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Legislatura IX - Commissione II - Processo Verbale del 19/06/2014 pomeridiano

     

     

     

     

    Processo verbale n. 19

    Seduta del 19 giugno 2014

     

    Il giorno giovedì 19 giugno 2014 alle ore 14.30 è convocata, con nota prot. n. AL.2014.23544 del 13/06/2014 e integrato con prot. n. AL.2014.23609 del 13/06/2014, presso la sede dell’Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche.

     

    Partecipano alla seduta i Consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    GRILLINI Franco

    Presidente

    Gruppo Misto

    3

    presente

    ALESSANDRINI Tiziano

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    CAVALLI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    3

    presente

    BARTOLINI Luca

    Componente

    Forza Italia - PDL

    3

    assente

    CARINI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it

    1

    assente

    FAVIA Giovanni

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    GARBI Roberto

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    LOMBARDI Marco

    Componente

    Forza Italia - PDL

    3

    presente

    MANDINI Sandro

    Componente

    Italia dei Valori - Lista Di Pietro

    2

    presente

    MANFREDINI Mauro

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    NALDI Guido

    Componente

    Sinistra Ecologia e Libertà – Idee Verdi

    2

    assente

    NOE’ Silvia

    Componente

    UDC - Unione di Centro

    1

    assente

    PAGANI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    3

    assente

    SCONCIAFORNI Roberto

    Componente

    Federazione della Sinistra

    2

    assente

    SERRI Luciana

    Componente

    Partito Democratico

    4

    presente

    VILLANI Luigi Giuseppe

    Componente

    Forza Italia - PDL

    4

    presente

    ZOFFOLI Damiano

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

     

    E’altresì presente l’assessore Luciano VECCHI (Assessore ad Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, economia verde, edilizia, autorizzazione unica integrata).

     

    Partecipano alla seduta: S. BERTINI (Serv. Politiche di sviluppo economico, ricerca industriale e innovazione tecnologica).

     

    Presiede la riunione: Franco Grillini

    Assiste il Segretario: Giovanni Fantozzi

    Funzionario estensore: Bruna Nulli Rinalducci

     

     


    Il presidente GRILLINI dichiara aperta la seduta alle ore 14.45.

     

    -     Approvazione del processo verbale n. 17 del 2014

     

    La Commissione approva con 30 voti a favore (PD, IDV, Misto-Grillini, PDL, LN), nessun contrario e 1 astenuto (Misto-Favia),

     

    Il presidente GRILLINI propone l’inversione della trattazione degli oggetti all’odg.

     

    La commissione concorda.

     

    5608 - Proposta recante: "Approvazione del documento "Strategia regionale di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente"" (delibera di Giunta n. 515 del 14 04 14).

     

    Illustra l’assessore VECCHI.

     

    Intervengono i consiglieri FAVIA e GRILLINI.

     

    Replicano l’assessore VECCHI e il dott. BERTINI.

     

    Il presidente GRILLINI mette in votazione gli emendamenti 1-7 presentati dall’assessore VECCHI.

     

    Con distinte votazioni di identico contenuto la commissione accoglie gli emendamenti con 26 voti a favore (PD, IDV, Misto-Grillini), nessun contrario e 11 astenuti (PDL, LN, Misto-Favia),

     

    La commissione esprime parere favorevole sul testo così come emendato con 26 voti a favore (PD, IDV, Misto-Grillini), nessun contrario e 11 astenuti (PDL, LN, Misto-Favia).

     

    esame abbinato degli oggetti:

    5355 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna" (delibera di Giunta n. 386 del 27 03 14).

    Testo base

     

    1273 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Sconciaforni e Donini: "Misure in materia di tutela dell'occupazione, delocalizzazione, incentivi alle imprese e sostegno all'imprenditorialità collettiva" (05 04 11).

    3315 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini: "Legge Regionale in materia di salvaguardia occupazionale, incentivi alle imprese e contrasto alla delocalizzazione produttiva fuori Regione" (30 10 12).

    (Relatore consigliere Tiziano Alessandrini)

     

    Il presidente GRILLINI apre la discussione generale.

     

    Illustrano l’assessore VECCHI e il relatore del progetto di legge, consigliere ALESSANDRINI.

     

    Intervengono i consiglieri FAVIA, MANDINI, GRILLINI e SERRI.

     

    Replicano l’assessore VECCHI e il relatore del progetto di legge, consigliere ALESSANDRINI.

     

    Il presidente GRILLINI conclude la discussione generale.

     

    Il presidente GRILLINI dichiara conclusa la seduta alle ore 17.00.

     

    Approvato nella seduta del 26 giugno 2014.

     

    Il Segretario

    Il Presidente

    Giovanni Fantozzi

    Franco Grillini

     

     


    Allegato

     

    EMENDAMENTO N. 1

     

    Sostituire l’indice di pag. 2 e 3 con il seguente:

     

    Indice

     

    1.      Introduzione e visione

    1.1.  Un sistema produttivo radicato e dinamico

    1.2.  Attori e reti dell’ecosistema regionale dell’innovazione

    1.3.  Una sintetica misurazione del dinamismo del sistema innovativo

    1.4.  SWOT del sistema regionale di innovazione

    1.5.  Gli obiettivi della strategia

    1.6.  I passaggi logici

    1.6.1         Individuazione dei “punti di ricaduta” degli interventi per la ricerca e l’innovazione

    1.6.2         Incorporazione delle Tecnologie Abilitanti Chiave nei processi di innovazione dei sistemi produttivi

    1.6.3         L’arricchimento di contenuti, significati e valori dei prodotti e dei servizi

    1.6.4         “Regional foresight” e “enterpreneurial discovery”

    1.6.5         Il rafforzamento strutturale e l’innovazione nei servizi

     

    2.      La declinazione delle priorità

    2.1   Priorità strategica A

    2.2   Priorità strategica B

    2.3   Sintesi delle priorità verticali

    2.4   Priorità strategica C

    2.5   Priorità strategica D

    2.6   La strategia S3 e il sistema produttivo

    2.7   La costruzione di collaborazioni con altre regioni

    2.8   Il contributo della S3 ad un turismo di qualità

    2.9   ICT e agenda digitale

    2.10 La strategia S3 e lo sviluppo urbano e delle aree interne

     

    3.      Obiettivi e orientamenti innovativi

    3.1   Priorità strategica A

    3.1.1         Il sistema agroalimentare

    3.1.2         Il sistema dell’edilizia e delle costruzioni

    3.1.3         Il sistema della meccatronica e della motoristica

    3.2   Priorità strategica B

    3.2.1         Le industrie della salute e del benessere

    3.2.2         Le industrie culturali e creative

    3.3   Priorità strategica C

    3.4   Priorità strategica D

     

    4.      Policy mix

    4.1   Ricerca industriale e sviluppo sperimentale e innovazione tecnologica

    4.2   Sostegno alle nuove imprese innovative, creative e dei servizi knowledge intensive

    4.3   Innovazione e competitività

    4.4   Formazione e qualificazione del capitale umano

    4.5   Export e internazionalizzazione

    4.6   Attrazione di investimenti ed espansioni produttive

    4.7   Attrazione turistica

    4.8   Cooperazione interregionale

    4.9   Interventi normativi e di programmazione economica e territoriale

    4.10   Analisi economica e strutturale

     

    5.      Massimizzazione degli investimenti privati

     

    6.      Misurazione della strategia

     

    7.      Governance

     

    Allegato 1

    Individuazione degli orientamenti tecnologici per l’innovazione nei sistemi produttivi prioritari della Regione

     

    Allegato 2

    Quadro strategico dedicato alla crescita digitale

     

    Allegato 3

    Quadro finanziario per la ricerca e l’innovazione

     

     

    Concetti chiave

    Tecnologie abilitanti chiave (Key Enabling Technologies), Sfide della società, Sviluppo sostenibile, Vita sana e attiva, Agenda digitale, Società dell’informazione, Creatività, Innovazione tecnologica, Ricerca Industriale, Sviluppo sperimentale, Technology foresight, Enterpreneurial discovery, Clusters, Industrie emergenti, Start ups, Service Innovation.

     

    Riferimenti programmatici e analitici

    Guide to Research and Innovation Strategy for Smart Specialisation (RIS 3)

    Europe 2020

    Horizon 2020

    Creative Europe

    POR FESR 2007-2013 Emilia-Romagna

    Programma Regionale Triennale per le Attività Produttive 2012-2015

    Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT 2012-2015)

    Piano Telematico Regionale 2011-2014 (PITER)

    Technology Assessment della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna

    Smart Guide to Service Innovation

    How can cultural and creative industries contribute to economic transformation through smart specialisation?

    Green Paper “Unlocking the potential of cultural and creative industries”, European Commission, 2010

    Connecting Smart and Sustainable Growth through Smart Specialisation

    Documento strategico verso il Programma di sviluppo rurale 2014-2020

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio n. 79/2012 relativa al Partenariato europeo per l'innovazione “Produttività e sostenibilità dell'agricoltura”

     

     

    EMENDAMENTO N. 2

     

    A pag. 7, in fondo al punto elenco 2, aggiungere il capoverso.

     

    “In questa Rete sono stati impiegati quasi 600 giovani ricercatori, oltre 1000 tra professori e ricercatori confermati, aggregati, attraverso l’accreditamento delle ulteriori strutture, ulteriori 500 circa tra ricercatori e tecnici. Dal 2009 al 2014 i laboratori della Rete hanno fatturato oltre 120 milioni di Euro verso le imprese per attività di ricerca collaborativa, consulenze e servizi, quindi circa 20 milioni di Euro l’anno, attivando oltre 1600 contratti. Inoltre, hanno evidenziato, fino ad oggi, la realizzazione di oltre 1000 risultati di ricerca in termini di prototipazioni, caratterizzazioni, metodologie di processo, ecc ). Una parte di questi, i più significativi, sono stati raccolti in un primo “Technology report” della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia. Infine, la Rete rende accessibili alle imprese o ad altri laboratori, oltre 1200 apparecchiature scientifiche, per prove, verifiche e misurazioni, individuabili e selezionabili online.”


    EMENDAMENTO N. 3

     

    A pag.31, il paragrafo 2.9 “S3 e agenda digitale” viene parzialmente modificato e comunque sostituito dal seguente testo

     

    “2.9 S3 e agenda digitale

    La strategia regionale per la Crescita Digitale ha preso avvio, in Emilia-Romagna, con la Legge Regionale 11/2004 “Sviluppo della Società dell’Informazione regionale”, ovvero il quadro normativo che indirizza le azioni della Regione e degli enti del territorio in questo settore. Tale legge trova attuazione attraverso una programmazione strategica periodica della Regione a partire dall’analisi della situazione regionale dal punto di vista della crescita digitale.

    Strategia e programmazione per l’Agenda Digitale in Emilia-Romagna sono contenute nei documenti di pianificazione e programmazione del Piano Telematico dell’Emilia-Romagna – PiTER: Linee Guida al Piano Telematico 2011-2014 e relativi Programmi Operativi annuali. In allegato si può trovare un approfondimento della Strategia regionale per la Crescita Digitale.

    Gli ambiti di intervento principali delle politiche regionali per la crescita digitale, descritti approfonditamente e supportati dal quadro analitico nel documento collegato “Quadro strategico dedicato alla crescita digitale” sono i seguenti:

    -        Infrastrutturazione (banda larga)

    -        Ricerca e sviluppo.

    -        Formazione.

    -        Innovazione e introduzione delle ICT nelle imprese

    -        Pubblica Amministrazione e cittadini

     

    Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono protagoniste cruciali della strategia di sviluppo regionale, per il loro impatto pervasivo nei percorsi di cambiamento strutturale per tutto il sistema produttivo. Tale apporto proviene sia dalle imprese rientranti in questo settore, sia dal mondo della ricerca impegnato nelle corrispondenti tecnologie dell’informatica e del digitale.

    Qui sotto si descrive schematicamente il legame tra le ICT e la strategia regionale.

     

    Priorità A e B

    In sintesi, le imprese e i centri di ricerca ICT potranno esercitare il loro ruolo nel rafforzamento dei vari sistemi e accompagnarne l’innovazione sostenendone i seguenti principali processi

     

     

     

    Agroalimentare

    Tracciabilità e controllo dei prodotti, gestione della catena del valore e della logistica, controllo nei processi produttivi, e-commerce e webmarketing

    Edilizia

    Automazione e sicurezza degli edifici, smart cities, gestione intelligente e sicura dei cantieri

    Meccanica

    Gestione della catena del valore, sistemi di produzione intelligenti e sviluppo del rapporto uomo-macchina, assistenza remota, nuovi modelli di business e di processo, mobilità intelligente, e-commerce e webmarketing

    Salute e benessere

    Informatica sanitaria, bioinformatica, big data e calcolo, telemedicina e teleassistenza, visione 3d e sistemi di simulazione, e-commerce e webmarketing

    Industrie culturali e creative

    Prodotti e servizi digitali, trasmissione e diffusione, nuovi modelli di business, e-commerce e webmarketing

    Priorità C e D

     

    Nell’ambito della priorità C, il ruolo delle ICT è centrale, ovviamente nell’obiettivo dello sviluppo della Società dell’informazione, che favorirà lo sviluppo di tecnologie, sistemi e prodotti rivolti a nuovi servizi per i cittadini, le comunità, le imprese e le istituzioni basati sull’applicazione di soluzioni avanzate. Naturalmente, potranno avere un ruolo anche nell’ambito dell’obiettivo della promozione dello sviluppo sostenibile e in quello della promozione della vita sana e attiva delle persone.

    Per quanto riguarda la priorità D, rivolta all’innovazione nei servizi, il ruolo dell’ICT è più che mai centrale per promuovere la modernizzazione, l’efficienza e la competitività dei servizi in una economia moderna.

    La partecipazione di imprese e laboratori alle varie tipologie di progetti deve ovviamente essere accompagnata dallo sviluppo di infrastrutture adeguate, in particolare, la rete a banda ultra larga e data center per l’erogazione di servizi, anche in modalità cloud computing. La disponibilità di infrastrutture adeguate concorre inoltre alla politica di attrazione di investimenti, come la disponibilità di servizi della PA per le imprese semplificati.

    La realizzazione di spazi di contaminazione - luoghi di sperimentazione che mettono insieme aziende produttrici ICT e aziende potenziali utilizzatrici di ICT, ma anche cittadini e Pubblica Amministrazione - è fattore incentivante allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi basati su multimedialità e internet, in particolare nei settori delle industrie culturali creative, e contribuisce alla diffusione di competenze tecnologiche e informatiche come fattore per una crescita competitiva.

    La S3 contribuisce come stimolo della domanda e dell'offerta ICT nel territorio regionale, come apporto ad un quadro generale di Crescita Digitale in integrazione con la strategia della Agenda Digitale.”


    EMENDAMENTO N. 4

     

    A pag. 58 Il Capitolo 5 “Massimizzazione degli investimenti privati” va parzialmente modificato e quindi integralmente sostituito dal seguente testo:

     

    “5. Massimizzazione degli investimenti privati

    La Regione Emilia-Romagna, nei suoi diversi ambiti di intervento, assegna al tema della ricerca e dell’innovazione, un ruolo prioritario. Su tale tema è particolarmente coinvolto l’Assessorato alle Attività Produttive, per l’impegno a sostenere la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico, ma anche, tra gli altri, gli Assessorati all’Agricoltura, alla Sanità e Politiche Sociali, alle Infrastrutture. L’assessorato alla Istruzione, Formazione, Lavoro, Università e Ricerca, svolge un ruolo di coordinamento tra le istituzioni della ricerca pubblica e di raccordo con le politiche per la formazione e l’innovazione.

    Con l’approvazione della Legge Regionale “Promozione del sistema regionale della Ricerca Industriale, Innovazione e Trasferimento Tecnologico” (L.R. 14 maggio 2002, n. 7) ha istituito, già nel 2002, il Fondo Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (FRRIITT), di competenza dell’Assessorato alle Attività Produttive.

    Il FRRIITT è complementare al Fondo Unico Regionale per le Attività Produttive (FUAP), è stato finanziato da risorse statali trasferite alle Regioni a seguito delle leggi sul decentramento amministrativo, e da risorse regionali, e sostiene gli interventi definiti dal Programma che dà periodicamente attuazione alla Legge 7/2002 (il PRRIITT).

    Con l’azzeramento delle risorse di fonte nazionale nel 2008 e la riduzione delle risorse di fonte regionale per il Patto di Stabilità, il FRRIITT ha ridotto sensibilmente la sua dotazione negli ultimi anni. Ad alimentare gli interventi a favore della ricerca industriale sono intervenuti, alcuni programmi specifici di fonte nazionale, in particolare:

    -    i due decreti ministeriali di sostegno agli “Interventi per lo sviluppo dei distretti produttivi”, cofinanziati comunque in misura preponderante da risorse regionali;

    -    iniziative autonome della Regione, in particolare l’art. 8 della Legge finanziaria per il 2012 per sostenere l’impegno in ricerca e sviluppo delle imprese in fase di espansione produttiva;

    -    ma soprattutto, dal periodo di programmazione 2007-2013, con la riforma dei Fondi Strutturali e il superamento delle delimitazioni Obiettivo 2, il POR FESR.

    Il Fondo Unico per le Attività Produttive è complementare al FRRIITT per quanto riguarda gli interventi relativi in particolare all’accesso al credito e al credito agevolato per gli investimenti, all’innovazione organizzativa e all’internazionalizzazione.

    Con l’approvazione congiunta del Programma Regionale Attività Produttive 2012-2015 e del Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico 2012-2015, è stato pertanto definito il quadro finanziario regionale a sostegno delle politiche per la ricerca e l’innovazione nel triennio. Tale quadro finanziario stabilisce l’impegno della Regione ad una dotazione annua di risorse regionali di:

    -   15 milioni di Euro per la ricerca industriale;

    -   12 milioni di Euro per l’innovazione e il sostegno agli investimenti.

    A questo impegno regionale, anche per il 2015, va aggiunta la disponibilità di risorse nel Bilancio Regionale, ancora da impegnare a favore del sistema regionale della ricerca. La voce principale riguarda la realizzazione e l’adeguamento di infrastrutture per la ricerca, il trasferimento tecnologico, la promozione di nuova imprenditorialità.

    Sulla base di una ricognizione promossa dalla Direzione Generale alle Attività Produttive, Commercio e Turismo, sono state individuate le risorse attualmente disponibili per il sostegno alla ricerca e all’innovazione, nonché le previsioni future per il periodo di programmazione.

    Attualmente, oltre alle risorse per il completamento delle attività previste nell’Asse 1 del POR FESR 2007-2013, per il 2014, sul Bilancio Regionale, per l’Assessorato alle Attività Produttive sono disponibili,:

    -                      45,3 milioni di Euro per la realizzazione di infrastrutture per la ricerca industriale, l’innovazione tecnologica, lo sviluppo imprenditoriale;

    -                      2,2 milioni di Euro per le attività di coordinamento e promozione della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia;

    -                      9 milioni per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo da parte di imprese o istituzioni di ricerca sulla base di diverse fonti di finanziamento;

    -                      63 milioni per il credito agevolato, l’ingegneria finanziaria e il sostegno all’innovazione delle imprese dell’industria e dei servizi, incluse le imprese artigiane e cooperative.

    Inoltre, l’Assessorato alla Sanità e alle Politiche Sociali, dispone di 37,1 milioni di Euro per sostenere programmi di ricerca in campo sanitario con le Università e con gli Istituti di Ricerca e Cura (10 milioni), per progetti di ricerca finalizzata sostenuti dal Ministero della Salute (7,8 milioni) e per progetti di innovazione e ricerca in campo sanitario, pubblici e privati (19,4 milioni), anche a cofinanziamento di progetti europei, .

    Analogamente, l’Assessorato alle Infrastrutture, ha a disposizione circa 16,5 milioni di Euro, per la ricerca e l’innovazione nell’ambito della strategia per la crescita digitale nei più vari ambiti di applicazione pubblica.

    L’Assessorato all’Agricoltura, a seguito dell’azzeramento dei trasferimenti nazionali legati al decentramento produttivo, dispone praticamente solo delle risorse legate ai Fondi Strutturali (FEASR).

    Infine, sono da considerare gli interventi nell’ambito della Formazione professionale, in particolare per quanto riguarda la formazione superiore, e l’adattamento per l’occupabilità dei giovani e dei disoccupati. L’Assessorato alla Formazione, conta sul Bilancio attuale 8,2 milioni di Euro, in chiusura del POR FSE 2007-2013 e su altre leggi, ma avrà una dotazione significativa sulla prossima programmazione.

    La strategia di specializzazione, nell’arco del periodo di programmazione 2014-2020, potrà contare quantomeno sulle seguenti risorse pubbliche:

    -                 circa 150 milioni di Euro rivolti alla ricerca industriale e alle start ups innovative nell’ambito del POR FESR;

    -                 circa 100 milioni di Euro rivolti all’innovazione e alla competitività a valere sul POR FESR

    -                 ulteriori 100 milioni circa di risorse regionali per il finanziamento di proprie iniziative o il cofinanziamento di programmi nazionali o europei nel campo della ricerca e dell’innovazione;

    -                 circa 92,5 milioni di Euro del POR FEASR rivolti alla ricerca e all’innovazione;

    -                 circa 220 milioni di Euro del POR FEASR rivolti alla competitività del sistema agricolo;

    -                 circa 115 milioni di Euro del POR FSE destinati alla formazione avanzata e ai percorsi di avvicinamento, inserimento e adattamento;

    -                 circa 90 milioni di Euro legati alla ricerca e all’innovazione per la Crescita Digitale;

    -                 circa 220 milioni di Euro per la ricerca e l’innovazione nell’ambito della Sanità.

    A queste si dovranno aggiungere risorse attualmente non prevedibili a valere in particolare su:

    -            ulteriori risorse regionali per lo sviluppo economico, l’innovazione, la competitività internazionale, la formazione e qualificazione professionale;

    -            la partecipazione ad iniziative nazionali per la ricerca, l’innovazione e l’internazionalizzazione;

    -            la partecipazione ad iniziative di collaborazione interregionale a livello nazionale e internazionale coerenti con questi sistemi produttivi.

    Soprattutto, bisognerà aggiungere le risorse che il sistema sarà in grado di ottenere attraverso la progettualità dei soggetti dell’ecosistema dal programma Horizon 2020, in coerenza con la Strategia di Specializzazione. A questo proposito, come raccomandato dalla Commissione Europea, verranno attivate tutte le possibili sinergie tra la programmazione regionale e Horizon 2020, con l’aspettativa di determinare, per la sola parte della ricerca e sviluppo, almeno la quadruplicazione delle risorse pubbliche mobilitate dal POR FESR per la ricerca.

    In sostanza, nel settennio, è presumibile assommare circa un miliardo di Euro di risorse pubbliche dirette, con un moltiplicatore diretto almeno alla pari di investimenti privati, ulteriori risorse pubbliche indirette (Horizon 2020 e programmi nazionali). Di conseguenza, per lo sviluppo della Strategia è possibile prevedere un investimento complessivo di 2,5 miliardi di Euro tra risorse pubbliche dirette e indirette e i cofinanziamenti privati.

     

    Sintesi del quadro finanziario

    Assessorati di riferimento

    Disponibilità 2014

    Previsioni 2015-20

    Attività Produttive

    120

    350

    Telematica

    16,5

    100

    Agricoltura

    7,7

    312

    Sanità

    37,1

    220

    Formazione professionale

    8,2

    115

    Totale

    189,5

    1.037

     

    Per quanto riguarda la mobilitazione delle risorse private, la Regione interverrà con misure di sostegno coerenti con i regimi di aiuto europei. Pertanto vi sarà una contribuzione diretta alle spese che avrà all’incirca un moltiplicatore diretto inversamente proporzionale all’intensità dell’aiuto stesso. Considerando i vari strumenti si può ipotizzare all’incirca il raddoppio degli investimenti pubblici attraverso il contributo privato, giungendo ad un valore di circa due miliardi di investimento globale per lo sviluppo della strategia.

    Nella tradizione regionale, inoltre, l’impatto a livello di sistema consiste anche nel finanziare non tanto progetti individuali, quanto progetti tra più soggetti o comunque che invitino i soggetti beneficiari ad attivare relazioni e collaborazioni. E’ un modo per creare reti che possano sopravvivere ed avere continuità anche dopo la fine dei progetti e generare un ulteriore effetto moltiplicativo anche oltre la fine dei finanziamenti pubblici.

    Nell’ambito degli interventi di sostegno alla ricerca e sviluppo, la Regione cercherà tuttavia di favorire l’accesso a strumenti finanziari innovativi come quelli proposti dalla Banca Europea degli Investimenti, che potrebbero consentire alle imprese di coprire parte del rischio e di finanziare anticipatamente le spese necessarie alla realizzazione dei progetti, prima di ricevere il contributo pubblico. Nella fase di crisi degli ultimi anni, proprio le difficoltà finanziarie sono state alla base di diverse rinunce al finanziamento da parte delle imprese, per cui si ritiene che questo strumento possa risultare estremamente utile per la pianificazione finanziaria e la garanzia di realizzare gli investimenti. Diverse banche nella regione stanno perfezionando accordi con la BEI per attivare vari strumenti a sostegno dell’innovazione delle imprese.

    Analogamente, per quanto riguarda il finanziamento delle start ups high tech, verranno promossi strumenti finanziari disponibili sul mercato più accessibili e forse più efficaci rispetto al venture capital nella sua forma più standard. Si cercherà di creare le condizioni per far operare fondi specializzati in determinati ambiti tecnologici e settoriali e di attivare business angels, forme di partenariato industriale-finanziario con altre imprese o altre forme di accelerazione, anche con il supporto di strumenti finanziari più tradizionali, ma complementari e comunque necessari per accedere al credito.”


    EMENDAMENTO N. 5

     

    A pag. 61 Il Capitolo 7 “Governance” va parzialmente modificato e quindi integralmente sostituito dal seguente testo:

     

    “7. Governance

    Lo sviluppo di questa strategia a livello regionale può essere l’occasione per definire una governance maggiormente partecipata delle politiche regionali, oltre che una loro maggiore integrazione. Partendo da un contesto regionale che vede già un importante sforzo partecipativo, la S3 può costituire un passo in avanti ancora più concreto e operativo.

    L’opportunità di sviluppare questa strategia con efficacia, impone una governance più forte e non la semplice emanazione di bandi e investimenti da parte della Regione. E’ necessario avere un presidio strategico maggiore.

    Dal punto di vista della governance, la strategia si basa su una serie di strutture operative di riferimento che possono assicurare, al di là dei finanziamenti pubblici, la continuità nelle relazioni, l’animazione a livello progettuale, la verifica dei risultati.

    La Regione, insieme alle sue società funzionali, organizza il coordinamento orizzontale delle Politiche, considerando le diverse competenze di tali organismi: ASTER per il trasferimento tecnologico, ERVET per lo sviluppo territoriale, LEPIDA per l’Agenda Digitale.

    In particolare, innanzitutto, si potrà fare riferimento alle seguenti strutture operative, trasversali, in quanto legate a specifici ambiti di intervento della Regione, ma che devono mantenere un coordinamento stretto assicurato dalla Regione.

    -      La Rete Regionale dell’Alta Tecnologia, coordinata da Aster, che presidia la governance delle attività di ricerca industriale e trasferimento tecnologico, che rappresentano il fulcro della strategia. La Rete ha la funzione di organizzare la collaborazione tra i laboratori, la valorizzazione e promozione dei risultati e delle risorse, la messa a disposizione di servizi per le imprese, la predisposizione di progetti strategici in collaborazione con le imprese, anche in funzione della partecipazione ai bandi di ricerca europei e nazionali e in particolare, Horizon 2020. La Rete, come detto all’inizio, è strutturata su sei piattaforme di ricerca applicata industriale. In parte, queste piattaforme coincidono con i sistemi industriali individuati nella Strategia S3; tuttavia va evitato un legame biunivoco, ma favorita la contaminazione e la multidisciplinarità, la cosiddetta contaminazione incrociata. E’ fondamentale che dalla rete scaturiscano, anche in maniera interdisciplinare, progetti strategici complessi, individuando i clusters di imprese che possono aderire a specifiche prospettive industriali tecnologicamente innovative, anche a prescindere dalla partecipazione a bandi regionali o nazionali ed europei.

    -      Il portale www.emiliaromagnastartup.it, anch’esso gestito per conto della Regione da Aster, che raggruppa iniziative, servizi e start ups delle nuove tecnologie, della creatività, dei servizi ad alta intensità di conoscenza. Il portale è il punto di raccordo per iniziative e servizi comuni, per costruire reti e dare visibilità esterna alle start ups. Esso dovrà tuttavia divenire sempre più luogo virtuale per l’incontro tra industrie emergenti e sistemi industriali consolidati, per la costruzione di reti di start ups, per attirare investitori e operatori finanziari, per promuovere processi di internazionalizzazione praticabili.

    -      Il Laboratorio per l’Internazionalizzazione che rappresenterà il punto di riferimento per le strategie di internazionalizzazione innovative e in grado di attirare intorno a specifici progetti, anche imprese finora poco orientate all’export e all’internazionalizzazione.

    -      Il Centro (o Forum) regionale per l’Innovazione nei Servizi che sarà il riferimento strategico per la promozione e il coordinamento delle politiche e le iniziative per la promozione dell’innovazione nei servizi per rafforzare e rigenerare la competitività di imprese e filiere produttive.

    Potrà inoltre essere costituito un Laboratorio delle città, per coordinare e monitorare gli interventi che, coerentemente alla S3, o al di fuori di essa, potranno contribuire alla realizzazione dell’agenda urbana e alla riqualificazione delle città capoluogo in coerenza con gli obiettivi dell’innovazione, dello sviluppo sostenibile e della creatività.

    Come detto si tratta di strutture operative e non necessariamente di soggetti giuridici, che potranno essere gestite da staff delle società del sistema regionale, e impegnate rispetto ai risultati da raggiungere.

    In secondo luogo, si dovrà avere un presidio e un raccordo strategico verticale, legato alle priorità della Strategia. Per quanto riguarda l’aspetto centrale, cioè il rafforzamento strutturale dei sistemi industriali alla base della strategia, individuati nelle priorità A e B, è necessario pertanto individuare delle sedi in cui condividere e far convergere obiettivi e strumenti di intervento.

    L’attuazione della S3 dovrà avvenire attraverso strategie di “filiera” coordinate combinando, a partire dalle strategie di ricerca e di innovazione tutti gli aspetti del policy mix. La strategia di filiera deve prevedere un tavolo di discussione in cui sono coinvolti i rappresentanti regionali delle diverse politiche, le associazioni imprenditoriali regionali, rappresentanti di imprese significative o di iniziative spontanee di cluster specifici disponibili a contribuire alla definizione delle strategie regionali, rappresentanti delle piattaforme della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia più direttamente coinvolte, delle altre strutture di governance orizzontale richiamate, eventuali esperti settoriali.

    Il “Tavolo regionale per la crescita”, che vede coinvolte, a fianco alla Regione, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, può promuovere specifici Forum anche ampliando il numero dei soggetti partecipanti (ad esempio istituzioni collegate specificamente ai diversi sistemi della strategia, imprese o reti di imprese rappresentative, esperti di settore, eventuali partners extraregionali) e integrandosi soprattutto con la Rete Regionale dell’Alta Tecnologia.

    Questo sistema di governance può avere l’effetto importante di vedere strettamente coordinate sia le politiche di intervento (ricerca, innovazione, formazione, internazionalizzazione), sia altre politiche ad esempio di tipo regolamentare o relative al public procurement da parte di specifici settori dell’amministrazione che potrebbero indurre processi di innovazione coerenti con la strategia.

    I Forum sono coordinati dalla Regione che vi partecipa con gli uffici e le strutture impegnati sui vari temi e sui vari elementi del policy mix. Vi saranno pertanto, i seguenti tavoli regionali:

    -                 Forum regionale per lo sviluppo del sistema agroalimentare;

    -                 Forum regionale per lo sviluppo del sistema delle costruzioni;

    -                 Forum regionale per lo sviluppo del sistema della meccatronica e della motoristica;

    -                 Forum regionale per lo sviluppo del sistema delle industrie della salute e del benessere;

    -                 Forum regionale per lo sviluppo del sistema delle industrie e delle attività culturali e creative.

    I Forum dovrebbero:

    -                 assicurare l’esame e la discussione di analisi statistiche, indagini qualitative e mappe relative ai sistemi economici alla base della strategia;

    -                 assicurare la promozione di approfondimenti analitici e di scenario economico, tecnologico e occupazionale;

    -                 assicurare la presentazione coordinata e l’integrazione delle politiche regionali;

    -                 contribuire a promuovere gli interventi nei territori;

    -                 suggerire ulteriori iniziative specifiche della Regione a livello infrastrutturale o di regolamentazione, o iniziative a livello di partenariato istituzionale o pubblico-privato;

    -                 stimolare la partecipazione più ampia dei protagonisti regionali e la “scoperta” di nuovi protagonisti, anche attraverso la comunicazione.

    Insieme ad associazioni imprenditoriali, imprese rappresentative, esperti settoriali e laboratori di ricerca, i forum dovranno assicurare una presenza interassessorile della Regione, nel modo qui sotto rappresentato.

    Dagli esiti dei lavori dei Forum tematici potranno essere proposte, , attraverso il Tavolo Regionale per la Crescita, sulla base dei risultati finali o intermedi dei primi provvedimenti e dell’evoluzione strutturale dei sistemi produttivi, nonché da eventuali valutazioni intermedie, possibili adeguamenti e revisioni della Strategia a metà programma, a cavallo tra il 2017 e il 2018.

    La Regione si impegna a dare un’ampia e continuativa comunicazione in merito agli sviluppi della Strategia, in termini di presentazione dell’evoluzione strutturale dei sistemi produttivi prescelti, degli interventi realizzati, dei risultati raggiunti. Ciò avverrà, a seconda del tipo di informazione contenuta, attraverso i canali istituzionali di comunicazione del POR FESR, sia attraverso il portale della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia, sia attraverso iniziative specifiche di carattere seminariale, editoriale e multimediale.

     

    Integrazione delle politiche e dei fondi

    Sistemi S3

    Principali Assessorati coinvolti

    Fondi utilizzati

    Sistema agroalimentare

    Attività Produttive

    Agricoltura

    Istruzione, formazione e lavoro

    Ambiente

    Sanità e Politiche sociali

    Commercio e Turismo

    FESR, FSE, FEASR, Fondi regionali di settore, altri fondi nazionali e Europei (Horizon 2020)

    Sistema dell’edilizia

    Attività Produttive

    Edilizia

    Programmazione territoriale

    Istruzione, formazione e lavoro

    Ambiente

    FESR, FSE, Fondi regionali di settore, altri fondi nazionali e Europei (Horizon 2020)

    Sistema della meccatronica e della motoristica

    Attività Produttive

    Istruzione, formazione e lavoro

    Infrastrutture e trasporti

    Ambiente

    FESR, FSE, Fondi regionali di settore, altri fondi nazionali e Europei (Horizon 2020)

    Industrie della salute e del benessere

    Attività Produttive

    Istruzione, formazione e lavoro

    Sanità e politiche sociali

    Commercio e Turismo

    Agricoltura

    FESR, FSE, Fondi regionali di settore, altri fondi nazionali e Europei (Horizon 2020)

    Industrie culturali e creative

    Attività Produttive

    Cultura

    Istruzione, formazione e lavoro

    Politiche giovanili

    Commercio e Turismo

    FESR, FSE, Fondi regionali di settore, altri fondi nazionali e Europei (Horizon 2020)

     


    EMENDAMENTO N. 6

     

     

    INSERIRE IL SEGUENTE ALLEGATO 2

     

    ALLEGATO 2

     

    Quadro strategico dedicato alla Crescita Digitale

    La strategia Regionale per la Crescita Digitale ha preso avvio, in Emilia-Romagna, con la Legge Regionale 11/2004 “Sviluppo della Società dell’Informazione regionale”, ovvero il quadro normativo che indirizza le azioni della regione e degli enti del territorio in questo settore. Tale legge trova attuazione attraverso una programmazione strategica periodica della Regione a partire dall’analisi della situazione regionale dal punto di vista della crescita digitale.

    Di seguito il quadro analitico derivante dalle misurazioni annuali in essere a supporto della programmazione e dall’analisi elaborata nell’ambito dell’Approfondimento sulle priorità strategiche della Commissione Europea per il  Documento preparatorio per il Quadro di contesto della Regione Emilia-Romagna.

    1.      Analisi di contesto per la crescita digitale dell’Emilia-Romagna

    Le infrastrutture tecnologiche, i servizi on-line e, più in generale, l’Information and Communication Technologies rappresentano importanti fattori di sviluppo per la competitività e l’innovazione di una società basata sulla conoscenza. Lo sviluppo dell’ICT e di internet ha ancora ampie potenzialità e margini di miglioramento con impatti positivi sulla crescita e l’occupazione. Nel recente studio ‘Sviluppare l’economia digitale in Italia: un percorso per la crescita e l’occupazione’, curato dal Digital Advisory Group, viene stimato che, in Italia, Internet e l’economia digitale rappresentino il 2% circa del PIL, un valore significativo seppur inferiore all’impatto diretto stimato in altri paesi (in Francia il 3%, in Svezia e nel Regno Unito oltre il 5%)

    Considerando 12 dimensioni – dalla copertura della banda larga di prima generazione, agli indicatori di dotazione ed utilizzo delle tecnologie ICT da parte delle famiglie e delle imprese – per le quali sono disponibili dati omogenei per il livello regionale, quello nazionale ed europeo, si rileva che l’Emilia-Romagna, con una media geometrica di 75,6 (a fronte di un valore di 76,6 per l’Italia e di 100 per l’UE 27) si posiziona in linea o al di sopra del livello nazionale, mentre in un confronto europeo mostra un buon posizionamento solo per quanto riguarda la copertura da banda larga.

    Posizionamento dell’Emilia-Romagna e dell’Italia rispetto all’UE (UE27=100)Immagine 2

     

     

    Le infrastrutture di rete

    Le infrastrutture di rete, nello specifico la banda larga veloce e superveloce, rappresentano uno dei pilastri principali dell’Agenda Digitale Europea, necessari per poter garantire la fruizione di contenuti e servizi sempre più complessi ed avanzati. Per questo ambito, gli obiettivi europei prevedono alcuni step intermedi, per il 2013 ed il 2020, come ad esempio: la totale copertura dell’Unione europea dalla banda larga ad una velocità minima di 2 Mb/s entro il 2013; la totale copertura dell’UE dalla banda larga al di sopra dei 30 Mb/s, il cosiddetto internet veloce, entro il 2020; la copertura del 50% dell’UE dalla banda larga al di sopra dei 100 Mb/s entro il 2020.

    Rispetto alla banda larga di 2 Mb/s ed oltre, l’Emilia-Romagna possiede una copertura lorda del 98%, un valore leggermente superiore a quello rilevato a livello nazionale (97%) e al di sopra dell’UE 27 (92,3%). Dai dati elaborati da Lepida spa emerge che, alla fine del 2012, la popolazione che “effettivamente” dispone di  un accesso a servizi a banda larga su rete fissa superiori a 2 Mb/s rappresenta il 90,14% del totale, che sale al 96,99%% se si considera anche il wireless (Hiperlan e WiMax). La popolazione regionale in digital divide di prima generazione (< 2 Mb/s), in costante riduzione negli anni, ha raggiunto il 9,9% (-1,4% rispetto al 2011), considerando solo la rete fissa, ma scende al 3% se si include anche il wireless (-1,8% rispetto al 2011). I dati del Ministero dello Sviluppo Economico confermano sostanzialmente questo scenario: il digital divide totale raggiunge in regione il 3,6%, un dato inferiore a quello nazionale (4,4%).

     

    Popolazione coperta da banda larga > 2Mb/s

    (2012)

    Immagine 3

    Fonte: Between 2012, Commissione Europea 2012

    Copertura banda larga e digital divide

    Immagine 4

    Fonte: Agenda Digitale Italiana

     

     

    Copertura netta da servizi banda larga

    su rete fissa e wireless (2012)

    Immagine 5

     

     

    Copertura netta da servizi ADSL

    su rete fissa (2012)

    Immagine 6

     

     

    GAP banda ultra larga

    Per quanto riguarda la banda larga veloce (dai 30 Mb/s in su), in Emilia-Romagna si stima che la popolazione con questo tipo di accesso sia attorno al 9% circa, un dato inferiore a quello nazionale (10%) e di alcune regioni (Lombardia, Lazio, Liguria e Piemonte). Non sono disponibili, invece, stime regionali relative alla banda ultralarga (>100 Mb/s), per la quale sono comunque previsti vari progetti da parte di operatori privati; per quel riguarda la regione Emilia-Romagna, la banda ultra larga su rete fissa avrà uno sviluppo concentrato, almeno per i prossimi anni, in poche aree urbane dei capoluoghi di provincia. Questo si riflette in maniera importante nella carenza di banda ultra larga per le aree produttive tipicamente poste al di fuori delle aree urbane.Il confronto Italia-altri paesi UE conferma il gap esistente nella disponibilità di infrastrutture in banda ultra larga ed una staticità nel modificare la situazione. Il recente rapporto “RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI EU 2020 DELLA BANDA LARGA IN ITALIA: PROSPETTIVE E SFIDE” del Commissario di Governo per l’attuazione dell’Agenda Digitale conferma la situazione suddetta in relazione al raggiungimento degli obiettivi DAE; tra gli aspetti critici per il raggiungimento degli obiettivi, evidenzia inoltre che l’obiettivo del 50% di penetrazione 100Mbps al 2020 è una combinazione di sviluppo di piani realizzativi e crescita della domanda e che il raggiungimento di questo obiettivo richiederà iniziative e monitoraggio anche sul fronte della domanda. Anche in riferimento alla stuazione delle scuole della regione, si registra una carenza per quanto attiene alle infrastrutturazione in banda utlra larga. Al 2014 solo il 9% delle scuole regionali hanno questa disponibilità.

     

    Internet per le famiglie e le persone

    Per quanto riguarda le dotazioni ICT delle famiglie, la regione conferma un buon posizionamento a livello nazionale: nel 2012 il 62% delle famiglie emiliano-romagnole possiede un pc (che colloca la regione al nono posto a livello nazionale), il 59% possiede un accesso ad internet (quinto posto) ed il 53% una connessione in banda larga (quarto posto). Esiste ancora una piccola quota di famiglie che utilizzano tecnologie a banda stretta, anche se in riduzione. Sia per l’accesso ad internet che per la connessione a banda larga (su rete fissa e mobile) si osserva una discreta dinamica positiva, sostanzialmente simile a quanto rilevato a livello nazionale. Dal 2008 ad oggi, la quota di famiglie che dichiarano di avere un accesso ad internet è cresciuta di 12 punti percentuali (era pari al 47% nel 2008), quella che dichiara di utilizzare una connessione a banda larga è cresciuta di 20 punti percentuali (era pari al 33% nel 2008). Per un confronto europeo bisogna prendere in considerazione la fascia di età 16-74 anni, per la quale in Emilia-Romagna si rileva che nel 2011 le famiglie con almeno un componente in questa fascia di età che possiedono l’accesso ad internet sono il 64%, una quota superiore al valore nazionale (64%) ma inferiore di 9 punti percentuali al valore dell’UE27 (73%).

     

    Dotazioni ICT delle famiglie nel 2012

    (quote % sul totale)

    Immagine 7

    Fonte: ISTAT, EUROSTAT

    Dotazioni ICT delle famiglie emiliano-romagnole

    (quote % sul totale)

    Immagine 8

    Fonte: ISTAT, EUROSTAT

     

     

     

    GAP uso di internet

    Per quanto riguarda l’uso di internet da parte dei cittadini, l’Agenda Digitale Europea ha proposto di portare entro il 2015 almeno il 75 per cento dei cittadini ad un utilizzo regolare di Internet (almeno una volta alla settimana) e di ridurre al 15 per cento la percentuale di non utilizzatori di Internet. Per entrambi gli obiettivi è ancora consistente il ritardo italiano e della regione. Nel 2011, ultimo dato omogeneo disponibile, la popolazione di 16-74 anni che ha utilizzato internet almeno una volta nell’arco di un anno rappresentano in Emilia-Romagna il 62% della popolazione, un dato superiore al valore italiano (57%) ma inferiore a quello dell’UE27 (73%). Gli utenti regolari rappresentano invece il 55% della popolazione 16-74 anni, mentre in Italia il valore è del 51% e per l’UE27 è pari al 68%.  Gli utenti frequenti, cioè quelli che utilizzano internet tutti i giorni, scendono al 53%, un valore superiore a quello dell’Italia (49%) e di poco inferiore a quello europeo (56%). Infine, la popolazione che non ha mai usato internet rappresenta in Emilia-Romagna ancora più di un terzo del totale (34%), inferiore al dato italiano (39%) ma superiore di 10 punti percentuali al dato europeo (24%).

     

     

    % popolazione 16-74 anni che non ha mai usato internet (2011)

    Immagine 9

    Fonte: Elaborazioni Regione Emilia-Romagna,

    Coordinamento PiTER su dati ISTAT

     

    % popolazione 16-74 anni che utilizza regolarmente internet (2011)

    Immagine 10 Fonte: Elaborazioni Regione Emilia-Romagna,

    Coordinamento PiTER su dati ISTAT

     

    Analizzando i dati per fasce di età della popolazione, si osserva che tra i più giovani l’utilizzo del web è molto più frequente tra gli adolescenti di 11-17 anni (87%) che non tra i bambini di 6 -10 anni (32%), un valore tra i più bassi in Italia, rispetto al quale esiste un differenziale negativo di 6 punti percentuali; tra i più anziani (over 65 anni), l’uso di internet è limitato all’8% circa delle persone, un valore in linea col dato nazionale.

    Anche per quanto riguarda l’e-commerce, l’Emilia-Romagna si colloca ad un livello superiore a quello italiano, ma distante da quello europeo e dall’obiettivo dell’Agenda digitale europea di portare il 50% dei cittadini ad effettuare acquisti online entro il 2015. Attualmente solo il 20% della popolazione regionale ed il 15% della popolazione italiana effettua acquisti online, ben al di sotto del 43% rilevato per l’UE27. Altrettanto distante, allo stato attuale, appare l’altro obiettivo europeo che fissa al 20% la quota di persone che dovrà effettuare, entro il 2015, acquisti online oltre confine: l’Emilia-Romagna nel 2011 è ferma al 10%, lo stesso valore dell’UE27 (a livello nazionale tale quota è ancora più bassa, il 5%). Considerando, invece, la popolazione tra i 16 e 74 anni che utilizza internet, si osserva che nel 2011 in Emilia-Romagna il 32% ha effettuato acquisti online, a fronte di un valore del 27% per l’Italia e del 58% per l’UE27. Gli ultimi dati a disposizione a livello nazionale, relativi al 2012, seppur riguardanti una differente fascia di età rispetto alla rilevazione a livello europeo, evidenziano un ulteriore crescita dell’e-commerce. Tra gli utilizzatori di internet di 14 anni e più, in Emilia-Romagna il 35% ha effettuato ordini o acquisti sul web nell’arco di un anno, un valore superiore al Nord-Est e all’Italia; il 15% degli utenti di 6 anni o più ha venduto merci e/o servizi sul web negli ultimi tre mesi, in linea al dato del Nord-Est e leggermente superiore a quello nazionale; il 37% degli utenti di 6 anni o più ha utilizzato servizi bancari online negli ultimi 3 mesi, un dato leggermente inferiore al Nord-Est, seppur superiore a quello nazionale.

     

    Persone che hanno acquistato o ordinato beni e servizi via web (2011)

    Immagine 11

    Fonte: Elaborazioni Regione Emilia-Romagna,

    Coordinamento PiTER su dati ISTAT

    Utenti di internet (16-74 anni) che hanno acquistato o ordinato beni e servizi via web (2011)

    Immagine 12

    Fonte: ISTAT, EUROSTAT

     

    In generale, la valutazione delle azioni svolte dai cittadini in rete evidenzia una bassa capacità di utilizzare le effettive opportunità che la rete offre.

    La popolazione emiliano-romagnola mostra, in generale, maggiori competenze digitali per l’uso del personal computer e di internet del livello medio italiano, ma al di sotto del livello medio europeo. Per quanto riguarda l’uso del pc, le persone di 16-74 anni con skills medi-elevati (cioè capaci di svolgere più di 3 attività tra quelle rilevate) rappresentano il 49% della popolazione, un valore superiore a quello italiano (46%) ma inferiore a quello dell’UE27 (53%); mentre le persone con skills medi/elevati nell’uso di internet rappresentano il 39% della popolazione di 16-74 anni della regione, superiore al dato italiano (37%) ma inferiore a quello dell’UE27 (43%).

     

    Competenze della popolazione 16-74 anni nell’uso del PC (2011)

    Immagine 13

    Fonte: ISTAT, EUROSTAT

    Competenze della popolazione 16-74 anni nell’uso di internet (2011)

    Immagine 14

    Fonte: ISTAT, EUROSTAT

     

    Internet nella Pubblica Amministrazione

    La  digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, sia dal lato della modernizzazione e semplificazione delle procedure e dei servizi, sia dal lato dei rapporti con i cittadini e l’utenza è uno dei pilastri fondamentali dell’Agenda Digitale Europea. In questo ambito, la Regione Emilia-Romagna è impegnata da anni, con interventi mirati (da ultimo, il nuovo Piano Telematico PiTER per il 2011-2013), nel potenziamento dei servizi di e-Governement, per favorire il diritto di accesso ai servizi alla persona ed alle imprese. Nella programmazione 2007-2013, considerando sia le risorse regionali, che quelle nazionali ed europee, la Regione ha programmato interventi per un ammontare complessivo di oltre 300 milioni di Euro, il 5,8% delle risorse programmate da tutte le regioni italiane. I principali settori di intervento, per entità di risorse programmate, sono state l’e-health e l’infomobilità.

    I servizi online interattivi sono cresciuti costantemente negli ultimi anni. Dal 2011 tutti i 348 comuni della regione offrono almeno un servizio interattivo (nel 2010 erano 272). Considerando un campione di 13 servizi comunali tra i più diffusi, sono 27 i Comuni che mettono a disposizione un solo servizio, il 76% (266) dei Comuni hanno attivato da 2 a 5 servizi online evoluti, solo 5 sono i Comuni che offrono più di 10 servizi evoluti.

    Sul fronte della dematerializzazione e completa informatizzazione delle procedure e dei documenti, si rileva che tutti gli Enti locali dell’Emilia-Romagna sono dotati della posta elettronica certificata. La firma elettronica è utilizzata ancora in pochi ambiti, a differenza di alcune altre regioni che la utilizzano sempre: in Emilia-Romagna sono 6 gli ambiti per i quali è possibile utilizzarla (agricoltura, anagrafe, sanità, imprese, protocollo, gestione procedure amministrative interne).

    Per quanto riguarda i servizi per la sanità, sono 6 le AULS e Aziende ospedaliere che consentono la prenotazione di analisi e visite mediche, mentre è più diffuso il servizio di pagamento del ticket online (in 16 AUSL ed AO su 17). L’Emilia-Romagna è tra le 5 regioni italiane in cui è stato già realizzato il Fascicolo Sanitario Elettronico, seppure con una copertura della popolazione ancora bassa (solo lo 0,7%, a fronte di un valore medio nazionale del 13%) e 6 componenti già implementate.

     

    GAP utilizzo dei servizi web della PA per i cittadini

    In generale si osserva un ritardo dell’Emilia-Romagna rispetto al livello europeo ed all’obiettivo dell’Agenda digitale europea per il 2015 (50% della popolazione) per quanto riguarda la fruizione dei servizi web della Pubblica Amministrazione. Nel 2011, ultimo dato disponibile, la quota di popolazione che utilizza servizi di e-government è pari al 21%, al di sotto del dato italiano (22%) e di quello europeo (EU27, 41%). Per servizi di e-government vengono presi in considerazione sia la raccolta di informazioni, che lo scarico e l’invio di moduli online. Relativamente a questo ultimo aspetto, per il quale l’Agenda europea ha fissato il target del 25% della popolazione entro il 2015, a fronte di un valore per l’UE27 del 41%, sia l’Emilia-Romagna che l’Italia nel suo complesso è ferma all’8% circa. Considerando la popolazione tra i 16 e i 74 anni che utilizza internet, nel 2011 a livello regionale il 40% ha intrattenuto relazioni via web con la Pubblica Amministrazione, una quota leggermente superiore del livello nazionale (39%) ma distante da quello dell’UE27 (56%) e dei paesi dell’area Euro (60%) ed in aumento (il ritardo dell’Emilia-Romagna dall’UE27 nel 2008 era di nove punti percentuali, ora cresciuto fino a 16). Gli utenti emiliano-romagnoli che utilizzano internet lo fanno soprattutto per ottenere informazioni (nel 29% dei casi tra la popolazione di 14 anni ed oltre), oppure per scaricare moduli di vario tipo dai siti della PA (il 21% di coloro che utilizzano internet) o per compilare moduli online sui siti della PA (il 14%).

     

    % popolazione che ha utilizzato servizi web della PA (2011)

    Immagine 15

     

    Fonte: ISTAT, EUROSTAT

    % utenti di internet (16-74 anni) che utilizza servizi web della PA (2011)

    Immagine 16

    Fonte: ISTAT, EUROSTAT

     

     

    Internet nelle imprese

    Osservando le dotazioni delle tecnologie ICT tra le imprese, si rileva che a livello regionale, il 97%  delle imprese con almeno 10 addetti utilizza un computer (sono il 96% a livello nazionale ed europeo); il 94% possiede una connessione internet, come a livello nazionale e di poco al di sotto del livello europeo (97%); il 70% possiede un proprio sito web aziendale, a fronte del 63% dell’Italia e del 69% dell’UE27; l’87% possiede una connessione in banda larga, una valore leggermente inferiore al livello nazionale (88%) ed europeo (89%). Da un’indagine dell’Osservatorio Innovazione di Unioncamere Emilia-Romagna emerge che, sul campione considerato, oltre ¾ delle imprese utilizzano una connessione ADSL. Permangono, a fine 2011, alcune aree della regione in cui anche per le imprese persiste un problema di digital divide di prima generazione: le unità locali che non possono accedere a servizi  ADSL con velocità maggiore di 2 Mb/s sono 51 mila circa, l’11% del totale.

     

    Dotazioni ICT delle imprese con più di 10 addetti nel 2011 (quote % sul totale)

    Immagine 17

    Fonte: ISTAT, EUROSTAT

    Addetti che utilizzano il PC e la connessione ad internet nel 2011 (quote % sul totale)

    Immagine 18

    Fonte: ISTAT, EUROSTAT

     

    GAP utilizzo ICT nelle imprese

    A fronte di una situazione sicuramente non negativa per la disponibilità di dotazioni tecnologhe, tra gli addetti delle imprese della regione, solo il 46% utilizzano il computer almeno una volta alla settimana ed il 38% utilizzano il computer connesso ad internet almeno una volta alla settimana, valori sostanzialmente in linea con il livello nazionale, ma al di sotto di quanto rilevato per l’UE28 (dove sono rispettivamente il 54% ed il 47%) . In riferimento al valore obiettivo di uno dei KPI della ADE, che prevede per il 2015 il 33% di imprese che effettuano vendite online (eCommerce), le imprese della Regione Emilia-Romagna che hanno effettuato vendite online sono il 5% e le imprese che hanno effettuato acquisti online sono il 13% , in confronto alle altre regioni allineate al livello medio nazionale, ma con un evidente gap da recuperare nei confronti degli obiettivi EU suddetti. Sull’eCommerce, analoghi dati, sempre di fonte ISTAT relativi ad un approfondimento nella rilevazione del Censimento 2011 sulle imprese con numero di addetti tra 3 e 9, confermano per le imprese emiliano-romagnole la scarsa propensione all’utilizzo, con una posizione della Regione Emilia-Romagna di poco al disotto o in linea con la media nazionale, sempre ampiamente al di sotto dell’obiettivo della Agenda Digitale Europea.

    Questa situazione risulta particolarmente allarmante se si considera che l’adozione, disseminazione e utilizzo delle ICT anche tra i settori tradizionali (ICT-using sectors) è considerata tra le principali determinanti del gap di produttività tra l’Italia e i Paesi competitori.

     

    GAP utilizzo servizi web PA per le imprese

    Per quanto concerne le relazioni delle imprese con la PA, dai dati ISTAT si evince che in Emilia-Romagna le imprese regionali utilizzano meno i servizi online della Pubblica Amministrazione rispetto al quadro nazionale, a causa delle procedure elettroniche adottate, perché troppo complicate o dispendiose in termini di tempo (per il 54% delle imprese regionali contattate, una quota superiore al valore nazionale del 53% e dell’UE27 del 29%), per il fatto che le procedure online richiedono ancora l’invio di documentazione cartacea o la consegna diretta (per il 50% delle imprese regionali, il 51% a livello nazione ed il 32% a livello di EU27), oppure per la scarsa conoscenza della disponibilità di effettuare le operazioni online (per il 41% dei casi a livello regionale, il 40% a livello nazionale ed il 24% a livello europeo). Le imprese regionali con più di 10 addetti che utilizzano internet, lo fanno nella maggior parte dei casi per scaricare moduli (65% delle imprese) e ottenere informazioni (61%). Solo il 26% delle imprese gestisce le procedure completamente online ed il 10% utilizza il web per le gare d’appalto.

    Analizzando un caso specifico di servizio, quello erogato attraverso gli Sportelli Unici delle Attività Produttive (SUAP) online, a fronte di un elevato livello di disponibilità del servizio per le imprese del territorio regionale (il 100% dei Comuni ha attivato il servizio di invio telematico al SUAP ), il numero totale di pratiche inviate online sul numero totale di pratiche si differenzia molto nelle diverse province, con sei province su nove con percentuali dallo 0% al 11% e le rimanenti tre con percentuali che vanno dal 29% al un massimo del 41% .

     

    Il settore delle ICT

    Nel 2011 il settore dei servizi di informazione e comunicazione occupa a livello regionale 43 mila persone circa, il 7,8% degli occupati a livello nazionale. (GAP sviluppo settore ICT) In rapporto agli occupati totali, il settore rappresenta in Emilia-Romagna il 2,2%, un valore superiore a quello del Nord-Est (1,9%), ma inferiore al dato nazionale (2,4%) e a quello europeo (UE27, 2,9%). Il divario aumenta se si considerano alcune regioni competitor, come ad esempio il Baden-Württemberg, l’Hessen ed il País Vasco, dove l’incidenza degli occupati dell’ICT è superiore al 3%. Osservando l’evoluzione del settore negli ultimi quattro anni, si rileva un miglioramento del dato regionale (gli occupati erano l’1,7% del totale nel 2008), a fronte di una sostanziale stabilità a livello nazionale ed europeo. Si è ridotto anche il divario rispetto alle altre regioni competitor. La variazione percentuale del numero di occupati regionali rispetto al 2008 ha visto una crescita del 26,5%, dato superiore sia al livello nazionale, europeo e a quello delle varie regioni competitor osservate (con l’unica eccezione dell’Acquitania, che però mostra un livello di specializzazione inferiore a quello dell’Emilia-Romagna).

     

    Incidenza % occupati nei servizi di informazione e comunicazione sul totale

    Immagine 19

    Fonte: Eurostat

    Incidenza % occupati nei servizi di informazione e comunicazione sul totale

    Immagine 20

    Fonte: Eurostat

     

     

     

    2.      Punti di forza e di debolezza

    Sulla base dell’analisi di contesto sopra riportata, di seguito si riassumono i principali punti di forza  e di debolezza dell’Emilia-Romagna per quanto riguarda la crescita digitale.

     

    Punti di forza

    Punti di debolezza

    ·         Banda Larga e digital divide di prima generazione. La copertura regionale lorda da infrastrutture di banda larga di prima generazione ha raggiunto il 98%, un valore non lontano dall’obiettivo del 100% fissato dall’Agenda Digitale Europea per fine 2013. La popolazione che ha a disposizione un accesso a servizi a banda larga su rete fissa superiori a 2 Mb/s ha raggiunto il 90,1% del totale (solo rete fissa) ed il 97% se si considera anche il wireless (Hiperlan e WiMax). La popolazione regionale in digital divide di prima generazione (< 2 Mb/s), in costante riduzione negli anni, ha raggiunto il 9,9% (-1,4% rispetto al 2011), considerando solo la rete fissa, ma scende al 3% se si include anche il wireless (-1,8% rispetto al 2011).

    ·         Dotazioni ICT delle famiglie. Buon posizionamento della regione a livello nazionale per quanto riguarda il possesso di PC (62% delle famiglie), l’accesso ad internet (59% delle famiglie), la connessione in banda larga (53%). Considerando le famiglie con almeno un componente nella fascia di età 16-74 anni, invece, si rileva un certo ritardo dell’Emilia-Romagna (64%) per quanto riguarda l’accesso ad internet rispetto all’UE27 (73%).

    ·         Dotazioni delle tecnologie ICT tra le imprese. Buon posizionamento a livello nazionale ed europeo, seppur in alcuni casi con valori leggermente inferiori all’UE27, per quanto riguarda l’utilizzo del computer (97% delle imprese con più di 10 addetti), il possesso di una connessione internet (94%), il possesso di un sito web aziendale (79%), il possesso di una connessione in banda larga (87%). Permangono, a fine 2011, alcune aree della regione in cui anche per le imprese persiste un problema di digital divide di prima generazione: le unità locali che – sulla base di un’indagine condotta dall’Osservatorio Innovazione di Unioncamere Emilia-Romagna - non possono accedere a servizi  ADSL con velocità maggiore di 2 Mb/s sono 51 mila circa, l’11% del totale.

    ·         Digitalizzazione della PA (servizi online, posta certificata, firma elettronica, fascicolo sanitario elettronico). I servizi online interattivi sono cresciuti costantemente negli ultimi anni. Dal 2011 tutti i 348 comuni della regione offrono almeno un servizio interattivo (nel 2010 erano 272). Sul fronte della dematerializzazione e completa informatizzazione delle procedure e dei documenti, si rileva che tutti gli Enti locali dell’Emilia-Romagna sono dotati della posta elettronica certificata. La firma elettronica è utilizzata ancora in pochi ambiti, a differenza di alcune altre regioni che la utilizzano sempre: in Emilia-Romagna sono 6 gli ambiti per i quali è possibile utilizzarla (agricoltura, anagrafe, sanità, imprese, protocollo, gestione procedure amministrative interne). Per quanto riguarda i servizi per la sanità, sono 6 le AULS e Aziende ospedaliere che consentono la prenotazione di analisi e visite mediche, mentre è più diffuso il servizio di pagamento del ticket online (in 16 AUSL ed AO su 17). L’Emilia-Romagna è tra le 5 regioni italiane in cui è stato già realizzato il Fascicolo Sanitario Elettronico, seppure con una copertura della popolazione ancora bassa (solo lo 0,7%, a fronte di un valore medio nazionale del 13%) e 6 componenti già implementate.

    ·         Banda larga di seconda generazione. La popolazione regionale con la disponibilità di accesso a servizi a banda larga superiori a 30 Mb/s è pari al 9% circa del totale, un dato inferiore a quello nazionale (10%) e di alcune regioni (Lombardia, Lazio, Liguria e Piemonte) e distante dall’obiettivo dell’Agenda digitale europea (100% entro il 2020). Interventi degli operatori focalizzati su aree urbane determinano una mancata offerta per le aree produttive. Scarso livello di connessione delle scuole.

    ·         Uso di internet da parte dei cittadini. Seppur migliori dei valori nazionali e di alcune altre regioni, la quota di persone (di età 16-74 anni) che utilizzano regolarmente internet in regione (55%) è ancora lontana dalla media europea e dall’obiettivo dell’Agenda digitale europea (75% entro il 2015). Altrettanto importante è il divario per quanto riguarda la popolazione che non ha mai usato internet, che rappresenta in Emilia-Romagna ancora più di un terzo del totale (34%), inferiore al dato italiano (39%) ma superiore di 10 punti percentuali al dato europeo (24%) e di 19 punti percentuali dall’obiettivo dell’Agenda digitale europea (15% entro il 2015).

    Tra i giovanissimi, si rileva che in regione l’utilizzo del web da parte dei bambini di 6 -10 anni è tra i più bassi in Italia (32% a fronte del 38% nazionale). Un valore molto basso, anche se in linea con il quadro nazionale, si rileva per  adulti di 65 anni e oltre (8% circa).

    ·         E-commerce per i cittadini. Le persone che utilizzano il web per ordinare o acquistare prodotti e servizi sono in aumento, ma ancora al di sotto del livello europeo e degli obiettivi dell’Agenda digitale europea. Attualmente solo il 20% della popolazione regionale ed il 15% della popolazione italiana effettua acquisti online, ben al di sotto del 43% rilevato per l’UE27 e dell’obiettivo del 50% entro il 2015. Altrettanto distante, allo stato attuale, appare l’altro obiettivo europeo che fissa al 20% la quota di persone che dovrà effettuare, entro il 2015, acquisti online oltre confine: l’Emilia-Romagna nel 2011 è ferma al 10%, lo stesso valore dell’UE27 (a livello nazionale tale quota è ancora più bassa, il 5%).

    ·         Fruizione dei servizi web della PA da parte dei cittadini. La quota di popolazione che in regione utilizza servizi di e-government – richiesta informazioni, scarico e l’invio di moduli online - è pari al 21%, al di sotto del dato italiano (22%) e di quello europeo (EU27, 41%). Considerando la popolazione tra i 16 e i 74 anni che utilizza internet, nel 2011 a livello regionale il 40% ha intrattenuto relazioni via web con la Pubblica Amministrazione, una quota inferiore al dato dell’UE27 (56%), la cui distanza è in crescita (il ritardo dell’Emilia-Romagna dall’UE27 nel 2008 era di nove punti percentuali, ora cresciuto fino a 16).

    ·         In generale, la valutazione delle azioni svolte dai cittadini in rete evidenzia una bassa capacità di utilizzare le effettive opportunità che il web mette a disposizione.

    ·         Competenze digitali della popolazione. La popolazione emiliano-romagnola mostra, in generale, maggiori competenze digitali per l’uso del personal computer e di internet del livello medio italiano, ma al di sotto del livello medio europeo. Per quanto riguarda l’uso del pc, le persone di 16-74 anni con skills medi-elevati (cioè capaci di svolgere più di 3 attività tra quelle rilevate) rappresentano il 49% della popolazione, un valore superiore a quello italiano (46%) ma inferiore a quello dell’UE27 (53%); mentre le persone con skills medi/elevati nell’uso di internet rappresentano il 39% della popolazione di 16-74 anni della regione, superiore al dato italiano (37%) ma inferiore a quello dell’UE27 (43%).

    ·         Utilizzo di ICT nelle imprese. Tra gli addetti delle imprese della regione, il 36% utilizzano il PC ed il 45% utilizzano la connessione ad internet almeno una volta a settimana, valori sostanzialmente in linea con il livello nazionale ma al di sotto di quanto rilevato per l’UE27 (dove sono rispettivamente il 43% ed il 53%). Le imprese della regione dimostrano scarso utilizzo dell’eCommerce (sia per le vendite che per gli acquisti online).

    ·         Utilizzo dei servizi web della PA da parte delle imprese. In Emilia-Romagna le imprese regionali utilizzano meno i servizi online della Pubblica Amministrazione rispetto al quadro nazionale, a causa della complessità delle procedure elettroniche, per il fatto che le procedure online richiedono ancora l’invio di documentazione cartacea o la consegna diretta, oppure per la scarsa conoscenza della disponibilità di effettuare le operazioni online.

    ·         Settore dei servizi di informazione e comunicazione. In termini di occupati, il settore dei servizi di informazione e comunicazione occupa a livello regionale 43 mila persone circa, il 7,8% degli occupati a livello nazionale. In rapporto agli occupati totali, il settore rappresenta in Emilia-Romagna il 2,2%, un valore superiore a quello del Nord-Est (1,9%), ma inferiore al dato nazionale (2,4%) e a quello europeo (UE27 2,9%). Osservando l’evoluzione del settore negli ultimi quattro anni, si rileva un miglioramento del dato regionale (gli occupati erano l’1,7% del totale nel 2008), a fronte di una sostanziale stabilità a livello nazionale ed europeo. Si è ridotto anche il divario rispetto alle altre regioni competitor.

     

     

    3.      Priorità della strategia regionale per la Crescita Digitale

    Le politiche regionali per la crescita digitale, attraverso la programmazione specifica ed azioni collaterali, hanno puntato ad affrontare prioritariamente i seguenti fabbisogni di intervento:

    ·         Sviluppo e garanzia della diffusione della banda ultra larga (>30 Mb/s).

    ·         Attuazione del processo di digitalizzazione della PA.

    ·         Miglioramento dei servizi di e-government e dell’effettivo utilizzo da parte delle imprese e dei cittadini

    ·         Potenziamento dell’utilizzo di internet in tutte le fasce della popolazione, compresi i giovanissimi, e tra gli addetti delle imprese.

    ·         Potenziamento della diffusione dell’e-commerce dal punto di vista della domanda e dell’offerta.

    ·         Rafforzamento del settore dei servizi di informazione e comunicazione.

    Le priorità di azione per affrontare tali necessità si possono concettualmente sintetizzare nei seguenti ambiti di intervento.

     

    Infrastrutturazione

    I temi che ruotano attorno alla Società della Informazione, sia per quanto attiene le infrastrutture che i servizi di e-government, sono al cuore del Piano Telematico regionale dai suoi esordi.

    La Legge regionale 11 del 2004 (e le sue successive modifiche) pone un focus specifico sui temi infrastrutturali, normando la necessità per gli enti locali della regione di dotarsi di una rete a banda larga. Tra gli obiettivi infatti è “l'attivazione dell'infrastruttura tecnologica e della rete telematica regionale per lo scambio di dati e di servizi tra enti del territorio (e per i servizi di contatto con i soggetti privati e con le imprese), realizzando in modo capillare ed omogeneo l'espansione del "territorio digitale". La Legge quindi istituisce una rete regionale delle pubbliche amministrazioni dell'Emilia-Romagna, dedicata ai collegamenti fra gli uffici e gli enti della Regione, interconnessa a internet, e aperta alle altre amministrazioni regionali e locali, enti ed organizzazioni di diritto pubblico regionali e locali e alla erogazione di servizi predisposti dagli enti o integrati con altri enti nel sistema regionale. La rete in questione è a rete Lepida, gestita,dalla Società In house LepidaSpa.

    Ad oggi la rete Lepida collega tutti gli enti locali della regione e si può descrivere con questi numeri:

                          rete geografica: 64.000 Km di fibra ottica, 2.700 Km di infrastrutture, oltre 630 punti di accesso, 1Gbps garantito nei punti serviti dalla fibra ottica, già in break even dal 2009, risparmio dell’ordine di 24M€ anno su canoni equivalenti rispetto al mercato PA;

                          MAN: 77.000Km di fibra ottica realizzati per oltre 1.250 punti di accesso, costo medio a sede dell’ordine dei 10K€ e manutenzione passiva al 3%.

    Negli anni, mentre le pubbliche amministrazioni andavano dotandosi di questa capace infrastruttura, il tema del digital divide per cittadini ed imprese si è fatto più evidente, e la rete è stata messa a valore anche per questo fabbisogno. Nello specifico nel contrasto al divario digitale sono stati resi disponibili 38.000 Km di fibre geografiche su cui si effettuano azioni di coordinamento nonchè 18.000 Km di fibra di proprietà. La attività è svolta in collaborazione con operatori privati, spesso locali attraverso convenzioni specifiche.

    Con la programmazione corrente si è raggiunto il traguardo fissato dall’Agenda Digitale europea di portare la copertura a banda larga su tutto il territorio regionale a 2 Mbps (97,57% di copertura su rete fissa e 2,43% di copertura satellitare).

    Le aree produttive sono focus delle iniziative di infrastrutturazione a venire, con evidenti coerenze con le azioni che verranno sviluppate dalla piattaforma S3.

    Per quanto attiene le aree produttive (GAP banda ultra larga) infatti, sappiamo che sono necessitanti, per la maggior parte, di infrastrutture in fibra ottica per la erogazione di servizi in banda ultra larga (per le caratteristiche di velocità, simmetria e banda garantita), la cui mancanza definisce lo stato di digital divide per gli imprenditori lì residenti ed operanti. Anche per questa fattispecie di divario digitale la rete Lepida è l’asset messo a disposizione dal pubblico, in un modello di collaborazione e cofinanziamento pubblico privato che rende ancora più capillare e presente la risorsa banda ultra larga sul territorio.

    Per permettere l'affermazione di una vera e propria scuola digitale, cioè in grado di sfruttare le nuove tecnologie per sviluppare nuove metodologie didattiche che permettano l’aggiornamento e la crescita dell’offerta formativa, si interverrà portando connettività a banda ultra larga a tutte le scuole della regione.

    Si intende proseguire nello sviluppo dell’infrastruttura di telecomunicazione regionale e nella lotta ai “nuovi” digital divide (anche in relazione agli ulteriori obiettivi dell’Agenda Digitale Europea), incentivando anche lo sviluppo di partnership di tipo pubblico-privato e affiancando alla azione sulle reti la realizzazione di Datacenter territoriali per razionalizzare le risorse ICT di gestione di dati e informazioni gestite dagli Enti locali, con erogazione di servizi anche in ottica Cloud.

     

    Ricerca e sviluppo

    Sin dai primi piani regionali è stata grande importanza all’attivazione di percorsi di ricerca e di innovazione. Nell’ambito della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia è stata identificata una specifica piattaforma dedicata alle ICT, nella quale sono coinvolte direttamente, con propri laboratori, le Università regionali e l’ENEA, Lepida SpA e diverse società di ricerca e progettazione nel campo dell’ingegneria informatica che hanno ottenuto l’accreditamento regionale come strutture di ricerca industriale e trasferimento tecnologico.

    La ricerca per lo sviluppo di nuove applicazioni passa attraverso lo stimolo, da parte della Regione, alla ricerca collaborativa tra queste strutture e le imprese del settore ICT o di altri settori che intendono fare un uso intensivo e avanzato delle ICT. Questo ambito di azione è quello che maggiormente porta al collegamento con la Strategia S3, come si vedrà di seguito e come viene evidenziato nel paragrafo 2.9 della Strategia.

    Altro elemento importante è il supporto all’accompagnamento di start ups derivanti dalla ricerca o comunque altamente innovative. Le start ups high tech rappresentano una parte molto consistente delle nuove imprese di alta tecnologia sostenute dalla Regione.

    Attraverso la ricerca e sviluppo collaborativa e il sostegno alle start ups ICT la Regione si propone di far fare un salto di qualità al sistema produttivo, sia nello sviluppo di un settore competitivo nel software (GAP sviluppo settore ICT), sia nell’evoluzione digitale dell’intero sistema economico, necessario in particolare per l’emersione di nuovi settori produttivi e per la competitività dei settori dei servizi (GAP utilizzo ICT nelle imprese).

     

    Formazione.

    I processi di introduzione delle tecnologie digitali (GAP Utilizzo ICT nelle imprese, GAP sviluppo settore ICT) non possono prescindere da un investimento sulle risorse umane che accompagni i processi di innovazione organizzativa e produttiva delle imprese qualificando e rafforzando quanto attuato a valere sulla programmazione FSE 2007 – 2013  attraverso tre linee di intervento:

    -        rafforzare le azioni volte a formare nuove competenze per rendere disponibili alle imprese professionalità capaci di gestire le tecnologie e pertanto i profili professionali dell’ICT ai diversi livelli rendendo disponibile un’offerta di formazione terziaria non universitaria e percorsi di alta formazione post universitaria per l’inserimento lavorativo

    -        investire sull’innalzamento delle competenze dei lavoratori delle imprese dell’ICT e sostenere la nuova imprenditorialità anche al fine di rafforzare il sistema dei servizi avanzati alle imprese

    -        accompagnare i processi di innovazione produttiva e organizzativa rendendo disponibile un’offerta formativa che supporti l’introduzione delle tecnologie ICT che stanno divenendo sempre più pervasive nelle attività produttive del sistema regionale e nella gestione dei grandi sistemi collettivi

    La programmazione FSE 2014 – 2020 recepisce e coglie le raccomandazioni europee in materia nonché quanto esplicitato con riferimento agli OT 8 e 10 dell’accordo di partenariato.

     

    Innovazione nelle imprese

    L’introduzione avanzata di ICT è sempre più l’elemento determinante dell’innovazione aziendale. La gestione intelligente delle imprese, la gestione delle reti a monte e a valle richiedono una sempre maggiore intensità di applicazioni digitali. Per questo, in modo complementare agli interventi per la formazione, la Regione sostiene l’innovazione organizzativa a livello di imprese singole o di reti di imprese, attraverso lo strumento delle tecnologie informatiche. Questo passaggio è fondamentale in tutti i settori, dal manifatturiero, al turismo e commercio, agli altri servizi.

    Il sistema produttivo dell’Emilia-Romagna mostra ancora ritardi nell’utilizzo delle tecnologie digitali in forma avanzata, cioè non solo come strumento di comunicazione, ma anche di organizzazione e gestione innovativa, soprattutto delle attività pre e post produttive. C’è un grande spazio di crescita e rafforzamento competitivo attraverso l’avanzamento nella direzione dell’economia digitale e della web economy, sia per i sistemi produttivi consolidati e maturi, sia per le industrie emergenti e immateriali (GAP utilizzo ICT nelle imprese).

    La domanda di ICT verrà anche sviluppata attraverso il supporto ai processi di diffusione delle competenze ICT nelle imprese utilizzatrici di IT attraverso la creazione di alcuni Spazi di contaminazione pilota, intesi come luogo di sperimentazione che coinvolge le aziende utilizzatrici di ICT nell’utilizzo di soluzioni adatte alle proprie esigenze, testando insieme ai produttori, in un ambiente dedicato, le soluzioni in essere. Si tratta di interventi pilota/dimostratori da effettuarsi prioritariamente in ambito urbano come contributo dell’attuazione dell’agenda urbana ed in collegamento con l’ambito di specializzazione della S3 legato alle industrie culturali e creative (GAP utilizzo ICT nelle imprese, GAP utilizzo servizi web PA per le imprese).

     

    Pubblica Amministrazione per cittadini e imprese

    Nei primi anni di programmazione del PiTER la Regione e gli Enti Locali del territorio hanno investito in infrastrutture hardware e software prima, in servizi e piattaforme di e-government dopo e infine in quell’ampia gamma di interventi che oggi vanno sotto il nome di “società dell’informazione”. La Pubblica Amministrazione é stata così dotata di strumenti, di processi e modalità nuove che hanno portato a migliorare efficienza ed efficacia nella gestione e produzione dei servizi pubblici, nell’erogazione di servizi on line e nella loro ri-progettazione ed uniformazione.

    Nel Piano Telamatico 2011-2014 ci si è così mossi da una visione che metteva la singola PA al centro dell'azione, ad una gestione a sistema a rete tra le Pubbliche Amministrazioni ad un approccio, quello attuale, che vuole sempre più vedere l’utente (cittadino o imprese) al centro, intervenendo con azioni che permettano alla città d’essere al servizio dei suoi utenti, migliorando la qualità della vita del singolo e della comunità. Si è spostato così il focus dell’innovazione dalla relazione che il cittadino ha con la Pubblica Amministrazione (e-government) alla messa a valore della vita del cittadino nella sua complessità, prima fra tutti quella del vivere gli spazi urbani (servizi “intelligenti”). Analogamente anche intervenire sulla messa a disposizione di dati (open data) ha significato la volontà di spostare l’investimento di risorse direttamente sui cittadini al fine di recuperare e consolidare un “capitale territoriale” che trova negli individui le sue prime basi.

    Inoltre in ambito e-inclusion, grande sforzo è stato dato al contrasto al knowledge divide, ovvero la mancanza dei saperi, e delle competenze pratiche che impedisce a determinate categorie sociali di comprendere pienamente l'importanza delle reti e usarle per sfruttarne opportunità e vantaggi, principalmente attraverso azioni di formazione di cittadini.

    La costruzione di reti di città, territori, servizi e infrastrutture rappresenta la risposta primaria per accrescere la coesione territoriale del sistema regionale, nella duplice prospettiva di valorizzare i singoli nodi della rete e creare sinergie locali e regionali.

    Le azioni future andranno verso la qualificazione dell’offerta di servizi ai cittadini e alle imprese da parte della PA regionale (GAP utilizzo servizi web PA per le imprese, GAP utilizzo dei servizi web della PA per i cittadini) semplificandone ed agevolandone l’accesso anche attraverso la realizzazione, ridisegno ed evoluzione dei servizi in ottica di migliore usabilità, di interoperabilità e di integrazione con gli utilizzatori finali, con l’ obiettivo primario della semplificazione, dell’efficientamento delle procedure di gestione e, in particolare per le imprese, la riduzione dei costi diretti ed indiretti; questo offrendo il più possibile all’utente finale, cittadino, impresa o professionista, una visione unitaria della sua relazione con la pubblica amministrazione.

    L’azione sulla e-inclusion prosegue con un nuovo modello di azione che si concentrerà nella realizzazione di una rete di “soggetti intermediari” (biblioteche, ecc.) interessati a fornire ai cittadini servizi di inclusione digitale sul territorio, considerati anche a livello europeo come i soggetti chiave per produrre un’offerta di life long learning, sostenibile sia dal punto di vista economico che organizzativo (GAP uso di internet, GAP utilizzo dei servizi web della PA per i cittadini).

     

    4.      Il Piano Telematico Regionale (PiTER) come strategia per la Crescita Digitale

    La Legge Regionale 11/2004 ha riconosciuto la centralità di questa materia definendo ruoli e strumenti di programmazione, in particolare attraverso la predisposizione di periodiche “Linee di indirizzo per lo sviluppo delle ICT e dell'e-government” e prevedendo quale modalità di esecuzione delle linee di indirizzo per lo sviluppo delle ICT e dell’e-government, l’adozione di programmi annuali di attuazione, i Programmi Operativi.

    La strategia corrente e la programmazione per l’Agenda Digitale in Emilia-Romagna sono contenute nei documenti di programmazione del Piano Telematico dell’Emilia-Romagna (PiTER). Il PiTER 2011-2014[1]. Con la L.R. 17/2013 (art. 6 e 21), di modifica alla L.R. 11/2004, è stata modificata la durata delle programmazioni strategiche da triennale a quinquennale; la strategia contenuta nel PiTER 2011-2014, quindi, ha validità per il 2014 in relazione alla Programmazione Operativa e fine legislatura (2015) come riferimento strategico.

    Le priorità per la strategia della Crescita Digitale, elencate in precedenza, sono parte integrante della prossima pianificazione dell’Agenda Digitale, che per legge regionale corrisponde temporalmente ai mandati amministrativi e quindi coprirà il periodo 2015-2020. Il percorso della per la definizione della nuova pianificazione è in corso, l’analisi sopra esposta e la relativa individuazione di GAP, fa parte di questo percorso già intrapreso; per le priorità sopra esposte la disponibilità di risorse economiche è definita e presentata di seguito.

    L’analisi per la definizione dell’Agenda Digitale, come in passato, ha anche come riferimento le strategie Europee in materia, in sintonia con l’Agenda Digitale Europea (DAE) e con gli obiettivi che essa pone, nonché gli ambiti definiti della Agenda Digitale Italiana[2] e, sempre in ottica di coerenza e integrazione, la strategia di livello nazionale contenuta nel documento “La strategia italiana per l’agenda digitale”[3].

    Il percorso già intrapreso di definizione della nuova programmazione, ha visto l’avvio di una azione di confronto con stakeholders denominata “Costituente Digitale” che, supportata dai membri del comitato scientifico  del PITER (previsto sempre nella L.R.11/2004), opera come occasione di incontro e confronto tra portatori di competenze ed interessi nel campo della società dell’informazione. Si sono costituite task force di competenza che dialogano con la Regione proponendo azioni o priorità, sono in corso incontro istituzionali con altre Regioni e con il Governo italiano per favorire una convergenza su tematiche comuni.

    E’ inoltre in corso una azione finalizzata a supportare e guidare gli enti locali del territorio regionale all’adozione delle Agende Digitali Locali, vale a dire documenti strategici che siano in linea e in coordinamento con quanto stabilito dagli analoghi documenti strategici elaborati a livello comunitario (Agenda Digitale Europea), nazionale (Agenda Digitale Italiana e strategia a livello nazionale) e regionale (Piano Telematico dell’Emilia-Romagna). Uno degli scopi di tale attività è quello di fornire alla programmazione regionale indicazioni da parte degli stakeholder locali, attivati dagli Enti del territorio nei loro percorsi. Questa azione ha anche l’obiettivo di far sì che le Agende Digitali siano il più possibile integrate e sinergiche con quelle promosse dai livelli di governo regionale, nazionale ed europeo e quindi avere anche condivisione delle priorità indicate.

    Nella seguente tabella, per le priorità sopra descritte, sono schematizzate :

    ·        le risorse disponibili nell’arco temporale 2015-2020, e relative fonti di finanziamento;

    ·        la dimensione prevalente tra stimolo alla domanda ICT e all’offerta ICT.

     

    Priorità / Azione

    Risorse 2015-2020

    Fonte

    Domanda ICT / Offerta ICT

    Infrastrutturazione / aree produttive

    25.000.000

    FESR

    Offerta ICT 100%

    Infrastrutturazione / scuole

    24.000.000

    Regione Emilia-Romagna

    Enti Locali

    FEASR

    Offerta ICT 100%

    Infrastrutturazione / data center e cloud

    4.000.000

    Regione Emilia-Romagna

    Offerta ICT 100%

    Ricerca e sviluppo / stimolo alla ricerca in ambito ICT per le imprese

    15.000.000

    FESR

    Offerta ICT 100%

    Ricerca e sviluppo / supporto alle start-up ICT

    15.000.000

    FESR

    Domanda ICT 100%

    Formazione

    38.000.000

    FSE

    Offerta ICT 80 %

    Domanda ICT 20%

    Innovazione nelle imprese / supporto all’innovazione organizzativa con strumento ICT

    30.000.000

    FESR

    Domanda ICT 100%

    Innovazione nelle imprese / Spazi di contaminazione

    9.600.000

    FESR

    Domanda ICT 100%

    PA per cittadini e imprese / e-Gov per cittadini e imprese

    10.000.000

    Regione Emilia-Romagna

    FESR

    Offerta ICT 100%

    PA per cittadini e imprese / e-inclusion

    1.300.000

    Regione Emilia-Romagna

    Domanda ICT 100%

     

     

    Le analisi svolte riguardano sia l’offerta di ICT che la domanda, a supporto della definizione di una strategia e della scelta di priorità che tenda ad equilibrare entrambi gli ambiti. Il quadro così definito è considerato punto di partenza comune che consente di costruire, a tutti i livelli di governo, strategie coordinate, anche per recuperare i “gap” che ci separano dal resto dell’Europa.

    Con il PiTER 2011-2014 la Regione ha adottato un nuovo modello di valutazione ciclica che prevede iterativamente le fasi di valutazione ex-ante, in-itinere ed ex-post. La valutazione degli impatti ottenuti da ogni specifico progetto è basata sulla individuazione e valorizzazione di una serie di indicatori di impatto (inteso come effetti ottenuti sui beneficiari. Tale modello sarà utilizzato anche in riferimento alla programmazione 2015-2020. L’attività di raccolta, analisi e descrizione dati “Benchmarking della società dell’Informazione”[4] è strumento di presidio agli indicatori contenuti nella KPI.

    Di seguito si riassumono i principali indicatori di risultato che verranno utilizzati nel monitoraggio delle priorità di azioni.

    Priorità / Azione

    Indicatori

    Infrastrutturazione / aree produttive

    Numero di arre produttive cablate

    Infrastrutturazione / scuole

    Numero scuole cablate

    Infrastrutturazione / data center e cloud

    Numero di Data Center attivati

    Ricerca e sviluppo / stimolo alla ricerca in ambito ICT per le imprese

    Numero progetti di ricerca in ambito ICT sviluppati dai laboratori della rete

    Ricerca e sviluppo / supporto alle start-up ICT

    Numero di start-up innovative in ambito ICT

    Formazione

    Nuemro cittadini e imprese formati

    Innovazione nelle imprese / supporto all’innovazione organizzativa con strumento ICT

    Numero imprese che ricevono un sostegno

    Innovazione nelle imprese / Spazi di contaminazione

    Numero di Spazi di contaminazione attivati

    PA per cittadini e imprese / e-Gov per cittadini e imprese

    Numero di servizi di eGov per cittadini e imprese a disposizione

    PA per cittadini e imprese / e-inclusion

    Numero di Poli intermediari attivati

     

    Nella programmazione del FSE, in relazione all’Obiettico Tematico n. 11, Miglioramento delle prestazioni della pubblica amministrazione, è prevista una specifica azione in relazione all’ investimento nella capacità istituzionale e nell’efficacia delle amministrazioni pubbliche e dei servizi pubblici a livello regionale.

     

    La strategia per le NGN

    La strategia per le reti di accesso di nuova generazione (NGN – NGAN) è parte integrante della strategia contenuta nel PiTER (Linea Giuda n. 1: diritto di accesso alle reti tecnologiche). Gli obiettivi delineati sono coerenti con i relativi obiettivi della Agenda Digitale Europea.

    A supporto della strategia generale del PiTER, la Giunta Regionale è intervenuta con la Delibera n. 1342 del 2011 approvando il documento “Strategie per lo sviluppo di infrastrutture di telecomunicazioni a banda larga e ultralarga in Emilia-Romagna”[5], decidendo contestualmente di istituire un “Tavolo permanente regionale sulle NGN” tra Regione Emilia-Romagna, Enti locali, Operatori di Telecomunicazioni e potenziali Investitori istituzionali, atto a concertare ed approfondire la definizione di modelli architetturali e finanziari, delle strategie, di strumenti utili alla progettazione e alla gestione come il catasto delle infrastrutture e il relativo cruscotto, nonché la definizione di interventi di modifica sui regolamenti urbanistici e dei LLPP che le pubbliche amministrazioni regionali dovranno far proprie, ponendo anche in capo a Lepida SpA, nell’ambito della progettazione e sviluppo di reti di banda larga e ultralarga, la attività di supervisione tecnica per la analisi, definizione e progettazione per il catasto delle infrastrutture e il “cruscotto territoriale” georefenziato capace di rappresentare l’insieme dei vincoli territoriali previsti dalle varie norme, regolamenti e deliberazioni. Il catasto delle infrastrutture esistenti, quindi la disponibilità dei dati e di strumenti telematici per la relativa gestione, rappresenta un tassello funzionale importante.

    Le attività sono monitorate e supportate da una azione di monitoraggio dello stato di avanzamento della copertura territoriale e del livello di soddisfazione dei cittadini ed imprenditori, per l’analisi permanente della situazione mediante un osservatorio in grado di valutare l’efficacia delle azioni e sia in grado di mettere in rapporto la domanda con la potenziale offerta, forzando, laddove è possibile, l’offerta.

    La strategia, i modelli applicati e le azioni sono in piena sintonia e contribuiscono alla attuazione del “Progetto Strategico Agenda Digitale per la Banda Ultra Larga”[6], strategia nazionale sulle NGN.

     

    5.      L’Agenda Digitale e la strategia S3

    La strategia Regionale di Crescita Digitale trova attuazione nella strategia per l’Agenda Digitale per l’Emilia-Romagna, in integrazione con la S3 che, come stimolo della domanda e dell'offerta ICT nel territorio regionale, contribuisce come apporto al quadro generale di Crescita Digitale.

    Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono protagoniste cruciali della strategia di sviluppo regionale, anche per il loro impatto pervasivo nei percorsi di cambiamento strutturale per tutto il sistema produttivo. Tale apporto proviene sia dalle imprese rientranti in questo settore, sia dal mondo della ricerca impegnato nelle corrispondenti tecnologie dell’informatica e del digitale.

    Di seguito si descrive schematicamente il legame tra le ICT e la S3.

     

    Priorità A e B

    In sintesi, le imprese e i centri di ricerca ICT potranno esercitare il loro ruolo nel rafforzamento dei vari sistemi e accompagnarne l’innovazione sostenendone i seguenti principali processi.

     

     

     

    Agroalimentare

    Tracciabilità e controllo dei prodotti, gestione della catena del valore e della logistica, controllo nei processi produttivi, e-commerce e webmarketing

    Edilizia

    Automazione e sicurezza degli edifici, smart cities, gestione intelligente e sicura dei cantieri

    Meccanica

    Gestione della catena del valore, sistemi di produzione intelligenti e sviluppo del rapporto uomo-macchina, assistenza remota, nuovi modelli di business e di processo, mobilità intelligente, e-commerce e webmarketing

    Salute e benessere

    Informatica sanitaria, bioinformatica, big data e calcolo, telemedicina e teleassistenza, visione 3d e sistemi di simulazione, e-commerce e webmarketing

    Industrie culturali e creative

    Prodotti digitali, trasmissione e diffusione, nuovi modelli di business, e-commerce e webmarketing

     

    Priorità C e D

    Nell’ambito della priorità C, il ruolo delle ICT è centrale, ovviamente nell’obiettivo dello Sviluppo della Società dell’informazione, che favorirà lo sviluppo di tecnologie, sistemi e prodotti rivolti a nuovi servizi per i cittadini, le comunità, le imprese e le istituzioni basati sull’applicazione di soluzioni avanzate ICT. Naturalmente, potranno avere un ruolo anche nell’ambito dell’obiettivo della promozione dello sviluppo sostenibile e in quello della promozione della vita sana e attiva delle persone.

    Per quanto riguarda la priorità D, rivolta all’innovazione nei servizi, il ruolo dell’ICT è più che mai centrale per promuovere la modernizzazione, l’efficienza e la competitività dei servizi in una economia moderna.

    La partecipazione di imprese e laboratori alle varie tipologie di progetti deve ovviamente essere accompagnata dallo sviluppo di infrastrutture adeguate, in particolare, la rete a banda ultra larga e data center per l’erogazione di servizi, anche in modalità cloud computing. La disponibilità di infrastrutture adeguate concorre inoltre alla politica di attrazione di investimenti, come la disponibilità di servizi della PA per le imprese semplificati.

    La realizzazione di spazi di contaminazione -luoghi di sperimentazione che mettono insieme aziende produttrici ICT e aziende potenziali utilizzatrici di ICT, ma anche cittadini e Pubblica Amministrazione- è fattore incentivante allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi basati su multimedialità e internet, in particolare nei settori delle industrie culturali creative, e contribuisce alla diffusione di competenze tecnologiche e informatiche come fattore per una crescita competitiva.


    EMENDAMENTO N. 7

     

    INSERIRE IL SEGUENTE ALLEGATO 3

     

    ALLEGATO 3

     

     

    QUADRO FINANZIARIO PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE

     

    La Regione Emilia-Romagna, nei suoi diversi ambiti di intervento, assegna al tema della ricerca e dell’innovazione, un ruolo prioritario. Su tale tema è particolarmente coinvolto l’Assessorato alle Attività Produttive, per l’impegno a sostenere la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico, ma anche, tra gli altri, gli Assessorati all’Agricoltura, alla Sanità e Politiche Sociali, alle Infrastrutture. L’assessorato alla Istruzione, Formazione, Lavoro, Università e Ricerca, svolge un ruolo di coordinamento tra le istituzioni della ricerca pubblica e di raccordo con le politiche per la formazione e l’innovazione.

    Con l’approvazione della Legge Regionale “Promozione del sistema regionale della Ricerca Industriale, Innovazione e Trasferimento Tecnologico” (L.R. 14 maggio 2002, n. 7) ha istituito, già nel 2002, il Fondo Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (FRRIITT), di competenza dell’Assessorato alle Attività Produttive.

    Il FRRIITT è complementare al Fondo Unico Regionale per le Attività Produttive (FUAP), è stato finanziato da risorse statali trasferite alle Regioni a seguito delle leggi sul decentramento amministrativo, e da risorse regionali, e sostiene gli interventi definiti dal Programma che da periodicamente attuazione alla Legge 7/2002 (il PRRIITT).

    Con l’azzeramento delle risorse di fonte nazionale nel 2008 e la riduzione delle risorse di fonte regionale per il Patto di Stabilità, il FRRIITT ha ridotto sensibilmente la sua dotazione negli ultimi anni. Ad alimentare gli interventi a favore della ricerca industriale sono intervenuti, alcuni programmi specifici di fonte nazionale, in particolare:

    -    i due decreti ministeriali di sostegno agli “Interventi per lo sviluppo dei distretti produttivi), cofinanziati comunque in misura preponderante da risorse regionali;

    -    iniziative autonome della Regione, in particolare l’art. 8 della Legge finanziaria per il 2012 per sostenere l’impegno in ricerca e sviluppo delle imprese in fase di espansione produttiva;

    -    ma soprattutto, dal periodo di programmazione 2007-2013, con la riforma dei Fondi Strutturali e il superamento delle delimitazioni Obiettivo 2, il POR FESR.

    Il Fondo Unico per le Attività Produttive è complementare al FRRIITT per quanto riguarda gli interventi relativi in particolare all’accesso al credito e al credito agevolato per gli investimenti, all’innovazione organizzativa e all’internazionalizzazione.

    Con l’approvazione congiunta del Programma Regionale Attività Produttive 2012-2015 e del Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico 2012-2015, è stato pertanto definito il quadro finanziario regionale a sostegno delle politiche per la ricerca e l’innovazione nel triennio. Tale quadro finanziario stabilisce l’impegno della Regione ad una dotazione annua di risorse regionali di:

    -   15 milioni di Euro per la ricerca industriale;

    -   12 milioni di Euro per l’innovazione e il sostegno agli investimenti.

    A questo impegno regionale, anche per il 2015, va aggiunta la disponibilità di risorse nel Bilancio Regionale, ancora da impegnare a favore del sistema regionale della ricerca. La voce principale riguarda la realizzazione e l’adeguamento di infrastrutture per la ricerca, il trasferimento tecnologico, la promozione di nuova imprenditorialità.

    Sulla base di una ricognizione promossa dalla Direzione Generale alle Attività Produttive, Commercio e Turismo, sono state individuate le risorse attualmente disponibili per il sostegno alla ricerca e all’innovazione, nonché le previsioni future per il periodo di programmazione.

    Attualmente, oltre alle risorse per il completamento delle attività previste nell’Asse 1 del POR FESR 2007-2013, per il 2014, sul Bilancio Regionale, per l’Assessorato alle Attività Produttive sono disponibili,:

    -   45,3 milioni di Euro per la realizzazione di infrastrutture per la ricerca industriale, l’innovazione tecnologica, lo sviluppo imprenditoriale;

    -   2,2 milioni di Euro per le attività di coordinamento e promozione della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia;

    -   9 milioni per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo da parte di imprese o istituzioni di ricerca sulla base di diverse fonti di finanziamento;

    -   63 milioni per il credito agevolato, l’ingegneria finanziaria e il sostegno all’innovazione delle imprese dell’industria e dei servizi, incluse le imprese artigiane e cooperative.

    Inoltre, l’Assessorato alla Sanità e alle Politiche Sociali, dispone di 37,1 milioni di Euro per sostenere programmi di ricerca in campo sanitario con le Università e con gli Istituti di Ricerca e Cura (10 milioni), per progetti di ricerca finalizzata sostenuti dal Ministero della Salute (7,8 milioni) e per progetti di innovazione e ricerca in campo sanitario, pubblici e privati (19,4 milioni), anche a cofinanziamento di progetti europei, .

    Analogamente, l’Assessorato alle Infrastrutture, ha a disposizione circa 16,5 milioni di Euro, per la ricerca e l’innovazione nell’ambito della strategia per la crescita digitale nei più vari ambiti di applicazione pubblica.

    L’Assessorato all’Agricoltura, a seguito dell’azzeramento dei trasferimenti nazionali legati al decentramento produttivo, dispone praticamente solo delle risorse legate ai Fondi Strutturali (FEASR).

    Infine, sono da considerare gli interventi nell’ambito della Formazione professionale, in particolare per quanto riguarda la formazione superiore, e l’adattamento per l’occupabilità dei giovani e dei disoccupati. L’Assessorato alla Formazione, conta sul Bilancio attuale 8,2 milioni di Euro, in chiusura del POR FSE 2007-2013 e su altre leggi, ma avrà una dotazione significativa sulla prossima programmazione.

    La strategia di specializzazione, nell’arco del periodo di programmazione 2014-2020, potrà contare quantomeno sulle seguenti risorse pubbliche:

    -             circa 150 milioni di Euro rivolti alla ricerca industriale e alle start ups innovative nell’ambito del POR FESR;

    -             circa 100 milioni di Euro rivolti all’innovazione e alla competitività a valere sul POR FESR

    -             ulteriori 100 milioni circa di risorse regionali per il finanziamento di proprie iniziative o il cofinanziamento di programmi nazionali o europei nel campo della ricerca e dell’innovazione;

    -             circa 92,5 milioni di Euro del POR FEASR rivolti alla ricerca e all’innovazione;

    -             circa 220 milioni di Euro del POR FEASR rivolti alla competitività del sistema agricolo;

    -             circa 115 milioni di Euro del POR FSE destinati alla formazione avanzata e ai percorsi di avvicinamento, inserimento e adattamento;

    -             circa 90 milioni di Euro legati alla ricerca e all’innovazione per la Crescita Digitale;

    -             circa 220 milioni di Euro per la ricerca e l’innovazione nell’ambito della Sanità.

    A queste si dovranno aggiungere risorse attualmente non prevedibili a valere in particolare su:

    -            ulteriori risorse regionali per lo sviluppo economico, l’innovazione, la competitività internazionale, la formazione e qualificazione professionale;

    -            la partecipazione ad iniziative nazionali per la ricerca, l’innovazione e l’internazionalizzazione;

    -            la partecipazione ad iniziative di collaborazione interregionale a livello nazionale e internazionale coerenti con questi sistemi produttivi.

    Soprattutto, bisognerà aggiungere le risorse che il sistema sarà in grado di ottenere attraverso la progettualità dei soggetti dell’ecosistema dal programma Horizon 2020, in coerenza con la Strategia di Specializzazione. A questo proposito, come raccomandato dalla Commissione Europea, verranno attivate tutte le possibili sinergie tra la programmazione regionale e Horizon 2020, con l’aspettativa di determinare, per la sola parte della ricerca e sviluppo, almeno la quadruplicazione delle risorse pubbliche mobilitate dal POR FESR per la ricerca.

    In sostanza, nel settennio, è presumibile assommare circa un miliardo di Euro di risorse pubbliche dirette, con un moltiplicatore diretto almeno alla pari di investimenti privati, ulteriori risorse pubbliche indirette (Horizon 2020 e programmi nazionali). In sostanza, per lo sviluppo della Strategia è possibile prevedere un investimento complessivo di 2,5 miliardi di Euro tra risorse pubbliche dirette e indirette e i cofinanziamenti privati.

     

    Sintesi del quadro finanziario

     

    Disponibilità 2014

    Previsioni 2015-20

    Assessorato Attività Produttive

    120

    350

    Assessorato alle Infrastrutture

    16,5

    90

    Assessorato all’Agricoltura

    7,7

    312

    Assessorato alla Sanità

    37,1

    220

    Assessorato alla Formazione

    8,2

    115

    Totale

    189,5

    1.037

     


    [1] http://digitale.regione.emilia-romagna.it/piter; http://digitale.regione.emilia-romagna.it/piter/doc/piter-20112013

    [2] http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/agenda-digitale-italiana

    [3] http://www.agid.gov.it/sites/default/files/documenti_indirizzo/strategia_italiana_agenda_digitale.pdf

    [4] http://digitale.regione.emilia-romagna.it/entra-in-regione/pubblicazioni/collana-e-r-digitale/benchmarking-della-societa-dellinformazione-in-emilia-romagna-2013

    [5] http://servizissiir.regione.emilia-romagna.it/deliberegiunta/servlet/AdapterHTTP?action_name=ACTIONRICERCADELIBERE&operation=leggi&cod_protocollo=GPG/2011/1470

    [6] autorizzato dalla Commissione Europea con Decisione C(2012) 9833 del 18/12/2012; Decisione C(2010) 2956 del 30 aprile 2010 che approva il regime di aiuto n° 646/2009 per lo sviluppo di reti a larga banda nelle aree rurali bianche d’Italia

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