo, l'importante è che questo percorso giunga a compimento.

Sul discorso delle quote permettetemi un aneddoto personale. Io ero una di quelle, pure di provenienza da estrema Sinistra o Sinistra, che non credeva molto alle quote. Poi mi ricordo quando nell'altra legislatura fui eletta in Consiglio regionale ed ebbi l'impatto visivo di cosa significasse non avere una sorta di correttivo che consentisse anche alla donna di partecipare più agevolmente alla vita politica e istituzionale, della propria Regione: in questo caso, cinquanta Consiglieri di cui solo cinque donne, alcune nel listino. Credo che niente più di quello mi abbia convinto del fatto che assolutamente qualche correttivo andasse apportato e consentito anche alle donne di potersi esprimere indipendentemente dal fatto di dover sempre dimostrare due o tre volte più di un uomo, come ha detto qualcuno, quanto valgono. Per cui l'auspicio è che si possa arrivare anche a questo tipo di soluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Bortolazzi.

Ha chiesto di parlare l'assessore Marzocchi. Ne ha facoltà.

 

MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente. Anch'io non potevo esimermi prima di tutto dall'esprimere sentimenti di orgoglio, soddisfazione e riconoscenza per il grande lavoro fatto cercando di tenere insieme la parte della politica e la parte dell'esecutività, questo mi compete come Assessorato. Prima di tutto parto dal lavoro della Commissione. Questi anni di lavoro condiviso voglio sottolineare che sono stati anni che hanno testimoniato, nel lavoro tra l'Assessorato e le Commissioni, un grande equilibrio nel rapporto tra Assemblea e Giunta e voglio dirlo ai nostri colleghi, che lo sappiano anche se non sono stati direttamente coinvolti. Inoltre il lavoro della Commissione ha rappresentato anche la trasversalità del modo di lavorare e di come si affrontano le tematiche, che è proprio anche del mandato che ci siamo assunti come Giunta, quindi questa è una considerazione secondo me preziosa di questa esperienza di governo.

Questa legge secondo me ha dato casa, fatemelo dire da donna e madre di famiglia, alle iniziative in atto dando coerenza e identità ad una politica certamente vasta, così come è testimoniato anche dalla corposità della legge perché non sfugge a nessuno il numero degli articoli e l'ampiezza delle tematiche trattate. Una politica vasta, dicevo, però al contempo molto precisa e dedicata. Anche questo è un equilibrio importante e tengo a precisare che non è che si inventano le cose in questa legge; ho detto: "si dà casa", non: "si sostituiscono degli interventi". Si pensano gli interventi nuovi, ma intanto si dà coerenza a molte pratiche amministrative che questa Regione ha già messo in atto.

Come è accompagnata questa legge? Oggi approviamo la legge, dalla prossima settimana io faccio il giro dei territori per presentare le linee guida contro la violenza sulle donne. Quanta coerenza possiamo rappresentarci? Nel bilancio di quest'anno la Regione ha riservato una quota dedicata e aggiuntiva all'applicazione delle linee guida, quindi non è un proclama, è una linea politica sostenuta da interventi operativi. Questa legge dà dignità ad un rapporto consolidato di lungo tempo, prima profetico di anticipazione e poi di gestione condivisa, della presenza del terzo settore in questa Regione rappresentata dall'associazionismo, che in questa legge significativamente trova identità stabile in un ruolo di condivisione nella piena responsabilità e titolarità del sistema da parte dell'ente pubblico. Quindi è ancora il nostro stile, è una riproposizione di uno stile di lavoro. La trasversalità di questa legge riprende la trasversalità che noi stiamo applicando negli altri argomenti, come l'emancipazione, la presa in carico, il reinserimento.

L'antidiscriminazione che cita questa legge è sostenuta da delle linee guida di questa Regione che sono linee guida anche per l'antidiscriminazione di genere, quindi, stiamo attenti, questa legge ha un valore, certo, politico ampio, ma noi non facciamo della politica staccata dal concreto, vorrei sottolinearlo questo.

Le ultime due riflessioni riguardano il percorso di diritto e di giustizia fatto alle donne per quello che sta succedendo, che è dovuto, assolutamente dovuto. Si sanciscono dei percorsi di prevenzione che evitano quello che noi, nonostante tutti gli interventi, non riusciamo a frenare tutti i giorni, e poi si mette in fila e si favorisce il riconoscimento di percorsi di presa in carico immediata e poi di accompagnamento al reinserimento.

Io davvero volevo sottolineare, e mi pare però che gran parte degli interventi l'abbiano detto, il grande lavoro che è stato fatto, lungo, accompagnato, di partecipazione e il grande valore politico quando per politica si intende la politica degli obiettivi e la politica del fare che caratterizza il nostro operato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Marzocchi.

Chiudo definitivamente il dibattito generale, inizio con l'esame dell'articolo e degli emendamenti.

Prima di procedere, un'informazione all'Aula: ho parlato con i capigruppo riguardo allo svolgimento dei lavori, adesso procediamo con l'esame dell'articolato e degli emendamenti, quindi passeremo alle dichiarazioni di voto e alla votazione finale di questa legge; poi chiedo ai consiglieri di rimanere in Aula per poter svolgere l'atto amministrativo oggetto 5528, che riguarda il fondo sociale europeo, perché l'assessore Bianchi domani non potrà essere con noi in quanto sarà a Bruxelles, mentre gli altri oggetti, quindi le altre proposte di legge e gli altri atti amministrativi, li svolgeremo domani ed inizieremo alle 9.30 puntuali; non ci saranno question time ed interpellanze, per cui chiedo a tutti i consiglieri, e chiaramente ai capigruppo, di fare in modo di assicurare la presenza in Aula.

Passiamo all'articolato. Sono arrivate sedici proposte di emendamento: una è a firma del consigliere Manfredini, una è a firma del consigliere Casadei, quattordici sono a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

Gli scrutatori sono i consiglieri Paruolo, Moriconi e Bernardini.

Articolo 1 - Principi.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 1 è approvato.

Articolo 2 - Finalità.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 2 è approvato.

Articolo 3 - Definizioni.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 3 è approvato.

Articolo 4 - Rappresentanza paritaria nel sistema elettorale.

A questo articolo è stato presentato l'emendamento 3 a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

Apro il dibattito generale sull'articolo e sull'emendamento.

Ha chiesto di parlare la consigliera Mori. Ne ha facoltà.

 

MORI: Grazie, presidente. Intervengo per commentare gli emendamenti e dare un orientamento all'Aula, se possibile, in modo tale da poi correre spediti anche per assolvere gli altri lavori. Come prima questione, rispetto agli emendamenti proposti dal gruppo di Forza Italia, che ringrazio per il contributo che hanno voluto dare al testo, ho cercato di osservarli e partendo da questo, che va proprio nella direzione opposta alle speranze e agli auspici che la consigliera Noè faceva testé, io direi che invece è proprio nel cuore dell'attuazione dell'articolo 117 della Costituzione l'iniziativa di rappresentanza paritaria nei luoghi della decisione e della democrazia, quindi in Consiglio regionale, in questo senso, quindi, non possiamo certo essere favorevoli a questo emendamento. Ma anche gli altri emendamenti purtroppo si inseriscono in una modalità all'interno dei vari articoli che non tiene conto della maturazione anche uniforme dello sviluppo di una discussione che si è svolta nel lungo percorso che abbiamo tracciato questa mattina. Ad esempio, sul tema degli stereotipi, togliere la qualificazione degli stereotipi... che è stata per noi oggetto di approfondimento e anche di determinazione, perché poi non si possono chiedere azioni positive mirate e azioni concrete rendicontabili se si accettano termini generici e non puntuali sugli aspetti discriminatori di genere. Quindi, per queste considerazioni e per l'impossibilità di fare un lavoro che in qualche modo sia condivisibile rispetto al percorso effettuato, per quanto riguarda gli emendamenti del gruppo di Forza Italia siamo costretti, sono costretta a dare un parere non favorevole all'approvazione.

Invece per quanto riguarda l'emendamento a firma Manfredini, per la traduzione sostanzialmente all'articolo 30 dell'etichetta di "diversità" e "parità di genere", mi sembra assolutamente condivisibile; poi nei bandi che predisporremo ci penseranno i tecnici a formulare, semmai con le diciture internazionali appropriate, i criteri di partecipazione.

Così pure l'emendamento proposto dal consigliere Casadei è veramente un drafting che ci è sfuggito, nel senso che sviluppa in modo duplice una questione che si può sintetizzare in una frase, quindi è assolutamente approvabile e quindi il nostro orientamento è favorevole. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Mori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.

 

LEONI: Grazie, presidente. Intervengo per illustrare il primo emendamento e spiegare la ratio del nostro primo emendamento presentato. Come ho detto nel mio intervento, noi siamo favorevoli all'introduzione di correttivi paritari volti al perseguimento di una compiuta democrazia paritaria, però riteniamo che mettere in una legge che l'introduzione di questi correttivi debba essere fatta entro la scadenza di questa legislatura sia quantomeno una forzatura perché in una legge non si mette che "si fa una legge per fare un'altra legge". Sarebbe stato molto più normale fare un ordine del giorno che impegnava quest'Aula a darsi le modalità migliori per attuare questa cosa. E se domani mattina questa Assemblea si dimette, se tutti e cinquanta i Consiglieri si dimettono? Noi abbiamo una legge che è già contra legem in vigore, è una questione proprio tecnica, non è solo una questione politica. Noi diciamo che l'Assemblea, e secondo noi deve farlo, deve porre in essere questi correttivi, ma il modo tecnico con il quale è scritto questo articolo è un mezzo obbrobrio, lo dico sinceramente. Siamo anche d'accordo sul risultato da ottenere e questo è un emendamento chiaramente migliorativo.

Poi al relatore faccio notare che i nostri emendamenti ci vengono bocciati, però ce n'è uno che è proprio identico a quello del consigliere Manfredini, è diverso solo per una parola. Ho capito che c'è quella parola, però diventa alquanto difficile pensare che per il consigliere Manfredini - che è firmatario della legge e quindi evidentemente ha gli emendamenti migliori degli altri - si vedranno quelle che saranno le motivazioni scientifiche, europee eccetera, come ha detto prima, quando invece per il nostro emendamento questo non c'è, non viene fatto. Ma questo poco conta, avremo modo di parlarne dopo. In questo specifico caso davvero appare incredibile mettere in legge un obbligo da far attuare a quest'Aula e quindi mi chiedo davvero perché invece non sia stata scelta la banale, ma più appropriata, strada di un ordine del giorno che impegnava i lavori di questa Assemblea.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Leoni.

Non ho più iscritto nessuno per la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione.

Sostituisco il consigliere Bernardini con il consigliere Riva quale scrutatore insieme ai consiglieri Paruolo e Moriconi.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 4 è approvato.

Articolo 5 - Rappresentanza paritaria nelle società controllate.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 5 è approvato.

Articolo 6 - Rappresentanza paritaria diffusa.

Su questo articolo insiste l'emendamento 4 a firma dei consiglieri Leoni ed altri; essendo un emendamento soppressivo dell'intero articolo 6, quando sarà il momento della votazione, ai sensi dell'articolo 96, comma 2, del Regolamento interno, porrò in votazione il mantenimento del testo dell'articolo, quindi non l'emendamento. Chiedo ai consiglieri tutti di prestare attenzione alle procedure e a quello che stiamo votando perché ci sono alcune cose che sono complesse.

Apro il dibattito generale sull'articolo 6 e sull'emendamento 4 a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami Aimi, Lombardi e Bartolini. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, il mantenimento dell'art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 6 è approvato e l'emendamento 4 si intende respinto.

Articolo 7 - Educazione.

Su questo articolo insistono due emendamenti: l'emendamento 5 a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini, e l'emendamento 6 a firma degli stessi consiglieri.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro per dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 5, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 5 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 6, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 6 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 7 è approvato.

Articolo 8 - Cultura.

Su questo articolo insistono tre emendamenti: l'emendamento 7 a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini, l'emendamento 8 a firma sempre degli stessi consiglieri e l'emendamento 2 a firma del consigliere Casadei.

Apro il dibattito generale su articolo ed emendamenti. Nessuno chiede di intervenire.

Dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 7, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 7 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 8, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 8 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma del consigliere Casadei.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 8 così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 8 è approvato.

Articolo 9 - Linguaggio di genere e lessico delle differenze.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 9 è approvato.

Articolo 10 - Medicina di genere e cura personalizzata.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 10 è approvato.

Articolo 11- Rete dei servizi e presidi territoriali.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 11.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 11 è approvato.

Articolo 12 - Sport e qualità del tempo libero.

Su questo articolo insistono due emendamenti: l'emendamento 9 a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini, e l'emendamento 10 a firma degli stessi consiglieri.

Apro il dibattito generale sull'articolo 12 e sugli emendamenti. Nessuno chiede di intervenire.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 9, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 9 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 10, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 10 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 12 è approvato.

Articolo 13 - Violenza di genere.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 13.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 13 è approvato.

Articolo 14 - Centri antiviolenza.

Su questo articolo insiste l'emendamento 11 a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

Apro il dibattito generale su emendamento e articolo 14. Nessuno chiede di intervenire.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 11, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 11 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 14.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 14 è approvato.

Articolo 15 - Case rifugio e soluzioni abitative temporanee.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 15.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 15 è approvato.

Articolo 16 - Rete regionale integrata di prevenzione e contrasto alla violenza di genere.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 16.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 16 è approvato.

Articolo 17 - Piano regionale contro la violenza di genere e linee di indirizzo per l’accoglienza.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 17.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 17 è approvato.

Articolo 18 - Funzioni di osservatorio regionale e monitoraggio permanente sulla violenza di genere.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 18.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 18 è approvato.

Articolo 19 - Formazione regionale.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 19.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 19 è approvato.

Articolo 20 - Interventi per uomini maltrattanti.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 20.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 20 è approvato.

Articolo 21 - Interventi per minori testimoni di violenza di genere.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 21.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 21 è approvato.

Articolo 22 - Interventi per la prevenzione dei fenomeni della tratta e della riduzione in schiavitù.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 22.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 22 è approvato.

Articolo 23 - Interventi per la prevenzione del fenomeno dei matrimoni forzati.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 23.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 23 è approvato.

Articolo 24 - Interventi per la prevenzione del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 24.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 24 è approvato.

Articolo 25 - Misure per la sicurezza urbana.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 25.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 25 è approvato.

Articolo 26 - Costituzione di parte civile.

A questo articolo è stato presentato l'emendamento 12 a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

Apro il dibattito generale sull'emendamento e sull'articolo 26. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 12, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 12 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 26.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 26 è approvato.

Articolo 27 - Misure per la crescita equa ed inclusiva.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 27.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 27 è approvato.

Articolo 28 - Organizzazione del lavoro, reclutamento e gestione del personale regionale.

Su questo articolo insistono due emendamenti, l'emendamento 13 e l'emendamento 14, entrambi a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Bartolini, Lombardi e Aimi.

Apro il dibattito generale sui due emendamenti e sull'articolo 28. Nessuno chiede di intervenire.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 13, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Bartolini, Lombardi e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 13 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 14, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Bartolini, Lombardi e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 14 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 28.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 28 è approvato.

Articolo 29 - Disciplina e condivisione della responsabilità paritaria nei luoghi di lavoro.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 29.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 29 è approvato.

Articolo 30 - GED (Gender Equality and Diversity Label).

Su questo articolo insistono due emendamenti: l'emendamento 1 a firma del consigliere Manfredini e l'emendamento 15 a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bartolini, Bignami, Lombardi e Aimi.

Apro il dibattito generale sui due emendamenti e sull'articolo 30. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Ha chiesto di intervenire il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.

 

LEONI: Grazie, presidente. Presidente, visto che il relatore ha già detto che darà parere positivo all'emendamento del consigliere Manfredini, ritiro il mio, che sostanzialmente, seppure con un errore grammaticale, voleva dire esattamente la stessa cosa.

 

PRESIDENTE (Costi): Ringrazio il consigliere Leoni per il semplice motivo che infatti, se fosse passato l'emendamento 1, non sarebbe comunque stato ammesso l'emendamento 15. L'emendamento 15, quindi, è ritirato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma del consigliere Manfredini.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 30 così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 30 è approvato.

Articolo 31 - Imprenditoria femminile e professioni.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 31.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 31 è approvato.

Articolo 32 - Dimissioni in bianco e approccio discriminatorio sul lavoro.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 32.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 32 è approvato.

Articolo 33 - Strategia per la conciliazione e l’armonizzazione.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 33.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 33 è approvato.

Articolo 34 - Discriminazione dell’immagine femminile.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 34.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 34 è approvato.

Articolo 35 - Relazioni globali per la parità.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 35.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 35 è approvato.

Articolo 36 - Bilancio di genere.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 36.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 36 è approvato.

Articolo 37 - Statistiche di genere.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 37.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 37 è approvato.

Articolo 38 - Tavolo regionale permanente per le politiche di genere.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 38.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 38 è approvato.

Articolo 39 - Area d’integrazione del punto di vista di genere e valutazione del suo impatto sulle politiche regionali.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 39.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 39 è approvato.

Articolo 40 - Piano interno integrato delle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere.

Su questo articolo insiste l'emendamento 16 a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Bartolini, Lombardi ed Aimi.

Apro il dibattito generale su emendamento e articolo 40. Nessuno chiede di intervenire.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 16, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 16 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 40.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 40 è approvato.

Articolo 41 - Centro regionale contro le discriminazioni.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 41.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 41 è approvato.

Articolo 42 - Conferenze delle elette.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 42.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 42 è approvato.

Articolo 43 - Clausola valutativa.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 43.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 43 è approvato.

Articolo 44 - Norma transitoria.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 44.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 44 è approvato.

Articolo 45 - Norma finanziaria.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 45.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 45 è approvato.

A questo punto, poiché abbiamo approvato tutto l'articolato, apro la dichiarazione di voto da parte dei gruppi. Come sapete, si può intervenire per dichiarazione di voto solo ed esclusivamente uno per gruppo, eccetto che non ci sia una difformità nel voto.

Ha chiesto di parlare la capogruppo Pariani. Ne ha facoltà.

 

PARIANI: Grazie, presidente. Prima di tutto intervengo per ringraziare del lavoro svolto la presidente Mori e tutta la Commissione Pari opportunità, la Giunta, gli Assessorati, l'Assessorato alla parità, che hanno svolto un confronto serrato con la Commissione per arrivare all'approvazione di questa legge.

Noi abbiamo molto voluto questa legge e l'abbiamo voluta per i contenuti e per le modalità con cui siamo arrivati a costruire un impianto normativo di sostegno alle azioni di parità e contro la discriminazione di genere. Linee che già questa Regione aveva messo in atto, ma che la forza di questa legge arricchisce, consentendo di dare alle azioni che l’Emilia-Romagna svolge una capacità di pervenire ad un risultato concreto che è ora certamente rafforzata.

In più io dico che noi abbiamo un obiettivo e a me dispiace che questo obiettivo di fondo da alcuni gruppi non sia stato colto. La storia dimostra che solo l'avanzare dei diritti delle donne e l'arretrare delle azioni di discriminazione di genere, il combattere la violenza alle donne, consente un'evoluzione per tutti dell'avanzamento dei diritti sostanziali sociali, collettivi ed individuali, e chiedo che qualcuno mi smentisca in questa affermazione. Gli ultimi due secoli lo dicono in maniera molto chiara. Le vicende che oggi nel mondo vedono ancora pesanti discriminazioni alle donne nelle culture, nei regimi giuridici, provengono da quelle realtà dove la libertà sostanziale per tutti è negata.

Allora io credo che noi ci dobbiamo domandare: nella ricca, nell'evoluta Emilia-Romagna, in una delle prime regioni d'Europa, era necessario ribadire che ci sono diritti sostanziali ancora non esigibili da parte delle donne? Sì, era necessario, ce lo dicono i numeri, e abbiamo la necessità di essere una realtà territoriale che - avendo la più alta partecipazione al lavoro delle donne - non veda più le donne discriminate nei ruoli apicali. Quanti rettori, quanti direttori di presidi ospedalieri, quanti magistrati apicali donne ci sono in questa regione che da oltre vent'anni vede oltre il 60 per cento di partecipazione delle donne al lavoro, che vede più donne laureate degli uomini ogni anno, all'interno delle nostre Università? Ecco, questi numeri ci dicono che i diritti sostanziali hanno bisogno di un regime giuridico-normativo che acceleri rapidamente questo processo, in un paese, il nostro, che è più arretrato di noi. Prima questione.

Seconda questione. Era necessario vedere riconosciuta una legge sulla violenza alle donne che nominasse la violenza con il suo nome: la violenza assistita dai minori, la tratta, le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati; ci sono nella nostra regione e noi dobbiamo combatterli, sono fenomeni odiosi. Era necessario costruire le condizioni per un lavoro integrato di tutte le realtà affinché si superino quelli che sono elementi ancora oggi di discriminazione. Da questo punto di vista, e lo dico come una battuta, cari colleghi uomini di quest'Aula, siate lieti se nella prossima legge elettorale regionale e nella prossima tornata elettorale ci saranno obblighi di quote femminili e la doppia preferenza di genere, così vi libereremo in quest'Aula dall'obbligo della giacca!

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Pariani, capogruppo del Partito Democratico.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini, capogruppo della Lega Nord. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Come diceva la collega Pariani, sulla discriminazione non ci sono dubbi sulla sua esistenza, come sulla violenza. Io l'ho detto anche questa mattina nel mio breve intervento. I ringraziamenti chiaramente sono dovuti per chi ha lavorato su questa legge, che ha avuto dei momenti veramente violenti in certi passaggi, perché chi ha avuto, adesso posso dire, anche il coraggio... perché una volta me la sono presa anche con la Presidente, ho detto: ma, Presidente, possibile che tutti i venerdì dobbiamo parlare di questa parità delle donne?! Siamo d'accordo, andiamo avanti! Invece no, abbiamo continuato. Abbiamo ricevuto qua, in questa sede, dove noi di solito facciamo le Commissioni (i commessi hanno buttato via tutti i tavoli e hanno messo le sedie, sembrava di essere al cinema) relatori, abbiamo ascoltato tutti, dal volontariato a quelle politicizzate, tutti, li abbiamo ascoltati tutti. Se non bastasse, è stata fatta anche una visita sul territorio, in ogni Provincia siamo andati a vedere e a capire di cosa avevano bisogno e quali erano le necessità per cercare di fare questa legge.

È una legge veramente molto elaborata, io l'ho detto anche questa mattina, fin troppo corposa e troppo piena di principi sulla carta. Adesso la sfida è trasformare questi principi in fatti concreti, questa è la sfida che noi abbiamo. E mi sta bene anche il fatto, come ho detto questa mattina, che ci sia un controllo tra tre anni, un tempo abbastanza lungo perché è una cosa nuova. E io spero e auspico che abbiamo fatto una legge da cui anche le altre Regioni prendano esempio perché questa legge è stata veramente sudata perché tutto è stato molto valutato, molto discusso. Ma si discute e si valuta quando uno è presente, non quando nessuno è presente e poi oggi mi sento dire che bastava fare questo per modificare questo e che non c'era bisogno di eccetera, perché allora dico: qui abbiamo sbagliato tutto allora, era meglio se magari qualche venerdì mi facevo un po' di fatti miei. Ma io l'ho fatto volentieri, ho brontolato, ma l'ho fatto volentieri e lo ritornerei a fare.

Noi saremo attenti, vigili e attenti che quello che abbiamo scritto venga veramente tradotto in fatti concreti. La mia preoccupazione è che ci abbiamo messo tantissima di quella roba qua dentro che io sarei contento onestamente, lo dico magari fuori dai microfoni, se anche un 70 o un 80 per cento di quello che abbiamo scritto si traducesse in fatti concreti, che sarebbe un risultato a mio parere ottimo, ottimo da raggiungere.

Chiaramente il mio voto sarà favorevole e lo darò con grande soddisfazione anche proprio per aver contribuito sia nel dibattito che nei lavori a questa realizzazione che io intendo come una necessità per una categoria che ha sempre avuto delle discriminazioni e una categoria che è sempre stata violentata.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini, capogruppo della Lega Nord.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bazzoni, capogruppo di Forza Italia. Ne ha facoltà.

 

BAZZONI: Grazie, presidente. Il trattato dell'Unione all'articolo 3 recita: "L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze". Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo e non dalla discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra uomini e donne. Questa è sicuramente la volontà e il sentimento che pervade tutti gli eletti di questa Assemblea legislativa. Il grande dramma di questa proposta di legge, però, è che è diventata una proposta di legge ridondante, talmente prolissa da diventare in alcune sue parti pesante, un macigno (vedi il Titolo X), talmente ridondante nella foga di genere che è caduta in fraintendimenti con preposizioni poco felici, che, se lette in un certo modo, sembrano tornare indietro rispetto a delle pietre miliari nella difesa delle donne, come nell'articolo 3 della proposta di legge quando si statuisce al comma 2 il raggiungimento della parità giuridica, oppure quando nel Titolo V, articolo 13, comma 1, lettera b), si scrive: "riconosce la violenza alle donne come fenomeno sociale e culturale", che sembra tornare indietro anche rispetto alla legge 66/1996 che finalmente sanciva come lo stupro fosse un reato contro la persona e non un reato contro la moralità pubblica e il buoncostume. Talmente tanto prolissa da rimanere schiacciata sotto tavoli, tavolini, conferenze e rimanere imbrigliata nelle reti; talmente tanto ampollosa da far annegare nella propaganda veterofemminista quanto di buono contiene (vedi gli articoli 8 e 9); talmente tanto pletorica, in un'Italia che annega nella burocrazia, che rischia di farci annegare anche nella burocrazia di genere; talmente retorica da cadere in forzature al limite del fondamentalismo di genere (articolo 12, comma 2); talmente eccessiva da prevaricare altri principi fondamentali, come l'appropriatezza delle cure, piegandoli forzatamente ad una visione di genere.

C'è poi la parte dedicata alla cooperazione internazionale (articolo 35) che dà il senso di come non ci si è fatti mancare nulla, di come si è scivolati nel solito e concretissimo modello emiliano-romagnolo del PD. Si è confezionata la legge quadro di leggi quadro, si è fotografato l'esistente per ritagliare alla Regione uno spazio perché i diritti umani sono sanciti dalle costituzioni e nei trattati e le misure per dare sollievo alle persone sono affidate ai comuni e ai loro servizi sociali. La legge regionale, oltre a fare da bandiera, tutto al più serve come linea d'impegno di risorse regionali e come movimento di propulsione di sintesi ed esperienze. La sua pochissima concretezza la si evince anche dalla scheda tecnico-finanziaria.

Noi preferiamo approcci più pratici, più vicini alle persone, più vicini alle donne. In questo senso sarebbe per noi più importante la redazione di un libro bianco di buone pratiche nell'assistenza delle donne vittime di violenza, nella realizzazione del "codice rosa", nell'assistenza alle famiglie monoparentali in difficoltà. A questo proposito annuncio che presenteremo un progetto di legge che prevede, sulla scorta dell'esperienza trentina, una misura fattiva nei confronti di genitori e famiglie in difficoltà a causa delle frequenti liti sul mantenimento dei figli, che vede spesso le donne in gravi difficoltà e vittime.

Noi preferiamo lo stile e la chiarezza della "Strategia europea per la parità tra donne e uomini 2010-2015", un programma di lavoro con alcuni obiettivi difficili da conseguire, ma semplici nel loro significato, talmente tanto semplici e percepibili che non possono non essere condivisi: 1) l'indipendenza economica delle donne; 2) pari retribuzioni; 3) parità nel processo decisionale; 4) dignità, integrità e fine della violenza nei confronti delle donne; 5) parità tra donne e uomini nelle azioni esterne; 6) questioni trasversali.

Infine di questa proposta di legge salviamo: le misure di tutela a favore delle donne che hanno subito violenza, salviamo il "codice rosa", il contrasto ai matrimoni forzati, gli interventi per la prevenzione del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, il contrasto alle dimissioni in bianco, gli interventi per i minori testimoni di violenza di genere, l'opportunità della Regione di costituirsi parte civile, le misure per la sicurezza urbana, le misure per la conciliazione di tempi di vita e di lavoro.

Siamo onestamente dispiaciuti, perché se questa proposta di legge si fosse spogliata, sfrondata di tante parti onestamente superflue, per concentrarsi con forza sulle questioni riportate appena sopra, noi l'avremmo votata con adesione e convinzione. Oggi siamo costretti a votare contro storditi da un'ampollosità eccessiva, da una struttura che aspira ad essere un progetto di legge omnibus con il grande difetto di essere quasi del tutto privo di efficacia.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bazzoni.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, oggetto 5534, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Favorevoli

 

32

Contrari

 

3

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante: «Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere.»

Ringrazio davvero questa Assemblea per il livello e la qualità degli interventi di tutti, sia di minoranza che di maggioranza, perché devo dire che veramente è stata una pagina, credo, importante per la storia di questa nostra Assemblea. Grazie.

 

(Applausi)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Costi): Ora, come vi avevo detto prima, chiedo all'Aula di poter affrontare subito l'oggetto 5528.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'inversione dell'ordine dei lavori.

 

(È accolta all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'inversione è accolta.

Possiamo passare alla trattazione dell'oggetto 5528.

 

OGGETTO 5528

Delibera: «Programma Operativo della Regione Emilia-Romagna. Fondo Sociale Europeo 2014/2020.» (Proposta della Giunta regionale in data 28 aprile 2014, n. 559) (163)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport" ha espresso parere favorevole nella seduta dell’11 giugno 2014 con la seguente votazione: 23 voti a favore, nessun contrario, 10 astenuti.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Apro il dibattito generale. Ha chiesto di parlare il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.

 

PAGANI: Grazie, presidente. Il Programma operativo della Regione Emilia-Romagna che delinea per i prossimi sette anni la strategia e la ripartizione delle risorse del Fondo sociale europeo è incentrato sullo sforzo per sostenere l'occupazione, la competitività, l'inclusione sociale dei nostri territori e delinea le scelte politiche che principalmente vanno ad investire sulle persone, sui cittadini della nostra regione, sul patrimonio umano, sulle competenze delle persone e sulle competenze, quindi, delle nostre comunità.

Prima di addentrarmi nella descrizione del Programma operativo del Fondo sociale europeo 2014-2020, approvato dalla Giunta regionale e discusso ampiamente all'interno delle Commissioni, vorrei sottolineare il quadro politico di riferimento, la direttiva dell'Unione europea, che sono la premessa a queste scelte, e il contesto socio-economico che fa da sfondo alle scelte programmatiche della Regione Emilia-Romagna. Il Fondo sociale europeo rappresenta per l'Unione uno dei motori di Europa 20-20-20, la strategia avviata nel 2010 che intende rilanciare l'Europa attraverso le tre priorità che più di una volta abbiamo sottolineato in quest'Aula e che sono state enunciate anche nei diversi piani di sviluppo della Regione, le tre crescite: la crescita intelligente per un'economia basata sulla conoscenza, la crescita sostenibile per un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più ambientalista, e la crescita inclusiva capace di un più alto tasso di occupazione e che favorisca inclusione e coesione sociale. Vale la pena inoltre ricordare i cinque obiettivi che l'Unione europea aveva posto all'attenzione di tutti gli Stati membri: Il raggiungimento del 75 per cento della popolazione occupata tra i 30 e i 64 anni, la destinazione del 3 per cento del prodotto interno lordo dell'Unione europea agli interventi sulla responsabilità sociale, i traguardi del 20-20-20 per le emissioni, la riduzione del 20 per cento dei gas serra, il risparmio energetico, e inoltre la riduzione del tasso di abbandono scolastico al 10 per cento e l'impegno a ridurre di circa 20 milioni le persone che devono uscire dal rischio di povertà.

Rispetto a questi dati è opportuno che noi ricordiamo come è posizionata la nostra regione. Certo, rispetto agli obiettivi la nostra regione si posiziona molto meglio della media italiana, meglio anche della media delle regioni del centro-nord del nostro paese, ma ancora distante per certi aspetti dai parametri complessivi indicati dall'Unione europea. Voglio citare alcuni dati che testimoniano della dinamicità della nostra regione, ma anche delle criticità che sono ancora presenti sul territorio regionale e delle difficoltà dovute alla crisi economica che da oltre cinque anni attanaglia la nostra regione. La popolazione della regione è aumentata, un aumento importante di circa l'11,9 per cento, aumento dato dall'importante immigrazione di popolazione straniera; vorrei ricordare che senza l'aumento di questa popolazione immigrata, l'aumento percentuale della popolazione sarebbe solamente dello 0,2 per cento. Il prodotto interno lordo della nostra regione rimane all'interno della media annua, attorno al 2,6 per cento, con un dato importante per quanto riguarda il dato complessivo del nostro paese, anche se precedentemente alla crisi si aumentava a delle cifre molto più importanti.

C'è da riscontrare come sfondo dentro cui si colloca la programmazione europea per i sette anni futuri del Fondo sociale europeo un invecchiamento della popolazione che non è compensato del tutto dalla componente straniera di immigrazione e questo dato della popolazione straniera, che al primo gennaio 2012 rappresentava circa 530.000 unità nel nostro paese, con una prevalenza di popolazione giovanile immigrata percentualmente superiore ai giovani cosiddetti autoctoni, che evidenzia anche, cosa emersa all'ultimo convegno fatto dall'assessore Bianchi e dal suo Assessorato, rispetto alla situazione dell'abbandono scolastico e delle difficoltà dei giovani nella nostra regione, una difficoltà per le giovani generazioni, sia di prima che di seconda generazione degli immigrati, rispetto alla percentuale più alta della loro presenza tra gli abbandoni scolastici e gli insuccessi scolastici stessi.

Il reddito familiare è ancora elevato, ma si registra un'aumentata quota di famiglie a livello regionale che vive in condizioni di deprivazione materiale, come è aumentata la quota di famiglie nelle quali nessuno lavora o percepisce una pensione, i cosiddetti vulnerabili o la zona grigia, gli invisibili, in un qualche modo, per tanti anni ai nostri servizi sociali, e il drammatico tasso di disoccupazione. Dico drammatico perché pur non essendo ai livelli dell'intero paese, raggiunge delle cifre mai raggiunte nella nostra regione: nel 2008 era al 3,2 per cento, nel 2012 eravamo al 7,1 per cento. Dentro a questa disoccupazione l'aspetto importante, per collegarmi alla legge che abbiamo votato poc'anzi, è come le donne pagano maggiormente rispetto agli uomini la situazione della crisi dal punto di vista occupazionale, così come il tasso di disoccupazione giovanile è attorno al 26,5 per cento per i giovani fino ai 24 anni. E poi c'è un dato importante, che parlando di Fondo sociale europeo non possiamo non tenere presente dicendo prima che questo era un intervento decisivo su questa fascia di popolazione in particolare, cioè i giovani: è il dato dell'incremento dei cosiddetti NEET (sono oltre 112.000 nella nostra regione i ragazzi tra i 15 e i 29 anni cosiddetti inattivi, non inseriti in un nessun percorso, né scolastico, né formativo, né in nessuna attività di carattere professionale), che sono coloro che sono poi maggiormente intrappolati all'interno di una marginalità, di un rischio di esclusione sociale.

Credo che tutti i colleghi presenti abbiano chiaro (ne abbiamo discusso ripetutamente, non solo in quest'Aula, ma anche nella Commissione che io ho l'onore di presenziare) il dato dell'aumento del tasso di mobilità così come delle ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria e in deroga, che ha raggiunto delle cifre impressionanti: nel 2010 avevamo 118 milioni di ore che sono scese a 92 milioni di ore di cassa integrazione nel 2012, che rappresentano circa 50.000 unità standard di lavoro.

Finisco con il dire che al di là dell'elemento assolutamente positivo che sono i dati riferiti ai servizi per l'infanzia 0-3 anni, dove possiamo dire che la nostra regione ha già raggiunto gli obiettivi indicati dalla strategia Europa 20-20-20, rimane un dato su cui riscontriamo, con l'impegno assunto in questi anni dall'Assessorato rispetto alla lotta all'abbandono scolastico e all'insuccesso scolastico, con le politiche che sono state attuate di rapporto virtuoso tra mondo del lavoro e della formazione e mondo dell'istruzione, rimane un dato finale su cui riscontriamo che abbiamo la necessità di continuare a riflettere, di continuare ad agire: si è ridotta la quota di giovani senza titolo di studio, con la sola licenza media, è aumentata la quota di coloro che hanno raggiunto un titolo di studio terziario di laurea e di post laurea, ma nonostante questo siamo ancora al di sotto di quella che è la media europea. Voglio citare il rendiconto che l'Assessorato ha fatto nel Quarto quaderno dell'Assessorato sulla dispersione scolastica, che segnala come l'istruzione superiore sia ancora accompagnata da tassi elevati di insuccesso, oltre il 38 per cento arriva al titolo di studio con dei ritardi, i tassi di dispersione scolastica sono ancora alti anche se in calo, e mentre diminuisce il tasso di abbandono scolastico, si evidenzia la diminuzione delle competenze acquisite, in particolare negli istituti professionali, fattore che diventa elemento di allontanamento delle prospettive di occupabilità in un conteso già difficile come quello segnato dalla crisi.

È in questo quadro e in questo contesto, che presenta, come abbiamo visto, alcune forti criticità, ma anche alcuni aspetti positivi, che si richiedono forti interventi, in particolare sulla disoccupazione giovanile, i problemi legati alla mobilità, ma anche i temi dell'integrazione. Qui si inseriscono le risorse del Fondo sociale europeo, 786 milioni complessivi, a cui si aggiungono 74 milioni della "Garanzia giovani". E vorrei ricordare come questo investimento, questo impegno programmatico della Regione Emilia-Romagna si caratterizzerà all'interno di una tradizione virtuosa che vede questa Regione avere un pieno utilizzo dei fondi del sessennio precedente, a differenza di altre Regioni, della piaga vergognosa che le caratterizza con il sottoutilizzo delle risorse europee. Ebbene, la nostra Regione ha un pieno utilizzo delle risorse del sessennio 2007-2013.

La programmazione precedente ha visto la Regione Emilia-Romagna con una disponibilità finanziaria pari a 847 milioni interamente impegnati e spesi. Tali risorse, che indicativamente si replicano con la programmazione nuova, sono state totalmente impegnate. La programmazione 2014-2020 ha quindi l'obiettivo primario di accompagnare all'uscita dalla crisi che ha coinvolto la regione ed il paese dal 2008 e costruire percorsi e ipotesi di crescita e uno sviluppo sostenibile della società emiliano-romagnola fondato prima di tutto sui diritti di tutti i cittadini. La programmazione del Fondo sociale europeo prende avvio a partire dal "Sistema ER Educazione-Ricerca-Emilia-Romagna", un'infrastruttura regionale formativa fondata su specializzazione e complementarietà, sull'integrazione dei soggetti formativi e sulla collaborazione con le imprese, sulla capacità di fare progetti in sinergia per investire risorse nell'accompagnamento delle persone, nella transizione tra formazione e lavoro, nel passaggio da un lavoro all'altro per fare crescere nel mercato del lavoro, fare uscire dalla vulnerabilità, dalla precarietà e ridare fiducia a una popolazione, in particolare quella dei giovani, che in parte vive adagiata, senza speranza, e tentare di rimetterli in pista.

Due sono gli obiettivi della strategia: garantire a tutti pari diritti di acquisire competenze, conoscenze ampie ed innovative per crescere e per poter esprimere meglio la propria intelligenza e la propria creatività e il proprio talento, e creare un sistema generativo di relazioni - generativo di relazioni - tra offerta formativa e fabbisogni di crescita e qualificazione del capitale umano.

In questo quadro credo che vada riconosciuto che molte delle attività e delle architetture istituzionali già sperimentate in questi anni in regione rappresentano un'importante base di partenza su cui continuare ad investire. Faccio qui riferimento al sistema formativo regionale e alle sue connessioni con il sistema delle imprese, la rete politecnica, l'alta formazione, gli sbocchi aperti per un raccordo con il mercato del lavoro. Questa è anche la base che ci ha permesso di partire puntualmente il primo di maggio tra le prime Regioni in Italia con il progetto "Garanzia Giovani". Da questi dobbiamo ripartire per qualificare sempre più il sistema formativo regionale, per rafforzare ulteriormente il raccordo tra formazione e lavoro attraverso anche tirocini, per affrontare in modo mirato tutta l'emergenza occupazionale, per riorganizzare i centri per l'impiego e i servizi in rete per il lavoro, aprire ulteriormente alla dimensione internazionale non solo il sistema dell'istruzione, ma anche il sistema della formazione professionale per rafforzare e razionalizzare gli interventi volti all'inclusione, in particolare verso le persone in condizioni di svantaggio, marginalità, rischio di esclusione sociale, per promuovere, infine, processi di integrazione e collaborazione tra soggetti istituzionali e non per un'azione integrata nella programmazione di interventi per l'occupazione superando le frammentazioni. I tre principi orizzontali in cui tutta la programmazione dovrà essere coordinata sono appunto lo sviluppo sostenibile, la lotta alle discriminazioni, le pari opportunità tra uomo e donna per favorire la piena partecipazione delle donne, che più di tutti hanno pagato sul piano occupazionale questa crisi sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

È a partire da questi elementi che si delinea la strategia dell'Emilia-Romagna sul Fondo sociale europeo, strategia che, va detto, ha visto la nostra Regione compiere una scelta politica che la colloca tra le poche Regioni italiane che hanno deciso di destinare al Fondo sociale europeo, nel riparto complessivo delle risorse tra FSE e FESR, una percentuale del 62 per cento dei fondi strutturali complessivi assegnati, a testimonianza di una scelta di grande investimento prioritario sulle persone nella consapevolezza che la ricchezza di una regione è fatta dalle persone che la abitano, dal capitale umano, dalle relazioni, dalle competenze, dalle comunità. Tutto ciò a conferma di come la Regione Emilia-Romagna intenda affrontare il periodo programmatorio 2014-2020 per raggiungere in quell'attenzione gli obiettivi di Europa 20-20-20.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pagani.

Non ho nessun iscritto a parlare, quindi la parola per chiudere il dibattito generale all'assessore Bianchi, che ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Non posso aggiungere nulla alla relazione dettagliatissima del presidente Pagani. Volevo soltanto rivolgere un ringraziamento alla Commissione V, al suo presidente e a tutti i commissari per il lavoro intensissimo che abbiamo fatto. Siamo giunti a questo atto dopo un dialogo sociale intensissimo, che ha coinvolto tutte le parti sociali, che ha coinvolto tutto il mondo della scuola e della formazione, che ha coinvolto tutte le comunità locali. Ancora una volta grazie a tutti e grazie ancora una volta a questa Assemblea.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Bianchi.

Apro per dichiarazione di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Noi riteniamo assolutamente apprezzabile il lavoro dell'assessore Bianchi e ho ascoltato anche la relazione del presidente Pagani che ringrazio. Tutto ciò che va nel senso delle politiche strategiche della Regione, tutto ciò che va, come, appunto, i fondi, le risorse, nella formazione professionale, nel reinserimento per il lavoro, nella riqualificazione, per i giovani certamente non ci può che vedere sotto questo aspetto dare un giudizio positivo. A volte però, assessore, non voglio arrampicarmi sui vetri, ma il timore che vi sia un po' di difficoltà che i finanziamenti europei arrivano fino all'ultimo dei cittadini, per l'intervento di enti, organismi intermedi, istituti e quant'altro, ci fa dire e ci fa indicare alla Giunta di fare in modo che ci sia molta comunicazione, molta trasparenza, molta pubblicizzazione, perché spesso non tutti i destinatari finali, che non sono inseriti in questo circuito che chiamerei virtuoso, possono alla fine arrivare ad accedere a questo lavoro, e quindi alle risorse e quindi ai benefici verso cui va sicuramente questo riparto, questo stanziamento, questa scelta e questo impegno che noi le riconosciamo, assessore. Quindi da un lato ho messo in evidenza la luce di questo provvedimento, dall'altro qualche riserva, ma sempre in chiave costruttiva, che ci porterà a dare, nell'attesa di vedere le ricadute effettive, un'astensione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.

Non ho più nessun iscritto in dichiarazione di voto.

Nomino scrutatore il consigliere Pollastri in sostituzione del consigliere Riva e sostituisco anche il consigliere Paruolo con il consigliere Mumolo. La consigliera Moriconi è presente.

Si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5528.

 

(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Costi): L'Assemblea approva.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Costi): Chiedo ai colleghi consiglieri, visto che non sono ancora le ore 18, di poter prendere in esame anche l'oggetto 5608.

Metto pertanto in votazione, per alzata di mano, l'inversione dell'ordine del giorno.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'inversione è accolta.

Possiamo passare a trattare l'oggetto 5608.

 

OGGETTO 5608

Delibera: «Approvazione del documento "Strategia regionale di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente".» (Proposta della Giunta regionale in data 14 aprile 2014, n. 515) (164)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Politiche economiche" ha espresso parere favorevole nella seduta del 19 giugno 2014, apportando modifiche al testo, con la seguente votazione: 26 voti a favore, nessun contrario, 11 astenuti.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Su questo punto è stato presentato un emendamento, è già stato distribuito, proposto dall'assessore Vecchi.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1 a firma dell'assessore Luciano Vecchi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 1 è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5608 così come emendato.

 

(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Costi): L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 5591

Delibera: «Approvazione del rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2013. Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014-2016, assestamento e primo provvedimento di variazione dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 26 maggio 2014, n. 756) (165)

(Approvazione)

 

OGGETTO 5592

Relazione, per l'anno 2013, sull'attività dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell'art. 12, comma 4 bis, della L.R. 29/95.

(Abbinata)

 

PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 17 giugno 2014 con la seguente votazione: 22 voti a favore, nessun contrario, 5 astenuti.

Apro il dibattito generale su entrambi gli oggetti. Nessuno chiede di intervenire.

Apro la dichiarazione di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5591.

 

(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Costi): L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 5584

Delibera: «Modifica al Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 4 luglio 2013, n. 5, approvato con delibera dell’Assemblea legislativa n. 154 dell'11 marzo 2014.» (Proposta della Giunta regionale in data 26 maggio 2014, n. 744) (166)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Politiche per la Salute e Politiche sociali" ha espresso parere favorevole, apportando correzioni meramente materiali, nella seduta del 17 giugno 2014 con la seguente votazione: 38 voti a favore, nessun contrario, nessun astenuto.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5584.

 

(L'Assemblea, all'unanimità dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Costi): L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 5470

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Legge di semplificazione della disciplina regionale in materia di volontariato, associazionismo di promozione sociale, servizio civile. Istituzione della giornata del cittadino solidale» (92)

(Relazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Il testo n. 2/2014 è stato licenziato dalla Commissione "Politiche per la Salute e Politiche sociali" nella seduta del 3 giugno 2014 con il titolo: "Legge di semplificazione della disciplina regionale in materia di volontariato, associazionismo di promozione sociale, servizio civile. Istituzione della giornata della cittadinanza solidale".

È composto da 48 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

Il relatore della Commissione, consigliere Valdimiro Fiammenghi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

La parola al consigliere Fiammenghi per la relazione.

 

FIAMMENGHI, relatore: Grazie, presidente. Il progetto di legge va collocato nel contesto di piena attuazione della legge n. 2/2003 e del Piano sociale sanitario e al contempo nel percorso di revisione e innovazione del sistema di welfare regionale in materia di valorizzazione del volontariato, dell'associazionismo e della cittadinanza attiva.

In premessa vorrei evidenziare questo aspetto di organicità dei diversi provvedimenti che la Regione ha assunto e sta assumendo, i quali concorrono a definire e ad innovare il sistema.

La legge n. 12/2013 ha riordinato il sistema della gestione pubblica dei servizi chiarendo il ruolo degli enti locali e delle aziende di servizi alla persona e definendo la governance a livello locale. Con la legge n. 2/2014 abbiamo riconosciuto e sostenuto il ruolo dei caregiver, volontari che gratuitamente all'interno del sistema sempre più diffusamente si prendono cura di persone non autosufficienti o che comunque non sono in grado di prendersi cura di sé.

Sempre in questo contesto e sempre nell'ottica innovativa di valorizzare un nuovo modo di fare welfare, la Giunta sta affrontando il tema dei rapporti fra pubblica amministrazione e terzo settore attraverso la definizione di linee guida condivise con tutte le rappresentanze con l'intento di attuare quanto la legge 2/2003 e il Piano sociale sanitario prevedevano attraverso la realizzazione di patti di solidarietà territoriali.

Un approfondimento specifico si sta inoltre compiendo per regolamentare i rapporti economici tra pubblica amministrazione e terzo settore, declinando con maggiore chiarezza quanto previsto oggi dalla normativa nazionale e regionale, responsabilizzando tutti i soggetti che gestiscono servizi nell'assolvimento della funzione pubblica nei confronti dei cittadini. Accenno solamente al progetto di legge di iniziativa consiliare relativo alla cooperazione sociale che si appresta ad essere votato in Commissione e di cui discuteremo a breve anche in quest'Aula.

Concludo questa premessa sottolineando come questi provvedimenti che vi ho elencato insieme al PDL che mi appresto ad illustrare sono pienamente rispondenti a quanto viene annunciato nel documento nazionale: "Linee guida per la riforma del terzo settore". Il piano del Governo parla infatti di riconoscimento della funzione pubblica dei soggetti che fanno promozione sociale, di valorizzazione della libera iniziativa dei cittadini, di sostegno dell'impresa sociale, di diffusione del servizio civile, di stabilità e chiarezza nel sostegno economico ai soggetti del terzo settore. Credo che noi stiamo andando esattamente in questa direzione.

Venendo ora al progetto di legge che ci apprestiamo a discutere, l'obiettivo che si prefigge è quello della semplificazione in materia di volontariato, associazionismo di promozione sociale e servizio civile. Si istituisce altresì con questa legge la "Giornata della cittadinanza solidale", dando così risposta alle risoluzioni dell'Assemblea legislativa del 16 dicembre 2011. L'obiettivo è quello di aumentare la visibilità e la conoscenza delle attività di volontariato ponendo al centro la comunità e il territorio quali ambiti in cui si accrescono relazioni solidali e partecipative.

Come ho detto in premessa, la Regione si pone come obiettivo sia la semplificazione del proprio sistema amministrativo, sia la definizione di criteri per un più razionale rapporto economico tra le organizzazioni di volontariato e gli enti locali, sia l'incentivazione e il sostegno con atti di indirizzo della capacità degli stessi enti locali di creare nuove e più efficaci modalità di relazione con i soggetti del terzo settore. Il confronto avuto durante l'udienza conoscitiva e il lavoro fatto in Commissione mi fanno credere che ci sia una condivisione larga del testo di questa legge.

È secondo gli elementi distintivi di questo contesto che va letta la norma inserita nell'articolo 1 del progetto di legge che consente alla Regione, al fine di rispondere agli emergenti nuovi bisogni di carattere sociale, di costruire un percorso per individuare e regolamentare l'attività e i servizi idonei a rispondere a questi bisogni. È opportuno precisare che l'elenco di tali bisogni non è esaustivo e la cura e la rigenerazione dei beni comuni deve essere fortemente finalizzata alla salvaguardia della salubrità dei beni stessi per assicurare benessere diffuso per i cittadini.

Il progetto di legge tiene conto di quanto previsto dalla legge n. 56/2014: "Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province e sull'unione e fusioni di Comuni" e vuole semplificare in particolare la gestione dei registri delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale, che sono oggi strumenti ufficiali di riconoscimento delle stesse organizzazioni e associazioni. Ciò non solo ai fini del godimento dei benefici fiscali previsti dalla normativa nazionale, ma anche e soprattutto ai fini dell'individuazione da parte degli enti locali di soggetti con cui collaborare per costruire forme di coesione sociale e reti di solidarietà. La gestione dei registri (oggi ancora basata su procedure datate e poco snelle), i controlli ancora prevalentemente di tipo preventivo e non consuntivo, e la revisione biennale dei registri (basata esclusivamente su strumenti cartacei, molto onerosa in termini di tempo e di personale) appartengono ad un sistema gestionale difficilmente sostenibile nel futuro, anche in ragione del fatto che i soggetti iscritti sono ormai 6.500. Anche nella logica di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale, il progetto di legge individua un percorso che consenta la semplificazione delle procedure relative alla gestione dei registri, snellendoli il più possibile attivando procedimenti informatici che accelerano l'accesso ai registri dei soggetti interessati, la consultazione degli stessi e le espressioni di pareri.

Sempre nella logica di semplificazione, ma anche di maggiore valorizzazione dei registri come strumenti certificativi, con il progetto di legge si crea il presupposto per gli enti locali, ovvero per le Unioni dei Comuni, di istituire registri locali disciplinati con propri regolamenti. Inoltre il progetto di legge demanda alla Giunta regionale, previo parere della Commissione assembleare, la definizione delle modalità per individuare le articolazioni, localizzate nel territorio regionale e dotate di elevata autonomia organizzativa, delle organizzazioni ed associazioni a rilevanza regionale ovvero afferenti ad organizzazioni od associazioni aventi sede legale extraregionale, pertanto iscritte nei registri nazionali o di altre regioni (tipo l'Associazione per la sclerosi multipla) al fine di consentire loro di stipulare convenzioni e partecipare a bandi e progetti finanziati da soggetti pubblici.

Alla luce delle disposizioni di riordino territoriale e funzionale contenute nella legge regionale 21/2012, il progetto di legge prevede che le funzioni trasferite alle Province relative alla gestione dei registri siano revocate. Permangono dunque solo registri regionali con precisa individuazione dei soggetti a rilevanza regionale, mentre alle Province restano le funzioni istruttorie fino al 30 giugno 2015.

In ultimo alcune indicazioni circa l'esigenza di un intervento sulla normativa regionale del servizio civile. La necessità di introdurre alcune modifiche ed integrazioni in materia di servizio civile è determinata da alcuni bisogni che si sono manifestati sia nella gestione decennale della legge regionale n. 20/2003, sia in particolare nell'ultimo periodo, in particolare in ordine a tre elementi: in primo luogo l'esigenza di semplificare talune previsioni della normativa regionale che si sono rivelate troppo di dettaglio limitando di fatto le potenzialità del servizio civile; in secondo luogo le sollecitazioni contenute nel progetto europeo "Garanzia per i giovani" che nel programma d'attuazione italiano ha previsto anche l'attivazione del servizio civile; in terzo luogo l'obbligo istituzionale di dare segnali chiari di maggiore accessibilità alle esperienze di servizio civile, di maggiore diffusione sui territori.

Sul primo punto l'intervento di semplificazione si concretizza nell'eliminazione dei vincoli temporali già previsti per la durata dei progetti dalla vigente normativa in quanto non adeguati a tutti gli ambiti dell'attività. Nello stesso ambito si colloca la diversa modalità per individuare i potenziali giovani del servizio civile non più basata sulle rigidità delle fasce di età 15-18 e 18-28. Così facendo la proposta del servizio civile risulterà più fattibile per poter raccogliere alcune sfide avanzate dal territorio regionale e dal mondo giovanile, compresa quella di "Garanzia giovani", il progetto europeo finanziato con risorse comunitarie rivolto ai giovani residenti in Italia di età compresa tra i 15 e i 29 anni non coinvolti in corsi di istruzione o di formazione, ma impegnati in attività lavorative. Il servizio civile, ricordiamocelo, non è un lavoro ma un'istituzione dedita alla difesa civile non armata e non violenta della patria, che attua i principi costituzionali di solidarietà sociale e di impegno per il superamento delle diseguaglianze, per la ricerca della pace e della giustizia, tutto questo attraverso il compimento di attività utili sia alla collettività che ne beneficia, sia ai giovani che le realizzano. Oggi, inoltre, è sempre più necessario contrastare la trasformazione in atto nel servizio civile da proposta per tutti ad esperienza di nicchia per pochi privilegiati a causa del numero sempre più ridotto di giovani che possono partecipare al servizio civile nazionale per le risorse statali in forte calo, a fronte, invece, di una richiesta di partecipazione in crescita da parte dei giovani (tutti i dati su questa parte sono nella relazione di accompagnamento al progetto di legge).

Nello stesso periodo il servizio civile regionale dell'Emilia-Romagna - che in questi anni ha coinvolto giovani provenienti da altri paesi esclusi dal servizio civile nazionale impegnandoli insieme ai coetanei italiani del servizio civile nazionale nelle medesime attività - ha avuto una sostanziale continuità per quanto riguarda le risorse regionali dedicate, mentre si registra un incremento sia nel numero dei giovani partecipanti, sia nel numero delle domande avanzate. In questo contesto è necessario dare il segnale positivo di un servizio civile universale tramite la proposta di servizio civile regionale aperta a tutti, senza distinzione di sesso o di appartenenza culturale o religiosa, di ceto, di residenza o di cittadinanza. Facilitare la partecipazione al servizio civile da parte degli interessati significa anche intercettare i giovani che in numero crescente non portano a termine il diritto/dovere all'istruzione e formazione, eppure i giovani che hanno più difficoltà ad accedere al servizio civile.

Nella stessa direzione si colloca l'ampliamento dei soggetti pubblici e privati che possono concorrere al finanziamento del fondo regionale del servizio civile, così da aumentare il numero di giovani da avviare a questa esperienza anche vincolando le risorse assegnate per specifici progetti di servizio civile. Questo consente, fra l'altro, di poter rispondere positivamente alle richieste pervenute e di responsabilizzare maggiormente il territorio regionale, allargando la partecipazione dei giovani, degli enti, delle comunità locali coinvolte nei progetti di servizio civile.

Da ultimo si segnala che le modifiche introdotte nella legge regionale n. 20/2003 riguardano anche l'aggiornamento dei riferimenti normativi richiamati nel testo nazionale a seguito delle abrogazioni operate in particolare dalla legge statale sull'obiezione di coscienza.

In conclusione, questo progetto di legge che ci accingiamo a discutere e, se il Consiglio vorrà, ad approvare è parte di provvedimenti regionali e nazionali e tende a semplificare le normative in materia di terzo settore e servizio civile; al contempo introduce norme ed azioni che innovano la legislazione vigente e la rendono più rispondente ai nuovi bisogni ed esigenze della società regionale. In particolare il servizio civile diventerà a tutti gli effetti, senza equivoci, servizio universale capace di offrire opportunità nuove ed importanti ai giovani anche in relazione a "Garanzia giovani". E' evidente che il lavoro di semplificazione e soprattutto di innovazione deve essere continuato anche nei prossimi mesi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie al consigliere Fiammenghi che ci ha permesso di presentare la legge oggi, pertanto chiudo la seduta di oggi e ci vediamo domani mattina alle 9,30. Rimangono questa legge e altre tre, credo che riusciremo in tempi contenuti a svolgere il lavoro che ci rimane da fare.

Vi ringrazio tutti e a domani mattina. Raccomando di essere puntuali alle ore 9,30.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,05

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI; gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Luciano VECCHI, Tiberio RABBONI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell’art.65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente Simonetta SALIERA, gli assessori Carlo LUSENTI e Alfredo PERI e il consigliere Fabio FILIPPI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 5534 "Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere». A firma dei Consiglieri: Mori, Pariani, Moriconi, Meo, Donini, Casadei, Serri, Manfredini, Malaguti, Mandini (Testo base)" (91)

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 32

Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Contrari: 3

Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Andrea LEONI.

 

Assenti: 15

Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 5534 "Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere». A firma dei Consiglieri: Mori, Pariani, Moriconi, Meo, Donini, Casadei, Serri, Manfredini, Malaguti, Mandini (Testo base)"

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Manfredini:

«All’articolo 30 della legge, nella rubrica e nel testo, sostituire le parole "GED (Gender Equality and Diversity Label)" con le parole "Etichetta di diversità e parità di genere".»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Casadei:

«Al comma 4 dell’art. 8, dopo la frase ", anche in collaborazione con gli enti locali," sono soppresse le parole "la Soprintendenza per i beni librari e documentari dell’Istituto per i beni artistici e culturali e"»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 4, comma 1, eliminare "fin dalle prossime elezioni regionali".»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«Eliminare completamente l’art. 6.»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 7, comma 1, eliminare da "che riguardano" a "sociale".»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 7, comma 2, lett. a) eliminare da "al superamento" a "identità di genere".»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 8, comma 1, eliminare da "nonché come" a "trans fobico".»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 8, comma 3, sostituire "promuove" con "invita".»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 12, comma 2, eliminare "nonché agli impianti culturali, sportivi e del tempo libero".»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 12, comma 2, eliminare "fuori dagli stereotipi di discipline considerate tradizionalmente maschili o femminili".»

(Respinto)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 14 eliminare completamente il comma 5.»

(Respinto)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 26 eliminare completamente il comma 3.»

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 28, comma 1, lett. b) eliminare "formazione e".»

(Respinto)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 28, comma 1, eliminare completamente la lett. g).»

(Respinto)

 

Emendamento 15, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 30 sostituire "GED (Gender Equality and Diversity Label)" con "Etichetta Eguaglianza e Diversità di Genere (GED)".»

(Ritirato)

 

Emendamento 16, a firma dei consiglieri Leoni, Bazzoni, Villani, Bignami, Aimi, Lombardi e Bartolini:

«All’art. 40, comma 4, aggiungere dopo "atti di indirizzo," le seguenti parole "lo approva,".»

(Respinto)

 

OGGETTO 5608 "Delibera: «Approvazione del documento "Strategia regionale di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente".» (Proposta della Giunta regionale in data 14 aprile 2014, n. 515)"

 

Emendamento 1, a firma dell’assessore Luciano Vecchi:

«Inserire nel dispositivo, dopo il punto 1) i seguenti punti:

Di prendere atto che il documento verrà trasmesso all’Autorità nazionale competente per la trasmissione alla Commissione Europea unitamente al Programma Operativo FESR 2014-2020 e che l’Assessore regionale competente è autorizzato al negoziato con le autorità nazionali e comunitarie anche apportando le modifiche e integrazioni necessarie per la positiva conclusione del negoziato;

Di stabilire che a seguito dell’approvazione definitiva da parte della Commissione Europea del POR FESR 2014-2020, la Giunta regionale con propria deliberazione prenderà atto del testo definitivo del Documento "Strategia regionale di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente" approvato dalla Commissione Europea unitamente al Programma Operativo;»

(Approvato)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Aimi - Costi

Corradi - Meo

 

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