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9.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 24 MARZO 2015

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 360

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la promozione e la valorizzazione del circuito motociclistico "Misano World Circuit Marco Simoncelli". A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

POMPIGNOLI (LN)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

POMPIGNOLI (LN)

 

OGGETTO 327

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante la riorganizzazione posta in essere da Poste Italiane SpA, con particolare riferimento alla chiusura dei relativi uffici ed alla tutela dei cittadini. A firma dei Consiglieri: Calvano, Paruolo, Rossi Nadia, Sabattini, Montalti, Taruffi, Mori, Serri, Poli, Marchetti Francesca, Iotti, Zoffoli, Zappaterra, Cardinali, Prodi, Caliandro, Boschini, Rontini, Molinari, Lori, Torri, Bagnari, Ravaioli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

CALVANO (PD)

PETITTI, assessore

CALVANO (PD)

 

OGGETTO 375

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'opportunità di realizzare grandi opere regionali, quale l'autostrada Cispadana, la E45 ed il Passante Nord di Bologna, favorendo invece il trasporto ferroviario e la manutenzione del territorio. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

DONINI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 376

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le problematiche, le carenze ed i disagi per i pendolari riguardanti la linea ferroviaria Porrettana. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI (SEL)

DONINI, assessore

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 377

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le dimissioni dei direttori generali delle ASL regionali, con particolare riferimento alla situazione riguardante Imola. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 378

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa procedure riguardanti le società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

CORSINI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 115

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24.

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

OGGETTO 336

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna".» (Proposta del consigliere relatore Igor Taruffi su mandato della Commissione I) (8)

(Discussione)

(Ordine del giorno oggetto 336/1 - Presentazione)

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI, relatore di maggioranza

BIGNAMI, relatore di minoranza

PRESIDENTE (Soncini)

MARCHETTI Daniele (LN)

POLI (PD)

CALIANDRO (PD)

PARUOLO (PD)

PICCININI (M5S)

FOTI (FdI)

PRUCCOLI (PD)

MUMOLO (PD)

BARGI (LN)

TARUFFI (SEL)

BIGNAMI (FI)

BIGNAMI (FI)

PETITTI, assessore

BONACCINI, presidente della Giunta

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,47

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la nona seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Procedo con la comunicazione dei consiglieri e assessori che hanno giustificato la loro assenza.

I consiglieri Lia Montalti e Piergiovanni Alleva, gli assessori Bianchi, Caselli, Mezzetti e Venturi non potranno essere presenti oggi. Agli atti ci sono le loro giustificazioni.

Ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento do per letto l'elenco degli atti che avete già ricevuto.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

PRESIDENTE (Saliera): Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 3 marzo 2015 (n. 6);

pomeridiana del 3 marzo 2015 (n. 7);

antimeridiana del 10 marzo 2015 (n. 8);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con le interrogazioni a risposta immediata. Ricordo che l'interrogante ha complessivamente sei minuti e la Giunta ha tre minuti per rispondere.

Procediamo secondo le presenze in Aula.

 

OGGETTO 360

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la promozione e la valorizzazione del circuito motociclistico "Misano World Circuit Marco Simoncelli". A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponde all'interrogazione il sottosegretario Rossi.

La parola al consigliere Pompignoli per la delucidazione sull'interrogazione.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. L'interrogazione in modalità question time deriva da una risposta che l'assessore Rossi ha dato ad un'interrogazione del collega Marchetti, in particolar modo una risposta che lascia intendere un'indecisione su quelle che saranno le interpretazioni della Giunta in ordine ai Gran Premi sia di Misano Adriatico che di Imola. In particolar modo l'assessore Rossi valuta come possibile il ritorno al Gran Premio di Imola del Moto GP proprio a Imola, tralasciando le idee espresse dal tessuto economico di Misano Adriatico, quindi non si riesce a comprendere bene ed esattamente cosa la Giunta in concreto intenda fare su questi due tipi di circuiti, perciò vorrei capire esattamente vista la risposta un po' ambigua da parte del sottosegretario Rossi all'interrogazione fatta dal consigliere Marchetti. Da qui viene, appunto, il question time presentato oggi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Prego, sottosegretario Rossi.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Gentile consigliere Pompignoli, come abbiamo anche avuto modo di riprendere immediatamente da agenzie di stampa, abbiamo risposto al consigliere Marchetti chiaramente parlando di "potenziare ulteriormente"; le parole "potenziare ulteriormente" ovviamente non erano in questo caso rivolte ad una sostituzione dell'attuale Gran Premio di Moto GP che si svolge nel circuito "Marco Simoncelli", ma erano un qualcosa che serviva per potenziare l'offerta che la nostra motor valley può mettere in campo da un punto di vista degli eventi sportivi ed internazionali che sono utili a tutto il tessuto produttivo ed economico del nostro sistema emiliano-romagnolo. Quindi da parte nostra non c'è assolutamente nessuna volontà di immaginare nessuno spostamento, anzi, riteniamo che il contesto nel quale oggi si svolge la gara di Moto GP, anche in virtù dell'intitolazione recente fatta a Marco Simoncelli, sia il luogo più adatto per poter svolgere quel tipo di iniziativa, e su tutto ciò che può essere utile per potenziare ulteriormente partendo dalle esperienze già in essere, da parte della nostra Regione ci sarà il massimo sostegno e apporto possibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

Prego, consigliere Pompignoli, ha quattro minuti.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. La risposta è stata sicuramente esaustiva da parte del sottosegretario Rossi, quindi mi ritengo assolutamente soddisfatto, anche in virtù del fatto che uno spostamento avrebbe comunque provocato eventuali danni al tessuto economico per l'importanza che riveste questo tipo di Gran Premio. Non sottovalutiamo, poi, anche l'ipotesi, come lei diceva, di potenziare il discorso legato invece al circuito di Imola.

Pertanto la ringrazio per la risposta e mi ritengo soddisfatto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

 

 

OGGETTO 327

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante la riorganizzazione posta in essere da Poste Italiane SpA, con particolare riferimento alla chiusura dei relativi uffici ed alla tutela dei cittadini. A firma dei Consiglieri: Calvano, Paruolo, Rossi Nadia, Sabattini, Montalti, Taruffi, Mori, Serri, Poli, Marchetti Francesca, Iotti, Zoffoli, Zappaterra, Cardinali, Prodi, Caliandro, Boschini, Rontini, Molinari, Lori, Torri, Bagnari, Ravaioli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Prego, consigliere Calvano, ha sei minuti complessivi.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Come si intuisce anche dall'elenco dei firmatari, è una tematica che tocca tutto il territorio regionale. L'oggetto dell'interrogazione è il piano di riorganizzazione messo in campo da Poste Italiane che prevede nelle principali province della regione importanti chiusure di uffici postali, 11 a Bologna e a Parma, 8 a Piacenza, 7 a Ferrara, 4 a Modena, 4 a Forlì, 4 a Ravenna e 1 a Rimini.

Interroghiamo l'assessore Petitti rispetto alla situazione che c'è su questo versante. Sappiamo di una serie di incontri che ci sono stati anche con Poste e quindi interroghiamo la Giunta per sapere quale sia lo stato dell'arte, quali azioni abbia svolto la Giunta, se siano intervenuti fatti nuovi a seguito della data del 9 febbraio o se non si ritenga opportuno sollecitare Poste Italiane perché agisca con il maggior coinvolgimento e coordinamento possibile dei territori interessati, ascoltando anche le controproposte dei Comuni interessati. L'abbiamo formulata così perché sappiamo che da parte dei Comuni c'è la volontà di verificare tutte le ipotesi possibili e c'è la speranza di trovare di un interlocutore che sia pronto ad ascoltare queste controproposte. Su questo chiediamo alla Giunta un aggiornamento sul rapporto con Poste. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

Assessore Petitti, ha la parola per la risposta, ha tre minuti.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente e grazie al consigliere Calvano e a tutti i consiglieri che hanno sottoscritto l'interrogazione perché è l'occasione per rifare il punto su una questione sicuramente di grande interesse. Lo ricordava anche lei, consigliere Calvano, che già abbiamo avuto modo di dare alcune rassicurazioni nell'interrogazione a risposta immediata che è stata letta in Aula lo scorso 9 febbraio. Noi ci siamo, come Giunta, adoperati in modo rapido inviando una lettera ai vertici di Poste Italiane (ricordiamo che la nostra regione è interessata dall'area centro-nord di Poste Italiane) e abbiamo avuto la possibilità di incontrare già a febbraio il responsabile di tutto il progetto organizzativo dell'azienda. Già in quell'incontro noi abbiamo, anche con i rappresentanti di ANCI e UNCEM, chiesto chiaramente alle Poste che ci fosse un coinvolgimento maggiore di tutti gli enti locali interessati dal riassetto (i numeri degli uffici della nostra regione interessati da questa riorganizzazione non li ripeto, sono diversi) e contestualmente abbiamo chiesto che venissero prolungati i tempi della riorganizzazione che erano in quell'occasione stati ribaditi nella data del 13 aprile.

Voi sapete che da questo punto di vista sono tante le regioni a livello nazionale che si sono attivate chiedendo a Poste Italiane un dialogo maggiore su questo progetto riorganizzativo. Vero è che dopo quell'incontro abbiamo potuto purtroppo constatare che a molte singole realtà erano comunque state mandate delle missive a conferma della chiusura degli uffici. A quel punto ci siamo subito mossi per mandare un'ulteriore comunicazione al responsabile delle Poste e riteniamo che anche attraverso la mobilitazione dei Comuni e la mobilitazione della Regione ci sia stata una risposta positiva legata alla sospensione di quei tempi di attuazione del riassetto degli uffici postali. Al momento siamo in questa situazione, nel senso che abbiamo avuto un ulteriore contatto con il responsabile delle Poste e per le prossime settimane stiamo organizzando un nuovo incontro perché la nostra intenzione è quella di avere insieme all'azienda un calendario che ci permetta di attivare tavoli di confronto e dialogo con i rappresentanti delle istituzioni locali e regionali. Questo è il nostro obiettivo, questo è quello che le Poste al momento hanno accolto.

Riteniamo, e ci tengo a sottolinearlo, che sia fondamentale, e di questo siamo convinti, che per i bisogni dei cittadini (perché abbiamo anche ricevuto diverse lettere, non soltanto dagli amministratori, ma anche raccolte di firme che sono partite da parte dei cittadini) ci debba essere non una logica di risparmio aziendale, non una logica commerciale che l'azienda deve portare avanti, ma dobbiamo vigilare insieme ai nostri amministratori locali e lavorare perché tutti i soggetti coinvolti nelle comunità possano in qualche modo accogliere questo processo di riorganizzazione che l'azienda vuole portare avanti, ma che ci sia una pari dignità di tutti i soggetti coinvolti. Nel prossimo incontro che avremo con Poste Italiane ribadiremo questa intenzione da parte della Regione e crediamo che ci possano essere le condizioni perché questo processo vada incontro alle esigenze che i consiglieri oggi hanno riportato qui in Aula e gli amministratori, anche negli incontri che abbiamo fatto con ANCI e UNCEM, hanno sottolineato di nuovo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Petitti.

Consigliere Calvano, se vuole intervenire, ha quattro minuti.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore per l'esaustivo riepilogo di tutte le cose che la Regione ha fatto. Prendo atto positivamente che questa azione, congiuntamente a quella messa in campo dai sindaci e dalle amministrazioni comunali, ha portato ad un primo risultato, cioè riaprire il confronto. Credo che questo sia assolutamente positivo e auspichiamo ovviamente che questo confronto porti Poste a comprendere anche la necessità di rapportarsi anche nella ricerca di soluzioni alternative rispetto al piano di riorganizzazione che ha messo in campo e che per molti aspetti rischia di lasciare scoperte alcune realtà che invece meritano tutta l'adeguata copertura. Sono molto soddisfatto della risposta dell'assessore e anche del metodo intrapreso nel rapporto con Poste e con i Comuni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

 

OGGETTO 375

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'opportunità di realizzare grandi opere regionali, quale l'autostrada Cispadana, la E45 ed il Passante Nord di Bologna, favorendo invece il trasporto ferroviario e la manutenzione del territorio. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Prego, consigliera Gibertoni, ha sei minuti.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Torniamo su una questione che è molto scottante, vorrei dire, in questi giorni, visto che acquisiamo giorno per giorno, almeno dalla cronaca, nuovi elementi che gettano delle ombre sull'intero progetto in particolare della Cispadana, però in generale anche sull'opportunità di proseguire sprecando fondi regionali per una serie di grandi opere, tradendo quello che ci siamo detti e che dovrebbe trovare convergente tutta l'Assemblea legislativa, cioè la tutela del nostro suolo, in particolare del suolo agricolo, e l'investimento in una rete ferroviaria moderna che risponda alle esigenze degli utenti, cosa che adesso non è per vari motivi.

In questa interrogazione faccio riferimento alle intercettazioni dell'inchiesta sulle grandi opere che vede coinvolti, tra i tanti, anche l'ex assessore regionale ai trasporti Alfredo Peri e l'ex consigliere regionale di maggioranza Fiammenghi e le loro presunte illecite interferenze sulle procedure che riguardano il Passante Nord, la E45 e l'autostrada Cispadana.

Sulla Cispadana in particolare ricordo, visto che è di questo che si parla ed è questa la questione più alla luce delle intercettazioni di questi giorni, che non sono noti, a prescindere da quello che impariamo rispetto ad influenze indebite nella costruzione del progetto, i dati che giustifichino nuove strade, quindi non sono noti flussi di merci o flussi di persone che giustifichino nuove strade. Questo dato si unisce al fatto che si delinea un ampio quadro di relazioni che si è sviluppato sottotraccia in cui si smentiscono le smentite, quindi non è più possibile smentire, e che ARC (Autostrada regionale Cispadana) ha sviluppato il progetto che conosciamo, che va da Reggiolo-Rolo a Ferrara, con un'associazione temporanea di imprese, il progetto, però, ha presentato da subito moltissime criticità, ecco perché siamo ancora qui a parlarne. Ha passato da poco la VIA con un parere positivo con prescrizioni, però nello stesso tempo l'allarme dei cittadini rimane alto e sotto molti aspetti: quello della legalità certamente, quello della coerenza del progetto e dell'utilità effettiva del progetto a fronte di dati che ci dicono che lì non ci sono flussi che necessitano di nuove strade, che impongano la costruzione di nuove strade, e poi anche quello degli impatti che conosciamo, gravi, sul dissesto idrogeologico e sulle verifiche da fare in un territorio che ha già risentito molto del sisma. In particolare pensiamo all'alluvione che ha interessato i comuni di Modena, di Bastiglia e di Bomporto, considerato che soprattutto nei casi di esondazione la realizzazione prevista in rilevato aggrava la situazione di drenaggio naturale introducendo un pericoloso effetto diga.

Come ampiamente illustrato, tutto il percorso amministrativo fatto all'interno del Ministero dell'ambiente a partire dal 3 ottobre 2012 andrebbe vagliato anche alla luce del fatto che fino all'ottobre del 2013 hanno preso parte al Comitato di coordinamento della commissione tecnica di VIA... pur, ripeto, passata con prescrizioni, però chi gestiva in parte il coordinamento della commissione tecnica di VIA è risultato poi indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla TAV di Firenze per uno scambio di favori...

Va bene, vogliamo fare la Cispadana, però ascoltiamo almeno l'interrogazione, per cortesia. Abbiamo capito che la maggioranza ha una posizione netta. Se può intervenire la Presidente...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Un po' di silenzio, per cortesia, c'è brusio.

 

GIBERTONI: All'interno del Comitato di coordinamento della commissione tecnica di VIA sedevano persone (geologi, tecnici, dai tecnici che hanno detto la loro opinione fino ai tecnici che hanno contribuito a gestire tutto l'iter amministrativo) che di fatto non sono in questo momento ancora totalmente scagionate da ombre eventuali su cui non si è ancora fatta la necessaria chiarezza.

Il Consorzio Cooperativo Costruzioni è, ad esempio, una cooperativa che partecipa a questa cordata ed è indagata nell'ambito dell'inchiesta sulle "Coop rosse". Su Coopsette non necessita che io dica nulla, basta il nome. Anche per la ditta Banchini basta il nome.

Chiediamo alla Giunta e l'assessore competente se non ritengano opportuno dirottare gli ingenti fondi regionali ad opere di manutenzione delle strade esistenti e in generale soprattutto ad una rete ferroviaria interna e locale contribuendo a dare alla regione finalmente un trasporto ferroviario moderno, in cui lì davvero invece i flussi di persone e i flussi di merci sono noti e soprattutto le persone vivono una quotidianità tremenda proprio per l'inadeguatezza del nostro trasporto ferroviario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Assessore Donini, ha la parola per la risposta, ha tre minuti.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Tre minuti sono davvero pochi per interloquire su questi temi, comunque andrò in sintesi. Con riferimento al quesito posto nell'interrogazione che ha appena presentato la consigliera Gibertoni, si evidenza che le opere menzionate (l'autostrada Cispadana, la E55 e la E45, il Passante Nord di Bologna), come abbiamo anche sancito nell'ambito della definizione del programma di mandato, rappresentano un sistema di infrastrutture per noi necessarie e strategiche per il territorio regionale. La loro realizzazione comporterà non solo un beneficio di natura trasportistica, ma consentirà anche una maggiore competitività di quel territorio.

In merito alle inchieste giudiziarie citate nell'interrogazione ribadisco che questa Amministrazione ripone la più totale fiducia nel lavoro dei magistrati, ai quali, e solo ad essi, spetta l'accertamento della verità dei fatti e delle eventuali responsabilità penali a carico delle persone indagate. L'auspicio mio, e spero anche vostro, è quello che Alfredo Peri, Valdimiro Fiammenghi e Graziano Pattuzzi possano dimostrare in tempi rapidi la loro estraneità dalle accuse contestategli e l'assoluta correttezza dei comportamenti tenuti nello svolgimento dei loro incarichi. Ad ogni modo si ritiene che le inchieste in corso non possano essere motivo per rinunciare alla realizzazione di infrastrutture di rilevanza strategica sia per lo sviluppo del territorio regionale, sia per l'intero Paese. Pertanto si coglie l'occasione per confermare l'impegno e la determinazione a seguire le procedure per la conclusione degli iter amministrativi e la realizzazione dei lavori nel rispetto della massima trasparenza e legalità.

L'ho già detto, consigliera Gibertoni, in Italia occorre fermare la corruzione e non le opere pubbliche. Noi siamo convinti che in questo Paese si possano e si debbano realizzare investimenti pubblici necessari per il territorio nel più totale rispetto della legalità e della trasparenza. Se invece bloccassimo tutto così come da lei richiesto ne risulterebbe pregiudicato prima di tutto l'interesse del territorio regionale.

Per ciò che riguarda l'autostrada Cispadana non posso qui, in tre minuti, ripercorrerne la storia nel dettaglio, che invece approfondiremo, con mia piena disponibilità, nell'apposita seduta della Commissione consiliare il 2 aprile, magari dando tutti quei dati che lei citava in sintesi. Tengo però a chiarire che questa opera di valenza interregionale consentirà l'attuazione di un nuovo corridoio viabilistico in grado di offrire un collegamento diretto tra i territori tirrenici e adriatici e le relative attività produttive, insediative, economiche, sociali e culturali. L'impegno di questa amministrazione, quotidiano, fin dal suo insediamento nel gennaio scorso è stato quello di richiedere la conclusione delle procedure di VIA che lei ha citato, ed è avvenuta con prescrizioni, e il passaggio della concessione allo Stato, che è necessario per la sua realizzazione.

Infine, consigliera Gibertoni, lei propone di dirottare le risorse stanziate per le opere pubbliche in oggetto sulla rete ferroviaria regionale. Questa proposta, lei lo sa, non ha alcun fondamento. Le ricordo, infatti, che la E55 e la E45 e il Passante Nord di Bologna non sono finanziate con risorse regionali. Solo per l'autostrada Cispadana è previsto un contributo regionale, che peraltro è vincolato, che oggi ammonta a 179 milioni di euro, contributo stanziato a seguito di una lunga e articolata procedura di project financing per l'individuazione del soggetto in grado di realizzare e gestire l'infrastruttura autostradale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

Prego, consigliera Gibertoni, ha un minuto.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. È la risposta che aspettavo, direi proprio riga per riga.

Beneficio trasportistico? Non è così. Ci ostiniamo a guardare alle grandi opere pubbliche dimenticando totalmente quello che sarebbe veramente l'innovazione in questa regione, cioè il trasporto su ferro.

Opere pubbliche e corruzione ci avete dimostrato che è molto difficile separarle. Saremmo tutti contenti di poter dire che sono due cose separate, ma a quanto pare vanno avanti di pari passo e perfettamente a braccetto, quindi per fermare la corruzione occorre fermare le opere pubbliche.

Io chiedevo e ho specificato, assessore, che mi riferivo in particolare alla Cispadana. Sono al corrente che nel Passante Nord non ci sono risorse regionali. Chiedevo però che con coerenza, visto che si parla di tutela del consumo di suolo e si parla di incentivare e migliorare la vita dei pendolari che sono lasciati a se stessi, si cominciasse a fare uno sforzo in questa direzione, ovviamente uno sforzo nei fatti a prescindere dagli slogan, ma capisco che sia particolarmente complicato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

 

OGGETTO 376

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le problematiche, le carenze ed i disagi per i pendolari riguardanti la linea ferroviaria Porrettana. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponde l'assessore Donini.

Prego, consigliere Taruffi, ha sei minuti.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Riallacciandomi alla discussione che veniva fatta nell'interrogazione precedente, penso che una discussione più generale su quello che è il piano regionale dei trasporti, che è scaduto nel 2010, debba essere fatta e penso che quella sia la sede nella quale dovrebbero trovare spazio le scelte strategiche per il trasporto pubblico e non solo di questa regione. Credo che sia una discussione che in qualche modo prima o poi dovremo affrontare, lo dico soprattutto come componente della maggioranza.

Detto questo, passo all'oggetto della mia interrogazione, che è la situazione della ferrovia Porrettana, che è una delle tratte ferroviarie più utilizzate dai pendolari con circa 20 mila salite e discese giornaliere e che è stata visitata, positivamente da questo punto di vista, dall'assessore Donini, che ha direttamente preso il treno e ha verificato la tenuta e l'offerta di quel servizio. Siccome ritengo che sia stato particolarmente fortunato l'assessore Donini avendo fatto due viaggi senza alcun tipo di problema, lo invito a prendere più spesso quella tratta perché magari, portando bene, avrebbe sicuramente un effetto positivo per tutti i pendolari, che invece purtroppo subiscono un lungo elenco di ritardi e disservizi che si sono accumulati negli ultimi trenta giorni e che ho riportato nell'interrogazione.

Il 7 marzo tutti i treni provenienti da Bologna si sono fermati alla stazione di Riola senza poter raggiungere Porretta e solo durante il corso della giornata si sono riattivati con gravi ritardi. Il 3 marzo i regionali 6337, 6360 e 6362 registravano ritardi di circa 30 minuti. Il 23 febbraio idem. Il 20 febbraio idem. Il 19 febbraio Trenitalia emetteva il seguente comunicato: "Purtroppo il treno 6336 regolarmente arrivato ieri sera e tenuto attivo tutta la notte dal personale di riserva a Porretta, al momento della partenza non andava in trazione. Le soppressioni successive e i ritardi sono conseguenza della mancata partenza del treno 6336". Il 18 febbraio ci sono stati ancora ritardi su diversi treni e quelli che viaggiavano, viaggiavano con ritardi dai 10 ai 30 minuti ciascuno. Il 16 febbraio ci sono stati ancora ritardi su diversi treni. Il 10 febbraio ancora ritardi e carrozze sovraffollate o senza riscaldamento e i treni che viaggiavano, viaggiavano con 20 minuti di ritardo.

Questo è il quadro, che rapidamente ho cercato di delineare, che giornalmente affrontano i pendolari che fanno quella tratta. Visto che siamo in attesa dell'aggiudicazione della gara del servizio ferroviario, che sappiamo essere stata problematica e sappiamo tutto quello che riguarda quella partita, chiedo alla Giunta e all'assessore quali sono le iniziative che si intendono assumere per ovviare a questa che è una situazione che ho brevemente descritto, ma abbastanza emblematica al di là del fatto che il giorno in cui l'assessore ha preso il treno è andato tutto bene e quindi non dobbiamo essere, diciamo così, fuorviati da quella giornata perché in realtà il quadro è questo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Prego, assessore Donini, per la risposta ha tre minuti.

 

DONINI, assessore: La sua interrogazione, consigliere Taruffi, mi consente di informare anche l'Aula dell'iniziativa che ho intrapreso a partire dal 12 marzo scorso, e che protrarrò per tutto il primo anno di legislatura, in riferimento alle principali trattate pendolari del servizio ferroviario regionale.

Innanzitutto preciso che le ispezioni sui treni da parte del personale della Regione e di FER sono quotidiane, alcune delle quali, come detto, avverranno anche in mia presenza, ma ci sono tutti i giorni.

Prima di ogni ispezione ho intenzione di incontrare il comitato pendolari della linea, come ho fatto con il comitato pendolari della Porrettana, per avere maggiore consapevolezza dei principali problemi che riguardano la tratta. Seguirà poi l'ispezione, ovviamente non preannunciata, nell'orario di maggiore afflusso del traffico pendolare. Infine ci sarà nuovamente un incontro con il comitato pendolari per condividere gli interventi necessari al miglioramento del servizio in un piano di azioni annuale.

Le assicuro, consigliere Taruffi, che questo assessorato è prontamente informato dei disagi e dei problemi che lei riporta nella sua interrogazione, sia precedenti alla mia ispezione, sia successivi ad essa, alcuni dei quali dovuti ad oggettivi casi di forza maggiore, altri per la carenza e vetustà del materiale rotabile, altri ancora per cause che noi chiediamo vengano accertate.

La informo che questa amministrazione regionale sta sollecitando Trenitalia a rivedere il proprio parco rotabile con l'obiettivo di sostituire con materiale più affidabile quei treni (i TAF) che nel periodo in esame hanno provocato maggiore disagio sulla Porrettana.

Per dare un quadro più oggettivo, che però non deve ingannarci, i numeri della linea ferroviaria Porrettana sono complessivamente significativi. I viaggiatori sono in costante aumento (sono 10 mila salite al giorno nel 2013 ed erano 9 mila nel 2008, quindi aumentano), il servizio comporta 58 treni al giorno (42 su Porretta e 16 su Marzabotto) e ha un'intensità che non ha uguali su una linea ancora per la gran parte a binario unico. Nel mese di febbraio 2015, ovviamente l'ultimo complessivamente monitorato, le soppressioni totali di treni sull'intera linea sono state l'1,0 per cento del totale (12 su 1069) nonostante i giorni di neve. La puntualità in percentuale dei treni arrivati entro 5 minuti è del 92 per cento (una delle più alte dell'intera regione), entro 15 minuti è del 96 per cento, entro 30 minuti è del 98 per cento.

Questa è la statistica e ciò non significa che la situazione non debba migliorare, soprattutto negli orari di maggiore afflusso, per non cadere, diciamo, nella media del pollo, con riferimento ad una maggiore velocizzazione della linea, che è una priorità, anche in attesa della sostituzione di tutto il materiale rotabile per effetto della gara del ferro.

In occasione della mia ispezione non sono certo rimasto indifferente ai disagi che gli utenti subiscono in alcune stazioni in particolare, che occorre affrontare e risolvere al più presto. Mi riferisco in particolare alla stazione di Vergato, le cui banchine e marciapiedi, nonostante i lavori recentemente eseguiti, non consentono un adeguato accesso sia alle banchine stesse che all'incarrozzamento sui treni, soprattutto ai viaggiatori con difficoltà motorie, e questa per noi è una priorità nella riqualificazione complessiva delle stazioni di questa regione, e mi riferisco alla Stazione Centrale di Bologna, dove ho potuto constatare al piazzale Ovest, dove si attestano i treni della linea, l'accalcamento in uscita al varco verso via Pietramellara, dove l'attuale percorso di uscita impedisce il regolare deflusso delle persone nelle ore di punta.

Insieme al comitato pendolari della zona, così come farò con tutti i comitati pendolari delle principali trattate del servizio ferroviario regionale, classificheremo una serie di interventi da realizzare in tempi ragionevolmente brevi e magari prima che i benefici della cosiddetta gara del ferro producano, soprattutto con nuovo materiale rotabile, una qualificazione del servizio, in modo da arrivare ad avere qualche risultato per migliorare ulteriormente il servizio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Taruffi, ha due minuti.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Ovviamente l'interrogazione aveva anche lo scopo di illustrare un po' quella che è la situazione che, come ho detto prima, giornalmente vivono i pendolari della ferrovia.

Ovviamente le 10 mila salite corrispondono anche a 10 mila discese, quindi il numero di 20 mila a cui facevo riferimento io prima sono le 10 mila salite e le 10 mila discese, era il numero complessivo.

Tengo a sottolineare due aspetti. Il primo. L'assessore ha citato la stazione di Vergato. Nell'intervento fatto, che ha comportato la realizzazione del parcheggio, è andato perso un binario di scambio, quindi la possibilità di effettuare uno scambio nella stazione di Vergato. Siccome RFI si era presa l'impegno di realizzare a stralci l'intervento, attendiamo che quell'intervento si compia. So che l'assessore, essendo stato a Vergato, sa di che cosa parliamo e quindi sa che anche in questo caso l'intervento della Regione è fondamentale dal punto di vista non solo organizzativo e, diciamo, di relazione.

Il secondo. Torno all'elemento dell'interrogazione precedente, cioè come utilizziamo complessivamente le risorse che investiamo nel servizio pubblico e nel trasporto ferroviario per migliorarlo e potenziarlo, perché qualche dubbio ce l'abbiamo, nel senso che siccome esistono delle priorità, noi pensiamo che quelle debbano essere indicate chiaramente, come dicevo prima, in un piano regionale, che quelle debbano essere oggetto di una discussione e di un confronto ampio e su quelle debbano convergere le risorse. La risoluzione del nodo bolognese è importante, utile e fondamentale per tutto il sistema trasportistico della città metropolitana di Bologna e le soluzioni sino ad oggi individuate non sono forse quelle che garantiscono la risoluzione del problema. Siccome la Porrettana sta all'interno del servizio ferroviario metropolitano, che non è stato compiuto, che è stato accennato, è stato individuato, ma non è stato compiuto, credo che anche il potenziamento e il compimento di quello che era il progetto originario del servizio ferroviario metropolitano debba stare all'interno della discussione del piano regionale dei trasporti come un pezzo della risoluzione del nodo bolognese al di là delle pretese soluzioni che fino adesso sono state individuate.

Sulla Porrettana chiudo con un unico elemento. Ha fatto bene l'assessore a ricordare i dati perché i dati sono incontrovertibili, ma chiaro è che se arrivano in orario i treni alle dieci di sera, dove purtroppo ci sono poche persone, e ritardano quelli della mattina, c'è un problema serio, il materiale è vetusto. La gara di appalto verrà risolta probabilmente, fra transizione e tutto, in qualche mese, per non dire forse un anno o anche di più. Nel frattempo è ovvio che tutti i giorni studenti e lavoratori di quel territorio prendono quella infrastruttura e se non vogliamo che smettano di prendere quella infrastruttura che oggi è poco competitiva, purtroppo, e si dirottino sulla strada, esacerbando, quindi, ulteriormente i problemi di viabilità, bisogna dare risposte il più celermente possibile.

C'è un'ultimissima cosa che voglio sottolineare: la difficoltà di reperire i biglietti. Sembra una sciocchezza, ma quando si arriva in stazione e le macchinette non funzionano ed è difficile reperire i biglietti, è un altro elemento che fa sì che i cittadini poi non siano così invogliati ad utilizzare il mezzo pubblico.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 377

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le dimissioni dei direttori generali delle ASL regionali, con particolare riferimento alla situazione riguardante Imola. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponde il sottosegretario Rossi.

Consigliere Bignami, ha sei minuti, prego.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. In realtà si tratta di un'interrogazione che spero già sufficientemente illustrata in seno al documento depositato, che riassumo brevemente per chi fosse interessato alla vicenda.

Come è noto, il presidente Bonaccini proprio da quei banchi aveva annunciato la richiesta di dimissioni a tutti i direttori generali delle ASL - trovando anche il nostro plauso, anzi, gli avevamo consigliato di estenderla a tutti i direttori generali, non solo della ASL, ma di tutti i settori - per poi procedere qualche settimana fa alla nomina di quattordici nuovi direttori generali, quindi facendo un importante turnover, gliene diamo atto, poi vedremo se evidentemente sarà foriero anche di una scelta qualitativamente migliorativa.

Guardando un po' e confrontandoci con il territorio, veniamo a sapere che vi è un'eccezione, almeno riteniamo che sia un'eccezione, ma magari adesso il sottosegretario Rossi mi dirà che in realtà ce ne sono altre. Per quanto riguarda l'area di Bologna e Imola abbiamo rilevato che la dottoressa Lazzarato, su cui, per carità, non intendiamo esprimere alcun giudizio di merito, ha fatto una cosa un po' strana, almeno stando a quello che dice lei, cioè: io ho dato la disponibilità a dare le dimissioni, ma visto che nessuno si è fatto sentire, io ho tirato di lungo, questo dice in buona sostanza. Il che è un po' particolare perché, in effetti, a ben guardare, se la dottoressa Lazzarato avesse formalizzato le dimissioni, sarebbe rientrata in quella preclusione di legge che le impedisce di essere iscritta a questa nuova anagrafe, chiamiamola genericamente così, e quindi non vi sarebbe stata la possibilità di riconferire l'incarico. Scelta legittima, ma magari c'è qualcosa che non torna sul piano di quell'annuncio fatto dal presidente Bonaccini.

Il dubbio però è un altro e l'abbiamo esplicitato nell'interrogazione. Si è creato uno scalino - e mi rivolgo alla Giunta nella sua collegialità - tra le dimissioni che vanno a scadenza nel 2019 per tutti i direttori e quelle che vanno in scadenza per la dottoressa Lazzarato, che a questo punto sono anticipate di un paio d'anni. Può essere semplicemente un effetto collaterale di questa mancata dimissione accettata/rinnovo, ma qualcuno potrebbe anche ritenere che vi sia dietro l'intenzione di procedere con un'aggregazione dell'ASL di Imola rispetto all'ASL di Bologna o anche magari rispetto all'ASL Romagna.

Si chiede, quindi, se sussiste una motivazione particolare per la quale la dottoressa Lazzarato è stata, diciamo così, salvata da questa dimissione, da questa lenzuolata di nuove nomine, e, come corollario, se lo scalino che si crea è in qualche maniera di preannuncio alla volontà di unificazione dell'ASL imolese ad un altro polo sanitario.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Prego, sottosegretario Rossi, per la risposta, ha tre minuti.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Sarò altrettanto breve come il consigliere Bignami. Come il consigliere ci ha ricordato, la dottoressa Lazzarato in data 13 gennaio 2015 ha comunicato al presidente la propria disponibilità di rimettere il mandato, a cui non hanno fatto seguito le dimissioni. Di fronte a questa azione, però, riteniamo che non sia stata fatta, come lui riporta nell'interrogazione, una mera operazione di maquillage, bensì si è proceduto al rinnovo di tutti i vertici aziendali ad esclusione di Maria Lazzarato. Infatti sono stati nominati tredici nuovi direttori generali, di cui, come sempre si ricorda nell'interrogazione, la durata è allineata alla legislatura.

In ultimo, rispetto al presunto scalino che potrebbe sottintendere a chissà quali livelli organizzativi, faccio presente al consigliere Bignami che ogni considerazione circa i futuri assetti delle aziende appare prematura e che si dovrà tenere conto in primo luogo del processo di riordino istituzionale che definirà un nuovo quadro di attori istituzionali. La complessiva progettualità in tale ambito prescinde evidentemente da singole scadenze contrattuali, che assumono una valenza pressoché marginale. Non legherei, quindi, assolutamente questo scalino a chissà quali prospettive di riorganizzazione per quanto riguarda il polo di Imola.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario alla Presidenza Andrea Rossi.

Consigliere Bignami, ha tre minuti, prego.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Io sono stato breve, sottosegretario, perché ho un taglio in bocca e speravo in una riflessione un po' più elaborata, però mi dichiaro lo stesso soddisfatto, un po' perché non avrei proprio modo, a beneficio dell'Aula, di parlare ulteriormente. Però lei ha detto una cosa che mi ha incuriosito e interessato, ovvero che è prematuro parlare, non ha detto no. Io lo voglio prendere come una qualche forma di onestà intellettuale perché, a voler ben guardare, è una forma marginale, però abbiamo acceso un alert rispetto a questa situazione. Quindi mi dichiaro soddisfatto e seguiremo con attenzione la vicenda.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

 

 

OGGETTO 378

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa procedure riguardanti le società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Foti, ha sei minuti. Risponde l'assessore Corsini.

 

FOTI: Grazie, presidente. Stiamo parlando di una società che è stata definita giustamente di "diritto singolare" in entrambi i pareri pro veritate che la Regione ha chiesto negli ultimi sette mesi, che ha indubbiamente una funzione di produrre servizi di interesse generale, ma che negli ultimi tre anni, e mi fermo soltanto a questi, ha perso 8 milioni di euro, è partecipata dalla Regione per circa il 23 per cento delle sue azioni e i cui soci avevano convenuto di dare avvio ad un piano di risanamento ai sensi dell'articolo 67, comma 3, lettera d), della legge fallimentare, che improvvisamente segue altre strade.

Soprattutto, signor assessore, ciò che deve preoccupare è che dopo aver commissionato dei pareri pro veritate nei quali è scritto testualmente "che si deve procedere al tentativo di coinvolgimento di un partner privato da individuarsi con procedura ad evidenza pubblica", la Giunta abbia convenuto di autorizzare il consiglio di amministrazione a gestire un affitto di ramo d'azienda in un modo che dire privatistico è dire poco e si arrivi ad affidare la gestione dell'azienda medesima in alcuni suoi rami ad una società a responsabilità limitata costituita dieci giorni fa con un capitale sociale di 10 euro.

Penso che ce ne sia abbastanza non per la sua risposta soltanto, assessore, ma per altre autorevoli istituzioni che della questione si dovranno occupare, perché non si può pensare di svendere in questo modo un bene pubblico, che, tra l'altro, è passato alla Regione a titolo gratuito e che non ha quindi neanche quell'ombrello di protezione che hanno le società termali, ad esempio, delle regioni a statuto speciale, perché per legge, a queste, è stato riservato altro trattamento.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Prego, assessore Corsini, ha tre minuti.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente. In merito all'interrogazione del consigliere Foti, le operazioni di affitto del ramo d'azienda che sono oggetto dell'interrogazione fanno parte integrante di un piano più complessivo di risanamento, ovvero, nel caso in cui non si riesca a chiudere questo piano di risanamento, questo piano di gestione della crisi aziendale delle Terme di Salsomaggiore e di Tabiano, di un concordato preventivo in continuità. Alla luce, appunto, di questa premessa, si respingono nel merito le censure alla deliberazione della Giunta regionale n. 194 del 27 febbraio 2015, in quanto nell'indirizzo che questa delibera esprime risultano chiari alcuni punti che vado ad elencare.

Il primo è che è rimessa all'assemblea dei soci, a norma dello statuto della società Terme di Salsomaggiore e di Tabiano, come peraltro evidenziato nella premessa della delibera, l'autorizzazione di operazioni di affitto di rami d'azienda, mentre la presentazione della proposta nonché la realizzazione della stessa proposta è rimessa, come noto, al consiglio di amministrazione.

Secondo. La previsione di un adeguato canone di affitto è tesa ad assicurare che il contratto dia le necessarie garanzie dell'adeguatezza del canone a tutela del patrimonio sociale della Spa restando a carico del CdA la sua determinazione in quanto il CdA è l'unico organo competente allo scopo. Pertanto la richiesta di eventuali garanzie non è affatto preclusa laddove il management riterrà doverosa la loro presentazione.

Terzo punto. La previsione di un adeguato mantenimento dei livelli occupazionali è finalizzata a garantire che il personale oggi impiegato nei diversi rami di azienda oggetto della concessione veda salvaguardato il proprio posto di lavoro e non lo perda per effetto del contratto di affitto, a nulla rilevando il piano industriale della società in crisi che conceda detto ramo d'azienda.

Quarto punto. La previsione di un impegno degli eventuali affittuari a presentare una proposta irrevocabile d'acquisto relativamente ai rami d'azienda oggetto dei contratti non nega in nessun modo la possibilità di esperire procedure di evidenza pubblica per l'alienazione dei rami d'azienda in continuità con quelle precedentemente richiamate e la possibilità che l'offerta vincolante funga da base d'asta per future procedure di cessione dei rami aziendali e costituisca, viceversa, una garanzia in favore della società in quanto vincola esclusivamente l'affittuario.

Pertanto, alla luce delle considerazioni che ho espresso, la Giunta regionale non ritiene lesiva per gli interessi della Regione quale socio della società Terme di Salsomaggiore e di Tabiano la procedura di individuazione dell'affittuario, o degli affittuari, del ramo, o dei rami d'azienda, in quanto essa è contestualizzata in un più generale piano di salvataggio di azienda in crisi e non esclude la possibilità di esperire successivamente nuove procedure di evidenza pubblica all'atto della cessione dei rami aziendali.

Per quanto attiene al secondo quesito contenuto nell'interrogazione, preliminarmente mi occorre puntualizzare quanto segue. La norma richiamata, l'articolo 30 del comma 15 della legge 289/2002, fa divieto agli enti territoriali di finanziare le proprie spese diverse da quelle di investimento con indebitamento. La lettera di patronage che è stata citata nell'interrogazione del consigliere Foti è stata sottoscritta dalla Regione Emilia-Romagna insieme agli altri soci, Comune di Salsomaggiore e Provincia di Parma, quale garanzia richiesta dalla società di leasing allo scopo di salvaguardare la propria partecipazione nella società. La società Terme di Salsomaggiore e di Tabiano non è quindi assorbita nel perimetro di applicazione di questa norma in quanto non può essere qualificata come ente territoriale.

Tutto ciò premesso, non si ritiene, quindi, operante la nullità delle garanzie prestate dai soci, Regione, Comune di Salsomaggiore e Provincia di Parma, a favore della società in quanto non attinente al caso di specie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Corsini.

Consigliere Foti, prego, ha tre minuti.

 

FOTI: Grazie, presidente. L'assessore non so da chi abbia avuto le informazioni che ha letto, ma sicuramente se avesse approfondito il tema, avrebbe verificato altre cose. In primo luogo la Regione perché chiede una proposta irrevocabile di acquisto se poi la strada è quella di una cessione dei rami d'azienda ad evidenza pubblica? L'avete chiesto voi come condizione irrevocabile per poter procedere, l'avete chiesto voi nella vostra delibera, allora come riesce a collegare i due passaggi? Sarebbe stato sufficiente, non ci vuole un maestro di diritto, dire soltanto che l'affittuario, in caso di cessione del ramo d'azienda ad evidenza pubblica, a parità di offerta, aveva evidentemente un diritto di prelazione, mentre voi avete scritto altro e vi siete impegnati per altro.

Dopodiché, vede, assessore, quando voi avete approvato la delibera, non avevate ancora saputo che, "contrordine, compagni!", in piazza Cavalli 68, dove ha sede la società - e lei non sa cosa c'è in piazza Cavalli 68, a Piacenza, ma io lo so - hanno deciso di seguire un'altra strada. Ma dovrebbe saperlo, chieda dove sono stati depositati i libri sociali della società, poi fa un paio di informazioni, a Piacenza, su chi sono commercialisti, mariti, mogli e quant'altro nei consigli d'amministrazione e chiude immediatamente il cerchio, guardi, lo chiude subito il cerchio, stia tranquillo.

Io dico soltanto che nulla ostava al fatto che già nella parte dell'affitto del ramo d'azienda si andasse e si doveva andare con una procedura ad evidenza pubblica. Ma ammesso e non concesso che i tempi ristretti abbiano consigliato una trattativa privata, ciò che non andava scritto è quello che invece voi avete scritto, cioè che quell'offerta dovesse essere vincolante ed essere una delle condizioni per poter sottoscrivere il contratto d'affitto d'azienda, cioè di subentrare poi con un acquisto privatistico dell'azienda stessa e dei suoi rami.

Quanto alla seconda eccezione che lei ha mosso, anche qui, vede, forse sarebbe meglio informarsi bene, perché la lettera di patronage - della quale la Regione non sapeva neanche nulla perché questo Consiglio e questa Assemblea non l'ha approvata così come prevede la legge, giusto per dire come stanno le cose - quella lettera di patronage è stata contestata dalla Corte dei Conti in ordine alle modalità seguite e aggiungo che questi soldi non sono stati utilizzati solo ed esclusivamente per spese di investimento, ma sono stati utilizzati per spese anche correnti, la qualcosa esula da quello che doveva essere la lettera di patronage.

Questi sono i fatti di cui dovrebbe preoccuparsi la Regione per porre ordine in un'azienda (perché tale è, anche se sono società termali, rappresentano sempre un'azienda) dove di disordine ce n'è anche troppo e di responsabilità ce ne sono ed evidenti. Del resto se fosse stato tutto così chiaro bisognerebbe allora sapere per quali motivi si chiede, ogni volta che si delibera su questa società, un parere ad illustri professionisti.

Concludo dicendo che l'assessore dovrebbe poi spiegare se esiste una legge che riguarda le Terme di Castrocaro e una legge che riguarda le Terme di Salsomaggiore e di Tabiano. A me risulta che la legge sia la stessa, ma i percorsi seguiti sono esattamente opposti e divergenti.

Dichiaro totale insoddisfazione per la risposta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 115

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24.

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 336

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna".» (Proposta del consigliere relatore Igor Taruffi su mandato della Commissione I) (8)

(Discussione)

(Ordine del giorno oggetto 336/1 - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il testo del progetto di legge (n. 3/2015) è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari Generali ed istituzionali" nella seduta dell’11 marzo 2015.

Il Relatore della Commissione, consigliere Igor Taruffi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Relatore di minoranza, consigliere Galeazzo Bignami, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Progetto di legge è composto da sette articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

Al termine della discussione si procederà alla votazione della sola delibera di indizione del referendum consultivo.

La parola al relatore Taruffi. Ha un massimo di venti minuti.

 

TARUFFI, relatore di maggioranza: Grazie, presidente. Oggi arriva in Aula un progetto di legge che ha una storia piuttosto lunga e articolata, che cercherò di riassumere nei minuti che ho a disposizione.

È una storia lunga e articolata perché in realtà i Comuni di Porretta Terme e di Granaglione già a partire dal dicembre del 2009 fanno parte di un'unione di comuni, l'Unione dei Comuni dell'Alto Reno, alla quale poi successivamente hanno aderito altre amministrazioni di quel territorio. Stiamo parlando ovviamente della città metropolitana di Bologna, in particolar modo dell'area della montagna bolognese definita Alto Reno, come anche geograficamente identificata.

Dal 2009 i due Comuni fanno parte di un'unione, hanno messo insieme servizi nella gestione associata, servizi importanti, dalla polizia municipale alla gestione del personale, servizi come, ad esempio, la gestione delle case popolari, la gestione dell'ufficio per lo svincolo idrogeologico, particolarmente importante in una zona come quella di cui stiamo trattando. Hanno, insomma, dimostrato concretamente nei fatti che era possibile la scelta di quelle amministrazioni che in quel periodo decisero di, anziché proseguire all'interno della Comunità Montana di quel territorio che comprendeva tredici comuni, stringere rapporti in modo più fattivo all'interno di questa unione trasferendo lì una serie concreta di servizi e gestendoli in forma associata.

Come dicevo, a quell'unione si sono poi aggiunti altri comuni, per la precisione il Comune di Lizzano Belvedere e il Comune di Camugnano, per cui oggi l'Unione dell'Alto Reno è composta da quattro comuni, i cui sindaci, peraltro, oggi erano qua proprio per cercare di sensibilizzare noi dell'Assemblea, la Giunta e il presidente per le tante problematiche che vive quel territorio, a partire dalla chiusura degli uffici postali (che non riguarda ovviamente solo quell'area ma tanti comuni della Regione, però anche quell'area) ai problemi della ferrovia Porrettana che prima ricordavamo, al tema sempre presente dei servizi sanitari in montagna. I sindaci sono venuti con diversi cittadini a rappresentare direttamente quelle che sono le esigenze di quel territorio, le problematiche di quel territorio, che vede ovviamente nel progetto di fusione una strada importante e significativa per essere rilanciato.

Oggi parliamo della fusione dei Comuni di Granaglione e di Porretta Terme, ma in realtà, forse, se riusciremo a portarlo a termine e se i cittadini lo vorranno, stiamo parlando del primo passo di un percorso di riorganizzazione, di riordino istituzionale di quel territorio che sicuramente nei prossimi anni vedrà protagonisti anche altri comuni, secondo anche quelle che sono state le indicazioni che lo stesso presidente Bonaccini il giorno del nostro insediamento ha ricordato, cioè l'impegno di promuovere in modo deciso e convinto i processi di fusione ovunque essi si manifestino, ovviamente ferma restando la volontà dei cittadini, perché questo è un pezzo importante della riorganizzazione istituzionale che la nostra Regione deve affrontare. Il passaggio di oggi, quindi, in qualche modo sarà sicuramente l'avvio di un percorso che vedrà coinvolte anche altre amministrazioni nei prossimi anni.

Già qualche anno fa, in realtà, nel 2011, i Comuni di Porretta Terme e Granaglione avviarono un primo progetto, un primo tentativo di dare vita a questa fusione. Allora era coinvolto anche il Comune di Castel di Casio, almeno nelle aspirazioni iniziali delle due amministrazioni. Poi di quel progetto non se ne fece più nulla, arrivò qua e si arenò senza nemmeno la possibilità di essere esaminato né dalle Commissioni, né dall'Aula, perché la Giunta regionale non ritenne che ci fossero le condizioni per poter proseguire.

Nell'ottobre del 2013 i due Consigli comunali di Porretta Terme e di Granaglione deliberano la richiesta alla Giunta regionale di avviare l'iter legislativo per la fusione dei due Comuni. Prontamente nel dicembre dello stesso anno la Giunta regionale in questo caso approva il progetto di legge per la fusione dei due Comuni e lo trasferisce alla Commissione competente, dove il progetto rimane fermo per diversi mesi fino a quando nel luglio scorso, con le dimissioni del presidente Errani, si è arrivati allo scioglimento anticipato dell'Assemblea e alle elezioni anticipate.

Il progetto di legge, essendo un progetto di legge di iniziativa della Giunta, rischiava di decadere, sennonché l'Assemblea, in una delle ultime sedute della scorsa legislatura, andando a modificare quella che era la legge che preordinava il percorso di fusione, cioè la legge n. 24/1996, introducendo l'articolo 13-bis, consentì la possibilità che i progetti di fusione in essere fossero salvati, diciamo così, a condizione che la Giunta insediatasi dopo le elezioni avesse approvato i progetti di legge entro un mese dal proprio insediamento, quindi in qualche modo individuando un percorso, un salvacondotto sia per il progetto di legge di fusione che oggi esaminiamo, sia per il progetto di legge che riguardava i quattro Comuni dell'Appennino reggiano che questa Assemblea ha esaminato qualche seduta fa.

Ecco che arriviamo al gennaio di quest'anno. La Giunta, acquisiti i pareri dei sindaci (sui quali, dopo, due parole ovviamente le dirò), approva il progetto di legge e lo trasferisce alla Commissione competente, facendo ripartire l'iter con i tempi contingentati previsti dalla legge, cioè i trenta giorni che aveva la Commissione per analizzare e licenziare il progetto e poi entro i quindici giorni successivi l'Assemblea avrebbe dovuto indire il referendum. Oggi, quindi, siamo qua.

La Commissione ha esaminato approfonditamente il progetto, quindi molti dei consiglieri che fanno parte della Commissione competente sentono questa vicenda ormai per la terza volta perché nel frattempo ovviamente la Commissione si è riunita, ha individuato il relatore, ha audito nuovamente i sindaci dei due Comuni di Granaglione e di Porretta Terme su richiesta del relatore di minoranza. I sindaci sono venuti e hanno rappresentato le loro ragioni, le loro preoccupazioni e hanno esplicitato quelle che in modo più diffuso erano state le richieste avanzate in particolar modo dal sindaco di Granaglione all'atto dell'espressione del parere richiesto dall'assessore Petitti. Noi poi ci siamo riuniti nuovamente per proseguire l'analisi del progetto di legge in altre due circostanze, fino ad arrivare all'11 marzo quando la Commissione ha licenziato il testo. C'è stato, quindi, un percorso molto approfondito, che non ha, diciamo così, lasciato indietro nulla perché abbiamo analizzato tutto con grande attenzione.

Bisogna essere chiari sul fatto che oggi noi non votiamo il progetto di legge. Noi, oggi, qui, secondo quello che è il dispositivo legislativo, siamo chiamati a decidere se deliberare o meno l'indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, non andiamo, cioè, a toccare il progetto di legge che la Commissione ha esaminato e che ovviamente torneremo ad esaminare per l'approvazione definitiva qualora oggi decidessimo di dare il via libera all'indizione del referendum e qualora i cittadini, all'atto dell'espressione del loro volere, dessero il via libera definitivo al progetto, quindi entro l'anno, per intenderci. A quel punto torneremo qui con il progetto di legge e torneremo ad occuparcene e ad analizzarlo potendo anche intervenire sul testo.

Oggi, però, due parole sul progetto di legge è giusto dirle. Ovviamente ci sono le risorse che la Regione garantisce al Comune nato dalla fusione, cioè 3 milioni 450 mila euro nell'arco di quindici anni, come sapete suddivisi in parte per favorire tutti i processi indispensabili quando due Comuni si mettono insieme, banalmente, dalla cartellonistica, da tutti quelli che sono anche gli aspetti pratici più elementari, fino alla possibilità per il nuovo Comune di avere risorse importanti, significative da investire nel territorio, che ha estremo bisogno, estrema necessità di essere rilanciato e di avere risorse, come ovviamente come tante altre parti della nostra Regione, ma, come sapete, l'Appennino ha sempre qualche elemento di difficoltà in più, purtroppo, perché è evidente che per tante ragioni è così. Queste risorse che la Regione stanzia e mette a bilancio e finanzia mettendole a disposizione di questo progetto di legge sono risorse, quindi, estremamente importanti, anche perché parliamo di Comuni con pochi abitanti, 2.300 sono gli abitanti del Comune di Granaglione e 4.800 sono gli abitanti del Comune di Porretta Terme, quindi stiamo parlando di Comuni sotto i 5.000 abitanti, i cui bilanci sono bilanci... certo, il Comune di Porretta Terme ha un bilancio, per tante ragioni, anche un po' più significativo, parliamo di 12 milioni di euro complessivi, il Comune di Granaglione ha un bilancio più ridotto, è di circa 4 milioni di euro, quindi voi capite che 3 milioni 450 mila euro di finanziamento nella disponibilità di Comuni che hanno questi valori di bilancio sono risorse molto molto importanti e lo sanno bene i sindaci di quei territori che infatti si stanno battendo convintamente per andare avanti in questa direzione e ci chiedono di andare avanti in questa direzione. Certo, ponendo delle condizioni, perché chi fa l'amministratore, chi fa il sindaco, chi ha esperienza amministrativa diretta sa bene che esistono dei punti sui quali il consenso non si costruisce da un giorno all'altro, ma si costruisce con il tempo, con la credibilità, con le scelte, con le battaglie che si fanno.

Nel testo di legge - e vado al nocciolo, probabilmente, della questione - abbiamo cercato di dare la risposta più completa possibile ad una delle tre richieste che in particolar modo il sindaco di Granaglione ha avanzato sia rispondendo all'assessore Petitti, sia venendo in Commissione e ponendo la questione in modo molto chiaro e determinato a tutti i componenti della Commissione, cioè il nodo della gestione del servizio idrico. Il sindaco di Granaglione è stato protagonista, in tanti anni di attività, confermato ovviamente dal consenso dei cittadini, di una scelta a suo tempo non particolarmente popolare, nel senso che tanti altri sindaci hanno scelto diversamente, cioè quella di resistere al passaggio dalla gestione del servizio idrico diretta ad una gestione in forma unitaria, come diceva la legge del 1999. Lì si è intrapresa una battaglia che il Comune di Granaglione ostinatamente ha condotto e ha portato avanti mantenendo comunque sempre nella propria disponibilità il servizio idrico. Un tema che non è solo evidentemente un tema politico-amministrativo per quelle comunità, ma è un tema direi quasi identitario, e anche qui due parole dopo le dirò raccontando un aneddoto per capire bene di che cosa stiamo parlando quando parliamo di acqua in quelle comunità. Questa battaglia ha consentito al sindaco di Granaglione e all'amministrazione di Granaglione di mantenere la gestione del servizio idrico e tutti sanno bene, chi vive, chi amministra e chi frequenta quelle comunità sa bene che il tema è estremamente importante, per non dire decisivo.

Il sindaco di Granaglione scrive e viene in Commissione dicendo: va bene, andiamo avanti, però ci sono tre condizioni da assolvere. La prima è che il referendum venga svolto quantomeno in ottobre per darci la possibilità di fare la campagna referendaria e spiegare bene le nostre ragioni ai cittadini (ovviamente le ragioni di un percorso che è già nato da tempo, come dicevo prima). La seconda è che venga risolto e venga data una risposta al tema della gestione del servizio idrico considerando gli sviluppi normativi che sul tema si sono andati delineando. La terza condizione è aggiornare la relazione della delibera del Consiglio comunale di Porretta Terme con la quale il Comune di Porretta Terme e il Consiglio comunale di Porretta Terme chiedevano l'avvio del processo legislativo. In quella delibera il Consiglio comunale di Porretta Terme aveva allegato una relazione che conteneva errori in parte di calcolo, in parte imputabili a tante ragioni, che comunque non inficiavano e non hanno mai inficiato la bontà complessiva del progetto e la validità complessiva, la tenuta complessiva delle ragioni di chi ha proposto e ha inteso andare avanti su questa strada, coraggiosamente, perché voi sapete che modificare gli assetti dei Comuni, portare due Comuni a fusione certamente è una partita difficile e complicata, soprattutto quando parliamo di piccoli comuni, quindi coraggiosamente questi sindaci sono andati avanti e ovviamente chiedevano e chiedono che anche questi aspetti, che in qualche modo hanno consentito a qualcuno di accampare qualche ragione in più per rallentare il procedimento, venissero risolti.

Noi cosa diciamo nel progetto di legge? Sarò molto chiaro perché ovviamente il tema lo richiede. Oggi è il 24 marzo, se l'Assemblea oggi deciderà di dare il via libera e di indire il referendum, quindi di dare la parola ai cittadini, il presidente avrà dieci giorni di tempo per firmare il decreto con il quale indire il referendum; se lo farà dopo il primo aprile, cosa che ovviamente sta nelle cose, ecco che automaticamente i sessanta giorni di tempo entro cui dovrà essere celebrato il referendum, dai sessanta ai novanta giorni, partiranno dal 15 di settembre e questo vuol dire che il referendum concretamente si potrà fare a partire dalla metà di novembre e quindi abbiamo assolto quella che era la prima delle richieste del sindaco di Granaglione.

La seconda richiesta è quella sull'acqua. Abbiamo fatto un'approfondita analisi su questo tema e non nego ovviamente che sulla questione ci sono sensibilità differenziate, però abbiamo trovato un punto di sintesi che abbiamo tradotto in due emendamenti che abbiamo collocato in parte all'articolo 3 e in parte all'articolo 7 del testo di legge, laddove diciamo, in sostanza, che oltre ai contributi economici, tra le premialità che intendiamo assegnare al nuovo Comune c'è anche quella di poter beneficiare dell'accordo di programma che il Comune di Granaglione dovrà stipulare entro l'anno con ATERSIR in virtù delle caratteristiche anche economiche che l'acqua garantisce a quel territorio. Si tratta, in sostanza, di mantenere in essere l'accordo di programma già oggi esistente, che ha consentito in questi anni al Comune di Granaglione, di quattro anni in quattro anni, di mantenere la gestione del servizio idrico. Abbiamo trovato, quindi, questa soluzione, che è una soluzione, ovviamente, come tutte le soluzioni, che dimostra la volontà da parte dei proponenti di questo progetto di legge di andare avanti e soprattutto di andare avanti trovando una via d'uscita ad un tema spinoso e delicato sul quale ovviamente poi questa Assemblea sarà chiamata anche in futuro a prendere posizioni sul quadro regionale, perché penso che anche di questo ci sia bisogno. Abbiamo fatto, quindi, questi emendamenti e li abbiamo fatti, elemento che rivendico e che sottolineo, con il pieno accordo e sostegno e la piena condivisione dei sindaci, perché non si possono fare operazioni di questo tipo, semplicemente sarebbe stato assurdo pensare di fare operazioni di questo tipo senza avere l'accordo con le amministrazioni comunali, quindi va da sé che il proponente di quegli emendamenti lo ha fatto avendo chiaramente alle spalle la condivisione, il sostegno dei sindaci, in particolar modo del sindaco di Granaglione, al quale va riconosciuto, per quello che ha fatto in questi anni, una determinazione di cui tutti i consiglieri che fanno parte della Commissione sono testimoni.

Vanno riconosciuti la determinazione e l'impegno con i quali il sindaco di Granaglione ha cercato di spingere tutti noi a trovare una soluzione che fosse una soluzione reale per un problema molto sentito, perché è chiaro che noi oggi abbiamo la possibilità, come ho detto in Commissione deriso da qualcuno, ma lo rivendico con assoluta convinzione, di restituire lo scettro al principe e il principe è il popolo, perché alla fine noi diciamo di rappresentare e rappresentiamo le comunità che ci hanno eletto, però quando possiamo dare direttamente la parola ai cittadini, io credo che dobbiamo farlo. Lo dobbiamo fare convintamente perché stiamo facendo un esercizio di democrazia molto importante di cui questa istituzione ha estremo bisogno perché nessuno si può dimenticare, e lo ricorderò tutte le volte che potrò, che il 23 novembre è successo qualcosa di molto, molto delicato per l'istituzione regionale. Quindi nel momento in cui possiamo convintamente sottoporre ai cittadini un progetto di legge nel quale qualcuno ha creduto dall'inizio, da sempre, insistendo e cercando di portarlo avanti in tutte le sedi, quando possiamo farlo con l'accordo delle amministrazioni e con l'impegno dei sindaci, portare questo progetto di legge davanti ai cittadini dicendo ai cittadini che questo è quello che abbiamo fatto, queste sono le risorse, questi sono gli investimenti, questa è la risoluzione dei problemi, io credo che dobbiamo percorre questa strada con grande convinzione.

L'ultimo aspetto che il sindaco di Granaglione aveva sottolineato nei suoi interventi e negli scritti era la correzione e l'aggiornamento della relazione propedeutica alla delibera del Consiglio comunale di Porretta Terme. Oggi presentiamo, e lo presentiamo non solo come centrosinistra, ma con il sostegno e la firma e la condivisione di altri due gruppi, del gruppo del Movimento 5 Stelle e dell'Altra Emilia-Romagna, un ordine del giorno che dice che invitiamo i Consigli comunali di Porretta Terme e di Granaglione ad aggiornare quella relazione e a farlo entro e non oltre il quarantaseiesimo giorno precedente la data di svolgimento del referendum, perché così i cittadini potranno avere in mano dati reali, freschi e, direi, puliti. Puliti in che senso? Nel senso che è ovvio che la delibera assunta dal Comune di Porretta Terme nell'ottobre 2013 faceva riferimento ai dati economici di bilancio dell'anno 2012, oggi siamo nel 2015. Il primo gennaio, il Comune che verrà istituito, verrà istituito nel 2016. È chiaro che se il referendum si svolgerà a fine 2015, dobbiamo poter dare ai cittadini punti di riferimento e dati che non possono far riferimento al 2012 perché nel frattempo è passato un intero mandato amministrativo nel Comune di Porretta Terme, allora diciamo a quei Consigli comunali di aggiornare quella relazione, che pure contiene tutti dati utili e necessari, però occorre aggiornarla e sono ovviamente loro i soggetti interessati e quindi diciamo loro di aggiornare quella relazione, e diciamo al comune di Granaglione: proprio perché stiamo facendo sul serio, proprio perché la soluzione dell'acqua è dirimente per il buon esito di quel referendum dal nostro punto di vista, non entro il 31 dicembre, ma sempre quarantasei giorni prima la data di indizione del referendum stipulate l'accordo di programma, che dimostrerà ai cittadini la concretezza delle scelte e del dispositivo contenuto in questo progetto di legge. Quarantasei giorni prima vuol dire entro la fine di settembre, così i cittadini che andranno a votare avranno tutti gli elementi e la campagna referendaria si potrà fare con tutti gli elementi utili per poter prendere una decisione, perché, ribadisco, la decisione spetta ai cittadini.

Un aneddoto per dire di che cosa stiamo parlando in quelle comunità e concludo. Nel 1996 il Comune di Porretta Terme decise di indire un referendum per chiedere ai propri cittadini se fossero d'accordo o meno sulla cessione del servizio idrico, in quel caso, all'allora Seabo. Il referendum fu svolto, l'80 per cento dei cittadini di Porretta Terme andò a votare, il 90 per cento dei cittadini di Porretta Terme disse: no, vogliamo che il servizio idrico rimanga al Comune di Porretta Terme. L'amministrazione decise comunque di andare avanti lo stesso, ovviamente allora l'amministrazione poteva permettersi di andare avanti. Noi non potremmo prendere un 90 per cento di cittadini.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliere Bignami, prego, ha venti minuti.

 

BIGNAMI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Il problema principale è mettere ordine. Tra l'altro il presidente Bonaccini è uomo di parola, aveva detto che sarebbe stato presente fin dal primo punto e quindi lo ringrazio, aveva detto che sarebbe stato presente e gliene diamo atto, anche perché credo che pure lui si divertirà nell'illustrazione di questo progetto.

Partiamo dalla legge. C'è un principio di gerarchia delle fonti che prevede che vada tendenzialmente rispettato ed è quello che governa poi tutti gli altri atti; non è che abbia un gran senso, però ha questa funzione. Dice, tra le tante cose che stiamo violando, la legge regionale, la n. 24/1996: "le modifiche, nel caso di fusioni, devono rispondere alle esigenze di organizzazione e gestione dei servizi e delle funzioni amministrative, individuare ambiti che per ampiezza, entità demografica e attività produttive consentano un equilibrato sviluppo economico, sociale e culturale del territorio". L'articolo 8 di questa maledetta legge (maledetta perché ci costringe ad osservarla, anche se non sembra) dice: "la relazione di accompagnamento al progetto di legge deve indicare la sussistenza e i presupposti previsti all'articolo 3" - quello che vi ho appena letto - "qualora il progetto venga presentato in esecuzione al programma regionale di riordino territoriale, la relazione deve indicare la conformità alle indicazioni contenute nel programma stesso. La relazione deve" - non "può", "se ne ha voglia", "se capita", ma "deve" - "deve contenere altresì le opportune indicazioni di natura demografica, socio-economica, patrimoniale e finanziaria relative agli enti locali coinvolti". Vi chiedo di tenere un attimo a mente.

Poi c'è l'articolo 13-bis (votato nella lenzuolata dei provvedimenti portati dopo le dimissioni di Errani; abbiamo portato di tutto in quel luglio, dal riordino territoriale al PSR, alla caccia alle allodole, di tutto abbiamo votato; noi abbiamo votato contro a questo articolo) che tra le tante cose dice: "entro trenta giorni dal suo insediamento la Giunta nominata a seguito di nuove elezioni regionali... apportate le necessarie modifiche al testo del progetto di legge di fusione alla sua versione originaria deliberata dalla precedente Giunta... e deliberata dai competenti organi nell'Assemblea legislativa... sentiti i sindaci dei comuni interessati, può provvedere all'approvazione e alla tempestiva trasmissione dello stesso alla Assemblea legislativa" che ovviamente siamo noi. Dice una cosa interessante: che sono fatti salvi gli atti propedeutici. Lo dice, non è che me lo invento, lo dice. Gli atti propedeutici, lo dico ai colleghi di nuovo mandato, non sono un mantra che aleggia qua, sono dei documenti nella disponibilità, che però voi non potete toccare, attenzione, perché se li toccate cade tutta questa robusta impalcatura.

Prima che arrivasse questa relazione noi dicemmo - lo dicemmo addirittura in occasione del primo progetto di legge di fusione della Valsamoggia - all'allora vicepresidente con delega Saliera (io mai avrei pensato di rimpiangerla): guardi, assessore, che noi sull'Alto Reno voteremo a favore perché siamo convinti, proviamo a fare un percorso condiviso. Ci fu qualche timida apertura e poi arrivò questa relazione. Io la vorrei leggere perché sono convinto che vi divertirà. La relazione non è un orpello, la legge dice che deve provare dei dati. Vi leggo due o tre dati: stranieri: Porretta Terme 11 per cento di popolazione straniera; Granaglione 8 per cento di popolazione straniera; il nuovo Comune 19 per cento di popolazione straniera. Quindi non si fa una media ponderata, ma 11 più 8 fa 19. Reddito pro capite: Porretta Terme 13.438 euro; Granaglione 12.766 euro; reddito pro capite del nuovo Comune 26.200 euro. Non facciamo la media, facciamo la somma, quindi, per fusione, raddoppiano il reddito...

 

(interruzioni)

 

Tu ridi, ma è così. È un requisito di legge. Non so se è una moltiplicazione, forse è più propriamente una somma. Però non è un orpello, questa è la legge. Uno legge e dice: guarda che ci siamo sbagliati. Allora, noi che crediamo davvero nella fusione, diciamo lo scorso mandato: potete fermarvi un attimo che ci riflettiamo? E in effetti il collega Mumolo, che è lì che fa finta di non sentire...

 

MUMOLO: Ascolto, ascolto.

 

BIGNAMI: ...si ferma perché dice: insomma, in effetti Bignami è un po' di destra, ma 13 più 12... la media non è 26, è qualcosa di meno... e infatti la matematica, questa maledetta fascista... però, cavolo, qua ci dobbiamo fermare. E il progetto si arena. Io lo dico ridendo perché tanto che cosa dobbiamo fare, tanto è già tutto deciso, però vi spiegherò perché lo dico. Allora noi diciamo: ma cambiamolo!

E in effetti il sindaco di Granaglione non è che proprio dica... Io adesso ho sentito "aggiornate," "rinfrescate", come se fosse darsi una lavata sottobraccio. Dice il sindaco di Granaglione: possiamo anche andare avanti su questo progetto condizionando l'assenso alla risoluzione delle problematiche già esposte per le vie brevi all'assessore Filippini. La prima problematica è la "sostituzione o modifica e integrazione della relazione" - quindi "sostituzione o modifica", non "aggiornamento" - "sostituzione o modifica e integrazione della relazione allegata al progetto di legge fermo in Commissione", non dice "aggiorniamo", non dice "diamoci una lavata sottobraccio", dice "sostituzione o modifica e integrazione". Secondo punto: risoluzione della problematica legata alla gestione del servizio idrico da parte del Comune di Granaglione, perché in effetti hanno fatto una grande battaglia, quindi si domanda il rinnovo della concessione. Noi prendiamo le nostre pive e andiamo a Roma, in Senato, e facciamo presentare dal gruppo un emendamento con cui, se approvato, si procedeva nell'indicazione... ovvero al collegato ambientale si diceva: è concessa la facoltà ai Comuni, non sotto i 1.000 abitanti, ma sotto i 3.000 (qualcuno mi dice: ma allora è fatta, potevamo anche metterci un emendamento con scritto: sottoposti a fusione) a continuare nella gestione in house del servizio idrico integrato. L'emendamento viene portato in Commissione e viene bocciato, ma non bocciato da noi, bocciato dal Governo. Scelta legittima, però il Governo dice: signori, non passa. E allora noi che cosa dobbiamo fare più di questo, oltre che denunciare e richiedere il cambio della relazione e oltre a portare in Senato la questione?

Arriva in Commissione questo progetto di legge, giustamente il sindaco scrive queste cose e io dico: non è che io abbia molto capito perché io sono un può gnucco, può venire il sindaco? Viene il sindaco e dice: guardate, Bignami è così gnucco che non ha capito, ve lo ripeto: o la sostituite, o non si fa niente; o garantite la gestione del servizio idrico o non si fa niente. E ci lasciamo così. Dopo neanche quarantotto ore arriva un emendamento con cui si dice una serie di cose che adesso leggo perché un progetto di legge così colabrodo, visto che si tratta di acqua, non l'ho mai visto. Dice: "i Comuni interessati dal processo di fusione hanno facoltà di chiedere standard qualitativi per la valorizzazione delle risorse locali rispetto a quelli determinati per l'ambito gestionale del servizio idrico integrato". Cosa vuol dire? Io non l'ho capito perché sono gnucco e allora scrivo al direttore generale di ATERSIR. Prima chiedo al presidente di Commissione se può venire e il buon Pompignoli dice: guarda, Galeazzo, non ci stiamo con i tempi, allora scrivo e dico: scusi, direttore, chiederei di sapere cosa significa "facoltà da parte di amministrazioni comunali finalizzate alla richiesta di standard qualitativi particolari per la valorizzazione delle risorse locali", cioè ripeto esattamente l'emendamento, e il direttore mi dice: salvo approfondimenti, Bignami, le devo dire che "per norma nazionale gli standard qualitativi dell'acqua somministrata attraverso i servizi di acquedotto ai cittadini sono omogenei e devono essere ovunque garantiti" - è logico, non può esistere un comune che ha standard qualitativi più elevati e altri comuni che li hanno meno elevati - "e sono dettati" - continua il direttore - "peraltro da norme nazionali di natura sanitaria" - cioè: non è che sia io che voglia fare il fenomeno, deve essere così, non esiste che un comune possa essere meglio e un comune peggio - "l'approvvigionamento e le fonti sono in generale di proprietà dei Comuni, pertanto se in alcuni territori sono presenti acque che possono garantire qualità superiori, gli enti, attraverso ATERSIR, possono imporre che gli approvvigionamenti di alcune aree territoriali vengano mantenuti a livelli qualitativi superiori" - gli approvvigionamenti - "in generale si deve pensare che il gestore è un esecutore pro tempore" - ma non la risorsa, e poi dice che è una questione di costi - "ma le decisioni e le strategie non devono e non possono essere lasciate nella disponibilità del gestore", quindi l'accordo di programma non serve a nulla.

Allora gli chiedo, e continuo con l'emendamento: si chiede di sapere in cosa consistono gli accordi di programma eventualmente stipulati, e ripeto l'emendamento. E il direttore mi dire: Bignami, vale la risposta di prima, non servono a niente. "Il regolatore di servizio si identifica con le amministrazioni comunali naturalmente in forma associata e con ognuna una quota rispetto alla dimensione. Accordi di programma possono essere stipulati, ma in linea teorica le volontà delle amministrazioni comunali in ATERSIR si fanno valere comunque nelle molte sedi in cui queste amministrazioni partecipano". ATERSIR è una forma di cooperazione obbligatoria. Tradotto: un Comune non può stipulare una convenzione con se stesso, se ha da far valere delle ragioni lo dice dentro ATERSIR. Allora gli dico: si può con un emendamento regionale eccetera? E mi dice: no, bisogna farlo solo con legge nazionale. Io ho votato a favore dell'acqua pubblica contro il mio partito. Il direttore dice che l'acqua pubblica solo con una legge nazionale si può fare e poi continua dicendo in sostanza: sono fregnacce.

E allora dico: boia di un mondo, stiamo votando una roba che non serve a niente! Anzi, peggio, è illegittima, gravemente illegittima! Ma è roba da ridere, roba da ridere! Perché poi ti arriva un "robo", perché mi vergogno a definirlo ordine del giorno, in cui si dice (lo leggo, l'avete ricevuto adesso, i commessi ve lo hanno appena consegnato): "considerando che la documentazione allegata alla delibera con cui il Consiglio comunale di Porretta ha fatto istanza di avvio dell'iter legislativo, pur contenendo tutti gli elementi utili per valutare la sussistenza e i requisiti essenziali richiesti per addivenire alla fusione, necessita di essere aggiornata", no, ci chiedono di cambiarla per i motivi che ho detto prima. Ma la cosa singolare è che quell'articolo 13-bis che ho letto prima dice che gli atti propedeutici sono fatti salvi, noi stiamo votando una roba con cui si dice al Comune di Porretta: cambiate degli atti propedeutici che noi abbiamo dovuto rendere salvi, per riuscire ad attivare quel 13-bis di cui parlavo prima, per procedere in maniera spedita secondo una procedura speciale, cambiatelo voi, dopo che la Provincia lo ha approvato. Questo non è illegittimo, è peggio, è peggio! E si dice: "invita i Consigli comunali di Porretta e di Granaglione a procede ad aggiornare tale documentazione non oltre il quarantaseiesimo giorno precedente la data di svolgimento del referendum". Quindi si dice: noi qui votiamo una cosa, l'abbiamo passata in Commissione in quel modo, abbiamo utilizzato lo strumento speciale che non possiamo toccare niente, cambiatela voi, noi non ne sappiamo nulla, la votiamo quella roba dove 13 più 12 è uguale a 26 o 25, ma è una media, votiamo quell'altra roba sul demografico, però voi cambiatelo. Poi ci chiediamo perché la gente non va a votare, ci chiediamo perché la gente non va a votare?! Certo che non va a votare, diciamo che la popolazione immigrata è 11 più 8 e fa 19 per cento! Diciamo che il reddito pro capite raddoppia, ed è un atto ufficiale, e diciamo: aggiornatela.

È per questo che noi voteremo contro questo progetto di legge, perché non ci facciamo ridere dietro. E quando si dice che ci verranno dati 3 milioni 450 mila euro nei prossimi centottantatré anni non ci interessa perché abbiamo chiesto anche di sapere quanto hanno dato al Comune di Valsamoggia e adesso mi è arrivata la risposta con scritto una domanda troppo complessa e chiediamo la proroga. Ma come, l’ho chiesta venti giorni fa, è un atto interno e mi rispondono che è troppo complessa e che chiedono la proroga? Sapete quanto hanno dato? Zero, perché l’atto con cui noi votiamo, e comunque non lo votiamo, di andare a dargli dei baiocchi verrà rinnovato anno per anno in legislazione finanziaria e non possiamo impegnare per le legislazioni future questo impegno di spesa. È tutto costruito male. Se fossi perfido, potrei chiedere all’assessore Gazzolo se si può cedere una convenzione a un comune singolo per la gestione del servizio idrico. Lei sarebbe costretta a rispondermi no, perché purtroppo esiste, e me lo dice anche il direttore di ATERSIR, una vaga norma che ricorda di non dimenticarsi che c’è anche questo problema, come se non avessimo abbastanza. Non lo dico io ma ATERSIR. C’è anche questo problema; tutte le norme parlano di servizio idrico integrato comprensivo di acquedotto, fognatura e depurazione, e qui con questo emendamento, oltre che ritagliarlo territorialmente - dice lui -, si intende anche proporre una frammentazione verticale nel senso di tenere distinti l’acquedotto, che resterebbe comunale, da fognatura e depurazione. Dice che non solo è grave ma peggio, perché chiedete anche di mettere l’acquedotto e ci chiedete di votarlo. Votarlo? Io capisco che c’è qualcuno che evidentemente ha puntato troppo, perché bastava fare esattamente quello che il sindaco di Granaglione, e mi dispiace - non voglio dubitare della parola data dal relatore - diceva, cioè di mettere a posto queste cose.

C’è stata una riunione carbonara con cui l’assessore Filippini insieme alla dott.ssa Petitti ha incontrato i sindaci... In Commissione i colleghi sanno che ho chiesto di relazionare sull’esito della Commissione e della riunione segreta. Non dico che sia illegittima la consigliera Zappaterra, col suo garbo, che richiede sempre educazione, e non ce l’ha voluto dire, quindi io sto agli atti che il sindaco di Granaglione ha posto delle condizioni che il direttore di ATERSIR ci dice che non stanno né in cielo né in terra e addirittura oggi scopriamo che il relatore di maggioranza dice che in effetti la relazione fa un po’ schifo - non mi viene un termine più garbato - e invita a cambiarla entro quarantacinque giorni. E se non lo fanno? E se lo fanno? E gli atti propedeutici? E la Provincia che ha approvato? L’articolo 13 bis? La procedura speciale? Capisco che è fastidiosa, però è legge.

Voteremo contro non perché non riteniamo che la fusione porterebbe a qualcosa di buono, ma perché abbiamo una faccia, e noi con quella faccia vogliamo andare a dire le cose, e riteniamo che nel momento in cui una fusione, che è irreversibile, viene fatta dobbiamo andare convinti di quello che diciamo, perché se poi vince il no è un problema e la fusione si blocca. Ci è stato detto che laddove in un comune ha prevalso il no si è fermata e in effetti è sempre capitato così. Non escludo che ci possano essere sorprese ma con questi dati spianiamo la strada al no, e se vince il no è una sconfitta di tutta questa Assemblea, perché vincerà su queste debolezze che noi abbiamo denunciato, che voi potevate emendare ma che con un’ostinazione che è davvero degna delle migliori cause si poteva davvero rimediare.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

Vi comunico che è arrivato l’ordine del giorno n. 336/1 collegato ai due oggetti 115 e 336, ordine del giorno presentato dai consiglieri Taruffi, Calvano, Gibertoni e Alleva. Dichiaro aperta la discussione generale sui due oggetti 115 e 336.

Ciascun consigliere può parlare - lo ricordo - venti minuti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. L’iter del progetto di legge sulla fusione dei comuni di Granaglione e Porretta Terme è fortemente vincolato dai tempi strettissimi dovuti all’applicazione dell’articolo 13 bis e possiamo dire che verrà ricordato come un percorso abbastanza confuso e frettoloso senza alcun dubbio. La fretta di arrivare all’approvazione di questo testo infatti ha evidentemente portato a una serie di fattori che hanno reso l’iter assolutamente caotico. Abbiamo svolto diverse Commissioni, dove in una abbiamo anche ascoltato i sindaci interessati, sede in cui uno in particolare, quello di Granaglione, ha posto delle condizioni ben precise, tra queste il mantenimento della gestione del servizio idrico, una condizione non facilmente risolvibile dato le imposizioni dettate dal cosiddetto Sblocca Italia, norma nazionale approvata da chi si poneva anni fa come paladino dell’acqua pubblica ma che in realtà, almeno sul nostro territorio, è abbastanza visibile che mettono tutto in mano a Hera, che di pubblico ha poco e niente.

Tornando al discorso della fusione, come Lega Nord, ritenendo difficilmente risolvibile la condizione sulla gestione dell’acqua, se non con un’iniziativa parlamentare, ed è proprio questo che noi chiediamo alla Regione, ossia di far sentire la propria voce nei confronti del Governo, abbiamo ritenuto opportuno assumere una posizione contraria per lasciar libero il Comune di Granaglione per eventuali ricorsi, percorso che risulterebbe molto più difficile con un comune unico. Durante l’ultima Commissione sono stati presentati degli emendamenti al testo con i quali, uno in particolare, si dice che il territorio di Granaglione, grazie a un accordo di programma, manterrebbe la gestione del servizio idrico. Per noi tutto questo è assolutamente impossibile - lo abbiamo detto anche in Commissione -, per cui abbiamo mantenuto la nostra posizione contraria, nel frattempo però abbiamo appreso che ci sarebbe stato un incontro tra l’Assessorato e i sindaci durante il quale avrebbero trovato una quadra e gli amministratori locali si sarebbero detti soddisfatti degli emendamenti proposti, per cui credo che sia doveroso spiegare perché noi della Lega Nord rimaniamo contrari a questo progetto di legge, pur sostenendo che la volontà dei territori viene al primo posto. Semplicemente perché non vogliamo prendere in giro i cittadini. Dopo la votazione in Commissione infatti, durante la quale ci siamo espressi contrari, ho cercato di raccogliere qualche informazione in più contattando direttamente ATERSIR, come ha fatto il consigliere Bignami - evidentemente si saranno visti una serie di mail e si saranno chiesto cosa stesse succedendo - e ATERSIR, una volta che gli ho riportato il quesito, riportando anche l’emendamento in oggetto, mi ha risposto che le norme sui servizi pubblici locali ambientali, sia quelle nazionali, come lo Sblocca Italia, da lei richiamato, sia quelle regionali, non prevedono la possibilità di mantenere gestioni comunali peraltro per un solo settore del servizio che, per definizione viceversa deve essere integrato e quindi contenere sia l’acquedottistica ma anche la fognatura e la depurazione. Mi risulta ci siano parallelamente altre norme nazionali sul riordino delle funzioni delle istituzioni che potrebbero contenere soluzioni e che potrebbero prevedere situazioni particolari per i comuni che si associano per i quali probabilmente sono concessi dei tempi per unificare le funzioni tra i comuni. Detto questo, credo che la situazione sia abbastanza chiara; saremo anche a favore della consultazione popolare, perché la volontà dei cittadini va sempre rispettata, ma la consultazione popolare deve essere fatta con tutte le carte in tavola in modo chiaro e non certamente in questa maniera con la quale stiamo vendendo soltanto fumo ai cittadini. Noi siamo ed eravamo per ripartire da capo con questo percorso, magari sentire anche ATERSIR in Commissione, ma purtroppo la fretta dettata dall’articolo 13 bis che avete voluto portare avanti in tutti i modi ci ha portato a questo.

Noi ribadiamo la nostra contrarietà e ovviamente voteremo contro anche all’ordine del giorno, perché, di conseguenza, votando contro il progetto di legge, non avrebbe senso votare a favore dell’ordine del giorno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Poli. Ne ha facoltà.

 

POLI: Grazie, presidente. Mi dispiace che in questo momento non sia presente in Aula il consigliere Bignami, perché pur essendo lui, come si è definito, leggermente di destra, volevo intanto rappresentargli la solidarietà per l’episodio che gli è capitato, ma uscire anche confortato dal fatto che questo non gli ha tolto la dialettica, anche se aveva detto nel punto prima che si risparmiava. Probabilmente si era risparmiato perché voleva affaticarsi su questo. In realtà mi viene il dubbio, considerando il consigliere Bignami molto intelligente e stimandolo, che la ragione sia più politica che tecnica rispetto a questa contrarietà perché è vero che c’è una somma sbagliata, il che non cambia il numero complessivo dei cittadini immigrati, è vero che ci possono essere altri errori, è vero che è giusto sistemarli, ma la ragione di fondo per cui oggi non discutiamo la legge sulla fusione ma discutiamo e approviamo l’eventualità del referendum non viene meno.

Noi abbiamo fatto un percorso dove abbiamo ascoltato i sindaci su esplicita richiesta, da questo punto di vista, delle minoranze, ci hanno confermato l’interesse a procedere sul terreno della fusione, ci hanno evidenziato tre aspetti, quello dell’acqua, quello della relazione a cui faceva riferimento anche il consigliere Bignami, che abbiamo provato di risolvere sapendo bene che in ogni caso, se non si affronta questo percorso, non è che tutto rimane com’è, perché comunque il problema dell’acqua verrebbe risolto in un altro modo a fine novembre, se non sbaglio, di quest’anno. Possiamo anche appellarci alle tecnicalità e il problema di fondo rimane un problema politico. Se si considera la fusione, e quindi l’indizione del referendum, un processo importante per quelle comunità, come noi riteniamo che sia importante, noi dobbiamo dire di sì all’indizione del referendum, ovviamente mettendo a posto nel frattempo le cose che sono da correggere. Se riteniamo invece che la fusione sia dal punto di vista politico non conveniente, perché questo mi pare alla fine di capire, allora il discorso cambia, però diciamola per com’è e non nascondiamola dietro a valutazioni di tipo tecnico o per una somma sbagliata, che pure era meglio evitare che ci fosse. Detto questo, credo che il percorso fatto, com’è stato illustrato anche dal relatore di maggioranza, il collega Taruffi, sia un percorso che ha cercato di affrontare quella che era un’esigenza di quelle comunità e oggi penso che sia bene fare il passo successivo e in questa dinamica ritengo che nel processo di riordino istituzionale che attraversa anche la nostra regione e il nostro paese il tema delle fusioni assume e assumerà anche nei prossimi tempi un valore assolutamente più forte. L’ho detto nell’altra Assemblea che i comuni, in particolare piccoli, da soli non ce la fanno più per tante ragioni. Pensate soltanto al fatto che un processo di fusione li tira via dai vincoli del patto di stabilità per cinque anni, fuori dal processo di fusione quei vincoli rimangono e penso che noi faremmo un errore molto serio dal punto di vista istituzionale e politico se non mettessimo a disposizione di quelle comunità la possibilità di scegliere il loro futuro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Poli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Il dibattito al quale stiamo assistendo durante questo Consiglio è un dibattito di quelli che segna la storia istituzionale dell’ente e del nostro territorio. Purtroppo, mio malgrado, devo constatare una lentezza nella lettura di prospettiva dell’appuntamento, con la quale si confrontano evidentemente due idee di regione diversa e anche due idee di modalità attraverso la quale arrivare a una sintesi politico-programmatica per il nostro territorio. Dico questo perché l’esperienza dei comuni di Porretta e di Granaglione rappresenta nel territorio dell’Appennino bolognese solo l’inizio di un percorso; vero è infatti che l’obiettivo è quello di unire tutta l’alta valle del Reno per cercare di arrivare a una proposta politico-istituzionale che possa andare incontro alle definite esigenze di quel territorio. La miopia politica con la quale si cerca in maniera capziosa di nascondersi dietro i rivoli di ciò che dovrebbe fermarci evidentemente va saltato a piè pari perché la scommessa è grande e la scommessa non è soltanto politica ma è proprio quella scommessa di cui parlava, mi dispiace che non ci sia Galeazzo e che sia al telefono in questo momento. Questa scelta, la scelta della fusione dei comuni, non è un vezzo e non è una scelta legata sostanzialmente al bisogno di arrivare primi ma è il bisogno di dare nuovi servizi in un contesto di crisi degli apparati istituzionali dei piccoli comuni della montagna. L’unità di servizi e la modalità attraverso la quale si arriva a questo dato evidentemente stanno in un percorso che sì può essere perfettibile - non ho dubbi che ci possano essere genuine considerazioni in merito alla relazione di accompagnamento a questa proposta di legge - ma non vi è neanche dubbio - lo dico da ex Presidente del Consiglio provinciale di Bologna - che il percorso dell’unione dei comuni nel nostro territorio abbia rappresentato un modello istituzionale che viene osservato a livello nazionale. Troppo facilmente viene citata la Valsamoggia senza ricordare però qual è stato l’effetto politico-istituzionale di quella scelta.

Lo sforzo intorno al quale noi dobbiamo unire i nostri intenti politici da buoni amministratori non è quello di predicare la crisi dell’elettorato come una clava che si utilizza contro la maggioranza, perché di quella crisi e di quel 37 per cento che non è andato a votare - lo dico anche agli assenti dall’Aula - siamo tutti responsabili, perché non è che dall’altra parte c’è stato un aumento straripante delle minoranze e purtroppo il giudizio è stato unanime e rispetto a quell’unanimità che ha colpito maggioranza e minoranza dobbiamo interrogarci sulla nostra capacità di essere dei buoni amministratori, non nasconderci dietro a un dito, perché la proposta che ci fate oggi non è quella di dire di votare per parti separate sulla legge sul referendum o di proporre un ordine del giorno che modifichi la relazione di accompagnamento ma è semplicemente non assumersi la responsabilità del futuro, e questo degli amministratori non possono farlo proprio perché cerchiamo tutti insieme di rappresentare i bisogni del territorio. Se non fosse così, l’impegno di queste ore sarebbe un impegno nullo e allora - lo dico con molta chiarezza - mi auguro che con il referendum, che spero venga vinto in quel territorio del comune unico, si avvii un percorso referendario di tutti i comuni del nostro territorio per cercare di andare oltre quei simulacri soltanto nominalistici.

Non possiamo essere legati ai nomi ma dobbiamo essere legati ai servizi e ai bisogni della gente perché non è serio nascondersi dietro la norma ma inseguire lo scopo della norma, e lo dico ai giuristi, evidentemente è lo scopo stesso del diritto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Credo che sul tema delle fusioni dei comuni le considerazioni di base da cui dobbiamo partire valgono certamente per la fusione di Porretta Terme e Granaglione, ma potrebbero valere, e valgono sicuramente, anche per le altre fusioni che abbiamo in corso di esame in questa fase. La decisione che prendiamo oggi, di chiedere e dare la parola ai cittadini di quei comuni, è una decisione importante, che dobbiamo leggere innanzitutto in senso alto. Viviamo un momento di crisi delle istituzioni, della politica e della capacità di rappresentare i cittadini e a questa forte domanda che ci viene dai cittadini, e che si esprime anche attraverso segni di disagio che qui sono stati ricordati, noi dobbiamo dare delle risposte. Un modo di dare delle risposte alte è quello di cercare di creare il livello più adeguato possibile per riuscire a dare risposte concrete ed efficaci sui servizi e sulle attività che devono fare i comuni.

In questo senso è indubbio che la situazione italiana, in generale con comuni molto frammentati e molto piccoli, non rappresenta la dimensione ottimale per riuscire a dare delle risposte efficaci. Questo non vuol dire che dimentichiamo la storia o che vogliamo procedere a un’omologazione che non tiene conto delle tradizioni e peculiarità dei vari siti che, anzi, potranno e dovranno essere valorizzati per la loro valenza culturale, al di là della dimensione amministrativa che si va a individuare. Però dobbiamo decidere da che parte stare, dobbiamo fare una scelta di campo, ed è questo il motivo per cui manifesto il mio convinto sostegno a questa operazione. Tutt’al più se ci può essere un rammarico o comunque una prospettiva è quella per cui mi chiedo se sarà questo il passaggio definitivo, se non sarà invece opportuno, come in qualche modo sappiamo che potrà essere opportuno, considerare una dimensione ancora maggiore, ma certamente - qualunque sia la dimensione maggiore che in futuro potrà essere considerata - l’opportunità di procedere alla fusione tra Porretta e Granaglione è assodata, nel senso che non riesco a immaginare accorpamenti che possano non prevedere questa unità.

In questo senso siamo chiamati a fare una scelta. Di fronte a questo possiamo giocare in attacco, dando un messaggio forte e dando la parola ai cittadini, perché saranno loro che si esprimeranno con questo referendum, e dando un messaggio chiaro di voler andare avanti in una certa direzione. Oppure possiamo manifestare in vario modo una ritrosia, per cui si preferisce giocare un po’ di sponda con le inevitabili paure, tentennamenti e timori che accompagnano ogni cambiamento, per poter magari lucrare un po’ di consenso dal punto di vista politico, ma venendo meno alla sfida a cui siamo chiamati a dare delle risposte.

Ho ascoltato con una certa attenzione l’intervento lungo argomentato del collega Bignami, che ringrazio per l’opera anche di correzione delle bozze e dei testi, che certamente merita di essere segnalata, perché vengono corretti gli errori materiali che possono essere presenti in alcune delle relazioni di accompagnamento. Però non ho capito come possa far discendere dal ritrovamento di alcuni errori materiali all’interno del testo un no a questo progetto, a meno che non ci sia una mancanza di coraggio nel chiamare le cose col loro nome. E si deve poi spiegare perché da un punto di vista politico, magari, a Roma ci si riempie la bocca, dicendo che si deve andare verso la semplificazione e gli accorpamenti, salvo poi, quando si va al concreto e quando si va ad affrontare il problema dei vari contesti locali, si preferisca attardarsi, accampando un po’ di scuse o motivazioni di tipo accessorio, e seguire altre strade.

Una cosa, poi, non riesco a perdonare a Galeazzo Bignami: l’aver detto che la matematica è fascista, e mi sento toccato da un punto di vista personale. La matematica è lo strumento principe per fare anche equità e quindi, in questo senso, la matematica ci aiuta a decodificare le questioni, ed è usando la matematica che si capisce, innanzitutto, che ha senso procedere con gli accorpamenti e nel cercare di avere massa critica all’interno dei nuovi comuni.

È chiaro che noi siamo all’interno di un percorso faticoso. In una situazione in cui le persone possono avere timori fondati, meno fondati, o in cui comunque è abbastanza facile suscitare timori rispetto ad un processo di modernizzazione che invece credo sia opportuno, sarebbe bello che la politica riuscisse su questo a dare delle risposte unitarie, e al di là di chi governerà il Comune è indubbio che una dimensione migliore può aiutare a risparmiare delle risorse, che possono essere reinvestite nel dare migliori servizi per i cittadini. In questo senso invito ad avere coraggio. Siamo all’interno di un percorso che dovrà vedere passi successivi, certamente dal punto di vista dell’esaminare altre fusioni di comuni, ma forse anche in futuro di allargare ulteriormente l’eventuale unione - se votata e se questo percorso si perfezionerà - dei comuni di Porretta e Granaglione.

Dobbiamo andare in quella direzione, e quindi iniziamo a dare spinta e coraggio a questa azione, perché non possiamo fare politica partendo dalle quisquiglie: l’esame un po’ attento ed utile dal punto di vista della correzione delle bozze non serve per determinare quali sono le grandi scelte politiche di fondo. Sulle scelte politiche di fondo dobbiamo decidere da che parte stare: se andiamo nell’ottica della semplificazione e della ricerca di una dimensione ottimale, non possiamo che essere a favore di un percorso di accorpamento. Sarebbe utile che tutti facessero la loro parte nel rassicurare i cittadini, che magari hanno dei timori, perché i timori, quelli fondati, cioè la conservazione delle tradizioni, ecc., possono e devono trovare delle risposte convincenti anche in una dimensione più ampia. Abbiamo visto quello che è successo nel comune di Valsamoggia, che recentemente ha eletto anche i municipi: quindi sono rimaste le cinque municipalità. Io non so se questa cosa avrà una prospettiva di tipo ultradecennale, ventennale, se tra un secolo ci saranno ancora queste distinzioni, perché può darsi che sia un percorso che aiuta in qualche modo ad accompagnare verso un sentirsi cittadini, perché quando ci saranno i ragazzi che sono nati a Valsamoggia si sentiranno anzitutto cittadini di quel comune, e non della municipalità che c’era un tempo.

In questo percorso di prospettiva siamo chiamati tutti a dare il nostro contributo, e quello che possiamo dare noi in quest’Aula è incoraggiare lo sforzo di queste amministrazioni locali che, coraggiosamente e opportunamente, intraprendono un percorso di fusione con il nostro convinto sostegno, anche attraverso il voto a questo provvedimento di legge, che oggi siamo chiamati ad approvare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Rispetto a questo progetto di legge, oltre agli errori evidentemente macroscopici legati all’analisi di fattibilità del comune di Porretta, è emerso chiaramente un problema immensamente più grande e che non è specifico soltanto del comune di Granaglione, che ne ha posto giustamente la risoluzione come condizione vincolante al fine dell’auspicato buon esito del referendum, ma riguarda tutto il paese e quindi anche questa regione e dalla volontà di questo governo nazionale di andare verso i gestori unici a scapito di una gestione diretta del servizio idrico disattendendo così anche il referendum del giugno del 2011 che sancì la chiara volontà dei cittadini italiani di ripubblicizzare l’acqua, perché secondo quanto prevede lo Sblocca Italia nell’ambito territoriale ottimale si va ad assegnare il servizio a un unico gestore che serve già il 25 per cento della popolazione, favorendo in questo modo grandi aziende e multiutility che operano in regime di monopolio sul territorio.

A questo proposito vale la pena ricordare che come Movimento 5 Stelle in Commissione Ambiente alla Camera abbiamo proposto un emendamento soppressivo dell’articolo 7 dello Sblocca Italia che mira alla privatizzazione del servizio idrico, emendamento bocciato dal Nuovo Centro Destra e, neanche a dirlo, dal Partito Democratico, Partito Democratico che pubblicamente sosteneva il referendum e nelle stanze del potere lo osteggia. Le conseguenze pratiche di questa meravigliosa legge voluta fortemente dal PD le tocchiamo oggi con mano, che ci troviamo nella condizione di dover mettere delle pezze a una situazione di apparente eccezionalità.

Dico questo perché oggi è il caso di Granaglione ma domani sarà quello di Fiumalbo, poi Montese, Fanano e Lizzano in Belvedere. Anziché forzare la mano e comunicare, come avete fatto, ad ATERSIR l’intenzione di procedere al rispetto della normativa per quelle realtà che ancora non si sono adeguate, dicendovi addirittura disposti a esercitare anche i poteri sostitutivi agli enti inadempienti, se il caso lo richiedesse, sarebbe al contrario auspicabile che, come Regione e come forza politica di maggioranza, vi faceste carico di trovare una soluzione a livello nazionale affinché realtà totalmente pubbliche e virtuose come quelle di Granaglione non finiscano svendute a multiutility utili solo a erogare dividenti ai privati e alle banche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Presidente, non la voglio mettere in difficoltà, però l’ordine del giorno che lei ha preannunciato e che ci è stato consegnato in realtà è più una richiesta di non passaggio all’esame del punto all’ordine del giorno. È pur vero che gli ordini del giorno sono come i cavalierati, che si approvano e non si negano mai a nessuno, però a mio avviso il tema non è irrilevante. Non si può dire che il Consiglio regionale deliberi e approvi di fare effettuare il referendum ed entro quarantacinque giorni i comuni rimettano a posto le premesse della nostra decisione. A me pare che il tema non sia irrilevante; se il tema è che la fusione si fa solo ed esclusivamente se l’acquedotto di Granaglione rimane a Granaglione mi chiedo se vi rendete conto che con queste premesse l’articolo 3 della legge che dovrà prevedere questa fusione, ma più in generale qualsiasi fusione, verrebbe fatta con il retro-pensiero di conservare legittimamente da parte di un comune quelle che sono le sue provvidenze. Il problema è un altro, ossia che non c’è più il comune. Nel momento in cui si realizza la fusione il comune non c’è più e allora io penso che sia molto più onesto se vi è un problema di questo tipo, indipendentemente dalle scelte legislative che si possono fare a livello nazionale, perché dovrebbero prevedere non soltanto l’esclusione della normativa oggi vigente per i comuni, per modo di dire, fino a tremila abitanti ma bisognerebbe fare un passo oltre e dire che non appartengono al demanio del comune, perché se ovviamente ogni comune porta dietro di sé nel nuovo comune il demanio che aveva siamo punto e a capo.

Io penso che non bisogna per forza inventarsi le fusioni ma le fusioni si fanno se i soggetti che partecipano alla fusione hanno piena condivisione del percorso. Noi oggi vogliamo deliberare una richiesta di referendum ben sapendo che almeno in uno dei due comuni questo referendum, rebus sic stantibus, non passa, quindi significa che, se si vuole tener fede a quella che è stata una valutazione generale in ragione della quale si fanno le fusioni, se almeno vi è la maggioranza di numero di comuni rilevante su sette, se sei sono d’accordo, si può anche andare avanti nonostante il parere del settimo, ma in questo caso diventerebbe un matrimonio forzato. È molto meglio ricominciare la procedura e non voler accelerare oggi, perché quando si va a referendum e il referendum tra quattro mesi dovesse dirci che uno dei due comuni ha respinto l’ipotesi di fusione cosa abbiamo ottenuto di tutte le parole che sono state dette prima da molti colleghi del Partito Democratico? Penso che le osservazioni che poneva il consigliere Bignami siano osservazioni che sono di chiara natura politica perché attengono all’autonomia degli enti e attengono come conclusione al fatto che questa procedura evidentemente ha voluto fruire del repechage della legislatura precedente ma evidentemente ci sono dei problemi che a tutt’oggi sono irrisolti.

Ne è la dimostrazione l’ordine del giorno che viene presentato. Tra l’altro mi sfugge sotto questo profilo il fatto che nelle considerazioni sull’ordine del giorno si dice che il Consiglio comunale di Porretta Terme ha presentato in data 26/10/2013 un avvio del provvedimento legislativo che non è appieno soddisfacente, dopodiché si dà tempo (quarantacinque giorni) a tutti e due i comuni per adeguarsi. Leggendolo così, questo ordine del giorno, addirittura del comune di Granaglione non si parla sotto il profilo della delibera e se a uno non si contesta qualcosa che termine si dà di quarantacinque giorni? Sarebbe interessante capirlo. In un caso noi invitiamo un soggetto istituzionale a sistemare una pratica senza dirgli che cosa bisogna sistemare di questa pratica e nell’altro lo invitiamo a sistemare una pratica della quale non contestiamo invece per contro la regolarità e la legittimità.

Non so se la matematica sia fascista e la filosofia antifascista, ma sicuramente sotto il profilo politico questo qua è uno zibaldone, perché non si capisce oltretutto la fretta di un procedimento di questo tipo. Se vi sono delle riserve che mi paiono fondate, ma che sono riserve che ad oggi non sono superate con questo provvedimento, il fatto di andare a referendum significa soltanto posticipare di quattro mesi la certificazione della morte del progetto. È meglio far morire un progetto oggi perché domani possa riprendere e verificare se vi sono le condizioni per questa unione, perché sicuramente sotto il profilo politico si può sognare anche la fusione di tutti i comuni dell’Alta Valle del Reno, ma allo stato le fusioni sono due e non ventisette. Una fusione da soli non diventa una fusione.

Io sostengo che delle due l’una: questo ordine del giorno, se approvato, dà sicuramente più problemi di quanti ne risolva, perché chiunque legittimamente interessato avrebbe argomento di impugnativa, anche rispetto al referendum, e in secondo luogo vorrei capire se diamo il via libera dando una delega in bianco, perché gli atti propedeutici non sono qualcosa che rimangono senza avere avuto la possibilità di essere modificati. Ci sono state le audizioni e si poteva chiedere al sindaco o ai sindaci interessati, visto che la delibera è del 26 ottobre 2013 e l’avvio dell’iter glielo andiamo a contestare un anno e mezzo dopo, perché, se l’italiano ha un senso, nel momento in cui si dà un termine ad adempiere, significa che qualcosa non funziona, altrimenti non si dava neanche il termine ad adempiere. L’iter è pasticciato, la proposta di oggi, ammesso e non concesso che non vi siano poi quelli che altrove si chiamano patti parasociali ma che in una fusione di comuni dubito che possa essere introdotta, perché l’unica strada per risolvere i problemi è se si creasse una società, perché in questo caso dei patti parasociali si può decidere anche qualcosa di diverso, ma in questo momento la strada è segnata e se si va a referendum e il referendum passa e dovesse passare in tutti e due i comuni è evidente che trova applicazione la norma, cioè che il comune è unico con un unico patrimonio conferito dai due comuni oggetto della fusione, se invece in uno dei due comuni non passa, ed è proprio quel comune che rivendica la gestione dell’acquedotto, vorrei capire come potremmo andare avanti nel procedimento legislativo imponendo una fusione contro la volontà di una parte.

Capisco che la politica sia l’arte del possibile, ma con questa deliberazione rischiamo di farla diventare anche l’arte dell’impossibile.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Credo che noi siamo arrivati a un punto in cui oltre ad accompagnare i processi di fusione all’interno di questa regione abbiamo il dovere addirittura, come Assemblea legislativa e come Regione Emilia-Romagna, di promuoverli. Credo che non sfugga a nessuno di noi quali sono le difficoltà dalle quali si dibattono i comuni italiani e ovviamente non fanno specie anche i comuni della nostra regione. Queste dinamiche dovrebbero essere improntate alla possibilità di sviluppo dei territori, e quando parlo di sviluppo penso al fronte degli investimenti, investimenti che sono bloccati, mortificati, praticamente azzerati su tutto il nostro intero territorio da un patto di stabilità che fino a quando non verrà rivisto e revisionato evidentemente ha funzionato esattamente come una pinza che ha frenato completamente la leva degli investimenti. Tutto questo peraltro, la mortificazione del settore degli investimenti, dei piccoli investimenti, anche manutentivi, del nostro territorio, ha avuto una ricaduta pesante e importante anche sul fronte del lavoro perché si è fermata una grossa mole di tanti piccoli lavori che andavano ad arricchimento del territorio e che al tempo stesso generavano lavoro locale e quindi mantenevano il circuito dei posti di lavoro attivo. Dico in maniera molto sfumata e molto delicata, però vivendo anche sul mio territorio il dibattito intorno alle fusioni, che le dinamiche che dobbiamo mettere in atto devono essere improntate al rilancio e allo sviluppo sul fronte degli investimenti e alla possibilità del rilancio dei servizi.

Anche in questo caso veniamo da un decennio quasi intero in cui ciascun comune ha faticosamente mantenuto i servizi da cui partiva quando non li ha dovuti diminuire, se non drasticamente tagliare. Questo è un impoverimento progressivo che si è abbattuto sulle nostre comunità e che sta anche sfilacciando il rapporto tra cittadini e istituzioni all’interno dei nostri comuni. Non vorrei che - lo dico in maniera molto delicata e sommessa - più che per queste preoccupazioni che dovrebbero guidare il cammino degli amministratori, ed essere coraggiosamente avanti rispetto a queste dinamiche, a volte ci siano alcune osservazioni anche rispetto a quello che può essere l’esercizio del proprio ruolo e del proprio mandato, perché se fosse questa la preoccupazione saremmo veramente a un livello di guardia.

Per quanto mi riguarda, uscendo dieci mesi or sono da un comune che ha superato stabilmente la soglia dei diecimila abitanti, in maniera non provocatoria ma consapevole, dissi che il mio comune nell’arco di questi cinque anni probabilmente avrebbe dovuto fondersi e avrebbe dovuto guardare con grande attenzione allo strumento della fusione. L’ho detto, avendo fatto il sindaco per dieci anni, di un comune che ha i conti in ordine ed è un comune tra quelli che viene definito virtuoso, quindi non aveva particolari problemi, non aveva situazioni di difficoltà economica-finanziaria, men che meno di dissesto imminente, con anche una politica degli investimenti che tutto sommato non è quella che io avrei voluto ma che non è stata nemmeno totalmente pari a zero. Oggi il comune virtuoso purtroppo, in seguito all’applicazione integrale del patto di stabilità, è quel comune che da una parte è virtuoso ma che dall’altra ha sicuramente tutte le strade dissestate, è un comune che è virtuoso ma ha una carenza di infrastrutture nuove, di cui quella comunità avrebbe bisogno di essere dotata, è un comune virtuoso ma che ha un’amministrazione totalmente mortificata nel suo agire proprio per i tagli continui e pesanti, anche sull’esercizio 2015, da quanto mi risulta, e anche dalla tenaglia del patto di stabilità.

Dissi che secondo me il mio comune, nonostante io fossi in uscita, doveva probabilmente affrontare il tema delle fusioni in maniera anche per voler stimolare un dibattito per tutti gli amministratori, quindi all’interno di tutte le amministrazioni che stanno sotto la soglia di un comune come il mio, perché evidentemente le difficoltà in questo caso arrivano prima in un comune piccolo e con dimensioni minori rispetto al mio.

Detto questo, noi dobbiamo avere sempre ben presente, ma mi sembra che lo spirito della legge vigente lo salvaguardia ampiamente, e dobbiamo rispettare l’autodeterminazione delle comunità ma immagino anche se noi siamo qui, perché ho assistito anche ponendomi delle domande al dibattito che si è sviluppato, i Consigli comunali avranno pur deliberato, per cui è evidente che l’intenzione e la volontà dei sindaci e dei Consigli comunali di Porretta e Granaglione si sia manifestata.

Cercando di rispondere qui in Aula a questa mia domanda, ho anche appurato che addirittura si sono espressi due volte, per cui hanno deliberato due volte nell’ottica della fusione, per cui non capisco dove ci sia la violazione o la spinta eccessiva da parte della Regione Emilia-Romagna nei confronti di due comunità che loro stesse hanno deciso, evidentemente attraverso i loro rappresentanti istituzionali, di fare questo percorso e di andare in quella direzione. Io il percorso lo vedo così e in questo momento tutti i nostri sindaci (centrodestra, centrosinistra, matematici e non matematici) credo che siano davanti a questo problema e a questo tema, ce l’hanno ben forte e chiaro sulla porta della propria amministrazione, dopodiché devono determinare, e le risposte possibili sono solamente due (sì o no). Un’amministrazione e un sindaco possono anche legittimamente credere che il proprio comune non abbia bisogno di dotarsi di questo strumento e che possa rimanere avulso rispetto a questi processi, però chiaramente dovrà rendere conto davanti alle proprie comunità e dovrà fare in maniera che questo sia condiviso e portato avanti dalla maggior parte della popolazione. Penso che invece laddove c’è un sì le amministrazioni si debbano preoccupare anche di avere un ruolo guida rispetto a quelle che possono essere le prime tentazioni e le prime reazioni delle proprie comunità.

Queste sono dinamiche complicatissime e chi ha fatto l’amministratore sa bene quanto sia difficile, complicato e particolare farsi capire e comprendere e soprattutto fare il quadro che necessita di tantissimo tempo, quando oggi nell’opinione pubblica tra i cittadini purtroppo il tempo da dedicare e la soglia dell’attenzione sono molto bassi. Noi qui siamo davanti a un percorso correttissimo, perché le amministrazioni hanno deliberato, perché oggi noi chiediamo che si possano esprimere le comunità e quindi restituiamo - diceva bene prima il consigliere Taruffi - il potere alla cittadinanza, che avrà modo di potersi esprimere. Chiaramente gli amministratori dovranno essere in grado di far capire che cosa c’è oltre quella decisione, cioè qual è il progetto che hanno in testa.

Lo dico perché ho assistito da vicino di casa a un referendum che non si è concluso positivamente tra le amministrazioni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli e parlando con diversi cittadini ho capito che non entrambe le amministrazioni hanno fatto capire qual era il punto di approdo nuovo, e questo mi dispiace. Oggi per esempio anche qui non abbiamo mai toccato questi temi e credo che nel momento in cui si va verso la fusione, che evidentemente è dettata anche da difficoltà contingenti che ho cercato brevemente di riepilogare e di rappresentare questa sera, non abbiamo mai citato che alla base di un progetto di fusione, che dovrebbe essere esplicitato poi nella relazione, al di là degli errori che ci possono essere, spiacevoli, ma che credo che nelle assemblee pubbliche possano essere ampiamente controvertiti, spiegati e ribaditi, perché penso che nessuno abbia difficoltà a seguire un ragionamento per cui una somma non può essere una media, bisogna che sia ben rappresentato che il nuovo comune può andare a nascere, cioè qual è la sostanza che deve avere questo nuovo comune, per mutuare quello che diceva il consigliere Foti, anche se non mi piace molto ma non è venuto uno migliore nemmeno a me, qual è la ragione sociale di questo nuovo comune, cioè che ruolo deve avere questo nuovo comune, che strategie può sviluppare per se stesso e all’interno dell’area vasta.

È un comune che ha una sua sostenibilità, una possibilità di essere ancora interessante, oltre che per se stesso, anche per la comunità che gli sta attorno, anche per l’area vasta all’interno della quale è e deve essere protagonista. Tutte queste sono le sfide che attendono i sindaci, che dovranno essere abili nel cercare di fare immaginare alle proprie cittadinanze che c’è un passaggio, che molto spesso è anche delicato, perché sappiamo quale sia l’aspettativa rispetto alle nostre municipalità, e si può fare immaginare che c’è un nuovo approdo, un approdo diverso e anche più tranquillo dal punto di vista della tenuta dei conti e della possibilità di sviluppo e soprattutto che vada a salvaguardare la progettualità rispetto alle necessità che queste comunità hanno sia in termini di infrastrutture, quindi di investimenti, sia in termini di erogazione dei servizi, che altrimenti rischiano di essere messi a repentaglio dai tagli continui.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Oggi stiamo discutendo di una linea politica che sostiene convintamente la necessità di un riordino territoriale basato sulla programmazione per aree vaste, sulla gestione associata delle funzioni, sulle economie di scala. Sono scelte che sono rese ormai indispensabili dalla contrazione delle risorse economiche che tutti gli enti locali si trovano ad affrontare e anche gli ultimi provvedimenti governativi sembrano indicare questa della gestione associata come l’unica strada veramente efficace per la riduzione dei costi di funzionamento delle istituzioni locali. Noi abbiamo di fronte una sfida, la sfida di aumentare e qualificare i servizi avendo a disposizione meno risorse, e lo sanno bene tutti i sindaci del nostro territorio. Come la affrontiamo questa sfida, se non perseguendo economie di scala, eliminando le spese ridondanti, risparmiando sull’apparato gestionale e sui costi istituzionali per reindirizzare risparmio così ottenuto sulle prestazioni che possono offrire i comuni? Abbiamo affrontato diversi progetti di fusione anche nell’altra consiliatura e ho sentito tante volte dire “siamo d’accordo ma” e lo sento anche questa volta. Noi perseguiamo la nostra linea politica e per questo sosteniamo le scelte dei comuni che autonomamente e liberamente hanno deciso di procedere alle fusioni. Rispetto alla volontà dei comuni vorrei ricordare qualcosa che è stato già ricordato in parte in quest’Aula, cioè che questi comuni hanno ribadito la loro volontà per tre volte. La prima volta i Consigli comunali, perché questa legge non la fa la Regione Emilia-Romagna perché sceglie di scrivere una legge, ma la fa perché è tenuta a farla, è un atto dovuto in quanto la sollecitazione arriva dai comuni, come prevede la nostra normativa.

I Consigli si sono riuniti e hanno deciso e poi la legge è arrivata in Regione, i Consigli si sono riuniti un’altra volta, come diceva il collega che mi ha preceduto, e la seconda volta si sono riuniti sul nome del comune e per la seconda volta ci hanno chiesto di procedere. Per la terza volta i sindaci sono stati interpellati e ci hanno chiesto di procedere. Quello che noi stiamo facendo oggi non è una nostra scelta ma è un atto dovuto su richiesta dei comuni.

Che cosa comporta la fusione? Ce lo siamo già detto ma forse è bene ripeterlo. La fusione comporta una diminuzione radicale dei costi della politica (un solo sindaco, una sola Giunta, un solo Consiglio comunale e un solo segretario comunale) e sportelli e servizi più efficienti perché ottimizzati. Che cosa prevede la legge di fusione? Prevede contributi per 3 milioni di euro ordinari, contributo straordinario per 450 mila euro, prevede la priorità dei programmi che stabiliscono contributi a favore di enti locali, prevede l’equiparazione alle unioni comunali per l’accesso ai contributi, prevede il supporto della Regione tramite cessione di quote del patto di stabilità.

Noi stiamo discutendo oggi, discussione anche simpatica, che ho già sentito anche nell’altra consiliatura, di errori materiali che sono presenti nella relazione. Sono errori materiali ma questi errori materiali inficiano la sostanza della legge e della proposta che ci fanno i sindaci dei due comuni? A mio avviso assolutamente no. Sono semplici errori materiali, tra l’altro molto visibili, ci si può ironizzare sopra, ci si può scherzare, non saremmo qui per questo ma lo possiamo anche fare, però credo davvero che ai cittadini interessa molto di più mantenere e, se è possibile, aumentare i servizi che i comuni rendono che invece l’esistenza o meno di un errore materiale nella legge. Se lo andassimo a chiedere ai cittadini probabilmente ci direbbero questo, e lo sanno anche i Consiglieri che mi hanno preceduto e che hanno incentrato la loro relazione su questi errori. A me pare che qui si guardi il dito mentre come amministrazione avremmo il dovere di indicare la Luna.

Oggi noi non stiamo decidendo se questi comuni si fondono, e questo ulteriore elemento, che forse viene sottaciuto, è bene evidenziare un’altra volta, ma stiamo decidendo se dare o meno la parola ai cittadini di quei due comuni per decidere se vogliono fondersi o meno, e siccome più volte ho sentito in quest’Aula che dobbiamo fare riferimento alla volontà dei cittadini, salvo poi dire "sì, però non lo votiamo", rispettare la volontà dei cittadini dovrebbe essere interesse di tutti quanti noi. Quando ci sarà il referendum legittimamente ci si potrà schierare per il sì e per il no e ognuno avrà le sue motivazioni, ma dire che non si vota la possibilità che i cittadini si esprimano è qualcosa di molto diverso.

Invito molto sommessamente, per quanto possa servire, i colleghi a ripensarci, perché un conto è una posizione politica che può essere legittimamente per il no e un conto è impedire ai cittadini di quei comuni di andare a votare per decidere. Per questo, Presidente, spero che ci siano più voti di quelli che si prevedono a favore della possibilità per i cittadini di esprimersi tramite referendum e ovviamente il mio voto, sia per quanto riguarda la proposta di referendum sia per quanto riguarda l’ordine del giorno sarà favorevole. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Mumolo.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Visto che c’è tutto questo discorso sui massimi sistemi delle fusioni, volevo far presente che è vero che noi ci troviamo a dover discutere di qualcosa che arriva, come proposta e come richiesta, dai comuni, però, se ci pensiamo un attimo, noi in questo paese, un po’ per questa paura nell’evolverci verso un sistema di spesa standard, federalismo fiscale e federalismo istituzionale, forse perché questo comporta anche la responsabilità degli amministratori locali, abbiamo ancora il sistema della spesa storica e, come dicevano prima i colleghi del Partito Democratico, nel momento in cui il Governo decide di andare verso una semplificazione, quando qui l’altra volta dicevo che politicamente invogliate i comuni a fondersi, ed evidentemente è così, e di dire ai comuni di andare a tagliare i trasferimenti ma se fanno la fusione sono fuori per cinque anni dal patto di stabilità e magari la Regione qualche aiuto lo dà, se noi facciamo in questo modo, credo che un sindaco che si trova in un ente e in un comune che comunque ha qualche difficoltà sia non solo invogliato ma per il bene dei suoi cittadini probabilmente propende per andare in questa strada, però se non è una costrizione con la forza e se non è un obbligo di legge è comunque un modo, e già diversi sindaci o vicesindaci di piccoli comuni lo dicono, magari non a microfono acceso, per dire che o si prende questa strada o se la si vedrà brutta per gli anni a venire, che è quello che abbiamo detto fino ad ora. La guardo dal punto di vista di chi magari deve fare questo atto a livello comunale e lo fa perché altrimenti farebbe quasi un torto ai propri cittadini.

Su quello che è stato detto, cioè le unioni, le fusioni, tutto quello che comporta, i maggiori servizi e i minori costi, vi invito a leggere la relazione che fa annualmente la Corte dei Conti sulla gestione amministrativa degli enti locali. La fa tutti gli anni, l’ultima è quella del 2013, perché quella del 2014 deve ancora essere pronta, e andate a leggere cosa dice a proposito delle unioni, perché evidentemente non sono tutto questo grande passo avanti per questo paese, soprattutto per quanto riguarda l’erogazione di servizi migliori a costi inferiori. Parliamo di fusione e dei costi minori della politica. Al di là che il comune passa, fondendosi, nei comuni tra i cinquemila e i quindicimila abitanti, quindi probabilmente tutto ha un maggiore costo, perché ci saranno meno politici ma quasi sicuramente più pagati (ne sono certo), quando si parla di fusioni, visto che non se parla mai - ho visto due fusioni e forse sono due casi particolari e rari e mi sbaglio - vorrei parlare di dipendenti, di contrattazione decentrata, perché, come c’è la contrattazione nazionale per quanto riguarda gli stipendi, che sicuramente subiscono un incremento in questo nuovo ente, c’è la contrattazione decentrata per quanto riguarda buoni pasto, buoni missione, ecc. che sicuramente subisce un aumento nel nuovo ente. Considerando che questi dipendenti, nelle logiche dell’economia di scala, dove ora ci sono tre persone in un ufficio a Granaglione e tre persone nello stesso ufficio del comune di Porretta, in teoria dovrebbero bastarne quattro e non sei per garantire il servizio, è ovvio che non possiamo mandare a casa della gente in un momento come questo, è ovvio che, soprattutto per i primi anni, bloccando anche il turnover, che è sempre difficile, perché il lavoro dell’ingegnere non si può far fare all’architetto o viceversa, ci si ritrova ad avere questo bel baraccone. Bisogna che i cittadini e i sindaci siano ben informati su questa situazione di traguardo.

Detto questo, ovviamente noi siamo qui con una funzione di legiferare, se i sindaci hanno questa opportunità e la sfruttano noi dobbiamo parlarne. In questo caso ci troviamo con un progetto di fusione che, come hanno ricordato i miei colleghi di minoranza, ha avuto un percorso rapido come quella di Reggio, che abbiamo affrontato qualche tempo fa e che speravamo di non rivedere, ha un problema preventivo, che è quello di questo studio di fattibilità, definito una schifezza da chi è intervenuto prima di me, e che lo stesso sindaco di Granaglione, venuto a riferire con il sindaco di Porretta, sottolinea come un problema.

Oggi abbiamo un ordine del giorno pezza che va in qualche modo a dire di far modificare questo atto, però facendolo fare dopo che abbiamo indetto il referendum, il che ovviamente è un controsenso, perché prima di dare il nulla osta a un progetto di questo tipo dovremmo avere tutti i documenti preventivi già pronti e definitivi, giusto per sottolineare quelle che sono problematiche politiche o non politiche che però per noi sussistono. Abbiamo il problema della gestione dell’acqua e su questo problema, che io avevo detto in Commissione di non limitarlo solo al discorso di Granaglione, vorrei capire fondendoli, visto che Granaglione ha la possibilità, sperando in un miracolo divino a Roma, di tenersi il servizio idrico e Porretta invece l’ha già ceduto, cosa succede, se ci troviamo con un comune spaccato a metà che gestisce mezza acqua da una parte ma deve garantire i soldi a Hera dall’altra.

Vedo che la Giunta non è interessata, ma l’avevo capito vista la risposta al question time della settimana scorsa. Mi dispiace che ci sia sempre la Presidente Soncini quando ho qualcosa da dire, perché non era riferito a lei, però il Presidente dell’altra volta non mi ha concesso il tempo di risposta, pur avendo quaranta secondi e oggi sul question time abbiamo abbondato enormemente. Su questo tema ritorneremo con un’interpellanza perché lo riteniamo fondamentale. Ci sono i comuni del modenese, Lizzano, Fanano e Montese, c’è Granaglione e c’è Lizzano nel bolognese, abbiamo anche il comune di Toano che ha sottolineato tramite il sindaco questo problema, per cui questi comuni devono cedere un servizio idrico che al momento gestiscono. La Regione deve obbligatoriamente farsi carico di questa questione.

Noi abbiamo chiesto di andare a Roma, perché purtroppo, volente o nolente - lo dissi in Commissione - ci avete fatto convocare una seconda commissione alla quale non ho neanche partecipato, perché avevo un appuntamento e sapevo che era inutile partecipare per discutere un emendamento come quello che avete presentato, e non mi sembrava il caso di rinviare un appuntamento preso con delle persone per problemi legati al territorio della montagna, guarda caso, per venire ad affrontare un emendamento nullo. Il tema si affronta a livello nazionale ed è lì che dobbiamo fare pressione. Era venuto fuori che Forza Italia si era fatto avanti, io ho chiesto ai miei alla Camera e anche loro mi hanno detto che ci avevano già provato a fare un emendamento su questo punto ed è andato a vuoto, il Movimento 5 Stelle dice che la sua proposta l’aveva fatta, SEL ci aveva detto in Commissione che anche loro sarebbero stati d’accordo, quindi evidentemente il problema è squisitamente del Governo.

Visto che la Regione porta la stessa casacca di chi ci governa, forse fare lo sforzo da un lato istituzionale e dall’altro informale con i membri dello stesso partito di andare nella direzione di dare la possibilità a comuni con anche un numero di abitanti più elevato di mille di potersi gestire il proprio servizio idrico credo vada solo in favore dei comuni della nostra regione coinvolti in questa trafila, dove ATERSIR continua con delle lettere a chiedere che adempiano alle pratiche e cedano quindi il servizio idrico, e fare in modo di risolvere la situazione. Per questo arriviamo oggi con questo argomento portato qui con delle situazioni che meriterebbero di essere risolte prima di arrivare al discorso fusione, anche perché il numero di abitanti di questo comune cambia e cambierebbe anche quello che è il fabbisogno che dovrebbero garantire con una legge per consentire a questo comune di tenersi il servizio idrico.

Bisogna che noi, prima di affrontare un processo di fusione dove ci sono queste perplessità, andiamo a risolvere le perplessità, e su questo mi riallaccio a quello che diceva prima il collega Marchetti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

Dichiaro chiusa la discussione generale non avendo altri iscritti a intervenire e siamo alle eventuali repliche dei relatori.

Hanno chiesto di parlare il consigliere Taruffi, relatore di maggioranza, e il consigliere Bignami, relatore di minoranza.

Ricordo a tutti, da convocazione, a seguito della decisione dell’Ufficio di Presidenza estesa ai Capigruppo, che la seduta verrà tolta alle 18,00 e comunque, se non si concluderà il dibattito, riprenderà domani.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Ho sentito tante cose e almeno da una parte ho sentito molte cose che mi fanno pensare che questo progetto di legge sia conosciuto in modo marginale. Il consigliere Foti non sapeva se la matematica fosse fascista o la filosofia antifascista: non so se la matematica è fascista, ma sono certo che la filosofia, poiché è l’amore per il sapere, sia antifascista. Detto questo, vado sul merito delle questioni. Voglio essere molto esplicito perché penso che il dibattito lo necessiti; sono alcuni mesi che dibattiamo di questo progetto di legge in questa legislatura e nella precedente, e siccome noi siamo un’Assemblea legislativa che ha il compito di emanare leggi che prima possono ovviamente essere proposte, poi ci sono emendamenti, quindi si discute e poi si arriva in fondo al percorso. Solitamente chi è interessato realmente a che un progetto vada avanti magari interviene emendandolo, facendo osservazioni scritte, facendo proposte migliorative. Ecco chiederei ai Consiglieri che hanno espresso la loro contrarietà ergendosi a paladini della libertà dei popoli quali sono gli emendamenti che hanno presentato per migliorare il testo, che era così pessimo. Quali sono?

Perché non c’è traccia. Nessun Consigliere di minoranza ha presentato un emendamento. Hanno sempre e solo detto una cosa: “noi siamo d’accordo, però rinviamo”, “noi siamo d’accordo, però ripartiamo”, “noi siamo d’accordo, però bisogna chiamare il Governo”, “noi siamo d’accordo, però bisogna chiamare le Nazioni Unite”, “noi siamo d’accordo, però”. La sostanza è una sola: in quest’Aula, come sempre, purtroppo, c’è qualcuno che pensa che le cose si possano cambiare per migliorarle, si fa carico della responsabilità di governare i processi, anche quando sono complicati, si fa carico di cercare soluzioni ai problemi e c’è qualcuno che si diverte tutte le volte a buttare la palla in tribuna affinché tutto cambi perché nulla cambi. Questa è la verità.

Per quello di cui stiamo parlando oggi, che ovviamente è un piccolissimo pezzettino della nostra regione, le dinamiche che si sono svolte qua dentro oggi e in Commissione non sono per nulla diverse dalle dinamiche che si svolgono solitamente ogni qualvolta in quest’Aula o in Commissione bisogna affrontare processi di riforma istituzionale, perché qua tutti siamo bravi a urlare il numero degli enti, che bisogna ridurre le partecipate, che bisogna tagliare di qua e di là, ma tutte le volte che c’è un progetto concreto, per ridurre il numero degli enti, per dare la possibilità di riforma istituzionale del territorio, c’è sempre qualcuno che dice “sì, però è meglio di no”, accampando anche argomentazioni che sono da campionato mondiale della strumentalità. Quando si parla dello studio di fattibilità bisogna anche avere contezza di ciò che si dice. Il Consiglio comunale di Porretta Terme in quella famosa delibera che il consigliere Bignami continua da due anni a contestare, come se fosse il crocevia della storia dell’umanità, è uno studio fatto dal Consiglio comunale di Porretta Terme, che contiene sì errori materiali, e lo abbiamo detto in tutte le sedi, ma il punto è: crediamo che quegli errori materiali dipingano una realtà diversa oppure sono errori materiali che non corrispondono alla realtà? Questo è il tema. Per chi pensa di rappresentare i cittadini e di voler contribuire quota parte a cambiare la realtà per migliorarla certi giochini sono insopportabili, del tipo: i documenti sono stati fatti salvi dall’articolo 13 bis, dopodiché se si modificano si è fuori dalla legge e se non si modificano perché non si è modificato. Per cui la realtà è che non volete fare nulla in termini di riordino istituzionale.

Ciascuno si assuma le proprie responsabilità, anche di fronte ai cittadini, perché l’altra cosa insopportabile è che noi siamo rappresentanti dei cittadini, cioè abbiamo una delega, e nel momento in cui la delega può essere ripresa in mano dai cittadini votare no al fatto che i cittadini possano esprimersi è una cosa che lascia basiti, perché o abbiamo paura del consenso dei cittadini, cioè abbiamo paura che i cittadini quando si esprimono dicano qualcosa di diverso da quello che pensiamo noi, o altrimenti non capisco il problema. Facciamocelo dire dai cittadini di Porretta Terme e di Granaglione se sono d’accordo o no, perché sono anni che discutiamo di queste cose e sono anni che tutte le volte ci fermiamo. Vogliamo misurare concretamente la nostra pretesa rappresentanza degli interessi del popolo?

Andiamo dai cittadini e facciamocelo direda loro, consiglieri Bignami e Foti, se sono d’accordo o no, perché io non ho la sfera di cristallo ma sono uno che pensa che quel territorio abbia bisogno di questo progetto, sono uno di quelli che si è battuto da anni perché questo progetto vada avanti e sono uno di quelli che pensa che quel territorio dovrà farne altri di questi processi. Quel territorio come altri in questa regione. Siccome non ho la sfera di cristallo e non ho la presunzione di parlare in nome e per conto di chi non si sa, mi fermo e mi chiedo cosa pensano i cittadini.

Io farò la campagna referendaria perché i cittadini votino in maggioranza sì, mi spenderò in quella direzione, qualcun altro si spenderà in un’altra e i cittadini decideranno. Però è insopportabile privare i cittadini della possibilità di esprimersi trovando sempre strumentalità di ogni tipo, genere e natura. Viene il dubbio che qui non si rappresentino i cittadini e i loro interessi ma si rappresenti l’interesse molto più ristretto, magari quello di un piccolo pezzo di un partito, che magari accampa qualche vicesindaco, qualche assessore e qualche posticino da qualche parte e che magari in un processo in cui bisogna mettersi in gioco qualche posto lo perde, e siccome stiamo parlando di comuni che insieme fanno settemila abitanti sinceramente cadono le braccia.

Se la politica è questa, cioè ridotta al fatto che siccome dobbiamo difendere la pretesa possibilità di qualche posticino qua e là tutto diventa lecito per fare strumentalmente resistenza a tutto, allora siamo veramente inutili e la politica non ha più alcun senso. Oggi parliamo di un piccolo pezzettino del territorio, ribadisco che ha un’importanza relativa all’interno di una regione come l’Emilia-Romagna, però l’approccio col quale ci poniamo ai problemi è fondamentale, perché l’approccio rimane lo stesso. Quando parliamo di un piccolo pezzettino del territorio come quando parliamo di problemi più grandi, l’approccio deve essere lo stesso, e sinceramente in questo caso l’ho trovato dal primo minuto, non di questa legislatura, in cui questo progetto è partito per trovare la possibilità di fermare tutto. Nella precedente legislatura è andata bene e questo giro forse no. Non è che io stia dicendo di andare avanti a spada tratta a prescindere ma sto dicendo, e noi diciamo, di dare la parola ai cittadini e decideranno loro.

Qua ci sono scritte delle cose molto chiare che ai cittadini di Granaglione qualcuno dovrebbe spiegare chiaramente quando scrive anche sui social network e che se nessuno fa nulla, come qualcuno qua pretende, il servizio idrico del comune di Granaglione il primo ottobre 2015 quel comune non lo gestisce più direttamente. Allora anziché spostare tutte le volte la palla quando si trovano le soluzioni, perché qui siamo venuti a dire che non ci si può muovere perché il sindaco è contrario. Qualcuno di voi li ha contattati quei sindaci per sapere se sono d’accordo o no a quegli emendamenti? Avete avuto l’umiltà di prendere su il telefono e fare due telefonate per sapere se quei sindaci erano d’accordo o no? Avete avuto l’umiltà di sapere se questo progetto è un progetto che trae origine dal fatto che effettivamente c’è un errore materiale, oppure avete avuto un minimo di accortezza e cercato di capire che queste risorse per quel territorio sono straordinariamente importanti? Stiamo parlando di questo.

Mi accaloro perché a parte il fatto che ci vivo, ci sono nato e ho amministrato quei territori, quindi ci sono ovviamente molto legato, trovo insopportabile la strumentalità. Oltre il fatto che qualcuno mette continuamente in discussione la buonafede di altri, ma, come ho avuto modo di scrivere sui social network, solitamente si attribuiscono agli altri i propri difetti, quindi se c’è qualcuno qua dentro che continuamente mette in discussione la buonafede degli altri è perché forse è il primo a non essere in buonafede, ma questo lo lasciamo da parte. Siccome abbiamo dei temi concreti in questo ordine del giorno, come anche nel progetto di legge più generale, c’è una prospettiva che vogliamo indicare, vogliamo ridurre il numero degli enti locali, pensiamo che i piccoli comuni da soli così non ce la facciano e questo è il primo passaggio, perché se voi conosceste quel territorio e aveste avuto prima di parlare e pontificare l’accortezza di verificarlo concretamente, di esserci passati mezza giornata o avere fatto due telefonate, vi rendereste conto che lì ci sono quindicimila abitanti suddivisi in cinque comuni, i cui confini sono impercettibili e nessuno sa dov’è che finiscono dov’è che iniziano nella vita concreta, perché quello già è un territorio che geograficamente e urbanisticamente nella vita concreta reale dei cittadini è già unito. La politica e l’amministrazione devono cercare di dare la spinta. E allora facciamo il primo passo, chiediamo che i cittadini si esprimano e se diranno di sì magari succede che poi diranno di sì anche gli altri.

Siccome in quest’Aula nella precedente legislatura qualche Consigliere regionale in modo stravagante ebbe modo di dipingere in modo particolare i residenti e gli amministratori di quel territorio, vorrei che si smettesse di giocare a chi interpreta meglio le realtà, le amministrazioni e lasciassimo agli unici detentori della decisione di potersi esprimere dicendo loro le cose chiaramente, cioè che se non succede nulla il comune di Granaglione il servizio idrico lo perde, , se noi approviamo oggi l’indizione del referendum e diamo la possibilità ai cittadini di esprimersi l’amministrazione di Granaglione ha la possibilità di stipulare un accordo di programma e vi ricordo, giusto per amor di cronaca, che sono sedici anni che è entrata in vigore la legge del 1999 che prevedeva la gestione unitaria del servizio idrico e del servizio di gestione dei rifiuti e sono sedici anni – l’ho detto prima ma probabilmente non c’è neanche l’umiltà di ascoltarsi qua dentro – che di quattro anni in quattro anni il Comune di Granaglione ha stipulato con ATO prima e ATERSIR poi, accordi superiori... Rendo edotti tutti che ATERSIR esiste in virtù di una legge della Regione Emilia-Romagna, non di Marte e non di Giove, e nel momento in cui noi andiamo a individuare una soluzione complicata, difficile, ma che ha un principio chiaro, cioè che siccome noi la fusione la vogliamo e lì c’è il problema del servizio idrico, pensiamo che oltre al finanziamento che il nuovo comune potrà beneficiare sappiamo che dobbiamo risolvere il problema del servizio idrico e quindi di fatto stabiliamo un unicum che consenta al comune, attualmente al Comune di Granaglione e dopo al comune nato da fusione, di portarsi in dote anche quel pezzo.

Aggiungo, perché ovviamente il consigliere Bargi parla sui titoli generali ma chiaramente non conosce la realtà del territorio, perché altrimenti certe cose non le direbbe, che la doppia gestione nel Comune di Granaglione c’è già, perché un pezzo del territorio di Granaglione oggi è già gestito da Hera e il resto del comune è gestito dal Comune di Granaglione. È successo qualcosa? Qualcuno ha portato via qualcosa a qualcuno? No, ma siccome la realtà è un po’ più complessa dei semplici slogan, quando si vanno a mettere le mani nella pasta concreta le soluzioni si trovano, quindi per sua informazione, una parte, circa il 25 per cento del territorio di Granaglione è già gestito da Hera e il resto è gestito dal Comune. Cosa succederà dopo la fusione? Che le quote saranno ribaltate, cioè che il 75 per cento del nuovo comune sarà gestito da Hera e il 25 per cento sarà gestito direttamente dal Comune, cioè la parte che oggi è il Comune di Granaglione. Bisogna saperle le cose, perché altrimenti si parla a vanvera.

Altro punto altrettanto fondamentale, perché altrimenti ci prendiamo in giro, è che mi dovete dire, poiché siamo l’Assemblea legislativa regionale e non il Parlamento, cosa cambia, se veramente volete fare la fusione, che anche il Parlamento accolga l’emendamento che da mille porta a tremila il numero di abitanti dei comuni che possono tenersi l’acquedotto. Voi che siete Consiglieri regionali e che siete i legislatori di questa regione, per fortuna di minoranza, se il numero di abitanti dei comuni che possono tenersi l’acquedotto lo portiamo da mille a tremila, poiché vi informo che il nuovo comune che nasce, se i cittadini lo vorranno, arriva a settemila, mi dite di quell’emendamento cosa ce ne facciamo per fare la fusione? Mi dite che cosa ce ne facciamo? Nulla. Questa è la prova provata che voi la fusione non la volete perché non volete cambiare nulla e avete piccole posizioni che volete preservare. Non state facendo l’interesse dei cittadini. Questa è la realtà e se invece onestamente vogliamo dire che vogliamo risolvere il problema non tiriamo la palla in tribuna, diciamo che c’è chi vuole modificare le cose e chi vuole conservare, ma vuole conservare il nulla, perché ovviamente se non tocchiamo niente si perde tutto. Questo i cittadini dovranno saperlo.

Il consigliere Bignami ha detto che il gruppo di Forza Italia voterà contro, così come la Lega Nord contro e Fratelli d’Italia, e capisco che in quest’Aula c’è chi vuole provare a cambiare e chi vuole provare a resistere a prescindere solo ed esclusivamente per conservare quelle piccole posizioni che non portano da nessuna parte. Siccome i sindaci di Granaglione e di Porretta Terme sono presenti, quando abbiamo finito, avete la possibilità di andare a chiedere loro se questi emendamenti e questo percorso è condiviso oppure no, ma se vi dicono di sì dopo non potete dire che è necessaria la condivisione del Papa.

Queste sono le ragioni per le quali penso che bisogna smettere di prendersi in giro, prendersi le proprie responsabilità e individuare le soluzioni che servono alle comunità perché è ciò che serve e ciò che contraddistingue chi fa politica da chi fa le chiacchiere.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

Ha venti minuti a disposizione per il suo intervento.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Non ci penso per niente a usare tutti i minuti e lo dico perché non voglio accedere all’auto-ostruzionismo che veniva fatto con un intervento fiume. Devo dire che dobbiamo riconoscere che stiamo difendendo il potere e la posizione di rendita che per la destra italiana Granaglione rappresenta. È inutile negare i fatti. Granaglione è il cuore pulsante del centrodestra nazionale. Noi dovremmo, e lo dico senza battute, ringraziare quegli eroi civici che assumono un ruolo di Assessore, di Consigliere e di Sindaco in quel paese. Noi non li dobbiamo sbeffeggiare in quella maniera. Io ho ascoltato con grande rispetto i tanti sindaci che sono intervenuti, nella mia esperienza politica ho soltanto potuto fare il Capogruppo di maggioranza a Bologna, però mentre noi prendiamo qualche migliaia di euro al mese, e non voglio dire altro perché abbiamo fatto a proposito degli interventi di riforma condivisi e voluti fortemente dal Presidente Bonaccini, e su questo gli abbiamo dato il consenso, quegli amministratori, quei Consiglieri e quegli Assessori prendono poche decine di euro l’anno. Come si fa a dire che c’è qualcuno che vuole difendere la posizione di rendita? È una mancanza di rispetto per quelle decine e decine di amministratori che sono degli eroi civici.

Vogliamo una vera sfida? Io la lancio al Presidente Bonaccini: facciamo la fusione del Comune di Bologna con tutti i comuni della cintura bolognese e andiamo a eleggere il Presidente dell’area metropolitana con forma diretta. Facciamo la fusione del Comune di Bologna con Casalecchio, Pianoro, San Lazzaro, Castenaso, Granarolo, Calderara, Castel Maggiore. Quella sì che è una fusione e creiamo una macro area da quasi settecentomila abitanti e andiamo a sfoltire davvero i sindaci che prendono mille, duemila o tremila euro al mese, e non questi eroi a cui dobbiamo solo dire grazie. Mi è stato detto che la relazione contiene errori materiali e si poteva correggere, ma il problema è che non è così. Non una parola è stata detta su quello che ho detto sulla procedura, non una parola su quello che non ho detto io ma il direttore generale di ATERSIR, cioè che stiamo votando una roba che non è nostra competenza. Su questo non ho sentito una parola. È come se uno guidasse l’aereo, gli si dicesse che si va a schiantare e a qualche chilometro dice di tenere un attimo la cloche, ma a quel punto si va a schiantare e noi scendiamo, perché non abbiamo l’arroganza di andare a chiedere il consenso quando il sindaco di quel comune ci ha detto di risolvere quei tre problemi.

In sede istituzionale ho una lettera e avevo chiesto alla dott.ssa Petitti di venire a riferire di una riunione, non è stato fatto e quindi non lo so che cosa è stato detto. Ho degli atti istituzionali che dicono un’altra cosa e a quelli mi attengo. Non è vero che è stata chiesta tre volte questa cosa, perché l’ultima volta è stato detto di stare fermi un attimo, che si poteva andare avanti ma ponendo delle condizioni, che non abbiamo assolto. Arrivati a questo punto, il referendum verrà indetto, lasciamo che questo quesito venga sottoposto con grande difficoltà, perché è stato ricordato un esempio in cui purtroppo il referendum non è passato, e dico purtroppo perché in quella che era una grande possibilità di andare a fare una fusione noi ci crediamo alle fusioni, ma non in questa maniera con delle fusioni a freddo, non con questa forma ahimè laboratoriale di realizzazioni di comuni quando invece proprio per il percorso partecipato li metterebbe a riparo da delle bocciature.

Io non so se è un discorso filosofico o un discorso concreto - lo dico al collega Foti che, se non ricordo male, Giovanni Gentile, che è un grande filosofo, ammazzato dai gappisti a Firenze - però dico, e lo dico anche perché non voglio andare oltre le 18:00, perché altrimenti verrei meno a un impegno preso con la Presidenza, oltre che con l’Aula, che se passa il no, e io ho sentito le parole ben chiare in Commissione, ci si ferma, o almeno questo è l’impegno, e lo dico qui a futura memoria, perché non vorrei che qualcuno mi dicesse che magari là è prevalso il no ma visto che in settemila hanno detto sì c’è l’annessione. Noi questo non lo abbiamo voluto mettere in un emendamento non perché non sappiamo scrivere ma perché abbiamo una brutta abitudine, cioè che gli emendamenti li presentiamo nelle sedi competenti, per cui gli emendamenti da presentare davanti al legislatore nazionale li presentiamo davanti al legislatore nazionale e gli emendamenti del legislatore regionale davanti al legislatore regionale, abbiamo operato a livello nazionale, si poteva costruire un percorso insieme, non è stato fatto, è una scelta legittima, qui noi potevamo formalizzare un emendamento ma ci fidiamo dell’impegno politico assunto, ed è per questo che non formalizziamo un emendamento, perché avremmo dovuto forzare con un emendamento e dire che si vincola all’esito del referendum creando quindi non un referendum consultivo ma un referendum evidentemente obbligatorio con esito obbligatorio.

È per questo che non abbiamo fatto emendamenti. Potevamo presentare ottocento/novecento emendamenti, potevamo chiedere che venisse data lettura agli emendamenti, quindi tenere l’Aula qua, e non lo abbiamo fatto semplicemente ahimè abbiamo ritenuto che questo progetto di legge non fosse emendabile perché reca diverse difficoltà. Oltre la sfida che ho lanciato provocatoriamente, ma prima non l’ho detto provocatoriamente, perché ci credo davvero in un progetto di fusione della macro area bolognese e del comune di Bologna, nei prossimi giorni, e questo lo dico con un po’ più di provocatorietà, presenteremo un progetto di legge per sopprimere la Consulta di garanzia statutaria, che è un tema di cui parleremo anche domani per quanto riguarda Comacchio, perché abbiamo posto due quesiti, a tutti e due non è stata data risposta arrampicandosi sugli specchi, nell’ottica dello sfoltimento degli enti inutili credo che abbiamo immediatamente modo di verificare nei fatti chi sta con chi.

La Consulta di garanzia statutaria era stata chiamata a esprimere un parere sulla legittimità dell’articolo 13 bis, non lo ha fatto perché sapeva che l’esito sarebbe stato infausto per la legittimità di quell’articolo e crediamo che anche questo sia la dimostrazione di un nostro tentativo di instradare su una retta via questo percorso che purtroppo non si è voluto condividere.

A questo punto siamo obbligati dall’atteggiamento della maggioranza a votare no.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

Manca un minuto alle 18,00 e mi chiede di intervenire l’assessore Petitti. Riesce brevemente, Assessore, per eventuali conclusioni? Perché l’Assessore e il Presidente della Regione domattina non ci sono.

Do la parola al consigliere Bignami sull’ordine dei lavori.

 

BIGNAMI: Grazie, Presidente. Mi era arrivata una preghiera della Presidenza di tenermi entro le 18,00, ha notato che io alle 17,59 ho finito, nulla osta a sentire cosa ha da dire l’Assessore, però è una questione anche...

 

BONACCINI: Sono io che devo intervenire.

 

BIGNAMI: Perfetto. Ho voluto segnare un punto. Tutto qua.

 

PRESIDENTE (Soncini): Se siete d’accordo, metterei ai voti, se necessario, altrimenti proseguiamo.

Ha chiesto di intervenire l’assessore Petitti. Ne ha facoltà.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Molto rapidamente. È chiaro che noi con questo atto abbiamo confermato il nostro parere favorevole a procedere sulle fusioni. Abbiamo sostenuto i comuni che avevano già avviato e dato un’opportunità a tutto il percorso, l’articolo 13 bis è stato solo un’opportunità per salvare l’attività intercorsa e semplificare quelle procedure, abbiamo fatto due Commissioni per approfondire tutti gli atti e le ragioni politiche sono state dette in modo molto chiaro, cioè semplificazione e riorganizzazione e, come ricordava tra l’altro anche il consigliere Bargi, un bravo amministratore fa quelle scelte per il bene dei propri cittadini.

Il passaggio a un unico ente porta a questo, porta a risparmi, a razionalizzazione in modo ottimale, aumenta la competitività di quel territorio in un quadro istituzionale in evoluzione e permette di avere una serie di altri vantaggi, come l’esenzione dal patto di stabilità e tutta una serie di contributi che chiaramente noi dovremo spiegare nel dibattito che ci sarà immagino nelle nostre comunità ai cittadini, però sono state dette alcune cose, le avevamo precisate in Commissione, questioni che erano state poste dal sindaco di Granaglione rispetto al parere favorevole per la fusione, e allora credo che queste cose vadano ancora una volta precisate. Quello studio e quell’analisi di fattibilità che era stato avanzato dal Comune di Porretta è chiaro che presente delle chiare incongruenze ma rispetto al quale è sbagliato dire che noi lo abbiamo difeso anche nella relazione al progetto di legge di Giunta regionale.

Noi non abbiamo recepito quei dati ma abbiamo anzi detto in modo chiaro che la valutazione deve essere corretta e crediamo che ci sarà questo lavoro rispetto alla correzione. Sul lavoro rispetto all’emendamento, era stato chiesto un approfondimento sul tema dell’acqua, e questo è stato fatto, i presentatori dell’emendamento hanno lavorato in quella direzione e credo che oggi, aver rispettato questi termini previsti dalla procedura speciale ci permette di dire che entro dieci giorni noi col voto dell’Assemblea potremo fissare col decreto del Presidente il referendum.

È chiaro che le ragioni politiche a questo punto le dovremo portare in modo chiaro tra i cittadini, perché entro metà ottobre sarà possibile esprimersi con il referendum. Queste sono le ragioni per cui noi ovviamente, anche attraverso l’articolo 13 bis, che è stata un’opportunità, come lo è stata per i comuni del reggiano, abbiamo voluto avviare questa procedura e credo che queste saranno le ragioni con cui affronteremo il dibattito sui territori fino ad arrivare al voto del referendum.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Petitti.

Ha chiesto di intervenire il presidente Bonaccini. Ne ha facoltà.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Credo fosse utile, visto che domattina non riuscirò ad arrivare proprio all’inizio, dire due cose. Intanto ringraziando per la franchezza del dibattito, perché è bene che le cose ce le diciamo. E anche io mi associo alla solidarietà al consigliere Bignami, perché quello che è successo è inaccettabile e ci auguriamo non accada mai più. Quindi apprezzo la schiettezza e la franchezza, al di là delle condivisioni o meno. Chiaramente credo che sia stato giusto arrivare domattina al voto e volevo dire solo quattro cose fuori dai tecnicismi. La prima è l’opportunità della scelta che noi garantiamo, come diceva il consigliere Taruffi, alle comunità locali. Al di là di quello che pensiamo noi, l’opportunità che le fusioni hanno è di essere accompagnate da un percorso istituzionale, ma consegnate alla volontà dei cittadini.

Il referendum, come sapete, è consultivo. Voi sapete cosa è successo in Valsamoggia, e cioè che in due comuni su cinque aveva vinto il no. Un anno dopo quando si è andati al voto reale, si è stravinto. Lo dico per avere anche attenzione da questo punto di vista. Si possono scegliere strade diverse, dato che nel Paese ci sono regioni che hanno adottato leggi differenti rispetto al meccanismo della volontà dei cittadini quando si esprimono nel referendum consultivo. Penso che qui siamo al punto per il quale, quando ho presentato il programma, ho detto “piccolo è bello ma non è più bello quando rimane da solo”, come era in passato. Questa mattina abbiamo presentato a Milano ottanta pacchetti turistici per il programma dell’Expo alla stampa nazionale e internazionale. Abbiamo recuperato i dati dell’export e sappiamo che l’Expo può essere una grande occasione come volano per l’agroalimentare: stando ai dati l’Emilia-Romagna sta sul tetto d’Italia e probabilmente d’Europa. Questa è la dimostrazione che, se convinciamo sempre più piccole e medie imprese ad aggregarsi e internazionalizzarsi, c’è una grande opportunità non solo per crescere dal loro punto di vista, ma anche di creare nuovi posti di lavoro.

Vale anche per le istituzioni. Si può essere o meno d’accordo, ma l’Italia degli ottomila comuni, molti dei quali perfino sotto i mille abitanti, rischia di essere una palla al piede - non per una volontà politica - ma perché nell’ambito di un riordino che stiamo affrontando sulle le riforme che il Governo chiede, c’è un punto chiaro, quello - da un lato - di liberare risorse che da improduttive diventino produttive per gli investimenti e, dall’altro, di mettere insieme energie e opportunità. Al di là delle fusioni, parliamo per un attimo delle unioni dei comuni che funzionano: la riorganizzazione dei servizi e la gestione associata degli stessi ha portato efficientamento, risparmio e anche un aumento della quantità dei servizi che si erogano. Sono le comunità a decidere. Oggi consentiamo ai cittadini di Granaglione e di Porretta di potersi esprimere, tra non molto tempo, su una volontà che peraltro i sindaci, persone elette direttamente, hanno voluto portare all’attenzione di questa Assemblea legislativa, immaginando per le loro comunità una grande opportunità. E allora chiudo su questo: c’è un’opportunità che vale, perché lo abbiamo visto in quelle realtà che si sono già fuse cosa significa.

Abbiamo detto Valsamoggia, per esempio, che presenta un piano da tanti milioni di euro di investimenti a fronte di quello che non avrebbero potuto fare i cinque comuni rimasti soli. Ma penso anche ad altre tre fusioni che sono state approvate nel maggio scorso, nuovi progetti di legge che abbiamo già approvato qui, ma vorrei sottolineare, e chiudo su questo, nell’ultimo minuto il tema della montagna.

Noi affronteremo con una conferenza dei comuni montani la questione che sta diventando centrale in termini di necessità, cioè garantire alle popolazioni che lì risiedono e vogliono continuare a vivere, i servizi essenziali per i cittadini e le famiglie che abitano. Dovremo intervenire per fermare lo spopolamento, e lo si può fare in diverse direzioni, dando opportunità e incentivi, e con i fondi europei per l’agricoltura potremo secondo me fare qualcosa di buono per chi vuole continuare a tenere imprese o a impiantarne di nuove in quei territori.

Ma significa anche permettere, fuori dalla demagogia e dalle false illusioni, che l’opportunità delle fusioni o delle aggregazioni può garantire un’opportunità di finanziamenti maggiori e dunque di investimenti in un territorio, che permetta a quei comuni di immaginare una prospettiva di maggiore attrattività e perfino di investimenti da fuori territorio.

Io mi auguro che quel processo abbia successo, come hanno avuto successo quegli altri. L’altro progetto di legge che abbiamo votato poche settimane fa era dedicato ai quattro più piccoli comuni dell’Appennino Reggiano e dell’Alto Crinale. Dunque vedo che in montagna, nella montagna emiliano-romagnola, si sta affacciando una consapevolezza negli amministratori, un’opportunità che chiedono, che è di verificare se - oltre che in pianura o in collina - anche in quei territori le fusioni possono dare una prospettiva, che oggi si limita - se avrà successo - a un comune che diventerà di settemila abitanti, ma che potrebbe avere una prospettiva maggiore in futuro. Questo è quello che secondo me noi oggi possiamo apprestarci a fare sapendo, al netto delle critiche legittime che sono state avanzate, che saranno in ogni caso i cittadini di quei territori che decideranno col loro voto se quelli che come credono nelle fusioni possono avere una ragione per la quale vengano approvate queste scelte e linee di indirizzo, oppure decidere e decretare che forse era meglio non andare avanti in quella direzione. Dare la possibilità a loro di esprimersi credo sia il modo migliore di vedere se abbiamo visto giusto e abbiamo ragione. Noi lavoreremo perché alla fine di questo mandato i comuni dell’Emilia-Romagna possano essere molti meno dei trecentoquarantuno che sono oggi, nelle ragioni peraltro che, al di là della contrarietà, mi pare di aver colto nel centrodestra su una direttrice che per certi aspetti si condivide. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, Presidente Bonaccini.

Sono le 18,11 e chiudiamo qui i lavori. Riprenderemo domani mattina alle 9,30 da questo argomento. Buonasera.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,11

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni Alleva e Lia MONTALTI.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

348 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per il 2015" (Delibera di Giunta n. 254 del 16 03 15).

350 - Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale di previsione 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 (Legge finanziaria 2015)" (Delibera di Giunta n. 256 del 16 03 15).

351 - Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017" (Delibera di Giunta n. 257 del 16 03 15).

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

315 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino delle barriere sommerse che tutelano le coste romagnole, con particolare riferimento alla situazione ed ai fondi relativi alla Provincia di Rimini. A firma del Consigliere: Bignami

316 - Interrogazione a risposta scritta circa l'aggiornamento delle reti di assistenza socio-sanitaria previste a tutela dei soggetti affetti da autismo. A firma della Consigliera: Rontini

318 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure relative a gare riguardanti la ricostruzione post-terremoto, con particolare riferimento alla situazione relativa a Finale Emilia. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Pettazzoni

319 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione della normativa regionale riguardante la prevenzione delle cadute dall'alto nei lavori in quota e nei cantieri edili. A firma del Consigliere: Paruolo

321 - Interrogazione a risposta scritta circa la circolare esplicativa regionale in materia di alberi monumentali. A firma del Consigliere: Taruffi

322 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti l'affitto di rami d'azienda relativi alle Terme di Salsomaggiore e Tabiano SPA. A firma del Consigliere: Bignami

323 - Interrogazione a risposta scritta circa la salvaguardia della salute dei lavoratori e degli utenti del Distretto Sanitario di Sassuolo. A firma del Consigliere: Bargi

324 - Interrogazione a risposta scritta circa le opere necessarie per mettere in sicurezza da esondazioni l'area Lungofiume in località Borgo Tossignano. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

327 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante la riorganizzazione posta in essere da Poste Italiane SpA, con particolare riferimento alla chiusura dei relativi uffici ed alla tutela dei cittadini. A firma dei Consiglieri: Calvano, Paruolo, Rossi Nadia, Sabattini, Montalti, Taruffi, Mori, Serri, Poli, Marchetti Francesca, Iotti, Zoffoli, Zappaterra, Cardinali, Prodi, Caliandro, Boschini, Rontini, Molinari, Lori, Torri, Bagnari

328 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure relative alla definizione delle competenze riguardanti la Regione Emilia-Romagna e le Amministrazioni provinciali, a seguito del D.D.L. "Delrio". A firma del Consigliere: Bignami

329 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al Distretto dell'AUSL di Sassuolo, con particolare riferimento alla sicurezza ed alla tutela della salute degli operatori e degli utenti. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli

330 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa all'ASP del Circondario Imolese. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

331 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa all'Unione di Comuni Bassa Est Parmense. A firma del Consigliere: Rainieri

335 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura della sede INPS di Castel San Giovanni. A firma del Consigliere: Foti

337 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e la metodologia di assunzione di operatori socio-sanitari destinati ai servizi assistenziali sanitari dell'Unione dei Comuni dell'Appennino. A firma del Consigliere: Bignami

338 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa alla manutenzione delle paratie mobili presenti sul Po di Volano e di quelle di Codigoro. A firma della Consigliera: Piccinini

339 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al bacino del torrente Samoggia, con particolare riferimento al territorio del Comune di Zocca ed alle opere volte ad evitare rischi di natura idrogeologica A firma del Consigliere: Bargi

340 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al progetto di riqualificazione urbana "Il Listone", nel Comune di Fontanellato (PC). A firma del Consigliere: Alleva

341 - Interrogazione a risposta scritta circa i costi relativi alle prestazioni sanitarie riguardanti stranieri irregolari. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Rainieri, Delmonte, Bargi, Pompignoli, Fabbri, Rancan, Liverani, Pettazzoni

343 - Interrogazione a risposta scritta circa provvedimenti riguardanti il personale di Poste Italiane S.p.a. A firma del Consigliere: Foti

344 - Interrogazione a risposta scritta circa la nomina di un commissario ad acta relativamente a procedure riguardanti il Trasporto Rapido Costiero. A firma del Consigliere: Pompignoli

345 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione della L.R. n. 3 del 2011 in materia di prevenzione del crimine organizzato e mafioso e di promozione della cultura della legalità. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Bertani, Sensoli

346 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione del Piano Strategico di Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

347 - Interrogazione a risposta scritta circa la duplicazione di poli produttivi a breve distanza tra loro, con particolare riferimento a laboratori operanti nel settore dei farmaci antiblastici. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

352 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il sistema di trasporto pubblico denominato "Civis". A firma del Consigliere: Paruolo

353 - Interrogazione a risposta scritta circa il rinnovo dei componenti del Consiglio delle Autonomie Locali. A firma del Consigliere: Foti

354 - Interrogazione a risposta scritta circa la tempistica riguardante i nuovi indirizzi regionali per il diritto allo studio. A firma del Consigliere: Foti

355 - Interrogazione a risposta scritta circa la tempistica relativa al progetto di recupero del Duomo di Carpi. A firma del Consigliere: Foti

357 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti un bando relativo a Er.Go. A firma del Consigliere: Bignami

358 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione e le problematiche riguardanti l'Ospedale S. Anna di Cona (FE). A firma della Consigliera: Sensoli

359 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per dotare la Questura di Rimini di una sede idonea a garantire qualità dei servizi e condizioni di lavoro ottimali. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Pruccoli

360 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la promozione e la valorizzazione del circuito motociclistico "Misano World Circuit Marco Simoncelli". A firma del Consigliere: Pompignoli

361 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire ai cittadini della Regione Emilia-Romagna la connessione a Internet a banda larga. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini

362 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di utilizzare il Carbonext quale combustibile in uno stabilimento sito a Vernasca (PC). A firma del Consigliere: Alleva

368 - Interrogazione a risposta scritta circa deroghe al Piano Strutturale Comunale di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

369 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare l'incremento della criminalità, con particolare riferimento ai furti nelle Province di Ravenna e Forlì-Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

370 - Interrogazione a risposta scritta circa i parametri riguardanti gli esami e gli antibiogrammi effettuati dai laboratori di microbiologia dell'Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Paruolo

372 - Interrogazione a risposta scritta circa la collocazione delle Residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza detentive ove accogliere i detenuti dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte

373 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di opere quali l'Autostrada Cispadana ed il Passante Nord di Bologna. A firma della Consigliera: Gibertoni

374 - Interrogazione a risposta scritta circa un percorso di "educazione alla sessualità ed all'affettività" riguardante una scuola media di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

375 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'opportunità di realizzare grandi opere regionali, quale l'autostrada Cispadana, la E45 ed il Passante Nord di Bologna, favorendo invece il trasporto ferroviario e la manutenzione del territorio. A firma della Consigliera: Gibertoni

376 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le problematiche, le carenze ed i disagi per i pendolari riguardanti la linea ferroviaria Porrettana. A firma del Consigliere: Taruffi

377 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le dimissioni dei direttori generali delle ASL regionali, con particolare riferimento alla situazione riguardante Imola. A firma del Consigliere: Bignami

378 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa procedure riguardanti le società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Foti

 

Interpellanze

 

333 - Interpellanza circa le azioni di attuare per riparare i danni causati dalle mareggiate, ripristinare le spiagge più colpite e contrastare il fenomeno della subsidenza con particolare riferimento ai territori delle Province di Ferrara e Ravenna. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

342 - Interpellanza circa le retribuzioni relative alle società partecipate della Regione Emilia-Romagna e le modalità di quantificazione delle stesse. A firma del Consigliere: Foti

356 - Interpellanza circa la mancata concessione del patrocinio regionale alla manifestazione Parma Etica. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sassi

366 - Interpellanza circa procedure riguardanti l'affidamento del servizio idrico a gestori terzi, con particolare riferimento ad Atersir. A firma dei Consiglieri: Bargi, Delmonte, Marchetti Daniele

 

Risoluzioni

 

314 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo al fine di contrastare e perseguire, specie in ambito internazionale, la contraffazione di prodotti alimentari italiani quali il Parmigiano Reggiano ed il Grana Padano, ricorrendo anche alla denominazione di origine ed alla indicazione geografica protetta. (12 03 15) A firma del Consigliere: Foti

317 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo al fine di perseguire la stabilizzazione dei docenti e del personale non docente, precari con più di 36 mesi di servizio, in ottemperanza alle direttive della Corte di Giustizia europea. (12 03 15) A firma del Consigliere: Alleva

320 - Risoluzione per impegnare la Giunta a manifestare contrarietà alla realizzazione del nodo autostradale denominato "Passante Nord" adoperandosi anche, per quanto di competenza, affinché non vengano concessi permessi o autorizzazioni propedeutiche alla attuazione di tale opera. (12 03 15) A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Piccinini

325 - Risoluzione per impegnare l'Assemblea legislativa a porre in essere azioni, in merito all'affidamento del servizio ferroviario regionale, volte ad indire una gara il più aperta possibile, che preveda una durata massima di 10 anni e non più a lotto unico, mantenendo inoltre le garanzie occupazionali, di ammodernamento del servizio e di rispetto delle esigenze degli utenti. (12 03 15) A firma della Consigliera: Gibertoni

332 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a sostenere e valorizzare il Misano World Circuit "Marco Simoncelli" ove si svolge il Moto GP, e l'Autodromo di Imola. (16 03 15) A firma della Consigliera: Sensoli

334 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare con Poste Italiane SpA la situazione esistente, al fine di rispettare le norme ed i criteri esistenti in materia di chiusura degli uffici postali, ricercando anche soluzioni alternative a tale prospettiva. (16 03 15) A firma del Consigliere: Foti

363 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad escludere dal Patto di Stabilità i pagamenti di opere pubbliche finanziati con i rimborsi assicurativi sugli immobili danneggiati dal sisma, così come quelli finanziati attraverso donazioni, prevedendo comunque meccanismi di alleggerimento da tale patto per i Comuni interessati. (18 03 15) A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Calvano, Serri, Fabbri, Taruffi, Sabattini, Boschini, Bargi, Foti

364 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte al riconoscimento dello stato di crisi del settore dell'edilizia, garantire ammortizzatori sociali per le aziende che versano in tale situazione, attuare la semplificazione burocratica del settore, promuovere interventi pubblici relativi alla ristrutturazione, riqualificazione energetica e messa in sicurezza dal punto di vista sismico degli edifici. (19 03 15) A firma dei Consiglieri: Bagnari, Calvano, Serri, Taruffi, Caliandro, Zappaterra, Marchetti Francesca, Molinari, Lori, Boschini, Rossi Nadia, Montalti, Ravaioli, Poli, Torri, Rontini, Pruccoli

365 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad indire una nuova gara d'appalto per l'affidamento del servizio ferroviario regionale applicando criteri rispondenti ai principi di libera concorrenza, con un affidamento massimo di 10 anni per lotti omogenei e contendibili, rispettando inoltre le esigenze degli utenti. (19 03 15) A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

367 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a stanziare risorse per sostenere interventi finalizzati al recupero ed all'utilizzo, a fini sociali ed istituzionali, dei beni confiscati alla criminalità organizzata di stampo mafioso, semplificare l'iter di assegnazione degli stessi, promuovendo inoltre il potenziamento delle strutture e dell'Agenzia in merito operanti. (20 03 15) A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi

371 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte all'assunzione di una decisione definitiva circa la realizzazione o meno dell'opera infrastrutturale "Passante Nord di Bologna". (20 03 15) A firma del Consigliere: Foti

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn. :

25 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione della multiutility Aimag spa di Modena, con particolare riferimento all'aumento delle relative bollette. A firma del Consigliere: Bargi

38 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per valorizzare le risorse impiegate relativamente all'Ospedale di Comacchio. A firma del Consigliere: Fabbri

59 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure giudiziarie riguardanti il settore sanitario regionale. A firma del Consigliere: Bignami

62 - Interrogazione a risposta scritta circa la revisione delle procedure di selezione dei vertici delle Aziende sanitarie, dei relativi stipendi e delle connesse valutazioni dei risultati di gestione. A firma della Consigliera: Gibertoni

69 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di realizzazione della progettazione dell'Ospedale F.lli Borselli di Bondeno, colpito dal sisma. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

87 - Interrogazione a risposta scritta circa l'assunzione di personale dirigenziale dal 1/1/2014, ed i relativi emolumenti, presso l'AUSL unica di Romagna. A firma del Consigliere: Pompignoli

89 - Interrogazione a risposta scritta circa nomine riguardanti l'AUSL di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

90 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione attuale ed il futuro dell'Ospedale del Delta di Lagosanto (FE). A firma del Consigliere: Bignami

92 - Interrogazione a risposta scritta circa l'occupazione abusiva dell'ex clinica Beretta, a Bologna, ed il pagamento delle spese per le relative utenze. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

94 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure ed incarichi riguardanti le AUSL di Piacenza e di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

104 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per mantenere e valorizzare i piccoli nosocomi siti nel territorio montano. A firma del Consigliere: Pompignoli

109 - Interrogazione a risposta scritta circa la proroga riguardante la presentazione delle domande sui contributi per i fabbricati rurali danneggiati dal sisma. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Bargi, Pettazzoni, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele

116 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione e le risorse riguardanti la L.R. 2/2014 in materia di welfare, cura familiare e di solidarietà, con particolare riferimento alla figura del caregiver familiare. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

117 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure relative alla riconversione dell'Ospedale "Regina Margherita" di Calstelfranco Emilia. A firma del Consigliere: Bargi

119 - Interrogazione a risposta scritta circa la costituzione di un Osservatorio regionale al fine porre in essere azioni per prevenire e contrastare la criminalità organizzata e mafiosa. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Piccinini

120 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante la società Mercatone Uno. A firma del Consigliere: Foti

121 - Interrogazione a risposta scritta circa lo smantellamento del laboratorio SAIPEM SpA di Cortemaggiore. A firma del Consigliere: Rancan

125 - Interrogazione a risposta scritta circa la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, specie nei comparti non rilevati dall'INAIL, con particolare riferimento al settore agricolo ed all'Osservatorio indipendente di Bologna sui morti sul lavoro. A firma della Consigliera: Gibertoni

132 - Interrogazione a risposta scritta circa nomine riguardanti l'USL di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

134 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per rilanciare l'Autodromo di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

136 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare relativamente alla celebrazione del "Giorno del ricordo" in memoria degli italiani e di tutte le vittime delle foibe. A firma del Consigliere: Foti

141 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione, quale combustibile, del CarboNext presso uno stabilimento sito a Mocomero di Vernasca (PC). A firma del Consigliere: Foti

143 - Interrogazione a risposta scritta circa l'installazione di telecamere sui veicoli della Polizia Municipale di Modena. A firma del Consigliere: Bargi

146 - Interrogazione a risposta scritta circa la costruzione, a San Martino in Casola nel Comune di Monte San Pietro (BO), di un impianto di telecomunicazione per telefonia mobile. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

147 - Interrogazione a risposta scritta circa il decesso di un paziente infartuato trasferito dall'Ospedale di Cesena a quello di Forlì, con particolare riferimento alla situazione in cui versa l'Ausl della Romagna. A firma del Consigliere: Pompignoli

154 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da promuovere nel territorio ferrarese per far fronte ai danni causati dal sisma e dal fenomeno della liquefazione dei terreni. A firma del Consigliere: Foti

155 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per rafforzare il reparto di cardiologia dell'Ospedale Bufalini di Cesena, con particolare riferimento al recente decesso di un paziente trasportato a quello di Forlì. A firma del Consigliere: Foti

156 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare in merito alla tracimazione del Portocanale di Portogaribaldi (FE) ed al conseguente allagamento della città e di Lido degli Estensi. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

167 - Interrogazione a risposta scritta circa la casistica riguardante le patologie trasmesse da zanzare ed altri insetti, con particolare riferimento al Piano di sorveglianza arbovirosi 2015. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Bargi, Rancan

182 - Interrogazione a risposta scritta circa le risorse economiche erogate alle scuole paritarie private e la relativa programmazione. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Pompignoli, Rancan, Pettazzoni, Liverani

190 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di un invaso in alta Val d'Enza. A firma del Consigliere: Foti

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 118, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea:

 

286 - Interrogazione a risposta scritta circa l'abolizione dell'Associazione ex Consiglieri della Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

 

Il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Andrea Rossi con nota del 13 marzo 2015, prot. 10989, ha comunicato che l’argomento trattato nell’interrogazione non rientra nelle competenze della Giunta regionale, ricadendo invece nelle valutazioni autonome dell’Assemblea legislativa.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 04/03/2015 al 16/03/2015.

 

DPGR n. 44 del 04/03/2015

Modifica della composizione della Consulta regionale degli studenti istituita con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 13/08, ai sensi della L.R. 15/07.

DPGR n. 45 del 04/03/2015

Azienda USL di Piacenza – Nomina Direttore Generale.

DPGR n. 51 del 13/03/2015

L.R. 11/2010, art. 5 comma 3, ridefinizione dei componenti la Consulta regionale del settore edile e delle costruzioni.

(Comunicazione n. 5 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2015/618 del 23/03/2015)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

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