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Legislatura IX - Commissione V - Verbale del 04/02/2013 antimeridiano

     

     

     

     

    Verbale n. 1

    Seduta del 4 febbraio 2013

     

    Il giorno 4 febbraio 2013 alle ore 10,35 si è riunita presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna, Viale A. Moro n. 50, in Udienza conoscitiva la Commissione Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport, convocata con nota prot. n. 3745 del 25/01/2013.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e Nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    PAGANI Giuseppe

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    FIAMMENGHI Valdimiro

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    3

    presente

    LEONI Andrea

    Vicepresidente

    PDL - Popolo della Libertà

    5

    presente

    CASADEI Thomas

    Componente

    Partito Democratico

    4

    presente

    CAVALLI Stefano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    4

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it

    2

    presente

    GARBI Roberto

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    GRILLINI Franco

    Componente

    Italia dei Valori – Lista Di Pietro

    3

    presente

    LOMBARDI Marco

    Componente

    PDL – Popolo della Libertà

    4

    assente

    MALAGUTI Mauro

    Componente

    PDL – Popolo della Libertà

    2

    presente

    MARANI Paola

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    MEO Gabriella

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà – Idee Verdi

    2

    presente

    MORICONI Rita

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    NOE’ Silvia

    Componente

    UDC – Unione di Centro

    1

    assente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PIVA Roberto

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    RIVA Matteo

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    SCONCIAFORNI Roberto

    Componente

    Federazione della Sinistra

    2

    presente

    VECCHI Luciano

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

     

    E’ presente: Maurizio MELUCCI (Assessore a Turismo e commercio)

     

    Sono, altresì, presenti i consiglieri MONARI (PD), FERRARI (PD), CORRADI (LN), BARBIERI (PD), DONINI (FdS), MANFREDINI (LN), MAZZOTTI (PD), BERNARDINI (LN), MONTANARI (PD), FILIPPI (PdL), BARBATI (IdV), CARINI (PD), POLLASTRI (PdL), VECCHI (PdL), ZOFFOLI (PD).

     

     

     

    Presiede la seduta: Giuseppe PAGANI

    Assiste il Segretario: Giovanni FANTOZZI

    Resocontista: Laura SANVITALE

     


     

    Udienza conoscitiva

    sul seguente progetto di legge:

     

     

    3351 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Ferrari, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Barbieri e Montanari: "Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche" (09 11 12).

    (Relatore consigliere Roberto Piva)

     

    Roberto Aldrovandi

    Comitato Associazioni Venatorie/Endurista

    Catia Aliberti

    Assessore del Comune di Vergato (BO)

    Loriano Amadori

    Ass.re Comune Monghidoro

    Giampaolo Amodeo

    Seg. gen. TCI (Touring Club Italia) Bologna

    Renato Angelucci

    Coordinatore Consulta Escursionismo

    Daniela Aureli

    Sindaco del Comune di Castiglione dei Pepoli

    Davide Avanti

    Presidente Enduroparma ASD e Comitato dell’escursionismo su ruota

    Silvio Baccilieri

    Assessore Comune di Marzabotto

    Luigi Battoglia

    Vicepresidente Moto Club Tato Taro Taro (Bedonia) Federazione Motociclisti Italiani / Comitato escursionismo su Ruota

    Tiziano Bedostri

    Responsabile Turismo equestre

    Irene Bedostri

    Responsabile Turismo equestre

    ASD Gruppo Attacchi VDA – Appennino Modenese

    Massimo Becchi

    Presidente Legambiente Reggio Emilia

    Barbara Bergonzi

    Delegato prov. le F.M.I

    (Federazione motociclista Italiana) Piacenza

    Alfredo Biondi

    Enduro – M.C. Collina Motori

    Giovanni Bertocchi

    Assessore del Comune di Varano de’ Melegari

    Germano Boccaletti

    Coordinatore responsabile E.R. FIAB Onlus

    Manuela Bonfanti

    Amatrice Moto

    Stefano Boschi

    Direttore tecnico Scuola nazionle Quad e membro Comitato Quad F.M.I.

    Fabio Braglia

    Presidente Unione Comuni Valli Dolo, Dragone e Secchia

    Alberto Braghetta

    Federazione Ciclistica Italiana

    Ercole Brighi

    Socio CAI Club Alpino Italiano - Sez. Cesena

    LorenzoBuratti

    Delegto Moto Club Cesena

    Salvatore Caiazzo

    Consigliere UBN (Unione Bolognese Naturalisti)

    Luca Calzolari

    Vicepresidente vicario Soccorso alpino espeleologico

    E-R

    Giorgio Campioli

    Coordinatore Area Sporta Ambiente UISP E.R

    Massimo Cantelli

    Comunità Montana dell’Appennino Piacentino

    Pier Giorgio Carelli

    Endurista - Enduro Terapia

    Gian Carlo Cavina

    Presidente Co.Re. del F.M.I. E.R.

    Carlo Cassinelli

    Presidente ASD Alfa Matta - PR

    Giuliano Cervi

    Consigliere Federazione Pro Natura

    Andrea Chiari

    Dirigente turismo Provincia di Reggio Emilia

    Manuela Claysset

    Presidente consiglio regionale UISP E.R.

    Mauro Cocchi

    Consigliere F.M.I. E.R.

    Claudia Cocconcelli

    Presidente M.C. Crostolo R.E.

    Giovanni Collina

    Vicepresidente Moto Club Collina Motori

    Casalecchio di Reno (BO)

    Michele Collina

    Socio Moto Club Collina Motori

    Casalecchio di Reno (BO)

    Andrera Colombo

    Seg. naz. Federazione Italiana Fuoristrada

    Pietro Comastri

    Delegato prov.le F.M.I. Reggio Emilia

    Giuseppe Conti

    Sindaco di Bardi (Parma)

    Ernesto Crescenti

    Vice Questore aggiunto forestale

    Corpo forestale Dello Stato

    Enrico Croci

    Sindaco Comune di Morfasso (PC)

    Rossella Daolio

    Consulente Les Rues Du Monde

    Maurizio Davolio

    Copresidente ACI Turismo

    Marco Degan

    Moto Club della Futa

    Mauro Delgrosso

    Progettista Formazione Ambito GAE – Forma Futuro

    Stefano Donati

    Funzionario CONFCOMMERCIO E.R.

    Luca Donigaglia

    Giornalista Agenzia DIRE

    Francesca Doninotti

    Volontaria Legambiente

    Emilio Ferrari

    Consulente UOEI (Unione Operaia Escursionisti Italiani)

    Martino Filippi

    Socio CAI

    Sergio Fiocchi

    Confagricoltura E/R

    Emanuele Fior

    Legambiente E/R

    Patrizio Fiorini

    Tesserato Enduro di Enduroterapia / M.C. Collina

    Davide Fontana

    Endurista Motoclub - Castiglione dei Pepoli

    Antonio Galassi

    Endurista - Enduroterapia

    Antonella Galli

    Resp. Forestazione e Agricoltura Ente per I parchi e la Biodiversità Emilia orientale

    Davide Galli

    Guida ambientale escursionistica AIGAE

    Giorgi Galli

    Guida ambientale escursionistica e consigliere comunale Comune di Campagnola Emilia (RE)

    Marco Galli

    Vicepresidente Provincia di Modena

    Alberto Gambarini

    Presidente Gruppo enduristi bolognesi

    Polisportiva Marzabotto

    Franco Gandolfi

    Assessore Comune di Bardi (Parma)

    Alessandro Garbasi

    Sindaco Comune Neviano degli Arduini (Parma)

    Anna Gatti

    Direzione Agricoltura Regione Emilia-Romagna

    Stefano Gelati

    Socio ASD Enduro Parma

    Luca Giaroli

    Presidente Enduroterapia

    Alessandro Ghetti

    Resp.uff. legislativo Coldiretti E.R.

    Fabrizio Ghini

    Presidente Motoclub La Stalla Imola - Federazione Motociclistica Italiana

    Amilcare Grana

    Volontario Touring Club Italiano

    Antonio Grosso

    Socio F.M.I.

    Dario Laghi

    Vicesindaco Comune di Brisighella

    Fabio Larceri

    Vicepresidente naz. Federazione Motociclistica Italiana

    David Ligabue

    Presidente FREERIDE PROJECT

    Maria Cristina Legnani

    Trekking Italia Bologna

    Carlo Lisi

    Coordinatore reg.le A.I.G.A.E (Ass. Italiana Guide ambientali escursionistiche)

    Gianni Lolli

    Socio F.M.I.- Enduristi Bolognesi

    Luca Lori

    Vicepresidente Enduro Parma ASD

    Franco Magni

    Enduro – M.C. Collina Motori

    Stefano Magni

    Enduro – M.C. Collina

    Adriano Marabini

    Coordinatore Regionale TREKKING ITALIA

    Paolo Marchioni

    Moto Club della Futa

    Andrea Masina

    Socio Moto Club

    Emanuele Mazzadi

    GAE (Guida Ambientale escursionistica)

    Giovanni Mazzolani

    Resp. Servizio Faunistico Provincia Ravenna

    Stefano Merighi

    Presidente Federazione Italiana Caccia

    Davide Missiroli

    Sindaco  Comune di Brisighella

    Lodovico Molinari

    Assessore Sport Comune di Bedonia

    Lucia Montagni

    Direttore Ente di Gestione per i parchi e la biodiversità Emilia orientale

    Roberto Montali

    CAI Parma

    Federico L. Montanari

    V.pres. Ass.Prom.Sociale “L’UMANA DIMORA”

    Roberta Moretti

    Marketing APT Servizi

    Francesco Motta

    Presidente Gruppo regionale CAI (Club Alpino Italiano)

    Romolo Negro

    Rappresentante Enalcaccia Parma - Sez. Alta Valtaro e Ceno

    Claudio Obertelli

    ATC

    Marco Pacini

    Vicepresidente naz. Federazione Italiana Fuoristrada

    Maria Giulia Padovani

    F.M.I (Federazione Motociclista Italiana)

    Marco Pasi

    Confesercenti E.R.

    Giovanni Battista Pasini

    Presidente UNCEM E.R.

    Elio Pelli

    Delegato CAI (Club Alpino italino)

    Giacchino Pedrazzoli

    WWF Emilia Romagna

    Pietro Peri

    Funzionario CIA E.R.

    Vittorio Pezzi

    Socio CAI Cesena

    Ottavio Paicentini

    Istruttore F-M-I Scuola nazionale QUAD

    Sergio Polmonari

    Vice Sindaco Comune di Lizzano in Belvedere

    Andrea Poluzzi

    Socio Moto Club Ventura

    Carlo Possa

    Funzionario Legacoop

    Paola Ragazzini

    Resp. Turismo Link Associati soc. coop.

    Yuri Rambelli

    Presidente Legambiente “A. Cederina”

    Isaia Rinfranti

    Vice Sindaco Comune di Castello di Serravalle (Bo)

    Doriano Rivieri

    Resp. Servizio Turismo Provincia di Parma

    Francesco Rivola

    Ass.re Provincia di Ravenna

    Roberto Raffo

    Geometra Comunità Montana Appennino Piacentino

    Luigi Ropa Esposti

    Resp. Ambiente Comune di Sasso Marconi(Bo)

    Massimo Rosa

    Agente scelto Corpo Forestale dello Stato

    Roberto Rossi

    Motosport event manager CTM Sport Motorcycle Italia srl

    Vinicio Ruggeri

    Presidente Sezione “Mario Fantin” Club Alpino Italino

    Luca Salomoni

    Moto Club Valle Idice

    Vincenzo Sapienza

    Presidente naz. Federazione Italiana Fuoristrada

    Gino Scarpenti

    Moto Club Taro Taro Taro

    Giuseppe Sidoli

    Direttore UPI E.R.

    Willer Simonati

    Servizio Parchi e risorse forestali Regione Emilia-Romagna

    Elisa Spiga

    Kicecè MTB

    Giuseppe Stefanini

    Tavolo Consulta escursionismo

    Vittorio Tagliazucchi

    Istruttore guida In Fuoristrada FMI snc

    Davide Tonioli

    Referente Gruppo Enduristi Bolognesi Polisportiva Marzabotto 2000

    Danilo Treossi

    P.Reg. ARCI CACCIA

    Enzo Valbonesi

    Resp. Serv. Parchi e Risorse Forestali Regione Emilia-Romanga

    Fausto Ventura

    Socio F.M.I. (Federazione Motociclisti italiani)

    Stefano Ventura

    Imprenditore

    Mauro Zappala

    Endurista Moto Club SpecialOne

    Pietro Zambelloni

    Presidente Motoclub Piacenza F.M.I (Federazione Motociclisti italiani)

    Giovanni Zanasi

    Capogruppo TREKKING

    Giuseppe Zanetti

    Consigliere Comune di Varsi

    Liana Zanetti

    Presidente APT Servizi

    Michele Ziveri

    Consigliere Moto Club Bazzano

    Chiara Zoppellaro

    Consigliere naz. Federazione Italiana Fuoristrada

     

     

    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE

     

    Il presidente PAGANI “Ringrazio i presenti per aver accolto l’invito. Ci fa piacere l’interesse dimostrato dalle mail che hanno investito cellulari e computer dei consiglieri. Siamo all’inizio del percorso del progetto di legge; è stata svolta la Relazione e si è valutata l’opportunità dell’udienza conoscitiva che ha lo scopo di riflettere sulle osservazioni e sugli interventi presentati. Una volta approvato l’articolato in commissione si andrà in Aula dove il progetto di legge potrà ancora essere eventualmente modificato. Darei la parola al relatore Roberto Piva per un’introduzione sul progetto di legge per poi passare agli interventi. Vi sono 37 interventi e pertanto per organizzare i tempi, propongo di fare un intervento di cinque minuti e se un’associazione ha chiesto di intervenire tramite più rappresentanti limitiamo per ora l’intervento a un solo rappresentante; eventualmente in coda si recupereranno coloro che non sono intervenuti e hanno ancora interesse a farlo.

    Cedo la parola al relatore Roberto Piva”.

     

    Il relatore Roberto PIVA “Grazie Presidente. Buongiorno a tutti. Espongo brevemente; questa è una proposta di legge i firmatari sono i consiglieri Costi, Ferrari, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo e Barbieri e sono stato nominato relatore. Le udienze conoscitive hanno sempre un grande interesse, vi sono stati incontri con gli interessati con i singoli cittadini; questa è una sorta di gruppo di lavoro. Quello che verrà detto sarà attentamente studiato. Non sarà un percorso frettoloso, anche in ragione del grande interesse dimostrato. Il testo nasce da una considerazione: la nostra è una regione ricca dal punto di vista della rete escursionistica. Da un lato occorre valorizzarla, dall’altra bisogna mettere a frutto tale patrimonio mediante il turismo e la possibilità di un’ulteriore espansione. Il turismo dell’escursionismo è in crescita; i dati confermano che vi è un aumento di persone che hanno scelto di alloggiare nelle strutture agrituristiche o comunque in strutture non immediatamente attigue alle coste o alle città sono in costante aumento.

    Nel 2009 già una delibera della Giunta regionale definiva le linee guida per la segnaletica e cartografia, la manutenzione e il ripristino in sicurezza della rete escursionistica. Vi è ora la necessità di una legge regionale, di un atto legislativo, per rafforzare e delineare un quadro giuridico normativo. Si pensi alle problematiche che si creano in ragione dei contenziosi che si sviluppano nel rapporto con la proprietà privata e all’importanza del riconoscimento della pubblica utilità. Una legge è in grado di normare anche tale profilo.

    Nel progetto di legge l’escursionismo per definizione è contemplato come attività turistico ricreativa sportiva. L’articolo 3 definisce la rete escursionistica facendo anche riferimento ai percorsi escursionistici inseriti nel catasto della Regione.

    L’articolo 5 qualifica i percorsi escursionistici d’interesse pubblico e regolamenta il rapporto con la proprietà privata: preventivamente alla costituzione di una servitù di passaggio sui tratti di viabilità di uso privato, la Regione propone la stipula di accordi di uso. La gestione coordinata della rete escursionistica, l’aggiornamento del catasto, la programmazione straordinaria e il sostegno economico competono alla Regione, in collaborazione con le autonomie locali, gli enti gestori dei parchi. Il supporto tecnico sarà fornito dal coordinamento tecnico centrale regionale presso l’assessorato competente. Nel progetto di legge viene ancora definita la competenza delle province che avranno un ruolo importante per gestire l’attività ordinaria, mentre l’attività straordinaria sarà a cura della Regione Emilia-Romagna, con la possibilità di sostegno economico.

    Viene approvato dall’Assemblea legislativa un Programma triennale, su proposta della Giunta. Si tratta un po’ di una scommessa dal punto di vista dell’escursionismo e del turismo.

    In ultimo, vi è la questione dei divieti previsti dall’articolo 11 che si aggiungono a quelli contenuti nella normativa della Polizia forestale, come il divieto di praticare sport pericolosi, salvo deroghe motivate.

    L’udienza conoscitiva e la successiva discussione potranno modificare l’assetto proposto.

    La Giunta adotterà successivamente un regolamento dopo l’approvazione della legge. Grazie.”

     

    Il presidente PAGANI “Ringrazio l’assessore Melucci per essere presente e ricordo che potrà offrire il proprio contributo. Richiamo i tempi per ogni intervento. Sono arrivate le proposte di modifica da parte di associazioni, sarà possibile presentare documentazione alla Presidenza della commissione che poi verrà inviata a tutti i consiglieri componenti”.

     

    LUIGI BATTOGLIA (Federazione motociclistica italiana) “Buongiorno Presidente. Sono vicepresidente del Motoclub Taro di Bedonia e qui rappresento il Comitato dell’escursionismo su ruota e la Federazione motociclistica italiana. Una breve premessa. le enduro e le mountain bike e i 4 per 4 sono forme di escursionismo attuate in forma diversa dall’esclusivo uso delle gambe, ma costituiscono escursionismo. Si svolgono su tracciati che sono strade come sancito dall’art. 3 comma 48 del codice della strada. Tale aspetto è ribadito dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 2479 del 2002 e definitivamente stabilito dalla Corte costituzionale con sentenza n. 428 del 2004. Sia il codice della strada che le sopracitate sentenze stabiliscono la competenza delle leggi dello Stato a disciplinare il transito sulle strade e dichiarano la Regione non competente a legiferare in materia. Sono strade anche i tratturi, le mulattiere, i sentieri anche formatisi per il naturale calpestio dell’uomo e degli animali. La Regione si è già pronunciata in tal senso in forma scritta all’interrogazione del consigliere Cavalli svolta in data 21.10.2011 oggetto 1716. Esiste già sul territorio un’enorme porzione di territorio vincolato e non accessibile a mezzi a motore: parchi e zone sismiche. Nella pratica dei nostri sport, non usciamo mai da questi tracciati che sono strade. Se con questo progetto di legge si intendeva dare un rilancio alle economie marginali, di fatto impedendo a queste realtà turistico sportive di esistere, si otterrà l’esatto opposto: saranno gravi le ricadute economiche sulle realtà imprenditoriali della montagna e sui bar, ristoranti e alberghi, rivendite di moto, di bici e attrezzature anche a livello industriale. Si desidera porre rilievo sul fatto che sarebbe stato più opportuno condividere preventivamente e con le amministrazioni locali e con la popolazione residente il progetto di legge. Si disperderà una grande e operosa azione di manutentori a costo zero del territorio, come provato dalle molte lettere di amministrazioni locali di montagna. Non esiste un problema idrogeologico proprio perché transitiamo su strada e siamo i primi a fare manutenzione; non esiste un problema di sicurezza, non ci sono mai stati incidenti che lo testimoniano. Il lavoro di educazione e di autoregolamentazione svolto dalle associazioni di settore verrà vanificato, rendendo tutti questi utenti dei fuorilegge e quindi da fuorilegge forse si comporteranno. Si andrà verso lo scontro sociale; Enduroterapia ha raccolto in soli 9 giorni oltre 4 mila adesioni, rappresentativo del fatto che si tratta di una passione popolare. Molti di noi sono amanti del trekking, e tutti estremamente sensibili alle tematiche ecologiste. Il documento che presentiamo è frutto di un lavoro di condivisione con tutte le associazioni di escursionismo motorizzato, di ciclismo, e venatorie, tese a stabilire regole certe e rispettose delle esigenze di tutti. Ci piacerebbe che anche le altre rappresentanze associative amanti unicamente del trekking si ponessero con lo stesso spirito nei confronti del progetto di legge, ma ancor di più rispetto a tutti gli amanti della natura che la frequentano rispettandola, anche se con uno sport diverso dal loro. Questa può essere l’occasione per fare una buona legge che possa essere di esempio per tutte le realtà nazionali; sarà necessaria una volontà di comprensione delle necessità di tutti, senza creare figli e figliastre, utilizzando il buon senso. Nelle piccole realtà come nel mio comune di Bedonia, questa convivenza è stata possibile e ha creato buoni frutti, come la realizzazione della cartina sentieristica bedoniese realizzata con fattiva collaborazione fra enduristi, cacciatori e amanti del trekking, iscritti al Cai. Non si capisce perché a livelli più alti non ci sia questa volontà, anzi. Alle parole preferiamo i fatti. A riprova di quanto ho detto, lascio la sopra citata cartina e alcune foto di lavori di manutenzione svolta dal mio motoclub sui percorsi che facciamo. Ciò non riguarda solo la mia zona, ma estendibile a tutto il territorio regionale. Valutatela come semplice esempio di una realtà che esiste.

     

    ROBERTO ROSSI (KTM Sport Moto Italia) “

    “Buongiorno. Grazie per averci coinvolto all’interno di un comitato del quale KTM è orgogliosa di poter essere presente e da me rappresentata. KTM è un’azienda che produce motociclette; nel 2012 è stata la maggior produttrice di moto a livello europeo.

    C’è un’industria fatta di numeri, di persone, di passione, di indotto, di problemi che mi sembra che in una regione come l’Emilia Romagna vengono affrontati in modo democratico; ciò per merito di chi la gestisce e governa, di chi vuole interloquire con chi dovrà decidere le sorti di un’attività. Ho sentito parlare di preservare e valorizzare l’interesse pubblico, valori che il relatore Piva porterà avanti nel progetto di questa legge che mi auguro possa essere affrontato con serena cordialità, ricordando che dietro ogni passione e attività e legge che deve regolamentare o in questo caso vietare determinate attività vi è comunque chi con queste attività produce e sostiene non solo un’economia, ma anche il futuro di quella che oggi è la nostra gioventù. Non solo gli anziani devono praticare la montagna, ma anche i giovani, magari con strumenti diversi. Se queste sono le moto, mi auguro che le moto possano essere contemplate, con le dovute precauzioni. Se una legge vieta e rende fuorilegge degli appassionati; così non si risolve sicuramente il problema. Vietare non è comunque opportuno e qui parlo da libero cittadino, a meno che non si tratti di cose che ledano l’altrui libertà. Abbiamo tanti esempi di divieti in Italia che non hanno risolto problemi. Mi auguro che si possa promulgare una legge che vada a vantaggio di tutti, di tutti coloro che amano la natura, come l’ama l’azienda che produce mezzi per i suoi appassionati. Grazie”.

     

    LUDOVICO MOLINARI (Comune di Bedonia)

    “Buongiorno. Grazie alla Regione Emilia-Romagna per provare a cercare di metter mano al tema dell’escursionismo. Sono onorato di vivere in questa regione sempre all’avanguardia che vuol primeggiare e mi auguro che questa possa essere l’occasione di mettere al centro dell’interesse l’escursionista visto a 360°. Vi voglio portare l’esempio della nostra nuova giovane amministrazione insediata tre anni fa. Per valorizzare il nostro territorio abbiamo cercato un progetto che andasse a segnare i sentieri e promuovere con la Regione guide escursionistiche. Per la segnatura dei sentieri, abbiamo messo intorno a un tavolo tutti i portatori degli interessi del territorio, specialmente della montagna: l’associazione dei cacciatori, quella degli enduristi, delle mountain bike, il gruppo degli alpini e i liberi cittadini. Siamo riusciti a definire un bellissimo progetto che ha avuto lo scopo di segnare quasi tutti i sentieri intorno al nostro territorio, in accordo con il Cai, al fine di renderli visibili. L’abbiamo fatto cercando di agire con il buon senso, con il quale mi auguro possa agire anche questa commissione. Se si ragiona da persone che vivono e amano la montagna, si conoscono le problematiche e pertanto delegare o vietare tante cose ci lascia perplessi e non so se sia la soluzione ottimale. Secondo noi, sarebbe preferibile riunire intorno a un tavolo anche le amministrazioni locali che sono proprietarie di questa rete di sentieri di strade comunali e le associazioni riconosciute. In questo nostro progetto abbiamo voluto responsabilizzare chi va tutti i giorni sul territorio, in modo che possa essere la prima sentinella per vedere se c’è qualcosa che non va. Nel passato e negli ultimi anni, non abbiamo avuto nessun tipo di lamentele per danneggiamenti recati da motociclisti o persone a cavallo o ciclisti.

    Auguro che questo progetto di legge possa essere il primo passo per fare una cosa che serva veramente alla gente di montagna. Molte volte si fanno le cose per la montagna, con l’occhio della città; è un po’ diverso per chi vive in montagna, perché in passato il nostro ambiente è stato colpevolizzato: il boscaiolo veniva visto quasi come un criminale, come un vandalo, invece non è così. Vorrei che dal bellissimo obiettivo e dal grande lavoro che state facendo, possa scaturire un progetto valido per il quale possa primeggiare veramente la regione Emilia-Romagna. Grazie”.

     

    CHIARA ZOPPELLARO (consigliere nazionale Federazione italiana fuoristrada)

    “Buongiorno. Sono consigliere nazionale della Federazione che ha sede a Modena, per cui ci sentiamo particolarmente in causa. Siamo parte integrante del Comitato per l’escursionismo su ruote e apprezziamo quanto la regione sta facendo per legiferare, per regolamentare il discorso dell’escursionismo. Certamente non vogliamo venire esclusi, discriminati o etichettati come delinquenti o criminali. La nostra federazione che rappresenta i mezzi 4X4 conta su più di 8 mila soci e 250 club in Italia, di cui 30 hanno sede in Emilia-Romagna.

    Vorrei soffermarmi sul fatto che la Federazione fuoristrada come la federazione motociclistica o altri enti hanno lo scopo di sensibilizzare e formare i propri soci a un uso corretto del territorio e dell’ambiente. Noi utilizziamo dei mezzi fuoristrada, il ché in italiano non significa andare fuori dalle strade, cioé sui prati, ma significa avere mezzi che sono prodotti per recarsi in zone impervie. Vogliamo portare a conoscenza di tutte le regioni, che si tratta di un fuoristradismo molto sensibile alla materia ambientale. Portiamo incentivo economico e turistico anche in zone non conosciute e andiamo in aree impervie, abbiamo una grande funzione a livello civile e sociale, per cui al di là di quello che l’opinione pubblica può considerare, il fuoristradista effettivamente aiuta a prevenire il dissesto idrogeologico, perché con i nostri passaggi manteniamo pulite le strade. Puliamo i sentieri, aiutiamo spesso la forestale dove c’è da ripristinare un sentiero. Vi è inoltre la scuola federale di guida 4X4, collaboriamo con la Protezione civile, con la Croce rossa italiana, per l’emergenza terremoto e alluvioni e in tutte le situazioni di calamità naturale noi ci siamo. Facciamo anche informazione presso enti per l’uso di mezzi 4x4 in aree impervie; l’Enel, ad esempio, ci affida molto spesso la formazione dei propri operatori. Vorrei sottolineare anche che tra noi comunque c’è un codice etico, per cui non possiamo essere etichettati, ma vogliamo far parte di questo tavolo di lavoro, apportando la nostra conoscenza dei territori. Grazie”.

     

    OTTAVIO PIACENTINI (scuola naz. Quad)

    “Buongiorno. è di Palagano di Modena, lavoro nel campo delle quattro ruote, noleggio e vendo quattro ruote; con i ragazzi di Cazzano di Parma siamo titolari della scuola nazionale Quad. Prima ho sentito qualche mugugno; effettivamente qualcuno in mezzo a noi è vero che devasta, ma si tratta di pochi. Mi dispiace che per quei pochi si etichettino i fuoristradisti come delinquenti, perché semplicemente fanno rumore. La maggioranza di noi che sia moto, quad, rispetta la natura. Noi che viviamo in montagna, quando giriamo dopo l’inverno, troviamo la devastazione della neve che ha troncato alberi. Avete visto quello che succede in montagna o vedete solo le moto? Guardate che vi sono alberi rotti, non c’è possibilità di girare. Tanti con le moto vanno a pulire, ad aprire le strade. Sono stato fermato lo scorso giorno da un contadino che mi ha chiesto “quest’anno non passate con il raduno? Perché altrimenti non riesco a passare con il trattore”. Allora non siamo vandali, c’è anche chi ci crede; frequento anche il Cai e molte volte se c’è una pietra fuori posto intervengo; non faccio distinzioni tra chi ha fatto quel sentiero, l’importante è che sia fruibile a tutti educatamente. Abbiamo anche istituito la scuola nazionale Quad in cui crediamo molto, per insegnare all’utenza che si vuole avvicinare alla natura in modo educato. Ci sono anche coppie di anziani che vivono la natura in modo educato; mi dispiace quando qualcuno chiama criminali tutti, non è così, pur riconoscendo che c’è chi devasta. Ricordo che la devastazione può farsi a cavallo, in bicicletta, con qualsiasi cosa. Andavo anche a cavallo e un giorno con trenta miei amici ho detto “non ci vengo con voi a distruggere sui prati come fate, con i cavalli”. Sappiate che anche a piedi si possono imbrattare prati, fanno più danni di una moto che passa molto educatamente su un sentiero. Non voglio né giudicare né penalizzare, voglio rispettare la natura con tutti voi; questo è il nostro obiettivo e spero lo vogliate fare tutti. Per me questa legge è molto importante, perché c’è bisogno di regolamentare, occorre che qualcuno dica che si sta sbagliando o rovinando. Occorre controllare coloro che devastano. Grazie”.

     

    CARLO LISI (Associazione italiana guide escursionistiche)

    “Buongiorno. Ringrazio la commissione per l’opportunità. Siamo Guide ambientali escursionistiche che sono regolamentati da LR 4 del 2000 e ci occupiamo non tanto dei sentieri, ma del turismo. I portatori d’interesse sono tanti, non ci siamo solo noi o i fuori stradisti, sono in tanti che hanno a cura l’ambiente naturale. Sono convinto che la commissione dovrà tenere conto dei portatori d’interesse. L’argomento è particolarmente complesso: vi sono aspetti che molti di noi considerano esclusivi e forse non lo sono e vanno confrontati con le posizioni di altri. Ci lavoriamo sui sentieri e pensiamo che la devastazione, in alcuni casi ci sia, in altri casi no: un fattore a volte soggettivo. Riteniamo che la commissione dovrà tenere conto e chiediamo che invitiate sia noi che altri al tavolo di lavoro per discutere insieme e trovare un giusto compromesso di tutte le categorie che hanno interesse sulla montagna. E’ necessario un dibattito sincero e corretto con tutti coloro che per passione o per lavoro operano in montagna, in situazioni più o meno fortunate o disagiate. Grazie”

     

    CERVI GIULIANO (Federazione nazionale pro Natura)

    “Buongiorno. Rappresento il coordinamento Emilia-Romagna delle sezioni della federazione nazionale pro natura. Intendo fare un intervento tecnico sulla base di fatti. Primo fatto riguarda il danno all’assetto ambientale e idrogeologico che stiamo constatando nel territorio regionale: nel volgere di pochi anni, parallelamente all’affermarsi e al diffondersi dell’attività escursionistica e ancor più dell’attività dei mezzi a motore abbiamo monitorato quello che è avvenuto. Un numero elevato di sentieri che per lungo tempo era facilmente percorribile e in equilibrio con l’ambiente si é oggi trasmutato in fossati, in zone di dissesto, di erosione e di degrado. Dati alla mano, abbiamo con l’ausilio di nostri tecnici contabilizzato il danno indotto dall’effetto dei mezzi a motore su terreni delicati in non meno di 300 milioni di euro, somme che si dovrebbero investire per ridurre parte dei danni, danni che sono in progressione, perché un sentiero che si trasforma in un corso d’acqua o collettore di acque meteoriche non si ferma, continua a erodere e a disgregare. Questi soldi chi li mette fuori, in un momento di crisi? Sono soldi che appartengono a tutti noi e di cui dobbiamo tener conto. Non si può continuare. Altro aspetto da tenere conto è l’escursionismo, specie quello a piedi, poiché ha un rapporto obiettivamente conflittuale con il motocrossismo. Lo dico per esperienza diretta, per il comportamento di molti che agiscono in termini non propriamente corretti nei confronti di chi va a piedi. Mi ricollego al precedente intervento: obiettivamente forse per colpa di pochi si rovina l’immagine di molti. Oggi esiste un rapporto conflittuale: non esiste un’escursione che si possa fare in medio Appennino in cui non ci si debba confrontare con squadre di motocrossisti che vanno, vengono, bloccano chi va a piedi. Devo anche dire con obiettività che alcuni motocrossisti hanno un comportamento educato e corretto, però sottolineo, per esperienza diretta, che il più delle volte questo tipo di rapporto educativo non si verifica, dati e fatti alla mano. Altro aspetto che segnalo è che esiste incontestabilmente una situazione di conflittualità che non è solo legata al mondo dell’escursionismo e del furistradismo, ma coinvolge direttamente livelli non indifferenti di agricoltori, di contadini che si trovano in contrapposizione con chi, adottando modalità scorrette, danneggia e percorre senza autorizzazione tratti di sentieri non autorizzati. Questa situazione purtroppo è già sfociata in situazioni problematiche, come ben sapete. Auspico che sulla base di elementi concreti e obiettivi, non di parte, relativi al danno ambientale arrecato dal movimento dei motori in zone delicate, si possa con questa legge ragionare su elementi obiettivi. Ben venga il confronto, ma anche questa legge, perché consente di affrontare problemi veramente esistenti. Grazie”.

     

    Il presidente PAGANI “Ricordo che stiamo raccogliendo i vostri pareri e non stiamo facendo un confronto, dividendoci tra ultras e tifosi. Serve ai consiglieri, al relatore e all’assessore e alla commissione per raccogliere suggerimenti, per emendare eventualmente il testo di legge; questo è l’obiettivo”.

     

    MICHELE ZIVERI (Motoclub Bazzano)

    “Buongiorno, saluto tutti i partecipanti e ringrazio i membri della presente Commissione in quanto ci permettono di partecipare attivamente al progetto di legge "Rete Escursionistica Emilia Romagna". Sono Michele Ziveri, abitante di Bazzano Parmense, paese a 500 mt d'altezza nel Comune di Neviano degli Arduini, 3700 abitanti e inserito nel contesto della Comunità Montana Est della Provincia di Parma.

    Il Presidente del MC di Cazzano mi ha incaricato di presentarvi una delle più importanti iniziative: sono, infatti, membro attivo del Moto Club che organizza da ben otto anni, la "100 miglia quad ride". Questa manifestazione lo scorso anno ha catalizzato nella nostra zona ben 549 equipaggi provenienti da tutt'ltalia e un "contorno" di visitatori di 1500 persone che per due giorni hanno gravitato sulle nostre zone. La manifestazione si snoda per 160 km di sterrato e interessa cinque Comuni della nostra Comunità Montana o Unione dei Comuni Montani. Coinvolgiamo tutte le attività ricettive, di ristorazione, i distributori di carburante, oltre alle varie sezioni della locale Croce Rossa, Protezione Civile e Soccorso Alpino, che ricevono una beneficienza collettiva di 7-8.000 euro a compensare la loro disponibilità e per sostenere la loro presenza sui nostri territori. Nel 2012 la manifestazione ha anche contribuito alla raccolta fondi per la ricostruzione dei plessi scolastici dei comuni di Medolla e S. Felice sul Panaro. Ci è stato informalmente richiesto di istituire anche un gruppo di Protezione Civile motorizzata in quad in quanto il mezzo permette di raggiungere agevolmente i luoghi più impensati. Fiore all'occhiello della nostra Scuola è un mezzo omologato destinato all'utilizzo dei diversamente abili, mezzo senza il quale per loro non sarebbe possibile poter vedere le meraviglie dei nostri territori.

    Riteniamo che la nostra azione sul territorio abbia talvolta colmato il vuoto che spettava ad altre Pubbliche Amministrazioni riempire e che con cognizione di causa questo ci sia stato riconosciuto da tutti i soggetti che in qualche modo ne siano stati coinvolti (non saremmo certo arrivati all’ottava edizione).

    Il territorio interessato beneficia del movimento economico che essa produce, il volontariato delle assistenze sanitarie di pronto intervento beneficiano delle donazioni effettuate, i volontari che ci danno una mano con piccone e badile per ripristinare le strade sterrate rovinate che diversamente noi non potremmo usare per la manifestazione non chiedono nessun rimborso economico: sono convinto che questo si possa a ragione chiamare "tutela del territorio". Grazie.”

     

    LORENZO BURATTI (MOTOCLUB CESENA)

    “Buongiorno. Sono di Cesena, un appassionato di enduro come tanti, con genitori escursionisti a piedi ai quali mi unisco ogni tanto. Pratico anche il downhill, uno degli sport che viene definito pericoloso nella proposta di legge. Bisognerà poi capire chi stabilisce cosa è pericoloso e cosa non lo è, perché per fare gli sport che faccio mi alleno; quella che può essere normale routine per me può essere pericoloso per altri. Ho sentito nella discussione che ci sono tre direzioni che potremmo prendere. Quella del divieto, e se è così stiamo perdendo tempo, perché se si vieta è inutile che ognuno dica le sue ragioni, ma non mi sembra che si voglia prendere questa strada, anzi c’é molta volontà di ascoltare. Apprezziamo invece la strade del regolamentare, perché anch’io quando vado a fare i giri in moto al sabato, non ho piacere di discutere, quindi se c’è una norma che dice che lì ci posso stare, lo preferirei. Relativamente alla strada della valorizzazione per implementare la presenza delle persone, riterrei opportuno che le attività che l’uomo può svolgere in questi luoghi si facciano, non si vietino, perché se si vuole valorizzare il territorio, occorre portarci più gente possibile. Ho trovato nel sito del CAi della sezione di Parma una lettera del Presidente che ha messo a disposizione degli affiliati, per essere inviata ai consiglieri, come un memorandum; è giusto che l’opinione dei camminatori del Cai valga come la nostra. Se ci fosse solo questo signore come unico camminatore sui sentieri dovrebbe portare stare lì esattamente come noi; non si tratta di una questione di numeri, non vince chi ha il maggior numero d’iscritti, dobbiamo vincere tutti se siamo appassionati della natura. Capiamo come fare andare in questi posti, abbiamo ragione tutti. Mi piace prendere spunto da questa lettera, perché preferisco mettermi nei panni di chi la pensa diversamente da me. Questo signore non ricordo il nome scrive “come una fortuna il progressivo espandersi della rete dei percorsi delle colline che nella nostra regione lambiscono le porte della città; ciò mi consente di praticare il cammino all’aperto con le ridotte risorse di tempo e economiche attuali”- é vero anche per me è così, c’é meno tempo per le passioni – “ed è più frequente muovermi nelle medie e basse quote che non in alta montagna”. Messa così, sarei portato a pensare che siccome fino ad oggi gli appassionati di montagna sono stati in alta quota, ora sono arrivati sull’Appennino e intendono fare come dicono loro. Mi sembra una visione della democrazia quantomeno particolare, perché credo che sia importante in democrazia la capacità anche di sopportare. Sono capaci tutti di stare insieme quando si sta bene. Io abito in collina, ho un’azienda e mi sveglio tutte le mattine alle sei. Alla domenica che posso dormire sono svegliato dagli spari dei cacciatori. Ecco l’endurista passa e va via, non si mette intorno al camminatore. Credo che sia auspicabile una maggiore apertura mentale. Grazie”

     

    DAVIDE AVANTI (ENDURO PARMA) – Io leggo perché non mi voglio dimenticare niente, sarò un po’ schematico, comunque voglio fare arrivare a tutti il messaggio. Io ringrazio intanto – sono Davide Avanti, presidente di Enduro Parma, faccio parte dell’escursionismo su ruota. Riteniamo che questa proposta di legge, se approvata così come presentata porterebbe povertà nei territori interessati, soprattutto in trattorie bar benzinai negozi, oltre che un danno economico a rivenditori di moto Enduro, fuori strada, negozi di abbigliamento specialistico, rivenditori di accessori e pezzi di ricambio, moto officine, associazioni sportive. Si aggiunge anche l’abbandono di strade mulattiere e tratturi sentieri e piste di viabilità minore che invece la Regione Emilia-Romagna vuole mantenere. I costi per la manutenzione annuale e triennale straordinaria della Regione Emilia-Romagna saranno onerosi e a carico di tutti i cittadini e soprattutto in questo periodo di crisi probabilmente impossibile da sostenere, tenuto anche conto magari di primi contributi che potrebbero arrivare per gli anni futuri. L’escursionismo su ruota provvede gratuitamente a pulire percorsi attraverso il semplice transito e per altri interventi conservativi attraverso rimozione di oggetti abbandonati: due settimane fa abbiamo preso in un canalone una batteria di una Bosch che probabilmente qualcuno ha lasciato.

    È abbastanza paradossale che la stessa Regione che finanzia la Motor Valley per il lustro dell’Emilia-Romagna motoristica nel mondo sia la stessa che pugnala alla schiena con leggi liberticide ed economiche oppressive, impedendo e cancellando per legge la passione per le due e le quattro ruote. Perché vincolare 5000 chilometri di strade carrarecce e sentieri a uso esclusivo di escursionisti e biciclette, che tra parentesi avranno dei bei limiti, e vietare qualsiasi altro tipo di attività escursionistica su ruota? È una legge a favore di pochi e non per la comunità e aumenterebbe la desolazione e l’abbandono dei piccoli paesi. Noi incontriamo molto raramente escursionisti a piedi lungo i nostri 100/150 chilometri che facciamo; anche l’escursionismo su ruota è un motivo di unione e di condivisione di una passione che permette a tutte le persone e soprattutto ai diversamente abili di godere il territorio e la natura. Non riteniamo quindi corretto che si creino delle discriminazioni, la vita moderna è fatta di stress, crisi economica, disoccupazione crescente, pressione fiscale insopportabile, differenze sociali imbarazzanti, per cui si trova anche nello sport e nella passione quella dose di analgesico che permette agli individui di vivere e non sopravvivere nonostante tutto. Faccio presente che i greci aveva lo sport alla base.

    Come si fa a spiegare a un ragazzo esuberante, a un lavoratore quarantenne, a un pensionato amatore che non potrà mai più percorrere liberamente il suo Appennino con il mezzo che più lo rende libero e lo fa sentire vivo? Che motivazioni sarà disposto ad accettare?, per fare posto a chi?, in cambio di cosa? Cosa rimarrà di fruibile quando i nostri bambini saranno cresciuti, se si continua sempre e solo a vietare e limitare o a negare. Il diritto dell’uomo di poter vivere e coltivare la propria passione con o senza l’ausilio di mezzi meccanici o attrezzi quando avviene nel rispetto dell’ambiente e delle persone non può essere considerato di minore importanza se confrontato con quello del lavoro, della tutela della flora e della fauna – sono un perito in agraria e mi è piaciuto molto studiarlo – ma va regolamentato per una corretta e pacifica condivisione del territorio, delle risorse naturali della nostra meravigliosa regione.

    Lo scrivente comitato ha il forte sospetto che il legislatore non sia a conoscenza della importante realtà che è rappresentata oggi dal movimento degli appassionati di escursionismo su ruota da praticare su strada e su fondo naturale. L’applicazione rigida delle norme limitanti la circolazione contenuta in questo progetto di legge avrebbe effetti devastanti sui sentimenti di migliaia di appassionati, istigherebbe odio e confronto negli altri escursionisti non colpevoli ai quali verrebbe riconosciuto comunque un diritto esclusivo di godimento, vanificherebbe sforzi che le federazioni sportive facenti parte di questo comitato hanno fatto negli ultimi decenni, volti alla maturazione di un’etica sportiva e comportamentale diffusa di rispetto di regole, di convivenza e di sostenibilità ambientale, premiando chi invece si è sempre comportato da fuorilegge, che inevitabilmente dal giorno dopo di entrata in vigore della legge si scatenerebbe e inizierebbe a fare molti proseliti. Non sussiste un problema di sicurezza per quanto ci riguarda, in quanto non ci risultano incidenti tra escursionisti su ruote e pedoni, cavalli o biciclette, anzi presidiamo territori e in caso di necessità interveniamo. Ci sono poi aspetti puramente sportivi: gli enduro e trial subirebbero un colpo ferale non sussistendo più le condizioni che permetterebbero ai ragazzi e agli sportivi in genere di svolgere l’allenamento necessario. La regione Emilia-Romagna così proposta sarà il solito castello di sabbia? Non lo so. Inserendo anche gli escursionisti su ruota riusciremo tutti insieme a valorizzare in pieno il nostro territorio?

     

    Giuseppe CONTI (Sindaco Comune Bardi)

    “Come amministratore e come abitante delle terre alte esprimo la mia perplessità, la mia contrarietà a questa proposta di legge, ma, attenzione, le mie considerazioni non sono isolate, abbiamo avuto a Bardi in provincia di Parma una riunione, erano presenti una novantina di persone solo 4 o 5 giorni fa, quindi non sono isolate. Mi sento di rappresentare o almeno di solidarizzare con una buona parte dei portatori d’interesse dell’Appennino: i proprietari, i residenti, chi lavora in Appennino, gli agricoltori, il mondo venatorio e, mi permetto, gli escursionisti motorizzati, che rappresentano una parte importante dell’Appennino, come il trekking, come il Gae che si sta muovendo secondo me molto bene sul mio territorio. Parlo anche di protezione civile, di assistenza pubblica, di volontariato, che opera e collabora attivamente anche nella manutenzione gratuita di chilometri e chilometri di sentieri dove si sviluppa il trekking. Purtroppo, naturalmente, a mio avviso, come già successo in passato con precedenti normative, i residenti, i proprietari, gli abitanti dell’Appennino in grande maggioranza non sono stati assolutamente coinvolti né adeguatamente informati sulle scelte o sulle proposte di legge che interessano completamente questi territori. Si tenga anche presente che oltre alle attività legate al settore lattiero caseario, da noi una notevole parte dell’economia locale verte sul taglio dei boschi e agricoltura in genere su tutto il territorio. Certamente la relazione del progetto di legge parla di sostenibilità, di equilibrio e sostenibilità nei territori marginali della nostra regione. Io però concludo, metto l’appunto e la proposta e invito anche i relatori –forse sicuramente la conosceranno già – a una riflessione sulla legge statale 16 marzo 2001, n. 108 “Ratifica ed esecuzione della convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali in materia ambientale” ossia la convenzione di Arus del 1998. Questa afferma la necessità di salvaguardare migliorare e tutelare lo stato dell’ambiente e di assicurare uno sviluppo sostenibile e senza rischi del territorio, chiede di considerare però che per poter affermare tale diritto e adempiere a tale obbligo i cittadini tutti devono avere accesso alle informazioni, essere ammessi a partecipare ai processi decisionali e avere accesso alla giustizia in materia ambientale. E concludo, l’articolo 6 di questa legge: partecipazione del pubblico alle decisioni relative ad attività specifiche, il pubblico interessato è informato nella fase iniziale del processo decisionale in materia ambientale in modo adeguato tempestivo ed efficace mediante pubblici avvisi o individualmente e le informazioni riguardano l’attività proposta e la richiesta su cui sarà presa una decisione. Io si, con una mail informale, ma mi sono sentito con tanti altri sindaci del territorio, di questa riunione noi oggi non eravamo a conoscenza come amministrazioni.

    Si stabilisce la partecipazione del pubblico ai piani di programma politico in materia ambientale: ciascuna parte stabilisce le disposizioni pratiche e le altre disposizioni atte a consentire al pubblico di partecipare all’elaborazione di piani e programmi in materia ambientale, e potrei andare avanti, ma mi fermo.

    Io chiedo che questa legge così come è stata impostata sia ritirata e si apra, come è già stato detto, un dialogo, un’apertura, un confronto con i portatori d’interesse dell’Appennino. Nel rispetto, nel grande rispetto che ho per il presidente di Pronatura, che ha parlato alcuni minuti fa, io, abitante da 56 anni nato in Appennino, posso assicurare che l’emergenza idrogeologica è dovuta all’abbandono dei territori, è dovuta alla disperazione degli agricoltori sempre più anziani e sempre più soli”.

     

    ALESSANDRO GARBASI – Sindaco di Neviano degli Arduini (PR) – Come amministrazione non abbiamo nessun tipo di pregiudizio, anzi apprezziamo il lavoro del CAI, che è importantissimo, così come il lavoro della Regione Emilia-Romagna su questa proposta di legge, che a me piace, altrimenti oggi non saremmo qui, perché è molto stimolante. Ci sono sicuramente da fare degli emendamenti anche dal mio punto di vista, ma siamo qui per questo e riconosco molto il lavoro delle associazioni di moto club perché fanno un lavoro altrettanto importantissimo. Quindi io mi trovo a leggere una proposta di legge che dà l’opportunità epocale di organizzare finalmente il traffico fuori strada, dato che noi abbiamo sempre questa contrapposizione, che è reale, tra chi ci va a piedi e chi ci va con mezzi motorizzati. Chiaramente è in pericolo qualche volta quello che va a piedi, ma è in pericolo anche quello che va in moto perché se investe quello che va a piedi ne viene fuori un problema grosso; quindi i problemi esistono ma vanno risolti. Come diceva il presidente di pro natura, come dicevano i rappresentanti delle associazioni di moto club non è vero secondo me che c’è un problema di conflittualità, è che c’è un problema di non regolamentazione. Qui siamo in una situazione di pericolo per il semplice fatto che ognuno fa quello che vuole, non c’è nemmeno possibilità di controllo perché anche nel momento in cui noi vietiamo chi è che poi ci garantisce che non ci si vada; ci possono essere anche tante pene, ma sappiamo perfettamente che il comune di sicuro non controlla perché non ne ha la possibilità e difficilmente potranno farlo anche gli altri enti, a meno che non ci si metta davvero tante risorse che forse in questo caso non è il massimo. La proposta è questa qui: a questo tavolo secondo me dovrebbero sedere – questa occasione è proprio l’ideale per fare questo tipo di proposte - anche rappresentanti dell’amministrazione montane e rappresentanti dei moto club. Questo perché se noi dobbiamo – io mi calo nella realtà del mio comune – dire ai ragazzi del territorio che sono portati tutti per passione, dopo la scuola, a farsi il giro nel bosco con il mezzo motorizzato, “ basta voi non ci andate più” loro tanto ci vanno lo stesso e non riesco a controllarli. Se invece io avessi la possibilità come ente di organizzarmi insieme alle associazioni che fanno escursionismo a piedi, alle associazioni che fanno escursionismo in motocicletta, di costruire insieme alcuni percorsi che possono essere promiscui, alcuni percorsi che possono essere dedicati solo a uno o solo all’altro, allora a questo punto io posso controllare e regolamentare dall’interno.  L’associazione di moto club potrebbe dire “allora ragazzi ci consentono di fare questo, però non ci consentono di fare quell’altro”. Dobbiamo trovare insieme una soluzione e questi moto club possono anche essere quella mano d’opera che è necessaria per fare controllo e manutenzione.

    Sul mio territorio c’è questa scuola che è nata pochi mesi fa ed è nata proprio con il senso di voler dare delle regole a queste persone, a questi ragazzi che non  le hanno. Porto anche la testimonianza del fatto che qualche mese fa alcuni ragazzi hanno voluto fare una pista da motocross, il paese chiaramente non la voleva perché aveva paura di disturbi vari, non si è fatta, ma tutti questi ragazzi che son saltati fuori come funghi, che nessuno sapeva che esistessero su questo territorio hanno reso increduli tutti i presenti, qualcuno mi ha anche detto: ma questi vengono da fuori?! Questi non sono di qua, vengono qui e vogliono fare quello che vogliono nei nostri boschi. No, ho detto, di questi 100 ragazzi ce ne saranno 5 che non sono dei nostri territori. Vuol dire che se noi andavamo a giocare a pallone quando eravamo giovani, adesso vanno a fare il giro in moto.

    Allora noi non possiamo più far finta che non esista questa realtà, però dobbiamo regolamentare perché sennò non va mica bene; però mi sono anche accorto che loro stessi sono i primi che vogliono avere delle regole per non sentirsi più intanto in pericolo anche loro e fuorilegge soprattutto. Ringrazio per l’occasione, secondo me è un’occasione storica per ragionarci su, regolamentare, quindi non vietare ma regolamentare. Se perdiamo quest’occasione chissà quando la riprenderemo”.

     

    FABIO BRAGLIA – (Sindaco di Palagano e presidente dei comuni valli del Dolo Dragone e Secchia) “Buongiorno a tutti. Grazie presidente Pagani per l’opportunità, mi permetto solo molto brevemente di ringraziare tutti voi per essere qui presenti; ringraziarvi perché ho partecipato a tante audizioni, però qui oggi vedo tante persone volontarie che hanno dedicato questa giornata di tempo contro quello che poteva essere il loro lavoro attuale, perdendo delle risorse del proprio lavoro, quindi grazie perché si capisce il vostro interesse per far qualcosa tutti assieme di fatto bene.

    Vorrei portare alla vostra attenzione l’importanza di modificare questo piano di legge in oggetto in quanto a mio avviso andrebbe a svalutare e impoverire il nostro territorio; già l’Appennino è fortemente colpito dalla crisi economica in ogni settore: economico, produttivo e commerciale, in quanto le distanze dai grandi centri impongono spese non più sostenibili. In pochi anni abbiamo visto tagli importanti, di servizi postali, di trasporto pubblico, di scuole e sanità; l’unica cosa che ci rimane è quel po’ di turismo, anche sportivo, che permette ai nostri esercenti di mantenere aperte le loro attività commerciali e che riesce a mantenere i giovani ancora legati al proprio territorio.

    Noi vogliamo sì che il nostro bell’ambiente paesaggistico sia tutelato e regolamentato, ma lo vogliamo in relazione alle esigenze e peculiari età che lo contraddistinguono, altrimenti il risultato sarà che tra non molto tempo diverremo un grosso parco naturale dove gli unici abitanti saranno solo gli animali. Credo che nessuno voglia questo perché tutti sappiamo l’importanza del vivere sul territorio per salvaguardarlo e prevenire i fenomeni di dissesto; chiediamo quindi che assieme possiamo trovare l’intesa giusta tra istituzioni associazioni ed enti territoriali nel creare un vero progetto di promozione e arricchimento del territorio dove si possano coniugare le esigenze sia di chi ama e salvaguarda l’ambiente che di chi opera e fa sport con dei veicoli a motore. Buone quindi le motivazioni e gli obbiettivi sulla promozione del territorio, l’aspetto turistico economico è ciò di cui abbiamo bisogno; vorrei però portare all’attenzione l’articolo 11 del piano di legge dove si parla di divieti dei veicoli a motore salvo deroghe temporanee e motivate. Noi sul nostro territorio abbiamo diverse associazioni importanti, anche una scuola nazionale Quad insieme agli amici di Bazzano di Parma, un fuoristrada club che aiuta l’amministrazione e i tecnici comunali nella qualificazione e nella manutenzione e salvaguardia del nostro territorio. Quindi sottolineo ancora l’importanza di non essere restrittivi nei confronti di chi fruisce la sentieristica con dei veicoli a motore, ma di valorizzare e premiare chi contribuisce a salvaguardare il nostro patrimonio ambientale e paesaggistico sia che venga fatto a piedi, in moto o a cavallo. L’importante – lo sottolineo ancora – è partecipare, dare ognuno il proprio contributo. Credo - presidente Pagani, ne abbiamo parlato insieme anche in altre occasioni- che la politica sarebbe un po’ migliore se tutti potessimo dare il nostro piccolo contributo e fare quel pezzettino che ognuno di noi può fare per migliorare le cose. Oggi penso che siamo qui per questo, quindi grazie di cuore.

     

    MAURO DEL GROSSO – (FORMA FUTURO) – Buongiorno a tutti, grazie per l’accoglienza e complimenti per il lavoro perché quest’ audizione è importante.

    Io mi occupo di formazione professionale, sono un progettista del corso di guida ambientale escursionistica, che è partita l’anno scorso da un’iniziativa della Regione; opero a Borgo Val di Taro, provincia di Parma, Appennino vicino a Bedonia di Bardi.

    Una premessa, poi parlerò degli aspetti tecnici: io sono riuscito a raggiungere dei buoni obiettivi e dei buoni risultati con questo corso, ci sono molti studenti e molti operatori di questo settore perché ho operato a Borgo Val di Taro e ho operato in un regime di aiuto, nel senso che i ragazzi del moto club, i sindaci, la presenza di attività che erano state fatte precedentemente dalla Regione – esempio: la pista ciclabile piuttosto che gli edifici scolastici con la connessione in banda larga - ci hanno consentito di fare un ottimo lavoro e di dare l’opportunità di diventare guida ambientale escursionistica a pieno titolo a circa 100 persone creando anche un piccolo indotto turistico. Questo è successo perché andiamo tutti d’accordo, perché c’è un modello in Val Taro, in Val Ceno che ci ha consentito di dialogare e di fare le cose insieme. Faccio un esempio: durante un’escursione prevista in un corso, un endurista è caduto ed era vicino a un sentiero adatto per fare formazione, è stato soccorso dalle persone che stavano svolgendo il corso. Ci stavano tutti e due senza problemi, ci sono sempre state tutte queste forme, queste anime, senza problemi, almeno da noi. Faccio anche il giornalista e non abbiamo mai avuto incidenti, non ci sono stati incidenti di caccia, non ci sono stati incidenti di moto con le persone in escursionismo, ci sono state lamentele, come sempre quando ci sono delle anime differenti su un territorio.

    Detto questo secondo me il modello Appennino è un modello particolare. Questa legge, che io ho letto e che ho avuto tramite il consigliere Ferrari, è una legge molto interessante, impostata bene, ma un po’ staccata dal territorio, nel senso che sembra quasi calata dall’alto; c’è la necessità sul territorio di parlare col territorio, di capire effettivamente cosa c’è su questo territorio; sembra un po’ che la montagna sia invasa dalla città, invasa dalla pianura, in realtà non è così, almeno non deve essere in questi termini.

    Specificatamente ho visto nell’impianto di legge poca apertura nei confronti delle associazioni, ad esempio dei cacciatori, degli enduristi, piuttosto che delle associazioni che tutelano le professioni turistiche. Tutti parlano di valore economico, però il vero valore economico del territorio – me lo suggeriva adesso una studentessa qui presente – è anche la continuità del territorio, cioè per salvare non solo per 3-4-5 anni – fa piacere la KTM ma se la KTM quotata in borsa fallisce non m’interessa, m’interessa il mio Appennino e m’interesserà un altro tipo di moto; m’interessa che il mio Appennino vada avanti economicamente e socialmente sennò effettivamente si impoverisce.

    Quindi pensare anche a un futuro, pensare a quello che ci hanno lasciato i nostri antenati, che fa parte anche della cultura sociale della Val Taro e della Val Ceno: tutti i ragazzi del moto club fanno parte anche della Croce rossa, fanno parte delle associazioni di volontariato, molti sono venuti alle riunioni preparatorie del corso di guida ambientale. Con questo modello secondo me si va avanti, con un modello che vede solo lo sfruttamento – le moto – piuttosto che solo lo sfruttamento del turismo escursionistico di alta montagna noi in montagna finiremo male.

    Propongo a questa commissione di valutare molto bene quello che è successo dalle nostre parti, col sindaco Conti ci sentiamo tutti i giorni – litighiamo anche – ma ci sentiamo anche col consigliere Ferrari, ma ci sentiamo con tutti quelli che sul territorio sono portatori d’interesse, quindi attenzione a non tagliar fuori nessuno.

     

    PRESIDENTE PAGANI – Stiamo proprio cercando di fare questo, cioè stiamo discutendo di un progetto di legge, ribadisco: abbiamo convocato per questa mattina tutti i comuni, tutte le province, 300 associazioni della nostra regione, con lettera inviata il 16 gennaio, per avviare un percorso che ci vuole trovare insieme a provare a creare un progetto di legge che vada incontro alle esigenze che stamattina stiamo raccogliendo; l’intento è questo e per questo vi ringraziamo di essere qua oggi e questo è il motivo dell’udienza conoscitiva. Diamo la parola al consigliere del comune di Varsi

     

    GIUSEPPE ZANETTI (Consigliere Comune di Varsi)

    Innanzi tutto volevo ringraziare la Regione Emilia-Romagna per l’opportunità di esprimere anche il nostro punto di vista. Ha appena terminato Mauro Del Grosso e pertanto cercherò di essere anche piuttosto breve in quanto i concetti che volevo esprimere sono già stati espressi da parecchi precedentemente.

    Mi riallaccio a quanto esposto dall’assessore di Bedonia in quanto abbiamo a Varsi portato avanti un progetto simile, un progetto che ho seguito in prima persona riunendo varie associazioni sul territorio: il gruppo alpini Varsi, la Varsi bike, il gruppo enduro e la pro loco, i quali si sono tutti prestati e grazie al loro impegno, a quello del comune e a donazioni da parte di volontari abbiamo ripristinato tutta la rete sentieristica, già presente sul territorio, aggiungendo anche alcuni sentieri che erano degni di essere aggiunti. Pertanto questo è un po’ il concetto: il volontariato che c’è stato e che ha portato alla realizzazione di questo territorio, ha coinvolto tutte le associazioni, gli enduristi, gli appassionati di trekking così come i ragazzi del racing bike. Io penso che dobbiamo tener conto del fatto che in una situazione come questa dove sempre più ci sono tagli ai comuni, i comuni riescono a mettere insieme una forza come quella del volontariato per raggiungere un obiettivo e un progetto che porta del valore aggiunto al territorio.

    Non sto qui a commentare ogni punto dell’articolo, anche perché il tempo non lo permetterebbe, mi allaccio però all’articolo 12 dove si parla di sanzioni per chi esegue interventi manutentivi non autorizzati. Questo penso sia un punto fondamentale, dove non si tiene conto che magari l’escursionista così come l’endurista – almeno questo capita da noi spesso -, passando per il territorio vede una tabella caduta, la alza, la sistema; anche questo è un punto fondamentale del quale bisogna tenerne conto.

    Credo che tutti questi progetti debbano avere come obiettivo primario quello di portare a risorsa il territorio; bisogna tener conto di tutte le associazioni, non solo di una o dell’altra. Ripeto ancora una volta che, grazie al volontariato, di chi vive questo territorio di chi ci abita e di chi ama questo territorio e lo fa, sono riusciti a fare un progetto senza chiedere nessun contributo. Oggi io personalmente, che mi sono preso carico di portare avanti questo progetto, voglio dare la possibilità a chi ha collaborato di usufruire dei sentieri che hanno tracciato: i ragazzi della Varsi bike così come i gruppi enduro. Chiaramente c’è bisogno di una regolamentazione, come diceva prima il sindaco di Neviano, dobbiamo darci delle regole perché dobbiamo convivere tutti insieme, nel nostro territorio e sui nostri sentieri. Nella stesura tecnica di questa regolamentazione io penso che bisogna anche tener conto e invitare i comuni perché sono l’istituzione più vicina al territorio e maggiormente in grado di gestire questo tipo di problematiche. Avremo sempre gli scontri fra gli enduristi e gli escursionisti, però io penso che i migliori mediatori possiamo essere noi, gli amministratori locali, gli amministratori che sono sul territorio, che magari si trovano la sera al bar con chi ci ha aiutati”.

     

    PRESIDENTE PAGANI – Ci sono due del club alpino italiano. Rispetto all’impegno che ci siamo presi all’inizio, farei parlare uno dei due e poi mandiamo in coda, eventualmente se c’è spazio. Stiamo facendo così con tutte le associazioni perché vi siete iscritti in 44, li vorremmo far parlare tutti, però nella rotazione.

    Vorrei ricordare che – l’ho detto anche all’inizio – che in aula, oltre ai componenti della commissione V, che esaminerà il progetto di legge, ci sono anche tutti i firmatari del progetto di legge, che li ricordo, sono il consigliere Ferrari, Costi, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Barbieri e Montanari. Questo a maggior ragione perché le cose che state dicendo servono anche a coloro che hanno firmato la legge per poter elaborare eventualmente delle modifiche degli emendamenti

     

    MARTINO FILIPPI – Club Alpino italiano

    “Si, effettivamente, essendo iscritti in due, ci adeguiamo all’indicazione data e quindi il vice presidente del gruppo regionale Cai Emilia-Romagna Francesco Motta ha mandato avanti intanto me. Per prima cosa consegnerei ai signori consiglieri due documenti, uno è uno stringato documento in cui il gruppo regionale e i presidenti delle 19 sezioni del Cai, e quindi rappresentativi di circa 15000 abbondanti soci esprimono sostegno, globalmente parlando, al progetto di legge e auspicano una rapida approvazione del progetto stesso. L’altro documento contiene alcune modifiche, proposte di emendamento, molto marginali, che se ci fosse tempo avrei molto piacere di illustrare, ma mi atterrò naturalmente ai cinque minuti.

    Vorrei osservare anzitutto questo: l’importanza globale che questa legge viene ad avere; finalmente anche la regione Emilia-Romagna si doterà –uso il futuro e non il condizionale e auspico davvero che sia rapida l’approvazione di questa legge- di una normativa che faccia uscire da un limbo pre giuridico tutta la rete dei sentieri. La nostra regione è dotata di una rete, di una maglia, un ordito diciamo di percorsi tradizionalmente pedonali o mulattiere, perché questa è stata la loro origine, che quindi parla della fatica e della frequentazione quotidiana dei nostri progenitori. Dico nostri perché io sono un appenninico e sono fiero di esserlo: vado a piedi e in bicicletta con molto piacere sui percorsi dell’Appennino che posso fare e mi addoloro quotidianamente della decadenza che sta avendo tutta la fascia appenninica nostra salvo alcune isole fortunate ma assolutamente minori. Quindi plaudo anche personalmente, ma comunque prima di tutto come sodalizio al fatto che la Regione intenda valorizzare questa rete di percorsi tradizionali anche in funzione d’infrastruttura e volano turistico correttamente inteso. Mi soffermo qualche secondo sugli aspetti generali e importantissimi di questa legge, che da un punto di vista, così, se vogliamo, romantico è deludente, nel senso che fa uscire da questo limbo pregiuridico, che dicevo, anche questi percorsi che finora non sono stati assolutamente regolamentati nella nostra regione. Altre regioni, altre sette regioni hanno già una legge come questa e con norme similari a questa, ivi comprese le tre regioni confinanti con la nostra fascia appenninica: la Liguria, la Toscana e le Marche, da periodi diversificati, la Toscana addirittura da fine anni ’90. Non è caduto il mondo dalla presenza di questa norma. È bene che anche nella nostra regione ci sia la pronuncia che il sentiero e il percorso escursionistico è un bene di pubblico interesse e che va tutelato per rispetto alle nostre tradizioni appenniniche, che io rivendico; sono segnate attualmente coi segnavia CAI, di cui parleremo fra un attimo la trama minore di questa trama di percorsi, di questo ordito di percorsi; è commovente girare per le nostre montagne per le nostre colline e vederne tanti, che resistono ai decenni, agli inverni disastrosi, e resistono perché erano fatti bene ed è un valore conservarli e mantenerli e farne un motivo anzitutto di orgoglio per noi. Questi percorsi non devono parlare solo di un passato di miseria o magari di abbrutimento, no, devono parlare di una specificità nostra come è spesso nelle Alpi dove questo valore resiste, ma anche come opportunità turistica: noi dobbiamo intercettare in Appennino, certamente anche la voglia di correre come cavalieri liberi e selvaggi, quasi mi viene da dire da chi va in moto –io non entro nelle terminologie perché non mi appartiene personalmente come esperienza, ma la rispetto – ma dobbiamo intercettare la voglia di natura e di vita sana, ormai si parla di welfare in questo senso e quindi di corretti stili di vita. Nei trenta secondi che mi mancano vorrei dire che la menzione della sentenza che è stata fatta all’inizio di questa nostra mattinata va intesa più correttamente e non è assolutamente in contrasto con i dettami di questa legge.

    Ultima cosa che desidero dire, che è molto importante e non è stata ancora ricordata con nettezza: il consigliere che ha introdotto la mattinata ha menzionato, di passata, le prescrizioni di massima e di polizia forestale vigenti nella nostra regione, bene, queste prescrizioni, articoli 81 e 82, vigenti già dal ’95, contengono esse il divieto a tutti i mezzi motorizzati di andare per sentieri e mulattiere indipendentemente dalla posizione sui sentieri stessi del cartello di divieto, è vietato in base a questa normativa; la proposta di legge non fa altro che riprendere quest’aspetto, il divieto è dettato per tutte le aree forestali e le aree assoggettate a vincolo idrogeologico a tutela del patrimonio boschivo e a tutela quindi anche dell’equilibrio idrogeologico di tutti. I volontari Cai hanno una rete di sentieri di 5000 km che stanno mantenendo con la forza del volontariato; i fenomeni di erosione accelerata sono evidenti. Ringrazio dell’ospitalità”.

     

    ROBERTO MONTALI – CAI Parma

    Il mio è un contributo visivo per avere un’idea di cosa stiamo parlando, soprattutto sulla questione fuoristrada. Confermo quello che diceva Filippi, questo ad esempio è un cartello già apposto nel territorio reggiano che conferma il fatto che questa legge non istituisce un nuovo divieto, ma le prescrizioni di massima sono assolutamente vigenti e diversi comuni le fanno rispettare.

    La Regione Piemonte ha recentemente legiferato proprio sulla rete escursionistica regionale con norme molto precise e che addirittura normano in modo molto più stringente rispetto a questa proposta di legge anche le manifestazioni e i raduni. Potete trovare tutto in rete, comunque forniremo tutto il dossier alla commissione.

    I tracciati temporanei per raduni non possono insistere su alvei di corsi d’acqua, rete ecologica regionale, rete escursionistica regionale, tracciati fuoristrada mantenuti o sistemati con contributi pubblici, questo lo dispone la Regione Lombardia con un provvedimento della fine del 2012 – tra l’altro un’amministrazione recente. Le sanzioni che per esempio la Regione Lombardia pone sono tali da far apparire acqua fresca quelle contenute in questa proposta di legge; questo per avere un’idea di come va il mondo attorno a noi.

    Recentemente abbiamo monitorato nella sola provincia di Parma da aprile a ottobre/novembre, 23/25 manifestazioni: questo significa che ogni sabato e domenica, come è stato giustamente sottolineato prima, manifestazioni comportano la presenza anche di 300/400 mezzi motorizzati nella sola provincia di Parma. Questo solo per darvi un’idea come un campionato italiano abbia un suo peso. E’ solamente negli ultimi 3 o 4 anni che questo elemento quantitativo si é fatto vivo; in un campionato italiano, ad esempio, su sette prove cinque si sono svolte nell’area della comunità montana ovest. Vediamo qualche altro esempio: qui siamo nella zona del monte Caio, una foto di alcuni anni fa, questo è un faggio monumentale, c’è il sito della Regione Emilia-Romagna, il percorso è quello di una manifestazione, questo è quello che possiamo vedere oggi; questo è l’effetto dello scalzamento dello strato superficiale di prato che innesca proprio quei meccanismi erosivi. Ecco, di nuovo, questi sono campi, il privato ha tentato di mettere una barriera così, ma probabilmente è stato bypassato; queste siamo nella zona sopra Langhirano, ormai si è arrivati a scoprire la roccia di fondo; qui chi ci ha mandato queste foto le ha battezzate “zona addestramento carri cingolati”. Qui evidentemente anche in bicicletta non si riesce neanche più a passare, c’è tutto lo scalzamento delle rocce, vedete, questo è l’effetto appunto che si diceva prima; non so se s’intende questo per pulizia dei sentieri, qui altro che pulizia, spesso quando un tratto viene reso impraticabile ne viene aperto un altro di fianco; ecco, e questo farebbe parte anche di un percorso in bicicletta; voi capite che un percorso di quel genere non è assolutamente più frequentabile. Ecco, vedete, qua di nuovo l’effetto di apertura di nuovi tracciati, ecco di nuovo qua l’effetto che quando un tracciato viene reso impraticabile se ne aprono di altri paralleli.

    Questi sono incontri ravvicinati che –questa è una foto che ho fatto io personalmente- con chi ti passa accanto a 70-80 orari, quindi questo effetto di sicurezza non è sicuramente secondario. Ho concluso, grazie”.

     

    Presidente PAGANI – Scusate, non avete ancora capito il senso di questo incontro: ci si chiede di iscrivere, si parla, diamo la parola a tutti e questo serve ai consiglieri regionali, ai firmatari della legge per ascoltare le vostre proposte obiezioni e critiche e non per fare un dibattito che non serve tra di noi.

     

    EMILIO FERRARI – (Unione Operai escursionisti italiani)– “Ringrazio ovviamente la Regione per aver dato all’associazione a cui appartengo la possibilità di esprimersi in merito a questa legge. Premetto una cosa, per favore non applauditemi né chi è d’accordo né chi è contro perché sono rimasto un attimo perplesso, almeno per il taglio che do alla manifestazione, delle espressioni diciamo di un grande fervore; io stamattina ho sentito una replica degli stessi motivi, rispettabilissimi, quasi che il numero fosse determinante a portare o meno le ragioni. Io sono da solo perché i miei del consiglio e altri hanno da lavorare e debbono lavorare e quindi la mia voce è una.

    Noi siamo un’associazione di escursionisti, è piccola e soprattutto è sviluppata in alta Italia, siamo degli escursionisti, cioè noi andiamo in montagna a piedi; come frequentiamo la montagna noi la frequentano altri e il fatto che la Regione, come hanno detto già tanti altri, abbia regolamentato e tenti di regolamentare questa situazione è una cosa più che positiva. Come mi rendo conto perfettamente che intorno a determinate situazioni, c’è una serie d’interessi infinita. Spetterà quindi, a mio parere, alla Regione definire nei tempi e nei modi questo. Premetto un fatto, e questo a titolo personale, debbo ammettere che come escursionista qualche volta, in riscontro a motorizzati o meno, oltre che la mano del saluto vi é l’accelerata con i sassi che volano, questo è capitato a me. Può essere uno soltanto. Grazie”.

     

    DANILO TREOSSI – Presidente Arcicaccia –

    Sono il presidente regionale dell’Arcicaccia, rappresento il mondo venatorio regionale, che è composto da 5 associazioni e ho avuto l’onore di dover rappresentare anche la Federazione Turismo equestre Trecanten, alcuni club che hanno partecipato a una nostra riunione per la quale abbiamo inviato al presidente dell’Assemblea legislativa alcune osservazioni per cui adesso diremo le nostre. Noi potremmo sembrare una voce fuori dal coro perché, come dire, i cacciatori di fronte alla questione dei sentieri sembrano un’eresia, invece ci preme far capire a tutti i componenti della società che il cacciatore pratica quei sentieri 12 mesi l’anno da sempre, dalla storia dei tempi: carrarecce, mulattiere, tratturi, piste in quanto gestori di ungulati, per censire prelevare e controllare; quindi tutte le presenze animali che sono su quel territorio. E’ oggetto della nostra attenzione anche l’ambiente e il mondo dell’agricoltura e degli agriturismi. Non più in là di due mesi fa, attraverso una trasmissione televisiva che si chiama “Artemide non solo video”, che potete vedere su Telesanterno il giovedì e il sabato, giovedì verso le ore 20 e il sabato verso le ore 13, abbiamo promosso gli elementi portanti della nostra gestione legati al mantenimento di quelle comunità su quel territorio, l’importanza di realizzare un rapporto con le forze che mantengono la filiera dei prodotti di nicchia, di quei territori, comprese le carni di selvaggina perché per adesso ci sono dei problemi. Noi ci siamo fatti carico, a nostre spese, di queste iniziative che riguardano le questioni di carattere generale.

    Gestori e utenti della natura coinvolti a pieno titolo nel governo del sistema “Rete Natura 2000”, io non lo so quanti di voi lo conosciate, ma rappresentano la bellezza di 269000 ettari di territorio nel rispetto delle norme dettate dalla comunità europea per salvaguardare l’ambiente nel suo complesso, non soltanto il sentiero, ma l’ambiente e tutte le comunità locali. Non è polemica, ma abbiamo conosciuto per caso perché una rappresentante del moto club me l’ha inviata personalmente, dopodiché ci siamo fatti promotori; abbiamo fatto un’osservazione che non mi sento di esprimere in quanto ritengo che la nostra regione da questo punto di vista, come dire, utilizzi il dibattito democratico tutte le volte che si presentano le necessità, stavolta forse c’è stato un po’ di ritardo.

    Quello che ci preoccupa è: se la rete emiliano romagnola dei sentieri diventa una valutazione d’infrastruttura viaria nascono dei problemi legati a quello che è il Codice della circolazione in termini di sicurezza sia dal punto di vista dell’esercizio sia dal punto di vista della pratica. Vi dico che noi abbiamo già delle difficoltà col nuovo Codice della strada per quanto riguarda le strade vicinali, immaginate voi se dovessimo aggiungere –prima si chiamavano poderali e interpoderali e permettevano una certa mobilità libera- anche la rete Natura 2000 per 5 mila chilometri. Quale tipo di impatto salta fuori. Perché? Perché il rapporto fra l’ambiente l’agricoltura la fauna viene regolato – scusate, ma lo dico papale papale – attraverso uno strumento che si chiama sul fucile per il prelievo; questo è il dato. Il cervo arriva fino a 300 chili e passa, il cinghiale delle volte arriva a 150, vi lascio immaginare con che tipo di attrezzo si può portar via dal bosco. Abbiamo l’esigenza, e concludo, che queste strutture siano gestite da tutti, da tutti i portatori d’interesse e che si trovino gli elementi di convenienza condivisi in una sostanziale revisione della legge migliorandone le condizioni e, due cose che sono da porre estremamente con attenzione, noi siamo sessantamila utenti, e l’aspetto sanzionatorio è a dir poco barbaro: 502.500 euro sono una pazzia, neanche il codice della strada tira via queste robe, quindi per favore riguardateci”.

     

    FEDERICO MONTANARI (vice presidente Umana Dimora)

    “ L’Umana Dimora è un’associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, svolgiamo da più di vent’anni attività di promozione della cultura del territorio nelle sue componenti naturali storiche e culturali come frutto di un’equilibrata presenza antropica rispettosa del patrimonio ambientale.

    Come associazione plaudiamo all’iniziativa della Regione e ai contenuti della proposta di legge e ci permettiamo di suggerire di aggiungere all’articolo 10 la dizione “ Promuovere la diffusione degli aspetti culturali e legati alla rete escursionistica regionale” perché attraverso questi percorsi è possibile imparare a conoscere quella che è la storia, la cultura del territorio non solo nell’alto Appennino ma anche nelle fasce della bassa collina. Suggeriamo anche, in sede di regolamento relativamente all’articolo 13, al fine di armonizzare le volontà di frequentazione da parte dei non camminatori di valutare la compatibilità del nucleo del percorso da parte di altri utenti, con quelle che sono le condizioni e la natura geologica del suolo in rapporto alla stagione e allo stato del percorso senza aprioristiche esclusioni perché, soprattutto nella fascia collinare della collina, certi percorsi durante la stagione piovosa diventano veramente impossibili se praticati con mezzi, come dire, non pedestri, ma durante la stagione secca sono perfettamente praticabili. Grazie”

     

    ALBERTO BRAGHETTA (Federazione ciclistica italiana)

    “ Grazie Signor Presidente e buongiorno a tutti. Io credo che sia una delle poche volte che la Regione abbia in mano uno strumento per poter dare, diciamo così, “dignità sportiva o di movimento delle nostre colline”. Perché io abito in campagna, bassa, però quando vado in montagna non ho notato nessuno di queste persone che sono qua che abbiano creato danni o sciacallaggio come ho visto nelle ultime fotografie.

    Io, forse, vorrei che quel signore che le ha fatte vedere, venisse con me; lì c’è passato qualche trattore o qualche camion, la finiamo di provocare in questo momento che non è il caso in un’assemblea conoscitiva di persone che hanno tutti una dignità sportiva ed etica. Questa è stata forse una di quelle provocazioni che ha fatto saltare anche l’assessore che avevo di fronte. Questo era quello che volevo dire.

    Mi dispiace ma purtroppo siamo partiti bene però ci sta di tutto in mezzo, in questo tipo di proposte che avete fatto. Credo che sia una proposta che forse arriva un po’in ritardo rispetto ad altre Regioni come il Trentino, ma in ogni caso pensiamo a casa nostra, a cosa vogliamo fare insieme per tutte le istituzioni qua presenti se siamo d’accordo su questo tipo d’impostazione. Noi come federazione ciclistica vi abbiamo mandato una nota scritta se vuole ce l’ho qui, non vi sto a tormentare perché è una nota in cui, diciamo che siete stati un po’ troppo pesanti dicendo che siamo un po’ tutti pericolosi o che creiamo pericolo. Nessuno di noi cerca di creare pericolo o dare sgommate per tirare delle sassate in testa alle persone.

    Il problema è questo: noi tutti insieme, qui è stata la dimostrazione di tutte le persone che sono intervenute, siamo per valorizzare il territorio non per devastare, forse son stati persi degli anni perché tutti ce ne accorgiamo del degrado, basta andare lungo i fiumi, i nostri fiumi, che ci sarebbe da discutere sui nostri fiumi ma ci fermiamo lì. I nostri fiumi portano giù di tutto e quando iniziano a venire su un po’ d’acqua c’è l’alluvione. Andrei a vedere perché avviene forse l’alluvione, questo è un degrado nostro ma non dobbiamo dare colpe a chi fa attività sportiva o chi fa attività non agonistica anche al sabato ed alla domenica, va a fare delle passeggiate. Abbiamo tanti atleti, corridori che fanno mountain bike che vanno giù per le colline. Non credo che vadano a disturbare le persone o a divertirsi a investire le persone, la dicitura “pericoloso” o quello che avete scritto è un po’ troppo pesante. Io vi inviterei, credo che fino ad ottobre se non ho capito male avete tempo di portare modifiche, ad ascoltare tutte le integrazioni che vengono fatte. I consiglieri firmatari sono presenti e credo che abbiano ascoltato il tipo di assemblea. Nessuno almeno qui da noi vuole ghettizzare o ammazzare nessuno, vogliamo solo ragionare con le persone, cercare di discutere per vedere di trovare soluzioni. Non dico: “vogliamo essere vincitori noi” ma se qui abbiamo portato qualche cosa che sia innovativo insieme a questa legge proponiamo che venga ascoltato. Credo ch la norma sia una norma di comportamento, perché qui dobbiamo stare attenti, legge col taglione è un conto e legge di comportamento è un’altra, questa è una legge di comportamento. Legge di comportamento vuol dire nel rispetto della natura, però noi per colpa di dieci di venti mettiamo un trenta per cento, non vogliamo essere ghettizzati da nessuno. Se ci sono 30 colpevoli devono essere individuati si buttano anche per terra, trenta persone che molti di voi sapete chi sono, perché chi ha parlato prima lo sa chi sono, e per favore intervenga su quelle persone ma non su tutte queste persone che sono rappresentanti di associazioni che fanno tanto, tanto volontariato sul nostro percorso”. 

     

    ADRIANO MARABINI Trekking Italia Regione Emilia Romagna

    “Buongiorno, la nostra è un’associazione nazionale con una presenza rilevante nella nostra regione è un’associazione di escursionismo a piedi, noi ci chiamiamo escursionisti e percorriamo ovviamente molti dei sentieri interessati sui quali oggi stiamo/state ragionando. Sono circa 200 le iniziative che noi organizziamo in un anno per i sentieri dell’Emilia Romagna, saranno circa 4000 le persone al giorno che fruiscono dei sentieri con noi, ovviamente lo fanno anche con altri. La nostra è una presenza, vorrei dire discreta e silenziosa, e perciò forse meno evidente ma c’è. Condividiamo molte e quasi tutte le cose presenti in questa legge, e pensiamo che sia opportuno tutelare un percorso, una serie di percorsi estremamente deboli che se non tutelati, li perdiamo. Tutti i giorni che passiamo su questi sentieri, vediamo problemi su questi sentieri che non sono nati per presenze che sono estremamente, come dire, invadenti. Scusatemi se dico in questo modo, occorre fruire di questo bene in maniera educata, qualcuno faceva questo riferimento. La manutenzione di questi sentieri è una manutenzione importante, probabilmente non la fa quasi nessuno oggi e una volta la facevano i fruitori che erano i montanari, oggi non capisco chi la possa fare se non qualche associazione. Credo che quando li utilizziamo con mezzi impropri, sappiamo il danno che ne stiamo facendo.

    Credo che sia possibile trovare strade di convivenza ma la legge che viene proposta, la proposta di legge, oggi è la base sostanzialmente sui quali poter ragionare, noi pensiamo opportuno che chi vuole usufruire dei sentieri deve farsi anche carico della successiva manutenzione. Io ho consegnato alla commissione una serie di osservazioni puntuali sulla legge e perciò su queste non intervengo perché ve le ho già elencate. Grazie”.

     

    TIZIANO BEDOSTI (Federazione Italiana sport equestri)

    “Buongiorno a tutti, mi occupo per la Federazione Italiana sport equestri comitato regionale del settore equitazione di campagna che vuol dire, tra le altre cose, anche turismo equestre.

    Non ho sentito parlare molto di cavalli, ringrazio perché nella legge si fa riferimento con il termine forse poco ortodosso di ippici, ma comunque va assolutamente bene, credo che questo sia un settore che merita, un settore di grande potenzialità. Mi sono occupato per quattro anni anche della formazione dei tecnici per conto della federazione, in particolare io opero nell’Appennino modenese nella zona del Frignano.

    In questi quattro anni di lavoro abbiamo formato dei tecnici orientati a un regime equestre di carattere sostenibile, e sono ormai quasi un centinaio sparsi su tutto il territorio regionale. Abbiamo cercato di farle divenire delle persone appassionate come accade purtroppo in maniera preponderante nel nostro settore, farli diventare dei professionisti. Molti di questi hanno fatto della passione una professione e questo è uno degli obiettivi; un percorso che ha significato l’identificazione di circa 3500 Km. sul territorio regionale, in particolare nella parte appenninica che ha significato l’identificazione di punti tappa e  che ha significato in particolare un turismo equestre responsabile. Il professionista è colui che porta in giro per il territorio piccoli gruppi con facili ed intuibili benefici da un punto di vista di rispetto dell’ambiente e del territorio. Questi 3500Km. sono stati certificati e rilevati col GPS e restituiti su cartografia regionale. Le provincie toccate sono quasi la totalità, in questo quadriennio ci occuperemo di sviluppare ulteriormente questo discorso. Allora, io leggendo questa legge che comunque plaudo perché mi sembra una grossa scommessa, credo che non voglio togliere alcuna prerogativa al CAI per quello che la legislazione vigente riconosce. Tracciare i percorsi mette ordine e univocità sulla segnaletica ecc.., ma la domanda che voglio porre è : “ come il CAI possa, per sue competenze specifiche, analizzare o identificare il percorso idoneo ai cavalli con le problematiche e le specifiche che possano avere”. Faccio un esempio, non è detto che un percorso pedestre possa necessariamente essere facile per un pedone e per un cavallo o viceversa. Probabilmente nell’ambito di questo sviluppo sarebbe importante e fondamentale coinvolgere le associazioni o le federazione di settore per concertare e comprendere quali sono le esigenze specifiche, per esempio i punti tappa, per esempio le abbeverate, vado per sintesi ma per farvi capire le cose che voglio dire. Soprattutto mi sembra che un’esigenza comune che emerge è che dovrebbe esserci un codice di condotta comune e condiviso fra le varie esigenze delle varie attività sportive e ricreative legate all’aria aperta.

    E’ auspicabile, per quanto riguarda la federazione, comunque noi non siamo stati invitati ma, a breve la commissione riceverà alcune nostre osservazioni, costruttive in questo senso, che venga identificato un tavolo di lavoro proprio per un processo d’integrazione e per la stesura di questo codice di condotta condiviso tra le varie legislazioni. Confermo sin d’ora, la disponibilità del Comitato regionale della FISE ( Federazione italiana sport equestri) a mettere a disposizione tutto il proprio know-out di questi 4 anni di lavoro alla Commissione ed alla Regione. Grazie”. 

     

    DAVIDE LIGABUE presidente Free Ride

    “ Allora, io sono l’ideatore e presidente di Free Ride Project, è un progetto che si muove nel comune di Quattro Castella per la valorizzazione turistica e sportiva del territorio. Io ormai da otto anni lavoro, io personalmente con zappa e piccone per la creazione di sentieri fruibili appunto dalle mountain bike. Il comune di Quattro Castella mi elogia, c’è anche una lettera dove precisamente motivano l’interesse del comune a lavorare nell’ottica di promuovere questo sport, all’attivo ho 12 percorsi tutti tenuti in sicurezza e puliti da me, ho creato una cartellonistica per segnalare i percorsi e segnalarne gli ostacoli. Oltre alla mountain bike faccio anche fuori strada 4x4, moto enduro, snowboard, free ride, skyrunning, arrampicata sportiva. Vivo il contesto appenninico diciamo a 360 gradi, faccio anche parte del Comitato, orgogliosamente voglio dire, del Comitato per l’escursionismo su ruote, e mi trovo qui per parlare di questa legge, e voglio parlarne come privato cittadino.

    Qui c’è un testo che è la Costituzione della Repubblica Italiana, all’art. 21 si sancisce il mio diritto come cittadino italiano, di manifestare anche sia privatamente che pubblicamente le mie personali opinioni. La mia personale opinione è che questa legge sia a livello ideologico un bellissimo punto di partenza, finalmente per poter lavorare sul territorio regionale in maniera più avveniristica più futuristica più in linea con i tempi, più consapevole. Cito dal Garzanti “escursionismo” deriva infatti dal termine “escursione” il cui significato nella lingua italiana è“gita”, breve viaggio fatto per studio o per piacere, non esiste l’escursione a piedi, esiste una gita sul territorio naturale per queste finalità già citate. Esiste quindi l’escursionismo a piedi, l’escursionismo a cavallo, l’escursionismo in bicicletta, l’escursionismo in moto e l’escursionismo con autoveicoli o autocarri 4x4, normalmente noti come fuoristrada. Alla luce di questo dato innegabile, questa legge, e questa è la mia personale opinione, è una “porcata”, perché l’oggetto e la finalità è promuovere il turismo sulle zone appenniniche e quindi anche tutelare il territorio. Mi chiedo come sia possibile in questa legge che prevede il divieto di circolo, e 4x4, moto, gravissime limitazioni al mondo delle mountain bike ed anche al  mondo equestre, come sia possibile rilanciare il turismo e l’economia nella zona appenninica. Sono molto agitato perché il mio Appennino lo vivo e sta andando in malora,  il turismo non è vero che viene incentivato, sta andando tutto in malora. Ho 24 anni, avete già capito che da otto anni, come volontario quindi, senza che nessuno mi paghi, lavoro per rilanciare davvero il mio territorio. Io ho 24 anni rappresento il futuro, forse qui dentro sono il più giovane e per me non c’è futuro. A me piacerebbe lavorare nel mondo del turismo a contatto con l’ambiente, ho delle capacità tecniche molto elevate, ho delle abilità elevatissime, mi piacerebbe tramandarle. Questa legge per me allo stato attuale non ritaglia un futuro, da qui mi aspetto, esigo degli emendamenti, sono abbastanza inviperito perché penso che il mio mondo sia un bel mondo, e vorrei portarci dentro più persone possibile. Mi dispiace che una legge regionale non mi consenta questi spazi, mi auspico che gli spazi vengano pretagliati. Bene l’escursionismo a piedi, non vietiamo tutto il resto, lavoriamo con i privati che sanno come fare e hanno voglia di fare, lavoriamo per creare degli spazi che effettivamente possano davvero rilanciare il turismo e l’economia montana e quindi conseguentemente anche occuparsi di quella che è la manutenzione di questi territori così a rischio come tutti sappiamo per varie dinamiche che adesso non stiamo qui ad elencare.

    Grazie della disponibilità, grazie dell’occasione”.

     

    FRANCESCO RIVOLA  Assessore provinciale di Ravenna

    “ Buongiorno a tutti. Grazie Presidente, ringrazio la Commissione per la possibilità che mi da’ di esprimere alcune considerazioni sulla legge. Intanto devo dire che condivido quella che è la motivazione che sta alla base della legge da una parte, un recupero di quella che è un patrimonio storico culturale ambientale della nostra Regione, una sentieristica legata alla nostra cultura,  affinchè ci possa essere uno sviluppo da un punto di vista turistico anche in quelle aree che oggi sono sicuramente le meno fortunate da un punto di vista turistico. Io vengo dalla collina del ravennate, i miei comuni diciamo collinari in questi mesi stanno lavorando molto su quella che è la sentieristica e che sono le attività legate a un turismo che in questi anni è probabilmente uno dei pochi turismi in crescita. Non entro qui nella questione legata da una parte diciamo agli escursionisti a piedi, oppure a chi opera a chi fa escursionismo con altri mezzi. Credo che serva sicuramente una regolamentazione ma non entro in questo perchè non è il mio compito ecco l’unica cosa che io invece volevo sottolineare, come ha già fatto il relatore a inizio della giornata, é il ruolo della provincie. All’interno di questa legge le provincie hanno un ruolo importante nella gestione e in tutta una serie di cose. Purtroppo io credo, anche perché gli interventi che s’intendono mettere in campo sono interventi che hanno bisogno di un visione almeno triennale, che il ruolo delle provincie di qui a tre anni sia completamente scomparso. Credo invece, che occorra partire dalle ultime leggi sui parchi, fatte dalla Regione, che vanno ad istituire delle macro aree alle quali le provincie stanno in questi momento affidando tutte le competenze come la legge richiedeva. Si sta andando un pò alla volta verso la dismissione di quelle che erano gli uffici parchi. Credo che sarebbe bene in fase di discussione della legge che si tenesse conto di questo affidando le competenze alle macro aree che saranno  interessate su tutto il versante ambientale, al fine di avere anche un’omogeneità delle attività sui territori. Possono essere loro a gestire tutta questa rete naturalistica, rete escursionistica che secondo me ha una valenza importante che dovrà essere mantenuta e gestita in maniera puntuale. Con la situazione delle provincie oggi questo non ci può essere. Grazie!”.

     

    ALESSANDRO GHETTI  responsabile Coldiretti Emilia Romagna

    “Buongiorno a tutti, grazie alla Commissione e Presidente per l’occasione che ci è data di dire qualcosa anche su questo progetto di legge. Inizio subito perché c’è poco tempo. Noi abbiamo letto come Coldiretti attentamente sia la relazione del progetto di legge che l’articolato. Dalla relazione e dai primi due articoli del progetto abbiamo tratto un concetto positivo del progetto stesso in quanto vi sono richiami importanti per quanto ci riguarda, ed é un’occasione di rilancio dell’area montana che vede una presenza rilevante di aziende agricole. Bene anche il richiamo alle multifunzionalità degli agricoltori perché è una delle citazioni che ha reso possibile oltre all’attività primaria in senso stretto, la presenza e il mantenimento di agricoltori in aree svantaggiate in particolare montane. E’ chiaro che vedendo l’articolato abbiamo notato che vi sono alcune criticità che è necessario evidenziare.

    Molto sinteticamente, in particolare all’art.5 abbiamo grosse perplessità in particolare per quanto riguarda il comma 2, sulla questione legata alla possibilità di porre servitù di passaggio su terreni o su pezzi di terreno privato. Ricordo a tutti che per quanto riguarda le aziende agricole, ed è stato citato più volte e quindi non mi soffermo più di tanto, sia il piano paesistico regionale inizialmente, sia le norme di polizia forestale successivamente e da ultimo anche la normativa legge regionale sulle aree natura 2000, prevedono tutta una serie di vincoli compresi quelli legati alla viabilità soprattutto per quanto riguarda, diciamo la parte extra urbana, così come diceva il relatore. L’escursionismo si svolge per la maggior parte nelle aree extra urbane. Il problema è che le aree extra urbane se togliamo una serie di territori di carattere pubblico, o quelli di estrema montagna, sono tutte aree agricole, e quindi aree che più o meno sono gestite e coltivate per quanto riguarda il bosco da agricoltori quindi da uomini. Ulteriori vincoli anche così pesanti che possono assomigliare a un esproprio, ci sembrano eccessivamente pesanti e secondo noi dovrebbero essere corretti.

    L’altra questione al comma 3 sempre dell’articolo 5 è la procedura particolare per le osservazioni che sembra una procedura che ti può portare ad una soluzione diversa ma che poi comunque sfocerà nell’inserimento di quella porzione di percorso di terreno all’interno della rete. Quindi pare quasi una pura osservazione pro forma ma che non può portare comunque a nessuna soluzione positiva.

    All’art. 7 comma 2 viene riconosciuto un ruolo degli agricoltori nella manutenzione ordinaria, nella manutenzione straordinaria non viene riconosciuta e questa è un’anomalia se si riconosce la multifunzionalità.

    All’art. 9, per quanto riguarda la Consulta, riteniamo sia opportuno prevederla, ma occorre che la Consulta abbia un ruolo di un certo tipo e per argomenti che possono interessare è necessaria anche la presenza codificata delle associazioni rappresentative di zona agricole. Arrivo infine all’art. 11, comma 1, lettera G, quello dei divieti. Come dicevo prima noi come mondo agricolo, abbiamo già tutta una serie di divieti che derivano non solo da norme europee ma anche da norme nazionali e regionali. Per quanto riguarda il divieto di attività motorizzate, ricordo che la maggior parte delle attività agricole che si svolgono anche lungo i sentieri o lungo i tratti, vengono fatti con mezzi agricoli e addirittura alle volte anche con mezzi non agricoli. Se io devo raggiungere un agriturismo o un determinato fondo mi posso spostare e mi devo spostare alle volte anche per certe distanze con mezzi motorizzati. Ora qui sarebbe vietato salvo deroghe che però implicano addirittura il rilascio di fideiussioni o di garanzie. Ci sembra sinceramente eccessivo, vi ricordo che la fonte principale di danni in montagna per quanto riguarda le aziende agricole sono gli ungulati e quindi riteniamo che l’uso di mezzi motorizzati anche da parte di chi va a prelevarli sia necessario per diminuire i danni all’azienda agricola. Vi ringrazio”.

     

    DAVIDE MISSIROLI  sindaco di Brisighella

    “Grazie della possibilità, cercherò di essere velocissimo anche perché direi che è stato detto moltissimo. Mi ricollego a quanto diceva il ragazzo prima, noi giovani in montagna  cerchiamo di starci e vogliamo continuare a viverci, quindi credo che la cosa più importante quando si fanno le normative sia, perdonatemi il termine, guardare prima chi ci vive e poi dopo chi deve venirci il sabato e la domenica a passeggiare. Proprio per un motivo molto semplice, il turismo si fa se ci sono i cittadini e se loro in qualche maniera si rendono ospitali nei confronti delle persone che vengono sul nostro territorio. Credo sia molto importante partire da questa base e cercare un confronto, è un punto di partenza e di questo vi ringrazio. Si parte da qui a discutere di quello che possiamo fare sui nostri territori e in collina. Avete visto che tra gli amministratori e coloro che vivono c’è stato quasi un urlo, dicendo guardate che non è che stiamo bene in collina, abbiamo dei grossi problemi anche di tenuta sociale ed economica del nostro. Dobbiamo cercare di rimanere tutti uniti, questo punto di partenza purtroppo esaspera le differenze che ci sono da una parte e dall’altra. Io credo nel CAI, nelle associazioni di due ruote o quattro ruote, perdonatemi se non sono tecnico, dobbiamo cercare di rimanere tutti uniti per valorizzare quella che è la nostra collina. Cerchiamo di non fare, di non settarci ognuno nella propria posizione, ma di trovare un punto d’incontro. Una cosa che secondo me è saltata fuori è che abbiamo bisogno di regole, tutti sia chi va in giro con mezzi motorizzati sia chi va in giro a piedi perchè la sicurezza soprattutto delle persone che vivono e viaggiano in collina è un tema molto importante. Quindi credo che non dobbiamo parlare di divieti, ma dobbiamo parlare di regole, e già qui secondo me un passo avanti si può fare. L’altro tema che, lo pongo io poi dopo valutatelo, è il tema dei controlli sulle guardie ecologiche volontarie. E’ un punto interrogativo, io mi trovo a dover discutere con le guardie ecologiche volontarie proprio perché credo che molte volte sia anche il buon senso a farla da padrone sui nostri territori. Dobbiamo cercare di non dare quello che è un potere alle guardie di corpo forestale piuttosto che ad altri, hanno l’autorità per fare multe, per fare sanzioni. Noi dobbiamo secondo me trovare un modo per controllare il nostro territorio e credo sia molto importante farlo anche per chi viaggia sulle due ruote. Ho sentito molti dei miei associati dire “si però c’è uno che…”, ritengo che bisogna segnalarlo, assolutamente va fatto perché quella piccola percentuale mette prima di tutto a rischio le persone che vivono sul nostro territorio e che sono sulla rete escursionistica, inoltre mettono in cattiva luce coloro che praticano determinati sport.

    Si potrebbe partire togliendo dalla definizione di escursionismo all’art. 2 senza l’ausilio di mezzi a motore e da qui incominciare a fare un ragionamento. Sulla pianificazione territoriale all’ art.4 la consulta secondo me dovrebbe essere più ampia, questo lo chiedo a tutti coloro che fanno escursionismo a piedi. Secondo me è giusto cercare di unire le forze per tenere meglio il nostro territorio, non soltanto il CAI ma tutti coloro che sono sul nostro territorio e quindi non solamente mettere dei vincoli. Abbiamo tutto sommato anche delle degli altri percorsi, ad esempio quelli di nordic walking, quindi ci sono altre tipologie di sport che si possono fare sul nostro territorio. Chiedo che a livello provinciale si trovi una modalità per poi dopo portare insieme un contributo su quello che deve essere la futura rete escursionistica regionale che non riguarda solamente coloro che vanno a piedi ma coloro che utilizzano il nostro territorio. Grazie”.

     

    SERGIO FIOCCHI (Confagricoltura Emilia Romagna)

    “ Parlo anche a nome della CIA dell’Emilia Romagna, quindi non solo Confagricoltura ma anche CIA. Noi vi ringraziamo per l’opportunità data di esprimerci su questa materia e sicuramente questa proposta è molto delicata. E’ una materia che va affrontata perché una regolamentazione può solo servire per una migliore gestione degli interessi diversi. Da una prima lettura di questa proposta di legge, ci sembra d’esserci una continuità con le norme relative ai siti di Natura 2000, ma ricordiamo che non tutta la rete dei sentieri rientra nei siti di Natura 2000, c’è una parte importante che sicuramente è esterna quindi, non si può mettere sullo stesso piano questa rete di sentieri con la rete di Natura 2000. Un’altra osservazione che credo sia importante è questa: regolamentare è importante ed essenziale per cui si possono tenere buoni risultati regolamentando e limitando al minimo i divieti perché i divieti portano soltanto all’imbalsamazione del territorio e quindi andiamo all’incontrario rispetto al disegno di andare a preservare economicamente il territorio cercando di sostenerlo in questo difficile momento economico in cui ci troviamo. Quindi la tutela del territorio da un lato e la necessità di andare ad implementare le attività economiche che su questo territorio insistono sono molto importanti. Andiamo all’art.5 che è quello che ci da maggior preoccupazione, noi crediamo che inserire parte della viabilità privata, possa essere possibile ma non si può in alcun caso imporre la servitù di passaggio. Credo che questi inserimenti possano essere utili soltanto sulla base di accordi tra le imprese che vedono l’inserimento di una propria viabilità all’interno di questo percorso. E quindi tutte queste cose che riguardano appunto la viabilità agricola sono assai delicate e soltanto l’accordo può essere lo strumento utile senza la spada di Damocle dell’inserimento tramite una servitù di passaggio. Riteniamo sia importante inoltre chiarire ed esprimere meglio di quanto è delineato nella norma che chi vuole usufruire di questa rete deve naturalmente farsi carico anche della manutenzione della stessa. E quindi questi sono i capisaldi che noi riteniamo essere importanti per arrivare ad un’equilibrata impostazione di questa norma. Grazie”.

     

    GIOACCHINO PEDRAZZOLI (WWF Emilia-Romagna)

    “Gli argomenti che ho portato sono già usciti da altri che mi hanno preceduto. Sono lieto di apprezzare che c’è unanimità nella preoccupazione per l’ambiente, da qualsiasi parte è stato appoggiato e voglio dire brevemente soltanto una cosa. Già da tempo a Reggio si è cominciato a ragionare in particolare sul comune di Quattro Castelli, citato da chi mi ha preceduto, sul fatto di individuare dei percorsi. Io credo che questa legge abbia gli spazi per poter dare effettivamente una regolamentazione che consenta di individuare percorsi in terreni adatti per vari tipi di utilizzo e poi   - passaggio che in diversi hanno sottolineato e sottolineo anch’io – dovranno essere gli utilizzatori che avranno adottato questi percorsi, magari anche proponendoli, a farsi carico della loro gestione, manutenzione e vigilanza. L’altro discorso della vigilanza è evidentemente una nota difficile, nel senso che abbiamo detto: benissimo individuiamo percorsi richiesti dai fuoristrada, dai quad o dalle off-road e poi ne individuiamo altri su cui invece si devono far valere dei divieti, dove quindi chi va a piedi o va in bicicletta o chi va a cavallo non debba intersecare elementi di disturbo. Di questo si è parlato anche all’interno del Parco Nazionale, con la Forestale, negli incontri sulla difficoltà oggettiva di far rispettare le norme anche all’interno di zone del parco, per problemi di coerenza tra le normative vigenti riguardo alla esistenza di una adeguata cartellonistica e altre cose.

    Quindi io credo che una legge come questa - l’ho valutata attentamente e francamente non mi pare che sia male, ci sono passaggi che vanno chiariti bene, ma mi pare che tenda più a creare degli elementi di regolamentazione che di divieto - dovrebbe andare proprio nel senso di appoggiare quelle iniziative di cui le province e i comuni interessati da queste zone si possono fare carico per individuare questi percorsi. La legge regionale, che io auspico vada in porto il più presto possibile nella forma più condivisa e corretta, deve poter offrire la sponda a chi poi dovrà lavorare sul territorio per creare questi percorsi. Avevo anch’io, se nel caso ne faremo omaggio alla Commissione, documentazione fotografica di tutti gli enormi danni che misteriosi individui hanno provocato sui sentieri rendendone difficile il percorso. I casi più innumerevoli già citati anche prima dove si vede che il percorso diventa  troppo arduo e aspro, quindi se ne crea uno parallelo, nel campo di un privato senza peraltro chiedergli un permesso e quindi dando luogo ad una servitù di fatto. Ce ne sono tantissimi di questi esempi, ma ne hanno già parlato altri e se serve ve li faremo avere. Grazie”

     

    Emanuele FIOR (Legambiente Emilia-Romagna)

    Ringraziamo anche noi per l’opportunità di contribuire e di dire la nostra opinione in merito. Secondo me, cosa che forse è già stata detta, ma ci tengo a ribadirlo, si è usciti dal seminato perché si è concentrata l’attenzione soltanto sulla questione a piedi non a piedi o in moto o bicicletta o cavallo. Innanzi tutto questa deve essere un’opportunità, lo abbiamo detto tutti, dobbiamo valorizzarlo, però si sta parlando di una cosa che in realtà è già normata. Questa dovrebbe essere la ratifica di qualcosa che esiste già, perché la normativa di polizia forestale prevede un certo tipo di sfruttamento ed utilizzo della rete senti eristica. In realtà tutto quello che viene già fatto succede solo perché siamo in Italia, dove tutti stanno zitti e certe cose vengono fatte, finchè un giorno non ci scappa il morto e qualcuno si fa male, quindi in realtà stiamo parlando di una cosa che è già normata e andrebbe semplicemente vigilata maggiormente. Quello che si diceva prima sul controllo, è una cosa verissima, come al solito noi abbiamo già le leggi e i regolamenti, ma non vengono fatti rispettare, quindi tutti, motociclisti, escursionisti a prescindere se a piedi, raccoglitori di funghi, chiunque vede delle normative che però non vengono fatte rispettare, perché mancano i controlli, si sente libero di fare quello vuole e questo succede un po’ dappertutto. Io mi auguro che innanzi tutto questa legge non venga stravolta da come è stata impostata. Certamente possono essere fatte delle migliorie, noi come Legambiente Emilia-Romagna ci riserviamo di fornirvi certe nostre impressioni, certamente però va posta attenzione dove inizia la libertà di certi fruitori della montagna e dove finisce quella di altri, perché se la fruizione di qualcuno viene limitata dalla presenza di altri, allora qui è chiaro che nasce un conflitto ed è importante che questo conflitto non esista. Mi permetto di lanciare ipotesi che non è quella di impedire di fruire della montagna e dei sentieri con i mezzi motorizzati, ma perché non individuiamo delle aree naturalisticamente meno di pregio e non consentiamo di utilizzare queste come valvola di sfogo per i mezzi motorizzati? Consentendo per esempio ai pedoni di usare la rete sentieristica. A me succede molto spesso di fare accompagnamenti di ragazzini – ci sono guide escursionistiche, anche a loro succederà spesso – e chiedo come può assumersi la responsabilità una guida per esempio di portare su una rete sentieristica una scolaresca di cinquanta bambini e vedersi piombare addosso trenta-quaranta motociclisti, ma non perché il motocrossista o chi utilizza il mezzo fuori strada sia un delinquente ma perché si va a diverse velocità, inteso anche metaforicamente, e questo può portare dei rischi. In autostrada se uno va ai 120 km/h non succede nulla ma quando uno va ai 180 e uno va ai 50 , questo crea il conflitto. Quindi cerchiamo di regolamentare, ovvero dire questa attività si può fare qui, quest’altra attività si può fare da un’altra parte. Non mettendo assieme, perché secondo me con troppi compromessi nello stesso punto si rischia di perdere tutto quello che questa proposta di legge si cerca di prefiggere. Ringrazio per l’ascolto.

     

    Massimo CAVITELLI (Unione dei Comuni Montani)

    Buongiorno a tutti. Alla fine penso saremo un po’ tutti stanchi. Le cose importanti sono già state dette. Io prima di venire qui mi sono fermato al bar del mio paese e ho pensato: se nevica un’altra volta non ho i soldi per sgombrarla e allora non so se i miei cittadini vedendomi qua possono capire le priorità del territorio. Un altro mi ha detto: vai là e ricordagli che noi abbiamo una strada chiusa da una frana e non ci sono i soldi per sgomberarla. Vi faccio un’altra considerazione: sono agnostico, non vado in moto, non rappresento nessun gruppo particolare, faccio l’amministratore. Un dato di fatto: il mototurismo e la caccia sono i due elementi del turismo nel nostro Appennino, fuori stagione, prima voce. Questo è un dato di fatto incontrovertibile. È uno stile di vita. Lo stile di vita lo decido io. È come dire: c’è l’inquinamento, bene, non facciamo più circolare le macchine in città. Non è quello, magari facciamo qualche pista ciclabile, ma non possiamo mettere divieti. Il mototurismo a tutti gli effetti è parte integrante di questo stile di vita. È come quelli che mettono in discussione le antenne dei telefonini e tutti hanno in tasca tre telefonini. Lo stile di vita è questo, confrontiamoci con questo e regolamentiamolo per far si che nelle norme e nelle giuste pieghe delle leggi sul governo del territorio si possa accontentare tutti. Noi non possiamo permetterci di lasciare via  nessuno dal nostro territorio. Il compito del legislatore è di normare questo, infatti la prima proposta che faccio è che  è fondamentale parlare di mototurismo  e di circuiti autorizzati. Questo vuole anche dire modificare le MPF perché come succede nella caccia, il concetto è questo: rispetto al mototurista che ha fatto lo scempio che ha fatto vedere quel signore di Parma, basterebbe mettere delle norme che dicono: bene, se piove e c’è una determinata condizione ambientale, non si va in moto. Io vorrei vedere dei sentieri con la possibilità in questo pezzo di sentiero ci può passare il moto turista, quello che a piedi, quello che va a cavallo, in altri no. il concetto è molto legato alla stagionalità e all’impatto che queste discipline danno, perché se c’è il coglione che va in giro con un metro di fango, è colpa di quel coglione. Bisogna evitare quello perché c’è quello che gli piace sporcarsi col fango. Sono io il primo a dire che va limitato, però noi abbiamo organizzato unna manifestazione di moto non più tardi di una settimana fa, c’era il suolo completamente gelato, innevato e questa manifestazione non ha dato nessun impatto dal punto di vista ambientale. Allora è chiaro: probabilmente fatto in aprile-maggio non l’avrei autorizzato. Qui il concetto è di lasciare libera possibilità di accesso alla montagna con delle norme. Questa legge è importante perché introduce un meccanismo di capire che ci sono dei movimenti sotto. La montagna va fruita e va data la possibilità di fruirla a tutti, lo ribadisco. Allora, mettiamo insieme le forze, però non me la sento di escludere e porre dei divieti. Io sono perché il mototurismo possa essere sviluppato e normato all’interno di determinate condizioni sopportabili. Non da ultimo: si è parlato molto di aree SIC, ma l’area SIC di per sé non impedisce niente. Se c’è un percorso che è potenzialmente interessante si fa un piano di incidenza e si valuta se quel percorso può essere utilizzato anche dai moto turisti, perché poi mi viene da ridere sul discorso prettamente ambientale. Sono sull’arco ligure, l’Appennino piacentino è proprio in mezzo all’arco ligure, abbiamo gli aeroporti di Milano Malpensa, Bergamo e noi, ho fatto un giorno un conto, abbiamo 150 sorvoli di voli aerei sulla testa, quindi un inquinamento mostruoso. Che cosa facciamo? Chiudiamo lo spazio aereo? Bisogna cercare di contestualizzare il nostro stile di vita, non possiamo da una parte consentire tutto e dall’altra ingessare i territori. Quando un’amministrazione superiore (Regione, Provincia) nella sua pianificazione pone dei vincoli allo sviluppo del territorio, magari legittimi, ci devono essere delle norme a fianco che ci dicono quale sviluppo si può fare perché dire “no” vuol dire porre dei limiti insuperabili alle comunità locale. Faccio un esempio: prendiamo la caccia, che mi sembra lo sport di un tempo, il 90% delle nostre osterie si chiamano “dei cacciatori”, molte adesso iniziano ad avere il logo di qualche motoclub. Questo è il dato di fatto. Parlare con il paraocchi ed ignorare questa realtà, vuol dire non fare un buon servizio alle comunità locali e alla platea più complessiva. L’ambiente va tutelato tenendo conto degli stili di vita e tenendo conto che dentro questa norma ci devono stare tutti, compresi i mototuristi.

     

    Il presidente PAGANI: Ho escluso sette richieste di interventi perché appartengono ad associazioni per le quali hanno già parlato altri colleghi. Ora ascoltiamo Elisa Spiga poi faccio l’elenco di chi ho escluso e se qualcuno vuole comunque intervenire potrà farlo.

     

    Elisa SPIGA (Associazione “Chi c’è c’è”)

    Io sono una biker e non ho sentito grandi interventi fino ad ora. Sono rimasta colpita da un inciso della legge in cui si fa divieto di esercitare sport incompatibili con la sicurezza del transito pedonale, art.11,  mi pare, lettera f). In un altro passaggio c’è scritto che è sanzionabile da euro 100 a 1000 euro l’esercizio di questi sport, incompatibili quali ad esempio il downhill. Se è vero che qui in aula ci sono coloro che hanno scritto questa legge, io vorrei chiedere loro cosa significa downhill. Mi aspetto che mi dicano, quelli che vanno in giro col casco integrale, con le protezioni, con le ginocchiere le gomitiere ecc. ecc. io vado in giro con il casco integrale, con le protezioni, non pratico downhill, lo faccio solo per proteggermi, perché ho paura di cadere, però quando incontro qualche pedone – non capita mai, ma quando capita – mi fermo e scambio anche qualche chiacchiera, però mi aspetto di essere fermata, bardata in questo modo, da una guardia ecologica, che mi dice “ah! Tu stai praticando downhill, perché sei tutta bardata e questa è l’attrezzatura da downhill”. Allora c’è in aula uno che fa downhill e sa perfettamente la differenza, in montainbike ci sono mille modi di andare in bicicletta. È molto più pericoloso uno che va in giro svestito, come un deficiente con una Graziella, rispetto a uno che va giù con una bella bici, con i freni a disco, tutto bardato che non fa assolutamente nulla. Quindi io accuso chi ha scritto quella legge, di aver scritto un passaggio che espone la popolazione dei bikers ad un’arbitraria applicazione di sanzioni dove, come giurista, ho qualche dubbio di legittimità costituzionale, se fosse una legge suscettibile di controllo costituzionale, perché non c’è il rispetto della sufficiente definizione. Quella norma lì non consente una certezza di applicazione perché le attività e gli sport incompatibili con la sicurezza del transito pedonale non esistono, non esiste la definizione ufficiale di sport incompatibili con la sicurezza per il transito pedonale. Inoltre, se uno si mette a lanciare dei sassi mentre sotto c’è una comitiva di pedoni, non è sanzionabile perché il lancio dei sassi non è uno sport, quindi se la guardia ecologica volontaria va lì a fargli la multa di mille euro non gliela può fare.

     

    Il presidente PAGANI:

    Il prossimo iscritto a parlare è Angelucci, socio all’associazione trekking Italiana, per la quale ha già parlato il presidente, ma desidera comunque intervenire. Mentre prende la parola, vorrei citare chi ho escluso perché appartenenti ad associazioni per le quali ha già parlato, nel primo giro, il presidente o altro rappresentante, se sono in Aula e vogliono intervenire, con interventi di tre minuti, possono farlo: Fabio Lanceri (Federazione nazionale motociclisti); Stefano Boschi (Scuola nazionale di quad); Emanuela Mazzali (Guida ambientalistica escursionistica); Davide Galli (Guida ambientale escursionistica); Francesco Motta (Club Alpino Italiano). Chi vuole parlare, me lo comunichi.

     

     

    RENATO ANGELUCCI (Coordinatore Consulta Escursionismo)

    “Ho l’onore di coordinare la consulta per l’escursionismo di Bologna, costituita nel 2006 e a cui aderiscono al momento Club Alpino Italiano, Club Italia, la sezione escursionismo del Touring, il gruppo escursionistico CRAL delle Poste, Percorsi di pace e altri dopolavori ferroviari. Perché questa consulta e perché siamo qui oggi? Il motivo per cui nel 2006 ci siamo aggregati ha molto a che fare con questa proposta di legge. Noi ci siamo aggregati, uscendo ciascuno dal suo piccolo seminato, attorno ad un progetto ben preciso: progettare, realizzare e tenere la manutenzione di una rete di sentieri sulle nostre colline di Bologna. Le singole associazioni non potevano fare questo sforzo enorme, ci siamo aggregati come consulta, i nostri soci li possiamo contare complessivamente in 5-6 mila persone ed ogni associazione, oltre a fare la propria attività, lavora e si coordina attorno a questo progetto. Perché ha a che fare con questa legge? Sono nati questi obiettivi di dotare la città di Bologna di una rete sentieristica in collina, una rete che permette una fruizione sicura, regolamentata per valorizzarne le caratteristiche paesaggistiche, ambientali, storiche. Per far questo abbiamo bisogno e abbiamo sentito in questi anni un bisogno di un quadro all’interno del quale muoverci. Noi con le nostre forze, autotassandoci con le iscrizioni e con qualche piccolo contributo della fondazione Cariplo e l’aiuto e il patrocinio del comune di Bologna abbiamo già di fatto realizzato due sentieri: la rete collinare prevede che dalle porte della città di Bologna che affacciano sulla collina: Saragozza, San Mamolo, Giardini Margherita ecc. ci si possa recare in collina a piedi, partendo dalle porte sui sentieri regolamentati e ben definiti. Ma per far questo di cosa abbiamo bisogno? Di un quadro normativo, abbastanza certo che ci permetta di regolamentare dei diritti nel rapporto con i privati, con le istituzioni che affacciano sui tracciati che noi proponiamo e dopo di che partire con la realizzazione del sentiero. Come ho detto, abbiamo già realizzato il 902, la San Michele in Bosco a Portabandiera, il 904 da Porta Saragozza a San Michele di Ravone, stiamo realizzando il 906 che ci permetterà di percorrere tutto il Ravone dai Portici di Saragozza fino al parco Cavaioni. Per far questo i tempi medi sono di un paio di anni, ma la maggior parte del tempo se ne va in trattative con le singole istituzioni e quanto proposto in questa legge lo accogliamo con estremo favore perché ci permette finalmente di rivolgerci ai privati con qualche oggetto normativo che ci tuteli. Tanto per comunicarlo, il martedì e il sabato, da due anni a questa parte come volontariato ci troviamo tutte le mattine a lavorare sui nostri sentieri per cui chi vuol partecipare ben venga perché la manodopera non è mai troppa. Anche da questo punto di vista abbiamo bisogno di certezze sul tracciato sulla messa in sicurezza di questi percorsi, oltre a segnaletica uniforme e armoniosa non possiamo che accogliere con favore e ne sollecitiamo l’approvazione, pur con qualche aggiunta che anche noi come consulta  abbiamo definito.

    Non mi dilungo sul rapporto con la bicicletta perché noi nella nostra consulta abbiamo un gruppo ciclistico con il quale vorremmo collaborare e coordinare inventando qualcosa, non abbiamo niente di precluso, sdoppiando dov’è possibile i percorsi, perché un conto sono i mezzi a due ruote, un conto sono i pedoni”.

     

     

    Il presidente PAGANI: Mi hanno confermato la disponibilità a parlare Galli, Mazzadi, Boschi e Larceri.

     

     

    DAVIDE GALLI (Guida ambientale escursionistica AIGAE)

    “Ha già parlato anche il nostro coordinatore ma riteniamo importante portare il nostro contributo perché le guide ambientali escursionistiche rappresentano una professione normata in regione con un’apposita legge, una professione turistica. E’ molto importante sottolineare che ad esempio sia  io che Emanuele che abbiamo costituito assieme ad altri l’associazione delle guide ambientali delle valli del Taro e del Ceno, siamo della montagna, cioè nella montagna ci insediamo, abbiamo le nostre famiglie, i figli, aiutiamo a far vivere la montagna.

    Figli è una parola fondamentale. Io vedo il mio sindaco che fa si con la testa: figli vuol dire tenere aperte le scuole, i servizi, continuare ad avere un futuro. La nostra purtroppo non è ancora una professione che ci permette di vivere, ma è un’integrazione di reddito molto importante. Vivere in montagna significa arrabattarsi con tre-quattro lavori almeno per riuscire a farcela per rimanere in montagna con ostinazione. E noi siamo una professione turistica a tutti gli effetti che sta portando molto sviluppo.

    Siamo preoccupati da come è partita questa legge al momento, ma penso che si possa migliorare e questo incontro è già un’ottima possibilità Per noi è stata una doccia fredda. Questa mattina ho sentito parole che non mi sono piaciute: conflittualità, cosa che noi invece tendiamo assolutamente a ridurre perché noi viviamo il territorio, possiamo avere le nostre opinioni personali. Certo non vi nascondo, quando siamo in giro con i turisti, che l’arrivo delle moto non è ben accolto, non sono ipocrita e lo dico: ci sono dei momenti di tensione. I nostri accompagnati pretendono che interveniamo, ma noi viviamo il territorio e sappiamo fare molto bene la distinzione. Guardate che ci sono delle frequenze molto chiare, guardate noi con le associazioni del posto tendiamo a non avere problemi, qui non si è detto in nessun modo che c’è una responsabilità sociale di tutte le associazioni di tutti i tipi, che è maggiore quando le associazioni stesse sono la rappresentazione stessa del territorio. Vi faccio un esempio: di tre gare che si sono svolte nel nostro comune, con le due associazioni che ci sono nel nostro territorio non c’è stato nessun problema, perché io stesso sono andato a verificare, addirittura gli interventi delle associazioni di fuori strada sono stati in alcuni casi addirittura migliorativi, perché noi guide tra le altre cose abbiamo dato indicazioni sui posti che andavano sistemati. Il problema c’è stato con un’associazione che veniva da fuori, perché tutti noi quando siamo lontani dal nostro territorio siamo peggiori – questo va ammesso - perché abbiamo una responsabilità sociale molto precisa. Chiedo alle associazioni - io non ho nessun problema a trovare un punto di incontro – di fare anche qualche compromesso. La legge forestale citata stamattina – non nascondiamoci dietro ad un dito – fa acqua da tutte le parti perché sulla definizione di mulattiera abbiamo opinioni molto diverse e l’interpretazione è troppo vasta. C’è un buco normativo in quella legge. Mulattiera e sentiero vogliono dire troppe cose. Come vanno risolte queste cose? A volte fermo un motociclista e gli dico semplicemente: “questo tratto è un tratto storico, lo vedi che è tenuto da un muretto a secco, se ci sali con la moto, cade”. Allora come possiamo normare una cosa del genere? Dobbiamo comunque capire che occorre venirsi incontro. Il discorso della pioggia che ha fatto il rappresentante della Comunità montana è molto importante: cambia parecchio l’incidenza del fuoristrada in una situazione di pioggia rispetto alla situazione di secco. Dobbiamo ragionare insieme su queste cose, altrimenti siamo allo scontro di questa mattina che  a noi come guide non è piaciuto per niente”.

     

     

    EMANUELE MAZZADI (guida ambientale escursionistica) “Sono anch’io una guida escursionistica e quindi mi sento più vicino agli escursionisti a piedi. Ciò non toglie però che ci sono tante energie sul territorio che fanno volontariato e operano per mantenere vive diverse realtà locali. È quindi molto importante una legge che coordini tutte queste energie che ci sono sul territorio. È stata citata la carta dei sentieri di Bedonia. In questo caso abbiamo cercato di coinvolgere quanti più volontari possibili per riuscire a tenere vivo il territorio. Ad esempio le associazioni dell’enduro del motoclub, hanno partecipato alla sistemazione di alcune strade frazionali quindi hanno di fatto tenuto aperto e vivi alcuni sentieri importanti. Tante persone si sono complimentate per questo tipo di intervento. Qual è il pericolo di una legge come questa? Ci sarebbero tante cose da dire, ma non c’è tempo. Quello che ravviso è che tutto quello che rientra nel catasto della sentieristica regionale fa parte della rete. Quello che è fuori è in un limbo difficile da interpretare. Secondo me ci sono tanti sentieri che non sono quelli naturalistici più  pregiati  che però sono molto importanti da un punto di vista culturale e storico, come ad esempio quelli frazionali,  in cui si potrebbe avere un pubblico più grande anche coinvolgendo come è già stato fatto diversi tipi di associazioni e volontari. Una soluzione potrebbe essere quella di fare diversi tipi di classificazione fare ad esempio dei sentieri rossi, quelli nelle zone più delicate  dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, in cui possono arrivare solo certi tipi di escursionisti, invece altri meno delicati da quel punto di vista e con accessibilità più grandi in cui si riescono invece a fare altri tipi di interventi che possono tenere la porta aperta a tutti anche per convogliare tutte le energia che abbiamo nell’Appennino e che sono tutte rispettabili.

     

     

    Stefano BOSCHI (Scuola italiana Quad)

    Grazie per avermi dato la possibilità di intervenire. Abbiamo sentito parlare di scuola nazionale quad. Ne abbiamo sentito parlare ma non si sa che cos’è. La scuola nazionale quad è l’unica scuola di quad riconosciuta ufficialmente dalla federazione motociclistica italiana. Ha tredici istruttori, tutti certificati dalla federazione, nove sono a Bazzano, paese in cui risiedo, e quattro sono di Modena. Noi siamo nati con obiettivi ben precisi, importanti e che la federazione ha voluto sposare: sicuramente l’istruzione alla guida del fuoristrada in sicurezza, l’educazione alla valutazione delle condizioni del fondo e dell’ambiente preparatorio alla decisione dell’unità di effettuare o meno un’escursione, la valutazione dei rischi in rapporto agli altri fruitori dei  percorsi in considerazione del periodo venatorio, delle zone frequentate abitualmente da pedoni o da attività di volta in volta svolte sul territorio. Un invito molto importante della scuola è la salvaguardia dell’ambiente circostante mediante l’educazione al non utilizzo del fuori pista e al comportamento da tenere in caso di incontri con fauna selvatica. Abbiamo anche progetti importanti che riguardano i disabili, però noi li vogliamo aiutare e non strumentalizzare per cui su questo preferisco non dire nulla. Un altro obiettivo molto importante di SNQ  è quella di essere, assieme al moto club di Bazzano, l’ideatore del progetto trail sistem che è una rete di sentieri dove chi vuole venire, quando le condizioni lo consentono, deve pagare un piccolo contributo e questo contributo farà sì che l’ambiente possa essere ripristinato. Per noi l’ambiente è molto importante e vorremmo far parte di questo tavolo di lavoro, se ci sarà. Premetto anche – e qui rispondo al signore del CAI anche se non lo volevo fare – che mi ha fatto piacere quando ha fatto vedere le foto prima di quello che succede perché io in quel momento ho vissuto un attimo di scuola. Perché quelle sono esattamente le foto che noi facciamo vedere ai nostri frequentatori su cosa devono o non devono fare e quanto è importante una ruotata quando c’è bagnato o quando le condizioni non lo consentono. Grazie.

     

    Il presidente PAGANI “L’ultimo intervento è di Fabio Lanceri. Poi c’è qui con noi l’assessore regionale al Turismo Melucci che desidera fare alcune considerazioni”.

     

     

    Fabio LANCERI (Vicepresidente delle Federazione motociclisti Italiana)

    Buongiorno, arrivo come ultimo relatore. La Federazione motociclisti Italiana è l’ente incaricata dal CONI per l’attività sportiva. Noi siamo i delegati a promuovere e ad organizzare quella che è l’attività motociclistica per tutte le specialità e sotto tutti i punti di vista. Attraverso la nostra emanazione periferica e il nostro comitato regionale facciamo parte dell’associazione e siamo cofondatori, passatemi il termine. Questa legge ci ha messo un pochino in apprensione perché ovviamente come ho già avuto modo di dire ad alcuni dei firmatari di questa legge, ci ha trovati un pochino scoperti, cioè nessuno ha mai pensato, come è già stato ribadito più volte, di sentire le campane interessate alla fruizione e alla gestione dell’Appennino e della collina e della sentieristica. Io sono un emiliano – per inciso – e vado molto bene in montagna perché abito a Budrio dove sono nato, risiedo e vivo. Conosco quindi molto bene le problematiche della montagna per cui mi piace e mi piaceva essere presente oggi in questo consesso. Io vi do i numeri della nostra federazione in regione, perché ve li devo dare: ha 15 mila tesserati, ha più di 130 associazioni sportive, quindi i nostri moto club hanno migliaia di praticanti di attività agonistica e come federazione interviene sul territorio da tanti anni. Vi faccio un esempio banalissimo: pensate davvero che se noi avessimo avuto delle persone che gestiscono le nostre società sportive senza logica e senza cognizione, avremmo ancora società che dopo 30-40 anni organizzano manifestazioni di fuoristrada sul territorio? Sicuramente no, li avrebbero già cacciati via. Avrebbero già impedito questa pratica da anni, mentre come ha qualcuno qui documentato veramente, abbiamo tante ma tante società che organizzano da tantissimi anni manifestazioni di fuoristrada sul territorio. Una è la mia.  Questo cosa vuol dire? Che il rispetto del territorio ce lo abbiamo anche noi, ma ce l’abbiamo perché viviamo in montagna, perché l’abitiamo. Ricordatevi che ci vuole più coraggio ad abitare e lavorare in montagna che andare a lavorare in città e venire a fare un giro la domenica. Detto questo sono molto contento che ci sia finalmente una base di discussione. Non è certamente la prima stesura di questa legge che ci convince però sicuramente e su questo – e mi pare che tutti gli intervenuti siano d’accordo – abbiamo finalmente qualcosa su cui poter discutere e su cui trovare assolutamente delle posizioni. L’impegno di tutti noi, piace non piace, siamo simpatici a qualcuno e a qualcuno no, però l’impegno di tutti noi, che viviamo la montagna tutti i giorni, è quello di avere tanta gente che viene in montagna perché altrimenti le nostre risorse vanno a farsi benedire. La Federazione motociclistica è pronta e disponibile attraverso le sue strutture con le sue commissioni attraverso anche i contatti e il lavoro che si sta già facendo con il Corpo forestale dello Stato a prestare e a mettere a disposizione tutte le potenzialità e l’esperienza necessaria.

     

     

    Massimo MELUCCI (Assessore regionale al Turismo)

    Penso che questo incontro, come già detto, sia stato particolarmente utile. Utile alla Giunta, utile alla Commissione, ai consiglieri che hanno sottoscritto questo disegno di legge. Penso che sia stato anche giusto e corretto che da parte dei consiglieri sia stato presentato questo progetto di legge perché ci ha fatto affrontare un tema che esiste. Non è inventato. Noi siamo una Regione che ha l’abitudine di non mettere la testa sotto la sabbia, ma di affrontare i problemi e mi pare che questo problema ci sia, a giudicare anche dal dibattito animato che abbiamo ascoltato in queste ore. Stiamo parlando di un territorio strategico della nostra regione, l’Appennino, che coinvolge tutte le province della nostra regione. È un territorio che ha molti problemi, voi lo sapete meglio di me, dalla salvaguardia del territorio a dare prospettive di carattere economico affinchè si arresti e si inverta questa processo della desertificazione, dei cittadini che vanno in pianura e nelle città. Non vi è dubbio che il turismo è una delle componenti essenziali. Sono particolarmente contento che oggi sia uscita tante volte questa parola. Ma noi facciamo molta fatica a fare turismo su quei territori. Tenete presente una cosa, così ci capiamo al volo e dopo evitiamo confusione nella terminologia, per me turismo significa pernottare almeno una notte in un luogo diverso dalla propria abitazione abituale o dove uno lavora, quindi non per lavoro, chiaro? Lo dico perché la gita o l’escursionismo fuori porta arriva seconda rispetto al mio concetto di turismo. Va benissimo, ma arriva per seconda. Non per questo tutte le cose che avete detto voi hanno anche le caratteristiche di essere un prodotto turistico anche se le chiamate escursionistiche. È evidente che si può fare escursionismo anche dormendoci in quei luoghi uno o più notti. Però è fondamentale avere questo concetto perché noi abbiamo bisogno di far crescere le imprese, fare reti di imprese e quindi è tutta la filiera che abbiamo su quei territori dal ricettivo, alla ristorazione, al commercio all’artigianato. E dal punto di vista turistico, l’Appennino offre una molteplicità di prodotti turistici, da quello bianco al quale stiamo lavorando, a quello verde del trekking dell’escursionismo a piedi, a cavallo, in bicicletta, in moto. Questi sono i nostri prodotti turistici e noi dobbiamo avere l’intelligenza e la capacità di sfruttare al meglio tutti i prodotti turistici che abbiamo in questi territori, cioè la salvaguardia dell’ambiente che è evidente che è un punto centrale per l’Appennino, altrimenti facciamo il turismo della costa che è un’altra cosa. E’ evidente che il valore ambientale è un punto di eccellenza e va coniugato rispetto ad una domanda e alle caratteristiche dei singoli territori.

    La domanda che ci si pone dopo una mattinata come questa è se è possibile mettere insieme in una cornice o in un file rosso, in un minimo comune denominatore portatori di interesse variegati e tra loro diversi e il alcuni casi in qualche modo contrapposti. Questo è il punto. Io rispondo che è possibile. È possibile senza fare i furbi prendendoci in giro. La proposta di legge che è stata avanzata e che ovviamente va affinata e questo è l’obiettivo di questa udienza conoscitiva in un percorso partecipativo, a mio parere, vuole fare questo sforzo e cerca di coinvolgere tutti i protagonisti. Se mi chiedo se è possibile mettere assieme tutti questi interessi, la risposta è positiva a condizione che vi sia un protagonismo più accentuato anche nel nostro progetto di legge da parte dell’Unione dei Comuni , delle Comunità montane e dell’associazionismo. Nel senso che abbiamo un territorio talmente vasto e variegato che soltanto i protagonisti di quei territori sono in grado di dare una risposta positiva ad esigenze così diverse, un po’ le cose che avete detto anche voi. Se c’è un coinvolgimento diretto da parte vostra è evidente che si trova la quadra all’interno di una gerarchia dove ho già detto che al primo posto c’è la salvaguardia dell’ambiente ed è il valore a cui tutti dovranno tendere. Io penso che, proprio anche in funzione del riordino istituzionale della Regione sul quale stiamo discutendo e dove stiamo cercando di dare competenza e forza alle Unione dei Comuni, penso che un ruolo un po’ più forte dovrebbe essere rappresentato dalle Unione dei Comuni. Perché parlo di Unioni dei Comuni? Perché non possiamo neanche pensare di fare una cosa a macchia di leopardo o spezzatino perché c’è poi anche un problema di continuità dei percorsi. Noi stiamo promuovendo l’Alta via dei parchi che va dall’Appennino di Piacenza fino all’Appennino di Rimini, è evidente che stiamo promuovendo un percorso unitario, faremo una convenzione con la Toscana perché è proprio sul crinale. Ciò ci permette di fare un progetto turistico ad alta valenza ambientale e di promuovere ciò che è stato fatto di investimenti nel passato – percorsi di sentieristica, segnaletica ecc. – che rischia di essere altrimenti un investimento fine a se stesso e che non produce quel ritorno economico che tutti noi auspichiamo. È per questo che parlo di Unioni di Comuni, di Area vasta in accordo, se necessario anche con Regioni, confinanti proprio per dare una continuità ed evitare che ci sia il localismo a discapito dell’unitarietà dei percorsi.

    Concludo per dire che, poi sarà la Commissione dopo questa udienza conoscitiva, a decidere in che modo procedere. Credo però che se questo lavoro viene fatto sui territori e la legge regionale stabilisce la cornice e le gerarchie - .perché le cose che avete detto voi sui mezzi a motore non sono banali, nel senso che prevedere che questa attività si possa fare in determinati periodi tenuto conto della situazione del territorio anche questo non è un dettaglio rispetto alla situazione di anarchia che abbiamo – i territori (Unioni di Comuni e Comunità montane finchè ci saranno e associazionismo) possono poi definire ciò che è possibile e in che modo è possibile farlo sui vari territori, raggiungendo l’obiettivo. Non c’è dubbio che noi abbiamo bisogno di usare tutta la tastiera a nostra disposizione per fare in modo che l’economia di questi territori dia prospettiva anche ai nostri figli, com’è stato detto e non soltanto a quelli che ci sono stati fino ad oggi.

     

     

    Il presidente PAGANI “Ringrazio l’assessore. Credo che con il suo intervento siano più di 38 le persone intervenute dando un contributo a questa discussione. Mi pare, al di là delle diverse opinioni, che sia un bel modo di cominciare a ragionare insieme su un progetto di legge. La Commissione ha adesso tutti gli strumenti per valutare in che modo procedere. Ricordo a tutti che chi volesse continuare a far avere contributi, osservazioni, anche osservazioni puntuali sui vari articolati alla presidenza della Commissione, può continuare a farlo nei prossimi giorni. Ringrazio i consiglieri regionali e i componenti della Commissione e i relatori del progetto di legge che sono rimasti fino alla fine ed hanno dimostrato attenzione a questo dibattito. Grazie”

     

    La seduta termina alle ore 14,00.

     

    Approvato nella seduta del 13 Marzo 2013.

     

    Il Segretario

    Il Presidente

    Giovanni Fantozzi

    Giuseppe Pagani

     

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