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46.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 27 OTTOBRE 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 1503

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le procedure riguardanti l'assunzione di dirigenti nella Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento all'art. 18 della L.R. 43/01. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

PICCININI (M5S)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 1502

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il finanziamento del progetto esecutivo di riqualificazione della Piazza della Libertà di Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

POMPIGNOLI (LN)

DONINI, assessore

POMPIGNOLI (LN)

 

OGGETTO 1494

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per risolvere, anche a fronte degli sgomberi effettuati, la situazione di emergenza abitativa. A firma del Consigliere: Alleva

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

ALLEVA (Altra ER)

GUALMINI, vicepresidente della Giunta

ALLEVA (Altra ER)

 

OGGETTO 1501

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la revisione dell'imposizione IRAP a carico delle Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP). A firma del Consigliere: Torri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TORRI (SEL)

VENTURI, assessore

TORRI (SEL)

 

OGGETTO 1504

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa questioni riguardanti i Consorzi di bonifica, i relativi contributi ed i nuovi piani di classifica. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

CASELLI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 1505

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa problematiche riguardanti il settore petrolchimico, con particolare riferimento alla situazione esistente a Ferrara e Ravenna, alla vendita di Versalis ed alla tutela dei lavoratori. A firma dei Consiglieri: Calvano, Bessi, Zappaterra, Bagnari, Rontini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

CALVANO (PD)

COSTI, assessore

CALVANO (PD)

 

OGGETTO 17

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Misure finanziarie a sostegno dei giovani professionisti» A firma del Consigliere: Foti

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 17/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione e approvazione)

(Risoluzioni oggetti 1514 e 1515 - Presentazione, discussione e ritiro)

PRESIDENTE (Saliera)

BARGI, relatore

SABATTINI (PD)

SENSOLI (M5S)

FOTI (FdI)

GIBERTONI (M5S)

TORRI (SEL)

COSTI, assessore

SENSOLI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

SABATTINI (PD)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 645

Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Istituzione dell'albo nazionale degli imam". A firma del Consigliere: Bignami

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 645/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI, relatore

FOTI (FdI)

MOLINARI (PD)

RANCAN (LN)

BIGNAMI (FI)

MOLINARI (PD)

AIMI (FI)

RANCAN (LN)

BERTANI (M5S)

MORI (PD)

 

Inversione dell’ordine del giorno

PRESIDENTE (Saliera)

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 1411

Delibera: «Approvazione del programma di ripartizione delle risorse derivanti da pay-back con relativo disciplinare e programma di finanziamento degli interventi con risorse regionali ex art. 36 L.R. 38/2002.» (Proposta della Giunta regionale in data 6 ottobre 2015, n. 1451) (42)

(Discussione)

(Ordine del giorno 1411/1 oggetto 1527 - Presentazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Daniele (LN)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

DELMONTE (LN)

SENSOLI (M5S)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Ordini del giorno oggetti 17/1 - 645/1 “Non passaggio all’esame degli articoli”

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,50

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la quarantaseiesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 1503

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le procedure riguardanti l'assunzione di dirigenti nella Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento all'art. 18 della L.R. 43/01. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Diamo inizio ai nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Inizio da chi è presente. Inizierei dall’oggetto 1503: “interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le procedure riguardanti l’assunzione di dirigenti nella Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento all’art. 18 della L. R. 43/01. A firma della Consigliera: Piccinini”.

Risponde il sottosegretario Rossi.

La parola alla consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Il question time che abbiamo voluto oggi portare in Aula riguarda una vicenda di cui ci siamo già occupati in campagna elettorale, cioè le modalità di accesso alle posizioni dirigenziali presso l’ente della Regione Emilia-Romagna.

Faccio riferimento soprattutto a quel 15 per cento, adeguato al 10 per cento, di dirigenti assunti e nominati a tempo determinato per nomina diretta. Sono incarichi che dovevano durare cinque anni e sono stati prolungati di volta in volta, per cui oggi ci troviamo dirigenti che ricoprono questo incarico che doveva essere a tempo determinato per vent’anni senza nemmeno aver partecipato a un concorso. Questo nel peggiore dei casi.

Nel migliore dei casi, invece, abbiamo dirigenti che non hanno superato nemmeno la preselezione al concorso o dirigenti che non hanno nemmeno superato il concorso da funzionario e che oggi svolgono un ruolo apicale. Tutto questo in barba alla normativa nazionale, cioè al decreto legislativo 165/2001. È una sostanziale situazione di illegalità e illegittimità che ha portato i nove funzionari, a cui va il mio plauso perché non deve essere stato facile, a intentare una causa all’ente per il quale lavorano e che sta portando la Regione ad affrontare una causa milionaria che poteva essere evitata se l’ente avesse deciso di attingere alle graduatorie di concorso 2010 che sono ancora valide o avesse deciso, a tempo debito, di indire un concorso pubblico.

A oggi sappiamo che il famoso articolo 18 della Legge 43 che permetteva le nomine dirette è stato modificato ed è stato adeguato alla normativa nazionale con ampio ritardo, però sappiamo che è in corso una selezione pubblica. Noi siamo andati a vedere i criteri di questa selezione pubblica e abbiamo diverse perplessità rispetto a quanto deciso perché rispetto a questi criteri si è deciso di attribuire un punteggio molto alto per chi ha già ricoperto la carica di dirigente. Infatti si attribuiscono 13 punti più 5 a chi ha già ricoperto questa carica, avvantaggiando chi già ha ricoperto questa carica e chi è che risulterà idoneo? Coloro che si sono avvalsi del vecchio articolo 18 e sono stati nominati, causando di nuovo una sorta di discriminazione nei confronti di quei dipendenti che hanno superato il concorso e sono risultati primi nel 2010.

Quello che chiediamo in questa interrogazione è se l’orientamento di questa Giunta è mantenere questi criteri nel futuro concorso pubblico che noi speriamo ci sia quanto prima. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi. Ha tre minuti. Prego.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Gentile consigliera Piccinini, all’interno di questa interrogazione c’è un tema che è riconducibile a un aspetto che questa Amministrazione sta già valutando da qualche mese che, complessivamente, è il tema della riorganizzazione e soprattutto dell’assetto della dirigenza, sia a tempo determinato sia a tempo indeterminato.

Faccio presente solo un dato numerico: dal 2010 a oggi i dirigenti del servizio sia a tempo determinato sia indeterminato sono diminuiti da 164 a 138, e in particolare è diminuito il numero dei dirigenti a tempo determinato che sono passati, all’interno di quei 164, da 25 a 17. Le previsioni sui pensionamenti indicano ulteriori cessazioni di circa 24 unità entro il 2018, contenute all’interno di una delibera di Giunta che è già stata approvata.

In questo contesto di risorse professionali in diminuzione occorre garantire il funzionamento della macchina amministrativa per lo svolgimento delle attività stesse e strategiche dell’ente. È quindi attenzione di questa Amministrazione avviare un piano di revisione dell’assetto organizzativo e delle posizioni dirigenziali che va coordinato con lo svolgimento in parallelo del processo di riordino territoriale attualmente in corso. Processo che, come voi sapete e come abbiamo più volte annunciato, terminerà entro la fine del 2015. In tale ambito si utilizzeranno certamente tutti gli strumenti di reclutamento disponibili nella massima trasparenza e legittimità.

L’approvazione della legge regionale 02/2015 che ha modificato le modalità di reclutamento dei dirigenti a tempo determinato, prevedendo lo svolgimento di una procedura selettiva pubblica, costituisce un esempio di come questa Amministrazione intende rivedere alcuni aspetti inerenti la dirigenza: unendo le esigenze di cambiamento alla necessità di assicurare il buon funzionamento e la continuità amministrativa.

In questo quadro occorre, quindi, avere in riferimento due vincoli di contesto: il primo è l’attuale assetto organizzativo, il secondo è il sistema di vincoli di finanza pubblica.

Per quanto riguarda il primo profilo, si sta lavorando per la revisione dell’assetto organizzativo, in particolare delle strutture apicali dirigenziali e occorrerà, pertanto, che l’acquisizione di nuove figure dirigenziali risulti coerente con le priorità dei nuovi assetti. La brevità della durata dei nuovi incarichi a tempo determinato di un anno che lei ha citato è coerente con la necessità di rivalutare le esigenze dell’ente una volta consolidato il nuovo assetto organizzativo.

Con riferimento, invece, al tema dei vincoli finanziari, occorre considerare che l’acquisizione di dirigenti a tempo indeterminato mediante concorsi pubblici non è, al momento, praticabile. La Regione deve infatti utilizzare le risorse disponibili per il completamento del riordino territoriale e del trasferimento del personale delle Province. Questa Amministrazione sta lavorando, infatti, per concludere i processi di allocazione del personale entro il 2015, in modo tale da trovarsi nelle condizioni ottimali per procedere alla nuova programmazione a partire dal 2016.

Infine le graduatorie interne di funzionari risultati idonei per l’assunzione come dirigenti in seguito alconcorso svoltosi nel 2010 sono state prorogate con l’articolo 46 della legge regionale 17/2014 fino al 31/12/2017 e costituiscono, pertanto, un’ulteriore modalità di reclutamento utilizzabile. Ciò dovrà, però, naturalmente avvenire nel rispetto dei vincoli richiamati nella stessa normativa che impongono il limite massimo del 50 per cento al reclutamento di interni rispetto al totale delle assunzioni di ruolo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola alla consigliera Piccinini. Ha quattro minuti a disposizione.

 

PICCININI: Che ci siano sostanziali situazioni di illegalità e di illegittimità da rivedere non lo diciamo noi, lo dice anche la Corte dei Conti che ha pubblicato il 15 ottobre il risultato di un monitoraggio degli atti di spesa relativi a collaborazioni, consulenze, studi e ricerche, relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza degli enti pubblici, quindi anche della Regione. Il giudizio negativo è netto: gli atti esaminati hanno messo in luce comportamenti non in linea con le prescrizioni legislative.

Inoltre, per quanto attiene alle materie affini all’oggetto di questa interrogazione, cioè in materia di incarichi, di consulenze e di collaborazioni è emerso che il mancato esperimento delle prescritte procedure comparative, la carente motivazione in ordine all’indisponibilità di professionalità interne e il conferimento di incarichi che dissimulano rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato e pure è stato rilevato un improprio ricorso alle proroghe in luogo dell’effettuazione di una nuova procedura, quindi c’è un quadro di sconfortante e diffusa illegalità.

Per quanto riguarda, invece, la selezione pubblica io non ho ricevuto risposta, nel senso che l’articolo 18 è stato usato come strumento molto utile per aggirare i concorsi mi sembra che stiamo procedendo in linea perché, come dicevamo prima, chi potrà accedere a questa preselezione saranno esattamente le stesse persone che hanno già ricoperto questo incarico, che si sono avvalse del vecchio articolo 18 e quindi sono state nominate, alcune delle quali, come dicevamo, o non hanno partecipato a un concorso o non hanno nemmeno superato le preselezioni.

Detto questo, capisco l’esigenza della legge di riordino e della ricollocazione del personale delle Province, però quanto meno ci aspetteremmo un impegno preciso della Regione a fronte di questa revisione degli incarichi che si prenda l’impegno, come sarebbe il caso da parte di una Pubblica Amministrazione, di bandire un concorso pubblico.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

 

OGGETTO 1502

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il finanziamento del progetto esecutivo di riqualificazione della Piazza della Libertà di Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 1502 su richiesta dell’assessore Donini perché ha altri impegni questa mattina e deve uscire da quest’Aula abbastanza presto. Affrontiamo quindi l’oggetto 1502: “interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il finanziamento del progetto esecutivo di riqualificazione della Piazza della Libertà di Cesena. A firma del Consigliere Pompignoli”.

La parola al Consigliere Pompignoli che ha sei minuti. Risponde l’assessore Donini.

Prego, Consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti.

Questo question time deriva da una serie di dichiarazioni rilasciate dal sindaco Lucchi di Cesena che sostanzialmente ha riferito alla stampa che il progetto relativo alla Piazza della Libertà è finanziato per circa un milione e mezzo dalla Regione Emilia-Romagna.

Nel question time noi abbiamo sollevato e abbiamo riportato la risposta scritta da parte dell’assessore Donini dove ci diceva che il progetto esecutivo non fruisce di alcun finanziamento regionale. Quindi delle due, l’una: o il sindaco Lucchi dice una bugia o la dice l’assessore Donini. A seconda di quella che è la risposta che mi darà l’assessore Donini poi farò le mie considerazioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

La parola all’assessore Donini che ha tre minuti.

 

DONINI, assessore: La ringrazio, presidente e ringrazio il Consigliere Pompignoli per la question time che dà modo di chiarire anche quanto esposto da lui stesso. Nella sua interrogazione lei chiede se corrisponde al vero che la Regione Emilia-Romagna abbia l’intenzione di finanziare il progetto esecutivo di Piazza della Libertà, ossia quello che non prevede alcun parcheggio interrato, ma la sola pedonalizzazione dell’area di sosta e poi chiede il capitolo di bilancio assegnato.

Innanzitutto io rispondo alla sua domanda principe, cioè se questa Amministrazione abbia o meno l’intenzione di finanziare il progetto e, in relazione a quanto lei mi ha chiesto, mi preme chiarire che la Regione mantiene e conferma l’intenzione di finanziare il progetto di Piazza della Libertà condividendone i contenuti progettuali e il significativo apporto alla qualità urbana del centro storico di Cesena.

Come le sarà noto, però, il Governo ha avocato a sé con la Legge di Stabilità 2014 fondi FAS-FSC della programmazione 2007-2013 per ragioni di equilibrio del bilancio dello Stato. Consapevole dell'importanza di realizzare quanto previsto, non solo questo intervento perché riguardava anche altri interventi, questa Regione assieme ad altre Regioni ha chiesto al Governo la possibilità che vengano assegnate delle risorse del nuovo ciclo di programmazione FSC 2014-2020 per consentire l'immediato finanziamento e la realizzazione di alcune opere di particolare interesse regionale e soprattutto immediatamente cantierabili, fra le quali si può considerare la riqualificazione di Piazza della Libertà.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Pompignoli. Le rimangono cinque minuti.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

La risposta dell'assessore Donini va un po' in contrasto con quello che mi aveva fondamentalmente detto nell'interrogazione a risposta scritta che avevo fatto precedentemente perché oggi mi dice che c'è l'intenzione di finanziare il progetto di Piazza della Libertà, mentre un mese fa mi diceva che questo progetto non fruiva di alcun finanziamento regionale. C'è qualcosa che non va nelle due risposte.

È anche vero che da un lato se noi oggi diciamo che la Regione ha interesse a finanziare questo progetto, è anche altrettanto vero che non sappiamo nemmeno se questi finanziamenti che sono stati avocati a sé dal Governo arriveranno mai. Si parla del 2014-2020, quindi probabilmente il progetto verrà finanziato dalla Regione e se verrà finanziato, qualora ci siano i soldi, lo sarà dopo il 2020.

È altrettanto vero che, sulla base di questo ragionamento, il sindaco Lucchi che dice che il finanziamento c'è ha acceso un mutuo su questo progetto per 1 milione e mezzo, che era l’importo che sostanzialmente lui diceva essere finanziato dalla Regione, e questo mutuo lo ha acceso facendolo pagare ai cittadini. Quindi in realtà il sindaco Lucchi mi dice una stupidaggine perché di fatto il progetto viene pagato interamente dal Comune, poi se arriveranno i soldi dalla Regione, da quello che ho capito forse 1 milione e mezzo verrà dato al Comune di Cesena, ma se arriveranno. Di fatto oggi non c'è alcun finanziamento, questo lo possiamo dire, e se arriverà, arriverà probabilmente dopo il 2020. Da questo punto di vista grazie, assessore Donini, della sua risposta anche se si è un po' contraddetto tra risposta scritta e question time attuale, però un dato è chiaro e oggi bisogna che emerga: il finanziamento di questo parcheggio dalla Regione non c’è a oggi, allo stato attuale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

 

OGGETTO 1494

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per risolvere, anche a fronte degli sgomberi effettuati, la situazione di emergenza abitativa. A firma del Consigliere: Alleva

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 1494: “interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per risolvere, anche a fronte degli sgomberi effettuati, la situazione di emergenza abitativa. A firma del Consigliere Alleva”.

La parola al Consigliere Alleva. Ha sei minuti. Le risponde la vicepresidente Gualmini. Prego, Consigliere Alleva.

 

ALLEVA: Grazie, presidente.

La mia interrogazione ha un significato, un valore di principio, qualcuno potrebbe pensare anche ideologico, ma non è ideologia, è semplicemente una presa di posizione di carattere umano e, per molti aspetti, filosofico. Noi abbiamo visto in questi ultimi tempi moltiplicarsi azioni di sgombero anche violente, organizzate militarmente, ordinate dalla Procura della Repubblica rispetto a degli occupanti stabili che, in realtà, erano da anni e a volte da decenni abbandonati. Quello che personalmente mi ha preoccupato è stata la giustificazione, questa sì ideologica, che ne è stata data. La legalità innanzitutto.

Io vorrei ricordare a voi e a me stesso che questo tipo di reazione è una reazione che è destinata a essere sterile e sempre superata. Ricorderò che il grande e immenso poeta tedesco Wolfgang Goethe ai primi clamori della rivoluzione francese disse una frase famosa: "preferisco la più grande ingiustizia al minimo disordine". È questa la filosofia che sembra ispirare non soltanto i nostri magistrati – che in un certo senso potrebbe essere anche comprensibile, ma soltanto in un certo senso –, ma soprattutto gli osservatori e, purtroppo, anche non pochi uomini politici.

Se fosse vero l'aforisma di Goethe, “meglio la più grande ingiustizia che il minimo disordine”, la storia umana sarebbe ferma, la repressione sarebbe l'unica realtà. Per fortuna così non è. Sono proprio queste situazioni di disagio, di lotta che poi portano degli avanzamenti nella cultura e nella società. Infatti, a riprova di quello che vi dico, di lì a poco tempo, al momento della battaglia di Valmy in cui le milizie rivoluzionarie respinsero le truppe della prima coalizione lo stesso Goethe disse: “da qui e da questo momento comincia una nuova storia”. Il grande poeta aveva capito che non è con la riaffermazione miope di una legalità astratta, che poi è la legalità che sempre fotografa un certo assetto di potere, si possono giudicare gli eventi sociali, eventi della società reale che evidentemente denunziano l'esistenza di bisogni profondi insoddisfatti. Così è questo caso.

Troppo spesso si legge nelle cronache, nei giornali le dichiarazioni che vi è una politica dei due tempi e cioè arriveranno le giuste provvidenze, le giuste politiche, ma adesso anzitutto bisogna restaurare la legalità, restaurare un concetto astratto di proprietà laddove la proprietà stessa è stata abbandonata dal suo titolare da alcuni anni o decenni. Io vorrei che da questo consesso venisse un concetto diverso. Occorre veramente prendere atto che soltanto una prevenzione di queste vicende può essere la soluzione giusta e per questo occorre affrontare il problema del disagio abitativo. Mentre i lavoratori spesso devono, per motivi economici, rivolgersi ad alloggi ERP, a soluzioni di fortuna, mentre gli immigrati cercano le soluzioni ai loro bisogni fondamentali negati da chi dice che occorrono almeno tre anni di residenza per poter fare una domanda negli alloggi ERP, io credo che bisognerebbe invece tener presente che esistono solo nel bolognese 13 mila alloggi sfitti, che vi è un'assoluta disparità tra la domanda e l'offerta, una domanda angosciosa, un'offerta che non trova una risposta per le ragioni che tante volte abbiamo esaminato.

In conclusione, io credo che la Regione non possa restare assente, ma debba prendere una posizione che sia assolutamente non criminalizzante delle occupazioni, almeno quanto queste non riguardano degli alloggi ERP esse stesse perché non vogliamo innescare certamente quelle tra i poveri; inoltre bisogna predisporre un piano di emergenza per il disagio abitativo che possa entrare immediatamente in funzione e possa avere un effetto prevenzionistico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Alleva.

La parola alla vicepresidente Gualmini. Ha tre minuti. Prego.

 

GUALMINI, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.

Consigliere Alleva, ho perfettamente capito il senso e le motivazioni della sua interrogazione. Purtroppo il tempo è pochissimo e quindi mi limito a due punti.

Il primo: come lei ben sa, la Regione non è assolutamente assente sul piano del disagio abitativo. La Regione, tra i primi atti di Giunta, ha confezionato un piano coordinato di politiche abitative che riguarda anche la vulnerabilità abitativa e quindi non le sto nemmeno più a elencare il fondo affitti, il fondo morosità colpevole, il protocollo anti sfratti per il Comune di Bologna per cui ci siamo battuti in assestamento per trovare ulteriori 200 mila euro per andare incontro a un Comune ad altissima tensione abitativa come quello di Bologna. Credo che evidentemente queste misure hanno una rilevanza che non viene percepita e questo mi dispiace.

D'altro canto la Regione è un ente di amministrazione indiretta, lei lo sa molto meglio di me, e quindi ha il compito e il dovere, possibilmente in maniera coordinata, in maniera razionale, di sostenere e aiutare i Comuni che sono enti di gestione diretta e a contatto con l'emergenza abitativa.

È il secondo punto quello a cui voglio arrivare. Mi chiede che posizione ha la Regione sulle occupazioni abusive che si stanno certamente intensificando negli ultimi anni anche a fronte dell'impoverimento della popolazione e soprattutto nella città di Bologna.

Non condivido il tranello che forse lei, più o meno consapevolmente, vorrebbe tendermi. Penso che non cadrò nemmeno in questo tiro alla fune tra opposte tifoserie perché è questo il gioco al massacro a cui abbiamo assistito anche in maniera grossolana e superficiale sui giornali e quindi pro o contro la polizia degli sgomberi, pro o contro i bambini, le famiglie contro le istituzioni, le istituzioni contro le famiglie, gli assessori contro gli assessori.

Questo è un gioco al massacro a cui non sto, non ci cado dentro perché è una trappola nell'ambito della quale le istituzioni perdono completamente la loro credibilità e mi dispiace che lei scriva, Consigliere Alleva, che lo sgombero è praticamente un'azione militare e che le occupazioni abusive tutto sommato sono accettabili quando le istituzioni non riescono ad arrivare in fondo al loro dovere perché questo non riesco in nessun modo a condividerlo. Può sembrare retorico ribadire un principio di legalità, ma non è una cosa astratta. Di cosa stiamo parlando? Li abbiamo visti i bambini che uscivano dall’ex Telecom, abbiamo visto le famiglie, abbiamo visto le donne, abbiamo visto gli uomini che sono gli stessi bambini, le stesse donne, gli stessi uomini, gli stessi volti che ogni giorno là fuori annaspano per stare nella legalità, che ci telefonano ogni giorno e ci scrivono in Regione e nei Comuni per chiederci quando finalmente avranno diritto a una casa popolare perché abbiamo quasi 40 mila nuclei che aspettano. Sono gli stessi volti, le stesse famiglie che fanno parte di quel gruppo di 65 mila che a oggi stiamo mappando uno per uno in fortissima povertà abitativa, tutte caratterizzate dalla fragilità abitativa.

Noi cosa diciamo a quelle persone? Diciamo: "occupate tutti, prendete una casa di altri che tanto va bene perché le istituzioni non riescono a fare il proprio mestiere". Questo è inaccettabile. Dobbiamo ripartire da un principio di equità a fronte dei vincoli e delle opportunità che abbiamo. Siamo in un contesto in cui non è possibile costruire ad libitum, dobbiamo rigenerare quello che abbiamo. Lo stiamo facendo. Ci sono 40 milioni per rimettere in piedi l’ERP e anche gli alloggi sfitti che lei ha preziosamente citato. Rimettiamoli in piedi e proviamo a dare risposte più efficaci. Occorre lavorare su questo, ma non possiamo prescindere dal fatto che il principio di legalità è quello che tutela i deboli ed è quello che in qualche modo ci salvaguarda.

Le occupazioni, a mio parere, rimangono abusive. Chi occupa abusivamente deve aspettarsi che arrivi uno sgombero. Certamente laddove ci sono minori è bene che i servizi sociali se ne occupino in un'azione non ambigua, non ondivaga, ma concertata con lo sforzo di tutti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, vicepresidente Gualmini.

Consigliere Alleva, lei ha terminato il suo tempo. Può dire se è soddisfatto o meno in pochi secondi.

 

ALLEVA: Non sono soddisfatto perché è mancata una presa di posizione fondamentale che è quella di un giudizio su un certo modo di intendere la legalità e mi sembra che, al di là delle problematiche di merito, siamo ancora molto lontani. Goethe prima maniera è ancora evidentemente il faro della Giunta, dell’assessore e degli altri uomini politici.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Alleva.

 

OGGETTO 1501

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la revisione dell'imposizione IRAP a carico delle Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP). A firma del Consigliere: Torri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’oggetto 1501: “interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la revisione dell’imposizione IRAP a carico delle Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP). A firma del Consigliere Torri”.

La parola al consigliere Torri che ha sei minuti. Le risponde l’assessore Venturi.

 

TORRI: Grazie, presidente.

L’interrogazione che presentiamo come gruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà riguarda una situazione venutasi a creare a partire dalla scorsa estate nell’Unione dei Comuni della Val D’Enza, nel reggiano, dove il Consiglio dell’Unione si è orientato a valutare la creazione di un’azienda speciale che vada a sostituire l’ASP nella gestione dei servizi alla persona. Questo orientamento, questi primi atti hanno generato con un certo ritardo che, a nostro avviso, denota anche una mancanza di confronto sui livelli territoriali.

È un dibattito alimentato principalmente da alcuni amministratori locali e dalle tre confederazioni sindacali in maniera unitaria. È un dibattito che ha sollevato due ordini di preoccupazione: il primo e più urgente riguarda il mantenimento dello stesso grado di pubblicità e di accesso ai servizi per quanto riguarda gli utenti. Infatti se passando da ASP ad azienda speciale non muta la proprietà pubblica dell'azienda, però muta la natura del soggetto, questo secondo una certa lettura potrebbe aprire spazi a eventuali privatizzazioni. Senza creare eccessivi allarmismi, leggendo la relazione emerge anche che l’ASP non sarebbe adatta a compiti strettamente produttivi. Questi sono termini magari che quando si parla di servizi alla persona possono essere, a nostro avviso, troppo tecnici, troppo schiacciati sull'aspetto tecnico e meno sull'aspetto concreto di quello che è quel lavoro, quindi questo è un primo ordine di preoccupazione emerso.

Il secondo riguarda invece l'aspetto contrattuale dei rapporti di lavoro in essere che, mutando la natura del soggetto, cambierebbero. Chiaramente il nuovo soggetto potrebbe applicare per intero quelle che sono le previsioni del Jobs Act che, se questa strada venisse seguita, si andrebbe contro una linea più cauta che la Regione ha intrapreso a partire dalla firma del patto con il lavoro e nelle relazioni che sta tessendo con tutte le confederazioni sindacali.

Dal momento che il passaggio al modello delle ASP è arrivato a seguito di una legge regionale – e peraltro per i Comuni più piccoli non è stato un passaggio semplice ed è piuttosto recente – e dal momento che anche l'estinzione eventuale di un’ASP dovrebbe passare da una delibera di Giunta o comunque sempre dal livello regionale e questo passaggio dal primo cronoprogramma sembrerebbe abbastanza ravvicinato, abbiamo ritenuto di interrogare la Giunta per sapere prima di tutto se si intende avviare o a che punto sia un confronto aperto anche a livello regionale con i sindacati e con le parti in causa perché al passaggio da ASP ad azienda speciale vengono proposte delle alternative che riteniamo sia utile vagliare, modelli organizzativi che possono non prevedere l'azienda speciale e possono facilitare il lavoro delle ASP.

La proposta più evidente sulla quale il Consiglio regionale anche nella precedente legislatura si è confrontato è quella di una modifica all'imposizione dell’IRAP che è molto più alta per quello che riguarda le ASP rispetto a soggetti privati, ma ci sono anche altre soluzioni organizzative che possono essere valutate, che vengono proposte e sulle quali crediamo sia utile confrontarsi in maniera urgente e aperta con le parti in causa in maniera da evitare passaggi affrettati che ora sembrano verificarsi in una zona, ma che potrebbero aprire precedenti per quanto riguarda un modello regionale che si sta strutturando. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Torri.

Assessore Venturi, prego. Ha tre minuti.

 

VENTURI, assessore: Grazie, Consigliere, della domanda alla quale è necessario porre una premessa relativamente al fatto che le aziende pubbliche di servizi alla persona sono enti pubblici dotati di autonomia di carattere statutario, gestionale, patrimoniale, contabile e finanziario nell'ambito delle norme e dei principi che, come lei ha detto, sono stabiliti dall'assemblea legislativa regionale – così come ha fatto l'assemblea legislativa regionale – mentre alla Regione competono funzioni di indirizzo, controllo e vigilanza di carattere generale, mentre quelle specifiche riguardano l'assemblea dei soci che è un organo aziendale composto dai sindaci dei Comuni e da altri eventuali soggetti presenti nei Consigli di Amministrazione.

La premessa è utile per chiarire che l'amministrazione regionale non ha compiti di vigilanza e intervento sull'attività delle singole ASP e sulle scelte delle stesse. La disciplina regionale assegna infatti alla Regione esclusivamente compiti di costituzione, regolamentazione generale e di monitoraggio. Le funzioni regionali, l'ho già detto, sono esercitate su un piano regionale nel rispetto di quanto stabilito dalla deliberazione del Consiglio regionale 624/2004 e dalla deliberazione dell'assemblea legislativa 179/2008.

Il tema della sostenibilità economica delle aziende pubbliche di servizi è stato discusso nei mesi scorsi più volte con gli enti locali nell'ambito della cabina di regia regionale per le politiche sociali e sanitarie. Per raccogliere elementi di conoscenza e valutazione aggiornati abbiamo chiesto insieme alla cabina di regia una monitoraggio relativamente allo stato di attuazione della legge regionale 12/2013 e un focus specifico sulle aziende di servizi alla persona. Scopo del monitoraggio è raccogliere elementi conoscitivi sulle forme pubbliche di gestione e valutazione degli enti locali sul processo di riordino avviato con la citata legge regionale e sulle criticità eventuali rilevate.

Abbiamo già detto anche con la cabina di regia che è nostra intenzione procedere nel tempo, insieme anche alla Commissione competente, a rivalutare l'insieme della normativa regionale, proprio alla luce di alcune criticità che già conosciamo e ci hanno segnalato gli enti locali. Alcune le ha descritte anche lei nella sua domanda.

Naturalmente il tema dell’IRAP, che è un tema che ci interessa particolarmente e che avete già discusso anche nella precedente legislatura, è evidente che va valutato nella sostenibilità nell'ambito delle politiche di bilancio regionale. In discussione abbiamo a livello nazionale la legge di stabilità. Il tema della cancellazione dell'IRAP per il socio-sanitario è un tema che, per quanto riguarda la Giunta, è all'ordine del giorno e sarà opportunamente valutato nel momento in cui avremo le condizioni di chiarezza rispetto anche all'incremento del fondo per la non autosufficienza nazionale. Al momento stiamo valutando che cosa porterebbe in termini economici sul bilancio della Regione.

Abbiamo anche già fissato una confronto con le parti sociali per riprendere il confronto sul tema generale del riordino di forme pubbliche di gestione. In questo confronto naturalmente non andremo a discutere di un argomento che eventualmente è tema di confronto tra le organizzazioni sindacali locali e la ASP, il distretto di competenza, però stiamo ragionando con i sindacati anche sul tema che riguarda il riordino complessivo e anche alcune modifiche che si sono sviluppate nel tempo. Non è un precedente questo, ci sono altre modificazioni statutarie che servono proprio, in gran parte, a diminuire il peso fiscale sulle ASP. È un tema che probabilmente va messo a sistema e se ci saranno le condizioni, lo faremo già dal prossimo anno.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola al Consigliere Torri. Ha un minuto.

 

TORRI: Grazie, presidente. Grazie all'assessore per la risposta che nel complesso è soddisfacente in quanto comunque risponde positivamente alla sollecitazione di aprire un confronto e, anzi, ci conferma che è già stato fissato un incontro sul tema complessivo.

Quello che sta a cuore e a monte di questa interrogazione è, partendo da un caso singolo, ragionare del sistema complessivo. In generale crediamo sia positivo il fatto di avere già messo allo studio una modifica dell'IRAP che deve essere valutata nella sua sostenibilità, ci avviciniamo alle scadenze di bilancio e quindi la stagione è anche propizia e l'apertura è di intervenire sul tema già nel 2016.

Nel complesso la risposta per quanto ci riguarda è soddisfacente. Restano alcuni dubbi sulla situazione a livello locale, però qui siamo chiamati a ragionare nel complesso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Torri.

 

OGGETTO 1504

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa questioni riguardanti i Consorzi di bonifica, i relativi contributi ed i nuovi piani di classifica. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l'oggetto 1504: "interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa questioni riguardanti i Consorzi di bonifica, i relativi contributi e i nuovi piani di classifica. A firma del Consigliere Foti".

La parola al consigliere Foti che ha sei minuti. Risponde l'assessore Caselli.

 

FOTI: Signor presidente, signor assessore, come lei sa, i piani di classifica sono volti ad individuare i benefici derivanti dalle opere di bonifica e stabilire indici per la quantificazione dei tributi di bonifica. Noi sappiamo che si sono conclusi ormai in tutta la regione i termini per la presentazione delle osservazioni ai piani depositati e, prima dell'approvazione da parte dei Consorzi di bonifica dei piani di classifica, vi deve essere il parere di conformità a termini di legge da parte della Giunta regionale.

Avendo avuto il dispiacere di leggere alcuni dei piani di bonifica depositati, ho verificato alcune perle. Viene introdotto il beneficio di base che altro non è che una rivisitazione corretta, ma sostanzialmente identica, del contributo minimo che era stato eliminato dall'articolo 4, comma 3, della legge regionale 7/2012. Viene introdotto spesso e volentieri un cosiddetto beneficio ambientale che altro non rappresenta se non il trasferire i costi irrigui alle proprietà urbane. Viene infine previsto, nonostante un parere costante della giurisprudenza in senso avverso, l'esenzione per quanto riguarda il pagamento dei tributi di bonifica sui fabbricati rurali. Soprattutto vi è una commistione indecente per quanto riguarda i costi, i cosiddetti costi intermedi. Si pensi, ad esempio, che sul piano di classifica del Consorzio di bonifica di Piacenza il 75 per cento delle spese riferite alla diga del Molato viene attribuito in modo aprioristico alla bonifica e solo il 25 per cento ai costi irrigui, nonostante il fatto che – come è noto e come sta scritto nell'autorizzazione – la diga del Molato sia stata realizzata esclusivamente ai fini irrigui.

Le domande che qui si pongono servono anche ad avere un quadro chiaro della situazione ad oggi rispetto a quanto paga ogni categoria di contribuente in termini di tributo. Si chiede se la Giunta abbia valutato allo stato le previsioni dei nuovi piani di classifica, se la Giunta non ritenga richiamare i Consorzi al rispetto di quelle linee guida per le quali la Giunta aveva indicato come andavano fatti i piani di classifica e come andavano ripartiti i costi anche in termini delle beneficio ricavato e infine se non si ritiene che il punto 7 delle linee guida stia per essere palesemente aggirato proprio nel momento in cui, a fronte di aumenti sproporzionati, gli stessi rimangono in piedi, ma si gradua l'entrata in vigore a danno degli altri consorziati.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all'assessore Caselli per la risposta. Prego.

 

CASELLI, assessore: Gentile consigliere, rispondo volentieri al suo question time sebbene quattro pagine non siano esattamente un quesito breve, come sarebbe previsto dal regolamento, ma rispondo volentieri.

Con la legge 7/2012 è stata completata la riforma regionale in materia di bonifica che ha consentito la riduzione attraverso l'aggregazione per area vasta dei Consorzi di bonifica, la riforma del sistema elettorale e che ha consentito una più ampia e appropriata rappresentanza dei portatori di interesse all'interno degli organi di governo, in sintonia con i nuovi ruoli che i Consorzi hanno e sempre più dovranno assumere nelle politiche di tutela del territorio, anche in relazione ai cambiamenti climatici in atto.

Con le linee guida approvate con delibera della Giunta regionale 385/2014 abbiamo fornito, sempre di concerto con i portatori di interesse rappresentati in un'apposita Commissione prevista dall'articolo 4 comma 4, una chiave interpretativa metodologica in particolare sulle questioni relative al rapporto tra il servizio idrico integrato e le attività di bonifica in area urbana, così come indirizzi per la completa integrazione dell'attività di bonifica in montagna con gli interventi di manutenzione finalizzati alla lotta al dissesto idrogeologico e alla sicurezza del territorio.

Sebbene sia necessario garantire l'autogoverno dei Consorzi, come sancito dal protocollo siglato in sede di Conferenza delle Regioni nel 2008 – insisto su questo perché c'è sempre un punto di autonomia dei Consorzi che rimarrà e questo ci deve aiutare a tarare anche le nostre aspettative – le linee guida rappresentano un efficace strumento per l'omogeneizzazione dei piani di classifica elaborati e approvati dei Consorzi di bonifica.

Questo percorso ha sicuramente richiesto impegni e tempi più lunghi del previsto. Difatti i piani di classifica sono stati tutti pubblicati, lasciati in pubblicazione 30 giorni e poi si sono lasciati i 45 giorni per fare le osservazioni, rispettando le disposizioni stabilite dalla Giunta regionale finalizzate a garantire la massima trasparenza. A settembre si è concluso l'invio alla Regione di tutti i piani di classifica per l'espressione del parere previsto dalla legge 7/2012.

Si sottolinea che proprio la legge 7 prevede che la Giunta regionale esprima il proprio parere sentita la Commissione dei portatori di interesse. Tale Commissione è stata convocata per il prossimo 10 novembre e in tale sede verrà avviata l'istruttoria dei piani di classifica per la loro valutazione e successiva approvazione da parte della Giunta regionale. Solo con il completamento di quest'attività di istruttoria congiunta potranno essere espresse le valutazioni riguardo alla coerenza dei singoli piani di classifica con le linee guida regionali. Non risulta pertanto corretto anticipare valutazioni da parte della Giunta regionale prima che la Commissione, di cui all'articolo 4 della legge 7, abbia effettuato l'istruttoria completa. È possibile invece anticipare che verrà garantita la massima trasparenza e comunicazione degli esiti dei lavori istruttori. Tutto ciò garantirà comunque il rispetto della scadenza prevista per il 2016 come primo anno di applicazione dei nuovi piani di classifica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Caselli.

La parola al consigliere Foti. Ha due minuti. Prego.

 

FOTI: Premetto che vorrei tranquillizzare l'assemblea: è vero che l'interrogazione è di quattro pagine, è vero che se avessi dovuto applicare sic et simpliciter quanto prevedono le norme di legge per il fatto di citare le medesime, ne avrei dovute scrivere sette perché mi sono limitato a scrivere due pagine e mezzo ricopiando testualmente le previsioni di legge regionale, ma riportando una volta sola il titolo della legge regionale e negli altri casi invece limitandomi a citare data e numero. Se avessi dovuto applicare pedissequamente quanto prevedono le disposizioni al riguardo, assessore, le pagine sarebbero state sette.

In verità, però, devo dire che lei mi ha risposto con una pagina dicendo in definitiva due cose: la prima è che la Giunta non vuole anticipare il giudizio rispetto a quanto valuterà la Commissione dei portatori di interessi che, peraltro, ringrazio di avermi informato che viene finalmente convocata per il 10 novembre. Rimane, però, il fatto, assessore – e questo mi pare che debba farlo rimarcare –, che la sua affermazione secondo la quale vi è una autonomia dei Consorzi io ritengo di doverla cambiare e dire: i Consorzi di bonifica hanno una loro autonomia fino a che non ledono le leggi regionali vigenti. Vi è una discrezionalità che può essere esercitata, vi è un'illiceità che non può essere praticata.

Manca nella sua risposta totalmente quanto richiesto nel primo quesito, perché quali siano gli attuali pesi contributivi a carico delle singole categorie non è stato minimamente indicato né si è detto che verrà dato con uno successivo atto. Io le chiedo, assessore, proprio perché l'istituto dell'interrogazione è un istituto minimamente decente e serio: è un atto di sindacato ispettivo per il quale io penso anche gli uffici abbiano il dovere di adempiere a quanto si chiede, sennò si motivano le ragioni perché non si adempie.

Io credo che, al di là delle valutazioni che lei ha fatto su tutta la parte restante e su quella dei piani di classifica, nulla è stato detto rispetto alla contribuzione che viene attualmente pagata ed è un dato che non possono non avere i nostri uffici e non possono non fornire i Consorzi di bonifica. Quindi io chiedo non solo all'assessore Caselli, ma alla signora presidente di voler intervenire perché questi dati siano forniti perché fanno parte di una richiesta di sindacato ispettivo che non può essere elusa. Non sono fuori argomento, non sono al di fuori delle competenze del Consigliere, non si vogliono rendere edotti solo per evitare da parte di chi applica questi tributi e la vergogna e il modo vergognoso con il quale vengono applicati. Quindi si preferisce celare la verità ai Consiglieri quando è giusto che si sappia esattamente chi paga, come paga e perché paga. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 1505

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa problematiche riguardanti il settore petrolchimico, con particolare riferimento alla situazione esistente a Ferrara e Ravenna, alla vendita di Versalis ed alla tutela dei lavoratori. A firma dei Consiglieri: Calvano, Bessi, Zappaterra, Bagnari, Rontini

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’oggetto 1505: “Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa problematiche riguardanti il settore petrolchimico, con particolare riferimento alla situazione esistente a Ferrara e Ravenna, alla vendita di Versalis e alla tutela dei lavoratori. A firma dei Consiglieri: Calvano, Bessi, Zappaterra, Bagnari, Rontini”.

La parola al Consigliere Calvano. Risponde l’assessore Costi.

Le ricordo, Consigliere, che ha sei minuti.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Questa è un'interrogazione che parte, da parte dei sottoscriventi, tenendo conto della sensibilità che questa Regione e questa Giunta hanno sempre espresso sul tema relativo alla chimica più in generale e al futuro dei petrolchimici e del settore della chimica all'interno della nostra Regione.

Ci sono notizie che si accavallano rispetto al futuro della chimica in Italia. In particolare, guardando il dibattito e le notizie che intercorrono tra Ferrara e Ravenna, sono emersi in modo esplicito la volontà e il progetto di vendita da parte di Eni relativamente a Versalis. Questo tipo di situazione è stata confermata dall'amministratore delegato di Versalis, aggiungendo che si sta cercando un partner industriale per proseguire sull'attività e per rafforzare l'azione di Versalis stessa.

È ovvio che da questo punto di vista il passo indietro che ci sarebbe da parte di Eni un po' preoccupa, preoccupa coloro che sottoscrivono quest'interrogazione, ma soprattutto preoccupa il comparto stesso a partire da coloro che ci lavorano e da coloro che hanno investito in questo settore, un settore che in Italia ha un peso importante e ce lo ha anche in Emilia-Romagna. È sufficiente citare i casi di Ravenna e di Ferrara con addetti nel settore che a Ravenna superano le 1500 unità e arrivano a oltre 4800 nell'indotto; a Ferrara contano anche qui 1700 addetti diretti e oltre 5000 nell'indotto. Ovviamente il tema è di grande attualità per quei territori e per quelle comunità.

A fronte di questo chiediamo alla Giunta se è nelle condizioni e se ritiene opportuno avviare un confronto con il Governo rispetto alla trattativa in corso da parte di Eni per la cessione di Versalis e verificare soprattutto che se questo progetto sta andando avanti sia accompagnato da un adeguato piano industriale che vada a confermare gli investimenti che Versalis ha già previsto sul territorio e soprattutto i livelli occupazionali e il futuro del settore. In merito a questo, considerando l'importanza dei poli di Ravenna e Ferrara, chiediamo alla Giunta un impegno sul ruolo che Ferrara e Ravenna possono avere per il futuro della chimica in Italia, per fare in modo che vengano considerati poli di riferimento soprattutto per quanto riguarda il comparto della chimica verde.

Infine, sapendo che questa è un'azione che compete più a un livello ministeriale, capire se siamo nelle condizioni di poter promuovere un tavolo di coordinamento che coinvolga tutte le realtà del cosiddetto quadrilatero padano che è quello che più di altri insiste sul settore della chimica e rappresenta il settore della chimica del nostro Paese.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

La parola all’assessore Costi che ha tre minuti. Prego.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente.

Premetto velocemente alcune considerazioni di carattere generale: siamo consapevoli, come Giunta regionale, del valore strategico e trasversale che l'industria chimica rappresenta, soprattutto per il manifatturiero dell'Emilia-Romagna, ma anche del Paese in generale. Ricordo che il prodotto chimico può essere considerato il bene intermedio per eccellenza. Il 68 per cento dei prodotti chimici è destinato agli altri settori industriali.

L'industria chimica è uno dei settori trainanti a livello mondiale. Ricordo che in Italia abbiamo 110 mila addetti impiegati in via diretta con un'altissima ed elevata qualificazione e specializzazione tecnica degli occupati. Abbiamo laureati per il 19 per cento in questo settore quando il manifatturiero ha una percentuale del 9 per cento e l'indotto supera i 350 mila addetti.

Ricordo che la chimica è anche un settore fortemente innovativo e impegnato nella ricerca. Rappresenta l'attività di ricerca e sviluppo, esattamente il doppio rispetto a quello del manifatturiero e il valore della ricerca e sviluppo nella chimica è superiore anche al settore dell'high-tech. Un brevetto su cinque in Italia è legato alla chimica e ricordo che il settore chimico, trasferendo ai settori utilizzatori la tecnologia e l'innovazione incorporata nei suoi prodotti, sostiene la competitività dell'industria sia in Emilia-Romagna che in Italia e chiaramente anche in Europa.

Mi interessa anche sottolineare i dati specifici sul grado di innovazione e sulla produttività di questo comparto proprio per rimarcare quanto l'industria chimica debba ritenersi strategica - legata inoltre in modo indissolubile a quella energetica - nella convinzione che lo sviluppo della chimica tradizionale, grazie ai necessari e importanti investimenti di ricerca, è anche la leva per lo sviluppo e la progressiva crescita della chimica verde. I due temi sono legati in modo strategico. Ripeto anche che non è una logica di competizione, bensì di complementarietà e sostenibilità reciproca.

Proprio per questa consapevolezza abbiamo istituito come Giunta, immediatamente dopo il nostro insediamento, il tavolo per il petrolchimico di Ferrara e di Ravenna perché noi abbiamo uno dei comparti più importanti a livello nazionale e soprattutto abbiamo anche già attivato una serie di iniziative concrete che vanno nell'indirizzo di quanto chiede l'interrogazione dei Consiglieri.

In primo luogo siamo consapevoli che il Governo gioca un ruolo fondamentale rispetto a tutto il settore della chimica, ma soprattutto ha un ruolo fondamentale per quel quadrilatero padano di Marghera, Mantova, Ferrara e Ravenna. Proprio per questo abbiamo chiesto con lettera al ministro Guidi di istituire il tavolo nazionale e stiamo lavorando con i tecnici del ministero in tal senso, prima di tutto perché voi sapete la preoccupazione che abbiamo avuto fino a pochi giorni fa per tutto il tema del POR di Marghera, quindi del cracking di Marghera, che invece continuerà la produzione anche per tutto il 2016. Si tratta di un sito fondamentale per la chimica di Ferrara, ma anche di Ravenna. L'altra richiesta fondamentale è per la verifica della situazione di Versalis, ma non solo, anche per valutare assieme al Governo e ai partner – che sarebbero la Regione Lombardia e la Regione Veneto –le scelte che Eni sta facendo, scelte industriali che in più occasioni ha annunciato e che preoccupano la Giunta regionale perché c'è effettivamente un rischio di indebolimento rispetto a settori strategici quali la chimica, anche se devo dire che per quanto riguarda Versalis la prossima settimana a Ferrara ci sarà la firma con loro della convenzione per la compensazione ambientale. Ricordo che è un investimento di 200 milioni di euro e il cantiere sta proseguendo.

Per questo motivo – e termino, scusate la lunghezza, ma le domande sono tre e non una sola – abbiamo previsto anche la richiesta dell'incontro con i vertici Eni proprio per ragionare in modo specifico e puntuale rispetto ai due comparti di Ferrara e di Ravenna e questo incontro sarà svolto il 17 novembre.

Confermo che su tutto il tema della chimica e in modo particolare della petrolchimica questa Giunta ha sviluppato tutte le azioni possibili in suo possesso. Grazie mille e scusate lo sforamento.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.

La parola al consigliere Calvano. Prego, ha due minuti di tempo.

 

CALVANO: Ringrazio l’assessore Costi per la risposta che conferma l'impegno che questa Regione ha mostrato sempre nei confronti del settore della chimica e soprattutto un percorso di confronto che era quanto chiedevamo attraverso l'interrogazione.

Esprimo da parte mia e dei sottoscrittori la piena soddisfazione rispetto alla risposta e l'auspicio che i prossimi passaggi possano essere utili a fare chiarezza rispetto all'impegno di Eni nella chimica e ai futuri investimenti di Versalis e soprattutto a fare chiarezza rispetto a quanto il Governo potrà fare per lo sviluppo di tutta l'area del quadrilatero che tocca da vicino il territorio di Ferrara e Ravenna.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

 

OGGETTO 17

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Misure finanziarie a sostegno dei giovani professionisti» A firma del Consigliere: Foti

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 17/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione e approvazione)

(Risoluzioni oggetti 1514 e 1515 - Presentazione, discussione e ritiro)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo nell’ordine del giorno con l’esame del progetto di legge n. 17: “progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: «Misure finanziarie a sostegno dei giovani professionisti». A firma del Consigliere Foti”.

Il testo n. 4/2015 è stato licenziato dalla commissione “Politiche economiche” nella seduta del 14 ottobre 2015 con parere contrario.

Il progetto di legge è composto da tre articoli.

Il relatore della Commissione, Consigliere Stefano Bargi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Sono stati presentati e distribuiti un ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato a firma Serri; una risoluzione, la n. 1514, a firma Gibertoni; una risoluzione, la n. 1515, a firma Sensoli-Gibertoni.

L’oggetto n. 1514 ha il seguente titolo: “Risoluzione per impegnare la Giunta a includere i liberi professionisti tra i beneficiari dei fondi europei attraverso appositi bandi loro dedicati. A firma della Consigliera Gibertoni”.

La risoluzione n. 1515 ha il seguente titolo: “Per impegnare la Giunta ad assicurare, nell’ambito del processo di riorganizzazione dei servizi e delle politiche per il lavoro, la disponibilità di servizi a indirizzo pubblico diretti a sostenere soluzioni libero professionali e autonome con strumenti quali l’accesso al credito. A firma dei consiglieri Sensoli e Gibertoni”.

La parola al consigliere Bargi per svolgere la relazione. In seguito procederemo con il dibattito generale.

 

BARGI, relatore: Grazie, presidente. Sarò molto breve anche perché, come diceva lei, questo progetto di legge è composto da pochissimi articoli, solamente tre.

Il progetto di legge ha come finalità la costituzione di un fondo regolamentato da un apposito regolamento approvato dalla Giunta e andrebbe a destinare le risorse in esso contenute ai giovani professionisti, nello specifico per l'avvio delle loro attività o per l'acquisto di materiale informatico per poter aprire lo studio e quindi condurre la propria attività.

Il progetto di legge si ferma solo a questo aspetto, quindi lascio la parola a quella che potrebbe essere la discussione, anche se, come ricordava, è stato proposto di non passare al voto l’articolato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bargi.

È aperto il dibattito generale. Ci sono 20 minuti a disposizione per ogni intervento. Il dibattito generale riguarda in modo congiunto la discussione sul progetto di legge e anche sulle risoluzioni.

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sabattini. Ne ha facoltà.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

Questo progetto di legge lo abbiamo affrontato in commissione. Scusate la voce, non ho fatto il vaccino antinfluenzale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Vi chiederei di sedere ai vostri posti e di fare silenzio per rispetto anche del consigliere Luca Sabattini che non ha voce.

 

SABATTINI: Grazie. Ringrazio il collega Foti sia per le modalità della discussione sia per aver presentato un progetto di legge che oggi ci permette di portare in Aula un tema importante come quello dei giovani professionisti che sicuramente negli anni della crisi hanno pagato un prezzo anche più alto e più salato.

Occorre certamente sottolineare che quando parliamo di giovani professionisti non ci rivolgiamo soltanto ai professionisti iscritti agli albi professionali specifici come avvocati, commercialisti, geometri e ingegneri, ma oggi ci rivolgiamo anche a tanti giovani professionisti che svolgono professioni e nuovi lavori che spesso si basano soltanto sulle proprie competenze, senza investimenti particolari se non un personal computer.

Il parere contrario che abbiamo dato in commissione non deve trarre in inganno. Il tema per il PD è assolutamente importante a livello regionale, ma anche a livello nazionale. Richiamo il livello nazionale anche perché le dichiarazioni di questi giorni, anche legate alla legge di stabilità, sottolineano come c'è una volontà anche governativa di mettere mano in modo importante al campo delle professioni. È stato annunciato – poi ne vedremo i contorni – un Jobs Act per i redditi autonomi con la volontà di allargarne le tutele.

Veniamo alle motivazioni di merito che ci portano oggi a esprimere un parere negativo sul progetto di legge che abbiamo motivato. Richiamo qui in Aula i temi che abbiamo portato in commissione. Non ci sembra opportuno andare a prevedere una legiferazione puntuale in materia per evitare di vincolare la programmazione a un fondo puntuale specifico, preferendo una programmazione che si basi su fondi unici come quella che ci permette di affrontare la programmazione per l'aiuto all'imprenditoria e anche al sistema economico tutto all'interno della programmazione che abbiamo conosciuto.

Esiste sicuramente un problema oggettivo, che vedo richiamato anche nelle risoluzioni che sono state presentate poc'anzi in Aula, che deriva dalla direttiva europea sull'utilizzo dei fondi della comunità europea che prevede oggi soltanto l'utilizzo sulle attività di impresa come attività incentivabili o sovvenzionabili, escludendo quindi da questa possibilità tutta quella che è l'attività professionale che non viene considerata dall'Unione Europea come attività di impresa. Questo comporta anche che la richiesta di stanziamento prevista all'interno del progetto di legge di 500 mila euro dovrebbe trovare oggi una copertura interamente sulle provviste soltanto regionali. In ogni caso anche una previsione di questo tipo probabilmente non trova la giusta collocazione all'interno di un progetto di legge spot settoriale se questa è svincolata da una programmazione che venga anticipata anche da un'analisi reale e puntuale di quelle che sono le esigenze di una categoria che è sicuramente in grosso mutamento.

Per esperienza personale e anche professionale, essendo io facente parte della categoria – ancora non so per quanto perché non so dove mettiamo l’asticella dei giovani professionisti –, credo che le esigenze che oggi i giovani professionisti rappresentano siano quelle soprattutto di un'assistenza professionale al di fuori delle loro strette competenze. Credo che ci sia anche una richiesta importante di accesso a spazi per potersi approvvigionare di quelle tecnologie che magari vengono usate anche in modo non continuativo e quindi penso soprattutto alla possibilità di aprire spazi di co-working anche per i professionisti e sicuramente c'è un tema importante che riguarda l'accesso al micro credito.

Tutto questo per dire che aiutare e mettere in condizione chi decide di intraprendere un'attività professionale, chi decide di scommettere sulle proprie competenze e capacità aumenta sicuramente la competitività di tutto il sistema produttivo della nostra Regione e quindi è assolutamente importante mettere un accento su quelle che sono le professioni e quelli che sono i giovani professionisti.

Faccio una richiesta anche ai colleghi dell'Aula: io credo che, visti anche i tempi stretti con i quali siamo andati a discutere dall'avvento in commissione all'Aula, abbiamo pensato di fare questa discussione senza legare una risoluzione venente soltanto dal Partito Democratico, anche vista la discussione assolutamente corretta avvenuta in commissione e quindi farei una richiesta ai colleghi che hanno presentato una risoluzione oggi, cioè di provare a scrivere un testo condiviso tutti quanti insieme per mettere in fila alcuni punti che crediamo assolutamente strategici e riteniamo possano ritrovare l'assenso di tutti, fermo restando che le risoluzioni presentate hanno in linea di massima un filo conduttore, ma possono essere inserite all'interno di un documento comune.

Oltre al voto che esprimeremo oggi con le motivazioni che prima ho voluto richiamare, vogliamo però ribadire l'esigenza che la Regione si faccia portatrice anche sui tavoli nazionali, perché è quella la sede opportuna, dell'esigenza di andare all'assimilazione delle attività professionali alle attività di impresa lasciando alla Regione l'attuazione delle misure concrete. Credo che sia importante anche richiamare quello che deve impegnare la Giunta da qui alla fine dell'anno per dare corso all'attuazione della legge 14 sulla costruzione della consulta delle professioni e credo che anche qui, in un testo condiviso, si possa chiedere alla Giunta di impegnarsi a riferire in commissione anche l'operatività di tale organo.

Credo che sia importante, anche nell'ottica di quello che ci siamo detti quando abbiamo discusso del bilancio e delle necessità delle nostre imprese, sottolineare l'importanza di prevedere un fondo anche per il micro credito che vada ad aiutare e al quale possono accedere anche i liberi professionisti. Credo che ci siano tanti punti di contatto che meritano comunque un supplemento di lavoro da poter fare insieme e credo che possano portare a un testo condiviso da tutta l'Aula, oltre a tener conto che l'attività professionale è una grande risorsa non soltanto per l'auto impiego che nei fatti realizza, ma è anche una risorsa vitale e innovativa per tutto quanto il nostro sistema produttivo.

Io chiudo chiedendo la disponibilità ai colleghi, oltre al voto di oggi, a poter lavorare insieme per un testo condiviso in modo da poter portare a un voto unanime e a un impegno dettagliato anche più forte rispetto ai temi posti dalla risoluzione già presentata.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sabattini.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Molto brevemente presento quello che in realtà inizialmente era un ordine del giorno e poi è stato trasformato in risoluzione. Voleva andare a integrare un po' quello che è il progetto di legge presentato dal collega Foti, visto che ci troviamo in una situazione per cui i dati occupazionali in realtà non sono così positivi come ci viene indicato tutti i giorni dal governo Renzi e anche dal Governo di questa Regione perché sono recenti i dati Istat che indicano che nel periodo giugno-agosto 2015 a fronte di un incremento dei dipendenti dello 0,6 per cento rispetto ai tre mesi precedenti, gli indipendenti diminuiscono dello 0,3 per cento ed è sempre l’Istat, nell'analisi dei dati relativi al secondo trimestre 2015, a individuare un numero di occupati in Emilia Romagna pari a 1 milione 922 mila unità e cioè 7000 in meno rispetto a quelli registrati nel secondo trimestre 2014.

Ci sembrava giusto integrare il progetto di legge del consigliere anche con altri strumenti a favore dell'imprenditoria giovanile, anche per andare a vedere quelli che sono i risultati di programmi nazionali quali Garanzia Giovani dove si parla tanto di formazione e di inserimento, però poi non abbiamo in realtà un quadro chiaro di quello che è il prima e quello che è il dopo. Si va ad agire sulla formazioni e sui tirocini, ma non sappiamo effettivamente a oggi quali risultati abbiano prodotto nel concreto.

Proprio per questo, per non incasellare troppo quello che è riportato nel progetto di legge in discussione, proponiamo anche agevolazioni e strumenti per favorire l'accesso al credito, l'accesso al micro credito. Sono tutti strumenti che oggi ci sembrano utili non solo come strumenti in sé, ma anche andare a vedere le modalità di utilizzo di questi strumenti. Ad esempio oggi sappiamo che molti fondi di garanzia agiscono sui tassi d'interesse, ma oggi i tassi di interesse sono al minimo storico e ha più senso oggi andare a intervenire su quelle che sono le garanzie di accesso piuttosto che sui costi da sostenere per un eventuale finanziamento. Questo sostanzialmente è quello che andiamo a chiedere alla Giunta.

Visto che il collega Sabattini ha riportato in gran parte gli stessi concetti che enucleiamo noi qui oggi, ci chiediamo per l'ennesima volta quando sentiamo parlare di condivisione, di testi, di rimandare a ulteriore discussione tutto quanto: se gli intenti sono condivisi, vorrei rassicurare i colleghi del PD che se per una volta votano a favore un atto che non viene da loro, ma viene da un'altra forza politica, non si ammalano, non gli succede niente e il giorno dopo saranno sani come sempre. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, Consigliera Sensoli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Ovviamente anche nel caso in esame non poteva non mancare il ricorso all'articolo 92, questo totem della maggioranza volto a ghigliottinare ogni qualsiasi posizione o proposta derivante dall'opposizione, ma io non mi preoccupo tanto del ghigliottinamento delle mie proposte di legge. In fin dei conti, fa parte del dibattito assembleare e della fisiologia politica. Io mi preoccupo più che altro di portare in questa sede dei temi che, come diceva prima il consigliere Sabattini, possono non trovare una corrispondenza d'amorosi sensi per quanto riguarda la proposta di legge, ma è indubbio che siano sul tavolo fino in fondo e rappresentino elementi di grave preoccupazione che, a mio avviso, dovrebbero coinvolgere l'intera assemblea.

Dico questo innanzitutto perché noi dobbiamo pensare che, soprattutto in relazione ai principi contenuti nella legge Fornero, noi troviamo sempre di più un mondo di giovani qualificati professionalmente che sempre più in età tarda si riesce ad avvicinare al mondo del lavoro. È una cosa abbastanza interessante quella che va rilevata, soprattutto se si vogliono tener presenti non soltanto i dati sotto il profilo numerico, ma per una interpretazione dei medesimi sotto il profilo politico. Nell'ultimo decennio gli under 35 che si sono recati oltralpe in cerca di un impiego sono raddoppiati, sono passati da 50 mila a 106 mila persone. Se tenete presente che la gran parte di queste persone è laureata, ci rendiamo conto come questo Paese, che investe sulla scuola e che investe sul progetto di scolarizzazione da una parte, dall'altra non è in grado neppure di trattenere sul suolo patrio – sempre che non sia espressione troppo di destra questa a cui ho fatto riferimento – gli stessi cittadini dei quali si preoccupa di migliorare il livello culturale.

È un dato molto negativo, soprattutto perché assieme a questa fuga di cervelli, noi assistiamo anche a un’assunzione della residenza nei Paesi stranieri dove i giovani si trasferiscono sicché oggi abbiamo dei livelli record. Basterebbe pensare che nel 2012 l'incremento di coloro che hanno acquisito una residenza straniera – la metà di loro ha meno di 35 anni – ha toccato livelli record aumentando del 30 per cento rispetto al 2011. Se prendiamo i più recenti dati analogamente abbiamo aumenti di questo tipo.

Accanto a ciò dobbiamo tener presente anche un dato che era caro a un ministro il quale aveva detto che i figli degli italiani erano dei bamboccioni. Ve lo ricordate il ministro, buonanima, dei bamboccioni? Io mi permetto di fare una considerazione: la realtà dei fatti, non un uso più familistico che si è inserito nell'ambito della famiglia italiana, ha portato ad avere giovani che escono dalle famiglie in età tarda rispetto al passato. Non è un problema di bamboccioni, è un problema che se uno cerca di mettersi in proprio, non sta in piedi sotto il profilo economico.

Io capisco tutto, capisco anche la politica, ma dovete dirmi sotto il profilo politico, compagni del PD, se la variante di valico è diventata, anziché uno strumento di più facile collegamento sotto il profilo trasportistico, una barriera architettonica tra i vari Partiti Democratici presenti nelle Regioni italiane perché fino a prova contraria va benissimo che applichiate l'articolo 92 e la ghigliottina su questa proposta di legge, ma qualcuno in termini politici mi riesce a spiegare la differenza tra questa proposta di legge e l'articolo 9 della legge regionale della Toscana numero 73 del 30 dicembre 2008 e successive modificazioni recante: “norme in materia di sostegno all'innovazione delle attività professionali e intellettuali”? Se me la trovate, siete da premio Nobel. Io non leggerò il testo, perché a tutti voi è noto, del mio progetto di legge. Citerò la legge regionale della Toscana che recita testualmente, articolo 9 comma 1: “è costituito un fondo regionale di rotazione per la concessione di agevolazioni finanziarie per i giovani professionisti e per interventi innovativi proposti da ordini o collegi e associazioni professionali anche di secondo grado”. Comma 2: “in particolare, il fondo di cui al comma 1, provvede alla concessione di garanzia per: a) prestiti d’onore per gli esercenti la pratica o il tirocinio professionale e per gli appartenenti alle associazioni di professionisti prestatori d'opera intellettuali, di età non superiore ai trent'anni; il prestito è erogato per le spese di acquisizione di strumenti informatici; b) prestiti ai giovani con età inferiore ai quarant'anni, finalizzati al supporto alle spese di impianto dei nuovi studi professionali mediante: 1) progetti di avvio e sviluppo di studi professionali; 2) programmi per l'acquisizione di beni strumentali innovativi e tecnologie per l'attività professionale; 3) progetti finalizzati a garantire la sicurezza dei locali in cui si svolge l'attività professionale”.

L'articolo 9 della legge regionale toscana è né più né meno, nei suoi contenuti essenziali, quanto si propone con il presente progetto di legge. Qual è la differenza? Che in Toscana l'hanno approvato perché l'aveva presentato un compagno di sicura fede e qui si deve applicare l'articolo 92 sullo stesso principio perché chi l'ha presentato – state tranquilli – non è compagno e tantomeno potrebbe essere compagno di una qualche fede.

Io prendo atto della buona volontà di voler discutere del tema in altra sede, in commissione o in altri luoghi, però devo dire che a furia di discutere e di non prendere mai decisioni il rischio vero e fondato è quello di riempire di verbali gli archivi di questa Regione, ma di non produrre atti volti finalmente ad andare incontro, e non contro, al mondo delle libere professioni. Dopodiché è ovvio che, quando verrà messo in votazione l'ordine del giorno con il recepimento dell'articolo 92, la mia proposta di legge sarà spazzata via, ma il problema resterà perché al di là dell'articolo 92, al di là di tutte le scappatoie che si stanno inseguendo - perché non può stare scritto che una proposta di legge dell'opposizione diventi legge - voi potete ricorrere a tutti questi artifizi regolamentari, ma non potrete mai sottrarvi a una responsabilità morale e politica che è quella di aver detto per l'ennesima volta di non fare nulla per le giovani generazioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

L'ordine del giorno diventato risoluzione che presento oggi rispetto a questo progetto di legge è di assoluto consenso ed è una richiesta effettivamente molto semplice, cioè richiede di adeguarsi a quel piano di azione europeo per le libere professioni che prevede l'assimilazione dei professionisti agli imprenditori. Questa per l'Italia è una novità assoluta perché consentirebbe anche ai liberi professionisti di accedere ai fondi europei, ma non è una novità per l'Europa dove la definizione europea di impresa già includeva i liberi professionisti tra le micro imprese. Si considera impresa, infatti, qualsiasi entità che esercita un'attività economica indipendentemente dalla forma giuridica.

Segnaliamo anche che il presidente del Consiglio Nazionale Geometri, in una recente intervista, spiegava di aver già incontrato 10 Assessorati regionali allo Sviluppo economico sulle regioni italiane ed evidenziava che c'è un forte bisogno di far inserire nelle programmazioni regionali anche l'assett delle professioni. Così come chiede Bruxelles, sarebbe quindi opportuno creare tavoli dove far partecipare associazioni dei professionisti per poter accogliere i loro contributi in vista di una svolta che è epocale per l'Italia da questo punto di vista.

Di recente, visto che proprio la Regione ha promosso a Bologna e Bentivoglio, insieme alla Fondazione Collegio Geometri di Bologna, un corso sulla nuova programmazione europea 2014-2020, ci sembra importante un segnale fattivo della Giunta ad assumere iniziative per includere i liberi professionisti tra coloro che possono a pieno titolo anche in Italia beneficiare dei fondi europei attraverso bandi mirati per loro scritti e a loro dedicati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie. Anch'io riprendo i temi che erano emersi in commissione quando ci si era confrontati sulla proposta del consigliere Foti che sicuramente va a toccare un tema importante con ripercussioni sociali ed effetti sempre più evidenti per quanto riguarda determinate categorie, per quanto riguarda le problematiche acuite dalla crisi che il nostro Paese sta attraversando da diversi anni ormai e che ha sempre meno gli aspetti della crisi e sempre più gli aspetti di una trasformazione permanente a cui sono state esposte determinate categorie, in particolare il tema dell'accesso al credito, in particolare il tema di lavoratori a partita Iva o singoli professionisti che, in quanto singoli, risentono di più e sono più esposti alle conseguenze negative.

In commissione da parte del centrosinistra, quindi da parte di SEL e PD, ma con una comprensione da parte anche degli altri commissari si era convenuto che forse lo strumento legislativo di una legge regionale non era quello più adatto per andare a intervenire su questo aspetto che è un aspetto specifico che in parte viene già toccato in diversi provvedimenti e allora per evitare di appesantire – questo era il nostro punto di vista – e di complicare le legislazioni e le misure già presenti, era il caso di intervenire con un'ottica di razionalizzazione e interventi mirati nell'ambito dei provvedimenti che già ci sono.

Da questo punto di vista la questione era stata inquadrata bene dal collega Sabattini nel suo intervento precedente, come valutiamo positivamente l'apertura alla scrittura e alla predisposizione di testi unitari che possano incontrare il consenso di tutta l'Aula dal momento che, al di là del confronto sul singolo provvedimento, anche in commissione dal dibattito erano emersi tratti comuni a tutti gli interventi di tutte le estrazioni, per cui questo aspetto proprio a favore delle categorie che si vogliono tutelare ed assistere crediamo vada valorizzato anche in seguito, dopo questo dibattito che vedrà il nostro voto favorevole all'ordine del giorno di non discussione, che ci fa dire che siamo disponibili a qualsiasi lavoro unitario per trovare provvedimenti che vadano nella direzione di razionalizzare l'esistente e di mirare risorse che già ci sono verso queste categorie.

Per quanto riguarda gli ordini del giorno presentati dal Movimento 5 Stelle, sapendo a monte che siamo disponibili a lavorare con tutti, se non verranno ritirati, siamo anche pronti a misurarci nel merito sulle questioni che vengono poste e che hanno comunque un'urgenza prima di tutto sociale che riguarda categorie in difficoltà e che necessitano di risposte. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): In discussione generale non ho più nessun iscritto.

La parola all'assessore Costi a conclusione del dibattito generale. Prego.

 

COSTI, assessore: Grazie. Solo per alcune considerazioni e forse anche alcune informazioni che possono essere importanti all'Aula proprio perché comunque è un'Aula completamente nuova.

Io ricordo che la passata legislatura ha affrontato in modo molto preciso e molto specifico questo tema all'interno di una legge, che è la legge 14, che è addivenuta anche alla definizione di uno strumento che è la consulta delle professioni che entro l'anno, come Giunta regionale, dobbiamo andare a costituire.

Il dibattito nacque proprio dalla consapevolezza dell'importanza delle libere professioni in quanto definito già anche all'epoca un po' un tessuto connettivo del nostro sistema economico e produttivo e proprio perché le libere professioni rappresentano un tessuto connettivo, ci si è posti proprio il tema di avere questo tessuto fortemente rappresentato per permettere poi alla Regione di poter sviluppare delle politiche e delle azioni utili e conseguenti rispetto alle problematiche che questo settore presenta, problematiche che riguardano i giovani professionisti, ma che potremmo dire che riguarda un po' tutto il mondo dell'professioni.

Mi permetto anche di dire che l'esperienza del sisma, se ce ne fosse stata la necessità, ha fatto emergere in modo molto chiaro e molto evidente quanto è importante e fondamentale questo stretto rapporto tra libere professioni e il sistema istituzionale nell'interesse delle imprese e dei cittadini.

L’altro tema importante che credo sia giusto si sappia è che noi stiamo lavorando – e siamo una delle Regioni che si sta ponendo in modo anche molto trainante – proprio in Conferenza Stato-Regioni per addivenire a quel lavoro che era prima esplicitato dalla collega Gibertoni. Noi stiamo lavorando proprio per un programma organico e siamo una delle Regioni che sta spingendo rispetto al MISE, per avere delle politiche rispetto alle libere professioni proprio per permettere che anche in Italia le libere professioni possano avere strumenti coerenti con tutto quello che oggi è previsto dalle norme, ma in modo particolare strumenti utili e utilizzabili per l'accesso al credito sia dal tema del credito agevolato alle garanzie, ma anche alla micro finanza e ad altri strumenti che possono essere messi in piedi.

Pertanto io mi permetto di risottolineare quanto ho sentito da alcuni interventi: come Giunta siamo fortemente consapevoli dell'importanza di questo settore. Visto che poi ci ritroviamo molto spesso a parlare di strumenti di semplificazione, credo che in questo caso siano già in essere gli strumenti per mettere in atto azioni conseguenti perché sono già previste da una legge, la numero 14, altri perché sono già previsti dalle nostre normative, dalle possibilità di utilizzare strumenti in essere per cui io credo, vista anche la risoluzione che è stata proposta dal Movimento 5 Stelle contiene degli elementi che sono condivisibili.

Credo che ci sia la possibilità di addivenire a una risoluzione che raccolga gli obiettivi che qui sono stati posti, compresi gli obiettivi che ha posto giustamente il consigliere Foti, ma renderla molto più stringente rispetto alle risultanze. Stiamo discutendo anche adesso, si aprirà il dibattito rispetto alla legge nostra, la Finanziaria regionale. Credo che alcuni azioni, come ha giustamente sottolineato il consigliere Sabattini, possano essere attivate anche in questa occasione. L’altra cosa grossa è la costituzione della consulta delle libere professioni con la rappresentanza regionale di chi rappresenta questi liberi professionisti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sensoli, credo in merito all'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Per dire solamente che ritiriamo la risoluzione a seguito di un confronto avuto con i colleghi del PD. Siamo d'accordo su alcune integrazioni da fare. Ci auguriamo che questo produca un atto concreto preciso, non uno degli atti che purtroppo abbiamo visto ultimamente, un po' vaghi.

Confidando nella serietà del collega Sabattini ritiriamo la risoluzione e siamo disponibili a farne una condivisa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli. È ritirata la risoluzione numero 1515 a firma Sensoli e Gibertoni.

Procediamo con le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Per fare chiarezza: ritiriamo entrambi gli ordini del giorno diventati risoluzioni e quindi quello a firma mia e di Sensoli e quello a firma solo mia che riguarda l'assimilazione di liberi professionisti e imprenditori perché, avendo sollevato dei problemi che ci sembrano stringenti e di assoluto buon senso e avendo trovato una disponibilità da parte della maggioranza a fornire soluzioni entro pochi giorni in un testo unico che comprenda anche quel fondo per il micro credito che noi chiediamo – subito, all'indomani dell'insediamento abbiamo cominciato a chiederlo –, ci preme andare velocemente verso questo testo condiviso e quindi per oggi noi accettiamo di ritirare queste due risoluzioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli in quanto le risoluzioni sono state entrambe ritirate. Avete cinque minuti per gruppo.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sabattini. Ne ha facoltà.

 

SABATTINI: Sarò telegrafico. Innanzitutto per ricordare a me stesso che prima di ringraziare il consigliere Foti devo aspettare che lui intervenga perché altrimenti rischio di essere tratto in inganno, però ne faccio esperienza e la prossima volta me ne ricorderò.

Inoltre per ringraziare i colleghi: l'impegno è quello di arrivare alla prossima assemblea con il testo condiviso di cui mi faccio sicuramente carico nel cercare di tenere tutte quante le relazioni. Ribadiamo il nostro voto contrario al progetto di legge perché riteniamo che un progetto di legge puntuale sia uno strumento spropositato per il tema in oggetto, mentre invece un testo condiviso di una risoluzione, un impegno politico che chiediamo alla Giunta crediamo che sia lo strumento migliore anche per fare ordine sugli impegni e per tracciare la strada su un tema così importante.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sabattini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Io volevo ringraziare il consigliere Sabattini di avermi ringraziato. Peraltro, come lei sa, presidente, non è che io sia intervenuto dopo di lui volontariamente. Forse mi si doveva dare la parola, essendo presentatore del progetto di legge, appena dopo il relatore. Non è stato fatto, non potevo fare null'altro che dire come la pensavo quando era il mio turno.

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con la nomina degli scrutatori: Lori Barbara, Rossi Nadia, Gibertoni Giulia.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno oggetto 17/1 “Non passaggio all’esame degli articoli”.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno è approvato.

 

OGGETTO 645

Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Istituzione dell'albo nazionale degli imam". A firma del Consigliere: Bignami

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 645/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l'oggetto successivo, il numero 645: "progetto di proposta di legge alle camere, ai sensi dell'articolo 121, comma 2, della Costituzione, recante: «Istituzione dell'albo nazionale degli imam». A firma del consigliere Bignami".

Il testo n. 20/2015 è stato licenziato dalla commissione "Bilancio, Affari generali e istituzionali" nella seduta del 19 ottobre 2015 con parere contrario.

Il progetto di legge è composto da quattro articoli.

Il relatore della commissione, il consigliere Galeazzo Bignami, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

È stato anche presentato un ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli.

La parola al consigliere Bignami per svolgere la relazione.

 

BIGNAMI, relatore: Grazie, presidente. Ero un attimo preso da una discussione culturale riguardo al ruolo degli imam nell'ordinamento, ma su questo probabilmente ci illuminerà il consigliere Foti.

Il progetto di legge odierno è un progetto di legge che in realtà si concretizza, come ben illustrato in sede di annuncio dalla presidenza, come una proposta di legge alle Camere per cercare di intervenire su un tema, quello della disciplina del ruolo degli imam, che in effetti crea non poca difficoltà nell'inquadramento complessivo anche nel momento in cui se ne parla, giacché si tratta di una religione e in quanto tale già il rapporto con la politica risulterebbe assai difficoltoso nella sua elaborazione e ancor più perché, allo stato dei fatti, la religione islamica è una delle poche prive di una disciplina puntuale secondo quel richiamo che la nostra Costituzione formula e che prevedrebbe una disciplina ordinamentale con un'autoregolamentazione statutaria che permetta a quelle stesse religioni di avere un rapporto giuridico con lo Stato italiano. Evidentemente è un vulnus, un gap che si realizza per la difficoltà di quella religione ad avere una concezione slegata tra religione e Stato giacché, come importanti pensatori hanno evidenziato, nell'Islam non esiste un'idea di Stato che sia sganciata dalla religione e pertanto interloquire con lo Stato italiano per loro costituisce una negazione in re ipsa della stessa religione islamica.

Grazie al cielo abbiamo la carta costituzionale, se non ricordo male agli articoli 7 e 8: mentre il primo disciplina con puntualità il rapporto con la religione cattolica, il successivo richiama con chiarezza quelle che dovrebbero essere le discipline interne allo Stato italiano sui rapporti sussistenti tra religioni e ordinamento giuridico. In questo senso ricordiamo che l'articolo 8 dice che le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno il diritto di organizzarsi secondo i propri statuti purché non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

L'Islam fa una scelta molto differente, ovvero decide di non esercitare il diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, ma ovviamente nella nostra cultura buonista e solidarista, che a mio giudizio in realtà è complice di questo modo di ragionare, a questa mancanza di esercizio di diritto non si fa conseguire l'adempimento di alcun dovere e pertanto consentiamo con la realizzazione di moschee, il riconoscimento di legittimità dei centri islamici, l'apertura nel dialogo interculturale e quante ulteriori amenità possibili di discutere su quello che è lecito per l'Islam.

Tutta questa considerazione ci porterebbe quindi a dire che l'istituzione di un albo degli imam è una cosa non voglio dire inutile, ma quasi dannosa, in quanto è chiaro che se questa religione non intende autodisciplinarsi all'interno del nostro ordinamento costituzionale, ancor meno noi dovremmo premurarci di individuare tramite un albo degli imam delle forme di disciplina di cui loro non intendono dotarsi.

Tuttavia la gravità e soprattutto il turbamento dell'ordine pubblico che la predicazione di alcuni di questi individui sta arrecando determina l'esigenza di intervenire in una disciplina, secondo quella che potrebbe anche essere un'accezione un po' estrema del principio di sussidiarietà per il quale se non interviene la libera espressione della cittadinanza, è bene che sia lo Stato a porre una disciplina in ordine ai rapporti intercorrenti tra questa religione e lo Stato. In questo senso abbiamo ritenuto utile la produzione di questo progetto di legge affinché si cerchi di fare chiarezza in ordine a chi sono questi individui perché la distanza culturale che intercorre fra la cultura europea e questa religione e le modalità con cui viene professata è evidentemente così ampia da permettere a qualsiasi persona che si reputa un imam di predicare e anche di indulgere in espressioni di violenza e di aggressività nei confronti della nostra società, è pericoloso e in effetti non ne abbiamo bisogno alcuno.

La disciplina, tramite questo albo, della figura dell’imam reca in una qualche maniera una surroga all'assenza di questi soggetti, fermo restando che è chiaro che sarebbe sempre auspicabile che lo Stato italiano, prima di individuare tutta una serie di diritti nei confronti di costoro, li porti a un percorso costituzionale quale quello che ho poc'anzi descritto, fissato con estrema chiarezza dall'articolo 8 della Costituzione.

Già so che c'è anche in questo caso un articolo 92 di non passaggio all'esame dell'articolato da parte dell'Aula, ma ritenevo opportuno e necessario spiegare la ragione di questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

È aperto il dibattito generale. Avete 20 minuti per ciascun intervento.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Tanto per cambiare, abbiamo un'altra riproposizione di un ordine del giorno di non passaggio alla votazione. Tra l'altro devo dire che, anche per l'economia dei nostri lavori, sarebbe poca cosa votare il progetto, perché si tratta di votare soltanto contro per alzata di mano a un numero limitato di articoli e, quindi, anche sotto il profilo politico mi pare abbastanza criticabile il fatto di evitare di confrontarsi nel merito della proposta.

Il consigliere Bignami è stato anche troppo generoso perché ha pensato di realizzare un albo degli imam. Io penso che dovrebbero essere chiamati né più né meno con un termine italiano, “predicatori”. Perché bisogna che già si ceda sotto il profilo culturale alla loro definizione?

Lo dico anche per un altro motivo, perché sotto il profilo dell'ordine pubblico il fatto che molti di questi predichino in una lingua praticamente incomprensibile ai più di noi pone anche dei grossi problemi sotto il profilo della sicurezza. Sapete molto spesso come nell'ambito di queste cosiddette predicazioni vengano a volte – è il caso, ad esempio, della città di Cremona – lanciati dei messaggi che decodificati significavano soltanto che bisognava eliminare il Duomo di Cremona. Questo non è un aspetto da poco. Io penso molto obiettivamente che mentre i riti devono essere rispettati e quindi svolti nella lingua più praticata da coloro i quali si recano - ad esempio - nelle moschee, le prediche debbano essere comprensibili a tutti e dovrebbe esservi anche un po' più di libertà sotto questo profilo nel poter accedere ai luoghi di preghiera perché chiunque musulmano, indipendentemente dalla sua fattezza, può entrare in una nostra chiesa, ma se qualcuno di noi tenta di entrare in una moschea, difficilmente riesce ad accedervi. Vi sarà pure una ragione per la quale, invece, in un principio di rispetto paritario a maggior ragione dovrebbe essere più difficile accedere per chi rappresenta una cultura religiosa minoritaria, almeno nel nostro Paese, a una chiesa di quanto non dovrebbe essere difficile per chi rappresenta una cultura religiosa maggioritaria accedere a una moschea. Questo è precluso.

Perché può servire un albo, un elenco o quant'altro? Innanzitutto per distinguere predicatori da ciarlatani perché già questa sarebbe una distinzione non da poco. In secondo luogo perché almeno si saprebbe chi effettivamente è responsabile di questa attività anziché, secondo il peggiore mal vezzo, che tutti sono responsabili per cui nessuno poi è responsabile. Il collega Bignami ha proposto questo progetto di legge perché le Camere intervengano.

A me pare che in realtà si stia sottovalutando sempre di più un tema che è destinato, nei prossimi anni, a esplodere pesantemente. Già alcuni dati, che vengono abilmente nascosti all'opinione pubblica ci dicono che, se va bene, un quinto di coloro i quali sono approdati sulle coste italiane al massimo chiedono di poter essere classificati come profughi. Tutto il resto passa, per così dire, in fanteria: vengono malamente inseriti in un progetto generalista di stranieri presenti sul territorio italiano e non molti vengono poi seguiti nelle loro attività e nelle loro peregrinazioni.

Io non so se qualcuno sia ancora convinto che sia operante in Italia il lodo Moro, quel lodo che nessuno ha mai voluto accettare, ma del quale vi è piena traccia all'interno della commissione d'inchiesta “Stragi”: il lodo Moro prevedeva che i terroristi palestinesi potessero attraversare impunemente il territorio italiano purché non prendessero di mira l'Italia sotto il profilo terroristico. A me pare che questa sicumera con la quale viene affrontato oggi il tema del mondo più vastamente musulmano sia lo stesso, cioè essere convinti che - in fin dei conti - da noi non capiterà nulla perché vi è uno speciale salvacondotto per loro: in termini, poi, di reciprocità vale il fatto che da noi non ci saranno attentati.

A me pare che il vero attentato, quello più profondo, sia quello alla nostra cultura, alle nostre tradizioni e, visto che ci avviciniamo anche al Santo Natale, alla nostra religione perché molti di questi imam che predicano sono teorici del fatto che sia discriminante per la cultura e per la religione che essi rappresentano la presenza del crocefisso nelle scuole, per non parlare poi di altri più generici simboli quali possono essere quelli, ad esempio, del presepio. A me dà l'idea che si stia formando una cultura della tolleranza perversa in ragione della quale anche noi siamo e ci dimostriamo – noi come popolo, non certo noi come pluralis maiestatis di me stesso – tolleranti nei confronti di queste modalità e di queste interpretazioni dei nostri costumi e delle nostre tradizioni che francamente invece dovrebbero prevedere tutt'altre reazioni.

Concludendo, atteso che nessuno ha il coraggio – almeno a livello governativo – di prendere la parola su questi temi, si abbia almeno il buon gusto di adottare un provvedimento che giova, quanto meno sotto il profilo dell'ordine pubblico, per sapere chi predica, quando predica e cosa predica. Penso che ciò non leda né lo Stato di diritto né i diritti costituzionalmente garantiti in ambito religioso, ma rechi soltanto più sicurezza a un Paese che di sicurezza necessita, indipendentemente dalla riproposizione di lodi Moro 1, 2 o 3, magari cambiando soltanto il nome del protagonista del lodo in questione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Siamo in dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Devo ammettere che, dando un'occhiata anche allo striminzito progetto di legge, forse si poteva arrivare alla discussione per singolo articolo e questo è emerso anche dalla discussione della commissione.

Analizzando un po' quello che è il vero messaggio sotteso a questo progetto di legge, penso che questo progetto di legge – e lo dico anche agli estensori – sia mancante proprio degli argomenti principali che sono stati anche elencati nella discussione generale. Quando si parla della pericolosità dell'utilizzo di una lingua sconosciuta magari a noi, ma spero che qualcuno la sappia leggere e interpretare soprattutto tra le forze dell'ordine, quando si parla dei contenuti e dei messaggi lanciati anche dagli imam all'interno delle moschee sono tutti argomenti che all'interno del progetto di legge non sono contenuti perché il progetto di legge semplicemente va a cercare di inquadrare e quindi di sollecitare una discussione per arrivare a un dibattito politico più ampio.

Questo ammettiamo che sia legittimo, però per quanto riguarda il tentativo e soprattutto l'obiettivo di questo progetto di legge che, presumo, sia legato a una legittima speranza di limitare l'attività di soggetti che comunque possono in modo fraudolento o in modo colpevole diffondere il seme del terrore, penso che non sia uno strumento tipo questo utile in modo assoluto a limitare questa attività. Proprio per questo motivo, al di là della competenza, che ovviamente un'istituzione di un albo di questo tipo possa essere comunque non di competenza della Regione, ma di competenza del Ministero, il ragionamento di base è questo, che il cercare di confessionalizzare le leggi e quindi di concentrarci sull'Islam esclusivamente per quanto riguarda anche l'istituzione di un albo che comunque non vieta… Ricordiamo che la classificazione degli imam è all'interno del concetto dei ministri di culto per i quali lo Stato già può verificare nel momento in cui riconosce questo ruolo il presupposto e l'esistenza delle condizioni anche richiamate all'interno del progetto di legge.

Noi riteniamo che l'insistere e quindi il continuare anche a dare una versione, un'impostazione concentrata sull’Islam sia anche contro quello che è stato citato anche da Foti, il richiamo alla nostra religione, al Santo Natale. Io più di una volta sento citare a destra e a sinistra anche in modo non sempre appropriato magari le frasi di Papa Francesco che è diventato un po' un'icona da più parti, non solo del PD, viene spesso citato anche da altri alla bisogna. Io credo che in generale mai dalla nostra religione sia stato professato un timore nei confronti dell'Islam così come di altre confessioni, quindi il cercare – cosa che probabilmente verrà fatta – di far passare anche il superamento di questo progetto di legge come un attentato nei confronti della religione che tutti liberalmente o meno poi professiamo penso che sia un tentativo abbastanza goffo, ma soprattutto non vada nella direzione di quello che è l'unico messaggio che esce dalla gente, anche dai ministri di culto della nostra religione che è un messaggio di tolleranza e di confronto che sta alla base di ogni religione in ogni religione e noi non andiamo a normare tramite questo progetto di legge. Possono esserci soggetti che si discostano da questo messaggio, però non riusciamo a risolvere sicuramente questo problema tramite un progetto di legge di questo tipo per il quale saranno sicuramente più utili un'attività di intelligence, un'attività di monitoraggio delle attività da parte di tutti i soggetti che siano ministri di culto, che siano predicatori, che siano religiosi che nel momento in cui vadano a professare terrorismo, a professare attività non legali devono essere perseguiti non tanto tramite un atto di legge come questo, ma tramite i soggetti che di professione lo fanno e lo fanno sicuramente meglio di un contesto come il nostro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Intanto inizierei dalle parole che ha voluto spendere il collega Molinari per fare due considerazioni: intanto a parer mio non vi è una volontà di diffondere il senso del terrore, ma bisogna partire dal concetto che c'è chi vuole fare orecchie da mercante e chi non le vuole fare su questo tema.

Il problema dell'Islam c'è. Capisco che il PD in questo momento sia in crisi di voti e quindi può utilizzare la questione dell'Islam o dei nuovi arrivi per creare nuove tessere o nuovi elettori e quindi bisogna difendere l'Islam per partito preso, però dall'altra parte non crediate che da parte nostra ci sia una volontà di attaccare l'Islam per partito preso. Non abbiamo rivalità con l'Islam di partito preso perché anche altre religioni potrebbero dare dei problemi che dà l'Islam e invece no. L'Islam dà più problemi degli altri perché vi è una parte dei credenti che interpreta il Corano in maniera estrema e questo credo che sia sotto gli occhi di tutti. Lo interpreta in maniera estrema e dà adito a determinate operazioni e a determinati atti che abbiamo visto nei fatti di cronaca da qui a vari anni e che hanno portato anche alla morte di certe persone.

Io citerei Oriana Fallaci che diceva: “non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani”. Qui dobbiamo prendere una parte attiva in quella che è una presa di coscienza. Noi dobbiamo dire che la tolleranza a oggi, scusate il gioco di parole, non si può più tollerare. Noi dobbiamo essere impassibili e dobbiamo far sì che la gente che viene da noi rispetti le nostre regole. Noi non possiamo permettere che ci siano persone che in nome di un dio uccidano altri esseri umani. Detto questo, è stato citato anche Papa Francesco. Le affermazioni di Papa Francesco possono essere utilizzate da una parte, dall'altra, da tutti. C'è da dire però che certe affermazioni lasciano un po' di stucco, come per esempio quella di ieri, quando ha detto che i bambini Rom e Sinti sono in queste condizioni per colpa nostra, qua credo che ci sia una presa di coscienza da fare da parte un po' di tutti, ma soprattutto anche di Papa Francesco che sicuramente quando parla in questo modo non mi rappresenta.

Detto questo, la pericolosità della lingua islamica di partito preso non c'è. Noi dobbiamo partire dalla pericolosità dell'Islam perché – come è uscito anche sui fatti di cronaca – se c'è qualche imam che all'interno di centri culturali – che poi li chiamiamo “centri culturali”, ma sappiamo benissimo che sono moschee perché all'interno questi centri culturali si utilizzano in modo principale per fare politica – cerca di istigare certe persone a svolgere determinati atti, com'è avvenuto nella moschea di Milano, come sappiamo bene dai recenti fatti di cronaca, noi dobbiamo far sì che questi atti non vengano più a compiersi.

Allora l'istituzione di un albo degli imam può essere utile per salvaguardare la sicurezza della nostra gente, per far sì che la nostra gente non si senta in pericolo anche se vi è una religione islamica che per partito preso la Lega non ostacola. Noi ostacoliamo la religione islamica perché una parte della religione islamica ha un un'interpretazione del Corano estremista e può dare problemi per la sicurezza della nostra gente. Noi vogliamo che la nostra gente si senta sicura a casa propria e per far questo se la religione islamica vuole convivere con noi, deve sottostare alle nostre regole come noi siamo sottostati alle varie regole quando andavamo all'estero perché non mi si venga a dire, come ha fatto il sindaco di Piacenza amico di Molinari, che quello che fanno qua i clandestini è quello che facevamo noi all'estero all'epoca perché è una grandissima cavolata.

Se l'Islam si vuole integrare, se i nuovi arrivi che ci sono nel nostro Paese si vogliono integrare, devono sottostare alle nostre regole e un segnale che può essere dato anche da parte di questa assemblea poteva essere quello di votare questo progetto di legge. Invece abbiamo deciso di non passare all'esame degli articoli. Abbiamo un Papa che invita a entrare tutti; un ministro Alfano che, poverino, non sa più dov’è girato e anche i suoi lo abbandonano, quindi non sappiamo più neanche dov'è; abbiamo un'Unione Europea che non ci aiuta e quindi la mia domanda è: si vuole risolvere il problema, sì o no? Intanto mi piacerebbe vedere anche un PD che si pone il problema. Da parte della Lega Nord il problema è venuto fuori, a parte il fatto che poi sull'immigrazione spendiamo vari miliardi di euro che sono usciti anche nei giorni scorsi ed è una vergogna con tutti i disoccupati italiani che non riescono ad arrivare alla fine del mese.

Detto questo, nello specifico io credo che da parte di questa assemblea ci poteva essere un senso di responsabilità nel votare questo progetto di legge, ma siccome la volontà e il coraggio politico di questa Regione nel combattere una religione che può essere pericolosa per la sicurezza dei nostri cittadini non c'è stata, io credo che un po' di vergogna qualcuno debba avere soprattutto quando si esce da questo palazzo a parlare con le persone che ogni giorno ci vengono a dire che non si sentono più sicure in casa propria anche perché vi è una religione che può essere ostacolante per la sicurezza dei propri cittadini.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha 14 minuti.

 

BIGNAMI: È evidente, come giustamente ha detto anche il collega Rancan, che il tema nasce con la finalità di aprire una discussione. Comunque ringrazio il collega Molinari per le critiche, avendo definito il progetto di legge “striminzito” e “un goffo tentativo”, ho immediatamente attinto alla sua produzione assembleare e, pur non avendo trovato progetti di legge a sua firma, nelle ben tre risoluzioni che ha proposto in effetti ho ritrovato elementi di valorizzazione che la prossima volta guideranno come una stella polare la mia produzione legislativa. Vi chiedo se è possibile avere un contributo come progetto di legge perché così prendo appunti e magari cerco anche di estrarre qualche dizione.

In realtà il tema è esattamente quello che ha detto il collega Rancan. Non c'è alcuna pretesa in questa sede di andare a svolgere una funzione lateranense nei confronti dell'Islam, non vogliamo disciplinare alcun tipo di rapporto tra religione e Stato, ma offrire uno spunto di riflessione.

La finalità di discutere, come ha appena introdotto il collega Foti, sull'effettiva integrabilità di questa religione rispetto al nostro assetto istituzionale credo non sfugga all'attenzione dell'Aula. Poi è chiaro che ci sono dei livelli di confronto, di attenzione, di monitoraggio richiamati da Molinari che esistono e che devono essere assolutamente operativi, ma se deleghiamo costantemente a questi soggetti, a cui va tutto il nostro ringraziamento, questo tipo di funzioni, temo che ci si sottragga dal ruolo di controllo politico che diversamente dovrebbe ispirare la nostra azione. Trattasi poi di proposta di legge alle Camere e non di progetto di legge regionale perché è un invito formulato in altre Regioni sempre dalle forze politiche del centrodestra affinché si affronti questo tema con uno snodo che credo sia diventato ormai indispensabile.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Molinari. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha sei minuti.

 

MOLINARI: Ricordando a Bignami che sicuramente semmai presenterò un progetto di legge chiederò un consulto a lui perché indubbiamente gli riconosco capacità oratorie, dico solo questo e faccio la sintesi rispetto a quanto detto da Rancan, soprattutto relativamente all'ultima frase conclusiva: credo che non sia compito di questa assemblea lanciare nessuna guerra di religione perché compito nostro non è – visto che si è parlato di combattere una religione – non è quello di combattere l'Islam. Io non faccio dichiarazioni di guerra e dico solo questo: in ogni modo di interpretare ogni religione ci può essere l'oltranzismo, ci può essere la foga dell'estremismo. Quello va combattuto tramite strumenti che non sono assolutamente questo sintetico progetto di legge presentato dal consigliere Bignami e sostenuto dal centrodestra. Non è mia intenzione non solo come consigliere regionale, ma anche come cristiano, portare avanti guerre di religione perché ne abbiamo già viste nel Medioevo e personalmente credo che vadano superate soprattutto con un'azione culturale e non con provvedimenti unilaterali.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Sono altamente preoccupato delle parole del consigliere Molinari perché appiccica al consigliere Bignami, al nostro gruppo, a tutti coloro che sono intervenuti la patente di coloro che sono contro l'Islam tout court. Se uno legge attentamente quel progetto di legge che è estremamente chiaro e, nella sua concisione, direi che è anche scritto in maniera superba, quasi cesariano come stile, mi permetto di evidenziare che non si tratta di un progetto di legge contro l’Islam, ma di un progetto di legge che vuole regolamentare, un progetto di legge che vuole in particolare evidenziare che esistono dei problemi di fronte ai quali invece mi rendo conto che altri chiudono gli occhi, in alcuni casi con occhi che non vogliono vedere per una sorta di strabismo politico quella che è la realtà che credo sia evidente e sotto gli occhi di tutti perché nessuno vuole una guerra di religione. Aggiungo che nessuno vuole una guerra. Stiamo scherzando? Si vuol far passare l'idea che da questa parte, la parte della destra politica, del centrodestra vi sia qualcuno che pensa di innescare una guerra di religione con l'Islam? Stiamo scherzando?

Si tratta semplicemente di rendersi conto che il mondo sta vivendo momenti difficili, non certamente per la religione cristiana alla quale il collega consigliere Molinari fa riferimento, come chi parla – mi definisco cattolico apostolico romano come tanti in quest'Aula –, ma sono anche una persona che ha i piedi per terra e che si confronta con il reale. Il reale è l'11 settembre, sono le Spose di Allah nella metro di Mosca, sono Madrid, sono la metropolitana di Londra, è l’assalto a Charlie Hebdo a Parigi, sono i filmati di propaganda, è Tolosa, è Boko Haram, è tutto quello che sta avvenendo in un mondo incendiato da falsi profeti, da coloro che pensano che la religione islamica possa essere interpretata in una maniera anziché in un'altra.

Vogliamo ricordare che nei Paesi islamici, anche quelli moderati, la conversione dall’islamismo al cattolicesimo o al cristianesimo si paga, nella migliore delle ipotesi, con la prigione, con la galera? Diversamente in altri Paesi pensiamo al problema nuovo che abbiamo che ha superato Bin Laden, ha superato certi aspetti della jihad e mi riferisco all'idea del califfato, a quello che avviene. Ieri sera c'era un documentario straordinario, non so se qualcuno ha avuto modo di vedere cosa avviene a poche centinaia di chilometri da qua. Sono cose tragiche davanti alle quali noi non possiamo rimanere con gli occhi chiusi per quello che avviene.

Non voglio ricordare il codice penale dell'Islam, le sue follie, ma voglio ricordare che purtroppo anche in Italia abbiamo imam che non sono in sintonia con le regole e i principi democratici, o vogliamo dire che non è così? Mi riferisco a coloro che hanno anche in quest'Aula, come chi parla, un'idea di un'uguaglianza, di una parità per la donna. Per certe religioni non è così. Vogliamo ricordare cos'era avvenuto qualche tempo fa nella comunità islamica comasca che si era stretta intorno a quel padre che picchiava la figlia perché voleva portare un paio di jeans? Potrei fare altri esempi ben più terribili di questo e sono problemi che vive l'Italia sulla condizione della donna, sul rapporto che c'è tra l'Islam e il cristianesimo dove da parte nostra c’è una religione di apertura e di amore e dall'altra parte vi sono frange che così non vedono e così non giudicano e allora credo che forse noi dobbiamo renderci conto che siamo troppo molli e che dobbiamo difendere anche la cultura e la libertà occidentale, dobbiamo difendere le nostre tradizioni e allora giù le mani dal crocifisso, giù le mani dal presepe, giù le mani da quei valori che hanno fatto di questa terra una grande terra di libertà. Siccome è minacciata, io credo che non sia un problema quello di chiedere a coloro che sono in moschea e che predicano… La moschea è un luogo non solamente di culto, ma è un luogo di pratica politica perché nella moschea, voi tutti lo sapete, non si tratta solo di musalla. Più volte l'ho detto in quest'Aula: il musalla è un luogo di preghiera, la moschea è un luogo di preparazione anche politica, è sede, ad esempio, del tribunale coranico e non è vero che in Italia ci sono 300 moschee.

Le moschee si contano sulla punta delle dita, ma quelle che vengono esercitate in maniera abusiva sono molte di più e io credo che sia necessario che noi dobbiamo avere uno spunto di riflessione più avanzato su questo problema che può trasformarsi in un autentico dramma. Poi non è assolutamente vero, mi permetto di dire, che Papa Francesco non ha espresso parole di biasimo, se non, per usare un aggettivo diverso, di ferma condanna per tutti gli episodi che si stanno verificando nel mondo a danno dei cristiani, arrostiti nelle chiese oppure trucidati e crocifissi laddove arrivano le truppe del califfato. Noi pensavamo invece che magari con una politica di maggiore apertura si potessero risolvere questi problemi. Non è così.

Noi dobbiamo renderci conto che esiste una fortissima uguaglianza tra gli esseri umani, ma non c'è uguaglianza, mi permetto di dirlo con coraggio, tra le culture perché c'è cultura e cultura. La nostra cultura è una cultura di grande rispetto, è una cultura d'amore, è una cultura però che si deve saper difendere. Questo credo sia lo spirito vero del progetto di legge presentato dal collega Bignami e mi rendo conto che quest'Aula non è probabilmente ancora pronta, per le parole che ho sentito, ad affrontare con quella serenità necessaria questo enorme, grande e tragico problema.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Rancan. Ne ha facoltà. Ha 13 minuti.

 

RANCAN: Sicuramente ne utilizzerò meno, presidente. Grazie.

Nessuno qui vuole lanciare una guerra di religione, sia ben chiaro. Farei presente, però, al consigliere e collega piacentino Molinari che su “Piacenza 24” lunedì 19 ottobre esce una notizia di una donna, e dicendo questo mi appello anche alla presidente della commissione “Pari opportunità” che è qui presente in Aula, che siccome non poteva avere figli, il marito ovviamente di religione islamica ha costretto la moglie a seguire alla lettera la Sharia, ossia la legge di Dio islamica, e quindi lei cosa poteva fare? Chiusa in casa, tapparelle abbassate, senza possibilità di usare acqua calda e riscaldamento, senza possibilità di aprire bocca e continuamente minacciata. Ecco con chi abbiamo a che fare. Questa signora è andata a denunciare il marito perché per svariato tempo è stata vittima di queste angherie. È assurdo. Io credo che non si possa tollerare da parte di una religione un trattamento di questo tipo attraverso una persona umana.

Noi non possiamo far sì che all'interno delle nostre comunità e delle nostre società ci siano donne o persone che si sentano in pericolo davanti a un'interpretazione più estrema della religione islamica. La guerra che noi dobbiamo fare è una guerra sulla sicurezza, è una guerra che dobbiamo fare a chi, come ho detto prima, interpreta il Corano in maniera più estrema ed è una battaglia che dobbiamo fare per far sì che la nostra gente e la gente che abita nelle nostre città e nella nostra comunità si senta al sicuro. Come possiamo noi fare sicurezza se acconsentiamo o comunque continuiamo a fare affermazioni di buonismo, di fratellanza, di apertura ad altri popoli ad altre culture che ci sta se, però, rispettano le nostre leggi e i nostri usi e costumi. È questione di cultura, come giustamente diceva il consigliere Aimi.

La nostra cultura è completamente differente dalla cultura di chi arriva da altri Paesi, perciò noi dobbiamo far sì che in primis la nostra gente si senta sicura a casa propria e poi cercare di integrare nel modo giusto le persone che arrivano da fuori. Non possiamo pensare di aprire il mondo a tutti perché non possiamo pensare che se ci sono 1 miliardo di persone che soffrono di fame, debbano venire in Italia a spese nostre. Questo non possiamo permetterlo e non possiamo permetterlo soprattutto perché queste persone possono creare, oltre ai pericoli di natura sociale, dei pericoli di natura sanitaria – parlo degli sbarchi –, anche perché il ministro Alfano, che è ministro sempre della maggioranza di questa Regione, ha dichiarato lui stesso che all'interno dei barconi che arrivano potrebbero esserci dei terroristi. Buongiorno, noi lo diciamo da una vita, probabilmente la Lega arriva sempre prima rispetto ad altre realtà. Detto questo, io faccio un appello anche alla commissione “Pari opportunità”: noi dobbiamo lavorare insieme per far sì che queste cose non accadano, per far sì che questa gente sia limitata nel suo agire e per far questo dobbiamo iniziare una battaglia per contrastare i possibili estremismi della religione islamica, una religione che può portare problemi e una religione che, se vuole convivere con le nostre usanze, deve sottostare a quelle che sono le nostre regole per l'integrazione, altrimenti che se ne stiano a casa loro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Quando si affrontano questi temi vedo che in questa assemblea tendiamo forse in parte a divagare e a sfruttare l'argomento per allargare su posizioni che a volte non capisco se sono demagogiche o altro. Io cerco di attenermi al tema.

Il problema dei rapporti con le religioni e con le rappresentanze religiose è già stabilito dalla nostra Costituzione, cioè che i rapporti delle confessioni religiose con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Direi che, come altre confessioni religiose, come la religione ebraica che non riconosce un capo specifico, come ad esempio l'Unione Induista Italiana, come i buddisti italiani, come tante altre confessioni religiose hanno stipulato dalle convenzioni con lo Stato italiano, sarebbe ora sicuramente – e questo è un problema che è posto nella relazione di questo progetto di legge – che venissero stipulate anche con la religione islamica.

Sicuramente il discorso di istituire un registro degli imam è un discorso che è al limite della costituzionalità e a me fa venire in mente altri esempi in cui si sono istituiti registri di sacerdoti o di ministri di culto, a me viene in mente la Cina comunista dove il governo del Partito Comunista Cinese decide chi sono i sacerdoti della religione cattolica. Non vorrei che anche noi arrivassimo a questo punto in Italia. Penso che la nostra democrazia in questo caso è più sviluppata.

Sicuramente i problemi di sicurezza, i problemi di immigrazione, i problemi di integrazione ci sono e vanno risolti. Non vengono risolti con l'istituzione di un registro degli imam. Sicuramente non siamo d'accordo con questo progetto di legge.

Per quanto riguarda l'integrazione, anche qui ci sono visioni differenti: sicuramente rispettare le regole, ma vedo meno il dover adeguarsi alle nostre tradizioni e culture, non pretenderò mai che un buddista o un islamico venga a mangiare la piadina come la mangio io, ma lì deve intervenire lo scambio culturale e l'integrazione fra culture. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Mori. Ne ha facoltà.

 

MORI: Grazie, presidente. A chiamata rispondo, nel senso che la commissione “Pari opportunità” ha da tempo e tratta in continuazione il tema della violenza sulle donne e proprio per questo non bisogna né banalizzare il tema né usarlo strumentalmente perché, come si può immaginare, se noi riuscissimo a categorizzare i facenti violenza sulle donne, sarebbe molto semplice individuarli ed espungerli dalla società e dalla comunità. In realtà il fenomeno della violenza contro le donne che abbiamo avuto modo di approfondire in tante situazioni, anche nella costruzione della legge di parità, ci viene consegnato nella sua totale drammaticità perché è trasversale non soltanto alle classi sociali, ma anche agli aspetti di cultura personale, allo status sociale e quindi non c'è purtroppo perché se ci fossero caratteristiche categorizzanti, sarebbe anche più semplice individuarli, ma non ci sono categorie di uomini o che.

Dal momento in cui va contrastata e prevenuta la cultura violenta, la cultura discriminatoria, la cultura repressiva, la cultura anti emancipativa, questo vale nei confronti di tutti gli individui che si apprestano a compiere atti di questo genere nei confronti di ciascuno e in particolare delle donne perché è un fenomeno abbastanza caratteristico e caratterizzante. Sulla lotta senza quartiere culturale di prevenzione credo che ci siamo tutti. Invece nel cercare di categorizzare e di colpevolizzare effettivamente non ci sono gli estremi proprio dal punto di vista oggettivo per individuare categorie di persone, nel senso che gli estremisti di tutte le categorie, di tutte le religioni, di tutte le culture devono essere combattuti in senso lato proprio per la cultura retriva che portano in tutte le culture del mondo.

La commissione “Pari opportunità” sarà a disposizione per tutti gli approfondimenti anche sui temi rispetto alle collaborazioni con le associazioni che trasversalmente si occupano del tema, quindi ringrazio per il coinvolgimento che renderemo, attraverso il vicepresidente, operativo proprio in vista del 25 novembre che è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Mori.

Non avendo più iscritti, chiudo il dibattito generale.

Si procede alla dichiarazione di voto sull'ordine del giorno per il non passaggio all’esame degli articoli a firma del consigliere Molinari. Avete a disposizione cinque minuti per gruppo.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 645/1 di non passaggio all’esame degli articoli a firma del consigliere Molinari.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno è approvato.

 

Inversione dell’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con gli atti amministrativi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caliandro sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Chiederei l'inversione dell'ordine dei lavori e che venisse affrontato l'oggetto 1411.

 

PRESIDENTE (Saliera): Ha chiesto l'inversione dell'ordine del giorno con l'anticipo e l'immediata discussione dell’oggetto 1411. Chiedo un intervento favore e un intervento contro.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Presidente, io francamente non capisco. Tanto dobbiamo farli tutti gli atti amministrativi prima di passare al punto successivo. Non ho capito. Per le 18 li facciamo tutti. Abbiamo già votato quello che era prima del 1411.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Presidente, si tratta di un provvedimento di grandissima importanza per questa Regione e vogliamo essere certi che venga approvato il prima possibile e senza nessun indugio. È per questo che chiediamo l’inversione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Mettiamo in votazione, per alzata di mano, l'anticipazione dell'oggetto 1411 con discussione immediata.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di inversione è accolta.

 

OGGETTO 1411

Delibera: «Approvazione del programma di ripartizione delle risorse derivanti da pay-back con relativo disciplinare e programma di finanziamento degli interventi con risorse regionali ex art. 36 L.R. 38/2002.» (Proposta della Giunta regionale in data 6 ottobre 2015, n. 1451) (42)

(Discussione)

(Ordine del giorno 1411/1 oggetto 1527 - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Si affronta immediatamente l’oggetto 1411: "proposta recante: «approvazione programma ripartizione risorse derivanti da pay-back con relativo disciplinare, e programma di finanziamento interventi con risorse regionali ex art. 36 L.R. 38/2002». (Delibera di Giunta n. 1451 del 06 10 15)".

La commissione "Politiche per la salute e Politiche sociali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 15 ottobre con la seguente votazione: 28 voti a favore, nessun contrario e 11 astenuti; il consigliere Foti ha dichiarato di non partecipare al voto.

Si apre la discussione generale. Avete 10 minuti per ogni intervento.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Marchetti Daniele. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. A me sembra di sognare perché comunque ci troviamo di fronte a una richiesta di invertire l'ordine dei lavori quando vi siete dimenticati di inserirlo nell'ordine del giorno del passato Consiglio. Io non capisco sinceramente questi atteggiamenti. Comunque affronteremo la discussione in questo momento dell'oggetto 1411 quando poteva essere affrontata tra 10 minuti.

Comunque il 15 ottobre in commissione IV è stata approvata la delibera in esame quest’oggi in assemblea. È una delibera da circa 65 milioni di euro che comprendeva risorse provenienti dal cosiddetto pay-back e altre risorse regionali. Due cose completamente distinte che però sono state inserite in un'unica delibera, una delibera che è piombata in commissione con estrema urgenza, senza dare la possibilità ai consiglieri di verificare la suddivisione dei fondi in oggetto, avendo in mano degli allegati che con due righe di descrizione dovevano riassumere tutti gli interventi previsti.

Devo dire che è stato un compito abbastanza arduo avviare una discussione seria su questo oggetto perché, come dicevo prima, negli allegati gli interventi erano riassunti con voci del tipo “interventi di manutenzione straordinaria”, “ammodernamento”, “sostituzione”, “acquisizioni tecnologiche sanitarie” senza indicare minimamente che strutture sarebbero state interessate da questi interventi. Oppure anche la voce, che è un aspetto che ho sollevato in commissione, “ristrutturazioni locali ex rianimazione per nuova centrale di sterilizzazione”. Riguardava l’Asl Romagna, ma l’ASL Romagna è l'unione di tre grandi ASL, per cui riassumere tutto in una voce unica così vaga ci ha posto dei dubbi che ci hanno portato a chiedere dei chiarimenti ai tecnici presenti in commissione.

Insomma, ci troviamo a votare una delibera senza avere tutte le informazioni utili per effettuare le nostre valutazioni nonostante le domande, le richieste di chiarimenti fatte in commissione siamo comunque usciti ancora con dei dubbi, dubbi che rimangono tutt'oggi. Noi come Lega Nord, l'ho detto anche in commissione IV, ci siamo astenuti responsabilmente, anche se da alcuni approfondimenti che abbiamo effettuato in un secondo momento ci sono interventi che non ci piacciono e che non ci convincono fino in fondo. Sono pur sempre risorse che arrivano ai territori e in particolar modo al settore sanitario, un settore sempre più massacrato dal Governo nazionale che non esita a tagliare sulla salute dei cittadini.

Lasciatemi dire, però, che non vorremmo che questo modo di lavorare diventi una prassi perché passi questa volta, ma che non accada mai più perché come consiglieri abbiamo il dovere e il diritto di approfondire delibere di questo genere che trattano la distribuzione di oltre 60 milioni di euro. Non sono due lire, non sono spiccioli, sono risorse certamente importanti, ma come consiglieri dobbiamo avere la possibilità di fare le nostre valutazioni.

Io ribadisco il nostro voto, la nostra astensione perché sono comunque risorse importanti, sono ossigeno che arriva al territorio in un tempo di tagli, però ci sono degli interventi che non ci convincono e come gruppo Lega Nord faremo comunque delle osservazioni riguardanti degli interventi specifici del territorio, ad esempio, di Reggio Emilia e poi interverrà il consigliere Delmonte. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Marchetti Daniele.

Prima di dare la parola alla consigliera Zappaterra informo che è stato presentato un ordine del giorno a firma del consigliere Tommaso Foti su questo argomento.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. In effetti dopo la discussione che si è tenuta in IV commissione e dall'incipit dell'intervento del consigliere Marchetti pare davvero difficilissimo distribuire 65 milioni ai territori, il che risulta abbastanza paradossale viste le necessità che i territori hanno, conosciute peraltro da tempo.

Lavorare in emergenza, lavorare con l'urgenza non piace a nessuno. Non deve diventare il metodo, ma io penso si possa dire che pur di dare una risposta alle esigenze dei territori e impegnare i 65 e passa milioni entro l'anno, come dovuto, lavoriamo in emergenza per tante risoluzioni, per tanti atti, credo che questo valesse assolutamente la pena. Del resto i toni degli interventi che si sono susseguiti in commissione e forse si susseguiranno anche in Aula alla fine sono sempre molto drammatici, ma per fortuna non rispondenti alle espressioni di voto che sono state di astensione e di non partecipazione al voto, ma non di esplicita contrarietà. Io lo prendo in buona fede come senso di responsabilità da parte dei colleghi consiglieri. Non vorrei pensare che alla fine l'astensione deriva più dalla difficoltà a dover giustificare sul territorio che si è votato contro un provvedimento che segna 65 milioni piuttosto che valorizzarlo come stiamo cercando di fare noi.

Credo che la delibera di Giunta sulla quale si è discusso animatamente anche in commissione – anche se, devo dire, più sul metodo che nel merito – meriti un chiarimento. La delibera di Giunta propone all'assemblea la destinazione di 65 milioni 573 mila euro per l'esattezza per investimenti in nuove strutture per l'ammodernamento del patrimonio tecnologico sanitario. La deliberazione approva il programma di ripartizione delle risorse che sono per 39 milioni e rotti del pay-back. Io do per scontato che tutti sappiamo come funzioni il meccanismo del pay-back e quindi non spendo molte parole se non nel fatto che il pay-back consente la flessibilità del mercato e prevede che le aziende farmaceutiche eroghino risorse alle Regioni per sostenere la spesa farmaceutica e allo stesso tempo lasci alle aziende l’opportunità di effettuare scelte sul prezzo dei farmaci. È un meccanismo che distribuisce alla Regione risorse importanti, quasi 40 milioni non mi sembrano bruscolini. Gli altri 26 e rotti milioni derivano dal programma regionale della legge regionale n. 38/2002.

La Giunta ha fatto una scelta che in commissione abbiamo ritenuto di difendere in quanto assolutamente opportuna. La Giunta ha deciso di proporre un unico provvedimento per evitare frammentazioni degli interventi che sarebbero state assolutamente inutili, controproducenti e probabilmente poco incisive rispetto all'utilizzo di un ammontare tale di risorse. Certamente l'adozione di un provvedimento unico che riguardasse l'intero finanziamento disponibile, quindi per tutti i 65 e rotti milioni, è di sicuro più organica e più rispondente alle esigenze delle aziende che dovranno poi dare corso alla fase progettuale per l'utilizzo delle risorse disponibili. Quando dico “per rispondere alle esigenze delle aziende” intendo “rispondere ai bisogni di salute dei territori in termini di strutture e di attrezzature” perché l’elenco era molto chiaro almeno nei titoli sulla destinazione, poi se il tema è vedere il progetto preliminare, parliamo dopo di come funziona l'iter. I 65 milioni vengono spesi su ammodernamento attrezzature tecnologiche sanitarie e anche sulla riqualificazione di spazi.

Tutti gli investimenti afferiscono a interventi la cui realizzazione è stata ritenuta prioritaria sia a livello aziendale che a livello territoriale. Non so cosa succede negli altri territori, ma ne è testimonianza il fatto che la Conferenza Sociale Sanitaria Territoriale di Ferrara giusto alcuni giorni fa abbia approvato esattamente gli interventi che sono qui contenuti che sono stati quelli presentati dalle aziende. Questo provvedimento destina i 65 milioni di risorse. Ci tengo a precisare dopo la discussione fatta in commissione che 45 e rotti milioni sono risorse già disponibili nel bilancio regionale e 20 milioni sono stati resi disponibili con l'approvazione dell'assestamento di bilancio che abbiamo fatto nella precedente seduta.

In commissione c'è stata un po' di discussione relativamente al metodo e lo stesso consigliere Marchetti adesso ritiene di non aver avuto in quella sede adeguate informazioni, anche se io personalmente penso che i tecnici presenti a quella seduta abbiano dato tutte le risposte che potevano essere date in quel contesto. La scelta di avviare l’iter prima dell'approvazione da parte dell'assemblea legislativa dell'assestamento di bilancio trae fondamento nell'urgenza del provvedimento, proprio per evitare un significativo allungamento dei tempi di assegnazione di risorse importanti e consistenti. Dopo la destinazione dei finanziamenti alle aziende, le stesse devono presentare i progetti al gruppo tecnico regionale che li deve approvare. Questo processo – ce lo siamo detti in commissione e lo sappiamo – deve chiudersi entro il 15 novembre se vogliamo che le aziende abbiano la possibilità di impegnare quell'ammontare di risorse entro l'anno. Sappiamo perfettamente come funziona l'iter per l'assegnazione dei finanziamenti: delibera di Giunta, parere della commissione, delibera dell'assemblea e poi l'iter di ammissione al finanziamento che prevede l'istruttoria del gruppo tecnico e l'impegno delle somme entro il 15 novembre.

Nonostante abbiamo avuto qualche difficoltà nel lavorare in regime di urgenza, io sono assolutamente in condizione di rispondere ai cittadini che dovessero avere qualche obiezione su questo tema che mi pare un'obiezione più da addetti ai lavori, dai consiglieri regionali perché i territori sono stati contentissimi che noi abbiamo deliberato in tempi così rapidi, contrariamente alle lungaggini tipiche delle pubbliche amministrazioni. Sarà forse mancata qualche informazione, però certamente ne guadagniamo in termini di efficacia e di efficienza nelle scelte che facciamo come amministrazione regionale presso i territori.

È stato posto anche il problema della legittimità dell’iter per come è impostato. L’ho detto in commissione e mi sento di ribadirlo qui: l’iter della delibera di Giunta è iniziato prima dell'approvazione della legge di assestamento del 2015 con l'acquisizione del parere della IV commissione, però la delibera sarebbe stata iscritta all’ordine del giorno dell’assemblea legislativa solo successivamente all'approvazione dell'assestamento del bilancio 2015. Solitamente seguiamo un iter diverso, ma non si può dire che queste risorse vengano deliberate fuori dall'iter dell'assestamento di bilancio. Sarebbero state comunque inserite all'ordine del giorno dell'assemblea dopo l'assestamento.

Consigliere Marchetti, il fatto che ci si sia dimenticati di metterla all'ordine del giorno della precedente assemblea quando in commissione il consigliere Foti – e non solo – ha presentato il problema dell’urgenza come un problema insormontabile, il fatto che abbiate avuto una settimana in più per poter guardare gli atti, per poter reperire informazioni credo vada assolutamente nel rispetto dei consiglieri e del fatto che vengano messi in condizione di approfondire.

L’assemblea l'avremmo dovuta fare, presidente. Purtroppo non sarà presente nelle assemblee già stabilite di novembre, l'avremmo dovuta comunque anticipare l'assemblea, è stato un gesto di cortesia nei confronti di tutti dopo la discussione in IV commissione non metterlo all'ordine del giorno dell'assemblea precedente, ma inserirlo oggi.

Da questo punto di vista credo che rispetto alle argomentazioni anche strumentali sul metodo debba prevalere il buon senso di riconoscere che distribuiamo risorse importanti alle aziende e ai territori anche su progetti presentati da tempo e da tempo in attesa di una risposta. Il percorso seguito è vero che non è stato conforme alla prassi usualmente adottata per gli investimenti in conto capitale proprio per ragioni di urgenza che ho già motivato e sulle quali non torno, soprattutto per la rilevanza degli stessi investimenti per i territori.

Io credo davvero, così come nell'anticipazione dell'ordine del giorno di oggi, certamente entro le 18,00 gli atti amministrativi li dobbiamo fare tutti, ma rilevo su questa delibera sulla distribuzione di 65 milioni di euro per gli investimenti un accanimento che non riesco a capire e che non giustifico perché davvero questo è un provvedimento che dà delle risposte e le dà a tutti i territori, non solo a qualcuno. Credo che in questo si giustifichi anche il voto di astensione che spero possa essere confermato anche da parte dei colleghi. Secondo me con la delibera di Giunta e con la delibera che andremo ad approvare come assemblea legislativa anche in questo caso come Pubblica Amministrazione diamo un esempio sulla velocità per poter spendere le risorse come i territori ci chiedevano.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Zappaterra.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Ritengo veramente assurdo che si faccia passare un errore tecnico neanche troppo rilevante perché fondamentalmente nessuno ha sollevato scudi per un errore tecnico che però è stato ammesso anche in sede dei capigruppo come un favore all'opposizione. Non è stato un favore nei nostri confronti il fatto di rinviare all'assemblea odierna il punto, è stata una dimenticanza. È un problema? No, però è stata una dimenticanza. Oltretutto, al di là dell’iter legislativo che potesse essere corretto oppure no, riteniamo assurdo – ed è questo il motivo della sessione tecnica che riconfermiamo oggi a livello politico in commissione – poter andare a stanziare dei fondi con una delibera e quindi approvare con un parere in commissione prima ancora di avviare un assestamento di bilancio che quei fondi li libera. Tutto qui. Non è un iter legislativo scorretto, è semplicemente una forma di rispetto che si poteva avere il fatto di liberare prima i soldi in assestamento e poi eventualmente valutare come spenderli, tutto in maniera coordinata perché sapevate quale sarebbe stata la vostra votazione sull'assestamento, ma formalmente chiedevamo una forma di rispetto in più.

In commissione ci siamo astenuti per vari motivi. Prima di tutto ci tenevo a precisare che non abbiamo noi come Lega Nord sollevato il problema di una delibera accorpata sui vari allegati che per noi non è un grosso problema. Rileviamo però delle somme che non sapevamo nel concreto come potessero essere spese e altre invece che sappiamo esattamente come saranno spese e che non ci trovano particolarmente d'accordo.

Partirei dalle somme che vengono stanziate tramite il pay-back, quindi i fondi rilevati tramite il pay-back che vedono una voce, tra l'altro pubblicizzata il giorno stesso come già stanziata e già approvata dalla consigliera Mori con cui ho avuto anche uno scambio sui social network appaltata abbastanza acceso, dei 14 milioni per il MIRE di Reggio Emilia. Il giorno stesso di approvazione in commissione si è venduto come se il MIRE fosse pronto a partire. Pronti e via, 14 milioni stanziati dalla Regione Emilia-Romagna. Non era vero.

 

(interruzione della consigliera Zappaterra)

 

No, l'articolo è uscito in un altro modo. Non è un problema di comunicazione stampa, però anche oggi mi pare strumentale il fatto di provare ad anticipare questo punto semplicemente per adattarsi a dei tempi di stampa che sono quelli di un comunicato che ovviamente nel pomeriggio non sarebbe uscito. Sono pronto a essere smentito, vedremo domani nelle agenzie.

Comunque sui 14 milioni del MIRE non è una nostra posizione contro il MIRE, però attenzione: chiedo intanto in che fase saranno poi trovati gli altri 11 milioni perché ne mancano 11 per la realizzazione del MIRE, ce ne vogliono 25, e semplicemente mi sarebbe piaciuto affrontare questo tema dopo che vi è stata una revisione del complessivo assesto dei punti nascita su Reggio Emilia perché attualmente non so come sarà un assesto complessivo, quindi sono assolutamente concorde al MIRE, però chiedevo semplicemente che questo procedimento avvenisse dopo l'esposizione a noi consiglieri del piano organizzativo perché obiettivamente non sappiamo se andrà, sicuramente ad apportare dei benefici fantastici su Reggio Emilia, però chiaramente stiamo valutando solo un aspetto e mi piacerebbe valutarlo nella propria complessità. Semplicemente rilevo solo una questione di tempi che potevano essere un attimo valutati per almeno un confronto sulla posizione su questo tema. Tutto qui.

Per quanto riguarda invece l’allegato 3, quindi le risorse stanziate con la legge regionale 38/2002, la consigliera Zappaterra in commissione ha detto che mai vi è stata così tanta chiarezza come questa volta. Io sfido chiunque a capire dove tecnicamente andranno i 9 milioni 189 mila euro su “ammodernamento e sostituzione acquisizione tecnologie sanitarie”. Per l'amore di Dio, siamo favorevolissimi, però non ci potete dire che noi tramite questa delibera sappiamo esattamente dove verranno spesi. Non lo sappiamo. Lo sapremo quando arriveranno i progetti, alcuni già approvati e alcuni no, e vedremo esattamente dove andranno. Servivano e serviranno degli accessi agli atti e scopriremo tutto, ma che mi si dica che in questa fase noi sappiamo esattamente come verranno spesi i 65 milioni, questo assolutamente no.

Sfido chiunque a scoprire dove andranno i 700 mila euro per “acquisizione (…) per sostituzione”, io non lo so, ignoranza mia? Probabilmente sì, però evidentemente se fosse andata in assemblea la settimana scorsa, capite che in cinque giorni di tempo neanche la risposta degli accessi agli atti sarebbe arrivata. Ci sono delle difficoltà per noi consiglieri a capire esattamente dove i fondi andranno a finire. Ad esempio mi piacerebbe capire come mai Reggio Emilia è l’unica che non ha la voce “ammodernamento e sostituzione delle tecnologie informatiche”. Ci sarà sicuramente un motivo. Probabilmente non ne abbiamo bisogno, però per capirlo serve tempo, serve chiarezza e servono atti ancora più chiari. Non parliamo di pochi soldi, parliamo di 65 milioni di euro.

È solo per questo che ci siamo astenuti in commissione. Oggi confermiamo la nostra astensione politica e non più tecnica perché è evidente che questi soldi sono linfa vitale per la nostra sanità, è evidente che serviranno tutti e sono essenziali. Cerchiamo solo di capire dove e come verranno spesi in maniera più analitica. Tutto qui.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie. Visto che la consigliera Zappaterra parlava di entrare nel merito piuttosto che nel metodo, entriamo nel merito. Già in commissione ho rilevato, per esempio, i 300 mila euro per “ospedale di Cona, orientamento e riconoscibilità ambientale parcheggi e accessibilità esterna”. Questo è un intervento non particolarmente cospicuo che però si va a sommare ad altri interventi che si stanno facendo continuamente riguardo l'ospedale di Cona. È paradossale che a pochi anni dall’inaugurazione dopo più di vent'anni che sono serviti per costruire quest'ospedale ancora oggi si vadano a finanziare delle somme per rifare la segnaletica e l'orientamento ambientale nei parcheggi, cosa che dovrebbe essere già a posto. Si chiamano migliorie, ma noi ci chiediamo se siano migliorie, se siano rifacimenti o se siano inadempienze che sono state fatte riguardo a questa costruzione.

Tutto ciò si va a sommare anche a quello che è venuto fuori sulla stampa, ma non solo, anche nelle televisioni nazionali riguardo la segnaletica interna, altri fondi che andremo a spendere per rifare una segnaletica che è stata dichiarata essere un grosso problema sia per gli operatori che per i pazienti. Ci chiediamo: questi rifacimenti a pochi anni dall'inaugurazione sono delle migliorie? Vengono dichiarate come migliorie, a noi sembra più che altro che i lavori siano stati fatti male. Se sono stati fatti male, chi deve pagare? Sono stati fatti male dalla ditta? In quel caso dovrebbe pagare la ditta. Sono stati fatti male perché le direzioni sanitarie hanno agito male, hanno controllato male? Ci chiediamo per quale motivo debbano continuare a pagare cittadini degli interventi che probabilmente non sono stati eseguiti nel migliore dei modi, così come si va a chiedere la responsabilità nel caso in cui sia stato un errore della ditta, o delle ditte costruttrici che sono intervenute nell'arco dei vent'anni che sono serviti per costruire Cona, in cui si chiede la responsabilità e che paghino eventualmente gli esecutori dei lavori nel caso fosse loro responsabilità. Allo stesso tempo ci chiediamo: i dirigenti che hanno seguito i lavori in questi vent'anni hanno continuato a incassare i loro premi tutti gli anni di costruzione nonostante gli evidenti problemi? Noi continuiamo a ribadire che chi incassa dei premi se li deve meritare. Se ha sbagliato, è giusto anche che chi ha sbagliato si prenda le sue responsabilità in maniera politica e anche economica e che non siano i cittadini a continuare a pagare per un'opera che si rivela quotidianamente essere un grosso errore.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Presidente, ci sono molti modi per raccontare le bugie, ma questa maggioranza ha scelto il peggiore. Innanzitutto perché nessuno si era mai preoccupato di non fare approvare questa delibera perché, come sa il sottosegretario Rossi, non vi era alcuna difficoltà sull'iscrizione all'ordine del giorno di oggi e quindi è soltanto la dietrologia che fa comodo a chi deve fare il comunicato stampa. Anzi, il comunicato stampa è partito in anticipo perché nella scorsa commissione non era ancora finita che qualcuno aveva già fatto il comunicato stampa per dire che era stato bravo e aveva trovato i soldi per la sua provincia, dicendo che il giorno dopo l’avrebbe approvato l'assemblea legislativa. Non sapevano la procedura.

Io non farò polemica con queste minuzie da corridoio che evidentemente dimostrano una qualche carenza di rappresentatività sul territorio. Io vado nel merito della cosiddetta fretta. Presidente Bonaccini, ci sono esattamente 39 milioni 382 mila euro che potevano essere oggetto almeno di destinazione in quattro sedute assembleari precedenti perché con buona pace di chi non ha letto o non ha capito la delibera questi soldi erano immediatamente disponibili, avendo la Giunta regionale il 27 luglio 2015 approvato il “riaccertamento straordinario dei residui e adempimenti conseguenti” e questa è la fonte di finanziamento, quindi chi parla di urgenza su tutta la delibera o non l'ha letta o non l’ha capita o fa finta di essere troppo furbo per i miei gusti.

Quanto al merito della seconda, è una delibera che per 38 milioni di euro arriva con tre mesi di ritardo, quindi non c'è l'urgenza che è stata detta perché non è stata creata da noi. Per quanto riguarda i 26 milioni 191 mila euro, invece, io voglio soltanto richiamare che la fonte di finanziamento è il programma regionale degli investimenti in sanità che prevede che all'interno degli stessi possano essere inclusi progetti da finanziare con scelte qualificate. Forse lei non sa, presidente, com'è andata, ma noi abbiamo fatto una commissione alle 9.30 di mattina in un giorno non previsto dalla commissione perché bisogna fare alla svelta, vero presidente Zoffoli? Nessuno di noi, a proposito di ostruzionismo, si è tirato indietro dall'essere presente in quella commissione in cui non è intervenuto peraltro l'assessore delegato, ma soltanto il dirigente del servizio, così le diciamo tutte.

Dopodiché, visto che c'è l'audio…

 

BONACCINI: Quindi?

 

FOTI: La forma è sostanza. Poi arriviamo alla sostanza.

 

(interruzione del presidente Bonaccini)

 

Certo, perché nella sostanza dovreste spiegarmi com’è possibile per questa assemblea valutare 20 milioni di spese a livello informatico senza che ci sia uno straccio di riferimento al riguardo. Io so cosa hanno detto i funzionari sul punto. Lo hanno ammesso candidamente: “abbiamo fatto una pre-istruttoria”. Benissimo. “L'abbiamo fatta con le ASL”, benissimo. Ammetterete che è quantomeno anomala una fonte di finanziamento a proposito, ad esempio, del policlinico di Modena per quanto riguarda il nuovo fabbricato materno infantile che anziché essere finanziato con una sola voce per 14 milioni viene finanziato per metà con le risorse del pay-back e per metà invece con l'articolo 36?

Avevamo chiesto soltanto di poter capire da dove nascevano questi progetti. Presidente, io penso di poter dire che se andiamo a vedere alcuni ospedali della nostra Regione, ce ne erano anche altri che erano meritori di finanziamenti, non soltanto per alcune strutture perché se andiamo a vedere la scelta discrezionale che è fatta, ad alcune ASl viene data poco più di una mancia e ad altre vengono date realizzazioni di impianti notevoli, perché tre province - da sole - si fanno fuori l'85 per cento degli investimenti.

Io penso che sia legittimo chiedere invece all'assessore Venturi se potessimo avere un aggiornamento del programma di cui all'articolo 36 perché è ovvio che le risorse del 2015 possono essere destinate nel 2015, ma nel 2016-2017 vi possono essere ugualmente altri finanziamenti che possono intervenire su altre strutture. Certo, presidente, il suo assessore è venuto a Piacenza dicendo che bisogna fare un ospedale nuovo. Lei lo sa che non è finito ancora il vecchio? Chi è sul territorio queste cose le conosce. Allora io penso che se si fa una sparata del tipo “avete bisogno di un ospedale nuovo” e poi si dice che ci vogliono almeno 4-5 anni per la progettazione e 8 anni per la costruzione, forse allora è meglio occuparsi delle strutture come attualmente sono. Assessore Venturi, io le chiedo soltanto una cosa: se sia possibile che lei si esprima sull'ordine del giorno che ho presentato perché per il padiglione B dell'ospedale di Fiorenzuola come lei sa, sono stati approntati finanziamenti per cui il padiglione B per non pochi metri quadri verrà consegnato a rustico. È possibile chiedere un impegno della Giunta affinché, nei prossimi anni, quel rustico venga invece realizzato completamente e avere non una scarpa o una ciabatta, ma una struttura completamente realizzata?

Come vedete, qui non c'è guerra di religione, però a proposito di soldi sulla sanità e di aree vaste c'è una delibera che è illuminante proprio assunta in questi giorni. Riguarda l’AVEN, l'Area Vasta Emilia Nord, per la quale la Regione si fa carico per i primi sei mesi del 2015 di 4 milioni e 300 mila euro perché, essendo andata in liquidazione coatta amministrativa la Faro Assicurazioni S.p.A., allora la Regione ha deciso di subentrare in quelli che sono gli importi riconosciuti per errori sanitari alle singole ASL e, da quattro anni, attribuisce alle stesse una media di 8-9 milioni di euro. Stiamo parlando alla fine di 40-45 milioni di euro che la Regione sborsa perché le ASL hanno fatto una gara e questa gara è finita non 10 anni dopo, ma sei mesi dopo l'assegnazione a una compagnia che è stata messa in liquidazione coatta amministrativa con decreto del ministro dell'Industria.

Io penso che anche sotto questo profilo, assessore Venturi, non si possa proseguire sine die. La Regione è intervenuta nel passato con questi atti, io mi auguro che il 2015 sia l'ultimo atto in cui la Giunta Bonaccini deve assumere delibere analoghe, ma dal prossimo anno vi sia almeno una compartecipazione degli erranti nei danni derivanti dall'errore di loro stessi. Quelli sono soldi che potevano essere impegnati né più né meno dalla Regione in altro modo. Si dirà che è stata una scelta politica del passato, so benissimo quali sono le delibere regionali a riguardo e della precedente Giunta regionale, però io chiedo che finito quest'anno, presidente Bonaccini, sul punto ci si ritorni perché è una vicenda anche politicamente sensibile, oltre che contabilmente rilevante.

Dopodiché per quanto riguarda il piano in sé io non avevo partecipato solo per un motivo e l'avevo detto in commissione: reputavo formalmente giusto che prima venisse approvato l’assestamento di bilancio e poi si licenziasse questa delibera. Ora questo vulnus è stato colmato perché alla fine la commissione, come tutti sappiamo, esprime un parere, ma nulla di più. In Aula la pratica è stata completata e quindi da parte mia vi è un'astensione non dovuta alle scelte che sono state fatte, ma al fatto che non ho avuto la possibilità di sapere perché sono state fatte in quel modo. Sarebbe bastata una relazione che non fosse, presidente Bonaccini, una relazione squisitamente tecnica perché ovviamente un tecnico non può dare delle valutazioni politiche e non ci sarebbe stato probabilmente nulla da dire, a parte la procedura che è stata anticipata perché - in 10 giorni - non c'è persona di buon senso qui dentro che non sappia che non si riesce ad approntare un progetto preliminare, come previsto dall'allegato 2 comma 1, ma dato che in questo caso ritengo sia più importante utilizzare i fondi che non utilizzare i fondi, non mi impicco su quanto previsto dall'allegato 2, comma 1, che è pur parte fondamentale di questa delibera.

Ho già fatto anche la dichiarazione di voto e quindi ho guadagnato cinque minuti rispetto al previsto.

 

PRESIDENTE (Soncini): Visto l'orario, chiudo la seduta antimeridiana. Ci aggiorniamo alle 14,30. A dopo.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,03

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI ed Emma PETITTI.

 

Ordini del giorno

 

OGGETTO 17/1 “Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, del progetto di legge d'iniziativa del Consigliere Foti recante: "Misure finanziarie a sostegno dei giovani professionisti". A firma della Consigliera Serri”

 

«L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELL’EMILIA-ROMAGNA

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare “Politiche economiche”;

 

Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare;

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

(Approvato)

 

OGGETTO 645/1 “Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, del progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’art. 121, comma 2, della Costituzione, di iniziativa del consigliere Bignami, recante: "Istituzione dell’albo nazionale degli imam". A firma del Consigliere Molinari”

 

«L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELL’EMILIA-ROMAGNA

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare “Bilancio, Affari generali ed istituzionali”;

 

Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare;

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

(Approvato)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Petizione

 

1485 - Petizione popolare in merito a tematiche afferenti alla realizzazione del Passante Nord di Bologna. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 84 del 15 10 15)

 

Interrogazioni

 

1489 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e le deliberazioni assunte dal Comune di Castello D'Argile (BO) circa Hera Spa. A firma del Consigliere: Bignami

1490 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti le cooperative interessate alla delocalizzazione nell'area di tutela biologica del "Basson" (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

1491 - Interrogazione a risposta scritta circa la costruzione di un nuovo ospedale a Piacenza ed i tagli operati alla spesa sanitaria per gli anni 2015 e 2016. A firma del Consigliere: Rancan

1492 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per la conservazione e la valorizzazione del materiale rotabile di FER, con particolare riferimento a quello di rilevante valore per la storia tecnico-ferroviaria e destinato alla demolizione. A firma della Consigliera: Prodi

1494 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per risolvere, anche a fronte degli sgomberi effettuati, la situazione di emergenza abitativa. A firma del Consigliere: Alleva

1495 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche ed i disagi per l'utenza del servizio ferroviario, con particolare attenzione per la tratta Ferrara-Modena. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni, Bargi, Marchetti Daniele

1496 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante la ex caserma Stamoto di Bologna, l'utilizzazione della stessa e la sicurezza della cittadinanza con particolare riferimento alle procedure da seguire in caso di presenza di amianto. A firma del Consigliere: Bignami

1497 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure ad evidenza pubblica riguardanti la ristrutturazione dell'ex Centro Congressi di Parma in centro di produzione musicale A. Toscanini. A firma del Consigliere: Rainieri

1498 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la copertura della rete telefonica dell'Alta Via dei Parchi e dei relativi "posti tappa", con particolare riferimento a quello di Fontana Moneta. A firma della Consigliera: Rontini

1500 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi da attuare per garantire la stabilità del ponte sul fiume Taro, nel Comune di Noceto (PR). A firma del Consigliere: Bignami

1501 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la revisione dell'imposizione IRAP a carico delle Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP). A firma del Consigliere: Torri

1502 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il finanziamento del progetto esecutivo di riqualificazione della Piazza della Libertà di Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

1503 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le procedure riguardanti l'assunzione di dirigenti nella Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento all'art. 18 della L.R. 43/01. A firma della Consigliera: Piccinini

1504 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa questioni riguardanti i Consorzi di bonifica, i relativi contributi ed i nuovi piani di classifica. A firma del Consigliere: Foti

1505 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa problematiche riguardanti il settore petrolchimico, con particolare riferimento alla situazione esistente a Ferrara e Ravenna, alla vendita di Versalis ed alla tutela dei lavoratori. A firma dei Consiglieri: Calvano, Bessi, Zappaterra, Bagnari, Rontini

1506 - Interrogazione a risposta scritta circa la mappatura degli edifici pubblici e privati con presenza di amianto e la tutela della collettività. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Risoluzione

 

1493 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a revocare il progetto di ampliamento della discarica "Tre Monti" di Imola, disponendo inoltre un piano di monitoraggio e controllo, affidato ad un soggetto indipendente, riguardante il livello di inquinamento di tutte le matrici ambientali. (23 10 15) A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Interpellanza

 

1499 - Interpellanza circa le azioni da attuare per contrastare rischi idrogeologici riguardanti il torrente Senio (RA). A firma del Consigliere: Bertani

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

 

1073 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per sostenere i progetti innovativi delle imprese, la loro internazionalizzazione e l'accesso al credito delle PMI, con particolare riferimento al settore calzaturiero diffuso nella Provincia di Forlì-Cesena. A firma della Consigliera: Montalti

1125 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative la Giunta intenda intraprendere per rendere concreta la realizzazione della quarta corsia nel tratto Piacenza Sud – Modena, già prevista dalla Convenzione Unica stipulata con ANAS nel 2008. A firma del Consigliere: Foti

1170 - Interrogazione a risposta scritta sulle attuali condizioni dell’impianto eolico realizzato nel 1995 al Passo della Cappelletta presso Albareto (PR) e sulle misure da adottare per il ripristino dei siti eolici inutilizzati. A firma del Consigliere: Foti

1250 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione, a favore delle ASP, delle aliquote IRAP. A firma della Consigliera: Sensoli

1252 - Interrogazione a risposta scritta circa la sostituibilità alla guida per i titolari di licenza di esercizio del servizio taxi. A firma del Consigliere: Bignami

1273 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per diffondere la sicurezza sul lavoro e per favorire, nell'ambito del processo di ricostruzione, l'adeguamento sismico delle imprese. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli

1298 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di ripartizione delle mini-aree inerenti al trasporto pubblico non di linea con la nascita della Città Metropolitana di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

 

In data 15 ottobre 2015 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio Ambiente Mobilità”, alla interrogazione oggetto n.:

 

1238 - Interrogazione a risposta orale in Commissione circa l'applicazione del "Piano rifiuti", anche in relazione a problematiche connesse all'immigrazione. A firma del Consigliere: Foti

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, lettera f) del Regolamento interno:

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport”, nella seduta del 15 ottobre 2015, ha esaminato la petizione oggetto n. 443 - Petizione popolare in merito al divieto di reimmissione nelle acque fluviali di alcune specie ittiche estranee alla fauna autoctona (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 37 del 08 04 15), formulando apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 16/10/2015 al 21/10/2015:

 

DPGR n. 185 del 16/10/2015

Modifica della composizione della Consulta regionale degli Studenti istituita con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 13/08, ai sensi della L.R. 15/07.

DPGR n. 187 del 20/10/2015

Sostituzione di tre consiglieri nella Camera di Commercio di Bologna settore industria.

DPGR n. 188 del 21/10/2015

Nomina componenti del Comitato di indirizzo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

DPGR n. 189 del 21/10/2015

Nomina componenti del Comitato di indirizzo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena

DPGR n. 190 del 21/10/2015

Nomina componenti del Comitato di indirizzo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna

DPGR n. 191 del 21/10/2015

Nomina componenti del Comitato di indirizzo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara

(Comunicazione n. 19 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2015/2024 del 26/10/2015)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

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