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73.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 12 APRILE 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2442

Interpellanza circa gli intendimenti e le scelte della Giunta e del Presidente della Regione Emilia-Romagna in merito al Referendum sulle trivellazioni previsto per il 17 aprile 2016. A firma del Consigliere: Fabbri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FABBRI (LN)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

FABBRI (LN)

 

OGGETTO 2212

Interpellanza circa il trasferimento da Villanova d'Arda dell'attività di riabilitazione e di recupero al presidio ospedaliero di Fiorenzuola d'Arda, una volta ultimata la realizzazione del blocco "B" ora in corso. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

VENTURI, assessore

FOTI (FdI)

 

Interpellanza oggetto 2226

(Rinvio)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 1395

Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo un modello inclusivo per affrontare le crisi umanitarie e contrastare l'ISIS, anche tramite il ruolo dell'ONU, a sostenere in ogni sede il ruolo dell'Europa per facilitare il dialogo tra Russia e USA superando gli strumenti sanzionatori, a chiedere alla Commissione Europea l'istituzione di un fondo comune speciale tra gli Stati al fine di ammortizzare le ingenti perdite subite dagli imprenditori colpiti dalle contromisure russe, adottate a seguito delle sanzioni euro-statunitensi. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Continuazione discussione e reiezione)

OGGETTO 2507

Risoluzione per impegnare la Giunta a invitare nelle sedi di confronto Stato Regioni il Governo ad attivarsi nelle sedi comunitarie affinché l’Unione europea riveda la propria posizione nei confronti della Russia, a sostenere ogni attività diplomatica volta a supportare la ripresa del dialogo fra le parti e a scongiurare il rischio di un incremento della tensione internazionale. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi, Gibertoni

(Continuazione discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

SENSOLI (M5S)

BOSCHINI (PD)

SENSOLI (M5S)

AIMI (FI)

BARGI (LN)

BOSCHINI (PD)

FOTI (FdI)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SEL)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 2197

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la possibilità di introdurre forme di sgravio fiscale, quali la riduzione dell’IRAP, per le attività commerciali site nei piccoli comuni montani, ponendo inoltre in essere azioni presso il Governo al fine di prevedere un regime fiscale agevolato e semplificato per gli esercizi commerciali di montagna. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 2217

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni verso il Governo per aumentare le risorse destinate dalla Legge di Stabilità 2016 al Fondo nazionale per la montagna, per chiedere che la quota dello stesso destinata alla Regione Emilia-Romagna tenga conto delle esigenze delle imprese e dei lavoratori in difficoltà, prevedendo inoltre sgravi fiscali per le attività produttive che si insedieranno in zone montane. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 2502

Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare uno studio di fattibilità volto a definire le possibili articolazioni dell'agevolazione IRAP per il tessuto economico montano, con riferimento alle imprese insediate nel territorio montano, ai programmi di sviluppo avviati ed agli esercizi commerciali di particolare interesse per la collettività, individuando inoltre metodologie di agevolazione automatica e di minimo impatto burocratico. A firma dei Consiglieri: Serri, Caliandro, Lori, Sabattini, Mumolo, Boschini, Rossi Nadia, Prodi, Ravaioli, Tarasconi, Campedelli, Soncini, Zoffoli, Rontini, Marchetti Francesca, Poli, Cardinali, Mori, Montalti

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 2509

Risoluzione per impegnare la Giunta all'applicazione dell'aliquota IRAP nella misura minima ammissibile per le attività economiche che operano esclusivamente in comuni montani e aree svantaggiate, nonché per le imprese giovanili e femminili che operano su tutto il territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

TORRI (SEL)

BARGI (LN)

SENSOLI (M5S)

CARDINALI (PD)

TARUFFI (SEL)

DELMONTE (LN)

 

OGGETTO 2476

Risoluzione per ripristinare sui mitili raccolti presso le piattaforme estrattive ubicate nelle acque marittime i controlli necessari all'immissione sul mercato di prodotti sicuri. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Piccinini, Sassi, Sensoli

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

PRUCCOLI (PD)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SEL)

BERTANI (M5S)

PRUCCOLI (PD)

BERTANI (M5S)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 1066

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a definire, con la Regione Liguria, le modalità e le procedure per il rinnovo della concessione, relativa all'uso idroelettrico, riguardante l'invaso del Brugneto, chiedendo inoltre che l'eventuale rilascio supplementare di acqua sia pari a 1,5 milioni di metri cubi, previe valutazioni congiunte da parte dei soggetti interessati. A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Saliera)

MOLINARI (PD)

 

OGGETTO 1519

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad agevolare i produttori ed i soggetti controllori circa l'applicazione e la diffusione dell'IFQ "prodotto di montagna", valorizzarne la distribuzione attraverso la filiera agroalimentare della zona montana, definendone inoltre il perimetro. A firma dei Consiglieri: Serri, Caliandro, Bagnari, Molinari, Lori, Cardinali, Calvano, Poli, Iotti, Sabattini, Zappaterra, Marchetti Francesca, Soncini, Rontini, Prodi, Ravaioli, Zoffoli, Tarasconi, Taruffi, Torri, Pruccoli, Rossi Nadia, Bessi, Boschini, Mori, Mumolo, Montalti, Campedelli

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 2446

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi con il Ministero dell'Interno, i Prefetti ed i Questori dell'Emilia-Romagna al fine di garantire, al Corpo di Polizia, la disponibilità di organici ampliati e adeguati alle esigenze del territorio e di mezzi e dotazioni personali non obsoleti e tali da garantire la sicurezza dei cittadini e degli agenti. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

AIMI (FI)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 2217 - 2476

Emendamenti oggetto 1066

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 15,13

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la settantatreesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il Presidente della Regione Bonaccini, i consiglieri Bessi e Serri, gli assessori Costi, Gualmini, Mezzetti e Petitti.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 2442

Interpellanza circa gli intendimenti e le scelte della Giunta e del Presidente della Regione Emilia-Romagna in merito al Referendum sulle trivellazioni previsto per il 17 aprile 2016. A firma del Consigliere: Fabbri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo allo svolgimento delle interpellanze.

Iniziamo con l’interpellanza numero 2442: Interpellanza circa gli intendimenti e le scelte della Giunta e del Presidente della Regione Emilia-Romagna in merito al Referendum sulle trivellazioni previsto per il 17 aprile 2016, a firma del consigliere Fabbri.

Risponderà il sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Intendo illustrarla velocemente anche perché do l’interpellanza per letta.

L’Emilia-Romagna è una regione importante dal punto di vista turistico, così come è importante l’esito di questo referendum. Volevo capire un po’ l’Amministrazione regionale cosa ne pensa e che indicazione di voto dà per quello che riguarda il referendum di domenica prossima.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Fabbri.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Vista la folta presenza in aula, potrei consegnare direttamente la risposta scritta, ma facciamo finta di accendere il dibattito rispetto a un argomento che sta già accendendo il dibattito politico in questi ultimi giorni.

Consigliere, mi sia consentito di fare alcune valutazioni ulteriori rispetto alla semplice domanda che lei pone nella sua interrogazione finale, riprendendo il testo che lei stesso ha presentato in questa interpellanza con riferimento al referendum del 17 aprile. Più in generale penso a una riflessione per quanto attiene oggi il tema della politica energetica, che è uno dei temi sui quali questo referendum ha concentrato anche una parte del proprio confronto e della propria dialettica politica.

Lei sa che questa Assemblea legislativa, proprio il 29 settembre scorso, ha approvato una risoluzione che invitava a proporre al Governo, nell’ottica di favorire l’impegno e l’impiego delle fonti energetiche nazionali, con la massima attenzione alla tutela ambientale, del mare e della sicurezza, “l’avvio di un percorso di revisione complessiva della normativa nazionale in materia di estrazione di idrocarburi che trovi la condivisione dei Governi regionali e delle comunità territoriali e che sappia armonizzare il sistema nazionale in linea con le direttive dell’economia blu e dello sviluppo sostenibile”. Un impegno che è stato fatto proprio dal presidente Bonaccini nella sua funzione di presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni, proprio il 10 dicembre scorso, in un incontro-confronto con il Governo e i governatori di alcune Regioni che hanno costruito un’intesa per rispondere ai diversi quesiti che le Regioni avevano sottoposto relativamente al tema dello Sblocca Italia.

Si tratta di un’iniziativa e di un’intesa che ha portato al decadimento di ben cinque quesiti referendari proposti dai Consigli regionali e di conseguenza all’accoglimento della quasi totalità delle istanze avanzate dai territori.

L’agire di questa Regione, quindi, ben prima anche del nostro insediamento, e ben prima dell’indizione del referendum, pone il nostro Ente in una posizione di dialogo e interlocuzione con lo Stato sul tema delle estrazioni in Adriatico, poiché – i numeri lo testimoniano – è indubbio quanto sia importante questo tema per la nostra comunità. Il 59 per cento del totale del nazionale di gas è ubicato in mare. Il 40 per cento di questo si trova tra Emilia-Romagna e Veneto. Vi sono nel nostro territorio ventisette concessioni, quarantatré piattaforme, centotredici pozzi attualmente in produzione. È un’industria che -possiamo affermare- per sicurezza e tecnologia è ai vertici internazionali. L’impatto che questo settore ha sulla nostra economia è rilevante.

Le royalties, che solo nel 2015 sono state versate alla Regione Emilia-Romagna, che è seconda solo alla Basilicata, ammontano a 7.123.313 euro, così come lei ben ricorda nell’interrogazione. L’impatto, quindi, che questo settore ha sulla nostra economia non è solo rilevante in termini di entrate, ma pure in termini di posti di lavoro. In quanto amministratori di questo territorio siamo tenuti oggi ad assumere una posizione che sia coerente con le nostre responsabilità, in primis quella della salvaguardia ambientale e la sua convivenza con l’innovazione industriale. Per questo, così come abbiamo già realizzato un accordo con il MISE per l’attività estrattiva in terraferma, dovremmo costruire prossimamente le condizioni per riproporre lo stesso accordo sulle attività off-shore, ponendo come obiettivo la sicurezza, la salvaguardia ambientale e il monitoraggio: sicurezza, salvaguardia ambientale e monitoraggio delle attività.

Dal punto di vista della qualità ambientale di tali impianti, l’ARPA dell’Emilia-Romagna, che gestisce le ventitré stazioni di monitoraggio delle nostre acque costiere, riconosce che le analisi sui sedimenti esul biota, non hanno mai evidenziato come superati gli standard di qualità ambientali. Ben sei diversi organismi oggi verificano, controllano e certificano i processi di questi impianti a livello nazionale: il MISE, i Vigili del Fuoco, la Capitaneria di Porto, la RINA, l’ISPRA e la stessa ARPA regionale. Anche riguardo al tema della subsidenza, che lei cita all’interno della sua interpellanza, va sottolineato che in virtù delle ultime rilevazioni compiute da ARPAER, (la media dei valori nel periodo 2006-2011, che è l’ultimo dato disponibile, in quanto il prossimo diventerà disponibile nel 2017) risulta essere costante o in rallentamento nonché causato, come ovviamente tutti noi sappiamo e gli studi tecnici scientifici confermano, da diversi fattori: prelievo del gas, prelievo da falda, peso di edifici, bonifica di aree paludose e lagunari e altre motivazioni.

La questione posta dal referendum, l’unico quesito che rimane, è molto puntuale, ed è relativa esclusivamente alla durata delle concessioni e coltivazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine. La proroga si riferisce unicamente agli impianti esistenti poiché, come ben sappiamo, vige all’interno delle 12 miglia marine, il divieto per realizzarne di nuove in quel raggio.

Pertanto, come Amministrazione regionale abbiamo ritenuto di non appoggiare il quesito referendario che riteniamo residuale dopo il decadimento degli altri quesiti, continuando giustamente a percorrere il solco tracciato da quanto votato proprio in questa Assemblea il 29 settembre, ritenendo personalmente, ma non solo, che la complessità e la gestione di tali scelte sia a carico degli organismi legislativi ed esecutivi e non a carico di un referendum.

D’altro canto, però, siamo altrettanto consapevoli che ogni componente di questa Giunta comunque, dal presidente agli assessori, nella massima autonomia di pensiero e di coscienza, sarà libero e libera di esprimere la propria posizione sul tema e di rapportarsi al quesito posto nel referendum secondo propria coscienza.

Detto ciò, in conclusione, tengo a sottolineare positivamente come il dibattito che si è aperto sul referendum in questa settimana accende i riflettori sull’importanza delle scelte di politica energetica nel nostro Paese. È un tema sul quale non ci sono dubbi e che vede la Giunta in una posizione unanime e concorde nel trovare la giusta dimensione tra efficienza energetica, gas e rinnovabili.

Questa è la più grande sfida per il nostro futuro e penso anche per la nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Fabbri per la replica. Ha sette minuti. Prego.

 

FABBRI: Sono soddisfatto della risposta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Fabbri.

 

OGGETTO 2212

Interpellanza circa il trasferimento da Villanova d’Arda dell’attività di riabilitazione e di recupero al presidio ospedaliero di Fiorenzuola d’Arda, una volta ultimata la realizzazione del blocco “B” ora in corso. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza numero 2212: Interpellanza circa il trasferimento da Villanova d’Arda dell’attività di riabilitazione e di recupero al presidio ospedaliero di Fiorenzuola d’Arda, una volta ultimata la realizzazione del blocco “B” ora in corso, a firma del consigliere Foti.

La parola al consigliere Foti.

 

FOTI: Presidente, solo per dire che mi auguro che la sintesi del nostro oggetto non sia anche la conclusione della risposta all’interrogazione, perché in verità nell’interrogazione la soluzione, qui prospettata come oggetto, cioè il trasferimento da Villanova delle attività di riabilitazione e di recupero al presidio ospedaliero di Fiorenzuola, era paventata come una possibilità da scongiurare e non come una presa d’atto effettiva.

Ascolterò la risposta dell’assessore, augurandomi che vi sia una differenza nella risposta rispetto alla sintesi di quest’oggetto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La parola all’assessore Venturi.

 

VENTURI, assessore: Non c’è nessuna fine della storia. Le spiego, consigliere. L’Unità spinale dell’Azienda USL di Piacenza è un reparto dedicato ed altamente specializzato per la riabilitazione delle gravi mielolesioni, che opera, come altri di questo tipo, secondo il modello Hub and Spoke.

L’Unità spinale è dotata al suo interno di competenze multidisciplinari e multiprofessionali. Garantisce l’unitarietà dell’intervento riabilitativo inteso come concetto spaziale, tutto fatto nel medesimo posto, e temporale, tutto fatto all’interno di un progetto con caratteristiche progressive di contemporaneità.

La Regione Emilia-Romagna, con delibera di Giunta n. 1267/2002, ha approvato le linee guida per l’organizzazione delle aree di attività di livello regionale secondo il modello Hub and Spoke, ivi compresa la riabilitazione, definendo tra le alte specialità l’Unità spinale.

Con la successiva delibera n. 136/2008, la Regione ha approvato la rete regionale per la riabilitazione delle gravi mielolesioni, che prevede due centri Hub monospecialistici, Montecatone Rehabilitation Institute, nel territorio dell’Azienda USL di Imola, e Villanova d’Arda nell’Azienda USL di Piacenza, in rete con i tre Trauma Center della Regione, Ospedale Maggiore di Bologna, Ospedale Bufalini di Cesena e Ospedale Maggiore di Parma.

Infine, la delibera n. 2040 del 2015 “Riorganizzazione della rete ospedaliera secondo gli standard previsti dalla legge n. 135/2012, dal Patto per la Salute 2014-2016 e dal DM Salute n. 70 del 2015” ha stabilito che l’approccio del modello Hub and Spoke ha riguardato e continuerà a riguardare le alte specialità riabilitative.

Pertanto, non sussistono elementi di dubbio sulla permanenza della funzione Hub Unità spinale presso l’Azienda USL di Piacenza. Al tempo stesso, per l’Azienda USL, il mantenimento di queste funzioni costituisce una priorità da rafforzare con gli opportuni investimenti.

Non è per non risponderle nel merito, consigliere Foti, ma la competenza dell’individuazione della sede più opportuna per l’Hub Unità spinale spetta a tutti gli effetti all’Azienda USL di Piacenza insieme alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria, proprio in base alla delibera di Giunta con la quale abbiamo ottemperato alla definizione dei criteri per la riorganizzazione della rete ospedaliera. Quindi, nei prossimi mesi conosceremo le determinazioni che insieme, Conferenza e Azienda USL di Piacenza, definiranno relativamente alla riorganizzazione dell’intera rete ospedaliera aziendale, compreso il tema dell’ubicazione dell’Unità spinale lì collocata.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Venturi.

La parola al consigliere Foti per la replica. Ha sette minuti.

 

FOTI: Ringrazio il signor assessore per le spiegazioni, così come ha detto, che mi ha fornito. Effettivamente nelle premesse dell’interpellanza penso di aver correttamente citato le stesse delibere da lei evocate e più precisamente la delibera della Giunta regionale n. 136 del 2008. Ho dato atto di quali sono i Trauma Center nella Regione: Ospedale Maggiore di Parma, Ospedale Maggiore di Bologna, Ospedale Bufalini di Cesena. Ho correttamente indicato la delibera della Giunta regionale n. 805 del 2012 e ho aggiunto anche il decreto ministeriale da lei evocato del 2 aprile 2015, n. 70.

Lo dico solo perché mi è abbastanza chiaro il quadro. Mi è un po’ meno chiara, invece, la risposta che lei, assessore, ha fornito, perché in questa interpellanza, come lei sa, si conosce a chi spetta la decisione ultima. Ho anche citato, e pensavo che su questo vertesse la sua risposta, quanto da lei dichiarato alla stampa locale citata nell’interpellanza, Libertà, pagina 31 del 14 febbraio 2016, a fronte della quale io penso che una risposta di questo tipo mal si concili con la risposta di oggi, nel senso che alla giornalista che chiedeva che fine farà Villanova non è stato risposto, com’è stato risposto oggi a me, che bisognerà che la Conferenza sociosanitaria e la ASL di Piacenza trovino la risposta a questo quesito, ma è stato risposto da Lei assessore – glielo cito tra virgolette – che “su Villanova bisognerà fermarci a ragionare; in questi anni ha fatto tanto e non abbandoneremo questo patrimonio di competenze e professionalità. Possiamo anche pensare alla valorizzazione di una riabilitazione in senso sportivo, anche in collaborazione con il CONI. Ora, però, siamo ancora in fase di proposte e di idee".

Io mi permetto, assessore, di farle presente che se lei risponde così a una giornalista quantomeno dovrebbe rispondere nello stesso modo a un consigliere regionale che le pone la stessa domanda. Non dico che lei dovesse rispondere a me, perché questo tipo di risposta, così com’è chiaro nel contenuto dell’interpellanza, ha poi portato a una serie di prese di posizione in ambito locale delle quali io mi son permesso di citare solo la dichiarazione del Sindaco di Villanova, il quale ha rilasciato delle dichiarazioni rispetto ad alcune cose che non gli vengono chiarite.

Posso anche comprendere cosa ha detto l’assessore tra le righe: "la Regione assolutamente non intende togliere quelle funzioni di cui alla delibera n. 136 del 2008, che interessano Montecatone e Villanova, però attenzione perché noi parliamo di ASL, non parliamo di luoghi. Quindi, la ASL di Piacenza, per noi, ha questa funzione. Il fatto che poi la funzione venga esercitata a Villanova o meno questo è un problema che non strettamente attiene alle nostre competenze". Assessore, io non so a chi si riferisse il Sindaco di Villanova, che tra l’altro è una persona molto alla mano, non è una persona che tende a ingigantire le cose. Ha detto quanto segue: “Se l’appunto fatto a me e alla mia Giunta – lo accusavano di non essere stato abbastanza duro – è quello di non avere opportuni santi in paradiso e conoscenze giuste per risolvere il problema, ci si lasci prendere tutto ciò come un vanto e non come uno svilimento del ruolo, poiché siamo convinti che a tutti i livelli, soprattutto nel campo della sanità, quanti esempi negativi, ahimè, ci vengono ogni giorno dai notiziari, le decisioni vadano prese non per interessi di qualcuno o per aiuti particolari, ma perché ritenute giuste e doverose nell’interesse della collettività”.

Ecco da che cosa nasce il quesito a lei posto. Ad esempio, di questa vicenda del CONI da lei accennata che cosa c’è agli atti dell’ASL? Non penso, assessore, che se non fosse stato di sua competenza, il CONI avrebbe scritto a lei. Tutt’al più il CONI avrà preso contatti con l’ASL locale. Se lei la cita, allora significa che lei ne è stato informato e se ne è stato informato allora una sua valutazione, così come ha fatto lei, perché l’argomento l’ha introdotto lei e non io – la mia interrogazione è successiva alla sua dichiarazione – qualcosa vorrà pur dire.

Non vorrei che lei prendesse questo come un gesto antipatico, ma io ritengo soltanto che da parte sua, come assessore, per le sue competenze, che torno a ripetere non sono decisionali sul punto, però visto che l’argomento è stato introdotto, l’argomento dovesse essere anche concluso, anche dicendo soltanto che ci si è limitati a riferire una voce raccolta in loco e sulla quale l’ASL evidentemente sta studiando.

Tuttavia, nel momento in cui diamo in pasto all’opinione pubblica una possibile soluzione come quella che tutto andrà a Fiorenzuola, ma a Villanova potrebbe esserci una positiva collaborazione di altro tipo con il CONI, mi aspettavo – mi scusi, assessore – che questa sua anticipazione di stampa potesse trovare almeno adeguata conferma o adeguata smentita qui in Consiglio.

Registro solo che sul punto non è stato detto assolutamente nulla.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

 

Interpellanza oggetto 2226

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’interpellanza oggetto 2226 è rinviata per l’assenza giustificata dell’assessore Costi e anche dell’interpellante, consigliere Alleva.

 

OGGETTO 1395

Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo un modello inclusivo per affrontare le crisi umanitarie e contrastare l’ISIS, anche tramite il ruolo dell’ONU, a sostenere in ogni sede il ruolo dell’Europa per facilitare il dialogo tra Russia e USA superando gli strumenti sanzionatori, a chiedere alla Commissione Europea l’istituzione di un fondo comune speciale tra gli Stati al fine di ammortizzare le ingenti perdite subite dagli imprenditori colpiti dalle contromisure russe, adottate a seguito delle sanzioni euro-statunitensi. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 2507

Risoluzione per impegnare la Giunta a invitare nelle sedi di confronto Stato Regioni il Governo ad attivarsi nelle sedi comunitarie affinché l’Unione europea riveda la propria posizione nei confronti della Russia, a sostenere ogni attività diplomatica volta a supportare la ripresa del dialogo fra le parti e a scongiurare il rischio di un incremento della tensione internazionale. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi, Gibertoni

(Continuazione discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla discussione della risoluzione oggetto 1395 e della risoluzione oggetto 2507.

Oggetto 1395: Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo un modello inclusivo per affrontare le crisi umanitarie e contrastare l’ISIS, anche tramite il ruolo dell’ONU, a sostenere in ogni sede il ruolo dell’Europa per facilitare il dialogo tra Russia e USA superando gli strumenti sanzionatori, a chiedere alla Commissione Europea l’istituzione di un fondo comune speciale tra gli Stati al fine di ammortizzare le ingenti perdite subite dagli imprenditori colpiti dalle contromisure russe, adottate a seguito delle sanzioni euro-statunitensi, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

Oggetto 2507: Risoluzione per impegnare la Giunta a invitare nelle sedi di confronto Stato Regioni il Governo ad attivarsi nelle sedi comunitarie affinché l’Unione europea riveda la propria posizione nei confronti della Russia, a sostenere ogni attività diplomatica volta a supportare la ripresa del dialogo fra le parti e a scongiurare il rischio di un incremento della tensione internazionale, a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani, Sassi e Gibertoni.

Riprendiamo, quindi, la discussione generale.

Nella seduta antimeridiana era intervenuto il consigliere Bargi.

Siamo in discussione generale.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Illustro molto brevemente la nostra risoluzione, che chiede alcune cose simili al...

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Sensoli, chiedo scusa.

Assessore Venturi, il consigliere Foti le chiede se può consegnare la risposta alla sua interrogazione.

Consigliere Foti, arriverà.

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie. La nostra risoluzione – dicevo − per alcuni aspetti avanza richieste simili a quelle presenti nella risoluzione della Lega. Noi abbiamo voluto fare un approfondimento per quanto riguarda le misure di sostegno già decise dalla Commissione Europea, che ha reso disponibili circa 125 milioni di euro che per noi, a oggi, risultano del tutto insufficienti.

La nostra richiesta è, sì, quella di rivedere le sanzioni, ma non ci pronunciamo in questa sede − che non riteniamo opportuna − in merito al discorso “sanzioni sì, sanzioni no”. Rivedere le sanzioni non significa per forza doverle annullare. Sicuramente, il quadro geopolitico cambia molto velocemente, anche nell’arco di pochi mesi. Sicuramente, queste sono misure che vanno aggiornate di frequente. Allo stesso modo, vanno aggiornati i parametri con cui si distribuiscono le risorse ai Paesi danneggiati da queste misure di carattere internazionale decise da organi sovranazionali.

Vi riporto un esempio, tanto per intenderci. Questo caso ha danneggiato in maniera molto importante l’economia agroalimentare italiana, così come altri prodotti e ciò che può essere considerato il valore aggiunto dell’esportazione italiana. Sappiamo benissimo che la vera risorsa della produttività italiana è proprio il valore aggiunto. Così come può aver danneggiato il turismo, sicuramente, se si fossero verificate altre situazioni, magari, sarebbero stati altri i Paesi ad essere danneggiati nella loro economia.

Sicuramente va rivisto l’intero quadro, anche cercando di avere dati più precisi. Le cifre, i numeri derivanti dalle perdite sono diversi a seconda di chi rilascia le dichiarazioni. Il ministro Martina dichiara circa 200 milioni di euro d’impatto; l’ex ministro Guidi dichiara 100 milioni. Si parla anche di indotto, e in quel caso si arriva addirittura a diversi miliardi.

Secondo noi, le misure vanno completamente riviste. Bisogna trovare misure adeguate per tutti gli imprenditori, specialmente i medio-piccoli, quelli che formano il nostro tessuto economico, che vanno sicuramente risarciti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Boschini. Ne ha facoltà.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Noi abbiamo guardato con grande attenzione il testo della risoluzione proposta dai colleghi della Lega e, stamane, anche la risoluzione collegata proposta dai colleghi del Movimento 5 Stelle. Il tema è interessante ed esiste. Pertanto, non vogliamo partire dal presupposto che questo sia un tema da non prendere seriamente in considerazione.

Al tempo stesso, non nascondiamo che le formulazioni che ci vengono proposte le riteniamo insufficienti e non in grado di affrontare la tematica in maniera corretta. Qual è il punto? Naturalmente, siamo tutti d’accordo sul fatto che le nostre imprese stanno soffrendo significative difficoltà nei rapporti commerciali con la Russia. I dati − come viene più volte richiamato − sono in parte contraddittori. Non scriverei, come scrive il Movimento 5 Stelle, che regna il caos più totale. Ci sono dati abbastanza consolidati per quanto riguarda il calo dell’export nazionale, che riguarda più o meno un valore, sul 2014, di circa il 17 per cento sul fatturato dell’anno precedente (2013) rispetto al fatturato del rapporto commerciale italo-russo.

Anche per l’Emilia-Romagna, l’ERVET, di recente, sui dati 2015 dell’export regionale, ha fornito indicazioni che sintetizzerei in questo ordine di grandezza: la Russia è un partner importante, ma è il nostro nono partner (non il primo). Complessivamente, oggi il valore che possiamo stimare di perdita si attesta attorno al 25 per cento, 2015 su 2014, degli interscambi commerciali per la nostra regione. Se lo riportassimo in valori assoluti, potremmo dire che vi è un valore importante che si avvicina, probabilmente, ai 500 milioni.

Dove si trova il punto del caos che, in qualche modo, qualcuno voleva richiamare, ma che, a mio avviso, non si è verificato fino in fondo? Sta nel fatto che non basta dire che c’è un interscambio ridotto per indicarla come una perdita netta del nostro sistema economico. Molto spesso, in realtà, le esportazioni che non si indirizzano verso un Paese si indirizzano − non è sempre così, però − verso altre realtà.

Facciamo un esempio. Nel settore alimentare, complessivamente, c’è stato un calo pari a circa 25 milioni delle esportazioni italiane verso la Russia e sappiamo che queste hanno messo in difficoltà molti dei nostri operatori economici. Nello stesso anno (2015), c’è stato un incremento del +26 per cento delle esportazioni verso gli Stati Uniti e, addirittura, un +48 per cento delle esportazioni verso la Cina. Questo vuol dire che, in parte, esiste un effetto di sostituzione. Per cui, fortunatamente, non tutta la perdita di esportazione verso la Russia rappresenta una perdita economica netta, ma in parte viene recuperata attraverso...

 

(brusio in Aula)

 

Presidente, è difficile parlare in questa confusione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa, consigliere Boschini. Ha ragione.

Chiedo un po’ di silenzio per dare modo al consigliere Boschini di svolgere il proprio intervento.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente.

In qualche modo, esiste un termine, che è quello della non perdita netta, ma anche del recupero che si può registrare attraverso la sostituzione su altri mercati. Chiaramente, questo discorso non vale per tutti i settori. Può valere per l’agroalimentare, in parte, che ha una produzione abbastanza definita, ma sappiamo per certo che sul turismo e, in particolare, sul tessile o su alcune altre imprese che hanno addirittura la sede operativa in Russia (come il gruppo Concorde, la Carpigiani, la WAM di Cavezzo e la Saqui) possono esserci stati problemi maggiori.

Il punto su cui non riusciamo a concordare con i testi proposti dall’opposizione è sostanzialmente questo: non possiamo dimenticare quali sono le matrici e i motivi per cui si è arrivati a queste sanzioni. Non si possono registrare semplicemente come un problema di carattere economico e che va al più presto superato. Certo, noi lo auspichiamo, perché testimonierebbe un quadro internazionale fortemente migliorato, però dobbiamo ricordare che nel marzo 2014, introducendo queste sanzioni, il Parlamento Europeo definì “atto di aggressione” quanto stava avvenendo in Russia nei confronti dell’Ucraina e che allora si richiamò chiaramente il fatto che il memorandum di Budapest del 1994 affidava proprio alla Russia il compito di salvaguardare l’integrità territoriale dei Paesi provenienti dall’ex Patto di Varsavia.

Vi è una responsabilità a livello multilaterale e internazionale. Noi pensiamo che ogni ragionamento sulle sanzioni vada legato a questo. Non può essere semplicemente un’iniziativa di tipo economico – auspicabile, ripeto − che ci rende sicuramente attenti ai problemi delle nostre imprese, appartenenti all’Emilia-Romagna, auspicando il superamento. Sto pensando, per esempio, ai due luoghi fondamentali del multilateralismo che riguardano il nostro Paese. Il primo luogo è la sede NATO. Il Segretario generale NATO Stoltenberg, nei giorni scorsi, ha auspicato la ripresa, entro l’estate, dell’attività del Consiglio NATO-Russia. Di fronte a una situazione del genere, ci potremmo trovare qui per dire: “È il momento, di fronte a qualche primo passo, per cercare di prendere atto che è cambiato l’atteggiamento della Russia nel quadro internazionale e che le sanzioni non hanno più senso”. Le sanzioni non hanno senso, magari, dal punto di vista economico, ma lo hanno dal punto di vista politico.

Penso anche alla presa di posizione della Mogherini, di pochi giorni fa, riferita alla riunione dei ventotto ministri degli esteri che si è tenuta a metà marzo, dell’Unione Europea, che ha espresso cinque precise linee guida per la conduzione dei rapporti multilaterali con la Russia e che ha chiamato, chiaramente, la Russia al rispetto degli accordi di Minsk. Finché non si realizza pienamente il rispetto di tali accordi, evidentemente, diventa difficile esprimerci completamente a favore per il superamento di una misura che – lo ripeto − è dolorosa, ci preoccupa, però al tempo stesso, ha una motivazione non solo di tipo economico, ma anche di tipo politico.

Il collega Bargi ha sminuito la problematica dicendo: “In fondo lo sappiamo. Questo problema è esistito fra Stati Uniti e Russia. Gli Stati Uniti ci trascinano lì, alle sanzioni che noi non vogliamo”. Questa non può essere la posizione del Partito Democratico perché non è la posizione dell’Unione europea, non è la posizione dell’Italia nei tavoli internazionali, quindi non può essere la posizione che noi andiamo, in questo momento, a sostenere con questo tipo di pronunciamenti.

Come dichiarammo ai tempi dell’emendamento all’oggetto 800, auspichiamo che si faccia ogni atto per andare verso condizioni in grado di rimuovere questo embargo e queste conseguenze economiche. Tutto questo, però, deve prendere l’avvio da un ragionamento di tipo internazionale, di tipo politico che, purtroppo, negli atti presentati non vedo assolutamente presente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Boschini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Intervengo per fare qualche precisazione. Come ho già detto (il collega Boschini non era attento o, forse, mi sono spiegata male io), noi qui non siamo in Europa, non siamo nel Parlamento italiano, non siamo nel ministero degli esteri, non siamo nelle sedi in cui ci si può pronunciare in merito all’aspetto politico riguardante le sanzioni. Noi, qui, dobbiamo tutelare i nostri imprenditori, i nostri allevatori, i nostri agricoltori, tutti coloro che da queste sanzioni sono stati danneggiati. Condivisibile o meno la decisione di sanzionare la Russia (non esprimo qui un parere in merito, perché non è questa la sede per farlo), noi dobbiamo pensare ai nostri produttori e all’economia della nostra regione.

Si tratta di un danno economico, ma francamente dubito che a un qualsiasi agricoltore dell’Emilia-Romagna il tema del multilateralismo possa importare. Parlando di multilateralismo, ci attribuirebbero appellativi ben peggiori espressi in un linguaggio un pochino colorito sentito questa mattina in quest’aula, per i quali ci siamo scandalizzati.

La nostra risoluzione è volta semplicemente a chiedere che vengano attuate misure compensative maggiori per tutelare la nostra economia danneggiata da scelte operate in campo internazionale e che hanno coinvolto prevalentemente l’Italia, a seguito di decisioni assunte non solo dall’Italia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. In questa sede dovremmo dire la verità, e dovremmo dirla tutta. La verità è che queste decisioni non sono esclusivamente europee o dell’Italia, ma sono decisioni essenzialmente di Angela Merkel, la quale ha assunto questi atteggiamenti in politica internazionale.

Io non ho la pretesa, ovviamente, di salire in cattedra, ma mi limito a due osservazioni. La prima è che una parte della popolazione ucraina, in questo momento, ritiene opportuno un avvicinamento verso l’Europa, verso l’area euro, senza rendersi conto delle condizioni economiche nelle quali versa in questo momento l’Europa stessa e senza rendersi conto del guaio, in questo momento, nel quale si andrebbe a ficcare.

La seconda osservazione è legata al fatto che una parte degli ucraini sono di ceppo russo e puntano a una riunificazione con la madrepatria russa. Ricordo che la ragione per la quale si scatenò il secondo conflitto mondiale furono le sanzioni, e non solo: anche ciò che riguardava il territorio della Polonia o il territorio dei Sudeti o lo sbocco al mare. A mio parere, noi dobbiamo porre l’accento su un aspetto: le sanzioni non servono a nulla. Anzi, le sanzioni sono controproducenti.

Personalmente, sono stato e sono contrario alle sanzioni nei confronti di Cuba; figuriamoci se non lo sono nei confronti della Russia di Putin. Voglio ricordare a me stesso e all’aula che, non più tardi di qualche settimana fa, dobbiamo allo stesso Putin, così come ai suoi uomini e ai suoi interventi, anche con l’Aviazione (quindi, interventi di stampo militare), la liberazione di Palmira, quindi il ritorno della pace in quelle terre. Non sono cose da poco. In politica estera, Putin ha dimostrato di avere una credibilità assoluta e, soprattutto, di saper prendere decisioni estremamente importanti. Non ho visto lo stesso atteggiamento da parte di Obama.

Aggiungo, inoltre, che le decisioni europee non sono il Vangelo. Una decisione europea non deve necessariamente portare l’Italia... Anzi, l’Italia, in una situazione come quella delle sanzioni, avrebbe dovuto difendere la propria economia nazionale, che non è l’economia solo della regione Emilia-Romagna, che pure risente nell’agricoltura e in tutti gli altri settori di queste sanzioni. È fondamentale cercare una via d’uscita, che non deve essere assolutamente − ripeto − quella della guerra. Le sanzioni, però, vanno in quella direzione, ed è per questo che io sono fermamente convinto, anche come Gruppo di Forza Italia (ne parlavamo prima anche con il Capogruppo, consigliere Bignami), dell’opportunità di votare queste risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Aimi.

Non ho più iscritti in discussione generale.

Passiamo, quindi, alle dichiarazioni di voto.

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente. La schizofrenia politica è sempre stato un elemento che faccio fatica a spiegarmi. Quando una forza politica ha un presidente – parlo del presidente del Consiglio, non solo della forza politica, ma anche del nostro Paese – e che, seppur timidamente, dice all’Europa che se superassimo questo rinnovo automatico delle sanzioni forse riusciremmo ad agevolare qualche nostra impresa che verso quel mercato si era espansa e alla quale oggi abbiamo impedito di proseguire la propria attività, recuperando una fettina di mercato, ebbene, avere quello stesso partito che qui dentro fa fatica a sostenere quella linea mi lascia un po’ perplesso.

Solo l’anno scorso, il 25 giugno 2015, è stato votato un emendamento, se non all’unanimità, quasi; erano passati alcuni emendamenti da parte dell’opposizione e, se non ricordo male, vi era stato un voto condiviso sulla risoluzione del presidente Pompignoli relativa alla sessione europea 2015. Quell’emendamento 7 recitava tali parole (lo leggiamo per eliminare ogni dubbio): “Sul tema spinoso delle sanzioni europee alla Russia, le cui ricadute hanno procurato rilevanti danni all’economia dell’Emilia-Romagna in diversi settori produttivi e, in particolare, hanno fortemente penalizzato l’esportazione di prodotti agroalimentari, si sottolinea la necessità di sostenere in ogni sede la verifica delle condizioni perché siano al più presto rimosse”. Se non ricordo male, in quell’occasione arrivai in aula con un emendamento – parlo in prima persona perché lo curai io, ma in realtà era del Gruppo Lega Nord – che era molto più vasto ed era anche un po’ più formale di questo, che magari è un passaggio molto politico. Questo passaggio era presente in un’altra risoluzione sul tema dell’agricoltura, credo presentata dal collega Rainieri. C’era questo passaggio molto sbrigativo e diretto sul superamento delle sanzioni. La risoluzione era passata anche in quel caso.

La maggioranza, a margine dell’Assemblea, mi disse che il mio emendamento non andava bene e preferivano un altro che, a mio avviso, era molto più duro di quello che avevo proposto io. Ed è stato votato. Oggi, quindi, sentirmi dire che non si è d’accordo a votare la risoluzione mi sembra strano. Ogni volta che si parla di questo argomento dipende da com’era la luna la sera prima: cambiano le posizioni politiche oppure manca una linea politica precisa oppure non si vuole prendere una linea politica precisa.

Purtroppo noi paghiamo fortemente il fatto che il nostro Paese fa fatica ad avere una linea forte su queste tematiche e subiamo l’influenza di chi sta seduto in alto. Il presidente Renzi ha provato ad alzare la testa. Gli hanno detto di mettersi a cuccia e a cuccia è tornato. Peccato, perché questo è un tema importante. Adesso vorrei capire qual è la risposta reale che dovremmo dare alle nostre imprese e parlo più che altro delle piccole e medie. La risposta che più volte viene data è “hanno fatto male a espandersi solo verso quel mercato, potevano espandersi anche verso altri”.

I vantaggi dell’internalizzazione li sappiamo, però è anche vero che quando si aprono le porte di un mercato come quello russo, un Paese di gente abbastanza grezza che se cerca la qualità la va a comprare e non la produce, credo che fosse uno sbocco eccezionale per noi, per il nostro tipo di artigianato e prodotti enogastronomici. Tant’è che le associazioni di categoria che sono venute a questo incontro ci hanno presentato un sondaggio fatto in un incontro organizzato dall’associazione russa in Emilia-Romagna che abbiamo patrocinato anche noi. Ci hanno presentato un sondaggio delle aziende. Una delle domande era: “Quali sono i Paesi in cui vorreste esportare adesso”. La Russia era tra i primi quattro posti. Forse non è il principale partner ad oggi, perché era un mercato nel quale ci si stava espandendo anche a fatica, ma probabilmente nel futuro sarebbe potuto essere uno spazio in cui le nostre realtà produttive potevano investire.

È stato detto che i prodotti che non vanno al mercato russo vengono spalmati su altri mercati. Infatti, il Parmigiano Reggiano, forse uno dei prodotti più simbolici della nostra Regione, se non altro in campo alimentare, ha perso 1 euro di valore nel giro di pochi mesi, dall’entrata in vigore delle sanzioni, perché le forme tornate indietro si sono dovute spalmare sul mercato che era già saturo; oppure c’è il caso del latte della Polonia o di altri Paesi europei, perché non è che valgono solo per noi le sanzioni.

Anche gli altri Paesi europei non riescono più a esportare in Russia e quindi vengono a saturare anche il nostro mercato. Così è successo, ad esempio, per il latte polacco. Magari questo latte arriva sul nostro mercato a un prezzo più basso, a danno dei nostri produttori e agricoltori.

Parlando con le realtà produttive ci si accorge di come ci sia una forte amarezza verso questo tema. Io credevo che fosse il minimo prendere una posizione politica chiara e precisa come Istituzione regionale e poi farci portavoce, perché chiaramente noi più di tanto non possiamo fare, presso il Governo.

Il tema ucraino sicuramente è importante, sicuramente è rilevante, ma non si risolve un problema causandone un altro a se stessi. Si risolve il problema andando a livello internazionale a prendere in mano la situazione, andando di persona. Volete risolvere la questione militarmente, fatelo pure, ma non potete, per risolvere una questione spinosa, tra l’altro di un altro Paese – Paese che non fa parte neanche dell’Unione Europea, si affaccia, ma non ne fa parte – prendere una posizione di interesse transoceanico per supportare le nostre belle alleanze internazionali, posizione che però si ripercuote sul nostro substrato economico. Questa è una follia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Bargi ha terminato il tempo, la invito a concludere.

 

BARGI: Voteremo la nostra risoluzione a favore. La risoluzione del Movimento 5 Stelle ci sembra ridondante, essendo fondamentalmente identica alla nostra nell’impegno, anche se scritta con altre parole, ma sicuramente voteremo anche quella.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Boschini. Ne ha facoltà.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Intervengo in dichiarazione di voto per ribadire alcune cose.

Ho l’impressione di essere stato attento – lo volevo dire alla collega Sensoli – e non mi pare di essere stato disattento, però mi pare che oggettivamente non si possa dire che il testo che ci è stato proposto oggi sia dalla Lega che dal Movimento 5 Stelle sia un testo che si limita, come lei ci ha appena detto, a trattare il tema di come dare un supporto alle nostre imprese, perché non è così.

Il vostro testo impegna la Giunta regionale “ad attivarsi nelle sedi comunitarie affinché l’Unione Europea riveda la propria posizione nei confronti della Russia, tenuto conto che, rispetto al 2014, le condizioni geopolitiche sono completamente cambiate”. È una valutazione di politica estera. Non solo: “a sostenere in sede multilaterale ogni attività diplomatica volta a supportare la ripresa del dialogo fra le parti”. Questa è una cosa che anch’io auspico. Fra l’altro il termine “multilaterale” l’avete scritto voi. Io l’ho soltanto usato. Quindi, se poi lo fate leggere a qualcuno non vorrei che le uova arrivassero a voi. Lo dico perché non mi pare così vero che la discussione sia solo una discussione su come far avere 2 euro di risarcimento alle nostre imprese. Qui ci sono delle risoluzioni. Altrettanto vale per quella della Lega che recita: “Si impegna la Giunta a rivendicare in Conferenza Stato-Regioni e in Commissione Affari europei e internazionali un maggior ruolo dell’Europa nel facilitare il dialogo tra Russia e Stati Uniti”. Quindi, in qualche modo, si afferma che l’Europa non ha avuto un ruolo sufficiente in questa storia. Ancora: “Chiedere al Governo italiano un modello inclusivo nell’affrontare la gestione delle crisi umanitarie internazionali”. Fra l’altro, questo tema viene citato nel titolo, ma nel testo non c’è neanche.

Onestamente faccio un po’ fatica – non credo di essere stato disattento – a vedere soltanto una proposta d’intervento puramente di sostegno economico alle imprese in difficoltà che, torno a dire, noi abbiamo ben presenti e che sono assolutamente al centro della nostra attenzione.

Quindi, avendo dato un’impostazione così di politica estera a queste due risoluzioni, questa analisi io la trovo assolutamente carente sui punti che ho già detto e che ribadisco in sede di motivazione. Come è stato detto chiaramente anche da più interventi, qualcuno ritiene che l’Italia sia stata trascinata dagli USA, qualcuno dalla Merkel. Noi non la pensiamo così. Pensiamo che l’Europa abbia svolto il proprio ruolo, che l’Italia si sia mossa all’interno della sua cornice multinazionale di riferimento, multilaterale.

Ho citato la NATO, che è un primo riferimento per le questioni militari. Ho citato la Mogherini per quel che riguarda la presa di posizione sulle linee guida dell’Europa 28. Per noi l’Italia deve fare politica estera lì dentro, non è che può andare a spasso liberamente per il mondo come se fosse una superpotenza. Deve stare dentro quest’approccio bilaterale e multilaterale. Aggiungo che sulla chiave bilaterale, il ministro Martina ha incontrato il suo omologo russo a gennaio 2016 e ha parlato di questo. Formulare un auspicio che l’Italia comincia a muoversi come se nulla si stesse facendo, secondo noi, è il punto veramente sbagliato dell’impostazione di queste risoluzioni. Dove, invece, le condividiamo e dove, se vogliamo, possiamo provare a lavorare per il futuro? Sul punto in cui effettivamente si cerca di dare una mano all’export, soprattutto per quelle imprese che singolarmente magari sono state più colpite e non hanno avuto la possibilità di sostituire il mercato russo con altri mercati, perché quello era il loro mercato di elezione o dove si difendono le filiere e si cerca di gestire comunque le problematiche eventualmente dei prodotti che avanzano rispetto al mancato export verso la Russia.

Se il ragionamento diventa di quel tipo, ma deve essere di quel tipo, e qui non c’è, allora siamo disponibili a ragionare sapendo, però, che di sostegno all’export, di sostegno alle filiere, già ragioniamo in tanti altri contesti (i bandi della Regione, le iniziative che facciamo sul POR-FESR) e se c’è volontà di fare qualcosa di più specifico noi su questo ci siamo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Boschini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Intervengo molto brevemente, presidente. Credo che il consigliere Boschini abbia effettivamente analizzato entrambe le risoluzioni. Su un tema come questo, dato che la maggioranza spesso presenta risoluzioni proprie in abbinata, poteva anche presentarne una per rappresentare comunque al meglio…

 

(interruzione del consigliere Boschini)

 

Abbiamo discusso su temi molto meno importanti e molto meno impattanti anche per l’economia regionale. Se l’aveste presentata, se non altro avremmo…

 

(interruzione del consigliere Boschini)

 

Sì.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Boschini, non è un dibattito a due.

 

FOTI: Non metto in dubbio che prima della fine della consiliatura presenterete un documento anche su questo tema. A me pareva e pare già meritorio aver posto all’attenzione di quest’Assemblea un problema reale delle imprese italiane e anche delle imprese emiliano-romagnole, a fronte di decisioni che io ritengo comunque inopinate, anche in relazione a problemi che le sanzioni abitualmente portano dietro di loro. La cosa migliore sarebbe stata un auspicio comunque affinché la politica delle sanzioni fosse definitivamente superata. Gli Stati Uniti hanno sempre avuto una forte convinzione sul sistema delle sanzioni, che poi è un sistema che fa pagare non ai capi e ai vertici degli Stati i relativi effetti, ma li fa pagare alle popolazioni locali. Invece, in questo caso il presidente del Consiglio a dicembre si era fortemente sbilanciato – mi pare che il vertice fosse il 16-17 dicembre – nella ricerca di una posizione meno dura nei confronti della Federazione russa. Mi pare che avesse assunto una posizione corretta non solo per l’interesse nazionale, ma anche per il più vasto interesse europeo.

Tutto sommato, mentre noi rimaniamo fedeli fino all’ultima ora ai patti e agli accordi, mi è parso che il presidente Obama sia andato a Cuba con un’accelerazione che non voglio dire sia elettorale, visto che si voterà solo fra qualche mese per le elezioni presidenziali, ma comunque con un’accelerazione che qualcosa vorrà pur dire sotto il profilo geopolitico.

Ritenere che l’Europa e l’Italia non debbano svolgere un ruolo in tal senso mi pare fondamentalmente sbagliato, perché l’Italia deve assumere un ruolo in tal senso, convincendo che le sanzioni nei confronti della Federazione russa, se avevano una loro giustificazione all’inizio, oggi diventano una reiterazione inutile.

Scade a fine luglio la proroga decisa a dicembre di quest’anno. Francamente mi auguro che per quella data vi possa essere un voto di una risoluzione di quattro righe per invitare il presidente del Consiglio italiano ad assumere ogni utile iniziativa affinché non siano prorogate ulteriormente queste sanzioni. Lo dico per un solo motivo, perché alla base di tutta questa posizione vi sono gli accordi di Minsk. Molto correttamente bisogna dire che non possiamo pensare di aprire una politica di infiniti baratti.

Gli accordi di Minsk, se entro luglio di quest’anno saranno pienamente applicati va bene, diversamente, io penso che si debba anche avere il coraggio di fare un passetto in avanti per la loro applicazione completa, anche dimostrando la volontà dell’Europa di non essere così fortemente coercitiva nei confronti di terzi.

Concludo con una annotazione di colore. Se vent’anni fa, in questa sede, fosse stata portata una risoluzione nella quale si difendeva la posizione non della Federazione russa, ma della Russia, probabilmente da questi banchi sarebbero volate le parolacce e da quella parte sarebbero volati gli elogi. Il mondo è cambiato, perché il fatto che mi debba trovare più d’accordo con Putin che con la Merkel mi risulta difficile da comprendere, però è così. Ritengo anche che gli interessi nazionali in questo momento, per motivi di politica interna, li difenda molto meglio Putin che la signora Merkel, che ogni volta che si affaccia alla finestra non riesce che a proporre delle ricette che, a mio avviso, rimangono guerrafondaie, molto più di quelle di Putin, che userà dei sistemi forse non molto corretti al suo interno per mantenere il consenso, ma poi, tutto sommato, se vediamo come altri usano il consenso, se vediamo come altri usano i paradisi fiscali, non è neanche il peggiore, perché anche lì si è trovato in buona compagnia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Non avendo più nessun iscritto in dichiarazione di voto, nomino scrutatori il consigliere Campedelli, la consigliera Prodi e il consigliere Pompignoli.

Passiamo, quindi, alla votazione delle risoluzioni.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1395, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 1395 è respinta.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2507, a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani, Sassi, Gibertoni.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2507 è respinta.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): È pervenuta una richiesta di inversione dell’ordine del giorno per trattare l’argomento 2476, a firma del consigliere Bertani.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Chiediamo di anticipare la discussione, prima della fine dei lavori di oggi, della risoluzione che riguarda i mitili raccolti presso le piattaforme estrattive. Chiediamo di discuterla immediatamente dopo l’oggetto 2197, sempre se c’è un accordo dell’aula.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Bertani, l’oggetto 2197 è abbinato agli oggetti 2502, 2217 e 2509.

 

BERTANI: Va bene. Allora dopo la risoluzione 2197 e abbinate.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei chiede di anticiparla prima della risoluzione 2446?

 

BERTANI: Esatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene.

Può intervenire un consigliere a favore e uno contro.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Noi siamo favorevoli alla richiesta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Foti. Lei è contro, presumo.

 

FOTI: No, presidente. Parlo come se fossi contrario solo per dire una cosa. Voi sapete che sulle risoluzioni c’è un accordo e un meccanismo nella Conferenza dei Capigruppo per cui vengono iscritte secondo una rotazione. Mi permetto di dire che ce ne sono alcune, specialmente di alcuni Gruppi, che finiscono sempre in coda, a prescindere.

Quindi, voto ugualmente a favore per un problema di rapporti non solo politici, ma anche personali, però oggettivamente, se c’è un’emergenza, è meglio farla emergere in Conferenza dei Capigruppo. Diamoci un metodo. Dopo un anno e mezzo, diamocelo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ne prendiamo atto.

Nella prossima Conferenza dei Capigruppo ne discutiamo più accuratamente.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 2197

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la possibilità di introdurre forme di sgravio fiscale, quali la riduzione dell’IRAP, per le attività commerciali site nei piccoli comuni montani, ponendo inoltre in essere azioni presso il Governo al fine di prevedere un regime fiscale agevolato e semplificato per gli esercizi commerciali di montagna. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 2217

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni verso il Governo per aumentare le risorse destinate dalla Legge di Stabilità 2016 al Fondo nazionale per la montagna, per chiedere che la quota dello stesso destinata alla Regione Emilia-Romagna tenga conto delle esigenze delle imprese e dei lavoratori in difficoltà, prevedendo inoltre sgravi fiscali per le attività produttive che si insedieranno in zone montane. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 2502

Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare uno studio di fattibilità volto a definire le possibili articolazioni dell’agevolazione IRAP per il tessuto economico montano, con riferimento alle imprese insediate nel territorio montano, ai programmi di sviluppo avviati ed agli esercizi commerciali di particolare interesse per la collettività, individuando inoltre metodologie di agevolazione automatica e di minimo impatto burocratico. A firma dei Consiglieri: Serri, Caliandro, Lori, Sabattini, Mumolo, Boschini, Rossi Nadia, Prodi, Ravaioli, Tarasconi, Campedelli, Soncini, Zoffoli, Rontini, Marchetti Francesca, Poli, Cardinali, Mori, Montalti

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 2509

Risoluzione per impegnare la Giunta all’applicazione dell’aliquota IRAP nella misura minima ammissibile per le attività economiche che operano esclusivamente in comuni montani e aree svantaggiate, nonché per le imprese giovanili e femminili che operano su tutto il territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla risoluzione oggetto 2197: Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la possibilità di introdurre forme di sgravio fiscale, quali la riduzione dell’IRAP, per le attività commerciali site nei piccoli comuni montani, ponendo inoltre in essere azioni presso il Governo al fine di prevedere un regime fiscale agevolato e semplificato per gli esercizi commerciali di montagna, a firma dei consiglieri Torri e Taruffi.

A quest’oggetto si abbinano le seguenti risoluzioni:

Oggetto 2502: Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare uno studio di fattibilità volto a definire le possibili articolazioni dell’agevolazione IRAP per il tessuto economico montano, con riferimento alle imprese insediate nel territorio montano ai programmi di sviluppo avviati ed agli esercizi commerciali di particolare interesse per la collettività, individuando inoltre metodologie di agevolazione automatica e di minimo impatto burocratico, a firma dei consiglieri Serri, Caliandro, Lori, Sabattini, Mumolo, Boschini, Rossi Nadia, Prodi, Ravaioli, Tarasconi, Campedelli, Soncini, Zoffoli, Rontini, Marchetti Francesca, Poli, Cardinali, Mori, Montalti;

Oggetto 2217: Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni verso il Governo per aumentare le risorse destinate dalla Legge di Stabilità 2016 al Fondo nazionale per la montagna, per chiedere che la quota dello stesso destinata alla Regione Emilia-Romagna tenga conto delle esigenze delle imprese e dei lavoratori in difficoltà, prevedendo inoltre sgravi fiscali per le attività produttive che si insedieranno in zone montane, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

Oggetto 2509: Risoluzione per impegnare la Giunta all’applicazione dell’aliquota IRAP nella misura minima ammissibile per le attività economiche che operano esclusivamente in comuni montani e aree svantaggiate, nonché per le imprese giovanili e femminili che operano su tutto il territorio regionale, a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. La risoluzione che abbiamo iscritto, come SEL, all’ordine del giorno della seduta odierna riguarda il tessuto economico delle aree di montagna, in particolare gli esercizi commerciali.

Si chiedono due impegni. Il primo è un impegno diretto della Giunta a valutare la possibilità di introdurre forme di sgravio fiscale, intervenendo in particolare sull’IRAP per le attività commerciali site nei piccoli Comuni montani, svolgendo tutte le attività necessarie perché questo venga messo in atto (studi di fattibilità, forme di sperimentazione), in maniera tale da partire il più velocemente possibile, e perché questa azione comporti anche, come conseguenza, un intervento presso il Governo centrale, in modo che non sia soltanto un caso isolato, quello della Regione Emilia-Romagna, ma che si prenda coscienza di una particolarità che riguarda le aree montane che coprono buona parte del nostro Paese e oltre la metà della nostra regione.

Non si tratta solo di riserve o di ambienti in via d’estinzione. In un’ottica di sviluppo e di progresso, queste aree, che hanno caratteristiche particolari differenti da altre aree, a loro volta particolari, necessitano di una politica mirata che vada incontro ad esigenze e a tendenze demografiche e sociali che si sono ormai consolidate e che è possibile contrastare ed invertire, non per salvaguardare soltanto un tessuto, ma per svilupparlo in una maniera sostenibile e adeguata al mantenimento non soltanto delle attività produttive, ma anche degli abitanti sul territorio, e alla possibilità di attirare su questo territorio ulteriori attività economiche e flussi turistici.

Si vuole contrastare una tendenza − che si riscontra soprattutto nei Governi che si sono succeduti negli ultimi anni − ad una sempre maggiore centralizzazione, quindi a privilegiare criteri numerici rispetto alle particolarità demografiche ed orografiche dei territori, una tendenza nella progettualità e nel sostegno a forme di progetti innovativi o di attività produttive con criteri selettivi sempre meno incisivi e una tendenza a distribuire questi sostegni a pioggia, contraddicendo il principio in base al quale ogni zona montana (così come tutte le altre) ha particolarità che, in una politica di sviluppo corretta, andrebbero tenute in considerazione, in maniera tale che gli interventi di volta in volta programmati − come quelli che chiediamo noi qui oggi − non siano soltanto interventi di breve periodo, ma possano dare un respiro più ampio, quindi una politica di lungo periodo di sviluppo a tutti i territori.

La nostra elaborazione prende le mosse da tendenze ed allarmi lanciati sui vari territori montani della regione da diverse Istituzioni. In particolare, citiamo l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM). Ad ogni modo, molti sindaci di diversi colori politici hanno evidenziato questa necessità, proprio perché consegue non al lamentare trattamenti di sfavore o al chiedere un’eccessiva tutela, ma alle caratteristiche del territorio e, probabilmente, a una mancanza da parte delle Istituzioni nazionali.

Ci mettiamo anche in continuità con quanto abbiamo affermato in sede di Conferenza della montagna, dimostrando una volta di più che esiste un’attenzione particolare nei confronti di questi territori, facendolo in maniera concreta, cercando di individuare misure pratiche che favoriscano chi ha insistito, chi ha evitato di trasferirsi, quindi di cedere allo spopolamento che ha colpito le aree montane, in maniera tale che tutto questo sia da riferimento e da attrazione per altre attività.

La nostra proposta riguarda gli esercizi commerciali e si inserisce, oltre che in continuità con le politiche già annunciate dalla Giunta e con le richieste già formulate da diversi enti locali di diverso colore che alcune Regioni, come il Piemonte, stanno cercando di sperimentare, anche in continuità con una linea politica che il nostro partito ha cercato di tenere su questo come su altri temi. Un’altra risoluzione che avevamo depositato riguardava le attività industriali site in zone montane, sempre più una rarità e, di conseguenza, da curare, da salvaguardare e da considerare in prospettiva come sistema e nell’eventualità di riorganizzazioni che possano mantenere la popolazione sui territori ed aumentarla, se possibile.

Seguendo questo filone, abbiamo chiesto di discutere la risoluzione di oggi e di impegnare la Giunta a valutare la sperimentazione di queste forme di sgravio fiscale per gli esercizi dei piccoli centri montani, di attivarsi presso il Governo nazionale perché questa possibilità venga estesa il più possibile, non perché riteniamo – lo ripeto − che la montagna sia un piccolo ecosistema da difendere o l’ultima riserva da salvaguardare, ma perché necessita, come tutte le aree, di un modello di sviluppo di lungo periodo che parta dalle caratteristiche peculiari di queste situazioni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

È stato distribuito il testo della risoluzione oggetto 2509.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Chiedo scusa ai colleghi, ma la mia risoluzione è arrivata tardi perché, effettivamente, mi era sfuggita quella di SEL. Queste due risoluzioni sono state depositate praticamente negli stessi giorni. Non avevo visto la risoluzione di SEL. Siccome nella calendarizzazione temevo che questa potesse essere portata molto avanti, l’avevo protocollata in Commissione invece che in Assemblea, per cercare di accelerare i tempi della discussione.

Quando mi è stato fatto notare, oggi, che effettivamente c’era una risoluzione simile, ho chiesto la disponibilità, accordata da SEL e dagli uffici, a riportarla in aula per evitare una doppia discussione, che credo vada a beneficio di tutti.

Il tema della montagna − come ha giustamente ricordato il collega Torri − è molto particolare. Ne abbiamo sentito parlare anche durante la Conferenza per il Piano della montagna che si è tenuta a Castelnovo ne’ Monti all’inizio dell’anno. Si tratta di una realtà particolare. Chiaramente, chi fa attività, soprattutto produttiva e commerciale, in quei territori si rende conto dello svantaggio del territorio, uno svantaggio strategico, uno svantaggio che, almeno a livello infrastrutturale, bisognerebbe cercare di colmare per quanto riguarda le aree telematiche. Penso anche all’Agenda digitale, tema che monitoreremo, essendo molto importante. Laddove vi è difficoltà a creare una viabilità comoda, vantaggiosa, che perlomeno l’infrastruttura telematica possa essere portata e resa efficiente. Questo è soltanto un esempio.

In generale, tutto quello che riguarda il commercio − pensiamo semplicemente a un negozio di abbigliamento o di gastronomia – nella realtà di un piccolo paese montano rispetto a una grande città, a un paese urbano, anche di periferia, ma di dimensioni e di transito di persone ben maggiore, ci fa capire come sia più problematico, anche per il numero effettivo di clientela, gestire le attività in quel territorio.

Non intendo essere ripetitivo. Il collega Torri è già intervenuto nel merito della questione. Abbiamo avuto l’idea di presentare questa risoluzione per spingere la nostra Regione a individuare una sorta di peculiarità dell’area montana. Si tratta di un territorio difficile, che deve essere riconosciuto come tale. Proprio per far fronte allo spopolamento di quelle aree, dovuto alla mancanza di posti di lavoro e, a volte, alla mancanza di servizi, il fatto che più si riduce il numero di persone più questi servizi e posti di lavoro vengono meno, chiaramente, crea un effetto domino che porta allo svuotamento dell’Appennino, che sicuramente rappresenta una parte importantissima della nostra regione.

Visto e considerato tutto questo, con questo atto chiediamo – così come i colleghi di SEL; per questo motivo li ritenevo due atti da discutere insieme − l’attivazione da parte della Regione per andare incontro alle realtà commerciali e produttive di queste aree, prevedendo un’area di sgravio fiscale rispetto a imposte di spettanza regionale.

Avanziamo un’ulteriore richiesta. I colleghi di SEL hanno svolto un intervento sugli studi di settore e chiedono un intervento in tal senso, richiesta assolutamente da apprezzare e da sostenere. Si tratta, infatti, di un altro problema cruciale, sottolineato da diverse persone che hanno un’attività in montagna. In questo periodo, essendo i comuni del modenese in campagna elettorale e trovandosi quattro su cinque in montagna, mi capita molto spesso, al di là di una mia predilezione verso quelle zone, di passare tempo in montagna e di parlare con le persone che partecipano ai vari convegni e dibattiti che si organizzano. Effettivamente, si tratta di un tema molto sentito. Mi riferisco agli studi di settore e alla possibilità di avere un livello di leva fiscale idoneo alla realtà e a quello che il loro territorio può portare come introito e come clientela.

Chiediamo, inoltre, ed è questa la diversità tra le due risoluzioni, di rifarci alla legge nazionale n. 97/1994, la cosiddetta “Legge Carlotto”, l’ultimo testo organico per la montagna, che prevedeva, al suo interno, un fondo da destinare proprio ai piccoli Comuni montani, al fine di agevolare queste realtà e riconoscerne le specificità. Nel 1994 questo fondo aveva ottenuto uno stanziamento iniziale di 300 miliardi di lire (allora valevano ancora le lire). Progressivamente, negli anni, questo stanziamento è stato ridotto, fino ad arrivare all’ultimo, che risale al periodo 2010-2013. Dopodiché, si è interrotto. Un emendamento alla Legge di Stabilità del 2016 ha ripreso gli stanziamenti verso questo fondo. Gli stanziamenti, purtroppo, per i prossimi tre anni sono solo di 5 milioni di euro. Capiamo bene che per tutte le Regioni italiane sono molto pochi e che spetta ben poco alla Regione Emilia-Romagna, considerando che lo stanziamento precedente, su 41 milioni e rotti, dava alla Regione Emilia-Romagna circa 2.100.000 euro. Parliamo − su 5 milioni − di pochissime risorse.

Proprio perché l’intervento, se deve essere fatto, deve essere fatto bene, chiediamo, anche in questo caso, alla nostra Giunta e al presidente della Giunta in particolare, ricordando sempre il suo incarico di presidente della Conferenza Stato-Regioni, di spingere e attivarsi presso il Governo affinché venga reso maggiore lo stanziamento di questo fondo, al fine di mettere a disposizione risorse per i piccoli Comuni montani, indirizzarle, come Regione, verso le esigenze dovute allo sviluppo del lavoro, quindi alle attività commerciali e produttive.

Questo è il nostro pacchetto. Ho visto arrivare − per uscire un attimo dalla questione di merito − altre due risoluzioni. Passi pure il discorso sulla Russia. Ad ogni modo, tutte le volte non deve essere necessario ricorrere a risoluzioni ridondanti rispetto a quelle depositate. Quella di SEL ha il numero di protocollo 2197 e la nostra 2217. Quelle arrivate oggi sono la 2502 e la 2509. Mi pare che siano tardive, nel senso che sono arrivate proprio oggi, in tutti i sensi. Quando siamo d’accordo su un determinato argomento lo votiamo e basta, senza proporre ulteriori documenti. Nell’impossibilità di spostare la nostra risoluzione in aula, oggi avremmo votato quella di SEL senza problemi e avremmo aperto la discussione sulla nostra risoluzione una volta calendarizzata in I Commissione. Non mi era nemmeno passato di mente di presentarne una al volo per correre dietro.

Per favorire la discussione, si possono presentare emendamenti. C’è la possibilità di discuterne. Siamo qui apposta. Presentarsi, tutte le volte, con cinque o sei risoluzioni su ogni tema mi sembra una grande perdita di tempo.

Ad ogni modo, affronteremo la discussione su tutti gli atti depositati.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Prima di illustrare i contenuti, faccio una premessa. Mi scuso per il ritardo con cui è stata presentata questa risoluzione. Vorrei dire al consigliere Bargi che non tutte le volte si procede in questo modo. Come a lui, all’ultimo momento, è capitato di vedere questo oggetto all’ordine del giorno, lo stesso è capitato a noi. Vorremmo rimanere sui contenuti, senza fare tanta polemica, visto che, comunque, quando si è cercato il dialogo, da parte nostra, non è mai stato negato. Non si può dire, invece, il contrario.

Quello relativo alla montagna è un discorso da affrontare sotto più punti di vista. In questo senso, abbiamo scritto questa risoluzione. Il nostro Appennino è parte attrice di un’economia rispetto alla quale ci dobbiamo chiedere i motivi del calo, della diminuzione e i motivi dello spopolamento. Mi stupisce che SEL (Sinistra ecologia e libertà) non parli degli interventi pubblici, che dovrebbero rappresentare il cuore del mantenimento di una economia che, per questioni morfologiche, magari, non ha la stessa facilità di sviluppo del resto o di altre parti della regione.

Abbiamo assistito, negli anni, al depauperamento dei servizi (trasporti carenti, servizi sanitari svuotati, servizi assistenziali altrettanto diminuiti). Quando su un territorio montano si iniziano a chiudere anche i punti nascita, non ci stupiamo se la gente non nasce, non cresce e non vive più in montagna.

Ben vengano, quindi, le agevolazioni nei confronti dei piccoli imprenditori del nostro Appennino. Noi abbiamo voluto fornire un altro piccolo contributo aggiungendo tutti i giovani e tutte le imprese femminili che si vogliono adoperare, ad esempio, per il recupero di aree dismesse. Ci sembra importante citare anche queste categorie che vogliono far ripartire alcune zone della nostra regione che sono state abbandonate per svariati motivi.

L’altro argomento che ci premeva inserire all’interno dalla nostra risoluzione riguarda le aree interne. Ci troviamo nella fase di fusione di diversi Comuni. Cito l’esempio della Valmarecchia, territorio in cui il Partito Democratico sta spingendo per una fusione a dieci, fusione che, molto probabilmente, quando verrà attuata, farà decadere i requisiti per la parte che riguarda l’alta valle e farà decadere i requisiti di area interna. Quindi, perderebbero quei vantaggi che oggi, invece, avrebbero se si attuasse una fusione a sette. Questo è il nostro timore.

Ben vengano, dunque, le agevolazioni agli imprenditori. Allo stesso tempo, bisogna far sì che il pubblico stia vicino ai cittadini, che attui tutte le infrastrutture e mantenga tutti i servizi necessari affinché i cittadini non vengano invogliati, innanzitutto, ad abitare altrove. Continuando ad abitare in montagna, si continua ad attuare imprenditoria e ad aumentare l’occupazione sul nostro Appennino.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.

 

CARDINALI: La nostra risoluzione vuole fare una prima analisi della situazione dei prossimi quattro o cinque anni nel territorio dell’Appennino, delle opportunità e dei servizi, e vuole anche provare ad aggiungere all’impegno economico che la nostra Giunta ha reso pubblico in seno alla Conferenza della montagna, ma che già da mesi sta uscendo con bandi che a ripetizione offrono opportunità di insediamenti nelle zone montane, compiendo così un ulteriore sforzo, l’impegno di lavorare a uno studio dettagliato per valutare su quali iniziative sarà possibile, nei prossimi anni, diminuire la tassa IRAP e la tassa regionale in generale.

Inoltre, condivide il tema oggetto della risoluzione proposta da SEL, che tocca principalmente l’aspetto degli studi di settore, elemento sicuramente importante nei territori montani proprio perché in alcune occasioni non tiene conto del passaggio giornaliero di possibili utenti e di quelle opportunità che, invece, realtà produttive, economiche e commerciali possono godere in altri territori, in particolare quelli ubicati nei pressi delle città o nei centri più grandi di quelli montani.

Vuole altresì tenere conto, a maggior ragione, nella distinzione l’opportunità di favorire quegli esercizi commerciali che, invece, svolgono anche una funzione di presidio in alcune frazioni dei territori montani. Mi riferisco a quegli esercizi che svolgono anche funzioni che magari in molte occasioni il pubblico prima era in grado di svolgere e che adesso non lo è più. Penso, ad esempio, a quei negozi che offrono la possibilità di pagare le bollette o, comunque, servizi aggiuntivi a quelli che offre il singolo esercizio commerciale.

Ad ogni modo mi preme sottolineare che non partiamo dal nulla, ma partiamo da un impegno che, nei prossimi anni, si tradurrà nei territori montani in una possibilità ulteriore di avviare nuove attività. E saranno garantiti punteggi maggiori nei bandi sia per i giovani che per le donne. Non solo, mettiamo a disposizione un ulteriore intervento che porterà sul territorio dell’Appennino una novità, che oggi appare particolarmente carente, che è fondamentale non solo per i servizi di base ma anche per le imprese, in particolare per i servizi scolastici: la banda larga e la banda ultralarga. 51 milioni di euro verranno investiti sul POR-FESR, risorse economiche che rappresentano una garanzia affinché si possa mettere a rete complessivamente l’intero sistema dell’Appennino emiliano-romagnolo e concedere l’opportunità alle aziende che vogliono investire in quei territori di essere collegate direttamente a questo servizio.

Vi porto due esperienze operative e pratiche. L’azienda Laminam a breve si insedierà a Borgotaro e tra tre mesi avrà a disposizione il servizio di banda larga e ultralarga, così come le scuole del territorio, dalle scuole elementari a quelle superiori. Questo accordo è stato firmato una settimana fa, che oggi ci mette in condizione di dire che a 600 metri offriamo questi servizi. Questa è un’azione pratica e operativa portata avanti dalla Regione che permetterà di creare più di cento posti di lavoro, con tutti i servizi collaterali, e di offrire il servizio alle scuole del territorio.

Questo per dire che abbiamo davanti cinque anni importanti in cui – badate bene, lo chiedo a tutti noi – non dobbiamo litigare a chi arriva prima a presentare una risoluzione, ma dobbiamo insieme seguire, anno per anno, i risultati conseguiti sul nostro territorio grazie all’utilizzo di questi fondi europei. Questa è la vera scommessa che noi dobbiamo fare, non solo nel settore agricolo ma anche nel settore turistico e nel settore commerciale; diversamente, ci camminiamo dietro su interventi, ma non andiamo a vedere effettivamente il territorio come reagisce. Quindi, chiediamo questo ulteriore sforzo per tradurre le nostre azioni anche in una riduzione delle tasse, come può essere l’IRAP per la nostra regione o come può essere il tema sollevato da SEL sugli studi di settore.

La montagna, quindi, non ha bisogno di litigare ma di essere assolutamente operativa, altrimenti ci facciamo un male collettivo, che non è di chi salverà quell’area. Però, contestualmente ha bisogno anche di essere respirata, di essere vissuta e di avere anche una cultura di quei territori; diversamente, rischiamo di parlarne non nelle convinzioni che giornalmente servono i nostri territori. Abbiamo bisogno di una flessibilità maggiore per come abbiamo pensato la montagna oggi. Quindi, una montagna che si integra con gli altri territori in particolare nei progetti turistici. Basti pensare a progetti di Appennino emiliano che possano avere un senso, come a progetti di Appennino romagnolo, altrimenti da solo sarebbe troppo piccolo il singolo territorio per poter godere di una promozione adeguata e di un ruolo adeguato all’interno dei territori. Quindi, abbiamo davanti a noi una strada da percorrere insieme.

Questo è un invito che vi rivolgo apertamente, conoscendo bene la montagna e vivendovi quotidianamente. Se agiamo insieme, se portiamo politiche insieme, possiamo conseguire dei risultati. Ma evitiamo di dividerci su temi che sono fondamentali e su cui la nostra Giunta nei prossimi cinque anni vuole scommettere, come vuole scommetterci anche questa Assemblea e lo stesso Gruppo del PD regionale. Del resto, è proprio quello che è accaduto per la legge sulle farmacie (lo dico per toccare un dato legato agli ultimi progetti di legge che abbiamo approvato): abbiamo voluto mettere un cappello e assumere un impegno affinché fin dal prossimo anno si possa erogare una somma importante alle farmacie rurali, in particolar modo a quelle che hanno un fatturato inferiore a 100.000 euro, che sono quelle che versano in maggiori difficoltà, per garantire la continuità del servizio.

È proprio per questo motivo che noi, pur nella confusione di risoluzioni che arrivano una dietro all’altra, concordiamo con la proposta avanzata dal Gruppo SEL, mentre nutriamo ancora qualche dubbio, sempre nella logica del discorso sviluppato in questo mio intervento, sulle altre due risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Cardinali.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Io credo che il fatto che siano arrivate più risoluzioni su questo tema sia un aspetto positivo. D’altronde, quando si discutono temi concreti come questo e tutte le forze politiche presenti in Assemblea cercano di dare un proprio contributo, credo che ciò possa essere visto indubbiamente come un elemento positivo. In particolar modo mi fa piacere che lo si faccia su un tema, come quello che abbiamo posto grazie alla risoluzione in esame, il cui primo firmatario è il consigliere Torri, che investe una questione importante per l’economia dei comuni dell’Appennino, che nel nostro territorio regionale rappresenta una parte considerevole e importante.

Dare, quindi, un contributo su queste tematiche credo debba essere visto come un apporto ben accetto da parte di tutti. Penso anche che ogni minuto che passiamo in più a discutere e a confrontarci sulle politiche per la montagna sia un minuto speso bene. Del resto, non vi è dubbio che l’Appennino, che pure rappresenta una ricchezza e un’opportunità per l’Emilia-Romagna, vive anche fasi di evidente difficoltà. È inutile negarlo. Vi sono aspetti che dobbiamo curare con grande attenzione, in primis quelli legati all’erogazione di servizi e in particolare alla sanità, quindi a quale tipo di sanità vogliamo per la montagna e alle infrastrutture, perché chiaramente le occasioni di lavoro e i posti di lavoro già esistenti si difendono anche e soprattutto dotando l’Appennino delle stesse possibilità di cui gode il resto del territorio regionale, e penso alle infrastrutture materiali e immateriali. Come anche bisognerebbe pensare a politiche mirate per quell’area della nostra regione ipotizzando, ad esempio, anche sgravi fiscali, come proponiamo in questo provvedimento. Sarebbe un’azione certamente utile e importante da promuovere, perché purtroppo fare impresa, tenere aperte attività in una zona montana non è lo stesso che farlo in pianura o altrove.

Colgo l’occasione, visto che in aula la consigliera Sensoli ricordava alcuni aspetti precipui della proposta, per sottolineare che nella nostra risoluzione abbiamo posto l’accento su un particolare aspetto. Non abbiamo inteso aprire una discussione sulle politiche per la montagna in senso generale, ma ricordo comunque alla consigliera Sensoli, la quale si stupiva del fatto che mancassero alcuni punti nella nostra risoluzione, che proprio qui nel maggio dell’anno scorso lei stessa ha votato una risoluzione che abbiamo presentato noi come Gruppo SEL sulla difesa del punto nascita di Castelnovo ne’ Monti. Questo per significare che l’attenzione di questo Gruppo è massima e riguarda tutti gli aspetti di intervento a favore dell’Appennino e della montagna in generale.

Ad ogni modo, senza voler adesso rivendicare la primazia su un aspetto piuttosto che su un altro, a noi interessa dare un contributo, come dicevo prima, di carattere generale richiamando l’attenzione della Giunta anche su aspetti particolari, come quello che poniamo oggi alla vostra attenzione. Ho sottomano alcuni dati di Confesercenti – le cose, badate, non nascono mai per caso – secondo cui nel 2015 hanno chiuso 817 esercizi commerciali nella nostra regione, molti dei quali proprio in territori di montagna. Ebbene, la chiusura di un esercizio commerciale rappresenta complessivamente un segnale negativo per l’economia, ma quando una chiusura avviene nei territori montani è un segnale ancora più grave in quanto – è inutile negarlo – quelle attività svolgono anche un ruolo di presidio sociale. Pertanto, se in quel territorio vengono meno esercizi commerciali, servizi pubblici e infrastrutture, esso è inevitabilmente destinato ad un progressivo spopolamento e, quindi, ad un abbandono. È un circolo vizioso. Ecco, per interrompere questo circolo vizioso è necessario adottare politiche pubbliche, ragion per cui in tutti i nostri interventi, quando segnaliamo, come abbiamo fatto questa mattina, crisi aziendali che pure investono una parte in quel caso dell’Appennino bolognese, come in qualsiasi altro ambito, chiediamo che la Giunta e l’Assemblea regionale predispongano quanto prima un piano complessivo di politiche industriali per l’Appennino. Crediamo sia un elemento fondamentale.

Certo, di volta in volta segnaliamo vari aspetti e cerchiamo di intervenire sul panorama complessivo, ma serve una direzione di marcia più generale. Bene, quindi, il piano per la montagna, però occorre adottare politiche industriali più complessive che si traducano concretamente in servizi e infrastrutture, materiali e immateriali, perché nel ventunesimo secolo la conoscenza e le opportunità di lavoro si veicolano anche e soprattutto attraverso, ad esempio, la banda larga e l’Agenda digitale, che pure abbiamo in animo di realizzare. È necessario, quindi, un intervento complessivo.

La risoluzione che presentiamo noi oggi investe una piccola parte del panorama complessivo, che però statuisce un punto importante: chiede una particolare attenzione, che si deve tradurre in termini economici mediante l’adozione di sgravi fiscali a favore di quei territori, per far sì che le realtà commerciali dell’Appennino continuino a esistere. Serve, quindi, un intervento pubblico in economia – questo stiamo chiedendo – perché il libero mercato da solo rischia di produrre desertificazione del territorio appenninico e montano. Dobbiamo saperlo e dobbiamo farcene carico. Questa è la sfida che abbiamo di fronte.

D’altra parte, le politiche pubbliche si portano avanti – e torno a una discussione che abbiamo svolto ieri in parte in Commissione – anche incentivando processi virtuosi di razionalizzazione e di efficientamento della macchina pubblica, riducendo il numero di Enti locali e dotando gli stessi di una struttura amministrativa in grado di dare risposte e offrire servizi ai cittadini in tempi più rapidi e migliori. Ed è per questa ragione che da questi banchi il nostro Gruppo sostiene con forza i processi di fusione dei Comuni che – guarda caso – nell’ultimo anno hanno riguardato perlopiù realtà dell’Appennino della regione Emilia-Romagna, e penso a Ventasso sull’Appennino reggiano, ad Alto Reno Terme sull’Appennino bolognese, a Montescudo e Monte Colombo sull’Appennino riminese.

Questo particolare fenomeno testimonia che quei territori per primi sanno che è necessario cambiare e introdurre forme di innovazione, e noi come Regione Emilia-Romagna dobbiamo essere al loro fianco con chiarezza e determinazione, a fianco dei tanti amministratori che svolgono un lavoro importantissimo sul territorio, a fianco dei tanti imprenditori e dei tanti gestori di esercizi commerciali che spesso operano in condizioni difficili e particolari, ma che comunque continuano a lavorare mantenendo aperti punti fondamentali per quelle comunità. Noi dobbiamo essere lì, dobbiamo mettere in campo un piano di politiche pubbliche di intervento chiaro e determinato per rilanciare un territorio che ha i mezzi per poter stare sul mercato, per poter stare al passo con i tempi, un territorio che ha le caratteristiche, le forze e la possibilità di farlo. Noi però – lo ripeto – dobbiamo dare una mano. Questo è il compito a cui dobbiamo assolvere e che con la nostra risoluzione, anche se riguarda una piccola parte del panorama complessivo, proviamo oggi a sollevare.

Abbiamo ancora tre anni e mezzo davanti e crediamo che in ogni ambito e in ogni settore noi dobbiamo avere chiaro in mente questo concetto, sia che si parli di infrastrutture, sia che si parli di Agenda digitale, sia che si parli di sanità, sia che si parli di difesa dei posti di lavoro. Serve, quindi, una politica complessiva. E al riguardo, se siamo d’accordo, come spesso sento ripetere quando si parla di Appennino – magari qualcuno, e penso alla consigliera Sensoli, è più pratico di zone di mare che non di montagna, almeno quando parlano questo recepisco –, mettiamoci tutti a disposizione e intraprendiamo un percorso realmente utile per i cittadini che vivono nell’Appennino e che ci chiedono di poter continuare a vivere nell’Appennino. Questo lo dobbiamo sapere: chi vive nell’Appennino chiede solo di essere messo nelle condizioni di poter continuare a condurre la propria attività e la propria vita in quelle zone, che sono veramente splendide.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Non ho più nessun iscritto in discussione generale. Quindi, dichiaro chiusa la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Ciascun Gruppo ha cinque minuti a disposizione. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto. Passiamo, dunque, al voto.

Manca uno scrutatore. Sostituisco il consigliere Pompignoli con il consigliere Daniele Marchetti nelle funzioni di scrutatore.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2197, a firma dei consiglieri Torri, Taruffi.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2197 è approvata.

Passiamo ora alla votazione della risoluzione oggetto 2217, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Chiedo la votazione elettronica sulla risoluzione oggetto 2217.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione, della risoluzione oggetto 2217, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

41

Assenti

9

Votanti

41

Favorevoli

13

Contrari

26

Astenuti

2

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2217 è respinta.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2502, a firma dei consiglieri Serri, Caliandro, Lori, Sabattini, Mumolo, Boschini, Rossi Nadia, Prodi, Ravaioli, Tarasconi, Campedelli, Soncini, Zoffoli, Rontini, Marchetti Francesca, Poli, Cardinali, Mori, Montalti.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2502 è approvata.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2509, a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2509 è respinta.

 

OGGETTO 2476

Risoluzione per ripristinare sui mitili raccolti presso le piattaforme estrattive ubicate nelle acque marittime i controlli necessari all’immissione sul mercato di prodotti sicuri. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Piccinini, Sassi, Sensoli

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, come da accordi per la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori, alla risoluzione oggetto 2476: Risoluzione per ripristinare sui mitili raccolti presso le piattaforme estrattive ubicate nelle acque marittime i controlli necessari all’immissione sul mercato di prodotti sicuri, a firma dei consiglieri Gibertoni, Bertani, Piccinini, Sassi, Sensoli.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Chiedo scusa, prima sono stato interrotto, per cui anche se si parla di mare vorrei fare un breve flashback sull’Appennino. Desidero soltanto ricordare al consigliere Taruffi che anche nella provincia di Rimini c’è l’Appennino. Non esiste solo a Porretta. La mia, ovviamente, è una battuta. Chiedo scusa.

Venendo al merito della risoluzione in esame, mi preme sottolineare che nelle settimane scorse ha fatto scalpore il rapporto di Greenpeace, il famoso rapporto “Trivelle fuorilegge”, che denunciava l’esistenza di preoccupanti contaminazioni da idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e da metalli pesanti nei mitili raccolti nei pressi di piattaforme ubicate anche nel Mare Adriatico. Ad esempio, il rapporto, basato su rilevamenti ISPRA, affermava quanto segue: “La relazione tra l’impatto delle attività delle piattaforme e la catena alimentare emerge più chiaramente dall’analisi dei tessuti dei mitili prelevati presso le piattaforme. Gli inquinanti monitorati in riferimento agli standard di qualità ambientale (SQA) identificati per questi organismi sono tre: mercurio, esaclorobenzene ed esaclorobutadiene”. Di queste tre sostanze solitamente viene testato solo il mercurio nel corso dei monitoraggi ambientali. Ebbene, i risultati mostrano che circa l’86 per cento del totale dei campioni analizzati nel corso del triennio 2012-2014 superava il limite di concentrazioni di mercurio identificato dagli SQA.

Perché tutta questa preoccupazione, quindi? Perché quando si trivella ovviamente non esce acqua di fonte. Come quando si entra in una stalla non si sente profumo di violette, checché qualcuno ce lo voglia far credere, quando si trivella escono ed entrano delle acque, le cosiddette “acque di produzione”, che sono le acque di formazione, le acque estratte dal gas o dal greggio e le acque di processo, quelle re-iniettate. L’insieme di questa miscela può contenere sali, metalli, radioisotopi e una grande varietà di composti organici.

Questa preoccupazione o, se vogliamo, questo criterio di precauzione era recepito anche dalla nostra Regione. Infatti, l’ARPA Emilia-Romagna, tramite Daphne, che abbiamo avuto il piacere di visitare qualche mese, effettua dei campionamenti o, meglio, li effettuava, in quanto il programma Daphne fino al 2011 – leggiamo nel rapporto sulla salute del mare – prelevava campioni di sedimenti, prelevava mitili ed eseguiva campionamenti su metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici. Questo fino al 2011. Poi ha smesso.

L’AUSL, invece, secondo la delibera n. 1648/2002, che è l’atto che ha autorizzato per la prima volta la raccolta dei mitili sotto le piattaforme, per un principio di precauzione, perché non si sa se effettivamente i mitili raccolti lì sotto sono soggetti a inquinamento, considerato che quelle acque non sono acque di fonte, avrebbe dovuto compiere un monitoraggio bimestrale per quanto riguardava metalli pesanti e idrocarburi. Ebbene, abbiamo appreso la scorsa settimana che l’AUSL di Ravenna, in risposta alle giuste preoccupazioni dei produttori, ha dichiarato che su ventinove piattaforme ha prelevato, nel 2015, diciotto campioni. Quindi, siamo ben al di sotto del controllo bimestrale. Infatti, in quel report l’AUSL afferma che dei dieci campioni prelevati con frequenza semestrale solo su tre sono stati determinati anche gli idrocarburi policiclici aromatici. Non intendo adesso leggervi per intero la relazione predisposta dall’AUSL, ma mi limito a far presente che un campione ha dato esito positivo nel 2015. Tanto che è stato fatto divieto di raccolta e di immissione al consumo.

A noi pare che, al contrario di quello che qualcuno ci vuole far credere, l’adagio “Va tutto bene, madama la marchesa” non funzioni molto. Quindi essenzialmente, al di là di voler fare informazione, ciò che chiediamo in questa risoluzione è che vengano ripristinati i controlli così come erano previsti dalla delibera, che a noi risulta tuttora vigente. Questo per tranquillizzare i produttori, ma anche per garantire i consumatori e per fare corretta informazione. Del resto, questa mattina ci sembra di aver smontato l’assunto che il prossimo referendum, con cui si chiede se si vuole o meno mandare a scadenza naturale l’utilizzo delle piattaforme, distrugga posti di lavoro. Ecco, non vorremmo magari accorgerci che, eseguendo i monitoraggi, realizzati ovviamente in maniera adeguata, cosa che purtroppo oggi non accade, smontiamo anche l’assunto che trivellando esce acqua di sorgente e che magari la subsidenza al Lido di Dante non sia causata dal pozzo ubicato a pochi passi dal lido, che svuota il sottosuolo, o a Cesenatico se viene riattivato il Morena 1, che sta proprio lì a due passi. E poi ci affanniamo a trovare risorse per milioni di euro per effettuare il ripascimento di quelle spiagge. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Anticipo che il nostro sarà un voto non favorevole rispetto a questa risoluzione. Anticipo anche, come mi comunicava proprio questa mattina il collega Bessi, che il Consorzio dei produttori sta valutando l’opportunità di agire in sede legale contro Greenpeace per un procurato allarme rispetto alla commercializzazione del loro prodotto.

Abbiamo capito dalla tempistica e anche dall’esposizione del collega Bertani che la preoccupazione è quella di arrivare con una risoluzione che sollevi ancora un po’ il tema referendario, magari passando anche per la qualità delle cozze, per alzare altra polvere e porre all’attenzione dell’opinione pubblica il prossimo referendum.

Credo in realtà che si debba definire il quadro della situazione e, senza creare inutili allarmismi, cercare di rimanere nell’alveo delle questioni anche dal punto di vista tecnico, perché i protocolli di controllo e i protocolli sanitari esistono, la normativa esiste. Pertanto, quando tutto viene rispettato, credo ci si possa per una volta dichiarare tranquilli e soddisfatti.

Andiamo un po’ a monte della questione. L’immissione sul mercato dei molluschi bivalvi, dei quali le cozze fanno parte, come alimento è soggetta a due regolamenti comunitari, che fanno parte del cosiddetto “Pacchetto Igiene”, e sono il Regolamento (CE) n. 853/2004 e il Regolamento (CE) n. 854/2004.

Nel nostro Paese il controllo ufficiale, ai sensi del Regolamento (CE) n. 882/2004, si realizza su tre livelli: il livello centrale, che è costituito dal Ministero della salute, il livello intermedio, che è costituito dalle Regioni, il livello locale, che è esercitato dalle Aziende sanitarie locali. Attualmente, nella nostra regione le autorità sanitarie locali che esercitano i controlli sulla molluschicoltura sono quelle afferenti all’AUSL Ferrara e all’AUSL Romagna. Tali controlli sono esercitati, peraltro, sulla base delle normative comunitarie che citavo in precedenza e in base alle linee-guida nazionali che sono state recepite con l’accordo Stato-Regioni del 2013. In particolare, nella nostra regione le modalità di classificazione delle zone destinate alla produzione dei molluschi bivalvi vivi sono regolamentate dalla determinazione del Responsabile del Servizio veterinario e igiene degli alimenti del 19 dicembre 2008. Quindi, appare evidente che è un tema su cui si sta legiferando e normando da diversi anni e da diverso tempo. Ebbene, in tale determinazione sono stabilite le frequenze di ricerca, a cui faceva riferimento il consigliere Bertani, sia per i parametri chimici per i molluschi, sia secondo quanto previsto dal Regolamento del 2006 e i provvedimenti da attuarsi a seguito delle eventuali non conformità riscontrate.

È aggiornata, peraltro, la classificazione delle zone per la produzione in allevamento e per la raccolta dei molluschi vivi basandosi su documenti di sorveglianza redatti dalle AUSL costiere, che hanno tenuto conto, oltre che della specifica normativa di riferimento, anche delle linee-guida del referente di laboratorio della Comunità europea per il monitoraggio batteriologico e la contaminazione virale dei molluschi bivalvi (CEFAS).

Per quanto riguarda i contaminanti chimici, come è stato anche ricordato, in un solo campione, prelevato dall’AUSL di Ravenna nell’agosto 2015, è stato riscontrato un valore di piombo, pari esattamente a 1,643 microgrammi per chilo, che era superiore al limite consentito, che va ricordato è pari a 1,5 microgrammi per chilo. In questo caso sono stati immediatamente adottati tutti i provvedimenti previsti dalla normativa vigente, determinando la sospensione temporanea della raccolta fino al ripristino di una situazione conforme. Un secondo campione, prelevato sempre nel medesimo periodo, invece determinava dei valori assolutamente coerenti con la normativa di riferimento.

In generale i livelli di contaminazione da piombo negli anni sono stati costantemente limitati. Tuttavia, per monitorare i mitili provenienti dalle piattaforme, secondo il principio di precauzione, che è a tutti quanti caro, sono stati effettuati anche campioni per la ricerca di arsenico, cromo e altre sostanze, per i quali la normativa comunitaria non ha stabilito attualmente limiti specifici per la matrice “molluschi”. Comunque, questi controlli ci tranquillizzano per il fatto che sono notevolmente inferiori rispetto ai limiti previsti per queste sostanze contenute eventualmente in altri alimenti.

Alla luce di queste mie considerazioni, come Partito Democratico crediamo che le autorità competenti locali abbiano effettuato controlli regolari, secondo quanto richiesto dalle normative vigenti, anche in maniera discendente dalla disciplina di riferimento europeo passando per quella statale e locale. Quindi, l’immissione sul mercato ai fini del consumo umano di questi molluschi, compresi i campionamenti, è totalmente conforme alla normativa vigente. Qualora si dovessero rilevare non conformità, come ho ricordato poc’anzi, le autorità competenti locali sarebbero in grado di mettere in atto immediatamente i provvedimenti di sospensione previsti dalla normativa comunitaria. Le analisi per questi campionamenti vengono svolte dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, che è un laboratorio ufficiale designato per i controlli di sicurezza alimentari, in conformità anche all’articolo 12 del Regolamento del 2004, con metodiche analitiche accreditate.

Per queste ragioni, noi crediamo che la situazione si possa definire assolutamente tranquilla. Comprendiamo che vi sia la volontà, anche legittima, di alzare la soglia di attenzione nei confronti del referendum, però sarebbe opportuno evitare di farlo sfruttando queste campagne che nulla hanno di riconosciuto, se non quelli che sono gli studi ufficiali che provengono dagli istituti di ricerca accreditati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà. Ha ancora cinque minuti a disposizione. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Mi sento di rispondere, perché assolutamente non vogliamo sollevare alcun allarmismo, però non possiamo non prendere nella dovuta considerazione l’esistenza di dati controversi, come quelli citati da Greenpeace, che derivano dai monitoraggi effettuati dall’ISPRA, che non è certo l’ultimo arrivato, e quanto previsto da una nostra delibera regionale, che fa specifico riferimento a quelle piattaforme. D’altronde, rammento che abbiamo due tipi di raccolte autorizzate, una più recente, che è il famoso Allegato A, che autorizza alcune piattaforme e non indica specifiche cadenze per il monitoraggio, e una del 2002 che, proprio per un principio di precauzione, stabilisce che si devono compiere controlli bimestrali su tutta una serie di parametri. Ebbene, dal report fornito dall’AUSL di Ravenna risulta che quei controlli bimestrali non sono stati effettuati. Se a tutto questo si aggiunge che un campione è risultato sospetto, a nostro giudizio è bene che si ritorni a eseguire i controlli così come erano stati prestabiliti proprio per un principio di precauzione, proprio perché bisogna fare informazione.

È indubbio che abbiamo voluto sollevare il tema in questi giorni in quanto proprio in questi giorni questo tema è particolarmente sentito. Se n’è discusso a favore o contro, c’è Greenpeace che ha lanciato l’allarme, ci sono i produttori che hanno organizzato una manifestazione promovendo le loro vongole. Quindi, a nostro avviso l’Assemblea regionale ha il dovere di esprimersi su questo aspetto, e lo deve fare facendo innanzitutto informazione e ribadendo anche che i controlli devono essere svolti. Ovviamente sul referendum è calato un silenzio tombale, ragion per cui tutte le occasioni per parlarne sono utili, proprio perché i cittadini devono essere informati. E invece che cosa accade? Non si accorpa il referendum alla tornata delle elezioni amministrative, buttando così in fumo 300 milioni di euro, cifra che più o meno corrisponde alle royalty che ci vengono versate in un anno, checché se ne dica che questi impianti forniscono tanti soldi. Quindi, tutte le occasioni per fare informazione sono buone. Invece qua c’è qualcuno che vuole far passare la questione sotto silenzio e addirittura c’è qualcuno che fa parte del comitato del “no” e che, comunque, invita abusivamente i cittadini ad astenersi. Oggi purtroppo questo qualcuno non è presente, ma sappiamo benissimo chi è.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Condivido in particolare le ultime considerazioni espresse dal collega Bertani. Credo che ogni occasione nella quale è possibile ricordare, anche infilando la discussione in maniera tangenziale, che domenica 17 aprile ci sarà un referendum e che è importante andare a votare sia assolutamente utile. Ovviamente è importante andare a votare ed è altrettanto importante andare a votare “sì” al referendum.

Oggi abbiamo sentito il sottosegretario Andrea Rossi rispondere a un’interpellanza e sostenere che la posizione della Giunta fosse sostanzialmente di libertà di coscienza (se non ho capito male). Ebbene, io credo che, ovviamente nella libertà di ciascun componente di questa Assemblea, il referendum prossimo sia estremamente importante per la nostra regione, come ho avuto modo di ripetere anche in altre occasioni, e lo è per tante ragioni, ragion per cui a mio giudizio sarebbe stato opportuno discuterne e dare maggiore visibilità a quell’appuntamento, a tutti i livelli.

La nostra maggioranza è composta da due forze politiche e so che su quel punto non c’è accordo. D’altronde, come SEL, abbiamo votato in modo diverso rispetto alla risoluzione a suo tempo presentata, quando a settembre discutemmo sulla possibilità o meno che la nostra Regione aderisse alla richiesta di indizione del referendum. Noi, invece, siamo ancora più convinti della necessità di andare a votare e rivendichiamo questa nostra posizione e questa nostra sensibilità.

Ho voluto cogliere questa occasione, quindi, per ribadire questo concetto, e non perché ce ne fosse bisogno, ma perché ritengo sia necessario in ogni circostanza ricordare questa importante scadenza. Anzi, dal punto di vista istituzionale sarebbe stato corretto che nel sito della Regione e in quello del Consiglio regionale venisse data maggiore evidenza all’appuntamento di domenica 17 aprile. Certo, si può anche non andare a votare, dato che questa è una scelta lasciata alle coscienze di ognuno, però sull’esistenza di un referendum e sull’opportunità di andare a votare sarebbe stato opportuno dare un’informazione più corretta possibile.

Chiudo qui il mio intervento, ben consapevole che dal punto di vista formale ho utilizzato tangenzialmente il corso della discussione, però, presidente, nel chiedere scusa di questo mio atteggiamento aggiungo soltanto che a volte la forma può anche essere tirata se, come in questo caso, c’è un fine importante, soprattutto in considerazione del fatto che dal punto di vista istituzionale si sarebbe potuto dare maggiore evidenza a quell’appuntamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà. Ha ancora due minuti a disposizione. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Colgo lo spunto offerto dal consigliere Taruffi per mettere a confronto due siti istituzionali, quello della Regione Emilia-Romagna e quello della Regione Toscana, e per rimarcare che in quello della Regione Toscana, che ricordo non è una delle Regioni firmatarie della richiesta di indizione del referendum, si informa che domenica 17 aprile si terrà il referendum. Nel sito della Regione Emilia-Romagna, invece, non viene dato nessun tipo di informazione al riguardo. Questo è un segnale triste da parte della nostra Regione, come è triste vedere le assenze in quest’aula dei componenti del PD. Evidentemente, c’è un problema a rivelare il proprio pensiero, visto che qui ormai pare vi sia un pensiero unico. E questo è un po’ triste, perché un dibattito sulle proprie posizioni avrebbe potuto essere interessante, piuttosto che assecondare il pensiero unico del “domenica 17 aprile non andate a votare, ma andate al mare”.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà. Ha tre minuti a disposizione.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Sarò molto breve, anche perché credo sia emerso con la massima chiarezza come l’intenzione fosse ben altra.

Ad ogni modo, restando fedeli all’oggetto della risoluzione, intendo ribadire che i controlli vengono eseguiti regolarmente e che per tale ragione non sussistono motivi, come peraltro la risoluzione cercava di far approvare, per vietare la vendita per il consumo umano delle cozze e dei molluschi bivalvi provenienti dalle piattaforme. Pertanto, chiudiamo definitivamente questo argomento, che serviva evidentemente ad alzare la palla altrove.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Nessun altro consigliere chiede di intervenire in discussione generale. Dichiaro, pertanto, chiusa la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Intervengo in dichiarazione di voto.

In questo momento mi attengo strettamente al tema della risoluzione che chiede di ripristinare un livello di controlli come indicato nella delibera n. 1648 del 2002, e quindi non ci sembra di fare una richiesta fuori dal buonsenso.

Inoltre, intendevamo sottolineare la necessità di valutare il principio di precauzione, visto che i dati di ISPRA e della ASL in un caso possono destare dei sospetti. In conclusione, voteremo ovviamente a favore.

 

(Il consigliere Bertani chiede il voto mediante dispositivo elettronico)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione, della risoluzione oggetto 2476, a firma dei consiglieri Gibertoni, Bertani, Piccinini, Sassi, Sensoli, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

35

Assenti

15

Votanti

34

Favorevoli

5

Contrari

21

Astenuti

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2476 è respinta.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): C’è una richiesta di inversione dei lavori.

Ha chiesto la parola il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Presidente, in accordo con il presidente del gruppo di Forza Italia, Galeazzo Bignami, chiedo se è possibile anteporre alla risoluzione oggetto 2446, la risoluzione oggetto 1066.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Chiedo un intervento a favore e uno contro.

Nessuno chiede di intervenire, per cui metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 1066

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a definire, con la Regione Liguria, le modalità e le procedure per il rinnovo della concessione, relativa all’uso idroelettrico, riguardante l’invaso del Brugneto, chiedendo inoltre che l’eventuale rilascio supplementare di acqua sia pari a 1,5 milioni di metri cubi, previe valutazioni congiunte da parte dei soggetti interessati. A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione oggetto 1066: Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a definire, con la Regione Liguria, le modalità e le procedure per il rinnovo della con cessione, relativo all’uso idroelettrico, riguardante l’invaso del Brugneto, chiedendo inoltre che l’eventuale rilascio supplementare di acqua sia pari a 1,5 milioni di metri cubi, previe valutazioni congiunte da parte di soggetti interessati, a firma del consigliere Foti.

Sulla risoluzione oggetto 1066 insistono due emendamenti a firma del consigliere Foti e un subemendamento a firma del consigliere Molinari.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Presidente, la vicenda relativa all’invaso del Brugneto è annosa e in più occasioni ha visto svolgersi quella che è stata definita come una guerra dell’acqua tra le province di Piacenza e Genova, quindi indirettamente tra la Regione Liguria e la Regione Emilia-Romagna.

È evidente che alla base di questa vecchia concessione – che peraltro produrrà effetti sino al 2024, quindi abbiamo avanti ancora una strada lunga e tortuosa – c’è sempre stata l’idea che in primo luogo dovesse venire prima l’approvvigionamento di acqua del capoluogo ligure rispetto alle esigenze del territorio piacentino e più segnatamente dell’agricoltura piacentina. Quell’acqua è infatti strettamente legata alle vicende agricole e turistiche della Val Trebbia.

Penso di poter dire che abbiamo una situazione di questo tipo: mentre la concessione idrica, per quanto riguarda le finalità elettriche è al capolinea, perché scaduta lo scorso anno – ormai potremmo dire da quasi due anni – e quindi vi è solo la necessità di trovare un modus vivendi con la Regione Liguria, nel corso del 2012-2013 è avvenuto un fatto significativo.

Anziché perpetuare davanti al Tribunale delle acque le ragioni degli uni e le ragioni degli altri, infatti, la Regione Emilia-Romagna si è fatta promotrice, trovando in questo la Regione Liguria attenta, e direi anche consenziente, di una decisione che prevede che oltre ai 2,5 milioni di metri cubi che devono essere fatti defluire dalla diga del Brugneto verso il territorio piacentino, in particolari situazioni si possa arrivare ad una aggiunta di nuova acqua, quindi ad un supplemento di attribuzione d’acqua, pari a 1,5 milioni metri cubi.

Il tempo vola e con quest’anno si esaurisce il periodo transitorio. Del resto, questa era una situazione sperimentale, che potrà portare a un rinnovo di questa vicenda, con l’aggiunta di un 1,5 milioni metri cubi d’acqua, oppure potrà applicarsi soltanto il disciplinare del Brugneto che prevede la concessione di 2,5 milioni di metri cubi.

Penso che sia giusto dare all’assessore Gazzolo, che direttamente e personalmente si è occupata della questione, un supporto da parte dell’intera aula alle ragioni che investono sicuramente il territorio piacentino, ma che sono anche ragioni di buonsenso. Inoltre, appare opportuno che, al rinnovo di questa convenzione, o di questo protocollo, si possa e si debba andare sostanzialmente con due questioni ben chiare.

La prima è che non può essere la Mediterranea Acque, concessionaria del Comune di Genova, indipendentemente dal ruolo degli enti locali, a decidere se far defluire o meno, sulla base della richiesta della Regione Emilia-Romagna, gli 1,5 milioni di metri cubi aggiuntivi.

Personalmente, nell’emendamento, ho ritenuto che l’accordo debba essere quanto meno tra la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Genova; mentre il subemendamento del collega Molinari estende anche alla Regione Liguria la previsione.

La seconda considerazione è che, tenendo distinte le due concessioni in esame, appare opportuno, come peraltro già era nelle intenzioni dell’amministrazione regionale e della Regione Emilia-Romagna – ma per firmare le concessioni bisogna essere in due – che si definiscano con la Regione Liguria contenuti e procedure per il rinnovo di questa concessione, riferita all’uso idroelettrico.

Così facendo, innanzitutto porremo fine ad una situazione di prorogatio di fatto per quanto riguarda l’uso idroelettrico e, al tempo stesso, in relazione alla convenzione che è stata stipulata nel luglio del 2013, daremo anche la possibilità che la decisione per il rilascio dell’acqua da parte del gestore dell’acqua e della diga, venga presa non più a discrezione del soggetto gestionale dell’impianto, ma in base a una decisione congiunta degli enti istituzionali preposti, cioè Regione Emilia-Romagna, Comune di Genova e aggiungo Liguria perché esprimo parere favorevole e consenso al subemendamento presentato dal collega Molinari.

Con ciò, torno a ripetere, non risolveremo l’annosa questione della diga del Brugneto, ma quanto meno manterremo ben vivo un accordo che va in scadenza e che ha un suo significato particolare perché, come dicevo, consente di avere, oltre all’assegnazione abituale di 2,5 milioni di metri cubi, una di 1,5 milioni in più. Inoltre, daremo alla Giunta regionale tutto l’apporto possibile per far sì che, in una contemperanza degli interessi in campo, anche la Regione Liguria capisca fino in fondo le ragioni di un territorio che ormai da troppi anni si trova puntualmente, nel periodo estivo, in una situazione di imbarazzo.

È vero anche, come diceva l’assessore Gazzolo, che ha firmato questo accordo supplementare per la concessione di acqua, che non sempre è stato necessario: nel 2013 si è rilevato necessario, ma nel 2014 non ve n’è stato di bisogno. Questa tuttavia è solo la dimostrazione palese di tutta la buona fede che il territorio piacentino ci mette.

È evidente che se l’acqua scorre e ce n’è in abbondanza, non c’è bisogno di richiedere contributi aggiuntivi. È vero anche, però, che quando si verificano delle estati torride non possiamo neanche lasciare i campi ad ardere solo perché non abbiamo la possibilità di avere quell’acqua che, torno a ripetere, con il contributo aggiuntivo, deciso meritoriamente tre anni fa, in un accordo tra le due Regioni, è stato reso possibile ed oggi a mio avviso deve essere rinnovato.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Consigliere Molinari, ha la parola. Prego.

 

MOLINARI: Quando una risoluzione della minoranza è l’occasione di parlare bene dell’operato della Regione credo che sia una circostanza che vada sfruttata.

Il tema del rilascio della diga del Brugneto, come ha già riassunto il collega Foti, è all’attenzione della Regione Emilia-Romagna già da diversi anni. Ribadire l’importanza del protocollo d’intesa sottoscritto nel luglio 2013 credo che sia determinante.

Essere passati dal rilascio di 2,5 milioni ad una sottoscrizione, quindi a una certificazione e quantificazione, della possibilità di utilizzo di ulteriori 1,5 milioni di metri cubi è fondamentale perché comunque è un’esigenza che il territorio sentiva e soprattutto che il territorio ha utilizzato come opportunità.

All’interno della stesura – quindi bene anche i due emendamenti presentati dal consigliere Foti – rileviamo che gli 1,5 milioni sottoscritti nel luglio del 2013 sono una cifra importante, non fissa, perché logicamente legata a due aspetti rilevanti su cui si cercherà di lavorare in fase di rinnovo di questa convenzione: uno di essi è la disponibilità idropotabile, per quanto riguarda il discorso dell’approvvigionamento del Comune di Genova e l’altro è l’effettiva necessità, e quindi la richiesta del territorio piacentino, per quanto riguarda gli utilizzi di quest’acqua.

È importante sottolinearlo perché la disponibilità da parte delle due Regioni – e qui faccio anche una nota, che speriamo sia d’auspicio, per quanto riguarda il lavoro delle due Regioni che ad oggi, e posso fare i complimenti a voi, sono al Governo di centrodestra per quanto riguarda la Liguria – e la buona gestione di questa partita sono già state dimostrate quest’estate.

Infatti, al di là della tematica a cui faceva cenno adesso il consigliere Foti, a fronte di un’esigenza straordinaria di ulteriori 600.000 metri cubi, questi sono stati concessi da parte della Regione Liguria, a dimostrazione che il buonsenso e la capacità di cercare di affrontare le tematiche, dal punto di vista anche concreto, danno la possibilità di risolvere problemi determinanti per i territori, legati non solo all’approvvigionamento idrico, ma anche all’agricoltura e a tutto quello per cui l’acqua è vitale sul nostro territorio.

La questione della concessione idroelettrica è all’analisi da parte degli uffici. Ovviamente, essendo scaduta, si sta cercando di entrare nel merito dei dettagli e quindi si sta andando in proroga, però a breve si spera, a seguito dei passaggi e delle competenze – perché non dobbiamo dimenticare che c’è stato un passaggio importante verso fine anno – di arrivare anche qui ad un rinnovo della concessione.

Ben venga – è un un’osservazione corretta che ovviamente era già stata presa in considerazione, perché necessaria – inserire come soggetto, non gestore, il Comune di Genova e, come abbiamo subemendato, la Regione Liguria, perché sarà un attore determinante di tutta questa partita.

Detto questo, c’è un lavoro importante che gli uffici, insieme all’assessorato stanno svolgendo. Hanno infatti già provveduto a convocare e ad avviare un tavolo di confronto, una riunione con l’assessore ligure, per cercare di lavorare dal punto di vista tecnico sui diversi soggetti coinvolti all’interno della gestione e della partita del Brugneto, compresi i Consorzi e tutti i soggetti che ruotano attorno a questa partita, per elaborare una soluzione, che non è da escludere sia migliorativa rispetto ai passi già importanti fatti nel 2013 e che potrà consentire di affrontare nei prossimi anni un tema su cui molte parole sono state dette, ma per cui si auspica davvero la possibilità di concentrarci sull’obiettivo finale, che è la risposta alle esigenze del territorio.

La possibilità di arrivare alla votazione di una risoluzione, ma soprattutto di avere, a breve, dati aggiuntivi sulle tematiche di cui abbiamo parlato, è importante per poter inaugurare una nuova stagione. Quindi cercheremo di appellarci ai colleghi della minoranza, se sarà necessaria, ma spero di no, qualche intercessione dal punto di vista della soluzione che la Regione Emilia-Romagna sceglierà nell’interesse dei propri cittadini.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

Nessun altro consigliere chiede di intervenire in discussione generale, pertanto la dichiaro chiusa.

Passiamo adesso all’esame delle proposte emendative.

Apro il dibattito generale sugli emendamenti. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 3, a firma del consigliere Molinari (che incide sull’emendamento 2).

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il subemendamento 3 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Foti, così come subemendato.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1066, a firma del consigliere Foti.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione oggetto 1066 è approvata.

 

OGGETTO 1519

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad agevolare i produttori ed i soggetti controllori circa l’applicazione e la diffusione dell’IFQ “prodotto di montagna”, valorizzarne la distribuzione attraverso la filiera agroalimentare della zona montana, definendone inoltre il perimetro. A firma dei Consiglieri: Serri, Caliandro, Bagnari, Molinari, Lori, Cardinali, Calvano, Poli, Iotti, Sabattini, Zappaterra, Marchetti Francesca, Soncini, Rontini, Prodi, Ravaioli, Zoffoli, Tarasconi, Taruffi, Torri, Pruccoli, Rossi Nadia, Bessi, Boschini, Mori, Mumolo, Montalti, Campedelli

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con la risoluzione oggetto 1519: Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad agevolare i produttori ed i soggetti controllori circa l’applicazione e la diffusione dell’IFQ “prodotto di montagna”, valorizzarne la distribuzione attraverso la filiera agroalimentare della zona montana, definendone inoltre il perimetro, a firma dei consiglieri Serri, Caliandro, Bagnari, Molinari, Lori, Cardinali, Calvano, Poli, Iotti, Sabattini, Zappaterra, Marchetti Francesca, Soncini, Rontini, Prodi, Ravaioli, Zoffoli, Tarasconi, Taruffi, Torri, Pruccoli, Rossi Nadia, Bessi, Boschini, Mori, Mumolo, Montalti, Campedelli.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Presidente, stante l’assenza della prima firmataria della risoluzione, la consigliera Serri, chiediamo che venga trattata al prossimo Consiglio utile, lasciandola iscritta chiaramente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Chiedo l’intervento di un consigliere a favore e di uno contro sul rinvio. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di rinvio della risoluzione oggetto 1519.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di rinvio è accolta.

 

OGGETTO 2446

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi con il Ministero dell’Interno, i Prefetti ed i Questori dell’Emilia-Romagna al fine di garantire, al Corpo di Polizia, la disponibilità di organici ampliati e adeguati alle esigenze del territorio e di mezzi e dotazioni personali non obsoleti e tali da garantire la sicurezza dei cittadini e degli agenti. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Rimane ora da trattare l’oggetto 2446, recante: Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi con il Ministero dell’Interno, i Prefetti ed i Questori dell’Emilia-Romagna al fine di garantire, al Corpo di Polizia, la disponibilità di organici ampliati e adeguati alle esigenze del territorio e di mezzi e dotazioni personali non obsoleti e tali da garantire la sicurezza dei cittadini degli agenti, a firma dei consiglieri Bignami, Aimi.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Siccome manca il consigliere Galeazzo Bignami, con il quale l’avevamo concordata e l’avevamo presentata insieme, le chiedo la cortesia di rinviare la trattazione al prossimo Consiglio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Aimi.

Chiedo l’intervento di un consigliere a favore e di uno contro sul rinvio. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di rinvio della risoluzione oggetto 2446.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di rinvio è accolta.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,38

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Paola GAZZOLO, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI; gli assessori Palma COSTI, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI e i consiglieri Gianni BESSI e Luciana SERRI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2217 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni verso il Governo per aumentare le risorse destinate dalla Legge di Stabilità 2016 al Fondo nazionale per la montagna, per chiedere che la quota dello stesso destinata alla Regione Emilia-Romagna tenga conto delle esigenze delle imprese e dei lavoratori in difficoltà, prevedendo inoltre sgravi fiscali per le attività produttive che si insedieranno in zone montane. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli”

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 13

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI.

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Assenti: 9

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giulia GIBERTONI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI.

 

OGGETTO 2476 “Risoluzione per ripristinare sui mitili raccolti presso le piattaforme estrattive ubicate nelle acque marittime i controlli necessari all'immissione sul mercato di prodotti sicuri. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Piccinini, Sassi, Sensoli”

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 5

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 21

Mirco BAGNARI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 1066 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a definire, con la Regione Liguria, le modalità e le procedure per il rinnovo della concessione, relativa all'uso idroelettrico, riguardante l'invaso del Brugneto, chiedendo inoltre che l'eventuale rilascio supplementare di acqua sia pari a 1,5 milioni di metri cubi, previe valutazioni congiunte da parte dei soggetti interessati. A firma del Consigliere: Foti”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«All'ultimo punto delle premesse, le parole "in ragione di quanto sopra evidenziato la quantità d'acqua rilasciata in più non sarà per forza "pari" a 1,5 milioni di metri cubi, ma potrà bensì arrivare "sino" a tale quantità (potendo quindi risultare anche di gran lunga inferiore) e addirittura potrebbe essere pari a zero qualora, alla richiesta di rilascio avanzata dalla Regione Emilia-Romagna, dovesse seguire il rifiuto da parte della società incaricata al rilascio, in quanto lo convenzione sottoscritta -come è chiaro concede a quest'ultima ogni decisione in merito;" sono soppresse.»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«Al secondo punto del dispositivo, le parole "a volere richiedere - in sede di eventuale rinnovo della convenzione più sopra richiamata, stipulata il 12 luglio 2013 che il rilascio supplementare di acqua, nel caso in cui lo stesso sia formulato dalla Regione Emilia-Romagna, sia pari a 1,5 milioni di metri cubi e, in ogni caso, che la decisione in ordine al deflusso supplementare di acqua sia preceduta da una valutazione congiunta da parte di Regione Emilia-Romagna e Società Mediterranea delle Acque Spa e non solo lasciata alla discrezionalità di quest'ultima" sono così modificate "a volere richiedere - in sede di eventuale rinnovo della convenzione più sopra richiamata, stipulata il12 luglio 2013 - che la decisione in ordine al deflusso supplementare di acqua sia preceduta da una valutazione congiunta da parte di Regione Emilia-Romagna e del Comune di Genova."»

(Approvato)

 

Subemendamento 3, a firma del consigliere Molinari:

«All’emendamento 2, dopo le parole "Emilia-Romagna e" si aggiunge "della Regione Liguria"»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

2499 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le criticità riguardanti il recapito della corrispondenza da parte di Poste Italiane SpA. A firma del Consigliere: Foti

2501 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la sovrapposizione fra incarichi politici ed incarichi di vertice in enti e società operanti in settori nei quali risultino decisive funzioni ricadenti nelle competenze, anche assembleari, della Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2510 - Interrogazione a risposta scritta circa l’ipotesi del passaggio dell’Autostrada Cispadana a ridosso del paese di Alberone e in prossimità del relativo centro abitato. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri

2511 - Interrogazione a risposta scritta circa la Casa di Cura San Francesco di Ravenna. A firma del Consigliere: Liverani

 

Risoluzioni

 

2500 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo per raggiungere una soluzione che conduca al rimborso di tutti gli azionisti e gli obbligazionisti colpiti dalla situazione di dissesto della Cassa di Risparmio di Ferrara, favorendo inoltre, a seguito di tale situazione, l'introduzione di misure analoghe a quelle già intraprese dopo il sisma del 2012 per tutelare il territorio, le imprese, la cittadinanza ed i centri storici. (11 04 16) A firma del Consigliere: Fabbri

2502 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare uno studio di fattibilità volto a definire le possibili articolazioni dell'agevolazione IRAP per il tessuto economico montano, con riferimento alle imprese insediate nel territorio montano ai programmi di sviluppo avviati ed agli esercizi commerciali di particolare interesse per la collettività, individuando inoltre metodologie di agevolazione automatica e di minimo impatto burocratico. (12 04 16) A firma dei Consiglieri: Serri, Caliandro, Lori, Sabattini, Mumolo, Boschini, Rossi Nadia, Prodi, Ravaioli, Tarasconi, Campedelli, Soncini, Zoffoli, Rontini

2503 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale e, per quanto di competenza, l'Assemblea a proporre al Governo, anche attraverso i necessari confronti nelle sedi istituzionali di confronto interregionale e delle relazioni fra Stato-Regioni e Enti Locali, la definizione, a livello nazionale, di meccanismi di compensazione e mitigazione del disagio economico che subiscono gli operatori economici, commerciali, artigianali, agricoli, industriali o professionali, a seguito dei lavori connessi ai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche, di interventi di riduzione dei danni connessi a detti lavori, prevedendo inoltre misure dirette ad assicurare il massimo contenimento possibile dei tempi per la realizzazione dei cantieri. (12 04 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani

2504 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo e del Parlamento, anche in sede europea, al fine di pervenire a forme di ristoro e di aiuto degli obbligazionisti e degli azionisti colpiti dalle crisi di istituti bancari, con particolare attenzione per i soggetti più deboli e che versino in condizioni multiple di svantaggio connesse al sisma o ad altre calamità naturali. (12 04 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2505 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo circa l’applicazione della direttiva europea Barnier in materia di diritto d’autore, per ottenere esenzioni dalle tariffe SIAE per manifestazioni che non prevedano biglietti d’ingresso e promosse da soggetti senza scopo di lucro, incentivando inoltre i circuiti musicali Under 35 e promuovendo il binomio musica/lavoro. (12 04 16) A firma dei Consiglieri: Rancan, Tarasconi, Bertani, Taruffi, Foti, Aimi

2506 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valorizzare i carnevali tradizionali storici che si svolgono in Emilia-Romagna attraverso gli strumenti informativi, divulgativi e di marketing territoriale di cui dispone anche alla luce della recente riforma del turismo, a sostenere la promozione di forme di rete e coordinamento dei carnevali storici sul territorio regionale e i gemellaggi con quelli presenti in altre Regioni italiane, anche al fine di concorrere a bandi e contributi nazionali, individuando inoltre, in collaborazione con le realtà locali ed in linea con l'orientamento ministeriale, forme di sostegno allo sviluppo attrattivo turistico e commerciale che queste manifestazioni possano rappresentare. (12 04 16) A firma dei Consiglieri: Mori, Calvano, Paruolo, Soncini, Iotti, Serri, Marchetti Francesca, Poli, Ravaioli, Zoffoli, Prodi, Mumolo

2507 - Risoluzione per impegnare la Giunta a invitare, nelle sedi di confronto Stato Regioni, il Governo ad attivarsi nelle sedi comunitarie affinché l’Unione europea riveda la propria posizione nei confronti della Russia, a sostenere ogni attività diplomatica volta a supportare la ripresa del dialogo fra le parti e a scongiurare il rischio di un incremento della tensione internazionale. (12 04 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi, Gibertoni

2508 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni per avviare un confronto specifico per la predisposizione di un piano di prevenzione e vigilanza delle imprese della logistica operanti in regione, anche in attuazione di quanto previsto dalla L.R. 3/2014 e dalle politiche in materia di formazione continua degli operatori, per contribuire all’individuazione ed all’adozione di misure preventive sulle principali cause di infortunio, rendendo inoltre sistematica in tutte le aziende del settore la lettura ragionata dei registri infortuni, quali fonti importanti di informazione a forte valenza preventiva circa le principali tipologie di incidentalità. (12 04 16) A firma dei Consiglieri: Boschini, Calvano, Soncini, Pruccoli, Rossi Nadia, Rontini, Bagnari, Montalti, Lori, Ravaioli, Paruolo, Campedelli, Tarasconi, Zappaterra, Mumolo, Iotti, Poli

2509 - Risoluzione per impegnare la Giunta all'applicazione dell'aliquota IRAP nella misura minima ammissibile per le attività economiche che operano esclusivamente in comuni montani e aree svantaggiate, nonché per le imprese giovanili e femminili che operano su tutto il territorio regionale. (12 04 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

(Comunicazione n. 28 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2016/915 del 13/04/2016)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

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