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27.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 7 LUGLIO 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 889

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare, anche in campo legislativo, per contrastare il declino del sistema termale regionale. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 890

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli interventi da porre in essere per evitare lo spostamento all'estero delle sedi legale e fiscale della Ferrari SpA, con sede a Maranello. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

COSTI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 881

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa procedure e problematiche riguardanti Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

RAINIERI (LN)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza

RAINIERI (LN)

 

OGGETTO 892

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le conseguenze per gli utenti e gli operatori del Servizio Sanitario Regionale connesse alle decisioni assunte dalla Conferenza Stato-Regioni, con particolare riferimento alla riunione del 2 luglio 2015. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 893

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la salvaguardia dell'occupazione a seguito della situazione riguardante l'azienda CISA di Faenza. A firma della Consigliera: Rontini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

RONTINI (PD)

COSTI, assessore

RONTINI (PD)

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

PRESIDENTE (Saliera)

RONTINI (PD)

FOTI (FdI)

POMPIGNOLI (LN)

CALIANDRO (PD)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Saliera)

POMPIGNOLI (LN)

 

Richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e di inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

TARUFFI (SEL)

CALIANDRO (PD)

FABBRI (LN)

FOTI (FdI)

BARGI (LN)

PRESIDENTE (Rainieri)

POMPIGNOLI (LN)

RONTINI (PD)

 

OGGETTO 114

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia”. Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24. (8)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

POMPIGNOLI (LN)

PRESIDENTE (Rainieri)

RONTINI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

SONCINI, relatrice della Commissione

BARGI, relatore di minoranza

TORRI (SEL)

DELMONTE (LN)

PETITTI, assessore

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

TORRI (SEL)

DELMONTE (LN)

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 579

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo, nella Provincia di Rimini.»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

OGGETTO 862

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo nella Provincia di Rimini" (Proposta del consigliere relatore Giorgio Pruccoli su mandato della Commissione I).» (21)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PRUCCOLI, relatore della Commissione

BERTANI, relatore di minoranza

TARUFFI (SEL)

PRUCCOLI (PD)

PETITTI, assessore

BIGNAMI (FI)

TARUFFI (SEL)

POMPIGNOLI (LN)

 

OGGETTO 604

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma.»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

OGGETTO 860

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma" (Proposta del consigliere relatore Alessandro Cardinali su mandato della Commissione I).» (22)

(Discussione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CARDINALI, relatore della Commissione

RANCAN, relatore di minoranza

FOTI (FdI)

CARDINALI (PD)

BONACCINI, presidente della Giunta

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 114

Emendamento oggetto 114

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,56

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la ventisettesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 9 giugno 2015 (n. 20);

pomeridiana  del 9 giugno 2015 (n. 21);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Saliera): Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna i consiglieri Alleva e Paruolo e gli assessori Bianchi, Corsini e Venturi.

Do per lette le comunicazioni prescritte dall'articolo 68 inviate a tutti i consiglieri.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 889

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare, anche in campo legislativo, per contrastare il declino del sistema termale regionale. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Per la Giunta risponderà il sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Bignami per illustrare l'interrogazione.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Come scritto nell'interrogazione, si fa riferimento a delle precedenti posizioni della Giunta espresse sulla riforma del sistema termale, quindi volevamo sapere a che punto era la revisione della legge.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Prego, sottosegretario Andrea Rossi.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente. Consigliere Bignami, intanto nella risposta all'interrogazione, che le lascerò, ci sono anche alcuni dati rispetto all'andamento del settore in questi anni, dove, in effetti, solo nel 2014 si è registrato un leggero sensibile incremento dello 0,04 per cento delle presenze, cosa che invece non era stata così nel 2012 e nel 2013.

Per quanto riguarda invece la parte finale in cui lei chiede alcune informazioni rispetto agli interventi della Giunta e della Regione sul tema del settore termale e soprattutto sulla legge dedicata, facciamo presente che, per quanto riguarda il termalismo emiliano-romagnolo, APT Servizi cura tutta la parte di supporto promozionale di carattere generale, l'Unione di Prodotto Terme, Salute e Benessere cura la parte di realizzazione dei programmi promozionali annuali di comparto, l'aggregazione di imprese e il Club di Prodotto dei privati cura la parte della commercializzazione dei prodotti dei servizi turistici, mentre le Province hanno in carico la parte dei servizi di informazione per l'accoglienza turistica.

Per ottimizzare l'utilizzo delle risorse finanziare ed evitare la duplicazione di iniziative e progetti, APT Servizi ed Unione di Prodotto Terme, Salute e Benessere collaborano in forte sinergia al fine di garantire al sistema termale le più adeguate forme di promozione turistica e sostegno alle azioni commerciali delle imprese private.

Nel quinquennio 2010-2014 la Regione ha cofinanziato i programmi promozionali dell'Unione di Prodotto Terme, Salute e Benessere con un ammontare complessivo di euro 2 milioni. Tali risorse hanno permesso un investimento globale di 3,7 milioni finalizzato alla realizzazione di un significativo numero di azioni ed iniziative, tra le quali si segnalano le campagne stampa radio e TV, le azioni di promo-commercializzazione dei luoghi di alta affluenza, la realizzazione della guida delle Terme, lo sviluppo del sito Internet ed azioni di web marketing educational tour, hour shop, la partecipazione a fiere e la realizzazione della Notte Celeste che si è svolta a giugno.

Nel medesimo periodo temporale la Regione ha cofinanziato i progetti di commercializzazione turistica presentati dai Club di Prodotto e dalle aggregazioni di imprese. In cinque anni hanno ricevuto il cofinanziamento regionale 52 progetti, per un ammontare di risorse regionali pari a 1 milione e 880 mila euro, per un investimento complessivo intorno ai 9 milioni di euro.

La Regione intende mantenere anche per i prossimi anni questa forte attenzione per i termalismi, per favorire lo sviluppo di un'economia turistica moderna e diversificata e per aiutare concretamente lo sviluppo innovativo dei prodotti turistico-termali e, di conseguenza, lo sviluppo dei territori.

Per quanto riguarda invece la legge regionale n. 7/1998 e successive modificazioni, faccio presente che è in corso e in avanzata elaborazione la prima bozza che era stata presentata al Comitato di concertazione turistica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

Consigliere Bignami, prego.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Ringrazio il sottosegretario Rossi. Evidentemente non possiamo esprimere soddisfazione perché la risposta è largamente ripropositiva di quello che già ci venne rappresentato due anni fa, in quanto già allora ci venne detto che sul sistema termale vi era un'azione di riforma legislativa, che tuttavia oggi rimane del tutto ferma al palo.

Mi permetto di rilevare che sia con riguardo alle Terme di Salsomaggiore, ma, come ho fatto riferimento, anche con riguardo alle Terme di Porretta evidentemente le azioni messe in campo dalla Regione non sono all'altezza delle esigenze che si pongono, anche perché - l'avevamo già rappresentato e lo torniamo a dire - sul sistema termale riteniamo che la Regione possa e debba fare di più perché si tratta di una risorsa connaturata al territorio stesso e conseguentemente pensiamo che si possa mettere a frutto lo sfruttamento della medesima senza che ciò comporti costi particolari per la Regione.

Anche il riferimento ai contributi ci lascia abbastanza perplessi perché è evidente che si tratta di una contribuzione che rischia di essere orientata. Non voglio fare riferimento a situazioni specifiche, ma riteniamo che quelle Terme che sono tradizionalmente emblematiche per il territorio (penso a Porretta, penso a Salsomaggiore, penso al sistema termale anche in ambito romagnolo) oggi sono in forte sofferenza proprio perché la legge regionale sconta un'anzianità che collega ancora al suo uso soprattutto la possibilità da parte dei Comuni di impiegarla in un contesto sanitario senza che ciò, in effetti, oggi trovi più necessità visto che il Servizio sanitario, di fatto, non passa più le cure termali.

Mi permetterò da qui a breve, e lo preannuncio alla Giunta, di ripresentare un'interrogazione sempre su questo punto proprio perché riteniamo che ci siano molti territori da poter battere per cercare di migliorare un sistema che al momento ci pare abbastanza abbandonato.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

 

OGGETTO 890

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli interventi da porre in essere per evitare lo spostamento all'estero delle sedi legale e fiscale della Ferrari SpA, con sede a Maranello. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Per la Giunta risponderà l'assessore Costi.

La parola alla consigliera Gibertoni per illustrare l'interrogazione.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Rinuncio all'esposizione perché il caso mi sembra sufficientemente chiaro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Assessore Costi, ha la parola.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente. Condividendo la preoccupazione espressa nell'interrogazione in merito all'annunciata volontà di spostare all'estero le sedi legali e fiscali dell'azienda automobilista Ferrari Spa con sede a Maranello, come Giunta siamo perfettamente consapevoli della portata nazionale dell'intera vicenda e per questo il presidente Bonaccini ha già nei giorni scorsi contattato il ministro competente per due temi: per approfondire le tematiche che l'azienda adduce per tale scelta, perché, come lei ben sa, sono temi di competenza nazionale, e anche per una valutazione congiunta in merito alle conseguenze che tale scelta potrebbe comportare, perché ad oggi comunque si parla di sede, non di produzione, ma chiaramente il tema rimane delicato.

Da parte nostra, invece, come Regione stiamo rafforzando tutti gli strumenti in nostro possesso, quindi da quelli più classici come la formazione, ma anche il tema della ricerca, delle tematiche energetiche a tutte le tematiche infrastrutturali materiali ed immateriali, al fine proprio di rafforzare la competitività dei nostri territori nei confronti dei settori manifatturieri portanti dell'economia regionale con attenzione alle filiere che le compongono, di cui chiaramente tutto il tema della motoristica e delle automobili fa parte ed è anche uno dei nostri settori prioritari e più importanti. Per cui stiamo cercando sul caso, proprio perché lo riteniamo di fondamentale importanza, di lavorare su entrambi i fronti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Speravamo che almeno si condividesse certamente una preoccupazione che va ben oltre la Regione, sono d'accordo, che certamente vede una competenza nazionale, ma rispetto a questo caso la Regione non può esimersi di agire e su questo noi ci aspettiamo a breve dei riscontri o, appena ci saranno dei riscontri, degli aggiornamenti da parte dell'assessore Costi e del presidente Bonaccini.

La Regione non può esimersi di agire e non può esimersi di prendere le distanze almeno dalle parole di Marchionne, perché ricordo che, nel dibattito che si sta aprendo adesso nelle nostre province, le ragioni di tale scelta sembrerebbero riconducibili esclusivamente a norme di diritto societario e fiscale particolarmente favorevoli in particolare per quello che riguarda la votazione di maggioranza, che verrebbe attribuita, in Olanda, ai soci di lungo periodo, quindi ciò consentirebbero alla holding della famiglia Agnelli di controllare quasi il 50 per cento dei voti pur detenendo una quota molto inferiore delle azioni, circa il 30 per cento.

Allora è bene condividere la preoccupazione e certamente avete un Presidente del Consiglio che quindi è giusto chiamare in causa prima possibile e non sottovalutare nemmeno per un momento il fatto che stiamo parlando di sede legale e di sede fiscale, perché non è questione di produzione o meno, ma spostare la sede legale e la sede fiscale resta per noi uno sfregio rispetto alla storia di un'azienda intrinsecamente legata a questo Paese, a questa regione, ma a tutto il Paese.

Ricordo anche che, come ricordava l'assessore Costi, questo è un settore strategico della nostra regione, un settore strategico e di altissima eccellenza che ci viene riconosciuto, viene riconosciuto alla provincia di Modena, alla provincia di Bologna in tutto il mondo. I tedeschi, che sono i nostri diretti concorrenti (questo è bene che lo ricordiamo sia al premier, sia ai suoi interlocutori in questa operazione che resta certamente molto delicata e che noi abbiamo definito di vandalismo, ma davvero di vandalismo rispetto ad una storia e rispetto ad un marchio che sono inscindibili dal territorio) i tedeschi queste cose non le fanno perché danneggerebbero l'immagine dei loro marchi e di questo hanno perfettamente coscienza. Infatti, se ci fate caso, non si schiodano Mercedes e Porche da Stoccarda, non se ne andrebbe BMW da Monaco. E mi risulta che qui, nel Bolognese, Ducati resti Ducati con la sua sede legale nel Bolognese (questo, forse, me lo potete confermare). Ecco perché non si vede il motivo per cui si debba far passare nel silenzio il fatto che si decide di dare la residenza a Ferrari in Olanda.

Mi aspetto davvero aggiornamenti su questo tema molto velocemente e che certamente questa questione non venga sottovalutata.

Ricordo, come abbiamo scritto anche nel nostro question time, che quando abbiamo parlato nella Sessione comunitaria di quelli che dovevano essere le prospettive e gli atteggiamenti ai sensi della legge regionale n. 16/2008, abbiamo effettivamente individuato un percorso esattamente opposto per definire il nostro modo di partecipare al processo dell'identità europea e al fatto che l'identità europea non deve essere fatta di leggi o agevolazioni che consentono agli Stati di fregarsi le aziende tra di loro, soprattutto quando le aziende effettivamente contribuiscono all'identità produttiva e all'identità imprenditoriale di un Paese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 881

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa procedure e problematiche riguardanti Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Per la Giunta risponderà il sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Rainieri per illustrare l'interrogazione.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Intanto mi scuso per il ritardo e la ringrazio per aver accettato di spostare la mia interrogazione a risposta immediata. Ringrazio anche il sottosegretario per aver risposto in mancanza, per problemi personali, dell'assessore di competenza.

La mia interrogazione è dovuta al fatto che il presidente di Terme Spa (e ricordo che anche la Regione è socia delle Terme di Salsomaggiore insieme alla Provincia di Parma e al Comune) ha pensato di insultarmi sui giornali semplicemente perché avevo chiesto un parere su quelle che erano le modalità su cui si erano fatti i contratti di ramo d'azienda (sui quali io avevo chiesto, appunto, delucidazioni sulla società che si definisce Accentour LTD Private Company Limited by shares, con sede a Londra) per mezzo di un contratto che sarebbe operativo da pochi giorni, dal primo di giugno del 2015.

Noi chiediamo che cosa abbia spinto il presidente a prenderla così male dal momento che io ho chiesto, e da consigliere regionale è un mio diritto, di sapere alcune situazioni che si sono venute a creare e che secondo noi non hanno avuto una risposta chiara nel momento in cui si sono andati a stipulare questi contratti.

L'Hotel Porro, che è uno dei due hotel che fanno parte di questo contratto, è ancora gravato da ipoteche bancarie ed è una delle sedi delle attività dell'Istituito Magnaghi, uno dei più prestigiosi della zona. L'Hotel Valentini è ancora oggetto di un'operazione di lease-back sempre finalizzata ad acquisire finanziamenti. Gli immobili sono alberghi importanti e conosciuti un po' in tutto il mondo per il loro passato molto importante, con tanta gente che andava a farsi curare in queste strutture.

Noi chiediamo se di questa società nuova hanno avuto modo di verificare l'affidabilità finanziaria e la gestione del contratto del ramo d'azienda di questa società che, appunto, acquisisce il ramo d'azienda, anche in considerazione dei probabili e necessari lavori di adeguamento alle normative di igiene e di sicurezza, e quindi se questa società ha presentato fideiussioni o altri tipi di garanzie per fare in modo che questo contratto abbia tutte le garanzie del caso per proseguire nel tempo. Anche perché Salsomaggiore, purtroppo, è in una situazione seriamente critica dal punto di vista del termalismo e dei servizi di questi alberghi, quindi ci chiediamo se sia stato fatto di tutto per evitare un contraccolpo che sarebbe definitivo per l'economia del Comune di Salsomaggiore, della provincia e anche di noi come soci delle Terme di Salsomaggiore e Tabiano.

Chiediamo, quindi, in questo caso al sottosegretario, di chiarire definitivamente qualunque tipo di problema eventuale in merito a questo affitto di ramo d'azienda e chiedo al sottosegretario, o comunque alla Giunta, anche di fare in modo che i dipendenti, qual è il presidente, non abbiano da offendersi e da offendere persone, che hanno tutto il diritto di chiedere chiarimenti, nel momento in cui viene posta loro una domanda, perché tale è un'interrogazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente. Non posso rispondere al consigliere Rainieri per le parole eventualmente espresse dal Presidente.

Per quanto riguarda l'interrogazione, faccio presente che Terme di Salsomaggiore-Tabiano, analogamente a quanto accaduto per i rami termali riabilitativi e prodotti, constatata la propria incapacità economica e finanziaria a gestire in maniera autonoma e profittevole detti rami e nella consapevolezza che una sospensione anche temporanea dell'attività comporterebbe un sicuro depauperamento del valore delle immobilizzazioni interessate, hanno individuato quale strumento più idoneo ed efficace, al fine di garantire la continuità aziendale, quindi, in particolar modo, la conservazione del patrimonio e senza incorrere in ulteriori perdite di gestione, l'attivazione di un contratto d'affitto di rami d'azienda condizionato.

Si tenga preliminarmente in considerazione che gli alberghi Porro e Valentini perdevano circa 300 mila euro l'anno e avevano, perciò, cessato di risultare credibili verso i fornitori, determinandosi così una situazione che non poteva che portare alla chiusura stessa delle strutture. Tuttavia chiudere gli alberghi significa determinare una perdita non soltanto di tutte le mancate entrate, ma, ancor più, la necessità, nel caso di riapertura, di importanti attività di manutenzione e di ripristino, quindi investimenti ulteriori.

Ciò premesso, Terme di Salsomaggiore-Tabiano hanno dunque proceduto al dialogo con alcuni operatori verbalmente interessati. In questo contesto, le condizioni dell'attuale affittuario, Accentour, sono state verificate maggiormente competitive rispetto alle proposte di altri due player del mercato. Conseguentemente le Terme hanno verificato le condizioni finanziarie della società proponente, chiedendo anche alcune informazioni circa vicende pur non collegate alla società stessa. Ancora, si è proceduto con un incontro sindacale per dare contezza e raccogliere la posizione delle parti sociali circa l'affitto del ramo. Le condizioni chiuse nel contratto con Accentour sono, quindi, migliori di quelle previste nella bozza di contratto già approvata dalla proprietà.

In particolare, è stata inserita dall'affittante una clausola che limita l'affitto al solo Hotel Porro qualora, nonostante il contratto lo possa consentire, gli sia concessa la moratoria per il lease-back che grava sul Valentini. Inoltre nel contratto è stato previsto il mantenimento degli impegni con l'Istituto Alberghiero che utilizza i locali del Porro e infine è stata prevista l'assunzione del personale in capo alla precedente gestione.

Oltre a ciò, tutte le opere di ristrutturazione delle aree verdi e delle strutture sono a carico della stessa proponente, ancorché vengano tenute in conto nel contratto.

Si conferma che il contratto di affitto del ramo d'azienda dispone che, una volta verificata la consistenza dei rami d'azienda con la sottoscrizione di cui all'articolo 9, l'affittante riceverà quale garanzia sulla consistenza, inclusi eventuali danni e danni materiali oggetto del contratto, fideiussione bancaria o assicurativa di primaria compagnia di gradimento dell'affittante, per garantire 90 mila euro, della durata di un anno e rinnovabile di anno in anno per tutta la durata del contratto.

Per quanto riguarda, infine, la certificazione antimafia, si conferma che è stata richiesta detta certificazione, la quale è stata rilasciata dall'affittuario, nella persona del suo legale rappresentante, nelle forme autocertificative.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Ringrazio il sottosegretario Rossi per la risposta. Tutti sapevamo e sappiamo della situazione gravosa, purtroppo, dei due hotel delle Terme di Salsomaggiore. Auspico che quello che lei ha risposto corrisponda al vero e che questa società possa rilanciare definitivamente le Terme di Salsomaggiore Spa. Forse la fideiussione assicurativa di un anno potrebbe non essere la soluzione migliore, ma ci auguriamo che anche a questa diate un'occhiata, come si dice, perché tutto possa proseguire per il meglio, auspicandomi che il presidente, ribadisco, abbia da usare il suo tempo in modo migliore per gestire le Terme Spa e non per andare sui giornali a prendersela con chi chiede semplicemente e chi ha il diritto di farlo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

 

OGGETTO 892

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le conseguenze per gli utenti e gli operatori del Servizio Sanitario Regionale connesse alle decisioni assunte dalla Conferenza Stato-Regioni, con particolare riferimento alla riunione del 2 luglio 2015. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Per la Giunta risponderà il sottosegretario Rossi.

La parola al consigliere Foti per illustrare l'interrogazione.

 

FOTI: Grazie, presidente. Come è noto, signor sottosegretario, la legge finanziaria a valere sul 2015 ha tagliato il fondo sanitario nazionale di circa 2.400 milioni di euro. Era previsto che entro il 31 di marzo vi fosse una verifica da parte della Conferenza Stato-Regioni che portasse all'individuazione di quelle misure atte a realizzare siffatti tagli.

Ora, il 2 luglio è stato sottoscritto da alcune Regioni (non tutte, perché Liguria, Veneto e Lombardia non hanno sottoscritto l'accordo) un accordo che prevede una serie di interventi che si riverberano sia sugli utenti del Servizio sanitario nazionale, sia sugli operatori del medesimo, anche e soprattutto mettendo spesso in discussione la professionalità dei medici per le iniziative che sono state assunte e che sono proposte (dalle quali personalmente, a nome di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mi dissocio con tutta la mia forza).

Alla luce di questo e di queste misure che appaiono più misure tampone che misure strutturali, chiedo se la Regione Emilia-Romagna intende avvalersi della facoltà che l'intesa dà, cioè quella, fatti salvi gli obiettivi di rientro e di risparmio, di decidere essa stessa su quali settori intervenire anziché farseli dettare da una Conferenza Stato-Regioni, con una ministra che era solo contenta di aver rinviato un problema come quello della questione dei farmaci nel nostro Paese.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente. Come ha ricordato il consigliere Foti, l'intesa tra Governo e Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano del 26 febbraio 2015 ha individuato le modalità per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica per l'anno stesso, tra le quali è previsto il mancato incremento di 2.352 milioni delle risorse destinate al finanziamento del settore sanitario come previsto dal Patto per la salute 2014-2016 e confermato dall'articolo 1 della Legge di stabilità 2015.

A fronte di tale mancato incremento, la stessa intesa prevedeva l'individuazione di misure di razionalizzazione e di efficientamento della spesa del Servizio sanitario nazionale e di rafforzamento e di monitoraggio dell'attuazione del regolamento sugli standard dell'assistenza ospedaliera tramite successiva intesa sancita in sede di Conferenza Stato-Regioni e Province autonome.

L'intesa raggiunta la settimana scorsa tra Governo e Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano definisce la manovra sul settore sanitario contenendo la necessità di operare un efficientamento della spesa sanitaria in alcuni ambiti. Le Regioni possono conseguire l'obiettivo economico-finanziario agendo su altri ambiti della spesa sanitaria e adottando misure alternative a quelle individuate dall'intesa, purché in grado di compensare la rideterminazione del livello di finanziamento e di assicurare il pareggio del Servizio sanitario regionale.

La proposta di determinazione della Giunta regionale, quindi, concernente: "Linee di programmazione e di finanziamento del Servizio sanitario regionale per l'anno 2015", nel richiamare gli obiettivi di salute assistenziali e gli obiettivi di sostenibilità e di governo del Servizio sanitario, che costituiscono gli obiettivi di mandato alle Direzioni aziendali, ha ulteriormente definito e puntualizzato gli obiettivi della programmazione sanitaria per l'anno 2015.

Il quadro degli obiettivi della programmazione sanitaria regionale per lo stesso anno (Allegato A) identifica i principali obiettivi per l'anno stesso, quantifica la disponibilità finanziaria del Servizio sanitario regionale, stabilisce le misure di governo e di ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse disponibili al fine di garantire la sostenibilità dei servizi sanitari e sociali integrati, definisce le misure di governo complessivo e di qualificazione del sistema sanitario.

Le azioni di razionalizzazione della spesa sanitaria garantiscono la sostenibilità economico-finanziaria della programmazione sanitaria regionale, l'erogazione delle prestazioni ricomprese nei LEA (Livelli essenziali di assistenza) e delle prestazioni aggiuntive e per la non-autosufficienza, in una situazione di equità e di universalità.

Le misure regionali, quindi, di contenimento della spesa perseguono l'obiettivo principale di rendere la spesa sanitaria efficiente ed efficace al fine di creare delle economie in grado di compensare il mancato incremento per il 2015, di codificare le politiche sanitarie regionali (ad esempio, il contenimento significativo dei tempi di attesa delle prestazioni specialistiche, l'attivazione delle Case della salute ed altri impegni contenuti nella programmazione), di aumentare la qualità delle prestazioni dei servizi erogati in un quadro di uniformità ed appropriatezza. Le conseguenze attese per gli utenti e gli operatori del Servizio sanitario regionale sono, pertanto, secondo il nostro punto di vista, positive.

Con riferimento alla manovra nazionale sul settore sanitario, oggetto dell'intesa della settimana scorsa, la Regione attuerà le misure eventualmente adottate con provvedimento legislativo, con particolare riferimento all'ambito dei beni e servizi e della farmaceutica territoriale ed ospedaliera.

Con riferimento ad altri ambiti si evidenzia che la programmazione sanitaria regionale per l'anno in corso prevede già misure sull'appropriatezza prescrittiva ed erogativa, sull'attuazione del regolamento del riordino ospedaliero, sul completamento della concentrazione delle attività delle centrali operative del 118 e sulla limitazione degli investimenti finanziari con contributo in conto esercizio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Foti.

 

FOTI: Grazie, presidente. In realtà, signor presidente, il sottosegretario ha fatto riferimento ad una delibera che è stata oggetto di discussione ieri in Commissione e dalla quale risulta che la Regione passa dagli 87 milioni stanziati nel 2014 ai 40 milioni stanziati per il 2015 come proprio contributo, quindi ci sono 100 miliardi di vecchie lire in meno.

Ma a prescindere da ciò, ciò che rileva è questo: innanzitutto per quanto riguarda le prescrizioni specialistiche cosiddette inappropriate, appare inappropriato che un organo tecnico invada il campo di un organo scientifico, perché i medici prestano un giuramento, mi pare abbiano una professionalità sufficiente e, tra l'altro, un corso universitario non di poco conto. Il fatto di penalizzarli attraverso una valutazione burocratica in ragione delle prestazioni specialistiche giudicate inappropriate rischia soltanto di dequalificare la professione medica stessa.

Poi abbiamo tutta la vicenda, sulla quale si è abbondantemente glissato, che riguarda la riduzione della durata della degenza media e del tasso di ospedalizzazione. Questo cosa significa? Semplicemente quello che sta accadendo oggi nei nostri ospedali: non hanno ancora finito di operarti che già ti mandano a casa. Poi, se hai un problema, ritorni al pronto soccorso, stai otto o dieci ore in pronto soccorso e poi fai cinque giorni di ulteriore degenza, quando invece con un giorno ulteriore di degenza avremmo risolto il problema.

Anche sotto il profilo degli investimenti mi aspettavo qualcosa di più. Come le è noto, l'intesa del 2 luglio prevede un taglio a livello nazionale di 300 milioni di investimenti nel comparto sanitario, non penso che siano bruscolini, penso che gli investimenti nel campo sanitario siano fondamentali.

Infine - e parlo per un'area dove il biomedicale rappresenta qualcosa di più di parole - un tetto di spesa per dispositivi medici pari al 4,4 per cento non solo risulta privo di logica, ma rischia di pesantemente abbattersi sul settore biomedicale con riflessi negativi per l'economia reale.

Mi pare che se questa intesa aveva un fine, che doveva essere quello della razionalizzazione, l'ha mancato del tutto. È un'intesa che mi auguro la Regione Emilia-Romagna, nonostante sia stata pronta, cieca e obbediente a sottoscrivere, non gestisca secondo le linee che ha sottoscritto, ma si avvalga di quel dispositivo dell'intesa medesima che prevede ampia facoltà, all'interno ovviamente del rispetto delle quote di bilancio per poter raggiungere il risparmio assegnato, di avvalersi della propria autonomia, scegliendo essa stessa quali interventi effettuare e non facendoseli dettare dall'alto con un centralismo che effettivamente con il sistema sanitario del Nord Italia ha poco a che spartire.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 893

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la salvaguardia dell'occupazione a seguito della situazione riguardante l'azienda CISA di Faenza. A firma della Consigliera: Rontini

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Per la Giunta risponderà l'assessore Costi.

La parola alla consigliera Rontini per illustrare l'interrogazione.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Intervengo per porre all'attenzione dell'Aula del Consiglio regionale e dei colleghi e della Giunta la vicenda della CISA di Faenza, che è la più importante realtà industriale della nostra città. CISA è leader mondiale nella produzione di sistemi di sicurezza e dà lavoro a 524 persone, molte delle quali sono donne.

È una vicenda molto triste che ci preoccupa e soprattutto è una vicenda dai contorni poco chiari. Provo a spiegare, riassumendo per sommi capi, il perché. Nelle settimane scorse la multinazionale Allegion, che da qualche anno è titolare del marchio CISA, ha annunciato una pesante ristrutturazione aziendale: si parla di 258 esuberi, 20 dei quali concentrati nello stabilimento di Monsanpolo in provincia di Ascoli Piceno e gli altri 238 nei due stabilimenti di Faenza.

Il marchio CISA, ci tengo a ricordarlo, è universalmente riconosciuto come sinonimo di qualità e sicurezza e questa ottima reputazione non viene così, a caso, ma è stata costruita negli anni grazie alla professionalità, alla generosità e ai sacrifici delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori.

La proprietà ha inoltre comunicato che tali esuberi sarebbero stati concentrati nel comparto produttivo dell'azienda motivando tale scelta con la necessità di esternalizzare le produzioni per recuperare marginalità in una fase che negli ultimi sette anni ha visto un graduale e costante calo del fatturato all'interno di un settore come quello edilizio che sappiamo essere in forte contrazione. Al tavolo ministeriale la proprietà ha invece omesso la presentazione di un piano industriale che contemplasse strategie, investimenti e la valorizzazione della CISA, oltre che certezze sul mantenimento degli stabilimenti nella nostra regione.

Il Consiglio comunale di Faenza, nella seduta di insediamento, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno recante: "Tutela delle lavoratrici e dei lavoratori della CISA di Faenza", con cui ha espresso piena solidarietà e ha chiesto a tutte le istituzioni di operare in ogni direzione per il buon esito della vicenda.

Un motivo di ulteriore preoccupazione a questo quadro si è poi aggiunto in data 30 giugno, quando da un comunicato pubblicato sul sito della multinazionale si è appreso che Allegion ha raggiunto l'accordo per rilevare la tedesca SimonsVoss Technologies da HgCapitat con base a Monaco di Baviera e leader europeo nell'emergente mercato delle serrature elettroniche, con la quale Allegion svilupperà il segmento delle serrature a comando vocale. La transazione ha un valore di 210 milioni di euro finanziati tramite contanti a portata di mano e attraverso la sua linea di credito.

I dipendenti temono, quindi, che la scelta di investire in un'azienda all'estero (che conta 275 dipendenti, con un fatturato di 50 milioni di euro) faccia propendere per l'ipotesi che Allegion non intenda investire sul sito manfredo.

Di fronte a tutto questo, la città di Faenza non è rimasta silente ed indifferente. Sabato scorso si è svolta una manifestazione di solidarietà che ha visto una grandissima partecipazione, che ha coinvolto quasi 2 mila persone che dallo stabilimento di via Granarolo hanno raggiunto a piedi piazza della Libertà. A fianco ai lavoratori della CISA c'erano i sindacati, le RSU dell'azienda, tutte le istituzioni, anche alcuni consiglieri regionali che siedono in quest'Aula e tantissimi cittadini faentini.

Di fronte a questa vicenda che ho provato a tratteggiare e che, ci tengo a ribadirlo, non riguarda il singolo destino personale dei lavoratori che potrebbero essere oggetto di esubero, ma riguarda tutta la comunità faentina e la comunità regionale, sono a chiedere che la Regione segua da vicino la vicenda, chiedendo nello specifico quali strumenti sta mettendo in campo per il buon esito della stessa.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

La parola all'assessore Costi.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente. Chiaramente il problema che ha posto la consigliera Rontini è un tema sul quale come Regione siamo molto impegnati proprio perché la proprietà di CISA, Allegion, come diceva la consigliera, è una multinazionale; è una multinazionale industriale e non finanziaria, questo è importante, però è una multinazionale che già da qualche anno ha avviato dei piani di ristrutturazione delle proprie aziende in Europa. Su questa scia, ha presentato e comunque annunciato di voler procedere ad una riorganizzazione della sede faentina e solo in piccola parte di quella delle Marche, in quanto vorrebbe mantenere in Italia le attività ad alto valore aggiunto con l'obiettivo di trasformare il modello produttivo per reggere la produzione in Italia, con un maggior orientamento al cliente e soprattutto crescendo nei sistemi di sicurezza elettronici, che è una parte delle attività che loro fanno.

Proprio, però, per l'impatto e soprattutto anche la preoccupazione che noi condividiamo con le istituzioni locali e con le organizzazioni sindacali e anche con i consiglieri, stiamo seguendo da vicino quello che sta accadendo e abbiamo sostenuto la costituzione immediata di un tavolo a Roma, presso il Ministero dello sviluppo economico, che si è svolto il 23 giugno, a cui noi chiaramente eravamo presenti. Abbiamo, come Regione, incontrato, tramite il presidente Bonaccini, la settimana scorsa, una delegazione dei lavoratori con le rappresentanze sindacali prima della manifestazione e anche noi stiamo sostenendo le richieste che vengono fatte dalle istituzioni e dai sindacati presso il tavolo nazionale perché condividiamo le preoccupazioni sul grave impatto che potrebbero avere dal punto di vista occupazionale le decisioni che questa impresa ha ritenuto di comunicare. Oltretutto - condividiamo anche questo - vogliamo assolutamente salvaguardare una realtà produttiva particolarmente importante e in questo caso anche interessante dal punto di vista delle prospettive.

Ora, il tavolo voi sapete che si è insediato e nessuna procedura - questo è stato il risultato importante che abbiamo ottenuto - è stata aperta, ma è partito un confronto senza pregiudiziali come era stato richiesto dal MISE. Pertanto il tavolo è stato riconvocato il 16 luglio con la disponibilità delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni, che si sono rese, appunto, disponibili al confronto, e in quell'occasione è stato chiesto il ritiro degli esuberi e anche e soprattutto la presentazione, che ci auspichiamo tutti sia fatta nel tavolo del 16, di un vero piano industriale come la proprietà si è impegnata a produrre.

D'altro canto, però, oltre a fare il nostro ruolo sul piano nazionale, come Regione abbiamo anche già detto che noi faremo una parte attiva anche per le funzioni che ci competono, pertanto abbiamo già detto che visto che l'azienda ha dichiarato di voler rivedere il proprio modello produttivo spostandosi verso prodotti di maggiore valore aggiunto, è chiaro che noi possiamo, sempre per salvaguardare l'occupazione, verificare strumenti quali la formazione e la riqualificazione professionale, quindi strumenti che possiamo mettere in campo, oltre anche ad interventi che possono essere legati ai bandi POR-FESR per la ricerca industriale e l'innovazione per nuovi prodotti su cui l'azienda intenda impegnarsi. È chiaro, però, che la Regione è disponibile a partecipare in modo attivo rispetto ad un processo che veda la salvaguardia del maggior numero possibile dei posti di lavoro perché questo, ripeto, è il nostro obiettivo principale.

Saremo presenti a Roma anche il 16 luglio, faremo la nostra parte perché riteniamo che non ci possiamo permettere di perdere né impresa, né posti di lavoro. Chiaramente, se sarà necessario, visto che questo è uno degli elementi che potrebbe essere messo in campo anche per un processo di riqualificazione o riconversione rispetto allo stabilimento, faremo la nostra parte anche rispetto al tema della richiesta di ammortizzatori sociali, che voi sapete possono essere di competenza nazionale o anche di competenza regionale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.

La parola alla consigliera Rontini.

 

RONTINI: Grazie, presidente. È chiaro che potrò dirmi soddisfatta solo nel momento in cui la vertenza si sarà chiusa positivamente per tutti i lavoratori e le lavoratrici. Sono però convinta che la Regione, lei, assessore, il presidente Bonaccini, che ha messo il lavoro al centro delle azioni del programma di legislatura, farete tutto il possibile per il buon esito di questa vicenda.

Alla CISA di Faenza, ci tengo a ricordarlo, lavorano 524 persone, in alcuni casi anche coppie di marito e moglie, ne conosco personalmente tre di queste famiglie per le quali il reddito da lavoro presso l'azienda CISA rappresenta l'unica entrata della famiglia. A questi timori si aggiunge naturalmente la forte preoccupazione della possibile negativa ricaduta di tali scelte sui settori connessi all'attività produttiva che si intenderebbe delocalizzare, soprattutto con riguardo alle imprese artigianali che operano non solo a Faenza, ma in tutto il territorio dell'Unione della Romagna faentina.

Vi ringrazio per la vicinanza e vi sollecito a mettere in campo tutti gli strumenti per una positiva chiusura di questa vicenda che ci preoccupa, che preoccupa tutte le istituzioni del nostro territorio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Saliera): È pervenuta una richiesta, ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del Regolamento interno, a firma dei consiglieri Liverani, Pompignoli e Fabbri, di iscrivere all'ordine del giorno di oggi la trattazione di una risoluzione riguardo alla vertenza occupazionale dell'azienda CISA di Faenza. È la risoluzione oggetto 900 che ha questa descrizione: "Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere ogni azione possibile al fine di salvaguardare i livelli occupazionali dell'Azienda CISA di Faenza (RA), evitando delocalizzazioni e licenziamenti che comporterebbero un impoverimento socio-economico del comprensorio romagnolo. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni".

Può intervenire un consigliere a favore e uno contro.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Non so se il mio intervento sia contro o a favore, nel senso che noi siamo naturalmente d'accordo su questa iscrizione perché la vita e il futuro delle famiglie di Faenza, di questi lavoratori di cui ho parlato prima, hanno la priorità, dopodiché rimango un po' stupita sinceramente dalla presentazione con richiesta di urgenza di questa risoluzione con un metodo completamente diverso da quello seguito, ad esempio, per l'ordine del giorno approvato all'unanimità e costruito insieme in Consiglio comunale a Faenza. Avremmo preferito che il testo fosse condiviso. Qui ci sono vari consiglieri del territorio e spero che ci sia la disponibilità a farlo perché questa è una vicenda che non ha e non deve avere colori politici perché la strumentalizzazione di questa vicenda non verrebbe capita in primis dalle famiglie di quei lavoratori che oggi vanno a casa e si addormentano con grande preoccupazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Mi pare soltanto che qui si chieda l'iscrizione della risoluzione, dopodiché, una volta che è iscritta una risoluzione, come prevede il Regolamento, se ne possono presentare altre sullo stesso argomento, perché è evidente che una volta che l'argomento è iscritto, chiunque voglia non aderire a questa risoluzione e presentarne un'altra è libero di farlo, l'importante è iscriverla.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La richiesta è di metterla ovviamente in discussione in aggiunta e in coda all'ordine del giorno, dopodiché, come sempre, sulle risoluzioni ci possono essere degli abbinamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, presidente, giusto per rientrare sul tema e sull'oggetto della risoluzione. Ho sentito le parole della consigliera Rontini. Se vi è condivisione, io credo che sia importante arrivare al tavolo del 16 luglio, come diceva l'assessore, con una votazione su questa risoluzione, su cui si potrebbe anche non aprire la discussione, unanime del Consiglio regionale affinché si dia molta più forza rispetto a quella che è un'interrogazione fatta dalla consigliera Rontini che non troverà assolutamente nessun tipo di votazione del Consiglio regionale.

Sulla base di questo, se poi la consigliera Rontini o comunque il Partito Democratico vogliono prendere atto di questa mia osservazione, chiedo solamente di fare una votazione, la discussione è inutile farla, andiamo tutti nella medesima direzione. Credo che un voto unanime del Consiglio regionale abbia più forza di un'interrogazione e si possa presentare al tavolo del 16 luglio quando a Roma si discuterà di questo argomento.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ricordo ai consiglieri che può esserci un intervento a favore e uno contro, o altrimenti si può intervenire sull'ordine dei lavori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Intervengo sempre sull'ordine dei lavori per manifestare innanzitutto la condivisione della posizione espressa dalla consigliera Rontini rispetto all'interrogazione che è stata presentata e che ha visto la sensibilità della consigliera Rontini su un tema così importante e dal punto di vista, invece, della prassi istituzionale intervengo per manifestare una certa meraviglia perché nel corso della Conferenza dei Capigruppo di mercoledì scorso nulla era stato detto, mentre questa mattina ci troviamo a discutere di una questione necessaria, ma ampiamente programmabile.

Quindi chiederei che la discussione chiaramente vada avanti, però che ci sia un certo rispetto anche delle modalità, delle procedure che vengono seguite, perché molto spesso si è invocato in questo Consiglio il rispetto delle regole. Questo argomento potevamo metterlo in programmazione mercoledì scorso, invece, mercoledì scorso, l'Ufficio di Presidenza, prima, e la Conferenza dei Capigruppo, dopo, hanno stabilito di bloccare l'ordine dei lavori delle risoluzioni di oggi. Io e il consigliere Molinari avevamo una risoluzione da presentare, che ha la stessa identica urgenza, ma per rispettare le regole non l'abbiamo presentata. Quindi si voti pure a favore, ma ci si ricordi che la competizione e la corsa a cercare di avere una platea preferenziale rispetto alle altre dovrebbe rispettare le regole di tutti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Procediamo alla votazione.

Nomino scrutatori i consiglieri Mori, Prodi e Piccinini.

Metto in votazione l'iscrizione di un nuovo argomento all’ordine del giorno, risoluzione oggetto 900, per alzata di mano.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L'iscrizione è accolta.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Saliera): Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Non mi è stata data risposta sul fatto se oggi possiamo votare questa risoluzione senza discussione in virtù del fatto che, mettendo in coda questa risoluzione, probabilmente, anzi, molto probabilmente non verrà trattata in data odierna, per cui si arriverebbe a ridosso del 16 senza avere alcun tipo di votazione...

 

VOCE: Il 14!

 

POMPIGNOLI: Sì, ho capito, ma il 14 ci sono duecento leggi che dobbiamo discutere e quindi molto probabilmente...

Non capisco quale sia la difficoltà del Partito Democratico a non votare immediatamente questa cosa, se qualcuno me lo dice...

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l'ordine del giorno, nel senso che comunque l'oggetto 900 è stato iscritto.

 

Richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e di inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Saliera): È pervenuta un'altra richiesta, a firma della consigliera Gibertoni, sempre a norma dell'articolo 75 del Regolamento. Scusate, ma mi è stata consegnata in questo momento, quindi la leggo in diretta. Si tratta della trattazione urgente di argomento non iscritto, risoluzione oggetto 849, che ha come oggetto: "Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad eliminare gli ostacoli burocratici che rallentano la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma, procedendo inoltre a discutere i relativi provvedimenti con i soggetti interessati e continuando ad assistere al meglio la popolazione. A firma dei Consiglieri: Alleva, Gibertoni".

Può intervenire un consigliere a favore e uno contro.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. La storia dei CAS si trascina da tanto tempo ormai. Le cose sono state affrontate, dal nostro punto di vista, in un modo non sufficientemente chiaro. Decisioni affrettate sono intervenute su questioni pregresse e nel frattempo è stato annunciato sulla stampa che si sono fatti dei passi in dietro, ma non abbiamo capito in che modo.

Ricordate che qualche settimana fa, un mese fa, comitati e terremotati hanno cercato di parlare con qualcuno che potesse dargli un riscontro qui in Regione e non hanno avuto successo. Noi abbiamo anche chiesto che venissero auditi in Commissione e ci è stata promessa una risposta oggi e speriamo arrivi per iscritto una risposta formale rispetto alla possibilità di ascoltare queste persone in III Commissione perché ad oggi nessun riscontro è stato dato.

Questa risoluzione è importante, secondo noi, perché consente all'Assemblea legislativa di prendere una posizione visto che su questo né dalla Giunta, né dalla III Commissione, al momento, dopo settimane, dopo un mese che abbiamo chiesto riscontro, ci è stato dato nulla, quindi ci sembra che le proposte siano del tutto ragionevoli, si chiede un confronto fattivo che non c'è ancora stato.

Sono persone che l'anno scorso hanno raccolto migliaia e migliaia di firme soltanto nell'area del cratere e non sono state ancora ascoltate. Vogliono venire soltanto per fare proposte rispetto alla sburocratizzazione, ma soprattutto vogliono capire come mai quei contributi sono stati modificati dalla sera alla mattina senza un coinvolgimento di chi effettivamente li utilizza e vive sulla propria pelle il disagio di essere ancora terremotato a tre anni da una ricostruzione che, ricordo, si è compiuta per il 18 per cento, quindi non solo non può dirsi compiuta, ma di fatto sta ancora navigando a vista rispetto alle misure di welfare e alle misure di sostegno da applicare alle popolazioni. Per questo chiediamo che finalmente le persone siano ascoltate e chiediamo che l'Assemblea legislativa si esprima sul merito dei CAS e sulla possibilità di adoperarsi perché ci sia un'attenta verifica delle modalità di questi contributi prima di cancellarli definitivamente. Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché i casi che sono stati citati sono sicuramente meritevoli di attenzione e hanno necessità di urgenza come tanti altri, io però penso che se iniziamo a fare così il lavoro di questa Assemblea diventa ingestibile. Esiste la Conferenza dei Capigruppo appositamente per dare un ordine del giorno all'Assemblea, altrimenti se ci ritroviamo qua e tutte le volte qualcuno inserisce ordini del giorno la mattina stessa in cui c'è il Consiglio è evidente che i lavori dell'Aula diventano un caos infernale. Possiamo anche cessare di fare la Conferenza dei Capigruppo e ognuno va per la sua strada. Lo dico perché ovviamente ciascuno di noi, rispetto al proprio territorio regionale o al territorio regionale in generale, per decine di ragioni potrebbe avere l'esigenza di mettere in discussione ordini del giorno la mattina stessa del Consiglio, però così il Consiglio non si gestisce più.

Un conto sono quelle che con il buonsenso individuiamo come eccezioni ad una regola, che devono essere motivate in modo concreto e preciso, altrimenti diventa una cosa che non è più gestibile. Siccome di lavoro in questo mese mi pare che ce ne sia più che a sufficienza per i numerosi progetti di legge che abbiamo intenzione di approvare, richiamo tutti ad un rapporto diverso fra noi perché altrimenti non riusciamo concretamente a lavorare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Io non sapevo dell'oggetto 849, ma è evidente che non si può vivere di deroghe, quindi la motivazione del mio intervento contro non è per i contenuti ma per la forma. Ci aspettiamo che la Conferenza dei Capigruppo e l'Ufficio di Presidenza abbiano un senso, altrimenti rinunciamo a farle, cari consiglieri, perché se ogni volta dobbiamo aggiungere delle risoluzioni derogando, mi pare onestamente che diamo un ordine dei lavori a questa Assemblea che non si capisce mai se ha una testa o una coda. La motivazione dell'intervento contro è prettamente per la modalità, ripeto; ne abbiamo tutti di risoluzioni, abbiamo tutti delle nostre motivazioni, quindi cerchiamo di condividerle in un processo che sia istituzionale e regolamentare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Si parlava prima della Capigruppo. A parte che è già capitato un'altra volta che è stata presentata una risoluzione che poi è stata messa in votazione per l'iscrizione all'ordine del giorno, quella del Mercatone Uno, ed era del Partito Democratico. Però, detto questo, io credo che sia opportuno, come diceva Pompignoli, per quello che riguarda temi di scottante attualità come quello della CISA, avere dei documenti da votare, si votano e si trova un quadro condiviso. Non ritengo invece opportuno che si dia un orario per cui si deve cominciare alle nove e mezza e poi si cominci alle dieci e un quarto. Siamo tutti consiglieri regionali, siamo anche pagati profumatamente, quindi la puntualità, secondo me, dovrebbe essere un obbligo. Così come se ci sono dei temi importanti, si anticipa anche il Consiglio regionale, invece che alle 15.00 si fa alle 14.30, e si finisce anche dopo e non si parla invece a vanvera per tanto tempo senza poi concludere niente. Però questa è una mia visione magari più pratica.

Credo che la Capigruppo sia fondamentale, è giusto mettere ordine, però è anche giusto che le minoranze abbiano la possibilità, attraverso le risoluzioni, di far sentire la loro voce. In Conferenza dei Capigruppo si era deciso di non presentare risoluzioni. Abbiamo ascoltato la maggioranza. Evidentemente ci sono dei temi che vengono sollevati che sono importanti e non credo che finisca il mondo se andiamo a votare una risoluzione sulla CISA. A meno che si voglia mantenere una paternità politica sui temi di scottante attualità, dove le aziende italiane continuano a chiudere perché c'è un Governo che, invece che diminuire le tasse, le aumenta, c'è un Governo che non ascolta le persone che vogliono produrre e lavorare e dare a questo Paese la possibilità di poter crescere.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Fabbri.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Signor presidente, sul fatto di lavorare, lei sa che si lavora, perché vorrei far presente a qualcuno che lei e io tradizionalmente non mangiamo per fare anche l'Ufficio di Presidenza. Questo lo dico perché è inutile venire qui a fare i primi della classe quando non lo si è.

La Conferenza dei Capigruppo - io ero assente - la scorsa volta ha deciso un certo ordine del giorno. Dopodiché, se c'è un'emergenza la si può inserire, ma non si può vivere di emergenze, anche perché, lo dico con molto rispetto, la consigliera capogruppo del Movimento 5 Stelle fa riferimento ad un provvedimento dell'8 maggio. Ognuno di noi ha dovuto fare delle scelte nel momento in cui ha deciso di iscrivere una risoluzione anziché un'altra, ovviamente dipende dai gruppi come scegliere.

Dico anche, però, una cosa che forse a molti non è chiara. Se si vogliono esaurire gli ordini del giorno, l’importante è non discutere sull’inutile. Prima c’è stato un voto già su una risoluzione e non vedo perché bisogna parlarne ancora; è andata in coda e quando e se uno vuole a questo punto si chiede di anticiparla, perché è consentito dal Regolamento, ma se non lo si fa sta in coda, perché è stato chiesto questo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

A questo punto dobbiamo fare tre votazioni: una sull’iscrizione della risoluzione n. 849 a firma dei consiglieri Gibertoni e Alleva, nel momento in cui venisse accolta bisogna votare anche l’inversione dei lavori, perché nella richiesta della consigliera Gibertoni c’è anche l’inversione dei lavori, e subito dopo dobbiamo votare la richiesta di inversione dell’ordine del giorno chiesta dal consigliere Pompignoli in merito alla risoluzione appena iscritta.

Partiamo con la votazione per l’iscrizione della risoluzione a firma dei consiglieri Gibertoni e Alleva n. 849.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Intervengo sull’ordine dei lavori. Noi abbiamo una risoluzione protocollata che se anche impostata un po’ diversamente tratta il medesimo argomento di quello trattato dal gruppo 5 Stelle e oggetto di ammissione in questo momento. Vorrei capire, visto che l’argomento è lo stesso, nel caso passasse la risoluzione del Movimento 5 Stelle, se verrebbe accorpata anche la nostra oppure no.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Bargi, nel momento in cui dovesse essere accolta, si riapre, come diceva anche il consigliere Foti, quindi chiunque può inserire altre risoluzioni.

 

(interruzione consigliere Bargi)

 

Chiede la possibilità di essere accorpata a quella della consigliera Gibertoni, però prima di quello dobbiamo vedere se eventualmente viene accolta o meno.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno, risoluzione oggetto 849.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta è respinta.

Di conseguenza non è accolta nemmeno l’inversione dell’ordine del giorno sulla risoluzione a firma Gibertoni.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori della risoluzione n. 900 a firma Massimiliano Pompignoli e altri.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta è respinta.

Rimane iscritta all’ultimo punto e non c’è l’inversione dell’ordine dei lavori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Prendo solamente atto della volontà del Partito Democratico di non votare questa risoluzione. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Rontini.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Non è assolutamente così. C’è anche il Consiglio del 14 e soprattutto non è questa la modalità che bisognava seguire per arrivare a un testo condiviso. Invece la Lega pare che dopo la mia interrogazione abbia la necessità anche lei di piantare una bandierina e di far vedere che anche lei si sta...

 

(brusio in Aula)

 

Ha la necessità di piantare una bandierina e di far vedere che anche lei si sta occupando di questa vicenda. Occupiamoci dei destini di quelle famiglie e non strumentalizziamo questa cosa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Rontini.

Dichiaro chiusa questa discussione.

 

OGGETTO 114

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia”. Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24. (8)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il testo 1/2015 è stato licenziato dalla I Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali nella seduta del 24 febbraio 2015. Discussione generale nella seduta assembleare antimeridiana del 3 marzo 2015 e contestuale delibera n. 7 del 3 marzo 2015 di indizione del referendum consultivo. Pubblicazione nel Bollettino Ufficiale n. 126/2015 dei risultati del referendum.

A norma dell’articolo 13, secondo comma, della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 “Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni dei comuni”, in caso di svolgimento del referendum la votazione finale da parte del Consiglio sul progetto di legge resta sospesa fino alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione dei risultati del referendum. Il Consiglio regionale delibera definitivamente sul progetto di legge entro i successivi sessanta giorni (11 agosto 2015).

Nella seduta del 23 giugno 2015 la Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali ha licenziato il testo n. 10/2015 con il titolo “Istituzione del comune di Ventasso mediante fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella provincia di Reggio-Emilia”.

Il relatore della Commissione, consigliera Ottavia Soncini, ha presentato relazione scritta.

Il relatore di minoranza, consigliere Stefano Bargi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il progetto di legge è composto da sette articoli.

È stato presentato un emendamento da parte della Giunta all’articolo 6, che andremo poi a definire nel momento in cui saremo a quel punto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli sull’ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Le chiedo di redarguire la consigliera Rontini perché non mi può minacciare dicendo di stare attento quando faccio delle discussioni in Consiglio regionale. Le chiedo cortesemente, quando rientrerà la consigliera Rontini, che è scappata, di redarguirla e non minacciare gli altri Consiglieri. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Non è sull’ordine dei lavori ma per fatto personale. Appena rientra in Aula, vedremo.

Iniziamo la discussione sul progetto di legge, che ha questo iter: il relatore della Commissione ha venti minuti, il relatore di minoranza ha venti minuti, un’eventuale relazione della Giunta per venti minuti, dibattito generale per venti minuti, eventuale replica dei relatori per venti minuti ciascuno, eventuali conclusioni della Giunta per venti minuti, l’esame dell’articolato ed eventuali emendamenti dibattito generale congiunto per cinque o dieci minuti, a seconda del numero degli emendamenti, dichiarazioni di voto congiunte su articoli ed eventuali emendamenti per cinque minuti, dichiarazioni di voto finali sul progetto di legge per cinque minuti per ciascun gruppo, più eventuali dissenzienti e votazione finale del progetto di legge con dispositivo elettronico.

Prima di dare la parola al relatore di maggioranza, la consigliera Soncini, devo chiedere alla Presidente Rontini di rivolgere le proprie scuse, come richiesto dal consigliere Massimiliano Pompignoli, per le parole dette da lei prima in quest’Aula. Chiedo se vuole intervenire o no.

Ha chiesto di parlare la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Non so assolutamente a cosa si riferisca il consigliere Pompignoli. Ho detto che secondo me non è questo il metodo, e lo ribadisco qui, di occuparci di questo tema. Penso che l’obiettivo sia scrivere un testo comune che metta insieme tutta l’Aula al di là dei colori, delle sfumature e di tutto il resto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Rontini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà. Le do la parola per trenta secondi.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Non mi ritengo soddisfatto perché non mi ha detto le parole che ha detto adesso. Lei sa quello che mi ha detto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Iniziamo ora i lavori sul progetto di legge.

Ha chiesto di parlare la consigliera Soncini. Ne ha facoltà.

 

SONCINI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente. Oggi questa Assemblea dovrà decidere se approvare la legge che determina la fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto e quindi l’istituzione del nuovo comune del Ventasso.

 

(interruzioni)

 

Dobbiamo solo rendere reale una scelta chiara presa dai cittadini il 31 maggio. Il risultato è stato importante, a partire dal dato straordinario della partecipazione al voto, perché in questa consultazione non è prevalso il partito dell’astensione. L’affluenza registrata per il referendum consultivo è stata del 62,99 per cento per il comune di Busana, del 57,89 per cento per quello di Collagna, del 68,84 per cento per il comune di Ligonchio e del 57,36 per cento per il comune di Ramiseto, una vittoria netta a favore del comune unico. Infatti si è votato in modo convinto per il sì alla fusione dei comuni, in particolare per il sì l’89,62 per cento a Busana, l’81,2 per cento a Collagna, il 53,7 per cento a Ligonchio e il 54,7 per cento a Ramiseto. Inizio quindi col ringraziare gli elettori, i protagonisti, coloro i quali hanno contribuito alla campagna per il sì, i Sindaci e gli amministratori che hanno messo il bene comune al centro.

Ha vinto la voglia di innovare e lavorare insieme e questo penso sia lo spirito giovane delle piccole comunità montane. Una scelta – abbiamo avuto occasione di dirlo altre volte – lungimirante e coraggiosa non solo perché consente di razionalizzare le risorse, ma anche di avere una macchina amministrativa più efficiente e vicina ai cittadini, avere una forza unica che consente risposte più veloci ai cittadini e alle imprese, ma non è solo un’operazione fredda di spending review, ma è sicuramente una scelta culturale, civile ed economica che spinge alla modernizzazione e all’innovazione del sistema paese. D’altra parte c’è uno studio molto recente di una società geografica italiana che rileva come la regione Emilia-Romagna sia molto avanti per la coesione sociale e anche la capacità di collaborazione istituzionale tra i vari livelli di governo.

Il nuovo comune sarà il più esteso della provincia di Reggio Emilia e il secondo per il numero di presenze turistiche. Sono numeri sufficienti a ritagliarsi un ruolo da protagonista all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino, un’area strategica che si colloca tra la Pianura Padana e il mare. Certo, l’esperienza di questi comuni viene da un’esperienza decennale fatta dall’unione dei comuni dell’Alto Appennino Reggiano che ha portato già delle risultanze positive in termini di servizi con i micro nidi, una minore pressione fiscale, quindi aliquote ribassate e azzeramento dell’addizionale dei quattro comuni, risparmi conseguenti e maggiori risorse per gli investimenti nell’ordine di circa mezzo milione di euro all’anno.

Perché è importante questo passaggio dall’unione alla fusione? Faccio mie le parole del neosindaco della Valsamoggia, quindi comune composto da comuni che sono stati fusi in questa regione: “Il nuovo comune ci pone in una condizione di straordinario vantaggio rispetto a tutti gli altri. Maggiori risorse per la nostra comunità consentono di garantire il livello di qualità di servizi e l’uscita dal patto di stabilità e la riduzione della burocrazia consentono il rilancio di investimenti pubblici e privati”. In effetti parlano i dati: ci sarà una nuova scuola primaria a Crespellano che sarà inaugurata a settembre 2015, un piano asfaltato con un investimento di 1 milione di euro è possibile grazie al nuovo comune della Valsamoggia, ma non solo, perché ci sarà un ampliamento del centro sportivo di Crespellano (è stato approvato il progetto definitivo) e si tratta di un investimento di oltre 2 milioni 500 mila euro, che sono state risorse liberate dal patto di stabilità perché i comuni in fusione sappiamo che sono fuori dal patto di stabilità.

Quindi, nel ripercorrere velocemente quelli che sono stati i passaggi che hanno portato a questo procedimento legislativo per l’istituzione definitiva, dico che è un percorso ormai maturo con la richiesta dei comuni alla Giunta di esercitare l’iniziativa legislativa per l’istituzione di un unico nuovo comune, processo che si è interrotto in uno stato avanzato per lo scioglimento dell’Assemblea legislativa, ma il progetto di legge è stato approvato da questa Giunta regionale con deliberazione n. 51/2015, tramite la quale la stessa Giunta ha dato corso alla procedura speciale, e su richiesta dei sindaci dei comuni interessati (ex articolo 13 bis della legge 24/96), è stato riattivato un nuovo procedimento legislativo di fusione facendo salvi gli atti propedeutici già acquisiti al procedimento.

Questa Assemblea legislativa, su proposta della Commissione, ha quindi disposto il referendum consultivo sul progetto di legge per la fusione e per la denominazione del nuovo comune, che si è svolto il 31 maggio 2015 dopo l’indizione con decreto del Presidente della Giunta. La Commissione ha preso atto dei risultati del referendum consultivo espletato e, nell’intento di rispettare la volontà espressa dalla maggioranza dei votanti, ha dato mandato di procedere all’esame dell’articolato ai fini della definitiva approvazione del progetto di legge. Sappiamo che sono sessanta i giorni a disposizione entro i quali occorre procedere alla definitiva approvazione del progetto di legge e sessanta giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna dei risultati.

Vengo velocemente all’esame dell’articolato. Il progetto di legge si compone di sette articoli. Il nuovo comune avrà poco più di 4.300 abitanti e 257 chilometri quadrati, saranno importanti i benefici economici sia di natura regionale sia statale pari a più di 8 milioni di euro nell’arco di quindici anni e l’esenzione dal patto di stabilità per cinque anni, a seconda dell’ultimo decreto del Ministero dell’Interno e secondo quanto dispone l’articolo 1 della legge 190/2014. Ci sarà una riduzione delle strutture politiche e amministrative.

L’articolo 1 della legge prevede l’istituzione del nuovo comune Ventasso mediante fusione. Il nome del comune Ventasso è stato scelto al 30,9 per cento dei partecipanti alle votazioni, quindi è stato il nome che ha ottenuto il maggior numero di preferenze. Questo articolo prevede l’istituzione del nuovo comune nella provincia di Reggio Emilia e ne stabilisce il nome in Ventasso (lo prevede a decorrere dal primo gennaio 2016). L’articolo 2 (Partecipazione e municipi) assicura che siano previste adeguate forme di partecipazione delle comunità originarie e di decentramento dei servizi attraverso la possibilità di istituire municipi nei territori delle comunità di origine. L’articolo 3 regola la successione dei rapporti giuridici, finanziari e patrimoniali che passeranno al nuovo comune, così come i beni demaniali e patrimoniali e il personale dell’estinta unione dei comuni e dei preesistenti comuni. L’articolo 4 (Norme di salvaguardia) contiene una serie di norme di salvaguardia che si giustificano in ragione del fatto che i comuni interessati dal processo di fusione sono tutti comuni totalmente montani.

L’articolo 5 (contributi regionali) dispone la concessione di contributi regionali al nuovo comune stanziati in base a criteri predeterminati. Sono il contributo ordinario della durata complessiva di quindici anni ammontante a 247.500 euro, un contributo straordinario in conto capitale a titolo di compartecipazione delle spese iniziali della durata di tre anni e pari a 200 mila euro all’anno, inoltre per dieci anni il nuovo comune avrà priorità assoluta nei programmi e nei provvedimenti regionali di settore che prevedono contributi a favore degli enti locali. La Regione si impegna, compatibilmente con le norme in vigore, a supportare il nuovo comune anche mediante cessione di quote del patto di stabilità territoriale, di cui alla legge regionale 12/2010. Ricordo che l’ultimo decreto del Ministero dell’Interno prevede tra l’altro per questo territorio circa 400 mila euro all’anno per dieci anni.

L’articolo 6 (Norma finanziaria) definisce le modalità attraverso le quali si provvederà a fornire copertura finanziaria alle norme relative alla concessione di contributi regionali. Siccome il testo è stato approvato in regime di esercizio provvisorio di bilancio, avete visto un emendamento, un adeguamento tecnico, proprio perché abbiamo approvato il bilancio regionale 2015/2017 con la legge regionale n. 4/2015, emendamento presentato dall’Assessore. L’articolo 7 sono le disposizioni transitorie e contiene disposizioni volte a regolare la fase transitoria dall’istituzione del nuovo comune fino alle elezioni amministrative del 2016.

È stato un percorso fattivamente democratico. I cittadini si sono pronunciati in modo saggio e tutti hanno capito l’urgenza di un serio e ponderato riordino istituzionale. Il nuovo comune avrà sicuramente una voce nuova, una relazione importante con la Regione, sarà protagonista e il nuovo credo che non debba fare paura, soprattutto quando si innesta in solide tradizioni e radici di storia e cultura.

Vi ringrazio per l’attenzione e auguro ai cittadini e agli amministratori del nuovo comune del Ventasso, che noi oggi andremo a istituire, mi auguro con un voto largamente favorevole, la definitiva, e speriamo anche in discesa, visto che si parla di comuni montani, realizzazione del loro importante e coraggioso progetto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Soncini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Direi che la presentazione di quella che è la legge l’ha già fatta la relatrice di maggioranza e soprattutto abbiamo già discusso quando abbiamo dovuto votare l’indizione del referendum. Il parere che avevo portato era quello sentiti alcuni amministratori locali di quella che è un po’ la criticità delle fusioni, che dovrebbero essere – l’abbiamo detto più volte – uno strumento consentito, sicuramente proposto come un’alternativa valida, soprattutto per i piccoli comuni e chi deve affrontare su aree più vaste quello che è il problema della gestione dei servizi locali, però è altresì vero che non dovrebbe essere una forma voluta dall’alto, perché altrimenti mancherebbero proprio della realizzazione del principio di sussidiarietà, che vorrebbe che fin dove dal basso si possono prendere decisioni dall’alto non ci si mette mano, e soprattutto non sarebbe comunque una scelta del tutto condivisa dal basso ma più che altro forzata.

Al di là di queste criticità, che però riguardano in generale un po’ tutta la questione delle fusioni, ci ricordiamo che con l’unione dei comuni abbiamo spinto tanto come Regione e volevamo essere la regione con più unioni di comuni e abbiamo costretto tutti ad amalgamarsi, mentre da un po’ di anni la Corte dei Conti fa uscire rapporti sulla gestione economica degli enti locali bocciando le unioni, etichettandole come degli enti che non sono in grado di generare risparmi e anzi a volte a fronte di servizi che non migliorano, a volte richiedono anche costi superiori. Non sentiamo più parlare di questo, soprattutto da chi negli anni ha tanto sbandierato le unioni dei comuni come lo sviluppo e il futuro del nostro territorio, creando questo ente un po’ pasticciato, oggi bocciato anche dalla Corte dei Conti. La fusione è tutt’altro strumento.

Sicuramente non siamo, nel mio caso come relatore, ma posso parlare anche a nome del gruppo politico che rappresento, assolutamente in disaccordo con quello che è il processo di unione qualora dal basso pervenga la necessità. Noi abbiamo sentito gli amministratori locali e ci hanno detto che sono quasi obbligati ad andare in questa direzione. Ricordo che all’interno dei quattro comuni che hanno votato il referendum e per i quali oggi andiamo ad approvare il progetto di legge di fusione, ce ne sono due sotto i mille abitanti, quindi comuni che se non vanno nella direzione di fondersi e di partecipare a un ente più grande, inteso come numero di abitanti, perderebbero la maggior parte delle loro funzioni, mantenendo vivo se non altro il presidio politico territoriale e solo il servizio anagrafico. Per loro è anche una necessità ulteriore. È vero che sono enti piccoli, è vero che sono enti con diverse problematiche, si appoggiano già di per sé a quelle che una volta erano le comunità montane, e oggi sono unioni dei comuni in territori montani, e probabilmente questa direzione se non altro è quella migliore per poter cercare di dare uno stimolo ulteriore a quelli che sono i servizi locali di quelle realtà.

C’è stato l’assenso dei sindaci e comunque delle amministrazioni e l’altra volta abbiamo votato a favore all’indizione del referendum perché a quello noi vincolavamo il nostro giudizio, cioè lasciare esprimere il popolo e se il popolo dice sì per noi non c’è problema ad avallare la proposta.

Ricordava prima la relatrice di maggioranza che c’è stata un’affluenza molto alta al voto, in tutti i comuni ha prevalso il sì, quindi a questo punto, con l’assenso delle amministrazioni locali e della popolazione locale non ci sentiamo di dire altro che, visto che la scelta a questo punto è stata condivisa ed è venuta dal basso, siamo disposti assolutamente a sostenere questo progetto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

La Giunta non farà la relazione iniziale, ma parlerà dopo, quindi apro il dibattito generale congiunto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. Com’è stato ricordato anche nelle relazioni, su questo progetto per indire il referendum, ci eravamo già confrontati nello scorso mese di marzo in Aula. Credo che sia importante partire da quel riferimento proprio per ricordare com’era iniziato questo processo di fusione durante questa legislatura, cioè con un atto da concedere a questa situazione, una procedura speciale, visto che mancava soltanto l’indizione del referendum alla chiusura della procedura nella legislatura precedente. Come avevo avuto occasione di dire anche a marzo, credo che si sia trattato di un atto importante, al di là della formalità, perché andava esattamente incontro alle esigenze manifestate dai sindaci e dalle comunità coinvolte in questo processo di fare presto e quindi di avvicinare il livello regionale a quelle che erano le esigenze stringenti del territorio.

Da lì è stato indetto un referendum che si è tenuto il 31 maggio, quindi addirittura leggermente in anticipo rispetto a quelle che erano le attese iniziali, e che ha dato i risultati che venivano richiamati prima, che sono il centro della decisione che andiamo a definire oggi. Sono dati importanti per quanto riguarda l’affluenza e per quanto riguarda l’espressione della volontà popolare, un’espressione chiara rispetto al sì alla fusione sia nel totale sia comune per comune. Questo non è un dettaglio. I sindaci e le comunità avevano richiamato anche questa esigenza, in ogni comune ha prevalso il sì in misura maggiore o minore e un’altra cosa interessante da questo punto di vista e che dà ancora più significato al passaggio di oggi è che nei comuni dove il sì ha prevalso di più stretta misura è stato decisivo il voto delle frazioni più decentrate, quindi dei luoghi dove si potrebbe pensare che questa scelta sarebbe stata vista con più diffidenza.

Tutto questo delinea un quadro importante prima di tutto per le comunità che hanno scelto di costruire il nuovo comune e che noi oggi con questa legge andiamo a definire. È un passaggio importante credo per tutta la provincia di Reggio Emilia, dal momento che è la prima fusione che in questa provincia va a compimento, altre discussioni si stanno avviando e non credo sia un caso, e anche qui può sembrare per alcuni un paradosso, che questo succeda in montagna e parta dai comuni del crinale, dove – lo richiamava giustamente la consigliera Soncini nella relazione – c’è una tradizione legata a una comunità montana che a suo tempo era forte, a un’unione dei comuni che ha coinvolto per quasi quindici anni i comuni interessati dalla fusione e che quindi ha portato gradualmente a questo punto di arrivo e che si è sviluppata su basi di unitarietà e di solidarietà già da tempo.

Credo che sia giusto, ed è nello spirito anche del programma della Giunta quando parla di fusione, arrivare a queste decisioni per gradi e in maniera partecipata; qui questi fattori sono rispettati e si va a creare un comune che ha dati importanti per quanto riguarda il turismo e l’estensione, che sono due fattori molto importanti. Quello del turismo sicuramente come punto di sviluppo e come risorsa e quello dell’estensione perché statisticamente è importante e mette il comune ai vertici, ma dimostra già una prima criticità, perché un comune con pochi abitanti e una grande estensione merita un’amministrazione sicuramente particolare che si svolga in condizioni particolari con delle criticità già evidenti prima ancora di andare a vedere nel dettaglio la qualità attuale e futura dei collegamenti, delle infrastrutture e della capillarità dei servizi forniti.

Questi sono temi che saranno centrali nell’affrontare le prossime sfide di questo comune, che per farlo avrà la possibilità di accedere ai fondi che prevede la Regione e accedere a condizioni che vengono previste per questo tipo di passaggi, però al di là di questo sarà importante sia per gli amministratori locali sia per chi ai vari livelli sarà chiamato a interagire con questi comuni tenere, come è stato fatto fino a qui, un occhio attento su questa e su altre situazioni, perché questa esperienza e questa situazione è comune, al di là che si parli oggi di quattro comuni del reggiano che diventeranno uno, a determinate fasce di territorio della nostra regione, quindi può servire da riferimento anche per prossimi interventi.

Ci sono delle situazioni positive anche a livello lavorativo e sociale su questo territorio, che insieme al nuovo modello amministrativo che ci si dà possono essere valorizzate, è giusto tenerne presente qui e come ne terrà presente il nuovo comune, in maniera che anche questa esperienza a livello di cooperazione e di servizi forniti, oltre che di un’imposizione fiscale molto bassa, possa diventare un modello di sviluppo.

Per questi motivi abbiamo sostenuto il processo di fusione nelle varie fasi, dagli incontri con gli amministratori locali alla campagna elettorale per i referendum fino ad ora, e crediamo sia utile per questa situazione.

Credo sia importante tenere presente anche alcune riflessioni che faceva il consigliere Bargi nella sua relazione in quanto, al di là delle operazioni di architettura amministrativa che si possono fare, sono poi i contenuti che fanno la differenza. In questo caso dal punto di vista dei contenuti, abbiamo in più una storia e un principio di solidarietà tra i territori che hanno portato a questa situazione e che anche la Regione ha il dovere di sostenere, per quanto riguarda il turismo e i servizi, non tanto perché siano quattro comuni che si sono fusi ma perché rappresentano un territorio con delle particolarità che non sono uniche ma diffuse da Piacenza fino al riminese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Non mi soffermo più di tanto sul processo in sé di fusione a livello generico, perché il consigliere Bargi ha già bene evidenziato quelle che sono le criticità, i dubbi o anche le certezze che ci sono. Quello su cui mi soffermo è più che altro sul territorio reggiano, perché non dimentichiamo che stiamo discutendo di un territorio con delle caratteristiche ben particolari, con diverse realtà e necessità al suo interno, perché comunque sarà un nuovo comune molto vasto. Ricordiamo ad esempio il comune attuale di Collagna, che è a grossa vocazione turistica rispetto agli altri tre, quindi sicuramente avrà necessità differenti, con progetti differenti da portare avanti nel nuovo comune di Ventasso e quindi con diverse visioni politiche, perché attualmente solo tre dei quattro comuni sono guidati dal PD e per questo chiediamo anche che il PD, visto che è forza importante del territorio, monitori dopo la fase della creazione del nuovo comune, quelli che sono gli eventuali utilizzi dei fondi per dei progetti concreti.

Non vogliamo che i fondi che vengono trasferiti da qua ai prossimi dieci anni con tutte le agevolazioni che ci sono servano solo a coprire degli eventuali surplus di spesa che forse inizialmente potrebbero anche esserci, perché comunque andiamo incontro a una realtà totalmente nuova e che quindi non sappiamo come andrà a finire.

Non mi è piaciuto quando si è parlato di campagna elettorale, perché per me un referendum consultivo di questo tipo non deve prevedere una vera e propria campagna elettorale; noi ce ne siamo tenuti fuori perché abbiamo sempre detto a chi ci chiedeva del territorio cosa fare di scegliere liberamente, perché è il loro territorio, lo conoscono loro, hanno esigenze particolari, c’è anche un po’ di patriottismo e campanilismo che molto spesso non ha senso, però è legittimo perché chi vive il proprio territorio è giusto che ce l’abbia, allora i toni di campagna elettorale anche del Presidente Bonaccini che ha tenuto, perché è stato presentato come Presidente della Regione Emilia-Romagna chiedendo il voto per il sì alla fusione, in realtà mentre parlava a dichiarare che lo stava solo esprimendo come libero cittadino, perché non mi sembrava il caso, e forse nemmeno a lui, che come Presidente della Regione desse un’indicazione di voto palese durante gli incontri avvenuti sul territorio.

Bisogna stare attenti più che altro al dopo, perché abbiamo visto anche con le unioni dei comuni che all’inizio arrivano dei soldi, ci sono delle agevolazioni e tutto è più facile, ma poi interviene la seconda fase in cui c’è un comune nuovo con delle difficoltà, un territorio molto vasto, municipalità che probabilmente rimarranno in piedi, difficoltà logistiche, perché i comuni della montagna hanno evidenti difficoltà logistiche, con le agevolazioni che vengono meno, con i soldi che cominciano a calare perché non arrivano più dalla Regione e lì comincerà la fase critica.

Noi come amministratori dobbiamo essere lungimiranti non per cinque – dieci anni ma anche di più e allora dobbiamo preoccuparcene e impegnarci tutti quanti, almeno noi del territorio reggiano, a monitorare perennemente quello che accadrà, perché sarà essenziale per loro e i per gli amministratori futuri avere un nostro supporto almeno dalla Regione.

Vedremo i reali risparmi, speriamo che ce ne siano, ma anche se non ce ne fossero, dico che la fusione non è fatta solo per risparmiare, ma anche per aumentare i servizi, per poterli almeno mantenere, perché in alcuni comuni probabilmente si sarebbero persi, e deve essere fatta per creare un ambiente che per i cittadini sia a portata di uomo e che sia realisticamente utilizzabile senza andare a demolire quella che è una realtà montana che attualmente è importante e sentita. Spingeremo molto sul turismo – lo ripeto – e Collagna secondo me deve essere il punto di rilancio della zona, quindi un impegno anche a livello sportivo ci deve essere dalla Regione e dall’amministrazione per valorizzare gli impianti sciistici e la pista del ghiaccio, che attualmente non è sfruttabile al cento per cento.

Ci sono tantissime cose da fare, è solo l’inizio, noi approveremo assolutamente questo progetto di fusione, ma da qua cominciamo il nostro percorso sul territorio spero con l’aiuto di tutti i Consiglieri reggiani perché è importante andare avanti uniti a prescindere da chi amministrerà il nuovo comune di Ventasso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Non avendo più iscritti in dibattito generale, se i due relatori, di maggioranza e di opposizione, non vogliono replicare, do la parola all’assessore Petitti per le conclusioni.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Noi oggi sanciamo, come veniva ricordato dagli interventi dei Consiglieri durante questo dibattito, l’istituzione di un nuovo comune. Sicuramente è un passaggio importante perché veniva ricordato che noi con una delibera, quella del 26 gennaio, abbiamo voluto fortemente mettere in campo una procedura speciale, quella che ha permesso ai comuni e alla volontà degli amministratori di questi quattro comuni di non interrompere il percorso di fusione che era già stato portato avanti nella scorsa legislatura.

Noi con questo nuovo comune, il comune di Ventasso, andiamo a realizzare la quinta fusione di comuni nella nostra regione istituiti dal primo gennaio 2014 (ricordiamo molto rapidamente Valsamoggia, Fiscaglia, Poggio Torriana e Sissa Trecasali). È evidente che parliamo di una realtà – veniva ricordato – importante perché da questo punto di vista, oltre a un’estensione di circa 250 chilometri e una popolazione di quasi 4.400 abitanti, noi abbiamo una realtà che ha dimostrato attraverso la gestione associata di funzioni e servizi riorganizzati su scala intercomunale, quindi facendo parte di un’unione, l’unione dei comuni dell’Alto Appennino Reggiano, di essere in grado e in modo efficiente di poter garantire insieme la qualità dei servizi. Crediamo che attraverso la fusione sarà possibile aumentare l’efficienza e la qualità di questi servizi ma soprattutto rendere un territorio come quello dei comuni dell’Alto Appennino Reggiano ancora più competitivi all’interno di quella che è una riorganizzazione istituzionale che chiama in causa le nostre comunità.

Da questo punto di vista credo che la grande partecipazione al referendum dei cittadini (oltre il 60 per cento) e la netta vittoria del sì siano la dimostrazione che l’impegno dei sindaci, degli amministratori e della Regione nel portare avanti e a compimento questo processo di fusione rappresentino la strada giusta.

Ovviamente – veniva ricordato dalla relatrice, dalla consigliera Soncini – noi abbiamo approvato in via definitiva il progetto di legge quando eravamo ancora in esercizio provvisorio di bilancio, quindi con un aggiustamento tecnico e attraverso quell’emendamento noi permettiamo al fondo speciale per quanto riguarda le risorse regionali per la fusione di far parte dello stesso contributo che negli altri progetti di legge successivi all’approvazione del bilancio verranno riconosciuti.

Da questo punto di vista siamo in un iter importante che permetterà dal primo gennaio 2016 di arrivare a una fusione. Da questo punto di vista è chiaro che le motivazioni e le ragioni che hanno portato non soltanto gli amministratori, ma credo anche questa Assemblea, a esprimere in modo corretto e coerente l’istituzione di questo nuovo comune vadano nella giusta direzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

Passiamo ora all’esame dell’articolato, l’esame di ciascun articolo e degli eventuali emendamenti che su di essi insistono. Ci sarà il dibattito generale congiunto per cinque minuti, visto che abbiamo per il momento un emendamento unico, e le dichiarazioni di voto congiunte all’articolo e a eventuali emendamenti.

Partiamo con l’articolo 1, su cui apriamo il dibattito generale. Non ci sono iscritti in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’articolo 2.

Apro la discussione generale. Non ci sono iscritti in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 2 è approvato.

Passiamo all’articolo 3.

Apro la discussione generale. Non ci sono iscritti in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’articolo 4.

Apro la discussione generale. Non ci sono iscritti in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’articolo 5.

Apro la discussione generale. Non ci sono iscritti in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 5 è approvato.

All’articolo 6 abbiamo un emendamento, l’emendamento 1, a firma dell’assessore Petitti.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dell’assessore Petitti.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6, così come emendato.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 6 è approvato.

Passiamo all’articolo 7.

Apro la discussione generale. Non ci sono iscritti in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 7 è approvato.

Adesso passiamo alle dichiarazioni di voto finali sul progetto di legge. Ciascun gruppo ha a disposizione cinque minuti, più eventuali dissenzienti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Viste le modalità di voto e l’iter illustrato dalla relatrice Soncini non possiamo che esprimere tutto il nostro compiacimento per questo processo non di semplificazione ma questo processo di razionalizzazione del modo in cui si fa cittadinanza e istituzione. Il nuovo comune che vedrà la luce il primo gennaio del 2016 entra in una vicenda democratica di grande importanza. Lo dico perché - lo ha ricordato prima la consigliera Soncini - l’affluenza al voto e la perfetta convinzione dell’Appennino Reggiano che ci sia la necessità di cambiare la modalità in cui ci si aggrega e si fanno servizi per i cittadini sono il vero grande slancio di questa operazione che auspico che possa essere seguita anche dalle altre zone.

Lo dico con una punta di determinazione ulteriore quando penso che ci sono zone che hanno più bisogno di altre di questi processi di unificazione e penso che proprio le zone montane siano quelle che hanno più bisogno di servizi migliori perché lì è più complicato il movimento e più complicato anche il modo di gestire la cosa pubblica e auspico che questo primo esperimento possa essere foriero di ulteriori grandi forme di aggregazione di comuni. D’altro canto, e qui va dato atto di un processo che questa Regione è stata in grado di attivare da tempo, anche quello che sarà l’oggetto di discussione dei prossimi giorni, cioè la razionalizzazione delle nostre istituzioni, che è attualmente al vaglio della Commissione e costituisce un disegno complessivo del riordino istituzionale di questa regione, si inserisce proprio in questa direzione.

Il sì convinto al provvedimento è legato ai numeri, ai fatti ma soprattutto legato ai meriti e ai bisogni di un territorio che ha la necessità di essere competitivo, attrattivo e funzionale. Quindi sì.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. È indubbio che il risultato del referendum che è stato indetto condiziona il voto del gruppo di Fratelli d’Italia, perché non possiamo chiedere all’opinione pubblica di esprimersi e poi non accettarne le decisioni, pur tuttavia il mio non è un sì convinto ma è un sì dubitativo, non certo perché io non sia favorevole alle unioni dei comuni ma perché, come risulta tra l’altro anche dai dati, i sì e i no, che pure non sono pochi, almeno per quanto riguarda Ligonchio, ma in particolare Ramiseto, presentano una criticità, e a mio avviso questa criticità, soprattutto per Ramiseto, si verificherà e si toccherà con mano nel momento in cui si dovrà andare alla fase effettiva e pratica di questa fusione, perché, mentre per i primi tre comuni è indubbio che vi siano dei collegamenti abbastanza precisi, con Ramiseto a mio avviso si è realizzata o hanno realizzato gli amministratori, peraltro avallata dai cittadini, una evidente forzatura.

Aggiungo solo una considerazione: si dà vita a un comune che avrà un’estensione enorme e proprio in ragione di questo mi faccio carico di dire che indubbiamente vi saranno delle situazioni che fatalmente saranno destinate a esplodere perché una rete stradale di quel tipo oggi può essere anche sistemata con l’ingolosimento di qualche finanziamento ma, nel futuro, necessiterà di una stabilizzazione degli interventi, non facili da realizzare. Lo dico perché tradizionalmente ai comuni di montagna purtroppo hanno il combinato disposto di avere poca popolazione e tanti chilometri di strade, con bilanci pressoché ingessati.

Dopodiché – torno a ripetere – il risultato c’è stato, del referendum e del suo risultato non si può altro che prendere atto, ma mi consentirete di dire che, come i fatti dimostrano, anche quando ci sono referendum poi ci sono "le discussioni del giorno dopo". Di recente e tutt’oggi ce n’è in piedi una abbastanza pesante sul referendum in Grecia.

Con le debite proporzioni, la mia voce critica in relazione all’operazione deriva dal fatto che secondo me almeno in un caso si è guardato molto più alla possibilità di finanziamento che alla logica di una fusione che non penso porterà a Ramiseto quei vantaggi che il Comune paventa. Dopodiché, e torno a ripetere, in democrazia, quando si vota e la maggioranza vince, alla maggioranza ci si adegua nonostante i forti dubbi che – torno a ripetere – non solo per il comune di Ramiseto ma anche un po’ per Ligonchio io vanto. Vedremo se i fatti mi daranno torto o ragione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. Per confermare il voto favorevole al progetto di legge di fusione che istituisce il comune di Ventasso per il gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, proprio a monte del processo che ha portato al voto di oggi e in primo luogo alla partecipazione al referendum, dato che, per quello che era la prospettiva del nostro gruppo, era quello essenziale. Al di là di una visione del territorio che pure abbiamo, come gruppo politico, basata sulla solidarietà tra i territori che più hanno e quelli che hanno meno, tra i territori più sviluppati e quelli meno, e crediamo che così fatta per la storia che ha l’Appennino Reggiano questa fusione rispecchi anche questo principio, però anche perché la risposta dei cittadini è stata in primo luogo notevole da un punto di vista della partecipazione e poi chiara da un punto di vista della volontà. Aggiungiamo che questo, come il riconoscimento della MAB UNESCO avvenuto qualche settimana dopo il referendum, porta a quelle zone degli strumenti che sono fondamentali, ma, come dicevamo prima anche in precedenza, restano strumenti che poi vanno riempiti di un’azione che deve a tutti i livelli, visto che tutti i livelli su queste partite sono intervenuti, rispecchiare quella che è la realtà di questi territori, una realtà geografica complessa, che va amministrata con un’attenzione particolare e che non deve mai bypassare l’elemento della partecipazione proprio in virtù delle tradizioni che, se sviluppate e se mantenute con i dovuti strumenti amministrativi, costituiscono una risorsa che si affianca al turismo e a quello che deve essere un adeguato livello di servizi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Anche io per ribadire il nostro voto favorevole, non senza dubbi – è evidente e lo dico al consigliere Foti – nel senso che anche noi abbiamo dei dubbi, ma saremmo disumani se non li avessimo su un qualcosa che non è mai stato fatto, quindi è evidente che ci siano. Io in realtà sono più preoccupato per Collagna – lo ripeto – rispetto a Ramiseto e Ligonchio perché ha una struttura completamente diversa dagli altri tre, ha una vocazione particolare turistica, quindi poche prime case, pochi residenti, anche la tassazione è sicuramente più complicata, ha bisogno di investimenti maggiori, soprattutto nell’ambito sportivo, dei costi molto elevati e quindi quella che mi preoccupa è in realtà Collagna. Senza questa fusione probabilmente il suo destino sarebbe sicuramente peggiore, quindi da qua bisogna partire e perciò il nostro voto sarà sicuramente favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Per annunciare anche il nostro voto favorevole. Ovviamente quando c’è un referendum popolare che attesta una volontà noi questa volontà la rispettiamo. Sicuramente non è tutto rose e fiori, quindi ci saranno delle difficoltà, perché ogni scelta comporta delle opportunità ma ovviamente anche dei rischi. D’altra parte la scelta del referendum da parte delle popolazioni è importante perché indica un’assunzione di responsabilità, cioè non una delega in bianco a qualcuno, ma è anche un’assunzione di responsabilità dei cittadini che danno forza quindi a questo processo. Da qui il nostro voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

43

Assenti

 

7

Favorevoli

 

43

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante «Istituzione del Comune di Ventasso mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia.»

 

OGGETTO 579

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo, nella Provincia di Rimini.»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 862

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo nella Provincia di Rimini" (Proposta del consigliere relatore Giorgio Pruccoli su mandato della Commissione I).» (21)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Nella seduta del 23 giugno 2015 la Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali ha licenziato il testo del progetto di legge n. 8/2015.

Il relatore della Commissione, il consigliere Giorgio Pruccoli, ha presentato relazione scritta e il relatore di minoranza, consigliere Andrea Bertani, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il progetto di legge si compone di sei articoli. Il Consiglio provinciale di Rimini ha espresso parere favorevole sul progetto di legge.

Procederemo come segue: il relatore della Commissione ha venti minuti, il relatore di minoranza ha venti minuti, per l’eventuale relazione, la Giunta ha venti minuti, per il dibattito generale congiunto sui due oggetti venti minuti, eventuale replica dei relatori per venti minuti ciascuno, eventuale conclusione della Giunta per venti minuti, dichiarazioni di voto finali sulla delibera di indizione del referendum consultivo e votazione finale della sola delibera di indizione del referendum consultivo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Con il buon viatico dell’approvazione della legge sulle fusioni dei comuni reggiani andiamo a parlare anche di questo primo step. In questo caso non siamo al termine dell’iter perché, come dirò, manca ancora tutta la tornata di consultazione popolare, però siamo al primo passaggio del secondo processo di fusione all’interno della provincia di Rimini, provincia di Rimini che va cambiando così la propria composizione numerica. Dai venti comuni storici siamo passati a ventisette comuni con il passaggio dei sette comuni dell’Alta Valmarecchia, ex regione Marche, nell’anno 2009, il processo di fusione messo in campo dai comuni di Poggio Berni e di Torriana ha ridotto questo numero da ventisette a ventisei e speriamo che, come auspicabilmente è probabile, anche questa fusione tra Montescudo e Monte Colombo vada a buon fine e quindi che il numero possa scendere ulteriormente a venticinque. Ovviamente l’auspicio che coraggio e lungimiranza portino altri amministratori riminesi a ragionare e a confrontarsi in tempi molto stretti, quindi rapidamente ad approcciare a questo tema e a mettere in campo e a proporci ulteriori progetti di fusione.

Questo progetto di legge nasce dalla volontà dei due comuni, quindi dei sindaci, che sono appartenenti fin dal 2001 all’unione dei comuni denominata unione della Valconca. Ricordo che si tratta della prima unione dei comuni che è stata costituita in Italia. Ora però evidentemente la gestione, anche in unione, che pure ha costituito una stagione importante di risparmio e razionalizzazione, non è più adeguata e sufficiente per garantire i margini di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa e dall’altro per garantire servizi quantitativamente e qualitativamente soddisfacenti. Coerentemente con tutte le previsioni di legge, in particolare la 24/1996, i comuni hanno appurato la fattibilità, elaborato al loro interno una prima analisi preliminare e, visto l’esito confortante di questa, hanno verificato la fattibilità tecnico-organizzativa, economico-finanziaria e politico-istituzionale della loro fusione inoltrando, anche in questo caso coerentemente con la legge, alla Giunta regionale l’istanza di fusione.

I comuni di Montescudo e Monte Colombo non raggiungono, fondendosi (poi arriveremo ai dati), la soglia dei cinquantamila abitanti richiesta dallo Statuto regionale per l’iniziativa popolare e quindi hanno presentato istanza alla Giunta regionale medesima. Stiamo parlando – dicevo – del territorio della provincia di Rimini, zona sud della provincia di Rimini, e sono due comuni con una popolazione complessiva di 6.838 abitanti e un’estensione, sempre complessiva, qualora la fusione andasse a buon fine, di 32 chilometri quadrati. Devo dare atto al Consiglio che la Giunta regionale, dopo aver accertato la sussistenza di tutti i presupposti di forma e di sostanza necessari per avviare la procedura, ha aderito all’istanza assunta dai comuni e ha approvato la delibera n. 494 del 4 maggio 2015 il progetto di legge che istituisce questo nuovo comune.

Sul progetto di legge non è stato possibile avere il parere del Consiglio delle Autonomie Locali semplicemente per una questione legata alla tempistica di ricostituzione e di ricomposizione del CAL stesso, perché quando si era in approvazione di questo progetto di legge il nuovo CAL non si era ancora insediato, mentre è arrivata, ed è arrivata favorevole, la richiesta di parere alla competente Provincia di Rimini, che a sua volta ha rilasciato un parere con deliberazione di Consiglio, la n. 11 del 25 maggio 2015. A questo punto il progetto di legge è passato in Commissione Prima, la quale ha fatto la puntuale disamina dell’articolato, che vado qui brevemente a riassumere. All’articolo 1 si prevede l’istituzione del nuovo comune a decorrere dal primo gennaio 2016; questa tempistica è studiata per ridurre al minimo il lasso di tempo in cui il nuovo comune dovrà essere retto da un organo straordinario (sappiamo che subito dopo la celebrazione del referendum popolare la Prefettura provvede al commissariamento dei comuni che vanno verso la fusione). All’interno di questo articolo è anche individuata la rosa di possibili denominazioni che il nuovo comune dovrebbe andare ad assumere, scelta ovviamente in questo momento dai sindaci ma che sarà oggetto di votazione all’interno del referendum, che sono Monte dei Castelli, Monti del Conca, Monte Colombo e Scudo, Montescudo - Monte Colombo.

All’articolo 2 ci sono tutte le norme di natura ricognitiva; nell’articolo 2 viene ribadito che lo statuto del nuovo comune può prevedere – questo ritengo che sia un passaggio molto importante – che alle comunità di origine o ad alcune di esse siano garantite tutte le forme di partecipazione o di decentramento dei servizi. Stiamo parlando in breve della formula dei municipi, un aspetto molto importante e molto delicato che vedo che nei ragionamenti che vengono portati avanti con diversi sindaci e con diverse comunità effettivamente risulta particolarmente tranquillizzante.

L’articolo 3 contiene tutte le norme che servono a regolare la successione nei rapporti giuridici, finanziari e patrimoniali tra i due comuni di provenienza e il nuovo comune che si va a istituire, in particolare il primo comma prevede il subentro della titolarità delle posizioni, dei rapporti giuridici attivi e passivi, le norme sul trasferimento al nuovo comune dei beni demaniali e patrimoniali sono in capo al secondo comma e sul trasferimento del personale dei preesistenti comuni e il comune di nuova istituzione invece se ne parla al terzo comma. Questo è particolarmente importante perché nell’articolo 3 si ribadisce anche che il trasferimento di queste proprietà di beni mobili e immobili dai comuni che si vanno a estinguere al nuovo comune che si va a costituire è esente il passaggio da oneri fiscali.

L’articolo 4 dispone, coerentemente con la legge regionale 30 giugno 2008, la n. 10, la quantificazione dei contributi regionali. Da tabella, la sostanza è che in funzione della popolazione totale del nuovo comune – ripeto – di 6.838 abitanti l’importo dei contributi sarà pari a 44 mila euro annui, sul territorio (32,35 chilometri quadrati) 24 mila euro, il contributo derivante dal volume delle spese correnti in sommatoria dei due comuni, quindi del nuovo comune costituendo, 3.166.752 danno luogo a un contributo straordinario di 24 mila euro. Sommando queste tre cifre che ho appena ricordato, arriviamo a un contributo annuo reiterato per i quindici anni successivi alla costituzione di 92 mila euro. Oltre a questo contributo ordinario previsto si prevede anche un contributo straordinario in conto capitale, che è a titolo di compartecipazione alle spese iniziali e di avvio, che dura solo tre anni, che è pari a 120 mila euro l’anno, e anche in questo caso stiamo parlando di un contributo regionale. Il quarto comma conferma per il nuovo comune per i dieci anni successivi alla sua costituzione una priorità assoluta nei programmi e nei provvedimenti regionali di settore, che prevedano contributi a favore degli enti locali, questo in uniformità con tutto ciò che avviene su tutti i vari processi di fusione, l’articolo 5 definisce invece, a uso della Regione, le modalità attraverso le quali si provvederà a fornire la copertura finanziaria negli esercizi di bilancio, quindi negli annuali e nei pluriennali rispetto alle cifre e alle premialità che ho descritto sopra, mentre da ultimo l’articolo 6 contiene le disposizioni che sono volte a regolare la fase transitoria, ovvero quella di cui parlavo prima, la fase del commissariamento.

Noi abbiamo tutto questo periodo che va dalla prima elezione dei relativi organi nella tornata elettorale del 2016. Al primo comma dell’articolo 6 si prevede che i sindaci dei comuni di origine entro il 31 dicembre 2015 – i referendum normalmente si celebrano nel mese di ottobre – d’intesa tra loro, formulino delle proposte e adottino tutti quei provvedimenti utili per conseguire la piena operatività del nuovo comune già a partire dal primo gennaio 2016 e mettere in capo al comitato dei sindaci tutte le varie valutazioni e la collaborazione necessaria al commissario affinché si possa traghettare in tempi brevi e con una gestione il più normale possibile il nuovo comune verso la sua prima assemblea e verso la sua prima giunta.

Do atto, da ultimo, che la Commissione, ma l’ha già ricordato il Presidente Rainieri, ha valutato favorevolmente questo percorso con anche contenuto al suo interno l’indizione della consultazione popolare tramite il referendum consultivo, ovviamente, ma è inutile ricordarlo, anche perché questa mattina stiamo parlando di secondo progetto di fusione e ne anticiperemo un terzo, ai fini della validità della consultazione a termine di legge, in base alla legge n. 24/1996, non è richiesto né il quorum deliberativo né quorum partecipativo, tuttavia si pensa di passare attraverso questo passaggio e il referendum deve contenere sia il quesito da sottoporre agli elettori sia l’ambito territoriale entro il quale questo deve avvenire. Il quesito sarà “volete voi che i comuni di Monte Colombo e Montescudo nella provincia di Rimini siano unificati in un unico comune mediante fusione?” e la seconda domanda sarà “con quale dei seguenti nomi volete sia denominato il nuovo comune?” L’opzione A è Monte dei Castelli, l’opzione B è Monti del Conca, l’opzione C è Monte Colombo e Scudo e l’opzione D è Montescudo – Monte Colombo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. In genere il ruolo del relatore di minoranza è quello di portare le voci di dissenso rispetto al progetto di legge, quindi in questo caso è un po’ particolare il ruolo del relatore di minoranza proprio quando parliamo di fusioni, perché in sé, come movimento, la riteniamo un’operazione positiva e importante. In effetti anche in Commissione non si sono rilevati particolari dubbi e obiezioni. Il ruolo è particolare perché l’iniziativa parte proprio seguendo tutto l’iter, quindi l’esplicita volontà dei comuni, delle giunte, dei loro Consigli, c’è un’analisi tecnica a nostro parere abbastanza ben fatta, vengono valutate le implicazioni finanziarie, economiche e istituzionali, segue l’iter della legge e propone il referendum, di cui andiamo a decidere oggi. È particolare in questo caso perché come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre sostenuto l’accorpamento dei comuni sotto i cinquemila abitanti, come in questo caso. Questo progetto di legge è vicino a quello che sentiamo, però proprio per questa difficoltà e in ragione di una piena condivisione del processo di fusione avviato in ambito territoriale, che però diverrà effettivo solo all’esito positivo del referendum, e sottolineiamo che anche qui noi vogliamo il sì in tutti e due i comuni, vorrei concentrare la mia relazione su alcuni aspetti che riteniamo comunque critici.

Questa fusione nasce all’interno di un’unione che è nata da parecchio tempo, una delle prime in Italia, che aveva l’obiettivo dichiarato di portare gli otto comuni alla fusione, obiettivo che purtroppo è mancato. Questa fusione e le ipotetiche che si stanno valutando nel circondario è un po’ una sconfitta rispetto a quell’obiettivo alto. La strada giusta infatti secondo noi in quel territorio era quella di finalizzare un progetto di vallata che andasse proprio nella direzione di una fusione del maggior numero dei comuni di quella vallata, proprio perché ciascuno ha un numero di abitanti intorno ai cinquemila o anche meno, quindi probabilmente una fusione di un maggior numero portava a una maggiore sinergia. Auspichiamo che intanto questo sia un primo passo in quella direzione e non segni il fallimento di quel progetto.

Un’altra criticità che comunque è bene evidenziata all’interno dell’analisi di fattibilità è il diverso regime di pressione tributaria ad esempio all’interno dei due comuni, che quindi comporterà anche una sfida e lo sforzo di uniformazione in transizione per il nuovo comune. Può essere importante concentrarsi sulla fusione che non c’è piuttosto che sulla fusione di cui parliamo oggi, quindi anche sul ruolo che la Regione intende adottare per sostenere i processi di rafforzamento istituzionale nel nostro territorio, aspetti esterni rispetto a questo progetto di legge sul piano formale, ma che sono connessi in modo molto diretto sul piano sostanziale anche a questo specifico progetto di fusione proprio perché in questi giorni ci stiamo interrogando e stiamo discutendo proprio sul progetto di riordino e sugli impatti che questo processo di riordino può avere sui possibili processi di fusione.

Le nuove province, le possibili aree vaste, la scelta e la proposta della Giunta di procedere a forti agenzializzazioni di competenze e di funzioni incidono su un assetto istituzionale nel quale i comuni piccoli sono comunque numerosi. Le aree vaste, se e quando ci saranno, le nuove agenzie che la Giunta sta già rafforzando e intende consolidare (ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione Civile, o addirittura ex novo l’ARLAS, l’agenzia del lavoro), rischiano di essere lontane dai comuni, così che il processo di semplificazione istituzionale e amministrativa che auspichiamo, a cui ha dato risposte in modo del tutto inadeguato la legge 56, che rappresenta per noi un’occasione mancata, non può certo limitarsi alla sola abolizione delle province, che tra l’altro non c’è, ma deve proseguire su altri fronti, uno dei quali secondo me deve essere costituito da reali politiche di promozione e incentivazione delle fusioni dei comuni e anche ad una riflessione sulle unioni dei comuni, proprio perché questo ne è un esempio, una riflessione che in questa corsa a chiudere i progetti di legge velocemente rischiamo di perdere, soprattutto sull’efficacia delle unioni, sulle quali punta fortemente il progetto di legge di riforma.

Rilevano delle criticità sul piano decisionale, questi Consigli composti da maggioranze e minoranze variabili spesso non omogenee che fanno fatica ad assumere delle decisioni a livello di unione e anche di rappresentanza democratica, perché questi enti di secondo livello non eletti direttamente per svolgere quel compito allontanano spesso i processi decisionali dei cittadini. Quindi è una riflessione che deve investire sia i contenuti del progetto di legge di riordino istituzionale sia le prassi quotidiane di relazione con gli enti locali e anche una riflessione a migliorare il confronto diretto con i cittadini, ad esempio con l’istituto del referendum. A noi piacerebbe che questa abitudine a referendum consultivi fosse non solo in questi casi di fusione ma fosse più ampia negli statuti comunali.

Un’ultima considerazione che faccio, sempre riguardo al riordino istituzionale, è quella che appare anche in questo progetto di legge di fusione quando si parla di osservatorio regionale e si fa sempre riferimento all’istituzione dell’osservatorio regionale della legge n. 1/2013 quando fu istituito il comune di Valsamoggia. Probabilmente nel progetto di riordino questo refuso va eliminato prevedendo l’istituzione dell’osservatorio in un contesto più ampio all’interno del riordino e non di una legge particolare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

La Giunta non interviene. Quindi passiamo al dibattito generale congiunto dei due oggetti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Solo per sottolineare con piacere come sul tema del riordino istituzionale, in questo caso delle fusioni dei comuni, è innegabile che in questo avvio di legislatura ci sia stato un impulso molto significativo e molto importante, che credo vada apprezzato e sottolineato, quindi il lavoro della Giunta e dell’assessore Petitti, che stanno portando avanti quello che è stato l’impegno preciso che il Presidente Bonaccini ha esposto in quest’Aula il giorno dell’illustrazione del programma di mandato.

C’era e c’è la necessità di riformare il tessuto anche amministrativo della nostra Regione e credo che i numerosi progetti di legge che, su richiesta ovviamente dei territori, la Giunta ha approvato e stiamo portando in Aula siano il segno positivo di questo lavoro che è giusto sottolineare. Siccome spesso ci soffermiamo – lo dico anche in modo autocritico – sugli aspetti che alle volte non ci convincono, è giusto anche sottolineare quelli che sono passaggi importanti e positivi, e questo è sicuramente uno di questi. La determinazione con cui si sta marciando su questo terreno è importante; a fine mese avremo la legge sul riordino, che sarà un tassello molto importante di questo percorso, però abbiamo istituito poco fa il comune di Ventasso, attendiamo il referendum di Granaglione e Porretta Terme, oggi siamo qui per Montescudo e Monte Colombo, poi Polesine Parmense e Zibello, che sono tutte realtà, alcune molto piccole e altre un po’ più grandi, e ci siamo detti, e penso che siamo convinti, specie chi ha amministrato nei piccoli comuni e chi vive in territori dove ci sono comuni di piccole dimensioni, che andare avanti così è molto difficile e complicato proprio perché alla fine i piccoli comuni sono spesso in difficoltà nel dare anche i servizi ai cittadini. Siccome noi siamo qui per cercare di migliorare e per dare impulso alla qualità amministrativa complessiva del territorio regionale, ecco allora che questi processi sono ancora più importanti.

Lo diciamo con convinzione anche alla luce dei percorsi che si stanno facendo, percorsi che sono stati positivi, come quelli che abbiamo citato questa mattina e che si sono svolti anche nella legislatura passata, perché anche la qualità del percorso è importante per esprimere un giudizio sulla bontà dell’obiettivo. Ciò che abbiamo votato stamattina, cioè l’istituzione del comune di Ventasso, credo rappresenti il paradigma di quello che bisognerebbe fare, quindi comunità e amministratori che si sono confrontati, che hanno voluto con forza un percorso, una fusione, in un territorio, quello di montagna, che ha prerogative particolari, come abbiamo ricordato, ma è un percorso molto positivo e al quale in qualche modo si stanno affiancando anche altri, e credo che la prontezza e la disponibilità con la quale la Giunta sta affrontando questi passaggi sia importante. Lo dico proprio perché in uno di questi percorsi che ha incontrato un po’ più difficoltà per andare avanti, cioè quello di Granaglione e Porretta Terme, devo riconoscere che la disponibilità a concedere un percorso particolare, com’è stato quello di Ventasso, ha reso poi possibile l’indizione del referendum e lo sblocco di una situazione che si era un po’ arenata. Credo che questo sia l’atteggiamento positivo di assumere decisioni in tempi rapidi, atteggiamento che alle volte provoca qualche problema, ma in questo caso è stato sicuramente positivo.

Per quanto riguarda Monte Colombo e Montescudo, il relatore Pruccoli ha illustrato bene quello che è stato il percorso e quelle che sono le caratteristiche di quei territori; per quanto ci riguarda, ovviamente il sostegno a questo percorso è un sostegno convinto e pieno e siccome qualcuno diceva prima che quando si apre un referendum bisogna lasciare la parola ai cittadini, che sicuramente è vero, però è anche vero che chi ha responsabilità politiche e istituzionali è normale secondo me che esprima, sui processi che contribuisce a portare avanti, una valutazione di merito e un’indicazione complessiva.

Ovviamente, a maggior ragione oggi ancora più di ieri, la parola dei cittadini è importante e qualcuno ci sta insegnando in Europa che dare la parola ai cittadini è sempre importante, è sempre fondamentale e alle volte, quando si dà la parola ai cittadini e si fa politica nel senso pieno del termine, le ombre e le paure cedono il passo alla speranza, in quel caso una speranza che ci riguarda tutti e che riguarda il futuro dell’Europa, mentre in questo caso la speranza che questi processi possano dare nuova linfa e nuova forza a territori che per le loro dimensioni ne hanno bisogno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Sarò telegrafico ma intervengo su alcune sollecitazioni sull’intervento, che ho condiviso in gran parte, del consigliere Bertani. Questa unione dei comuni della zona sud della provincia di Rimini, come ho già ricordato durante la presentazione, è nata nel 2001. In quel momento nel quadro della normativa nazionale si era già fuori dall’obbligatorietà della fusione al termine dei dieci anni. Fino al 1999 questo era il quadro e con la riforma della legge sugli enti locali quell’obbligatorietà scompariva e rimaneva un aspetto facoltativo.

Vero è che alla base della nascita di questa prima unione dei comuni c’era l’auspicio che si potesse arrivare anche a processi di fusione, e in questo momento ancora non ci siamo arrivati, però tuttavia questo è un segnale molto positivo. Avremmo forse preferito in tanti processi anche più coraggiosi e non semplicemente che vedano il coinvolgimento di due comuni, però intanto è un segnale importante. Dico che in quel territorio e in quella zona ci sono già dei movimenti e degli avvicinamenti tra i comuni di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo, stanno ragionando su processi di fusione anche i comuni di Morciano, di San Clemente e di Gemmano e la stessa sindaca di Coriano, con cui ho avuto modo di conferire questa mattina venendo in Assemblea, mi dice di essere aperta e favorevole a processi di fusione. La Regione Emilia-Romagna credo che si sia dotata con la legge 21 di un ottimo strumento, che è quello della regolazione dei confini e degli ambiti ottimali.

Ricordo da Presidente dell’unione, in questo caso Valmarecchia, che durante il discorso di insediamento dissi che si partiva con dieci comuni, perché già lì c’era un processo di fusione in atto, cercando di ammonire tutti che quello non poteva essere il nostro assetto definitivo, ma chiedendo a tutti di fare uno sforzo e di immaginare entro le votazioni successive di arrivare al massimo con tre – quattro comuni anche in quel territorio. Devo dire che anche in quel territorio ci sono dei movimenti; credo che gli amministratori della Valmarecchia stiano prendendo coscienza del fatto che occorra andare rapidamente e con decisione verso progetti e processi che consentano di combattere le sfide, di giocare le proprie carte all’interno di sfide che ormai sono su territori ampi e quindi noi stessi stiamo lavorando e ragionando sulle aree vaste.

A testimonianza di questo dico che domani sera per esempio a Verucchio, nel mio comune, si terrà un Consiglio comunale aperto proprio sul tema delle fusioni per agevolare e accompagnare ulteriormente un dibattito che si è già aperto e che si è già attivato sul tema.

Un po’ in scia a quello che diceva il consigliere Bertani, credo e spero, come ho anche detto in premessa, che Montescudo e Monte Colombo siano un primo frammento e un primo pezzo di provincia di Rimini che va in questa direzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di parlare l’assessore Petitti. Ne ha facoltà.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Credo che le ragioni di un percorso che sta vedendo una sana accelerazione sui territori, la consapevolezza dei nostri amministratori, anche la volontà di inserirsi in una fase di riordino istituzionale che sta chiamando in causa ovviamente il ruolo della Regione, ma il ruolo degli enti locali come protagonisti delle loro scelte, oggi stia dando un segnale molto preciso e molto evidente anche nella discussione di questa Assemblea. Dopo aver deciso di istituire il comune di Ventasso siamo in questa fase con questi due progetti di legge (ovviamente faccio riferimento a quello della fusione dei comuni di Monte Colombo e Montescudo e a quello successivo che affronteremo nei prossimi minuti) che raccontano di un territorio che da questo punto di vista, come veniva ricordato anche dal relatore Pruccoli, si è messo in gioco in modo molto forte.

Tra l’altro voglio ricordare al consigliere Bertani che è vero che sono comuni che appartengono all’unione più antica dell’Emilia-Romagna, costituita nel 1996, che ha anche presentato dei limiti da questo punto di vista e credo che la riflessione che abbiamo aperto anche con la legge di riordino rispetto a una ridelimitazione degli ambiti dove abbiamo a che fare con unioni molto ampie (più di dieci comuni), dove ovviamente anche la coerenza con i distretti socio-sanitari, quindi con quelli che sono i cardini della legge 21 vengono preservati, rappresentino un elemento di riflessione che chiaramente chiama in causa noi con le nostre leggi ma chiama in causa anche una presa di responsabilità maggiore dai nostri amministratori.

Da questo punto di vista voglio anche ricordare che, proprio perché abbiamo il dovere di accelerare su questo processo di fusioni e laddove vediamo che i comuni sono stati in grado negli anni di riorganizzare in modo efficiente i propri servizi attraverso le unioni, ed ecco perché le unioni hanno avuto una funzione importante in questi anni nella nostra regione, i processi di fusione avvengono in modo più naturale. Noi tra l’altro con la legge di riordino – questo lo voglio sottolineare – andiamo a semplificare tutte le procedure che oggi ci portano alle fusioni – lo abbiamo visto -, con dei tempi che vanno dagli otto ai nove mesi.

Vogliamo ridurre e abbreviare questi tempi e anche armonizzare la durata dei contributi regionali a quelli statali per dare la possibilità ovviamente ai nuovi comuni che nascono di riorganizzare meglio anche quelli che saranno i propri bilanci in funzione di quelli che sono gli investimenti. Da questo punto di vista credo che il lavoro che hanno fatto i due comuni e gli amministratori quando ci hanno presentato le loro delibere, che hanno portato poi alla presentazione del progetto di legge il 4 maggio da parte della Giunta, siano il segnale di un lavoro che oggi chiaramente viene delegato alla fase successiva, a quella in cui i cittadini dovranno esprimersi attraverso il referendum dell’11 ottobre.

Il dibattito che è già nato in quella parte di territorio della provincia di Rimini oggi ci fa dire che, al di là delle risorse, tutta una serie di altre agevolazioni che riguardano ad esempio l’esenzione dal patto di stabilità e la possibilità di utilizzare i margini di indebitamento consentiti anche a uno dei soli comuni originari - ricordiamo che questo è un aspetto fondamentale e sappiamo che in molti casi ci troviamo di fronte a fusioni in cui anche solo uno dei comuni ha problemi di questo tipo - sono ulteriore ossigeno per le amministrazioni. Vi è la priorità assoluta da questo punto di vista – voglio sottolineare anche questo aspetto – dei comuni nati dalla fusione nei programmi e nei provvedimenti regionali che prevedono altri contributi a favore degli enti locali, e qui voglio associare anche tutto il lavoro che stiamo predisponendo insieme ad ANCI sul programma di riordino territoriale e sulle risorse che noi stiamo predisponendo (i cosiddetti 16 milioni 500 mila euro per le unioni nei nostri territori). Vi è tutta una serie di agevolazioni che chiaramente permetteranno a queste comunità e a questi territori di continuare non soltanto a esercitare un ruolo importante nella gestione, nella qualità e nell’efficienza dei servizi ai cittadini ma di rendere anche questi territori più competitivi all’interno della nostra riorganizzazione regionale.

Molto positivo è il fatto che insieme agli amministratori si stia procedendo celermente verso questa riorganizzazione in fusioni che crediamo possa dare elementi anche di consapevolezza importante nelle comunità. Laddove mettiamo in condizione i nostri cittadini e le nostre comunità di esprimersi, abbiamo visto finora che c’è una grande consapevolezza e la scelta a procedere in questa direzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto finali sulla delibera relativa all’indizione del referendum consultivo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Voteremo a favore dell’indizione perché, come già rappresentato in altre circostanze, laddove si verificano le condizioni date per una partecipazione condivisa, anche sulla fusione dei comuni precedentemente votata, il nostro orientamento è il sostegno, perché riteniamo lo strumento delle fusioni tra comuni uno strumento prezioso per addivenire a una razionalizzazione delle risorse. È ovvio – lo dico a futura memoria – che laddove i sindaci si sono espressi in senso contrario, ed è il caso della fusione che si affronterà nel bolognese, in cui uno dei due sindaci ancora manifesta posizioni di perplessità, per non dire di contrarietà, il nostro atteggiamento è diverso, ma quando sussiste la volontà popolare, come nel caso dei comuni reggiani, o quando sussiste una condivisione rappresentata dal fatto anche che da parte del territorio vi è stato un riscontro positivo sulle verifiche che abbiamo condotto, il gruppo Forza Italia è ben contento di poter partecipare a questa opera di razionalizzazione e risparmio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Solo per ribadire il sostegno pieno del gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà e per sottolineare come ovviamente siano i Consigli comunali gli organi che hanno il compito, per legge, di chiedere l’avvio del processo legislativo. Ovviamente in questo caso, come negli altri, e laddove, come negli altri casi, compreso il bolognese, quella richiesta sia stata piena e unanime, io penso che sia compito di tutti noi cercare di mettere a disposizione di quei territori tutti gli strumenti per andare dove quei territori ci chiedono di andare. In questo caso, come negli altri, il sostegno di Sinistra Ecologia e Libertà – ribadisco – è pieno e convinto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Analogo ragionamento che ha fatto il consigliere Bignami lo faccio anche io a nome del gruppo, quindi voteremo sicuramente a favore di questa fusione. Noi non siamo tanto per le fusioni – questo non è un dato da nascondere – anche perché riteniamo che le identità territoriali debbano comunque essere mantenute. Lo facciamo nel momento in cui questi territori decidono di affrontare un processo di questo tipo, e quindi siamo consapevoli di questo, e aderiamo a questo processo di fusione, ma non lo siamo nel momento in cui i territori non sono convinti. Come diceva prima il consigliere Bignami, se uno dei territori, e questo sta succedendo anche tra Forlimpopoli e Bertinoro, dove Bertinoro è a favore della fusione, mentre il comune di Forlimpopoli no, in questo caso sosterremo i processi in maniera contraria rispetto a quello attuale. Quindi, riconoscendo l'identità territoriale ad un procedimento di fusione non condiviso, voteremmo in quel caso sicuramente in modo contrario. In questo, invece, avendosi processi condivisi, a questo punto voteremo sicuramente a favore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se nessun altro consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 862.

 

(L'Assemblea, all'unanimità dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 604

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma.»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 860

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma" (Proposta del consigliere relatore Alessandro Cardinali su mandato della Commissione I).» (22)

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il testo del progetto di legge n. 9/2015 è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari Generali ed istituzionali" nella seduta del 23 giugno 2015.

Il Relatore della Commissione, consigliere Alessandro Cardinali, ha presentato relazione scritta.

Il Relatore di minoranza, consigliere Matteo Rancan, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il Progetto di legge è composto da 6 articoli.

Il Consiglio Provinciale di Parma ha espresso parere favorevole sul progetto di legge.

Il procedimento di esame per ogni fusione prevede: la relazione della Commissione per 20 minuti; la relazione di minoranza per 20 minuti; l'eventuale relazione della Giunta per 20 minuti; il dibattito generale congiunto sui due oggetti per 20 minuiti; l'eventuale replica dei relatori per 20 minuti ciascuno; le eventuali conclusioni della Giunta per 20 minuti; le dichiarazioni di voto finali sulla delibera di indizione di referendum consultivo; la votazione della sola delibera di indizione del referendum consultivo.

La parola al relatore della Commissione, consigliere Cardinali.

 

CARDINALI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Partirei da un'affermazione che dovremmo usare, penso, anche dopo l'approvazione della legge di riordino sempre più spesso, dicendo che ritengo le fusioni dei Comuni non tanto una necessità, quanto una grande opportunità.

Partendo da questa valutazione, penso che il ragionamento che hanno fatto Zibello e Polesine sia stato quello di avere territorialmente vicina la prima fusione che Parma ha fatto, che è quella di Sissa e Trecasali, ma anche quello di fare un ragionamento territoriale più ampio. Voglio, infatti, ricordare che l'obiettivo era quello di una fusione a quattro, mettendo insieme anche Busseto e Roccabianca, ma dopo un'analisi anche abbastanza lunga non si è riusciti ad arrivare ai quattro Comuni che rappresentano in quell'area territoriale un aspetto molto importante nella Bassa Parmense, ai confini con la Lombardia e con la provincia di Piacenza, in territori molto omogenei tra loro e, devo dire, anche di grande interesse storico-culturale e, aggiungiamo, anche enogastronomico visto che rappresentano un fiore all'occhiello anche sotto questo profilo.

Poi Polesine e Zibello hanno scelto di proseguire su questa strada vista anche l'esperienza che avevano già fatto nell'Unione civica Terre del Po e considerato anche che in questi anni avevano continuato a mettere insieme servizi, opportunità, conoscenze e anche rapporti di attività. Vi porto un esempio che ritengo molto importante, che è quello della scuola: pur essendo due comuni divisi, avevano fatto in un comune le scuole primarie e secondarie e nell'altro comune le scuole medie con l'aggiunta anche delle attività ludico-sportive con la palestra. Questo, quindi, è già significativo di un aspetto molto importante, come sui servizi sociali e su altre iniziative.

Sono due comuni, come dicevo, non di grandi dimensioni (3.302 abitanti per circa 48 chilometri quadrati), due comuni che per quel territorio sono un'opportunità proprio per dare vita, all'interno anche di quell'Unione, ad un ragionamento d'insieme che non coinvolga solo i grandi comuni, ma anche le piccole realtà che sono forti, che sono interessanti e che possono dimostrare di rappresentare in quei territori un'anima ancora molto attiva, quell'anima che molte volte non si vuole perdere quando ci si fonde in un unico comune e che ritengo importante che si tenga viva proprio perché dentro all'anima e alla cultura ci sono tante dimostrazioni di vitalità e tante dimostrazioni di energia, che i cittadini, insieme agli amministratori, devono essere bravi a mantenere e a continuare a condividere. Proprio per questo motivo hanno deciso di partire subito per poter indire il referendum possibilmente nell'autunno, per avere, quindi, un tempo molto breve che li porti possibilmente al voto con le prossime elezioni amministrative della primavera del 2016.

Un obiettivo importante è dovuto anche dal fatto che questi comuni si troveranno ad avere, al di là della grande volontà politica, delle importanti risorse economiche. Io ho partecipato una sera alla presentazione, nei due comuni, del lavoro che è stato predisposto, dove erano presenti, tra l'altro molti cittadini, sia a Polesine che a Zibello. Lo studio che è stato fatto, che è molto interessante, ha una prima parte riguardante l'attualità e poi ha una parte anche sulla prospettiva. C'è stato, devo dire, un bel dibattito, interessante, che ha fatto capire anche le opportunità che si presentano, opportunità che li mette in condizioni di avere anche sotto il profilo economico un buon incentivo: 72 mila euro che la Regione darà per 15 anni più 120 mila per tre anni, senza dimenticare l'intervento statale che è di oltre 174 mila euro per dieci anni. Quindi è una situazione in cui sotto questo profilo vediamo l'opportunità di poter fare molte iniziative (ci sono 3 milioni di euro a disposizione) mettendo insieme i comuni, ma si può anche pensare di dare un futuro a quelle terre che una volta chiamavamo "le terre marginali del Po" e che invece oggi rappresentano un fiore all'occhiello sotto il profilo turistico, ma anche economico, produttivo ed agricolo.

L'altro aspetto importante è anche quello di rafforzare (lo prevede la legge, ma lo prevedono anche gli interventi e lo studio) la presenza dei due Municipi, che quindi saranno interattivi fra loro, ma per continuare a garantire ai cittadini di quei comuni l'opportunità di avere servizi sempre vicini e sempre a disposizione per quello che riguarda i cittadini nel loro insieme. Anche questo penso che sia un aspetto importante di valutazione.

Un altro aspetto è che si sceglierà tra tre nomi. I tre nomi su cui si dovrà scegliere nel referendum sono: Polesine Zibello, Terra del Po, Pallavicinia. Questi sono i tre nomi che sono stati scelti, poi vedremo ciò che i cittadini decideranno, ma questi nomi sono anche per identificare in maniera molto chiara un territorio.

La legge si compone di sei articoli. Il primo prevede l'istituzione del nuovo Comune e quindi il referendum, facendo in modo che dal primo gennaio si riconosca questa opportunità. Un comma riguarda i nomi che vi ho già detto.

L'articolo 2 contiene norme di natura ricognitiva declinate in due commi che riguardano il nuovo statuto e gli aspetti della disciplina che riguarda le comunità locali.

Nell'articolo 3 ci sono tutti i passaggi che riguardano la fusione dei Comuni, quindi innanzitutto abbiamo tutti gli aspetti giuridici per poi passare agli aspetti che riguardano il personale e anche gli aspetti che riguardano le situazioni finanziarie dei due comuni. Devo dire che i due comuni hanno un ottimo aspetto sotto il profilo finanziario perché non sono fortemente indebitati e quindi hanno anche l'opportunità di aprire, con i soldi che gli arriveranno, altre opportunità in termini anche di investimenti e di finanziamenti sul territorio.

L'aspetto economico, che riguarda l'articolo 4, l'ho già accennato; si tratta dei 72 mila e dei 120 mila euro di contributi regionali. Ricordo che gli abitanti sono 3.302 e 48,52 sono i chilometri quadrati. Al comma 4 c'è tutto il tema che riguarda i programmi regionali, quindi tutto quello che viene consentito dalle forme associative che anche la Regione prevede.

L'articolo 5 è legato al tema del bilancio e dei prossimi bilanci pluriennali.

L'articolo 6 contiene tutto ciò che va a definire l'iter complessivo che può riguardare la predisposizione di tutti i passaggi che devono essere fatti dai singoli comuni per passare al comune unico e che quindi determinano in maniera definitiva quelle che sono le opportunità e anche tutta la riorganizzazione che il singolo comune può avere.

Devo dire che è un risultato che i cittadini condividono, che i Consigli comunali condividono nella stragrande maggioranza, quindi vuol dire che c'è una forte condivisione del territorio, ma devo dire che c'è anche una forte condivisione nel mandare un messaggio forte in un'area che, sono sicuro, nei prossimi anni potrà dare altre opportunità proprio per garantire la forte valenza territoriale di quel territorio, ma per garantire anche il forte impegno per dare risposte concrete e di continuità ai servizi di quel territorio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Cardinali.

La parola al relatore di minoranza, consigliere Rancan.

 

RANCAN, relatore di minoranza: Grazie, presidente. La terza fusione che stiamo affrontando oggi è una fusione un po' particolare rispetto alle altre perché va a trattare di comuni molto piccoli che insieme formeranno un comune di 3.300 abitanti circa. Quello che è stato fatto da parte mia e da parte del relatore di maggioranza credo che sia stato un percorso abbastanza condiviso. Sulla stampa i sindaci sono usciti varie volte esprimendosi favorevolmente a questa fusione, sia il sindaco di Polesine, che il sindaco di Zibello, quindi possiamo constatare che sia da portare avanti questo progetto per far sì che i cittadini possano avere voce in merito.

Mi permetto di fare una piccola osservazione. La fusione di questi due comuni, essendo così piccoli, può dare qualche problema perché, se non sbaglio, la legge di riordino credo che prenda in considerazione i comuni sopra i 5.000 abitanti, mentre sotto i 5.000 abitanti ne vengano presi in considerazione tre con uno sotto i mille abitanti, però devono essere tre, quindi due secondo me sono un po' pochi. All'inizio si prospettava una fusione anche con Roccabianca e Busseto, fusione che è mancata, che a malincuore, devo dire, è mancata, perché soprattutto da Busseto mi sarei aspettato qualcosina di più anche come opportunità del territorio. Spero che Busseto non abbia partecipato a questo progetto di fusione solo per delle logiche interne al partito di maggioranza.

L'Unione delle Terre verdiane che vi è a Parma adesso sappiamo benissimo che è stata un fallimento totale. Vorrei ricordare anche che il nostro giovane sindaco Tommaso Fiazza si è speso per uscire da questa Unione che è stata fallimentare, come sono state fallimentari tantissime Unioni che hanno portato allo sfacelo dei servizi al cittadino e anche ad una difficile amministrazione da parte degli amministratori delle Unioni stesse.

Crediamo che sia molto importante dare voce ai cittadini ed è per questo che stiamo cercando di fare un percorso condiviso con la maggioranza. Diremo sì al referendum perché è il modo migliore per sapere qual è la vera opinione dei cittadini sul territorio. Poi ci confronteremo nel merito anche più avanti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Presumo che la Giunta voglia intervenire dopo il dibattito generale, quindi passiamo al dibattito generale congiunto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Già il consigliere Rancan metteva in risalto un elemento che è di debolezza, in realtà, del progetto di fusione, perché stiamo parlando della fusione di due comuni che insieme non arrivano ai 3.500 abitanti. Sotto questo profilo, quindi, indubbiamente l'aver supposto inizialmente una fusione anche con Busseto e Roccabianca avrebbe dato una qualificazione superiore alla fusione stessa, che pure ha l'ambizioso fine di poter, un domani, dare vita ad un Comune che si chiama magari anche Pallavicinia. Ora, lo Stato Pallavicino fu altro, per dire la verità; oltretutto i due comuni interessati non avevano neanche una capitale perché la capitale dello Stato Pallavicino era Busseto e la seconda capitale era Cortemaggiore, se non erro. Quindi, sotto questo profilo, poche, ma confuse idee.

Io sono sicuramente favorevole alla fusione perché ho già detto che per quanto ci riguarda le fusioni debbono essere incentivate e portate avanti perché vi sono dei benefici di natura economica, ma anche perché la logica territoriale vuole oggi che si abbiano dei livelli di massa critica sufficienti per poter amministrare qualcosa di più di un condominio; andando avanti di questo passo, probabilmente, più che sindaci, alcuni rischiano di essere amministratori di condominio.

Mi parrebbe importante, e lo dico per l'assessore Petitti, che nell'ambito della riforma istituzionale che prevede una semplificazione per il progetto di semplificazione, si tenesse anche presente, non certo ovviamente per la Città metropolitana di Bologna che è cosa a parte, una forma di incentivo particolare per quei Comuni capoluogo che volessero fare, tra virgolette, una fusione con i Comuni della cintura. Questo perché noi sappiamo benissimo che, in ragione soprattutto delle vicende relative ai vecchi piani regolatori e anche di una costruzione diffusa che è avvenuta sui territori, soprattutto quelli agricoli, oggi abbiamo quasi una separazione tra le città capoluogo e i comuni confinanti, quando in realtà, poi, la rete viaria che viene utilizzata è esattamente la stessa, i servizi prevalentemente sono sempre gli stessi, persino gli autobus oggi hanno delle linee che vengono considerate urbane pur interessando non i capoluoghi ma i comuni limitrofi. Questo potrebbe effettivamente servire a dare una buona attuazione ad una legge di fusione che non deve essere vista solo all'insegna dei piccoli che cercano di diventare un po' più grandi, ma anche di quei comuni grandi che cercano di completare la loro dimensione naturale che oggi è limitata da vecchi confini che non hanno più ragione d'essere. Nel comune capoluogo di Piacenza si contano già sette o otto comuni che sono venuti meno nel corso della storia e che oggi sono le frazioni del comune capoluogo, tanto per essere chiari. Mi pare evidente, allora, che laddove una volta c'erano soprattutto cascine agricole nelle quali abitavano 70, 80, 100 persone e oggi vi sono cascine agricole dove, se va bene, ci sono gli attrezzi o poco più, poter collegare queste realtà con le città capoluogo potrebbe essere utile ad un processo che non è solo di riordino istituzionale, ma anche di riordino territoriale, evitando poi che ognuno continui a classificare e a destinare a livello industriale aree che rimarranno tali solo sulla carta perché la gente oggi va a collocare le industrie laddove vi sono i servizi e le reti infrastrutturali e non deve i comuni chiedono o pensano che si possa fare.

In relazione a ciò, esprimo parere favorevole sul punto in questione, pur notando che sarebbe stato meglio, sotto il profilo del completamento, oltre che enogastronomico, anche culturale, l'apporto anche di Busseto e di Roccabianca, se non altro perché uno è sede del Festival verdiamo, l'altro perché è il paese natale di Giovannino Guareschi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Se non ci sono più interventi in dibattito generale, chiedo ai relatori se intendono prendere la parola per un'eventuale replica.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.

 

CARDINALI: Grazie, presidente. Due cose velocemente. La prima l'ho anticipata io, l'idea di Busseto e Roccabianca era fondamentale, ma tempi a disposizione molto brevi, in quanto si doveva iniziare l'iter per poter arrivare in tempo a dare il via, non hanno permesso decisioni rapide.

Per quello che riguarda l'aspetto all'interno del PD dico no perché c'è forte condivisione su questi temi, Trecasali ne è stato un esempio, quindi non ci sono considerazioni del genere. Mi sarebbe e sarebbe piaciuto molto anche a loro, perché il tema dell'Unione si ricollega sotto questo profilo, un'Unione molto grande, forse troppo grande in una logica delle Unioni fatte e pensate allora, in una logica di Unioni con comuni di oltre 20.000 abitanti e con comuni di 2.000 abitanti. Io penso che oggi, invece, quella scelta dell'Unione proprio per garantire opportunità anche di servizi migliori ci metta in condizioni di avere comuni che insieme si fondono e magari di avere la creazione di altre unità proprio all'interno di quel territorio che possono essere invece più vicine ai cittadini e più disponibili a crescere insieme e a far sì che si possa arrivare anche alla fusione con gli altri due Comuni a breve, direi molto a breve, il prima possibile, per identificare in quell'area un valore aggiunto importante. Sotto questo profilo, crediamo che il lavoro che l'Unione aveva predisposto poteva avere un interesse che in quella logica di dimensione non è stato tale, però pensiamo che con una riorganizzazione lo possa essere dando risultati e cercando di mettere insieme non solo le grandi unità, ma anche le grandi unità insieme alle piccole unità, dando però risposte di omogeneità territoriale, che è quello che forse alle Terre verdiane è mancato in particolare.

Dico a Foti, visto che ha ricordato Pallavicinia, che sabato sera sono stato alla finale del concerto del Coro verdiano in un'area importante e mi augurerei che i cittadini votassero proprio Pallavicinia così ruberebbero il primato a Busseto e accelererebbero magari anche la decisione politica di far sì che prima si decide e meglio è, altrimenti portano via anche l'identità del comune. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Cardinali.

Ha chiesto di parlare il presidente Bonaccini. Ne ha facoltà.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Intervengo adesso perché nel pomeriggio non so se potrò essere presente. Volevo fare un ragionamento d'insieme non sul caso specifico, ma sul tema delle fusioni visto che questa è la conclusione di tre procedimenti, di cui uno, peraltro, quello di Ventasso, ha avuto una conclusione quasi plebiscitaria, perfino superiore, credo, rispetto alle attese. Questo dovrebbe richiamare tutti noi ad immaginare come a volte la popolazione sia un passo avanti perfino rispetto alle classi dirigenti.

È la prima fusione montana avvenuta in un territorio in cui dalla frazione di Ligonchio fino ad arrivare all'ultima frazione del comune più lontano dei quattro ci vuole più di un’ora in macchina, in un territorio che, credo, diventerà il sesto o il settimo comune dell'Emilia-Romagna per estensione e che fa meno di 5.000 abitanti tutto insieme. Della montagna si ha sempre l'impressione di un luogo dove le tradizioni e il radicamento siano ancora più vissuti in termini di appartenenza rispetto a territori più abituati alla contaminazione e alla compenetrazione sociale, economica, della vita civile eccetera. Se in quel territorio il 70 per cento ha votato sì pur essendo comunità così distanti, significa che la percezione che non ti venga tolta la tua storia, che le tue radici non vengano messe in discussione - e, peraltro, le Municipalità rimangono - è un dato che dobbiamo prendere come dato di fatto. Peraltro, come avete detto giustamente, si esprimono i cittadini, per cui sono loro poi a valutare se sia utile o no.

In un altro caso avvenne il contrario nel Reggiano. Ci fu una fusione a due che fu invece plebiscitariamente osteggiata e rigettata dai cittadini poco tempo fa, in quel caso credo perché (era la legislatura precedente) si fece un lavoro poco sedimentato di discussione sul territorio, quantomeno non si offrirono sufficienti elementi per una valutazione più completa.

Siamo in presenza di un riordino complessivo che dentro alla riforma costituzionale assegnerà nella “Delrio” l'obbligatorietà della gestione associata dei servizi alle Unioni dei Comuni. Io credo che sia una sfida per l'Italia importante. Siamo la Regione enormemente più avanti di tutte da questo punto di vista, pur essendoci alcune Unioni che hanno preparato il contenitore e forse non hanno scritto il contenuto. Ma queste sono valutazioni che lascio ai territori e agli amministratori locali. Quello che voglio dire è che già molte Unioni funzionano e funzionano bene in questa regione. Laddove funzionano è dimostrato che l'efficientamento ha portato persino ad una riduzione dei costi e ad un'estensione dei servizi.

Per quanto riguarda le fusioni invece, oggetto di questa discussione, io avevo scritto nel programma che puntavamo ad andare sotto i 300 Comuni alla fine di questa legislatura e molti mi hanno detto che era scriteriato a scriverlo. D'altra parte se non fossero meno di 300 e magari rimanessero 320 non sarà su questo che verremo giudicati. Diciamo che quell'evocazione voleva essere una convinzione profonda nell'idea che questo Paese abbia troppi Comuni. Oltre 8.000 Comuni nel secondo millennio sono a mio parere troppi non perché sono troppi in quanto tali, ma troppi per le condizioni di cambiamento della società, per le sfide che la globalizzazione comporta e anche perché, a fonte di una società così cambiata, sono cambiate le necessità di erogazione, ad esempio, dei servizi e dunque comunità troppo piccole, con risorse troppo piccole sul territorio e disponibilità di strutture pubbliche, a partire dal numero dei dipendenti, troppo piccole, non sono in grado di affrontare le sfide che oggi la modernità o il cambiamento della società richiede.

Mi pare che siamo partiti con il piede molto giusto, almeno rispetto alle nostre aspettative. Poi è evidente che le contraddizioni ci sono in tutti i partiti. Il PD dell'Emilia-Romagna in questa scommessa ci credeva e parlo da ex segretario regionale; ora mi metto la giacchetta da presidente e dico che ci credo come istituzione. So che anche il partito a cui io sono iscritto nella gran parte ci crede. In alcuni territori tergiversa, c'è uno spirito, a volte, di conservazione che va ben al di là delle appartenenze ideologiche, così come le contraddizioni in tutte le forze politiche sono molto evidenti. La destra, ad esempio, in questa regione, negli ultimi anni, è stata solitamente contraria alle fusioni, legittimamente. Ricordo la vicenda di Valsamoggia, la più grande fusione italiana: noi ci trovammo contro, legittimamente, il centrodestra, così come ci trovammo contro il Movimento 5 Stelle, che invece mi pare in diversi territori sia predisposto molto bene verso un ragionamento che guarda alle fusioni. Ripeto, non è un problema di dover andare a vivisezionare come si comportano e si comporteranno le forze politiche.

Prendo atto molto positivamente del dibattito anche di oggi, che ci sia una nuova disponibilità a ragionare nel merito e questo credo che debba farci, per quanto ci riguarda come Amministrazione regionale e come Giunta, ma mi auguro come Aula, provare, su questo terreno, a marciare molto speditamente perché in questi pochi mesi abbiamo già visto svolgersi un referendum finito in modo positivo, ce ne sono alle porte altri che si dovranno svolgere entro l'anno (ricordo anche Porretta e Granaglione), ci sono tante altre Amministrazioni comunali, indipendentemente dal colore politico, che hanno già chiesto studi di fattibilità. Io credo che il modo giusto per procedere sia quello di mettere in condizioni i territori, mettendo da parte gli ideologismi, di avere la condizione numerica economica di fattibilità per poter decidere in maniera molto serena e tranquilla. D'altra parte abbiamo sempre detto che decidono i territori, pur non essendo quello il vincolo esclusivo effettivamente. Però io sono molto soddisfatto di come siamo partiti in questa prima parte di svolgimento della legislatura perché mi sembra che si stia radicando nei cittadini quantomeno la convinzione che possa essere, come qualcuno diceva in questa Aula, un'opportunità, né un obbligo, né una preclusione, ma una grande opportunità e mi pare che, se stiamo al merito di quelli che sono già partiti in questi anni, un qualche risultato lo si possa anche dimostrare.

In ogni caso, ripeto, mi fa piacere sentir cadere un po' di barriere e verificare se sia possibile, come mi pare possibile, lavorare tutti insieme perché caso per caso si possa fare una discussione molto di merito. Vi garantisco che noi insisteremo, proseguiremo, perché sono convinto che diamo un'opportunità ai territori per poter avere risorse aggiuntive e liberarsi da vincoli come il Patto di stabilità, cosa che la legge regionale oggi dà come opportunità già da un po' di tempo e, dal dibattito che sta avvenendo in giro per l'Italia, mi sembra che stia crescendo in tutto il Paese questa consapevolezza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, presidente Bonaccini.

Concludiamo così i lavori della seduta antimeridiana. Riprenderemo nel pomeriggio con l'intervento dell'assessore Petitti e poi ci saranno le dichiarazioni di voto e la votazione finale.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,04

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA e Giuseppe PARUOLO.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 114 “Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24.” (8)

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 43

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Assenti: 7

Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giulia GIBERTONI, Gian Luigi MOLINARI, Giuseppe PARUOLO, Simonetta SALIERA.

 

Emendamento

 

OGGETTO 114 “Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto nella Provincia di Reggio Emilia". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24.”

 

Emendamento 1, a firma dell’assessore Petitti:

«L’articolo 6 è sostituito dal seguente:

 

"Art. 6

Norma finanziaria

 

1. Agli oneri derivanti da quanto disposto dall'articolo 5, commi 2 e 3 della presente legge, per gli esercizi finanziari 2016 e 2017, la Regione fa fronte mediante l'istituzione nella parte spesa del bilancio regionale di appositi capitoli nell'ambito di unità previsionali di base esistenti o mediante l'istituzione di nuove unità previsionali di base o apportando eventuali modificazioni a capitoli e unità previsionali di base esistenti, la cui copertura è assicurata dai fondi a tale scopo specifico accantonati nell'ambito del fondo speciale di cui alla U.P.B. 1.7.2.2.29100, capitolo U86350 "Fondo speciale per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi regionali in corso di approvazione - spese correnti del bilancio regionale per l' esercizio finanziario 2015 e pluriennale 2015- 2017.

 

2. La Giunta regionale è autorizzata a provvedere, con proprio atto, alle variazioni di bilancio che si rendessero necessarie.

 

3. Per gli esercizi successivi al 2017, la Regione provvede al finanziamento degli interventi di cui all' articolo 5, commi 2 e 3 della presente legge, nell'ambito degli stanziamenti annualmente autorizzati ai sensi di quanto disposto dall'articolo 37 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 (Ordinamento contabile della Regione Emilia-Romagna, abrogazione della L.R. 6 luglio 1977, n. 31 e della L.R. 27 marzo 1972, n. 4) e dall'articolo 38 del decreto legislativo 23 giugno 20 Il. n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42).".»

(Approvato)

 

Motivazione:

il testo originario del progetto di legge (deliberato dalla Giunta regionale nel gennaio 2015) fu approvato in regime di esercizio provvisorio in attesa dell'approvazione del bilancio regionale. La proposta di modifica si rende ora necessaria a seguito dell'approvazione del bilancio regionale 2015-2017, avvenuta con legge regionale 30 aprile 2015, n. 4, che prevede la copertura dei contributi regionali sia correnti che in conto capitale mediante specifici accantonamenti in un unico fondo speciale di cui alla U.P.B. 1.7.2.2.29100, capitolo U86350 "Fondo speciale per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi regionali in corso di approvazione - spese correnti".

 

Scheda tecnico finanziaria

Art. 1 Istituzione del Comune di Ventasso mediante fusione

Il presente articolo contiene una disciplina di tipo regolativo. L'Osservatorio regionale del processo di fusione dei Comuni è già istituito, senza costi aggiuntivi a carico del bilancio regionale, ai sensi dell'articolo 4, comma 5, della legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1.

 

Art. 2 Partecipazione e municipi

Il presente articolo contiene una disciplina di tipo regolativo.

 

Art. 3 Successione nei rapporti giuridici, finanziari, patrimoniali

Il presente articolo contiene una disciplina di tipo regolativo.

 

Art. 4 Norme di salvaguardia

Il presente articolo contiene una disciplina di tipo regolativo.

 

Art. 5 Contributi regionali

Il comma 1, del presente articolo, di tipo regolativo, contiene il rinvio alla disciplina dei criteri e delle modalità per la quantificazione dei contributi previsti dalla legge regionale n. 10 del 2008.

I commi 2 e 3 prevedono l'entità dei contributi regionali destinati al nuovo Comune istituito mediante fusione e, quindi, comportano nuove spese sia correnti (comma 2) sia per investimenti in conto capitale (comma 3).

Di seguito il calcolo del contributo ordinario annuale, della durata di 15 anni, secondo i criteri della D.G.R. n. 390/2013, Allegato A, punti da 4 a 7:

 

Dati relativi all’aggregazione di

Comuni

Fascia

Importo contributi

Numero dei Comuni coinvolti:

4

Nel caso di fusione fino a 4 Comuni

€.   30.000,00

Tab. A - Totale popolazione dei Comuni: 4.417 abitanti

Fino a 5.000 abitanti

€.   30.000,00

Tab. A - Totale territorio dei Comuni: Kmq 258,19

Oltre 200 Kmq.

€. 115.000,00

Tab B - Volume delle spese correnti dei Comuni:

€. 5.325.664

Da 5.000.001 a 10.000.000 €

€.   50.000,00

Totale

 

€. 225.000,00

Maggiorazione 10% per appartenenza ad Unione costituita da almeno 4 Comuni

 

€.   22.500,00

Totale contributo per 15 anni

€. 247.500,00

 

Di seguito il calcolo del contributo straordinario in conto capitale, a titolo di compartecipazione alle spese iniziali, della durata di 3 anni, e pari a €. 200.000,00 ai sensi dell'art. 16, comma 4, l.r. 10/2008, quantificato secondo i criteri della D.G.R. n. 390/2013, Allegato A, punti 2 e 3:

 

Dati relativi

all’aggregazione di Comuni

Fascia

Importo contributo

4 comuni con numero dipendenti inferiore a

70

numero comuni:

 

da 4 a5

Numero dipendenti

inferiore o superiore a

70

€. 200.000,00

 

Per la copertura degli oneri si ri.l1via alle note riferite all'art. 6 "Norma finanziaria"

 

Art. 6 Norma finanziaria

Il presente articolo prevede la copertura finanziaria degli oneri derivanti dai contributi previsti dall'articolo 5 per gli esercizi 2016 e 2017 mediante l'accantonamento iscritto nell'ambito del fondo speciale per provvedimenti legislativi che si prevede di approvare nel corso dell'esercizio finanziario 2015 di cui alla U.P.B. 1.7.2.2.29100, capitolo U86350 "Fondo speciale per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi regionali in corso di approvazione - spese correnti" del bilancio regionale per l'esercizio finanziario 2015 e pluriennale 2015-2017. Per gli esercizi successivi al 2017, la Regione provvede al finanziamento degli interventi di cui all'articolo 5, con i fondi autorizzati nelle unità previsionali di base e relativi capitoli del bilancio regionale, nell'ambito delle disponibilità annualmente autorizzate dalla legge di bilancio ai sensi di quanto disposto dall'articolo 37 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 (Ordinamento contabile della Regione Emilia-Romagna, abrogazione della L.R. 6 luglio 1977, n. 31 e della L.R. 27 marzo 1972, n. 4) e dall'articolo 38 del Decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

 

Art. 7 Disposizioni transitorie

Il presente articolo contiene una disciplina di tipo regolativo. L'istituzione dell'organismo consultivo, composto dai Sindaci dei preesistenti Comuni di origine, non comporta costi aggiuntivi a carico del bilancio regionale in quanto ai partecipanti non sono riconosciuti rimborsi spese e gettoni di presenza.

 

TABELLA RIASSUNTIVA DELLA COPERTURA DEGLI ONERI PREVISTI DAL PROGETTO DI LEGGE

 

ONERI PREVISTI

Esercizio in corso

Pluriennale

2° esercizio (1)

Pluriennale

3° esercizio (1)

Nuove o maggiori spese correnti a decorrere dall'esercizio 2016

(articolo 5)

 

247.500,00

247.500,00

Nuove o maggiori spese d’investimento correnti a decorrere dall'esercizio 2016

(articolo 5)

 

200.000,00

200.000,00

Minori entrate

(art./artt.        )

0

 

 

Totale oneri da coprire

 

447.500,00

447.500,00

 

MEZZI DI COPERTURA

Esercizio in corso

Pluriennale

2° esercizio (1)

Pluriennale

3° esercizio (1)

Utilizzo accantonamenti iscritti nel fondo speciale (capitolo 86350)

 

447.500,00

447.500,00

Riduzioni di precedenti autorizzazioni di spesa

 

 

 

Nuove o maggiori entrate

(art./artt.        )

 

 

 

Totale mezzi di copertura

 

447.500,00

447.500,00

 

(1) Nel caso di oneri quantificati che si riflettono sugli esercizi compresi nel bilancio pluriennale.

 

Modalità di copertura negli anni successivi all'esercizio in corso (2):

 

Per gli esercizi successivi al 2017, la Regione provvede al finanziamento degli interventi di cui all'articolo 5, commi 2 e 3 della presente legge, con i fondi autorizzati nelle unità previsionali di base e relativi capitoli del bilancio regionale, nell'ambito delle disponibilità annualmente autorizzate dalla legge di bilancio, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 37 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 (Ordinamento contabile della Regione Emilia-Romagna, abrogazione della L.R. 6 luglio 1977, n. 31 e della L.R. 27 marzo 1972, n. 4) e dall'articolo 38 del Decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42).

 

(2) Nel caso di oneri non quantificati al punto precedente.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

È stato presentato il seguente progetto di legge:

 

842 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disciplina a sostegno dell'inserimento lavorativo e dell'inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l'integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari" (delibera di Giunta n. 769 del 22 06 15).

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

837 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare gli aumenti fiscali riguardanti i ticket sanitari sui farmaci e sulle visite specialistiche. A firma del Consigliere: Bignami

838 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per consentire lo svolgimento, sul territorio regionale, del processo conseguente all'indagine Aemilia. A firma della Consigliera: Gibertoni

840 - Interrogazione a risposta scritta circa le soluzioni che la Giunta intende adottare per assicurare la piena operatività dell'Ospedale di Mirandola. A firma del Consigliere: Gibertoni

841 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura della Comunità psichiatrica residenziale Villa Sant'Andrea a Medesano (PR). A firma del Consigliere: Rainieri

843 - Interrogazione a risposta scritta circa la soppressione temporanea del servizio di cardiologia presso l'Ospedale di Mirandola. A firma della Consigliera: Gibertoni

844 - Interrogazione a risposta scritta circa il futuro delle colonie marine poste sulla costa e le azioni da attuare per mantenere e valorizzare tale patrimonio. A firma del Consigliere: Foti

845 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al CE.SVI.P. Emilia-Romagna, società di formazione della Lega delle Cooperative. A firma del Consigliere: Foti

846 - Interrogazione a risposta scritta circa i progetti relativi alla Piazza della Libertà di Cesena, con particolare riguardo al relativo parcheggio. A firma del Consigliere: Bignami

847 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per applicare il blocco di attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nella Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento al territorio di Masi Torello. A firma del Consigliere: Fabbri

848 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare la libertà di scelta dei cittadini, con particolare riferimento alla riparazione di autoveicoli presso autofficine autorizzate dalle compagnie assicurative. A firma della Consigliera: Sensoli

851 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la gestione dei rifiuti da parte di Hera SpA, con particolare riferimento al Comune di Castel S. Pietro. A firma del Consigliere: Bignami

852 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dello stabilimento SPUMADOR sito a Sant'Andrea Bagni (PR) A firma del Consigliere: Rainieri

853 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione e la manutenzione del torrente ZENA, ed i danni causati da cinghiali nel territorio di San Lazzaro di Savena(BO). A firma del Consigliere: Bignami

854 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure di identificazione e di prevenzione di rischi medico-sanitari connesse all'accoglienza, a Rimini, di 400 migranti. A firma del Consigliere: Bignami

858 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la transitabilità del tratto appenninico della Strada Statale 3 bis "Tiberina". A firma del Consigliere: Foti

859 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti l'appalto dei lavori di manutenzione degli immobili di Viale Aldo Moro, a Bologna. A firma del Consigliere: Foti

861 - Interrogazione a risposta scritta circa la limitazione, derivante dalla normativa europea, relativa alla pesca delle vongole. A firma del Consigliere: Bignami

866 - Interrogazione a risposta scritta circa i lavori e le procedure riguardanti il nuovo Pronto Soccorso dell'Ospedale S.S. Annunziata di Cento. A firma della Consigliera: Sensoli

868 - Interrogazione a risposta scritta circa la promozione della cultura della legalità, anche tramite il coinvolgimento del terzo settore nel recupero a fini sociali dei beni confiscati alla mafia. A firma del Consigliere: Rontini

869 - Interrogazione a risposta scritta circa la liquidazione della indennità integrativa speciale nei confronti dei dipendenti dei disciolti Enti Provinciali del turismo. A firma del Consigliere: Bignami

873 - Interrogazione a risposta scritta circa l'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Pediatrica del Policlinico Universitario S. Orsola Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

874 - Interrogazione a risposta scritta circa i provvedimenti da adottare a favore delle cooperative interessate dalla delocalizzazione delle concessioni, in materia di acquacoltura, riguardanti la Sacca di Goro. A firma del Consigliere: Fabbri

875 - Interrogazione a risposta scritta circa il miglioramento della tratta ferroviaria che collega Modena a Sassuolo. A firma del Consigliere: Bargi

876 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura notturna del Reparto di Pediatria dell'Ospedale di Faenza. A firma del Consigliere: Bignami

877 - Interrogazione a risposta scritta circa la dismissione di immobili pubblici e le conseguenti problematiche. A firma del Consigliere: Bignami

878 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per assicurare la funzionalità idraulica e la manutenzione del c.d. "Chiavicone d'Idice". A firma della Consigliera: Sensoli

879 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi da attuare relativamente all'ex Macello di Novellara (RE). A firma del Consigliere: Sassi

880 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti immobili ed istituti scolastici siti nel Comune di Cento. A firma del Consigliere: Bignami

881 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa procedure e problematiche riguardanti Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Rainieri

882 - Interrogazione a risposta scritta circa notizie riguardanti l'acquisizione della cooperativa imolese Cesi da parte della CMC di Ravenna. A firma del Consigliere: Bignami

883 - Interrogazione a risposta scritta circa la pubblicazione dei bandi per PMI e PPAA ai fini dell'utilizzazione delle risorse previste dal Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020. A firma del Consigliere: Bignami

884 - Interrogazione a risposta scritta circa il superamento, nella Provincia di Ferrara, della quantità di profughi dei quali era stata prevista l'accoglienza. A firma del Consigliere: Fabbri

886 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della libertà di scelta dei cittadini a seguito delle problematiche conseguenti alle nuove norme sulla concorrenza in materia di RC auto. A firma della Consigliera: Rontini

887 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il bilancio 2014 relativamente alla Società, partecipata della Regione Emilia-Romagna, "Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA". A firma del Consigliere: Bignami

888 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi e le procedure riguardanti la messa in sicurezza del tratto urbano del torrente Baganza di Sala Baganza (PR). A firma del Consigliere: Bignami

889 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare, anche in campo legislativo, per contrastare il declino del sistema termale regionale. A firma del Consigliere: Bignami

890 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli interventi da porre in essere per evitare lo spostamento all'estero delle sedi legale e fiscale della Ferrari SpA, con sede a Maranello. A firma del Consigliere: Gibertoni

891 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori della CISA di Faenza (RA). A firma del Consigliere: Liverani

892 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le conseguenze per gli utenti e gli operatori del Servizio Sanitario Regionale connesse alle decisioni assunte dalla Conferenza Stato-Regioni, con particolare riferimento alla riunione del 2 luglio 2015. A firma del Consigliere: Foti

893 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la salvaguardia dell'occupazione a seguito della situazione riguardante l'azienda CISA di Faenza. A firma della Consigliera: Rontini

894 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela ed il rilancio del settore termale regionale, con particolare riferimento alla situazione relativa alle Terme di Porretta. A firma del Consigliere: Bignami

 

Interpellanza

 

855 - Interpellanza circa la modificazione delle disposizioni europee che limitano la raccolta delle vongole a quelle superiori a 25 millimetri. A firma del Consigliere: Foti

 

Risoluzioni

 

839 - Risoluzione sulla legge inerente l'introduzione del reato di tortura. (29 06 15) A firma del Consigliere: Bignami

849 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad eliminare gli ostacoli burocratici che rallentano la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma, procedendo inoltre a discutere i relativi provvedimenti con i soggetti interessati e continuando ad assistere al meglio la popolazione. (29 06 15) A firma dei Consiglieri: Alleva, Gibertoni

850 - Risoluzione circa le azioni e gli istituti da valorizzare per assistere la popolazione colpita dal sisma, con particolare riferimento al contributo per l'autonoma sistemazione. A firma della Consigliera: Gibertoni

856 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a rendere possibile, ai cittadini residenti nella Regione Emilia-Romagna, la registrazione nella tessera sanitaria e nel fascicolo sanitario elettronico della dichiarazione anticipata di volontà (DAV), attivando tale servizio presso gli sportelli di tutte le ASL ed on-line. (30 06 15) A firma della Consigliera: Sensoli

857 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Parlamento ed il Governo affinché venga rivisto il regolamento europeo 1967/2006 ed eliminata la soglia minima pari a 25 millimetri per la pesca delle vongole. (30 06 15) A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pompignoli, Liverani, Pettazzoni

863 - Risoluzione per invitare la Giunta a chiedere al Governo di assumere ogni iniziativa utile ad affermare, specie presso la Commissione UE competente, i vantaggi per il consumatore connessi all'acquisto ed alla degustazione di prodotti lattiero-caseari di alta qualità come quelli italiani, contrastando inoltre la procedura di infrazione in merito attivata. (01 07 15) A firma del Consigliere: Foti

864 - Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo la revisione della normativa riguardante le modalità di trattamento ed i limiti di emissione del CSS-Combustibile, al fine di introdurre gli standard più restrittivi ai sensi della direttiva 2010/75 UE sulle emissioni industriali. (01 07 15) A firma dei Consiglieri: Molinari, Cardinali, Zoffoli, Bagnari, Rontini, Ravaioli, Soncini, Lori, Caliandro, Serri, Prodi, Rossi Nadia, Iotti, Sabattini, Marchetti Francesca, Pruccoli

865 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad assicurare il sostegno della Regione in ordine alla creazione delle condizioni favorevoli alla disputa del Gran Premio di Formula 1 presso l'autodromo di Imola. (01 07 15) A firma dei Consiglieri: Poli, Marchetti Francesca, Caliandro, Serri, Rontini, Iotti, Lori, Sabattini, Calvano, Marchetti Daniele, Pruccoli, Bessi

867 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a riconfermare il finanziamento dei progetti di rilancio dei centri storici attraverso interventi integrati, sostenere il commercio di vicinato, incentivare il riuso degli spazi sfitti, riconoscendo inoltre agevolazioni fiscali ed esenzioni tributarie ai soggetti interessati. (02 07 15) A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Marchetti Francesca, Serri, Rontini, Poli, Ravaioli, Lori, Zoffoli, Soncini, Caliandro, Iotti, Sabattini, Pruccoli

870 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere azioni volte a tutelare il settore bieticolo-saccarifero emiliano-romagnolo e la preservazione della qualità dello zucchero prodotto nella regione attraverso la strutturazione ed il mantenimento, nella fase successiva alle quote, di un sistema di protezione della filiera italiana, contrastando inoltre la liberalizzazione del settore. (02 07 15) A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani

871 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad eliminare i ritardi nei pagamenti delle indennità dovute ai tirocinanti che partecipano al programma regionale "Garanzia giovani". (02 07 15) A firma del Consigliere: Gibertoni

885 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sospendere temporaneamente, in materia di ricostruzione post-sisma e di contributi per l'autonoma sistemazione (CAS) e per il canone di locazione (CCL), l'ordinanza 20/2015 del Commissario delegato alla ricostruzione, fino a quando tale processo non avrà raggiunto un avanzato stato di realizzazione, introducendo inoltre snellimenti burocratici nei relativi procedimenti. (03 07 15) A firma dei Consiglieri: Bargi, Pettazzoni, Fabbri

 

Petizione

 

872 - Petizione popolare in merito all'utilizzo dell'arco per il prelievo della fauna ungulata in esecuzione dei Piani per il diretto controllo numerico (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 62 del 01 07 15).

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

 

480 - Interrogazione a risposta scritta circa la costruzione di parcheggi a pagamento presso il retrospiaggia di Lido di Spina, in aree demaniali. A firma del Consigliere: Fabbri

481 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione del nuovo codice di comportamento e di altre procedure riguardanti la trasparenza da parte della Regione Emilia-Romagna e delle Aziende sanitarie e ospedaliere. A firma dei Consiglieri: Boschini, Sabattini, Serri

485 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per alleviare le spese a carico delle famiglie ancora ricoverate nei moduli abitativi provvisori a seguito del sisma, con particolare riferimento alle bollette elettriche. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Gibertoni

489 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche, ritardi e costi relativi all'Ospedale di Carpi. A firma della Consigliera: Gibertoni

490 - Interrogazione a risposta scritta circa la valorizzazione e la riqualificazione del territorio della Val Perino (PC). A firma del Consigliere: Foti

492 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza presso le strutture di pronto soccorso. A firma del Consigliere: Foti

496 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura della sede INPS di Pavullo. A firma dei Consiglieri: Serri, Sabattini, Boschini

503 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare le persone affette da celiachia. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Liverani, Pompignoli

507 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la realizzazione di un centro di raccolta di rifiuti nel Comune di Vernasca. A firma del Consigliere: Rancan

520 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire l'occupazione negli appalti pubblici. A firma del Consigliere: Taruffi

522 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa ai pagamenti dei sussidi previsti a favore dei lavoratori che beneficiano di ammortizzatori sociali. A firma del Consigliere: Taruffi

527 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di un farmaco immunosoppressivo. A firma del Consigliere: Sensoli

532 - Interrogazione a risposta scritta circa la condivisione della risoluzione approvata dalla Unione Europea in materia di protezione sociale. A firma del Consigliere: Foti

537 - Interrogazione a risposta scritta sui tempi e le modalità di consegna alla Regione Emilia-Romagna degli spazi assegnati nel Padiglione Italia dell’EXPO 2015. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sassi, Gibertoni, Sensoli, Piccinini

538 - Interrogazione a risposta scritta sulle conseguenze della revoca alla cooperativa CPL Concordia dell'iscrizione alla lista delle aziende che possono partecipare alla ricostruzione post-sisma in relazione ai cantieri in corso. A firma del Consigliere: Bignami

542 - Interrogazione a risposta scritta sullo stato del rimborso delle spese sanitarie per cure prestate dalla Regione a immigrati clandestini da parte dello Stato. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan

578 - Interrogazione a risposta scritta in merito al nuovo centro della Protezione Civile del Comune di Finale Emilia destinato a sede della Protezione Civile, della Croce Rossa, dei Vigili del Fuoco. A firma del Consigliere: Alleva

583 - Interrogazione a risposta scritta in merito al progetto "Mi muovo elettrico" della Regione che prevede accordi anche con i Comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti per realizzare progetti di mobilità sostenibile. A firma del Consigliere: Bignami

591 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione delle ore di cassa integrazione in deroga e le azioni che la Giunta intende intraprendere nei confronti del Governo per garantire il rifinanziamento del fondo per la cassa. A firma della Consigliera: Montalti

593 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle spese sostenute dalla Regione per l'attuazione dei progetti di marketing e promozione turistica attraverso APT Servizi S.r.l. A firma del Consigliere: Pompignoli

596 - Interrogazione a risposta scritta circa l'opportunità di prevedere un unico titolo di viaggio per il trasporto pubblico regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

598 - Interrogazione a risposta scritta circa la previsione di fasce di reddito esenti dal versamento dell'aliquota IRPEF regionale. A firma del Consigliere: Bignami

599 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la Unione di Prodotto Costa. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pompignoli

625 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al modulo organizzativo di riabilitazione (MODR) dell'AUSL di Copparo, con particolare riferimento al personale addetto alla fisioterapia. A firma del Consigliere: Foti

634 - Interrogazione a risposta scritta circa l'aumento del costo del pass di accesso alla zona a traffico limitato di Bologna. A firma del Consigliere: Foti

637 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi ed i costi connessi al passaggio nel territorio regionale del "Giro d'Italia". A firma del Consigliere: Bertani

648 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione della normativa regionale in materia di classificazione alberghiera. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Gibertoni

663 - Interrogazione a risposta scritta circa i tagli riguardanti i fondi e le risorse destinati alla non autosufficienza, con particolare riferimento alla Provincia di Ferrara. A firma del Consigliere: Fabbri

666 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la linea ferroviaria Modena-Sassuolo. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi

668 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa a controlli effettuati presso un allevamento di cani, nel Comune di Baricella. A firma del Consigliere: Torri

702 - Interrogazione a risposta scritta circa le disposizioni riguardanti la caccia al cinghiale relative al calendario venatorio provinciale riminese. A firma del Consigliere: Pompignoli

712 - Interrogazione a risposta scritta circa i rimborsi relativi al progetto "Garanzia Giovani". A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dall’11/06/2015 al 01/07/2015.

 

DPGR n. 115 del 16/06/2015

Sostituzione di un consigliere nella Camera di Commercio di Rimini.

DPGR n. 120 del 22/06/2015

Costituzione del Consiglio di amministrazione dell'IPAB "OPERA PIA MONS. VIRGILI" con sede a Comacchio (FE).

DPGR n. 130 del 26/06/2015

Designazione di Paolo Damiani a componente effettivo, e di Marcello Minotti a componente supplente, del Collegio dei Revisori dei Conti della Camera di Commercio di Rimini.

DPGR n. 132 del 30/06/2015

Nomina dei componenti dell'Assemblea del Comitato regionale di coordinamento del volontariato di protezione civile - art. 19 della legge regionale 7 febbraio 2005, n.1 e art. 10 del R.R. 25 novembre 2010, n. 1.

(Comunicazione n. 13 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2015/1311 del 06/07/2015)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

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