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6.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 3 MARZO 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 217

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le scelte operate dall'Assessore regionale alla Sanità in merito alla propria retribuzione ed a quelle dei dirigenti delle AUSL della Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FABBRI (LN)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

FABBRI (LN)

 

OGGETTO 231

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere, anche in ambito risarcitorio, a seguito dell'incidente ferroviario verificatosi a Rubiera, e per migliorare il servizio ferroviario e le condizioni dei pendolari. A firma dei Consiglieri: Prodi, Ravaioli, Mumolo

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

PRODI (PD)

DONINI, assessore

PRODI (PD)

 

OGGETTO 249

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tempistica riguardante la liquidazione dei contributi relativi agli eventi alluvionali, dissesti e mareggiate avvenuti nel periodo 31 ottobre - 12 novembre 2012. A firma del Consigliere: Torri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TORRI (SEL)

GAZZOLO, assessore

TORRI (SEL)

 

 

OGGETTO 252

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la costruzione del nuovo "Blocco B" del Presidio Ospedaliero della Val d'Arda. A firma del Consigliere: Foti - Svolgimento

Interrogazione oggetto 213 - Decaduta

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

VENTURI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 257

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le procedure relative alla gara d'appalto per il servizio ferroviario della Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

DONINI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 258

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il sostegno alle attività commerciali coinvolte nella cantierizzazione delle vie Ugo Bassi e Rizzoli di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 114

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24.

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

OGGETTO 244

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia" (Proposta della consigliera relatrice Ottavia Soncini su mandato della Commissione I).» (7)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

SONCINI, relatrice di maggioranza

BARGI, relatore di minoranza

DELMONTE (LN)

ZOFFOLI (PD)

FOTI (FdI)

TORRI (SEL)

BERTANI (M5S)

POLI (PD)

PETITTI, assessore

BONACCINI, presidente della Giunta

BARGI (LN)

TARUFFI (SEL)

CALVANO (PD)

 

OGGETTO 163

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di antimafia. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Sensoli, Sassi, Piccinini

(Discussione)

OGGETTO 165

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di rispetto della legalità e sulle azioni di prevenzione e trasparenza necessarie per combattere le infiltrazioni di stampo mafioso sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

PICCININI (M5S)

DELMONTE (LN)

PICCININI (M5S)

DELMONTE (LN)

GIBERTONI (M5S)

MUMOLO (PD)

FOTI (FdI)

RAINIERI (LN)

SASSI (M5S)

GIBERTONI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 244

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,54

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la sesta seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 9 febbraio 2015 (n. 4);

pomeridiana   del 9 febbraio 2015 (n. 5);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’assenza dalla seduta odierna di alcuni Consiglieri e Assessori: il prof. Piergiovanni Alleva, l’assessore Andrea Corsini e l’assessore Patrizio Bianchi.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 217

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le scelte operate dall'Assessore regionale alla Sanità in merito alla propria retribuzione ed a quelle dei dirigenti delle AUSL della Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponde il sottosegretario Rossi.

La parola al consigliere Fabbri per la presentazione dell’oggetto. Ricordo che ha sei minuti complessivi. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Abbiamo deciso di presentare questa interrogazione a risposta immediata ovviamente avendo visto le scelte che l’Assessore regionale alla sanità, il dott. Venturi, ha fatto in merito al suo stipendio, quindi alla sua indennità. Sia da cittadino sia anche da Consigliere regionale ovviamente vedendo scelte di questo tipo rabbrividiamo un po’ perché ci sembra che un po’ quello che si dica qui in Consiglio regionale e sulla stampa da parte della Giunta e dei Consiglieri regionali di maggioranza venga meno quando effettivamente si cala all’interno di un sistema di scelte personali che ovviamente non condividiamo. Sappiamo benissimo che è legittima la scelta dell’assessore Venturi, però volevamo chiedere al Presidente Bonaccini, e mi aspettavo che rispondesse lui e non il Sottosegretario, se moralmente condivide effettivamente la scelta che ha fatto Venturi proprio perché in questi giorni - anche ieri la Commissione Bilancio e Affari Istituzionali si è riunita - il Consiglio regionale ha lavorato per ridurre i costi della politica dell’Assemblea legislativa e abbiamo letto anche quelle che sono le intenzioni dello stesso Presidente della Giunta per quello che riguarda la riduzione dei costi del funzionamento della macchina amministrativa della Regione Emilia-Romagna. Non capiamo perché l’assessore Venturi, che ha scelto di fare l’Assessore, decida di prendere un’indennità superiore di circa 2 mila euro rispetto a quella che è l’indennità di carica per fare l’Assessore. Mi domando anche da cittadino e, come dicevo prima, da Consigliere regionale come, quando andremo a parlare con le conferenze socio-sanitarie e i territori a nome della Regione Emilia-Romagna, a cui si chiederanno tagli per quello che riguarda l’ambito sanitario, l’assessore Venturi riuscirà a guardare in faccia i cittadini, i sindaci e i Presidenti di Provincia chiedendo loro uno sforzo in termini sanitari. Il tutto si aggiunge in un contesto molto più complicato e che facciamo fatica a capire di bonus che vengono dati ai dirigenti delle aziende sanitarie, tra cui anche lo stesso Venturi ha ricevuto 22 mila euro di bonus in quanto direttore nel 2013 dell’USL di Modena, così come non capiamo, e lo sottolineiamo anche nel question time, i bonus dati ai dirigenti di questa Regione anche quelli indagati e condannati a seguito della vicenda di "Terre emerse" che ha portato alle dimissioni di Vasco Errani, collega del Presidente Bonaccini. La nostra è ovviamente un’impostazione di un question time di carattere morale, di carattere politico e non credo che sia opportuno, proprio perché dobbiamo essere onesti nei confronti dei cittadini, dire che questa Regione vuole applicare un regime di tagli e poi l’assessore Venturi sceglie 2 mila euro in più di indennità rispetto a quella che è la carica di Assessore. Penso che questo - spero che molti Consiglieri lo condividano - vada a vanificare tutto il lavoro che sta facendo anche il PD in Commissione Bilancio e Affari Istituzionali per tagliare i costi della politica. Se qualcuno qua dentro riesce a convincermi sul fatto che Venturi ha fatto una scelta corretta gli do il Nobel del Consigliere regionale. Noi crediamo che se uno ha una politica che vuole portare avanti debba cercare di portarla avanti in tutti i settori, che sia un Consigliere regionale, un Assessore, un dirigente o un Presidente di Regione, quindi chiedevamo a Bonaccini, e pensavo che rispondesse lui e non il Sottosegretario, cosa pensa di questo argomento.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

Risponde il sottosegretario Rossi. Ne ha facoltà.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, Presidente. Intanto le faccio notare due errori prettamente materiali riferiti a quello che è il question time, in quanto l’indennità di funzione non è di 2.148 euro ma 2.014, che diventeranno 1.660 euro in virtù di quella che è stata l’iniziativa della Commissione Prima e che la quota fissa come rimborsi spese di mandato non è di 2.409 euro bensì di 2.258,65 euro. Al di là di questi due errori materiali che compaiono nel question time, l’assessore Venturi, come lei ha ricordato, ha esercitato l’opzione prevista dal decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, "Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche", che all’articolo 68 recita, al primo comma, a proposito di dipendenti delle pubbliche amministrazioni che vanno a ricoprire cariche politiche, che essi possono optare per la conservazione in luogo di indennità parlamentare e dell’analoga indennità corrisposta ai Consiglieri regionali, del trattamento economico in godimento presso l’amministrazione di appartenenza, che resta a carico della medesima. Detto questo, che questo è il contesto normativo, come lei ricorda, che ha consentito all’assessore Venturi di optare legittimamente per questa soluzione, mi sembra però opportuno fare alcune valutazioni politiche di merito. Come figura di vertice di questa Regione, nella persona del Presidente Bonaccini, ci si è posta la giusta riflessione di dotare l’Emilia-Romagna di un Assessore all’altezza del proprio compito ed è stato scelto il dott. Venturi nella consapevolezza che si trattasse di un grande professionista, una figura capace di portare un contributo qualificato e competente nella difficile sfida di gestire la politica socio-sanitaria dell’intera regione, un settore che - lei ben sa - oggi ha una gestione di risorse pari a quello dell’intero PIL di un paese come la Croazia e che necessita di una grande specializzazione e di spiccate capacità manageriali. Quella del dr. Venturi è un’esperienza maturata nel lavoro decennale: non a caso nel 2017 il professore avrà i requisiti per la pensione, per terminare così il suo lungo e prestigioso percorso professionale. Ridurre quindi l’apporto che una figura come Venturi può dare al sistema sanitario regionale a un mero dibattito sui costi della politica rischia, secondo me, da un lato di allontanare per sempre, proprio da questa politica, le professionalità che sono consolidate e che potrebbero dare un contributo e un apporto significativo all’amministrare; ma dall’altro, visto che questo non comporta per il nostro ente incremento di costi, ciò significa non riconoscere lo sforzo che questa Regione ha fatto nella riduzione dei costi con grande determinazione e senza indugi. Proprio ieri sono stati approvati tagli per 7 milioni 500 mila euro sulle indennità da parte della Commissione, che si aggiungono ai 7 milioni 500 mila euro legati all’indennità della Giunta e delle strutture speciali della Giunta stessa, che portano a 15 milioni i risparmi per quanto riguarda questa voce ampia di costi della politica. Se a ciò aggiungiamo quella che è la novità del fine settimana scorso, la riduzione della retribuzione di risultato dal 20 al 10 per cento dei direttori sanitari -messi in campo nel contratto sottoscritto nel fine settimana scorso, che fa sì che si registrerà un ulteriore risparmio di 3 milioni in cinque anni- non possiamo altro che dire che si tratta di tagli efficienti, efficaci e stringenti. Questi sono i numeri che danno concretamente conto del lavoro svolto in queste ultime settimane. Non mi sembra che se guardiamo altre regioni altamente produttive vicino a noi, che hanno macro numeri identici ai nostri, regioni che la Lega conosce abbastanza bene come la Lombardia e il Veneto, le retribuzioni dei dirigenti sanitari possono vantare una qualsiasi diversità o miglioria rispetto alle nostre. Il termine di paragone cui le regioni concorrono a determinare in modo significativo il benessere di questo Paese, ci vede essere in questa fase innovatori e protagonisti del cambiamento. Infine, caro Capogruppo, nell’amministrare mi hanno insegnato anche il tema della responsabilità; quello che abbiamo fatto qualche settimana fa rispetto ai direttori generali è stato nient’altro che prendere atto di un loro lavoro svolto nel 2013 quando questa amministrazione non era insediata e che quindi per rispetto era un dovere che dovevamo, nei confronti di chi negli anni passati ha gestito con lungimiranza e qualità il sistema sanitario regionale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Rossi.

La parola al consigliere Fabbri. Ha due minuti. Ricordo che i minuti complessivi per l’interrogante sono sei e per la risposta sono tre.

 

FABBRI: Grazie, Presidente. L’amministrazione regionale non ha risposto alla domanda e volevo capire se condivideva o meno la scelta di Venturi. Abbiamo capito tutti che dal punto di vista legislativo Venturi può fare questa scelta ma non abbiamo capito dal punto di vista politico se effettivamente c’è la condivisione da parte dell’amministrazione regionale. È giusto premiare le persone che meritano, voi avete premiato anche i dirigenti che sono stati condannati e che hanno portato alle dimissioni del Presidente Vasco Errani, e credo che questa sia una cosa da sottolineare e sono convinto che sia una cosa che a mio avviso non si debba fare. Ci vuole un minimo di buonsenso anche nelle scelte che l’amministrazione regionale deve fare nei confronti di chi si impegna rispetto a chi invece non riesce a portare a casa un risultato, se non le dimissioni del Presidente della Regione. Per quello che riguarda l’Assessore regionale - ripeto - chiamatemi populista, chiamatemi come volete, però non credo che la scelta che ha fatto Venturi sia una scelta corretta nel 2015 quando ci sono dei tagli da fare per questa Regione, quando ci sono tante persone che cercano lavoro, quando c’è un sistema che non si regge più soltanto sugli stipendi dei dirigenti ma si regge anche dal buonsenso che queste persone debbano avere nei tagli. Non condivido il fatto che per forza l’Assessore regionale alla Sanità debba essere un medico o un dirigente dell’AUSL. Se fossimo stati noi a governare questa regione molto probabilmente avremmo scelto un manager fuori dal sistema dei dirigenti sanitari e fuori da un sistema che a mio avviso è incancrenito e negli anni non ha dato i risultati sperati per i cittadini dell’Emilia-Romagna.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

 

OGGETTO 231

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere, anche in ambito risarcitorio, a seguito dell'incidente ferroviario verificatosi a Rubiera, e per migliorare il servizio ferroviario e le condizioni dei pendolari. A firma dei Consiglieri: Prodi, Ravaioli, Mumolo.

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponde l’assessore Donini.

Do la parola alla consigliera Prodi. Ne ha facoltà.

 

PRODI: Grazie, Presidente. Consigliere, Consiglieri e componenti della Giunta, l’oggetto dell’interrogazione di oggi parte dal recente incidente ferroviario verificatosi sulle linea Piacenza - Bologna che ha generato ingenti disguidi sul traffico aggravando i già numerosi disservizi costantemente segnalati dai comitati dei pendolari e dai fruitori del trasporto ferroviario. Nello specifico caso del deragliamento del 16 febbraio, non sono ad esempio nemmeno state fornite adeguate informazioni sull’opportunità di viaggio alternative. Come sappiamo, questo incidente non ha avuto conseguenze ben più gravi solo grazie alla velocità contenuta dei convogli. Anche se, come sappiamo, dalle parole del funzionario che ha dato informativa dell’accaduto in Terza Commissione, vi sono più inchieste al momento e quindi non è possibile avere una ricostruzione chiara dell’accaduto e delle responsabilità, possiamo dire che questo evento è emblematico per una serie di criticità sia per quanto riguarda la prevenzione e la sicurezza e anche per ciò che riguarda la gestione delle emergenze, dalle modalità di offerta del trasporto alternativo alla comunicazione chiara ed efficace ai passeggeri. Il contesto vede quindi una linea ferroviaria strategica che mostra da un lato un carico altissimo di traffico e dall’altra una fragilità strutturale e progettuale. Questo tipo di complessità che si riscontra anche in altre linee regionali merita un’attenzione e una cura particolare. Se possiamo ritenere di avere una rete ad alta velocità soddisfacente e rispondente alle aspettative dei fruitori e degli operatori sul piano delle tratte convenzionali rimane molto da fare per migliorare il sistema, che dovrebbe garantire a tutti, pendolari e viaggiatori, un servizio di alta qualità promuovendo nei fatti uno spostamento culturale verso l’utilizzo del mezzo pubblico che ha il minore impatto ambientale a parità di percorso. Ci siamo quindi chiesti come nell’immediato potere, da questo evento, trarre spunto per migliorare le prestazioni e i servizi offerti. Chiediamo quindi all’Assessorato ai Trasporti se non ritenga opportuno istituire un tavolo di confronto e di discussione sui temi dei servizi e della sicurezza del trasporto ferroviario regionale, di cui facciano parte l’Assessore regionale o i suoi delegati, gli enti gestori interessati, le associazioni riconosciute di pendolari, le organizzazioni sindacali coinvolte e i Consiglieri regionali che ne facciano richiesta allo scopo di monitorare l’efficacia e l’efficienza del servizio. Questo tavolo porterebbe a una conoscenza integrata del sistema ferroviario regionale attraverso la partecipazione degli attori coinvolti spaziando dall’esigenza dei pendolari fino alla sicurezza e formazione degli operatori del settore offrendo così una sintesi efficace e rappresentativa a uso di chi deve poi compiere scelte politiche gestionali riguardo il sistema ferroviario regionale allo scopo di aumentarne qualità e sicurezza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Prodi.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, Presidente. La vostra interrogazione, consiglieri Prodi, Ravaioli e Mumolo, mi consente di informare anche quest’Aula dei fatti accaduti in Rubiera in data 16 febbraio scorso. Il treno regionale 11419 di Trenitalia, dopo aver svolto servizio a viaggiatori in stazione di Rubiera, partiva regolarmente in direzione Modena con segnale di via libera. Nel percorrere l’itinerario di partenza il personale del treno notava alla propria destra in senso marcia treno due carri pianali alzarsi e andare a occupare i binari pari e dispari della linea Piacenza-Bologna, che lei ha citato. Conseguentemente a ciò il personale attivava la frenatura di emergenza non riuscendo comunque a evitare l’impatto dei due carri pianali. Lo scontro causava alle 12:26 deragliamento della prima vettura e del primo asse della seconda vettura. Il capo stazione della stazione di Rubiera si metteva in contatto prontamente con il macchinista del treno e gli comunicava quanto accaduto conseguentemente e arrestava la circolazione dando tempestiva comunicazione dell’evento al posto centrale di Bologna. Interrotta la circolazione, veniva chiesto l’intervento del 118, Polfer, Vigili del Fuoco, tutti che sono per fortuna prontamente intervenuti. Sono in corso le indagini da parte di magistratura e parallelamente RFI ha nominato una commissione interna per compiere i dovuti accertamenti sull’accaduto. Dalle prime verifiche effettuate non sono emerse irregolarità nelle procedure adottate dagli operatori di RFI e al momento dell’accaduto lo stato dell’infrastruttura risultava pienamente rispondente a quanto previsto dalle normative vigenti. Lo svio del treno è stato causato dall’ingombro della sagoma da parte di carri pianali sviati a loro volta dal binario di collegamento del raccordo terminal Rubiera. Lo svio di questi ultimi è da attribuire all’indebito movimento della colonna di cui facevano parte, che urtando il materiale in sosta ne provocava lo svio e quindi lo sbalzo di due di essi verso l’esterno della curva del tratto di collegamento a raccordo fino a occupare il binario. Ovviamente - voglio essere chiaro - il risarcimento di eventuali danni alle persone derivanti da incidente ferroviario è regolato dalla legge in relazione alla responsabilità di chi lo ha cagionato. Per quanto riguarda la richiesta delle forme possibili di risarcimento per i cosiddetti disagi, che sono stati ingenti, come lei ricordava, si ricorda che le condizioni generali di trasporto di Trenitalia prevedono che in caso di ritardo del treno superiore a sessanta minuti o in caso di soppressione della stazione di partenza i viaggiatori hanno diritto a un rimborso integrale. In merito invece all’istituzione di un tavolo di confronto e discussione sui temi dei servizi e sulla sicurezza del trasporto che gravitano in ambiti distinti, anche per titolarità e competenze, vorrei evidenziare relativamente ai temi dei servizi che sono numerose le occasioni in cui questi soggetti citati nell’interrogazione si confrontano o hanno modo di rapportarsi. Sarà nostra premura ovviamente allargare il circuito delle informazioni perché molto spesso non si sa quello che si dicono. Anche correlata alla gestione del contratto per lo svolgimento dei servizi di competenza regionale, questo coordinamento esiste. Occorre ricordare che l’Emilia-Romagna - mi consenta, anche perché è una punta di orgoglio - è l’unica regione che per legge ha favorito la costituzione del comitato degli utenti con funzioni consultive di verifica e proposta per la qualità del servizio del trasporto pubblico, il cosiddetto CRUFER. Viene invitato in diverse riunioni, alcune delle quali convocate dall’Assessore regionale, con le imprese che effettuano il trasporto e i gestori delle linee ferroviarie e ovviamente saremo a questo punto motivati a rendere pubbliche le discussioni e le prese di posizioni che verranno adottate in seno al CRUFER. Relativamente ai temi della sicurezza, ricordando che tali tematiche sono di competenza statale, il quadro normativo già individua che per le indagini sugli incidenti ferroviari l’organismo investigativo preposto costituito dalla direzione generale per le investigazioni ferroviarie presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è già attivo. La Regione Emilia-Romagna non ha quindi competenze specifiche in materia di sicurezza e indagini sugli incidenti della rete ferroviaria nazionale anche se in termini di informazioni offerte alle autorità competenti siamo in grado di garantire una certa tempestività. Inoltre la Regione, e questo sarà ovviamente il caso, quando l’evento grave interviene, segue le risultanze delle indagini e monitora il ripristino delle condizioni di normale circolazione anche in funzione del ripristino della regolarità dei servizi di propria competenza.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

Consigliera Prodi, prego. Ha tre minuti.

 

PRODI: Grazie, Presidente. Ringraziamo l’Assessore per la relazione dettagliata sull’evento, per quanto riguarda i risarcimenti siamo perfettamente d’accordo con quello che ha detto, per quanto riguarda i tavoli di confronto noi sappiamo che il CRUFER è stato attivo durante la precedente legislatura, però sappiamo anche che può migliorare molto in termini di integrazione di diversi comitati di pendolari che hanno chiesto di avere un ruolo più strutturato, ovviamente consultivo, e che CRUFER si muova in maniera più strutturata e come Consiglieri chiediamo di poter partecipare a questo tavolo ed essere informativi sulle attività proprio per operare questa attività di raccordo e di facilitazione anche con i comitati dei pendolari. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Prodi.

 

OGGETTO 249

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tempistica riguardante la liquidazione dei contributi relativi agli eventi alluvionali, dissesti e mareggiate avvenuti nel periodo 31 ottobre - 12 novembre 2012. A firma del Consigliere: Torri.

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Torri, prego. Le ricordo che ha sei minuti a disposizione.

 

TORRI: Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. L’interrogazione che presento a nome del gruppo di SEL riguarda gli stanziamenti messi a disposizione dal fondo di protezione civile nel 2013 per coprire gli interventi eseguiti dai comuni a seguito degli eventi alluvionali dell’ottobre-novembre 2012. Sono stati ammessi a contributo circa novanta interventi, prima trentanove e poi cinquantuno, e hanno coperto richieste da parte di comuni di tutta la regione, a seconda delle zone più colpite, anche nelle fasce della costa, ma prevalentemente collinari e montuose. Nel reggiano erano dieci i comuni che hanno chiesto di accedere a questo fondo con uno o più interventi e verificando tra questi comuni è emerso che alcuni interventi sono stati coperti, alcuni risarciti soltanto in parte e alcuni - ne citiamo uno a titolo di esempio nell’interrogazione - non sono ancora stati liquidati. Sono interventi che i comuni hanno già pagato e sono state eseguite tutte le procedure del caso per ottenere questi rimborsi. Chiedevamo alla Giunta e all’Assessore competente chiarimenti in merito alle modalità e soprattutto alle tempistiche della liquidazione di questi contributi in quanto si tratta di interventi che i comuni hanno già sostenuto. Sono cifre che magari, a seconda degli interventi, possono anche non essere importantissime ma per i comuni, soprattutto quelli piccoli, e in questo periodo sono comunque rilevanti. Credo che sia importante dare una risposta in ogni modo a questo tipo di richieste, a maggior ragione in un momento come questo dove vediamo che, anche da fatti recenti, questo tipo di emergenze legate al dissesto del territorio e al maltempo tendono a susseguirsi con una certa periodicità. Chiedevamo questi chiarimenti in modo da fornire una risposta ai comuni e anche un sostegno di fronte a queste emergenze. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Torri.

Risponde l’assessore Gazzolo. Prego. Ha tre minuti.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, Presidente. L’agenzia regionale di protezione civile gestisce diverse tipologie di finanziamenti destinati a realizzare gli interventi volti al superamento dei danni provocati dagli eventi calamitosi. In particolare, le risorse finanziarie destinate all’emergenza relativa al periodo 31 ottobre/12 novembre 2012 sono state messe a disposizione della Regione Emilia-Romagna con il DPCM del 23 marzo 2013. L’assegnazione prevista dallo Stato nel precitato documento è di 8 milioni 800 mila euro, assegnazione che è stata accreditata in più tranche. Il Presidente della Regione è investito della qualità di commissario delegato e ha provveduto ad approvare con proprie ordinanze gli interventi ammessi al finanziamento. Gli accrediti da parte dello Stato pervenuti ad oggi sono pari a 8 .641.253,98 euro. Con la somma specificata si sono effettuati pagamenti in favore di circa centotrentacinque beneficiari a seguito di loro opportuna istanza secondo le modalità previste dalla norma. Per i pochi beneficiari ai quali non risulta ancora erogato alcun importo questo dipende dal fatto che gli stessi non hanno presentato la documentazione necessaria per la richiesta di liquidazione o l’hanno presenta incompleta, per cui la pratica agli atti risulta sospesa in attesa di integrazioni. Tra questi anche il Comune di Casina, inserito all’interno dei centotrentacinque beneficiari, come sopra specificato, con un importo assegnato pari a euro 40 mila per il quale l’agenzia è in attesa di ricevere la documentazione necessaria alla liquidazione del finanziamento ammesso. L’agenzia, come sempre, è disponibile a fornire ogni supporto ai comuni per raggiungere quanto prima la conclusione dell’iter. Gli uffici dell’agenzia di protezione civile impiegano circa quindici giorni per effettuare l’istruttoria della documentazione pervenuta e per predisporre la liquidazione, sempre che la documentazione arrivi completa e corretta secondo la normativa prevista. Integro questa risposta dando informazione che con altra fonte di finanziamento rispetto a quella di cui sopra, a norma dell’articolo 10 della legge regionale n. 1/2005, il Comune di Casina ha ricevuto dall’agenzia di protezione civile per il ripristino dovuto alla frana in località Molino di Cortogno nell’anno 2014 un contributo pari a euro 30.500 liquidato il primo dicembre 2014 con determinazione 812/2014 "Ripristino della messa in sicurezza del versante sovrastante la strada comunale e l’omonima località Molino di Cortogno" e infine, sempre a norma dell’articolo 10 della legge regionale n. 1, con nota 14783 del 28 novembre 2014 è stato concesso un finanziamento di euro 5.500 per ripristino sezione deflusso torrente Tassobio, ripristino viabilità località Molino Cortogno. Il Comune ha inviato la documentazione per la richiesta di liquidazione in data 18 febbraio 2015 e al più presto verrà espletato l’iter per la liquidazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

Consigliere Torri, prego. Ha tre minuti.

 

TORRI: Grazie, Presidente. Ringrazio l’assessore Gazzolo per la risposta e la puntualità dei dati forniti. Sicuramente, per quanto riguarda la nostra zona, non è in discussione la prontezza con cui l’Assessorato alla protezione civile è intervenuto a fronte di tante emergenze che si sono presentate, anche nel comune di Casina, dove si registra una buona collaborazione e anche soddisfazione per i risultati che si sono ottenuti da questa collaborazione, resta il dubbio relativo al caso citato e ad altri sempre nella stessa zona riferito allo stanziamento specifico che citiamo nella richiesta in quanto le segnalazioni che ci sono arrivate riguardano documenti inviati ad agosto dello scorso anno, che ai comuni che ci hanno segnalato la cosa risultano completi ma non hanno avuto riscontro in merito, per cui resta un dubbio riguardo a questa situazione mentre per il resto la risposta è soddisfacente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Torri.

 

OGGETTO 252

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la costruzione del nuovo "Blocco B" del Presidio Ospedaliero della Val d'Arda. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

Interrogazione oggetto 213 - Decaduta

 

PRESIDENTE (Saliera): Tengo a informare l’Assemblea che anche il consigliere Alleva aveva presentato un’interrogazione di attualità a risposta immediata sullo stesso argomento, che ritengo decaduta in quanto il consigliere Alleva è assente, ma eventualmente, visto che la risposta è equivalente anche per il consigliere Alleva, gli faremo avere la risposta scritta.

La parola al consigliere Foti. Ha sei minuti.

 

FOTI: Grazie, Presidente. Signor Assessore, il problema della costruzione del "Blocco B" dell’ospedale di Fiorenzuola si è posto praticamente per tutto l’anno 2014. Dobbiamo dire molto onestamente che vi sono state delle contrapposizioni forti in ordine all’abbattimento della vecchia struttura e alla ricostruzione piuttosto che al recupero della struttura così come era stata peritata. Si è arrivati alla conclusione di abbattere la vecchia struttura e vi è stato un appalto che è stato fortemente criticato, almeno per quanto riguarda alcuni passaggi dell’appalto stesso, da parte addirittura dell’Ordine nazionale degli ingegneri. L’AUSL era allora guidata da un direttore generale premiato da questa Giunta recentemente, che forse perché venti giorni dopo che ha saputo che il Presidente Bonaccini era intenzionato a cambiare tutti i direttori generali ha ben pensato di dimettersi e di andare a una struttura privata nella quale la mobilità passiva era forte da parte della comunità piacentina. Io ho letto la risposta che ha prospettato la Regione successivamente al sequestro da parte della Procura della Repubblica di Piacenza del cantiere e devo dire che non è vero che tutte le perizie dicevano che si dovesse andare verso l’abbattimento della struttura stessa ma è stata una scelta, di questa scelta oggi è inutile voler parlare più di tanto perché saranno i periti e consulenti tecnici di ufficio che sono stati nominati a dire se vi era effettiva necessità o meno della demolizione della struttura stessa, però a me appare improvvida quella che è stata la posizione assunta, nel caso di specie, dalla Regione Emilia-Romagna.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Risponde l’assessore Venturi. Ha tre minuti. Prego.

 

VENTURI, assessore: Grazie, Presidente. Noi abbiamo acquisito informazioni dall’azienda di Piacenza. Il percorso tecnico-amministrativo che ha portato alla decisione di demolire il corpo di fabbrica "B" del presidio ospedaliero della Val d’Arda è dovuto agli esiti di vulnerabilità sismica condotto su tale corpo di fabbrica. Noi abbiamo effettuato le verifiche sugli edifici ospedalieri in quanto le verifiche sono disposte dalle norme nazionali e regionali su tutti i presidi ospedalieri della rete emiliano-romagnola e di tutte le regioni. Gli esiti di inidoneità statica del corpo di fabbrica "B" sono risultati dopo numerose verifiche e perizie tecniche disposte dall’azienda AUSL di Piacenza e dall’ufficio di presidenza del Distretto di Levante. Preciso che le verifiche sono state realizzate coinvolgendo anche i tecnici indicati dal comitato cittadino "No alla chiusura dell’ospedale". Successivamente alle prime verifiche è stato chiesto un parere al servizio geologico, sismico e suoli della Regione, il quale ha dato l’indicazione di effettuare, data la rilevanza della situazione, ulteriori approfondimenti tecnici e carotaggi sugli elementi strutturali del corpo di fabbrica. I carotaggi sono stati realizzati in base a un protocollo sottoscritto con l’ufficio di presidenza del distretto in presenza dei tecnici anche incaricati dai rappresentanti dei cittadini. Queste ulteriori verifiche hanno confermato i precedenti esiti sulla vulnerabilità dell’edificio, che è risultato, per l’utilizzo cui è preposto, non idoneo a carichi e azioni statiche previste dalle normative vigenti. Conseguentemente l’azienda ha commissionato un’analisi comparativa in merito alle alternative di intervento, infatti, consigliere Foti, l’azienda ha commissionato questa analisi che ha portato alla decisione di evidenziare come fosse conveniente la demolizione e la ricostruzione del corpo di fabbrica anziché consolidare l’edificio esistente. Per la realizzazione della nuova struttura la Regione assegnò a suo tempo all’azienda AUSL di Piacenza un finanziamento di 10 milioni di euro cui ne vanno aggiunti 2 precedentemente assegnati da fondi statali, ex articolo 20 della legge 67/1998. Ad oggi la procedura di gara per la demolizione è stata completata e i lavori aggiudicati e il cantiere consegnato nel dicembre 2014, di contro la procedura di gara per la ricostruzione dell’edificio attualmente è nella fase della valutazione tecnica delle offerte. L’impresa aggiudicataria aveva quindi iniziato i lavori di svuotamento e smantellamento degli impianti preliminari alla demolizione vera e propria quando il 19 febbraio il cantiere è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Ciò stante non potrà essere effettuata alcun tipo di attività all’interno del cantiere fino a diverso provvedimento dell’autorità giudiziaria.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

Consigliere Foti, prego. Ha quattro minuti.

 

FOTI: Grazie, Presidente. Assessore, lei ha ricostruito una parte ovviamente di tutto quel lungo iter che ha caratterizzato il 2014. Giustamente ha parlato dei carotaggi effettuati ma devo dire che la prima perizia si basava su tre carotaggi effettuati. Solo dopo che sono state tenute diverse assemblee, tra le quali una aperta all’interno del Comune di Fiorenzuola, proprio su proposta di chi sta parlando, l’azienda AUSL ebbe a convenire sul fatto di fare effettuare un numero di carotaggi superiori proprio perché la perizia prima risultava scarna a molti. Devo dire che è vero che i tecnici del comitato "No alla chiusura dell’ospedale" hanno partecipato a questi lavori ma è vero anche che hanno sempre fatto verbalizzare la propria opposizione rispetto alla ventilata e poi condivisa da parte dell’AUSL ipotesi di abbattimento con ricostruzione. Come lei converrà, signor Assessore, il problema non era di mettere in sicurezza o di mettere a norma l’ospedale secondo quelle che erano le normative vigenti ma il problema vero e la disputa vera era se fosse utile e necessario l’abbattimento dell’immobile in questione e la sua ricostruzione o la messa in sicurezza e il recupero dell’immobile così come era stato costruito all’inizio degli anni Sessanta e che fino ad oggi aveva dato sempre buona prova di poter tenere qualsiasi carico anche in occasione - vorrei ricordarglielo ma l’AUSL non gliel’ha detto - della costruzione di altri piani sulla costruzione precedente che era stata decisa negli anni Ottanta dall’allora assemblea dell’AUSL. Mi permetto di fare un riferimento; questa vicenda, per come è stata gestita, cioè con l’arroganza tipica del direttore dell’AUSL precedente e della sua compagnia cantante, ha dato questo risultato, che alla fine laddove non si è arrivati a una conclusione positiva sotto il profilo del dialogo amministrativo, ci si è arrivati con gli esposti alla Procura della Repubblica e i provvedimenti cautelari - bisognerà vedere cosa l’indagine appurerà - e, Assessore, converrà con me che a pagare oggi di questi ritardi sono esclusivamente i cittadini della Val d’Arda, che vedono preclusa a loro stessi la possibilità di utilizzare una struttura importante come quella del presidio ospedaliero di Fiorenzuola, tant’è che molti di loro sono costretti a rivolgersi al presidio ospedaliero di Piacenza o al presidio ospedaliero Vaio di Fidenza. Questo mi sembra non sia un quadro esaltante e mi auguro soltanto che nel più breve tempo possibile la cosa può essere definita così che in un senso o nell’altro ulteriori decisioni possano essere assunte.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 257

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le procedure relative alla gara d'appalto per il servizio ferroviario della Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni.

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Prego, consigliera Gibertoni. Ha sei minuti.

 

GIBERTONI: Grazie, Presidente. Questa interrogazione riguarda la gara d’appalto del servizio ferroviario di questa regione; è un argomento fondamentale e vorrei che se ne parlasse di più. Ricordo cosa è successo brevemente. Il 23 febbraio si è riunita la commissione aggiudicatrice perché la gara si è chiusa e nel momento di aprire si è trovato che soltanto un interlocutore ha partecipato a questa gara, una cordata guidata da Trenitalia e TPER che hanno presentato un’unica offerta insieme. Con - immagino - sorpresa della stessa commissione l’offerta di Trenitalia e TPER era un’offerta al rialzo che non era prevista dal bando, quindi la commissione aggiudicatrice ci risulta che ha chiuso la gara senza procedere all’affidamento del servizio. L’agenzia appaltante dice - l’abbiamo letto sulla stampa - di avviare una negoziazione diretta con l’unico plico arrivato rappresentato da Trenitalia e TPER e con le altre aziende che si erano qualificate secondo le procedure di quel bando. Questa gara possiamo giudicare a pieno titolo totalmente fallimentare. Sarebbe bastato soltanto la prima di queste condizioni per giudicarla fallimentare, cioè un solo plico pervenuto, che vuol dire che non è una gara, ma nel momento in cui lo stesso unico player che partecipa non accetta le condizioni del bando, presentando quindi un’offerta al rialzo, quindi neppure loro le accettano, direi doppiamente fallimentare. Aggiungiamo le condizioni sbagliate nel momento in cui invece si dice di voler rendere il mercato più aperto e più rispondente a degli obiettivi di eccellenza di servizi. Di fatto questo bando legittima un monopolio, che è un monopolio che conosciamo in questa regione, quindi favoriva per il lungo periodo (22,5 anni) un monopolio a scadenza ma soprattutto favoriva il monopolista uscente e immediatamente rientrante, quindi Trenitalia e TPER, protetto prima dalla concorrenza e protetto anche per il futuro. Nel momento in cui si decide di fare un bando in questo modo e si presenta un solo plico con un’offerta al rialzo e se fosse stato aggiudicato di fatto si sarebbe avallato un ulteriore monopolio protetto per un lungo periodo dalla concorrenza, quindi 22,5 anni invece di cinque, sei o sette anni, come si fa normalmente in Europa. Di fatto adesso ci sono alcuni nodi che a noi interessa sintetizzare. Si sono modificate le condizioni originali di una gara di fatto chiusa, e non ritenete che la posizione più corretta sia quella di aprire una nuova gara, visto che questa è chiusa e non ha trovato un’offerta all’altezza delle condizioni del bando? Sono quelle condizioni imperfette rispetto agli obiettivi di eccellenza del trasporto ferroviario (abbiamo appena finito di citare degli esempi di trasporto scadente) e nello stesso tempo fare delle condizioni che permettano anche di non avallare più un sistema monopolistico. La nostra domanda è certamente aprire una nuova gara, visto che questa si è chiusa in modo fallimentare, e valutare per le condizioni di nuova gara un affidamento per cinque, massimo sette anni, certamente non più di dieci,  con una gara per lotti, e non una gara per lotto unico, un sistema di incentivi connessi alla qualità del servizio e i relativi metodi di rilievo per le qualità non misurabili e un’effettiva garanzia certamente per il personale che preveda che allo stesso vada garantito un trattamento non inferiore a quello precedentemente goduto. Ci soffermiamo però in particolare sulla durata, sul fatto che sia opportuno adesso aprire una nuova gara e sul fatto che la gara vada aperta per lotti, in modo da far partecipare più interlocutori, come si fa in Europa normalmente. Come sapete, si ottengono anche delle volte degli sconti importanti, addirittura del 30 per cento, si migliora la situazione occupazionale e non si avalla un monopolio che in questo momento ci consegna totalmente in mano a un interlocutore che non sta dimostrando di essere all’altezza delle esigenze degli utenti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Donini. Ricordo che ha tre minuti.

 

DONINI, assessore: Grazie, Presidente. Le questioni che pone sono tantissime e cerco di andare con ordine. Come immagino sia a conoscenza, consigliera Gibertoni, la nostra regione al momento è l’unica in Italia ad aver attivato una gara a evidenza pubblica di rilevanza europea per l’affidamento dei servizi ferroviari di propria competenza. Ripeto che al momento siamo gli unici ad aver attivato questa procedura in un contesto nazionale che vede in molte altre realtà regionali l’affidamento diretto del servizio ferroviario. Al tempo stesso le sarà noto, anche se non compare nel dispositivo della sua interrogazione a risposta immediata, che uno degli elementi maggiormente qualificanti della nuova gara finalizzata a un deciso miglioramento della qualità dei servizi e a un incremento della loro regolarità riguarda il radicale rinnovo del parco rotabile, ossia ci saranno tutti treni nuovi in Emilia-Romagna entro questo mandato legislativo. Fornitura che comporta a carico dell’aggiudicatario un investimento molto consistente che produrrà beneficio nel servizio ferroviario regionale e un significativo miglioramento, soprattutto nelle tratte pendolari, nelle quali ora il materiale rotabile presenta evidenti segni di vetustà. Ho il dovere di informarla, consigliera Gibertoni, che la durata dell’affidamento è stata allineata a quella prevista dal regolamento CE n. 1370/2007 relativo ai servizi pubblici di trasporto passeggeri su strada e per ferrovia quindici anni eventualmente prorogabili di un altro 50 per cento a certe condizioni, volutamente compatibili con i tempi di ammortamento del nuovo materiale rotabile e ferroviario da acquistare a carico del futuro aggiudicatario. Le ragioni che hanno portato a mantenere come nel precedente affidamento, un unico bacino sono motivate dall’opportunità di ricomprendere in maniera indistinta tutti i servizi, sia quelli svolti sulla rete regionale sia quelli che si sviluppano sulla rete nazionale. Dalla convinzione che in tal modo si ottenga un ottimale utilizzo del materiale rotabile sia di proprietà regionale (il 30 per cento di quello che oggi viaggia) e incrementandone sensibilmente la produttività e dà la possibilità anche per il personale di poter operare indifferentemente su entrambi le reti, attraverso quindi migliori misure di organizzazione di impiego e di formazione mista degli equipaggi. Il trasferimento del personale è tutelato da una clausola sociale sottoscritta dalla Regione con le organizzazioni sindacali, che costituisce un riferimento vincolante e ineludibile, e trattandosi di una gara a evidenza pubblica a dimensione europea si evidenzia l’offerta che un’impresa liberamente presenta per requisire il servizio ricomprende in sé anche un’attribuzione certa del rischio di impresa. Inoltre le condizioni di gara già prevedono ciò che lei, consigliera Gibertoni, giustamente ritiene di esplicitare quali elementi fondamentali della sua interrogazione, cioè meccanismi incentivanti, premialità, connessi alla qualità del servizio, in primis all’avvio con la fornitura di nuovo materiale rotabile e anche durante la gestione del contratto, e meccanismi penalizzanti (penali e sanzioni) per il mancato rispetto degli standard minimi di riferimento monitorati sistematicamente per il mandato del contratto.

La ricostruzione della mancata aggiudicazione l’ha fatto molto bene lei; la Regione ha valutato l’opportunità, in relazione anche alla proposta avanzata da FER di dare seguito a quella procedura negoziata senza la pubblicazione di ulteriore bando di gara considerando che ciò potrebbe consentire a divenire tempestivamente a nuovo affidamento della concessione del servizio di trasporto pubblico di passeggeri di competenza della Regione Emilia-Romagna. In caso di adesione FER potrà proseguire attraverso l’esperimento di una procedura negoziata a condizioni iniziali sostanzialmente invariate rispetto a quelle della gara appena conclusa salvaguardando quindi tutti gli aspetti maggiormente qualificanti e sostanziali che l’hanno caratterizzata. Tra i vincoli dati ovviamente vi è il mantenimento del corrispettivo contrattuale, che non potrà che essere uguale o inferiore a quello della base di gara recentemente conclusa. Ricordo infine, perché questo delle volte non viene ricordato, che il percorso avviato per lo svolgimento della gara è stato più volte, in modo trasparente, seguito dall’autorità nazionale dei trasporti e da quella per la concorrenza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

Consigliera Gibertoni, prego. Ha un minuto di tempo per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, Presidente. In ogni caso mi sembra molto chiaro. Questa resta una gara che è fallita, è stata chiusa in modo fallimentare e credo che a un pasticcio non si debba rimediare con un pasticcio. Andava riaperta una nuova gara, andavano rispettate le esigenze di ammodernamento di questo servizio ferroviario e non andava avallato un monopolio. Detto questo, siete voi la maggioranza, sarete poi giudicati per il servizio ferroviario dei prossimi 22,5 anni, non so se estensibile addirittura a trenta. Tenete presente che le altre aziende che non si erano accreditate per quel bando potranno magari rivalersi per poter entrare questa volta. Non potete cambiare le cose in corsa tenendo però il bando di gara chiuso. Anche questa si chiama democrazia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 258

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il sostegno alle attività commerciali coinvolte nella cantierizzazione delle vie Ugo Bassi e Rizzoli di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami.

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Bignami, prego. Ha sei minuti.

 

BIGNAMI: Grazie, Presidente. Il tema è apparentemente locale ma in realtà vuole affrontare un progetto di legge che abbiamo sottoposto all’attenzione dell’Assemblea finalizzato a dare sostegno a tutte quelle attività commerciali e artigianali che sono evidentemente coinvolte nella realizzazione di interventi di cantierizzazione per la realizzazione di opere pubbliche e da qui insieme al collega Marchetti si è redatto un testo di legge utile ad affrontare la disciplina da un punto di vista di legislazione regionale. Parto da questo incipit per spiegare il perché mi sono permesso di sottoporre all’attenzione della Giunta questo tema che altrimenti apparirebbe quasi più da Consiglio comunale che da Consiglio regionale, perché riteniamo che il sostegno per attività che siano evidentemente sollecitate nello svolgimento dei propri esercizi da una cantierizzazione significativa e importante come quella che interessa la via Emilia a Bologna, ma potrebbe essere qualsiasi città e qualsiasi altra via, debba prevedere uno strumento legislativo che al contempo consenta di mitigare gli impatti conseguenti da queste opere pubbliche certamente importanti. Questo tipo di esperienza è già stata in una qualche maniera verificata da parte di altre regioni - non voglio prenderne ad esempio di specifiche per non mettere le bandierine - che tuttavia hanno dimostrato una sostenibilità dell’operazione e uno svolgimento con un coinvolgimento adeguato da parte dei comuni di forme di supporto che a nostro modo di vedere potrebbero essere prodotte anche in questa sede. Da qui l’interrogazione in ordine all’introduzione e alla percorribilità di questo tipo di soluzione anche nella nostra regione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Risponde il sottosegretario Andrea Rossi. Prego. Ha tre minuti.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, Presidente. Gentile Consigliere, come lei ha ben presente, non possiamo entrare in quelle che sono le scelte della municipale di Bologna per quanto riguarda la parte di realizzazione del cantiere. Il risarcimento dei danni economici causati dai cantieri, con i quali vengono realizzate opere pubbliche, è certamente per tutta la nostra regione un tema sensibile e cogente che va da Piacenza fino a Rimini. Ciò premesso, però, come lei ben sa, allo stato attuale la Regione non ha strumenti normativi e regolamentari che prevedono la corresponsione di indennizzi e non ha strumenti che comunque comporterebbero lo stanziamento di risorse di cui oggi la Regione purtroppo non dispone. Si sottolinea infine però che attraverso i consorzi fidi e le cooperative di garanzia, le attività commerciali e quelle artigiane possono vedersi riconoscere agevolazioni nella fase di ricorso al credito, sia come abbattimento del costo dei prestiti sia per la concessione delle necessarie garanzie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Bignami. Ha quattro minuti. Prego.

 

BIGNAMI: Grazie, Presidente. Sono evidentemente insoddisfatto. Non condivido l’orientamento della Giunta, ma abbiamo già formulato un progetto di legge e spero che questo dibattito possa portare a un ripensamento della Giunta medesima e della maggioranza.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

 

OGGETTO 114

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24. (Delibera di Giunta n. 51 del 26 01 15).

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 244

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia" (Proposta della consigliera relatrice Ottavia Soncini su mandato della Commissione I).» (7)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il testo del progetto di legge n. 1/2015 è stato licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali nella seduta del 24 febbraio 2015.

La relatrice della Commissione, consigliera Ottavia Soncini, ha presentato relazione scritta mentre il relatore di minoranza, consigliere Stefano Bargi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il progetto di legge è composto da sette articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

Il procedimento di esame avrà il seguente ordine dei lavori: la relazione di maggioranza, la relazione di minoranza, l’eventuale relazione della Giunta, dibattito generale congiunto sui due oggetti, eventuale replica dei relatori, eventuali conclusioni della Giunta, dichiarazioni di voto finali sulla delibera di indizione del referendum consultivo e votazione della sola delibera di indizione del referendum consultivo.

Procediamo dando la parola alla consigliera Ottavia Soncini per la relazione di maggioranza. Prego.

 

SONCINI, relatrice di maggioranza: Grazie, Presidente. Mi rivolgo a questa Assemblea e idealmente ai cittadini di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto. Oggi siamo qui per parlare del futuro delle loro comunità, sono quattro comuni dell’alto Appennino reggiano i cui cittadini saranno chiamati a esprimersi sul processo di fusione. Questa Assemblea dovrà deliberare proprio l’indizione del referendum consultivo, uno dei passaggi conclusivi di un percorso ormai maturo con la richiesta dei comuni del 31 ottobre 2013 alla Giunta di esercitare l’iniziativa legislativa per l’istituzione di un unico nuovo comune, processo legislativo che si è interrotto in uno stato avanzato per lo scioglimento dell’Assemblea legislativa della precedente legislatura.

Al Presidente Bonaccini e alla Giunta va un ringraziamento per aver sostenuto con determinazione la necessità di un processo di riordino territoriale, un processo che ci chiama a immaginare i prossimi decenni della regione e della vita dei cittadini in una forma istituzionale nuova, premessa di uno sviluppo anche di carattere culturale, civile ed economico. Siamo chiamati qui ora a dimostrare la capacità di dare risposte adeguate ai bisogni dei cittadini in questo tempo in tempi rapidi. Parliamo di una riforma che porta a una semplificazione non soltanto del procedimento legislativo ma anche dei diversi livelli istituzionali e dell’organizzazione della nostra regione sul territorio.

Il progetto di legge è stato infatti approvato da questa Giunta regionale con deliberazione n. 51/2015 tramite la quale la stessa Giunta ha dato corso alla procedura speciale, su richiesta dei sindaci dei comuni interessati, prevista dall’articolo 13 bis della legge regionale n. 24/1996 volta a consentire ai progetti di legge di fusione decaduti per lo scioglimento anticipato dell’Assemblea legislativa di riattivare un nuovo procedimento legislativo di fusione facendo salvi gli atti propedeutici già acquisiti al procedimento e con l’approvazione di un nuovo progetto di legge, tutto questo dopo aver acquisito l’assenso dei sindaci dei comuni interessati. Il processo di fusione prevede - mi pare utile sottolinearlo - un percorso autenticamente democratico proveniente, come si suol dire, dal basso, ovvero dai livelli territoriali coinvolti e non discendente dall’alto secondo parametri quantitativamente predefiniti o senza alcuna riflessione sulla peculiarità del territorio di riferimento. L’istituzione di nuovi comuni è infatti dall’articolo 133, secondo comma, della Costituzione rimessa alla potestà legislativa regionale sentite le popolazioni interessate.

Questa Assemblea legislativa è quindi oggi chiamata a disporre il referendum consultivo sul progetto di legge, indetto successivamente nei tempi previsti con decreto del Presidente della Regione, l’ambito territoriale di svolgimento del referendum e il relativo quesito. La forma prevista in Costituzione secondo quanto ha dichiarato la Corte costituzionale di previa audizione delle popolazioni interessate è posta a garanzia delle autonomie locali e per assicurare la necessaria tutela del diritto all’integrità territoriale dei comuni.

Va ricordato che i comuni hanno lavorato al processo di partecipazione civica con la promozione di quindici assemblee pubbliche che hanno visto incontri con le realtà produttive e le parti sociali. La stessa Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha finanziato un progetto dal titolo "Due valli, quattro municipi, un unico comune", un processo teso all’informazione sui benefici derivanti dalla fusione di comuni. Lo studio di fattibilità, una volta appurata la continuità territoriale indispensabile ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 24/1996, ha verificato la possibilità di realizzazione e le opportunità in termini economici e di funzionamento della nuova realtà istituzionale. La priorità quindi, per questi piccoli comuni, è la fusione. È una risposta alla sfida di aumentare e qualificare i servizi in un frangente di cronica scarsezza di risorse con estensione inoltre di vincoli di finanza pubblica ai piccoli comuni e con l’obbligo normativo di gestione associata delle funzioni. Sono d’altronde le stesse conclusioni a cui è giunto il Viminale non più di una settimana fa (per essere precisi, il 27 febbraio); il tema delle fusioni racchiude in sé quello della mancanza di risorse pubbliche, del servizio al cittadino e dell’identità territoriale.

L’opportunità è quella dunque di tenere insieme questi aspetti. Le norme previste dal testo di legge di fusione vengono in gran parte confermate dalla legge statale 56/2014 recante "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni". Il contributo statale annuo spettante al nuovo comune a seguito della fusione dovrebbe essere pari a 403 mila euro secondo quanto previsto con decreto dal Ministero dell’Interno di gennaio 2015, a conferma della volontà del Governo di dare priorità a questo tema. I quattro comuni collaborano già dal 1999 attraverso l’unione dell’Alto Appennino Reggiano. Si tratta di una delle prime sperimentazioni concrete di lavoro insieme e di unione di comuni della regione. Essa ha rappresentato un momento positivo di maggiore integrazione tra le strutture (micro nidi, scuole di musici, servizio sociale unificato e accreditato) e di maggiori risorse (mediamente 500 mila euro all’anno) con una conseguente minore imposizione fiscale ai cittadini. Rispetto al mantenimento di unioni nella gestione di funzioni e servizi, con un unico ente locale, attraverso quindi la fusione, si evitano duplicazioni, sovrastrutture, lungaggini burocratiche e lentezze decisionali.

Sarà questa nuova realtà istituzionale il più importante comune del parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e avrà peso e autorevolezza nell’elaborazione dell’agenda politica della montagna. Su tale identità sarà possibile costruire progetti incentrati sulle eccellenze (turismo, ambiente, energie rinnovabili, agricoltura di qualità, piccole e medie imprese artigiane e manifatturiere, infrastrutture e servizi). Riassumendo, c’è una concreta possibilità che possano prendere vita nuove azioni imprenditoriali e di ulteriore buon governo. Ringraziamo i membri della Commissione I, chi ha sostenuto e chi non si è opposto alla prosecuzione dell’iter per la fusione. La finalità dei quattro comuni è parsa alla Commissione meritevole di approvazione; decisiva è stata ritenuta la volontà dei sindaci e la fiducia nelle loro valutazioni. Vengo quindi a un veloce esame del testo licenziato (solo alcuni articoli importanti) dalla Commissione, la cui formulazione finale sarà eventualmente approvata da quest’Aula solo dopo referendum. Il progetto di legge si compone di sette articoli e istituisce dunque un nuovo comune con 4.348 abitanti, dato al primo gennaio 2014, e che con i suoi 257 chilometri quadrati di superficie risulterà il più esteso della provincia di Reggio. I Consiglieri, e il Sindaco incluso, in caso di istituzione di un unico comune, passerebbero da trentuno a otto, che comporta una riduzione delle strutture politiche e amministrative.

L’articolo 1 prevede l’istituzione del nuovo comune nella provincia di Reggio mediante fusione dei quattro comuni contigui di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto e lo prevede a decorrere dal primo gennaio 2016. La decorrenza al primo gennaio 2016 permette di semplificare l’adozione di una serie di atti, soprattutto di natura economico-finanziaria, e di programmare le prime elezioni del nuovo comune in coincidenza con la tornata elettorale amministrativa generale del 2016 riducendo al minimo il lasso di tempo in cui il comune dovrà essere retto da un organo straordinario. Il secondo comma dà atto del fatto che la denominazione del nuovo Comune sarà definita a seguito del referendum consultivo, che deve obbligatoriamente essere indetto, ai sensi dell’articolo 133, secondo comma, della Costituzione. Il terzo comma precisa che il territorio del nuovo Comune è costituito dalla somma dei territori dei comuni d’origine.

L’articolo 2 assicura che siano previste adeguate forme di partecipazione delle comunità originarie e il decentramento dei servizi, attraverso la possibilità di istituire municipi nei territori delle comunità di origine.

L’articolo 5 dispone la concessione di contributi regionali al nuovo comune stanziati in base ai criteri pre-determinati. Si tratta, e lo voglio ricordare, di un contributo ordinario della durata complessiva di quindici anni ammontante a 247.500 euro all’anno e un contributo straordinario in conto capitale a titolo di compartecipazione alle spese iniziali della durata di tre anni e pari a 200 mila euro all’anno. Inoltre, per dieci anni, il nuovo comune avrà priorità assoluta nei programmi e nei provvedimenti regionali di settore che prevedono contributi a favore degli enti locali. L’esenzione dal patto di stabilità per il comune nato da fusione è per cinque anni secondo quanto dice l’articolo 1 della legge 190/2014.

La Commissione, valutato positivamente il percorso di fusione, ha ritenuto opportuno dare corso all’iter legislativo proponendo a questa Assemblea di deliberare circa l’indizione del referendum consultivo. Non possono esservi dubbi sull’indizione del referendum, e vorrei ricordare che la Regione in questo momento non sta agendo di propria iniziativa ma a sostegno della volontà, oserei dire deliberante, espressa dai sindaci e a maggioranza qualificata dai Consigli comunali. Oggi siamo chiamati a votare un atto dovuto. In merito alla definizione dell’ambito territoriale di svolgimento del referendum per popolazione interessata si intende tutti gli elettori dei comuni interessati, e tra questi sono inclusi i residenti che siano cittadini di uno dei paesi appartenenti all’Unione europea. Quanto ai quesiti, le formulazioni che si propongono all’Assemblea sono le seguenti:

sulla volontà di procedere alla fusione recita:

“Volete voi che i Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella provincia di Reggio Emilia siano unificati in un unico comune mediante fusione?”

La seconda invece verte invece sulla denominazione di questo nuovo comune. In particolare la rosa dei nomi proposti è scaturita dal confronto avvenuto in seno alle comunità locali e offre otto opzioni agli elettori:

Ventasso;

Nasseta;

Crinale Reggiano;

Crinale dell’Alto Appennino Reggiano;

Alto Appennino Reggiano;

Nasseta e Valle dei Cavalieri;

Vallisneri;

Due Valli.

La disciplina del referendum consultivo non è vincolante e l’articolo 12, settimo comma, della legge regionale 24/96 precisa: "i risultati del referendum sulla variazione delle circoscrizioni comunali sono indicati sia nel loro risultato complessivo sia sulla base degli esiti distinti per ciascuna parte del territorio diversamente interessata". Noi, come legislatori, ci impegniamo fin d’ora a dare il dovuto valore alla volontà espressa dagli elettori nei territori interessati nel loro complesso, non potendo per nessuna ragione scorporare alcun comune dalla proposta originaria poiché ne risentirebbe non solo l’impianto della fusione ma verrebbero falsate anche tutte le conclusioni dello studio di fattibilità. La legge regionale 24/1996 non prevede alcun tipo di quorum né deliberativo né partecipativo in caso di referendum consultivo poiché è finalizzato a rappresentare al legislatore regionale, prima che decida definitivamente nel merito, la volontà dei cittadini. Noi siamo chiamati oggi a essere all’altezza delle sfide che ci vengono proposte. La classe politica dimostri credibilità, efficienza, senso del concreto, sensibilità nei confronti della voce dei cittadini che qui noi rappresentiamo. Coraggio, dunque. Un illuminato ha detto "Non è possibile conoscere il futuro ma il miglior modo per prevederlo è inventarlo". Grazie per l’attenzione e auguro ai cittadini e gli amministratori dei quattro comuni reggiani la rapida realizzazione del loro progetto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Soncini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, Presidente. Buongiorno ai colleghi. Come avevo annunciato in Commissione, mi limito a un intervento orale in Aula anche un po’ perché la celerità del procedimento che abbiamo adottato richiedeva nella seduta della Commissione la nomina del relatore e il depositare della relazione, cosa che ovviamente mi è stata difficile, visto che abbiamo fatto una sola Commissione. Proprio per questo vorrei fare una premessa sul metodo, prima di entrare in quello che è il merito del progetto di legge.

La premessa va nella direzione di dire che ci siamo trovati oggi qui in Aula a votare un progetto di legge che è passato prima dalla Commissione ma un progetto di legge che si trova a cavallo tra due legislature. È infatti iniziato tutto quello che era l’iter per formare la legge e indire il referendum per la fusione dei comuni nella precedente legislatura e per motivi che tutti conosciamo, che di certo non possono essere imputabili alla nostra parte politica, la precedente legislatura si è dovuta interrompere e di conseguenza questo iter è rimasto bloccato.

È stata emanata una modifica a una legge per introdurre questo articolo 13 bis che consentisse di salvaguardare gli atti propedeutici a un progetto di legge che si trova a cavallo tra due legislature così da poterlo riprendere. È stata una misura di salvaguardia in extremis fatta durante la precedente legislatura e voluta dalla precedente maggioranza, che però per noi genera alcune perplessità in quanto sembra andare a contrastare con quello che è il sesto comma dell’articolo 50 dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, che recita "i progetti di legge, salvo quelli di iniziativa popolare - non è questo il caso - decadono al termine della legislatura". È vero che nell’articolo 13 bis si parla di documenti propedeutici, però è anche vero che senza i documenti propedeutici è difficile andare a definire un qualcosa come può essere una fusione di comuni, senza lo studio di fattibilità, senza andare a capire quanti dipendenti e senza andare a capire quali costi si vengono a creare, per cui è un po’ complicato. Per questo sul metodo ci siamo espressi perplessi in Commissione e torniamo a esprimerci perplessi qui, tant’è che è stata avanzata, prima dal gruppo di Forza Italia, e quindi dai colleghi Bignami e Aimi, una richiesta di parere all’organo di garanzia statutaria. D’altronde cominciamo adesso a parlare di progetti di legge ma capiamo essere un organo di nomina politica e quindi non ci aspettavamo chissà quali risposte, però perlomeno una presa di posizione in merito a questa nostra perplessità. La prima richiesta dei consiglieri Bignami e Aimi non aveva le firme necessarie, perché ne occorrono dieci per avanzare una richiesta di questo tipo, e ad oggi, dopo una settimana circa, ci è arrivata la risposta, perché abbiamo appreso di questo bisogno delle dieci firme e abbiamo contribuito anche noi come gruppo in modo tale che ci fosse il numero di firme necessarie, per quanto riguarda la prima richiesta depositata dal gruppo di Forza Italia per dire che in due non sono sufficienti a richiedere il parere. Io credo che se si fosse liquidata un po’ in fretta questa parte e ci si fosse concentrati sulla seconda richiesta che invece le firme le aveva oggi probabilmente avremmo qualche perplessità in meno per quanto riguarda il metodo.

Venendo al merito delle fusioni dei comuni, un po’ come le unioni, che sono molto ben volute da questa Regione, ci sentiamo di dire, visto che l’Assessore in Commissione ci diceva, quando abbiamo chiesto se i sindaci erano stati risentiti, che c’è stato un giro di telefonate, tale abbiamo fatto anche noi per capire qual è la situazione di una realtà che in altro modo non potevamo conoscere. Quella che è stata la prima impressione che è emersa da alcuni amministratori di quei comuni è stata che è vero che la fusione dei comuni arriva con richiesta dei Consigli, è vero che c’è il referendum, però è anche vero che ci si ritrova in un certo senso costretti a intraprendere questa strada, perché sappiamo tutti che sui comuni della montagna puntiamo a ridurre le risorse in modo tale che vadano verso unioni o fusioni. Anche loro si trovano messi su questi binari e non è che abbiano molte alternative, per non parlare dei comuni di Collagna e Ligonchio, che essendo sotto i mille abitanti sono tenuti in qualche modo, se non vogliono avere accorpati quelli che sono i loro servizi principali, direi salvo quegli anagrafici, all’unione dei comuni in quel caso di Castelnovo ne’ Monti, sono costretti a intraprendere una strada che loro stessi possono magari battere, nel senso di decidere con chi fondersi e come fondersi. Anche da parte loro c’è un po’ questa critica, per cui è vero che la richiesta arriva dal basso però è un po’ forzata anche perché da un lato tolgono le risorse e dall’altro dicono che se si fa la fusione arrivano. Me lo ricordo perché ho vissuto un’unione dei comuni, quindi so benissimo com’è, per cui bisogna correre, bisogna avere fretta e unirsi entro una data altrimenti non arrivano i contributi. Sotto questa "minaccia" si va a spingere i comuni a prendere determinate decisioni. Capisco che i sindaci, anche per tutelare il territorio, con la normativa attuale e con l’impostazione attuale, devono prendere questa strada.

Perché noi nutriamo qualche dubbio su questa impostazione? Perché ad oggi non vedo in Italia una conformazione di paese, cioè noi fondiamo, uniamo, tagliamo, pseudotagliamo le province, pseudoaccorpiamo le regioni, ma vorrei capire in un futuro questo Paese come deve essere fatto e quanti livelli deve avere. Oggi abbiamo i comuni, le unioni, le fusioni, pseudo province, forse quasi accorpamenti, lo Stato, per cui quanti livelli deve avere questo Paese in futuro? Io non vedo l’obiettivo finale e questo lo dissi anche quando c’era l’unione. Dove vogliamo arrivare e a cosa vogliamo arrivare? Tanti piccoli passettini che poi molte volte - faccio anche l’esempio della Polizia Municipale - accorpiamo, compriamo i mezzi che poi rimangono in dotazione del corpo unico, poi alla fine i comuni si trovano con un servizio vacante perché il territorio è troppo vasto, perché ci sono problemi o perché c’è il comune che ha più organico ed è costretto a metterlo nelle disposizioni degli altri e si deve tornare indietro, che vuol dire altri costi. Molte volte si sono fatti anche questi errori e tornare indietro da una fusione è molto complicato. Ci sono altri problemi, come abbiamo visto nel caso di Toano e Villa Minozzo, due comuni che hanno votato al referendum il no. La gente, per motivi anche culturali e tradizionali e identitari, giustamente, perché non si prendono mai in considerazione, ma ci sono questi tipi di tematiche e di politiche, hanno detto no. Di questo di solito non se ne parla mai nelle leggi. Per quanto riguarda i costi, e quindi entriamo ancora di più nel merito, vorrei capire qual è il comune che viene fuori. Mi è stato detto che probabilmente si troveranno con un organico di cinquantacinque persone, che è un organico magari eccessivo per il tipo di ente, mi viene da pensare che la contrattazione decentrata, cioè quella che riguarda i contratti e le peculiarità dei contratti dei dipendenti locali, come possono essere il buono pasto, il premio o indennità varie, chiaramente tendono ad avvicinarsi al trattamento migliore dei comuni, quindi vuol dire un aumento di costi per quanto riguarda il personale in genere. Quando ci si trova ad avere personale in esubero ovviamente non si lasciano a casa, perché credo che in un momento come questo non credo sia la scelta migliore, quindi si creeranno degli uffici per mantenere questo personale. Quando si fa questo viene difficile in futuro dire di sciogliere l’ufficio ma bisogna perlomeno aspettare che queste persone vadano in pensione, perché poi abbiamo il personale delle province che deve essere riassorbito (anche questo dilemma non si è mai risolto del tutto), quindi è anche difficile dire a qualcuno di quei dipendenti magari di passare in capo alla Provincia, alla Regione o all’Unione. Siamo davanti a una complicatezza infinita e senza avere l’idea di dove si vuole andare è sempre complicato.

Altra segnalazione che ci è arrivata dagli amministratori è che anche loro si sono sentiti mettere fretta e hanno dovuto correre. È ovvio che adesso i sindaci hanno preso questa strada, è ovvio che vogliono andare in questa direzione, e noi riteniamo sia valida la parte più buona di questo progetto di legge, che è il referendum da fare in tutti i comuni e che nel caso di voto contrario di uno di essi va a inficiare quello che è il processo di fusione, che chiaramente anche da parte loro è molto ben voluto, come parte di questo progetto di legge. Noi non ci sentiamo di dire che impediamo la scelta dal basso proprio perché vogliamo capire da parte dei cittadini qual è la volontà, però d’altro canto le nostre perplessità su quello che è il sistema di fusioni e unioni dei comuni rimangono, le abbiamo viste, abbiamo visto i costi aumentare, abbiamo visto problemi dovuti ai servizi, che poi magari all’aumentare del costo non aumentano di qualità, quindi senza stare ad aprire un dibattito, perché stiamo parlando di un progetto di legge, non possiamo fare altro che rimarcare questa nostra posizione su quello che è il procedimento senza però per questo andare a osteggiare, perché ci interessa vedere come andrà a finire il referendum per capire se dal basso c’è la volontà, e a quel punto da parte nostra sicuramente non ci sono problemi ad andare nella direzione scelta dai cittadini, pienamente quella che è una scelta per ora dei sindaci. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bargi.

Apro il dibattito generale congiunto sui due oggetti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, Presidente. Come Consigliere reggiano, intervengo nel merito mentre sul metodo ha già chiarito bene quelle che sono le nostre posizioni il collega Bargi. La fusione dei comuni di quel territorio dell’Alto Appennino Reggiano è sì un percorso che purtroppo va intrapreso in maniera forzata e celere perché altrimenti si rischia a fine anno di finire sotto la legislazione di Castelnovo ne’ Monti, che non corrisponde, per esigenze, a quella dell’Alto Appennino Reggiano, che mi piace ricordare è il Ventasso. Ricordiamo che è una meta turistica importante, soprattutto per quello che è un flusso turistico proveniente dalla Toscana e dalla Liguria. Proprio per questo a noi interessa, più che parlare di scelte politiche, parlare di progetti. Noi abbiamo parlato con i sindaci - io stesso ho incontrato i sindaci del territorio - e soprattutto quelli dei comuni che sono sotto i mille abitanti, quindi quelli che più di tutti forse otterranno dei benefici ma che più di tutti sono forzati da questo procedimento. In particolare mi preme il comune di Collagna, che è la meta turistica per eccellenza, ha al proprio interno il Cerreto, quindi si parla dei laghi del Cerreto e delle piste del Cerreto. Tre progetti in realtà mi premono più di tutti ed è quello di cui vorrei parlare, perché i fondi che arriveranno non vadano dispersi sui comuni che magari ne hanno meno bisogno ma su quelli che possiamo incentivare nell’ambito turistico come previsto dal programma del Presidente Bonaccini. Quello che mi preme sono gli impianti sciistici del Cerreto, che attualmente hanno due problemi: hanno due impianti funzionanti di risalita su sei, e uno va a tratti e ha bisogno di manutenzione, e quindi c’è da investire su questo perché il flusso turistico è davvero molto importante, soprattutto quest’anno che contingenze naturali hanno portato un flusso turistico relativamente importante, e il campo scuola del Cerreto ha bisogno di opere importanti, ha bisogno di incentivare la parte giovanile del campo scuola, che attualmente non è strutturata, ha bisogno di infrastrutture e di servizi perché l’ambiente turistico ha bisogno anche di tutto un contorno rispetto a quello che è un mero campo scuola. Inoltre, un altro progetto che mi preme è quello del Palazzetto del Ghiaccio. Ogni anno riceviamo, come Provincia e come Comune di Collagna, dove noi abbiamo un Assessorato, tantissime richieste di affitto per il palazzetto inerente l’hockey, purtroppo però quel palazzetto non è idoneo per lo sport dell’hockey. Basterebbe pochissimo, ossia inserire quelle paratie di plexiglas che distinguono una pista di ghiaccio per il pattinaggio da quella dell’hockey. È un investimento ridotto che il palazzetto potrebbe affrontare tramite il CONI, perché il palazzetto è di giurisdizione in parte del CONI, ed è importante che la Regione si esprimesse perché tantissime squadre, addirittura dalla Russia e dall’est Europa, verrebbero volentieri ad allenarsi in Emilia, quindi ritengo che sia un’opportunità fantastica per poi portarli magari in un tour all’interno della regione Emilia-Romagna o della provincia di Reggio Emilia.

Qualora i cittadini vorranno la fusione, e vedremo l’esito del referendum, che onestamente mi preoccupa perché soprattutto il comune di Ramiseto non pare essere favorevole a questa fusione, quindi credo che l’iter potrebbe essere bloccato alla fine dal referendum, chiedo che i fondi abbiano già adesso, in questa campagna che si farà per la promozione del sì o del no sul referendum, dei temi ben specifici e dei progetti da portare avanti. Vengono messe davanti ai cittadini delle possibilità di spesa di quelli che saranno i fondi da qui a dieci anni che arriveranno su questo nuovo comune e quindi a noi prima di tutto, prima di una posizione politica, interessa questo, interessa sapere come verranno spesi e che verranno spesi sul territorio per incentivare turismo e soprattutto prodotti enogastronomici (mi viene in mente il pecorino che si fa da quelle parti, che è uno dei pochi prodotti che viene ancora allevato a terra in Italia). Prima di tutto mi interesserebbe un impegno da parte del PD, che è forza di maggioranza anche di quei comuni, sui progetti. Vorrei sentire parlare di progetti e non tanto di cifre macroeconomiche su bilanci, su nome del Comune o maggioranza politica all’interno del nuovo comune, e vorrei davvero un impegno su questi progetti da qui al voto che si terrà sicuramente penso prima dell’estate o poco dopo perché la gente ha diritto di sapere come verranno spesi i loro soldi e come il loro voto potrà incidere effettivamente sui benefici del proprio territorio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare il consigliere Zoffoli. Ne ha facoltà.

 

ZOFFOLI: Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Non avevo messo in conto di intervenire, però ho sentito delle cose che vorrei cercare di spiegare meglio, perché quando sono stato sindaco del comune di Forlimpopoli ho impostato, insieme al comune di Bertinoro, una ipotesi di fusione: credo sia una bella opportunità per i territori e credo che la Regione debba in tutti i modi incentivare le fusioni fra i piccoli e i meno piccoli comuni, per cercare di sviluppare le opportunità che in un contesto maggiore si riescono ad avere. Noi, come Regione, dobbiamo approntare una buona legge che responsabilizzi, velocizzi e dia contributi ma, tutta la responsabilità delle fusioni, credo sia indubbio, deve essere presa dagli amministratori del territorio e la responsabilità finale è in capo ai cittadini che, con referendum, decidono se fondersi o meno.

È chiaro che nel momento in cui si va a proporre il referendum nei territori c’è stato e c’è - ve lo assicuro - questo dibattito e quando arriva la richiesta in Regione i tempi sono maturi per andare avanti: la determinazione l’hanno presa gli amministratori e la prenderanno i cittadini dei territori, per cui credo che la Regione non possa mettere i bastoni tra le ruote o creare problemi, dare indicazioni o dire dove devono spendere i soldi. Dove spendere i soldi lo stabiliscono gli amministratori e i sindaci dei territori. Credo che dobbiamo assecondare il più possibile i territori nella loro volontà di fondersi come comuni, dobbiamo creare una buona legge che velocizzi questi percorsi e che, responsabilizzando gli amministratori, possa portare alla fine: dopo che i candidati o gli amministratori avranno fatto le loro proposte rispetto ai fondi che arrivano dalla Regione o dal Governo, rispetto alla semplificazione del patto di stabilità che permette sicuramente di fare degli investimenti notevoli, saranno i cittadini, sulla base di quelle proposte, a votare le fusioni, votare i sindaci ed esprimere quella volontà democratica che è indispensabile per arrivare a questi percorsi. Credo che oggi noi dobbiamo prendere atto della volontà degli amministratori e dei Consigli dei quattro comuni di andare a fondersi e permettere ai cittadini di esprimersi attraverso il referendum a cui seguirà poi una normale campagna elettorale, dove ognuno proporrà gli investimenti sulla base dei contributi che vengono dati e i cittadini, di conseguenza, sceglieranno gli amministratori in base alle proposte che faranno rispetto agli investimenti e ai programmi proposti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Zoffoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, Presidente. A mio avviso - prendo spunto dal progetto di legge in esame per affrontare la questione - occorre fare una netta distinzione sotto il profilo strategico tra quelle che sono le unioni dei comuni, molte delle quali sono state delineate anche in ambiti abbastanza ristretti e in alcuni casi addirittura vedono meno convenzioni di quanto ne avessero prima i comuni stessi prima che la legge in questione venisse approvata, e la fusione dei comuni. È indubbio che sotto il profilo funzionale la fusione dei comuni dovrebbe essere la strada maestra, però l’interrogativo che mi pongo è questo: è una opportunità che viene colta perché si ritiene effettivamente che una massa critica di popolazione e di gestione di servizi in modo coordinato possano rappresentare una caduta positiva per i cittadini e per il funzionamento stesso dell’ente o vi è invece una sollecitazione abbastanza equivoca e capziosa che viene data dal fatto di poter disporre di risorse aggiuntive? Già questa legge, per il poco che può significare come impatto di bilancio, prevede un esborso di 3 milioni 600 mila euro; è vero che sono da una parte i 200 mila euro in conto capitale per tre anni dilazionati e gli altri in quindici anni, ma questo è l’impatto che ha una legge. Penso che si debba fare una riflessione soprattutto su questo, indipendentemente dalla scelta legittima dei Consigli comunali di mettersi insieme e indipendentemente dalla scelta altrettanto legittima che i cittadini vorranno fare. Le unioni di comuni sono condivise solo perché vi è un’opportunità economica per i comuni medesimi o perché invece si vuole cercare di porre riordino agli ottomila e più campanili d’Italia? Ritengo che senza un chiarimento su questo punto, che ovviamente non può venire da questo progetto di legge - questa è la questione politica - corriamo il rischio di incentivare un po’ a pioggia un po’ di unioni di comuni e nel momento in cui dovessimo dire che quei fondi non ci sono più nella misura iniziale o in misura molto ridotta rispetto a quella iniziale vedremo allora che tutti riscoprono il pregio del campanile, il che rappresenterebbe il fallimento più netto di una grande idea ma che, se supportata soltanto da un interesse economico, è poco più che un baratto ma non sicuramente né un’idea politica né amministrativa.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, Presidente. Vorrei anche io intervenire a nome del nostro gruppo sul tema. Ci esprimiamo sicuramente in maniera favorevole sul progetto di legge in questione che prevede la fusione dei comuni di Collagna, Busana, Ramiseto e Ligonchio. Facendo un passo indietro, siamo anche soddisfatti del fatto che arrivi in Aula quest’oggi questo progetto di legge e che si parta dalla scelta, con un provvedimento ad hoc, di mantenere vivo l’iter che era arrivato fino alla decadenza della scorsa legislatura. Credo si sia trattato di un gesto importante di rispetto verso il percorso che i comuni in questione avevano intrapreso e portato avanti per raggiungere l’obiettivo della fusione. Da questo punto di vista va anche ricordato che questo percorso che i sindaci hanno volontà di portare avanti fino al referendum e sono convinti a sostenere, se non altro dagli incontri che abbiamo fatto questo è emerso, arriva al termine di quattordici anni in cui i comuni hanno costituito un’unione tra loro quattro. Prima ancora facevano parte della Comunità montana, quindi bisogna richiamare anche la complessità e la storia di questo territorio e delle sue istituzioni, che non hanno deciso di intraprendere il percorso della fusione soltanto per interessi economici ma per ragioni tecniche, soprattutto di esigenze territoriali precise.

Quello che preme a noi nel sostenere questa fusione è anche quello di non sostenere soltanto un’operazione di ingegneria politica che porta alla somma di quattro comuni al totale di 4.500 abitanti e allo stanziamento dei fondi che la legge prevede ma ci preme sostenere un progetto che dia la possibilità a queste comunità, perché di questo parliamo, di rispondere concretamente e correttamente alle esigenze del futuro, che non è il futuro prossimo ma deve essere un futuro visto nel lungo periodo. Noi crediamo che questa operazione sia funzionale a questo obiettivo e la sosteniamo per questo motivo. Diversamente, per quanto riguarda i contenuti nello specifico, è chiaro che l’autonomia è quella delle amministrazioni del territorio, dai vecchi Municipi al nuovo Comune, che dovranno dare le priorità di quello che sarà questo sviluppo. Queste comunità - veniva richiamato anche prima nella relazione - rappresentano buona parte del territorio del parco nazionale, allo stesso tempo però hanno una popolazione con un’età media molto avanzata, una popolazione che è ridotta rispetto alla vastità del territorio, dove sono emerse alcune esperienze lavorative innovative, come un paio di cooperative di comunità, tra cui quella di Succiso nel punto più lontano dal capoluogo, che è Reggio Emilia, che però sono esperienze che nonostante riescano a mantenere forza lavoro e giovani anche nei territori più lontani al momento sono isolate. Il tema della distanza dai servizi e della loro attuale presenza in zona è un altro tema da tenere presente quando si va a parlare di questa operazione non tanto perché queste comunità siano prioritarie rispetto ad altre ma proprio perché questi problemi sono presenti in questa come in altre comunità.

Ora discutiamo di questo progetto di legge ma non sarà l’unico; ci siamo dati un metodo, come maggioranza, di incentivare queste operazioni e dobbiamo anche rispondere alla domanda del perché le incentiviamo. Quello che diceva il consigliere Zoffoli prima di fare buone leggi funzionali agli amministratori di questi territori è il tema che ci dobbiamo porre non perché l’operazione della fusione si risolva con il sì, che auspichiamo, al referendum e con gli stanziamenti già previsti che verranno dati dopo e non perché dobbiamo regolare noi come questi stanziamenti verranno impiegati ma perché le sfide a cui accennavo prima, come quella dell’ambiente, di un territorio dissestato, della presenza sul territorio delle persone e delle comunità che oltre a sviluppare questo territorio possono impedire il suo dissesto, sono sfide importanti che un’amministrazione, come quella di un singolo comune o di un comune più grande che nasce dalla solidarietà di questi comuni, non le può affrontare da sole. Le istituzioni più alte e più basse di noi devono porsi anche questo problema quando discutono di queste questioni in maniera che le amministrazioni più decentrate non vengano lasciate sole nell’affrontare queste problematiche nel riempire di contenuti le leggi che noi facciamo. Loro hanno questa massima autonomia e credo che noi dobbiamo avere il dovere di darci l’obiettivo di accompagnarli in questo processo anche oltre la fusione.

Sicuramente questa disponibilità credo sia emersa, come dicevo all’inizio, già dal fatto di prendere un provvedimento per mantenere vivo un percorso e poi ci sarà la volontà popolare, oltre a quella degli amministratori, che ci dice se questo percorso è buono o meno, e noi dovremo anche rispettare questa espressione, ma prima ancora di questa espressione dovremo accompagnare i sindaci e le comunità nei mesi che ci separano dal referendum per spiegare quella che secondo noi è la bontà di questa operazione, qual è la visione a cui può essere utile questa procedura. Noi dobbiamo andare non soltanto a fondere quattro comuni, e il nostro sostegno a questa operazione non è soltanto alla fusione di quattro comuni, ma a creare una possibilità perché questi territori e queste comunità, con la nuova forma che si daranno, possano rispondere alle sfide di adesso e soprattutto dei prossimi anni, sfide che si presentano su un territorio che è quello che veniva richiamato nella relazione e che sommariamente richiamavo prima, sfide non facili che si presentano nel reggiano, come si presentano da altre parti, e che necessitano non soltanto dell’unione e della fusione dei comuni ma dell’impegno di tutti i livelli di amministrazione nel concreto delle cose, nell’accompagnare, nell’essere presenti, gli amministratori, i cittadini e le realtà associative che sono forti, soprattutto in questi territori più periferici. Con questa prospettiva noi sosteniamo il progetto di fusione e sollecitiamo a questa riflessione, che sicuramente sarà utile per i prossimi impegni e che abbiamo affermato anche nelle relazioni di inizio legislatura e nella nostra campagna elettorale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Torri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, Presidente. Tendenzialmente il Movimento 5 Stelle, soprattutto sui piccoli comuni, è stato sempre a favore delle fusioni, quindi vediamo questa possibilità che viene data a questi quattro comuni interessante. Anche noi solleviamo dei dubbi, intanto in merito alla velocità e al metodo e in quanto l’esito del referendum: prima ci veniva detto infatti che funziona se la maggioranza di tutta la popolazione dei quattro territori è favorevole, sottintendendo che se per caso un comune fosse contrario l’esito del referendum è comunque valido e si va avanti con la fusione.

A noi interessa, siccome siamo da sempre favorevoli ai referendum e ai referendum senza quorum, che venga tenuto conto della volontà delle popolazioni, quindi è da tenere in debito conto se un comune non sarà favorevole alla fusione. L’altra cosa interessante è che - altri lo sottolineavano - spesso queste fusioni - vengo da un territorio dove Savignano e San Mauro Pascoli hanno indetto un referendum e il referendum ha avuto esito negativo - vengono calate dall’alto, con lo specchietto per le allodole dei finanziamenti per i prossimi tot anni, in modo che questa volontà di fusione a volte è una volontà degli amministratori piuttosto che delle popolazioni, perché un amministratore che si trova da qui a dieci anni ad avere dei finanziamenti da utilizzare per il proprio comune è anche un amministratore che ha la possibilità di farsi rieleggere perché fa vedere che fa attività. Queste due cose vanno contemperate, quindi sicuramente dare un incentivo ma sicuramente sentire le popolazioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Poli. Ne ha facoltà.

 

POLI: Grazie, Presidente. I cittadini si pronunceranno con il referendum e decideranno per le loro comunità qual è il destino migliore, penso però che ai sindaci, alle Giunte e ai Consigli comunali di quei quattro comuni vada riconosciuto il coraggio di una grande sfida del cambiamento e chi ha fatto l’amministratore in comuni, in particolare quelli sotto i cinquemila abitanti, sa benissimo che è molto complicato governare il proprio territorio, in particolare oggi. Ricordo anche che per i comuni sotto i cinquemila abitanti esistono già di fatto leggi che impongono la gestione associata della stragrande maggioranza dei servizi con trasferimento delle funzioni a seguito del personale dedicato a quelle funzioni.

Gli adempimenti dei piccoli comuni sono esattamente uguali a quelli dei comuni grandi e in più, se non vado errato, dal primo gennaio 2013 anche i comuni sotto i cinquemila abitanti sono sottoposti al rispetto dei vincoli del patto di stabilità, che di fatto impedisce a quei comuni qualsiasi operazione di prospettiva in relazione ai governi dei propri territori. Se si considerano tutti questi aspetti, pur sapendo che l’elemento identitario di ogni comunità è, ed è giusto che sia così, molto forte, penso che la strada della fusione dei comuni sia una strada da percorrere con decisione e determinazione perché non si perde l’autonomia dentro a un processo di fusione ma si perde l’autonomia quando non ci sono più le risorse per fare gli investimenti che le proprie comunità si aspettano. A quel punto si perde l’autonomia e si perde anche l’identità. Un processo di fusione invece ha un percorso che può consentire un elemento di programmazione di governo su un’area più grande e può consentire la razionalizzazione delle professionalità, perché i piccoli comuni hanno anche dei vincoli rispetto ai tetti di spesa del personale che non consentono più di mantenere gli uffici in grado di dare risposta di qualità ai cittadini e alle imprese.

Questo è il quadro con cui si misurano decine di amministratori che amministrano comuni, in particolare quelli piccoli. La strada di mettersi insieme dal mio punto di vista viene prima anche dei finanziamenti straordinari perché è vero che a un certo punto i finanziamenti straordinari cesseranno e a quel punto quelle comunità dovranno avere la forza di camminare autonomamente rispetto a un’idea di governo di un’area più vasta del singolo comune. Ricordo che le discussioni che si fanno su questi aspetti sono discussioni che molte volte vedono noi più indietro delle nostre comunità.

Quando si spiega ai cittadini e alle imprese che dentro a un percorso di fusione aumentano le possibilità anche di attrattività di un territorio, se andiamo dalle nostre comunità e diciamo di fondere il comune così da chiudere i comuni, la reazione logica, per chi ama la propria comunità, è che il Comune rimane il punto di riferimento più vicino ai cittadini, una delle poche cose che pur con tanta fatica funziona ancora, siano essi amministrati da noi o dal centrodestra, quindi se si racconta che si chiude non è che ci siano i salti di gioia rispetto a questo, ma se si racconta che la sfida della competitività si affronta ormai oltre i confini del singolo comune e mettendo in gioco le caratteristiche e le qualità di un territorio e la voglia di accettare la sfida che guarda avanti, le comunità secondo me sono in grado di capire e di rispondere. Penso che i cittadini di questi quattro comuni, così come molti altri cittadini di molti altri comuni, se anche la politica sa prendersi la responsabilità e accettare la sfida del cambiamento spiegando le cose come sono, sapranno capire e accetteranno anche loro questa sfida.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Poli.

Se non ci sono altri consiglieri che chiedono la parola, chiudo la discussione generale e passo la parola ai componenti della Giunta.

Ha chiesto di parlare l’assessore Petitti. Ne ha facoltà.

 

PETITTI, assessore: Grazie, Presidente. Per dire che, come Giunta e come amministrazione, confermiamo attraverso questo atto quello che è l’orientamento favorevole a questa fusione, un orientamento che nasce - voglio fare alcune precisazioni rispetto agli interventi che ho sentito in Aula - ed è fortemente voluto dai sindaci dei quattro comuni, fortemente voluto tra l’altro con una costanza e una fermezza rispetto alla sollecitazione che hanno rivolto anche a questa nuova amministrazione, di riprendere quel percorso di fusione che si era interrotto in uno stadio tra l’altro molto avanzato per motivi estranei alla loro volontà, quindi non sono impressioni, consigliere Bargi, ma sono atti che noi abbiamo anche presentato in Commissione, pareri dei sindaci e atti rispetto all’espressione che quei Consigli comunali hanno già dimostrato. Noi ribadiamo il nostro appoggio, che non è, come veniva detto da alcuni Consiglieri comunali, un appoggio meramente economico a un processo di fusione ma è un appoggio che è legato a una prospettiva di quei territori rispetto a degli obiettivi di semplificazione perché noi avremo la possibilità anche di fare in modo che ci sia una rappresentanza politica di quel territorio. Ricordiamo - veniva detto dalla relatrice di maggioranza - che si tratta di quattro comuni con meno di cinquemila abitanti e un territorio estesissimo, tra l’altro una realtà che già da tempo ha i propri servizi organizzati in forma associata ed è evidente che il passaggio a un unico ente porterà maggiori risparmi e maggiori economie e razionalizzazioni in modo ottimale, ed è giusto che quattro amministrazioni possano porsi questi obiettivi perché, come veniva ricordato, anche questo potrà permettere questo processo di aumentare la competitività di quel territorio in un quadro istituzionale tra l’altro in grande movimento. Ricordo anche che nello statuto loro decideranno la sede, ma i municipi resteranno presidi delle comunità d’origine, quindi anche il tema della sfida culturale e identitaria, se è accompagnata attraverso un dibattito politico all’altezza di questa fase, credo che potrà far sì che questi territori continuino a essere estremamente competitivi. Un passaggio per me fondamentale è quello legato anche al fatto che noi abbiamo ritenuto che l’articolo 13 bis fosse un’opportunità proprio per far sì che tutta l’attività intercorsa fosse salvata, perché noi abbiamo presentato una nuova proposta di legge, e non è più il progetto di legge della precedente amministrazione, che è decaduto, che chiaramente andrà a semplificare le procedure e potrà far sì che il progetto di fusione avvenga in tempi rapidi. Ecco perché ribadisco ovviamente l’orientamento favorevole di questa amministrazione alla fusione e a questa proposta di legge perché riteniamo che la volontà degli amministratori, il dibattito già avvenuto nei Consigli comunali e il progetto strategico che c’è dietro al sostegno alle fusioni siano fortemente motivati e fortemente al centro del lavoro che andremo a svolgere anche nei prossimi mesi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Petitti.

Ha chiesto di parlare il Presidente Bonaccini. Ne ha facoltà.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, Presidente. Volevo dare un quadro generale di quale sia l’idea di riordino che abbiamo. La si può condividere o no - ci mancherebbe - ma in realtà c’è un disegno; nasce dal Governo del Paese, è parte dei progetti che questa Regione ha messo in campo nel passato e noi abbiamo, a mio parere, una delle leggi più avanzate nel Paese dal punto di vista dell’indirizzo della costituzione delle unioni e delle fusioni dei comuni, anche perché questa regione ha circa il 90 per cento dei suoi comuni che sono già associati in unione, credo il massimo di quello che nel Paese c’è, e a fronte di una legge Delrio che prevede l’obbligatorietà della gestione associata dei servizi nella costituzione dell’unione dei comuni, noi siamo davvero dieci passi avanti. Su questa fusione dirò solo una cosa perché la conosco bene. D’altra parte sapete che al di là dell’accelerazione o meno, se non ci fosse stata l’interruzione anticipata della legislatura si sarebbe già svolto il referendum e, dunque, stiamo parlando di un processo in cui le istituzioni locali avevano già individuato - Presidente Saliera, lei era protagonista come delega nella Giunta precedente come Vicepresidente e con la delega anche al tema del riordino istituzionale - quello che sarebbe stato il quinto referendum che si sarebbe tenuto in questa regione.

Le osservazioni del consigliere Foti le condivido laddove si dice che non è un problema solo economico, ma un tema di visione e di disegno che si può avere. C’è un disegno di riordino e di riforma costituzionale dello Stato che il Governo sta portando avanti e che prevede: il superamento del bicameralismo paritario con una sola Camera legislativa, un Senato delle autonomie con poteri diversi da quelli di oggi, la riforma del Titolo V dentro a un tema di riordino e riflessione delle competenze o delle cosiddette competenze esclusive delle regioni; il tema del riordino dei livelli di governo in cui si dice che si vuole passare da quattro a tre - ossia lo Stato, le regioni e i comuni - laddove il superamento oggi per arrivare all’abolizione delle province domani, se andrà avanti quella riforma, dovrebbe far trovare governi cosiddetti di area vasta, che ad oggi sono le unioni dei comuni, per evitare un neo centralismo regionale che questo sì sarebbe un bel guaio, dato che  vorrebbe dire che sarebbe stato sbagliato qualcosa- E invece bisogna  evitare che i singoli sindaci debbano bussare tutte le mattine alla porta del Presidente della Regione o dei suoi Assessori.

Discuteremo presto di quella che è un’idea che noi abbiamo di sperimentazione, visto che le aree vaste oggi non sono previste dalla Costituzione, ma se vorremo percorrere quella strada la discussione la faremo presto. Tra l’altro noi verremo in Aula, tra poche settimane, col tema del disegno di legge del riordino dell’assegnazione delle funzioni alle competenze proprie delle province come nuovo ente di secondo livello, e quelle che rimarranno in capo invece alla Regione, con tutto il tema dell’assegnazione del personale. Io penso, come è stato detto da alcuni Consiglieri, in particolare - non credo che sia un caso che abbiano fatto i sindaci - Zoffoli e Poli, che c’è un’opportunità che da un po’ di anni è stata assegnata.

Io vedo le unioni dei Comuni come opportunità anche di riordino generale di una sfida laddove oggi il piccolo è bello. Mi avete spesso sentito dire che vale ancora se si aggrega con qualcun altro e rischia di valere meno del passato se rimane da solo.

Vale sul tema dell’economia delle imprese, la spinta all’aggregazione e all’internazionalizzazione. Abbiamo visto, ad esempio nell’export, che questo fa volare parte della nostra economia, e vale anche a mio parere nelle istituzioni. Peraltro, le unioni dei comuni che funzionano meglio sono quelle che hanno già messo in gestione associata i servizi; ha dimostrato in quei casi che vi è un risparmio, una razionalizzazione delle spese, uno spostamento di spesa, che da improduttiva diventa produttiva e anche un aumento perfino della dotazione di personale per aumentare la dotazione di servizi erogata.

Ho trovato giusto che nella legge si dica - parlo di quella nazionale - che serve la gestione associata dei servizi, perché è vero che se un’unione di comuni diventasse una scatola senza il contenuto sarebbe un flop.  Noi vorremmo un cento per cento di Comuni, come abbiamo scritto nel programma, che si associa in unioni in questa regione entro la legislatura e che provano a dar corso a quello che la legge Delrio prevede.

Certo che vi è un premio, perché se si fa una legge che deve incentivare, a mio parere è giusto che vi sia un premio per la sfida che questo comporta. Devo dire che ognuno di noi vive in comunità che hanno già magari accettato quella sfida anni fa e che anni fa vedevano quella sfida come un pericolo, mentre oggi è stata vista e viene vista come una giusta opportunità a cui si è dato corso.

Io condivido l’elemento citato dal consigliere Foti, cioè che in quel disegno vedo questa opportunità e non un fatto meramente economico, anche perché, a un certo punto, finisce quell’economicità e rimarrebbe ben poca cosa.

Dall’altra vi è la sfida delle fusioni. Qui partiamo da una fusione che mette insieme i quattro comuni più piccoli dell’Appennino Reggiano. Quando viene chiesto del palazzetto, questo competerà ovviamente alla disponibilità di quelle amministrazioni comunali, che peraltro si sono già espresse. Io ho sempre trovato giusto che le fusioni dovessero corrispondere a una scelta dei cittadini, se siano d’accordo o no sulle singole fusioni, al riparo di un provvedimento autoritario. Che siano loro a decidere. Il caso di Valsamoggia fu il più emblematico. Ea proposito di una legge, quella dell’Emilia-Romagna, a differenza di altre regioni, prevede che un comune che si sfila non impedisce che gli altri possano andare avanti. Questo lo trovo giusto, perché è un rispetto verso quelle comunità che provano a stare insieme, ma che magari qualcuna - legittimamente - col dissenso dei suoi cittadini, vuole staccarsi da quel processo. 

Dall’altra parte - Valsamoggia ne è stato l’esempio - vi è il fatto che perfino due comunità su cinque decisero di votare no in maggioranza. Quei Consigli comunali decisero di procedere e, alle elezioni vere e proprie, il candidato a sindaco che ha vinto, con altri cinque o sei che gli erano in competizione, ha preso quasi il 60 per cento dei voti, rappresentando quella parte politica e quella maggioranza che aveva provato a spiegare alle proprie comunità che andare alla fusione dava opportunità di attrattività per il proprio territorio dal punto di vista delle imprese e di semplificazione.

Ne parliamo spesso, a partire da me, e ci riempiamo la bocca di sburocratizzare e semplificare, e sostanzialmente una fusione per certi aspetti dà una mano e un contributo proprio in tal senso. Soprattutto il fatto dell’esclusione dal patto di stabilità per qualche anno ha fatto sì - lo ricordavo poche settimane fa - che quel comune unico oggi di Valsamoggia proponga un piano investimenti che è dieci volte quello che avrebbe potuto proporre, il che per le imprese, i lavoratori, le forze sociali e i cittadini di quel territorio è stata la molla per dire di accettare quella sfida, e saranno i prossimi anni a dire se era stata giusta o sbagliata.

Ho girato l’Italia qualche mese fa per un’altra responsabilità che avevo, per andare a spiegare che ottomila comuni italiani erano troppi in questo Paese. E credo che sia davvero così, dato che ci sono piccolissime comunità, a cui nessuno toglie la municipalità, perché i municipi rimangono e sono rimasti anche in quei comuni fusi, in cui ci si aggrega e ci si organizza soltanto dal punto di vista istituzionale in maniera differente. Ma laddove si ha un dipendente o mezzo dipendente, laddove si hanno poche migliaia di euro per fare cose e risulta evidente che se ci si mette insieme ad altri si ha l’opportunità di avere servizi tecnici e risorse per investire sul propri territorio, beh, io credo che sia giusto. C’è addirittura un dibattito tra destra e sinistra e tra conservatori e progressisti - in paesi europei che sono conosciuti come patria del federalismo - proprio sul tema se sia giusto costituire e costruire territori più vasti. C’è un dibattito in questo Paese che prima o poi dovremo affrontare sul fatto se sia giusto avere ancora oggi venti regioni o meno, e io credo che su questo dovremo tutti quanti provare a istruirci e a dire la nostra.

Io penso che le fusioni siano una grande opportunità. Attraverso lo strumento del referendum permettono a tutti di poter decidere con i propri cittadini, e a questo ci dovremo attenere. Ricordo addirittura il Movimento 5 Stelle che legittimamente, quando ci furono le politiche del 2013, prevedeva - nei punti che Grillo scrisse nel programma - che i comuni sotto i cinquemila abitanti avrebbero dovuto essere superati o aboliti. Io penso che ci siano le forze, anche in questa Assemblea, che abbiano a cuore il tema della semplificazione e dell’aggregazione. In ogni caso, penso che in quella vicenda del reggiano, ma come altre - perché credo che ieri in Commissione abbiate affrontato l’ipotesi di un’altra fusione tra Porretta Terme e Granaglione - ci siano altri comuni in questa regione che stanno valutando e discutendo se andare a fusione.

A noi piacerebbe avere, invece dei trecentoquarantuno comuni di oggi, circa trecento a fine legislatura, nel senso che vorremmo spingere in quella direzione.

Ma come sempre decidono i cittadini. Mi pare che oggi, alla luce del dibattito, meritasse che provassi, se ce l’ho fatta, a dire almeno qual è l’indicazione del percorso e del riordino che abbiamo in mente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, presidente Bonaccini.

Procediamo con le dichiarazioni di voto sull’atto deliberativo. Ogni gruppo può fare un intervento per un massimo di cinque minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, Presidente. Chiedevamo il voto elettronico. Ringrazio il Presidente per il comizio su quella che è una proposta del Governo - mi è parso di capire - molto simile tra l’altro per alcuni aspetti alla devolution scartata nel 2006 e oggi siamo a discutere di tutt’altro. Per quanto riguarda le fusioni, ho sentito ripetere nei vari interventi un giochino, cioè che bisogna che siano le amministrazioni a scegliere, però sarebbe meglio che scegliessero così. Questa è la forzatura che anche alcuni amministratori riportano. Lei mi dice che i sindaci sono assolutamente convinti, però l’hanno detto anche a me, perché comunque la strada davanti migliore per loro - parlo soprattutto per i comuni sotto i mille abitanti - è questa, ed è evidente. Detto questo, le perplessità ci sono, come per esempio sul discorso dei dipendenti, quindi trovarsi doppioni e l’aumento di costo, la difficoltà di farli riassorbire ad altri enti perché adesso sono in esubero anche quelli delle province, per cui c’è tantissimo da dire su questi passaggi e non ho visto che ente viene fuori, perché non ho altri documenti a parte quelli che mi avete inviato per quella Commissione. C’è anche il discorso sulla sede e ci sono perplessità anche su questo per loro che sono nel territorio, per cui temono anche discorsi politici intorno a questo ma pare evidente che siano tutte perplessità che nascono per forza quando si tratta di una fusione di comuni. Ribadisco quanto abbiamo detto prima, cioè che noi non osteggiamo quella che è stata la volontà dei sindaci e quindi non siamo qui a bocciare un progetto di legge che comunque viene da quelle che sono state le espressioni dei Consigli comunali ma vorremmo da parte nostra che questa strada di fusioni fosse più una possibilità, magari con l’aiuto verso coloro i quali si fondono, che una strada preferenziale.

 

BONACCINI: Non è preferenziale.

 

BARGI: Mi sembra di aver capito che invece se si fondano è meglio, quindi è una strada voluta nel vostro disegno di riorganizzazione. Per noi deve essere una possibilità che se vogliono intraprendere la intraprendono. Ci tengo a precisare che in altre realtà europee, ad esempio la Francia - tremiamo quando sentiamo parlare dei nostri ottomila comuni - ha trentaseimila comuni, e probabilmente con un’organizzazione diversa i comuni piccoli possono essere mantenuti. In Germania - fa quasi ridere - c’è un comune con cinque abitanti e ha anche il sindaco; evidentemente questo sindaco non avrà compensi e non esisterà una struttura burocratica dietro, però il presidio territoriale e politico rimane. Le strade possono essere tante; la proposta è arrivata dal basso e non la osteggiamo, non siamo del tutto favorevoli a questa mentalità di spingere verso fusioni, è giusto che scelgano i cittadini e attendiamo l’esito del referendum, per questo ci asteniamo su questo progetto di legge. Volevo avere un’altra informazione, cioè se votiamo sia il progetto sia l’indizione del referendum.

 

PRESIDENTE (Saliera): È un voto sull’atto deliberativo che ha come oggetto l’indizione del referendum.

 

BARGI: Allora in questo caso - avevo capito male - sull’indizione del referendum siamo d’accordo e votiamo a favore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto convinto a favore del gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà e per spendere due parole anche più in generale su questi progetti di riforma istituzionale, perché quando siamo in campagna elettorale tutti rivendicano la necessità di cambiare, di riformare, di trasformare, di ridurre e di snellire la macchina pubblica e poi puntualmente, quando ci si trova qua e si deve dare corso a questi procedimenti, peraltro in uno scenario come quello che ci troviamo ad analizzare oggi, condiviso e partecipato dal basso che ha visto un’ampia convergenza delle amministrazioni coinvolte, un lavoro lungo di anni su quel territorio, c’è sempre qualcuno che dice forse. Io credo che in generale la politica debba assumersi le proprie responsabilità, debba favorire dei processi virtuosi e debba saperli anche indicare, ragione per la quale sostengo convintamente che laddove anche le amministrazioni, parlando ovviamente dei comuni sotto i cinquemila abitanti, dimostrassero la volontà di andare avanti però avessero anche qualche perplessità penso che la Regione debba svolgere un ruolo di supporto e di sostegno indicando anche il risultato e l’obiettivo al quale tendere, perché questo è quello che fa la differenza tra annunciare delle riforme e fare le riforme, cioè la capacità di mettersi in gioco costantemente, in modo serio, anche eventualmente facendosi carico dei problemi che sui territori esistono, perché non sfugge a nessuno che viviamo in un paese con ottomila comuni dove le tendenze al campanile ci sono, però noi abbiamo l’esigenza, la necessità e il dovere di dare un contributo al fine di modificare questo assetto, che è un assetto per il Paese non più utile e funzionale. Questo ce lo dobbiamo dire in modo chiaro. A maggior ragione laddove i territori e le amministrazioni esprimono la volontà di andare avanti credo che noi facciamo bene ad assecondarli e facciamo bene a velocizzare il più possibile i nostri passaggi, pur nel rispetto ovviamente di quelle che sono le prerogative di tutti, del lavoro della Commissione, però dobbiamo anche dare risposte celeri e dobbiamo dare risposte all’altezza della situazione, quindi quando siamo chiamati, come in questo caso, a mettere in qualche modo il sigillo su un percorso che è in atto da tempo e che da quelle comunità ci viene chiesto di concludere rapidamente credo che facciamo bene ad andare avanti speditamente. Più in generale, ci sono altri progetti di fusione che dovremo esaminare in Commissione e in Aula e sono convinto e voglio sperare che il centrosinistra ma tutte le forze che compongono quest’Aula e quest’Assemblea colgano la necessità di spingere con determinazione su questi processi che tra l’altro sono una parte non irrilevante di riduzione dei costi della pubblica amministrazione e della politica, perché c’è anche questo, ovviamente i costi della politica in modo quasi trascurabile perché l’indennità di chi fa il sindaco o l’amministratore nei comuni piccoli è praticamente risibile, però i costi per la pubblica amministrazione ci sono perché la duplicazione di stazioni appaltanti e la duplicazione di tanti aspetti amministrativi che non favoriscono un’attività più snella e più funzionale, la duplicazione dei comuni questo lo produce e quindi noi, se ci assumiamo la responsabilità di indicare con chiarezza quali sono, e in questo il Presidente Bonaccini lo ha fatto bene anche nel discorso di insediamento, i nostri obiettivi e traguardi credo che faremo e facciamo un servizio alle nostre comunità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, Presidente. Prendo anche io la parola per la dichiarazione di voto a nome del gruppo del PD. Premesso che il percorso che porta alle fusioni, quelle che sono già avvenute e quelle che ci saranno in questa regione, è un percorso che avviene partendo da una volontà dal basso, da una volontà che per legge e anche generalmente avviene a partire dai Consigli comunali, che fino a prova contraria rappresentano i cittadini, e poi questo percorso si conclude ovviamente con la consultazione diretta dei cittadini, abbiamo l’esempio della democrazia, dove c’è la democrazia in senso indiretto che si esprime con i propri eletti e un esercizio di democrazia diretta attraverso il coinvolgimento dei cittadini. Di fronte a questo credo che bisogna dire se si è d’accordo o se non si è d’accordo. Ho l’impressione che in quest’Aula invece ci sia chi prova a cercare una via di mezzo, e su queste non c’è una via di mezzo: o si è d’accordo o non si è d’accordo. Lo dico perché se ci fosse da fare il manuale del buon Consigliere o del buon politico in quel manuale si potrebbe serenamente scrivere che quando non si è d’accordo sul merito ma si ha la paura di dire che non si è d’accordo sul merito bisogna attaccarsi al metodo. Io ho notato questa strategia e scelta da parte di qualcuno in quest’Aula, perché è sul tema di merito che dobbiamo capire se siamo d’accordo, perché mi si può dire che non si è d’accordo nel merito se le fusioni vengono imposte dalla Giunta regionale o dall’Assemblea regionale, e allora sì che sarei contrario anche al merito oltre che al metodo, ma se il merito, che è la fusione, parte da un percorso, che a sua volta è un percorso che parte dal basso, dai Consigli comunali e dai cittadini, quando si dice il contrario si rischia di voler fare mera propaganda e mera demagogia, quindi dobbiamo provare a stare al merito, e il merito è quello di un percorso di comuni che hanno fatto l’unione a partire dal 1999, se non vado errato, unione che gli è servita per crescere, per fare in modo che i dipendenti di quei comuni si parlassero e iniziassero ad agire insieme, per fare in modo che i cittadini si mescolassero nell’utilizzo dei servizi e così ci ritroviamo in una condizione nella quale al termine di tutto ciò oggi quelle comunità ci chiedono di potersi interrogare sull’opportunità di diventare un unico comune, e noi dobbiamo creare tutte le condizioni perché quelle comunità possano in fretta esprimersi su questo punto.

Quando ci si collega all’articolo 13 bis, viene messo un articolo utile a sburocratizzare e ad evitare che percorsi già cominciati debbano ricominciare dall’inizio se una legislatura si interrompe o se una legislatura finisce, quindi un articolo utile a fare in modo che le comunità possano proseguire nel loro percorso istituzionale senza soluzione di continuità e noi diciamo che è una cosa che viene forzata, quando in realtà è utile a fare in modo che un percorso partito dal basso possa avere un suo proseguimento. Per questo credo che non ci possano essere opposizioni né di metodo né di merito; su una questione come questa bisogna essere dalla parte delle comunità che chiedono di voler fare un passo avanti. Ce lo diranno loro, quelle comunità, se questo passo avanti lo vogliono fare definitivamente. È chiaro che ognuno di noi può avere un suo auspicio, è legittimo che la politica abbia un suo auspicio, e il Partito Democratico ce lo ha, ossia che, laddove ci siano le condizioni, queste fusioni vengano fatte perché rappresentano, come diceva il collega Taruffi, un modo per ottimizzare i servizi, per ridurre i costi e per rendere più efficace l’azione della pubblica amministrazione. È un passo da fare, è un’opportunità che abbiamo per dimostrare che anche da quest’Aula vogliamo passare dalle parole ai fatti ed ecco perché il PD voterà sì a questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

 

Nomino scrutatori i consiglieri Montalti Lia, Lori Barbara e Piccinini Silvia.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione del partito di deliberazione oggetto 244, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

49

Assenti

1

Votanti

48

Favorevoli

48

Contrari

--

Astenuti

--

 

L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 163

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di antimafia. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Sensoli, Sassi, Piccinini.

(Discussione)

 

OGGETTO 165

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di rispetto della legalità e sulle azioni di prevenzione e trasparenza necessarie per combattere le infiltrazioni di stampo mafioso sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Passiamo all’oggetto 163 “Richiesta di istituzione di una commissione speciale d’inchiesta, ai sensi dell’art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa e dell’art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di antimafia. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Sensoli, Sassi, Piccinini.”

La richiesta di istituzione della commissione di inchiesta può essere formulata da ciascun consigliere regionale. È presentata all’Ufficio di Presidenza ed è inserita all’ordine del giorno della prima seduta utile dell’Assemblea. L’Assemblea, con deliberazione a maggioranza assoluta dei suoi componenti, istituisce commissioni di inchiesta per lo svolgimento delle funzioni di cui all’articolo 40, primo comma, dello Statuto, determinando la durata e il potere della commissione in modo da assicurare l’efficacia dei suoi lavori, l’oggetto e i limiti dell’inchiesta nonché il numero dei componenti e la partecipazione numerica di ciascun gruppo assembleare.

Apro il dibattito generale. Chi chiede la parola in dibattito generale ha dieci minuti di tempo per ogni intervento e poi si procede con le dichiarazioni di voto con cinque minuti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, Presidente. Solamente per chiedere come prima cosa se si poteva procedere al dibattito congiunto con la richiesta che ha presentato la Lega Nord, visto che sono del tutto simili.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, Presidente. Confermo la volontà di discutere, visto che hanno lo stesso fine, le due richieste in contemporanea.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Dalmonte. Gli oggetti 163 e 165 vengono abbinati e si procede con la discussione generale congiunta dei due oggetti. Si hanno a disposizione dieci minuti per ogni intervento.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, Presidente. Il 24 febbraio è stata presentata a Roma la relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia, la quale la dice lunga sulla situazione in Emilia-Romagna, che può ben definirsi terra di mafia. L’attività di indagine, durata oltre due anni, ha consentito di accertare, semmai ce ne fosse ancora bisogno, l’esistenza di un potere criminale di matrice ‘ndranghetista, la cui espansione si è appurato andare al di là di ogni pessimistica previsione con coinvolgimenti di apparati politici, economici e istituzionali. D’altra parte che fossimo un territorio a rischio non è una novità dei giorni nostri. Dal ‘61 al ‘95 sono stati almeno 3.562 gli appartenenti alle cosche mafiose confinati con soggiorno obbligato nella nostra regione. L’attualità oggi ci racconta di 117 arresti nello scandalo Aemilia con appoggi all’interno della pubblica amministrazione.

Sappiamo che le grandi opere pubbliche costituiscono un notevole richiamo per la malavita organizzata attraverso i meccanismi ormai noti degli appalti e sub-appalti al massimo ribasso che consentono l’attribuzione dei lavori alle imprese che si possono permettere importi così bassi grazie al riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. Da qui quindi la nostra richiesta di una precisa commissione di inchiesta per individuare le cause e studiare le contromisure per contrastare questo fenomeno e per poter essere parte attiva, anche come rappresentanti di questa regione, nella lotta alla criminalità organizzata precisando che, come è indicato nel testo della risoluzione, la commissione non dovrà chiaramente pesare sulle casse della Regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, Presidente. La ringrazio sia per avermi dato la parola sia per averci fornito un appoggio indiretto nei giorni scorsi in una sua intervista a 24Emilia, dove ha dichiarato che le istituzioni devono ora davvero rafforzare l’attenzione e il loro impegno nel contrasto alla criminalità organizzata. Nella sua intervista ha detto che c’è bisogno di atti pratici, di concretezza per andare ad affrontare come Assemblea, e queste due richieste vanno proprio incontro a questa sua richiesta, oltre che nostra, quindi crediamo che possano essere ben accolte. Oggi ho visto sulla Gazzetta di Reggio una dichiarazione del Presidente, che mi dispiace sia uscito e si vede che ha altro da fare rispetto a parlare di criminalità organizzata e crimine mafioso, nella quale diceva di voler fare una consulta regionale contro il crimine mafioso. Questa è la regione delle consulte e dei tavoli, abbiamo decine e decine di consulte e tavoli ormai su ogni cosa, però credo che ci sia una sostanziale differenza tra una consulta e una commissione speciale di inchiesta, prima tra tutte che la commissione speciale di inchiesta è tenuta a riferire a questa Assemblea quello che scopre, quello che fa e quello che porta avanti nelle sue sedute e soprattutto ha una garanzia di minoranza, quindi la minoranza è rappresentata e non è completamente nominata dalla Giunta come in una consulta regionale.

Crediamo che questo sia un tema che non possa essere demandato su fiducia, ma debba essere discusso con un controllo delle minoranze, con un controllo da tutte le parti, che possa essere più costruttivo possibile perché la lotta alla criminalità organizzata non deve essere di una sola parte ma deve essere assolutamente bipartisan. È per questo che abbiamo depositato questa richiesta - non abbiamo chiesto a caso una commissione speciale di inchiesta - e lo abbiamo fatto perché possiamo essere anche noi parte attiva con il nostro apporto a un dibattito e a una fase costruttiva che possa finalmente distruggere quella che è la criminalità organizzata ma costruire anche delle nuove regole sugli appalti, sui controlli e su tutto quello che possa essere fatto di buono da questa Regione nel contrasto. Abbiamo letto più volte dal rapporto della DNA che le mafie hanno conquistato tutto, le menti, gli appalti, abbiamo letto dichiarazioni di ogni tipo da parte della DNA e della Presidente Rosy Bindi della Commissione, crediamo quindi che sia importante a questo punto prendere una posizione netta di apertura nei confronti delle minoranze e non chiudendosi nel Palazzo in un tavolo di una consulta. Crediamo che sia un atto dovuto da parte di questa maggioranza permettere alle opposizioni di condividere un percorso, permetterci di dare il nostro contributo perché crediamo che solo insieme si può davvero sconfiggere la criminalità organizzata. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, Presidente. L’altra volta, quando abbiamo parlato di questioni antimafia e di proposte del Movimento 5 Stelle e di proposte del PD, ci siamo detti che c’erano degli atti che non dovevano dividere, ci siamo detti che i corsi di formazione sono utili ma sono una frazione infinitesimale rispetto a quello che serve adesso in questa regione. Il consigliere Mumolo mi ha detto pubblicamente che non può votare la risoluzione del Movimento 5 Stelle perché non riconosce il lavoro svolto - c’erano un paio di righe che noi avremmo ben volentieri stralciato - però riconosco il lavoro svolto dalla magistratura, che è quello che ha portato alla luce i 117 arresti che fanno dell’Emilia-Romagna una terra effettivamente di mafia, anche se amareggia doverlo dire. Se gli atti non devono dividere e se si prende atto che lo scenario è cambiato, e lo fa anche la maggioranza, sono convinta che questa consapevolezza doveva esserci anche prima in chi governa la Regione, perché non è possibile sorprendersi la mattina di uno scenario cambiato improvvisamente. Abbiamo già parlato di coppola sì e coppola no e ci siamo detti che non era quello il punto. Funziona come per il dissesto idrogeologico, per cui lavorare di emergenza non serve a nulla ma bisogna esercitare delle azioni sistemiche, e la commissione speciale di inchiesta ha questo esatto fine. Ieri sera a Modena c’era Nino Di Matteo, il quale è venuto a parlare della sua vita, della vita che fa adesso e delle prospettive che vede, che cosa pensa, se è ottimista rispetto allo sradicamento prima di tutto di una mentalità mafiosa, e ha detto che la porta di ingresso delle mafie nella pubblica amministrazione è la corruzione. Ieri sera diceva inoltre che non hanno registrato nessun passo avanti rispetto a questo, nessun passo avanti rispetto allo sradicamento di una mentalità che deve cominciare a battersi in modo sistemico contro la corruzione, a partire dalla pubblica amministrazione. Oltre a questo diceva che chi sostiene che i virus della criminalità organizzata sono estranei al corpo politico sbaglia perché le cose vanno di pari passo. La mafia cerca la politica e si integra perfettamente perché ha bisogno di chi esercita il potere per ampliare i propri affari. Questa serata con don Ciotti e Antonino Di Matteo è stata molto significativa e ha detto alla fine che le grida sono clamorose ma più clamoroso delle grida è il silenzio, e il silenzio è quello che fa male e che fa soffrire, più clamorosa della grida è chi tenta di delegittimare la magistratura e chi tenta di non fare entrare queste questioni nelle istituzioni pubbliche. Io non temo di dire in questa sede che un voto contrario a questa proposta equivale a una frazione pericolosa di silenzio, quindi invito la maggioranza a non dividere l’Assemblea legislativa su questo punto. L’altra volta, quando abbiamo accettato di votare abbastanza di buon grado, anche se era fatta peggio della nostra risoluzione, la risoluzione del PD, avevamo detto che era il primo di una serie di atti, quindi adesso ci presentiamo coerentemente e vi invitiamo anche a vostra volta a essere coerenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, Presidente. Intanto devo dire che registro con molto piacere in questa consiliatura che il tema delle mafie viene affrontato molto sia dalle forze di maggioranza sia da quelle di minoranza. Lo registro con molto piacere e senza alcuna polemica visto che l’altra volta non c’è stata questa grande attenzione, quantomeno dalle forze di minoranza, e parlo della legge 3 in particolare. Devo dire che sono assolutamente d’accordo - ho letto le due richieste - sugli obiettivi che si propongono queste due richieste di istituzione di commissione ma non sono d’accordo sullo strumento. Non sono d’accordo sullo strumento perché forse qui c’è un piccolo equivoco su che cosa è la commissione di inchiesta, cioè a cosa serve, d’altra parte un equivoco facilmente risolvibile perché lo Statuto, all’articolo 40, stabilisce che le commissioni assembleari speciali hanno il compito di svolgere inchieste sull’attività amministrativa della Regione. Noi non abbiamo i poteri inquirenti e non possiamo andare a verificare che cosa fanno i singoli soggetti sul territorio, perché questi poteri ce li ha la magistratura, che per fortuna li ha bene esercitati con le 1.377 pagine dell’ordinanza, che mi auguro tutti quanti vogliate leggere attentamente perché danno uno spaccato di quella che è la situazione in Emilia-Romagna, che, come ho detto anche l’altra volta, non era sconosciuta in quest’Aula, tant’è vero che proprio sulla ‘ndrangheta, e lo ripeto ancora una volta, nel 2013 c’è stato un rapporto della Regione Emilia-Romagna, dell’Assemblea legislativa e di Libera che si chiama "L’altra ‘ndrangheta in Emilia-Romagna" e molte cose che voi trovate nel libro ’Ndrangheta all’emiliana ci sono anche qui dentro. Ovviamente l’indagine che ha dato i suoi frutti adesso è un’indagine che va avanti da anni, perché è chiaro che sono indagini che prevedono intercettazioni telefoniche e una serie di attività che non si sviluppano in sei mesi. Questo tema era noto a noi, era noto agli inquirenti e i risultati ci sono stati con questa inchiesta. Io concordo assolutamente sugli obiettivi ma temo fortemente che lo strumento non sia quello che alcuni sperano, perché non li abbiamo questi poteri.

Noi abbiamo semplicemente il potere nelle commissioni speciali di svolgere inchieste sull’attività amministrativa della Regione. Altra cosa che vorrei sfatare - forse è un mito - è che non è che la commissione speciale di inchiesta abbia più poteri delle commissioni ordinarie e non è che il singolo Consigliere non possa chiedere le stesse identiche cose all’amministrazione con gli strumenti ispettivi previsti dal nostro Statuto e dal nostro Regolamento rispetto a ciò che può chiedere invece in una commissione speciale. Non c’è una differenza, e siccome sono d’accordo con la collega Gibertoni, cioè che non dovremo dividerci su questa cose, dovremo pensare a lavorare e farlo in maniera che produca dei risultati in tempi brevi.

Noi abbiamo approvato una risoluzione la volta scorsa e magari proverei a impegnarmi perché ciò che c’è scritto in quella risoluzione venga realizzato in tempi brevi. Ci sono due proposte di legge che sono state presentate, una dal Movimento 5 Stelle e l’altra sarà presentata dal gruppo PD e dalla Giunta - è stata anticipata ieri dall’Assessore - che prevede una serie di attività che noi possiamo svolgere insieme ad altre, perché i risultati si raggiungono con dei fatti e delle leggi. Ho sentito dire che la commissione magari può proporre nuove regole sugli appalti ma le nuove regole sugli appalti si propongono con una legge che viene discussa nelle commissioni e viene approvata in quest’Aula, tant’è che quello che noi abbiamo fatto lo abbiamo fatto in questa maniera, cioè l’iter in commissione, dove si ascoltano tutti (forze dell’ordine, provveditorato, magistratura, sindacati) e dopo si propongono delle risoluzioni, facendosi anche consigliare, che poi vengono approvate sottoforma di legge in quest’Aula con un iter che è quello normale.

Nelle commissioni si può discutere di tutto: delle regole sugli appalti, si possono fare tutte quante le proposte, che però devono diventare qualcosa di concreto. In questa situazione forse noi dovremo intanto realizzare quello che c’è scritto nella risoluzione - l’abbiamo approvata tutti -, dovremo essere tutti quanti impegnati in commissione e in Aula sulle nuove leggi, perché anche i tempi contano, e forse è opportuno che noi in tempi brevi arriviamo a dei risultati. Tra l’altro le due proposte di legge dicono solo alcune cose, sia la proposta di legge del Movimento 5 Stelle sia quella che ci verrà proposta dalla Giunta, e dobbiamo lavorare su altro. Io vi ho già detto l’altra volta che io e altri Consiglieri stiamo lavorando ancora su altri temi che devono diventare proposte, perché ovviamente non si fanno le proposte di legge ma bisogna prima di tutto studiare molto, verificare se ci sono esperienze positive in altre regioni d’Italia, magari in altre regioni d’Europa, perché l’Europa si sta accorgendo adesso che il problema delle mafie forse riguarda anche lei, e poi fare delle proposte. Per esempio c’è il tema delle aziende e stiamo lavorando su questo. Non c’è ancora una proposta precisa ma mi piacerebbe che la facessimo insieme perché un conto sono i beni confiscati alle mafie (il terreno o la casa, che poi deve essere rimessa a posto, perché deve essere resa utilizzabile) ma ci sono le aziende, che sono lavoratori, persone che nel momento in cui un’azienda viene sequestrata e poi confiscata rischiano di perdere il posto di lavoro e forse di questo ci dobbiamo occupare. È vero che è una competenza statale, ma c’è la possibilità e nella legge nazionale c’è una parte che dice che sul sequestro e la confisca possono intervenire anche gli enti locali, quindi il Comune e la Regione. Stiamo lavorando su questo, così come stiamo lavorando sul tema delle infiltrazioni nel settore del terziario, perché ci siamo occupati e ci stiamo occupando certamente dell’edilizia, che è uno dei settori più importanti, ma c’è anche il settore del terziario, per cui lavoriamo su quello, facciamo delle proposte su quello. Il settore del terziario significa non solamente bar, alberghi, ristoranti e negozi ma significa anche appalti, per esempio appalti di pulizie o appalti di guardiania nei grandi ospedali e negli enti pubblici. Anche su queste cose secondo me noi dovremmo lavorare e in tempi brevi arrivare a delle proposte il più possibile condivise. È un invito che riguarda davvero tutti perché dividersi su queste cose non ha senso. Ribadisco che sono assolutamente d’accordo sugli obiettivi, ci stiamo lavorando, con tutti coloro i quali ci vogliono lavorare possiamo fare un intergruppo, possiamo vedere chi si vuole occupare di questo, perché magari non tutti si possono occupare di questo tema specifico, ma lavoriamo insieme e produciamo dei risultati, ma lo strumento non mi sembra uno strumento adeguato semplicemente perché non ha poteri inquirenti, non può fare qualcosa in più di quello che possono fare le commissioni e si sovrappone a questo punto alle commissioni stesse.

Una commissione si deve occupare di che cosa ha fatto la Regione, ma cosa ha fatto la Regione lo trovate pubblicato sul sito questa mattina, come per esempio i settantotto accordi che sono stati fatti con gli enti locali e i quindici progetti finanziati con le associazioni di volontariato, i ventimila studenti che sono venuti a conoscenza del tema delle mafie, i settecento studenti che, grazie a questo incontro con persone che sono andate a spiegare che cosa significa mafia in Emilia-Romagna, sono andati a lavorare nei campi di Libera. I risultati sono lì e quello che ha fatto la Regione è quello. Se è poco, facciamo di più. Se noi abbiamo detto nella risoluzione che è necessario a questo punto integrare le banche dati e fare in modo che i soggetti si parlino di più perché forse questo è utile, facciamo anche quello; se è uno degli elementi che può servire, va bene, e allora facciamolo. Siccome qualcuno qui pensa di avere la soluzione e la verità in tasca la dica, così sarà quello che sconfigge le mafie in Emilia-Romagna e saremo tutti contenti, ma siccome purtroppo temo fortemente che non basti una singola azione e una singola attività ma forse ci vogliano più attività, forse è necessario anche quello, è necessario rafforzare l’osservatorio regionale, come ha detto il Movimento 5 Stelle e come abbiamo detto noi, è necessario fare incrociare di più le banche dati, per cui sono attività che dobbiamo fare e che dovremo fare tutti quanti insieme. Nell’ambito degli incontri che noi faremo e nell’ambito delle discussioni che ci saranno nelle commissioni, sarà anche opportuno dare un giudizio su quanto fatto perché nessuno si sottrae al giudizio. Rapportiamolo anche con l’attività di tutte quante le altre regioni del nord rispetto alle infiltrazioni mafiose, che disgraziatamente non riguardano soltanto l’Emilia-Romagna. Vediamo quanto fatto, perché ci può essere un dato positivo e ci può essere un dato negativo, ma almeno analizziamo l’attività che abbiamo svolto e si può fare tranquillamente in commissione quando discuteremo intanto di queste due proposte di legge e poi delle altre questioni di cui vi ho accennato prima, che per me sono rilevanti ma magari ce ne possono essere altre e io sono assolutamente disponibile a lavorare con chiunque, in quest’Aula e fuori, si voglia occupare di questo tema. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Mumolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, Presidente. Penso di dover dire alcune cose. Voto a favore di questa proposta per una solidarietà di opposizione ma avendo fatto parte della Commissione Antimafia alla Camera dei Deputati devo dire che stiamo parlando di cose diametralmente diverse. Non vi è il potere di interrogare, non vi è il potere di arresto, non vi è il potere di convocazione e quindi abbiamo soltanto un’attività propedeutica che meglio si sarebbe sposata a mio avviso con i principi della commissione di studio anziché di inchiesta. Devo dire che è equivoco l’articolo citato dal consigliere Mumolo perché se l’avessimo letto fino in fondo effettivamente consente la presentazione di questa proposta perché a un certo punto dice che le commissioni di inchiesta sulle attività amministrative della Regione, degli enti, aziende e ad essi dipendenti, ma aggiunge anche "oppure su ogni altra questione di interesse regionale" ed è evidente che nel momento in cui si inserisce ogni altra questione di interesse regionale mi pare fin troppo evidente che non si possa dire, consigliere Mumolo, che il fatto che qui interessa è avulso dalla norma statutaria. Il problema è un altro, che se anche sta nella norma statutaria ma poi non vi è un qualsiasi potere efficace per poter lavorare effettivamente si fa poca strada. Io ho sentito anche alcune valutazioni sul fatto di riformare le leggi ma le leggi non si riformano perché l’opinione pubblica le chiede ma si riformano se si devono riformare, perché la vecchia legge sugli appalti sostituita dalla Merloni è stata inserita ai tempi di Tangentopoli e si voleva eliminare per legge la corruzione, e se andiamo a vedere le porcate che sono state fatte con la legge Merloni, con le medie mediate, con la fila di imprenditori che si mettevano d’accordo con altri per presentare l’offerta in modo che la media potesse essere più vicina alla propria rispetto alle altre cordate, ci rendiamo conto di un fatto molto semplice, ossia che le norme sono fatte per disciplinare gli ordinamenti e soprattutto sono fatte per essere rispettate, ma le norme non risolvono in sé il problema dell’agire umano in senso negativo. Noi non abbiamo quei poteri che si confarebbero a un’assemblea legislativa nazionale, perché non abbiamo il potere di nominare dei commissari antimafia, non abbiamo neanche il potere, come ebbe qualcuno, di nominare un prefetto Mori, che qualcosa in termini di lotta alla mafia fece e che probabilmente ebbe come contro-paga qualcuno che sbarcò nel 1943 per ritornare da dove era stato cacciato, però penso di poter e dover dire che in una partita di questo tipo noi dobbiamo essere particolarmente attenti a quella che è la legislazione nazionale. Certo, non siamo impediti di poter fare anche una proposta di legge alle Camere per riformare la legge nazionale sugli appalti e alcune norme che effettivamente lasciano a desiderare e che rappresentano dei vuoti legislativi in alcuni casi enormi e diventano poi l’humus di ogni contenzioso, però devo dire che, al di là di alcune vicende, semplificare che l’Emilia-Romagna è terra di mafia mi sembra una questione poco commendevole, perché francamente se andiamo a vedere gli episodi nel suo complesso mi pare che stiamo parlando di un’attività di indagine molto modesta rispetto ad attività di indagini che ho visto. Quel libretto rispetto a quella che era l’università di Messina è roba da ragazzi, e vi sto parlando di un’università, degli intrecci mafiosi all’interno dell’università di Messina. Andateli a vedere (sono pubblicati negli annali della Commissione Antimafia). A mio avviso noi dobbiamo fare uno sforzo per cercare di suggerire anche una normativa del sub-appalto che non sia quella di oggi, perché molte di queste imprese erano imprese che lavoravano totalmente in sub-appalto. Visto che tutti hanno letto quel libretto, hanno letto solo le pagine di qualche politico che poi è stato scarcerato dal tribunale del riesame o hanno letto anche le pagine nelle quali ad esempio si diceva che ad Iren ci si metteva d’accordo e si usciva con il bando fatto insieme? Le 1.300 pagine vanno lette e non va letto soltanto un po’. A mio avviso vi sono degli aspetti che non possono neanche trovare nella legge l’unica barriera, ma la trova anche nella qualità delle persone e nell’uomo, perché qui dentro penso che siamo venuti a rappresentare il popolo italiano che nel 99 per cento dei casi è un popolo che non ha alcuna intenzione di commettere azioni criminali o criminose ma poi certo vi sono persone che sono dedite a questo e si organizzano a tal fine. Il sub-appalto in alcuni casi è diventato uno strumento o il passepartout di certe attività.

Non voglio dire che spero che la Presidente Saliera iscriva anche la mia proposta di commissione di studio sulla lega delle cooperative, anzi sulla cooperazione, in Emilia-Romagna e non voglio neanche dire che mi pare che gli intrecci con la cooperazione in questa regione siano quantomeno sospetti, perché molti di questi oggi indagati - vedremo quando saranno imputati - avevano rapporti quotidiani con un certo tipo di cooperazione e penso che sia un legame che è nato in ragione di un fatto che uno vinceva l’appalto e poi lo dava al sub-appalto a qualcuno un po’ più disinvolto per togliersi alcune responsabilità sia di ordine penale sia in ordine alla tutela della sicurezza in attività di lavoro. Io penso, concludendo, che al di là del voto che esprimerò oggi in questa Assemblea il nostro dovere sia questo: da una parte prendere mano alla legislazione regionale dove possiamo intervenire per cercare di renderla il più completa possibile e il meno attaccabile da parte del potere criminoso e criminale e dall’altra svolgere una funzione positiva per quanto riguarda l’educazione alla legalità. Vi siete resi conto che noi quando andavamo una volta sull’autobus se si era senza biglietto col controllore si aveva vergogna a parlare mentre oggi ogni giorno sui social network assistiamo a bande di ragazzini che menano, per dirla in romanesco, l’autista, che fanno cori contro l’autista e che addirittura portano l’autista fuori dall’autobus e lo menano? Ci rendiamo conto di come sta cambiando in negativo una società senza modelli positivi? Non c’è solo la mafia. La mafia è un terminale di una serie di azioni e di degenerazioni che poi a seconda del livello di cultura o del livello di morale di ognuno di noi porta a certi risultati. Io sono convinto che una buona azione noi la possiamo svolgere anche all’interno delle scuole, all’interno delle università e anche al nostro interno dimostrando che i principi cui ci ispiriamo sono principi alti e nobili che vedono il primato della politica e non il primato dell’affare, perché è così che la mafia si sconfigge, anche con gli esempi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, Presidente. Il collega Mumolo ha parlato dei poteri delle commissioni di inchiesta regionali. All’articolo 60, al punto 4, si dice che la commissione di inchiesta presenta la relazione finale all’Assemblea e la relazione può contenere proposte di mozione, quindi ritengo che una commissione di inchiesta dia maggior forza a quello che a parole tutti in quest’Aula vogliamo fare contro le mafie, soprattutto su un tema come quello della mafia, che non è solamente collegato al discorso degli appalti ma anche molto più ampiamente, e lo abbiamo visto con i collegamenti alla mafia capitolina, all’immigrazione clandestina e ai rapporti con anche Ministri di questo Governo, e visto che ho fatto parte in Parlamento di una commissione di inchiesta sulla contraffazione vi garantisco che se vi andate a leggere le relazioni che abbiamo fatto sia in campo agroalimentare sia in altri settori vi accorgete che veniva fuori che il collegamento con la mafia era molto stretto. È vero che le commissioni hanno già il potere di ascoltare e di fare richieste di audizioni ma credo che su questo punto, vista l’importanza e vista anche la pericolosità della situazione oggi in Emilia, vada creata una commissione ad hoc perché abbia la possibilità di migliorare quello che è tutto l’apporto politico che possiamo dare noi come Regione. Alla fine la commissione di inchiesta farà una relazione e proporrà secondo me delle leggi al Consiglio regionale che potranno aiutare sicuramente quello che è lo smantellamento di questo settore criminale. Ritengo e credo che quest’Aula dovrebbe votare convintamente la costituzione di questa commissione per dare più forza a quelle che sono le ragioni di cui tutti hanno parlato ma che in vari modi qualcuno vuole segnare la propria diversità. Questa commissione avrà il compito di ascoltare le forze dell’ordine. Io avevo fatto anche una legge di coordinamento delle forze di polizia perché purtroppo in Italia abbiamo tante forze di polizia che non sono collegate e infatti abbiamo visto in molte situazioni che la Polizia faceva una cosa, i Carabinieri la stavano facendo in un altro modo e magari la Finanza la stava facendo in un altro modo ancora, quindi stavano facendo tutti e tre la stessa indagine per poi alla fine creare solamente dei grossi problemi a quello che era il fine dell’indagine stessa. Noi dobbiamo cercare con questa commissione di identificare un percorso più diretto, più coerente e più veloce per far sì che questa Regione, con i poteri che ha, costituisca alla fine un documento legislativo, visto che noi siamo qui anche per legiferare, che possa aiutare ad andare nella direzione di non solo aiutare le forze dell’ordine e chiedere a loro quali sono gli strumenti di cui hanno bisogno, e farci carico di portarle anche allo Stato centrale queste richieste delle forze dell’ordine, ma sicuramente di evitare il più possibile sul nostro territorio il formarsi di queste situazioni. Io proporrei un emendamento - so che non si fa in questo caso ma chiedo di poterlo esporre verbalmente - ossia l’aggiunta della parola "contraffazione" alla commissione di inchiesta sulle mafie, perché le due cose sono strettamente legate. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

Se vuole presentare l’emendamento, lo deve fare per iscritto e nell’ambito della discussione generale prima di affrontare le dichiarazioni di voto su questo argomento. Ovviamente lo deve presentare a norma di Statuto e Regolamento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, Presidente. Devo ancora capire se le proposte del Movimento 5 Stelle sono proposte che devono basarsi sul metodo o sul merito e devo ancora capire come riuscire a mettere d’accordo le diverse anime e visioni della maggioranza di questa Assemblea. Ho sentito poco fa dire che quando si è d’accordo sul merito il metodo in fondo non è così fondamentale ma l’importante è essere d’accordo sul merito, per sentire poco dopo che il merito è assolutamente condivisibile ma il metodo assolutamente no. Un giorno riuscirò a capire questa cosa e cercherò di capire, a seconda di quelli che saranno gli interlocutori di questa Assemblea, come presentare un testo affinché piaccia. Evidentemente non piace o forse non piace l’argomento o non piace il fatto che da quello che io sto scoprendo, andando a fare il mio lavoro, questa Assemblea ha fatto sempre e solo chiacchiere sull’argomento infiltrazioni mafiose.

Sono andato all’URP, mi sono procurato il famoso libretto verde, che tengo sulla scrivania, ma tengo anche questo libro, che è un po’ più dettagliato e forse più utile, perché fa nomi e cognomi. Ho scoperto che noi dobbiamo sostanzialmente parlare di altro, lavorare in altri ambienti e non dentro una commissione speciale, e va bene, però il problema è che quando si lavora dentro agli organi preposti si produce aria fritta, e mi riferisco alla precedente legislatura, quando il Movimento 5 Stelle chiese un osservatorio contro le mafie e venne concesso in parte attraverso la legge 3/2011, dove l’articolo 12 cita "esercita funzioni di osservatorio sui fenomeni connessi al crimine organizzato", ma poi vado a verificare quella che può essere la parte concreta che questa legge regionale ha prodotto in questi anni e scopro che all’articolo 15 si costituisce un centro di documentazione contro la criminalità organizzata. Ho chiesto in giro per vedere dove fosse questo centro di documentazione per consultarlo e dopo una breve ricerca l’ho trovato, sono andato, ho fatto anche delle fotografie, perché se per creare un centro di raccolta e documentazione contro le mafie dell’Emilia-Romagna devo scrivere un articolo di legge e produrre uno scaffale di libri e dieci dossier, tra i quali quello verde, in questa Assemblea dico che in questi anni si è fatta aria fritta. In quali ambiti e organi istituzionali di questa Regione noi dovremmo agire? Perché qui non si è agito ma si è istituito attraverso questa legge regionale (la legge 3/2011) questo organo, questo osservatorio, osservatorio che però non viene definito né nelle sue dotazioni né nella sua struttura né nelle sue dotazioni informatiche e informative, per cui la destinazione di questo osservatorio era anche raccogliere tutte le segnalazioni. A sentire qualcuno di questa Assemblea non possiamo fare una commissione di inchiesta ma abbiamo legiferato nel fare azioni concrete che hanno prodotto uno scaffale di libri, che con l’Emilia-Romagna c’entrano ben poco, a parte i dieci dossier che ci sono stati prodotti attraverso la collaborazione con Libera e finanziati da Emilia-Romagna, che sono nella biblioteca dell’Assemblea. Nello scaffale di fronte la porta c’è uno scaffale di libri, libri interessanti - non sto denigrando né gli autori né i titoli - gli argomenti sono importanti e la cultura è fondamentale, quindi produrre cultura contro la criminalità organizzata è fondamentale, però ho qualche dubbio che le mafie tremeranno con la sola cultura.

Se il PD deciderà che si debba essere uniti su certi argomenti solo quando è il PD a proporli non c’è problema, perché così la prossima volta al posto di presentare qualcosa noi la passiamo alla segreteria del PD e la voteremmo comunque. Il problema è che si va in realtà a depotenziare e si dice che in Europa altri ambiti anche a livello europeo stanno intuendo che forse la mafia c’è anche da loro, ma il problema è che da loro la mafia è ormai diffusa ma loro ancora non se ne rendono conto e non so se ne sono resi conto fino in fondo, perché purtroppo per noi non hanno la nostra cultura dell’antimafia. Quando se ne accorgeranno veramente sarà già troppo tardi. Noi che potremmo essere capostipiti della lotta alla mafia aspettiamo loro perché fanno meglio loro di noi, e in certi casi forse purtroppo è anche vero. A detta di qualcuno non si possono fare commissioni ma si può legiferare il nulla producendo uno scaffale di libri per il quale bastava uno stanziamento di bilancio e non una legge. La cultura antimafia è fondamentale ma se non viene seguita da azioni concrete come quella che poteva essere una commissione che, a quanto pare e a quanto penso di intuire, non verrà votata dal gruppo di maggioranza non vedo cosa potremmo produrre di concreto. A questo punto proporrò di emendare la legge n. 3/2011 perché è assolutamente inutile; facciamo una voce di stanziamento di bilancio per la biblioteca e facciamo una figura migliore. Per il resto, speriamo che i mafiosi comincino a tremare per la così profusa cultura che la Regione Emilia-Romagna riuscirà a fornire in termini di antimafia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà. Ha ancora quattro minuti.

Alle ore 13 si chiudono i lavori della mattinata e se siete d’accordo andrei avanti con questo ultimo intervento, dopodiché riprenderei nel pomeriggio con l’intervento dell’assessore Mezzetti.

Proseguiamo con la discussione generale dando la parola alla consigliera Gibertoni e iniziare nel pomeriggio con le dichiarazioni di voto. Prego.

 

GIBERTONI: Grazie, Presidente. Puntualizzo soltanto una cosa rispetto alla votazione, che si annuncia contro da parte della maggioranza. Non riesco a capire davvero il motivo, però mentre cercavo di capire il motivo ricordo di aver letto stamattina delle dichiarazioni dell’assessore Mezzetti che mi lasciano molta perplessità. Assessore, mi spiace doverlo dire, però quello che lei dice rispetto ai giudizi eccessivi dei magistrati e rispetto al fatto che a loro lascerebbe i fatti e le opinioni invece a chi fa politica, è esattamente vero il contrario. I fatti li aspettiamo dai politici, da coloro i quali sono esperti degli argomenti e li seguono nella loro vita quotidiana. Se sono uomini e donne di valore, coerenti e leali alla loro professione, le opinioni gliele consento. Mi spiace doverlo dire, ma ci fa rimpiangere Berlusconi quando diceva che le fiction danno una brutta immagine dell’Italia, e almeno lui se la prendeva con le fiction e non con i magistrati (non ricordo se si riferiva a La Piovra o a qualcos’altro). Qua andiamo su un terreno molto sdrucciolevole e ci pensi la prossima volta.

Quando si parla della consulta regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso, prevenzione è già qua con 117 arresti. Ecco perché noi ribadiamo la necessità di rispondere con strumenti aggiuntivi che non si sovrappongono, perché si sovrappongono a strumenti che sono delle spade spuntate evidentemente, quindi sono strumenti nuovi di cui dobbiamo verificare prima l’efficacia, prima di votare contro immediatamente. Ricordo già la votazione contraria alla nostra richiesta di commissione di inchiesta sull’ambiente; anche in quel caso fu bocciata totalmente dal PD che non pensò neppure di proporre una risoluzione fotocopia o un’altra cosa. Questo agire sempre di emergenza non serve ed ecco la bontà almeno di questo gesto politico, del votare a favore di questa commissione di inchiesta contro la mafia. Ribadisco che i fatti sono quelli che vi sono richiesti e che vi sono richiesti oggi quando torniamo per la votazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni. Chiudiamo la seduta antimeridiana e riprendiamo alle ore 15.00 con le risposte alle interpellanze e poi proseguiamo con la conclusione della discussione generale e le dichiarazioni di voto su questo argomento.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,04

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI e Andrea CORSINI e il consigliere Piergiovanni ALLEVA.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 244 "Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia" (Proposta della consigliera relatrice Ottavia Soncini su mandato della Commissione I)." (7) (Approvazione)

 

Presenti: 49

 

Favorevoli: 48

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Paola GAZZOLO, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti:

Piergiovanni ALLEVA.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

158 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifica di norme delle leggi regionali 9 dicembre 2002, n. 34, e 24 marzo 2000, n. 20". (09 02 15) A firma del Consigliere: Foti

164 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "La promozione del Giorno del Ricordo in Emilia-Romagna". (10 02 15) A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

179 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Nuove norme in materia di contrasto al crimine organizzato e mafioso". (13 02 15) A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Piccinini, Sassi, Bertani, Sensoli

232 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per il riconoscimento del disagio economico subito da Commercianti e Artigiani durante l'apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche". (24 02 15) A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi, Marchetti Daniele

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

160 - Interrogazione a risposta scritta circa le cause, i danni, le azioni da porre in essere e le risorse da impiegare relativamente ai danni causati dalla perturbazione meteorologica del febbraio 2015. A firma del Consigliere: Bignami

161 - Interrogazione a risposta scritta circa i danni e le azioni da attuare per far fronte ai danni causati dal maltempo, con particolare riferimento alla sospensione di servizi essenziali per la collettività quale l'erogazione dell'energia elettrica. A firma del Consigliere: Bignami

166 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare a seguito della mancata erogazione alla cittadinanza di servizi essenziali, a causa del maltempo, e l'introduzione dell'esenzione da tasse regionali per i soggetti colpiti da tali disservizi. A firma del Consigliere: Bignami

167 - Interrogazione a risposta scritta circa la casistica riguardante le patologie trasmesse da zanzare ed altri insetti, con particolare riferimento al Piano di sorveglianza arbovirosi 2015. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Bargi, Rancan

168 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure ed i termini relativi agli indennizzi a favore dei soggetti danneggiati da complicanze irreversibili causate da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Zoffoli, Calvano, Paruolo

169 - Interrogazione a risposta scritta circa la manutenzione del torrente Lavino (BO). A firma del Consigliere: Bignami

170 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione della normativa riguardante la tutela del benessere animale. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Sensoli, Sassi, Gibertoni

172 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni di salvaguardia e di tutela da attivare in relazione ai danni ed ai disservizi causati dal maltempo nel mese di febbraio 2015. A firma del Consigliere: Bignami

173 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per attribuire risarcimenti a tutti i soggetti che hanno contratto i virus dell'epatite B, C e Hiv a causa di trasfusioni o emoderivati assunti presso strutture sanitarie, ripristinando inoltre il pagamento dei relativi indennizzi. A firma dei Consiglieri: Sassi, Gibertoni

176 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per eliminare i disagi causati ai cittadini di Faenza (RA) a seguito dei lavori di costruzione dell'Outlet Village Perle. A firma del Consigliere: Liverani

177 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli emolumenti riguardanti l'Assessore regionale alla Sanità. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

178 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al Pronto Soccorso dell'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

181 - Interrogazione a risposta scritta circa l'allacciamento di una rete ADSL a favore delle imprese operanti presso la zona industriale di Reda di Faenza (RA). A firma del Consigliere: Liverani

182 - Interrogazione a risposta scritta circa le risorse economiche erogate alle scuole paritarie private e la relativa programmazione. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Pompignoli, Rancan, Pettazzoni, Liverani

184 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per mantenere operativo l'aeroporto di Parma. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Rancan, Delmonte

185 - Interrogazione a risposta scritta circa il mancato svuotamento dei cassonetti, da parte di Hera, a Sassuolo (MO). A firma del Consigliere: Bargi

186 - Interrogazione a risposta scritta circa i costi riguardanti il Passante Autostradale Nord. A firma della Consigliera: Piccinini

187 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino della viabilità del ponte sul Sostegno di Valpagliaro. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Calvano

188 - Interrogazione a risposta scritta circa i danni causati dal maltempo, con particolare riferimento alla situazione esistente a Gambettola (FC). A firma del Consigliere: Bertani

189 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di una pedana metallica e di un solarium da parte della Motonautica Associazione Piacenza, e le relative procedure. A firma del Consigliere: Foti

190 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di un invaso in alta Val d'Enza. A firma del Consigliere: Foti

191 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per impedire la chiusura dell'aeroporto di Parma. A firma del Consigliere: Foti

192 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti una dipendente dell'AUSL di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

194 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante la sanità nella Provincia di Modena e le relative problematiche. A firma del Consigliere: Bignami

195 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte ai danni causati dal maltempo nella Romagna e le conseguenti risorse da impiegare. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Liverani

196 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure relative alla ricostruzione delle scuole elementari "Tassoni" di Piumazzo. A firma del Consigliere: Bargi

197 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione del principio di precauzione relativamente all'utilizzo di Carbo Next presso una azienda sita a Vernasca (PC). A firma del Consigliere: Rancan

198 - Interrogazione a risposta scritta circa l'istituzione del "distretto turistico della Romagna". A firma del Consigliere: Foti

199 - Interrogazione a risposta scritta circa la proroga dell'accordo riguardante relazioni strategiche ed operative tra l'Interporto di Parma ed il Porto di Ravenna. A firma del Consigliere: Foti

200 - Interrogazione a risposta scritta circa i programmi delle AUSL di Bologna e di Imola riguardanti la limitazione delle nascite dei cani e dei gatti. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

208 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la Biblioteca Malatestiana di Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

209 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti l'assunzione di personale relative al Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Alleva

210 - Interrogazione a risposta scritta circa la formazione del personale operante presso l'Ospedale Bellaria, con particolare riferimento a quello operante presso il MET. A firma del Consigliere: Bignami

211 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di trasferimento delle famiglie abitanti in alloggi ERP siti a Sesto Imolese in via Vicolo Croci risultati antigienici. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

212 - Interrogazione a risposta scritta circa le risorse riguardanti il Fondo per l'abbattimento delle barriere architettoniche con particolare riferimento al Comune di Vigarano Mainarda. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni, Rancan, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Liverani, Pompignoli

213 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa procedure relative al rifacimento del Presidio Ospedaliero della Val D'Arda (PC) ed al relativo cantiere. A firma del Consigliere: Alleva

215 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa alla riscrittura del Piano di Sviluppo Rurale, a seguito delle osservazioni in merito espresse dalla Commissione Europea. A firma del Consigliere: Bignami

216 - Interrogazione a risposta scritta circa le nomine dei segretari generali delle Province, con particolare riferimento a quello di Forlì-Cesena ed alle relative spese. A firma del Consigliere: Pompignoli

217 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le scelte operate dall'Assessore regionale alla Sanità in merito alla propria retribuzione ed a quelle dei dirigenti delle AUSL della Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

218 - Interrogazione a risposta scritta circa la documentazione allegata dalla Regione Emilia-Romagna al PSR 2014-2020, con particolare riferimento alle osservazioni in merito espresse dalla Commissione UE. A firma del Consigliere: Bignami

220 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione dei premi di produzione dei dirigenti delle aziende sanitarie regionali e l'assunzione di nuovo personale infermieristico. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi

221 - Interrogazione a risposta scritta circa i canoni riguardanti il demanio idrico, con particolare riferimento alla strada arginale via Prinella, a Ferrara. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Calvano

222 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa ai servizi di assistenza medica operanti presso l'aeroporto Marconi di Bologna, con particolare riferimento al malore che ha colpito una persona ivi presente. A firma del Consigliere: Foti

223 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa ai lavori di consolidamento di una frana presente a Vigoleno, nel comune di Vernasca (PC). A firma del Consigliere: Foti

224 - Interrogazione a risposta scritta circa la riattivazione del presidio medico continuativo presso l'aeroporto Marconi di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

225 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione attuale ed il futuro del personale appartenente alle Amministrazioni Provinciali. A firma del Consigliere: Bignami

227 - Interrogazione a risposta scritta circa una costruzione effettuata in prossimità del Rio Enzola, nel comune di Bibbiano (RE), ed i relativi controlli in materia edilizia. A firma del Consigliere: Delmonte

228 - Interrogazione a risposta scritta circa la salvaguardia della struttura idrica di Toano (RE). A firma del Consigliere: Delmonte

229 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure ed i ritardi riguardanti i lavori di ripristino del transito veicolare sul ponte di Gramignazzo. A firma del Consigliere: Foti

230 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare a favore dei lavoratori che beneficiano di ammortizzatori sociali, con particolare riferimento alla CIG in deroga. A firma del Consigliere: Sassi

231 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere, anche in ambito risarcitorio, a seguito dell'incidente ferroviario verificatosi a Rubiera, e per migliorare il servizio ferroviario e le condizioni dei pendolari. A firma dei Consiglieri: Prodi, Ravaioli, Mumolo

233 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti nomine relative all'ASP di Fidenza. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi

234 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire il ripristino del percorso turistico delle Grotte di Onferno (RN). A firma del Consigliere: Foti

235 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti il libero cambio d'uso di un immobile. A firma del Consigliere: Bignami

236 - Interrogazione a risposta scritta circa la revisione del modello organizzativo per il Pronto Soccorso e l'area medica dell'Ospedale Maggiore di Bologna, con particolare riferimento al sistema "Hub and Spoke". A firma del Consigliere: Bignami

237 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare il gioco d'azzardo. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Bertani, Sassi, Piccinini

243 - Interrogazione a risposta scritta circa l'ampliamento della discarica Tre Monti di Imola e le connesse problematiche. A firma del Consigliere: Bignami

245 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti responsabilità gestionali relative all'Ospedale di Cona (FE). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

246 - Interrogazione a risposta scritta circa il consumo di suolo riguardante il passante autostradale Nord di Bologna, con particolare riferimento al programma della Giunta regionale. A firma del Consigliere: Piccinini

247 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione, nell'ambito degli interventi conseguenti all'emergenza causata dal sisma, relativa alle imprese subappaltanti, con particolare riferimento anche ai casi di concordato preventivo. A firma del Consigliere: Piccinini

248 - Interrogazione a risposta scritta circa l'infiltrazione mafiosa in corso sul territorio regionale, con particolare riferimento alle attività volte a contrastare tale fenomeno. A firma del Consigliere: Pompignoli

249 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tempistica riguardante la liquidazione dei contributi relativi agli eventi alluvionali, dissesti e mareggiate avvenuti nel periodo 31 ottobre - 12 novembre 2012. A firma del Consigliere: Torri

250 - Interrogazione a risposta scritta circa il rispetto del principio di precauzione relativamente alla ricerca volta all'estrazione di gas naturale. A firma del Consigliere: Bignami

252 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la costruzione del nuovo "Blocco B" del Presidio Ospedaliero della Val d'Arda. A firma del Consigliere: Foti

255 - Interrogazione a risposta scritta circa il coordinamento regionale degli Assessori del Welfare e le risorse riguardanti la realizzazione, a Bologna, di un Hub destinato ad accogliere minori stranieri. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

256 - Interrogazione a risposta scritta circa i danni causati all'economia regionale dalle sanzioni riguardanti la Russia. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rancan, Pompignoli

257 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le procedure relative alla gara d'appalto per il servizio ferroviario della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Gibertoni

258 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il sostegno alle attività commerciali coinvolte nella cantierizzazione delle vie Ugo Bassi e Rizzoli di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

 

Risoluzioni

 

162 - Risoluzione per impegnare la Giunta, circa la costruzione dell'autostrada denominata Cispadana, a svolgere nuove valutazioni sugli aspetti sismici e idrogeologici dell'opera anche in relazione all'inchiesta Aemilia in materia di infiltrazioni mafiose, sospendendone in via cautelativa la realizzazione e l'emissione del relativo decreto di VIA. (10 02 15) A firma della Consigliera: Gibertoni

174 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a far ottenere risarcimenti, anche senza ricorrere all'Autorità giudiziaria, ai soggetti che hanno contratto i virus dell'epatite B, C e Hiv a causa di trasfusioni o dell'assunzione di emoderivati infetti presso strutture sanitarie, riprendendo inoltre la corresponsione dei relativi indennizzi. (12 02 15) A firma dei Consiglieri: Sassi, Gibertoni

175 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, presso il Governo e le società concessionarie del servizio pubblico ferroviario affinché, in relazione al potenziamento della tratta Milano-Roma connesso all'EXPO 2015, siano previste fermate di treni speciali a Modena, Parma e Piacenza. (13 02 15) A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Bargi, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

183 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere azioni presso il Governo al fine di ottenere una fiscalità di vantaggio per le imprese delocalizzate dopo il sisma e che intendono reinsediarsi nelle zone terremotate e alluvionate, da estendere anche alle nuove attività produttive che opereranno nelle stesse, prevedendo inoltre una zona franca urbana e riconoscendo i "danni indiretti". (13 02 15) A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Pettazzoni

201 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti in ordine alla pesca nelle acque interne, con particolare riferimento alla specie Cyprinus carpio ed al contrasto da attuare nei confronti dei pescatori di frodo. (17 02 15) A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Fabbri, Pettazzoni

202 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo al fine di introdurre norme che prevedano maggiori tutele a favore dei lavoratori autonomi colpiti da malattie gravi o prolungate, promuovere campagne informative sul tema e identificare modalità concrete di intervento volte a tutelare detti soggetti. (18 02 15) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Gibertoni

203 - Risoluzione per impegnare la Giunta a riconsiderare, in materia di viabilità, l'opportunità di procedere alla realizzazione del Passante Nord, esaminando soluzioni alternative e completando le opere stradali minori ferme da lungo tempo. (18 02 15) A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

204 - Risoluzione per impegnare l'Assemblea Legislativa a dare attuazione alle norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali di cui alla L.R. n. 2 del 2003, prevedere la sperimentazione del reddito minimo di inserimento e sostenere l'istituzione del reddito di cittadinanza e del salario minimo orario. (18 02 15) A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi, Piccinini, Bertani

205 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti volti all'azzeramento dei premi di produzione per i ruoli dirigenziali, assegnandoli comunque tenendo conto delle difficoltà economiche gravanti sui cittadini e destinando i conseguenti risparmi di spesa al sostegno, in ambito sanitario, dei soggetti meno abbienti. (18 02 15) A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi, Piccinini, Bertani

206 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo al fine di avviare una nuova missione, composta da militari, destinata al presidio del territorio nazionale, con particolare attenzione alle zone urbane più esposte ad attentati o caratterizzate da un forte tasso di delinquenza comune. (19 02 15) A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

207 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valorizzare e tutelare la sanità nel territorio romagnolo, con particolare riferimento ai presidi sanitari esistenti nei territori della Bassa ed Alta Valmarecchia ed all'organizzazione dei relativi servizi. (19 02 15) A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

214 - Risoluzione circa la situazione relativa agli Ospedali "Sacra Famiglia" di Novafeltria e "Achille Franchini" di Santarcangelo di Romagna, ed i servizi sanitari riguardanti la Valmarecchia. (19 02 15) A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi, Sensoli

219 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere azioni volte ad ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale a seguito del maltempo del febbraio 2015, riconoscere ai soggetti colpiti il risarcimento dei danni subiti dalla sospensione di servizi, verificare l'operato delle società che li erogano coinvolgendo i consumatori, prevenendo inoltre situazioni di emergenza e di dissesto idrogeologico. (23 02 15) A firma dei Consiglieri: Montalti, Iotti, Gibertoni, Taruffi, Rontini, Marchetti Francesca, Prodi, Poli, Boschini, Molinari, Zoffoli, Serri, Lori, Mumolo, Rossi Nadia, Pruccoli, Zappaterra, Soncini, Calvano, Ravaioli, Torri

238 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni finalizzate a consentire l'accesso alle cure delle persone senza dimora, favorire la rapida approvazione della relativa normativa, sostenendo i soggetti e le organizzazioni di volontariato che prevedano l'assistenza gratuita alle persone prive di residenza anagrafica. (26 02 15) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Serri, Marchetti Francesca, Bessi, Poli, Zoffoli, Bagnari, Caliandro, Lori, Pruccoli, Prodi, Ravaioli, Zappaterra, Montalti, Cardinali

239 - Risoluzione per invitare la Giunta a promuovere e sostenere, nell'ottica dell'autosufficienza energetica, la conoscenza e la diffusione del modello relativo alle "Comunità Solari Locali", sostituendo l'uso di combustibili fossili con fonti energetiche rinnovabili. (26 02 15) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Serri, Marchetti Francesca, Bessi, Poli, Zoffoli, Bagnari, Caliandro, Lori, Pruccoli, Prodi, Ravaioli, Zappaterra, Rontini, Montalti, Cardinali

240 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, presso il Ministero dell'Interno, in merito all'ampliamento dei posti riguardanti il corso da Allievo Agente di Polizia di Stato. (26 02 15) A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

251 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso le sedi competenti al fine di evitare la chiusura degli uffici postali, valutandone comunque la sostenibilità e tutelando la popolazione interessata. (27 02 15) A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

253 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a rendere transitabile in condizioni di sicurezza il tratto piacentino della S.S. 45 Val Trebbia, operando anche al fine di acquisire la disponibilità dei fondi necessari per il relativo ammodernamento. (27 02 15) A firma del Consigliere: Foti

254 - Risoluzione per impegnare la Giunta, in materia di contrasto della criminalità, ad attivarsi presso il Governo in ordine alla proroga del piano di impiego operativo di personale militare per il controllo del territorio congiuntamente alle Forze di Polizia, con particolare riferimento a quello regionale. (27 02 15) A firma del Consigliere: Foti

 

Interpellanze

 

171 - Interpellanza circa il conseguimento dell'effettiva uniformità degli oneri dei servizi fitosanitari richiesti dai relativi consorzi agli agricoltori. A firma dei Consiglieri: Foti, Rancan, Rainieri, Delmonte, Bargi

180 - Interpellanza circa le procedure riguardanti il fallimento della società che gestiva l'aeroporto di Rimini, con particolare riferimento al risarcimento dei danni subiti dalla Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Foti

241 - Interpellanza circa le azioni da porre in essere per mettere in sicurezza la strada statale Valtrebbia. A firma del Consigliere: Rancan

 

Petizione

 

193 - Petizione popolare circa la situazione dell'Ospedale "San Camillo" di Comacchio (FE) (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di parziale ammissibilità n. 13 del 09 02 15).

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn. :

 

2 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione di disposizioni approvate dall'Assemblea legislativa in merito alla valorizzazione della "Via Francigena". A firma del Consigliere: Foti

3 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a seguito dell'incidente ferroviario verificatosi in data 17/12/2014 sulla linea ferroviaria Ferrara-Codigoro in località Quartesana. A firma del Consigliere: Foti

30 - Interrogazione a risposta scritta circa il mancato rilascio, da parte degli occupanti nonostante i provvedimenti di intimazione emessi, di immobili dell'Azienda Casa Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

31 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per incrementare la dotazione in ambito comunale di impianti di videosorveglianza, al fine di tutelare la collettività. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

34 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per potenziare e migliorare il trasporto ferroviario locale, con particolare riferimento alla linea Reggio Emilia - Sassuolo. A firma dei Consiglieri: Sassi, Gibertoni

39 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e provvedimenti riguardanti le Cooperative emiliano-romagnole facenti parte della società che ha realizzato il viadotto Scorciavacche, in Sicilia, divenuto inagibile a pochi giorni dall'inaugurazione. A firma del Consigliere: Bignami

40 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e le risorse riguardanti il mancato recupero dell'edificio sede delle Scuole Pascoli di Cento, danneggiato dal sisma. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri

43 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare il fenomeno della prostituzione minorile, con particolare riferimento alle funzioni riguardanti il Garante Regionale per l'infanzia e l'adolescenza e la Commissione regionale per la promozione di piena parità tra donne e uomini. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

45 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti i soggetti partecipanti alla gara per l'affidamento del Parco Nord di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

47 - Interrogazione a risposta scritta circa l'ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi di Imola, e le relative procedure. A firma del Consigliere: Bignami

49 - Interrogazione a risposta scritta circa il rinnovo degli incarichi e gli emolumenti riguardanti dirigenti regionali. A firma del Consigliere: Bignami

54 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure, ed i relativi tempi, riguardanti la riduzione del canone, nell'ambito dell'intervento pubblico nel settore abitativo, per gli assegnatari che abbiano subito una riduzione del reddito per difficoltà lavorative. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

64 - Interrogazione a risposta scritta circa i lavori di manutenzione e di tutela del centro storico del Comune di Cento (FE), colpito dal sisma, con particolare riferimento al ripristino della relativa pavimentazione. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri

67 - Interrogazione a risposta scritta circa il recupero delle risorse pubbliche riguardanti automezzi messi in vendita da Tper. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Gibertoni

68 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte all'incremento della criminalità, con particolare riferimento alla situazione esistente nel territorio modenese ed alla formazione di corpi di volontari per la sicurezza. A firma del Consigliere: Bargi

74 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per prevenire e contrastare il fenomeno della scomparsa dei minori ed i reati ad essa connessi. A firma del Consigliere: Foti

79 - Interrogazione a risposta scritta circa l'acquisizione di AIMAG SpA da parte di Hera SpA. A firma della Consigliera: Gibertoni

81 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di finanziamento per il trasporto pubblico locale, con particolare riferimento alla Provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Rancan

82 - Interrogazione a risposta scritta circa la riclassificazione di alcune specie ittiche, anche al fine di contrastare la pesca di frodo. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

86 - Interrogazione a risposta scritta circa la manutenzione e le problematiche di sicurezza riguardanti il "Canale Vecchio" sito a Fontevivo, in provincia di Parma. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

97 - Interrogazione a risposta scritta circa i finanziamenti concessi dalla Regione Emilia-Romagna per la realizzazione di documentari ed opere d'animazione per la promozione del territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

98 - Interrogazione a risposta scritta circa l'uso e l'ampliamento della discarica di Molino Boschetti di Sant'Agostino (FE). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

99 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure relative all'adeguamento del Corpo di Polizia Municipale di Modena con particolare riferimento all'Accordo di Programma ed alle assunzioni nello stesso previste. A firma del Consigliere: Bargi

118 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti la contaminazione dell'area dell'ex-fornace di Campotto (FE). A firma del Consigliere: Sensoli

129 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti i lavori di realizzazione dei Finger dell'Aeroporto Marconi di Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

 

Comunicazione ai sensi del comma 1, lettera m) dell’art. 68:

- La Programmazione dei lavori dell’Assemblea legislativa, ai sensi dell’art. 16, del Regolamento interno, per il periodo febbraio-aprile 2015, è stata approvata nella riunione dei Capigruppo allargata ai Presidenti delle Commissioni assembleari svoltasi in data 25 febbraio 2015.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 04/02/2015 AL 25/02/2015.

DPGR n.18 del 05/02/2015

Designazione di Gandolfo Claudio a componente effettivo e di Goldoni Enrica a componente supplente nel Collegio dei Revisori dei Conti della Camera di Commercio di Modena.

DPGR N. 20 DEL 16/02/2015

Sostituzione di un componente nel Comitato di Indirizzo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria

di Ferrara.

DPGR N.23 DEL 20/02/2015

Sostituzione di un consigliere nella Camera di Commercio di Ferrara.

(Comunicazione n. 3 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2015/480 del 02/03/2015)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Saliera

Rancan - Torri

 

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