Espandi Indice

28.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 7 LUGLIO 2015

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 604

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma.»

(Continuazione discussione)

OGGETTO 860

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma" (Proposta del consigliere relatore Alessandro Cardinali su mandato della Commissione I).» (22)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

PETITTI, assessore

CALIANDRO (PD)

TARUFFI (SEL)

RAINIERI (LN)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 15

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Norme per la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari della Regione Emilia-Romagna.» A firma del Consigliere: Foti

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 15/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI, relatore della Commissione

BESSI (PD)

RAINIERI (LN)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

SERRI (PD)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 731

Delibera: «Programma di iniziative per la partecipazione della Giunta regionale 2015 contenuto nella relazione sulla partecipazione in Emilia-Romagna (L.R. n. 3/2010, art. 6).» (Proposta della Giunta regionale in data 8 giugno 2015, n. 655) (23)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

GIBERTONI (M5S)

TARUFFI (SEL)

POLI (PD)

GIBERTONI (M5S)

BOSCHINI (PD)

TARUFFI (SEL)

PETITTI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 739

Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, del Protocollo d’intesa tra la Regione Emilia-Romagna e la Provincia del Guangdong della Repubblica Popolare Cinese.» (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 9 giugno 2015) (24)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

BARGI (LN)

IOTTI (PD)

TARUFFI (SEL)

BONACCINI, presidente della Giunta

BIGNAMI (FI)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

(Risoluzione oggetto 900 – ritiro)

PRESIDENTE (Soncini)

POMPIGNOLI (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

POMPIGNOLI (LN)

RONTINI (PD)

 

OGGETTO 904

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere ogni azione possibile, in tutte le sedi opportune, finalizzata alla salvaguardia dei livelli occupazionali della CISA di Faenza (RA), per evitare la delocalizzazione dell'azienda che causerebbe un impoverimento socio-economico del comprensorio romagnolo. A firma dei Consiglieri: Rontini, Liverani, Pompignoli, Fabbri, Bignami, Bertani, Gibertoni, Sassi, Bagnari, Torri, Caliandro, Foti, Bessi, Calvano, Taruffi

(Approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

 

OGGETTO 418

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo volte ad esprimere contrarietà circa la soppressione del Corpo Forestale dello Stato. A firma dei Consiglieri: Foti, Fabbri, Rainieri, Liverani, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Pompignoli, Bignami

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 410

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad evitare la soppressione del Corpo forestale dello Stato. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sassi

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 902

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi opportune affinché sia garantita, nella predisposizione dei decreti legislativi di riorganizzazione delle funzioni di polizia, l'organizzazione di una polizia ambientale e agroalimentare. A firma dei Consiglieri: Bessi, Taruffi, Caliandro, Torri, Boschini, Montalti, Rossi Nadia, Pruccoli, Serri

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Soncini)

BESSI (PD)

BERTANI (M5S)

FABBRI (LN)

MONTALTI (PD)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SEL)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 15/1 - 418 - 410 - 902

Ordine del giorno oggetto 15/1 “Non passaggio all’esame degli articoli”

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,07

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la ventottesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

 

OGGETTO 604

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma.»

(Continuazione discussione)

OGGETTO 860

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma" (proposta del consigliere relatore Alessandro Cardinali su mandato della Commissione I).» (22)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Continuiamo la trattazione dei due oggetti.

Ha chiesto di intervenire l'assessore Petitti. Ne ha facoltà.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. In merito alla discussione che abbiamo avuto questa mattina sulla fusione di Polesine Parmense e Zibello volevo fare alcune precisazioni anche per provare a rispondere ai consiglieri. Ci tengo subito a sottolineare - questo è già stato detto anche dal relatore di maggioranza Cardinali, ma è stato ripreso anche dal consigliere Rancan - che siamo veramente all'interno di una situazione territoriale che è fortemente in fermento e proverò a dire perché.

È vero che questa fusione è una fusione piccola, i dati sono già stati sottolineati questa mattina, parliamo comunque di un comune che arriverebbe, a fusione, a poco più di 3.000 abitanti, però è stata fortemente voluta dai comuni coinvolti da questa fusione, nel senso che i comuni confinanti hanno rinviato questo percorso. Abbiamo avuto modo di confrontarci con i sindaci, con quella parte di territorio. Il problema è quello sollevato nella discussione di questa mattina: i due comuni appartengono ad un ambito ottimale, che è quello delle Terre verdiane, che è coincidente con il distretto socio-sanitario, cosa che in questo momento tutti stanno vivendo come un problema rispetto alle dimensioni che si ritiene siano eccessive.

Da questo punto di vista, il ragionamento che abbiamo fatto anche rispetto alle possibilità, alle opportunità di ridelimitare, coerentemente con i distretti socio-sanitari, ambiti di enormi dimensioni per dare la possibilità in futuro alle Unioni di riferimento di esercitare in modo opportuno la gestione dei servizi associati credo che sia il punto su cui dobbiamo focalizzare il nostro lavoro anche nei prossimi mesi e con la legge di riordino questo potremmo farlo.

Sostanzialmente è una fusione che, come veniva ricordato, in un punto della proposta di legge va anche a rafforzare il tema delle Municipalità e comunque risponde anche ad un'esigenza delle amministrazioni che hanno convintamente intrapreso questo percorso. Su questo fronte, come chiedeva il consigliere Rancan, nella proposta di legge andremo ad incentivare prioritariamente, quindi non in maniera esclusiva, le fusioni. Quindi c'è un tema anche di premialità, in futuro, rispetto alle risorse che metteremo a disposizione e questo lo affronteremo insieme nel dibattito delle prossime settimane, ma anche dei prossimi mesi. Dobbiamo capire, se vogliamo veramente accelerare su questo tema, come andare ad individuare quelle che saranno le priorità legate alle risorse che daremo per le fusioni, ma non esclusivamente. Questo vuol dire anche che laddove ci saranno fusioni, come in questo caso, al di sotto della soglia minima di 5.000 abitanti, crediamo che il criterio di includere comuni molto piccoli possa essere un altro elemento da prendere in considerazione, però anche in questo caso vale il principio che ciò è prioritario, ma non esclusivo. Questo volevo precisarlo perché era un punto di merito tecnico che era stato sollevato nella discussione che credo andasse chiarito.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Petitti.

Con l'intervento dell'assessore si chiude la discussione generale e apriamo le dichiarazioni di voto prima di procedere alla votazione della sola delibera di indizione del referendum.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Intervengo solo per esporre rispetto a quest'ultimo provvedimento, come già è stato ben detto dall'assessore Petitti, dal relatore Cardinali e dal presidente Bonaccini, il plauso per un processo che si avvia rispetto ad un quadro definito e più ampio, ovverosia il percorso di un progetto di legge che è stato approvato e che ci pone verso un referendum consultivo che si svolgerà probabilmente, mi pare di capire, nell'autunno di quest'anno e che attribuisce al nuovo Comune un contributo importante.

Infatti, nel caso di fusione, dal 1° gennaio 2016 il nuovo Comune avrà una popolazione di circa 3.300 abitanti, una superficie di una certa importanza, di 48 chilometri quadrati, e per questo nuovo Comune la nostra Regione, confermando un orientamento amministrativo ormai pacifico, si impegna a stanziare per i prossimi anni un contributo di 72 mila euro per 15 anni e un contributo per il triennio pari a 120 mila euro e a 174 mila euro. Si tratta, quindi, di un intervento che, come è stato efficacemente detto nella relazione del relatore Cardinali, inserisce la nostra regione, ma soprattutto questo territorio, all'interno della cornice del riassetto istituzionale del quale tutti quanti abbiamo bisogno e che costituisce, forse, la pietra miliare di questo avvio di legislatura, che, attraverso processi di riunione e di qualificazione e un ridisegno delle proprie istituzioni, sta cambiando pelle a questa regione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Nel dichiarare il voto favorevole del Gruppo di Sinistra Ecologia Libertà a questo progetto coerentemente con quanto abbiamo espresso anche in altri processi di fusione, volevo sottolineare (e nella legge di riordino qualcosa si sta cercando di fare da questo punto di vista) che va bene agevolare tutte le fusioni, anche quelle, come in questo caso, che mettono insieme piccoli comuni (il nuovo comune, appunto, raggiungerà circa 3.300 abitanti) ed è bene promuovere anche questi processi, ma certo è che forse bisognerebbe provare a mettere qualche paletto e a spingere ancora un po' di più per fare in modo che quando si avviano processi di fusione, almeno una soglia minima venga raggiunta.

Onestamente penso che sotto i 5.000 abitanti ci vorrebbe un provvedimento di riforma complessiva, non so se regionale o nazionale, ma sicuramente l'obiettivo dovrebbe essere quello di superare i comuni almeno di 5.000 se non di 8.000 abitanti, perché purtroppo, al di là di aspetti legati all'identità, c'è una soglia sotto la quale è difficile erogare servizi, è difficile erogarli in modo efficace, in modo efficiente; questo, purtroppo o per fortuna, è ciò che la realtà ci sta dicendo. Allora con un po' di coraggio dico: perché non provare a stabilire anche noi qualche soglia di questo tipo proprio nella consapevolezza che tutto quello che è il processo di riordino e di riforma nazionale e anche regionale ci spinge ad evidenziare come i comuni e i piccoli comuni in realtà già oggi siano costretti a mettere insieme i servizi fondamentali, a gestirli in forma associata, a costruire unioni eccetera non per un disegno neo centralista, ma semplicemente perché esistono soglie sotto le quali è difficile erogare servizi in modo efficace?

Meglio poco piuttosto che niente, però l'impegno dovrebbe essere quello di cercare di fare fusioni di comuni con una soglia minima. Non mi dispiacerebbe aprire su questo una discussione in questa legislatura e stabilire, visto che tutto sommato la facoltà l'avremmo, una legge che individuasse la soglia minima sotto la quale un comune, come diceva il consigliere Foti stamattina, è più un condominio che non un comune, con tutto il rispetto per i piccoli comuni ovviamente, io vengo da un territorio dove ci sono solo piccoli comuni, quindi figuriamoci, però, insomma, penso che il nostro positivo contributo alla discussione e alla riforma lo daremmo anche avendo questa ambizione. Nella legge che andremo ad approvare entro la fine di luglio non credo che potremmo mettere anche questo tema, però l'invito alla Giunta è quello di pensare quantomeno ad un provvedimento più avanti, però pensarlo già da questa legislatura per cercare di spingere in questa direzione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarare da parte della Lega Nord, che tra l'altro amministra in questi due comuni insieme ad una parte del PD, il nostro voto favorevole al referendum per l'unificazione dei due comuni. Due comuni piuttosto importanti anche se piccoli, è già stato detto da tutti e non voglio dilungami molto su questo, ma ci sono delle situazioni che vanno mantenute. Mi auguro e auspico che l'esito del referendum non tolga il nome dei due paesi, soprattutto di uno perché abbiamo il Culatello di Zibello e se venisse meno il nome, in alcuni casi, soprattutto all'estero, questo prodotto unico ed invidiato da tutto il mondo potrebbe avere ripercussioni dal punto di vista commerciale. Mi auguro, quindi, che ci sia una sorta indicazione da parte dei sindaci e degli amministratori perché si vada nella direzione di non togliere l'indicazione del nome "Zibello" e "Polesine". In quella zona ci sono insediamenti molto importanti e famosi, abbiamo anche gli Spigaroli che sono una famiglia di chef stellati conosciuti un po' in tutto il nostro Paese, quindi credo che il nome sia importante per portare in giro nel mondo il buon lavoro che viene fatto dai nostri amministratori ma soprattutto dalle nostre industrie, piccole o grandi che siano, del settore agroalimentare.

Ribadisco il voto favorevole da parte della Lega Nord e auspicio che nel momento in cui si andrà a votare, una delle indicazioni sia quella di non perdere il nominativo dei due paesi, che è legato, appunto, ad uno dei prodotti tipici più famosi al mondo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, procediamo alla votazione.

Nomino scrutatori i consiglieri Francesca Marchetti, Silvia Piccinini e Barbara Lori.

Si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 860.

 

(L'Assemblea, all'unanimità dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): L'Assemblea approva.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Saliera): Informo che hanno comunicato la loro assenza l'assessore Costi e l'assessore Caselli. Hanno inoltre comunicato di non poter essere presenti gli assessori Bianchi, Corsini, Venturi e i consiglieri Alleva e Paruolo.

Le interpellanze sono state tutte rinviate alla prossima seduta per assenza degli Assessori che dovevano rispondere, ma che oggi, per impegni sopraggiunti, non possono essere presenti.

 

OGGETTO 15

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Norme per la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari della Regione Emilia-Romagna.» A firma del Consigliere: Foti

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 15/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il testo n. 1/2015 è stato licenziato dalla Commissione "Politiche economiche" nella seduta del 17 giugno 2015, con parere contrario.

Il progetto di legge è composto da 4 articoli.

Il Relatore della Commissione, consigliere Tommaso Foti, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

La parola al consigliere relatore Foti.

 

FOTI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Il progetto di legge in esame in realtà non verrà discusso perché, come è noto, è già stata consegnata una richiesta e un ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli da parte della consigliera Serri, penso nella sua qualità di presidente della Commissione che ha esaminato il progetto di legge in questione.

Debbo dire che il progetto di legge, che si compone di quattro articoli, in realtà in Commissione è stato discusso, sono intervenuti i colleghi del PD, è intervenuto il collega del Movimento 5 Stelle.

Questo progetto di legge si preoccupava più che altro di quei prodotti che, pur essendo un'eccellenza nella nostra regione, non rientrano nelle categorie di denominazione d'origine protetta (DOP), d'indicazione geografica tipica (IGP), di specialità tradizionali garantite (STG), che nell'insieme - non lo dico io, ma lo scrive il Partito Democratico in una risoluzione che poi andremo a discutere - raggiungono il numero di 234 prodotti.

Ora, esclusi questi 234 prodotti, ve n'è una serie che, pur essendo di qualità o di ottima qualità, non rientrano in questi ambiti che hanno una loro legislazione particolare e che quindi hanno anche delle possibilità di promozione del tutto diverse.

Quello che si chiedeva con l'articolo 1 era occuparsi anche dei prodotti che, pur essendo di qualità, non rientrano in questa gamma e che pure meritano considerazione, meritano soprattutto apprezzamento perché i loro produttori effettivamente sono particolarmente sensibili alla loro produzione, una produzione che è fatta con cura, che direi è fatta con arte nel senso migliore della parola, perché molto spesso confondiamo il prodotto industriale con il prodotto artigianale, ma questi prevalentemente sono prodotti artigianali di ottima qualità.

Dall'altra parte, il progetto di legge, soprattutto nell'articolo 1 e nell'articolo 3, si preoccupava che nei bandi di appalto pubblico per l'aggiudicazione di appalti che hanno attinenza con il settore della ristorazione collettiva si inserissero delle clausole e delle norme che privilegiassero o comunque sollecitassero la presenza di prodotti di tipo biologico o di eccellenza il cui ciclo produttivo avviene all'interno della regione Emilia-Romagna.

L'articolo 4, infine, (vado ovviamente velocemente anche perché, essendovi già una richiesta di non passaggio, il dibattito in termini di merito non si potrà effettuare) si preoccupava di inserire un concetto nuovo sotto il profilo giuridico, ma sicuramente già assodato sotto il profilo pratico, che è quello di filiera corta, cioè si chiedeva di cercare di promuovere da parte della Regione, con gli enti competenti e i soggetti interessati, quella procedura di filiera corta che ha come suo obiettivo principale, da una parte, la riduzione del numero di passaggi dei prodotti agroalimentari, dall'altra, di favorire il mantenimento delle produzioni agroalimentari regionali, di promuovere l'offerta dei prodotti agroalimentari nell'ambito del commercio (voglio qui richiamare che in quasi tutte le città capoluogo, ad esempio, i mercatini della Coldiretti sono mercatini di filiera corta, per i quali addirittura i Comuni hanno realizzato delle deroghe ai regolamenti mercatali abituali proprio per consentirne l'effettuazione in ragione di questa loro caratteristica specialistica, un po' come si è fatto, ad esempio, sotto altro profilo del settore merceologico, per gli hobbisti, si sono create delle nicchie apposite), di sostenere il flusso del turismo enogastronomico verso le zone rurali e dei mercati dei prodotti agroalimentari.

Insomma, si voleva cercare di realizzare un combinato disposto che introducesse quella che fino ad oggi è stata più che altro un'espressione, direi, di tipo ideologico in un aspetto normativo. Certo, filiera corta non può significare esclusione degli altri prodotti dal mercato o addirittura criminalizzazione degli altri prodotti che sono sul mercato. Filiera corta, a mio avviso, è quel settore di nicchia che molto spesso vorremmo alimentare e perseguire in vari comparti economici e che nel campo dell'agricoltura e del settore ortofrutticolo ha una sua particolare caratterizzazione così come nel campo zootecnico. Infatti spesso oggi vediamo l'installazione di macchinari per il latte appena munto, ma nessuno dice che quello a lunga conservazione non vada bene. Si creano le condizioni perché, in una logica di mercato, il consumatore possa avere più possibilità di scegliere anche in relazione alle differenti attitudini del consumatore stesso. È ovvio che vi sarà un consumatore di tradizione che probabilmente privilegerà tutto il settore del mercato della filiera corta e un consumatore che, molto spesso anche per motivi di tempo, non si rivolge a questo mercato.

Vorrei fare un riferimento molto specifico. Non so se qualcuno se ne è accorto, ma persino nelle grandi reti di distribuzione oggi iniziano ad aprirsi dei piccoli farmer market di prodotti locali tipici. È la controprova del fatto che evidentemente il consumatore apprezza quei prodotti locali tipici che non hanno assunto ancora un rilievo di commercializzazione nazionale. Ad esempio, il Salame di Felino non è che faccia parte di questi farmer market locali, è già un prodotto che viene commercializzato in tutto il territorio nazionale, così come probabilmente la Coppa Piacentina e, sotto il profilo della commercializzazione, la Coppa di Parma, o il Prosciutto crudo di Parma e/o il San Daniele. Qui ovviamente non ci stiamo confrontando con questo tipo di prodotti che sono già affermati su tutto il territorio nazionale, ma cito un prodotto di qualità e abbastanza sconosciuto nell'ambito degli insaccati: la Mariola. È sicuramente un prodotto che è tipico di alcune zone, ha dei livelli di apprezzamento che sono notevoli. Le manca che cosa? La quantità di produzione molto spesso e un margine di contribuzione tale da permettere una pubblicizzazione affinché possa diventare un prodotto diffuso su tutto il territorio nazionale.

Queste erano le caratteristiche del progetto di legge che è stato discusso in Commissione.

Vi è stato il voto contrario sui singoli articoli, quindi il progetto viene in Aula con il voto contrario della Commissione, come relatore lo devo dire.

Adesso abbiamo solo da esaminare, dopo la mia relazione, visto che non è stato nominato un relatore di minoranza, la proposta di non passaggio ai sensi dell'articolo 92 del Regolamento, che, torno a ripetere, viene usato come una mannaia, anche perché, per la modestia dell'articolato nel numero degli articoli, sarebbero bastate quattro votazioni, quindi si sarebbe potuta ben svolgere la discussione come per qualsiasi progetto di legge e poi respingere il progetto. Prendo atto che questa è la volontà, ubi maior, minor cessat, e quindi non rimane altro che prendere atto di ciò che agli atti è depositato.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bessi. Ne ha facoltà.

 

BESSI: Grazie, presidente. Parto proprio dal punto finale del consigliere Foti, proponente di questa proposta...

 

(interruzione del consigliere Foti)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunque è aperta la discussione generale e alla fine della discussione generale si procede al voto sull'ordine del giorno.

Prego, consigliere Bessi.

 

BESSI: Grazie, presidente. Sulla discussione generale è molto facile entrarci, nel senso che è molto facile entrare sul tema generale perché il primo punto del progetto di legge sta proprio alla base del punto di vista del Partito Democratico su questo tema, nel senso che il sostegno da parte della Regione Emilia-Romagna di un marchio di qualità crediamo debba necessariamente avere un valore pubblicistico e quindi passare dal riconoscimento della normativa europea e ciò esclude l'ipotesi della proposta del consigliere.

Un altro fattore è che chiaramente potrebbe essere lasciato all'iniziativa privata, come è stato anche specificato per la costituzione di marchi di natura privatistica, quindi per la promozione di queste eccellenze, che vanno poi definite, eccetera.

Quindi, come abbiamo anche trattato con il consigliere Foti ed altri colleghi, credo dando anche la giusta importanza a questo progetto di legge, questo progetto di legge confonde alcuni aspetti riguardanti l'informazione generale, al di là dei singoli articoli che sono stati trattati in Commissione, dove ci sono criteri di definizione che innescherebbero anche numerose situazioni di difficile controllo se non di intervento di materia nazionale e alcuni passaggi che sono anche difficilmente definibili per quanto ci riguarda. Poi, chiaramente, non è una questione nel merito, ma alcuni aspetti sono ben presenti non solo nel dibattito che abbiamo fatto noi, ma anche in un dibattito molto più vasto.

Poi c'è il fatto che oggi o domani verrà definito dalla Camera dei Deputati il "DDL Agricoltura" che parla di semplificazioni, di investimenti eccetera. Credo che lo stesso lavoro sia stato fatto anche a livello di regolamento europeo, ad esempio sull'educazione alimentare, sulla promozione alimentare o altro. Quindi su questo argomento possiamo, come Consiglio regionale, lavorare in futuro in maniera più specifica sui campi su cui possiamo intervenire non cercando di andare, per termini generali senza andare all'enunciato, a supplire ad un compito che diventerebbe poco puntuale e difficilmente praticabile nei diversi campi che questo progetto tocca. È per questo che non è una mannaia, consigliere Foti, ma è una constatazione sul testo presentato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bessi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Mi dispiace che il consigliere Bessi non abbia in qualche modo approvato la proposta di legge del consigliere Foti perché credo che sia un grande errore della Regione ragionare sul fatto che le imprese private debbano tutelare o promuovere un marchio o un prodotto piuttosto che un ente pubblico come la Regione o il Governo. Credo che, come spiegato benissimo dal consigliere Foti, il proponente della legge, ci sia bisogno di tutelare quei marchi, quelle associazioni, quegli sforzi che cercano di fare coloro che non hanno la possibilità di andare direttamente nella macro industria o comunque nella grande distribuzione, ma che hanno fatto la forza di molti prodotti e di molti territori. Non andare in quella direzione ma lasciare tutto al caso, che è quello che sta succedendo oggi, credo che sia un grande errore.

C'è un'associazione (io ho avuto a che fare con questa associazione in Commissione Agricoltura alla Camera) che ha raggruppato le denominazioni comunali, che sono dei prodotti tipici di piccole entità che non avranno mai la possibilità di entrare nel circuito della grande industria o della grande distribuzione, se non, come diceva il consigliere Foti, per quei piccoli market che vengono fatti all'interno della grande distribuzione. Sono quei prodotti di nicchia di cui stiamo discutendo oggi.

A Piacenza è nato, ad esempio, il "Consorzio della carne che piace", che è la carne di macelleria, di animali che sono allevati in piccoli comuni e in piccole aziende, che è di grande qualità. Questo aiuta molto le aziende che si associano a questi piccoli consorzi a rendere più remunerativo il loro lavoro.

Se partiamo dal presupposto, come in Comunità europea oggi sta succedendo, di prevedere che il formaggio si possa fare anche senza il latte così come il vino si possa fare senza l'uva, ho la vaga sensazione che allora avete ragione a bocciare questo progetto di legge. Se invece partiamo dal presupposto che l'Emilia piuttosto che altre regioni hanno un elevatissimo numero di produzioni tipiche invidiate da tutti, che però non sono alla portata della pubblicità di marchi a livello aziendale e a livello di consorzio come il Consorzio del Grana Padano, del Parmigiano, o del Culatello, o di altri prodotti conosciuti in tutto il mondo, ma che hanno comunque una grande capacità qualitativamente parlando e grandi tradizioni del nostro settore agroalimentare, allora credo che sia proprio sbagliato pensare di non portare avanti un progetto di legge di questo genere, per cui noi come Lega Nord siamo per portare avanti questo progetto di legge. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. La nostra valutazione l'abbiamo già fatta abbastanza ampiamente in Commissione dicendo che sicuramente il progetto è interessante. Avevamo anche noi sottolineato alcune difficoltà e la necessità che il progetto di legge fosse maggiormente approfondito e fossero limate alcune difficoltà che effettivamente ci sono. Dispiace che l'occasione non sia stata colta, perché una volta che c'è un progetto di legge che tutti dicono che è interessante e che dobbiamo farci qualcosa, poi però lo bocciamo e finisce lì.

Sicuramente è uno spunto dal quale noi vogliamo partire e che vogliamo approfondire, anche perché ci sono altre Regioni che hanno già legiferato sul chilometro zero e su produzioni agroalimentari di qualità.

Sicuramente, quindi, noi confermiamo quanto fatto in Commissione dove abbiamo votato favorevolmente alcuni articoli e ci siamo astenuti su altri perché tecnicamente probabilmente contenevano dei problemi. In questo caso ci asteniamo, però ritenendo il progetto di legge interessante e rendendoci disponibili ad approfondire il problema. Ovviamente, se poi la maggioranza su queste cose si tira indietro, le opposizioni fanno fatica, noi però siamo disposti a lavorare.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Bessi perché comunque, al di là del giudizio che ha espresso su questo progetto di legge, mi pare di poter cogliere una sua disponibilità a lavorare anche in relazione a quella che sarà la legislazione nazionale che dovrebbe essere approvata oggi ed eventualmente alle normative europee di settore che dovrebbero uscire nei prossimi mesi, per poter comunque cogliere quantomeno, se non l'obiettivo, una parte degli obiettivi che questo succinto progetto di legge proponeva. Volevo darne atto perché questo discorso che aveva già anticipato in privato, l'ha fatto anche in pubblico.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Non ho altri iscritti in dibattito generale.

Avete ricevuto l'ordine del giorno, a firma della consigliera Serri, presidente di Commissione, di non passaggio all'esame dell'articolato, quindi apro le dichiarazioni di voto sull'ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare la consigliera Serri. Ne ha facoltà.

 

SERRI: Grazie, presidente. Intervengo a sostegno dell'ordine del giorno. Le motivazioni per cui la Commissione ha respinto il progetto di legge presentato dal consigliere Foti non sono legate ad una non considerazione di quello che può essere il valore delle nostre produzioni, bensì mirate a non creare confusione rispetto alla definizione di marchi e di riconoscimenti di qualità che hanno la necessità di passare attraverso procedimenti ben precisi che sono di carattere comunitario in alcuni casi e quindi al non sovrapporre un'infinità di marchi che creerebbero confusione. Tra l'altro i termini "qualità" e "valorizzazione" sono termini importanti, su cui non bisogna generare confusione. Per questo motivo, per essere coerenti con ciò che è stato espresso in Commissione, chiediamo il non passaggio all'esame dell'articolato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Serri.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno, metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno che insiste sull'oggetto 15, a firma della consigliera Serri.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Chiedo se è previsto il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Soncini): Sì, votiamo con sistema elettrico.

Si proceda alla votazione dell'ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, oggetto 15/1, a firma della consigliera Serri, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Votanti

 

41

Favorevoli

 

25

Contrari

 

16

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Soncini): L'ordine del giorno è approvato, pertanto non passiamo all'esame dell'articolato dell'oggetto 15, che si intende respinto.

 

OGGETTO 731

Delibera: «Programma di iniziative per la partecipazione della Giunta regionale 2015 contenuto nella relazione sulla partecipazione in Emilia-Romagna (L.R. n. 3/2010, art. 6).» (Proposta della Giunta regionale in data 8 giugno 2015, n. 655) (23)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): La Commissione "Bilancio Affari generali ed Istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 18 giugno 2015 con la seguente votazione: 30 voti a favore, nessun contrario, 9 astenuti.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Abbiamo guardato la relazione sulla partecipazione in Emilia-Romagna e anticipo che il nostro voto non potrà essere favorevole perché abbiamo l'impressione che molto spesso, al di là dei proclami sulla necessità di una partecipazione, non ci siano sempre riscontri pratici.

Conosciamo da vicino quelli che sono i percorsi partecipativi in Regione Emilia-Romagna, io ho partecipato ad uno di questi, se ne ricorderà il consigliere Boschini, perché si è tenuto un percorso partecipativo proprio a Modena un paio di anni fa e aveva tutta la valenza e tutta la potenzialità per essere un percorso fruttuoso, che portava effettivamente...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Chiedo all'Aula di fare un po' di silenzio, grazie.

 

GIBERTONI: ...istanze doverose. Questo percorso che si chiamava "100 per Modena", voleva che si coinvolgessero i cittadini nel percorso, che ancora non è terminato, che avrebbe portato al nuovo Piano strutturale comunale, quindi al nuovo Piano regolatore della città di Modena. Venne fatta la selezione e mi sono iscritta anch'io a quella selezione, ho partecipato dall'inizio alla fine al percorso partecipativo organizzato dal Comune. Ho partecipato alle iniziative, che sono state effettivamente fatte, quindi è vero che ci sono delle iniziative, in parte di illustrazione, che ci sono dei tavoli di confronto, dei tavoli in cui vengono dati dei post-it ai cittadini perché possano metterli su una lavagna su quella che per loro è la proposta migliore per una città più vivibile sotto una serie di aspetti.

Per cui la Regione diede un finanziamento già all'epoca nell'ambito della legge n. 3/2010, un finanziamento di 25 mila euro, e il percorso partecipativo effettivamente fu svolto dall'inizio alla fine, con l'inaugurazione del percorso e la giornata finale di chiusura del percorso con la presenza di membri dell'Amministrazione comunale di Modena di allora che presenziarono, cioè l'assessore con delega alla partecipazione e l'assessore all'urbanistica perché si parlava di PSC.

Quale fu il problema? Che i controlli doverosi che devono essere fatti dai tecnici di garanzia e da chi ricopre figure di garanzia in Regione rispetto a questi percorsi partecipativi evidentemente vennero fatti fino ad un certo punto, tanto che noi dovremmo segnalare, alla fine del percorso, come quello che era uscito come risultati di questo lungo percorso era stato totalmente mal interpretato, diciamo così, da parte dell'Amministrazione, che pure era stata presente dall'inizio ed era stata presente alla fine con dei suoi rappresentanti, e c'erano stati dei risultati evidenti perché si andava veramente con lo spillo o con il post-it a mettere il voto sotto quella e quell'altra proposta. Erano stati invertiti totalmente e poi comunicati al pubblico, quello che è peggio, quindi comunicati all'esterno, in modo non corrispondente alla realtà.

All'epoca alcuni di noi membri di questo percorso partecipativo facemmo una segnalazione alla Regione, segnalammo a quello che all'epoca era il garante dei percorsi partecipativi (a noi venne dato quel nome) che effettivamente erano stati mal interpretati i risultati, che era stata fatta una comunicazione pubblica scorretta rispetto ad un percorso lungo mesi.

Alcuni di noi definirono quel percorso partecipativo che era stato finanziato dalla Regione come una sorta di psicoterapia di gruppo. Eravamo stati invitati e ci era stata chiesta la nostra opinione, c'era effettivamente una parte di formazione, ma è ovvio che non possiamo più vedere la partecipazione come un esclusivo elemento di formazione, che pure è necessario perché non c'erano soltanto degli specialisti tra questi cento cittadini modenesi, però nello stesso tempo rilevo questo: 1) vennero subito comunicati pubblicamente in modo scorretto quelli che erano stati gli esiti dei quattro quartieri che partecipavano alla consultazione; 2) tutte le proposte che vennero portate nella giornata finale all'Amministrazione vennero in grandissima parte disattese e purtroppo motivate come da legge n. 3/2010. Quindi, da un lato, non è corretto e non è consentito comunicare pubblicamente qualcosa che di fatto non corrisponde alla realtà e questo noi lo segnalammo e all'epoca il tecnico di garanzia ebbe a dire che erano stati utilizzati, in effetti, dall'allora assessore che aveva quelle deleghe, infelici parole, quindi, bene, questo è stato rilevato come giusta segnalazione; dall'altro, però, è vero che il vulnus della legge n. 3/2010 è essenzialmente il fatto che la partecipazione può essere solo ed esclusivamente e in ogni forma consultiva, cioè non c'è modo di inserire una riflessione più profonda rispetto alla partecipazione di cittadini a percorsi per cui ricevono una formazione e che poi dovrebbero ricevere anche un riscontro. Non dico che il percorso fu inutile, non fu inutile, nel senso che dal punto di vista dell'immagine l'Amministrazione modenese non ne uscì benissimo, però quello che si rilevava era che tutto questo lavoro andò a finire in niente.

Noi credo che su questo oggetto oggi ci asterremo, ci preme però che i percorsi partecipativi trovino una loro strada che sia una strada veritiera, che sia una strada di vera partecipazione, ma anche che non possa essere soltanto necessario alla fine, per chi li recepisce, dire no motivando il no; deve essere necessario per forza di cose qualche step intermedio per cui effettivamente un minimo di vincolo vada inserito. Ne faremo anche noi, all'interno del nostro gruppo, oggetto di una riflessione condivisa e di una riflessione sostanziale, su cui auspico potremo confrontarci a breve anche con la maggioranza e con le altre opposizioni.

Quindi, ad oggi, il nostro voto è di astensione, non vuole essere, quindi, un voto negativo nonostante la verifica di quelli che sono i percorsi qui enunciati, ma è soprattutto l'esperienza personale di quello che era un percorso partecipativo finanziato bene dalla Regione, ben pubblicizzato dall'Amministrazione e poi totalmente tradito alla fine nel percorso e nei risultati che ci porta a non poter certamente esprimere un voto positivo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Io devo dire che la legge n. 3/2010 è stata un passaggio importante, per certi aspetti è stata anche il tentativo di introdurre modifiche serie nei percorsi di costruzione delle leggi e delle attività amministrative in senso lato. A distanza di alcuni anni dall'approvazione di quella legge, che è del febbraio del 2010, effettivamente penso che sia opportuno, sia necessario fare una verifica puntuale e seria di quella che è stata l'attuazione di quella legge ed eventualmente anche apporre qualche correttivo, qualche miglioramento, perché devo dire che ho trovato diverse considerazioni che condivido nelle parole spese dalla consigliera Gibertoni in ordine anche alla reale efficacia del processo partecipativo in quella che è stata l'applicazione di questi anni.

Penso, quindi, che oggi il nostro gruppo esprimerà voto favorevole così come abbiamo fatto in Commissione, però utilizzo questi pochi secondi per annunciare anche la nostra intenzione di riprendere quella legge modificandola, aggiornandola, rendendola forse anche più attuale perché alcuni aspetti sono ampiamente rivedibili. Ripeto, allora fu un lavoro importante, fu un passaggio non scontato, per cui noi teniamo molto a quella legge e pensiamo sia importante e vada valorizzata, ma per valorizzarla è necessario anche cambiare alcune cose, perché le critiche, le osservazioni che faceva la consigliera Gibertoni... Per altri aspetti anch'io ho vissuto l'applicazione di questi processi partecipativi e devo dire che alcune parti sicuramente possono essere migliorate, soprattutto laddove deve cambiare un po' l'impostazione complessiva: se si decide di attuare un processo partecipativo, l'ente, il soggetto che decide di attuare questo percorso, in realtà sta cedendo o dovrebbe cedere un pezzo della propria sovranità in favore dei soggetti che intervengono e che partecipano, come appunto dice il testo stesso, alla formazione della legge o del percorso in esame, mentre allo stato effettivamente si ha più l'impressione di un sistema che raccoglie dei pareri, raccoglie dei punti di vista, ma alla fine non cede quello che dovrebbe essere il punto focale, cioè la decisione finale, per cui si corre effettivamente il rischio di fare riunioni un po' fine a se stesse.

Ripeto, l'impianto della legge per noi è molto importante, è un impianto che consideriamo positivo, ma nel nostro impegno, anche qui ho colto favorevolmente le parole della consigliera Gibertoni, c'è l'intenzione e la voglia di rimettere mano a questa legge e penso e spero che ci sia la possibilità di farlo insieme, in modo trasversale. Ricordo che la legge fu approvata all'unanimità nel 2010, quindi con lo stesso spirito di allora penso e spero che ci possano essere i termini per tornare e migliorare il testo della legge n. 3/2010.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Poli. Ne ha facoltà.

 

POLI: Grazie, presidente. In politica alcune volte la sintesi si trova nei numeri. L'attività relativa alla proposta che viene presentata oggi sul programma di iniziative sulla partecipazione è stata portata nella I Commissione nella seduta del 18 giugno 2015 e ci sono stati 30 voti a favore e 9 astensioni. Da qui mi verrebbe da trarre la considerazione politica che comunque la legge n. 3/2010 è stata uno strumento che ha dato dei risultati importanti. Poi ovviamente nulla è immodificabile, anche alla luce del periodo trascorso penso che ci possano essere interventi migliorativi e da questo punto di vista insieme se ne può discutere.

Io però terrei distinto lo strumento dall'esito che in alcuni casi lo strumento che abbiamo a disposizione può dare. La Regione interviene in applicazione della legge n. 3 su progetti di partecipazione che hanno dimostrate caratteristiche e rispondono ai principi ispiratori della legge e l'esito finale non dipende in via esclusiva dalla Regione, può dipendere da altre condizioni che incidono su quell'esito.

In ogni caso, in Commissione, ripeto, tutti i gruppi hanno espresso il loro parere favorevole tranne i 9 astenuti, quindi questo credo che si possa tradurre in un giudizio politico positivo rispetto all'attività svolta. Siamo, però, assolutamente disponibili a ragionare, qualora ce ne siano le condizioni, rispetto allo strumento legislativo che rende possibile tutto questo.

Il nostro voto, oggi, ovviamente è un voto positivo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Poli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Effettivamente è difficile qui scindere tra strumento ed esito, è molto difficile se è vero che l'esito andava controllato e andrebbe controllato meglio - e questo lo dico per quanto riguarda esperienze personali non soltanto mie - quindi anche come vengono poi utilizzati o addirittura strumentalizzati gli esiti di questi percorsi.

Però è anche vero che lo strumento, come dicevo, è perfettibile e va perfezionato, e se questo può essere oggetto di una riflessione condivisa, ancora meglio, però è una legge che al suo interno già prevede non certamente la strumentalizzazione, immagino, né la incentiva. Consente che effettivamente ci sia un lungo percorso partecipativo di tre o quattro mesi, impegnativo, ma in cui ci si passano essenzialmente delle carte e poi alla fine il risultato finale viene affogato nel nulla e addirittura si dice che in realtà basta che il no sia argomentato. La partecipazione non è quella, quello è soltanto un passo educativo maggiore rispetto ad un'amministrazione che per una volta argomenta il no invece di dire solo no. La partecipazione è un'altra cosa.

Ricordo che in questo momento a Mirandola, città al centro del cratere della Bassa Modenese, si sono raccolte le firme per uno dei primi referendum consultivi sul tema della sanità, eppure, pensate, il sindaco della città di Mirandola ha appena definito quel referendum, che ha avuto l'avvallo del Difensore civico, quindi un avvallo regionale, una truffa. Com'è possibile definire una truffa un referendum consultivo, un referendum che è stato approvato, per cui il numero legale di firme è stato raccolto, che il Difensore civico, appunto, difende, e che però viene definito truffa nel silenzio totale delle restanti istituzioni, delle istituzioni di livello superiore? Non tiro in ballo, poi, i CAS ancora una volta, quello che dicevo questa mattina: non riusciamo ad avere un'audizione per queste persone in Commissione, né riusciamo a capire come mai non si possano coinvolgere i veri terremotati sulla questione della ricostruzione nella zona del terremoto.

Come mai non è mai possibile fare quel passaggio pre-moderno rispetto a quello che ci serve? Non è una cosa urgente, è una roba già passata, su cui noi dovremmo perlomeno prendere una posizione veloce che è quella di passare ad una vera partecipazione rispetto all'ascolto paternalistico, rispetto all'ascolto che però non è partecipazione. La partecipazione è farsi carico degli esiti della partecipazione, non è ascoltare in modo paternalistico e poi dire: bene, vai pure per la tua strada che la psicoterapia è finita. Secondo me se la Regione sa che una sua legge, pure buona, perfettibile, ma pure buona, viene tradita negli esiti sui territori, è la Regione che deve intervenire a monte rendendo migliore quella legge e poi anche, però, esercitando controlli senza che siano i soliti cittadini a dover segnalare: guardate che qui, forse, ci stanno fregando. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Boschini. Ne ha facoltà.

 

BOSCHINI: Grazie, Presidente. Intervengo sia per entrare nel merito generale di una legge che amo e apprezzo particolarmente, che appunto è la legge n. 3/2010, che credo sia di grande valore e invece ne ho sentito in parte ridurre la valenza in alcuni interventi, sia perché a sostegno di questa riduzione di valore della legge n. 3 è stata portata una casistica specifica che riguarda il Comune di Modena e, fra l'altro, anche me personalmente per una precedente esperienza amministrativa e quindi davvero vorrei poter esprimere due concetti su questo.

Io penso che la legge n. 3/2010 sia molto chiara nell'indicare che cosa è la partecipazione. La partecipazione non è una forma di democrazia diretta, attenzione, perché i concetti sono importanti in politica. La partecipazione non è una negazione della democrazia rappresentativa e delle istituzioni che vengono con questa elette. È un implementare, è uno strumento in più di ascolto dei cittadini per il miglioramento della qualità delle decisioni, ma non sta scritto da nessuna parte e meno che meno sta scritto nella parte conclusiva inerente agli esiti e ai percorsi partecipativi della legge n. 3 che il parere di 100 cittadini ascoltati sia necessariamente più importante del parere delle 40.000 persone che hanno dato un mandato rappresentativo ad un sindaco, ad un consigliere comunale.

Io capisco le obiezioni della consigliera Gibertoni, ma a mio avviso è proprio qui il punto che ci divide, anche, evidentemente, nella lettura della democrazia. La partecipazione non è una forma ulteriore rispetto ai referendum di democrazia diretta, ma è, appunto, partecipazione, è ascolto, è confronto, è arricchimento della decisione pubblica, ma alla fine rimane la responsabilità ultima del decisore eletto nell'ambito della democrazia rappresentativa.

Vuol dire che c'è disinteresse, che non c'è attenzione verso l'opinione dei cittadini? Assolutamente no, perché se un decisore pubblico, eletto o scelto da un sindaco eletto, si prende la briga di impegnarsi in un percorso in cui può essere messo in discussione, in cui si confronta con i cittadini, in cui deve organizzare, in cui deve preparare, deve presentare un progetto alla Regione, insomma, lavora, se fa questo, evidentemente è perché crede al confronto con i cittadini e non penso che sia giusto considerarlo soltanto un atto di strumentalizzazione perché allora le strumentalizzazioni sono possibili per tutti. Se è un'amministrazione che strumentalizza la partecipazione, può essere anche una forza politica che vi si iscrive e vi partecipa più o meno in massa e che poi dice: le cose che ho fatto dire, che sono, in realtà, le mie idee di forza politica che ho fatto dire a qualcuno che ho mandato a partecipare ad un percorso partecipativo, non vengono trasformate in delibere.

Allora io credo che se vogliamo bene a questa legge, e io le voglio bene perché la ritengo importante e credo che la partecipazione sia un grande valore, dobbiamo stare lontani come partiti da qualsiasi tipo di strumentalizzazione di questi processi partecipativi. È così che tuteleremo la partecipazione. Quindi deve essere assente la strumentalizzazione del governo cittadino e di qualsiasi ente che la promuove, deve essere, però, anche assente la tentazione di usare questi strumenti soltanto per dare più cassa di risonanza alle opinioni di questo o quel partito.

Nella fattispecie, non bisogna giudicare la partecipazione da un singolo caso, forse anche un caso non fortunato, sono assolutamente d'accordo con il collega Poli. Nel caso specifico, però, c'era un tecnico di garanzia che ha proprio il compito di osservare dall'esterno questo processo che il tecnico di garanzia riconosce e lo fa, attenzione, non con un'opinione che esprime su un giornale, ma riconoscendo che quel finanziamento va riconosciuto. Se il tecnico di garanzia dice che il percorso partecipativo non è stato corretto, il finanziamento regionale decade e viene preso indietro. Per cui, siccome quel finanziamento non è stato preso indietro, questa è la testimonianza che anche il tecnico di garanzia, cioè la funzione di garante del percorso, ne ha riconosciuto la correttezza nella fattispecie, così come in tanti altri processi partecipativi si è arrivati con grande correttezza - questa è una opinione che ciascuno può avere; qualcuno dice che non si è osservata l'opinione delle persone, io non credo, non ho questo tipo di ritorno - si è arrivati con grande correttezza a riscontrare le opinioni uscite dai gruppi; ci sono i verbali, ci sono i documenti che lo attestano. Alla fine, l'Amministrazione, di una serie di proposte emerse, ha ritenuto alcune fattibili, alcune no, cosa che la legge e il percorso prevedeva in maniera chiara fin dall'inizio, e su quelle che ha dichiarato non fattibili, una stretta minoranza rispetto al totale, ha argomentato accuratamente la motivazione.

Io credo che questa sia una forma di confronto fra i cittadini e le istituzioni rappresentative e sia un valore anche quando l’istituzione rappresentativa in maniera responsabile ritiene, alla luce di un mandato che ha, di dire che è molto interessante l’opinione di un certo numero di cittadini, ma come istituzione rappresentativa nella lettura del territorio, nella lettura del bilancio e nella lettura delle proprie prerogative dice che questa cosa non ci sta e non è fattibile. Non credo che sia uno scandalo e soprattutto non credo che questi fatti, che sono successi e continueranno a succedere in tanti percorsi partecipativi, cioè che non tutto quello che viene proposto dai cittadini è effettivamente realizzabile, perché i vincoli sono tanti, perché i problemi possono essere tanti, perché le proposte potrebbero essere interessanti ma non immediatamente attuabili, tutto questo non deve assolutamente gettare alcuna ombra su una legge che secondo me è una legge che rimane una legge all’avanguardia per questa regione. Non andiamo a inferire da casi specifici o dal fatto che qualche proposta non trova spazio e il fatto che la legge non funziona o che la partecipazione è fittizia.

La partecipazione rimane un supporto essenziale alla democrazia rappresentativa e se pretendiamo che sia vincolante con una specie di referendum o di democrazia diretta stiamo semplicemente parlando di un’altra cosa. Non diamo la colpa a questa legge, che parla di partecipazione e non di un’altra cosa.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Boschini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Siccome è una legge alla quale effettivamente siamo molto legati, anche solo perché qualche mio predecessore è stato il primo firmatario, quindi è una legge a cui teniamo veramente molto, volevo solo precisare alcuni aspetti che nel dibattito sono emersi senza nessuna volontà di polemizzare. Credo che quella legge avesse come fine quello di cercare di incentivare la partecipazione di più soggetti e di più realtà anche al percorso alla stesura delle leggi o comunque di atti amministrativi. È chiaro che nella misura in cui un’amministrazione decide di confrontarsi con altre realtà per arrivare alla stesura di un atto amministrativo, di una legge, ecc. il non tener conto del percorso o di quello che è l’esito del confronto rischia di far svanire un po’ il senso stesso del percorso.

Capisco quello che diceva il consigliere Boschini e in parte lo condivido, ma penso anche che la legge possa da questo punto di vista essere migliorata, e questo è quello che dicevo e penso che col contributo di tutti potremmo farlo.

In ultimo, faccio una battuta: magari i referendum fossero vincolanti, perché forse in questo Paese avremmo ripubblicizzato ad esempio il servizio idrico, invece ventisettemilioni di italiani sono andati a votare, hanno detto chiaramente quello che volevano, però non mi pare che in questi anni sia successo nulla e anzi colgo l’occasione per dire che sono convinto che noi in questa sede, Assemblea legislativa della Regione, un segnale da questo punto di vista lo dovremmo dare, perché la prima forma di partecipazione che la politica deve incentivare è quella di rendere attuali e concreti i risultati che vengono espressi dagli elettori quando vanno a votare, perché il voto diretto dei cittadini è la massima forma di partecipazione possibile e se viene tradito quello possiamo smettere di parlare di tutto il resto.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare l’assessore Petitti. Ne ha facoltà.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Anche per fare alcune considerazioni e raccogliere alcune sollecitazioni che sono arrivate dai Consiglieri, in modo particolare alcune considerazioni fatte dalla consigliera Gibertoni. Credo che sia stata sottolineata l’importanza di questa legge e quindi voglio soltanto riprendere il ragionamento che è stato già fatto durante questa discussione. L’obiettivo della legge regionale n. 3/2010 aveva come principale obiettivo quello di promuovere l’inclusione dei cittadini in tutti i processi decisionali pubblici sia a livello locale sia a livello regionale e con questi obiettivi noi abbiamo lavorato in questi cinque anni. Sostanzialmente tutte le forme organizzate di cittadinanza, perché questo è lo strumento attraverso cui far sì che la partecipazione dei cittadini nel dialogo con la parte pubblica si concretizzi, sono state messe al centro anche dei bandi con cui sono stati realizzati dei progetti. Se ci è chiaro, perché è evidente che chiaro a tutti, che l’obiettivo è quello di incrementare la coesione sociale, di far sì che si sentano i cittadini parte attiva nelle scelte di sviluppo e di gestione nella nostra regione, credo che sia necessario anche sottolineare alcuni numeri e alcuni percorsi che in questa stessa relazione sono stati evidenziati.

Innanzitutto con questo modello, e qui voglio rispondere al primo tema posto dalla consigliera Gibertoni, ogni ente è pienamente autonomo e responsabile rispetto al progetto che si porta avanti, quindi da questo punto di vista viene lasciata totale autonomia ai soggetti che sono la parte attiva del progetto.

A che punto siamo oggi rispetto a questa legge? Qual è l’iter e quali sono stati anche i progetti accolti e qual è stata la domanda che noi abbiamo ricevuto? Credo che anche sottolineare il fatto che in ogni anno dal 2012 a oggi abbiamo ricevuto un numero di domande superiori a quante siamo riusciti a far fronte rispetto alle risorse a disposizione credo che rappresenti il segno che il percorso attivato fosse quello giusto. Voglio soltanto dire che nel 2012 noi abbiamo finanziato dodici progetti su un totale di cinquantasei domande, nel 2013 sono stati finanziati undici progetti rispetto alle sessantatre domande e lo scorso anno sono stati finanziati ugualmente undici progetti rispetto a ottantotto domande, quindi semmai il tema adesso è far sì che si possano anche migliorare gli strumenti, e su questo dirò qualcosa rispetto al lavoro che possiamo fare nei prossimi mesi, anche rispetto alle modifiche a questa legge che a questo punto andremo ad apportare nella sessione primaverile del 2016 con la partecipazione di tutti i gruppi e di tutti i soggetti che vorranno ovviamente integrare questa proposta. Un tema su cui ci stiamo anche interrogando su come poter migliorare questo percorso è quello di aumentare gli stanziamenti in bilancio proprio a sostegno di tutto questo lavoro. Dicevo che la relazione che è stata predisposta rispetto al quarto bando regionale, quindi alla quarta sessione di partecipazione, ci dà già moltissimi dati per riflettere su questo tipo di percorso.

Innanzitutto noi sappiamo che dal 1994 alla fine del 2014, al 31 dicembre 2014, sono stati in tutta la nostra regione settecentosette i processi partecipativi (alcuni di quelli li avete citati anche voi prima) e soltanto nel 2014 sono stati censiti centotrentaquattro progetti di partecipazione. Questo è il primo numero che ci dice che la legge produce degli effetti e che noi abbiamo adesso semmai sempre di più l’esigenza di elevare la qualità di questi processi partecipativi.

Abbiamo dei settori che sono maggiormente coinvolti rispetto ai percorsi di inclusione dei cittadini – penso a tutto il tema delle politiche ambientali, al tema che riguarda lo sviluppo del territorio e del welfare – e da questo punto di vista credo che sia anche importante ricordare che alcuni territori hanno avuto la possibilità di realizzare in modo più attivo alcune proposte importanti, come la Provincia di Bologna con quindici progetti, Ravenna e Piacenza otto ciascuno, Reggio Emilia e Modena sette, Parma e Ferrara sei, due a Rimini e uno a Forlì-Cesena, e da questo punto di vista la Regione ha già, rispetto alle proprie attività di programmazione e pianificazione, fatto in modo che queste stesse tematiche poi fossero riprese nei propri progetti. Sto pensando al ciclo dei piani di gestione ambientali e a tutti i progetti life, al programma di sviluppo rurale, quindi con una forte integrazione tra gli strumenti messi in campo.

Noi sappiamo anche che da questo punto di vista il 2015 può rappresentare un anno di svolta nel miglioramento di questo percorso e di questa proposta di legge, perché il 2015 è anche l’anno della clausola valutativa. Dovremmo avviare nei prossimi mesi un’analisi ad hoc sugli effetti prodotti dalla legge in questo primo quinquennio, quindi credo che ci possa essere la possibilità per comprendere a fondo in che misura i cittadini ritengono migliorato, attraverso questi strumenti che la Regione mette in atto, il proprio rapporto con la pubblica amministrazione, qual è la percezione dei cittadini rispetto al lavoro della pubblica amministrazione e quindi realizzare anche un’indagine demoscopica che possa sostenere gli eventuali miglioramenti.

Da questo punto di vista – lo dicevo prima – possiamo attuare i correttivi alla legge, e i miglioramenti saranno avanzati entro la prossima sessione alla partecipazione prevista per la primavera del 2016, però è importante non perdere di vista quello che veniva ricordato essere l’asse portante di questa legge e anche quella che è stata la motivazione politica vera che ci ha permesso di mettere in campo una progettualità e degli strumenti che hanno sicuramente avuto degli effetti importanti includendo tutti i soggetti pubblici e privati e facendo sì che il metodo partecipativo fosse realmente realizzato con le proposte che poi i vari enti hanno avanzato alla Regione.

I numeri parlano chiaro da questo punto di vista e credo che testimoniano non soltanto un territorio regionale che è molto partecipe e ha interesse a portare un contributo attivo, ma testimoniano anche delle amministrazioni che si fanno strumenti e parte attiva loro stessi rispetto a questa esigenza dei cittadini, quindi si tratta di migliorare e potenziare questi strumenti ma sicuramente far sì che possano continuare a essere messi in campo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Petitti.

Dichiaro chiuso il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Confermo quindi che il nostro voto sarà un voto speranzoso, quindi un’astensione, nello stesso è ovvio che non ci può soddisfare un’idea ancora così di base su cui però costruire, un’idea rozza di partecipazione, per cui alla fine si dice che comunque, dovendo fare sintesi, quello che è stato è stato. Non ho dati sottomano, ma non ho l’impressione che davvero delle decine e decine di proposte che vennero presentate – ho citato quell’esempio perché l’ho vissuto in prima persona ma ne conosco altri che non ho vissuto in prima persona – ne siano state accolte forse nessuna o forse qualcuna che però era già nell’animo dell’amministrazione, in ogni caso non quelle più di buonsenso e non quelle più condivise da tutto il gruppo di questi cento cittadini, che erano cento cittadini totalmente trasversali e non erano certamente cittadini riconducibili a nessuna formazione politica. Ricordo che ad esempio saremmo stati in tre o quattro del Movimento 5 Stelle dei cento, non di più.

Chiudo su questo e anche sul fatto che, come diceva giustamente il consigliere Taruffi, è vero che è uno strumento partecipativo ancora importante quello del voto, ma dato che molto spesso capita che i cittadini si ritrovino da varie forze politiche e non necessariamente sempre da quella, un po’ disillusi o ingannati su varie cose che gli erano state promesse in campagna elettorale, questa dei percorsi partecipativi è una misura sostanziale, di quelle misure da integrare e da affiancare, perché i cittadini non vengano chiamati soltanto una volta ogni cinque anni e non più sentiti e ascoltati, neppure in quel modo paternalistico che pure non ci piace.

Direi che sia il momento, e credo che la Regione Emilia-Romagna se lo possa senz’altro permettere, di fare quel passo avanti rispetto a dire che valore diamo al termine partecipazione, al di là di quello che dobbiamo dire all’esterno; non deve combaciare con la democrazia diretta, però deve diventare una misura sostanziale e non una misura di facciata, altrimenti sono semplicemente soldi pubblici buttati via.

Perché buttare via 25 mila euro a Modena nel 2013 che si potevano usare in un altro modo, se esiti di ricadute positive sull’operato dell’amministrazione non ce ne sono, perché l’amministrazione deve chiudere e fare sintesi? Alla fine è vero che quegli strumenti avranno delle buone ricadute sull’aggregazione sociale, magari tra questi cento cittadini sono nate amicizie, ma non possiamo certo pensare che era quello il fine della partecipazione. Si è persa totalmente quella che doveva arrivare come comunicazione in verticale verso chi le firme le fa e porta il PSC in Consiglio. Benissimo questo, ma davvero auspichiamo che si possa riaprire molto presto l’argomento con quel coraggio che è necessario nel momento stesso in cui si chiede partecipazione, che è quello di accogliere e di raccogliere quello che dalla partecipazione viene.

Ribadisco che è vero che ogni ente autonomo, come specificava l’assessore Petitti, è responsabile, quando però sviste ci dovessero essere allora i necessari controlli sono evidentemente sostanziali proprio per avere un quadro ancora più fedele rispetto a una semplice relazione che elenca gli eventi che sono stati sponsorizzati e appoggiati dalla Regione rispetto al concetto di partecipazione nelle nostre nove province ma che dia anche a sua volta un riscontro fattuale rispetto alla costruzione che si è fatta e a quello che è uscito da quei percorsi partecipativi, altrimenti il cittadino, già disilluso perché è andato a votare il referendum sull’acqua pubblica e non è stato ascoltato in minima parte, ha votato, poi ha fatto anche il percorso partecipativo dei cento per Modena nella mia città, è ovvio che l’avremmo comunque perso per sempre e perderà fatalmente e doverosamente la sua fiducia in quello che possa essere la partecipazione come vista dalle nostre istituzioni pubbliche.

Il voto sarà di astensione, un voto però di cauta speranza.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Gibertoni.

Nomino scrutatori i consiglieri Nadia Rossi, Silvia Piccinini e Barbara Lori.

Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 731.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 739

Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, del Protocollo d’intesa tra la Regione Emilia-Romagna e la Provincia del Guangdong della Repubblica Popolare Cinese.» (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 9 giugno 2015) (24)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): La Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 30 giugno 2015 con la seguente votazione: 29 voti a favore, nessun contrario, 12 astenuti.

Apro il dibattito generale. Si hanno a disposizione dieci minuti per ogni intervento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Stavo dicendo che sarebbe stata magari carina un minimo di interruzione su un argomento così, anche perché il documento che ci è stato dato è abbastanza striminzito. Con i nostri servizi segreti siamo riusciti a recuperare la relazione completa del viaggio del Presidente Bonaccini, ci siamo fatti un’idea un po’ più precisa di quelli che sono stati gli accordi conclusi con la Provincia del Guangdong e tutto quello che è stato il contenuto del viaggio. Questo documento effettivamente è un po’ misero per poter dare un giudizio su un’operazione di questo tipo. È vero che ne abbiamo parlato in Aula direttamente con un tecnico, ma sarebbe interessante un’interruzione politica.

Al di là di questo, arrivo all’intervento. Per quanto ci riguarda, c’è un certo apprezzamento per quello che riguarda questo tipo di politiche, di internazionalizzazione e di spendere a livello internazionale quella che è la nostra regione e quello che è il nostro comparto imprenditoriale e siamo contenti che oltre ai viaggi istituzionali si porti a casa anche qualche accordo più credibile per quanto riguarda questa tipologia di progetti. In particolare tutto quello che riguarda il legame con le imprese nel mercato cinese, soprattutto per i nostri prodotti agroalimentari, sicuramente è un mercato importante e bisognerebbe fare solo una certa attenzione – avevamo sollevato la cosa in Commissione – per quanto riguarda i nostri marchi. Sappiamo che la Cina è un paese complicato, il loro mercato lo è altrettanto, sappiamo che in passato la contraffazione era un flagello per le nostre aziende, principalmente – vengo dal distretto ceramico - le piastrelle contraffatte dalla Cina che sbaragliavano le nostre nella competizione internazionale sui mercati con gli altri paesi esteri sono state un bel problema. L’Europa addirittura ha riconosciuto dei dazi su questo tipo di merci, anche se ci ha messo molti anni. Ci hanno rassicurato che effettivamente in Cina non si tende più a contraffare e a copiare, ma visto che i prodotti del nostro Paese vengono visti come prodotti di eccellenza si tende più, laddove riescono, ad acquistare il marchio direttamente. Da un lato questo è anche positivo, perché è una forma di attrattività di investimenti per il nostro territorio e mantenere un buon legame è importante, dall’altro sarebbe importante non andare a mettere le nostre aziende, soprattutto quelle che hanno marchi riconosciuti, nelle condizioni di dover cedere, ma questo è un altro discorso.

Apprezziamo i rapporti per quanto riguarda il turismo; in questi anni il turismo cinese è in crescita nel nostro Paese ed è inutile negare che questa regione, che ha una forte attrattività turistica, non possa fare altro che beneficiarne. Anche degli scambi a livello universitario i nostri giovani ne potranno beneficiare. Altra cosa un po’ critica, che era emersa anche in Commissione, è che non si parla del sistema fieristico. Qualcosa è stato detto per quanto riguarda le mostre ambientali e quindi di questo tema citato nel documento di valorizzazione ambientale e sistema fieristico qualcosa verrà fuori, ma non lo vediamo citare in maniera massiccia. Visto che comunque è un sistema fieristico che ha delle difficoltà – vediamo Reggio Emilia – sarebbe stato interessante magari approfondire anche questo dettaglio. Detto questo, il nostro giudizio su questo tipo di accordi e rapporto è senz’altro positivo.

Laddove invece notiamo una certa contraddizione, e lo ripeto basandomi anche su quello che è stato il nostro emendamento, tra l’altro approvato da quest’Aula con anche i voti della maggioranza, sulla risoluzione collegata alla sessione europea, è nel rapporto internazionale col Paese Russia.

Nella vostra relazione, nella pagina 9, nelle note, riportate che il crollo del mercato con la Russia pari al 12,2 per cento riguarderebbe fattori presunti economici come il crollo della domanda di materie prime e il crollo del Rublo, fattori che comunque in buona parte sono dovuti alla speculazione finanziaria internazionale ai danni della Russia, fattori che comunque sono stati coperti da accordi che la Russia ha fatto con altri paesi, come ad esempio Iran, Turchia e Brasile, ma soprattutto con la Cina. L’accordo sulle fonti energetiche l’abbiamo visto tutti – è stato riportato anche sui giornali – e non ha fatto altro che migliorare il mercato russo, quindi queste presunte motivazioni, ossia il crollo del Rublo e della domanda delle materie prime relativamente alle nostre esportazioni verso il mercato russo, non sono assolutamente motivazioni fondanti.

D’altro canto la Russia è anche uno dei paesi che fa parte del progetto di internazionalizzazione BRICS plus, progetto sostenuto dalla Giunta negli anni passati (la C sta per Cina, la R sta per Russia) e proprio in questo noi non capiamo la contraddizione, perché da un lato andiamo verso la Cina e – ripeto – siamo perfettamente d’accordo per quanto riguarda la siglatura di questo rapporto istituzionale, però dall’altro non capiamo perché si tenda – abbiamo visto questo voto a favore e anche da questo punto di vista siamo speranzosi (mi riferisco all’emendamento sulla risoluzione collegata alla sessione europea) che la Regione in qualche modo dia attuazione a questo emendamento, perché dall’Aula comunque è passato e ci aspettiamo di vedere qualche iniziativa legata a questo – a non avere rapporti con il paese Russia, perché il crollo di quel mercato – stiamo raccogliendo dati su dati, particolarmente nel campo agroalimentare – rispetto ai dati di 1 miliardo 200 milioni di euro riportati dal nostro Governo, Banca Intesa, che insieme a Carisbo tra l’altro finanziava a Bologna, se non sbaglio, anche i rapporti con la Regione, il master di relazioni internazionali di Impresa Italia – Russia, che tra l’altro non finanziano più ed evidentemente non era un progetto così ben strutturato, hanno stimato che nel 2014 la perdita dell’interscambio commerciale italiano con la Russia ammonta a 5,3 miliardi di euro, con tra l’altro centinaia di milioni di euro persi dalle nostre aziende, ricordo soprattutto in campo agroalimentare e ricordo anche di aver letto qualcosa per quanto riguarda il campo enogastronomico.

Questo solo per fare un appunto e far notare quella che è stata un po’ una contraddizione nella discussione dell’ultimo mese. Visto che siamo tornati più volte su vari temi su questo argomento, sarebbe bello poter vedere che lo stesso interesse che si mette verso un mercato lo si possa mettere su un altro, che comunque funzionava fino a che non si è deciso di operare questa guerra non militare ma economica verso un paese, guerra che tra l’altro ci deve penalizzati e basta (lo dimostrano i dati economici) e il mercato che comunque prima era tra l’altro molto spinto. Ricordo che nel mio paese si faceva, prima del 2009, quindi solo cinque – sei anni fa, un incontro Sassuolo – Russia, con le piastrelle che andavano verso la Russia.

È una strategia – lo conferma il progetto BRICS plus sostenuto dalla Regione verso questo paese, la Cina, il Brasile, l’India e tutti i paesi che fanno parte di questa sigla – che comunque sarebbe bello sviluppare al meglio esattamente con l’impegno che ci si è messo in questo scambio di rapporti con la Cina. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Iotti. Ne ha facoltà.

 

IOTTI: Grazie, presidente. Resterei sul tema. La Russia è una grande nazione, ma in questo momento non sta all’ordine del giorno. Credo che sia invece molto importante questo accordo di partenariato per alcuni dati che vorrei mettere a punto.

L’Italia attualmente è il quarto partner europeo della Repubblica Cinese dopo la Germania, il Regno Unito e l’Olanda. Tutti i segnali economici ci dicono che per la posizione sulla mappa geografica l’Italia è destinata e ha tutto il potenziale per crescere. Per dare un numero, lo scambio commerciale Europa – Cina ha superato i 600 miliardi di euro; nel 2012 la sola città di Pechino, che comunque con venti milioni di abitanti ha la dimensione di uno stato, ha importato prodotti alimentari per 5,5 miliardi di euro e quasi analogamente la città di Shangai. Nel 2013 l’aumento del settore food made in Italy è stato del più 12 per cento ed è in continuo aumento e nel 2014 – 2015 siamo a oltre 250 milioni di euro. Complessivamente Roma e Pechino si sono scambiate 45 miliardi di dollari.

La sfida credo che sia davvero quella di pensare non più al luogo comune che vedeva nella Cina quella nazione che un po’ copiava tutto, quella nazione che aveva un arretramento tecnologico e credo che brevemente negli ultimi decenni questo scenario sia profondamente cambiato. La Repubblica Cinese ha alcune delle sue università ai primi posti mondiali e a livello di ricerca applicata sicuramente non è seconda ad altri paesi europei. Tutta la partita relativa per esempio alle rinnovabili energetiche che ci ha visto coinvolti con il fotovoltaico aveva tecnologia di base cinese. Dico questo non per esaltare un meccanismo ma realmente per rendersi conto di quelle che sono le opportunità. In questi ultimi tempi tra l’altro l’Italia è diventata anche paese di destinazione di investimenti, sebbene con discontinuità. In questo momento l’economia cinese ha un’evoluzione particolare, nel senso che da paese in sola esportazione sta trasformando il proprio mercato cercando di portare quello interno a livelli compensativi sull’export, che, data la congiuntura internazionale, sta calando. In questa logica la cooperazione industriale italiana ha davvero delle opportunità enormi per tutta quella che è l’economia regionale.

Brevemente, sull’accordo di partenariato, che non è un accordo economico e quindi non è che può stabilire quelli che sono dei vincoli relativi alla contraffazione, per la quale tutti siamo assolutamente d’accordo nel cercare di bloccarla, credo che uno dei migliori metodi e meccanismi per fermarla sia quello di portare sempre più avanti gli accordi internazionali.

Parlavo di campi di impegno comune, commercio e investimento, la capacità tecnologica anche di scambio, la valorizzazione ambientale, che, nonostante i disastri accaduti anche in Asia, è un tema che comincia a essere sentito all’interno delle politiche del governo cinese, e su questo le nostre aziende hanno molto da portare e da esportare, la cultura, e in questa regione avremo nel 2017 l’anniversario del maestro Toscanini, per il quale si stanno portando progetti in giro per il mondo e che, soprattutto in Cina, ha una notorietà pari a quella di Giuseppe Verdi, e infine il turismo. I numeri potenziali per noi sono tali da non tralasciare alcun passaggio.

Dicevo quindi un rapporto di partenariato importante che non viene dal nulla, nel senso che in questi anni sono stati già portati avanti dei progetti, e ne cito solo alcuni. Per esempio con il Guangdong è stato portato avanti un obiettivo condiviso anche con altre regioni, dove sono stati affrontati già percorsi di formazione, scambio di conoscenze e anche tra imprenditori e aziende, ma non va dimenticato che altri sono stati anche i progetti, come quello riguardante l’economia verde, la green economy internazionale che ha visto l’inserimento di imprese e di centri di ricerca in tutti quelli che sono dei settori che da noi sono al centro degli interessi, come la mobilità sostenibile ma anche i rifiuti e la gestione delle acque, e su questo anche tutto quello che riguarda lo sviluppo dei servizi green alle imprese. Su questo molte delle nostre imprese stanno sviluppando interesse per andare in quel paese, un interesse che non è più la ricerca del minor costo produttivo, se non per casi ormai residuali, ma soprattutto puntare all’estensione dei mercati, perché quelli cominciano a essere mercati anche interni estremamente interessanti. I dati dicono che delle circa centoventi imprese emiliano-romagnole insediate in Cina quattordici hanno sede nel Guangdong.

Non voglio soffermarmi, ma voglio anche sottolineare l’importanza di un progetto che ha coinvolto otto regioni italiane, tra cui l’Emilia-Romagna, che riguardava per esempio la tutela e il recupero dei beni culturali. Questo significa non solo uno scambio culturale, ma anche per le nostre imprese, e noi nonostante tutte le critiche che spesso facciamo, la nostra capacità anche nel settore del recupero è assolutamente un’eccellenza a livello mondiale, se non altro perché possediamo il 60 per cento del patrimonio culturale dell’umanità. Su questo il progetto Cultural Heritage ha portato a interventi anche in Cina, ha interessato università e credo che siano tutti settori da sviluppare. Nelle previsioni enunciate nel Forum Internazionale Asiatico, che si è svolto poco tempo fa, purtroppo disertato da quasi tutti i paesi europei, è stata portata avanti quella che sarà la linea di sviluppo dei prossimi vent’anni del governo cinese. La linea sulla quale si vogliono muovere è la teoria delle due vie della seta, quella marittima e quella ferroviaria. Dietro a questo progetto, che dovrebbe collegare via terra con ferrovia e via mare con lo sviluppo dei porti, si prevede l’investimento di 8 trilioni di dollari nei primi dieci anni, di cui 1,8 solo per queste due nuove vie.

L’arrivo in Europa di questi grandi sistemi infrastrutturali che dovranno collegare tutte quelle che sono anche le reti minori termina nel Mediterraneo con l’Italia, quindi noi abbiamo una grande opportunità. Inghilterra, Francia e Italia hanno già aderito a questo grande progetto e credo che incentivare i rapporti di scambio e di partenariato ci avvicina sempre di più a dare alle nostre aziende una grande opportunità, lasciando da parte quelli che sono i luoghi comuni e lasciando da parte tutto quello che ci fa pensare a un paese che non c’è più ed è invece una grande economia con la quale dobbiamo fare i conti, e per noi i mercati asiatici per tutti i nostri prodotti sono davvero una grandissima opportunità di sviluppo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Iotti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Come abbiamo detto anche in Commissione, abbiamo apprezzato questa iniziativa e quello che questa iniziativa rappresenta e anche l’istituzione di questo rapporto di partenariato per le ragioni che bene e meglio di me ha espresso il consigliere Iotti, sui cui numeri e contenuti rimando alle sue parole, che condivido, anche perché sono state oggettive e puntuali.

Sommessamente, visto che non è solo un partenariato di ordine economico e commerciale, ma c’è anche un valore culturale in senso ampio che è importante portare avanti, credo che sia giusto sottolineare che, in questa sede come in altre, quando parliamo dei rapporti con la Cina e con la Repubblica Popolare Cinese è giusto tener conto degli aspetti economici, commerciali, dei grandi flussi anche turistici, di cui l’Italia sicuramente può beneficiare, però sottolineo sempre che in qualche modo è anche bene tenere a mente soprattutto dal punto di vista dello scambio culturale, che c’è un tema rilevante che riguarda anche i diritti civili e politici che secondo me è bene non trascurare, perché spesso e volentieri – lo dico uscendo un attimo anche dal tema – discutiamo e ci accapigliamo su quale sia il modo per estendere i valori della democrazia, i diritti politici e civili e alla fine questo si traduce con spesso in missioni militari, poi invece magari i rapporti con altri paesi in cui i diritti politici e civili sono ugualmente calpestati, o comunque non garantiti, facciamo finta di niente.

Ovviamente non lo dico solo a quest’Aula, perché ovviamente non avrebbe senso, ma come riflessione generale perché spesso capita che in Occidente funzioni così e che in qualche modo i valori e gli interessi economici e commerciali prevalgano su tutto. Lo dico anche in questa occasione, per quello che può contare, e quando si instaurano rapporti di questo tipo con paesi che hanno caratteristiche come quella della Repubblica Popolare Cinese credo anche che in qualche modo riuscire a mettere dentro e a cercare di far presente anche questi aspetti sia importante e sia utile perché è un contributo che è giusto dare perché altrimenti le battaglie per la democrazia e per il rispetto dei diritti civili e politici acquisiscono un po’ meno senso se vengono fatti solo quando è comodo farlo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Non ci sono altri iscritti in dibattito generale.

Chiude il dibattito generale sull’oggetto 739 il Presidente della Regione Stefano Bonaccini.

 

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Noi stiamo cercando di rafforzare, perfino allargare, relazioni col mondo e l’Europa. Vi ricorderete che nel programma elettorale avevo scritto “Emilia-Romagna Regione d’Europa” convinti che in quella dimensione un paese come il nostro possa competere con i territori più avanzati d’Europa e del mondo. Personalmente, anche alla luce della vicenda greca, mi pare evidente che fuori dal perimetro dell’Unione europea non ci sia grande prospettiva per un paese da solo che voglia competere con un mondo che sta cambiando in maniera rapidissima. Questo al netto delle opinioni politiche.

Chi pensa di ritirarsi nei confini nazionali penso non sappia cosa sia l’economia del mondo. Sull’Euro o non Euro o sul Rublo - vedo che in questi giorni il leader politico della Lega dice che è meglio avvicinarsi al Rublo piuttosto che all’Euro, che è legittimo - penso che facciamo bene a stare dentro la dimensione per la quale lo stesso Tsipras dice che sarebbe una sciagura uscire dall’Euro, perché ho l’impressione che non si rifletta sulla dimensione di cosa accadrebbe il giorno dopo rispetto al tema del debito e rispetto al tema dell’energia, ma parlando di questo andremmo troppo lontano e non ho il tempo.

Quello che voglio dire è che nella dimensione europea credo che noi possiamo, anche come Regione, come sistema regionale, giocare una partita importante. Abbiamo dimostrato qual è la qualità di questa regione dal punto di vista della sua programmazione e sapete che siamo ancora oggi una delle pochissime regioni – siamo stati la prima – che ha avuto il via libera a tutta la programmazione dei fondi europei e non a caso ieri con l’assessore Costi abbiamo fatto una conferenza stampa per presentare già – in termini di tempi è clamoroso, e andate a chiedere in giro come funziona e come ci si rapporta con la burocrazia anche europea – bandi per 66 milioni di euro a disposizione di imprese e laboratori su uno degli assi del POR-FESR per quanto riguarda il tema della ricerca e dell’innovazione.

Dico questo e faccio questo riferimento perché, se vogliamo accompagnare perfino il nostro sistema produttivo, abbiamo bisogno di mettere a disposizione tutto ciò che il pubblico può mettere a disposizione in termini di erogazioni di strumenti o di fondi. I fondi europei sono un qualcosa per noi, 2 miliardi 500 milioni di euro, con certezza da poter spendere da qui al 2020 e spero saremo capaci di cofinanziare quella spesa e di programmare velocemente l’uscita dei bandi, come stiamo facendo, che è indispensabile per rafforzare e perfino adeguare il sistema produttivo, se penso al tema dell’aggregazione e dell’internazionalizzazione delle nostre imprese sui mercati stranieri.

Questo ha un riferimento col protocollo di intesa che abbiamo firmato? Assolutamente sì. D’altra parte prepareremo per quest’altro anno una missione di imprese nel Guangdong. Su questo punto vengo per ultimo e voglio ripartire dal punto dei rapporti col mondo e con l’Europa.

Noi in Europa abbiamo ad esempio dato vita a questa piattaforma sui temi giganteschi della Food Safety e Food Security, che credo debbano essere presi in considerazione da chi ha a cuore il destino del mondo sul tema di avere 9 miliardi di persone nel 2050 e di come porsi l’obiettivo che ci sia per tutti un minimo di cibo con cui poter alimentarsi e che in quel cibo per alimentarsi ci sia una prospettiva nella quale non venga deturpato definitivamente il pianeta dal punto di vista delle intensività delle coltivazioni e dal tema della sostenibilità di ciò che si produce, e quindi per un nuovo modello di sviluppo, c’è anche un tema gigantesco con cui il mondo comincia a doversi confrontare che si chiama sicurezza alimentare.

In Cina stanno un po’ meglio di prima, al netto del tema della mancanza di democrazia e dei diritti civili, a cui il consigliere Taruffi faceva riferimento e che condivido, ma è un paese che rispetto a qualche anno fa vede crescere in maniera rapida e vorticosa, con mille contraddizioni, il livello e il tenore di vita di molti dei suoi abitanti. Quando si sta meglio, ci si pone un po’ più di prima se ciò che si mangia o si dà da mangiare ai propri figli sia in grado di non fare ammalare o addirittura morire. Siamo in un momento in cui le contraffazioni sono un tema gigantesco che dobbiamo affrontare, e che qui alcuni gruppi giustamente hanno spesso posto, così come quello delle esportazioni, in cui sapete siamo campioni d’Europa nel 2014 per crescita relativa sul 2013 - l’agroalimentare è la seconda voce del manifatturiero dell’Emilia-Romagna - e con un problema vero verso la Russia, dove una parte in particolare della frutta avrebbe un mercato importante.

Non voglio entrare in una discussione che ci porterebbe lontano, però non è che ci sia un embargo perché è un vezzo di qualcuno, ma c’è l’impossibilità di esportare perché si è deciso, in nome di una scelta unilaterale della Russia di invadere un paese confinante, di prendere una posizione dal punto di vista dell’Unione europea, che – ripeto – può essere condivisibile o meno, ma certamente sono tra coloro i quali si augura che le diplomazie lavorino per affrontare e superare quel problema, in primo luogo perché con la Russia abbiamo storicamente un dialogo come paese, anche per la cerniera che abbiamo rappresentato storicamente, pur non facendo – aggiungo io – per fortuna parte del blocco dell’est nel dopoguerra, e in secondo luogo perché abbiamo un’esigenza e un bisogno di poter alimentare uno scambio economico molto importante verso un paese in cui c’è un rapporto commerciale molto importante, ma certamente quella scelta è frutto di una scelta politica molto evidente.

Dal punto di vista delle relazioni che noi mettiamo in campo, sapete che abbiamo lavorato per garantire questa piattaforma World Food Research and Innovation Forum – mi auguro che anche qualcuno di voi il 22 e il 23 settembre sia presente all’Expo a Milano – e sono stato a Bruxelles la settimana scorsa a proposito di rafforzare la nostra presenza come Regione e Regione importante e abbiamo avuto un’ottantina di diplomazie di tutto il mondo venire a partecipare al convegno che io ho concluso che indicava i temi e un confronto sui temi che sul tema della sicurezza alimentare, ma soprattutto Food Safety e Food Security, il 22 e il 23 settembre all’Expo al mondo offriremo come piattaforma di una discussione nella quale possiamo anche come sistema economico offrire un dibattito molto importante con i produttori, con coloro i quali lavorano nel campo della salute, nel campo delle filiere produttive e gli stessi governi.

Siamo poi protagonisti di questo progetto della macroregione Adriatico-Ionica insieme a otto paesi (quattro membri e quattro no) dell’Unione europea (i quattro membri sono Grecia, Croazia, Slovenia e Italia e i quattro non membri sono Montenegro, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Albania), in cui siamo protagonisti come Emilia-Romagna (guidiamo noi uno dei gruppi di lavoro, che è quello relativo al tema della verifica su possibili finanziamenti) che con un budget assegnato dall’Unione europea, che sta lavorando sulle macroregioni per contiguità territoriale e socio-economica, vi sono alcune voci, dal turismo al tema della portualità, dal tema del commercio al tema dell’energia e delle infrastrutture, che noi crediamo con quella parte di Europa così vicina a noi – nel mezzo ci sono solo l’Adriatico e lo Ionio – si possano sviluppare rapporti commerciali, culturali e anche infrastrutturali. Questo per dire il protagonismo che stiamo provando a mettere dentro a rapporti che stiamo consolidando – avremo una missione in Asia e un’altra negli Stati Uniti nel mese di novembre –, ci saranno i rapporti con gli stati a cui facevo riferimento e le venti regioni relative al progetto macroregione Adriatico-Ionica e siamo stati protagonisti di un incontro che ci ha chiesto una delle province più importanti della Colombia sul tema degli scambi commerciali all’Expo dell’agroindustria. Nell’anno dell’Expo su questo tema ci possono essere opportunità importanti.

Finisco sul Guangdong. Quella provincia aveva già rapporti con l’Emilia-Romagna per quanto riguarda il rapporto ad esempio con l’agenzia ARPA sul tema dello studio della qualità dell’aria. Noi abbiamo firmato un protocollo che è tutto dentro al rispetto dell’accordo delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina come paese e abbiamo stabilito un rapporto con la provincia più ricca e più popolosa della Cina. Qualcuno diceva che 106 milioni di abitanti valgono il più grande paese europeo. È un paese che muove verso l’Europa circa 40 milioni di nuovi turisti all’anno per i prossimi dieci anni, è un paese in crescita vorticosa, con tutte le contraddizioni che questo comporta, e un paese che vede quella provincia protagonista dello sviluppo più avanzato.

Tenete conto che dentro al protocollo che abbiamo firmato uno dei temi su cui ci hanno chiesto di collaborare con più intensità è quello della sicurezza alimentare. Non a caso la provincia del Guangdong sarà presente all’Expo a ottobre, ci sarà una delegazione di impresa e noi col mondo produttivo dell’Emilia-Romagna prepareremo dentro a quei progetti di internazionalizzazione la missione per il prossimo anno. Da questo punto di vista, cultura, turismo, impresa, sicurezza alimentare e qualità dell’aria credo siano un’opportunità per noi per provare ad allacciare rapporti che diano sbocchi in diverse direzioni.

Insomma, e concludo, credo che noi abbiamo bisogno di tenere relazioni e rapporti laddove questo possa garantire protagonismo a questa regione nel campo dei mercati europei e internazionali, se sarà capace perfino di convincere ad aggregarsi e a internazionalizzarsi una parte superiore di impresa rispetto ad oggi. Sapete che sono ventiseimila e noi ci auguriamo si possano superare le trentamila in prospettiva, e sono quelle che sui mercati stanno volando, e noi sappiamo che a volte c’è un tema di impossibilità, soprattutto per l’ossatura delle piccole e piccolissime imprese, ma per alcune piccole e medie imprese a volte c’è anche un tema di preoccupazione di non farcela o di paura di sfidare mercati mai conosciuti oppure il tema della pigrizia. Noi dobbiamo, da un lato attraverso l’utilizzo dei fondi europei e dall’altro degli strumenti che si mettono a disposizione per avere tutte le informazioni del caso e per poter attrezzarsi verso quelle sfide, aprire scambi, rapporti e relazioni col mondo, in alcuni casi da soli, in alcuni casi insieme al paese e in altri insieme addirittura all’Unione europea, e dall’altra parte provare a tenere un punto di vista che i nostri valori li possa fare garantire e rispettare.

Tenete conto che – concludo su questo – al convegno di Confindustria a Modena di poche settimane fa in collegamento da Pechino la corrispondente del Sole 24 Ore – è uscito su diversi quotidiani nazionali e internazionali – citava come un caso anomalo la firma della Regione dell’Emilia-Romagna con quella provincia, perché difficilmente firmano con gli stati nazionali, e il fatto che abbiano cercato l’Emilia-Romagna l’abbiamo vista come una grande opportunità (peraltro veniva descritta da tutti). Dobbiamo essere capaci di corrispondere alle aspettative che si sono create e verificare via via anche in quest’Aula a quali sviluppi nei prossimi anni questo risultato possa avere valore e possa raggiungere dei risultati che sono nella direzione peraltro dei termini che ho citato prima.

Citavo il caso della cultura perché quando sono stato là, sapete che a Hong Kong abbiamo inaugurato sostanzialmente questa sede distaccata, a proposito di cultura e anche di qualità che possiamo esportare dell’immagine ritrovata, della Cineteca di Bologna. Ha aperto verso un mercato così vasto, quello asiatico, in cui vi sono miliardi di persone e milioni di produzioni cinematografiche, e molto inesplorato e vede una grande opportunità per la Cineteca di Bologna che oggi è nel mondo probabilmente una delle punte più avanzate di restauro di tutto il patrimonio cinematografico del mondo. Sapete che hanno restaurato patrimoni di Charlie Chaplin, Sergio Leone e tanti altri. Questo ha a che fare direttamente anche con la possibilità, sulla quale noi lavoriamo e ci auguriamo di avere risultati, che l’investimento in cultura, ma su questo so che siamo tutti d’accordo, possa anche nei prossimi anni vedere direttamente un aumento anche delle opportunità dei posti di lavoro. Segnalo – c’entra poco con l’argomento, ma in realtà c’entra – questo bando che è appena uscito di oltre 1 milione di euro per attrarre, attraverso la legge sul cinema, le produzioni di film, di fiction e di audiovisivi verso l’Emilia-Romagna, che credo ci potrà dare la cifra se avremo azzeccato la scelta per la quale le importanti produzioni italiane e straniere possano venire a girare film, audiovisivi e fiction in Emilia-Romagna perché questo dal punto di vista del ritorno in termini di marketing territoriale e soprattutto turistico, per chi l’ha sperimentato, come alcune regioni, a partire dalla Puglia o il Friuli-Venezia Giulia, ha dato dei risultati importanti negli scorsi anni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, presidente Bonaccini.

Apro le dichiarazioni di voto. Ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Se volessi banalizzare, potrei dire che per una volta la storia di questa regione ha agevolato i rapporti con la Repubblica Popolare Cinese, quindi in questo senso prendo un po’ in giro anche me stesso nel pensare e nell’annunciare, Presidente, il voto favorevole. Prima lei diceva che c’è una disponibilità a rivedere le posizioni e mi viene da pensare, ricorrendo tra un paio di giorni l’anniversario della scomparsa di mio padre, chissà cosa avrebbe detto se avessi votato a favore della ratifica di un accordo con uno stato comunista. Battute a parte, e lo dico davvero prendendo un po’ in giro me stesso, non vogliamo ignorare il peso e la singolarità dell’iniziativa, singolarità che lei ha descritto nei tratti positivi, e in questo senso vogliamo anche pensare che il fatto che lei abbia preso la parola e abbia voluto illustrare dettagliatamente i contenuti sia un modo anche di ricercare il più ampio consenso possibile rispetto a questa iniziativa al fine che lei possa ottenere e noi conferirle il più ampio mandato per la sigla di un accordo. Non credo che gli interlocutori che noi andiamo a incomodare siano attenti anche alla geografia interna dell’Aula, però, per quello che conta, intendiamo darle, almeno per quanto riguarda la mia parte politica, il più ampio mandato possibile e voteremo a favore del provvedimento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Ringrazio il Presidente della Giunta regionale per il suo intervento. Devo dire che con questo accordo, se la dobbiamo buttare in politica, forse si realizza un vecchio slogan del passato, che diceva "la Cina è vicina"; però devo dire francamente, Presidente Bonaccini, che in realtà mi sono posto il problema del perché il Guangdong e devo dire che, sotto questo profilo, nonostante l’accordo che lei oggi ci ha presentato, già in passato la Regione Emilia-Romagna si era mossa con questa provincia. Proprio in un ambito diverso, quello degli imprenditori, il 18 aprile 2013, presso la Regione, nella Terza Torre Sala Rustica, si era tenuto un incontro su “Italia e Guangdong: sinergie per il rilancio economico” e questo nell’ambito di un processo di accordi tra varie regioni (la regione Emilia-Romagna non era l’unica, ma c’erano la Liguria, le Marche, la Puglia e la Campania), che avevano dato vita insieme al Ministero degli Affari Esteri a un progetto che era “Guangdong - Italy Traineeship”. Mi permetto di allargare un attimo il campo perché vi era già un accordo anche con un’altra provincia cinese, perché l’importante non è collezionarne molti. Noi ci siamo permessi di dire in Commissione al funzionario se potesse anche fare avere un breve sunto degli accordi che negli anni si sono sviluppati, anche per averli a mente noi, ma perché possono servire anche a chi è in una posizione di più rilevante aspetto politico e amministrativo rispetto a un semplice Consigliere. Anche con la provincia dello Zhejiang era stato intrapreso un rapporto e mi permetto di dirglielo in relazione a quanto lei diceva prima sui bandi di ieri per 66 milioni relativi allo sviluppo perché proprio con la provincia dello Zhejiang, pure cinese, vi era stato un accordo per lo sviluppo della ricerca e delle innovazioni sulla scienza della vita, in pratica alta medicina e biotecnologie.

Signor Presidente, penso che questa sia una traccia positiva e che quei fili vadano riannodati di questi accordi perché effettivamente non possiamo dimenticare che la Cina, l’India e il mondo asiatico rappresentano oggi una delle opportunità non soltanto per l’Europa ma direi anche e soprattutto per l’Italia, che ha nella specializzazione e nel livello di specializzazione delle sue imprese una considerazione quali altri non hanno. Del resto, se siamo l’industria manifatturiera che siamo, nonostante la povertà delle nostre materie prime, vuol dire solo che ce la siamo guadagnata con la capacità, perché per il resto sarebbe difficile.

D’altra parte gli imprenditori italiani che lavorano con la Cina, con l’India e con quant’altri non soltanto hanno degli ottimi riscontri sotto il profilo delle esportazioni ma il personale italiano è talmente stimato e valorizzato che oggi una delle forme che sta rendendo di più in termini di business commerciale è il fatto che le imprese italiane assicurino anche l’assistenza fatta da operatori italiani.

Questo è un po’ il nostro fiore all’occhiello, che è anche una testimonianza di come hanno funzionato - ad esempio - gli investimenti nell’ambito della specializzazione professionale e su questo accordo, per il quale politicamente (sotto il profilo nostalgico, perché ormai non esiste più niente e alla fine ho visto anche dei miei che tifano per Tsipras) non dovrei neppure io avere dubbi di non votarlo; voto a favore con la preghiera però, visto che questi sono temi che vengono trattati sempre un po’ in coda, se fosse possibile, a partire dal prossimo anno, avere una sessione su tutti gli accordi internazionali che la Regione stipula e fare il punto sulla situazione, perché penso che potrebbe servire non soltanto all’Assemblea legislativa ma anche al mondo delle imprese e del lavoro per dimostrare concretamente che non è un mondo che viene evocato solo in campagna elettorale ma che viene puntualmente non dico assistito ma curato durante il corso dei cinque anni della nostra legislatura.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Volevo solo rassicurare i consiglieri Bignami e Foti sul fatto che possono stare tranquilli, perché in Cina il comunismo ormai è morto da tanti anni...

 

FOTI: Se lo dici tu...

 

TARUFFI: Da Deng Xiaoping in poi, quindi siamo tranquilli e non c’è nessun problema. Battute a parte, ovviamente le considerazioni che facevo prima comunque non tolgono nulla all’apprezzamento del lavoro fatto e di quello che in questo partenariato si esprime. Sulle considerazioni che faceva il Presidente Bonaccini, in particolare ho apprezzato il ricordare che la Regione Emilia-Romagna è una regione che deve guardare all’Europa e al mondo. Dico che deve guardare all’Europa cercando di dare il proprio contributo in tutte le sedi per costruire anche un’Europa un po’ diversa, perché, se la Cina è vicina, la Grecia lo è ancora di più, quindi cerchiamo di dare un contributo dove e quando possiamo per cambiare questa Europa, ovviamente fermo restando che la vocazione – lo abbiamo detto anche in altre sedi e in altre occasioni – della nostra regione è fortemente europeista e fortemente aperta all’integrazione culturale, economica e sociale, quindi quello deve essere il nostro riferimento.

Lo sottolineo perché ogni tanto qualche elemento e qualche caduta la vediamo anche dalle nostre parti, per cui è bene ricordare qual è la vocazione che ha fatto di questa terra una delle regioni in cui si vive meglio in Europa.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 739.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’Assemblea approva.

 

Inversione dell’ordine dei lavori (Risoluzione oggetto 900 – ritiro)

 

PRESIDENTE (Soncini): Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli sull’ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Chiedo all’Assemblea la possibilità di porre in votazione l’oggetto 904, la risoluzione che riguarda la CISA e che abbiamo condiviso come Assemblea.

È ovvio che si tratterebbe di un’anticipazione rispetto all'oggetto che dovremmo trattare in questo momento, però chiedo formalmente di votarla adesso, senza neanche aprire una discussione, avendo il fine comune di dare un segnale positivo ai lavoratori, attivando sul piano del tavolo della trattativa che si terrà a Roma il 16 luglio una risoluzione condivisa dall'Assemblea legislativa tutta.

Pertanto, chiedo formalmente di poterla mettere in votazione prima dell'oggetto che dovremmo trattare adesso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere Pompignoli, prima di procedere con un intervento a favore ed uno contro la sua richiesta, le chiedo se ritira l'oggetto 900. Prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, in effetti avevo dimenticato di aver presentato una risoluzione questa mattina, quindi, sì, ritiro l'oggetto 900, che si è poi trasformato nell’oggetto 904, che è una risoluzione condivisa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Procediamo ad un intervento a favore e uno contro.

Ha chiesto la parola la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Chiaramente siamo d'accordo; abbiamo dimostrato con i fatti, cioè scrivendo assieme questa risoluzione, di avere superato le incomprensioni di questa mattina. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Rontini.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, della richiesta di inversione dell'ordine dei lavori avanzata dal consigliere Pompignoli.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’inversione dell'ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 904

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere ogni azione possibile, in tutte le sedi opportune, finalizzata alla salvaguardia dei livelli occupazionali della CISA di Faenza (RA), per evitare la delocalizzazione dell'azienda che causerebbe un impoverimento socio-economico del comprensorio romagnolo. A firma dei Consiglieri: Rontini, Liverani, Pompignoli, Fabbri, Bignami, Bertani, Gibertoni, Sassi, Bagnari, Torri, Caliandro, Foti, Bessi, Calvano, Taruffi

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Procediamo quindi con l'oggetto 904: Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere ogni azione possibile, in tutte le sedi opportune, finalizzata alla salvaguardia dei livelli occupazionali della CISA di Faenza (RA), per evitare la delocalizzazione dell'azienda che causerebbe un impoverimento socio-economico del comprensorio romagnolo, a firma dei consiglieri Rontini, Liverani, Pompignoli, Fabbri, Bignami, Bertani, Gibertoni, Sassi, Bagnari, Torri, Caliandro, Foti, Bessi, Calvano, Taruffi. È aperto il dibattito generale.

Nessun consigliere avendo chiesto di intervenire, dichiaro chiuso il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare in sede di dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, della risoluzione, oggetto 904.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione, oggetto 904, è approvata.

 

OGGETTO 418

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo volte ad esprimere contrarietà circa la soppressione del Corpo Forestale dello Stato. A firma dei Consiglieri: Foti, Fabbri, Rainieri, Liverani, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Pompignoli, Bignami

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 410

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad evitare la soppressione del Corpo forestale dello Stato. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sassi

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 902

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi opportune affinché sia garantita, nella predisposizione dei decreti legislativi di riorganizzazione delle funzioni di polizia, l'organizzazione di una polizia ambientale e agroalimentare. A firma dei Consiglieri: Bessi, Taruffi, Caliandro, Torri, Boschini, Montalti, Rossi Nadia, Pruccoli, Serri

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo quindi alla discussione dell’oggetto 418, Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo volte ad esprimere contrarietà circa la soppressione del Corpo Forestale dello Stato, a firma dei consiglieri Foti, Fabbri, Rainieri, Liverani, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni e Pompignoli, cui è abbinata la discussione dell’oggetto 410, Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad evitare la soppressione del Corpo Forestale dello Stato, a firma dei consiglieri Bertani e Sassi, cui è abbinata la discussione dell’oggetto 902, Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi opportune affinché sia garantita, nella predisposizione dei decreti legislativi di riorganizzazione delle funzioni di polizia, l'organizzazione di una polizia ambientale e agroalimentare, a firma dei consiglieri Bessi, Taruffi, Caliandro, Torri, Boschini, Montalti, Rossi Nadia, Pruccoli.

È aperto il dibattito generale congiunto. Dieci minuti ad intervento.

Ha chiesto la parola il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente.

Proprio oggi, i giornali riferiscono di un’ipotesi di fusione tra il Corpo Forestale dello Stato e l'Arma dei Carabinieri. Io penso che in questo momento sia giusto esprimersi quantomeno sul fatto che un riordino delle forze di polizia non debba avvenire solo ed esclusivamente per ragioni di natura economica, ma debba avvenire per ragioni soprattutto di natura funzionale. Non possiamo dimenticare il ruolo che ha svolto il Corpo Forestale dello Stato nell'arco della sua non breve storia, né possiamo dimenticare l'importanza che esso ha acquisito soprattutto dopo la legge di riforma del 2004. Perché, con tale legge di riforma, al Corpo Forestale dello Stato sono stati codificati – direi – alcuni poteri che prima lo stesso non aveva. Oggi, è sotto gli occhi di tutti coloro i quali la vogliono vedere l'importanza del Corpo Forestale dello Stato nell'azione di prevenzione per quanto riguarda la protezione dell'ambiente, dell'agricoltura, del territorio, ed anche per quanto riguarda la competenza nel settore agroalimentare.

Ebbene, proprio in questo periodo, un periodo caldo anche sotto il profilo climatico, mi viene in mente quante volte abbiamo audito, nell'ambito delle Commissioni Agricoltura e Ambiente della Camera, il responsabile del Corpo Forestale dello Stato con riferimento, ad esempio, ad un tema di protezione ambientale qual è quello degli incendi boschivi. Si tratta, infatti, di una materia che è stata per anni delegata interamente al Corpo Forestale dello Stato, dal quale si pretendevano interventi immediati, salvo magari lasciare i canadairs senza la possibilità di volare perché non avevano carburante a sufficienza.

Ma a prescindere da questo, penso che siano legittime tutte le ipotesi di riforma e di accorpamento, però non posso dimenticare che l'ultima ipotesi, quella di accorpamento con l'Arma dei Carabinieri, lascia abbastanza perplessi, perché è vero che l'Arma dei Carabinieri ha al proprio interno il Nucleo Operativo Ecologico, è vero che ha un Nucleo Antisofisticazioni, ma è anche vero che sono - appunto - dei nuclei. Non si tratta di nuclei che, nell'ambito dell’organizzazione statuale, sono presenti in tutte le regioni, con un livello di specializzazione unico ed invidiato, direi.

Io non voglio farla molto lunga, ma ritengo che una risoluzione che inviti il Governo ad evitare passi affrettati e che soprattutto dica qual è la nostra opinione rispetto a questo paventato accorpamento di una forza di polizia che, ripeto, soprattutto in temi strettamente collegati a quelli di competenza della regione, ha sempre brillato per la sua efficienza e capacità, sia del tutto condivisibile. A mio avviso, la regione dovrebbe dichiarare che un accorpamento fatto più per ragioni di risparmio che per ragioni di efficienza non può trovare consenso.

Ora, non so quale sia in realtà la volontà del dispositivo della risoluzione presentata dal gruppo del Partito Democratico. Mi pare che anch'essa sostanzialmente preveda un livello di unitarietà di un'organizzazione di polizia ambientale e agroalimentare, però debbo dire che nelle premesse – così non interverrò dopo sulla risoluzione del PD – vi è un riferimento alla polizia provinciale che francamente non considero molto lineare. A mio avviso, indipendentemente dalle funzioni che la polizia provinciale svolge oggi sul territorio delle province e che domani potrà svolgere nell’ambito delle attività dei comuni, un corpo di polizia autonomo qual è quello della Forestale, anche se si volesse cambiarne la denominazione o accorparne alcune funzioni, abbia ragion d'essere, nel senso che allo stesso Corpo potrebbero essere aggregati altri settori specialistici, ma non smontare questo Corpo, per poi realizzarne uno ex novo che, francamente, non si capisce per quale ragione dovrebbe nascere sulle ceneri di qualcosa che fino ad oggi ha funzionato in modo egregio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Colleghi, comunico che all'oggetto 418 si è aggiunta la firma del consigliere Bignami e che all'oggetto 902 si è aggiunta la firma della consigliera Serri. Vi ricordo che siamo in dibattito generale congiunto.

Ha chiesto la parola il consigliere Bessi. Ne ha facoltà.

 

BESSI: Grazie, presidente.

Il Partito Democratico ha votato in Senato un ordine del giorno che si inserisce nel percorso tracciato dal ministro Martina, che è inserito quale riferimento nelle premesse della nostra risoluzione, premesse che venivano precedentemente citate dal consigliere Foti. Da parte del Governo vi è una legge delega che è all'esame del Parlamento; vi è un percorso; vi è sicuramente la volontà di riorganizzare le forze di polizia, che attualmente sono cinque o sei. Sicuramente ogni settimana qualche articolo di giornale paventa fusioni o aggregazioni varie, però direi che, per noi, come linea tracciata, vale quest'ordine del giorno, che riprendiamo ed arricchiamo con alcuni riferimenti all’esperienza dell’Emilia-Romagna in termini di rapporto con il Corpo Forestale dello Stato.

In questo documento definiamo una serie di impegni, tra cui in particolare rafforzare il processo di riorganizzazione con riferimento alle funzioni di polizia ambientale e agroalimentare, anche valutando possibili forme di coordinamento, così favorendo una reale innovazione istituzionale. In tal senso, ci spinge questa capacità di integrazione e di valutazione nelle sedi opportune, quali sono quelle del Parlamento.

Noi concordiamo con quanto ha specificatamente dichiarato il ministro Martina, ossia che l'Italia ha bisogno di un Corpo Forestale, e lo sottolineiamo – appunto – con la risoluzione che presentiamo oggi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bessi.

Ha chiesto la parola il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Anche noi siamo molto preoccupati per questo disegno di legge, dal quale traspare una criticità legata al destino del Corpo Forestale dello Stato. Si parla di eventuale assorbimento, laddove “eventuale assorbimento” potrebbe anche significare disperdere la capacità di questo Corpo nell'agire sui territori e il suo legame con i territori.

A tal proposito, voglio ricordare, come in parte ha già anticipato il consigliere Foti, che dalla riforma del 2004 il Corpo Forestale può stipulare convenzioni con le regioni, attraverso le quali nella nostra regione in particolare svolge importanti compiti. Per esempio, ci dà una mano nella Sala operativa unificata permanente, nell’ambito di una convenzione di collaborazione nel settore ambientale. Quindi il Corpo Forestale della nostra regione svolge controlli nel settore forestale, paesaggistico e ambientale; controlli nelle aree protette e controlli nell'agricoltura biologica, DOP e IGP; controllo, censimento e cartografia degli incendi boschivi; certificazione sulle sementi; controlli sulle acque.

Nel 2014 il Corpo Forestale, nella nostra regione, ha svolto più di 30 mila controlli, elevando quasi 1,5 milioni di contravvenzioni, che peraltro finiscono nella disponibilità degli enti locali della regione. Quindi ha un rapporto importante con la nostra regione.

Non muoverci, come Regione, nel ribadire che il Corpo Forestale per noi è importante e che questo eventuale assorbimento è un rischio, un rischio di dispersione di queste capacità, tanto è vero che non solo noi ma anche altre regioni lo stanno dicendo, sarebbe un errore. Addirittura il Procuratore Nazionale Antimafia ha espresso le proprie perplessità. “Si potrebbe osservare – dice il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti – che non lo sopprimiamo ma lo accorpiamo e lo facciamo assorbire nella Polizia di Stato”, adesso forse nel Corpo dei Carabinieri.

Noi temiamo che questo eventuale assorbimento, che forse risponde ad esigenze di finanza e di spending review, che sicuramente – questa è la mia opinione personale – non porterà assolutamente ad alcun risparmio, potrebbe rischiare di stemperare di molto il patrimonio di conoscenze e di esperienze, quindi la capacità investigativa di questo Corpo, che noi sosteniamo, essendo il nostro più diretto e stretto collaboratore con la Procura nazionale e con le procure distrettuali per quanto riguarda i reati ambientali. Ribadiamo con forza che questo progetto, così com'è strutturato oggi, è veramente pericoloso. Quindi l'impegno che richiede il PD nella sua risoluzione, secondo noi, non è assolutamente sufficiente.  Pertanto, sicuramente voteremo contro la risoluzione del PD.

Noi, invece, chiediamo alla giunta di farsi parte diligente nei confronti del Governo per scongiurare il pericolo che il Corpo Forestale venga soppresso o accorpato, con conseguente dispersione delle sue capacità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto la parola il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Solo due brevi riflessioni in merito a queste tre risoluzioni, preannunciando il nostro voto favorevole a quella del Movimento 5 Stelle, alla risoluzione che, come gruppo Lega Nord, abbiamo sottoscritto, e un voto di astensione rispetto alla risoluzione presentata dal gruppo del Partito Democratico.

Si tratta di un tema importante, come è stato già sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto. Dobbiamo trattare quest'argomento a causa dell’incapacità del Governo di risolvere tematiche importanti, qual è la riorganizzazione dell'Amministrazione Pubblica, ma anche il controllo del territorio.

Devo dire che mi fa specie che il Partito Democratico – che peraltro nel Consiglio regionale ha un esponente di spicco, il segretario del PD, che credo a livello nazionale debba contare qualcosa – a Roma decida un certo tipo di sviluppo delle politiche verso i corpi dello Stato, come il Corpo Forestale, come il corpo provinciale, che tuttora esiste, salvo in Regione approvare qualcos'altro che, peraltro con poca chiarezza, non risolve la questione. Secondo me, se ci troviamo a discutere di questo tema, dobbiamo ringraziare il Governo Renzi, in particolare la riforma Delrio. La Lega Nord, a livello parlamentare, cercherà di far ragionare il Governo, perché crediamo che il controllo dell'ambiente, ma anche la tutela animale, debbano essere preservati.

Il Corpo Forestale dello Stato è un corpo molto importante, che sicuramente va riformato, anzi in alcuni casi va rivista la collocazione dei forestali, perché non è possibile che la nostra regione paghi lo scotto rispetto ad altre dove i forestali sono molti di più. Crediamo che, in una logica di spending review e di riforma generale dello Stato, il Governo nazionale debba riflettere circa l’opportunità di inserire la polizia provinciale all'interno del Corpo Forestale dello Stato, così come aveva paventato all'inizio della riforma statale.

Detto questo, avendo già preannunciato le nostre intenzioni di voto, accolgo con piacere il fatto che anche il Partito Democratico, nella sua proposta, ancorché poco chiara, tenti di mettere una pezza a all’azione di Governo, proprio per tutelare i nostri territori e i nostri concittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Fabbri.

Ha chiesto la parola la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Semplicemente per sostenere il percorso di riorganizzazione e il riordino di quella che deve essere una forza e uno strumento a sostegno di politiche che il PD e il Governo stanno portando avanti in maniera chiara. A tal proposito, faccio solo un esempio: la legge sulle ecomafie che è stata approvata poche settimane fa e che finalmente mette un punto e chiarisce in maniera definitiva il percorso rispetto ai reati eco-ambientali e rispetto alla visione del PD sull'ambiente e sui temi ad esso connessi, visione che sta cercando di concretizzare e chiarire una volta per tutte.

Nel momento in cui prosegue il percorso di queste politiche, è fondamentale dotarsi di uno strumento che possa portare avanti quell'azione di monitoraggio e controllo fondamentale per potere fare in modo che veramente le norme funzionino ed abbiano un'efficacia, e che siano portate avanti nella maniera più seria possibile. In tal senso, noi abbiamo fiducia nell'impegno assunto dal Governo e dal Ministro. Sappiamo che esiste una tradizione che può essere portata avanti con delle professionalità importanti, ma ci rendiamo conto che, in un momento di riorganizzazione come quello che stiamo vivendo, questa può essere anche un’opportunità per rafforzare questi fondamentali strumenti di controllo e sanzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Montalti.

Non essendovi altri iscritti a parlare, chiudo il dibattito generale. Apro le dichiarazioni di voto congiunte. Cinque minuti a gruppo.

Ha chiesto la parola il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Per ribadire il voto a favore della nostra risoluzione e di quella presentata dal consigliere Foti, e per aggiungere, siccome vi è stato un accenno alle polizie provinciali, che sicuramente, nell'ambito di questa riforma, potrebbe essere interessante valutare l'accorpamento della polizia provinciale al Corpo Forestale, dato peraltro che in Emilia-Romagna il Corpo forestale è sotto organico, vantando una carenza di organico pari al 36 per cento. Attualmente ci sono 410 unità, quindi l'organico dovrebbe essere di circa 640 unità. Quindi sarebbe sicuramente interessante.

Preannuncio che voteremo contro la risoluzione presentata dal PD perché non ci sembra sufficiente a difendere quest'importante presidio che opera sui nostri territori. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto la parola il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Intervengo per esprimere il sostegno alla risoluzione di cui siamo firmatari assieme al PD (non c'è solo il PD, ma questo è un problema di vecchia data), ma anche per cogliere l'occasione per esplicitare un passaggio finale a cui teniamo particolarmente, che in qualche modo ha a che fare con la legge sul riordino che oggi abbiamo evocato diverse volte. Lo esplicito in modo diretto, dicendo che l’impegno è ad agire – leggo testualmente – in tutte le sedi più opportune perché siano rafforzate nel processo di riorganizzazione le funzioni di polizia ambientale e agro-alimentare, anche valutando possibili forme di coordinamento con le funzioni di polizia già esistenti in altri corpi, così favorendo una reale innovazione istituzionale. Ora, come dicevamo prima, esiste anche il tema della polizia provinciale che, per quanto riguarda la Città metropolitana di Bologna, è ancor più complesso che non per gli altri corpi delle altre polizie provinciali. Volendo spendere qualche parola su tale circostanza, penso che, visto che tutti abbiamo detto che la legge di riforma delle province è stata fatta male, che ci siamo trovati a dover mettere le mani per risolvere problemi che il Governo non ha risolto, per vedere di dare ai lavoratori che prestano servizio per un ente una prospettiva che non sia di sei mesi, all'interno di quest’impegno possa e debba esserci anche la previsione di quello che sarà il passaggio per quanto riguarda il tema della polizia provinciale. Vale a dire, cioè, che la riorganizzazione delle funzioni di polizia ambientale non può non riguardare anche la polizia provinciale, che detiene delle competenze anche in quel settore.

È un problema significativo, riguarda alcune centinaia di dipendenti, quindi di lavoratori della nostra regione. Segnatamente ribadisco che la condizione a mio avviso più critica riguarda l’ex polizia provinciale di Bologna a seguito del passaggio a Città metropolitana, quindi credo che l'impegno della Giunta debba andare anche in questo senso e in questa direzione.

Inoltre, con riferimento all’ultimo passaggio dell’intervento del consigliere Bertani, devo dire che probabilmente ci sono elementi di verità nelle considerazioni che questi svolgeva, ma è anche vero che questo passaggio è stato tenuto volutamente un po' più ampio, proprio perché voleva includere le suesposte problematiche. Penso che nel passaggio sulla legge di riordino, il tema della prospettiva dei lavoratori della polizia provinciale debba trovare una risposta un po' più definita. So che il provvedimento nazionale dà una soluzione, ma so anche che non riesce a dare una prospettiva concreta ad alcune decine di lavoratori, quindi penso che non possiamo esimerci dall'affrontarlo compiutamente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto la parola il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Presidente, chiedo che la votazione abbia luogo mediante dispositivo elettronico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, su tutti e tre gli oggetti? Il consigliere Bertani mi fa cenno di sì, bene. La sua richiesta è accolta.

Pertanto, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 418, a firma del consigliere Foti ed altri, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

14

Contrari

 

24

Astenuti

 

--

 

La risoluzione, oggetto 418, è respinta.

Si proceda ora alla votazione della risoluzione, oggetto 410, a firma del consigliere Bertani e Sassi, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

16

Contrari

 

22

Astenuti

 

--

 

La risoluzione, oggetto 410, è respinta.

Si proceda quindi alla votazione della risoluzione, oggetto 902, a firma del consigliere Bessi ed altri, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

24

Contrari

 

7

Astenuti

 

7

 

La risoluzione, oggetto 902, è approvata.

 

PRESIDENTE (Soncini): Colleghi, sono le 17,42, abbiamo esaurito tutti gli argomenti iscritti all’ordine del giorno. Buona serata.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,44

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA e Giuseppe PARUOLO.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 15/1 “Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge, di iniziativa del consigliere Foti recante “Norme per la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari della Regione Emilia-Romagna”. A firma della Consigliera: Serri”

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 25

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 16

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 8

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Palma COSTI, Andrea LIVERANI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 418 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo volte ad esprimere contrarietà circa la soppressione del Corpo Forestale dello Stato. A firma dei Consiglieri: Foti, Fabbri, Rainieri, Liverani, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Pompignoli, Bignami”

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 14

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 24

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Alessandro CARDINALI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 11

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Palma COSTI, Gian Luigi MOLINARI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 410 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad evitare la soppressione del Corpo forestale dello Stato. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sassi”

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 16

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 22

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Alessandro CARDINALI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 11

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Palma COSTI, Gian Luigi MOLINARI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 902 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi opportune affinché sia garantita, nella predisposizione dei decreti legislativi di riorganizzazione delle funzioni di polizia, l'organizzazione di una polizia ambientale e agro alimentare. A firma dei Consiglieri: Bessi, Taruffi, Caliandro, Torri, Boschini, Montalti, Rossi Nadia, Pruccoli, Serri”

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 24

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Alessandro CARDINALI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 7

Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 7

Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 11

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Palma COSTI, Gian Luigi MOLINARI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Simonetta SALIERA.

 

Ordine del giorno

 

OGGETTO 15/1 “Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge, di iniziativa del consigliere Foti, recante “Norme per la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari della Regione Emilia-Romagna”. A firma della Consigliera: Serri”

 

«L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare “Politiche Economiche”;

 

Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare;

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

895 - Interrogazione a risposta scritta circa i nuovi standard riguardanti l'assistenza ospedaliera. A firma del Consigliere: Bignami

896 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione dei passaggi a livello esistenti nel territorio regionale. A firma del Consigliere: Bignami

897 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la riqualificazione urbana di immobili siti nel Comune di Cesenatico. A firma del Consigliere: Bertani

899 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti irregolarità relative a prodotti alimentari di origine avicola avvenute nel territorio forlivese. A firma del Consigliere: Bignami

903 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti Hera ed HerAmbiente, con particolare riferimento alla vendita del macero ed ai prezzi praticati alle cartiere. A firma del Consigliere: Bignami

 

Il consigliere Foti ha richiesto di trasformare l’interrogazione n. 757 in interrogazione a risposta scritta che pertanto viene ad assumere la seguente denominazione:

 

757 - Interrogazione a risposta orale in Commissione trasformata in interrogazione a risposta scritta, circa la condivisione, in tema di immigrazione, della posizione in merito espressa dal Presidente della Regione Lombardia. A firma del Consigliere: Foti

 

Risoluzioni

 

900 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere ogni azione possibile al fine di salvaguardare i livelli occupazionali dell'Azienda CISA di Faenza (RA), evitando delocalizzazioni e licenziamenti che comporterebbero un impoverimento socio-economico del comprensorio romagnolo. (06 07 15) A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni

901 - Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso il Governo della proposta di determinare le fasce di reddito per il calcolo del ticket sanitario in base al reddito pro-capite e su tale parametro rivedere gli scaglioni di reddito e i relativi ticket. (07 07 15) A firma dei Consiglieri: Paruolo, Boschini, Rontini, Caliandro, Serri, Soncini, Prodi, Ravaioli, Rossi Nadia, Lori, Zoffoli, Marchetti Francesca, Poli, Pruccoli, Mumolo, Iotti, Montalti, Bessi, Zappaterra, Bagnari

902 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi opportune affinché sia garantita, nella predisposizione dei decreti legislativi di riorganizzazione delle funzioni di polizia, l'organizzazione di una polizia ambientale e agro alimentare. (07 07 15) A firma dei Consiglieri: Bessi, Taruffi, Caliandro, Torri, Boschini, Montalti, Rossi Nadia, Pruccoli, Serri

904 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere ogni azione possibile, in tutte le sedi opportune, finalizzata alla salvaguardia dei livelli occupazionali della CISA di Faenza (RA), per evitare la delocalizzazione dell'azienda che causerebbe un impoverimento socio-economico del comprensorio romagnolo. (07 07 15). A firma dei Consiglieri: Rontini, Liverani, Pompignoli, Fabbri, Bignami, Bertani, Gibertoni, Sassi, Bagnari, Torri, Caliandro, Foti, Bessi, Calvano, Taruffi

(Comunicazione n. 13 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2015/1342 del 08/07/2015)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

Espandi Indice