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78.

 

SEDUTA DI GIOVEDÌ 19 MAGGIO 2016

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 2408

Relazione per la Sessione Comunitaria dell’Assemblea legislativa per l’anno 2016, ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 16/2008

OGGETTO 2616

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione europea 2016. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea".

(Discussione e approvazione)

(Risoluzione oggetto 2683 - Presentazione, discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

BIANCHI, assessore

Karl-Heinz LAMBERTZ, Primo vicepresidente del Comitato delle Regioni

PRESIDENTE (Saliera)

POMPIGNOLI, relatore

PRODI (PD)

BARGI (LN)

BERTANI (M5S)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (SEL)

AIMI (FI)

FOTI (FdI)

BONACCINI, presidente della Regione

PICCININI (M5S)

BOSCHINI (PD)

PRUCCOLI (PD)

TARUFFI (SEL)

POMPIGNOLI (LN)

FABBRI (LN)

BOSCHINI (PD)

TARUFFI (SEL)

AIMI (FI)

SASSI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

PRESIDENTE (Saliera)

ROSSI Nadia (PD)

SENSOLI (M5S)

ROSSI Nadia (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetto 2616

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 10,55

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la settantottesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa sulla sessione comunitaria.

Hanno comunicato di non poter partecipare la vicepresidente Elisabetta Gualmini, gli assessori Raffaele Donini e Massimo Mezzetti e i consiglieri Stefano Caliandro e Valentina Ravaioli.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 2408

Relazione per la Sessione Comunitaria dell’Assemblea legislativa per l’anno 2016, ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 16/2008

 

OGGETTO 2616

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: “Sessione europea 2016. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea”.

(Discussione e approvazione)

(Risoluzione oggetto 2683 - Presentazione, discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Un breve saluto in apertura della sessione comunitaria.

Care colleghe e cari colleghi, diamo il benvenuto a tutti gli ospiti che partecipano oggi alla nostra sessione solenne in occasione della discussione e votazione della risoluzione di indirizzo alla Giunta regionale sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto dell’Unione europea.

È per noi un onore avere nostro ospite il signor Lambertz, Primo vicepresidente del Comitato delle Regioni, che ha gentilmente accettato di essere tra noi per darci modo di riflettere e di confrontarci sul ruolo che oggi hanno e possono avere in futuro le Regioni, in particolare le Regioni con poteri legislativi. È, infatti, obiettivo condiviso con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative, nel percorso che sta portando alla definizione della riforma del Senato, l’esigenza di promuovere una più efficace partecipazione delle Assemblee legislative dei distinti livelli territoriali al processo decisionale europeo, così come fare in modo che l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sia promotrice di iniziative di studio e ricerca e rendere consapevole del nuovo ruolo assegnato alle Regioni e ai membri eletti dei Consigli regionali, alla luce del contributo diretto e concreto che, come Assemblea, possiamo dare. Questo grazie all’esperienza maturata in questi anni, a partire dall’avvio delle prime collaborazioni sperimentali con il Comitato delle Regioni già dal 2005, ciò in parallelo all’attività volta ad incentivare la partecipazione dei cittadini e delle forme aggregate di rappresentanza alla vita non solo della nostra comunità regionale, ma a quella più ampia della nostra comunità europea.

Un dialogo continuo con i territori e la comunità civile che deve avvenire, in primo luogo, attraverso i Parlamenti nazionali e regionali, il Comitato delle Regioni e il rafforzamento della cooperazione con il Parlamento europeo, grazie soprattutto ai parlamentari europei. Essi rappresentano un punto di riferimento per i territori a Bruxelles e per Bruxelles nei territori, con i quali, a partire dal coinvolgimento nei lavori relativi alla sessione europea di quest’anno, è stata avviata una collaborazione più strutturata e proficua.

Abbiamo tutti ben presente il quadro europeo attuale, con le difficoltà legate ai flussi migratori che hanno indotto alcuni Stati ad innalzare barriere ai propri confini, incrinando la conquista dell’Europa di Schengen. Abbiamo altrettanto presenti i problemi della burocrazia, dell’insufficiente unità e anche della gestione dei fondi. È proprio in questo contesto che il contributo dell’Assemblea deve intervenire, non soltanto quando è necessario per ratificare una norma, ma anche, e soprattutto, quando è il momento di plasmare quella norma affinché sia sempre più adeguata e conforme alle necessità dei cittadini europei.

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel suo discorso di pochi giorni fa a Londra ha detto che il mondo vive un momento carico di sfide, dove anche le nostre scelte politiche hanno riverbero sul pianeta intero. La Commissione europea si pone sia obiettivi legati alla vita di tutti i giorni sia finalità legate a come deve essere l’Europa di domani. Si batte, cioè, contro la dittatura del presente.

La nostra Regione si è già impegnata per raggiungere entro il 2020 obiettivi importanti e sicuramente può apportare elementi significativi al dibattito, così come è richiesto il nostro impegno nell’immaginare l’architettura delle Istituzioni che vogliamo che ci governino.

Ringrazio, in conclusione, gli uffici per aver lavorato speditamente e con entusiasmo alla preparazione di questa giornata e tutti i componenti, in particolare, della I Commissione e il suo presidente Pompignoli. Ringrazio, naturalmente, l’assessore Bianchi per la sua presenza e gli lascio subito la parola per il primo intervento.

Assessore Bianchi, prego.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio, innanzitutto, il dottor Lambertz per aver accettato il nostro invito a testimoniare il grande lavoro che il Comitato delle Regioni sta svolgendo a Bruxelles e in tutta Europa.

Questa nostra sessione, che ormai si ripete da otto anni, ha dimostrato ancora una volta, in questi giorni, di non essere soltanto un fatto rituale. Certo, il rito è importante. Il rito è fondamentale, perché è quello che ci richiama, nella cadenza dei tempi e dei modi, all’evocazione dell’importanza dei fatti. Noi abbiamo riempito questo rito con il grande lavoro svolto in Commissione, che − come avete visto, come tutti sappiamo e come lei, dottor Lambertz, può vedere dalla risoluzione − coglie esattamente tutti i grandi temi cruciali in cui oggi l’Europa si sta muovendo. Innanzitutto, il grande tema ambientale, il tema del cambiamento climatico, il tema di come la società si stia modificando e di come, tra l’altro, stia aumentando molto la pressione demografica per quanto riguarda i grandi centri urbani. In tal senso, è stata sviluppata una lunga discussione che si è tradotta, in maniera molto chiara, in una risoluzione di indirizzo della Giunta, che ha il suo punto fondamentale nella richiesta di più interazione e integrazione fra il ruolo dell’Assemblea, il ruolo della Giunta, il ruolo del Governo nazionale, i nostri rappresentanti in Parlamento, il Parlamento e proprio il Comitato delle Regioni.

Il tema della mobilità ha richiamato e richiama il tema fondamentale, oggi, delle immigrazioni distinguendo, però, e qui diventa fondamentale, l’immigrazione di lungo periodo (fenomeno che sarà comunque di lungo periodo e che sarà comunque strutturale non solo in Europa, ma in tutto il mondo) dal tema tragico e drammatico dei rifugiati, che rappresenta l’esito del non essere stati capaci di evitare la guerra. Il fatto che oggi, nel 2016, siamo ancora costretti a parlare di guerra è una cosa che ripugna tutti noi. Il fatto che l’Europa − mi permetta di dirlo − oggi debba impegnarsi di più per avere un ruolo fondamentale a livello mondiale, per essere in grado di scongiurare le guerre, credo rappresenti una preoccupazione di tutte le parti.

I rifugiati sono un problema perché rappresentano la manifestazione del fenomeno di un mondo che non riesce ancora a risolvere i grandi problemi, se non con conflitti. In tutto questo, l’Europa ha e deve avere un ruolo fondamentale. L’Europa nasce dal conflitto per trovare soluzioni alternative alla guerra, nasce dal conflitto per trovare l’idea, a volte pesante e a volte anche difficile, del dialogo continuo per individuare insieme i problemi che sono costati a tutta l’Europa cinquant’anni di guerre continue. Questo tema credo debba essere ricordato. Quando si parla delle conquiste europee, quando si parla di un acquis communautaire, che non è soltanto un fatto burocratico, ma deve essere un fatto conosciuto e visto dalle persone, credo debba essere riportato da dove siamo partiti.

Ai nostri ragazzi, con i quali parliamo, non sembra neanche più in discussione il fatto di muoversi liberamente in Europa. Quando parliamo con i nostri ragazzi che hanno vissuto l’esperienza Erasmus, grande programma che ha costruito fisicamente un pezzo dell’Europa, noi diciamo loro che per andare da una parte all’altra dell’Europa ci vogliono i passaporti. Quando noi diciamo che ci vogliono monete diverse, a loro non sembra neanche vero. Loro, fortunatamente, sono nati in un’epoca in cui la guerra è un fatto che si discute sui libri di storia e i vincoli fra Paesi sono residui dei loro babbi e delle loro mamme. Questa è l’Europa che a noi piace. Questa è un’Europa in cui la conquista europea non è un fatto di burocrazie e − fatemelo dire − neanche di Assemblee, ma è un fatto di persone. È un fatto di mio figlio, di tuo figlio e di suo figlio, che sono in grado di muoversi in Europa grazie a ciò che hanno fatto i nostri padri prima di noi. Spero che i nostri figli dopo di noi abbiano l’idea che la pace si costruisce in questo modo, permettendo a tutti di muoversi, permettendo a tutti di avere un lavoro, permettendo a tutti di avere una casa, permettendo a tutti di avere un’idea di politica sociale che non corrisponde semplicemente a un’altra serie di politiche, ma al risultato, all’esito con cui le Assemblee legittime portano la voce di tutti in tutti i luoghi d’Europa.

Nella risoluzione che ci è stata proposta da questa Assemblea è presente questo forte contenuto. Vorrei, dottor Lambertz, che lei se ne facesse portatore anche presso le altre Regioni. Noi, in questa Regione, abbiamo il giusto dovere di confrontarci, a volte anche duramente. A volte abbiamo uno scontro folle. Questo giusto confronto, a volte anche durissimo, sta alla base della democrazia. L’Europa ha un senso, oggi, in giro per il mondo, se continua a essere il luogo in cui nasce e si sviluppa la democrazia. A volte la democrazia si rompe. Nella nostra storia ci sono stati anche, purtroppo, anni di grande rottura di democrazia. Ad ogni modo, la democrazia si ricostruisce.

Il mondo non vive una fase facile, neanche dal punto di vista economico. Per quanto riguarda le previsioni del Fondo monetario, il report pubblicato il 16 aprile ci comunica che anche quest’anno la crescita sarà too slow and too long, cioè troppo lenta per troppo tempo. La previsione che fa il Fondo monetario è su base mondiale 3.2. Anche i Paesi che sembravano essere stati in grado di ottenere fortissime crescite, come i Paesi che venivano definiti “BRICS”, stanno registrando forti rallentamenti. Per la stessa Cina vi è una previsione del tasso di crescita di 5.5. Questo, però, non vuol dire che il mondo non cambia. La Cina sta dimostrando che in questi dieci anni il mondo è cambiato moltissimo. La Cina sta cambiando strategia. La Cina si sta rivolgendo all’Europa, ancora una volta, perché in Europa può avere riferimenti. Noi stessi siamo cambiati moltissimo negli ultimi dieci-quindici anni. Non è vero che la crisi è stata un transito che ha cambiato soltanto le superfici. Ha cambiato in profondità. Noi stessi siamo diventati un territorio che produce più tecnologia di un tempo, che ha bisogno di più persone educate di un tempo, che ha bisogno di un lavoro diverso rispetto a un tempo e che ha bisogno di sentire che questo sforzo appartiene a tutta l’Europa.

Nel 2000, cioè nell’anno in cui è stata avviata la fase di ridefinizione del sistema del WTO, quello che sostanzialmente definisce il sistema della globalizzazione nell’anno precedente agli accordi di Doha, che di fatto hanno permesso le entrate dei BRICS nel commercio mondiale, l’Europa si ritrovava a Lisbona e si dava una strategia di lungo periodo. In quella strategia si diceva: “L’Europa deve diventare in vent’anni, entro il 2020, il luogo nel mondo in cui tu hai il massimo di capacità creativa perché hai il massimo di ricerca, il massimo dell’investimento sull’educazione, il massimo dell’investimento sulla formazione”. Vi era una frase molto bella che non parlava di “Green Industries”, bensì di “Greening the industries”, cioè non la creazione di un comparto nuovo di economia verde. Greening the industries voleva dire che tutto il sistema economico veniva rivisto e ripensato in termini di sostenibilità di lungo periodo non soltanto ambientale, ma anche sociale.

Oggi nel linguaggio della Commissione è entrata fortissima la parola “resilienza”, cioè la capacità di un corpo sociale di reagire agli shock esterni. La resilienza e la capacità innovativa non sono concetti separati, in quanto nascono dalla capacità di un corpo sociale di essere compatto, di essere in grado di riconoscersi e di essere in grado anche di accettare nuovi soggetti.

Noi, dottor Lambertz, abbiamo vissuto, esattamente quattro anni fa, forse la più grossa prova di resilienza che un corpo sociale poteva vivere: un terremoto. Sono caduti i muri, ma tutto sommato la nostra comunità non si è rotta. Questa comunità aveva fortissime radici civiche nei Comuni, fortissime radici civiche nella propria storia e nella propria tradizione. Questa fortissima tradizione, questa fortissima radice civica è la base non solo di una resilienza, ma anche della capacità di innovazione che abbiamo dimostrato in questo periodo. Sono trascorsi quattro anni dal terremoto e questa Assemblea lo ricorda benissimo, perché tutti noi viviamo anima e corpo nelle nostre comunità. Anche questo è un pezzo di Europa che a noi piace, un pezzo d’Europa che ha sicuramente le sue Assemblee, ma ha anche Assemblee fortemente radicate in luoghi in cui possono avvenire i terremoti.

Nella risoluzione che ci viene proposta oggi come guida vi è questa forte indicazione che noi, come Giunta, accettiamo e prendiamo, la forte guida del riuscire a tenere insieme i pezzi, i nostri piedi saldamente piantati nei nostri territori, il nostro sguardo puntato anche oltre l’Europa.

Quello che noi chiediamo ai diversi livelli europei è che l’Europa sia l’Europa. L’Europa non può essere un angolo marginale del mondo. L’Europa non può essere neanche un luogo in cui semplicemente ciò che ci tiene insieme sono solo burocrazie più o meno smart, più o meno intelligenti. Quello che ci tiene insieme è questo forte desiderio di pace in un mondo che la pace non l’ha trovata, una forte idea di crescita, in cui la crescita è soprattutto crescita del benessere delle popolazioni, questa idea in cui le Regioni non sono soltanto un livello amministrativo, ma sono il luogo testimoniante vero che il territorio è fatto di comunità.

Oggi vi è un dibattito in Europa, in tutti i Paesi, sul ruolo dei livelli intermedi di Governo. Noi, con questa nostra Assemblea, ribadiamo in modo molto forte − credo da parte di tutti − il ruolo fondamentale delle Assemblee regionali e dei Governi regionali, proprio perché la crisi ha aumentato le internal disparities. Fra le diverse parti dell’Europa noi crediamo che non vi possa essere un discorso di centri e periferie. Se vi sarà un discorso di centri e periferie, il centro si restringerà sempre di più e la periferia avrà sempre meno interesse a partecipare alle dinamiche produttive. Vi possono essere situazioni economiche differenziate, ma il diritto di tutti deve essere stabilito negli atti concreti di partecipanza. Questa sessione ha dimostrato che cosa vuol dire “capacità di partecipare”, fino al dettaglio, a un disegno complessivo che, però, è un disegno in cui non vi è maggioranza e minoranza, ma vi è assolutamente un bisogno di integrazione di tutte le voci al plurale, le voices, che rappresentano la richiesta principale dell’Europa, la sua complessità.

Come tutti sappiamo, la parola “Europa” ha una sua radice antica che vuol dire “sguardo largo”. Ogni volta che l’Europa ha ristretto il proprio sguardo su fatti specifici è fallita. Ogni volta che l’Europa è riuscita ad ampliare lo sguardo e ad andare oltre ha dimostrato di essere quello che tutti si aspettano dall’Europa: un punto di riferimento per la civiltà. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Patrizio Bianchi.

La parola a mister Karl-Heinz Lambertz. Prego.

 

Karl-Heinz LAMBERTZ, Primo vicepresidente del Comitato delle Regioni (Intervento in lingua francese come di seguito tradotto): Signore e signori deputati, signora presidente, innanzitutto permettetemi di ringraziare questa Assemblea e la dottoressa Simonetta Saliera per il suo invito e per avermi permesso di intervenire nel corso del vostro dibattito che affronterà la risoluzione in oggetto.

Per me, è un grande piacere e un grande onore. Penso sia importante che tutti i Consigli regionali e le Assemblee legislative d’Europa, dappertutto, affrontino la questione europea, in quanto questo non deve essere visto come un privilegio esclusivo di Bruxelles o del Belgio, benché io stesso sia un cittadino belga, e che capiscano che l’Europa non è solo Strasburgo, Bruxelles o Lussemburgo, ma anche Bologna e tutte le altre città e regioni d’Europa.

L’assessore Bianchi ha fatto un bilancio rapido, conciso, ma estremamente chiaro e pertinente della situazione europea attuale. Ha fatto anche riferimento al sisma che ha colpito questa regione quattro anni fa. Me lo ricordo bene. Molti europei ed io − voglio esprimere questo pensiero dinanzi a tutti voi − siamo rimasti veramente sbalorditi e impressionati dalla maniera in cui la Regione Emilia-Romagna è stata in grado di affrontare quella crisi profonda che ha scosso questa regione. Siamo stati positivamente colpiti dalle modalità di reazione, da come sono state affrontate tutte le misure successive al sisma.

Inoltre, l’assessore Bianchi ha ricordato il grande progetto della Strategia di Lisbona pronunciata ormai sedici anni fa. Si trattava di un progetto veramente ambizioso, da realizzare da qui al 2020. Purtroppo, la realtà davanti alla quale ci troviamo tutti oggi è ben diversa da quella sognata allora e ci rendiamo conto che serviranno ben più dei sedici anni trascorsi per avvicinarci, forse approssimativamente, a quel grande e ambizioso obiettivo. Purtroppo, l’Europa sta attraversando un periodo non certo facile ed è completamente diversa da quella che sognavamo al momento della firma della Strategia di Lisbona.

Come dice un proverbio francese, che tradotto letteralmente vuol dire “il cammino si fa camminando”, non dobbiamo scoraggiarci. Continuiamo a camminare. Anche il Comitato delle Regioni si riunirà il 15 e il 16 giugno a Bruxelles per discutere il programma di lavoro della Commissione del 2017. Noi dovremo discutere e approvare la risoluzione di attuazione di tale programma di lavoro a livello locale e regionale in Europa.

Naturalmente, non voglio, adesso, entrare nei dettagli dei contenuti di questa risoluzione europea. Non voglio svelare ancora niente, in quanto, comunque sia, i contenuti saranno resi pubblici ben presto e li potrete leggere, confrontare e discutere alla luce della risoluzione odierna. Piuttosto, vorrei sfruttare il tempo che mi è concesso per riflettere insieme a voi e condividere riflessioni, ma anche preoccupazioni riguardo alla costruzione europea. Al di là dei problemi che l’Europa sta vivendo, fra i più gravi esistenti, una crisi senza precedenti che ha colpito l’Europa nella sua storia, vorrei capire se è possibile trovare insieme soluzioni, soluzioni che devono partire dal basso, proprio da questo livello politico attuale, cioè dalle Regioni che compongono l’Europa.

Io mi ritengo fortunato. Ho il privilegio di fare politica, ormai, da oltre quarant’anni. Quando ero molto giovane, ho deciso di entrare in politica animato e spinto da forti ideali europei, ideali e valori condivisi da molti altri giovani come me di tutta Europa. Purtroppo, mi rendo conto, oggi, in questo momento, che questo grande progetto di costruzione europea si è infragilito ed è molto più fragile di quanto avrei mai potuto pensare. Penso, per esempio, ai diritti acquisiti della libera circolazione dei cittadini e ai valori che si trovano alla base stessa del progetto europeo. Ebbene, tutti questi diritti e princìpi vengono sempre più messi in discussione da coloro che si ergono contro l’Europa criticandola e dalle forze, purtroppo crescenti, di populismo, che sono forze veramente inquietanti. Questo avviene in tutta Europa.

L’Europa non soltanto sta vivendo e attraversando una crisi, ma è accerchiata da più crisi da più parti, le quali potrebbero avere, purtroppo, effetti cumulativi. Faccio riferimento, ad esempio, alla crisi economico-finanziaria che ci ha colpito e che, purtroppo, è stata ulteriormente segnata dalla mancanza di solidarietà da parte dell’Europa nei confronti dei Paesi europei maggiormente colpiti dalla crisi stessa. Faccio riferimento all’altra crisi della migrazione. Ancora una volta abbiamo assistito a una mancanza di solidarietà da parte dell’Europa nei confronti di questo problema.

Ebbene, tutto ciò potrebbe, purtroppo, sfociare in una crisi ben più grande e amplificata di quella di cui sto parlando, che si rivelerebbe una vera e propria crisi esistenziale dell’Unione europea e che rischierebbe di mettere in dubbio lo stesso processo di costruzione europea. Questo, purtroppo, prova che nella vita nulla è irreversibile, neanche il successo che il progetto europeo finora ha avuto e che è stato riconosciuto e lodato dallo stesso presidente Obama come uno dei principali successi globali di politica, prendendo come esempio proprio l’Europa, e che è stato ricordato anche dal premio Nobel a Oslo.

Sicuramente, quello di cui sto parlando è un vero e proprio rischio di decostruzione europea, in quanto sempre più Paesi, proprio quelli che sono stati fra i più “pro” europei, stanno adesso mettendo in discussione la capacità e la necessità di un’ulteriore integrazione europea. Addirittura, invocano altre politiche di chiusura, magari prendendo come scusa la necessità dell’austerità, per evitare di investire ulteriormente per lanciare e continuare a rilanciare il progetto europeo. Dobbiamo vedere quello che succederà, ad esempio, con il referendum della Gran Bretagna che si terrà il 23 giugno. A prescindere dal suo esito (un “sì” o un “no”), dovrà essere un’occasione per aprire un dibattito serio su quello che veramente vogliamo che sia in futuro l’Europa, sulla via che dovrà percorrere, in che maniera sostenere il progetto europeo e secondo quali modalità e investimenti; se vogliamo, ad esempio, concentrarci verso un’Europa cosiddetta “concentrica”, a più velocità, dove chi vuole far gruppo a sé va avanti insieme in maniera più veloce rispetto agli altri per costruire il nostro destino comune, o se dovremo adattarci al minimo comune denominatore. Tutto è da vedere. Il dibattito è ancora da aprire e da costruire insieme.

Sono molteplici e importanti le sfide che dovranno essere affrontate da questa Europa che vorrà camminare insieme verso la stessa direzione. Come ha detto l’assessore Bianchi, le questioni in gioco sono tante, a partire da quelle ambientali. Aggiungerei la giustizia sociale e un bisogno veramente forte di servizi in generale, nel loro insieme. Non posso soffermarmi su ogni singolo dettaglio. Quello che mi preme sottolineare è un punto importante: la capacità di investire, la capacità di mettersi in gioco, la capacità di azione da parte delle collettività territoriali.

La capacità di investimento deve essere in grado di sostenere un vero e proprio capovolgimento della tendenza attuale in Europa, quella improntata a una austerità che definirei assolutamente “cieca”, imposta ai vari Stati e che diventa sempre più predominante. Basti pensare al dibattito sui bilanci della Spagna e del Portogallo. È chiaro, anch’io sono a favore di una gestione sana e rigorosa dei bilanci pubblici. Questo è ovvio. Tuttavia, le regole contabili imposte da Bruxelles, oltre ai princìpi del Patto di stabilità, vanno veramente contro il buonsenso economico e sociale europeo.

Bisogna riconoscere che proprio la capacità di investimento degli enti locali e regionali permette un buon funzionamento della società. Naturalmente, questo fa sì che gli enti locali e regionali abbiano bisogno di disporre di sufficienti fondi, di sufficienti e necessari bilanci per aiutare e sostenere le popolazioni e le collettività locali e per diventare un vero e proprio motore di sviluppo. Questo in tutta Europa. Sappiamo bene che gli enti locali e regionali rappresentano almeno il 55 per cento degli investimenti pubblici effettuati in tutta Europa. Purtroppo, assistiamo anche a un grosso problema, ossia a un crollo devastante della capacità di investimento del livello locale e regionale. Dicendo ciò non faccio soltanto riferimento a quei Paesi che sono nel mirino dei guardiani dell’applicazione del Patto di stabilità. Anche la stessa Germania non è immune. Vediamo sempre più casi di scuole e strade che assomigliano più a quelle belghe che a quelle tedesche. Quando dico “belghe” non faccio riferimento a esempi di eccellenza.

Sicuramente le Regioni, nel loro insieme, hanno forti problemi di investimento da affrontare. Non facciamoci illusioni. Il piano di investimento della Commissione europea non sarà assolutamente in grado di far fronte a tutte le sfide e le necessità esistenti a livello regionale. Infatti, si parla di un deficit di almeno 200-300 miliardi annui di ammanco per far fronte, nel bilancio europeo, alle varie necessità.

Ovviamente, questo non è il momento adatto per addentrarmi nei vari dettagli tecnici e tecnicistici, che sono molto complessi. Di questo aspetto, magari, con alcuni di voi avremo modo di parlarne nel pomeriggio e di affrontare tematiche più tecniche e approfondite, sperando di avere un dibattito fruttuoso e positivo da cui possano scaturire buone idee e suggerimenti da portare in discussione nel Comitato delle Regioni a Bruxelles.

Quello che mi preme fare con voi è porre l’accento sulla necessità di discutere di come raggiungere l’obiettivo fondamentale, ossia trovare i meccanismi più adeguati e giusti che iniettino maggiore flessibilità nelle regole alla base del Patto di stabilità, in maniera che ci si allontani dalla regola aurea, finora in vigore, per raggiungere una maggiore flessibilità, meccanismi di investimento necessari che permettano il raggiungimento di questi obiettivi e bisogni urgenti.

Quando dico tutto ciò faccio riferimento proprio alla necessità di avviare un dibattito pragmatico e concreto per arrivare a soluzioni pragmatiche e concrete, al di là dell’ideologia. È necessario tutto ciò per rilanciare quelli che vengono chiamati “smart investments”, investimenti intelligenti, e far sì che Bruxelles trovi il modo per permettere alle Regioni di accedere a meccanismi di finanziamento più agevoli e flessibili per liberare i bilanci pubblici. Ovviamente, il risparmio pubblico va bene, ma è necessario anche che ci siano sufficienti fondi e modalità per far partire nuovi investimenti indispensabili per sostenere le diverse economie.

Vorrei concludere rivolgendomi a tutti voi, a ogni deputato di questa Assemblea, ringraziandovi e facendo riferimento a un libro che ho particolarmente amato, che trovo eccellente e che vi consiglio di leggere, un libro scritto una decina di anni fa da un professore tedesco che insegna all’Università di Verona, Alexander Grasse, sulla modernizzazione regionale in Italia. Questo libro parla soprattutto di una regione italiana che si è particolarmente distinta e che ha avuto successo nelle politiche attuate, ossia la regione Emilia-Romagna. Sono dedicate più di cento pagine di questo libro alla regione. Invito tutti a leggerlo. Per me è stata una illuminazione. Ne ho tratto un insegnamento veramente profondo e un esempio da seguire, anche per la mia piccolissima Regione germanofona del Belgio che ho avuto l’onore e il privilegio di presiedere, in quanto presidente per circa un quarto di secolo, e di cui sono presidente del Parlamento. La lettura è stata illuminante per muovermi all’interno della mia politica regionale.

Il libro sottolinea che il successo della Regione Emilia-Romagna va ritrovato proprio nella combinazione di due elementi fondamentali. Innanzitutto, nonostante si tratti di una regione giovane, l’Emilia-Romagna ha un forte, profondo e radicato senso di identità. Alla gente piace stare qui. La gente dell’Emilia-Romagna ama la sua terra, grazie a questo profondo senso di identità. In secondo luogo, la tendenza della regione ad aprirsi al mondo, a voler stabilire contatti, legami, a far rete, a non operare da sola. Pur credendo nella propria identità, pur essendo fortemente radicata nella propria identità, nella propria comunità è una regione che cerca sempre la collaborazione, il dialogo, l’apertura con gli altri, con il resto del mondo. Questo mix è stato vincente.

Spesso porto la regione Emilia-Romagna come esempio non soltanto nella mia Regione, di cui mi occupo, ma anche parlando con gli altri rappresentanti delle Regioni. È proprio questo il ruolo che dovrebbe essere svolto da ogni singola Regione europea, un ruolo estremamente importante e fondamentale per rinnovare, rilanciare lo spirito europeo. A livello regionale si può ripartire ridando slancio e entusiasmo a questa Europa. Soltanto insieme, uniti, possiamo farcela e possiamo avere successo.

Grazie a tutti voi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, vicepresidente Lambertz, per la sua generosa disponibilità ad essere qui con noi oggi e, soprattutto, per essere riuscito, in pochissimo tempo, a dare un’idea alla nostra Assemblea della discussione che sta avvenendo all’interno del Comitato delle Regioni europeo, quindi della consapevolezza delle grandi difficoltà, ma nello stesso tempo − ho avuto modo spesso di sentirla all’interno del Comitato delle Regioni − della sua passione nel coinvolgere le Regioni e gli enti locali per un possibile cambiamento dell’Europa, un’Europa dei cittadini, degli enti locali, delle Regioni che si rivolge ai bisogni e alle necessità reali.

La ringrazio ancora.

Ho l’occasione di presentarle il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini.

Do la parola al presidente della I Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali, consigliere Massimiliano Pompignoli. Prego, ha la parola.

 

POMPIGNOLI, relatore: Grazie, presidente. Buongiorno colleghi, buongiorno dottor Lambertz, buongiorno presidente della Regione Emilia-Romagna e ben arrivato.

Oggi il mio intervento è prettamente istituzionale. Ho ricevuto mandato dalla Commissione Bilancio e Affari Istituzionali per presentare questa risoluzione. Ho fatto una sintesi grazie anche all’aiuto degli uffici dove sono stati individuati i punti salienti che questa risoluzione ha al suo interno.

Ho ascoltato con molta attenzione sia le parole del dottor Lambertz che dell’assessore Bianchi. Ne condivido in parte i punti. Dico “in parte” perché – consentitemi questa breve digressione – non condivido l’Europa così com’è strutturata. È vero che siamo in un periodo di grande crisi, ma credo che questa grande crisi sia dovuta soprattutto a scelte sbagliate che l’Europa ha fatto in questi anni, soprattutto in merito alle politiche di immigrazione.

Rientro nei ranghi istituzionali per illustrarvi sinteticamente, e spero di non annoiarvi, la risoluzione che dovremo poi votare in Assemblea.

Dal 2008 la Regione Emilia-Romagna ha sviluppato un proprio modello di partecipazione alla formazione e all’attuazione delle politiche del diritto dell’Unione europea, codificato appunto nella legge regionale n. 16 del 2008.

Il modello Emilia-Romagna si basa sulla sessione europea dell’Assemblea legislativa, che costituisce il cuore e il punto di partenza dell’azione regionale. La sessione è stata pensata come un momento istituzionale di riflessione politica su ciò che la Regione ha fatto (cosiddetta fase discendente) attraverso la votazione della relazione di uno stato di conformità dell’ordinamento regionale predisposta dalla Giunta regionale e su ciò che la Regione intende fare (cosiddetta fase ascendente) in riferimento alle iniziative preannunciate dalla Commissione europea nel proprio programma di lavoro annuale, con particolare attenzione a quelle considerate di interesse per la Regione.

In occasione della sessione europea, inoltre, la Giunta presenta il rapporto conoscitivo per la sessione comunitaria dell’Assemblea legislativa, predisposto con la collaborazione di tutte le Direzioni generali. Per ogni settore dell’Amministrazione regionale il documento illustrato è lo stato di conformità dell’ordinamento, anche in funzione della verifica da parte dell’Assemblea legislativa della necessità o meno di predisporre il progetto di legge comunitaria regionale, oltre agli orientamenti e alle priorità della Giunta regionale per l’anno a venire.

La sessione europea 2016 dell’Assemblea legislativa è l’ottava dall’entrata in vigore della legge regionale n. 16/2008 e si svolge in un contesto molto complicato, caratterizzato da grandi difficoltà e da grandi sfide che stanno mettendo alla prova non solo la tenuta della governance europea, ma del progetto stesso dell’Unione europea.

Le iniziative contenute nel programma di lavoro della Commissione europea di quest’anno, in effetti, risentono di questo contesto generale in cui alla situazione economico-finanziaria e occupazionale si aggiungono le forti pressioni migratorie e la minaccia del terrorismo. Secondo la Commissione, il programma di lavoro di quest’anno dovrebbe costituire un piano di intervento in grado di far fronte a queste sfide attraverso l’attuazione di politiche e misure concrete ed efficaci. In questo quadro diventa molto complesso capire che ruolo hanno o dovrebbero assumere i territori e gli enti che li rappresentano.

Dai lavori di quest’anno è emerso, infatti, in modo chiaro, che al di là delle competenze legislative che fanno capo alle Regioni, le macro questioni sopracitate impattano fortemente anche a livello regionale e locale con le conseguenti necessità di trovare strade e strumenti che garantiscano alle Regioni di partecipare in modo efficace ai processi decisionali europei, veicolando le istanze dei territori e adeguare velocemente l’ordinamento regionale alle regole europee quando queste intervengono in materie o settori di loro competenza.

Anche quest’anno, in preparazione dei lavori della sessione europea 2016 dell’Assemblea legislativa l’11 dicembre 2015, la I Commissione ha svolto l’audizione degli stakeholder sul programma di lavoro delle Commissioni. L’audizione ha l’obiettivo di coinvolgere attivamente e in modo trasparente il sistema regionale nell’individuazione delle priorità da seguire sia nel corso dei lavori della sessione europea annuale dell’Assemblea legislativa, sia nell’ambito delle iniziative che vi daranno seguito.

L’audizione di quest’anno ha visto il coinvolgimento di parlamentari europei della circoscrizione nord-est grazie alla collaborazione avviata dall’Assemblea legislativa con l’Ufficio di informazione a Milano per il Parlamento europeo, finalizzata a costruire nel tempo un dialogo strutturato con i parlamentari europei che rappresentano un veicolo fondamentale per rappresentare e veicolare le esigenze e le posizioni del territorio regionale.

Nel corso di questo incontro ai portatori di interesse è stato richiesto di formulare le proprie considerazioni in generale sulle politiche dell’Unione europea e in particolare sulle iniziative valutate di maggiore interesse elencate dalla Commissione europea nel suo programma annuale di lavoro.

L’audizione degli stakeholder, infatti, è il principale strumento di partecipazione previsto dalla legge regionale n. 16/2008 attraverso cui tastare il polso di Enti locali, associazioni di categoria, imprese e altre forme di associazione su come vengono percepite dai principali destinatari le politiche dell’Unione europea.

I lavori della Commissione assembleare per la sessione europea 2015 si sono concentrati, quindi, sull’analisi dei documenti assegnati, con la successiva approvazione dei pareri contenenti le osservazioni sulle fasi ascendenti e discendenti per gli aspetti di rispettiva competenza, nonché di indirizzi sulle tematiche politiche valutate di maggior rilievo.

Gli approfondimenti in Commissione si sono svolti in presenza e attraverso il confronto degli esponenti politici e dei tecnici della Giunta regionale. Si sottolinea che il raccordo tecnico e politico tra Assemblea legislativa e Giunta regionale, già a partire dai lavori per la sessione europea, è un elemento chiave dell’attività. In questo senso si segnala l’apporto del gruppo di lavoro tecnico della Giunta e Assemblea per la fase ascendente e del gruppo di lavoro della Giunta regionale per la fase discendente, nonché dei diversi servizi dell'Assemblea e della Giunta regionale coinvolti di volta in volta.

Più nel dettaglio, dai lavori della Commissione assembleare e dall'audizione degli stakeholder sul programma di lavoro 2016 della Commissione europea sono emersi alcuni temi di particolare rilievo politico e in particolare: i fondi strutturali 2014-2020 nel contesto delle politiche regionali e di sostegno al sistema produttivo regionale e l’invito a porre particolare attenzione al sostegno delle start-up delle piccole e medie imprese, ai processi di innovazione e alla necessità di sviluppare strumenti adeguati per semplificare l’accesso al credito; la centralità delle politiche energetiche come fattore di sviluppo a livello locale e la naturale connessione con le politiche energetiche e sviluppo sostenibile, nonché l’importanza dell’avvio di un processo di revisione della normativa europea in materia energetica; il tema dell’uso e della protezione del suolo; gli indirizzi specifici sul turismo, altro settore chiave dell’economia di questa Regione, anche in collegamento con il tema delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative; gli indirizzi sulla strategia europea per la parità tra uomo e donna, nonché sulla violenza di genere; l’occupazione femminile, la tutela dei minori e la cooperazione allo sviluppo.

Con riferimento specifico all’esame del programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 sono state segnate come prioritarie le seguenti iniziative: le prossime tappe per un futuro europeo sostenibile; la revisione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020; un’agenda per le nuove competenze per l’Europa; un pacchetto sull’Unione dell’energia; il follow-up della strategia sul mercato unico; l’attuazione delle strategie per il mercato unico digitale; un nuovo inizio per i genitori che lavorano; un pacchetto sulla mobilità dei lavoratori, pilastro europeo dei diritti sociali.

Al termine della sessione, man mano che le singole iniziative verranno presentate alla Commissione europea, si applicheranno i meccanismi procedurali per la formulazione delle osservazioni di merito da inviare poi al Governo e finalizzate alla definizione della posizione italiana.

Nel caso di proposte di atti legislativi l'Assemblea legislativa procederà anche all'esame di sussidiarietà e proporzionalità inviando poi gli esiti al Parlamento.

Con riferimento alle azioni relative al programma di semplificazione e riduzione degli oneri normativi sono state segnalate alcune importanti normative europee, che hanno già un forte impatto a livello regionale e che potrebbero essere in futuro oggetto di revisione: riduzione degli oneri per le piccole e medie imprese negli appalti pubblici; documenti di gara standard e moduli standard per gli appalti pubblici; aiuti di Stato; comunicazione della Commissione relativa a una procedura di esame semplificata per determinati tipi di aiuti di Stato; direttive sulla qualità dei carburanti; iniziativa relativa agli obblighi europei e fondi europei per l’imprenditoria sociale.

Sono stati formulati, inoltre, precisi indirizzi su alcuni atti europei ancora in discussione presso le Istituzioni europee su quali per la loro importanza è stata richiesta una particolare attenzione. Mi riferisco in particolare alla proposta di direttiva riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in borsa; alla proposta di direttiva sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici; alla proposta di decisione sulla istituzione di una piattaforma europea per il rafforzamento della cooperativa volta a prevenire e a scoraggiare il lavoro sommerso.

Per quanto riguarda, invece, gli indirizzi relativi all’adeguamento dell’ordinamento regionale alla legislazione europea, sulla base delle analisi e della documentazione assegnata alle Commissioni assembleari, la Giunta regionale è stata invitata a monitorare il percorso di recepimento da parte dello Stato di alcune direttive europee che incideranno nel settore dell’ambiente, dei trasporti, della circolazione dei lavoratori e degli appalti pubblici. In particolare, segnalo la direttiva n. 94/2014, la n. 52/2014, la n. 55/2014 e la n. 2193 del 2015.

A seguito della definitiva adozione della raccomandazione del Consiglio del 15 febbraio 2016, sull’inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro, la Giunta è stata invitata a verificare le modalità più idonee e a dare attuazione alle raccomandazioni in essa contenute, assicurando il monitoraggio dei risultati raggiunti a tale riguardo, con particolare attenzione alla misurazione dell’efficacia occupazionale anche in considerazione del collegamento con gli interventi previsti nel quadro POR-FSE 2014-2020.

Dai lavori sono emersi anche alcuni indirizzi inseriti nella proposta di risoluzione sui meccanismi di partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione delle politiche del diritto europeo. In particolare, rilevo l’impegno dell’Assemblea legislativa ad adeguare la legge regionale n. 16/2008 alle disposizioni della legge 22 dicembre del 2012, la n. 234, e a rafforzare la collaborazione interistituzionale a livello nazionale in particolare con le Camere del Parlamento e a livello europeo con il Comitato delle Regioni e il Parlamento europeo medesimo.

Infine, per favorire la massima circolazione delle informazioni e della trasparenza si segnala la realizzazione di un’apposita sezione del sito dell’Assemblea legislativa accessibile direttamente dall’home page denominata “Assemblea in Europa”, che costituirà d’ora in poi il punto di raccolta unitario per tutti gli interessati delle informazioni dei risultati sulle attività di partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai processi decisionali europei.

Questi sono i principali argomenti della proposta di risoluzione che contiene gli indirizzi della Giunta e gli impegni dell’Assemblea legislativa che guideranno l’azione della Regione Emilia-Romagna nei prossimi mesi con riferimento alle politiche europee e sulla quale oggi è chiamata l’aula a esprimersi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Come convenuto, do ora la parola ai rappresentanti dei Gruppi assembleari. Avete a disposizione circa dieci minuti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Prodi. Ne ha facoltà.

 

PRODI: Grazie, presidente. Saluto anche il vice presidente Lambertz e il presidente Bonaccini.

Non voglio ripetere i contenuti espressi dal collega, il presidente Pompignoli, che ringrazio. Vogliamo anche ringraziare tutti i servizi che hanno contribuito alla costruzione di questa risoluzione. Ci premeva, però, esprimere l’importanza di questo strumento.

La risoluzione comunitaria è uno strumento fondamentale nel percorso democratico dell’Assemblea. La sua genesi parte dalla legge n. 16 del 2008 e si basa su documenti che sono la relazione della Giunta sullo stato di conformità in relazione agli atti normativi dell’Unione europea e il rapporto conoscitivo della Giunta all’Assemblea per la sessione comunitaria.

Questi sono i due documenti che ci dicono sostanzialmente chi siamo e dove siamo in relazione all’Europa. Questo si interseca con il programma di lavoro della Commissione per il 2016 e il confronto con gli stakeholder, come ha detto il collega Pompignoli, avvenuto a dicembre. Questi sono sostanzialmente gli obiettivi che si dà la Commissione e quello che il territorio invece vuole suggerire.

La genesi della risoluzione è una genesi molto ampia e molto concreta. La struttura della risoluzione è molto interessante perché è una struttura tripartita, dove vi sono sia considerazioni politiche di alto profilo che emergono dal dibattito nelle Commissioni e che vogliono affrontare le tematiche di rilevanza europea.

Non voglio ripetere quanto detto dal collega Pompignoli, però rilevo solo i finanziamenti alle piccole e medie imprese, al tema dell’alleggerimento del carico burocratico, le politiche energetiche, una migliore integrazione degli interventi in temi climatico-ambientali e anche il tema della difesa del suolo. Un altro pezzo della struttura dello schema è il metodo di lavoro della Regione in merito alla partecipazione al processo decisionale, inclusa la formazione del diritto, la cosiddetta fase ascendente e anche le misure adottate dalla Regione.

Questo è uno schema molto interessante. Vi sono alcuni punti fondamentali che riguardano il programma di lavoro e soprattutto il pilastro europeo per i diritti sociali, l’importanza di avere un percorso progressivo finalizzato alla definizione a livello europeo di una politica sociale condivisa nel rispetto delle competenze assegnate ovviamente dai trattati, ma soprattutto per generare un investimento in capitale umano fondato sulle pari opportunità, sulla prevenzione dei rischi sociali e la protezione da essi, sull’esistenza di reti di sicurezza efficaci e incentivi per l’accesso al mercato del lavoro per costruire condizioni di lavoro eque e per creare un equilibrio adeguato e affidabile dei diritti e dei doveri tra lavoratore e datore di lavoro, facilitando anche la creazione di nuovi posti di lavoro, promuovendo il dialogo sociale e anche promuovendo il sistema di protezione sociale adeguata e sostenibile come l’accesso a servizi essenziali di alta qualità, compresa l’assistenza all’infanzia, l’assistenza sanitaria, l’assistenza a lungo termine, assicurando una vita dignitosa e la protezione da rischi e mettendo in grado i singoli di partecipare pienamente alla vita professionale e sociale. Questo per rendere atto dei temi fondamentali che si trattano in questo processo.

Il terzo schema che interessa la risoluzione è la partecipazione della Regione all’attuazione del diritto comunitario, la cosiddetta fase discendente. Questa è molto importante perché genera, a sua volta, il nucleo di indirizzo per la legge comunitaria successiva. Quindi, è un processo che si costruisce via via.

Come diceva il collega Pompignoli, vi sono alcuni accenti che riguardano l’attenzione all’adeguamento statale di direttive comunitarie. Rilevo l’esempio in merito alle infrastrutture per combustibili alternativi o la fatturazione elettronica in appalti pubblici. Insomma, ci sono temi che vanno a impattare con l’ordinamento statale che poi avranno ricadute regionali.

In materia di ordinamento regionale vi è l’invito ad adattare l’ordinamento in tema di politiche professionali in materia di appalti. Sono temi che verranno sviscerati nella prossima legge comunitaria.

Vorrei dare atto dell’ampia consultazione che la risoluzione comunitaria racchiude.

Questo deve essere uno strumento democraticamente rappresentativo e non deve avere una visione eccessivamente burocratica. Pertanto, deve essere assicurata e promossa un’estesa partecipazione in termini di conoscenza e di diffusione del suo processo e dei suoi contenuti.

In questo senso questa Regione ha la dimensione ideale per assicurare un rapporto dinamico tra Europa e cittadinanza, dove siamo noi consiglieri tutti che abbiamo, in quanto eletti, gli strumenti politici adeguati per esprimere la nostra capacità programmatica.

Non credo che tutte le altre Regioni si trovino in un contesto così favorevole in termini di relazione con il territorio, di competenza e di struttura. I diversi livelli di intervento politico, quindi anche affrontando temi internazionali, economico, giuridico e sociale fanno sì che ognuno possa essere coinvolto in un dialogo approfondito per costruire un sistema di governo sempre più a misura della cittadinanza, democratico ed europeo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Prodi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Buongiorno ai colleghi e all’ospite.

Volevo portare la discussione sull’atto che andiamo ad approvare, lo strumento che andiamo ad attuare oggi. Si tratta di un atto di indirizzo per la Giunta regionale e di conseguenza per il Governo italiano e per l’Unione Europea in merito alla posizione della nostra Regione riguardo determinate tematiche prima citate dai consiglieri Pompignoli e Prodi.

Mi piacerebbe scendere su alcune questioni, perché mentre l’anno scorso abbiamo votato anche noi, insieme alla maggioranza e al resto dell’opposizione, la sessione europea, perché si era riusciti a trovare una sintesi tra le posizioni politiche della maggioranza oggi in Regione e di tematiche a noi care, quest’anno, purtroppo, non siamo riusciti ad arrivare a questa sintesi su argomenti che, però, noi riteniamo molto importanti.

Se anche si tratta di argomenti che hanno carattere internazionale, quindi di politica internazionale, hanno però – ahinoi – delle ricadute molto forti sul nostro territorio, sul nostro substrato economico e sociale.

La prima che mi preme citare è la questione ormai già discussa più volte in quest’aula delle sanzioni alla Russia. Su questo tema siamo intervenuti più e più volte, rappresentando quello che era, a nostro avviso, all’inizio, lo stupore del fatto che non esistesse un’analisi delle ricadute economiche di questa scelta politica internazionale sul nostro territorio, sulle imprese che vivono nel nostro territorio. Quindi, abbiamo messo in atto una serie di atti per cercare di avere intanto i dati e poi di presentarli in quest’aula chiedendo un appoggio condiviso.

Ci tengo a precisare che l’anno scorso, proprio per l’approvazione della sessione europea 2015, da parte della maggioranza arrivò un’apertura, nel senso che venne approvato un emendamento. Tra l’altro, ci fecero riscrivere la nostra prima versione, che era abbastanza ampia e discorsiva, traducendola in due righe in cui si chiedeva di stoppare, in tutte le sedi opportune, queste sanzioni.

Da allora abbiamo aperto una discussione con una risoluzione, quindi con un atto di indirizzo in quest’aula, che però non ha trovato l’accoglimento da parte della maggioranza, denotando uno strano disallineamento con la linea politica tenuta lo scorso anno.

Quest’anno abbiamo riproposto la questione, perché comunque il regime sanzionatorio prosegue. Occorre precisare che le conseguenze per il nostro territorio sono state diverse, con imprese che si sono trovate i loro prodotti bloccati dall’embargo russo, embargo dovuto comunque alle sanzioni. Prima i rapporti, se non altro con il nostro Paese, erano particolarmente buoni con la Federazione Russa e con difficoltà, perché è un territorio difficile economicamente e commercialmente parlando, molte nostre imprese si stavano cominciando ad approcciare.

Vicepresidente Lambertz, qui da noi si è cercato di spingere tanto verso la Federazione Russa negli anni passati. Ricordo nel mio Comune le bandierine russe. In giro si diceva: “Finalmente andiamo a investire anche in quel Paese”. Chiaramente si è lavorato in una certa direzione per poi arrivare, a un certo punto, ad adottare una scelta politica che quindi ha danneggiato le nostre società e le imprese anche per i prodotti di altri Paesi europei, che, non potendo più essere immesse sul mercato russo, arrivavano anche sul nostro mercato. Poi c’è stato il ribasso dei prezzi, che ha causato problemi a diverse aziende. È stato minimizzato tutto, dicendo alla fine che rispetto a quella che è l’economia in generale è una piccola parte.

Intanto, però, ci sono nostri produttori e attività commerciali che chiaramente si sono trovate in difficoltà o hanno dovuto addirittura chiudere. Questo chiaramente poi si ripercuote sull’indotto, va a minare i rapporti con questo grande Paese nel quale ci stavamo avvicinando, ripeto, a passi lenti, anche a fatica.

Se da domani sparissero le sanzioni, magicamente, comunque i rapporti sono stati minati. Bisognerà ricostruire nuovamente questo tipo di percorso. Questo è un danno reale che il nostro territorio è costretto a subire. Il nostro territorio, in particolare, è uno dei più colpiti, soprattutto per i prodotti enogastronomici agricoli, ma anche per la manifattura.

Da parte nostra chiedevamo una presa di posizione anche quest’anno. Cerchiamo di avere una linea coerente visto che l’abbiamo presa l’anno scorso e andiamo in questa direzione. Il nostro emendamento è stato bocciato. Non l’ho ripresentato oggi, perché tanto, se si deve seguire l’iter che ha avuto in Commissione, è inutile ripresentarlo nello stesso modo.

Altro tema che ci interessa è la questione – non ho capito la posizione della nostra Regione – del riconoscimento della Cina come economia di mercato. Su questo tema abbastanza pesante io vi riporto solamente un dato, perché poi, oltre al riconoscimento della Cina, c’è anche la questione delle misure anti-dumping che l’Unione europea attua nei confronti di questa realtà, che chiaramente, se andiamo a introdurre come economia di mercato, non si potrebbe più attuare.

Vi fornisco un dato solo: Confindustria Ceramica ci dice come nel 2010 – massimo picco di invasione di merci cinesi a basso costo, che si richiamano a prodotti italiani, come potrebbero essere le piastrelle che, nel mio caso, mi interessa particolarmente venendo da quel distretto – vengono introdotti i dazi verso la ceramica e il crollo della presenza di merci cinesi nel nostro mercato è pari al 63 per cento. Sono passati cinque anni. I dazi – se così vogliamo chiamarli, con un termine più italianizzato – verrebbero meno a partire da settembre di quest’anno.

Abbiamo chiesto un impegno da parte della nostra Giunta per attivarsi. Lo abbiamo fatto con una risoluzione, con un emendamento in questa sessione europea, l’abbiamo fatto con un atto di indirizzo vero e proprio.

A noi risulta che il presidente Bonaccini, intervenendo all’European Parliament Ceramics Forum, sia andato in questa direzione, tutelando il nostro sostrato economico. Abbiamo saputo di recente – era su tutti i giornali – di un atto d’indirizzo voluto dal Parlamento europeo, bipartisan, quindi da parte di tutte le forze politiche e di tutti gli schieramenti, per il non riconoscimento della Cina come economia di mercato, ma questa Regione, che potrebbe sostenere questa linea politica, boccia prima la risoluzione e poi l’emendamento, tra l’altro senza darci delle giustificazioni politiche vere e proprie.

I danni sul nostro substrato economico ci sarebbero, li misuriamo, però non vogliamo prenderci la responsabilità di dire che bisogna indirizzare la barra da un’altra parte. Comunque, sembra che, bene o male, a livello di Parlamento europeo, la direzione sia stata presa e ci trova particolarmente d’accordo. Quindi, ben venga. Faremo a meno del passaggio in Regione.

Il terzo e ultimo argomento che era interessato dalle nostre proposte è il TTIP. È un argomento che sta cominciando a ribollire in vari Paesi europei. Qui in Italia c’è, come al solito, su queste tematiche un certo silenzio. Abbiamo visto la Francia ultimamente tirarsi indietro rispetto a quella che sembrava la posizione iniziale di condivisione di tutta l’Unione nei confronti di questo trattato. Si è tirata indietro per motivazioni di sovranità, proprio di Paese e soprattutto commerciale, perché nel momento in cui tu vai a superare il tuo potere di Paese su quella che è la tua realtà commerciale e demandi tutto a organi terzi che, tra l’altro, possono decidere, cade tutto. Tra l’altro, il discorso della multinazionale che fa ricorso se lo Stato gli impedisce di vendere o mette regole o leggi che non gli consentono di portare i suoi prodotti, a me fa un po’ ridere perché ad avere le multinazionali non siamo noi europei.

Quindi, fondamentalmente, anche da quel punto di vista, il TTIP è tutto sbilanciato da una parte ben precisa. La Francia se n’è accorta e sul tema dei prodotti IGP e della localizzazione geografica dei produttori giustamente tira in ballo anche l’Italia dicendo che anche noi siamo interessati a questo aspetto.

Rileviamo in Germania il sollevamento che c’è contro questo tipo di trattato. Ripeto, le ricadute di questi passaggi, di queste scelte politiche internazionali, si sentono anche sul nostro territorio.

L’Emilia-Romagna, anche perché ha questi prodotti, è riconosciuta a livello mondiale come la terra dove il cibo è migliore, dove si può mangiare e bere meglio. In tutti questi passaggi vediamo come questi prodotti – con la Cina no, però per le sanzioni alla Russia e per il TTIP sì – possono essere anche minati nella loro attività di commercializzazione e di produzione.

Su questi tre passaggi per noi sarebbe stato importante che la nostra Regione avesse preso una posizione.

Ce n’est pas populisme, monsieur Lambertz, questi sono veri e propri temi che ricadono sul nostro territorio e hanno delle conseguenze. Quindi, se questo è il momento in cui noi diamo un messaggio all’Unione europea tramite la Regione, tramite il nostro Governo, dobbiamo cercare di prendere una posizione precisa, ma anche quest’anno ci riduciamo a una risoluzione un po’ povera nei contenuti.

Inoltre, anche sul tema delle imprese e del lavoro ci dimentichiamo sempre di dire che, senza creare le condizioni per rendere competitivo il nostro territorio (sgravi fiscali, sburocratizzazione nell’apertura di nuove attività, tempi certi, sostegno a chi investe), le nostre aziende piano piano se ne vanno, attratte da altri Paesi europei a noi vicini, che fanno, invece, politiche in questo senso, e vediamo sempre meno investimenti esteri. Di conseguenza, anche in questo caso, se non stimoliamo le imprese, non riusciremo ad avere lavoro.

Intendiamo ribadire la nostra posizione. I temi li riteniamo fondamentali. Ci è dispiaciuto che quest’anno non ci sia stata la partecipazione dell’anno scorso e la possibilità di poter lavorare insieme al documento, perché, di fatto, questi temi non sono stati accolti, se non in minima parte, con un emendamento dei colleghi del Movimento 5 Stelle, ma non si prende una posizione.

Se un atto di indirizzo deve essere tale, la Regione deve assumere una posizione. È sua responsabilità. Credo che su questi temi la nostra Regione avrebbe dovuto esprimersi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Nei dieci minuti che mi sono concessi farò un’introduzione generale e poi qualche minuto lo riserverò agli emendamenti proposti.

Spesso ci è stato rinfacciato di non essere europeisti convinti. Direi, piuttosto, che siamo europeisti radicali, nel senso di avere radici. Siamo convinti che la tradizione politica europea dell’Unione europea e delle sue Istituzioni debba fare riferimento alle proprie radici e ritrovarle, perché quelle radici poggiano sulla partecipazione dei cittadini, sui valori condivisi, sui principi di libertà, di coesione e di equità; principi che chiedono trasparenza nelle decisioni, indipendenza reciproca della politica dall’economia e dell’economia dalla politica, senza confondere interessi pubblici e interessi privati.

Questi principi avevano animato la fase costituente dell’Unione europea, ma oggi non sembrano essere più alla base delle sue scelte. Così una grande idea di partecipazione, di solidarietà, di condivisione e di sviluppo è diventata progressivamente burocrazia, immobilismo, difesa delle lobby e delle corporazioni. Non lo diciamo solo noi che siamo Gruppo di opposizione, lo dicono anche i cittadini europei che parteciparono in massa alle prime elezioni europee e invece, alle ultime consultazioni, con un’Europa più larga, partecipano sempre meno. Non lo diciamo solo noi, lo dicono anche popoli che, per ragioni diverse, cominciano a dire che forse si stava meglio quando si stava peggio, a partire dalla Grecia, dove una persona su quattro oggi è disoccupata, o dalla Gran Bretagna che sta riflettendo sul referendum sulla Brexit. Oggi, quindi, in tanti si interrogano rispetto a questa idea di uscire dall’Europa, in tanti pensano di ricreare barriere fisiche e doganali verso altri Paesi europei o anche verso soggetti esterni più deboli, in tanti cominciano a sentire le Istituzioni europee, le sue decisioni e i suoi strumenti come un freno alla libertà degli individui e delle comunità, come un potere oppressivo e lontano, magari lontano dalle persone e vicino alle banche, lontano dalle piccole imprese e vicino alle grandi multinazionali.

Oggi facciamo i conti con questo distacco fra vertici politici e partecipazione popolare, con il potenziamento di un apparato burocratico difficilmente comprensibile, con la creazione di sovrastrutture regolative, organizzative e finanziarie che sono vissute spesso anche come imposizione. Leggiamo oggi che l’Unione europea ha allargato i confini, ma ha ristretto la visione; diventa più grande, ma forse più miope; ha acquisito forza, ma è forte con i deboli, che sono i migranti o le piccole imprese o i cittadini greci, ma è debole con i forti, con le grandi società o chi contratta all’interno del TTIP e quindi rischia di mettere in crisi anche le nostre produzioni agroalimentari.

Oggi riflettiamo anche sulla risoluzione che la nostra Regione si pone di approvare, riflettiamo sul programma della Commissione per fare cose diverse, per fare cose in modo diverso. Siccome siamo europeisti nel senso che dicevamo prima e quindi siamo convinti che l’Europa si debba occupare dei suoi cittadini e delle sue imprese e per noi questo significa fare cose diverse e farle con la massima trasparenza e il massimo coinvolgimento di tutti i cittadini (questo per noi significa fare le cose in modo diverso), anche noi abbiamo partecipato il più possibile alla preparazione di questa risoluzione.

Ringraziamo gli uffici per il supporto che ci hanno dato. Il testo, quindi, è frutto anche dei nostri interventi. Siamo intervenuti sull’accesso al credito, sul crowdfunding, sulla trasparenza, sull’open data, sulla qualificazione dei servizi al lavoro e soprattutto sul monitoraggio degli effetti che si spera avremo, sull’attuazione del Pacchetto Energia che ci sta particolarmente a cuore per la sua ricaduta sul clima, sui processi di decentramento produttivo e sulla riflessione che bisogna cominciare a fare sul modello di smart-grid. Parlavamo di resilienza. Secondo noi, questo è uno degli elementi importanti. Attenzione ai principi del “Chi usa, paga” o “Chi inquina, paga” riferiti anche alla tariffazione stradale e ai trasporti.

Siamo intervenuti anche parlando di TTIP e del riconoscimento dello stato di economia alla Cina. La relazione sicuramente deve trovare la mediazione di tanti e in parte possiamo riconoscere che è debole, ma in parte almeno pone il problema.

Sicuramente il problema del TTIP per noi è un problema pressante, soprattutto legato ai temi della trasparenza, ai temi legati alla clausola ISDS, che è l’arbitrato nelle controversie fra impresa e Stati che ci preoccupa in maniera particolare e soprattutto anche al discorso di quanto e come i cittadini possono conoscere e intervenire all’interno di questo trattato; conoscenza che oggi è veramente bassa, proprio perché, ad esempio, molto di quel poco che sappiamo è venuto fuori nei link pubblicati in questi giorni da Greenpeace.

Il TTIP, a nostro avviso, non può essere un accordo da accettare a qualsiasi prezzo. Quindi, bisogna tenere conto della sicurezza e dei principi di precauzione che oggi in Europa sono vigenti, con il rischio che questi cadano all’interno della contrattazione. Pensiamo che il lavoro sul TTIP debba invertire il senso di marcia o, se non cambia senso di marcia, debba fermarsi.

Lo stesso discorso vale per la Cina. Riconosciamo che nella risoluzione dell’Europarlamento ci si sia già espressi contro il riconoscimento dello status di economia di mercato al Paese asiatico e su questo chiediamo che si vada avanti.

Lascio la parola ai colleghi per illustrare velocemente i nostri emendamenti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Le sono rimasti tre minuti. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Crediamo che questa risoluzione possa e debba essere migliorata. Proponiamo, quindi, che venga resa più esplicita in diversi passaggi. Per la precisione sono tre i punti che ci sembra meritino maggiore attenzione, relativi all’implementazione della direttiva dell’Unione europea, la n. 2006/123/CE sui servizi del mercato europeo comune, all’opposizione ferma ad ogni autorizzazione nuova a livello europeo dell’impiego del glifosato, all’impiego per assicurare in tutti i Paesi europei, quindi anche nel nostro, una protezione sociale di base, in coerenza con l’iniziativa sul pilastro europeo dei diritti sociali strettamente connesso alle politiche per l’occupazione, come nel caso del reddito di cittadinanza.

Nello specifico, in riferimento all’emendamento relativo ai diritti sociali, crediamo che sia importante richiamare la relazione “Completare l’Unione economica e monetaria dell’Europa”. È la relazione cosiddetta dei cinque presidenti, pubblicata il 21 giugno 2015, dove si legge che l’ambizione dell’Europa dovrebbe essere quella di ottenere una tripla A sociale. Si legge nella relazione che è importante assicurare che esista un sistema di protezione sociale, efficace, per proteggere i membri più vulnerabili della società, tra cui una protezione sociale di base. Noi siamo d’accordo con loro. Facciamo riferimento a ciò che l’Europa si prefigge di realizzare e di estendere, ma che non esiste in Paesi quali la Grecia, l’Ungheria e anche l’Italia.

Per questo è necessario che la risoluzione comunitaria riconosca l’esigenza di inserire in ogni realtà europea, compresa quella nazionale e regionale, sistemi moderni ed efficaci delle politiche sociali, che uniscano prestazioni di sostegno al reddito con la disponibilità di misure di politica per il lavoro, orientate al risultato occupazionale positivo, secondo la logica che anima le numerose esperienze europee riconducibili al reddito di cittadinanza.

In sostanza, chiediamo di essere parte del pilastro dei diritti sociali su cui la Commissione si prefigge di lanciare uno specifico programma di azione.

Vengo al glifosato, argomento attualissimo di questi giorni. Il tema delle iniziative europee sugli erbicidi è oggetto di un nostro emendamento. Vogliamo ricordare che la Commissione europea affronterà il processo di valutazione e revisione della regolazione comunitaria dell’iniziativa “Pesticidi”, legislazione concernente i limiti massimi residui e l’immissione sul mercato di prodotti fitosanitari.

Questa operazione è importante anche in relazione alle misure adottate dall’Unione in merito alle ulteriori autorizzazioni all’impiego di glifosato, erbicida ampiamente diffuso nel nostro Paese e in Emilia-Romagna, con quote di impiego nettamente superiori a quelle di Francia e Germania. È un tema delicatissimo alla luce degli studi dello IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, che colloca il glifosato fra gli agenti certamente cancerogeni per gli animali e ad altissimo rischio anche per l’uomo.

L’autorizzazione all’uso dell’erbicida è stata oggetto di una recente risoluzione del Parlamento europeo, diretta a consentire l’impiego della sostanza per soli usi professionali per altri sette anni, anziché quindici, dimostrando con ciò l’esistenza di fortissimi dubbi circa l’assenza di effetti nocivi del prodotto.

La stessa risoluzione invita, inoltre, la Commissione europea a definire una nuova ipotesi di intervento, così da affrontare al meglio l’uso sostenibile degli erbicidi contenenti glifosato e lanciare una revisione indipendente della tossicità generale e della classificazione.

Ciò richiede un costante monitoraggio dell’uso e della presenza del glifosato. È necessario, quindi, che la risoluzione comunitaria in discussione oggi preveda la richiesta di sostenere, in tutte le sedi istituzionali, l’esigenza che il Governo e il Parlamento applichino il principio di cautela e tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente e, conseguentemente, manifestino opposizione ferma ad ogni autorizzazione nuova a livello europeo all’impiego del glifosato, ivi compresa l’estensione delle precedenti.

A questo deve accompagnarsi un’attività di ricerca e rilevazione dell’erbicida, dei suoi derivati in tutti i monitoraggi delle acque, così da assicurare una diffusa e articolata conoscenza dell’entità della contaminazione ambientale dovuta a questa pericolosa sostanza.

Parimenti è necessario rafforzare anche la regolazione regionale in materia, a partire dalle linee di indirizzo regionali per le autorità competenti e per gli utilizzatori professionali in materia di impiego dei prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, disponendo, quindi, il divieto del diserbante glifosato anche nelle aree extra agricole.

In ultimo, anche sull’attuazione della direttiva n. 123/2006, la cosiddetta Bolkestein, insiste un nostro emendamento. Sappiamo che la sua applicazione, relativa alle concessioni del demanio marittimo e lacustre, è avvenuta in Italia mediante una ripetuta serie di proroghe stabilite dallo Stato, protratte fino al 2020. È una situazione in sé insostenibile, che testimonia l’assoluta mancanza di coraggio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Ha concluso il suo tempo, consigliera.

 

PICCININI: Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Questa occasione è importante, come ci siamo detti in Commissione e come hanno detto anche altri Gruppi che sono intervenuti, per fare un po’ il punto sul rapporto tra la nostra Regione e l’Unione europea; rapporti e politiche che ci coinvolgono direttamente, in modo molto significativo.

Spesso diciamo che siamo tutti impegnati per la costruzione dell’Europa dei popoli, delle Regioni, per assicurare condizioni di vita migliori alle persone che vivono in Europa e che guardano all’Europa come a un luogo di speranza, di benessere e di pace, perché questa è stata l’intuizione, la costruzione della casa comune europea, quella che spesso definiamo in questo modo, ovvero un luogo di crescita, di benessere, di prosperità economica, sociale, di pace, di estensione dei diritti sociali e civili. Questo è stato per buona parte della storia. Però, “è stato”, ora non lo è più.

Il rischio che abbiamo di fronte è che questo percorso si sia in qualche modo inceppato e che l’Europa, che aveva queste identità, che trovava e affondava le proprie radici in questi valori, si sia smarrita lungo le frontiere, si sia smarrita alzando steccati, alzando muri, proteggendo interessi di pochi contro gli interessi di molti. L’Europa ha prodotto e sta producendo un numero sempre più elevato di disoccupati, di persone che stanno vedendo abbassare il proprio tenore di vita e lo fa a favore di pochi gruppi, concentrando le ricchezze sempre nelle mani di un numero limitato di realtà, di imprese e di soggetti economici.

Questa, purtroppo, è la storia che stiamo conoscendo in questi mesi, in questi giorni. L’Europa assume sempre di più il volto del rigore, alle volte fine a se stesso, dell’incapacità di capire quando è il momento di mettere in discussione alcuni pretesi trattati immodificabili, a corrente alternata peraltro. Questa è l’Europa che stiamo, purtroppo, conoscendo e misurando; un’Europa che si preoccupa molto della libera circolazione dei capitali, ma non delle persone, che alza steccati per le persone e cerca di abbassare, invece, quelli per la libera circolazione dei capitali e delle merci. E lo fa con un grado di trasparenza e di partecipazione, altri valori fondanti e fondamentali dell’Europa, con un livello di partecipazione e di trasparenza prossimo allo zero.

Mi riferisco – abbiamo pochi minuti, quindi dobbiamo concentrarci sugli aspetti fondamentali – al partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti, l’accordo commerciale con gli Stati Uniti, noto con la sigla TTIP, che prevede, tra le altre cose, aspetti secondo noi molto pericolosi, come l’introduzione dell’arbitrato internazionale che, lo ricordo, perché credo che in ogni occasione sia giusto farlo, permette alle imprese di intentare cause per perdite di profitto contro i Governi dei Paesi europei qualora questi adottassero legislazioni che potenzialmente mettano in discussione le aspettative di profitto delle imprese stesse; accordo che prevede che qualsiasi soggetto economico privato, se danneggiato, possa avere il diritto di chiedere compensazioni, a valore di mercato, per le perdite presunte subite.

Ciò significa che stiamo trasferendo, e lo dico con tutta la preoccupazione del caso, quote di democrazia, quote di controllo democratico in luoghi che di democratico non hanno nulla e chi di controllo da parte dei popoli e di cittadini non hanno nulla.

In queste occasioni, oltre che ricordarci le cose positive, che pure ci sono, ovviamente, e che ci sono state, credo si debbano ricordare e sottolineare bene anche gli aspetti che, invece, non vanno, non vanno per niente e che devono essere modificati. È inutile pensare di continuare a evocare, come un mantra, il consenso elettorale di questo o quel presidente del Consiglio o presidente europeo se poi, in realtà, le decisioni vere, le decisioni che incidono sulla vita delle persone, vengono assunte in luoghi che con il controllo democratico non hanno nulla a che fare.

Credo che anche e soprattutto su questo si giochi il futuro dell’Europa, perché se sbarriamo uno dei fondamenti dell’Europa, che è stata la capacità di costruire, attraverso il consenso democratico, progresso sociale, benessere ed estensione dei diritti sociali e civili, se sbarriamo questo abbiamo definitivamente perso la possibilità di costruire un futuro per il nostro continente e mettiamo seriamente a rischio anche un altro aspetto che è stato fondamentale nella costruzione dell’Unione europea, ovvero la pace.

Capacità di produrre ricchezza, di redistribuire ricchezza e di farlo attraverso un periodo duraturo di pace come l’Europa non aveva mai conosciuto prima: questa è stata l’Unione europea. Rischiamo di perdere tutti e tre questi aspetti fondamentali.

Ho citato il TTIP perché è emblematico di quello che potrebbe e dovrebbe essere l’Unione europea e di quello che, invece, sta diventando. Con le forze che abbiamo e con la possibilità che ci è stata data dobbiamo denunciare questa situazione in tutte le aule e in tutte le occasioni che si presentano, anche quelle importanti, di riflessione, come quella di oggi. È su questo che ci giochiamo il futuro. Se abdichiamo definitivamente al potere economico, se la politica e la democrazia abdicano definitivamente al potere economico, abbiamo finito. Lo dico nel modo più chiaro di cui sono capace.

Non vorremmo, quindi, che quella grande intuizione che è stata l’Europa prefigurata da Spinelli si trasformasse oggi nell’Europa di Schäuble, dei trattati, del rigore, dell’essere forte con i deboli e deboli con i forti. Se così fosse, la possibilità di costruire e di continuare ad assicurare progresso, estensione dei diritti sociali e civili, pace e benessere, non solo per l’Europa, ma per tutto il resto del mondo che ci guarda, quell’ambizione non solo l’avremmo archiviata, ma avremmo costruito un solco dal quale, molto probabilmente, non riusciremo a uscire senza eventi catastrofici.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Ringrazio il vicepresidente Lambertz. Ho ascoltato con grande attenzione il suo intervento e ne condivido in parte gli aspetti centrali. Voglio ricordare che abbiamo una cosa in comune, ovvero una militanza superiore ai quaranta anni nell’attività politica. Mi ricordo che quando iniziai, ero ancora un ragazzo, si vagheggiava già e si discuteva di un’Europa, quell’Europa delle patrie che aveva lanciato Charles de Gaulle. Era un’Europa diversa da questa, che voleva essere fondata su valori forti, su valori ovviamente condivisi, che erano i valori della solidarietà, della forte identità che l’Europa ha.

Qui c’è il dispiacere mio e quello di tanti, credo, in quest’aula, di un passo che non è stato compiuto a livello europeo, vale a dire di inserire tra le radici del nostro continente, che qualcuno chiama “vecchio continente”, le radici cristiane. Questa è un’assenza che, secondo me, pesa e peserà sull’Europa. Non so se sarà emendabile, mi auguro di sì, perché non c’è nulla di assoluto e di certo, non è un totem quello che noi abbiamo. Quindi, credo che si possa, un domani, con nuove politiche, ridare un’anima anche a questa Europa. Non sono, come ha ricordato anche il Santo Padre, le uniche radici quelle cristiane. Noi abbiamo una tradizione greco-romana, giudaico-cristiana dell’Europa.

Al di là di queste considerazioni, si vagheggiava di un’Europa unita dall’Atlantico agli Urali, della quale avrebbe fatto parte l’Unione Sovietica e, in un caso di redenzione, come poi è avvenuto, anche la stessa Russia.

La Russia oggi, invece, è sacrificata con le sanzioni che le sono state imposte. Sono confini naturali, quelli di un’Europa che ha al suo interno anche la Russia più che la Turchia, con la quale abbiamo poche cose in comune. La nostra critica va, in questo momento, a un tipo di economia. L’Europa, lo sappiamo, si è trovata stretta all’interno di una morsa economica tra le politiche e gli interessi da una parte degli Stati Uniti e dall’altra di grandi Paesi emergenti, economie come quelle della Cina, del Brasile e dell’India.

Si tratta di una crisi aggravata ancora dai problemi creati dal mondo arabo; un mondo, in questo momento, fortemente spaccato in una guerra che a volte si dice “civile”, ma che in realtà è una guerra incivile, di natura e di stampo religioso tra sciiti e sunniti; una guerra che sta lacerando quelle terre e che sta portando in Europa, nel vecchio continente, decine, centinaia, migliaia, se non addirittura milioni di persone alle quali bisognerà dare una dignità. Non so se l’Europa in questo momento sia in grado di garantire quella dignità, perché dovremmo prima risolvere i problemi del Medio Oriente e in particolar modo quelli della Siria. Quindi, oltre ai drammi di questa guerra di religione, abbiamo i drammi anche dell’immigrazione dei popoli provenienti dal sud e dall’est del mondo.

La risoluzione della crisi, come il vicepresidente Lambertz ha evidenziato nei suoi passaggi, sta nello sviluppo che noi dobbiamo avere delle politiche economiche, del mercato interno. Abbiamo cinquecento milioni di abitanti, cinquecento milioni di consumatori, abbiamo un’intensa politica industriale che, però, è rimasta ai margini, purtroppo, del dibattito politico ed economico. L’assenza dal dibattito politico ed economico è la causa, secondo me, principale della scarsa competitività delle nostre aziende.

Un’economia basata prevalentemente sulla finanza non è la risposta che noi dobbiamo e possiamo dare a questa crisi. Il modello, quindi, non può essere quello di fare i soldi con i soldi, senza produrre, senza creare posti di lavoro. Dobbiamo, invece, tornare, secondo me, all’economia reale, fuori dall’Europa – come qualcuno diceva – delle banche e dei mercanti, per tornare a un’Europa solidale, viva, creativa.

Dobbiamo progettare una nuova reindustrializzazione che faccia della modernità, della competenza e anche dell’impatto sostenibile la sua bandiera e soprattutto il suo punto di riferimento. Non possiamo, noi europei, scendere nel campo di un modello economico di quantità, come quello dei Paesi emergenti, Cina e India in particolare.

Noi abbiamo una produttività diversa. Abbiamo prodotti di alto valore. Quindi, è utopistico pensare di poter risolvere la crisi del vecchio continente con prodotti a basso valore aggiunto. Per tornare a crescere dobbiamo puntare su prodotti ad alto livello, di valore aggiunto, di qualità, innovativi, legati alla ricerca e allo sviluppo tecnologico.

Ha ragione anche l’assessore Bianchi. È fondamentale – ed è la nostra risposta, è la risposta che la nostra Regione sta dando in maniera anche molto forte – la ricerca, l’innovazione, la formazione. È un aspetto sul quale ci troviamo assolutamente d’accordo, perché senza questi principi, dai quali si dovrà formare anche una nuova classe dirigente, vocata all’imprenditoria, ma, perché no, anche a quella piccola attività sommersa, non si va avanti. Ricordo gli artigiani, ricordo i professionisti, ricordo i portatori di Partite IVA. Auspichiamo sia un’attività, un’economia produttiva capace di portare ricchezza, perché senza la ricchezza non si può fare solidarietà. La ricchezza è data dalla capacità di innovazione di un sistema.

Concludo, vicepresidente Lambertz, ricordando un aspetto. L’Europa ha fatto tanti passi avanti, abbiamo una moneta comune, abbiamo una libera in circolazione delle persone, abbiamo fatto passi avanti importanti. Dobbiamo arrivare a un’unità politica, dobbiamo soprattutto arrivare, secondo me, anche a una difesa comune all’interno dell’Europa. Questo è un aspetto che dobbiamo prendere in considerazione perché i tempi, purtroppo, per chi conosce e s’intende di geopolitica, per chi sa quali sono i momenti di crisi e le evoluzioni che possono portare a una deriva tragica, sono lunghi.

Sappiamo perfettamente che vi è necessità di arrivare a questo approdo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Intervengo brevemente per sottolineare che l’occasione dell’incontro con il vicepresidente Lambertz e della sessione europea conclude oggi un rito, perché con la nuova Costituzione – se e quando entrerà in vigore – di sessioni europee non sentiremo più parlare, rimanendo soltanto in vita, secondo l’articolo 117, comma 9, della Costituzione, la possibilità, da parte delle Regioni, di realizzare, così come oggi è possibile realizzare nell’ambito delle proprie competenze, accordi, che diventeranno a tutti gli effetti interstatuali.

Mi permetto di dire che, al di là di parlare della strategia di Lisbona, al di là di chiederci cosa sarà della Grecia fra tre mesi, al di là di chiederci anche le ragioni della crisi economica che ha investito una larga parte del mondo e ha segnato l’Europa duramente, se non addirittura in modo anche più forte di quello che è stato possibile prevedere, forse qualche domanda sarebbe opportuno porsela anche a fronte dei fallimenti di questa Europa, che sempre più è stata orientata verso un’Europa non tanto di mercati quanto di mercanti. Mi permetto di esprimere tale considerazione, nonostante sia orgoglioso di rappresentare una tradizione della destra politica italiana che all’Europa ha sempre creduto, ma a un’Europa che avesse valori e riferimenti del tutto diversi. Si è voluta realizzare un’unità monetaria con diverse monete, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E li ritroviamo anche in quei Paesi che tradizionalmente facevano i galletti in Europa, come la Francia. Del resto, le immagini degli scontri di Parigi di questi giorni devono far riflettere anche e soprattutto rispetto a un’impostazione, che è quella dei vari Jobs Act, che evidentemente aprono delle voragini all’interno delle società europee. Paradossalmente ne hanno create molto più fuori dall’Italia che in Italia, probabilmente perché nel nostro Paese anche la parte sindacale ormai è del tutto piegata anche numericamente agli interessi dei pensionati, perché è notorio che il numero più elevato degli iscritti ai sindacati oggi proviene non dal mondo del lavoro, bensì da coloro i quali hanno lavorato e oggi sono in una situazione di quiescenza.

Ciononostante, non posso non far presente che, a quasi un secolo di distanza – lui ne parlò nel 1917 –, la Profezia di Spengler è di un’attualità ormai inappuntabile, perché il tramonto dell’Occidente è sotto gli occhi di tutti, ed è un tramonto che passa attraverso anche una curva demografica.

Il problema della demografia è stato il tema grandemente e profondamente trascurato dal 1945 in poi in Europa. Non si è ritenuto che quello fosse un elemento di una qualche importanza. Purtroppo oggi i dati confermano che l’Europa sta invecchiando terribilmente, e nel momento in cui invecchia terribilmente è inevitabile che coloro i quali da altri continenti vengono sui nostri territori rappresentino la nuova popolazione, che però non ha origine europea o indoeuropea.

Si potrebbe tranquillamente dire che questa sessione non rappresenta soltanto la conclusione di quella che può essere la Sessione europea per l’Assemblea legislativa, ma un interrogativo pesante su quella finis Europae, che più volte acclarata ma ignorata oggi trova nei fatti una sua concreta applicazione. E lo dico soprattutto perché questa Europa non è stata neppure in grado di darsi un comune sistema di difesa.

Sapete benissimo che il tema della difesa europea e della difesa comune europea fu un tema che interessò profondamente l’Europa negli anni Cinquanta, e De Gasperi ne fu sicuramente uno degli artefici. Poi, paradossalmente, proprio un Governo di centrodestra francese bocciò quell’ipotesi e, con essa, fece venir meno l’idea di una Europa che avesse nel suo insieme una difesa militare comune, piegando poi la stessa a dover essere coprotagonista all’interno dell’Alleanza atlantica, quella stessa Alleanza atlantica, collega Aimi, che è stato il passe-partout per invocare la richiesta di portare la Turchia in Europa. In realtà, la Turchia non viene posta nell’agenda europea come possibile partner perché vi siano chissà quali convenienze, ma solo ed esclusivamente perché rappresenta chiaramente una base utile e indispensabile agli Stati Uniti d’America, pertanto proprio in relazione a questa esigenza avendo un ruolo all’interno della NATO si pensa di doverla associare necessariamente ad avere un ruolo anche nell’Europa.

Penso, quindi, di dover dire amaramente che oggi siamo in una situazione alquanto paradossale, perché non vi è più un’autosufficienza della patria italiana, come non vi è un’autosufficienza della patria francese o della patria tedesca, ma siamo rimasti nell’insieme dei nazionalisti senza nazione, dei tradizionalisti senza tradizione e dei patrioti senza patria. Allora, se si volesse designare una patria europea, prima di partire dall’oro bisognerebbe partire dal sangue. Forse, se partissimo dalle tradizioni e dalle radici comuni dell’Europa e non, invece, dal mito dell’euro, che mi pare non abbia risolto i problemi di questa nostra Europa ma, anzi, forse li ha vieppiù complicati, se tornassimo finalmente a concepire l’Europa come venne concepita nel passato, ovverosia come una comunità di popolo e di valori prima ancora che una comunità di mercati e di interessi, inizieremmo a disegnare un’Europa che muoverebbe e scuoterebbe ancora le coscienze di quei popoli che alla stessa appartengono, anziché le critiche.

Del resto, ci sarà pure una ragione per cui quello che una volta era il mito dell’Europa oggi sia diventato quasi una sorta di palla al piede. Non c’è Paese europeo in cui tutti i movimenti antieuropei stanno raggiungendo enormi risultati elettorali e popolari, nonostante in essi sussistano le democrazie tra le più avanzate del mondo. Allora, ciò deve significare e ciò significa non tanto che quei movimenti hanno ragione perché confermato dal dato elettorale, ma che evidentemente vi è qualcosa di profondo e di nascosto in un’Europa che sta tradendo le promesse e le speranze dei popoli che in essa abitano.

Io non sono né un euroscettico né un europeista pentito. Sono sicuramente un italiano che ha creduto, e crede tuttora, che soprattutto dopo la caduta del Muro di Berlino si potesse dar vita a un’Europa completa, a un’Europa che comprendesse effettivamente tutti i popoli che storicamente rientravano nei suoi confini, a partire dalla Russia. Del resto, non possiamo pensare di lasciare fuori dall’Europa e dal concetto di Europa popoli e nazioni nei confronti dei quali oggi si applicano, tra l’altro, sanzioni inopinate sotto il profilo economico e tragiche sotto il profilo politico.

La caduta del Muro di Berlino ha rappresentato, indubbiamente, un grande momento di vitalità dell’Europa. Si conseguiva quello che era stato uno degli obiettivi per cui intere generazioni si erano battute negli anni precedenti, ovverosia dare all’Europa ancora una dignità, una voce, una bandiera. Oggi di quell’Europa rimangono molto spesso le manifestazioni di protesta, i cortei, gli incidenti, che non sono soltanto quelli avvenuti ieri in Francia, ma pochi giorni fa anche in Grecia. Personalmente, non ritengo che la Grecia stesse meglio negli anni Settanta, ma indubbiamente sono convinto che la Grecia stava molto meglio quando aveva uomini e donne di una cultura non d’accatto, quando aveva e offriva alla civiltà europea il meglio della filosofia, quando sapeva dare e poteva offrire monumenti quali solo in Grecia si può avere ancora oggi traccia.

Ecco, la storia dell’Europa è una storia innanzitutto di cultura e di tradizioni, e lo dico a coloro i quali oggi chiamano Dubrovnik ciò che era territorio italiano a tutti gli effetti. D’altronde, quando ci si dimentica che in una parte significativa di questa Europa oggi vi sono degli occupanti abusivi, ci si dimentica forse di una delle tradizioni di questa Europa per come essa doveva essere e si doveva sviluppare.

Io continuerò a credere che l’Europa abbia una possibilità di risorgere solo se i Governi europei metteranno al centro della loro azione e della loro attenzione il problema della demografia e il problema della lingua. Lo dico da italiano, perché è veramente stucchevole che noi, eredi della lingua di Dante, oggi siamo ritenuti in Europa una lingua non traducibile e, quindi, da escludere a prescindere. Questi sono forse temi che più di altro meritano attenzione.

Badate, affrontare il problema della globalizzazione può essere difficile o impossibile anche per valenti economisti, ma un popolo che dimentica le sue tradizioni, le sue origini, i suoi costumi e i suoi valori è un volgo disperso che nome non ha.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola al presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini.

 

BONACCINI, presidente della Regione: Grazie, presidente. Ringrazio Karl-Heinz Lambertz per la sua partecipazione alla Sessione comunitaria di questa Assemblea. Mi scuso con lui per non aver potuto partecipare all’inizio dell’Assemblea, ma ero impegnato con l’assessore Costi a presentare i risultati e i numeri a quattro anni, domani, dalla prima scossa dei due drammatici terremoti che il 20 e il 29 maggio 2012 colpirono una parte della nostra regione.

Abbiamo, poco fa, ringraziato l’Unione europea, ad esempio, per aver permesso ciò che prima non era mai accaduto. In occasione di veri e propri eventi drammatici, come è stato il terremoto e come sono stati tanti altri tragici avvenimenti verificatisi nel corso degli ultimi decenni, per la ricostruzione della parte agricola colpita l’Unione europea ha concesso più di quattro anni per la ricostruzione e i pagamenti delle imprese, in una terra come la nostra, in particolare in quella striscia di terra dove sono tantissime le imprese agricole. Proprio pochi giorni fa abbiamo avuto la conferma dell’ottimo lavoro svolto dall’assessore Caselli in primis e da tutte le parti sociali, i territori e i comuni colpiti: abbiamo ottenuto la proroga fino alla fine del 2018, quindi ben due anni e mezzo oltre ciò che solitamente veniva concesso, per offrire una ventata d’ossigeno alle imprese e ai lavoratori di quel territorio.

Voglio ringraziare la Giunta per l’elaborazione dei documenti che hanno finalizzato a consentire anche i lavori di questa sessione e voglio ringraziare tutti i consiglieri per il lavoro intenso che hanno compiuto per questa sessione e in particolare per la redazione della risoluzione che si discute oggi, al di là di come le singole forze politiche intenderanno votarla. Ed è una risoluzione importante in quanto formula gli indirizzi relativi alla partecipazione di questa Regione alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea e per il lavoro sulla quarta legge comunitaria, che sarà in discussione nei prossimi giorni, che recepisce gli indirizzi della risoluzione scaturita dalla Sessione comunitaria dello scorso anno. Peraltro – ne parlavamo prima con l’assessore Bianchi – un grande processo di semplificazione, come da più parti si chiede alle Istituzioni europee, ma anche a livello territoriale, quindi a Regioni e Comuni, è stato messo finalmente in campo.

La Sessione comunitaria non rappresenta, però, solo un atto dovuto. È stata per noi, in passato e lo è anche oggi, l’occasione per riflettere su cosa significhi essere regione europea, sul ruolo che i territori possono svolgere nel perseguimento degli obiettivi di integrazione e coesione europee. Una riflessione che, di anno in anno, di fronte alle difficoltà crescenti che l’Unione sta affrontando – molti interventi dei singoli consiglieri le hanno via via richiamate –, diventa sempre meno rituale, più densa di significato e anche piena di consapevolezza delle responsabilità istituzionali. E la complessità e la portata delle iniziative contenute nel programma di lavoro della Commissione europea di quest’anno ne è la conferma più evidente, anche alla luce di nuove questioni che attengono non solo alle migrazioni, ma anche alle minacce terroristiche.

Non entro nel merito puntuale e preciso dei contenuti della risoluzione, farei perdere troppo tempo. L’avete fatto molto bene nella discussione e nei lavori preparatori nelle settimane e nei mesi precedenti. Voglio solo ribadire l’impegno della Giunta a rafforzare la propria collaborazione con questa Assemblea legislativa, a confrontarsi con gli indirizzi dati, certo che il contributo qualificato che questa Regione saprà garantire ai processi decisionali dell’Unione europea nelle due fasi, ascendente e discendente, sarà importante.

A tal proposito, è importante sottolineare almeno la revisione della legge regionale n. 16, contenuta nella risoluzione, che Assemblea legislativa e Giunta, nei lavori per la Sessione europea, hanno individuato e ormai consolidato come un modello integrato unico in Italia che valorizza, nel pieno rispetto delle prerogative istituzionali, il lavoro della Regione sia per la costruzione delle politiche europee (fase ascendente) sia per la loro attuazione sul territorio regionale (fase discendente).

La revisione è positiva, peraltro, perché costituisce l’occasione per migliorare ulteriormente gli attuali strumenti di partecipazione, per codificare prassi di lavoro mai fermate e ritenute qualificanti e per introdurre disposizioni più innovative rispetto ai princìpi europei della better regulation. E in questa legislatura è stata votata anche la semplificazione normativa come indirizzo strategico.

Sul piano delle relazioni interistituzionali, non solo positiva ma totalmente condivisibile è la richiesta, contenuta nella risoluzione, di costruire basi ancora più solide di collegamento e collaborazione con Governo, Parlamento nazionale, le altre Regioni, italiane ed europee, le Istituzioni dell’Unione europea stessa.

Vorrei portare un contributo breve su un esempio concreto di cos’è la partecipazione alla fase ascendente. Noi ci siamo impegnati molto contro la disoccupazione, un impegno che vorremmo esteso anche all’Europa, come contributo alla costruzione delle politiche europee, con il coinvolgimento delle rappresentanze di tutte le forze sociali, che per i territori dovrebbe costituire il vero modo di partecipare responsabilmente alla costruzione europea. E un esempio concreto dei risultati di questo impegno e della sinergia tra Giunta e Assemblea è stato il caso della proposta di raccomandazione del Consiglio sull’inserimento, ad esempio, dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro. In data 17 dicembre 2015, giorno in cui venni eletto presidente della Conferenza delle Regioni italiane, la Conferenza ha approvato un documento che definisce la posizione delle Regioni italiane, appunto, sulla proposta di raccomandazione del Consiglio europeo sull’inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro. Un esempio di come da un territorio si possono coinvolgere altri territori e far diventare quello, a livello persino nazionale, un contributo da portare all’Unione europea.

Noi siamo e ci sentiamo una Regione d’Europa anche grazie al Patto per il lavoro che abbiamo predisposto e approvato. Ha detto molto bene Patrizio Bianchi: in quel patto indichiamo una serie di asset per un nuovo sviluppo e la centralità che in queste dinamiche assumono i territori e le politiche territoriali. Rete istituzionale, welfare partecipativo, infrastrutture educative e formative, qualità e sostenibilità ambientale delle filiere produttive – questo perché vogliamo un nuovo modello di sviluppo – rappresentano quelle componenti essenziali che possono agire da esternalità positiva per rafforzare quelle capacità di sistema che sostengono innovazione e sviluppo e fare dell’Emilia-Romagna una regione che compete in Europa, ma anche nel mondo, perché è regione ad alto valore aggiunto.

Già nel primo anno, dopo la stipula del Patto per il lavoro, abbiamo portato la disoccupazione dall’8,4 al 7,7 per cento, con una performance sui mercati internazionali del nostro sistema economico produttivo migliore rispetto più o meno a tutte le altre regioni italiane e, comparativamente, anche rispetto a tante altre economie europee. Basti pensare che il nostro export ha superato la cifra record di 55 miliardi di euro. Una capacità, inoltre, persino nuova, di attrarre investimenti di imprese, non solo multinazionali, tant’è che la Regione Emilia-Romagna, tra le medie e grandi regioni d’Europa, ha chiuso lo scorso anno come sesta per capacità di attrattività di investimenti. Questi sono soltanto alcuni numeri, che però stanno già dimostrando che sappiamo reagire alle sfide globali.

Voglio dire molto chiaramente che, con l’introduzione di quel patto, l’obiettivo che ci siamo dati, immaginando che il tema del lavoro vale per noi, ma vale anche per l’Europa, che ha perso in questi anni, dopo una lunga e costante crescita economica e occupazionale nel dopoguerra, milioni di posti di lavoro, è quello di portare la disoccupazione a dimezzarsi da quel quasi 9 per cento che aveva sfiorato pochi anni fa da qui ai prossimi cinque anni.

A tali obiettivi, però, è importante ricordare che contribuiscono in modo importante i fondi strutturali e di investimento europei, per una regione, la nostra, che insieme a poche altre mi auguro cambi questo paradigma per i prossimi anni, perché sarebbe un bene per l’intero Paese stesso, per l’Italia. Infatti, siamo una delle poche regioni che è stata capace di utilizzare le risorse nel pieno rispetto di regole e tempi posti dalla Commissione. Un’efficienza da parte di chi ci ha preceduto, che speriamo di saper eguagliare, nell’attuazione dei programmi, sperimentando anche una nuova generazione di politiche pubbliche: 790 milioni di euro in questa programmazione per innalzare le competenze delle persone, aiutarle a trovare un lavoro e a farlo bene, a ogni età, perché il lavoro è dignità e affermazione; 482 milioni di euro per investire nella capacità delle nostre imprese di essere più competitive, internazionali, innovative, per tutelare e valorizzare il nostro patrimonio artistico, culturale e naturale e per sostenere una ricerca scientifica che migliori la società; 1,2 miliardi di euro, infine, per garantire una gestione sostenibile del territorio e per lo sviluppo del sistema agroalimentare, di chi coltiva la terra e di chi ne trasforma i prodotti, che peraltro è la seconda voce del nostro export.

Questi 2,5 miliardi di euro circa di fondi europei vogliamo, da qui al 2020, siano spesi tutti, siano spesi bene, servano ai territori, ai cittadini, alle imprese, piccole e grandi, e dunque al mondo del lavoro e alle università.

Pochi giorni fa, il 9 maggio, in occasione della Festa dell’Europa, anniversario della dichiarazione che Schuman pronunciò proprio in quella data, in un momento in cui ci rendiamo tutti conto, indipendentemente dalle nostre opinioni politiche, delle difficoltà che affronta l’Unione europea, nella fase forse più complicata della sua storia, ho voluto ricordare soprattutto quanto c’è anche di positivo e a volte forse di scontato nell’essere europei nel quotidiano, quanto le risorse, ma anche soprattutto la condivisione di princìpi, di valori e di obiettivi possono aggiungere valore e contribuiscono nella concretezza delle politiche dell’Emilia-Romagna e di tante altre regioni d’Europa, tra le ultime anche l’impegno che abbiamo messo, guidando peraltro Adrion, lo strumento che distribuisce fondi per la crescita e l’occupazione, nella Macroregione Adriatico-Ionica. Un concetto, quello delle macroregioni, che soltanto recentemente ha assunto un pieno significato politico nel processo di integrazione europea.

Per concludere, di fronte alla complessità crescente del processo di integrazione noi non possiamo retrocedere. Anzi, io credo che dovremmo porci obiettivi ancora più ambiziosi, certo, come è stato detto, provando a recuperare credibilità anche attraverso il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini.

Vogliamo un disegno più chiaro e soprattutto più coraggioso sul futuro dell’Unione europea, in particolare su sviluppo e occupazione. Vogliamo un’Europa fondata sul riconoscimento del valore dei territori, della produzione, del lavoro e delle persone. Queste, peraltro, sono le parole chiave di quel Patto per il lavoro a cui mi richiamavo. Per questo serve responsabilità, dinamicità e competenza a tutti i livelli, come ho sempre detto. Precondizioni dovrebbero essere l’onestà e la sobrietà nei comportamenti. Ma non bastano. Bisogna essere capaci, autorevoli, conoscere e studiare di cosa si parla.

Noi vogliamo essere una Regione attiva in questa direzione, capaci di mettere a fuoco con lucidità le contraddizioni che oggi, peraltro, evidenzia il progetto europeo e provare a dare un contributo, dal nostro piccolo, a provare a risolverlo.

Vedete, l’Europa di questi anni – parlo per chi sta da questa parte del tavolo, non voglio parlare per tutti – non ci è piaciuta. Un’Europa che ha premiato troppo la speculazione, la rendita e le banche. Un’Europa che ha premiato troppo poco il lavoro, l’impresa e – aggiungerei anche – gli investimenti pubblici. E finalmente si comincia a vedere, seppur ancora forse timidamente, una correzione di rotta da questo punto di vista.

Non si può essere uniti solo dalla moneta, per quanto importante. Bisogna avere una visione e una condivisione comune delle politiche sociali, fiscali, economiche, di difesa, di gestione delle migrazioni.

Vorrei, però, chiudere su questo. La mia generazione è la prima che non ha conosciuto la guerra e tutte quelle successive. Appare un fatto scontato, ma non è mai stato così nella storia di questa parte del mondo per lunghi settant’anni. Non solo, ma credo anche grazie soprattutto al fatto che, invece che spararsi addosso, le nazioni e i suoi cittadini hanno cominciato a collaborare, a cooperare, a dar vita persino a istituzioni comuni. Lo dico oggi che vediamo, invece che costruire ponti, alzare in alcuni casi muri persino con il filo spinato. Io penso che, allora, la mia generazione oggi dovrebbe avere un chiaro obiettivo, quello di costruire gli Stati Uniti d’Europa, in un mondo, in una prospettiva che con la globalizzazione, piaccia o non piaccia – non voglio entrare in quel terreno –, vede però questo mezzo miliardo circa di persone che o stanno insieme, collaborano e cooperano, oppure rischiano di non poter competere con altre parti di economie, vecchie e nuove, nel mondo.

Grazie per il suo intervento. Grazie per essere venuto qui con noi a condividere questa Assemblea, che credo, però, sia stata all’altezza, nelle parole di tutti coloro che sono intervenuti, delle sfide che abbiamo davanti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, presidente Bonaccini.

Procediamo con la nomina degli scrutatori. Nomino scrutatrici le consigliere Nadia Rossi, Luciana Serri e Raffaella Sensoli.

Informo che alla risoluzione oggetto 2616 sono state presentate quattro proposte di emendamento, a firma dei consiglieri Bertani, Piccinini, Sensoli, Sassi, Gibertoni.

Informo altresì che è stata presentata la risoluzione oggetto 2683, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Delmonte, Fabbri, Bargi, Liverani, Pompignoli, Rancan, Pettazzoni, Gibertoni, Sassi, Foti, che sarà argomento della dichiarazione di voto.

Apro la discussione generale sugli emendamenti presentati alla risoluzione oggetto 2616.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Chiaramente abbiamo cercato di attenerci ai dieci minuti concessici, come da convocazione, quindi ne approfitto per terminare l’intervento precedente e concludere l’emendamento sulla Direttiva Bolkestein.

Dicevamo che sappiamo che la sua applicazione relativa alle concessioni del demanio pubblico marittimo e lacustre è avvenuta in Italia mediante una ripetuta serie di proroghe stabilite dallo Stato e protratte fino al 2020. Una situazione in sé insostenibile che testimonia l’assoluta mancanza di coraggio su questa materia da parte dei Governi che si sono succeduti dal 2006 ad oggi, che ha contribuito ad alimentare uno stato di incertezza sul futuro delle concessioni, comportando la caduta degli investimenti, per di più in anni di crisi, e causando il rischio di una profonda dequalificazione delle strutture, degli ambienti e dei servizi del comparto turistico, fondamentale per l’economia della nostra regione.

In questo contesto sono nate cause legali contro pubbliche amministrazioni territoriali relative alle concessioni balneari. L’Avvocatura dell’Unione europea ha rilevato l’impossibilità, alla luce della cosiddetta Direttiva Bolkestein, per la normativa nazionale di prorogare in modo automatico la data di scadenza delle concessioni per lo sfruttamento economico del demanio pubblico marittimo e lacustre, richiamando i diversi decreti-legge, emessi dal 2009 al 2012 e poi convertiti in legge, di proroga automatica della durata delle concessioni demaniali marittime per l’attività turistico-ricreativa, dapprima fino al 31 dicembre 2012 e poi fino al dicembre 2020.

È imminente, forse incombente, l’intervento della Corte di giustizia europea con una sentenza che può comportare, al di là del soggetto specifico, sia effetti più generali, a partire dalla procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese, sia gravi implicazioni dirette su uno dei fondamentali ambiti di attività del settore turistico. Quello che ne consegue è un rischio serissimo per il nostro Paese e la nostra regione, che ospita uno dei più importanti distretti europei del turismo. Per questo, riteniamo che sia indispensabile che la risoluzione comunitaria contempli la richiesta al Governo e al Parlamento di trovare rapidamente una soluzione definitiva a livello normativo, negoziata con l’Unione europea, per dare certezza sia agli operatori del settore sia ai possibili nuovi investitori.

Questo significa non proseguire il percorso già avviato, ma concludere subito la lunga serie di proroghe, reticenze e paure, al fine di arrivare al più presto all’approvazione a livello nazionale di una legge complessiva di riordino delle concessioni demaniali, assicurando un ruolo attivo a Regioni e Comuni, così da valorizzare le specificità territoriali.

In questo quadro, crediamo che debbano essere evitate operazioni che causino impropri spostamenti del dividente demaniale, garantendo sia la libertà di accesso al mare sia la disponibilità di una percentuale di litorale non inferiore al 20 per cento per le spiagge libere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ricordo che siamo in discussione generale sui quattro emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Boschini. Ne ha facoltà.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Con la speranza di semplificare il lavoro e guadagnare qualche minuto, esprimo la posizione del Gruppo PD relativamente a tre emendamenti, lasciando poi al collega Pruccoli la facoltà di intervenire sul secondo emendamento.

Ebbene, esprimiamo parere favorevole rispetto al primo emendamento, in quanto raccoglie in maniera più completa la terminologia proposta dal programma di lavoro della Commissione europea per il 2016. Ci sembra utile, effettivamente, avere una citazione completa di tutti e tre i settori menzionati dal programma della Commissione, vale a dire agricoltura, edilizia e decarbonizzazione dei trasporti. Pertanto, il nostro voto sarà favorevole.

Rispetto al terzo emendamento, che interviene in maniera più corposa sul tema del reddito di cittadinanza, naturalmente non possiamo che essere culturalmente a favore di questo approccio, anche perché, come è noto, la nostra Regione, come anche il Governo nazionale, sta lavorando su questi temi, anche se li sta declinando in maniera diversa in ordine soprattutto al tema del reddito di solidarietà. Tuttavia, riteniamo che la formulazione proposta non renda pienamente ragione del lavoro in essere. Si citano la Grecia, l’Ungheria e l’Italia come se fossero gli unici Paesi completamente privi di politiche che correlano direttamente la ricerca attiva del lavoro al sostegno al reddito e che, quindi, uniscono prestazioni di sostegno al reddito con la disponibilità di misure di politiche attive del lavoro. Non è evidentemente così. Non abbiamo un reddito di cittadinanza così definito oggi in Italia, ma da molti anni, addirittura dal decreto legislativo n. 181/2001, in Italia ci sono strumenti che correlano il possesso dello stato di disoccupazione e, quindi, l’attivazione delle persone con i benefici economici, per esempio, legati all’indennità di disoccupazione. Ancora recentemente, i decreti attuativi del Jobs Act, in particolare il decreto legislativo n. 150, ha strettamente connesso l’accettazione di una congrua offerta di lavoro e il patto stipulato con i servizi competenti, in particolare con i servizi per il lavoro, rispetto al tema della possibilità di accedere alla NASPI e all’ASDI e, quindi, all’assegno di disoccupazione e alle nuove forme di assicurazione sociale.

A ciò si aggiunga che il Governo sta lavorando da molto tempo al sostegno per l’inclusione attiva (SIA), una forma di inclusione che presuppone l’attivazione delle persone che è già stata approvata a gennaio. Peraltro, al riguardo sono già stati introdotti 600 milioni di euro nella legge di stabilità 2016, con l’impegno del Governo a portarlo a regime in maniera più consistente nel 2017. Addirittura, si è posto il target di un milione di persone in povertà assoluta raggiungibili, e oggi la precedenza viene data alle famiglie con minori, che sono, come emerge dalle statistiche, le persone con maggiore frequenza di povertà assoluta.

Tutto questo per dire che la formulazione che sembra presentare l’Italia come completamente priva di uno strumento di questo genere ci sembra non corretta e soprattutto non tiene conto del fatto che la Regione Emilia-Romagna, come già più volte annunciato dal presidente e anche dalla vicepresidente Gualmini, è al lavoro concretamente su questi temi in questi giorni. Pertanto, questa formulazione, pur condividendone lo spirito, ci pare non accoglibile nel merito, perché non tiene conto dell’importante lavoro politico in essere.

Rispetto all’ultimo emendamento, che tratta il tema del glifosato, ricordo che il Governo è al lavoro. Il ministro Martina e la ministra Lorenzin hanno più volte annunciato che intendono dare luogo a un piano nazionale per il “glifosato zero” in Italia, anche se proprio in questi giorni l’Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) hanno più volte ribadito che non c’è ancora una certezza assoluta. Ebbene, se si può ipotizzare che la FAO possa anche assumere una posizione prevalentemente interessata alla produzione di alimenti nel mondo, è certamente indiscutibile che l’OMS abbia, invece, grande attenzione alla loro salubrità, e quest’ultima si è pronunciata precisando che non vi è ancora una certezza assoluta rispetto alla natura cancerogena di questa molecola.

Considerato, quindi, che il Governo è al lavoro e che le organizzazioni internazionali si stanno pronunciando in maniera anche complessa, riteniamo che sia utile attendere la conclusione, anche in sede di Unione europea, della valutazione di questi aspetti. Pertanto, una formulazione come se tutto fosse ancora all’anno zero, come quella riportata in questo emendamento, non ci pare corretta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Boschini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Sarò molto stringato, anche perché le motivazioni per cui riteniamo di respingere anche il secondo emendamento sono in gran parte già state ben espresse dal collega Boschini nel suo precedente intervento.

Non ci sembra sia il caso di far notare un interessamento che sembra cadere in un deserto che in realtà deserto non è. È in atto un lavoro, un lavoro che si protrae da anni su tutto il fronte dei rapporti con il demanio, dei rapporti con l’Unione europea e dei rapporti con lo Stato da parte di questa Regione, e un lavoro che è stato portato avanti da questa Regione e che è stato condiviso anche con gli amministratori, in gran parte del Partito Democratico ma non solo, di diversi Comuni e anche delle Province, fino a quando almeno queste sono state in carica soprattutto con il metodo elettivo.

È in atto un lavorio intenso che coinvolge il nostro assessorato al turismo e, ovviamente, il ministero competente e si sta elaborando una legge che tenterà di contemperare le varie istanze che provengono anche dagli operatori del settore, una legge che cercherà di salvaguardare, con un periodo transitorio, le attività che già sono in possesso di una concessione demaniale e che magari hanno compiuto ingenti investimenti. Ovviamente, tutto il fronte che va dai Lidi di Comacchio fino a Cattolica, tutto il fronte costiero in questo caso, visto che l’accento più forte è proprio su questo aspetto, non è un unicum. Ci sono zone dove c’è stato maggior coraggio e maggiore capacità di investimento e zone che, invece, sono rimaste un po’ più indietro. Tuttavia, c’è la volontà e l’intenzione di salvaguardare, con una norma transitoria, le attività che sono già in essere e che sono in forza di una concessione vigente e, contestualmente, di stabilire quelli che saranno i criteri per la messa al bando di quelle che potrebbero essere le nuove attività, che quindi potranno contare su un periodo di tempo sicuramente più lungo.

Questa è una modalità, lo ripeto, che è stata condivisa anche con gli operatori. Lo dico da Rimini, che inizialmente sembrava non approvare questa intenzione, ma che mirava proprio a rivitalizzare il settore, a dare nuova linfa e a definire un nuovo disegno complessivo e una nuova strategia. Inizialmente, almeno dal punto di vista degli amministratori, si era più propizi a una banditura immediata di tutto il fronte demaniale, tuttavia si è trovato un punto di caduta condiviso e complessivo. Peraltro, nonostante la possibilità che queste concessioni durino ancora per poco tempo, l’esempio del Parco del Mare di Rimini testimonia come sia stato possibile cercare, invece, di stimolare gli operatori a cogliere le nuove sfide.

Se vi è un principio che ormai dobbiamo aver capito tutti è che fermi non si può stare, perché chi sta fermo resta inevitabilmente indietro, ragion per cui occorre instaurare un dialogo molto stretto e serrato, che comunque è già stato avviato, tra gli operatori e gli attori istituzionali per cogliere le sfide che il futuro ci prospetta.

Ebbene, un emendamento di questa natura, che sembra cadere in un quadro all’interno del quale sembra non sia stato fatto assolutamente nulla, mentre siamo vicini alla conclusione di un percorso lungo e neanche semplice, ritengo non sia oggettivamente accoglibile da parte nostra.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Intervengo esclusivamente per annunciare il nostro voto favorevole agli emendamenti 1, 3 e 4, mentre ci asterremo sull’emendamento 2.

Colgo l’occasione per rammentare, in particolare sull’emendamento 3, che l’esigenza di “riconoscere l’esigenza di inserire in ogni realtà europea sistemi moderni ed efficaci di politiche sociali – leggo testualmente – che uniscano prestazioni di sostegno al reddito con la disponibilità di misure e politiche per il lavoro” non può che vederci favorevoli.

Peraltro, a livello nazionale, in Parlamento, il Gruppo di Sinistra Italiana, insieme ad altri Gruppi, sta cercando di portare avanti la legge sull’introduzione in Italia del reddito minimo e nella nostra Regione, visto che c’è anche un riferimento alle realtà regionali, l’anno passato è stata votata a larga maggioranza una risoluzione che impegnava la Giunta a stanziare le risorse per finanziare la legge sul reddito e che impegnava l’Assemblea ad approvare la legge. Ci stiamo lavorando, tant’è che presto presenteremo anche agli altri Gruppi la bozza che stiamo predisponendo per avviare un confronto. Quindi, da questo punto di vista riteniamo che stiamo portando avanti il lavoro che ci siamo impegnati a compiere, che era stato avviato con l’approvazione di detta risoluzione, che vedeva il nostro come Gruppo proponente.

Alla luce di queste considerazioni, voteremo e sosterremo nel modo che ho detto gli emendamenti, pienamente consapevoli che anche a livello nazionale sarebbe opportuno procedere con determinazione su questa strada.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Intervengo solo per annunciare il voto sugli emendamenti.

Ci dichiariamo favorevoli agli emendamenti 1 e 2, mentre siamo contrari agli emendamenti 3 e 4, presentati dal Movimento 5 Stelle.

Desidero formulare solo alcune brevi riflessioni sull’emendamento 2 e su quanto detto dal consigliere Pruccoli in merito alla Direttiva Bolkestein. Siamo chiaramente di fronte a un bivio. La sentenza della Corte di giustizia europea dovrebbe essere emanata a breve, quindi è naturale che, se si deve approvare una legge, la si deve approvare prima che arrivi la decisione della sentenza della Corte di giustizia europea. D’altronde, nel momento in cui questa sentenza sarà definitiva, è ovvio che potrà dichiarare l’illegittimità delle proroghe, costringendoci quindi nel 2017 ad andare a bando con tutti gli stabilimenti balneari, il che arrecherebbe un grave danno economico a tutti.

Quindi, se sono anni che state elaborando questa legge, credo sia opportuno stringere i tempi e arrivare ad approvarla in tempi rapidissimi. Del resto, la Corte di giustizia europea sembra che possa pronunciarsi nei prossimi giorni, o settimane, o al più pochi mesi, ma non credo che si possa arrivare all’approvazione della legge in questi termini. Quindi, evidentemente le politiche che state portando avanti su questa legge relativamente alla Direttiva Bolkestein sono sbagliate. Siete in ritardo e dovete anticipare i tempi. Questo non lo state facendo, quindi la responsabilità di ciò che accadrà a seguito della sentenza sarà esclusivamente la vostra.

In conclusione, le chiedo, presidente, se gli emendamenti si possono votare per parti separate.

 

PRESIDENTE (Saliera): Possiamo applicare per analogia, però mi sembra di spezzare…

 

POMPIGNOLI: Va bene. Ritiro la richiesta, presidente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Non ho altri iscritti a parlare in discussione generale sugli emendamenti.

Apro, quindi, le dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti, sulla risoluzione oggetto 2616 e sulla risoluzione oggetto 2683. Cinque minuti per Gruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Spendo proprio due parole per esprimere il nostro voto contrario a questa risoluzione. La maggioranza non ha accettato le proposte che abbiamo avanzato per migliorare il testo, ragion per cui il nostro sarà un voto contrario.

Ne approfitto per fare una riflessione un po’ più ampia su come si è aperta la giornata odierna e in particolare su una frase del signor Lambertz, che non mi è piaciuta affatto, allorquando egli ha etichettato chi la pensa in maniera diversa rispetto al sistema della Comunità europea come populista.

Vorrei spiegarle, dottor Lambertz, perché siamo populisti, e glielo dico in francese così magari lo comprende meglio: je suis populiste ou nous sommes populiste. Noi siamo per l’Europa, un’Europa dei popoli, un’Europa identitaria, contro un sistema politico ed economico che si accanisce contro questo Paese. E lo dimostra il fatto che, da quando siamo entrati nell’euro – il mio movimento, ovviamente, è contro l’utilizzo di questa moneta, come abbiamo manifestato anche durante l’ultima tornata elettorale europea –, il potere d’acquisto degli italiani si è dimezzato, a causa di una scelta politica assunta in accordo con la Germania e con l’allora presidente del Consiglio, purtroppo per noi, Romano Prodi, che così facendo ha distrutto il potere economico di questo Paese.

Noi siamo populisti, perché non crediamo che la politica sull’immigrazione che sta portando avanti l’Italia rappresenti realisticamente qualcosa di positivo, né per noi né per chi andiamo a ospitare. E abbiamo speso miliardi di euro per ospitare clandestini. A tal proposito, la invito a visionare il sito del Ministero dell’interno italiano relativamente alle persone che ospitiamo, così potrà vedere con i suoi occhi che circa il 90 per cento dei cosiddetti presunti profughi che arrivano nel nostro Paese non è un profugo, ma è un immigrato che non chiede asilo di protezione internazionale. Quindi, per noi è un clandestino. Bene ha fatto l’Austria a chiudere le frontiere, perché l’Italia non è riuscita a governare questo sistema migratorio folle, che persino la Comunità europea ha multato, dal momento che l’Italia non prendeva le impronte digitali degli immigrati clandestini che continuiamo a ospitare nei centri di accoglienza.

 

(brusio in Aula)

 

E oggi parliamo di terremoto, signor Lambertz e signor presidente? Abbiamo fatto tantissimo come Regione e come Sindaci per uscire dal dramma del terremoto, ma intanto continuiamo a ospitare centinaia di migliaia di finti profughi, quando più di 5.000 nuclei familiari di questo territorio vivono fuori dalle proprie case a quattro anni dal sisma. Certo, la Comunità europea ci ha aiutati a gestire questa situazione e ad avviare la ricostruzione della parte rurale e agricola, però ha creato una disparità tra gli imprenditori agricoli e le altre classi produttive, per quanto riguarda il settore terziario e per quanto riguarda il settore industriale.

Abbiamo ancora molto da fare sul tema della collaborazione con la Russia, però capiamo che non si voglia andare avanti su questo tema, perché siamo di fronte a una maggioranza politica che gestisce l’Europa che vede meglio la Turchia, che non è europea, rispetto invece alla Russia, che è europea. E il presidente Putin, qualche settimana fa, ha dimostrato che in Siria si può intervenire contro il terrorismo, e nessuno di voi ha parlato, a parte il presidente Bonaccini, del terrorismo islamico, che sta portando avanti una battaglia contro i nostri valori, oltre che una battaglia fisica. Il presidente Putin è arrivato a Palmira, ha fatto suonare l’orchestra di San Pietroburgo e ha liberato dai tagliagole i siriani, che per un anno e mezzo sono stati privati della libertà e della democrazia.

Per questo e per tanti altri motivi, che adesso non intendo approfondire anche per questioni di tempo, votiamo contro. Spero, poiché anche lei è una persona che fa politica da quarant’anni, come ha precisato, che non rileghi la nostra battaglia politica a un semplice qualunquismo e populismo, perché così non è.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

La parola al consigliere Boschini. Prego.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Voglio dedicare il mio intervento alla risoluzione oggetto 2683, ma vi confesso che, dopo questo intervento, diventa difficile non provare a dedicare almeno un minuto a dare un senso a questo dibattito, che credo sia completamente diverso da quello appena ricostruito dal collega della Lega Nord.

Noi abbiamo assistito, questa mattina, a un dibattito che riconferma l’importanza e la centralità della prospettiva europea per la vita quotidiana dei nostri cittadini. La ricostruzione secondo cui l’Europa demolisce la vita economica delle imprese o dei cittadini è assolutamente grottesca e semplificante.

Oggi abbiamo avuto la testimonianza come, su tutti i temi messi in discussione, l’Europa ha svolto e svolge un ruolo essenziale e imprescindibile. Il partenariato europeo, in tutte le sue forme, è una ricchezza, frutto dei decenni che ci separano dalla Seconda guerra mondiale, che noi dobbiamo sentire il dovere di trasmettere non soltanto conservata ma arricchita alle generazioni e ai nostri figli.

Abbiamo parlato di terremoto, abbiamo parlato nella nostra risoluzione, che voteremo convintamente, di tantissimi temi economici, che vanno dall’agricoltura alla cooperazione economica, al commercio. Sappiamo che l’Europa è fondamentale per la vita dei nostri studenti, sappiamo che l’Unione europea è fondamentale per la cooperazione, è fondamentale per la cooperazione più complessiva all’interno del nostro continente. Sappiamo che è fondamentale anche per fronteggiare i temi storici, come quello della migrazione, che non può essere banalizzato parlando genericamente di “falsi profughi”. Sappiamo che siamo di fronte a fenomeni storici reali, dai quali non potremo uscire se non insieme, perché l’idea che un Paese, alzando le barriere, possa scaricare le responsabilità sul Paese di fianco è una visione miope, che può essere utile per condurre una campagna elettorale, ma non può essere utile per risolvere problemi storici ed epocali ai quali siamo di fronte.

Emerge con evidenza dalla crisi delle migrazioni che o ne usciremo insieme come Europa o non ne uscirà nessuno. Pertanto, le soluzioni indicate sono evidentemente soluzioni buone soltanto per una campagna elettorale. Lo dico perché questo ci testimonia, ancora una volta, il senso di questo dibattito, che desidero sintetizzare con queste parole: abbiamo bisogno di più Europa e di un’Europa più forte, non di meno Europa e non di meno euro. Non c’è altro da aggiungere.

Vado al merito della risoluzione oggetto 2683, che ci viene proposta su un tema molto importante, vale a dire la situazione in Siria. Trovo anche un po’ contraddittorio che si banalizzi in questo modo il tema dei profughi e poi si vada a firmare in blocco una risoluzione di questo genere, che invece riconosce la drammaticità della situazione siriana. Noi siamo assolutamente d’accordo con questa valutazione. Così come siamo d’accordo che in questo momento le sanzioni sono anche un fattore di sofferenza per la popolazione, come è stato sottolineato non soltanto dall’iniziativa su Change.org che viene richiamata dalla risoluzione, ma anche da diverse voci autorevoli, tra le quali cito quella di Papa Francesco. Però, è evidente che chi ha mosso e utilizzato lo strumento delle sanzioni aveva chiara la situazione della Siria, che non può essere semplicemente letta come in questa risoluzione. È evidente che le sanzioni servono a tenere al tavolo delle trattative un interlocutore fondamentale, come è Assad, del quale in questa risoluzione non si parla, anche se più volte abbiamo detto che non può essere quel tipo di regime che ha sparato più volte sulla sua popolazione la soluzione verso cui andare. Quindi, è evidente che una risoluzione deve – e purtroppo questa non lo fa – parlare dei colloqui di pace che si sono tentati a Ginevra nei mesi scorsi, dell’inviato speciale dell’ONU per la Siria, Staffan De Mistura, tra l’altro una figura che in Italia conosciamo bene e stimiamo profondamente, che ha più volte richiamato Russia e mondo arabo a non assumere atteggiamenti che portino a un’accelerazione del conflitto ma, al contrario, a farsi parti attive affinché possano essere portati ai tavoli di pace tutti gli interlocutori di quel teatro così drammatico. È in questo contesto che va posto il ragionamento su “sanzioni sì, sanzioni no”.

Noi siamo favorevoli al fatto che ci sia un riesame delle sanzioni, soprattutto nella misura in cui queste dovessero davvero – ed è probabilmente così – incidere sulla popolazione civile, ma torno a dire che non si può parlare di abolizione di sanzioni tout court senza fare riferimento a un processo più complessivo di pace, altrimenti sarebbe riduttivo. Quelli sono strumenti che, in alternativa all’uso delle armi, servono a tenere e, per quanto possibile, a richiamare al dovere del confronto per la pace i principali interlocutori, in questo caso in particolare Assad, che in questa risoluzione, che ci rendiamo conto, come sempre, essere molto filorussa, come tutte le proposte di politica estera che ci vengono dalla Lega, è un interlocutore che non si può non citare.

Per queste ragioni, non possiamo votare a favore di questa risoluzione, pur condividendone alcuni elementi e lo spirito.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Boschini.

La parola al consigliere Taruffi. Prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Annuncio il voto favorevole, pur con le riserve che abbiamo espresso, alla risoluzione oggetto 2616, che faccio sommessamente notare è comunque a firma del consigliere Pompignoli.

 

(interruzioni)

 

Io leggo qua: “risoluzione a firma del consigliere Pompignoli”. Magari mettetevi anche d’accordo fra di voi.

 

(interruzioni)

 

Presidente, io capisco che i colleghi della Lega…

 

(interruzioni)

 

Io capisco che i colleghi della Lega siano abituati alle intemperanze tipiche, però siamo in un’aula e dovrebbe essere una sede un minimo anche seria. Capisco che per voi sia difficile, però lasciateci parlare.

Voteremo contro, invece, la risoluzione oggetto 2683, anche perché onestamente prima di passare all’apologia nei confronti della Russia di Putin penso che forse dovremmo rifletterci meglio.

Chiudo con una battuta, anche per non far perdere ulteriore tempo. Prima qualcuno diceva che il dibattito era stato all’altezza della situazione, poi è intervenuto il consigliere Fabbri.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Non entro nelle polemiche, data la delicatezza delle questioni che dobbiamo affrontare in merito alle due risoluzioni.

Annuncio il voto di astensione sulla risoluzione oggetto 2616, per le ragioni che ho ampiamente esposto nel corso del dibattito. Comunque, voglio cogliere in particolare l’occasione della presenza del vicepresidente Lambertz per fare un supplemento di riflessione in merito a un problema drammatico, che in larga parte credo sia condiviso dall’aula. Lo stesso consigliere Boschini ha evidenziato che la risoluzione che ci siamo permessi di presentare tratta un problema drammatico che vive il popolo siriano e, quindi, ha riconosciuto la sofferenza di quel popolo, in conseguenza degli elementi che andremo brevemente a illustrare.

Ho colto l’occasione della sua presenza, dottor Lambertz, perché lei sa che il giorno 23 maggio si celebrerà un’importante riunione del Consiglio europeo e molti esponenti non solamente del mondo politico ma anche di varie confessioni religiose hanno chiesto a gran voce, attraverso un documento, di eliminare le sanzioni alla Siria. Tra i firmatari c’è il vicario apostolico per i latini, monsignor Georges Abou Khazen, c’è il custode emerito in Terra Santa, ci sono personaggi estremamente importanti. Anche lo stesso Papa Francesco ha fatto un appello, come ricordato precedentemente. Questo perché si chiede che l’iniquità delle sanzioni che sono state imposte alla Siria venga resa nota ai cittadini, in particolare in questo momento italiani, ma anche della Comunità europea. Del resto, è vero che la Siria vive un momento di estrema drammaticità per la guerra che si è innescata, che non è una guerra solamente civile, ma è una guerra anche di conquista da parte dell’Isis, ma dobbiamo riconoscere che in questo momento la grande opposizione all’Isis è stata portata non solamente da Bashar al-Assad, sul quale ognuno di noi potrà dare un giudizio personale, positivo o negativo. Certamente non siamo qui con questa risoluzione, caro consigliere Boschini, ad assegnare la medaglia di brava persona a Bashar al-Assad o la coccarda di persona giusta, capace e assolutamente irremovibile, ma dico semplicemente, per ragioni di Realpolitik, che noi dobbiamo guardare ciò che sta accadendo in questo momento. E non credo che sia sufficiente dire, per tenere al tavolo della pace Bashar al-Assad, che non possiamo abrogare le sanzioni drammatiche inflitte alla Siria, perché dalla Siria si scappa non solamente per la guerra, forse primariamente per la guerra, ma anche a causa di quel fanatismo islamico che sta insanguinando il Paese e che, per fortuna, pare placarsi con la liberazione della città di Palmira, dove finalmente si è riconquistata la libertà, anche ad alto prezzo. Ma chiediamo la liberazione della Siria da un altro pericolo, da un’altra tragedia, che è quella delle sanzioni, che hanno colpito quel popolo interamente. In questo modo non si colpisce solo il regime – se volete che dica il nome, lo dico, il regime di Bashar al-Assad –, e nella risoluzione è ben chiaro, perché lo indichiamo espressamente: contro personaggi del regime. Quindi, non impicchiamoci a una parola, non attacchiamoci, per dare un voto negativo, a una captatio benevolentiae, che io non so se esiste in questa risoluzione, di favore nei confronti di Putin, non citato, o di altre situazioni. So solo che in questo momento le sanzioni imposte alla Siria stanno creando problemi drammatici alla popolazione, che è ridotta alla fame, purtroppo è senza medicinali, non ha più servizi, quindi fugge dalla Siria.

Programmiamo, allora, una politica europea per la pace e per la dignità dell’uomo, e se vogliamo andare in questa direzione la prima cosa da fare è eliminare le sanzioni, perché le prime vittime delle sanzioni sono i bambini, sono le persone in difficoltà, sono le persone ammalate, sono le famiglie che fuggono dalla Siria. Noi non possiamo pensare di realizzare una forma di sostituzione dei popoli favorendo questa emigrazione da quei drammatici problemi, perché una delle ragioni fondamentali per la quale si fugge è rappresentata proprio dalla presenza di queste sanzioni. A me francamente non sono mai piaciute nemmeno le sanzioni imposte a Cuba o ad altri Paesi. Sono sempre stato in genere contrario alle sanzioni, perché so che colpiscono primariamente la popolazione.

Vi invito, quindi, a farci parte diligente anche perché, come il vicepresidente Lambertz sa, il 1° giugno scade l’ulteriore proroga delle sanzioni adottate nei confronti della Siria da parte dell’Unione europea nel 2011. Chiedo anche alla Giunta regionale che, nei tempi stretti che ci dividono dall’appuntamento del 23 maggio e poi, naturalmente, del 1° giugno, si faccia portavoce di questa situazione drammatica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Aimi, ha superato il tempo.

 

AIMI: Ho concluso, presidente. La ringrazio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente. Esprimiamo parere favorevole alla risoluzione oggetto 2683 e ai nostri emendamenti.

Per quanto riguarda la risoluzione oggetto 2616, proposta appositamente per la Sessione europea 2016 dell’Assemblea legislativa, essa è il risultato di un lungo lavoro svolto nelle Commissioni e seguito con impegno e competenza dai funzionari regionali, che ringraziamo per la loro attenzione e professionalità, un lavoro al quale abbiamo partecipato credendoci, proponendo osservazioni, modifiche, interventi migliorativi e integrazioni. Lo abbiamo fatto perché noi siamo europeisti, europeisti viscerali e convinti dei valori e dei princìpi dell’Unione europea, oggi largamente dimenticati.

I valori e i princìpi dell’Unione europea sono chiaramente indicati dai primi articoli del Trattato, la cui prima versione, firmata nel 1957, fra poco compie sessant’anni. Ma il valore vero dell’Europa non si trova nei trattati, ma per le strade, nelle città, nelle campagne, nei paesi: sono i cittadini. I cittadini che oggi, però, non vengono visti come soggetto della democrazia e, quindi, di quell’organizzazione sovranazionale che è l’Unione europea. Anzi, molti Stati e anche Istituzioni europee mostrano disagio rispetto alla possibilità che gli europei vogliano esercitare il proprio diritto di essere cittadini, cioè di partecipare, di conoscere, di decidere e di indirizzare. I cittadini non sono più visti come soggetto della democrazia, ma come oggetto di decisioni assunte da Istituzioni lontane, approvate dopo trattative con lobby e con corporazioni visibili o, peggio, invisibili, cittadini visti come un problema da risolvere o da aggirare.

Noi crediamo profondamente nell’Europa dei cittadini, in quella della democrazia e della partecipazione, in quella – per intenderci – che vorrebbe capire bene quali sono i contenuti del Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), conoscere i dettagli, partecipare alle decisioni consapevolmente, senza lasciare la decisione a una negoziazione segreta fra non si sa chi. E proprio l’Italia, il nostro Governo nazionale spesso dà prova di non volere né partecipazione né democrazia.

Sono di questi giorni le notizie stampa in cui il neoministro per lo sviluppo economico, Carlo Calenda, afferma che “sarebbe opportuno – cito testualmente – che sul TTIP non siano i parlamentari dei ventotto Paesi dell’Unione europea a decidere”. Sarebbero sue le dichiarazioni per cui “o diamo all’Esecutivo comunitario – cioè alla Commissione europea – un forte potere negoziale, o se crediamo che tutto possa saltare o restare appeso in attesa dell’approvazione di un Parlamento nazionale, questo rende abbastanza inutile negoziare”. Per il ministro Calenda c’è un tema di credibilità verso la controparte: “Dobbiamo garantire che quello che stiamo trattando poi entrerà in vigore. Questo è un punto che va chiarito”. Insomma, per il ministro “sarebbe meglio che i cittadini parlamentari nazionali non si occupassero delle questioni come se si trattasse di un semplice affare di dazi e dogane”. Eppure, i trattati europei sono chiari: “Se in genere gli accordi di libero scambio prevedono una competenza esclusiva dell’Unione europea, quelli che affrontano anche materie diverse dalla governance dei servizi, dei trasporti e della tutela degli investitori – il TTIP in particolare li tratta tutti – sono di competenza condivisa con gli Stati membri”. E non potrebbe essere diversamente, dal momento che sono destinati ad avere un impatto enorme sulle vite dei cittadini, che sono anche elettori.

La posizione del ministro Calenda, ministro in un Governo a netta maggioranza PD, non è isolata, ma è rappresentativa di una logica, di un’intenzione e di una volontà che anima larga parte della politica in Europa e che ha trasformato uno dei più importanti prodotti politici del secolo scorso, derivante dalla volontà dei popoli uniti, popoli che erano stati in guerra fino a poco più di dieci anni prima.

Oggi l’Europa non viene più vissuta come un bene comune, ma come una sofferenza comune. Rispetto a questo stato di cose, oggettivamente presente, la risoluzione discussa oggi si dimostra ancora reticente. Come dicevo, noi abbiamo partecipato con impegno ai lavori svolti nella Commissione e in aula e apprezziamo l’inserimento dei passaggi per noi decisivi sui vari temi che hanno richiamato i miei colleghi del Gruppo negli interventi di questa mattina, ma troppe sono le questioni da risolvere e la risoluzione si dimostra lontana dalla nostra idea d’Europa, e la mancata approvazione degli emendamenti che abbiamo presentato ne sono la dimostrazione.

La risoluzione non ha il coraggio di parlare di reddito di cittadinanza, non ha il coraggio di parlare di uno strumento presente in tutti i Paesi europei, tranne che in Italia, in Ungheria e in Grecia, Paesi dove forse servirebbe di più che in altri. E ricordo al consigliere Boschini che non esistono strumenti equivalenti in Italia.

La risoluzione non ha il coraggio di chiedere un’immediata ed equilibrata attuazione della Direttiva…

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Sassi, ha terminato il tempo.

 

SASSI: Chiudo con la dichiarazione di voto, a questo punto.

Esprimiamo un voto di astensione sulla risoluzione oggetto 2616. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Ho iscritto il consigliere Pompignoli. Ricordo che il Gruppo della Lega Nord è già intervenuto.

Ha la parola, prego consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Per fatto personale, presidente. Visto che il consigliere Taruffi mi ha citato impropriamente affermando alcune inesattezze, vorrei precisare che la mia sottoscrizione alla risoluzione è dovuta al fatto che la Commissione mi ha conferito mandato istituzionale, in quanto presidente della Commissione, a presentare oggi in aula la risoluzione, e non perché condivida il dispositivo della risoluzione stessa. Questo aspetto l’ho opportunamente precisato nella parte iniziale del mio discorso. Pertanto, sarebbe sempre bene specificare i ruoli e gli ambiti presso cui talune considerazioni si devono esprimere.

 

PRESIDENTE (Saliera): Bene. Credo che sia stato chiarito l’equivoco.

Se non ci sono altri interventi per dichiarazione di voto, procediamo al voto degli emendamenti. Prima, però, devo chiedere l’assenso al primo firmatario, quindi al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: C’è l’assenso.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Bertani ed altri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Bertani ed altri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Bertani ed altri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Piccinini ed altri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 4 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2616 (proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione).

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione oggetto 2616 è approvata.

Si proceda alla votazione, per alzata di mano, della risoluzione oggetto 2683 (a firma del consigliere Aimi e altri).

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Sentiamo le scrutatrici, le consigliere Nadia Rossi, Serri, Sensoli.

Consigliera Rossi, prego.

 

ROSSI Nadia: Per una maggiore correttezza, chiedo che si ripeta il voto.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: È già stata votata, per cui non vedo perché si debba ripetere il voto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliera Nadia Rossi, prego.

 

ROSSI Nadia: Se è già stata votata, il voto del Partito Democratico è contrario.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Dispongo, ai sensi dell’articolo 84 del Regolamento, di ripetere la votazione.

 

(interruzioni del consigliere Foti)

 

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2683…

 

(interruzioni del consigliere Foti)

 

La votazione è stata contestata. La Presidenza non ha chiara la votazione, per cui dispone che venga rifatta la votazione.

 

(interruzioni)

 

Un attimo di silenzio, non mi pare che sia tutto questo aspetto.

 

(interruzioni)

 

Silenzio, un attimo.

Procediamo nuovamente con il voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2683 (a firma del consigliere Aimi e altri).

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione oggetto 2683 è respinta.

Grazie a tutti. Arrivederci.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 14,08

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, gli assessori Raffaele DONINI, Massimo MEZZETTI e i consiglieri Stefano CALIANDRO e Valentina RAVAIOLI.

 

Ha altresì partecipato alla seduta Mr. Karl-Heinz Lambertz (Primo vicepresidente del Comitato delle Regioni).

 

Emendamenti

 

OGGETTO 2616 “Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione europea 2016. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea". A firma del Consigliere: Pompignoli”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Bertani, Piccinini, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«Nella lettera "e)", l'espressione: "...l'agricoltura...'' è sostituita dalle parole: "l'edilizia, l'agricoltura e la decarbonizzazione dei trasporti"»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Bertani, Piccinini, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«La lettera "m)" è sostituita secondo la formulazione seguente:

"nell'ottica di avviare e sostenere a tutti i livelli (europeo, nazionale e regionale) politiche e interventi in grado di rafforzare il settore turistico e la capacità di fare sistema, partendo dalle considerazioni già formulate in occasione della Sessione europea dello scorso anno sull'affidamento delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative, considerato l'impatto di questo tema sul modello di sviluppo turistico emiliano-romagnolo e il fatto che l'imminente scadenza della pronuncia della Corte di giustizia europea sulla compatibilità della proroga automatica delle attuali concessioni sino al 2020, prevista dalla normativa nazionale italiana, rispetto alla direttiva 2006/123/UE relativa ai servizi sul mercato UE (cd. direttiva Bolkestein), impone, in linea con la posizione delle regioni espressa in Conferenza delle Regioni il 25 marzo 2015, di chiedere al Governo e al Parlamento di trovare rapidamente una soluzione definitiva a livello normativo, negoziata con l'Unione europea, che dia certezza agli operatori del settore e ai soggetti interessati ad operare in esso come nuovi investitori, approvando al più presto a livello nazionale una legge complessiva di riordino delle concessioni demaniali, assicurando un ruolo attivo a Regioni e Comuni, così da valorizzare le specificità territoriali ed individuando soluzioni che evitino impropri spostamenti del dividente demaniale, garantendo la libertà d'accesso al mare, la disponibilità di una percentuale di litorale non inferiore al 20% per le spiagge libere, favorendo seri processi di qualificazione di strutture e servizi;"»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Bertani, Piccinini, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«Al termine del secondo alinea della lettera "aa)" aggiungere il testo seguente:

"la relazione "Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa" cosiddetta dei cinque Presidenti (Juncker, Tusk, Djsselbloem, Draghi, Schulz) pubblicata il 21 giugno 2015, afferma che "l'ambizione dell'Europa dovrebbe essere quella di ottenere una «tripla A sociale». È anche una necessità economica ... La disoccupazione, in particolare la disoccupazione di lunga durata, è una delle principali cause di ineguaglianza ed esclusione sociale .... Oltre che al mercato del lavoro, è importante assicurare che ogni cittadino abbia accesso ad una formazione adeguata e che esista un sistema di protezione sociale efficace per proteggere i membri più vulnerabili della società, tra cui una «protezione sociale di base»"; gli Stati membri dell'Unione, ad eccezione di Grecia, Ungheria ed Italia, prevedono, pur con differenze e specificità, misure di protezione sociale strettamente connesse alle politiche per l'occupazione riconducibili al concetto di Reddito di cittadinanza, fra i quali, a puro titolo d'esempio, il modello belga, confermato e rafforzato dall'anti-poverty pIan, il Revenu minimum d'insertion francese, il sistema tedesco, differenziato per tipologie di beneficiari, l'''assistenza sociale" danese, correlata direttamente alla ricerca attiva di occupazione, le nuove iniziative allo studio in Finlandia; riconosce l'esigenza di inserire in ogni realtà europea, compresa quella nazionale e regionale, sistemi moderni ed efficaci delle politiche sociali, che uniscano prestazioni di sostegno al reddito con la disponibilità di misure di politica per il lavoro orientati al risultato occupazionale positivo, secondo la logica che anima le numerose esperienze europee riconducibili al reddito di cittadinanza; impegna la Giunta a richiedere al Governo e al Parlamento l'introduzione di prestazioni assistenziali ed occupazionali coerenti con i modelli europei di intervento riconducibili al "reddito di cittadinanza", ad individuare in tempi rapidi soluzioni normative dirette alla realizzazione di tale misura in ambito regionale, a sostenere la realizzazione del Pilastro europeo dei diritti sociali con una profonda revisione del sistema regionale dei servizi per il lavoro;"»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni:

«Dopo la lettera "dd)", aggiungere la seguente lettera "dd-bis)":

"dd-bis) in riferimento all'iniziativa Pesticidi: legislazione concernente i limiti massimi di residui e l'immissione sul mercato di prodotti fitosanitari", il cui scopo è quello di avviare una valutazione del regolamento (CE) n. 1107/2009 e del regolamento (CE) n. 396/2005 )..." segnala che questa operazione acquisisce valore anche in riferimento alle misure adottate dall'Unione in merito alle ulteriori autorizzazioni all'impiego di glifosato, erbicida ampiamente diffuso nel nostro paese ed in Emilia-Romagna, con quote d'impiego nettamente superiori a quelle di Francia e Germania, inserito negli studi dello IARC, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fra gli agenti certamente cancerogeni per gli animali e, conseguentemente, ad altissimo rischio anche per l'uomo;

non a caso il Parlamento Europeo ha recentemente approvato una risoluzione diretta a consentire l'impiego della sostanza per "solo per usi professionali" per altri 7 anni (invece che 15, come di norma), dimostrando con ciò l'esistenza di fortissimi dubbi circa l'assenza di effetti nocivi del prodotto;

la stessa risoluzione dell'Europarlamento invita inoltre la Commissione Europea a definire una nuova ipotesi di intervento così da "affrontare al meglio l'uso sostenibile degli erbicidi contenenti glifosato e lanciare una revisione indipendente della tossicità generale e della classificazione, basata non solo sui dati relativi alla cancerogenicità, ma anche su possibili proprietà di interferenza endocrina"; a questo fine è indispensabile assicurare un costante monitoraggio dell'uso e della presenza di glifosato;

invita la Giunta a sostenere, in tutte le sedi istituzionali, l'esigenza che il Governo e Parlamento, nel rispetto del principio di cautela e a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente, manifestino opposizione ferma ad ogni autorizzazione nuova a livello europeo all'impiego del glifosato (o a estensione delle precedenti), accompagnando la propria posizione con indicazioni derivanti da attività di ricerca e rilevazione dell'erbicida e dei suoi derivati in tutti i monitoraggi delle acque così da assicurare una diffusa ed articolata conoscenza dell'entità della contaminazione ambientale dovuta a questa pericolosa sostanza, avviando da subito un'attività straordinaria di monitoraggio della qualità delle acque per individuare il dosaggio del composto chimico nelle acque superficiali e profonde di tutto il territorio regionale, rafforzando inoltre la regolazione regionale in materia, a partire dalle "linee di indirizzo regionali per le autorità competenti e per gli utilizzatori professionali in materia di impiego dei prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili" e disponendo il divieto del diserbante glifosato nelle aree extra agricole;"»

(Respinto)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

2599 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015" (Delibera di Giunta n. 620 del 28 04 16).

2618 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione "Rete Italiana Città Sane-OMS"". (Delibera di Giunta n. 635 del 02 05 2016).

2668 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Esenzione dal pagamento dell'Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP), per le nuove iniziative imprenditoriali intraprese nell'anno 2017, per il periodo d'imposta di inizio dell'attività e per i quattro anni successivi". (17 05 16) A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

 

È stato presentato il seguente progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’art. 121 della Costituzione:

2617 - Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2 della Costituzione, recante: "Disposizioni in materia di rottamazione dei ruoli". (06 05 16) A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2654 - Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2 della Costituzione, recante: "Introduzione del trattamento farmacologico di blocco androgenico totale a carico dei condannati per delitti di violenza sessuale". (13 05 16) A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

2615 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della azienda Dussmann Service e le procedure di affidamento delle gare per l'attribuzione di servizi. A firma della Consigliera: Gibertoni

2619 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione delle linee guida regionali riguardanti l'adozione dei piani di classifica da parte dei Consorzi di Bonifica, con particolare riferimento al Consorzio Bonifica Pianura di Ferrara. A firma della Consigliera: Sensoli

2620 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere criticità e disagi riguardanti i pazienti del Day Hospital oncologico dell'Ospedale Maggiore di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

2622 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per ripristinare la precedente offerta di abbonamenti riguardanti le tratte ferroviarie Reggio Emilia-Bologna e Reggio Emilia-Milano. A firma della Consigliera: Prodi

2623 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevedere fondi da destinare alla realizzazione di "zone di allenamento sicure" e di piste ciclabili riservate a ragazzi iscritti a società ciclistiche. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni

2624 - Interrogazione a risposta scritta circa i meccanismi e le procedure di selezione del personale dirigenziale regionale, con particolare riferimento al settore della sanità. A firma della Consigliera: Gibertoni

2629 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della società Industria Italiana Autobus. A firma della Consigliera: Piccinini

2630 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare i disservizi legati ai lunghi tempi di attesa per i prelievi di sangue nella AUSL di Imola. A firma del Consigliere: Bignami

2631 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per esprimere contrarietà relativamente alla revoca, da parte di NTV, della possibilità di acquistare abbonamenti sulla tratta Bologna-Milano per i treni Italo con partenza o arrivo alla stazione Mediopadana di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Sassi

2632 - Interrogazione a risposta scritta circa il trasferimento del Polo socio sanitario San Lazzaro – Lubiana – Cittadella al piano terra del Palazzo della Provincia di Parma, ed i conseguenti disagi per l’utenza. A firma del Consigliere: Rainieri

2634 - Interrogazione a risposta scritta circa la rilevazione dell'inquinamento atmosferico nella zona sud di Reggio Emilia, ove è prevista la realizzazione di un fast food. A firma del Consigliere: Torri

2635 - Interrogazione a risposta scritta circa lo snellimento e la semplificazione degli adempimenti burocratici riguardanti l'accesso ai fondi regionali relativi agli interventi nel settore del commercio per la valorizzazione delle imprese minori della rete distributiva. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Fabbri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2636 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a fronte dell'incremento degli episodi criminosi nel territorio cesenate, con particolare riferimento al progetto di videosorveglianza denominato MAN. A firma del Consigliere: Pompignoli

2637 - Interrogazione a risposta scritta circa le linee di indirizzo regionali in materia di impiego di prodotti fitosanitari, con particolare riferimento all'uso del glifosato ed al relativo monitoraggio. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani

2641 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della cooperativa Gipi, con sede a Carpi (MO). A firma del Consigliere: Torri

2642 - Interrogazione a risposta orale in Commissione circa le azioni da porre in essere per sostenere e potenziare il presidio ospedaliero di Castel San Giovanni (PC), evitando la riduzione del livello quantitativo e qualitativo delle prestazioni offerte in tale struttura sanitaria. A firma del Consigliere: Foti

2644 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione della nuova disciplina riguardante l'accertamento ed il riconoscimento dell'invalidità civile, con particolare riferimento ai relativi tempi di attesa. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

2646 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti convenzioni urbanistiche relative al Comune di Anzola dell’Emilia. A firma dei Consiglieri: Bignami, Piccinini

2647 - Interrogazione a risposta scritta circa lo smaltimento di rifiuti dell’azienda Orbit, distrutta da un incendio nel 1999. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

2648 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti attività di controllo relative al POR-FESR (2007-2013 e 2014-20). A firma dei Consiglieri: Piccinini, Bertani

2653 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da assumere affinché al Centro di Senologia di Piacenza siano assegnate le risorse, anche umane, necessarie per lo svolgimento delle proprie funzioni e per il conseguimento della certificazione Eusoma. A firma del Consigliere: Foti

2655 - Interrogazione a risposta scritta circa l'incremento della spesa sanitaria riguardante gli immigrati irregolari, con particolare riferimento alla situazione esistente a Parma ed alle strutture operanti sul relativo territorio. A firma del Consigliere: Rainieri

2656 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure ed istruzioni operative emergenziali riguardanti gli interventi di ambulanze ed automediche ed il personale medico ed infermieristico nelle stesse operanti, con particolare riferimento al territorio bolognese. A firma del Consigliere: Bignami

2657 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa alla disciplina regionale per la copertura dei rischi derivanti da responsabilità civile nelle aziende sanitarie. A firma della Consigliera: Gibertoni

2659 - Interrogazione a risposta scritta circa la libertà di scelta e l'informazione consapevole in materia di vaccinazione dei bambini. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi

2661 - Interrogazione a risposta scritta circa il numero dei contribuenti di ogni Consorzio di Bonifica, con particolare riferimento alla soglia di economicità di riscossione dei relativi contributi. A firma del Consigliere: Foti

2662 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare l'inquinamento, specie dei prodotti alimentari, con particolare riferimento alle sostanze perfluoroalchiliche. A firma della Consigliera: Gibertoni

2663 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni, incarichi e procedimenti riguardanti l'Azienda ospedaliera Policlinico di Modena e l'Azienda USL di Piacenza. A firma della Consigliera: Gibertoni

2665 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni di carattere risarcitorio da porre in essere a seguito dei danni causati dalla grandine alla produzione vinicola nella Val d'Arda in data 14 maggio 2016. A firma del Consigliere: Rancan

2666 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte agli eccessivi tempi di attesa che gravano sulle prestazioni sanitarie. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

2667 - Interrogazione a risposta scritta circa i dati raccolti dall'Osservatorio regionale sul sistema abitativo, con particolare riferimento agli alloggi antigienici. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2669 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevedere la fruizione, da parte delle partorienti, dell'analgesia epidurale presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte

2670 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche, riguardanti anche il relativo personale, connesse all'emissione di esalazioni in alcune aree della struttura ospedaliera di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

2673 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti l'attribuzione di incarichi dirigenziali regionali e la rotazione degli stessi. A firma della Consigliera: Piccinini

2674 - Interrogazione a risposta scritta circa l'alienabilità, e le eventuali relative procedure, dell'Hotel Valentini e del Grand Hotel Porro della società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA, con particolare riferimento ai vincoli sugli stessi gravanti. A firma del Consigliere: Foti

 

Risoluzioni

 

2614 - Risoluzione per impegnare la Giunta, ed il suo Presidente in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, a esprimere il proprio dissenso, in tutte le sedi competenti, nei confronti del TTIP (Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti) al fine di verificare l’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità e di riconoscerne la natura mista, sottoponendolo a ratifica da parte degli Stati dell’UE ed a referendum popolare. (05 05 16) A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2616 - Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione europea 2016. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea". (06 05 16) A firma del Consigliere: Pompignoli

2621 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni di monitoraggio costanti e analisi sul ricorso allo strumento del voucher per il lavoro accessorio, promuovere intese per rafforzare strumenti e modalità di vigilanza sul lavoro, anche tramite i servizi ispettivi, per incrementare la sicurezza della società e la legalità delle attività economiche, valutando inoltre norme volte ad evitare l'uso improprio dei voucher. (06 05 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi

2633 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad implementare un percorso turistico, anche virtuale, per far coincidere identità storica e culturale del passato e far rivivere la storia del Ducato Estense, evidenziarne le ricchezze architettoniche e monumentali, coinvolgendo inoltre gli Enti locali e le associazioni interessati ed individuando le relative risorse economiche. (10 05 16) A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Pettazzoni, Delmonte

2638 - Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere le proprie decisioni contenute nelle linee di indirizzo regionali per l'impiego dei prodotti fitosanitari disponendo il divieto del diserbante glifosato nelle aree extra agricole, prevedendo inoltre un'attività straordinaria di monitoraggio delle acque. (10 05 16) A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani

2639 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a modificare il tracciato della Cispadana al fine di escludere dal suo percorso il centro abitato di Alberone di Cento. (10 05 16) A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri

2640 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere, anche nell'ambito delle relazioni con gli EE.LL. e le strutture statali, la definizione di una strategia interistituzionale volta ad assicurare strumenti di prevenzione, controllo e sanzione a supporto della libera e consapevole fruizione dei luoghi e delle occasioni di divertimento sviluppandone quelle sane e responsabili, contrastando inoltre lo spaccio di stupefacenti e l'uso eccessivo di alcool. (11 05 16) A firma della Consigliera: Sensoli

2645 - Risoluzione per impegnare la Giunta a rafforzare le azioni di comunicazione, promozione e sostegno nei confronti degli Enti locali circa le norme, le misure e gli strumenti a loro disposizione per prevenire, disincentivare e combattere le dipendenze da gioco d'azzardo patologico, intervenendo inoltre sulla L.R. 5/2013 al fine di recepire quanto stabilito in sede di Conferenza Unificata. (12 05 16) A firma dei Consiglieri: Ravaioli, Marchetti Francesca, Iotti, Serri, Poli, Zoffoli, Bagnari, Prodi, Montalti, Caliandro, Soncini, Rontini, Zappaterra, Mumolo, Paruolo, Pruccoli

2649 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinchè promuova un rafforzamento in senso federale dell’UE ed in particolare per quanto riguarda l’Eurozona, ad operare nell’ambito delle realtà associative e degli organi istituzionali di cui la Regione fa parte per favorire i legami tra i paesi dell’UE, la consapevolezza della cittadinanza europea e la realizzazione di una federazione europea, promuovendo inoltre la sensibilizzazione circa tali tematiche. (12 05 16) A firma dei Consiglieri: Prodi, Rontini, Montalti, Ravaioli, Tarasconi, Zappaterra, Campedelli, Marchetti Francesca, Cardinali, Mori, Mumolo, Zoffoli, Caliandro, Poli, Paruolo, Pruccoli, Calvano, Sabattini, Serri, Iotti

2650 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, nelle sedi istituzionali e presso il Governo, affinché venga reintrodotto il requisito della cittadinanza per l'accesso al "bonus cultura" scolastico, prevedendo inoltre l'istituzione di un tavolo di lavoro nazionale per avviare un iter di riforma del settore educativo, scolastico, universitario e culturale italiano. (13 05 16) A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Fabbri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2651 - Risoluzione per impegnare la Giunta, ad individuare, nell'ambito delle procedure di assegnazione di servizi contabili, gestionali o di tesoreria e di selezione di partnership con istituti di credito ed operatori finanziari, meccanismi premiali che valorizzino la mancata presenza nei mercati e nelle transazioni riguardanti materiale bellico nei confronti di paesi terzi rispetto all'UE, promuovendo inoltre tale tematica in tutte le sedi istituzionali. (13 05 16) A firma del Consigliere: Bertani

2658 - Risoluzione per impegnare la Giunta e l'Assemblea a porre in essere azioni, nei confronti del Governo e dell'INPS, volte alla soluzione delle problematiche causate dai ritardi nella erogazione delle indennità di CIG ed ASPI ai lavoratori che ne hanno diritto, sostenendo in ogni sede competente, anche interregionale, ogni strumento utile a tal fine anche dal punto di vista gestionale, burocratico ed amministrativo. (16 05 16) A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani

2664 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, presso la Conferenza Stato-Regioni, affinché vengano riformulate le disposizioni contenute nell'atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione di medicina generale riguardanti la soppressione del servizio di guardia medica tra le ore 24.00 e 8.00 nei giorni feriali e tra le ore 20.00 e 8.00 nei festivi, garantendo inoltre la immediata e piena operatività, anche notturna, dei medici di continuità assistenziale. (17 05 16) A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani

2672 - Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere in campo, nei confronti del Governo, tutte le misure possibili per arrivare in tempi rapidi e certi al rinnovo dei contratti del pubblico impiego, nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015 e valorizzando il contributo dato dal personale della P.A. alla crescita del Paese. (18 05 16) A firma dei Consiglieri: Caliandro, Taruffi, Torri, Montalti, Serri, Sabattini, Marchetti Francesca, Calvano, Bagnari, Mumolo, Zappaterra, Poli, Boschini, Iotti, Soncini, Tarasconi, Rossi Nadia, Zoffoli

 

Petizione

 

2626 - Petizione popolare circa i percorsi assistenziali per i diabetici adulti con forme complesse della patologia e insulinodipendenti nella Regione Emilia-Romagna. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 40 del 04 05 16).

 

Interpellanze

 

2625 - Interpellanza circa le azioni da porre in essere relativamente a nomine e procedure di affidamento di incarichi presso l’AUSL di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

2643 - Interpellanza circa lo sviluppo del comparto termale, con particolare riferimento alla situazione riguardante la società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA ed alle relative procedure di affitto di rami d'azienda. A firma del Consigliere: Foti

2660 - Interpellanza circa la situazione riguardante lo stato di crisi del settore alberghiero della società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA, e la tutela dei relativi lavoratori, anche tramite l'intervento della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Rainieri

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, lettera f) del Regolamento interno:

Si comunica che la Commissione assembleare “Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport”, nella seduta del 12 maggio 2016, ha esaminato la petizione oggetto n. 1630 - Petizione popolare per chiedere la messa in sicurezza delle scuole site nel comune di Lagosanto (FE). (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 96 del 17 11 15), ritenendo che la relazione redatta del Comune di Lagosanto risponda in modo adeguato alle questioni poste e alle richieste formulate nella petizione in oggetto.

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

2278 - Interrogazione a risposta scritta circa incarichi riguardanti l'Azienda Ospedaliera Sant'Orsola-Malpighi. A firma del Consigliere: Bignami

2279 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da attuare per contrastare l'utilizzo di droghe da parte dei giovani, con particolare attenzione anche ai controlli da effettuare presso gli Istituti scolastici. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

2315 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa, i costi e le procedure riguardanti la rimozione di veicoli presso l'Ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2334 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione organizzativa, procedurale ed il personale riguardanti il "Pronto soccorso" nelle AUSL regionali, con particolare riferimento alle relative "linee guida" ed alla presenza di un medico a bordo delle autoambulanze. A firma del Consigliere: Bignami

2338 - Interrogazione a risposta scritta circa la mancata sostituzione di materiale rotabile e convogli che hanno superato i limiti massimi di utilizzazione con treni nuovi, con particolare riferimento alla ferrovia Modena-Sassuolo. A firma del Consigliere: Bargi

2339 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per ultimare le opere sostitutive dei passaggi a livello della ferrovia Parma-La Spezia nel territorio del Comune di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

2342 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per sostenere, al fine di migliorare l'erogazione dei servizi sanitari, l'"Information & Communication Technology" (ICT), con particolare riferimento alla situazione riguardante il territorio modenese. A firma della Consigliera: Gibertoni

2353 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche legate alla presenza del batterio denominato legionella nelle tubature dell'Ospedale di Baggiovara. A firma del Consigliere: Bargi

2354 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche che affliggono la linea ferroviaria Modena-Sassuolo, con particolare riferimento all'utilizzo di autobus in luogo dei treni. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sassi

2372 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il Verbale di intenti sottoscritto tra l'AUSL di Bologna e le OO.SS. in merito al regolamento per l'attribuzione delle funzioni di coordinamento delle strutture sanitarie. A firma del Consigliere: Bignami

2388 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per mantenere in funzione il punto nascita dell'Ospedale Sant'Anna di Castelnovo ne' Monti. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2395 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per rafforzare il reparto di cardiologia dell'Ospedale Bufalini di Cesena. A firma del Consigliere: Foti

2416 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e problematiche riguardanti la soppressione del servizio di chirurgia della mano presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2417 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per promuovere l’integrazione bici/treno e gli incentivi da prevedere per favorire l’acquisto di biciclette. A firma dei Consiglieri: Rontini, Montalti

2419 - Interrogazione a risposta scritta circa il disagio lamentato dai pendolari che quotidianamente viaggiano sulla linea Lavezzola-Faenza. A firma della Consigliera: Rontini

2420 - Interrogazione a risposta scritta circa le assegnazioni di carburante “agevolato” alle imprese agricole. A firma della Consigliera: Rontini

2423 - Interrogazione a risposta scritta circa gli standard di assistenza ospedaliera compresi i criteri di distribuzione dei mezzi di soccorso avanzato per quanto concerne il territorio dell’Azienda USL della Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

2425 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto partecipativo (LR 3/2010) del Comune di Castel Bolognese, relativo alla riqualificazione di Piazza Bernardi. A firma del Consigliere: Bertani

2426 - Interrogazione a risposta scritta circa la crisi aziendale della Stampi Group di Monghidoro. A firma della Consigliera: Piccinini

2429 - Interrogazione a risposta scritta circa la lettera-appello di solidarietà con i medici del 118 sospesi dall’Ordine dei Medici di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2430 - Interrogazione a risposta scritta circa eventuali forme di controllo nei confronti degli stranieri che vivono e transitano a Ravenna, in considerazione dell’attrattività turistica che la espone ad essere un potenziale obiettivo sensibile da parte di chi intende seminare il terrore in Europa. A firma del Consigliere: Foti

2431 - Interrogazione a risposta scritta circa il settore bieticolo-saccarifero in considerazione della conclusione in data 30 settembre 2017 del regime delle quote zucchero in Europa. A firma del Consigliere: Foti

2435 - Interrogazione a risposta scritta circa criticità riguardanti i plessi scolastici della Scuola Anne Frank dell'Istituto comprensivo di Novi di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

2444 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per consentire l'accesso con riserva dei corsisti in via di specializzazione al Concorso Scuola 2016. A firma del Consigliere: Rancan

2445 - Interrogazione a risposta scritta circa l'apertura di un tavolo di confronto sulla situazione occupazionale relativa all'IBM ed al settore dell'Information Technology. A firma del Consigliere: Alleva

2447 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di svolgimento del servizio di emergenza-urgenza sul territorio regionale, con particolare riferimento alla Guardia Medica di Zocca (MO). A firma del Consigliere: Bargi

2448 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti il funzionamento della rete di telefonia mobile nella frazione di Chiavenna Landi. A firma del Consigliere: Rancan

2452 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dell'azienda Alstom Ferroviaria S.p.a. A firma del Consigliere: Taruffi

2454 - Interrogazione a risposta scritta circa gli aumenti dei contributi di bonifica a carico dei cittadini contribuenti. A firma del Consigliere: Foti

2455 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di ripristino del Cimitero di Piumazzo e della sua Chiesa, danneggiati dal sisma del 2012. A firma del Consigliere: Bargi

2456 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai finanziamenti regionali del progetto "India 2012-2013". A firma del Consigliere: Bignami

2459 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure necessarie per la presentazione delle richieste di contrassegni e permessi per accedere alle zone a traffico limitato nel comune di Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

2460 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di consegna dei referti di anatomia patologica a Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

2467 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative per salvaguardare i posti di lavoro negli stabilimenti COPROB di Finale Emilia (MO) e Argelato (BO) e per rispettare gli accordi stipulati per il processo di riorganizzazione del settore saccarifero nel suo complesso e in particolare dell'ex zuccherificio di Finale Emilia. A firma del Consigliere: Alleva

2470 - Interrogazione a risposta scritta circa i motivi per i quali gli Istituti Tecnici e/o Professionali ad indirizzo agrario dell'Emilia-Romagna siano ancora privi dello status di imprese agricole, che consente di accedere ai contributi previsti dal Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2474 - Interrogazione a risposta scritta circa il meccanismo di reperibilità dei medici operanti sull’ambulanza medicalizzata di Baggiovara (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

2484 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi per dare attuazione alla sperimentazione di un punto nascita inferiore a 500 parti annui presso l'ospedale Costa di Porretta Terme (BO). A firma della Consigliera: Sensoli

2488 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli riguardanti i mitili delle piattaforme situate nella riviera ravennate e la tutela dei relativi consumatori. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani

2489 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti l'affidamento di servizi presso l'Aeroporto Marconi di Bologna e la tutela dei lavoratori. A firma del Consigliere: Taruffi

2492 - Interrogazione a risposta scritta circa la gestione della Società Fer Srl, partecipata dalla Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Bignami

2499 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le criticità riguardanti il recapito della corrispondenza da parte di Poste Italiane SpA. A firma del Consigliere: Foti

2501 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la sovrapposizione fra incarichi politici ed incarichi di vertice in enti e società operanti in settori nei quali risultino decisive funzioni ricadenti nelle competenze, anche assembleari, della Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2512 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le criticità ed i ritardi causati dalla distribuzione a giorni alterni della posta. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani

2518 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l'attuazione del programma "Scuole belle". A firma del Consigliere: Bignami

2539 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte alla carenza di personale e ad altre problematiche riguardanti il Dipartimento Materno-Infantile dell'Ospedale Maggiore di Parma. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2546 - Interrogazione a risposta scritta circa l'aumento dei casi di cheratocongiuntivite riguardanti il reparto oculistico del Policlinico di Modena. A firma del Consigliere: Foti

(Comunicazione n. 30 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2016/1187 del 18/05/2016)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso della seduta sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

2676 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il progetto "Garanzia Giovani", con particolare riferimento ai ritardi nell'erogazione delle relative indennità ed alle azioni da attuare per favorire l'investimento delle risorse del programma FSE e per riattivare il finanziamento regionale. A firma dei Consiglieri: Rancan, Pompignoli

2677 - Interrogazione a risposta scritta circa modificazioni riguardanti la determinazione del contributo da concedere, a seguito del sisma, relativamente alle pertinenze delle abitazioni principali danneggiate. A firma del Consigliere: Bignami

2678 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per incentivare la specializzazione in chirurgia e per tutelare a livello assicurativo gli operatori del settore. A firma del Consigliere: Fabbri

2679 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare il trasferimento, dalla sede attuale, degli uffici del Servizio Agricoltura di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

2682 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare la pesca di frodo nei fiumi e nei canali emiliano-romagnoli. A firma del Consigliere: Pettazzoni

 

Risoluzioni

 

2675 - Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Governo un impegno certo e serio per arrivare rapidamente al rinnovo del contratto del pubblico impiego, determinare conseguentemente anche lo sblocco delle assunzioni ed il recupero salariale, reperendo inoltre risorse per la formazione del personale pubblico e dando adeguato riconoscimento alle categorie dei lavori usuranti. (18 05 16) A firma dei Consiglieri: Piccinini, Bertani

2680 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo affinché vengano individuate le risorse necessarie per garantire l'intervento definitivo di salvaguardia degli esodati esclusi dall'ultimo intervento legislativo. (19 05 16) A firma dei Consiglieri: Molinari, Calvano, Caliandro, Boschini, Paruolo, Serri, Iotti, Marchetti Francesca, Zoffoli, Rossi Nadia, Bagnari, Cardinali, Soncini, Tarasconi, Campedelli, Prodi, Ravaioli, Poli, Sabattini, Rontini, Bessi, Mori

2681 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, presso il Governo e le altre Regioni in tema di contrasto alla azzardopatia ed al gioco d'azzardo, al fine di salvaguardare le prerogative normative delle Regioni, con particolare riferimento alle distanze dei punti di offerta del gioco dai luoghi sensibili, sollevando inoltre questione di legittimità costituzionale avverso norme contrarie a tali indicazioni. (19 05 16) A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini, Gibertoni, Sassi, Sensoli

2683 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere le iniziative umanitarie e di pace per la Siria e a farsi portavoce per l'eliminazione delle sanzioni che colpiscono la popolazione civile. (19 05 2016) A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami, Delmonte, Fabbri, Bargi, Liverani, Pompignoli, Rancan, Pettazzoni, Gibertoni, Sassi, Foti

(Comunicazione n. 30 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2016/1229 del 20/05/2016)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Saliera

Rancan - Torri

 

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