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57.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 12 GENNAIO 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 1935

Risoluzione per impegnare la Giunta a sottoporre a verifica il quadro delle agevolazioni concesse alla Società Fondiaria Industriale Romagnola SFIR con riferimento al rispetto degli impegni occupazionali. A firma dei Consiglieri: Bertani, Montalti, Zoffoli, Caliandro, Pompignoli, Foti, Bignami, Calvano, Torri, Serri, Taruffi, Ravaioli

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

DELMONTE (LN)

MONTALTI (PD)

ALLEVA (Altra ER)

BERTANI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

MONTALTI (PD)

 

OGGETTO 311

Risoluzione per chiedere alla Giunta di rivedere la valutazione d'impatto ambientale favorevole al progetto per la realizzazione dell'impianto di recupero rifiuti a Conselice (RA). A firma dei Consiglieri: Alleva, Sensoli, Bignami, Sassi, Gibertoni

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 1511

Risoluzione per impegnare la Giunta a riaprire la procedura tecnica di VIA e riesaminare il progetto dell'impianto di trattamento di rifiuti speciali per la produzione di Matrix sito a Conselice (RA), in relazione alle criticità emerse a seguito di eventi alluvionali, svolgendo inoltre controlli periodici e garantendo la salute della popolazione. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Bignami, Aimi, Foti

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 1517

Risoluzione per impegnare la Giunta a favorire iniziative di controllo su rispetto prescrizioni, monitoraggi aggiuntivi, miglioramento viabilità e sicurezza idrogeologica riguardo ad insediamento produttivo in territorio del Comune di Conselice (RA) denominato O.D.A. (Officina dell’Ambiente). A firma dei Consiglieri: Bagnari, Montalti, Serri, Rontini, Soncini, Poli, Mumolo, Zappaterra, Prodi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Rossi Nadia, Paruolo, Molinari, Mori, Cardinali, Lori, Pruccoli, Tarasconi, Ravaioli, Bessi, Caliandro, Calvano, Iotti, Boschini, Sabattini.

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

ALLEVA (Altra ER)

LIVERANI (LN)

SASSI (M5S)

BAGNARI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

SASSI (M5S)

TARUFFI (SEL)

POMPIGNOLI (LN)

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

ALLEVA (Altra ER)

 

OGGETTO 867

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a riconfermare il finanziamento dei progetti di rilancio dei centri storici attraverso interventi integrati, sostenere il commercio di vicinato, incentivare il riuso degli spazi sfitti, riconoscendo inoltre agevolazioni fiscali ed esenzioni tributarie ai soggetti interessati. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Marchetti Francesca, Serri, Rontini, Poli, Ravaioli, Lori, Zoffoli, Soncini, Caliandro, Iotti, Sabattini, Pruccoli, Montalti

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 1377

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi al fine di porre in essere iniziative volte a riportare la potestà di regolamentazione del settore del commercio alle Regioni, di promuovere azioni volte a predisporre misure condivise per arginare le criticità esistenti e favorire il commercio di prossimità e la rinascita delle botteghe nei centri storici, tutelando inoltre i lavoratori specialmente se operanti nelle catene della grande distribuzione. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani, Gibertoni

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 1940

Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare a sostenere il settore del commercio perché possa svolgere un ruolo strategico per il traino della ripresa. A firma dei Consiglieri: Serri, Sabattini, Rossi Nadia, Montalti, Bagnari, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Mori, Marchetti Francesca, Prodi, Poli, Molinari, Boschini, Lori, Iotti, Rontini

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

ROSSI Nadia (PD)

SENSOLI (M5S)

DELMONTE (LN)

SERRI (PD)

FOTI (FdI)

SENSOLI (M5S)

DELMONTE (LN)

FOTI (FdI)

ROSSI Nadia (PD)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 901

Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso il Governo della proposta di determinare le fasce di reddito per il calcolo del ticket sanitario in base al reddito pro-capite e su tale parametro rivedere gli scaglioni di reddito e i relativi ticket. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Boschini, Rontini, Caliandro, Serri, Soncini, Prodi, Ravaioli, Rossi Nadia, Lori, Zoffoli, Marchetti Francesca, Poli, Pruccoli, Mumolo, Iotti, Montalti, Bessi, Zappaterra, Bagnari

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 1773

Risoluzione per impegnare la Giunta ad operare una valutazione, ai fini della compartecipazione alle spese sanitarie, sul reddito complessivo del nucleo familiare fiscale e anche sull’ISEE. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Piccinini, Sassi, Bertani, Gibertoni

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 1933

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare riduzione del contributo degli assistiti alla spesa sanitaria (ticket) per le prestazioni di laboratorio, diagnostica e riabilitazione qualora il contributo superi il costo complessivo della prestazione. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PARUOLO (PD)

SENSOLI (M5S)

BOSCHINI (PD)

PARUOLO (PD)

SENSOLI (M5S)

SENSOLI (M5S)

 

Risoluzioni oggetti 1537 e 1629

(Ritirate)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 311 - 1511 - 1517 - 901 - 1773 - 1933

Emendamenti oggetti 1511 - 867 - 1933

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,23

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la cinquantasettesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

 

OGGETTO 1935

Risoluzione per impegnare la Giunta a sottoporre a verifica il quadro delle agevolazioni concesse alla Società Fondiaria Industriale Romagnola (SFIR) con riferimento al rispetto degli impegni occupazionali. A firma dei Consiglieri: Bertani, Montalti, Zoffoli, Caliandro, Pompignoli, Foti, Bignami, Calvano, Torri, Serri, Taruffi, Ravaioli

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i lavori con l’oggetto 1935. Colgo l’occasione per invitare, a scanso di equivoci anche per il futuro, i componenti dell’Assemblea, ogniqualvolta vogliano porre all’attenzione dell’Assemblea l’inserimento di un ordine del giorno oppure l’anticipazione o l’inversione dell’ordine del giorno, di presentare la richiesta per iscritto.

 

(interruzioni)

 

No, non c’è nulla da rifare. È solo un invito.

Procediamo con l’oggetto in discussione 1935: Risoluzione per impegnare la Giunta a sottoporre a verifica il quadro delle agevolazioni concesse alla Società Fondiaria Industriale Romagnola (SFIR) con riferimento al rispetto degli impegni occupazionali, a firma dei consiglieri Bertani, Montalti, Zoffoli, Caliandro, Pompignoli, Foti, Bignami, Calvano, Torri, Serri, Taruffi, Ravaioli.

Dichiaro aperta la discussione generale su questo argomento. Dieci minuti per ogni intervento dei consiglieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Desidero chiedere un chiarimento riguardo all’applicazione dell’articolo 75 del Regolamento, che, come lei giustamente ha ricordato, obbliga alla presentazione di una richiesta scritta per quanto riguarda l’inserimento all’ordine del giorno di un nuovo punto o per quanto riguarda l’inversione. Ebbene, prima abbiamo votato una proposta di inversione che non era stata presentata per iscritto, che tra l’altro non è ancora arrivata al tavolo.

Chiedo, pertanto, se la votazione fatta precedentemente è valida e soprattutto mi piacerebbe avere la richiesta per iscritto, considerato anche che il presidente Caliandro ha detto che io sono un neoeletto e non so assolutamente nulla, ma appunto perché neoeletto mi sono letto il Regolamento, e il Regolamento dice chiaramente che è obbligatorio presentare la richiesta per iscritto, che tra l’altro, lo ripeto, non è ancora arrivata. Quindi, a mio parere la votazione che abbiamo fatto non ha validità. Chiedo conferma ai banchi della Presidenza.

 

PRESIDENTE (Saliera): La mia introduzione mirava proprio a chiarire questo aspetto. Visto che è una risoluzione che tutti i Capigruppo hanno firmato, quindi c’è un’attenzione di tutta l’Assemblea su questo argomento, ritengo di procedere dando seguito alla votazione di oggi in cui si è chiesto sia l’inserimento che l’inversione. La richiesta d’inversione è pervenuta, è agli atti e ve la faccio distribuire. In apertura, ho ricordato ai consiglieri che ogniqualvolta si procederà a una richiesta, così come prevede il Regolamento, bisognerà presentarla per iscritto, sia essa un inserimento, sia essa un’inversione, che verrà poi posta ai voti.

Procediamo, quindi, con l’argomento della risoluzione oggetto 1935. Siamo in discussione generale.

Ha chiesto di parlare la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Intanto ringrazio la presidente e l’Assemblea per aver accettato di discutere oggi questa risoluzione. La richiesta arriva perché si sta compiendo sul territorio una situazione che noi riteniamo molto grave e incresciosa. Parliamo in particolare della vicenda della SFIR, che pochi giorni prima di Natale ha inviato una comunicazione ai ventuno dipendenti della sede di Cesena in cui si diceva in sostanza che si prevedeva un trasferimento di tutto l’ufficio a Brindisi, imponendo questo trasferimento.

È ovvio che ci troviamo di fronte a un caso molto grave di trattamento dei lavoratori, perché l’imposizione di un trasferimento dell’intera pianta organica da Cesena a Brindisi, salvo tre lavoratori a cui è stato proposto il trasferimento a Milano, è inaccettabile, inaccettabile anche perché nei fatti l’azienda non ha supportato queste indicazioni adducendo valide ragioni economiche, funzionali od organizzative.

Ci troviamo di fronte anche a un caso ancor più increscioso e particolare in quanto negli anni la SFIR, che è un’azienda che aveva degli zuccherifici, ha subìto un processo, come tante altre realtà di questo tipo, di trasformazione, un processo che è stato anche lautamente incentivato da fondi nazionali e comunitari, tuttavia aveva assunto formalmente l’impegno di mantenere sul territorio un presidio, nonché investimenti e occupazione.

Noi riteniamo che sia fondamentale, di fronte a situazioni di questo tipo che, da un lato, mettono a rischio l’occupazione a livello locale nella nostra regione e, dall’altro, sono dei chiari segnali di mancato rispetto del diritto dei lavoratori e della dimensione personale e di vita dei lavoratori che operano in azienda, come Regione presidiare il più possibile queste situazioni, e con questa risoluzione chiediamo proprio questo alla Giunta, vale a dire di presidiare la situazione e di stare vicino ai lavoratori e alle loro rappresentanze per cercare di arrivare a una soluzione che mantenga la sede cesenate e tutti i ventuno posti di lavoro, così come alla società è stato richiesto. Pensiamo anche che, laddove sono stati erogati ingenti finanziamenti pubblici al fine di mettere in moto investimenti e mantenere il livello occupazionale, occorra essere ancora più attenti e responsabili perché non possiamo, dopo pochi anni, dimenticare gli stanziamenti che sono stati concessi all’azienda in questione e lasciar correre un atteggiamento così forte e irrispettoso nei confronti dei lavoratori, ancor di più laddove, appunto, ci sono stati percorsi, ci sono stati accordi, c’è stato anche un lungo e faticoso lavoro da parte delle Istituzioni, degli Enti locali e della Regione negli anni passati per cercare di continuare a mantenere una presenza nel territorio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Dico subito che questa vicenda della SFIR è molto istruttiva, e ne posso parlare – non credo sia un segreto – in quanto i lavoratori della società in questione si sono rivolti a me come legale. Ebbene, che cosa ho appreso?

 

(interruzioni)

 

No, non c’è nessun segreto.

Ho appreso, dicevo, che da ben cinque anni si lavora in amministrazione in SFIR rispetto a un’unità produttiva che è ubicata a Brindisi. Dopo cinque anni ci si accorge che bisogna riunire tutto a Brindisi, quando i lavori vengono svolti in via telematica senza alcun problema.

Ma, allora, cosa si nasconde dietro questa scelta di trasferimento delle unità lavorative? Questo bisogna chiedersi. Lo scopo di queste cose è rinnovare, rifare i contratti di lavoro. I lavoratori non vanno a Brindisi. Si dice che è una questione funzionale. Quale funzionalità vi è se la gente – i cinquantenni − non va a Brindisi? Vi ritrovate senza lavoratori. È proprio quello che vuole la SFIR, per assumerne altri senza stabilità del posto di lavoro e con la bella e simpatica decontribuzione grassa data dal Governo Renzi. Ecco quali sono, poi, le distorsioni che certe glorificate novità legislative, tipo il Jobs Act, portano nella concretezza del mercato del lavoro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Alleva.

Non avendo altri consiglieri prenotati in discussione generale, apro le dichiarazioni di voto sull’oggetto 1935.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Le ricordo che ha cinque minuti. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Ovviamente, abbiamo già concordato con i colleghi questo intervento. Penso sia d’accordo l’intera Assemblea. Anche noi votiamo a favore, proprio perché questa modalità di affrontare e di gestire i lavoratori ci sembra particolarmente barbara, ossia quella di nascondere un intento di licenziamento in una richiesta di trasferimento per un lavoro di questo tipo. Al giorno d’oggi si sa che la via telematica, per la parte contabile-amministrativa, è assolutamente funzionale. L’intento sembra proprio quello di licenziare i lavoratori attuali e assumerne nuovi con contratti più semplici e agevolati, addirittura, dal Jobs Act.

Noi votiamo sicuramente a favore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Anche noi voteremo a favore e abbiamo firmato questa risoluzione. Riteniamo assolutamente inaccettabile quello che sta succedendo ai lavoratori dell’azienda SFIR.

Condivido le osservazioni del consigliere Alleva e del consigliere Bertani. Il precipuo scopo dell’azienda è quello di modificare il contratto e di agevolare, sicuramente, l’azienda. Credo che la Regione si debba interessare alla vicenda, partecipare al tavolo delle trattative e, in questo senso, stare vicino ai lavoratori e accompagnarli, in modo tale che, comunque, vengano rispettati i loro diritti, anche se il consigliere Alleva è un ottimo avvocato, quindi saprà sicuramente tutelarli al meglio.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente.

Intervengo molto brevemente per esprimere il voto favorevole a questa risoluzione, evidenziando, peraltro, che le scelte che qui sono state operate sono anche figlie di una errata posizione assunta dall’Italia a livello europeo quando ha accettato di tutto e di più in ordine alla situazione del comparto saccarifero.

Come i colleghi consiglieri sanno, in Emilia-Romagna, in ragione anche della tradizione della barbabietola da zucchero, avevamo una serie ben definita di impianti di trasformazione per produrre zucchero. Penso all’Eridania di Sarmato, ad esempio, o di Ferrara. Gli impianti erano veramente svariati. Purtroppo, c’è stata una accettazione supina di regole, a mio avviso inopinate, che hanno finito soltanto per impoverire un’attività che, invece, per contro, era uno dei fiori all’occhiello non soltanto della nostra regione, ma del nostro Paese. A maggior ragione, quel poco che è rimasto almeno cerchiamo di tutelarlo al meglio.

Faccio solo un’osservazione. Vedendo l’operazione che è stata portata avanti con il capitale sociale anche di questa società, a maggior ragione, richiamo l’attenzione dell’Assemblea legislativa sul fatto che le multinazionali sono, ormai, specializzate nel venire, impossessarsi della maggioranza azionaria delle nostre aziende e, poi, fare vera e propria macelleria sociale avvantaggiandosi degli ammortizzatori sociali, finché li possono utilizzare, e poi - ovviamente, anche in relazione a una legislazione dipinta in modo idilliaco (ad esempio, ultimamente dal Governo Renzi), come diceva giustamente il professor Alleva - le norme, per come sono state scritte dal Jobs Act, vengono applicate per fare queste operazioni. 

Anche sotto questo profilo, forse servirebbe un richiamo a una legislazione che è stata fatta non tanto per far ripartire il mercato quanto, a mio avviso, per dare l’idea di nuove occupazioni. Se noi valutiamo le nuove occupazioni fatte con contratti al 50 per cento e non teniamo conto dei licenziamenti che, nel frattempo, vanno a regime, probabilmente non stiamo contando la realtà del mercato del lavoro che, in questo momento, esiste nel nostro Paese.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Anche noi abbiamo sottoscritto questa risoluzione e ne condividiamo il contenuto, quindi la appoggiamo e il voto sarà, ovviamente, favorevole.

Visto che si discute anche di relazioni sindacali e visto che nel corso del dibattito sono emerse altre valutazioni più generali, colgo l’occasione per segnalare come il clima delle relazioni sindacali nella nostra regione stia subendo una torsione a dir poco impressionante. Voglio ricordare alcuni casi emblematici. Mi riferisco al caso del lavoratore della Basell a Ferrara licenziato, come sappiamo, per le pretese ragioni dell’azienda, che sono finite anche sul giornale, su cui anche alcuni Gruppi – tra cui il nostro – hanno presentato un’interrogazione in Regione. Penso anche al caso della OAM a Rastignano, Pianoro.

Ritornando al caso di oggi, colgo l’occasione per comunicare all’aula che questa mattina la Metalcastello, una fabbrica dell’Appennino bolognese controllata dalla CIE, una multinazionale spagnola, ha licenziato un lavoratore, che è anche rappresentante RSU della FIOM, per aver espresso la propria opinione rispetto alla condotta aziendale in un’Assemblea pubblica tenutasi lo scorso 19 dicembre a Lizzano in Belvedere, sempre Appenino bolognese, in occasione di una manifestazione in favore della vertenza Philips-Saeco.

Questo è lo stato dell’arte nella nostra regione. Le lavoratrici e i lavoratori che dissentono, che esprimono il proprio punto di vista, anche pubblicamente, specie se sono rappresentanti sindacali, vengono licenziati. Questa è la realtà dei fatti. Questa è la situazione che dobbiamo denunciare e sulla quale dobbiamo intervenire. È inutile negarlo: le conseguenze del Jobs Act sono anche, e soprattutto, queste.

In questo Paese c’è una torsione molto preoccupante (nella nostra regione, forse, più che altrove), sulla quale non possiamo tacere, sulla quale le Istituzioni non possono tacere, perché non solo si perdono diritti, non solo ci sono relazioni sindacali praticamente portate a zero, ma addirittura è evidente un attacco alla libertà di espressione delle lavoratrici e dei lavoratori. Tutto questo è inaccettabile e la risposta della politica e delle Istituzioni non può che essere ferma e decisa e l’intervento delle Istituzioni non può non esserci. Diversamente, non avremmo fatto un favore alla ripresa del mercato, ma avremmo fatto, forse, un favore al ritorno al passato, a differenza di chi il passato lo voleva rottamare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Intanto anticipo che Il Gruppo PD voterà in maniera positiva la risoluzione.

In verità, mi dispiace che un caso così grave venga utilizzato per fare polemica rispetto alla riforma del lavoro introdotta dal Jobs Act, che noi crediamo sia una grande riforma. Ci sono già dei dati molto positivi sulla creazione di occupazione e su come questa riforma abbia permesso di dare diritti a tantissime persone che non avevano neanche più la speranza di averne. Questo, secondo me, va detto.

Entrando nel merito del caso in questione, io penso che l’impegno per questo anno della nostra Regione sia chiaro: occorre stare vicino a queste situazioni di crisi, vicino ai lavoratori, che molto spesso è l’elemento basilare per dare una svolta rispetto a tante situazioni di crisi e per cercare di preservare l’occupazione e anche di crearne altra con le politiche attive che si stanno portando avanti. Pertanto, oggi noi chiediamo, come in tanti altri casi, alla Giunta e alla Regione una vicinanza importante rispetto alla situazione della SFIR, rispetto al caso di Cesena, certi che arriveranno risposte chiare in merito a questa situazione e consapevoli che il voto di oggi potrà rappresentare un segnale di vicinanza reale a quei ventuno lavoratori e alle loro famiglie, che sicuramente in queste settimane hanno visto il mondo crollargli addosso.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Montalti.

Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.

Procediamo con la votazione della risoluzione oggetto 1935 per alzata di mano. Ricordo che gli scrutatori rimangono quelli nominati questa mattina, ovvero le consigliere Sensoli, Rossi Nadia e Montalti.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1935.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione oggetto 1935 è approvata.

 

OGGETTO 311

Risoluzione per chiedere alla Giunta di rivedere la valutazione d’impatto ambientale favorevole al progetto per la realizzazione dell’impianto di recupero rifiuti a Conselice (RA). A firma dei Consiglieri: Alleva, Sensoli, Bignami, Sassi, Gibertoni

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 1511

Risoluzione per impegnare la Giunta a riaprire la procedura tecnica di VIA e riesaminare il progetto dell’impianto di trattamento di rifiuti speciali per la produzione di Matrix sito a Conselice (RA), in relazione alle criticità emerse a seguito di eventi alluvionali, svolgendo inoltre controlli periodici e garantendo la salute della popolazione. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Bignami, Aimi, Foti

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 1517

Risoluzione per impegnare la Giunta a favorire iniziative di controllo su rispetto prescrizioni, monitoraggi aggiuntivi, miglioramento viabilità e sicurezza idrogeologica riguardo ad insediamento produttivo in territorio del Comune di Conselice (RA) denominato O.D.A. (Officina dell’Ambiente). A firma dei Consiglieri: Bagnari, Montalti, Serri, Rontini, Soncini, Poli, Mumolo, Zappaterra, Prodi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Rossi Nadia, Paruolo, Molinari, Mori, Cardinali, Lori, Pruccoli, Tarasconi, Ravaioli, Bessi, Caliandro, Calvano, Iotti, Boschini, Sabattini

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’ordine del giorno.

Oggetto 311: Risoluzione per chiedere alla Giunta di rivedere la valutazione d’impatto ambientale favorevole al progetto per la realizzazione dell’impianto di recupero rifiuti a Conselice (RA), a firma dei consiglieri Alleva, Sensoli, Sassi, Bignami, Gibertoni.

Oggetto 1511: Risoluzione per impegnare la Giunta a riaprire la procedura tecnica di VIA e riesaminare il progetto dell’impianto di trattamento di rifiuti speciali per la produzione di Matrix sito a Conselice (RA), in relazione alle criticità emerse a seguito di eventi alluvionali, svolgendo inoltre controlli periodici e garantendo la salute della popolazione, a firma dei consiglieri Liverani, Pompignoli, Bignami, Aimi, Foti. Su questa risoluzione insiste un emendamento a firma dei consiglieri Pompignoli, Liverani.

Oggetto1517: Risoluzione per impegnare la Giunta a favorire iniziative di controllo su rispetto prescrizioni, monitoraggi aggiuntivi, miglioramento viabilità e sicurezza idrogeologica riguardo ad insediamento produttivo in territorio del Comune di Conselice (RA) denominato O.D.A. (Officina dell’Ambiente), a firma dei consiglieri Bagnari, Montalti, Serri, Rontini, Soncini, Poli, Mumolo, Zappaterra, Prodi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Rossi Nadia, Paruolo, Molinari, Mori, Cardinali, Lori, Pruccoli, Tarasconi, Ravaioli, Bessi, Caliandro, Calvano, Iotti, Boschini, Sabattini.

Dichiaro aperto il dibattito generale. Ricordo, dieci minuti per ciascun consigliere. Esame con discussione delle tre risoluzioni e dell’emendamento a firma dei consiglieri Pompignoli e Liverani che insiste sull’oggetto 1511.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Si tratta di un caso molto importante, che credo ci dovrà tenere a lungo occupati, perché nella tematica generale dell’economia circolare del trattamento dei rifiuti si pone il problema di che fine fanno le ceneri dei termovalorizzatori. Insomma, non c’è soltanto il problema di dovere conferiamo i rifiuti, ma c’è anche quello di capire poi come questi materiali vengono reimmessi nell’ambiente. In questo caso si parla di materiale per l’edilizia. Per fare questa riutilizzazione, in sé comunque molto preoccupante visto che si tratta di materiali spesso nocivi, occorre attuare un processo produttivo incredibilmente gravoso per l’ambiente.

Si tratta di un impianto nel quale affluiscono 225.000 tonnellate di ceneri annualmente, il che significa decine, se non centinaia di camion al giorno, il che ha portato i cittadini e il comitato a una situazione di vera disperazione. Hanno fatto più visite presso di noi, presso di me, presso altri consiglieri per lamentare che, in tutta questa vicenda, vedono il loro ambiente assolutamente devastato. Peraltro, non si prospetta solo il pericolo dell’utilizzo finale, ma anche delle modalità che si adottano nel processo necessario a giungere a questo.

Per quanto mi riguarda, come Gruppo L’Altra Emilia Romagna – ed estendo subito l’invito a tutti i Gruppi – abbiamo comunicato al comitato che intendiamo organizzare una giornata qui per esaminare questa vicenda, prendendola come caso esemplare di devastazione dell’ambiente. E la Giunta regionale deve assolutamente riprendere in considerazione la via che dovrà essere individuata per questa disgraziata, gigantesca, elefantiaca ed estremamente pericolosa iniziativa imprenditoriale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Alleva.

Ha chiesto di parlare il consigliere Liverani. Ne ha facoltà.

 

LIVERANI: Grazie, presidente.

Quella che mi accingo a illustrarvi è una risoluzione che chiede un impegno preciso a questa Giunta in merito all’impianto di recupero di rifiuti speciali a matrice inerte, denominato Matrix, dell’azienda Officina dell’Ambiente Spa, con insediamento produttivo a Conselice.

Questa risoluzione va nella direzione di richiesta di rassicurazione della popolazione, di tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente. Ci sono persone e cittadini dietro questo documento, famiglie che temono che il trattamento di questi prodotti risulti nocivo per la salute di tutti, donne, bambini, uomini e anziani.

Non parliamo, infatti, di rifiuti normali, ma di prodotti che possono contenere metalli pesanti e percentuali acide. Si tratta di materiale che, se disperso nell’ambiente, può risultare potenzialmente pericoloso. Badate bene che queste avvertenze sono contenute in quegli stessi documenti autorizzati e rilasciati da questa stessa Regione. Non si può negare questo aspetto: i documenti parlano chiaro.

Le stesse prescrizioni previste nel progetto prevedono delle cautele ben precise per la lavorazione e lo stoccaggio di queste ceneri, come ad esempio il lavaggio delle ruote dei camion in entrata e in uscita dallo stabilimento, il mantenere bagnato il prodotto affinché non si disperda in aria, il lavaggio dei piazzali con il recupero delle acque. Peccato che buona parte di queste prescrizioni non vengono onorate dall’azienda ODA e che impegni presi con la Regione vengano disattesi.

Sono i cittadini di Conselice a darcene testimonianza. Sotto i loro occhi sfilano da mesi decine e decine di camion con teloni aperti che disperdono polveri e sostanze tossiche lungo i tragitti di percorrenza.

Le indicazioni di lavaggio delle ruote degli autoarticolati in entrata e in uscita non vengono, quindi, attuate. Per non parlare delle problematiche dei piazzali e dell’insediamento stesso. Per chi non lo ricorda, le forti piogge dello scorso febbraio hanno allagato il sito evidenziando le criticità idrogeologiche e l’instabilità strutturale dell’impianto, un allagamento certificato dalla stessa Protezione civile. Ci troviamo di fronte, oltre al mancato rispetto dei piani, anche ad una zona che, ormai, è palese non essere idonea a raccogliere polveri che non si devono disperdere nell’ambiente.

Fatte queste doverose premesse, la Giunta regionale deve tenere in considerazione come il territorio e i suoi abitanti si siano espressi più volte in senso negativo nei confronti di questo progetto. Anche le aziende agricole locali si sono unite ai comitati per chiedere un passo indietro da parte delle Istituzioni. Il PD non può dirci oggi: “Ci dispiace, abbiamo sbagliato”. È stata la Regione Emilia-Romagna a rilasciare l’autorizzazione tecnica di VIA e ad accendere il semaforo verde per la realizzazione di questo impianto, un impianto sul quale oggi volete mettere una pezza presentando una risoluzione analoga, ma fuorviante nei contenuti e, ancor peggio, negli impegni, nel tentativo di scaricare a terzi responsabilità che, invece, gravano su di voi a trecentosessanta gradi. Una Regione che, fin dalla passata legislatura, non si è nemmeno preoccupata di porre in essere controlli sistematici per verificare la tipologia di prodotti in entrata e in uscita.

Non risulta, infatti, che siano state incentivate analisi di campionature dell’aria, dei terreni e delle acque. Se si vuole essere seri e corretti nei confronti delle persone, bisogna parlare fino in fondo. Le analisi andavano fatte e i controlli di rispetto della prescrizione ci devono essere. Il fine del guadagno di pochi non può essere il danno di molti.

Per questo motivo, il Gruppo della Lega Nord chiede espressamente, con questa risoluzione, che la Regione riveda la procedura tecnica di VIA e riesamini l’intero progetto dell’impianto di trattamento dei rifiuti speciali (Matrix) di ODA (Officina dell’Ambiente) alla luce delle criticità emerse negli eventi alluvionali del febbraio 2014, della fragilità idrogeologica del sito industriale di Conselice, delle conseguenti criticità dal punto di vista della viabilità circostante e dell’inadeguatezza sismica dei fabbricati preesistenti, la cui classificazione attuale è difforme da quella descritta per questo tipo di stabilimento (classe 3), ne pregiudica la conformità edilizia, non permettendone l’agibilità e la fruibilità da parte dei lavoratori dipendenti e soggetti terzi.

Chiediamo, inoltre, a gran voce, di garantire con tutti i mezzi e le azioni possibili la salute della popolazione del Comune di Conselice, che sin dall’inizio ha espresso forte perplessità sull’avvio del progetto e sulla costruzione dell’impianto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Liverani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Ovviamente, siamo concordi con quanto presentato dal consigliere Alleva in merito alla risoluzione che ci vede cofirmatari. Riteniamo che la risoluzione della Lega sia di buonsenso, emendamento compreso.

Ho qualcosa in più da dire sulla risoluzione del PD. Qualcosa non mi torna. Lo leggo per l’ennesima volta e ancora non capisco come mai la procedura di VIA abbia avuto il suo iter compiuto. Proprio nella risoluzione viene chiesto che sia fatta chiarezza normativa sull’utilizzo e gli impieghi della sostanza Matrix. Viene rilasciata una procedura tecnica di VIA non avendo la certezza che gli impieghi della sostanza Matrix abbiano, dal punto di vista normativo, chiarezza. Questa è già una contraddizione enorme.

Riprendiamo con ordine, dall’inizio. Stiamo parlando di una risoluzione che introduce un termine. Abbiamo introdotto, con la legge sui rifiuti, il termine “economia circolare” nel lessico della Regione. Questa è una buona cosa, se non altro perché si comincia a parlare di terminologie sostenibili (almeno quelle). Ora si parla di materia prima-seconda, nelle premesse di questa risoluzione. La materia prima-seconda qui l’abbiamo già persa per strada. Qui siamo arrivati alla materia prima-terza o quarta. La materia prima-seconda si definisce tale quando il suo status è aderente al suo status originario. Qui stiamo parlando di ceneri, quindi non di materia prima-seconda. Già le premesse hanno una contraddizione o, forse, vi è il tentativo di assegnare uno status di un certo tipo a sostanze che − come diceva il collega della Lega − contengono tutta una serie di agenti chimici che non mi farebbero dormire tranquillo se abitassi in una casa costruita con quei mattoni.

Non voglio entrare nell’ambito tecnico, dal momento che non sono un chimico. Evito, dunque, altrimenti mi si dice che svolgo interventi troppo tecnici.

Stiamo parlando della possibilità di procedere con la lavorazione di queste ceneri da combustione. Non stiamo parlando, quindi, solo di inceneritori. Ricordo che, riguardo al termine “termovalorizzatore”, siamo stati bacchettati dall’Unione europea poiché lo utilizziamo continuamente, ma da questo orecchio nessuno sente.

Gli inceneritori non sono l’unico impianto che produce queste ceneri. Vi sono anche i cementifici, che hanno un altro tipo di procedura, controllo, carburante. Non so fino a che punto siamo consapevoli di ciò che contengono queste ceneri, a meno che lotto per lotto non vengano analizzate tutte le volte. Mi si è accapponata la pelle quando ho letto, in questa risoluzione, che i camion vanno lavati, vanno coperti. Ruote come i piazzali. La prima cosa che mi sono chiesto è dove va a finire questa acqua inquinata (perché l’acqua è inquinata). Conteniamo un inquinamento producendone altro e cambiandone lo stato, da polveroso a liquido. Strano concetto di economia circolare.

Non contenti, è stata accordata la procedura tecnica di VIA per un impianto collocato in una situazione dove è presente una fragilità idrogeologica. La Regione ha più volte dichiarato di voler combattere il dissesto idrogeologico e noi diamo l’okay a un impianto posto in una zona che ha fragilità idrogeologica, zona in cui vi è già stata un’esondazione. Vorrei capire che cosa significa “cura del territorio”, a questo punto. Qui non si tratta di fare economia, tantomeno economia circolare. Se economia circolare vuol dire far girare i camion, allora il concetto ci sta, è coerente, se questa è la logica. La mia logica di economia circolare non è quella di far girare i rifiuti.

Chiaramente, trovo coerenza anche in ciò che è citato nel piano come recupero delle polveri da incenerimento. Credo che oggi il PD si stupisca meno della nostra astensione sulla legge dei rifiuti. Noi ci aspettavamo che, per esempio, l’ordine del giorno sul decommissioning degli inceneritori venisse approvato, invece è stato bocciato. E qui chiudiamo il cerchio, perché dopo l’incenerimento andiamo a recuperare le polveri.

Si tratta di politica, signori. Le scelte sono politiche e il quadro, alla fine, torna. Io sarò complottista, me lo dicevano già in passato, ma purtroppo non sono mai riusciti a smentirmi, però io vedo un quadro fosco, da questo punto di vista. Chiudiamo il cerchio della sostenibilità dell’incenerimento. In altre parole, il residuo fisico (non quello aereo, perché su quello ancora nessuno è riuscito a metterci mano) lo andiamo a inglobare negli inerti, o pseudo-tali, all’interno di laterizi per la costruzione di non so bene che cosa. Che cosa viene proposto da questa risoluzione? Di provvedere al monitoraggio del territorio. Perfetto! Così, semmai dovesse verificarsi un disastro, potremmo dire che, comunque, la situazione l’abbiamo monitorata. Certo, ma così facendo non avremmo risolto nulla. Poi naturalmente si susseguiranno le varie inchieste per l’individuazione delle responsabilità, altri interventi di altra natura e via dicendo. Ma abbiamo già sistemato tutto il problema della fragilità idrogeologica? È una cosa che non so. Può anche darsi, però io non lo so.

A questo punto, pertanto, non posso che ribadire che scorgo in questa risoluzione molte criticità e poche positività e soprattutto che trovo davvero impensabile che questo impianto possa continuare a lavorare con questo tipo di materiali, che sono scarti di combustione, non sono materie prime e seconde.

In conclusione, intendo ribadire che le criticità sono assolutamente evidenti e che l’azione politica è in chiara contraddizione con le dichiarazioni della tutela del territorio che la stessa Giunta regionale ha sempre professato. Sarebbe pertanto opportuno praticare – termine che qui molto spesso non arriva – il principio di cautela andando a verificare meglio prima di concedere ulteriori autorizzazioni. Del resto, se si continua a lavorare con questo tipo di materiali, monitorando, certo, la situazione, ma poi si deve ancora fare chiarezza – lo ripeto, è una vostra risoluzione – relativamente alla normativa sull’utilizzo di questo tipo di agglomerato, di materiale, di pseudo materiale, credo che si stia mettendo un piede in fallo. Io la vedo così. Forse sono io a essere un po’ troppo complottista, può darsi, quindi si prendano le mie parole con le molle, come si suol dire. Tuttavia, mi sono sentito in dovere di mettere in luce queste importanti problematiche, poi vedete voi che cosa dovete fare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bagnari. Ne ha facoltà.

 

BAGNARI: Grazie, presidente.

Io credo si debba partire da un elemento di oggettività. L’azienda in questione, Officina dell’Ambiente, che si occupa, come è stato ricordato correttamente, della lavorazione di ceneri derivanti dall’attività di impianti di incenerimento per produrre materiali per l’edilizia, ha ottenuto l’autorizzazione al funzionamento tramite un iter che ha richiesto oltre due anni e mezzo per arrivare alla conclusione, dall’aprile 2011 fino all’inizio del 2014.

Nel corso di questo lungo periodo si sono svolte diverse conferenze di servizi, per l’esattezza quattro, che hanno portato a una serie di modifiche più che opportune – ritengo io – al progetto originale, e le autorizzazioni rilasciate prevedono una serie di prescrizioni a cui deve attenersi obbligatoriamente l’azienda sia nel ciclo produttivo che nelle fasi di entrata e di uscita dei mezzi di trasporto e nella gestione dei piazzali.

Fra le prescrizioni che sono state imposte, come precedentemente ricordato dal consigliere Liverani, anche se mi è parso con toni vagamente ironici, si è disposto che, al fine di contenere le emissioni diffuse derivanti dall’attività (stoccaggio e lavorazione), queste operazioni devono avvenire esclusivamente al coperto, all’interno di spazi chiusi su tutti i lati, deve essere prevista un’idonea copertura dei mezzi di trasporto utilizzati, oltre ad altri accorgimenti finalizzati al contenimento della diffusione di polveri (umidificazione delle polveri contenute all’interno dei capannoni, lavaggio delle ruote dei camion utilizzati, eccetera). Questo perché, vista l’esperienza dell’altro stabilimento dell’azienda in questione funzionante in Lombardia, a Lomello esattamente, dove la lavorazione viene realizzata praticamente a cielo aperto, con le conseguenze che ci si può immaginare, si è cercato di non ripetere quegli stessi errori che hanno creato notevoli disagi.

Va inoltre ricordato che gli enti preposti, in particolare l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e l’ARPA, hanno svolto sopralluoghi e controlli nel corso dell’estate 2015, segno questo che c’è profonda attenzione da parte degli enti sul territorio a questa problematica. Tra l’altro, anche recentemente la Regione Emilia-Romagna, in merito ai controlli programmati riguardo all’implementazione da parte dell’azienda ODA delle prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale, ha richiesto ad ARPA, contestualmente alle visite ispettive previste, verifiche alla conformità di quanto realizzato in base anche al progetto di VIA e l’immediata comunicazione alla Regione stessa di eventuali difformità, in modo da poter intervenire tempestivamente nel caso emergessero problematiche. Anche questo è segno che la questione non è lasciata a se stessa, ma viene continuamente monitorata e controllata, proprio perché c’è la volontà di guidarla nel migliore dei modi.

Bisogna altresì ricordare che, nella stessa area di cui stiamo parlando, è stato attivo per molti anni, a partire dal 1975, il colorificio Endeka, che peraltro viene anche richiamato in queste risoluzioni, sito caratterizzato da un forte impatto ambientale, che sicuramente non produceva come materiali di scarto acqua pura. Ecco, io penso che dobbiamo evitare in questa situazione gli stessi errori compiuti in altri territori su questi temi, ovvero quello di prendere delle posizioni in maniera strumentale solamente per prendere degli applausi nell’immediato. Credo che noi abbiamo il dovere di controllare e di garantire la salute, ma contestualmente dobbiamo compiere le scelte migliori nel lungo periodo, tanto più in una situazione sulla quale si è espressa in via definitiva la magistratura amministrativa, elemento questo che va ricordato. Infatti, con la sentenza emessa il 2 dicembre, la II Sezione del Tribunale amministrativo di Bologna ha respinto la richiesta di annullamento della delibera di Giunta regionale n. 24/2014 relativa alla VIA dell’insediamento di Officina dell’Ambiente.

Parliamo, tra l’altro, di una pronuncia che non è stata certo improvvisata. Infatti, in data 24 settembre 2014, il Consiglio di Stato raccolse il ricorso di fronte a un’altra pronuncia del TAR, chiese nuovamente al TAR stesso di riesaminare nel merito la questione in tempi rapidi. Da quel momento sono passati quindici mesi, quindi un tempo che oserei definire piuttosto congruo.

L’ultima sentenza del TAR, inoltre, ha evidenziato una serie di elementi importanti: la piena legittimità e correttezza del percorso autorizzativo concluso e la conferma che è stata data la necessaria attenzione a diversi aspetti (economici, ambientali, sociali) evidenziando come, anche rispetto agli eventi alluvionali del febbraio 2015, che venivano ricordati in precedenza, i problemi che si sono verificati in quell’area siano stati legati a un non corretto funzionamento di infrastrutture negli ambiti limitrofi a quelli dell’azienda.

Per questi motivi, quindi, le risoluzioni presentate dagli altri Gruppi, se ci trovano d’accordo sulla necessità di prestare la massima attenzione alla salute dei cittadini, non ci trovano d’accordo sulle richieste di riapertura della VIA, che oggi appaiono, alla luce anche di questa sentenza, ancora più fuori luogo e non accettabili. Questo, però, non è che ci porta a dire: basta così! Le cose stanno bene così, punto e basta! Io penso che la questione, anzi, le questioni, in quanto si parla di un quadro piuttosto articolato, vadano considerate in un’ottica più generale.

In questo caso dobbiamo partire dal dato che quel territorio è già stressato da tempo dal punto di vista ambientale, dagli impatti e dal traffico dovuto alla presenza – dico io, per altri versi ovviamente, per fortuna – di diverse aziende rilevanti nella zona, quindi viene da anni di grande sviluppo, ma anche ovviamente di difficoltà, che sono legate normalmente alle ricadute di un tipo di sviluppo industriale, che va governato con accorgimenti e attenzione, con la necessaria fatica di mettersi attorno a un tavolo e far conciliare i diversi interessi della popolazione e quelli del fare impresa e sviluppo economico.

È evidente che questo nuovo insediamento rappresenta un “+1” rispetto a questo tipo di situazione, ed è proprio per questo che merita la massima attenzione. Tuttavia, riferito anche a quello che ricordavo prima sul precedente insediamento, è un “+1” perché per un po’ c’è stato un vuoto di attività. Ma veniamo da un passato in cui, dal punto di vista sia delle previsioni urbanistiche sia dell’attività, c’era comunque un’attività produttiva impattante.

Per tutti questi motivi, con questa risoluzione noi chiediamo alla Giunta di impegnarsi a favorire l’avvio di campagne di controlli e di monitoraggio aggiuntivo, anche sperimentali, tramite organismi istituzionali e di comprovata competenza scientifica, con il coinvolgimento e l’informazione continua dei cittadini sugli aspetti relativi alla sicurezza ambientale e sanitaria, attivando tutti gli strumenti possibili perché i dati e gli esiti delle attività di monitoraggio siano resi pubblici e facilmente accessibili per la consultazione e, ovviamente, siano uno strumento utile per leggere la realtà in divenire e attivare tempestivamente le misure che si rendono opportune.

Chiediamo, inoltre, alla Giunta di favorire iniziative di miglioramento dal punto di vista della viabilità e dei trasporti sul territorio del comune di Conselice e dei comuni limitrofi, dal momento che l’impatto del traffico e delle attività produttive interessa anche i territori e le strade dei comuni limitrofi, che sono spesso inadeguate a sostenere tali carichi di traffico; di favorire attività di studio e di intervento per migliorare la situazione del territorio dal punto di vista idrogeologico. Badate, da questo punto di vista mi sembra che la nostra Regione, oltre che sul fronte dei rifiuti, non sia sicuramente seconda a nessuno. D’altronde, gli undici milioni di euro che sono stati ottenuti recentemente con l’accordo con il Governo proprio finalizzati al contrasto al dissesto idrogeologico rappresentano un grande risultato conseguito da questa Regione e da questo territorio.

Chiediamo, ancora, alla Giunta di attivarsi presso le sedi opportune perché sia fatta chiarezza normativa sull’utilizzo e gli impieghi della sostanza Matrix, garantendo la massima sicurezza. Ebbene, proviamo a fare chiarezza al riguardo. Stiamo parlando di una sostanza che è legale, non è proibita dalla legge. La richiesta che noi avanziamo è che ci si attivi per cercare di rendere sempre più sicuri i prodotti e soprattutto le sostanze che vengono lavorate per ottenere i prodotti. Vi faccio un esempio banale, visto che abbiamo tutti quanti in mano il telefonino e lo utilizziamo. Giustamente ancora si parla dei rischi per la salute, ciononostante i telefonini non sono proibiti e tutti noi li adoperiamo tranquillamente. Quindi, ritengo che la richiesta di garantire maggiore sicurezza sui materiali che vengono utilizzati e prodotti non sia una contraddizione, anzi. Tra l’altro, il tema dei nuovi materiali affascina sempre tutti, affascina ovviamente anche il mondo ambientalista, ma deve essere sempre affrontato con la massima cautela. In questo, concordiamo sul fatto che si debbano approfondire gli aspetti relativi alla sicurezza, lo ripeto, anche sui materiali legali, e questo non per proibirli ma per migliorare l’impatto sulla sicurezza e la salute dei cittadini.

Ancora due considerazioni, e chiudo. Per quanto riguarda il fronte relativo all’adeguamento sismico, tema richiamato in precedenza dal consigliere Pompignoli, sia l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna sia la Regione su questo fronte hanno sotto controllo la situazione, hanno dato prescrizioni che sono tutelanti, e ne monitorano con attenzione il rispetto, e stanno favorendo l’implementazione delle previsioni nei tempi indicati. Quindi, credo che anche su questo ci sia la garanzia che gli Enti stanno lavorando.

Mi preme infine sottolineare che i menzionati parallelismi con la Terra dei Fuochi non sono assolutamente accettabili, perché proprio un articolo di oggi pubblica uno studio condotto dall’Istituto Superiore della Sanità, in cui si evidenzia ciò che è successo nella Terra dei Fuochi e in cui si ribadisce che la gestione dei rifiuti in quei territori è stata lasciata in mano all’illegalità, non alla legalità, e che a volte si sono condotte vere e proprie battaglie proprio contro l’impiantistica per la gestione corretta dei rifiuti. Quelli sono i risultati ottenuti in quei territori…

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Bagnari, ha esaurito il tempo a sua disposizione.

 

BAGNARI: …mentre nella nostra Regione abbiamo seguito ben altra strada.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bagnari.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Non ripercorro l’oggetto della risoluzione presentata dalla Lega Nord, dal momento che ci ha già pensato il collega Liverani, e condivido anche le osservazioni del consigliere Sassi, al quale dico che non credo affatto alla teoria del complottismo, ma intendo soffermarmi sul buonsenso delle questioni.

Tutte le risoluzioni presentate non tengono conto di due fattori, che si sono evidenziati successivamente alla presentazione delle risoluzioni. Il primo riguarda il ricorso al TAR sulla VIA e il secondo riguarda l’adeguamento sismico.

Con riferimento al ricorso al TAR, il consigliere Bagnari ha già ampiamente illustrato, ma non condivido il ragionamento relativo al fatto che si possa considerare quella sentenza definitiva. Come tutti sappiamo, quella sentenza può essere impugnata davanti al Consiglio di Stato entro sessanta giorni dalla notifica. Pertanto, dal punto di vista giuridico non c’è una sentenza definitiva, in quanto essa potrebbe essere ancora impugnata. Adesso non so se i ricorrenti procederanno ad una sua impugnazione, ma di fatto resta che la sentenza non è definitiva.

Con riferimento al secondo elemento che è emerso pochi giorni fa, ovvero l’adeguamento sismico, desidero in particolare far presente che la dirigente del Settore programmazione territoriale dell’Unione dei Comuni ha affermato che sia la Provincia a fine 2014 che adesso il Comitato tecnico-scientifico della Regione hanno concluso che, riguardo allo stabilimento di Officina dell’Ambiente che sorge a Conselice, debba essere prevista la Classe d’uso sismica III e, quindi, che tutte le strutture preesistenti debbano essere adeguate a tale classe sismica, in un tempo complessivo tra 180 e 240 giorni. Va da sé che, a seguito dei rilievi effettuati dalla dirigente, la struttura dell’ODA su cui sorge l’impianto è non agibile, quindi manca la conformità sismica. Io non ho visto l’ordinanza che la Provincia ha inviato all’azienda con cui si chiede di provvedere all’adeguamento sismico entro massimo 240 giorni, purtuttavia è vero che se da un lato c’è l’adeguamento, è altrettanto vero che dall’altro l’azienda sta operando in una zona che non è agibile.

Il buonsenso a questo punto che cosa dovrebbe suggerire? Il buonsenso dovrebbe portare, sulla base dello stato degli atti, quindi ad oggi, a considerare che ci sono due questioni che si devono prendere in considerazione: la mancanza di agibilità di quella struttura e il ricorso, qualora dovesse esserci l’impugnativa, al Consiglio di Stato che potrebbe ribaltare la sentenza di primo grado.

A questo punto cosa occorre fare, a nostro avviso? Sospendere la produzione, verificare e riaprire il percorso legato alla VIA andando nel merito della questione sia dell’adeguamento sismico sia dell’autorizzazione concessa al tempo, in virtù di tutte le osservazioni che sono state formulate dai consiglieri in precedenza. Si pensi, ad esempio, al fatto che la produzione di questo materiale da parte di questa azienda possa essere comunque qualificato come materiale a rischio, quindi classificato come RIR, e che sulla base degli eventi che sono occorsi nel 2014 – sto facendo riferimento all’alluvione – ci sia la possibilità che questi materiali, che oggi stazionano all’interno dello stabilimento, che ricordo è inagibile in quanto non adeguato sismicamente, possano disperdersi nel terreno.

Da questo punto di vista il ragionamento deve essere ben chiaro a tutti. È naturale che, sulla base di queste criticità, la Regione dovrebbe, tecnicamente e teoricamente, qualora si usasse il buonsenso e ci fosse la volontà da parte della Regione, sospendere questo tipo di attività e fare le verifiche del caso. Non lo farà. Del resto, stando alle dichiarazioni appena rilasciate dal consigliere Bagnari, che voterà sicuramente contro la risoluzione presentata dalla Lega Nord e voterà probabilmente contro anche la risoluzione presentata dal Movimento 5 Stelle, l’idea è quella di monitorare. Diceva il consigliere Sassi “monitoriamo, monitoriamo, monitoriamo”, e poi se succede qualcosa i problemi di chi sono? Della Regione che ha monitorato? Come vengono fatti questi monitoraggi? Non è chiaro. Avete predisposto una risoluzione incomprensibile. Avete voluto forse semplicemente dare un contentino al Comitato “No Matrix” garantendogli che comunque avreste effettuato le verifiche, ma di fatto non risolvete il problema. Invece, il problema deve essere risolto attraverso accertamenti, che devono essere svolti sulla base degli strumenti a disposizione della Regione. Del resto, è stessa Regione che ha concesso la procedura di VIA, è la stessa Regione che può rivedere questa procedura di VIA.

Ora stiamo ad aspettare quello che succederà, perché il monitoraggio non so in che modo verrà fatto. Ma in ogni caso staremo a vedere, visto che l’intenzione della Regione è quella di monitorare e di non risolvere la questione. Speriamo che non accada nulla in questo periodo di monitoraggio. Speriamo dal vostro punto di vista che nessuno faccia ricorso al Consiglio di Stato. Speriamo che il Consiglio di Stato, qualora venisse fatto il ricorso, non ribalti la sentenza di primo grado, perché allora sarebbero guai per la Regione. Speriamo che non succeda qualcosa all’interno dello stabilimento, visto che non è adeguato dal punto di vista sismico. Però, non si può andare avanti sperando in questo o in quello. Se la volontà è quella di agire, agiamo adesso. Non aspettiamo e non monitoriamo qualcosa che non è da monitorare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Personalmente rilevo la presenza di una differenza ontologica su come ci poniamo di fronte a questo tipo di problemi. Quelle ceneri sono innanzitutto ceneri evitabili e inoltre sono ceneri che contengono metalli pesanti, sono ceneri che non sono sicure. Che poi qualcuno compia i salti tripli carpiati e le capriole per dire che sono sicuri o quasi sicuri, che sono eco-cemento, in alcuni casi è stata dimostrata l’effettiva compatibilità ambientale e in certi casi sanitaria, vorrei capire.

Vorrei anche che il consigliere Bagnari mi spiegasse un concetto. Lui prima diceva che la produzione di quei materiali è legale, ma legale non significa sicuro. Anche la sigaretta è legale, ma sul pacchetto è scritto ben chiaro che causa il tumore. Quindi, la sigaretta è legale. E vi chiedo: voi con questi mattoni ci costruireste la vostra casa? Io non la costruirei. Ci costruireste la scuola dei vostri figli? Io non la costruirei. Quando questi edifici andranno demoliti, le polveri che ritornano cenere che cosa contengono? Il principio di precauzione è il principio di precauzione. Qui stiamo sviluppando ragionamenti che, a mio giudizio, sono non dico fuori di testa, altrimenti qualcuno qui mi potrebbe riprendere.

Altra questione che sollevano i residenti cittadini riguarda il trasporto sui camion telonati: è sicuro? Noi non abbiamo questa certezza. Chi ci dice che il trasporto su telonati è sicuro? Sono scorie, non sono ceneri volatili, ma spiegatemi bene quanto si riesce a differenziare dalla cenere volatile alla scoria. Da quei telonati chi ci assicura che non escono polveri? È una zona a forte vocazione agricola: non possiamo correre questi rischi. Questa procedura di VIA va riaperta.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Non ho altri prenotati in discussione generale.

Dichiaro aperte le dichiarazioni di voto. Cinque minuti per Gruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Come penso si sia capito dal mio precedente intervento, il gruppo Movimento 5 Stelle non si trova assolutamente d’accordo sulla risoluzione oggetto 1517 presentata dal PD, perché monitorare è bello, è giusto, è fondamentale, ma su qualcosa che non dovrebbe nemmeno esistere non ha un senso.

Voteremo ovviamente a favore della risoluzione oggetto 311, cofirmata con L’Altra Emilia-Romagna.

Siamo infine concordi con quanto proposto dalla Lega Nord, sia per quanto attiene all’emendamento, sia per quanto attiene alla loro risoluzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Abbiamo avuto modo di esprimere le nostre perplessità al riguardo lungo il corso di tutta la vicenda, anche nei mesi e negli anni precedenti. Oggi arriviamo a tempo scaduto, perché il procedimento dal punto di vista amministrativo si è concluso, ci sono stati ricorsi e anche quelli si sono conclusi. Ciò detto, rimangono le nostre perplessità e la nostra preoccupazione per certi aspetti sulla vicenda.

In questo caso, come anche nel caso della risoluzione di questa mattinata sulla discarica di Tre Monti, il nostro voto sarà più articolato. Noi voteremo la risoluzione oggetto 311 a firma dei consiglieri Alleva, Sensoli, Sassi ed altri, mentre ci asterremo sulle altre due. Questo perché crediamo sia…

 

(interruzione del consigliere Bertani)

 

No, consigliere Bertani, non è che ci dobbiamo prendere in giro, ma è che semplicemente le posizioni alle volte sono articolate, anche perché non sempre si riesce a tagliare con l’accetta il bene e il male. Noi pensiamo che la realtà sia sempre un pochino più complicata, un pochino più articolata, e riteniamo che non sempre sia scindibile che cosa è giusto da che cosa è sbagliato, almeno in una realtà che noi vediamo, appunto, un pochino più complessa e articolata.

Poiché non abbiamo il dono della verità assoluta, ma siamo disponibili a metterci in discussione, esprimiamo dubbi, perplessità e valutazioni e cerchiamo di riassumere tutto questo in un lavoro che sta anche all’interno del ruolo di chi porta un contributo per il governo di questa Regione e se ne assume le responsabilità, come sempre, sapendo che anche all’interno di una maggioranza, come dico sempre, non trovandoci in una caserma, esistono posizioni differenti, che spesso si esplicitano, come è successo e come succederà, anche con voti differenti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Il consigliere Taruffi proprio non ce la fa a votare con la Lega. È più forte di lui. Anche perché va a votare la risoluzione de L’Altra Emilia-Romagna nella quale si chiede di rivedere la VIA, mentre non vota quella del Movimento 5 Stelle e la nostra dove si chiede di rivedere la VIA. È un qualcosa di stranissimo. Vorrei capire dal consigliere Taruffi come fa a dire che all’interno ci sono dei meccanismi tali che gli impediscono di esprimere il proprio assenso. Non vuole votare con il centrodestra: questa è l’idea principale. È fuori discussione.

Noi, ovviamente, non voteremo la risoluzione del Partito Democratico, perché la riteniamo carente e non aggiornata anche alle ultime evoluzioni. Voteremo, invece, a favore della risoluzione del Movimento 5 Stelle e ovviamente a favore della nostra. Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie consigliere Pompignoli.

Non avendo più nessun iscritto in dichiarazione di voto, procediamo alle votazioni.

 

(Il consigliere Bertani chiede il voto elettronico sulle risoluzioni oggetti 311 - 1511 - 1517

e sull’emendamento che insiste sull’oggetto 1511)

 

Si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 311, a firma dei consiglieri Alleva, Sensoli, Bignami, Sassi, Gibertoni, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

41

Assenti

9

Votanti

40

Favorevoli

17

Contrari

23

Astenuti

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 311 è respinta.

Passiamo, ora, alla risoluzione oggetto 1511, su cui insiste un emendamento a firma dei consiglieri Pompignoli e Liverani.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 1, a firma dei consiglieri Pompignoli e Liverani, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

42

Assenti

8

Votanti

41

Favorevoli

15

Contrari

24

Astenuti

2

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento è respinto.

Ho una prenotazione del consigliere Alleva. Sull’ordine dei lavori?

 

(interruzione)

 

Nel senso che si è sbagliato?

 

ALLEVA: In questo momento, ho ricevuto una telefonata da parte dei lavoratori della SFIR (le notizie volano), i quali ringraziano il Consiglio per la risoluzione adottata e sperano che la Giunta, entro il giorno 15, intervenga attivamente per la conservazione del loro posto di lavoro.

Volevo solo riferirvi i loro ringraziamenti. Tutto qui.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene. Accettiamo i ringraziamenti. Speriamo di vederli con un po’ di zucchero prossimamente. Grazie, consigliere Alleva.

Si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 1511, a firma dei consiglieri Liverani, Pompignoli, Bignami, Aimi e Foti, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

43

Assenti

7

Votanti

43

Favorevoli

16

Contrari

24

Astenuti

3

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 1511 è respinta.

Si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 1517, a firma dei consiglieri Bagnari, Montalti, Serri, Rontini, Soncini, Poli, Mumolo, Zappaterra, Prodi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Rossi Nadia, Paruolo, Molinari, Mori, Cardinali, Lori, Pruccoli, Tarasconi, Ravaioli, Bessi, Caliandro, Calvano, Iotti, Boschini e Sabattini, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

44

Assenti

6

Votanti

43

Favorevoli

25

Contrari

15

Astenuti

3

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 1517 è approvata.

 

OGGETTO 867

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a riconfermare il finanziamento dei progetti di rilancio dei centri storici attraverso interventi integrati, sostenere il commercio di vicinato, incentivare il riuso degli spazi sfitti, riconoscendo inoltre agevolazioni fiscali ed esenzioni tributarie ai soggetti interessati. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Marchetti Francesca, Serri, Rontini, Poli, Ravaioli, Lori, Zoffoli, Soncini, Caliandro, Iotti, Sabattini, Pruccoli, Montalti

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 1377

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi al fine di porre in essere iniziative volte a riportare la potestà di regolamentazione del settore del commercio alle Regioni, di promuovere azioni volte a predisporre misure condivise per arginare le criticità esistenti e favorire il commercio di prossimità e la rinascita delle botteghe nei centri storici, tutelando inoltre i lavoratori specialmente se operanti nelle catene della grande distribuzione. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani, Gibertoni

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 1940

Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare a sostenere il settore del commercio perché possa svolgere un ruolo strategico per il traino della ripresa. A firma dei Consiglieri: Serri, Sabattini, Rossi Nadia, Montalti, Bagnari, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Mori, Marchetti Francesca, Prodi, Poli, Molinari, Boschini, Lori, Iotti, Rontini

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla risoluzione 867, che impegna la Giunta a porre in essere azioni volte a riconfermare il finanziamento dei progetti di rilancio dei centri storici attraverso interventi integrati, sostenere il commercio di vicinato, incentivare il riuso degli spazi sfitti, riconoscendo inoltre agevolazioni fiscali ed esenzioni tributarie ai soggetti interessati, a firma dei consiglieri Nadia Rossi, Marchetti Francesca, Serri, Rontini, Poli, Ravaioli, Lori, Zoffoli, Soncini, Caliandro, Iotti, Sabatini, Pruccoli e Montalti.

Su questo documento sono pervenute tre proposte di emendamento a firma della consigliera Sensoli e altri, più un emendamento della consigliera Nadia Rossi.

La risoluzione 1377 impegna la Giunta ad attivarsi al fine di porre in essere iniziative volte a riportare la potestà di regolamentazione del settore del commercio alle Regioni, di promuovere azioni volte a predisporre misure condivise per arginare le criticità esistenti e favorire il commercio di prossimità e la rinascita delle botteghe nei centri storici, tutelando inoltre i lavoratori specialmente se operanti nelle catene della grande distribuzione, a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi e Bertani, a cui si è aggiunta la firma della consigliera Gibertoni.

Vi è, poi, una risoluzione a firma dei consiglieri Serri, Sabatini, Nadia Rossi, Montalti, Bagnari, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Mori, Francesca Marchetti, Prodi, Poli, Molinari, Boschini, Lori e Iotti, Rontini che impegna la Giunta a sostenere il settore del commercio perché possa svolgere un ruolo strategico per il traino della ripresa.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare la consigliera Nadia Rossi. Ne ha facoltà.

 

ROSSI Nadia: Grazie, presidente.

Negli ultimi mesi cominciano a intravedersi i segnali di una ripresa, dopo un pesante periodo di crisi, i cui effetti si sono fatti sentire su ogni settore della nostra economia. Il sistema Emilia-Romagna − bisogna dirlo − ha retto meglio di altri, ma non possiamo assolutamente nascondere le difficoltà a partire da un settore, quale il commercio, che più di altri ha risentito della recessione e della conseguente contrazione dei consumi. Chiunque vive la città si può rendere conto delle cicatrici della crisi: serrande abbassate e vetrine e insegne che cambiano nel giro di pochi mesi, perché il gioco non vale più la candela.

Come detto, ci sono segnali incoraggianti sulla ripresa di fiducia e di consumi che lascia uno spiraglio di ottimismo per il futuro, ma è innegabile che il commercio ha bisogno di incentivi e di sostegno per riprendere vigore e, soprattutto, sostenere le sfide del domani e per essere anche, dunque, competitivo.

In questo caso, ci concentriamo sulle attività del centro storico, quelle che, di fatto, hanno pagato il prezzo più alto della crisi perché non sono solo alle prese con la recessione, ma sono anche costrette a fare i conti con i mutamenti sociali che hanno cambiato il mercato e che hanno irrobustito la concorrenza. La grande distribuzione organizzata non solo ha proposto un’offerta commerciale competitiva e − se vogliamo − anche comoda, ma i centri commerciali si propongono quali poli di aggregazione, luoghi dove l’offerta commerciale è anche solo una parte del pacchetto, ma, di fatto, non è tutto.

Il fenomeno non è certo nuovo, tanto che da tempo ci si è mossi per tentare di difendere i centri storici contrastando l’impoverimento di funzioni e, quindi, anche di vita. Il tema centrale è, ovviamente, quello degli affitti, sia dei locali che degli appartamenti, spesso troppo alti per famiglie, per piccoli imprenditori e anche per gli artigiani. Per aumentare l’attrattività dei centri storici e valorizzare gli spazi desolatamente vuoti del centro, in Regione sono stati realizzati tanti progetti − ricordo, per esempio, “Riaccendiamo le vetrine spente” di Cesena e a Forlì “Spazio agli spazi” − che sono stati sostenuti dalla legge n. 41/1997 per i centri commerciali naturali.

Guardando anche oltre al nostro territorio, ci sono stati tentativi interessanti per smuovere le acque. Penso, ad esempio, al progetto “Brescia Open”, che proponeva la locazione temporanea di negozi sfitti per diverse tipologie di proposte, da attività no profit e culturali, con il primo scopo di rivitalizzare locali in disuso e salvarli dal degrado, fino ad ospitare Temporary Shop oppure start-up innovative, promuovendo accordi tra i proprietari di immobili, residenti e categorie.

Sono tutti tentativi, tutte esperienze nate per riaccendere i riflettori sulle potenzialità dei centri storici, cercando, in particolare, di andare incontro a quella fascia di popolazione che, in questo momento, è la più fragile, ossia i giovani, e a chi è in grado di sperimentare percorsi e proposte innovative in progetti di co-working. Il binario è sempre duplice: favorire la trasformazione e la riqualificazione urbana, riempire di funzioni nuove il centro e, infine, promuovere la nostra economia.

Il percorso avviato dalla Regione, attraverso la sperimentazione dei centri commerciali naturali, è sicuramente positivo. Sono stati finanziati ben cinquantuno progetti in tutti i territori, per un contributo complessivo di oltre 3,5 milioni di euro. Caratteristica di questi progetti sperimentali era la programmazione condivisa della città, con processi di sinergia virtuosi fra amministrazione, associazioni di categoria, imprenditori e proprietari privati. Fondamentale, in questo senso, era la cabina di regia per condividere problematiche e progettualità del centro storico. Si è investito molto sulla riqualificazione urbana, sulla promozione e sul marketing coordinato e anche sull’ideazione di eventi.

Non si può dire che non siano state poste solide basi per ricreare la fiducia. Tuttavia, è necessario dire che ora serve irrobustire gli strumenti per chi decide di scommettere su se stesso, sulla propria impresa e − devo dire – anche sulla propria città. È stato dimostrato quanto ancora i centri storici possano riappropriarsi del loro ruolo di agorà. Ora sta a noi il compito di creare il terreno fertile affinché le opportunità si traducano in investimenti.

Per questo motivo, con la risoluzione che sottoponiamo oggi a questa Assemblea, chiediamo alla Giunta di proseguire il cammino intrapreso, riconfermando per il 2016 – chiedo perdono se nella risoluzione è indicato ancora il 2015, ma è stata presentata a metà anno, quindi si pensava di poterla discutere prima; aggiorniamo la data al 2016 − il finanziamento ai progetti di rilancio dei centri storici attraverso interventi integrati che passino anche per il sostegno al commercio di vicinato.

In particolare, chiediamo che vengano predisposte più vaste azioni di incentivazione ad un riuso coordinato ed efficace dei troppi spazi sfitti, per impedirne il degrado, per ridare il giusto valore ai nostri centri storici e, quindi, fornire nuove opportunità di lavoro.

Questo, però, non basta. È necessario garantire ai piccoli imprenditori che decidono di investire sul commercio nei centri storici condizioni economiche incentivanti, sempre a fronte di una sinergia con i soggetti del territorio e condividendo una visione strategica di sviluppo. Per questo, chiediamo anche di concordare, a livello regionale, con gli Enti locali e con le associazioni di categoria, modalità condivise per il riconoscimento di agevolazioni fiscali o esenzioni tributarie applicabili ai soggetti interessati ad avviare, rilevare o ingrandire attività imprenditoriali nei centri storici.

Non solo. La Regione può farsi portavoce di queste necessità chiedendo al Governo la possibilità di estendere, ad esempio, l’applicazione dell’agevolazione sulla cedolare secca e del blocco dell’adeguamento ISTAT agli uffici commerciali, nonché l’utilizzo, a livello nazionale, dei parametri di euro a metro quadro previsti dall’ufficio dell’Agenzia per la definizione dei canoni, che − come ho già detto − ovviamente rappresenta uno degli scogli maggiori per chi gestisce o tenta di avviare un esercizio commerciale.

Parallelamente a questo percorso di agevolazioni fiscali, invitiamo la Giunta regionale a continuare ad investire sulla riqualificazione attraverso i finanziamenti messi a disposizione dall’Europa. In passato, la Regione ha trovato corrispondenza di intenti con le priorità indicate nel POR FESR 2007-2014, sostenendo con 40,7 milioni di euro progetti regionali legati alla valorizzazione e alla qualificazione del patrimonio culturale e ambientale.

Nella risoluzione che presentiamo oggi chiediamo di cogliere l’ennesima opportunità offertaci dall’Europa, prevedendo, nell’ambito dell’Asse 3 del POR FESR, forme di sostegno dei processi di riqualificazione e dell’incremento delle superfici commerciali per le piccole e medie imprese attive nei centri storici.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, Nadia Rossi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

La nostra risoluzione parte da un altro punto e coglie altre sfumature. Noi partiamo dal decreto legge del 2011, n. 201, con cui il Governo ha sancito, sostanzialmente, la totale liberalizzazione delle attività commerciali per quanto riguarda gli orari e le giornate di apertura.

L’intervento avrebbe dovuto, in teoria, generare più occupazione e consumi, ma, in realtà, si è sortito l’effetto diametralmente opposto. Non lo diciamo noi, ma la Confesercenti: “La liberalizzazione avrebbe dovuto stimolare concorrenza, favorire nuova occupazione e rilanciare i consumi. Non ha raggiunto alcuno dei tre obiettivi”. La concentrazione dei consumi nei weekend ha favorito solo la grande distribuzione, contribuendo all’aumento dell’erosione di quote di mercato di gran parte dei piccoli esercizi.

Nel 2014 abbiamo bruciato circa 2,7 miliardi di investimenti, con un saldo negativo di 38.000 unità tra aperture e cessazione di attività, rispetto alle attività del 2010.

Che cosa è successo, in sostanza? I consumi, anziché aumentare, si sono diluiti in sette giorni, anziché in sei. L’unico aumento è stato riscontrato sui costi, costi che le piccole imprese, i piccoli esercenti non hanno potuto sostenere. Che cosa si è creato, fondamentalmente? Un favore indiretto nei confronti della grande distribuzione e dei grandi centri commerciali.

La diminuzione della possibilità di offerta ha ridotto, quindi, e ha minato la libertà dei consumatori, libertà minata e favori indirizzati alla grande catena distributiva che, specialmente in Emilia-Romagna, è caratterizzata dal sistema Coop, che gode già di sufficienti vantaggi per quanto riguarda sia la contrattualistica lavorativa (spesso penalizzante per gli stessi lavoratori) sia il trattamento fiscale. Aggiungiamo svantaggi su svantaggi a discapito dei piccoli commercianti.

La conseguenza, quindi, è che il grande distributore, grazie all’enorme potere contrattuale, non solo riduce e soffoca gli spazi di azione del piccolo esercizio, ma rischia, addirittura, di condizionare e restringere i margini di guadagno di produttori e fornitori, oltre a sottoporre − come ho già detto − il lavoratore a condizioni stressanti che compromettono anche la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, con ripercussioni anche sulla vita familiare.

Per riprendere una frase di Don Milani, le deregolazioni hanno fatto parti eguali tra diseguali, obbligando i piccoli esercenti all’esposizione ad una concorrenza non sostenibile, limitando i diritti dei lavoratori e le possibilità di scelta del consumatore attraverso l’applicazione di un modello economico che, fondamentalmente, non ci appartiene e distruggendo, invece, quello che, dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente fino a pochi anni fa, ha caratterizzato, sostenuto e reso unico nel mondo il nostro Paese. Infatti, quando ci vantiamo della grande differenziazione delle eccellenze del patrimonio artigianale, agricolo, agroalimentare e culinario, di cui ci facciamo tanto vanto in tutto il mondo, dobbiamo ricordare che è proprio frutto di un fortunato connubio tra fantasia e intraprendenza italiana e questa frammentazione produttiva e commerciale che oggi si è andata ad appiattire a seguito “anche” di questo decreto legge.

Se vogliamo che tutto ciò sopravviva, dobbiamo intervenire, invertire la rotta e sfatare il falso mito dell’aggregazione. Troppo spesso l’aggregazione è stata volutamente identificata con la fagocitazione, da parte del grande, del piccolo.

Noi, a seguito di questo, chiediamo alla Giunta di attivarsi presso le sedi governative per far sì che siano nuovamente le Regioni ad avere potestà per quanto riguarda la regolazione di orari e aperture degli esercizi commerciali. Esiste già una nostra proposta di legge in Parlamento, unita a una proposta di iniziativa popolare depositata sempre da Confesercenti. A livello regionale, chiediamo che la Giunta si attivi per far sì che, intervenendo ad un tavolo con tutte le parti in causa, quindi associazioni dei consumatori, piccoli esercenti e sindacati, si vada a tutelare il piccolo commercio affinché, in una situazione già grave, non vada a peggiorare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Intervengo sui due ordini del giorno che, in realtà, a mio parere, sono molto diversi tra di loro, nel senso che coprono due settori molto diversi e hanno due diverse argomentazioni. Pertanto, li gestisco anch’io in modo separato.

Parto dall’oggetto 867 che, a parte le correzioni formali che, ovviamente, verranno apportate tramite gli emendamenti proposti dal Movimento 5 Stelle, troverà sicuramente il nostro accordo. Credo che la legge n. 41/1997 sia ossigeno per gli Enti locali, in molti casi, per cercare di incentivare un settore, soprattutto nei centri storici, che si trova veramente in crisi e in una grossa difficoltà, come precisava la consigliera Rossi, evidenziata anche dalle tapparelle chiuse che vediamo veramente ovunque.

La legge n. 41/1997, secondo me, ha due pregi. È migliorabile, attenzione. A mio parere, è giunta l’ora di aggiornarla sotto alcuni aspetti. Tuttavia, tale legge ha due pregi: la semplicità dei progetti richiesti (per i Comuni e gli Enti locali è molto facile poter presentare una domanda e un progetto) e tempi rapidi di erogazione dei fondi.

Detto questo, la legge n. 41/1997 credo debba essere − forse in Commissione dovremmo prenderci un impegno in tal senso − revisionata per adattarsi alle attuali esigenze, anche in un’ottica di utilizzo degli spazi sfitti, come co-working o altre novità che il nostro panorama industriale offre.

La risoluzione del PD troverà sicuramente il nostro accordo, così come – ne approfitto per fare la dichiarazione di voto − due dei tre emendamenti del Movimento 5 Stelle. In merito al punto 2 ci asterremo, in quanto crediamo che specificare ulteriormente i limiti comunali sia solo un surplus. Evidentemente, vanno già rispettati.

Per quanto riguarda, invece, l’oggetto 1377, la nostra posizione è assolutamente favorevole, tant’è che, in realtà, uno degli ordini del giorno, un progetto di legge da cui sono scaturite tutte le proposte alla Camera, è il 1627 proposto dal Gruppo Lega Nord. Si è, poi, arrivati all’oggetto della Camera 750, quello tanto criticato dal Movimento 5 Stelle, anche nella delibera che andiamo oggi a votare, in cui si afferma che il Governo italiano − leggo dalla risoluzione – “ha cercato di porre dei limiti assolutamente insufficienti, prevedendo sei giorni all’anno di chiusura”. È talmente tanto insufficiente e talmente tanto criticato da essere stato votato favorevolmente dal Movimento 5 Stelle alla Camera. Non capiamo come mai, oggi, si critichi questo provvedimento, mentre il deputato Dell’Orco, del Movimento 5 Stelle (fino a prova contraria, ammesso che in questi giorni non sia stato espulso anche lui), dichiarava: “Questo provvedimento è, per noi e per il settore, una vittoria” (pagina 77 della stenografia della Camera).

Oggi noi votiamo convintamente questa risoluzione, in quanto crediamo che la liberalizzazione degli orari sia folle e penalizzi i piccoli commercianti a favore dei grandi centri commerciali e delle grandi cooperative, soprattutto se guardiamo al nostro territorio. Credo che voi dovreste votare contro per essere coerenti con la vostra risoluzione e, almeno, con il vostro Gruppo della Camera. La comunicazione interna, magari, non sta funzionando benissimo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare la consigliera Serri. Ne ha facoltà.

 

SERRI: Grazie, presidente.

Anch’io riprendo gli interventi e i contenuti delle tre risoluzioni. Il tema alla nostra attenzione riguarda un settore, quello del commercio, che ha risentito profondamente della crisi di questi anni, una crisi che ha investito non solo il nostro Paese, ma anche tutti i Paesi aderenti alla Comunità europea. Sicuramente, quello del commercio, a causa di una forte contrazione dei consumi, è uno dei settori che ha maggiormente risentito di tale situazione.

I segnali che abbiamo letto e visto relativi ai dati di ripresa o, comunque, di inversione di questa tendenza, ovviamente, ci fanno ben sperare. Si parla di una riduzione di consumi che, dal 2008 al 2015, si è aggirata attorno al 15 per cento. Nonostante l’auspicabile ripresa, sarà complicato ritornare ai livelli di consumo di quel periodo. È un settore, quello del commercio, molto complesso. Tale concetto è stato ripreso anche negli interventi che mi hanno preceduto, in modo particolare nell’intervento della consigliera Rossi. È un settore caratterizzato da una rilevanza economica, ma svolge anche una funzione importante di servizio per i consumatori (quindi, di servizio commerciale) e riveste un ruolo di socialità. La presenza qualificata delle attività commerciali è centrale per la vitalità dei luoghi, in modo particolare per i centri e per i centri storici; contribuiscono, con la loro presenza, ad affermare l’identità e la valorizzazione dei luoghi e dei centri, rendendoli maggiormente attrattivi, svolgendo anche un ruolo importante dal punto di vista dell’attrazione turistica.

Si tratta, quindi, di un settore che partecipa, anche indirettamente, alla crescita di altri settori. Proprio per questo motivo, credo che la sinergia fra il settore degli operatori privati del commercio e l’amministrazione pubblica sia assolutamente basilare e importante. Serve un adeguato sostegno per aiutare l’attività economica a superare questa ancora aperta fase di difficoltà sulla contrazione dei consumi. Serve un sostegno rivolto all’innovazione. Serve un sostegno anche alla capacità delle attività degli operatori economici a fare rete, anche in un’ottica di qualificazione e di riduzione dei costi che, poi, possono portare riflessi positivi sul servizio offerto al consumatore. Serve superare un approccio puramente settoriale − lo dicevano in modo preciso anche gli interventi che mi hanno preceduto − superando e sviluppando proposte che si colleghino ad altri ambiti. Penso al tema della riqualificazione urbana, al tema delle produzioni tipiche, al tema della tipicità, anche al tema della green economy. A questo proposito, va anche ricordato un impegno importante della Regione, a livello di contribuzione, per sostenere la qualificazione energetica anche delle attività commerciali, utilizzando risorse della Comunità europea della precedente programmazione.

Va detto − veniva ripreso anche nei precedenti interventi − che la Regione ha contribuito in modo importante. La legge n. 41 credo sia un caposaldo, così come la contribuzione ai centri di assistenza tecnica. Parliamo, negli ultimi quattro anni, di oltre 5 milioni di euro messi a disposizione dalla nostra Regione.

L’Asse 3 del POR FESR – lo penso anch’io e credo che sarà così – riserverà una parte delle risorse anche alle attività commerciali, proprio nell’ottica di favorire l’innovazione, la qualificazione e il fare rete per offrire un migliore servizio e una migliore economicità delle merci messe a disposizione dei consumatori.

Rispetto al tema degli orari di apertura, la nostra Regione, fin dal decreto Bersani di alcuni decenni fa (del 1999, direi), aveva normato il tema degli orari in modo diverso rispetto all’attualità, ragionando, comunque, di un riconoscimento dei Comuni turistici ad avere deroghe attraverso una concertazione territoriale che vedeva partecipare ai tavoli della concertazione sia le rappresentanze dei lavoratori sia le associazioni di rappresentanza del settore economico. Il decreto del 2011, il famoso “Salva Italia”, che ha recepito le direttive comunitarie, ha completamente liberalizzato il tema degli orari.

Va detto che la nostra Regione è sempre stata convinta che il sistema adottato in precedenza fosse più consono alla gestione delle attività commerciali e rispecchiasse meglio le diverse realtà territoriali, a partire anche dalle realtà turistiche. Abbiamo precisato l’importanza di questo settore anche per il turismo.

Le sentenze della Corte costituzionale hanno posto fine a un contenzioso aperto, nel tempo, da diverse Regioni che hanno cercato di dichiarare l’illegittimità rispetto al fatto che le Regioni non potessero più normare.

Veniva ricordato che siamo in presenza anche di percorsi normativi di progetti di legge che, in qualche modo, riprendono in mano questa questione e quindi anche noi auspichiamo, comunque, che all’interno di questo percorso possano essere previste quelle condizioni affinché si possa tornare a rivedere questa disciplina in un’ottica, appunto, di maggior equilibrio rispetto anche a quelle che sono relazioni anche con i tempi di vita delle persone che lavorano e relazioni anche con quelle che sono le esigenze territoriali e del settore del commercio.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Serri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Signor Presidente, innanzitutto vorrei un chiarimento. Mi pare che siano tre le risoluzioni che vengono discusse, c’è anche la 1940 se non ho capito male.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, l’ho letta prima quando ho introdotto le tre risoluzioni.

 

FOTI: Sono tre, quindi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sì, sono la 867, la 1377 e la 1940.

 

FOTI: Perfetto.

Signor Presidente, io ho seguito il dibattito e debbo dire che forse vi sono alcuni punti che, volutamente, ma anche un po’ ipocritamente, non vengono affrontati. È indubbio che il tema delle locazioni degli immobili sia un tema serio, ma nessuno dimentica che la legislazione che disciplina la materia delle locazioni a uso diverso è ancora quella dell’equo canone. Noi non abbiamo più modificato la normativa dal 1978. Abbiamo fatto persino passi in avanti rispetto alla disciplina delle locazioni degli immobili, che ha introdotto, ad esempio, la normativa dei patti in deroga; ma questo regime vincolistico, questo sì, è illiberale: dei vincoli di sei anni minimo contrattuali che diventano nove per gli alberghi. È alla base di un mercato distorto delle locazioni ad uso diverso. Tanto è vero che oggi nei nostri centri storici non si trova altro che “affittassi”, perché chiunque li frequenti – non parlo delle aree della Romagna perché siamo una Regione composita – nei centri storici dell’Emilia non vi è altro che cartelli con scritto “affittasi”. Il problema è che gli unici che riescono ad affittare sono gli stranieri. Qui mi viene un dubbio: o improvvisamente gli italiani, che sono sempre stati degli ottimi commercianti, hanno avuto un regresso nelle loro capacità, quindi sono diventati incapaci, o evidentemente gli stranieri sono diventati furbi. Qual è l’argomento che fa la differenza? La tassazione. È ovvio che chi va a locare un immobile nel centro storico sa che, con un regime così fatto e vincolistico, va a pagare il costo di un immobile almeno il 30-40 per cento in più di quanto sarebbe se vi fosse un regime libero, con una contrattazione libera tra le parti, tenendo presente che qui di contraenti deboli non ce ne sono, per il semplice motivo che se uno scrive “affittassi” sui propri immobili significa che, pagando ugualmente IMU e tutta la tassazione relativa, non fa certo il proprio interesse se lo tiene sfitto. Ci si è dimenticati di questo argomento, anche e soprattutto perché la legge regionale, invece, prevede che possano essere utilizzate risorse proprio per andare incontro a quel mercato drogato dell’affitto che oggi c’è, perché se così non fosse non si capirebbe una legge che, prevedendo un aiuto di questo tipo, violerebbe la normativa europea. È stato fatto proprio perché è uno dei pochi casi in cui si giustifica l’intervento “statale” a fronte di uno Stato che, torno a ripetere, non mette mano alla legislazione sull’uso diverso, che non è solo quello dei negozi, ma è anche, come sapete benissimo, quello degli studi professionali e di tutto ciò che non ricade nella locazione cosiddetta ad uso abitativo.

Quindi, iniziamo a dire che se non si interviene sulla legge dell’iniquo canone – altro che equo – non si riesce a creare una minima condizione perché il mercato dell’affitto possa liberalizzarsi e con esso, secondo la legge della domanda e dell’offerta, vedere un calo naturale di quelli che sono gli importi richiesti per la locazione, ma anche per il numero di anni.

Per quale motivo uno deve essere obbligato a contrarre un contratto di anni sei con altri sei di rinnovo, o di nove più nove quando parliamo dell’albergo, quando, torno a ripetere, basterebbe guardare quello che è stato fatto nella materia proprio della locazione abitativa, che per certi versi è sicuramente molto più delicato come argomento e con i patti in deroga si è arrivati al fatto che le parti, tra di loro, stabiliscono le condizioni della locazione immobiliare?

Un secondo discorso che non è stato minimamente toccato è quello della concorrenza sleale da parte degli abusivi, perché dov’è che più si concentra l’abusivismo commerciale? Laddove vi è più movimento. Più movimento, oggi, laddove parliamo di negozi, si ha sicuramente nei centri storici. Vi dirò anche di più. Con quella stessa ipocrisia a cui accennavo prima, nessuno parla della realizzazione di centri commerciali a iosa, oltre ogni necessità delle realtà commerciali dei nostri territori. Tant’è vero che se voi andate a vedere in alcune città iniziano a chiudersi persino i centri commerciali, perché la proliferazione di centri commerciali che hanno tutto, dalla culla alla bara dell’individuo, finisco poi per portare a situazioni di tipo degenerativo. È stato così, ad esempio, per le farmacie, ma sappiamo anche perché. È stato così nel creare delle reti di negozi che hanno svuotato, anche sotto il profilo quantitativo, i centri storici delle città. Non voglio poi dire che cosa capita a quei pochi che sono rimasti, perché quei pochi che sono rimasti hanno la "fortuna" di avere un giorno sì e un giorno no il controllo della Guardia di Finanza per gli scontrini, mentre agli abusivi lo scontrino non lo chiede mai nessuno, ovviamente. Accade prevalentemente nei centri storici in cui, essendo stata interdetta la circolazione stradale, i negozi possono soltanto vivere di quel commercio occasionale dato dalle persone che utilizzano il mezzo pubblico. Vi consiglierei di andare a vedere i centri commerciali. Io davanti ai centri commerciali non vedo la fila degli autobus, vedo parcheggi di migliaia e migliaia di metri quadrati occupati da auto. Lo dico per coloro i quali appartengono al partito dell’antismog. Poi bisognerebbe essere coerenti, perché un giorno apprendiamo che dobbiamo fare la svolta epocale della costruzione a cemento zero, l’altra volta dobbiamo interdire il traffico, ovviamente escluse le tangenziali. Dato che i centri commerciali li hanno messi tutti sulle tangenziali, è ovvio che basta escludere le tangenziali e - com’è noto - l’aria inquinata si ferma solo nel punto in cui l’auto circola, perché, come è noto, i venti non ci sono e non spostano l’inquinamento. Ecco allora che mi permetto di dire che se noi vogliamo dare un aiuto concreto iniziamo a dire quanto meno, soprattutto per la materia che non è di nostra competenza, al Parlamento di fare due cose: 1) abolire l’iniqua normativa che risale all’equo canone per quanto riguarda la locazione ad uso diverso; 2) creare delle forme di repressione adeguata per quanto riguarda la concorrenza sleale che è esercitata dagli abusivi nei confronti dei commercianti.

Diversamene, possiamo prenderla fritta o impanata, ma sempre aria è.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Non ho più nessun iscritto in discussione generale. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Mentre voteremo favorevolmente alla risoluzione n. 867, perché sono arrivati anche degli emendamenti da parte del PD che sono accoglibili e abbiamo colto lo spirito anche di tutelare le microimprese, non possiamo votare favorevolmente alla 1940 proprio per lo stesso motivo.

In realtà, riprendendo in malo modo il tema degli orari di apertura, non si va sostanzialmente a dire nulla, perché sostenere il settore del commercio vuol dire considerare che in quel settore sono compresi anche i centri commerciali. Non stiamo dicendo nulla a favore delle microimprese. Agire nelle sedi opportune per una parziale revisione della norma nazionale, anche lì si dice tutto e non si dice nulla e oltretutto, nel contempo, mentre la nostra risoluzione chiede che, nel frattempo, la Regione si muova intavolando una discussione con le parti attive sull’argomento, qui non si cita nulla.

Quindi, riguardo alla 1940 assolutamente non possiamo votare favorevolmente.  

Volevo, in conclusione, rassicurare i colleghi della Lega che il dialogo con i nostri parlamentari è quotidiano. La nostra risoluzione riprende un progetto di legge depositato nel 2013, quindi non ieri dal citato Michele Dell’Orco con cui abbiamo rapporti quotidiani. Non so se voi riuscite a reperire in maniera altrettanto frequente il vostro capo, che è in giro ovunque fuorché in Parlamento Europeo, ma rassicuratelo che se andremo a tutelare il piccolo commercio, sempre il vostro capo politico potrà andarsi a comprare le sue belle felpe dai piccoli commercianti anziché nei centri commerciali, visto che sembra che sia la sua preoccupazione principale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Grazie anche alla consigliera Sensoli, però forse non conosce il funzionamento dell’iter parlamentare, in quanto quello depositato nel 2013 è convogliato in un’unica norma che è quella che ho citato prima, a cui voi avete votato a favore dopo che è stata annacquata completamente dalla maggioranza di Governo, tant’è che gli unici a votare a favore siete stati voi e il PD, e la Lega si è astenuta.

I nostri leader saranno in giro, ma un parlamentare europeo l’Europa la gira. Però, i vostri leader, a quanto pare, alla votazione non c’erano, perché Di Battista era in missione, Di Maio era in missione e Crimi era assente non giustificato. Quindi, prima di parlare cercate bene i dati e nel dialogo quotidiano cercate di capirvi perché parlare non è sempre sinonimo di comprensione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Soltanto per chiedere se potevamo votare per punti, nel senso che io chiedevo sulla mozione 867 di votare il primo, il secondo, il terzo e il quinto punto, ma il quarto punto votarlo separatamente.

Il quarto punto è esattamente la negazione di quanto io ho detto a proposito dell’uso diverso. Colgo anche l’occasione per dire una cosa con riferimento – vengo alla dichiarazione di voto – agli orari dei negozi e alla liberalizzazione dei medesimi.

Io c’ero quando Bersani era ministro dell’industria e partì, non so se lo ricorda il presidente, con la prima “lenzuolata”. Dovevano esserci una serie di “lenzuolate”, perché avrebbero creato occupazione e avrebbero visto portare un dinamismo nel commercio. È vero che parlare in questa sede oggi di Bersani diventa molto difficile, perché ormai di bersaniani non ce ne sono più, ma due anni e mezzo o tre anni fa lo erano praticamente tutti in Emilia-Romagna. Questo fa parte della nota specialità olimpica del salto della quaglia. Questo, però, è un altro argomento.

Mi permetto di dire che forse una riflessione politica sui danni che sono stati realizzati dalle presunte “lenzuolate” forse andrebbe fatta anche laddove esiste, ancora oggi, la cassaforte elettorale più forte del Partito Democratico in Italia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Le comunico che nell’impegno lei ha chiesto di votare per parti separate. Questo lo possiamo fare. Se non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, votiamo gli emendamenti e poi la sua richiesta. Chiedo al consigliere Foti se vuole che le votazioni siano fatte con il sistema elettronico o per alzata di mano. Grazie, consigliere Foti.

Chiedo il consenso alla consigliera Nadia Rossi per porre in votazione gli emendamenti.

 

ROSSI Nadia: Sì, si può porre in votazione l’emendamento oppure devo dare il consenso per fare…

 

PRESIDENTE (Rainieri): No, solo l’emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle.

Le votazioni separate poi le facciamo dopo.

 

ROSSI Nadia: Do il consenso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Nadia Rossi.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4 a firma della consigliera Nadia Rossi.

Gli scrutatori sono i consiglieri Sensoli, Montalti e Piccinini. Prego, consigliera Nadia Rossi.

 

ROSSI Nadia: Scusi, presidente, è il subemendamento numero 5.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Votiamo adesso tutti gli emendamenti, uno alla volta, in ordine di presentazione.

 

ROSSI Nadia: Okay.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4 a firma della consigliera Nadia Rossi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 4 è approvato.

L’emendamento 1 dei consiglieri Sensoli, Sassi, Bertani è precluso.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2 a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi e Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 5 a firma della consigliere Nadia Rossi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il subemendamento 5 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3 a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi e Bertani, così come emendato dal subemendamento 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 3 è approvato.

Passiamo quindi alla votazione per parti separate, come richiesto dal consigliere Foti.

Consigliere Foti, le chiedo una delucidazione. Quindi, nelle premesse, nell’evidenziato, nel sottolineato è tutto okay. Votiamo per punti, per capoversi, gli impegni. Quindi, partiamo con il primo punto che inizia da “a proseguire” e finisce “in essi ospitato”.

 

FOTI: Possiamo votare i primi tre e il quinto tutti insieme, il quarto a parte.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quindi, da “a proseguire” fino a “della prevista programmazione” insieme e anche da “prevede” fino a “tecnologica”. Poi, invece, il quarto capoverso lo voteremo da solo.

 

FOTI: Esatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Nadia Rossi, ha seguito tutto? Bene.

Metto in votazione, per alzata di mano, i capoversi 1, 2, 3, 5 e il resto della risoluzione 867.

 

(Sono approvati a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): I capoversi 1, 2, 3 e 5 sono approvati.

Metto in votazione, per alzata di mano, il capoverso 4 della risoluzione 867.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il capoverso 4 è approvato.

L’oggetto 867 è, pertanto, concluso.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1377.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 1377 è respinta.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1940.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 1940 è approvata.

 

OGGETTO 901

Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso il Governo della proposta di determinare le fasce di reddito per il calcolo del ticket sanitario in base al reddito pro-capite e su tale parametro rivedere gli scaglioni di reddito e i relativi ticket. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Boschini, Rontini, Caliandro, Serri, Soncini, Prodi, Ravaioli, Rossi Nadia, Lori, Zoffoli, Marchetti Francesca, Poli, Pruccoli, Mumolo, Iotti, Montalti, Bessi, Zappaterra, Bagnari

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 1773

Risoluzione per impegnare la Giunta ad operare una valutazione, ai fini della compartecipazione alle spese sanitarie, sul reddito complessivo del nucleo familiare fiscale e anche sull’ISEE. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Piccinini, Sassi, Bertani, Gibertoni

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 1933

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la riduzione del contributo degli assistiti alla spesa sanitaria (ticket) per le prestazioni di laboratorio, diagnostica e riabilitazione qualora il contributo superi il costo complessivo della prestazione. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’oggetto 901: Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso il Governo della proposta di determinare le fasce di reddito per il calcolo del ticket sanitario in base al reddito pro-capite e su tale parametro rivedere gli scaglioni di reddito e i relativi ticket, a firma dei consiglieri Paruolo, Boschini, Rontini, Caliandro, Serri, Soncini, Prodi, Ravaioli, Rossi Nadia, Lori, Zoffoli, Marchetti Francesca, Poli, Pruccoli, Mumolo, Iotti, Montalti, Bessi, Zappaterra, Bagnari.

Passiamo, inoltre, all’oggetto 1773: Risoluzione per impegnare la Giunta ad operare una valutazione, ai fini della compartecipazione alle spese sanitarie, sul reddito complessivo del nucleo familiare fiscale e anche sull’ISEE, a firma dei consiglieri Sensoli, Piccinini, Sassi, Bertani, Gibertoni.

Affronteremo inoltre l’oggetto 1933: Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la riduzione del contributo degli assistiti alla spesa sanitaria (ticket) per le prestazioni di laboratorio, diagnostica e riabilitazione qualora il contributo superi il costo complessivo della prestazione, a firma dei consiglieri Sensoli e Bertani.

Su questo ultimo oggetto insiste un emendamento a firma Paruolo e Zoffoli.

È aperta la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente.

Appena ha detto “901” ho spinto il pulsante perché è un po’ di tempo che attendevo che arrivasse in aula questo oggetto. Faccio rapidissimamente un po’ di storia. Ricorderete l’estate del 2011, un’estate difficile per il nostro Paese complessivamente, un’estate nella quale sono state introdotte tutta una serie di misure finanziarie per evitare un rischio molto forte che l’Italia in quel frangente ha passato. Fra le varie misure decise dal Governo nazionale c’è stata anche una maggiorazione dei ticket sanitari. In questo momento la Regione Emilia-Romagna ha ritenuto di non accettare la proposta del Governo così come veniva, che era semplicemente un ulteriore ticket di 10 euro sulle prestazioni sanitarie, pur in un contesto che necessitava di agire abbastanza in fretta, ed ha optato per una rimodulazione di questo ticket, che tenesse conto delle diverse disponibilità delle persone. Quindi, ha introdotto diverse fasce di reddito, a cui corrispondono contribuzioni diverse sulle ricette, sia riguardo alle prestazioni per i farmaci, sia per quel che riguarda, invece, i contributi per diverse prestazioni diagnostiche e specialistiche.

Questa divaricazione ha sostanzialmente agito in quel periodo, in quel frangente storico, soltanto prendendo in considerazione il reddito familiare, così come definito da precedenti decreti ministeriali, e sostanzialmente facendo riferimento al reddito familiare, senza tener conto minimamente né delle diverse situazioni che possono vedere persone diverse vivere sotto lo stesso tetto, alcune sposate attraverso l’istituto del matrimonio e altre no, né del fatto che ci potessero essere dei figli o comunque delle altre persone a carico oppure potrebbero non esserci.

Fin da subito si è compreso che nasceva qualche disparità, perché se, per esempio, confrontiamo due famiglie che hanno lo stesso reddito, una famiglia con un reddito di 50.000 euro composta da una persona sola evidentemente corrisponde ad una certa capacità di disporre di risorse, una famiglia invece di otto persone, ma con lo stesso reddito, è evidente che avrà una ben inferiore capacità di poter agire.

Da subito l’allora presidente Vasco Errani e l’allora assessore alla sanità Lusenti dissero che si sarebbe presa in considerazione una rimodulazione, ma dissero che era in atto un ripensamento perché, nel frattempo, era diventato ministro della sanità l’allora ministro Balduzzi, che si era posto come obiettivo quello di rivedere complessivamente la normativa della compartecipazione delle persone alle spese sanitarie.

Che cosa è accaduto? Si è sostanzialmente detto “Per adesso restiamo così per non ingenerare troppa confusione rispetto a un cambiamento ulteriore, dato che già i cittadini si sono dovuti attrezzare per presentare le dichiarazioni relative al reddito familiare. Aspettiamo che il Governo nazionale configuri una riforma della materia in modo tale da poter aderire a quel punto alla riforma proposta dal Governo nazionale”. Purtroppo, però, gli anni sono passati e questa riforma non è arrivata. Il ministro Balduzzi ha smesso di fare il ministro, senza che quella riforma sia stata varata. I ministri successivi hanno loro stessi rilanciato l’idea di dover mettere mano a questa materia, ma fino ad adesso tutto ciò non è avvenuto. Insiste in più, in questo tipo di materia – lo dico anticipando probabilmente una cosa che potrebbe venire anche nel dibattito successivo – il fatto che a volte si dice che la migliore modalità per poter verificare le capacità contributive dei cittadini è appunto il calcolo dell’ISEE, dimenticandosi che qui stiamo parlando di una questione abbastanza particolare, per due motivi fondamentali. Il primo è che l’ISEE che viene utilizzato, giustamente, a mio avviso, per tutta una serie di materie, riguarda comunque fasce di popolazione assolutamente minoritarie, nel senso che l’ISEE, per esempio, lo deve disporre una famiglia nel momento in cui chiede l’iscrizione di un bambino all’asilo nido, o l’effettuazione di altre prestazioni, ma ci sono tantissime persone, tantissime famiglie che non hanno necessità di presentare l’ISEE e non lo presentano. Quindi, pensare di adottare l’ISEE come criterio anche sul tema della compartecipazione ai ticket delle spese sanitarie comporterebbe sicuramente una enorme mole di lavoro a carico di tantissimi cittadini che fino a questo momento non hanno avuto bisogno di dover approntare questo strumento, questa certificazione, e che a quel punto ne avrebbero bisogno per poter aderire alle fasce sanitarie che dovessero essere individuate.

In secondo luogo, l’ISEE tipicamente valuta la capacità che ha una famiglia di spesa relativamente a un contributo. Per esempio, lo si usa nel momento in cui si ha un figlio da mandare all’asilo nido; tant’è che quando si hanno due figli da mandare all’asilo nido è prevista un’ulteriore detrazione, proprio perché l’ISEE è calibrato per poter dire quanto quella famiglia possa contribuire rispetto a quel tipo di servizio. Qualora accada che un secondo figlio abbia in qualche modo diritto ad usufruire di quel servizio è prevista, in modo separato, una diversa modalità di calcolo dell’ISEE.

Insomma, l’ISEE è un tipo di indicatore che ha la sua massima applicazione quando un solo membro della famiglia ha bisogno di usufruire di un servizio, sia nel caso di un bambino che va in una scuola materna, sia in quello di una persona anziana in lista per essere ospitata in una struttura protetta, e così via.

Per converso, tutti i cittadini sono costretti ad affrontare le spese sanitarie. È un’esperienza comune a tutti. Quindi, la mia riflessione mi porta a ritenere che ci sia una strada molto più semplice e immediata per affrontare la questione in relazione alle spese sanitarie, che è semplicemente quella di considerare il reddito pro capite invece che il reddito familiare. Il reddito pro capite avrebbe molti vantaggi, permetterebbe di discriminare in modo semplice, perché viene considerato il reddito familiare diviso il numero dei componenti della famiglia e questo permette di trattare in modo del tutto analogo coppie, che possono essere sposate o meno, in modo del tutto proporzionale, e persone che hanno figli a carico rispetto a persone che non li hanno, o che comunque hanno carichi di famiglia di tipo diverso.

Si tratterebbe evidentemente di ripensare le fasce di reddito in funzione non più del reddito familiare, ma del reddito pro capite, e questa cosa potrebbe essere agevolmente effettuata lasciando invariato il gettito e semplicemente ridistribuendo il carico dei ticket su un parametro di sicuro più giusto.

Certamente è possibile fare una riflessione in generale sull’opportunità di caricare un sistema come quello del Servizio sanitario nazionale, che è stato pensato proprio per essere universalistico, con questo aspetto un po’ spurio, che appunto è il ticket, e che non sempre produce gli effetti richiesti. Tante volte è successo che l’introduzione dei ticket abbia alterato la modalità di fruizione della sanità da parte dei cittadini. Non è infatti priva di ragionevolezza la risoluzione n. 1933 proposta dai colleghi del Movimento 5 Stelle che sottolinea come vi siano degli esempi nei quali il contributo che il cittadino è tenuto a pagare per una prestazione supera il costo della prestazione; al che ovviamente il cittadino non procede più attraverso il sistema sanitario nazionale, in cui il contributo è superiore al costo che avrebbe accedendo direttamente alla prestazione in un regime di tipo squisitamente privatistico.

Questo ha provocato una serie di alterazioni che anche nella risoluzione di cui sono primo firmatario sono riportate in premessa, proprio perché è evidente che vi è una possibile migrazione fuori dal servizio pubblico su alcune prestazioni, soprattutto per le fasce più alte.

La proposta è quella di farsi portatori presso il Governo e la Conferenza delle Regioni di uno schema semplice ed efficace come potrebbe essere quello di rivedere le fasce di reddito senza tirare in ballo questioni complicate di calcolo, ma semplicemente utilizzando il reddito pro capite come strumento. Ovviamente – lo dico a livello verbale –, se la nostra Regione decidesse di farsene promotrice, anche con una sua iniziativa, ne sarei molto contento e potremmo segnare la strada anche al Governo nazionale. In tale direzione va la risoluzione di cui sono primo firmatario e che è stata sottoscritta da molti colleghi.

Per quanto riguarda la risoluzione n. 1933 presentata dai colleghi, ho proposto un emendamento, insieme al collega Zoffoli, per rivedere il dispositivo, ma l’accoglimento da parte dei colleghi firmatari del Movimento 5 Stelle di questo nostro emendamento comporterebbe la possibilità di votare insieme anche la loro sollecitazione, che sostanzialmente si tradurrebbe nel seguente aspetto: nel contesto della rivisitazione dei ticket, per cercare di adeguare a una maggiore giustizia sociale le forme di contribuzione, si dovrebbero rivedere anche quei casi in cui il costo richiesto al cittadino per il contributo eccede il costo della tariffa, in modo tale che questo non accada e per evitare quei fenomeni distorsivi che il sistema dei ticket ha purtroppo portato nella fruibilità delle prestazioni sanitarie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Probabilmente lei ha confuso i numeri della risoluzione perché l’emendamento è sulla risoluzione n. 1933.

 

(interruzione)

 

Allora ho capito male io. Le chiedo scusa.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Proseguo il discorso del consigliere Parolo, sottolineando due aspetti. Quanto alla risoluzione n. 1773, quella che riguarda l’ISEE, troviamo che la nostra risoluzione sia quanto meno più completa rispetto a quella del Partito Democratico, in quanto chiediamo che sia introdotto l’ISEE come parametro, però lasciando libertà all’utente di scegliere il sistema a lui più favorevole. Diciamo questo proprio per ovviare ad alcuni dubbi che sono stati sollevati, anche se riteniamo che gli stessi siano eventualmente superabili, in quanto l’ISEE comporta una pratica burocratica, ma che tutto sommato non stravolge la vita di un cittadino.

Semplicemente si tratta di mettere insieme una dichiarazione dei redditi con un eventuale contratto di locazione di una casa e un estratto conto bancario. Oltretutto, tramite le associazioni, per alcune fasce di cittadini il servizio di calcolo dell’ISEE è gratuito e non comporterebbe nemmeno dei costi aggiuntivi.

Si applica alle famiglie, ma anche ai singoli. Faccio l’esempio dei pensionati che molto spesso, magari trovandosi a dover richiedere un contributo affitto, o per fare altre domande, già si trovano nelle condizioni di dover calcolare l’ISEE. Insomma, si tratta di un calcolo volto a un contributo. Anche la compartecipazione alla spesa sanitaria è un contributo, quindi è esattamente equiparabile.

Secondo noi, dunque, la nostra risoluzione è quantomeno più completa rispetto a quella presentata dal PD e continuiamo a sottolineare il fatto che andrebbe inserito anche l’ISEE nei parametri, come oltretutto hanno fatto anche altre Regioni. Insomma, non saremo gli unici, né i primi. Oltretutto, lo stesso Patto per la salute 2014-2016 stabilisce che è necessaria una revisione del sistema della partecipazione alla spesa sanitaria e delle esenzioni che eviti che la partecipazione rappresenti una barriera per l’accesso ai servizi. Secondo noi, questa introduzione andrebbe a completare il quadro.

Riguardo l’altra risoluzione, alcune cose sono state dette. Tengo a sottolineare alcuni dati, cioè che appunto con l’introduzione del ticket e del super ticket vi è stata, a livello nazionale, una diminuzione delle prestazioni specialistiche, in particolare per l’attività di laboratorio e di diagnostica.

L’osservazione – sinceramente ci fa piacere che sia stata colta – sul fatto che questo può aver portato un travaso verso il privato è comprovata anche dal fatto che a una diminuzione del calo delle prestazioni di analisi e di diagnostica in realtà è corrisposto poi un aumento delle prestazioni di visite specialistiche. Quindi, il cittadino si è dovuto rivolgere a soggetti privati evidentemente più vantaggiosi e spesso con liste d’attesa inferiori.

Questa, secondo noi, è una linea che va assolutamente interrotta e portata nella direzione diametralmente opposta. La stessa Emilia-Romagna, tra il settembre 2011 e l’agosto 2012, rispetto al settembre 2013 e l’agosto 2014, ha visto delle entrate inferiori di 2,4 milioni. Vi sono state minori entrate per le casse della Regione e quindi un aggravio rispetto agli ammortamenti ad esempio delle apparecchiature.

Sostanzialmente, questa situazione non va a vantaggio del cittadino, né del sistema sanitario. Quindi, la nostra risoluzione chiedeva che la Giunta e l’assessorato riducessero il contributo per le prestazioni che risultassero più costose rispetto al costo della prestazione stessa.

Riteniamo comunque accoglibile l’emendamento proposto dal Partito Democratico, in quanto in un confronto con l’assessore è emerso che prima di prendere queste decisioni lo stesso è obbligato a un confronto col MEF.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Non avendo più nessun iscritto in discussione generale, passiamo ora alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Boschini. Ne ha facoltà.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente.

Intervengo ancora in discussione generale, perché si tratta di…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Boschini, ho appena chiuso la discussione generale.

La prossima volta schiacci un attimo prima, perché non posso chiuderla e poi continuarla. Faccia il suo intervento in dichiarazione di voto.

 

BOSCHINI: Lo farò in dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Boschini, abbiamo avuto il tempo necessario per fare le prenotazioni. Anche se la sua dichiarazione sarà molto improvvisa andrà bene.

 

BOSCHINI: Intervengo in dichiarazione di voto. Non è un problema.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Boschini, siamo in dichiarazione di voto, quindi può continuare, però non può intervenire in discussione generale quando l’ho già chiusa e ho aperto la dichiarazione di voto. Lei può parlare assolutamente, ma in dichiarazione di voto.

 

BOSCHINI: Non voglio andare avanti in questo siparietto. Comunque, la ringrazio e procedo senz’altro in dichiarazione di voto.

Ci tenevo a intervenire perché credo che le risoluzioni in discussione in questo momento tocchino un problema che non possiamo sottovalutare dal punto di vista dell’interesse per le famiglie e per i cittadini. Non so se questo sia capitato anche ad altri colleghi, però come consigliere ricevo molto di frequente la sollecitazione sul problema dell’equità dell’impostazione attuale del tema dei ticket.

Naturalmente non stiamo parlando di situazioni di grave iniquità perché, come ricordava in fase di dibattito generale il collega Paruolo, quando la Giunta regionale, con la delibera n. 1190 del 2011, è intervenuta a seguito degli articoli 46 e 47 del DPR 485 ha già fatto uno sforzo di miglioramento sensibile rispetto alla normativa nazionale, però è rimasto il tema di come effettuare il calcolo, coerentemente con la normativa nazionale, sul reddito familiare fiscale lordo.

Ciò significa effettuare un calcolo che lascia alcune casistiche, alcune specificità che in parte sono già state richiamate dai colleghi che mi hanno preceduto e che possono determinare alcune problematiche. Ne sono state richiamate diverse.

Ne cito una, perché penso che possa essere abbastanza esemplificativa di un caso che si può determinare e che non è particolarmente raro. Quando ci troviamo in famiglie dove ci sono figli a carico, oppure dove i figli, pur conviventi, lavorano e hanno un reddito superiore ai 2.800 euro fissati come limite per essere considerati figli a carico o meno, questi effettuano in maniera autonoma la propria dichiarazione di reddito e non è raro il caso in cui finiscano per pagare un ticket fortemente inferiore rispetto alla fascia in cui spesso si vanno a inserire le prestazioni sanitarie dei figli che invece rimangono a carico.

Questo è un caso abbastanza evidente. In una famiglia dove c’è un figlio che lavora e ha un reddito, questi fa la sua computazione autonoma del ticket e di conseguenza spesso magari finisce nelle fasce più basse; viceversa, se quel figlio non lavorasse e fosse a carico con un reddito inferiore ai 2.800 euro dal punto di vista fiscale si troverebbe magari, con dei genitori che sono nel loro reddito, a pagare le prestazioni a un livello superiore. Queste sono casistiche che oggettivamente avvengono e quindi penso che l’iniziativa delle diverse risoluzioni presentate sia particolarmente utile.

Condivido molto – e lo ribadisco in sede di dichiarazione di voto – il fatto che la soluzione proposta dal Partito Democratico con la sua risoluzione, con primo firmatario il consigliere Paruolo, di cui sono stato molto volentieri secondo firmatario, sia quella di lavorare soprattutto sul tema del reddito pro-capite, che tra l’altro trova riscontro nelle normative nazionali.

Infatti, il tema del reddito pro capite è stato utilizzato in passato dalla legge n. 113 del 1994 in relazione alla modulazione dell’importo mensile degli assegni familiari. Esistono già dei chiari precedenti dove si determina in maniera netta il reddito familiare annuo pro capite, dividendo la somma dei redditi dell’anno per tutti i componenti del nucleo familiare e questo determina proprio quel tipo di calcolo a cui fa riferimento la risoluzione.

È un calcolo molto semplice che, rispetto alla soluzione dell’ISEE, non ha soltanto il vantaggio della semplicità. È vero che molte famiglie dispongono già del calcolo dell’ISEE, ma non tutte, perché magari non hanno necessità di accedere ai servizi per cui di norma si effettua tale calcolo. Inoltre, non sempre il calcolo dell’ISEE è così semplice perché ci possono essere situazioni che effettivamente richiedono la presentazione di una documentazione anche sotto il profilo delle rendite fiscali, finanziarie eccetera.

Soprattutto, c’è un elemento importante e cioè che stare con il reddito pro capite ribadisce che la prestazione sanitaria è individuale. Questo è un elemento molto chiaro nella normativa. Invece l’ISEE la ricondurrebbe all’interno di una logica familiare, creando una leggera incongruenza fra la dimensione normativa dell’accesso alla prestazione sanitaria, che è appunto individuale, e quello di un calcolo che sarebbe basato su uno strumento familiare come l’ISEE.

Anche per questo motivo, quindi, da parte nostra c’è qualche perplessità rispetto alla proposta che ci viene da una risoluzione, come quella presentata in alternativa alla nostra che, consentendo di optare fra le due soluzioni, quella del reddito pro capite e quella dell’ISEE, oltre a generare un sistema complesso e potenzialmente anche un pochino confusivo, tende a non cogliere la differenza che c’è fra la prestazione individuale e quella a carico della famiglia.

Vi è dunque un forte e sentito sostegno all’iniziativa del PD, nello spirito e nella sostanza anche alle altre iniziative, ma con questo elemento di perplessità rispetto alla possibilità di tenere aperto un doppio canale come proposto dall’altra risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Boschini.

Se non ci sono altri iscritti in dichiarazione di voto, mettiamo ai voti la risoluzione oggetto 901, a prima firma Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Le chiederei il voto elettronico, presidente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Mettiamo ai voti, con il dispositivo elettronico, la risoluzione oggetto 901, a prima firma del consigliere Paruolo e altri.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

40

Assenti

10

Votanti

39

Favorevoli

27

Contrari

6

Astenuti

6

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 901 è approvata.

Passiamo alla risoluzione oggetto 1773.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Presidente, chiedo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla votazione, con il dispositivo elettronico, della risoluzione oggetto 1773, a firma della consigliera Sensoli e altri.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

40

Assenti

10

Votanti

39

Favorevoli

7

Contrari

24

Astenuti

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 1773 è respinta.

Passiamo ora al voto nella risoluzione oggetto 1933, sulla quale insiste un emendamento.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Accolgo l’emendamento e chiedo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Votiamo l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Paruolo e Zoffoli, con il dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

40

Assenti

10

Votanti

39

Favorevoli

31

Contrari

--

Astenuti

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1, a firma dei consiglieri Paruolo e Zoffoli, è approvato.

Passiamo alla votazione, con il dispositivo elettronico, della risoluzione oggetto 1933, a firma dei consiglieri Sensoli e Bertani.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

39

Assenti

11

Votanti

38

Favorevoli

30

Contrari

--

Astenuti

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 1933 è approvata.

 

Risoluzioni oggetti 1537 e 1629

(Ritirate)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Adesso dovremmo discutere le risoluzioni oggetto 1537, a firma del consigliere Rainieri e altri, e la risoluzione oggetto 1629, a firma della consigliera Lori e altri, che sono state ritirate dai due primi firmatari.

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Rainieri): È pervenuta nel contempo una richiesta dal consigliere Pettazzoni per inserire la risoluzione oggetto 644 ai termini dell’articolo 75, comma 3, del Regolamento.

È pervenuta in tempo utile, quindi chiedo di votare per alzata di mano l’iscrizione o meno, in coda alle altre, della risoluzione n. 644.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’iscrizione all’ordine del giorno della risoluzione oggetto 644.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di iscrizione presentata dal consigliere Pettazzoni è accolta.

Visti i tempi e il fatto che dovremmo iniziare la discussione generale dell’oggetto 1251, chiudiamo i lavori dell’Aula e ci riaggiorniamo alla Capigruppo della settimana prossima. Grazie e buonasera.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,58

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI, Emma PETITTI e la consigliera Marcella ZAPPATERRA.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 311 “Risoluzione per chiedere alla Giunta di rivedere la valutazione d'impatto ambientale favorevole al progetto per la realizzazione dell'impianto di recupero rifiuti a Conselice (RA). A firma dei Consiglieri: Alleva, Sensoli, Bignami, Sassi, Gibertoni”

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 17

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 23

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 9

Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 1511 “Risoluzione per impegnare la Giunta a riaprire la procedura tecnica di VIA e riesaminare il progetto dell'impianto di trattamento di rifiuti speciali per la produzione di Matrix sito a Conselice (RA), in relazione alle criticità emerse a seguito di eventi alluvionali, svolgendo inoltre controlli periodici e garantendo la salute della popolazione. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Bignami, Aimi, Foti”

 

Votazione emendamento 1 a firma dei consiglieri Pompignoli, Liverani

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 15

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 24

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 8

Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

Votazione finale risoluzione ogg. 1511

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 16

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 24

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 3

Piergiovanni ALLEVA, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Assenti: 7

Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Giorgio PRUCCOLI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 1517 “Risoluzione per impegnare la Giunta a favorire iniziative di controllo su rispetto prescrizioni, monitoraggi aggiuntivi, miglioramento viabilità e sicurezza idrogeologica riguardo ad insediamento produttivo in territorio del Comune di Conselice (RA) denominato O.D.A. (Officina dell’Ambiente). A firma dei Consiglieri: Bagnari, Montalti, Serri, Rontini, Soncini, Poli, Mumolo, Zappaterra, Prodi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Rossi Nadia, Paruolo, Molinari, Mori, Cardinali, Lori, Pruccoli, Tarasconi, Ravaioli, Bessi, Caliandro, Calvano, Iotti, Boschini, Sabattini”

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 25

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 15

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 3

Piergiovanni ALLEVA, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 6

Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 901 “Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso il Governo della proposta di determinare le fasce di reddito per il calcolo del ticket sanitario in base al reddito pro-capite e su tale parametro rivedere gli scaglioni di reddito e i relativi ticket. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Boschini, Rontini, Caliandro, Serri, Soncini, Prodi, Ravaioli, Rossi Nadia, Lori, Zoffoli, Marchetti Francesca, Poli, Pruccoli, Mumolo, Iotti, Montalti, Bessi, Zappaterra, Bagnari”

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 27

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 6

Enrico AIMI, Andrea BERTANI, Tommaso FOTI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 6

Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI.

 

Non voto: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 10

Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 1773 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad operare una valutazione, ai fini della compartecipazione alle spese sanitarie, sul reddito complessivo del nucleo familiare fiscale e anche sull’ISEE. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Piccinini, Sassi, Bertani, Gibertoni”

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 7

Enrico AIMI, Andrea BERTANI, Stefano CALIANDRO, Tommaso FOTI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 24

Mirco BAGNARI, Giuseppe BOSCHINI, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 10

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 1933 “Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la riduzione del contributo degli assistiti alla spesa sanitaria (ticket) per le prestazioni di laboratorio, diagnostica e riabilitazione qualora il contributo superi il costo complessivo della prestazione. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani”

 

Votazione emendamento 1 a firma dei consiglieri Paruolo e Zoffoli

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 31

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 10

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

Votazione finale risoluzione ogg. 1933

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 30

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 11

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 1511 “Risoluzione per impegnare la Giunta a riaprire la procedura tecnica di VIA e riesaminare il progetto dell'impianto di trattamento di rifiuti speciali per la produzione di Matrix sito a Conselice (RA), in relazione alle criticità emerse a seguito di eventi alluvionali, svolgendo inoltre controlli periodici e garantendo la salute della popolazione. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Bignami, Aimi, Foti”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Pompignoli, Liverani:

«Dopo le parole "Si impegna la Giunta regionale", abrogare il punto 1. così formulato:

"1. A riaprire la procedura tecnica di VIA e a riesaminare l'intero progetto dell'impianto di trattamento di rifiuti speciali (c.d. Matrix) di ODA (Società officina dell'Ambiente) alla luce delle criticità emerse con gli eventi alluvionali dello scorso febbraio, della fragilità idrogeologica del sito industriale di Conselice (RA) e le conseguenti criticità dal punto di vista della viabilità circostante;"

e, sostituire il punto 1. abrogato con il seguente:

"1. A rivedere la procedura tecnica di VIA e a riesaminare l'intero progetto dell'impianto di trattamento di rifiuti speciali (c.d. Matrix) di ODA (Società officina dell'Ambiente) alla luce delle criticità emerse con gli eventi alluvionali del febbraio 2014, della fragilità idrogeologica del sito industriale di Conselice (RA), delle conseguenti criticità dal punto di vista della viabilità circostante e dell'inadeguatezza sismica dei fabbricati preesistenti, la cui classificazione attuale - difforme da quella prescritta per questa tipologia di stabilimento (classe III) - ne pregiudica la conformità edilizia non permettendone l'agibilità e la fruibilità da parte di lavoratori dipendenti e soggetti terzi;"»

(Respinto)

 

OGGETTO 867 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a riconfermare il finanziamento dei progetti di rilancio dei centri storici attraverso interventi integrati, sostenere il commercio di vicinato, incentivare il riuso degli spazi sfitti, riconoscendo inoltre agevolazioni fiscali ed esenzioni tributarie ai soggetti interessati. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Marchetti Francesca, Serri, Rontini, Poli, Ravaioli, Lori, Zoffoli, Soncini, Caliandro, Iotti, Sabattini, Pruccoli, Montalti”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi, Bertani:

«Nel dispositivo della risoluzione, al primo capoverso, sostituire: "2015" con: "2016"»

(Precluso)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi, Bertani:

«Nel dispositivo della risoluzione, al terzultimo capoverso, sostituire la parola "ingrandire" con l’espressione: "sviluppare (nei limiti individuati a livello comunale per le medie strutture di vendita o per altre similari attività)"»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi, Bertani:

«Nel dispositivo della risoluzione, l’ultimo capoverso è modificato secondo la seguente formulazione:

"A prevedere nell'ambito dell'asse 3 del POR FESR forme di sostegno dei processi di riqualificazione oltre che dell'innovazione tecnologica da destinarsi alle microimprese attive nei centri storici come individuate dalla Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2003, individuando altresì priorità per le iniziative relative a reti di imprese e a reti di frontisti."»

(Approvato)

 

Emendamento 4, a firma della consigliera Nadia Rossi:

«Nel dispositivo della risoluzione, sostituire il primo capoverso col seguente:

"A proseguire sul cammino intrapreso proseguendo nel finanziamento dei progetti di rilancio dei centri storici attraverso interventi integrati che, sul dettato della I.r. 41/ 97 e attraverso l'utilizzo dei Fondi europei, passino anche per il sostegno al commercio di vicinato in essi ospitato."»

(Approvato)

 

Subemendamento 5, a firma della consigliera Nadia Rossi:

«All’emendamento 3, al punto 3, la parola "imprese" è sostituita dalla parola "microimprese" e le parole "e a reti di frontisti" sono eliminate»

(Approvato)

 

OGGETTO 1933 “Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la riduzione del contributo degli assistiti alla spesa sanitaria (ticket) per le prestazioni di laboratorio, diagnostica e riabilitazione qualora il contributo superi il costo complessivo della prestazione. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Paruolo e Zoffoli:

«Il dispositivo è sostituito dal testo seguente:

"a valutare possibili modifiche al sistema dei contributi degli assistiti alla spesa sanitaria (ticket) in modo da ovviare ai casi in cui tale contributo risulti superiore al costo effettivo della prestazione, nel quadro di una revisione del sistema dei ticket che, in ottemperanza alle disposizioni nazionali e con l’assenso del Ministero dell’Economia e Finanza, possa essere attuata."»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

1924 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione della modulistica prescritta dalla Regione Emilia-Romagna relativamente alla rilevazione degli abusi edilizi, con particolare riferimento al Comune di Vergato. A firma del Consigliere: Bignami

1925 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione del Percorso Epilessia, con particolare riferimento allo svolgimento delle funzioni affidate al gruppo di lavoro regionale sulle neuroscienze. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1927 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure concorsuali riguardanti la Direzione di una Unità Operativa presso l'Ospedale di Sassuolo (MO). A firma del Consigliere: Bargi

1928 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il disavanzo relativo all'AUSL di Forlì. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni

1929 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare episodi di "bullismo islamico". A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

1930 - Interrogazione a risposta scritta circa la manifestazione politica della destra indetta per il 16 gennaio a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Foti

1931 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione della normativa riguardante la certificazione energetica degli edifici. A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Bargi, Delmonte, Liverani, Rainieri, Pettazzoni, Marchetti Daniele, Pompignoli

1932 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di segnalazione ed informazione relative alle limitazioni della circolazione stradale adottate dai Comuni. A firma del Consigliere: Bertani

1941 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzo dei contributi e la situazione riguardanti un'area di riequilibrio ecologico situata nel Comune di Cento. A firma del Consigliere: Pettazzoni

 

Risoluzioni

 

1926 - Risoluzione per impegnare la Giunta a condannare gli atti di violenza e di prevaricazione posti in essere in città europee ed in particolare a Colonia nella notte del 31 dicembre 2015, attivandosi inoltre, di concerto col Governo, al fine di contrastare il diffondersi di ideologie misogine ed androcentriche, specie se importate da migranti, richiedenti asilo o sedicenti tali. (11 01 16) A firma dei Consiglieri: Delmonte, Marchetti Daniele, Liverani

1933 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la riduzione del contributo degli assistiti alla spesa sanitaria (ticket) per le prestazioni di laboratorio, diagnostica e riabilitazione qualora il contributo superi il costo complessivo della prestazione. (12 01 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

1934 - Risoluzione per impegnare la Giunta a voler assumere ogni ulteriore iniziativa, volta a verificare la possibilità di differire l'autorizzazione dell'ampliamento della discarica "Tre Monti" ad un momento successivo all'adozione del nuovo Piano Regionale. (12 01 16) A firma del Consigliere: Foti

1935 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sottoporre a verifica il quadro delle agevolazioni concesse alla Società Fondiaria Industriale Romagnola SFIR con riferimento al rispetto degli impegni occupazionali. (12 01 16) A firma dei Consiglieri: Bertani, Montalti, Zoffoli, Caliandro, Pompignoli, Foti, Bignami, Calvano, Torri, Serri, Taruffi, Ravaioli

1936 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare attraverso la Conferenza Stato-Regioni il riconoscimento a livello nazionale della patologia della Sclerosi sistemica (Sclerodermia) ai fini dell'inserimento nei registri delle malattie rare e conseguentemente ottenere un codice di esenzione. (12 01 16) A firma della Consigliera: Sensoli

1937 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la sostenibilità e la fattibilità di un progetto che consenta ai residenti, soprattutto giovani e studenti, una più agevole e sostenibile fruizione del patrimonio sociale, storico, artistico e culturale della Regione Emilia-Romagna. (12 01 16) A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Ravaioli, Bagnari, Rossi Nadia, Paruolo, Cardinali, Zoffoli, Boschini, Serri, Caliandro, Lori, Montalti, Bessi, Calvano, Soncini, Rontini, Marchetti Francesca, Sabattini, Prodi, Mumolo

1938 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare, con l'Ufficio scolastico regionale, la predisposizione di una campagna di sensibilizzazione sul valore sociale e culturale della conoscenza della classicità e della lingua latina coinvolgendo anche le associazioni culturali ed i soggetti interessati, verificando inoltre la possibilità di proporre il latino quale insegnamento extra curricolare facoltativo nella scuola secondaria di primo grado. (12 01 16) A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Ravaioli, Bagnari, Rossi Nadia, Paruolo, Cardinali, Zoffoli, Lori, Montalti, Mumolo, Bessi, Prodi, Calvano, Boschini, Soncini, Rontini, Marchetti Francesca, Sabattini, Serri, Caliandro

1939 - Risoluzione per impegnare la Giunta laddove dovesse essere verificata l’impossibilità di intervenire in abbattimento dell’aliquota IRAP ad attivare in tempi rapidi il provvedimento anticipato con l’approvazione della manovra finanziaria finalizzato a compensare l’effetto IRAP per le ASP. (12 01 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Caliandro

1940 - Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare a sostenere il settore del commercio perché possa svolgere un ruolo strategico per il traino della ripresa. (12 01 16) A firma dei Consiglieri: Serri, Sabattini, Rossi Nadia, Montalti, Bagnari, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Mori, Marchetti Francesca, Prodi, Poli, Molinari, Boschini, Lori, Iotti, Rontini

1942 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad esprimere contrarietà contro la violenza subita da molte donne a Colonia e contro la violazione dei diritti di parità delle donne islamiche nei loro paesi, attivandosi inoltre presso il Governo e il Parlamento al fine di prevedere il mancato riconoscimento dello status di rifugiato e l'espulsione di chi neghi la parità di genere. (12 01 16) A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi, Sensoli, Prodi, Mori, Caliandro, Ravaioli, Serri, Rossi Nadia.

(Comunicazione n. 23 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2016/46 del 13/01/2016)

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

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