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Legislatura IX - Commissione I - Verbale del 28/05/2013 pomeridiano

     

     

     

     

     

    Verbale n. 17

    Seduta del 28 maggio 2013

     

    Il giorno 28 maggio 2013 alle ore 14.30 si è riunita presso la sede dell’Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali, convocata con nota prot. n. 21906 del 23 maggio 2013.

     

    Partecipano alla seduta i Consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    LOMBARDI Marco

    Presidente

    PDL - Popolo della Libertà

    5

    presente

    FILIPPI Fabio

    Vicepresidente

    PDL - Popolo della Libertà

    1

    presente

    VECCHI Luciano

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    4

    presente

    BARBATI Liana

    Componente

    Italia dei Valori - Lista Di Pietro

    2

    assente

    BARBIERI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    PDL – Popolo della Libertà

    3

    assente

    BONACCINI Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    CAVALLI Stefano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it

    1

    assente

    FERRARI Gabriele

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    GRILLINI Franco

    Componente

    Gruppo Misto

    3

    presente

    MANFREDINI Mauro

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    3

    presente

    MAZZOTTI Mario

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MONARI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    MONTANARI Roberto

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MORICONI Rita

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    NALDI Gian Guido

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà - Idee Verdi

    2

    presente

    NOE’ Silvia

    Componente

    UDC - Unione di Centro

    1

    presente

    PARIANI Anna

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    POLLASTRI Andrea

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    2

    presente

    SCONCIAFORNI Roberto

    Componente

    Federazione della Sinistra

    2

    presente

    Il consigliere Andrea LEONI sostituisce il consigliere Bignami.

     

    E’ presente l’Assessore a “Sviluppo delle risorse umane e organizzazione, cooperazione allo sviluppo, progetto giovani, pari opportunità” Donatella Bortolazzi

    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: Broccoli (Dir. gen. le Direzione generale centrale organizzazione, personale, sistemi informativi e telematica), Di Giusto (Serv. Organizzazione e sviluppo), Mainetti (Dir. gen. le Agenzia regionale di Protezione civile), Falanga (Agenzia regionale di Protezione civile), Veronese (Resp. Coordinamento Commissioni assembleari), Scandaletti (Serv. Informazione e comunicazione istituzionale A.L.)

     

    Presiede la seduta: Marco LOMBARDI

    Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli

    Resocontista: Maria Giovanna Mengozzi


    Il presidente LOMBARDI dichiara aperta la seduta.

     

    Sono presenti i consiglieri Barbieri, Cavalli, Filippi, Grillini, Leoni, Manfredini, Monari, Montanari, Naldi, Pariani, Pollastri, Sconciaforni e Vecchi.

     

    -              Approvazione del verbale n. 16 del 2013

     

    La Commissione all’unanimità dei presenti approva il verbale n. 16 del 2013, relativo alla seduta del 14 maggio 2013.

     

    - Programmazione dei lavori della Commissione

     

    Il presidente LOMBARDI propone alla Commissione, d’accordo con il vicepresidente Vecchi e con i rispettivi consiglieri relatori, di svolgere, sui quattro progetti di legge di fusione di Comuni (ogg. 3870, 3871, 3872 e 3873) recentemente presentati dalla Giunta regionale su sollecitazione dei Consigli comunali interessati, apposite audizioni con i rappresentanti delle istituzioni locali, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali, secondo il seguente programma:

     

    - martedì 11 giugno 2013, ore 14,30 audizione sul progetto di legge:

    3870 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara" (delibera di Giunta n. 415 del 15 04 13) Relatore consigliere Roberto Montanari

    - martedì 11 giugno 2013, ore 16,00 audizione sul progetto di legge:

    3872 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma" (delibera di Giunta n. 417 del 15 04 13) Relatore consigliere Gabriele Ferrari

     

    - mercoledì 12 giugno 2013, ore 14,30 audizione sul progetto di legge:

    3871 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini" (delibera di Giunta n. 416 del 15 04 13) Relatore consigliere Mario Mazzotti

    - mercoledì 12 giugno 2013, ore 16,00 audizione sul progetto di legge:

    3873 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia" (delibera di Giunta n. 418 del 15 04 13) Relatore consigliere Marco Barbieri

     

    La Commissione concorda.

     

    Il presidente LOMBARDI propone quindi un’inversione nell’esame degli argomenti all’ordine del giorno, anticipando l’informazione dell’assessore Bortolazzi.

    La Commissione concorda.

     

    Entrano i consiglieri Bonaccini e Ferrari.

     

    - Informazione dell'Assessore a “Sviluppo delle risorse umane e organizzazione, cooperazione allo sviluppo, progetto giovani, pari opportunità” Donatella Bortolazzi in merito alla revisione del sistema di valutazione dei direttori generali

     

    L’assessore BORTOLAZZI ricorda che la Giunta si era impegnata ad informare la Commissione in ordine alla revisione del sistema di valutazione dei direttori generali. Tale revisione è stata oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali, anche in sede di comitato di direzione, e ha preso avvio con la delibera di Giunta 1111 del 2012.

    Prima di quest’ultima delibera, il sistema di valutazione dei direttori generali era definito da un provvedimento del 1997, in analogia a quanto previsto per la dirigenza. Rilevata la necessità di aggiornare l’impianto, la delibera di Giunta 1111 del 2012 ha sottolineato la necessità di prevedere un sistema capace di rispondere a tre finalità: connettere la valutazione dei direttori generali a parametri relativi alla realtà economico sociale del territorio regionale; rendere visibile il collegamento con l’andamento organizzativo e finanziario della Regione e delle sue articolazioni organizzative; valorizzare il ruolo dei direttori generali quali cerniera organizzativa tra la funzione politica e quella tecnica.

    Precedentemente alla revisione in atto, il sistema di valutazione prevedeva una generica relazione, inviata dal direttore generale all’Assessore di riferimento e sottoposta alla valutazione della Giunta. Sulla base di nuovi criteri indicatori, questo sistema è maggiormente articolato. In pratica, la valutazione dei direttori generali si porrà sempre più come sintesi tra gli aspetti di valutazione individuale e aspetti di valutazione organizzativa.

    La Giunta ha quindi definito nella delibera 1111 del 2012 specifiche linee guida, nell’ambito delle quali vengono proposti degli indicatori di contesto: alcuni sono finalizzati a far emergere la collocazione della Regione, intesa come intera società regionale, nel contesto nazionale ed eventualmente anche europeo, altri sono di tipo organizzativo e finanziario e sono parametrati agli obiettivi che l’ente si propone di raggiungere, come ad esempio la necessità di avere una struttura snella ed efficiente che utilizza in modo rapido ed efficace le risorse a disposizione. Ulteriori indicatori si fondano su obiettivi specifici legati alle attività strategiche e trasversali, peraltro suscettibili di variazione nel tempo.

    Il complesso di questi indicatori deve poi confluire nel contesto dei piani di attività e dei documenti di programmazione. E’ infine prevista una componente che prescinde dalla valutazione del singolo direttore generale, in virtù della quale la Giunta può decidere di ridurre l’ammontare della retribuzione di risultato a fronte di una difficile situazione socio economica esterna. Analogamente a quanto avvenuto lo scorso anno grazie ad un accordo con i direttori, si prevede quindi che la Giunta possa abbassare il premio di produttività sulla base di condizioni esterne penalizzanti per la comunità regionale. Questo nuovo sistema di valutazione dei direttori generali si ripercuoterà sul sistema di valutazione dei dirigenti.

     

    Entrano i consiglieri Pollastri e Noè.

     

    BROCCOLI chiarisce che il nuovo sistema di valutazione dei direttori generali prende in considerazione due macro sistemi di indicatori: il primo relativo al programma annuale di attività e alle priorità politiche definiti annualmente dalla Giunta regionale; il secondo, di respiro pluriennale, consistente in un set di indicatori inerenti la situazione organizzativa e finanziaria della Regione, con specifico riguardo alla situazione della direzione facente capo al singolo direttore generale.

    In sostanza, il nuovo sistema si fonda su due pilastri, il primo dei quali ha ad oggetto il raggiungimento da parte del direttore generale degli obiettivi ad esso assegnati, obiettivi fissati sia sulla base di indicatori di performance organizzativa, sia sulla base di indicatori inerenti la capacità di relazionarsi con il ruolo politico dell’Assessore e della Giunta e quello tecnico dell’intera struttura amministrativa.

    Sotto il profilo delle variabili organizzative, oggetto di valutazione per ogni singola direzione, sono stati presi in considerazione due indicatori relativi alla capacità di utilizzo delle risorse: la velocità di cassa e la capacità di impegno. Peraltro gli indicatori presi in considerazione sono facilmente rinvenibili nel sistema, ove si consideri, ad esempio, che la velocità di cassa e la capacità di impegno sono già rilevati e calcolati nell’ambito del rendiconto generale dell’ente.

    Un ulteriore elemento di valutazione, considerato per ogni singola direzione, è l’ammontare delle risorse impiegate per il raggiungimento degli obiettivi, tipico indicatore di efficienza degli apparati amministrativi che si sostanzia nel rapporto tra spesa di personale e spesa corrente. E’ infatti evidente che l’aumento della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente equivale ad una diminuzione dell’efficienza. In relazione a questi macro elementi vengono poi inseriti alcuni aggiustamenti, tenuto conto che ciascuna direzione ha caratteristiche particolari.

    Oltre a questi parametri classici, se ne introducono di ulteriori, sempre legati a indicatori di performance organizzativa, ma maggiormente tarati sulla realtà regionale. Tra questi ultimi l’indice di equilibrio dimensionale, corrispondente alla spesa di personale per abitante, verificato per ogni direzione, nonché l’indice di equilibrio organizzativo, ovvero il rapporto tra il numero dei dirigenti e il numero del personale non dirigenziale operante all’interno di ciascuna direzione.

    Questi elementi, insieme agli elementi caratterizzanti i piani di attività e gli obiettivi di programmazione economico-finanziaria annuali, vengono impiegati ogni anno nella valutazione dei direttori generali.

    Per la valutazione dell’anno 2013, che verrà svolta nel 2014, sono già stati altresì individuati alcuni obiettivi di sistema, riportati in alcune delibere e riguardanti la capacità dei direttori generali di fare sistema e di supportare politiche trasversali a tutta la Regione. Si tratta di elementi di valutazione per certi versi innovativi, motivati dal fatto che il direttore è in grado di svolgere la funzione di settore, ma talvolta questo sforzo va a discapito delle politiche di sistema. La Giunta ha quindi deciso che alcuni elementi di valutazione dei direttori si incentrassero su queste politiche trasversali, a decorrere già dal 2013.

    Nella documentazione in corso di distribuzione (v. atti) vengono riportati tre di questi indicatori, il primo dei quali è il contributo di ciascuna direzione all’efficacia della cabina di regia per le risorse destinate alle Information and communications technology (ICT), organismo istituito nell’organizzazione delle direzioni della Giunta regionale per controllare la spesa in materia di ICT e ottimizzarla, in considerazione della mole delle risorse investite sul punto (per l’Emilia-Romagna ammontano a circa 40 milioni di euro). Un impegno dei direttori generali in questa direzione viene dunque considerato, a seconda della qualità dell’impegno di ciascuna direzione, elemento di valutazione. Un secondo elemento di valutazione, connesso alle politiche trasversali, è la capacità delle direzioni di supportare la realizzazione del piano regionale di semplificazione amministrativa. L’impegno dei direttori per velocizzare l’attività di semplificazione dei procedimenti amministrativi regionali viene, infatti, considerato fondamentale. Un terzo elemento è il contributo dei direttori alla realizzazione del piano integrato per le pari opportunità.

     

    Esce il consigliere Grillini; entra il consigliere Mumolo.

     

    L’assessore BORTOLAZZI sottolinea che questi elementi hanno una rilevanza politica significativa, in quanto l’assegnazione da parte della Giunta di obiettivi strategici e trasversali annuali muove dall’ottica di far uscire ogni direzione dal proprio “recinto” affinché si metta a disposizione dell’intera istituzione.

    Riguardo ai sistemi informativi, rileva che alcune direzioni hanno propri sistemi operativi, pertanto cercare di razionalizzare appare utile in un’ottica di risparmio. La stessa efficacia del piano regionale di semplificazione è condizionata al contributo di tutte le direzioni. L’inserimento tra gli elementi di valutazione del contributo alla realizzazione del piano intergrato per le pari opportunità impone di dedicare al tema una maggiore attenzione.

     

    BROCCOLI pone in luce che una volta effettuata da parte dell’assessore di riferimento e della Giunta la valutazione sulla base degli indicatori fin qui richiamati, dunque individuato il giudizio sul singolo direttore cui corrisponde la corresponsione di un premio economico (ricorda che dal raggiungimento del punteggio massimo di valutazione consegue per i direttori generali ad un’erogazione pari al 30% della retribuzione), si prevede un passaggio ulteriore, in base al quale la Giunta valuta l’erogazione del premio alla luce delle difficoltà della società regionale.

    Si tratta di un elemento di presentabilità esterna, in virtù del quale l’erogazione del premio ai direttori viene vagliata anche alla luce delle condizioni socio economiche del territorio. A questo fine, occorre riferirsi a dati oggettivi, non di mera percezione, individuati dalla Giunta in alcuni elementi, riportati nella documentazione distribuita, desumibili dal contesto delle rilevazioni statistiche nazionali e talora anche europee. Questi elementi si sostanziano nel tasso di variazione del PIL regionale, che viene rapportato a quello nazionale, nel PIL pro capite a prezzi correnti, nell’indice di povertà relativa, nel tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni, nel tasso di occupazione femminile, nel tasso di occupazione giovanile, nella popolazione con istruzione universitaria e nella speranza di vita alla nascita di maschi e femmine. Si tratta in definitiva di elementi che, pur non rilevando ai fini della valutazione del singolo direttore generale, condizionano l’accessibilità al premio, traducendosi in aggiustamenti dell’uscita retributiva conseguente alla performance raggiunta.

     

    Esce il consigliere Sconciaforni.

     

    Il consigliere POLLASTRI osserva che sarebbe stato opportuno da parte della Giunta distribuire la documentazione inerente i nuovi indicatori con maggiore anticipo, così da consentire ai consiglieri di valutarla più approfonditamente. Tenuto conto che il sistema di valutazione regionale dei direttori generali fino ad ora vigente risale ad una delibera del 1997, rileva il ritardo con cui si provvede al relativo adeguamento al decreto legislativo n. 150 del 2009, entrato in vigore ormai da quasi quattro anni. Considera l’indicatore relativo alle competenze organizzative eccessivamente generico, in considerazione del diverso dimensionamento degli organici facenti capo ad ogni direzione e della differente mole di lavoro attribuita a ciascuna di esse. Ricorda che in passato a quasi tutti i direttori generali è stato corrisposto l’ammontare massimo del premio, segno dei limiti insiti ad alcuni criteri di valutazione.

    Sul tema del personale richiama poi tre questioni rimaste fino ad ora sospese, ovvero: il reiterato inserimento nel programma trimestrale dei lavori della Giunta del progetto di legge di riforma della legge regionale n. 43 del 2001 sul personale, risalente al 2010 e rispetto al quale chiede per quale motivo l’iter sia tutt’ora sospeso; il mancato scorrimento di due graduatorie concorsuali prorogate all’unanimità sino al dicembre 2014, in ordine alle quali sollecita l’assessore e tutti gli uffici competenti a trovare una soluzione, a fronte dell’aspettativa dei giovani ivi inseriti a conseguire la certezza di un contratto a tempo indeterminato; i buoni pasto, tema sul quale ha personalmente presentato un atto ispettivo cui è stata data risposta in via interlocutoria.

    Concludendo, esprime apprezzamento per la disponibilità dimostrata dai direttori generali di ridursi il premio in funzione dell’attuale crisi economico finanziaria, ciò nondimeno si riserva di valutare nel dettaglio la documentazione oggi distribuita. Chiede, infine, ragguagli sui risultati ottenuti fino ad ora dalla cabina di regia istituita dalla Giunta.

     

    Il consigliere MONTANARI ritiene che la riforma in atto del sistema di valutazione dei direttori risponda alle sollecitazioni emerse in occasione di precedenti dibattiti in seno alla Commissione. Personalmente è dell’idea che il merito vada premiato e che il rilievo attribuito all’attuazione delle politiche trasversali sia un tema fondamentale, fino ad ora mai risolto, per conseguire gli obiettivi strategici e innovarli progressivamente.

    Esprime particolare apprezzamento per quanto affermato in ordine alla presentabilità esterna di determinate scelte, presentabilità che si cerca di conseguire condizionando l’erogazione dei premi a parametri oggettivi esterni alla valutazione. Ricorda la riduzione degli emolumenti dei consiglieri regionali di tutta Italia, operata in attuazione del decreto-legge 174 del 2012, assumendo come riferimento l’ammontare riconosciuto dall’Emilia-Romagna ai propri consiglieri. Tale riduzione è stata operata in ambito regionale prima di qualsivoglia modifica normativa nazionale, quale frutto di una scelta politica soggettiva dell’ente in risposta al diffuso sentimento di disaffezione dei cittadini nei confronti della politica, dunque proprio in un’ottica di presentabilità esterna.

    Sul presupposto che i meriti della gestione regionale, così come i demeriti, sono imputabili tanto agli organi politici, quanto all’apparato tecnico, domanda come la volontà soggettiva di ridurre i premi agli organi amministrativi apicali si possa tradurre in parametri oggettivi di valutazione. In sostanza, se l’applicazione dei nuovi parametri di valutazione non dovesse condurre ad un abbassamento dei premi, è evidente che occorrerà comunque ridurre l’ammontare di questi ultimi, perché ratio del provvedimento in discussione è appunto quella di ristabilire la credibilità dell’intero sistema di fronte ai cittadini. Invita, infine, tutti gli organi competenti a monitorare l’attuazione del decreto-legge n. 174 del 2012 da parte delle altre Regioni.

     

    Il consigliere MANFREDINI ricorda che nel corso di una precedente discussione sul medesimo tema, a fronte delle obiezioni che aveva sollevato in ordine agli esiti del vigente sistema di valutazione dei dirigenti, la Giunta poneva in luce la difficoltà di misurare l’effettivo rendimento delle diverse posizioni e l’inesistenza di strumenti per riformulare gli indicatori in modo da renderli più attendibili. Contemporaneamente invece la Regione Veneto, alla luce del contesto finanziario critico, decideva di erogare ai propri dirigenti la retribuzione di risultato solo nella misura minima.

    La riforma in atto del sistema di valutazione lo conforta quindi sul fatto che una soluzione in questo senso sia comunque possibile. Domanda quanti dirigenti abbiano ottenuto nell’ultima valutazione il punteggio massimo, poiché risulta che in passato alla stragrande maggioranza è stato riconosciuto l’ammontare massimo del premio. Richiama una ricerca del Forum PA appena pubblicata, in cui si effettua un’analisi comparata del pubblico impiego in Italia, Francia e Regno Unito.

    Stando agli otto punti posti in evidenza da tale ricerca: i pubblici dipendenti italiani non sono troppi, assunto a suo parere confortante; sono mal distribuiti, problema rispetto al quale occorrerà individuare a chi fanno capo le responsabilità; sono molto vecchi; le donne sono in maggioranza, ma contano meno degli uomini; sono meno qualificati; hanno stipendi equivalenti ai colleghi, ma mediamente più alti rispetto al privato; la loro paga è aumentata più che nel privato, ma ora si è fermata; gli impiegati diminuiscono, ma tutti “progrediscono” e crescono i dirigenti. Questi otto punti rappresentano, a suo giudizio, un contributo su cui riflettere nel proseguo del dibattito in materia.

     

    Il consigliere FILIPPI lamenta la mancanza, nella documentazione distribuita, di qualsivoglia dato numerico che consenta una lettura critica dei criteri di valutazione ivi riportati. Concorda con quanto rilevato dal collega Pollastri, ovvero che la Giunta regionale non sembra dedicare ai giovani la stessa attenzione che riserva ai propri ruoli dirigenziali.

    Nell’illustrazione è stata evidenziata la necessità di “fare sistema”, formula a suo parere vuota di contenuti, ed è stato richiamato il piano regionale di semplificazione normativa, quando l’impressione è che tutto si faccia tranne che semplificare.

    Ricorda di aver presentato diverse interrogazioni sul caso di un dirigente regionale infedele, accusato di aver istituito società fittizie utilizzando il buon nome della Regione. Tale dirigente è stato ciò nonostante premiato con 20 mila euro di retribuzione di risultato, cifra equivalente a quanto percepisce un giovane con borsa di studio in due/tre anni di lavoro.

    E’ sua opinione che le retribuzioni dei dirigenti regionali non possano superare quelle dei consiglieri, tenuto conto del fatto che a differenza di questi ultimi non sono soggetti ogni cinque anni alla valutazione da parte dell’elettorato e che la loro attività si estrinseca esclusivamente negli orari d’ufficio, che i premi loro riservati debbano essere integralmente aboliti e che, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, il relativo stipendio debba essere percentualmente ridotto.

     

    L’assessore BORTOLAZZI chiarisce che la documentazione oggi prodotta è frutto di un lungo lavoro che ha impegnato l’intero assessorato. Benché il sistema di valutazione della dirigenze risenta in parte di quello vigente per i direttori generali, invita a tenere distinti i due ruoli. Ritiene che, al di là del comune sentire rispetto alle componenti politica e tecnica dell’ente Regione, la professionalità espressa con il raggiungimento di elevati standard qualitativi debba essere riconosciuta, principio questo su cui si fondano i contratti nazionali di lavoro vigenti. La revisione del sistema di valutazione dei direttori generali è frutto di un lavoro complesso, sia dal punto di vista politico che tecnico e l’introduzione di parametri di natura trasversale rappresenta una piccola rivoluzione. Cita, ad esempio, il piano integrato per le pari opportunità, vigente ormai da anni, alla cui realizzazione, tuttavia, non tutte le direzioni hanno dedicato il medesimo impegno. Chiarisce che al momento i dati relativi ai premi erogati ai direttori non sono ancora disponibili, in quanto la valutazione non è ancora terminata.

    Rispetto al tema delle graduatorie concorsuali vigenti, precisa che sono più di una e hanno determinato, talvolta anche per colpa della politica, molteplici aspettative. Non è in grado di formulare previsioni sulla tempistica, tuttavia rassicura sul fatto che la Giunta sta lavorando sul punto, nonostante le difficoltà sia politiche che sindacali. Tanto sulle decisioni concernenti le graduatorie quanto sulla riforma della legge regionale n. 43 del 2001, il cui iter è stato peraltro condizionato dal susseguirsi di modifiche normative nazionali, si impegna a informare puntualmente la Commissione sugli esiti del lavoro svolto.

     

    Esce il consigliere Leoni.

     

    BROCCOLI chiarisce che la valutazione dei dirigenti inerente il 2012, i cui dati saranno entro breve pubblicati sul sito internet della Giunta, ha rilevato che il punteggio massimo ha riguardato il 65% scarso dei casi.

    Quanto ai direttori generali, nell’ultima valutazione svolta, relativa all’anno 2011, nessuno degli organi apicali ha conseguito il massimo del premio.

    Rileva che sulle decisioni riguardanti le graduatorie vigenti incidono obiettivi di contenimento della spesa per il personale fissati da norme nazionali, che la Regione non può violare. Lo spazio di manovra al riguardo è pertanto ristretto, tant’è che da un paio di anni si registra un numero esiguo di nuove assunzioni.

    Ricorda che, benché l’Emilia-Romagna sia una delle poche Regioni a rispettare i parametri imposti a livello nazionale, questi ultimi condizionano il relativo accesso ai finanziamenti, ad esempio, in materia di sanità. La Giunta sta comunque cercando di recuperare risorse da destinare a questo scopo e si prevede che entro la fine dell’anno verrà adottato un piccolo piano dei fabbisogni.

    In risposta al consigliere Pollastri, precisa che l’adeguamento del sistema di valutazione regionale dei dirigenti al decreto legislativo n. 150 del 2009 avviene solo ora perché in Emilia-Romagna, a differenza che altrove, vigeva già un sistema di valutazione. All’entrata in vigore delle nuova normativa nazionale, la Regione non si è quindi trovata in totale disarmonia rispetto agli obiettivi da questa introdotti e ha avuto così modo di verificare il sistema esistente.

    L’assenza nella documentazione distribuita di dati numerici si spiega nel fatto che si tratta di un lavoro di sintesi, predisposto come traccia dell’informazione; ciò malgrado la Giunta è in grado di fornire tutto l’impianto tecnico, comprensivo di tabelle e cifre, a chiunque sia interessato.

     

    Il presidente LOMBARDI sollecita a rendere pubblici, secondo le modalità ritenute più opportune, i dati oggi illustrati, ovvero che solo il 65% dei dirigenti regionali ha ottenuto nel 2012 la valutazione più alta e che nessun direttore generale ha raggiunto tale risultato nel 2011. Questi dati dimostrano, infatti, che il sistema di valutazione vigente è in grado di determinare risultati reali e che il premio non viene dunque elargito indiscriminatamente a tutti.

     

    BROCCOLI ribadisce che i dati concernenti gli esiti delle valutazioni saranno interamente pubblicati sul sito internet della Regione.

     

    C132 - Richiesta di parere alla competente Commissione sullo schema di delibera della Giunta regionale recante: "Approvazione del Rendiconto generale dell'Agenzia regionale di Protezione Civile per l'esercizio finanziario 2012"

     

    Il presidente LOMBARDI introduce l’oggetto e ne demanda l’illustrazione al direttore dell’Agenzia regionale di Protezione civile ing. Mainetti.

     

    Il direttore MAINETTI evidenzia che sul rendiconto 2012 è già stato acquisto, sotto il profilo finanziario e contabile, il parere favorevole del collegio dei revisori. Prima di ricordare le attività svolte dall’Agenzia nel corso del 2012, con particolare riferimento agli aspetti finanziari, puntualizza che tutti i finanziamenti legati alle emergenze, siano essi relativi ad attività pregresse ovvero ad attività poste in essere nel corso del 2012, sono gestiti mediante contabilità speciali, dunque non rientrano nel bilancio della Regione, né conseguentemente nel bilancio dell’Agenzia. Al momento le contabilità speciali attive, incluse quelle in via di esaurimento, sono complessivamente 15 e vengono gestite dall’ufficio ragioneria dell’Agenzia; sette di queste contabilità speciali fanno capo al Presidente della Regione, mentre le altre otto fanno capo al Direttore dell’Agenzia. Nell’ambito di queste ultime è inclusa la contabilità speciale derivante dalla recente ordinanza emanata dal Prefetto Gabrielli a fronte degli eventi di marzo e maggio (frane e tromba d’aria), recante i primi 14 milioni di euro stanziati dal Governo.

    Tra le gestioni speciali ricorda quella legata all’emergenza neve del febbraio 2012, per far fronte alla quale l’Assemblea ha stanziato attraverso una variazione di bilancio 2 milioni di euro, interamente trasferiti agli enti locali prima del termine del 2012, di cui 1 milione e 600 mila euro per spese correnti e 400 mila euro per spese di investimento. A queste risorse si aggiungono ulteriori 800 mila euro, ripartiti in due tranche, stanziati dallo Stato a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, nonché un ulteriore stanziamento, non ancora esecutivo, contenuto nel comma 290 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2013 di 12 milioni di euro, ripartiti in tre annualità.

    Un’altra contabilità speciale è quella relativa al sisma. Rispetto a questa emergenza sono tre le attività facenti capo all’Agenzia: le opere provvisionali, che al momento ammontano a 162 milioni di euro; il contributo per l’autonoma sistemazione, in capo al Commissario e per il quale sono previsti 60 milioni di euro sostanzialmente già liquidati; tutte le attività di assistenza. Per quanto riguarda la gestione commissariale, all’Agenzia compete l’amministrazione della contabilità speciale; rispetto agli stanziamenti di cui al decreto-legge n. 74 del 2012 nonché a quelli erogati successivamente, la stessa, sulla base dei provvedimenti del Presidente o delle competenti strutture regionali, ha effettuato da settembre dello scorso anno ad oggi pagamenti per 198 milioni di euro a fronte di oltre 1000 mandati.

    Nell’ambito della gestione 2012 sono altresì inclusi gli eventi di carattere idrologico registrati nel novembre 2012 e continuati nella primavera di quest’anno. Fin da novembre è stata richiesta in proposito la dichiarazione dello stato di emergenza, non accolta dal Governo, tuttavia sempre attraverso la legge di stabilità del 2013 sono stati stanziati ulteriori 8 milioni e 800 mila euro al momento disponibili. Il Presidente ha dunque già richiesto l’apertura della contabilità speciale e nelle prossime settimane verranno programmati gli interventi, che riguarderanno le coste, ma soprattutto i danni alle opere pubbliche e ai corsi d’acqua dell’alto Appennino compreso tra Bologna, Parma e Piacenza.

    A queste attività si aggiungerà nel 2013 la gestione relativa agli eventi climatici (frane e tromba d’aria) di cui alla già citata recente ordinanza, non ancora esecutiva, del Prefetto Gabrielli.

    Sempre nell’ambito delle contabilità speciali, evidenzia che il 31 dicembre 2012 si è conclusa la gestione diretta da parte della Regione e dell’Agenzia dell’emergenza migranti. Al territorio emiliano-romagnolo sono state assegnati 1600 migranti provenienti dal nord Africa e ciò ha comportato un consistente impegno da aprile a dicembre 2012. Successivamente la gestione è passata infatti al Ministero degli interni, ossia alle Prefetture, che al momento, in raccordo con gli enti locali, stanno attivando i percorsi di integrazione o di rientro previsti dalle norme nazionali.

    Per quanto riguarda il rendiconto generale dell’Agenzia, le spese di competenza dell’esercizio finanziario 2012 ammontano complessivamente a circa 20 milioni di euro, mentre la situazione finanziaria vede un avanzo netto di amministrazione pari a 19 milioni e 241 mila euro, risultante dalla sommatoria della situazione di cassa, pari a 16 milioni e 190 mila euro, con i residui attivi e passivi, che ammontano, rispettivamente, a 9 e 6 milioni di euro.

    Le risorse che compongono l’avanzo netto di amministrazione, sostanzialmente analogo a quello degli esercizi precedenti, non sono fresche e disponibili, ma derivano dal cumulo degli avanzi dei precedenti esercizi e sono per la gran parte già impegnate e programmate. Mano a mano che si procede con la relativa liquidazione si determinano economie, che rappresentano l’effettiva capacità di manovra dell’Agenzia. Queste economie, che per la voce investimenti lo scorso anno ammontavano a poco più di 2 milioni di euro, hanno consentito finora di finanziare gli interventi di somma urgenza non coperti, per ragioni di tagli, dal bilancio regionale del 2013.

     

    Il consigliere POLLASTRI dopo aver rivolto gli auguri al nuovo direttore, sollecita chiarimenti in ordine alle diverse tipologie di contabilità speciale, alcune delle quali facenti capo al Presidente, altre al direttore dell’Agenzia. Domanda, in particolare, se questa ripartizione si fondi sulla diversa tipologia di interventi da porre in essere a fronte di catastrofi naturali ovvero sia frutto di norme sulla competenza. Inoltre, chiede se i numerosi interventi e provvedimenti ricollegabili al terremoto saranno oggetto della relazione che il Presidente Errani, in qualità di Commissario, dovrà presentare ex lege a Governo e Parlamento al fine di rendicontare la propria gestione.

     

    Il consigliere BARBIERI pone in luce l’elevata capacità di intervento che l’Agenzia è riuscita a sviluppare in questo periodo, tenuto conto che all’emergenza sisma si è sommato un susseguirsi di eventi climatici e idrogeologici, come la tromba d’aria, i dissesti idrogeologici e, precedentemente, il cosiddetto nevone. La capacità di mobilitazione e di organizzazione dimostrata dall’Agenzia regionale di protezione civile sia negli interventi realizzati, sia nel coinvolgimento del volontariato è peraltro ammirata da buona parte del Paese.

    Ritiene che nei prossimi anni dovrà essere prestata maggiore attenzione a questi fenomeni, ormai non più sporadici e straordinari e che il bilancio regionale dovrà conseguentemente tenerne conto. Questo significa che, pur in momento difficile in cui le risorse pubbliche vengono progressivamente tagliate, è fondamentale che i capitoli di bilancio dedicati allo scopo vengano rimpinguati, in quanto si tratta di alleviare la sofferenze delle persone e delle comunità coinvolte, garantendo loro libertà di movimento e un’esistenza quotidiana dignitosa in situazioni difficili.

     

    Esce il consigliere Naldi.

     

    Il consigliere MANFREDINI chiede chiarimenti in merito all’attuale domiciliazione dei 1600 migranti assegnati al territorio regionale e se la spesa fino ad ora sostenuta al riguardo dalla Regione verrà rimborsata dal Ministero degli interni.

     

    In merito alla delicata questione idrogeologica, il consigliere MONARI domanda se nel rendiconto 2012 siano inclusi finanziamenti per la realizzazione delle casse di espansione di Trebbo e Bagnetto in provincia di Bologna. Evidenzia, infatti, il perdurare di condizioni atmosferiche avverse e la crescente preoccupazione e tensione che si inizia a registrare tra gli amministratori locali della zona a causa della lentezza con cui prosegue il progetto di messa in sicurezza, in corso ormai da 35 anni.

     

    Esce il consigliere Bonaccini.

     

    Il direttore MAINETTI chiarisce che le contabilità speciali e le gestioni commissariali trovano la loro fonte in disposizioni normative primarie. La maggior parte delle 15 contabilità speciali sopra citate risalgono ad un periodo precedente la riforma del servizio di protezione civile di cui al decreto-legge n. 59 del 2012, in cui le ordinanze venivano emanate dal Presidente del Consiglio dei Ministri, sulla base delle dichiarazioni dello stato di emergenza, e godevano di un ampio spettro di azione, sia dal punto di vista finanziario, sia in relazione alle deroghe che potevano essere attivate. In virtù della stessa normativa, era in ogni caso prerogativa del Presidente del Consiglio dei Ministri individuare il Commissario incaricato della gestione, ruolo che in Emilia-Romagna è sempre stato attribuito al presidente della Regione.

    Per le gestioni scaturenti da dichiarazioni di stato di emergenza, dove è necessario realizzare piani di intervento in tempi celeri, si attiva quindi un percorso che non passa dal bilancio regionale, ma si sostanzia nell’apertura di un conto presso la Banca d’Italia e la contabilità speciale così istituita viene gestita mediante un bilancio semplificato, sostanzialmente una cassa, ove non sono previsti procedure di impegno. Poiché l’impegno è già incluso nella programmazione degli interventi, si provvede con pagamenti diretti.

    In seguito riforma del Servizio di Protezione civile, attuata con decreto-legge n. 59 del 2012, la deliberazione sullo stato di emergenza resta in capo al Governo, o meglio al Consiglio dei Ministri, che deve inoltre stabilirne durata e dotazione finanziaria. Le singole ordinanze vengono poi emanate dal Capo di dipartimento della protezione civile, il quale, essendo un dirigente pubblico e non un politico, nomina Commissario il direttore dell’Agenzia regionale di protezione civile. A fronte degli eventi climatici di marzo/maggio 2013, su proposta del presidente Errani, lo stesso direttore è stato dunque nominato Commissario per l’attuazione dell’ordinanza del Prefetto Gabrielli. Anche secondo la normativa attualmente vigente, in sostanza, il potere di nomina del Commissario resta prerogativa delle autorità statali.

    Con specifico riguardo alla gestione commissariale relativa al terremoto, la nomina a Commissari dei presidenti delle Regioni coinvolte era già contenuta nel decreto-legge n. 74 del 2012, poi convertito, che ha parallelamente consentito l’attivazione di una contabilità speciale. L’intero ammontare delle risorse stanziate dallo stesso decreto (500 milioni per il 2012, 1 miliardo per il 2013 e 1 miliardo per il 2014), di cui al momento sono stati trasferiti 1 miliardo e 259 milioni di euro, confluiscono pertanto nella contabilità speciale facente capo al presidente Errani.

    Precisa che sulle quote del 2013 e del 2014 sono state detratte le prime due annualità del mutuo aperto presso la Cassa depositi e prestiti al fine di poter beneficiare dei 6 miliardi di euro di contributi destinati a privati e attività produttive. Queste risorse non confluiscono nella contabilità speciale, ma sono gestite direttamente dalla Cassa depositi e prestiti e dalle banche convenzionate, sulla base delle autorizzazioni rilasciate ai singoli progetti approvati a livello comunale secondo le disposizioni emanate dal Commissario.

     

    Il consigliere POLLASTRI chiede chiarimenti in ordine alla tempistica di erogazione di quest’ultima tipologia di contributi, rispetto alla quale erano emersi ostacoli burocratici.

     

    Il direttore MAINETTI, dopo aver ribadito che è la struttura commissariale del presidente della Regione a seguire queste procedure, chiarisce che l’accesso ai contributi è regolato dalle relative ordinanze, in virtù delle quali l’attività di verifica dei progetti fa capo a Comuni e Unioni di Comuni.

    I problemi al riguardo si pongono soprattutto per gli edifici gravemente danneggiati, che richiedono progetti di natura complessa e conseguentemente articolate attività di verifica di questi ultimi. In questi casi il fatto che il percorso di autorizzazione del progetto sia accidentato è in parte fisiologico.

    Buona parte del miliardo e 229 milioni di euro già trasferiti per l’emergenza terremoto è già stata programmata, mentre la parte restante verrà programmata nelle prossime settimane con la definizione del primo stralcio del programma di ricostruzione delle opere pubbliche. Rispetto all’insieme di queste attività – per le quali parte delle risorse si sono rese disponibili a settembre 2012 a seguito delle attività di verifica - sono stati liquidati, agli enti locali che hanno garantito la prima assistenza e alle imprese che hanno realizzato gli interventi provvisionali relativi a scuole, moduli abitativi provvisori (MAP) ed edifici pubblici, 200 milioni di euro.

     

    Esce il consigliere Cavalli.

     

    FALANGA chiarisce ulteriormente che all’interno del rendiconto vengono riportate anche le tre contabilità speciali facenti capo al direttore dell’Agenzia. La prima di queste contabilità è relativa all’emergenza migranti, in relazione alla quale il direttore dell’Agenzia, ossia il dott. Egidi nel 2011 e il dott. Mainetti nel 2012, è stato nominato soggetto attuatore. L’ordinanza emanata per questa emergenza umanitaria indicava, infatti, come Commissario il capo dipartimento della protezione civile, il quale si è avvalso in ogni singola regione di soggetti attuatori, individuati generalmente nei direttori e responsabili dei servizi regionali di protezione civile.

    Per quanto riguarda il sisma, il decreto-legge n. 59 del 2012 di riordino della protezione civile individua quest’ultima come istituzione di pronto intervento, conseguentemente il capo dipartimento ha nominato con propria ordinanza soggetti attuatori i direttori delle Agenzie delle tre Regioni interessate affinché provvedessero alle spese dell’emergenza, nelle prime 72 ore in assenza di qualsivoglia autorizzazione, successivamente e fino al 29 luglio previa apposita rendicontazione e autorizzazione da parte dello stesso dipartimento. La competenza del direttore dell’Agenzia per l’emergenza sisma è terminata dunque il 29 luglio, successivamente anche per le spese di assistenza è subentrato il Commissario nominato con il decreto-legge n. 74 del 2012.

    Evidenzia che la contabilità speciale in capo al Commissario (n. 5699) non è inclusa nel rendiconto dell’Agenzia, nonostante sia quest’ultima a curarne la gestione e che il relativo rendiconto 2012 è reperibile al link “Dopo il terremoto” sul sito internet della Regione, alla voce delle ordinanze e atti del Commissario. L’ammontare delle spese già sostenute cui accennava il direttore riguarda tutto il 2012 e il 2013 aggiornato alla data odierna.

     

    Il direttore MAINETTI condivide le sollecitazioni del consigliere Barbieri, evidenziando che negli ultimi due anni, nonostante il calo delle risorse, si è cercato di mantenere alcuni assi fondamentali, come la rete delle convenzioni e il sostegno al volontariato, quest’ultimo considerato il “terzo pilastro” della Protezione civile. Pone infatti in luce che l’assistenza prestata a 15 mila persone nei campi e nelle strutture istituite in occasione del sisma è stata garantita proprio da personale volontario, sotto il coordinamento di qualche funzionario della protezione civile, tant’è che le attrezzature acquistate dal pubblico sono state assegnate in comodato ovvero acquisite dal volontariato. Per mantenere questa stessa efficacia di intervento, è quindi necessario integrare le risorse destinate a questo asse.

    Rispondendo al consigliere Manfredini, chiarisce che l’onere complessivo sostenuto dell’Emilia-Romagna per ospitare 1600 migranti provenienti dal nord Africa si aggira intorno ai 40 milioni di euro, cifra dalla quale è però escluso il mese di dicembre 2012, che non tutti gli enti locali hanno ancora fatturato. Questi oneri sono sostenuti interamente dallo Stato, dunque non ricadono sul bilancio regionale. Lo Stato ha già provveduto ad effettuare i primi trasferimenti, grazie ai quali la Regione ha effettuato pagamenti alle strutture ospitanti pari a 28 milioni di euro. La parte restante delle risorse impiegate è oggetto di puntuale rendicontazione mano a mano che vengono espletate le verifiche. Il completamento di queste attività di rendicontazione e di pagamento era previsto per la fine di giugno 2013, tuttavia il ritardo con cui lo Stato sta provvedendo ai trasferimenti comporterà presumibilmente uno slittamento di tale termine. Come già accennato, dal primo gennaio 2013 la gestione dell’emergenza migranti è passata alla competenza del Ministero degli interni, il quale ha concluso i contratti a suo tempo siglati dall’Agenzia e finanziato le attività conclusive. L’Agenzia regionale di protezione civile non ha a disposizione i dati relativi ai costi sostenuti al riguardo nei mesi di gennaio e febbraio 2013, in quanto si tratta di costi direttamente sostenuti dal Ministero degli interni. Al momento, in accordo con Comuni, Province e assessorato regionale ai servizi sociali, sono in atto percorsi di integrazione e di rientro di questi ospiti. I percorsi di integrazione, gestiti dalle amministrazioni locali in stretto raccordo con le Prefetture, hanno dato buoni risultati, nonostante le molteplici difficoltà normative riscontrate soprattutto nei Comuni medio-piccoli e la crisi occupazionale che si registra sul territorio regionale; parte di questi extracomunitari, provenienti dalla Libia, avevano infatti un’esperienza lavorativa (muratori, imbianchini ecc.).

    Rileva poi che gli interventi per far fronte al dissesto idrogeologico, soprattutto in provincia di Bologna, non sono inclusi nel rendiconto in esame, in quanto si tratta di opere strategiche e di investimenti ingenti, capaci di assorbire da soli l’intero ammontare del bilancio dell’Agenzia. Alcuni stralci di queste rilevanti opere o il loro completamento (cita, ad esempio, il rafforzamento degli argini del Po a seguito dell’alluvione del 2000) sono infatti stati finanziati mediante ordinanze della protezione civile ovvero con leggi ad hoc. Si impegna a riferire le osservazioni del consigliere Monari al competente assessore, che potrà fornire al riguardo maggiori dettagli. Considerata la natura strategica di queste importanti opere, esse necessiterebbero di percorsi specifici, di norme strutturali o assegnazioni come quelle che dal 2000 al 2004 hanno consentito di elaborare rilevanti piani di messa in sicurezza del territorio regionale.

     

    In mancanza di ulteriori richieste di intervento, il presidente LOMBARDI invita la Commissione ad esprime il proprio parere, ai sensi dell’articolo 21, comma 6, lettera a), della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 (Norme in materia di protezione civile e volontariato. Istituzione dell’Agenzia regionale di Protezione civile).

     

    La Commissione esprime parere favorevole con 29 voti a favore (PD, PDL, UDC), nessun contrario, 3 astenuti (LN).

     

    Esame abbinato dei progetti di legge ogg. 1478, 3545 e 3644 - Testo unificato:

    1478 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Noè, Villani, Alberto Vecchi, Filippi, Bazzoni, Pollastri, Bignami, Leoni, Bartolini, Aimi, Lombardi e Malaguti: "Disposizioni tributarie in materia di IRAP" (10 06 11)

    3545 - Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: "Disposizioni tributarie in materia di IRAP" (22 01 13)

    3644 - Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: "Disposizioni tributarie in materia di IRAP per agevolare la conciliazione dei tempi famiglia lavoro" (19 02 13)

     

    Il presidente LOMBARDI richiama le decisioni procedurali assunte nella seduta del 19 marzo scorso e le disposizioni dell’articolo 31 del Regolamento interno dell’Assemblea che prevedono, in caso di abbinamento di progetti di legge che abbiano lo stesso oggetto o vertano su materie strettamente connesse, la possibilità di unificare i diversi testi presentati in una nuova proposta legislativa. Propone quindi di confermare relatrice del testo unificato la consigliera Noè.

     

    La Commissione concorda.

     

    Il presidente LOMBARDI cede quindi la parola alla relatrice per la presentazione del testo unificato “Disposizioni tributarie in materia di IRAP” (v. allegato).

     

    La consigliera NOE’ illustra la normativa, spiegando che l’obiettivo che accomuna i progetti di legge originariamente presentati consiste nel tentativo di agevolare le aziende che, nello svolgimento della loro attività, favoriscono la creazione di posti di lavoro, la stabilizzare i lavoratori precari o la messa in pratica di azioni di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.

    L’accorpamento delle tre normative iniziali fa sì che il testo unificato interviene in tre ambiti distinti. Nella prima parte, contenuta nel Titolo I, si elencano una serie di disposizioni tributarie che si propongono di premiare l’occupazione e l’imprenditorialità; il Titolo II, sempre in tema di IRAP, si propone di agevolare la conciliazione dei tempi famiglia/lavoro; il Titolo III, attraverso una maggiore tassazione, tende a favorire un accesso consapevole al gioco lecito di azzardo e, attraverso un maggiore introito, a costituire un fondo finalizzato all’attività di prevenzione del gioco patologico, sia per l’attività di cura.

    Per quanto riguarda il Titolo I, molti consiglieri firmatari dei progetti di legge originariamente presentati hanno pensato di ricorrere alla leva IRAP per favorire l’occupazione e l’imprenditorialità, essendo opinione condivisa che l’imposta sulle attività produttive, per come è stata costituita, penalizza fortemente le imprese che assumono lavoratori e compiono investimenti. Infatti, la base imponibile IRAP purtroppo non consente la deducibilità del costo del lavoro dell’impresa, né degli interessi che l’impresa sostiene quando decide di fare degli investimenti. L’imposta, quindi, per le modalità con le quali è stata assurdamente strutturata, rischia oggi, in un periodo sfavorevole dal punto di vista congiunturale, di non favorire affatto l’occupazione e l’imprenditorialità.

    Ha riscontrato che lo stesso approccio nella definizione di alcuni correttivi è stato seguito da analoghe proposte legislative in Regione Toscana, che, analogamente, attraverso una defiscalizzazione IRAP, hanno perseguito i medesimi obiettivi di carattere politico-economico.

    Quanto agli incentivi, la strategia è finalizzata a favorire occupazione e imprenditorialità secondo tre direttrici.

    La prima è rivolta alle aziende manifatturiere emiliano-romagnole di piccole dimensioni che non hanno più di 50 addetti e che scelgono di dare un lavoro stabile ai propri collaboratori. Si tratta infatti di premiare quegli imprenditori che nel corso di un anno decidono di assumere a tempo indeterminato, oppure di stabilizzare i propri dipendenti trasformando i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Non è solo una procedura finalizzata a coinvolgere nuovo personale nel mondo del lavoro, ma anche a stabilizzare la precarietà: l’incentivo agli imprenditori consiste in una defiscalizzazione IRAP, passando dall’attuale aliquota del 3,9% al 2,98%. Seppur teoricamente, a sistema vigente, sia oggi possibile azzerare completamente l’imposta per effetto dell’autonomia riconosciuta alla Regione, il testo unificato non vuole pregiudicare la tenuta di un sistema e la misura definita, coerentemente con il progetto di legge originariamente presentato, è pari a un punto.

    La seconda possibilità di riduzione IRAP dello 0,4% è destinata a tutte quelle iniziative produttive che scaturiscono da persone che perdono il lavoro e mettono a disposizione il proprio TFR o le proprie indennità integrative al reddito oggi previste nei contratti collettivi di lavoro per intraprendere nuove attività produttive. In tal caso, soprattutto se si tratta di giovani di età inferiore ai 35 anni, a fronte di un percorso di esclusione dal mondo del lavoro e dell’avvio a un percorso di auto imprenditorialità, la proposta legislativa riconosce a chi inizia a fare impresa un periodo quinquennale di defiscalizzazione IRAP nella misura dello 0,4%.

    Una terza modalità agevolativa consiste poi in una riduzione dell’aliquota dal 3,9% al 2,98%, prevista per le piccole attività con un valore della produzione inferiore ai 50.000 euro, soprattutto quando operano in aree economicamente marginali. Il testo unificato si riserva di rinviare ad un atto dell’esecutivo regionale la definizione dei criteri per l’individuazione delle aree in particolare sofferenza.

    Il Titolo II si propone di riconoscere una defiscalizzazione a tutti quegli imprenditori che, di fronte all’esigenza dei propri dipendenti in caso di nascita di un figlio di conciliare meglio la propria attività lavorativa con l’attività di neo genitore, accettano di trasformare il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, riconoscendo la defiscalizzazione rispetto ad una temporanea trasformazione (un part time riconosciuto sino al compimento del terzo anno di età). Oggi infatti nella fascia 0-3 anni i Comuni chiedono una retta per l’accesso al nido. Si è mutuata l’esperienza già adottata anche in altre Regioni non attraverso l’abbattimento dell’aliquota, ma attraverso l’abbattimento della base imponibile IRAP riconducibile a quel dipendente, con la riduzione di un importo forfettario di 15.000 euro su base annua.

    Il Titolo III infine è finalizzato all’attualità del tema del gioco d’azzardo, oggetto anche di altre proposte legislative in corso di discussione nella competente Commissione assembleare. Il gioco patologico sta diventando un fenomeno crescente, con costi sociali enormi per la collettività, sia in termini di famiglie, sia in termini di finanze pubbliche e sanità regionale (la cura della patologia della dipendenza dal gioco è stata infatti riconosciuta meritevole di essere considerata come livello essenziale di assistenza). Per contribuire a livello regionale al reperimento delle risorse (e gli strumenti di cui dispone la Regione non sono molti), l’idea del testo unificato è di contribuire alla tutela della salute attraverso l’istituzione di un fondo per la prevenzione e la cura.

    In tale fondo confluiscono i proventi della maggiorazione dell’aliquota base IRAP posta in capo agli operatori che svolgono prevalentemente o esclusivamente attività riconducibili alla gestione delle lotterie, scommesse e al settore del gioco (sale da gioco è un termine normativamente non contemplato, pertanto la definizione dell’articolo 5 rimanda alla classificazione Ateco). I redditi che scaturiscono da queste tipologie sono sottoposti a una maggiorazione dell’aliquota di quasi un punto percentuale (0,92%), destinata alla costituzione di un fondo le cui risorse verranno poi impiegate; per la formazione del personale SERT, con una specializzazione mirata non più alla dipendenza da sostanze chimiche, ma da determinati comportamenti; per campagne di informazione e prevenzione; per associazioni specifiche (formate da ex giocatori o da familiari di giocatori) che nella modalità del mutuo aiuto stanno rappresentando la forma più efficace per la cura della dipendenza dal gioco d’azzardo.

    Conclude affermando che la proposta normativa affronta dunque l’ambito economico, l’ambito di conciliazione, l’ambito di un approccio strutturato alle conseguenze prodotte dal gioco patologico.

     

    Il presidente LOMBARDI ringrazia per l’illustrazione articolata e approfondita del testo unificato.

     

    Il consigliere VECCHI chiede se, rispetto alla prima parte della normativa proposta, poiché la seconda è per così dire autofinanziata, è stata elaborata una nota tecnica ed è stata analizzata una stima in grado di valutare la sua incidenza sul bilancio regionale.

     

    La consigliera NOE’ risponde che anche per quanto riguarda il primo ambito si tratta di una sorta di autofinanziamento. Infatti, dal punto di vista della ricaduta economica, laddove favorisce occupazione e maggiore imprenditorialità, il testo unificato, nel momento in cui le imprese stabilizzano il lavoro o assumono nuovi addetti, già realizza delle entrate che consentono di farsi carico della defiscalizzazione. Analogamente, anche per i giovani o i disoccupati che decidano di investire le risorse proprie della liquidazione o di un reddito integrato e che la legge consente di poter utilizzare come forma di auto imprenditorialità, si genera imprenditorialità e questo fatto incentiva un’ulteriore base imponibile che può a sua volta farsi carico dello 0,4% a compensazione. Le scelte compiute hanno sempre tentato di far sì che le defiscalizzazioni favorissero un maggior introito e realizzassero un reale effetto incentivante.

     

     

     

    La seduta termina alle ore 16.45.

     

    Approvato nella seduta del 17 giugno 2013.

     

     

     

    La Segretaria

    Il Presidente

    Claudia Cattoli

    Marco Lombardi

     


    Allegato verbale n. 17 del 2013

     

    Esame abbinato dei progetti di legge ogg. 1478, 3545 e 3644 - Testo unificato:

    1478 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Noè, Villani, Alberto Vecchi, Filippi, Bazzoni, Pollastri, Bignami, Leoni, Bartolini, Aimi, Lombardi e Malaguti: "Disposizioni tributarie in materia di IRAP" (10 06 11).

    3545 - Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: "Disposizioni tributarie in materia di IRAP" (22 01 13)

    3644 - Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: "Disposizioni tributarie in materia di IRAP per agevolare la conciliazione dei tempi famiglia lavoro" (19 02 13)

     

     

    TESTO UNIFICATO

    Relatore consigliera Silvia Noè

     

     

    Disposizioni tributarie in materia di IRAP

    (imposta regionale sulle attività produttive)

     

    Titolo I

    Disposizioni tributarie in materia di IRAP

    per agevolare l’occupazione e l’imprenditorialità

     

    Art. 1

    Agevolazione IRAP per le imprese manifatturiere

    che incrementano l’occupazione

     

    1. A decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello di entrata in vigore della presente legge, per le attività economiche manifatturiere individuate dai codici Ateco 2007 nella sezione C, esclusi in ogni caso i soggetti di cui all’articolo 1, comma 1, della legge regionale 20 dicembre 2006, n. 19 (Disposizioni in materia tributaria), l'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) viene ridotta al 2,98 per cento.

     

    2. La misura di cui al comma 1 è concessa:

     

    a) a condizione che nel periodo d’imposta l’impresa abbia incrementato i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato rispetto il periodo d’imposta precedente;

     

    b) alle sole imprese che impieghino meno di 50 lavoratori dipendenti;

     

    c) per i tre periodi d’imposta successivi a quello di entrata in vigore della presente legge.

     

    3. L'aliquota determinata al comma 1 si applica al valore della produzione netta realizzata nel territorio della regione Emilia-Romagna.

     

    4. le disposizioni di cui al presente articolo si applicano nei limiti consentiti dalla normativa comunitaria in materia di sostegno de minimis.

     

     

    Art. 2

    Agevolazione IRAP per le nuove attività produttive avviate da giovani

    o destinatari di trattamenti di integrazione al reddito

     

    1. A decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello di entrata in vigore della presente legge, l'aliquota dell'IRAP ordinaria viene ridotta dello 0,4 per cento per i soggetti passivi di cui all'articolo 3, comma 1, lettere a) b) e c) del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (Istituzione dell’imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell’Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali), che iniziano una nuova attività. L’aliquota ridotta si applica nel primo periodo di attività e nei quattro periodi d’imposta successivi.

     

    2. La riduzione di aliquota di cui al comma 1 viene concessa a condizione che i soggetti passivi siano giovani di età inferiore a 35 anni ovvero destinatari di trattamenti di integrazione al reddito.

     

    3. La riduzione di aliquota di cui al comma 1, nel caso di società, viene concessa a condizione che la percentuale di utili spettanti a soggetti rispondenti ai requisiti di cui al comma 2 sia pari ad almeno il 75 per cento.

     

    4. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 si applicano esclusivamente al valore della produzione netta realizzata nel territorio regionale, nei limiti e termini consentiti dalla normativa comunitaria in materia di sostegno de minimis.

     

    5. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2, 3 e 4 non si applicano ai soggetti di cui agli articoli 6 e 7 del decreto legislativo n. 446 del 1997, nonché ai soggetti di cui all’articolo 1, comma 1, della legge regionale n. 19 del 2006.

     

    6. Non costituisce inizio attività e, quindi, non può usufruire dell'aliquota agevolata, la mera prosecuzione di quella precedentemente svolta, in qualsiasi forma giuridica, dallo stesso beneficiario, né quella derivante da trasformazione, fusione o scissione di società.

     

     

    Art. 3

    Agevolazione IRAP

    per le attività economiche in aree economicamente marginali

     

    1. A decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello di entrata in vigore della presente legge, l'aliquota dell'IRAP viene ridotta al 2,98 per cento per chi opera esclusivamente in aree economicamente marginali della Regione e realizzi un valore della produzione netta non superiore a 50.000 euro.

     

    2. La Giunta regionale, sentito il parere della Commissione assembleare competente, definisce i criteri per l’individuazione delle aree economicamente marginali.

     

    3. Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano ai regimi speciali ai fini IRAP per i quali restano in vigore le aliquote vigenti e, non si applicano in alcun caso, per i soggetti di cui all’articolo 1, comma 1, della legge regionale n. 19 del 2006.

     

    4. le disposizioni di cui al presente articolo si applicano nei limiti consentiti dalla normativa comunitaria in materia di sostegno de minimis.

     

     

    Titolo II

    Disposizioni tributarie in materia di IRAP

    per agevolare la conciliazione dei tempi famiglia lavoro

     

     

    Art. 4

    Deduzione dalla base imponibile IRAP per agevolare la conciliazione

    dei tempi dedicati al lavoro e alla famiglia

     

    1. A decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello di entrata in vigore della presente legge, ai fini della determinazione dell’IRAP per il settore privato, i soggetti passivi di cui all’articolo 3 del decreto legislativo n. 446 del 1997 possono dedurre un importo forfetario di 15.000 euro, rapportato ad anno, per ogni trasformazione temporanea del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale concessa ai genitori che ne facciano richiesta in seguito alla nascita di un figlio per agevolare l’assistenza al bambino.

     

    2. La deduzione di cui al comma 1 viene riconosciuta fino al compimento del terzo anno d’età del bambino.

     

    3. La deduzione di cui al comma 1 si applica al valore della produzione netta realizzata nel territorio della Regione Emilia-Romagna.

     

    4. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano nei limiti consentiti dalla normativa comunitaria in materia di sostegno de minimis.

     

     

    Titolo III

    Disposizioni tributarie in materia di IRAP

    per incentivare un accesso consapevole e responsabile al gioco lecito

     

     

    Art. 5

    Variazione dell’aliquota IRAP per il settore di attività delle lotterie,

    scommesse e sale da gioco

     

    1. A decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello di entrata in vigore della presente legge, l’aliquota dell’IRAP è maggiorata dello 0,92 per cento per i soggetti la cui attività prevalente esercitata rientra nel settore di attività economica secondo la classificazione Ateco 2007 “92 - Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco”.

     

    2. L'aliquota determinata al comma 1 si applica al valore della produzione netta realizzata nel territorio della Regione Emilia-Romagna.

     

     

    Art. 6

    Fondo per l’accesso consapevole e responsabile al gioco lecito

     

    1. I proventi di cui alla maggiorazione prevista all’articolo 5 sono destinati all’istituzione di un fondo regionale per l’accesso consapevole e responsabile al gioco lecito. Il fondo è destinato a:

     

    a) finanziare iniziative di formazione per il personale operante nel settore con corsi finalizzati alla prevenzione del gioco patologico, volti al riconoscimento delle situazioni di rischio ed a favorire un approccio al gioco consapevole e responsabile;

     

    b) promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco;

     

    c) sostenere l’attività delle associazioni e delle organizzazioni di volontariato impegnate nella presa in carico delle problematiche correlate al gioco.

     

     

    Titolo IV

    Disposizioni finali

     

     

    Art. 7

    Clausola valutativa

     

    1. L'Assemblea legislativa esercita il controllo sull'attuazione della presente legge e valuta i risultati ottenuti dalle misure previste. A tal fine, entro la conclusione del primo triennio di applicazione, la Giunta regionale presenta alla Commissione assembleare competente una relazione che illustri:

     

    a) gli effetti delle agevolazioni previste rispetto al sostegno all’occupazione, alle aree economicamente svantaggiate e alle nuove attività;

     

    b) i risultati conseguiti rispetto alla conciliazione dei tempi dedicati a lavoro e alla famiglia;

     

    c) l’effetto della maggiorazione IRAP prevista dall’articolo 5 e le iniziative attivate attraverso il fondo per l’accesso consapevole e responsabile al gioco lecito.

     

    2. La Regione può promuovere forme di valutazione partecipata coinvolgendo i soggetti destinatari dell’intervento.

     

    3. Le competenti strutture dell'Assemblea legislativa e della Giunta regionale si raccordano per la migliore realizzazione del monitoraggio di cui al presente articolo.

     

    4. In occasione della discussione della clausola valutativa, l'Assemblea legislativa valuta se mantenere le disposizioni di cui alla presente legge o rimodulare gli interventi.

     

     

     

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