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34.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 28 LUGLIO 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 751

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni» (13)

(Continuazione esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 751/1 - oggetto 1048 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

(Ordine del giorno 751/2 - oggetto 1049 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 751/3 - oggetto 1050 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 751/4 - oggetto 1051 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 751/5 - oggetto 1052 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

ZAPPATERRA (PD)

BERTANI (M5S)

ZAPPATERRA (PD)

ZAPPATERRA (PD)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SEL)

CALIANDRO (PD)

ZAPPATERRA (PD)

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

ZAPPATERRA (PD)

PETITTI, assessore

BERTANI (M5S)

BERTANI (M5S)

ZAPPATERRA (PD)

BERTANI (M5S)

ZAPPATERRA (PD)

FOTI (FdI)

ZAPPATERRA (PD)

FOTI (FdI)

FABBRI (LN)

CALIANDRO (PD)

ALLEVA (Altra ER)

TARUFFI (SEL)

BIGNAMI (FI)

GIBERTONI (M5S)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

PETITTI, assessore

 

Ringraziamento a Chiara Fontanesi, vincitrice per la quarta volta del titolo mondiale di motocross femminile

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 842

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disciplina a sostegno dell'inserimento lavorativo e dell'inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l'integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari» (14)

(Relazione, discussione ed esame articolato)

(Ordine del giorno 842/1 - oggetto 1058 - Presentazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MARCHETTI Francesca, relatrice

ALLEVA (Altra ER)

GIBERTONI (M5S)

BOSCHINI (PD)

SENSOLI (M5S)

ALLEVA (Altra ER)

TORRI (SEL)

SONCINI (PD)

MUMOLO (PD)

FOTI (FdI)

BIANCHI, assessore

SENSOLI (M5S)

MARCHETTI Francesca (PD)

SENSOLI (M5S)

MARCHETTI Francesca (PD)

SENSOLI (M5S)

MARCHETTI Francesca (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 751

Emendamenti oggetti 751 - 1049

Gli emendamenti sull’oggetto 842 sono pubblicati in allegato al Resoconto 35 – Seduta pomeridiana del 28 luglio 2015

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,46

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la trentaquattresima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno dichiarato di non poter partecipare alla seduta la Presidente Saliera per un problema personale e gli assessori Costi e Venturi.

 

OGGETTO 751

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni» (13)

(Continuazione esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 751/1 - oggetto 1048 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

(Ordine del giorno 751/2 - oggetto 1049 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 751/3 - oggetto 1050 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 751/4 - oggetto 1051 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 751/5 - oggetto 1052 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo l’esame dell’articolato dell’oggetto 751 e iniziamo con il dibattito generale sull’articolo 17, su cui non insiste alcun emendamento. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Nomino scrutatori i consiglieri Iotti, Ravaioli e Sassi.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 17.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 17 è approvato.

Passiamo all’articolo 18, su cui non insiste nessun emendamento.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 18.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 18 è approvato.

Passiamo all’articolo 19, sul quale insistono due emendamenti, il 17 a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni e il 36 a firma dei consiglieri Sabattini e Zappaterra.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 17, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 17 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 36, a firma dei consiglieri Sabattini e Zappaterra.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 36 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 19, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 19 è approvato.

Passiamo all’articolo 20.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 20.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 20 è approvato.

Passiamo all’articolo 21.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 21.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 21 è approvato.

Passiamo all’articolo 22, su cui insiste un emendamento, il 14, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 14 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 22.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 22 è approvato.

Passiamo all’articolo 23.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 23.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 23 è approvato.

Passiamo all’articolo 24.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 24.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 24 è approvato.

Passiamo all’articolo 25.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 25.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 25 è approvato.

Passiamo all’articolo 26.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 26.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 26 è approvato.

Passiamo all’articolo 27.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 27.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 27 è approvato.

Passiamo all’articolo 28.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 28.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 28 è approvato.

Passiamo all’articolo 29.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 29.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 29 è approvato.

Passiamo all’articolo 30.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 30.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 30 è approvato.

Passiamo all’articolo 31.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 31.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 31 è approvato.

Passiamo all’articolo 32.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 32.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 32 è approvato.

Passiamo all’articolo 33.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 33.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 33 è approvato.

Passiamo all’articolo 34, su cui insistono tre emendamenti, il 38, il 39 e il 40 a firma dei consiglieri Zappaterra, Calvano, Taruffi, Caliandro, Bignami e Foti.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 38, a firma dei consiglieri Zappaterra, Calvano, Taruffi, Caliandro, Bignami e Foti.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 38 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 39, a firma dei consiglieri Zappaterra, Calvano, Taruffi, Caliandro, Bignami e Foti.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 39 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 40, a firma dei consiglieri Zappaterra, Calvano, Taruffi, Caliandro, Bignami e Foti.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 40 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 34, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 34 è approvato.

Passiamo all’articolo 35.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 35.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 35 è approvato.

Passiamo all’articolo 36.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 36.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 36 è approvato.

Passiamo all’articolo 37.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 37.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 37 è approvato.

Passiamo all’articolo 38.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 38.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 38 è approvato.

Passiamo all’articolo 39.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 39.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 39 è approvato.

Passiamo all’articolo 40.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 40.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 40 è approvato.

Passiamo all’articolo 41.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 41.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 41 è approvato.

Passiamo all’articolo 42.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 42.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 42 è approvato.

Passiamo all’articolo 43.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 43.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 43 è approvato.

Passiamo all’articolo 44.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 44.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 44 è approvato.

Passiamo all’articolo 45.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 45.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 45 è approvato.

Passiamo all’articolo 46.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 46.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 46 è approvato.

Passiamo all’articolo 47.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 47.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 47 è approvato.

Passiamo all’articolo 48.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 48.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 48 è approvato.

Passiamo all’articolo 49.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 49.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 49 è approvato.

Passiamo all’articolo 50.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 50.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 50 è approvato.

Passiamo all’articolo 51.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 51.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 51 è approvato.

Passiamo all’articolo 52.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 52.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 52 è approvato.

Passiamo all’articolo 53, su cui insiste un emendamento, il 18, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. In questo articolo c’è la previsione dell’istituzione dell’agenzia regionale del lavoro. Noi semplicemente con questo emendamento chiediamo che l’attivazione dell’agenzia sia subordinata all’entrata in vigore delle disposizioni statali, tanto che nell’ordine del giorno presentato dal PD si dice che il combinato disposto di tutte queste norme è ancora in via di definizione causano grandissima incertezza rispetto al futuro. Sicuramente quella di creare un’agenzia può essere una scelta politica che uno può fare, ma sicuramente attivare un’agenzia ad oggi, quando ancora non viene fatto il distacco funzionale, perché ancora c’è questa grande incertezza, secondo noi non ha senso. Il direttore generale di questa agenzia sarà da nominare quando l’agenzia avrà senso che parta e al momento noi chiediamo che l’agenzia aspetti di essere attivata quando il quadro sarà più chiaro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Apro le dichiarazioni di voto sull’emendamento e sull’articolo 53.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Per anticipare il voto contrario perché il tema dell’agenzia del lavoro è stato lungamente discusso anche in Commissione e ha ragione il consigliere Bertani che la scelta politica è di anticipare l’agenzia nazionale e nel frattempo utilizzare il nostro personale nell’agenzia nuova per il lavoro per cominciare a farla funzionare senza bisogno di aspettare l’agenzia nazionale, sulla quale certamente lavoreremo in coerenza, ma abbiamo la presunzione, partendo prima, di poter adeguare l’agenzia regionale alle necessità delle politiche attive del lavoro che riguardano la nostra regione senza ritardare troppo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 18, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 18 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 53.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 53 è approvato.

Passiamo all’articolo 54, su cui insistono tre emendamenti, il 33 a firma del consigliere Alleva, il 19 a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni e il 37 a firma dei consiglieri Sabattini e Zappaterra.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Semplicemente il nostro emendamento è una riformulazione del precedente perché secondo noi, così com’è scritto, si può prestare a interpretazioni errate. Il testo così com’è scritto dice “concorrere alla ricerca delle imprese ospitanti i giovani assunti”, ma non è che dobbiamo cercare le imprese che ospitano i giovani assunti, ma dobbiamo promuovere interventi che aumentino il numero di imprese che siano disponibili a ospitare giovani. Era una semplice riformulazione che secondo noi è più chiara.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Su questo già per dichiarazione di voto favorevole perché riteniamo che la formulazione del testo proposta sia migliore rispetto alla precedente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 33, a firma del consigliere Alleva.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 33 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 19, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 19 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 37, a firma dei consiglieri Sabattini e Zappaterra.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 37 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 54, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 54 è approvato.

Passiamo all’articolo 55.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 55.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 55 è approvato.

Passiamo all’articolo 56.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 56.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 56 è approvato.

Passiamo all’articolo 57.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 57.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 57 è approvato.

Passiamo all’articolo 58.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 58.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 58 è approvato.

Passiamo all’articolo 59.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 59.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 59 è approvato.

Passiamo all’articolo 60.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 60.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 60 è approvato.

Passiamo all’articolo 61.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 61.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 61 è approvato.

Passiamo all’articolo 62.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 62.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 62 è approvato.

Passiamo all’articolo 63.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 63.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 63 è approvato.

Passiamo all’articolo 64.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 64.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 64 è approvato.

Passiamo all’articolo 65, su cui insiste un emendamento, il 60, a firma dell’assessore Gualmini e della consigliera Zappaterra.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. L’emendamento è ritirato perché è stato presentato per un errore materiale rispetto alla lettura del testo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Chi lo ritira? Mi pare che la prima firmataria sia l’assessore Gualmini. Ieri avete letto Gualmini. Sicuramente c’è scritto Gualmini.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La firma della consigliera Zappaterra è stata aggiunta dopo. La prima firma è Gualmini.

 

FOTI: È il primo firmatario che deve ritirarlo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La Vicepresidente, in nome e per conto della consigliera Zappaterra, ha chiesto alla consigliera Zappaterra di ritirare l’emendamento. Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Non mi è chiaro qual è il motivo della discussione, a fronte di due firmatari di un provvedimento e in costanza di assenza del primo firmatario, che peraltro delega il secondo firmatario, e perché stiamo interrompendo i lavori di questo Consiglio. La ringrazio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. La firma della consigliera Zappaterra rispetto all’originale, consigliere Caliandro, è stata aggiunta. Ciò detto, dato che il consigliere Caliandro dovrebbe sapere che non vale il principio per il quale se c’è un assente allora l’emendamento decade, perché così avete votato in Commissione, l’assente vale come presente. Non si può giocare su due tavoli diversi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ma questo non decade. Viene ritirato dalla consigliera Zappaterra, che ha aggiunto la firma dopo.

 

FOTI: O ci capiamo o non ci capiamo. Il problema è che essendo stato dichiarato ammissibile e votabile in ogni situazione, anche l’emendamento del soggetto che è assente, e io ho sollevato il tema in Commissione, a nulla vale il ragionamento che la Gualmini è assente, perché rimane ugualmente prima firmataria. O la Gualmini firma che ritira l’emendamento o è molto più corretto, ma non lo dico per il caso di specie ma il precedente che costituisce, votare contro l’emendamento ed è chiuso il discorso. Non si può dire che un firmatario ritira la firma e allora ritira per tutti, perché non è così. Io lo avevo sollevato non a caso, perché mi sono permesso di dire che reputo abbastanza assurdo che uno presenti ventimila emendamenti, va al mare e noi dobbiamo votare ventimila emendamenti, col principio che è stato statuito in Commissione. Non so chi era presente, ma sicuramente il Presidente Pompignoli sa che io l’eccezione l’ho sollevata, perché ritenevo che in assenza dell’unico firmatario l’emendamento decade, ma in Commissione ci è stato precisato che in ragione del nostro regolamento si vota comunque. Se si vota comunque in assenza del firmatario, la consigliera Zappaterra può ritirare la sua firma, ma la Vicepresidente Gualmini dovrebbe ritirare la sua firma. Io non so se agli atti avete questo, perché a noi avete distribuito altro. Io ho quello che avete distribuito voi. Nel dubbio tanto vale respingerlo. Abbiamo perso più tempo a discutere che a respingere.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Semplicemente per far notare che forse questi disguidi nascono anche per la super fretta che abbiamo di presentare questi provvedimenti e poi magari qualche refuso può scappare. Tra l’altro questo refuso mi sembra di averlo fatto notare io. A noi è stato consegnato un emendamento firmato dalla sola Gualmini e vorrei sapere se la firma della consigliera Zappaterra è stata aggiunta prima o dopo la discussione generale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Sinceramente non capisco il problema. Votiamo contro questo emendamento e andiamo avanti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Anche io onestamente non capisco perché non lo stiamo votando, anche se devo sottolineare che la surroga per delega orale è già in atti e quindi mi sembra abbastanza bislacco tutto questo ragionamento. Possiamo confrontarci sulla costituzione formale e sulle regole di questo Regolamento, ma nessuno ci potrà dire che la delega orale conferita alla consigliera Zappaterra è inefficace. Vi ringrazio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Giusto per confermare quanto appena detto dal consigliere Caliandro, per stare ancora tutti più tranquilli, la mia firma è stata aggiunta mentre eravamo ancora in discussione generale, ritiro la mia firma e annuncio il voto contrario del gruppo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 60, a firma della vicepresidente Gualmini.

 

(È respinto all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 60 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 65.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 65 è approvato.

Passiamo all’articolo 66.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 66.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 66 è approvato.

Passiamo all’articolo 67, su cui insistono due emendamenti, il 20 a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni e l’emendamento 5 a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Il nostro emendamento tenta di porre almeno un argine temporaneo al discorso della Polizia provinciale. So che c’è già un ordine del giorno sul quale ci siamo già confrontati, ma secondo noi anche all’interno del progetto di legge possiamo porre una distinzione.

Al sesto comma, sotto comma b), sono citati coloro i quali svolgono compiti di Polizia provinciale e sotto c) coloro i quali sono addetti ai centri per l’impiego, mentre al settimo comma entrambi vengono citati come ricollocati solo a seguito del processo di riordino.

Noi chiediamo che vengano scorporati i due commi in modo da, in attesa del riordino – pare che ci siano degli emendamenti in arrivo che possano garantire che la Polizia provinciale possa svolgere ancora le proprie funzioni – salvaguardare la professionalità acquisita anche dando luogo all’individuazione di ambiti ottimali per lo svolgimento di dette funzioni. Non vogliamo disperdere questa capacità che abbiamo come stiamo già rischiando di fare anche col Corpo Forestale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Soltanto per collegarmi al discorso del consigliere Bertani e dire che in relazione al decreto-legge in fase di conversione al Senato vi è l’autorevole espressione del sottosegretario De Micheli di ieri dato e distribuito a tutte le agenzie secondo il quale saranno le regioni a decidere il destino della Polizia provinciale atteso che il transito automatico, per quanto riguarda il personale stesso, ai comuni non è più automatico.

Penso che sotto questo profilo, pur essendo oggi discussa la questione - bisogna aspettare che i vacanzieri vadano al Senato - perché mi pare che ieri sia mancato quattro volte il numero legale. Quando capitava ai tempi del Governo Berlusconi c’erano le paginate sui giornali, mentre oggi non ci sono neanche i trafiletti, ma evidentemente prendo atto che anche nel gruppo del PD del Senato il week-end si prolunga tradizionalmente al lunedì. D’altra parte è sempre stata la Camera alta e quella che ha lavorato sempre di meno nella storia del Parlamento italiano.

Ciò detto, volevo far presente, soprattutto all’Assessore, che mi pare che questa disposizione di legge, se e in quanto convertita, di fatto ponga la Regione Emilia-Romagna nelle condizioni di poter fare delle valutazioni sicuramente più pregnanti e diverse rispetto a quelle inizialmente ipotizzate, perché a decreto-legge in vigore – sia ben chiaro – finché non è convertito continua a esserci la norma in ragione della quale il personale della Polizia provinciale è trasferito ai comuni, ma nel momento in cui vengono approvati gli emendamenti e viene convertito il disegno di legge in legge, con gli emendamenti prospettati e comunque già accolti, è evidente che si apre una parentesi nuova per la quale chiedevo soltanto se era possibile sapere dal relatore o dall’Assessore quali erano i vostri orientamenti in ordine a questa che non è un obbligo ma un’opportunità, perché mi pare che sia aggiuntiva e non sostitutiva della questione.

Si dice che le regioni, se vogliono, possono decidere il destino della Polizia provinciale. Dato che, dati alla mano che ci erano stati letti anche in Commissione, mi pare che il numero dei dipendenti della Polizia provinciale in tutta la regione è un numero significativo, ma non sicuramente pregnante rispetto al numero totale dei dipendenti delle province, era interessante capire se in questa giornata che è passata tra lunedì e oggi, a fronte di questa notizia, era stata fatta o meno una valutazione di merito.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Anche per anticipare il voto contrario all’emendamento 20 del Movimento 5 Stelle perché ha ragione il consigliere Foti quando dice che alla Camera è passato l’emendamento, peraltro richiesto dalle Regioni, che finalmente non ragiona solo di personale della Polizia provinciale ma tiene insieme personale e funzione – anche ieri nel dibattito abbiamo detto che era strategico perché nessuno può svolgere la funzione di vigilanza senza avere il personale mentre col decreto 78 semplicemente si statuiva che il personale della Polizia provinciale transitava nei corpi di Polizia municipale, non sapendo bene come si sarebbe potuta svolgere la funzione – e ci consente di superare l’impasse.

Noi abbiamo comunque deciso di votare l’ordine del giorno sottoscritto da tutti proprio perché il passaggio al Senato ci deve ancora essere e probabilmente verrà convertito così. Non intendo sostituirmi all’Assessore nella domanda che lei ha posto, però posso credo qui anticipare le riflessioni che abbiamo fatto nel merito. Le Regioni possono e per quanto riguarda l’Emilia-Romagna vuol dire che eserciteremo appieno la facoltà, almeno sulla vigilanza, ovviamente vedendo il testo non appena il decreto verrà convertito e confrontandoci, come abbiamo fatto sugli altri temi con le province e con i territori per capire come la vigilanza sui reati ambientali, il controllo del territorio possano al meglio essere svolte, considerato che adesso questa possibilità c’è.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Ha chiesto di parlare l’assessore Petitti. Ne ha facoltà.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Solo per aggiungermi alle considerazioni che faceva adesso la consigliera Zappaterra. Al momento non è cambiato ancora il quadro, nel senso che la norma non è ancora in vigore. C’è questa possibilità, come veniva sottolineato anche dal consigliere Foti, data alle Regioni, ma parliamo solo per funzioni non fondamentali e per personale ben preciso, senza divisa.

Sostanzialmente possiamo dire che per le funzioni fondamentali possono – questo lo possiamo dire già adesso – restare in provincia, però è chiaro se vi è la copertura economica da parte della stessa Provincia, cioè se rientra in quel famoso 50 per cento della vecchia dotazione organica che ovviamente è data alle province.

Al momento questa è la situazione ma noi, come abbiamo già detto e com’è stato sottolineato dalla consigliera Zappaterra, stiamo portando avanti questa riflessione anche in questi giorni col Governo per trovare una soluzione al problema.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

Apro la dichiarazione di voto sugli emendamenti e sull’articolo 67.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo in dichiarazione sull’emendamento 20. Chiediamo anche di salvaguardare la preesistente distribuzione territoriale, quindi voteremo a favore del nostro emendamento proprio perché avevamo chiesto in Commissione ad esempio cosa succederà di chi si occupa di turismo, ma anche di chi seguiva le pratiche del POR. Non abbiamo capito se verranno in regione o se si sposteranno.

Con questo emendamento chiediamo che anche chi si occupa di queste attività (attività produttive, commercio e turismo) rimanga sul territorio perché è un servizio che serve al territorio. Comunque è anche una garanzia per il personale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 20, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni. 

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 20 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 5 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 67.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 67 è approvato.

Passiamo all’articolo 68.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 68.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 68 è approvato.

Passiamo all’articolo 69.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 69.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 69 è approvato.

Passiamo all’articolo 70.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 70.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 70 è approvato.

Passiamo all’articolo 71.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 71.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 71 è approvato.

Passiamo all’articolo 72.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 72.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 72 è approvato.

Passiamo all’articolo 73.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 73.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 73 è approvato.

Prima dell’articolo 74, abbiamo l’istituzione di un nuovo articolo con l’emendamento 21 a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Semplicemente perché chiediamo di introdurre una clausola valutativa. Una legge così complessa, seppure nominata legge ponte, introduce grosse variazioni che secondo noi andranno valutate. La nostra legislazione regionale prevede l’introduzione di clausole valutative e siamo rimasti un po’ stupiti che questa legge non la prevedesse, quindi chiediamo di inserire una clausola valutativa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Per dichiarazione di voto favorevole. Noi non abbiamo presentato l’emendamento perché abbiamo visto che c’era già quello del Movimento 5 Stelle per sopperire, quindi voteremo a favore del loro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 21, istitutivo di un nuovo articolo, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 21 è approvato.

Articolo 74. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 74.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 74 è approvato.

Passiamo all’articolo 75, su cui insiste un emendamento, il 22 a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Semplicemente, visto che andiamo a rimettere mano a buona parte del corpus legislativo regionale, ci siamo accorti – è la prima volta che ho fatto il relatore di minoranza in una fusione (Montescudo e Montecolombo) – che tutte le volte che c’è una fusione citiamo l’istituzione dell’Osservatorio dei comuni di Valsamoggia, Bazzano e Castello di Serravalle, quindi facciamo riferimento sempre a quella prima legge di fusione.

Visto che mettevamo mano a tutta la parte fusioni, chiediamo – ci sembra anche corretto – di aggiornare la norma e istituire un Osservatorio dei processi di fusione non riferendosi più a quell’unica fusione che era quella originaria di tutte le fusioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Per dichiarazione di voto contraria, Presidente, perché le unità tecniche di missioni servono a monitorare anche questi aspetti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 22, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi e Gibertoni.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 22 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 75.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 75 è approvato.

Passiamo all’articolo 76.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 76.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 76 è approvato.

Passiamo all’articolo 77.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 77.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 77 è approvato.

Passiamo all’articolo 78.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 78.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 78 è approvato.

Passiamo all’articolo 79.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 79.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 79 è approvato.

Passiamo all’articolo 80.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 80.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 80 è approvato.

Passiamo all’articolo 81.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 81.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 81 è approvato.

Passiamo all’articolo 82.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 82.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 82 è approvato.

Passiamo all’articolo 83.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 83.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 83 è approvato.

Passiamo all’articolo 84.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 84.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 84 è approvato.

Passiamo all’articolo 85. Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 85.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 85 è approvato.

Passiamo all’articolo 86.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 86.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 86 è approvato.

Passiamo all’articolo 87, su cui insistono due emendamenti, il 56 e il 57 a firma del consigliere Foti.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Non mi illudo sicuramente che nell’ambito del procedimento di semplificazione legislativa vengano accolti questi due emendamenti, però vorrei solo fare una riflessione in ordine alla razionalità di una parte di questo articolo. Il terzo comma dice che sono abrogati i seguenti articoli della legge regionale 21 aprile 1999: a) articolo 118 e b) articoli 185 e 186. Il successivo quarto comma dice che le disposizioni contenute negli articoli di cui al terzo comma, lettera b), cioè gli articoli 185 e 186, continuano ad applicarsi fino alla data di entrata in vigore della legge regionale prevista dall’articolo 64, quinto comma. Se noi andiamo a leggere l’articolo 64, quinto comma, dice testualmente che con successiva legge regionale in materia di organizzazione del servizio farmaceutico sono disciplinati in particolare il procedimento di formazione e revisione della pianta organica, di cui al secondo comma, nonché i casi in cui le funzioni comunali sono esercitate dalle unioni costituite ai sensi della legge regionale 21/2012 e a seguito dell’approvazione della legge il personale provinciale impiegato sulle funzioni viene trasferito con le modalità previste dalle norme contenute nel Titolo III della presente legge.

In buona sostanza, realizziamo un combinato disposto di questo tipo: abroghiamo due articoli ma nel comma successivo diciamo che i due articoli rimangono in vigore finché non verrà modificata la legge regionale di riferimento. Ma non era più semplice tenere in vigore gli stessi articoli e abrogarli nel momento in cui la legge regionale veniva modificata? Mi pare effettivamente un bizantinismo di ordinaria follia quello che viene introdotto nell’ordinamento oggi, perché siamo all’abrogazione postdatata di norma.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarazione di voto. Questa discussione si è già svolta in Commissione e per questo il consigliere Foti sa già che l’impostazione, che pure abbiamo approfondito, non ci convince, quindi anticipo il voto contrario sia sull’emendamento 56 sia sul 57 semplicemente perché la funzione delle disposizioni che prevedono un’abrogazione rinviata nel tempo è quella di chiarire fin da ora quale sarà l’assetto normativo a seguito della riforma in materia di farmacie, di cui si parla all’articolo 64, quinto comma.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarazione di voto. Io non penso che in una legge si debba dire oggi o ammonire oggi cosa si farà nella legge di riforma di domani. Mi pare che dovrebbero essere principi generali. Qui si dice semplicemente che le due norme sono in vigore e cesseranno di essere in vigore quando verrà ad essere approvata ed entrare in vigore la legge di riforma. Mi risulta che nelle leggi di riforma abitualmente si abrogano le norme che sono incompatibili con la stessa o non più utili ai fini stessi, quindi non so cosa non vi possa convincere, ma forse soltanto la cocciutaggine vostra o quella degli uffici che vogliono difendere un principio inesistente sotto il profilo del diritto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 56, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 56 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 57, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 57 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 87.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 87 è approvato.

Passiamo all’articolo 88.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 88.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 88 è approvato.

Si è così concluso l’esame dell’articolato e passiamo ora alle dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno e del provvedimento. Ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti.

Gli ordini del giorno sono il 751/1, a firma dei consiglieri Piccinini, Sassi, Sensoli, Gibertoni e Bertani; il 751/2, a firma dei consiglieri Taruffi, Zappaterra, Calvano, Sabattini, Montalti, Nadia Rossi, Bagnari, Caliandro, Serri, Francesca Marchetti, Piccinini, Bertani, Prodi, Lori, Boschini e Zoffoli, su cui insistono tre emendamenti a firma dei consiglieri Piccinini e Bertani; il 751/3, a firma dei consiglieri Zappaterra, Sabattini, Montalti, Bagnari, Caliandro, Taruffi, Calvano, Boschini, Zoffoli, Ravaioli, Serri e Rontini; il 751/4, a firma dei consiglieri Zappaterra, Caliandro, Montalti, Zoffoli, Ravaioli, Serri, Rontini e Boschini e il 751/5, a firma del consigliere Foti.

Apro la dichiarazione di voto – ribadisco – congiunta sui cinque ordini del giorno, gli emendamenti che insistono sull’ordine del giorno 751/2 e sul provvedimento finale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Intervengo in merito al provvedimento. Come in molti casi succede, quando si vuole porre rimedio alle incongruenze del sistema, si assiste a una corsa spasmodica culminata in una discussione asfissiante in Commissione e ora in quest’Aula per arrivare nel corso dell’estate – stranamente - a un riordino delle funzioni dell’assetto normativo.

Sull’onda della legge Delrio l’Emilia-Romagna dà la sensazione di essere corsa troppo avanti volendo procedere come fa spesso il Premier Matteo Renzi con lo slancio di chi vuol dare un messaggio di rapidità ma dimenticando che in alcuni casi i tempi non devono essere solo rapidi ma anche giusti per poter provvedere con coerenza a un riassetto complessivo dei compiti e delle funzioni.

Il risultato che quest’oggi abbiamo davanti è una riforma pasticciata, piena di lacune e punti controversi. Per coerenza nei confronti dell’elettorato e nel rispetto delle funzioni istituzionali dell’Assemblea legislativa, faremo fino in fondo il nostro dovere, ma anticipo già che, pur rimanendo in quest’Aula, la nostra sarà un’espressione di dissenso palese verso un provvedimento che non condividiamo nella forma e nella sostanza, per esempio per questa sua stessa natura intrinseca di vedere sottratte competenze ai territori.

Il provvedimento è stato incardinato secondo quanto prescrivono gli articoli 16 e 19 verso le agenzie, le quali costituiscono centri di competenza interistituzionale. Quello che dovrebbe essere uno snodo di efficienza ed efficacia dà la sensazione di costituire un balzello in più su molte di queste questioni. Penso ad esempio alla possibilità di richiedere il procedimento di valutazione di impatto ambientale (la VIA), fino a ieri attribuito alle province mentre ora la norma attribuisce il tutto alla Regione, a Bologna, Città metropolitana, e alle province secondo quanto previsto dalle disposizioni vigenti. Qui troviamo il primo paradosso, nel senso che prima, attraverso le agenzie, la Regione si imputa delle funzioni di concessione, autorizzazione, analisi, vigilanza e controllo delle materie previste (articolo 14), salvo poi, nella stessa legge, scaricare il tutto sull’ARPA.

Questo strano rimpallo di responsabilità è ancora più confuso, se possibile, nel momento in cui la Regione interpreta le sue funzioni amministrative in materia di energia. Qui troviamo che interpreta funzioni di rilascio di intese per le opere di competenza statale previa acquisizione di parere dell’agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia, un rompicapo istituzionale. L’esempio che viene qui riportato illustra come dalla montagna sia fuoriuscito il classico topolino, dal momento che le varie istituzioni citate (Regioni, unioni, comuni e province) continuano a esercitare le loro funzioni apparentemente conservando quattro livelli istituzionali anziché semplificare.

Non va meglio sul versante della protezione civile e delle funzioni di controllo afferenti a sicurezza idraulica, sorveglianza e servizi di piena. Troviamo anche un riferimento all’Autorità di bacino, ma al punto 3 dell’articolo 20 individuiamo che alle autorità stesse sono attribuite solo funzioni di segreteria, quindi amministrative, mentre le spese rimangono in capo alla Regione, mentre ai comuni e alle unioni vengono delegate funzioni nella gestione della forestazione, vincolo geologico, tutela dei castagneti e similari. Questo su carta può anche essere un modo di decentrare le funzioni, ma dobbiamo anche tenere presente che già ora i comuni non riescono a far fronte alla gestione del verde, come l’abbattimento delle alberature, per non parlare della situazione delle strade provinciali di tutta la regione.

Fumose anche le disposizioni di individuazione del personale da parte della Regione, anche perché l’area metropolitana e le province assegnano alle agenzie regionali. Per il tema del personale servirebbero nuove norme dato che il contratto regionale dei dipendenti non ammette lo spostamento con le azioni da voi descritte del personale, che pare semplice e automatico da una casella all’altra del pubblico impiego. Complessivamente per le funzioni ambiente ed energia sono previste 280 unità di personale da ricollocare e che passeranno alla nuova ARPA, di cui duecento dalle province e ottanta dalla Regione. Le spese sono previste in 9 milioni 600 mila euro, comprese le spese di funzionamento. Circa cinquanta unità passeranno dalla Provincia alla Regione, di cui venticinque sulle materie della difesa del suolo e venticinque sulla protezione civile, con un aumento di spesa di 2 milioni 400 mila euro, insomma, tra possibili aumenti di costi per alcuni enti senza precisare dove verranno reperite queste risorse.

Visto il groviglio complesso e confuso di norme, trovo che la Regione avrebbe fatto meglio a ragionare ancora a mente fredda sulle conseguenze portate da questo riordino complessivo di norme. Altre regioni a noi vicine a livello territoriale (penso alla Lombardia e alla Toscana) hanno legiferato in maniera molto più snella e comprensibile facendo in pratica una legge ponte in attesa della riforma costituzionale, mentre l’Emilia-Romagna ha cercato di fare, come spesso accade, la prima della classe, esponendosi eccessivamente e producendo una specie di mostro che rischia anche di essere fuori dai futuri schemi costituzionali. Il burocratese sembra il linguaggio preferito dai nostri amministratori regionali.

Per queste e per una serie di altre ragioni individuabili da una lettura attenta di questo provvedimento, annuncio il voto contrario del nostro gruppo politico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Fabbri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Questa due giorni dedicata a questa importante legge di riforma del nostro sistema istituzionale e del nostro sistema di relazioni della nostra Regione rappresenta evidentemente la mission con la quale affrontiamo tutto il mandato amministrativo e ognuno di noi ha deciso di starci a modo suo. Lo abbiamo sentito poco fa che c’è chi ha deciso di non assumere responsabilità nei confronti dei territori e c’è anche chi ha deciso di non ascoltare.

Lo dicevo ieri nell’intervento più lungo per ragioni di tempo, in cui abbiamo dato atto dell’importante lavoro fatto dalla relatrice, dall’assessore Petitti, dalla Giunta e da tutti i Consiglieri nelle loro Commissioni, di maggioranza e di minoranza, quantomeno quelle attente e quelle interessate allo sviluppo di questo territorio, di ascolto e responsabilità. Pensare che il richiamo alla legge migliore sia quella che non si assume la responsabilità e quindi invocare come legge migliore di riordino quella ponte significa fare l’esatto opposto di quello che ci chiedono i nostri cittadini. I nostri cittadini ci chiedono di decidere e ci chiedono di dare risposte immediate ai problemi.

Noi siamo una Regione che ha intenzione di competere a testa alta con tutte le Regioni più avanzate d’Europa e per questo abbiamo definito una serie di interconnessioni istituzionali con questa riforma che fanno della Regione Emilia-Romagna non, quello che pure è stato raccontato da alcuni lettori distratti, un insieme di sovrapposizioni tra il concerto di funzioni e il concerto di competenze, ma un sistema di regole e di governance che distribuiscono poteri e capacità di azione. I prossimi anni saranno segnati all’insegna di interventi della riforma istituzionale che questa legge ci consente tale per cui avremo una grande città metropolitana e avremo delle grandi aree vaste che insieme contribuiranno a una grande regione.

Certo, si può guardare col caleidoscopio dei propri desiderata, ma diritti, riformismo e istituzioni viaggiano di pari passo quando in una legge come questa c’è la possibilità di descrivere la nuova regione, quella delle grandi sfide. È vero, sulla risoluzione che chiede alla Ferrari di non spostare la sede da Maranello, abbiamo trovato l’unanimità, ci siamo raccontati delle eccellenze emiliane, ma siamo bravissimi a raccontare le storie che non scriviamo in prima persona. Oggi avevamo tutti la possibilità di scrivere la storia della nostra Regione in prima persona cercando di interagire, alcuni di noi lo hanno fatto e alcuni di noi hanno cercato di fare sintesi. L’accoglimento reciproco degli emendamenti, in alcuni casi, ha rappresentato l’idea stessa di istituzione. Auspico che nel corso di questo mandato lo standing istituzionale di questa Assemblea sia all’altezza di queste grandi riforme. Per questo il PD vota a favore e va avanti con l’azione di governo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Grazie, presidente. Solo per annunciare il voto contrario de L’Altra Emilia-Romagna. Riteniamo che questa legge sia criticabile sotto molti profili, direi di metodo oltre che di merito. Io spero che non si verifichi più, ma si è già verificato purtroppo, questo schema di funzionamento, quello per cui la Giunta cova fino all’ultimo e per molto tempo un progetto e quando lo rende pubblico già pronto comincia una pressione per l’approvazione celere rispetto alle Commissioni, ai singoli Consiglieri, con limitazioni temporali per la presentazione di emendamenti, dopodiché l’atteggiamento è quello di una impermeabilità del testo che è uscito fuori dopo un così lungo periodo di incubazione rispetto ad apporti che vengano da settori non della maggioranza.

È un’esperienza molto frustrante per chi la vive e io ho vissuto questa frustrazione sia perché ritengo che la legge non abbia un giusto equilibrio nelle sue parti sia perché ogni sforzo di portare un contributo e discuterlo si scontra con la fretta di concludere il testo così com’è e poi si vedrà. Faccio un esempio per tutti perché effettivamente mi ha colpito: tra le novità di questa legge c’è anche l’istituzione dell’agenzia regionale per il lavoro, una cosa importante che potrebbe avere grandi sviluppi, ma che presupporrebbe innanzitutto che coloro i quali sono i protagonisti del patto per il lavoro, cioè le forze sociali (sindacati datoriali, sindacati dei lavoratori, Regione ed enti pubblici) possano avere la conoscenza vera del mercato del lavoro, e questa dovrebbe essere data dall’agenzia.

Io avevo proposto un’anagrafe pubblica del lavoro, ma questa cosa non era prevista nel testo iniziale e dunque non può avere realizzazione, il che significa che ci riempiremo la bocca del patto per il lavoro ma non sapendo sulla base di che cosa dovrebbero essere fatti i patti per il lavoro, cioè gli impegni e i singoli contratti e le singole convenzioni.

Tutto il grande tema del governo territoriale vede la Regione in qualche maniera accedere a un decentramento nel quale è venuto meno il ruolo delle province e tutto si sposta verso gli enti locali con i sindaci che saranno insieme protagonisti dei piani di espansione comunali e poi saranno anche presenti in sede provinciale. Vi è un fallato notevolissimo del personale provinciale; non è vero che i lavoratori hanno seguito le funzioni, tant’è vero che c’è un forte esubero che viene fronteggiato come si può, con prepensionamenti, a forza di ripieghi e improvvisazioni, ma la verità è che si sono persi alcuni migliaia di posti di lavoro.

Per altri aspetti invece vi sono profili di accentramento – sto pensando per esempio a ciò che è previsto in materia sanitaria – e nel complesso ritengo che questa legge non costituisca affatto una risposta né definitiva né appagante ai problemi del riordino. Forse è un ponte, ma un ponte temo che non sia, come detto ieri, un ponte del diavolo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Alleva.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Ho sentito anche questa mattina osservazioni di vario tipo sul provvedimento in esame e alcune mi hanno colpito perché, come ho detto ieri, provengono da chi si è sottratto al confronto di merito, ha evitato di avanzare proposte, emendamenti e di discutere del provvedimento e credo che questo sia l’elemento più squalificante per chi poi intende muovere osservazioni complessive al provvedimento e al disegno di legge. Ieri alcuni dei Consiglieri della Lega Nord criticavano il fatto che questo fosse un provvedimento ponte e oggi il Capogruppo dice che è criticabile perché non è un provvedimento ponte e sarebbe stato auspicabile fare un provvedimento di legge più snello.

Io penso che bisogna decidersi su quale delle due strade assestare le critiche. Come dicevo ieri, sottrarsi al confronto su un provvedimento che ha come titolo il sistema di governo regionale e degli enti locali, si qualifica da sé.

Detto questo, per quanto ci riguarda, il testo definitivo che abbiamo approvato questa mattina sicuramente è un testo migliore rispetto a quello uscito dalla Giunta, anche grazie al lavoro che in Commissione abbiamo fatto, all’intenso confronto che si è sviluppato, come ho detto ieri, con la relatrice di maggioranza, con le forze sociali in queste settimane e in qualche modo anche grazie al contributo che abbiamo dato, perché parte degli emendamenti che sono stati accolti sono stati il frutto di questo lavoro di confronto di cui siamo tutto sommato lieti. Ovviamente questo progetto di legge non risolve tutti i problemi che ci sono sul tappeto e, come ho detto ieri e lo ribadisco oggi, ci troviamo di fronte a un sistema di riforme nazionali che non ci convince, in particolar modo, come abbiamo detto ieri, la riforma Delrio non è secondo noi una buona riforma e non traccia quella che dovrebbe essere la linea giusta, e penso che con questa legge in parte andiamo anche a rimediare ad alcuni aspetti aperti e non risolti dalle norme del Governo Renzi, però non li risolviamo tutti i problemi e questo ce lo dobbiamo dire, come abbiamo detto ieri, e su alcuni punti non indifferenti dovremo tornare presto.

Penso ad esempio alla riforma della legge 20/2000 per quanto riguarda la pianificazione territoriale e urbanistica, perché noi qua oggi non risolviamo quello che è un vulnus aperto rispetto alle competenze per l’organizzazione e la pianificazione territoriale. Penso al tema della Polizia provinciale, che rimane aperto. Dirò due parole in un minuto sull’ordine del giorno che presentiamo congiuntamente ad altri gruppi che ha lo stimolo nei confronti della Giunta per assicurarsi presso il Governo che le soluzioni vengano individuate all’atto della trasformazione del decreto Madia in legge, che dovrebbe arrivare i primi di agosto. Sulla Polizia provinciale il tema rimane aperto e penso che dovremo tornare su questo passaggio per assicurare una definizione puntuale delle funzioni e dei lavoratori che quelle funzioni dovranno svolgerle, anche perché se facciamo la legge contro gli eco reati e chiudiamo la Polizia forestale e la Polizia provinciale mi viene anche da chiedere chi può concretamente andare a verificare questi reati ambientali. Penso che su questo bisognerà intervenire, come pure sul centro per l’impiego, per quanto riguarda la costituzione dell’agenzia regionale per il lavoro.

Noi siamo intervenuti, insieme alla consigliera Zappaterra, firmando emendamenti che avevano ad esempio sul personale il tema del distacco funzionale del personale e credo che sia stato un passaggio importante e significativo che rivendichiamo, perché è vero che i provvedimenti arrivano in Aula spesso con una certa celerità, ma penso anche che l’organizzazione complessiva dei lavori dell’Assemblea, e quindi dei percorsi legislativi sia per quanto riguarda la Giunta sia per quanto riguarda l’Assemblea, dovremo rivederli a partire da settembre, perché è difficile, specie per i gruppi meno numerosi, riuscire a stare sul pezzo in modo serio e penso che il contributo che ciascuno di noi può dare è un contributo che va colto e quindi bisogna mettere tutti i gruppi nelle condizioni di poter lavorare e su questo chiedo ai colleghi di maggioranza e di Giunta di fare una riflessione più complessiva sui nostri lavori e sulla produzione legislativa.

Per l’insieme di questi motivi, il nostro sarà un voto favorevole, ma sarà un voto favorevole “condizionato” al rispetto di quelli che sono gli impegni che ci siamo assunti di risolvere i temi che abbiamo lasciato aperti perché su questo noi vigileremo con attenzione e con fermezza. Sui temi che ho citato adesso a partire da settembre ci saremo e chiederemo alla maggioranza e alla Giunta di essere puntuali, come ci siamo detti in questi giorni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. In realtà, ascoltando anche l’intervento del collega Fabbri, in effetti tanti accenti che ha sottolineato ci preoccupano perché, come abbiamo anche fatto e proposto emendamenti, oggettivamente ci sarebbero diversi motivi per votare contro. C’è un motivo per non votare contro, che è la garanzia dell’Assessore di costruire un percorso condiviso e partecipato. Ovviamente le decisioni dovranno essere assunte utili al superamento di questa situazione di passaggio, anche a fronte della riforma costituzionale, se mai vedrà la luce, e della legge Delrio, che è una legge davvero orribile, ed è su questo che noi alimentiamo e fondiamo il nostro voto di astensione.

Oggettivamente crediamo che l’Assessore abbia acquisito un credito e un’affidabilità nei lavori di istruzione e di preparazione della legge, non che ci abbia concesso molto, ma è stata leale nel dirlo, e speriamo di non dovere a dicembre dire che avevano ragione i colleghi della Lega a interrompere ab origine questo rapporto fiduciario su questa specifica legge.

Ci asterremo, come abbiamo anche insieme ad altri colleghi ispirato la nostra condotta di voto in sede di votazione all’articolato, e attendiamo che alla ripresa dei lavori si possa partecipare effettivamente a quella realizzazione e costruzione di percorso che – gliene diamo atto ed è per questo che ci asterremo – l’Assessore ha valorizzato in sede di replica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Volevo sottolineare le questioni già sollevate dal consigliere Alleva, tramite i suoi emendamenti, che noi appoggiamo e che ci sono sembrati, in particolare per la questione urbanistica, trascurata da questa legge, una questione di particolare gravità.

Ricordo che per la nostra Costituzione, all’articolo 117, l’urbanistica è materia di tipo concorrente nella quale lo Stato è chiamato a emanare una legge quadro contenente i principi fondamentali e le regioni legiferano per le rimanenti parti, però in coerenza con tali principi già emanati. Non avendo lo Stato ad oggi ancora emanato una legge cornice generale sulla materia, i principi generali vanno quindi desunti dalla legge urbanistica nazionale, che è una legge del 1942, la 1150, tuttora vigente e dalle sue successive modificazioni e integrazioni.

Come ha già ricordato il consigliere Alleva, la funzione di controllo sui piani urbanistici dei comuni è una funzione che certamente in questo momento era delle province, ma è una funzione propria della Regione, in forza dell’articolo 117 della nostra Costituzione. La Regione Emilia-Romagna, a partire dalla famosa 20/2000, quella che diciamo su cui bisogna tornare, e non era così però con la precedente legge regionale 47, quella del 1978, ha deciso, per quello che noi riteniamo un malinteso principio di sussidiarietà, di delegare tale delicatissimo compito alle province, che allora erano però un organo elettivo di primo grado e il Consiglio provinciale era scelto direttamente dai cittadini elettori, cosa che ora non esiste più.

Oggi con la riforma Delrio del 2014 le province e le città metropolitane sono divenute organi elettivi di secondo grado, emanazione diretta dei sindaci e dei Consigli comunali, ed è quindi evidente che non possono, per un indiscutibile principio generale che vieta di far coincidere controllato e controllore, esercitare alcun potere di verifica e controllo sugli strumenti urbanistici dei comuni, che ricordo sono proposti dalle Giunte comunali, nominati dagli stessi Sindaci e approvati dai Consigli comunali.

Lo stesso consigliere Foti ieri ricordava il caso della mia provincia di appartenenza, Modena, in cui il Sindaco, ex assessore Muzzarelli, coincide col Presidente della Provincia, quindi si troverà, quando le nuove linee del PSC cominceranno a venire fuori, a essere controllore e controllato, quindi ad approvarsi da sé le nuove linee del PSC e i futuri documenti preliminari. La nostra proposta quindi, che in questo senso coincideva con gli emendamenti di assoluta intelligenza e di buonsenso proposti anche dal consigliere Alleva, era quella, e sarebbe stato necessario su questo avere una concertazione fattiva, di trasferire da subito alla Regione il personale provinciale, oggi addetto alla verifica dei piani, quindi riportare in Regione quelle verifiche in piena adesione al nuovo assetto istituzionale e in conformità – non dimentichiamocelo – al dettato costituzionale. La maggioranza in questo senso notiamo che si è distinta da un’arroganza che però non doveva trovar luogo in questo caso proprio perché si è parlato di una riforma del governo degli enti locali, di una riforma di governo da fare insieme, a cui chi si sottraeva denotava che non aveva voglia di confronto e forse non si riteneva una forza di governo, eppure chi si è sottratto è proprio quella che è la forza di governo in questa regione.

Ha rifiutato ogni discussione sul punto e questa è una cosa di cui terremo conto. Tuttavia ciò non significa affatto che la partita sia chiusa, proprio perché è una partita di fondamentale importanza, potendo sullo specifico punto eccepire, e noi lo esortiamo a un’attentissima lettura e vigilanza, il commissario di governo al quale ci appelliamo in ultima istanza in nome della nostra Carta costituzionale, in particolare in nome dell’articolo 9, che tutela il paesaggio secondo una moderna concezione oggettiva e storicistica, che fa riferimento soprattutto alla sua dimensione geografica e conoscitiva e alla sua qualità di conformare la nazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Anche Fratelli d’Italia, così come Forza Italia, secondo le motivazioni del collega Bignami, si astiene sul provvedimento. Voglio essere molto chiaro sul punto. Non avremmo avuto difficoltà a fare come sta facendo il Partito Democratico in Regione Lombardia, laddove, non condividendo una riforma, quella sanitaria, ha presentato ventimila emendamenti e avremmo potuto farlo mettendoci poi a trattare, come ha fatto il Partito Democratico ieri, un giorno sui ticket, un giorno su una forma di amministrazione piuttosto che l’altra e un giorno sulla chiusura di un ospedale.

Non ci appartiene questo modo di intendere la politica e non ci appartiene neanche il fatto di estraniarci dal dibattito politico. Ho avuto dispiacere nel dover prendere atto, secondo notizie di stampa, che era in corso un ostruzionismo da parte nostra per aver presentato su un articolato, che allora era di 85 articoli, in tutto 340 emendamenti. Tra l’altro il consigliere Bignami e io eravamo i portatori dei due terzi degli emendamenti, e dico anche perché nessuno di quegli emendamenti aveva un carattere ostruzionistico: erano emendamenti di merito e che attenevano al provvedimento non sotto il profilo della forma ma della sostanza.

C’è stato un confronto lungo in Commissione, c’è stato un confronto nel quale abbiamo preso atto di ipotetiche aperture della maggioranza e anche di forti chiusure – ne abbiamo avuta anche oggi una riprova su alcune votazioni in sé logiche – e non so se questa sia una giornata particolare o un giorno da leoni, ma magari potrebbe essere soltanto un giorno di ordinaria follia sotto il profilo sia amministrativo sia politico.

Penso anche che molto sinceramente noi dovessimo stare in questo confronto non tanto per l’oggi ma soprattutto per quella serie ripetuta di rinvii a nuove norme, dalla legge urbanistica, a cui faceva riferimento prima la collega Gibertoni, a tutto un insieme di altre norme - perfino nell’ambito delle farmacie abbiamo visto che c’è un rinvio a una nuova legge - perché ritengo, signor Presidente della Regione, che sarà quello il terreno di vero confronto. Oggi avete tracciato una strada di tipo istituzionale che volete seguire, ma andranno riempite di norme e di contenuti le varie leggi che oggi non avete voluto affrontare in questo provvedimento. Signor Presidente, al di là dei sogni, perché penso che ce ne siano molti anche di grandezza, nel senso di dire che questo sarà un modello, che questo è sicuramente un disegno avveniristico, penso che ciò che varrà la pena di vedere se funziona è quell’idea sperimentale di area vasta che qui viene introdotta attraverso il sistema di convenzioni e che avrà la sua riprova nel momento in cui effettivamente le province inizieranno a dialogare tra di loro.

Per il momento vedo soprattutto sulla stampa che c’è una tendenza a rifuggire dal vicino. Modena pensa addirittura che sia meglio andare con Ferrara piuttosto che Reggio, Reggio pensa che sia meglio stare con Piacenza ma forse non con Parma, quindi è un valzer di equilibrio o di equilibrismi che francamente promettono poco. Al di là di questo, devo anche dire che se questo vuole essere un sogno di mezza estate ve lo lasciamo fare tutto perché mi pare che principalmente non si sia voluto affrontare il tema per come doveva essere affrontato, cioè di una legge ponte, ma ci si è allargati ad altre materie.

Ieri il consigliere Bignami diceva, a proposito delle agenzie, che avranno probabilmente una struttura non più temporanea ma organica, e sotto questo profilo devo registrare il fatto che da parte della maggioranza si è accettata la proposta che è venuta da questi banchi, dai banchi di Fratelli d’Italia, di realizzare un testo unico sulle agenzie e sugli enti che possa dare almeno un senso di riordino istituzionale a una materia che oggi diventa francamente difficile da seguire anche per gli addetti ai lavori, figuriamoci per i cittadini normali.

In sintesi, qual è la proposta che io faccio? Oggi si apre una pagina di riforma delle istituzioni sul nostro territorio e noi non scappiamo né dal confronto né eventualmente dalla convergenza, se vi fossero argomenti che ci convincono, né dallo scontro, quando dovessimo vedere che un neocentralismo, che oggi si vuol dire definitivamente sconfitto, in realtà tornerà a fare capolino nella presenza politica regionale.

Aggiungo anche, per chiarezza, che questo voto di astensione è sicuramente più un voto dato alle parole che sono state pronunciate in quest’Aula, parole di apertura sia da parte del Presidente Bonaccini sia dell’assessore Petitti, piuttosto che al recepimento effettivo di contenuti delle cose che noi abbiamo detto. Dato che penso che tra persone perbene valgono più le parole degli scritti, è sulla base dei confronti che avverranno nei prossimi mesi che si vedrà se oggi vi era soltanto un interesse della maggioranza a liquidare velocemente un provvedimento o invece un interesse della maggioranza a coltivare un confronto aperto nel quale consensi e dissensi fanno parte del dibattito politico, del sale della politica, che non è fatto ovviamente soltanto di persone che assentono ma anche di persone che dissentono. Aggiungo, e concludo, soltanto una cosa. Mi pare che più che il mio giudizio valga la notte del giudizio.

Vedremo se i fatti ci dimostreranno che quanto oggi è stato prodotto aveva e ha un valore effettivo o è stata una passerella di tipo istituzionale per far finta che tutti cambi ma in realtà nulla cambi. La sfida noi l’abbiamo accettata, il voto di astensione è un voto di astensione critica, ma che non si sottrae all’eventuale confronto, se la maggioranza vorrà dare seguito alle sue parole, e se non vi darà seguito vorrà dire soltanto che noi ci siamo fidati e che voi avete tradito gli impegni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 751/1 (oggetto 1048) a firma dei consiglieri Piccinini, Sassi, Sensoli, Gibertoni e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno è respinto.

Prima di mettere in votazione l’ordine del giorno 751/2 dei consiglieri Taruffi, Zappaterra, Calvano, Sabattini, Montalti, Nadia Rossi, Bagnari, Caliandro, Serri, Francesca Marchetti, Piccinini, Bertani, Prodi, Lori, Boschini e Zoffoli abbiamo tre emendamenti e chiediamo al consigliere Taruffi, in quanto primo firmatario, l’assenso per votare gli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Do il consenso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Piccinini e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Piccinini e Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma dei consiglieri Piccinini e Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 3 è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 751/2 (oggetto 1049) a firma dei consiglieri Taruffi, Zappaterra, Calvano, Nadia Rossi, Sabattini, Bagnari, Montalti, Caliandro, Serri, Francesca Marchetti, Piccinini, Bertani, Prodi, Lori, Boschini e Zoffoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 751/3 (oggetto 1050) a firma dei consiglieri Zappaterra, Sabattini, Montalti, Bagnari, Caliandro, Taruffi, Calvano, Boschini, Zoffoli, Ravaioli, Serri e Rontini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 751/4 (oggetto 1051) a firma dei consiglieri Zappaterra, Caliandro, Montalti, Zoffoli, Ravaioli, Serri, Rontini e Boschini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 751/5 (oggetto 1052) a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno è respinto.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

47

Assenti

 

3

Votanti

 

46

Favorevoli

 

30

Contrari

 

14

Astenuti

 

2

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”.

Ha chiesto di parlare l’assessore Petitti. Ne ha facoltà.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Mi sembrava doveroso un ringraziamento. Ieri abbiamo avuto modo di approfondire le ragioni di questo passaggio e dell’importanza di questo passaggio legislativo. Abbiamo fatto sicuramente un importante lavoro e tanto lavoro adesso è importante proseguire a fare perché è chiaro che abbiamo la necessità con i prossimi passaggi legislativi di completare tutto un processo di riforma sulla base di quello che con questa legge abbiamo voluto orientare e indicare. La condivisione e il coinvolgimento sono stati necessari e quindi il mio ringraziamento va alle forze sociali ed economiche della nostra regione che hanno voluto confrontarsi con noi, alle forze politiche, a partire da quelle di maggioranza, con il Partito Democratico, guidato dal Capogruppo Caliandro, Sinistra Ecologia e Libertà, l’apertura nel merito delle forze politiche di minoranza lo ritengo un segnale importante su temi come questi e quindi di questo ringrazio sia Forza Italia sia Fratelli d’Italia.

Ora noi abbiamo la necessità di dare attuazione a questa legge e lo dovremo fare misurando chiaramente la nostra capacità di essere all’altezza di questa sfida da un punto di vista costituzionale e politico, ma gli strumenti li abbiamo tutti. Abbiamo ampliato la partecipazione anche dell’Assemblea e della Commissione competente ai prossimi passaggi e io credo che questi rappresentino la garanzia anche rispetto a quello che diceva il consigliere Foti di individuare in modo corretto e opportuno quello che sarà il ruolo delle aree vaste nel rapporto con la Città metropolitana di Bologna e il ruolo centrale dei comuni.

Su questo credo che già nella ripresa dei nostri lavori in Commissione e in Assemblea ci sarà la possibilità di costruire questi passaggi in cui continuo a credere che sia necessario, proprio su questo terreno e su questi temi, che anche le altre forze politiche di minoranza, che hanno deciso in questa fase di compiere scelte diverse, possano portare un contributo costruttivo a costruire una nuova governance nella nostra regione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

È così chiuso l’iter con i ringraziamenti dell’Assessore sull’oggetto 751.

 

Ringraziamento a Chiara Fontanesi, vincitrice per la quarta volta del titolo mondiale di motocross femminile

 

PRESIDENTE (Rainieri): Vi chiedo due minuti, anzi meno, di attenzione. È una cosa inusuale, ma mi permetto di informare i colleghi Consiglieri, la Giunta e il Presidente che ieri in Spagna la signorina Chiara Fontanesi, di Parma, visto che siamo in una regione dove lo sport e i motori sono molto importanti, ha vinto per la quarta volta il titolo mondiale di motocross femminile. Mi sono permesso di chiedere a voi un ringraziamento e un applauso perché questa ragazza merita tutto il nostro ringraziamento.

Spero e mi auguro di far contento… di prendere parte all’iniziativa la Giunta invitandola, se il Presidente è d’accordo, per un saluto da parte anche della Giunta per questo suo importante titolo. È la prima e unica ragazza al mondo ad aver vinto quattro titoli mondiali di fila.

Vi ringrazio per avermi dato la possibilità.

 

OGGETTO 842

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disciplina a sostegno dell'inserimento lavorativo e dell'inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l'integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari» (14)

(Relazione, discussione ed esame articolato)

(Ordine del giorno 842/1 - oggetto 1058 - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro e Sport nella seduta del 20 luglio 2015.

Il progetto di legge è composto da trentadue articoli e da una scheda tecnico-finanziaria. La relatrice della Commissione, la consigliera Francesca Marchetti, ha preannunciato di svolgere la sua relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso parere favorevole.

Le fasi del progetto di legge saranno queste: la relazione di maggioranza per venti minuti, eventuale relazione di minoranza per venti minuti, dibattito generale dove ogni Consigliere può intervenire più volte per un tempo massimo di venti minuti, replica eventuale del relatore di maggioranza per venti minuti, replica eventuale del relatore di minoranza per venti minuti, replica eventuale della Giunta per venti minuti, esame dell’articolato che comprende discussione generale di ciascun articolo (cinque minuti per ogni Consigliere), se ci sono degli emendamenti la discussione generale congiunta articoli ed emendamenti (cinque minuti fino a due emendamenti e dieci minuti da tre emendamenti in su), dichiarazioni di voto su ciascun articolo (cinque minuti per gruppo più i dissenzienti), se ci sono emendamenti la dichiarazione di voto è congiunta articolo ed emendamenti sempre per cinque minuti per gruppo, inoltre votazione degli emendamenti e dell’articolo per alzata di mano.

Concluso l’esame dell’articolato, si procede con le dichiarazioni di voto finali sull’intero progetto di legge per cinque minuti per gruppo più i dissenzienti, se vi sono ordini del giorno e dichiarazioni di voto, queste sono congiunte con cinque minuti, la votazione del progetto di legge è fatta con dispositivo elettronico e infine vi è la proclamazione dell’esito della votazione.

Ha chiesto di parlare la consigliera Marchetti Francesca. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Francesca, relatrice: Grazie, presidente. Questo provvedimento si inserisce in un contesto che vede nel perdurare della crisi di questi ultimi anni un alto numero di lavoratori espulsi o a rischio di espulsione dal mercato del lavoro e quindi ha imposto alla nostra amministrazione regionale la messa in campo di politiche attive del lavoro in sinergia con il rafforzamento di interventi di natura sociale per far fronte quindi ai conseguenti processi di vulnerabilizzazione sociale che queste nuove dinamiche della disoccupazione comportano.

Non è un caso infatti che il provvedimento nasce dalla collaborazione del lavoro di quattro Assessorati. La presente proposta di legge rappresenta quindi uno degli strumenti di cui la Regione intende dotarsi per sostenere le persone che si trovano in una condizione, anche solo temporanea, di fragilità derivanti dall’essere disoccupati o inoccupati e contemporaneamente di difficoltà di natura sociale o sanitaria nella convinzione – l’ha richiamato più volte anche l’Assessore – che il lavoro sia il più potente strumento di inclusione sociale.

È evidente come la situazione degli ultimi anni abbia ampliato la platea dei soggetti a rischio di vulnerabilità sociale e che l’avere o non avere il lavoro spesso è il discrimine perché tale fragilità evolva in negativo o in positivo e spesso è l’elemento che permette di non cronicizzare tale situazione. In ultima analisi nella vita di ognuno di noi uno dei fattori principali che ci definisce è proprio il lavoro, per la capacità di prendersi cura, parzialmente o totalmente di noi stessi, per la dignità personale che ci conferisce, per l’opportunità di esprimere le nostre potenzialità e per la possibilità di farci partecipare, per quanto è possibile, a seconda delle potenzialità di ognuno, alla vita della comunità. Ecco che cercare di creare una connessione tra inclusione sociale e lavoro significa dare una risposta non solo in termini assistenzialistici ma di richiamare e rilanciare una responsabilità collettiva.

L’obiettivo del provvedimento è quello quindi di incrociare una molteplicità di soggetti; quasi duecentomila persone costituiscono la platea dei potenziali destinatari degli interventi contenuti nel progetto di legge. Soggetti che non sono quelli codificati da una certificazione, definiti cioè dalla legge 68 della disabilità o la 381 della marginalità, ma coloro che hanno nella condizione di temporaneità di disagio la possibilità di evolvere anche da questa situazione e che si auspica possa uscirne. Per una società regionale inclusiva occorre quindi evitare in via prioritaria che fenomeni temporanei nella vita delle persone evolvano i rischi di marginalità sociale.

Ecco quindi che al centro dell’attenzione vogliamo mettere chi vive una problematica inerente al lavoro ma anche coloro che nella dimensione sociale e/o sanitaria vivono una difficoltà e la cui inclusione sociale e autonomia è perseguita attraverso il lavoro. Ciò in un’ottica non più di parcellizzazione e iper specializzazione degli interventi ma di un’integrazione metodologica e operativa con l’obiettivo dichiarato di porre al centro la persona e il suo benessere sociale e crediamo che quando al centro c’è la persona non si sbagli mai.

L’elemento che qualifica la proposta è proprio l’integrazione tra i servizi che consente di considerare l’utente in condizioni di fragilità nella sua interezza, di predisporre un programma personalizzato e integrato, di ridurre i rinvii dell’utente da un servizio all’altro eliminando le eventuali sovrapposizioni tra gli enti e ottimizzando l’utilizzo efficiente delle risorse. Un esempio importante quindi di cosa intendiamo per politiche di nuova generazione fondate sull’integrazione non solo delle risorse e degli interventi ma anche dei diversi servizi che operano sul territorio, cercando di diventare più tempestivi ed efficaci nelle risposte.

Il progetto di legge inoltre risulta in sintonia anche con l’agenda sociale Europa 2020 e ricordo che circa 20 milioni all’anno proverranno proprio dal fondo sociale europeo, a cui si sommeranno le risorse dedicate alla disabilità e al sociale, e che pone tra i suoi obiettivi anche l’incremento dell’occupazione proprio delle persone maggiormente vulnerabili attraverso la realizzazione di interventi di presa in carico multidimensionale. A chi ritiene quindi che con questa legge di fatto non cambi nulla, dico quindi che non coglie il carattere innovativo di questo provvedimento, che sfida soprattutto quell’idea di autoreferenzialità che alle volte caratterizza i singoli servizi in quanto prevede che i servizi stessi superino i confini istituzionali e impongono una logica di sistema che connetta e valorizzi i contributi di numerosi e diversificati attori, dai servizi sociali, sanitari, ai servizi per l’impiego, a nuovi patti con le imprese, le aziende, il privato sociale e le associazioni. In sostanza, con questo provvedimento, andiamo a istituzionalizzare un metodo di approccio integrato frutto di un percorso di confronto e ascolto soprattutto con le migliori esperienze di progettazione individualizzata e di collaborazione che nei diversi ambiti territoriali sono state concretamente realizzate nella nostra regione.

Si è cercato di lavorare in quell’ottica delineata da tempo da Canevaro quando afferma che abbiamo bisogno di leggere non ciò che manca ma di capire quali sono i punti vivi per poter costruire un progetto comune che faccia una diagnosi in avanti. All’interno dei contenuti della legge ho già detto che è uno dei principi fondanti all’integrazione tra i servizi, ma credo che sia importante rilevare un altro aspetto e cioè che l’ambito territoriale in cui si esercita l’integrazione sono i distretti socio-sanitari rispetto ai quali la Regione potrà ridefinire il perimetro di intervento dei centri per l’impiego, come è definito all’articolo 7. La base distrettuale rappresenta una scelta precisa di dare cioè centralità al territorio, che è il primo che si pone di fronte ai bisogni all’interno di una cornice di programmazione regionale.

Infine credo che un altro aspetto che sia importante sottolineare, perché per i non addetti ai lavori può non essere così chiaro, è che i destinatari non hanno accesso diretto alla prestazione ma sono già persone seguite dai servizi tramite i servizi di primo livello. Il progetto di legge prevede inoltre un altro aspetto molto innovativo che l’intervento è la costituzione di un’equipe multi professionale, come sancito dall’articolo 11, di cui fanno parte operatori dei centri per l’impiego, i servizi sociali del Comune e del servizio sanitario delle ASL che, sulla base di una valutazione del profilo di fragilità delle persone, progettano interventi personalizzati finalizzati all’inserimento lavorativo. Un programma quindi di accompagnamento di carattere formativo che prevede all’articolo 13 una responsabilizzazione del soggetto che stipula un patto con l’equipe, prende degli impegni che, se non rispettati, può comportare la decadenza dalla fruizione del servizio.

Il responsabile dell’equipe individuato poi è all’interno dell’equipe multi professionale svolge una funzione importante, cioè di coordinamento garantendo la continuità con gli interventi programmati e di gestire i rapporti con gli interlocutori esterni e l’ambiente entro cui verrà inserito a livello lavorativo. Ecco allora che l’efficacia dell’integrazione dei servizi che si articola in ambito distrettuale ha bisogno anche di nuove competenze gestionali e professionali dei responsabili e degli operatori che la Regione si farà carico di promuovere attraverso azioni di formazione.

In ultima analisi, nel Titolo III viene descritto un aspetto importante, cioè la filiera di tutti gli strumenti disponibili oggi e che anche immaginiamo possano consentire l’incontro col lavoro anche in un’ottica nuova di quando parliamo di inclusione sociale, e penso alle start-up di impresa ad esempio di soggetti psichiatrici già sperimentati a livello regionale, e che viene messo in rilievo anche l’utilizzo e come strumento quello dei tirocini, di cui questa legge introduce una nuova tipologia. Si tratta del tirocinio quello definito D, di orientamento, formazione e inserimento o reinserimento finalizzato al rafforzamento dell’autonomia delle persone, alla loro riabilitazione e inclusione, la cui indennità sarà finanziata anche da risorse regionali e, come dicevo, dal fondo sociale europeo. La finalità di questo tirocinio ci preme però rilevare pone l’accento non su una qualifica professionale ma sull’acquisizione di abilità all’interno delle finalità terapeutiche del percorso della persona per garantire quindi e auspicare quell’autonomia di cui ha bisogno. Sarà poi l’equipe a valutare le introduzioni di deroghe possibili rispetto alle regolamentazioni generali concernenti proroghe e ripetibilità.

Particolare attenzione viene riservata anche a tutti quei progetti innovativi come le esperienze di gruppo già attivate nell’ambiente del lavoro. La disciplina di questi tirocini quindi ha un carattere socio-occupazionale ed è una disciplina distinta rispetto alla tipologia già presente che va a completare un percorso, quelli dei tirocini C, di inserimento e reinserimento lavorativo introdotti dalla legge 7.

Una delle preoccupazioni, ed è questa la motivazione anche dell’ordine del giorno che è stato firmato dalla maggioranza delle forze politiche e anche di opposizione, e che preoccupa un po’ le famiglie è che l’indennità di tirocinio è assimilata dalle disposizioni fiscali a reddito da lavoro dipendente con tutto ciò che comporta in termini di imposizione fiscale e di perdita dei benefici economici minimi. Quello che chiediamo alla Giunta è quella di impegnarsi presso il Governo a mettere in campo tutte quelle azioni che possano fare in modo che su questo ci sia una riflessione e una modifica.

A livello quindi di inserimento lavorativo si possono utilizzare tutte le diverse modalità e tipologie contrattuali esistenti e a fianco del contratto di lavoro subordinato, indeterminato che costituisce l’obiettivo finale e principale, potranno poi essere impiegate forme di flessibilità utilizzando anche le agenzie di somministrazione al lavoro con la quale la Regione potrà stipulare apposite convenzioni.

Dicevo che un’inclusione sociale e inserimento lavorativo si può attivare solo attraverso una forte collaborazione anche con le imprese, le cooperative e anche cercare di dare nuovi strumenti, come dicevo, alle attività autonome e imprenditoriali con la concessione di microcredito e di incubatore di impresa dedicati.

Chiudo volendo mettere in rilievo quello che è stato il lavoro in Commissione, perché il testo è stato oggetto di un ricco confronto nonostante sia arrivato in Commissione in tempi abbastanza veloci e per questo ringrazio i colleghi per aver collaborato ed essersi messi a lavoro, ma che ha visto nell’udienza conoscitiva del 16 luglio l’apice di arricchimento. In quella sede infatti è emerso con forza l’apprezzamento della proposta di legge da parte di tutti i soggetti intervenuti, dal privato sociale al sistema delle imprese, ai rappresentanti dell’ANCI, che hanno evidenziato come questo provvedimento raccolga in sé e porti a sintesi alcune tra le migliori esperienze regionali. È stato valutato positivamente l’approccio interdisciplinare che pone al centro degli interventi la persona. Si è comunque preso un impegno con tutti i partecipanti di continuare nel confronto avviato soprattutto nella costruzione dei provvedimenti attuativi per dare maggiore concretezza possibile ed efficienza alle richieste.

Anche nell’ambito dei lavori di discussione generale e di esame dell’articolato e degli emendamenti la collaborazione di tutte le forze politiche è stata intensa e proficua, tant’è che è stato possibile fare sintesi di diverse proposte provenienti dalle diverse forze politiche, che hanno qualificato in positivo la proposta di legge. Alcuni interventi hanno specificato meglio la proposta licenziata dalla Giunta prevedendo elementi di dettaglio che hanno arricchito il testo. Altri hanno teso a restituire centralità alla Commissione assembleare competente attraverso la presentazione di pareri. Sono state valutate positivamente le proposte di sottolineare nell’ambito di linee di programmazione regionale la definizione dei percorsi formativi per gli operatori e un maggior dettaglio nella disciplina dei sistemi formativi che deve essere il più possibile accessibile e semplice. Infine alcuni emendamenti sono stati tradotti in note alla legge al fine di chiarire con maggior dettaglio il quadro normativo nazionale e comunitario di riferimento oltre che l’ambito di applicazione della norma. In ultimo è stato introdotto un articolo che posticipa l’entrata in vigore al primo ottobre proprio per dare occasione e modo a tutto il sistema territoriale di adottare gli strumenti necessari per una piena applicazione della norma. Quindi la presente proposta ambisce a qualificarsi come uno strumento efficace e, vista l’importanza, confido in un’ampia condivisione di tutte le forze politiche, così come hanno già dimostrato nell’iter dei lavori.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Marchetti Francesca.

Apro il dibattito generale. Ha chiesto di parlare il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Grazie, presidente. Mentre manifesto un profondo apprezzamento per gli scopi perseguiti da questa legge e anche per il suo metodo, avrei però bisogno di alcuni chiarimenti riguardo al posto che essa prende nell’ordinamento. Dire che ci sono dei soggetti fragili e in situazioni di debolezza che devono essere accompagnati e aiutati è una proposizione estremamente condivisibile, ma mi chiedo come si approccia col sistema di sicurezza sociale già esistente, in particolare con il collocamento dei disabili, con la legge 68/99. Non riesco a capire se abbiamo una coincidenza di soggetti, se esiste una patente di fragilità, che a quanto pare viene data da questa legge, che si affianca all’iscrizione nelle liste degli invalidi e del collocamento obbligatorio.

Anche con riguardo al come del recupero lavorativo di queste persone, noi dobbiamo sapere che i sistemi sono due: o c’è un sistema vincolante, che tutto sommato ha dato buoni risultati nel nostro ordinamento, per cui c’è la quota d’obbligo per ogni datore di lavoro di assumere tot lavoratori invalidi per ogni numero di lavoratori ordinari che ha, oppure un sistema di forti incentivazioni, per cui, pur non essendo obbligato, il datore di lavoro può evidentemente, anche perché aiutato – qualcuno potrebbe dire allettato – da forti incentivazioni, rivolgere la sua attenzione a persone di ridotta capacità lavorativa o bisognose di essere aiutate. Qui mi pare che quell’unico punto in cui si dice “senza pregiudizio, con particolare riferimento alla legge 68/99” francamente mi lascia piuttosto interdetto. Sono gli stessi soggetti per cui si prevedono ulteriori mezzi di reinserimento sociale e di soggetti per i quali già è stabilito un diritto al lavoro a carico di certe imprese oppure sono soggetti diversi che non hanno soprattutto quella percentuale di inabilità psico-fisica senza la quale non si può avere un collocamento obbligatorio? Cioè che si pongano al di sotto o vicino a quella soglia.

Se questo è, avremo una strana concorrenzialità tra gli iscritti al collocamento obbligatorio e queste persone in situazioni di fragilità, perché non è che tutti gli iscritti al collocamento obbligatorio purtroppo hanno un lavoro, ma vi sono tempi di attesa anche molto lunghi. Vorrei che da parte della relatrice fossero chiariti questo dubbio e questa perplessità di carattere sistematico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Alleva.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Anche a noi resta in sospeso la curiosità rispetto all’eventuale sovrapposizione di alcune possibilità e opportunità degli incentivi e anche della categoria rispetto alla legge sul collocamento dei disabili, questa categoria che appare nuova in questa regione, persone in condizioni di fragilità e vulnerabilità. Sta di fatto che non appena abbiamo visto il progetto di legge approvato dalla Giunta e relativo al sostegno dell’inserimento lavorativo dell’inclusione sociale delle persone in condizioni di fragilità e vulnerabilità attraverso l’integrazione tra servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari abbiamo pensato che in ogni caso si trattava di un’iniziativa che poteva agire di certo con determinazione su alcune delle criticità più rilevanti con le quali si confronta oggi la società emiliano-romagnola.

Vi è un’occupazione che non cresce, una disoccupazione che non cala e che anzi è aumentata negli ultimi anni, raggiungendo percentuali a cui questa regione non era abituata e cui le politiche della maggioranza non sono state in grado di proporre soluzioni alternative. La disoccupazione che si unisce, si aggiunge e si intreccia a condizioni individuali contrassegnate anche da altre difficoltà di ordine sociale o da altre difficoltà di ordine sanitario.

Abbiamo anche pensato di essere di fronte a un’iniziativa che avrebbe potuto dimostrarsi capace perché è intenzionata ad agire su ciò che manca per contrastare efficacemente disoccupazione, disagio, difficoltà di entrare o rientrare nel lavoro, strumenti in grado di intervenire efficacemente sulle persone e sui loro contesti di riferimento, misure di sostegno alle persone, servizi in grado di intercettare gli interessi e la disponibilità delle imprese, opportunità nuove per creare lavoro. Abbiamo pensato e sperato quindi di essere di fronte a un progetto di legge orientato ad affrontare problemi reali e innovativi con l’introduzione stessa di una categoria, che non era utilizzata prima, una categoria che non conta al momento una letteratura particolarmente estesa, però innovativi perché diretti alle persone, alle imprese, all’innovazione metodologica, al mutamento dell’approccio nei confronti di chi si trova in difficoltà e di un mercato del lavoro che langue.

Lo abbiamo creduto e sperato perché sappiamo bene qual è il volto della disoccupazione e del disagio nella nostra regione, anzi sappiamo bene quali sono i volti dei disoccupati o dei sottooccupati, di chi non riesce o non riesce più oppure non riesce ancora a inserirsi nel mondo del lavoro. Abbiamo pensato che di questo si parlasse nel progetto di legge proposto dalla Giunta, cioè degli strumenti e del percorso o, meglio, dei percorsi, perché ognuno possa trovare una strada oppure possa ritrovare una strada, quella possibile, per allontanarsi dal disagio e avvicinarsi al lavoro per affrontare insieme le criticità, i pesi e le difficoltà connesse allo stato di salute oppure a una forma di disagio sociale o a difficoltà legate a un lavoro mai trovato, a un lavoro perso, a una forma di sottooccupazione, quello che non consente di mantenersi, di vivere oppure semplicemente non consente di sopravvivere. Abbiamo sperato che fosse un progetto di legge diretto in primo luogo a sviluppare quindi un patto tra servizi e persone, tra sistema pubblico e privati, fossero essi individui, cittadini o imprese, invece il confronto dapprima con il testo uscito dalla Giunta e poi con il dibattito all’interno delle Commissioni e successivamente con le sollecitazioni proposte dall’udienza conoscitiva e da ultimo con l’esame dell’articolato e degli emendamenti ha ridimensionato le nostre attese.

Intanto il progetto di legge si configura come una disciplina, e questa è la prima parola del suo titolo, e diciamo che della disciplina ha la pesantezza di una natura particolarmente regolamentare, una scelta difficile da comprendere in una logica diretta al risultato, ai destinatari finali, alle persone, alle imprese, all’obiettivo dell’inserimento lavorativo, una logica che si può comprendere forse, ma non giustificare appieno, ed è una logica in ogni caso che rivela dei punti critici soprattutto quando la legge diventa il luogo in cui la concertazione, la consultazione e la partecipazione delle parti sociali solite, non elette da nessuno, diventa il ritornello reale e sostituisce il focus del progetto di legge. Non più le persone fragili e vulnerabili, non più il lavoro, ma la ricerca di un ruolo da assicurare, un lavoro da assicurare a organizzazioni che quelle sono ritenute evidentemente fragili e vulnerabili se devono essere tutelate ogni due commi prevedendone la partecipazione a ogni processo decisionale.

Questo forse è uno degli aspetti che più colpisce e che più impensierisce. Se prendiamo a riferimento l’equipe multi professionale, vale a dire la modalità di svolgimento delle funzioni di presa in carico e di programmazione degli interventi, che viene esplicitata dal progetto di legge, abbiamo di fronte a noi uno degli esiti organizzativi e funzionali più rilevanti. Il cuore operativo della modalità integrata di esercizio delle funzioni dei diversi servizi richiamati è l’equipe multidisciplinare. A maggior ragione in un PDL che dichiaratamente e prioritariamente è rivolto alla riorganizzazione dei servizi al punto che soltanto un nostro emendamento è riuscito in Commissione a esplicitare come primo obiettivo della legge la promozione e il sostegno dell’inserimento al lavoro, dell’inclusione sociale e dell’autonomia, attraverso il lavoro, in questo caso resta evidente che le equipe multi professionali svolgono certamente un ruolo centrale, così centrali che compaiono quindici volte nel testo del PDL, al netto delle rubriche, degli articoli e del loro indice.

Ovviamente la Commissione di concertazione fa meglio e arriva prima, la Commissione regionale tripartita della legge regionale 12/2003, che in questo PDL opera in composizione allargata a tutti gli Assessori regionali coinvolti che viene citata sedici volte. Sarà un caso, ma la commissione dei soliti noti ha un numero di occorrenze nel testo del PDL superiore a quello dell’equipe. Chi si occupa di concertazione, di confronti e di tavoli di consultazioni, di attività più o meno evidenti di lobbying è più presente in questa legge di chi dovrà occuparsi delle persone fragili e vulnerabili. Il fatto che la Commissione regionale di concertazione debba essere sempre e comunque presente in ogni passaggio è molto chiaro sia alla Giunta, che ha approvato il progetto di legge, sia alla maggioranza, che, certo, con qualche piccola modifica si accinge ad approvarlo oggi in Aula.

È così chiaro che addirittura il piano integrato e la programmazione annuale territoriale sono oggetto di consultazioni e confronto preventivo con le organizzazioni sindacali e datoriali locali, però anche a livello territoriale ci si dovrà concertare e consultare, ma non con chi è espressione di quel territorio, ma con le organizzazioni più rappresentative a livello regionale, vale a dire quelle che sono anche nella Commissione regionale tripartita della legge 12/2003. Non si dica che questi sono solo formalismi, perché se affrontiamo il tema importantissimo della strumentazione operativa del PDL vediamo che in realtà anche in questo caso abbiamo dodici articoli dedicati a strumenti di intervento, nessuno dei quali, se si eccettuano il 19 e il 20, relativi ai nuovi tirocini finalizzati all’inclusione sociale, determina in realtà opportunità nuove, e torniamo al punto critico dell’inizio, quello che sollevava già il consigliere Alleva, cioè dove sono effettivamente le sovrapposizioni e dov’era la necessità e l’urgenza di una legge di questo tipo a fronte di una categoria nuova ancora non pienamente autonoma.

Orientamento, formazione, sostegno al lavoro dipendente e sostegno al lavoro autonomo sono tutte opportunità che esistevano già, sono opportunità che erano già sostenibili attraverso fondi che erano a loro volta già disponibili (in primis pensiamo al fondo sociale europeo). In questo senso possiamo arrivare a dire che una serie di possibilità esistevano già e anche una serie di riferimenti esistevano già altrove, ma qui sono particolarmente sottolineati e ci riferiamo ancora una volta al ruolo centrale riservato alla cooperazione sociale di tipo B, che viene citata molto spesso e in cui si fa riferimento ad affidamenti, in particolare a progettazioni da fare insieme alla progettazione di tipo B oppure anche a beneficio delle cooperative sociali di tipo B.

Questa possibilità esiste già, è stabilita da norme dello Stato ed è utilizzata nel nostro territorio anche proprio per finalità e destinatari corrispondenti a quelli di questo progetto di legge. Sul piano tecnico, giuridico e politico quindi noi non ravvisiamo ragioni per ribadire, confermare e moltiplicare il richiamo a questo mondo, un mondo senza dubbio ricco di esperienze, di competenze, di impegno e professionalità, però nel quale non mancano, e non possiamo nasconderlo, casi oggetto di gravi violazioni della legge, così come recenti vicende giudiziarie hanno tristemente illuminato. Anche questi aspetti rendono incomprensibile l’ennesima condizione di particolare rilievo e preferenza accordata in questa legge alla cooperazione, come se tutte le norme e tutti i provvedimenti di questa Regione dovessero concludersi con un’abrogazione al contrario, come se sempre e comunque le leggi e gli atti di questa Regione dovessero assicurare fedeltà e dedizione ad alcune categorie di soggetti, quindi da un lato i soliti noti della concertazione e poi dall’altro questo accento dato alle cooperative, eventualmente quelle più vicine.

Lo stesso vale per i sistemi informativi, altra questione che abbiamo sollevato con un emendamento, la cui cooperazione applicativa per essere realizzata però non richiede norme nuove, ma per essere sicuri non ci facciamo mancare la possibilità per la Giunta, ovviamente dopo aver consultato la solita Commissione di concertazione, di definire i requisiti minimi in termini di hardware e software da assicurare a livello territoriale. Anche su questo c’è da almeno sperare che questi requisiti minimi non comportino ulteriori spese, ulteriori consulenze oppure ulteriori commesse sui sistemi informativi.

Per tutte queste ragioni crediamo di essere davanti a una grande opportunità mancata, l’opportunità che era quella di ragionare attorno a strumenti, servizi e azioni, soluzioni nuove per tutte quelle persone che uniscono una condizione di disoccupati a quelle di portatori di esigenze di carattere sociale o sanitario.

L’opportunità di operare però anche processi di semplificazione normativa senza inventarsi nuove forme per norme che erano già esistenti, senza inventarsi nuove parole per concetti che erano già nel nostro sistema legislativo, ma magari provvedendo ad attuare quello che già esiste e che la Regione ha da tempo inserito nella propria normativa, a partire dall’accreditamento dei servizi per il lavoro, alla sperimentazione di forme e di flessibilità per persone il cui inserimento lavorativo può richiedere delle condizioni speciali. L’opportunità quindi di dedicare del tempo a ciò di cui oggi c’è bisogno e non a ciò di cui invece riteniamo esista già. Ecco perché nonostante condividiamo nell’impianto della legge i principi che portano a esprimersi rispetto all’inclusione lavorativa, in particolare dopo l’attenzione che è stata sottolineata da alcuni nostri emendamenti accettati in sede di Commissione, riteniamo che la legge resti un’occasione mancata, un’occasione che invece ha portato di nuovo a sollevare questioni già sollevate nell’occasione di altri progetti di legge o di altri passaggi di altri atti in Commissione, quindi l’accentramento totale e il rapporto privilegiato con la cooperazione e in generale norme che troviamo ripetute ma che erano già disponibili assolutamente nel nostro sistema legislativo e non si capisce perché non si potesse provvedere senza una verniciatura di nuovi concetti ad applicare, così come un buon governo richiede che fossero. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Boschini. Ne ha facoltà.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Oltre all’obiettivo primario del mio intervento, che era quello di illustrare l’ordine del giorno che accompagna questo progetto di legge, intervenivo anche nel merito di alcune delle osservazioni che sono state fatte, in particolare dal collega Alleva e ora dalla consigliera Gibertoni, perché in effetti forse può essere opportuno ribadire e riconfermare alcuni elementi che, a quanto pare, da questi interventi non sono stati pienamente colti nel significato, a mio avviso, estremamente positivo di questa proposta di legge.

Guardate che questo progetto di legge va a rispondere in maniera importante a un fabbisogno che mondi sociali e dei servizi hanno manifestato in questi mesi e in questi anni, cioè quello di avere uno strumento particolarmente flessibile, ma non per questo meno controllato, verificato e attento, per sostenere l’inserimento lavorativo, e quindi lo ha detto bene la consigliera Marchetti nella sua relazione, l’inserimento sociale di tutta una fascia di persone che oggi possono essere considerate una sorta di terra di mezzo, una fascia grigia, che è molto più estesa di quella tutelata dalla legge 68. Può essere considerato un sovra-insieme, nel senso che può anche ricomprendere – non lo possiamo escludere – persone che hanno anche a proprio vantaggio i dispositivi e le tutele della legge 68, ma nella maggior parte dei casi si tratterà sicuramente di persone di una fascia grigia che esprimono un disagio, una vulnerabilità e una fragilità – sono questi i termini con cui l’articolo 2 della legge li individua – che è determinata da una fattispecie specifica, cioè quella – dice la legge – di avere vulnerabilità e fragilità che conseguono da problematiche di ordine sociale e sanitario e che vanno a ripercuotersi sulla capacità lavorativa, sulle opportunità e sulla potenzialità di inserimento al lavoro.

Siccome il tema che pone il consigliere Alleva è serio, cioè in che cosa la cosa si distingue dalla legge 68, a me sembra piuttosto evidente, però lo ribadisco volentieri. Sicuramente il fatto che la legge 68 tutela delle forme specifiche di disabilità, mentre qui ci rifacciamo alla valutazione che servizi competenti che prendono in carico le persone danno su una condizione di fragilità e vulnerabilità di ordine sociale o sanitario con ripercussioni lavorative.

Andiamo a definire quindi una platea che è diversa; può ricomprendere la 68, ma è diversa, quindi esprime un’estensione molto importante e quindi già questo differenzia chiaramente questo strumento da quello della 68. L’altra differenza fondamentale che non può sfuggire è il fatto che la legge 68 è una legge che tratta in maniera esplicita della regolamentazione del lavoro per i disabili, mentre noi qui stiamo parlando di tirocini, quindi espressamente di “non lavoro” dal punto di vista giuridico. Questo non ci stancheremo mai di ribadirlo: il tirocinio non è lavoro, ma è uno strumento con cui una persona viene socializzata, avvicinata, formata, potenziata e rafforzata in una logica di empowerment nell’inserimento lavorativo. Per questo qui siamo in un orizzonte assolutamente diverso da questo punto di vista, complementare, vicino, incardinato e collegato alla legge 68, ma con una differenza evidente, cioè che quello di cui stiamo parlando è uno strumento che supporta l’inserimento lavorativo, ma il tirocinio ribadisco che non è di per sé una forma di lavoro.

È l’utilizzo del contesto lavorativo come forma di potenziamento della persona. Questa cosa dell’utilizzo del contesto lavorativo a fini di rafforzamento, di arricchimento e di potenziamento anche educativo delle persone è una cosa ormai abbastanza diffusa, se ne è parlato per esempio recentemente a proposito de “La buona scuola” nel concetto di alternanza, laddove si utilizza il contesto lavorativo non simulato, quello reale, per sviluppare un percorso formativo, di socializzazione al lavoro, di rafforzamento della persona, in quel caso dello studente, ma la potenzialità di rafforzamento della persona che può avere la frequentazione non da lavoratore dipendente ma dal tirocinante, di un contesto lavorativo reale e non simulato ormai è una cosa risaputa e riconosciuta.

Questo credo a spiegazione e differenziazione delle osservazioni che faceva anche la consigliera Gibertoni. Mi sembra molto evidente che non stiamo parlando di offrire manodopera in maniera semplificata e dequalificata a imprese, men che meno a cooperative sociali, che invece credo svolgano nella maggior parte dei casi – non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio - una funzione sociale fondamentale che in questa regione credo vada riconosciuta al di là degli approcci ideologici.

Stiamo facendo questo, non stiamo parlando in modo stretto direttamente del lavoro ma del percorso per l’inserimento al lavoro attraverso l’utilizzo di un inserimento guidato. Guardate che qui c’è tutto il tema storico di quello che i servizi sociali chiamavano in passato le borse lavoro, che però non erano nulla dal punto di vista giuridico e invece qui, inserendoci nel filone di quella che è una figura giuridica ormai da lungo tempo entrata nell’ordinamento formativo/lavoristico italiano, fin dai tempi del pacchetto 3, quindi della legge 196/97, poi ripreso con un decreto ministeriale, il 142/98, cioè la regolamentazione dei tirocini, che si è lungamente evoluta in questi anni, noi diamo una veste giuridica chiara e leggibile a delle esperienze di inserimento lavorativo che da lungo tempo sicuramente i nostri servizi sociali sviluppavano sul territorio ma con una fragilità di status giuridico che invece fortunatamente il tirocinio, pur anch’esso portatore di qualche problema, da questo punto di vista è una fragilità che il tirocinio non ha.

Credo che sia un’operazione molto importante anche di tutela e di inserimento di un’esperienza di avvicinamento al lavoro, alla sua potenzialità di integrazione sociale attraverso la definizione di uno strumento preciso qual è appunto il tirocinio.

Questa cosa, forse la cosa che ci siamo dimenticati di sottolineare, ma va fatto, non la stiamo facendo come Regione e basta, ma la stiamo facendo in attuazione di un accordo nazionale avvenuto in Conferenza Stato/Regioni, quindi di qualcosa che tutte le regioni italiane, non solo la Regione Emilia-Romagna, hanno con lo Stato pattuito attraverso l’accordo del 22 gennaio 2015, quindi siamo tempestivi nel dare attuazione a questo accordo, accordo che ribadisce in maniera chiara che viene creata un’ulteriore forma di tirocinio. Questo è il senso dell’accordo tra Stato e regioni, e non potrebbe che essere così perché il tirocinio è materia sicuramente esclusiva della competenza regionale, per cui non può che essere lo Stato che rimanda alle leggi regionali per l’attuazione di queste forme, e viene introdotta, oltre alle tre già esistenti per l’accordo del 2013, una quarta forma di tirocinio, che è il tirocinio finalizzato all’inserimento/reinserimento con finalità di inclusione sociale, con una finalità specifica all’autonomia delle persone e alla loro riabilitazione e si tratta sempre di un tirocinio di orientamento, formazione e preinserimento.

È chiara la natura orientativa e formativa di preinserimento e di socializzazione al lavoro di questo strumento, non è un lavoro dequalificato o semplificato, è invece uno strumento qualificato di formazione e di tutela sociale. Questo lo differenzia radicalmente dalla 68 e ne fa uno strumento in più, una freccia in più nell’arco dei servizi sociali, sanitari e per il lavoro e per l’impiego, che sono i tre forni chiamati costantemente a lavorare insieme su questo tipo di proposta. Questo secondo me è l’elemento caratterizzante centrale di questa legge, anche ambizioso, perché non sarà sempre facile nei territori far lavorare insieme i servizi sociali, i servizi del lavoro e i servizi sanitari, però in maniera ambiziosa, e secondo me estremamente corretta e precisa, la legge individua questa strada, che è quella di far lavorare insieme questi tre servizi che hanno già in carico queste persone in situazione di fragilità, che la crisi – lo diceva la consigliera Marchetti – sta ulteriormente esponendo a una situazione di fragilità, che a volte potranno rientrare anche nella 68, ma che non sempre la 68 è in grado di piazzare, perché ricordiamoci che è una legge che ha funzionato per alcune cose, ma per tante altre ci sono lunghe liste di persone disabili nei centri per l’impiego che non hanno trovato risposte, in più aggiungiamo una larga platea di fragilità che non sono tutelate dalla 68 e ricadono in una zona grigia che non ha tutele (sarebbero quelle delle normali ordinarie linee di servizio dei servizi per l’impiego, che molto spesso per queste persone fragili non sono adeguate), quindi credo che andiamo a coprire una terra di mezzo con la precisa tutela giuridica che fornisce lo strumento del tirocinio che la borsa lavoro non forniva, perché non era giuridicamente nulla, dando seguito a un accordo nazionale, quindi una logica che non è solo regionale ma nazionale, concordata con lo Stato e fra tutte le regioni, e andiamo a coprire con un ulteriore servizio governato dai servizi territoriali un’area grigia che credo che potrà trarre da questo strumento un miglioramento nella possibilità di formazione, socializzazione ed empowerment verso l’inserimento lavorativo.

Credo quindi con questo di avere chiarito bene. Uso solo un ultimo minuto per dire che purtroppo la normativa nazionale, fin dal 1986, il testo unico delle imposte, all’articolo 50 tende a uniformare l’esperienza di tirocinio e l’eventuale borsa lavoro dal punto di vista della borsa economica connessa al tirocinio a reddito da lavoro dipendente, quindi nel momento in cui noi usciamo dal nulla delle borse lavoro e ci affidiamo allo strumento giuridico del tirocinio, che chiaramente è più uno strumento formativo, ci andiamo a infilare dentro a questa lettura che danno gli uffici fiscali e tributari per cui se viene qualcosa corrisposto a titolo di riconoscimento per queste brevi esperienze, finisce a essere considerato un reddito assimilato a quello da lavoro dipendente, con le conseguenze che ne conseguono, cioè la possibilità di superare la soglia di reddito oltre la quale uno rischia di perdere alcuni benefici, come per esempio gli assegni di invalidità e il diritto alle pensioni di reversibilità per gli inabili o altre prestazioni assistenziali o previdenziali connesse al reddito, ed ecco perché il senso dell’ordine del giorno, sapendo che non è materia regionale, ma chiaramente è materia tributaria, quindi di competenza costituzionale e nazionale, chiediamo alla Giunta di attivarsi in tutte le sedi più opportune presso il Governo perché attraverso l’attuale attuazione della delega fiscale, che però su questi temi non è esattamente all’opera, o in un ulteriore intervento normativo si disponga opportunamente al fine di eliminare per questa fattispecie l’assimilazione delle indennità corrisposte a titolo di tirocinio, in particolare per questo tirocinio previsto dall’accordo nazionale, a lavoro dipendente in maniera da non generare problematiche di reddito a quelle persone che dispongono di ulteriori benefici di ordine sociale e previdenziale e che potrebbero avere una difficoltà a utilizzare questo tipo di strumento verso l’inserimento lavorativo perché rischiano di dover scegliere tra questo e un altro beneficio di ordine sociale e previdenziale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Boschini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Il consigliere Boschini dice che questo progetto di legge è prevalentemente rivolto al tirocinio, però è innegabile che una parte relativamente al lavoro e alle imprese c’è e secondo noi qui c’è anche un ulteriore squilibrio/lacuna. Mi spiego meglio. Innanzitutto, come abbiamo detto, l’obiettivo dovrebbe essere quello di consentire ai soggetti fragili di lavorare come chiunque altro adiuvando così l’inclusione sociale e tramite questo magari contribuire a risolvere le eventuali cause di vulnerabilità.

L’obiettivo di questo progetto di legge non dovrebbe essere quello invece di dare agevolazioni alle imprese ma ai lavoratori, in più, visto che prevede anche che soggetti fragili vengano aiutati nell’apertura della partita Iva, ci piacerebbe conoscere quali sono le incentivazioni previste non meramente finanziarie, visto che in questo progetto di legge viene citato solamente l’accesso al credito, ma per quello esistono già ad esempio i confidi o il fondo per il microcredito, quindi degli strumenti già esistenti e, per riprendere quello che diceva anche la mia collega Gibertoni, è una mera elencazione di strumenti che esistono già.

Andando nello specifico e riguardando il discorso assunzione di soggetti fragili o apertura di partita Iva, se io, soggetto fragile, vengo assunto come dipendente non so quale supporto socio-sanitario avrò, però la mia azienda avrà dei vantaggi presumibilmente di natura fiscale o amministrativa, ma se io, stesso soggetto fragile, apro partita Iva non solo non so quali strumenti sociali avrò in mio supporto ma, a parte l’accesso al credito, non so nemmeno quali altri strumenti o agevolazioni all’impresa ci saranno.

La parola ad esempio “sostiene” citata nell’articolo 29 del primo comma in sé non dice nulla se non è accompagnata da delle specifiche. Vi ricordo inoltre che la situazione degli assistenti socio-sanitari è già al limite della sopportazione in quasi tutta la regione. La mole di lavoro che ogni assistente è chiamato a sostenere non permette gli standard qualitativi che si necessiterebbero e inoltre si è anche creata la situazione paradossale per cui anche le stesse figure professionali coinvolte da questo progetto di legge, quali ad esempio assistenti socio-sanitari e alcuni psicologi, ormai in molti casi sono assunti da cooperative che forniscono servizi ai comuni e alle ASL.

Azzardando un piccolo volo pindarico, vista la situazione di svantaggio contrattuale in cui si trovano i lavoratori delle cooperative rispetto ai dipendenti del settore pubblico, potremmo quasi considerare gli stessi operatori una categoria vulnerabile. A questo punto ci domandiamo anche chi assisterà gli assistenti.

Per concludere, pur apprezzando l’intento iniziale che ha dato la propulsione a questo progetto di legge, ribadiamo che non continuiamo a capire perché si continuano a perdere occasioni per attuare un qualcosa, magari di maggiormente concreto, meno lacunoso e magari fatto anche con degli atti un po’ più semplici. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Grazie, presidente. Mi scuso di riprendere la parola per la seconda volta, però mi sembra che tutti condividiamo non solo gli scopi ma anche in parte la metodologia di questo progetto di legge, però credo di non essere il solo a notare un’insufficienza di strumentazione nella normativa tale che ne mette in discussione il successo, che invece tutti vorremmo che avesse.

Mi si affollano in testa una serie di domande e di problemi. Che cos’è questa presa in carico? Significa l’attribuzione di uno status come quello che prevedeva la legge 68? Quali sono i contorni più precisi, per quanto possibile, di queste persone? Quali sono i loro specifici diritti e soprattutto in quale contesto di rapporto collettivo sociale si pone questo problema? I datori di lavoro che vorranno partecipare a questi tirocini sono quelli che hanno aderito a una sorta di convenzione quadro da parte della Regione? Quali incentivi ci sono? Perché senza di quelli nessuno assume una persona o fa entrare nella propria azienda una persona che non abbia completa capacità lavorativa.

Se potessi esprimere una proposta, sarebbe questa: stiamo attenti a non andare troppo di fretta, perché la gatta frettolosa, come si sa, fece i mici ciechi. Questa mi sembra una legge molto importante e non so se non sarebbe il caso di riportarla in Commissione e rifletterci un po’ più a lungo proprio per trovare una strumentazione che ci dia il percorso che deve fare questa figura di lavoratore fragile e vulnerabile, che senz’altro è una figura che non coincide con quella dell’invalido - questo è ovvio e molto spesso sono altri i problemi - ma che però va comunque definita.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Alleva.

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. Credo sia il caso di partire, come è stato delineato in diversi interventi anche che mi hanno preceduto, dal quadro generale in cui viene fatta questa legge e in cui andiamo a votare questa legge.

È stata richiamata da tanti la crisi economica che per la profondità e la durata potremmo anche non chiamare crisi ma che ha prodotto cambiamenti sociali nella società dell’Emilia-Romagna, come in tutta Italia, anche se la nostra regione magari si poteva pensare più al riparo di altre, cambiamenti sociali profondi e sui quali difficilmente si potrà tornare indietro, ma che piuttosto vanno affrontati. In quest’ottica allora è importante anche questo provvedimento. Non è risolutivo, come non lo possono essere tanti provvedimenti anche solo di respiro regionale, ma diventa importante anche questo.

Non sfuggono determinate difficoltà o limiti che può avere un progetto di legge, che sono stati messi in evidenza eventualmente anche dal consigliere Alleva, tuttavia ci sono degli aspetti positivi sia nel lavoro che è stato svolto per quanto riguarda l’elaborazione del progetto di legge, dal passaggio dalla Giunta alla Commissione, sia nel merito, e partirei da questi.

In particolare la prima caratteristica può essere quella dell’ampiezza, cioè dell’andare ad ampliare le casistiche che vengono coperte dall’assistenza – lo ricordava prima anche Boschini – e va quindi a completare un quadro rispondendo a un’esigenza che comunque è emersa prima di tutto dalla società, e che quindi è giusto andare ad affrontare, ed è ampiezza anche quella del tentativo di integrare i servizi nell’equipe multi professionale e in altri aspetti che questa legge prevede e crediamo che questo sia un metodo positivo. Come tutte le cose, può essere perfettibile, ma sicuramente è positiva l’impostazione.

C’è anche la giusta flessibilità in questo progetto di legge per approcciarsi a un mondo e alle situazioni di vulnerabilità che questa flessibilità la richiedono proprio perché sono situazioni che non erano coperte prima da assistenza ad hoc e che si sono venute a creare in questi anni con delle particolarità legate ai cambiamenti sociali recenti e ancora in corso.

Diventa importante crediamo sistematizzare anche il riferimento che si fa al lavoro autonomo e ai percorsi imprenditoriali che possono essere assunti anche da persone in vulnerabilità. È vero che sono strumenti di cui già si parlava, ma qui abbiamo anche uno sforzo di metterli a sistema, di dare una sistematicità a questa impostazione, tra l’altro riconoscendo anche percorsi che in autonomia sono già stati fatti, quindi cercando di facilitare questo tipo di sbocchi. È importante andare a raccogliere quello che emerge dalla società e cercare di metterlo a frutto.

La stessa importanza ha il riferimento che viene fatto alle norme per quanto riguarda l’accesso al credito e al microcredito. Questa flessibilità presenta anche inevitabilmente dei rischi, per cui ci sarà da fare attenzione a tutta la fase attuativa. A volte diamo una delega rispetto a quello che verrà fatto nel concreto dalla Giunta, però l’impostazione resta positiva e necessaria per quanto ci riguarda, come è necessario il proposito che viene espresso nell’ordine del giorno, che sosteniamo convintamente, per impegnarsi a fare in modo che il reddito da tirocinio non venga assimilato al reddito da lavoro in maniera da dare ancora più spazio e un respiro diverso ai soggetti che accedono a questi percorsi di tirocinio e che si trovano in situazioni di vulnerabilità e di svantaggio.

Un ultimo riferimento che credo vada fatto, anche perché in tanti casi la forma non è sostanza, ma in questo crediamo sia importante anche quella, è al percorso che è stato fatto a questa legge dalla Giunta, dagli uffici e dalla relatrice in Commissione. Abbiamo avuto la possibilità, almeno per quanto riguarda noi come gruppo politico, di confrontarci in tutti questi ambiti, di vedere accolti i nostri riscontri, abbiamo avuto risposte, anche oltre la semplice formalità, che comunque confermano un approccio adatto a questo tipo di temi.

Crediamo sia altrettanto importante avere accolto in Commissione la maggior parte degli emendamenti che sono stati presentati, indipendentemente dall’origine che avevano, un approccio inclusivo che dimostra comunque anche uno sforzo nei metodi che si può tradurre poi in uno sforzo altrettanto produttivo nel merito della questione, quindi nell’applicazione e nel lavoro che verrà fatto in base a questa legge. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

Ha chiesto di parlare la consigliera Soncini. Ne ha facoltà.

 

SONCINI: Grazie, presidente. Solo per ribadire alcuni aspetti per i quali questa legge va a mio avviso salutata positivamente e anche per rispondere ad alcune questioni che sono state sollevate oggi. Questa legge va salutata positivamente intanto perché il legislatore oggi guarda la vita delle persone e guarda la vita delle persone che si sta modificando, cioè cerca di capire quali aspetti sono cambiati e li incastra dentro politiche pubbliche che devono essere diverse.

Credo che sia un aspetto estremamente importante perché l’approccio integrato dei servizi pubblici è un approccio innovativo che quasi istituzionalizziamo, ma direi che è stato accolto positivamente anche dal territorio, e il confronto, per rispondere ad alcune questioni sollevate prima, è stato fatto in modo molto attivo, perché non solo sono state fatte diverse Commissioni, ma anche un’udienza conoscitiva in cui erano presenti le componenti imprenditoriali, sindacali, gli enti di formazione accreditati ma anche gli attori del privato, quindi la cooperazione sociale, i servizi pubblici, questa concertazione è stata fatta e devo dire che ha avuto esiti positivi e ha dato naturalmente valore e dignità all’impegno politico e legislativo di questa Regione.

Va vista positivamente perché superiamo l’idea che caratterizza il welfare italiano in una logica risarcitoria e riparatoria, in cui di fronte a delle problematiche si dà un assegno, un contributo e un sussidio. È importante l’empowerment, che i servizi uniti insieme prendano a carico la persona nella sua complessità, nella complessità delle sue problematiche, e cerchino insieme, quindi i servizi sociali dei comuni, i centri per l’impiego e quindi anche le ASL, di prendersi in carico le problematiche delle persone e di risolverle, e questo è sicuramente un valore aggiunto rispetto all’assegno e rispetto al sussidio.

Questo mi pare importante ribadirlo e sottolinearlo. Oltre al fatto che la Regione formerà gli operatori, quindi darà agli operatori quegli strumenti indispensabili per rendere adeguate ed effettive le risposte che i servizi pubblici possono dare, quindi è un ulteriore aspetto di importanza notevole.

Riduciamo i rinvii degli utenti da un servizio all’altro. Queste persone oggi sono rinviate da un servizio all’altro e adesso abbiamo un unico soggetto, che è l’equipe multi professionale, che si prende a carico loro, e mi sembra un passo avanti notevole nella logica della sovrapposizione, in un’idea di semplificazione che va incontro anche alle esigenze e ai bisogni delle persone. L’obiettivo finale e più importante è di fare uscire la persona dalla condizione di fragilità e di vulnerabilità ed evitare che il fenomeno scivoli nella marginalità sociale. Quando dicevo prima che il legislatore oggi guarda la vita delle persone che cambia, lo dico perché è indubbio che i servizi sociali oggi vedano delle situazioni di difficoltà in aumento. Bussa alla porta chi ha perso il lavoro e spesso di fianco alla perdita del lavoro c’è una fragilità familiare, una fragilità sociale, una fragilità psicologica, allora è indispensabile individuare degli orientamenti nuovi.

Noi siamo perfettamente consapevoli che questa legge debba essere resa viva come tutte le leggi ed effettiva sui territori, quindi sarà importante e non sarà semplice, quindi c’è un lavoro in evoluzione, che i servizi lavorino al meglio e che ci sia una collaborazione, però intanto anche per rispondere, è vero che sono previsti gli incentivi, ma gli incentivi sono residuali, cioè si incentiva dove la legislazione nazionale non prevede incentivi, quindi è qualcosa che va ad aggiungere. Poi ci sono degli incentivi economici e dei rimborsi spese sostenuti dalle aziende per gli acquisti volti agli adeguamenti delle persone che sono sul mercato del lavoro, quindi il ritorno è sempre verso le persone fragili, quindi l’obiettivo rimane quello.

Altro aspetto, per rispondere, è che noi non muoviamo niente rispetto alla legislazione nazionale. La 687 e la 381 rimangono lì e sono effettivamente quelle legislazioni che danno occasione di lavoro vero in azienda o in enti pubblici e questo è qualcosa che si aggiunge a questa legislazione, che va a dare qualcosa in più. Il nostro obiettivo lo abbiamo detto - lo dicevo prima – è quello di fare in modo che ci sia una condizione di comunità giusta, equa e solidale che fa in modo che le persone escano dalla situazione di fragilità. Non vogliamo creare un assistenzialismo ma vogliamo dare quelle opportunità a tutti, quegli strumenti che è il diritto del lavoro, che le aziende negli incontri che abbiamo fatto sul territorio, anche le imprese hanno partecipato. Cosa c’è di più bello che sentirsi dire da un’impresa “io ci sono”? Il valore etico di un’impresa che dice “noi ci siamo, siamo disponibili ad attuare questa legge sul territorio”.

Li ho ringraziati e ho detto loro che l’idea importante del futuro è quello della pubblica amministrazione e degli attori privati che insieme coprogettano e coprogrammano in una logica anche lineare in cui le problematiche e le situazioni di difficoltà delle persone vengono prese a carico insieme, pubblico, privato, fondazioni, istituzioni private, e si mettono insieme associazioni per trovare delle risposte alle problematiche.

È importante che a ciascuno sia data una seconda chance, una seconda opportunità, che ciascuno abbia la possibilità di poter vivere una vita assolutamente dignitosa in un mercato del lavoro che non sia solo – evidenziava prima il collega Boschini - quello del tema dei tirocini, che sono una transizione al lavoro. Chi ha la possibilità è giusto ed è bello che possa avere un’occasione di lavoro piena.

Credo che questa legge contenga davvero degli aspetti importanti, soprattutto nell’ottica della valorizzazione del capitale umano che in questa regione è molto importante. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Soncini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Partirei dalle valutazioni che ci accomunano rispetto a questa legge, perché mi sembra che siamo tutti d’accordo che il lavoro svolga un ruolo primario nella vita di ogni persona, non solo in termini economici, ma anche in termini di identità, così come siamo tutti d’accordo sul fatto che il lavoro è un potentissimo strumento di inclusione sociale. Noi, quando ci siamo presentati, avevamo un programma di mandato, nel quale c’era scritto che non avremmo lasciato nessuno indietro.

Affinché la società regionale sia realmente inclusiva, occorre innanzitutto evitare che le condizioni di fragilità e vulnerabilità, che sono condizioni che possono essere temporanee e si possono verificare nella vita di ognuno di noi, non evolvano in rischi di marginalità sociale. Come sanno i volontari delle organizzazioni che si occupano di esclusione sociale, la perdita del lavoro è la prima causa insieme all’insorgere di malattie e problematiche familiari che spinge addirittura in strada le persone. Con l’attuale normativa in materia di lavoro, soprattutto se una persona ha una certa età (da quaranta – quarantacinque anni in su) quella persona può diventare incollocabile o difficilmente collocabile nel mercato del lavoro, e questo può produrre condizioni di fragilità e marginalità estrema.

Per questo, in un momento tanto critico come quello in cui noi stiamo vivendo, è importante un’azione tempestiva e veloce della nostra Regione che permetta alle persone più fragili di inserirsi nel mondo del lavoro per acquisire nuovamente autonomia e per ottenere una nuova inclusione sociale. In questo senso sono diversi gli aspetti positivi della legge che ci apprestiamo a votare, e voglio sottolineare quegli aspetti sui quali tutti, anche magari con accenti critici e proposte migliorative, si sono in qualche maniera soffermati, perché partendo dagli aspetti che tutti consideriamo positivi di questa legge forse possiamo arrivare a una maggiore condivisione tenendo presente che si è fatto un grandissimo lavoro in Commissione rispetto a questa legge, come ricordava la collega Soncini un attimo prima di me.

Per quanto riguarda gli aspetti positivi di questa legge, innanzitutto mi sembra particolarmente efficace la scelta di attuare un programma personalizzato che si basa sull’analisi e sulla valutazione del profilo di fragilità delle persone. Anche su questo credo che siamo tutti d’accordo. Mi sembra innovativa la scelta di integrare politiche del lavoro e sociali con un approccio multidisciplinare che in qualche maniera istituzionalizza l’integrazione tra questi due settori.

L’integrazione dei servizi e l’intervento di un’équipe multiprofessionale è un aspetto fondamentale per le persone fragili, per le quali muoversi di continuo tra moduli e uffici diversi diventa un problema e una difficoltà in più. L’integrazione tra i servizi consente inoltre di considerare la persona nella sua globalità, di predisporre un programma personalizzato, di ridurre i rinvii dell’utente da un servizio all’altro, di eliminare le sovrapposizioni tra gli enti e di ottimizzare l’utilizzo delle risorse. Gli interventi personalizzati sono particolarmente utili perché con le mutazioni sociali che sono avvenute negli ultimi anni, e lo vediamo tutti i giorni nelle nostre strade, gli interventi standard si sono dimostrati poco efficaci.

In situazioni di estrema povertà e di fragilità economica oggi troviamo uomini e donne, italiani e stranieri, laureati e non laureati, giovani e anziani, imprenditori in fortissima difficoltà e imprenditori falliti, piccoli artigiani, lavoratori licenziati, e ognuno di loro ha bisogno di risposte personalizzate ed è chiaro che non si possono immaginare interventi che vanno bene per tutti. Le procedure semplificate rendono inoltre possibili interventi più tempestivi, e anche questo aspetto credo che vada sottolineato e anche su questo aspetto credo che dovremmo essere tutti d’accordo. Credo anche che la scelta di responsabilizzare la persona che fruisce del servizio sia importante, e in questo senso mi sembra interessante anche la scelta di sostenere le attività di lavoro autonomo e imprenditoriale.

In fase di attuazione della legge – tutte le leggi possono essere migliorate, e questa ovviamente tra le altre – dovremo avere alcune attenzioni specifiche. La prima è tenere presente – ne faceva cenno nel suo intervento iniziale il collega Alleva, ma su questo siamo tutti d’accordo, perché ne parlava anche la collega Marchetti quando l’ha presentata – che obiettivo ultimo della legge è quello di inserire le persone in condizioni di fragilità nel mercato del lavoro con un contratto vero e quindi prestare grande attenzione alle modalità di utilizzo dei tirocini, che sono strumenti utilissimi e fondamentali, ma che devono essere, come recita la legge, di orientamento, formazione o inserimento e reinserimento. Benissimo anche la flessibilità e la possibilità di prolungare i termini, ma ponendo sempre grande attenzione affinché l’obiettivo ultimo sia un contratto di lavoro stabile e la finalità di inclusione sociale, che sicuramente è meritoria, inserita in questa legge e relativa a un determinato tipo di tirocinio, è una finalità che però riguarda la persona nel momento della sua difficoltà, poi bisogna pensare a come reinserire questa persona nel mercato del lavoro e rispetto a questo la clausola valutativa è un’importante garanzia affinché la legge raggiunga effettivamente i suoi scopi.

Diceva un attore noto in uno dei suoi spettacoli che non c’è sfida più bella di quella di non perdere nessuno per strada, di non lasciarlo indietro, e credo che questa legge sia un passo importante in questa direzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. A me verrebbe voglia di dire che avrei l’occasione per vendicarmi del voto contrario che la Commissione per bocca della consigliera Marchetti ha espresso sulla mia proposta di legge, ma io sono abituato a esaminare i problemi per quelli che sono e devo dire che sotto il profilo strettamente normativo mi pare che, per come ce l’hanno spiegata gli uffici e anche per quello che è uscito dalle audizioni, questa sia più una legge necessaria che una legge inutile. Mi pare che sia più una legge che consente di risolvere alcuni problemi anche agli enti locali che erano stati rappresentati rispetto alle legittime utopie che ognuno ha: non è compito della Regione creare il lavoro, ma è compito della Regione non ostacolare le condizioni perché il lavoro si possa sviluppare.

Dico sinceramente che anche questa reiterazione dell’espressione “mercato del lavoro” mi trova allergico, perché io vedo il mondo del lavoro e il lavoro non può essere ridotto a un mercato. Purtroppo è stato interpretato e ridotto a un mercato da scelte, anche di sviluppo economico, che devono portare a dei ripensamenti. Quando ci viene detto che vi sono duecentomila persone in condizioni di fragilità in Emilia-Romagna, che è una regione, se andiamo a vedere il reddito pro capite, che sta bene, vi rendete conto di cosa vuol dire nelle altre regioni o in regioni che non hanno quella posizione che ha l’Emilia-Romagna? A mio avviso duecentomila persone che sono in condizione di fragilità sono un esercito, sono quasi una provincia dell’Emilia-Romagna e a queste persone ovviamente non si può dare una risposta di tipo assistenziale parassitaria, perché l’errore più grosso che noi potremmo commettere sia sotto il profilo psicologico sia sotto il profilo etico è liquidare le condizioni di fragilità all’insegna di un contributo parassitario.

Qui si cerca - a torto o a ragione, con i limiti ovviamente di una normativa che, come tale, non è destinata a risolvere il problema di per sé, ma è destinata a contribuire alla risoluzione del problema - a mio avviso di mettere in campo tutte le opportunità che ci sono perché chi si dovrà occupare di queste persone non abbia ostacoli di alcun tipo per poterlo fare. Se questo è il ragionamento, mi pare che dovremmo trovare le ragioni che più ci uniscono su questo tema di quelle che ci dividono. È chiaro che sotto il profilo della tecnica legislativa potremmo trovarne sempre e di migliori, ma qui siamo al livello di un principio che va riaffermato, e il principio del programma personalizzato che viene introdotto è un principio che una sua valenza fondamentale, perché esce dal generico per entrare nel particolare.

Francamente mi pare che a volte quest’Assemblea operi in modo un po’ schizofrenico, perché noi discutiamo di provvedimenti fondamentali in tre ore e poi ci arrovelliamo su provvedimenti che hanno una loro importanza, ma molto più modesti come impatto, discutendo delle ore. Il record penso che lo abbiamo ancora in piedi con la consulta degli emiliano-romagnoli e non vorrei stabilire il secondo record con questo provvedimento. Tutti dicono di andare in streaming, ma stiamo attenti, perché se la gente ci prende sul serio e ci guarda probabilmente pensa che anche noi dobbiamo andare dalla parte degli assistiti e non degli assistenti.

In ragione di tutto ciò dico che a me pare che in Commissione si sia fatto un lavoro discreto, la relatrice ha accettato quegli emendamenti che riteneva fossero compatibili col quadro normativo e mi pare che questo quadro normativo non sia distante dalle richieste che venivano dai soggetti auditi e quando non vi è conflitto è già un successo. Tutto sommato proviamola. Come tutto, sarà perfettibile, ma pensare che una legge risolva il problema di duecentomila persone in situazione di fragilità è una cosa che non esiste. Pensare che noi si riesca a risolvere i problemi del mondo del lavoro in un giorno è una cosa da matti.

Penso che noi dobbiamo cercare di intervenire con tutti gli strumenti possibili per far sì che il mondo del lavoro raggiunga quelle condizioni di equilibrio che oggi io vedo invece per contro molto squilibrate. Non sono da solo, perché se il Fondo Monetario Internazionale ieri dice che vi è una generazione che rischia addirittura di non entrare nel mondo del lavoro, forse il problema non sta in un codicillo, ma in un tipo di economia che, esplosa oltre ogni normale considerazione, oggi si trova a rinculare. Non so se qualcuno si sta accorgendo di cosa è capitato nell’ultimo mese alla Borsa cinese; voi pensate che questo impatto non avrà un impatto negativo nei prossimi mesi su tutti quei paesi che avevano attivato un’attività forte di commercializzazione con la Cina? Sono questi i temi che una società deve affrontare.

Con questo provvedimento, e concludo, a mio avviso molto più modestamente diamo un pacchetto di opportunità in più per poter far fronte a una situazione che sappiamo essere una situazione di difficilissima risoluzione, ossia dare una chance a chi non solo non ha lo stipendio ma non ha la possibilità di lavorare. Se uno dovesse avere l’incubo ventiquattro ore su ventiquattro di non sapere cosa fare sono le condizioni psicologiche peggiori, perché uno gira a vuoto, si aggrappa a tutto e arriva alla fine della giornata che si sente un fallito. In questo senso mi è piaciuto chi ha ricordato di non lasciare nessuno indietro, perché devo dire che il primo Berlusconi aveva assunto questo slogan, anche se non so se l’abbia attuato.

Io penso che noi abbiamo il dovere quantomeno di creare le condizioni perché nessuno sia lasciato indietro, fermo restando che alla mano che dà la Regione ci deve essere l’altra mano che dà il soggetto coinvolto nel progetto, perché non si può pensare che noi si intervenga e gli altri stiano alla finestra soltanto dicendo che è un atto dovuto. No, c’è una collaborazione positiva e una forma di sussidiarietà e un principio di sussidiarietà che non è quello verticale ma quello orizzontale che a mio avviso dietro le parole di questa legge si intravede.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Non avendo nessun altro iscritto in discussione generale, chiedo al relatore di maggioranza se vuole intervenire, altrimenti passo la parola all’assessore Bianchi.

Ha chiesto di parlare l’assessore Bianchi. Ne ha facoltà.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Ricordo che questa legge partì come disegno nella scorsa legislatura con l’incontro con l’allora assessore Teresa Marzocchi, che voglio qui ringraziare. Francamente voglio fare una considerazione e riprendo molto delle sue parole: questa è una legge che con molta modestia, ma con molto pragmatismo, vuole dare un’opportunità. Noi non vogliamo risolvere il problema nel mondo e non vogliamo neanche creare una nuova categoria. Non è che c’è la categoria dei disabili e creiamo la categoria dei quasi disabili su cui interveniamo garantendo. Noi mettiamo tutti i nostri servizi in un approccio integrato per rispondere tutti insieme a dei problemi di singole persone.

Questo è il carattere di questa legge: non avere di fronte un panorama indiscriminato, ma le singole persone con le loro facce e le loro storie, perché non siano più fragili. Le persone vanno tirate fuori dalla condizione di fragilità e non congelarle in una nuova categoria. Questo mi sembra che sia quello che abbiamo voluto fare.

Quando si parla di strumenti, certo che esistono tanti strumenti, però dobbiamo anche accompagnare le persone a poter utilizzare al meglio quegli strumenti, perché è vero quello che dice lei, consigliere Foti, cioè che chi si trova in questa situazione il più delle volte è anche in uno stato d’animo nel quale non riesce a cogliere tutte le opportunità. Questo ha un compito: le singole persone a cui noi tutti ci dobbiamo mettere in condizione di creare le opportunità non per creare loro un lavoro o per dare loro una pensione o qualcosa del genere, ma per fare uscire da una condizione che vogliamo sia transitoria. Questo è lo spirito molto pratico e operativo e che incide sulla nostra organizzazione, perché se non incidiamo su di noi facciamo fatica a capire come funzionano gli altri.

Con questo spirito io ringrazio tutti voi, mi pare che abbiate colto anche le ambizioni che esistono, laddove si opera con le persone per le persone, e questo è il nostro stile, ossia operare con delle persone. Anche i nostri operatori stanno soffrendo questa situazione, perché quando vengono le persone che hanno dei problemi e non si riesce a dare risposta anche questa è una sofferenza per delle persone che stanno soffrendo.

Il nostro compito è portare fuori le persone da questa condizione permettendo a loro però di essere gli attori principali. Bisogna fare in modo che siano le persone a essere loro in condizione di prendere in mano la loro vita. Grazie veramente a tutti per i contributi che sono stati dati ma anche per aver colto che questo è uno snodo cruciale della nostra vita collettiva. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Bianchi.

Si è concluso il dibattito generale e iniziamo l’esame dell’articolato con le votazioni degli articoli e degli emendamenti.

Sull’oggetto 842 abbiamo cinque emendamenti, di cui quattro a firma delle consigliere Gibertoni e Sensoli e uno a firma del consigliere Bignami, un ordine del giorno a firma dei consiglieri Francesca Marchetti, Soncini, Boschini, Torri, Taruffi, Caliandro, Foti, Rancan, Calvano, Nadia Rossi, Montalti, Poli, Alleva, Mumolo, Bagnari, Pruccoli, Bessi, Zoffoli, Lori, Ravaioli, Gibertoni, Prodi, Mori, Iotti, Sabattini, Serri e Rontini.

Partiamo con l’articolo 1.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’articolo 2.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 2 è approvato.

Passiamo all’articolo 3, su cui insiste un emendamento a firma delle consigliere Gibertoni e Sensoli, l’emendamento 1.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. L’emendamento è connesso a quello successivo, dove chiediamo l’abrogazione dell’articolo 17. È diretto a individuare l’ambito specifico su cui si può intervenire in ordine alle eventuali esigenze connesse alla coordinazione applicativa tra i sistemi informativi dei servizi coinvolti in questa legge. Il comma è introdotto ed è a nostro avviso più che sufficiente per far fronte a queste esigenze, sulle quali al momento insiste l’articolo 17, del quale chiederemo l’abrogazione con l’altro emendamento che abbiamo presentato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Marchetti Francesca. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente. Noi respingiamo questo emendamento perché riteniamo che sia già inserito all’articolo 17, che risulta più completo e più articolato rispetto a quanto proposto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Marchetti Francesca.

Se non ci sono interventi per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma delle consigliere Gibertoni e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’articolo 4, su cui insiste l’emendamento 2, a firma delle consigliere Gibertoni e Sensoli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. L’emendamento è diretto ad assicurare coerenza tra la dimensione territoriale della programmazione e quella territoriale dei soggetti. Infatti noi chiediamo di eliminare la parte dove si cita la Commissione regionale tripartita perché la formulazione dell’articolo rischia in questo modo di escludere molte organizzazioni che forse oggi sono anche più rappresentative rispetto a quella che è la Commissione regionale tripartita che, a quanto ci risulta, risale a quindici anni fa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Marchetti Francesca. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente. Anche questo emendamento viene respinto perché riteniamo che sia necessario stabilire un criterio e le CRT crediamo siano l’organismo allargato di riferimento per l’attuazione della legge per il confronto con le parti sociali. Tra l’altro anche questo era già stato declinato in Commissione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Marchetti Francesca.

Se non ci sono interventi per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma delle consigliere Gibertoni e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’articolo 5.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 5 è approvato.

Passiamo all’articolo 6.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 6 è approvato.

Passiamo all’articolo 7.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 7 è approvato.

Passiamo all’articolo 8.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 8 è approvato.

Passiamo all’articolo 9.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 9 è approvato.

Passiamo all’articolo 10.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 10 è approvato.

Passiamo all’articolo 11.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 11 è approvato.

Passiamo all’articolo 12.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 12 è approvato.

Passiamo all’articolo 13.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 13.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 13 è approvato.

Passiamo all’articolo 14.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 14.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 14 è approvato.

Passiamo all’articolo 15.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 15.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 15 è approvato.

Passiamo all’articolo 16.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 16.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 16 è approvato.

Passiamo all’articolo 17, su cui insiste l’emendamento 3, a firma delle consigliere Gibertoni e Sensoli, interamente soppressivo dell’articolo 17. Si pone ai voti il mantenimento del testo a norma dell’articolo 96, secondo comma, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Sicuramente verrà rigettato, ma ci tengo comunque a specificare il motivo per cui lo abbiamo presentato e si ricollega a quello precedente. L’emendamento è relativo all’articolo 3 ed è diretto a eliminare l’impropria sottolineatura di esigenze di carattere informative alle quali si può comunque corrispondere senza invocare il soccorso di articoli e norme ma semplicemente ricorrendo alle disposizioni che prevedono di assicurare adeguata capacità organizzativa e strumentale e servizi gestiti o programmati dalla Regione senza correre il rischio inoltre di fornire un assist per giustificare ancora eventuali spese per consulenze o investimenti se non strettamente necessari. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Marchetti Francesca. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente. Anche questo emendamento è respinto anche perché ci teniamo a sottolineare come il tema dei sistemi informativi sia stato sottolineato più volte anche nella fase conoscitiva.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Marchetti Francesca.

Procediamo con la votazione, per alzata di mano, dell’emendamento 3, cioè con il mantenimento del testo, a norma dell’articolo 96, secondo comma, del Regolamento. Nel caso in cui si votasse a favore, verrebbe approvato il testo originale.

Dovete votare al contrario, altrimenti votate l’emendamento. Non so se è questa la scelta della maggioranza.

Metto quindi in votazione, per alzata di mano, il mantenimento del testo dell’art. 17.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il mantenimento del testo dell’articolo 17 è approvato, pertanto l’emendamento 3 si intende respinto.

Vista l’ora, interrompiamo i lavori della mattinata che continueranno nel pomeriggio alle ore 14 con le votazioni a partire dall’articolo 18. Grazie.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,04

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente dell’Assemblea Simonetta SALIERA e gli assessori Palma COSTI e Sergio VENTURI

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 751 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni»” (13)

 

Presenti: 47

 

Favorevoli: 30

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 14

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 2

Galeazzo BIGNAMI, Tommaso FOTI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 3

Enrico AIMI, Palma COSTI, Simonetta SALIERA.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 751 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni»” (13)

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 3 "Principi per il riparto delle funzioni amministrative", dopo il comma 4, è aggiunto il seguente comma 4bis:

"4bis. L'Assemblea legislativa, su proposta della Giunta regionale, approva i bilanci e gli atti di programmazione generale e di indirizzo riguardanti l'attività delle agenzie, di cui al comma 4."»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 3 "Principi per il riparto delle funzioni amministrative", dopo il comma 6, è aggiunto il seguente comma 6bis:

"6bis. Al fine di assicurare, in primo luogo, un risparmio di risorse nonché una maggiore efficienza, le agenzie, di cui al comma 4, conformano la loro struttura organizzativa a quella delle ordinarie direzioni generali della Giunta regionale, condividendo le medesime risorse strumentali, in particolare riguardo a basi dati, banche dati, strumenti gestionali, forme e strumenti di pubblicità e trasparenza."»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 3 "Principi per il riparto delle funzioni amministrative", alla fine del comma 5, prima del punto finale sono aggiunte le seguenti parole:

"ed il cui esito è sottoposto al parere vincolante della competente commissione assembleare."»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 4 "Ruolo e funzioni della Regione", dopo il comma 2, è aggiunto il seguente comma 2bis:

"2bis. Lo svolgimento da parte della Regione di funzioni di carattere gestionale è esercitato, in via prioritaria, attraverso le ordinarie strutture regionali. Lo svolgimento di dette funzioni da parte di Agenzie regionali o altri enti e soggetti, comunque denominati, è subordinato al pieno rispetto delle prerogative dell'Assemblea legislativa regionale previste dall'art. 28 dello Statuto regionale."»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 67 "Disposizioni generali in materia di personale", all'inizio del comma 7, è cassato il riferimento alla lettera b) di conseguenza le seguenti parole:

"7. Il personale di cui al comma 6, lettere b) e c), sarà ricollocato solo a seguito del processo di riordino del relativo settore, anche in attuazione di quanto previsto dall'articolo 52" sono così sostituite:

"7. Il personale di cui al comma 6, lettera c), sarà ricollocato solo a seguito del processo di riordino del relativo settore, anche in attuazione di quanto previsto dall'articolo 52" contestualmente è aggiunto il comma 7 bis:

"7 bis Il personale di cui alla lettera b) del comma 6 sarà ricollocato a seguito del processo di riordino del relativo settore, in attuazione delle disposizioni di cui alla legge 56 del 2014 e, in particolare, dei commi 85, 88 ed 89 dell'articolo 1, assicurando, la continuità dell'esercizio delle funzioni svolte dalla Polizia provinciale e la salvaguardia delle professionalità acquisite, anche dando luogo all’individuazione degli ambiti ottimali per lo svolgimento di dette funzioni."»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 9 "Misure per favorire lo sviluppo delle fusioni di Comuni. Modifiche alla legge regionale n. 24 del 1996", che al comma 3, aggiunge l'art. 18 bis alla legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, nel comma 1, dell'art. 18 bis aggiunto, sono cassate le parole: ", di cui almeno uno sotto i 1.000 abitanti"»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 9 "Misure per favorire lo sviluppo delle fusioni di Comuni. Modifiche alla legge regionale n. 24 del 1996", che al comma 3, aggiunge l'art. 18 bis alla legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, nel comma 1, dell'art. 18 bis aggiunto, dopo le parole: "Ulteriori premialità sono riconosciute alle fusioni comprendenti Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti" sono aggiunte le parole: "ed alle fusioni a seguito delle quali il numero di comuni costituenti lo stesso Distretto Socio Sanitario risulti inferiore a cinque, avuto a riferimento, per il calcolo del numero dei comuni, l'articolazione dei Distretti socio-sanitari previsti dalla legge regionale 12 maggio 1994, n. 19"»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 10 "Conferenza inter-istituzionale per l'integrazione territoriale", al comma 2, dopo le parole: "dal sindaco metropolitano," sono aggiunte le parole: "dai sindaci dei comuni capoluogo delle attuali province, dai sindaci dei comuni superiori a 90.000 abitanti"»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 13 "Composizione e funzionamento del CAL. Modifiche alla legge regionale n. 13 del 2009", al comma 1, che sostituisce l'articolo 2 della legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali), nell'articolo 2 sostituito, al comma 1, lettera c) dopo le parole: "i Sindaci dei Comuni capoluogo e dei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti" sono aggiunte le parole: "nonché i Presidenti delle Unioni di Comuni con popolazione pari o superiore a 50.000 abitanti"»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 16 "Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia. Funzioni in materia di ambiente", nel comma 4, alla lettera d) alla fine sono aggiunte le parole: "e tre sindaci, o loro delegati, designati dal CAL"»

(Respinto)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 16 "Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia. Funzioni in materia di ambiente", al comma 4, dopo le parole: "con funzioni di indirizzo" sono aggiunte le parole: ", di verifica"»

(Respinto)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 16 "Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia. Funzioni in materia di ambiente", al comma 4, prima delle parole: "Il comitato inter-istituzionale è composto da:" sono aggiunte le parole: "Il comitato inter-istituzionale esprime parere sui bilanci preventivi e consuntivi e sul regolamento, sottoponendo alla Giunta regionale le eventuali osservazioni."»

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 16 "Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia. Funzioni in materia di ambiente", al comma 7, sono cassate le parole: "che risponde direttamente al direttore generale"»

(Respinto)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 22 "Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia. Funzioni in materia di ambiente", il comma 2 è così modificato:

"2. Il personale individuato ai sensi del comma 1 è assegnato con distacco funzionale con le modalità di cui all'articolo 67, comma 11."»

(Respinto)

 

Emendamento 15, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 14 "Oggetto e principi", al comma 1, le parole: "utilizzo del demanio idrico" sono spostate dalla lettera e) alla lettera a):

"1. Il presente capo disciplina il riordino e l'esercizio delle funzioni in materia di ambiente, di energia, di difesa del suolo e della costa e di protezione civile, ed in particolare di quelle afferenti alle seguenti materie:

a) risorse idriche e utilizzo del demanio idrico;

b) inquinamento atmosferico, elettromagnetico e acustico, e attività a rischio d'incidente rilevante;

c) gestione dei rifiuti e dei siti contaminati;

d) valutazioni e autorizzazioni ambientali;

e) acque minerali e termali;

f) forestazione;

g) aree protette, tutela e conservazione della biodiversità;

h) difesa del suolo e della costa;

i) attività estrattive;

l) sismica;

m) protezione civile;

n) interventi e servizi in materia di energia."»

(Respinto)

 

Emendamento 16, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 16 "Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia. Funzioni in materia di ambiente", al comma 2, la parola: a) è cassata:

"2. Mediante l'Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia, la Regione esercita, in materia ambientale, le funzioni di concessione, autorizzazione, analisi, vigilanza e controllo nelle materie previste alle lettere b), c), d) ed e) dell'articolo 14, comma 1. Nelle stesse materie, sono esercitate attraverso l'Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia tutte le funzioni già esercitate dalle Province in base alla legge regionale."»

(Respinto)

 

Emendamento 17, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 19 "Riordino delle funzioni amministrative. Agenzia regionale a Sicurezza territoriale e la Protezione civile", ai commi 3, 4 e 5 sono apportate le seguenti modifiche:

"3. L'Agenzia regionale di protezione civile, istituita con la legge regionale n. 1 del 2005, è ridenominata "Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile" e continua ad esercitare le funzioni attribuitele dalla suddetta legge regionale, articolandole per sezioni territoriali coincidenti con gli ambiti di competenza dei Servizi Tecnici di Bacino.

4. I Servizi Tecnici di Bacino sono funzionalmente inquadrati all'interno dell'Agenzia di cui al comma 3, mantenendo invariate le proprie funzioni e competenze, il relativo personale e l'ambito territoriale di riferimento. Le funzioni di gestione nelle materie previste alle lettere a) e da h) a m) dell'articolo 14, comma 1, sono esercitate dalla Regione mediante l'Agenzia di cui al comma 3 la quale si avvale dei Servizi Tecnici di Bacino.

5. Mediante i Servizi Tecnici di Bacino inquadrati funzionalmente nell'Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, la Regione cura in particolare la progettazione e realizzazione degli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico, di consolidamento degli abitati e versanti instabili e di sicurezza idraulica, esercita le funzioni afferenti al servizio di piena, al rilascio del nullaosta idraulico, alle concessioni di risorse idriche e delle aree del demanio fluviale e alla sorveglianza idraulica. L'Agenzia rilascia inoltre i pareri previsti dalla normativa di settore. Esercita altresì le funzioni in materia di trasporto marittimo e fluviale previste alle lettere c), d), j) e g) dell'articolo 30."»

(Respinto)

 

Emendamento 18, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 53 "Disposizioni di prima applicazione concernenti l'istituzione dell'Agenzia regionale per il lavoro", è aggiunto il seguente comma 2 bis:

"2 bis. L'attivazione dell'Agenzia di cui al comma 1 è subordinata all'entrata in vigore delle disposizioni statali di cui al comma 1."»

(Respinto)

 

Emendamento 19, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 54 "Integrazioni alla legge regionale n. 17 del 2005. Istituzione dell'Agenzia regionale per il lavoro", al comma 1 che aggiunge l'art. 32 bis "Agenzia regionale per il lavoro" alla legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro), nella lettera o) dell'articolo 32 bis, le parole:

"o) concorrere alla ricerca delle imprese ospitanti i giovani assunti con i contratti di apprendistato, favorire la diffusione dell'istituto, verificare la sussistenza dei requisiti delle imprese con capacità formative;"

sono così sostituite:

"o) promuovere interventi che aumentino il numero di imprese disponibili ad ospitare giovani assunti con i contratti di apprendistato ed, in generale, tesi a favorire la diffusione dell'istituto; verificare la sussistenza dei requisiti delle imprese con capacità formative";»

(Approvato)

 

Emendamento 20, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 67 "Disposizioni generali in materia di personale", alla fine del comma 1, prima del punto finale, sono aggiunte le seguenti parole:

", nonché, salvaguardando la preesistente distribuzione territoriale, in applicazione del principio di sussidiarietà e dei principi di cui all’art. 3"»

(Respinto)

 

Emendamento 21, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«Dopo l'art. 73 "Norma finanziaria", è introdotto il seguente articolo 73 bis "Clausola valutativa":

"Art. 73 bis

Clausola valutativa

1. L'Assemblea legislativa, anche in attuazione della lettera d), comma 2, art. 1 della legge regionale 7 dicembre 2011, n. 18 "Misure per l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di semplificazione" esercita il controllo sull'attuazione della presente legge e ne valuta i risultati ottenuti, a tal fine con cadenza, almeno triennale, la Giunta regionale presenta alla competente commissione assembleare una relazione sull'attuazione della legge che fornisca, per i diversi obiettivi, settori ed enti ed in generale per tutti i soggetti interessati dal processo di riordino, informazioni in merito a:

a) grado di attuazione dei processi di trasferimento e ricollocazione previsti dalla legge;

b) numero e caratteristiche, anche qualitative, delle normative di settore conseguenti all'entrata in vigore della legge;

c) costituzione e principali attività svolte dai tavoli interistituzionali e dei centri di competenza e di missione previsti nel Capo II del Titolo l;

d) principali criticità emerse nell'attuazione della legge.

2. La Giunta regionale, in sede di prima applicazione, presenta annualmente una relazione amministrativa intermedia sull'attuazione della legge.

3. Le competenti strutture dell'Assemblea legislativa e della Giunta regionale attuano un'opera di raccordo per consentire le migliori condizioni dirette all'esercizio della funzione valutativa di cui al comma 1."»

(Approvato)

 

Emendamento 22, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 75 "Modifiche alle leggi regionali n. 24 del 1996 e n. 21 del 2012", nella rubrica dopo la parola "1996" sono aggiunte le parole: ", n. 1 del 2013", inoltre, è introdotto il seguente comma 1 bis:

"1. bis. Dopo l'articolo 13 bis della legge regionale n. 24 del 1996 è aggiunto il seguente art. 13 ter:

Art. 13 ter

Osservatorio regionale dei processi di fusione

1. Al fine di monitorare gli effetti che scaturiscono dal processo di fusione in tutti i settori amministrativi di competenza regionale ed il concreto impatto del processo di fusione sui cittadini, sugli enti pubblici e sulle imprese, è istituito senza costi aggiuntivi a carico del bilancio regionale un Osservatorio regionale del processo di fusione dei Comuni, di cui fanno parte funzionari dei nuovi Comuni e funzionari regionali. La Giunta regionale, con proprio atto:

a) regola le modalità di funzionamento e la composizione dell'Osservatorio, prevedendo anche la partecipazione di funzionari di altre amministrazioni, sulla base di accordi con i competenti organi;

b) disciplina i compiti dell'Osservatorio, dando prioritario rilievo alla ricognizione delle criticità di natura amministrativa, burocratica e organizzativa ed alla proposizione agli enti competenti di congrue soluzioni operative;

c) prevede periodiche relazioni dell'Osservatorio agli organi di governo della Regione e dei nuovi Comuni.".

Contestualmente è abrogato il comma 5 dell'art. 4 della legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1 "Istituzione del Comune di Valsamoggia mediante fusione dei comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno nella provincia di Bologna."»

(Respinto)

 

Emendamento 23, a firma dei consiglieri Taruffi, Torri:

«All'art. 11 il comma 1 è così riscritto:

"1. La Giunta regionale, nel rispetto delle attribuzioni statutarie dell'Assemblea legislativa, può individuare interventi straordinari, anche a carattere infrastrutturale, volti allo sviluppo dell'attrattività economica-produttiva, turistica e culturale del territorio, la cui realizzazione comporta l'applicazione di procedure straordinarie a garanzia della riduzione degli oneri e dei tempi di conclusione dei procedimenti. L'individuazione è operata, sentita la Conferenza inter-istituzionale di cui all'articolo 10, a mezzo di un programma approvato dall'Assemblea legislativa in sede di bilancio di previsione o di variazione di bilancio. Il programma tiene conto della pianificazione territoriale vigente. A tal fine, previo accordo con le amministrazioni coinvolte, sono individuate le soluzioni tecniche organizzative, anche di natura sperimentale, compresa l'istituzione, in convenzione, di uffici comuni a carattere temporaneo, denominati "centri di competenza inter-istituzionale."»

(Approvato)

 

Emendamento 24, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 1, al comma 2 lettera d) si propone di aggiungere dopo la parola ridelimitazione, la seguente frase:

"resa obbligatoria secondo i criteri e le modalità stabilite dalla Regione con propria legge che sarà emessa entro e non oltre il 30 gennaio 2016."»

(Respinto)

 

Emendamento 25, a firma del consigliere Alleva:

«Art. 2 - Si chiede di sostituire il testo del comma 4 con la seguente formulazione:

"Le funzioni di verifica degli strumenti di pianificazione urbanistica sono funzioni regionali delegate, pertanto il personale provinciale addetto a tali funzioni regionali, ai sensi di quanto disposto all'articolo 66, transitoriamente confermate in capo alle Province e alla Città Metropolitana, è trasferito alla Regione dalla data di entrata in vigore della presente legge e successivamente distaccato presso i precitati enti fino all'approvazione della LR 20/2000."»

(Respinto)

 

Emendamento 26, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 3, alla fine del comma 2 si chiede di aggiungere la seguente frase:

"In relazione alla prevista riforma della LR 20/2000 "Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio" la presente legge esplicita i principi e i criteri fondamentali sulla base dei quali si incardinerà il processo di elaborazione e di condivisione allargata del testo di legge riformato secondo i principi e i criteri già esplicitati nel precedente articolo 2."»

(Respinto)

 

Emendamento 27, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 4 si propone di aggiungere un comma 3:

"La Regione, successivamente all'approvazione del presente testo di riordino, provvederà da subito ad avviare l'elaborazione del nuovo PTR, secondo i principi e i criteri indicati alla lettera a) dell'articolo 2 della presente legge. Fino all'approvazione del nuovo PTR risulteranno vigenti le disposizioni territoriali contenute nei PTCP per le funzioni di verifica e controllo della pianificazione urbanistica."»

(Respinto)

 

Emendamento 28, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 5, al comma 1 si chiede di sostituire la frase:

"Con successive leggi, la Regione adegua la propria legislazione di settore al ruolo istituzionale differenziato della Città metropolitana di Bologna, quale ente con finalità istituzionali generali volto alla cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano", con la seguente formulazione:

"La Regione adegua la propria legislazione di settore in coerenza con quanto già dichiarato al comma 2 bis dell'art. 2 al ruolo istituzionale riconosciuto dalla L 56/2014 alla Città Metropolitana di Bologna."»

(Respinto)

 

Emendamento 29, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 5, si propone di abrogare il testo del comma 2.»

(Respinto)

 

Emendamento 30, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 5, al comma 4 si propone di inserire nel secondo capoverso dopo la parola "finalizzata" la seguente parola: "preliminarmente"»

(Respinto)

 

Emendamento 31, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 8 si propone di sostituire il comma 1 con il seguente:

"La presente legge riconosce ai Comuni la generalità delle funzioni amministrative di prossimità, nel rispetto dei principi costituzionali di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. Ai sensi di quanto definito all'art. 1 comma 2 lettera d della presente legge, le funzioni comunali individuate con legge regionale sono esercitate obbligatoriamente in forma associata entro gli ambiti territoriali ottimali congruentemente individuati e in particolare è funzione da esercitarsi obbligatoriamente in forma associata quella della pianificazione strutturale di cui all'art. 3 comma 2 bis della presente legge."»

(Respinto)

 

Emendamento 32, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 10 al comma 3 dopo il termine "territoriale" si chiede di sostituire la frase:

"a presidio del rafforzamento dell'integrazione amministrativa e territoriale, quale Patto fra le Istituzioni territoriali dell'Emilia-Romagna." con la seguente frase:

"quale documento di indirizzo condiviso tra le Istituzioni territoriali dell'Emilia-Romagna, per le politiche di governo regionale."»

(Respinto)

 

Emendamento 33, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 54, al punto b) dopo le parole "sistema nazionale" si chiede di aggiungere la seguente frase:

"così da comporre un'anagrafe pubblica del lavoro riguardante il numero e la tipologia dei rapporti di lavoro in essere presso le aziende di ogni dimensione, liberamente interrogabile da soggetti pubblici e dalle organizzazioni sindacali."»

(Respinto)

 

Emendamento 34, a firma del consigliere Alleva:

«All’Art. 2 si propone di aggiungere il comma 2 bis:

"1) La riforma della legge regionale articolerà la pianificazione territoriale e urbanistica in due livelli: quello regionale e quello intercomunale, declinando i contenuti disciplinari dei diversi strumenti ispirandosi ai seguenti principi e criteri:

a) Il nuovo Piano Territoriale Regionale integra le disposizioni del piano territoriale paesistico regionale (PTPR) con le scelte di assetto del territorio regionale. I contenuti del PTR attengono al coordinamento e all'implementazione delle politiche di area vasta e alla definizione delle condizioni e dei limiti per il consumo di suolo e dei requisiti di sostenibilità territoriale e ambientale delle previsioni con effetti sovra locali, con particolare riguardo alle infrastrutture per la mobilità di area vasta e regionale, ai poli funzionali e agli insediamenti commerciali e produttivi, quando riportati ad un effettivo rango di area vasta e regionale. Lo strumento dovrà essere articolato attraverso apparati normativi e cartografici.

b) Il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), ai sensi dell'art. 20 della legge 267/2000, è predisposto dalla Provincia e ha il compito di assicurare il quadro delle conoscenze e delle valutazioni dei processi e dei fenomeni territoriali, a supporto e inquadramento della pianificazione strutturale intercomunale. I comuni potranno richiedere altresì altre forme di supporto conoscitivo e valutativo.

c) La Città Metropolitana coerentemente agli indirizzi contenuti nel PTR, si dota del Piano Strategico Metropolitano (PSM), previsto alla lettera b del punto 44 della L. 56/20014, che costituisce l'atto di indirizzo per l'ente e per l'esercizio delle funzioni delle Unioni dei comuni e del Piano Territoriale Generale Metropolitano (PTGM), previsto al punto 44 lettera a dalla L. 56/20014, che comprende la pianificazione territoriale strutturale del territorio metropolitano.

d) La pianificazione intercomunale, esercitata obbligatoriamente all'interno degli ambiti ottimali individuati attraverso gli indirizzi e i criteri espressi dalla regione con apposita legge, si esplicita nell'elaborazione del Piano Strutturale per la cui predisposizione sono istituiti uffici intercomunali che provvedono alla gestione attuativa e alle funzioni paesaggistiche."»

(Respinto)

 

Emendamento 35, a firma dei consiglieri Sabattini, Zappaterra:

«Dopo il comma 6 dell'art. 16 è inserito il seguente comma:

"6bis. AI comma 1 dell'art. 9 della Legge Regionale 19 aprile 1995, n. 44 (Riorganizzazione dei controlli ambientali e istituzione dell'agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente (ARPA) dell'Emilia-Romagna), le parole "cinque anni, prorogabili, di norma, una sola volta" sono sostituite con le parole "per un periodo non superiore a cinque anni, rinnovabili una sola volta per un ulteriore periodo non superiore a cinque anni.""»

(Approvato)

 

Emendamento 36, a firma dei consiglieri Sabattini, Zappaterra:

«Dopo il comma 6 dell'art. 19 è inserito il seguente comma:

"6bis. Al comma 4 dell'art. 21 della Legge Regionale 7 febbraio 2005, n. 1 dopo le parole "e rinnovabile" sono aggiunte le parole "una sola volta per un ulteriore periodo non superiore a cinque anni".»

(Approvato)

 

Emendamento 37, a firma dei consiglieri Sabattini, Zappaterra:

«Al comma 4 dell'art. 54 dopo la parola "rinnovabile" sono inserite le parole "una sola volta per un ulteriore periodo non superiore a cinque anni".»

(Approvato)

 

Emendamento 38, a firma dei consiglieri Zappaterra, Calvano, Taruffi, Caliandro, Bignami, Foti:

«All’Art. 34 il comma 1 è così sostituito:

"1. La Regione Emilia-Romagna conferma il distacco del personale regionale ad AIPO, attivato ai sensi dell'articolo 54, comma 6, della legge regionale n. 24 del 2009, che continua fino alla data del trasferimento da attuare, nel rispetto di quanto previsto al comma 1 dell'art. 66, entro sei mesi dalla data di sottoscrizione del primo contratto nazionale di lavoro stipulato dopo l'entrata in vigore della presente legge."»

(Approvato)

 

Emendamento 39, a firma dei consiglieri Zappaterra, Calvano, Taruffi, Caliandro, Bignami, Foti:

«All’Art. 34 al comma 3 le parole "primo contratto nazionale di lavoro stipulato dopo l'entrata in vigore della presente legge" sono sostituite con "trasferimento".»

(Approvato)

 

Emendamento 40, a firma dei consiglieri Zappaterra, Calvano, Taruffi, Caliandro, Bignami, Foti:

«All’Art. 34 il comma 4 è soppresso.»

(Approvato)

 

Emendamento 41, a firma dei consiglieri Taruffi, Torri:

«All’Art. 7, comma 1, dopo le parole "delle funzioni fondamentali dei Comuni" sono inserite le parole "o delle loro Unioni".»

(Approvato)

 

Emendamento 42, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 2, comma 3, del presente progetto di legge, la parola "maggio" è così modificata "marzo".»

(Approvato)

 

Emendamento 43, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 6, comma 1, sesta riga, del presente progetto di legge, dopo le parole "città metropolitana di Bologna" integrare le seguenti "e la competente commissione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna".»

(Precluso)

 

Emendamento 44, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 6 del presente progetto di legge, al termine del comma 4, integrare il seguente periodo: "Detti indirizzi sono comunicati alla competente commissione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna.".»

(Ritirato)

 

Emendamento 45, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 6bis, comma 1, di cui all'articolo 8, comma 7, del presente progetto di legge, sostituire le parole "può valutare" con "esamina".»

(Respinto)

 

Emendamento 46, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 6bis, comma 3, di cui all'articolo 8, comma 7, del presente progetto di legge, sostituire le parole "valutate" con "esaminate".»

(Respinto)

 

Emendamento 47, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 18bis, comma 1, di cui all'articolo 9, comma 3, del presente progetto di legge, sostituire le parole "del penultimo anno antecedente la legge di fusione." con "dell'anno precedente a quello in cui è approvata l'istanza alla Giunta regionale per l'avvio dell'iniziativa legislativa per la fusione dei Comuni."»

(Respinto)

 

Emendamento 48, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 12, comma 2, del presente progetto di legge, dopo le parole "delle province" integrare ", dei Comuni".»

(Respinto)

 

Emendamento 49, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 12, comma 2, del presente progetto di legge, dopo le parole "Consiglio delle autonomie locali" integrare "e la competente commissione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna."»

(Respinto)

 

Emendamento 50, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 4, comma 6, di cui all'articolo 13, comma 2, del presente progetto di legge, dopo le parole "dei presenti" integrare "e sono entro sette giorni pubblicate, unitamente al verbale della seduta, sul sito internet del Cal."»

(Respinto)

 

Emendamento 51, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 13, il comma 1, è integralmente sostituito dal seguente:

"1. Gli articoli 2 e 3 della legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali) sono sostituiti dai seguenti:

Art. 2

(Composizione)

1. Il Consiglio delle autonomie locali è composto da componenti di diritto e componenti elettivi.

2. Sono componenti di diritto:

a) i presidenti delle Province;

b) i sindaci dei Comuni capoluogo e dei Comuni con più di 50.000 abitanti.

3. Sono componenti elettivi ventidue sindaci di Comuni non capoluogo fino a 50.000 abitanti, di cui la metà appartenenti a Comuni montani, come individuati ai sensi dell'articolo 1, comma 5, della legge regionale 20 gennaio 2004, n. 2 (Legge per la montagna), eletti secondo le procedure di cui all'articolo 3.

Art. 3

(Elezione dei rappresentanti dei comuni con meno di 50.000 abitanti)

1. Ai fini dell'elezione dei componenti del CAL di cui all'articolo 2, comma 3, il Presidente della Regione convoca con suo decreto l'assemblea dei sindaci dei Comuni della regione con meno di 50.000 abitanti.

2. L'assemblea dei sindaci elegge, nel proprio seno, i suoi rappresentanti nel Consiglio.

3. L'elezione avviene a scrutinio segreto, sulla base di una lista di candidati composta da tutti i sindaci aventi diritto al voto, che ne facciano richiesta in forma scritta al Presidente della Regione entro i termini fissati nel decreto di convocazione. L'assemblea è valida qualunque sia il numero degli intervenuti e i componenti sono ammessi a votare per un periodo di almeno otto ore. È presieduta dal Presidente dell'Assemblea legislativa o da un consigliere regionale da lui delegato, che nomina due sindaci in veste di scrutatori.

4. I sindaci presenti possono esprimere un solo voto indicando il nome ed il cognome di uno dei candidati presenti in lista. Il voto è valido ogni volta che sia chiara l'individuazione del candidato votato e la scheda non presenti segni evidenti di riconoscimento dell'elettore.

5. AI termine delle votazioni il Presidente dell'Assemblea legislativa procede allo scrutinio e dichiara eletti i ventidue candidati che hanno ricevuto il maggior numero di voti. Se nel numero degli eletti non è compreso il numero previsto dei sindaci di Comuni montani, il Presidente dichiara eletti i sindaci di Comuni montani che hanno ricevuto il maggior numero di voti, in sostituzione degli ultimi risultati eletti, fino a raggiungere obbligatoriamente la composizione di cui all'articolo 2, comma 3. Qualora non vengano rispettate le proporzioni tra i componenti elettivi si procede a nuova votazione. Quindi determina la graduatoria dei candidati non proclamati eletti disponendoli in ordine decrescente in relazione al numero di voti ricevuti, con indicazione della eventuale qualifica di Comune montano, a parità di cifre individuali prevale il più anziano di età. Quindi trasmette gli atti dell'assemblea al Presidente della Regione.

6. Qualora uno dei candidati non proclamati eletti decada dalla carica di sindaco viene espunto dalla graduatoria.

7. Sulla base dei risultati delle elezioni, il Presidente della Regione, con proprio decreto, provvede alla nomina dei componenti del CAL e lo trasmette al Presidente dell'Assemblea legislativa regionale, il quale convoca la seduta di insediamento del CAL entro trenta giorni.

8. La seduta di insediamento è presieduta dal componente più anziano di età fino all'elezione del Presidente."»

(Respinto)

 

Emendamento 52, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 13, il comma 2, è integralmente sostituito dal seguente:

"2. L'articolo 4 della legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali) è sostituito dal seguente:

Art. 4

(Organizzazione)

1. Il CAL nella sua prima seduta elegge nel suo seno, a maggioranza assoluta dei componenti, il Presidente, con il compito di organizzarne e coordinarne l'attività, secondo le previsioni del regolamento interno previsto dall'articolo 23, comma 8, dello Statuto.

2. Il regolamento disciplina altresì la nomina e la composizione di un Comitato di Presidenza con il compito di coadiuvare il Presidente nell'organizzazione dei lavori.

3. Il Consiglio si articola in commissioni permanenti per materia, le cui potestà ed attività sono disciplinate dal regolamento interno in correlazione con le disposizioni del Regolamento dell'Assemblea legislativa. Il Regolamento interno prevede il quorum strutturale e funzionale delle commissioni. Il Comitato di Presidenza stabilisce i casi in cui il parere, in relazione alla rilevanza dell'atto sottoposto, è rilasciato direttamente dalla commissione. Anche in tali casi si pronuncia comunque l'intero Consiglio se lo richiede un terzo dei componenti la commissione, purché entro i termini previsti dal Regolamento dell'Assemblea legislativa.

4. Il CAL è convocato dal suo Presidente, anche su richiesta di un quinto dei suoi componenti.

5. Le sedute sono valide con la presenza della maggioranza dei componenti in carica e possono svolgersi per via telematica. Il regolamento interno può disciplinare le relative modalità di svolgimento. Il voto può essere espresso anche mediante posta elettronica certificata.

6. Le deliberazioni sono approvate con il voto favorevole della maggioranza dei presenti.

I componenti del CAL possono delegare un assessore della propria Giunta alla partecipazione alle sedute del CAL e delle commissioni."»

(Respinto)

 

Emendamento 53, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 13, il comma 3, è integralmente sostituito dal seguente:

"3. L'articolo 5 della legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali) è sostituito dal seguente:

Art. 5

(Durata in carica)

1. I componenti del CAL decadono nell'ipotesi di cessazione, per qualsiasi causa, dalla carica di sindaco o di presidente di Provincia. La decadenza è dichiarata dal Presidente della Regione con proprio decreto, su proposta del Presidente del CAL.

2. Il CAL viene rinnovato per la quota di componenti di cui all'articolo 3 entro novanta giorni dalle elezioni amministrative concernenti più della metà dei Comuni della regione.

3. Nell'ipotesi di decadenza nel corso della legislatura regionale di uno dei componenti elettivi, il Presidente della Regione dichiara eletto e nomina, in sostituzione, il primo dei candidati presenti nella graduatoria di cui all'articolo 3, comma 5, rispettando il rapporto tra Comuni montani e non montani. Qualora non sia possibile procedere alla sostituzione del componente decaduto per l'assenza di candidati nella graduatoria dei non eletti, l'organo opera validamente composto dai restanti componenti in carica, fino alla nuova elezione di tutti i componenti elettivi. In tal caso non è richiesto il rispetto delle proporzioni tra i componenti elettivi indicate dall'articolo 2, comma 3.

4. Qualora nel corso della legislatura decadano più della metà dei componenti elettivi, il Presidente della Regione dispone affinché si proceda, ai sensi dell'articolo 3, a nuove elezioni di tutti i componenti elettivi.

5. Se nella durata del mandato cessa dalla carica il Presidente del CAL si procede a nuova elezione.

6. Se cessa dalla carica un componente di diritto subentra allo stesso il nuovo sindaco o presidente di Provincia."»

(Respinto)

 

Emendamento 54, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 13, il comma 4, è integralmente sostituito dal seguente:

"4. L'articolo 10 della legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali) è sostituito dal seguente:

Art. 10

(Norma transitoria)

1. Il CAL esercita le proprie funzioni a partire dall'entrata in vigore della presente legge.

2. Fino all'espletamento delle procedure di elezione di cui all'articolo 3 e comunque non oltre il 31 dicembre 2015, l'organo opera validamente composto dai membri di diritto. Il Presidente della Giunta regionale adotta tempestivamente il decreto di nomina dei membri suddetti e lo trasmette al Presidente dell'Assemblea legislativa regionale, il quale provvede a convocare la prima seduta. Contestualmente il Presidente della Regione convoca con suo decreto l'assemblea dei sindaci per l'elezione dei rappresentanti di cui all'articolo 3.

3. Il Presidente del CAL eletto nella prima seduta resta in carica fino alla seduta successiva agli adempimenti di cui all'articolo 3.

4. Il regolamento previsto dall'articolo 23, comma 8, dello Statuto è approvato dal Consiglio nella sua composizione definitiva come prevista dall'articolo 2.

5. Nel periodo transitorio, in deroga a quanto previsto dai commi 2 e 3 dell'articolo 4, relativi al Comitato di presidenza e alle commissioni, il Consiglio opera esclusivamente in seduta plenaria.

6. AI funzionamento dell'organo si applicano in quanto compatibili gli articoli 23 e 24 della legge regionale 27 maggio 1994, n. 24.

7. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione."»

(Respinto)

 

Emendamento 55, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 13, il comma 5, è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 56, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 87 del presente progetto di legge, il comma 3, lettera b) è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 57, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 87 del presente progetto di legge, il comma 4 è abrogato.»

(Respinto)

 

Subemendamento 58, a firma del consigliere Bertani:

«All’emendamento 51, nell'articolo 2 della legge 13 del 2009, al termine del testo di cui alla lettera b) del comma 1, aggiungere la seguente formulazione: "nonché i Presidenti delle Unioni di Comuni con popolazione pari o superiore a 50.000 abitanti"»

(Respinto)

 

Subemendamento 59, a firma del consigliere Foti:

«All’emendamento 43, all'articolo 6, comma 1, dopo la parola "adottati" aggiungere le parole "previo parere della competente Commissione assembleare"»

(Approvato)

 

Emendamento 60, a firma dell’assessore Gualmini:

«All'articolo 65 del presente progetto di legge, è aggiunto il seguente comma:

"4. Sono confermate in capo ai Comuni le funzioni di promozione degli interventi per le politiche abitative ed i compiti attinenti all'attuazione e gestione degli stessi, secondo quanto previsto dall'articolo 6 della legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 (Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo). Per l'alienazione degli alloggi ERP si applicano le disposizioni previste all'articolo 37 della stessa legge."»

(Respinto)

 

OGGETTO 1049 - Ordine del giorno n. 2 collegato all’oggetto 751 Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni". A firma dei Consiglieri: Taruffi, Zappaterra, Calvano, Rossi Nadia, Sabattini, Bagnari, Montalti, Caliandro, Serri, Marchetti Francesca, Piccinini, Bertani, Prodi, Lori, Boschini, Zoffoli

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani:

«Nel dispositivo, al termine del primo paragrafo, aggiungere il testo seguente: ", anche prevedendo l’eventualità di un suo accorpamento al Corpo forestale dello Stato, nell’ambito della complessiva riforma di quest’ultimo.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani:

«Nella sezione introdotta da "Evidenziato che", dopo il secondo paragrafo ne è introdotto uno nuovo secondo la seguente formulazione:

"è indispensabile realizzare una ricollocazione del personale attualmente impegnato nella Polizia provinciale capace di assicurare prioritariamente la valorizzazione delle specifiche competenze e professionalità, determinando, quindi, soluzioni che garantiscano la continuità dell’esercizio delle funzioni finora svolte;"»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani:

«Nel dispositivo, dopo il secondo paragrafo ne è introdotto uno nuovo secondo la seguente formulazione:

"ad assicurare, unitamente all’Assemblea legislativa, la ricerca di ogni tipo di soluzione possibile, normativa o amministrativa, anche mediante il coinvolgimento degli Enti locali e delle sedi interistituzionali regionali ovvero anche ricorrendo a specifiche soluzioni, per realizzare una ricollocazione del personale attualmente impegnato nella Polizia provinciale capace di assicurare prioritariamente la valorizzazione delle specifiche competenze e professionalità, determinando, quindi, soluzioni che garantiscano la continuità dell’esercizio delle funzioni finora svolte;"»

(Approvato)

 

OGGETTO 842 Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disciplina a sostegno dell'inserimento lavorativo e dell'inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l'integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari»

Gli emendamenti esaminati sono pubblicati in allegato al Resoconto integrale 35 - Seduta pomeridiana del 28 luglio 2015.

 

 

 

 

IL PRESIDENTE

I SEGRETARI

Rainieri

Rancan - Torri

 

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