Espandi Indice

10.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 336

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna".» (Proposta del consigliere relatore Igor Taruffi su mandato della Commissione I) (8)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 336/1 - Dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Daniele (LN)

PICCININI (M5S)

FOTI (FdI)

CALVANO (PD)

BIGNAMI (FI)

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 326

Delibera: «Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015. Bilancio pluriennale per gli esercizi 2015-2017.» (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 10 marzo 2015, n. 24) (9)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

PRUCCOLI (PD)

FOTI (FdI)

RAINIERI (LN)

TORRI (SEL)

BERTANI (M5S)

SERRI (PD)

 

OGGETTO 242

Delibera: «Modifica al programma straordinario di investimenti in sanità, ex art. 20 L. 67/1988, approvato con delibera di Assemblea legislativa n. 185 del 22 luglio 2008, e al programma regionale "La rete delle cure palliative" di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 1245 del 1° agosto 2005.» (Proposta della Giunta regionale in data 23 febbraio 2015, n. 151) (10)

(Discussione approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

ZOFFOLI (PD)

MARCHETTI Daniele (LN)

SERRI (PD)

BARGI (LN)

SENSOLI (M5S)

ZOFFOLI (PD)

 

OGGETTO 270

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in merito alle condizioni ed alla imminente chiusura di reparti dell'Ospedale San Camillo di Comacchio (FE). A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 284

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 2, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, circa le risorse relative alla ristrutturazione dell'Ospedale San Camillo di Comacchio (FE). A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 295

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, circa i fondi regionali impiegati relativamente alla ristrutturazione dell'Ospedale San Camillo di Comacchio (FE). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

AIMI (FI)

FOTI (FdI)

FABBRI (LN)

CARDINALI (PD)

SENSOLI (M5S)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

FABBRI (LN)

SENSOLI (M5S)

CALVANO (PD)

 

OGGETTO 22

Richiesta di istituzione di una commissione speciale di ricerca e di studio, ai sensi dell'articolo 61, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa e dell'articolo 40, comma 2, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di cooperazione. A firma del Consigliere: Foti

(Discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

CALVANO (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 336/1 - 336 - 242 - 270 - 284 - 295

Ordine del giorno oggetto 336/1

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,58

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la decima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non partecipare alla seduta odierna i consiglieri Alleva e Rancan e gli assessori Bianchi, Caselli, Mezzetti e Venturi.

 

OGGETTO 336

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna”.» (Proposta del consigliere relatore Igor Taruffi su mandato della Commissione I) (8)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 336/1 - Dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Colleghi, ricordo che sul punto all'ordine del giorno, che riguarda l’istituzione di un nuovo comune mediante fusione, siamo in fase di dichiarazioni di voto finali sulla delibera di indizione di referendum consultivo e sull'ordine del giorno che avete ricevuto.

Ogni gruppo ha cinque minuti per fare la propria dichiarazione di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Marchetti Daniele. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Ieri ne abbiamo sentite veramente di tutti i colori, soprattutto perché evidentemente nessuno ha ascoltato le nostre ragioni, che ci porteranno al voto contrario. Ripeto anche oggi - perché penso che sia necessario chiarire il tutto - che noi voteremo contro questo progetto di legge o, meglio, contro l’indizione del referendum, perché siamo, sì, favorevoli a dare la parola ai cittadini, ma con tutti gli elementi chiari, senza "se", senza "forse", senza "ma", senza "probabilmente", ma soltanto con le certezze. Ebbene, oggi, non ci sono certezze. Né vengono dagli emendamenti che sono stati presentati, che vanno ad integrare il testo originario, assolutamente.

Nessuno vuole spostare il pallino, com'è stato detto ieri. Noi vogliamo soltanto fare chiarezza e portare i cittadini a votare un referendum con tutte le carte messe in tavola in modo chiaro.

Saremmo stati disposti a discutere da capo tutto l'iter, ovviamente con i tempi dovuti, perché il nostro non è un diniego a priori. Infatti, in altre occasioni, come per la fusione dei comuni che ha interessato il territorio della provincia di Reggio Emilia, abbiamo dimostrato responsabilità. In questo caso, ci dispiace, ma, a nostro avviso, non ci sono le condizioni per votare favorevolmente.

Pertanto, noi voteremo contro l'indizione del referendum ed ovviamente anche contro l'ordine del giorno, perché altrimenti non avrebbe senso.

Presidente, chiedo la votazione mediante dispositivo elettronico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Premetto che noi, come Movimento 5 Stelle, siamo da sempre favorevoli alle consultazioni popolari, che peraltro abbiamo il vizio di rispettare. In questo caso specifico, il sindaco di Granaglione aveva posto tre questioni, che crediamo abbiano trovato risposta sia negli emendamenti presentati in commissione sia nell'ordine del giorno che abbiamo sottoscritto. Per quanto ci riguarda, tali risposte sono valide a fronte della prospettiva - una prospettiva concreta, vista la lettera di ATERSIR che ne chiede il passaggio al gestore unico a settembre - che il comune di Granaglione possa perdere. Crediamo che questa sia una risposta, ancorché parziale, credibile, che ci porta a votare a favore dell’indizione del referendum.

Tuttavia, dobbiamo ribadire che consideriamo l'ordine del giorno collegato un impegno da parte della Regione a sollecitare l'accordo con ATERSIR, che peraltro abbiamo chiesto che venga in commissione a riferire proprio relativamente alle questioni del servizio idrico in gestione diretta per i piccoli comuni.

Infine, tengo a sottolineare il fatto - perché, secondo me, non è emerso in modo palese - che dietro alla questione della fusione vi sia la questione dell'acqua, che deriva dallo "Sblocca Italia".

Sinceramente, a me dispiace che il Partito Democratico faccia della fusione una questione meramente economica, non esprimendosi rispetto al tema dell'acqua pubblica. Ci piacerebbe che questo Partito Democratico, che dice di essere di sinistra, ogni tanto non si rendesse complice di leggi quantomeno incivili, quali lo "Sblocca Italia"; ci piacerebbe che ogni tanto dicesse anche qualcosa di sinistra. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente.

Premetto che eviterò di fare il comizio che ha fatto ieri il relatore di maggioranza, anziché rispondere sul punto ad osservazioni pertinenti, ma devo dire che sono convinto che se è vero che la filosofia è il sapere, quindi è antifascista, è vero anche che abbiamo avuto la prova plastica di un’esibizione socratica da parte del consigliere Taruffi, nel senso che ha dimostrato di non sapere.

Mi spiace che si sia voluto esplicitamente dare prova di scarsa attenzione ad osservazioni che peraltro avevano molto di tecnico e poco di politico, ma la sfida che ci è stata lanciata di non avere neanche presentato emendamenti è il massimo del minimo del buonsenso politico, perché noi avremmo dovuto emendare il quesito referendario o - attenzione! - come denominare i comuni oggetto della fusione, che è un'attività della quale l'Assemblea legislativa, ovviamente, non può altro che prendere atto, nel senso che le proposte vengono dai due comuni, per quanto riguarda le tre proposte dei nomi; per quanto riguarda il quesito referendario, invece, null'altro si può dire se non: "siete voi favorevoli alla fusione? ", perché questo è il classico quesito referendario.

A mio avviso, il problema che noi abbiamo era, invece, un problema di forma che diventa sostanza, sempre per stare in quegli atteggiamenti filosofici tanto cari al relatore di maggioranza, perché al di là delle "tartufesche" espressioni contenute nell'ordine del giorno, vi è un punto dirimente, mi riferisco al fatto che i cittadini hanno il diritto/dovere di sapere che cosa votano. In questo caso, non sulla fusione, ma sul retropensiero, perché noi con questo strano ordine del giorno diamo una prescrizione di 45 giorni, entro i quali i comuni dovrebbero adeguare degli atti, ma - attenzione! - in questa prescrizione così corposa non vi è neanche la sanzione nel caso in cui non sia rispettata. Insomma, stiamo parlando dell’aria fritta, impanata, decidete voi come sia, poco rileva.

Il nostro, quindi, non è un "no", come Fratelli d'Italia, all'idea delle fusioni, è dimostrato nei fatti. Il disattento relatore di maggioranza evidentemente non ha notato che noi abbiamo votato a favore della prima proposta che è venuta in questa sede: si trattava dei comuni della provincia di Reggio Emilia.

È evidente, quindi, che in questo caso si trattava di un problema irrisolto, che non si risolve con le scorciatoie "tartufesche", né con le leggi speciali. Perché se noi vogliamo realizzare le fusioni, ma la strada che vogliamo seguire consiste nel dire: "sì, ma questa è una fusione più uguale delle altre", il ragionamento non tiene, ci si complicherà la vita. Non a caso, avevo citato un articolo della proposta di legge, che qui non è in votazione, nel quale si dice testualmente che ognuno dei due comuni, nel caso in cui vi sia un esito positivo del referendum, conferisce il patrimonio. Ora, dovendo conferire i rispettivi patrimoni, delle due l'una: o si creano delle leggi speciali in una legge ordinaria, per la quale qualcuno ha una strada diversa dall'altro, e apriamo la strada a non fare più una fusione secondo quella che dovrebbe essere l'impostazione classica delle fusioni, o tanto vale dire giustamente alle persone come stanno le cose. A fronte di queste obiezioni, che possono essere belle, brutte, matematiche o filosofiche, ma sono reali, la risposta è stata un'aggressione di tipo politico, con riferimento alla quale, per quanto mi riguarda, devo dire che non ho vicesindaci, non ho assessori, non ho consiglieri, forse ho anche pochi voti, ma ciò non mi esime dall’usare l'intelligenza che ho nell'esaminare le proposte.

La proposta di oggi, piaccia o non piaccia, è solo una proposta di referendum. In ordine alle fusioni, come detto, ci siamo già espressi, e non vent'anni fa, ma se non erro due sedute fa di Assemblea legislativa. È ovvio che valutiamo caso per caso, a seconda dei documenti agli atti.

Io avrei evitato di fare uno sproloquio nel quale diciamo che diamo la parola ai cittadini, ma ci esprimiamo, come ha fatto il relatore di maggioranza, dicendo: "io farò la campagna elettorale per il sì", evidentemente stimando che i cittadini, senza la sua illuminante presenza sul campo, non sappiano decidere a prescindere dalla sua persona. Per contro, io penso che ognuno di noi abbia il diritto/dovere di esprimere, rispetto ad un procedimento istituzionale, delle riserve di tipo istituzionale. Non a caso sono state fatte delle riserve solo di tipo istituzionale. Ma se fosse stato così chiaro, perché ci sono stati dei supplementi di indagine? E addirittura un ordine del giorno, che dimostra nei fatti che il percorso è quantomeno claudicante (e se ve lo dico, potete crederci). È questo che dà fastidio di questo modo di volersi confrontare, perché non esistono verità assolute.

Forse il relatore di maggioranza ha letto poco Socrate e molto Sartre, ma questo è problema che afferisce alla sua cultura personale. Nei fatti, in questa sede ha dimostrato di essere sicuramente socratico, e dico che ha dimostrato di essere socratico per essere gentile, perché se avesse capito le nostre osservazioni, sicuramente avrebbe evitato una polemica del tutto inutile.

Dopotutto, si dice: "volete negare la parola ai cittadini". Non è questo il problema, il problema è che quando i cittadini si esprimono, si devono esprimere su un progetto chiaro di fusione, e non su un progetto di fusione che alcune persone hanno nelle loro teste. Perché, si è molto parlato dell'acquedotto, ma, per rimanere in argomento, a fare un buco nell'acqua ci si mette niente, anche su una proposta di referendum. Infatti, dovete tenere presente che soprattutto nei comuni di montagna - mi avvio subito a conclusione - il problema delle fonti, il problema degli usi civici sono problemi che se noi andiamo a trattare singolarmente, non ne usciamo più, perché è un ginepraio. Pertanto, molto semplicemente la norma generale ed astratta è una; la fusione viene fatta in un modo; i cittadini devono sapere quali sono le regole che seguono a quella fusione, che sono le regole previste e non quelle che qualcuno ha in testa di modificare magari in ultima istanza solo ed esclusivamente per una captatio benevolentiae, che il giorno dopo tutti dimenticheranno.

Da qui il voto contrario del gruppo che rappresento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Nomino scrutatori i consiglieri Rossi Nadia, Piccinini, Zappaterra.

Ha chiesto la parola il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Mi permetterò di fare una dichiarazione di voto quasi didattica, e non perché ce ne sia bisogno, perché i colleghi conoscono meglio di me tutti i meccanismi che ci hanno portato a questo voto, però, nella concitazione del dibattito politico, che è naturale che ci sia, da parte di chi ha fortemente voluto la legge, da parte di chi ritiene che in essa vi siano dei limiti, insomma, nella concitazione di quel dibattito, io credo che sia opportuno provare a rimettere in fila un percorso.

Il percorso è molto chiaro, e in questo percorso occorre rispondere ad una domanda: che cosa votiamo oggi? Oggi stiamo votando il fatto di chiedere ai cittadini di Granaglione e Porretta cosa ne pensano della eventuale fusione tra i loro comuni. Chiediamo, cioè, a quei cittadini se si sentono pronti ad essere cittadini di un unico comune, che avrà la denominazione che loro stessi eventualmente sceglieranno. Siamo in presenza di un passaggio di democrazia diretta. Un passaggio di democrazia diretta che c’è nella misura in cui i rappresentanti di quella comunità, i due sindaci in particolare, essendo espressione di un percorso di democrazia indiretta in questo caso, si sono assunti la responsabilità di dire: "proviamo a fare questa cosa". Ma siccome per fare questa cosa, la legge regionale giustamente prevede una richiesta ai cittadini, pongono una serie di questioni che sono utili, a loro avviso, per fare chiarezza ai cittadini su quello che sarà il nuovo comune. Per potere, quindi, affrontare quel voto con l'adeguata coscienza, quei sindaci, espressione - ripeto - delle loro comunità per un principio di democrazia indiretta, ci dicono: "guardate, ci sono tre questioni che vi chiediamo di risolvere: di poter fare il referendum a partire da ottobre; di sistemare una relazione che presenta una serie di incongruenze; infine di dirci chiaramente che cosa può succedere sul versante della gestione idrica, perché questo punto è di forte interesse in particolare di uno dei due comuni".

Che cosa fanno i relatori, i consiglieri, la Giunta? Cercano di capire se, sulla base di quelle tre richieste, vi siano elementi di risposta utili ai cittadini di Granaglione e Porretta per poter affrontare il referendum con piena consapevolezza e responsabilità. Ed è quello che è stato fatto, né più né meno. Ci si è accordati sul fatto che il referendum venga fatto da ottobre in avanti. Si è individuata in quella che è la normale attività amministrativa, che un’assemblea, un consiglio, una giunta devono fare, la strada per potere fornire elementi di certezza circa la gestione idrica nei due comuni che diventeranno un comune solo. Lo si è fatto, per farlo si è peraltro scelto uno strumento ulteriore, quello dell'ordine del giorno che abbiamo inserito ad integrazione del voto che faremo oggi.

Rimane il punto della relazione, sulla quale vi è la possibilità, nel momento in cui il testo di legge ritorna in Aula dopo il referendum, di poter intervenire, anche in funzione dell'ordine del giorno che abbiamo presentato.

In sostanza, chi aveva voglia di dare una risposta positiva al desiderio di quelle comunità o, meglio, dei sindaci di quelle comunità, di quelle amministrazioni, di chiedere ai cittadini se vogliono stare in un comune unico, si è attivato per creare le condizioni affinché il referendum potesse esservi.

Oggi siamo al punto nel quale stiamo decidendo di dire ai cittadini di Granaglione e Porretta: "in autunno vi potrete esprimere se volete o meno un comune unico, e se lo avrete avrà queste caratteristiche". Io credo, quindi, che non vi sia nulla di stravolgente, nulla di sotterraneo, nulla di nascosto, alcuna forzatura, se non l'attivazione di un percorso politico e amministrativo che ci porta al voto di oggi, che ovviamente auspico essere il più largo possibile, perché è un voto sull'occasione di fornire l'opportunità a quei cittadini di potersi esprimere.

È vero, non vi sono dubbi, questa non era l'unica strada che potevamo percorrere, ce n'era un'altra, che era quella di dire: "va bene, questa cosa torniamo a discuterla, non l’abbiamo discussa abbastanza, quindi torniamo a discuterla". Sappiamo bene che, in questo caso, avremmo corso il rischio che questo percorso andasse alle calende greche. C’era un'altra strada, che è la strada di cui indubbiamente la maggioranza di questa Assemblea si è assunta la responsabilità, e il relatore Taruffi per ognuno di noi nel momento in cui ha messo in fila il percorso, era la strada di dire: "no, andiamo avanti, diamo l'opportunità a quei cittadini di esprimersi". Abbiamo scelto questa seconda strada. Ovviamente, come maggioranza siamo consapevoli di chiedere a questa Assemblea di seguirci in questo percorso. È legittimo che qualcuno possa dire di no, però, deve essere chiaro il punto su cui si dice di no. Si dice di no alla richiesta, nei confronti dei cittadini di Porretta e Granaglione, di potersi esprimere sul futuro delle proprie comunità. Io credo che non si debba negare questa opportunità a quei comuni, ecco perché il voto del gruppo del Partito Democratico sarà un voto a favore.

Inoltre, ritengo che sarà normale, in un referendum, lo dico al collega Foti, che le forze politiche liberamente decidano se sostenere una causa o l'altra, perché questo fa parte - e concludo - dei compiti di un partito. Essendo il relatore espressione di una forza politica, probabilmente nel dibattito che avrà luogo all'interno di quella forza politica, dirà quale deve essere, a suo avviso, la loro indicazione di voto. E mi fa piacere che lo dica in modo trasparente, perché credo che questo aiuti a fare chiarezza sia fra i cittadini sia all'interno delle istituzioni.

Nel dire questo, ribadisco il voto favorevole del Partito Democratico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Gli interventi del Presidente ieri e dei colleghi oggi sollecitano un riscontro che va al di là della stretta motivazione di voto contrario, anche se mi corre l'obbligo di replicare al collega Calvano, nel tentativo che egli stesso mette in campo di costruire una rete di consensualità sui progetti di legge più significativi, gli ricordiamo che laddove il processo è stato guidato dal Partito Democratico con la volontà di coinvolgere e mantenere vive le relazioni, penso al progetto di legge su Ligonchio, abbiamo votato a favore dando, senza remora alcuna, quella corsia preferenziale.

In questo caso, si è ritenuto di radicalizzare lo scontro, è legittimo, ma è evidente che l'appello ad un consenso ampio è mal posto al termine del medesimo. Invece, e lo faccio evidentemente non per sollecitare una risposta in questa sede, ma lo faccio perché credo che sia un tema vero, davvero attendo dal Presidente Bonaccini una risposta sulla proposta di procedere a fusione su Bologna. Evidentemente non possiamo farlo noi, ma sollecitando questo dibattito nelle sedi pertinenti. Perché si tratta di uno strumento che la legge consente e che, se attivato, apre a quella forma di democrazia diretta, che viene spesso invocata in questa sede, per la scelta del sindaco metropolitano.

Va da sé che, se oggi noi parliamo di questa fusione è perché i consigli comunali hanno votato una delibera, ma proprio perché parliamo del capoluogo di Regione, io ritengo che il Presidente di questa Regione non possa sottrarsi, se ritiene di sposare quest’iniziativa, dall'accendere il dibattito, perché quella sì che è una fusione che farebbe davvero parlare tutt'Italia; quella sì che sarebbe una fusione che ribalterebbe una logica e comporterebbe risparmi estremamente significativi, non queste limature, che sono tutto sommato marginali, per quanto significative per quelle comunità, sull'economia di sistema di tutta la Regione. Vanno fatte. Bene ha fatto - lo dico sempre in replica al Presidente Bonaccini - a dire: "confido che per le prossime fusioni ci possa essere un consenso", perché sulle prossime fusioni, se si terrà l'atteggiamento tenuto sulla prima delle fusioni già deliberate da questa Assemblea, ci troverà disponibili e ci troverà favorevoli anche se sul territorio vi è chi preme perché il centro-destra possa cavalcare o strumentalizzare un dissenso; ma noi, tutte le opposizioni, abbiamo responsabilmente tenuto fede agli impegni presi e abbiamo votato per l'indizione del referendum.

Per quanto riguarda la volontà di dare la parola ai cittadini - questo lo dico senza neanche troppo crederci -, cessata questa discussione, abbiamo immediatamente dopo la possibilità di svolgere la commissione d'inchiesta e di attivare quegli strumenti che peraltro erano stati richiesti dalla stessa popolazioni di Comacchio sulla questione dell'ospedale. Se davvero vi sta tanto a cuore dare la parola ai cittadini, io mi aspetto un voto favorevole, perché non potete invocare il cosiddetto "principe sovrano", ovvero il popolo, sulle cose in cui vi è utile riempirvi di retorica e di demagogia la bocca, salvo negarlo un secondo dopo. Con coerenza, laddove voi riteniate che questa sia la strada da seguire, ne traete le conseguenze e - mi auguro - voterete a favore. Non me l'aspetto perché ho ben presente che vi è un atteggiamento diverso. Ma è proprio per questo atteggiamento diverso che - credo che in politica la forma sia sostanza - ci costringete a votare contro, e ci costringete perché è vero che noi dobbiamo dare la parola ai cittadini, ma dobbiamo portare loro non dei problemi da risolvere, ed anche nell'ordine del giorno c'è scritto "risolvetevela", noi dobbiamo portare ai cittadini dei problemi risolti; dimostrare che questa è una sede utile; dimostrare che questa è una sede competente, nella quale i problemi si risolvono, i nodi vengono sciolti.

Il motivo per cui voteremo contro è sostanzialmente questo. Abbiamo con attenzione recepito quanto diceva il Presidente Bonaccini, ci troverà pronti al confronto su questi temi. Ahimè, però, se ci si prende a schiaffi, peraltro senza motivi, non potete aspettarvi una risposta diversa. Non è per questo che voteremo contro; voteremo contro perché mancano i contenuti di merito per farci cambiare opinione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Ieri abbiamo fatto una lunga ed ampia discussione su quest’argomento, così come in commissione, quindi penso che le cose siano già emerse nella loro chiarezza e completezza, ovviamente per chi ha voluto coglierle. Solo alcune piccole annotazioni. Ovviamente, quando dicevo che - rispondo al consigliere Foti - dal centro-destra non sono mai arrivati emendamenti, non mi riferivo a quelli per modificare la delibera per indire il referendum, ma al progetto di legge nel suo insieme…

 

(interruzioni del consigliere Foti)

 

È così, è normale, è normale. Alcune annotazioni, dicevo. Ieri qualcuno, un po' strumentalmente, ha voluto intendere una parte delle mie riflessioni, quasi che io avessi fatto un rilievo agli amministratori dei piccoli comuni. Sarebbe quantomeno stravagante, essendo stato io per dieci anni amministratore del comune di Porretta Terme con 280 euro al mese, quindi so bene quali sono i grandi emolumenti degli assessori di quei comuni. È evidente, quindi, che il riferimento non era a questo, ma ad altro. Chiaramente, quando si rischia di giocare alla politica delle bandierine, ci si infila in strumentalità di questo tipo.

Inoltre, a completamento di quello che è stato il percorso, ieri sono state citate alcune dichiarazioni del direttore di ATERSIR. Relativamente alla tenuta e alla bontà dell’emendamento, devo dire che esso è frutto del lavoro degli uffici, del lavoro degli assessorati che fanno capo all'assessore Petitti e all'assessore Gazzolo, che voglio ringraziare, non formalmente, perché in questo percorso devo dire che la Giunta ha dato, non solo perché il progetto era di iniziativa della giunta, un apporto non solo di forma, ma di sostanza, un apporto indispensabile, senza il quale indubbiamente oggi non saremmo qui in grado di procedere alla richiesta che arriva dai territori, cioè di andare avanti ed indire questo referendum. Ovviamente, questa è un'Assemblea legislativa, ciò che esce da quest'aula sono dispositivi ai quali tutti si devono attenere, compreso chi ovviamente pro tempore dirige le strutture tecniche della Regione, compresa ATERSIR.

L'ordine del giorno che è stato così sbeffeggiato, in realtà di "tartufesco" non ha nulla, semplicemente dà ancora più cogenza a quella che è la nostra volontà, cioè dare ai cittadini tutti gli strumenti utili e le certezze di fronte ad un processo di questo tipo. In questo senso, l'ordine del giorno è rafforzativo di una volontà, di uno spirito. Devo dire che ho apprezzato molto - cosa non scontata - che l'ordine del giorno sia stato sottoscritto non solo e non tanto dalle forze politiche del centro-sinistra, quindi dal Partito Democratico e da Sinistra, Ecologia e Libertà, ma anche dal Movimento 5 Stelle e da L'altra Emilia-Romagna, a dimostrazione che questo progetto, questo percorso per chi ha realmente a cuore il raggiungimento dell'obiettivo è stato condiviso. Non ci siamo chiusi in un fortino, non abbiamo fatto battaglie ideologiche, forse le ha fatte qualcun altro, tanto è vero che - appunto - quest'ordine del giorno, l’indizione del referendum, almeno stando alle dichiarazioni di voto fatte finora, non troverà il voto favorevole solo del centro-sinistra, ma della stragrande maggioranza delle forze politiche rappresentate in quest’Aula, ad eccezione del centro-destra, a dimostrazione concreta e reale che buona parte di quanto è stato detto stamattina semplicemente non corrisponde al vero.

Per quanto riguarda il resto, credo che quando si fa politica, quando si hanno dei ruoli istituzionali, assumersi delle responsabilità sia indispensabile, quindi sinceramente non capisco quale sia lo stupore nell’apprendere che qualcuno - ed io l'ho detto e lo dirò tranquillamente con grande chiarezza - farà la campagna elettorale a favore del sì. Anzi, è un'assunzione di responsabilità che credo dovremmo fare tutti in quest'aula.

Detto questo, i cittadini decideranno. Se abbiamo fatto bene i conti, a metà novembre circa ci sarà il referendum; a dicembre torneremo in aula con un progetto di legge definitivo, con il risultato che avranno dato i cittadini. A quel punto, saremo in grado di decidere con tutti gli elementi se proseguire o meno su questo percorso.

Per adesso, credo che abbiamo fatto il nostro compito. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'ordine del giorno oggetto 336/1, a firma dei consiglieri Taruffi, Calvano, Gibertoni e Alleva, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Favorevoli

 

32

Contrari

 

10

Astenuti

 

--

 

(Presidente Saliera non votante)

 

L’ordine del giorno è approvato.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 336, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Favorevoli

 

32

Contrari

 

10

Astenuti

 

--

 

(Presidente Saliera non votante)

 

L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 326

Delibera: «Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015. Bilancio pluriennale per gli esercizi 2015-2017.» (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 10 marzo 2015, n. 24) (9)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo i nostri lavori con l’atto amministrativo oggetto 326. Proposta recante: "Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015. Bilancio pluriennale per gli esercizi 2015-2017".

La commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 17 marzo 2015.

La parola ai questori dell'Ufficio di Presidenza, prima al questore Pruccoli, indi al questore Foti. Prego.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente.

Come lei ha ricordato, si sono già svolti i lavori in commissione, che hanno visto il voto favorevole rispetto a questa proposta di bilancio dell'Assemblea legislativa, per quanto riguarda il primo anno di esercizio della X legislatura. È un bilancio che, ovviamente, presenta delle caratteristiche molto, molto tecniche, che pure abbiamo cercato di sviscerare in commissione, peraltro rispondendo alle domande particolareggiate che qualche consigliere aveva posto per iscritto.

Innanzitutto, vorrei cercare di sottolineare alcune connotazioni politiche che questo bilancio reca con sé, pur nella rigidità della sua composizione e nella rigidità della spesa. Con questo bilancio, si è cercato in Ufficio di Presidenza nella sua composizione, lavorando di concerto con gli uffici, con un continuo scambio di opinioni, di vedute e di operatività con gli uffici della Giunta e con l'assessorato al bilancio, di tenere una linea di continuità e di confronto rispetto alla parola d'ordine "sobrietà", che è stata più volte ripetuta e ricordata da parte del Presidente Bonaccini in quest’aula nell’illustrazione delle linee di mandato. Sobrietà che, quindi, si è tradotta nella volontà, nel tentativo, che poi è diventato fattivo, di una forte spending review rispetto ad ogni singolo capitolo di spesa.

L'altro obiettivo che si voleva conseguire, che addirittura si doveva cercare di conseguire nell'arco del triennio, ma che in realtà siamo riusciti a portare a casa quasi integralmente solo con l'esercizio 2015, era l'abbassamento della quota di avanzo di amministrazione, anche perché vi erano dei problemi tecnici, che poi spiegherò meglio, con riferimento alla formulazione e alla compilazione del bilancio preventivo stesso.

L'altro obiettivo che vorremmo portare avanti, che ci siamo dati, che abbiamo condiviso e che farà parte di una seconda fase del bilancio 2015, ma che più che altro cercheremo di applicare sul bilancio triennale, è rappresentato da ulteriori tagli di spesa che tengano conto della spesa rigida. All'interno di questo bilancio, la spesa rigida è arrivata a percentuali piuttosto elevate, proprio per questo riteniamo che sia fattibile e possibile (comunque vi è la volontà politica di farlo) intervenire anche su di essa. Stiamo parlando di spese per canoni di affitto, di spese per utenze, di spese relative ai contratti di servizio che questa Assemblea legislativa ha stipulato.

Il quarto punto su cui si può riscontrare un'azione politica, pur nella rigidità dello schema di bilancio, è che si è cercato di utilizzare i risparmi, in coerenza con il dettato costituzionale, per migliorare l'efficienza e l'efficacia della struttura. Un esempio su tutti credo che possa essere individuato nel piano editoriale di comunicazione istituzionale dell'Assemblea, che evidentemente non ha caratteristiche di propaganda, ma di divulgazione a beneficio dei cittadini del lavoro di questa Assemblea, che in questi anni ha visto ridurre considerevolmente la spesa, pur incrementando il livello e l'efficienza del servizio stesso.

Si sono gettate le basi - quinto aspetto di rilevanza politica - per intraprendere il percorso di autonomia del bilancio dell'Assemblea rispetto al bilancio della Giunta, sulla scorta del decreto legislativo 118/2011 che impone l'armonizzazione dei bilanci, come peraltro prevede il nostro Statuto. Questo, infatti, potenzialmente dovrebbe essere l'ultimo bilancio che viene incorporato nel bilancio della Giunta, perché dall'anno prossimo l'Assemblea, pur non pensando ad una duplicazione né dei costi né della burocrazia, dovrebbe vivere sotto una partita Iva autonoma.

L'altro aspetto che ci preme sottolineare come Ufficio di Presidenza è che, con riferimento all'avanzo di amministrazione, che si andrà a consolidare quando avremo approvato il consuntivo del 2014, l'Assemblea ha la volontà di impiegarne una parte unicamente per la spesa straordinaria della IX legislatura che ci portiamo nel primo esercizio della X legislatura, ossia la liquidazione dell'indennità di fine mandato dei consiglieri della IX.

Ultimo punto che intendiamo porre all'attenzione dei colleghi dell'Assemblea è il fatto che l’Ufficio di Presidenza intenda - ve ne sono tracce nei numeri del bilancio - investire culturalmente sulle scuole, in continuità con i progetti portati avanti finora, con intendimento di rafforzali, relativi alla memoria, ai concetti di Europa e di cittadinanza. In senso più ampio, quindi, cercheremo di investire molto sull'educazione civica delle nuove generazioni. Tutto questo, ovviamente, andrà fatto in accordo con le autonomie scolastiche.

Veniamo ora ai freddi numeri. Il primo raffronto che è necessario fare è rispetto al volume complessivo del bilancio 2014 dell'Assemblea legislativa sul 2015. Ebbene, abbiamo un bilancio consuntivo di spesa ormai certo, quindi il volume di bilancio dell’Assemblea legislativa nell'annualità trascorsa è di 35.896.911,65 euro. Il bilancio 2015 dell'Assemblea, per le medesime voci, è di 32.061.609,94 euro, con un taglio che, come si vede, supera ampiamente del 10 per cento il volume complessivo del 2014. Tecnicamente, come abbiamo spiegato in commissione, non vedremo questi 32 milioni di euro sul nostro bilancio, cioè sul bilancio dell'Assemblea, perché per una norma straordinaria che interviene a seguito delle necessità di armonizzare il bilancio, una parte di spesa del personale, pari a 9 milioni 567 mila euro, che servono per pagare il personale di questa Assemblea legislativa, non è imputata direttamente sul nostro bilancio, ma eccezionalmente nell'annualità 2015 imputata direttamente sul bilancio della Giunta. Però, per potere confrontare il dato del 2014 con il 2015 e proiettarlo sulla potenzialità di spesa del 2016, è opportuno che, almeno in maniera figurativa, lo contempliamo all'interno.

L'altro dato di parametrazione tra l'annualità appena trascorsa e l'annualità che abbiamo iniziato sta nel fatto che lo stanziamento richiesto alla Giunta per la copertura delle spese dell'Assemblea legislativa è al momento, in sede di bilancio preventivo, il medesimo, poi, come dirò, vedrete che il taglio ci sarà e sarà anche consistente. Lo stanziamento 2014 che la Giunta ha effettuato sul proprio bilancio per la copertura delle spese dell'Assemblea sommava 31.252.828,94 euro, ebbene, al netto dei decimali confermo che è il medesimo sull’annualità 2015, perché stiamo parlando di 31.252.728,77 euro, all'interno della quale ci sono anche 808.881,17 euro di entrate proprie sul capitolo Agicom, più difesa civica, più progetti speciali.

La grande differenza dal punto di vista tecnico che tende a rendere difficilmente confrontabili i due bilanci sta nella possibilità - che fino al 2014 c’era e dal 2014, proprio per effetto dell’armonizzazione del bilancio, non c'è più - di applicare già in sede di bilancio preventivo l'avanzo presunto di amministrazione dell’annualità precedente, cosa che quest'anno tecnicamente non possiamo più fare, che quindi sarà possibile utilizzare ed iscrivere a bilancio solamente nel momento in cui avremo approvato il consuntivo dell'anno scorso. L'avanzo di amministrazione presunto del 2014, che, ripeto, fino all'anno scorso poteva essere imputato già da questa fase, è di 3.797.993,43. Quando tale cifra sarà, a seguito dell'approvazione del consuntivo 2014, nella disponibilità dell'Assemblea, l'Ufficio di Presidenza ha concordato di utilizzarne la parte necessaria al pagamento dell’indennità di fine mandato, come dicevo, della IX legislatura, pari a 1.476.590 euro, che saranno trattenuti per il pagamento di queste indennità una tantum; mentre circa 2 milioni di euro (potenzialmente in aumento) saranno rimessi nella disponibilità della Giunta, e sarà lì che si andrà a sostanziare il taglio rispetto allo stanziamento della Giunta che, come detto, sul 2015 e sul 2014 è il medesimo, ma nel momento in cui ci sarà questo ritorno di 2 milioni di euro, scenderà di almeno questa cifra.

In commissione avevo spiegato che era auspicio del gruppo di maggioranza del Partito Democratico iscrivere ad un capitolo specifico questi risparmi, affinché, in ossequio alla legge n. 1, fosse possibile identificare da subito gli ambiti all'interno dei quali andare a spendere questo taglio, ma, per il fatto che oggi noi non abbiamo gli effetti della legge n. 1 sul consuntivo 2014, questo non è possibile. Pertanto, sarà cura dell'Ufficio di Presidenza, nel momento in cui si destinerà la quota dell'avanzo di amministrazione da trasmettere alla Giunta, chiarire che la parte relativa al taglio dell’indennità, di cui alla legge n. 1, sia destinato agli scopi che abbiamo unanimemente condiviso e votato nella precedente seduta dell’Assemblea.

Come dicevo, per il futuro stiamo lavorando, avendo avuto il collega Foti (l’altro questore) ed io questo mandato di lavorare al bilancio, perché vogliamo iniziare da subito a cercare di capire quali sono le sacche di risparmio possibili relativamente alla spesa rigida, che - lo ripeto - riguarda gli uffici della struttura, le utenze, i contratti di servizio.

Presidente, concludo aggiungendo che, proprio perché riteniamo che il bilancio sia estremamente tecnico, estremamente bloccato dalle necessità e che abbia semplicemente quelle connotazioni di natura politica che abbiamo visto e che ci auguriamo siano condivise, auspichiamo un voto unanime rispetto a questo schema di bilancio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente.

Solo per fare alcune considerazioni molto semplici. La prima: abbiamo dato una risposta - credo - positiva come Ufficio di Presidenza, e sotto questo profilo il questore Pruccoli ed io non possiamo che ringraziarla per averci dato piena fiducia in questi due mesi per fare questa operazione, che non è un’operazione di restyling del nostro bilancio, ma si tratta di averlo stabilizzato per i prossimi tre anni. Peraltro, nel nome di una chiarezza nella lettura del bilancio, ma anche nella sua applicazione, perché negli anni precedenti - devo dirlo - l'avanzo di amministrazione superava mediamente il 10 per cento di quello che era il valore del bilancio stesso, il che significa aver realizzato un'operazione non cristallina sotto il profilo della lettura dei conti. Probabilmente, qualche volta i progetti possono anche slittare, ma quando lo slittamento è ciclico vuol dire che è un modo di interpretare il bilancio che si basa molto sull'avanzo di amministrazione. Noi oggi abbiamo preferito seguire la strada di dare i conti reali, per poter poi intervenire su quelli che possono essere dei tagli altrettanto reali.

A questo bilancio, ovviamente, il contributo maggiore in termini numerici lo danno i tagli ai costi della cosiddetta politica che noi ci siamo imposti con la scorsa legge, che sono immediatamente applicati su questo bilancio. Inoltre, ci sono delle forme di risparmio che sono state attuate, ad esempio, sui fitti passivi, tenendo presente che, in questo caso, alcuni contratti sono in essere, quindi bisogna intervenire con prudenza, per evitare di avere in seguito dei contenziosi. A tal proposito debbo dire che sono lieto che sia presente il Presidente Bonaccini, perché avremmo la necessità che l'assessore al demanio e al patrimonio collaborasse, anche per il tramite dei suoi uffici, per risolvere alcuni problemi di gestione, per esempio relativamente al funzionamento degli uffici dell'Assemblea, che oggi sono aperti 24 ore su 24, quando francamente potremmo anche decidere che, almeno la domenica, gli stessi risultino chiusi, il che comporterebbe un risparmio sulle spese di guardiania. Ma per fare questo occorre che le strutture si parlino perché, se dobbiamo dirla fino in fondo, in questo periodo - sarà una mia impressione, non so se lo sia anche del collega Pruccoli - abbiamo avuto una certa difficoltà di intervento, a causa di una rigidità di dialogo, attraverso strutture che - parliamoci chiaro - in fin dei conti fanno parte della stessa famiglia, perché l'Assemblea legislativa non è una cosa del tutto distante e distinta dalla Regione nel suo complesso. Ebbene, se vi potesse essere questo tipo di collaborazione positiva, senza invasioni di campo, soprattutto lasciando che il dimensionamento del bilancio sia prospettato alla Giunta in quella che è la valutazione dell'Assemblea, penso che noi raggiungeremo due obiettivi: l’autonomia piena dell'Assemblea legislativa e la possibilità di operare una certa ulteriore azione di risparmio che, vedendolo così di primo acchito, è possibile, ma che per essere realizzata ha bisogno dell'apporto di tutte le strutture, perché se creiamo troppi "uffici complicazioni affari semplici", noi perdiamo più tempo a chiedere a chi spetti una decisione che assumere un provvedimento conseguente.

Aggiungo un'ultima considerazione: devo dire che questo bilancio, se sarà confrontato con quelli di altre assemblee legislative, pur facendo le dovute proporzioni in base ai componenti delle varie Assemblee legislative, sia non solo un bilancio che oggi entra veramente in un criterio di sobrietà, ma ho fondate ragioni di pensare che forse sia il bilancio più risparmioso tra le regioni d'Italia. Lo dico perché assieme ai titoli - scusatemi - ad otto colonne nei confronti del malvezzo della politica, se ne potrebbe ben fare uno a tre colonne dicendo che qualcuno si è ridimensionato. Diversamente, nell'immaginario collettivo sembra quasi che vi sia una classe politica del tutto sempre irresponsabile, quando invece magari qualcuno responsabilmente ha assunto delle decisioni, che nel tempo non sono facili da far digerire, ma che i gruppi hanno dimostrato ampiamente di voler condividere.

Sotto questo profilo, ritengo che vi sia un problema di organizzazione dell'Assemblea legislativa nelle sue strutture che dovremo affrontare per snellire il più possibile la velocità del procedimento. Dico anche che è necessario che anche la Giunta collabori, per il tramite degli assessori competenti, per far sì che le due strutture - Assemblea e Giunta - dialoghino e non vengano ritenute due entità astratte, quasi che, anziché confrontarsi, debbano scontrarsi, anche perché in quest'aula noi dobbiamo venire a rappresentare una sintesi, che diversamente diventerebbe difficoltosa.

Diceva poc’anzi il collega Pruccoli - e concludo - che c'è un taglio dei costi effettivi di oltre il 10 per cento, ebbene, se lo facessero tutte le assemblee elettive, sarebbe cosa buona e giusta, e probabilmente diventerebbe una notizia non più dedicata ad un territorio come l'Emilia-Romagna, ma che, applicata a livello nazionale, potrebbe diventare un fatto politico più rilevante.

Per quanto ci riguarda, abbiamo fatto il possibile. Nei prossimi due mesi, ritengo di poter dire che siamo perfettamente a disposizione di tutti i colleghi che vogliano dare dei suggerimenti, dopo avere visto ed analizzato il bilancio, soprattutto per il futuro, perché i soldi che risparmiamo in quest'aula sono soldi che vengono riutilizzati a fini meritori. Penso, quindi, che tutta quella parte di iniziative che noi abbiamo deliberato in questi giorni sotto il profilo dei rapporti dell'Assemblea legislativa con il mondo della scuola, che è un mondo importante, dimostri la particolare volontà di un organo legislativo di non volersi isolare nel "palazzo", ma di voler fare emergere, fuori dal "palazzo", una discussione, un dibattito, una conoscenza, un approfondimento non solo delle strutture regionali, ma anche rispetto ad alcuni temi che hanno caratterizzato la storia d'Italia che non possono che essere valutati in modo particolarmente positivo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Innanzitutto, vorrei scusarmi perché oggi il collega Rancan non può essere presente, a causa di un incidente, ma parlo anche a nome suo e a nome del movimento che qui rappresento. Noi voteremo a favore di questo bilancio.

Colgo l’occasione per ringraziare i due questori per il lavoro che hanno svolto, non semplice, perché controllare un bilancio come dicevano i colleghi Pruccoli e Foti, non è sempre facile.

Abbiamo avuto la possibilità di tagliare alcuni costi di questa Assemblea, quindi ritengo che, come si è già detto, se tutti facessero un passo come quello che stiamo facendo noi e che ci accingiamo a votare, credo che si parlerebbe un po' meno peggio della politica e dei politici in generale. Ritengo anch’io che vi sia stato un ottimo ambiente all'interno dell'Ufficio di Presidenza nel momento in cui si è discusso di questo bilancio. Le proposte che sono state fatte finora sull’editoria, sulla scuola e sui giovani sono molto interessanti e credo che vadano incentivate. A tal proposito, devo dire che la settimana scorsa ho avuto la fortuna di assistere alla visita di una classe elementare e ci dispiaceva anche il fatto che i microfoni non fossero attivati perché c'era la possibilità di fare un dibattito con dei ragazzini che poi si devono comunque ambientare nel mondo della politica e credo che queste iniziative vadano sempre di più incentivate e vadano aiutate come struttura regionale.

Credo che ci sia bisogno di dare una nuova veste alla politica regionale e a questo palazzo facendolo in tutti i modi conoscere alla scuola prima di tutto perché è da lì che inizia tutto il percorso formativo dei ragazzi, ma anche alla gente comune che ha voglia e magari vorrebbe venirci a trovare o vorrebbe venire a capire come funziona chi deve decidere per loro, quindi credo che questa nostra struttura, l'Assemblea legislativa, debba in qualche modo avere un occhio di riguardo anche per questo tipo di programma.

Ringrazio di nuovo la presidente e tutti i membri dell'Ufficio di Presidenza perché abbiamo fatto questo lavoro insieme alla Giunta, che con l'ultima legge si è tagliata un po' di soldi e quindi ha fatto sì che si possano avere dei risparmi.

Ribadisco il voto favorevole del movimento Lega Nord.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. Intervengo per esprimere il parere positivo anche del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà sul bilancio dell'Assemblea legislativa e per esprimere anche da parte nostra apprezzamento per il lavoro svolto dall'Ufficio di Presidenza, in particolare dai questori. Un lavoro tecnicamente non semplice, come è emerso dagli interventi di Pruccoli e di Foti, che per di più ci ha visti impegnati all'inizio della legislatura, quindi in una fase particolare per tanti aspetti, e quindi un lavoro ancora di più apprezzabile. È apprezzabile, oltre che per la difficoltà, sicuramente anche per i contenuti che esprime, perché al di là dell'aridità dei numeri che un bilancio ha sempre, qui vediamo proseguire quel filo che ha unito le nostre azioni dall'inizio della legislatura, che partono da un'esigenza di maggiore sobrietà e vicinanza ai cittadini per farsi conoscere, non per veicolare opinioni, ma per farsi conoscere e per far conoscere la nostra attività. Questi due filoni sono pienamente al centro del bilancio dell'Assemblea legislativa e questo è il motivo principale dell'apprezzamento che facciamo come gruppo, innanzitutto perché si procede e si formalizzano una volta di più i tagli ai costi della politica derivanti dal taglio delle indennità che avevamo approvato per legge nella scorsa seduta e lo stesso il taglio ai costi dei gruppi e delle strutture.

È un'iniziativa importante che formalizziamo ancora di più oggi, che deve essere però l'inizio di un percorso che poi ci vedrà impegnati successivamente a continuare a garantire questa attenzione rispetto agli sprechi che ancora ci sono e che si possono rintracciare, come già delineavano i questori in precedenza. Da questo punto di vista un altro aspetto importante che contribuisce a formulare un giudizio positivo è la stabilizzazione della spesa e quindi una maggiore razionalizzazione dei costi già da subito, che consente anche di avere maggiore chiarezza sia nella gestione interna, sia nell'approccio che dall'esterno si può avere al lavoro delle nostre strutture e che serve per dare la base ad un risultato di lungo periodo nell'ordine di diminuire e ottimizzare sempre di più i costi anche delle strutture amministrative.

Un terzo aspetto importante credo sia quello invece più legato ai progetti che vengono confermati, che è la dimostrazione che pur razionalizzando e pur risparmiando, non ci si deve necessariamente fermare, anzi, ci si riesce lo stesso a rivolgere verso l'esterno, soprattutto verso le scuole, proprio per avere ancora di più la possibilità di stare vicino ai cittadini, di favorire l'educazione civica, che poi avrà riflessi nei comportamenti che soprattutto i cittadini più giovani avranno andando avanti.

Da questo punto di vista i temi che riguardano i progetti con le scuole sono tutti molto importanti, a partire, appunto, dal lavoro sui diritti e la cittadinanza attiva, che deve essere sempre stimolata soprattutto tra le giovani generazioni, a partire dai progetti sulla legalità anche da un punto di vista di ricerca e di cultura, perché siamo tra quelli che condividono la frase riportata nella prima pagina del volume che ci è stato consegnato qualche giorno fa, edito da Libera con il patrocinio dell'Emilia-Romagna, che dice che la mafia teme di più la cultura che il carcere. Lo diceva Antonino Caponnetto, che non può essere accusato di essere uno che ha soltanto studiato nella sua vita, ma che si è impegnato in prima linea, un magistrato minacciato e che ha avuto anche successi nella lotta alla mafia.

Queste parole ci dicono che tutti i lavori sono importanti e tutti i lavori, anche quelli culturali che come Assemblea legislativa ci proponiamo di stimolare in questo ambito, sono fondamentali per la crescita della società e per il mantenimento di standard di legalità importanti.

Un ultimo aspetto sempre legato a questi progetti che l'Assemblea legislativa porta avanti e che crediamo sia importante continuare a sostenere è quello legato alla memoria. È molto importante che sia stato non soltanto confermato, ma ampliato l'indirizzo verso le attività legate alla memoria sia per quanto riguarda il nazifascismo, sia per quanto riguarda il Giorno del ricordo, sempre perché questo filone contribuisce a mantenere un alto livello di educazione civica tra la popolazione. Da questo punto di vista avevamo assunto un impegno con una risoluzione passata in Aula, lo ricordo da reggiano, insieme a Silvia Prodi e Roberta Mori, che diceva di insistere su questo tema e credo sia un segnale molto importante, al di là della portata economica, quello di aver portato da 100 a 150 mila euro il sostegno ai viaggi della memoria proprio nell'ordine delle motivazioni che dicevamo prima.

Per questi motivi noi esprimiamo un parere favorevole su questo bilancio come Sinistra Ecologia Libertà, credendo non soltanto che sia un risultato importante, ma che sia anche una base importante per andare avanti sulla razionalizzazione, sulla sobrietà, stimolando la cittadinanza attiva, soprattutto da parte nostra continuando ad avvicinarci ai cittadini, cercando di avvicinare le istituzioni ai cittadini, che più di una volta hanno dimostrato di sentire forte questa distanza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Torri.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Intanto ringrazio i servizi che, a seguito dei chiarimenti che avevamo richiesto in Commissione come Movimento 5 Stelle, hanno inviato a tutti i consiglieri maggiori dettagli sulle questioni che avevamo sollevato. Ringrazio anche i questori per il lavoro svolto, un lavoro non semplice, e chiedo loro magari, però, di portare in Commissione tutti gli argomenti, perché, ad esempio, sarebbe stato interessante parlare insieme in Commissione del discorso affitti e delle chiusure domenicali, di cui invece, quando ci è stato presentato in Commissione il bilancio, non ne abbiamo parlato. Comunque accolgo con piacere la disponibilità a recepire suggerimenti, anche perché noi, come minoranza, in Ufficio di Presidenza, ahinoi, come ben sappiamo, non ci siamo, di qui magari l'invito a trattare il tema degli ulteriori risparmi anche in Commissione visto che anche quello è un luogo deputato per farlo.

Venendo al bilancio, mentre ovviamente il giudizio rimane positivo perché anche in seguito alla legge che abbiamo approvato si realizzano alcuni risparmi, ci rimangono alcuni dubbi che abbiamo sollevato in Commissione e sui quali ci sono state date rassicurazioni, ma che ancora in parte permangono. A noi sarebbe piaciuto che rispetto alla quantificazione dei risparmi ottenuti e alla loro destinazione, come deciso tutti insieme, nel fondo per il micro credito, legalità e lavoro, fosse inserito subito quel capitolo, anche perché in realtà nel bilancio teniamo già conto di quei risparmi, invece è stato detto: quel capitolo lo inseriamo più avanti. Lo stesso ci è sembrato un po' forzato e un po' artificioso il discorso della ripartizione dei costi del personale fra Giunta e Assemblea, dovuta al fatto, secondo noi prevedibile, che l'Assemblea doveva dotarsi di un proprio codice fiscale e partita IVA.

Quindi, mentre il giudizio è positivo, per questi motivi però ci asteniamo aspettando di vedere il famoso "più avanti". Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Serri. Ne ha facoltà.

 

SERRI: Grazie, Presidente. Intervengo solo per fare alcune riflessioni perché credo che questo percorso, questo primo bilancio della X legislatura, questo bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa, sia un risultato importante che ha visto innanzitutto una volontà politica, che era presente nel discorso di presentazione delle linee politiche del Presidente Bonaccini, improntato sulla sobrietà, sulla riduzione dei costi della politica e soprattutto sul dover dare un segnale importante ai nostri cittadini, un segnale che voleva riallacciare anche un rapporto di fiducia rispetto comunque ad una problematica, ad un'incrinatura del rapporto che l'opinione pubblica e i cittadini hanno in questi anni manifestato con la politica.

Credo che questo primo bilancio contenga concretamente il risultato di un percorso politico che è partito da una proposta di legge presentata dal gruppo di maggioranza e che poi ha visto un voto unanime di questa Assemblea, che ha voluto unitariamente perseguire l'obiettivo delle linee programmatiche di questa legislatura del Presidente Bonaccini. Credo che sia questa la sottolineatura politica importante che noi dobbiamo dare a questo bilancio.

È un primo passo, qualcuno lo diceva anche prima, un primo passo che si è voluto fare proprio all'inizio di questa legislatura, e quindi probabilmente ha richiesto anche più impegno rispetto ad altri percorsi che vengono fatti a legislatura inoltrata o comunque quando si è già entrati nel merito dell'attività dell'Assemblea legislativa. Volevo sottolineare questo risultato, credo che sia un risultato che debba farci sentire orgogliosi e che debba vederci impegnati a parlare con i cittadini per far vedere concretamente che gli obiettivi politici si sono concretizzati con azioni vere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Serri.

Non ho più iscritti, ritengo chiuso il dibattito generale. I questori, se vogliono, possono intervenire. Non chiedono la parola.

Aprirei le dichiarazioni di voto, ricordo che ci sono cinque minuti per ogni gruppo, se lo ritenete necessario naturalmente. Considerato che nei vostri interventi molto è già stato dichiarato anche nella fase del dibattito generale, procederei direttamente con il voto per alzata di mano.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 326.

 

(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 242

Delibera: «Modifica al programma straordinario di investimenti in sanità, ex art. 20 L. 67/1988, approvato con delibera di Assemblea legislativa n. 185 del 22 luglio 2008, e al programma regionale "La rete delle cure palliative" di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 1245 del 1° agosto 2005.» (Proposta della Giunta regionale in data 23 febbraio 2015, n. 151) (10)

(Discussione approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): La Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali ha espresso parere favorevole nella seduta del 10 marzo 2015 con la seguente votazione: 28 voti a favore, 9 contrari, 3 astenuti.

Si apre il dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Zoffoli. Ne ha facoltà.

 

ZOFFOLI: Grazie, presidente. Il punto all'ordine del giorno riguarda la modifica del programma regionale degli investimenti in sanità. L'oggetto è l'ospedale Regina Margherita di Castelfranco Emilia. L'importo dei lavori è sui 3 milioni 400 mila euro, di cui sui 2 milioni da finanziamento statale, 105 mila euro da finanziamento regionale e 1 milione 300 mila euro messi dall'ASL di Modena. Nell'ospedale Regina Margherita si vuole realizzare una Casa della salute grande, con 20 posti di ospedale di comunità (l'ospedale di comunità sappiamo tutti che è una struttura intermedia) e un Hospice. I lavori dovrebbero iniziare, se oggi approviamo, nel 2015 e realizzarsi entro il 2015 per quello che riguarda l'ospedale di comunità, nel 2016 dovrebbe terminare invece la realizzazione dei lavori dell'Hospice. È un percorso che è stato approvato dal Ministero della salute nel settembre 2013 e dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Modena nel 2014.

Questa modifica serve perché il percorso per arrivarci è stato un po' complicato, parte da lontano. La prima realizzazione dell'Hospice era prevista per l'ospedale di Baggiovara e in effetti sono stati realizzati i lavori all'ospedale di Baggiovara, che si sono conclusi nel 2008. Siccome serviva un reparto dove trasferire la struttura psichiatrica di diagnosi e cura, si utilizzò subito Baggiovara in attesa di sistemare una palazzina adiacente al Policlinico e quindi si fermò il trasferimento dell'Hospice. Nel 2012, quindi, sono iniziati i lavori per ristrutturare la palazzina adiacente al Policlinico, ma dopo poco tempo il terremoto l’ha distrutta completamente e quindi ci si è trovati in difficoltà per reperire uno stabile che potesse ricevere quella struttura psichiatrica di diagnosi e cura che al momento era collocata provvisoriamente nell'ospedale di Baggiovara che era stato ristrutturato. A questo punto si è fatta una riconsiderazione complessiva di tutta la programmazione per la quale il Ministero della salute ha dato il suo parere perché 2 milioni di finanziamento derivano dai suoi fondi. Si decise che l'ospedale di Baggiovara doveva diventare la sede definitiva della struttura psichiatrica e oltre a questa è stata anche inserita in questo contesto la funzione di emergenza-urgenza, mentre l'ospedale Regina Margherita di Castelfranco Emilia doveva essere trasformato in Casa della salute con ospedale di comunità e Hospice. Per cui se noi oggi deliberiamo si chiude il cerchio e finalmente speriamo che stavolta, in maniera definitiva, tutte le partite si sistemino in via definitiva.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Zoffoli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Ne abbiamo già discusso abbondantemente in Commissione, è una situazione abbastanza complessa, io per primo per comprendere tutti i giri di finanziamenti spostati da un sito all'altro mi sono dovuto mettere a fare diversi schemi per capire il tutto, ma alla fine ho capito una cosa ben precisa e siamo arrivati in Commissione con le idee molto chiare: abbiamo capito che sostanzialmente, con tanti giri di parole, con la modifica al programma straordinario di investimenti in sanità e al programma regionale per le cure palliative che stiamo per votare, si arriverà soltanto ad un declassamento dell'ospedale di Castelfranco Emilia in Casa della salute più Hospice, appunto, come veniva ricordato prima. Declassamenti che ormai sono diventati un male diffuso, troppo diffuso su tutto il territorio regionale, problema che dovremo assolutamente affrontare perché non possiamo continuare a tagliare sui servizi forniti ai cittadini, soprattutto quando si parla di salute.

Noi della Lega Nord, in piena coerenza con la battaglia che stiamo portando avanti sul territorio in difesa del presidio ospedaliero in questione, siamo assolutamente contrari a queste modifiche perché riteniamo che Castelfranco Emilia, città di 32 mila abitanti, capoluogo di un distretto che conta 70 mila abitanti, meriti assolutamente di più. L'ospedale di Castelfranco Emilia è da tempo che sta venendo smantellato praticamente, questo sarebbe soltanto il colpo di grazia e noi resteremo a fianco dei cittadini che da tempo lottano per mantenere e riottenere soprattutto una struttura ospedaliera adeguata al bacino di abitanti interessati.

Il nostro voto sarà, dunque, assolutamente contrario, sperando di trovare al nostro fianco tutte quelle forze politiche che proprio sul territorio di Castelfranco Emilia sostengono insieme a noi questa battaglia.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Serri. Ne ha facoltà.

 

SERRI: Grazie, presidente. Senza ritornare nel merito di come si è evoluta questa vicenda, che è stata ampiamente comunque descritta dall'intervento precedente, credo che la scelta che è oggi sottoposta al voto risponda pienamente e in modo positivo a delle logiche positive. Intanto credo che vada sottolineato il fatto che l'esigenza di collocare temporaneamente il reparto della struttura psichiatrica di diagnosi e cura nella struttura inizialmente destinata e programmata come Hospice ha comportato comunque una serie di interventi anche di adeguamento e di adattamento a quelle che erano le necessità e i bisogni di questo servizio, quindi già va sottolineato questo aspetto. L'altro aspetto è che il fatto che l'ospedale di Baggiovara sia poi divenuto centro per le funzioni di emergenza-urgenza credo che abbia comunque dimostrato la positività di aver collocato nella stessa struttura la struttura psichiatrica. Quindi la prima riflessione è che comunque la collocazione inizialmente provvisoria e poi diventata definitiva del reparto della struttura psichiatrica di diagnosi e cura presso Baggiovara si è dimostrata essere una scelta positiva e funzionale.

L'altro aspetto è quello invece sulla ristrutturazione, su questa evoluzione che direi possiamo chiamare evoluzione del modello assistenziale dell'ospedale di Castelfranco, che risponde, io credo, in modo più positivo a quelli che sono i nuovi bisogni anche dei servizi sanitari del territorio. In più, senza tornare ad elencare i servizi che sono stati ampiamente descritti da chi ha fatto la relazione, credo che le sinergie che sono previste sia con il Policlinico, sia con l'ospedale di Baggiovara che, tra l'altro, sono a pochissimi chilometri, quindi credo che anche la collocazione di questa struttura si presti molto anche a portare avanti programmi di risposte di servizi sanitari in forte sinergia con queste due strutture importanti che sono il Policlinico e Baggiovara. Questo consentirà comunque di collocare all'interno della futura struttura di Castelfranco, io credo, servizi, quelli che possono essere erogati, appunto, in strutture dove non è richiesto un periodo di ricovero, comunque consentirà di dare più servizi ai cittadini e di aumentare comunque tutte quelle prestazioni specialistiche che devono essere fornite, che sono comunque richieste dai cittadini. Quindi io credo che il nuovo progetto di Castelfranco risponda in modo più pieno, in modo più adeguato a quelli che sono i bisogni di quella comunità.

Allo stesso tempo credo che questa forte sinergia con gli altri due ospedali, che, ripeto, si collocano a pochi chilometri, sia anche un modo nuovo e importante per dare risultati migliori; i cittadini non hanno bisogno di spostarsi, ma sono gli specialistici che lavorano quotidianamente nelle altre strutture che si spostano e vengono a svolgere la loro professione nella nuova struttura di Castelfranco vicino ai cittadini. La struttura dell'Hospice, tra l'altro, è un bisogno del territorio perché il territorio di Modena è comunque sotto servito, cioè lì non esiste una risposta adeguata di questo tipo di servizio, e rispetto alla programmazione iniziale che era prevista a Baggiovara, si sposta comunque di pochissimi chilometri, resta comunque in un'area centrale per il territorio e per i cittadini e per le comunità della nostra provincia.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Serri.

Non ho più iscritti. È chiuso il dibattito generale.

Ci sono cinque minuti per ogni gruppo per eventuali dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Diciamo che quella che è la criticità per noi rispetto a questo atto non è tanto quella che da adesso in poi magari può essere vista come una soluzione migliore o no, è proprio ciò che è il pregresso, perché oggi il problema qual è? Per i cittadini di Castelfranco (sappiamo che c'è un comitato, i nostri esponenti locali si sono impegnati in prima persona insieme a quelli di altre forze politiche) c'è la volontà precisa, politica, di eliminare un presidio ospedaliero territoriale di prossimità che era previsto nel PAL 2011. Perché succede questo? Succede questo perché da un investimento iniziale con trasferimenti di risorse dal Ministero della salute per i 2 milioni che venivano citati prima, uniti ai 105 mila euro della Regione, si doveva andare a risistemare la struttura psichiatrica del Policlinico, invece su Baggiovara era prevista la realizzazione di un Hospice, di un centro di cure palliative, per il quale comunque erano già stati fatti gli investimenti, era già stata preparata la struttura. Poi succede che nell'evento sismico del 2012 rimane coinvolta la ditta costruttrice della struttura psichiatrica presso il Policlinico, non il Policlinico, la ditta. L'anno dopo, nel 2013, succede che improvvisamente (questa è la risposta che mi è stata data all'interrogazione che ho fatto in merito) poco dopo la ripresa dei lavori nel 2013, si ha un collasso improvviso e, guarda caso, distruttivo di tutta quella che è la struttura in cui doveva essere fatto questo centro psichiatrico. Allora, più per correre ai ripari, io credo, che per trovare un'allocazione migliore, perché il dire che è meglio spostare l'Hospice a Castelfranco in qualche modo dovrà essere dimostrato con dei numeri, con una migliore gestione, con un migliore personale. Da quello che ci hanno detto a Castelfranco, poi, l'ospedale forse non è neanche tanto a norma, quindi io non ho capito dov'è che si va a migliorare il servizio.

Abbiamo una struttura nuova, che era Baggiovara, inserita in un contesto di un certo tipo, fortemente voluta, e si sposta invece tutto su un ospedale vecchio, che esisteva e aveva una sua funzionalità prevista nel PAL come centro di prossimità, come pronto soccorso, e che adesso invece avrà tutt'altro tipo di funzione, allontanando questo servizio dai cittadini. Sembra quasi che siccome ci siamo trovati un po' in difficoltà visto che è crollata la struttura, allora si sono rigirate le risorse che erano previste per la struttura psichiatrica al Policlinico, spostando tutto quello che è la struttura psichiatrica presso Baggiovara, riconvertendo quello che era già stato previsto e preparato come Hospice, spostando il tutto su Castelfranco. Quindi questa non è una migliore condizione o un necessario bisogno dei servizi sanitari odierni, questa è stata una misura messa in atto perché ci si è ritrovati con un piccolo problema sulla struttura del Policlinico, dove invece che investire e dire: va bene, c'è stato questo crollo. Adesso bisogna anche capire cosa è successo perché nella risposta all'interrogazione non è stato dettagliato su questo crollo. Se invece di dire: andiamo ad investire su quello che era il piano originale, lasciando quindi l'ospedale di prossimità a Castelfranco, avendo comunque l'Hospice in una struttura moderna. A meno che oggi non mi si venga a dire che Baggiovara è una struttura carente dopo che la si è tanto voluta. Evidentemente bisogna dire che la sistemazione dell'Hospice a Baggiovara sarebbe andata comunque molto bene dando questa struttura in dotazione alla provincia di Modena, e quindi si sarebbe potuti andare ad investire ricostruendo la struttura psichiatrica laddove era prevista inizialmente. Invece sembra quasi che si sia voluta trovare una soluzione di comodo, si è detto: guarda abbiamo già lo spazio a Baggiovara, non è ancora in funzione l'Hospice, spostiamo la struttura psichiatrica lì e per l'Hospice dobbiamo trovare un altro posto, lo mettiamo a Castelfranco che è lì vicino. Però, vedete, questa non è, a nostro avviso, una soluzione politica ponderata e inquadrata in un contesto, è più una soluzione che si è voluta prendere a fronte di un problema, ci si è ritrovati in gioco e si è detto: qual è la soluzione più rapida? Si cambiano le carte in tavola e, in barba al piano originale, andiamo a spostare tutto quello che era il progetto, oggi però causando un disservizio ai cittadini di Castelfranco, questo non viene detto.

Si dice che l'Hospice è bello, ma l'Hospice era bello anche a Baggiovara, anzi, forse magari era più bello perché era previsto lì, quindi, ripeto, o si era previsto male da subito e bisogna ammettere quindi un errore di valutazione iniziale, oppure l'Hospice andava benissimo lì dove era, si poteva lasciare il servizio di prossimità a Castelfranco e si poteva andare ad investire su quella che era la struttura del Policlinico, che ad oggi vorrei capire come rimane.

Quindi il nostro voto, come già annunciato dal collega Daniele Marchetti, sarà contrario.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Vorrei aggiungere, oltre alle considerazioni fatte dai colleghi della Lega, anche un'altra considerazione. Io non so se il PD si rende conto del proliferare dei comitati cittadini. Si continua ad affermare che si fanno scelte nel bene dei cittadini senza ascoltare le richieste dei cittadini. Oggi abbiamo presente anche un comitato tra il pubblico, sempre riguardante la sanità. Si continua ad affermare di fare il bene delle cittadinanze senza ascoltare minimamente le esigenze. Io so che negli anni sono state raccolte per l'ospedale di Castelfranco circa 6 mila firme, sono 6 mila voci che in questo momento rimangono completamente inascoltate. Per questo motivo e anche per le motivazioni già elencate dai colleghi della Lega il Movimento 5 Stelle voterà contro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Zoffoli. Ne ha facoltà.

 

ZOFFOLI: Grazie, presidente. Il nostro voto sarà positivo non perché riteniamo che questo sia un progetto di risulta o fatto per cercare di risolvere dei problemi che si sono sviluppati negli anni, ma perché riteniamo che sia la risposta migliore possibile per un territorio e perché, fra l'altro, la Conferenza territoriale sociale e sanitaria, con l'approvazione, l'ha sancito in maniera piena.

Vorrei spendere due parole perché continuamente sento dire che la Casa della salute, l'Hospice e l'ospedale di comunità sono una diminuzione o comunque una svalutazione di un servizio sanitario importante come quello dell'ospedale. A Forlimpopoli noi avevamo l'ospedale, adesso abbiamo la Casa della salute. È una struttura che è al servizio del territorio, nella quale i cittadini di Forlimpopoli, Bertinoro e dintorni, per un bacino di più o meno 30 mila utenti, trovano tutto quello che serve dal punto di vista sociale, socio-sanitario e sanitario ci sono degenze territoriali, che sono degenze ospedaliere gestite in maniera infermieristica, la diagnostica e la specialistica e tutto quello che serve ai cittadini di un territorio, per stare vicini al territorio, per risolvere i problemi del territorio. E’ infatti evidente che se uno ha un problema grave, lo va a risolvere nell'ospedale specialistico più vicino, dove può trovare la risposta piena ai suoi problemi. Per cui la realizzazione di questa struttura, come diceva bene prima la consigliera Luciana Serri, è un'organizzazione piena e completa per dare la risposta migliore al territorio, sapendo che comunque se uno ha un problema importante, il Policlinico può risolvere tranquillamente questi problemi importanti.

Per cui il nostro voto è sicuramente positivo perché riteniamo che questa sia l'organizzazione migliore per il territorio anche perché la Conferenza in questo modo l'ha sancita.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Zoffoli.

Non ho altri iscritti per dichiarazione di voto.

 

(Il consigliere Daniele Marchetti chiede il voto elettronico)

 

PRESIDENTE (Saliera): È stata chiesta la votazione elettronica.

Si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 242, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l'esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Favorevoli

 

28

Contrari

 

14

Astenuti

 

--

 

(Presidente Saliera non votante)

 

L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 270

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in merito alle condizioni ed alla imminente chiusura di reparti dell'Ospedale San Camillo di Comacchio (FE). A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 284

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 2, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, circa le risorse relative alla ristrutturazione dell'Ospedale San Camillo di Comacchio (FE). A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 295

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, circa i fondi regionali impiegati relativamente alla ristrutturazione dell'Ospedale San Camillo di Comacchio (FE). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Si apre la discussione generale sui tre oggetti, poi si procederà con le dichiarazioni di voto e con il voto singolarmente per ogni oggetto.

Il dibattito generale è aperto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Intervengo per illustrare la nostra formale richiesta di istituzione di una Commissione speciale d'inchiesta ai sensi dell'articolo 60, comma 2, del nostro Regolamento assembleare. Noi vorremmo comprendere se i 13 milioni di euro che sono stati spesi con fondi del bilancio regionale per la ristrutturazione dell'ospedale San Camillo siano stati spesi bene e quindi siano stati rispettati soprattutto i principi di legalità e di economicità, di efficienza e di efficacia in questa attività che è stata svolta.

Mi permetto di ricordare all'Aula le parole che il presidente Vasco Errani ebbe a pronunciare in occasione dell'inaugurazione di questo ospedale. Dice Errani: "Poche parole, però di verità. Abbiamo firmato un accordo che non è frutto di uno spreco. Abbiamo preso la questione di Comacchio seriamente. Noi abbiamo costruito una rete ospedaliera recuperando l'identità di Comacchio. L'esperienza fatta con voi mi ha fatto crescere e capire una cosa che non intendo dimenticare mai: bisogna saper ascoltare", ricordandosi che abbiamo due orecchie e una bocca, quindi significa che almeno dobbiamo ascoltare due volte e parlare una. Errani in quel momento aveva preso una posizione, diciamo, netta, decisa, non solo perché si trattava di un'inaugurazione, ma perché era convinto e sapeva perfettamente che l'auspicio di quel territorio era la realizzazione di quell'ospedale. "Non c'è progetto" dice ancora Errani "per quanto tecnicamente giusto, che possa prescindere dalla necessità da parte di chi governa di ascoltare le comunità, ci vuole verità" e si rivolgeva al cardinale che era presente in quel momento alla celebrazione "e noi abbiamo scambiato verità, Comacchio e le istituzioni hanno vinto una battaglia insieme".

Queste sono le parole di Errani, parole che lasciavano ben sperare per il futuro di quell'ospedale, salvo poi ritrovarci il 26 giugno del 2013 a Ferrara, nell'ambito della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, dove viene decisa la sostanziale chiusura dell'ospedale San Camillo di Comacchio e la sua riduzione a Casa della salute e ospedale di comunità.

Io credo che la petizione che 8.950 cittadini hanno presentato e che l'Ufficio di Presidenza, pur non avendo alcuna competenza in materia, ha però, mi pare nel febbraio, quindi qualche tempo fa, non più tardi di un mese fa, dichiarato sostanzialmente ammissibile, beh, credo che debba far riflettere quest'Aula. Ecco perché la competenza è oggi nelle nostre mani, è nelle mani di chi riveste il ruolo di consigliere regionale.

I cittadini chiedono una Commissione d'inchiesta e vogliamo sapere anche noi se i principi che dicevo all'inizio, di efficienza e di trasparenza, sono stati rispettati, se questa spesa di 13 milioni di euro è una spesa che ha avuto un suo ritorno oppure se, come qualcuno sospetta, ci sia qualche cosa da valutare. È una richiesta seria. Spero, mi auguro, auspico che l'Aula la sappia accogliere.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Come è noto, l'Ufficio di Presidenza ha ritenuto ammissibile una parte della petizione che era stata allo stesso indirizzata, non ha potuto ritenere ammissibile sotto il profilo statutario la parte in cui si richiedeva, da parte delle migliaia di firmatari della petizione medesima, l'istituzione di una commissione d'inchiesta. In questa sede, quando affrontammo nelle sedute precedenti il tema della commissione d'inchiesta, ci è stato detto: anziché preoccuparsi di fare delle commissioni d'inchiesta su temi che sono di attualità politica, forse, anzi, indubbiamente sarebbe meglio indirizzarle, come è propria la norma che si riferisce da parte dello Statuto alla commissione d'inchiesta, sarebbe meglio farle su atti amministrativi. Bene, qui siamo sicuramente in un ambito del tutto amministrativo perché la vicenda riguarda la ristrutturazione dell'ospedale di Comacchio con una spesa ingente, ma soprattutto, ciò che io penso debba far riflettere, con un obiettivo di tipo socio-sanitario ben definito.

Non stiamo parlando di millenni fa, stiamo parlando di qualche anno fa e ovviamente quando si mette mano alla ristrutturazione di una sede ospedaliera e di una struttura ospedaliera non si può fare a meno di pensare al futuro di quella struttura, a come si intende svilupparla, a come soprattutto quella struttura dovrà avere una sua ben precisa collocazione all'interno dei servizi sanitari territoriali.

Ora la realtà nei fatti è che siamo in presenza, da quando in tal senso si è pronunciata la locale ASL, di un tentativo, neanche troppo mascherato, di smantellamento della stessa struttura per le stesse finalità per cui era stato recuperato il San Camillo, ma a me, come penso a tutti voi, sta a cuore non soltanto far lavorare le aziende, ma fare in modo che le strutture che vengono recuperate sotto il profilo edilizio poi possano funzionare, soprattutto in materia sanitaria, per le finalità che sono loro proprie. E quando parlo di finalità che sono loro proprie mi pare fin troppo evidente che i dati dimostrino che il San Camillo può continuare a funzionare nella sua autonomia senza bisogno di essere trasformato in qualcosa per il quale probabilmente non necessitava neanche la spesa che si è andata a sostenere.

Ma soprattutto io penso che la politica, se vuole essere credibile, non debba tradire le promesse che fa. Prima il collega Aimi citava, come è citato testualmente anche nella mia risoluzione, quanto sosteneva l'allora presidente Vasco Errani quando venne inaugurata la struttura nuova e quelle parole mi sembrano significative, perché a fronte di dubbi che già allora erano stati ipotizzati e avanzati sul fatto che quella della ristrutturazione del San Camillo era, per dirla così, una mossa, tra virgolette, egli smentì categoricamente ogni dietrologia, per dirla con una parola che allora andava di moda, dicendo chiaramente: abbiamo fatto questa struttura perché venga utilizzata per come questa struttura oggi è stata ristrutturata ed è stata pensata. E allora dell'ospedale San Camillo non si dovrebbe più parlare, tutto al più dovremmo parlare del Pozzo di San Patrizio, per stare in zona, dell'ospedale di Cona, a dire il vero una delle strutture ospedaliere più traballanti d'Italia visto che è stata realizzata su un terreno per il quale è occorsa una palificazione per non farlo sprofondare. Ma visto che siamo sempre in provincia di Ferrara, mi viene quasi il dubbio che nelle scelte delle strutture ospedaliere si è più sfortunati del fornaretto di Venezia, o si va a sceglierle appositamente per far lavorare, magari in un ambito di pluralità di imprese, le leghe delle cooperative sotto varie e non mentite spoglie, ma poi, alla fine, non si va mai a punto con delle strutture ospedaliere degne di questo nome.

Io quindi ritengo che una commissione di questo tipo serva innanzitutto a verificare una cosa: se un'azienda sanitaria locale può smontare tutto quanto è stato costruito in termini di percorso da un'Assemblea legislatura per una finalità ben precisa; se un'azienda sanitaria locale può smentire in corso d'opera il presidente della Regione in carica, perché nel 2013 il presidente della Regione era in carica; se, soprattutto, tutti possono far finta di niente quasi si tratti di un atto di ordinaria amministrazione.

Io penso che 13 milioni di euro siano una cifra rilevante, ma soprattutto voglio dire di più: penso che quella struttura, per l'area in cui è collocata, sia una struttura che viene ritenuta dalla popolazione particolarmente utile e non per caso si è accondisceso di provvedere alla sua ristrutturazione in quel modo. Non si può continuare a prendere in giro la gente, perché quando continuiamo a parlare del distacco dei cittadini dalla politica, sono questi atti che più di ogni altra cosa distaccano i cittadini dalla politica, perché se una politica non è credibile neanche il giorno in cui, per il tramite del presidente della Regione, all'inaugurazione di una struttura, si assumono degli impegni e neanche un lustro dopo quegli impegni vengono nettamente gettati nel cassetto e già si prefigura un utilizzo diverso, distante e distinto da quello che era il progetto originario, è una politica che non solo è poco credibile, ma non può altro che alimentare disaffezione, disgusto e disprezzo.

È proprio perché noi non vogliamo alimentare questi sentimenti negativi che diciamo: confrontiamoci in una commissione d'inchiesta, verifichiamo se i percorsi sono stati corretti, ma soprattutto verifichiamo se certe decisioni inopinate hanno ancora senso di essere mantenute o, viceversa, debbano essere del tutto risolte. Lo dico soprattutto perché oggi mi pare che ai vertici di una delle ASL dell'Emilia-Romagna sia stato posto l'ex direttore generale della Regione Emilia-Romagna e poiché mi pare che questa scelta cada proprio sulla città di Ferrara, non vorremmo che quella scelta fosse stata effettuata con così grande lungimiranza per coprire lo scandalo sia dell'ospedale San Camillo di Comacchio che quello di Cona, perché a pensar male si farà anche peccato, ma qualche volta ci si prende e penso che questo sia il caso di specie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Non aggiungo molto a quello che è già stato detto dal consigliere Aimi e dal consigliere Foti perché sono stati sicuramente esaustivi, soltanto alcune riflessioni di carattere politico e di carattere ovviamente anche personale essendo residente nella provincia di Ferrara e anche ex sindaco di quel territorio, quindi ho partecipato più volte anche alle conferenze socio-sanitarie della provincia di Ferrara.

Intanto mi dispiace che non sia presente l'assessore dirigente Venturi perché credo che questo sia un tema importante da trattare. Magari, siccome ha risposto anche ad una mia interrogazione che poi approfondirò, era importante sentire, secondo me, anche una sua opinione, ma non vedo un grande interesse da parte dell'assessore non essendo qui quest'oggi...

 

BONACCINI: A lavorare c’è il Presidente!

 

FABBRI: Va beh, intanto non c'è, comunque c'è lei e quindi può rispondere sicuramente lei.

Detto questo e andando sul concreto, presidente, aggiungevo alcune riflessioni di carattere politico a quello che diceva Aimi e a quello che diceva Foti. Si sono dimenticati, a mio avviso, di citare un dettaglio non irrilevante relativo all'inaugurazione che venne fatta il 9 febbraio del 2010, che si chiama "campagna elettorale". Allora c'era un sindaco del Partito Democratico che doveva essere sostenuto, il tema dell'ospedale ovviamente era un tema molto acceso e su cui c'era un dibattito molto importante, evidentemente questa inaugurazione e questi soldi spesi, a mio avviso, non sono stati spesi a caso proprio in questo periodo pre-elettorale. Questi 13 milioni di euro, tra l'altro, sono stati spesi per ottenere una struttura che doveva essere importante non solo per il comune di Comacchio, ma anche per tutta la costa e anche per tutti i turisti che durante l'estate affollano le spiagge dei lidi ferraresi e visitano anche la città di Comacchio. Casualmente poi vince il centrodestra con allora il sindaco Carli.

Nel 2011, si parla anche di questo a livello di gossip in provincia di Ferrara, c'è una riunione del Partito Democratico, che si dovrebbe essere svolta a Portomaggiore, dove si decide un cambio sostanziale dell'indirizzo della logistica e anche della funzionalità nell'allora apertura, che doveva essere fatta a breve e che invece poi è stata fatta dopo due anni, dell'ospedale di Cona e viene fatto un cambio di rotta importante da parte dell'amministrazione regionale.

Dicevo prima che mi avrebbe fatto piacere che fosse stato qui quest'oggi Venturi, anche perché già qualche mese fa ho fatto un'interrogazione regionale in cui chiedevo se questi 13 milioni di euro erano stati spesi bene e non si prefigurava, invece, un problema legato ad un danno di carattere erariale e ho avuto una risposta abbastanza singolare che vado a leggere, sicuramente non l'ha scritta Venturi ma l'avrà scritta qualcuno per lui, dove si dice che: "relativamente agli interventi strutturali che sono stati fatti (al San Camillo di Comacchio) va precisato che la vicinanza al mare dell'immobile aveva creato, in particolare sulle facciate dello stabilimento ospedaliero, evidenti situazioni di deterioramento tali da richiedere interventi di manutenzione straordinaria su tutte le parti a vista con bonifica delle parti deteriorate e successiva messa in sicurezza", poi si dice che sono stati finanziati anche arredi e attrezzature.

In questa risposta si va a giustificare questo intervento sostanziale di 13 milioni di euro circa con il fatto che l'ospedale di Comacchio, essendo vicino al mare, subisce la salsedine e viene deteriorato. Dopo ho approfondito la questione, grazie anche a degli altri amici di Comacchio, e ho trovato che l'8 settembre 2010 l'allora direttore generale Fosco Foglietta, che poi viene rimpiazzato con il dottor Paolo Saltari, in una relazione che fa a livello pubblico nella sede più adatta che è quella del Consiglio comunale, va ad inserire la lista degli interventi edilizi ed impiantistici che vengono realizzati all'interno dell'ospedale San Camillo di Comacchio: si parla di una ristrutturazione completa di 8 milioni 800 mila euro circa, di isolamento termico esterno (probabilmente è a questo che l'assessore Venturi si riferisce nella risposta all'interrogazione che ho chiesto) di circa 600 mila euro e quindi ben lontani dai 13 milioni di euro, si parla di rampe di accesso, di interventi sulla rete termica, idraulica e così via, di attrezzature sanitarie che sono state acquistate che dovevano essere funzionali a questo ospedale. Invece nella risposta di Venturi si liquida il tutto con il fatto che Comacchio è vicino al mare, questi soldi sono stati spesi bene e non è un danno erariale.

Chiudo dicendo che ieri, quando parlavamo della fusione dei Comuni di Porretta e di Granaglione, si scherzava dicendo che la matematica è fascista e la filosofia è più di sinistra; credo che se dobbiamo dare un termine allo spreco di questi 13 milioni di euro sia da attribuire alla mala gestione di questa amministrazione regionale, perlomeno quella Errani, e se c'è un colpevole e un nome relativo a questi 13 milioni di euro spesi male è quello di Vasco Errani.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.

 

CARDINALI: Grazie, presidente. Vorrei continuare un po' il ragionamento che già nel punto precedente è stato portato avanti, in modo particolare in riferimento a quello che è il tema in discussione quando parliamo di sanità e servizi socio-sanitari. Lo dico cercando di portare anche questa situazione come la situazione precedente, l'ho già detto anche al consigliere Zoffoli, all'interno del tema su cui in queste settimane abbiamo iniziato a lavorare e a pensare insieme alle riorganizzazioni, alle reti ospedaliere in questo territorio e in questa Regione. Abbiamo iniziato in Commissione un percorso anche con l'assessore Venturi che ci deve far capire definitivamente che dobbiamo fare una valutazione territoriale regionale che non si ferma alla nostra regione, ma che deve guardare anche alle regioni a noi vicine per poter pensare di parlare ancora di una sanità di eccellenza, una sanità che per essere tale e per dare servizi di alta qualità si deve anche riorganizzare e una sanità al servizio del territorio che risponda alle esigenze quotidiane dei cittadini che in molte strutture alternative possono trovare risposta. Penso alle Case della salute e lo dico avendo posto proprio io il quesito che non possiamo pensare di dargli solo un nome, ma dobbiamo dargli dei contenuti, almeno dei contenuti di minima e dei contenuti di massima. Vedo in alcune idee che questa mattina passano all'attenzione della nostra Assemblea regionale anche questa valutazione e questa valorizzazione.

Evitiamo, e non entro nel dato economico perché non lo conosco e non ci voglio entrare, evitiamo però di strumentalizzare le situazioni per cui una chiusura ospedaliera diventa un dire no a dei cittadini, un dire no a dei servizi. Non è così e non è così se siamo bravi anche a dare delle risposte in modo particolare nella riorganizzazione di questi servizi e di questi temi, addirittura con risposte all'avanguardia. Penso all'ospedale di comunità se gestito in un certo modo...

 

(interruzione del consigliere Fabbri)

 

...penso alla situazione complessiva che può riguardare i servizi Hospice, penso a tutti quei temi che noi stiamo affrontando che sono i servizi di opportunità diretta che il cittadino ci chiede e che è quello che il presidente Bonaccini ha detto di voler fare, ma la Commissione e tutti noi condividiamo nel volerlo fare, che è la riduzione delle liste di attesa. Lo strumento di creare sul territorio alternative possibili per garantire servizi di questa opportunità ci mettono in condizioni di dare queste risposte e, badate bene, il cittadino ci chiede anche qualità, non risposta di quantità, in modo particolare nei territori che hanno dimensioni di trasporto e organizzative che permettono di fare questo. Allora facciamola questa riflessione, altrimenti rischiamo di fare solo una riflessione di tipo populista, demagogica, ma che complessivamente non risponda poi alle esigenze dei nostri cittadini. E su questo confrontiamoci, sono d'accordo, però poi le cose devono funzionare, devono dare una risposta, devono essere coerenti con quelle che vogliono essere le soluzioni che vogliamo portare avanti. Quindi su questo confrontiamoci, facciamo in modo di andare avanti e di confrontarci, però proviamo a dare un'etica alle risposte su questi temi che sia in un rapporto di stile regionale, in un rapporto di stile di condivisione di progetto e quindi come tale proviamo a vedere un po' tutte le situazioni che ci troviamo davanti in ogni situazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Cardinali.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Per ritornare sul discorso di ieri, se la matematica è fascista, vediamo se la storia è grillina a questo punto, faccio un po' un riassunto delle puntate precedenti.

Nel 2001 è stato sottoscritto un accordo regionale per la rimodulazione organizzativa dell'ospedale. L'accordo è stato sottoscritto dall'ex presidente della Regione, dal dirigente generale dell'Azienda sanitaria di Ferrara e dal presidente della Provincia, dal sindaco di Comacchio e da tutti i gruppi consiliari del Consiglio comunale di Comacchio. L'accordo collocava presso l'ospedale San Camillo le funzioni assistenziali ospedaliere di base, e concordo sul fatto che la nuova impostazione sancita nell'accordo stesso è garanzia della sicurezza e qualità dell'assistenza, maggiore economicità di gestione e al tempo stesso fornisce un'adeguata risposta alle peculiari necessità del territorio di Comacchio.

Nel 2003 la Regione ha finanziato con risorse proprie, con più di 7 milioni di euro, la ristrutturazione dell'ospedale San Camillo.

Nel 2006, alla presenza dell'ex presidente Errani, è stato firmato un nuovo protocollo per la riorganizzazione dell'ospedale che integra e modifica l'accordo del 2001. Il nuovo accordo ribadiva che l’ospedale San Camillo fa parte della rete integrata dei servizi ospedalieri e interaziendali e che le sue strutture semplici e complesse costituiscono parte integrante dell’Ospedale del Delta. La riorganizzazione prevedeva riconosciuti ottantuno posti letto e l’accordo vedeva anche il potenziamento del pronto soccorso e l’incremento del personale. In sintesi, con il nuovo accordo, siglato nel 2006, l’ospedale San Camillo avrebbe dovuto trovare una sua definitiva utile e appropriata collocazione nella rete ospedaliera provinciale e nel 2010, in un comunicato stampa del servizio sanitario regionale, si legge che l’ospedale, al termine dei lavori di ristrutturazione, vede ripristinate e rinnovate le proprie attività sanitarie, di degenza e ambulatoriali. Sempre nel comunicato si legge che tutti i servizi sanitari di degenza, ambulatoriali e di diagnostica, oltre ai servizi generali, sono completamente rinnovati nella componente edilizia, nelle dotazioni tecnologiche e negli arredi.

L’investimento all’epoca era di circa 9 milioni di euro e oggi siamo arrivati a circa 13 milioni, a quelli che sono i dati che ci hanno fornito, peccato che pochi mesi dopo (questo succedeva nel 2010), nell’aprile 2011, viene inaugurato il nosocomio di Cona e inizia lì il percorso di depotenziamento dell’ospedale San Camillo. C’è quantomeno una discrepanza con quello che è stato fatto fino al 2010 e pochi mesi dopo all’inaugurazione dell’ospedale di Cona si va verso una direzione completamente opposta. Questa direzione oltretutto continua, perché non solo al San Camillo ma in tutta la regione stiamo assistendo a dei tagli che incidono sulle dotazioni organiche, sui servizi erogati, sulla chiusura di numerosi reparti ospedalieri e su numerosi ospedali che verranno trasformati in ospedali di comunità.

Ci chiediamo intanto per quanto ancora il governo di questa regione intende attuare una politica fondata sul qui e ora, visto che molto spesso non si sono tenuti in considerazione i pregressi, priva a parere nostro di prospettive che non considera i milioni di euro spesi in passato e che risulteranno in questo modo letteralmente buttati via. Oggi oltretutto c’è anche da osservare che dopo tutti questi interventi assistiamo a un’aperta e chiara volontà di depotenziamento delle funzioni dell’ospedale spostando i servizi, come dicevo prima, verso Cona, forse per cercare di mettere una pezza a uno scandalo ancora maggiore di proporzioni nazionali.

Qui si parla di etica e ragioniamo sulle cifre che sono state spese in queste strutture e se ci fosse stata una politica coerente e soprattutto lungimirante cosa si sarebbe potuto fare a favore dei cittadini e degli ammalati, perché qui parliamo della salute delle persone, con le stesse cifre. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Proprio perché parliamo della salute dei cittadini, di ammalati, di persone che hanno problemi, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto anche in un altro punto all’ordine del giorno ma come ha detto adesso il collega Cardinali, per noi la priorità è la sicurezza dei cittadini che hanno un problema di salute e a questa sicurezza è stata improntata la riorganizzazione fatta anche a Ferrara sulla rete ospedaliera e sulla rete socio-sanitaria. Questo vorrei ribadirlo. Poi ho sentito molta dietrologia sulle vicende politiche relative alla sanità ferrarese, comprendo perfettamente che da parte delle forze politiche del centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e non solo) su questo tema ci possa essere la voglia di fare la speculazione e riconosco che ci sono state anche scelte sbagliate (non ho difficoltà a dirlo)...

 

(interruzione della consigliera Sensoli)

 

Non ho difficoltà a dirlo, e da presidente della Conferenza sociale e sanitaria ho anche avuto modo di esprimere la mia opinione.

Fatemi dire però che sia relativamente alla scelta legata a Cona sia alla scelta della rete ospedaliera che ha riguardato Comacchio, così come lo costruzione dell’Ospedale del Delta, ognuno può legittimamente avere la propria opinione, ci può essere un giudizio politico diverso, i cittadini ferraresi nel corso delle elezioni che si sono svolte in questi anni nei comuni, da Comacchio a Ferrara, il loro giudizio politico credo l’abbiano più volte espresso e credo che a questo punto l’onere che ha la classe dirigente, che governa il territorio, a partire dai sindaci, che governa la provincia, finché c’è, e che governa la regione è quello di completare la riorganizzazione e fare in modo che i servizi in quella struttura, che a tutti gli effetti potrebbe essere uno dei migliori presidi della rete territoriale ferrarese, vengano completati. Lasciarla a metà non conviene a nessuno, salvo a chi vuole continuare a guardare indietro piuttosto che avanti.

Quella di Comacchio è una vicenda annosa, che ha vissuto un primo round nei primi anni Novanta, poi ha rivisto il Presidente della Regione protagonista nei primi anni Duemila, che noi, se non altro per una questione anagrafica, amministratori del territorio abbiamo ereditato e che ha ancora sospesa, e credo che adesso questa vicenda vada chiusa prima di tutto nell’interesse dei comacchiesi, come del resto di tutti i cittadini che gravitano su quel bacino, senza chiusure e con la massima disponibilità, che esiste tuttora, all’ascolto e al dialogo, però con la volontà di arrivare a un punto che consenta davvero di avere quella struttura pienamente operativa. Non entro sul riepilogo dei passaggi politici che si sono fatti perché potrei dire molte cose anche io, ma l’unico pezzo che mi manca è la famosa riunione di Portomaggiore di cui parlava il consigliere Fabbri; certamente so che tutti i sindaci che si sono susseguiti nel corso di questi anni, a partire dallo stesso Paolo Carli, hanno avuto contatti diretti con i Ministri della Sanità appartenenti ai governi che si sono susseguiti, anche di centrodestra, e mi pare il caso di dire che tutti i Ministri delle politiche della salute hanno confermato che la riorganizzazione sull’ospedale di Comacchio andava fatta, a prescindere dall’appartenenza politica dei Ministri che si sono susseguiti.

Certo, è cambiata l’idea di quello che doveva starci dentro all’ospedale di Comacchio. Prima di avere un ruolo istituzionale facevo fatica a entrare nel merito, ma ho capito in questi anni, da Vicesindaco e da Presidente della Provincia, che la sanità è un work in progress, i bisogni di salute e di cura dei cittadini cambiano così come per fortuna avanza in fretta la ricerca sui nuovi farmaci e sull’innovazione diagnostica e tecnologica e non possiamo pensare quindi che ai bisogni di cura dei cittadini oggi nel 2015 vengano date le risposte con lo stesso modo col quale si tentava di dare delle risposte dieci anni fa. Se si condivide questo concetto legato al fatto che la salute sia davvero una priorità penso che non ci si debba scandalizzare dell’idea che nel corso degli anni anche il San Camillo abbia potuto modificare la sua struttura e la sua rete dei servizi pur rimanendo un presidio fondamentale.

Di solito su questo si fa la speculazione e vorrei che fosse chiaro che sul San Camillo a 360 gradi si è fatta una discussione perché continuasse a essere il miglior presidio socio-sanitario della provincia di Ferrara, adesso non lo è...

 

(brusio proveniente dal settore del pubblico)

 

Con i signori che ci ascoltano dal pubblico discutiamo su questo ormai da anni, abbiamo opinioni diverse e credo che per i comacchiesi che qui oggi non ci sono il problema più grosso sia che quella struttura è rimasta a metà.

Le commissioni d’inchiesta posso tentare di comprenderne la proposta, ma credo che ci siano assolutamente tutte le condizioni se si vuole affrontare il tema Comacchio per farlo anche nella Commissione ordinaria. Facciamo un approfondimento in Commissione Sanità, dove ne abbiamo le funzioni, gli strumenti e la competenza, e non mi sottraggo, perché a un certo punto vedremo dove si è incagliato il percorso. Cerco di andare veloce ma alcune cose vorrei dirle perché chi è intervenuto adesso forse non ha chiaro com’è la situazione a Comacchio ad oggi, e al di là del fatto che la riorganizzazione della conferenza sociale e sanitaria del 2014 prevedeva che già non fosse più presidio ospedaliero e quindi fosse stata superata l’impostazione legata all’ospedale, che continua a essere un concetto molto identitario, dal gennaio 2014 era già stata superata l’attività di degenza di medicina e a partire dal primo giugno la lungodegenza è stata sostituita dall’ospedale di comunità.

Mi piacerebbe fare l’elenco di tutto quello che è previsto debba essere concretizzato in termini dei servizi dentro all’attuale struttura dell’ospedale, dalla medicina di gruppo con l’ambulatorio e il nucleo attivo dal nucleo di pediatria di libera scelta attivo H12 alla pediatria di comunità, la neuropsichiatria infantile, all’ospedale di comunità con la disponibilità di venti posti letto di cure intermedie gestite dai medici di medicina generale, alla guardia medica, al punto di primo intervento turistico estivo, perché certamente è una località turistica importante, alla riabilitazione per adulti, ai poli ambulatori, che non elenco, alle funzioni diagnostiche con la radiologia tradizionale, tutte quelle funzioni diagnostiche che consentono ai cittadini di andare a fare gli esami avendo le liste d’attesa anche più corte, volendo entrare nel tema, a tutti gli interventi chirurgici ambulatoriali, al servizio di salute donna, ma non finisco con l’elenco, perché davvero si è pensato a un ruolo fondamentale per il presidio di Comacchio e ad oggi per l’occupazione che è in corso, per la scelta che alcuni cittadini che hanno fatto da diversi mesi, forse quasi un anno, di occupare quegli spazi pubblici non siamo...

 

(brusio proveniente dal settore del pubblico)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il pubblico non può intervenire, altrimenti devo farlo uscire. Questo è il Regolamento.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Era per dire che non completo l’elenco di quello che è previsto al San Camillo ma segnalo ai colleghi che chiedono la commissione d’inchiesta, per come l’hanno motivata, che potrebbe funzionare molto meglio anche rispetto ai servizi che sono previsti da riorganizzazione e mai realizzati, per il fatto che il San Camillo attualmente è occupato da quasi un anno, e questo impedisce che entrino i pediatri per erogare il servizio ai genitori e alle famiglie, impedisce che dentro all’ospedale di Comacchio vengono trasferiti i servizi di prevenzione che attualmente sono addirittura a Migliarino, in un altro comune, a proposito della concentrazione dei servizi al cittadino, che deve quindi girare e avere maggiori disagi. È impossibile che vengano trasferiti dentro quella struttura servizi che attualmente sono addirittura in un altro edificio del comune di Comacchio.

Ognuno ha la sua legittima opinione, però penso che la sicurezza prima di tutto e il limitare i disagi al cittadino per evitare che debba spostarsi per avere servizi sanitari o amministrativi siano tra le priorità delle quali noi ci dobbiamo far carico. Al momento, con il presidio rispetto al quale non ho sentito nessuna parola dai colleghi che chiedono la commissione di sanità, perché alla fine siamo Consiglieri regionali, stiamo in un’istituzione e in questo possiamo discutere ma credo che il rispetto per le scelte delle istituzioni, condivisibili o meno, debba essere rispettato in quanto tale. Tra l’altro il consigliere Fabbri diceva prima che è stato in conferenza socio-sanitaria e sul piano di riorganizzazione non ha neanche votato contro e si è astenuto.

Io sono disponibile a parlare del San Camillo, come di tutti gli altri presidi legati alla rete ospedaliera territoriale a Ferrara per la parte che conosco, del resto abbiamo visto che è un tema sensibile perché in questa stessa Assemblea legislativa non so quante risoluzioni e interrogazioni abbiamo sospese legate al tema degli ospedali di comunità e delle case della salute, che ormai abbiamo visto essere state fatte da Modena, come Castelfranco, alla Romagna, e dopo ci sarà la risoluzione che parlerà di Novafeltria. Io sono disponibile a fare una discussione puntuale su ogni presidio e credo che sarebbe bene avere la visione complessiva delle politiche regionali su questo tema senza avere la testa rivolta indietro ma provando a guardare avanti per arrivare a erogare i servizi ai cittadini. Se il piano si completa, Comacchio può essere un punto fondamentale della rete socio-sanitaria ferrarese ma arrivo a dire che con quello che è stato previsto a Comacchio, visto che parliamo di case delle salute, lì potrebbe nascere una delle migliori case della salute anche a livello regionale.

Credo che questo prima di tutto sarebbe nell’interesse dei cittadini che hanno bisogno di quei servizi e di quelle cure e l’auspicio è che ci venga consentito di completare il piano, perché credo che questo sia il dovere per riavvicinare i cittadini alla politica che decide e che fa le cose.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

(intemperanze da parte del pubblico)

 

PRESIDENTE (Saliera): Signore, devo sospendere la seduta...

 

(intemperanze da parte del pubblico)

 

PRESIDENTE (Saliera): Uscieri, per favore, accompagnate il signore fuori dalla tribuna. Ci sono altri luoghi. Prego, può uscire.

Il consigliere Foti rinuncia a intervenire. Non ci sono altre richieste di intervento in dibattito generale, per cui proseguiamo con le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Noi abbiamo cercato di spiegare all’inizio perché abbiamo presentato questa proposta di commissione d’inchiesta, perché, come detto, la petizione firmata da 8.950 cittadini non so se sia populismo o sia espressione popolare, perché volete dare la parola al popolo e se il popolo si esprime diventa populismo, ma è espressione di volontà popolare, diversamente continuiamo a prenderci in giro. Noi abbiamo voluto dare in questa sede, perché era l’unica sede possibile e l’unico strumento possibile da attuare, voce a quella volontà popolare che non è stata sollecitata da nessuno. È nata spontaneamente e si compone di due parti, la prima delle quali che richiedeva la commissione d’inchiesta.

Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione l’intervento della consigliera Zappaterra, ma quando ci ha detto che si aspettava che noi questo tema lo sviscerassimo in altre sedi, l’altra sede c’è e basterebbe leggere l’articolo 121 del nostro Regolamento.

 

ZAPPATERRA: Non ho detto in altre sedi, in Commissione Sanità.

 

FOTI: In Commissione Sanità, ma se lei legge l’articolo 121 capisce anche qual è il problema. Per il semplice motivo che la Presidente dell’Assemblea, dopo che l’Ufficio di Presidente ha ammesso la petizione per la parte sanitaria, trasmette al Presidente della Commissione competente la petizione e ci sono sei mesi di tempo entro i quali discutere la petizione. Basterebbe che il Presidente della Commissione Sanità si impegnasse a iscriverla all’ordine del giorno con molta urgenza e iniziamo a discutere del tema, in questo caso esclusivamente sanitario e non della commissione d’inchiesta, che mi è parso di capire questa maggioranza tanto per cambiare respingerà, e ci confronteremo a questo punto non in una sede di commissione d’inchiesta ma nella sede di commissione di merito sui problemi di merito. Mi pare che sotto questo profilo il percorso era già tracciato. È ovvio che avendo voluto dar voce anche alla seconda parte della petizione popolare, che era quella della commissione d’inchiesta, penso che i gruppi di opposizione null’altro hanno fatto che portare delle argomentazioni che mi paiono fondate.

Io non vorrei essere cattivo, ma il 10 febbraio 2010 non eravamo in campagna elettorale o alla vigilia della campagna elettorale per il rinnovo anche dell’Assemblea legislativa regionale? Sarebbe anche ora di finirla di fare le campagne elettorali sulle inaugurazioni e dopo neppure un lustro smontare tutta l’opera inaugurata per dire che ci si è sbagliati e che la sanità non più soltanto di sinistra ma diventa di estrema sinistra.

Abbiamo avuto il buongusto di non sottolineare neanche questi aspetti nella nostra presentazione della commissione d’inchiesta. Sono dei dubbi che abbiamo, sono legittimi e penso che l’intervento della consigliera Zappaterra non li abbia fugati perché ha detto anch’ella che comunque la storia di tutte queste vicende andrebbe contestualizzata, addirittura ha detto che per ragioni anagrafiche di una parte in un certo senso non risponde ma in realtà il principio della continuità degli organi, che è anche un principio che ha tenuto in piedi un parlamento, in realtà sconfessato da una sentenza della Corte Costituzionale, perché ha negato quel premio di maggioranza e che quel parlamento rimaneva in piedi per il principio di continuità degli organi, non è che ci può far fermare nelle analisi alla carta di identità. Capisco che la rottamazione sia concetto che si basa sulla carta d’identità, diverso invece è la continuità amministrativa degli atti, che non prevedono una scadenza per quanto riguarda la carta d’identità.

In relazione al fatto che il tema non ci pare nemmeno troppo vecchio, visto che stiamo parlando di un’inaugurazione del 2010, e quindi neppure si è prescritto, pensiamo di poterne parlare con molta pacatezza ma anche con una qualche fondatezza, perché questo cambio di idee in corsa – lasciatelo dire – suscita più di una perplessità. Se questo sia fatto a fin di bene, sia meglio o sia peggio, lo andremo a verificare nelle sedi competenti, però intanto sappiamo che si sono spesi 13 milioni di euro, si è inaugurato nel 2010 un ospedale in campagna elettorale per una certa finalità e tre anni dopo si è detto che la finalità era cambiata, ne prendiamo atto e manteniamo la nostra proposta di commissione d’inchiesta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Sarò molto veloce perché il consigliere Foti ha già detto tante cose. Secondo me è stato fuorviante anche l’intervento del Consigliere del Partito Democratico di prima, nel senso che noi non stiamo chiedendo quello che capiterà della sanità regionale o della sanità a Comacchio, perché ne discuteremo ovviamente in Commissione Sanità, e cercheremo con tutte le nostre forze di opporci ai tagli degli ospedali periferici e a cercare invece di distribuire bene le risorse su tutto il territorio regionale. Quello che stiamo chiedendo - mi dispiace che non ci sia il Presidente Bonaccini e che non si esprima su questo argomento - è se secondo questa amministrazione regionale, e qualcuno mi deve dare risposta, spendere 13 milioni di euro per un restauro di un ospedale che viene chiuso un anno e mezzo dopo è cosa giusta o cosa fatta male. A nostro avviso è cosa fatta male, questa è la domanda che stiamo facendo in commissione speciale di inchiesta, di quello che verrà domani naturalmente ne discuteremo e, come dicevo prima, a gran voce faremo sentire quelle che sono le nostre richieste e quelle che sono le richieste dei cittadini di Comacchio, però mi piacerebbe sentire il Presidente Bonaccini, però forse predico nel deserto, su cosa pensa di questi 13 milioni di euro che sono stati spesi quando anche lui era Consigliere regionale e sedeva sulla sedie di quest’Aula.

Non c’è, quindi probabilmente mi faccio una domanda e mi rispondo da solo. Credo che anche Bonaccini pensi, come me, che sono stati soldi spesi male, perché ovviamente la funzionalità di questo ospedale è stata vanificata nel momento in cui il Partito Democratico ha deciso di chiuderlo, e vorremmo almeno capire quello che è stato fatto se è stato fatto bene e se non si presuppone invece con gli interventi che sono stati fatti un danno erariale per favorire qualcuno - siccome qui c’è stata anche una condanna che l’ex Presidente ha avuto su altri argomenti -, qualcuno non dal punto di vista personale ma dal punto di vista politico per approfittare di queste risorse messe a disposizione dalla Regione per poi farsi campagna elettorale e farsi belli davanti agli elettori di Comacchio sia per quello che riguardava in quel momento la campagne delle regionali sia per quello che riguardava le campagne delle comunali.

Questa è la richiesta che stiamo facendo come Consiglieri regionali e non abbiamo avuto risposta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Il Movimento 5 Stelle voterà a favore di questa richiesta e vorrei sottolineare che 13 milioni di euro non sono dietrologia e francamente, visto che andiamo per luoghi comuni, siamo un po’ stanchi di questa demagogia con cui si parla di sanità. Noi abbiamo chiesto un disegno preciso, il PD ci ha risposto, e qui ho l’atto, che ancora non c’è, quindi voi spiegatemi secondo quali criteri state facendo queste modifiche alle strutture ospedaliere di tutta la regione quando anche voi ancora non sapete che risposte darci, perché questo è un atto che ci è arrivato con il quale noi chiedevamo il programma puntuale riguardo il ridisegno delle strutture ospedaliere. Si continua a parlare di ottimizzazione, di gestione, di vicinanza ai bisogni dei cittadini quando ancora nemmeno voi avete le idee chiare, e nel frattempo si spendono soldi, si chiudono reparti, si depotenziano ospedali in favore di altre strutture per le quali sono stati spesi altri milioni di euro e nel frattempo i cittadini di tutta l’Emilia-Romagna sono nella piena confusione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, presidente. La commissione d’inchiesta avrebbe sicuramente un senso nella misura in cui avesse a disposizione più poteri rispetto a quelle che sono le commissioni ordinarie. Lo sa bene il collega Foti, visto che le commissioni d’inchiesta in Parlamento lui le ha fatte, e sa quanti poteri in più hanno di una commissione ordinaria e quindi il perché la commissione d’inchiesta in Parlamento possa diventare un elemento aggiuntivo. Lo può essere in alcuni casi anche in Regione un elemento aggiuntivo - non lo nego - ma non per avere poteri aggiuntivi ma per poter discutere una cosa che nelle commissioni ordinarie non si discute.

Non è questo il caso, perché giustamente, come si richiama il Regolamento, e credo che il presidente Zoffoli sia assolutamente d’accordo su questo, se c’è chi vuole discutere del futuro dell’ospedale San Camillo in Commissione Sanità lo si può fare, c’è il Regolamento che lo consente, addirittura lo obbliga, ma non c’è bisogno di obbligo perché conosco le modalità con cui il presidente Zoffoli gestisce quella commissione, quindi non ho dubbi che sia il primo a voler porre la questione in discussione, anche perché così riusciamo a fare tutti gli approfondimenti del caso.

Capisco il dibattito politico, capisco anche la volontà di ciascuno di voler provare a piantare delle bandierine, però sto anche ai fatti, perché giustamente richiamano ai fatti il Partito Democratico e le nostre responsabilità ce le prendiamo anche se qualcuno ce le vuole dare e le spieghiamo anche, però io non posso pensare che oggi la Lega, rappresentata dallo stesso rappresentante che era in quella conferenza socio-sanitaria, è talmente contrario a questa roba di Comacchio che oggi viene qua, ci chiede la commissione d’inchiesta e quando era là era talmente contrario al piano di riordino su Comacchio che si è astenuto, perché la cosa che si vuole fare a Comacchio la si sta facendo a Bondeno, quindi non è che da sindaco di Bondeno la casa della salute è bella e vado a Comacchio e dico che da loro non bisogna farla...

 

FABBRI: Ti stiamo aspettando.

 

CALVANO: Perché su questo punto si rischia davvero di ingannare i cittadini. Se la casa della salute è una cosa fatta bene a Bondeno, e noi faremo in modo che sia fatta nel miglior modo possibile...

 

FABBRI: Non stiamo parlando di questo.

 

CALVANO: Non si capisce perché in un altro territorio invece non va bene, in un altro territorio che ha un ospedale di fianco a 7 chilometri. Di fronte a questo ci vuole un po’ di coerenza, e lo dico anche ai colleghi del Movimento 5 Stelle. Hanno voluto dare talmente una mano a Marco Fabbri, sindaco di Ostellato, che l’hanno cacciato dal Movimento, gli hanno voluto dare una mano talmente grande su questa vicenda che l’hanno cacciato dal Movimento, senza neanche farlo fiatare.

Di fronte a questo ci vuole un po’ di coerenza. La coerenza ce la metto fino in fondo, quindi se dobbiamo discutere dell’ospedale di Comacchio, facciamo la commissione, ne discutiamo e proviamo anche a spiegare una cosa molto chiara, cioè che un conto è che si fa un investimento su quell’ospedale e che quell’ospedale rimane vuoto o inutilizzato, e un conto è che si fa un investimento pagato e che oggi consentirebbe - lo ha detto benissimo la consigliera Zappaterra - di fare la miglior casa della salute della provincia di Ferrara, oserei dire quasi della regione Emilia-Romagna, perché la struttura lo consente e perché le tipologie di servizio che in quella struttura ci sono lo consentirebbero.

Quale altra casa della salute ha un punto di primo soccorso estivo per cinque mesi? Nessuna, perché si capiscono le caratteristiche che ha Comacchio come zona turistica, come tutta un’altra serie di servizi, dalla pediatria di gruppo alla medicina di gruppo e a tutta una serie di attività che avvicinerebbero la sanità e i servizi ai cittadini in una logica di complementarietà con l’ospedale che è a 7 chilometri da lì e che diventa l’ospedale che cura la fase più acuta.

Se vogliamo discutere di questo, noi siamo i primi a voler discutere di questo, ma se vogliamo tutte le volte utilizzare questo strumento ognuno per piantare la sua bandierina credo che non stiamo facendo un piacere a nessuno. Dal canto nostro quello che cercheremo di fare è fare in modo che quella casa della salute possa diventare davvero un elemento a servizio della cittadinanza, non solo di Comacchio ma del territorio del delta e del basso ferrarese, perché questo è l’obiettivo che ci si è dati. Ci proveremo, se c’è bisogno di dialogare con quelle comunità lo faremo, se c’è bisogno di confrontarsi in modo aspro, come è già successo, ci confronteremo in modo aspro, sempre nei limiti della civiltà, perché questo credo che sia l’obiettivo di tutti, è per questo che diciamo di no alla commissione d’inchiesta, non perché non si voglia discutere di Comacchio ma perché lo si può fare nelle sedi opportune, avendo tutti lo stesso livello di informazione e cercando magari insieme di fare in modo che quella struttura socio-sanitaria possa diventare quella casa della salute che qualificherebbe l’offerta socio-sanitaria di Ferrara e dell’Emilia-Romagna.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’oggetto 270, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

40

Assenti

 

10

Favorevoli

 

14

Contrari

 

26

Astenuti

 

--

 

(Presidente Saliera non votante)

 

L’oggetto 270 è respinto.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’oggetto 284, a firma del consigliere Foti, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

43

Assenti

 

7

Votanti

 

42

Favorevoli

 

14

Contrari

 

28

Astenuti

 

--

 

L’oggetto 284 è respinto.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’oggetto 295, a firma dei consiglieri Fabbri e Pettazzoni, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Favorevoli

 

14

Contrari

 

28

Astenuti

 

--

 

(Presidente Saliera non votante)

 

L’oggetto 295 è respinto.

 

OGGETTO 22

Richiesta di istituzione di una commissione speciale di ricerca e di studio, ai sensi dell'articolo 61, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa e dell'articolo 40, comma 2, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di cooperazione. A firma del Consigliere: Foti

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Abbiamo prima appreso dal Capogruppo del PD - possiamo anche convenire - che lo Statuto in realtà disciplina, così come il regolamento, in modo abbastanza inconcludente il tema della commissione d’inchiesta, ma sicuramente la stessa osservazione non potrà valere per la commissione di studio, se non altro per il principio che non consente contraddizione, perché le commissioni di studio - lo dice la parola - sono fatte per studiare.

Il tema della cooperazione mi pare che sia un tema che non possa essere sottaciuto in questa sede, innanzitutto perché questa è una regione che è la prima in Italia per presenza del numero di cooperative - rappresentano circa il 13 per cento delle ditte iscritte alle varie Camere di Commercio -, in secondo luogo perché è evidente - sono problemi anche di questi giorni - che nell’ambito del mondo cooperativo è in atto una ristrutturazione che spesso e volentieri porta anche a delle vicende di tipo occupazionale che non sono sicuramente di poco conto, in terzo luogo perché non è che la Regione sulle cooperative abbia deciso di non intervenire ma c’è una legge regionale del 2006, esattamente la legge 6 giugno 2006, n. 6, che prevede una serie di iniziative a favore del mondo della cooperazione, e l’articolo 11 di quella legge regionale introduce anche il concetto di monitoraggio nell’applicazione della legge riferito agli articoli 7, 8 e 9 della legge stessa.

Questa clausola valutativa è una clausola valutativa che ha trovato applicazione in un’unica riunione che si è tenuta nella Commissione che l’ha esaminata, esattamente la Commissione II unitamente alla Commissione VI della Regione, il 17 gennaio 2013, e avendo noi oggi a disposizione soltanto i dati del 2012 possiamo però fare qualche riflessione, cioè che ad esempio rispetto al sostegno ai programmi integrati di sviluppo e programmazione cooperativa di cui all’articolo 7 in cinque anni sono stati stanziati a favore delle cooperative richiedenti 2 milioni 650 mila euro destinati a finanziare quarantasei progetti, dei quali però la relazione non dice quali e quanti si siano conclusi e con quali risultati. L’articolo 8, che prevede gli strumenti finanziari a sostegno e a sviluppo della cooperazione, fa riferimento ad esempio e soprattutto al Foncooper, il fondo per le cooperative, che prevede, tramite una convenzione con Unicredit, finanziamenti possibili fino a un massimo di 500 mila euro e che sono stati concessi a circa quaranta cooperative per un importo di finanziamenti garantiti pari a 20 milioni di euro.

Vi sono poi il fondo regionale di cogaranzia, altro fondo che prevede uno stanziamento di circa 10 milioni di euro e sul cui utilizzo non c’è alcun report oggi agli atti delle competenti commissioni. Infine vi è l’articolo 9, che ha previsto fondi per la promozione cooperativa, che sono stati utilizzati con un bando del 2010 per 1 milione 500 mila euro a fronte di settantaquattro progetti presentati.

Già questi dati dovrebbero far riflettere sull’entità dei fondi che la Regione mette a disposizione secondo varie tipologie a sostegno della cooperazione, ma soprattutto dobbiamo forse iniziare a interrogarci se quell’articolo 45 della Costituzione, che riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata, è ancora articolo che, almeno per la grande cooperazione, trova un’applicazione o è qualcosa ormai del tutto inutile, un’affermazione di principio cui non viene dato seguito perché, com’è noto, la grande cooperazione va su altre strade. Del resto, proprio in questi giorni, è stata annunciata, seppur con fasi progressive, una maxi fusione delle cooperative del settore della grande distribuzione alimentare che prevede la nascita di un grande gigante nell’ambito della cooperazione alimentare e che evidentemente, al di là degli oltre due milioni di soci e di tutti questi numeri, sta realizzando un’impresa che rispetto all’impostazione originaria della cooperazione è quantomeno sorpassata, così come è sorpassato il testo di legge del 2006, non perché lo dico io ma perché chiunque si sia andato a leggere gli atti di quella Commissione avrà verificato che un Consigliere allora presente, oggi non più, solo perché non si è ricandidato, del Partito Democratico, il consigliere Carini, ebbe a sollevare tutta una serie di perplessità in ordine alle norme, soprattutto agli articoli 7, 8 e 9, tant’è vero che anche in quella sede venne individuata la possibilità di dare forma e sostanza a una riforma sostanziale della legge regionale 6/2006.

Aggiungo alcune considerazioni, che quando noi parliamo di cooperazione dobbiamo anche tenere presente - lo dico non come battuta politica ma come riflessione costante - che ormai non c’è vicenda dei grandi settori degli appalti di tutti i tipi, dei servizi sociali con l’inchiesta Mafia capitale, dell’ultima inchiesta relativa alla vicenda legata al Ministero delle Infrastrutture e ad uno dei grandi funzionari di quel Ministero, cioè del dott. Incalza, che non vedono presente in qualche modo in disegni ipotizzati allo stato come più o meno criminosi - si vedrà il finale di stagione cosa dirà - i vertici o significativi esponenti della Lega delle cooperative. Vi ho fatto ammenda del MOSE e potremmo prolungare l’elenco all’infinito.

Proprio perché io ritengo che la cooperazione oggi abbia senso nell’ambito di quella stretta applicazione dell’articolo 45 della Costituzione, perché per altro verso sono forme a tutti gli effetti di società, non a caso si parla anche di società cooperative a responsabilità limitata, mi pare che dovremmo preoccuparci di verificare innanzitutto com’è la struttura della cooperazione oggi in Emilia-Romagna, perché possiamo conoscere i dati aggregati e non conosciamo quelli disaggregati, e in secondo luogo perché non tutta la cooperazione sta procedendo ad esempio a un livello di sviluppo in modo costante. La crisi dell’edilizia è una di quelle crisi che tipicamente si è abbattuta su tutto il comparto e non ha salvato minimamente da quel comparto neanche la cooperazione.

Abbiamo parlato nei giorni scorsi - lo ricorderà il Vicepresidente della Regione - della vicenda della cooperativa Di Vittorio di Fidenza, ma potremmo parlare anche di fatti recenti bolognesi sui quali ho letto dichiarazioni secondo me molto condivisibili da parte di numerosi esponenti politici, che non rappresentano la mia parte ma che sul punto avevano perfettamente ragione, cioè che prima dei licenziamenti bisogna studiare tutte le possibili soluzioni per evitare che anche un’impresa che aveva nello spirito di mutualità, e quindi di soccorso, il suo fondamento - non è che voglia essere fermo ad Andrea Costa o a Mazzini, capisco che è passato qualche anno, se non addirittura siamo andati avanti di un paio di secoli - cada in questa situazione, ma è profondamente vero che il principio di mutualità è un principio che vedo abbastanza diverso dalle regole sic et simpliciter di un mercato spietato che estromette dal mondo della produzione del lavoro le persone in ragione soltanto degli utili più o meno realizzati.

Una commissione di studio di questo tipo potrebbe servire come approfondimento penso innanzitutto per darci la possibilità, se si vuole, di intervenire a modificare la legge 6/2006 da parte dell’Assemblea legislativa con una pregressa conoscenza fotografica della realtà dei fatti, anche per far sì non solo che si crei una reale trasparenza nei finanziamenti accordati ma anche e soprattutto perché di quei finanziamenti si veda quali e in quali settori vanno effettivamente a buon fine, quindi sono finanziamenti produttivi, e quali invece risultano versati in un pozzo di San Patrizio che non produce non solo un’utilità economica ma neppure realizza i principi di mutualità.

Questa quindi è la premessa che faccio dicendo anche un’ulteriore cosa, e vado subito alla conclusione, cioè che quando si parla di cooperazione non mi riferisco a una singola cooperazione o alla Lega delle cooperative ma mi riferisco a tutto il variegato mondo della cooperazione che è presente in Emilia-Romagna sotto diverse sigle, quindi non vuole essere neanche una commissione di studio fatta contro o per indagare o per verificare le cooperative rosse ma vuole essere una commissione di studio soltanto, e ho concluso, per chiedere all’Assemblea di avere una fotografia reale sul sistema cooperativo nella nostra regione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Ascoltando l’intervento del collega Foti, per quanto riguarda questioni relative a studio e ricerca, mi pare che lui abbia una conoscenza molto approfondita del settore della cooperazione, non che la cosa mi sembri strana, ma è solo un riconoscimento alla digressione in fase di presentazione che il consigliere Foti ha fatto rispetto al sistema cooperativo.

Io credo che noi dobbiamo essere anche capaci rispetto a questo tema di fare un passo avanti. Lo dico perché molto spesso si rimane ancorati a un sistema per il quale la cooperazione non solo veniva considerata un modo alternativo di fare economia all’interno di un’economia comunque di mercato ma veniva anche etichettata con tutte le diverse colorazioni del caso e quindi a seconda delle regioni o a seconda delle situazioni c’era chi contestava quella bianca, quella rossa, ecc.

Fortunatamente nel tempo si è affermato un principio di autonomia tra economia e politica di cui credo noi dobbiamo farci anche garanti come coloro i quali cercano di salvaguardare questo principio. Questo principio viene salvaguardato anche dalle leggi e quindi questo accenno a quante cooperative, indipendentemente dalla loro caratteristiche, ottengono finanziamenti regionali lo si potrebbe fare anche su quante Srl le ottengono, quante Spa, quante Snc e quant’altro. Siamo in presenza di forme diverse di impresa, ognuna delle quali, in funzione di un sistema trasparente e ovviamente catalogato e codificato, ottiene o non ottiene contributi rispetto ai bandi nei diversi settori.

Lo dico perché sotto invece si coglie un senso diverso, quasi si volesse dire che quella cosa succede perché siamo in una determinata regione; fortunatamente credo che si sia affermato un principio di autonomia di cui dobbiamo essere assolutamente garanti.

Mi permetto di aggiungere una cosa rispetto alle considerazioni fatte dal consigliere Foti e previste anche all’interno della richiesta di istituzione della commissione: si fa riferimento al fatto che dovrebbe dare risposta all’esame dell’oggetto sociale, delle attività e l’adesione ai principi cooperativistici da un lato e dall’altro quello relativo a tutti gli aspetti inerenti la violazione di norme relativamente a retribuzione, contribuzione dei lavoratori, status di socio-lavoratore, disciplina della concorrenza del mercato e quant’altro. Io credo che, se noi andiamo a osservare la legislazione, notiamo come tutti questi temi che richiamavo in precedenza siano temi di precipua e specifica competenza statale e rispetto ai quali gli strumenti a disposizione della Regione non sono molti, per cui credo che su questo secondo me si rischierebbe di fare, istituendo una commissione di questo genere, un qualcosa in più di quelle che sono le nostre competenze.

Lo dico perché - ripeto - le mie conoscenze, che non so se siano a livello di quelle del consigliere Foti, ma avremo modo sicuramente di confrontarci, mi portano a dire che su questi ovviamente ci sarà una legislazione nazionale che interverrà, probabilmente anche in fase di sviluppo in questo senso, come del resto c’è tutto il sistema stesso della cooperazione che sta profondamente cambiando, e mi permetto di aggiungere che, e questo vale sia per la cooperazione sia per altre forme, laddove si vedono processi di aggregazione, penso che sia un valore aggiunto, e quello che sta succedendo nei processi di aggregazione anche tra cooperative che nel gergo tradizionale venivano catalogate da una parte e dall’altra, si sta finalmente superando questa cosa che ci consente di riaffermare ulteriormente il rapporto di autonomia tra politica ed economia e anche tra politica e cooperazione, un’autonomia che è elemento di garanzia sia per i cooperatori sia per i legislatori e gli amministratori.

Nell’ambito di questo principio di autonomia ritengo che la commissione di studio e ricerca rischierebbe di andare un po’ oltre.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie consigliere Calvano.

Sono le ore 13, interrompiamo i lavori dell’Assemblea, che riprenderemo alle ore 15 proseguendo ovviamente sullo stesso oggetto.

Chiedo all’Ufficio di Presidenza di recarsi subito al settimo piano per la riunione. Grazie.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,02

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Andrea CORSINI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Massimo MEZZETTI e Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA e Matteo RANCAN.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 336/1 “Ordine del giorno collegato all’oggetto n. 336 ""Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna""". A firma dei Consiglieri: Taruffi, Calvano, Gibertoni, Alleva”

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 32

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 10

Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA,

 

Assenti: 7

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Giulia GIBERTONI, Roberta MORI, Matteo RANCAN, Luca SABATTINI.

 

OGGETTO 336 “Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna.» (Proposta del consigliere relatore Igor Taruffi su mandato della Commissione I)” (8)

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 32

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 10

Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA,

 

Assenti: 7

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Giulia GIBERTONI, Roberta MORI, Matteo RANCAN, Luca SABATTINI.

 

OGGETTO 242 “Delibera: «Modifica al programma straordinario di investimenti in sanità, ex art. 20 L. 67/1988, approvato con delibera di Assemblea legislativa n. 185 del 22 luglio 2008, e al programma regionale "La rete delle cure palliative" di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 1245 del 1° agosto 2005.» (Proposta della Giunta regionale in data 23 febbraio 2015, n. 151)” (10)

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 28

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 14

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 7

Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Giulia GIBERTONI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Matteo RANCAN, Luca SABATTINI.

 

OGGETTO 270 “Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in merito alle condizioni ed alla imminente chiusura di reparti dell'Ospedale San Camillo di Comacchio (FE). A firma del Consigliere: Bignami”

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 14

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 9

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Palma COSTI, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Antonio MUMOLO, Matteo RANCAN, Luca SABATTINI.

 

OGGETTO 284 “Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 2, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, circa le risorse relative alla ristrutturazione dell'Ospedale San Camillo di Comacchio (FE). A firma del Consigliere: Foti”

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 14

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 28

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA,

 

Assenti: 7

Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Palma COSTI, Giulia GIBERTONI, Antonio MUMOLO, Matteo RANCAN, Luca SABATTINI.

 

OGGETTO 295 “Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, circa i fondi regionali impiegati relativamente alla ristrutturazione dell'Ospedale San Camillo di Comacchio (FE). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni”

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 14

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI,

 

Contrari: 28

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 7

Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Palma COSTI, Giulia GIBERTONI, Antonio MUMOLO, Matteo RANCAN, Luca SABATTINI.

 

Ordine del giorno

 

OGGETTO 336/1 - Ordine del giorno collegato all’oggetto n. 336 ""Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna""". A firma dei Consiglieri: Taruffi, Calvano, Gibertoni, Alleva

 

«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

il Progetto di legge regionale di fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme, approvato dalla Giunta regionale nella precedente legislatura ed approdato in seno alla competente Commissione assembleare prima dello scioglimento anticipato dell'Assemblea legislativa, ha ripreso e proseguito il proprio iter legislativo secondo la speciale procedura dell'art. 13 bis della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24;

 

il Progetto di legge regionale "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna" è stato pertanto approvato dalla Giunta regionale con delibera n. 52 del 26 gennaio 2015 e tempestivamente trasmesso all'Assemblea legislativa;

 

la competente Commissione assembleare ha esaminato il progetto di legge, preso atto dei pareri dei Sindaci dei Comuni interessati e provveduto a licenziarlo e a trasmetterlo all'Assemblea legislativa nei termini di legge;

 

al fine di proseguire l'iter legislativo, l'Assemblea deve deliberare l'indizione del referendum consultivo popolare tra i cittadini dei Comuni interessati.

 

Considerato che

 

la documentazione allegata alla delibera con cui il Consiglio comunale di Porretta Terme ha fatto istanza di avvio dell'iter legislativo, approvata in data 26/10/2013, pur contenendo tutti gli elementi utili per valutare la sussistenza dei requisiti essenziali richiesti per addivenire alla fusione, necessita di essere aggiornata;

 

per il buon esito della consultazione referendaria è oltremodo importante che, al momento del voto, i cittadini dei Comuni interessati siano in possesso di tutte le informazioni utili per poter valutare il Progetto di legge nella sua completezza, specie per quanto riguarda il futuro della gestione del servizio idrico.

 

Invita

 

i Consigli comunali di Granaglione e Porretta Terme a procedere ad aggiornare tale documentazione non oltre il 46° giorno precedente la data di svolgimento del referendum consultivo popolare.

 

Invita altresì

 

l'Amministrazione di Granaglione a stipulare l'Accordo di programma, così come previsto all'art. 7, comma 7, del Progetto di legge di fusione, non oltre il 46° giorno precedente la data di svolgimento del referendum consultivo popolare.»

(Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 25 marzo 2015)

 

LA PRESIDENTE

IL SEGRETARIO

Saliera

Torri

 

 

Espandi Indice