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44.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 21 OTTOBRE 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 831

Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere i termini e le prescrizioni contenute nel calendario venatorio 2015/2016 tenendo conto delle proposte avanzate dai cacciatori, reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili al fine di contenere i danni alle colture ed alla flora, contenendo inoltre i costi relativi al rilascio della licenza di caccia ed all'iscrizione agli ATC. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Liverani

(Continuazione discussione e reiezione)

OGGETTO 964

Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere la legge regionale 15 febbraio 1994 n. 8 e a chiedere al Governo di intervenire in sede comunitaria per inserire lo storno tra le specie cacciabili. A firma dei Consiglieri: Rontini, Molinari, Bagnari, Poli, Marchetti Francesca, Bessi, Rossi Nadia, Pruccoli, Caliandro, Lori, Zoffoli, Cardinali, Serri, Zappaterra, Iotti, Mori

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

RONTINI (PD)

MOLINARI (PD)

FOTI (FdI)

ROSSI Nadia (PD)

BAGNARI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

CASELLI, assessore

PRUCCOLI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

RONTINI (PD)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 1443

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere una adeguata campagna di informazione e comunicazione rivolta agli operatori ed ai nuclei familiari circa la prevenzione vaccinale, allargarne l'offerta gratuita ad altre patologie ad alta pericolosità quale il meningococco B, rivedendo inoltre la deliberazione regionale dell'11 novembre 2013. A firma dei Consiglieri: Montalti, Mori, Caliandro, Marchetti Daniele, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Fabbri, Marchetti Francesca, Paruolo, Boschini, Soncini, Tarasconi, Iotti, Prodi, Sabattini, Serri, Poli, Pruccoli, Ravaioli, Bessi, Rontini, Bagnari, Rossi Nadia, Calvano, Delmonte

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MONTALTI (PD)

MARCHETTI Daniele (LN)

SENSOLI (M5S)

ZAPPATERRA (PD)

TARASCONI (PD)

PARUOLO (PD)

BERTANI (M5S)

SASSI (M5S)

PARUOLO (PD)

ZOFFOLI (PD)

SASSI (M5S)

AIMI (FI)

CALVANO (PD)

SENSOLI (M5S)

MONTALTI (PD)

SENSOLI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

MONTALTI (PD)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Daniele (LN)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 916

Risoluzione per impegnare la Giunta a prendere in considerazione l’apertura di un tavolo operativo con il Comune di Bologna e il Corpo di Polizia Municipale per trovare una soluzione condivisa in merito alla riorganizzazione delle Polizie Municipali. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

PICCININI (M5S)

PARUOLO (PD)

BIGNAMI (FI)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 831 - 964 - 1443

Emendamenti oggetti 831 - 964 - 1443

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,58

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la quarantaquattresima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna i consiglieri Bessi, Gibertoni e l'assessore Venturi.

 

OGGETTO 831

Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere i termini e le prescrizioni contenute nel calendario venatorio 2015/2016 tenendo conto delle proposte avanzate dai cacciatori, reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili al fine di contenere i danni alle colture ed alla flora, contenendo inoltre i costi relativi al rilascio della licenza di caccia ed all'iscrizione agli ATC. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Liverani

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 964

Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere la legge regionale 15 febbraio 1994 n. 8 e a chiedere al Governo di intervenire in sede comunitaria per inserire lo storno tra le specie cacciabili. A firma dei Consiglieri: Rontini, Molinari, Bagnari, Poli, Marchetti Francesca, Bessi, Rossi Nadia, Pruccoli, Caliandro, Lori, Zoffoli, Cardinali, Serri, Zappaterra, Iotti, Mori

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Riprendiamo i nostri lavori con lo svolgimento degli atti di indirizzo, ricordando che eravamo in dibattito generale sull’oggetto 831, Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere i termini e le prescrizioni contenute nel calendario venatorio 2015/2016 tenendo conto delle proposte avanzate dai cacciatori, reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili al fine di contenere i danni alle colture ed alla flora, contenendo inoltre i costi relativi al rilascio della licenza di caccia ed all'iscrizione agli ATC, a firma dei consiglieri Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Liverani, che viene trattato congiuntamente all’oggetto 964, Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere la legge regionale 15 febbraio 1994 n. 8 e a chiedere al Governo di intervenire in sede comunitaria per inserire lo storno tra le specie cacciabili, a firma dei consiglieri Rontini, Molinari, Bagnari, Poli, Marchetti Francesca, Bessi, Rossi Nadia, Pruccoli, Caliandro, Lori, Zoffoli, Cardinali, Serri, Zappaterra, Iotti, Mori.

Sull’oggetto 831 è pervenuta una proposta emendativa a firma del consigliere Pompignoli.

Nella seduta pomeridiana del 30 settembre 2015 si è aperto il dibattito generale.

Sull'oggetto 964 è prevenuta una proposta emendativa a firma del consigliere Pruccoli.

È aperta la discussione generale congiunta sulle due risoluzioni.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Intervengo per illustrare i contenuti della risoluzione presentata dal gruppo del Partito Democratico e, al tempo stesso, per spiegare il nostro voto contrario a quella dei colleghi consiglieri della Lega Nord, il cui dispositivo finale, dal nostro punto di vista, al di là dell'emendamento presentato, di cui dirò dopo, non è corretto.

Crediamo, infatti, nell'esercizio di una pratica venatoria sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche nel rispetto delle normative e dell’ordinamento sovraordinato, che siamo altresì impegnati a cambiare, laddove riscontriamo, come in questo caso, delle incongruenze.

Nel testo della nostra risoluzione, che do per letto, si torna a puntare l'attenzione sullo storno, che continua a causare danni ingenti alla nostra agricoltura, in particolare penso al settore ortofrutticolo, alle colture specializzate, già interessate da una grave crisi di mercato, che rappresenta un settore di vitale importanza per l'economia di questa regione.

Per quanto riguarda i danni ingenti di cui dicevo, nel periodo dal 1° novembre 2013 al 31 ottobre 2014, parliamo di oltre 207 milioni di euro, una cifra che peraltro dimostra l'aumento del numero dei capi presenti in Emilia-Romagna, danni puntualmente rilevati ogni anni dalle province, d'intesa con le associazioni regionali degli agricoltori.

Permettetemi di fare un breve excursus dal punto di vista legislativo, perché, al di là della mera propaganda politica, che a noi del Partito Democratico non interessa, penso sia corretto dare a tutti gli elementi per un’appropriata valutazione nel merito.

Va quindi ricordato che lo storno non è stato incluso tra le specie cacciabili nella prima versione della Direttiva Uccelli nel 1979, ma nel 1994 è stato aggiunto alla lista di cui all'allegato II/2, ed è così divenuto legalmente cacciabile in Portogallo, Spagna, Francia e Grecia. Da allora, all'elenco dei Paesi nei quali è permessa la caccia allo storno si sono aggiunti Ungheria, Malta, Cipro, Bulgaria e Romania.

Di tutti i Paesi del Mediterraneo nei quali la caccia allo storno è una tradizione profondamente radicata nella cultura delle popolazioni rurali, solo l’Italia rimane esclusa. Questa anomalia è stata peraltro riconosciuta nel documento "Lo storno in Italia: analisi e considerazioni circa l'inserimento della specie nella lista delle specie di selvaggina cacciabili", redatto dalla stessa ISPRA nel 2011.

In questo rapporto, ISPRA dice che non ci sono motivi per cui lo storno non dovrebbe essere spostato nella lista dell'allegato II/2, allegato alla direttiva 2009/147 della CEE, dal momento che le condizioni in Italia sono uguali a quelle degli altri Paesi nei quali questo spostamento è già stato realizzato.

Seppur in presenza della relazione favorevole redatta da ISPRA, la Regione Emilia-Romagna non può che attendere la revisione di quel famigerato allegato. A tal fine, sono state inoltrate - fino ad ora con scarso successo - numerose e motivate richieste al Governo italiano. Ho qui una delle ultime lettere che l'assessore Simona Caselli ha inviato al Ministro Martina, affinché, alla luce dei risultati dei monitoraggi effettuati dalla stessa ISPRA, che attestano, come dicevo prima, la crescita numerica di questa specie sul nostro territorio, si sollevi la questione presso i competenti uffici dell'Unione europea. Ciò a dire che, a differenza di quanto si afferma nel dispositivo della Lega, non spetta alla Regione, ahimè, perché magari avremmo potuto fare qualcosa, reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili in Italia.

È arrivata la proposta di emendamento del consigliere Pompignoli, che è migliorativa del testo originale, ma che comunque non è corretta, perché vi si impegna la Regione a sollecitare il Governo e tutti gli organi preposti affinché sia reintrodotto lo storno tra le specie cacciabili in Italia - ho letto testualmente -, ma non è neanche facoltà del Governo italiano farlo, cioè il Governo italiano può e deve fare la sua parte, siamo impegnati a chiedergli di fare la sua parte. Nell'intervento della volta scorsa il collega Pompignoli citava un europarlamentare del Partito Democratico, Damiano Zoffoli, ebbene, questi, proprio in quelle ore, assieme a De Castro, Briano e agli altri parlamentari europei, era a Roma dal Ministro Galletti - sul web può trovare traccia di quanto sto dicendo - per chiedergli di lavorare insieme per arrivare a dei risultati.

Inoltre, bisogna dire che, con delibera regionale n. 802 del luglio 2015, recante: "Esercizio delle deroghe previste dalla Direttiva 2009/147/CE. Autorizzazione al prelievo per la stagione 2015-2016", è stata introdotta la possibilità di prelevare in deroga 40 mila storni. La Regione, a fronte di una richiesta di 60 mila capi da abbattere, ha responsabilmente recepito il limite massimo di 40 mila, suddivisi per province, un valore che, ancorché inadeguato (lo dico anch'io), è una condizione inderogabile per ottenere il necessario parere positivo sulla deliberazione precedentemente richiamata, per evitare di incappare nelle procedure di infrazione europea con le relative multe.

Come Partito Democratico, noi siamo profondamente convinti che la caccia, laddove adeguatamente regolata e svolta in maniera sostenibile con l'ambiente e l'agricoltura, come del resto avviene in Emilia-Romagna, abbia un’importante valenza di interesse pubblico, sia per la tutela ambientale degli ecosistemi naturali, sia per la conservazione delle specie a rischio, sia per l'economia dei nostri territori.

Purtroppo, attorno alla caccia, attorno a questa pratica, permangono ancora troppi conflitti ideologici, pregiudizi, preconcetti e strumentalizzazioni, che rischiano di portare ad un lento strangolamento dell'attività venatoria, con l'introduzione di norme e "normette" a volte incomprensibile e di valore nullo sul piano della tutela ambientale, dell'equilibrio faunistico, della biodiversità, che un’attività sostenibile può invece svolgere.

Crediamo nell'alleanza virtuosa tra il mondo venatorio, il mondo agricolo e quello dell'ambientalismo realista e dialogante, come base per una pratica della caccia compatibile, controllata, partecipata e sostenibile. Ed è anche per questo motivo che, nei mesi scorsi, un gruppo di eurodeputati del Partito Democratico ha incontrato i vertici delle associazioni venatorie italiane presso la sede del Parlamento europeo a Bruxelles. Al centro della discussione e del confronto il problema dello storno e le questioni relative ai calendari venatori italiani. È stata sottolineata la necessità di avviare un percorso con la Commissione europea, in vista del Fitness Check, che, come sapete, attualmente sta conducendo, apertasi con la presidenza Juncker, una verifica non solo delle due direttive oggetto del confronto di oggi, "Habitat" e "Uccelli", ma di tutte le direttive europee, per fare in modo che i calendari tengano effettivamente conto delle evidenze scientifiche sulle migrazioni degli uccelli, che confermano - l'ho detto più volte - il buono stato di conservazione della specie.

Ecco, a fronte di tutto questo - concludo e scusatemi se mi sono dilungata -, con la nostra risoluzione impegniamo la Giunta regionale a procedere in tempi brevi alla revisione della legge regionale del 1994, come peraltro chiedeva il collega Pompignoli, che è quella "disposizione per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria", la legge che regola l'attività venatoria nella nostra regione, anche a seguito della legge di riordino territoriale. Dico subito che accolgo, in qualità di prima firmataria, l'emendamento presentato dal collega Pruccoli, che va ad aggiornare il nostro testo in questo senso, perché, come sappiamo, quella legge (la legge di riordino) è la cornice, a cui seguiranno nei prossimi mesi, come evidenziato anche dal trimestrale della Giunta, la riscrittura di tutte le leggi di settore, alla luce delle nuove funzioni che la Regione ha riportato a sé. In quella sede, sarà opportuno discutere, ripensare e rivedere anche gli ATC, relativamente alla loro composizione, agli ambiti di intervento, nel rispetto, com’è tradizione di questa regione, delle specificità territoriali e delle problematiche legate alle diverse realtà che le compongono, quindi del mondo venatorio, di quello agricolo e di quello ambientale, perché, dal nostro punto di vista, camminano e devono camminare assieme.

Chiediamo, altresì, alla Giunta di impegnarsi a chiedere al Governo italiano, in particolare al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Martina e al Ministro dell'Ambiente Galletti, di intervenire in sede comunitaria, cioè di farsi carico di queste istanze, non di modificare atti che sono di competenza della Commissione europea, alla luce della situazione della specie sul territorio italiano, per inserire lo storno tra le specie cacciabili, e di convocare urgentemente un incontro con le regioni italiane, con ISPRA, con le componenti interessate, per la definizione di indirizzi nazionali univoci per la gestione della caccia in deroga allo storno.

I cacciatori e gli agricoltori - ho concluso - possono contare sul nostro sostegno per ottenere certezze, regole chiare, condivise e definitive, valide una volta per tutte, che poi con la stessa determinazione saremo impegnati a far rispettare, perché a noi non interessa agitare le questioni per provare a piantare una bandierina e fare campagna elettorale, ma per risolvere i problemi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Grazie, presidente. Questa è una risoluzione alquanto anomala, in primo luogo perché spezzata, onestamente non ricordo bene nemmeno l'introduzione del collega Pompignoli, ma è anomala anche per come è stata presentata, con una spianata di firme di tutto il gruppo della Lega, dalla quale successivamente, per i motivi che andrò ad illustrare, è sparita la firma del rappresentante piacentino. Perché? Perché quando si arriva a discutere di questioni magari secondarie, qual è indubbiamente la caccia, e si arriva a discuterne in modo raffazzonato e ideologizzato, spesso non si raggiungono risultati ottimali.

In questo caso, uno degli elementi contenuti all'interno della risoluzione che riguardava la diminuzione degli ATC, è stata prontamente sottoscritta, sino al momento in cui, dal livello territoriale, ci si è resi conto che, per esempio, su Piacenza gli ATC erano undici e, di conseguenza, il rappresentante leghista di Piacenza ha ben capito - giustamente, dico io - di sottrarsi a questa polemica, facendo sì che questo tema venga portato avanti dalla Lega su tutto il territorio provinciale, dove già gli ATC, a parte alcune situazioni, sono ridotti, tranne che sul territorio piacentino, dove probabilmente - adesso non lo so, ma ne discuteremo serenamente con il collega Rancan - la linea sarà quella di mantenere gli ATC attuali. Detto questo, nello specifico non mi occupo del tema dello storno, perché la collega Rontini ha già illustrato nel dettaglio i contenuti della nostra risoluzione. Peraltro, mi ha fatto piacere sentire alcuni contenuti riguardanti la necessità di un approccio non ideologico alla questione della caccia, perché finché noi rimarremo su questo solco, difficilmente riusciremo a trovare delle soluzioni.

Tuttavia, ci tengo a sottolineare che - come il collega Pompignoli garbatamente e gentilmente ha ricordato - quando si parla di presidenti degli ATC - non ne ho mai fatto mistero in nessuna dichiarazione - attualmente io sono, con scadenza se non erro fissata al 2016, presidente di un ATC. Fui chiamato a presiedere un ATC che unificava tre vecchi ATC per un problema contabile. Fui chiamato dall'allora amministrazione provinciale di centro-sinistra e, nel momento in cui la provincia di Piacenza venne conquistata dal centro-destra, rimisi correttamente, come ritengo di fare sempre nelle questioni della vita e nelle questioni politiche, la mia carica all'amministrazione provinciale.

Le accuse fatte, se non ricordo male dal collega Pompignoli, sugli ATC come luoghi di controllo politico, di poltrone, come è stato definito in un comunicato della Lega piacentina, ovviamente sono accuse pesanti non tanto nei confronti dei nominati quanto nei confronti dei nominanti. Pertanto, per quanto possa sembrano strano che debba fare io questa difesa, ritengo di dover difendere il soggetto che mi ha nominato all'interno dell’ATC, ossia l'assessore leghista Filippo Pozzi della provincia di Piacenza.

Magari si sono spiegati male, oppure ci si riferisce alla genesi delle nomine non dei presidenti, perché l'amministrazione provinciale non indica i presidenti, indica dei rappresentanti all'interno delle istituzioni. A tal proposito, faccio presente che io potrei essere indicato da qualsiasi associazione venatoria, potrei essere presente in qualità di proprietario - perché ho due o tre pertiche di terra –, e poi la presidenza è fatta dall'assemblea, composta da proprietari e cacciatori.

Inviterei, quindi, anche per la serenità della discussione, a sottrarre l'argomento caccia dall'argomento politica, perché stiamo parlando di due cose totalmente diverse.

Mi sento di negare la definizione di nomine politiche, ma soprattutto mi sento di sottolineare una cosa importante nel rispetto della dignità - e mi tolgo da questo perché non potrei fare diversamente - di tutti i presidenti degli ATC, parlo soprattutto della realtà che conosco, quella piacentina, e di tutti i membri del direttivo, perché nessuno di questi percepisce gettone di presenza. L'attività - ci mancherebbe altro! - è svolta, almeno negli ambiti territoriali di montagna che io conosco, su base esclusivamente volontaria. Visto che questo è un passaggio chiaramente indicato all'interno delle premesse, mi sento, quantomeno nel rispetto delle persone che svolgono attività venatoria, di evidenziare come nell'alluvione, per intenderci, una buona parte dei cacciatori e dei membri degli ATC fosse impegnata a lavorare per tagliare le piante e per fare quei lavori che erano stati richiesti dai sindaci. Ogni tanto, dunque, bisogna ribadire il ruolo importante del cacciatore, peraltro specificato dalla legge n. 157, che riguarda - appunto - il collegamento tra il cacciatore e il territorio.

Noi non ci chiudiamo nel difendere la situazione attuale, però, come continuiamo a dire anche all'interno della risoluzione successiva, siamo a disposizione per fare un ragionamento serio, fatto tramite la Regione e con gli attori del territorio, per quanto riguarda la riorganizzazione del sistema, alla luce degli ATC, alla luce di quello che è un principio - mi sento di sposare le indicazioni della Lega - che tutti dobbiamo tenere presente, ossia la razionalizzazione dei costi - accolgo favorevolmente il suggerimento -, nell'ottica di un miglioramento del servizio.

Pertanto, difendo il mio nominante, l'assessore leghista Filippo Pozzi; smentisco ogni problema di poltrone, che ho visto essere stato discusso dalla Lega piacentina, ma so che a volte vi è uno scollamento con il livello regionale. Affronteremo serenamente questo discorso, cercando di trovare soluzioni, che spesso sono soluzioni che devono essere gestite a livello territoriale, perché il centralismo e comunque il dirigismo che portano a trovare soluzioni uniche per tutti non sempre vanno bene.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Io non mettevo in dubbio che oggi avremmo parlato non dello storno ma degli ATC della provincia di Piacenza. Questo era poco ma sicuro. A me, invece, preme dire che la Lega Nord, e poi la risoluzione del PD, pongono all'attenzione dell'Assemblea un problema che è reale e che comunque va affrontato. E va affrontato non nel lungo periodo, sfruttando solo la deroga dei 40 mila abbattimenti, ma con una norma di sistema che introduca lo storno nelle specie cacciabili, perché questo è l'argomento che avevamo all'ordine del giorno, quantomeno nei primi punti delle risoluzioni.

Devo dire che, in realtà, non mi pare che le due risoluzioni siano così differenti, come si è voluto rappresentare prima nell'intervento della collega Rontini. Non so a quale campagna elettorale la collega si riferisca, ma, secondo me, dire che non si è in campagna elettorale in Italia significa dire qualcosa che francamente ha poco senso, perché si vota tutti gli anni: quando non si vota per le amministrative, si vota per le regionali, quando non si vota per le regionali, si vota per le elezioni di secondo grado delle province, altrimenti si vota per le politiche o per le europee. Mi sembra, dunque, un’argomentazione alquanto debole. Così come mi pare debole il tema sollevato dal collega Molinari quando dice che dobbiamo sottrarre la caccia dall'argomento politica, perché se non è questa una sede politica, oltreché istituzionale, non so quale sia la sede. Ma nella stessa risoluzione del PD addirittura, fatto abbastanza anomalo in una risoluzione che dovrebbe essere istituzionale, si fa presente che il 16 giugno di quest'anno un gruppo di deputati europei - e si specifica - del Partito Democratico ha incontrato i vertici delle associazioni venatorie italiane presso la sede del Parlamento europeo di Bruxelles, per parlare di caccia. Quindi mi pare che l'argomento sia di natura politica. Non è di natura partitica, che è altro ragionamento.

Se vogliamo spaccare il capello in quattro, ho sentito censurare la mozione del collega Pompignoli perché nel punto 2), così come corretto dall'emendamento - in realtà - investirebbe il Governo italiano di un tema per il quale il Governo italiano non è competente. In realtà, l'emendamento del collega Pompignoli, è vero che è un emendamento, ma visto che stiamo discutendo anche gli emendamenti diciamo chiaramente che il testo, così come emendato dal proponente, direbbe a sollecitare il Governo e tutti gli organi preposti. Negli organi preposti non vedo per quale motivo non vi debba essere anche quella indicazione che qui è indicata più dettagliatamente nella risoluzione del PD della sede comunitaria, perché anche allora la sede comunitaria è una sede molto varia, e almeno l’organo giuridicamente identifica qualcuno, mentre una sede non identifica nessuno. A prescindere da ciò, anche la risoluzione del PD dice una cosa dalla quale si vuole prendere distanza, perché nella seconda pagina "il ricordato che" al secondo capoverso dice "a tal fine la Regione Emilia-Romagna ha inoltrato, fino ad ora con scarso successo, numerose e motivate richieste al Governo italiano affinché, anche alla luce dei risultati dei monitoraggi effettuati dalla stessa ISPRA, che attesta la crescita numerica di queste specie sui nostri territori, sollevi la questione presso i competenti uffici dell’Unione europea". Non è che se uno dice di sollecitare il Governo sbaglia perché lo scrive il consigliere Pompignoli e se lo scrive la risoluzione del PD invece è esatto. Io lo dico sinceramente che della risoluzione Pompignoli non voterò il terzo punto, quello relativo agli ATC, ma farò questo allo stesso modo per il quale non mi nascondo che il tema è prospettato uguale e identico nella risoluzione del PD. Quando si dice "a discutere il ripensamento degli ATC", al di là delle democristianerie del caso, vuol dire che è evidente di che cosa si ripensa, perché non ripenseremo mica alla sigla o a qualcosa d’altro. Si dice "relativamente alla loro composizione, agli ambiti di intervento...". Nei puntini ci sta la riduzione, il controllo dei conti e ci sta dentro tutto. Personalmente ritengo che le esperienze siano diverse da zona a zona e ovviamente, al di là di alcune linee di indirizzo, sia profondamente errato che si voglia intervenire a gamba tesa su quella che è una programmazione dell’attività venatoria, anche rispetto agli ATC, dei singoli territori provinciale.

Devo dire, perché il tema l’ho sollevato anche in Provincia, caro Molinari, atteso che - almeno per il passato - la contabilità degli ATC lasciava amplissime fonti di discussione, perché la rendicontazione non veniva mai data. Se dobbiamo parlare di cose serie, allora le tiriamo fuori tutte. Dopodiché è vero che ci sono degli ATC che funzionano bene, voglio dire che il centrodestra vinse le elezioni proponendo anche una riduzione degli ATC, perché questo era un tema di campagna elettorale, non ritengo che si debbano fare gli ATC di vallata in provincia e si potrebbe andare a una rideterminazione del numero da undici a otto per questioni magari di funzionalità, perché alcuni effettivamente hanno una limitazione territoriale molto limitata. È evidente che questo è tema che va affrontato nelle competenti sedi e ciò che invece occorre dire è che si mette mano alla riforma della legge della caccia a livello regionale è indubbio che anche il tema degli ATC dovrà essere affrontato. Per me sbaglia il consigliere Pompignoli nel prevedere una riduzione sic et simpliciter, ma sarà argomento dell’Assemblea legislativa se e quando questo tema sarà iscritto all’ordine del giorno. Intanto mi pare che se il tema di fondo sia quello dello storno, consiglierei vivamente di evitare di introdurre la tematica degli ATC sia come ripensamento degli ATC sia come loro riduzione, perché sono tutti termini che dicono poco o tanto, a seconda di come si voglia interpretarli. Un ripensamento degli ATC cosa vuol dire? Che si vogliono fare aumentare di numero? Non penso. Il consigliere Molinari è uno dei più grossi teorici dell’area vasta e se vuole unire le province non penso che non entri nell’ordine di idee di dover tenere i feudi degli ATC. Molto più semplicemente io ritengo che si debba intervenire presso il Governo italiano, che non è solo Ministero delle Politiche Agricole, ma anche il Ministero dell’Ambiente, per cercare di ottenere una modifica della normativa europea così da poter consentire l’introduzione dello storno tra le specie cacciabili e sia auspicabile, se vi è un disegno di legge nella testa della Giunta di riforma della caccia, che lo stesso venga presentato o che, se alcuni Consiglieri hanno delle idee sulla caccia di cui discutere, presentino un progetto di legge così da incardinarlo correttamente perché qualsiasi risoluzione approvata oggi nei fatti lascia le norme né più né meno tali e quali sono prima dell’approvazione delle stesse.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Nadia Rossi. Ne ha facoltà.

 

ROSSI Nadia: Grazie, presidente. Inizio col presupposto che la caccia, quando adeguatamente regolamentata e svolta in maniera sostenibile con l’ambiente e l’agricoltura, come del resto avviene anche nella nostra regione, ha certamente un’importante valenza di interesse pubblico sia per la tutela ambientale degli ecosistemi naturali e la conservazione delle specie a rischio sia per l’economia dei nostri territori. Economia che di fatto è già sottoposta a importanti situazioni di sofferenza, soprattutto il settore delle colture agricole specializzate, come l’ortofrutticolo, già interessato da una grave crisi di mercato e, come è accaduto negli ultimi tempi, purtroppo soggetto anche a impervie del maltempo. In questo contesto di fatto si inserisce anche la presenza dello storno, che è motivo di danni consistenti provocati alle culture agricole che ogni anno tra l’altro vengono quantificati e rimborsati dalla Regione alle associazioni agricole. Per esempio per il 2013 e 2014 l’importo è di 207 mila euro circa, un numero che di fatto già da sé lascia presagire un concreto e sostanziale numero di capi presenti nella nostra regione, anche perché di fatto sono sempre una minima parte del danno totale i soldi che vengono rimborsati alle associazioni agricole. Inoltre sono contenuti proprio perché si esercita la caccia in deroga, che di fatto i cacciatori applicano con non poche difficoltà etiche perché di fatto i piani di controllo richiesti dal pubblico nel periodo di nidificazione ovviamente danno la possibilità ai nostri cacciatori di intervenire in un momento dove ci sono i nidi, quindi i piccoli, con le madri, di conseguenza a livello etico è uno scoglio da superare.

La nostra Regione ha sempre affrontato la questione del prelievo in deroga allo storno con saggia prudenza autorizzando in deroga alle direttive CEE un limite massimo di quarantamila capi abbattibili a fronte di una richiesta ben più alta di sessantamila. Questo valore, del tutto inadeguato e per molti versi contradditorio - ha scritto l’assessore Caselli in una recente lettera ai Ministri Martina e Galletti - è stato indicato da ISPRA, lo stesso istituto superiore di ricerca ambientale che nel suo ultimo studio ha chiaramente evidenziato la positiva evoluzione della consistenza di questa specie nel nostro paese, specie quindi non a rischio estinzione.

Detto ciò, credo che occorra quanto prima dare una svolta a questo dibattito, possibilmente senza mettere la Regione in condizione di esporsi a ricorsi economici per la Regione, ma anche di divieto di caccia in deroga per i cacciatori in attesa della sentenza e danni da storni agli agricoltori. Il problema dello storno e dei calendari venatori italiani devono tornare al centro delle discussioni nelle istituzioni e soprattutto è importante, nonché fondamentale, fare rete nei nostri territori fino alla Comunità europea, anche per risanare le discrepanze tra l’Italia e gli altri paesi del bacino mediterraneo, come Francia e Grecia. Per questo è fondamentale portare avanti e concludere il tema delle linee guida previste dalla legge 157/92, che è fondamentale per uniformare il comportamento delle regioni ed è anche l’unico strumento che può tutelare dalle procedure di infrazioni comunitarie.

È altrettanto importante modificare la legge regionale 15/94, chiedere al Governo di intervenire in sede comunitaria per inserire tra le specie cacciabili lo storno e convocare un incontro con le regioni italiane, ISPRA e le componenti interessate per individuare indirizzi condivisi per la gestione della caccia in modo da portare maggiore serenità nel mondo agricolo, che subisce danni senza disporre di adeguati strumenti di prevenzione e contrasto.

Come ricordava anche la consigliera Rontini, prima firmataria e Presidente della Commissione, c’è stato un incontro con gli europarlamentari e i Ministri interessati dove si è discusso su questo tema che, come dicevo, riguarda tutto il nostro Paese e pare che ci sia finalmente anche forte interesse dimostrato dai Ministri e pertanto per esempio una legge, che è quella della Regione Marche, potrebbe essere presa in considerazione per cercare di superare questi scogli. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rossi Nadia.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bagnari. Ne ha facoltà.

 

BAGNARI: Grazie, presidente. All’inizio di luglio, quando si è cominciato a parlare di questo argomento, o si è tentato di parlare anche in Aula, va ricordato che c’è stata una forte presa di posizione pubblica da parte delle associazioni agricole sul tema e sul problema della fauna invasiva chiedendone una limitazione per salvaguardare le colture agricole.

Sono stati evidenziati bene in precedenza, da parte anche dei colleghi, i dati che riguardano i danni all’agricoltura. Protagonisti tra le pratiche di richiesta dei danni sono gli storni. Questa specie è considerata protetta, come si è detto bene in precedenza, ma è evidente come ci siano dei danni in aumento da parte di questa specie negli ultimi anni nonostante siano stati applicati numerosi metodi preventivi di dissuasione. Tocca alle regioni disciplinare l’esercizio delle deroghe, ma non in assoluta libertà e per periodi limitati (questo va ricordato) dopo avere sentito il parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale). Questo è un altro elemento che va sempre tenuto presente, anche quando si accusa ingiustamente la Regione di non applicare le deroghe che si vorrebbero perché invece ci sono una serie di percorsi da fare e di regole da rispettare, e io sono convinto che la nostra Regione faccia bene ad avere questa attenzione, tenuto conto che anche altre regioni fanno lo stesso percorso, compresa la stessa Lombardia. Credo che sia un modo corretto di comportarsi.

Lo storno risulta essere la specie, dopo il cinghiale, maggiormente responsabile dei danni in agricoltura. Teniamo sempre presente - lo ricordava bene anche la collega Rossi - che il danno finanziario alle aziende agricole è difficilmente quantificabile con precisione perché la parte risarcibile, quella riferita al valore del prodotto in pianta, è molto inferiore a quello del prodotto trasformato.

Tornando al tema della caccia in deroga e al parere ISPRA, ISPRA ha espresso parere favorevole al ricorso del prelievo dello storno nella stagione venatoria attuale a determinate condizioni, quindi arrivando a indicare un tetto di quarantamila capi in tutta la regione. La Giunta, come dicevo, ha autorizzato questo prelievo seguendo questa indicazione, però è bene anche ricordare l’azione politica che è stata svolta anche dall’assessore Caselli nei confronti del Governo e del Ministro Martina scrivendo più lettere in cui è stato evidenziato come l’Emilia-Romagna abbia recepito il limite massimo indicato da ISPRA in maniera responsabile, ma ricordando anche la contraddittorietà delle restrizioni poste dalla stessa ISPRA rispetto anche a uno studio fatto da quell’istituto nel 2011 dove si evidenziava l’aumento dello storno evidenziando anche i danni e le relative conseguenze economiche sull’agricoltura.

Nella nota citata dall’assessore Caselli, si ricorda che il Governo nel 2010 si era impegnato ad approvare le linee guida per dare certezza nei confronti di possibili procedure di infrazione comunitaria cercando di uniformare i comportamenti tra tutte le regioni, cosa auspicabile, e va anche ricordato che incorrere in un’infrazione europea non è cosa banale, non è cosa legata solamente a una multa, ma al fatto che si rischia di creare un percorso che blocca anche altri tipi di finanziamenti che possono arrivare alla nostra Regione, quindi credo che proprio in virtù di questi motivi sia necessario avere molta attenzione e non giocare in maniera troppo semplicistica.

Ha detto bene prima la Presidente Rontini che noi abbiamo bisogno, anche su questo tema - su molti altri, ma su questo in particolare - di avviare un confronto che non sia ideologico ma di merito sugli argomenti. Noi abbiamo bisogno di concretizzare un governo equilibrato del territorio, che ha bisogno sia della sensibilità ambientalista sia di un intervento venatorio che sia controllato, fatto con competenza anche proprio per dare un aiuto utile alle attività agricole e arrivare a una vera coesistenza sostenibile.

Io credo anche che, per quanto sia corretto indicare una serie di richiami oltre al tema della caccia allo storno, anche nella risoluzione, sia auspicabile andare verso una revisione complessiva della legge regionale 15 sull’attività venatoria in un’ottica che sia di coesistenza sostenibile, anche in ottica inclusiva e di confronto ampio proprio perché abbiamo bisogno di ragionare e di far sì che questo tema, che è la caccia, venga vissuto nel pieno rispetto delle regole e utilizzato come elemento di controllo di un equilibrio nella gestione del territorio di cui abbiamo bisogno tutti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bagnari.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

Gli ricordo che era già intervenuto, ma ho visto che nel suo gruppo oggi non è intervenuto nessuno, quindi le riconcedo la parola.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Anche perché dovrebbero essere dieci minuti per ogni risoluzione. Io ho parlato cinque minuti su tutte e due le risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Sì, poi cinque minuti in discussione generale sugli emendamenti, ma non stiamo a spaccare il capello.

 

POMPIGNOLI: Grazie, anche perché faccio caso che oggi il Movimento 5 Stelle aveva presentato un ordine del giorno per anticiparlo rispetto al discorso legato alla caccia per rinviarlo ancora. Non mi soffermo tanto su quello che il consigliere Molinari ha detto qui in Assemblea, anche perché si è limitato sostanzialmente a difendere la propria posizione di Piacenza e di presidente di un ATC. Non è entrato nel merito delle risoluzioni, che è tutt’altra cosa perché nelle risoluzioni, che a mio avviso, come diceva anche il consigliere Foti, sono fondamentalmente identiche, non comprendo il motivo per cui la posizione della Lega Nord deve essere rigettata e invece passerà quella del Partito Democratico. Nessuno a sua volta vuole mettere una bandierina su questo tema perché se il tema che la consigliera Rontini, Presidente della Commissione, ha evidenziato come importante poteva essere portato dalla stessa maggioranza, e in realtà è stata fatta una risoluzione successiva alla presentazione della nostra risoluzione, di fatto le bandierine le vogliono mettere quelli del Partito Democratico e non tanto quelli della Lega Nord, perché la risoluzione che ho presentato è una risoluzione che ho presentato a giugno e successivamente il Partito Democratico ne ha presentata una sua, che è assolutamente uguale a quella presentata dal sottoscritto.

Perché ho inserito questo emendamento? Contrariamente a quanto sostiene la Presidente Rontini, c’è un problema legislativo e normativo sulla questione. Non è a mio avviso l’Europa che deve intervenire, ma è il Governo italiano. Come ho interpretato io la direttiva "Uccelli", all’articolo 7, la stessa direttiva, e parlo del comma 3, dice che le specie elencate nell’allegato 2, parte B, possono essere cacciate soltanto negli stati membri per i quali esse sono menzionate. Lo Stato membro Italia non ha la menzione dello storno nell’allegato B. Perché non c’è questa menzione? La legge del 1992, che è una legge nazionale, prevedeva come specie cacciabile lo storno in Italia, quindi lo Stato membro l’aveva menzionata nella legge nazionale. Nel 1997 l’allora Presidente del Consiglio Prodi depennò la specie cacciabile dello storno dalla legge nazionale, quindi la legge nazionale non ha più come specie cacciabile lo storno in virtù della revoca del Presidente Prodi nel 1997. Pertanto la direttiva europea non può fare altro che dire che nell’allegato 2 la specie dello storno non è cacciabile perché nello Stato italiano non è prevista nella norma. Nella legge nazionale non c’è. A mio avviso deve essere inserito dal Governo italiano nella legge nazionale e poi deve essere recepita dalla direttiva europea. Questo è forse il discrimine, e di qui l’emendamento, per il quale io ho inserito il Governo e gli altri enti preposti. Se oggi il Partito Democratico mi dice che rigetta la mia perché è errata formalmente, voglio capire questo errore formale da dove deriva. O ho interpretato male io la norma o è stata interpretata male dalla Presidente Rontini, perché c’è qualcosa che non funziona.

Occorre anche capire, se andiamo tutti nella medesima direzione, di rivedere la legge regionale sul calendario venatorio, su quello che è il ripensamento degli Ambiti Territoriali di Caccia, su quelle che sono le spese di licenza e di iscrizione agli albi.

È necessario non soltanto fare delle risoluzioni, come diceva giustamente anche il consigliere Foti, ma a dicembre abbiamo l’occasione, visto che è in programma la revisione della legge regionale sulla caccia, come da programmazione che ci è stata inviata dall’assessore Caselli, e visto che il Presidente Bonaccini ieri ha detto che facciamo le cose in maniera sistematica e che tutto quello che viene fatto è assolutamente una questione di principio per cui una linea direttiva deve essere data. Con la revisione della legge regionale mettiamo mano alla legge regionale e a quelli che sono gli Ambiti Territoriali di Caccia, che a Piacenza sono undici. Siamo nell’ottica del riordino istituzionale, siamo nell’ottica delle aree vaste e avere undici Ambiti Territoriali di Caccia a Piacenza a me sembra un’assurdità. Io non entro nel merito della provincia di Piacenza, ma la dobbiamo rivedere in senso emiliano-romagnolo, cioè tutte le nove province dell’Emilia-Romagna. Quella sarà sicuramente l’occasione per la quale dovremo apportare le modifiche alla legge regionale e dobbiamo insistere su questo argomento.

Chiedo alla consigliera Rontini di farmi capire meglio il motivo per cui non viene votata la nostra, della Lega Nord, e viene votata quella del Partito Democratico, che è identica nella sostanza a quella da me presentata, se vorrà intervenire, e credo che ci sia necessità e urgenza, visto quello che è l’ambito della caccia, di intervenire attraverso la modifica della legge regionale.

Spero che l’assessore Caselli abbia sentito le mie parole e spero vivamente che a dicembre si metta mano a questa legge e vengano modificati quelli che sono i calendari venatori e tutto quello che gira intorno al sistema caccia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

A conclusione del dibattito generale ha chiesto di parlare l’assessore Caselli. Ne ha facoltà.

 

CASELLI, assessore: Grazie, presidente. Sarò molto rapida. Ovviamente non intervengo sulla risoluzione, ma su questa cosa che sollevava un attimo fa il consigliere Pompignoli cioè sulla questione della revisione della legge per chiarire che entro dicembre noi dobbiamo fare una revisione della legge 8 più che altro di natura formale, però ci sarà anche quella sostanziale, perché altrimenti, avendo fatto la legge di riordino, per come sono scritte le norme, si blocca tutto se non cambiamo alcune parole. Quello sarà un passaggio più che altro formale.

Invece bisogna assolutamente che all’inizio del 2016 mettiamo mano alla parte sostanziale, che era quella che si diceva, come il riordino degli ATC, ecc., perché la situazione a livello regionale è troppo disomogenea, e non va bene, e adesso che col riordino è stata ripresa la delega bisogna che diamo anche una lettura diversa. Ci sono alcune contraddizioni e vi dirò che nella riunione degli Assessori a Roma abbiamo anche chiesto coralmente, senza differenze di posizioni politiche, la revisione della legge nazionale sulla caccia, che è palesemente inadeguata di fronte alla situazione che abbiamo anche di proliferazione della fauna selvatica. Saremo dentro un processo rilevante per questo settore, nel senso che cambieranno molte cose.

La parte più sostanziale che partirà subito a gennaio partirà naturalmente con un coinvolgimento dei cosiddetti stakeholder, perché è evidente che con gli ATC bisognerà parlare, così come bisogna parlare con le associazioni di tutti i generi e con tutti i gruppi. In quella fase ovviamente tengo ben conto che anche in questo Consiglio ci sono persone sensibili su questo argomento e che si stanno impegnando da parte di tutti i gruppi consiliari, quindi quello è il passaggio che faremo. Lo dico perché a dicembre sarà urgente fare la parte formale perché altrimenti blocchiamo tutto il meccanismo e sarebbe una catastrofe. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Caselli.

Passiamo alla discussione generale sugli emendamenti, cinque minuti per intervento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Il mio sarà un intervento brevissimo giusto per spiegare nel merito l’emendamento che, com’è ben chiaro, è assolutamente di natura tecnica, perché nel frattempo, dalla presentazione della risoluzione della consigliera Rontini al passaggio in Aula odierno, quest’Aula ha approvato la legge di riordino istituzionale e quindi era importante aggiornare secondo me il testo e quindi non parlare più di progetto di legge, ma direttamente della riforma che nel frattempo era intervenuta. Visto che ho la parola, approfitto per dire un po’ la mia anche su questo tema, anche se siamo fuori dal dibattito generale, ma dovevo ovviamente intervenire per spiegare l’emendamento.

Credo che la risoluzione a firma della consigliera Rontini, risoluzione che ha presentato il Partito Democratico, sia un elemento di grande equilibrio perché la materia è senz’altro delicata e necessita di essere normata e rivista, come ci auguriamo di poter fare magari in occasione della riforma della legge 8 nei prossimi mesi, ma oggettivamente non è più procrastinabile l’attenzione e la richiesta nei confronti degli altri organismi competenti, perché quello che è determinante è che non si può scaricare sulla Regione la responsabilità per una problematica che oggettivamente si riscontra quando il problema si va a collocare altrove, perché siamo in presenza di leggi dello Stato e di direttive europee. Si può altresì chiedere alla Giunta regionale di farsi carico, come peraltro ha già fatto, ma di continuare a segnalare questo problema, perché è un tema oggettivo che riguarda buona parte del nostro mondo agricolo. Noi stiamo valorizzando, incentivando e aiutando a crescere questo importante settore, che ormai è diventato uno dei settori produttivi per fortuna che ha la maggior capacità di espandersi e che ha anche investito tantissimo in qualità, e oggettivamente dall’altra parte riscontriamo questi problemi legati alle presenze non solo dello storno. Ci sono anche tantissime altre specie selvatiche il cui contenimento rischia di essere ancora insufficiente rispetto alle esigenze degli agricoltori. Proprio pochi giorni prima di firmare questa risoluzione avevo avuto nell’ambito riminese l’ennesima segnalazione e lamentela per esempio dei danni da cinghiale.

Credo che diventi importante anche la riforma degli ATC, perché anche i pesi, gli equilibri e la rappresentatività dei vari soggetti all’interno degli ATC per focalizzare le problematiche per poi trovare le risoluzioni ritengo che possa essere un qualcosa che dobbiamo rivedere e possiamo farlo proprio nell’interesse collettivo.

Ovviamente, avendola anche firmata, sono particolarmente allineato rispetto alla risoluzione della consigliera Rontini perché credo che fotografi bene il problema, ponga l’accento su una tematica urgente e al tempo stesso con grande equilibrio focalizzi anche quali devono essere e quali possono essere in questo momento le azioni che la Regione legittimamente può mettere in campo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. L’emendamento, come ho detto prima, è un emendamento con il quale si chiede al Governo di intervenire a livello nazionale, quindi inserire come specie cacciabile lo storno nella legge nazionale e farla recepire alla Comunità europea. Ringrazio l’assessore Caselli per le parole, quindi ci impegneremo da gennaio a rivedere la legge regionale in maniera sostanziale sulla caccia.

Preannuncio che voteremo a favore la risoluzione del Partito Democratico, visto che sono loro che vogliono mettere la bandierina su questo tema. Io non ho problemi a essere il primo o il secondo, ma l’importante è che venga ridefinita e rivista l’intera legge regionale. Se ritengono, visto che l’hanno depositata dopo, che la loro risoluzione sia migliore rispetto alla mia - non vedo quello che cambi - noi voteremo a favore della risoluzione presentata dalla consigliera Rontini e quindi dal Partito Democratico.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

RONTINI: Grazie, presidente. La discussione l’aspettavamo da tempo, perché voglio ricordare che in quest’Aula il Capogruppo Alan Fabbri ha chiesto due volte il rinvio della discussione sull’oggetto perché il collega Pompignoli, che è stato il primo a presentare l’atto, per due volte non ci è potuto essere perché impegnato in altro, quindi non era e non è una sua priorità questo tema. Avendo ascoltato i discorsi dei colleghi, non sapevo - mi permetta la battuta - che avevamo assunto il collega Foti come fedele interprete delle intenzioni e delle scelte politiche del Partito Democratico, visto il suo intervento precedente. Chiederò al capogruppo Caliandro di aggiornarmi in merito. 

 

(interruzione del consigliere Foti)

 

Noi lo ascoltiamo anche quando lui interviene, a differenza di lui, che tenta sempre di parlarci sopra, mentre il Regolamento dà alcuni minuti per ciascuno di noi, quindi è meglio che ci ascoltiamo tutti.

Dal nostro punto di vista anche l’emendamento del consigliere Pompignoli, che, come gli ho riconosciuto fin dal primo intervento, è migliorativo del testo, ma siamo contrari non tanto nella parte "a sollecitare il Governo e tutti gli organi preposti affinché sia reintrodotto lo storno tra le specie cacciabili in Italia", perché su questo ha ragione ed è ben scritto, e ho raccontato prima che siamo in campo come Partito Democratico per sollecitare il Governo proprio in questa direzione, raccontando dell’incontro che i nostri europarlamentari hanno avuto con il Ministro all’Ambiente Galletti - abbiamo scritto come Regione al Ministro all’Agricoltura e abbiamo fatto in modo che una nostra rappresentanza incontrasse il Ministro dell’Ambiente - ma, da quello che ho ascoltato dal collega, sembra che sia sufficiente modificare la parte italiana, ma, se fosse sufficiente, dal 1992 ad oggi quanti governi di ogni colore, quindi con responsabilità sia di qua sia di là, si sono succeduti? Mi pare che la Lega abbia governato in Italia e non penso che la colpa sia tutta da ascrivere a quel ministro che il Governo Berlusconi ha avuto con i capelli rossi, che è rimasto tanto caro ai cacciatori, il Ministro Brambilla. Non penso che solo per colpa del Ministro Brambilla quando erano al Governo non siano stati in condizione di poter modificare, perché quello è sicuramente un pezzo che dobbiamo fare, ma serve anche l’altro.

Infine ci sono altre parti del dispositivo che non ci trovano concordi, come ha raccontato anche il mio collega Molinari; lo stesso Pompignoli è colui il quale adesso ha ringraziato, e ha fatto bene l’assessore Caselli a esplicitare la nostra volontà di mettere mano all’insieme della legge regionale che regola la materia venatoria a inizio 2016, e nello stesso tempo adesso scrive che siamo incapaci di recepire le istanze avanzate dai cacciatori emiliano-romagnoli. Anche per questo motivo questo testo non può trovare il voto favorevole del Partito Democratico.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Per dire che voterò a favore la risoluzione della Lega e invece voterò contro a quella del PD perché ho capito che nella risoluzione del PD, che io non ho voluto interpretare, ma mi sono limitato a leggere, vi sono anche Consiglieri che di proprio hanno messo solo la firma, a partire dalla prima firmataria.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Chiudiamo la discussione generale sugli emendamenti e apro la dichiarazione di voto congiunta sugli emendamenti e sulle risoluzioni. Ogni gruppo ha cinque minuti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Solo per chiedere il voto elettronico su entrambe le risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Per chiedere la votazione per parti separate.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Nomino scrutatori i consiglieri Ravaioli, Sensoli e Zappaterra.

Faccio un sunto: è stato richiesto il voto elettronico solo sulle risoluzioni e non sugli emendamenti e il consigliere Foti ha chiesto il voto elettronico per parti separate sulle risoluzioni.

Consigliere Foti, indichi le parti, in modo che così posso rendere consapevole tutta l’Assemblea.

Partiamo dalla risoluzione 831 a firma Pompignoli.

 

FOTI: Grazie, presidente. Sulla risoluzione 831 chiedevo la votazione della premessa e i primi due punti da una parte e del punto 3 dall’altra. Su quella del PD, se mi è concesso...

 

PRESIDENTE (Saliera): Il premesso che, il considerato che...

 

FOTI: Fino al dispositivo dei primi due punti chiedo una votazione e poi separato il punto 3. Se è possibile, chiedevo anche sulla 964, di poter votare il trattino del secondo capoverso e il trattino del terzo capoverso e distinto il trattino del primo capoverso.

 

PRESIDENTE (Saliera): Bisogna che lo leggiamo. Lo seguiamo insieme.

 

FOTI: Se non si mettono numeri e lettere bisogna chiamarli trattini.

 

PRESIDENTE (Saliera): Quindi: "Premesso che", "Premesso inoltre che" e "Tutto ciò premesso e considerato impegna la Giunta regionale".

 

FOTI: I due trattini e i due punti. Chiedo di stralciare la parte del primo punto, che riguarda anche gli ATC, e votare la seconda.

 

PRESIDENTE (Saliera): Ha chiesto di parlare la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Può rispiegare sulla risoluzione della Lega Nord la divisione che ha chiesto il collega Foti? Sono d’accordo che la nostra risoluzione si voti per punti. Come vede, ho capito subito quali erano i punti e i trattini, perché non solo l’ho firmata, ma l’ho scritta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Pensavo che le fossero noti anche i numeri e l’alfabeto. Ciò detto, per quanto riguarda la Lega Nord, propongo che si voti tutte le premesse e l’impegno con i primi due punti e separatamente il punto n. 3.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Procediamo con l’emendamento a firma del consigliere Pompignoli alla risoluzione n. 831.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Pompignoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è respinto.

Ora procediamo alla votazione, per parti separate, della risoluzione 831.

Si proceda alla votazione della prima parte della risoluzione oggetto 831, "tutto il testo escluso il punto 3", con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

41

Assenti

 

9

Votanti

 

40

Favorevoli

 

9

Contrari

 

31

Astenuti

 

--

 

La prima parte della Risoluzione è respinta.

Si proceda alla votazione del solo "punto 3" della risoluzione oggetto 831, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Votanti

 

41

Favorevoli

 

8

Contrari

 

33

Astenuti

 

--

 

Anche la seconda parte della risoluzione è respinta.

Passiamo alla votazione, per parti separate, della risoluzione 964.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Pruccoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è approvato.

Si proceda alla votazione, per parti separate, di tutto il testo della risoluzione oggetto 964, tranne il primo punto dell’"Impegna la Giunta", con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

41

Assenti

 

9

Votanti

 

40

Favorevoli

 

36

Contrari

 

4

Astenuti

 

--

 

La prima parte della risoluzione è approvata.

Si proceda alla votazione del primo punto dell’"Impegna la Giunta" della risoluzione oggetto 964, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Votanti

 

41

Favorevoli

 

35

Contrari

 

6

Astenuti

 

--

 

Anche la seconda parte della risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 1443

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere una adeguata campagna di informazione e comunicazione rivolta agli operatori ed ai nuclei familiari circa la prevenzione vaccinale, allargarne l'offerta gratuita ad altre patologie ad alta pericolosità quale il meningococco B, rivedendo inoltre la deliberazione regionale dell'11 novembre 2013. A firma dei Consiglieri: Montalti, Mori, Caliandro, Marchetti Daniele, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Fabbri, Marchetti Francesca, Paruolo, Boschini, Soncini, Tarasconi, Iotti, Prodi, Sabattini, Serri, Poli, Pruccoli, Ravaioli, Bessi, Rontini, Bagnari, Rossi Nadia, Calvano, Delmonte

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Su questa risoluzione insistono due emendamenti a firma della consigliera Tarasconi. Apro la discussione generale.

Per ogni intervento avete a disposizione dieci minuti e poi seguirà il dibattito generale sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Grazie, presidente. Negli ultimi anni stiamo assistendo a un pericoloso calo della copertura vaccinale sia nella nostra regione sia a livello nazionale. Gli ultimi dati resi noti evidenziano come tra il 2013 e il 2014 in Emilia-Romagna risulti che l’antipoliomelite sia passata da una copertura del 96,10 per cento al 94,8 per cento, la difterite dal 96 per cento al 94,72 per cento, il vaccino contro la pertosse dal 95,78 per cento al 94,44 per cento, mentre l’epatite B dal 95,78 per cento al 94,49 per cento. Per quel che concerne i dati riferiti alle differenti realtà regionali, emerge come in alcuni territori la copertura vaccinale stia scendendo ben al di sotto del 95 per cento, soglia indicata dal Ministero della Sanità come il limite ottimale per contrastare la nuova diffusione delle malattie.

Ci sono ulteriori due elementi che risultano preoccupanti: da un lato malattie per le quali è previsto il vaccino, come la pertosse o il morbillo, possono ancora rappresentare un pericolo reale per chi non è ancora vaccinato, specialmente i bambini al di sotto dell’anno di età, come i recenti fatti di cronaca hanno tragicamente evidenziato. Contemporaneamente va registrato come contro le vaccinazioni sia sorto da tempo un movimento che ha fatto crescere in Emilia-Romagna i genitori che decidono di non vaccinare i figli, che sono passati dall’1,5 per cento del 2012 al 3,1 per cento nel 2014.

C’è un elemento preoccupante che va riconosciuto e affrontato: la troppa disinformazione che viene veicolata attraverso internet e i social, disinformazione che fa leva sulle ansie e le paure più profonde dei genitori, che non si basa su elementi scientifici comprovati e su fonti ufficiali. A questa disinformazione spesso viene dato eccessivo credito anche dai genitori stessi. Dobbiamo anche rilevare come finalmente nelle ultime settimane si sia avviato un ampio dibattito pubblico su questo tema anche a partire dalla coraggiosa testimonianza di una mamma cesenate che insieme ad altre mamme si è esposta in prima persona e ha lanciato una petizione online per chiedere che i vaccini diventino obbligatori per l’accesso alle comunità scolastiche. Questa petizione a oggi ha raggiunto più di 27 mila firme, dimostrando che c’è una grande attenzione e preoccupazione su questo tema.

Come gruppo PD stiamo seguendo con attenzione e sostenendo la proposta portata avanti dall’Assessore regionale alla Sanità, Venturi, il quale, in sede di Conferenza delle Regioni, ha proposto, raccogliendo il voto all’unanimità di tutti i rappresentanti delle regioni italiane, di inserire nel futuro piano nazionale di prevenzione vaccinale anche la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto di vaccinazioni. Ma pensiamo anche - questo è il senso della risoluzione - che sia necessario intervenire su più livelli per rafforzare questa importante politica di prevenzione.

Con questo atto, che è stato firmato insieme al PD anche dalla Lega Nord e sul quale auspichiamo che ci sia la massima convergenza all’interno dell’Assemblea, perché questi sono temi che ci devono vedere uniti superando gli steccati politici, impegniamo la Giunta ad attivarsi prima di tutto promuovendo un’adeguata campagna di informazione e comunicazione che, oltre agli operatori sanitari, raggiunga tutti i nuclei familiari. Sono convinta che l’aspetto dell’informazione sia oggi centrale e che sia quindi opportuno interrogarsi, verificare e migliorare quelle che sono le modalità con cui il vaccino è proposto e spiegato ai genitori dai pediatri e dai servizi ASL preposti. Ricreare un clima di fiducia con le famiglie che vanno accompagnate in maniera serena e consapevole alla scelta di vaccinare mettendo in campo strumenti e modalità di relazione con i genitori ancor più diretti e vicini ed essere consapevoli per poter davvero fare scelte giuste.

Mi faceva per esempio notare una mamma alcuni giorni fa di come siano state efficaci le campagne degli ultimi anni per promuovere e ritornare all’allattamento materno al seno e di come possano rappresentare un modello da seguire per la molteplicità degli strumenti messi in campo. Credo anche che vada ancora di più e spesso richiamato il valore non solo personale e familiare della vaccinazione, ma il suo valore sociale e di appartenenza a una comunità. Dobbiamo dirlo con chiarezza e ripeterlo sempre che vaccinando i nostri figli proteggiamo anche le fasce di popolazione più deboli, come i bambini più piccoli e le persone immunodepresse, che sono quindi più esposte alle malattie. Una responsabilità dunque e un richiamo al senso di civiltà di ciascuno.

La nostra risoluzione richiede anche una revisione della delibera regionale dell’11 novembre 2013, in particolare per quello che riguarda la modalità di gestione e di intervento sull’inadempienza ai vaccini. È evidente come i dati di aumento dei genitori che scelgono di non vaccinare i figli ci debbano anche far interrogare sugli strumenti di intervento messi a disposizione dalle norme regionali. Su questo punto voglio essere chiara: il tema non è punire chi non vaccina, ma il tema è cercare di preservare e rafforzare quella che è una politica di prevenzione centrale per la salute e il benessere di tutta la popolazione. Uno strumento, quello dei vaccini, che ha permesso, e questo ce lo dobbiamo sempre ricordare, di eliminare nel nostro Paese e nei nostri territori una serie di malattie pericolose e spesso letali dandoci la possibilità di poter vivere più a lungo e in salute. Proprio per questo, e mi avvio a conclusione, la nostra risoluzione chiede anche di attivarsi per allargare l’offerta vaccinale gratuita ad altre patologie pericolose, quali per esempio in particolare il meningococco B.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Marchetti Daniele. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Il tema dei vaccini è certamente un argomento delicato su cui negli ultimi anni si è aperto un dibattito tra chi sostiene che siano necessari e chi no, magari dicendo che talvolta potrebbero essere addirittura dannosi per la salute. Poi c’è la questione, tirata fuori spesso, delle lobby farmaceutiche, che secondo alcuni potrebbero spingere per una campagna di vaccinazione a tappeto per interessi economici. Tanti punti su cui, come rappresentanti istituzionali, possiamo discutere, ma che non ci possono far ignorare ad esempio la morte di una bambina uccisa proprio dalla pertosse, fatto accaduto a Bologna, perché tutto questo a nostro avviso nel 2015 è assolutamente inaccettabile. Come istituzione, non possiamo chiudere gli occhi e girarci dall’altra parte.

Le vaccinazioni sono una forma di prevenzione senza alcun dubbio importantissima, che nel corso dei decenni ha contribuito assolutamente al miglioramento della nostra vita. Questo non dobbiamo e non possiamo dimenticarcelo. Servono dunque politiche chiare e mirate per aumentare nuovamente la percentuale dei bambini vaccinati che a oggi, in molti casi, è scesa sotto il 95 per cento, perché, e qui riprendo le dichiarazioni del Procuratore Capo dei minori di Bologna, se manca la copertura si espongono i bambini a rischi molto alti, specie ora che i flussi migratori, a cui il nostro Paese è esposto, mettono a rischio la nostra popolazione in quanto diverse malattie ormai estirpate dal nostro territorio potrebbero ritornare. Questo lo dice il Procuratore Capo dei minori di Bologna e non lo dice Marchetti della Lega Nord.

Credo che qui nessuno voglia fare una campagna di vaccinazione a tappeto per favorire chissà chi; almeno, noi della Lega Nord non chiediamo questo, ma chiediamo soltanto di intervenire in maniera mirata per attivare ad esempio un’adeguata campagna informativa che raggiunga tutti i nuclei familiari e gli operatori sanitari. È ovvio che dovremo capire come gestire le inadempienze dalle vaccinazioni, e credo che questa sia una condizione ovvia e scontata se vogliamo riportare la nostra società a degli standard elevati e accettabili. A questo punto è ovvio che sarà di estrema importanza il lavoro della Conferenza Stato-Regioni, ma nel frattempo, come Emilia-Romagna, come Assemblea legislativa, non potevamo stare a guardare e l’obiettivo di questa risoluzione credo che sia proprio questo, ossia agire e informare per difendere la salute dei nostri bambini.

Come Lega Nord abbiamo portato immediatamente questo argomento all’interno dell’intergruppo sulla prevenzione, avevamo già preparato una nostra risoluzione che abbiamo immediatamente rinunciato a presentare perché si è trovato un accordo di massima tra diverse forze politiche. Credo che questa sia stata una delle migliori risposte che come Assemblea potevamo dare alla cittadinanza. Pertanto come gruppo Lega Nord abbiamo sottoscritto convintamente questa risoluzione e ovviamente voteremo a favore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Marchetti Daniele.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Vorrei chiarire i motivi per cui il Movimento 5 Stelle non ha sottoscritto la risoluzione oggetto di questa discussione. Innanzitutto sgomberiamo il campo da ogni accusa di complottismo e sabotaggio, com’è stato tentato già di fare nei giorni scorsi. Noi non neghiamo assolutamente l’utilità dei vaccini, ma non vogliamo nemmeno che si corra il rischio di abusarne, specialmente se dietro questa possibilità di abuso si nasconde un giro di affari di milioni di euro. Può piacervi o meno, ma noi ci muoviamo nel rispetto del principio di legalità. Non istighiamo nessuno a non rispettare le norme, ma altresì invochiamo scelte consapevoli, mature e in linea con i tempi.

Nei giorni scorsi sono stati citati eventi luttuosi che hanno colpito la sensibilità di tutti, compresi noi ovviamente, ma non possiamo non evidenziare che il vaccino di cui si parla nel caso luttuoso non era obbligatorio ma raccomandato. Ricordiamo che l’articolo 32 della Carta costituzionale stabilisce che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Tale articolo della Carta costituzionale salvaguarda quindi il principio del pluralismo scientifico e garantisce la libertà di scelta terapeutica da parte del cittadino e la qualificazione professionale degli operatori sanitari, valorizzando in particolar modo l’autonomia del medico nelle scelte terapeutiche. Cito anche il quinto comma, lettera c), della Dichiarazione di Helsinki, adottata dall’Associazione Medica Mondiale, che sancisce: "Nel trattamento di un paziente, laddove non esistano comprovati metodi preventivi diagnostici e terapeutici o questi siano inefficaci, il medico, con il consenso informato del paziente, deve essere libero di usare mezzi preventivi diagnostici e terapeutici non provati o nuovi se a giudizio del medico essi offrono speranza di salvare la vita, ristabilire la salute o alleviare la sofferenza. Laddove possibile, tali mezzi dovrebbero essere fatti oggetto di una ricerca designata per valutare la loro sicurezza ed efficacia. In tutti i casi le nuove informazioni devono essere registrate e, dove opportuno, pubblicate". Il riconoscimento del pluralismo nella scienza comporta una doppia libertà di scelta: terapeutica del singolo e di cura da parte dei medici, adempiendo compiutamente allo spirito dell’articolo 32 della nostra Costituzione. Il genitore che si oppone con una richiesta di esonero dai vaccini raccomandati, e non quelli obbligatori, non deve assolutamente essere criminalizzato, così come non si può continuare a minacciare di sanzioni di pediatri. Continuiamo a ripeterlo in tutte le sedi che i medici vanno valorizzati e non intimoriti creando un clima di sospetto e di diffidenza nel rapporto medico-paziente, come si sta tentando di fare continuando a minacciare i medici di sanzioni.

Nel punto 2 del dispositivo di questa risoluzione, ritornando all’atto, si chiede di revisionare la delibera regionale dell’11 novembre 2013, in particolare per quello che riguarda la modalità di gestione e di intervento sull’inadempienza delle vaccinazioni. A parte la richiesta per noi abbastanza vaga che lascia tanto per cambiare ampia manovra alla Giunta, quindi all’assessore Venturi, che è anche, nel ruolo di suo coordinatore, in sede nazionale, quindi tutta questa libertà ci fa pensare che tutto sommato la maggioranza continui a essere una stampella o dei passacarte della Giunta, a parte questa parentesi, il nostro timore è che, come già paventato in alcuni comunicati stampa, si arrivi a metodi coercitivi per obbligare i genitori a ulteriori vaccinazioni rispetto a quelle che a oggi sono obbligatorie per legge, citando quindi singoli casi di bambini deceduti oppure il calo delle vaccinazioni. Il caso venuto alle cronache nei giorni scorsi, per quanto chiaramente abbia scosso tutti, riportava il decesso di un bambino per pertosse, quindi - ripeto - il vaccino non è compreso tra quelli obbligatori per legge. Cosa chiediamo? Di trattare i vaccini non obbligatori alla stregua di quelli obbligatori? Le inadempienze alle vaccinazioni obbligatorie sono già regolate agendo sui genitori che dimostrano incuria, quindi non capiamo il motivo della risoluzione. Inoltre citare i singoli casi di bambini deceduti secondo noi può far pensare che non ci sia un’adeguata conoscenza del problema oppure di essere davanti a un atteggiamento manipolatorio creando allarmismo e paura. Infatti le variabili da tenere in considerazioni sono numerose: erano prematuri, erano immunodepressi oppure erano sani? Bisogna rifarsi alle statistiche e non ai singoli casi. Diversamente potremmo essere davanti a un tentativo di strumentalizzazione dell’informazione.

Inoltre appellarsi al calo delle vaccinazioni, com’è stato fatto, per adottare metodi coercitivi o minatori rispetto al diritto all’istruzione, che è un altro diritto, oltre a quello alla salute, sostanzialmente è errato, infatti per esempio il Veneto ha sospeso dal 2008 l’obbligatorietà delle vaccinazioni e a oggi non sono stati riscontrati cali.

Noi chiediamo libertà di scelta per le famiglie e per i pediatri, tutto questo naturalmente tramite una vera campagna di informazione che sia facilmente fruibile, trasparente, completa e indipendente da interessi economici perché, per chi non lo sapesse, il 99 per cento dei vaccini pediatrici è fornito da due sole case farmaceutiche, quindi siamo in un regime di duopolio. A pensar male si farà anche peccato, però ci si azzecca quasi sempre.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Negli Stati Uniti, in California, è tornata un’epidemia di morbillo che ha fatto scattare l’allarme anche in quel paese dove la prescrizione e l’obbligatorietà delle vaccinazioni sono molto più rigide delle nostre. Stanno ovviamente ragionando su imposizioni ancora più restrittive. I pediatri, nel caso in cui i genitori decidessero di non vaccinare i propri figli, chiedono anche di cambiare il medico per tutelare la salute delle persone che frequentano il loro ambulatorio. Può sembrare un dettaglio, ma in realtà credo che dia bene il senso della preoccupazione, che non è solo della Società Italiana Pediatri e del nostro Istituto per la Sanità, ma di tutti gli altri paesi avanzati rispetto al fatto che le coperture vaccinali stanno calando sotto la soglia di sicurezza e questo comporta inevitabilmente un problema di copertura per la collettività. È un problema anche di responsabilità delle scelte dei genitori nei confronti della tutela della comunità infantile, perché di questo stiamo parlando.

Stiamo assistendo al ritorno di malattie che ritenevamo debellate, come il morbillo e il tetano, e probabilmente anche questo è un elemento che fa pensare a molti genitori e molte persone che il problema del vaccino non esista più perché non esistono più le malattie che in passato hanno fatto vivere delle vere e proprie epidemie o pandemie. Non le vediamo da tempo, ma stanno tornando. Io credo che dobbiamo porci il tema dal punto di vista sanitario e anche dal punto di vista delle prescrizioni per l’obbligo vaccinale. Abbiamo fatto bene, come Regione, non solo a fare la risoluzione, ma anche ad appoggiare l’Assessore regionale alla Sanità, Venturi, nella posizione che sta tenendo, peraltro all’unanimità, con tutti gli altri Assessori regionali alla Sanità in Conferenza Stato-Regioni, sul porre con forza il tema e ragionare anche sui vincoli per quanto riguarda la scuola dell’obbligo.

Il calo della copertura vaccinale in alcuni casi dipende anche dalla difformità delle prestazioni offerte dalle regioni, dalla difformità con le quali le regioni su questo tema si approcciano non tanto nel nord Italia, ma anche tra due regioni vicine, come la Sicilia e la Calabria, l’approccio è talmente diverso che sta producendo danni su questo fronte, quindi è giusto che le regioni su questo assumano il tema e assumano le decisioni conseguenti perché è vero che un pezzo del ragionamento è partito dalla bambina morta di pertosse, peraltro non ancora in età da vaccino, però è un esempio chiaro di quanto non vaccinando i nostri figli noi esponiamo la comunità infantile e scolastica a rischi di questo genere ed esponiamo anche gli stessi bambini che frequentano gli ambulatori dei pediatri o tutti gli altri spazi comuni.

Io credo che scelte informate su questo tema portino a scelte di responsabilità, di protezione dei nostri figli, così come degli altri bambini. È vero, non dobbiamo nasconderci che ci sono anche controindicazioni su alcuni vaccini - non è una novità per noi e per la comunità scientifica -, però i dati statistici, al di là del complottismo e di quello che si pensa, sono molto chiari nel dimostrare che è molto più semplice gestire le controindicazioni che si presentano rispetto ai vaccini rispetto all’ospedalizzazione e alle cure delle malattie che si ripresentano quando la copertura vaccinale non c’è. Non solo in termini economici l’ospedalizzazione e le cure, ma per il bambino stesso è molto più problematico affrontare le cure nel caso in cui contragga ad oggi il tetano, il morbillo, la pertosse o tutte le malattie che da tempo erano scomparse e che stanno tornando, rispetto agli effetti collaterali, peraltro abbastanza rari, che si presentano in alcuni sulle coperture vaccinali.

Credo che la risoluzione che abbiamo proposto e che in molti hanno sottoscritto oggi e soprattutto l’atteggiamento che la Giunta regionale sta tenendo su questo tema siano assolutamente di responsabilità. È vero che ci sono elementi che incentivano le persone a evitare i vaccini, certamente basta aprire internet e trovare informazioni più discordanti rispetto alle quali è anche difficile formarsi un’opinione se non si ha una formazione medico-scientifica adeguata e proprio per questo penso che una campagna informativa diretta non solo agli operatori sanitari ma che coinvolga tutta la comunità, genitori compresi, possa riportarci ai livelli di sicurezza su queste malattie almeno di una decina di anni fa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

Ha chiesto di parlare la consigliera Tarasconi. Ne ha facoltà.

 

TARASCONI: Grazie, presidente. Esistono delle regole di convivenza che servono a tutelare la comunità tutta. Io ritengo che non vaccinare sia un atto di irresponsabilità sociale perché il presupposto è che tutti devono essere vaccinati perché ci sono persone che non possono essere vaccinate ed è necessario proteggere anche loro tramite l’immunità di branco. Lo stesso vale per i neonati, che sono troppo piccoli per essere vaccinati. L’efficacia dei vaccini è stata ampiamente dimostrata (parliamo di scienza e non di opinioni). Nell’era dell’informazione dei social, dove alla fine qualsiasi domanda si faccia a Google dà una risposta che è quella che noi vogliamo trovare, la disinformazione e la cattiva informazione che si è innescata ha fatto sì che stiano tornando delle malattie che erano praticamente scomparse. Probabilmente oggi ci sentiamo liberi di non vaccinare i nostri figli in quanto non vediamo più bambini - questo in Italia - con la poliomielite, se invece avessimo dei bambini che la contraggono probabilmente tutti la penserebbero diversamente rispetto ai vaccini.

Parlando con alcuni pediatri, mi dicevano che paradossalmente, cosa che io non mi aspettavo, i bambini di persone che vengono nel nostro paese, di persone extracomunitarie, sono quelli che fanno tutti i vaccini possibili e immaginabili. Questo succede perché loro vengono da paesi in cui vedono le malattie e quindi, vedendole, ovviamente sono i primi a far vaccinare i propri figli. Noi viviamo grazie al cielo in uno Stato dove tantissime malattie sono ormai state debellate, ma non dobbiamo abbassare i livelli di guardia perché se queste malattie stanno tornando è proprio grazie al fatto che qualcuno sceglie in modo egoistico di non far vaccinare i propri figli. È ovvio che da genitore – io sono una mamma che ha due bambini e quindi le stesse domande me le sono fatte anch’io – la prima cosa che viene da pensare è di tutelare il proprio figlio e se c’è anche un rischio nella vaccinazione si preferisce non vaccinarlo. Questo non è un atto di responsabilità sociale e bisogna ascoltare le informazioni mediche, perché quello che gira sui social, su Facebook e su internet spesso e volentieri non ha delle fonti scientifiche, ma sono delle opinioni. Bisogna trovare una grossa differenza tra ciò che è scientificamente provato e ciò che è l’opinione di un medico. Sono sufficienti uno/due pediatri nell’ambito di una comunità che, anziché dire ai genitori di far vaccinare i bambini, dia una sorta di libera scelta e parli di vaccini raccomandati, ma non obbligatori, perché anche la terminologia è molto importante, perché nel momento in cui un pediatra dice che un vaccino non è obbligatorio cambia rispetto a dire che è un vaccino raccomandato, dicendo quindi che è una cosa che si dovrebbe fare. C’è una differenza nel lessico che è enorme e che sicuramente per un genitore che ha un bambino che deve essere vaccinato e che quindi come primo pensiero ha quello della tutela del proprio figlio, se questo avviene è ovvio che l’immunità di branco cala e in pochissimo tempo scendiamo sotto quella soglia del 95 per cento, di cui si parlava prima, che è quella necessaria a garantire che queste malattie non tornino a far parte della nostra comunità.

L’emendamento è stato presentato per assicurarsi che le varie aziende della Regione sempre utilizzino la stessa terminologia, ma anche e soprattutto i pediatri e tutti coloro i quali sono attorno al sistema sanitario, quindi dicano ai genitori che le vaccinazioni facoltative in realtà sono raccomandate. Ritengo che a parte la terminologia sia importante informarsi. Io non sono un medico, quindi ovviamente nel momento in cui devo fare una scelta ascolto quelli che sono gli esperti del settore. Ci vogliono anni di studi e l’ultimo vaccino che è stato reso obbligatorio in Italia risale a venticinque anni fa, che è quello dell’epatite B. Scientificamente è stato ormai provato, e non è una questione di opinione, che i vaccini sono efficaci a dare una copertura a tutta la comunità.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Tarasconi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Voglio aggiungere due parole alle cose giuste, che condivido, che hanno già detto alcuni colleghi, perché questa può essere anche un’occasione di riflessione più generale. Credo non vi sia dubbio tra di noi che i vaccini abbiano rappresentato un’innovazione importante e fondamentale per la cura di malattie terribili.

Ricordo che grazie ai vaccini abbiamo debellato delle malattie. Ho più di cinquant’anni e ho fatto la vaccinazione contro il vaiolo, come tutte le persone che sono nate fino agli anni Settanta (mi pare che sia stata sospesa nel 1977 e tolta nel 1981). Ognuno di noi può fare i conti per capire se ha sul braccio il tipico segno lasciato dalla vaccinazione antivaiolosa. È stato tolto perché il vaiolo è stato dichiarato una malattia scomparsa proprio grazie alle campagne di vaccinazione che sono state fatte su una malattia terribile. Tranne qualche giallista e qualche persona che si occupa di intelligence, che hanno il timore che il vaiolo possa essere usato come arma batteriologica in scenari apocalittici, essendo la popolazione non più vaccinata, a parte cose terribili che vogliamo sperare non accadano, il vaiolo è stato eliminato grazie ai vaccini.

Sull’importanza dei vaccini nessuno può permettersi di avanzare dei dubbi. Questo significa che tutti i vaccini valgono la pena? Evidentemente no, ed è lecito farsi delle domande su alcuni vaccini che sono stati sviluppati, magari sulla spinta di epidemie e di crisi potenziali, e che poi sono stati in larga misura distrutti o comunque inutilizzati. In questo scenario, in cui sappiamo che l’importanza dei vaccini è stata provata in modo incontrovertibile per una serie di malattie, e certamente non vogliamo neanche correre il rischio di andare al traino di interessi delle aziende farmaceutiche che li producono, qual è la risposta vera che possiamo e dobbiamo dare? Quella che abbia un vero valore scientifico, che sia fondata sul merito e sviluppata in modo indipendente. Questo tema è ricorrente in molti casi in Italia e noi dovremmo renderci conto che abbiamo un problema di emergenza da questo punto di vista proprio sul merito delle questioni e sull’affidabilità del giudizio scientifico. Ciò dovrebbe spingerci a capire che l’emergenza sul merito è un’emergenza fondamentale, da reinserire a tutti i livelli nei meccanismi decisionali della nostra società. Invece, appena il Governo inizia a parlare di merito ci sono immediatamente delle reazioni di chi invece preferirebbe che si continuasse ad avere valutazioni basate su altro, ed è una questione che ammorba purtroppo altri campi, e non soltanto quello dei vaccini.

Sono stato impegnato in prima persona da amministratore pubblico nella battaglia contro l’elettrosmog per cercare di delocalizzare o di spostare antenne per la telefonia mobile al fine di minimizzare l’impatto della radiazione elettromagnetica sulle popolazioni, però non riesco a tollerare il fatto che ci sia chi, mentre parliamo in questo periodo, fa delle campagne contro l’installazione di apparati Wi-Fi nelle scuole, come se questo potesse essere un tema assimilabile. Siamo in una situazione veramente tragica dal punto di vista culturale e scientifico, perché soltanto le persone che non hanno la minima idea di quello di cui stanno parlando possono non capire che quando parliamo del problema dell’elettrosmog e della protezione delle popolazioni rispetto alla radiazione elettromagnetica, dobbiamo distinguere in modo drastico i ripetitori radiotelevisivi, che hanno certi livelli di emissione, gli apparati di telefonia mobile, che hanno dei livelli inferiori, ma comunque da tenere sotto controllo, e gli apparati per il Wi-Fi, che invece hanno lo stesso tipo di inquinamento elettromagnetico che ha il cordless di casa e largamente inferiore ad altri elettrodomestici su cui nessuno pone dei problemi.

Questo per dire che purtroppo l’incultura scientifica sta imperversando e le teorie del sospetto dilagano al punto che spingono delle persone in buona fede a pensare di non vaccinare i loro figli. Su questo non possiamo restare indifferenti, perché intanto quella di non vaccinare i propri figli non è una scelta che impatta soltanto sulla loro salute, ma impatta anche sulla salute degli altri. Perché se io non vaccino mio figlio rispetto a una malattia, che a questo punto lui può contrarre, potrei creare anche un’occasione per infezioni o epidemie che possono essere pericolose anche per altri.

Se si decide l’obbligatorietà di alcuni vaccini, questa obbligatorietà deve essere in qualche modo fatta rispettare e non può essere un’obbligatorietà soltanto a parole. Questo è l’elemento di riflessione preso correttamente in considerazione anche dall’assessore Venturi e su cui a questo punto abbiamo secondo me l’obbligo morale di dare una risposta. Questo vuol dire che dobbiamo avere un atteggiamento coercitivo e andare a prendere con i carabinieri coloro i quali non vaccinano i propri figli? Non dico che si debba arrivare a questo, ma parliamone e deve essere chiaro a tutti che se uno espone se stesso o gli altri a dei rischi deve farlo avendo chiare le conseguenze qualora questi rischi si avverino. È un dibattito che per adesso sta emergendo in alcuni campi e non ha ancora preso forma pienamente, però prima o poi credo che dovremo affrontarlo. Le scelte di ognuno di noi anche sugli stili di vita possono avere un impatto sulla nostra salute. Se è fuori discussione che se una persona si ammala di tumore ai polmoni debba essere curata dal nostro sistema nazionale, perché questo ovviamente è un fatto fondamentale, è del tutto evidente che il fatto che questa persona fumi quaranta sigarette al giorno o non le fumi può avere un impatto sull’esito e sulla possibilità di ammalarsi. C’è chi sostiene che in qualche misura questo dovrebbe anche riflettersi sul livello di assistenza erogato, affinché ci sia una compartecipazione. È come se uno vuole fare lo stuntman: non è che prende un’assicurazione uguale a quella che paga una persona che va a fare l’impiegato. Sono tutti temi su cui secondo me, senza voler in qualche modo campagne dal sapore terroristico, dovremmo riflettere.

Anche sul tema dei vaccini le persone devono tener presente che non possono pensare di non fare i vaccini obbligatori e poi porre dei problemi a chi deve fare assistenza sanitaria ai figli, nel momento in cui i figli in modo non del tutto imprevedibile a quel punto si possono ammalare e possono far ammalare delle altre persone, come purtroppo è successo, a seguito di fenomeni di malattie che non si vedevano più. Ci sono casi di pertosse che - i medici mi dicono - erano scomparsi e non si vedevano più da oltre dieci anni e che adesso stanno tornando prepotentemente. Cosa si va a raccontare ai genitori di chi in qualche modo dovesse affrontare un episodio di questo genere? Che abbiamo fatto finta di non accorgerci che la gente non vaccinava più i propri figli e questo ha provocato un riacutizzarsi di malattie che erano state largamente superate? Con indipendenza, equilibrio, valutazione del merito, attenzione e con tutti i crismi dobbiamo interrogarci con forza e, se ci sono dei vaccini che si decide che siano obbligatori, deve essere chiaro alla popolazione che non sono stati dettati da una qualche esigenza industriale di qualcuno, ma sono scelte che la comunità ha fatto in scienza e, lo sottolineo tre volte, coscienza. In questo senso credo sia importante anche questo ordine del giorno per segnare che è il tempo di fare questa riflessione fino in fondo e nel migliore dei modi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Penso che su alcune cose ci troviamo d’accordo, in primo luogo sull’informazione. L’informazione è fondamentale, perché fatta in maniera sbagliata, di chi si va a cercare le notizie su Google, come diceva qualche collega, può indurre in errori. Quella che per noi è fondamentale è l’informazione che va fatta a livello medico e che ricade nella sfera del rapporto tra medico e paziente, nel rapporto fiduciale tra medico e paziente. È lì che si riesce a sviluppare la vera informazione. Siamo in grado noi oggi di tranquillizzare col rapporto medico-paziente un genitore che giustamente è preoccupato? Perché raccoglie tante informazioni ed è preoccupato per la salute di suo figlio. Il dubbio forse è che non sempre siamo strutturati per rispondere a quest’area di dubbio.

Dall’esperienza del Veneto, che ha scelto di allentare la forza sull’obbligo vaccinale, contemporaneamente ha fatto uno studio molto interessante su quello che riguarda i genitori che hanno un dubbio e che quindi vorrebbero non vaccinare il loro figlio. Da questo studio nasce che c’è un’area di persone che ha una serie di dubbi, che però sono risolvibili nel rapporto medico-paziente, buona parte di questi vengono risolti solo aspettando che i genitori si convincano e solo allungando il periodo del calendario vaccinale. C’è un’area di mediazione che è contendibile. Ci sono dei genitori che per motivi di coscienza o informativi, ma sono una percentuale bassissima, non vogliono sottostare neanche all’obbligo e ci sono una serie di genitori che aspettano solo una migliore e maggiore informazione riguardo alla scientificità.

Attenzione, perché anche noi oggi secondo me rischiamo, non essendo dei medici e degli esperti, di dire a volte un po’ tutto e il contrario di tutto. Noi come politici e non esperti dobbiamo dare un indirizzo e l’indirizzo che mi sento di dare io è di fare una distinzione seria tra vaccini obbligatori e vaccini raccomandati o non obbligatori - si può concordare sul termine -, perché anche oggi abbiamo fatto confusione.

I vaccini obbligatori sono quattro e tra l’altro nel nostro sistema regionale solitamente non so perché ne vengono proposti sei. Inoltre genitori che hanno piacere di informarsi non sempre riescono a ottenere l’informazione. Ad esempio ottenere il bugiardino del vaccino mi è stato riferito in alcuni casi che non è sempre possibile o non è sempre semplice. Un genitore che si vuole informare vuole leggere cosa c’è scritto nel bugiardino; io - i miei colleghi mi danno del pignolo - quando vado al supermercato leggo tutta l’etichetta, dal primo ingrediente fino all’ultimo e quando ci sono più di quattro ingredienti di solito lo ripongo nello scaffale perché mi spavento, però è corretto informarsi e leggere il bugiardino, ma non sempre ai genitori è concessa questa possibilità, quindi vuol dire che dal punto di vista informativo sicuramente abbiamo delle pecche. Secondo me l’impegno alla corretta informazione e a smontare quelle che sono leggende metropolitane, ma prendere in considerazione però le giuste preoccupazioni, perché ci sono, è importante.

Per quanto riguarda la pertosse, la pertosse non era eradicata e ci sono studi recenti che dicono che in parte è proprio il percorso vaccinale che forse ha creato alcuni ceppi resistenti o il fatto che la copertura vaccinale dura qualche anno, quindi gli adulti diventano magari portatori della pertosse. Non sono un tecnico, quindi riporto un po’ quello che leggo, ma anche qui imparo a farci la tara. So dove fare la tara o dove farla rispetto a quello che leggo su internet o sulle riviste specializzate, ma non sempre tutti hanno gli strumenti per saperla fare. L’importante è informare. Io insisto, perché questa è la nostra posizione, che ci sono due atteggiamenti terroristici: uno che dice che il vaccino è sicura causa di autismo, e questo è un atteggiamento terroristico, perché non ci sono precise ricerche scientifiche che lo provano - magari possono esserci dei sospetti, però non ci sono prove schiaccianti - e dall’altra vi è un atteggiamento terroristico di chi dice che se non si vaccina il proprio figlio non lo si fa entrare a scuola. Dobbiamo trovare un compromesso perché i genitori devono essere convinti di fare questa scelta e non li possiamo costringere. La stessa cosa vale per i medici, i quali vanno formati e informati e non vanno sanzionati e costretti. Se rientriamo in queste posizioni, riusciamo secondo noi a ottenere quello che è importante, ossia la copertura vaccinale, soprattutto per gli obbligatori. Se ci sono dei vaccini che vengono ritenuti importanti ma ad oggi non sono obbligatori, allora bisognerà che il Governo e l’Istituto Nazionale di Sanità dica che ci sono dei nuovi vaccini che devono diventare obbligatori, ma ad oggi quei vaccini sono raccomandati non obbligatori, quindi non facciamo confusione fra cosa è obbligatorio e cosa è raccomandato.

Sempre per la corretta informazione, ci sono delle informazioni scorrette che vanno smontate o dei dubbi che vanno smontati. Una delle leggende metropolitana è quella che ci sono gli interessi delle case farmaceutiche dietro. Voi dite che non è vero, benissimo, però questi dubbi vanno smontati. Quando succedono scandali, come per l'epatite B, un ministro che ha preso una tangente, o altri casi, come l'H1N1, si insinua il sospetto perché effettivamente ci sono stati dei problemi di tangenti e di non trasparenza, purtroppo questi casi insinuano il sospetto, quindi l'altro aspetto importante è la trasparenza anche su quello che concerne i rapporti fra sanità, case farmaceutiche appalti eccetera. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente. Non entro nel merito del discorso delle vaccinazioni visto che la collega Sensoli e il collega Bertani hanno espresso perfettamente anche il mio pensiero. Rispondo più che altro alle affermazioni del consigliere collega Paruolo che è passato dai vaccini al Wi-Fi come se fosse una cosa normale. Ha fatto un esempio, ma è un esempio superficiale visto che la battaglia del Wi-Fi nelle scuole si riferiva alle elementari e alle materne. Io dubito che un bambino alla materna, un bambino alle elementari abbia bisogno del Tablet o del Wi-Fi, soprattutto nei primi anni. E se il consigliere Paruolo ha delle ricerche conclusive in merito al fatto che queste emissioni così a basso potenziale non siano dannose in fase di crescita, le attendiamo volentieri, le leggo volentieri.

Le basse emissioni non sono il punto. Noi abbiamo il compito di applicare un principio che qui in aula è stato annunciato più volte anche per altre situazioni: il principio di cautela. Laddove non ci sono certezze che queste cose fanno danno, molto spesso non ci sono nemmeno certezze che non lo facciano, quindi per principio di cautela e per un minimo di buonsenso in certe situazioni dovremmo evitare l'esposizione, soprattutto nella fase di crescita. E lo dico io che come Movimento 5 Stelle vorremmo il Wi-Fi in ogni dove, ma ci sono dei limiti e delle precauzioni che secondo me vanno messe in campo. Quindi non ci sono battaglie contro il Wi-Fi nelle scuole, ma in casi specifici.

Eviterei di fare esempi superficiali, Paruolo, o almeno non documentati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Non voglio distogliere la discussione sui vaccini, ho fatto solo un esempio, però vorrei dire davvero al consigliere Sassi che se vorrà fare un approfondimento, ad esempio potremmo farlo in Commissione Scuola visto che il tema si pone soprattutto nelle scuole.

Pur avendo massimo rispetto delle opinioni politiche di tutti i colleghi, io non ho - lo dico molto schiettamente - alcun rispetto della scientificità della posizione che lei ha appena espresso, perché le emissioni elettromagnetiche fatte da un'antenna Wi-Fi e misurate nelle scuole di cui stiamo parlando viaggiano attorno ai 0,3-0,5 volt/metro. Qualcuno potrebbe anche dire che non c'è una prova determinata per cui dobbiamo adottare un principio di precauzione, però dovremmo a questo punto essere conseguenti e dire che nessuno può vivere dove c'è un'esposizione di 0,3-0,5 volt/metro. Ora, siccome questo implicherebbe, ad esempio, evacuare la città di Bologna perché nella città di Bologna il fondo elettromagnetico è di poco inferiore a 1 volt/metro, dipende dalle zone, allora o voi dite che dobbiamo evacuare le città e ritirarci sulle colline onde portare tutti, in nome del principio di precauzione, sotto questa soglia, oppure, per cortesia, evitiamo di ammantare di pseudo scientificità cose che "non le saltano neanche i cavalli". E lo dice uno che non solo ha fatto delle battaglie, ma è stato il referente del Comune di Bologna, come Assessore alla sanità, di un tavolo sull'elettrosmog, apprezzatissimo da tutti i comitati contro l'elettrosmog. Abbiamo spostato delle antenne per la telefonia mobile per cercare di avere un impatto inferiore dove c'era permanenza di persone, antenne che rientravano nei parametri della legge italiana, quindi rispettavano il criterio dei 6 volt/metro; e abbiamo anche cercato di spostarle, nei casi in cui erano a 5, per arrivare a 2 o 3, proprio in nome del principio di precauzione.

Ma per lo stesso principio di precauzione non possiamo pensare, a fronte di quello che conosciamo, di contrabbandare la battaglia contro il Wi-Fi come una battaglia scientifica, perché equivale a dire che dovremmo evacuare tutte le grandi città, perché in tutte le grandi città il fondo elettromagnetico è superiore a quello che si riscontra nelle aule scolastiche se per caso si mette il Wi-Fi. Motivo per il quale io dico a mio figlio di spegnere il cellulare quando va a letto e di non tenerlo vicino al comodino, perché so che quella può essere una fonte di emissione elettromagnetica che potrebbe dare fastidio, ma ho tranquillamente in casa il Wi-Fi, ovviamente non sul comodino attaccato alla faccia, ma in un altro luogo, e lo tengo acceso anche la notte, perché se dovessi temere quello, allora dovrei avere paura non solo delle scie chimiche, ma anche di tutta un'altra serie di cose.

Quindi, cortesemente, proviamo a dare il segnale che la comunità scientifica ha gli strumenti per capire. Su alcune cose bisogna fare approfondimenti, perché sono controverse, ma che alcune cose siano delle boiate lo si può dire tranquillamente e lo si deve dire e si ha il dovere di dirlo, come abbiamo il dovere di dire che alcune cose sono pericolose.

Se permettete, preoccupiamoci delle persone che vivono vicine agli apparati radiotelevisivi, che emettono emissioni elettromagnetiche molto pesanti, preoccupiamoci di localizzare al meglio gli apparati della telefonia mobile, ma dare sponda a gruppi di mamme, magari ben intenzionate, che vanno facendo una battaglia per non mettere il Wi-Fi nelle scuole (cosa che sta dilagando, purtroppo, non solo in Italia, ma anche in altre nazioni) vuol dire proprio che stiamo regredendo dal punto di vista della cultura media verso una situazione in cui, per l'appunto, c'è anche gente che non vaccina più i figli per paura di chissà che cosa ci sia in questi vaccini, contro tutte le evidenze scientifiche. Proviamo a tenere un principio di scientificità e un principio di merito alle cose che diciamo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Zoffoli. Ne ha facoltà.

 

ZOFFOLI: Grazie, presidente. Non pensavo di intervenire, ma ho ritenuto importante, anche nel mio ruolo di presidente della Commissione delle politiche per la salute, intervenire. Vorrei fare un intervento da presidente di Commissione. Voi tutti sapete che all'interno della Commissione abbiamo attivato un intergruppo sulla prevenzione e credo che il vaccino sia una forma importante di prevenzione delle malattie. Siccome in questi giorni questo è diventato un argomento importante dal punto di vista mediatico per le ragioni che tutti voi avete detto, su questa partita si sta muovendo qualsiasi tipo di informazione e ognuno, anche perché magari ha visto, come diceva la consigliera prima, un sito o una pagina Internet, pensa di poter dire la sua e di ritenersi scientificamente informato. Credo allora che sia indispensabile fare un approfondimento in Commissione, magari anche in Commissione congiunta con la V, perché sicuramente l'argomento attiene alla salute. Le vaccinazioni, infatti, non sono solo per i bambini, ma anche per gli anziani. Si potrebbe approfondire con l'assessore, con i dirigenti che operano in Regione, magari anche con un esperto, quelle che sono le azioni, le modalità operative e le informazioni che vengono fatte in regione in modo da capire se possiamo dare ulteriori input rispetto soprattutto a quello che secondo me è l'intervento in questo momento più importante in assoluto: la corretta informazione. Perché una corretta informazione, come tutti voi avete evidenziato, parte da una presa di posizione della comunità scientifica e si completa nella capacità di comunicare queste informazioni nella maniera corretta.

Per cui mi impegno già fin da adesso a chiedere all'Assessorato ed eventualmente a mettermi d'accordo con il presidente della V Commissione per fare una Commissione congiunta per approfondire questi temi per vedere cosa in regione in questo momento si sta facendo, quali sono le iniziative che anche a livello di Governo il nostro assessore sta svolgendo a Roma come coordinatore degli assessori e anche soprattutto che cosa noi come Commissione e come Assemblea possiamo proporre per cercare di appoggiare le azioni e gli interventi che la Regione e l'Assessorato stanno facendo per sviluppare nella maniera migliore gli interventi per la vaccinazione, con i migliori farmaci che sono in commercio e che sono utilizzati, e per riuscire a capire come queste informazioni possiamo farle circolare nella maniera migliore nelle scuole, nelle Case della Salute e in tutti i posti in cui le vaccinazioni si possono e si devono fare per prevenire quelle malattie di cui tutti oggi avete parlato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Zoffoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente. Non vorrei spostare il tema, che è quello delle vaccinazioni, intervengo solo perché mi sono state attribuite cose che io non ho detto. Io non ho dato un taglio scientifico al mio intervento, ho parlato solo di principio di precauzione. Gli unici dati tecnici e scientifici li ho sentiti dalla bocca del consigliere Paruolo, non dalla mia. Io parlavo di togliere il Wi-Fi dalle materne e dalle elementari, che è un tema che ho già approfondito in passato, non certo di togliere Internet. Il cavo invece con le emissioni radio nella fase di crescita di una persona penso che sia un principio di precauzione. Tutto qui. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Mi trovo molto d'accordo, su alcuni aspetti del suo intervento, con il consigliere Bertani, che secondo me ha colto il senso vero del problema che sottende alla questione vaccini: il discrimine tra le vaccinazioni obbligatorie, e quelle che obbligatorie non sono. È chiaro che sono problemi enormi, ai quali io non credo che l'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna riuscirà e potrà dare una risposta concreta e nemmeno so se abbiamo gli strumenti sufficienti, magari con un intervento legislativo oppure con la presentazione di una mozione o anche solo di un'interrogazione, per "cambiare la direzione" a quello che è un dibattito che si sta sviluppando in ambito scientifico. Mi spiego meglio: ci sono patologie gravissime, ad esempio come la poliomielite e altre, che necessitano di vaccini che sono obbligatori, altre, come la pertosse, che hanno vaccini che obbligatori non sono; possiamo noi, come Regione Emilia-Romagna, come Assemblea regionale, stabilire che devono diventare obbligatori? Io credo che noi non abbiamo questa facoltà, sarebbe anche assurdo se tale prerogativa passasse dalle mani della comunità scientifica in quelle della politica. Altre cose, invece, sfuggono di mano alla comunità scientifica e finiscono in mano alla politica, ma in questo caso sarebbe un errore davvero madornale.

Io credo quindi che dobbiamo avere molta cautela e rispettare soprattutto un principio: si osanna tanto la Carta costituzionale e a giusta ragione, l'articolo 32 prevede un principio che è quello sostanzialmente della libertà di cura, che tra l'altro è anche, secondo me, avallato da un altro principio che è quello che il medico deve agire, deve curare, secondo scienza e coscienza, e noi sappiamo che vi sono moltissimi casi, di persone ad esempio, in cui i vaccini, seppure anche obbligatori o anche non obbligatori, sono assolutamente sconsigliati. Io credo che invece noi potremmo andare in un'altra direzione e do la soluzione: per i vaccini non obbligatori sarebbe importante predisporre un consenso informato, ma un consenso informato a trecentosessanta gradi, un consenso informato che racconti esattamente anche quali sono le conseguenze di un vaccino. Si diceva prima che si fa fatica a recuperare un bugiardino, ma perché non diciamo tutta la verità anche in quest'aula, perché non raccontiamo che anche quando viene fatto un vaccino vi possono essere delle conseguenze? E le conseguenze non sono solamente di natura fisica, come malattie anche invalidanti, perché a volte la comunità scientifica ha immesso sul mercato vaccini che hanno comportato anche conseguenze maggiori. Ci sono dei morti? Ci sono stati dei casi di morti in conseguenza dall'effettuazione di vaccini? Guardiamoci negli occhi e domandiamoci se è vero o non è vero? Ci vuole molta cautela ad affrontare argomenti come questi perché non vorrei che pensassimo che semplicemente con un atto d'aula si possa arrivare alla modifica di situazioni che solamente la comunità scientifica può cambiare.

Torno alla prima parte del mio intervento, cioè sull'obbligatorietà. Certo, ci sono patologie gravissime, che necessitano di vaccini che sono ovviamente obbligatori. Su questo noi dobbiamo intervenire, abbiamo un problema che è aumentato; è aumentato fino a livelli parossistici perché non dobbiamo dimenticare che nella regione Emilia-Romagna abbiamo una presenza di popolazione che ha difficoltà e problemi sotto il profilo della prevenzione, in questo caso, molto elevati. Dal primo gennaio 2014 abbiamo 536.000 stranieri residenti in Emilia-Romagna, con i nuovi afflussi non sappiamo quanti sono, perché circa l'80 per cento finisce in condizioni di clandestinità. All'interno di questi clandestini vi sono persone che sono purtroppo, e dobbiamo dirlo, autentiche bombe batteriologiche, non sappiamo come fare a contrastare questa situazione. È inutile scuotere la testa e dire che non è così perché si è a volte obnubilati dall'ideologia e non si vede la realtà per quella che è. Si passa attraverso i centri di accoglienza ma immediatamente dopo si è in giro per l'Emilia-Romagna, o per l'Italia intera, e si è portatori di patologie molto gravi. I casi sono aumentati, non lo dico io ma lo dice la comunità scientifica. Noi sappiamo che vi sono situazioni allarmanti, tant'è che la medicina considera il 95 per cento la soglia di persone vaccinate entro la quale siamo fuori da una situazione di grave rischio. I dati che mi sono stati dati con un'interrogazione che avevo presentato qualche mese fa dicono che i vaccinati, ad esempio, per l'antipolio in Emilia-Romagna sono il 94,8 per cento, quindi abbiamo un problema di poliomielite in Emilia-Romagna che è stato sottaciuto e non viene secondo me divulgato con l'intensità che sarebbe necessaria. Per questa ragione io credo che dovremmo intervenire con molta attenzione, non semplicemente con un atto in quest'aula su problemi che pure esistono e che vanno affrontati, ma che riguardano vaccinazioni, ripeto, non obbligatorie.

Noi abbiamo un problema innanzitutto - e dobbiamo dare un ordine gerarchico ai problemi per far sì che non diventino drammi, abbiamo un problema di poliomielite in Emilia-Romagna e in gran parte d'Italia. Come lo affrontiamo? Lo affrontiamo anche qui, secondo me giustamente, con una campagna di vaccinazioni, però dobbiamo fare grande attenzione, ripeto, tra quelle che sono obbligatorie e quelle che non sono obbligatorie, dobbiamo difendere comunque il principio per quest'ultime di libertà di scelta e questo può avvenire prevedendo un consenso informato in cui venga indicato tutto, a trecentosessanta gradi i pro e i contro.

Io credo che noi ci troviamo anche di fronte ad una situazione che è cambiata perché abbiamo malattie che erano considerate scomparse e oggi non lo sono più. Sono problemi seri che dobbiamo affrontare e sono problemi conseguenti ad un'immigrazione incontrollata, che è un fenomeno al quale ovviamente si potrebbe porre rimedio. Io vedo che invece il rimedio non viene posto perché a differenza di altre nazioni civili, come, ad esempio, l'Australia o gli Stati Uniti d'America, dove per entrare è necessaria una profilassi particolare, qui in Italia questo non avviene, quindi dobbiamo fare grande attenzione. Non voglio ricordare quello che è accaduto a tanti appartenenti alle Forze dell'ordine che hanno avuto problemi di salute per malattie infettive contratte durante le operazioni di accoglienza; non voglio ricordare questo che avveniva alla fine dell'Ottocento e ai primi del Novecento a Ellis Island dove c'era la cosiddetta quarantena. Se non vogliamo arrivare a quello, almeno cerchiamo di avere nel nostro territorio un'attenzione particolare alle persone che ci sono e soprattutto alla tutela della vaccinazione di quella parte di individui che è a rischio.

Un'altra malattia molto grave che purtroppo mi pare sia in grande espansione è la tubercolosi. Anche su questa, io penso, che la Regione Emilia-Romagna debba avere uno sguardo particolare di attenzione, al fine di limitarne le conseguenze, perché ha una diffusione purtroppo estremamente rapida, essendo una malattia con capacità di contagio elevatissima.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Sarò anch'io breve perché i colleghi che mi hanno anticipato hanno già affrontato in maniera molto ampia il tema. Considero la risoluzione proposta dalla collega Montalti una risoluzione e una proposta di grande buonsenso in un momento come questo perché parte da una considerazione che, ho colto con piacere, tocca un po' tutti i gruppi che sono intervenuti riguardo innanzitutto alla corretta informazione. È evidente che oggi siamo in un sistema di informazione molto aperto, anche più aperto di quello di alcuni anni fa ed è molto più facile, per fortuna, per qualunque cittadino recuperare tutte le informazioni possibili, ma anche, in alcuni casi, mettere in campo informazioni che possono disorientare. Di fronte a questo credo che l'istituzione pubblica a tutti i livelli, a partire anche dalla nostra Regione, che solleciti un adeguato grado di informazione a tutti i soggetti coinvolti, dalle famiglie a coloro che fanno le vaccinazioni, quindi a tutta la classe medica, sia assolutamente un percorso utile e necessario sul quale credo ci si possa davvero ritrovare tutti.

Il tema è di grande complessità e siccome ci serve informazione, apprezzo, anche da membro di quella Commissione, la proposta del presidente Zoffoli di dire: facciamo un approfondimento, usiamo la Commissione. È per quello che la Commissione in determinate fasi serve, non solo per fare degli atti deliberativi, ma anche per avere un quadro completo di informazioni. È talmente delicata la questione e anche molto specifica per alcuni aspetti, che credo quel passaggio in Commissione possa essere molto utile, a maggior ragione tenendo conto del ruolo che ovviamente la Regione Emilia-Romagna e in particolare il nostro assessore Venturi ha nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni e nell'ambito delle deleghe che ha assunto a livello nazionale. Quella sarà anche un'occasione per capire davvero come si è evoluto il sistema delle malattie, quali sono i dati ufficiali su cui confrontarci, alcuni dei quali sono ben inseriti anche nella risoluzione.

È anche un modo per confrontarci (questo è un parere più di carattere personale) sul dibattito "le vaccinazioni fanno l'interesse di qualcuno". Io la dico così: innanzitutto noi dobbiamo preoccuparci dell'interesse delle famiglie e dei bambini e il loro interesse è quello che li si possa tenere il più lontano possibile dalle malattie. C'è qualcuno che ci gioca su questa cosa, c'è qualcuno che ne approfitta, ci sono distorsioni? Dobbiamo sempre tenere le antenne dritte perché le distorsioni in un sistema come questo ci possono essere, anche nel mercato purtroppo ci sono delle distorsioni e c'è chi se ne approfitta di determinate situazioni. Laddove ci siano, bisogna mettere in campo tutti gli strumenti per eliminare queste distorsioni, però eviterei di partire dal fatto che siccome magari c'è stato un caso, due casi o tre casi di distorsione del mercato su questo punto, allora bisogna rimettere in discussione quello che è alla base della sanità anche nella nostra società intesa come l'essere sano della società.

Riprendo anche le parole di Venturi rispetto ad un tema che è emerso che è quello della questione legata dell'obbligatorietà, su cui c'è una grande discussione. È una discussione che non riguarda noi, non riguarda l'istituto regionale perché, riprendendo le parole dell'assessore, ha a che fare con il Parlamento e io credo che dobbiamo farci carico, in un momento anche come questo laddove i dati sono quelli che riportava la consigliera Montalti nell'introduzione, affinché questo tema venga affrontato molto in fretta in Parlamento. Non lo possiamo affrontare noi, ma credo che una sollecitazione politica affinché questo tema venga affrontato la dobbiamo assolutamente raccogliere e promuovere. Anche perché ci siamo detti spesso, anche in quest'aula, anche nei confronti che abbiamo avuto tra i diversi partiti politici, che se c'è un modo per ridurre le spese della sanità è riuscire a fare adeguata prevenzione e i vaccini sono, credo, un elemento essenziale di prevenzione, che non tiene ovviamente conto solo della vil pecunia, ma che ha a che fare ovviamente con la cura delle persone. I dati ci dicono che queste vaccinazioni al 99,9 per cento dei casi sono indispensabili e determinano l'effetto che devono determinare, cioè mettere in sicurezza rispetto alle malattie. L'ultimo dato che ha dato Ricciardi dell'Istituto Superiore della Sanità ci parla di 19 milioni di vaccinati, di 5 reazioni allergiche su 19 milioni e di nessun morto. Non possiamo permettercene neanche uno di morto, possibilmente non possiamo permetterci neanche una reazione allergica, quindi finché ce ne sarà una significherà dover guardare ancora più con attenzione la questione, però non prenderei situazioni distorsive che sono avvenute come grimaldello per dire: va ripensato tutto. Usiamole come elemento per tenere alta l'attenzione a tutti i livelli, sia per chi ha competenze più dirette come il Parlamento, sia per chi come noi ha competenze di stimolo e di controllo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Riguardo al punto sulla corretta informazione che sia scientifica, che sia basata su dati concreti e reali, che sia divulgata in maniera corretta affinché i genitori possano fare scelte consapevoli e che noi - ripeto quello che ha anche sottolineato il collega Bertani - non vogliamo sottovalutare l'importanza delle vaccinazioni, vogliamo fare una richiesta, ossia: questa risoluzione ci trova concordi, unanimi sul punto che riguarda l'informazione, ma ci sono un paio di criticità; il collega Zoffoli ha proposto di parlarne anche in Commissione, allora io chiedo ai proponenti di questa risoluzione se sono disposti oggi a sospendere la discussione proprio perché vogliamo mantenere aperto il dibattito e non chiuderlo, se sono disposti a ritirarla e a portare la questione in Commissione, anche sentendo ovviamente i tecnici del servizio sociale ed eventualmente l'associazionismo a riguardo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Grazie, presidente. Noi pensiamo che oggi sia il giorno in cui su questo tema dobbiamo esprimerci, poi ben venga la proposta di andare in Commissione e di approfondire, ma questa Assemblea ha il dovere oggi di dare una risposta chiara e di aprire un percorso perché la risoluzione chiede poi di aprire tutta una serie di percorsi rispetto alla comunicazione, rispetto alla delibera del 2013, rispetto al tema importante del meningococco B, quindi assolutamente oggi si decide.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà. Dopodiché affrontiamo il tema della sospensiva.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Intervengo solo per dire che normalmente le decisioni si prendono dopo gli approfondimenti, non prima. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

La consigliera Sensoli ha chiesto una sospensiva e quindi metto in votazione questa richiesta dando prima la parola ad un intervento a favore e a uno contro e poi si vota.

Chi chiede la parola a favore della sospensiva e del rinvio in Commissione?

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo a favore perché mi sembra che le posizioni all'interno dei vari schieramenti siano molto ampie, aperte e in alcuni casi non sempre coerenti anche all'interno di tutti gli schieramenti, quindi pare che ci sia uno spazio per approfondire il tema. Secondo noi la risoluzione così come è posta è molto tagliente su alcuni aspetti e mi sembra che non tutti all'interno dei vari schieramenti condividano questo aspetto, che è tagliente riguardo, ad esempio, alla coercizione o meno. Probabilmente un approfondimento in Commissione, come accennava già il presidente Zoffoli, potrebbe essere un'opzione molto interessante.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

C'è un intervento contrario?

Ha chiesto di parlare la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Grazie, presidente. Come anticipavo prima, noi siamo contrari a sospendere perché pensiamo che questa Assemblea abbia la responsabilità in questo momento di tracciare un percorso e questa risoluzione dà un quadro di quello che è il percorso da fare per poter intervenire in maniera efficace sulla questione in discussione. Ripeto, questo non vuol dire che in Commissione la questione non debba essere affrontata, approfondita, ma nelle more delle indicazioni che noi abbiamo inserito nella risoluzione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di rinvio in Commissione.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di rinvio in Commissione è respinta. Si procede con il dibattito.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. A me spiace che non sia stata accolta la proposta che ha fatto la consigliera Sensoli, anche perché ho sentito molte verità in una comunità che è molto politica perché non mi pare che siano stati posti elementi di grande supporto scientifico.

Debbo dire, tra l'altro, che si sta sviluppando in questo paese l'ennesima forma di protagonismo su una materia che andrebbe trattata molto delicatamente, perché tutti hanno fatto l'apologia dei vaccini, però nessuno ha detto che nel 1992 è stata approvata una legge, la n. 210, che reca: "Indennizzi spettanti a soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie". Lo dico perché qualcuno sembra non voler ricordare (stiamo parlando di vaccinazioni obbligatorie) come nel corso degli anni incidenti ce ne sono stati. Io sono stato uno di quelli che, forse per una ragione anagrafica, è stato il più vaccinato di tutti, però nella mia classe c'era anche qualcuno che non era propriamente in stato ottimale di salute ed era uno dei tanti danneggiati dai vaccini obbligatori.

È materia sensibile che non va trattata per supportare politicamente questo o quell'assessore, anche perché è materia che non serve a niente sotto il profilo regionale. Io ho sentito affermazioni dall'assessore Venturi del tipo che dobbiamo porci il problema se far entrare nelle scuole coloro i quali non sono stati sottoposti a vaccinazione obbligatoria. Io vorrei sapere attraverso quale norma l'assessore Venturi può realizzare questo principio, perché o lo si traduce in una norma nell'ordinamento, ma non dipende dall'assessore Venturi perché dipende dal Parlamento e quindi ognuno dovrebbe fare il suo ruolo, se lo sa fare, oppure vorrei capire come questa norma sia compatibile poi non soltanto con l'articolo 32 della Costituzione cui faceva riferimento prima l'amico Aimi, ma anche con l'obbligatorietà prevista per la frequenza scolastica.

Questo è un paese strano indubbiamente, perché abbiamo il Ministro della Salute che scrive la prefazione ad un libro sulle medicine alternative, ma poi pensa che si possano introdurre delle norme per delle azioni disciplinari etiche e professionali per i sanitari - come li ha definiti un funzionario del Ministero della Salute - infedeli, quindi siamo arrivati ai sanitari infedeli, cioè: coloro che sconsigliano un vaccino nell'ambito della propria professione e ad un soggetto singolo ovviamente, diventano degli infedeli.

E allora a me pare che sia una forma di protagonismo inutile quella che si va diffondendo in questo periodo, non volendo invece affrontare - per quello che è - un altro tema: chi ha la responsabilità di sottoporre i figli a vaccinazione non è la società, sono i genitori, ma questo non lo si dice perché non è politicamente corretto, perché non bisogna dire che noi abbiamo decine e decine di scuole in cui i figli degli immigrati sono tre volte i figli degli italiani, perché nessuno dice che la scabbia, che nelle nostre scuole non si conosceva più dagli anni del dopoguerra, è tornata in maniera impellente e sicuramente non per colpa degli italiani, in minoranza in molte scuole, perché dire questo vorrebbe dire aprire la verità su uno dei temi. E aggiungo anche un'altra cosa: noi vorremmo essere così intrusivi da dimenticarci che lo Stato, a fronte del genitore che omette la vaccinazione obbligatoria, non interviene con una sanzione di tipo penale, ma di tipo amministrativo con la legge n. 689/1981, articolo 23.

In questo periodo il tema vaccini è di moda, si prendono le paginate sui giornali, ma un anno fa di questi tempi... - è vero che l'Assemblea legislativa non c'era - ma sarei curioso di andare a vedere le dichiarazioni in campagna elettorale quando vi furono 11 morti sospette per l'utilizzo del vaccino antiinfluenzale; non sono passati cento anni, sono passati meno di 365 giorni. Inoltre, perché tra le tante cose che vogliamo chiedere a destra e a manca non chiediamo al Ministro della Salute di uscire con il piano vaccinale 2015/2017 visto che quello del 2012/2014 è stato ultimato? Questi sono i temi.

Quindi io dico sinceramente che apprezzo la discussione, ma non apprezzo il metodo. Si è detto che si voleva una convergenza da parte di questa Assemblea dopo che si è sbandierata in tutte le lingue un'operazione politica bipartisan PD-Lega, perché questo è uscito sui giornali. Io penso che il tema, invece, non sia un voto più o meno unanime dell'Assemblea, ma un voto responsabile dell'Assemblea, che sappia che sta trattando una materia molto delicata, estremamente delicata, con profili vari, perché qui dentro nessuno ha delle certezze. Poi non farò la differenza tra scientismo e comunità scientifica perché diversamente il capogruppo del PD mi spiegherebbe la differenza che c'è tra il dirigente e la professione del dirigente, ma a me pare di poter dire che una presa di posizione di questo tipo sul piano politico, anche per gli effetti che può determinare, è inutile. Anche perché noi non abbiamo il potere/dovere di sostituirci alla comunità scientifica, ma tantomeno a coloro i quali hanno fatto un giuramento, quello di Ippocrate, e che fino a prova contraria rappresentano sul territorio nazionale il volto del Servizio sanitario nazionale, cioè i medici.

Io penso, quindi, che sarebbe stato molto più opportuno analizzare prima le ragioni di una diminuzione percentuale. Sotto il profilo percentuale, poi, stiamo parlando di un punto, un punto e mezzo in meno di percentuale, non stiamo parlando, sul territorio nazionale, di decine di punti in meno rispetto agli obiettivi. A parte che poi bisognerebbe capire da dove nascono gli obiettivi statistici e in quale modo vengono calcolati. Qui, poi, vogliamo fare gli obiettivi statistici, con anche i clandestini, perché è previsto per l'assistenza sanitaria, e poi pretendiamo, anche se non riusciamo a regolarizzarli nella loro posizione, di imporgli cosa devono fare o cosa dovrebbero fare.

Io ritengo, quindi, Presidente, che si sia persa un'occasione per, anziché fare un ballon d'essai destinato a durare poche ore, un ragionamento serio sul tema, a tal punto che in tutto questo dibattito io non vedo la presenza dell'assessore alla sanità dell'Emilia-Romagna: già la sua assenza è sintomatica dell'importanza che lui dà al tema che stiamo trattando.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ricordo che l'assessore Venturi si era giustificato.

È chiuso il dibattito generale, è aperto il dibattito generale sugli emendamenti. Ricordo che ogni consigliere ha a disposizione cinque minuti. Se nessun consigliere chiede di intervenire, si passa alle dichiarazioni di voto congiunte. Ricordo che ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Sulla risoluzione chiedo la votazione con dispositivo elettronico.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Il dibattito su questo tema ha animato e coinvolto diverse posizioni su una vicenda che, lo ricordava anche il consigliere Foti, è stata per lungo tempo oggetto di discussione nel nostro paese, come del resto non poteva non essere dal momento che siamo un paese che nel corso del tempo ha visto cambiare anche le malattie con le quali si sono dovute confrontare intere generazioni e che ancora oggi, per le ragioni che tutti conosciamo, dovrà continuare a confrontarsi con questo fenomeno.

C'è, però, un aspetto sul quale forse dovremmo riflettere tutti quanti insieme con un atteggiamento diverso al di là delle posizioni ideologiche (e forse anche la sottoscrizione di questo testo dimostra l'atteggiamento post ideologico sul tema), un aspetto che merita di essere osservato con una lettura più chiara. Io non sono persuaso dall'idea che ci sia sempre lo spettro delle case farmaceutiche dietro qualsiasi cosa accada, esistiamo noi. Esistiamo noi che, come diceva Bertani prima, possiamo decidere, guardare, capire, comprendere, confrontarci. E allora vi dico che proprio da questo confronto, dai numeri che abbiamo indicato in questa risoluzione, quando si scende sotto una certa soglia di vaccinazione all'interno della nostra regione, evidentemente sta cambiando qualcosa in un processo di sedimentazione culturale e noi abbiamo il dovere come amministratori, come cittadini, come genitori, di interrogarci e di intervenire. È questo il motivo per il quale ho pensato e penso con molta franchezza che non si potesse rinviare ad altra giornata che non fosse oggi la votazione di questa risoluzione perché nell'impegno finale c'è molto di più di quello che potrebbe essere il dibattito successivo: quando ci impegniamo a modificare il provvedimento dell'11 novembre 2013 o quando ci impegniamo a fare un passaggio (non banale perché costoso), cioè quello del vaccino sul meningococco B, lo facciamo perché vogliamo dare un'accelerazione ad una risposta ad un problema reale, non ideologico, reale.

Con la campagna di informazione e di comunicazione egregiamente portata avanti dall'assessore Venturi che è diventato capofila nazionale in questo provvedimento, in effetti siamo riusciti a segnalare un problema, forse perché abbiamo fotografato come all'interno della stessa regione Emilia-Romagna si fosse scesi sotto una certa soglia. Allora invito me stesso e invito tutti quanti noi a non pensare che si riesca ad accedere a notizie scientifiche in ogni modo o attraverso qualsiasi sistema. In buona sostanza, come diceva Bertani prima, anche la rete occorre saperla utilizzare, non basta conoscere delle idee che vengono messe in quel mercato complesso che è l'informazione, ma neanche l'idea che alcuni cercano di appalesare che oggi ci possa essere ancora lo sciamano per risolvere alcuni problemi. Noi abbiamo il dovere di interrogarci come amministratori, come genitori, come cittadini, come persone che si fanno carico degli altri di quale sia l'orizzonte in cui vogliamo far crescere la comunità scientifica e sanitaria di questa regione e credo che questo impegno alla Giunta, che riguarda, in realtà, anche il Consiglio ad essere vigile, sia essenzialmente legato ad una campagna di informazione e formazione culturale in cui dobbiamo chiedere ai camici bianchi di vestire anche i pigiami perché c'è un rapporto tra il malato e il medico, che funziona molto di più se il medico è in grado non soltanto di dare comprensione, ma anche di indirizzare la scelta medica. È questo il motivo per il quale penso che non ci possa essere una semplificazione per cui c’è obiezione di coscienza su questi temi, non ci può essere. Un uomo di scienza si confronta con la scienza e quando la scienza gli dà un rapporto di equilibrio tra conoscenza e statistica, ha il dovere di rispettarla. Non siamo più brutti, più cattivi, più rigidi; siamo persone che vanno al di là delle proprie idee e abbiamo il dovere di comportarci in maniera tale. Diversamente potremmo piegare ad ogni scelta individuale la conoscenza scientifica, ma non si capirebbe il Novecento allora, e siccome ci siamo affrancati dal Novecento e oggi, che ricorre l'anniversario di Ritorno al Futuro, forse abbiamo il dovere di pensare in maniera diversa a come è stato visto dal Novecento questo nuovo secolo, invito tutti quanti, tutte le persone poco sensibili al tema a guardare al futuro con un senso di responsabilità che ci viene dal passato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Informo l’Aula che la risoluzione è stata sottoscritta anche dal consigliere Delmonte.

Se nessun altro chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma della consigliera Tarasconi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L'emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma della consigliera Tarasconi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L'emendamento 2 è approvato.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 1443, a firma dei consiglieri Montalti, Mori, Caliandro, Marchetti Daniele, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Fabbri, Marchetti Francesca, Paruolo, Boschini, Soncini, Tarasconi, Iotti, Prodi, Sabattini, Serri, Poli, Pruccoli, Ravaioli, Bessi, Rontini, Bagnari, Rossi Nadia, Calvano, Delmonte, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

40

Assenti

 

10

Votanti

 

39

Favorevoli

 

33

Contrari

 

--

Astenuti

 

6

 

La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 916

Risoluzione per impegnare la Giunta a prendere in considerazione l’apertura di un tavolo operativo con il Comune di Bologna e il Corpo di Polizia Municipale per trovare una soluzione condivisa in merito alla riorganizzazione delle Polizie Municipali. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Su questo documento è pervenuta una proposta di emendamento a firma della consigliera Piccinini.

È aperto il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Ci rendiamo conto che nel momento in cui presentiamo questa risoluzione affrontiamo un tema molto specifico che è quasi più da Consiglio comunale che da Consiglio regionale, tuttavia sottesa a questo tema del rapporto sussistente tra istituzione Comune e Corpo di Polizia municipale corre, in realtà, una linea di frattura che interessa il rapporto esistente tra diverse Amministrazioni e i vari Corpi di Polizia locale.

Quello di Bologna assume un particolare contesto non solo a seguito della particolare tensione che si sta realizzando nei rapporti tra il Corpo stesso e l'Amministrazione, ma anche per le ragioni che inducono a ritenere gravi le motivazioni che hanno portato il sindaco di Bologna ad avanzare una serie di richieste in merito alla revisione del contratto del trattamento che, soprattutto con riguardo ai nuovi assunti, riceverebbero gli appartenenti al Corpo di Polizia municipale ove vi fosse stato un assenso prestato dagli appartenenti del medesimo alla proposta di rinnovo contrattuale.

Con l'occasione abbiamo ritenuto non solo di valutare la situazione contingente, ma anche di verificare qual è lo stato di attuazione e di effettivo sostegno all'operato della Polizia municipale da parte dell'Amministrazione comunale e da qui, appunto, la risoluzione, che riteniamo nel testo così come integrato anche da questa breve esposizione, benché particolareggiata nelle definizioni, possa assumere un interesse di respiro maggiore di quello stretto del Comune di Bologna.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Anche sulla Polizia municipale purtroppo assistiamo alla ripetizione dello stesso modus operandi, lo abbiamo visto con l'ASP unica, lo abbiamo visto con gli insegnanti della scuola dell'infanzia: si prendono decisioni senza neanche ascoltare i lavoratori, senza cercare di capire le criticità sollevate da chi è sul campo e conosce il proprio lavoro, problemi e criticità che i vigili urbani conoscono sicuramente meglio dell'Amministrazione. Quindi condividiamo anche noi il fatto che la situazione vada sanata e in tempi brevi e appoggiamo la risoluzione del collega Bignami. Però abbiamo presentato anche un emendamento nel quale chiediamo il parere scritto del comandante perché vorremmo capire anche noi, e forse anche i cittadini, in maniera trasparente quale sia la sua posizione in questa vicenda, perché quando si paventa il rischio di una riorganizzazione che potrebbe incidere in modo sfavorevole sull'attività del Corpo e quindi, a ricaduta, sulla sicurezza pubblica e sulla tutela del cittadino, crediamo che anche il comandante una posizione pubblica la debba tenere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Per certi versi capisco la nostalgia del consigliere Bignami, che ogni tanto un po' è anche mia. Essendo stati entrambi sui banchi del Consiglio comunale di Bologna, ogni tanto ci facciamo prendere da una botta di nostalgia e diciamo: sarebbe bello occuparci delle tematiche di pertinenza della nostra città. Però dobbiamo ricordarci che attualmente sia io che il collega Bignami siamo Consiglieri regionali e quindi dovremmo cercare di dare il nostro contributo laddove la Regione è chiamata a dare delle risposte, e non è certamente questo il caso.

Questo ordine del giorno entra direttamente all'interno di una questione che è di squisita competenza del Comune di Bologna ed ha un'evidente valenza preelettorale, ma questa è una mia sensazione. Quello che è certo è che chiede di fare una cosa che è del tutto impossibile, anche perché legalmente non è prospettabile, cioè che sia la Regione a prendere in mano la partita e a gestire la questione della Polizia municipale di Bologna. È del tutto evidente che mentre l'architettura generale del sistema regionale di Polizia locale spetta alla Regione, la gestione e l'organizzazione delle singole strutture di Polizia locale sono di competenza degli enti locali, da cui, peraltro, il personale della Polizia municipale dipende sotto tutti i profili. Che si vengano a creare delle situazioni dialettiche e di confronto fra l'ente e le organizzazioni sindacali sui temi del contratto del lavoro e, se consentito dalle norme vigenti, sugli aspetti organizzativi è evidentemente una possibilità. Ma sugli eventuali contenziosi che dovessero sorgere, anche qualora non si riescano a superare nel confronto tra le parti in causa, cioè, in questo caso, fra il Comune e le organizzazioni sindacali che rappresentano gli agenti della Polizia municipale, non è la Regione, a quel punto, l'ente terzo che può intervenire, perché occorrerebbe rivolgersi ai soggetti che all'uopo sono previsti dalla legge. Oltretutto le questioni di cui stiamo parlando, come la definizione del salario accessorio e le sue modalità di attribuzione ed erogazione, non rientrano fra le competenze della Regione, ma sono attività definite dalla legge, dai contratti nazionali e dalla contrattazione locale a livello dei singoli enti. Insomma, non c'è evidentemente nessun appiglio, neanche distante, per poter sostenere che questa debba essere una questione di pertinenza della Regione.

Credo che l'augurio che dovremmo farci tutti, per il bene che vogliamo al Comune di Bologna, è che possa essere rapidamente risolta la vertenza che vede in questo momento impegnato il Corpo della Polizia municipale rispetto al Comune di Bologna e personalmente ho fiducia che il sindaco Merola e l'Amministrazione possano portare avanti nel migliore dei modi questa problematica. Non è certo la Regione che deve intervenire.

Credo che, al di là delle diverse posizioni politiche, anche il collega Bignami e la collega Piccinini potranno convenire che l'auspicio che facciamo è quello che le cose possano trovare una composizione che permetta nel modo migliore alla Polizia municipale di essere efficace nei suoi compiti, ma certamente non siamo nelle condizioni di poter pensare che lo strumento sia la risoluzione proposta dal collega Bignami, a cui voteremo contro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Esprimo una valutazione positiva rispetto all'emendamento proposto dalla consigliera Piccinini, che già avevamo in tal senso annunciato.

Sul merito di quanto sollevato dal consigliere Paruolo due osservazioni soltanto. Se la logica che le contrattazioni che non sono direttamente afferenti la Regione e magari invece imputabili alla responsabilità del Comune non devono entrare nell'Aula, questo vale per tutto, compresa la risposta che ieri mi ha dato l'assessore Donini sul tema del Passante Nord, altrimenti ognun per sé e Dio per tutti. La regola rigida per la quale non si entra nel merito mi può andare bene a patto e condizione che non valga solo quando serve per non entrare nel merito dei contenuti degli interventi politici che quest'Aula è chiamata ad esprimere. Ciò anche in relazione alla votazione che ieri c'è stata sul progetto di legge, dove io ho fatto finta... ma per carità di patria, perché chi vi scrive quelle note forse dovrebbe anche rivedere un po' la propria preparazione in termini giuridici, secondo la quale c'è una preclusione, si chiama "pregiudiziale di rito" per chi esercita davvero la professione, in ragione della quale, appunto, non si dovrebbe entrare nel merito delle questioni. Attenzione, perché se poi passa questo metodo, saremo gelosi custodi del meccanismo secondo il quale si deve applicare.

Ciò detto, il consigliere Paruolo, a cui comunque va riconosciuto il garbo di dire le cose con una certa eleganza, non è entrato nel merito, si è mosso sul perimetro e, non entrando nel merito, si è sottratto alla discussione. Ci piacerebbe allora sapere per quale motivo interviene come consigliere regionale sui giornali per spiegare il principio di legalità sul Comune di Bologna se evidentemente qui non c'è materia attinente al merito, ma questa è questione che attiene, appunto, alla sua intelligenza, che per me è inintelligibile, ma sono certo che c'è un percorso che lo guida.

 

PRESIDENTE (Saliera): Sono le ore 13,04, non ho nessun iscritto in dibattito generale. Riprendiamo nel pomeriggio con il dibattito generale sugli emendamenti.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,04

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Sergio VENTURI e i consiglieri Gianni BESSI e Giulia GIBERTONI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 831 “Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere i termini e le prescrizioni contenute nel calendario venatorio 2015/2016 tenendo conto delle proposte avanzate dai cacciatori, reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili al fine di contenere i danni alle colture ed alla flora, contenendo inoltre i costi relativi al rilascio della licenza di caccia ed all'iscrizione agli ATC. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Liverani”

 

Votazione risoluzione per parti separate

 

Prima parte “Tutto il testo escluso punto 3”

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 9

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI,

 

Contrari: 31

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA,

 

Assenti: 9

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Giulia GIBERTONI, Giuseppe PARUOLO, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Seconda parte “punto 3”

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 8

Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI.

 

Contrari: 33

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 8

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Giulia GIBERTONI, Giuseppe PARUOLO, Matteo RANCAN.

 

OGGETTO 964 “Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere la legge regionale 15 febbraio 1994 n. 8 e a chiedere al Governo di intervenire in sede comunitaria per inserire lo storno tra le specie cacciabili. A firma dei Consiglieri: Rontini, Molinari, Bagnari, Poli, Marchetti Francesca, Bessi, Rossi Nadia, Pruccoli, Caliandro, Lori, Zoffoli, Cardinali, Serri, Zappaterra, Iotti, Mori”

 

Votazione risoluzione per parti separate

 

Prima parte “tutto il testo tranne il primo punto dell’“Impegna la Giunta”

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 36

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 4

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 9

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Giulia GIBERTONI, Gian Luigi MOLINARI, Giuseppe PARUOLO, Matteo RANCAN.

 

Seconda parte “primo punto dell’Impegna la Giunta”

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 35

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 6

Enrico AIMI, Andrea BERTANI, Tommaso FOTI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 8

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Giulia GIBERTONI, Giuseppe PARUOLO, Matteo RANCAN.

 

OGGETTO 1443 “Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere una adeguata campagna di informazione e comunicazione rivolta agli operatori ed ai nuclei familiari circa la prevenzione vaccinale, allargarne l'offerta gratuita ad altre patologie ad alta pericolosità quale il meningococco B, rivedendo inoltre la deliberazione regionale dell'11 novembre 2013. A firma dei Consiglieri: Montalti, Mori, Caliandro, Marchetti Daniele, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Fabbri, Marchetti Francesca, Paruolo, Boschini, Soncini, Tarasconi, Iotti, Prodi, Sabattini, Serri, Poli, Pruccoli, Ravaioli, Bessi, Rontini, Bagnari, Rossi Nadia, Calvano, Delmonte”

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 33

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 6

Enrico AIMI, Andrea BERTANI, Tommaso FOTI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 10

Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Giulia GIBERTONI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 831 “Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere i termini e le prescrizioni contenute nel calendario venatorio 2015/2016 tenendo conto delle proposte avanzate dai cacciatori, reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili al fine di contenere i danni alle colture ed alla flora, contenendo inoltre i costi relativi al rilascio della licenza di caccia ed all'iscrizione agli ATC. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Liverani”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Pompignoli:

«Dopo le parole "IMPEGNANO LA GIUNTA REGIONALE A", dopo il punto 1. abrogare il punto 2. così formulato:

"2. A reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili in Emilia Romagna al fine di contenerne i danni alle colture e alla flora selvatica intervenendo in maniera preventiva;

E, dopo le parole " ... un maggior prelievo;" sostituire il punto 2. abrogato con il seguente:

2. A sollecitare il Governo e tutti gli organi preposti affinché sia reintrodotto lo storno tra le specie cacciabili in Italia attraverso una modificazione dell'elenco delle specie cacciabili di cui all'art. 18, comma 1 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 in un'ottica di contenimento dei danni alle colture e alla flora selvatica;"»

(Respinto)

 

OGGETTO 964 “Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere la legge regionale 15 febbraio 1994 n. 8 e a chiedere al Governo di intervenire in sede comunitaria per inserire lo storno tra le specie cacciabili. A firma dei Consiglieri: Rontini, Molinari, Bagnari, Poli, Marchetti Francesca, Bessi, Rossi Nadia, Pruccoli, Caliandro, Lori, Zoffoli, Cardinali, Serri, Zappaterra, Iotti, Mori”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Pruccoli:

«Nel primo punto del dispositivo "Impegna la Giunta" sono soppresse le parole: "del progetto di legge recante"

prima delle parole: "Riforma del sistema di governo ... " è inserita la preposizione "della"

sono soppresse le parole: "che sarà presumibilmente approvato entro fine luglio"»

(Approvato)

 

OGGETTO 1443 “Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere una adeguata campagna di informazione e comunicazione rivolta agli operatori ed ai nuclei familiari circa la prevenzione vaccinale, allargarne l'offerta gratuita ad altre patologie ad alta pericolosità quale il meningococco B, rivedendo inoltre la deliberazione regionale dell'11 novembre 2013. A firma dei Consiglieri: Montalti, Mori, Caliandro, Marchetti Daniele, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Fabbri, Marchetti Francesca, Paruolo, Boschini, Soncini, Tarasconi, Iotti, Prodi, Sabattini, Serri, Poli, Pruccoli, Ravaioli, Bessi, Rontini, Bagnari, Rossi Nadia, Calvano, Delmonte”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Tarasconi:

«Nel dispositivo introdotto da "Valutato che" è aggiunto il seguente periodo:

"A tal fine è altresì importante l’utilizzo di una terminologia precisa ed uniforme su tutto il territorio regionale, dovendosi dunque adottare in tutti i documenti la definizione di "vaccini raccomandati" e non di "vaccini facoltativi", come già da tempo richiesto anche dalla Regione."»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma della consigliera Tarasconi:

«Nel dispositivo finale di impegno è aggiunto il seguente periodo:

"A richiedere e verificare presso le ASL della regione che in tutti i documenti prodotti sull'intero territorio regionale, a partire dalle comunicazioni rivolte alle famiglie, la terminologia adottata sia "vaccini raccomandati” e non "vaccini facoltativi."»

(Approvato)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Saliera

Rancan - Torri

 

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