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84.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 12 LUGLIO 2016

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2905

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli strumenti che la Regione può predisporre per limitare la proliferazione di attività legate al gioco d’azzardo ed in particolare quelle portate avanti da imprenditori già condannati per reati di mafia. A firma del Consigliere: Bagnari

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

BAGNARI (PD)

MEZZETTI, assessore

BAGNARI (PD)

 

OGGETTO 2910

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa eventuali tracciati alternativi dell'Autostrada Cispadana, con particolare riferimento all'abitato di Alberone ed alle connesse problematiche. A firma del Consigliere: Pettazzoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

PETTAZZONI (LN)

DONINI, assessore

PETTAZZONI (LN)

 

OGGETTO 2915

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori di BolognaFiere SpA. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

OGGETTO 2916

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori di BolognaFiere SpA. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

OGGETTO 2917

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il piano industriale di BolognaFiere SpA e la tutela dei relativi lavoratori. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

BIGNAMI (FI)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (SEL)

COSTI, assessore

BIGNAMI (FI)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 2918

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la riduzione dell'IRAP per ASP e privati che gestiscano, per il pubblico, servizi alla persona. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

VENTURI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 2703

Relazione sull'attività svolta dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale nell'anno 2015 (ai sensi della L.R. 19 febbraio 2008 n. 3, art. 10, comma 7 e della L.R. 17 febbraio 2005 n. 9, art. 11, comma 1).

(Discussione)

PRESIDENTE (Soncini)

BRUNO Desi, garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale

PRESIDENTE (Rainieri)

MUMOLO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 2407

Delibera: «Piano Forestale Regionale 2014-2020 ai sensi del D.Lgs. 227/2001 e della L.R. 20/2000.» (Proposta della Giunta regionale in data 22 marzo 2016, n. 367) (80)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 2407/1/4/5 oggetti 2925 - 2928 - 2929 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 2407/2 oggetto 2926 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

(Ordine del giorno 2407/3 oggetto 2927 - Presentazione e ritiro)

PRESIDENTE (Rainieri)

CARDINALI, relatore della Commissione

SASSI, relatore di minoranza

GAZZOLO, assessore

BERTANI (M5S)

TORRI (SEL)

PETTAZZONI (LN)

SASSI (M5S)

CARDINALI (PD)

SASSI (M5S)

CARDINALI (PD)

 

Richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

PICCININI (M5S)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 2079

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini.»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

OGGETTO 2889

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini.» (Proposta della consigliera relatrice Nadia Rossi su mandato della Commissione I) (81)

(Dichiarazione di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

ROSSI Nadia, relatrice della Commissione

SENSOLI, relatrice di minoranza

PETITTI, assessore

FOTI (FdI)

POMPIGNOLI (LN)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 2164

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nella Città metropolitana di Bologna.»

(Relazione della Commissione)

OGGETTO 2890

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nella Città metropolitana di Bologna.» (Proposta del consigliere relatore Roberto Poli su mandato della Commissione I)

PRESIDENTE (Rainieri)

POLI, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamento oggetto 2925

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,45

 

PRESIDENTE (Soncini): Dichiaro aperta la ottantaquattresima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

- antimeridiana del 21 giugno 2016 (n. 81);

- pomeridiana del 21 giugno 2016 (n. 82);

- antimeridiana del 22 giugno 2016 (n. 83);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Soncini): Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna la presidente dell’Assemblea Simonetta Saliera, il presidente della Giunta Stefano Bonaccini, il sottosegretario Andrea Rossi e l’assessore Simona Caselli.

Le restanti informazioni, come sempre prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno, sono già state inviate a tutti i consiglieri e, pertanto, le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Soncini): Iniziamo, quindi, i nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 2905

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli strumenti che la Regione può predisporre per limitare la proliferazione di attività legate al gioco d’azzardo ed in particolare quelle portate avanti da imprenditori già condannati per reati di mafia. A firma del Consigliere: Bagnari

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Iniziamo con l’oggetto 2905: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa gli strumenti che la Regione può predisporre per limitare la proliferazione di attività legate al gioco d’azzardo ed in particolare quelle portate avanti da imprenditori già condannati per reati di mafia, a firma del consigliere Bagnari.

Risponderà per la Giunta l’assessore Mezzetti.

La parola al consigliere Bagnari per l’illustrazione dell’interrogazione in oggetto. Prego.

 

BAGNARI: Grazie, presidente. La vicenda oggetto dell’interrogazione presentata è certamente attuale, ma affonda le sue radici in una vicenda molto più complicata, che ha a che fare con il più grande processo che sia mai stato celebrato in Emilia-Romagna per reati relativi all’articolo 416-bis, nato a seguito dell’inchiesta Black Monkey, che ha visto gli inquirenti indagare su una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso, i cui principali profitti derivavano dal gioco d’azzardo, sia legale che illegale, coinvolgendo anche esponenti vicino alla ‘ndrangheta. Si tratta di un processo molto importante, dove sono imputate trentaquattro persone, di cui otto hanno già ricevuto condanne per questo tipo di reati e tredici sono accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso.

È la vicenda a seguito della quale il giornalista Giovanni Tizian è finito sotto scorta proprio per aver denunciato per primo l’attività della famiglia Femia, che è coinvolta in questo processo, ed è il processo nel quale la Regione Emilia-Romagna, insieme ad altri soggetti, come il Comune di Modena, Libera, SOS Impresa, l’Ordine nazionale dei giornalisti, si sono costituiti parte civile.

In data 9 giugno si è chiusa la requisitoria del pubblico ministero, tuttavia, nonostante lo svolgimento di questo processo, nei mesi che sono passati dagli arresti legati a questa indagine, a partire da gennaio 2013 ad oggi, le attività della famiglia Femia, diversi componenti della quale sono coinvolti in questo processo, non si sono mai fermate. È stata bloccata l’attività di un’azienda, la Starvegas, grazie anche all’intervento dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e di un’interdittiva prefettizia antimafia, però è nata un’altra società con una ragione sociale molto simile, una società al momento della costituzione amministrata da un prestanome legato alla famiglia. Dopodiché, questa società, appunto la Starvegas, ha cambiato sede sociale e ha continuato la propria attività imprenditoriale addirittura con la pubblicizzazione di un nuovo prodotto del settore, nel quale è coinvolta anche un’altra società, la Nazionale Elettronica, leader in questo settore.

Ebbene, dopo che questa vicenda è stata portata all’attenzione della stampa anche grazie alle segnalazioni effettuate da un’associazione del territorio romagnolo, che si occupa tra le altre cose di cultura della legalità, ovvero il Gruppo dello Zuccherificio, la proprietà della Nazionale Elettronica è intervenuta per cercare di ridimensionare questa vicenda parlando di una semplice operazione commerciale. È evidente che, tenuto conto dell’ambito di cui stiamo parlando e di tutte le vicende pregresse che ho molto brevemente illustrato, anche le operazioni commerciali non sono così banali.

Proprio perché la nostra Regione ha fatto della lotta alle infiltrazioni mafiose un elemento di grande forza e uno degli impegni fondamentali di questa legislatura, ricollegandomi anche alla presentazione che, nei giorni scorsi, il presidente Bonaccini e l’assessore Mezzetti hanno effettuato di un progetto di legge che mira a rendere più organico l’intero corpus normativo in materia di legalità e più incisivi gli strumenti di intervento anche nei confronti del gioco d’azzardo, con l’interrogazione in oggetto si vuole, oltre che portare questa vicenda all’attenzione dell’Assemblea legislativa, sapere come intende operare la Giunta per limitare la proliferazione di attività legate al gioco d’azzardo, come ritiene di agire per fare in modo che le attività legate a questo settore siano sottoposte a controlli e a limitazioni soprattutto quando si tratta di attività e aziende che hanno a che fare con imprenditori che sono condannati per reati di mafia.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bagnari.

La parola all’assessore Mezzetti per la risposta.

 

MEZZETTI, assessore: La Giunta è venuta a conoscenza della questione posta dal consigliere Bagnari a seguito di quanto apparso sui media locali e anche di una denuncia, che il consigliere conosce, di un’associazione presente sul territorio, che svolge un’intensa attività di osservazione e prevenzione del crimine mafioso, che è l’Associazione Gruppo dello Zuccherificio.

Esprimiamo, come sempre abbiamo fatto anche in precedenza, preoccupazione per le risultanze giudiziarie di infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale del territorio, nello specifico anche nel campo del gioco d’azzardo e della questione in oggetto, che abbiamo segnalato a suo tempo anche agli organismi giudiziari competenti.

Per quanto attiene specificatamente all’attività dell’Esecutivo regionale, come ricordava adesso il consigliere Bagnari, dopo mesi di lavoro, in cui abbiamo coinvolto in modo coordinato le strutture dei diversi assessorati della Regione Emilia-Romagna e che ha visto un intenso lavoro con le parti sociali e sindacali presenti nella Consulta regionale per la legalità, istituita a seguito della modifica della legge n. 3/2011 nel luglio dell’anno scorso, quindi esattamente un anno fa, abbiamo compiuto il lungo percorso che ci ha portato alla stesura definitiva del Testo unico sulla legalità, che abbiamo approvato il 28 giugno scorso in Giunta.

In particolare, il nuovo disegno di legge individua interventi specifici per la prevenzione dell’usura connessa al gioco d’azzardo patologico. Infatti, dall’attività di monitoraggio sul territorio regionale risulta che il ricorso all’usura da parte di soggetti sovraindebitati a causa della loro dipendenza dal gioco d’azzardo sia un fenomeno sempre più diffuso anche nella nostra regione.

La nuova disposizione presente nel Testo unico, che sarà oggetto della vostra attenzione nelle prossime settimane, si prefigge di affrontare questo tema in maniera organica, tenendo conto anche degli interventi preventivi di assistenza già previsti dalla legge regionale n. 5/2013, che interviene particolarmente sulla natura sociosanitaria e patologica della ludopatia. La norma regionale detta norme di prevenzione e riduzione del rischio e contrasto alla dipendenza dal gioco d’azzardo patologico e prevede, tra l’altro, l’adozione di un Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio da dipendenza da gioco patologico.

Il Piano 2014-2016, approvato dall’Assemblea legislativa con propria deliberazione n. 154/2014, successivamente modificata con deliberazione n. 166/2014, dà attuazione alla legge prevedendo azioni nei diversi ambiti: prevenzione della dipendenza da gioco d’azzardo; trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo; formazione dei titolari e degli esercenti delle sale da gioco, degli operatori sociosanitari e della polizia locale; predisposizione di un numero verde regionale e di materiale informativo; definizione delle modalità di rilascio del marchio “Slot free Emilia-Romagna”.

Dall’emanazione del piano ha avuto inizio un importante lavoro di collaborazione tra Regione, Enti locali e Aziende sanitarie per dare attuazione alle previsioni. I confronti promossi tra i diversi attori hanno portato fino ad oggi a constatare come molte persone con dipendenza da gioco d’azzardo sono a rischio o già vittime di usura. Affrontare questo tema in maniera organica agli interventi preventivi di assistenza risulta molto efficace.

L’articolo 17 del poc’anzi citato progetto di legge per la legalità individua una serie di azioni da realizzare nell’ambito del suddetto piano integrato, che appunto integrano la legge n. 5/2013. Esse comprendono interventi attualmente sviluppati grazie alla legge regionale n. 3/2011, la diffusione della cultura dell’utilizzo responsabile del denaro anche per evitare situazioni di indebitamento e sovraindebitamento e di connessa maggiore esposizione al rischio di usura da parte di soggetti affetti da dipendenza dal gioco d’azzardo e delle loro famiglie, la formazione specifica degli operatori del servizio di assistenza e di presa in carico delle persone affette da dipendenza dal gioco d’azzardo, nonché la collaborazione permanente tra i servizi, le associazioni e i centri antiusura per prevenire fenomeni di ricorso all’usura e sostenere chi ne è vittima; inoltre, l’assunzione, ai sensi dell’articolo 6 della citata legge n. 5, da parte dei Comuni di stringenti previsioni urbanistiche in ordine ai criteri di localizzazione e di individuazione delle dotazioni territoriali per le sale da gioco e per i locali destinati alla raccolta di scommesse o che offrano servizi telematici di trasmissione dati finalizzati al gioco d’azzardo e alle scommesse.

Il Testo unico, infine, inserisce nella legge n. 5/2013, ad opera dell’articolo 47, una nuova disposizione che stabilisce la negazione del proprio patrocinio per gli eventi che ospitano o pubblicizzano attività che, benché lecite, sono contrarie alla cultura dell’utilizzo responsabile del denaro e che favoriscono o inducono la dipendenza dal gioco d’azzardo patologico e promuove, altresì, la stipulazione, previo parere del Consiglio delle Autonomie locali, di protocolli di intesa con le associazioni rappresentative degli Enti locali affinché gli stessi si impegnino a non patrocinare e a non finanziare eventi in cui sono presenti, tra gli sponsor e gli espositori, soggetti titolari o promotori di attività che favoriscono o inducono la dipendenza al gioco d’azzardo.

Da ultimo, premesso che le competenze investigative, giudiziarie e, più in generale, di controllo sono poste in capo alle Amministrazioni statali e non regionali, questa Giunta ribadisce la propria disponibilità a valutare qualsiasi forma di collaborazione proposta dalle Prefetture presenti sul territorio regionale al fine di favorire la prevenzione di qualsivoglia attività illecita legata al gioco d’azzardo patologico.

Aggiungo, infine, che abbiamo anche preso in considerazione altre misure, che pure sono state oggetto di discussione anche in altre parti del nostro Paese, anche qui, in occasione di altri momenti di discussione, come quella di favorire forme di...

 

PRESIDENTE (Soncini): Assessore, deve concludere.

 

MEZZETTI: Ho concluso.

Favorire ‒ dicevo ‒ forme di defiscalizzazione o di detrazione fiscale per gli esercenti che rinunciano all’installazione di slot o macchine per il gioco d’azzardo. Abbiamo rilevato, però, una risposta che ci è più volte arrivata, ossia che il guadagno proveniente dall’installazione di queste macchine sopravanza di gran lunga quello che possono essere gli sgravi. Quindi, non trovano alcuna convenienza gli esercenti.

Aggiungo, e concludo, che, ovviamente, tutto questo nostro impegno, questa nostra battaglia potrebbe avere più efficacia se nei provvedimenti, anche governativi, di tutti i Governi che si sono succeduti ‒ tanto per essere chiari ‒ in questi anni, in qualche modo non ci fosse una forte contraddizione. Anche l’ultima legge di stabilità ha visto la liberalizzazione di altre 25.000 concessioni per l’apertura di sale per il gioco d’azzardo. Evidentemente, questa è una forte contraddizione che stride e contrasta con l’attività che noi cerchiamo di svolgere come deterrente a questa deriva. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Mezzetti.

Consigliere Bagnari, ha due minuti per la replica.

 

BAGNARI: Ringrazio l’assessore Mezzetti per la risposta molto puntuale e chiarificatrice.

Credo che il fenomeno sia veramente degno di attenzione. Quindi, per quanto sia soddisfatto della risposta, rimango preoccupato per le ricadute, sul nostro territorio in particolare, del gioco d’azzardo. Anche dalla relazione che è stata esaminata dalla Commissione parlamentare antimafia sul gioco emergono alcuni dati importanti. Si parla di una spesa media per ogni giocatore, nella nostra regione, di 1.348 euro all’anno; per quanto riguarda l’installazione ‒ si tratta di dati 2015 ‒ parliamo di 23.448 apparecchiature; di queste, 18.200 nei bar e oltre 5.000 in quelle che sono le sale giochi.

Il dato più eclatante, guardando l’intero territorio nazionale, è che parliamo di un giro di affari di 88,2 miliardi di euro. Non parliamo solo di slot, bensì di gioco d’azzardo complessivamente. Le slot e le VLT rappresentano il 55 per cento del fatturato.

L’altro dato che secondo noi è importante, oltre all’impatto economico, è quello sociosanitario, che ricordava prima anche l’assessore. Nel corso del 2015, in Emilia-Romagna abbiamo avuto 1.300 persone affette da dipendenza da gioco seguite dai servizi. Parliamo di quelle seguite. Ci chiediamo quante siano le persone che ancora non sono emerse da questa situazione.

Quindi, il fenomeno merita davvero grandissima attenzione. Quello di cui ha parlato l’assessore, ossia le misure contenute anche nel prossimo progetto di legge, spero che davvero possa rappresentare uno strumento valido per contrastare o, perlomeno, limitare questo fenomeno.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bagnari.

 

OGGETTO 2910

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa eventuali tracciati alternativi dell'Autostrada Cispadana, con particolare riferimento all'abitato di Alberone ed alle connesse problematiche. A firma del Consigliere: Pettazzoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 2910: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa eventuali tracciati alternativi dell’Autostrada Cispadana, con particolare riferimento all’abitato di Alberone ed alle connesse problematiche, a firma del consigliere Pettazzoni.

Risponde, per la Giunta, l’assessore Donini.

La parola al consigliere Pettazzoni per l’illustrazione dell’interrogazione in oggetto.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. In risposta ad una interrogazione del marzo 2016, la n. 2510, veniva individuato come tracciato da adottare per la parte di Cispadana che interessa Cento il tracciato denominato “C2B”, cioè quello che sarebbe passato in corrispondenza dell’abitato di Alberone.

Successivamente, anche a seguito dell’impatto mediatico generato dal caso Bastia (la casa ricostruita post terremoto che sarebbe stata investita dal tracciato), si interrogava nuovamente la Regione in merito alle scelte e si chiedeva la possibilità di adottare soluzioni alternative a tutela non solo della situazione Bastia, che avrebbe rappresentato uno spreco di denaro pubblico, ma soprattutto per la tutela dell’abitato di Alberone, che avrebbe subìto il passaggio della strada a pochi metri dalle proprie abitazioni. Ottenemmo una risposta affermativa, che il tracciato avrebbe potuto essere cambiato. L’indicazione era quella di ritornare al tracciato C2C, un’ipotesi che mi pare, assessore, incontrasse il favore della Regione, oltre che della società ARC.

Il tracciato C2C, comunque, non è la soluzione al problema. Anche quest’ultimo attraversa zone abitate, come quella a nord di Dodici Morelli, e, alla stregua di quello di Alberone, provocherà disagi a residenti e attività e comporterà rischi per la salute, espropri e via dicendo, in una zona densamente abitata.

Abbiamo fatto, assieme al collega Fabbri, un sopralluogo e abbiamo toccato con mano che anche quel tracciato non è, di fatto, la scelta migliore. Il 26 maggio abbiamo discusso in Commissione la risoluzione n. 2639, con la quale chiedevamo l’approvazione di una risoluzione per salvaguardare i centri abitati in fase di scelta del tracciato e, eventualmente, di poter valutare anche ipotesi alternative e nuove. Nel dibattito, i colleghi del PD Calvano e Zappaterra hanno attaccato il sottoscritto ed il collega Fabbri paventando l’ipotesi di boicottaggio da parte nostra. Ci hanno detto che lo studio di un tracciato nuovo e alternativo avrebbe fatto slittare di anni la fattibilità dell’opera. Di contro, è stata approvata una risoluzione a loro firma, la n. 2712, che impegnava a salvaguardare l’abitato di Alberone ed eventualmente a ridefinire i vincoli paesaggistici delle partecipanze agrarie.

A questo punto, faccio due riflessioni. Noi non vogliamo boicottare niente. Abbiamo detto a più riprese che il nostro pensiero è favorevole alla realizzazione di quest’opera, in quanto la consideriamo un’opportunità per il territorio. La seconda riflessione è che, di fatto, si tutela Alberone, come è giusto che sia, però si ignora il resto del territorio. In pratica diciamo “no” ad Alberone, “no” a tracciati alternativi, quindi “okay” al tracciato C2C e all’idea di passare su Dodici Morelli, in buona sostanza.

Di recente, le elezioni amministrative del Comune di Cento hanno portato all’elezione dell’ex Sindaco di Sant’Agostino, Fabrizio Toselli, che tra il primo e il secondo turno ha incassato l’appoggio del Partito Democratico. Lo stesso primo cittadino ha dichiarato, pochi giorni dopo l’insediamento, che stava già lavorando alla realizzazione di un tracciato alternativo a quelli precedentemente esposti, quindi al C2B e al C2C, al fine di ottenere una struttura non impattante sulla popolazione. Da queste dichiarazioni ci aspettavamo una levata di scudi da parte del Partito Democratico, così come è avvenuto nei nostri confronti in Commissione, da che il consigliere Calvano ‒ che non vedo in Aula ‒ è il Segretario regionale del Partito Democratico, colui il quale ha consentito l’appoggio al candidato sindaco Toselli, ora sindaco di Cento.

Comunque, non voglio fare una polemica politica. Ribadisco che, da parte nostra e anche della popolazione, che abbiamo incontrato, residente in quei territori, vi è la sincera intenzione di collaborare a tutti i livelli amministrativi al fine di arrivare alla definizione di un tracciato migliore che tuteli la salute e l’interesse dei cittadini. Chiediamo all’assessore regionale, in risposta a questa interrogazione, quale sia la sua posizione circa le affermazioni del Sindaco di Cento, quindi dello studio di un tracciato alternativo, e circa la nostra richiesta, che per primi avevamo avanzato, ovvero di poter proporre tracciati alternativi e meno impattanti rispetto a quelli che sono ora in esame, cioè il C2B ed il C2C. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pettazzoni.

La parola all’assessore Donini per la risposta. Prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie a lei, consigliere Pettazzoni, per aver rimarcato, nel suo question time, l’assunto per questa Amministrazione, assolutamente condivisibile, che l’Autostrada Cispadana rappresenti un’opera strategica per lo sviluppo dell’economia del territorio regionale.

Il percorso che porta alla sua realizzazione ha subìto, in questo ultimo anno (per fortuna, dico io), una evidente accelerazione dovuta all’impegno assiduo di questa Amministrazione e anche del Governo italiano. Occorre, però, chiudere al più presto la Valutazione di impatto ambientale dell’opera, definire ‒ di concerto con il Ministero delle Infrastrutture ‒ il Piano economico-finanziario definitivo, sulla base anche delle prescrizioni formulate nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale, e, infine, definire la quota di contributo statale necessaria per compiere il quadro economico del progetto di finanza dei proponenti.

Tutto questo, poi, dovrà essere sancito dal CIPE, per poi redigere il progetto esecutivo e avviare il cantieramento dell’opera. Se vogliamo cantierare l’opera entro questo mandato, dopo che per decenni si è discusso invano attorno a questa infrastruttura, e se vogliamo, attraverso di essa, offrire un’importante opportunità di sviluppo al territorio, dobbiamo procedere bene e speditamente, anche per non correre il rischio che si ricominci sempre daccapo, con l’esito abbastanza prevedibile, poi, di non far nulla. Certamente, non possiamo assumerci la responsabilità di riaprire tutta l’istruttoria di Valutazione di impatto ambientale per soluzioni progettuali che, in tale sede, non sono state già considerate e valutate, seguendo tutte le procedure di evidenza pubblica previste dalla legge.

Ciò che la Regione ha formulato, consigliere Pettazzoni, con il consenso di tanti interlocutori in quest’Aula e anche sui territori, è la richiesta di modificare la prescrizione del Consiglio dei Ministri che prevede il tracciato a nord di Alberone, quello vicino all’abitato, e di posizionarsi, invece, su quello a sud dell’abitato, il cosiddetto “tracciato C2C”, esattamente la soluzione già giudicata, valutata, studiata e ritenuta più sostenibile dalla stessa Commissione VIA.

Questa è la richiesta che la Regione Emilia-Romagna ha avanzato in sede di Commissione VIA, ovviamente con tutto il rispetto necessario delle modifiche alla governance dell’Amministrazione comunale e anche con il consenso del Comune di Cento qualche settimana prima delle elezioni. In ogni caso, noi ci siamo stabilizzati lì, cioè su quella richiesta che era già stata valutata nel corso della Commissione VIA. Infatti, da un’analisi comparativa tra le soluzioni individuate, cioè il sub-tratto denominato “C2A” riguardante la configurazione planoaltimetrica del progetto preliminare, il sub-tratto denominato “C2B”, quello che richiama lei, riguardante l’alternativa a nord di Alberone, e quest’ultima (il tracciato a sud), ovviamente, è stato individuato come meno impattante, quindi sottoposto a procedimento di impatto ambientale, quest’ultimo tracciato, denominato “C2C”. Tale soluzione proposta era già, quindi, condivisa dalla Regione prima ancora della chiusura della Commissione, quindi del parere della Commissione, e prescelta dalla stessa Commissione VIA statale come quella con il minore impatto ambientale per gli edifici residenziali presenti nel territorio.

Quindi, noi ci attestiamo su questa proposta e speriamo che la VIA possa chiudersi rapidamente.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Pettazzoni. Ha due minuti.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. Molto brevemente. Apprezziamo il fatto che ci sia l’intenzione di procedere. Questo è sicuramente un atteggiamento positivo. Tuttavia, siamo delusi ‒ immagino sia anche il pensiero della popolazione residente ‒ per il fatto che non vi sia la possibilità di produrre un’alternativa ai tracciati ora in esame, soprattutto al tracciato C2C, che interesserà una parte dell’abitato. Pertanto, ne prendiamo atto.

Prendiamo atto anche del fatto che l’iniziativa del Sindaco di Cento si rivelerà un buco nell’acqua. Oltre a invitarvi sul territorio per toccare con mano, di persona, la realtà del territorio stesso, che verrà letteralmente “tagliato” da questa autostrada, non so che cosa rispondere. Ovviamente, auspicavamo che vi fosse un’alternativa. State mettendo una pietra tombale, secondo me, sulla possibilità di produrre qualcosa di alternativo. Mi sembra che il messaggio sia assolutamente chiaro. La ringrazio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pettazzoni.

 

OGGETTO 2915

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori di BolognaFiere SpA. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

OGGETTO 2916

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori di BolognaFiere SpA. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

 

OGGETTO 2917

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il piano industriale di BolognaFiere SpA e la tutela dei relativi lavoratori. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora agli oggetti 2915, 2916, 2917, che verranno trattati in maniera congiunta. Ne abbiamo parlato prima con i consiglieri e con l’assessore e abbiamo deciso di procedere in questo modo in quanto tutte e tre le interrogazioni trattano lo stesso oggetto. Quindi, ci sarà una risposta unica da parte dell’assessore. Naturalmente, come da Regolamento verranno osservate le tempistiche, per cui ciascun consigliere esporrà la propria interrogazione, mentre l’assessore avrà qualche minuto in più a disposizione per consentirgli di rispondere in modo completo a tutte le questioni.

Oggetto 2915: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori di BolognaFiere SpA, a firma del consigliere Bignami.

Risponde, per la Giunta, l’assessore Costi.

La parola al consigliere Bignami per l’illustrazione dell’interrogazione in oggetto.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. La questione subisce giorno per giorno delle evoluzioni tali per cui in effetti è necessario aggiornarci rispetto agli eventi che si stanno realizzando proprio in queste ore, trattandosi della sorte di 123 dipendenti, per i quali BolognaFiere ha ritenuto di attivare un percorso di mobilità, che temiamo tutti porti evidentemente a una risoluzione definitiva del rapporto, eventi che dunque destano preoccupazioni e rispetto alle quali credo sia necessario – capisco anche che acqua passata non macina più – fissare alcuni elementi di chiarezza.

In primo luogo, è doveroso sottolineare che questa situazione era, ahimè, annunciata. Credo che i soci pubblici, che oggi strepitano nel tentativo di fermare l’azione del presidente che loro stessi hanno messo lì, conferendogli un mandato a procedere in tal senso, debbano rendere conto non solo a quei dipendenti ma anche all’intera cittadinanza del loro operato. Del resto, chi parla – e non a caso – chiese un intervento risolutivo nel rapporto con l’allora presidente Campagnoli, che stava distruggendo l’assetto di BolognaFiere compiendo scelte che – e lo dissi esattamente due anni fa – alla fine si sarebbero ritorte inevitabilmente contro i lavoratori, che purtroppo sarebbero stati gli unici a pagare le conseguenze di tali scelte. Ci fu una levata di scudi da parte dei soci pubblici, che difesero l’operato del presidente Campagnoli, e mi spiace dire che anche gli stessi sindacati, certo non tutti, ma molti di quelli che oggi scendono in piazza, forse allora avrebbero dovuto essere un po’ più vispi e meno in malafede nel ritenere l’operato del presidente Campagnoli fallimentare, salvo oggi schierarsi al fianco di quei lavoratori, che invece hanno consegnato nelle mani del Partito Democratico, con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Anche la scelta dei soci pubblici di andare in pressione su Franco Boni – abbiamo letto che da qui alle prossime settimane si dovrebbero tenere cinque tavoli, che speriamo portino a qualche soluzione, ma che a essere realisti temiamo avranno soltanto l’effetto di determinare un ulteriore aggravamento della situazione di BolognaFiere – al fine di procedere nella strada, che lui ha poi intrapreso, non ci pare del tutto chiara: o quando si è dato mandato non si capiva che cosa si stava facendo, il che sarebbe assolutamente grave; oppure, oggi si cerca di porre rimedio a un tentativo condotto in camuffa di sacrificare questi 123 lavoratori. E non so quale delle due opzioni sia oggettivamente la peggiore.

Chiediamo, quindi, una parola di chiarezza alla Regione, che però deve essere seguita da fatti concreti ed effettivi, non certo da questo atteggiamento schizofrenico con cui si difende il precedente presidente, salvo poi silurarlo sostenendo che il suo operato ha distrutto BolognaFiere, ignorando le precedenti rimostranze, manifestate anche da parte mia, di chi chiedeva di prestare attenzione al suo operato in quanto quelle scelte stava portando a schiantare BolognaFiere, salvo difenderlo prima e rimuoverlo dopo poco, tutto ciò a danno dei lavoratori, dare mandato al presidente per procedere ai licenziamenti e oggi, invece, intimargli di fermarsi. Insomma, serve chiarezza, perché si sta giocando con la vita di persone, e credo che questo atteggiamento sia del tutto irresponsabile, spregiudicato e sbagliato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

Oggetto 2916: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori di BolognaFiere SpA, a firma della consigliera Piccinini, alla quale do la parola.

 

PICCININI: Grazie, presidente. La questione di BolognaFiere è ampiamente nota a tutti, per cui rinuncerò all’esposizione, riservandomi di ascoltare la risposta dell’assessore e di esprimere eventuali considerazioni successivamente, fermo restando che noi vogliamo risposte per quanto riguarda il piano industriale esistente, se esiste a questo punto, dal momento che ormai ce lo stiamo chiedendo tutti, e per quanto riguarda il futuro occupazionale in particolar modo di questi 123 lavoratori di cui è stato annunciato l’esubero. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Piccinini.

Oggetto 2917: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il piano industriale di BolognaFiere SpA e la tutela dei relativi lavoratori, a firma del consigliere Taruffi, al quale do la parola.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. La situazione è in continua evoluzione, ragion per cui anche noi chiediamo opportuni chiarimenti a uno dei soci pubblici di BolognaFiere, perché non si può sempre scaricare sui lavoratori il peso di scelte sbagliate.

Peraltro, poiché abbiamo avuto il piacere di avere in Commissione il presidente Boni qualche settimana fa, il quale tuttavia si è ben guardato anche solo dall’accennare ciò che, invece, sarebbe stato comunicato ai giornali appena ventiquattr’ore dopo, credo di poter affermare che il rispetto istituzionale che si deve all’Assemblea legislativa e, comunque, a uno dei soci pubblici di riferimento è venuto meno.

Anche noi, quindi, siamo desiderosi di capire esattamente qual è il piano industriale e quali sono i tempi e i modi attraverso cui si intende porre rimedio alla situazione che si è determinata, in uno scenario che crediamo non possa continuare a essere di incertezza e continuamente modificato. D’altronde, leggendo i giornali apprendiamo che si passa da una situazione all’altra – e mi riferisco soprattutto alle dichiarazioni del presidente – come se nulla fosse. Crediamo, invece, che sia doveroso da parte del socio pubblico pretendere chiarezza circa i contenuti del piano industriale, avere certezza delle prospettive future e soprattutto dare risposte alle lavoratrici e ai lavoratori che sono stati coinvolti in questa situazione e sui quali vengono scaricate responsabilità che forse sono da ricercare altrove.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola all’assessore Costi per la risposta.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente. Per quanto si possa essere sintetici, è chiaro che non si può rispondere nel merito rispetto alle richieste, che sono ben più di una domanda. Comunque, cercherò di fare del mio meglio.

La Fiera di Bologna è una delle principali fiere italiane e da anni necessita di una ristrutturazione in grado di trattenere le principali manifestazioni fieristiche e di acquisirne anche delle altre in un’ottica di ulteriore rilancio. Per questo, necessita di conti in ordine e di un progetto industriale che la renda competitiva in un panorama europeo e internazionale sempre più aggressivo.

Noi abbiamo un unico obiettivo, come Regione, e l’abbiamo sempre esplicitato in tutti i momenti, compreso le Assemblee, vale a dire che Bologna, con Parma e Rimini, componga un sistema fieristico regionale forte a livello europeo, quale strumento per lo sviluppo dei nostri distretti produttivi e dei relativi sistemi territoriali, quindi come strumento per il sostegno all’export, all’internazionalizzazione e alle ricadute economiche sulle città e sui territori, dovute proprio al turismo d’affari. Quindi, lo ripeto: conti in ordine, progetto di sviluppo per mantenere le fiere, ad iniziare da EIMA ed altre, e iniziare a progettarne delle altre, come per esempio il Motor Show, che sarà sviluppata nel dicembre 2016.

Ricordo anche, come abbiamo già ribadito in tutte le occasioni, che le società fieristiche – e questo vale anche per BolognaFiere – hanno un consiglio di amministrazione, in questo caso un nuovo CdA, perché è stato cambiato, composto da soci pubblici e privati, dove la Regione ha una partecipazione al di sotto dell’8 per cento, ma vorrei ricordare che questo rimane un ente economico di natura privatistica, che ha avuto l’obiettivo di rilanciare BolognaFiere e di lavorare per il sistema fieristico unico a livello regionale.

L’abbiamo detto subito: il compito non è facile, ma come abbiamo detto anche negli incontri con i lavoratori, che saluto, con cui ho avuto modo di ragionare in modo diretto e anche in incontri che sono stati fatti sia in sede di Città metropolitana e anche con il presidente Bonaccini, faremo il massimo per salvaguardare l’occupazione e nello stesso tempo per rilanciare il sistema fieristico di Bologna, perché è indispensabile al sistema delle piccole e medie imprese, dell’occupazione connessa in modo diretto e in modo indiretto.

Da subito abbiamo detto che non lasceremo soli i lavoratori e per la nostra parte faremo tutto quanto è necessario mettere in atto. Abbiamo chiesto, auspicato e ci siamo spesi affinché si attivasse da subito un tavolo di confronto tra azienda e sindacati come capita sempre in tutte queste occasioni. Abbiamo chiesto la sospensione della mobilità e ieri sera si è avviato un percorso tra azienda, sindacati e lavoratori per discutere il Piano industriale, verificare le possibili soluzioni, la sospensione della mobilità e si è concordato un percorso di confronto.

Noi staremo in questo percorso, lo abbiamo già detto, e non lasceremo nulla di intentato, così come continueremo a lavorare al rilancio delle fiere.

Vorrei anche ricordare che come Giunta, da subito, abbiamo esplicitato il nostro progetto; un progetto complessivo, un percorso sempre trasparente, perché iniziato in Commissione consiliare dove abbiamo anche, su richiesta giustamente dei consiglieri, richiesto l’audizione dei tre presidenti delle principali fiere. Questi sono venuti e si è avviato un confronto che, ricordo, continuerà in Commissione entro il mese di luglio, come abbiamo stabilito all’interno delle Commissioni proprio con un’audizione specifica con il presidente di BolognaFiere a cui saranno rivolte le richieste che giustamente avete inserito all’interno delle vostre interrogazioni.

Sarà anche interessante capire però – permettetemi di dire anche questo , perché il confronto su questo tema non è iniziato in questi giorni, ma è iniziato da parecchio tempo - sarà interessante capire, al netto della salvaguardia dei lavoratori che, ripeto, è fondamentale per noi e su questo noi continueremo a lavorare con la stessa intensità con cui stiamo lavorando rispetto a tutti i tavoli di salvaguardia per quanto riguarda l’occupazione, sarà interessante capire anche qual è la vostra idea di prospettiva della Fiera di Bologna e dell’intero sistema fieristico regionale, collegato chiaramente, oltre che alla salvaguardia dei posti di lavoro, anche a tutto il sistema produttivo regionale e alle ricadute che un sistema fieristico sia di Bologna che un sistema unico a livello regionale può avere proprio nella salvaguardia e nell’aumento dell’occupazione per tutta la nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Costi.

La parola al consigliere Bignami, che ha due minuti per la replica.

 

BIGNAMI: Io trovo sconcertante la risposta dell’assessore Costi che chiede a noi, dopo che avete fatto voi i casini, che cosa dobbiamo fare. È come se noi diciamo che per andare a Milano si prende la direzione Milano, voi decidete di andare a Roma e poi a un certo punto vi accorgete che avete sbagliato strada e chiedete a noi come fare. Voi avete messo Campagnoli, voi avete creato il casino, voi lo avete difeso, voi avete avuto questa conduzione della fiera e adesso, in maniera irresponsabile, assolutamente spregiudicata, ci chiedete la nostra idea di fiera. La vostra idea di fiera è che voi dovevate azzerare i bond di quella società quando ancora c’era la possibilità di farlo, perché nel 2012 Campagnoli disse che se nel 2016 non si attuavano una serie di scelte strategiche la fiera era da chiudere.

Voi non l’avete fatto, voi l’avete tutelato e adesso fate pagare il conto ai lavoratori e ci venite a chiedere quali idee abbiamo. Ma come si fa? Con che faccia potete fare questo? Sta diventando insopportabile questo modo di comportarsi. Anche sentir parlare di trasparenza da parte vostra è quantomeno singolare.

Bene ha detto il collega Taruffi. Boni è venuto, ha detto tutto e il contrario di tutto, salvo poi ventiquattrore dopo presentare tutt’altra soluzione, tenere chiuso in un cassetto un Piano industriale che c’è. Non dovete prendere in giro la gente. C’è questo Piano industriale, perché non si fanno centoventitré esuberi, non si dichiarano centoventitré esuberi in assenza di un Piano industriale, perché se ci credete siete degli incompetenti.

Visto che non lo siete, perché sarete sicuramente anche in malafede in certe circostanze, ma incompetenti per fare i vostri affari sicuramente no, sapete perfettamente che questo Piano industriale c’è. Tiratelo fuori, perché altrimenti continuate a prendere in giro una città e soprattutto in questo contesto specifico quei centoventitré lavoratori che per le vostre scelte sbagliate rischiano di rimanere senza stipendio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

La parola alla consigliere Piccinini, che ha sei minuti per la replica.

 

PICCININI: Grazie, presidente. La risposta è fantascientifica.

La Fiera di Bologna in questi anni è stata capace soprattutto di perdere: di perdere eventi, manifestazioni, occasioni e soldi.

Assessore, il giochino è finito. Dopo le nostre denunce, finalmente siete dovuti venire allo scoperto. Finalmente si parla pubblicamente dei disastri che avete messo in piedi (Regione, Comune e tutti i responsabili di questo teatrino) con un tempismo che vi ha permesso di governare ancora questa città purtroppo, perché l’annuncio degli esuberi è arrivato, guarda caso, immediatamente dopo le elezioni, perché prima bisognava tacere per assicurarvi la vittoria e garantire a Merola di diventare nuovamente sindaco.

L’annuncio delle centoventitré persone, la metà dei lavoratori, da lasciare a casa è così arrivato dal giorno alla notte. Poi qualcuno di loro Merola lo avrà anche votato, ma è lo stesso primo cittadino che forse oggi non sarebbe tale se vi foste assunti la vostra quota parte di responsabilità in maniera trasparente invece di continuare a negare ciò che a voi era già evidente da tempo, ma sono questioni di opportunità politica o forse, assessore, di opportunismo politico.

Quella della fiera era una catastrofe annunciata, anche se siete stati bravi e tenerla lontana dai riflettori. Questo ve lo dobbiamo riconoscere.

Assessore, ci dice dove eravate quando nel 2014 una parte dei soci si è espressa contro la gestione di Campagnoli e non firmò il documento predisposto da voi soci pubblici per la sua riconferma a capo di BolognaFiere?

Assessore, dove eravate quando quegli stessi soci non vollero approvare il bilancio 2013 segnalando la poca trasparenza degli stessi? Era una catastrofe annunciata e i lavoratori questo lo sapevano molto bene e vi avevano anche avvertito. Sono più di tre anni che denunciano la mala gestione di questa fiera che è sotto i loro occhi ogni santo giorno, non ultima la raccolta firme che hanno fatto un anno fa in cui chiedevano un confronto sul futuro della fiera che non era più rinviabile. Non sono stati ascoltati da nessuno. Comune e Regione dov’erano? Dove siete stati tutti in questi anni? Spariti! Eravate troppo impegnati a nascondere la polvere sotto il tappeto portando all’estremo una situazione che era già grave. Ci rendiamo conto, assessore, che siete arrivati al punto di dover agire sotto le imposizioni di EIMA che vi sta dettando la linea, il cui presidente sa benissimo di poter avanzare qualsiasi richiesta a qualsiasi condizione, pena una figuraccia di portata mondiale se anche EIMA abbandonerà Bologna a proposito della tanta annunciata internazionalizzazione? Esportiamo figuracce, altro che internazionalizzazione!

Il presidente di EIMA sa di poter osare talmente tanto che si può permettere di definire “zavorra” questi lavoratori. Non mi risulta si sia scagliato con la stessa veemenza contro i responsabili della costruzione di un padiglione che è risultato poi essere totalmente inadatto ad ospitare le macchine agricole pesanti di EIMA. Non ho sentito nessuno definire “zavorra”, per esempio, persone come il dottor Bruzzone, manager tra i più pagati di Bologna.

Assessore, vogliamo iniziare a mettere mano anche dove serve? Se la Fiera non fa utili, anzi è in perdita, non si può pensare di arrivare con l’accetta e tagliare così il posto di lavoro a centoventitré persone incolpevoli. Siamo tutti capaci di risanare i bilanci così.

Non si può pensare di far pagare loro il prezzo di scelte politiche sbagliate, compiute da persone inette, messe lì da voi e protette fino all’ultimo.

Ricorderà, assessore, che un tale Virginio Merola ha appoggiato ad oltranza la riconferma di Campagnoli, creando una spaccatura all’interno dei soci. La Regione come mai non si è fatta sentire? Come mai non avevate mai nulla da dire? Adesso vi erigete tanto a difensori del lavoro e poi lasciate a casa centoventitré lavoratori per le vostre colpe.

Sugli sprechi non ho più nulla da dire se non dell’eliporto fatto costruire sul Padiglione 18 esclusivamente ad uso e consumo del signor Montezemolo e del fallimento dell’avventura The JamBO, manifestazione gestita da questo fantomatico ingegner Piro in modo più che discutibile, che ha sottratto alle altre manifestazioni 2 milioni di euro di risorse.

Poi vogliamo parlare anche di un piccolo privilegio, ma particolarmente fastidioso che ci riguarda direttamente. Faccio riferimento alle cinquanta tessere per entrare gratuitamente ogni anno in fiera, distribuite a cinquanta consiglieri regionali. Per quanto sia una goccia nel mare, non è opportuno che una società con quote pubbliche, tanto meno se in perdita, regali biglietti d’ingresso a chi come noi questo ingresso se lo può tranquillamente pagare.

Per questo io le restituirò queste tessere inutilizzate perché il biglietto della fiera ce lo paghiamo ovviamente da soli come i normali cittadini.

 

(interruzioni)

 

Ho fatto presente che è una goccia nel mare.

Per finire, siamo anche arrivati all’assurdo che vediamo gioire perché Lineapelle se ne va. L’attivo negli anni passati lo avete raggiunto ‒ diciamolo ‒ solo grazie a partite straordinarie che comportavano la perdita di asset. Così si è trascinata la gestione della Fiera, tra sprechi e incompetenze, con responsabilità dirette della politica e dei soci pubblici, che adesso sono chiamati anche ad offrire garanzie ai soci privati mettendo sul piatto la testa di 123 persone sacrificate sull’altare di un presunto snellimento ai fini della competitività. Ma il Piano industriale dov’è? Vogliamo vedere i tagli alle consulenze, ai benefit, agli sprechi e agli stipendi dei dirigenti. Questi non sono costi da ridurre sensibilmente?

Abbiamo fatto l’accesso agli atti per avere i bilanci, per conoscere l’ammontare di queste consulenze e il Piano industriale, ma gli uffici non sono in grado di fornirlo perché ci hanno comunicato che di mezzo ci sono le ferie. Assessore, comunichi agli uffici che la Fiera chiude dal 3 al 17 agosto e che, anche se noi siamo qua da poco, non siamo nati ieri. Fateci vedere questo benedetto Piano industriale. Esiste, ma non ce lo fate vedere.

La messa in mobilità, però, è partita. Il tempo per quello è stato trovato subito, e ci fornirete il Piano a settembre, se non ad ottobre, quando i lavoratori saranno ‒ forse; noi speriamo di no ‒ già licenziati. Adesso è iniziato il gioco delle parti. Avete bisogno di un tagliatore di teste da offrire in pasto ai lavoratori, ma il mandato glielo avete dato voi. Ci volete raccontare che non sapevate nulla anche di questo?

Vi è, poi, questa nuova presunta sospensione a tempo della mobilità, il cui obiettivo sembra essere quello, in realtà, di posticipare la risoluzione ad un periodo di attenzione mediatica più bassa...

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliera, ha esaurito il tempo.

 

PICCININI: Finisco.

Siamo qui a rassicurarvi che non sfuggirete alle vostre responsabilità perché noi saremo sempre qui a ricordarvi che la procedura di licenziamento collettivo non va sospesa, ma ritirata e che non lasceremo nulla di intentato per assicurare una soluzione lavorativa dignitosa ai dipendenti della nostra Fiera.

Per questo ‒ e concludo ‒ abbiamo depositato una risoluzione che chiederemo venga discussa oggi in Aula e chiediamo al Partito Democratico di assumersi le proprie responsabilità. Quindi, mi aspetto un voto positivo in questo senso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Piccinini.

La parola al consigliere Taruffi per la replica. Ha quattro minuti.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Io voglio partire da una considerazione più generale, perché conosco la serietà, la capacità e la competenza dell’assessore Costi sui tanti tavoli di crisi che ha seguito e sta seguendo in questa Regione. Proprio per questo motivo, credo sia doveroso e indispensabile mettere un punto fermo su questa vicenda.

È vero che non ci sono solo soci pubblici, ma i soci pubblici hanno quasi il 30 per cento di BolognaFiere. In particolar modo, il Comune di Bologna e la Città metropolitana, che oggi sono rappresentati dalla stessa persona, ossia Virginio Merola, hanno quasi il 23 per cento.

Dal punto di vista dei rapporti istituzionali e anche dal punto di vista politico, il lavoro dall’assessore Costi sarà indispensabile per ottenere l’azzeramento di una partita che è iniziata male, sta proseguendo peggio e, in assenza di un quadro chiaro, non può che finire ancora peggio.

Noi sappiamo bene che esistono problemi per quanto riguarda le prospettive di BolognaFiere. Ad ogni modo, questo Consiglio di Amministrazione ‒ che, peraltro, ha un mandato a tempo molto preciso ‒ non può scaricare completamente ed esclusivamente sui lavoratori una situazione che va, evidentemente, risanata, ma con una prospettiva industriale.

Qualcuno molto candidamente ha rilasciato alcune dichiarazioni. Non trovo, purtroppo, l’articolo di riferimento. Molto candidamente, qualcuno ha detto: “Bassi ricavi ad Expo. Delle due l’una: o aumentano le entrate o bisogna ridurre i costi. Il costo su cui si può incidere più rapidamente è quello del personale, specialmente se part time”. Queste sono le parole del presidente della Fondazione Carisbo. Per fare questi ragionamenti, però, non ci vogliono grandi manager, non ci vogliono grandi competenze, non ci vogliono grandi laureati. Mi sembra quantomeno di cattivo gusto impostare la discussione in questo modo, soprattutto perché quei costi, che oggi vengono così lapidariamente definiti, riguardano persone che, magari, oltre ad aver maturato competenze e conoscenze, hanno lavorato lì per 20-25-30 anni.

Per fare questo ragionamento ‒ dicevo ‒ non c’è bisogno di grandi manager, non c’è bisogno di stipendi molto elevati. Siamo capaci tutti. Invece, la capacità manageriale si dimostra impostando politiche industriali, rilanciando dove c’è da rilanciare e, ovviamente, razionalizzando dove c’è da razionalizzare. Ad ogni modo, non si può ‒ lo ribadisco ancora volta ‒ scaricare tutto sempre e solo sui lavoratori.

Ora abbiamo necessità di ripartire, però dobbiamo ripartire da un punto: quei 123 licenziamenti devono essere ritirati. Questo è il punto fondamentale politico e istituzionale a cui dobbiamo fare riferimento. Messi insieme, il Comune di Bologna, la Città metropolitana e la Regione hanno quasi il 30 per cento, e con il 30 per cento è possibile dettare le linee di indirizzo all’interno del CdA e delle politiche industriali. Questo è il compito che ha la politica e questo è il compito che hanno le Istituzioni. Altrimenti, verrebbe meno il nostro ruolo. Lo dico chiaramente.

Quando il presidente Boni tornerà in Commissione ci confronteremo, avanzeremo sicuramente...

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, ha esaurito il tempo.

 

TARUFFI: Concludo, presidente. Avanzeremo le nostre proposte, ma a una condizione: che la discussione sia vera. Lo ribadisco, perché ci tengo molto: è inaccettabile che il presidente di BolognaFiere si presenti in Commissione e prenda in giro ‒ perché questo è successo ‒ la Commissione politiche economiche dell’Assemblea legislativa. Questo è inaccettabile.

Quando il presidente Boni tornerà, vogliamo una discussione vera, franca, ma soprattutto onesta e rispettosa dei ruoli istituzionali che ciascuno di noi rappresenta.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 2918

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la riduzione dell'IRAP per ASP e privati che gestiscano, per il pubblico, servizi alla persona. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 2918: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la riduzione dell’IRAP per ASP e privati che gestiscano, per il pubblico, servizi alla persona, a firma del consigliere Foti.

Risponde, per la Giunta, l’assessore Venturi.

La parola al consigliere Foti per l’illustrazione dell’interrogazione in oggetto. Prego.

 

FOTI: Molto brevemente, signor presidente.

Se è vero, come è vero, che i disastri delle Amministrazioni di sinistra si riverberano su BolognaFiere, non è da meno ciò che sta accadendo nelle Aziende servizi alla persona, che ‒ lo vorrei ricordare ‒ impegnano un numero di personale in questa regione decisamente significativo e che si interessano di migliaia di persone e della salute delle medesime.

Con i soliti toni trionfalistici, tipici del presidente Bonaccini, in occasione della presentazione del bilancio 2015, il presidente della Regione, nella Conferenza stampa cui aveva partecipato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’assessore al bilancio, assente assieme al presidente Bonaccini (mancano tutti e tre oggi), aveva dichiarato testualmente: “Tra le diverse novità che abbiamo introdotto, due riguardano il welfare. Si tratta dell’introduzione del reddito di solidarietà, sostenuto complessivamente per circa 75 milioni di euro per la riduzione della povertà, e dell’azzeramento dell’IRAP per ASP e privati che gestiscono per il pubblico servizi alla persona”. Ad oggi, le ASP più fortunate riescono a contabilizzare una riduzione dell’IRAP ‒ che è cosa diversa dall’azzeramento ‒ nell’ordine del 35-40 per cento.

Poiché queste affermazioni sono state prese come base per la formazione dei bilanci di previsione 2016 da parte delle ASP, che oggi si troverebbero maggiormente ad essere scoperte sul punto, e poiché vi è stata una risoluzione, approvata all’unanimità dalla competente Commissione assembleare, che poneva il problema di realizzare, indipendentemente dalle modalità, quell’azzeramento dell’IRAP che era stato promesso, chiedo all’assessore soltanto se oggi intende confermare il tutto in questa sede, perché se ne possano trarre le dovute conseguenze da parte degli amministratori delle ASP, e se entro la fine dell’anno a ogni ASP verrà rimborsata l’IRAP nel frattempo versata, perché questo era l’accordo o, comunque, la convinzione di tipo politico che stava dietro al bilancio di previsione 2016. Se così non è, ditelo, onde evitare di mandare in dissesto altre ASL, oltre quelle che già nei prossimi mesi saranno costrette a dichiarare tale stato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

La parola all’assessore Venturi per la risposta.

 

VENTURI, assessore: Intanto mi auguro vivamente che non ci sia nessuna ASL che dichiarerà il suo dissesto nei prossimi mesi. Peraltro, riguardo ai disastri che abbiamo combinato, quando ci dimostreranno che ne abbiamo davvero commessi, ne prenderemo atto. Per il momento non ne conosco. Il consigliere Foti sa benissimo che il sistema delle ASP in grandissima parte della regione funziona e ha consentito anche investimenti importanti in questi anni. Certo, in alcuni luoghi funziona meno, ma quando i risultati sono questi in genere le responsabilità non sono da attribuire alle Giunte regionali o alle Assemblee legislative. Probabilmente, a livello locale è accaduto qualcosa che non ha funzionato e non funziona. Questo, tra l’altro, lo testimonia l’emendamento che lei ha presentato a un progetto di legge che probabilmente sarà discusso nel pomeriggio e che è volto a correggere questioni che evidenziano qualche responsabilità più locale che centrale.

Ad ogni modo, le rispondo nel merito. Noi non potevamo azzerare l’IRAP, perché vige un provvedimento nazionale che ce lo impedisce. Quindi, “azzerare l’IRAP” era il messaggio per invitare a lavorare sugli effetti locali che determina l’IRAP, in quanto gestori pubblici e privati erano messi in situazioni del tutto differenti rispetto a questa tassazione, privilegiando in questo caso i gestori privati.

Noi abbiamo dato attuazione alla presentazione della manovra di bilancio nella consapevolezza che fosse impossibile intervenire direttamente sull’abbattimento dell’aliquota IRAP. La Giunta regionale, pertanto, come indicato dalla risoluzione approvata all’unanimità dalla IV Commissione, in data 26 febbraio 2016, ha approvato la deliberazione n. 273 che ha provveduto “a compensare – cito testualmente – l’effetto dell’IRAP per le ASP, consentendo la sostenibilità dei servizi e l’ampliamento del numero dei cittadini inseriti in tale rete”. Nello specifico, questa deliberazione prevede un contributo aggiuntivo, che viene diversificato per le tipologie di servizio per i gestori pubblici e per i gestori privati, che risultano sottoposti all’aliquota IRAP superiore al 3,9 per cento. In questo modo è stato assicurato anche a questi gestori un beneficio analogo a quello che la legge nazionale n. 190/2014 ha introdotto per tutti coloro che sono soggetti a IRAP ordinaria, per i quali a partire dal 1° gennaio 2015 anche in Emilia-Romagna, evidentemente a seguito dell’introduzione del provvedimento nazionale, è stata prevista la facoltà di dedurre dall’imponibile il costo del personale.

A partire dal 1° gennaio 2016, l’ulteriore contributo regionale a favore di soggetti gestori di servizi sociosanitari con aliquota superiore al 3,9 per cento è stato calcolato sulla base del beneficio medio per i gestori privati, in relazione alla presenza del personale assunto a tempo indeterminato (beneficio medio) e corrisponde per l’anno corrente per il privato a circa 3,5 milioni di euro.

È stata mantenuta in essere anche un’ulteriore misura del sistema di remunerazione, valida per il periodo dell’accreditamento transitorio. Si parla di quote aggiuntive per le gestioni particolari destinate quasi totalmente a soggetti gestori pubblici, in presenza di tre elementi che comportano un maggior costo gestionale e che dipendono dalle capacità gestionali del soggetto: maggior costo contrattuale; inesistenza di un sistema di rimborso per assenze di malattia e maternità; imposizione dell’IRAP.

Le quote aggiuntive per le gestioni particolari a livello regionale riconosciute per il 2016 sono di altri 8,4 milioni di euro per i soggetti gestori pubblici, di cui circa il 40 per cento, ovverosia 3,4 milioni di euro, sono attribuibili circa a IRAP.

Va considerato che, comunque, con la citata delibera di Giunta regionale sono state disposte altre due azioni rivolte a tutti i soggetti, in particolare: l’aumento delle remunerazioni di base differenziato, che complessivamente per i gestori dà un beneficio di circa 4,6 milioni di euro per circa il 35 per cento attribuibile a soggetti gestori pubblici, quindi 1,6 milioni di euro; una maggiorazione per i servizi centri diurni anziani e un aumento delle risorse per sviluppare l’ampliamento del numero dei cittadini beneficiari di servizi per circa 4,4 milioni di euro.

La completa applicazione delle misure, quindi, comporta un beneficio per i soggetti gestori pubblici, essenzialmente ASP, di circa 10 milioni di euro, che corrisponde a una compensazione sostanziale dell’IRAP pagata dalle ASP per i servizi sociosanitari.

Considerato che la realtà gestionale delle ASP non è omogenea e che in relazione alle specificità delle singole situazioni e delle singole ASP, che svolgono servizi al di fuori dei servizi sociosanitari accreditati, è possibile che le misure compensative non corrispondano perfettamente all’IRAP pagata.

 

PRESIDENTE (Soncini): Assessore, ha esaurito il tempo.

 

VENTURI: Concludo. Ad ogni buon conto, l’assessorato si impegna a regime, quindi entro la fine del 2016, a fornire puntualmente gli effetti di quello che abbiamo determinato in ogni singola ASP di questa regione e a darne conto naturalmente all’interno della Commissione competente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Venturi.

La parola al consigliere Foti per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta. Ha tre minuti di tempo.

 

FOTI: Io sono lieto che l’assessore smentisca quanto detto a proposito delle ASP, visto che funzionano così bene, perché in una precedente interrogazione in risposta al consigliere Torri ebbe addirittura a dire che in una cabina di regia appositamente costituita si stavano affrontando i numerosi e gli innumerevoli problemi che attanagliano le ASP. Evidentemente, nella lettura politica che dà l’assessore l’unica Azienda di servizi alla persona che va male è l’ASP Azalea, che effettivamente è in provincia di Piacenza e che effettivamente si tira dietro la gestione che era stata condotta dall’Istituto Andreoli da parte della sinistra. Quindi, non metto in dubbio che sia anche un caso locale di malgoverno di sinistra.

Se mi consente, assessore, io invece sto alle parole perché, quando il 30 novembre 2015 il presidente Bonaccini, utilizzando un tweet, ha così scritto “azzeriamo IRAP alle ASP e al privato sociale accreditato. Decisione presa da noi, ma il 5 Stelle ne rivendica il merito”, o non sapeva cosa scriveva o non sapeva cosa voleva dire la parola “azzeramento”. Spiegateglielo voi. Infatti, in italiano “azzeramento” significa portare a zero ciò che non è a zero.

Inoltre, assessore, lei ha interpretato ad usum Delphini quella che è stata la risoluzione approvata all’unanimità in Commissione. Sarebbe stato sufficiente, del resto, leggere fino in fondo l’interrogazione che è stata presentata per dare una risposta che fosse almeno coerente alla domanda, risoluzione – le ricordo – che è stata approvata non dieci anni fa ma il 29 febbraio 2016 dalla Commissione all’unanimità. Peraltro, se si predispone una risoluzione sul tema dell’IRAP e la si approva all’unanimità nella Commissione Sanità della Regione, ciò dovrebbe quantomeno significare, per chi capisce, oltre che l’italiano, anche la politica, che probabilmente il problema dell’IRAP non è legato ad una ASP locale, ma è un problema che hanno tutte le ASP della regione. Non a caso, si diceva testualmente che si impegnava la Giunta, laddove dovesse essere definitivamente verificata l’impossibilità di intervenire in abbattimento dell’aliquota IRAP – cosa che sapevamo perfettamente tutti, e da anni, perché nel precedente bilancio, e mi dispiace che lei se lo dimentichi, era stato presentato un apposito emendamento per la riduzione dell’IRAP che non poteva essere votato per il semplice motivo che si può mettere mano all’aliquota IRAP solo nel momento in cui non si è elevata oltre lo 0,6 per cento, come accade in questa regione, l’addizionale IRPEF –, ad attivare in tempi rapidissimi il provvedimento anticipato con l’approvazione della manovra finanziaria, finalizzato a compensare l’effetto dell’IRAP per le ASP.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, ha esaurito il tempo.

 

FOTI: Sì, termino. Compensare l’effetto IRAP per le ASP – non solo per una ASP, ma per tutte – significa che se una ASP ha 300.000 euro di IRAP, si compensano 300.000 euro di IRAP.

Il gioco dei bussolotti per dare più soldi ad alcune ASP e meno soldi ad altre ASP lo lascio fare a questa malconcia Giunta.

Per quanto mi riguarda, è del tutto insoddisfacente la risposta resa dall’assessore.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Abbiamo esaurito le interrogazioni di attualità a risposta immediata.

 

OGGETTO 2703

Relazione sull'attività svolta dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale nell'anno 2015 (ai sensi della L.R. 19 febbraio 2008 n. 3, art. 10, comma 7 e della L.R. 17 febbraio 2005 n. 9, art. 11, comma 1).

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 2703: Relazione sull'attività svolta dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale nell'anno 2015 (ai sensi della L.R. 19 febbraio 2008 n. 3, art. 10, comma 7 e della L.R. 17 febbraio 2005 n. 9, art. 11, comma 1).

A questo proposito saluto l’avvocato Desi Bruno, a cui cedo la parola per la relazione annuale del 2015.

Credo di interpretare i sentimenti dell’Aula nel ringraziarla per la disponibilità e per il lavoro svolto in questi anni in difesa della dignità e dei diritti delle persone detenute.

L’istituto del Garante regionale dei detenuti della Regione Emilia-Romagna è nato per dotare le Istituzioni di un occhio autonomo e indipendente, che possa innanzitutto accedere ai luoghi di detenzione e successivamente anche formare e promuovere iniziative per la diffusione della cultura dei diritti dei detenuti e anche per le Istituzioni stesse, nella prospettiva di contribuire a una piena attuazione del dettato costituzionale, anche di quella parte che fa riferimento al fatto che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato.

Vi ricordo che Desi Bruno ha per prima ricoperto questo ruolo nella nostra Regione. Ha dato il suo contributo professionale, e anche umano, al raggiungimento di questi obiettivi. Vi ricordo il volume “Carcere e dintorni”, edito dal Garante una prima volta nel 2013 e aggiornato allo scorso aprile. Il volume è stato fatto tradurre in sei lingue e distribuito in tutte le carceri della regione. Peraltro, è un servizio disponibile per tutti i cittadini interessati alla questione carceraria, in particolare per i detenuti, per i familiari, per i mediatori e gli operatori penitenziari.

Mi permetta la Garante di rubare le sue parole: “Alla privazione della libertà personale non deve accompagnarsi la perdita di altri diritti, tra cui quello ad essere informati”.

Do la parola alla Garante per la sua relazione. Grazie.

 

BRUNO Desi, garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale: Grazie, presidente, anche di questa presentazione.

Questa è l’ultima relazione come Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà personale. È un momento in qualche modo conclusivo. Porgo i miei ringraziamenti alla Presidenza dell’Assemblea legislativa, per la vicinanza che ha sempre avuto a questi temi, alla Commissione Pari Opportunità, alla presidente Mori con la quale abbiamo diviso e condiviso una parte del percorso. Ricordo la visita della Commissione alla casa lavoro di Castelfranco e anche il lavoro che è stato fatto sulle detenute nelle carceri della regione Emilia-Romagna. Alla presentazione di questo lavoro al carcere di Forlì la presidente ci ha onorato della sua presenza. Ringrazio tutti i consiglieri, in particolare quelli che si sono rapportati con l’ufficio del Garante anche per i contributi e le richieste che sono state formulate.

Ringrazio anche gli assessorati competenti con i quali l’ufficio ha interloquito su temi come il lavoro, l’istruzione, la formazione, il welfare, con riferimento specifico al tema delle carceri. Ringrazio anche tutta quella che oggi viene definita la comunità penitenziaria, perché lascio o spero di lasciare all’Assemblea legislativa un lavoro importante di relazioni, una rete molto fitta sul territorio in cui sono parti non solo le persone detenute, i familiari, gli educatori, i direttori di carcere, l’Amministrazione penitenziaria, gli agenti di Polizia penitenziaria, gli insegnanti, tutti gli Enti locali, ma tutti coloro che hanno interagito su questi temi. Sono temi che non riguardano solo la popolazione detenuta, ma riguardano una popolazione molto più ampia che ha interloquito con l’ufficio del Garante.

Tutto questo è documentato nelle relazioni e nell’attività che abbiamo svolto. I numeri sono già stati dati, ma soltanto per evidenziare come ci sia una progressione nell’attività del Garante, ricordo che quest’anno abbiamo, al momento, 182 segnalazioni. Le segnalazioni che riceve l’ufficio del Garante ricomprendono le segnalazioni e le firme di oltre un migliaio di persone che, ad oggi, si sono rivolte, dai primi mesi dell’anno, all’ufficio del Garante.

Inoltre, l’ufficio svolge colloqui con le persone detenute, con i familiari. Abbiamo incontri con la Polizia penitenziaria e qui lo dico con un certo orgoglio perché vuol dire che l’ufficio del Garante ha svolto bene la funzione di mediatore qualificato, perché abbiamo avuto comunicati stampa anche da parte della Polizia penitenziaria che riconosce il ruolo di interlocutore necessario dell’ufficio del Garante. Abbiamo fatto incontri anche con i rappresentanti degli agenti di Polizia penitenziaria a dimostrare che c’è un clima di cambiamento e di progressione di un lavoro che si fa tutti insieme. Abbiamo svolto visite generali agli istituti, abbiamo svolto attività di formazione per quanto riguarda i detenuti, la Polizia penitenziaria, gli educatori, gli assistenti sociali. L’elenco potrebbe non essere completo. Abbiamo svolto lezioni all’università. Se dovessimo ragionare in termini di risparmio di spesa, come piace spesso fare, questi corsi di formazione che abbiamo rivolto alla collettività credo che abbiano un valore incomparabile e abbiamo fatto una serie di guide che hanno orientato tutti gli operatori. Una guida di orientamento è stata fatta dopo la chiusura degli OPG per capire che cosa stava succedendo.

Abbiamo svolto con l’Università di Bologna e con il compianto professor Pavarini un’attività di ricerca utile, soprattutto credo agli assessorati, di ricognizione del cosiddetto terzo settore.

Vorrei, però, segnalare all’Assemblea alcune criticità, perché sto per lasciare in un momento in cui sembrava che molti dei problemi legati al carcere fossero in corso di risoluzione, perché dopo la sentenza Torreggiani e una serie di provvedimenti legislativi il numero dei detenuti si era fortemente abbassato. Negli ultimi mesi, però, la situazione sta cambiando, nel senso che non solo a livello nazionale, ma anche a livello di regione Emilia-Romagna, i numeri cominciano a non essere più quelli regolamentari.

Il dato più recente è al 30 giugno 2016. A fronte di una capienza regolamentare di 2.683 posti, capienza regolamentare che nell’anno 2015 era stata sostanzialmente rispettata per il venir meno di presenze all’interno delle carceri, oggi siamo a 3.128. Quindi, abbiamo quasi cinquecento detenuti in più rispetto all’anno scorso, rispetto al momento d’oro, in cui sembrava che il problema sovraffollamento fosse stato risolto. Il problema non è stato risolto. Probabilmente, se è vero, e questo è un dato interessante, che c’è una diminuzione nelle persone in custodia cautelare, sono meno gli arresti in flagranza di reato o su ordinanza di custodia cautelare per effetto delle normative che sarebbe lungo adesso richiamare, ma sono tutte indicate nella relazione, cresce il numero delle persone con condanna definitiva. Soprattutto il tema che si pone adesso è che c’è un rallentamento nelle fuoriuscite dal carcere rispetto alle persone che sono in custodia cautelare per quanto riguarda il mancato utilizzo, per esempio, dei braccialetti elettronici che hanno risolto, finché c’erano, la possibilità di trasformare gli arresti domiciliari in carcere in arresti domiciliari con braccialetto.

Voi sapete che la polemica sui braccialetti elettronici non è finita, ma sono finiti i braccialetti elettronici. Per cui, comunque, la questione tuttora è in atto. La Cassazione ha cercato di risolvere il problema dando dei criteri interpretativi, ma la verità è che questo strumento non è più agibile. Quindi, persone che potrebbero uscire, perché avrebbero la possibilità di essere controllati, ed è un sistema di controllo che funziona, perché funziona, restano in carcere.

Dall’altra parte, abbiamo il problema delle persone che hanno un fine pena vicino e su cui l’Amministrazione penitenziaria si sta molto impegnando. Mi riferisco al tema dei dimittendi, cioè all’accompagnamento di quelli che stanno per uscire, perché vengano reinseriti e non messi sulla strada il giorno dopo l’uscita. In realtà, in questa regione esiste un problema di cattivo funzionamento del Tribunale di sorveglianza, mancanza di organico, disservizi e problematiche legate alla gestione delle misure alternative, tant’è che l’Unione delle Camere penali ha proclamato due giorni di astensione il 13 e il 14 luglio. L’ufficio regionale, che su questo aspetto interviene molto perché vengano rispettati gli organici anche della magistratura e si prendano le decisioni ‒ buone o cattive che siano ‒ sulle istanze, ha fatto un comunicato di adesione all’astensione delle Camere penali.

Noi abbiamo un problema, e vorrei che l’Assemblea facesse tesoro di questo. Molto spesso si interviene sui temi relativi a ciò che succede in carcere. Ci sono situazioni di conflitto tra agenti di Polizia penitenziaria e persone detenute. Questo tema va affrontato nel seguente modo. Come sapete, è stato instaurato il cosiddetto “regime a custodia aperta”, il che significa che l’80 per cento dei detenuti, cioè quelli considerati non particolarmente pericolosi, può uscire dalla propria cella e rimanere almeno otto ore fuori dalla cella. In assenza di attività lavorativa formativa, per far sì che le persone tutto il giorno abbiano qualcosa da fare, chiaramente la situazione non è semplice. Vi sono situazioni di conflitto che vanno spiegate in ragione di un meccanismo che non funziona ancora in modo importante.

Segnalo una criticità, in riferimento al ragionamento che ho fatto prima. Abbiamo un numero molto importante di cittadini stranieri. Prendiamo in considerazione i dati del 30 giugno. Ci sono carceri in cui il numero degli stranieri è più alto di quello degli italiani, con tutte le problematiche che questo comporta. Inoltre, il numero delle espulsioni che potrebbero essere fatte dal Tribunale di sorveglianza è assolutamente limitato rispetto ai numeri che effettivamente avrebbero, per legge, la possibilità di trovare una collocazione, di essere espulsi, quindi risparmiandosi ‒ i detenuti stranieri ‒ una parte di pena e alleggerendo la situazione carceraria.

Mi preme, altresì, ricordare alcune criticità. L’ufficio del garante ha fatto parte di uno dei tavoli degli Stati generali sul tema specifico della casa-lavoro e sul problema delle misure di sicurezza degli internati. Pare che, finalmente, questo mese il capo del dipartimento venga a vedere lo spreco di risorse, di stabilimenti, di fabbricati, dell’azienda agraria che si trova a Castelfranco.

L’altra criticità che si vuole ricordare riguarda la questione di Parma, non solo per la peculiarità del carcere. È uscito un comunicato di questo ufficio anche oggi: sovraffollamento, carenza di organico della Polizia penitenziaria, presenza di un centro diagnostico strapieno, che non riesce a svolgere il proprio compito, a fronte di un padiglione in cui sono state costruite le mura, ma completamente vuoto. Dopo il fallimento ‒ almeno parziale ‒ del Piano carceri, noi abbiamo una struttura che si sta riempiendo, sostanzialmente, di immondizia e che potrebbe essere, invece, utilizzata per un centro diagnostico utile e importante.

Ricordo ancora il tema degli stranieri. Credo vada ricordato perché sono stati indicati ‒ e vengono tuttora indicati a livello nazionale ‒ come buona prassi i due anni di lezioni che abbiamo fatto all’interno del carcere della Dozza, confrontando la nostra Costituzione con le Costituzioni di alcuni Paesi arabi. Credo che questa sia stata un’intuizione nostra, della scuola e di chi ha voluto questo progetto. In tempi in cui si sta indagando e monitorando su possibili fenomeni anche di radicalizzazione all’interno delle carceri, la possibilità di questo dialogo credo abbia contribuito in modo importante per aiutare queste comunità a riconoscere i valori fondanti, ossia i diritti dell’uomo, a prescindere da qualunque ideologia e da qualunque condizione personale, di provenienza e di fede religiosa.

Per quanto riguarda gli Ospedali psichiatrici giudiziari ‒ argomento oggetto di vari interventi ‒ posso solo dire che le REMS che sono state aperte e visitate dall’ufficio del garante sono luoghi certamente idonei alla cura di malati psichiatrici. Ci sono stati tre casi, di cui uno risolto, di allontanamento. Ovviamente, si pone un problema ‒ come è giusto che sia ‒ sul tema della sicurezza rispetto a queste strutture. Le strutture sono effettivamente orientate alla cura. Resta il problema dell’utilizzo del vecchio Ospedale psichiatrico giudiziario, dove permangono una cinquantina di persone, i cosiddetti “malati psichiatrici sopravvenuti”, che sono i detenuti veri e propri che dovranno trovare una collocazione nelle regioni di appartenenza.

Quanto tempo ho ancora a disposizione?

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ha ancora due minuti.

 

BRUNO Desi: Ho ancora due minuti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Le lascio qualche minuto in più.

 

BRUNO Desi: Grazie.

Per quanto riguarda la trasformazione degli Istituti di garanzia, vorrei ricordare ‒ perché è un punto di riferimento importante ‒ che è stato nominato il garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, il professor Mauro Palma, il quale ha un’interlocuzione mensile con i garanti regionali. Credo sia un dato importante, in quanto il garante nazionale, che è stato anche il presidente del Comitato europeo contro la tortura, ha già iniziato alcuni incontri con le Regioni sprovviste di figure di garanzia e da qui a breve dirà la sua anche sui compiti e sul livello di autonomia e imparzialità che devono avere le figure nazionali. Questo è un elemento importante di cui credo l’Assemblea debba tener conto, perché cambia radicalmente il panorama rispetto alle funzioni e, in qualche modo, al ruolo delle figure di garanzia.

Mi consenta un minuto per fare riferimento all’Istituto penale minorile, al tema dei minorenni detenuti. Questo va detto perché, da una parte, il mio ufficio ha stipulato un protocollo con l’Amministrazione penitenziaria minorile di supporto, di consulenza tutte le volte in cui gli operatori, gli educatori e gli assistenti sociali hanno necessità di intervenire su temi tipo permessi di soggiorno e questioni familiari che attengono ai minori detenuti o, comunque, agli ospiti stranieri. Voglio precisare, però, che l’Istituto penale minorile non è più un Istituto penale minorile, ma è un Istituto per maggiorenni. La riforma, non condivisa da questo ufficio, che consente di tenere negli Istituti penali minorili i ragazzi dai 18 ai 25 anni quando hanno commesso reati da minorenni, ha fatto sì che, dei 20-22 oggi presenti nell’Istituto penale minorile, minorenni veri e propri ce ne siano tre. Questo spiega anche una serie di situazioni di conflitto di cui si è letto ultimamente. Questo è un altro tema delicato che sottopongo attenzione dell’Assemblea, ringraziando per la pazienza e per l’attenzione e consegnando il lavoro svolto alla considerazione di questa Assemblea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, avvocato Desi Bruno.

Ci sono interventi sulla questione? Qualcuno vuole intervenire in merito alla relazione dell’avvocato Desi Bruno?

La parola al consigliere Mumolo. Prego.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Intervengo solo per ringraziare davvero la garante dei diritti dei detenuti per il grande lavoro svolto in questi anni. Rivolgo un ringraziamento ‒ a nome, ovviamente, dell’intero Gruppo del Partito Democratico ‒ per l’attività svolta, per i progetti realizzati e per le relazioni esaustive, che ci hanno dato la possibilità di guardare dentro un mondo di cui forse pochi si occupano, anche perché normalmente non è agli onori delle cronache, ma che è un mondo importantissimo per questa regione. Ed è un mondo di diritti, rispetto ai quali qualche riflessione, come giustamente sottolineava la garante, la dovremmo sviluppare. Del resto, da questa relazione non solo emerge che cosa è l’universo carcerario in Emilia-Romagna, ma ci permette di individuare, grazie al suo suggerimento, i problemi esistenti e anche le possibili soluzioni. Prima la garante parlava, nella sua bellissima ed esaustiva relazione, che purtroppo ha dovuto presentare in pochissimi minuti, ma che comunque è disponibile – lo dico anche per chi ci ascolta in streaming – sul sito della Regione Emilia-Romagna, e vi assicuro che è una lettura davvero interessante, delle problematiche di questo mondo. Intanto, siamo tornati a un sovraffollamento, siamo tornati a cinquecento persone in più rispetto alla capienza dei nostri istituti.

Badate, l’Europa, come su altre importanti tematiche, anche su questa ci dice che un detenuto non può vivere in meno di quattro metri quadrati, e invece nelle nostre prigioni purtroppo questa misura non viene osservata, dato che sono cinquecento le persone in più. E qualche piccola soluzione ci sarebbe. Ad esempio, non immagino cosa si possa pensare del fatto che una misura che ha portato tante persone fuori dalle prigioni e che ha evitato il sovraffollamento non possa più essere presa semplicemente perché manca il braccialetto elettronico. È davvero un’assurdità. Non abbiamo i soldi per i braccialetti elettronici e, invece, abbiamo i soldi per tenere quelle persone in carcere, con costi finanziari, economici e sociali molto più elevati!

Lo stesso dicasi per i tribunali di sorveglianza. Ci dobbiamo rendere conto che ci sono persone che potrebbero tranquillamente uscire di prigione – tra l’altro, una delle ultime relazioni, mi pare quella redatta dall’Associazione Antigone, ci dice che circa un terzo delle persone che sono detenute sono persone che potrebbero tranquillamente uscire, perché hanno una pena residua inferiore a tre anni – e che, invece, restano in carcere, lo ripeto, con costi altissimi, semplicemente perché i nostri tribunali di sorveglianza non funzionano, e non per colpa dei magistrati, ma semplicemente perché manca il personale. Non si investe su questo settore.

Sono tutti temi sui quali dovremmo davvero riflettere e provare a proporre delle soluzioni, perché i problemi disgraziatamente non hanno l’abitudine di risolversi da soli. E forse come Assemblea legislativa qualcosa in più la potremmo fare.

Mi fermo qui e ringrazio per tutto il lavoro svolto in questi anni dalla garante Desi Bruno, lavoro che a detta di molti esponenti di questa nostra Assemblea, io in primis, è stato ed è importantissimo. Ricordo a tutti noi che la civiltà di una nazione si misura anche dallo stato in cui versano le proprie prigioni e rispetto alla civiltà di questa regione qualche domanda dobbiamo ancora porcela. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

Non essendovi altri consiglieri iscritti a parlare, mi associo ai ringraziamenti della collega Soncini rivolti precedentemente all’avvocato Desi Bruno per il lavoro svolto. Grazie e a presto.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): È stata avanzata la richiesta di un’inversione dell’ordine dei lavori da parte dell’assessore Gazzolo.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Come annunciato durante il question time, abbiamo depositato una risoluzione con carattere di urgenza relativa alla questione dei lavoratori della Fiera, una questione che, a nostro avviso, non è più rinviabile. Pertanto, vista la presenza qui dei lavoratori oggi e considerate le dichiarazioni rilasciate precedentemente dall’assessore, chiediamo all’Assemblea di impegnare la Giunta a tutelare i posti di lavoro di questi lavoratori. L’auspicio, ovviamente, è quello di discuterlo il prima possibile, se ci fosse la volontà anche prima degli atti amministrativi perché, essendo molte le questioni poste all’ordine del giorno, il rischio è che non venga discussa né oggi né domani e che, dunque, sia superata.

Chiedo, pertanto, all’Assemblea la disponibilità a iscrivere questa risoluzione e a invertire l’ordine del giorno, con la possibilità magari, se ci fosse la volontà politica, di discuterla prima degli atti amministrativi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Vista la richiesta dell’assessore Gazzolo, per impegni istituzionali, di inversione dell’ordine dei lavori per l’approvazione del Piano forestale regionale, nomino gli scrutatori per la conseguente votazione, che sono i consiglieri Ravaioli, Francesca Marchetti e Pettazzoni.

Sono ammessi a parlare un consigliere a favore e uno contro sulla richiesta di inversione dell’ordine dei lavori, avanzata dall’assessore Gazzolo.

Non essendovi richieste di intervento, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori oggetto 2407.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 2407

Delibera: «Piano Forestale Regionale 2014-2020 ai sensi del D.Lgs. 227/2001 e della L.R. 20/2000.» (Proposta della Giunta regionale in data 22 marzo 2016, n. 367) (80)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 2407/1/4/5 oggetti 2925 - 2928 - 2929 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 2407/2 oggetto 2926 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

(Ordine del giorno 2407/3 oggetto 2927 – Presentazione e ritiro)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla discussione dell’atto amministrativo oggetto 2407: Proposta recante: "Approvazione del piano forestale regionale 2014-2020 ai sensi del D.Lgs. 227/2001 e della L.R. 20/2000. Proposta all'Assemblea legislativa" (Delibera di Giunta n. 367 del 22 03 16).

La Commissione “Territorio, Ambiente, Mobilità” ha espresso parere favorevole nella seduta del 30 giugno 2016, apportando modifiche al testo, con la seguente votazione: 35 voti a favore, nessun contrario e nessun astenuto.

La proposta in oggetto è così composta:

delibera di Giunta n. 367 del 2016;

Allegato n. 1 “Controdeduzioni alle osservazioni” (emendate);

Allegato n. 2 “Piano Forestale Regionale 2014-2020” così composto:

– Documento di Piano (emendato);

– Quadro conoscitivo;

– Rapporto ambientale;

– Studio di incidenza;

– Parere motivato di Valutazione Ambientale Strategica (VAS);

– Dichiarazione di sintesi.

Il relatore della Commissione, consigliere Alessandro Cardinali, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Gianluca Sassi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Passo la parola al consigliere Cardinali, relatore della Commissione. Prego.

 

CARDINALI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. È sicuramente importante il passo che oggi compiamo per l’approvazione del Piano forestale, che da ormai due anni aveva iniziato un percorso di divulgazione e impegno sul territorio per essere un piano innovativo, un piano che prova a guardare avanti, un piano che ci mette in condizione di poter pensare a una forestazione e a una valorizzazione complessiva dei territori e del bosco che siano nuove e che siano all’avanguardia rispetto anche a tutte le opportunità che possono offrire ai territori interessati.

L’importanza del piano è stata anche quella del percorso che, insieme al relatore di minoranza e a tutti i Gruppi, abbiamo intrapreso in questo mese e mezzo per poter raggiungere e portare insieme l’opportunità di valorizzare ulteriormente un aspetto che già il piano prevedeva, ma che con questo lavoro è stato sviluppato, come tutto il tema che riguarda i boschi di pianura. Proprio per dire che affrontiamo tematiche nuove, che hanno un valore aggiunto e una straordinaria importanza ai fini ambientali e territoriali.

È proprio per questo che dico che il lavoro aggiuntivo che abbiamo svolto ha fatto sì che il piano si sia arricchito di nuove opportunità, si sia arricchito di messaggi forti e impegnativi, come saranno anche gli ordini del giorno che insieme abbiamo presentato per mettere vicino a questo Piano l’interesse complessivamente di tutti i Gruppi politici, ma complessivamente di interesse generale per il nostro territorio, per i nostri cittadini.

Sono quattro fondamentalmente i temi più importanti trattati nel Piano. Parto dalla valorizzazione del bosco e dalle tematiche territoriali. Il bosco come risorsa vera, quindi bosco come valore aggiunto per la messa in sicurezza, per il mantenimento delle biodiversità; bosco come servizio di forestazione e bosco come valorizzazione produttiva. È qui che il Piano concentra prevalentemente le sue iniziative, che concentra prevalentemente l’interesse che vuole riportare sul territorio.

Badate bene, è un interesse importante anche per i numeri e le dimensioni del territorio regionale coinvolto, sia come bosco pubblico che come bosco privato. Sul bosco privato poi ritornerò. È un interesse importante anche come momento di aggregazione turistica e territoriale per le filiere di produzione dei prodotti tipici e per le filiere della produzione di energia.

È un tema importante, vero, per poter usare strumenti nuovi, importanti. Penso al tema della certificazione del bosco.

Dobbiamo riuscire a dare ai boschi dell’Emilia-Romagna nei prossimi quattro o cinque anni un valore aggiunto perché li certifichiamo, li conosciamo, li numeriamo, diamo loro un valore di importanza strategica e perché così, insieme, possiamo dire che acquisiscono un valore aggiunto sia dal punto di vista ambientale che economico, perché così possiamo dire che dai nostri boschi nascono anche tanti pezzi piccoli di carta che portiamo tutti i giorni in tasca.

Se vi guardate nelle tasche, dietro molti scontrini e dietro molte ricevute bancarie trovate i simboli che quella carta viene da boschi che hanno avuto un marchio, che hanno avuto un riconoscimento. Bisognerà fare così. Oggi l’Emilia-Romagna ha solo un riconoscimento, un grande lavoro fatto nel piacentino, ma per dare valore aggiunto complessivamente dovremo fare un grande lavoro per la certificazione ambientale.

È importante, dà qualità, dà valore aggiunto ai nostri boschi, ci mette in condizione di avere delle filiere di eccellenza, sia per i prodotti tipici che troviamo, ma anche per fare turismo, per fare valorizzazione vera; valorizzazione vera che può essere anche motivo di interesse e di lavoro.

Pensate a quante aziende agricole riescono con il taglio della legna a poter avere un reddito aggiuntivo per mantenersi con un reddito complessivo nei territori montani. Badate bene che quella è una presenza che garantisce molti aspetti, non solo quello del reddito, ma anche quello della tenuta della messa in sicurezza del territorio. In molte Province sono partiti i Piani di grande valore aggiunto per la valorizzazione dell’Appennino, a difesa dell’Appennino, a quei Consorzi di bonifica con l’assessorato. Questo è il forte senso che ci dice che fare attività lì, garantire presenza lì vuole anche dire fare prevenzione rispetto al sistema complessivo della gestione del territorio, della gestione del bosco e anche di tutti i sistemi produttivi che noi vogliamo valorizzare.

Come ho detto prima – ringrazio il Movimento 5 Stelle e il relatore di minoranza Sassi per il lavoro che hanno svolto – abbiamo voluto fare un lavoro importante anche per il tema del bosco in pianura. Lo dirà lui, ma lo anticipo io. Sotto questo profilo abbiamo cominciato a mettere tutto quello che era possibile nel Piano forestale perché si incominciasse a lavorare, a ragionare e a potenziare anche un sistema di bosco vicino alla città che può avere grande interesse sia sotto il profilo ambientale, sotto il profilo dell’aria, ma anche sotto il profilo del vivere quotidiano come momento di sfogo, di opportunità di stare insieme, di salvaguardia di aree cittadine che altrimenti sarebbero abbandonate intorno alle città e quindi trascurate. Invece, possono diventare anche momento di aggregazione, momento di interesse generale per le intere comunità.

Tutto questo, quindi, richiede un impegno importante anche da parte dei privati. Pensate a quanto bosco privato oggi non è gestito. Molte proprietà del territorio appennino non sono gestite perché i proprietari sono da sempre emigrati, quindi non sono presenti e quindi lì abbiamo un brutto bosco, un brutto ambiente, un brutto habitat anche per valorizzare i prodotti del sottosuolo.

Questo Piano prova a valorizzare molto, a spingere molto sul tema dei Consorzi fra privati. Questa è un’altra spinta che dobbiamo dare forte, convinti che sia una risposta importante e di grande interesse complessivamente sul territorio e dell’Appennino in particolare.

Quindi, bisogna cercare di fare miglioramenti di gestione all’interno dei Consorzi di privati e far sì che tramite il PSR questi Piani possano essere finanziati. È un altro aspetto importante, è un altro aspetto che viene previsto. In questi giorni sono usciti tre bandi per il livello forestale. Ne è appena scaduto uno che era già uscito per 15 milioni di euro, che andranno a fare, in varie fonti di interesse, interventi nel settore forestale.

È per questo che abbiamo dato un’accelerata all’approvazione del Piano. È per questo che abbiamo voluto portarlo all’approvazione proprio perché a seguito di questo dovremmo andare a realizzare altre situazioni molto importanti. Abbiamo voluto anche dare l’opportunità di valorizzare in questa fase una sperimentazione sulle nuove specie legnose e sulle sue filiere. Quindi, abbiamo evidenziato anche con emendamenti la valorizzazione di alcune specie in particolare. Questo per permettere che anche nel nostro territorio, nel rispetto dell’habitat delle specie autoctone, si possa incominciare a provare a dare anche questa opportunità.

All’interno del Piano troviamo le risorse: 60 milioni di euro sul PSR, tutta la tariffa idrica, tutto il tema che riguarda il demanio e gli interventi compensativi. Sono una cifra importantissima, distribuita nei cinque anni; una cifra che dobbiamo gestire bene per tutte quelle che sono le iniziative che vorremmo fare, ma anche per il ritorno complessivo che vogliamo avere nel nostro territorio. È fondamentale questo intervento. Se lo sappiamo fare e valorizzare anche per dare concretezza a quelle politiche di territorio della montagna che vogliono dire che per vivere in montagna bisogna avere anche l’opportunità di lavorarci, di fare occupazione, di dare un’opportunità anche a molti giovani di poter lavorare anche su nuove materie turistiche produttive, cosa che in questi anni sta succedendo. Basta guardare le domande che nel PSR sono state presentate da giovani che voglio ricominciare a fare attività agricola diversificata anche nei territori collinari e montani, basta guardare la presenza delle scuole legate ai temi agrari che stanno riscontrando, ancora una volta, una presenza in aumento rispetto ad altre scuole nei territori regionali.

Questo Piano ci mette in condizione di chiudere alcuni punti fondamentali. Mi riferisco all’Albo delle imprese regionali, importantissimo, perché ci permette di catalogare effettivamente quelle che sono le imprese ad hoc e che possono lavorare in questo settore.

Ci mette in condizione di fare i piani di gestione forestale semplificati. Anche questo è un tema molto atteso sia dai Consorzi che dalle imprese direttamente. Ci mette in condizione, finalmente, a settembre, di chiudere il PMPF, cioè il Regolamento forestale, che è fondamentale su molti temi e che ci mette in condizione, su molti temi, di fare chiarezza e di dare opportunità certe nei tempi e nei modi per affrontare il tema. Tutto questo ci permette di qualificare l’operatore forestale, di fare formazione, di essere quindi in condizione di entrare nel bosco a lavorare, sapendo come va fatto il lavoro e sapendo anche come ci si comporta anche a difesa della propria sicurezza e della propria incolumità.

Penso che sia stato fatto un buon lavoro, durato due anni. Dobbiamo ringraziare tutti i funzionari della Regione per il lavoro svolto, l’assessore Gazzolo per l’impegno che ha messo e tutti i Gruppi politici che insieme hanno voluto provare a dare una mano perché portassimo a compimento questo risultato.

Di questo sono soddisfatto e mi auguro di poterlo fare anche in altre occasioni per poter chiudere complessivamente in positivo quest’esperienza importante legata al tema della forestazione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Cardinali.

Do la parola al relatore di minoranza, il consigliere Sassi. Prego, ha dieci minuti.

 

SASSI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Fra gli indicatori di contesto individuiamo la percentuale di boscosità delle area pianura pari al 3 per cento del territorio a nord dell’Emilia. Il 3 per cento del territorio è completamente atrofizzato, antropizzato, caratterizzato da una diffusione costante di insediamenti urbani e rurali con una densità abitativa molto elevata, costellato di insediamenti produttivi, industrie, strutture residenziali, centri commerciali, uffici, edifici e così via.

È un territorio fortemente utilizzato e impiegato in attività economiche tradizionali.

Il paragrafo 1.2 del Piano delinea una tendenza del nostro Paese al recupero di superfici boschive opposta al processo di depauperazione del patrimonio forestale in corso nel mondo.

A pagina 2 leggiamo, infatti, che dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi le foreste italiane sono pressoché raddoppiate quasi un terzo della superficie nazionale coperta da boschi. Questa trasformazione è legata sia a interventi di riforestazione effettuati massicciamente nella seconda metà del secolo scorso sia, soprattutto, ai processi naturali di espansione del bosco su ex coltivi o pascoli abbandonati.

Secondo i dati provenienti dalle Carte forestali provinciali, nella nostra regione i boschi hanno raggiunto una superficie di 543.000 ettari; complessivamente, si arriva a 611.000 ettari, conteggiando anche le aree a vegetazione legnosa.

Nella stessa premessa del Piano si comunica che, pur a fronte di un generale incremento delle estensioni boschive, la nostra regione sembra divisa in due. In collina e, soprattutto, in montagna le foreste si stanno riprendendo i loro spazi, mentre l’area di maggiore criticità sul piano della qualità ambientale è costituita dalla pianura, dalla sezione di Val Padana posta fra la via Emilia, il Po e il mare. Consideriamo che questa stessa area delle mappe, proposta dall’Agenzia europea dell’ambiente, è contrassegnata da una vasta macchia rossa, indice di una scadente e pericolosa qualità dell’aria, con un primato non invidiabile in Europa, condiviso con le zone dell’industria pesante, siderurgica e mineraria, fra Polonia e Repubblica Ceca.

È evidente il rapporto tra la forestazione, l’assenza o l’esiguità delle aree boschive, criticità ambientali, scadente qualità dell’aria e consumo del territorio. Ricordiamo che il consumo è un concetto diverso dall’uso del territorio, poiché il consumo esaurisce le risorse e le riduce, le impoverisce sul piano della qualità, mentre l’uso significa la consapevolezza e la rigenerazione della sostenibilità.

È in questo contesto che va ricostruito il Piano forestale 2014-2020, un contesto nel quale il bosco appare ridotto a una dimensione residuale, non eco-sistemica. Se il bosco è un bene comune ‒ come afferma il Titolo II nella sezione del Piano ‒ dobbiamo avere la consapevolezza di ritenerlo un bene ormai raro e a rischio, almeno nella nostra pianura.

Opportunamente, il Piano forestale regionale insiste sui servizi e sulle funzioni eco-sistemiche del bosco, sul suo valore economico (diretto o indiretto) e sull’esigenza, quindi, di tutelarlo e consolidarlo. Una risorsa fondamentale, visto che è un bene, e una risorsa di tutti, visto che è comune, da cogliere nel suo modello produttivo, regolativo, economico, e non certo solo come un ambiente bello, piacevole da tutelare e con specifiche limitate riserve. Insomma, è una risorsa da vedere e da vivere, non come se fossimo di fronte a un bosco delle favole, ma meravigliosa, lontana e perfetta.

La considerazione di fondo e la visione degli obiettivi per le strategie regionali che si regolano nella premessa del Piano, premessa condivisibile e confermata dagli allegati che costituiscono il quadro conoscitivo, ci pongono l’esigenza di vivere il patrimonio forestale regionale in modo diverso dal bosco delle favole. Misterioso, impenetrabile, sacro e separato dal mondo, alla luce del sole, un bosco un po’ santuario e un po’ rifugio. Questa visione deve cambiare, deve essere modificata, e il Piano forestale deve portare a questo. La realtà in cui ci confrontiamo, però, è diversa, cosicché in Emilia-Romagna troviamo soprattutto boschi delle favole che esistono, coprono superfici importanti, spesso sono ben curati, protetti e tutelati, ma sono presenti quasi solo in quella parte precisa della regione, lontana dai grandi centri produttivi, dalla via Emilia, dalle arterie della pianura e dal litorale, come se la regione fosse divisa in due grandi ambiti: quello dove si vive e si lavora e quella dove si può proteggere l’ambiente. Ci si vive sempre meno, come dimostrano i trend demografici della nostra montagna, e non ci si lavora più (o quasi), come testimoniano le crisi e le chiusure ricorrenti delle imprese del nostro Appennino, della bassa pianura del Delta. Di nuovo torna alla mente la mappa della qualità dell’aria, quella grande macchia rossa del triangolo della Val Padana. In altri termini, la realtà che percepiamo muovendoci nella nostra regione, che vediamo soprattutto nelle mappe dell’uso del suolo, insediamenti produttivi, la qualità dell’aria, il tessuto urbano, eccetera, è una realtà in cui si coglie una separazione netta: dove si vive e si lavora il bosco è assente; dove non si vive più (o quasi), dove i paesi si spopolano e le aziende, i negozi, le scuole, gli ospedali, i servizi alle persone, alla fine, chiudono porte e cancelli, lì il bosco c’è ancora e, addirittura, tende a crescere.

Se è così, l’obiettivo vero del Piano dovrebbe essere un altro: quello di invertire questa tendenza e di rendere la presenza boschiva una parte costante del paesaggio della pianura, elemento integrante della sua economia, della sua quotidianità, contribuendo, inoltre, con il suo valore rigenerativo, alle complessive insufficienti strategie per il miglioramento della qualità dell’aria. Non possiamo chiedere al Piano forestale di interrompere l’esodo della montagna, no di certo, o di risolvere i problemi economici, occupazionali e demografici di larghissima parte del territorio a sud della via Emilia. Non possiamo chiederlo, anche se, in realtà, si dovrebbe pensare al Piano forestale come a una parte integrante di un programma per la ripresa dell’occupazione, la diversificazione produttiva, la specializzazione territoriale, anche se fra gli indirizzi del piano, fra le azioni e gli indicatori di monitoraggio si dovrebbe dare uno spazio e un’opportunità economica e occupazionale per le strategie delle foreste, che possono essere diverse per la montagna, la collina, l’area intera della regione.

Possiamo e dobbiamo, però, chiedere al Piano di contribuire alla programmazione territoriale ambientale e economica della pianura. Dobbiamo inserire ed integrare il Piano con complessive strategie regionali per l’aria e la qualità urbana. Dobbiamo rendere il bosco normale, una presenza quotidiana, farlo scendere dalla montagna, dalla valle e renderlo vivo nella quotidianità delle pianure. D’altro canto, proprio Robert Costanza, più volte citato e richiamato nel Piano, insiste sul fatto che economia ed ecologia sono direttamente connesse e che anche il loro significato non è diverso. Tuttavia, se proseguiamo nella lettura del Piano ed abbandoniamo l’affermazione della premessa nelle prime sezioni, ci confrontiamo con un contesto molto diverso, soprattutto nella sezione dedicata alle risorse finanziarie, alle azioni di monitoraggio, ai risultati attesi e al sistema di governo di partecipazione del Piano, sezioni che raccontano, invece, una storia diversa, non quella del bosco delle favole, ma della favola del bosco.

Quando dalla descrizione delle criticità e dalla definizione degli obiettivi generali, coerenti con le linee guida del PSR e altri strumenti programmatori europei, passiamo alla realtà dei numeri riportati nella sezione delle risorse e agli indicatori dei risultati stabiliti nel Piano, di fronte a questo, vi sono finalità diverse ed esistono esiti incerti e fumosi misurati rispetto al Piano, ma non rispetto al contesto che dovrebbe essere determinato dal Piano stesso.

La stessa impressione si matura se si prende in esame il modello di partecipazione di governance proposto, una governance composta dalla medesima platea di Enti istituzionali. La si può, forse, chiamare “sistema di relazioni”, ma non è un sistema di partecipazione viva e reale. Non è aperto, non ha scambi in dare o avere con i singoli cittadini, le singole imprese, i singoli professionisti o le associazioni. Anche in questo caso, le dichiarazioni scritte e annunciate sono molto diverse da ciò che viene praticato realmente. Il risultato è un Piano che ha intenzioni importanti. Va detto e riconosciuto. Propone una accurata conoscenza della realtà, ma si dimostra privo di ambizione. Non c’è un fattivo, reale, concreto supporto nell’arrivare agli obiettivi che si prefigge. È una visione di prospettiva, ma ‒ temiamo ‒ di scarsa efficacia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

Concluse le due relazioni dei relatori, passiamo alla discussione generale sul provvedimento. Dieci minuti per ogni consigliere.

Non avendo alcun iscritto in discussione generale, passiamo alla discussione sugli emendamenti, che non ci sono. Ci sono cinque ordini del giorno, da discutere dopo.

La replica dei relatori non è necessaria, visto che non ci sono stati interventi.

Chiedo all’assessore Gazzolo di intervenire in chiusura della discussione generale. Ha dieci minuti. Grazie.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Consigliere e consiglieri, permettetemi di ringraziare i relatori Cardinali e Sassi che hanno seguito ‒ lo si è visto anche dagli interventi ‒ con grande passione e competenza l’iter per l’approvazione del nuovo Piano forestale dell’Emilia-Romagna. Vorrei ringraziare anche la collega Caselli per aver collaborato fattivamente alla stesura del Piano. Un percorso ‒ mi piace dirlo ‒ che ha visto quattro riunioni della Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità con l’approvazione, lo scorso 30 giugno, all’unanimità dei presenti, del testo che oggi è approdato in Aula.

Al percorso istituzionale si è affiancato un importante processo partecipativo, articolato in quindici incontri sul territorio, per illustrare i contenuti del programma regionale, a cui sono seguiti ventinove contributi elaborati da parte di Enti locali e altre Istituzioni pubbliche, associazioni di categoria, ambientalisti e cittadini. In seguito all’adozione del piano da parte della Giunta regionale, avvenuta nel maggio 2015, sono state presentate nove osservazioni, opportunamente valutate e in parte accolte. Lo scorso 16 giugno, si è svolta, infine, un’udienza conoscitiva a cui hanno partecipato oltre trenta portatori di interesse.

Numeri che ben rappresentano l’impegno messo in campo per fare delle nostre foreste e dei nostri boschi un punto di forza dell’Emilia-Romagna, motore di crescita economica verde e leva contro lo spopolamento dell’Appennino. Una volontà precisa che parte da una consapevolezza importante: il 25 per cento dell’intero territorio, pari a 611.000 ettari, è coperto da aree forestali, con 543.000 ettari di boschi, il 20 per cento in più rispetto a trent’anni fa. Dati che collocano l’Emilia-Romagna tra le regioni con il più elevato tasso di boscosità in Italia.

Altro elemento di assoluto rilievo è che il 20 per cento dei boschi regionali risulta compreso in aree protette e il 30 per cento si trova all’interno di aziende agricole. In tutto, sono 685 quelle con attività principale nel settore della selvicoltura, 1.990 quelle che ne fanno la loro attività secondaria, 565 quelle ricorrenti. 40 sono i Consorzi forestali volontari tra produttori boschivi costituiti in base alla legge n. 30/1981. Oltre 5.000 famiglie effettuano tagli per uso privato. Una fotografia che si completa con la produzione massima sostenibile stimata in oltre 1,7 milioni di metri cubi all’anno e un prelievo medio annuo di oltre 483.000 metri cubi su una superficie di 8.761 ettari.

Da qui la chiara consapevolezza di quanto la promozione di un’economia del bosco possa contribuire allo sviluppo sostenibile della comunità e favorire la permanenza della vita in montagna. E il nostro obiettivo strategico è, infatti, anche quello definito nel programma per la montagna, ossia fare dell’Appennino una terra per viverci. E vogliamo porre le condizioni per superare l’idea della difficoltà dell’abitare e sviluppare la propria professione in questi luoghi, perché solo facendo più forte l’Appennino si fa più forte l’intera Emilia-Romagna.

È anche questo uno degli obiettivi a cui punta il Piano forestale, un piano che detta le linee generali di gestione e di intervento nelle aree forestali, indirizza le risorse europee statali e regionali e organizza la gestione dei boschi, il tutto appunto mettendo a disposizione tra il 2016 e il 2020 circa 80 milioni di euro, dei quali 60 provenienti dal PSR, 15 dalla tariffa idrica e 5 da risorse regionali, nella consapevolezza che le foreste presentano una connaturata dimensione multifunzionale, offrono un habitat ad animali e piante, ricoprono un ruolo primario nell’adattamento ai cambiamenti climatici, nella prevenzione del dissesto e nell’offerta di servizi ambientali e hanno un valore sociale ed economico di rilievo, anche se spesso considerato solo parzialmente. Lo riconosce anche l’Europa nell’ambito della Strategia per le foreste 2013, ed è sulla linea indicata dall’Unione europea che l’Emilia-Romagna si è mossa nel definire questo piano.

Al centro abbiamo posto un concetto preciso: la gestione sostenibile di questo grande patrimonio per conciliare il rispetto e la tutela della biodiversità con le ragioni della produttività e della crescita sostenibile. Sono condizioni indispensabili per dare impulso al riconoscimento e al buon funzionamento dei servizi ecosistemici delle nostre foreste. Da qui la strategia regionale che, nei prossimi sei anni, prevede azioni integrate per la sicurezza del territorio e la regolazione del ciclo dell’acqua, la tutela della biodiversità e adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione dei prodotti e dei servizi forestali nelle aree montane per il sostegno alle economie locali, la valorizzazione delle varie funzioni produttive per conferire stabilità ed efficienza ai boschi e creare vera crescita verde anche in pianura.

Parliamo dei primi due punti, strettamente interconnessi tra loro.

Le foreste sono vulnerabili ai cambiamenti climatici e, al tempo stesso, la loro gestione intelligente può fornire un contributo importante ai processi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti stessi, contribuiscono al processo di sequestro del carbonio e svolgono un’azione fondamentale in tema di riduzione delle emissioni di gas serra. Evidenze scientifiche hanno messo in luce come quelle sottoposte a gestione presentano una capacità di assorbimento di CO2 superiore a quelle non gestite. Per questo è importante mantenere e rafforzare la loro resilienza e capacità di adattamento, da unire tra l’altro alla prevenzione e al contrasto agli incendi boschivi, su cui la Regione è, come ogni anno, impegnata attraverso la Protezione civile, con il contributo determinante del mondo del volontariato, dei Vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato.

Le foreste svolgono, inoltre, un’azione importante di difesa del suolo, sia per il consolidamento del terreno sia per la regimazione dei deflussi delle acque meteoriche. E a tale aspetto vanno aggiunte le conseguenze positive sulla capacità di accumulo delle acque meteoriche in falda, con conseguente beneficio per l’approvvigionamento idrico delle popolazioni.

Un primo bando regionale da 5,5 milioni è già stato pubblicato nello scorso mese di giugno e mira a finanziare interventi di prevenzione del rischio di incendi boschivi, idrogeologico e fitosanitario. Sono pervenute oltre sessanta domande da Amministrazioni pubbliche e Consorzi forestali ed è in corso l’istruttoria, che sarà conclusa all’inizio di settembre con la stesura della graduatoria per l’accesso ai finanziamenti. Entro l’estate sarà pubblicato un nuovo bando, sempre sostenuto, come il precedente, dalle risorse del PSR, per erogare contributi a copertura dei costi di investimento realizzati per impegni di tutela ambientale, efficienza ecologica degli ecosistemi forestali, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Ne beneficeranno i Consorzi forestali, gli Enti locali, gli enti di gestione per i parchi e la biodiversità.

Si tratta delle prime azioni concrete, verso le quali abbiamo raccolto aspettative importanti e che io credo – lo dico anche al consigliere Sassi – dimostrino davvero la determinazione e la volontà con cui vogliamo portare avanti i contenuti e gli obiettivi di questo piano, dimostrandone anche l’efficacia e la concretezza nelle azioni.

Proprio nell’ottica della strategia 2020, è determinante pensare alla crescita, coniugandola con la tutela ambientale. A tal fine è necessario considerare l’evoluzione storica del ruolo del bosco nell’economia locale. Fino alla metà del Novecento, nella fascia collinare e montana esso aveva come funzione prioritaria la produzione di energia e il sostentamento delle popolazioni locali, e lo dimostra la prevalente forma di governo descritta nel quadro conoscitivo del piano. Oggi la situazione è diversa. Quello che si denota in Emilia-Romagna è uno scarso utilizzo delle superfici destinate a produzioni legnose, anche a causa del progressivo abbandono delle aree montane avvenuto nel secolo scorso, del progressivo aumento dei costi del lavoro e della scarsa redditività dei prodotti forestali. Quindi, il Piano forestale punta a favorire la rigenerazione in chiave moderna dell’imprenditoria forestale e al rilancio della filiera foresta-legno per una nuova economia del bosco, fonte di integrazione e diversificazione del reddito per le popolazioni e le aziende agricole di montagna.

L’obiettivo è incentivare filiere corte, integrate, su piccola scala, anche per le produzioni di energia da fonti rinnovabili. La promozione del settore passa dalla valorizzazione dei prodotti legnosi e non legnosi e dei boschi regionali, tra cui funghi, tartufi, miele e altri prodotti di qualità del sottobosco, dalla formazione e qualificazione dei professionisti e degli operatori e da una gestione più efficiente dei processi autorizzativi e di controllo. Per questo, dall’inizio dell’anno è stato attivato l’Albo delle imprese forestali e dal 30 giugno è definitivamente operativo il sistema regionale informatizzato delle istanze di taglio.

La modernizzazione delle procedure e la conseguente riduzione dei tempi di risposta a cittadini e imprese sono tasselli indispensabili per conseguire i risultati indicati. A tal fine, un’apposita misura del Piano riguarda proprio l’accrescimento del valore economico delle foreste e sosterrà gli investimenti delle aziende forestali.

Il Catalogo verde del Programma di sviluppo rurale contiene già i prodotti formativi rivolti agli operatori forestali, che si uniranno ai vantaggi portati dalla certificazione, che intendiamo promuovere con forza per mettere un marchio di qualità sui prodotti dei boschi dell’Emilia-Romagna.

La certificazione insieme alla destinazione di una quota della tariffa idrica per miglioramenti forestali sono ulteriori passi in avanti verso la valorizzazione dei servizi ecosistemici, per trasformare i valori ambientali non di mercato in incentivi economici e finanziari a vantaggio delle aree montane e dei proprietari dei boschi.

Incentivi sono destinati anche al sostegno dei Piani di gestione forestale e all’innovazione tecnologica del settore anche attraverso la costituzione di gruppi operativi per l’innovazione, aperti al mondo della ricerca e finalizzati all’individuazione di soluzioni a problematiche concrete, all’utilizzo di nuove tecnologie, alla condivisione di nuove modalità organizzative.

Queste sono azioni – quelle basate sull’innovazione – da mettere in campo in montagna come in pianura. A valle della via Emilia la percentuale di copertura forestale è molto bassa, appena il 3 per cento. Da qui l’obiettivo di destinare risorse agli operatori agricoli che puntano sullo sviluppo delle superfici boscate, dell’arboricoltura da legno o della pioppicoltura, fondamentali per migliorare la qualità dell’aria, l’assetto paesaggistico, la continuità dei corridoi ecologici e contribuire, attraverso la realizzazione di vere e proprie infrastrutture verdi, alla rigenerazione ambientale delle parti più antropizzate della Regione, con particolare riguardo alle cinture periurbane delle città.

Da giovedì 14 luglio sarà possibile presentare le richieste di finanziamento sul nuovo bando da 10 milioni di euro che riguarderà questi settori insieme a quello della pioppicoltura. L’esigenza di avviare nuovi processi organizzativi per promuovere un utilizzo multifunzionale del bosco a scopo produttivo, turistico, ambientale, paesaggistico e fruitivo nell’ottica dello sviluppo sostenibile è stato il nostro punto di riferimento nel percorso di stesura del documento posto oggi al voto. Quella che stiamo scrivendo è un’ulteriore pagina della pianificazione strategica avviata in questa legislatura nelle materie ambientali che ha visto il suo debutto con l’approvazione, a inizio maggio, del Piano rifiuti e che continuerà poi nei prossimi mesi con il Piano dell’aria; una pagina green della politica emiliano-romagnola che si fonda su un approccio coerente e integrato alla gestione delle foreste, improntato alla sostenibilità e alla creazione di posti di lavoro, fine primario da sempre indicato dal presidente Bonaccini.

La via verso un’economia verde passa anche dal settore forestale e dalla valorizzazione della multifunzionalità dei boschi dei quali vanno al contempo assicurati tutela e conservazione.

Mi auguro che l’Assemblea legislativa potrà trovarsi unita su questi obiettivi, che segnano il passo di un nuovo modello di sviluppo a cui tendiamo; un modello che dà corpo a quella crescita sostenibile, intelligente e inclusiva che l’Europa ci indica e che potrà essere raggiunta grazie alla collaborazione e alla condivisione ideale di tutti i portatori di interesse, compreso chi vive e basa il proprio sostentamento anche sui boschi e su quanto ovviamente questi ci possono offrire.

Questo è l’impegno che la Giunta porterà avanti con determinazione insieme a questa Assemblea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Gazzolo.

È così concluso il procedimento in discussione generale.

Passiamo, quindi, alle dichiarazioni di voto congiunte sull’atto 2407 e sui cinque ordini del giorno. Il primo ordine del giorno è a firma del consigliere Sassi, con un emendamento del consigliere Bertani. Il secondo è a firma dei consiglieri Piccinini e Bertani. Il terzo è a firma del consigliere Bertani. Il quarto è a firma dei consiglieri Pettazzoni, Sabattini, Cardinali, Torri, Fabbri, Zappaterra, Calvano e Sassi. L’ultimo è a firma dei consiglieri Torri, Cardinali, Taruffi, Montalti, Poli, Iotti, Serri e Lori, che si è aggiunta adesso.

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Cinque minuti per ogni Gruppo.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: La mia non è una dichiarazione di voto, ma solo per annunciare che l’ordine del giorno numero 3, a mia firma, viene ritirato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. Intervengo per comunicare il voto positivo del Gruppo di SEL al Piano forestale. Apprezziamo il percorso che è stato richiamato dai due relatori e dall’intervento dell’assessore e i contenuti che presenta questo Piano, da un lato la valorizzazione delle risorse boschive forestali in un’ottica anche di economia e di sviluppo sostenibile di certe zone e dall’altro anche con un occhio agli aspetti ecologici e ai benefici sull’ambiente che anche in pianura l’attività boschiva può dare.

In particolare, il tema che riguarda gli aspetti economici dello sviluppo di determinate attività in aree montane è un aspetto che abbiamo rimarcato in diversi provvedimenti e che abbiamo particolarmente a cuore e che da questo Piano forestale può essere ulteriormente sviluppato. Inoltre, gli aspetti che richiamava il consigliere Sassi riguardo al più complessivo discorso sull’ecologia e sull’attività legata ai boschi di pianura sono per noi punti di forza.

Ci sono anche, rispetto al percorso che è stato fatto sia in Commissione che rispetto all’audizione che è avvenuta, degli aspetti che riteniamo, d’accordo anche con le associazioni che li hanno presentati, vadano approfonditi non direttamente nel Piano, ma comunque tenuti presenti nell’ottica di lavoro che viene fatto sulle politiche forestali. In particolare, e così richiamo l’ordine del giorno che insieme ad altri colleghi abbiamo presentato, un’attività come può essere la castanicoltura o altre attività, che sono a cavallo tra una corretta gestione forestale, un’attività economica di nicchia e anche per quanto riguarda le nostre zone di pregio che necessita una valorizzazione che passa anche da regolazioni specifiche e attente che consentano di mettere in evidenza e sviluppare i tratti caratteristici che questa attività ha, che non è soltanto cura del bosco, non è soltanto attività economica e che chiaramente in tutti questi aspetti ha ricadute positive sul territorio, come appunto per certi territori ce l’ha più in generale la corretta gestione del bosco in un’ottica non soltanto di mantenimento delle attività nei piccoli centri, ma anche di prevenzione del dissesto idrogeologico.

Per questo motivo voteremo a favore del Piano. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pettazzoni. Ne ha facoltà.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. Intervengo brevemente per annunciare il voto positivo al Piano e agli ordini del giorno che sono stati presentati. Ci tengo a ringraziare l’assessore Gazzolo per il contributo che ha dato anche alla realizzazione del nostro ordine del giorno, oltre che alla maggioranza per aver condiviso con noi quelle che sono state le richieste che vengono dal territorio ferrarese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pettazzoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente. Nel preannunciare il nostro voto favorevole, vorremmo comunque porre l’attenzione al fatto che le criticità dal punto di vista delle coperture a sostegno economico, a sostegno di questo Piano, noi le vediamo ancora nonostante si è parlato di milioni che sono legati al PSR, quindi al mondo dell’agricoltura, non al mondo del bosco in quanto tale. Spingere la forestazione di pianura solo puntando in maniera spinta sulla parte agricola per noi è una criticità.

Ovviamente voteremo a favore del Piano che comunque sta cercando di spingere nella direzione che a noi interessa. Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno che chiede un monitoraggio dei risultati e l’eventuale rimodulazione di azioni necessarie a rendere efficaci quelli che sono gli obiettivi. Tengo comunque a precisare che le cifre che ho sentito esplicitare oggi sono legate al mondo dell’agricoltura. A noi sarebbe piaciuto avere una maggiore copertura dedicata al Piano forestale. Su questo staremo con gli occhi aperti. Comunque, voteremo a favore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.

 

CARDINALI: Intervengo per confermare il voto favorevole del Partito Democratico e anche per fare due valutazioni rispetto agli ordini del giorno, al tema della castanicoltura, che è un aspetto importante; temi legati alla valorizzazione di un territorio, di un bosco; temi sicuramente legati anche al momento di vita quotidiana, come anche l’altro ordine del giorno.

Vorrei precisare due elementi. Quando parliamo di agricoltura parliamo di forestazione. Nel Piano forestale si dice che una serie importante di aziende agricole fanno anche attività forestale.

È per significare l’atto che siamo legati a un fenomeno in cui l’agricoltura è fondamentale come voce anche dell’agricoltore in molti territori, l’ho detto nella mia relazione, per far sì che il reddito complessivo ci metta nelle condizioni di continuare a vivere in quei territori.

Il collegamento con il PSR è questo. Poi ci sono tanti altri soggetti, come il sistema della cooperazione, il sistema dei Consorzi, quindi una pluralità di opportunità, e anche il sistema di molte imprese e ditte artigianali che si avvicinano a questo mondo.

Il Partito Democratico, quindi, dichiara il proprio voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Cardinali.

Se non ci sono più interventi in dichiarazione di voto, mettiamo ai voti gli ordini del giorno.

Chiedo subito al consigliere Sassi il permesso per votare l’emendamento del consigliere Bertani.

 

SASSI: Sì, va bene.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

Partiamo con l’emendamento 1, a firma del consigliere Bertani, all’ordine del giorno 2407/1 (oggetto 2925) del consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.

 

CARDINALI: L’emendamento 1 è stato modificato. Lo votiamo con le relative modifiche? Non l’ho sentito.

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno viene modificato con l’emendamento che votiamo adesso.

 

CARDINALI: Perfetto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se l’emendamento viene approvato, si intende modificato l’ordine del giorno.

 

CARDINALI: Il Gruppo del PD è favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 all’ordine del giorno 2407/1 (oggetto 2925).

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento è approvato.

Mettiamo in votazione, per alzata di mano, così come emendato, l’ordine del giorno 2407/1 (oggetto 2925), a firma del consigliere Sassi.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 2407/1 (oggetto 2925) è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2407/2 (oggetto 2926), a firma dei consiglieri Piccinini e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 2407/2 (oggetto 2926) è respinto.

L’ordine del giorno 2407/3 (oggetto 2927) è stato ritirato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2407/4 (oggetto 2928), a firma dei consiglieri Pettazzoni, Sabattini, Cardinali, Torri, Fabbri, Zappaterra, Calvano, Serri, Lori e Boschini.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 2407/4 (oggetto 2928) è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2407/5 (oggetto 2929), a firma dei consiglieri Torri, Cardinali, Taruffi, Montalti, Poli, Iotti, Serri, Boschini, Rontini e Lori.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 2407/5 (oggetto 2929) è approvato.

Si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2407.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’Assemblea approva.

 

Richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Rainieri): Prima di continuare con l’ordine del giorno, passiamo a una richiesta di inversione dell’ordine dei lavori avanzata dalla consigliera Piccinini, la quale chiede l’iscrizione di un nuovo argomento, ossia della risoluzione che impegna la Giunta a verificare le prospettive occupazionali ed il Piano industriale di BolognaFiere Spa.

È previsto un intervento a favore e uno contro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Presidente, solo per dare una delucidazione metodologica a questa Assise. Siamo assolutamente consapevoli della cogenza del dibattito nel quale ci siamo catapultati oggi. Vi è da dire, però, che questo dibattito non può essere svolto a discapito di quelle che sono state le risposte che anche l’assessore Costi ha fornito questa mattina, ovvero un impegno su un percorso di attenzione che noi consideriamo fondamentale rispetto alla tutela dei posti di lavoro e che pensiamo debba avere, anche nel nostro ruolo, come soci pubblici, e in quello degli altri soci pubblici, un ruolo di spinta attiva e propulsiva. Questo è stato detto in questa Assemblea questa mattina e questo ribadiamo come Gruppo.

Tuttavia, mi pare che la richiesta sia capziosa. Noi non siamo contrari ad iscrivere questo argomento, assolutamente. Pur essendo irrituale che la proposta non sia stata avanzata durante la Conferenza dei Capigruppo, accettiamo le ragioni televisive della richiesta dell’iscrizione. Tuttavia, stando al dibattito, siamo assolutamente consapevoli del fatto che su questo tema non esiste speculazione alcuna che si possa fare sulla sorte dei lavoratori. Siccome noi siamo dalla parte dei lavoratori, accettiamo questo dibattito. Allo stesso tempo, però, proprio perché non abbiamo bisogno di girarci intorno, vi sarà l’occasione dell’udienza conoscitiva, che si terrà il 20, nel corso della quale il presidente Boni si confronterà con questa Assemblea e con questi consiglieri. Ci sono questioni sospese (mi riferisco ai procedimenti di mobilità e di licenziamento) e c’è un percorso politico sindacale in atto, il che evidenzia la stranezza della stessa risoluzione. Pur potendo essere iscritta e, in parte, superata la risoluzione, sicuramente non è superato il tema di stare dalla parte di chi è alla ricerca di diritti, che noi vogliamo accogliere.

Nel rispetto di quell’equilibrio e di quella mitezza di cui deve essere portatrice la politica quando si occupa dei diritti degli altri, accettiamo l’iscrizione in coda, se tutte le minoranze sono d’accordo. Si tratta di un atto sicuramente irrituale, peraltro fatto in spregio al nostro Regolamento, che prevede il passaggio in Conferenza dei Capigruppo. Come Partito di maggioranza ci assumiamo questa responsabilità, ma chiediamo, presidente, che venga inserita nella parte relativa alle risoluzioni, per non prestare il fianco ad una inutile dilazione delle attività legislative e amministrative di questo Ente, che comunque devono andare avanti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, presidente Caliandro.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Se volevamo fare il dibattito lo facevamo. Il Capogruppo Caliandro, ovviamente, mi porta a rispondere alle sue osservazioni. Di irrituale non c’è assolutamente niente, perché è una questione cogente e nessuno vuole speculare, anche nel rispetto dei lavoratori e di ciò che il presidente di BolognaFiere vuole fare.

Si tratta semplicemente di fornire alcune risposte. Mi fa piacere che vi siate svegliati oggi, ma è un po’ tardi. La richiesta era, ovviamente, di poter prendere un impegno concreto, da mettere nero su bianco e da portare all’Assemblea dei soci del 21. Non vi è nulla di superato. È quanto mai attuale. Proprio per questo, si richiede una presa di posizione. Nessuno vuole strumentalizzare assolutamente niente. Siccome ci sarà un CdA il 21, chiedevamo alla Regione di partecipare con un impegno concreto.

Siccome all’ordine del giorno ci sono diversi atti amministrativi che richiederanno tempo per la discussione (che, a questo punto, non sono in grado di calcolare), il rischio è che domani non si discuta di questa risoluzione. Quindi, la richiesta, di buonsenso, era di poterla discutere adesso per non aspettare il 24, giorno in cui, probabilmente, diventerà obsoleta. Invece, una risposta ai lavoratori va data adesso, non il 24 oppure a ottobre.

Non permetto a nessuno di dire che il Movimento 5 Stelle specula su questa questione. Noi chiediamo semplicemente chiarezza, e la chiediamo nero su bianco. Fino a questo momento abbiamo semplicemente ascoltato parole, ma non vi è alcun impegno concreto, scritto, nemmeno sulla sospensione della mobilità. Per questo motivo chiedevamo un voto subito.

Spero che il Partito Democratico si prenda l’impegno, quantomeno domani, di votarla. Domani staremo a vedere. In merito a questa questione, ripeto, noi vogliamo arrivare ad un voto se non oggi, comunque domani, anche se l’auspicio era quello di avere alcune risposte oggi. Va bene. Non volete. Non c’è problema. Arriveremo a domani, ma domani che si discuta. Non rimandiamola al 24. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Signor presidente, io richiamo la sua attenzione sul fatto che una legge regionale che avrebbe dovuto essere iscritta all’ordine del giorno dell’Assemblea odierna, quella di finanziamento della Fiera di Bologna, nel momento in cui doveva essere votata in Commissione è stata rinviata sine die, subordinando questo evento all’audizione del presidente di BolognaFiere.

Io vorrei rammentare alla sua attenzione e chiedere che il procedimento legislativo sia concluso secondo quelle che sono le norme di legge e di Regolamento, non potendosi legare fatti futuri ed incerti, perché ‒ come è noto ‒ l’audizione può essere richiesta, ma può anche prevedere che il soggetto che si intende audire rinunci a quello che non è un obbligo, ma una facoltà. Io allora mi permetto di dirle, signor presidente che non ritengo che un progetto di legge siffatto, rimanga, tanto per essere chiari, merce di scambio sulla trattativa in essere.

Se la Giunta regionale intende ritirare quel progetto di legge, si assume la responsabilità politica e amministrativa di farlo. Il fatto è che si lascia in sospeso una condizione del tutto inconferente con quel progetto di legge, perché già c’è stata un’audizione dei quattro presidenti degli enti fieristici interessati anche da un’altra possibilità, quella della “fusione” (o di accorpamento che si dir si voglia) prevista in quel disegno di legge, oltre al contributo di 5 milioni di euro che la Giunta regionale dà alla Fiera di Bologna. Ebbene, io penso che non si possa continuare a “ballare nel manico”.

In Commissione, in modo del tutto inusuale, il rinvio addirittura è stato chiesto dall’assessore competente per materia. Io ritengo che quell’anomala decisione della Commissione non possa ulteriormente tener bloccato un disegno di legge che se non viene licenziato entro la prossima settimana, fatalmente va a settembre. Si è seguita una procedura quasi d’urgenza, per quel disegno di legge: si diceva, infatti, che era molto importante quando è stato presentato (a dire il vero, come una delle risoluzioni che discuteremo domani, su un altro argomento, che è lì da un anno, e di magliette hanno continuato a venderne ugualmente a Predappio).

Ciò detto, io ritengo che si debba necessariamente definire che cosa si vuol fare di quel progetto di legge, perché ad oggi io non ho avuto comunicazione alcuna di quando il signor presidente della Fiera di Bologna verrà audito dalla Commissione, in relazione a quel disegno di legge, perché è stato associato a quel disegno di legge.

La prego, quindi, signor presidente, di compiere le verifiche del caso e di rendere edotta l’Assemblea, se non altro in occasione della discussione della risoluzione della collega Piccinini, per la quale non c’è, da parte di Fratelli d’Italia, alcun problema sul giorno, sull’ora e sul momento in cui si vuol discutere.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti. Faccio mie le sue perplessità.

Domani, come lei sa, abbiamo l’Ufficio di Presidenza. Sarà quella l’occasione per discutere di queste sue perplessità.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di iscrizione è accolta.

La consigliera Piccinini nel suo intervento ha detto che è disponibile ad inserire la risoluzione come prima risoluzione al momento in cui si andranno a discutere le risoluzioni.

Metto ai voti la richiesta della consigliera Piccinini di iscriverla come prima risoluzione rispetto all’ordine dei lavori delle risoluzioni previste per domani.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di inversione dell’ordine dei lavori è respinta.

Pertanto, la risoluzione è iscritta, ma come ultima delle risoluzioni di domani nell’ordine dei lavori.

Prego, consigliere Foti, credo sull’ordine dei lavori.

 

FOTI: Premesso, signor presidente, che a mio avviso domani si potrà ancora chiedere l’inversione della risoluzione, a prescindere da ciò, chiedo soltanto un chiarimento. Nel momento in cui la risoluzione è iscritta, si possono presentare ovviamente altre risoluzioni sullo stesso argomento?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Assolutamente sì.

 

OGGETTO 2079

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini.»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 2889

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini.» (Proposta della consigliera relatrice Nadia Rossi su mandato della Commissione I) (81)

(Dichiarazione di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Procediamo con l’ordine dei lavori, e passiamo al progetto di legge 2079, d’iniziativa della Giunta recante Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini (delibera di Giunta n. 99 del 01 02.16) e 2889 Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini (Proposta della consigliera relatrice Nadia Rossi su mandato della Commissione I).

Do ora la parola alla relatrice della Commissione, consigliera Nadia Rossi, per l’illustrazione della relazione (la invito a cambiare anche il nome di questi Comuni, magari sono più facili).

 

ROSSI Nadia, relatrice della Commissione: Questo è sempre rimandato alla volontà popolare; sarà deciso con il referendum, tra l’altro.

Grazie, presidente, per avermi concesso la parola, per affrontare appunto oggi in Aula questo progetto di fusione (per noi, ovviamente è anche semplice pronunciarli, considerato che li conosciamo dalla nascita): Mondaino, Montegridolfo e Saludecio.

Le Amministrazioni e anche i cittadini stessi discutono oramai ciclicamente, già a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso rispetto all’ipotesi eventuale di potersi mettere insieme. Si tratta infatti di piccole realtà territoriali, accomunate dall’appartenenza ad un contesto geografico e culturale del tutto omogeneo, e che nel tempo hanno considerato l’idea di fondersi, un po’ come tante altre realtà della nostra regione che lo hanno già fatto, e tante altre che si stanno mettendo in moto grazie anche al lavoro importante che stanno facendo la Giunta e i consiglieri regionali sul territorio rispetto a questa opportunità, appunto, proprio per un’opportunità di crescita del territorio.

Tra l’altro è anche un aspetto emerso molto chiaramente anche nell’audizione che si è tenuta nelle settimane precedenti dal Sindaco di Montegridolfo nella Commissione preposta. Le sempre maggiori ristrettezze economiche e soprattutto il blocco delle assunzioni hanno reso vitale per questi Comuni lavorare sin da subito in sinergia, proprio per poter garantire la copertura dei servizi e continuare a fornire prestazioni qualitativamente e quantitativamente adeguate in un’epoca in cui di fatto sono sempre minori le risorse, mentre sono sempre maggiori i bisogni della popolazione. Quindi, già nei fatti, oggi, possiamo dire, almeno dal punto di vista organizzativo e di gestione del personale, che le tre realtà stanno già operando come se fossero una sola. Dopo un anno e mezzo di lavoro, di studi, focus, incontri con la cittadinanza, si apre di fatto concretamente la possibilità di realizzare per i tre Comuni un progetto fortemente voluto e condiviso. La fusione proposta dai rispettivi consigli comunali porterà alla nascita di un nuovo comune di quasi 5.600 residenti e di un territorio di circa 61 chilometri quadrati di superficie, questo dal 1° gennaio 2017.

Come definito per legge, il nuovo Comune dovrà assicurare ovviamente la copertura capillare del territorio nell’erogazione dei servizi, mantenendo anche il decentramento dell’erogazione attraverso sportelli polifunzionali ed eventualmente pensando anche alla definizione di strutture municipali. La ridefinizione del Comune sarà in grado di garantire importanti economie di scala nella riorganizzazione unitaria dell’amministrazione, con ovviamente annesse le opportunità relative al personale del nuovo ente, di ottimizzare anche la gestione delle risorse e di realizzare investimenti necessari a valorizzare un territorio che ha assolutamente elevate potenzialità turistiche.

È poi evidente che non potrà ritenersi ininfluente il supporto della Regione e dello Stato alla fusione delle piccole realtà comunali, aspetto centrale del programma di mandato del presidente Bonaccini, che dal 2013 ad oggi ha dato vita ad otto nuovi Comuni, dalla fusione di ventidue precedenti, a cui vanno aggiunti i sedici Comuni di cui discuteremo oggi, e la fusione, se andrà in porto, porterà alla nascita di sei nuovi Comuni.

Non intendo nemmeno tralasciare l’impatto positivo dei contributi economici, a cui la fusione darà accesso. Si parla, infatti, nei prossimi quindici anni di circa 8,55 milioni di euro. Inoltre, il nuovo Comune avrà priorità nei programmi e nei provvedimenti regionali di settore, che prevedono contributi a favore degli enti locali per i dieci anni successivi alla fusione. Ovviamente, oltre ad essere Comuni contigui e appartenenti alla stessa provincia, i Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio, condividono anche l’appartenenza all’ambito ottimale Valconca e al distretto sociosanitario di Riccione. I tre Enti, inoltre, appartengono all’Unione della Valconca, insieme ai Comuni di Gemmano, Montescudo, Montecolombo (che tra l’altro è diventato Comune unico dal 1° gennaio 2016, a seguito appunto della fusione), Montefiore Conca, Morciano di Romagna e San Clemente. Entro tale unione, essi svolgono già in maniera associata le funzioni di Polizia municipale, Protezione civile, Informatica, Servizi sociali statistica, Sportello unico attività produttiva, Controlli in materia di vincolo idrogeologico e Autorizzazione paesaggistica. Si tratta però di funzioni abbastanza ridotte, che dovrebbero avere uno sviluppo più significativo. Tra l’altro, anche per questo non sono stati molto brillanti nel riuscire ad introitare risorse regionali e statali. Anche per superare questa impasse, quindi, la fusione è stata considerata l’opzione più valida per poter adempiere l’obbligo di gestione associata di tutte le funzioni fondamentali.

Lo studio di fattibilità che è stato ovviamente obbligatoriamente prodotto da tutti i Comuni che ambiscono alla fusione nell’analizzare il nuovo assetto territoriale demografico ed economico e la fattibilità tecnico-organizzativa, economico-finanziaria, politico-istituzionale, ha rilevato una sostanziale omogeneità dei tre Comuni. La viabilità di collegamento è ben sviluppata e presenta importanti elementi di complementarità del tessuto economico, caratterizzato dalla presenza di aziende agricole e di piccole e medie imprese fortemente legate al territorio. Gli indicatori economici classici, quali le entrate correnti, l’indice di autonomia finanziaria del patrimonio, di fatto hanno valori simili che accomunano i tre enti; più variegato invece è il panorama delle attuali scelte organizzative degli enti: dovranno quindi essere ridefinite attraverso dei criteri individuati all’interno dello Statuto del nuovo Comune attraverso il nuovo Regolamento sull’ordinamento dei servizi e la definizione della pianta organica, che conta complessivamente trenta dipendenti.

A proposito della sua osservazione iniziale, sono otto le opzioni di denominazione del nuovo Comune che verranno valutate dalla cittadinanza, contestualmente al referendum consultivo, con cui di fatto si chiederà alla popolazione di esprimersi in merito al progetto di fusione. Sono: Castelli Malatestiani, Cinquecastelli, Valtavollo, Treterre, Alto Tavollo, Sant’Amato, Trecastelli di Romagna e Terre Malatestiane (più semplici, credo).

A norma dell’articolo 12 della legge regionale 24 del 1996, il referendum consultivo dovrà tenersi dopo il 15 settembre. Dopodiché, l’Aula sarà richiamata ad esprimersi definitivamente per dar vita, se ovviamente ci saranno le condizioni, al nuovo Comune già a partire dal 1° gennaio 2017.

Venendo all’esame dell’articolato, questo progetto di legge si compone di sei articoli. L’articolo 1 prevede l’istituzione del nuovo Comune della provincia di Rimini mediante la fusione di tre Comuni, a decorrere appunto dal 1° gennaio 2017, data che consente di semplificare l’adozione di una serie di atti, soprattutto di natura economico-finanziaria e permette di programmare le prime elezioni del nuovo Comune in coincidenza con la tornata elettorale del maggio 2017 (o comunque del 2017), riducendo al minimo il lasso di tempo in cui il nuovo Comune dovrà essere retto da un organo straordinario. La denominazione del nuovo Comune sarà decisa, come accennato, da referendum.

Il fulcro dell’articolo 2 è nella necessità di assicurare tramite Statuto alla popolazione del nuovo Comune adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi, anche tramite l’istituzione di municipi nei territori delle Comunità di origine o di alcune di esse.

In virtù dell’articolo 3 il nuovo Comune subentrerà nella titolarità delle posizioni e dei rapporti giuridici attivi e passivi afferenti ai Comuni d’origine. Vengono inoltre dettate norme di continuità relative al personale e agli strumenti urbanistici vigenti.

L’articolo 4 dispone la concessione dei contributi regionali nel rispetto dei criteri individuati dal programma di riordino territoriale, in vigore al momento della presentazione dell’istanza, criteri che considerano la popolazione e il territorio complessivi, il numero dei Comuni e il volume complessivo delle spese correnti che portano le cifre che ho già citato prima.

L’articolo 5 è puramente tecnico: riguarda la copertura degli oneri a valere sul fondo speciale destinato alla copertura finanziaria di provvedimenti legislativi in corso di approvazione, e dal 2018 sul bilancio.

L’articolo 6, infine, detta disposizioni volte a regolare la fase transitoria, nella quale i sindaci dei Comuni d’origine dovranno adottare congiuntamente provvedimenti utili per consentire appunto la piena operatività del nuovo Comune dal 1° gennaio 2017. Io credo, anzi, sono fortemente convinta che questo percorso, che come ho detto prima è caratterizzato da un’importante uniformità territoriale sotto tutti gli aspetti, culturale, sociale, economico, associativo, troverà, attraverso appunto questo percorso di fusione, una concreta possibilità di rilancio, che può di fatto restituire un profilo molto più ambizioso per politiche che dovranno essere messe in campo dal nuovo Comune.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Nadia Rossi.

Do ora la parola alla relatrice della minoranza, la consigliera Sensoli, per l’illustrazione della relazione.

 

SENSOLI, relatrice di minoranza: Grazie, presidente. Questo progetto di legge è il primo dei sei testi relativi alla fusione di Comuni posti oggi all’ordine del giorno dell’Assemblea, a seguito della quale potrebbero nascere sei nuovi Comuni come esito della fusione dei sedici al momento esistenti.

La legge madre, la norma regionale che consente e regola il processo di fusione dei Comuni risale a vent’anni fa. Dal 1996 sono poi decorsi ben diciassette anni per arrivare alla prima fusione realizzata nella nostra regione con la nascita del Comune di Valsamoggia. Da allora il processo di aggregazione ha subìto una fortissima accelerazione. Oggi abbiamo otto Comuni nati dalla fusione di circa una ventina di enti, un numero destinato oggi quasi a raddoppiare, qualora sia favorevole l’esito dei referendum indetti sulla base delle deliberazioni assembleari oggi all’ordine del giorno. A questo numero si aggiungono le fusioni tentate senza successo, interrotte dalla volontà dei cittadini nelle consultazioni referendarie. In altri termini, ciò che vent’anni fa era poco più di un’ipotesi accademica, aggiuntiva e del tutto accessoria rispetto alla strada del tutto prevalente delle unioni dei Comuni, oggi invece corrisponde ad un processo pienamente in corso, destinato ad accrescersi, come testimoniano anche i dibattiti in molte realtà locali in merito alle prospettive della fusione.

Non possiamo quindi non interrogarci sulle ragioni di questo interesse verso le fusioni, che corrisponde da un lato all’attenzione per le evidenti opportunità nuove che la nascita di un nuovo Comune può rappresentare, visto che può nascere un nuovo ente più forte, autorevole, capace di programmare e gestire servizi, di disegnare le prospettive di crescita e le condizioni di coesione di un territorio, ma che corrisponde anche, e non ce lo dobbiamo in alcun modo nascondere, alla consapevolezza che l’alternativa è la morte per consunzione o per fame. Insomma, i matrimoni fra due o più Comuni nascono anche dalla grande crisi della finanza pubblica, dalla progressiva riduzione di servizi del territorio regionale, dalla concentrazione delle strutture sanitarie, educative e assistenziali, dalla scomparsa delle sedi decentrate di servizi pubblici quali, a titolo di mero esempio, le poste.

Se guardiamo la mappa dei nuovi Comuni nati da fusione, vediamo come al momento queste abbiano interessato soprattutto Comuni di piccola o piccolissima dimensione demografica, Comuni posti per lo più ai margini delle grandi direttrici dello sviluppo economico e demografico regionale, ai margini delle linee e delle dinamiche sociali ed economiche in Regione, a partire dalla via Emilia e dalla linea di costa compresa fra Comacchio e Cattolica, quasi la fusione fosse la strada da intraprendere obbligatoriamente per non precipitare in un’area di marginalità in una zona di non ritorno e abbandono. Questo è un punto sul quale occorre riflettere, sia rispetto alle singole fusioni, sia soprattutto rispetto alla nostra capacità di disegnare il territorio, di programmare, di decentrare servizi, di assicurare la presenza di infrastrutture indispensabili alla permanenza dei cittadini e degli insediamenti produttivi. Ma questo è solo uno degli interrogativi che i progetti di fusione ci propongono.

Io credo che da questi progetti di legge vengano poste soprattutto delle domande, alle quali occorre dare risposte con una logica diversa da quella che ha animato fino ad oggi l’attenzione a questi processi, a partire dal referendum, cioè dalla partecipazione popolare al voto ed alla valutazione del suo esito. La partecipazione fino ad oggi è stata terribilmente bassa, simile a quella delle elezioni regionali che hanno eletto l’attuale presidente Bonaccini, quella con la più scarsa adesione popolare mai registrata in questa Regione.

Dobbiamo chiederci perché, anche quando si parla dell’Ente più vicino ai cittadini, cioè il Comune, registriamo livelli di partecipazione bassissimi. Ce lo dobbiamo chiedere per cercare di invertire la tendenza al declino. Declino partecipativo che esiste e che è una delle ragioni profonde di quel più generale declino che in molti ritengono caratterizzi oggi il nostro Paese. Referendum significa anche sapere come interpretarne l’esito, senza costringere l’Assemblea, ogni volta, a delle sorti di divinazioni della volontà popolare, spesso con esiti diversi, pur partendo dagli stessi risultati referendari.

Ma le domande sono anche altre e attengono prima di tutto al valore delle fusioni soprattutto in una realtà come la nostra, da sempre caratterizzata dalla presenza di Comuni forti ed autonomi. La storia italiana ed europea è caratterizzata fin dall’età carolingia, quindi da ben 1.200 anni, dalla presenza di realtà comunali forti nell’Italia del Centro-Nord, dalle Alpi alla Toscana, passando per la Val Padana, all’Appennino settentrionale, alle aree adriatiche. La presenza di piccole realtà coese e portatrici di eccellenze produttive e sociali ha contrassegnato secoli di storia e ha rappresentato un modello del quale l’Italia dei distretti industriali e produttivi è uno degli ultimi esempi. Tutto questo nel passato non è mai diventato uno Stato, non abbiamo avuto l’esito istituzionale di Francia, Spagna o Gran Bretagna. Il nostro modello identitario, fatto di Comuni alleati e correlati fra loro, ricorda, semmai il modello federale e mitteleuropeo, più che quello degli Stati nazionali. Quello stesso modello che oggi vediamo in crisi, proprio perché ha perso la dimensione di federazione e di comunità, per cedere poteri e responsabilità a soggetti nei fatti terzi, come le tecnocrazie e i sistemi finanziari.

C’è qualcosa di simile fra il processo di federazione europeo e quello di fusione dei Comuni; c’è qualcosa di simile se pensiamo alle ragioni nobili che le determinano e anche alle ragioni meno nobili: incentivi, finanziamenti, condizioni agevolate per la gestione del bilancio del personale. Ma in entrambi i casi, se manca l’anima, il processo si ferma ed il progetto di feudi aggregati, sia si tratti di fusione di Comuni, sia si tratti di Unione europea, si ferma e fallisce.

Qual è quindi il modello di ridisegno del territorio che abbiamo in mente? Come intendiamo svolgere la nostra funzione di programmazione di servizi e infrastrutture? Abbiamo o non abbiamo la consapevolezza che le fusioni stanno determinando una nuova geografia nella nostra regione? Una geografia istituzionale contrassegnata in primo luogo dalla vicenda delle Province, ancora vive (anzi, sopravvissute), senza avere la forza e la capacità di svolgere più alcun ruolo di governo del territorio, e soprattutto senza più cariche elette dai cittadini, che essendo stati sempre più estromessi dai processi partecipativi, nelle poche occasioni di consultazione, ovviamente rispondono con l’astensione.

Sia chiaro, noi siamo favorevoli alla soppressione delle Province e siamo favorevoli che i Comuni e la Regione ne recuperino le funzioni. Ciò significa avere Comuni forti ed autorevoli, quindi anche Comuni che nascono da fusioni, da sostenere non solo con gli incentivi ma con un supporto vero alla capacità programmatoria locale, da sostenere non chiudendo servizi, non depotenziando ospedali, non sostituendo la presenza pubblica con il terzo settore amico degli amici. Insomma, svolgendo una funzione programmatoria, che la Giunta eletta dal minor numero di cittadini mai registrato in questa Regione, non è parsa in grado finora di fare. Ne è un esempio anche il progetto di legge sulle fusioni e le unioni che la Giunta ha presentato (progetto di legge oggetto 2281), nel quale troviamo ripresi puntualmente gli assunti di alcuna delle nostre risoluzioni e alcuni nostri emendamenti (nostri, o di altre forze di opposizione) alle attuali norme sulle fusioni. Risoluzione ed emendamenti presentati fino a due mesi fa e sempre accanitamente bocciati dalla maggioranza. Due mesi dopo, quei contenuti ricompaiono nel progetto di legge d’iniziativa della Giunta, a ennesima dimostrazione che alla maggioranza interessano poco i contenuti, ma forse molto di più il fatto di potersene appropriare (ma questo è un altro argomento).

Oggi occupiamoci di questo progetto di legge, attraverso la delibera di indizione del referendum, dando la parola ai cittadini. Il nostro impegno nei prossimi mesi sarà quello di informarli e tornare a coinvolgerli consapevolmente, nei cambiamenti che li toccheranno in maniera diretta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

È così finita la relazione dei due relatori.

Passiamo alla discussione generale. Si era prenotato il consigliere Foti, ma ho visto che ha tolto la prenotazione.

Siamo in discussione generale. Non ci sono interventi in discussione generale né l’eventuale replica del relatore.

Per le conclusioni della Giunta passo la parola all’assessore Petitti. Prego.

 

PETITTI, assessore: Con questa proposta di legge che oggi viene votata, siamo ad un altro passaggio importante, che oggi decretiamo con tutti i sei progetti di legge. È un momento importante perché sono sedici i Comuni coinvolti, quindi è evidente che siamo ad un momento in cui il lavoro che è stato avviato nel 2015 prenderà forma poi con il referendum che verrà indetto dal presidente nei prossimi giorni.

Le ragioni sono state sostenute dai relatori di maggioranza e di minoranza. Poi, quando avremo modo di entrare anche nel merito della proposta di legge sulle fusioni e sulle unioni che abbiamo presentato ieri in Commissione, credo che ci saranno occasioni per confrontarsi su un lavoro che riteniamo sia centrale in questa fase, un lavoro che chiama in causa un protagonismo sempre maggiore degli Enti territoriali, il sostegno della Regione a far sì che questi processi non siano processi passivi, amministrativi, ma che siano arricchiti con una grande, con una intensa partecipazione. Qui voglio ricordare anche tutto il lavoro che stiamo facendo per sostenere gli studi di partecipazione, al di là degli studi di fattibilità. È però evidente che oggi, con i sei progetti di legge, che voglio anche ricordare, sono frutto di un lavoro che ha visto in Commissione anche l’audizione dei sindaci, quindi le ragioni dei territori che hanno intrapreso, alla fine del 2015 questo percorso, vanno ancora una volta ad indicare che la scelta delle fusioni su cui questa Giunta ha investito non soltanto risorse ma anche una motivazione, una spinta, io credo culturale, in una fase in cui le riforme, il riordino istituzionale e territoriale sono al centro dei processi delle nostre amministrazioni locali, diventano sempre più un patrimonio degli stessi cittadini.

Veniva ricordato anche dalla consigliera Sensoli che siamo in una fase in cui inevitabilmente il tema di come le scelte amministrative, le scelte anche legate alle riforme, siano strettamente connesse anche a degli elementi di criticità della partecipazione dei cittadini, ai processi democratici. Ebbene, da questo non si sfugge, ma crediamo che serva a sostenere le ragioni per cui poi i cittadini possono essere loro stessi i promotori di queste stesse scelte. Non sono soltanto i sindaci che con i loro Consigli comunali decretano l’avvio, da questo punto di vista, e la volontà delle proposte di legge, dei progetti di legge delle fusioni; ma con il referendum, è evidente che noi diamo una grande, grandissima importanza, un grande valore all’espressione dei cittadini.

Oltre a questo primo progetto di legge ve ne sono altri. Voglio ricordare, infatti, che riguardano tra l’altro territori estremamente diffusi, perché noi oggi parliamo non soltanto della provincia di Rimini, ma di Comuni che riguardano il territorio ferrarese, Reggio Emilia, Piacenza, oltre 60.000 residenti, quindi in qualche modo Comuni piccoli, piccolissimi di dimensione: dodici con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, ma altri hanno dimensioni maggiori. Quindi, in qualche modo, migliorare la governance amministrativa – perché di questo stiamo parlando – di questi piccoli Comuni, significa rendere più competitivi quei territori che nei prossimi mesi inevitabilmente dovranno anche relazionarsi con un sistema istituzionale che vede delle modifiche strutturali. Parliamo ovviamente del superamento delle Province e, quindi, della dimensione legata alla Città metropolitana di Bologna e alle future Aree vaste, su cui stiamo lavorando.

Credo che il dibattito debba essere al centro dell’Assemblea legislativa, che con il voto finale, quello successivo al referendum, andrà a sancire in modo definitivo la fusione di questi nuovi Comuni, ma debba sempre di più appartenere alle comunità e anche a quel tessuto economico-sociale, che da questo punto di vista chiede alla Regione e alla politica in generale di accelerare tutte le forme di semplificazione in modo da rendere sempre più competitive le nostre Istituzioni proprio per fornire servizi efficienti sia ai cittadini che alle imprese.

Indubbiamente si è compiuto un lavoro particolarmente intenso e, come abbiamo già ribadito in diverse occasioni, non è da sottovalutare il fatto che, nel giro di pochi mesi, siano stati tantissimi gli studi avviati, grazie al supporto della Regione ma anche grazie al supporto di altre realtà che hanno la funzione di rendere sempre più strutturati e arricchiti gli studi di fattibilità e, quindi, le ragioni per cui i Comuni vanno a fusione, e grazie al sostegno, attraverso i nuovi bandi indetti dalla Regione, di questi studi di fattibilità e di partecipazione. Ciò denota un fermento, un’attivazione dei nostri, ad oggi, 334 Comuni, che con le fusioni in corso potrebbero, da qui al 2017, diventare 324, che fa capire che il grado di consapevolezza, il grado di coscienza rispetto a queste scelte sia sempre maggiore.

Voglio ricordare che siamo la Regione a Statuto ordinario che vanta il maggior numero di fusioni e che ha avviato un lavoro importante di grande relazione e correlazione tra lo stato attuale delle nostre 44 unioni e questi processi di fusioni che all’interno delle unioni si stanno avviando proprio per far sì che vi sia una dimensione istituzionale rinnovata e innovativa anche dal punto di vista dei servizi, ma nello stesso tempo estremamente armonica in quello che sarà il nuovo quadro amministrativo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

Dichiaro conclusa la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto sulla delibera di indizione del referendum. Cinque minuti per Gruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Intervengo soltanto per dire, signor presidente, che per le ragioni che esprimerò in seguito, su uno degli atti in discussione generale, sono favorevole alla indizione dei referendum, mi astengo sull’articolato dei vari provvedimenti, così vale anche per i successivi, in relazione ai contenuti, che io reputo del tutto legittimi sotto il profilo formale e del tutto arbitrari sotto il profilo della clausola di rinvio all’applicazione della legge per quanto riguarda il disegno di legge n. 1038 del 4 luglio 2016, con il quale, come è noto, si dà, tra le altre norme, una interpretazione del risultato del referendum che non si applica, inspiegabilmente e contro logica e buonsenso, alle fusioni oggi al nostro esame.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Intervengo solo per dire che il movimento Lega Nord, come Fratelli d’Italia, si asterrà dal votare l’articolato del progetto di legge. Voteremo a favore dell’indizione del referendum, perché riteniamo opportuno che sia data la parola ai cittadini e che, quindi, gli stessi debbano decidere se fondersi o meno.

La critica, che svilupperò in maniera più ampia nel prosieguo della discussione, è una critica di metodo, perché a mio avviso occorre, come evidenziava anche il consigliere Foti, svolgere un ragionamento sul progetto di legge che è stato presentato l’altro giorno. In realtà, assessore Petitti, non è stato presentato, ma è stata fatta solamente la nomina del relatore e, come ben sappiamo, l’illustrazione ci sarà la prossima settimana. Una critica di metodo perché noi ritenevamo indispensabile che questo progetto di legge dovesse essere già a livello di Commissione illustrato e votato, prima ancora di avanzare le proposte di legge sulle fusioni che andiamo oggi a votare. Questo perché si andranno poi a certificare quelli che saranno i risultati del referendum, come verranno interpretati questi risultati sui referendum, e poi qui si aprirà la discussione sul progetto di legge, dando per scontato che per una parte sarà retroattivo, ossia la facoltà del presidente di indire il referendum, quindi varrà anche su questi progetti di legge che oggi votiamo, mentre per un’altra parte, ovvero sugli esiti referendari, non sarà retroattivo. Non capiamo, neanche noi, le motivazioni per cui non potrà essere tutto retroattivo, quindi anche a valere su questi progetti di legge, ma questo ce lo spiegherà la Giunta lunedì prossimo, quando verrà in Commissione a illustrare il progetto di legge stesso.

Annuncio, quindi, in fase di dichiarazione di voto, che noi ci asterremo. Le pongo solo un quesito, presidente: noi votiamo anche l’articolato oggi?

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’avrei precisato alla fine del suo intervento, ma a questo punto, anche per rispondere al consigliere Foti, faccio presente che noi oggi votiamo solo l’indizione dei referendum per tutti e sei i progetti di legge di fusione.

 

POMPIGNOLI: Perfetto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quindi, sull’articolato noi oggi non esprimiamo nessun tipo di parere.

 

POMPIGNOLI: Quindi, solo sull’indizione del referendum.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Attendiamo l’esito del referendum.

 

POMPIGNOLI: Perfetto.

Noi, quindi, voteremo a favore dell’indizione dei referendum.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 2889.

 

(L'Assemblea, all'unanimità dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 2164

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nella Città metropolitana di Bologna.»

(Relazione della Commissione)

 

OGGETTO 2890

Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nella Città metropolitana di Bologna.» (Proposta del consigliere relatore Roberto Poli su mandato della Commissione I)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, all’oggetto 2164: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nella Città metropolitana di Bologna” (Delibera di Giunta n. 175 del 15 02 16).

Oggetto 2890: Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nella Città metropolitana di Bologna” (Proposta del consigliere relatore Roberto Poli su mandato della Commissione I).

Il testo n. 9/2016 è stato licenziato dalla Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali” nella seduta del 5 luglio 2016.

Il progetto di legge è composto da 7 articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Roberto Poli, ha presentato relazione scritta.

Il relatore di minoranza, consigliere Daniele Marchetti, ha preannunciato relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Iniziamo, quindi, il procedimento con la relazione della Commissione.

Ha chiesto la parola il consigliere Poli. Prego.

 

POLI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Mi consenta di salutare i sindaci dei tre Comuni interessati a questo progetto di legge, che pazientemente questa mattina hanno voluto essere qui presenti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Li salutiamo anche a nome della Presidenza e, naturalmente, del Consiglio regionale.

 

POLI: Non potevate sapere che erano qui in quanto non li conoscete.

I candidati a sindaco dei Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice, che poi hanno vinto le elezioni amministrative che si sono tenute il 25 aprile 2014, avevano inserito nei loro programmi di mandato l’impegno a dare corso ai provvedimenti necessari per giungere alla fusione dei tre Comuni. Sulla scorta di quell’impegno si sono conseguentemente mossi i Consigli comunali di Borgo Tossignano, con la delibera n. 65 del 17 dicembre 2015, approvata con voto unanime, di Casalfiumanese, con la delibera n. 87 del 16 dicembre 2015, e di Fontanelice, con la delibera n. 59 del 18 dicembre 2015, approvate queste ultime due con la maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati, così come previsto dall’articolo 6, comma 4, del decreto legislativo n. 267. Entro sessanta giorni dalla presentazione delle istanze dei Consigli comunali interessati, il procedimento prosegue con la predisposizione e la presentazione da parte della Giunta regionale del progetto di legge in Assemblea legislativa ai sensi dell’articolo 8 comma 4 della legge 24 del 1996.

L’esame dell’articolato di questa legge si è concluso con l’approvazione in Commissione referente, la I Commissione, il 5 luglio del 2016. Si tratta però di un percorso di confronto con i territori interessati che ha radici più lontane nel tempo, all’interno di un processo istituzionale di riordino che ha vissuto passaggi importanti e che con questa ultima tappa si pone l’obiettivo di nuove condizioni di sviluppo, cura del territorio, qualificazione dei servizi, governo di una nuova sfida competitiva in una dimensione territoriale più efficace anche nell’ambito del nuovo Circondario Imolese, della Città Metropolitana e della nostra Regione.

Non si tratta quindi di una scelta legata esclusivamente ai contributi economici trasferiti dallo Stato e dalla nostra Regione, pure importantissimi, e in grado di consentire un salto di qualità per le politiche sugli investimenti, ma di una nuova consapevolezza delle comunità interessate, delle rappresentanze economiche e sociali, delle associazioni di volontariato, delle imprese e di moltissimi cittadini. Siamo di fronte a una grande scelta di semplificazione istituzionale e amministrativa, in grado di migliorare e qualificare la vita delle realtà interessate. È una scelta che guarda al futuro in un Paese che sta profondamente cambiando, e in questo processo restare fermi significherebbe assistere ad un possibile, lento e inarrestabile declino.

D’altra parte, come tutti sappiamo, anche nel programma di mandato del presidente Bonaccini e della Giunta, il tema della semplificazione istituzionale e del processo relativo alle fusioni dei Comuni, viene richiamato con forza come di grande rilevanza. Non siamo da soli, e non siamo i primi ad affrontare questo percorso. Molti altri Comuni hanno già scelto quella strada, molti lo stanno facendo assieme a noi e altri ne seguiranno. Laddove la scelta è stata compiuta, sono evidenti i risultati conseguiti.

I Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice sono tra loro contigui, collocati nella Valle del Santerno, lungo l’asse viario dalla strada Montanara. Fanno parte del nuovo Circondario Imolese della Città metropolitana di Bologna. Il nuovo Circondario Imolese ne rappresenta l’ambito territoriale ottimale e coincide con il distretto sociosanitario. Dicevo di un lungo percorso di riordino istituzionale che ha interessato i territorio dei tre Comuni, e più complessivamente dei dieci Comuni che fanno parte del nuovo Circondario Imolese. Per brevità ricordo solo che con decreto del presidente della Giunta regionale n. 44 del 27 febbraio 2009, viene disposta la soppressione della Comunità Montana Valle del Santerno, con contestuale incorporazione delle sue funzioni nel nuovo Circondario Imolese, che subentra a titolo universale in tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, e nella titolarità dei beni della soppressa Comunità montana. Ovviamente, e di conseguenza, fanno seguito le deliberazioni di modifica da parte dei Consigli comunali dello Statuto del nuovo Circondario Imolese stesso.

I Comuni aderenti al nuovo Circondario hanno poi confermato l’Ambito territoriale ottimale coincidente appunto con il nuovo Circondario. In quest’Ambito territoriale ottimale, i tre Comuni interessati dal percorso di fusione hanno maturato un’importante e significativa esperienza associativa, in parte già in essere anche ai tempi della Comunità montana. Tributi, Gestione del personale, Centrale di committenza, Informatica, Telematica, Servizio tecnico, Gestione dei beni demaniali e patrimoniali, Catasto, Pianificazione urbanistica, Pratiche sismiche, Servizi sociali e assistenza alla persona, Edilizia scolastica, Trasporto scolastico e Polizia municipale sono servizi gestiti in forma associata.

La gestione dei servizi in forma associata che può tra l’altro contare sui contributi della nostra Regione, ha rappresentato nel tempo e anche nella ricerca delle soluzioni alle difficoltà, ulteriore terreno di omogeneizzazione degli stessi, che ancora oggi presenta possibili margini di sviluppo e qualificazione. La fusione rappresenta dunque una grande opportunità per poter assicurare ai cittadini servizi adeguati, mantenendo il decentramento della erogazione, attraverso sportelli polifunzionali, per dare corso a investimenti, strade, scuole, tutela del territorio e dell’ambiente, e allo stesso tempo contenere le spese strutturali e semplificare l’organizzazione politica (un sindaco, una Giunta, un Consiglio comunale) e burocratica. È stata quindi effettuata un’analisi preliminare in ordine alla possibilità della fusione, verificando la sussistenza dei requisiti richiesti dalla legge 24/96 all’articolo 3, attraverso il lavoro del Tavolo tecnico-politico costituito dai componenti della Giunta dei tre Comuni, dal segretario comunale, in collaborazione con i servizi della Regione Emilia-Romagna.

Dopo la redazione del documento di analisi di fattibilità e lo svolgimento di incontri con la popolazione e l’associazione dei territori, si sono tenute le convocazioni dei Consigli comunali che hanno approvato le delibere precedentemente richiamate.

Il nuovo Comune che nascerà, a seguito dell’eventuale pronunciamento positivo come noi ci auguriamo, dei cittadini di fronte al quesito referendario, avrà un perimetro di 78,56 chilometri, una superficie di 147,86 chilometri quadrati, una popolazione residente al 1° gennaio 2015 di 8.746 abitanti, con una densità di popolazione pari a 59,15 abitanti per chilometro quadrato. I residenti di nazionalità straniera, al 31.12.2015 sono 235 per il Comune di Fontanelice, 325 per il Comune di Casalfiumanese e 378 per il Comune di Borgo Tossignano, per un totale di 983 cittadini. L’economia del territorio interessato è composta da imprese commerciali e artigianali, piccole e medie industrie, una forte imprenditorialità agricola collocata anche nella parte più collinare, nella quale si distinguono gli allevamenti di razza bovina romagnola più importanti nell’ambito della Città metropolitana di Bologna, mentre nella valle si producono albicocche, pesche, vini di qualità, formaggi e si sta sviluppando la produzione di olio d’oliva.

Le imprese artigiane operano nel settore manifatturiero, della trasformazione meccanica; vi sono cooperative che operano nel settore dei servizi e delle manutenzioni, piccole e medie imprese costruttrici, un insediamento industriale che opera nel settore ceramico e un insediamento industriale che opera nel settore cartotecnico, imprese agroalimentari che operano nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Produzione di qualità in tutti i settori, con dati importanti per l’esportazione verso l’Europa e verso il mondo, in particolare per il settore della meccanica.

I Comuni sono collegati tra loro da viabilità provinciale e comunale. La rete viaria comunale collega un territorio molto grande, e ha rilevanza sia per l’economia locale che turistica, essendo la Valle del Santerno e anche la Valle del Sillaro, che fa parte di questi tre Comuni, molto bella dal punto di vista della rilevanza ambientale. Per i servizi alla persona, l’offerta educativa e scolastica è completa, dall’asilo nido d’infanzia alla scuola secondaria di primo grado. I trasporti sono assicurati da TPER e dal trasporto scolastico gestito in forma associata. I servizi sociosanitari sono gestiti in forma associata nell’ambito del nuovo Circondario Imolese.

I tre Comuni hanno una complessiva dotazione organica di 35 dipendenti (credo oggi 34). I numeri parlano da soli, se rapportati all’ampiezza del territorio, e soprattutto ai compiti a cui gli Enti locali devono dare attuazione.

La sicurezza dei cittadini è affidata alla presenza di due caserme dei Carabinieri e alla Polizia municipale. Sono presenti inoltre sui territori interessati quattro farmacie, cinque uffici postali (alcuni di questi, purtroppo, aperti con orari ridotti, fortunatamente non ancora chiusi); l’erogazione del credito e la raccolta del risparmio è affidata a istituti bancari uniformemente presenti nel territorio con nove filiali. In questi anni, anche il Comune di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice, hanno vissuto le difficoltà di minori risorse, blocco delle assunzioni, ulteriori adempimenti da assolvere e soprattutto le conseguenze di una pesante crisi economica che ha segnato le condizioni di vita di molte famiglie, di molte imprese, e nonostante tutto, i servizi ai cittadini sono stati assicurati, anche se indubbiamente con grandi sforzi.

Una realtà uniforme, quindi, una realtà che ha fatto una scelta forte, bisogna dire con grande lavoro dei sindaci, delle Giunte e dei Consigli comunali, che ci ha portato a questo progetto di legge che è composto da sette articoli. L’articolo 1, Istituzione del nuovo Comune mediante fusione, l’articolo 2, Partecipazione ai municipi, l’articolo 3, Successione dei rapporti giuridici, finanziari e patrimoniali, l’articolo 4, Norme di salvaguardia, l’articolo 5, Contributi regionali, l’articolo 6, La norma finanziaria; l’ultimo articolo riguarda le disposizioni transitorie.

Chiudo affermando che la grande uniformità territoriale, in termini economici, associativi, sociali e culturali, può trovare, attraverso il processo di fusione, un’occasione di rafforzamento e rilancio con cui dare un profilo più ambizioso alle politiche del nuovo Comune dentro la Città metropolitana, e rendere possibile la costruzione di migliori condizioni di vita e di sviluppo per le comunità locali.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Poli.

A questo punto, sospendiamo i lavori dell’aula, perché il tempo non permetterebbe al relatore di minoranza di svolgere il suo intervento. Ricordo ai consiglieri che riprendiamo i lavori alle ore 14,30.

Grazie.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta: la presidente dell’Assemblea Simonetta SALIERA; il presidente della Giunta Stefano BONACCINI; il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI; l’assessore Simona CASELLI.

 

Ha inoltre partecipato alla seduta il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale Desi BRUNO.

 

Emendamento

 

OGGETTO 2925 Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 2407 Proposta recante: "Approvazione del piano forestale regionale 2014-2020 ai sensi del D.Lgs. 227/2001 e della L.R. 20/2000. Proposta all'Assemblea legislativa". A firma del Consigliere: Sassi

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Bertani:

«All’Impegna la Giunta vengono aggiunti in coda i seguenti punti:

a predisporre e presentare in tempi rapidi alla competente Commissione assembleare, il quadro finanziario del Piano forestale regionale 2014-2020, nell’ambito delle risorse ivi individuate al paragrafo 5.16, articolandolo per indirizzi, azioni, annualità e fonte;

a presentare alla competente Commissione assembleare, con cadenza annuale, una relazione sulle azioni realizzate e sull’andamento della gestione finanziaria del Piano, evidenziando gli aspetti gestionali e finanziari di maggiore rilevanza, anche al fine di eventuali adeguamenti della pianificazione complessiva e della programmazione finanziaria.»

(Approvato)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

2833 - Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Modifiche alla legge regionale 2 settembre 1991, n. 24 "Disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale", in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 "Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni"" (Delibera di Giunta n. 944 del 21 06 16).

2834 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme regionali in materia di gestione delle aree del demanio idrico. Modifiche alla legge regionale 14 aprile 2004, n. 7". (22 06 16). A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Bargi

2845 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifica della Legge Regionale 23 dicembre 2011 n. 23 "Norme di organizzazione territoriale delle funzioni relative ai servizi pubblici locali dell'ambiente"" (24 06 16). A firma del Consigliere: Bignami

2851 - Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e seconda variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2016-2018" (Delibera di Giunta n. 960 del 21 06 16).

2852 - Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Assestamento e seconda variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2016-2018" (Delibera di Giunta n. 961 del 21 06 16).

2861 - Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili" (Delibera di Giunta n. 997 del 27 06 16).

2872 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Istituzione della Banca Regionale della Terra". (01 07 16). A firma dei Consiglieri: Serri, Caliandro, Calvano, Bagnari, Cardinali, Iotti, Montalti, Marchetti Francesca, Lori, Campedelli, Rontini, Ravaioli, Paruolo, Soncini

2880 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2000" (Delibera di Giunta n. 1025 del 04 07 16).

2881 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, Unioni, fusioni e incorporazioni di Comuni" (Delibera di Giunta n. 1038 del 04 07 16).

 

È stato presentato il seguente progetto di proposta di legge alle Camere:

 

2867 - Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2 della Costituzione, recante: "Modifiche agli articoli 7 e 70 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, recante attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno". (29 06 2016). A firma del Consigliere: Bignami

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

2835 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti i controlli sui mitili delle piattaforme situate nella riviera romagnola, e la risposta ad un precedente atto ispettivo relativo a detta tematica. A firma del Consigliere: Bertani

2836 - Interrogazione a risposta scritta circa la predisposizione di servizi di trasporto pubblico dedicati ai fedeli musulmani in occasione della celebrazione di ricorrenze della loro religione. A firma del Consigliere: Rainieri

2837 - Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di utilizzare podologi per l'adempimento dei servizi rivolti alle cure del piede, con particolare riferimento agli anziani ed alla situazione esistente a Ravenna. A firma del Consigliere: Liverani

2839 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevenire gli attacchi dei lupi e salvaguardare le attività antropiche, con particolare riferimento agli allevamenti ovi-caprini ed al territorio piacentino. A firma del Consigliere: Foti

2840 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere le problematiche, anche di natura burocratica, riguardanti la fruizione dei servizi sanitari, con particolare riferimento alla situazione relativa al territorio del comune di Ottone (PC). A firma del Consigliere: Foti

2841 - Interrogazione a risposta scritta circa il "percorso epilessia", con particolare riferimento alla costituzione del gruppo di lavoro delle neuroscienze ed al coinvolgimento delle associazioni di pazienti. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2842 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti richieste avanzate nei confronti di titolari di concessioni cimiteriali perpetue in merito alle spese di manutenzione dei cimiteri. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Piccinini

2843 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a fronte delle necessità e delle richieste avanzate dal settore dell'agricoltura, attraverso la Coldiretti, con particolare riferimento alla manifestazione svoltasi a Bologna in data 23 giugno 2016. A firma del Consigliere: Bignami

2844 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per limitare il consumo di suolo e l'espansione urbanistica, con particolare riferimento alla situazione relativa a San Giovanni in Persiceto (BO). A firma della Consigliera: Piccinini

2846 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante il collegamento tra Reggio Emilia ed il Passo del Cerreto ed i relativi lavori, con particolare riferimento alla Strada Statale 63. A firma del Consigliere: Sassi

2847 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante le strutture sanitarie di Forlimpopoli e di Bertinoro e la valorizzazione dei medici di medicina generale. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2848 - Interrogazione a risposta scritta circa l'intromissione di un soggetto all'interno dell'Aeroporto Marconi e le azioni da attuare per evitare il ripetersi di tali situazioni. A firma della Consigliera: Piccinini

2849 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare la chiusura di sportelli, da parte della società IREN, nei Comuni di Busseto, San Secondo, Fornovo, Medesano, Sorbolo, Soragna e Collecchio. A firma del Consigliere: Bignami

2854 - Interrogazione a risposta scritta circa deliberazioni e revoche di atti riguardanti la Direzione Generale dell'Azienda USL della Romagna, con particolare riferimento a rapporti convenzionali relativi all'otorinolaringoiatria. A firma del Consigliere: Foti

2855 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedimenti riguardanti le modalità di gestione dei rifiuti urbani e speciali presso un impianto sito a Modena. A firma del Consigliere: Bignami

2857 - Interrogazione a risposta scritta circa una nuova normativa che preveda l'obbligo di apporre cartelli con il divieto di balneazione e una campagna informativa sui pericoli della stessa nelle acque interne regionali. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri

2858 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura di sportelli, da parte della società IREN (Società multiutility di servizi idrici, elettricità, gas e rifiuti) in alcuni comuni piacentini. A firma del Consigliere: Bignami

2859 - Interrogazione a risposta scritta circa il sistema dell'accoglienza ferrarese gestito da Asp. A firma del Consigliere: Fabbri

2860 - Interrogazione a risposta scritta circa i danni causati ad allevatori e agricoltori dalla fauna selvatica nel comprensorio dell'alta Valmarecchia. A firma del Consigliere: Pompignoli

2862 - Interrogazione a risposta scritta circa la modifica delle procedure previste dalla delibera del Consiglio regionale n. 849 del 1998 relativa agli oneri di urbanizzazione e la reale destinazione di tali oneri primari e secondari nei comuni della regione. A firma della Consigliera: Piccinini

2863 - Interrogazione a risposta scritta relativa alla necessità di rinegoziare il contratto di servizio con le società che gestiscono il servizio ferroviario regionale, per l'adeguamento delle condizioni di trasporto e la previsione di forme di rimborso o compensazione per i disservizi. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Sassi

2864 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per assicurare l’informazione in merito al divieto di balneazione nelle acque interne della regione di cui alla delibera di Giunta n. 540 del 2016. A firma del Consigliere: Sassi

2866 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure che la Giunta intende adottare affinché Tper e FER risolvano al più presto la situazione di degrado della cosiddetta "Stazione piccola" di Modena e di altre aree in stato di abbandono gestite dalle società ferroviarie regionali e per tutelare l'incolumità dei passeggeri nelle stazioni e sui treni. A firma della Consigliera: Gibertoni

2868 - Interrogazione a risposta scritta circa la mobilità riguardante 123 dipendenti del gruppo Bologna Fiere spa. A firma del Consigliere: Alleva

2869 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se siano stati raggiunti accordi di collaborazione tra centrali d’acquisto di diverse Regioni. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2871 - Interrogazione a risposta scritta circa l’operazione condotta lunedì 27 giugno 2016 dai carabinieri della Compagnia di Cesena insieme agli agenti della Polizia municipale cesenate e a quella di Mercato Saraceno che ha portato al riscontro di irregolarità in sei appartamenti situati nelle frazioni di Osteria di Piavola, Bacciolino, Luzzena e San Carlo e a denunce per immigrazione clandestina e sfruttamento di manodopera straniera clandestina. A firma del Consigliere: Pompignoli

2874 - Interrogazione a risposta scritta circa iniziative che la Giunta regionale intenda intraprendere nei confronti di Atersir (Agenzia territoriale dell'Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti) affinché quest'ultima assuma ogni utile iniziativa per assicurare l’effettiva terzietà - rispetto ai concorrenti - della stazione appaltante. A firma del Consigliere: Foti

2875 - Interrogazione a risposta scritta circa l'intenzione da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di chiudere la sede dei Monopoli di Forlì accorpandola con la sede doganale di Cesena. A firma del Consigliere: Foti

2876 - Interrogazione a risposta scritta circa il prolungamento del reciproco regime sanzionatorio tra Unione Europea e Federazione Russa, in considerazione dei danni economici che sta subendo l'economia dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2877 - Interrogazione a risposta scritta circa il processo di revisione della rete ospedaliera e le fusioni in corso tra aziende sanitarie territoriali con aziende ospedaliere. A firma della Consigliera: Sensoli

2878 - Interrogazione a risposta scritta circa la messa a pagamento dei parcheggi ad uso esclusivo del personale del Policlinico S. Orsola Malpighi e sulla mancanza di convenzioni per l’abbonamento ai mezzi di trasporto pubblici standardizzati a livello provinciale per tutti i dipendenti pubblici. A firma del Consigliere: Bignami

2879 - Interrogazione a risposta scritta circa la sostituzione dell'angiografo per il servizio di radiologia interventistica dell'ospedale "Santa Maria delle Croci" di Ravenna. A firma del Consigliere: Liverani

2882 - Interrogazione a risposta scritta circa il tema dell'articolazione territoriale e dell'operatività delle diverse specializzazioni della Polizia di Stato in Emilia-Romagna e, fra esse, della Polizia postale e delle comunicazioni. A firma del Consigliere: Foti

2883 - Interrogazione a risposta scritta circa il piano della Regione per la riduzione delle liste di attesa per gli esami e le visite specialistiche, come comunicato da notizie di stampa. A firma del Consigliere: Pompignoli

2886 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla crisi in cui versa la cooperativa 3Elle di Imola, specializzata in porte, finestre e infissi. A firma del Consigliere: Bignami

2887 - Interrogazione a risposta scritta circa lo stato di avanzamento delle compensazioni rivolte alle ASP, al fine di ridurre l’effetto dell’IRAP, di cui alla risoluzione oggetto 1939, approvata dalla Commissione "Politiche per la salute e politiche sociali", in data 29 febbraio 2016. A firma del Consigliere: Rancan

2888 - Interrogazione a risposta scritta circa l’assetto organizzativo delle "Case della salute", con particolare riguardo al ruolo assegnato ai medici di medicina generale. A firma della Consigliera: Sensoli

2895 - Interrogazione a risposta scritta circa la diffusione della zanzara tigre nella regione Emilia-Romagna e le iniziative per contrastarne l’infestazione. A firma del Consigliere: Pettazzoni

2896 - Interrogazione a risposta scritta circa i parti affidati in libera professione e in particolare su quello verificatosi due anni fa presso l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna con decesso del neonato. A firma del Consigliere: Bignami

2897 - Interrogazione a risposta scritta circa la denuncia fatta dall’Amministrazione comunale di Cesena connessa a un episodio verificatosi in concomitanza alla visita in città del Presidente della Regione. A firma del Consigliere: Pompignoli

2900 - Interrogazione a risposta scritta circa il sistema di riscossione dei voucher presso la rete delle tabaccherie abilitate. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Marchetti Francesca

2901 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto di riqualificazione riguardante il ponte sul fiume Trebbia a San Nicolò di Rottofreno (PC) e il contributo economico destinato dal compartimento Anas di Bologna per tale realizzazione. A firma del Consigliere: Foti

2902 - Interrogazione a risposta scritta in ordine alla ridefinizione dell'organizzazione delle Centrali Operative 118. A firma del Consigliere: Bignami

2903 - Interrogazione a risposta scritta circa interventi per mettere in sicurezza il ponte della Strada Provinciale 40 che collega il Comune di Travo (PC) alla SS45. A firma del Consigliere: Rancan

2904 - Interrogazione a risposta scritta in ordine all’eliminazione delle Unioni di Prodotto e alla costituzione delle Destinazioni Turistiche previste dalla L.R. 4/2016 e inoltre circa la mancata regolarizzazione catastale dell’arenile da parte del Comune di Bellaria-Igea Marina. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2905 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli strumenti che la Regione può predisporre per limitare la proliferazione di attività legate al gioco d’azzardo ed in particolare quelle portate avanti da imprenditori già condannati per reati di mafia. A firma del Consigliere: Bagnari

2907 - Interrogazione a risposta scritta in ordine all’utilizzo di ammortizzatori sociali da parte della Società Cooperativa 3Elle di Imola ed alla situazione della Newco 3ElleN che ne ha acquisito un ramo aziendale. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2908 - Interrogazione a risposta scritta in ordine all’accoglienza di immigrati stranieri in una struttura dove in precedenza era ubicata una 'casa-famiglia' per anziani a Macerone (Cesena). A firma del Consigliere: Pompignoli

2909 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti i parcheggi relativi ai dipendenti del Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2910 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa eventuali tracciati alternativi dell'Autostrada Cispadana, con particolare riferimento all'abitato di Alberone ed alle connesse problematiche. A firma del Consigliere: Pettazzoni

2911 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di realizzazione del nuovo ponte da costruire sul fiume Santerno, a Casalfiumanese. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2912 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante il personale sanitario e tecnico-sanitario, il relativo turnover ed il rispetto delle norme sul riposo giornaliero. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2913 - Interrogazione a risposta scritta circa procedimenti riguardanti dipendenti del Centro per l'impiego di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2914 - Interrogazione a risposta scritta circa il sistema aeroportuale regionale, con particolare riferimento agli scali di Bologna e di Forlì. A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini, Sensoli

2915 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori di BolognaFiere SpA. A firma del Consigliere: Bignami

2916 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori di BolognaFiere SpA. A firma della Consigliera: Piccinini

2917 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il piano industriale di BolognaFiere SpA e la tutela dei relativi lavoratori. A firma del Consigliere: Taruffi

2918 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la riduzione dell'IRAP per ASP e privati che gestiscano, per il pubblico, servizi alla persona. A firma del Consigliere: Foti

2919 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per non porre a carico dei cittadini contribuenti spese dovute a problematiche riguardanti i gestori di servizi idrici e di raccolta di rifiuti. A firma del Consigliere: Bignami

 

Interpellanza

 

2838 - Interpellanza circa la predisposizione di una regolamentazione che preveda procedure ad evidenza pubblica per l'assegnazione delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

 

Risoluzioni

 

2850 - Risoluzione per impegnare il Presidente e la Giunta regionale affinché, ai sensi dell'art. 138, comma secondo, della Costituzione, si facciano promotori della richiesta di sottoposizione a referendum della legge di revisione costituzionale riguardante il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione. (24 06 16) A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli

2856 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere, all'interno delle attività dell'agenzia sanitaria e sociale regionale ed in collaborazione con tutte le AUSL regionali, un "Osservatorio Ambiente e Salute", anche al fine di attuare un sistema informatizzato ed integrato ambientale-sanitario georeferenziato su tutto il territorio regionale. (27 06 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

2865 - Risoluzione per impegnare la Giunta a ridefinire le indicazioni procedurali per gli oneri di urbanizzazione previste dalla delibera del Consiglio regionale n. 849 del 1998, assicurando il rispetto della loro destinazione a finalità pubbliche, garantendo la proprietà pubblica delle realizzazioni e informando le amministrazioni comunali sulle possibilità di modifica già oggi possibili. (28 06 2016) A firma della Consigliera: Piccinini

2870 - Risoluzione in merito alle prospettive occupazionali del personale di BolognaFiere spa e alla definizione di un piano industriale che garantisca la salvaguardia del lavoro. (30 06 16) A firma della Consigliera: Piccinini

2898 - Risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assemblea legislativa a sostenere le iniziative di approfondimento dell'episodio storico conosciuto come la strage di Reggio Emilia del 7 luglio del 1960, con il coinvolgimento delle istituzioni e dei familiari delle vittime. (06 07 16) A firma dei Consiglieri: Alleva, Torri, Gibertoni, Mori, Prodi, Taruffi, Sabattini, Soncini, Caliandro, Mumolo, Sassi

2906 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Parlamento affinché venga ripresa la discussione delle Proposte di Legge per l'introduzione del reato di tortura, nel massimo rispetto delle Convenzioni internazionali, accelerando l'iter di approvazione di un unico testo. (08 07 16) A firma dei Consiglieri: Calvano, Caliandro, Taruffi, Lori, Paruolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Bagnari, Sabattini, Rontini, Zoffoli, Poli, Montalti, Torri, Zappaterra, Molinari, Mori, Serri, Prodi, Cardinali, Iotti, Mumolo, Soncini, Ravaioli

 

Petizione

 

2899 - Petizione popolare per il potenziamento dell'ospedale di Borgo Val di Taro (PR). (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 52 del 06 07 16)

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn. :

2515 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti indennità di occupazione relative ad un immobile, sito a Porretta, di proprietà della Città Metropolitana di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2517 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura di distretti sanitari e uffici CUP nella Provincia di Modena. A firma del Consigliere: Bargi

2519 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per attuare l'accordo sulla distribuzione dei medicinali delle ASL da parte delle Farmacie. A firma del Consigliere: Foti

2522 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante la bonifica dell'area ex Sipe Nobel "Le Basse" sita a Spilamberto (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

2523 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevenire i rischi causati dalle esalazioni del gas radon e mapparne la presenza sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Pettazzoni

2524 - Interrogazione a risposta scritta cica la riapertura del punto nascita di Porretta, a tutela della popolazione abitante nell'Alta Valle del Reno. A firma della Consigliera: Sensoli

2525 - Interrogazione a risposta scritta circa la riconversione del punto di prima assistenza in punto di primo intervento di Savignano sul Rubicone. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2526 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli da porre in essere in merito ad interventi e ad estrazioni di materiali litoidi nel territorio della Provincia di Parma, con particolare riferimento alla situazione esistente a Tizzano. A firma del Consigliere: Foti

2528 - Interrogazione a risposta scritta circa l'affidamento da parte di Hera della gestione di un nuovo impianto di selezione dei rifiuti, sito a Granarolo dell'Emilia. A firma del Consigliere: Bargi

2529 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti l'affidamento di servizi, da parte dei Comuni, di gestione, accertamento e riscossione dei tributi e delle entrate. A firma della Consigliera: Piccinini

2531 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei cittadini tramite il servizio di emergenza sanitaria, con particolare riferimento alla situazione riguardante l'area montana modenese ed al decesso di una paziente giunta già morta presso la postazione di guardia medica. A firma della Consigliera: Gibertoni

2532 - Interrogazione a risposta scritta circa la funzionalità degli uffici preposti al Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Po di Parma. A firma del Consigliere: Foti

2535 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori del comparto dei servizi sociosanitari e della cura e dei servizi alla persona, con particolare attenzione al personale femminile ed alla prevenzione dei comportamenti violenti degli utenti nei confronti degli operatori. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2537 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti un bando relativo alla raccolta, al trasporto dei rifiuti solidi urbani ed ai servizi accessori nella Provincia di Ravenna. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Liverani

2545 - Interrogazione a risposta scritta circa la riorganizzazione del Servizio di Anestesia dell'Ospedale Bufalini di Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

2547 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni burocratiche e procedurali riguardanti la ricostruzione, a seguito del sisma, dell'azienda Molino Ariani di San Felice sul Panaro. A firma del Consigliere: Bargi

2550 - Interrogazione a risposta scritta circa la ristrutturazione del Teatro comunale di Cento (FE). A firma del Consigliere: Pettazzoni

2552 - Interrogazione a risposta scritta circa il potenziamento dei servizi di pronto soccorso nel territorio regionale, con particolare riferimento alla situazione esistente a Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

2556 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino ed il potenziamento del Servizio di prima assistenza diurno e notturno di Montefiorino. A firma del Consigliere: Bargi

2563 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per migliorare la sicurezza negli impianti sportivi, anche tramite l'acquisto di defibrillatori. A firma della Consigliera: Gibertoni

2566 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la competenza esclusiva del Servizio Sanitario Nazionale in merito ai ricoveri ed alle prestazioni relative ai di malati affetti dal morbo di Alzheimer. A firma del Consigliere: Alleva

2568 - Interrogazione a risposta scritta circa i risultati dell'indagine avviata dalla Regione Emilia-Romagna circa la cura dell'endometriosi. A firma della Consigliera: Montalti

2570 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dell'azienda Dussmann Service operanti presso l'ASL di Modena. A firma dei Consiglieri: Serri, Campedelli, Boschini, Sabattini

2571 - Interrogazione a risposta scritta circa l'informazione e l'attuazione dell'obbligo di timbratura relativo al trasporto pubblico locale automobilistico, con particolare riferimento al gestore SETA SpA. A firma del Consigliere: Torri

2574 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inserimento, nelle strutture ospedaliere ed in particolare nei reparti di lunga degenza, di opportunità di svago, intrattenimento, riflessione, arte e cinema. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2577 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere affinché venga tempestivamente segnalata la carenza di farmaci. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Marchetti Daniele

2581 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni relative alla segnalazione di danni derivanti, dopo il 17 marzo, da eventi climatici riguardanti la Provincia di Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

2584 - Interrogazione a risposta scritta circa le rilevazioni, e le relative analisi, riguardanti la presenza di derivati dell'erbicida glifosato in campioni di acqua, con particolare riferimento alla situazione esistente a Campogalliano (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

2586 - Interrogazione a risposta scritta circa la pulizia dell'alveo del Rio Superchia, al fine di evitare allagamenti nel territorio del Comune di Sassuolo (MO). A firma del Consigliere: Bargi

2590 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte alla carenza di personale presso l'Ospedale di Cona. A firma del Consigliere: Fabbri

2591 - Interrogazione a risposta scritta circa la applicazione e la rimodulazione delle procedure e delle risorse riguardanti il Programma di Sviluppo Rurale. A firma dei Consiglieri: Rontini, Bagnari, Bessi, Serri

2602 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e la situazione riguardanti la realizzazione di un Nuovo Impianto di Recupero e Stoccaggio di Rifiuti Pericolosi e Non Pericolosi da realizzarsi a Ozzano dell'Emilia, in Via Cà Fornacetta. A firma della Consigliera: Piccinini

2623 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevedere fondi da destinare alla realizzazione di "zone di allenamento sicure" e di piste ciclabili riservate a ragazzi iscritti a società ciclistiche. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni

2648 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti attività di controllo relative al POR-FESR (2007-2013 e 2014-20). A firma dei Consiglieri: Piccinini, Bertani

2662 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare l'inquinamento, specie dei prodotti alimentari, con particolare riferimento alle sostanze perfluoroalchiliche. A firma della Consigliera: Gibertoni

2667 - Interrogazione a risposta scritta circa i dati raccolti dall'Osservatorio regionale sul sistema abitativo, con particolare riferimento agli alloggi antigienici. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2669 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevedere la fruizione, da parte delle partorienti, dell'analgesia epidurale presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte

2677 - Interrogazione a risposta scritta circa modificazioni riguardanti la determinazione del contributo da concedere, a seguito del sisma, relativamente alle pertinenze delle abitazioni principali danneggiate. A firma del Consigliere: Bignami

2692 - Interrogazione a risposta scritta circa i rapporti intercorrenti tra la Regione Emilia-Romagna ed il Governo Federale Brasiliano, con particolare riferimento alla situazione attuale. A firma del Consigliere: Torri

2693 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi di messa in sicurezza dell’area ex Razzaboni a San Giovanni in Persiceto (BO), l’analisi dei prodotti agricoli dei terreni adiacenti e la necessità di un confronto con i cittadini in merito ai rischi sulla salute derivanti dalle sostanze contaminanti previste nell’area. A firma della Consigliera: Piccinini

2707 - Interrogazione a risposta scritta circa i disservizi verificatisi nel piacentino a seguito del piano di riorganizzazione delle Poste Italiane. A firma dei Consiglieri: Molinari, Tarasconi

2709 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare, tramite la costruzione di una rotatoria, incidenti in un incrocio sito a Campogalliano (MO). A firma del Consigliere: Aimi

2726 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per assicurare la presenza di adeguati livelli di qualità educativa nelle zone montane, con particolare riferimento alle pluriclassi ed alla situazione esistente nella Valmarecchia. A firma della Consigliera: Sensoli

2764 - Interrogazione a risposta scritta circa procedimenti riguardanti la compravendita di terreni siti a Campogalliano (MO). A firma del Consigliere: Bargi

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 9/06/2016 al 6/07/2016:

 

DPGR n. 149 del 05/07/2016

Sostituzione di un consigliere nella Camera di Commercio di Piacenza.

DPGR n. 144 del 01/07/2016

Sostituzione di un consigliere nella Camera di Commercio di Modena. Settore Artigianato.

DPGR n. 129 del 21/06/2016

Sostituzione di un consigliere nella Camera di Commercio di Modena.

DPGR n. 127 del 17/06/2016

Individuazione del rappresentante della Regione Emilia-Romagna all'interno della Consulta dei Sostenitori di cui all'art. 13 dello Statuto di Alma Mater Studiorum Universita' di Bologna.

DPGR n. 122 del 13/06/2016

Costituzione del Consiglio di Amministrazione dell'IPAB "Istituzioni Riunite di Imola" di Imola (BO).

DPGR n. 121 del 13/06/2016

Costituzione del Consiglio di Amministrazione dell'IPAB "Istituto Emilio Biazzi - Struttura Protetta" di Castelvetro Piacentino (PC).

DPGR n. 119 del 13/06/2016

Costituzione del Consiglio di Amministrazione dell'IPAB "Casa Protetta Vassalli Remondini" di Castell'Arquato (PC).

(Comunicazione n. 33 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2016/1630 dell’11/07/2016)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Soncini

Rancan - Torri

 

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